Annali 2015 Def Impag Annali

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Annali 2015 Def Impag Annali ANNALI del CENTRO PANNUNZIO TORINO Anno 2015 A Federico Chabod, Maestro di studi storici e di vita morale e civile Federico Chabod ANNALI del CENTRO PANNUNZIO CENTRO PANNUNZIO TORINO 2015 SOMMARIO Editoriale p 7 La Grande Guerra. Una riflessione storica di Pier Franco Quaglieni Primo piano p. 11 Croce e la Grande Guerra: i pensieri “privati” di Girolamo Cotroneo p. 23 La denuncia di un tradimento: Il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” di Giuseppe Giordano p. 35 Guglielmo Ferrero: rivoluzione e conservazione di Hervé A. Cavallera p. 51 Cesare Alfieri di Sostegno di Maria Teresa Pichetto p. 63 Goethe e compagni. La musica, l’opera, la canzone di Piero Mioli p. 73 Metafisica e problema morale in Piero Martinetti di Elettra Bianchi Storia, società, costume p. 81 A proposito del “Dizionario del liberalismo italiano” di Girolamo Cotroneo p. 87 «Il n’y a qu’un bonheur, celui de vivre avec ceux qu’on aime». Le donne di casa Cavour: Filippina, Adele, Giuseppina di Giusi Audiberti p. 97 Italia e Polonia: aneliti di libertà di Liana De Luca p. 105 Benedetto Croce e il concetto di Nazione. L’avventura filosofica e civile di una “passione” di Emilia Scarcella p. 119 Carlo Ludovico Ragghianti di Giuseppe Brescia p. 127 Ricordo di Dante Notaristefano, vittima delle BR di Pier Franco Quaglieni p. 129 Libertà e liberali di Giuseppe Graziani Il giardino delle Muse p. 137 Per Giuseppe Verdi di Loris Maria Marchetti p. 141 I poeti della modernità di Elisabetta Chicco Vitzizzai 5 p. 151 L’inutile solitaria vittoria dell’uomo oltre Dio. Ombre di vita e di pensiero nel “Faust” di Pessoa di Filiberto Ferro p. 167 I Sei di Torino di Claudia De Feo p. 177 La poesia di Liana De Luca: appunti di lettura di Loris Maria Marchetti Scienza p. 181 La stagione del consenso forzato: l’insegnamento della matema- tica nel ventennio fascista di Erika Luciano Archivi (a cura di Dante Giordanengo) p. 203 Per una nuova filosofia dell’età industriale di Ludovico Actis Perinetti Il Centro “Pannunzio” p. 207 Principali attività del Centro “Pannunzio” svolte nel 2014 6 PIER FRANCO QUAGLIENI LA GRANDE GUERRA. UNA RIFLESSIONE STORICA Ci ha sorpresi che in occasione del centenario del XXIV maggio ci siano state manifestazioni celebrative che solo pochi anni fa sarebbero subito state condannate, se non come guerrafondaie, certamente antipacifiste. Paradossalmente i venti di guerra che scuotono l’Europa rendono il pacifi- smo meno presente. Di fronte al centenario della Grande Guerra ci si deve porre in un atteg- giamento storico, cioè distaccato, senza inutili moralismi e senza polemiche obsolete, che, dopo cent’anni, devono lasciare spazio ad una più meditata riflessione storica. E buona parte delle iniziative è andata in questa direzione. In ogni caso, appare chiaro che non si possa festeggiare l’inizio di una guerra, ma semmai si potrà festeggiarne nel 2018 l’anniversario della fine, che significa, comunque, la pace riconquistata: un valore che deve essere superiore ad ogni altro, forse persino a quello della stessa libertà, anche se a volte nella storia è accaduto diversamente. Benedetto Croce, in una delle sue pagine più alte scritta a Viù il 5 novembre 1918, giunse a scrivere che la festa non si addice neppure alla fine di una guerra così sconvolgente e che tutta la nostra attenzione malinconica, rispettosa e silenziosa va rivolta ai Caduti su tutti i fronti e alla presa di coscienza delle difficoltà che avreb- be incontrato l’Italia nell’opera di ricostruzione. *** Nessuno, rispetto a chi ha fatto la guerra, odia di più la guerra e la vio- lenza che essa scatena. Tuttavia, come sosteneva Croce, la guerra è anche «una legge eterna del mondo che si attua di qua e di là da ogni ordinamento giuridico…»1 Croce 1 B. Croce, Scritti e discorsi politici, Napoli, 1993, p. 387. 