piano paesaggistico scheda d’ambito logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito

ambito 10 chianti Comuni di: Barberino Val d’Elsa (FI), Castellina in Chianti (SI), (SI), (SI), Greve in Chianti (FI), Radda in Chianti (SI), San Casciano in Val di Pesa (FI), Tavarnelle Val di Pesa (FI)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5. informazioni relative al piano

Regione Toscana Gruppi di lavoro

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Centro Interuniversitario di Scienze del Territorio Gruppi di lavoro

.... piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti

San Casciano in Val di Pesa Greve in Chianti Strada in Chianti

Radda in Chianti

Gaiole in Chianti

Querciagrossa

Ponte a Bozzone Profilo dell’ambito

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p. 3 chianti Profilo dell’ambito

p. 4 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti

Il Chianti, tra le immagini archetipiche più note della Toscana, consacrata quale icona paesistica a livello mondiale, è contraddistinto da una struttura profonda, resistente e di lunga durata, in buona parte ancora integra e leggibile, fondata su specifiche e caratterizzanti relazioni territoriali: il rapporto tra sistema insediativo storico, colture e morfologia del rilievo, tra manufatti edilizi e paesaggio agrario, tra caratteri geomorfologici e disposizione del bosco, tra la rete degli elementi di infrastrutturazione ecologica e paesaggistica. Un paesaggio storicamente modellato dalla diffusione della mezzadria e dai processi di modificazione territoriale a essa legati, capillarmente connesso con gli in- sediamenti che, dai centri abitati fino ai poderi, reca ovunque l’impronta di una pervasiva opera dell’uomo. Il succedersi e compenetrarsi di formazioni sociali e modi di produzione diversi ha strutturato versanti, sommità e crinali con un’edificazione compatta o isolata, localizzandovi centri abitati, complessi edificati, viabilità strategiche. Si tratta della componente del Chianti più minacciata da nuove urbanizzazioni, fenomeno che ha generato un’edificazione - spesso - di scarsa qualità, compromettendo diffusamente le relazioni fondative fra nuclei urbani e intorni agricoli, alterando, in molti casi, le qualità fondative e percettive della viabilità storica. In termini di criticità sono da segnalare le urbanizzazioni lungo i paesaggi di crinale (San Casciano, Mercatale, Tavarnelle, San Donato, Castellina in Chianti, Greve in Chianti, Panzano in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Strada in Chianti, San Polo in Chianti), oltre alle lottizzazioni distribuite ai margini degli aggregati rurali (Cerbaia, Bargino, Passo dei Pecorai, Montefiridolfi, , ecc.). Ri- levanti dinamiche di riconversione colturale (da oliveto a vigneto specializzato) - concentrate soprattutto nel Chianti senese, oltre al degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie (specie quelle che sostengono gli impianti di olivicoltura tradizionale) contribuiscono ad alterare ulteriormente la struttura paesaggistica del Chianti. A separare l’ambito dal Valdarno Superiore i Monti del Chianti, dorsale montana caratterizzata da densi boschi di latifoglie (cerrete, querceti di roverella, castagneti), rimboschimenti di conifere, piccoli nuclei agricoli montani e un sistema di crinale a dominanza di arbusteti, quali testimonianza della passata presenza di ambienti pascolivi montani, oggi in via di scomparsa (soprat- tutto nell’area compresa tra Monte Domini e Monte San Michele). Oltre alla porzione montana e all’estesa compagine collinare, significativo il ruolo strutturante il territorio svolto dalle zone di fondovalle dei principali corsi d’acqua (Pesa e Greve). Profilo dell’ambito

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p. 5 chianti piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 10 livello d’ambito chianti

