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GENNAIO FEBBRAIO 2008 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano. . –

Scialpinismo Monti Sibillini Escursionismo Il Sentiero Frassati della Personaggi Julius Kugy, Guido Rossa Gennaio Febbraio 2008 Supplemento bimestrale a la “Rivista del a la 2008 Supplemento bimestrale Gennaio Febbraio Alpino Italiano - Lo Scarpone” Club Post 2/2008 - Sped. in abb. N. anz_zzero_210x280_ital.qxd 05.12.2007 16:27 Uhr Seite 1

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La comunicazione è entrata negli obiettivi programmatici del Club Alpino Italiano. Ad inizio d’anno ritorno dunque su un argomento caldo che ci sta particolarmente a cuore: chiedo venia fin dall’inizio se la lettura risultasse un po’ troppo tecnica, da addetti ai lavori. Da qualche tempo sono gli stessi organi dirigenti politici e tecnici ad essere ormai convinti che oggi più che mai sia “utile e necessario” favorire in ogni modo la comunicazione interna ed esterna al Club. Sono poi gli stessi Soci del CAI, partecipi della cosiddetta “civiltà della comunicazione”, essi stessi fruitori e attori dei

di Pier Giorgio nuovi grandi mezzi e mass media a disposizione nel XXI secolo, a chiedere di riconoscersi Oliveti maggiormente nei media e di avere una visibilità da protagonisti. Se al nostro interno ciò migliora la capacità organizzativa, operativa e progettuale mediante un tempestivo ed efficace scambio di informazioni e dati, verso l’esterno contribuisce ad un consolidamento di “valore” del ruolo e delle competenze del Club Alpino Italiano, ribadendo l’importanza strategica del nostro operare non solo a favore dei Soci ma anche dei non soci. Occorre inoltre considerare che il CAI a 144 anni dalla fondazione si trova ad agire in una società italiana, europea, mondiale ricca di trasformazioni, sottoposta a deregolazioni rapidissime, alcune di carattere epocale (es. energia, trasporti, modalità di produzione e commercio, mondo dell’informazione, istruzione, rapporti nord-sud, est-ovest, ecc.). Va da sé che risulti di molto accresciuta la responsabilità delle politiche di comunicazione ed Est medium immagine anche da parte del nostro Club, che sta abbandonando nel suo complesso - dalle in rebus Sezioni più distali ai nuovi Raggruppamenti Regionali, alla Sede Centrale - l’antico e Meglio “essere” o “apparire”? rassicurante adagio del “fare” senza preoccuparsi Serve una bussola per comunicare del “far sapere”. Anche al CAI si è compreso che di più e meglio i valori del CAI in termini di comunicazione (non di sostanza) conta di più la punta di un iceberg come ad esempio una sola grande manifestazione annuale, ben organizzata e promossa, che centinaia di piccole, medie o grandi azioni quotidiane portate avanti con dedizione e liberalità dai Soci e dalle Sezioni. Ma parlare di “comunicazione” significa, anche per il CAI, entrare in contatto con un sistema sempre più integrato e complesso, che talvolta può risultare complicato. Dal punto di vista del target/obiettivo, ovvero rispetto al soggetto cui si rivolge, la comunicazione CAI è suddivisibile in comunicazione interna e in comunicazione esterna. Dal punto di vista della “tipologia” della comunicazione e degli strumenti, il discorso si allarga grandemente, ed è oggi riassumibile, tralasciando suddivisioni minori, in almeno sei macro categorie: esiste la comunicazione istituzionale e politica con le p.r. (pubbliche relazioni), la comunicazione sul web, la comunicazione d’immagine ovvero il brand e la grafica-pubblicità, la comunicazione connessa ai grandi eventi, il merchandising con i servizi e le card, esistono i progetti di partnership a vari livelli e il comarketing. Nell’introdurre per sommi capi il vasto e complesso campo della “comunicazione” CAI, per brevità di seguito ho voluto dividere i punti tra “plus”, ovvero punti già presi in considerazione e/o in avanzato stadio progettuale o di processo, e “criticità”, punti il cui stato d’avanzamento è nullo o incompleto, per i quali occorre un maggiore e/o nuovo impegno e si ravvedono grandi spazi di miglioramento nei prossimi anni. 1 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:24 Pagina 2

PLUS: radiotelevisivi e stampa, e ciò nei fatti ci nazionali, convegni/congressi, “montano” in termini culturali, sono 1) Il CAI dal punto di vista storico è ha precluso gran parte della visibilità e manifestazioni alpinistiche e/o culturali, pochi gli ambiti territoriali in cui stato particolarmente attento alla tempestività nella presenza CAI nei ecc.). Ciò ha determinato storicamente possiamo parlare di una vera e propria “Comunicazione interna e alla media. Per fronte “politico” si intende una “perdita di energia” nella “civiltà montana o alpina”. Anche per divulgazione tecnico-scientifica”. Oltre non certo una componente partitica di comunicazione degli eventi stessi e questo la “montagna” in quanto tale sui alla gloriosa Rivista e al Lo Scarpone, sorta, bensì la chiara esigenza di dell’immagine del CAI, in quanto la pur grandi media fa meno notizia di altre sono centinaia le pubblicazioni locali e esprimere una posizione/parere da meritoria comunicazione dei singoli categorie (mare, città, calcio, politica, sezionali editate in ambito locale. parte del CAI, ufficialmente, in tempo eventi non si è sommata (a somma cronaca nera, ambiente/parchi, ecc.). Imponente poi fin dagli albori è stato lo reale o quasi, sui numerosi fatti o positiva) con quella di altri eventi CAI. Si Anche il “turismo” in montagna è sforzo editoriale con pubblicazioni, questioni inerenti il “mondo segnala inoltre la mancanza endemica largamente minoritario rispetto ad guide, manuali tecnici, ecc.. Oggi si montagna”(alcuni esempi: Tav, politiche di grandi “campagne” tematiche del CAI altri(mare, città d’arte, ecc.) e ciò - richiede una nuova e urgente program- parchi, parchi eolici, modello turistico, capaci di perseguire obiettivi concreti e salvo eccezioni - condiziona mazione editoriale di ampio respiro. grandi manifestazioni sportive, difesa nel contempo di dare immagine al negativamente le modalità di 2) Se meno rilevante nella storia del dell’ambiente, grandi progetti in alta Sodalizio (esempi: progetto “CAI PARK”- comunicazione, lo spessore, la qualità e Club è stato l’impegno sul fronte della quota, cambiamenti climatici, comunità la montagna in città, “Montagna Pulita” la quantità dei servizi. La montagna, “Comunicazione stampa e montane, ecc.). con le scuole, “Il CAI in città”, “Segna il troppo spesso fa notizia solo in dell’immagine”, va detto che negli ultimi L’essere/diventare soggetto politico tuo Sentiero”,”Trenotrekking”, “Roccia occasione di catastrofi naturali o cinque anni si è iniziato a dare risposte riconoscibile e riconosciuto nei grandi per tutti- in palestra con gli Istruttori del artificiali, di disastri, crolli, frane o a questo deficit con l’istituzione di un media comporta altresì una grande Cai”, “CAI Baby club”,ecc.). Lo stesso slavine. Oppure rispetto a fenomeni ufficio stampa, di un blog su tematiche responsabilità da parte di tutti gli organi progetto “Rifugi come presidi culturali” naturali considerati eccentrici (es. lago inerenti la montagna e con il rinnovato dirigenti politici pro tempore,centrali e si inserisce positivamente in un terreno effimero, ecc.). progetto del portale www.cai.it, regionali, che - se questo sarà di comunicazione aperta, dal CAI verso • b - i valori portati avanti dal CAI inaugurato da pochi giorni. statutariamente percorribile - si la società e i media, trasmettendo valori appartengono ad una “contro cultura”, 3) Per quanto riguarda la “Comunica- dovranno spesso assumere in toto la e contenuti propri ovvero ad una cultura minoritaria che zione interna” è attiva da anni una rete responsabilità del comunicare prima 5) Merchandising: anche la produzione, all’interno della società attuale - senza Intranet che consente il tesseramento ancora di poter riunire gli organi organizzazione e vendita di gadget, e retorica - intende affermare spessore e digitalizzato alla maggioranza delle collegiali, utilizzando gli strumenti oggetti griffati, già messa a punto dalla importanza di categorie come Sezioni e lo scambio in tempo reale di tecnici già a loro disposizione(uff. Sede centrale, può essere • la “lentezza”(quella dei montanari circolari, documenti, lettere, tra la Sede stampa, web, ecc.). Una soluzione positivamente implementata con la capaci di distinguere le stagioni e di Centrale le Sedi territoriali. operativa avviata da altre associazioni è comunicazione e il marketing attraverso praticare “la fatica”) opposta” alla “fast 4) “Coordinamento immagine”: uno quella di creare la figura di un alcuni strumenti già codificati ed life energivora e onnivora” sforzo importante è stato già profuso “portavoce”, all’interno del board ampiamente sperimentati, come ad • “il sapere condiviso tra le generazioni” dalla Direzione della Sede Centrale nella politico del Consiglio di presidenza. esempio una “CAI CARD” e un Catalogo invece del “tecnicismo da manuale”, realizzazione del Rapporto annuale di A noi per motivi tecnici spetta solo annuale dei nostri beni e servizi. • “la conoscenza del monte intesa attività, del tutto rinnovato nei contenuti evidenziare questa esigenza forte, senza prima di tutto come avventura dello e nella grafica. A medio termine occorre ovviamente entrare nell’ambito Conclusioni spirito“ anteposta all’”atletismo” o estendere il modus operandi all’intero decisionale riguardo al merito politico e I tempi dunque sono ormai maturi per “sport agonistico” fine a loro stessi, sistema di comunicazione CAI. alla fattibilità. mettere mano in modo “sistemico” al • la convivialità sociale” opposta 5) “Partnership”: oltre alle storiche 2) “Coordinamento immagine”: se uno tema comunicazione del Cai, all’”autismo tecnologico”, partnership editoriali come ad esempio sforzo importante è stato già profuso coinvolgendo tutti gli attori e le risorse • la “solidarietà” opposta all’”egoismo”, quelle con il Touring Club Italiano, sono dalla Sede Centrale come accennavo, già disponibili, non solo interne ma • “la difesa dell’ambiente” opposta al in crescita per numero e consistenza le occorrerà proseguire verso un effettivo anche esterne o miste (es. Museo “consumo produttivista di acqua, aria e collaborazioni a progetto con editori coordinamento generale della nostra Montagna Cai Torino, Biblioteca suolo”, privati, e con numerosi network immagine esterna, con rinnovato Nazionale del Cai, Trento Film Festival, • la “difesa delle identità locali” contro televisivi. interesse per la grafica, l’editing, la Sondrio Festival, PalaMonti Bergamo, certa “erosione culturale” portata avanti 6) Università: non si può sottacere promozione del nostro marchio. Da Alpi365, enti fiere, ecc.). da un tipo di globalizzazione, negativa, l’incontro istituzionale e tecnico- verificare inoltre l’utilità o meno di Sul fronte editoriale, assistiamo al • “la difesa del paesaggio storico” scientifico tra CAI e Università che ha forme di pubblicità istituzionale, fin’ora raggiungimento di un buono/ottimo opposta alla “banalizzazione dei modelli visto negli ultimi anni firmare accordi mai percorse. standard per il notiziario Lo Scarpone, di sviluppo importati dalla metropoli”, con numerosi atenei italiani 3) “Archivio immagini”: la Sede centrale mentre si ravvisa la necessità di • “il valore della formazione (Milano/Edolo, Ferrara, Torino, Padova). ha avviato un Progetto in tal senso. Per mettere mano ad un nuovo progetto permanente e della cultura della È coinvolto un target group di primaria audio/video occorrerà ripensare funzioni editoriale per La Rivista, che la rinnovi sicurezza (anche in montagna”, opposta importanza quale i giovani universitari. e ruoli dei soggetti tecnici già operanti e nella continuità facendone uno al “tutto e subito del no-limits”, ecc., La neo Unità Formativa di Base del CAI in accordo con gli stessi traguardare strumento ancora più efficace della potrà sinergicamente cooperare in tal obiettivi più ambiziosi, consapevoli politica culturale del Club, testando Ciò di fatto ci mette come CAI in una senso. dell’importanza strategica di dotarci di anche le possibilità di entrare nel posizione non facile all’interno dei materiali audio video spendibili sul mercato editoriale libero. Il nuovo grandi media. Non potendo il CAI CRITICITA’ mondo della comunicazione. Occorrerà Progetto editoriale de La Rivista merita abdicare al “mezzo”, perdendo di senso 1) “Comunicazione avvalersi delle risorse interne (OTC ecc.) spazi e tempi ad hoc e un impegno tra effimero e lustrini, non desiderando istituzionale/politica”: stanti le ed esterne a progetto. Il settore è molto specialistico non di routine. Riguardo fin’ora proporre un “Grande Fratello” in realtà/missione d’istituto del CAI e la promettente nel campo delle più in generale alla comunicazione un rifugio alpino, per “bucare” lo sua particolare forma gestionale e di partnership con network tv. esterna, occorre ribadire due concetti schermo occorrerà ri-progettare una autogoverno, fino ad oggi non è stato 4) “Coordinamento e ottimizzazione fondamentali, senza aver interiorizzato i strategia di medio-lungo periodo che possibile incidere in questo ambito se Grandi eventi/campagne”: è mancato quali risulterebbe a nostro avviso ricomprenda in un concerto unico e non marginalmente. Va precisato senza fin’ora un raccordo istituzionale tra i difficile per il CAI ogni concreto e coeso tutti i fili del comunicare CAI e li infingimenti che spesso le risposte se vi numerosi e variegati soggetti duraturo avanzamento strutturale nelle sappia finalizzare. Attendo fiducioso il sono state sono state “fuori tempo” dell’ambito CAI organizzatori e politiche di comunicazione: contributo di tutti. rispetto alle regole dei grandi media proponenti di eventi(mostre, fiere • a - In Italia, paese montuoso ma poco Pier Giorgio Oliveti CAI GEN FEB 08 9-01-2008 12:44 Pagina 3

2008 GENNAIO FEBBRAIO

Copertina IL PELMO D’INVERNO (f. Jordi Ferrando)