7 che era stato fermamente neutralista, che aveva sofferto come male fisico le sconfitte di guerra, sapeva tuttavia leggerla nella sua drammaticità reali- stica, rifuggendo dal moralismo delle anime belle incapaci di intendere il senso della storia. Questo tentativo di capire la guerra, le guerre, non significa giustificar- ne i ricorsi da parte dell’umanità nelle diverse epoche storiche, ma cercare di capirne storicamente le cause, al di là delle contingenze storiche. *** Ricordare ciò che accadde cent’anni fa significa fissare alcuni elementi di riflessione: non fu responsabilità della sola Germania la Prima Guerra Mondiale, ma un po’ di tutte le Potenze europee e non solo, come dimostra anche la rin- corsa agli armamenti negli anni precedenti al 1914. il clima culturale verificatosi nel primo decennio del secolo scorso e caratterizzato da inquietanti irrazionalismi più o meno nazionalisti ha pre- parato anche per mezzo dei giornali l’opinione pubblica alla guerra. Pensiamo, ad esempio, a Marinetti e alla folle «guerra sola igiene del mondo» del Manifesto futurista. lo scatenarsi di crescenti rivalità economiche delle grandi potenze euro- pee in rapporto alla II Rivoluzione industriale di fine Ottocento ha deter- minato l’idea che un conflitto potesse rispondere alle esigenze espansive delle nazioni europee e creare una nuova stabilità di cui la diplomazia non era in condizioni di essere garante. la situazione dei Balcani, al di là dell’episodio di Sarajevo, è un ele- mento scatenante, anche se la loro instabilità conflittuale ha un carattere bisecolare nella storia europea precedente. la guerra si caratterizzò, da un punto di vista militare, per l’uso di armi micidiali mai adoperate prima, armi che non crearono però le condizioni di una guerra lampo, come si pensava da parte di molti: essa infatti diven- ne prestissimo guerra di trincea e di logoramento con un costo altissimo di vite umane. gli stati maggiori erano formati da ufficiali preparati alla guerra tradizio- nale ottocentesca (un esempio clamoroso è Cadorna, inadeguato alla guer- ra moderna ed autentico macellaio che vide i soldati come oggetti da man- dare al massacro), forse solo gli americani si rivelarono preparati ad un tipo di guerra che non aveva precedenti, ma ebbero modo di vedere cos’e- ra la Grande Guerra quasi per tre anni prima di intervenire. è il 1917 l’anno nel quale le potenze belligeranti si rendono conto che la guerra ha svoltato verso prospettive storiche impensabili, cambiando gli stessi obiettivi per cui essa era scoppiata nel 1914: la Rivoluzione russa e l’intervento americano vennero a modificare la natura e la dimensione stes- sa della guerra e del suo esito. Basti pensare all’Unione Sovietica nata dalla 8 Rivoluzione d’ottobre per capire l’incidenza storica della I Guerra Mondiale. In quello stesso anno Benedetto XV definisce il conflitto una «inutile strage», un giudizio che anche oggi viene ripreso, mentre l’interpretazione leninista della guerra come fase estrema del capitalismo appare oggi del tutto ideologica ed anche fuorviante. Infatti sarebbe un grave errore che tutto il capitalismo europeo fosse per la guerra perché c’erano settori signi- ficativi di esso che abbisognavano della pace per implementare il proprio sviluppo. L’Italia entrò nel conflitto nel 1915 contro l’Austria e nel 1916 contro la Germania. Ci fu un lungo e lacerante conflitto fra neutralisti capeggiati da Giolitti e Croce, socialisti e cattolici ed interventisti capeggiati da d’Annunzio, Mussolini, ma anche da uomini di orientamento democratico come Salvemini. Per molti italiani la guerra era anche la IV guerra di indi- pendenza per completare il Risorgimento con Trento e Trieste, l’Istria, la Dalmazia e Fiume. *** Ma valeva la pena al costo di 650mila Caduti? C’è da dubitarne. In ogni caso, l’Italia nel maggio 1915, entrando in guerra, era ben con- sapevole che non sarebbe stato