ANNO XVI N°917 23 AGOSTO 2016

RIVISTA APERIODICA RISORSE CONVIVIALI DIRETTA DA E VARIA UMANITÀ ASTEFANO BORSELLI d f ISBSN2279–6924 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiIl Covile Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila Marxisti antimoderni. Approfondimenti, incontri, precisazioni. (5) François Bochet A PR O P O SI T O D I QUALCHE T E S T O: ANSELM JAPPE, JAIME SEMPRUN, ROBERT KURZ, JEAN-MARC MANDOSIO. #

Fonte: Dis (continuité ) n°23, 2004, nota n°161. Traduzione di Gabriella Rouf. I titoli sono redazionali. er Bordiga, nel socialismo il valore siero di Marx è servito a modernizzare il capita- non esiste piú, cosí come la moneta, il le — il che è innegabile — e che i marxisti tradi- P salariato, l’impresa, il mercato: laddo- zionali si sono posti solo il problema della redi- ve c’è il valore, come in URSS, non può esserci stribuzione del denaro, della merce e del valo- socialismo. Anselm Jappe — già autore di un re, senza metterli in discussione in quanto tali. , apparso nel 2001 — ha scritto un Per Jappe il movimento rivoluzionario avrebbe libro ambizioso ed interessante, Les aventures perciò accettato valore, salario, merci, denaro, de la marchandise. Pour une nouvelle critique de lavoro, feticismo, ecc. — il che è nello stesso la valeur (Le avventure della merce. Per una tempo falso ed esatto — e lui, Jappe, si propone nuova critica del valore), Denoêl, 2003; egli fa di «ricostruire la critica marxiana del valore in una distinzione fra un Marx essoterico parti- modo abbastanza (?) preciso». Rimprovera giu- giano dei Lumi e di una società industriale di- stamente a Rubel di avere edulcorato il linguag- retta dal proletariato — un Marx che si interes- gio hegeliano di Marx, nella sua edizione delle sava ai problemi contingenti, politici, alla lotta opere di quest’autore, e di avere chiamato ope- di classe e al movimento del proletariato, quel- re «economiche» quelle che sono opere «anti- lo del Manifesto e della Critica del Programma economiche» (molto tempo fa, di Gotha — ed un Marx esoterico, quello del aveva fatto la stessa critica al Trattato di econo- Contributo alla Critica dell’Economia politica, dei , dell’Urtext, del VI capitolo inedi- to del Capitale e dei quattro libri dello stesso Ca- pitale, un Marx che si pone il problema del capi- tale, della sua definizione, della sua origine, del A pagina 7, Tre biografie suo divenire e del suo superamento nel comuni- di Benjamin Lalbat smo e nella comunità. Scrive Jappe che il pen-

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dIl Covilef N° 917 h (3) h rie del pensiero occidentale non sono né uni- da parte di Marx dei principi fondamentali del- versali né astoriche (cosa che già aveva comin- la «erranza», la quale si esaspera, ma non co- ciato ad affermare Lukacs, in Storia e coscienza mincia col capitalismo e la rivoluzione indu- di classe), solo il valore e lo scambio (che non striale: l’esigenza dello sviluppo infinito delle sono possibili se non attraverso un enorme pro- forze produttive, la volontà di dominare la na- cesso di astrazione, bisogna prima fare astra- tura, di separarsene, la scienza, l’abbandonarsi zione dalle qualità per poter comparare due og- al divenire e la distruzione dei limiti, ecc. Se si getti a priori totalmente differenti, e dunque vuol fare un bilancio dell’opera di Marx, la qua- quantificare per trovare una misura comune) le ha in tutti i casi un’immensa importanza, bi- possono a loro volta consentire l’astrazione; sogna affrontarla nella sua totalità, non certo ma allora si pongono svariati problemi che ridurla, ma nemmeno occultare le sue dimen- Sohn-Rethel non ha affrontato (senza contare sioni mondane (nel senso di «facenti parte di che 1. per lui l’alienazione proviene dallo questo