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R Giovedì 10 settembre 1998 2 l’Unità2 SENZA BATTISTI

Il suo primo Il grande Quasi solo Il rock e , già «Canto per il «Caro l’«Anima un classico libero» angelo» latina» 10SPE02AF01 10SPE02AF02 10SPE02AF03 10SPE02AF05 3.0 Il suo primo 3.0 Due dischi nuovi in 3.0 Molti hanno voluto 3.0 Un viaggio in Suda- esce il 4 marzo del un anno: nel ‘72 Batti- vedere in «Il nostro merica, e Lucio par- 8.0 1969, un giorno pri- 7.0 sti pubblica, a distan- 7.0 caro angelo» (1973) 7.0 torisce-èil‘74- ma del suo com- za di pochi mesi, una chiara allusione «», an- pleanno, si intitola «Umanamente uo- di Battisti alla nasci- cora un disco che fa semplicemente «Lu- mo:ilsogno»eso- ta del figlio Luca, av- discutere, insolito e cio Battisti», ed è già prattutto «Il mio can- venuta qualche mese aperto dalle speri- un classico. Dentro ci to libero», uno dei prima. Meno fluido mentazioni, a tratti

DISCOGRAFIA sono tutti i 45 giri che erano usciti fino ad al- punti più alti della sua carriera: la fusione fra ed emozionante di «Canto libero», è il primo stravagante (ve lo ricordate «Salame»?); era il lora: «Acqua azzurra acqua chiara», «L’av- musica e testi è totale, poetica, suggestiva, e disco del Battisti polistrumentista, che prefe- Battisti che scopriva con piacere quanto si ventura», «Io vivrò», «Non è Francesca»... Ini- spunta nelle canzoni una vena ecologica che si risce mandare a casa i suoi «soliti» musicisti, e muoveva nel rock «progressivo» italiano del- ziava così la leggenda. ritroverà ancora nei suoi dischi. fare quasi tutto da solo. l’epoca, dalla Pfm a Il Volo.

Una voce strana maleducata che ci è entrata nel cuore. L’incontro con , quel MiMi ritorni ritorni «Per una lira» Era timido ma sicuro del suo talento Poi i successi e la sua ritrosia Poi cantò e l’Italia intera gli fece coro

MILANO. È stato il più cantato dagli vuoi, pieni di grinta e improvvisa- sentimenti. E, comunque, scelgo- album, comunque, sono buoni. rime estrose e funamboliche. Il italiani. Alla faccia dello scorrere del zioni inusuali per la musica legge- no sentieri non così facili: le musi- Alcuni ottimi addirittura come La vecchio Battisti non abita più qui: tempo, del passar delle mode, dello ra del tempo, genere che Battisti che si fanno più complesse e im- batteria, il contrabbasso, eccetera la musica è più complessa e ripeti- snobismo della critica. Alzi la mano ha rivoluzionato e rivoltato come prevedibili, e le liriche più ambi- (’76), denso di ritmo e richiami tiva, figlia delle nuove tecnologie. chi, almeno una volta, non si è trova- 10SPE02AF04 un guanto, lasciando tracce inde- ziose, come testimoniano alcuni «black». Io tu noi tutti (’77), invece, La critica plaude, il pubblico ci re- to a intonare uno dei tanti classici di lebili. momenti di guarda alla California e a suoni in- sta male. Tanto che i successivi fi- , magari sulla spiaggia 2.0 Gli anni Settanta segnano la (’73) e tutto Anima ternazionali con titoli no all’ultimo Hegel sono ben di- con gli amici. Poche storie, comun- 30.0 consacrazione. Solo nel 1970 esco- Latina (’75), curioso come Amarsi un po’ e stanti dalle vendite dei tempi d’o- que: Lucio èstatoungrande.Perchéè no titoli come Fiori rosa, fiori di pe- album dalla vocazio- Via Mogol, Sì viaggiare, che vengo- ro. E, paradossalmente, chi ricicla riuscito nella non facile impresa di sco, Il tempo di morire ed : ne quasi etnica, al no tradotti in inglese e le più classiche atmosfere battistia- coinvolgere tutti nel suo piccolo Mogol, l’anno prima, aveva già tempo sottovalutato. dentro Panella, pubblicati in un disco ne come gli Audio 2 si trova a ven- grande mondo, fatto di melodie ario- fondato un’etichetta, la Numero Nel frattempo matura ma il Battisti per l’estero, Images, dere più dell’originale. Comunque se (ma mai melense) e scatti ritmici, Uno, a immagine e somiglianza anche l’idiosincrasia nazional- dalle scarse fortune. sia, Battisti continua a fare notizia. poesia del quotidiano e