un conflitto breve e soprattutto aveva visto le stragi di soldati sul fronte occidentale francese. Non poteva valere per l’Italia l’inconsapevolezza che potevano avere le potenze entrate in guerra nell’estate 1914. D’Azeglio aveva scritto che bisognava «fare gli italiani». Il post Risorgimento non era riuscito a formare un’identità nazionale condivisa. La strada da percorrere sarebbe stata l’educazione e la scuola, come vide il grande De Sanctis e il piccolo De Amicis con il suo bistrattato libro Cuore. A creare un po’ di amalgama nazionale fu solo il servizio militare in caser- ma: soldati del Nord mandati al Sud e viceversa. Nelle trincee del Piave e del Carso si formò nel sangue quello spirito ita- liano che mancava. La Nazione italiana nacque negli anni di guerra, soprattutto dopo la dis- fatta di Caporetto. Fu un modo affrettato e violento di «fare gli italiani» che peserà grave- mente su tutta la nostra storia successiva. Sicuramente la Grande Guerra è stata una grande strage, ma essa non fu «inutile» (nella storia mai nulla è inutile) perché ha cambiato il mondo. Certo, peggiorandolo. Non fosse altro perché a Versailles non si posero le condizioni di una pace duratura, ma della II Guerra Mondiale. È oggi divenuta persino una frase fatta quella in cui si sintetizza la vicen- da storica dal 1914 al 1945: la seconda guerra dei trent’anni; una storia caratterizzata da tre dittature sanguinarie e da due guerre mondiali che hanno provocato il massacro di milioni di uomini. Rosario Romeo in un saggio del 1968, l’anno della dissacrazione di ogni 9 valore tradizionale che rappresentava anche il cinquantenario della fine della Grande Guerra, scrisse in un saggio parole che restano una chiave interpretativa importante: la guerra non fu mera sopraffazione o discono- scimento dei valori altrui, ma fu anche il contributo di un popolo alla civil- tà realizzato a partire dal secolo precedente attraverso la lotta e la compe- tizione per l’affermazione di valori. Nella grande produzione storica sollecitata dagli anniversari difficilmen- te si trovano testi di valore, se si eccettuano quelli di Gian Enrico Rusconi e di Emilio Gentile.
Recommended publications
  • Sarfatti and Venturi, Two Italian Art Critics in the Threads of Modern Argentinian Art
    MODERNIDADE LATINA Os Italianos e os Centros do Modernismo Latino-americano Sarfatti and Venturi, Two Italian Art Critics in the Threads of Modern Argentinian Art Cristina Rossi Introduction Margherita Sarfatti and Lionello Venturi were two Italian critics who had an important role in the Argentinian art context by mid-20th Century. Venturi was only two years younger than Sarfatti and both died in 1961. In Italy, both of them promoted groups of modern artists, even though their aesthetic poetics were divergent, such as their opinions towards the official Mussolini´s politics. Our job will seek to redraw their action within the tension of the artistic field regarding the notion proposed by Pierre Bourdieu, i.e., taking into consider- ation the complex structure as a system of relations in a permanent state of dispute1. However, this paper will not review the performance of Sarfatti and Venturi towards the cultural policies in Italy, but its proposal is to reintegrate their figures – and their aesthetical and political positions – within the interplay of forces in the Argentinian rich cultural fabric, bearing in mind the strategies that were implemented by the local agents with those who they interacted with. Sarfatti and Venturi in Mussolini´s political environment Born into a Jewish Venetian family in 1883, Margherita Grassini got married to the lawyer Cesare Sarfatti and in 1909 moved to Milan, where she started her career as an art critic. Convinced that Milan could achieve a central role in the Italian culture – together with the Jewish gallerist Lino Pesaro – in 1922 Sarfatti promoted the group Novecento.