mondo»), non inventarsi un Marx fanta- scambio di merci, mentre la produzione rimane smatico che non è mai esistito. neutra, e che 2. la separazione fra lavoro intel- lettuale e lavoro manuale non ha quel posto M centrale nella definizione del capitale che So- Sul gruppo Krisis. hn-Rethel le attribuisce): si potrebbe conqui- el loro Manifesto contro il lavoro, il grup- stare l’astrazione (senza cui ogni riflessione ap- N po Krisis (Robert Kurz, Ernst Lohoff, pare impossibile) senza passare per la deviazio- Norbert Trenkle e altri) intende riprendere la ne del valore, si potrebbe trovare un modo di vi- critica là dove, dicono, l’Internazionale Situa- ta ed una rappresentazione — una volta aboli- zionista l’aveva lasciata — ciò che da subito li- ta la divisione fra lavoro manuale e lavoro intel- mita assai la loro teorizzazione. Per loro — e lettuale — che impediscano all’astrazione di noi condividiamo questa constatazione — non rendersi autonoma e ritorcersi contro la vita? c’è piú una classe emancipatrice, la lotta di clas- Come abbiamo detto, Lukacs aveva affrontato se non permette di uscire dal capitalismo, è una questo problema in Storia e coscienza di classe lotta all’interno del capitale, di cui il proletaria- — Lukacs, dopo la sua rottura con lo stalini- to è una componente tra le altre. Ma gli autori smo, continuerà ad affermare che il valore è parlano ancora, se non di rivoluzione, per lo ancora in vigore sotto il socialismo, in partico- meno di emancipazione sociale e lanciano ap- lare in uno dei suoi ultimi scritti, «Il processo pelli ai proletari, e allora? Essi criticano il lavo- di democratizzazione» — e Adorno riprenderà ro, ma ci appare sconcertante la loro rivendi- tale intuizione, egli era del resto legato a cazione dell’estensione massiccia del tempo li- Sohn-Rethel. È certo che il valore ed il capita- bero — rivendicazione aberrante, parola le sono forme a priori del pensiero umano nel- d’ordine pubblicitaria dell’industria degli sva- le quali siamo ingabbiati, in quanto specie e in ghi — perché non si tratta di rivendicare il la- quanto individualità, piú terribilmente che nel- voro o il non lavoro, ma di prefigurare l’attivi- la caverna di Platone, forme che ci hanno mo- tà umana in un modo affatto differente, come dellato, schermi che ci impediscono di prende- anche lo slogan inquietante «Prendiamo quello re contatto con la realtà naturale, intermediari di cui abbiamo bisogno!»; e cosa possono poi si- obbligati e deformanti, comunità contro-natu- gnificare gli appelli a «organizzare il legame ra terapeutiche e dispotiche. sociale per sé stesso» e a «trovare nuove forme Per finire, diremo che Jappe — cosí come fa di movimento sociale»?! l’antologia di Marx realizzata da Robert Kurz, Lire Marx (Leggere Marx), La balustrade, P 2002 — elude la questione dell’accettazione

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M Contributi di Semprun. In breve, come dice Semprun in altri termi- e «Le fantôme de la théorie (Il fanta- ni, Jappe non sembra comprendere il carattere N sma della teoria)», apparso sulla rivista catastrofico della situazione attuale e l’urgen- di Jean-Marc Mandosio, Nouvelles de nulle za di un cambiamento di prospettiva totale e ra- part,1 n°4, sett. 2003, Jaime Semprun dà alcuni dicale. Scrive Semprun: rilevi critici al libro di Anselm Jappe. Comin- Quando la nave cola a picco, non è piú cia col domandarsi, anche lui, se una teoria rivo- tempo di dissertare sapientemente sulla luzionaria sia ancora possibile, e critica Lu- teoria della navigazione: bisogna impara- kacs per avere scritto in Storia e coscienza di re velocemente a costruire una zattera, a se c s l l ol riato pote a ce e e a cl s he o o i pr eta va c d r l- cosí raccomanda di coltivare l’orto e afferma la conoscenza