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PUG (Piano Urbanistico Generale)

ATTO DI INDIRIZZO

ASSESSORE POLITICHE URBANISTICHE E DI IL RESPONSABILE DEL IV SETTORE RIGENERAZIONE URBANA – PIANIFICAZIONE AREA TECNICA STRATEGICA DEL TERRITORIO (Ing. Rocco Alessandro VERONA) (Arch. Daniela COLAZZO)

CITTÀ DI Provincia di Lecce

IV SETTORE – SERVIZI TECNICI

INDICE

1. PREMESSA ______pag. 3 2. LA NUOVA FORMA DEL PIANO URBANISTICO GENERALE (PUG) ___ pag. 5 3. CONTESTO DI RIFERIMENTO ______pag. 6 4. BREVI CENNI STORICI ______pag. 8 5. OBIETTIVI GENERALI ______pag. 9 6. OBIETTIVI SPECIFICI ______pag. 12 7. IL PROGRAMMA PARTECIPATIVO E CONCERTATIVO ______pag. 24 8. LA DOTAZIONE STRUMENTALE ______pag. 29 9. QUESTIONARIO ______pag. 32

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1. PREMESSA

Lo strumento urbanistico di governo ed uso del territorio del di Galatone – PRG – è stato concepito nel periodo 1978-1982, lo stesso sconta, a tutt’oggi, la mancata conformità alla L.R. 56/80. Un primo tentativo concreto di adeguamento alla medesima Legge Regionale è avvenuto con il cosiddetto “PRG - Fontefranscesco”, il quale, purtroppo, per controverse vicissitudini di carattere amministrativo verificatesi a valle dell’approvazione, avvenuta con Deliberazione della Giunta Regionale n. 363 del 27 marzo 2007 ( che di fatto lo rendeva attuativo), lo hanno portato, a seguito dell’intervento del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia – sede di Lecce, con Sentenza n. 1951 depositata il 08/09/2010 e con Sentenza 1985 depositata il 23/09/2010, all'annullamento. A seguito delle predette Sentenze riacquista vigenza il Piano Regolatore Generale, attualmente in vigore, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1586 del 22/02/1982 e vigente prima dell'approvazione del “PRG – Fontefranceso” annullato dal TAR.

L’allora organo di governo, contestualmente alla fase conclusiva del procedimento di adeguamento del PRG alla L.R. n.56/80 (c.d. “PRG- Fontefrancesco”), avviò l’iter di formazione del PUG; infatti con Deliberazione della Giunta Municipale n. 178 del 06/10/2008, si approvò l'Atto di Indirizzo, comprensivo del Documento di Scoping della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), previsto dal Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG – Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali, approvato con Deliberazione Giunta Regionale n. 1328/2007) allo scopo di delineare gli obiettivi politici, il programma della partecipazione e concertazione e la dotazione strumentale necessaria per elaborare e gestire il P.U.G.

L’iter di redazione dello strumento urbanistico si conclude nel mese di aprile 2016, data in cui i progettisti incaricati rimettono all’Ente comunale gli elaborati del PUG ossequiosi dell’Atto di Indirizzo (approvato con deliberazione di G.C. n. 178 del 06/10/2008) e del D.P.P. (approvato con deliberazione di C.C. n. __ del 11/03/2011). Lo stesso viene inviato ad AdB – Puglia e Servizio LL.PP.-Edilizia Sismica (Regione Puglia) per i pareri preventivi propedeutici all’adozione, ad oggi, mai pervenuti; per meglio significare, l’AdB-Puglia a seguito di convocazione di “tavolo tecnico” per

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la formazione del PUG (finalizzato ad ottenere il parere preventivo propedeutico all’adozione) tenutosi a Valenzano il 28/03/2017, licenziava temporaneamente la proposta inviata formulando richiesta di aggiornamento degli elaborati riguardanti l’adeguamento al P.P.T.R. contenente gli elementi della Carta Idrogeomorfologiva che dovevano riportare la versione aggiornata e condivisa con AdB mediante nota prot. 1566/2014, ed inoltre venivano rilevate imprecisioni sia nei contorni delle aree perimetrale dal PAI sia nella rappresentazione delle aree a cui si applicano gli art. 6 e 10 delle NTA del PAI.

L’attuale amministrazione analizzato lo “status quo” della proposta di PUG presente in atti, verificato che la stessa fa riferimento ad atti di indirizzo politico-programmatici risalenti all’anno 2008 ritenuti in parte superati in quanto fotografano ed attestano una situazione urbanistica ormai sorpassata dagli eventi, sotto il profilo sia socio-economico, sia demografico che topografico (basti pensare che la CTR di base fa riferimento all’anno 2006), ribadendo, inoltre, la volontà di dotarsi di uno strumento pianificatorio attuale e proiettato verso scelte urbanistiche che abbiano una forza innovatrice e propulsiva sul tessuto economico sociale del paese, ritiene necessario assumere a pieno la responsabilità pianificatoria per “definire il futuro urbanistico del paese” e pertanto promuovere indirizzi integrativi e sostitutivi a quelli formulati con il precedente atto di governo, finalizzati ad avviare concretamente una “nuova stagione urbanistica” capace di dotare la comunità galatonese, in tempi contenuti, di un nuovo ed efficace strumento di pianificazione, governo ed uso del territorio.

Il presente documento, essenziale ai fini dell’avvio del procedimento per la formazione del PUG, viene predisposto secondo le indicazioni del DRAG, di cui alla D.G.R. n. 375/2007 “Schema di Documento Regionale di Assetto Generale (Drag) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento ed il contenuto dei Piani Urbanistici Generali (PUG)”.

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2. LA NUOVA FORMA DEL PIANO URBANISTICO GENERALE (PUG)

La nuova forma di piano, delineatasi con la L.R. n° 20/2001 e confermata dal DRAG, segna una netta cesura con i piani ispirati dalla L.R. 56/80, inaugura una nuova stagione dell’urbanistica in Puglia e si allinea con i modelli più moderni ormai da tempo in vigore in altre regioni.

Il nuovo strumento supera l’ispirazione “regolativa” dei PRG volta precipuamente a regolamentare l’attività edilizia e introduce il concetto di tutela e sviluppo dell’intero territorio analizzato non solo nell’ambito dei confini comunali ma nel contesto di area vasta nel quale si trova.

Il PUG è articolato in una “parte strutturale”, che comprende il sistema di conoscenze, la loro interpretazione e le relative previsioni, ed in una “parte programmatica”, che detta le previsioni del futuro sviluppo del territorio.

La parte strutturale del PUG (PUG/Strutturale) assume il significato di “statuto dei luoghi” o di “sistema delle invarianti territoriali”, ossia di insieme dei valori espressione dell’integrità fisica, dell’identità ambientale, storica e culturale, di struttura portante dell’infrastrutturazione e delle attrezzature del territorio.

In sostanza la parte strutturale persegue gli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio, così come definite nei quadri interpretativi; indica le grandi scelte di assetto di medio/lungo periodo costruite a partire dai contesti territoriali individuati; detta indirizzi e direttive per le previsioni programmatiche e per la pianificazione attuativa.

