ISSN 1824-114X

anno LVII, nuova serie XII n. 4 luglio/agosto 2012

Ambiente Societa’ Territorio

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, - NO/ VERCELLI n° 4 anno 2012 Geografia nelle Scuole

Mosaico dell’Africa (a destra) dell’Australia e della Nuova Zelanda (a sinistra), costruito dai dati rilevati nel 2004 RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE dallo strumento MERIS del satellite europeo Envisat e visualizzato in colori naturali (RGB 7,5,3-2) (cortesia ESA/ESRIN). ITALIANA INSEGNANTI DI GEOGRAFIA 55° Convegno Nazionale Associazione Italiana Insegnanti di Geografia 7° Convegno Nazionale Associazione Italiana Insegnanti di Geografia - Giovani 16° Corso Nazionale di aggiornamento e sperimentazione didattica Le nella Macroregione Adriatico - Ionica. XXXI Congresso Geografico Italiano Aggiornamenti scientifici e didattici Macerata, 27 settembre - 5 ottobre 2012 Scomposizione e ricomposizione territoriale Programma preliminare giovedì 27 settembre 2012 Macerata, Palazzo Ugolini (c.so Cavour, 2): dalle ore 11,00 alle ore 14,00 punto accoglienza e registrazione dei partecipanti. della città contemporanea ore 14.00 Rampa Zara: artenza escursioni pre-convegno: Milano: 11-15 giugno 2012 1 - Recanati e i luoghi leopardiani 2 - L’alta Vallesina: Cerreto d’Esi, Matelica, visita alle cantine Belisario Uno dei contributi al 31° Congresso Geografico Italiano ha presentato significativamente anche l’immagine di Per favorire la partecipazione e facilitare l’arrivo dei convegnisti a Macerata si fa presente che, per quanti ne faranno richiesta: un cascinotto, oggetto di studio, nell’ambito delle ricerche sull’edilizia rurale dell’Alta pianura lombarda, di l’escursione 1 effettuerà soste per far salire i partecipanti ai piazzali delle stazioni ferroviarie di Civitanova Marche (ore 14,30) e di Ancona (ore 15,15); due grandi maestri della scuola geografica dell’Università Cattolica di Milano: Giuseppe Nangeroni e Cesare l’escursione 2 effettuerà una tappa al piazzale della stazione ferroviaria di Fabriano (ore 15,00). ore 18.30 Rientro a Macerata e visita della città Saibene. Rispettivamente dal 1956 al 1972 e dal 1972 al 1984 sono stati anche presidenti della Sezione ore 18.30 Consulta dei Presidenti regionali Lombardia. Alla loro scuola, fra gli altri, si sono formati Giacomo Corna Pellegrini, Guglielmo Scaramellini e ore 20.30 Vin d’honneur l’attuale direttore di questa rivista. venerdì 28 settembre 2012 – primo giorno di convegno Come ricordo dei due illustri studiosi, si pubblica la sintesi del contributo di Maristella Bergaglio e Patrizia ore 9.00 Macerata, Università degli studi - Auditorium San Paolo - saluto delle autorità - apertura del convegno, Motta con tre immagini giustapposte alla foto, risalente agli anni Cinquanta, di un cascinotto, scattata da Giu- prof. Gino De Vecchis, presidente nazionale dell’AIIG (Università di Roma “La Sapienza”) seppe Nangeroni e pubblicata nella tav. XXIII del volume di C. SAIBENE, La casa rurale nella pianura e nella ore 9.30 Consegna del Premio “G. Valussi”. collina lombarda, Firenze, Olschki, 1955. Saibene lo definisce: «necessario e tipico complemento della di- ore 10.00 Relazioni introduttive, seminario didattico e dibattito prof. Carlo Pongetti (Università di Macerata) Marche: le geometrie di un plurale; prof. Sergio Conti (Università degli Studi di Torino): Teoria della regione e logica della macroregione; mora a “corte” pluriaziendale, che è ubicata nei centri, lontano dai terreni dell’azienda, sui quali il contadino prof. Paolo Crivelli (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana): Dalla geografia regionale all’educazione al territorio costruisce un cascinotto per ricovero personale, ma soprattutto come “laboratorio agricolo”» (pp. 211-212). (seminario didattico). Panel: Il Tirocinio Formativo Attivo: problemi e prospettive (coordinatori: Gino De Vecchis, Presidente nazionale dell’AIIG, Università di Roma “La Sapienza” e Giuseppe Rocca, Università di Genova). Costruzione di un’identità territoriale complessa fra tradizione rurale ore 13,15 Buffet ore 15.00 Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti - Sala Specola - Inaugurazione della mostra: E figurato è il mondo in breve carta. e nuove forme urbane: l’esempio di un territorio a nord est di Milano ore 15,30 Polo Pantaleoni - Apertura Convegno AIIGiovani Maristella Bergaglio e Patrizia Motta ore 16.00 - 19.00 Auditorium San Paolo - Tavola rotonda: Un’interfaccia resiliente. Le ragioni della Macroregione Adriatico-Ionica coordina: Ambasciatore prof. Luigi Vittorio Ferraris. Interventi: Regione Marche,Segretariato IAI, Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico Il caso di studio esaminato è quello del Vimercatese, un territorio ubicato a nord est di Milano in posizione e dello Ionio; Dott. Marco Bellardi; Prof. Giuseppe Canullo (Università Politecnica delle Marche); prof. Emilio Cocco (Università di Teramo). intermedia tra il capoluogo milanese e le prime fasce collinari lecchesi. ore 20.30 Cena sociale Oggi il Vimercatese si caratterizza per la sabato 29 settembre 2012 – secondo giorno di convegno presenza di spazi ad alta promiscuità fun- ore 08.00 - 19.00 Lezioni itineranti (intera giornata): zionale, forme disomogenee di insediamen- a) Dalla valle del Chienti all’alta Valnerina. Osservazione della serie di invasi artificiali realizzati negli anni Sessanta lungo il Chienti. to e di uso del suolo con differenti gradienti Visita alle aree produttive, prosecuzione per Visso e per gli impianti di acquacoltura. b) L’alta valle del Potenza: San Severino Marche, proseguimento lungo l’antica “Intagliata” dei Da Varano con soste a Torre del Parco di densità in cui i tessuti urbani consolidati, e al castello di Lanciano, Gola di Pioraco, Fiuminata. gli elementi di ruralità e semiruralità tutto- c) La provincia di Fermo. Visita al centro storico di Fermo, incontro con i Rappresentanti della Provincia istituita nel 2004, attivata nel 2009. ra persistenti, gli spazi produttivi e nuove Proseguimento lungo la valle dell’Aso con soste presso le strutture del “distretto del freddo” o, in alternativa, proseguimento verso i centri icone del terziario hanno sviluppato una del “distretto del cappello”. geometria complessa a tutt’oggi in rapida d) La provincia picena. Percorso lungo la Riviera delle Palme e la valle del Tronto, con sosta a San Benedetto del Tronto, visite alle strutture Cascinotto con aia Cascinotto, via Ruginello, evoluzione. del porto peschereccio, incontro con gli operatori del comparto. Visita di Ascoli Piceno. (foto di G. Nangeroni, anni ‘50). Bellusco. e) Le colline maceratesi e la dorsale di Cingoli: visite ai centri storici di Treia (Accademia Georgica e luoghi di Dolores Prato) e di Cingoli, In questa prospettiva il Vimercatese si pone “balcone” delle Marche. Proseguimento per Castreccioni: diga e lago. come un contesto territoriale “potenzial- f) Lungo l’antico limes dell’Esino: Jesi, Fabriano. Visita a uno stabilimento di produzione di elettrodomestici. Visita alle grotte di Frasassi. mente” esemplificativo: si tratta di un’area ore 21.15 Auditorium San Paolo - Concerto del Gruppo di ricerca e canto popolare “La Macina”: Nel canto la memoria. densamente umanizzata ma non omoge- domenica 30 settembre 2012 – terzo giorno di convegno nea, in cui paesaggio urbano e rurale si ore 8.30 partenza per l’Abbadia di Fiastra ore 09.00 Illustrazione del complesso monumentale dell’Abbadia e del nucleo amministrativamente diviso. fondono e si implementano virtuosamente ore 09.30 Sala convegni dell’Abbadia di Fiastra - Relazioni e dibattito: prof. Peris Persi (Università di Urbino) L’anima segreta delle ed in cui si possono incontrare molti tipi di Marche: tra materia e spirito di una regione; prof. Paolo Rovati (Università di Macerata) La Macroregione Adriatico-Ionica tra analogie e paesaggio. differenze; prof. Simone Betti (Università di Macerata) Le Marche: da “l’Italia in una regione” agli ethnoscapes. Questa molteplicità di paesaggi è il risul- ore 11.30 - 13.00 Sessioni didattiche: 1 - La regione: categoria della ricerca, applicazione della didattica tato del progressivo accostamento e della (coord. Laura Cassi - Università di Firenze); 2 - Destrutturazione dei confini e rinnovate potenzialità per le aree frontaliere Le “Torri bianche di Vimercate”, Il Trezzese: aree industriali sovrapposizione di elementi nuovi, frutto (coord. Josep Vicent Boira i Maiques - Universitat de València); via Molgora, Vimercate. e spazi agricoli, via dell’Industria, ore 13.00 Pausa pranzo Pozzo d’Adda. delle recenti dinamiche insediative e del- ore 15.00 - 16.30 Sessioni didattiche: 3 - Koinè versus frontiere: insegnare l’Adriatico. Dal “Mare superum”, al “Golfo di Venezia”, la ristrutturazione del comparto produttivo alla Macroregione Adriatico-Ionica (coord. Maria Fiori - Università di Bari); 4 - Formare i docenti di Geografia: una verifica della didattica tessile tradizionale, con elementi di lunga durata persistenti, dotati di una forte inerzia come la ripartizione universitaria in vista della programmazione del Tirocinio Formativo Attivo (coord. Giuseppe Rocca - Università di Genova). dei terreni agricoli, le infrastrutture delle acque, i canali, le strade, le cascine. ore 16.30 - 18.30 Assemblea dei Soci e chiusura dei lavori ore 19.00 Rientro a Macerata Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università; Sezione Lombardia ore 20.30 Buffet di saluto lunedì 1 ottobre - venerdì 5 ottobre 2012 A - Escursione di studio percorrendo la rotta tra le due sponde dell’Adriatico: Società Geografica Italiana Macerata - Ancona - Spalato - Ploče - Dubrovnik - Spalato - Ancona Roma, 9 ottobre ore 16.30 Partenza da Macerata: 1 ottobre: ore 08,30 - Arrivo ad Ancona. Visita della città e delle strutture portuali. Ore 19,00 inizio procedure imbarco su traghetto Jadrolinja e assegnazione delle cabine. 2 ottobre: Split, Ploče Neum ; 3 ottobre: Neum, Dubrovnik, Neum; 4 ottobre: Neum, Split: ore 19.00 inizio delle procedure di imbarco sul traghetto Blue Line e assegnazione delle cabine; 5 ottobre ore 08,00 sbarco ad Ancona. RICORDO DI GIACOMO CORNA PELLEGRINI B - 1 - ottobre 2012: Itinerario nel Parco nazionale dei Monti Sibillini (1 giorno). Intervengono: on. Pietro Bassetti (già Presidente della Regione Lombardia), Carlo Brusa, Macerata – Castelluccio di Norcia - Piano Grande – santuario di Macereto – lago di Fiastra – Macerata. Giuseppe Dematteis, Maria Clotilde Giuliani Balestrino, Monica Morazzoni e Guglielmo Scaramellini Info: Carlo Pongetti: 342 / 83.17.185 introduce Franco Salvatori Geografia nelle Scuole

San Felice sul Panaro (MO), la rocca danneggiata dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012. Sul terremoto i soci dell’Emila-Romagna raccontano il loro punto di vista da p. 14 a p. 21. 011

2 Editoriale: la formazione dei docenti e il Tirocinio Formativo Attivo, di Gino De Vecchis Contributi 3 Discorso inaugurale del XXXI Congresso Geografico Italiano, diGuglielmo Scaramellini 7 Il XXXI Congresso Geografico Italiano, diDavide Papotti con note di Dino Gavinelli e di Lorenzo Bagnoli 10 Dalle “cento città” alla città sconfinata: una sfida per l’Italia del XXI secolo (II parte), diGiuseppe Dematteis 14 Il terremoto dell’Emilia scuote un patrimonio consolidato. I soci dell’AIIG ci raccontano il loro punto di vista, di Enza Zabbini 14 Geografie dal sisma nella «bassa» padana, diGabriele Levoni 19 Il paesaggio è malato, nostalgia di un territorio. In treno attraverso i luoghi del sisma, di Evaristo Lodi 22 Diario afghano, di Fabrizio Finocchi 28 L’acciaio vegetale per un futuro sostenibile, di Maurizio Coccia 33 l turismo dei fari e nei fari. Visite e soggiorni, di Marisa Malvasi 38 Volare col sole, in Il pianeta degli uomini, rubrica di Giorgio Nebbia Laboratorio Didattico 40 Verso la costruzione di un’identità interculturale: proposta didattica per la scuola secondaria di I grado, di Anna Licandro Eventi e note 44 La geografia ha i suoi blog, diCristiano Giorda 45 GEOGRAFICA-MENTE, di Daniela Pasquinelli d’Allegra 46 Recensioni e segnalazioni Inserto: 47 Vita dell’Associazione IL TELERILEVAMENTO PER L’OSSERVAZIONE DEL NOSTRO PIANETA DALLO SPAZIO Maurizio FEA - Associazione Geofisica Italiana, in collaborazione con l’European Space Agency - ESRIN, Frascati.

Ambiente Società Territorio Matteo Puttilli (Sez. Piemonte), Valerio Raffaele (Sez. Lombardia) Giandomenico Patrizi, Peris Persi, Giuseppe A. Staluppi Geografia nelle Scuole Sede ufficiale presso la Società Geografica Italiana, Direttore della Rivista Carlo Brusa ([email protected]) Pubblicazione riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività via della Navicella 12 - 00184 Roma L’editore rimane a disposizone degli aventi diritto. Culturali “di elevato valore culturale per il rigore scientifico con Recapito presso il Presidente: Dipartimento di Scienze documentarie, Consulenti scientificiAndrea A. Bissanti (Univ. di Bari), il quale viene svolta la trattazione degli argomenti”. linguistico-filologiche e geografiche, John A. Agnew (UCLA, Los Angeles), Josè Vicente Boira Maiques p.le A. Moro, 5 - 00185 Roma - tel. 06.49913.914/589 - (Università di Valencia), Emmanuelle Boulineau, (école Normale Supérieure RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA INSEGNANTI DI GEOGRAFIA [email protected] de Lyon), Philippe Duhamel (Université d’Angers), Goro Komatsu Società di cultura del territorio Relazioni Internazionali Massimiliano Tabusi (PERC - Planetary Exploration Research Center, Japan), (membro dell’European Standing Conference of Geography Teachers). (Univ. per stranieri - Siena) Joseph P. Stolman (Western Michigan University), Thomas J. Puleo Associazione accreditata alla formazione del personale docente Relazioni con i Dirigenti scolastici Carlo Cipollone (Sez. ) (Arizona State University), Cosimo Palagiano (Sapienza Università di Roma) dal MIUR con il quale ha firmato un Protocollo d’intesa. Ufficio Sociale ([email protected]) Cristiano Pesaresi (direttore), Comitato di Redazione Presidente Gino De Vecchis («La Sapienza» - Univ. Roma) Rossella Belluso, Gianluca Casagrande, Alessio Consoli, Riccardo Morri (Università) Vicepresidente Daniela Pasquinelli d’Allegra (Sez. Lazio), Miriam Marta, Mariella Ronza Valerio Raffaele (Sc. sec. II grado) Vicepresidente e Tesoriere M. Teresa Taviano Ferraù (Univ. di Messina) Ufficio stampa Marco Maggioli , Giuseppe Naglieri (Sc. sec. I grado) Segretario Riccardo Morri («La Sapienza» - Univ. Roma) Andrea Curti Daniela Pasquinelli d’Allegra (Sc. Primaria e dell’Infanzia) Consiglieri Carlo Brusa (Univ. del Piemonte Orientale), Soci d’onore Andrea A. Bissanti, Augusta V. Cerutti, Sandra Cigni Perugini, José Gambino (Univ. di Messina), Cristiano Giorda Michele Corrado, Giuseppe Dematteis, Alberto Di Blasi, Mario Fondi, Carmelo Ufficio di Redazione Raffaella Afferni, Davide Papotti, (Univ. di Torino), Giuseppe Naglieri (Sez. Puglia), Formica, Hartwig Haubrich, Cristina Morra, Lucrezia Pantaleo Guarini, Alessandro Santini Lug-Ago/12 CARLO BRUSA AST Gino De Vecchis Editoriale

LA FORMAZIONE DEI DOCENTI E IL TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO on l’inizio del nuovo anno accademico e sco- è molto semplice: le didattiche disciplinari, artico- lastico 2011-12 prende avvio il Tirocinio For- late in lezioni frontali (con temi previsti dalle Indi- Cmativo Attivo (TFA), destinato alla formazio- cazioni nazionali) e attività di laboratorio. ne dei futuri docenti della scuola secondaria di I e Se la risposta è semplice in teoria, l’applicazione pra- di II grado. Questa nuova esperienza didattica inizia tica si scontra con difficoltà, che derivano soprattut- dalla fine: ovvero dall’ultimo anno di un percorso to dalla scarsa preparazione della classe docente uni- che dovrebbe seguire la laurea magistrale per l’in- versitaria rispetto alla Didattica della Geografia, per segnamento secondario. la quale, peraltro, la stessa classe manifesta scarsa La scomparsa della Scuola di Specializzazione per attenzione e, purtroppo, ancor più scarsa conside- l’Insegnamento Secondario (SSIS), avviata nel 1999 razione. In realtà la Didattica della Geografia – co- e durata un decennio, aveva prodotto per troppi an- me in altre occasioni ho avuto modo di ribadire– è ni una stasi in questo delicato settore dell’istruzione. disciplina complessa, che richiede preparazione nei Si sono così accorciati i tempi, concedendo ai laure- saperi geografici e in quelli delle scienze dell’edu- ati delle specialistiche, con i necessari requisiti, di cazione, adeguatamente raccordati. accedere al TFA previo superamento di alcune pro- La Geografia, proprio per la sua ampiezza e comples- ve, nazionali e locali. sità di interessi scientifici, di per sé richiede molte- A regime dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) es- plici specializzazioni, verso ciascuna delle quali ogni sere necessario un corso biennale di laurea magi- studioso s’indirizza in via preferenziale. Pur non de- strale (cui si accede dal precedente corso trienna- dicando specificamente le proprie ricerche al filone le) e un successivo anno di tirocinio formativo at- della Didattica disciplinare, tutti gli universitari che tivo (TFA), che attribuisce, tramite un esame fina- svolgono la funzione docente dovrebbero conoscere le, il titolo di abilitazione all’insegnamento in una e saper applicare le più aggiornate metodologie e delle varie classi. Il TFA comprende quattro grup- tecniche didattiche. Tali competenze didattiche, tra pi di attività: a) insegnamenti psico-pedagogici e di scienze dell’educazione; b) un tirocinio indiretto e l’altro, dovrebbero essere considerate indispensabi- diretto svolto presso le istituzioni scolastiche sotto li requisiti per i molti docenti universitari che ma- la guida di un tutor; c) insegnamenti di didattiche nifestano giusta attenzione nel richiedere spazi, pri- disciplinari svolti in un contesto di laboratorio, per ma nella SSIS e ora nel TFA (e domani magari per garantire una stretta relazione tra l’approccio disci- le lauree magistrali per l’insegnamento). plinare e l’approccio didattico; d) laboratori peda- Fa piacere, infine, ricordare che nel recente gogico-didattici indirizzati alla rielaborazione e al Congresso Geografico Italiano, svoltosi a Milano a confronto delle pratiche educative e delle esperien- giugno 2012, si è costituito un gruppo di lavoro tra ze di tirocinio. AIIG e AGEI (Associazione dei Geografi Italiani), Nei siti ministeriali e in quelli dedicati alla forma- coordinato da Gino De Vecchis e Giuseppe Rocca, allo zione dei docenti si trovano le varie informazioni, scopo di armonizzare le strategie possibili in questo per cui non è necessario dilungarsi. Qui preme sot- delicato settore. L’AIIG auspica che questa possa tolineare solo alcuni aspetti relativi alla didattica, rappresentare un’ulteriore occasione d’incontro tra per i quali l’Associazione Italiana Insegnanti di Ge- il mondo della scuola e dell’università, finalizzato

E dografia i t è oimpegnata r i a da ltempo. e La prima riflessio- alla valorizzazione della geografia. ne/domanda è: cosa occorre insegnare? La risposta Gino De Vecchis

Ambiente Società Territorio ricevimento di un numero della rivista: comunicare gli estremi Realizzazione grafica ed impaginazione del versamento o il mancato ricevimento - entro un mese dall’arrivo Claudia Croci - Publycom s.a.s. Geografia nelle Scuole del numero successivo - al dott. Alessio Consoli (aiig1@libero. Stampato in Italia Pubblicazione bimestrale - Autorizzazione n. 563 it), Recapito AIIG, c/o Dip. di Scienze documentarie, linguistico- La riproduzione di parti della rivista è ammessa per uso del 21-2-1980 del Tribunale di . filologiche e geografiche, Fac. di Lettere, Univ. di Roma, didattico purché se ne citi la fonte. p.le Moro 5, 00185 Roma. Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Quota associativa all’AIIG (con diritto alla rivista): Redazione presso il Laboratorio di Geografia - Dipartimento di ISSN 1824-114X € 30 (soci juniores € 15) da versarsi presso le singole Studi Umanistici - Università del Piemonte Orientale, via A. L’AIIG assicura la massima riservatezza sulla gestione Sezioni agli indirizzi riportati periodicamente al termine del Manzoni 8, 13100 Vercelli (fax 0161269959). dei dati d’archivio dei soci e degli abbonati, ai sensi fascicolo. È pure possibile effettuare il versamento sui conti Proposte di collaborazione e scambio al direttore, prof. Carlo della legge 675/1996 sulla tutela dei dati personali. correnti indicati per gli abbonamenti. Brusa ([email protected]). Gli autori sono garanti dell’originalità dei Tuttavia, qualora non si gradisse che i propri dati vengano Abbonamenti, per i non soci, € 50 (estero € 60) da versare sul loro scritti e dell’esattezza dei dati utilizzati. Le opinioni espresse comunque resi noti, si prega di comunicarlo per iscritto C/C intestato all’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia dagli autori non rappresentano necessariamente quelle della alla redazione della rivista. (C.F.:2 80030440327), presso Banca di Roma, Filiale Roma 92, direzione della rivista. Anno LVII (XII) n. 4 luglio/agosto p.za Cavour RM, IBAN IT 23 I 02008 05101 000400323564. Editore Associazione Italiana Insegnanti di Geografia presso Sito: (a cura di Cristiano Giorda) Per evitare ritardi (nuovi abbonati) o per segnalare il mancato la Società Geografica Italiana, via della Navicella 12 - 00184 Roma Copyright © 2004 by AIIG. Tutti i diritti riservati. Guglielmo Scaramellini*

Discorso inaugurale del XXXI Congresso Geografico Italiano Milano, 11-15 giugno 2012

Discorso inaugurale del XXXI Congresso Geografico Italiano Il XXXI Congresso Geografico Italiano si svolge in un momento critico per la Geografia, sottoposta, come tutte le discipline scientifico- accademiche, ai processi di “valutazione” della qualità della sua ricerca e della sua didattica. Per questo motivo il Comitato scientifico del Congresso ha ritenuto necessario rivedere nella sostanza il modello ispiratore delle manifestazioni più recenti, dando ai suoi lavori un’impostazione fortemente unitaria e scientifica, individuando una importante e attuale tematica, come la “Città contemporanea”, da trattarsi in tutte le sezioni in cui si è articolato il Congresso. In questo testo vengono inoltre ringraziati tutti coloro che hanno generosamente contributo alla sua riuscita, in particolare i giovani e vengono ricordati i contributi fondamentali di due maestri della geografia: Paul Claval eGiacomo Corna Pellegrini.

Opening speech for the XXXI Italian Geographical Congress The XXXI Italian Geographical Congress is taking place in a critical moment for geography, which is currently facing, together with all the other scientific and academic fields, the national evaluation processes that are trying to measure the quality of the research and teaching activities. For this reason, the Scientific Committee of theN ational Congress thought a substantial change in the organization of the event was necessary, moving towards a strictly scientific and coherent structure and focusing on an important and urgent topic such as “The contemporary City”. All the sections of the Congress discuss this topic under different perspectives. In this speech, moreover, the Committee thanks all the people who generously contributed to its success, and especially the young students and collaborators. Finally, the President remembers the contributions given to geography by two great scholars: Paul Claval and Giacomo Corna Pellegrini.

L’impostazione dei lavori hanno trovato ospitalità in un Congresso Geo- * Presidente del grafico Italiano. A maggior garanzia della qua- Comitato Scien- tifico del XXXI Il XXXI Congresso Geografico Italiano si svol- lità scientifica dei testi prodotti si è attivata in Congresso Geo- ge in un momento critico per la Geografia, sot- ogni fase dei lavori una procedura di valuta- grafico Italiano. toposta, come tutte le discipline scientifico-ac- zione, anonima o no; in particolare, è allo stu- cademiche, ai processi di “valutazione” della dio una procedura appropriata per la pubbli- qualità della sua ricerca e della sua didattica; cazione dei risultati scientifici del Congresso. in questo processo, però, la posizione della Ge- ografia appare assai problematica, se non com- 1. Un particolare ringraziamento promessa, per la scarsa attenzione prestata ai ai giovani studiosi di geografia parametri di qualità della sua ricerca e alla ri- conoscibilità internazionale delle sue pubbli- cazioni, con prospettive negative per il suo svi- Come primo atto del XXXI Congresso Geo- luppo futuro, se non per la sua stessa sopravvi- grafico Italiano devo ringraziare tutti i presen- venza come disciplina scientifica e materia im- ti per la loro partecipazione a questo evento, partita nelle università e nelle scuole italiane. il più importante per la vita culturale e accade- Per questi motivi il Comitato scientifico del mica della disciplina, ma che cade in un perio- Congresso ha ritenuto necessario rivedere nel- do difficile per la vita nazionale, per l’univer- la sostanza il modello ispiratore delle manife- sità e la cultura italiane, e dunque per la stes- stazioni più recenti, dando ai suoi lavori un’im- sa geografia. postazione fortemente unitaria e scientifica, in- La prassi congressuale e il galateo istituziona- dividuando una importante e attuale tematica, le vorrebbero che iniziassi il mio discorso di come la “Città contemporanea”, da trattarsi in apertura porgendo il benvenuto ai rappresen- tutte le sezioni in cui si è articolato il Congres- tanti della società civile, alle autorità accademi- so, da sviluppare in sedute plenarie e senza so- che, ai presidenti dei sodalizi geografici, a tut- vrapposizioni di attività collaterali, così che tut- ti i colleghi e le colleghe che ci onorano della ti i partecipanti potessero assistere ad ogni fa- loro presenza, e certo non mancherò di farlo; se dei lavori. Per gli stessi motivi non si è aper- voglio però iniziare questo discorso, per così ta una sessione “Comunicazioni” ma una “Ses- dire, dalla base, con un caloroso e sentito rin- sione poster e video”, che per la prima volta graziamento a tutti quanti, lungo questi mesi, 3 Contributi

hanno contribuito con la loro opera intelligen- quali “una materia vale l’altra”, pur di ottenere te e instancabile a organizzare e, in fin dei con- un posto al sole; al contrario, è disciplina per ti, a rendere possibile questo Congresso Geo- persone di solida e vasta preparazione, ma for- grafico Italiano. se, e ancora prima, per persone attente, consa- Congresso che torna a Milano, non dimenti- pevoli, desiderose di conoscere intimamente il chiamolo, a 85 anni di distanza dal preceden- mondo che abitano e l’umanità che lo popola, te, tenutosi nel settembre dell’ormai lontanis- e con cui lo condividono. simo 1927. Ma tali giovani sono anche lo specchio, la rap- In particolare, il mio ringraziamento va alle presentazione dal vivo delle difficoltà in cui stagiste e agli stagisti, laureandi magistrali del si dibatte la gioventù attuale, una realtà certo CdL in Geografia dell’Ateneo che ora ci ospi- multiforme, non di rado portatrice di grandi ta (o, per meglio dire, di Comunicazione e va- valori, ma calata in un mondo che pare non ac- lorizzazione dell’ambiente e del paesaggio), i corgersi di loro, delle loro potenzialità, dell’im- quali, selezionati in un gruppo numeroso di portanza di quanto essi potrebbero dare e fa- giovani appassionati di geografia, tutti prepa- re per tutti e non solo per se stessi, e che inve- rati e meritevoli, hanno dedicato non soltanto ce vengono tenuti da parte, ai quali non si ri- tempo, impegno, buona volontà ai lunghi e im- esce, non si può, non si vuole dare spazio de- pegnativi lavori di organizzazione dell’evento, gno di loro. ma anche intelligenza, passione, competenza, Chi ascolta si sarà reso conto, al di là della sin- inventiva nella soluzione dei i vari e complessi cera gratitudine e dell’apprezzamento per i problemi che l’organizzazione di un Congres- giovani collaboratori che hanno ispirato que- so nazionale comporta. ste parole, che il mio discorso mira anche ad Giovani che conoscevamo già o abbiamo im- altro e più problematico obiettivo: lo stato e le parato a conoscere ora, uno per uno; giovani prospettive della geografia nell’università, nella che per la loro intelligenza e vivacità intellet- scuola e nella società italiane. Ma chi mi ascolta tuale avrebbero potuto affrontare ogni discipli- mi permetterà di mantenere questo tema sot- na scientifica, ogni facoltà universitaria, ogni totraccia, anche perché ognuno dei presenti sfida culturale, e che invece – o forse proprio ha fatto, o farà, la propria diagnosi in merito e per questo ? – hanno scelto di studiare geogra- potrà proporre la propria terapia. fia e lo stanno facendo con una passione, una competenza, un’efficacia che non si possono 2. I molti e fondamentali contributi non dire esemplari ed encomiabili. Dunque, ho voluto iniziare ricordando que- per la realizzazione del Congresso sti giovani perché essi mi paiono l’immagine più viva, più vera delle qualità intrinseche del- Dunque, dopo questo primo ringraziamento, la nostra disciplina, e che sono quasi la rappre- un altro, altrettanto sentito, devo rivolgere al- sentazione plastica delle potenzialità attuali e le autorità accademiche dell’Università di Mi- future della geografia, un sapere che, stanti la lano per l’appoggio non solo finanziario che ci complessità dell’oggetto di studio, la necessità hanno fornito, alle colleghe e ai colleghi, non imprescindibile di apertura interdisciplinare e soltanto geografi, del Dipartimento di Geogra- transdisciplinare, la varietà e la variabilità dei fia e Scienze umane dell’ambiente, ora di Be- metodi d’indagine, in dipendenza degli imma- ni culturali e ambientali, al personale ammini- ni, accelerati, spesso imprevedibili processi che strativo; non posso però tacere i nomi di alcu- il mondo odierno manifesta e le società che lo ne persone che hanno collaborato in ogni mo- Fig. 1. Cerimonia abitano producono di continuo, [una discipli- mento e con impegno senza pari nell’organiz- di apertura dei lavori na, dunque,] che mostra continui e rapidi mu- zazione: la collega Ghilla Roditi che, oltre ad del XXXI Congresso tamenti, con “svolte” talora radicali, accompa- avere coordinato efficacemente una sessione Geografico Italiano. gnate dalla nascita e dall’affermazione di nuo- del Congresso, ne ha seguito ogni aspetto lo- Da sinistra G. Scaramellini, vi paradigmi di ricerca. gistico; la dott.ssa Alice Dal Borgo, che ne ha L. Scarpelli, G. Scanu, Una disciplina scientifica, perciò, che – se pos- organizzato e gestito la Segreteria; la segreta- F. Salvatori, so adattare all’occasione il titolo di un film per ria del Dipartimento, signora Tatiana Brandi- G. De Vecchis, nulla rassicurante – non è un “paese” per su- ni, che ha collaborato con entusiasmo e com- A. Agnati, F. Farinelli. perficiali, per qualunquisti della scienza, per i petenza in ogni fase dell’operazione.

