Cento… Storie

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Cento… Storie Introduzione 3 Piazza Guercino 4 Palazzo del Governatore Palazzo Comunale Ghetto Ebraico, Casa Pannini 5 La Rocca 6 Teatro Comunale e 7 Centro Polifunzionale Pandurera Biblioteche 8 Le Chiese: 10 San Biagio, San Pietro, Rosario, S. Maria Maddalena, Servi, Ss. Sebastiano e Rocco, S. Lorenzo, S. Filippo Oratorio Crocetta Pinacoteca Civica 14 Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni Museo Sandro Parmeggiani Le Frazioni 20 Gastronomia 22 Cento Verde 24 Cento Eventi 26 Ristoranti 30 Alberghi Accessibile Legenda accessibilità Parzialmente accessibile / disabili Accessibile con accompagnatore Non accessibile Cento… storie Il nome di Cento si riferisce alla centuria- zione della Pianura Padana, l’opera di bonifica, deforestazione e suddivisone ter- riera realizzata dai Romani nel II secolo a.C., ma il suo sviluppo, da piccolo borgo di pescatori sperduto nelle paludi (testimo- nianza di tale origine rimane nello stemma cittadino dove spicca un gambero rosso) a centro civico a forte vocazio- ne agricola, è tutto collocato nei primi secoli dopo il Mille. A quest'epoca di estese bonifiche e di donazioni da parte del vescovo di Bologna e dell'abate di Nonantola, risale la nascita della Partecipanza Agraria, l’Istituzione che ridistribuisce a cadenza ventennale i terreni fra i discen- denti maschi delle famiglie che costituirono, nel XII secolo, il nucleo iniziale della comunità. Da sempre terra di confine, Cento, pur essendo proprietà della Chiesa di Bologna, ha subito nei secoli le mire degli stati limitrofi, in particolare del Ducato ferrarese. Nel 1502 il Papa Alessandro VI la sottrasse al dominio del Vescovo di Bologna e la assegnò in dote alla figlia Lucrezia Borgia, promessa sposa al duca Alfonso I d’Este. Ritornata sotto il dominio della Santa Sede nel 1598, Cento visse nel 1600 e 1700 anni di grande splendore grazie al rinnovamento architettonico e urbanistico, oltre che alla fio- rente vita culturale ed artistica: fu questo il contesto in cui nacque e operò il grande pittore barocco Guercino. La conferma di tale rinascita avvenne formalmente nel 1754, quando Papa Benedetto XIV attribuì a Cento il rango di “città”. POPOLAZIONE al 31/12/2004: 31.475 ESTENSIONE TERRITORIALE: 64 Kmq TOPOGRAFIA ALTIMETRICA: min. 10 mt s.l.m a max 20 mt s.l.m. 3 Piazza del Guercino Cuore pulsante della vita cittadina e termometro degli umori popolari, Palazzo del Governatore: fu eret- to nel 1502, in occasione del matrimonio Piazza Guercino è il fra Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia e salotto di Cento, in della conseguente annessione di Cento al quanto ospita le più Ducato ferrarese. Sorse con lo scopo di offri- importanti manife- re una degna residenza ai commissari ferra- stazioni culturali, resi deputati al governo della città. L’attuale aspetto neo-medioevale del palaz- religiose, folklori- zo risale al radicale restauro del 1919, men- stiche, economiche tre la Torre centrale, detta dell'Orologio, venne e sportive. Fanno da eretta in eleganti forme classiche dall'archi- fondale scenografi- tetto centese Francesco Giraldini attorno al co alla piazza due 1550. L’interno del palazzo ospita la Galleria d’Arte Moderna A. Bonzagni. importanti edifici porticati di grande valore storico e Palazzo Comunale Sorto a partire artistico. dal 1612 sul luogo di alcune case private, era esternamente decorato da affreschi del Guercino. Oggi la facciata si presenta suddi- visa in due dalla balconata marmorea che taglia orizzontalmente il prospetto per tutta la sua lunghezza: la parte superiore è corona- ta da una scenografica struttura in cui cam- peggia lo stemma cittadino, la parte inferio- re presenta un portico a tre arcate sorrette da colonne ottagonali. Degna di nota per le decorazioni è la Sala Consiliare. 4 Il Ghetto Ebraico presenza di un nucleo giudaico a La Cento è attestata già nel 1390, ma fu nel Cinquecento, il cosiddetto “secolo esten- se”, che la comunità ebraica conobbe il suo massimo fulgore, grazie soprattutto all’appor- to del gruppo sefardita in fuga dalla Spagna. Dopo la devoluzione del Ducato ferrarese alla Santa Sede, a Cento, come del resto era già avvenuto a Ferrara, gli Ebrei furono isolati dal resto della popolazione cristiana: nel 1636 i governatori pontifici istituirono in pieno cen- tro storico il ghetto, operativo fino al 1859, anno in cui vennero abbattuti i cancelli e i Giudei acquisirono diritti pari agli altri Italiani. Alla fine del ‘800 la crisi economica colpì anche la popolazione ebraica, portando allo scioglimento della Comunità centese, che si congiunse a quella di Ferrara. Gli arredi e gli oggetti di culto della nostra sinagoga infatti sono conservati in quella ferrarese. Il complesso dell’antico ghetto, oggi com- L’attiva comunità ebraica centese pletamente restaurato, si presenta