Descrizione interpretativa 2 chianti Il territorio dell’ambito è dominato dalla presenza di rilievi sistema di grandi fratture ortogonali alle catene, tipica 2.1 Strutturazione geologica e collinari che in successione si elevano da ovest ad est, verso dell’Appennino, che controlla le i principali elementi morfo- geomorfologica la dorsale dei Monti del Chianti, che separa il Chianti dal logici, quali lo sviluppo di valli trasversali che forniscono le bacino del Val d’Arno Superiore, ad E-NE. Lungo i margini vie di comunicazione tra Chianti e Valdarno e la posizione di occidentale e meridionale, l’ambito confina con i bacini della massiccio rialzato compatto, quasi a quadrilatero, del cuore Val d’Elsa e di . del Chianti “storico”. L’assetto geologico è dominato da una sequenza di uni- tà geologiche, rappresentate rispettivamente dai deposi- ti pliocenici, dalle Unità del Dominio Ligure, con crinali e dorsali principali ad andamento appenninico (NW-SE), con morfologie più marcate ad ovest, che si raccordano anche con ampi piani sommitali (corrispondenti ad estesi lembi criteri metodologici (LINK) residuali di una superficie regressiva) ai più elevati rilievi collinari nei terreni del Dominio Ligure, fino alla dorsale dei Monti del Chianti, costituiti dalle Formazioni prevalentemen- te torbiditiche. I Monti del Chianti fanno parte della struttura centrale dell’appennino e costituiscono, infatti, la parte centro-me- ridionale della “Dorsale Abetone- M. Cetona”, la seconda grande dorsale che si incontra in Toscana proseguendo da ovest verso est. Dopo l’evento compressivo, che si esaurì nell’Oligocene su- periore, e che causò l’impilamento dei Domini Liguri e Sub- Liguri, si instaurarono movimenti tettonici distensivi che portarono l’assetto delle formazioni della Falda Toscana e I rilievi collinari sulle Unità Liguri nei pressi di Castellina in Chianti (Archivio Fotografico Regione Toscana - foto A. Vidus) dei Domini Liguri alla conformazione attuale. L’evoluzione paleogeografica del Chianti, a partire dal Tor- toniano, è strettamente legata ad una serie di movimenti di sprofondamento e sollevamento a cui si sono associati, a partire dal Messiniano medio - superiore, processi di tra- sgressione e regressione marina che hanno dato origine ai sedimenti che occupano la Val di Pesa. Durante il Pliocene, la faglia di Poggibonsi ha determina- to un abbassamento dell’area compresa fra la Val di Pesa, Val d’Elsa e il bacino di Siena ed un forte sollevamento dei monti del Chianti, con conseguenti fenomeni erosivi molto intensi. Nei Monti del Chianti, questo ha portato all’erosione di una parte della copertura “Ligure”. Nel Pliocene continua il sollevamento dei monti del Chianti Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione con la conseguente formazione dei bacini limitrofi di Firenze e Val d’Arno superiore, mentre gli altri bacini rimangono sta- bili fino al Pleistocene medio quando, sotto l’azione di faglie in direzione appenninica, hanno indotto il sollevamento dei bacini di Val d’Elsa e di Pesa. Le Unità Toscane affiorano, quindi, lungo lo spartiacque con il confinante Valdarno di Sopra e in una finestra tettonica che evidenzia il complesso mesozoico, a sud-est di Castel- lina in Chianti. Lungo lo spartiacque, l’erosione ha portato alla luce i calcari e le argilliti della “Scaglia Toscana”, mentre il grosso delle Unità Toscane nel territorio del Chianti è rap- presentato dalla ben nota Formazione del Macigno. Rilievi delle colline plio-pleistoceniche nei dintorni di San Casciano val di In particolare l’assetto strutturale è caratterizzato da un Schema strutturale d’ambito p. 8 Pesa (Archivio Fotografico Regione Toscana - foto M. Caliterna) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti Periodo preistorico-protostorico Monti del Chianti, come nel caso di Poggio la Croce. Questi al I secolo d.C. 2.2 Processi storici di Il periodo preistorico non è particolarmente attestato in am- siti occupano spazi che si caratterizzeranno per una lunga La medesima tendenza viene riconosciuta anche per l’VIII territorializzazione bito chiantigiano, anche se non mancano tracce risalenti già frequentazione. secolo a.C., come testimoniato dal contesto di Poggio La all’epoca paleolitica, quando piccoli insediamenti si localiz- In epoca protostorica la frequentazione antropica si svilup- Croce, che sembra svilupparsi lungo una seconda direttrice zano sugli habitat di bassa e media collina, privilegiando gli pa sia sui terreni di bassa collina che in altura, attraverso proveniente da Volterra e passante per Monteriggioni, e che spazi immediatamente adiacenti ai corsi d’acqua di maggio- villaggi di poche unità abitative fondati in aree strategiche proprio nei pressi di questo sito sembra raccordarsi all’asse re portata. Stesse dinamiche in epoca neolitica. per il controllo del proprio territorio di pertinenza e che viario precedentemente citato. I reperti eneolitici rinvenuti a Radda in Chianti (presso Ca- sembrano vivere principalmente di pastorizia. Un elemen- sanova di San Fedele) testimoniano della presenza di po- to che comincia a condizionare fortemente le dinamiche di Periodo etrusco polazioni riconducibili al ceppo celto-ligure. L’insediamento popolamento è la viabilità, dal momento che registriamo Il comprensorio chiantigiano conosce una prima massiccia e continua ad insistere nei pressi di aree già occupate dalle queste attestazioni lungo un percorso che attraversa la To- diffusa occupazione a partire dal VII secolo a.C., quando gli stazioni paleolitiche, ma comincia parallelamente ad esten- scana centro-meridionale già dal Bronzo finale e che garan- Etruschi favorirono il passaggio da un’economia basata sulla criteri metodologici (LINK) dersi anche alle quote più alte dei rilievi che precedono i tirà un’occupazione continuativa di queste zone almeno fino pastorizia ad una incentrata sull’agricoltura ed in particolare Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comuni- transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 210.000. cazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 210.000. p. 9 chianti sulla coltura della vite, proprio da loro introdotta. Tuttavia, romana. (vite e olivo). quali saranno comunque vittime della seconda e definitiva la rete insediativa si sviluppa da quella già in essere in fase Un’ulteriore marcata riduzione del popolamento si verifi- Dalla fine del I secolo a.C. decadono le “case ricche”, tipiche fase di destrutturazione della rete insediativa tardo-etrusca, protostorica, della quale vengono spesso mantenute le aree ca nel IV secolo a.C. Se la rete insediativa sopravvissuta del paesaggio etrusco, per lasciare il posto a ville e fattorie: un secolo più tardi. Con il II secolo d.C. il popolamento è or- d’occupazione. allo sfaldamento dell’abitato legato ai potentati locali si era i vecchi esponenti dell’aristocrazia terriera etrusca vengono mai interamente raccolto in nuclei accentrati ed il territorio I principali poli di sviluppo sono legati ai potentati gentilizi, mantenuta senza sostanziali variazioni per tutto il secolo soppiantati da un nuovo ceto rurale dominante, espressio- organizzato in latifondo, fatta eccezione per le alture e i più che occupano zone di alta collina, attorno ai quali si genera precedente, adesso molti siti vengono definitivamente ab- ne della società romana e di un’organizzazione della terra alti rilievi collinari. I Romani rafforzarono quindi la vocazione una serie di piccole organizzazioni socio-economiche, artico- bandonati e sopravvivono solo alcuni villaggi posti a grandi basata sul latifondo. I nuovi complessi produttivi occupano agricola dell’area incentivando anche la coltura dell’olivo. late in central places, collocate a distanze pressoché regola- distanze, localizzati soprattutto in terreni di alta collina e di le superfici appiattite e allungate, abbandonando le alture Le grandi aziende agricole si caratterizzano per una fre- ri. I villaggi, uniche forme insediative nei secoli precedenti, altura. e sfruttando, nella migliore delle ipotesi, solo i terreni più quentazione di lunga durata e si distinguono spazialmente continuano a crescere in numero e consistenza demica ma Un’evidente inversione di tendenza si osserva invece in fertili delle zone di alta collina. A partire dal I secolo d.C., e funzionalmente fra le ville, più vicine ai nuclei cittadini (in perdono d’importanza diventando semplici componenti di epoca ellenistica (metà III - inizi II secolo a.C.), quando questi nuclei agricoli cominciano ad acquisire la terra dai particolare Saena Iulia) e indirizzate al mercato urbano, e vere e proprie creazioni proto-statali, il cui baricentro si in- si registra una marcata crescita demografica e insediativa. poderi più vicini, provocando una prima ondata di abbando- le fattorie che rappresentano il fulcro di proprietà terriere dividua però nelle residenze di tipo aristocratico che con- Si tratta della fase di maggiore colonizzazione del Chianti, ni, dalla quale si salvano solo le case sparse più lontane, le estese in un raggio massimo di 3 km e organizzate in forme trollano territori di influenza più o meno vasti. A concorrere durante la quale la dorsale montuosa viene punteggiata da allo sviluppo dell’intero comprensorio continua ad essere fortificazioni differenziate per consistenza demica e funzio- la viabilità, che fa di questa regione, attraversata dalle due nale (fortezze-villaggio o semplici avamposti), mentre sui direttrici principali già esistenti, uno snodo strategico fra le versanti di alta collina adiacenti si sviluppa un insediamento realtà urbane della Toscana meridionale (Chiusi, Vetulonia, sparso a maglie larghe. Sono state rinvenute anche alcune Roselle) e quelle settentrionali (Fiesole e Gonfienti, dalle cosiddette “case ricche”, probabili residenze delle famiglie quali si ha accesso ai territori padani attraverso i valichi economicamente dominanti. appenninici) ed occidentali (Volterra e, sulla costa, Popu- Questi centri fortificati d’altura non sono correlabili al con- lonia). Gli stessi potentati sorgono in località d’altura poste trollo dei traffici: pur se ancora attivo, l’asse viario impo- a controllo e dominio di tali percorsi. A testimonianza della stato sin dal Bronzo finale non doveva infatti continuare a presenza di questi principati è il tumulo di Montecalvario rivestire l’importanza passata. Tuttavia possiamo ipotizzare (nei pressi di Castellina), grande struttura ipogea (50 metri che tali oppida, sorti soprattutto nella parte senese del com- di diametro) con quattro tombe disposte a croce secondo prensorio, su spazi naturalmente adatti alla difesa, rappre- i punti cardinali: risalente al VII secolo a.C., il monumen- sentino la linea di demarcazione di un confine territoriale e il to sepolcrale probabilmente non fu mai terminato e rimase baluardo difensivo verso i centri dell’area fiorentina rispetto quindi inutilizzato dalla famiglia aristocratica che lo aveva ad un nucleo urbano (probabilmente Volterra) per il quale commissionato. la regione chiantigiana rappresentava la parte finale del ter- Il fulcro principale delle attività etrusche nella zona è sicu- ritorio di pertinenza e di controllo. ramente individuabile nell’odierna Castellina in Chianti che Per la fase ellenistica vanno infine ricordati i siti di assunse, probabilmente con il nome di Salingolpe (i cui ru- (sulla direttrice Castellina-Fiesole), Gaggiola di Quercegros- deri distano poche centinaia di metri dal paese moderno), sa, complesso di età tardo-etrusca con relativa necropoli, grande importanza nel sistema di traffici, sorgendo in po- e gli insediamenti di Ponterotto e Monte Muro nel Chian- sizione strategica lungo direttrici naturali (segnate dai corsi ti fiorentino. Lungo il torrente Bozzone, inoltre, sono state dei fiumi Pesa e Greve) e stradali che la ponevano al centro individuate tracce di argini per la canalizzazione delle ac- dell’articolato sistema di comunicazione (anche verso il Val- que: gli Etruschi erano infatti molto esperti e competenti darno che si apriva ad est) e in posizione intermedia sull’as- nel campo delle tecniche idrauliche destinate all’agricoltura Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione se Volterra-Fiesole. Poco più a sud, vicino a , in o all’approvvigionamento idrico. località Poggino è stata scoperta una collina adibita esclusi- vamente a necropoli, con cinque tombe a camera risalenti al Periodo romano periodo orientalizzante-arcaico (VII-VI sec. a.C.). Non molto In epoca repubblicana (II-I secolo a.C.) le tendenze inse- distanti, altre aree sepolcrali sono state individuate in nu- diative sono le stesse dei due secoli precedenti: i centri for- merose altre località, fra le quali e Busona. tificati d’altura, pur perdendo progressivamente la funzione Dalla fine del VI secolo a.C. si verifica lo smantellamento di difensiva, continuano ad essere abitati come semplici nuclei questo modello insediativo. Ciò non significa totale abban- demici. Il popolamento rurale rimane sostanzialmente sta- dono degli spazi ma piuttosto un decremento demografico, bile, pur registrando un leggero decremento, e si struttura bilanciato solo in parte dall’estendersi dell’abitato sparso e nelle forme dell’insediamento sparso sulle aree di versante, soprattutto dalla persistenza nello sfruttamento dei villaggi, con abitazioni occupate da un unico nucleo familiare conta- fra i quali ricordiamo Cetamura (Gaiole in Chianti), insedia- dino che porta avanti attività produttive in base alla voca- mento di lunga durata, dal V-IV secolo a.C. a tutta l’epoca zione dei suoli: colture miste (cereale e vite) o specializzate Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- p. 10 nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 210.000. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti molto simili ai rapporti di tipo mezzadrile. Le fattorie, infatti, le aree di media collina e ancora vengono ignorati i rilievi e tranquillità necessarie alla valorizzazione del territorio, a Periodo moderno occupano i terreni di media collina e si propongono come montuosi. partire da una nuova organizzazione agricola imperniata sul Per la storia del Chianti fatto importante fu la conquista di Sie- central places cui fanno riferimento gli stessi poderi contadi- Ai secoli altomedievali si fa risalire una sommaria divisione sistema mezzadrile. Si diffondono i poderi, che rappresen- na e del suo Stato (1555-57) da parte di Cosimo I dei Medici ni (gestiti da coloni e servi) che vi trasferivano probabilmen- del territorio chiantigiano fra i feudatari e le abbazie legate tano l’unità di produzione monofamiliare e che sono costi- con conseguente pacificazione dell’area che per secoli aveva te una quota della loro produzione. Non siamo purtroppo in agli ordini monastici dipendenti dalle famiglie signorili: è il tuiti da una certa estensione di terra coltivabile e di bosco, costituito una frontiera sottoposta a servitù militari ed eventi grado di capire, allo stato attuale della conoscenza, se le caso, fra le altre, delle badie di Passignano, Montemuro e capaci di assorbire completamente le attività della famiglia. bellici che ne impedivano lo sviluppo economico-territoriale. fattorie rappresentino organismi completamente autonomi Coltibuono. Si afferma la coltura promiscua, con filari di viti e olivi tra Altra innovazione di rilievo fu la costruzione, a fine Cinque- o siano piuttosto collegate alle ville, che gestiscono in tale A partire dal X secolo il popolamento comincia a spostarsi i quali si semina il grano, mentre, grazie a grosse opere cento, della via senese-romana come arteria rotabile postale, forma i terreni più lontani. In questo secondo caso i central sulle alture, che vengono occupate da abitazioni sparse, a di terrazzamento, anche i terreni più scoscesi e accidentati che valorizzò gli insediamenti di San Casciano, Barberino e places sarebbero le ville stesse, relegando le fattorie a sem- breve distanza fra loro, o da villaggi (casalia) che sorgono vengono resi coltivabili. Tavarnelle (dove nel XVI e XVII secolo si costruirono edifici plici centri di raccordo nello sfruttamento del latifondo e di sulle sommità. Parallelamente si affermano i primi castelli, Il Chianti cambia così progressivamente volto: gli stessi ca- riecheggianti palazzi della borghesia mercantile cittadina e il smistamento delle derrate verso l’unità di appartenenza. nati dalla fortificazione di preesistenti curtes o nuclei aperti, stelli perdono la loro funzione militare e si trasformano in borgo ruotava intorno al complesso della posta) e l’economia Gli abbandoni di questi complessi (e di questo sistema eco- che si caratterizzano inizialmente per le ridotte dimensioni e grandi ed eleganti ville e fattorie. prevalentemente rurale del territorio attraversato. nomico-produttivo) hanno inizio a fine III - inizi IV secolo per la presenza di fossati come unici elementi difensivi. Le d.C. nelle zone più periferiche, ma la gran parte di queste cinte murarie sembrano infatti essere attestate non prima aziende continua ad essere frequentato per tutto il V secolo del tardo XII secolo, quando, in pieno conflitto fra Siena e e gli inizi del VI secolo d.C. Firenze (che proprio nel Chianti avevano individuato uno dei principali ambiti di scontro) vengono fortificati i villaggi aper- Periodo medioevale ti e fondati numerosi nuovi castelli, per la maggior parte su Con gli abbandoni di metà V - inizi VI secolo si entra in una collinette in posizioni militarmente strategiche. La lotta fra fase caratterizzata dal decadimento del latifondo, e in gene- le due città per il possesso del comprensorio chiantigiano si rale del sistema economico-produttivo romano, dalla mutata risolve ad inizio XIII secolo con la pace di Fonterutoli (1201) organizzazione statale, nella quale non si amministrano più e il lodo di Poggibonsi (1203) che sanciscono la quasi totale le campagne, e da un forte decremento demografico, con annessione del Chianti alla Repubblica Fiorentina. Il confine la popolazione superstite uniforme sotto l’aspetto sociale ed fra le due rivali si sposta molto a sud e si materializza con economico. Si afferma una rete insediativa a maglie larghe la creazione di due linee forticate: quella di parte fiorenti- strutturata su abitazioni monofamiliari che si dispongono in na è costituita dai castelli di Brolio, Cacchiano, Monteluco, aree di media collina, alle pendici dei rilievi ma soprattutto Montecastelli, Montemarchi, Rentennano e Tornano, men- sulle sommità. Continuano ad essere occupate le medesime tre quella senese dai castelli di Aiola, Civitamura, Cerreto, aree già sfruttate in epoca romana, ad alta resa agricola, e il e Sesta (compresa nell’ambito Colline di Siena). paesaggio è caratterizzato da limitate zone di popolamento Dalla metà del Duecento Firenze istituisce la Lega del Chian- e di coltura, intervallate da estese aree boschive ed incolte. ti, un’organizzazione politico-militare con la funzione di am- La tendenza è quella di spostare le strutture abitative sulle ministrare e controllare un vasto territorio che viene diviso alture, forse anche per ovviare ai crescenti problemi d’impa- nei terzieri di Castellina, Gaiole e Radda: quest’ultima funge ludamento delle superfici pianeggianti. L’attività produttiva anche da sede del Podestà. assume carattere di autosussistenza ed è basata principal- Il secolo successivo segna una profonda crisi per l’ambito, mente su agricoltura ed allevamento, anche se sopravvive gravato da una congiuntura economica negativa che trova una limitata economia di mercato. le principali cause nelle carestie, nell’epidemie (soprattutto Intorno al VII-VIII secolo si avvia il passaggio ad un nuovo la pestilenza del 1348), nella scarsa resa dei terreni e nel modello insediativo e socio-economico nel quale gli edifici pesante fiscalismo della città dominante, che induce non Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione religiosi diventano i primi elementi di aggregazione della po- pochi villaggi all’indebitamento. Questa difficile situazione polazione rurale, presto affiancati da iniziative di carattere di recessione comporta anche un forte esodo dalle campa- laico, e si attua così il passaggio dall’insediamento sparso a gne. quello accentrato (villaggio). Fra XIV e XV secolo si realizza l’ennesima fase di trasforma- Nel IX secolo si afferma un modello di gestione della terra zione edilizia e funzionale dei castelli che da residenze si- 2.2 legato all’azienda curtense, che pianifica dall’alto le diver- gnorili diventano, specie quelli posti nelle zone di frontiera, se forme di sfruttamento del suolo, delegando seminativi fortezze militari, maggiormente adeguate alla potenza delle e vigne al lavoro dei liberi e l’allevamento alla popolazio- armi in uso nel tardo medioevo, quando il comprensorio è ne servile. Altri organismi produttivi si affiancano a quello nuovamente tormentato da guerre e invasioni che in vero curtense, ottimizzando lo sfruttamento dei suoli e organiz- coinvolsero tutta la penisola. zando l’operato dei villaggi sulla base di specifiche scelte Solo nel 1555, con la presa di Montalcino da parte fiorentina economiche. In questa fase continuano ad essere occupate e la definitiva sconfitta di Siena, il Chianti ritrova quella pace Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 210.000. p. 11 chianti Dai secoli XIII e XIV in poi, si era arrivati infatti alla costru- la diffusione di nuove o rinnovate case poderali secondo il Tavarnelle che per la sua configurazione aperta disponeva veva un puntuale repertorio da cui emergeva la presenza zione – con investimento di capitali fiorentini – di una diffu- modello della regolare casa a blocco con tetto a padiglione, di larghi spazi adatti all’edificazione. In considerazione del del vigneto specializzato in molte fattorie chiantigiane che sa proprietà borghese terriera, organizzata a mezzadria: nei capanna separata, portici, loggiati e torre colombaria. ragguardevole sviluppo edilizio, nel 1893 Tavarnelle si separò conviveva con il seminativo arborato. Tali sistemi dimostra- tempi moderni si venne a creare un paesaggio costituito da da Barberino e avviò la sua nuova esperienza di ente locale no una ricostituzione diffusa del patrimonio viticolo dopo le una fitta maglia di aziende poderali, intensamente coltivate a Periodo contemporaneo autonomo, con l’aggregazione delle frazioni di Sambuca e distruzioni prodotte dalla fillossera dal 1888. Venivano pure seminativi arborati, in cui viveva una larga quota della popo- Nel 1830, il granduca Leopoldo II ripeté con termini intera- San Donato. indicati – azienda per azienda – il numero dei poderi e/o la lazione contadina, uscita dai castelli e villaggi medievali, mol- mente elogiativi la caratterizzazione geografica delle belle e Tra Otto e Novecento, si registrarono innovazioni come: l’im- superficie aziendale ed era chiaro il ruolo non trascurabile ti dei quali finirono per essere abbandonati. Rimasero vivi i produttive colline chiantigiane e della loro viticoltura: “Vidi le pianto dei nuovi vigneti specializzati (a partire dalla fattoria della piccola e media proprietà cittadina e campagnola. centri che svolgevano funzioni di servizio e di mercato, abitati valli di Pesa e Virginio, le magnifiche colline di San Casciano di Uzzano), disposti su pendii terrazzati o rimodellati dalle ef- Il Catasto Agrario del 1929 dimostra, nei cinque comuni allo- da artigiani e braccianti non inseriti nel sistema mezzadrile. [...], le coltivazioni studiate, i bei siti […]. Traversai da Pas- ficaci sistemazioni a spina; il potenziamento dell’allevamento ra considerati chiantigiani (Greve in Provincia di Firenze e Ca- Qui, la genesi della fattoria – organizzazione amministrativa signano e Panzano nel Chianti, ritornando per Greve. Monti razionale dei bovini da latte; l’inserimento negli avvicenda- stellina, Gaiole, Radda e Castelnuovo Berardenga in Provincia e produttiva centralizzata – risale proprio al secolo XVI, con aspri e petrosi si vedevano disfatti coi zapponi, colle mine, menti di coltivazioni industriali (barbabietole e tabacco). di Siena), un assetto prettamente mezzadrile: ben 22.777 la crisi dell’economia industriale-finanziaria toscana e con gli e disposti in terrazze: e qui le viti di quel vino prezioso, che All’inizio del XX secolo lo studioso Tommaso Guarducci scri- abitanti su 38.951 (oltre il 58 %) traevano direttamente i investimenti da parte dei ricchi mercanti nella costruzione di di bontà, forza e durata, agguaglia quello di Francia”. Ciò ville (molte di origine rinascimentale, con fabbricati adibiti a testimonianza dell’avanzata della modernizzazione agraria alla conservazione e trasformazione dei prodotti) e nell’ac- all’insegna della graduale specializzazione vitivinicola. Nel quisto di terreni o poderi già costituiti. Già a fine Cinquecento 1833, secondo le stime di Emanuele Repetti il Chianti conta- in Chianti risultano fattorie: dei Ricasoli a Brolio e a Meleto, va. 43.533 abitanti. dei Tempi a Castagnoli, degli Strozzi a San Donato in Perano, Negli anni ‘40, il governo lorenese – grazie anche alle istanze degli Ugolini a Castellina, dei Del Taja a San Felice e Arceno, del barone Ricasoli, proprietario imprenditore e agronomo dei Cinughi a Montegiachi, dei Bianchi Bandinelli a Geggiano nella fattoria di Brolio che stava ‘inventando’ la formula del e Pagliaia. vino Chianti – rese rotabile buona parte delle vie mulattiere Vennero potenziate le colture più redditizie (viti, olivi e gelsi) che mal congiungevano il Chianti con Firenze, Siena, il Val- e introdotte nuove coltivazioni (paglia e giaggiolo) in funzione darno di Sopra e la Val d’Elsa e si crearono le premesse per dell’industria a domicilio. Nei tempi moderni e contemporanei un ulteriore sviluppo dell’agricoltura chiantigiana. il Chianti registra un processo di graduale dilatazione spazia- Con la fortuna enologica, si intensificò anche il processo di le. La medievale Lega del Chianti o potesteria fiorentina che infittimento della maglia poderale e di rinnovamento dell’edi- dall’inizio del XIV secolo abbracciava i Comuni di Castellina, lizia colonica e delle ville-fattorie, processo che si concluse Gaiole e Radda, nel 1772 fu accorpata al Comune di Greve solo all’inizio del Novecento, grazie anche alle mobilizzazioni nel nuovo Vicariato del Chianti con sede a Radda, in conside- fondiarie dei residui beni religiosi effettuate dai governi fran- razione del pregio delle produzioni vinicole. cesi e italiani, tra cui le fattorie delle abbazie vallombrosane Già il bando granducale del 1716 aveva allargato il circonda- di Montescalari, Passignano e Coltibuono. rio di produzione del vino chiantigiano a buona parte dell’at- In molte fattorie chiantigiane, già nella prima metà del XIX tuale Comune di Greve. secolo, vennero eliminati i riposi a favore delle colture da rin- Dalla visita del granduca Pietro Leopoldo di Lorena del 1773, novo (legumi, foraggi e mais), con notevoli incrementi della emerge che le specificità dell’economia erano due: la presen- produzione di foraggio e crescita del patrimonio bovino e del za dell’alberata, con il grano e la vite allevata alta all’albero rendimento dei cereali. Venne altresì intensificato il semina- tutore nei piani e fondi delle vallate e tenuta bassa in collina, tivo arborato (con un ruolo sempre maggiore di vite, olivo, anche in forma di vigna con filari stretti; la presenza, accanto gelso e paglia), con sistemazione orizzontale delle colline, a Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione alle fattorie, di innumerevoli proprietari coltivatori diretti e di dimostrazione della capacità della mezzadria di collegarsi con molte famiglie di possidenti locali, occupati nella lavorazione la protoindustria rurale (intreccio della paglia, filatura e tessi- e commercio di seta e vino e nell’allevamento. tura di lana, lino, canapa e seta, produzione e trasformazione La riforma comunitativa del 1773-74, con la costruzione del- di vino, olio, giaggiolo, tabacco e barbabietola da zucchero). le grandi comunità (nei confini attuali) di Greve, Castellina, Dall’inizio del XX secolo però la mezzadria apparve sempre Radda, Gaiole e Castelnuovo Berardenga, oltre che San Ca- più incapace di adeguarsi alle trasformazioni economico-so- sciano e Barberino (che abbracciava anche Tavarnelle) favorì ciali promosse dalla rivoluzione industriale, a fronte invece i primi lavori di ammodernamento delle strade per il Valdarno dell’incremento edilizio dei borghi di strada dove crebbero le di Sopra, per Colle Val d’Elsa-Poggibonsi, Firenze, Siena ed attività commerciali e di servizio. I lavori stradali dei Lorena Arezzo. Le riforme liberistiche potenziarono la piccola e me- ebbero infatti riflessi positivi sulla struttura urbanistica e pro- dia borghesia terriera, l’appoderamento e i seminativi arbo- duttiva dei centri disposti lungo le principali arterie, soprat- rati, a spese del bosco e dell’incolto (superficie però sempre tutto la senese romana, radicalmente migliorata da Firenze superiore ai coltivi). Gli incentivi governativi favorirono anche a Poggibonsi nel 1778, a tutto vantaggio di Barberino e di Il territorio del Chianti nella seconda metà del XVIII secolo (Ferdinando Morozzi, Archivio Nazionale di Francia) p. 12 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti mezzi di sussistenza dall’agricoltura; la superficie agricola uti- mentre il vigneto specializzato era censito soltanto per 280 avevano cominciato a consorziarsi per difendere il loro vino Proprio negli anni ’70 della riconversione, lo scrittore Carlo lizzata era ripartita fra 4255 aziende, la grande maggioranza ettari, specialmente a Greve (233 ettari) rispetto ai comuni dalla concorrenza sleale e dalla contraffazione da parte di Betocchi descrisse il Chianti rimasto, nonostante tutto, rurale delle quali di piccola estensione. Solo circa 1200 superavano senesi (57 ettari complessivamente: 23 Castelnuovo, 15 Ga- produttori esterni; già il R. D. 497 del 1924 aveva garantito (rispetto alle vallate contigue riorganizzate dall’industrializza- i dieci ettari e di queste 850 erano comprese tra dieci e ven- iole, 12 Castellina e 7 Radda). la creazione di un ente per la tutela della denominazione, zione leggera nella cosiddetta campagna urbanizzata), pur ti ettari, 233 tra venti e cinquanta ettari, 52 tra cinquanta Questi dati sono sostanzialmente confermati dallo studio aprendo la strada al “Consorzio per la difesa del vino tipico con le innovazioni che si inserivano in modo non traumatico e cento ettari. Le grandi proprietà (superiori a cento ettari) comparativo di Carlo Pazzagli del 1979 tra le risultanze del Chianti e della sua marca di origine” che l’anno successivo nella varietà del mosaico paesistico, contribuendo anzi a valo- erano soltanto una settantina: 36 quelle tra cento e duecento catasto geometrico lorenese del 1817-32 e, appunto, del ca- si era dotato del logo del gallo nero, antico stendardo della rizzare l’insieme del paesaggio ereditato. Betocchi rilevava le ettari, 21 tra duecento e cinquecento ettari, 11 tra cinque- tasto agrario del 1929. Lega. differenze fra il Chianti Fiorentino, maggiormente coltivato e cento e mille ettari, solo 3 sopra i mille ettari. La piccola regione vitivinicola del Chianti Classico, nei suoi Ebbe allora inizio la fortuna enologica e territoriale del Chianti abitato, e quello Senese, con colline più aspre e caratterizza- I coltivi (con 37.293 ettari) comprendevano il 59,4% della su- confini attuali, venne riconosciuta con la legge 1164 del 1930 (ora allargato dalle alte vallate di Arbia, Pesa e Greve alle to da “silenzio verde e boscoso”. Il Chianti appariva come una perficie agricola utilizzata, con netta prevalenza del semina- (e decreto attuativo 6126 del 1932), corollario dell’azione medie vallate dei tre i corsi d’acqua, a comprendere in tutto o regione collinare punteggiata di “castelli bastionati”, “borghi tivo arborato – (28.314 ettari pari al 45,1% della SAU) – sul di promozione esercitata da influenti produttori che, fin dal in parte i territori di Castelnuovo, Barberino, Tavarnelle e San e casolari”, ville isolate, “pievi sparse” e “vie tortuose”. seminativo semplice (8979 ettari pari al 14,3% della SAU), 1903-04 a Siena (dal 1906 a Firenze e dal 1909-10 a Greve), Casciano), sempre più rinomato per la qualità dei suoi vini e Le qualità del paesaggio e del suo principale prodotto, il vino, dei suoi paesaggi e monumenti. avrebbero condotto ad una straordinaria attenzione da parte Tornando ai vigneti specializzati, questi esistevano nel Ven- della società colta e ricca, nazionale e internazionale, per tennio, quando furono ampliati nel contesto della ricostituzio- questo territorio che, negli ultimi decenni, è divenuto la cam- ne della viticoltura devastata dalla fillossera: ma ancora nel pagna italiana più conosciuta al Mondo, ricercata per motivi 1950 l’incidenza del vigneto doveva essere modesta (l’agro- residenziali e turistici. nomo Enzo Giorgi calcolava nell’ambito delle grandi proprietà La gravitazione verso Firenze e Siena è dimostrata dal no- un ettaro ogni 100 di superficie agraria). tevole movimento di pendolari per motivi di lavoro che ogni Questi ed altri adeguamenti non poterono impedire la crisi e giorno vi si dirigono. Ma il Chianti conserva una sua persona- la disgregazione rapida del sistema tra gli anni ’50 e ‘70, al- lità, data dalla forte caratterizzazione in senso turistico-rura- lorché, anche nel Chianti, la mezzadria si rivelò inadeguata a le, specialmente nell’area senese, dove l’agricoltura – con il garantire i diritti (politici, sociali e culturali, prima ancora che settore agroalimentare – rappresenta il settore di maggiore economici) che la democrazia e la modernizzazione stavano importanza, con il numero ancora alto di occupati e con l’al- diffondendo in un Paese che aveva imboccato la pur difficol- tissimo livello di specializzazione. L’industria manifatturiera, tosa strada dell’integrazione europea. con le numerose piccole e medie imprese attive in vari settori La fuga dei mezzadri dai poderi e di molti chiantigiani dai (alimentare, meccanico, tessile, della pelletteria, del mobile paesi – verso Firenze, Siena e i centri in sviluppo industriale e del legno, di autocaravan), riveste importanza solo lungo della Val d’Elsa – è dimostrata dai censimenti demografici. La il tracciato della superstrada Firenze-Siena (aperta negli anni popolazione scese dalle 62.224 unità del 1951 a 53.496 nel ’60), in particolare a Tavarnelle e San Casciano, con a seguire 1961 e a 46.047 nel 1971. Da allora, l’esodo cessò e si regi- Barberino, Greve e Castellina. Tra i prodotti dell’artigianato strò un graduale recupero di abitanti, con i 47.715 del 1981, rurale, spiccano quelli alimentari, i manufatti dell’artigianato i 50.370 del 1991, i 54.692 del 2001 e i 60.258 del 2010. artistico, i prodotti connessi agli alimenti o agli strumenti di Tale ripresa è dovuta all’attrazione residenziale – più che di- lavoro agricoli. rettamente produttiva – esercitata nel lungo periodo o più Se il Chianti – specialmente quello fiorentino – ha espresso di recente dai capoluoghi e da alcune frazioni di San Cascia- negli ultimi decenni una crescente funzione residenziale per no (14.010 nel 1951, 17.216 nel 2010) e Greve (13.233 nel la sua vicinanza e la facile accessibilità al capoluogo regiona- 1951, 14.351 nel 2010), con i processi di espansione edilizia le, il settore turistico rappresenta ovunque una delle colonne percepibili nei centri abitati lungo la Chiantigiana, e di Tavar- portanti dell’economia locale, con uno dei sistemi economici Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione nelle (5933 nel 1951, 7755 nel 2010); anche gli altri Comuni a più alta densità di aziende operanti nel turismo “verde” o sembrano avere esaurito l’esodo e qualcuno (specialmente rurale. Qui, infatti, il turismo ha avuto un forte sviluppo gra- Barberino) appare in leggera ripresa. zie ai pregi ambientali, paesaggistici e artistici e si esprime L’impianto dei grandi vigneti – che hanno spesso assunto ca- con forme di ricettività tradizionali (alberghi, campeggi, se- rattere di monocoltura rispetto all’olivo e ad altre produzioni conde case, ecc.), con una forte presenza agrituristica e con 2.2 (ma il bosco svolge ovunque, oggi più che nel passato, un una importante attrazione di flussi turistici giornalieri (escur- ruolo maggioritario in termini di superficie) – si è verificato sionismo). tra gli anni ‘60 e ‘70 del XX secolo, nell’ambito di una radica- le riconversione aziendale. La vite in pochi anni ha assunto infatti l’importanza di monocoltura, passando a 900 ha nel 1964, a 2648 ha nel 1970, a 6877 ha nel 1977 e a circa Il territorio dell’ambito nella carta della Toscana di Giovanni Inghirami del 1825-30 in scala 1:100.000 (Archivio Nazionale di Praga, RAT Map 362) 10.000 ha negli anni ‘90. p. 13 chianti

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti legenda Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

