ANNO XVI N°902 5 MAGGIO 2016

RIVISTA APERIODICA RISORSE CONVIVIALI DIRETTA DA E VARIA UMANITÀ ASTEFANO BORSELLI d f ISBSN2279–6924 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIl Covile Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila A cura di Stefano Borselli e A rmando Ermini MARXISTI ANTIMODERNI A NT O L O G I A QP

Barcellona, Baudrillard, Camatte, Collu, Debord, Fusaro, Preve, Tronti (e altri)

Nota introduttiva. Questa dall’altro le contraddizioni dell’esperien- ☞raccolta di brani nasce sulla za sovietica posero la necessità di risalire scia di alcuni articoli pubblicati sul Covi- alle origini del marxismo, non tanto per le che si sono occupati di autori di area darne una lettura piú autentica quanto marxista critica, non conformi alla lettu- per elaborare originali linee interpretati- ra scolastica di Marx. Proprio a partire dai testi marxiani si sono in effetti svilup- pate molteplici linee di pensiero accomu- Indice nate da una visione critica della moderni- Premesse...... 3 Il Capitale totale. Letture del Cap. VI...... 3 tà e, in maniera meno omogenea, anche Il tempo sottomesso...... 4 della tecnica; posizioni certamente oppo- La perdita del mondo e della carne...... 5 ste a quelle consuete e progressiste, ma Approfondimenti...... 6 non meno legittime. Dalla lezione di Mauss. Utilità, scarsità, valore Parliamo di aree e movimenti forma- d’uso...... 6 La natura umana...... 9 tisi negli anni sessanta del secolo scorso La comunità...... 10 intorno alla lettura dei ,1 quan- Katéchon o del contenimento...... 11 do da un lato l’espandersi del capitali- L’oppio dei popoli?...... 12 smo — che andava trasformando non so- Conseguenze...... 13 lo le strutture economiche ma anche Sentirsi antimoderni...... 13 Sul sesso liberato...... 14 quelle antropologiche delle società — Addio sinistra...... 16 Stato nazionale vs capitale internazionale.....18 Sull’Arte Contemporanea...... 20 1 Pubblicati per la prima volta in versione integrale nel 1939–41 dall’IMEL di Mosca, i Grundrisse e altri inediti Limite, norma e autorità...... 22 marxiani cominciarono a circolare in Europa dal 1958 Indice delle citazioni...... 23 con la mitica edizione MEGA (Marx-Engels-Gesam- tausgabe). In italiano e francese furono tradotti dai bor- Fonti...... 24 dighisti (Bruno Maffi, Roger Dangeville) e dagli operai- sti (Renato Solmi, Enzo Grillo).

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pitalista. Ogni altra periodizzazione del pro- a Premesse. cesso di autonomizzazione del valore […] non ha fatto altro che mistificare il passaggio del valore alla sua autonomia completa, vale M Il Capitale totale. Letture del Cap. a dire l’oggettivazione della quantità astratta VI. in processo nella comunità materiale. Il capi- tale, come modo sociale di produzione, realiz- 1. za il proprio dominio reale quando perviene Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli a rimpiazzare tutti i presupposti sociali o na- uomini avevano considerato come inalienabi- turali che gli preesistono, con forme di orga- le divenne oggetto di scambio, di traffico, e nizzazione specificamente sue, che mediano poteva essere alienato; il tempo in cui quelle la sottomissione di tutta la vita fisica e sociale stesse cose che fino allora erano state comuni- ai propri bisogni di valorizzazione; l’essenza cate ma mai barattate, donate ma mai ven- della Gemeinschaft (comunità) del capitale è dute, acquisite ma mai acquistate — virtú, l’organizzazione (Collu 1969). amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. — tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universa- le, o, per parlare in termini di economia poli- tica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisi- ca, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore (Marx 1847: Cap. I §1).

2. L’intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annun- cia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è al- lontanato in una rappresentazione (Debord 1967: tesi 1).

3. Lo spettacolo sottomette gli uomini viventi 5. nella misura in cui l’economia li ha totalmen- [...] il capitale astrae l’uomo. Il che vuol dire te sottomessi (Debord 1967: tesi 16). che gli prende tutto il suo contenuto, tutta la sua materialità: forza-lavoro; tutta la sostan- za umana è capitale. [...] L’uomo è l’uomo 4. astratto definito dalla costituzione. Inoltre Il punto di partenza della critica dell’attuale non bisogna dimenticare che il capitale s’è as- società del capitale, deve essere la riafferma- soggettato tutta la scienza, tutto il lavoro in- zione dei concetti di dominio formale e domi- tellettuale umano, e domina proprio in nome nio reale come fasi storiche dello sviluppo ca- di questo ammasso di conoscenze. Esso è la

5 Maggio 2016 Anno XVI h (4) h conoscenza, l’uomo la manovra. Al contrario mai se stesso riflesso in ogni determinazione dell’uomo della società feudale che era soprat- del reale. Ogni cellula della realtà è stata tutto animale, l’uomo della società borghese colonizzata dall’illimitata mercantilizzazione è puro spirito (Camatte 1974: 4–5). posta in essere dal fondamentalismo economi- co, nella transizione da un sistema dicotomi- co e conflittuale (dialettico-antitetico) a un 6. capitalismo assoluto, monocratico, totalitario Il capitale, anche quando sembra cadere al di e imperiale (Fusaro 2012: 375). fuori della sfera di produzione industriale, produce tutto in serie e riduce gli esseri uma- ni alla medesima situazione di dipendenza di fronte a se stesso. È l’alienazione portata a termine. Gli esseri umani sono totalmente di- venuti «altro» oppure, il che è lo stesso, gli schiavi hanno a tal punto accettato il potere del padrone da esserne divenuti il simulacro. Con ciò è finita qualsiasi dialettica fra forze produttive e rapporti di produzione di cui parlava Marx nell’«Introduzione» del 1857; e d’altra parte la produzione non è piú solo produzione per la produzione, bensí produ- zione per la riproduzione del capitale (Ca- matte 1978: 5).

7. [Il capitalismo] diventa assoluto-totalitario: assoluto perché — in termini hegeliani — pie- namente corrispondente al proprio Begriff, ossia tale da esprimere in forma compiuta la propria segreta logica immanente […], totali- M Il tempo sottomesso. tario, perché ha sussunto sotto di sé la totalità 9. sociale, simbolica, produttiva, culturale, an- Mentre nella fase primitiva dell’accumulazio- dando a saturare ogni ambito della produzio- ne capitalistica «l’economia politica non vede ne, dell’esistenza e dell’immaginazione e se- nel proletario che l’operaio», ovvero colui che gnando l’avvenuta presa di possesso totale deve ricevere il minimo indispensabile per la dal parte del mercato, di tutti gli aspetti del- conservazione della propria forza-lavoro, la riproduzione sociale (Fusaro 2012: 373). senza mai considerarlo «nei suoi svaghi e nel- la sua umanità», questa posizione delle idee della classe dominante si inverte nel momento 8. in cui il grado d’abbondanza raggiunto nella Nell’«orizzonte unico» della merce, il capita- produzione delle merci esige un surplus di col- lismo diventa «speculativo» poiché — data laborazione da parte dell’operaio. [...] Allora la sua natura totalitaria e assoluta — vede or- l’umanesimo della merce prende in carico «gli