come uno ha dato i natali ai nonni di stretto gruppo di case affacciate su tre corti- Benjamin Disraeli, li collegati, in cui spicca quello centrale, il primo ministro della regina adornato da alcuni graziosi balconcini del Vittoria d’Inghilterra XVIII secolo. Casa Pannini una delle più antiche dimore patrizie centesi, E’risalente alla prima metà del XV secolo. Sua caratteristica peculiare è il portico in legno, men- tre la facciata gotica è frutto dei restauri del ‘900. Le varie stanze del palazzo furono affrescate da Guercino e collaboratori fra il 1615 e il 1617. Oggi circa la metà di questi affreschi è conser- vata nella Pinacoteca Civica di Cento. CENTO FILM Cento si è prestata spesso come scenario per girare importanti film, quali: Guercino (1950, regia di Adelchi Bianchi) Permette? Rocco Papaleo (1971, regia di Ettore Scola) La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974, regia di Pupi Avati) Tutti defunti…tranne i morti (1977, regia di Pupi Avati) Gli occhiali d’oro (1987, regia di Giuliano Montaldo) La settimana della Sfinge (1990, regia di Daniele Lucchetti) Le Barzellette (2004, regia di Carlo Vanzina) 5 La Rocca Il cortile davanti alla Rocca ospitava la statua del pittore centese Guercino, opera dello scultore Stefano Galletti (1832-1904). Recentemete la statua è stata riportata nella sua collocazione originaria, Piazza Guercino. uesta struttura difensiva sorse alla Qfine del ‘300, per volontà del vesco- vo di Bologna, quale freno alle ambizioni Santuario della di autonomia dei Centesi. Fu ricostruita e Beata Vergine ristrutturata nei secoli per rispondere ai della Rocca più moderni canoni dell’architettura Fu edificato nel 1609 e militare e per reggere i ripetuti assalti di ricostruito nel corso truppe nemiche. dell'Ottocento. Al suo L’aspetto attuale, privo però del fossato e interno è custodita la vene- dei ponti levatoi, è frutto dell’impronta rata Immagine della Beata che volle dargli nel 1483 il cardinale Vergine della Rocca, un affre- Giuliano della Rovere, futuro Papa sco staccato dall’interno Giulio II. della Rocca e risalente al Nel corso dei secoli, perduta la sua origina- 1597: dal naso della ria finalità, la Rocca ha ricoperto soprattutto Madonna cola un filo di la funzione di prigione per i detenuti politici e sangue che, secondo la tra- i banditi. Oggi è sede di mostre e manife- dizione, sarebbe dovuto a stazioni culturali e gastronomiche. un atto sacrilego. 6 Il Teatro “Giuseppe Borgatti” La decorazione della facciata prose- gue, indifferentemente, anche nel fian- co: si crea così uno scorcio dal forte impatto plastico e cromatico Sotto, l’elegante Ridotto del teatro, adorno di affreschi ottocenteschi Teatro Comunale fu costruito fra il CENTRO IL 1856 e il 1861 su progetto di POLIFUNZIONALE Antonio Giordani e Fortunato Lodi. Il pro- PANDURERA spetto esterno è caratterizzato dalla vistosa Moderna e accogliente struttura decorazione a bande policrome arancioni e gialle che, per il massimo comfort e dall’eclettica ornamentazione in cotto in cui spiccano cornici, candelabre, medaglioni con degli ambienti e la sofisticata ritratti di personaggi illustri, busti di artisti, dotazione illuminotecnica, si fregi figurati e bassorilievi. Particolare risalto offre come contenitore ideale è dato alle tre arcate d’ingresso al teatro, per ospitare congressi, conve- sovrastate da altrettante finestre coronate dal gni, seminari, corsi, riunioni e monumentale timpano. meeting. E’ dotata di un audi- L'interno presenta la tipologia caratteristica torium con capienza di 500 del “teatro all'italiana”, a ferro di cavallo, posti, un’aula didattica, una con tre ordini di palchi, il loggione e la pla- sala riunioni di rappresentanza tea. Spicca, per la grazia degli affreschi otto- centeschi, il Ridotto, mentre di notevole e diversi uffici, oltre a un interesse sono i due Musei. In quello dedi- ampio meeting-point e a un cato a Giuseppe Borgatti sono raccolti docu- bar-punto ristoro. menti, oggetti e testimonianze del presti- gioso tenore centese, invece il Museo Arrigo Tassinari accoglie cimeli e onorificenze che illustrano la straordinaria carriera artistica di colui che è universalmente riconosciuto come il “caposcuola dei flautisti italiani”. 7 Biblioteche L’importanza della scrittura e della lettura sembra storicamente molto radicata nel territorio centese: il primo documento conservato nell’Archivio Generale risale al 1185. Da allora, ininterrottamente, i Centesi hanno prodotto testi e “Mappamondo” (Roma 1632) e “Planetario” documenti e hanno (Roma 1636) di Hans Greuther, al piano nobile della Biblioteca Civica imparato a leggerli. Biblioteca Civica Oggi sul territorio La Patrimonio Studi è ubica- comunale si ta all’interno di Palazzo Scarselli Tassinari, splendido esempio di trovano 3 architettura del ‘700 per le decora-
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