    [Show full text]
  • Italiani a Parigi
    italiani a Parigi Da Severini a S a v i n i o Da De ChiriCo a CamPigli Birolli Boldini Bucci campigli de chirico de pisis levi magnelli m e n z i o m o d i g l i a n i p a r e s c e pirandello prampolini rossi savinio severini soffici Tozzi zandomeneghi ItalIanI a ParIgI D a S e v e r I n I a S AVI n IO Da De ChIrico a CaMPIGLI Bergamo, 10 - 30 maggio 2014 Palazzo Storico Credito Bergamasco Curatori Angelo Piazzoli Paola Silvia Ubiali Progetto grafico Drive Promotion Design Art Director Eleonora Valtolina Indicazioni cromatiche VERDE BLU ROSSO C100 M40 Y100 C100 M80 Y20 K40 C40 M100 Y100 PANTONE 349 PANTONE 281 PANTONE 187 R39 G105 B59 R32 G45 B80 R123 G45 B41 ItalIanI a ParIgI Da Severini a SAVINIO Da De Chirico a Campigli p r e C u r so r i e D e r e D i Opere da collezioni private Birolli, Boldini, Bucci Campigli, de Chirico de Pisis, Levi, Magnelli Menzio, Modigliani Paresce, Pirandello Prampolini, Rossi Savinio, Severini, Soffici Tozzi, Zandomeneghi 1 I g ri a P a P r e f a z I o n e SaggIo CrItICo I a n li a T I 2 P r e f a z I o n e SaggIo CrItICo 3 Italiani a Parigi: una scoperta affascinante Nelle ricognizioni compiute tra le raccolte private non abbiamo incluso invece chi si mosse dall’Italia del territorio, nell’intento di reperire le opere che soltanto per soggiorni turistici o per brevi comparse.
    [Show full text]
  • Il Caso Gualino a Cura Di Francesca Ponzetti
    Il caso Gualino A cura di Francesca Ponzetti INDICE DEI MATERIALI: Cronologia degli anni torinesi: p. 2 1923 – Teatro Odeon – Programma: p. 8 1925-1929 – Teatrino privato – Programma: p. 9 1925-1930 – Teatro di Torino – Programma: p.10 Recensioni agli spettacoli: p.25 I Diari di Cesarina Gualino: p. 72 1 Riccardo Gualino negli anni torinesi - Cronologia Riccardo Gualino (Biella 1879- Firenze 1964) Cesarina Gurgo Salice (Casale Monferrato 1890-Roma 1992) 1879 Riccardo Gualino nasce a Biella (nel quartiere popolare Riva), decimo di 12 figli. 1896 Si trasferisce a Sestri Ponente. A soli 17 anni si avvia alla vita degli affari alle dipendenze del cognato Attilio Bagnara (marito della sorella Maria Gualino) proprietario di un‟industria all‟avanguardia, nel commercio genovese, per l‟importazione di legname dalla Florida. Riccardo fu assunto in qualità di impiegato addetto alla segheria di Sestri e agli sbarchi e spedizioni da Genova. 1897 Parte per il servizio militare. 1899 Torna a Sestri Ponente dove lavora ancora per il cognato in qualità di “viaggiatore” (retribuito a percentuale) con il compito di curare il collocamento della mercanzia presso i compratori (zona Italia settentrionale). 1901 Lavora presso un‟importante azienda di Milano importatrice di legname d‟abete dalla Carinzia e dal Tirolo come addetto al “controllo della qualità”. 1903 Si trasferisce a Casale Monferrato dove lavora per il cugino Tancredi Gurgo Salice (padre di Cesarina), produttore di cemento, in qualità di “rappresentante autonomo”. 1905 Crea la sua prima impresa, la “Riccardo Gualino & C.”, avente per scopo l‟industria e il commercio dei legnami e dei cementi; l‟impresa nasce dalla collaborazione con i cugini Gurgo Salice (in particolare Tancredi).