e alla totalità, identificando cosí che coscienza di classe e partito leninista; ma che Lukacs abbia fatto quest’identificazione, que- un buon manuale di orticoltura […] sa- sto è un fatto secondario, la follia risiede piú rebbe senza dubbio piú utile, per attra- fondamentalmente nella sua teologia proleta- versare i cataclismi che stanno arrivan- ria e rivoluzionaria (il proletariato come mes- do, di scritti teorici nei quali si persiste sia soggetto-oggetto della storia). Fondamen- a speculare imperturbabilmente, come talmente, anche Semprun rimprovera a Jappe fossimo al sicuro all’asciutto, sul perché e il percome del naufragio della società di non rimettere in causa lo sviluppo industria- industriale. le, scientifico e tecnologico, di restare fedele all’escatologia marxista fondata sullo sviluppo Noi siamo assolutamente convinti circa l’uti- delle forze produttive e sulla credenza mistica lità di coltivare il proprio orto — il che va di nel sorgere miracoloso di una società altra a pari passo con la fuga dalle città, non sempre partire dalla «lunga agonia della società delle facile, con il rifiuto della dipendenza e della te- merci», dalla devastazione rivoluzionaria in at- rapeutica, con l’avvio della riconquista della sa- to, un sorgere che Jappe non osa piú chiamare lute, dell’habitat, ecc. — e dunque di un buon veramente rivoluzione. Come il gruppo Krisis manuale [...], ma non pensiamo che — malgra- (vedi a p. 39 della stessa rivista, le «Note sul do la presenza dei cataclismi — lo studio teori- Manifesto contro il lavoro del gruppo Krisis» co sia inutile, al contrario è piú che mai indi- dello stesso Semprun), Jappe parla effettiva- spensabile; occorre soprattutto fare il bilancio mente di produzione senza evocare la natura di dell’attività teorica e pratica dei rivoluzionari, quello che viene prodotto — perché l’impor- e studiare il loro contributo alla costruzione tante non è solo come si produce ma anche ciò del mondo terrificante nel quale siamo impri- che si produce — parla come se ci fosse ancora gionati e dove con difficoltà tentiamo di trova- — anche se ammette la scomparsa del proleta- re aria respirabile. riato — un’umanità e un mondo intatti che non sarebbero stati vittime dell’incarnazione M Navigazione e approdi di Vaneigem. del capitale, un’umanità che non sarebbe stata desustanzializzata, che non sarebbe imprigio- P er illustrare questo proposito, citiamo, tra nata in queste categorie a priori che egli stesso molte altre, una di queste «idee situazioniste di- ha tuttavia messo in evidenza. venute folli» (René Riésel, Du progrès dans la domestication (del progresso nella domesticazio- ne), edizioni dell’Encyclopédie des nuisances, 2003, p. 71, ma in effetti folli esse lo erano già, 1 Notizie da nessun luogo. Il titolo della rivista riprende quello del romanzo News from Nowhere (1890) di Wil- cosa che Riésel e Semprun non possono o non liam Morris (N.d.T ). vogliono ammettere):

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Marchese e sanculotto, D.A.F. de Sade tionniste et son temps (Tesi sull’Internazionale unisce la perfetta logica edonista del Situazionista e il suo tempo)», apparse nel 1971 gran signore uomo malvagio e la volontà in La véritable scission dans l’Internationale (La rivoluzionaria di godere illimitatamente vera scissione nell’Internazionale)». Mandosio di una soggettività infine svincolata dal- dà nello stesso libro alcuni ragguagli sull’evolu- l’inquadramento gerarchico […] Lo zione e la conclusione della traiettoria del pove- sforzo disperato che egli tenta per aboli- ro Vaneigem in cerca della gioia e della voglia re il polo positivo e il polo negatico del- di vivere, il quale, lui ci informa, ha scritto la l’alienazione, lo colloca d’un sol colpo prefazione a