La parte programmatica del PUG (PUG/Programmatico) assume il significato di quadro generale degli interventi da realizzarsi nel breve-medio periodo, comprendente la disciplina delle relative modalità di attuazione e la localizzazione delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle aree sottoposte a Piani Urbanistici Esecutivi (PUE), nonché la localizzazione delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle aree non sottoposte a PUE (città costruita).

Il PUG, dunque, anche in virtù della suddetta articolazione, non può che essere uno strumento nuovo, profondamente diverso dal PRG di tradizione.

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Questa differenza richiede il cambiamento delle consolidate abitudini a una pianificazione, come anzi detto, esclusivamente regolativa e l’assunzione di un approccio nuovo che, attraverso una maggiore autonomia e responsabilità da parte dei Comuni, vede il piano come tassello significativo della costruzione del futuro della comunità e dello sviluppo locale.

Il PUG deve avere un orizzonte “strategico” dove il termine “strategico” richiama un modo di pianificare che include fra le caratteristiche fondamentali dello strumento sia la costruzione collettiva di una visione condivisa del futuro del territorio, sia “l’orientamento all’azione”, cioè la capacità di rendere praticabili le previsioni di piano.

Pubblico e privato non sono più antagonisti ma entrambi costruttori e protagonisti di una prospettiva di salvaguardia e sviluppo sostenibile del territorio che ne esalti tradizioni, peculiarità e potenzialità.

Il PUG pertanto deve contenere al proprio interno linee d’azione orientate al futuro, strettamente legate alle conoscenze del territorio e costruite con gli attori locali e sovra-locali, mediante una selezione di obiettivi prioritari e una valutazione dei tempi e delle risorse necessari all’attuazione.

3. CONTESTO DI RIFERIMENTO

Il territorio comunale Comune di Galatone si estende nella parte centro-occidentale della penisola salentina per 46,54 km², è situato a 57 m s.l.m. e si affaccia lungo il litorale ionico con le località di “Montagna Spaccata” e “La Reggia”; conta una popolazione di 15.430 abitanti ed una densità demografica territoriale pari a circa 331,54 ab./kmq; si fregia del titolo di “città”, conferito con Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 2005.

Distante 24 km da Lecce e 13 km da Gallipoli, il centro urbano è situato lungo la Strada Statale 101 Salentina di Gallipoli che collega il capoluogo di provincia con la cittadina ionica; il comune è servito dall'omonima stazione ferroviaria posta sulla linea - gestita dalle Ferrovie del Sud Est.

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Il territorio comunale comprende gli antichi feudi di Tabelle, Tabelluccio, Fulcignano, S.Cosma, Fumonegro, Morice e Renda e confina con i comuni di Nardò, , Seclì, , e Gallipoli.

A Nord il territorio e attraversato dal canale dell'Asso che, a seconda delle località, prende il nome di Canale Raschione, Canale Reale e canale Pinnella; esso proviene dalle contrade di e di Neviano per perdersi nel territorio a Nord di Nardò.

PTCP della Provincia di Lecce - La Carta geolitoligica del Comune di Galatone

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Il territorio di Galatone è connotato da una morfologia pressocchè pianeggiante caratterizzato soprattutto da calcareniti organogeni e detritici compatti e tenaci - calcari dolomitici e dolomie stratificate e fratturate ed anche sabbie, sabbie limose, calcareniti e calcareniti marnose.

4. BREVI CENNI STORICI

La nascita di Galatone si fa risalire ai primi insediamenti umani nel periodo del Neolitico. I rinvenimento di utensili in selce e ceramica nel "Villaggio Costante" sulla Serra Campilatini, nella grotta "Pinnella", negli insediamenti "Rizzi" e "Spisari" e nella grotta rinvenuta in periferia, e precisamente a sud del paese, in via San Nicola di Pergoleto ne confermerebbe la datazione di origine. Nel Medioevo il territorio fu soggetto a occupazioni e scorrerie da parte di Saraceni, Ungari, e Bizantini. Con la dominazione bizantina si svilupparono l'agricoltura e l'allevamento e si registrò un notevole incremento demografico. Sorsero piccole comunità rurali (Choría) dedite all'agricoltura, Tabelle, Tabelluccio, Fulcignano, San Cosma, Fumonegro Morice e Renda, le quali furono in seguito abbandonate e le popolazioni residenti si stanziarono nel casale di Galatone. Nel XV secolo subì l'assedio di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo che rase al suolo una parte della cinta muraria. Dopo la morte dell'Orsini, avvenuta nel 1463, per Galatone seguì un lungo periodo di pace, interrotta dall'invasione turca del 1480 e dall'invasione dei veneziani quattro anni più tardi. Agli Orsini successero i Castriota, con la scomparsa dei quali, il feudo passò nelle mani della Corona che lo vendette ad una facoltosa famiglia genovese. Dal 1556 appartenne ai Squarciafico i quali diedero prosperità e crescita culturale costruendo nel 1570 un ospedale per poveri gestito dal clero. Nel XVII secolo il feudo fu retto dai Pinelli. Il XVIII secolo fu caratterizzato da una vita politica poco vivace a causa delle frequenti elezioni di Sindaci, sistematicamente esautorati da un governatore prepotente e accentratore. Nel 1743 la storia di Galatone fu sconvolta da un terribile terremoto, che procurò il crollo di parte delle mura cittadine, di porta San Sebastiano, del palazzo marchesale e di molte abitazioni, ma portò anche nuova linfa nello sviluppo edilizio del paese.

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5. OBIETTIVI GENERALI

Il grado di eccellenza di un territorio - città è oggi valutato sempre più in termini qualitativi. Il suo fattore critico di successo si misura nella capacità di offrire al sistema economico globale caratteristiche fisiche, sociali, economiche, culturali in grado di rendere conveniente e redditizio l’investimento effettuato localmente.

I mutamenti in essere in un sistema economico sempre più globale e finanziario, unitamente alle conseguenze della perdita di sovranità degli stati nazionali, hanno trasformato le città e i territori in luoghi di competizione globale organizzate principalmente su un terziario efficiente e innovativo. Le attività di servizio non sono da intendersi solo quelle burocratiche o di bassa qualità. Sono piuttosto quelle delle attrezzature materiali e immateriali che servono a rendere efficiente le filiere dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio, del turismo, della cultura, del buon vivere civile e sociale.

Le città, ma anche i centri di minori dimensioni, a condizioni di essere coordinate tra loro attraverso qualificati criteri organizzativi di area vasta, si devono strutturare sempre più come organismi viventi, frontiere sensibili della qualità civile e democratica:

- hanno bisogno di costanti risorse (ovvero di investimenti grandi e piccoli che lo stato centrale non può più garantire);

- hanno bisogno di essere mantenute e accudite non solo con la manutenzione fisica ma con la formazione, il coinvolgimento attivo dei cittadini, dei produttori di beni e servizi;

- hanno bisogno, infine, di comunità coese e solidali in grado di organizzare in modo ottimale il loro patrimonio identitario in termini di risorse autoctone.