ANNO 129 VOLUME CXXVII 2008 GENNAIO FEBBRAIO Direttore Responsabile: Pier Giorgio Oliveti Direttore Editoriale: Gian Mario Giolito Collaboratore di redazione: 38 Oscar Tamari Art Director e redazione: Alessandro Giorgetta 32 Impaginazione: Alessandro Giorgetta SENTIERO FRASSATI DELLA LIGURIA Segreteria di Redazione: Giovanna Massini Editoriale Piero Bordo 46 Tel. 02/2057231. EST MEDIUM IN REBUS e-mail:[email protected], Pier Giorgio Oliveti 1 CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, Alpinismo nel mondo Monte dei Cappuccini. Sede Legale - ANDE PERUVIANE: CERRO ESINO Il tema Guido Barindelli 50 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - PIAN DELLA MUSSA, NATURALMENTE! Cas. post. 10001 - 20110 Milano - Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) Gianni Castagneri 4 Geologia Fax 02/205723.201. ARRAMPICATA E LITOLOGIA CAI su Internet: www.cai.it Lettere alla rivista 6 Matteo Garofano, Christian Roccati 55 Telegr. centralcai milano C/c post. 15200207 intestato a cai Club Alpino Sotto la lente Speleologia Italiano, Servizio Tesoreria - Via E. Petrella, I NUOVI MONTANARI 19 - 20124 Milano. LA GROTTA DELL’ORSO Roberto Mantovani 8 Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino Carlo Balbiano d’Aramengo 60 Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del notiziario mensile e 6 del bimestrale Cronaca alpinistica Arte illustrato: abb. soci familiari: € 10,90; a cura di Antonella Cicogna MONTAGNA MADRE abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, e Mario Manica 10 Michele Claudio Cassinelli 63 sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. € non soci: 35,40; supplemento spese Nuove ascensioni 66 per recapito all’estero: Europa - bacino Libri di montagna a cura di Roberto Mazzilis 12 del Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 Premio Gambrinus Fascicoli sciolti, comprese spese postali: Arrampicata bimestrale + mensile (mesi pari): a cura di Luisa Iovane “Giuseppe Mazzotti” 68 soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile e Heinz Mariacher 14 (mesi dispari): soci € 1,90, non soci € Monte dei Cappuccini 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 Costume a cura del Museo Nazionale della al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo Montagna e della Biblioteca Nazionale 70 di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, SCI ALPINISMO E TERZA ETÀ Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - Mauro Manfredi 16 tel. e fax 0542/679083 Materiali & tecniche Segnalazioni di mancato ricevimento vanno Personaggi CORDINI PER ALPINISMO, 3ª PARTE indirizzate alla propria Sezione. GUIDO ROSSA: L’ALPINISTA Vittorio Bedogni, Elio Guastalli 72 Indirizzare tutta la corrispondenza CHE SCESE FRA GLI UOMINI e il materiale a: Club Alpino Italiano Ufficio Enrico Camanni 17 Scienza e montagna Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 UN CRONOMETRO GEOLOGICO Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di ALPINISMO E SOCIETÀ Jacopo Pasotti 76 regola non si restituiscono. Le diapositive Annibale Salsa 18 verranno restituite, se richieste. È vietata la GUIDO ROSSA: MIO PADRE riproduzione anche parziale di testi, Sabina Rossa 19 Ambiente fotografie, schizzi, figure, disegni senza RETE NATURA 2000 E IL CAI esplicita autorizzazione dell’Editore. Rita Capelli 78 Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. JULIUS KUGY di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a Luciano Santin 23 Alta salute 31015 Conegliano, Tv 7° CONGRESSO MONDIALE pubblicità istituzionale: Alpinismo invernale DI MEDICINA DI MONTAGNA Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 SUL PELMO D’INVERNO servizi turistici: a cura della Comm. C.le Medica 80 Tommaso Ceccato 26 Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 e-mail:[email protected] Attualità [email protected] Scialpinismo GLI ITINERARI DI CHARTA ITINERUM Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) SUI MONTI SIBILLINI Giovanni del Tredici 82 Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) Giuliano Mainini, Pierfrancesco Renzi Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata 32 INDICE DEL VOLUME CXXVI - 2007 85 senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. IN CORDILLERA BLANCA Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma Franco Gionco 38 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano n. Escursionismo 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro IN ALTA VAL NURE 46 Nazionale della Stampa con il n. 01188, Sergio Ravoni 42 50 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. Tiratura: 199.420 copie

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Pian della Mussa, di Gianni Castagneri Sindaco di Balme naturalmente!

Sosteneva Albert Einstein: offerta. di rinuncia non può portare da “Non si possono risolvere i Mentre tutti sappiamo che alcuna parte. La gente deve problemi con lo stesso modo recandoci in città ci tocca continuare a venire, se è il di pensare che li ha generati”. metter mano al portafoglio caso a tornare, perché trova Il calo costante di turisti al per lasciare l’auto, quando dei miglioramenti, perché si Pian della Mussa troviamo posto, in superfici a sente accolta e rispettata, accompagnato da un generale pagamento senza nessun tipo curata con professionalità e rafforzamento dei problemi da di servizio aggiuntivo, magari gentilezza, perché a queste particolare suggestione sono risolvere e da un altrettanto per recarci in qualche ufficio condizioni si affeziona e pur sempre montagne “di cronica mancanza di risorse o peggio in ospedale, oppure ritorna. Non si può credere tutti”… hanno motivato la decisione, visitiamo spazi culturali e che il futuro turistico Troppe volte chi si reca in oggetto di discussioni estive, ricreativi dove accettiamo appartenga a coloro che montagna, lo fa per un di riconsiderare la fruizione consapevolmente il costo del sperano che la gente “cada” presunto diritto ad del pianoro in modo biglietto, perché nei propri luoghi, che ci accaparrarsi quanto la natura differente dall’usuale. comprendiamo che per gli venga perché non costa e mette con fatica a Non più un luogo di nessuno stessi è necessario sostenere magari riesca anche a portare disposizione. La quota elevata da utilizzare a proprio uno sforzo economico, ci si via qualcosa. Sempre di più, ed il clima particolare, indiscriminato piacere, con sente defraudati quando per si paga per ciò che, secondo offrono un’infinita varietà di l’obiettivo unico di non ragioni altrettanto meritevoli noi vale la pena , si espressioni naturali, cui il ritrovarvi la settimana si applica una forma di frequentano luoghi che saccheggio indiscriminato successiva i propri avanzi, contributo ambientale per sostengono le caratteristiche tende con sempre maggior bensì un nuovo concetto di l’accesso veicolare in un sito esposte in precedenza, si frequenza ad alterare. é risorsa comune dove il poter sostanzialmente intatto e sceglie facilmente e invalsa la scorretta abitudine godere della natura e del pulito, meta di vacanza, altrettanto semplicemente si di sradicare fin dalla paesaggio e dei servizi divertimento, ristoro, con abbandona ciò che non ha primavera quantità industriali esistenti (pochi dirà rilevanti problemi gestionali rispettato le proprie di “cicoria”, di strappare qualcuno!), comporta anche ed un equilibrio naturalistico aspettative. piantine di genepì e genziana, un piccolo esborso e sottoposto a pesanti di asportare minerali, fiori e soprattutto una più sollecitazioni. LA MONTAGNA PER TUTTI ogni altra cosa, barattati con approfondita sensibilità. Nessuno si è mai domandato L’affermazione ricorrente di sacchetti di rifiuti, talvolta Dopo l’esperienza maturata quanti camion servissero per coloro che si ostinano ad sparsi nei prati, non nella trascorsa stagione, si raccogliere e portare in avversare la scelta della considerando che ogni può affermare che discarica le tonnellate di regolamentazione, consiste terreno, ogni pendìo, ogni l’esperimento è largamente immondizia, della quasi totale nel dire che la montagna è di spazio accessibile, appartiene riuscito: forse qualcuno non è assenza di raccolta tutti. a qualcuno, e quando non si più venuto, qualcun altro si è differenziata, dei costi per Ma lo spazio del Pian della tratta di persona fisica, è del limitato alla critica (ma anche installare nei mesi di punta Mussa è di tutti nella stessa comune stesso. prima molti criticavano…), la dei servizi igienici chimici, di misura in cui lo sono le città, Introdursi in queste proprietà maggioranza ha compreso le come ciò ricadesse sulle le spiagge, i parchi naturali e i estirpando quanto vi si trova, motivazioni ed ha continuato tasche di tutti, senza peraltro beni culturali. Appartiene a calpestando o peggio a frequentare il Pian della indurre alcuna aspettativa di noi nello stesso modo delle sporcando, arreca un danno a Mussa ed anzi, molti sono ripresa o di riqualificazione. Il montagne trentine, delle quanti ancora traggono un ritornati con entusiasmo e tutto condito da un timore prestigiose località marittime, profitto dall’attività agricola e maggior consapevolezza delle costante semplificabile nella di regge e musei. più in generale compromette inconsuete caratteristiche frase: “E’ ancora tanto che Per vedere le Tre Cime di l’integrità ecologica, della località, con la venga qualcuno!”. Lavaredo tramite l’accesso investendo coloro che ne soddisfazione di poterne No, credere che la vocazione veicolare, si pagano somme apprezzano le peculiarità, contribuire alla salvaguardia turistica della valle possa ben più consistenti, e anche senza il bisogno di portarsene e al rafforzamento della sua ridursi ad una atteggiamento quelle, pur essendo di un pezzo a casa propria.

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UN PROGETTO PER TANTI Il pagamento di pochi spiccioli non è indirizzato a far quadrare i miseri bilanci comunali. L’intenzione, peraltro ampiamente pubblicizzata è di avviare un concreto programma di miglioramenti che permettano di adeguare il Pian della Mussa alle necessità di un turismo sostenibile, rispettoso delle esigenze di tutela che si evincono dall’inserimento del luogo, tra i siti di interesse naturale della Comunità Europea. Pochi interventi che non si rivolgono a quanti economica, si è esaurita. È ora La natura a portata di mano. distruggono panchine e di riprendere il bandolo della Il Pian della Mussa, località conosciuta nella provincia di steccati per fare il barbecue, matassa ed escogitare con Torino, ma apprezzata anche oltre i confini regionali, ma a coloro che apprezzano coraggio nuove soluzioni, in rappresenta da sempre un luogo dove ritrovare, in un gli sforzi che si stanno una nuova intesa tra quanti ne ambiente sano e sostanzialmente conservato, le facendo e che, anche per sono più o meno direttamente caratteristiche di un ambiente di montagna di elevato questo aspirano a trovarvi una coinvolti. Nelle nostre valli il pregio paesaggistico e naturalistico. In un ampio pianoro che si apre a monte dell’abitato di Balme, si stagliano più completa e adeguata montanaro ha bisogno di contro il cielo le principali vette delle Alpi Graie, che furono offerta. L’obiettivo non è di rimanere protagonista nelle limitare il numero di coloro per un lungo periodo la culla dell’alpinismo e la meta scelte, ma al tempo stesso preferita per impegnative salite, piacevoli escursioni , che vogliano avvicinarsi ad deve poterlo fare con il semplici passeggiate. Tutt’intorno si vive l’esplosione della un ambiente eccezionale, ma consenso, l’apprezzamento e natura, dalle rare peculiarità botaniche - che trovano le di far sì che ciò avvenga con su tutto la comprensione del condizioni ottimali in un insieme variegato di habitat che ne delicatezza e profondità, turista che concorre a determinano un’infinita varietà di specie- a tutte le camminando sui sentieri o garantirne il successo. Ecco principali presenze faunistiche dell’alta montagna, tra pranzando al sacco, ma allora che la responsabilità branchi di stambecchi e di camosci, marmotte curiose riportando a valle i rifiuti e dell’uno e la consapevolezza sempre sotto l’occhio vigile dell’aquila reale e del rispettando l’esistente, perché dell’altro in un’intesa di rarissimo ripeto. Dalle numerose cascate che si riversano scroscianti dalle pareti laterali, alimentate dai numerosi la montagna non sia solo un reciproco scambio, possono parcheggio temporaneo per ghiacciai, sgorga un acqua leggera e purissima, mentre contribuire alla creazione di dalle sorgenti del pianoro si alimenta da quasi un secolo la frustrati di città, ma torni ad un indispensabile modello di città di Torino. Nel 1927 proprio il Pian della Mussa ispirò a essere un luogo ricreativo a sviluppo che non solo sia Toni Ortelli il celebre canto “La montanara”, vero e proprio disposizione per i tanti che sostenibile da un punto di inno alla bellezza della montagna, conosciuto in tutto il già la vivono con un giusto vista ambientale, ma che lo sia mondo mentre nel ben lontano 1896, Adolfo Kind approccio e per coloro che, anche per quanto riguarda la precursore della pratica sciistica, introdusse per la prima speriamo numerosi, intendano solidità dell’economia e della volta lo sci in Italia proprio nella nostra località. conoscerne in modo appro- vivibilità dei paesi e di chi li Tra le ampie distese di prati e sugli altopiani laterali di Pian priato le straordinarie bellezze abita, al riparo dai continui Saulera e Pian Ciamarella pascolano a tutt’oggi numerose mandrie di bestiame che consentono di produrre un e le eccezionali particolarità. sovvertimenti dettati dalle eccezionale qualità di formaggio “Toma”. tendenze del momento. UN’ALLEANZA Ai nostri giorni il Piano della Mussa è stato inserito, proprio Lavoriamo allora perché si per tutelarne le caratteristiche naturalistiche, tra i Siti di TRA TURISTI E MONTANARI torni ad essere convinti Interesse Comunitario (SIC), oggetto di tutela da parte La storica competizione, figlia protagonisti delle scelte che della Comunità Europea. Nel periodo invernale, quando la del boom economico, tra riguardano il nostro territorio. strada d’accesso è chiusa al transito automobilistico, la cittadini e montanari, si è Solo così potremo evitare che, località è meta di escursionisti, che possono raggiungerla fatalmente risolta a svantaggio come troppe volte è successo, percorrendo un semplice e panoramico percorso battuto, di questi ultimi. Ora l’epoca qualcun altro, estraneo alle sia a piedi, sia con le racchette da neve o con gli sci da di piangersi addosso, di nostre necessità, alla nostra alpinismo. Per gli appassionati dello sci da fondo, viene recriminare per le occasioni cultura, ai nostri interessi, invece regolarmente allestita una pista apposita che, salendo per un tratto sulla strada provinciale, conduce ad perdute, di annullarsi nella decida per noi. Con risultati totale subalternità prima una ricca proposta di itinerari per tutte le capacità, che si che purtroppo sono spesso estendono nel silenzio dell’intero pianoro. gc culturale e poi socio - sotto gli occhi di tutti.

