Collana Dell'archivio Storico Capitolino

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Collana Dell'archivio Storico Capitolino CARTE SCOPERTE collana dell’Archivio Storico Capitolino 1 Direzione della collana Mariarosaria Senofonte, Laura Francescangeli, Vincenzo Frustaci, Patrizia Gori, Elisabetta Mori Consulenti scientifici Mario Bevilacqua, Marina D’Amelia, Marco De Nicolò, Anna Esposito, Francesco Giovanetti, Simona Lunadei, Paola Pavan, Maria Grazia Pastura, Carlo Maria Travaglini Segreteria di redazione Maria Teresa De Nigris e-mail: [email protected] L’inventario delle carte di Nicolò Licata Etica e politica di un consigliere comunale (1915-1983) a cura di Maria Renata Gargiulo viella © 2012 Viella s.r.l. - Archivio Storico Capitolino Tutti i diritti riservati Prima edizione: ottobre 2012 ISBN (carta) 978-88-8334-989-8 ISBN (e-book) 978-88-8334-990-4 Copertina: Studio Polo 1116 viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Indice Mariarosaria Senofonte, Introduzione 7 Paolo D’Anselmi, La donazione 9 Patrizia Gori, L’acquisizione 11 Carlo Maria Travaglini, Un caso esemplare di valorizzazione 15 L’ INVENTARIO , a cura di Maria Renata Gargiulo Introduzione archivistica 19 Inventario dell’Archivio Licata 31 Documenti personali 31 Attività politica 36 Attività istituzionale 70 Allegati 178 La biblioteca di Nicolò Licata, a cura di Loredana Magnanti 213 Appendice fotografica 225 Mariarosaria Senofonte Introduzione L’Archivio Storico Capitolino è l’archivio della storia e degli atti delle amministrazioni della città, è l’archivio delle famiglie e delle persone che hanno dato il proprio contribuito al governo della città, è l’archivio dei luoghi, degli edifici, dei monumenti, delle tradizioni della città. L’Archivio Storico Capitolino accoglie in se la biblioteca storica di Roma Capitale e raccoglie i giornali della città. Questo è l’Archivio Storico Capitolino. E l’Archivio Storico Capitolino è anche il luogo in cui è custodito il lavoro di un gruppo di archivisti e bibliotecari dell’Amministrazione comunale, ispirati e ispiranti, che, nell’arco di trent’anni, hanno ideato, realizzato e guidato innumerevoli lavori di riordino condotti sugli imponenti complessi documentari affidati alla loro responsabilità. Ed è anche lo spazio in cui questo lavoro ogni giorno vive e viene fruito da quanti ad esso sono interessati. Ma l’Archivio Storico Capitolino è anche, più semplicemente, l’archivio della città per la città. È servizio pubblico, è accesso incondizionato. E pubblica e amplissima vuole essere la messa disposizione degli studi e degli strumenti elaborati intorno ai fondi documentari che conserva. Con questo intento nasce la nuova collana dell’Archivio Storico Capitolino, che testimonia del valore, della passione e della timida audacia di quel gruppo di archivisti e bibliotecari che oggi è pronto ad offrire agli studiosi, ai ricercatori, ai vecchi e nuovi amici dell’Archivio Storico Capitolino la libera fruizione di un patrimonio che vuole essere condiviso. Queste sono le Carte scoperte dell’Archivio Storico Capitolino. Paolo D’Anselmi La donazione «Se le carte di zio Nicola non le vuole nessuno, me le prendo io tutte». A pochi mesi dalla morte di zio Nicola, Nicolò Licata, era morta pure zia Tullia, sua moglie, Tullia Tigliè, e si sarebbe chiusa la loro casa di via Casilina, angolo via di Torpignattara.1 Era il 1983. Ero affascinato dagli scaffaletti di legno chiaro anni Cinquanta con tanti cassettini ad anta di vetro, per tenere poche carte ciascuno: antesignani delle cartelle di Microsoft di oggi, e identici ai cassetti che oggi si ritrovano all’Ikea. Ero affascinato dai contenitori verdi e rossi che zio stesso si era fatto fare da un rilegatore, con diciture in oro che conferivano potere di mito a temi terreni come «Centrale del Latte» e «Torpignattara», il quartiere popolare di Roma che era il suo «collegio elettorale». Per vent’anni le carte di zio Nicola hanno vagato con me per l’Italia e nel 2003 hanno trovato accoglienza intelligente presso l’Archivio Storico Capitolino. Ci potevo arrivare prima? Meglio tardi che mai. Ringrazio i professionisti passati e presenti dell’Archivio i quali hanno subito rivelato aspetti di zio Nicola che al parente sfuggono. Nessun eroe è tale per il proprio servo. Ringrazio mia zia Emanuela e mia madre Margherita, nipoti dirette di Nicolò Licata, che negli anni hanno incoraggiato la mia iniziativa. Iniziativa che col tempo ha preso corpo: dalla emozione iniziale si è passati al lavoro nostro quotidiano e, a trenta anni dalla sua morte, i nostri interessi con- vergono su quelli di zio Nicola: i bilanci, la cultura della attuazione, il radicamen- to sul territorio, il dare contezza agli elettori (accountability, si dice oggi). I bilanci rivelano nuovi deboli, gli stakeholder che spesso sono ignorati e ignoranti, ma non per questo meno degni di rispetto. I bilanci insegnano il rispetto degli stakeholder ignoti che – come il milite ignoto – non hanno difensori, non sono consapevoli di essere svantaggiati e spesso non sono neanche i poveri di dickensiana memoria. Con la disponibilità delle carte di zio Nicola su Internet la riflessione si apre ancora: le carte di zio Nicola invitano a non avere paura di aprire il sistema eco- 1. La corretta denominazione toponomastica è Tor Pignattara ma, nelle pagine che seguono, si è scelto di adottare il termine Torpignattara perché questa forma è prevalsa nell’uso comune. 