dIl Covilef N° 902 h (5) h svaghi e l’umanità» del lavoratore, semplice- dell’abolizione del lavoro diventa perciò un mente perché l’economia politica può e deve elemento dell’utopia del capitale […] (Camat- ora dominare queste sfere in quanto economia te 1978: 24). politica. Cosí «il rinnegamento compiuto dell’uomo» ha saturato la totalità dell’esisten- za umana (Debord 1967: tesi 43). M La perdita del mondo e della carne. 13. 10. Liberazione delle forze produttive, liberazio- Dominio reale del capitale significa quindi ne delle energie e della parola sessuale: stesso che non soltanto il tempo di vita e le capacità combattimento, stessa avanzata di una socia- mentali del proletariato gli vengono espro- lizzazione sempre piú potente e differenziata priate, ma che prevalendo ormai (sul piano [...] La trafila della produzione porta dal la- spaziale) il tempo di circolazione su quello voro al sesso, ma cambiando di binario: di produzione, la società del capitale crea po- dall’economia politica al libidinale (ultima polazione «improduttiva» su larga scala — acquisizione del ’68) vi è la sostituzione di crea cioè la stessa «vita» in funzione delle un modello di socializzazione violento e ar- proprie necessità — per fissarle poi nella sfe- caico (il lavoro) con un modello di socializza- ra della circolazione e delle metamorfosi del zione piú sottile, piú fluido, ad un tempo piú plusvalore accumulato. Il ciclo si chiude con psichico e piú vicino al corpo (il sessuale e il una identità: tutto il tempo di vita degli uomi- libidinale). Metamorfosi e svolta dalla forza ni è il tempo socialmente necessario alla creazio- lavoro alla pulsione (Baudrillard 1977a: 73– ne e alla circolazione-realizzazione del plu- 74). svalore; tutto è misurabile dalle lancette de- gli orologi. «Il tempo è tutto, l’uomo non è 14. piú nulla, esso diviene tutt’al piú la carcassa Analizziamo il fenomeno. Un uomo, una don- del tempo» (Anti-Proudhon) (Collu 1969). na, l’amore; essi s’uniscono, hanno un figlio. Per lo spirito-capitale è un crimine, perché è 11. un atto libero. Hanno ottenuto un essere, Si è arrivati all’organizzazione del tempo per considerato dai sostenitori della dinamica del il capitale ed è a partire da ciò che il capitale capitalismo, come un oggetto, un prodotto, ha potuto mettere a punto la programmazio- ma senza pagare nulla. Invece domani non si ne di ogni aspetto della vita umana (Camatte accoppieranno piú, bensí compreranno in co- 1978: 6). mune un embrione. A seconda delle loro risorse finanziarie, potranno procurarsi un ge- nio o un cretino. Il vantaggio è che potranno 12. sempre reclamare, se il prodotto non corri- […] c’è integrazione dei diversi momenti e il spondesse a ciò che desideravano quanto a ses- capitale diventa esso stesso soggetto consuma- so, colore degli occhi, QI, etc. Inoltre, la se- tore. Il tempo libero diviene a sua volta un parazione dei sessi sarà pienamente possibile momento di capitalizzazione, vale a dire il [...] poiché sarà possibile, allora, far prosegui- momento in cui un capitale dato si realizza in re lo sviluppo dell’embrione in vitro. Per far un capitale accresciuto. La rivendicazione trionfare la generazione artificiale, remunera-

5 Maggio 2016 Anno XVI h (6) h tiva e creatrice di posti di lavoro, si utilizze- 16. ranno effettivamente tali argomenti. Si invo- La manipolazione della vita, originata dagli cherà il beneficio dell’asepsi integrale, la pos- sviluppi della tecnica e dalla violenza insita sibilità di eliminare le tare. Ciò ha per corol- nei processi di globalizzazione […] ci pone di lario la necessità di dimostrare che ogni esse- fronte ad una inedita emergenza antropolo- re umano è normalmente tarato (a meno che gica. Essa ci appare la manifestazione piú gra- non intervenga la scienza). La tara medica so- ve e al tempo stesso la radice piú profonda stituirà il peccato originale, e il cristianesimo della crisi della democrazia. Germina sfide verrà cosí salvato. I preti potranno occuparsi che esigono una nuova alleanza fra uomini e del loro gregge artificiale. Meglio ancora, si donne, credenti e non credenti, religioni e po- mostrerà, come viene già fatto [...] che la ses- litica (Barcellona & Sorbi & Tronti & Vacca sualità è pericolosa, che ogni contatto è ri- 2012). schio patogeno. Da lí, tutta l’esaltazione mercantile dell’AIDS, delle malattie sessual- mente trasmissibili. Al limite, essere naturali non potrà (come già hanno scritto gli autori a della fantascienza, cfr. Défense de coucher per Approfondimenti. esempio) che generare disgusto, da cui il tuffo forzato nella virtualità [...]. Se non ci sono piú contatti, tutto può essere protetto, M Dalla lezione di Mauss. Utilità, ma l’Homo sapiens sarà spogliato della ses- scarsità, valore d’uso. sualità, come tende a esserlo del pensiero 17. grazie al computer. Cosí come di tutti i rap- […] Questo incessante sviluppo della potenza porti intraspecifici (Camatte 1991). economica sotto forma di merce, che ha tra- sfigurato il lavoro umano in lavoro-merce, in 15. salariato, porta cumulativamente a un’ab- Mentre l’epoca precedente è stata caratteriz- bondanza nella quale la questione primaria zata dal dominio della natura, oggi quest’ulti- della sopravvivenza è senza dubbio risolta, mo si presenta come dominio della vita. Il ma in modo tale che deve sempre riproporsi; dominio della natura significa mettere a essa è ogni volta posta di nuovo a un livello su- profitto un terreno, costruire una città; il do- periore. La crescita economica libera le socie- minio della vita consiste invece nel sostituire tà dalla pressione naturale che esigeva la loro la natura nei meccanismi del vivente […] Ciò lotta immediata per la sopravvivenza, ma al- che consente la manipolazione della vita è la lora è dal loro liberatore che esse non sono li- convinzione che la vita stessa non ha valore, berate. L’indipendenza della merce si è estesa all’interno di una visione nichilista che tra- all’insieme dell’economia sulla quale domina. volge ogni idea di diritto. […] All’aurora del L’economia trasforma il mondo, ma lo mo- nuovo mondo, le norme giuridiche al pari di difica solo in mondo dell’economia. La pseu- qualsiasi bene sono prodotte a partire dal nulla e donatura, nella quale il lavoro umano si è alie- possono essere ricacciate nel nulla (Barcello- nato, esige di proseguire all’infinito il suo ser- na 2005a: 49–50). vizio, e questo servizio, che essendo giudicato e assolto se non da se stesso, ottiene infatti la totalità degli sforzi e dei progetti socialmente

dIl Covilef N° 902 h (7) h leciti, come suoi servitori. L’abbondanza delle «bisogni») rappresenta l’uomo pensato in merci, vale a dire del rapporto mercantile, termini di valore d’uso. Vi è un’omologia tra non può piú essere altro che la sopravvivenza l’«emancipazione», nell’era borghese, del- aumentata (Debord 1967: tesi 40) l’individuo privato finalizzato dai propri biso- gni e l’«emancipazione» funzionale degli og- getti nel loro valore d’uso (Baudrillard 1972: 138).

20. Il valore d’uso è espressione di tutta una me- tafisica: la metafisica dell’utilità, che si inscri- ve, come una specie di legge morale, nel cuore stesso dell’oggetto, e vi si inscrive in funzio- ne della finalità del «bisogno» del soggetto. Il valore d’uso è la trascrizione nel cuore del- le cose della medesima legge morale (kantia- na e cristiana) inscritta nel cuore del sogget- to, che la rende positiva nella sua essenza e la istituisce entro una relazione finale (con dio o con una qualsiasi realtà trascendente). Nel- l’uno e nell’altro caso la circolazione del valo- re è regolata da un codice provvidenziale che veglia sulla correlazione dell’oggetto con il bisogno del soggetto, sotto il segno della 18. «funzionalità»; come assicura, del resto, la coincidenza del soggetto con la legge divina, Il valore di scambio ha potuto formarsi solo sotto il segno della morale. […] Se non si sot- come agente del valore d’uso, ma la sua vit- topone radicalmente il valore d’uso a questa toria con armi proprie ha creato le condizio- logica dell’equivalenza, mantenendo il valo- ni del suo dominio autonomo. Mobilitando re d’uso nell’ambito del «non comparabile», ogni uso umano e guadagnando il monopolio l’analisi marxista ha contribuito alla mitolo- del suo soddisfacimento, ha finito per dirige- gia (vera «mistica» razionalista) che fa passa- re l’uso. Il processo di scambio si è identifica- re la relazione dell’individuo con gli oggetti, to con ogni uso possibile e l’ha ridotto alla concepiti come valore d’uso, come una rela- sua mercé. Il valore di scambio è il condot- zione concreta e oggettiva, «naturale», insom- tiero del valore d’uso, che finisce per condur- ma, il bisogno proprio dell’uomo e la funzio- re la guerra per proprio conto (Debord 1967: ne, propria dell’oggetto — che è l’inverso tesi 46). della relazione «alienata», reificata, astratta, che vi sarebbe rispetto ai prodotti come valo- 19. re di scambio: qui, nel valore d’uso, vi sareb- Il produttore sociale astratto rappresenta be come una sfera concreta della relazione l’uomo pensato in termini di valore di scam- privata, in opposizione alla sfera sociale e bio. L’individuo sociale astratto (l’uomo dei