L'Amm.ne di Galatone, nella prospettiva di cogliere i cambiamenti che le moderne dinamiche socio- economiche suggeriscono (ovvero coniugare sviluppo e rispetto dei propri valori identitari), nel soffermarsi sugli obiettivi del nuovo strumento di governo del territorio, ritiene si debba porre l’attenzione soprattutto sui seguenti aspetti:

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 tutela, valorizzazione e riqualificazione del degrade fisico e sociale del centro antico, negli aspetti storico-architettonici, di uso dei materiali, di arredo urbano, di fruizione (anche attraverso la sola mobilità lenta) evidenziando il doppio ruolo: residenziale e centro di servizi e commercio;

 riconoscere gli elementi strutturali del territorio e prefigurare, senza ulteriore consumo di suolo, le strategie di trasformazione socio-economica e territoriale della Città nel suo insieme e un livello attuativo, che individui e programmi in modo coordinato i progetti di trasformazione e di riuso della Città esistente e ne definisca le relative modalità operative;  esame del contesto urbano nella sua interezza, al fine di migliorare la rete stradale, e provvedere ad una adeguata localizzazione quanti-qualitativa degli spazi pubblici;  cura dei margini urbani e accurata definizione del rapporto tra periferia e campagna; ri-abitare il margine urbano ed paesaggi di margine che oggi si configurano come gli spazi della complessità, luoghi instabili non ancora urbani e non più rurali, dove si condensano le contraddizioni della contemporaneità e le sfide maggiori,  spazi per la pratica di attività socio-culturali e di aggregazione, pianificazione di veri e propri “cluster” urbani creativi;  individuazione e dichiarazione di interesse di beni culturali nell’accezione più ampia, specie interessanti il contesto agricolo, con particolare riferimento alle masserie, edifice rurali, masserie fortificate, dimore storiche rurali ed ai manufatti in pietra presenti sul territorio,;  individuazione e segnalazione di beni botanico-vegetazionali;  individuazione e segnalazione di beni geo-morfologici (cit. “c’è sempre un luogo che ci appartiene”), anche attraverso il recupero delle “tagliate” e antiche cave presenti sul terriotrio, immaginando un collegamento urbanistico tra “passato e presente” finalizzato a restituire allo sguardo i segni e le tracce del passato arricchiti da suggestioni contemporanee ;  studio accurato del territorio di concerto con l’Autorità di Bacino della Regione Puglia ai fini della prevenzione delle problematiche idrogeologiche;  volano economico e occupazionale: aree per gli insediamenti produttivi, ovvero per le attività artigianali, commerciali, industriali e socio-assistenziali sanitarie;

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 sviluppo sostenibile delle forme di turismo connesse alla campagna (turismo rurale, agriturismo e simili);  sviluppare la rete ecologica che metta in relazione le aree di alto potenziale ambientale, massimizzando gli effetti di rigenerazione delle risorse fondamentali.

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6. OBIETTIVI SPECIFICI

A) Dal PRG al PUG a) Il piano dovrà mirare al superamento del sistema rigido di pianificazione previsto dal PRG, consentendo maggiore flessibilità normativa rispetto alle possibili opportunità operative; la qual cosa dovrà significare, in termini di strumento di governo del territorio e di previsioni di sviluppo e concreta attuabilità degli interventi programmati con risultati riscontrabili già nel breve periodo. b) Va operata una “rilettura” dello strumento urbanistico vigente e del suo stato di attuazione evidenziando i risultati che ha consentito di raggiungere, i limiti e le carenze al fine di una ponderata considerazione delle esperienze maturate quale presupposto della nuova pianificazione.

B) Il centro antico

La parte antica della città è di notevole valore storico-architettonico e culturale. Il Piano porrà quindi particolare attenzione, alla rigenerazione, riqualificazione e valorizzazione di questa importante parte della città.

E’ auspicabile una previsione che consenta interventi, privati e/o pubblici, senz’altro rispettosi del borgo antico e della sua identità culturale, come stratificatasi nei secoli, ma decisamente volti al recupero e alla ristrutturazione dei fabbricati, al ripristino di condizioni residenziali che facilitino la socializzazione e i rapporti di vicinato tipici di una cultura favorita dal contesto insediativo, da un forte sentimento di solidarietà e di appartenenza alla propria comunità.

Ai fini della fruibilità della città antica va stimolata la mobilità lenta e sostenibile, utile alla vivacizzazione degli spazi aperti, quale occasione di vita e di relazione sociale, e utile a decongestionare e dare nuovo respiro alle strette vie ed alle piazzette.

Le indicazioni del nuovo strumento urbanistico dovranno quindi essere tali da sostenere e migliorare la vivibilità ai residenti; da imprimere nuovo e vivace stimolo nei confronti di chi voglia decidere di spostare nel centro antico la propria residenza, specialmente le giovani coppie, di chi voglia installare piccoli esercizi commerciali, il proprio studio profesionale, la propria attività per artigianato di servizio

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o legato a lavorazioni tradizionali, ed inoltre di favorire l’inserimento di residenze turistiche e spazi per il coworking.

Un centro antico che ridiventi il cuore pulsante della città grazie anche al notevole valore storico- culturale e turistico.

In tale prospettiva di rinascita il “Palazzo Marchesale”, sia per la sua posizione nel contesto, sia per la destinazione delle sue sale ad attività e manifestazioni di carattere culturale e sociale, sia per il valore simbolico per la città, è destinato a divenire il polo di attrazione ed insieme il centro motore intorno al quale sviluppare ogni azione, ogni iniziativa, ogni progetto teso al miglioramento ed alla valorizzazione di un ambito di grande fascino ed attrattività.

C) La città consolidata ed i margini urbani

Il Piano dovrà prevedere la rigenerazione del costruito e la valorizzazione della "città consolidata" attraverso la sostituzione edilizia, il riuso e la riqualificazione del patrimonio esistente e dell'edificato, incentivando tale pratica anche attraverso premialità volumetriche “una tantum”.

Con riferimento alle residue potenzialità del settore residenziale del vigente P.R.G. - zone B e C -, vanno esaminate condizioni, opportunità e possibilità di riassetto normativo ed urbanistico dello stesso, in particolare per le zone C (da PRG vigente) andranno valutate le opportunità di riconferma delle stesse o ritipizzazione in funzione delle potenziali esigenze socio – economiche e demografiche.

Vi è la necessità di definire le relazioni di intervisibilità “città – campagna”, attraverso i comparti di espansione i quali dovranno interessare (in ossequio alle opportunità/limitazioni dettagliate al capoverso precedente) aree di sviluppo capaci di sostenere fortemente il tema “patto città - campagna” tali da permettere una definizione del margine urbano e mitigare l’impatto di cesura tra edificato e campagna anche attraverso la programmazione di infrastrutture e servizi posti a filtro paesaggistico.