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ricondotto allo stato di p. 41) per precisare che la Rossi (Masino Bregaglia monotiro da falesia, con tanto solitaria di Buhl sulla nord- Disgrazia, vol. 2, p. 222) che di soste a prova di bomba… est del Badile è nella Miotti-Mottarella “Sul Mi si potrà rispondere che è unanimamente accreditata al granito della Val Masino”, p. per una questione di 6 luglio del 1952 (Bonacossa- 33), anche se con la sola sicurezza ma sono Rossi, Masino Bregaglia iniziale. E qui l’errore è dell’opinione che non si è Disgrazia, vol. 1, p.142) e si ancora più grave perché sufficientemente preparati per svolse dunque in giornata Giovanni Ratti (anche lui una salita del genere si (quindi non il 6 e 7 luglio) Ragno della prima possono scegliere alternative coerentemente con il tempo generazione), oltre a essere più abbordabili. D’altronde è di salita rapidissimo e la nota una delle memorie storiche innegabile che l’uso dello spit disavventura ciclistica del più lucide e acute toglie quella difficoltà rientro. dell’alpinismo di quegli anni A PROPOSITO DELLE “psicologica” che caratterizza E veniamo alla questione (chiedere a chi ha avuto la CHIODATURE SELVAGGE… le arrampicate di questa zona. sollevata dal socio Colombo. fortuna di sentirlo raccontare) Pratico da ormai alcuni anni Si potrebbe essere d’accordo Quella domenica 6 luglio è stato fidato collaboratore del l’arrampicata sportiva, in , eventualmente, sui nuovi sulla cima del Badile, con conte Aldo Bonacossa nel falesia e montagna e, tra le ancoraggi alle soste ma allora Carlo Mauri (Bigio), c’era lavoro “sul campo” di zone da me più frequentate, il perché non rivolgersi a Emilio Ratti (Topo) uno dei redazione/revisione delle Gruppo Castello-Provenzale percorsi ben più gettonati cinque fondatori dei Ragni “Guide Grigie” e il suo nome in Valle Maira è senz’altro come lo “Spigolo Maria della Grignetta. Erano saliti ritorna a più riprese nella quello che mi sta più a cuore. Grazia” per il quale, rispetto dalla via Molteni-Camporini storia del Masino Bregaglia. Il motivo è semplice: su alla “Superfigari”, il rapporto sulla parete sud-est. Sulla via A Giovanni, a Emilio e al queste pareti ho mosso i miei delle cordate che lo di discesa (lungo lo spigolo figlio di Vittorio, Roberto primi passi da capocordata, percorrono è almeno di 10 a Nord) Buhl si imbatté in altri (classe 1944), anche lui socio provando l’adrenalina e la 1? In tal caso, in effetti, il soci del Gruppo: Gianfranco del Gruppo Ragni, va il più soddisfazione di piazzare le sovraffollamento alle soste Anghileri e Mario Colombo cordiale e riconoscente saluto. protezioni durante la potrebbe oggettivamente (Snapitus). Alberto Benini progressione. In proposito, creare dei pericoli. Vale qui la pena di ricordare (Sezione di Lecco) non dimenticherò mai il La mia conclusione, che che Emilio Ratti (classe resting fatto su un cuneo di credo condividere con 1927), per anni compagno di VERI RIFUGI legno marcescente al primo parecchi colleghi alpinisti, è cordata di Giulio Bartesaghi, O PARCHI DI CARTA tiro della Via “Balzola” o la molto semplice: lasciamo che ma anche di Gigi Vitali e di Frequento le montagne sosta umida e scomoda, su le vie classiche non estreme molti altri, prima di emigrare Abruzzesi e Marchigiane da chiodi arrugginiti, al “Diedro rimangano così come furono in Canada, fu uno dei più incallito escursionista Calcagno”. percorse per la prima volta, attivi giovani alpinisti ritenendo che sia ora di Col tempo ho potuto in fin dei conti lasciare un nut lecchesi. La sua indicare un elemento di migliorare le mie capacità in parete, ribattere qualche partecipazione a molte sviluppo dei parchi arrampicatorie potendomi chiodo o piazzare un cordino operazioni di soccorso è meridionali sino ad oggi così permettere salite più per rinforzare una sosta non ricordata anche nel libro di totalmente trascurato: i rifugi. impegnative tra cui, potrà che aumentare la Marco Albino Ferrari Preciso, per rifugio intendo ultimamente, la via soddisfazione dello scalatore dedicato alla ricostruzione un edificio in alta quota “Overfigari” alla punta lasciandogli un piacevole ed della tragedia del Pilone perfettamente idoneo al Figari. Ed è proprio in questa incancellabile ricordo. Centrale. ristoro, alloggio e centro di occasione che (orrore!!) il Davide Scotto Peraltro l’attività del fantasma sicurezza professionalmente mio sguardo si è posato su (Sezione di Varazze) di Vittorio Ratti, caduto in gestito. Ottimi esempi: rifugi una fila di spit fiammanti combattimento il 26 (non il Franchetti, Duca degli facenti bella vista lungo il QUEL 6 LUGLIO DEL 1952 25) aprile del 1945, continua Abruzzi e Garibaldi, tutti primo tiro di 6b Intendo fornire un ancora almeno fino al 1953, però unicamente concentrati dell’adiacente via chiarimento all’arcano sulla Punta Chiara (o Quota nel cuore dei Corni Grande e “Superfigari”. segnalato nella lettera di 2951) in Val Torrone, secondo Piccolo. Oltre questi modelli Non voglio aprire un capitolo Giuseppe Colombo (“La una recente guida il cui autore di riferimento… il deserto. di deontologia alpinistica ma rivista” settembre-ottobre, p. dichiara (sullo “Scarpone”) Come possiamo pretendere mi chiedo semplicemente 12) a proposito della data di candidamente di aver evitato che le famiglie, i folti gruppi perché un così splendido morte di Vittorio Ratti. qualsiasi errore. del CAI, i forti escursionisti itinerario, difficile per Ma facciamo un passo In questo secondo caso il del Nord od Europei possano l’ingaggio ma facilmente indietro, tornando all’articolo Ratti è Giovanni (classe programmare un proteggibile a nuts e friends, di Irene Affentranger (“La 1924) peraltro correttamente pernottamento od un trekking sia stato banalmente rivista”, maggio-giugno 2007, indicato sia nella Bonacossa- di più giorni nelle valli del

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Venaquaro, in cime come lo L’USO E L’ABUSO in mano la corda: viene conoscenza delle possibilità e Jenca, Corvo o Prena, nei DELL’ASSICURAZIONE sbalzato in aria e torna giù dei limiti e nell’impigo Sibillini, se i rifugi VENTRALE solo con un opportuno pratico sempre molta, molta disponibili sono dominio dei Come falesista e rocciatore scorrimento supplementare attenzione. pastori (Rifugio del Monte), senza pretese, ma ormai con del mezzo. Si trova poi di sempre chiusi (Rifugi una certa esperienza, ho fronte al problema di come I PARTIGIANI Arcangelo-Panepucci-Del notato in questi ultimi anni scaricare la corda dalla sua ALLA BESSANESE Farnio) comunque inesistenti una enorme diffusione dei pancia alla sosta. E’ una Sul numero di settembre- o non gestiti? secchielli e delle piastrine e operazione che richiede 5 ottobre 2007, ho letto Seppur apprezzabile la sopratutto un diffusissimo passaggi con l’uso di 3 l’interessante articolo di politica ambientale di minimo uso dell’assicurazione moschettoni e di un cordino Bruno Visca sul giro della impatto sino ad oggi adottata, ventrale con relativo per fare l’autobloccante. Bessanese. consideriamo che soli alcuni secchiello. Tra l’altro Impossibile che il normale strategici rifugi ben gestiti l’assicurazione ventrale è rocciatore della domenica, ed stimolerebbero famiglie favorita anche da molte guide anche del mezzo settimana, intere ad inoltrarsi in zone di che si fanno fare riesca a farla. alta quota altrimenti privi- assicurazione dai loro clienti Certo esiste il Dio degli legio di pochi escursionisti. unicamente con questo incauti che vede e provvede. Sarò coinciso: necessitano metodo. Credo però che Ed in realtà un volo secco di immediatamente risorse per pochi, tra i miei colleghi 4 metri è difficilmente – recuperare e gestire l’ex- rocciatori della domenica, si ipotizzabile, grazie al Dio di albergo diruto nella cresta rendono conto che, nella sua cui sopra. Però può capitare. dell’Arapietra (Corno apparente semplicità, il E le precauzioni, le Piccolo) secchiello è in realtà uno assicurazioni ecc. servono Ð realizzare nuovo rifugio al strumento che va usato a proprio per l’incidente, non Monte Prena (Sentiero del ragion veduta e con le debite per il regolare svolgersi di Centenario) precauzioni e solo da persone uno scalata. Per cui spezzo Ð ampliare e gestire il Rifugio che ne conoscono bene una lancia a favore del del Monte (M. Corvo) caratteristiche e limiti e sanno vecchio 1/2 barcaiolo e di Ð trasformare e gestire arrivo quello che fanno. una sana e tradizionale funivia Monte Bove Sud Non so quanti, infatti, sanno assicurazione classica sulla (Sibillini) che usato a rami paralleli - sosta, che oltre al resto è Ð ampliare e gestire rifugio come si fa di solito per molto più comoda di quella Tito Zilioli M. Vettore comodità durante ventrale. Lasciamo la (Sibillini) l’assicurazione al primo di ventrale con secchiello a In questo articolo si cita il Alcuni di questi interventi cordata - ha una forza quelli per cui era stata libro del comandante sono già con progetti frenante insignificante: più o inventata: quelli delle cascate partigiano Carmagnolo. esecutivi pronti ma sono meno quella di un rinvio. E di ghiaccio e delle grandi vie Interessante la citazione. assolutamente certo che la che comunque, anche usato a d’ambiente con soste Purtroppo il Carmagnola ha classe dirigente è 180 gradi, ha un rapporto, tra precarie. E cioè i bravi, i ordinato l’attentato ad un managerialmente inadeguata forza di ingresso e forza di veramente bravi. ufficiale delle brigate nere in e tutto resterà incompiuto: si uscita, di 3-5. Lucio Dal Buono modo non del tutto corretto. continuerà a tollerare il parco Questo significa che una (Sezone di Corsico) A pagina 41, per quanto virtuale dei sentieri caduta di 2+ 2 metri del riguarda il rifugio Gastaldi, si precariamente segnalati, delle primo di cordata e con un Il Presidente della afferma che un gruppo di Case del Parco normalmente solo rinvio, darebbe uno Commissione Centrale partigiani lo rade chiuse e con personale scorrimento nella mano di 1 Materiali & tecniche, completamente al suolo. escursionisticamente metro, se i rami erano a 180 interpellato in merito, Come risulta invece dalla impreparato. Il Centro ed il gradi. Di circa 4 metri se i osserva che sono commenti fotografia, scattata attorno Sud studino l’esperienza del rami erano tenuti paralleli. nel complesso validi, che agli anni cinquanta, si vedono Nord per maturare una nuova Non c’è bisogno di dire che avvalorano l’impiego del 1/2 le rovine del rifugio (2659 m) cultura dell’accoglienza nessuno riesce a tenere in barcaiolo, anche se in falesia che, pur incendiato, era alpina: altrimenti mettiamo mano una corda che scorre si arrampica su monotiri ancora in piedi. Nella foto pure in liquidazione coatta per più di 60-70 cm. Il utilizzando secchielli, sono visibili la punta amministrativa questi Parchi vecchio e buon 1/2 barcaiolo piastrine o freni semi-statici Chalanson, Franco Tizzani di carta che nessuno intende può limitare lo scorrimento a (GriGri, Cinch, ecc.). ed i fratelli Carlo e Riccardo più solo leggere. 30 cm. Sottolinea che in ogni caso Peroglio. Maurizio Ruggeri Ma supponiamo che il nostro qualsiaisi tipo di freno Franco Tizzani (Sezione di Macerata)ù secondo sia riuscito a tenere richiede la nacessaria (Sezione di Torino)

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I nuovi montanari e il di Roberto Mantovani neoruralismo

Che volto avrà la montagna balzano immediatamente del futuro? Cosa capiterà nei all’occhio eccezioni e microcosmi delle valli alpine particolarità: non bisogna dopo le ventate della essere degli scienziati per globalizzazione? Apparirà un capire che, pur su un mondo nuovo, substrato comune, le valli completamente estraneo a piemontesi sono una cosa e quello della tradizione, quelle del Tirolo meridionale oppure sul ceppo della storia un’altra. Ed è solo uno dei nasceranno nuovi germogli, tanti esempi possibili. capaci di rinnovare la vita del La precisazione - del tutto vecchio albero? é inevitabile superflua per chi frequenta chiederselo di fronte al abitualmente le Alpi - è utile dibattito che, in modo per chiarire che, in virtù di spontaneo, sta prendendo particolari situazioni vigore sulla carta stampata, amministrative, ci sono nei convegni specializzati, porzioni di montagna vitali e ma anche tra le file di chi si in grado di costruire senza sente “dalla parte della intoppi il proprio futuro, e montagna”. altre per le quali il futuro potere economico, legami con i luoghi di recente La domanda ha senso continua a costituire una l’apparizione di quel turismo insediamento: una storia di soprattutto se riferita agli scommessa. di massa capace di degradare famiglia, un rapporto ambiti più disastrati dell’arco Nel 1977, Nuto Revelli, irrimediabilmente il sentimentale, un’affinità alpino, le due estremità attento osservatore della paesaggio. I libri di Revelli, culturale. C’è l’artista single meridionali, a ovest e a est. realtà alpina, dopo aver oltre che argomentati capi che ha messo su casa in La montagna povera di scandagliato in profondità la d’accusa, erano anche elegie montagna per crearsi un buen alcune delle valli occitane e, disastrosa condizione socio- di un mondo in sfacelo, un retiro lontano dalla città, di all’estremo opposto, quella economica in cui versavano i tentativo di ridare dignità a cui non condivide più la che occupa il lembo sud contadini di montagna di una civiltà rurale costretta logica. Ci sono operai stufi orientale della catena. In alcune valli cuneesi, aveva all’agonia tra il disinteresse delle fabbriche, giovani molte altre zone la situazione parlato di “Mondo dei vinti”. generale. intellettuali decisi a è diversa, e le previsioni più Un’etichetta che pesava come Da allora sono passati riappropriarsi del valore del facili. Si dice che le Alpi una condanna nei confronti di trent’anni. In quei lembi di lavoro manuale e disposti a costituiscono un unico tutto ciò che aveva causato la montagna che sembravano rivisitare in chiave moderna i sistema. Vero. Però non si disfatta e il degrado di una senza scampo, qualcosa è mestieri tradizionali della tratta di un’insieme compatto società su cui avevano cambiato. In diverse valli si è montagna. Ma si trovano - e e monolitico, quanto piuttosto infierito i massicci persino assistito a un ritorno non costituiscono affatto di un’entità complessa, in cui reclutamenti per le due guerre alla montagna. Tra i “nuovi un’eccezione - anche coppie - all’interno di una cornice mondiali, il disinteresse della montanari” c’è gente che con bambini piccoli, una che ne esalta la diversità politica, l’esodo dai paesi arriva dalla città, anche se per condizione che più di altre rispetto al resto d’Europa - montani, l’arroganza del alcuni esistono evidenti può favorire l’integrazione