5 Maggio 2016 Anno XVI h (8) h astratta del mercato (Baudrillard 1972: 139– zazione del valore di scambio. Le comunità 140). primitive la ignoravano allo stesso modo che ignoravano l’assillo del tempo libero (Camat- te 1978: 6). 21. […] il valore d’uso, la stessa utilità, proprio come l’equivalenza astratta delle merci, è un 23. rapporto sociale feticizzato — un’astrazione, Ma in definitiva non è lo stesso Marx a con- quella del sistema dei bisogni, che assume la siderare che lo sviluppo delle forze produtti- falsa evidenza di una destinazione concreta, ve (dati neutri) verrebbe falsato dal movi- di una finalità propria ai beni e ai prodotti — mento del capitale? Non è forse una falsa co- proprio come l’astrazione del lavoro sociale scienza storica quella che vorrebbe fondare il che fonda la logica dell’equivalenza (valore comunismo sulla base di uno sviluppo delle di scambio) si nasconde sotto l’illusione del forze produttive, pari a quello che ha reso pos- valore «infuso» delle merci. […] Perché vi sia sibile l’instaurarsi del capitale? (Camatte scambio economico e valore di scambio è già 1978: 9) necessario che il principio dell’utilità sia dive- nuto il principio della realtà dell’oggetto, o del prodotto. […] Ormai secolarizzati, funziona- 24. lizzati, razionalizzati nell’ambito di ciò per Per esempio, gli uomini e le donne sono sem- cui servono, gli oggetti diventano la promes- pre diventati adulti; ora per riuscirci hanno sa di un’economia politica ideale (e idealisti- bisogno della istruzione. Nelle società tradi- ca) che ha come parola d’ordine «a ciascuno zionali maturavano senza accorgersi che le secondo i suoi bisogni». Contemporaneamen- condizioni della crescita erano determinate te l’individuo sottratto a ogni obbligazione dalla scarsità. Oggi le istituzioni didattiche collettiva d’ordine magico o religioso, «libe- insegnano loro che l’apprendimento e la com- rato» dai suoi legami arcaici, simbolici o petenza desiderabili sono beni scarsi per i qua- personali, «privato» ed autonomo, si defini- li uomini e donne devono competere. In tal sce mediante un’attività «oggettiva» di tra- modo l’istruzione diventa un sinonimo sformazione della natura — il lavoro — e me- dell’imparare a vivere in condizioni di scarsi- diante la distruzione di oggetti utili a proprio tà (Illich 1982: cap. 1). profitto: bisogni, soddisfazione, valore d’uso (Baudrillard 1972: 136–138). 25. Il capitalismo, nella sua dinamica, produce 22. gradi di vera e propria «artificialità» sociale e Ora si è mostrato come, col capitale, essenzia- antropologica sempre maggiori, per cui i bi- li per l’uomo non siano piú i valori d’uso, ben- sogni (e ancor piú i desideri, per loro natura sí il movimento di valorizzazione-capitalizza- illimitati) vengono incessantemente creati, in zione nel cui ambito viene abolita ogni dif- una vera e propria «creazione continua» del ferenza fra valore d’uso e valore di scambio consumatore, che da homo sapiens diventa ho- […] la ricerca della ricchezza era abbinata al- mo consumans (Preve 2006a: 73). la lotta contro la penuria. Ora, in realtà, que- sta comincia precisamente con l’autonomiz-

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26. di cui Marx continuava sempre a servirsi. Il linguaggio dell’eccedenza non è il linguag- Che cos’è l’alienazione, in realtà, se non un gio logico-deduttivo, dal punto di vista del processo in cui l’uomo si priva di qualcosa calcolo non c’è differenza fra le pillole e la che egli è davvero, si priva dunque della pro- fontana d’acqua sorgiva, si stabiliscono equi- pria umanità? Per poter adoperare in modo valenze funzionali, secondo il parametro sensato questo termine, dobbiamo supporre dell’utilità rispetto a un obiettivo perseguito. di sapere in che cosa consiste il condiziona- Nel linguaggio dell’eccedenza, invece, non mento dell’uomo, ossia che cos’è l’uomo rea- possono esserci equivalenze: ogni parola, lizzato a differenza dell’uomo smarrito, che ogni cosa rappresentata, vale per sé e non è cos’è l’‹umanità›, ovvero la natura umana suscettibile di essere scambiata con niente […]. Mancando quest’esempio o modello, (Barcellona 2010: 17). anche se tracciato in maniera piuttosto vaga, non v’è modo di dare un significato alla paro- la ‹alienazione›» (Miłosz 2000: 112). 27. Contrapposto al bisogno, il desiderio costitui- sce l’elemento riproduttore strutturale del 29. consumo capitalistico e della sua metafisica Il concetto di natura umana è pienamente le- del «voler-avere-sempre-di-piú»; il sistema gittimo, ed è anche filosoficamente fondativo. globale vive di desideri, poiché i bisogni, una Esso è ad un tempo biologico, storico e so- volta appagati, lo porterebbero rapidamente ciale. In quanto storico e sociale, esso è cer- verso crisi letali di sovrapproduzione e di tamente «influenzato» da fattori storici e so- sotto-consumo […] L’antropologia del desi- ciali (educazione, rapporti sociali classisti, derio e l’economia feticisticamente autono- manipolazione, ecc.), ma non si riduce ad es- mizzata e non piú incorporate nel tessuto so- si (Preve 2012: 53). ciale complessivo sono le due facce della stes- sa medaglia (Fusaro 2012: 396–397). M La comunità. 30. M La natura umana. Posto che noi avessimo prodotto come uomi- 28. ni: ciascuno di noi nella sua produzione a- Comincerò con una mancanza di tatto, con- vrebbe doppiamente affermato se stesso e l’al- fessando cioè di credere nella natura umana. tro. Io avrei 1) oggettivato nella mia produzio- Questa idea è passata di moda, è stata anzi ne la mia individualità, la sua peculiarità, e giudicata indecorosamente conservatrice, e dunque tanto durante l’attività avrei goduto in ciò il pensiero progressista non dà prova di una individuale esteriorizzazione di vita, quan- coerenza […] Un altro passi, ma to nella contemplazione dell’oggetto avrei go- difficilmente può venir accusato di essere un duto la gioia individuale di sapere la mia per- conservatore. A questo proposito mi rifaccio sonalità come potere oggettivo, sensualmente a Leszek Kołakowski che dice «bisogna dun- contemplabile, e dunque sopra ogni dubbio su- que richiamare l’attenzione sul fatto che blime. 2) Nel tuo godimento o nel tuo uso del l’idea del ‹ritorno dell’uomo a se stesso› è con- mio prodotto, io avrei immediatamente il go- tenuta nella categoria stessa dell’alienazione, dimento, tanto della coscienza di aver soddi- sfatto nel mio lavoro un bisogno umano,

5 Maggio 2016 Anno XVI h (10) h quanto di avere oggettivato l’essere umano e mente separati: il capitale-valore in processo. dunque di aver procurato il suo oggetto cor- d) Il comunismo scientifico, la comunità rispondente al bisogno di un altro essere umana ritrovata, che integra tutte le acquisi- umano; 3) di essere stato per te il mediatore zioni dei periodi anteriori (Camatte 1968: fra te e il genere, dunque di essere saputo e 231). sentito da te stesso come un complemento del tuo proprio essere e come una parte necessa- ria di te stesso, quindi di sapermi confermato tanto nel tuo pensiero quanto nel tuo amore; 4) di aver creato immediatamente nella mia in- 32. dividuale esteriorizzazione di vita, dunque di [...] una ragionevole e praticabile nozione di avere immediatamente confermato e realizzato «comunità» (koinonia) ci è stata tramandata nella mia attività individuale il mio vero esse- dai nostri maestri greci, ed in particolare (ma re, il mio umano, comune essere (mein men- non solo) da Aristotele, e percorre come un schliches, mein Gemeinwesen) (Marx 1844). filo rosso tutto il pensiero occidentale fino a giungere alla nozione di «etica sociale» (Sit- ten, Sittlichkeit) in Hegel e di «comunità» (Gemeinwesen) nello stesso Marx (Preve 2006a: 6).