2.3

criteri metodologici (LINK)

p. 15 chianti Senza escludere gli oliveti, che hanno a volte subito disav- della zona (dove passeggiare in assolata quiete come in Tra naria quantità di lavoro e di conoscenze: quello che “oggi al 2.4 Iconografia del paesaggio venture climatiche, i vigneti e i boschi costituiscono senza i fiori del giardino diSilvestro Lega), lo scrittore intraprese passante […] appare un giardino”, diceva l’archeologo Ra- dubbio i cardini del paesaggio chiantigiano, che deve resi- tagli, impianti, raddrizzamenti, potature e abbattimenti di nuccio Bianchi Bandinelli, è piuttosto il risultato di “genera- stere - in nome della bellezza del territorio e della qualità alberi: “I grandi corpi degli alberi selvaggi e quei loro grandi zioni di frati e contadini [che] hanno raspato questo terreno della vita che ne deriva - alle tentazioni della monocultu- rami che eran ciascuno di per sé una foresta, piombavano e atteso a questi lavori” per secoli. Le immagini del lavoro ra viticola, foss’anche di pregio. Bino Samminiatelli, che giù come giganti mitici e lì si avvilivano”, tra i compagni nei campi toscani sono innumerevoli, e ne riportiamo quale in Chianti nacque e visse, puntualizza la diversa natura (e sopravvissuti e ammutoliti. Il Chianti è dunque anche bo- esempio una di mano di Ludovico Tommasi. Ed è proprio forma) dei boschi che ancora oggi vediamo o avvinghia- sco, selvaggio e ricco di memorie guelfe o addomesticato questa complessa struttura agricolo-silvestre, che sta alla ti ai coltivi come l’edera alle querce, o a ombreggiare le e signorile ma in entrambi i casi assolutamente necessario base della bellezza del paesaggio chiantigiano, a svolgere ville come romantiche enclave di seduzione e mistero: “Ai all’equilibrio del paesaggio e delle attività produttive. ancora oggi un fondamentale ruolo di tutela ambientale. In tempi di Monna Lisa i boschi comandavano. Coprivano le Un equilibrio mosso che sempre scarta la noia: “….fra orti, una fotografia di Antonio Cederna, che fece del paesag- colline e circondavano i castelli dei signori. Quando il paese giardini e ulivi regolati dall’arte amabile del potare, si sno- gio tutelato una ragione di vita, si legge bene la struttura criteri metodologici (LINK) si addomesticò si fece aria vicino all’abitato per poter vive- dano sui colli vie così in pace che sembrano dimenticate, mirabile del Chianti (in dettaglio, di Greve in Chianti) messa re al sicuro dalle bestie e dai briganti. Prima, essendo un dove si procede fra meravigliose scoperte di cose sempre a rischio dalla costruzione di una cementeria. po’ briganti gli stessi padroni dei castelli, i boschi facevano uguali e sempre impreviste” (Bino Samminiatelli, La vita in Ma non di sole viti e fattorie è fatto il Chianti dei pretiosis- comodo. Poi fu bene veder chiaro intorno a casa”. E fu così campagna). Un equilibrio colto, che Signorini ferma nel simi vini (così lo definiva nel 1596 il cartografo Leonida Pin- che, per avere una villa con parco al pari degli altri signori suo Paesaggio toscano del 1875 e che rivela una straordi- demonti), poiché conserva tracce consistenti di una vitalità

Stabilimento fotografico Lombardi, Castello di Brolio, 1880, Telemaco Signorini, Paesaggio toscano, 1875, collezione privata Firenze, Museo Alinari Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

Antonio Cederna, Greve in Chianti, castello di Vecchiomaggio e chiesa, p. 16 Silvestro Lega, Tra i fiori del giardino, 1862, collezione privata Ludovico Tommasi, Lavoro in campagna, 1900-1902, Fondazione Cariplo sullo sfondo una cementeria, Archivio Antonio Cederna, Roma piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti e viabilità tanto varie quanto vivaci: pievi, abbazie, terre murate, castelli, ospedali, mercatali, mulini e canoniche, oratori e santuari puntellano una rete fittissima di strade e borghi legati alle attività agricole e mercantili, certo, come la Chiantigiana potenziata dal Barone Ricasoli negli anni Trenta dell’Ottocento, ma anche religiose (sulla via Sanese i pellegrini si dirigevano a Roma) e militari, se è vero che né Firenze né Siena mollavano la presa di questi territori. Una diversa convergenza culturale che si legge negli stili delle ville-fattoria: quelle dell’esiguo Chianti storico senese della Berardenga, come la Villa d’Arceno, riflettono i moduli di Baldassarre Peruzzi (uso del laterizio non solo nelle muratu- re ma anche in cornici, lesene e archivolti) mentre in quelle del Chianti fiorentino, come a Cintoia e Vignamaggio, trionfa la forma di Bernardo Buontalenti (semplici edifici scialbati di bianco brillante dai volumi decisi sui quali domina la pietra Fratelli Alinari, Una tranquilla strada alberata nei pressi di Spedaluzzo in serena). George Tatge, Albola, Radda in Chianti, 2002, Firenze, Museo Alinari George Tatge, Castellina in Chianti, 1987, Firenze, Museo Alinari Chianti, 1890, Firenze, Museo Alinari Nulla di tutto questo si evince dall’acquerello che, tra altri, Maria Teresa Mazzei Fabbricotti inserì nel suo Album di memorie, ambientato nella villa fattoria di Fonterutoli sul- la via Chiantigiana: il paesaggio è contratto in atmosfera azzurra, cipressi e una quercia, trasfigurato nella poesia e nel ricordo della gioventù felice, quando nemmeno avrebbe immaginato i colpi che il fascismo avrebbe inferto alla sua esistenza.

Fratelli Alinari, Veduta del fiume Greve a Greti nel 1880-85, Firenze, Museo Alinari Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

2.4

Maria Teresa Mazzei Fabbricotti, Le querci seicentesche, l’orizzonte Stabilimento fotografico Brogi, Fonterutoli nel 1915-20. Veduta dalla leopardianamente infinito, le strade del Chianti della mia giovinezza, da Fratelli Alinari, Gaiole in Chianti, 1940, Firenze, Museo Alinari Castello della . Chianti, cartolina viaggiata nel 1909, Roma, ICCD strada Chiantigiana, Firenze, Museo Alinari Album di Memorie n.1, Firenze, Archivio di Stato p. 17 chianti

p. 18 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 10 livello d’ambito chianti

Invarianti strutturali 3 chianti Descrizione strutturale 3.1 I caratteri Nel paesaggio della Toscana centrale, il Chianti rappresenta idro-geo-morfologici una massiccia struttura rilevata, circondata da aree decisa- mente più basse: i bacini neogenici senesi a sud, la conca dei bacini idrografici e dei di Firenze a nord, il Valdarno di Sopra a est e la Val d’Elsa a sistemi morfogenetici ovest. Rispetto a queste aree, il Chianti riveste una funzione strutturale e percettiva di “monte”. Le differenze, anche cli- matiche, tra nord e sud e tra est e ovest, sono significative, dando ai rilievi del Chianti una funzione di separazione tra porzioni diverse del territorio regionale. Questa grande struttura morfologica è l’espressione di strut- ture geologiche abbastanza complesse, che modellano una criteri metodologici (LINK) geografia orientata in senso est-ovest. Il margine orientale dell’ambito condivide con l’ambito Val- darno di Sopra una spina montuosa ben definita ma piut- tosto articolata. La catena dei Monti del Chianti è infatti formata da una serie di pilastri tettonici (horst) al cui nucleo emergono le formazioni rocciose del Dominio Toscano, rap- presentate soprattutto dal Macigno. Nei blocchi più solle- vati, tuttavia, affiorano le formazioni argillitiche ed i calcari poco duri della “Scaglia Toscana”; la minore resistenza mec- canica di queste formazioni ha portato alla loro profonda incisione, con la formazione di valli antiformi ad andamento nordovest-sudest, strette e profonde, che frammentano la catena e creano vie di comunicazione. I Monti del Chianti presso Radda in Chianti (photo © Andrea Barghi/VARDA) Le porzioni più elevate della catena costituiscono un siste- Colline nella zona di Greve in Chianti (photo © Andrea Barghi/VARDA) ma di Montagna silicoclastica; le meno elevate un sistema di Collina a versanti ripidi sulle Unità Toscane, o localmente sediamenti; le seconde offrono pendii più dolci, luogo pre- nell’ambito porzioni di Collina dei bacini neo-quaternari, nel- di Collina calcarea. Nelle valli antiformi e sul versante destro ferenziale di vigneti e oliveti. La principale struttura rurale le varie permutazioni di caratteri litologici. della Val di Greve, si estende il sistema della Collina a ver- dell’ambito è quindi, in misura preponderante, fondata su santi dolci sulle Unità Toscane. I sistemi collinari sulle Unità suoli piuttosto argillosi, ricchi di elementi grossolani e sottili Dinamiche di trasformazione Toscane formano anche il crinale tra Castellina in Chianti e anche per effetto della prolungata coltivazione. Negli ultimi cinquant’anni, il Chianti collinare è stato inte- . Questo paesaggio tipico si estende anche nell’intervallo tra ressato da estese conversioni da uliveto a vigneto, e da La parte centrale e occidentale è dominata dagli affiora- il crinale di Vagliagli e i monti del Chianti, a sud di Radda, sistemi misti a sistemi viticoli specializzati. Dal punto di vista menti di Unità Liguri. Qui, le forme sono controllate dal delimitato a nord da una faglia diretta principale che “taglia” geomorfologico e idrologico, queste trasformazioni hanno comportamento delle formazioni rocciose. La Formazione nettamente la Montagna all’altezza di Volpaia. I centri inse- implicato modifiche importanti nei sistemi di protezione del del Monte Morello, la più diffusa, evidenzia notevoli varia- diativi di Castellina e Radda sono basati su rilievi creati da suolo e di gestione delle acque di pioggia. Le estensioni zioni; sul versante sinistro dell’alta Val di Pesa, la natura più strutture tettoniche molto complesse. terrazzate si sono ridotte in misura considerevole, anche se Colline e Montagna del Chianti presso Volpaia (foto P. Baldeschi) calcarea dei litotipi definisce un’ampia estensione di Collina Gli orli occidentale e meridionale dell’ambito rappresenta- questa tendenza si è in qualche misura arrestata in seguito Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri calcarea, ricca di forme carsiche e poco insediata. A nord- no transizioni agli ambiti adiacenti. Di grande importanza all’emergere di una tendenza più conservazionista, favorita ovest di Greve, un’area più sollevata, ma meno calcarea è l’estensione di Collina su depositi neo-quaternari a livelli anche dallo sviluppo turistico. Alcuni comuni hanno anche e carsica, si modella nel sistema della Collina a versanti resistenti della media Val di Pesa. Condizionato da estesi af- adottato indirizzi che favoriscono la creazione di sistemi ripidi sulle Unità Liguri. Nella maggior parte del territorio, fioramenti di conglomerati plio-quaternari, questo paesag- terrazzati compatibili con la meccanizzazione, con risultati tuttavia, le forme sono tipiche del sistema della Collina a gio è condiviso con gli ambiti adiacenti; le forme più dolci, tecnici interessanti. Le dimensioni delle unità colturali sono versanti dolci sulle Unità Liguri che, insieme alla simile Colli- le quote inferiori e i suoli più profondi hanno permesso lo aumentate notevolmente, e la sistemazione a rittochino si è na sulle Unità Toscane, costituisce il supporto del paesaggio sviluppo di un paesaggio più intensamente permeato dai generalizzata, per facilitare la meccanizzazione e anche per percettivo, insediativo e rurale tipico del Chianti. In questo sistemi rurali, meno specializzato nelle colture arboree. Una ridurre le sopvrapproduzioni e mantenere il livello qualita- ambito, il sistema della Collina a versanti dolci sulle Unità certa minore qualità dei prodotti oleari e vinicoli è infatti la tivo dei vini. Liguri presenta un’ulteriore articolazione, data dal contrasto contropartita dei suoli più fertili, del clima più mite e della Queste trasformazioni tendono ad aumentare il tasso di tra formazioni più resistenti (Formazione del Monte Morello, maggiore produttività. erosione del suolo e il potenziale di produzione di deflussi Pietraforte) e più erodibili (Formazione di Sillano, Argilliti Un’area minore della stesso sistema svolge il ruolo di mar- superficiali. La lavorazione meccanizzata su unità estese nel La collina a versanti dolci sulle unità Liguri presso Panzano in Chianti Varicolori). Le prime sostengono i crinali e, spesso, gli in- p. 20 (foto Mattana - licenza CC BY-SA) gine delle pendici occidentali, oltre il quale sono comprese senso della massima pendenza ha determinato accumuli di piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti suolo alla base dei vigneti e concentrazioni di elementi gros- un insegnamento i cui significati profondi, rispetto all’inte- L’ambito dispone di significative risorse estrattive, legate solani in superficie. Si tratta di modifiche notevoli del suolo, razione tra popolazione, agricoltura e geomorfologia, hanno all’attività del cementificio di Testi, in parte ancora piena- che però contribuiscono ad ammortizzare gli effetti negativi valore universale. Come tale, il paesaggio storico del Chianti mente attive e in parte inattive ma con potenzialità residue. su deflussi ed erosione. Gli effetti negativi sono anche stati è un valore fondamentale in se. Componente inscindibile di Il comprensorio della cave di argilla dell’Impruneta, imme- contenuti da una significativa attenzione nella progettazione questo valore, le produzioni di pregio, anch’esse risultato diatamente al di la del confine con l’ambito Firenze - Prato dei sistemi di controllo delle acque di deflusso. dell’ingegno umano applicato alla natura del territorio. - Pistoia, alimenta una produzione tipica di grande valore, I centri abitati e produttivi dell’ambito sono da sempre lega- Un aspetto specifico del rapporto tra uomo e paesaggio si con una lunga storia. ti a particolari situazioni di crinale o a ristretti fondovalle. Le ritrova anche nell’unica area protetta presente, il SIR - SIC necessità di espansione hanno portato all’occupazione sem- Monti del Chianti, che comprende rilievi collinari e montani Criticità pre più completa delle superfici adiacenti ai centri storici e dove l’evoluzione di tale legame si manifesta nella presenza In aggiunta alle considerazioni più generali, che sono co- facilmente accessibili, lungo i crinali, su superfici sommitali di ex pascoli ormai trasformati in arbusteti e prati invasi da munque relative ai rischi di perdita di testimonianze impor- fortemente smantellate e nei fondovalle. arbusti, dovuti alla riduzione delle attività umane. tanti anche in senso geomorfologico, le tendenze in merito Il paesaggio della collina dei bacini neo-quaternari nei pressi di Topina Una tendenza rilevante è rappresentata dalla costruzione di Dal punto di vista geologico, i Monti del Chianti sono stati all’uso del suolo, per quanto mitigate e controllate, com- (foto VIRGIX - Licenza CC BY-NC-ND) infrastrutture, soprattutto cantine, in forma seminterrata. un’area di riferimento per lo studio delle formazioni del Ma- portano un aumento delle criticità relative alla conservazio- Dettata da chiare considerazioni di ordine percettivo, que- cigno e della Scaglia Toscana, che qui sono stati tipizzati ne del suolo e al controllo dei deflussi superficiali. Si può menti, per quanto riuscito a breve termine, presenta rischi sta soluzione richiede però movimenti terra di grande en- dal punto di vista stratigrafico. Non a caso alcuni dei geositi affermare infatti che l’erosione e la produzione di deflussi a medio termine. Si tratta di rischi legati allo spostamento tità, con profonde alterazioni geomorfologiche ed effetti di sono proprio costituiti da esposizioni rappresentative di for- sono entrambe aumentate, anche a causa della vulnerabili- di suolo a valle, prodotto delle lavorazioni meccaniche sia impermeabilizzazione non inferiori rispetto alle costruzioni mazioni che costituiscono la Falda Toscana; presso Greve tà intrinseca dei suoli. I principali corsi d’acqua dell’ambito, in vigneti estesi lungo la massima pendenza sia in vigneti superficiali, soprattutto nel sistema della Collina su depositi in Chianti è esposta una rappresentanza di una consistente Greve e Pesa, non sono immuni da rischi di esondazione, lavorati in traverso, e può portare alla destabilizzazione dei neo-quaternari a livelli resistenti. parte della Serie Toscana; presso il Granaio sono esposte manifestatesi ripetutamente in tempi recenti ma noti anche terrazzi, con fenomeni franosi locali ma dannosi. rocce torbiditiche tipiche e tracce fossili; storicamente: questi rischi hanno anche portato alla realiz- I sistemi di Collina sulle Unità Liguri, qui molto estesi, sono Valori zazione di estese casse di espansione lungo entrambi i fiumi. tendenzialmente poveri di risorse idriche, e i sistemi calcarei Il paesaggio del Chianti rappresenta il più noto esempio, in L’area di Collina calcarea a nord-ovest di Castellina è un’area Un ulteriore criticità è legata al rischio di eventi franosi, che dell’ambito, poco radicati in profondità, non danno in que- epoca moderna, di integrazione tra attività dell’uomo e am- carsica censita, caratterizzata dalla presenza di 22 doline è sensibile e aggravato dalla mancanza di manutenzione sto senso grandi contributi. Le limitate risorse dei fondovalle bienti collinari rocciosi o comunque a versanti acclivi. L’equi- distribuite nelle zone di crinale sulla formazione di Monte delle sistemazioni idraulico-agrarie, problema ancora pre- sono molto utilizzate, al limite dei fabbisogni, e insidiate librio sostenibile rappresentato dal sistema agrario storico è Morello. sente. Il tentativo di coniugare meccanizzazione e terrazza- dalla tendenza all’impermeabilizzazione, in particolare nel Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

3.1

La zona del Bosco di sant’Agnese tra castellina in Chianti e Poggibonsi (photo © Andrea Barghi/VARDA) Le colline a versanti dolci sulle unità Liguri e Toscane attorno all’abitato di Gaiole in Chianti (foto LigaDue - Licenza CC BY) p. 21 chianti

PIANURE e COLLINA DEI BACINI Sistemi morfogenetici FONDOVALLE NEO-QUATERNARI

Collina dei bacini neo- quaternari, argille Fondovalle (FON) dominanti (CBAg)

Forme: Piane di fondovalle Forme: Modellamento erosivo Litologia: Depositi alluvionali intenso; movimenti di massa, vari calanchi e biancane Suoli: Suoli poco evoluti, ge- Litologia: Argille neo- neralmente calcarei, profondi, quaternarie dominanti spesso con limitato drenaggio Suoli: Suoli argillosi poco evoluti e Vertisuoli

MARGINE Collina dei bacini neo- quaternari, litologie alternate (CBAt)

Margine Inferiore (MARi) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Modellamento erosivo intenso, rari ripiani sommitali residuali, versanti ripidi con movimenti di massa (balze e calanchi) Forme: Conoidi e terrazzi flu- Litologia: Alternanze di depo- viali intermedi, dune antiche siti neo-quaternari diversi Litologia: Depositi tardo- Suoli: Suoli dei sistemi a sab- pleistocenici terrazzati bie e argille dominanti Suoli: Suoli evoluti, tessiture varie

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 22 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti

Collina dei bacini neo- Collina calcarea (Cca) quaternari, sabbie Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi dominanti (CBSa) sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) Montagna calcarea (MOC)

Forme: Versanti convessi e forme carsiche, comprendenti Forme: Rari ripiani sommi- ampie conche Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti ripidi; forme tali, versanti brevi, ripidi, valli Litologia: Calcari delle Unità intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e carsiche, anche ipogee minori a fondo piatto Toscane, e delle Unità Liguri residuali, versanti ripidi con aggradati Litologia: Calcari metamorfici Litologia: Sabbie neo-quater- quando dominanti; inclusioni di movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni del basamento paleozoico; narie dominanti diaspri e radiolariti della Falda calanchi) arenacee della Falda Toscana, calcari e calcareniti delle Unità Suoli: Suoli a tessiture Toscana Litologia: Alternanze di depo- dominanti Toscane; calcari delle Unità sabbioso-fini; ben drenati, Suoli: Suoli argillosi, ben siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite Liguri, quando dominanti spesso calcarei drenati; profondi e acidi sulle Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, Suoli: Copertura pedologica grandi forme carsiche, sottili e bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli discontinua, in genere sottile pietrosi sui versanti, profondi e profondi, sabbiosi, acidi ricchi di scheletro alla base dei versanti

Depressioni Affioramenti tettono- di rocce carsiche Ofiolitiche

COLLINA MONTAGNA Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd)

Collina sui depositi neo- quaternari con livelli resistenti (CBLr) Montagna silicoclastica (MOS) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente residuali, versanti ripidi con antropizzati movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda Forme: Ripiani sommitali, calanchi) Toscana, miste o a dominante versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica Forme: Versanti rettilinei, e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a ripidi, aggradati; aree in DGPV controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, con versanti meno ripidi, Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a complessi quaternari con presenza di tessiture sabbioso-fini Litologia: Flysch arenacei litologie resistenti (calcareniti, delle Unità Toscane e, 3.1 conglomerati, calcari subordinatamente, delle Unità continentali, piroclastiti) Liguri; Pseudo-macigno del Suoli: Suoli profondi, ben basamento paleozoico drenati, con tessiture e Suoli: Presenza di regolite composizione controllati dalla profondo e grossolano, litologia, spesso molto evoluti anche su versanti ripidi; suoli sui ripiani sommitali profondi, sabbiosi, acidi link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici p. 23 chianti Sintesi dei valori idro-geo-morfologici Sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Rischio strutturale di esondazione; consumo di suolo Supporto di paesaggi naturali di valore e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri Ricarica di acquiferi critici Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti con rischio di impoverimento e inquinamento degli assorbimento di deflussi superficiali acquiferi

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Alta produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Consumo di suolo con rischio di impoverimento e Alta produttività agricola e ricarica di acquiferi critici assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali inquinamento degli acquiferi

Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del Rischio di impoverimento e contaminazione di Supporto di paesaggi naturali di valore Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore suolo e presenza di calanchi obliterati acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Elevata pressione insediativa e rischio strutturale di Rischio di impoverimento di acquiferi sensibili e esondazione rischio di erosione del suolo

p. 24 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti fondovalle della media Val di Pesa. • minimizzare gli effetti idrogeologici degli insediamenti e Il sistema della Collina su depositi neo-quaternari a livelli re- delle attività produttive, orientando l’uso delle superfici sistenti presenta criticità in parte diverse. I suoli e le forma- verso quelle meno efficaci per la ricarica delle falde ac- zioni geologiche sono notevolmente permeabili, per cui la quifere; generazione di deflusso rappresenta un problema minore. Il • promuovere il ripristino dei siti estrattivi inattivi e la ge- rischio di erosione del suolo però permane, a causa dell’ero- stione sostenibile degli impianti in attività, in particolare dibilità di suoli ricchi di sabbia fine e molto fine, sensibili al adottando con misure per ridurre l’impatto visivo e pre- trasporto idrico sui lunghi versanti a rittochino. Gli acquiferi venire possibili dissesti di natura franosa. di questo sistema sono comuni ma molto frammentati, ridu- cendo la risorsa idrica prontamente utilizzabile e rendendo più critici gli effetti dell’impermeabilizzazione e della possibi- le immissione di inquinanti dovuta alle colture ma anche alle attività di trasformazione, come oleifici e grandi cantine. Nei sistemi di Collina sulle Unità Liguri, la tipica relazione tra insediamenti di crinale e versanti circostanti, riportata nella descrizione strutturale, è all’origine di criticità legate all’espansione dei centri abitati oltre il loro contesto geo- morfologico. Le nuove espansioni, infatti, insistono spesso sui versanti modellati nelle formazioni argillitiche, con risul- tanti seri problemi di dissesto che alterano versanti parte del paesaggio agrario storico e creano danni alle infrastrut- ture, con conseguenti costi per la collettività. L’attività estrattiva si presenta concentrata in alcune zone periferiche rispetto all’ambito ma significative in quanto, fra l’altro, associate a vie di accesso primarie, come la Chian- tigiana per Val di Greve e la SR 429 Siena – Montevarchi. Recentemente, la prima delle due strade è stata interrotta a lungo da un grande movimento franoso associato alle cave che alimentano il cementificio di Passo dei Pecorai. La gran- de cava di è essenzialmente inattiva, ma nes- sun recupero è stato avviato. Gli effetti paesaggistici delle cave di argilla del comprensorio dell’Impruneta si riflettono prevalentemente su questo ambito.