10 L’inventario delle carte di Nicolò Licata nomico al rendiconto, al confronto (anche questo oggi si chiama benchmark), al calcolo dei benefici e dei costi, senza la retorica degli investimenti e del futuro. Che le carte di zio Nicola invitino ad uno studio della amministrazione che – ieri come oggi – fa a pugni con l’ideologia. Che le carte di zio Nicola aiutino a prendere consapevolezza che anche chi ha forte ideologia deve fare i conti con le praticità, tra le quali far tornare i conti amministrativi – come la storia attuale ci sta ripetendo – non è ultima cosa. Zio Nicola aveva visto Stalin di persona, per dire che era uno ideologico, ma tra le sue carte c’è pure una copia sottolineata e studiata dei Limiti dello sviluppo, scritto al MIT, il Massachusetts Institute of Technology, per dire che era uno di mentalità pratica, i numeri erano importanti per lui. Un ostetrico che nel 1972 legge quello che dicono al MIT non si trova die- tro l’angolo. Che le carte di Nicolò Licata – medico, partigiano, politico – siano utili per mettere insieme management e politica, superare le vaghe enunciazioni e la bassa cucina, fare la politica delle cose: Centrale del Latte, Torpignattara. Patrizia Gori L’acquisizione L’Archivio di Nicolò Licata perviene all’Archivio Storico Capitolino per donazione del pronipote, Paolo D’Anselmi che, il 23 gennaio 2004, scrivendo alla direzione dell’Archivio, esprimeva il desiderio di donare la documentazione prodotta dal Licata proprio al nostro istituto con queste parole Ritengo, infatti, che l’Istituto da lei diretto, in quanto archivio della città, sia il luogo più adatto per assicurare la conservazione e la fruibilità da parte dei cittadini di un complesso documentario che testimonia non solo l’attività di un personaggio im- pegnato nella vita civile…ma anche l’intensità dell’attività e del dibattito politico all’interno del Consiglio Comunale negli anni cruciali della ricostruzione a partire dal primo dopoguerra. Ho seguito la vicenda dell’acquisizione del fondo fin dall’inizio, quando fui inviata, insieme ad altri colleghi, a fare un sopralluogo per verificare la natura, la consistenza e lo stato di conservazione della documentazione al fine di valutare la opportunità e la coerenza di ospitarla presso il nostro istituto per la conservazione permanente. È stato subito per noi evidente che le parole usate da Paolo D’Anselmi per accompagnare la donazione delle carte Licata, descrivevano pienamente l’impegno sociale dell’uomo e del politico in una commistione a volte difficilmente districabile e, per tale motivo, anche più interessante. Dall’elenco di consistenza che in quella occasione venne redatto, risultava che più della metà della documentazione era costituita dalle carte prodotte nel corso dell’attività di consigliere comunale e abbastanza ben organizzate direttamente dal Nostro, ma, molte, erano anche le carte che si presentavano fortemente disordinate e disomogenee. Il complesso documentario era, infine, corredato da un numero, allora non quantificabile, di materiale bibliografico e da numerosi periodici. Espletate le pratiche amministrative per l’accettazione della donazione delle carte Licata,1 rimaneva il problema, di non semplice soluzione, di dare alla carte una sistemazione per consentire agli studiosi di consultarle liberamente. 1. Verbali delle Deliberazioni della Giunta Comunale, delib. n. 218 del 20 aprile 2004. 12 L’inventario delle carte di Nicolò Licata Ancora una volta il dott. D’Anselmi decise di sostenere il progetto di inven- tariazione prima e di valorizzazione delle carte Licata poi, così che, nell’ambito della collaborazione già esistente tra l’Archivio Storico Capitolino e il Centro per lo Studio di Roma (CROMA) dell’Università degli Studi Roma Tre, venne bandita una borsa di studio per la schedatura e il riordinamento del fondo Licata che ha prodotto l’inventario, redatto da Maria Renata Gargiulo, vincitrice della borsa, di seguito pubblicato.2 Parallelamente al lavoro di inventariazione della documentazione, l’Archi- vio Capitolino, con il coordinamento di Vincenzo Frustaci, responsabile della Biblioteca Romana, diede l’avvio alla schedatura del materiale bibliografico che,
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