un libro di Alain Mamou-Mani il tra i teorici piú importanti dell’uomo to- cui titolo è in effetti tutto un programma: Au- tale.» (Raoul Vaneigem, Le traité de sa- delà du profit: comment réconcilier Woodstock et voir-vivre à l’usage des jeunes généra- Wall Street (Al di là del profitto: come conci- tions, Gallimard, p. 215). liare Woodstock e Wall Street), ed. Albin Mi- Queste affermazioni non impedirono a Va- chel, prefazione nella quale egli valuta positiva- neigem,2 che aveva fatto a piú non posso l’apo- mente quello che lui chiama il neocapitalismo, logia dei preti torturatori e boia de Le 120 gior- del quale ci sarebbe da rallegrarsi perché tente- nate di Sodoma nel suo Trattato, di condannare rebbe di salvare la Terra. In Modestes proposi- con veemenza qualche anno fa… la pedofilia, tions aux grévistes (Modeste proposte agli scio- quando scoppiò in Belgio il caso Dutroux, sen- peranti), ed. Verticales, 2004, Vaneigem ripren- za fare la minima autocritica delle precedenti de tutto ciò: scrive che si assiste all’emergere di posizioni. un nuovo modo di produzione, canta questo Nel suo libro Dans le chaudron du négatif neocapitalismo che «devierà il flusso finanzia- (Nel calderone del negativo), edizioni dell’En- rio a suo profitto» e nel quale il valore d’uso cyclopédie des Nuisances, Jean-Marc Mando- avrebbe la preminenza sul valore di scambio — sio tenta di fare un bilancio critico della teoria quest’ultimo esisterebbe dunque sempre, (egli situazionista (alla quale lui sembra ridurre ogni prevede comunque la sua soppressione a piú o teoria rivoluzionaria); egli denuncia giustamen- meno lunga scadenza) — e scrive pure, altra as- te, ma secondo noi superficialmente, l’acceca- surdità, che il diritto umano vince su quello del mento futurista e tecnologico dell’Internazio- commercio — mentre se c’è commercio è lui nale Situazionista (il suo mito dell’automazio- che prevale sull’umano, senza parlare del fatto ne e dell’autogestione generalizzata), il suo che il concetto di diritto è è legato alla società, rifiuto (marxista ortodosso) di rimettere in all’individuo e al commercio: se c’è diritto, allo- causa il sistema dei bisogni e il processo d’indu- ra non c’è comunità. Mandosio smonta pure la strializzazione del mondo, la sua volontà di leggenda della dimensione sovversiva dell’alchi- sopprimere la società delle merci senza toccare mia, trasmessa appunto da Vaneigem. Parla an- la società industriale (là ancora l’ortodossia che di un’influenza del movimento occultista marxista era rispettata). sul pensiero di Debord, che si era tuttavia su Secondo Mandosio, Debord avrebbe abboz- questo aspetto nettamente distaccato da uno dei zato un inizio di messa in discussione del Pro- suoi principali maestri, André Breton. La gresso nelle «Thèses sur l’Internationale Situa- scomparsa di Dio — del Dio del cristianesimo, e dunque della repressione degli istinti — por- 2 Gianni Collu sottolineava che, nello stesso 1967, men- tò con sé lo scatenamento della violenza, il re- tre La Société du speacle di Guy Debord usciva con la gno del terrore e dell’arbitrio, l’inizio del «tut- semisconosciuta piccola casa editrice Buchet/Chastel, il to è permesso», il movimento del maggio ‘68 Traité de savoir-vivre di Raoul Vaneigem veniva pubbli- che eliminò numerosi tabú, giocò mutatis mu- cato dalla prestigiosa Gallimard. E aggiungeva: «Evi- dentemente Vaneigem serviva.» (N.d.T.) tandis lo stesso ruolo della Rivoluzione francese