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un’etica costruita su valori forza delle idee possa più autentici. cambiare situazioni Non ci sono solo sogni, però, impossibili, aprire nuove nel libro: nella maggior parte prospettive sul futuro. dei casi, si capisce che la Un’illusione? A mettere in quotidianità di chi ha scelto fila dichiarazioni e racconti, di imboccare la strada della si direbbe di no. montagna è dura, priva delle Curiosando dietro le quinte comodità garantite dal della ricerca, mi sono mondo cittadino. La vita imbattuto in un quadro valligiana obbliga spesso a d’insieme di estremo scontarsi con la scarsità (e interesse, senz’altro utile per anche con la mancanza) dei rispondere, almeno in parte, servizi sociali, con il alla domanda iniziale. Ho disinteresse del mondo scoperto che il campione politico, con l’assurdità di degli intervistati è solo la normative decise nei palazzi punta di un iceberg che del potere. Nella successione raccoglie parecchie decine di dei capitoli affiorano casi, molti ancora da denunce verbali, proteste, indagare. Una rete di qualche volta anche proposte esperienze che ormai ha circostanziate. Eppure, in assunto la fisionomia di una tutti i casi, anche nelle galassia, cresciuta sotto gli situazione più difficili, gli occhi di tutti eppure rimasta intervistati sostengono che la a lungo invisibile. Una vera vita di valle riesce regalare e propria opera di sul territorio. nel posto giusto. motivi di gratificazione ricolonizzazione alpina che Qualche settimana fa ho Mi è sembrata una bella capaci di compensare i qualcuno ha cominciato ad avuto modo di soffermarmi a idea, quella di ascoltare la disagi. etichettare con il sostantivo lungo sulle pagine di un libro voce di chi ha scelto Nel passare da una pagina neoruralismo. Un piccolo, che mi ha fatto molto un’esperienza così profonda all’altra del libro, più di una nuovo mondo nell’universo riflettere: Avem fach un sumi ed esclusiva (ma giurerei che volta mi sono ritrovato a allargato della montagna. (abbiamo fatto un sogno), qualcuno la definirà sottolineare con Talvolta sostitutivo di quello edito dalla Chambra d’Oc, “radicale”). La lettura delle l’evidenziatore una serie di precedente, in qualche caso associazione a cui fanno interviste è stata passaggi assai simili gli uni sovrapposto, in altri capo valligiani che lavorano un’esperienza ricca di agli altri. Nelle parole degli integrato. Un mondo in cui i prodotti della terra, fanno stimoli. Addentrandomi tra le intervistati emerge nettissima convive chi non ce lha fatta e gli artigiani o vivono di righe del testo ho scoperto la convinzione che il loro chi invece ha avuto successo, turismo, e che opera nelle un’altra montagna. Molte futuro - sempre percepito chi si è ritagliato un angolo valli occitane del Piemonte, delle coppie che si sono anche come futuro della di vita tutto per sé e chi si è tra la provincia di Torino e raccontate di fronte al valle in cui vivono - dipenda inserito nel tessuto sociale quella di Cuneo, in pratica registratore ne parlano come soprattutto dal modo di agire preesistente al punto da tra l’alta Valle di Susa e la se fosse una metafora. Oltre all’interno della comunità di creare innovazione e Val Corsaglia. Un volume a considerarla una terra reale, cui si è entrati a far parte; in stimolarne la crescita. interessante, che raccoglie con cui fare i conti per definitiva dalla propria quota Una bella differenza, rispetto una serie di interviste a campare, per certi versi la di responsabilità. Nessuno, al vecchio “Mondo dei giovani coppie, tutte sentono anche come un per quanto ho potuto vedere, vinti”. Non ancora un mondo residenti in montagna. Anzi, luogo dell’anima. Come una accetta di delegare ad altri le di vincitori, ma di sicuro un per essere più precisi, che regione in cui ci si può decisioni che lo coinvolgono, mondo di pionieri. Che è hanno liberamente scelto di confrontare con se stessi, come sovente capita giusto interrogare. Per vivere in montagna. Nessuno misurare la propria volontà nell’ambiente urbano. provare a capire. Per dei testimoni, infatti, è stato al cospetto della natura, ma Inoltre, a sentire tutte riflettere. E soprattutto per costretto a trascorrere i anche dar spazio ai sogni. insieme le voci raccolte nel immaginare il futuro di uno propri giorni nelle borgate e Come un laboratorio volume, ho avuto spicchio di montagna nei paesi alpini che li privilegiato in cui costruire l’impressione che maltrattato dal tempo e dalla ospitano. Potevano metter su da sé il proprio destino, l’immaginazione e la storia, che oggi sembra casa altrove. Invece hanno inventarsi un’esistenza ricca capacità progettuale in concedersi una nuova deciso per la montagna, e di opportunità inavvicinabili montagna abbiano un valore possibilità di vita. oggi sono sicuri di trovarsi altrove e vivere secondo e un peso diverso, che la Roberto Mantovani

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Qui accanto: Panoramica delle guglie della Miyar Valley (India). Al centro Mahindra 5845m. Foto©Mario Manica.

In basso: Il Kahn Tengri 7010 m salito da Luca Vuerich. Foto©L.Vuerich.

Antonella Cicogna e Mario Manica (C.A.A.I) [email protected]

PAKISTAN si svolge su terreno misto». La via colatoio ovest), senza però realizzare Cima Cai Molteno Pumari Chhish attacca dal versante nord-est, nella l'integrale, per la quale avrebbero 4410 m - Ghiacciaio del Batura 7350 m sezione centrale si sposta lungo quello dovuto salire altre due cime. Angelo Rusconi e Gino Mora sono partiti L'alpinismo francese sta vivendo in nord-ovest per finire nuovamente su Rinunceranno poi all'inviolato K6 Ovest con Augusto Pozzoli, Claudio Besana, questi ultimi anni una fase davvero quello nord-est. (7100 m) per le condizioni improponibili Roberto Galbusera, Efraim De Capitani, brillante, all'insegna dell'esplorazione su Nuova via di 1450 metri lungo la parete della montagna dopo le forti nevicate e Laura Rho e Pierluca Elias, per svolgere montagne al di sotto degli 8000 metri. sud-est di Shipton Spire 5852m per i il continuo distacco di seracchi. Prezelj un corso di formazione alpinistica a un Tra i protagonisti Yannick Graziani e russi Denis Savelev, Andrey Muryshev, si unirà poi in cordata col canadese gruppo di portatori locali, portare aiuti Christian Trommsdorff, non certo gli Evgeny Korol, Sergey Nilov. Fragments Maxime Turgeon per realizzare in umanitari e raggiungere la vetta ultimi arrivati, ma poco pubblicizzati of freedom, aperta in stile capsula, si giornata, il 17 settembre 2007, una dell'Angel Peak nell'Hindu Kush. dalla stampa specializzata sviluppa lungo un sistema di fessure e nuova via di 900 metri in libera e on- Cambio di programma alpinistico internazionale. In quattro giorno (8-12 successivamente un grande diedro, per sight (eccetto 10 metri in artificiale) con quando la polizia vieta l'accesso alla giugno 2007) i due giovani alpinisti 33 lunghezze con difficoltà max di difficoltà fino a 6c lungo uno dei zona per motivi di sicurezza. Ci si hanno firmato nell'Hispar Muztagh la A4/6b. 13 giorni in parete con cima il numerosi pilastri del K7 Ovest, versante sposterà allora in Karakorum e, dopo il prima assoluta al Pumari Chhish (7350 30 luglio 2007. La via corre totalmente sud. Il 12 settembre scorso lo stesso corso di formazione, verrà salita una m) in stile alpino. La via, che si sviluppa indipendente tra le vie Baltese Falcon Turgeon era partito per l'inviolato Farol guglia di 400 metri (diff. max IV) nel lungo i 2700 metri della parete sud, è di e Women and Chalk. Est (6350 m) affrontandolo in solitaria ghiacciaio del Batura che il gruppo M6, V+, con 15 metri in A2 nella lungo una via di ghiaccio sul versante battezzerà Cima Cai Molteno 4410 m. sezione chiave della salita su una K7 Ovest 6858 m, sud-ovest. La cima è stata raggiunta il Verranno poi consegnati i fondi per la headwall di 600 metri di misto e roccia Naisa Brakk 5200 m, giorno successivo, dopo un bivacco costruzione di una scuola femminile a circa 6400 metri di quota. La cima è Sulu Peak 5950 m, obbligato sulla cresta sommitale per le nella valle di Hunza. stata raggiunta dopo il quarto bivacco il Farol Est 6350 m elevate temperature. Raggiunto il 12 giugno. Stagione ricca per lo sloveno Marko campo base il 14 settembre 2007, Prezelj e gli americani Vince Anderson e dopo 1300 metri di discesa. Shipton Spire Steve House nella pakistana Valle di 5852 m Charakusa. Dopo un'acclimatazione al Igor Brakk 5010 m 21 giorni in parete (di cui 12 Sulu Peak (5950 m ca) lungo il Valle di Nanghma caratterizzati da forte nevicate), 20 versante nord-ovest (18-19 agosto L'obiettivo iniziale di Agostino Cittadini, bivacchi, 870 metri di difficoltà A4+/6a. 2007) e la prima ascensione della Maurizio Felici, Antonio Caporale e Dal 10 al 31 luglio 2007 la spagnola cresta sud-ovest del Naisa Brakk (5200 Alessandro Palmerini era di aprire una Silvia Vidal, fissati 200 metri di corde m) lungo una via di oltre 1000 metri di via nella valle di Charakusa per poi fisse, ha così aperto in solitaria (niente sviluppo con diff. fino a 6b/6b+, i tre ricongiungersi al resto della spedizione radio o telefono satellitare) e in stile hanno scalato l'inviolato K7 Ovest “Abruzzo Karakorum 2007” impegnata capsula Life is Lilac lungo il pilastro (6858 m). Tre i giorni per raggiungere la al Broad Peak. Arrivati a Islamabad il 21 nord-est di Shipton Spire. La sua via cima. Partiti il 1 settembre con una giugno, i quattro scopriranno che il termina programmatamente a 5300 prima giornata su roccia, con 150 metri passo del Gondogoro è chiuso. Si punta metri, dove si congiunge con Ship of di facile arrampicata e 7 lunghezze in allora alla Valle di Nanghma, laterale di Fools, la via di Jared Ogden e Mark free climbing fino a 6b+, la cordata ha Hushe, e sarà qui che la cordata Synnot (1997) che porta alla cima di proseguito i due giorni successivi su (Caporale rinuncerà per problemi di Shipton Spire. «Quasi tutta la difficoltà ghiaccio e misto fino alla cresta salute) in giornata (4 luglio 2007) aprirà della via -ha spiegato la Vidal-, si sommitale, molto esposta. In vetta in Inshallah all'Igor Brakk 5010 m. Un concentra nella prima parte, con alcuni piena bufera, la cordata riscenderà primo tratto di 600 m lungo un canale lungo la via di salita realizzando anche il tiri di A4+ e molti altri di A4. La sezione detritico (II/III-), 9 tiri su roccia (passi di intermedia si sviluppa lungo un sistema quarto bivacco. Il 12 settembre 2007 il VII/A0/M7), gli ultimi 2 tiri su cresta di di fessure che sono riuscita a realizzare trio sarà nuovamente in azione lungo la in libera fino al 6a, perché il peso del cresta ovest del Naisa Brakk, con III/IV. La salita sarà dedicata agli amici materiale non mi consentiva di duemila metri di salita su roccia e scomparsi Stefano Imperatori e Alberto muovermi oltre in libera. La parte finale difficoltà fino al 6a+ (discesa lungo il Bianchetti.

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Karim Sar 6180 m Si chiama Secret of thin ice la nuova Purtroppo gli ingredienti negativi ci sono via aperta in tre giorni dagli slovacchi stati tutti: pessime condizioni meteo, Andrej Kolarik e Juraj Svingal alla nord terreno impraticabile per le forti piogge di Rachu Tangmu 5930 m, nella Miyar e le alte temperature in quota, virus Valley. La via su misto e ghiaccio, 1300 intestinale. Così è stato sventato il bel m di M6/A1, risolve il pilastro centrale, progetto esplorativo di Ivo Ferrari al poi prosegue lungo la cresta sommitale Karim Sar (Batura ) con Fabio fino alla cima centrale (1 ottobre 2007), Valseschini e Yuri Parimbelli all'inizio senza raggiungere la vetta principale dello scorso settembre 2007. Dopo un per la presenza di due difficili e instabili bivacco a 4200 metri e aver attaccato funghi lungo la cresta. La sezione più lungo un canalone praticamente difficile nella fascia centrale lungo il In alto: detritico che li avrebbe condotti a una pilastro, un tratto verticale con ghiaccio La parete nord di Rachu Tangmu 5930 m salita da Andrej Kolarik e Juraj Svingal. cresta tecnica, la cordata è stata sottile e neve inconsistente, superata Foto©Mario Manica. costretta a rinunciare nella prima giornata di salita. Quattro nuove vie e due cime inviolate INDIA di 5000 metri per la cordata slovena Qui sopra: L'Igor Brakk 5010 m (Pakistan) salita dalla spedizione Abruzzo Miyar Valley - Tanja e Andrej Grmovˇsek nel Karakorum 2007. Foto©A.Cittadini. Himachal Pradesh settembre-ottobre scorsi sempre nella Quattro nuove vie tra agosto e Miyar Valley. Posto il campo base ai settembre 2007 per la cordata piedi di Castle Peak, il 16 settembre Casarotto hanno raggiunto la cima del sono trasferiti al Parco di Ala Archa (22- americana composta da Pat Goodman, 2007 Tanja e Andrej hanno iniziato la Dhaulagiri 8167 m il 29 aprile 2007 alle 24 agosto 2007). Realizzato il Peak Freddie Wilkinson e Dave Sharratt nella loro acclimatazione aprendo Toro Ridge 14 e 30 seguiti da Renzo Benedetti, Korona 4800 m lungo la parete nord e Miyar Valley. La prima linea, di diff. (V+, 300 m) alla cresta est di Toro Peak senza aiuto di sherpa né ausilio cresta est (900 m TD) e Vuerich da solo 5.11, 350 m, è stata aperta alla sud (4850 m ca.) Il 19 settembre eccoli in d'ossigeno. la cima Semionova 4970 m lungo la dell'inviolata Orange Tower 5200 m nel prima ascensione al Korklum Gou- nord (500 m D+). Jangpar Glacier. La seconda è stata Window Peak (5600 m ca.) con la via KIRGHIZISTAN realizzata all'inviolato Peak 5960 m, Shangrila Ridge (VII, R, 600 m). Kahn Tengri 7010 m GROENLANDIA con primo tentativo dal Jangpar Glacier Trasferitisi al Tawa Glacier con l'intento Tien Shan Thumbnail e secondo attacco con vetta dal Dali di salire Neverseen Tower, la cordata Probabile prima italiana in giornata per Nuova via il 14 agosto 2007 Glacier, lungo la cresta ovest (IV+, slovena è stata bloccata dalle forti Luca Vuerich al Kahn Tengri (7010 m) la all'imponente guglia di Thumbnail, nel 5.9+, 660 m). Terzo obiettivo: l'inviolato nevicate e dalle condizioni impraticabili seconda montagna più alta della catena remoto fiordo di Torsuqassaq Mahindra 5845 m, lungo la parete sud. delle pareti. Nell'attesa, il 29 settembre del Tien Shan. Partito alle nove di sera (Groenlandia del sud), per i polacchi Fissati i primi due tiri su una via tentata hanno aperto Trident Ridge (VII/VII+, del 5 agosto 2007 dal campo base a David Kashlikowksy e Eliza Kubarksa. precedentemente da altre cordate, 500 m) con prima ascensione 4000 m, Vuerich ha raggiunto la cima Golden lunacy si sviluppa per 2000 Goodman e Wilkinson sono tornati all'inviolata Premsingh Peak (5200 m dopo 15 ore e mezza seguito, qualche metri ed è stata aperta in libera con all'attacco per completare l'intera linea ca.). Immutate le condizioni delle pareti tempo dopo, dal compagno di difficoltà massima di 7a+ (questo tiro on-sight, con un'impegnativa e considerati i pochi giorni ancora a ascensione, lo sloveno Andrej Magajne, lavorato) con il resto delle lunghezze arrampicata su muri e lame. disposizione, i coniugi Grmovˇsek hanno costretto a rinunciare a soli 50 metri realizzate on-sight. L'avvicinamento è La via termina sulla cima centrale ed così deciso di aprire la loro ultima via dalla cima per le pessime condizioni del avvenuto tutto via mare, con base è stata battezzata Ashoka's Pillar (V+ Lufoo Lam-Windy Way (VII+ e 350 m, tempo. Non sono stati effettuati depositi all'isola di Pamialluk, a due chilometri 5.11 R, 857 m). Assente in questa e 1 ott. 2007) su una guglia rocciosa lungo il percorso. La realizzazione è dalla parete. nella precedente salita per problemi nominata David's 62 Nose (4950 m ca) avvenuta in stile leggero. Tra salita e di salute, Goodman ha invece alla sud di Castle Peak. discesa 22 ore, 3000 metri di dislivello. Per le relazioni e la personale realizzato l'ultima linea del team lungo Dopo alcuni tentativi alla nord del Peak collaborazione ringraziamo: la cresta sud di Peak 5300 m, NEPAL Nansen (5697 m) con due bivacchi in Giampaolo Casarotto, Agostino Cittadini, in solitaria, chiamando la via P.K.D. Dhaulagiri 8167 m parete a 4300 m, e al Peak Pobeda Tanja e Andrej Grmovsek, Angelo (III+ 5.9-, 550 m). Cristina Castagna e Giampaolo (7439 m), falliti per il mal tempo, i due si Rusconi, Luca Vuerich.