E' necessario, altresì, un accurato studio dei margini urbani, delle fasce periurbane, attribuendo alle zone periferiche la stessa attenzione che si pone per le zone densamente abitate, con il doppio intento

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di avere un margine urbano ben definito e dotato di ogni servizio e di realizzare una edificabilità rada che risponda alle sentite esigenze di sposare la città e la campagna secondo i dettami del PPTR.

D) La stratificazione storica dell’organizzazione insediativa rurale

Individuazione delle testimonianze storico-architettoniche site fuori dal centro urbano sia come rilevanti emergenze storico-architettoniche (masserie, cappelle, dimore storiche, villini, ecc.), sia come elementi architettonicamente minori, ma non di minor pregio, legati alla tradizione contadina (pajare, furnieddi, muretti a secco, etc.) con relative norme di salvaguardia e conservazione anche ai sensi della normativa del PPTR relativa alla Stratificazione storica dell’organizzazione insediativa.

Tale orientamento si inquadra nella volontà di tutela, oltre che delle emergenze storico-architettoniche e testimoniali presenti nel contesto agricolo, anche del paesaggio inteso come elemento identitario, come luogo in cui si sono sedimentati i segni della presenza e dell’attività nel territorio degli antichi abitanti nel corso dei secoli.

Inoltre si dovrà necessariamente tener conto dell’antropizzazione volumetrica nell’ambito agricolo, che in talune aree si presenta come maxi-aggregato residenziale destinato non solo alla villeggiatura estiva ma anche destinato a residenza principale. Tale tendenza, amplificata nel corso degli ultimi quaranta anni (a volte riferita ad insediamenti non legittimati da titoli autorizzativi) e riconducibile alla tradizione socio - economica galatonese, la cui matrice è da ricercare nelle abitudini consolidate ereditate dagli avi e riconducibili all’allora cultura contadina legata al sostentamento dei nuclei famigliari mediante i lavori agricoli stagionali che necessitavano il trasferimento di tutti i componenti della famiglia per non meno di quattro - cinque mesi all’anno (ancora vivo nella memoria dei più anziani è l’uso delle cosidette “pajare” quale luogo di ricovero estivo).

E) Standard urbanistici

Va effettuato un puntuale censimento delle superfici a servizi esistenti ai sensi del D.I. 1444/68 onde verificare quantità e qualità degli stessi ai fini di una adeguata risposta alle esigenze dei residenti e al miglioramento del contesto sociale e d’uso degli spazi pubblici.

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F) Mobilità

Occorre procedere alla rivisitazione del sistema di mobilità al fine di evitare che Galatone rimanga “città attraversata” (attraversamento urbano) ipotizzando uno sviluppo a “maglia omogenea” di raccordo esterno agli ambiti urbanizzati da porsi a sud del paese.

Va effettuato uno studio della viabilità urbana ponendo attenzione alle problematiche connesse al traffico e ai parcheggi e ipotizzando la realizzazione di percorsi atti a favorire la mobilità dolce e di zone pedonali.

In considerazione dei recenti indirizzi regionali - L.R. 23 gennaio 2013, n. 1 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica” - vanno ipotizzati percorsi ciclabili che interessino l’intero agro, vista la particolare attrattività dello stesso, anche attraverso la localizzazione di stazioni di bike-sharing che, a partire dal centro urbano e/o dalla locale stazione ferroviaria, consentano la visita dell’intero contesto rurale.

G) Le attività produttive: industria, artigianato, agricoltura

Va favorito l’insediamento dell’artigianato di servizio e delle attività commerciali all’interno del tessuto urbano, preferibilmente localizzate lungo le principali arterie di comunicazione e/o attraversamento, mediante lo studio sia di una adeguata normativa, sia attraverso previsioni di idonei tipi edilizi.

Va valorizzata l’area per insediamenti produttivi esistente attraverso la riqualificazione ed il recupero degli immobili ivi insediati (molti dei quali a causa della congiuntura economica sono chiusi e/o in totale stato di abbandono), nella considerazione che l’ubicazione a ridosso dell’ambito urbanizzato di fatto crea una continuità tale da non distinguere i diversi contesti, prevedendo anche la possibilità di insediamenti a carattere commerciale (ad esclusione del food) che necessitano di ampie superfici di vendita e di standard (in particolare parcheggi).

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Si ritiene utile e necessario prevedere l’opportunità di insediare in un contesto extraurbano, (preferibilmente sfruttando il volano caratterizzato dall’esistente sistema di mobilità provinciale che collega Lecce a Gallipoli e Leuca) un’area capace di offrire un format di carattere commerciale che si è molto sviluppato negli ultimi anni, ovvero un complesso edilizio omogeneo capace di ospitare numerose attività commerciali e di artigianato di servizio mediante la previsione di insediamento di punti vendita della G.D.O., negozi specializzati al dettaglio, all'ingrosso o temporanei, catene commerciali in franchising, cinema, ristoranti, banche e altri servizi alla persona, salvaguardando anche l’inserimento delle piccole realtà commerciali e artigianali locali.

In un'ottica di riorganizzazione del sistema produttivo della zona agricola, salvaguardando le zone già sottoposte a tutela, dovrà favorirsi lo sviluppo di una economia in grado di coniugare le tradizionali attività agricole con le attuali e sostenibili forme d’uso del territorio aperto (vedi agriturismo, ricettività e turismo rurale, forme di produzione / trasformazione / commercializzazione dei prodotti agricoli)

Va consentita la nuova edificabilità nel contesto rurale alle sole aziende agricole (e affini e/o similari) a titolo principale, parametrandola al grado di sensibilità del territorio e, laddove possibile, secondo i parametri massimi consentiti dalla normativa, anche in considerazione dell’incentivazione all’attività agricola, del contrasto dell’abbandono dei campi e della parcellizzazione delle proprietà.

H) Il turismo

1) Le trasformazioni del turismo culturale

Secondo le previsioni, negli anni futuri il potenziale turistico della Puglia dovrebbe crescere in modo consistente in ragione dei cambiamenti in corso nel turismo internazionale.

Ai tradizionali interessi culturali per i musei, il patrimonio storico architettonico, il mare, il sole, il turismo manifesta una sempre più crescente attrazione per il turismo creativo, culturale, religioso e per la gastronomia, le filiere agroalimentari, l’enologia, le fiere, le tradizioni locali, la natura.

Un mutamento totale dei tradizionali fattori di attrazione turistica che sta mettendo in difficoltà molti paesi tra cui la Francia e l’Inghilterra ritenuti, ancora oggi, molto competitivi.

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La sfida sarà vinta da quei territori e paesi che saranno capaci fare emergere e valorizzare le vere peculiarità del loro patrimonio identitario.

Il turismo creativo è uno strumento per rileggere le risorse del territorio in chiave turistica, utilizzando le risorse, le caratteristiche dei luoghi per proporre esperienze ai visitatori. Il termine è di fatto una contaminazione fra il concetto di industria creativa e quello di turismo.

Il turismo culturale, è una forma di turismo che è strettamente legata alla cultura di una specifica regione o paese, in particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all'arte, all'architettura, alla dieta, alla religione ed altri elementi delle popolazioni nelle specifiche aree geografiche, che contribuiscono a creare quel loro tipo di vita.