Indirizzi per le politiche I principali indirizzi per la riproduzione del paesaggio chian- tigiano sono legati alla necessità di raggiungere un equili- brio sostenibile della viticoltura. Per conseguire tale obiettivo si dovrà: • promuovere tecniche di impianto e gestione delle coltu- Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri re indirizzate al contenimento dell’erosione del suolo, in tutte le sue forme, e alla prevenzione degli eccessi di de- flusso superficiale, indirizzando l’evoluzione della maglia agraria verso unità meno estese, nel senso del versante, e realizzando adeguati sistemi di gestione dei deflussi; • incoraggiare, nelle piantagioni arboree, l’estensione dei metodi di copertura verde del suolo, allo scopo di ridurre .1 i deflussi; 3 • adottare misure atte a limitare l’impermeabilizzazione, in particolare nei sistemi di Fondovalle e di Collina su depo- siti neo-quaternari a livelli resistenti, sì da non ostacolare la ricarica dei corpi acquiferi; p. 25 chianti Descrizione strutturale 3.2 I caratteri ecosistemici Ambito relativamente omogeneo e in gran parte costituito del paesaggio dal tipico paesaggio del Chianti, prevalentemente collinare nel settore centro occidentale e montano in quello orienta- le. Il territorio collinare è attraversato dal fiume Greve, dai tor- renti Ambra e Pesa, e dal denso reticolo idrografico minore. Con il territorio di barberino Val d’Elsa l’ambito si esten- de anche al bacino idrografico del fiume Elsa. La matrice prettamente agricola del settore nord-occidentale e della pianura della Val di Pesa, con relittuali elementi forestali, continua nel restante settore collinare con un caratteristico criteri metodologici (LINK) mosaico di aree agricole e forestali, con dominanza della coltura della vite (soprattutto vigneti specializzati) e dei bo- schi di latifoglie termofile (querceti di roverella). A tale sistema collinare fortemente trasformato dall’azio- ne dell’uomo fanno da contrasto i Monti del Chianti, ca- ratterizzati da densi boschi di latifoglie (cerrete, querceti di roverella, castagneti), rimboschimenti di conifere, piccoli nuclei agricoli montani e un sistema di crinale a dominanza di arbusteti e abetine d’impianto quali testimonianze della passata presenza di ambienti pascolivi montani, oramai in via di scomparsa. Boschi di latifoglie termofile (querceti di roverella), rimboschimenti di conifere, arbusteti e praterie secondarie lungo il crinale dei Dinamiche di trasformazione Monti del Chianti in loc. Il Masso Tondo Paesaggio del Chianti settentrionale, presso San Polo in Chianti, con seminativi, pascoli, oliveti, nuclei di conifere e matrice forestale a dominanza di (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Nel dopoguerra il territorio del Chianti è stato interessato querceti termofili (foto L. Lombardi, archivio NEMO) da intense dinamiche di spopolamento delle campagne e di abbandono delle coltivazioni e dei pascoli. Tali processi non ta essere anche intensa per effetto concomitante della mag- si sono mai interrotti nell’area montana, dove all’abbandono gior richiesta sul mercato di biomassa a scopo energetico, dei pascoli e alla successiva ricolonizzazione arbustiva si della maggior quantità di legname presente e, infine, della sono aggiunti gli interventi di rimboschimento di latifoglie disponibilità di manodopera a basso costo. Tale situazione e conifere. ha portato i boschi quercini del Chianti a un intenso utilizzo Nelle zone collinari e basso montane lo sviluppo del settore e a una diffusa situazione di bassa qualità ecologica. vitivinicolo e di quello turistico e agrituristico, ha consentito Nell’ambito forestale si associano inoltre i fenomeni di ab- il recupero delle attività agricole, talora anche con negative bandono dei castagneti da frutto, l’aumento del carico di trasformazioni (dal punto di vista naturalistico e paesaggi- ungulati e la diffusione di fitopatologie nelle pinete, con ra- stico) degli ambienti agricoli tradizionali verso il paesaggio pidi processi di modifica del paesaggio forestale, soprattutto della viticoltura specializzata. nel settore settentrionale del Chianti. Matrice forestale di latifoglie (querceti), con nuclei di conifere, nell’alta valle di Cintoia, versanti occidentali del M.te Scalari (Foto L. Lombardi, archivio NEMO) Negli ultimi 20 anni le zone collinari e i fondovalle sono Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri inoltre stati interessati da intensi fenomeni di sviluppo ur- Valori banistico, con l’ampliamento delle aree residenziali e la Ecosistemi forestali realizzazione di aree industriali e artigianali. Una dinamica L’elemento dominante della rete ecologica forestale dell’am- particolarmente concentrata lungo gli assi stradali principali bito è rappresentato dall’elevata estensione della sua com- (Superstrada FI-SI, SS Chiantigiana e SS Val d’Elsa) e nelle ponente di matrice, più continua nel settore orientale, lungo aree di pertinenza fluviale. i versanti dei Monti del Chianti, mosaicata con gli agroeco- I boschi del Chianti, dopo aver subito un intenso sfrutta- sistemi nel settore occidentale. mento fino al secondo dopoguerra, sono andati incontro a La matrice e il complessivo paesaggio forestale del Chianti un progressivo abbandono con conseguente rinaturalizza- sono fortemente caratterizzati dal querceto, e in particolare zione delle formazioni vegetali. Nell’ultimo ventennio, come dai querceti di roverella e di cerro. Alcuni settori vedono sta accadendo per gran parte delle aree boschive della To- la presenza anche di leccete, macchie di sclerofille, boschi Colline di San Casciano in Val di Pesa con dominanti matrici forestali di latifo- scana, si assiste ad un aumento delle utilizzazioni forestali in misti e rimboschimenti di conifere, quest’ultimi presenti in Versanti boscati dei Monti del Chianti presso Gaiole in Chianti (nodo pri- glie (querceti), sclerofille (macchie e leccete) e conifere (pinete e cipressete), mario forestale), con castagneti cedui e rimboschimenti di conifere larga prevalenza nel governo a ceduo. Tale ripresa è risulta- p. 26 frammiste ad oliveti, vigneti e seminativi (foto L. Lombardi, archivio NEMO) modo significativo, e con abetine anche di notevole maturità (foto L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti e sviluppo verticale, lungo il crinale del M.te San Michele. affianca la presenza di nodi degli agroecosistemi, in gran Gran parte della matrice è quindi attribuibile al target delle parte costituiti da oliveti, da colture promiscue o da prati Foreste e macchie alte a dominanza di sclerofille sempre- pascolo (ad es. nella zona di Cerbaia, San Casciano Val di verdi e latifoglie termofile, con netta prevalenza dei querceti Pesa, Montefiridolfi). In altri settori gli agroecosistemi in- di roverella Quercus pubescens (con particolare riferimento tensivi (vigneti specializzati) sono in mosaico con la compo- all’alta Val di Pesa e Val d’Arbia). A livello regionale il Chianti nente di matrice del paesaggio agricolo (ad es. nelle colline rappresenta una delle zone con maggiore estensione dei sopra ), costituiscono l’elemento dominante querceti di roverella, recentemente attribuiti all’habitat di con scarsa presenza di aree boscate (ad es. nelle colline di interesse comunitario e prioritario dei Boschi orientali di Panzano in Chianti) o risultano immersi nelle matrici fore- quercia bianca (Cod. Natura 2000: 91AA), pur in presenza stali (ad es. nelle colline a sud di Gaiole in Chianti). di boschi scarsamente evoluti e talora fortemente degra- Nelle zone più interne dei Monti del Chianti alle ridotte aree dati. con agricoltura intensiva (ad es. a Dudda) si associano Boschi di sclerofille, o misti con conifere, risultano presenti gli agroecosistemi frammentati attivi e quelli frammenta- in modo sporadico nell’ambito concentrandosi in gran parte ti in abbandono, entrambi inseriti come elementi relittuali nei versanti collinari tra Castellina in Chianti e Poggibonsi, o nell’ambito della vasta matrice forestale. nella valle del torrente Sezzate (Cintoia). Gli agroecosistemi frammentati attivi, perlopiù costituiti da Gli elementi più qualificanti della matrice sono rappresentati ridotte superfici di seminativi o prati pascolo attivi o abban- dai nuclei relittuali di querceti o leccete a maggiore maturità donati, risultano presenti nella Valle di Cintoia, sul Monte e dalle cerrete più mature dei versanti occidentali dei Monti Domini, presso Lucolena (alta Valle del Borro del Cesto), del Chianti. presso la Fattoria di San Michele, nei monti di Gaiole in I boschi a maggiore maturità e caratterizzazione ecologica Chianti o immersi nella matrice forestale. sono inclusi nei nodi primari e secondari della rete ecolo- Tali elementi, insieme ai nodi, sono attribuibili al target delle gica forestale, con particolare riferimento all’esteso nodo Aree agricole di alto valore naturale (HNVF), di particolare primario situato nelle porzioni sommitali dei M.ti del Chianti. rilevanza naturalistica soprattutto quando presenti con relit- Mosaici di agroecosistemi tradizionali a vite e olivo e matrici forestali di Si tratta in gran parte di castagneti cedui, cerrete mesofi- tuali prati e prati pascolo, a costituire uno degli elementi di Esemplare arboreo monumentale di cerro Quercus cerris, nell’ambito latifoglie (cerrete e querceti di roverella) nei versanti settentrionali dei della matrice forestale ad elevata connettività presso il Passo del Sugame, Monti del Chianti presso Dudda (foto L. Lombardi, archivio NEMO) le (attribuibili al target regionale delle Foreste di latifoglie valore del Sito Natura 2000 dei Monti del Chianti. nel Chianti settentrionale (foto L. Lombardi, archivio NEMO) mesofile e abetine), mature formazioni forestali di conifere (abetine, duglasiete, pinete) o miste, presenti in modo con- tinuo tra il Monte Calvo, a sud, il M.te San Michele (892 m) e il Passo del Sugame a nord. Di particolare interesse sono i rari nuclei di castagneto da frutto, situati, ad esempio, presso il centro abitato di Lucolena. Interessanti nodi secondari sono legati alla presenza di pi- nete, o di formazioni miste con pini, situate nei versanti col- linari tra Il Ferrone, Strada in Chianti e San Polo in Chianti. Parte dei querceti immersi nelle matrici agricole sono inoltre attribuiti agli elementi forestali isolati della rete ecologica. Alcuni tratti del Fiume Greve, dei torrenti Pesa, Ema e Ar- bia, ma soprattutto dei corsi minori (ad es. i torrenti Sez- zate, Borro del Cesto, Drove, Massellone, ecc.), ospitano Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri formazioni ripariali a salici e pioppi, o cenosi a galleria a dominanza di ontano nero (soprattutto negli alti corsi), quali corridoi ripariali della rete ecologica ed elementi del target regionale degli Ambienti fluviali e torrentizi, di alto, medio e basso corso.

Ecosistemi agropastorali .2 La rete ecologica degli agroecosistemi si caratterizza per la 3 notevole estensione dei vigneti specializzati (agroecosistemi intensivi), in mosaico con la matrice agroecosistemica colli- Mature abetine d’impianto a dominanza di abete bianco Abies alba, nelle pendici nare e con i boschi di latifoglie termofile. occidentali del M.te San Michele, presso la Fattoria omonima, quale parte dell’este- Nel settore nord-occidentale dell’ambito a tali elementi si Oliveti terrazzati (agroecosistemi frammentati attivi) e boschi di latifoglie termofile (nodo primario) so nodo forestale primario dei Monti del Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) nella Valle di Lucolena in Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 27 chianti Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Agroecosistemi frammentati attivi (prati pascolo) presso Badia di Coltibuono, nel settore meridionale dei Monti del Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO)

Ecosistemi fluviali e aree umide legati alla presenza di sbarramenti e piccoli invasi (elemento La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, caratteristico dell’alto corso del torrente Arbia). gli ecosistemi fluviali e la vegetazione ripariale come ele- menti di una complessiva rete ecologica di elevato valore Ecosistemi arbustivi e macchie naturalistico e funzionale. A tale sistema sono associabili Relativamente al ruolo funzionale degli arbusteti e delle due target della Strategia regionale della biodiversità. macchie, queste tipologie sono state inserite nell’ambito Il target degli ecosistemi fluviali costituisce una importante della rete degli ecosistemi forestali (in particolare le mac- emergenza naturalistica dell’ambito, con particolare riferi- chie quali stadi di degradazione forestale) e degli ecosiste- mento agli ecosistemi fluviali di alto corso, quali i torrenti mi agropastorali (in particolare gli arbusteti quali stadi di Sezzate, Borro del Cesto, Drove, Massellone, Borro del Ba- ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli). Ciò consente una ratro e il reticolo minore che scende dai rilievi dei Monti del migliore lettura dei processi dinamici in atto nel paesaggio Chianti, ove si localizzano habitat e specie vegetali e ani- forestale e agropastorale, pur mantenendo la lettura del va- mali di interesse conservazionistico. Pur con la non ottimale lore naturalistico legato a tali formazioni, spesso presenti in qualità delle acque e con la forte alterazione delle aree di mosaici con le aree aperte o quelle forestali. pertinenza fluviale, il Fiume Greve e i torrenti Pesa ed Ema Tale ecosistema è inserito nel Target regionale delle Mac- presentano ancora relittuali elementi di interesse natura- chie basse, stadi di degradazione arbustiva, garighe e prati listico, con particolare riferimento ai tratti di alto corso o xerici e temporanei. Si tratta in gran parte di formazioni in attraversamento di aree boscate. In particolare sono di secondarie di degradazione della vegetazione forestale di maggiore interesse il tratto del Fiume Greve dalla loc. di Vi- latifoglie o di ricolonizzazione di ex colti e pascoli. gnamaggio a monte di Greve in Chianti, della Pesa tra le loc. Tra gli elementi di maggiore interesse presenti nell’ambito di Lucarelli e M.no San Cassiano (presso Radda in Chianti), sono da segnalare le lande a ginestrone Ulex europaeus, Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri e per l’Ema il tratto tra Meleto e San Polo in Chianti. habitat di interesse comunitario, ancora presente nella zona Gli elementi di interesse naturalistico risultano più continui del Monte Maggino e Prato della Villa quali stadi di degra- lungo il corso del torrente Arbia, che con il suo bacino si dazione forestale post incendio, i calluneti (particolarmente estende su un vasto settore del Chianti meridionale, pre- estesi lungo il crinale di Monte Domini), gli ericeti e gine- sentando sponde più naturali, una elevata continuità della streti, particolarmente presenti quali stadi di ricolonizzazio- vegetazione ripariale e sviluppandosi spesso a contato con ne di ex coltivi e pascoli lungo il crinale principale dei Monti aree forestali e in zone con bassi livelli di antropizzazione. del Chianti (ad es. in loc. Masso Tondo, M.te San Michele, Anche se in assenza di rilevanti eccellenze naturalistiche il Poggio Sereno, M.te Maione). Lungo il crinale principale del target delle aree umide è presente con i numerosi e piccoli Chianti sono inoltre presenti ridotte superfici di praterie se- specchi d’acqua e invasi a uso agricolo, talora anche ab- condarie arbustate con ginepro comune Juniperus commu- bandonati, di estremo interesse soprattutto per la conser- nis quale importante habitat di interesse comunitario. vazione di importanti specie di anfibi. Piccole aree umide Prati pascolo e terrazzamenti immersi nella matrice forestale dei versanti occidentali dei Monti del Chianti, presso Radda in Chianti, all’interno del Sito Natura 2000 Monti del Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 28 sono situate in prossimità dei principali corsi d’acqua, anche piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti Aree di valore conservazionistico Gli ecosistemi agropastorali collinari e montani, i relittuali mosaici di prati e arbusteti, gli ecosistemi forestali più ma- turi e gli ecosistemi torrentizi di alto corso costituiscono le principali emergenze naturalistiche dell’ambito. Gli alti versanti dei Monti del Chianti e il sistema di crinale principale (a nord e a sud del M.te San Michele) costituisco- no un’area di elevato interesse naturalistico per la presenza di nodi della rete forestale (castagneti, cerrete, abetine e boschi misti di buona maturità) in cui sono immersi relittuali aree aperte (piccoli coltivi ed ex prati pascolo) e arbusteti. Il mosaico di questi ultimi rappresenta un habitat importan- te per numerose specie di uccelli di interesse conservazio- nistico, con particolare riferimento alle zone della Fattoria M.te Scalari, del Monte Domini e Masso Tondo, dei Poggi di Relittuali praterie secondarie lungo il crinale principale dei Monti del Corno e Convento, del M.te Querciabella e del crinale tra il Chianti, in loc. Fattoria di San Michele, nell’ambito del Sito Natura 2000 M.te San Michele e il M.te Maioni, caratterizzato da pianori Monti del Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) sommitali (Pian del ciliegio) con densi arbusteti di ricoloniz- zazione su ex pascoli (a dominanza di ericeti). Le aree a maggiore concentrazione di habitat e specie di interesse conservazionistico si localizzano lungo la parte sommitale dei Monti del Chianti e nella porzione meridiona- le dell’ambito, un territorio in gran parte corrispondente al Sito Natura 2000 “Monti del Chianti”. Tra le altre aree sono da segnalare il Bosco di S. Agnese, con boschi di sclerofille e antica cipresseta d’impianto oggi Paesaggio agricolo collinare a dominanza di vigneti specializzati nei versanti circostanti Greve in Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) naturalizzata (già Riserva Provinciale), la Valle di Cintoia con il caratteristico corso del torrente Sezzate, gli storici impianti di pino domestico al Poggio degli Scopeti, la valle del Borro del Cesto, con importanti ecosistemi torrentizi, del Borro del Baratro e dell’alta Val di Pesa, il corso del torrente Arbia e il territorio dell’alta Val d’Arbia e la zona della Badia di Col- tibuono con la presenza di una continua matrice forestale, anche con castagneti da frutto.