33. L’intera storia della tradizione filosofica oc- cidentale può essere ricostruita senza alcuno sforzo o deformazione unilaterale sulla base della categoria di comunità. Ed anzi, se fac- ciamo un rapido esame comparativo tra la na- scita della filosofia nell’antica Grecia (Parme- nide) e nell’antica Cina (Confucio), in cui è dimostrata la totale assenza di rapporti reci- proci diretti o indiretti, vediamo che in tutti e due i casi al centro dell’attenzione dei filo- sofi sta la «ricomposizione ideale» di un inte- ro comunitario nel frattempo corrotto e dis- 31. solto, in vista di una nuova armonia comuni- […] la questione della comunità è la questio- taria da ricostruire razionalmente e senza piú ne centrale del movimento proletario. In mo- ricorrere all’autorità dei miti cosmogonici do sintetico, essa si presenta come segue: a) precedenti (Preve 2006a: 82). Comunità umana primitiva. b) Distruzione di questa con sviluppo di due movimenti, quello 34. del valore e quello di espropriazione degli uo- Alla minaccia di insensatezza si risponde con mini. c) Formazione della comunità materia- proposte differenziate di ristabilimento della le con fusione dei due movimenti precedente- sensatezza, sempre e solo su base comunita-

dIl Covilef N° 902 h (11) h ria. Pitagora, Parmenide, Protagora, Socra- loniale che ha permesso di conservare la vec- te, Platone, Aristotele, sono tutti momenti di chia struttura agraria (importanza dei piccoli un unico problema, la sensatezza del fonda- proprietari del Nord, delle piccole e medie mento della comunità. Aristotele tira i fili di imprese ecc). […] si ha dunque una situazio- questo dialogo durato tre secoli, proponendo ne del tutto differente da quella della Germa- una visione integralmente comunitaria della nia nazista, nella quale l’ideologia del ritorno convivenza umana e sociale. Respingendo la a un certo Stato originario ha direttamente tentazione eugenetica, ben piú pericolosa per mascherato il movimento attraverso il quale la comunità del pensiero sociale sull’uomo si instaurava la comunità materiale del capita- (Preve 2006a: 103). le (il suo dominio reale sulla società), e que- sto perché in Germania la vecchia società borghese è stata rapidamente distrutta. […] 35. Nella vittoria del salazarismo è infine da tene- Nessuno della ventina di codici «marxisti» po- re presente l’anticomunismo. Inoltre, ma que- steriori è basato sulla consapevole coniugazio- sto resta da dimostrare, non ci sarebbe stato ne di comunitarismo e di comunismo. [...] il persistere di un sentimento comunitario, Una parziale eccezione è data dalla scuola per lo meno in alcune zone del Portogallo? (oggi estinta) di Jacques Camatte, che effetti- Ciò comporterebbe la preoccupazione di sa- vamente ha cercato una fusione di comunitari- pere di quale tipo di comunità si trattava, qua- smo e di comunismo. Ma chi guarda le cose le rapporto essa manteneva con la Chiesa (Ca- piú da vicino vedrà che quella di Camatte è matte 1978: 22). una eresia interna alla corrente bordighista storica [...]. La nostra impostazione non ha letteralmente nulla a che vedere con quella di 37. Camatte3 (Preve 2011). La mia idea è che la Rivoluzione d’ottobre so- miglia piú alla rivoluzione conservatrice che alle rivoluzioni borghesi. Anche la rivoluzio- M Katéchon o del contenimento. ne conservatrice ha il carattere del katéchon, 36. cerca di trattenere l’avvento del demone na- zista, che a suo modo è un nuovo che avanza, L’altro momento è quello del salazarismo, come del resto il fascismo-movimento delle che si è voluto chiamare «fascismo portoghe- origini, una modernizzazione politica, istitu- se» ma che in realtà non presenta i caratteri zionale, sociale, tecnologica […] I totalitari- del nazismo o del fascismo. Secondo me esso smi non sono un prodotto del Novecento, so- è stato invece un mezzo di lotta contro la no l’esito del Moderno, della sua volontà di distruzione di una società. Esso infatti è riu- potenza senza limiti […] Prodotto del Nove- scito a congelarla e temporaneamente ad im- cento sono state le rivoluzioni, che contrasta- pedire che una forma piú evoluta del MPC vano questa deriva; frutto maturo della [=Modo di Produzione Capitalistico] si in- storia europea, quindi, cultura operaia da un staurasse e sconvolgesse il paese. Questo bloc- lato, aristocrazia intellettuale dall’altro, uni- caggio è legato all’esistenza di un impero co- che forze indisponibili al destinale spirito bor- 3 Formati, ahimè, alla scuola dei maestri del sospetto, ghese moderno (Tronti 2015: 22). non possiamo non leggere questa nota come l’ammissio- ne di Preve di aver molto a che vedere con l’impostazio- ne di Camatte (N.d.R.).

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M L’oppio dei popoli? 40. La religione è un’attività originaria connatu- rata alla forma antropologica della natura umana, ed ha perciò almeno in parte una na- tura metastorica, anche se sono sempre stori- che le sue forme concrete di manifestazione individuale (significato dell’esistenza sin- gola) e collettive (riti collettivi di identifica- zione e di autorassicurazione). Dal momento che la religione è un’attività originaria conna- turata nella forma antropologica (ed addirit- tura etologica) della natura umana, preveder- ne possibile l’estinzione e addirittura auspi- carla in nome di una sorta di «ateismo scien- tifico universale» è un errore, ed anzi qual- 38. cosa di piú di un errore, un vicolo cieco della Il movimento operaio ha sbagliato strada filosofia e della politica (Preve 2004: 37). quando ha seguito il Marx apologeta della borghesia, e ha indovinato la strada quando 41. ha seguito il Marx critico dell’economia poli- [...] il monoteismo religioso non è pertanto tica. [...] Marx, che ha visto come nessun al- un «nemico» della verità, ma un alleato pos- tro la terribile potenza del capitale, non ha sibile. È bene notare che questa possibile al- visto che il destino del Moderno si era ormai leanza non può essere fondata (come molti so- indissolubilmente identificato con la storia stengono) su ragioni di tipo populistico, pau- del capitale (Tronti 2015: 18–20). peristico e miserabilistico. La cosiddetta «scelta preferenziale per i poveri», che alcuni 39. considerano il terreno di incontro fra rivolu- Le rivoluzioni novecentesche non erano an- zionari atei e religiosi, non è che una conse- timoderne, reagivano, resistevano, all’inva- guenza secondaria di qualcosa che le sta alle sione del Moderno da parte dei barbarici spi- spalle e che è primario, cioè l’ammissione riti animali del capitalismo. L’originario pro- dell’esistenza della verità (Preve & Bontem- getto moderno era infatti la loro tradizione. pelli 1997: 233–134). E il lascito che si riconosce nel fallimento di tutti i moti rivoluzionari del secolo passato, 42. […] dalla rivolta giovanile alla rivoluzione L’attuale deformazione positivistica, che si è femminile, è la necessità di mantenere accompagnata inevitabilmente allo sviluppo nell’atto di rottura con il passato il rapporto della scienza moderna, ha però imposto la con la tradizione. La Tradizione non è il pas- correlazione del concetti di verità con l’ade- sato, ma è quello che del passato resta nelle guato rispecchiamento dei fenomeni fisici, al nostre mani come irriducibile al presente punto che la fisica, da scienza particolare, è (Tronti 2015: 23). diventata una vera e propria concezione del

dIl Covilef N° 902 h (13) h mondo. Ma originariamente la «verità» era semplificazione che nemmeno la successiva, un disvelamento sapienziale delle condizioni famosa tesi weberiana riesce a rendere convin- permanenti che reggevano la riproduzione ar- cente. Che il riflesso religioso del mondo rea- monica della comunità, e la falsità si identifi- le scomparirà il giorno in cui i rapporti della cava direttamente con le dinamiche di disso- vita pratica quotidiana presenteranno agli uo- luzione di questa comunità (Preve 2006a: mini relazioni chiaramente razionali fra di lo- 108). ro e fra loro e la natura, questa è una previsio- ne che non solo il tentativo di socialismo, ma lo stesso sviluppo del capitalismo ha smentito 43. (Tronti 2015: 130). L’origine della religione, o piú esattamente delle religioni, sta dunque nella razionale esi- genza di sottrarre allo scorrimento annichili- tore del tempo un’Origine che possa funzio- nare da garante di tutti i valori fondativi di a Conseguenze. una comunità (Preve 2005).