Il turismo religioso è la forma di turismo che ha come principale obiettivo la fede e quindi la visita ai luoghi religiosi (come santuari, chiese, conventi, abbazie, eremi e luoghi sacri), per costatarne non solo il Genius loci (l'entità naturale e soprannaturale legata a un luogo) ma anche apprezzarne la loro bellezza artistica e culturale.

Inoltre non è da trascurare il turismo enogastronomico e della filiera agroalimentare, infatti il cibo, inteso nella sua accezione più vasta, è senz’altro il fattore più importante alla base della crescita dell’attrazione per la Puglia.

La crescente rilevanza che questo fattore ha ormai acquisito per il turismo culturale ha fatto emergere un nuovo tipo di turista consumatore che gli studiosi della materia hanno denominato “foody”. Un soggetto che si distingue dal tradizionale gourmet in quanto il suo è un interesse a tutto campo che vuole andare in profondità e vuole capire i contesti. Infatti, ama il cibo sia come semplice fruizione ed esperienza culinaria, sia come forma di cultura in senso antropologico.

Una esperienza sensoriale dai connotati nuovi, che si instaura con il cibo non in senso astratto ma inserito nella specificità del contesto fisico, sociale, culturale, ambientale, in cui lo si sta gustando.

Questa significativa rilevanza del cibo nasce dalla considerazione che il suo vero valore è legato alle sue qualità gustative, ma anche alla sua capacità di evocare esperienze vissute che rimangono scolpite nella memoria in modo indelebile. Organizzare i luoghi ed i contesti, materiali e immateriali, idonei a stimolare esperienze uniche e significative, significa:

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 pensare alla loro funzionalità sul piano delle infrastrutture, dei servizi e dell’accoglienza in generale;  tenere conto dell’esigenza di creare degli “attivatori” simbolico-emozionali in grado di evocare immagini avvolgenti e immemorabili. Per tali specificità, il e la Puglia in generale, possono essere considerati un grande laboratorio che deve essere organizzato in modo da fare esplodere le tante potenzialità non ancora espresse.

2) Le potenzialità del sistema territoriale locale Riqualificazione dell’ambito urbanizzato “ex lottizzazione Santa Rita” immaginandolo trasformato da “villaggio” a “Marina”, da attuarsi senza ulteriori insediamenti volumetrici ad uso residenziale rispetto allo stato attuale, prevedendo per le stesse una premialità nella formula “una tantum” finalizzata al recupero ed alla rivitalizzazione dell’edificato; la rifunzionalizzazione dell’intero contesto passerà anche attraverso lo sviluppo del sistema di mobilità dolce di collegamento “terra- costa” attraverso l’attrattore naturale “Parco della Montagna Spaccata”; il recupero e la riqualificazione dell’intero contesto urbanizzato “Santa Rita” fortemente degradato, dovrà avvenire anche attraverso la tipizzazione di nuove aree, finalizzate ad incentivare il turismo culturale, ambientale, sportivo e ricreativo, teso a destagionalizzare e diversificare le presenze.

3) Aree per attività ricreative Si ritiene necessario individuare e tipizzare un ambito capace di ospitare le attività ricreative (attrezzate per offrire svago e divertimento) intese anche come “attività di spettacolo viaggiante”, pensate come attività spettacolari, trattenimenti e attrazioni, allestite mediante attrezzature mobili, o installate stabilmente, all'aperto o al chiuso, ovvero in parchi di divertimento.

I) Aree per servizi socio-assistenziali e sanitari

Il sistema dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari comprende un insieme variegato di servizi (di tipo non ospedaliero) cui concorrono all’erogazione una pluralità di soggetti pubblici e privati sia

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profit che non, compresi gli istituti religiosi. I servizi si differenziano in ragione dello stato di bisogno dei diversi target di utenza e delle esigenze specifiche di protezione sociale e di assistenza sanitaria di ciascun individuo. L’obiettivo è quello di individuare un ambito ove insediare strutture in grado di gestire questa tipologia di servizi.

L) Le azioni del PUG

Il nuovo PUG dovrà adottare pratiche di rigenerazione urbana, che si caratterizzeranno per una tensione verso la semplicità e la ricchezza del vivere urbano, declinando gli obiettivi in chiave ambientale e paesaggistica; l’accessibilità a tutto ciò che compone il capitale della città (un insieme di infrastrutture fisiche e immateriali per i flussi di dati, persone e prodotti; servizi abitativi, per la salute e l’istruzione; solidarietà, produttività e creatività), comporta saper lavorare sulle differenze di luoghi e paesaggi, così da mantenere e rigenerare le funzioni sociali, economiche, culturali. Per tradurla in pratiche effettive e attuabili, occorre una progettazione integrata, che si occupi, senza separatezze, di redistribuzione dei diritti alla vita urbana, di rivitalizzazione economica e sociale, di tutela ambientale e di riqualificazione paesaggistica, di mobilità sostenibile e di economie circolari, che possono produrre cambiamenti nei comportamenti individuali e collettivi e negli stili di vita urbani.

Lo scenario è quello della città intelligente e inclusiva, che porta a sperimentare anche il riuso temporaneo, una sorta di riappropriazione della vita urbana, ove si uniscono creatività, socialità, nuove economie. Le priorità riguardano le prestazioni ambientali delle città, gli spazi pubblici, i paesaggi, il riequilibrio dei carichi territoriali, che attiene anche alla riqualificazione ambientale ed ecologica degli insediamenti produttivi. Pertanto, il recupero edilizio e la riqualificazione urbanistica non possono prescindere da una più generale politica di rigenerazione, dalle sinergie derivanti da un insieme coordinato di azioni che investano, accanto all’edilizia, alle infrastrutture, all’organizzazione della mobilità e delle reti tecnologiche, alla dislocazione delle funzioni, anche la bonifica dei suoli e delle acque, la difesa della copertura vegetale, la conservazione dei paesaggi dotati di valori duraturi, la creazione di nuovi paesaggi per incrementare le risorse a disposizione delle generazioni future, le

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pratiche di informazione e crescita civica, così che si attivi il contributo di una moltitudine di soggetti (economici, culturali, sociali, politici) al successo delle intenzioni di cambiamento delle condizioni urbane.

In questo quadro, la rigenerazione urbana assume valore di orizzonte politico e culturale della nuova urbanistica; non è una categoria di intervento confinata nel settore tecnico, ma può diventare un progetto collettivo, nel quale ridefinire i ruoli di tutti gli attori, pubblici e privati, per declinare il futuro delle città nelle quali vorremmo vivere, assegnando ai valori sociali e ambientali una rilevanza economica. La città europea del futuro è “un luogo dallo sviluppo sociale avanzato, con un grado elevato di coesione sociale, alloggi socialmente equilibrati, nonché servizi sanitari ed educativi rivolti a tutti; una piattaforma per la democrazia, il dialogo culturale e la diversità; un luogo verde, di rinascita ecologica e ambientale; un posto attrattivo e un motore della crescita economica”. La complessità e la varietà delle forme e degli insediamenti urbani è stata al centro della Conferenza Nazionale Habitat III (Quito, 20 ottobre 2016), chiusa con la “Dichiarazione di Quito su città ed insediamenti umani sostenibili per tutti”, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno mondiale sul tema dell’urbanizzazione sostenibile. La Dichiarazione costituisce la parte introduttiva della “New Urban Agenda”, ove si riconoscono la necessità e l’utilità di reimpostare la maniera in cui le città e gli insediamenti umani vengono pianificati, progettati, finanziati, realizzati, governati e gestiti.