Criticità Le principali criticità dell’ambito sono legate ai processi di abbandono e di ricolonizzazione arbustiva di ambienti agri- coli e pascolivi nelle zone alto collinari e montane, e ai pro- cessi di artificializzazione del territorio collinare e di fondo- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri valle. Questi ultimi processi sono legati alla intensa diffusione dei vigneti specializzati, a discapito di seminativi e di prati pa- scolo, e ai fenomeni di urbanizzazione dei fondovalle, questi ultimi particolarmente rilevanti nel fondovalle della Pesa. La diffusione dei vigneti specializzati ha comportato anche la perdita del caratteristico disegno del paesaggio chianti- .2 giano, con l’alterazione della maglia agraria, la perdita del- 3 le caratteristiche sistemazioni idraulico-agrarie a terrazzo e degli elementi vegetali lineari o puntuali (siepi, filari albe- Densi arbusteti di ricolonizzazione su ex pascoli e coltivi lungo il crinale set- rati, ecc.) e con una significativa e complessiva perdita di Arboricoltura da legno (noceti) realizzata ad interessare le relittuali aree prative e incolti dei fondovalle del Chianti meridionale, tentrionale dei Monti del Chianti, in località Monte Domini agroecosistemi tradizionali e di alto valore naturalistico. zona tra Gaiole e Radda in Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 29 chianti utilizzazione, alla negativa perdita di castagneti da frutto, all’alterazione delle storiche pinete situate al confine con le colline fiorentine per diffusione di fitopatologie e alla ini- donea gestione delle vegetazione ripariale. A questa ultima criticità si associa l’alterazione degli ecosistemi fluviali della Pesa, dell’Elsa e della Greve, per inquinamento delle acque e per l’artificializzazione delle aree di pertinenza fluviale. Locali situazioni di intensa artificializzazione del paesaggio sono legate alla presenza di aree di lavorazione del cotto e relativi siti di estrazione (soprattutto in loc. Il Ferrone) e alla presenza di attività estrattive (Passo dei Pecorai, cave di Montegrosso), anche con relative zone industriali di lavora- zione (in loc. Testi lungo le sponde del Fiume Greve). Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica sono state individuate le seguenti:

Fondovalle della Pesa con effetto barriera realizzato dall’asse stradale a • Crinale tra M.te Domini e M.te San Michele: con perdita scorrimento veloce Firenze-Siena e dall’urbanizzato industriale/artigianale, di ecosistemi agropastorali tradizionali, riduzione del pa- nella zona di Tavarnelle V. Pesa (foto L. Lombardi, archivio NEMO) scolo per processi di ricolonizzazione arbustiva e arborea Tale processo risulta ampiamente presente in tutto il territo- e conseguente perdita di diversità, di habitat e di specie rio dell’ambito, con particolare riferimento al settore centro- vegetali e animali di interesse conservazionistico. settentrionale e alla zona di Panzano in Chianti. • Colline tra Greve-Panzano e Radda in Chianti: estensiva L’intensificazione delle attività agricole nei versanti collinari diffusione dei vigneti specializzati con perdita di agroe- e di fondovalle tra Castellina in Chianti e Castellina Scalo, e cosistemi tradizionali e di valore naturalistico alla scala la conseguente riduzione dei livelli di permeabilità ecologica di paesaggio. Processi presenti anche nelle aree agricole del paesaggio agricolo, rappresenta un elemento di criticità degli alti versanti dei Monti del Chianti (in particolare a Matrici forestali quercine del Chianti (boschi di roverella presso Vagliagli) di ridotta maturità e qualità ecologica per la continuità ecologica tra i boschi del Chianti e quelli monte di Radda in Chianti). e con elevata componente arbustiva (foto L. Lombardi, archivio NEMO) del M.te Maggio e della Montagnola senese. Tale effetto • Zona del Ferrone: con area industriale e bacini estrattivi barriera risulta ulteriormente accentuato dalla presenza di di argilla per l’industria del cotto, con alterazione del pa- un importante corridoio infrastrutturale lungo le sponde del esaggio vegetale. Torrente Staggia, costituito dalla Superstrada FI-SI, dalla • Zona di Testi: con vasti bacini estrattivi e area industriale SR2 e dalla linea ferroviaria (Barriera infrastrutturale princi- (cementificio) lungo le sponde del Fiume Greve. pale da mitigare). Tale criticità interessa anche gli elementi • Pianura del fiume Elsa: pianura alluvionale con processi di connessione forestale tra i boschi del Chianti, quelli delle di consumo di suolo e artificializzazione delle aree di per- Colline di Scandicci e il Montalbano. tinenza fluviale. Nei fondovalle, o nei versanti collinari, ulteriori territori agri- coli risultano persi per l’ampliamento dell’edificato residen- Indirizzi per le politiche ziale (ad es. a Greve, a San Casciano Val di Pesa, a Castel- Gli obiettivi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi lina in Chianti e a Strada in Chianti) e industriale/artigianale sono finalizzati principalmente a mitigare e limitare i pro- (Il Ferrone, il Meleto, Sambuca, Testi, zone industriali lungo cessi di perdita degli ambienti agropastorali tradizionali, evi- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri il fiume Elsa) e per la diffusa realizzazione di impianti di tando la diffusione estensiva di nuovi vigneti specializzati in arboricoltura da legno (in particolare di noceti). ambito collinare, a ridurre i processi di urbanizzazione nelle La perdita di agroecosistemi tradizionali costituisce la più aree di fondovalle e quelli di ricolonizzazione arbustiva e rilevante criticità anche per il territorio dei Monti del Chianti, arborea negli ex ambienti pascolivi dei crinali montani. ove gli ambienti agropastorali hanno assunto una presenza La riduzione dei processi di abbandono degli ambienti agro- relittuale e in via di scomparsa, sostituiti da impianti di coni- pastorali montani costituisce un indirizzo strategico non solo fere e da arbusteti di ricolonizzazione (ma anche da vigne- dell’ambito in oggetto ma dell’intero sistema appenninico ti di nuovo impianto). Ciò risulta particolarmente negativo toscano. Tale indirizzo trova elementi di priorità soprattutto lungo il crinale principale dei monti del Chianti in gran parte nei residuali ambienti aperti del crinale dei Monti del Chian- trasformato in un mosaico di boschi e arbusteti. ti, con particolare riferimento all’area tra M.te Domini e M.te La matrice forestale presenta numerose criticità, con parti- San Michele. colare riferimento alla generale scarsa qualità ecologica del- Per la zona collinare risulta fortemente auspicabile una li- le matrici forestali quercine, anche legata alla loro eccessiva mitazione alle ulteriori trasformazioni di seminativi, incolti o Sviluppo urbanistico residenziale lungo gli assi stradali in uscita dai centri abitati, p. 30 nella foto al limite settentrionale di Greve in Chianti (foto L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti prati pascolo in vigneti specializzati. Questi ultimi, quando residuali varchi nell’edificato e recuperando livelli di perme- presenti in modo esteso e con monocolture dominanti, co- abilità ecologica delle aree di pertinenza fluviale. stituiscono ambienti agricoli di scarso valore naturalistico Il miglioramento dei livelli di compatibilità delle attività che hanno già estesamente interessato l’ambito, compro- estrattive e industriali costituisce un obiettivo importante mettendo in parte la sua originaria struttura agricola tradi- per l’ambito, in quanto locale ma forte elemento di pressio- zionale. ne sugli ambienti agricoli, forestali e fluviali, ciò con partico- Per l’area collinare e di pianura tra Castellina in Chianti e Ca- lare riferimento alla razionalizzazione e riqualificazione dei stellina Scalo l’indirizzo alla limitazione dei vigneti specializ- bacini estrattivi di argilla del Ferrone, all’area del cementifi- zati, associato agli interventi di ricostituzione delle dotazioni cio di Testi e alle cave di Montegrosso. ecologiche del paesaggio agricolo (siepi, filari alberati, ecc.) Prioritaria risulta una gestione delle fasce ripariali finalizzata risulta strategico per il recupero degli elementi di continuità al miglioramento del continuum ecologico dei corsi d’acqua, Vasta area industriale (cementificio) e asse stradale (SP33) lungo le ecologica tra i boschi del Chianti e quelli della Montagnola anche attuando interventi di riqualificazione e di ricostitu- sponde del Fiume Greve: corso d’acqua da indirizzare verso interventi complessivi di riqualificazione (foto L. Lombardi, archivio NEMO) Senese (Direttrice di connettività da ricostituire) e per la zione delle vegetazione ripariale (con priorità per le aree mitigazione dell’effetto barriera operato dall’asse infrastrut- classificate come “corridoio ecologico fluviale da riqualifica- turale (Barriera infrastrutturale principale da mitigare). re”) e migliorando i livelli di compatibilità ecosistemica degli Nella porzione settentrionale dell’ambito lo stesso indirizzo interventi periodici di “pulizia” delle sponde. della limitazione dei processi di intensificazione delle attività In ambito forestale gli indirizzi sono finalizzati al recupero agricole risulta prioritario per il mantenimento o recupero dei castagneti da frutto, alla riduzione degli effetti negativi di una direttrice di connettività ecologica di valenza regio- del governo a ceduo, con incremento delle specie acces- nale tra i boschi del Chianti, quelli delle colline di Scandicci sorie di pregio e degli alberi habitat, al miglioramento dei e Tavarnuzze e il Montalbano (Direttrice di connettività da livelli di maturità delle matrici forestali, al controllo delle riqualificare). fitopatologie e alla rinaturalizzazione di parte degli impianti Nelle aree di fondovalle (in particolare della Pesa, dell’Elsa e di conifere nei Monti del Chianti. della Greve) e nei centri abitati collinari, sono da ostacolare Relittuali praterie di crinale dei Monti del Chianti in mosaico con ginepreti a Juni- gli ulteriori processi di urbanizzazione residenziale o artigia- perus communis, prioritario obiettivo di conservazione nell’ambito del locale Sito Natura 2000 (foto L. Lombardi, archivio NEMO) nale/industriale con perdita di suolo agricolo, mantenendo i Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

Pascolo bovino nel settore nord-occidentale del Chianti (a sud di San Casciano), elemento del mosaico agricolo da mantenere evitando ulteriori trasformazioni in vigneti specializzati (foto L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 chianti

Rete ecologica Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 32 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti legenda Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 33 chianti Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

Badia a Passignano (foto di A. Catelani – www.panoramio.com)

scala originale 1:250.000

Descrizione strutturale favorevole, all’incrocio di tre importanti vie di pellegrinag- Villa-fattoria, o il castello, connessa, attraverso il suddetto La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata preva- gio, la via Chiantigiana, la via per il Valdarno e la via per la sistema di percorsi, alle case coloniche dei poderi collocate San Casciano Vald si Pesa lentemente dal morfotipo insediativo n. 5 “Morfotipo inse- Val di Pesa. solitamente sui controcrinali, a mezzacosta, e al mulino del (foto di Revalver - www.panoramio.com) diativo a maglia del paesaggio storico collinare” (Articola- In definitiva si tratta di un sistema insediativo e produttivo fondovalle. Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali zione territoriale 5.5 “Chianti fiorentino e senese” e parte sorto per connettere fra loro diversi tipi di risorse e di atti- Il paesaggio ha un aspetto che è insieme agricolo e urbano, dell’articolazione 5.4 “La Valdelsa”). vità produttive: precisamente le aree forestali alle quote più caratterizzato dall’agricoltura specializzata nell’olivo e nella I maggiori insediamenti del sistema policentrico a maglia, alte, le aree agricole di pregio nelle colline, le attrezzature vite, e da un diffuso insediamento sparso e centri abitati generalmente di origine medievale (San Casciano in Val di e le infrastrutture di supporto e i luoghi di mercato, come maggiori sulle alture, organizzato secondo un sistema che, Pesa, Tavarnelle, Castellina in Chianti, Panzano in Chianti, Greve in Chianti, nei fondovalle. Seguono secondo la scala nonostante le trasformazioni attuali che hanno investito in Radda in Chianti, Gaiole in Chianti), sorgono lungo la viabi- gerarchica i borghi fortificati, le pievi, le grandi ville e castelli modo consistente soprattutto le aree pianeggianti e quelle lità principale di crinale, concentrati sulla sommità dei colli signorili e le fattorie, secondo le regole insediative del siste- collinari limitrofe a Firenze, è ancora chiaramente leggibile dai quali dominano i territori circostanti, mantenendo tra ma delle ville-fattoria e costituisce l’organizzazione fondamentale del paesaggio loro rapporti reciproci di intervisibilità. Nel sistema a pettine delle ville fattoria la viabilità di crinale chiantigiano. Fa eccezione il centro urbano di Greve in Chianti, localizzato è collegata alle principali aste fluviali della Greve e della Anche l’espansione degli insediamenti ha seguito nel tem- sulla riva sinistra del fiume Greve lungo la S.S.222, detta Pesa e alle strade di fondovalle da una viabilità “a pettine” po regole ben precise e di assoluta continuità con le pree- disposta lungo i crinali secondari, con ulteriori ramificazioni sistenze: ogni nuova addizione si addossava ai manufatti Castello di Brolio anche Chiantigiana: Greve, in origine mercatale del Castello p. 34 (foto di M. Arellano - licenza CC-BY) di Montefioralle, deve il suo fiorente sviluppo alla posizione verso le piccole valli intercluse. Sul crinale è collolocata la esistenti, sviluppando misurati nuclei lineari lungo le vie di piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti comunicazione di crinale o di fondovalle, oppure piccoli bor- l’asse di scorrimento FI- SI (Ponterotto, Calzaiolo, Bargino, 5. MORFOTIPO INSEDIATIVO POLICENTRICO A ghi che sorgevano in posizione isolata e dominante rispetto Sambuca) . La superstrada FI-SI insieme alla chiantigiana MAGLIA DEL PAESAGGIO STORICO COLLINARE all’intorno, nel luogo dove erano collocate pievi, ville, fatto- sono l’ossatura principale sulla quale si strutturano le mag- Il sistema insediativo policen- rie e poderi. giori trasformazioni impattanti. trico a maglia del paesaggio Nonostante i centri abitati più importanti abbiano subito storico collinare è costituito da insediamenti collinari di origine Dinamiche di trasformazione ampliamenti e trasformazioni, con alterazioni di natura visi- medievale che si posizionano Il sistema insediativo storico costituito da borghi e piccoli va, solo in rari casi le principali regole insediative sono state lungo la viabilità di crinale longi- tudinale che segue l’andamento nuclei lineari sorto generalmente lungo la viabilità principale cancellate ed in particolare non si sono verificati fenomeni morfologico nord-ovest/sud-est di crinale e sulla sommità dei colli, costituisce un carattere di saldatura nelle aree pianeggianti. delle colline plioceniche. Questi centri sono relazionati tra loro identitario ancora riconoscibile. I comuni confinanti con Firenze (San casciano, Tavarnel- da una viabilità trasversale prin- Le recenti edificazioni e infrastrutturazioni, concentrate nel- le, Strada) hanno subito una erosione consistente dei loro cipale e da rapporti reciproci di intervisibilità. Le relazioni con il le zone pianeggianti di fondovalle lungo la viabilità principa- caratteri originari, con insediamenti diffusi e alterazioni ir- sistema agrario circostante sono le e in collina a ridosso dei centri abitati, hanno interrotto reversibili in molti manufatti e nelle loro pertinenze. Questi assicurate dal sistema delle ville le regole insediative storiche, introducendo forme carenti di comuni subiscono attualmente forti pressioni insediative do- fattoria. radicamento territoriale. In particolare nelle zone confinanti vute alla vicinanza dell’area metropolitana (prime case), e ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 5.4 – 5.5 con Firenze e nei centri maggiori si è avuta una espansione all’attrattività del paesaggio (seconde case), la richiesta di delle aree residenziali, talvolta di dimensioni considerevoli, 1830 abitazioni è costante e in incremento, rischiando di alterare che ha investito pianure e colline con tipologie e scelte definitivamente i caratteri e gli equilibri paesistici. Inoltre localizzative che generano importanti problemi di inseri- è da registrare una particolare attrattività dei comuni posti mento paesaggistico, anche in relazione alle configurazioni lungo l’asse di grande scorrimento FI- SI, con consistenti insediative preesistenti. Si tratta di espansioni significative previsioni residenziali. sui crinali (San Casciano Val di Pesa, Mercatale, Tavarnelle, San Donato, Castellina in Chianti, Greve in Chianti, Panza- Valori no in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Strada in • “Le reti di città storiche identificate nella carta delle Figu- Chianti, San Polo in Chianti) e lottizzazioni ai margini de- re componenti i morfotipi insediativi”: gli aggregati rurali (Cerbaia, Calzaiolo, Bargino, Passo dei ◦◦ Sistema reticolare collinare del Chianti fiorentino e se- Pecorai, Montefiridolfi, Quercegrossa, , nese con pettine della villa-fattoria; , Pianella, Santa Cristina, Poggio ◦◦ Sistema a pettine dei centri doppi sulla via Francigena; alla Croce) con tipologie riferibili alle lottizzazioni urbane, • la struttura insediativa storica caratteristica del sistema 5.4 - La val d’Elsa | figure componenti spesso rese accessibili da deviazioni stradali della maglia della villa-fattoria: viaria storica, che si inseriscono nel territorio rurale senza ◦◦ borghi rurali di modeste dimensioni sviluppati sui cri- definire alcun rapporto estetico-percettivo ed ambientale nali; con il contesto circostante di grande pregio.Lungo strade di ◦◦ ville fattoria, sempre sui crinali, di elevato pregio archi- fondovalle si registra anche lo sviluppo di aree industriali e 1954 tettonico, luogo di residenza e contemporaneamente artigianali (Calzaiolo, Ponterotto, La Botte, Bargino, il Ferro- centro produttivo e polo di organizzazione economica ne, Meleto,Sambuca). agricola, sono collocate in posizione dominante, sui Per quanto riguarda il sistema delle ville fattoria, pur nella crinali lungo la viabilità principale, circondate da giar- # Sistema a pettine dei permanenza dell’impianto territoriale storico, si sono verifi- dini, parchi e viali alberati e dotate di ambienti per centri doppi sulla via Francigena cati cambiamenti di destinazione d’uso, sia per la villa (rior- le trasformazioni dei prodotti agricoli come magazzini, Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali 5.5 - Il Chianti fiorentino e senese | figure componenti ganizzazione interna per appartamenti) sia per le case colo- cantine, frantoi ed altri; niche (residenze e agriturismi), sia per i mulini (residenze). ◦◦ il sistema delle case coloniche sul podere, luogo di La nuova edificazione o l’introduzione di funzioni estranee dimora dei mezzadri, di produzione dei beni agrico- al contesto rurale comportano la necessità di nuova viabilità li (forni, pozzi, fienili, essiccatoi) sono collocati sulla e parcheggi per i quali spesso si adottano modalità tipologi- sommità o sulla mezzacosta dei controcrinali, collegati che urbane: strade di fondovalle a servizio di aree artigiana- alla villa da una viabilità secondaria di controcrinale; li, bretelle di circonvallazione dei nuclei, rotatorie di servizio ◦◦ i mulini e i mercatali, sono collocati lungo i corsi d’ac- alle nuove espansioni, hanno alterato il sistema storico del- qua in contesti strategici, spesso in corrispondenza di .3 le relazioni tra insediamenti. Le maggiori infrastrutturazioni ponti e guadi, per poter essere raggiunti dai due ver- 3 sono state realizzate nei fondovalle (raccordo autostradale santi della valle, diventando un crocevia di strade ed # Sistema reticolare Firenze-Siena lungo la Pesa, la S.S.222 lungo la Greve) e un coagulo di nuclei abitati. collinare del Chianti fiorentino e senese con sono relative alla localizzazione nelle aree pianeggianti degli 2011 • Rappresenta elemento di rilevanza la persistenza della pettine della villa-fattoria insediamenti produttivi, favorite anche dalla prossimità con trama insediativa della villa-fattoria strutturata da piccoli Evoluzione dell’edificato p. 35 chianti borghi rurali e ville-fattorie sviluppate sui crinali in corri- Chianti: Pieve di in Conio, Pieve di Santa prefabbricati. Le zone industriali in particolare richiedono il spondenza di edifici rilevanti (castelli, pievi, chiese) ed in Cristina a Ligliano, Pieve di Sant’Agnese; potenziamento delle infrastrutture di servizio, con tendenza corrispondenza della viabilità principale,il sistema delle ◦◦ il sistema di pievi site nel comune di Gaiole: Pieve di all’espansione non controllata ed alla saldatura lineare lun- case coloniche sul podere, i mulini e i mercatali. san Marcellino, Pieve di San Giusto in Salcio, Pieve di go il fiume. Tale fenomeno è più intenso nelle zone prossi- • In particolare rappresentano elementi di particolare rile- santa Maria a Spaltenna, Pieve di ; me a Firenze e ai centri maggiori: vanza storica ed estetico-percettiva: ◦◦ il sistema di Castelli e ville-fattoria del comune di Ga- • le nuove strade agrarie di collegamento con le struttu- ◦◦ il sistema dei borghi storici sui crinali per la valenza iole: Castello di Brolio, Castello di Meleto, Badia di Col- re produttive della filiera agro-alimentare e con le nuove architettonica e storica; tibuono, Castello di Montegrossoli, Castello di Barbi- cantine costituiscono segni paesaggistici visibili e spesso ◦◦ il sistema di pievi site nel comune di San Casciano: la schio, Villa Vistarenni; incoerenti con il contesto; pieve di San Pancrazio, la pieve di Santo Stefano in ◦◦ in località Meleto e Castagnoli, site in comune di Ga- • le infrastrutture di grande comunicazione (raccordo au- campoli, la pieve di Santa Cecilia a Decimo, la pieve di iole, gli antichi insediamenti abitati come , tostradale Firenze-Siena lungo la Pesa, la S.S.222 lungo San Giovanni in Sugana; Castagnoli, Lecchi, S. Sano. la Greve) e gli elettrodotti aerei sono fattori di criticità