M Sentirsi antimoderni. 44. 46. […] la religione non soltanto è dotata di un suo spazio veritativo […], ma racchiude al Presso gli antichi non troviamo mai un'inda- proprio interno, blochianamente, una corren- gine su quale forma di proprietà fondiaria, te calda che, in nome del Dio trascendente, è ecc., crei la ricchezza più produttiva, la mas- fonte di lotte contro i soprusi terreni. Del re- sima ricchezza. La ricchezza non si presenta come scopo della produzione, sebbene un sto, la religione può oggi costituire una pre- Catone possa indagare quale coltivazione dei ziosa risorsa di resistenza al nichilismo, già campi sia la più redditizia oppure Bruto pos- solo in forza del suo eroico riconoscimento sa persino prestare il suo denaro al massimo dell’alterità della forma di merce rispetto al- interesse. L'indagine è sempre volta a stabi- la divinità trascendente (Fusaro 2012: 473). lire quale forma di proprietà crei i migliori cittadini. La ricchezza come fine a se stessa 45. si ritrova solo nei pochi popoli commerciali La critica della religione come alienazione — monopolisti del carrying trade — che vi- umana è un tributo pagato alla cultura del vono nei pori del mondo antico come gli tempo. Quello che di Marx oggi risulta irre- ebrei vivono nei pori della società medioeva- cuperabile è quel suo prepositivismo, o quel le. […] Perciò l’antica concezione secondo suo postmaterialismo di stampo settecente- cui l’uomo, quale che sia la sua limitata deter- sco. Che per una società di produttori di mer- minazione nazionale, religiosa, politica, è ci, misurate come valori da un uguale lavoro sempre lo scopo della produzione, sembra umano, il cristianesimo — col suo culto molto elevata nei confronti del mondo mo- dell’uomo astratto, specialmente nel suo svol- derno, in cui la produzione si presenta come gimento borghese, protestante, deista eccete- scopo dell’uomo e la ricchezza come scopo ra — sia la forma di religione piú corrispon- della produzione. Ma in fa, una volta can- dente, come si recita in queste pagine, è una cellata la limitata forma borghese, che cos’è la ricchezza se non l’universalità dei bisogni,

5 Maggio 2016 Anno XVI h (14) h delle capacità, dei godimenti, delle forze pro- 48. duttive ecc. degli individui, creata nello Sono a questo punto pensabili l’idea e la pras- scambio universale? Che cos’è se non il pieno si, contestatrici dell’ordine esistente, da parte sviluppo del dominio dell’uomo sulle forze di una moderna forza antimoderna? (Tronti della natura, sia su quelle della cosiddetta na- 2015: 29) tura, sia su quelle della propria natura? Che cos’è se non l’estrinsecazione assoluta delle sue doti creative, senza altro presupposto che 49. il precedente sviluppo storico, che rende fine Il movimento operaio ha cominciato a perde- a se stessa questa totalità dello sviluppo, cioè re quando ha cominciato a correre, ripeto, in dello sviluppo di tutte le forze umane come Occidente e in Oriente, con il capitalismo mo- tali, non misurate su di un metro già dato? derno: a correre, e non dietro alla contraddi- Nella quale l’uomo non si riproduce in una di- zione, piuttosto davanti alla modernizzazio- mensione determinata, ma produce la pro- ne sempre crescente […] Sarebbe stato com- pria totalità? Dove non cerca di rimanere pito del movimento operaio [...] quello di qualcosa di divenuto, ma è nel movimento as- imporre alla tarda modernità, con i mezzi soluto del divenire? Nell’economia politica che giustificano il fine, di non piú correre ma borghese — e nella fase storica di produzione camminare: trattenendo, rallentando, ritro- cui essa corrisponde — questa completa e- vando il passo dell’uomo, sottomettendo il rit- strinsecazione della natura interna dell’uo- mo della macchina, non per la decrescita, ma mo si presenta come un completo svuotamen- per una concrescita, tra il fuori e il dentro, to, questa universale oggettivazione come alie- tra situazione ed esistenza, tra destino e liber- nazione totale, e l’eliminazione di tutti gli tà (Tronti 2015: 45–46). scopi determinati unilaterali come sacrificio dello scopo autonomo a uno scopo completa- mente esterno. Perciò da un lato l’infantile 50. mondo antico si presenta come qualcosa di Siamo in questa condizione, di cui lucida- piú elevato. Dall’altro esso lo è in tutto ciò in mente occorre prendere atto: solo il passato cui si cerca di ritrovare un’immagine com- è oggi alternativo al presente, non piú cat- piuta, una forma e una delimitazione oggetti- turabile dal suo selvaggio istinto predatorio. va. Esso è soddisfazione da un punto di vista Il futuro è già tutto inscritto nel presente: limitato; mentre il mondo moderno lascia in- questo farà di quello tutto ciò che vorrà soddisfatti, o, dove appare soddisfatto di se (Tronti 2015: 79). stesso, è volgare (Marx 1858: II, 142).

M Sul sesso liberato. 47. 51. Non si può essere piú moderni del capitali- Ormai non si dice neppur piú: «tu hai un’ani- smo. Questa pretesa è stata la vera utopia del ma e bisogna salvarla», ma «tu hai un sesso e socialismo come scienza (Tronti 2015: 27). devi trovarne il buon uso», «tu hai un incon- scio e bisogna saperne godere», «tu hai un corpo e bisogna saperne godere», «tu hai una libido e bisogna saperla spendere», ecc. ecc. Questa costrizione di liquidità, di flusso, di

dIl Covilef N° 902 h (15) h circolazione accelerata dello psichico. del ses- 53. suale e dei corpi è la replica esatta di quella Perché, a partire dal momento in cui si rimet- che gestisce il valore mercantile: bisogna che te in causa l’eterosessualità, limitare la sessua- il capitale circoli, che non abbia piú gravità, lità a un rapporto uomo-donna, donna-don- punto fisso, che la catena degli investimenti e na, uomo-uomo, e questo a diverse età (dun- reinvestimenti sia ininterrotta, che il valore si que pederastia e pedofilia)? Ci possono esse- irradi senza sosta ed in tutte le direzioni. E re anche zoofilia, necrofilia, coprofilia ecc. questa è la forma stessa della realizzazione at- Se si considera logico che degli omosessuali tuale del valore. È la forma del capitale; e la si sposino tra loro (negando in tal modo quel- sessualità, la parola d’ordine sessuale, il mo- la rottura col sociale che il loro legame in ori- dello sessuale è il modo della sua epifania al li- gine comporterebbe) e che ci siano chiese per vello dei corpi (Baudrillard 1977a: 77). omosessuali come M. Mieli precisa a pag. 87 del suo libro, perché non dovrebbero esserci anche matrimoni fra uomini o donne e anima- li, che sarebbe un modo per superare l’antite- si natura cultura sul terreno di quest’ultima? […] Con ciò, non ritengo certo che ogni qual volta si fa all’amore si debba pensare o si pen- si alla procreazione, ma essa non dev’essere un possibile da realizzarsi solo quando lo vo- gliamo. Se si dissocia, sarà difficile vivere al momento voluto tutta la dimensione specifi- ca, paleontologica e cosmica dell’atto ses- suale che si sviluppa nello sfociarsi-aprirsi procreativo. […] Il pericolo di una riduzione a particelle neutre è molto reale, poiché da di- versi orizzonti si propone in definitiva di sop- primere la procreazione (che permetterebbe una liberazione completa della donna e dell’amore). […] Ma in che cosa il non pro- creare, partorire, allattare, potrebbe essere una manifestazione positiva? Questa libera- 52. zione-emancipazione è una spoliazione, una Chi vive con lo stesso perirà dello stesso. riduzione dell’essere umano a semplice sup- L’impossibilità di scambio, di reciprocità, di porto di diverse funzioni che gli si possono in- alterità, secerne quest’altra alterità invisibile, nestare e che egli potrebbe manipolare al di diabolica, sfuggente, questo Altro assoluto fuori di lui... […] Emancipazione-liberazione che è il virus, lui stesso fatto d’elementi sem- è un processo interno al capitale […] La dina- plici e di una ricorrenza infinita. Noi siamo mica della liberazione è quella della fram- in una società incestuosa. E il fatto che mentazione; la liberazione sessuale è la polve- l’AIDS ha toccato prima gli ambienti omoses- rizzazione dell’amore in quanto processo to- suali o drogati attiene a questa incestuosità tale della vita umano-femminile […] essere dei gruppi che funzionano in circuiti chiusi contro la procreazione è come essere contro (Baudrillard 1977b). il lavoro; è voler essere finalmente spossessa-