23 Agosto 2016 Anno XVI h (6) h del 1789, da cui il carattere ambiguo della criti- pio edonista, libertario, che sopravanza il prin- ca della religione e della morale: in effetti, se le cipio maschile spezzato ed esaurito — e anche ultime barriere scomparissero tutto d’un tratto il ritorno di un certo matriarcato, con la scala- (autorità, polizia, giustizia, carceri ecc..) è evi- ta al potere delle donne. dente che si assisterebbe ad uno scatenamento di orrori dei quali si può avere un assaggio nella M recrudescenza della violenza sui deboli (donne, Precisazioni su Debord. bambini, handicappati, marginali, diversi ecc.) ià nel 1996 nel suo foglio Artichauts de e d’altra parte della violenza degli stessi deboli G Bruxelles, Yves Le Manach, interessan- (poiché si assiste ad un’emergenza di bambini dosi a «La presenza dell’occultismo nell’opera che uccidono). Sembra che l’umanità non abbia di Guy Debord», aveva creduto cogliere un’in- atteso il capitalismo, il valore, lo Stato e nem- fluenza delle credenze iniziatiche dei templari meno la sedentarizzazione — tanto per citare, o anche dello stesso San Bernardo di Chiaraval- risalendo nel tempo, momenti di traumatismo le sull’autore de La società dello spettacolo. Affa- essenziale — per darsi un sistema repressivo. scinato a sua volta da Guy Debord, Le Mana- La repressione sembra già esistere presso le ch pensa che «l’erudizione di Debord era va- grandi scimmie, anche per le quali la vita deve sta» — noi non lo pensiamo —, ma nota altre- dunque porre problemi. Da cui la teoria dei rea- sí che era ossessionato dall’idea del tempo che zionari — che non si fonda quindi sul nulla — fugge, della giovinezza che passa senza speran- e dei partigiani di Hobbes che fanno dell’au- za di ritorno, come emerge dal suo Rapporto torità un dato naturale o un dato necessario per sulla costruzione delle situazioni e sulle condizio- imbrigliare le pulsioni violente, aggressive, cri- ni dell’organizzazione e dell’azione della tenden- minali e dunque pericolose per la comunità. Il za situazionista internazionale nel 1957, e an- n° 5, aprile 2004, delle Nouvelles de Nulle cora di certi passaggi de La società dello spettaco- Part contiene uno scambio di lettere tra An- lo, da cui anche la sua predilezione per gli scrit- selm Jappe e Semprun che secondo noi non ti di Omar Khayyam, di Lorenzo de’ Medici e portano niente di fondamentalmente nuovo. di Bossuet: l’uomo è per Debord un uomo esclu- sivamente temporale e storico. Le Manach è stato fortemente impressionato dalle idee e dal- M L'importante Mitscherlich. la pratica situazionista, spiega di aver rotto con lexander Mitscherlich, psicanalista tede- Debord agli inizi degli anni ‘80 perché que- A sco, aveva previsto questo crollo dell’auto- s’ultimo aveva taciuto quando Lebovici aveva rità e in particolare dell’autorità paterna. Nel estromesso Jean-Pierre Voyer dalle edizioni suo libro Verso una società senza padre scritto Champ Libre. Le Manach non può disfarsi del- nel 1963, ben mostra che il progresso (il capita- la sua ammirazione per Debord, ma espone tut- le) deve, per trionfare, dissolvere questa autori- tavia alcune azioni e manovre poco gloriose per tà — tale dissoluzione va di pari passo con quel- non dire infami del suo eroe, mostra bene come la della vecchia famiglia nucleare, reliquia di costui era affascinato dal potere ed era un abile un mondo antecedente al capitale — per liqui- manipolatore: «questa manipolazione dell’affet- dare i valori arcaici quali quello del lavoro, del- tivo e del giuridico, che è il segreto dei tiranni, la produttività, del risparmio, dello sforzo, e fu anche il segreto del debordismo». (Artichau- per imporre il nuovo modo di vita del consumi- ts de Bruxelles, n°13, luglio 1997). Cosí egli rife- smo, del nomadismo. Da cui ugualmente la cri- risce che Debord aveva raccomandato in modo tica dei reazionari e dei tradizionalisti che de- significativo di far figurare sulla copertina di nunciano nella nuova società dopo il 1945 la uno dei suoi libri la prima carta dei Tarocchi, dominazione del principio femminile — princi- quella del mago, che suggerirebbe l’idea di