◦◦ il sistema di Castelli e ville-fattoria del comune di San Panzano in Chianti (foto di Mattis – licenza CC-BY-SA) • Riveste elevato valore paesaggistico ed identitario la rete visuale, con effetti di fuori scala difficilmente mitigabili Casciano: Castello Il Corno, Castello di Bibbione, Ca- della viabilità storica e la fitta rete di viabilità minore e quando sono inseriti nel paesaggio collinare dalla forte stello di Gabbiano, Castello di Pergolato, castello di poderale ancora perfettamente riconoscibile, sia nelle di- impronta storica; Montefiridolfi, Castello il palagio, Torre di Luciana in mensioni delle carreggiate, (delle quali alcune lastricate), • la realizzazione di nuovi edifici produttivi e il parallelo e località Luciana a Mercatale Val di Pesa, la Villa Le Corti che per la presenza di muri a secco che le delimitano e spesso promiscuo abbandono degli edifici rurali storici in via San Piero di Sotto 1, Villa Antinori del Cigliano in con i manufatti che ne costituiscono annessi ed elementi generano un impatto negativo sulla percezione del pa- località Cigliano, Villa Poggio Torselli in località Poggio di arredo. esaggio; Torselli, Villa Borromeo in via Borromeo 110, Villa I • Riveste elevato valore paesaggistico la sostanziale con- • l’espansione nei fondovalle della Pesa della Greve degli Tattoli, Villa Mangiacane, Villa Caserotta, Villa Senza- servazione nelle pendici collinari della struttura profonda insediamenti produttivi, favoriti anche dalla prossimità no, Villa di Murlo; del territorio, con conservazione delle relazioni fra centri con l’asse di scorrimento FI- SI, con relative infrastrut- ◦◦ Villa della Badia a Passignano in località Passignano, abitati, insediamento sparso e campagna, in termini fun- turazioni di servizio, generano forti impatti ambientali e antichissimo monastero sito nel comune di Tavarnelle; zionali e dal punto di vista della morfologia territoriale, paesaggistici; ◦◦ il sistema di ville-fattoria del comune di Tavarnelle: nonostante i cambiamenti sostanziali dovuti principal- • i cambiamenti di destinazione d’uso dei manufatti, pur Villa di Bonazza in località San Pietro in Bossolo, Vil- mente ai fenomeni di urbanizzazione e di industrializza- creando notevoli plus- valenze, non supportano in manie- Badia a Passignano (Foto di Vignaccia76 – www.panoramio.com) la Il Cantuccio in località Bonazza, Villa Le Fillinelle in zione, concentrati nella zone pianeggianti di fondovalle, ra sufficiente i costi paesaggisitici e ambientali di manu- località Morrocco , Villa di Montecchio in località San lungo la viabilità principale e in collina a ridosso dei centri tenzione del paesaggio. Politiche in questo senso dovran- Donato in Poggio, Villa Moris in località la Romita, Villa abitati. no affrontare la problematica dei rapporti fra manufatti Il Morrocco in località Morrocco, Villa I Muricci in loca- di cui viene mutata la destinazione (ville, fattorie, case lità Noce, Villa Del Nero in località Spicciano, Villa di Criticità coloniche, annessi, etc.) e terreni agricoli specialmente Paganello in località Paganello, Villa di Palazzuolo in La persistente e forte pressione insediativa ha causato feno- quando, ed la casistica principale,si separano le proprietà località Palazzuolo, Villa di Poggio i n località la meni di considerevole urbanizzazione e di industrializzazio- tra manufatti e terreni. Romita, Villa di Spoiano in località Spoiano, Villa L’Ugo ne nelle zone pianeggianti di fondovalle della Greve e della Perdita delle relazioni territoriali complesse tra ville fatto- in località Noce, Villa di Valle in località Valle; Pesa, lungo la viabilità principale e in collina a ridosso dei rie, poderi e mulini, con processi di deruralizzazione e di ◦◦ il complesso di S. Piero in Bossolo, Morrocco e S. Do- centri abitati, con forme insediative carenti di effettiva cor- conversione di ville, poderi e mulini in residenze attraverso nato nel comune di Tavarnelle Val di Pesa per la pre- rispondenza con il contesto paesaggistico: lottizzazioni con interventi di ristrutturazioni, demolizioni, e frazionamenti sui senza del borgo fortificato di S. Donato in Poggio al tipologie urbane ai margini dei centri urbani, strade di fon- manufatti tipici del sistema mezzadrile e sulle ville che tra- centro di un territorio schiettamente naturale; dovalle, aree industriali e artigianali costituite da capannoni sformano in tutto o in parte l’originale organismo edilizio, Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali ◦◦ il sistema di pievi site nel comune di Greve: Proposi- tura di Santa Croce, Pieve di san Donato, Pieve di san Leolino, Pieve di San Cresci, Pieve di San Miniato di Rubbiana, Pieve di San Pietro a Cintoia; ◦◦ in località Panzano la pieve di S. Leonino presenta no- tevole interesse storico; ◦◦ il sistema di Castelli e ville-fattoria del comune di Gre- ve: Castello di Mugnana , Castello di Sezzate, Castello di Vicchiomaggio, Castello di Uzzano, Castello di Ver- razzano, Castel Ruggero; ◦◦ la zona del Castello di Lamole, Vignamaggio e Monte- gliari Castellinuzza in comune di Greve; ◦◦ il sistema di pievi site nel comune di Castellina in p. 36 Montefioralle – Greve in Chianti (www.wikipedia.it) San Casciano Val di Pesa, insediamenti residenziali a schiera (Foto di A. Marson) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti non rispettandone la struttura morfotipologica e le caratte- storico-testimoniale. ristiche distributive, formali e costruttive. Tipico esempio è Nelle aree di fondovalle è necessario evitare ulteriori infra- lo “svuotamento” delle ville per far posto ad appartamenti strutturazioni e urbanizzazioni sia a carattere residenziale che snaturano i caratteri distributivi interni e la qualità degli che produttivo e prevedere la riqualificazione delle riviere spazi di pertinenza (limonaie, giardini, parchi, ecc.). e degli insediamenti caratterizzati da aspetti di degrado e disomogeneità; con particolare riferimento alle urbanizza- Indirizzi per le politiche zioni lungo il Pesa e il Greve: zone del Ferrone, Il Meleto, Gli indirizzi per le politiche dell’ambito sono finalizzati prioGli Sambuca, Testi. indirizzi per le politiche dell’ambito sono finalizzati priorita- riamente a salvaguardare e valorizzare il carattere policen- trico dell’insediamento storico improntato sulla viabilità di crinale e sul sistema della villa-fattoria; nonché l’identità paesaggistica dei centri, dei nuclei, degli aggregati e dei manufatti di valore storico/testimoniale e loro relazioni di lunga durata con il paesaggio agrario circostante. In particolare, è importante tutelare l’integrità morfologica e percettiva dei centri che rappresentano emergenze visuali di valore paesaggistico e storico-culturale, le loro relazioni con gli intorni agrari, nonché le visuali panoramiche che traguardano tali insediamenti e i rapporti di reciproca in- tervisibilità. A tal fine è necessario evitare ulteriori processi di urbanizzazione diffusa lungo i crinali e sui versanti e ga- rantire che le nuove trasformazioni non alterino i caratteri percettivi dell’insediamento storico e del suo intorno pae- saggistico ma si pongano in continuità e coerenza con essi (skyline urbani, trame agrarie e poderali, filari alberati). Per quanto riguarda il sistema insediativo rurale, è neces- sario tutelare e riqualificare la maglia e la struttura insedia- tiva storica caratteristica del sistema della villa-fattoria, con azioni di riuso e riqualificazione che ne rispettino i tipi edilizi, senza ulteriori addizioni che compromettano la percezione d’insieme. In quest’ottica vanno tutelate anche le relazioni funzionali e paesaggistiche fra edilizia rurale e sistemi pro- duttivi agrari, evitando la separazione fra edificio e fondo agricolo e privilegiandone il riuso in funzione di attività con- nesse all’agricoltura. È altresì importante mantenere e valorizzare la fitta rete di viabilità minore e interpoderale di matrice storica, ivi com- prese le relative alberature e siepi e i manufatti di valenza Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali

3.3

Panoramica sulla valle del Chianti (Archivio Fotografico Regionale) p. 37 chianti

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 38 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativiurbani Il carattere e infrastrutturali perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 39 chianti Descrizione strutturale 3.4 I caratteri morfotipologici Rispetto ad altri ambiti il Chianti è un territorio caratterizzato dei sistemi agro ambientali da una certa omogeneità morfologica e paesistica. Struttu- rato dai due principali corsi d’acqua della Pesa e della Greve dei paesaggi rurali che lo attraversano in direzione approssimativamente sud- est nord-ovest, coincide con un territorio quasi interamente collinare, mentre la parte montana è limitata alla dorsale dei Monti del Chianti che separano l’ambito dal Valdarno Supe- riore. Il paesaggio rurale chiantigiano rappresenta una delle immagini archetipiche della campagna toscana, consacrata attraverso processi di estetizzazione relativamente recenti come icona paesistica di indiscusso valore percettivo. criteri metodologici (LINK) La dorsale dei Monti del Chianti è quasi interamente coperta da un manto boschivo esteso e compatto formato per lo più da specie caducifoglie e interrotto da isole coltivate coinci- denti con mosaici colturali e particellari complessi di asset- to tradizionale (morfotipo 21 attorno a Torsoli, Badiaccia a Montemuro, Badia a Coltibuono, Montegrossi, , San Vincenti), tessuti a prevalenza di oliveto e vigneto (morfo- tipo 18 verso Case di Dudda e Lucolena), grandi impianti di viticoltura specializzata (morfotipo 11 nei pressi di Dudda e Albola). Aspetti caratterizzanti il paesaggio montano sono: la relazione tra insediamenti e paesaggio agrario circostan- te, che storicamente vedeva corone di coltivi a prevalenza di colture legnose (oliveti, seminativi arborati) disporsi attorno Un esempio di mosaico a oliveto e vigneto prevalenti a maglia media nei pressi di San Felice (foto P. Baldeschi) ai plessi insediativi in una maglia agraria generalmente fitta Paesaggio dell’oliveto tradizionale con terrazzamenti recuperati (foto P. Baldeschi) e articolata; il rapporto tra copertura boschiva e terreni dalle pendenze accentuate o scarsamente vocati all’uso agricolo basso nelle zone pianeggianti. I confini tra gli appezzamenti un corredo di siepi, filari alberati, elementi vegetali isolati in per altitudine, assolazione, composizione del suolo; vigneti sono in genere articolati e morbidi e seguono le sinuosità corrispondenza dei nodi della viabilità campestre. Nei casi di nuovo impianto che si inseriscono più o meno coerente- del terreno. Il sistema di infrastrutturazione rurale (viabili- in cui l’infrastrutturazione ecologica è assente (soprattutto mente nel paesaggio agrario. tà poderale, vegetazione di corredo, sistemazioni idraulico- negli impianti meno recenti che sono stati realizzati sman- I rilievi collinari sono caratterizzati dalla prevalenza di mo- agrarie) è complesso e ramificato. In particolare l’equipag- tellando qualsiasi ostacolo alla meccanizzazione) sono pre- saici colturali a prevalenza di oliveto e vigneto (morfotipo giamento delle sistemazioni idraulico-agrarie appare quasi senti notevoli criticità. 18), variamente inframmezzati da superfici boscate. Nel ovunque piuttosto consistente, sebbene la loro funzionalità Le aree di fondovalle, in particolare della Pesa, coincido- Chianti settentrionale, in particolare nel territorio confinante dipenda grandemente dai contesti e dallo stato di manu- no con i territori che hanno subito le maggiori alterazioni con le colline fiorentine e la Valdelsa (San Casciano, Tavar- tenzione. La relazione tra paesaggio agrario e insediamento della struttura paesistica dovute alla realizzazione di nuove nelle Val di Pesa) e nella Val di Greve, i coltivi compongono storico è molto stretta – essendo stata nei secoli rafforzata espansioni residenziali, insediamenti produttivi e infrastrut- un tessuto compatto e continuo e il bosco è limitato a lingue dalla diffusione della mezzadria -, e resta incardinata sulla ture. Il tessuto dei coltivi, composto quasi esclusivamente Oliveti tradizionali attorno a Santo Stefano in Campoli (foto P. Baldeschi) e macchie di dimensione contenuta. Nel Chianti senese, al regola di crinale che dispone i nuclei insediativi principali da seminativi (morfotipo 6), ha subito effetti di semplifica- Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri contrario, i tessuti coltivati sono concentrati attorno ai prin- sulla sommità delle dorsali e sui poggi dominanti, le ville- zione e banalizzazione con allargamento della maglia agra- cipali insediamenti (Radda, Castellina, Gaiole in Chianti) e fattoria in posizione di controllo del territorio circostante, ria, rimozione di parti della rete scolante e della vegetazione immersi in un contesto prevalentemente boscoso. I mosaici case sparse ed episodi edilizi minori sui versanti. di corredo. a oliveto e vigneto presentano alcune varianti dipendenti L’altro aspetto tipicamente caratterizzante il paesaggio dall’ampiezza della maglia agraria - che può essere fitta o chiantigiano è la viticoltura specializzata (morfotipo 11), Dinamiche di trasformazione medio-ampia – e dalla presenza di un particolare rappor- eventualmente associata a vasti appezzamenti a seminativo Le dinamiche che interessano i territori montani e alto-col- to fra colture e forme del suolo. In certe parti dell’ambito, (morfotipo 15), presente soprattutto nei territori dei co- linari fanno riferimento ai processi di spopolamento delle infatti, il mosaico agricolo collinare può essere “struttura- muni di Radda, Castellina, Gaiole in Chianti e Castelnuovo aree marginali che interessano tutta la regione e che por- to” da una particolare relazione tra morfologia del rilievo Berardenga. Si tratta di estese zone specializzate a vigneto, tano all’esaurimento delle pratiche agricole e silvo-pasto- e colture, che vuole che l’oliveto si disponga a corredo del talvolta con qualche inserzione di campi a oliveto e di bo- rali. Ne derivano situazioni di abbandono dei coltivi e dei sistema insediativo, localizzato sulle dorsali, il vigneto lungo sco, nella quasi totalità dei casi esito di recenti operazioni di prati-pascolo (morfotipi 3, 18, 21), espansione della vege- le pendici dei versanti, il bosco a coprire le zone più acclivi ristrutturazione fondiaria e agricola. La maglia degli appez- tazione spontanea e del bosco, degrado delle sistemazio- Vigneti di nuovo impianto coerentemente inseriti nel paesaggio lungo le vallecole secondarie e i seminativi (se presenti) in p. 40 a (foto P. Baldeschi) zamenti è in genere ampia e, in certi casi, equipaggiata da ni idraulico-agrarie presenti con conseguente aumento del piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti spesso separata dalla proprietà dei terreni - che, pur crean- (Greve in Chianti), disposti su terrazzi sostenuti da muri a do notevoli plus-valenze, non supporta in maniera adeguata secco in parte recuperati e ripristinati, in parte di nuova i costi legati alla manutenzione del paesaggio. realizzazione. Le nuove sistemazioni di versante sono com- Processi di semplificazione della maglia agraria riguardano patibili con una gestione meccanizzata delle colture grazie tipicamente i paesaggi di fondovalle (morfotipo 6), interes- a rampe di raccordo tra un terrazzamento e l’altro e all’in- sati tra l’altro dalla realizzazione di infrastrutture e insedia- terramento degli acquidocci e sono particolarmente apprez- menti residenziali, produttivi, artigianali. zabili sul piano della qualità morfologica, della stabilità e conservazione dei suoli e - non ultimo - della qualità del Valori vino prodotto. In generale, gli impianti viticoli più recenti Sulla dorsale dei Monti del Chianti il principale aspetto di mostrano una cura maggiore degli aspetti paesaggistici, con valore è dato dalla presenza di isole di coltivi – di impronta pendenze ridotte dall’introduzione di grandi muri a secco tradizionale (morfotipi 18 e 21) o esito di riconversioni col- realizzati con mezzi meccanici o da scarpate rese più gra- turali recenti (morfotipi 11 e 18) – che diversificano il manto devoli dall’inserzione di piante di corredo, appezzamenti di boschivo. Assumono particolare pregio le corone di coltivi dimensione contenuta e un buon livello di infrastrutturazio- d’impronta tradizionale che si trovano attorno ad alcuni nu- ne ecologica e paesaggistica data da siepi, filari, vegetazio- clei storici come Torsoli, Badiaccia a Montemuro, Badia a ne di corredo posti sulla viabilità poderale e sui confini dei Coltibuono, Montegrossi, Nusenna, San Vincenti. campi. Esempi di questa situazione sono visibili visibili tra Il territorio collinare coincide per gran parte della sua esten- Capannelle e Riecine, nei pressi di Vertine e sui poderi della sione con paesaggi rurali di eccezionale valore per l’integrità fattoria di Ama. della struttura fondativa – leggibile soprattutto nella relazio- ne tra morfologia del rilievo, sistema insediativo storico e tessuto coltivato -, l’intensità delle coltivazioni tradizionali, l’articolazione e la complessità della rete di infrastruttura- zione rurale data da viabilità poderale, sistemazioni idrau- lico-agrarie e vegetazione di corredo della trama dei coltivi