5 Maggio 2016 Anno XVI h (16) h to della vita e dell’attività; il capitale che ten- 57. de in definitiva a realizzare una comunità sen- Al tempo di Marx (1868) la sinistra si costi- za esseri biologici umani e senza attività tuí storicamente sulla base di una fragile al- biologica umana (Camatte 1978: 61–62). leanza fra una critica economico-sociale al ca- pitalismo, di cui erano titolari le classi popo- lari, operaie, salariate e proletarie […], ed 54. una critica artistico-culturale alla borghesia, Una società industriale non può esistere se soprattutto ai suoi costumi ipocriti, di cui non impone certi presupposti unisex: il pre- erano titolari appunto gli intellettuali di «si- supposto che entrambi i sessi siano fatti per lo nistra» del tempo. Ma questa fragile alleanza stesso lavoro, percepiscano la stessa realtà e oggi non esiste piú. A partire da un secolo do- abbiano, a parte qualche trascurabile variante po (1968) la borghesia ha «liberalizzato» i esteriore, gli stessi bisogni. Ed anche il presup- suoi precedenti costumi, e cosí l’alleanza è di posto della scarsità, fondamentale in economia, fatto finita […] In Europa occidentale […] è logicamente basato su questo postulato uni- la sinistra «concreta» (e non idealtipica) non sex (Illich 1982: cap. 1). è piú da tempo una forza emancipatrice […] Non lo è perché è diventata nel suo comples- so la punta avanzata dell’individualismo ato- M Addio sinistra. mistico assoluto. La sinistra avrebbe quindi 55. bisogno di una correzione comunitaria. Ma La sinistra si è smarrita per una ragione mol- questo è reso impossibile dal suo codice cultu- to semplice: perché ha abbandonato ogni i- rale egemonico, che si è ormai stabilizzato in dea di bene comune. Prima, seppure nella for- un profilo individualistico, filosoficamente ma perversa dello Stato totalitario, sottopo- postmoderno, relativistico e nichilistico. […] neva l’idea della libertà individuale a qualche Essa [la sinistra (N.d.R)] lotta contro il pa- limite. Crollata l’adesione a questa forma di triarcalismo paterno ed il suo Superio, fino a Stato, è rimasto solo un atteggiamento liber- trasformare la stessa vita famigliare in un in- tario […] La sinistra è nata storicamente co- ferno […] con la confusione dei ruoli esistenti me un’eresia del cristianesimo. Questa eresia da millenni […] Essa lotta contro la scuola è stata portata a conseguenze nefaste, ma non severa (già correttamente difesa da Gram- era figlia del liberalismo. Era figlia di un’al- sci), che era peraltro la sola forma di norma- tra visione (Barcellona 2005b). le promozione sociale per i figli dotati delle classi dominate […] È la sinistra a favorire la rilettura dell’intero novecento come secolo 56. del totalitarismo […] anziché essere valutato Quanto, infine, al nesso fra libertà e sinistra come secolo in cui la politica organizzata ten- vorrei aggiungere che trovo assai strano com- tò (con inatteso fallimento finale) di domina- battere il liberismo economico e poi sostenere re il cieco movimento autonomizzato il radicalismo libertario in una materia cosí dell’economia […] È la sinistra a gestire in- complessa e densa di implicazioni collettive tellettualmente la riconversione della critica come la procreazione dei futuri uomini (Bar- alla sfruttamento colonialistico ed imperiali- cellona 2002: 80). stico nell’ideologia interventistica e bombar- datrice dei diritti umani […] È la sinistra il luogo del nuovo miserabile culto di Obama

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[…] che impedisce oggi attivamente la com- dell’immaginario da parte delle logiche del prensione della strategia di dominio mondia- capitalismo odierno. Lo definirei capitali- le dell’Impero Usa […] È stata la sinistra ne- smo edipico: ucciso nel Sessantotto il padre gli ultimi decenni ad assumere un atteggia- (l’autorità, la legge, la misura, ossia la cultura mento possibilista e moderatamente favorevo- borghese), domina su tutto il giro d’orizzon- le all’uso della droga […] come reazione al te il godimento illimitato. Se Mozart e Goe- conformismo borghese del Superio paterno the erano soggetti borghesi, e Fichte, Hegel ed a diffondere le fregnacce sulla droga che e Marx erano addirittura borghesi anticapita- «apre la mente» (Preve 2010). listi, oggi abbiamo personaggi capitalisti e non borghesi (Berlusconi) o antiborghesi ul- tracapitalisti (Vendola, Luxuria, Bersani, 58. ecc.): questi ultimi sono i vettori principali Dal Sessantotto, la sinistra promuove la stes- della dinamica di espansione capitalistica. La sa logica culturale antiborghese del capitali- loro lotta contro la cultura borghese è la lot- smo, tramite sempre nuove crociate contro la ta stessa del capitalismo che deve liberarsi da- famiglia, lo Stato, la religione e l’eticità bor- gli ultimi retaggi etici, religiosi e culturali in ghese. Ad esempio, la difesa delle coppie grado di frenarlo. […] Oggi il capitalismo è omosessuali da parte della sinistra non ha il il totalitarismo realizzato (a tal punto che proprio baricentro nel giusto e legittimo rico- quasi non ci accorgiamo nemmeno piú della noscimento dei diritti civili degli individui, sua esistenza) e, in quanto fenomeno «totaliz- bensí nella palese avversione nei confronti zante», occupa l’intero scacchiere politico. della famiglia tradizionale e, piú in generale, Piú precisamente, si riproduce a destra in eco- della normalità borghese. Si pensi, ancora, al- nomia (liberalizzazione selvaggia, privatizza- la distruzione pianificata del liceo e dell’uni- zione oscena, sempre in nome del teologume- versità, tramite quelle riforme interscambiabi- no «ce lo chiede l’Europa»), al centro in poli- li di governi di destra e di sinistra che, di- tica (sparendo le ali estreme, restano solo in- struggendo le acquisizioni della benemerita terscambiabili partiti di centro-destra e di riforma della scuola di Giovanni Gentile del centro-sinistra), a sinistra nella cultura (Fusa- 1923, hanno conformato — sempre in nome ro 2013). del progresso e del superamento delle anti- quate forme borghesi — l’istruzione al para- digma dell’azienda e dell’impresa (debiti e 59. crediti, presidi managers, ecc.). [...] Il princi- È un grosso favore — e non l’unico — che i pio dell’odierno capitalismo postborghese è favolosi anni sessanta, libertari, cioè giovanili pienamente sessantottesco e, dunque, di sini- e femminili, hanno fatto al sistema generaliz- stra: vietato vietare, godimento illimitato, zato di oppressione liberamente volontaria non esiste l’autorità, ecc. Il capitalismo, infat- che ne è seguito, quello di aver espresso pen- ti, si regge oggi sulla nuda estensione illimita- sieri di libertà come comportamenti trasgres- ta della merce a ogni sfera simbolica e reale sivi. Singole individualità, falsamente ecce- (è questo ciò che pudicamente chiamiamo zionali, e gruppi minoritari falsamente rivo- «globalizzazione»!). «Capitale umano», de- luzionari, si sono esercitati, riuscendoci in biti e crediti nelle scuole, «azienda Italia», pieno, a rendere ridicolo qualsiasi intento e «investimenti affettivi», e mille altre espres- programma di contestazione dell’ordine at- sioni simili rivelano la colonizzazione totale tuale (Tronti 2015: 44).

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60. vecentesco […] ha come sua logica la forma- La lotta all’islamismo estremista dell’ISIS, zione di un Nuovo Ordine Mondiale nel qua- che deve andare di pari passo con lo sforzo le non c’è nulla di folle e irrazionale. Esso è per non essere invasi da milioni di emigranti anzi una tendenza storica oggettiva, che tro- da «quelle zone», ha un senso se è anch’essa va dei sostenitori, in primo luogo l’impero mi- una mossa tattica — certo rilevante e che ri- litare e ideologico degli Usa, i suoi alleati, e chiederà grande impegno e atteggiamenti as- il circo mediatico mondiale che lo sostiene sai drastici di autodifesa (implicante anche ideologicamente. [… Si contrappongono a ta- l’offesa) — in vista della suddetta finalità le logica, invece] i popoli, le nazioni e le clas- strategica: crescita del multipolarismo. Que- si oppresse che resistono in vari modi e for- sto rappresenta la «bestia nera» degli Stati me, dalle forme militari alle forme pacifiche Uniti, che lo combattono da almeno sei-sette (Preve 2006b: 17). anni tramite la cosiddetta «strategia del caos», di fatto acceleratasi a partire dal 2011 con la sedicente «primavera araba». E in que- 64. sta direzione essi utilizzano la complicità de- Si sosteneva la fine della funzione degli Stati gli abominevoli sicari annidati nei governi eu- nazionali. Con ciò s’intendeva sostenere preci- ropei, in specie quelli detti «di sinistra», che samente che quegli apparati di potere (inter- sarebbero da spazzare via con metodi assai po- no ed esterno), di cui ho appena detto, non co gentili (La Grassa 2015). avevano piú alcun reale compito in quanto ormai il potere in questione spetterebbe ad or- ganismi sovranazionali, in particolare di ca- M Stato nazionale vs capitale rattere finanziario; vere massonerie che or- internazionale. mai comanderebbero in tutto il mondo o quasi. A tali organismi dovrebbero ribellarsi 61. tutti i cittadini (le «moltitudini»), senza piú La morale provvisoria che possiamo adottare distinzione di questo o quel paese (di tutto il consiste nell’appoggiare le comunità locali, mondo appunto). […] Il problema è diverso che in varie parti del mondo si oppongono […] Cosa invece si nota nettamente nell’at- all’espropriazione dei loro territori e tuale fase storica? I conflitti piú acuti e piú si- all’annullamento delle loro forme di vita co- gnificativi sono quelli tra Stati. Di conseguen- munitaria (Preve 2006b: 202). za, diventa in un certo senso scopo preminen- te seguire gli eventi di quella che è la politica internazionale, l’interrelazione tra i diversi 62. Stati, lo stabilirsi di determinati rapporti di L’ideale per un comodo controllo militare e forza tra essi, il loro eventuale modificarsi i geopolitico del pianeta non è dato dall’attua- cui effetti ricadono immediatamente anche le pluralismo statuale, ma da un panorama di sull’andamento dei sistemi economici. […] mille o duemila Stati piú deboli ed economi- gli Stati Uniti sono ancor oggi il centro di un camente piú ricattabili (Preve 2006b: 31). ampio sistema mondiale di paesi; in particola- re, hanno la guida, per quanto a volte appena 63. mascherata, dell’intera UE che, come già det- t , è in efinitiva un’organ zzazio e paralle- Il nuovo ciclo di guerre apertosi con la vergo- o d i n l a qu l a della N to. È impos ibile seguire gnosa dissoluzione del comunismo storico no- a e l a s