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«una certa padronanza della manipolazione» (lettera di Debord alle edizioni Le temps qu’il a Lettera C. Tre biografie. fait). Le Manach ha ragione e noi aggiungere- Fonte e ©: Benjamin Lalbat, Les bordiguistes sans Bordiga. mo che, oltre alla manipolazione, il mago evo- Contribution à une histoire des héritiers de la Gauche communi- ste italienne en France. Des racines de Mai 68 à l’explosion du ca e simboleggia l’imbonimento, il bluff, a cui PCI (1967–1982), Université d’Aix-Marseille, master 2, sept. si riduce in gran parte l’opera teorica dell’In- 2014, pp 228–230. ternazionale Situazionista. Nei n° 43, 55 et 57 Le Manach afferma che Debord aveva tentato di nascondere accuratamente certi teorici che M CAMATTE Jacques. lo avevano influenzato. durante i suoi studi al Liceo St Charles Le edizioni Gallimard hanno pubblicato alla È di Marsiglia nei primi anni 1950, che Ca- fine del 2004 un piccolo volume contenente un matte si avvicina alla corrente bordighista. Lí testo inedito scritto da Debord nel 1971 e che dà incontra Christian Audoubert poi professore di titolo al libro La planéte malade (Il pianeta ma- filosofia nella stessa scuola. Aderisce alla FF- lato); Debord aveva scoperto il fenomeno della GC3 nel 1954, segnato dalla certezza di Bordi- distruzione del pianeta, piú esattamente la guer- ga nel predire la crisi per il 1975. Nel gruppo ra dichiarata dall’umanità nel suo insieme alla di Marsiglia, è formato da Piccino. Camatte Terra — il che dà ragione all’affermazione di pubblica i suoi primi articoli della rivista Tra- Mandosio citata piú in alto —, parla giustamen- vail de groupe pubblicata nel 1957 dal nucleo te di natalità divenuta folle, ma non può rimet- superstite della FFGC. Diventato insegnante, tere in discussione il fenomeno scientifico; conti- è trasferito a Tolone dove crea un piccolo grup- nua a prendersela con la scienza che si dice au- po di PCI.4 Viene poi trasferito a Parigi, dove tonoma, ma non con la scienza tout-court, un si avvicina a Roger Dangeville e a Jacques An- po’ alla maniera di Bordiga — ma mai Debord got. Nel corso degli anni ’60, le tensioni inizia- può gridare «Abbasso la scienza!» —; egli qua- no a salire all’interno del partito e in particola- lifica il suo pensiero come pensiero scientifico e re tra Camatte e Voute. Egli accusa quest’ulti- chiama i suoi desideri una «razionalità vera», ma di rifiutare la pubblicazione dei suoi artico- una «democrazia totale»; chiama a sostegno lo li o di appropriarsene per rimaneggiarli cam- sviluppo delle forze produttive, la storia e il pro- biandone il senso. Pensando a raddrizzare la li- letariato. Sembra credere che c’è sempre una nea attivistica del partito, vi rimane fino alla contraddizione tra le forze produttive moderne fine del 1966. Se ne va tra gli altri con Philippe e i rapporti di produzione, riprende le sue as- Leclerc e Gianni Collu, con il quale crea la rivi- surde teorie a proposito della burocrazia, dei sta Invariance nel 1968. Di nuovo trasferito, di- consigli operai e delle merci. scende nel Sud per vivere a Brignoles. Benché abbia ricevuto l’aiuto di vari collaboratori, la ri- François Bochet vista fu soprattutto il luogo di elaborazione del suo particolare pensiero che può essere conside- rato come post-bordighista. Nel 1972 produce anche la presentazione a una raccolta di testi, dal titolo Bordiga et la passion du communisme in vista della pubblicazione per le edizioni 10/18. Ma di fronte alla minaccia di denuncia dal PCI, furono alla fine le edizioni Spartacus

3 FFGC : Frazione Francese della Sinistra Comunista (In- ternazionale) gruppo di Suzanne Voute e Albert Maso. 4 PCI : Partito Comunista Internazionale.