    [Show full text]
  • Parigi a Torino
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO SCUOLA DI DOTTORATO Humanae Litterae DIPARTIMENTO Beni Culturali e Ambientali CURRICULUM Storia e critica dei beni artistici e ambientali XXV ciclo TESI DI DOTTORATO DI RICERCA Parigi a Torino Storia delle mostre “Pittori d’Oggi. Francia-Italia” L-Art/03 L-Art/04 Dottorando Luca Pietro Nicoletti Matricola n. R08540 TUTOR Ch.mo prof.re Antonello Negri COORDINATORE DEL DOTTORATO Ch.mo prof.re Gianfranco Fiaccadori A.A. 2011/2012 Luca Pietro Nicoletti, Parigi a Torino. Storia delle mostre “Pittori d’Oggi. Francia-Italia” tesi di dottorato di ricerca in storia dei beni artistici e ambientali (Milano, Università degli Studi, AA. 2011/2012, XXV ciclo), tutor prof. Antonello Negri. 2 Luca Pietro Nicoletti, Parigi a Torino. Storia delle mostre “Pittori d’Oggi. Francia-Italia” tesi di dottorato di ricerca in storia dei beni artistici e ambientali (Milano, Università degli Studi, AA. 2011/2012, XXV ciclo), tutor prof. Antonello Negri. Ringraziamenti L’invito a studiare le vicende di “Francia-Italia” viene da Paolo Rusconi e Zeno Birolli, che ringrazio, insieme ad Antonello Negri, che in qualità di tutor ha seguito lo svolgimento delle ricerche. Anche la ricerca più solitaria si giova dell’aiuto di persone diverse, che ne hanno condiviso in parte più o meno estesa i contenuti e le riflessioni. In questo caso, sono riconoscente, per consigli, segnalazioni e discussioni avute intorno a questi temi, a Erica Bernardi, Virginia Bertone, Claudio Bianchi, Silvia Bignami, Alessandro Botta, Benedetta Brison, Lorenzo Cantatore, Barbara Cinelli, Enrico Crispolti, Alessandro Del Puppo, Giuseppe Di Natale, Serena D’Italia, Micaela Donaio, Jacopo Galimberti, Giansisto Gasparini, Luciana Gentilini, Maddalena Mazzocut- Mis, Stefania Navarra, Riccardo Passoni, Viviana Pozzoli, Marco Rosci, Cristina Sissa, Beatrice Spadoni, Cristina Tani, Silvia Vacca, Giorgio Zanchetti.
    [Show full text]
  • Scarica Catalogo
    Aste Boetto Arte Moderna e Contemporanea Italia Figurativa I Various techniques and Multiples Arte Moderna e Contemporanea Modern and Contemporary Art Lunedì 25 Maggio 2020 Monday 25 May 2020 Italia Figurativa I Various techniques and Multiples ore 15.00 / 3.00pm by Italy I Worldwide ore 17.30 / 5.30pm Esposizione a Genova Venerdì 22 Maggio 10.00 - 13.00/ 15.00 - 19.00 Sabato 23 Maggio 10.00 - 13.00/ 15.00 - 19.00 Domenica 24 Maggio 10.00 - 13.00/ 15.00 - 19.00 Viewing Friday 22 May 10.00am - 1.00pm / 3.00pm - 7.00pm Saturday 23 May 10.00am - 1.00pm / 3.00pm - 7.00pm Sunday 24 May 10.00am - 1.00pm / 3.00pm - 7.00pm In conseguenza delle restrizioni imposte dal DPCM del 22 Marzo i cataloghi saranno solo in formato digitale. Potranno essere consultati e scaricati dal nostro sito www.asteboetto.it Aste Boetto srl Mura dello Zerbino 10 rosso - 16122 Genova, Italy Tel. +39 010 25 41 314 - Fax +39 010 25 41 379 Foro Buonaparte 48 - 20121 Milano, Italy Tel. +39 02 36 76 82 80 e-mail: [email protected] - www.asteboetto.it Arte moderna e contemporanea 1 Responsabile Dipartimento Arte Moderna e Contemporanea Marco Canepa I nostri dipartimenti Arte Moderna e Contemporanea Marco Canepa [email protected] mob. +39 348 22 59 404 Guido Lazzarini mob. +39 335 5473581 Consulente Alessandro Benso [email protected] Fotografia Maura Parodi [email protected] mob. +39 347 82 01 241 Design e Arti Decorative del sec.XX Sergio Montefusco [email protected] mob.