ironia soffu- del suo partner artistico. Battisti di Battisti verso le ap- popolare non Altri celebrati best-sel- Ogni tanto si sparge la voce di un sa. Con una voce unica, strana, male- cresce: come musicista, come com- parizioni pubbliche, ler sono Una donna per suo ritorno con Mogol, o trapela ducata. Difficile da seguire nei suoi positore, come cantante, come uo- che cominciano a far- abita più qui: la amico (’78) e Una gior- qualche immagine rubata, dove voli rochi e nelle sue impennate sen- mo di successo. Fra il 1971 e il si sempre più rare: musica è più nata uggiosa (’80), do- appare ingrassato e quasi irricono- timentali. Sofferta e gentile, pungen- 1974 arrivano La canzone del sole, memorabili quelle in complessa ma ve però già si manife- scibile. Mentre quei mattacchioni te e disperata. In tanti hanno provato forse il suo brano più conosciuto e coppia con Mina in l’incanto è finito stano segni di routine di Rock on line, lo scorso primo d’a- ad imitarlo, alcuni anche in modo amato (un vero tormentone da ka- rigoroso bianco e ne- e tensione con Mogol, prile, hanno imbastito su Internet spudorato e redditizio, ma nessuno raoke), , I giardini ro anni Settanta. Ge- con cui la collabora- una burla su un presunto nuovo ha mai raggiunto quelle vette, quel- di marzo, La collina dei ciliegi e Io neralmente si fa risa- zione si chiuderà poco disco intitolato L’asola (da leggere, l’equilibrio, quella peculiarità. E vorrei...non vorrei...ma se vuoi:titoli lire al 1976 il mo- dopo. Lo strano Egià alla romana, «la sòla»). Chissà, for- quella straordinaria capacità di co- che s’arrampicano sulle hit parade mento del ritiro dalle (’82) coi suoi richiami se anche Lucio, nell’eremo della struire canzoni così semplici e così a dispetto dei critici più militanti scene, quello in cui Lucio chiude i all’elettronica e i testi affidati alla sua «Brianza velenosa», s’è fatto particolari, in grado di arrivare in un che mal sopportano la netta di- battenti con pubblico e media e si moglie mostra le avvisaglie di un quattro risate. Ci sarebbe piaciuto momento al cuore, all’anima e al cer- stanza di Battisti dalle tematiche rinchiude in un silenzio pressoc- cambiamento radicale che avverrà chiederglielo. Assieme a tante altre vello dell’ascoltatore. Prendiamo un sociali e dai dibattiti politici dell’e- ché assoluto, rotto soltanto dall’u- quattro anni dopo con Don Gio- cose, di ieri e di oggi. brano, uno dei più famosi, Ancora tu. poca. Battisti e Mogol preferiscono scita dei dischi e da qualche rarissi- vanni. Via Mogol e dentro Pasqua- Parole elementari, quasi banali: parlare d’amore, libertà, natura, ma concessione promozionale. Gli le Panella, un poeta romano dalle Diego Perugini «Ancora tu/ non mi sorprende lo Ansa sai/ Ancora tu/ ma non dovevamo vederci più». Roba da asilo in con- canzone italiana: Dalla), parte pro- soèancoralontano.Iprimisinto- fronto a tante impegnate sparate prio dall’incontro con Mogol nella mi dell’imminente esplosione arri- FRASI «RUBATE» cantautorali: eppure quelle frasi metà degli anni Sessanta. All’epoca vano col buon piazzamento di Bal- colpiscono duro nell’immaginario il paroliere era già un veterano del- la linda (1968), seguita dalla parte- collettivo più di mille invettive po- la scena beat, mentre cipazione a Sanremo Pensieri e parole litiche, scatenando inevitabili pro- Lucio era soltanto un con Un’avventura,in cessi di identificazione. Frasi ragazzotto intorno ai Dolce e irruento, coppia con Wilson Pi- (grande Mogol!) che sono rimaste vent’anni con qual- ckett. Il 1969 è l’anno di tanti anni fa nel lessico degli italiani, assieme a che esperienza «live» acerbo e beat: è il della svolta: Battisti tante altre immagini (le calzette come chitarrista di Battisti degli pubblica una serie di ADOLESCENZA. «Ho avuto un’infanzia e un’adolescenza rosse, la donna per amico, il carret- Tony Dallara e con in anni d’oro, in singoli micidiali come tristi e sono cresciuto pieno di complessi. I miei amici an- to passava e