4 Ma un altro ringraziamento altrettanto forte esclusioni dolorose), e certo non tutti i presen- va alle e ai componenti del Comitato scientifi- ti condivideranno ogni scelta effettuata, ma, al- co e del Comitato organizzativo (appartenen- trettanto certamente, nessuno potrà sostenere ti a tutti gli Atenei milanesi, da quello che oggi che esse siano incongrue o ingiustificate. ci ospita, a Milano Bicocca, al Politecnico, alla In primo luogo, dunque, si è deciso di affidare Cattolica, allo IULM, nonché all’Università di il compito di coordinare le sessioni e stilare le Bergamo), alla Commissione dei garanti scien- relazioni soltanto a geografi e geografe italia- tifici, alla Segreteria del Congresso, al Comita- ni, appartenenti alle diverse “scuole” discipli- to Direttivo dell’A.Ge.I., ai curatori e agli au- nari e territoriali presenti nel nostro Paese, e tori della guida all’escursione post-congressua- scelti fra le persone più preparate e competenti le nella Lombardia occidentale, nonché ai col- sulla tematica qui trattata, e cioè i molteplici e leghi e alle colleghe che hanno coordinato le frenetici processi di trasformazione della “città cinque sedute tematiche, raccolto i contributi contemporanea” in tutte le sue espressioni ter- e stilato le relazioni finali che ascolteremo du- ritoriali, sociali e funzionali. Non si sono invi- rante le sedute congressuali, i quali, tutti, han- tati, perciò, cultori di altre discipline, pur vici- no accettato e sostenuto pienamente l’idea di ne alla nostra, né reali o pretesi luminari stra- proporre e realizzare un’assise che rinnovasse nieri che dessero lustro di riflesso alle nostre profondamente la prassi invalsa da tempo, e so- sedute, ma si sono privilegiati, per il ruolo di prattutto la scelta di riprendere ciò che, nel mo- relatore – per quanto è stato possibile – gli ap- dello dei vecchi Congressi Geografici Italiani, partenenti all’attuale “generazione di mezzo” apparisse ancora opportuno, utile, produttivo. della disciplina, il cui valore scientifico ha fati- Sono ben consapevole, peraltro, che ogni scel- cato, talora, ad affermarsi per la lunga sospen- ta fatta implica privilegiare un aspetto invece di sione delle prove concorsuali degli ultimi de- altri, mettere in luce una tematica rispetto ad cenni e le vicende che ne sono derivate. Non altre, perfino richiamare l’attenzione su alcune a caso, per l’accademia italiana, i “giovani stu- persone e non su altre, non meno meritevoli: diosi” non sono, come negli altri paesi, i ven- ma proprio la libertà di scelta nell’assunzione ticinquenni (come quanti hanno collaborato delle relative responsabilità culturali è preroga- all’organizzazione di questo Congresso), ma i tiva della nostra qualità di studiosi; la facoltà di quarantenni che si ritengono fortunati se so- proporre quadri rappresentativi di tematiche no riusciti a diventare ricercatori. disciplinari (forse né più né meno significati- Né mi pare si debba tacere un altro caratte- vi di altri, ma, nondimeno, capaci di trasmet- re che marca – nettamente e positivamente – tere visioni della disciplina né univoche né in- le scelte effettuate: senza tema di smentita, in discutibili, ma in ogni caso legittime e coeren- nessun’altra assise nazionale di geografia la ti), ne è, assieme, diritto costitutivo e occasione fondamentale componente femminile è sta- di giudizio da parte della comunità scientifica. ta, finora, altrettanto valorizzata come in que- sto Congresso. 3. La città contemporanea al centro Le scelte effettuate hanno dunque tenuto in del dibattito congressuale conto i valori in campo nella geografia italia- na, certo più ampi, diffusi e articolati di quelli Dunque, i cultori della nostra disciplina po- che, infine, hanno qui trovato spazio: del resto, tranno apprezzare l’impostazione tematica del durante i lavori preparatori si sono fatti molti Congresso e i suoi esiti scientifici per quel che nomi di persone meritevoli e competenti, sen- valgono, e cioè per quanto gli sviluppi della ri- za che esse potessero però essere coinvolte, a cerca che essi rappresentano siano, da un par- causa del numero non elevato delle figure de- te, pertinenti, efficaci, coerenti col progetto di putate al coordinamento, alla sintesi dei con- congresso illustrato dal “Manifesto” di sua indi- tributi inviati alle sezioni congressuali, alla rie- zione (e sul quale non ci soffermiamo perché laborazione di queste idee. già noto a tutti), e, dall’altra, quanto lo siano con lo sviluppo attuale della branca della geo- 4. Un riferimento a due maestri: grafia che della città contemporanea si occupa. Paul Claval a Giacomo Corna Pellegrini Ciò è quanto i promotori scientifici del Con- gresso hanno cercato di fare e il Comitato diret- L’opportunità di scelte diverse e la possibilità tivo dell’A.Ge.I. ha avallato; combinando le va- di diversi esiti nella ricerca geografica – e dun- rie proposte e valutandole comparativamente si que la totale legittimità di traguardi e di risul- è così definito il quadro che ora si propone alla tati finali tra loro profondamente differenti –, comunità dei geografi italiani.F orse non tutti è frutto coerente e prezioso della natura e del- i componenti il Comitato scientifico e il Diret- lo statuto scientifico della nostra disciplina, la tivo dell’A.Ge.I. (io stesso ho dovuto accettare cui attuale indefinizione epistemologica, come 5 sosteneva Paul Claval in un incontro tenutosi vitabilmente imperfetta per molte ragioni. La proprio presso questo Ateneo più di vent’anni prima di esse è che, se vuole risultare trasmis- fa, ne è, al contempo, come Egli stesso afferma sibile, ogni descrizione di tutta o di parte del- nel 1989, “limite” e “forza”. la Terra non può che essere sintetica”, e dun- So bene che Claval non è più di moda com’era que tralasciare parte delle informazioni raccol- trent’anni fa; ma voglio ugualmente citare al- te per privilegiare quelle ritenute essenziali. cune conclusioni del suo intervento d’allora, Già questa sola motivazione dell’elogio della perché mi paiono ancora attualissime: “la ge- “imperfezione geografica” ci dispensa dall’elen- ografia di una volta era di una semplicità ras- care le altre, fondate, ragioni addotte dal Corna sicurante: aveva un proposito unitario; a det- Pellegrini: nessuna di queste ci autorizza, però, ta dei suoi teorici, un unico approccio basta- a cullarci nella comodità di un sapere improvvi- va ad esaurire il suo programma”. Ma i muta- sato, superficiale, approssimativo come talvolta menti che la geografia ha manifestato – e forse, è accusato di essere quello geografico, ma de- 1 Claval P., “Va- per qualcuno, subito – nel secondo dopoguer- ve spingerci a sforzi continui e intelligenti per rietà delle geo- ra del’900, hanno profondamente trasforma- costruire, invece, un sapere il più possibile fon- grafie: limiti e to la nostra disciplina, togliendole l’apparente dato e utile per la società e gli individui che la forza della di- solidità e coerenza tradizionali, e invece l’han- compongono. Per dirlo ancora con Giacomo sciplina”, in Va- no gettata nell’arena della post-modernità, in Corna Pellegrini, “l’imperfezione della rappre- rietà delle geo- cui “la diversità dei modi di procedere cessa di sentazione geografica può ancor oggi trasfor- grafie. Limiti e apparire come una tara: costituisce anzi per la marsi in pregio allorché si proponga” secon- forza della disci- geografia una ricchezza: le altre scienze socia- plina, a cura di do alcune “caratteristiche” essenziali: deve “ri- G. Corna Pelle- li non si sono generalmente spinte altrettanto guardare aspetti significativi e importanti del ter- grini e E. Bian- lontano nel rimettere in discussione i propri ritorio e del popolo che rappresenta”; “essere porta 1 chi, Quaderni presupposti” , mentre la geografia si è dimo- con un linguaggio preciso, ma comprensibile ai più; di Acme, n. 14, strata pronta – e talora capace – di affrontare “essere attendibile”; “infine deve essere resa accessi- Università de- consapevolmente le sfide della nuova cultura bile al più gran numero possibile di utenti” tramite gli Studi di Mi- e della nuova società che vanno, di continuo e adeguati linguaggi e mezzi di comunicazione. lano, Facoltà di magmaticamente, formandosi. A suo parere, dunque, “non esiste in geografia un Lettere e Filo- sofia, Milano, confine preciso tra ricerca scientifica e sua divulgazio- 1992, pp. 39-40. 5. L’“imperfezione geografica”: ne, perché è in definitiva questa seconda che dà sen- 2 Corna Pellegrini limite o opportunità so alla prima. La geografia è una conoscenza, G., Geografia dei per la comprensione del mondo? descrizione e interpretazione del mondo fat- valori culturali. ta per la vita degli uomini, perché essi capisca- Modelli e studi, Parole cui si allinea, qualche anno più tardi, no meglio in che mondo vivono, come posso- Roma, Carocci, no agire in esso, muoversi, conoscere altri uo- 2004, pp. 35-38. Giacomo Corna Pellegrini, che qui voglio ri- cordare non soltanto come carissimo amico, mini e farsi da essi conoscere. Una ricerca geo- come studioso brillante e originale, come do- grafica che non raggiunga questi scopi … non cente aperto e appassionato, ma anche come merita di essere fatta; ma allorché sia stata ben chi per primo ha suggerito la realizzazione del condotta, merita invece di essere diffusa e uti- Congresso a Milano, e che, avendo partecipa- lizzata al meglio, quindi divulgata per il mag- to alle fasi iniziali della sua preparazione, pur- gior numero possibile di fruitori”2. troppo non lo potrà seguire. È questa la sfida che tutti noi geografi affron- Egli ricorda, dunque, “che la descrizione geo- tiamo ogni giorno: pratichiamo, infatti, una di- grafica non ha mai la possibilità e la pretesa di sciplina che può aiutare a comprendere meglio essere esaustiva: per sua stessa natura, essa è e il mondo in cui viviamo, a pensarlo migliore di deve essere imperfetta, cioè incompleta perché quanto sia e dunque a impegnarci per render- sintetica, soggettiva in qualche misura e sbilan- lo tale … Ma può anche dare adito a proget- ciata verso il fine che si propone. Questo limi- ti conoscitivi e a programmi di ricerca bana- te è anche il suo pregio, di cui [vuole] dunque li, perfino fuorvianti, talvolta utili soltanto per tracciare un piccolo elogio”. promuovere la visibilità e il vantaggio di chi li Il suo “elogio della imperfezione geografica”, allo- propone e sviluppa. ra, non è soltanto un artificio retorico o una Questa pratica deleteria, ovviamente, non è ap- furbesca excusatio non petita del geografo per pannaggio soltanto della nostra disciplina; non un sapere che fatica a definire il proprio statu- di rado, però, anche in essa non hanno preval- to scientifico e i suoi rapporti con le altre di- so criteri di merito e di competenza, ma altri scipline; è invece una convinzione profonda e parametri, più discutibili e meno commende- radicata: per lui, “la rappresentazione geogra- voli: le scelte effettuate nell’organizzazione di fica della Terra, sia espressa con parole o nu- questo Congresso –condivisibili o meno che sia- 6 meri sia con mappe, carte e immagini, è ine- no per alcuni di noi, nel loro complesso – han- Contributi

no tentato, nondimeno, di riaffermare concre- to la qualità e la quantità dell’impegno profu- tamente, nell’ambito delle tematiche trattate, so da quanti hanno collaborato all’organizza- proprio quei criteri di competenza e di meri- zione e alla conduzione in porto della manife- to che sono indispensabili al progresso di ogni stazione, ma anche la qualità e la quantità del comunità scientifica. A chi seguirà i lavori del sapere scientifico messo in campo dai e dalle XXXI Congresso Geografico Italiano toccherà responsabili delle sessioni tematiche (e quindi, il compito di valutare se i risultati che ne usci- ne sono certo, dei risultati conseguiti median- ranno siano all’altezza delle ambizioni che qui te i contributi presentati e le relazioni conclu- sive), ci rassicurano sulle potenzialità euristiche ho, per sommi capi, illustrato. della disciplina, e ci impongono di bene spe- Voglio chiudere, però, questa prolusione con rare per il suo futuro scientifico e accademico. una nota positiva, giustificata da quanto affer- mato finora: per quanto mi concerne, infatti, Milano, Dipartimento di Beni culturali una prima conclusione mi sento di trarre pri- e ambientali dell’Università; ma ancora che il Congresso inizi: non soltan- Sezione Lombardia

XXXI Congresso Geografico Italiano, Milano, 11-15 giugno 2012

a trentunesima edizio- contemporanea”, a sottoline- iniziale riprodotta integral- attuali problematiche di visi- ne del Congresso Ge- are la centralità della questio- mente in queste stesse pa- bilità e di comunicazione che Lografico Nazionale ha ne urbana per la comprensio- gine), diversi rappresentan- sta vivendo la disciplina, così avuto luogo a Milano, grazie ne delle dinamiche evolutive ti delle principali associazio- come i punti di forza e le il- alla collaborazione organiz- della postmodernità e, di con- ni geografiche e degli enti lo- lustri tradizioni che il mondo zativa di sei atenei della re- verso, della rinnovata attuali- cali, fra cui Franco Salvatori, accademico italiano può van- gione: l’Università Statale di tà dello sguardo geografico a presidente della Società Ge- tare in questi settori. Milano, il Politecnico di Mi- tali problematiche. ografica Italiana, Lidia Scar- La prima delle cinque ses- lano, l’Università di Milano- Il programma del Congres- pelli, presidente della Società sioni tematiche organizza- Bicocca, l’Istituto Universi- so è cominciato nella tarda di Studi Geografici, Gino De te all’interno del Congresso, tario di Lingue Moderne – mattinata del giorno 11 giu- Vecchis, presidente della As- ciascuna rivolta ad uno speci- IULM, l’Università Cattoli- gno con il Forum dei Dotto- sociazione Italiana Insegnan- fico approccio alle comples- ca del Sacro Cuore e l’Uni- rati di Ricerca, organizzato e ti di Geografia, Giuseppe Sca- versità di Bergamo. Del Co- condotto da Giuseppe Muti nu, presidente della Associa- mitato Scientifico, oltre ai dell’Università di Cassino e zione Italiana di Cartografia. rappresentanti di queste isti- da Valerio Bini dell’Universi- La lectio magistralis di inau- tuzioni (rispettivamente Gu- tà di Milano. Durante l’incon- gurazione del programma glielmo Scaramellini, pre- tro si è avuto modo di discute- scientifico è stata tenuta da sidente, e Flavio Lucchesi, re della fase di profonda tra- Claudio Smiraglia (Universi- Maria Luisa Faravelli, Enri- sformazione che sta interes- tà Statale di Milano), che ha co Squarcina, Monica Moraz- sando l’istituzione del dotto- parlato del tema “Geografia zoni, Flora Pagetti ed Ema- rato di ricerca a seguito della umana vs geografia fisica … nuela Casti), facevano parte riforma Gelmini, con un cam- dalla separazione al divorzio anche il Presidente dell’As- biamento radicale delle mo- consenziente… ma è ancora sociazione dei Geografi Italia- dalità di svolgimento, dei cur- un problema?”. Smiraglia, già ni – AGeI, Franco Farinelli, ricula e delle sedi ospitanti, presidente del Comitato Gla- e Giuseppe Rocca, dell’Uni- sottolineando ancora una vol- ciologico Italiano, ha riper- versità degli Studi di Geno- ta l’importanza di un coordi- corso storicamente il percor- se geografie urbane contem- La sessione poster, va. Il Congresso è stato ospi- namento e di un monitorag- so che ha visto nel tempo av- poranee, era dedicata al te- coordinata da Flavio ma “La città motore di flus- Lucchesi (Università tato, nella prima giornata dei gio delle esperienze condot- vicinarsi ed allontanarsi fra di Milano Statale), lavori, nell’Aula Magna della te all’interno del più qualifi- di loro le due branche prin- si e di persone, beni, infor- ha permesso a molti Università Statale di Milano, cato percorso accademico nel cipali in cui si possono divi- mazioni, idee”. La sessione è giovani studiosi mentre nei due giorni succes- settore della geografia. dere gli studi geografici, quel- stata aperta dalle parole della di presentare sivi i lavori hanno avuto luo- All’apertura ufficiale dei la- la che fa capo alla geografia coordinatrice, Gisella Corte- le proprie ricerche go presso il centro congressi vori, nel primo pomeriggio, fisica e quella correlata alla si (Università di Pisa), che ha ai partecipanti Palazzo delle Stelline. Il te- hanno presenziato e preso geografia umana. Il partico- poi lasciato la parola alle due al Congresso. ma scelto per l’assise, che si la parola, dopo gli interventi lare rapporto che lega queste relazioni principali, ad opera tiene ogni quattro anni in una degli “ospiti di casa” (il Pre- due tradizioni di studio rap- di Marcella Schmidt di Fri- diversa città italiana, è stato sidente dell’AGeI ed il Pre- presenta uno dei fattori chia- edberg (Università di Mi- “Scomposizione e ricompo- sidente del Congresso, che ve per comprendere le speci- lano-Bicocca) e Flavia Cri- sizione territoriale della città ha presentato la prolusione ficità del contesto italiano, le staldi (“Sapienza – Universi- 7 differente in base alle decisio- fessione”. La terza sessione, to di Ghilla Roditi (Università ni dei coordinatori. A volte si invece, intitolata “Grandi di Milano) e le relazioni prin- sono fatti intervenire tutti co- eventi, crisi e rigenerazione cipali di Francesco Vallerani loro che avevano aderito alla del tessuto urbano: contenu- (Università “Ca’ Foscari”, Ve- call for papers con brevi in- ti funzionali, segni materiali, nezia) e Marina Fuschi (Uni- terventi illustrativi dei singoli valori simbolici, poste in gio- versità di Chieti –Pescara). contributi proposti, a volte gli co” ha visto il coordinamen- Nel pomeriggio, le conclu- interventi sono stati sintetica- to di Mirella Loda (Universi- sioni del convegno sono sta- mente riassunti dal coordina- tà di Firenze) e gli interventi te proposte da Giuseppe Roc- tore stesso o dagli studiosi in- di Matteo Bolocan Goldstein ca (Università di Genova) e da vitati a presentare le relazioni (Politecnico di Milano) e di Franco Farinelli, che ha poi principali, a volte si è riman- Egidio Dansero (Università introdotto anche la cerimonia dato direttamente alle futu- di Torino). Nel tardo pome- di consegna del primo “Pre- re pubblicazioni menzionan- riggio si è tenuta la sessione do solamente i titoli dei vari poster, coordinata da Flavio mio AGeI al Magistero Geo- Un momento tà di Roma”). Ciascuna del- grafico”, assegnato al geogra- dell’assemblea annuale le quattro sessioni scientifi- pezzi ricevuti. Lucchesi, che ha permesso dei soci AGeI. Alla fine del pomeriggio del- ai partecipanti al Congresso fo svizzero Claude Raffestin, che era stata preparata, sot- Mentre il segretario la prima giornata dei lavori, si di approfondire la conoscen- che ha preso la parola dopo to la direzione di un coordi- dell’AGeI Carlo Pongetti è tenuto un aperitivo in uno za delle tematiche presenta- la prolusione di presentazio- natore designato, da una ap- svolge la sua relazione, dei chiostri della sede cen- te nei poster allestiti presso la ne di Angelo Turco (IULM siedono al tavolo posita call for papers aperta trale dell’Università, dove si sala in cui si svolgevano i la- – Milano). dei relatori Mario a docenti, studiosi e studen- è esibito, all’interno di un ap- vori, grazie alla presenza de- In ultimo si è tenuta la assem- Fumagalli (a sinistra ti, che aveva permesso di rac- puntamento con “I suoni del- gli autori, fra i quali vi era- blea dei soci della Associazio- nell’immagine) cogliere una vasta quantità di e Lorenzo Bagnoli, la tradizione” organizzato dal no molti studenti dei corsi di ne dei Geografi Italiani. materiali scientifici attinenti eletti rispettivamente professor Giorgio Botta (Uni- laurea e dei dottorati di geo- Nelle due giornate successi- ai temi presi di volta in volta Presidente e Segretario versità Statale di Milano) an- grafia delle sedi universitarie ve si sono tenute, secondo la dell’Assemblea. in considerazione. I testi rac- che un gruppo di strumenti- milanesi e lombarde. In sera- migliore tradizione dei Con- colti, dopo le necessarie pro- sti di musica occitana. ta si è tenuta anche, presso un gressi Geografici, due escur- cedure di referaggio, trove- La seconda giornata si è aper- ristorante adiacente la sede sioni. La prima, della durata ranno esito editoriale, in mo- ta con la seconda sessione, convegnistica, la cena sociale. do da offrire anche a chi non di una giornata, è stata dedi- dedicata al tema “Competi- L’ultima giornata dei lavori si cata al tema “Scomposizione ha potuto partecipare ai lavo- tività, sostenibilità, equità, è aperta con la quarta sessio- ri l’opportunità di verificare e ricomposizione territoriale innovazione nella città con- ne, intitolata “La città plurale. nella Lombardia occidenta- i contenuti scientifici propo- temporanea” e coordinata da Metodi di ricerca e iconizza- le”; la seconda, della durata sti, ed anche per lasciare una Vincenzo Guarrasi (Univer- zioni cartografiche” e coordi- di mezza giornata, ha condot- concreta testimonianza del- sità di Palermo). Le due re- nata da Emanuela Casti (Uni- to i partecipanti a visitare la lo stato dell’arte della ricerca lazioni principali sono state versità di Bergamo). Le due in queste tematiche geografi- tenute da Elena Dell’Agnese relazioni principali sono sta- mostra “Leonardo scienzia- che. Per ogni sessione, inve- (Università di Milano-Bicoc- te tenute da Francesca Go- to della terra”, ospitata pres- ce, punti fermi erano la intro- ca) e da Maria Paradiso (Uni- verna (Politecnico di Torino) so la Biblioteca Ambrosiana duzione del coordinatore e le versità del Sannio, Beneven- e da Mario Neve (Alma Mater e la Sacrestia monumentale due relazioni invitate. Le mo- to). Nel primo pomeriggio si Università di Bologna, sede di del Bramante. dalità di partecipazione degli è tenuta, sotto il coordina- Ravenna). La quinta ed ulti- Il prossimo appuntamento autori dei singoli contributi mento di Francesco Citarel- ma sessione, dedicata, al tema ufficiale dell’AGeI è per le inviate in risposta alla call for la (Università di Salerno), la “Fra città e campagna. Valo- “Giornate della Geografia” papers sono state invece ge- tavola rotonda dedicata al te- ri naturali e valori produtti- del 2013. stite di volta in volta in modo ma “Le geografia come pro- vi”, ha visto il coordinamen- Davide Papotti L’escursione postcongressuale nella Lombardia occidentale, 14 giugno 2012

La guida a prima escursione di scomposizione e ricompo- di Rho-Pero da parte di Maria dell’escursione postcongressuale del sizione del territorio, segnala- Antonietta Clerici del Politec- che raccoglie 14 giugno scorso, gui- re “i giochi” della nuova po- nico, l’escursione si è spostata dieci saggi L data dallo scrivente e da Mo- larizzazione, sottolineare l’im- verso la conurbazione di Le- di geografi delle Università nica Morazzoni, ha portato portanza dei grandi eventi, va- gnano-Gallarate dove Monica milanesi alcuni partecipanti del XX- lorizzare gli spazi verdi e pub- Morazzoni e Davide Colom- con una premessa XI Congresso Nazionale dei blici, indagare le periferie e bo dello IULM e Alessandro di Guglielmo Geografi italiani, a visita- le sfide della qualità urbana. Schiavi della Cattolica hanno Scaramellini. re porzioni di Milano, della In questa direzione si inseri- parlato di trasformazioni pun- sua area metropolitana e del- scono le visite a Milano di Ci- tuali e areali, della comparsa la Lombardia occidentale. Le tyLife e al Portello (rispettiva- di forme ibride di uso dello realtà visitate, nei loro aspet- mente commentate da Stefa- spazio urbano, di inedite com- ti concreti e simbolici, sono no di Vita del Politecnico e da mistioni tra aree residenziali, state commentate da alcu- Flora Pagetti dell’Università produttive e del tempo libero. ni geografi milanesi per evi- Cattolica). Dopo la presenta- La presenza territoriale assai 8 denziare gli attuali processi zione del nuovo polo fieristico significativa del Parco Lom- bardo della Valle del Ticino, L’escursione del 14 giugno ha ta produzioni ad alta intensi- un approfondimento di que- che entra a pieno titolo come evidenziato i cambiamenti di tà d’innovazione o d’informa- sti aspetti si rimanda al volu- elemento centrale nei discor- ordine politico, sociale, eco- zione; sul lungo periodo com- me “La Lombardia occidenta- si di riconfigurazione e risigni- nomico e fisico del territorio portano mutamenti profondi le, laboratorio di scomposizio- ficazione della regione urba- in questione in forme e tem- e spesso irreversibili perché ne e ricomposizione territo- na milanese e della Lombar- pi diversi: sul breve periodo attivano e intensificano flussi, riale” (2012), curato da Dino dia occidentale, è stata sottoli- essi diventano elementi pro- scambi e strategie per la frui- Gavinelli e Monica Morazzo- neata da Dino Gavinelli della pulsori di trasformazioni re- zione e la valorizzazione del- ni per i tipi di Mimesis. Statale per introdurre la visita pentine di un sistema terri- le risorse territoriali, in un’ot- alla Riserva naturale della Fa- toriale complesso che ospi- tica multi e transcalare. Per Dino Gavinelli giana, a Pontevecchio di Ma- genta. La visita è stata condot- ta da Milena Bertani, ex-diret- tore del Parco. Giorgio Bot- ta della Statale ha poi sotto- lineato l’importanza delle vie d’acqua della regione e la loro importanza nel contesto ter- ritoriale della bassa pianura milanese. Quest’ultima real- tà, nei suoi aspetti storico-pa- esaggistici, polifunzionali, flu- idi e liquidi è stata commenta- ta, a conclusione della giorna- ta, da Lorenzo Bagnoli della Bicocca e da Valerio Bini del- Milano, stato dei lavori Legnano, alcuni partecipanti all’escusione mentre la Statale. di costruzione di CityLife. ascoltano l’intervento di Davide Colombo dello IULM.

La visita alla mostra “Leonardo scienziato della terra” Milano, Biblioteca Ambrosiana, 15 giugno 2012

Milano, dal settembre Congresso Geografico Italia- ha presentato uno per uno i 44 di, interessanti sono anche al- 2009 al giugno 2015, no è sembrata un’opportuni- fogli da lei prescelti, sottoline- cune rappresentazioni carto- Ain parte presso la Sa- tà unica poter collegare i due ando come per Leonardo la grafiche – il Mediterraneo sul crestia del Bramante di Santa eventi attraverso un’esposi- terra non sia solo conoscibile foglio 1106r, la val di Chiana Maria delle Grazie e in parte zione dei disegni leonarde- nelle sue leggi, ma anche e so- sul 918r, la valle dell’Arno sul presso la Veneranda Bibliote- schi attinenti al tema del- prattutto modificabile a van- 305r e sul 491v e la via Emilia ca Ambrosiana vengono espo- le Scienze della Terra, la cui taggio della società. Per il pri- sul 260v – e persino un’incre- sti, in mostre monotematiche cura è stata affidata alla dot- mo aspetto, particolarmente dibile pagina di geografia de- toressa Rita Capurro, storica significativi sono il foglio 468r che si avvicendano con caden- scrittiva sulle località circon- dell’arte e museologa. In oc- “Come l’acqua risale sulle ci- za trimestrale, tutti i fogli del vicine al lago di Como (foglio famoso “Codice Atlantico” di casione del Congresso Geo- me delle montagne in simili- grafico, i partecipanti hanno tudine con il sistema vasco- 573r b). Leonardo, di recente comple- Della mostra, aperta fino al 9 tamente restaurato. Agli or- pertanto avuto modo di visita- lare”, dove si apprende che settembre, è disponibile un ganizzatori di tale lodevole re tale importante esposizione per un più giovane Leonar- accurato catalogo, pubblicato iniziativa e a quelli del XXXI sia personalmente, sia duran- do l’acqua segue un percor- te una visita guidata dalla so ciclico risalendo dal fondo dall’editrice DeAgostini con stessa curatrice la mattina del mare alle cime dei monti, CD allegato, che può conve- del 15 giugno. e il foglio 433r “Note sui fiu- nientemente accompagnare In occasione di tale visi- mi e montagne. Diagramma nella visita quanti non hanno ta, la dottoressa Capurro geometrico”, dove tale ipo- avuto l’opportunità di parte- ha dapprima presentato al tesi viene invece accantonata cipare al Congresso. nutrito gruppo di geogra- da un Leonardo più maturo a fi il milieu culturale del- vantaggio di quella secondo Lorenzo Bagnoli la fine del Quattrocento cui l’acqua sorgiva proviene e dell’inizio del Cinque- dalla fusione dei ghiacciai e cento, quando né il confi- dalle piogge. Per il secondo ne fra le discipline era co- aspetto, si ricordano soprat- sì definito come oggi né il tutto il foglio 127r “Note e metodo sperimentale era disegni sulla canalizzazione ancora divenuto il para- dell’Arno da Firenze a Pi- digma di riferimento per sa” e il foglio 563r “Il na- gli uomini di scienza, ma viglio di Ivrea e il sorpasso anzi le auctoritas del pas- della Dora”, dove le com- sato mantenevano anco- petenze ingegneristiche di ra perlopiù intatta la loro Leonardo sono più diret- importanza. Successiva- tamente applicate al terri- mente, la stessa curatrice torio. Accanto a questi stu- 9 Giuseppe Dematteis

Dalle “cento città” alla città sconfinata: una sfida per l’Italia del XXI secolo (II parte)*

Dalle “cento città” alla città sconfinata: una sfida per l’Italia del XXI secolo Partendo dalla constatazione che le città non sono più quelle a cui fa ancora riferimento il nostro assetto istituzionale, viene ripercorsa la storia recente di come esse sono cambiate e di come la ricerca geografica ha di volta in volta descritto e interpretato il cambiamento. Citando una recente indagine condotta dal Consiglio italiano per le Scienze sociali, viene poi esaminata l’attuale scomposizione “orizzontale” e “verticale” dei sistemi urbani, mettendo in evidenza la necessità di una politica urbana nazionale. Ad essa dovrebbe ora provvedere l’Agenda urbana, messa in cantiere dal Governo.