    [Show full text]
  • La Pittura Di Paolo Cinanni
    Monografica La pittura di Paolo Cinanni MARIA CARMELA MONTELEONE Nel riferire dei primi esiti di questo studio sulla figura di Paolo Cinanni pittore è doveroso porre una premessa. Se sull’attività di militante e dirigente comunista e sindacale, così come sugli studi politico-sociali, la bibliografia appare considerevole, sulla produzione artistica, parte integrante l’attività d’intellettuale impegnato, non vi sono pressoché notizie ed è persino difficile, al momento, ricostruirne il catalogo. Censimento delle opere, schedatura e cronologia sono condizioni essenziali ad una prima sistemazione critica della produzione pittorica che, per altro, andrà esaminata non disgiunta dalla sua attività di politico e di studioso. Tra le poche fonti specifiche attualmente a disposizione, ricordiamo il catalogo della mostra svolta nel 1984 a S. Giovanni in Fiore (CS)1, seconda patria del Cinanni, catalogo presentato da Aldo Turchiaro2, pure lui pittore impegnato, i cenni presenti in opere autobiografiche3 e le tele ancora in possesso della famiglia, che tanto ge- nerosamente ha donato ai geracesi un nucleo importante4. A questo si aggiungono una mole di appunti vari, in parte da studiare5, e le testimonianze dei familiari e di quanti lo conobbero. Pertanto, si cercherà in questa sede di tracciare le linee principali di uno studio che andrà approfondito sulla scorta d’ulteriore materiale. Nel 1932, all’età di 16 anni, Paolo Cinanni si ammala di pleurite. Non è il primo confronto con la durezza della vita. Pochi anni prima aveva lasciato con la sua famiglia, la natìa Gerace, per affrontare incognite e speranze di un trasferimento a Torino nel 1 Paolo Cinanni, Paolo Cinanni, mostra antologica, S.
    [Show full text]
  • GIORNALE DICEMBRE.Qxd
    9 . n 9 0 0 2 Beppe Lachello vist r e DOI PUNT E MES b da Soria ël Fujn m é t ËL CAFÈ SAN CARLO e docent universitari, giornalista, scritor e artista ’d minca sòrt, S le soe sale a dventavo ’d colp un salòt inteletual con na colo - rassion pì che patriòtica ch’a na fasìo quasi na ròcafòrt dël moviment risorgimental. Ambelelì lë scritor Alessandro Dumas a tastava ’l sò prim « bicerin », l’amiraj Cagni con ël Duca degli Abruzzi as setavo ai sò taulin për pronté cola famosa spedission vers le tère dle giasse eterne con la nav «Stella Polare ». Ëdcò vàire a j’ero ij ministr e ij politich ch’as gavavo ’l piasì ’d passé al San Carlo, Giolitti a lo fasìa spe - tand le coincidense dij treno ch’a l’avrìo portalo a sò pais, mentre che Crispi a sercava ’d convince j’element ëd la «Mancin-a» parlamentar sël fàit ch’a ventava ’nterven-e an Africa. A smija che ’dcò Antònio Gramsci a l’avèissa avù l’ispiras - sion ëd fondé l’« Ordine Nuovo » vardand ij pòrti da setà a ’n L’intrada sota al pòrti taulin dël Cafè San Carlo, sensa dësmentié la presensa sigu - ra coma abitué ’d Benedetto Croce, ël peoeta Pastronchi, lë a Piassa Carignan, andoa ch’i j’ero lassasse l’ùltima scritor De Amicis e peui Sergio Solmi, Lorenzo Gigli, Mario Dvira, spostomse na frisa e varda-lì ch’is trovoma an Gromo, ël pitor Casorati e Piero Gobetti. Pì anans ant j’ani Piassa San Carlo (cola dle doe cese con le fontan-e dël Pò e costa a l’era na sosta da part ëd Luigi Einaudi quand ch’a dla Dòira sla schin-a) e ’mbelessì i trovoma col local ëstòrich rivava da caté ij lìber da Bourlot; a l’era l’artreuv dij « ses ëd ch’a pòrta ’l midem nòm ëd la piassa: ël Cafè San Carlo.