quell’uomo gridava mano un fiammante cui stabilisce un Non è Francesca, Acqua davano a ballare, andavano a donne e io li osservavo e mi gelati, guidare nella notte a fari contratto con le Edi- azzurra, acqua chiara, creavo un mondo tutto mio. Colpa di un’educazione trop- spenti...). zioni Musicali Ricordi rapporto di Dieci ragazze, Mi ritorni po conformista, anche se datami in buona fede». (1969) E, poi, la musica. Riprendete An- di Milano. Insieme sintonia con in mente e 7e40, desti- ANIMA. «Perché canto? Perché mi hanno costretto a can- cora tu: vi troverete un ritmo che scrivono una mancia- milioni di nati all’epoca a scalare tare (...). So di non avere una gran voce ma so anche che cresce e trascina sempre più, e una ta di titoli storici del italiani le classifiche e, in se- 10SPE02AF06 sono l’unica persona capace di dare un’anima alle mie can- melodia semplice, irresistibile, che beat italiano, inter- guito, a entrare nella 2.50 zoni». (1970) ti vien voglia di riascoltare sino al- pretati dai gruppi più storia. È un Battisti . «Ammiro molto Bob Dylan, ma il mio stile lo sfinimento. Ecco, Battisti ha forti dell’epoca come acerbo, irruente, beat. 18.0 si differenzia dal suo. Lui è soprattutto un ribelle, io mi li- scritto decine di classici come que- (Vendo casa), Che narra storie d’a- mito invece a parlare delle cose grandi e piccole della vita, sti, in una sorta di miracolosa sim- Ribelli (Per una lira)e, more e turbamenti così come le sento». (1973) biosi col paroliere Mogol: rara- soprattutto, Equipe 84 (29 settem- giovanili con impeto e freschezza CHITARRISTA. «Non faccio per vantarmi ma ce n’è pochi mente, infatti, il connubio testo/ bre e quel capolavoro di Nel cuore, inusitati, mescolando la tradizione di chitarristi come me. È da quando avevo tredici anni che musica è stato così incisivo e riu- nell’anima). Il debutto ufficiale del- melodica italiana alle pulsioni del passo sei, otto ore al giorno alla chitarra». (1969) scito. Ladi Battisti, nato a Poggio la carriera discografica di Lucio ri- rock e del soul anglosassoni. Ascol- COLLEGHI. Morandi e Celentano: «Sono due personaggi: Bustone il 5 marzo 1943 (un gior- sale al 1966 col 45 giri Per una lira: tare per credere ruspantissimi pez- io ho un volto anonimo. Se non avessero quella faccia, no dopo l’altro grande Lucio della il singolo è notevole, ma il succes- zi come Dio mio no e Se la mia pelle Morandi e Celentano non trascinerebbero all’entusiasmo tanta gente». (1971) Fabrizio De André: «Trovo i suoi testi interessanti, ma piut- Un timbro «unico», che lo avvicina agli interpreti più grandi tosto goliardici, tant’è vero che piacciono solo agli studen- telli. La parte musicale poi è solo accompagnamento». (1970) Giorgio Gaber: «Ma che c’entra Gaber con me? Io sono un Il Mito tutto in quella voce rullo compressore, lui è un triciclo» (1970) Un musicista senza compromessi, disposto a tutto per rimanere «libero». Lucio Battisti in una foto del 1987 Ap Mina: «Mina è meravigliosa. Non ho mai sentito cantare così bene». (1976) DISIMPEGNO. «Ma che impegnato! Io sono disimpegna- A GRANDEZZA di Lucio come sono le grandi voci della Chissà quanti di voi ricordano un’epoca. Era l’Italia tra la fi- compromesso. to, tranquillo proprio». (1970) Battisti la puoi misurare, musica popolare, del rock. Co- «Era», un pezzo dei suoi esor- ne degli anni Sessanta e gli an- Aveva una personalità for- EMOZIONI. «L’ho scritta subito dopo il viaggio a cavallo Milano-Roma L se vuoi, da una cosa sem- me la voce di Mina, come quel- di.Uscìcomelatobdiunsin- ni Settanta, intorno a lui scop- tissima, Battisti; era un grande e vi ho messo quella tensione intima, quei passaggi bruschi, sospesi in plice semplice: che hai più pro- la di John Lennon. La sua era golo non indimenticabile, piava la canzone di protesta, il individualista, così poco incli- aria, per esprimere meglio il senso di scoperta, di stupore, di libertà che babilità di vincere il Superena- dolce e cartavetrosa, impastata «Luisa Rossi» (1967). In