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ALPI ORIENTALI hanno aperto una via nell’incavo posto Sass de Mura a destra della parete giallastra. Sviluppo Alpi Feltrine - Gruppo del Cimonega m 200 con difficoltà dal III al V-. Il 17 agosto del 2002 in ore 2 Lovat e Il 30 settembre del 2006, sempre De Aldo De Zordi sono saliti per lo Spallone Zordi e Maoret, ma in compagnia di Est lungo una nuova via di m 250 con Paolo Lovat, sono saliti lungo lo difficoltà dal III al V -. Avvicinamento dal spigolone che delimita sulla sinistra la Pian del Re salendo verso il torrente parete. Sviluppo m 240 con difficoltà che scende dall’anfiteatro roccioso dal III a VI- superati in ore 2.30. sottostante la banca Est del Sass de Gli stessi, il 7 ottobre del 2006 lungo Mura, sulla sinistra della Punta del Re, una via che porta a rasentare sulla nel punto più stretto del canalone. destra gli strapiombi gialli. Sviluppo m 240 con difficoltà dal III al VI- superati a cura di Roberto Torre Arianna - (Top. prop.) in ore 2.40. Avvicinamento alla parete in Mazzilis (C.A.A.I.) Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet - ore 1 dal Rif. B. Boz verso il Cadin di [email protected] Sottogruppo delle Torri del Garofolo Neva, a pochi minuti dall’attacco delle Caneva di Tolmezzo Il 28 agosto del 2006 Denis Maoret, vie. via Terzo 19 - 33028 – UD Paolo Lovat e De Zordi Aldo hanno Cell. 3396662724 compiuto la prima ascensione lungo la Cresta del parete Nord per una via di m 180 con Castelatto - m 2340 difficoltà dal III al V. Tempo impiegato (Top. prop.) ALPI CENTRALI ore 2. Dolomiti d’oltre Piave - Gruppo Spalti di Cima di Valmora Toro e Monfalconi - Ramo del m 2198 Punta Cereda Castellato Prealpi Bergamasche Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet La Cresta del Castelatto si protende Sulla parete Nord di questa montagna Il 6 settembre del 2006 Emilio Dalla verso la Val Cadin ed è racchiusa tra il lombarda nel corso delle estati 2006 e Corte e Aldo De Zordi hanno aperto una canalone che digrada dalla Forcella 2007, in più riprese, Alex Rinaldi, nuova via sulla parete Nord - Est. delle Corde e quello dalle Forcelle Daniele Tomasoni, Massimo Gerosa, Sviluppo m 715 con difficoltà dal II al V- Cadorin e San Lorenzo. Andrea e Roby Benassi, Ario Lazzaretti . Tempo impiegato ore 5. L’attacco si Sulla parete Nord - Est il 2 luglio del hanno aperto e interamente attrezzato trova in prossimità del canalone, m 100 2005 Sergio Liessi e Gabriele Paladin dal basso con chiodi e spit la via oltre quello della via di E. Castiglione e hanno aperto la via “Liessi - Paladin”. “Inseguendo una lumaca”. Non per d E. Corti. Roccia discreta, a tratti buona con bontà della roccia ma per le difficoltà dal III al IV con un passaggio caratteristiche della via, questo itinerario Croda del Porton di IV +. Tempo impiegato ore 3.30. è interessante per chi cerca difficoltà Alpi Feltrine - Gruppo Sass de Mura Sviluppo m 340. Lasciati in parete 7 Qui sopra: La Torre Arianna con il medie e ambiente selvaggio. Dei 13 tiri Sul versante ovest di questa bastionata chiodi. L’attacco, raggiungibile dal Rif. tracciato della via aperta da Maoret, di corda indicati nello schizzo (tutti più dolomitica che ricorda vagamente come Padova, si trova alla base di un breve Lovat e De Zordi sul versante Nord. lunghi di m 35) 11 presentano difficoltà aspetto le più famose Dolomiti di Brenta camino. La direttrice della via è data da dal III AL 6 a + prevalentemente su sono stati aperte 3 nuove vie. un profondo solco obliquo verso sinistra placche e diedri dei quali uno giudicato Il 23 settembre del 2006 Aldo de Zordi, e che si esaurisce presso una grande In alto: La parete Ovest della Croda particolarmente bello. Denis Maoret ed Emilio Dalla Corte cengia. La discesa è stata effettuata in del Porton con i tracciati delle 3 vie corde doppie lungo la “Spalla del aperte nel 2006 da De Zordi e Il tracciato della via “Inseguendo una Lumaca” Centenario”, ovvero per il grande compagni. sulla parete Nord della Cima di Valmora. colatoio tra la Cima del Castelatto e la Cresta omonima. Punta di Santa Torre del Rifugio Maria - m 2238 (Top. prop.) m 2250 Dolomiti d’oltre Piave - Gruppo Spalti di Dolomiti d’oltre Piave - Gruppo Spalti di Toro e Monfalconi - Ramo di Vedorcia Toro e Monfalconi - Ramo di Il 28 luglio del 2005 Sergio Liessi e Monfalconi di Forni - Scala Grande. Paolo Pellarini hanno aperto una nuova Il 20 luglio del 2005 S. Liessi e Paolo via sulla parete Ovest. Sviluppo m 220. Pellarini hanno aperto una nuova via Difficoltà dal III al IV con passaggi di V-. sulla parete Ovest. Sviluppo m 310. Tempo impiegato ore 2.30. Lasciati 6 Difficoltà dal II al III + con un passaggio chiodi. Roccia buona. di IV-. Tempo impiegato ore 2. Lasciati Dalla Forcella Santa Maria ci si porta 4 chiodi e 2 cordini. Roccia buona. sullo spigolo sinistro, all’inizio del L’attacco della via si raggiunge dal Rif. canalone che separa la Punta Santa Padova in ore 1.45 e si trova Maria dal resto della cresta omonima all’estrema sinistra della parete presso (m 2050, ometto). una grande cengia che solca tutto il La via si sviluppa per 6 tiri di corda versante della Torre. La discesa è stata lungo placche, camini e diedri. La effettuata verso Est fino ad una discesa è stata effettuata dal versante forcelletta, poi per un breve camino ed opposto attraverso macchie di mughi e infine a sinistra attraverso una macchia rocce detritiche puntando al canalone di mughi. Da qui con una doppia di m che conduce alla Forcella di Santa 25 verso la forcella della Scala. Maria.

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solo il 28 giugno del 2007 da R. Mazzilis e Fabio Lenarduzzi in ore 5. Si tratta di una arrampicata difficile ed esposta con alcuni tiri di corda molto belli, ma sconsigliata a causa della pericolosità della roccia a tratti molto fratturata e friabile, alternata da placche compatte dove la chiodatura è difficile. La direttiva della via è data da una marcata fessura obliqua verso sinistra e parallela al sottostante canalone fino al centro parete. Qui la via sale sempre Daniele Picilli sulla via Robys di direttamente in parete aperta verso la Mazz alla parete Nord - Est della Il versante meridionale della Cima dentellata cresta dello spigolo N. W. Sfinge. de Lis Codis con il tracciato della sulla quale spicca, delle 3 più evidenti, via Mazzilis - Picilli. la Punta Innominata. Sviluppo fino alla Punta Innominata m 360. Difficoltà IV, V, VI, passaggi di VII. Gilberti - Soravito, sulle rocce a gradoni Punta Ada Per l’assicurazione intermedia usati 10 dello zoccolo posto nel punto più basso m 2225 (Top. prop.) chiodi, 3 friend e 1 cordino, oltre al della parete. (ore 0.20 dal Rif. Dolomiti d’oltre Piave - Gruppo Spalti di materiale per le soste. Grauzaria). Dopo una fessura sbarrata Toro - Ramo di Toro La base della parete, già visibile dal Rif. da uno strapiombo (chiodi di un Il 10 giugno del 2005 S. Liessi e P. Grauzaria, è raggiungibile dallo stesso tentativo di ignoti) la via sale Pellarini sulla parete Sud hanno risalendo per circa ore 0.50 il sentiero direttamente tutta la parete realizzato la “Via Diretta”. Sono 5 della via normale. L’attacco è posto m mantenendosi parallela alle vie “Fruz di lunghezze di corda per uno sviluppo di 20 a sinistra dello spigolo Nord - ovest Caselin” (posta sulla sinistra, vedi m 130 con difficoltà dal III al IV e un (it. 171 c della Guida dei Monti D’Italia - Rubrica Luglio - Agosto 2004) e passaggio di V-. Tempo impiegato ore 2. Alpi Carniche Vol. 1). “Celtik” (posta più a destra, vedi Lasciati 6 chiodi. Arrampicata su roccia Dalla Punta Innominata è necessario Rubrica Gennaio - Febbraio 2006) alle discreta a tratti buona e articolata in raggiungere la Cima della Grauzaria (ore cui note si rimanda per le indicazioni di diedri e camini. L’attacco si raggiunge 0.30, I e II, indispensabile visibilità avvicinamento e discesa. dal Rif. Padova e si trova nel canalone buona) dalla quale si scende per il che digrada dalla Forcella Balcon, sopra sentiero della via normale (ore 1.30 al Cima de Lis Codis una cengia larga ed evidente (ometto). Rif. Grauzaria, passaggi di I e II). - m 2380 Discesa dallo stesso versante con 3 Alpi Giulie - Gruppo dello Jôf Fuart corde doppie rispettivamente da m 20, Cima della Sfinge Il 14 luglio del 2007 R. Mazzilis e 25 e 40 che depositano sui ghiaioni m 1754 Daniele Picilli in ore 7.30 sulla vasta presso la base della parete. Alpi Carniche - Gruppo del Sernio - parete Sud, a destra della via Zanderigo Grauzaria - Di Gallo e a sinistra della Mazzilis - Sernio - m 2187 La via “Robys di Mazz” alla parete Picilli (via della “Fessura Obliqua”) Alpi Carniche - Gruppo del Sernio - Nord - Est è stata aperta da R. Mazzilis hanno aperto una via molto interessante Grauzaria e Daniele Picilli il 14 giugno del 2007 in per bellezza di arrampicata e logicità. Il 21 maggio del 2007 R. Mazzilis in ore 7 di arrampicata bellissima con Ad un primo tratto di strapiombi in arrampicata solitaria (ore 0.40) è salito difficoltà continue, su roccia dolomitica alcuni punti friabili che costituiscono il lungo il pilastro centrale dell’incavo ottima, probabilmente la via più bella “passaggio chiave” segue una serie di dove sale la nota via Tessari. Sviluppo della parete e tra le più consigliabili placche e fessure a gradoni che complessivo dell’arrampicata m 450 / delle Alpi Carniche. Sono rimasti in permettono il raggiungimento della 500 circa con difficoltà prevalenti di II e luogo i chiodi più problematici da Cengia degli Dei. La metà superiore III, tratti di IV, IV + e V, un passaggio di piantare. Con il materiale usato dai della via è di grande soddisfazione ed V + evitabile (ometti vari ). Roccia primi salitori (11 chiodi e 2 friend oltre eleganza, su roccia buona, a tratti ottima ed appigliata ovunque, aerea al materiale per le 12 soste con tiri ottima ed aerea, molto appigliata e nella parte centrale del pilastro, quasi tutti da m 55 / 60) offre una prevalentemente in fessura. Sviluppo caratterizzato da un marcato tetto sulla scalata completamente in libera di alto complessivo m 700 circa. Difficoltà di V sinistra della via. livello e di grande soddisfazione, quasi e VI, passaggi di VII- e uno di VII. Per esente da pericoli obiettivi come le l’assicurazione intermedia sono stati Punta Innominata - scariche di sassi e nella parte bassa usati una decina di chiodi e qualche (non quotata - denominazione proposta) con alcune possibilità di deviare sulla friend medio - piccolo, oltre al materiale Alpi Carniche - Cima della Grauzaria vicina via Gilberti. Molto caratteristici gli per le soste. Realizzati 13 tiri di corda La complessa Cima della Grauzaria si aggiramenti dei grandi tetti (sempre molti dei quali da m 55 / 60. Qui sopra: La parete Nord - Est allunga verso occidente con uno verso sinistra) che si notano a metà Avvicinamento alla parete dalla Val della Sfinge con il tracciato della spallone che a Nord ci affaccia, sul parete, dove ci sono i passaggi chiave, Saisera in ore 2.30. L’attacco si via “Robys di Mazz” dal sentiero canalone percorso dalla via normale, su placche verticali compattissime ed individua a circa m 40 più a destra di entusiasmanti. Sviluppo m 620 circa. un marcato diedro / fessura giallo. Per per il Rif. Grauzaria. con una parete rocciosa alta e verticale, dall’aspetto attraente. Malgrado sia Difficoltà di V, VI, tratti di VII e VII+. Per ulteriori note e via di discesa (i candidati In alto: La parete Nord della Punta bene in vista e sullo spigolo che la una ripetizione risultano indispensabili alla scalata di questa parete devono Innominata della Grauzaria con il delimita sulla destra si sviluppi una via una decina di chiodi vari e una serie di rassegnarsi ad un ritorno a valle assai tracciato della via Mazzilis - abbastanza nota e ripetuta la prima friend medio - piccoli. Si attacca una laborioso) si rimanda alla Rubrica Lenarduzzi. ascensione assoluta è stata realizzata quindicina di m a destra della via Gennaio - Febbraio 2007.