La complessità del mosaico paesaggistico data dall’alternanza tra vigneti, oliveti e bosco nel territorio di Panzano (foto P. Baldeschi) (morfotipi 12, 16, 18). All’interno di questo quadro paesisti- co è possibile individuare alcuni ambiti di particolare pregio rischio idrogeologico e dei fenomeni erosivi. Una dinamica 12), gravati da alti costi di gestione e da una redditività a come, ad esempio, nel territorio di San Casciano Val di Pesa di trasformazione secondaria perché limitata a poche e ri- essi non proporzionale. La dinamica di trasformazione pro- (Romola, Sant’Andrea in Percussina), Greve in Chianti (valli dotte porzioni del territorio alto-collinare è la riconversione babilmente più rilevante per il territorio chiantigiano è la di Cintoia e di Uzzano, Montefioralle, San Leolino), Gaiole di coltivi tradizionali in vigneti specializzati (morfotipo 11 nei realizzazione di grandi vigneti specializzati (morfotipi 11 e in Chianti (nei pressi di , San Martino al Vento, Mon- pressi di Dudda e Albola). 15) che in genere sostituiscono vecchi impianti di oliveti teluco di Lecchi, Lecchi, Bellaria, Bricciano, Castagnoli, San I paesaggi collinari (morfotipi 12, 16, 18) presentano un tradizionali (morfotipo 12). Tali interventi possono compor- Polo in Rosso, tra Ama e Poggio a Pestine; Vertine, Pieve grado piuttosto elevato di integrità dei caratteri strutturan- tare sostanziali rimodellamenti dei terreni con lo smantella- di Spaltenna, San Donato in Perano), Castellina in Chianti ti come la copertura boschiva disposta sulle groppe colli- mento dei terrazzamenti tradizionali, semplificazione della (Poggetto, Castagnoli, San Donatino, Cafaggio, Sommavil- nari e sui suoli meno vocati all’uso agricolo per penden- maglia agraria con rimozione di elementi della rete scolan- la, Castagnetino, tra Piaggia e Querce Sola). Qui la maglia ze, esposizione, composizione dei suoli; gli insediamenti te e della vegetazione spontanea di corredo, ampliamento agraria, malgrado sia esito anche di riorganizzazioni recenti, storici collocati sulle sommità di poggi e crinali; gli oliveti della dimensione degli appezzamenti. In qualche caso, in si presenta ancora minuta e con un buon grado di com- Vigneti di nuovo impianto della fattoria di Lamole su terrazzi recuperati e plessità interna data da varietà colturale, forme e confini posti a corredo del sistema insediativo storico in posizio- particolar modo nei rilievi strutturali, si osserva la tendenza compatibili con la gestione meccanizzata (foto P. Baldeschi) ne di crinale; una maglia agraria articolata e diversificata a realizzare discontinuità morfologiche tramite l’utilizzo di dei campi morbide e articolate, dimensione contenuta degli Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri sul piano colturale, anche quando esito di ristrutturazioni massi di macigno o alberese che possono produrre l’effet- appezzamenti, disposizione delle piante secondo le giacitu- agricole e fondiarie recenti. Le trasformazioni degli ultimi to di un “fuori scala” rispetto al contesto e che, pertanto, re tradizionali che assecondano la morfologia del terreno, sessant’anni hanno in genere preservato questa struttura andrebbero impiegati per la predisposizione di scogliere più conservazione di colture e sistemazioni del terreno tradi- paesistica anche in ragione del grande valore aggiunto che basse e meglio inserite nel paesaggio. Ulteriore trasforma- zionali. In molti casi questi tessuti agricoli sono collegati a l’immagine del paesaggio chiantigiano ha conferito ai suoi zione indotta dall’industria vitivinicola è la realizzazione di emergenze storico-architettoniche come ville-fattoria, pievi, prodotti (agroalimentari, artigianali e dell’industria turisti- grandi cantine che possono modificare in maniera sostan- castelli, piccoli borghi murati, assieme ai quali compongono ca). Rari e circoscritti i i fenomeni di abbandono dei coltivi, ziale il quadro paesistico o inserirvisi più o meno coerente- quadri paesistici di grande valore testimoniale ed estetico- .4 limitati a poche aree periferiche, prossime alla dorsale del mente (sebbene, talvolta, al prezzo di pesanti interventi di percettivo. 3 Monti del Chianti. Più problematica la manutenzione del- sbancamento e rimodellamento dei terreni come nel caso Altri aspetti di particolare interesse nel territorio chiantigia- le sistemazioni idraulico-agrarie, soprattutto nelle zone più delle cantine interrate). Un’altra dinamica di trasformazione no sono rappresentati da alcuni impianti di viticoltura spe- marginali e difficilmente accessibili e in particolare in corri- diffusa nel territorio rurale è il cambiamento di destinazione cializzata (morfotipo 11) che si inseriscono coerentemente nel paesaggio agrario. Un esempio sono i vigneti di Lamole Mosaico a oliveto e vigneto prevalenti a maglia fitta nei pressi spondenza degli impianti a oliveto tradizionale (morfotipo d’uso dei manufatti architettonici – la cui proprietà viene di Mercatale (foto P. Baldeschi) p. 41 chianti

morfotipi delle colture morfotipi specializzati Morfotipi rurali erbacee delle colture arboree

03. morfotipo dei seminativi tendenti alla rinaturalizzazione in 11. morfotipo della contesti marginali viticoltura

Il morfotipo è contraddistinto Si tratta di zone specializzate a dalla prevalenza di seminativi vigneto, nella quasi totalità dei interessati da processi di rina- casi esito di recenti operazioni turalizzazione e posti in contesti di ristrutturazione fondiaria e marginali, per lo più montani e agricola. La maglia degli ap- collinari. Il paesaggio mostra i pezzamenti è ampia e, in certi segni sia dell’allargamento o casi, equipaggiata da un cor- della cancellazione della maglia redo vegetale. Nei casi in cui agraria preesistente sia quel- l’infrastrutturazione ecologica è li di un abbandono colturale assente sono presenti notevoli avanzato, riconoscibile nella criticità dal punto di vista della presenza di alberi sparsi, ve- biodiversità e della connettività getazione arbustiva e boscaglia ecologica, oltre che degli aspet- che ricolonizzano i terreni. ti morfologici e idrogeologici.

06. morfotipo dei seminativi semplificati di 12 morfotipo pianura o fondovalle dell’olivicoltura

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Il morfotipo è caratterizzato da Il morfotipo copre generalmente una maglia agraria di dimensione versanti e sommità delle colline medio-ampia o ampia esito di mentre, nei contesti montani, è operazioni di ristrutturazione presente solo sulle pendici delle agricola. Rispetto alla maglia dorsali secondarie. A seconda tradizionale, presenta caratteri del tipo di impianto, i paesaggi di semplificazione sia ecologica dell’olivicoltura si distinguono che paesaggistica. Il livello di in olivicoltura tradizionale infrastrutturazione ecologica è terrazzata, olivicoltura generalmente basso. È spesso tradizionale non terrazzata associato a insediamenti in genere caratterizzata di recente realizzazione, da condizioni che rendono localizzati in maniera incongrua possibile la meccanizzazione, e rispetto alle regole storiche del olivicoltura moderna intensiva. paesaggio.

approfondimento: livello regionale scala originale 1:250.000

p. 42 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti morfotipi complessi Criticità de dimensione che aumentano la velocità di corrivazione estetico-percettivo, storico-testimoniale, ecologico (come delle associazioni 18. morfotipo del mosaico In montagna le criticità maggiori sono rappresentate delle acque. I nuovi vigneti possono inoltre dare luogo a porzioni del territorio caratterizzate da un elevato grado collinare a oliveto e colturali vigneto prevalenti dall’esaurimento delle pratiche agricole e di manutenzione banalizzazione e semplificazione della maglia agraria, dovu- di connettività), di presidio idrogeologico e conservazione del bosco, dalla ricolonizzazione dei terreni abbandonati da ta all’allargamento delle particelle, all’eliminazione di parti dei suoli (in relazione alla presenza e all’efficienza di -ter 15. morfotipo parte della vegetazione spontanea, dal degrado delle siste- della viabilità di servizio e della vegetazione di corredo. razzamenti, muri a secco e altre sistemazioni di versante). dell’associazione tra mazioni idraulico-agrarie che sostengono i suoli e dal con- Per quanto riguarda le limitate porzioni di fondovalle pre- Le trasformazioni delle colture tradizionali in impianti viti- seminativo e vigneto seguente aumento del rischio idrogeologico (morfotipi 3 e senti nell’ambito, i principali problemi sono concentrati in coli specializzati andrebbero limitate nella parte del terri- 21). quello della Pesa, in particolare nel tratto settentrionale più torio chiantigiano che ha già visto la gran parte dei suoi Sui rilievi collinari, processi di abbandono e degrado dei col- largo, compreso nei territori dei comuni di San Casciano coltivi riconvertirsi in questa direzione (si veda soprattutto il tivi sono piuttosto limitati (morfotipi 12, 16, 18). Si osser- e Tavarnelle. Qui si intrecciano processi di urbanizzazione Chianti Senese e la porzione settentrionale del Chianti fio- vano dinamiche di rinaturalizzazione nel territorio a nord di con dinamiche di semplificazione della maglia agraria e della rentino) e, altrove, orientate verso il mantenimento (o, la Strada in Chianti, sui versanti in sinistra idrografica della rete di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica (mor- ricostituzione, nel caso dei reimpianti) di una maglia agraria Greve a ovest di Greve in Chianti, attorno alla zona indu- fotipo 6). di dimensione media, paesisticamente ed ecologicamente Il morfotipo è presente per lo più in ambiti collinari ed è striale della Sambuca (Tavarnelle Val di Pesa) per effetto Sparse nell’ambito diverse cave (attive e dismesse), che complessa, infrastrutturata da siepi, filari e altri elementi di caratterizzato dall’alternanza producono impatti notevoli sull’equilibrio paesaggistico corredo vegetale della trama dei coltivi. Infine, nelle aree tra vigneti e oliveti, variamente della marginalizzazione indotta dalla presenza degli insedia- inframmezzati da superfici menti produttivi, sui versanti posti a est e soprattutto a nord dell’ambito. di fondovalle, l’indirizzo fondamentale è quello di limitare Il morfotipo è presente su boscate. Si distinguono ulteriori processi di artificializzazione dovuti a espansioni ur- morfologie collinari addolcite o infatti situazioni in cui la di Castellina in Chianti, territorio coltivato fino ad alcune su superfici pianeggianti ed è maglia agraria è fitta, con decine di anni fa e ora quasi interamente boscato. Una criti- Indirizzi per le politiche bane o alla realizzazione di infrastrutture. caratterizzato dall’associazione appezzamenti di dimensione tra colture a seminativo e a vi- contenuta, e situazioni in cui la cità maggiore per il territorio collinare è rappresentata dallo Il Chianti è un territorio nel quale il rapporto tra sistema gneto, esito di processi recenti maglia è media o anche ampia. stato di degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie, specie insediativo storico e paesaggio agrario ha assunto un ruolo di ristrutturazione agricola e I confini tra gli appezzamenti paesaggistica. Le tessere colti- sono in genere articolati e di quelle che sostengono gli impianti di olivicoltura tradi- strutturante, venendo a costituire uno dei tratti più signifi- vate si alternano in una maglia morbidi e seguono le sinuosità zionale (morfotipo 12), la cui redditività non è adeguata a cativi della sua identità paesistica. Come tale, questa rela- di dimensione medio-ampia o del terreno. Possono essere ampia nella quale i vigneti sono presenti sia appezzamenti far fronte agli ingenti costi di gestione e manutenzione che zione andrebbe preservata, declinandola sia come rispetto sempre di impianto recente e condotti in maniera tradizionale della regola morfologica dell’insediamento di crinale (che hanno rimpiazzato le colture che sistemi colturali moderni. comportano. Si tratta di un problema centrale per il territo- tradizionali. rio chiantigiano, per gran parte della sua estensione carat- dispone nuclei e viabilità matrice sul colmo di poggi e dor- terizzato da suoli soggetti a rischi erosivi, ad alta produzione sali), sia come preservazione dell’integrità morfologica dei di deflussi e instabilità dei versanti. Le massicce dinamiche centri storici, delle ville-fattoria, dei complessi colonici, sia 21. morfotipo del mosaico infine come mantenimento dell’unitarietà morfologica, per- 16. Morfotipo del colturale e particellare di riconversione colturale da oliveto a vigneto specializza- seminativo e oliveto complesso di assetto to - presenti nell’intero ambito e concentrate soprattutto cettiva e (ove possibile) funzionale, tra elementi del sistema prevalenti di collina tradizionale di collina e di montagna nel Chianti senese (morfotipi 11 e 15 nei territori di Radda, insediativo e tessuto dei coltivi. Un secondo complesso di Gaiole, Castellina in Chianti) - tendono ad aggravare questa indirizzi riguarda più specificamente il mosaico agrofore- situazione di criticità con pesanti lavori di sbancamento e stale. I sistemi colturali d’impronta tradizionale andrebbero rimodellamento dei versanti, rimozione delle sistemazioni mantenuti, in particolar modo nei contesti in cui si contrad- tradizionali, realizzazione di impianti a rittochino di gran- distinguono per la loro multifunzionalità in termini di valore

Il morfotipo è tipico delle aree Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri collinari ed è caratterizzato Il morfotipo è costituito da isole dall’alternanza di oliveti e di coltivi tradizionali disposte at- seminativi. Talvolta vigneti torno ai nuclei abitati e immerse di dimensione variabile si nel bosco in contesti montani o inframmettono tra le colture alto-collinari. L’aspetto caratte- prevalenti. La maglia agraria rizzante è la stretta connessio- è medio-fitta e articolata, con ne tra nucleo storico insediato e campi di dimensione contenuta intorno coltivato che appaiono e confini tra gli appezzamenti reciprocamente dimensionati piuttosto morbidi. Il bosco, e interrompono la continuità sia in forma di macchie che di del manto boschivo. La ma- formazioni lineari, diversifica glia agraria è fitta e articolata 3.4 significativamente il tessuto dei e spesso equipaggiata di siste- coltivi. mazioni idraulico-agrarie.

Oliveti infestati dalla vegetazione spontanea a San Cresci Il paesaggio della viticoltura specializzata di Volpaia link: abaco regionale dei morfotipi rurali Vigneti di nuovo impianto equipaggiati da una rete di infrastrutturazione (foto P. Baldeschi) (foto P. Baldeschi) rurale complessa e articolata (foto P. Baldeschi) p. 43 chianti Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

uso del suolo 1960 uso del suolo 2006 Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e quelli della carta CNR/TCI p. 44 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 10 livello d’ambito chianti

Interpretazione di sintesi 4 chianti I Monti del Chianti, catena dai lineamenti ben definiti e tut- cosistemi della rete regionale. Nel Chianti senese, invece, i mezzadri e di produzione dei beni agricoli) e al mulino di 4.1 Patrimonio territoriale tavia articolata in numerosi valli strette e profonde incise dai tessuti coltivati sono concentrati attorno ai principali inse- fondovalle. Le ville-fattoria sono tra gli elementi che hanno e paesaggistico corsi d’acqua, sono caratterizzati dalla prevalenza della co- diamenti (Radda, Castellina, Gaiole in Chianti) e immersi in svolto un ruolo maggiormente strutturante, in quanto non pertura boschiva di latifoglie (cerrete, querceti di roverella, un contesto prevalentemente boscoso. I mosaici a oliveto e solo luoghi di residenza e di “ozio” ma anche centri di orga- castagneti) e rimboschimenti di conifere su terreni che per vigneto presentano varianti dipendenti dall’ampiezza della nizzazione e controllo del territorio rurale strettamente con- altitudine, assolazione e composizione del suolo non si sono maglia agraria (che può essere fitta, media o medio-ampia) nessi alla diffusione della mezzadria, che ha storicamente storicamente prestati a usi agricoli. Sulle aree di crinale, e dalla presenza di un particolare rapporto fra colture e for- plasmato questo tipo di paesaggio. L’elevato valore paesag- macchie di arbusteti testimoniano della passata presenza di me del suolo. In certe zone dell’ambito, infatti, gli oliveti (in gistico e identitario del sistema insediativo storico è anche ambienti pascolivi, oggi in via di scomparsa e quasi rinatu- genere d’impronta tradizionale) si dispongono regolarmente riconducibile alla ramificazione e articolazione della viabilità ralizzati. La continuità e l’estensione della matrice forestale lungo la viabilità di crinale e nella fascia alta dei versanti, minore e poderale, sistema ancora oggi ben conservato e caratterizza il paesaggio della dorsale chiantigiana sul piano fungendo così da corredo del sistema insediativo storico e riconoscibile. Aspetti di criticità per la tutela e riproduzione morfologico e percettivo e rappresenta un importante valo- costituendo con esso un’unità morfologico-percettiva molto di questo patrimonio territoriale derivano oggi dai pervasivi criteri metodologici (LINK) re ecologico, segnatamente nei boschi a maggiore maturità caratterizzante; i vigneti si estendono nella porzione sotto- cambiamenti di destinazione d’uso che investono la gran e caratterizzazione inclusi nei nodi primari e secondari della stante dei versanti mentre le aree poste più in basso sono parte dei manufatti edilizi (ville, case coloniche, mulini) tra- Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme rete ecologica forestale. In questo contesto, di particolare occupate alternativamente dai seminativi o dal bosco a se- sformandoli in residenze spesso di tipo turistico, e separan- delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione interesse sono i rari nuclei di castagneto da frutto come conda che i suoli siano fondovalle ampi, o forre strette e do la proprietà (e non di rado) la gestione degli edifici da fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- quelli che si trovano, ad esempio, nei pressi di Lucolena. In scarsamente vocate allo sfruttamento agricolo. quella dei terreni, con conseguente alterazione dei rapporti ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- certi punti della montagna, isole di coltivi di assetto tradi- All’interno di questo quadro paesistico è possibile individua- morfologici tradizionalmente caratterizzanti insediamento e sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- zionale (mosaici colturali e particellari complessi e tessuti re ambiti specifici di particolare pregio, tra i quali: parti del paesaggio rurale. renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il a prevalenza di oliveto e vigneto) disposte attorno a nuclei territorio di San Casciano Val di Pesa (Romola, Sant’Andrea supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio insedativi storici, interrompono la continuità del manto bo- in Percussina), di Greve in Chianti (le valli di Cintoia e di Le aree di fondovalle sono per lo più molto strette, a ecce- agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- schivo, diversificandolo sul piano morfologico ed ecologico. Uzzano, Montefioralle, San Leolino), di Gaiole in Chianti (nei zione di quelle della Pesa e della Greve (e, in parte, dell’Ar- ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- Tra questi, assumono particolare pregio per il buon grado di pressi di Rietine, San Martino al Vento, Monteluco di Lecchi, bia), fiumi che hanno svolto un ruolo strutturante il territo- ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo integrità dell’insediamento storico, della maglia agraria e dei Lecchi, Bellaria, Bricciano, Castagnoli, San Polo in Rosso, rio chiantigiano. In genere i fondovalle, in particolare quello determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- coltivi tradizionali, i nuclei di Torsoli, Badiaccia a Montemu- tra Ama e Poggio a Pestine, Vertine, Pieve di Spaltenna, San della Pesa, mostrano alterazioni della struttura paesistica ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio ro, Badia a Coltibuono, Montegrossi, Nusenna, San Vincenti. Donato in Perano), di Castellina in Chianti (Poggetto, Casta- dovute a espansioni residenziali, insediamenti produttive e territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli Di notevole valore, nell’ambiente montano, l’emergenza na- gnoli, San Donatino, Cafaggio, Sommavilla, Castagnetino, infrastrutture, e a semplificazione del tessuto dei coltivi. Il elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. turalistica degli ecosistemi fluviali di alto corso (torrenti Sez- tra Piaggia e Querce Sola). In generale in questi contesti, nucleo storico di Greve in Chianti, oltre che costituire ele- zate, Borro del Cesto, Drove, Massellone, Borro del Baratro) il disegno della maglia agraria, malgrado sia esito anche di mento di pregio per la qualità architettonica e insediativa e del reticolo minore, ove si localizzano habitat e specie riorganizzazioni recenti, si presenta ancora minuto e con e per i rapporti con il paesaggio agrario, rappresenta una Il Chianti costituisce un esempio straordinario di paesaggio vegetali e animali di interesse conservazionistico. un buon grado di complessità interna, dato dalla presenza testimonianza significativa di “mercatale”, un tipo di inse- rurale plasmato pervasivamente dall’opera dell’uomo secon- di una certa varietà colturale, di forme e confini dei campi diamento nato per la commercializzazione e lo scambio dei do modalità rispettose delle regole ambientali e paesaggi- Il territorio collinare comprende paesaggi di eccezionale va- morbidi, di appezzamenti di dimensione contenuta in cui prodotti, collocato spesso lungo i corsi d’acqua in contesti stiche implicite nel territorio. La sua struttura fondativa è lore per l’integrità della loro struttura fondativa, la densità e le piante si dispongono secondo le giaciture tradizionali, di strategici come al crocevia di diverse strade. Sempre nelle in gran parte ancora integra e leggibile e poggia su alcune articolazione del sistema insediativo storico, l’intensità delle sistemazioni idraulico-agrarie storiche. aree di fondovalle, alcuni tratti del Fiume Greve, dei torren- relazioni territoriali caratterizzanti: il rapporto tra sistema coltivazioni e in particolare di quelle d’impronta tradizionale, Dal punto di vista della strutturazione dell’insediamento ti Pesa, Ema e Arbia, ma soprattutto dei corsi minori (ad insediativo e morfologia del rilievo, tra caratteri geomor- la presenza di sistemazioni idraulico-agrarie storiche anco- storico, i principali sistemi sono quello policentrico a ma- es. i torrenti Sezzate, Borro del Cesto, Drove, Massellone, fologici e disposizione del bosco e dei coltivi, tra manufatti ra ben manutenute e dall’importante ruolo di presidio idro- glia e quello a pettine della villa-fattoria. Del primo sistema ecc.), ospitano formazioni ripariali a salici e pioppi, o cenosi edilizi e paesaggio agrario, tra la rete degli elementi di in- geologico, l’articolazione del sistema di infrastrutturazione fanno parte i maggiori insediamenti del territorio chianti- a galleria a dominanza di ontano nero (soprattutto negli alti interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio frastrutturazione ecologica e paesaggistica, le colture e il rurale con il suo reticolo di strade poderali e interpoderali e giano (San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa, Castellina corsi), quali corridoi ripariali della rete ecologica ed elementi sistema insediativo storico. Questa struttura paesaggistica, la vegetazione di corredo della trama dei coltivi (siepi, sie- in Chianti, Panzano in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in del target regionale degli Ambienti fluviali e torrentizi. storicamente modellata dalla diffusione della mezzadria e pi alberate, filari, alberi isolati). Il paesaggio collinare pre- Chianti), generalmente di origine medievale, sorti lungo la dai processi di modificazione territoriale a essa legati, è di- senta, al contrario di quello montano dominato dal bosco, viabilità principale di crinale e dunque in posizione di con- ventata attraverso processi di estetizzazione relativamente la prevalenza dei tessuti coltivati, in particolare dei mosaici trollo del territorio circostante e di reciproca intervisibilità. recenti una delle immagini archetipiche della Toscana, con- colturali connotati dall’alternanza tra oliveti e vigneti, va- I centri principali e la viabilità di crinale sono collegati alle sacrata come icona paesistica a livello mondiale. Il Chianti riamente inframmezzati da superfici boscate. Nel Chianti principali aste fluviali della Greve e della Pesa e alle strade comprende una parte montana - coincidente con la dorsale settentrionale, in particolare nel territorio confinante con le di fondovalle da una viabilità “a pettine” disposta lungo i dei Monti omonimi che separa l’ambito dal Valdarno Supe- colline fiorentine e la Val d’Elsa (San Casciano, Tavarnelle crinali secondari, con ulteriori ramificazioni verso le piccole riore, una estesa compagine collinare intensamente coltiva- Val di Pesa) e nella Val di Greve, i coltivi compongono un valli intercluse. Sui crinali secondari sorge la villa-fattoria ta e insediata, i fondovalle dei principali corsi d’acqua (Pesa tessuto compatto e continuo, con il bosco limitato a lingue (o il castello) a sua volta connessa, attraverso il suddetto e Greve). e macchie di dimensione contenuta. Le colture rivestono sistema di percorsi secondari, alle case coloniche dei poderi qui un importante ruolo ecologico, come nodi degli agroe- (posizionate solitamente a mezzacosta, luoghi di dimora dei p. 46 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