quel- rock politico, la stagione delle ne al compromesso da preferire provammo io e Mogol avventurandoci per prati, colline e fiumi, come lotto che di trovare un italiano di rabbia e di emozione; dentro la ballata, che riecheggia un lotte operaie e studentesche, a un certo punto l’«assenza» se vedessimo la natura per la prima volta». (1971) che non sia in grado di cantic- c’era tutta la tradizione melo- poco Donovan, Battisti fa ab- ma Battisti (e Mogol) se ne sta- totale, al rischio di subire trop- ERRORI. «Io non posso permettermi di fare errori». (1978) chiarti almeno una sua canzo- dica italiana. Ma poi c’erano i bondante uso dei nastri man- vano lì a scrivere canzoni che po le pressioni dello «show bu- INDIVIDUO. «Io non sono né un presuntuoso né un orso, sono soltan- ne. Che non abbia mai sentito singhiozzi, le urla, gli scoppi, dati all’incontrario (backward parlavano dello svezzamento siness». E al tempo stesso era to un individuo che non vuole lasciarsi consumare». (1970) «Emozioni». Che non sappia che erano il frutto della sua tapes), che erano stati speri- sentimentale, degli amori ado- ed è sempre rimasto un «uomo LETTURE. «Una volta leggevo volumi di fantascienza. Poi mi sono in- farti il ritornello di «Acqua az- grande passione per il soul e il mentati e lanciati proprio dai lescenziali, di palpiti, gelosie normale», cioè uno che se ne teressato a quelli di scienza pura, fisica, matematica. Adesso leggo fu- zurra acqua chiara». Che non rhythm’n’ nero, Otis Red- Beatles. Battisti, come Len- ed emozioni. Banale, forse, ma fregava dei rituali scontati del metti». (1970) sappia che lei, forse, «Non è ding e Wilson Pickett. non&McCartney, amava speri- sono i temi «universali», quelli divismo, che non ha mai smes- SOLDI. «Il denaro serve solo a darmi un senso di sicurezza e a farmi la- Francesca». Nel 1969 Pickett si presentò mentare, giocare con gli stru- delle commedie di Shakespea- so di fare la spesa al supermer- vorare tranquillo». (1978) Era il nostro «karaoke» na- al festival di Sanremo in cop- menti, con la tecnologia, con re,dellecanzonidiColePorter cato. La sua voce, il carisma, SUCCESSO. «Il successo è un veleno. Ti costringe a diventare sospetto- zionale, Lucio Battisti, e non pia proprio con Lucio Battisti, gli studi di registrazione, in e dei Beatles. la libertà creativa assoluta, ec- so, ti fa conoscere la paura, la diffidenza, il cinismo». (1970) ne avremo più un’altro come che era fuori di sé dall’emozio- questo era come loro, e non so- Sono quelle canzoni destina- co il cocktail del Mito. Quello TEMPO LIBERO. «Non amo le partite di calcio, le macchine, i week lui per chissà quanto tempo. ne tanto che, quando cominciò lo in questo. Battisti come i te a non farsi mai venire le ru- che lo ha reso «presente» come end a Santa Margherita». (1969) Tutti abbiamo cantato le sue a cantare «L’avventura», sba- Beatles colpiva dritto al cuore ghe, e chissà se Battisti ne era forse nessun altro nella storia VITA. «Per me la vita è tutta un punto interrogativo». (1972) canzoni - sotto la doccia, alle gliò l’attacco della seconda con un linguaggio musicale che consapevole mentre le scriveva. della canzone italiana, pur con VOCE. «La mia non è una voce. Ma piuttosto una non voce». (1973) feste di scuola, in gita sui pul- strofa anticipandolo un poco, era semplice e solo apparente- Di sicuro sapeva che il suo lin- tutta la sua, ormai irreversibi- FINE. «Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare con il lman -, avendo sempre in testa ma riuscì a riprendersi senza mente banale, che esplodeva guaggio (musicale) non faceva le, «assenza». pubblico solo per mezzo del suo lavoro». (1978) la sua voce, che era solo la fare una piega. Nei suoi cromo- schegge di sentimenti collettivi, distinzioni di classe, e non si Le frasi sono tratte da «Emozioni» di Lauro e Turrini, edizioni Zelig. «sua»voce, unica e inimitabile somi c’erano anche i Beatles. che sintetizzava l’essenza di fermava di fronte a nessun Alba Solaro