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seguente la prova lavorata non segnava la tanto attesa prima vittoria di un italiano al Rock Master, Flavio Crespi con un’emozionante performance sfiorava solo il top, mentre Puigblanque riusciva a tenerlo. Uno splendido secondo posto per Flavio quindi, dopo quello di Christian Brenna nel 1997 e quello di Luisa Iovane nel 1987. In terza e quarta posizione si piazzavano rispettivamente Tomas Mrazek e David Lama. Dopo un deciso recupero si piazzava ancora 7° un grande Luca Zardini, a 35 anni in una Luisa Iovane concorrenza di poco più che ventenni: il e Heinz cortinese si è mantenuto ai massimi Mariacher livelli per il suo dodicesimo Rock Master. Nella categoria femminile la slovena Maja Vidmar raggiungeva il punto più alto della via lavorata, ma ROCK MASTER DI ARCO. non le bastava a compensare la La 21ª edizione del Master più prestazione un pò appannata nella prestigioso della storia dell’arrampicata prova a vista e doveva accontentarsi si svolgeva come ogni anno durante il del secondo posto dietro alla Eiter, secondo fine settimana di settembre terza si classificava Anda Irati, nella cittadina dell’Alto Garda. Flaminia Capezzuoli vince a Campi- L’organizzazione guidata da Angelo tello di Fassa, foto Jacopo Muzio. Seneci lavora parecchi mesi all’anno per il successo della grandiosa manifestazione che porta ad Arco i Flavio Crespi, secondo al Rock migliori arrampicatori del momento, Master di Arco, foto Daniele Crespi. richiamando qualche migliaio di spettatori appassionati e competenti. campionessa del mondo in carica Olga Sull’imponente struttura, alta una Shalagina; sesta Roberta Longo, l’unica ventina di metri e strapiombante italiana presente. Nell’ambito del Rock quindici, al centro del Climbing Master si svolgeva anche la seconda Stadium, si confrontavano 10 ragazzi e edizione di “Arco Rock Legends”, con 12 ragazze, sulle vie disegnate da l’assegnazione di due premi da parte di Leonardo Di Marino e Donato Lella, da una giuria presieduta da Fabrizio Miori, sei anni gli esperti tracciatori del Rock Assessore del Comune di Arco, e Master. La classica formula della prova composta dai rappresentanti di una a vista sommata alla prova lavorata in quindicina di riviste specializzate. Il tutti questi anni è rimasta invariata, ma Salewa Rock Award andava a Patxi è sempre entusiasmante, e permette Usobiaga, il ventisettenne basco che si agli atleti di esprimersi su una via di emergente forza spagnola, davanti alla poco più di 10 secondi per una è particolarmente distinto nell’attività difficoltà estrema dopo una quindicina di metri di salita. La vittoria giovane slovena Mina Markovic. Con sulla roccia nel 2006 (e che non è ricognizione di mezz’ora (situazione finale andava invece al russo un’ottima prestazione nella via lavorata certo da meno in competizione, impossibile nelle normali Coppe del Vaytsekhovsky. Nei due intensissimi Jenny Lavarda risaliva in 9ª posizione. essendo vincitore della Coppa del Mondo, dove esistono solo itinerari a giorni di gare non c’erano tempi morti, Gli otto migliori atleti della classifica si Mondo Lead 2006). Si aggiudicava La vista, che non ammettono possibilità e si passava senza pause da una fronteggiavano poi testa a testa Sportiva Competition Award il d’errore di lettura). La prima giornata specialità all’altra: durante il Sint Roc nell’appassionante Duello, per diciassettenne David Lama, Campione confermava i pronostici, posizionando aggiudicarsi il trofeo Ennio Lattisi. Una Boulder Contest si esibivano 15 atleti tra i migliori delle classifiche Europeo Boulder e Lead, per i successi in testa alla classifica della via “a vista” prova di difficoltà-velocità, in cui Anda internazionali, su spettacolari problemi ottenuti nella sua prima stagione Flavio Crespi, l’atleta italiano di punta Irati prevaleva su Angela Eiter, mentre tracciati da Jacky Godoffe e Alberto agonistica senior nel 2006. in forza nelle Fiamme Gialle, ex-aequo Tomas Mrazek batteva David Lama. A Gnerro. I concorrenti affrontavano ogni con lo spagnolo Puigblanque, vincitore ben altre velocità si muovevano gli dell’anno scorso; a una presa dal top si blocco uno dopo l’altro, con COPPA ITALIA FASI specialisti dello sprint nel tradizionale fermavano Mrazek e Lama, con tutti gli l’eliminazione di quelli che avevano BOULDER A Parallelo del sabato notte. Attualmente altri, compreso il nostro Luca Zardini ottenuto il peggior risultato. Alla fine CAMPITELLO DI FASSA. si cerca di standardizzare i percorsi per “Canon”, alcuni metri più in basso. Tra rimanevano in gioco l’inglese Gareth L’ultimo della serie dei tradizionali la velocità, in modo da poter le ragazze l’austriaca Angela Eiter, con Parry, che superava il finlandese Nalle appuntamenti estivi organizzati dal confrontare i tempi realizzati nelle varie una grande lotta, raggiungeva quasi la Hukkataival e il nostro ottimo Gabriele Fassa Climbing, sotto la direzione di competizioni e le vie sulla parete del catena, davanti a un’ottima Emily Moroni; quarto Lucas Preti, l’altro Roberto Bonello, era la terza prova del Rock Master fanno parte di quelle Harrington, la fortissima americana che italiano partecipante. Tra le ragazze circuito nazionale per una trentina di partecipa solo saltuariamente alle “omologate”. Si cercava quindi anche straordinaria supremazia dell’austriaca specialisti del bouldering. I problemi competizioni ma sale spesso sul podio; di raggiungere un record assoluto, Anna Stöhr, che risolveva tutti i erano tracciati sulle strutture fisse alla la nostra Jenny Lavarda non riusciva a performance che riusciva in uno dei passaggi al primo tentativo, seconda la base della grande parete del Centro dare il meglio e finiva 11ª. Il giorno turni preliminari al polacco Oleksy, con russa Yulia Abramchuk e terza l’attuale Ischia, molto alti rispetto alla media dei

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soliti blocchi e ben riparati dalle campo femminile guidavano la intemperie. In testa alla semifinale qualificazione Roberta Longo, di Fiera maschile il roveretano Stefano Ghidini e di Primiero, e la triestina Cassandra Alberto Milani, che superavano tre dei Zampar, che risolvevano i quattro quattro boulder di qualificazione al problemi al primo colpo, mentre tra i primo tentativo. In finale Stefano ragazzi era Gabriele Moroni a Ghidini (Olympic Rock) restava davanti, comandare la classifica, unico a risolvendo tre boulder al primo tentativo concludere i quattro blocchi a vista. In e superando così Lucas Preti (Roc finale Roberta Longo, campionessa Palace Brescia); terzo Alessandro italiana in carica, si riconfermava la più Gandolfo (Pro Recco), savonese forte, con quattro top, davanti a Elena d’origine e trasferitosi da un paio Chiappa e Cassandra Zampar (Olympic d’anni ad Arco. Tra le ragazze una rara Rock TS) con tre. Anche tra i maschi apparizione nel circuito nazionale di Moroni restava il numero uno, con Jenny Lavarda, da poco entrata nel quattro boulder, davanti agli ex-aequo Gruppo Sportivo della Forestale, che Stefano Ghidini e Michele Caminati guidava la semifinale con quattro (Rock On Parma), con tre. La classifica boulder, davanti a Elena Chiappa e generale della Coppa Italia Boulder Roberta Longo con tre. In finale però risultava quindi: Roberta Longo cinque ragazze riuscivano a superare (Olympic Rock), Claudia Battaglia (B- due boulder ed era Flaminia Capezzuoli Side TO), Elena Chiappa (La Sportica (Zetaclimb Roma) che si aggiudicava la Pinerolo) e rispettivamente: Gabriele vittoria per i minori tentativi sulle zone. Moroni (B-Side TO), Stefano Ghidini La simpatica romana abita ad Arco e (Olympic Rock), Lucas Preti (Rock partecipa con poca continuità, ma Palace Brescia). Il totale dei sempre con ottimi risultati, alle partecipanti al circuito, limitato dalle competizioni di bouldering. Jenny nuove regole d’ammissione di Lavarda finiva seconda ed Elena quest’anno, era di 15 femmine e 40 Chiappa (Sportica Pinerolo) terza. Come maschi. era avvenuto per la difficoltà, il giorno seguente, ai piedi della struttura, si COPPA ITALIA FASI LEAD svolgeva l’Open Nazionale di Boulder. A CASALE MONFERRATO. Una fatica immane ma con ottimi La quarta prova di Coppa si svolgeva a risultati, per il tracciatore Mario Prinoth Casale Monferrato (Alessandria), unica di Campitello, che per il fine settimana tappa del circuito al di fuori delle Tre agonistico riusciva a creare un totale di Venezie, organizzata da Donato 27 problemi, tutti interessanti e Gamarino del Comitato Regionale FASi spettacolari. In campo maschile vinceva Piemonte, con la collaborazione della Paolo Leoncini (B-Side TO), che Sezione locale del CAI. Sulla struttura risolveva tutti e sei i boulder proposti, fissa all’interno del Palazzetto dello secondo Francesco Spadea (B-Side TO) Sport i tracciatori Alberto Gnerro e e terzo Andrea Dacasto (CUS Bologna), Leonardo Di Marino si impegnavano al entrambi con cinque. Tra le ragazze, in massimo per creare vie brevi e un campo alquanto sguarnito, Irene selettive per le 12 ragazze e i 21 Bariani (B-Side TO) superava con due ragazzi. In campo femminile Angelika top Luisa Iovane (CUS Bologna), con Rainer (AVS Merano) si imponeva già uno; doveva accontentarsi del terzo all’inizio sulla concorrenza, unica a posto una sfortunata Sara Bacer raggiungere la catena della (Olympic Rock TS) che sfiorava solo più qualificazione. In una via di finale più volte la presa finale senza tenerla. abbordabile erano poi in quattro ragazze a toccare il top, e la vittoria COPPA ITALIA FASI andava quindi alla ventunenne BOULDER A BERGAMO. altoatesina per il risultato del turno La quarta prova e finale del circuito si precedente, seconda e terza finivano svolgeva nell’ambito della Fiera Alta rispettivamente Manuela Valsecchi Quota, un’ottima manifestazione (Team Gamma Lecco) e Cassandra organizzata dalla squadra del Koren, Zampar. Tra i maschi era Luca Zardini guidata da Davide Rottigni, forte “Canon” l’unico a far catena in dell’esperienza pluriennale maturata a semifinale, davanti a Manuel Coretti. Il Gandino. Sulle strutture costruite veterano “Canon” raggiungeva il punto dall’UTP i tracciatori Loris Manzana ed più alto anche in finale, aggiudicandosi Enrico Baistrocchi disegnavano la terza vittoria di quest’anno in Coppa fantasiosi problemi su cui si Italia, davanti al diciottenne Valdo confrontavano una quarantina di Chilese (Olympic Rock Trieste) e al concorrenti, davanti al numerosissimo ventenne Alessandro Fiori (Caprioli San pubblico dei visitatori della Fiera. In Vito di Cadore). CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:28 Pagina 16

Scialpinismo

di Mauro Manfredi e terza età

Ho letto sul fascicolo prestazioni più spiccatamente 3/2007 della Rivista Mensile sportive. Questo per dire che, un articolo assai confortante a condizione di possedere una di Silvia Metzeltin in cui, struttura psicofisica partendo dalla constatazione efficiente, è possibile anche che l'alpinismo può in età matura inventarsi continuare a essere praticato itinerari alla propria portata e anche in età più che matura, non necessariamente viene per così dire spezzata insoddisfacenti. Se poi una lancia in favore consideriamo che, almeno dell'arrampicata su roccia sino ad ora, è stato possibile anche per gli adepti della estendere la pratica dello cosiddetta terza età. A mia scialpinismo ben oltre i volta, visto che le ragioni tradizionali limiti stagionali anagrafiche ampiamente mi (per capirci, dai primi di autorizzano, vorrei farlo a ottobre a tutto giugno e proposito di un'altra oltre), l'elogio che vado disciplina, quella dello facendo non può essere scialpinismo, disciplina che considerato del tutto slancio di torri e di cuspidi. divertimento. Diciamo che mi ha dato e continua a darmi peregrino. Aggiungo che, come ho con una scelta intelligente e grandi soddisfazioni sul piano Sarò forse condizionato dalla potuto in tanti anni appropriata delle mete e etico, estetico e sportivo. mia appartenenza a un'area sperimentare di persona, la della neve è possibile anche Credo si possa essere tutti alpina, quella del basso frequentazione assidua di “a una certa età” praticare, concordi sulle caratteristiche Piemonte, dove la presenza queste montagne con gli sci, grazie allo sci, un alpinismo intrinsecamente positive di della neve gioca da sempre proprio in virtù della loro soddisfacente e rimunerativo, quest'attività, un'attività che, un ruolo determinante nel selvatichezza e dell'impegno regalarsi avventura ed per l'ambiente in cui si conferire a montagne richiesto, costituisce il emozioni, disciplinare sul svolge, l'impegno fisico e relativamente modeste aspetti miglior biglietto da visita per piano fisico e psicologico psichico che richiede e la e suggestioni in qualche affrontare a viso aperto gli quel declino graduale e necessità di una forte misura comparabili a quelli ambienti alpini più gettonati. inarrestabile cui siamo tutti autodisciplina, può a buon delle più prestigiose regioni In una corretta valutazione sottoposti. é importante diritto venire considerata glaciali. Mi farà forse velo dei meriti dello scialpinismo saperlo guardare in faccia, completa ed esaustiva. Lo una sorta di campanilismo, come disciplina questo declino, accettarlo scialpinismo, almeno come lo ma è un fatto che su queste particolarmente idonea alle come esperienza nuova e non considero io, ha il merito di montagne (parlo delle persone anziane va pure necessariamente negativa, anteporre il primato del Marittime e Cozie considerato il vantaggio modulare i propri pensiero e della fantasia al meridionali) la neve è capace indubbio rappresentato dal atteggiamenti con quella gesto prevalentemente di trasformare i colatoi di ritorno a valle con gli sci nei sagacia e misura che tanti tecnico, cosa che con il sfasciumi in canaloni piedi, cosa che riduce di anni vissuti in montagna passare degli anni può vertiginosi, orlare le creste molto la fatica e, nel caso avrebbero dovuto insegnarci. compensare l'inevitabile più bonarie di scintillanti non infrequente di condizioni Mauro Manfredi ridimensionamento delle festoni, far meglio risaltare lo favorevoli, la trasforma in (Sezione di Cuneo)