From the “one hundred towns” to the borderless city: a challenge for the 21st century Starting from the recognition of the fact that cities are no longer the ones to which our institutional system refers, the essay offers an overview of the recent Italian urban history, investigating how cities changed over time and how geographical researches described and interpreted this phenomenon in different geographical contexts. Quoting from a recent report issued by the Italian Council for Social Sciences, the author analyzes the current “horizontal” and “vertical” process of deconstruction of the urban systems, emphasizing the need for a national urban policy. The “Urban Agenda” launched by the Italian Government should now answer to such a need. 6. La città diffusa e la meta-città ca delle Marche è la forma a pettine che dalla costa risale verso l’Appennino lungo le maggio- * La prima par- Nel passaggio dalla fase della deconcentrazio- ri valli trasversali. te dell’articolo è ne molto estesa della contro-urbanizzazione a Va notato che la città diffusa non è un sistema stata pubblica- quella dell’«addensamento deconcentrato» del- urbano a sé stante, separabile dal resto dell’ur- ta sul numero la peri-urbanizzazione prende forma quella che banizzazione. Assieme ai nuclei storici centra- 3/2012 alle pa- in Italia è stata chiamata “città diffusa”. Nel suo li e alle corone suburbane che ingloba essa è la gine 3-7. insieme essa risulta già ben evidente dall’imma- componente periferica - molto estesa e disper- gine satellitare della figura 7 che si riferisce al sa, ben diversa dalle periferie suburbane com- Fig. 7. 1990. Si nota una fascia continua di addensa- patte di età fordista - di un sistema urbano di L’urbanizzazione mento edilizio che si estende nell’alta pianura un tipo nuovo, che il sociologo Guido Marti- italiana al 1990, padana quasi ininterrottamente dal Piemonte al notti (2011) ha proposto di chiamare meta-cit- telerilevamento Friuli, con un significativo ispessimento a nord tà, cioè una città che si estende fisicamente al da satellite. di Milano (dettaglio nella fig. 8) e con una ri- di là (meta-) di quella che siamo soliti conside- levante espansione nel rare città e che va anche al di là delle possibilità medio tra Vi- di un efficace controllo amministrativo, dal mo- cenza, Padova, Venezia mento che il suo territorio non corrisponde più e Treviso (dettaglio nel- a quello di un ente locale che possa governarla. la fig.9). Addensamen- Possiamo già considerare come una meta-città ti notevoli si notano nel quella descritta nel 1961 dal geografo Jean Gott- Valdarno inferiore tra mann nel Nord-est degli Stati Uniti tra Boston Firenze, Pisa e Livorno, e Washington, una specie di nebulosa urbana attorno a Roma, a Na- (fig. 10), a cui egli, in un’opera famosa, diede poli, a Catania. Altrove il nome di megalopolis (Gottmann, 1970). Egli la la città diffusa si presen- ta come una conurba- descrive come una “metropoli esplosa”, che oc- zione lineare. È il caso cupa un fronte costiero di 500 miglia e penetra di alcuni grandi solchi per altre 200 miglia nell’interno. La interpreta vallivi alpini e soprattut- come una metropoli le cui funzioni, invece di to della via Emilia e di essere concentrate in un’unica area urbana, si molti tratti costieri tir- trovano distribuite tra i numerosi centri di una renici (, Tosca- trama spaziale decine di volte più grande. In se- na settentrionale, La- guito vennero identificate varie altre “megalo- zio ecc) e adriatici (dal poli”, nell’America del Nord, in Giappone, in Friuli all’ e poi Cina e in Europa, tra cui anche una megalopo- ancora in Puglia). Tipi- li padana (Turri, 2000). 10 Contributi

7. Una “radiografia” 8. Dalla “radiografia” alla “tomografia” della città diffusa Le analisi sulle diverse forme della meta-città che Negli anni Ottanta, con Cesare Emanuel (De- ho ora ricordato mettono in evidenza due cose. matteis, Emanuel, 1992), ho analizzato la strut- La prima è che il fenomeno della città diffusa ita- tura delle relazioni funzionali tra i centri della liana è la manifestazione matura ed evidente di città diffusa e, più in generale, della meta-città una grande mutazione urbano-territoriale che, come struttura reticolare della nuova “metropo- iniziata negli Stati Uniti verso la metà del seco- li esplosa”. La figura 11 fornisce una sorta di ra- lo scorso, interessa ora tutti i paesi economica- diografia di questa esplosione di funzioni urba- mente sviluppa- ne su un campione di territorio, quello lombar- ti e, in prospetti- do-piemontese, dove questo fenomeno presenta va, l’intero piane- caratteri esemplari. In essa i comuni che esercita- ta, come già nel no funzioni urbane sono collegati da linee conti- 1974 aveva antici- nue (relazioni forti) o tratteggiate (relazioni de- pato il visionario boli), che rappresentano gli spostamenti degli urbanista Kon- abitanti verso i centri più vicini per accedere ai stantinos Dioxia- servizi in essi presenti: commerciali, professionali, dis con la sua im- scolastici, sportivi, sanitari, culturali ecc. (Queste magine dell’Ecu- gravitazioni non sono state rilevate direttamente, menopolis (figu- ma ricostruite con un buon grado di probabilità ra 12). La secon- in base alla localizzazione dei servizi attrattori). da cosa impor- Nelle parti meridionali delle due regioni, quelle tante è che i no- rimaste più rurali, dove si è mantenuta la gerar- di della rete terri- chia urbana tradizionale, le gravitazioni per ser- toriale che risul- vizi danno origine a configurazioni ramificate ad ta dall’esplosione albero: gli abitanti dei centri minori accedono ai metropolitana, servizi di rango più elevato spostandosi verso le entrano anch’es- più vicine città intermedie e gli abitanti di que- si, come la vec- chia metropoli, ste gravitano allo stesso modo sulle città maggio- a far parte di reti ri per servizi ancora più rari e specializzati. Inve- lunghe, sovra-lo- ce in tutta la fascia pedemontana urbanizzata in cali, tendenzial- modo diffuso – con un massimo a nord di Mila- mente globali. Ogni luogo della città diffusa può no – le gravitazioni per servizi si presentano co- Fig. 8. La città diffusa cioè legarsi, attraverso le attività che lo caratte- attorno a Milano me reti di flussi incrociati e interconnessi, per- rizzano, con località anche molto distanti. Nello (da Boeri, Lanzani ché servizi di diverso rango sono ormai presenti stesso tempo i legami di prossimità con le loca- e Marini, 1993). un po’ dappertutto nella città diffusa, anche nei lità vicine incidono sempre meno sui cammini centri minori. Così chi abita in un centro acce- di sviluppo che ogni parte della meta-città può de ai servizi presenti in più centri vicini, ognuno ormai seguire indipendentemente dalle altre. specializzato in qualche funzione diversa. Per questo motivo l’esame delle relazioni “oriz- Questa specie di “radiografia” della città diffusa zontali” che abbiamo visto nelle figure prece- mette in evidenza come la specializzazione di fun- denti non è sufficiente. Per capire come funzio- zioni che un tempo era normale riscontrare tra i nano questi spazi urbani esplosi e dilatati, dob- quartieri di una città, cioè in uno spazio dell’or- biamo introdurre una terza dimensione per co- dine delle centinaia di metri, ora la troviamo tra sì dire “verticale”. Occorre cioè pensare i singoli Fig. 9. La città diffusa i centri di un’area grande come una provincia o luoghi come spazi in cui si sovrappongono no- nel medio Veneto. anche più. Inoltre, mentre nell’Italia delle “cen- di di reti che to città” le gravitazioni su una città terminavano operano a dove iniziavano quelle sulla città vicina, per cui, diverse scale come scriveva Cattaneo a metà Ottocento, ogni geografiche, città formava col suo territorio un “corpo inse- da quella lo- parabile”, ora abbiamo uno sviluppo reticolare cale dei ser- continuo, nel quale, come ad esempio nel nord vizi di pros- Milano, non si distingue più un territorio esclu- simità e del- sivo di Varese, da uno di Como, di Busto Arsizio la pendolari- o di altre città vicine, compresa Milano. tà per lavoro a quella glo- 11 bale, passando per pongono. Perciò è diventato difficile immagina- le scale intermedie re e concettualizzare il fenomeno urbano nella regionale, naziona- sua realtà effettiva. le ed europea. Dalla “radiografia” 10. La scomposizione urbana delle relazioni oriz- e le politiche pubbliche zontali appartenen- ti ad un’unica su- Tutto ciò ha conseguenze rilevanti sulle politi- perficie bidimen- che pubbliche urbane, un tema assai vasto, che sionale si passa co- non potrò qui sviluppare, ma a cui dedicherò so- sì a una “tomogra- lo qualche cenno per mostrare come le ricerche fia”, cioè a un esa- che ho fin qui illustrato si leghino a problemi che me tridimensio- ci toccano da vicino. nale, che conside- Chi elegge il sindaco di un grande comune ur- ra più superfici so- bano, non elegge affatto – come ancora comune- vrapposte. Dobbia- mente si crede - il sindaco di una città, perché la mo immaginare più città vera è quella estesa, che comprende alcune Fig. 10. L’espansione strati che interagiscono tra loro in ogni città, cor- decine di comuni circostanti i quali fanno siste- della megalopoli rispondenti ciascuno a reti di relazioni apparte- ma con il comune centrale. Inoltre, all’interno di degli Stati Uniti nenti a una diversa scala geografica. In questo tale sistema, la città comprende un gran numero di Nord-est nella modo possiamo vedere ad esempio che un co- seconda metà del XX di nodi che appartengono a reti di scale diverse, mune della città diffusa, oltre ad avere qualche secolo, secondo J.R. le cui logiche e i cui interessi di solito non cor- Borchert. legame “orizzontale” con quelli più vicini con cui ha delle complementarietà funzionali, può rispondono a quelli della città e dei suoi abitan- ospitare “nodi” appartenenti a reti che operano ti. In altre parole la scomposizione “orizzontale” a scale superiori. A scala regionale, se ad esem- e “verticale” della città, fa sì che i rappresentan- pio il “nodo” ospitato è un ospedale; a scala na- ti eletti non siano in grado di governarla come si zionale se si tratta ad esempio della piattaforma dovrebbe. Ma allora chi la governa? Nel suo in- della rete logistica nazionale; oppure, se conside- sieme oggi, in Italia, nessuno. Nei suoi frammen- riamo scale superiori, si può trattare di un iper- ti la governa chi ha il potere istituzionale o eco- mercato appartenente a una multinazionale del- nomico di farlo, perseguendo però obiettivi par- la grande distribuzione e così via. ticolaristici, che vanno dal localismo di molti go- In conclusione le città oggi vanno pensate co- verni municipali a quelli speculativi dei grandi me sistemi territoriali più o meno estesi, in cui le operatori immobiliari, passando per quelli dei relazioni di prossimità, appartenenti a uno spa- grandi gestori delle reti dei trasporti, dell’ener- zio continuo locale interagiscono con relazioni gia, della grande distribuzione ecc.. E questo ca- multiscalari che appartengono a un altro tipo di pita non solo perché la città è diventata un siste- Fig. 11. spazio: quello discontinuo dei flussi e delle reti. ma complesso e difficile da governare, ma soprat- Interdipendenza Ma la nostra immagine concettuale di città con- tutto perché nel nostro paese non c’è stato di fat- e dipendenza tinua a riferirsi soltanto al primo tipo di spazio. to - a differenza di altri in Europa e nel mondo gerarchica funzionale Questo poteva bastare in passato, quando le re- – un adeguamento istituzionale e normativo al- dei principali centri lazioni di prossimità non solo erano prevalenti, la nuova realtà che ho cercato qui di descrivere. del Piemonte ma le città erano in grado di esercitare un con- Non solo ma, salvo qualche tentativo sporadico, e della Lombardia (da Dematteis trollo sui flussi e sulle reti che facevano capo ad non c’è mai stata una politica urbana nazionale e Emanuel, 1992). essa. Oggi invece questi flussi e queste reti attra- In verità per rimediare alla scomposizione oriz- versano le città, le strutturano, sovente le scom- zontale della città negli ultimi decenni sono sta- te emanate diverse leggi, mai applicate, che prevedevano la creazione di un go- verno metropolitano dei grandi siste- mi urbani. Nel 1999 nella riforma del titolo V della costituzione è stata intro- dotta la figura della “città metropolita- na”, come ente autonomo territoriale. La legge 42 che dieci anni dopo dove- va dare attuazione a questa norma è rimasta lettera morta. Si attendono gli interventi, attualmente (luglio 2012), in discussione in Parlamento del Go- verno Monti. 12 L’assenza di strumenti normativi e istituzionali ca- paci di governare “orizzontalmente” i grandi si- stemi urbani, non solo impedisce di rispondere adeguatamente alle loro esigenze urbanistiche, trasportistiche, ambientali e sociali, ma rende an- che particolarmente difficile far fronte alla scom- posizione verticale della città. Le logiche settoria- li che sezionano le realtà urbane nelle loro com- ponenti (il mercato immobiliare, la logistica, la grande distribuzione commerciale, le reti dei tra- sporti e degli altri servizi), portano ciascuna di es- se a sfruttare l’intrinseca debolezza delle singole va urbanità. Dopo l’alluvione immobiliarista, Diabasis, Reg- municipalità , anche mettendole in competizio- Fig. 12. gio Emilia, 2009 L’Ecumenopolis ne tra loro, al fine di imporre le proprie decisio- CENCINI C., DEMATTEIS G., MENEGATTI B. (a cura immaginata ni. In tal modo i portatori di logiche settoriali ri- di), L’Italia emergente. Indagine geodemografica sullo svilup- da K. Dioxiadis conducibili a grandi interessi particolari (priva- po periferico, Milano, F. Angeli, 1983 nel 1974. ti e non) che operano soprattutto a scala sovra- DEMATTEIS G. (a cura di), Il fenomeno urbano in Italia: in- locale (nazionale, transnazionale) tendono a so- terpretazioni, prospettive, politiche, Milano, F. Angeli, 1992 stituirsi al governo eletto democraticamente nel- DEMATTEIS G. (a cura di), L’Italia delle città. Tra malesse- lo svolgere attività strumentali e di servizio, fin a re e trasfigurazione, Rapporto annuale. Roma, Società Geografica Italiana, 2008 configurare nei fatti un governo privato di fun- DEMATTEIS G. (a cura di), Le grandi città italiane. Società zioni spettanti all’amministrazione pubblica, co- e territori da ricomporre, Padova, Marsilio e Consiglio ita- me l’urbanistica e la gestione dei servizi colletti- liano per le Scienze sociali, 2011 vi e dei beni comuni DEMATTEIS G., EMANUEL C., “La diffusione urbana: in- La gravità di questa situazione ha indotto il Con- terpretazioni e valutazioni”, in DEMATTEIS, op. cit, 1992, siglio Italiano per le Scienze Sociali ad affidarne pp. 91-103 lo studio a un gruppo di lavoro, che ho avuto il DEMATTEIS G., LANZA C., Le città del mondo. Una geo- piacere e l’onore di coordinare. Ad esso hanno grafia urbana, Novara, Utet Libreria, De Ago- partecipato giuristi, economisti, sociologi, urba- stini Scuola, 2011 nisti a anche geografi F( abio Amato, Matteo Bo- DE SPUCHES G., GUARRASI V., PICONE M., La città incompleta, Palermo, Palumbo, locan Goldstein, Francesca Governa e chi scri- 2002 ve). I risultati del lavoro, svolto tra il 2008 e il FIELDING A., “La contro-urbanizzazione 2011, sono stati pubblicati in un volume (Demat- nell’Europa occidentale”, in PETSIMERIS P. teis, 2011, fig. 13), il cui ultimo capitolo contie- (a cura di), Le reti urbane tra decentramen- ne una sintesi analitica e propositiva sotto forma to e centralità, Milano, F. Angeli, 1989, pp. di “libro bianco” 83-100 Per finire con una nota di cauto ottimismo dirò GADDONI S. (a cura di), Spazi pubblici e par- che il nostro appello è stato di recente accolto dal chi urbani nella città contemporanea, Bologna, sen. Walter Vitali e dagli on. Enrico La Loggia e Patron, 2010 Bruno Tabacci, che hanno costituito con una ses- GOVERNA F., MEMOLI M. (a cura di), Geo- grafie dell’urbano. Spazi, politiche, pratiche del- santina di altri senatori e deputati un intergrup- la città, Roma, Carocci 2011 po parlamentare per l’agenda urbana. In incon- LANZANI A., PASQUI G., L’Italia al futuro. tri successivi svoltisi a Roma e Milano con i mini- Città e paesaggi, economie e società, Milano, stri Barca e Profumo, si è prospettata la costitu- F. Angeli 2011 zione di un comitato interministeriale per le po- MARTINOTTI G., Metropoli. La nuova mor- litiche urbane. A tal fine è stato avviato nel mese fologia sociale della città, Bologna, Il Mulino, di aprile di quest’anno un tavolo di lavoro (a cui 1993 partecipa anche la geografa bolognese Paola Bo- MARTINOTTI G, “Dalla metropoli alla meta-città. Le tra- nora) con il compito di elaborare l’agenda urba- sformazioni urbane all’inizio del secolo XXI” in Demat- na italiana da inserire nel Programma Naziona- teis G. (a cura di), Le grandi città italiane. Società e territori da ricomporre, Padova, Marsilio, 2011, pp. 25-76 le delle Riforme (PNR). Chissà che finalmente ROSSI U., VANOLO A., Geografia politica urbana. Una pro- qualcosa si muova spettiva critica. Bari, Laterza 2010 SOMMELLA R. (a cura di), Le città del Mezzogiorno. Po- litiche, dinamiche, attori. Milano, F. Angeli, 2008 BIBLIOGRAFIA TURRI E., Megalopoli padana, Padova, Marsilio, 2000

BERRY B.J.L., Growth Centers in the American Urban Sys- Torino, Dipartimento di Scienze, progetto tem, Cambridge, Ballinger, 1973 e politiche del Territorio (DIST), Politecnico; BONORA P., CERVELLATI P.L. (a cura di), Per una nuo- Sezione Piemonte 13 Enza zabbini, Gabriele Levoni, evaristo lodi Il terremoto dell’Emilia scuote un patrimonio

Enza Zabbini consolidato I soci dell’aiig ci raccontano il loro punto di vista l terremoto del 20 maggio coglie di sorpresa. È ce la possiamo fare! una caratteristica di tutte le catastrofi natura- La seconda “sorpresa” è più forte! Almeno per me! 29 Ili, non c’è alcun dubbio! In quanto emiliana, so- maggio alle 9 del mattino. È un terremoto che non la- no cresciuta nella convinzione di essere fortunata per scia tregua! Logora il territorio e la mente. tanti motivi, tra cui la fortuna di vivere in un terri- Per descrivere uno spaccato di cosa è successo e sta torio con scarsa probabilità sismica. Il terremoto del succedendo in questa terra cedo il passo a due prota- Friuli, quello dell’Irpinia, poi l’Aquila, tutti in zone gonisti che come me appartengono all’Emilia e come sismicamente più attive, quindi l’immaginario e so- me sono stati sfiorati (per fortuna, soltanto sfiorati) prattutto la psiche mi consolavano assicurandomi in da questo sisma: Gabriele Levoni, docente di geografia una zona franca: la Pianura Padana, la mia terra. Questo terremoto coglie doppiamente di sorpresa. Ini- che vive nel modenese pedemontano, ci offre il punto zia in sordina, quasi fosse un terremoto marginale, di di vista geografico dell’evento; Evaristo Lodi, che do- secondo piano. Domenica 20 maggio, 4,03 del mat- vendo insegnare geografia in Veneto, attraversa que- tino, prima scossa, magnitudo 5.6, epicentro Finale sti territori settimanalmente e ci racconta cosa vedo- Emilia, decessi sì, ma in numero relativamente conte- no i suoi occhi ed il suo cuore. nuto. Danni: prevalentemente sugli edifici industria- li e quelli antichi. I media comunicano informazioni Bologna, Dipartimento di discipline storiche, di una scossa le cui conseguenze sono relativamente antropologiche e geografiche dell’Alma Mater, sotto controllo. La popolazione è in difficoltà, ma… Università di Bologna; Sezione Emilia-Romagna

Gabriele Levoni Geografie dal sisma nella «bassa» padana Geografie dal sisma nella «bassa» padana Il terremoto del 20 – 29 maggio segna profondamente la Bassa pianura tra Emilia-Romagna, mantovano e rodigino. Origina dallo scorrimento verso nord-est della catena appenninica e coinvolge direttamente oltre 800.000 individui su un territorio di oltre 4.000 kmq. Esso non unifica lo status degli individui, ma si salda alle fragilità preesistenti, acuendo le situazioni di svantaggio sociale.T rasforma il paesaggio e danneggia il tessuto economico. La reversibilità degli effetti dipenderà dalle scelte operate nella fase emergenziale e ricostruttiva.

Geographies of the earthquake in the low plain lands of the river Po The earthquakes of May 20 and 29 deeply affected the lowlands of the river Po in some provinces of Emilia-Romagna, together with the provinces of Mantua (in Lombardy) and Rovigo (Veneto). The earthquakes had their origins in the sliding towards North-East of the Apennine mountain range; they affected nearly 800,000 inhabitants in an area of nearly 4,000 square km. These catastrophic events do not level the status of the people, but rather they merge into the preexisting fragilities, thus emphasizing social gaps. Moreover, they transform the landscape and damage the economic productivity. The reversibility of their effects depends also on the choices made in the phase of emergency and reconstruction. 1. Il sisma: tra misurazione scientifica di sorpresa da una violenta scossa sismica che, e misurazione percettiva in un attimo, provoca la morte di diverse per- sone e trasforma definitivamente il paesaggio di un’intera area; con esso, viene sconvolta la 20 maggio 2012, ore 4.03: nel cuore della notte vita di un’intera popolazione, costretta a fare 14 la pianura padana si sveglia di soprassalto, colta i conti con un evento dalle conseguenze deva- stanti, del tutto imponderabile e, proprio per na e Mantova a pochi questo, ancora più temibile. chilometri di profon- La sequenza sismica, che ha conosciuto, oltre dità. Il periodo di ri- ad una serie praticamente ininterrotta di scosse torno di eventi sismi- minori, alcune importanti recrudescenze (tra ci di questa portata, in cui la peggiore il 29 maggio alle ore 09.00, con questa regione, pare la devastazione di Mirandola e Cavezzo), ha stimabile intorno ai coinvolto complessivamente tre regioni: Emi- 300 – 400 anni, tan- lia-Romagna, Veneto, Lombardia, nell’area del- to quanto il periodo la «Bassa pianura padana» caratterizzata, a dif- silente che ha prece- ferenza dell’«Alta pianura padana», da terreni duto le violente scosse argillosi e impermeabili. iniziate il 20 maggio L’evento sismico è ambivalente: da un lato è (con l’unica e signifi- quasi insignificante nella storia geologica del cativa eccezione del pianeta, mentre dall’altro è drammatico e ter- sisma del 15 ottobre ribile per la vita dell’uomo. Ne è testimonianza 1996 con epicentro anche l’utilizzo, per la misurazione dell’inten- nella bassa reggiana sità dei fenomeni, di due scale di misura com- in prossimità del Co- pletamente diverse. mune di Novellara). Quella scientificamente più attendibile è la sca- L’evento non desta stupore negli ambien- Fig. 1. Popolazione la elaborata nel 1935 dal sismologo statuniten- ti scientifici, tenuto conto che gran parte del residente nei comuni se Charles Francis Richter, che misura l’inten- territorio italiano e dell’Europa meridionale, classificati come sità del sisma con la magnitudo (M), cioè con geologicamente giovane e segnato dai rilievi terremotati dell’orogenesi alpina, è potenzialmente sog- dal D.M. 01/06/2012 il logaritmo in base 10 della massima ampiez- (Fonte: Istat). za di un’onda sismica, espressa in micrometri e getto a movimenti tellurici. registrata da un sismografo standard posto alla distanza di 100 km dall’epicentro. Se ne ricava 2. Territorio coinvolto una misurazione di tipo matematico, del tutto oggettiva, di fatto priva di risvolti emozionali o Ai fini dell’analisi risulta necessario indivi- simbolici di qualunque genere. Gli episodi più duare nel modo più preciso possibile i confi- acuti della sequenza emiliana si collocano, sul- ni dell’area maggiormente coinvolta dalla se- la base dei comunicati forniti dall’Istituto na- quenza sismica. Per immediatezza, ci si avvale zionale di geofisica e vulcanologia, tra i 5.8 e i dell’elenco fornito dal D.M. 01/06/2012, re- 5.9 gradi della scala Richter. cante disposizioni per la sospensione di termi- L’altra scala normalmente utilizzata assume la ni per gli adempimenti tributari, con il quale denominazione MCS (Mercalli – Cancani – Sie- si individuano complessivamente 103 comuni berg) e rileva non già l’intensità del sisma, ben- compresi tra le province di Reggio nell’Emilia, sì i suoi effetti sulla società umana e sulle strut- Modena, Bologna, Ferrara, Rovigo, Mantova. ture in cui essa si svolge (edifici, monumenti, Si tratta, in pratica, del primo provvedimento ecc.), che dipendono dal grado di umanizza- normativo per le zone terremotate e, ancorché zione del territorio. La misura proposta dalla privo di valenza scientifica, è significativa testi- scala MCS, quindi, è soggettiva. Infatti, un si- monianza degli ambiti territoriali che hanno sma di magnitudo ampia in una zona deserti- manifestato maggiori necessità. Un’analisi più Fig. 2. Torre lesionata ca può non causare danni, mentre un terremo- approfondita potrebbe far emergere perplessi- a Rovereto di Novi (MO). to di grado inferiore sulla scala Richter in una tà circa l’inclusio- zona molto antropizzata può provocare danni ne (o esclusione) molto consistenti, con distruzione delle strut- di comuni nelle ture dal IX grado MCS in poi. zone più periferi- che dell’area sismi- 1.1 . Genesi dell’evento ca (ad esempio il È ormai noto come le origini della sequenza comune di Gavello sismica che ha coinvolto il territorio emiliano, nel rodigino). mantovano e rodigino a partire dal 20 maggio Di seguito si pro- siano da ricercare nello scorrimento verso nord- pone il quadro dei est della catena appenninica, con conseguente dati della popola- pressione sulla pianura padana e, in particolare, zione residente sulla «dorsale ferrarese», che ne costituisce la e della superficie vera e propria avanguardia fendente trasversal- territoriale dei co- mente l’area tra le province di Ferrara, Mode- muni interessati. 15 Tab. I – Popolazione e superficie dei comuni inclusi nel D.M. 01/06/2012. Popolazione comuni Superficie comuni Ambito territoriale Popolazione Rapporto Superficie Rapporto inclusi nel D.M. inclusi nel D.M. (province e regioni) totale percentuale totale percentuale 01/06/2012 01/06/2012 Bologna 981.807 167.228 17,03% 3.702 863 23,31% Ferrara 353.725 77.130 21,81% 2.632 413 15,71% Modena 687.237 254.601 37,05% 2.683 964 35,93% Reggio nell’Emilia 518.011 13.573 21,92% 2.293 433 18,87% Emilia Romagna 4.351.393 612.532 14,08% 22.117 2.673 12,09% Mantova 408.893 181.633 44,42% 2.339 1.217 52,02% Lombardia 9.748.171 181.633 1,86% 23.863 1.217 5,10% Rovigo 242.409 43.312 17,87% 1.790 356 19,91% Veneto 4.866.324 43.312 0,89% 18.399 356 1,94% Italia 59.570.581 837.477 1,41% 301.336 4.246 1,41% Fonte: Istat, 2012