    [Show full text]
  • I Pittori Piemontesi Dai Primitivi All'arte Povera
    $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ I PITTORI PIEMONTESI DAI PRIMITIVI ALL’ARTE POVERA A cura di Maria Orsola Quario $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ UCIIM TORINO 1 2 Introduzione Il trattatello “I pittori piemontesi” raccoglie gli argomenti svolti nel corso triennale organizzato dall’UCIIM di Torino nel triennio 2001-2004, corso che si proponeva di far conoscere il fenomeno pittorico in terra piemontese a parti- re dall’XI° secolo,quando la pittura era solo murale e i “frescanti” erano quasi sempre anonimi , sino a giungere ai movimenti artistici contemporanei. Il corso ha anche inteso dimostrare come con il trascorrere dei secoli il Pie- monte nel campo figurativo abbia acquistato un rilievo sempre maggiore, se- gno di una maturazione culturale continua e come il ruolo artistico di Torino, inesistente agli albori del millennio, sia andato diventando pregnante di pari passo con il ruolo politico ed economico che ha segnato il destino della Città a partire dal XVII° secolo. Gli argomenti qui trattati non sono la fedele registrazione degli interventi tenuti dai Relatori (proff. Giuliana Biraghi, GianGiorgio Massara, Willy Beck, Maria Grazia Imarisio) rispetto ai quali presentano omissioni, scostamenti e talora in- tegrazioni, ma una loro libera sintesi. Si precisa che, là dove gli interventi sono stati integrati, vengono riportate le fonti di consultazione. Là dove non ci sono riferimenti bibliografici le fonti sono le registrazioni o gli appunti personali delle lezioni. 3 INDICE 1.I primitivi: cicli di pittura ad affresco dal secolo XI° al secolo
    [Show full text]
  • Carlo Levi Pittore
    CARLO LEVI PITTORE Galleria Silva Milano CARLO LEVI PITTORE GALLERIA SILVA VIA BORGOSPESSO 12 MILANO Un ringraziamento particolare alla Fondazione Carlo Levi di Roma, a Tullio alla Presidente Prof.ssa Daniela Fonti per l’introduzione e alla Dott.ssa Antonella Lavorgna per la collaborazione e l’accertamento delle autenticità. Catalogo a cura di Lucia Silva Cornici Paolo Girotto Fotografie Valdi Romanovici Foto storiche Archivio Fondazione Carlo Levi, Roma Progetto grafico e stampa Cierre Grafica, Verona I TEMI DI CARLO LEVI: UN PERCORSO ESEMPLARE Carlo Levi, torinese, è stato pittore, scrittore, uomo politico di punta, un intellettuale sempre intento ad interrogare se stesso e il mondo scegliendo di volta in volta il mez- zo espressivo più adatto a comunicare il peso dei suoi interrogativi e l’urgenza con la quale si affacciavano al suo mondo interiore. Ha attraversato talvolta da protagonista la “grande storia” del suo tempo rendendone esemplare testimonianza; basti pensare alla rievocazione dell’esperienza del confino politico in Cristo si è fermato a Eboli e al meno noto Paura della libertà, scritto nel 1939, recentemente riconsiderato come uno fra i più interessanti scritti di filosofia politica sulla crisi dell’Europa alla vigilia della seconda guerra. Meno noto universalmente come pittore, nondimeno egli si è sempre considerato un pittore prestato alla letteratura e alla politica; ne fa fede anche l’atti- tudine esistenziale che lo porta dopo l’avvio nel 1938 del suo precario esilio da ebreo antifascista in Francia, braccato dalle persecuzioni politiche e razziali, a dipingere costantemente, comunque e in qualsiasi condizione, perché la pittura – ancor prima della scrittura – è un modo di sentirsi vivo.
    [Show full text]
  • Piccola Storia Dell'italia Artistica Nel Primo '900
    Piccola storia dell’Italia artistica nel primo ’900. Dal Futurismo all’Astrazione attraverso i realismi di novecento. Qualche passo all’indietro: i primi segni del cambiamento Per raccontare la storia dell’arte italiana dei primi cinquant’anni del XX secolo si potrebbe prendere spunto da una frase lapidaria ma pregna di significato di Robert Hughes 1 a proposito del Futurismo, il primo grande movimento italiano d’avanguardia, che nel nostro Paese inaugurò l’avvento del Ventesimo secolo. Scrive Hughes, con la sua acuta penna: ”Probabilmente i futuristi non avrebbero amato tanto il futuro se non fossero venuti da un paese tecnologicamente arretrato come l’Italia ”, e, si potrebbe completare la frase, da un paese che da soli trent’anni aveva raggiunto una stabilità nazionale e indipendente (1870), dunque da un Paese che aveva intrapreso la propria gara con la modernità quasi a ridosso del secolo XX. Con una parte del proprio territorio, quella situata a sud di Roma, in uno stato d’endemica arretratezza, governato dalle più inique leggi del latifondo, e una parte invece, quella a Nord, più vitale e intraprendente, pronta alla riconversione della propria economia rurale in un sistema produttivo industriale, l’Italia post-unitaria manifesta anche attraverso l’arte e l’impegno degli artisti, la sua forte volontà di cambiamento. Ma se ciò avverrà primariamente con il Futurismo, a partire dunque dal 1909, segnali largamente positivi si avvertirono già sul finire del secolo precedente. Per comprendere il significato della poetica futurista, degli strumenti e delle azioni che i suoi protagonisti misero in campo nel loro riuscitissimo tentativo di svecchiamento dell’arte italiana, è necessario dunque fare qualche passo all’indietro nel tempo per spiegare i forti legami che unirono i futuristi alla tradizione artistica italiana della fine Ottocento e, in senso più ampio, alle novità che anche nel nostro Paese arrivarono dalle imprese più significative della pittura europea, francese (impressionismo, pointillisme, simbolismo) e tedesca (Jugendtil e Sezession) in particolare.