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Legnano 18 Ottobre 2007 Le due serate, organizzate dal CAI Legnano, sulla figura di Guido Rossa con Enrico Camanni e con Sabina Rossa, Annibale Salsa e Corradino Rabbi. Guido Rossa l’Alpinista che scese fra gli Uomini

di Enrico Camanni

“L’indifferenza, il qualunquismo e Trovo straordinarie alcune da nessun potere, riformista o l’ambizione che dominano cose. Per esempio che rivoluzionario che fosse. Per nell’ambiente alpinistico in genere l’attuale prsidente del Club questo è giunto alla scelta […] sono tra le squallide cose che Alpino Italiano, Annibale estrema, restando solo nel quanto tale, nonostante la mi lasciano scendere senza Salsa, si dilunghi con preciso momento in cui si è natura sanguigna, rifiutava il rimpianto la famosa ‘lizza’ della mia competenza e ammirazione “dissociato” dalle regole del radicalismo e le fughe stagione alpina”….. sulla figura di Guido Rossa, gruppo. Di ogni gruppo. ideologiche. Con gli anni (Guido Rossa, lettera a O. citando scritti scomodi e Ma Sabina ha anche ragione a aveva imparato a credere che Bastrenta 1970) rimossi come I falliti di Gian ricordare che suo padre è stato tutti possono cambiare, Piero Motti. Poi che una alpinista fino all’ultimo, persino un alpinista duro e Quella lettera d’accusa, sezione del Cai organizzi ben perché un uomo dalle grandi puro, e questa convinzione, meravigliosa e terribile, due serate su un alpinista passioni non vi rinuncia per più ancora dell’opposizione doveva avere una risposta. ucciso dalle Brigate Rosse, nessun motivo. Sarebbe triste al terrorismo, prima ancora Era stato un gesto forte, ma non per raccontarne le gesta se la sua “conversione” fosse dello sdegno di fronte al di straordinaria speranza per di arrampicatore ma per avvenuta rinnegando il sangue degli inermi, lo il futuro degli alpinisti e degli capire la sua storia di uomo, passato e transitando da un contrapponeva uomini. quando ai tempi approccio “fisico” irrimediabilmente alle Brigate Quel grido però pareva dell’omicidio nessuno del all’esistenza, quello Rosse. Lui aveva una svanito fra gli uomini della mondo alpinistico si alzò a dell’alpinista, a un ruolo di speranza, loro no. montagna anche dopo lo dire una parola, come a intellettuale che giudica e non Il cambiamento è la cifra storico articolo di Enrico sottintendere Çnon sono cose si espone, se non con il della vita di Rossa, la sua Camanni (Alp 84, 1992) che per noi, noialtri ci occupiamo pensiero. Al contrario Rossa si eredità spirituale. A noi resta per primo riconduceva le due di montagna, mica di è sempre sporcato le mani, in il suo esempio quanto mai vite di Guido Rossa ad una, politicaÈ. Infine trovo fabbrica come in montagna, e attuale, oggi e per sempre, sola e straordinaria, confortante che, forse anche questo lo rende attualissimo e anche se nulla è così avventura umana. grazie alla mia inchiesta scomodo ancora oggi, perché inattuato, tradito, deluso. Allora perché non capire giornalistica, oggi si riparli di sono pochi - sia in politica che Credere nel cambiamento meglio quell’accusa e la Rossa a vari livelli, con altrove - quelli che sanno richiede che si cambi noi storia di un uomo che è contributi non sempre di prendersi le responsabilità di stessi, prima di tutto, d’esempio per tutti noi che qualità, ma senza i pregiudizi una scelta, di un progetto, di altrimenti è solo un esercizio cerchiamo nella montagna e le censure di venti e più una vita. Il radicalismo di di pensiero. Lui aveva saputo non solo il gesto atletico, ma anni fa. Ha ragione Sabina Guido, certamente sorretto da rinnovarsi molto dai primi i valori della vita? Rossa a dire che suo padre, una fede laica e dalla ricerca spavaldi, e velatamente Perché non cercare risposte probabilmente, custodiva di un assoluto, è quanto di più superomistici, approcci alla chiedendo a chi più di ogni segreti più grandi di lui, ma il impopolare si possa proporre, parete, avvicinandosi alle altro può indicare una strada vero segreto che lo rendeva oggi, alle nostre deboli fedi, esigenze della gente, credibile? scomodo a tutti (compagni di alle meschine navigazioni a imparando a capirla, uscendo Ascoltare Camanni, ricordare montagna, di fabbrica, di vista, ai progetti che non letteralmente dal bozzolo del con Rabbi, ma soprattutto far partito) era la sua fedeltà a sanno spingersi oltre la ricerca proprio narcisismo. incontrare Annibale Salsa e un’idea dell’uomo che sapeva di un riconoscimento Per questo era a suo modo un Sabina Rossa, che non si guardare oltre le cime, le immediato e fugace. maestro, perché poteva erano mai incontrati, mi ideologie e le parrocchie di Guido Rossa condivideva le certificare con la propria vita pareva una buona occasione ogni tipo. Rossa aveva speranze del comunismo e quello che pensava, diceva e per avere delle risposte. un’opinione più grande non stava certo dalla parte del realizzava. Quanti di noi Maurizio Pinciroli dell’uomo, di ogni uomo, e potere, di nessun potere, ma possono fare altrettanto? (Presidente Cai Legnano) per questo non era “gestibile” era un uomo di dialogo e in Enrico Camanni

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Alpinismo e società Riflessioni su Guido Rossa

di Annibale Salsa

La montagna, si sa, è un quale, a sua volta, diviene delle motivazioni del salire le ed il coraggio della sua mondo complesso per natura metafora della purezza, della montagne. Ma, salvo poche vocazione civile e morale. e per cultura. Proprio alla incontaminatezza a due livelli eccezioni, la logica Non è, infatti, la passione luce di tale complessità essa - fisico e spirituale - , della sottostante a molti ambienti scalatoria che lo abbandona viene invocata in momenti e sublimazione delle passioni alpinistici è una logica ad essendo quest’ultima contesti diversi quale custode nonostante la lotta che escludendum, sia verso altri saldamente radicata nel suo di principi, valori, regole di comporta (lotta con l’alpe). alpinisti ed amanti della vissuto di figlio della comportamento, epifanie del Innalzarsi in quota significa montagna, sia verso una montagna bellunese. Sono gli sacro, imperativi pedagogici allontanarsi dalla quotidianità contestualizzazione delle uomini che, nel nome della o apologetiche edificanti. Il lacerante e frustrante del pratiche alpinistiche nelle montagna e dell’alpinismo, si suo ruolo di produttore di mondo dei mortali; significa situazioni ambientali naturali avvitano in polemiche e senso viene spesso praticare una catarsi ed e socioculturali. La lezione forme di litigiosità destinate a rappresentato in termini un’ascesi escatologica che magistrale di Massimo Mila creare il vuoto intorno alla assoluti, separati da qualsiasi passa attraverso l’ascensione sull’alpinismo come cultura e propria sacrosanta passione, legame con le forme storiche materiale; significa realizzare come forma di conoscenza spesso vissuta come evasione del vivere sociale o, talvolta l’aspirazione edenica della crosta terrestre, sia in dall’impegno civile e come surrettiziamente, sottinteso dell’uomo che la gravità della senso soggettivo che rinforzo identitario della come ovvio ed implicito. materia (la contaminazione) oggettivo, rappresenta ancora propria personalità depressa. L’uso strumentale ed fa precipitare in basso. L’uso - secondo me - un paradigma Indifferenza, qualunquismo enfatizzato del “significato retorico della pratica interpretativo capace di ed ambizione costituiscono montagna” ha attraversato, alpinistica, derivato da quello superare sia le visioni neo- vizi capitali che Guido Rossa soprattutto con l’invenzione di montagna e riassunto nella romantiche ed eroiche degli denuncia come ricorrenti nel dell’alpinismo, almeno due coppia di contrari anni venti e trenta che quelle mondo dell’associazionismo secoli di storia europea. Lo “salute”/”salvezza” (ancora tecnicistiche di oggi, attente alpinistico. Sono l’antitesi di sforzo intellettuale di un doppio livello di lettura), più alle performance atletiche quello spirito solidaristico ed relativizzarne i contenuti è ha fecondato generazioni e che orientate verso l’esterno amicale che dovrebbe stato spesso rubricato generazioni di alpinisti. (l’alterità delle persone e albergare in un sodalizio di sbrigativamente fra le Andare in montagna in l’altrove dei luoghi). amici della montagna, deviazioni proprie dell’eresia risposta ad un bisogno di L’esperienza umana ed immune dalla forme e della profanazione. fuga dalla realtà in nome di alpinistica di Guido Rossa degenerative della L’alpinismo pertanto, a un “principio di piacere” può, quindi, essere meglio competizione e delle differenza di altre pratiche deresponsabilizzante compresa alla luce di tali gerarchizzazioni corporative. turistico-sportive, non è mai (secondo un’acclarata considerazioni. La frattura La letteratura alpinistica ha stato riconosciuto neutrale interpretazione psicoanalitica) etica ed esistenziale che si è già trattato di “conquistatori (ammesso che nelle pratiche è stato ed è ancora il leit venuta a produrre in un dell’inutile” (Lionel Terray), umane si possa parlare di motiv di una certa dimensione momento significativo della di “falliti” (Gian Piero neutralità). Per decenni non si inconscia di non pochi sua vita alza il coperchio su Motti). Guido Rossa, nella è mai applicato all’alpinismo alpinisti. Che si tratti di quel “vaso di Pandora” che delusione più profonda, quell’impegno teoretico che eroismo solitario o di gioco taluni ambienti alpinistici decide allora di abbandonare Heidegger definirebbe di di squadra, la ricerca di hanno rappresentato. La quel mondo irreale separato “oltrepassamento della forme di autocompiacimento lettera all’amico Ottavio dal mondo reale, metafisica”, perché di narcisistico o elitario è spesso Bastrenta, nella sua parte percependovi uno iato metafisica si tratta. presente. Si dice, è vero, che iniziale, fa riflettere sulle incolmabile fra alpinismo e L’alpinismo, nelle differenti vi sono tanti alpinismi quanti contraddizioni dell’alpinismo società. vulgate, rimanda sono gli alpinisti nel senso che Rossa, da grande Ma - domandiamoci - è un rispettivamente alla che non si può codificare in scalatore e grande cittadino, carattere immanente metafisica della vetta la un’unica ideologia la varietà evidenzia con la franchezza all’alpinismo la fuga dal

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mondo? é proprio Guido Rossa, dell’associazionismo ad esso correlato il disinteresse verso mio padre la società? La risposta non può che essere negativa. L’alpinismo, nell’accezione di Sabina Rossa più ampia e quindi non solo arrampicatoria, è una modalità esaltante e nobile di relazione con la natura e con la società. La sua pratica ci mette in rapporto con gli ambienti naturali e sociali prima come uomini, curiosi di sapere e conoscere, che come scalatori e A fronte: 18 ottobre 2007, camminatori. Far conoscere Legnano; da sinistra: Rabbi, le montagne (come era scritto Rossa, Salsa, Pinciroli. all’art. 1 del primo Statuto del Club alpino italiano del Qui accanto: Guido Rossa con 1863) è un compito educativo la figlia Sabina, novembre entusiasmante che non 1963 (f. archivio S. Rossa). riguarda la sola sfera individuale ma impegna È mia convinzione che, più assassinio la stampa lo che scalò con Giacomo verso gli altri a cui le che mai in questi tempi, sia descrisse come un operaio Menegatti. montagne devono essere necessario evitare ogni forma che… fra le altre cose la Da bambina fu mio nonno a “fatte conoscere” attraverso di banalizzazione e di domenica amava fare raccontarmi delle sue fughe, una frequentazione superficialità e non solo in scampagnate sui monti. quando, ragazzino, si calava consapevole, sicura ed aperta politica. Allo stesso tempo molti dei dal balcone di casa con una al mondo. Diceva Mila che Ritengo quindi di calibrare il suoi compagni di cordata si fune da arrampicata, nell’alpinismo si attua la mio intervento in un ambito stupirono non poco a sentire inforcava la bicicletta e, con massima del filosofo Giovan di citazione poco più che dell’impegno politico che il sacco sulle spalle, Battista Vico sintetizzabile biografica che ha come unico aveva intrapreso e assorbito raggiungeva le Alpi. nell’espressione “Verum riferimento mio padre Guido quasi completamente da mio A 14 anni lavorava in ipsum factum”, ossia della Rossa, operaio, sindacalista padre. fabbrica e si costruì da solo conoscenza attraverso il fare. comunista nonché grande Una personalità poliedrica, chiodi da roccia e martelli Ma la conoscenza a cui apre appassionato della montagna, curiosa del sapere e del fare, speciali di sua invenzione. l’alpinismo non può essere alpinista. in possesso di una forte Era un autodidatta, a suoi soltanto una conoscenza Dalla sua storia alpinistica, carica creativa che esprimeva modo. E di indole ribelle, tecnica (necessaria e dal suo particolare rapporto con dignitosi risultati nella tanto che nel colloquio finale propedeutica), ma una con la montagna, ne esce uno fotografica, nella pittura, di un corso di alpinismo, conoscenza della natura e spaccato che credo possa nella scultura. davanti a Cassin in veste di della società in cui le essere un contributo Ma come dicevo la sua vera esaminatore, disse senza peli montagne si trovano significativo a questo grande passione era sulla lingua: “A me delle collocate. é questa la dibattito. l’alpinismo, e ogni qual volta scuole non me ne frega fondamentale ed irriducibile La passione per l’alpinismo è gli era possibile, il fine niente”. Naturalmente fu differenza fra l’alpinismo e le stata una parte importante settimana prendeva il sacco bocciato. attività sportive: la tecnica della vita di mio padre e ne da montagna e partiva con i Ciò nonostante è stato come mezzo e non come rappresenta pur se poco suoi amici, con i compagni di definito un alpinista (e un fine! Credo che Guido Rossa, conosciuta, una chiave di arrampicata. arrampicatore) di classe se fosse ancora fra noi, lettura. Fece le prime scalate di un superiore, un talento naturale, sottoscriverebbe questa Per capire mio padre, il suo certo rilievo tecnico, quando ma soprattutto un caposcuola proposizione e troverebbe carattere, la sua personalità e era ancora adolescente. che portò avanti un’attività di una ragione valida per in definitiva anche le sue A 17 anni aveva già al suo avanguardia. ricucire la dolorosa frattura scelte, non si può prescindere attivo salite come le due vie Enrico Camanni, che tra alpinismo e impegno etico dalla sua passione per la di Emilio Comici di ringrazio, per il contributo e sociale. montagna. Lavaredo, la nord della cima storico che ha condotto sulla Annibale Salsa Ricordo che dopo il suo Grande e lo Spigolo Giallo vita di mio padre, in un