L’ambito più emergenti, senza la pretesa di poterne sinte- coinvolto in ter- tizzare gli esiti. mini assoluti è la provincia di 3.1 Le prospettive paesaggistiche dopo il sisma Modena, con La Geografia del paesaggio ha per oggetto 254.601 cittadi- l’analisi di una «parte di territorio, così come ni residenti nei percepita dalle popolazioni, il cui carattere ri- comuni terre- sulta dall’azione di fattori naturali e/o uma- motati e una su- ni» così come recita la Convenzione europea perficie di 2.683 del paesaggio. Il paesaggio è il primo testimo- kmq. Comples- ne degli esiti disastrosi del movimento telluri- sivamente i co- co, anche in presenza di un bilancio ancora muni considera- provvisorio. Un’analisi complessiva delle con- ti dal provvedi- seguenze potrà essere fatta solo a ricostruzio- mento normati- ne ultimata, in quanto dalle scelte in divenire vo come danneg- Fig. 3. Edificio lesionato (abbattere, ricostruire, puntellare, ripristinare) giati dal sisma includono una popolazione dipende la conservazione, la trasformazione o all’ingresso della zona di 837.477 abitanti e una superficie di 4.246 rossa di Concordia lo sconvolgimento degli elementi paesaggisti- sulla Secchia (MO). kmq, corrispondente all’1,41% della popo- ci tradizionali dei territori. Si delinea in taluni lazione e superficie dell’intera nazione, con casi un conflitto tra il desiderio di tutelare be- massimo coinvolgimento regionale in Emi- ni artistici e testimonianze storiche caratteriz- lia-Romagna. zanti il paesaggio e il bisogno di far ripartire le attività economiche (in particolare nei centri 3. Che cosa sta succedendo storici) mettendo in sicurezza ampie aree an- che attraverso l’abbattimento di edifici perico- Fig. 4. Campo Tentare di offrire letture di Geografia umana lanti (ne è un esempio il dibattito, contestuale della protezione civile relative ad un evento come il sisma della bas- alla redazione di questo contributo, sull’abbat- a Cavezzo (MO). sa pianura padana è, in questa fase, oltremo- timento del campanile di Cavezzo). do difficoltoso. Come sempre 3.2 Geografia dei bisogni è difficile inter- La necessità di approfondire le conseguenze pretare gli even- del terremoto ha portato alla ricerca di testimo- ti mentre sono nianze dirette, fornite da soggetti coinvolti per- ancora in corso, in assenza di una sonalmente nell’amministrazione dell’emer- prospettiva dia- genza, ma allo stesso tempo in grado di offrire cronica. In que- una lettura razionale dei bisogni sociali scatu- sta testimonian- riti nella fase più acuta. za cerchiamo La Dott.ssa Maria Elena Sciascia, giovane assi- dunque di indi- stente sociale presso il Comune di Nonantola viduare le diver- (MO), aderente all’Unione di comuni delle del 16 se «aree di crisi» Sorbara (che include anche i comuni di Bom- Contributi

porto, Bastiglia, Ravarino), ha offerto la pro- parte della popo- pria testimonianza di operatore istituzionale lazione dal rien- direttamente impegnato nella gestione di un trare nelle pro- «campo sfollati» in località Bomporto, imme- prie abitazioni diatamente a nord di Modena. nonostante sia- Emerge come nella popolazione si siano co- no state dichia- stituiti due gruppi di individui operanti scel- rate agibili, co- te diverse: me hanno testi- – da una parte coloro che, nella disponibilità moniato, inter- di un’area cortiliva, ovvero dotati di una pro- vistati, anche al- pria rete di relazioni interpersonali, di alloggi cuni responsabi- a disposizione o risorse economiche sufficien- li del centro operativo comunale della Prote- Fig. 5. ti, hanno provveduto autonomamente alla pro- zione civile di Concordia sulla Secchia, comu- Conseguenze pria sistemazione; ne molto prossimo all’epicentro della scossa della scossa – dall’altra coloro che, privi delle risorse pre- del 29 maggio. del 29 maggio cedentemente indicate, si avvalgono (per ne- Rilevante, nel contesto del sisma, è quindi l’acu- a Cavezzo (MO). cessità più che per scelta) dell’assistenza istitu- irsi di disagi preesistenti. L’immagine – a vol- zionale offerta all’interno dei cosiddetti «cam- te stimolata anche dai mezzi di informazione pi» o «tendopoli». – di piena condivisione degli effetti della trage- Il campo di Bomporto, di dimensioni contenu- dia da parte della popolazione risulta attenua- te (175 persone ospitate a tutto il 20 giugno in ta dalla disomogenea distribuzione delle risor- complessive 20 – 25 tende da 6 – 10 persone cia- se (in massima parte economiche) per poter- scuna), per esempio, ha rivolto i propri sforzi la affrontare. ai bisogni di alcune specifiche categorie socia- Come si ricordava in precedenza, accanto ai li: anziani soli, malati psichici, soggetti parzial- campi istituzionali si sono costituiti insediamen- mente o totalmente non autosufficienti, pre- ti spontanei, sia in aree pubbliche che in giar- cedentemente assistiti a domicilio da persona- dini privati, da parte di coloro (singoli o fami- le straniero che talvolta ha optato per l’abban- glie) che non accettano la soluzione collettiva dono del servizio oppure dalle famiglie di ori- e istituzionale. I loro bisogni sono in parte sod- gine ormai prive di dimora. disfatti dalla rete di solidarietà delle Caritas par- Per ognuno di questi individui, il personale del rocchiali e di altri soggetti del terzo settore. Al- settore servizi sociali ha dovuto valutare la com- cune testimonianze di operatori segnalano le patibilità della condizione psico–fisica con la vi- crescenti difficoltà di questi soggetti “indipen- ta all’interno del campo, dirottando i soggetti denti” a causa di rigidità nella gestione degli inidonei verso apposite strutture (a volte lonta- aiuti veicolati dalla Protezione civile, che privi- ne, vista la scarsa disponibilità di posti). legiano i soggetti alloggiati nei campi ufficiali. In un secondo momento l’attenzione è stata ri- volta a famiglie prive di alternative per l’auto- 3.3 Danni agli edifici Fig. 6. nomo collocamento. La reazione degli edifici alle sollecitazioni tel- Chiesa nel centro La gestione della convivenza nella struttura ha luriche non è stata uniforme. A delineare una storico di San Felice evidenziato da subito diverse criticità, tra cui prima classificazione degli esiti per categorie di sul Panaro (MO). la gestione dei pasti in relazione alle esigenze edifici è stato un dei diversi gruppi etnici, la promiscuità e scar- convegno orga- sa riservatezza negli atti della vita quotidiana, nizzato dal Dipar- la temperatura torrida all’interno delle tende timento di inge- (cui l’installazione di condizionatori ha in par- gneria dell’Uni- te posto rimedio), nonchè problemi organizza- versità di Mode- tivi legati al frequente avvicendamento dei re- na il 20 giugno sponsabili del campo. 2012. In riferi- Una priorità è data dalla gestione del disagio mento alle abita- psicologico creato dal sisma nei soggetti più fra- zioni civili, sono gili. La costante e crescente presenza di psico- stati rilevati dan- logi ha in parte consentito di farvi fronte, no- ni consistenti so- nostante la domanda crescente, anche per il lo nei comuni del venire meno in tale contesto dei freni inibitori cratere sismico. che tradizionalmente limitano il ricorso a tali Se ne può dedur- prestazioni professionali. re che per l’edili- Tale disagio, accompagnato dalla fobia per la zia ad uso abitativo è stata utilizzata una tecni- possibile reiterazione degli eventi, trattiene una ca costruttiva sufficientemente buona, ma non 17 tale da garantir- sto meno rilevanti, quali possibili esondazioni ne la resistenza a dei canali irrigui alle prime piogge autunnali forti scosse oriz- a causa del cedimento degli argini. zontali. Quanto al settore industriale, i rischi maggiori Gli insediamenti sono connessi al protrarsi della stasi produtti- industriali han- va, con conseguente rischio di perdere la clien- no evidenziato tela, in particolare nei settori più concorren- le maggiori cri- ziali. Potrebbe paventarsi la perdita di perso- ticità e causato nale specializzato e, con esso, il relativo know la maggior parte how a causa di un’emigrazione dei nuclei fa- delle vittime. La miliari e dei singoli soggetti. Fig. 7. Chiesa di Rivara tecnica costruttiva è risultata inadeguata per Quanto al settore terziario, esso risente più di San Felice sul Panaro la mancanza di collegamenti tra gli assi por- del primario e del secondario del crollo della (MO), coperta tanti degli edifici, tra di loro solo «appoggiati»; domanda locale, sia di beni voluttuari che di da un telo in seguito l’uscita delle travi dalle guide ha quindi com- prodotti alimentari (anche per la persistenza al crollo del tetto. portato il crollo delle coperture. del servizio di erogazione gratuita di pasti da Per quanto concerne monumenti ed edifici parte della Protezione civile). Nondimeno si storici, si ritiene che i crolli siano stati causati rilevano danni alle strutture e alle giacenze di essenzialmente dal cedimento delle malte, di magazzino. Particolarmente critica la situazio- scarsissima qualità e con il tempo divenute si- ne degli esercizi commerciali ubicati nei cen- mili a sabbia; i mattoni, viceversa sono rimasti tri storici, «zone rosse» integralmente preclu- completamente integri, ad evidenza del loro se all’accesso. elevato livello qualitativo. Tutti i settori economici lamentano la neces- sità di ricevere sostegno anche sotto forma di 3.4 Danni al tessuto produttivo aiuti economici diretti e a fondo perduto; ser- Vista la debolezza delle edificazioni industria- peggia il timore che il noto spirito imprendito- li, ben immaginabili sono le conseguenze per riale e lo zelo lavorativo presenti nei territori il tessuto produttivo, privato di sedi, struttu- coinvolti possano spingere alcuni settori del- re ed impianti per potere continuare le attivi- lo Stato a sottovalutare la portata e la gravità tà d’impresa. dell’evento e delle sue conseguenze (attuali e Per quanto concerne il settore agricolo, i dan- future) sull’economia locale, portando a ripor- ni maggiori sono legati alla perdita di impian- re un’eccessiva fiducia nell’autonoma capaci- ti e macchinari, al crollo di magazzini e coper- tà di riavviare le attività produttive. ture e conseguente assenza di luoghi adegua- Fig. 8. ti al deposito e allo stoccaggio delle derrate Cartello di protesta agricole (ivi compresi i prodotti ortofruttico- 4. Conclusioni contro la realizzazione li), alla perdita di ingenti quantitativi di pro- del deposito di gas Il terremoto nella Bassa pianura padana è un a Rivara di San Felice dotti agroalimentari di prima trasformazione sul Panaro (MO). (in particolare il Parmigiano reggiano), di par- evento disastroso e drammatico sotto il profi- lo umano, sociale ed economico. Se le conse- guenze immediate sono gravi, peggiori posso- no essere quelle di medio e lungo periodo. Il sostegno alle persone, ai settori produttivi e al patrimonio storico – artistico deve essere com- plementare, non alternativo, per non compro- mettere il recupero di un territorio con cui le popolazioni hanno sviluppato un forte sen- so di appartenenza. Il territorio, maturo sot- to il profilo amministrativo, invoca una gestio- ne degli aiuti improntata al principio di sus- sidiarietà, con un coinvolgimento diretto del- le amministrazioni comunali. L’evento inter- roga sul rapporto tra antropizzazione e terri- torio, in particolare in merito alla realizzazio- ne di opere quali il contestatissimo deposito per lo stoccaggio di gas metano a Rivara di S. te del patrimonio zootecnico e delle struttu- Felice sul Panaro. Sul punto, un’analisi scien- re per il ricovero degli animali; si paventano tificamente onesta degli esiti non può non te- 18 inoltre rischi non immediati ma non per que- nere in debita considerazione l’applicazione del principio di prudenza, anche alla luce del Bibliografia sisma, e la sensibilità delle popolazioni locali, che nella protesta manifestano anche un’idea Bacchi G., Londrillo A., La Geografia Oggi 1 – I pa- di sviluppo del loro territorio che prescinde da esaggi italiani, Firenze, Editore Bulgarini, 1987 iniziative impattanti. Bosellini A., Cavattoni T., Fantini F., Corso di Scienze del Cielo e della Terra, Ferrara, Italo Bovolenta In definitiva, il sisma, attraverso i suoi esiti tra- Editore, 2009 gici, riporta l’attenzione sui vincoli ambientali Canigiani F., Salvare il Belpaese, Firenze, Nicomp Sag- allo sviluppo; il risanamento urbanistico e la gi, 2009 messa in sicurezza degli edifici, a volte in pas- LUPPI S., «L’esperto: morti e danni si potevano evitare», sato messi in secondo piano, diventano obiet- Gazzetta di Modena, 21 giugno 2012, p. 7 tivi prioritari dell’azione amministrativa. Dal- la ricostruzione può nascere una nuova con- Sitografia www.ingv.it sapevolezza in tal senso; una sua gestione ef- www.istat.it ficiente e razionale potrebbe migliorare nel www.coe.int/it medio periodo i livelli di benessere dell’inte- gazzettadimodena.gelocal.it ro territorio. Sezione Emilia - Romagna

Evaristo Lodi Il paesaggio è malato, nostalgia di un territorio. In treno attraverso i luoghi del sisma

rmai non vivo più in Emilia e spesso mi la tragedia. Le case coloniche più vecchie sono capita di attraversare alcune zone e di collassate e rimangono dei ruderi qua e là. Nei Opercepire che il treno rallenta la sua cor- centri urbani i danni sono più evidenti, si tocca- sa permettendomi di osservare la campagna e i no con mano e le vecchie cisterne che si affaccia- paesi che attraversa: San Giovanni in Persiceto e no sulla strada ferrata incombono cupe a monito poi Crevalcore, Camposanto, San Felice sul Pa- di una tragedia che non può più essere evitata. naro, Mirandola. Così come sono crollate le antiche torri, simbo- La terra trema in continuazione e anche il tre- lo di agglomerati urbani resi imponenti da tali Fig. 2. no deve rallentare la sua corsa, forse per rende- costruzioni, memoria storica di un passato cer- Crepe nell’asfalto re un doveroso omaggio alle vittime di quel si- tamente opulento, di una pianura ricca di acqua nella piazza principale di San Carlo (FE). sma così particolare, che ha sollevato la terra e e di cibo per le popolazioni che l’hanno coltiva- ta nei secoli, lungo la centuria- la coscienza dei più. tio romana che ci ammonisce Il panorama che scorgo dal finestrino ha un co- severamente di non modifica- lore cupo, il colore della disfatta, il colore del- re la secolare inerzia che con- traddistingue il nostro paesag- gio agrario. Dal finestrino del treno, la ten- dopoli di San Felice Sul Pana- ro, a ridosso del centro stori- co, trasformato in un ammasso di macerie, mostra una scritta enorme che sottolinea l’orga- nizzazione della Protezione Ci- vile di Trento. Ma la solidarietà

Fig. 1. La terra si è aperta 19 a San Carlo con fenditure che hanno raggiunti i due metri di profondità. Fig. 3. Chiesa crollata a San Felice sul Panaro (MO).

per questa terra si sente, si toc- aver subito troppi danni ma, in realtà, mostrano ca con mano in ogni immagi- crepe vistose che stanno a significare come sia- ne che riusciamo a carpire. For- no state costruite solide, anche se non doveva- se la generosità emiliana deve no rispettare precisi criteri antisismici. essere stata tangibile, tanto da Ma la tradizione della famiglia patriarcale è sta- smuovere un’opinione pubbli- ta sostituita da un tessuto economico molto so- ca resa apatica da una crisi siste- lido che ha permesso alla ricchezza emiliana di mica. La solidarietà resta gran- rimanere al passo con i tempi e, anzi, di forma- de ancora oggi così come non re un’ossatura forte e coesa, parte integrante e si è affievolita la laboriosità di fondamentale dell’economia italiana. Forse è queste popolazioni, mai dome proprio l’importanza dell’economia di questa alle avversità. Sono rimasto col- terra che è stata sottolineata dalle immagini pro- pito dalla solidarietà che si è co- poste dalla televisione, immagini di morte sot- agulata anche all’interno delle to i capannoni crollati all’interno delle azien- scuole: tutti hanno fatto qua- de che producevano ed esportavano in tutto il drato per essere solidali verso mondo. Ma dalla morte di quegli operai, pre- l’Emilia che è sempre stata vi- ti, imprenditori e tecnici è sorta, come per in- cina alle popolazioni che hanno chiesto aiuto. canto, un’altra immagine che sta modificando quella storica della terra emiliana, fondata sul- Le case co- la famiglia il cui asse si è spostato sulla fabbri- loniche, le ca. Una sorta di fabbrica patriarcale che vuole piantate, le riprendere a lavorare e produrre anche se non cavedagne riceve i permessi per farlo, a rischio della pro- che hanno pria vita. È la fabbrica che vuole rinascere, ma- contraddi- gari sulle quelle ceneri multiculturali che hanno stinto que- visto i migranti morire, come gli emiliani, sotto sta campa- capannoni troppo fragili per reggere all’urto di gna sembra- questo sisma. Una fabbrica patriarcale che tra- no essere un valica i campanilismi dell’Emilia e travalica an- vago ricor- che la storica lotta fra operai e padroni (o quel- do dai tratti la fra il vecchio P.C.I. e il clero) che ha sempre indistinti af- contraddistinto, a tinte accese, la vita di questa ferrati attra- terra. È la volontà di raggiungere un obiettivo verso il balu- comune, quello di lottare per una vita che valga Fig. 4. Il crollo totale ginio dell’afa sovrana. Le case sono sempre sta- la pena di essere vissuta, a prescindere dalla la- dell’antica chiesa te il simbolo della famiglia patriarcale che qui titudine a cui si è nati. La voglia di ripresa sem- di San Carlo (FE). aveva superato molte avversità ed era sempre ri- bra essere stata offuscata dalla paura, ma possia- mo stare certi che quella paura non interrom- perà il processo di rinascita. La multi etnicità del tessuto economico emilia- no e la pacifica convivenza di queste etnie sono un esempio per tutta l’Italia, per riuscire a su- perare le difficoltà, cogliendo le migliori oppor- tunità di ricrescita economica. Ma questa ricre- scita dovrà avere il rispetto per il paesaggio, per l’ambiente e per il territorio.

Fig. 5. San Felice uscita a forgiare una vita di fatiche ma ric- sul Panaro (MO), ca di possibilità. L’opulenza di questi ter- la rocca danneggiata ritori a partire dal secondo dopoguerra è dalle scosse stata contraddistinta dalle nuove architet- del 20 e 29 maggio. ture delle abitazioni che hanno scimmiot- tato quelle cittadine. Proprio queste ulti- 20 me dal finestrino del treno sembrano non Fig. 6. Un palazzo sprofondato nelle “sabbie mobili” di San Carlo (FE). Contributi

La toponomastica bolognese ci presenta una gli edifici pub- cultura diffusa sui temi agrari che va dal Medio- blici. evo al fascismo. Pier de’ Crescenzi, Filippo Re, Le parole di Carlo Berti Pichat e Arrigo Serpieri ne sono gli Salvatore Set- esempi principali ma la loro cultura non ha per- tis mi risuona- messo la salvaguardia dell’ambiente emiliano. no nella men- Eppure, come sottolinea Salvatore Settis, non te e, nel caso siamo mai stati in grado di unificare la cultura di questo terre- ambientale con quella della tutela dei beni cul- moto, mi riem- turali. In sostanza se non siamo in grado di tu- piono l’animo telare il nostro ambiente, non siamo nemmeno di tinte cupe: in grado di tutelare le nostre bellezze artistiche “Quello che fu il Bel Paese fa scempio di se stesso, Fig. 7. e il nostro patrimonio architettonico. è sommerso dal cemento. (…) l’urbanizzazione è Il terreno si è Questo cataclisma sismico ci ha mostrato pro- un’evoluzione in senso consumistico del rappor- “liquefatto” anche prio questo: le torri squarciate, gli edifici stori- to della popolazione con il proprio territorio.” nei campi ci crollati, le chiese di cui è rimasta solo la fac- La cosa più impressionante è che non solo le ar- di San Carlo (FE). ciata, stanno lì a dimostrare come l’incuria di chitetture, più o meno recenti, hanno subito dan- uno stato non permette alla memoria storica di ni ma è l’ambiente stesso che è stato modificato rimanere intatta ma gestisce solo l’emergenza profondamente dall’energia sprigionata dal si- che non è mai annunciata e che fa arricchire e sma. Forse ci troviamo di fronte a un fenomeno divertire (come si è scoperto per il terremoto che ci dovrebbe far riflettere sui nostri massicci dell’Aquila) i soliti potenti burocrati mentre le tentativi di modifica dell’ambiente: non sono so- popolazioni devono rinascere dalle ceneri con lo le costruzio- la fatica e la tenacia che le hanno contraddistin- ni abusive (re- te nei secoli. alizzate in no- me del dio de- E poi mi torna alla mente San Carlo… naro e per sta- Da bambino, tutte le estati trascorrevo un me- re al passo con se di vacanza a San Carlo, presso una vecchia zia una società dei che mi aveva visto nascere. Era un mese di con- consumi che si tatto vero con la campagna, con la natura. Era il rivolta verso di paese d’origine di mio nonno Evaristo che poi noi come un diventò maresciallo dei Carabinieri regi. boomerang ta- E ora…. gliente e peri- San Carlo è stato devastato da un fenomeno par- coloso) ad es- ticolare: la liquefazione del terreno! sere minac- San Carlo sorge sul paleo alveo del fiumeR eno e ciate e distrut- le opere di bonifica si sono susseguite nei secoli te ma ora an- Fig. 8. fin dall’antichità, soprattutto a partire dal XVIII° che il paesaggio agrario rimane profondamen- Anche l’asfalto secolo per restituire all’uomo una terra fertile e te modificato. si è sollevato prosperosa. Ricordo che nei pressi di San Carlo Credo che questo sia il nocciolo della questione, a San Carlo (FE). il canale artificiale più importante è denominato il problema che ci deve attanagliare per trovare significativamente Cavo napoleonico.N on sono soluzioni adeguate al nostro futuro. in grado di farne una ricostruzione storica ma sa- rebbe interessante approfondire questo aspetto: Sezione Emilia - Romagna come l’uomo abbia modificato l’ambiente in mo- Fig. 9. do così sostanziale tanto da permettere al paleo Gli abitanti alveo di un fiume di trasformarsi in una terra co- di San Carlo sì fertile. Forse questi mutamenti dell’ambiente (FE) cercano sono ben altra cosa rispetto al tentativo contem- di ripulire poraneo di costruire capannoni industriali che come possono poi crollano miseramente uccidendo anche ope- dal fango che rai che provengono da ogni parte del mondo. la terra ha “vomitato”. La liquefazione del suolo è un fenomeno parti- colare e, da alcuni, sembra collegato alla ricer- ca e all’estrazione di idrocarburi. Non mi sento di dare un giudizio tecnico sul fenomeno ma la terra sembra voler “vomitare” il suo interno e ri- versarlo sulle strade nelle case, nelle chiese e ne- 21 fabrizio finocchi Diario afghano Diario afghano Il diario del viaggio in Afghanistan a seguito di una Onlus vercellese, che ha aperto un asilo a Kabul, fornisce un punto di vista privilegiato sulla situazione del Paese a due anni dal momento in cui la N.A.T.O. ritirerà le proprie truppe, abbandonando quella terra martoriata a se stessa.

the Afghan diary The diary of a trip to Afghanistan with an Italian O.N.G. from Vercelli, who opened a kindergarten in Kabul, provides a vantage point of view on the situation of the Country, two years before the N.A.T.O. withdraw its troops, leaving this devastated land to itself.

1. Un asilo a Kabul ne “12 Dicembre” si è appoggiata per realiz- zare l’asilo. Pangea è un’organizzazione non L’opportunità di fare un viaggio in terra af- profit che dal 2002 lavora in Afghanistan per ghana, avvenuto nei primi giorni di giugno, favorire lo sviluppo sociale delle donne e del- origina da un’iniziativa incredibile, in un ter- le famiglie. Pangea gestisce progetti finaliz- ritorio conosciuto per la guerra in atto: l’aper- zati all’istruzione, educazione ai diritti uma- tura di un asilo. L’iniziativa è stata voluta dal- ni, formazione professionale, educazione sa- la Onlus “12 Dicembre” di Vercelli, presie- nitaria, salute riproduttiva. Affianca a ciò la duta da Gianni Paronuzzi, che per onorare micro-finanza, per la creazione di piccole at- la memoria del figlioE nrico e di sua moglie tività generatrici di reddito. La Onlus opera Ilaria Allodi, tragicamente scomparsi duran- in collaborazione con associazioni e gruppi te la luna di miele a causa dello Tsunami in locali di donne, con la volontà di renderle Thailandia nel 2004, ha intrapreso la strada protagoniste di un percorso di riscatto eco- del volontariato. La Onlus vercellese ha già nomico e sociale, che favorisca la presenza edificato un asilo in Nepal e finanziato vari femminile nello sviluppo delle comunità lo- progetti di cooperazione internazionale e a cali e dell’intero Paese. partire dal 2010 ha raccolto fondi per costru- ire l’asilo di Kabul. 1.2 Un punto d’osservazione straordinario

Fig. 1. I Giardini 1.1 L’appoggio alla Fondazione Pangea Onlus In occidente non esiste la percezione di come di Babur, situati si svolge la vita quotidiana in una città come el centro di Kabul e distrutti dai talebani, In Afghanistan la situazione è difficile e al Kabul, che dati non ufficiali stimano abitata sono stati ricostruiti momento operano in teatro pochissime or- da tre milioni di persone. I giornalisti non nel 2006 e ospitano ganizzazioni non governative, tra cui (unica sono interessati alla quotidianità. La stampa il venerdì i picnic delle italiana) la Fondazione Pangea Onlus, pre- concentra il suo interesse nelle aree in cui il famiglie della capitale. sieduta da Luca Lo Presti a cui l’associazio- conflitto è più violento, spessoembedded con le truppe I.S.A.F. ed è interessata a raccon- tare la guerra, più che la difficile pace che si sta cercando di instaurare con enormi sacri- fici. La nostra missione si è svolta senza alcun cordone di sicurezza, tra gli afghani, a contat- to con la popolazione nelle strade, nei mer- cati, nei negozi e in alcuni villaggi della val- le del Panjshir. Un punto di vista privilegiato sulla situazione dell’Afghanistan, a due anni dal momento in cui la N.A.T.O. lascerà quel- la terra martoriata a se stessa.

2. Volare verso Kabul

Sono terminati i problemi d’isolamento dell’Afghanistan dal resto del mondo, un viaggiatore occidentale che voglia recarsi a 22 Kabul deve passare necessariamente per Du- bai. Nessuna compagnia Afghana è accredi- dei controlli esasperante, la presenza militare tata al volo in Europa. Negli Emirati Arabi il inquietante. Gli amici e i parenti non aspetta- problema non esiste e così la maggior parte no chi arriva in aeroporto. A Kabul per que- dei voli parte da qui. Dai tabelloni elettroni- stioni di sicurezza nessun visitatore è ammes- ci dell’aeroporto di Dubai si apprende che, so nell’area aeroportuale. Chi arriva, per la durante le prime ore della mattinata, parto- prima volta, difficilmente riesce ad orientar- no svariati voli per Kabul, ma anche per Kan- si. Timbrato il passaporto e dopo che ci han- dahar, Mazar I Sharif e Bagram. Noi volere- no rilasciato una carta d’identità locale, uscia- mo con la SAFI, la compagnia aerea di ban- mo da una porta a vetri, che nessuno pulisce diera, voluta dal Presidente Karzai. L’aereo a da anni, protetti da un muro paraschegge. I dispetto delle paure è modernissimo e pilo- posti di blocco si susseguono tra camionette tato da una squadra occidentale, segnale evi- con le mitraglie spianate ad altezza d’uomo. dente che dietro l’inserimento nella Black Li- Si giunge in un cortile, zeppo di mezzi mili- st della U.E. stanno gli interessi delle compa- tari di varie nazionalità e S.U.V. neri, blinda- gnie degli Emirati, più che la sicurezza dei vo- ti. I soldati, in assetto da combattimento, sa- li. L’affidabilità dei vettori deve essere eleva- lutano rumorosamente i loro commilitoni di ta, perché l’aereo è zeppo d’occidentali; una ritorno, mentre i contractors del nostro volo folla eterogenea, incredibile, rinvenibile so- corrono come anatroccoli sotto l’ala del lo- lo nelle zone di guerra. Personale diploma- ro futuro comandante e s’imbarcano sui blin- tico, militari d’ogni nazionalità che hanno dati neri con la divisa d’ordinanza: giubbotti fruito di qualche giorno di licenza a Dubai, antiproiettile, maglie nere, cappellino con vi- contractors di tutte le età, con fisici da culturi- sti e facce poco rassicuranti, ingaggiati dalle compagnie di sicurezza che hanno sostitui- to i militari nelle aree (consegnate al gover- no afghano) in cui sono presenti installazio- ni occidentali.

2.1. L’Afghanistan dall’alto

I voli per l’Afghanistan partono tutti nelle prime ore della mattina e l’alba sorprende il viaggiatore in aria. La rotta passa sopra Kan- dahar. Per un’ora si viaggia in un panorama incredibile, fatto d’alture brulle coperte di una polvere rossa che è il marchio distinti- vo del territorio e che tra poco impareremo a conoscere bene, per la sua capacità di in- sinuarsi ovunque ad ogni colpo di vento. È un panorama visto in mille foto, scattate dai militari in elicottero, ma ora che ci si vola so- pra toglie il fiato. Il rosso della terra contrasta con il cielo azzurro, senza una nuvola. Atter- riamo a Kabul, situata su un altopiano posto siera e occhiali scuri; armati fino ai denti. Al- Fig. 2. I bambini a 1.800 metri d’altezza, circondata da mon- tri militari accolgono il personale dell’amba- giocano sulla Collina tagne brulle, mentre in lontananza brillano sciata U.S.A. Benvenuti in guerra. Passiamo degli Aquiloni, le nevi dell’Hindu Kush. una porticina di ferro blu dove un militare di- che domina la capitale. stratto controlla chi transita. Si esce in strada, Simbolo di libertà dopo il regime talebano, una 2.2. Kabul International Airport ma è un’illusione, un altro muro si presenta grande scritta davanti. Si percorre una via stretta che porta in persiano dice: L’aeroporto è una base militare; all’atterrag- ad un cancello verde, presidiato da una gar- “Kabul, città delle rose gio si possono ammirare file d’aerei america- ritta gialla, un militare controlla i documen- e degli aquiloni”. ni, cannoniere dell’aria, elicotteri pronti al ti, si atteggia e assume un comportamento at- decollo. Il caldo e l’odore d’Asia, che entra- tento, mentre controlla i passaporti; è eviden- no dal portello aperto dell’aereo, ci danno te che non sa leggere. Al fondo di una strada il benvenuto. Il terminal civile è moderno e sterrata, cinta da filo spinato, finalmente, -do funzionale e se non fosse per la cura dei parti- po una casupola c’immergiamo in una folla colari (assente) sembrerebbe di stare in Euro- variegata, senza neppure un viso occidenta- pa. Le code sono interminabili, la pressione le; capiamo di essere arrivati. 23 2.3. Massoud Road, il viale dell’Aeroporto. ne e lunghi controlli. Il controllo della sicu- rezza a Kabul è stato trasferito all’esercito af- La strada che porta dall’aeroporto a Kabul ghano, con risultati incerti e gli attacchi dei è uno dei posti più pericolosi del mondo, il talebani scatenati nell’aprile di quest’anno, nostro autista la percorre veloce con un’au- nel cuore della capitale, proiettano ombre to vecchia e non blindata. Evita con perizia inquietanti sul futuro del Paese, quando la i posti di blocco, gestiti dall’Esercito Afgha- coalizione se ne sarà andata. Gli afghani, più no, che si susseguono. Il traffico è quasi as- pragmatici, ci dicono semplicemente che il sente, composto di rare auto che vanno verso Governo Karzai sta trattando con i Taliban e la città o accompagnano gente che deve par- che questa catena di attentati è solo un mo- tire. Dai tetti i soldati scrutano; la pressione do per alzare il prezzo. militare è soffocante: peggiora nel momen- to in cui incrociamo un convoglio america- 3.1. Hotel Serena no che, per non sbagliarsi, ci mette sotto il ti- ro delle sue torrette calibro 50. Usciamo dal L’Hotel Serena sembra un miraggio. Avrem- viale blindato e ci lanciamo in una rotonda, mo preferito dormire in una Guest House, ma in cui inizia il vero traffico cittadino, convul- per motivi di sicurezza staremo qui. Un an- so e congestionato; giusto in tempo per lan- golo d’Eden nell’inferno. L’albergo è una ciare uno sguardo alla pezza sull’asfalto che delle Green Zone, guardata a vista dopo il pe- segna il posto dove, nel settembre 2009, fu sante attacco del 2008 che provocò sei vitti- fatto saltare un convoglio italiano, in cui mo- me, tra cui un giornalista norvegese. Per rag- rirono sei nostri paracadutisti. giungerlo si passano tre porte blindate in al- trettanti muraglioni, si è perquisiti ed invita- Fig. 3. La Valle ti a lasciare le proprie armi al posto di sorve- del Panjshir, situata 3. Green Zone glianza, infine si è ammessi in paradiso. Aria a circa 300 km a Nord - condizionata ed ogni comfort attendono il vi- Ovest della Capitale. A Kabul ci sono diverse Green Zone che cin- sitatore, che dal giardino interno può rimi- Lo spettacolo offerto gono le aree dove hanno sede le residenze rare le montagne che cingono Kabul, piene dalla natura è dei potenti, le ambasciate, i palazzi del Go- di costruzioni in fango e sterco in cui vivono imponente; la valle verno. Si distinguono subito; hanno l’aspet- migliaia di uomini, senza luce nè acqua. Da è larga circondata quel giardino si può pensare a quanto sono di montagne alte to di un fortino coronato di garitte e filo spi- e brulle su cui giocano nato. Sono sorvegliate dall’esterno da veicoli crudeli le guerre, in grado di creare una di- le ombre delle nuvole, blindati, appostati dietro sacchi di sabbia. Si sparità simile tra esseri umani. sul fondo corre il fiume può entrare nelle strade di queste aree solo che le regala il nome. con permessi speciali, non si può fotografare 4. Un Venerdì a Kabul

L’Afghanistan non può essere ciò che abbia- mo visto fino a questo momento. Ci proiet- tiamo fuori dall’albergo accolti da Luca Lo Presti e dai riferimenti locali di Pangea. La normalità della vita in città s’impossessa di noi, la guerra si allontana, la paura svanisce e ci godiamo il caldo, il traffico ed i colori, stupiti da ciò che vediamo. Siamo arrivati di venerdì, il giorno dedicato al riposo e a Dio in Afghanistan, come la domenica in Italia.