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p. 47 chianti

Patrimonio territoriale e paesaggistico interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB02-4I_patrim.pdf

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p. 49 chianti sul caratteristico disegno del paesaggio chiantigiano, ma coloniche (residenze e agriturismi), che per i mulini (resi- scorrimento veloce FI-SI) ha richiesto il potenziamento del- 4.2 Criticità anche sulle componenti ecosistemiche (perdita complessiva denze). Fenomeni di indebolimento del sistema dei caratteri le infrastrutture di servizio, causando un’espansione non di agroecosistemi tradizionali e di alto valore naturalistico) originari dei nuclei ed alterazioni irreversibili degli equilibri controllata con tendenza alla saldatura lineare lungo i corsi e su quelle geomorfologiche e idrologiche (stabilità dei ver- paesistici e delle relazioni territoriali complesse sono rintrac- d’acqua e lungo la viabilità principale (Calzaiolo, Ponterotto, santi, rischio erosivo). Tali fenomeni, seppur diffusi in tutto ciabili, soprattutto, presso le realtà urbane confinanti con la La Botte, Bargino, il Ferrone, Meleto, Sambuca). Le infra- il territorio dell’ambito, risultano particolarmente marcati città di Firenze (San Casciano, Tavarnelle, Strada). strutture di grande comunicazione (raccordo autostradale nel Chianti senese (Radda, Gaiole, Castellina in Chianti). Firenze-Siena lungo la Pesa, la S.S. n.222 lungo il corso Alle dinamiche di riconversione colturale si sommano pro- La scomparsa di agroecosistemi tradizionali costituisce la della Greve) e gli elettrodotti aerei si segnalano quali fattori blematiche connesse al cambiamento di destinazione d’uso criticità più rilevante per i paesaggi della montagna, in par- di criticità visuale, con effetti di “fuori scala” quando inseriti dei manufatti architettonici collinari. Tale criticità comporta ticolare per il territorio dei Monti del Chianti ove gli ambienti nel paesaggio dalla forte impronta storica. Locali situazio- spesso la netta separazione tra proprietà del manufatto e agropastorali hanno assunto una presenza relittuale, sosti- ni di intensa artificializzazione del paesaggio di fondovalle proprietà del terreno circostante: questo, pur generando tuiti da impianti di conifere e da arbusteti di ricolonizzazione sono, inoltre, legate alla presenza di aree di lavorazione del criteri metodologici (LINK) notevoli plus-valenze, non permette di supportare adegua- (ma anche, seppure in misura minore rispetto ai versanti cotto e ai relativi siti di estrazione (soprattutto in località Il tamente i costi legati alla manutenzione del paesaggio. collinari, da vigneti di nuovo impianto). In generale, le real- Ferrone), oltre che alla presenza di bacini estrattivi (attivi Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che Il repertorio delle criticità dell’ambito collinare comprende tà boschive del Chianti, dopo aver subito un intenso sfrutta- e dismessi), che producono impatti notevoli sull’equilibrio alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- ulteriori importanti fenomeni. mento fino al secondo dopoguerra, sono andate incontro ad paesaggistico complessivo dell’ambito. le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante Tra questi, una problematica di un certo peso è rappresenta- un progressivo abbandono, con conseguente rinaturalizza- Elemento di criticità, che merita particolare attenzione, è da l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- ta dallo stato di degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie, zione delle formazioni vegetali. Tali processi non si sono mai associarsi infine all’alterazione degli ecosistemi fluviali dei varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, specie di quelle che sostengono gli impianti di olivicoltura interrotti: anzi, all’abbandono dei pascoli e alla successiva corsi della Pesa e della Greve, causata dall’inquinamento sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema tradizionale, gravati da alti costi di gestione e manutenzione ricolonizzazione arbustiva, si sono aggiunti negli anni inter- delle acque e dall’artificializzazione di parte delle aree di insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello e da una redditività a essi non proporzionale. Si tratta di una venti di rimboschimento di latifoglie e conifere, oltre ad un pertinenza fluviale. Greve e Pesa, inoltre, non sono immu- ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito questione cardine nel quadro delle criticità del paesaggio generale incremento delle utilizzazioni in larga prevalenza ni da rischi di esondazione, manifestatesi ripetutamente in completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il chiantigiano, per gran parte della sua estensione caratte- nel governo a ceduo. Tale ripresa risulta particolarmente tempi recenti (ma noti anche storicamente). Questi rischi territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella rizzato da suoli soggetti a rischi erosivi, ad alta produzione intensa, anche e soprattutto, per effetto concomitante della hanno richiesto anche la realizzazione di estese casse di scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. di deflussi e instabilità dei versanti. Una criticità di natura più alta richiesta sul mercato di biomassa a scopo energe- espansione lungo entrambi i fiumi. puntuale, indotta dall’industria vitivinicola, è poi riconduci- tico, della maggior quantità di legname presente e, infine, Il paesaggio collinare, per ciò che riguarda le dinamiche bile alla crescente diffusione di cantine, con dimensioni tali della disponibilità di manodopera a basso costo. Nell’ambito di riconversione colturale da oliveto a vigneto specializzato da modificare in maniera rilevante l’intero quadro paesisti- forestale si segnalano inoltre fenomeni di abbandono dei (concentrate soprattutto nel Chianti senese) e il degrado co: pesanti interventi di sbancamento e rimodellamento dei castagneti da frutto ed alterazioni delle storiche pinete (si- delle sistemazioni idraulico-agrarie (specie quelle che so- terreni (come nel caso delle cantine interrate), frequenti al- tuate al confine con le colline fiorentine) per diffusione di stengono gli impianti di olivicoltura tradizionale); il paesag- terazioni geomorfologiche, effetti di impermeabilizzazione. fitopatologie, con rapidi processi di modifica del paesaggio gio della montagna, con particolare riferimento al crescente Il quadro delle alterazioni del paesaggio collinare risul- boschivo, soprattutto nel settore settentrionale dell’ambito. esaurimento delle pratiche agricole e di manutenzione del ta ulteriormente aggravato da pressioni sulle componenti bosco, alla ricolonizzazione dei terreni abbandonati, al de- valoriali del sistema insediativo storico. Dinamiche di tra- Il territorio di fondovalle, seppur nella sua limitata esten- grado delle sistemazioni idraulico-agrarie; il fondovalle del sformazione di segno negativo riconducibili, in particolare, sione all’interno ambito, si contraddistingue per processi fiume Pesa (soprattutto nel tratto tra San Casciano e Tavar- alle crescenti urbanizzazioni lungo i crinali (San Casciano di urbanizzazione (infrastrutture e insediamenti residenzia- nelle), per quel che concerne i processi urbanizzazione e di Val di Pesa, Mercatale, Tavarnelle, San Donato, Castellina li, produttivi, artigianali), con dinamiche di semplificazio- semplificazione della maglia agraria, rappresentano i conte- in Chianti, Greve in Chianti, Panzano in Chianti, Radda in ne della maglia agraria e della rete di infrastrutturazione sti territoriali in cui si concentrano le maggiori criticità. Chianti, Gaiole in Chianti, Strada in Chianti, San Polo in paesaggistica ed ecologica, particolarmente significativi interpretazione di sintesi Criticità Chianti) e alle frequenti lottizzazioni distribuite ai margini lungo il fiume Pesa, nel tratto compreso tra i Comuni di La dinamica di trasformazione certamente più rilevante per il degli aggregati rurali (Cerbaia, Calzaiolo, Bargino, Passo dei San Casciano e Tavarnelle, e nel fondovalle della Greve. Le paesaggio collinare del Chianti riguarda la diffusione di este- Pecorai, Montefiridolfi, Quercegrossa, Ponte a Bozzone, San recenti edificazioni e infrastrutturazioni, concentrate nelle si vigneti specializzati in sostituzione, spesso, di impianti di Giovanni a Cerreto, Pianella, Santa Cristina, Poggio alla Cro- zone pianeggianti di fondovalle lungo la viabilità principale, oliveti tradizionali. Tale dinamica comporta, spesso, sostan- ce), lottizzazioni, spesso, accessibili da deviazioni stradali hanno interrotto ed alterato le regole insediative storiche. ziali rimodellamenti dei terreni, con lavori di sbancamento della maglia viaria storica, che si inseriscono nel territorio In particolare, nelle zone confinanti con Firenze e nei cen- dei versanti, smantellamento dei terrazzamenti tradizionali, rurale senza definire nessun rapporto estetico-percettivo ed tri maggiori si è avuta un’espansione delle aree residen- semplificazione della maglia agraria (con rimozione di ele- ambientale con il contesto circostante di grande pregio. Pur ziali (talvolta di dimensioni considerevoli) con tipologie e menti della rete scolante e della vegetazione spontanea di nella permanenza dell’impianto territoriale storico, si segna- scelte localizzative che hanno generato, spesso, problemi corredo), ampliamento della dimensione degli appezzamen- lano importanti dinamiche di trasformazione del sistema di significativi di inserimento paesaggistico, anche in relazio- ti, realizzazione di impianti a rittochino di grande dimensio- ville fattorie, poderi e mulini, con processi di deruralizza- ne alle configurazioni insediative preesistenti. L’espansione ne (cui corrisponde un sensibile aumento della velocità di zione e cambiamenti di destinazione d’uso, sia per le vil- degli insediamenti produttivi lungo i fondovalle della Pesa corrivazione delle acque), con pesanti ripercussioni non solo le (riorganizzazione interna per appartamenti), per le case e della Greve (favoriti anche dalla prossimità con l’asse di p. 50 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti interpretazione di sintesi Criticità

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p. 51 chianti

Criticità interpretazione di sintesi Criticità

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p. 53 chianti piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 10 livello d’ambito chianti

Disciplina d’uso 5 chianti 1.3 - tutelare le relazioni fra viabilità storica e supporto ge- Obiettivo 2 connettività da ricostituire), e tra i boschi del Chianti, le 5.1 Obiettivi di qualità omorfologico, assicurando che eventuali modifiche del trac- Tutelare e riqualificare il territorio agrofo- colline di Scandicci e Tavarnuzze e il Montalbano (diret- e direttive ciato stradale posto sulle dorsali mantengano una posizione restale, con particolare riferimento ai carat- trice di connettività da riqualificare). di crinale e si adattino alla morfologia del terreno. Tutelare e teri di diversificazione colturale, complessi- riqualificare le relazioni tra viabilità storica e territorio agri- tà e articolazione della maglia agraria, alla 2.2 - Tutelare il valore paesistico ed ecologico delle aree colo mediante la conservazione o ricostituzione del corredo qualità paesistica ed ecologica delle coper- boscate con particolare riferimento ai Monti del Chianti, ca- arboreo, dei manufatti minori, delle opere di sostegno; ture forestali, nonché al mantenimento in ratterizzati da densi boschi di latifoglie, piccoli nuclei agricoli efficienza del reticolo idrografico montani e dalla dominanza di arbusteti e abetine d’impianto 1.4 - contenere ulteriori espansioni urbane sia a carattere sul sistema di crinale: residenziale che artigianale/industriale nelle aree di pianu- Direttive correlate • preservando i boschi di valore patrimoniale inclusi nei ra e fondovalle (in particolare della Pesa e della Greve), Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della nodi primari e secondari della rete ecologica forestale al di fuori del territorio urbanizzato. Nelle aree di margine pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani (individuati nella carta della rete ecologica, in particolare criteri metodologici (LINK) degli insediamenti, favorire la riqualificazione morfologica di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: concentrati nelle porzioni sommitali dei Monti del Chianti e funzionale attraverso forme di integrazione tra tessuto tra il Monte Calvo, a sud, il Monte san Michele e il passo Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tu- costruito e rurale. Relativamente a complessi edilizi e aree 2.1 - tutelare la complessità della maglia agraria del sistema del Sugame a nord, favorendo il miglioramento dei livelli tela e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. caratterizzate da aspetti di degrado e disomogeneità (con d’impronta mezzadrile e riqualificare i contesti interessati da di maturità delle matrici forestali e favorendo il recupero Gli obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei particolare riferimento alle zone del Ferrone, Il Meleto, fenomeni di semplificazione, banalizzazione e perdita degli dei castagneti da frutto; rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in Sambuca, Testi), favorire interventi volti al superamento di assetti paesaggistici tradizionali: • contrastando i processi di abbandono degli ambienti linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, per- tali criticità, alla mitigazione degli impatti paesistici, al mi- • promuovendo, ove presente, la diversificazione colturale agro-pastorali e l’espansione della boscaglia sui terreni ciò, formulati, generalmente, come relazioni tra il sistema glioramento della qualità degli spazi aperti; data dall’alternanza tra oliveti, vigneti, seminativi e mac- scarsamente manutenuti, con particolare attenzione ai insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello chie di bosco, e conservando l’infrastruttura rurale storica residuali ambienti aperti del crinale (area tra M.te Domini ecologico e il territorio agroforestale; completano gli obiet- 1.5 - assicurare che gli interventi di nuova urbanizzazione ri- (viabilità poderale e interpoderale, corredo vegetazionale, e M.te San Michele) e alle corone o fasce di territorio tivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio regio- spettino le regole insediative e architettoniche storiche, ten- sistemazioni idraulico-agrarie) in termini di integrità e con- agricolo poste attorno ai nuclei storici di Torsoli, Badiac- nale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, relativi gano conto della qualità delle visuali, degli scorci paesistici tinuità (con particolare riferimento alle seguenti aree indi- cia a Montemuro, Badia a Coltibuono, Montegrossi, Nu- a ciascuna invariante. e dei punti panoramici, e contribuiscano all’incremento degli viduate nella carta dei morfotipi rurali: morfotipi 16 e 18); senna, S. Vincenti, tra Casale e Castello di Lamole e verso spazi pubblici in termini di quantità e qualità morfologica; • promuovendo la conservazione delle colture d’impronta Lucolena; Obiettivo 1 tradizionale come oliveti e vigneti terrazzati e garantendo • favorendo il miglioramento dei livelli di maturità delle ma- Tutelare, riqualificare e valorizzare la strut- 1.6 - nella progettazione di cantine e altre infrastrutture di la funzionalità del sistema di regimazione idraulico-agra- trici forestali e la rinaturalizzazione di parte degli impianti tura insediativa di lunga durata, impronta- servizio alla produzione vitivinicola, perseguire la migliore ria e di contenimento dei versanti, mediante la conser- di conifere nei Monti del Chianti, e favorendo il recupero ta sulla regola morfologica di crinale e sul integrazione paesaggistica valutando la compatibilità con vazione e manutenzione delle opere esistenti o la realiz- dei castagneti da frutto anche tramite il contenimento sistema della fattoria appoderata, stretta- la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici, evi- zazione di nuove sistemazioni di pari efficienza idraulica, degli effetti negativi indotti dal governo a ceduo (con in- mente legato al paesaggio agrario tando soluzioni progettuali monumentali o che creino degli coerenti con il contesto paesaggistico (con particolare cremento delle specie accessorie di pregio e degli alberi effetti di “fuori scala” rispetto al contesto paesaggistico; fa- riferimento alle seguenti aree individuate nella carta dei habitat); Direttive correlate vorendo localizzazioni che limitino gli interventi di sbanca- morfotipi rurali: morfotipi 12, 18, 21); • riqualificando i siti estrattivi inattivi e gestire i siti attivi, Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della mento, non interferiscano visivamente con gli elementi del • favorendo nei nuovi impianti e per i reimpianti di viticol- in particolare con misure per ridurre l’impatto visivo e pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani sistema insediativo storico e non coincidano con porzioni tura specializzata (con particolare riferimento alle aree prevenire possibili dissesti di natura franosa. di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: di territorio caratterizzate da elevata intervisibilità (linee di individuate nella carta dei morfotipi rurali: morfotipi 11, crinale, sommità di poggi); 15, e morfotipo 18 soprattutto per la parte compresa nel 2.3 - Tutelare i valori paesistici, ecologici ed idrogeomor- 1.1 - mantenere la leggibilità della struttura insediativa di Chianti Senese), la creazione di una maglia agraria e pa- fologici dei sistemi di Fondovalle, in particolare della Greve disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive crinale, evitando nuove espansioni che alterino l’integrità 1.7 - favorire il potenziamento di una rete di fruizione esaggistica di scala media articolata e diversificata, attra- e della Pesa, così come individuati nella carta dei sistemi morfologica e percettiva dei nuclei storici, nonchè la loro lenta del territorio, valorizzando viabilità minore e sentieri verso il mantenimento e la riqualificazione di una rete di morfogenetici (FON): relazione con il supporto geomorfologico; tutelare, altresì, esistenti, compresi i percorsi di fondovalle, e qualificando infrastrutturazione rurale continua (data dal sistema della • limitando i fenomeni di artificializzazione e impermeabi- le visuali panoramiche che traguardano tali insediamenti e i nuclei storici e borghi rurali come nodi e punti di sosta di un viabilità di servizio e dal corredo vegetazionale), la rea- lizzazione dei suoli (anche al fine di favorire la ricarica rapporti di reciproca intervisibilità; sistema di itinerari. lizzazione di confini degli appezzamenti che assecondano degli acquiferi) e la frammentazione delle superfici agri- le curve di livello e il contenimento di fenomeni erosivi cole a opera di infrastrutture o di altri inteventi di urba- 1.2 - tutelare l’integrità morfologica e architettonica degli mediante l’interruzione delle pendenze più lunghe. nizzazione; aggregati minori e dei manufatti edilizi di valore storico/ • sostenendo interventi di ricostituzione dell’infrastrut- • migliorando la qualità ecosistemica complessiva degli testimoniale o di carattere tradizionale (pievi, borghi e for- turazione ecologica e paesaggistica in particolare nelle ambienti fluviali e il loro grado di continuità ecologica tificazioni, ville-fattoria, case coloniche), e la relazione tra colture specializzate intensive, anche al fine di mante- trasversale e longitudinale, riducendo i processi di artifi- questi e il loro intorno territoriale, anche evitando la sepa- nere e recuperare le direttrici di connettività ecologica cializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di per- razione fra edifici e fondo agricolo; (individuate nella carta della rete ecologica) tra i boschi tinenza fluviale, con priorità per l’area classificata come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare. p. 56 del Chianti e quelli della Montagnola Senese (direttrice di piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive

5.1

p. 57 chianti disciplina d’uso con valore indicativo) (esemplificazioni norme figurate

p. 58 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito chianti legenda (confini dell’ambito in corso di aggiornamento) Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

5.3 approfondimento: schede di vincolo regionale

p. 59