dIl Covilef N° 902 h (19) h le vicende politiche interne di un qualsiasi ri anche militari — con i paesi che hanno paese europeo senza tener conto dei rapporti maggiori prospettive «oggettive» di ergersi di subordinazione rispetto al paese predomi- quali antagonisti degli Stati Uniti; e fra que- nante […] si è avuto il «crollo» del campo se- sti, a mio avviso, il principale è la Russia. dicente socialista ed è sembrato che ci si av- […] Il problema centrale è la lunga subordi- viasse verso una sorta di monocentrismo nazione che, soprattutto i piú sviluppati paesi Usa. La sensazione è durata poco e ormai, europei (quelli «occidentali»), hanno dovuto malgrado sia ancora predominante quel pae- subire rispetto agli Usa. Bisogna invertire se, pare assai probabile che ci si avvii intanto questo processo — economico, politico, cul- verso un multipolarismo per quanto ancora turale — di subordinazione. Per far questo, imperfetto. Il caos nel mondo va accentuan- nei vari paesi europei devono crescere movi- dosi come sempre avviene in epoche del gene- menti consapevoli della difficoltà e comples- re; piú volte ho fatto il paragone con la fine sità di tale compito, che comporterà infine la del secolo XIX. […] E non c’è nessuna dife- necessità di abbattere con energia i governi sa possibile se restiamo un paese governato da del servilismo. È un processo che va sviluppa- élites che si pongono nella relazione di subor- to all’interno dei vari paesi; e che, se avrà suc- dinazione rispetto a quelle del paese predo- cesso, lo avrà in modi e tempi specifici per minante. È di una evidenza palmare che il ognuno d’essi. Ogni movimento dovrà rispet- primo passo da compiere è (diciamo sarebbe) tare le caratteristiche del proprio paese, delle togliere il governo ai servi del potere statuni- proprie popolazioni (e, in questo senso, torne- tense. Valuto negativamente pure le sedicenti rà utile anche l’analisi delle differenti struttu- opposizioni, invischiate in quel gioco elettora- re dei rapporti sociali). […] Ogni movimento le che fa dimenticare ogni problema di reale che si batta per l’autonomia del proprio pae- potere, con il mero scopo di conquistare favo- se — lo ripeto ossessivamente, autonomia so- ri nell’«opinione pubblica» onde migliorare prattutto in direzione degli Usa — dovrà la propria posizione all’interno dell’attuale non soltanto cercare i collegamenti con i pro- struttura politica, comunque sempre subor- pri simili europei, bensí sviluppare precise dinata alla predominanza degli Stati Uniti. politiche verso est; in particolare nei confron- Ecco allora spiegato perché è indispensabile ti della Russia. Inutile nascondersi che simili battersi oggi per l’autonomia nazionale. E politiche potrebbero un giorno provocare il per porsi in quest’ottica, è necessario dedi- passaggio dalla tendenza multipolare care i nostri sforzi soprattutto all’analisi de- all’affermarsi di un reale policentrismo co- gli intrecci internazionali tra i vari paesi; nel- nflittuale, con tutti i rischi che ben conoscia- le loro filiere di predominanti, subdominanti, mo dal XX secolo. Se si teme questo, è inutile subsubdominanti… ecc. fino alle ultime pro- mettersi sulla strada dell’autonomia; si resti paggini della subordinazione, laddove siamo subordinati come lo si è adesso (La Grassa tutto sommato situati noi italiani. E mi sem- 2016). bra lampante che passi in avanti di questa au- tonomia sarebbero favoriti dall’affermarsi cre- scente della tendenza al multipolarismo. M Sull’Arte Contemporanea. Quindi ci si deve battere per il rafforzamento 65. delle relazioni — non solo economiche, ben- «Beaubourg: il cancro del futuro.» L’arte si sí proprio politiche e di collegamento tec- sviluppa dal momento in cui gli esseri umani nico-scientifico e di «Informazione» e maga-

5 Maggio 2016 Anno XVI h (20) h si separano dalla loro comunità. Nel corso sere del capitale e quindi restano piú o meno della preistoria non c’è arte […] Una volta legati a certi ritmi, a certe pratiche, a certe prodottasi la frattura, l’arte diventerà un mez- superstizioni […] La rappresentazione del ca- zo attraverso il quale far rivivere l’antica co- pitale deve impadronirsi di tutti. Questa è la munità, la totalità perduta; e dal momento funzione di Beaubourg carcinoma, neoplasia che il legame immediato non opera piú l’arte il cui compito è di far deviare il flusso esteti- si pone come mediazione che ristabilisce la co nel senso del dominio del futuro. […] Or- comunicazione. […] Parallelamente si attua ganizza la distruzione dell’arte preconizzata la desacralizzazione. La perdita del sacro dai dadaisti e, nei termini in cui la cultura si conduce l’arte ad assumere come modello la impone come natura, toglierà agli esseri natura. Ma, per contro, essa è anche il luogo umani ogni possibilità di fuga (Camatte dove il sacro si conserva. È proprio grazie 1978: 50–51). all’arte che le eresie hanno potuto sopravvive- re. […] Al momento in cui si attua il domi- nio formale sulla società, l’arte può restare al 66. di fuori di tale movimento e adempiere alla L’arte che giocava con la propria scomparsa e propria funzione antiborghese […] Questa con quella del suo oggetto, era ancora grande opposizione anticapitalista dell’arte rimarrà opera. Ma l’arte che gioca a riciclarsi indefini- fino al momento dadaista […] gli artisti di tamente, facendo man bassa sulla realtà? Eb- quell’epoca intuirono molto meglio dei rivo- bene, la maggior parte dell’arte contempora- luzionari ciò che stava per accadere e il loro nea consiste esattamente in questo: appro- proclamare la morte dell’arte era legato alla priarsi della banalità, dello scarto, della me- percezione della fine di un mondo: quello del- diocrità come valore e come ideologia. In la vecchia società borghese, cioè quel passag- queste innumerevoli installazioni, performan- gio del capitale dal dominio formale al suo do- ce, non c’è che un compromesso con lo stato minio reale […] già alla fine del XIX secolo delle cose, e nello stesso tempo con tutte le e all’inizio del XX i pittori, rompendo con forme passate della storia dell’arte. Una con- ogni riferimento alla natura e scoprendo che fessione di non originalità, di banalità e di nul- «tutto è possibile», avevano anticipato il mo- lità eretta a valore, ovvero a godimento esteti- vimento del capitale. […] Il «tutto è possibi- co perverso. Certo, codesta mediocrità pre- le» è ciò che fondamentalmente caratterizza tende di sublimarsi ad un secondo livello, iro- il capitale, rivoluzionario per sua essenza in nico, dell’arte. Ma è altrettanto nullo e insi- quanto distrugge gli ostacoli al proprio svilup- gnificante al secondo livello che al primo. Il po, eliminando i tabú e le mimesis fossilizza- passaggio al livello estetico non salva niente, te; in quanto rimette tutto in discussione anzi al contrario: è mediocrità alla seconda […] in effetti il capitale ha avuto bisogno del- potenza. Si pretende di essere nulla: «Io sono la propria rappresentazione per potersi im- nulla! Io sono nulla!» ed è veramente nulla. piantare nell’insieme economico-sociale e do- La duplicità dell’arte contemporanea è tutta minarlo […] S’impone cosí la fabbrica arte in questo: rivendicare la nullità, l’insignifican- che, in conformità al capitale, deve produrre za, il non-senso, mirare alla nullità, quando arte e uomini-arte. Giacché quel che interes- si è già nulla. Mirare al non-senso quando si è sa è raggiungere la massa degli essere umani già insignificanti. Aspirare alla superficialità (altrimenti l’arte non potrebbe realizzarsi) in termini superficiali. Ora, la nullità è una che non sono ancora integrati al modo di es- qualità segreta, che non può essere rivendi-