4. 1. Saluto

In Afghanistan il saluto tra uomini è un ri- to lento. Il buon giorno, seguito dal nome e dal termine jan, che vuol dire “mio caro” è il modo di salutarsi, seguito da una serie di domande premurose e non distratte sulla salute, sulla famiglia e su come si è viaggia- to o passato la notte. È così ad ogni incon- tro, a qualsiasi ora del giorno. Il rito del sa- e gli afghani evitano accuratamente di avvi- luto è interminabile. Ci si avvicina guardan- 24 cinarsi alle sbarre d’accesso, per evitare gra- dosi negli occhi, sorridendo. Si allargano le Contributi Fig. 4. In fondo alla valle del Panjshir, braccia e si uniscono i cuori avvicinandosi su un’, col petto. Le mani sfiorano appena le spal- sta la tomba le, ma prima di allontanarsi i corpi si ab- del Comandante bracciano. In ultimo, senza che gli sguar- Massoud. di si perdano, la mano si poggia sul cuore Eroe della resistenza e promette amicizia. contro i russi, Leader dell’Alleanza del Nord, ucciso da Al Quaeda 4.2. Traffico pochi giorni prima dell’11 settembre 2001. Il traffico è congestionato, caotico, incon- Idolatrato dal suo trollabile. Tutti girano a velocità ridotta e popolo riposa sotto con la mano sul clacson, strombazzando ad un’enorme cupola ogni possibile ostacolo. Viaggiamo su stra- in un sacello coperto de polverose, spesso sterrate, talvolta con da una teca di cristallo, asfalti storici che esistono tra una buca e piena di sabbia l’altra. Ci muoviamo guardando le case, della valle. cercando di immaginare come si può vive- re in quelle condizioni. Quartieri distrut- ti, colline dove le case sono di fango e pie- tra e le strade si confondono con il cielo in una giornata di vento. I bambini, che con la neve o col sole sono sempre scalzi (e co- perti con i medesimi vestiti), ridendo, rin- corrono improbabili coriandoli di plastica tra bolo della libertà di Kabul, perché i taleba- la polvere e le fogne a cielo aperto. ni vietarono anche quelli. Percorriamo la strada trafficata che costeggia la residenza di 4.3. I giardini di Babur Karzai e superata una grande moschea scii- ta s’incontra lo stadio (in cui erano esegui- L’Afghanistan che non ti aspetti ti attende te le condanne a morte) e da qui si prende dietro le porte dei Giardini di Babur. Distrut- a sinistra. Passiamo davanti ad un enorme ti dai talebani (accaniti nemici del bello e del campo sportivo dove sono state posizionate piacere da loro considerati un peccato mor- a coppie un numero indefinito di porte da tale), sono stati ricostruiti nel 2006 e ospita- calcio. Centinaia di ragazzi corrono dando no i picnic degli abitanti di Kabul il vener- calci ad un pallone. È venerdì e si ride insie- dì. Lo spettacolo è fantastico. Decine di fa- me. I militari all’inizio della salita sono pigri miglie stanno tra i roseti a godersi il fresco, e rilasciano la fune che regge la sbarra sen- con i bambini che corrono e giocano. I pa- za alzarsi dalla sedia. La strada sale cintata dri stendono i tappeti colorati sul prato ver- de e noi rimaniamo stupiti a vedere uomini da filo spinato e lo sguardo è attratto dalla e donne insieme. Era dall’epoca dell’occu- grande scritta in caratteri persiani che do- pazione sovietica che tutto ciò era vietato. Si mina dall’alto: “Kabul, città delle rose e de- palpano la felicità e la gioia dello stare insie- gli aquiloni”. Arrivati in cima un gruppo di me, molte ragazze a capo scoperto con un- cavalieri (bambini) ci viene incontro solle- ghie laccate color argento e kajal a contor- vando nuvole di polvere. Sulla collina sta nare occhi, alcune lavorano su un personal una folla di venditori di more, di gelati e computer. Molte donne portano ancora il bambini che vendono acqua o uova e ragaz- burqua e si nascondono ai nostri occhi, ma zi che vendono aquiloni e rocchetti di filo gli uomini sorridono rilassati e c’invitano a colorato. Guardiamo in alto a bocca aperta. mangiare o bere una tazza di the con loro. Centinaia di punti colorati s’inseguono nel La nostra tensione scompare in un pomerig- cielo in una battaglia continua. Bambini ed gio afghano che profuma di rose, di sorrisi, adulti aspettano il vento per consegnargli di cibo e di casa, lontano il muezzin invita al- triangoli di carta velina dai disegni più sva- la preghiera. riati. In tutta la collina non c’è una donna. Questo è uno sport da uomini; come tutto 4.4. La collina degli aquiloni. in Afghanistan. Rimaniamo come incanta- ti su questo piazzale polveroso che si affac- Dopo aver letto il libro di Khaled Hosseini cia sulla città, guardando gli aquiloni, le ro- rimane il desiderio di vederla con i propri vine del mausoleo di Timur Sha ed il sole occhi la collina degli aquiloni, che è il sim- che tramonta su Kabul. 25 5. La Valle del Panjshir le ombre delle nuvole, sul fondo corre il fiu- me che le regala il nome. La strada sembra La situazione è tranquilla, tanto da decide- puntare dritta verso le montagne innevate re di fare un’escursione nella valle del Pan- dell’Hindu Kush. Le tracce dell’uomo sono jshir. Si tratta di trascorrere una giornata inte- poche, qualche villaggio, appezzamenti colti- ra fuori Kabul; ore di macchina. Uscire dalla vati, case distrutte. Poche centinaia di miglia- città è un’odissea per via del traffico. Imboc- ia di persone abitano questo spazio immenso. chiamo finalmente la miticaRing Road in di- rezione Kunduz e ci immergiamo in un pa- 5.2. I villaggi norama rurale inaspettato, tratti di deserto a cui si susseguono coltivazioni, giardini e vil- Attraversiamo alcuni villaggi, in cui tocchia- laggi. La pressione militare finisce, lontano mo con mano la vita (durissima) nelle mon- ronza qualche elicottero americano che vo- tagne afghane. L’ospitalità è incredibile e pur la verso la sua missione; il controllo di questa non essendo abituati a vedere dei civili occi- porzione del territorio è inesistente. Di tan- dentali in queste zone veniamo accolti con il to in tanto il nostro autista mi mostra degli sorriso ed invitati a visitare i negozi che si af- squarci nella strada, che testimoniano dove facciano sulla via. Panifici, macellerie, riven- le truppe occidentali hanno subito degli at- ditori d’attrezzature agricole. Tutti lavorano tentati operati con ordigni improvvisati, se- e tutti ci sorridono. Compriamo alcuni biscot- polti sotto la strada. La Ring Road è conside- ti (buonissimi), qualche forma di pane per il pranzo ed alcuni Pakol, i tipici copricapo utilizzati nella valle, resi famosi da Massoud.

5.3. La tomba di Massoud

In fondo alla valle, su un’altura, sta la tomba del Comandante Massoud, che riposa sotto un’enorme cupola. Il suo sacello è coperto da una teca di cristallo, piena di sabbia del Panjshir; sul cristallo stanno incisi dei verset- ti del Corano, che proiettano le loro ombre sulla sabbia in modo mutevole seguendo il sole. La storia scorre davanti agli occhi di chi guarda e l’emozione si addensa ricordando la resistenza contro i Russi (il 60% di tutte le perdite sovietiche in Afghanistan furono su- bite nel Panjshir) e l’ostilità dell’Alleanza del Nord e della valle al regime talebano. Le fo- to, sul muro d’ogni casa, immortalano il Le- one del Panjshir pensieroso o sorridente tra i suoi Mujaheddin. Fig. 5. Panjshir. rata dai militari N.A.T.O. una strada perico- Nei villaggi della Valle losissima: si spinge a cerchio fino a Mazar I 6. Il distretto numero Uno tocchiamo con mano Sharif e poi a Sud a Kandahar, ci godiamo il la vita nelle montagne panorama scorrendo in un traffico intenso. Trascorriamo un’intera giornata nel distret- afghane. Panifici, Passiamo a fianco dei fortini dell’I.S.A.F. e di to numero Uno che è una delle aree più po- macellerie, rivenditori vecchi campi di battaglia risalenti alla guerra d’attrezzature agricole. vere di Kabul, per conoscere i progetti di mi- Tutti lavorano contro i Russi. I carri armati sono ancora lì, a crocredito attivati da Pangea. Giriamo di ca- e ci sorridono. decine, squarciati e lasciati dove morirono i sa in casa, sotto un caldo torrido, a conosce- loro equipaggi, tra le tombe dei Mujaheddin re alcune donne che grazie a piccoli finan- imbandierate di verde. ziamenti hanno aperto attività commerciali o artigianali. Piccoli forni per il pane, labora- 5. 1. La salita verso la valle tori di sartoria. La formula ha un’efficacia in- credibile e queste donne forniscono un sup- Dopo le deviazioni per Bamyan e Bagram si porto decisivo all’economia familiare. Alcu- lascia la Ring Road per inerpicarsi lungo la ne fuori casa portano il burqua, come vuole valle del Panjshir. Lo spettacolo offerto dal- la tradizione, ma si comprende come in ca- la natura è imponente; la valle è larga circon- sa ormai siano considerate in modo radical- 26 data di montagne alte e brulle su cui giocano mente diverso da dieci anni orsono. Fig. 6. Kabul. Le case del distretto numero uno arrampicate sulla collina. Edificate con il fango, lo sterco e qualsiasi altro materiale disponibile a costo zero, sono costruite su terreni in frana, senza servizi, acqua, elettricità.

6. 1. Vivere sulle colline 7.1. Casa Pangea

Le avevamo viste viaggiando in macchina le Casa Pangea, in cui sta l’asilo, potrà ospitare colline di Kabul, alveari di case affastellate almeno cinquanta donne e duecento bam- una sull’altra, edificate con il fango, lo ster- bini l’anno. Durante l’inaugurazione in un co e qualsiasi altro materiale disponibile a co- chiasso identico a quello di tutti gli asili del sto zero. Ora ci siamo in mezzo e lo spettaco- mondo, mentre i bambini giocano o mangia- lo è desolante. Le abitazioni sono costruite no, comprendiamo, carichi di emozione, che su terreni in frana, senza servizi, acqua, elet- solo modificando (a piccoli passi e con picco- tricità. Le famiglie vivono spesso in una stan- le iniziative come questa) la cultura del Paese za sola, in condizioni igieniche precarie. La sarà possibile uscire da anni di buio. Negli oc- salita da affrontare per raggiungere le abita- chi dei piccoli vediamo il futuro dell’Afgha- zioni spezza le gambe anche alle persone al- nistan, sono sguardi tristi e al contempo ca- Fig. 7. lenate. Pensiamo a chi, in queste case, deve richi di speranza, che non ci lasceranno mai. Nelle strade portare il cibo o qualche tanica d’acqua, uno del centro di Kabul, sforzo mostruoso, spesso fatto dai bambini, Sezione Piemonte la maggioranza delle da compiere ogni maledetto giorno. donne porta ancora il Burqua, come vuole 7. L’infanzia negata la tradizione.

Il diritto all’infanzia in Afghanistan è nega- to per mancanza di mezzi economici e cul- turali, in un Paese che non conosce la pace da decenni. L’asilo, appena inaugurato, farà da supporto alle famiglie ed è uno spazio in cui i bimbi riusciranno a vivere la propria in- fanzia, giocando e studiando. Un ambiente tranquillo, a cui le famiglie affidano i picco- li senza problemi. Molte madri sono benefi- ciarie di microcredito che impedirà che i pic- coli, per necessità, siano messi in mezzo ad una strada alla ricerca di reddito a sostegno della famiglia. L’obiettivo è quello di agevo- lare l’uscita dei bambini dalla scuola mater- na verso le elementari, dopo aver migliora- to le condizioni economiche e culturali del- le famiglie di provenienza. 27 MAURIZIO COCCIA

Il bambù, la pianta più usata al mondo, affascina oggi anche l’Italia per le sue innumerevoli qualità. L’ACCIAIO VEGETALE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

Il bambù, la pianta più usata al mondo, affascina oggi anche l’Italia per le sue innumerevoli qualità. L’ACCIAO VEGETALE PER UN FUTURO SOSTENIBILE Indistruttibile, più resistente dell’acciaio, ma flessibile e leggero: il bambù può diventare anche inO ccidente la pianta più usata; soprattutto in edilizia, dove riunisce molte qualità di altri materiali, senza impoverire le risorse ambientali.

Bamboo, the most used plant in the world, fascinates nowadays for its countless qualities; even in . VEGETAL STEEL FOR A SUSTAINABLE FUTURE Wearproof, stronger than the steel, but flexible and light-weight: bamboo could be, even in the West side of the world, the most used plant – especially in the building industry –, because it combines several qualities of other materials and therefore the usage of bamboo preserves the environment.

1. Sulle tracce di von Humboldt dal punto di vista economico, tanto da esse- re individuata a più riprese come “essenza ve- Se consideriamo quell’avventura di Alexan- getale del futuro”. der von Humboldt che va dal 1799 al 1804 Uno tra i maggiori esperti di bambusoideae nel – quei quasi diecimila chilometri attraverso nostro Paese, se non altro per il fatto di cono- le foreste del Sud America coperti a piedi, a scerle non solo dal punto di vista vegetale, ma cavallo e in canoa da uno che fino ad allora anche da quello culturale, è il Botanico Mario Fig. 1. Il Botanico era un botanico – se consideriamo quello, si Brandazzi, che a Credera-Rubbiano, nella pia- Mario Brandazzi diceva, come il viaggio di scoperta che apre nura tra Crema e Cremona, ne cura e coltiva nella propria bambusaia alle scienze moderne l’interesse per la Geo- da anni, insieme alla consorte, decine di va- di Credera-Rubbiano, grafia, è impossibile non riconoscere allaF i- rietà1. Il Dottor Brandazzi accoglie i visitatori nel Cremasco. togeografia, disciplina che proprio con von nella propria serra, tra fiori di loto (di cui è il Humboldt si fa nascere, più grande collezionista d’Europa), ninfee e un ruolo in questo sen- bambù, al suono di un didgeridoo (il lungo so determinante. Eppu- flauto usato dagli aborigeni australiani) che re oggi, a ciò che lega il ha costruito con le proprie mani: l’aria che mondo vegetale a quello il botanico lombardo soffia dall’imboccatu- fisico e umano non è da- ra di cera d’api vibra nella canna di bambù to il meritato interesse, gigante e raggiunge materialmente il corpo soprattutto in ambito di- dell’ascoltatore. È un buon viatico per un per- dattico. I fatti umani ed corso attraverso una Geografia multisensoria- economici primeggiano le che riporta ai flauti d’osso di trentamila an- sugli altri. Anche quando ni fa – tra le prime forme di comunicazione aspetti sempre più inte- umana –, ai tronchi di eucalipti scavati dalle ressanti della Fitogeogra- termiti e riusati, appunto, dagli aborigeni au- fia si affacciano daO rien- straliani, alle conchiglie Charonia tritonis dei te alle nostre longitudini: Maori, ai corni dei Celti che prima dell’arri- è il caso del bambù, pian- vo dei Romani scuotevano l’aria di quelle Al- ta dai mille usi, inscindi- pi visibili ancora oggi in lontananza, oltre la bile dalla quotidianità in foschia della Bassa Cremasca. certe ancestrali culture Nella sua serra, a due passi dalla propria abi- e che recentemente an- tazione, che è tutta una fitta bambusaia, Ma- che in Europa sta veden- rio Brandazzi coltiva, sperimenta e commer- do crescere l’attenzione intorno a sé; soprattutto 1 Mario Brandazzi si occupa di bambusoideae dal 28 1983 ed è stato allievo di Claude Rifat, biologo e psiconauta che ha introdotto in Italia dalla Thai- landia oltre cento specie di bambù. Contributi

cializza una settantina di specie di questa par- ticolarissima essenza. Un amore che nasce da un viaggio sui passi proprio di Alexander von Humboldt: «Da bambino a scuola mi chiama- vano “Piantologo”, per il mio intenso amore per la natura, e per le piante in particolare, che poteva apparire bizzarro. Oggi ne vado fiero. Nel mondo attuale ci sfugge il contat- to materiale con la natura. Se un extraterre- stre dovesse atterrare ora sulla terra, non in- contrerebbe più l’uomo spettatore della na- tura, né l’uomo attore con la natura, ma so- lo un uomo che dà le spalle al proprio mon- do, disinteressandosene. In me, al contrario, è cresciuta negli anni una voglia di circon- mento, materiale da conduttura idrica e da Fig. 2. La complessa darmi di tutto ciò che è verde e vitale, di im- costruzione (per dighe, ponti ed edifici, dal- struttura di un mergermi nella giungla; una voglia che ho la struttura portante al pavimento, dall’arre- edificio giapponese, esaudito risalendo una parte dell’alto baci- do alla copertura), medicinali, carta dall’ele- completamente no dell’Orinoco. Qui, sulle tracce di Alexan- vata resistenza e attitudine al riciclaggio, fi- in bambù. der von Humboldt e di un sogno amazzoni- bre per tessuti (in particolare per i pannoli- co che durava da venticinque anni, ho incon- ni, viste le qualità assorbenti e di morbidez- trato il bambù, l’acciaio vegetale, una essenza za), strumenti musicali, strumenti agricoli e che mi ha abbracciato e mi ha riempito, con utensili d’ogni sorta. Non a caso, nelle culture le sue fronde sempre verdi, generose e dense orientali le caratteristiche date dalla flessibili- e il suo fusto fortissimo, ma elastico, pronto a tà e al contempo dalla sorprendente resisten- resistere a qualsiasi tensione. Il bambù è una za dei suoi culmi cavi hanno fatto del bambù pianta che toglie lo stress della vita frenetica, un archetipo: le tribù andamane, così isolate che rende relativo qualsiasi pensiero». E così, dalla civiltà e uniche incolumi superstiti dello quando è tornato in Italia, Mario Brandazzi tsunami del 2004, ritengono che l’uomo di- ha portato il bambù con sé. E oggi, dopo ave- scenda dal bambù; in Giappone è l’antidoto re visitato nel mondo diverse zone d’origine al male. E potrebbe divenirlo presto anche da delle varie specie, mette la sua esperienza a noi. «Fra non più di cinquanta anni – sostie- disposizione di chi voglia scoprire i segreti di ne ancora Mario Brandazzi – il bambù entre- questa pianta, che non è solo l’arredo per un rà nella nostra cultura, così come da millen- giardino esotico o il cibo preferito dai panda ni è protagonista delle culture orientali. Se e dalle scimmie ragno. avessimo una visione della Storia non euro- centrica, ma asiocentrica, potremmo parlare 2. La pianta del futuro di un’Era del bambù: quel momento a parti- re dal quale l’uomo ha cominciato a servirsi Pur con alcuni anni di ritardo rispetto ad al- di questa pianta per emanciparsi dalla soffe- tre zone europee – come Portogallo e Fran- renza». Una sorta di passaggio dal determi- cia, dove già da tempo si sperimentano im- nismo al possibilismo. E anche noi ne stiamo pianti di bambusacee su vasta scala –, anche già in effetti apprezzando le innumerevoli in Italia sta in effetti crescendo la passione per qualità: innanzitutto è un’erba (e non un al- il bambù, non solo tra gli amanti del verde. bero) che sa stupire; ha un’areale che spazia Al di là degli aspetti sensoriali cui si dava cen- su tutti i continenti, tranne l’Europa – dove no, infatti, esso possiede una vastissima gam- però non ha problemi di ambientamento, né ma di qualità ed impieghi. David Farrely, nel patisce il freddo2 –; fiorisce contemporanea- suo “The book of bamboo”, cita una ricerca di mente in tutto il mondo, ad intervalli piut- Hans Sporry, che già nel 1903, e nel solo Giap- tosto ampi (anche 120 anni tra una fioritura pone, contava ben 1546 diversi usi del bam- e l’altra); cresce rapidamente e non abbiso- bù. Oggi il numero va aggiornato per ecces- gna di particolari cure; non necessita di fer- so, essendo questa pianta, che vanta 68 gene- tilizzanti né pesticidi; alla nascita, il culmo ha ri e 1000 specie diverse, impiegata come ali- già lo stesso diametro del fusto adulto e rag- 2 Il bambù è arrivato ormai in Europa con circa duecento specie. Che è ancora nulla, in confronto ai settan- ta generi conosciuti, che danno poi vita ad oltre mille specie, diversissime per colorazione, aspetto e gran- dezza (si va dalla Pleioblastus pygmaesus, alta un palmo, alla Dendrocalamus giganteus, un vero e proprio gi- gante, come attesta il nome, alta come un palazzo e dai culmi di mezzo metro di diametro). Il nostro conti- nente è in effetti l’unico che non faccia parte dell’areale naturale del bambù, che segue la fascia tropicale e 29 si spinge a latitudini maggiori in Florida, Cile, Manciuria e fino all’isola di Sahalin, all’estremo oriente della Russia asiatica. Contributi

3. L’economia del bambù

Come materiale da costruzione e in altri usi particolari, l’uomo, in ogni epoca e ad ogni latitudine, ha utilizzato il legno su vasta scala. Oggi l’eccessivo taglio, che ha praticamente fatto scomparire le foreste dalle aree antro- pizzate, ma si allarga anche a quelle vergini, mette in pericolo il delicato equilibrio am- bientale. Urge introdurre nella nostra econo- mia sistemi di costruzione e di utilizzo dei ma- teriali che siano sostenibili. Come surrogato a materiali che esauriscono le risorse natura- li e impoveriscono il pianeta, il bambù in ar- chitettura rappresenta una possibilità concre- giunge diversi metri di altezza in poche setti- ta. Ma come può una graminacea – ché di fat- mane; per la sua ampia superficie fogliare e to questo è il bambù: un’erba che cresce più il fatto di essere sempreverde, è un grandissi- rapidamente di altre – sostituire la resistenza mo produttore di ossigeno e un rifugio sicu- di rovere e castagno o il fascino del mogano? ro per l’avifauna; molto difficilmente brucia Non solo il bambù, proprio per la sua capaci- e dunque non produce incendi; ha germogli tà di accrescere velocemente la propria mas- commestibili e proprietà medicinali; non sof- sa (oltre un metro al giorno, per alcune spe- Figg. 3 e 4. fre l’attacco di parassiti e molto raramente si cie, con una resa per ettaro di gran lunga su- Impalcature di bambù ammala. Non stupisce quindi come da seco- periore a quella di qualsiasi altra specie vege- in due grattacieli in costruzione li l’uomo ne sfrutti già le qualità, tanto che a tale) può facilmente essere usato al posto di ad Hong Kong. tutt’oggi è il legno più utilizzato al mondo; altri legnami, ma addirittura la sua versatilità ma le potenzialità del bambù sono ancora in ed elasticità, unite alla sua grande resistenza, nuce e ora non è azzardato definirlo la pianta ne rendono adatto l’utilizzo in condizioni di del futuro, per i positivi effetti che può avere estrema pressione e carico, sostituendolo al sulle politiche di riciclaggio, risparmio ener- cemento armato: «Il bambù è chiamato “ac- getico, bioarchitettura, lotta all’emissione di ciaio vegetale” – suggerisce ancora il Dottor

CO2; tutte tematiche, come si noterà, di stret- Brandazzi – per le sue caratteristiche eccezio- tissima attualità e interesse. nali: si piega ma non si spezza, sopporta pres- sioni e trazioni grandissime e ha un rappor- to tra leggerezza e resistenza che è superiore a quello di qualsiasi altro materiale. Inoltre, essendo il suo fusto completamente fibroso, è paragonabile, per qualità, persino alla fibra di carbonio». Proprio per queste caratteristi- che, attorno al bambù sta nascendo una ve- ra e propria economia, anche in Occidente. In tutto l’Oriente è già utilizzato, come si ac- cennava, per i più disparati usi3 e soprattutto, sempre di più, in edilizia. Interessante a que- sto proposito è non solo il tradizionale impie- go in abitazioni di medie e piccole dimensioni – dove fornisce sia la struttura portante che il

3 Il politico indiano Atal Bihari Vajpayee, in un suo famoso scritto, definisce questa essenza «L’oro verde dell’uomo povero», in quanto in India un uomo potrebbe vivere una vita digni- tosa e comoda anche solo sfruttando gli innu- merevoli usi del bambù. L’Inbar, l’International Network for Bamboo and Rattan, un’organiz- zazione intergovernativa che sviluppa progetti sull’uso sostenibile di bambù e rattan, stima che in una maniera o in un’altra, circa un miliardo e mezzo di persone oggi nel mondo dipendano 30 dal bambù e dal rattan (nome, quest’ultimo, che raggruppa diverse specie di palme dal cui legno si ottengono molti utensili). Fig. 5. Ristrutturazione di una pagoda di un tempio rivestimento –, ma l’uso che sistematicamente in Myanmar, se ne fa nelle impalcature e nelle centine, do- con impalcatura ve i culmi vanno a sostituire quelle che da noi di bambù. sono le pesanti strutture metalliche in tubola- re. Anche in America Latina il bambù è usato allo stesso scopo. Il boom edilizio che sta in- teressando certe zone della Cina, con l’edifi- cazione di edifici sempre più alti, non scorag- gia l’uso del bambù, che fornisce anche il so- stegno agli operai che lavorano nei grattacie- li. Questo comporta notevoli vantaggi econo- mici, tanto che l’economia del bambù vanta a tutt’oggi un giro d’affari di oltre dieci miliar- di di Dollari l’anno: si tenga conto che questa essenza ha costi di produzione talmente bas- si da influire in una struttura portante meno dei fili di ferro, dei chiodi e dei giunti. Ma i vantaggi maggiori derivano dal basso impat- to che ha sull’ambiente: a differenza dei ma- teriali plastici e dei metalli (di cui pure, come già detto, mantiene unite flessibilità e resisten- niera rapidissima, sembra dunque destinata a sostituire, soprattutto in edilizia, materiali za), il bambù non produce CO2, ma anzi ne contribuisce notevolmente all’assorbimento; è più costosi e inquinanti, per costi di estrazio- un materiale rinnovabile e non dipende dun- ne, lavorazione, trasporto, smaltimento. Ed que dall’estrazione; in fase di taglio ci si limita in effetti le tante qualità finora evidenziate a spuntare le estremità4; non necessita di tra- rendono questa essenza molto vantaggiosa. I filatura (ma può essere piegato al vapore); è suoi pregi superano notevolmente gli incon- leggero e dunque non incide molto sui costi venienti, che pure esistono e vanno valutati. di trasporto; con la sua vigoria esclude l’uso Lo svantaggio principale, a tutt’oggi, è dato di fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi; è ricicla- dal fatto che la produzione su vasta scala si li- bile completamente, tanto che dagli scarti si mita al Centro e Sud America e all’Asia, con 5 è una parte di un più ricavano truciolati, pellet o polpe per produr- conseguenti forti costi di importazione. Oc- vasto programma co- re carta e tessuti di ottima qualità; correrebbe incrementare la coltivazione del- munitario denomina- le specie che meglio si adattano ai climi tem- to “Switch Asia” e teso Viste le premesse, anche l’Unione Europea sta ad incoraggiare le pic- provando oggi una svolta ecologista, avviando perati anche alle nostre latitudini, cosa per al- cole e medie imprese propri progetti per un’economia a bambù: co- tro non difficile, vista la rapidità con cui i ri- asiatiche ad essere più me quello nella provincia cinese del Sichuan, zomi si espandono e giungono a vegetazione. sostenibili: nella fatti- una zona ad altissimo rischio sismico, dove il Poi, come per ogni aspetto della vita, anche specie, si favorisce gli inconvenienti possono trasformarsi in van- l’impiego del bambù bambù come materiale da impalcatura e da (al posto di legname, costruzione portante sta rispondendo positi- taggi, e viceversa. E accade così che la veloci- acciaio o cemento) per vamente alle sperimentazioni5. E se ne sta ac- tà di crescita del bambù venga vista da molti la ricostruzione degli corgendo anche la bioedilizia italiana: duran- come una minaccia alle specie autoctone; ma edifici nella provincia la guerra alle specie “esotiche” non andrebbe di Sichuan, sconvolta te l’edizione del Salone del Mobile di Milano da un forte terremo- di due anni fa – la maggiore kermesse interna- condotta come questione di principio, perché to nel maggio 2008. Il zionale del settore – ricercatori del Polo lec- se così fosse dovremmo rinunciare al paesag- bambù è considerato chese del Politecnico di Milano, del Politecni- gio toscano con i filari di cipressi, ai platani più adatto agli even- co di Torino e della Domus Academy, hanno della Valle Padana, ai boschi di castagni, alla ti tellurici rispetto ad maggior parte degli ingredienti della rinoma- altri materiali, come realizzato soluzioni abitative in bambù, a bas- sostiene uno studio di sissimo costo e ad alta efficienza e riscotendo ta dieta mediterranea. In Italia, come altrove, Lou Yiping, dirigente dunque un notevole successo. non mancano terreni marginali dove poter dell’Inbar. introdurre, in maniera controllata, bambusa- 6 I semi del bambù, tra ie. E d’altronde su questo gli esperti rassicu- l’altro, sono prediletti 4. Più vantaggi che inconvenienti da uccelli e roditori e rano: «A differenza di quanto è avvenuto per giungono raramente a Una pianta che, oltre tutto, ha la capacità di robinie e ailanti – sostiene il Dottor Brandaz- vegetare. adattarsi a diversi climi e di crescere in ma- zi –, il rischio che la propagazione eccessiva soffochi le essenze autoctone è limitato dalla 4 Come già accennato, il culmo ha la qualità di rarissima fioritura del bambù, che avviene a nascere con un diametro identico dalla base sin intervalli decennali6. La riproduzione, dun- quasi al vertice. E la pianta alla nascita ha già que, può avvenire artificialmente per talea o la stessa struttura di quella adulta, per cui l’in- 31 tera canna può essere sfruttata quasi nella sua interezza. lici. Al Salone del Mobile 2010 a Milano, un emergente architetto colombiano, Mauricio Cardenas Laverde, ha presentato un proget- to che sfrutta il bambù per grandi altezze e strutture complesse, attingendo da entrambe le tecniche: per il lavoro di giuntura, Carde- nas si è avvalso del contributo dello scultore di Marostica Beppe Ortile, uno dei massimi esperti in bambù del nostro Paese. Il proget- to, denominato Bamboo Block House, una casa interamente ecosostenibile, con struttura por- tante in bambù e pareti isolate termicamente con la terra, che poi diventano un orto colti- vabile, ha riscosso notevole successo (Cfr. G. Cornelio, 2011, pp 20-21).

