Oltre Lʼindustria Della Neve

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Oltre Lʼindustria Della Neve La rivista del Club alpino italiano dal 1882 FEBBRAIO 2021 € 3,90 egge 662/96 Filiale di Milano. Prima immissione il 27 gennaio 2021 gennaio il 27 immissione Prima 662/96 Filiale di Milano. egge OLTRE LʼINDUSTRIA DELLA NEVE 3,90. Rivista mensile del Club alpino italiano n.101/2021. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - l 20/b 2 comma - 45% art. Post. in abb. sped. Spa, Italiane Poste mensile Rivista n.101/2021. del Club alpino italiano 3,90. Superare la monocultura dello sci alpino € con strategie e buone pratiche di sviluppo turistico sostenibile Montagne360. Febbraio 2021, 2021, Febbraio Montagne360. Offerta riservata solo ai Soci CLUB ALPINO ITALIANO 3 Abbonati con lo sconto di oltre il 40% 3 Per te 6 numeri di Meridiani Montagne IN REGALO IN OGNI a soli NUMERO euro LA CARTINA 26,00* ESCLUSIVA 3In più, potrai vincere uno splendido viaggio in Islanda. Per te un’esperienza unica da ricordare per sempre! 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Per maggiori informazioni visita www.shoped.it/it/cga EDITORIALE orizzonti e orientamenti Perchè il futuro della montagna non passa da nuovi impianti di sci o dall’ampliamento di quelli esistenti di Vincenzo Torti* Socie e Soci carissimi, b) Divieto assoluto di qualsivoglia intervento nel- troverete in questo stesso numero di Monta- le aree protette e nei siti Natura 2000. gne360 gli argomentati e puntuali interventi del c) Analogo divieto “negli ambiti altitudinali sog- Vicepresidente generale Erminio Quartiani: “La getti a condizioni climatiche che richiedano montagna non si consuma. Si vive” e di Raffaele dispendio di risorse naturali ed energia per Marini, presidente CCTAM: “Un documento per garantire l’innevamento artificiale”. difendere la montagna”, dai quali prendo spunto Dal dibattito interno era, però, emersa anche la per le riflessioni che desidero condividere oggi. considerazione che laddove impianti già esistes- Ricordiamo tutti come fortemente identitaria la sero, potesse esserne chiesto l’ampliamento, so- delibera assembleare del 2013, a Torino in occa- prattutto per creare nuovi collegamenti finalizzati sione del 150° di fondazione del Sodalizio, con all’ampliamento dei comprensori ed offrire così cui veniva approvato il Bidecalogo, contenente le una maggiore estensione chilometrica delle piste: “Linee di indirizzo e di autoregolamentazione del occorreva prevedere, in tal caso, quale atteggia- Club alpino italiano in materia di ambiente e tu- mento assumere. tela del paesaggio”. La risposta fu la seguente: “Ove e quando se ne rav- Un documento articolato, frutto di un intenso di- visasse l’opportunità socioeconomica, nelle zone in battito interno a tutti i livelli, associativi e territo- cui tali infrastrutture siano già presenti, chiede sia riali, perché rispetto ai singoli e delicati temi trat- sempre fatta una rigorosa analisi dei costi/benefici tati emergessero l’oggettivo quadro di riferimento, e della sostenibilità economica e ambientale”. la nostra posizione e, di conseguenza, il nostro im- Deve risultare ben chiaro che non si trattava di pegno, liberamente e convintamente assunto. una preconcetta demonizzazione dello sci di pista Tra i temi d’indagine e di autoregolamentazione vi tant’è vero che veniva contestualmente precisato: erano il Turismo in montagna (punto 4) e i Cam- “Il Cai ritiene che il turismo in montagna vada biamenti climatici (punto 9), urgenti e pregnanti sostenuto con il miglior utilizzo dell’esistente ma, già allora e da tempo, in un’ottica di attenzione ef- soprattutto, con un grande sforzo per la diversifi- fettiva alla montagna di fronte alle criticità emerse cazione dell’offerta mirata alle presenze lungo tut- per effetto di quantità e modi di frequentazione, to l’arco dell’anno”. da un lato, e del portato di “forzanti naturali” o di Si sottolineava, in tal modo, l’esigenza di destagio- “forzanti antropici”, dall’altro. nalizzare la frequentazione dell’ambiente monta- Per quanto riguarda il Turismo, muovendo dalla no, promuovendo “l’esplorazione intesa come os- constatazione dei molti interventi infrastrutturali servazione e immersione nella natura, in contatto realizzati nel corso dei decenni e del connesso im- con la cultura e le tradizioni locali”. patto col territorio montano, veniva focalizzata la Contemporaneamente veniva affrontato il tema situazione delle stazioni sciistiche, degli impianti dei cambiamenti climatici i cui effetti più manifesti esistenti e dei progetti di ampliamento o di crea- erano (e sono ancor più) rappresentati da “regresso zione di nuove strutture in località “integre” e non dei ghiacciai, aumento dello strato attivo del per- ancora raggiunte da forme turistiche di massa. mafrost, intensificazione dei processi di erosione La posizione allora assunta può essere così sinte- chimici e meccanici e conseguenti variazioni negli tizzata: ecosistemi di alta quota, fenomeni responsabili di a) Contrarietà alla realizzazione di nuove infra- situazioni di rischio e pericolosità ambientale… di strutture, nuovi impianti o ampliamento di particolare rilevanza per chi frequenta l’ambiente quelli esistenti. di alta quota, sia per periodi brevi come alpinisti, febbraio 2021 / Montagne360 / 1 turisti ed escursionisti, sia permanentemente come le dal Bidecalogo, del quale costituisce il momento popolazioni locali, gli agricoltori, gli allevatori”. della verifica in concreto e delle conseguenti valu- Quanto verificatosi e constatato nel tempo trascor- tazioni. so dall’approvazione del Bidecalogo ha confermato Ne va, pertanto, sottolineata la valenza di espres- quanto la visione di allora e le criticità evidenziate sione, chiara e inequivocabilmente motivata, della fossero pienamente fondate. posizione del Club alpino italiano rispetto a qualsi- Ciò nonostante, ci troviamo ancora e spesso chia- voglia ipotesi di creazione di nuovi impianti sciistici mati al confronto con persistenti progetti di amplia- o ampliamento di quelli esistenti, fosse anche sotto mento di stazioni sciistiche, quando non di creazio- l’egida di fantomatiche lusinghe legate alle Olim- ne di nuove. piadi della neve, fermo restando, sia ben chiaro, che Se ne ipotizzano in località montane quali l’Alpe De- – come scrive Quartiani – “a noi interessa la mon- vero, le Cime Bianche, la Via Lattea, la Val Pusteria, tagna vissuta e abitata, in cui l’alpinista non sia il Comelico, senza tralasciare quanto sta accadendo estraneo al montanaro”. a Cortina con la scusa delle prossime Olimpiadi del- Certo è che, a fronte di oltre 300 impianti abbando- la neve: forse, se chi vi è preposto prendesse visione nati; di una stagnazione ormai consolidata del nu- di quanto residuato e abbandonato dalle precedenti mero dei frequentatori, sul quale la pandemia, con Olimpiadi del 2006, potrebbe essere indotto a ri- la crisi economica prodotta, non potrà che incidere vedere radicalmente progetti destinati, anche nel ulteriormente in negativo; di un crescente fabbiso- breve periodo e per le ragioni che ora meglio vedre- gno di risorse idriche per sopperire ad una mancan- mo, a trasformarsi in cattedrali dell’abbandono, con za di neve che solo l’ironia della sorte vede cadere buona pace di quanto distrutto o irrimediabilmente abbondante in una stagione “vuota” come l’attuale alterato in ambiente. (il danno e la beffa); della necessità costante di fi- Rispetto a tutto ciò la posizione del Cai è stata coe- nanziamenti “comuni” per sopravvivere (è recente rente con le previsioni del Bidecalogo, manifestando il fallimento di una società che operava in un com- la propria contrarietà, convinta e motivata. prensorio molto noto e non si trovano acquirenti di Purtuttavia ad alcuni, anche al nostro interno, è par- quanto residuato), sarebbe veramente assurdo pro- sa – non se ne comprende il motivo – come ideo- seguire oltre in una direzione che, da qualsivoglia logicamente preconcetta o, comunque, poco attenta punto di vista, appare destinata all’insuccesso, oltre e rispettosa delle esigenze di progresso economico a creare danno all’ambiente. delle popolazioni locali. In questo raccogliamo
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