dIl Covilef N° 902 h (21) h cata da chiunque. L’insignificanza, quella ve- 67. ra, la sfida vittoriosa al senso, lo svuotamento «Perché non esiste un’arte contemporanea.» Per- del senso, l’arte della scomparsa del senso, è ché degli artisti? Oggi, necessariamente, ana- qualità eccezionale di alcune rare opere, le cronici. Il dovere, per un artista, è di essere quali mai se lo pongono come obiettivo. C’è anacronico: quando è contemporaneo, non è una forma iniziatica della nullità, come c’è arte; quando è arte, non è contemporaneo. una forma iniziatica del niente, o una forma Quello che è arte, non può essere contempo- iniziatica del Male. E poi, c’è il delitto di ini- raneo, ma solo «di un’altra epoca» — la pros- ziato, i falsari della nullità, lo snobismo della sima. […] Storia dell’arte moderna come nullità, di tutti quelli che prostituiscono il autodistruzione. Questa storia è finita; non è Niente al valore, che prostituiscono il Male nemmeno piú la fase terminale... Sono discus- all’utilità. Non bisogna dare spazio ai falsari. sioni estetiche ormai cadute in prescrizione, Quando il Nulla affiora nei segni, quando il che si prolungano autoparodiandosi lungo Niente emerge dal cuore stesso del sistema dei tutto il XX secolo, e oltre… […] Le querelles segni, questo è un evento fondamentale nel- sull’arte contemporanea sono senza oggetto. l’arte. È propriamente l’operazione poetica di In realtà, non esiste niente di tale. In un ro- far sorgere il Nulla dalla potenza del segno, manzo di fantascienza della metà del XX se- non la banalità o l’indifferenza verso il reale, colo, erano esposte nei musei le opere dei pub- bensí l’illusione radicale. Cosí Warhol è vera- blicitari e «creativi» del passato. Ecco, ci sia- mente nullo, nel senso che reintroduce il nien- mo arrivati: i pubblicitari si sono fatti «arti- te nel cuore dell’immagine. Fa della nullità e sti», e gli artisti si sono fatti pubblicitari (di se dell’insignificanza un evento che egli trasfor- stessi e del loro mondo). Quello che porta il ma in una strategia fatale dell’immagine nome di arte contemporanea è un composto (Baudrillard 1996). di pubblicità, di finanza speculativa e di bu- rocrazia culturale. Si direbbe forse con qual- che buona ragione che è una sfida, in un tale mondo, fare il pittore. Ma lo è anche essere un uomo! (Semprun 2011)

Londra. La sala di lettura del British Museum, abituale luogo di studio di Marx.

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M Limite, norma e autorità. re un figlio anche attraverso le tecniche e gli 68. artifici che oggi consentono praticamente di La liberalizzazione avviata dal ’68 contro le produrre «embrioni», utilizzando gameti e autorità rientra in quest’ottica, trovando uno ovociti di varia provenienza, e impiantarli in snodo decisivo nella sostituzione della figura un utero consenziente. […] dubito fortemen- del rivoluzionario con quella del dissidente la te che siffatte pratiche rispondano ad autenti- cui protesta avviene sul terreno dell’accetta- che esigenze di liberazione e ritengo, anzi, zione integrale della civiltà dei consumi e dei che esse rischiano di alterare lo statuto antro- desideri propri della mercificazione globale pologico (psico-sociale) costruito attraverso […] la contestazione del dissidente si fonda millenni dagli abitanti di questo pianeta (co- sull’indebolimento del Superio, ossia della me patrimonio di tutti gli uomini, in quanto figura paterna autoritaria. Senza che ciò opera di tutti), mi permetto di formulare al- comporti l’effettiva messa in discussione del cuni dubbi su siffatto modo di concepire la «li- cosmo capitalistico nelle sue strutture portan- bertà», e ancor piú sulla sua connotazione di ti. […] la merce può imporre la sua egemo- «sinistra» (Barcellona 2002: 78). nia, non trovando piú di fronte a sé alcuna au- torità borghese in grado di opporle resistenza 71. (il principio del consumo illimitato non è l’autorità ma il valore di scambio, incompati- Senza l’emancipazione, che si realizza attra- bile con ogni auoritas (Fusaro 2012: 390). verso una figura paterna non piú vissuta co- me antagonista mortale, ognuno di noi resta «legato» alle pulsioni negative, implicate in 69. ogni rapporto simbiotico con la madre, che Il progetto della libertà non può mai signifi- portano prima o poi al desiderio di distrugge- care per ciò stesso assoluta assenza di vincoli re tutto per tornare a uno stadio allucinato di e norme, e nessuno può reclamare, argo- totalità onnicomprensiva (Barcellona 2013: mentando filosoficamente dell’assenza di leg- 9). gi eterne e dall’assenza di significati e senso trascendenti, la disponibilità individuale/sin- 72. golare dei processi che coinvolgono l’esisten- za di tutti nella forma storico sociale in cui si Cosí, nella logica del post-umano, non esisto- dà, e specie del processo di procreazione di no fatti negativi, perché anche lo spreco di ri- altri esseri umani che di per sé coinvolge i rap- sorse mette alla prova l’intelligenza per pro- porti fra le generazioni e lo stesso modo in durre selezioni migliori. La guida interna del cui ciascuno si rappresenta come figlio di al- processo è capace di metabolizzare tutto. tri uomini (Barcellona 2002: 80). Senza alcun giudizio morale. L’assenza di va- lori ci rappresenta attori su di una scena in cui non si riesce piú a distinguere il bianco 70. dal nero, con il risultato del ritorno Piuttosto questa libertà del «farsi» nella pura all’indeterminazione originaria (Barcellona fisicità relazionale dei «corpi» […] è in sor- & Garufi 2008: 25). prendente sintonia con la libertà di quanti in- tendono affermare che nessun vincolo può es- sere posto al «desiderio singolare» di procrea-

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73. a Un gran numero di narrazioni mitologiche, Indice delle citazioni. elaborate da popoli che appartengono alle piú disparate tradizioni culturali, comincia con il passaggio da una fase in cui gli esseri Barcellona 15, 26, 55, 56, 69, 70, 71. umani pensano solo a sopravvivere e non so- Barcellona & Garufi 72, 73. no in grado di distinguere se stessi dal mondo Barcellona & Sorbi 16. che li circonda a uno stadio in cui prendono ecc. «coscienza» di sé. In tale processo di indivi- Baudrillard 13, 19, 20, 21, 51, 52, 66. duazione, gli esseri umani si pongono la do- Camatte 5, 6, 11, 12, 14, 22, 23, 31, manda «chi sono io?». Nasce, cosí, il proble- 36, 53, 65. ma del bene e del male e il principio della co- Collu 4, 10. scienza morale, cioè il «limite» a ciò che si Debord 2, 3, 9, 17, 18. può fare. Oggi, al contrario, i limiti della Illich 24, 54. «società della tecnica» coincidono con tutto Fusaro 7, 8, 27, 44, 58, 68. ciò che è tecnicamente possibile e si può im- La Grassa 60, 64. mediatamente realizzare. Assistiamo cosí a Marx 1, 30, 46. una completa perdita della coscienza mora- Miłosz 28. le, poiché essa non può esserci senza l’esisten- Preve 25, 29, 32, 33, 34, 35, 40, za di un gruppo umano che riconosca una tra- 42, 43, 57, 61, 62, 63. scendenza dei principi, delle regole cui deve Preve & Bontempelli41. uniformarsi la condotta individuale (Barcel- Semprun 67. lona & Garufi 2008: 85). Tronti 37, 38, 39, 45, 47, 48, 49, 50, 59, 74.

74. La libertà, nella lotta contro il potere, non può essere priva, o essere privata, di autorità. È di fronte a questo scarto prodotto dal tem- po, è di fronte a questa fine e a questo inizio d’epoca, che va pensata, e possibilmente prati- cata, una nuova forma di potere: «Quella dell’uomo che ha strutturato la sua vita in una dimensione etico-personale» (Tronti 2015: 100).

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dIl Covilef Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiß Der christliche Epimetheus) N° 902