5. Conclusioni Fig. 6. più naturalmente per propagazione dei rizo- Particolare mi, ma in questo caso è semplice, negli im- Il tempo dirà se davvero anche in Italia, e in di una semplice pianti eventualmente all’uopo creati, limi- Occidente in generale, il bambù potrà anda- legatura delle canne tarla tramite apposite barriere. Al contrario, re incontro alle richieste di una società sem- attraverso corde, tipica la capacità di espandersi del bambù potreb- della scuola edilizia pre più complessa, ma al contempo impegna- be secondo me essere sfruttata al momen- orientale. Ha lo scopo ta nella necessità di salvaguardare se stessa to della costruzione di nuove infrastrutture di non indebolire dal progressivo impoverimento delle risorse. viarie e ferroviarie: nulla meglio delle bam- le fibre del bambù. Per intanto, alla scuola, osservatorio privile- busacee, per il loro ricco fogliame perenne, giato dei cambiamenti in atto, e alla didattica fornisce una efficace barriera antivento, an- della Geografia in particolare, spetta il com- tifuoco, antifrana, antirumore e antinquina- pito di trattare questi argomenti, che posso- mento». Aumentare la produzione del bam- no senza dubbio costituire una unità didatti- bù, dunque, libererebbe dal peso delle im- ca di sicuro interesse. E tutto grazie ad un fi- portazioni; un giro d’affari in cui la Cina la lo d’erba troppo cresciuto; una pianta la cui fa da padrona, con qualche rischio anche per anomala natura di possanza e flessibilità sfi- la salute: «Il bambù cinese – è ancora Mario da insieme la forza dell’acciaio e la leggerez- Brandazzi a parlare – non viene stagionato, za della piuma; una natura che ben si riassu- per velocizzare l’iter di vendita. Invece abbi- me nel suggestivo ossimoro di Mario Bran- sognerebbe di qualche periodo di riposo. Il dazzi: «Il bambù offre la sua quiete, mentre ride nel vento». Fig. 7. Recenti utilizzi del bambù in architettura: esempi di fissaggi dei culmi attraverso giunti Bibliografia (Fonte: ). Cornelio G., “Il bambù, un materiale soste- nibile”, Casa 99 idee, N. 148, gennaio-febbraio bambù prodotto da noi viene fatto riposare 2011, pagg. 20-21, Milano, Di Baio Editore. all’ombra, mentre in Cina si opta per la bolli- Farrely D., The book of bamboo, San Francisco, tura a 90-100°C e per il trattamento con bro- Sierra Club, 1984. muro di metile, una sostanza che può esse- re cancerogena». Altro aspetto che, special- sitografia mente in campo edile, può lasciare perplessi http://ec.europa.eu/environment/etap/inaction/ è come giuntare le canne di bambù per otte- showcases/eu/734_it.html nere impalcature o strutture portanti adatte http://www.inbar.int a costruzioni molto elevate: in Oriente i pez- http://www.vivaibambu.com zi si fissano con legature di corda, in modo da non forare e indebolire le fibre; la scuo- la edile sudamericana, invece, preferisce ap- 32 prontare fissaggi con complessi nodi metal- Sezione Umbria MARISA MALVASI Il turismo dei fari e nei fari. Visite e soggiorni

Il turismo dei fari e nei fari. Visite e soggiorni Nell’antichità era diffuso l’uso di accendere sulla sommità delle colline dei falò vicini alla costa, perché i naviganti potessero avere un criterio di orientamento. Oggi, nell’ambito di un turismo alternativo e di qualità, si inserisce la visita ai fari. Per la maggior parte, quelli italiani si possono ammirare soltanto dall’esterno, tranne la «Lanterna» di Genova e il faro di Trieste. Più recente è il soggiorno nei fari. Amplissima è la lista dei fari a disposizione di chi è alla ricerca di un turismo sostenibile, anche se molti fari propongono vari comfort. Decisamente più spartani sono i fari della Croazia.

Tourism around and into the lighthouses. Visits and hospitality In the old times, it was common to light fires on the top of the hills near the coasts, so that the sailors could have a help in orientation. Today, within the practices of alternative and qualified tourisms, it is common to visit lighthouses.T he majority of Italian lighthouses can be observed only from the outside, with the exception of the so called “Lantern” in Genoa and the lighthouse of Trieste. A more recent practice is the creation of hospitality services within the lighthouses. The list of lighthouses that are accessible to the supporters of this sustainable form of tourism is very wide, offering different comfort standards. Less luxurious are usually the lighthouses in Croatia.

1. Breve storia dei fari lava la divinità protettrice, garante della lu- ce, del calore, con tutto l’inestimabile signi- Già in epoche remote, stando alle notizie de- ficato e valore simbologico ad esse intrinse- Fig. 1. La Lanterna gli antichi geografi e scrittori, dovette essere co ( Portoghesi, pp. 829-830). di Genova (Fonte: frequente l’uso di accendere sulla sommità In epoca ellenistica e romana, sul modello AA. VV., 2006, p. 8). delle colline dei falò, ma sempre in prossimi- prestigioso offerto dal faro tà rive, perché i naviganti se ne potessero av- alessandrino, furono eret- valere come criterio di orientamento (Mari- te analoghe torri, sebbene otti, 2007, passim). Ad un’epoca di più avan- meno grandiose di quel- zata civilizzazione, appartiene l’usanza di eri- la. Esempi rimarchevoli gere colonne maestose nei porti, in cima al- di torri-faro la tradizione le quali accendere fuochi: rovine notevoli in ne riporta sul Mar Nero (il tal senso risalgono al V sec. a C. e si levava- Ponto Eusino), nel Bosfo- no all’ingresso del Pireo e di Munichia. Una ro tracico, sull’Ellespon- chicca, a pochissimi nota, è che l’immenso to e sullo stretto di Mes- mosaico barberiniano del Nilo, attualmen- sina, il cui faro troviamo te conservato presso il museo archeologico rappresentato anche in di Palestrina, raffigura in uno dei suoi innu- una moneta di Sesto Pom- merevoli dettagli figurativi, appunto una co- peo (Portoghesi, pp. 829- lonna con funzione di guida per i naviganti 830). Non meno rilevan- (Portoghesi, 1951, p. 829). ti e grandiosi i fari che fu- La prima grande torre-faro di cui si abbia rono eretti in età medieva- notizia attendibile e che nella storia dell’ar- le e moderna: per restrin- chitettura ebbe funzione di paradigma per gerci a quelli italiani, ram- le analoghe costruzioni che ne sarebbero se- mentiamo quello di Geno- guite fu quella di Alessandria d’Egitto, a ope- va, eretto nel XII secolo e ra dell’architetto Sostrato di Cnido (Porto- denominato “la Lanterna” ghesi, p. 839). Considerata allora una del- (A.A. V.V., 2006, passim); le somme meraviglie del mondo, apparve oppure il faro di Livorno, subito carica di un denso simbolismo miti- opera gloriosa dell’archi- co-religioso: per i naviganti il vivido chiaro- tettura pisana, risalente al re che spuntava alla sommità della colonna, secolo XIV (Bartolomei, rompendo la fitta oscurità circostante, rive- 2009, p. 51). 33 Il mondo classico e netaria, il primato nella costruzione dei fari. l’Italia ebbero a lun- Insomma, man mano che il Mediterraneo, go il primato nella nel corso dei secoli attraverso cui si dipana costruzione dei fari, la storia dell’età medievale e moderna, per- per via della naturale de la sua tradizionale supremazia, il prima- centralità che il Me- to nella costruzione dei fari si sposta altrove, diterraneo rivestì nel- ossia a favore di quei Paesi che venivano via la rete delle relazioni via assumendo il monopolio dei traffici e dei e degli scambi com- commerci via mare (Braudel, 1994, passim). merciali e civili per tutti i secoli dell’età 2. Visitare i fari di mezzo. Ma si erre- rebbe a credere che Ora non è molto, nel quadro di un turismo le restanti nazioni, al- alternativo e di qualità, che ha preso piede meno in Europa, la- anche la visita al faro. Certo, si potrebbe os- sciassero a lungo in- servare d’altronde che già Virginia Woolf in- disputato quel prima- cardina uno dei suoi romanzi meglio riusciti, to. Sul finire del se- dal titolo To the lighthouse, edito per la prima colo XIV si ebbe un volta nel 1927, intorno al tema dell’escursio- notevole esemplare ne nei pressi di un faro. Tuttavia, almeno da di faro costruito alla noi in Italia, la tendenza a questo tipo di tu- foce dell’Elba; e nel- rismo è cosa che non risale a molto tempo la prima metà del se- addietro. Un notevole impulso al riguardo colo XVII, in Fran- è provenuto senza dubbio dalle recenti ven- cia, precisamente al- dite a privati di beni del demanio pubblico, le foci della Gironda, si ebbe il primo esem- Fig. 2. fra cui si contano naturalmente anche dei fa- pio che storicamente si ricordi di faro eret- Il Faro della Vittoria ri, che potrebbero perciò agevolmente pre- di Trieste to su delle rocce (Portoghesi, p. 830). Nella starsi, se fossero dismessi dalla loro origina- (Fonte: Manfredini, seconda metà del XVIII secolo fu innalzato ria funzione, a essere anche reimpiegati in Pescara, 1985, p. 147). il grande faro di Plymouth, che subì svaria- una chiave turistica. ti restauri e adattamenti nel secolo successi- vo e che segnò un’orma per le tecniche co- Ad oggi, infatti, risultano visitabili solo due struttive avanzatissime in base a cui era sta- dei maggiori fari italiani: quello di Trieste e to costruito (ibidem). quello di Genova. Aprire finalmente al turi- Ma si dovrà attendere l’Ottocento per la re- smo i fari, oltre a schiudere nuove strade al alizzazione dei fari più evoluti ed efficienti. turismo, spalancherebbe nuove strade al go- Complice di questo straordinario sviluppo dimento della natura (figura 1 e figura 2). fu certamente una delle più progredite fra le grandi scoperte tecniche dell’epoca, os- 3. Soggiornare nei fari sia la grande diffusione sul territorio euro- peo dei battelli a vapore (Fabietti, 1943, p L’esperienza della vacanza in un faro è esal- .2). Per via del traffico marinaio così straor- tante. Ci sovviene al riguardo una bellissima dinariamente accresciuto che si era avuto a riflessione di AlbertE instein, il quale era so- seguito di questa innovazione, fu necessario lito dire che, se vi era una professione ade- promuovere fari di nuova specie, quali quel- guata a colui che avesse deciso di fare il fi- lo di Bell Rock, quello posto sull’isola di Ty- sico teorico, questa era appunto la profes- ree, Argyllshire, quello di Bishop Rock, ec- sione di guardiano del faro (Einstein, 1980, cetera (AA. VV., 2000, passim). p. 5): nessun’altra professione, infatti, con- È interessante osservare che, nel corso dei se- sentiva come questa e con la stessa intensità coli e dei millenni, almeno restando in Eu- di sovrastare la natura, di ritrovarsi in essa e ropa, la traiettoria evolutiva della costruzio- sopra di essa, di scrutare lontano nell’oriz- ne dei fari segue un itinerario che va da Sud zonte, di discernere le sagome dei natanti e a Nord, ossia dal Mediterraneo, che sino a di ogni altro oggetto che si muova remoto. tutto il Medioevo era stato il centro della vi- L’impulso allo sviluppo di questo tipo di tu- ta economica, commerciale, civile e cultura- rismo è provenuto anzitutto dagli USA, co- le mondiale, ai Paesi nordici e in particolare me sempre all’avanguardia nel campo che al Regno Unito, che a partire dal secolo XVII concerne l’organizzazione della dimensione assume decisamente, in concomitanza con il del riposo, del ristoro e naturalmente del tu- 34 suo dominio dei mari di estensione quasi pla- rismo (figura 4). I fari dei Paesi più aperti al turismo e che, in generale, dispongono di una elevata conce- zione del comfort offrono agli ospiti came- re spaziose ed elegantemente arredate. Ma, soprattutto, ciò che sempre le caratterizza, è l’assoluta luminosità del contesto. La stra- grande maggioranza sono dotate di amplis- sime vetrate, terrazzi, eccetera, che danno al turista l’impressione di soggiornare all’inter- no di un’oasi naturale vera e propria (www. ilmondodeifari.com). Nulla manca in que- ste stanze, dalla Pay TV alla connessione In- ternet wireless; spesso notevoli e lussuosi an- che i ristoranti annessi, che talora offrono an- che servizi per pranzi matrimoniali. Anche to abitativo. Porer conta tre approdi, peral- Fig. 3. Il Faro il trasporto da e per l’aeroporto più vicino è tro di ridotte dimensioni. Notevolissime, pe- di Porer in Croazia spesso contemplato all’interno del pacchet- rò, le baie poste nei dintorni, nonché alcu- (Fonte: Cosi, Repossi A., to di servizi offerto. Da ultimo, esistono fari ni piccolissimi isolotti, anch’essi a breve di- 2010, p. 265). che custodiscono al loro interno persino una stanza dal faro medesimo. L’edificio in pie- cappella! (Mariotti, 2005, p. 35). tra su cui il faro si leva è destinato ad acco- I servizi da essi offerti sono dettagliatamente gliere gli ospiti e, salvo mutamenti avvenuti illustrati anche in una serie di siti web. Il por- nel frattempo, è composto di due piccoli ap- tale web summenzionato contiene un’ampia partamenti, con quattro letti ciascuno. Oltre rassegna di fari turisticamente adattati, sud- le magnifiche baie situate nei dintorni, il fio- divisi per Nazioni. re all’occhiello di un periodo di riposo tra- Ma sarebbe sbagliato ritenere che questo ti- scorso a Porer sono i meravigliosi tramonti po di formula sia la sola praticabile. Forse, le che si godono dall’alto del faro. Nessuno e occasioni più notevoli e ghiotte sono quelle niente intorno a voi, sal- da cui meno ci si aspetta in termini di com- vo la maestosa natura ma- fort: è il caso dei fari di Croazia, che soven- rina; e quel divenir fulvo te non sono dotati di riscaldamento duran- del cielo, solcato da frot- te la stagione invernale e sono anzi tali che te di gabbiani stridenti, è chi vi soggiorna deve portarsi dall’esterno uno spettacolo che mai si il vitto (www.ilmondodeifari.com). Soluzio- cancellerà dal vostro ani- ne davvero spartana, certo; ma forse, pro- mo (figura 3). prio per questo, a più diretto e vero contat- A pochi chilometri da to con la natura e con il mare. I fari di Cro- Trieste, sempre nella re- azia, in Europa, sono fra quelli più affasci- gione croata d’, è sta- nanti e meritevoli di visita, per più ragioni. to segnalato che si può Essi hanno serbato un che di profondamen- fare una vacanza decisa- te autentico, come rivela il fatto che sovente mente insolita in comple- non offrono tutto quel profluvio di comfort e to relax e, soprattutto, in mollezze, che viceversa contraddistingue al- solitudine, nell’unico mi- cuni fari statunitensi o britannici. Notevole, ni-appartamento, al mas- fra i fari croati, è quello che sorge nella lo- simo per quattro perso- calità detta Porer. Come ricaviamo dal fon- ne, del faro Salvore (Sa- damentale sito web www.adriatica.net, che vudrija). ai fari e al turismo in essi dedica sezioni ben Il faro di Salvore, a sette fatte, tale faro venne eretto nel 1833 sull’iso- chilometri dal centro di lotto omonimo, il quale sorge in direzione Umago, la prima cittadina Sud-Ovest rispetto al promontorio meridio- che s’incontra provenen- nale di Istria. L’isolotto di Porer è in verità do da Nord, ha un passato un grosso scoglio, largo 80 m e distante dal- eccezionale: è il primo al mondo che abbia Fig. 4. Il Faro di Heceta la terraferma, ossia dal centro di Premantu- usato l’illuminazione a gas. Proveniva dalla Head in Oregon ra, non più di 2,5 km.. (Fonte: Mariotti A. M. L., distillazione del carbone della miniera di Al- cit., p. 126). La torre è alta 35 metri ed è sita esattamente bona (Labin) e, in caso di guasti, si poteva al centro dell’isolotto-scoglio. Il faro si dipar- usare l’olio. Per la sua costruzione (proget- te dalla sommità di un vasto edificio in pie- tista l’architetto Pietro Nobel), è stata usa- tra, adibito tanto ad uso professionale quan- ta la pietra della costa vicina, mentre il tetto 35 turistica sembrino esser tutti siti in Occiden- te. La fa da padrona la vecchia Europa, segui- ta dagli Stati Uniti e, da ultimo, dall’Austra- lia. Mancano invece all’appello i Paesi orien- tali e africani, che purtuttavia conoscono da parecchi anni un notevole incremento turi- stico. Su ciò vale la pena interrogarsi. Forse penuria di fari in quei luoghi? Chi rispondes- se affermativamente cadrebbe in un grossola- no errore: fari ve ne sono ovunque nel Mon- do e segnatamente in Oriente. Si pensi solo, per limitarsi a un unico esempio, al grande faro di Trivandrum, nell’India sud-occiden- tale, sulla costa dello Stato del Kerala. Eppu- re, alle condizioni attuali delle nostre cono- Fig. 5. Il Faro di Salvore è protetto da tegole che pesano addirittura scenze, è da registrare la fondamentale non in Croazia 70 chili, per resistere alla forza della pressio- apertura e non disponibilità, al di fuori del- (Fonte: Cosi, Repossi, ne della più violenta bora. A inaugurarlo fu Soldavini, 2010, p. 27). le aree occidentali, a questo tipo di turismo Francesco I d’Austria, nel 1818. Dal faro si alternativo. Forse, è solo questione di atten- gode una vista straordinaria e si è immersi dere. Lo Zeitgeist - per dirla con Hegel –, lo nella pungente fragranza della macchia me- spirito del tempo, non tarderà a far valere i diterranea (figura 5). suoi diritti anche in quei luoghi e allora an- Ma voltiamo decisamente pagina, spostan- che quelle remote aree del pianeta si apri- doci mentalmente a migliaia di chilometri ranno a questa nuova e rinfrancante moda- di distanza dalla vecchia Europa. Sempre la lità di contatto con la natura. Mariotti, già citata, e alla quale si deve rico- In ogni modo, gli esempi fatti or ora dimo- noscere il merito inestimabile di concorrere strano che la valenza turistica dei fari può quasi quotidianamente a incrementare la co- esser molteplice. Non è un caso che il titolo noscenza e l’amore di tutti noi nei confronti del presente articolo contempli per lo meno dei fari, ha di recente aggiunto un suggesti- due possibilità e parli cioè di “turismo nei fa- vo link al sito web da lei curato, www.ilmon- ri” e di “turismo dei fari”. Accanto al turismo dodeifari.com, su cui desideriamo attirare nei fari, di cui sostanzialmente si è detto sin l’attenzione. Si tratta dei fari che si levano qui, abbiamo anche un turismo dei fari, va- sull’isola di Barbados: sono, per la precisio- le a dire un’attività turistica, la quale si avva- ne, quattro fari, di cui tuttavia uno solo, alme- le dei fari come oggetto di visita o di fruizio- no per ora, è destinato a finalità turistiche. Il nome di questo faro è Needham’s Point. Ed è il suo un profilo decisamente singolare. La sua sezione è ottagonale, risale al 1855 e tut- tavia, pur essendo stato sottoposto a restau- ro nel 2007, esso non è funzionante, né co- me faro in senso proprio, né come albergo. Qual è, allora, la sua funzione? È puramente estetica: infatti, esso, si leva sullo spiazzo anti- stante l’hotel Hilton locale, che sorge a ridos- so delle scogliere e i cui proprietari hanno acquistato il faro con lo scopo di assumerlo entro il contesto del proprio hotel. Ecco al- lora l’elemento principale di novità attinen- te a tale faro. Da un lato, esso ha uno scopo turistico; e tuttavia trattasi di uno scopo tu- ristico puramente, per così dire, estetico-de- corativo, dal momento che i turisti facoltosi che si recano alle Barbados potranno sì go- dere del faro, ma dall’interno delle proprie sontuose camere, di certo infinitamente più ricche di comfort e lussi di quelli che potreb- be concedere qualsiasi altro faro al mondo! 36 È degno di nota che i fari adibiti a funzione Fig. 6. Il Faro di île Vierge in Bretagna (Fonte: Mariotti A. L. M., cit., p. 134). Contributi

ne contemplativa, godendoli cioè dall’ester- BARTOLOMEI, C., Fari d’Italia, Arzignano, Edi- no, non già dall’interno. È quanto tendenzial- zioni Magnamare, 2009. mente è già emerso a proposito del faro del- BONACCHI M. L., PRATI A., “Sul mare lucci- le Barbados, inglobato nel contesto di un lus- ca…”, Dove, Agosto 2001, pp. 58-75. suoso hotel della catena internazionale Hil- BRAUDEL F. Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, ton; ed è quanto meglio andremo a vede- gli uomini, le tradizioni, Milano, Bompiani, 1994. re ora, tornando ancora una volta nella vec- CECCONI L.-ALBORNO A., “Una luce che parla chia Europa. al cuore”, Qui Touring, 36, 10, pp. 76-82. Non è esagerato affermare che la costa breto- COSI F.-REPOSSI A., Fari d’Europa. Guida alla ne, straordinariamente ricca di fari, potreb- scoperta dei fari di Italia, Francia, Spagna e Croa- be esser visitata proponendo un itinerario il zia, Milano, Magenes Editoriale, 2008. quale, appunto, assuma a suo criterio guida COSI F:-REPOSSI A.-SOLDAVINI F., Dormire il faro. I fari bretoni non sono, pare, meno in un faro. Guida alle vacanze nei fari più belli del di cinquanta, e tuttavia solo alcuni sono in- mondo. vol. 1, Europa, Milano, Magenes Edito- ternamente visitabili e nessuno, forse, in gra- riale, 2010. do di fare ospitalità. Quando la visita è possi- ID., Dormire in un faro. Guida alle vacanze bei fa- bile, in ogni caso, lo spettacolo naturale che ri più belli del mondo, vol. 2, America, Australia, attende il turista, giunto magari alla sommi- Africa, Milano, Magenes Editoriale, 2010. tà dopo aver calcato centinaia di scalini ri- Dormire in un faro, . pidi, è di ineguagliabile bellezza. Del resto, EINSTEIN A., Einstein: il lato umano, Torino, Ei- non tutti i fari sono agevolmente raggiungi- naudi, 1980. bili in Bretagna. Ma ne vale la pena. Essi van- FABIETTI E., Piccola storia della navigazione a va- no dal Petit Minou, all’ottagonale torre ma- pore, Milano, Garzanti, 1943. estosa di Portzic, al faro di Saint Mathieu, al Fari in vendita: forse diventeranno hotel, . ge (figura 6), che, con i suoi circa 83 metri GARIBALDI A., “Le Dolomiti, i fari, palazzo Ar- di altezza, è stimato il più alto dei fari d’Eu- chinto. Lo Stato cede un tesoro”, Corriere della ropa (www.bretagna-vacanze.com). sera, 27 Luglio 2010, p. 11. Ci approssimiamo così alla conclusione. Del GUICHARD J., Fari, Genova, L’ippocampo, resto la poesia struggente che inerisce ai fa- 2006. ri – ci sia consentita un’ultima riflessione a MANFREDINI C.-PESCARA A. W., Il libro dei fa- carattere generale – deve avere ispirato an- ri italiani, Milano, Mursia, 1985. che la gente comune, ben prima di una nar- MARINA MILITARE ITALIANA-ISTITUTO ratrice del calibro di Virginia Woolf e degli IDROGRAFICO DELLA MARINA, Vedute e de- altri che di fari si sono occupati nelle loro scrizioni dei fari e semafori sulle coste d’Italia ese- scritture in versi o in prosa. Taluni fari so- guite a bordo del R. Piroscafo TRIPOLI comanda- no isolati nel bel mezzo del mare aperto; al- to dal Capitano di Fregata E. DI PERSANO e pub- tri, sono siti in terraferma; altri ancora, infi- blicate dall’Ufficio Idrografico della R. Marina sot- ne, sorgono su isole o isolotti. Ed è notevole to la direzione del Capitano di Fregata G. B. MA- che la fantasia semi-poetica dei faristi abbia GNAGHI, parte I, Arzignano, Edizioni Magna- ribattezzato in modo assai espressivo i fari, mare, 2008, ristampa anastatica a cura di BAR- secondo le loro tre tipologie appena distin- TOLOMEI C. te. Se isolati in mare aperto, son detti ‘infer- ID., L’evoluzione dei fari dalle origini al Regno d’Ita- ni’; se eretti su isole, vengono definiti “pur- lia (). gatori”; infine, se sorgono in terraferma, so- ID., A. L, Fari, Vercelli, Edizioni White Star, no chiamati “paradisi”: e ciò sembra potersi 2005. legittimamente affermare, sulla base del gra- PORTOGHESI R., Faro, in Enciclopedia Italiana, do di pena che la maggiore o minore solitu- vol. XIV, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italia- dine avrebbe arrecato al guardiano del fa- na Treccani, 1932, p. 829. ro. E sulla base di queste notazioni fantasio- SIMONETTI E., Luci sull’Adriatico. Fari tra le due se, possiamo concludere il presente scritto. sponde, Roma-Bari, Editori Laterza, 2009. TASSELLI D., “Le ferie antistress? Nel faro”, Og- gi, n. 34, 24 Agosto 2011. BIBLIOGRAFIA AA. VV., Fari del mondo. Quando la terra incontra WOOLF V., To tke Lighthouse, Londra, Harcourt, l’acqua, Madrid, Edizioni del Prado 2000. Inc., 1981. AA. VV., La Lanterna di Genova, Genova, De Fer- rari, 2006. Sezione Lombardia 37 29 maggio 2012. L’aereo fotovoltaico “Solar Impulse”, progettato e costruito su iniziativa di Bertrand Piccard, Giorgio Nebbia ha volato per 26 ore da Payerne (località della Svizzera) a Madrid. Anche se non ha stabilito alcun record di velocità, l’aereo non ha consumato una sola goccia di carburante (Fonte:). Volare col sole

na strana famiglia quella dei Piccard, le cui avventure hanno accompagnato tutta la mia Uvita. Avevo sei anni quando nel 1932 August Piccard (1884-1962) ha stabilito il primato di altezza (17.000 metri) a bordo di un pallone aerostatico. In quel tempo i giornali parlarono dell’avventura, del grande passo avanti rispetto a quando, nel 1783, il signor di Montgolfier aveva fatto la sua prima ascensione petrolio proprio come il volo dei fratelli Wilbur e in pallone (ricordate la poesia di Vincenzo Monti: Orville Wright, nel 1903: pochi metri sollevati da terra “Quando Giason dal Pelio/Spinse nel mar gli abeti/E con un motore a benzina hanno segnato, “appena” primo corse a fendere/Co’ remi il seno a Teti”, con un secolo fa, l’inizio dell’era dei trasporti aerei. L’aereo l’accenno un po’erotico alla dea del mare ?), racconti solare di Piccard non è il primo in assoluto. Il 7 che eccitavano la fantasia di un bambino. luglio 1981 un aeroplano con pilota, interamente funzionante con energia solare, ha attraversato il Jacques Piccard (1922-2008) figlio di August, nel canale della Manica, da Parigi in Francia a Canterbury 1953 aveva costruito, in collaborazione con i cantieri in Inghilterra, 240 chilometri a 4000 metri di altezza; italiani, il batiscafo “Trieste”, un sottomarino abitato era stato costruito dall’americano Paul McCready capace di esplorare le profondità marine; dopo varie (1925-2007), lo stesso che aveva inventato un aereo immersioni, nel 1960 aveva stabilito il primato di che volava con la forza muscolare del pilota. Nel 1990 profondità raggiungendo 11.000 metri nella fossa un altro americano, Eric Raymond, con un aereo delle Marianne, nel Pacifico, il punto più profondo solare ha attraversato gli Stati Uniti in 21 tappe, la più degli oceani. Bertrand Piccard, figlio di Jacques, dopo lunga delle quali è stata di 400 chilometri. Nel 2001 aver effettuato nel 1999 il giro del mondo in pallone l’agenzia spaziale americana NASA ha costruito un senza scalo, è impegnato adesso nella costruzione di aereo solare senza pilota che ha raggiunto l’altezza di aerei alimentati con l’energia solare, capaci di volare 30.000 metri. sia di giorno sia di notte. Dopo vari voli con successo, adesso, con il “Solar Impulse”, progetta di fare il giro Gli aspetti nuovi dell’aereo solare di Piccard sono del mondo in una ventina di giorni, con varie tappe, vari. Intanto esso rappresenta un passo avanti utilizzando come fonte di energia soltanto quella nell’uso dell’energia solare nel settore dei trasporti, fornita dal Sole, Siamo forse alle soglie di una svolta il più petrolio-dipendente e il più apparentemente che richiede non tanto soldi, quanto coraggio ”Il refrattario all’impiego di altre fonti di energia. Anche pioniere non è quello che ha successo, ma quello che l’automobile elettrica, su cui in tanti oggi puntano, non ha avuto paura dell’insuccesso”. funziona con l’elettricità ottenuta da batterie che però devono essere ricaricate con l’elettricità prodotta da Un lungo applauso ha accolto, alle undici di sera centrali termoelettriche tradizionali che “consumano” del 5 giugno 2012, l’arrivo a Rabat dell’aereo “Solar prodotti petroliferi o carbone o gas naturale; con le Impulse”. Ben meritati perché si trattava di un evento automobili elettriche, insomma, l’inquinamento si storico: il primo volo transcontinentale, dall’Europa sposta dalle città, nella cui aria immettono meno gas all’Africa, di un aereo alimentato soltanto dall’energia nocivi, alle località in cui sono insediate le centrali del Sole. Un passo avanti, perché già nel luglio 2010 “Il pianeta deglitermoelettriche uomini” inquinanti; un inquinamento diverso, l’aereo “Solar Impulse”, progettato e costruito per se si vuole, rispetto a quello dei motori a scoppio, ma iniziativa di Bertrand Piccard, aveva volato per 26 sempre inquinamento. Anche se l’elettricità per le ore consecutive, giorno e notte, alimentato soltanto auto elettriche è ottenuta con pannelli solari o motori con l’elettricità fornita dalle celle fotovoltaiche solari a vento, tali auto sono vincolate all’accesso a impianti poste sulle sue grandi ali; di giorno, mentre il Sole di ricarica delle batterie. L’aereo “Solar Impulse” è il ricaricava le batterie, è salito a oltre ottomila metri e risultato di molte innovazioni tecnico-scientifiche che poi, con l’elettricità accumulata nelle sue batterie, ha promettono ricadute in molti altri campi. continuato il volo superando le 24 ore di permanenza in volo senza altra fonte di energia al di fuori di quella Prima di tutto ha richiesto innovazioni nel campo del Sole. Le batterie a loro volta facevano ruotare le dell’aerodinamica perché il suo basso peso (appena eliche del velivolo. 1600 chili) è stato reso possibile dall’uso di materiali da costruzione a base di fibre di carbonio, quelle Può sembrare una curiosità, ma non lo è e anzi può che offrono maggiore resistenza a parità di peso. 3838 aprire le porte ad una nuova era nei trasporti senza- Un secondo campo riguarda la scelta di celle fotovoltaiche capaci di produrre la massima quantità di del futuro. Nel caso dell’aereo di Piccard le batterie elettricità per unità di superficie. L’aereo “Solar Impulse” hanno dovuto essere perfezionate per diminuirne al era dotato di 12000 celle fotovoltaiche poste sulle massimo il peso e lo spessore, per poterle disporre al sottili ali, lunghe oltre 60 metri, e sul timone posteriore di sotto delle ali e per renderle in grado di funzionare di quota, per una superficie complessiva di circa 200 alle basse temperature, fino a cinquanta gradi sotto metri quadrati. Anche per le celle fotovoltaiche hanno zero, che l’aereo ha incontrato a ottomila metri di dovuto essere introdotti speciali accorgimenti e usati altezza, l’altezza massima raggiunta nelle ore centrali nuovi materiali, alcuni messi a punto anche da industrie della sua lunga giornata di volo. A mano a mano italiane. che diminuiva la radiazione solare e durante la notte le batterie sono state in grado di alimentare quattro La vera importante innovazione del “Solar Impulse”, motori a elica da circa 6 chilowatt, più o meno la rispetto ad altri tentativi di aerei solari, sta nel fatto stessa potenza del motore dei fratelli Wright nel loro che è dotato di speciali batterie al litio-polimero storico volo che, ricaricate con l’energia solare di giorno, hanno permesso di azionare i motori ad elica con cui il volo ha Quali prospettive ? Il primo limite degli aerei potuto proseguire di notte. Le batterie al litio-polimero solari sta nel fatto che si possono collocare le celle hanno basso peso e grande capacità di accumulo fotovoltaiche principalmente sulle ali, aumentando dell’energia, e sono già utilizzate in molti dispositivi il peso complessivo dell’aereo e rendendo più elettronici e elettrodomestici come computer, telefoni difficile il decollo. Il passo successivo riguarderà il cellulari, eccetera, grazie anche all’aggiunta di ossidi perfezionamento delle batterie, anche in questo caso di terre rare. Il litio, la cui produzione è oggi di fatto cercando di diminuire il peso a parità di energia un quasi monopolio di Bolivia, Cile e Argentina, e le accumulata. Queste sperimentazioni sono un po’ terre rare, che oggi sono prodotte soltanto in Cina, come le corse automobilistiche che spingono a potrebbero essere le nuove materie prime strategiche innovazioni da applicare poi anche alle automobili di che potrebbero sostituire in parte il petrolio nelle serie. Io credo che Piccard riuscirà a fare davvero il automobili elettriche e, domani, forse, negli aerei solari giro del mondo aereo con la forza del Sole.