M) La perequazione e compensazione urbanistica e le misure premiali

Il Piano applicherà il principio della perequazione e compensazione urbanistica, nonché le misure premiali in ossequio hai dettami dalla L.R. n. 18 del 30/04/2019 (“Norme in materia di perequazione, compensazione urbanistica e contributo straordinario per la riduzione del consumo di suolo e disposizioni diverse”)

Le previsioni strutturali del PUG stabiliranno gli obiettivi da perseguire e i limiti entro i quali attuare la perequazione, la compensazione e le misure premiali, in coerenza con le linee fondamentali dell’assetto del territorio e le direttrici di sviluppo urbano.

Le previsioni programmatiche del PUG:

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a) individuano gli ambiti di trasformazione entro i quali attuare la perequazione, definendo la quantità edificatoria mediante l’applicazione di un indice di edificabilità territoriale, unico in presenza di caratteristiche omogenee o differenziato sulla base della classificazione delle aree in essi ricomprese e in presenza di situazioni insediative pregresse; b) individuano gli interventi volti a perseguire le finalità di cui agli articoli 3 e 4 della L.R. 18/2019, definendo gli indici per la determinazione delle quantità edificatorie da assegnare a fini compensativi o premiali e stabilendo gli ambiti di trasformazione o i comparti, in loco o a distanza, nei quali dette quantità edificatorie possono essere utilizzate; c) contemplano la possibilità di incrementare, sino a un massimo del 50 per cento, le quantità edificatorie da insediare negli ambiti di cui alla lettera a), a condizione che la quota in incremento sia riservata al comune per il raggiungimento degli obiettivi di cui agli articoli 3 e 4 della L.R. 18/2019; d) contemplano la possibilità di incrementare, in misura non eccedente il 30 per cento, l’indice di edificabilità di aree già urbanizzate o di mutare la destinazione d’uso delle medesime, per il raggiungimento degli obiettivi di cui agli articoli 3 e 4 della L.R. 18/2019.

Gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale perseguono la perequazione urbanistica intesa come l’insieme delle tecniche e delle modalità di attuazione delle trasformazioni degli ambiti ivi previsti, mediante attribuzione e cessione di quantità edificatorie, finalizzate a realizzare un’equa distribuzione dei costi e dei benefici determinati dalla pianificazione e ad assicurare al comune le aree destinate a dotazioni territoriali e a infrastrutture, in alternativa al ricorso a procedure espropriative. La perequazione urbanistica è finalizzata a: a) evitare la disparità di trattamento tra proprietà immobiliari; b) garantire l’indifferenza della proprietà nei confronti delle scelte di piano; c) assicurare la realizzazione delle urbanizzazioni, dei servizi pubblici e sociali, della viabilità, del verde e dell’edilizia residenziale sociale; d) promuovere lo sviluppo armonico della pianificazione con riferimento alla qualità ambientale, urbana, architettonica e paesaggistica.

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La perequazione si realizza, nell’ambito delle previsioni del Piano urbanistico generale (PUG), con la definizione di un indice di edificabilità territoriale da applicare in ambiti di trasformazione specificatamente individuati, anche con il ricorso all’istituto del comparto edificatorio. Agli ambiti di cui al comma 3 è assegnato un indice di edificabilità territoriale unico in presenza di caratteristiche omogenee o differenziato sulla base della classificazione delle aree in essi ricomprese. Detto indice è riferito alla capacità edificatoria complessivamente attribuita a prescindere dalla edificabilità e dalle destinazioni d’uso assegnate alle singole aree. Nella classificazione delle aree e nell’attribuzione degli indici si tiene conto del loro stato di fatto e di diritto, delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche, dell’edificato eventualmente esistente e del livello di infrastrutturazione.

In presenza di vincoli preordinati all’espropriazione o della loro reiterazione, gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale possono definire misure finalizzate a compensare, in alternativa all’indennità, i proprietari di aree o di beni immobili che il comune intende acquisire per la realizzazione di opere pubbliche. Tali misure consistono: a) nell’attribuzione di quantità edificatorie da utilizzare secondo le previsioni degli strumenti della pianificazione urbanistica comunale; b) nel riconoscimento di modifiche delle destinazioni d’uso di aree o immobili esistenti; c) in trasferimenti o permute di aree. Per l’attuazione della compensazione gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale individuano i beni immobili da espropriare, definiscono un indice per la esatta determinazione delle quantità edificatorie da assegnare a fini compensativi e indicano gli ambiti di trasformazione o i comparti nei quali possono essere utilizzate. La compensazione urbanistica non opera nell’ipotesi di apposizione di vincoli conformativi, in presenza dei quali può trovare applicazione lo strumento della perequazione urbanistica. Il comune, nell’ambito del Programma triennale dei lavori pubblici, può prevedere la realizzazione di opere pubbliche stabilendo, in alternativa al corrispettivo in denaro e comunque nel rispetto della normativa vigente in materia di contratti pubblici, il riconoscimento in favore dell’appaltatore di quantità edificatorie equivalenti al valore dell’intervento da realizzare così come determinato in sede

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di aggiudicazione. Gli strumenti urbanistici comunali individuano gli ambiti di trasformazione o i comparti nei quali dette quantità edificatorie possono essere utilizzate.

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7. IL PROGRAMMA PARTECIPATIVO E CONCERTATIVO

Nella parte II “Le fasi preliminari” del DRAG si afferma che è opportuno che, formulato l’Atto di indirizzo della Giunta comunale che avvia il processo di formazione del PUG, sia delineato, in coerenza con l’art. 2, lett. A) e c) della L.R. 20/01, il programma partecipativo e concertativo che accompagnerà la formazione del PUG, adottando un approccio strategico nella promozione di interazioni tra i diversi soggetti territoriali, sia pubblici sia privati.

La strutturazione del programma partecipativo prevede:

- adeguate forme di partecipazione civica nella formazione del DPP e nella prosecuzione del processo di costruzione del piano, che includano, anche le forme partecipative che si ritengano più idonee al coinvolgimento della comunità locale; - forme di cooperazione interistituzionale e co-pianificazione da realizzarsi attraverso l’uso della Conferenza di servizi, Il previsto programma di partecipazione civica viene, salvo ulteriori integrazioni, così strutturato dal Comune di Galatone :

7.1 Fase di coinvolgimento precedente alla redazione del D.P.P. Vengono illustrate una serie di azioni che potranno essere adeguate in relazione alle esigenze emergenti durante l'intero iter di redazione del Piano. a) Laboratorio di coinvolgimento di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori su azioni di partecipazione/riflessioni sui problemi locali e territoriali attraverso rappresentazioni grafiche, geografiche, descrittive del territorio comunale e di area vasta. b) Coinvolgimento della popolazione, delle associazioni, delle categorie produttive in incontri pubblici. c) Coinvolgimento della popolazione attraverso la distribuzione in ogni famiglia di un questionario (di cui viene allegato uno schema suscettibile di implementazione e/o modifiche), da pubblicare anche sul sito web del Comune, per sollecitare una interesse personale e diretto dei cittadini.

