Così Fucilammo Mussolini E La Petacci
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Aldo Lampredi (nome di battaglia “Guido”) racconta a parecchio tempo mi ero proposto di rimettere al D partito una relazione sulla mia partecipazione alla fucilazione Così fucilammo Mussolini di Mussolini e dei gerarchi fascisti, allo scopo di fornire informazioni e la Petacci che consentano, se un giorno si vorrà rifare la storia di quell’avve- nimento, di avere un quadro dello svolgimento dei fatti più completo l’Unità, nel 1947, pubblicò una serie di articoli redatti dal Walter Audisio (cono- e preciso di quanto non risulti dal- sciuto come il colonnello “Valerio”) sulla fucilazione di Benito Mussolini e Claretta le relazioni “ufficiali” pubblicate Petacci. Su quei testi si scatenarono una serie di polemiche durate fino ai nostri da l’Unità nel 1945 e nel 1947. giorni. Audisio, negli articoli, diceva tutta la verità sulla fucilazione del capo del Alla mia relazione intendevo ag- fascismo, oppure raccontava una versione di comodo precedentemente concor- giungere quelle dei compagni che data con i dirigenti del Partito Comunista? Non è mai stato chiaro. Sul momento culminante della battaglia partigiana, antifascista e antinazista e sulla fine di nell’avvenimento ebbero un ruolo colui che aveva fatto perseguitare i migliori italiani con anni di galera, confino e importante, rimasto sempre igno- aveva fatto uccidere gli oppositori trascinando poi l’Italia in una guerra disastro- rato, ma finora non sono riuscito sa, nacquero leggende, versioni faziose e di parte, ignobili speculazioni della de- ad averle tutte ed allora ho deciso stra e tutta una serie di violente contestazioni mai finite. Nel 1996, l’Unità tornò di non tardare oltre e di mandarvi ancora una volta sulla vicenda Mussolini (dopo una serie precedente di articoli di il materiale raccolto e la mia testi- Candiano Falaschi), con una nuova inchiesta. La direzione del giornale, in quel monianza che chiarirà i motivi del momento, era in mano a Walter Veltroni. l’Unità aveva rintracciato, tra le carte mio comportamento a Como, rap- del PCI depositate presso l’Istituto Gramsci di Roma, una serie di documenti su presentato come strano e misterio- quel che era accaduto a Giulino di Mezzegra e a Dongo. Di cosa si trattava? Di so, e metterà in luce il contributo veri e propri rapporti, rimessi alla Segreteria del PCI dai protagonisti comunisti, determinante di alcuni compagni sui fatti di quei giorni sul lago di Como. Quei rapporti erano stati stilati negli Anni alla buona riuscita della missione. 70 per “passare alla storia” e cioè per testimoniare al partito gli avvenimenti dei Mi limiterò a riferire i fatti essen- quali i partigiani comunisti erano stati protagonisti. Era ovviamente impensabile ziali e che più mi interessano, tra- che i partigiani che si erano assunti la responsabilità di fucilare Mussolini, men- scurandone molti di quelli resi no- tissero al proprio partito e alla segreteria nazionale. Dunque, la versione della ti da Audisio, anche se a loro pro- morte del capo del fascismo e di Claretta Petacci fornita in quelle carte, non posito ci sarebbe assai da dire. poteva che essere quella vera. Erano tre gli uomini che, in base alla sentenza D’altra parte, ho dimenticato mol- emessa dal Comitato di Liberazione Nazionale, fucilarono Mussolini: Walter Audi- ti particolari e non sarei in grado sio (colonnello Valerio), Aldo Lampredi (Guido) e Michele Moretti (Gatti Pietro). Audisio era addetto al Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà e da di ricostruire, con valida approssi- tempo militava nella Resistenza e nell’antifascismo attivo. Aldo Lampredi, inve- mazione quello che ho fatto nei ce, comunista, antifascista, combattente repubblicano in Spagna, e detenuto nel- giorni della insurrezione a Milano. le carceri fasciste, era il sostituto di Luigi Longo (Gallo) al comando del Corpo Questa considerazione vale anche Volontari della Libertà. Lo consideravano tutti l’uomo ombra del PCI e colui che per quanto riguarda i particolari doveva controllare che l’ordine di fucilazione fosse portato a termine nel miglio- del “come” e del “quando” avven- re dei modi. Nel dopoguerra, Lampredi diverrà uno stimato dirigente politico ne affidato l’incarico a Audisio. presso la direzione del Pci a Roma, Michele Moretti, anch’egli comunista, era il Escludo di aver partecipato a ri- commissario politico della 52ª Brigata Garibaldi che aveva catturato Mussolini, la unioni di compagni, o di membri Petacci e tutti i gerarchi del governo fascista di Salò, in fuga verso la Svizzera. del Comando generale, in cui sa- “Guido” era considerato, nel Pci, un “compagno fedele, rigoroso e di poche rebbe stata presa la decisione della parole”. Morì il 21 luglio del 1973. Non aveva mai parlato, fuori dal partito, della fucilazione di Mussolini e dei ge- vicenda Mussolini. Walter Audisio, invece, era stato presentato nel corso