    [Show full text]
  • Informazioni Del Piemonte
    CONSIGLIO REGIONALE INFORMAZIONI DEL PIEMONTE Agenzia settimanale a cura della Direzione Comunicazione - Ufficio Stampa - Via Alfieri, 15 - 10121 Torino Reg. Trib. di Torino n. 2433 del 27.8.1974 - Direttore responsabile: Marina Ottavi Anno XXX - n. 22 16 Dicembre 2005 Sommario Tav: seduta straordinaria del Consiglio regionale 3 Brevi dal Consiglio 7 Mediazione del Corecom per le controversie telefoniche 8 Incontro per i desaparecidos del Paraguay 12 Due “stanze” del Teatro Stabile di Torino 13 Rubriche Progetti di legge 5 Interrogazioni ed interpellanze 16 Ordini del giorno 17 Accade in Piemonte 18 In redazione: Marina Ottavi - Gianni Boffa - Alessandro Bruno - Federica Calosso - Carlo Tagliani Collaboratori: Dario Barattin Segreteria di redazione: Piera Savina - Lucia Lucarelli Sito Internet: http://www.consiglioregionale.piemonte.it/notiziari/inforegione/index.htm e-mail: [email protected] Tel. 011 5757 251 - 011 5757 252 Progetto grafico: Studio Franco Turcati Adv - Realizzazione e stampa: Cornia Tav: seduta straordinaria del Consiglio regionale Nella seduta straordinaria del 13 dicembre - L’intervento di Bresso richiesta dai gruppi di opposizione (primo firmatario il capogruppo di AN William Casoni) “Dopo l’incontro per gestire l’emergenza - ha per discutere sulla realizzazione della tratta spiegato - il 10 dicembre a Roma si è istituito ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione - il un Tavolo di lavoro a Palazzo Chigi, cui Consiglio regionale ha approvato, con 34 sì e prendono parte anche i sindaci della Gronda nord di Torino e un rappresentante della Ue. 12 no dell’opposizione, un ordine del giorno È un Tavolo politico, con un osservatorio dei proposto dalla maggioranza (primo firmatario il lavori pubblici e rappresentanti dei ministeri capogruppo dei Democratici di Sinistra dell’Ambiente e della Salute.
    [Show full text]
  • The Application of Art Historical Methodologies to the Study of Paul Cézanne in the 19
    ABSTRACT Title of Document: PAUL CÉZANNE AND THE MAKING OF MODERN ART HISTORY Jorgelina Orfila, Doctor of Philosophy, 2007 Directed By: Professor June E. Hargrove Department of Art History and Archaeology The application of art historical methodologies to the study of Paul Cézanne in the 1930s brought about significant changes in the way the artist’s art and biography were understood. Art history was institutionalized as an international academic discipline under the pressure of the ideological struggle that preceded the Second World War. This process promoted the incorporation of modern art as part of the disciplinary field. The use of categories of analysis developed for the examination of historical manifestations helped to assimilate modern art into a narrative that extolled the continuity of the Western tradition. This dissertation examines the writings and careers of art historians who published books on Cézanne in 1936 in Paris: Lionello Venturi, the first catalogue raisonné of the work of the artist, Cézanne, son art, son oeuvre; René Huyghe, a monograph, Cézanne; and John Rewald, Cézanne et Zola, which became the accepted biography of the artist. In addition, Rewald’s photographs of the sites Cézanne painted were instrumental in introducing space (as perspective) as a category for the analysis of the artist’s landscapes, thus helping to establish its link to the Western tradition. The site photographs epitomize the new approach to documentation and the changes in museography that accompanied the transformation of art history. The arrival of émigré art historians to the United States favored the identification of the hegemonic art historical discourse with an anti-totalitarian ideology.
    [Show full text]