Convegno “Migrazioni e processi di interazione culturale. Forme di integrazione e organizzazione territoriale” Catania, 24-26 maggio 2012

l convegno conclusivo te autorità civili e militari pre- cerche del PRIN 2008. dotto i partecipanti al merca- del PRIN 2008 dedicato senti e dai numerosi conve- Nella seconda giornata - nel to ambulante del centro di Ca- Ial rapporto fra fenomeni gnisti. Dopo i saluti istituzio- corso di tre sessioni dedicate tania “a fera ‘o luni”, con for- migratori e processi di intera- nali hanno presentato relazio- rispettivamente a “Imprendi- ti connotazioni multietniche. zione culturale, coordinatore ni di grande interesse: Gian- toria etnica e l’integrazione” La seconda, tenutasi nell’inte- nazionale Carlo Brusa (Univ. carlo Franzese (Comandante (coordinata da Carlo Brusa), ra giornata del 26 maggio, ha del Piemonte orientale), è sta- del Nucleo di Polizia Tribu- “Integrazione, scuola e sani- visto come meta il C.A.R.A. to organizzato dall’Unità di ri- taria della Guardia di Finan- tà” (coordinata da Laura Cas- (Centro Accoglienza Richie- cerca dell’Università di Cata- za di Catania), Valerio Di Tra- si, Univ. di Firenze) e “Paesag- denti Asilo) di Mineo. È stata nia, diretta da Gaetano Sciuto, pani (Direttore della Caritas gi etnici e analisi qualitative” organizzata con grande impe- (coordinata da Flavia Cristal- con la collaborazione di Elena Diocesana di Catania), Santi- gno da Elena Di Blasi e, visto di “Sapienza” Univ. di Roma) Di Blasi (Univ. di Messina) e di no Tornesi (Responsabile re- l’interesse, sarà ampiamente - hanno preso la parola circa Antonino Longo (Univ. di Ca- gionale per le migrazioni del- commentata sul prossimo nu- tania), oltre che di Leonardo la C.E.Si.), Elena De Pasqua- venti studiosi e studiose di va- rie discipline e di diverse uni- mero della rivista. Mercatanti (Univ. di Palermo). le (Redattrice quotidiano onli- Davide Papotti I lavori di questo convegno in- ne “Tempo stretto”) e di Nino versità. terateneo (Università di Cata- Arena (Redattore quotidiano Secondo la migliore tradi- nia e Università di Messina) “La Sicilia”). È seguita la ses- zione dei convegni geogra- sono stati aperti dal professor sione intitolata “L’immigrazio- fici, sono state anche orga- Sciuto che, avvicinandosi alla ne irregolare” (coordinata da nizzate due escursioni. La conclusione del servizio per Carlo Donato. Univ. di Sassari) prima (di mezza giorna- raggiunti limiti di età (31 ot- in cui, come nel giorno succes- ta tenutasi il 24 maggio), tobre 2012), è stato affettuo- sivo, si è dato spazio alla pre- guidata da Concetta Rizzo samente festeggiato dalle mol- sentazione dei risultati delle ri- (Univ. di Catania), ha con- Da sinistra Ruggero Razza (Vice Presidente della Provincia Regionale di Catania), Antonino Recca (Magnifico Rettore dell’Università di Catania), Francesca Cannizzo (Prefetto di Catania), Gaetano Sciuto (con la targa in suo onore) 39 e Carlo Brusa. Fra le autorità era presente anche Michela Cavallaro (Direttore del Dipartimento Economia e Impresa dell’Università di Catania). Anna Licandro

Verso la costruzione di un’identità interculturale: proposta didattica per la scuola secondaria di I grado

1. obiettivi calcola percentuali (area ma- quale trasferimento di popo- tematico-scientifico-tecnologi- lazione rispetto ad un deter- L’unità di apprendimento è ri- ca, matematica, nucleo tema- minato spazio terrestre, chia- volta alla I classe della secon- tico: numeri), rappresenta in- rendo che questo movimen- daria di I grado. Richiede 18 siemi di dati, facendo uso del to può essere costituito da ore ca. da inserire nel II qua- foglio elettronico (matemati- flussi in entrata (immigrazio- drimestre. ca, misure, nucleo tematico: ni) o flussi in uscita (emigra- Le attività previste si pongo- dati e previsioni); utilizza stru- zioni), caratterizzanti da sem- no i seguenti obiettivi di ap- menti informatici per elabora- pre il popolamento del nostro prendimento (dal D.m. 31 lu- re dati, testi e immagini, co- pianeta. Definisce il saldo mi- glio 2007 di aggiornamento nosce l’utilizzo della rete per gratorio e distingue il saldo del D.lgs. n. 59, 19 febbraio la ricerca delle informazioni migratorio positivo dal nega- 2004). (area matematico-scientifico- tivo. Classifica quindi le mi- L’alunno: scrive commenti tecnologica, tecnologia). grazioni per entità, movente, seguendo un modello speri- Il compito unitario in situa- destinazione e durata, propo- mentato, scrive testi utilizzan- zione consiste nell’elaborare nendo alcune esemplificazio- do programmi di videoscrit- dati statistici sull’immigrazio- ni (De Vecchis G., Palagiano tura e curandone l’imposta- ne in Italia e nel saperli com- C., 2003, pp. 191-201). A tal zione concettuale (area lingui- mentare. proposito, l’insegnante di sto- stico-artistico-espressiva, ita- Per gli obiettivi formativi, ria si riferisce a: liano, nucleo tematico: scri- l’alunno: migrazioni permanenti ver- vere); usa le conoscenze ap- conosce le attuali proporzio- so Stati Uniti (42%), Argen- prese per comprendere pro- ni del fenomeno migratorio; tina (20%), Brasile, Francia blemi interculturali e di con- confronta nuove e vecchie ecc., nel periodo successivo vivenza civile (area storico-ge- migrazioni, individuando la al 1861 e fino alla I guerra ografica, storia, nucleo tema- continuità delle cause che le mondiale. In totale sono sti- tico: strumenti concettuali e caratterizzano; mati circa 10 milioni di emi- conoscenze); legge e comuni- interpreta dati quantitativi per granti italiani; ca consapevolmente attraver- ottenerne informazioni quali- migrazioni temporanee, per so il linguaggio specifico della tative. lo più da Italia meridionale, geo-graficità, ovvero attraver- verso Germania, Svizzera, so termini geografici, grafici, Belgio, Francia ecc., nel pe- dati statistici (area storico-ge- riodo successivo alla II guerra ografica, geografia, nucleo -te 2. Attività mondiale e fino agli anni set- matico: linguaggio della geo- laboratoriali tanta del Novecento. Si tratta graficità); esegue addizioni, di flussi non estintisi del tutto, sottrazioni, moltiplicazioni, 2.1 Fase 1 ma oggi fortemente diminuiti; divisioni e confronti tra i nu- migrazioni interne dal Sud al meri conosciuti, utilizzando la L’insegnante di geografia Nord della penisola, più ac- 40 calcolatrice e i fogli di calcolo, spiega il termine migrazione, centuate nel periodo succes- Anna Licandro Laboratorio didattico

sivo alla II guerra mondiale. rispetto per l’alterità oltre gli 1 Ricerca di un’occupazione; esplosione demografica in molti stati Il quadro demografico nazio- stereotipi e i pregiudizi. del Sud del mondo; fame (conseguenza del cattivo sfruttamen- nale ne è stato profondamen- L’insegnante detta infine i ter- to del territorio arabile, utilizzato in gran parte per l’allevamento te modificato. mini: etnia, xenofobia, debito del bestiame destinato ai consumatori del Nord del mondo, anzi- ché alla coltivazione dei cereali, alimento base delle popolazioni estero, monocoltura, sanato- africane); politiche delle multinazionali e neocolonialismo (pro- 2.2 Fase 2 ria, quote annue, misure so- duzione di colture di esportazione - caffè, banane, arachidi - anzi- ciali, contratto e permesso di ché destinate al consumo interno); persecuzioni politiche (causa- te da regimi dittatoriali o militari) e religiose; discriminazioni raz- In questa fase i discenti ma- soggiorno, visti di ingresso, ziali; problemi ambientali (catastrofi e squilibri climatici); condi- turano consapevolezza circa regolarizzazione, estradizio- zionamento del modello di vita occidentale (attraverso trasmis- l’evoluzione dell’Italia da pa- ne, asilo politico, clandesti- sioni televisive e resoconti di turisti o al contatto con missiona- ri). ese di emigrazione a paese di no, extracomunitario, profu- 2 Accordi di Shengen, 1985; L. Martelli, 1990; D.l. sull’immigra- immigrazione. A questo sco- go, rifugiato, sfollato, richie- zione, 1995; L. Turco-Napolitano, 40/1998 (T.U. Immigrazione); po, l’insegnante di storia e cit- dente asilo. Ciascun alunno L. Bossi-Fini, 189/2002; D.lgs. 30/2007 (norme di circolazione e soggiorno dei cittadini dell’UE e dei loro familiari nel territorio tadinanza e costituzione illu- ne ricercherà a casa il signi- degli stati membri); Carta dei valori della cittadinanza e dell’inte- stra alcuni momenti principa- ficato su fonti di varia natura grazione, 2007; direttiva rimpatri del Parlamento e del Consiglio li della storia dell’immigrazio- (vocabolari, internet, giorna- europeo 115/2008 (norme e procedure comuni applicabili ne- gli Stati membri al rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui sog- ne in Italia (Amato, 2009, pp. li, manuali in dotazione) e re- giorno è irregolare); L. 129/2011 di attuazione della direttiva eu- 65-67). alizzerà un glossario. ropea (norme penali in materia di immigrazione). Nell’ambito di una lezione 3 V. le comunicazioni del Ministro degli Interni in (conferenza stampa, 15-8-2011 e incontro «Mare no- partecipata, gli alunni sono 2.3 Fase 3 strum», 26-8-2011). È utile notare che gli sbarcati sono stati so- in seguito stimolati a riflette- lo 4.402 nel 2010. I migranti 2011 giungono in due flussi distin- re sulle diverse cause dell’at- In aula di informatica, pri- ti e in maggioranza dalla Tunisia e dalla Libia. I luoghi di appro- 1 do sono prescelti in base alla vicinanza geografica, nell’ordine: tuale fenomeno migratorio . ma della fase 3, l’insegnante Lampedusa, le altre coste siciliane, le calabresi e le pugliesi. La A sua discrezione, il docente di geografia crea una tabella componente maschile del 2011 è maggiore rispetto al 2010, au- può approfondire l’argomen- con Excel (sul modello del- mentano le donne e mostrano una tendenza al rialzo anche i mi- nori. La geografia dei flussi vedeva prevalere nel 2010 il Medio to, richiamando, in estrema la II tab.). Oriente e l’Asia, mentre nel flusso libico 2011 è osservabile la sintesi, alcune norme di leg- Seleziona e copia le 5 tabel- prevalenza di sub-sahariani del Corno e del Centro Africa. Nono- ge2. le «Popolazione residente per stante l’ingente numero di sbarchi, i flussi netti si riducono già dal 2008, segnali di rallentamento dovuti alla grave congiuntura Offrono ulteriori spunti di di- età, sesso e stato civile al I economica in atto (Ismu, 2011). scussione i recenti sbarchi di gennaio, Italia» immigrati sulle coste italiane (2007/2008/2009/2010/ (57.000 da inizio 2011), og- 2011) dalla sez. «Popolazione dividuano i 5 totali della po- getto di attenzione dei media residente» del sito . nel quinquennio considera- mondiale e della primavera « Ne incolla una per foglio di to. Ogni alunno copia un to- araba»3. La loro sorte è resa calcolo, che rinomina in mo- tale per volta con il comando incerta tra rimpatri (13.000 do differente, ottenendo un I già eseguiti, 30.000 entro fi- file di dati. Usa lo stesso pro- «modifica/copia» (barra degli ne 2011), protezione interna- cedimento per realizzare un II strumenti di Excel) e lo incol- zionale (35/40% le domande file con le 5 tabelle tratte dal- la con «modifica/incolla spe- accolte) e futura regolarizza- la sez. «Cittadini stranieri». I fi- ciale: incolla valori» nella riga zione o sanatoria (Nascimbe- le di lavoro, salvati su chiavet- «Popolazione residente tota- ne, 2011, p. 1337). ta usb, sono poi rapidamente le» della II tab. (in corrispon- La riflessione terminerà con messi a disposizione sul de- denza delle celle relative a il chiarimento dei concetti di sktop di tutti i p.c. ciascun anno di riferimento). razzismo, diffidenza verso il Con la guida degli insegnan- Tenendo aperto il II file, gli diverso, identità intercultura- ti di matematica e tecnologia alunni copiano e incollano i le, incoraggiando gli alunni al gli alunni aprono il I file e in- 5 totali dei residenti stranieri

Tab. II - Popolazione residente per componenti, Italia, al I gennaio 2007-2011 2007 2008 2009 2010 2011 Popolazione residente totale 59.131.287 59.619.290 60.045.068 60.340.328 60.626.442 Italiani 56.192.365 56.186.639 56.153.773 56.105.269 56.056.125 Stranieri 2.938.922 3.432.651 3.891.295 4.235.059 4.570.317 % stranieri sul totale 5,0% 5,8% 6,5% 7,0% 7,5%

Fonte: elaborazione su dati Istat 41 Tab. III - Popolazione residente per classi di età, sesso, Italia, I gennaio 2011 Italia gnante di matematica valuta Classi di età Maschi Femmine Totale se mostrare il metodo di cal- 0-14 1) 4.377.496 6) 4.135.726 11) 8.513.222 colo del peso percentuale de- 15-44 2) 11.781.906 7) 11.549.340 12) 23.331.246 gli stranieri residenti in Italia per le differenti classi di età 45-64 3) 8.062.930 8) 8.417.507 13) 16.480.437 (es.: totale residenti stranie- 65 e oltre 4) 5.190.942 9) 7.110.595 14) 12.301.537 ri 0-14/tot. popolazione resi- dente straniera *100) e com- Totale 5) 29.413.274 10) 31.213.168 15) 60.626.442 pleta la IV tabella (v. colonna Fonte: elaborazione su dati Istat «% sul totale stranieri»). Con la calcolatrice, gli alun- nella riga «Stranieri . Sottrag- » te della componente stranie- ni sottraggono dai valori del- gono quindi dai primi 5 nu- ra nel quinquennio (da una la popolazione residente (tab. meri i secondi 5, così da ot- incidenza del 5% sul totale III) quelli della popolazione tenere il totale dei residenti di della popolazione residente residente straniera (tab. IV) nazionalità italiana negli anni nel 2006 al 7,5% nel 2010). per ottenere i dati sulla po- 2007-2011 (riga «Italiani»). È polazione residente italiana. utilizzabile il trascinamento 2.4 Fase 4 Digitano i risultati, distinti per della formula di sottrazione età e genere, nella V tab. (già nelle celle ad essa adiacenti. Prima della fase 4, l’insegnan- In base alla classe, l’inse- te di geografia prepara la III e predisposta). É quindi appli- gnante valuta se mostrare il IV tabella di Excel, che com- cabile lo stesso metodo di metodo di calcolo dell’inci- pleta in modo parziale con i calcolo delle percentuali usa- denza (= tot. popolazione re- dati di «Popolazione residen- to nella IV tab. sidente straniera/tot. popola- te al I gennaio 2011 per età, zione residente*100) e com- sesso e stato civile, Italia» e L’insegnante di geografia pleta la riga «% stranieri sul «Popolazione straniera resi- guida la classe nel confron- tot.» nella II tab. dente al I gennaio 2011 per to e commento orale ai da- A commento dei dati così età e sesso, Italia» (dati con- ti rielaborati, per far emerge- elaborati, gli alunni redigo- tenuti nel I e II file, già messi re le seguenti evidenze. In no un breve testo con l’uso a disposizione nella fase 3). termini di genere, la popo- di Word sul modello seguen- Da esse ottiene i subtotali 1)- lazione straniera si compo- te, arricchendolo con infor- 4); 6)-9); 11)-14) copiati e in- ne per il 48,2% di maschi e mazioni di altre fonti (v. bi- collati nella III tab. e i sub-to- per il 51,8% di femmine, da- bliografia e sitografia). Al 31 tali a)-d); f)-i); m)-p) copiati e to in linea con quello italia- dicembre 2010 la popolazio- incollati nella IV tab. In esse no. Nella fascia di età 0-64 ne straniera residente in Italia i discenti ricavano i totali 5), anni, la componente stranie- è di 4.570.317 unità con un 10) 15) ed e), l), q) usando il ra ha percentuali più alte, se- incremento di 335.258 uni- foglio di calcolo. gno dell’invecchiamento del- tà rispetto al 2009. Si può os- la popolazione italiana. servare un aumento costan- In base alla classe, l’inse-

Tab. IV - Popolazione residente straniera per classi di età e sesso, Italia, I gennaio 2011 Italia Classi di età Maschi % sul totale Femmine % sul totale Totale % sul totale stranieri per stranieri per stranieri classe classe 0-14 a) 446.755 51,8 f) 415.824 48,2 m) 862.579 18,9 15-44 b) 1.352.320 49,3 g) 1.388.012 50,7 n) 2.740.332 60,0 45-64 c) 359.255 41,7 h) 501.298 58,3 o) 860.553 18,8 65 e oltre d) 42.881 40,1 i) 63.972 59,9 p) 106.853 2,3 Totale e) 2.201.211 48,2 l) 2.369.106 51,8 q) 4.570.317 Fonte: elaborazione su dati Istat

42 Tab. V - Popolazione residente italiana per classi di età e sesso, Italia, I gennaio 2011 Italia Classi di età Maschi % sul totale Femmine % sul totale Totale % sul italiani per italiani per totale classe classe italiani 0-14 3.930.741 51,4 3.719.902 48,6 7.650.643 13,6 15-44 10.429.586 50,7 10.161.328 49,3 20.590.914 36,7 45-64 7.703.675 49,3 7.916.209 50,7 15.619.884 27,9 65 e oltre 5.148.061 42,2 7.046.623 57,8 12.194.684 21,8 Totale 27.212.063 48,5 28.844.062 51,5 56.056.125 Fonte: elaborazione su dati Istat

3. verifica Caritas/Migrantes, Immi- e valutazione grazione. Dossier Statistico Iniziative e studi sulla multiet- 2011. XXI Rapporto, 1991- nicità Per le verifiche in itinere si ri- 2011: “Oltre la crisi, insie- manda alle fasi 1-4. La valu- me”, Roma, Idos, 2011 Istat, Demografia in cifre, tazione prevede il raggiungi- DE VECCHIS G., PALAGIANO sez.: popolazione residente/ mento degli obiettivi formati- C. (a c. di), Le parole chiave cittadini stranieri vi a)-c) (v. par. 1): a) per l’ac- della geografia, Roma, Caroc- lo intermedio; a), b) e c) per ISMU, XVII Rapporto Ismu sul- Istat, sez. stranieri l’eccellenza. La verifica finale le migrazioni, Milano, Ismu, consiste nella redazione di un 2011 Istat, sez. popolazione e fa- commento scritto ai dati ta- ISTAT, Noi Italia, 100 statisti- miglie bulati nella fase 4, con l’uso che per capire il Paese in cui zione, Corte di giustizia e Manuale per l’educazione norme nazionali”, Il Corrie- all’accettazione della diver- Bibliografia re giuridico. Mensile di giuri- sità sprudenza civile, legislazio- come percorso, Napoli, Es- 1337-1344 Ministero dell’Interno, sez.: selibri-Simone per la Scuo- sala stampa/immigrazione la, 2009 Brusa C. (a c. di), Immigra- sitografia Osservatorio Regionale per zione e multicultura nell’Italia l’integrazione e la multietni- di oggi, Università degli Studi Caritas italiana, Fondazione cità di Macerata, Associazione dei Migrantes CARIPLO ISMU, Milano, Fran- zione.it/index.php> co Angeli, 1999 Centro studi immigrazione Sezione Lombardia

Associazione Dialoghi 9 ottobre 2012 - ore 17.00 Camera dei Deputati - Palazzo Marini - Sala delle Colonne presentazione del volume di Flavia Cristaldi IMMIGRAZIONE E TERRITORIO LO SPAZIO CON/DIVISO Pàtron Editore - Bologna Interventi di: Franco Narducci, Jean Leonard Toudì, Roberto Natale José Angel Oropeza, Liliana Ocmin Alvarez; Moderatore: Gianni Lattanzio Conclusioni: Andrea Riccardi - Ministro per la Cooperazione 43 Internazionale e l’Integrazione Info e prenotazioni Eventi e note Cristiano Giorda

LA GEOGRAFIA HA I SUOI BLOG

cambiarsi idee, commentare, interagire: spazi web per la classe di concorso di geografia 39A, compresi TFA, preca- chi insegna e per chi cerca nuove idee. riato, atipicità, didattica, cultura geografica, professione do- SIl sito web dell’AIIG continua a sfornare novità per svi- cente. Si propone quindi come punto di riferimento anche luppare l’interesse verso la geografia, informare, introdurre per informazioni riguardanti gli aspetti legislativi, i concor- innovazione, stimolare il dibattito e lo scambio di idee. si e la “vita scolastica” di chi insegna geografia in particolare L’ultima novità è quella dei Blog, un particolare tipo di sito, negli Istituti Tecnici. firmato da uno o più autori, dove i contenuti, simili ad arti- coli di giornale, vengono visualizzati in ordine cronologico. Altri Blog, a partire dai prossimi mesi, si aggiungeranno. I Blog sono sviluppati in stretta integrazione con la pagina Al momento, all’indirizzo web: AIIG sui social network Facebook e Twitter, dove verranno rilanciati i post e le notizie più rilevanti. Lo sviluppo del pro- sono aperti i primi tre blog. Eccone gli autori e gli obietti- filo AIIG su questi mezzi di comunicazione è un importan- vi in sintesi: te sforzo compiuto dall’associazione per far conoscere la ge- 1) Istruzioni per salvare il mondo. Di Cristiano Giorda. Il ografia e raggiungere docenti e studenti. Dati il linguaggio blog si presenta “alla ricerca di tracce, paesaggi, mappe del e i temi, divulgativi ma scientifici, invitiamo tutti i docenti a mondo che cambia e di come insegnarlo”. Una miscellanea leggere i Blog, il sito e le pagine AIIG su Facebook e Twit- di idee, proposte, informazioni, commenti a partire da temi ter, ed anche a farle leggere ai loro studenti e ad utilizzar- rilevanti, innovazioni e casi esemplari. Alla ricerca di nuove le durante le lezioni. Sono uno stimolo per discussioni e ap- strade e di nuovi orizzonti per capire il mondo e studiarne- profondimenti, per introdurre tematiche, per dare un’im- insegnarne i processi di trasformazione. magine nuova e non ingessata (come con molti manuali ac- cade) della geografia. 2) ABC.. Geografia! Di Giovanni Donadelli. Il Blog ha un chia- Molti studenti utilizzano questi nuovi strumenti dell’infor- ro obiettivo: “parleremo di geografia a scuola. Raccontere- mazione e della comunicazione e le nostre pagine sono utili

mo esperienze, proporremo attività, lanceremo degli stimo- anche per avvicinarli ad un uso non banale e formativo delle li e ci avventureremo in moltissimi meandri dell’educazione nuove tecnologie. Invitando gli studenti a seguire le pagine geografica. Sarà un avventura da vivere ed arricchire insie- web AIIG, in particolare quelle dei social network, gli inse- me. Chiunque vive la scuola può salpare con noi!” gnati delle scuole superiori e dell’Università che hanno già sperimentato questa modalità hanno registrato un aumento di 3) SPAZIO 39. A cura del Gruppo docenti AIIG classe 39A. interesse, partecipazione e interazione da parte degli studenti. Il Blog, coordinato da Antonio Danese e Paola Pepe, è incen- Seguite quindi anche queste iniziative, e inviateci i vostri ri- trato sui problemi e le questioni che toccano i docenti del- scontri.

44 Daniela Pasquinelli d’Allegra Eventi e note

GEOGRAFICA-MENTE Laboratorio permanente di ricerca-azione per lo sviluppo del pensiero geografico e del rapporto Ricerca-Didattica

Cos’è: Area tematica: GEOGRAFIA E STORIA Il Consiglio Centrale dell’AIIG, nella seduta del 14 febbraio Referente: Cristiano Giorda 2012, ha deliberato l’istituzione del Laboratorio permanente Contatti: di ricerca-azione Geografica-mente, finalizzato allo sviluppo Tel. 3388045847 del pensiero geografico e del rapporto tra Ricerca e Didattica. La ricerca nell’area “geografia e storia” riguarda prioritaria- mente i seguenti temi: Cosa farà: - Il confronto epistemologico fra le due discipline rispetto al Partendo da un’ampia documentazione degli esiti della ricerca possibile sviluppo di percorsi interdisciplinari; scientifica nazionale e internazionale e delle migliori pratiche - La definizione delle competenze generali, disciplinari e inter- didattiche (nelle scuole di ogni ordine e grado e nell’universi- disciplinari nell’area geo-storico-sociale; tà), il Laboratorio intende mettere a frutto paradigmi e stru- - Il valore educativo di un approccio storico-geografico allo stu- menti innovativi per proporre, a sua volta, sperimentazioni e dio dei problemi; ricerche, anche in raccordo con altre scienze e discipline. Ar- - Lo sviluppo integrato di unità di apprendimento tematiche; ticolato in aree tematiche, Geografica-mente conta sull’appor- - Lo sviluppo di curricoli e/o unità di apprendimento per il to di geografi accademici, di dirigenti scolastici e di insegnan- biennio dei Licei ti esperti di ricerca nell’ambito della Didattica generale e spe- ciale e/o della geografia nello specifico, ma anche di tutti -co Area tematica: loro che, a vario titolo, vogliano impegnarsi a implementare il DIDATTICA SPECIALE DELLA GEOGRAFIA connubio Ricerca-Didattica per risvegliare il pensiero geogra- Referente: Riccardo Morri fico e per sviluppare e diffondere l’immagine e la funzione del- Contatti: la Geografia nella scuola, nell’università e, quindi, nella socie- Tel. 0649913912 tà contemporanea. Fax: 0649913874 Il lavoro in quest’area mira innanzitutto a raccogliere le buo- Chi ne farà parte: ne pratiche di docenti impegnati a sperimentare metodologie Tutti gli interessati alle tematiche proposte sono in- e tecniche didattiche idonee a realizzare la migliore inclusione vitati ad iscriversi: in questo modo riceveranno in via di allievi diversabili, a ogni livello di istruzione e formazione, telematica le notizie relative alle attività e agli incon- in relazione alla conquista di competenze spaziali e geografi- tri, materiali di aggiornamento e riflessione, occasio- che. Pertanto auspichiamo l’adesione di tutti coloro che vorran- ni per proporre i loro lavori e le loro idee. no condividere i risultati del loro impegno quotidiano (in pri- mis gli insegnanti di sostegno in ogni ordine di scuola) per far Come aderire: sì che ogni diversità diventi una risorsa, anche in geografia. La Qui di seguito sono indicate le aree tematiche al momento at- ricerca porterà poi a individuare, in tale importantissima dire- tivate, con i nominativi dei Referenti e i relativi contatti. Per zione, nuove strategie, che puntino anche alla proficua applica- aderire a una o più aree, è sufficientecomunicare il pro- zione delle possibilità offerte dai nuovi strumenti tecnologici. prio nominativo e un indirizzo di posta elettronica: al Referente dell’area tematica prescelta (le mail sono Area tematica: indicate nelle aree tematiche) EDUCARE AL TERRITORIO E ALLA CITTADINANZA e al Coordinatore responsabile del Laboratorio perma- Referente: Matteo Puttilli nente Contatti: Tel. 3287743260 I materiali raccolti e/o prodotti avranno nell’immediato una cas- L’idea alla base di quest’area del laboratorio permanente è di sa di risonanza sul Sito e sulla Rivista, in uno spazio dedicato, collocare il territorio al centro del progetto educativo, in quanto nonché, qualora raggiungessero un buon livello di organicità, è nella concretezza e specificità del territorio e delle relazioni sulla Collana dell’Associazione. tra chi lo abita che tutte le diverse educazioni (alla cittadinan- Un fervido augurio di buon lavoro a tutti. za attiva, alla sostenibilità, alla multiculturalità) possono trova- re una sintesi coerente ed efficace. La geografia, per la sua tra- Il Coordinatore responsabile del Laboratorio permanente dizione epistemologica, si presenta come disciplina di sintesi in Daniela Pasquinelli d’Allegra grado di indagare come offrire un contribuito nell’elaborazione delle strategie educative dei soggetti e degli attori che sono a diverso titolo coinvolti nella formazione dei cittadini, sia nella scuola sia all’interno di altri percorsi, progetti, politiche e ini- ziative formative. Pertanto, la geografia per educare al territo- rio e alla cittadinanza riguarda ricerche ed esperienze sul valore educativo della conoscenza geografica, sui legami tra soggetti, comunità e luoghi e sulla cura e tutela del territorio in termini di sostenibilità, integrazione e coesione sociale.