23 Agosto 2016 Anno XVI h (8) h che la pubblicarono nel 1974. Ha poi parteci- certo successo in Italia soprattutto nel movi- pato, in compagnia di Denis Authier e Jacques mento autonomo. Decide di uccidersi con un Colom, alla traduzione e alla compilazione di proiettile al cuore a Milano il 9 maggio 1975. testi di Bordiga dal titolo Struure économique et sociale de la Russie d’aujourd’hui pubblicati M nel 1975. Nel frattempo, ha continuato la pub- COLLU Gianni. blicazione di Invariance fino al 2001 per poi de- embro del PCI in Italia nel corso degli cidere di pubblicare solo on-line. Tradotti in di- M anni ’60 comincia a mantenere una cor- verse lingue, questi testi ebbero una vera e pro- rispondenza con Camatte e gli si avvicina poli- pria eco in diverse correnti di sinistra. Questa ticamente. Decide di lasciare il partito insieme risonanza fu vivificata dalla ricca corrisponden- ai tre militanti parigini [Camatte, Dangeville, za che Camatte intratteneva con molti militan- Angot] nel 1966. Egli è attivamente coinvolto ti di tutte le correnti. I concetti sviluppati sulle nella stesura di importanti testi della rivista In- colonne di Invariance influenzarono sia la cor- variance. Segnatamente Collu redige e co-redi- rente detta della comunistizzazione che la rivi- ge «Transition» e la «Lettre sur les rackets»,7 te- sta Tiqqun (Julien Coupat) o, piú tardi, la cor- sti che pongono una rottura parziale con la cor- rente primitivista e antitecnologica verde-anar- rente bordighista. Ha lavorato anche con Gior- chica di John Zerzan. vive ora gio Cesarano alla pubblicazione di numerosi nel Lot e continua a lavorare allo sviluppo del saggi politici tra i quali Apocalisse e Rivoluzione suo pensiero. pubblicato da edizioni Dedalo nel 1973. Collu sembra aver avuto una grande influenza nel- l’evoluzione teorica di Jacques Camatte e della M CESARANO Giorgio. rivista Invariance. Dopo il suicidio di Cesarano, ato a Milano l’8 aprile 1928, Cesarano è Camatte e Collu si separano e perdono i con- N arruolato in un battaglione fascista nella tatti. Secondo Jacques Camatte, Collu avrebbe sua adolescenza prima di avvicinarsi al PCIt,5 attualmente cambiato radicalmente sponda alla fine della seconda guerra mondiale. Espul- politica e sarebbe vicino alla coalizione di de- so dal PCIt nel 1946, ha scritto in varie riviste stra Forza Italia.8 non necessariamente politiche. Nel 1956, pub- Benjamin Lalbat blicato la sua prima raccolta di poesie: L’Erba Bianca. Lavora poi come traduttore traducen- do le Confessioni di Rousseau in italiano per le G edizioni Garzanti. In parallelo, continua a pub- blicare le sue poesie e saggi e fa la conoscenza di Guy Debord del quale diviene amico, poi quella di Jacques Camatte attraverso Gianni Collu. Scrive anche, con quest’ultimo, Apoca- 7 Gianni Collu, «Transition», Invariance serie I n° 8, Sa- vona, ottobre-dicembre 1969 e Gianni Collu & Jacques lisse e rivoluzione pubblicato da edizioni De- Camatte, «De l’organisation (publication de la lettre dalo nel 1973 e tradotto in francese nella serie du 4.9.1969)», Invariance série II n° 2, Savona, 1972. III di Invariance.6 Ha poi scritto nel 1974 il 8 Le informazioni di Camatte, corrette nella sostanza, suo Manuale di sopravvivenza che ha avuto un inserivano nel percorso di Collu un aspetto politico che non ci fu. Si poteva dire qualcosa di questo genere: in se- guito Gianni Collu (1946-2016), tirando le per lui ne- 5 PCIt : Partito Comunista Italiano. cessarie conclusione di Apocalisse e rivoluzione (libro 6 In italiano: Giorgio Cesarano & Gianni Collu, Apocalis- mai rinnegato), è tornato nella Chiesa cattolica e ha col- se e rivoluzione, Bari, Dedalo, 1973. In francese: Gior- laborato, solitamente in maniera anonima, con vari gio Cesarano & Gianni Collu, Invariance, serie III, n° autori, in particolare con Piero Vassallo e Maurizio 2, 4, 7, et 8, 1978. Blondet, pensatori della destra cattolica. (N.d.R.)

dIl Covilef Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiß Der christliche Epimetheus) N° 917