di una rarchi. Quello che ricordo è, che manifestazione nel 1947, ai compagni come il fucilatore di Mussolini. Era diven- nella serata di venerdì 27 aprile, tato deputato e aveva scritto un libro sulle vicende di Dongo e di Giulino di Mez- per motivi di lavoro sono rientrato zegra. Morì l’11 ottobre del 1973. “Guido” e “Valerio”, al ritorno da Dongo – è a palazzo Brera ad un’ora abba- cosa nota – firmarono un rapporto per il Corpo Volontari della Libertà. Un rappor- stanza tarda e che Audisio mi ha to forse andato disperso. Solo dopo tanti anni, esattamente nel 1972, Lampredi detto della missione che doveva- ricevé da Armando Cossutta, membro della Segreteria del PCI, l’invito a compi- mo compiere, in quanto Longo lare una nota sui fatti di Dongo. Cossutta, in quel momento, si stava occupando, tra l’altro, del riordino degli archivi del Pci. II documento che pubblichiamo, un aveva deciso che vi partecipassi an- testo straordinario e di eccezionale valore storico, è proprio quello preparato da ch’io. Ho inteso questa decisione Lampredi per la Segreteria comunista. Non è sicuramente l’ultimo documento come un compito di partito che sulla fucilazione di Mussolini ad affiorare tra le migliaia di carte che erano mi veniva affidato e in tale senso conservate negli archivi delle Botteghe Oscure. Quando fu pubblicato da l’Unità mi sono comportato. suscitò grande scalpore per tutta una serie di fatti mai conosciuti prima. La mattina del 28 aprile, quando Su Patria indipendente, il giornale dei partigiani e della Resistenza, non era mai siamo andati in Viale Romagna a comparso prima. prelevare il reparto partigiano che doveva accompagnarci, ho avuto 20 l patria indipendente l 20 aprile 2008 la lieta sorpresa di trovare al co- avrei incontrato per farmi ricono- compagni, assicurandoli che la no- mando del reparto stesso, il com- scere come compagno e farmi aiu- stra missione era approvata e volu- pagno Riccardo Mordini, ex com- tare nel mio compito. ta dal partito. A noi si aggiunse battente in Spagna, gappista in Ferro mi garantì a Dante Gorreri, Mario Ferro e quindi nella mac- Francia, partigiano in Italia, che che stava riprendendo in mano la china dovemmo trovarci in cin- avevo conosciuto a Marsiglia e a direzione della Federazione, e a que: io, Mordini, Aglietto, Ferro e Nizza quando collaborava con me Giovanni Aglietto che ne era stato l’autista. Mi pare di dovere esclu- per il passaggio clandestino in Ita- dirigente durante la sua assenza. dere che prendessimo un’altra lia dei compagni dirigenti del no- Discutemmo più di quanto avessi macchina come scrive Ferro. stro partito. previsto perché, in certa misura, i Non ricordo se passammo dalla Siamo arrivati a Como poco dopo compagni erano stati influenzati Prefettura, oppure se sapemmo le otto e siamo andati in Prefettu- dal programma elaborato dal per telefono che Audisio era già ra dove si trovava il CLN provin- CLN, ma alla fine, riconobbero la partito. Allora prendemmo la stra- ciale. Sono note le difficoltà in- giustezza della posizione del parti- da per Dongo e durante il viaggio contrate, dovute all’attività svolta to e fu discusso il modo migliore fummo fermati alcune volte da po- dai vari servizi segreti e da altri per superare gli ostacoli che preve- sti di blocco partigiani che ci fece- personaggi per salvare Mussolini e dibilmente avremmo incontrato a ro perdere abbastanza tempo. consegnarlo agli Alleati, e alla po- Dongo, date le caratteristiche del Arrivammo a Dongo quando Au- sizione, in sostanza analoga, presa comandante la 52a Brigata. Cosa disio era già sul posto. L’incontro dal CLN, il quale non voleva ri- importante che seppi, fu che avvenne nella piazza e fu burrasco- nunciare alla gloria di accompa- Commissario della Brigata era un so. Audisio era fuori di sé, mi ag- gnare Mussolini a Milano, inqua- bravo compagno: Michele Moret- gredì con aspre parole senza la- drato dalla 52a Brigata e addirittu- ti, il quale, fra l’altro, sapeva dove sciarmi la possibilità di spiegare ra messo in una gabbia. erano stati trasportati in nottata cosa avevo fatto e le cause del ri- Malgrado l’autorità “ufficiale” che Audisio cercava di far valere onde ottenere un camion e l’aiuto per arrivare ai gerarchi catturati, il tempo passava senza giungere ad una conclusione. Fu allora che mi resi conto che per superare le diffi- coltà che stavamo incontrando in Prefettura e quelle che avremmo trovato a Dongo, abbisognava l’aiuto del partito. Intanto, era ne- cessario che almeno il nostro rap- presentante nel CLN facilitasse il nostro compito e cessasse di soli- darizzare in pieno con gli altri membri. Non ricordo come indivi- duai il nostro compagno prof. Re- nato Scionti, ma appena mi fu no- to lo invitai a venire in Federazio- Ecco il cancello di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra. Contro il muretto di sinistra furono ne per discutere la questione. Mi fucilati Benito Mussolini e Claretta Petacci.