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d) Assemblea aperta con la partecipazione dell’Assessore Regionale all’Urbanistica o suo delegato, dell’Assessore Provinciale all’Urbanistica o suo delegato, di un rappresentante dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia, del progettista per illustrare le novità in materia di pianificazione introdotte di recente con particolare riferimento al DRAG, alla revisione del PPTR, al PTCP, al PAI, ecc.

7.2 Fase di coinvolgimento successiva alla adozione del D.P.P. a) Laboratorio di coinvolgimento di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori su azioni di partecipazione/riflessione sui problemi locali e territoriali attraverso la discussione dei contenuti del D.P.P. b) Coinvolgimento della popolazione attraverso la discussione dei contenuti del D.P.P.e delle risposte/proposte alle problematiche poste dai questionari. c) Coinvolgimento delle categorie produttive popolazione attraverso la discussione in tavoli tematici dei contenuti del D.P.P. d) Coinvolgimento dell’associazionismo e del terzo settore sugli obiettivi e sulle prospettive delineate dal D.P.P. d) Assemblea aperta sui contenuti della L.R. n. 13 del 10.08.2008 “Norme per l’abitare sostenibile” e sulla sua incidenza nella pianificazione comunale.

7.3 Documento di scoping Allegato al presente atto di indirizzo.

7.4 Autorità da coinvolgere nelle fasi di copianificazione:

Primo elenco dei Soggetti Istituzionali da coinvolgere nelle fasi di copianificazione.

Regione Puglia Ass.to Alle Attività Produttive della Regione Puglia Ass.to . Assetto del Territorio Corso Sonnino n. 177 Via Delle Magnolie Z.I. n. 6 70121 70126 MODUGNO (BA)

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Primo elenco dei Soggetti Istituzionali da coinvolgere nelle fasi di copianificazione.

ATO Puglia (acque) Regione Puglia Via G.Falcone e P. Borsellino n. 2 Settore Urbanistica 70125 BARI Via Delle Magnolie Z.I. n. 6 70126 MODUGNO (BA) Acquedotto Pugliese S.p.a. Compartimento di Lecce Regione Puglia Ass.to all'Urbanistica - Via Monteroni Assetto del Territorio 73100 LECCE Unità Operativa Provinciale di Lecce Viale Acquedotto Pugliese S.p.a. 73100 LECCE Direzione Investimenti Via E. Orlando, 1 Regione Puglia Ass.to ai LL.PP. 70100 BARI Struttura Tecnica Provinciale (Genio Civile) Viale Don Minzoni n. 17 73100 LECCE ENEL S.p.A. Via Potenza n.8 Regione Puglia-Ass.to Risorse Agroalimentari 73100 – LECCE Ispettorato Provinciale Agricoltura Viale Aldo Moro TELECOM Italia s.p.a. 73100 LECCE Via Giudili n.1 73100 Lecce Autorità di Bacino della Puglia c/o Tecnopolis CSATA Regione Puglia S.P. Per Casamassima km 3 Settore Demanio Marittimo 70100 Valenzano (BA) Via Caduti di Tutte le Guerre n.15 70100 BARI Soprintendenza ai BB. AA. CC. della Puglia Via Foscarini n. 2 Regione Puglia 73100 LECCE Ass.to All'Ambiente Viale delle Magnolie Z.I. Ministero Beni Culturali e Ambientali 70100 Modugno (BA) Soprintendenza Archeologica della Puglia Via Duomo n. 3 Ente Nazionale Strade ANAS 74100 viale Gallipoli n. 17 73100 LECCE Consorzio Bonifica dell'Arneo

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Primo elenco dei Soggetti Istituzionali da coinvolgere nelle fasi di copianificazione.

Via XX Settembre,69 Ufficio Parchi e Riserve Naturali 73048 NARDO' Viale delle Magnolie Z.I. 70100 Modugno (BA) Sig. Presidente della Provincia di Lecce Via Umberto I n. 13 Responsabile del Progetto S.I.T. 73100 LECCE Dr. Tina Caroppo - Parco Tecnopolis VALENZANO (BA) Provincia di Lecce Assessorato alla Gestione Territoriale Ferrovie del SUD EST Via Umberto I° n.13 LECCE Viale O. Quarta. n. 38 73100 LECCE Agenzia Regionale per la Protezione ed inoltre, per l’area industriale: Ambientale della Puglia (ARPA) Via Miglietta n. 2 Capitaneria di Porto 73100 LECCE 73014 GALLIPOLI (Le)

Regione Puglia-Ass.to all'Agricoltura e foreste ASL Lecce Ispettorato Ripartimentale alle Foreste Via Miglietta, 5 Via Del Mare n. 70. 73100 Lecce 73100 LECCE Associazione “Lega Ambiente” Ispettorato Ripartimentale delle Foreste Via Capitano Ritucci n. 29 viale della Libertà n. 70 73100 - LECCE 73100 Lecce All’Associazione Italia Nostra - Salento Ovest Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Lecce Via Lata 80 Via Monte San Michele n. 20 73048 Nardò (LE) 73100 Lecce Sezione WWF Lecce Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di Via Balmes, 1 Lecce 73100 LECCE Viale Gallipoli, 39 73100 Lecce

Università del Salento Magnifico Rettore Piazza Tancredi, 7

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Primo elenco dei Soggetti Istituzionali da coinvolgere nelle fasi di copianificazione.

73100 Lecce

Associazioni iscritte all'Albo comunale

(*) Le Associazioni locali dimostreranno la propria regolarità circa eventuali iscrizioni e registrazioni, non in ultimo all’albo comunale. Si rappresenta che gli elenchi di cui sopra, sono non esaustivi e potrebbero essere suscettibili di integrazioni, anche su esplicita richiesta da parte di soggetti che ne abbiano titolo.

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8. LA DOTAZIONE STRUMENTALE

L’Ufficio del Piano:

Tale Ufficio è individuato nel Settore Tecnico e sarà composto dal personale facente parte esclusivamente del medesimo settore e da personale esterno (consulente/i esterno/i) che potrà essere incaricato, se del caso, anche all’esigenza, a seconda dello stato di avanzamento del programma di lavoro, ovvero in base alle attitudini ed esigenze occorrenti.

L’Ufficio del Piano, sotto la guida del Responsabile del Procedimento e del Coordinatore, si relazionerà con gli esperti di settore e, in generale, con tutti gli Uffici ed Enti a vario titolo interessati.