45 Area tematica: GEOGRAFIA PER LA SALUTE (Cartografia del XVII secolo: Referente: Cristiano Pesaresi Recensioni genesi di un golfo immagina- Contatti: e segnalazioni rio), A. Guarducci, M. Kukavi- Tel. 0649913587 cic, M. Piccardi, L. Rombai (Li- Fax: 0649913874 nea di costa e torri di guardia in In quest’area tematica, attenta a problematiche attuali e fina- D’Ascenzo A. (a cura di), Toscana: il caso grossetano dal lizzata a ricerche socialmente utili, verranno condotti lavori in- Dalla mappa al GIS. Atti XVII secolo ad oggi) e L. Mar- centrati su aspetti socio-sanitari, concernenti la qualità della vi- del quarto seminario di stu- chioni (Tra cartografia storica ta e i fattori di rischio per la salute, passando dalla scala nazio- di storico-cartografici. Ro- e GIS: il litorale toscano fra Ot- nale a quella regionale, con focus su determinati contesti lo- ma, 21-22 aprile 2010, Ge- tocento e Novecento). Al secon- cali di particolare interesse. Per effettuare analisi di una certa nova, Brigati, 2011 do filone di studi si possono col- “robustezza”, si punterà sull’integrazione tra competenze geo- legare gli interventi di S. Ama- grafiche, epidemiologiche e mediche, anche al fine di eviden- Il volume, promosso dal Labo- duzzi e M. Pascolini (Marke- ziare il valore aggiunto del pensiero, della metodologia e de- ratorio geocartografico “Giu- ting territoriale e GIS, una op- gli strumenti geografici, in grado di fornire apporti essenziali seppe Caraci” dell’Università portuna integrazione), G. Mau- ad altre branche della ricerca. I materiali che confluiranno in degli Studi Roma Tre, racco- ro (Fonti rinnovabili per la va- quest’area tematica potranno fungere da riferimento per co- glie gli atti della quarta edizione lorizzazione del territorio: me- loro che desiderano avvicinarsi a simili problematiche, sia per del seminario che annualmente todologie GIS nell’analisi del- avere riferimenti didattici con varie immagini di supporto, sia riunisce gli studiosi di geogra- la risorsa eolica in Carnia), P. in termini di ricerca, per ricavare spunti applicativi da ripro- fia attenti al rapporto fra car- Falcioni, M. Mancini, V. San- porre, con i dovuti accorgimenti, ad altre realtà territoriali e da tografia storica e nuove tecni- tini (L’importanza delle Mobi- ampliare con ulteriori indagini quantitative e qualitative, basa- che di cartografia informatica. le Guide per la promozione del te su dati ufficiali o su dati inediti ricavati tramite questiona- L’incontro è stato organizzato turismo in Etiopia), G. Massi- ri e indagini ad hoc. in collaborazione con la Asso- mi e M. Fuschi (Le comunità ciazione Italiana Insegnanti di dei residenti stranieri in Italia Area tematica: GEOGRAFIA E ARTI VISUALI Geografia e con il Centro italia- – 2002-2008. Un progetto car- Referente: Marco Maggioli no per gli studi storico-geogra- tografico) ed E. Sarno (Gli at- Contatti: fici. Come correttamente sotto- lanti tratturali per la tutela dei Tel. 0649913572 linea la curatrice, docente pres- percorsi di transumanza). Fax: 0649913874 so l’ateneo di Roma Tre, la va- Davide Papotti Il Laboratorio, che evidenzia l’importanza del dialogo istituibi- rietà dei contenuti del volume le tra geografia e materiali visivi, del fatto cioè che l’indagine vi- sottolinea il proficuo incontro suale sia sempre anche indagine spaziale, intende indagare, in fra una dimensione di indagine chiave geografica, le relazioni che intercorrono tra la disciplina storica (che investiga sull’ere- GUARAN A. (a cura di), In- geografica e le modalità di rappresentazione dei fatti territoria- dità consegnataci dagli archivi fanzia, spazio e geografia. li operata dal cinema, dalla fotografia e dalla pittura quali fonti cartografici del passato) ed una Riflessioni ed esperienze per la ricerca e la didattica geografica nella contemporaneità. dimensione di proiezione nel educative, Bologna, Pàtron, Oltre a operare una ricognizione critica delle risultanze emer- futuro (che offre nuove impor- 2011 se negli ultimi venti anni in seno alla ricerca geografica, il La- tanti possibilità di applicazione boratorio intende proporre approcci e strategie utili anche a delle tecniche di cartografia in- Il volume nasce dall’esperien- fini didattici. formatica). La varietà dei sag- za del curatore, docente di Ge- gi contenuti nel volume restitu- ografia per il Corso di laurea in isce fedelmente questa dupli- Scienze della Formazione pri- AREA DI RACCORDO ce ricchezza. Al primo filone si maria dell’Università di Udine, Referente: Daniela Pasquinelli d’Allegra possono ricondurre gli studi di e da un gruppo di insegnati del- Contatti: A. Favretto (Cartografa stori- la scuola dell’infanzia. Tel./fax: 0686326980 ca e GIS. per un controllo della Come spiega Andrea Guaran, Quest’area, gestita direttamente dal Coordinatore responsabi- qualità della georeferenziazio- tutti i contributi cercano di ri- le del Laboratorio permanente, ospiterà: ne), G. Galliano (La valorizza- spondere a due quesiti di ba- - Commenti e interventi a carattere generale: interventi e com- zione della montagna nella car- se: se sia possibile proporre ai menti del Coordinatore sullo stato dei lavori delle varie Aree; tografia storica), A. D’Ascen- bambini dai tre ai sei anni una interventi e commenti del Presidente nazionale dell’AIIG, zo (Il Castello di San Carlo a alfabetizzazione pre-geografi- di esponenti del Consiglio Centrale e dei Consigli regionali Montorio al Vomano nel siste- ca, e quali possono essere le e provinciali che intendano proporre spunti di riflessione più ma difensivo del Regno di Na- metodologie più adeguate a generali; interventi esterni che al momento non trovino col- poli - XVII secolo), V. Santini favorire lo sviluppo di com- locazione in ciascuna area specifica. petenze spazio-geografiche - Modulistica per la Ricerca e per la Didattica: modelli per l’ela- in grado di avviare il bambi- borazione e la presentazione di progetti e contributi di Ricer- no verso un percorso di con- ca e per quelli di Didattica e tutta la modulistica scientifico- sapevolezza del proprio ruolo didattica, già opportunamente validata, che possa risultare funzionale all’attività quotidiana di docenti delle scuole e ri- (e diritto) di cittadino. cercatori, e che possa essere di supporto alle attività dell’As- La prima parte del libro of- sociazione (presentazione contributi di Ricerca e di Didatti- fre un inquadramento con- ca ai nostri Convegni, Workshop ecc.). cettuale. Nei primi due capi- - Materiali per la valutazione autentica in Geografia: rubriche toli si ripercorrono i principi di valutazione di apprendimenti significativi e compiti auten- teorici legati al tema dello spa- tici ecc. (questa voce, qualora ottenesse un buon successo di zio e dell’educazione allo spa- contatti e di contributi validi e vista la sua importanza nel- zio geografico e la normativa la scuola, ma anche nell’università e nella Ricerca, potrebbe sulla scuola dell’infanzia, dal 46 poi diventare un’area indipendente). 1914 fino all’attualità (Gua- Recensioni e segnalazioni

dendosi il termine anglosas- in una nuova edizione sareb- do Scarampi e la modalità sone film-induced tourism, be opportuno far precedere di affermazione della lo- fenomeno al quale Enrico da un riferimento alla situa- calità a livello intellettua- Nicosia ha dedicato un bel zione italiana, ricca di esempi le e politico nel Piemonte saggio, che evidenzia come riferiti ad aree e luoghi signi- fra Seicento e Ottocento. le suggestioni cinematogra- ficativi anche fuori dalla Si- In chiusura si colloca fiche siano legate ai luoghi e cilia. Il saggio, assai utile al poi un’interessante dis- ai paesaggi da un rapporto di cultore di geografia del turi- sertazione sulla produ- biunivocità, poiché i prodot- smo e culturale, si avvale di zione di località in tem- ti filmici traggono ispirazio- attente riflessioni che deno- pi più recenti: dal ruolo ne dai luoghi e dai paesaggi, tano una spiccata sensibilità della scuola primaria di così come la cinematografia geografica. metà Ottocento nei co- è in grado di proporre essa Giuseppe Rocca muni del Piemonte me- ran). Nei due capitoli seguenti stessa approcci del tutto sin- ridionale, al tentativo no- si passa alla riflessione metaco- golari nell’interpretare e nel vecentesco di trasforma- gnitiva e metodologica, incen- ri-costruire luoghi e paesaggi. Torre A., Luoghi. La pro- zione in senso turistico dei pa- trata rispettivamente sui valo- Nonostante la nutrita biblio- duzione di località in età scoli montani biellesi, al recen- ri di spazio e spazializzazione grafia sulla tematica del cine- moderna e contemporanea, tissimo caso del “mancato” co- all’interno del percorso di tiro- turismo, il volume si rivela as- Donzelli, Roma 2011 mune di Mappano, nell’hinter- cinio formativo per gli studen- sai opportuno poiché cerca di land torinese. ti universitari (Blam, Girotto) e trattare il rapporto cineturi- Il concetto di località non è un Luca Dal Grande sull’importanza della continui- smo-territorio secondo un’ot- fattore predeterminato e stati- tà didattico-formativa tra scuo- tica monografica. Alcuni capi- co; si tratta piuttosto di una re- Vita la dell’infanzia e scuola prima- toli a carattere introduttivo, altà in continuo divenire, mute- ria (Capponi). infatti, sono dedicati ai rap- vole e fluida. In passato essa si dell’Associazione La seconda e la terza parte porti che intercorrono tra ge- è costituita - e tutt’ora si costi- del volume raccolgono le di- ografia e cinema, tra cinema tuisce - in base a una fitta tra- Sezione verse esperienze di approccio e turismo, nonché alla funzio- ma di rapporti che intercorro- Emilia-Romagna all’educazione spazio-geogra- ne del cinema come strumen- no fra più interlocutori: dai sin- fia svolte dagli autori. Dai va- to di marketing territoriale, goli individui alle comunità lo- Anche quest’anno la sezione lori della mobilità sicura e del mentre il terzo, il quinto e i cali, dal potere politico centrale Emilia - Romagna ha cercato rispetto delle regole (Guaran, successivi analizzano le aree alle autorità religiose. In que- di mettere in campo iniziative Lepera), alla conquista dello e i luoghi che hanno ispirato sto lavoro di taglio specialisti- per far conoscere l’AIIG e le spazio tra cultura e intercultu- il cineturismo e ne sono stati co Angelo Torre centrato l’at- sue iniziative sia nella scuola ra (Michelutti), fino ai percorsi al tempo stesso influenzati: in tenzione su alcuni casi-tipo di che nella società civile, le at- di co-progettazione dello spazio particolare, il quinto capitolo produzione di località, fornen- tività hanno riguardato la for- (Raffin). Ancora, la lettura del è incentrato sulla filmografia done una panoramica ad ampio mazione dei docenti ma an- paesaggio urbano quotidiano legata ai luoghi (Barcellona e raggio cronologico. che il desiderio di rendere più (Cartelli), le modalità di perce- Catalogna, Madrid e Castil- La prime due parti del libro so- vibile e presente la geografia zione e rappresentazione dello la-La Mancha, Canarie) scel- no dedicate all’analisi di feno- sul territorio. Per queste ra- spazio (Dalla Cia), l’esperienza ti da Pedro Almodòvar, regi- meni sociali ed economici che, a gioni quindi abbiamo realiz- delle scuole di Reggio Emilia sta considerato come uno dei partire dal Seicento, hanno con- zato un corso di formazione (Morandini) e la funzione dei principali simboli della socie- tribuito alla produzione di loca- docenti presso la Scuola Se- percorsi nello spazio, dentro e tà spagnola laica e progressi- lità. Fra le radici sociali del pro- condaria I° grado “Via Anna fuori la scuola (Zucchiatti). sta, mentre gli altri sono de- cesso vengono esaminati i casi Frank“ di Cesena ad inizio an- Risultato, un lavoro collettivo dicati alle diverse realtà loca- delle confrarie valsesiane e del no scolastico ed un corso di ricco di stimoli che sottolinea li siciliane. culto trinitario presso il santua- formazione per docenti neo- il ruolo fondamentale della Ge- Alla struttura del volume rio di Ghiffa, di un «miracolo assunti in collaborazione con ografia nella formazione degli avrebbe forse giovato una dell’ostia» ad Asti, delle cascine l’USP di Bologna nei mesi di individui. maggiore organicità nell’uso del Piemonte meridionale; fra marzo e Aprile. È nata inol- Nadia Carestiato delle scale, riferite dappri- i fenomeni che pur avendo va- tre una bella collaborazione ma a “casi di successo inter- lenza chiaramente economica con la biblioteca di quartie- nazionale” ed infine a quelli (commercio e credito) possono re Borges di Bologna che ha siciliani, vissuti e conosciuti originare un’identità spaziale, prodotto una serie di cinque Nicosia E., Cineturi- più a fondo dall’autore, che si troveranno invece il caso del incontri sotto il titolo “La ge- smo e territorio. Un per- contado alessandrino, quello ografia per capire il mondo”. corso attraverso i luoghi valsesiano e quello relativo al Gli incontri sono stati tenu- cinematografici, Bologna, contesto laniero della Valle ti dai soci Cencini, Cinti, Pa- Pàtron, 2012 Mosso in provincia di Biella. potti con cadenza mensile da ENRICO Nicosia Sempre in ambito di Antico Gennaio a Maggio. Sempre Cineturismo e territorio. Nei luoghi delle location si Un percorso attraverso i luoghi cinematografici Regime si muove la terza par- vivace la partecipazione al- assiste spesso all’esistenza di te del libro, che tratta la costi- le attività AIIG della sezio- una correlazione diretta tra tuzione di una specifica enti- ne di Parma ed in particola- immagini proiettate e succes- tà territoriale: il comune ru- re del Servizio Cultura e del- so turistico, essendo i film e rale. Vengono quindi presi in la Biblioteca del Comune di le fiction importanti veico- esame i vari poteri nella Chie- Medesano che hanno organiz- li nell’attrarre flussi turisti- ri del Cinque-Seicento, il ta- zato numerose escursioni du- ci. Non a caso, proprio a ta- glio rituale dei boschi nella rante tutto l’anno nell’ambito le riguardo è andato diffon- comunità astigiana di Montal- del percorso tematico “I pae- 47 Vita dell’Associazione

saggi romantici italiani: itine- lo Studio delle Società Me- Lo spazio con/diviso, edito da nio Mininno che ha trattato rari di geografia emozionale”. diterranee dell’Università di Carocci e il prof. Davide Pa- il carsismo pugliese e la prof. Da segnalare infine tre visi- Bari ‘A. Moro’ ha ospitato la potti che ha trattato dell’im- ssa Maria Fiori che ha relazio- te guidate su “Bologna città Tavola Rotonda su Le sfide migrazione come fenomeno nato sull’identità territoriale. d’acqua” realizzate per i soci della mobilità geografica: ter- territoriale. Festambiente si è conclusa AIIG e per l’Università Primo ritorio, salute e scuola. Tra i partecipanti erano pre- con altri incontri all’insegna Levi. Per il prossimo anno ab- L’iniziativa è stata introdotta senti i soci onorari dell’ ai- di giochi all’aperto con mate- biamo avviato nuove collabo- e coordinata dalla prof.ssa Ar- ig: Andrea A. Bissanti e Lu- riale riciclato, di mostre fo- crezia Pantaleo Guarini. razioni che speriamo portino cangela Giorgio, che ha forni- tografiche degli alunni delle a risultati positivi. to un’analisi quali-quantitati- La Sezione ha inoltre collabo- Scuole Primarie e dell’Infan- Lucia Arena va dei flussi migratori in Pu- rato all’organizzazione di Fe- zia di Rutigliano, di laborato- glia. Sono intervenuti il prof. stambiente, una manifestazio- ri di Riciclo in musica a cura Sezione Bari Cosimo Palagiano che ha re- ne organizzata dal Comune di lazionato su: ‘Piazza Vittorio Rutigliano (Ba), da Legam- del maestro Daniele Sarno. Anche durante l’anno socia- e l’Esquilino a Roma: da fil- biente e da Maria Melpigna- Nell’ambito di questa mani- le 2011-2012, la Sezione Pro- tering up a filtering down’, il no, dirigente del 1° Circolo festazione, presso il Chiostro vinciale di Bari ha predispo- prof. Carlo Brusa che ha par- Didattico Statale ‘Giuseppe San Domenico di Rutigliano sto un programma di attività lato delle relazioni generate Settanni’di Rutigliano (Ba). è stata anche presentata una rivolto a soddisfare le esigen- dalle migrazioni, la prof.ssa Hanno partecipato la prof.ssa mostra personale di Antonel- ze di aggiornamento scientifi- Flavia Cristaldi che ha pre- Arcangela Giorgio che ha par- la Berlen dal titolo: Il mare co e didattico dei soci. sentato il suo libro dal tito- lato dell’emergenza ambien- che crea … Posidonia design. A tal fine, il Dipartimento per lo: Immigrazione e Territorio. tale in Puglia, il prof. Anto- Giovanna Spinelli

11-12 Giugno 2012 Riuniti a Milano in occasione del XXXI Congresso Geografico Italiano la Consulta dei Presidenti regionali ed il Consiglio Centrale Come è stato annunciato nel numero precedente le due riunioni di estrema importanza per la vita dell’Associazione si sono tenute a Milano dove già erano presenti numerosi colleghi per i lavori congressuali. Si ritiene opportuno comunicare a tutti i soci l’ordine del giorno delle riunioni che si sono svolte in un clima estremamente costruttivo e si sono rivelate assai proficue.

Ordine del giorno del Consiglio Centrale 12 giugno 2012 1) Comunicazioni del Presidente 2) Problemi organizzativi 3) La situazione finanziaria Un momento dei lavori della Ordine del giorno della Consulta 4) La valorizzazione e il potenziamento Consulta dell’AIIG dei Presidenti regionali – 11 giugno 2012 della presenza dei giovani durante il XXXI 5) Pubblicazioni e sito dell’AIIG Congresso 1) Comunicazioni del Presidente nazionale Geografico Italiano. 2) Andamento delle iscrizioni: i diversi problemi locali 6) Il 55° Convegno Nazionale: Macerata - settembre 2012 I lavori si sono 3) La situazione finanziaria nazionale e quelle regionali 7) Prospettive per i Convegni nazionali svolti con la degli anni 2013 e 2014 partecipazione 4) Problemi della scuola e della formazione dei docenti dei rappresentanti 5) La rivista, le pubblicazioni dell’Aiig, il Sito, Facebook 8) La geografia nei corsi “TFA” delle Sezioni 6) Il 55° Convegno Nazionale (Macerata 2012) e proposte 9) Problemi connessi alla riforma della scuola regionali e dei Consiglieri per i Convegni Nazionali succecssivi 10) Discussione dei risultati della Consulta dei Presidenti nazionali. 11) Rapporti con Eugeo e relazioni con altre Associazioni 12) Problemi dell’Ufficio Sociale 13) Varie ed eventuali

LA SCOMPARSA DI ANTONIO PIPINO Presidente della Sezione dal 1982 al 2003 Il 12 luglio è deceduto, nella sua amata Palmi, dove era nato nel 1931, Antonio Pipino. Per lunghi anni professore associato di Geo- grafia Regionale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Messina, nonché Direttore del Laboratorio di Geografia Economica, ha sempre attivamente operato per la Sezione Calabria dell’AIIG assumendo, dal 1981 al 1982, la carica di segretario e successivamente quella di Presidente per oltre venti anni. Molteplici gli interessi scientifici con particolare riguardo alle problemati- che ambientali e socio-economiche della Sicilia e ancor più della Calabria (privilegiando le ricerche su turismo, agricoltura, portualità 48 e pianificazione territoriale), regioni di cui è stato studioso appassionato e profondo conoscitore. Chi gli è stato vicino non potrà dimen- ticarne le doti umane e le grandi capacità comunicative che, unite all’impegno e all’entusiasmo profusi nell’attività didattica, lo hanno reso particolarmente caro a tutti i suoi studenti alla cui formazione ha notevolmente contribuito. Piero Gagliardo, Sezione Calabria 55° Convegno Nazionale Associazione Italiana Insegnanti di Geografia 7° Convegno Nazionale Associazione Italiana Insegnanti di Geografia - Giovani 16° Corso Nazionale di aggiornamento e sperimentazione didattica Le Marche nella Macroregione Adriatico - Ionica. XXXI Congresso Geografico Italiano Aggiornamenti scientifici e didattici Macerata, 27 settembre - 5 ottobre 2012 Scomposizione e ricomposizione territoriale Programma preliminare giovedì 27 settembre 2012 Macerata, Palazzo Ugolini (c.so Cavour, 2): dalle ore 11,00 alle ore 14,00 punto accoglienza e registrazione dei partecipanti. della città contemporanea ore 14.00 Rampa Zara: artenza escursioni pre-convegno: Milano: 11-15 giugno 2012 1 - Recanati e i luoghi leopardiani 2 - L’alta Vallesina: Cerreto d’Esi, Matelica, visita alle cantine Belisario Uno dei contributi al 31° Congresso Geografico Italiano ha presentato significativamente anche l’immagine di Per favorire la partecipazione e facilitare l’arrivo dei convegnisti a Macerata si fa presente che, per quanti ne faranno richiesta: un cascinotto, oggetto di studio, nell’ambito delle ricerche sull’edilizia rurale dell’Alta pianura lombarda, di l’escursione 1 effettuerà soste per far salire i partecipanti ai piazzali delle stazioni ferroviarie di Civitanova Marche (ore 14,30) e di Ancona (ore 15,15); due grandi maestri della scuola geografica dell’Università Cattolica di Milano: Giuseppe Nangeroni e Cesare l’escursione 2 effettuerà una tappa al piazzale della stazione ferroviaria di Fabriano (ore 15,00). ore 18.30 Rientro a Macerata e visita della città Saibene. Rispettivamente dal 1956 al 1972 e dal 1972 al 1984 sono stati anche presidenti della Sezione ore 18.30 Consulta dei Presidenti regionali Lombardia. Alla loro scuola, fra gli altri, si sono formati Giacomo Corna Pellegrini, Guglielmo Scaramellini e ore 20.30 Vin d’honneur l’attuale direttore di questa rivista. venerdì 28 settembre 2012 – primo giorno di convegno Come ricordo dei due illustri studiosi, si pubblica la sintesi del contributo di Maristella Bergaglio e Patrizia ore 9.00 Macerata, Università degli studi - Auditorium San Paolo - saluto delle autorità - apertura del convegno, Motta con tre immagini giustapposte alla foto, risalente agli anni Cinquanta, di un cascinotto, scattata da Giu- prof. Gino De Vecchis, presidente nazionale dell’AIIG (Università di Roma “La Sapienza”) seppe Nangeroni e pubblicata nella tav. XXIII del volume di C. SAIBENE, La casa rurale nella pianura e nella ore 9.30 Consegna del Premio “G. Valussi”. collina lombarda, Firenze, Olschki, 1955. Saibene lo definisce: «necessario e tipico complemento della di- ore 10.00 Relazioni introduttive, seminario didattico e dibattito prof. Carlo Pongetti (Università di Macerata) Marche: le geometrie di un plurale; prof. Sergio Conti (Università degli Studi di Torino): Teoria della regione e logica della macroregione; mora a “corte” pluriaziendale, che è ubicata nei centri, lontano dai terreni dell’azienda, sui quali il contadino prof. Paolo Crivelli (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana): Dalla geografia regionale all’educazione al territorio costruisce un cascinotto per ricovero personale, ma soprattutto come “laboratorio agricolo”» (pp. 211-212). (seminario didattico). Panel: Il Tirocinio Formativo Attivo: problemi e prospettive (coordinatori: Gino De Vecchis, Presidente nazionale dell’AIIG, Università di Roma “La Sapienza” e Giuseppe Rocca, Università di Genova). Costruzione di un’identità territoriale complessa fra tradizione rurale ore 13,15 Buffet ore 15.00 Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti - Sala Specola - Inaugurazione della mostra: E figurato è il mondo in breve carta. e nuove forme urbane: l’esempio di un territorio a nord est di Milano ore 15,30 Polo Pantaleoni - Apertura Convegno AIIGiovani Maristella Bergaglio e Patrizia Motta ore 16.00 - 19.00 Auditorium San Paolo - Tavola rotonda: Un’interfaccia resiliente. Le ragioni della Macroregione Adriatico-Ionica coordina: Ambasciatore prof. Luigi Vittorio Ferraris. Interventi: Regione Marche,Segretariato IAI, Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico Il caso di studio esaminato è quello del Vimercatese, un territorio ubicato a nord est di Milano in posizione e dello Ionio; Dott. Marco Bellardi; Prof. Giuseppe Canullo (Università Politecnica delle Marche); prof. Emilio Cocco (Università di Teramo). intermedia tra il capoluogo milanese e le prime fasce collinari lecchesi. ore 20.30 Cena sociale Oggi il Vimercatese si caratterizza per la sabato 29 settembre 2012 – secondo giorno di convegno presenza di spazi ad alta promiscuità fun- ore 08.00 - 19.00 Lezioni itineranti (intera giornata): zionale, forme disomogenee di insediamen- a) Dalla valle del Chienti all’alta Valnerina. Osservazione della serie di invasi artificiali realizzati negli anni Sessanta lungo il Chienti. to e di uso del suolo con differenti gradienti Visita alle aree produttive, prosecuzione per Visso e per gli impianti di acquacoltura. b) L’alta valle del Potenza: San Severino Marche, proseguimento lungo l’antica “Intagliata” dei Da Varano con soste a Torre del Parco di densità in cui i tessuti urbani consolidati, e al castello di Lanciano, Gola di Pioraco, Fiuminata. gli elementi di ruralità e semiruralità tutto- c) La provincia di Fermo. Visita al centro storico di Fermo, incontro con i Rappresentanti della Provincia istituita nel 2004, attivata nel 2009. ra persistenti, gli spazi produttivi e nuove Proseguimento lungo la valle dell’Aso con soste presso le strutture del “distretto del freddo” o, in alternativa, proseguimento verso i centri icone del terziario hanno sviluppato una del “distretto del cappello”. geometria complessa a tutt’oggi in rapida d) La provincia picena. Percorso lungo la Riviera delle Palme e la valle del Tronto, con sosta a San Benedetto del Tronto, visite alle strutture Cascinotto con aia Cascinotto, via Ruginello, evoluzione. del porto peschereccio, incontro con gli operatori del comparto. Visita di Ascoli Piceno. (foto di G. Nangeroni, anni ‘50). Bellusco. e) Le colline maceratesi e la dorsale di Cingoli: visite ai centri storici di Treia (Accademia Georgica e luoghi di Dolores Prato) e di Cingoli, In questa prospettiva il Vimercatese si pone “balcone” delle Marche. Proseguimento per Castreccioni: diga e lago. come un contesto territoriale “potenzial- f) Lungo l’antico limes dell’Esino: Jesi, Fabriano. Visita a uno stabilimento di produzione di elettrodomestici. Visita alle grotte di Frasassi. mente” esemplificativo: si tratta di un’area ore 21.15 Auditorium San Paolo - Concerto del Gruppo di ricerca e canto popolare “La Macina”: Nel canto la memoria. densamente umanizzata ma non omoge- domenica 30 settembre 2012 – terzo giorno di convegno nea, in cui paesaggio urbano e rurale si ore 8.30 partenza per l’Abbadia di Fiastra ore 09.00 Illustrazione del complesso monumentale dell’Abbadia e del nucleo amministrativamente diviso. fondono e si implementano virtuosamente ore 09.30 Sala convegni dell’Abbadia di Fiastra - Relazioni e dibattito: prof. Peris Persi (Università di Urbino) L’anima segreta delle ed in cui si possono incontrare molti tipi di Marche: tra materia e spirito di una regione; prof. Paolo Rovati (Università di Macerata) La Macroregione Adriatico-Ionica tra analogie e paesaggio. differenze; prof. Simone Betti (Università di Macerata) Le Marche: da “l’Italia in una regione” agli ethnoscapes. Questa molteplicità di paesaggi è il risul- ore 11.30 - 13.00 Sessioni didattiche: 1 - La regione: categoria della ricerca, applicazione della didattica tato del progressivo accostamento e della (coord. Laura Cassi - Università di Firenze); 2 - Destrutturazione dei confini e rinnovate potenzialità per le aree frontaliere Le “Torri bianche di Vimercate”, Il Trezzese: aree industriali sovrapposizione di elementi nuovi, frutto (coord. Josep Vicent Boira i Maiques - Universitat de València); via Molgora, Vimercate. e spazi agricoli, via dell’Industria, ore 13.00 Pausa pranzo Pozzo d’Adda. delle recenti dinamiche insediative e del- ore 15.00 - 16.30 Sessioni didattiche: 3 - Koinè versus frontiere: insegnare l’Adriatico. Dal “Mare superum”, al “Golfo di Venezia”, la ristrutturazione del comparto produttivo alla Macroregione Adriatico-Ionica (coord. Maria Fiori - Università di Bari); 4 - Formare i docenti di Geografia: una verifica della didattica tessile tradizionale, con elementi di lunga durata persistenti, dotati di una forte inerzia come la ripartizione universitaria in vista della programmazione del Tirocinio Formativo Attivo (coord. Giuseppe Rocca - Università di Genova). dei terreni agricoli, le infrastrutture delle acque, i canali, le strade, le cascine. ore 16.30 - 18.30 Assemblea dei Soci e chiusura dei lavori ore 19.00 Rientro a Macerata Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università; Sezione Lombardia ore 20.30 Buffet di saluto lunedì 1 ottobre - venerdì 5 ottobre 2012 A - Escursione di studio percorrendo la rotta tra le due sponde dell’Adriatico: Società Geografica Italiana Macerata - Ancona - Spalato - Ploče - Dubrovnik - Spalato - Ancona Roma, 9 ottobre ore 16.30 Partenza da Macerata: 1 ottobre: ore 08,30 - Arrivo ad Ancona. Visita della città e delle strutture portuali. Ore 19,00 inizio procedure imbarco su traghetto Jadrolinja e assegnazione delle cabine. 2 ottobre: Split, Ploče Neum ; 3 ottobre: Neum, Dubrovnik, Neum; 4 ottobre: Neum, Split: ore 19.00 inizio delle procedure di imbarco sul traghetto Blue Line e assegnazione delle cabine; 5 ottobre ore 08,00 sbarco ad Ancona. RICORDO DI GIACOMO CORNA PELLEGRINI B - 1 - ottobre 2012: Itinerario nel Parco nazionale dei Monti Sibillini (1 giorno). Intervengono: on. Pietro Bassetti (già Presidente della Regione Lombardia), Carlo Brusa, Macerata – Castelluccio di Norcia - Piano Grande – santuario di Macereto – lago di Fiastra – Macerata. Giuseppe Dematteis, Maria Clotilde Giuliani Balestrino, Monica Morazzoni e Guglielmo Scaramellini Info: Carlo Pongetti: 342 / 83.17.185 introduce Franco Salvatori ISSN 1824-114X

anno LVII, nuova serie XII n. 4 luglio/agosto 2012

Ambiente Societa’ Territorio

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, - NO/ VERCELLI n° 4 anno 2012 Geografia nelle Scuole

Mosaico dell’Africa (a destra) dell’Australia e della Nuova Zelanda (a sinistra), costruito dai dati rilevati nel 2004 RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE dallo strumento MERIS del satellite europeo Envisat e visualizzato in colori naturali (RGB 7,5,3-2) (cortesia ESA/ESRIN). ITALIANA INSEGNANTI DI GEOGRAFIA