Le figure professionali indispensabili per la costituzione dell’UdP e quindi per l’avvio del procedimento di formazione del PUG, sono:

 Responsabile del Procedimento e Coordinatore della progettazione;  Responsabile del Servizio Assetto del territorio, Urbanistica e Ambiente;  Dottore Geologo per la redazione dello studio geologico, geomorfologico, idrogeologico, geotecnico e sismico del territorio comunale, ai sensi del PUTT/P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio) della Regione Puglia e dell’OPCM 3274/2003; L’Ufficio di piano in una prima fase verrà impiegato nella redazione del Documento Programmatico Preliminare (DPP), nella costruzione del quadro conoscitivo preliminare al PUG e nell’avvio delle fasi di analisi che saranno necessarie, sia per il documento stesso, che per le successive fasi di redazione e/o formazione del PUG.

Il personale amministrativo, in forza al Settoreo Tecnico, facente anch’esso parte dell'UdP, curerà le attività di relazione connesse al programma partecipativo e concertativo di cui al paragrafo 7.

L’Amministrazione Comunale potrà condurre una gestione flessibile delle fasi successive della redazione del Piano, anche a seguito di quanto disposto dal DRAG.

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Il Sistema Informativo Territoriale (SIT):

SIT è l'acronimo italiano di Sistema Informativo Territoriale, e coincide con la traduzione inglese GeographicalInformation System (GIS).

In generale i Sistemi Informativi Territoriali premettono di creare una corrispondenza biunivoca tra insiemi di oggetti (edifici, aree naturali o edificate, archi viari, linee ferroviarie, archi e bacini idrici, rilievi naturali o artificiali, ecc. zone del territorio soggette a speciale normativa rinveniente da vincoli, ecc.) posizionati sul territorio secondo le loro coordinate ed archivi di dati e informazioni quantitative o qualitative che li riguardano.

Sostanzialmente, gli obbiettivi che si possono prefigurare per la costruzione di un SIT sono:

 l’organizzazione della conoscenza necessaria al governo del territorio;  la definizione in modo univoco per tutti i livelli operativi della documentazione informativa a sostegno dell’elaborazione programmatica e progettuale dei diversi soggetti e nei diversi settori;  la registrazione degli effetti indotti dall'applicazione delle normative e dalle azioni di trasformazione del territorio. Come definito nel DRAG, “il Sistema Informativo Territoriale Regionale” mira a diventare la piattaforma di supporto alla costruzione di conoscenze aggiornate, affidabili e condivise per i diversi livelli, strumenti e soggetti coinvolti nella pianificazione del territorio regionale. In generale, il SIT è presupposto essenziale per assicurare che nel piano comunale siano rappresentate in modo unitario, coerente e cogente tutte le scelte di valenza territoriale connesse alla competenza di ciascun livello e soggetto istituzionale. Si tratta, in altri termini, di rendere concreta la possibilità che il piano comunale diventi la “carta unica del territorio”, ossia la sede nella quale cittadini e operatori trovino rappresentati in modo sistematico e coerente tutte le prescrizioni e gli indirizzi fissati dalla pianificazione”. Il SIT comunale dovrà chiaramente fruire ed interfacciarsi con il SIT regionale.

Le rappresentazioni GIS permettono contestualmente:

 La costruzione di banche dati referenziate spazialmente e facilmente aggiornabili, visualizzabili ed interrogabili per livelli tematici di organizzazione delle informazioni;

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 Analisi comparative incrociate e vedute sinottiche de dati che aumentino il loro livello di scientificità e certezza;  L’attivazione di procedure di analisi complesse di elementi diversi fra loro ma correlati, mirate non alla mera rappresentazione dei dati, ma all’elaborazione di modelli di analisi e progetto circa gli interventi di trasformazione del territorio. La costruzione del Sistema Informativo Territoriale riveste un particolare significato; il SIT viene, infatti a costituirsi come bacino informativo fondamentale per la costruzione del Piano Strutturale e degli strumenti operativi, nel momento in cui raccoglie e mette in relazione con facilità e precisione tutti gli elementi del quadro conoscitivo territoriale, ed offre un costante appoggio per la consultazione in tempo reale dei diversi dati sul territorio, ai fini del continuo aggiornamento dei progetti e dei programmi operativi.

Tra le molteplici opportunità che il SIT offre, vi è (in particolare) quella di facilitare le operazioni di continuo monitoraggio dello stato di attuazione degli strumenti urbanistici, delle condizioni dell’ambiente naturale e antropico e della situazione delle reti infrastrutturali, che rappresentano elementi chiave per il perseguimento di uno “sviluppo sostenibile”.

Il piano, così come prescrive una recente disposizione regionale, sarà rappresentato sulla Carta Tecnica Regionale secondo la metodologia recentemente sperimentata dalla Regione relativa alla informatizzazione dei PUG.

IL RESPONSABILE DEL IV SETTORE – AREA TECNICA –

Ing. Rocco Alessandro Verona

ASSESSORE ALLE POLITICHE URBANISTICHE arch. Daniela Colazzo

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Bozza di questionario

Autorizzo al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/03

DATI PERSONALI

(la compilazione è obbligatoria)

 COGNOME: ______ TITOLO DI STUDIO: ______

 NOME: ______

 PROFESSIONE:

 ETA’:______

 RESIDENTE A: ______ IN QUALITA’ DI:

 privato cittadino

 INDIRIZZO: ______rappresentante dell’associazione o Ente

______ TEL.: ______legale rappresentante della società

 E MAIL ______

 altro

______

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QUESTIONARIO

1. Quali sono le tue proposte in tema di sviluppo urbano e valorizzazione del territorio?

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2. Quali sono le tue e proposte in materia di ambiente e sviluppo sostenibile? ______

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3. Quali sono le tue idee per preservare l’integrità e per valorizzare gli elementi caratteristici del nostro territorio?

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4. Quali sono le tue proposte in materia di tutela, valorizzazione e fruizione dei beni storico-architettonici, archeologici e delle risorse paesaggistico-ambientali?

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5. Quali sono le tue proposte in tema di valorizzazione economica delle attività agricole locali e dell’artigianato? E quali tipologie di attività dovrebbe essere incentivate da parte dell’Amm.ne Com.le ad insediarsi nella zona PIP ?

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______

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6. Quali sono le tue proposte per lo sviluppo turistico del territorio?

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7. Quali possono essere le azioni e gli interventi necessari per favorire una mobilità sostenibile?

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8. Quali sono le tue idee e proposte per lo sviluppo e la qualificazione delle attività sociali e culturali?

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9. Quali azioni possono essere messe in atto per favorire nuove opportunità occupazionali?

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10. Quali proposte ritieni utili per la valorizzazione e la riqualificazione del centro storico?

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11. Le informazioni e le comunicazioni immateriali aiutano a migliorare i nostri standard di vita e a contenere l’inquinamento. Quali mezzi informatici e telematici possiedi e quale uso ne fai?

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12. Eventuali ulteriori proposte ed idee pertinenti alla Bozza del Documento Programmatico Preliminare al PUG

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