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articolo su Alp lo descrisse Ebbene, la mia impressione scuola di vita, la montagna predicare agli amici che mi come uno dei più forti personale non è stata come gli forgiò il carattere, ne sono vicino, l’assoluta alpinisti torinesi del voi potreste pensare di modellò i valori, ma è necessità di trovare un valido dopoguerra. stupore e di ammirazione per altrettanto evidente che mio interesse nell’esistenza, un Vorrei tornare tuttavia su un l’enorme estensione delle padre da tempo non amasse interesse che si contrapponga momento molto importante vette glaciali, per le pareti di più quell’ambiente, o per lo a quello quasi inutile, e non della sua vita alpinistica. tremila metri; anzi come tutte meno non ne amasse e tanto nascondiamolo, forse anche a Nel 1963 con la spedizione le cose a lungo sognate, meno ne condividesse le noi stessi, dell’andar sui del CAI UGET di Torino l’aspetto alpinistico è stato di cosiddette spinte ideali. sassi, che ci liberi dal vizio di visse l’esperienza e direi le leggera delusione. C’è un passaggio nel libro quella droga che da troppi angosce della grande La cosa invece che mi ha “I falliti” di Gian Piero Motti anni ci fa sognare e credere avventura extraeuropea. fatto più impressione è stata che credo significativo: semidei o superuomini chiusi Dal Langtang Lirung, purtroppo la grande fame «Incontrerò una sera nel nostro solidale egoismo, nell’Himalaya del Nepal, dell’Asia. L’aspetto umano di d’inverno Guido Rossa, il unici abitanti di un pianeta Giorgio Rossi e Cesare questa grande tragedia, tutte quale fissandomi con quei senza problemi sociali, fatto Volante non fecero mai quelle migliaia di esseri suoi occhi che ti scavano di lisce e sterili pareti sulla ritorno. umani, di bambini che dentro e ti bruciano l’anima, quali possiamo misurare il con quella sua voce calma e nostro orgoglio virile, il posata mi dirà delle cose che nostro coraggio e dove per un avranno un valore definitivo. attimo o per sempre possiamo Mi dirà che l’errore più dimenticare di essere gli grande è quello di vedere abitanti di un mondo colmo nella vita solo l’alpinismo, di soprusi e di ingiustizie che bisogna invece nutrire (…)». altri interessi, molto più Sembra, in questa lettera, nobili e positivi, utili non definirsi l’addio, la discesa solo a noi stessi ma anche definitiva, per lui la fine di agli altri uomini. una stagione e l’annuncio di Andare in montagna perché una nuova vita. no, ma per divertirsi, per L’impegno sindacale, cercare l’avventura e per l’impegno politico saranno stare in allegria insieme agli per lui un crescendo, ne Guido Rossa amici, io lo so e l’ho sempre determineranno l’esistenza e in Val Veni saputo, ma dovevo sentirmelo drammaticamente la morte… (f. archivio dire da un uomo che mi ha Per molti anni, forse per una S. Rossa). sempre affascinato…». sorta di autodifesa ho cercato In queste righe credo che di rimuovere tutto ciò che era Quelle morti lo segnarono nascono e muoiono di fame bene si sintetizzi il pensiero collegato alla sua morte. profondamente; forse fu sui marciapiedi delle grandi di mio padre, la sua crescente Solo dopo molto ho iniziato a l’inizio di una revisione città indiane, quella miseria conflittualità verso un mondo farmi delle domande, a critica sul modo di intendere che non abbiamo neanche che tanto gli apparteneva ma cercare delle risposte. e di vivere l’alpinismo. avuto il coraggio di da cui si sentiva sempre più L’ho reincontrato attraverso i Ho recuperato il testo del documentare, ma che in tutti lontano. suoi scritti, i racconti degli discorso che tenne subito noi ha suscitato il grande Vi leggo alcune righe di una amici, i tanti articoli di prima della proiezione delle desiderio di fare qualcosa per lunga lettera scritta a un giornale che raccontavano di fotografie scattate in alleviarla. amico alpinista all’inizio lui. quell’occasione, ne cito Di conseguenza vogliate degli anni Settanta: é in questo modo che io ho alcuni passi: scusarmi, questa sera, se la ÇL’indifferenza, il conosciuto veramente mio “Prima di iniziare la parte alpinistica è stata un po’ qualunquismo e l’ambizione padre, diversamente non mi proiezione delle diapositive sacrificata in favore di questo che dominano nell’ambiente era stato concesso. della nostra sfortunata aspetto. Le spedizioni devono alpinistico in genere ma Una volta sopiti l’odio e il spedizione, vorrei rispondere essere fatte più che per soprattutto in quello rancore mi è cresciuta dentro, brevemente ad una domanda soddisfare le nostre genovese, sono tra le cose forte, la voglia di capire il rivoltami al mio ritorno da aspirazioni di conquista e che mi lasciano scendere perché di quella morte, e molti amici e cioè quale sia vanità, per vaccinare tutti i senza rimpianto la famosa ancor più la necessità di l’impressione più grande che bambini di quelle terre senza “lizza” della mia stagione recuperare un confronto con si può ricavare da una difesa”. alpina. chi ne era stato l’artefice. spedizione nelle montagne é evidente che per mio padre Da ormai parecchi anni, mi Ci sono “leggi non scritte” più alte della Terra. l’alpinismo fu una grande ritrovo sempre più spesso a per le quali esiste sempre un

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incontrare proprio quei brigatisti carnefici di mio padre e rivolto loro domande per capire, per tentare di dare un “senso” a quella tragedia, forte della dignità intrinseca alla mia condizione di vittima. Credo sia salutare per un giovane che eventualmente possa provare nuove simpatie per velleitarismi rivoluzionari, leggere e sentire il suono assurdo e tragico delle parole di vecchi ex brigatisti, la cui biografia dice oggi, ben nettamente il non senso delle scelte violente che allora furono compiute. Basta ricordare che nel solo 1979, anno di massima espansione del terrorismo, si registrarono, nel nostro Paese ben 2.200 attentati, firmati da 215 sigle di sinistra e 55 di destra, con 22 morti e 149 feriti. Milano, Torino, Roma, Genova, Firenze e Napoli, furono l’epicentro di quella sconvolgente stagione Guido Rossa al Passo del Gosaitand, Himalaya, 8 novembre 1963 eversiva, iniziata con la (f. archivio S. Rossa). “Strage di piazza Fontana” a Milano. rapporto diretto tra i scuola, non mi accorsi di In questo mio libro non ho protagonisti di un conflitto; passare accanto voluto far sconti a nessuno. quel confronto a mio padre fu all’automobile di mio padre A quella parte della sinistra negato. ancora parcheggiata sotto istituzionale che nella In “Guido Rossa mio padre” casa nonostante fosse già Genova post-resistenza il libro che ho scritto insieme uscito all’alba per recarsi al sottovalutò inizialmente gli a Giovanni Fasanella (1) c’è lavoro. esordi di una propria il tentativo, spero riuscito, di Mio padre aveva avuto il componente attraversata da raccontare un viaggio. coraggio di fare quel che spinte insurrezionali. E tanto Un viaggio, che con la storia nessun altro aveva sin lì fatto, meno far sconti a quelle di mio padre, percorre uno aveva cioè denunciato la tendenze, tante, troppe volte dei momenti più bui della presenza e l’azione percepite in Italia, di nostra storia. propagandistica di un strumentalizzazione e uso dei Un periodo che ha avuto brigatista all’interno della terrorismi da parte di interessi dinamiche a tutt’oggi oscure fabbrica in cui egli stesso e forze oscure che sembrano che hanno interessato lavorava. connettersi a componenti ambienti della cultura, della Per questo giaceva accasciato deviate dell’assetto politica, del potere al posto di guida della propria istituzionale. economico, degli apparati autovettura, colpito dalle Nemmeno, infine e forse dello stato, dei servizi segreti pallottole di un commando ancor più amaramente, a quel di mezza Europa e non solo. brigatista che ne aveva mondo di compagni di lavoro Quando la mattina del 24 ferocemente decretato la che non seppero evitare con gennaio 1979, io allora sentenza di morte. un sostegno e una sedicenne, uscii di casa e mi In questo mio percorso ho condivisione piena di incamminai per andare a voluto e ottenuto di responsabilità, l’isolamento

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finale in cui venne a trovarsi denominata “cent’anni di scrivere un libro a quattro Non fu per un errore o per mio padre nel fronteggiare il solitudine”. mani. Ho pensato a lui perché una scelta individuale del terrorismo in fabbrica. Guagliardo ha sparato con nel nostro incontro mi aveva Dura che mio padre fu Questo libro può trovar il suo l’intenzione di gambizzare, confidato che la sua lettura e ammazzato. inizio con una telefonata come mi ha detto lui e come spiegazione dell’omicidio Fu l’esecuzione di un ordine avvenuta nel novembre del ha confermato il balistico L. doveva essere legata a diverso da quello che era 2004 a colui che quella Cavenago che ha studiato a qualche altra ragione oltre a stato dato agli altri membri mattina del 24 gennaio 1979 Genova tutti i casi di quella della denuncia fatta da della colonna genovese. era là sotto casa ad attendere omicidio e ferimento. mio padre nei confronti di F. Un ordine dettato da un altro mio padre. R. Dura ha aperto il fuoco Berardi, il postino delle br livello dell’organizzazione Si tratta di Vincenzo per secondo, è tornato all’Italsider di Genova. terroristica. Guagliardo membro allora indietro, lui in realtà non Probabilmente, mi disse, tuo Un livello superiore, ancora della colonna genovese, doveva intervenire perché padre aveva scoperto più occulto del primo che era unico testimone oggi di quei fungeva da copertura, così mi qualcosa di ben più grave e alle dirette dipendenze di fatti, Riccardo Dura, altro ha detto Guagliardo, ha compromettente o avrebbe Mario Moretti, il capo componente del commando, mirato al cuore con una potuto scoprirlo in seguito. dell’area militarista, muore in via Fracchia, nella calibro 9, un’arma micidiale, Abbiamo così proseguito probabilmente ignoto ad altri base brigatista che distava un definita da guerra dagli insieme in questo viaggio, militanti, un livello che centinaio di metri da casa esperti, non silenziata. Per Fasanella mi ha aiutato a poteva agire perseguendo nostra, durante il blitz del Guagliardo è stato un errore seguire il filo di questa mia scopi diversi da quelli Generale Dalla Chiesa il 28 di mira, un errore tecnico, per ricerca. dell’organizzazione ufficiale. marzo 1980. Il terzo, Lorenzo il balistico, per me e Inizia così un percorso Di questa parte di storia si Carpi è da allora latitante. sicuramente per molti altri è durante il quale ho raccolto conosce ben poco, ma essa Guagliardo è stato arrestato stata un’esecuzione. oltre 40 testimonianze tra le rappresenta un dato nel dicembre dell’80 e Dopo questo primo incontro quali quelle di sei fondamentale per poter condannato all’ergastolo. dal quale mi aspettavo componenti la colonna arrivare (se mai ci Oggi è ancora in carcere in risposte definitive ed genovese per arrivare ai capi arriveremo) a far piena verità regime di semilibertà. esaustive, mi sono resa conto storici Curcio e Franceschini. su quel periodo. Non ha mai parlato di fronte che le domande erano Dagli incontri con gli ex Tornando all’alpinismo e alla ai giudici pubblicamente, divenute più delle risposte. brigatisti ho cercato e trovato passione di mio padre per la nessuno è mai riuscito a Quello che per me doveva quindi nuovi elementi di montagna, essa in realtà contattarlo. essere un punto di arrivo si verità storica, non cercavo continuò sempre, e credo non Dal colloquio telefonico era trasformata in un punto di prove per incastrare qualcuno poteva essere diversamente. siamo arrivati all’incontro partenza. a trentanni di distanza, In una sua intervista dei primi anche se non è stato facile La ricerca iniziale si è cercavo verità mai dette e anni 70 al quindicinale tempo convincerlo, lo ha convinto trasformata in una vera e mai scritte. Una volta sopiti dell’Italsider diceva: “Perché però la lettera che gli ho propria indagine attraverso l’odio e il rancore dei primi vado in montagna? (…) inviato qualche mese dopo. poi la lettura degli atti tempi volevo capire il perché alpinismo vuole dire L’ho raggiunto a Melegnano processuali, mano a mano perché… natura (…) e perché in natura (Mi) dove lavora presso una che raccoglievo materiale e Guido Rossa non fu ucciso ritrovi l’autentico senso della cooperativa che si occupa di documenti, è maturata in me per errore, come per anni ci vita, il segreto di una gioia libri per non vedenti. Era la volontà di scrivere hanno raccontato tanti ex interiore che nessuna vicenda presene Nadia Ponti oggi sua qualcosa. brigatisti, mio padre fu ucciso terrestre potrebbe moglie, anche lei condannata Avevo conosciuto Fasanella perché sapeva troppo, perché annientare”. all’ergastolo, membro allora qualche tempo prima, mi all’interno dell’Italsider, In queste poche parole si della colonna veneta. aveva contattata ed era all’interno di una delle più capisce perché mio padre è A lui ho chiesto la dinamica venuto a Genova perché importanti e strategiche stato alpinista fino all’ultimo dell’attentato, perché lui è aveva in mente la aziende italiane di allora, giorno. stato il primo ad aprire il realizzazione di un film svolgeva un compito che lo Sabina Rossa fuoco quando mio padre era documentario sulla vicenda di aveva portato a sapere troppo già salito in auto, ha sparato mio padre. per chi poi ne decretò la con una Beretta 81 silenziata, Dopo questo incontro con morte. Questa è una delle (1) Giovanni Fasanella, Sabina Rossa quella in dotazione alla Guagliardo gli ho telefonato e verità che escono da questo GUIDO ROSSA, MIO PADRE colonna genovese e gli ho proposto l’idea di libro (1). RCS Libri, Milano, 2006.

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di Luciano Santin

Per il 2008, “anno kugyano”, sono in programma numerose manifestazioni, promosse dalle sezioni Cai di Trieste (XXX Ottobre e Società Alpina delle Giulie), da quella di Gorizia, dal Spdt (il sodalizio alpinistico degli sloveni in Italia e da altre associazioni. lI Cai centrale ha assicurato il suo patro- cinio, Regione, Provincia di Trieste e altri enti pubblici e pri- vati sosterranno le manifestazioni, il cui calendario è in alle- stimento. Oltre a manifestazioni letterarie, musicali ed alpi- nistiche, sono previste la collocazione di un’erma di Kugy nel giardino pubblico di Trieste e l’edizione italiana de Im Göttlichen Lächeln des (Nel divino sorriso del Monte Rosa), il solo libro a non essere stato ancora tradot- to. Sabato 15 dicembre, nella Sala della Allianz assicura- zioni si terrà una "conferenza di lancio", sulla figura di Kugy alpinista, scrittore, musicista e cittadino europeo. La Rivista, iniziando da questo numero, terrà informati i let- tori sullo svolgimento dell’anno kugyano, pubblicando arti- coli e resoconti sulla figura di Kugy e sul contesto storico in cui visse e operò.

Il vecchio dottore siede in Planinska Zveza Slovenje fondo alla valle. Sta avvolto scintilla all’altezza del nella cappa di loden, un po’ ginocchio, là dove Il monumento a Kugy in Val Trenta. piegato su se stesso, con la innumerevoli pellegrini mano destra aperta sulla dell’alpe hanno posto la gamba, le dita arcuate come mano in una carezza di dei luoghi in cui visse: Julius Kugy scopre la nel ricordo della stretta devozione e amore. scenari naturali, tranche di montagna compiendo le sue sull’appiglio. E leva gli occhi Cresciuto in un luogo dove vita cittadina, storie di prime ricerche botaniche sul alle montagne. l’inno nazionale si cantava in amicizie. Carso (l’erbario era allora un Di fronte a lui, da verdi nove lingue, educato ad un La nascita avviene il 18 must, nelle famiglie della precipiti, si alza l’ardita patriottismo internazionalista, luglio 1857 nella villa dei buona borghesia). silhouette dello Jalovec, la Çda buoni austriaci di vecchio conti Coronini, a Gorizia, ÇRicordo esattamente il Mlinarica gli porta il respiro stampo, ma senza sciovinismi dove la famiglia era sfollata momento in cui udii per la umido del giovane Isonzo, esagerati, senza enfasi causa un’epidemia di colera prima volta il nome “Alpi per Val Trenta risuona un retoricaÈ, Kugy fu un homo scoppiata a Trieste. La madre Giulie”. Avevo domandato al crepitio lontano. Sassi che europaeus per formazione ed Maria è figlia di Johann mio istitutore che monti cadono dalle altissime balze aspirazioni, e per questo Vessel, consigliere di finanza, fossero quelli che nelle del , o forse l’eco molto negletto nel “secolo traduttore in sloveno di Dante giornate limpide si vedevano della galoppata di Zlatorog, il breve”. e poeta nazionale, il padre sorgere al di là del mare. Ed leggendario camoscio dalle Visto che nel 2008 ricorrono i Paul, arrivato dalla Carinzia egli nominò le Alpi Venete e corna d’oro? centocinquant’anni dalla nell’emporio adriatico, allora le Giulie. Il mio vago Julius Kugy, pioniere nascita, i tempi sono maturi in vertiginosa crescita, è desiderio ebbe così una meta dell’alpinismo orientale, per recuperare il personaggio, titolare di un import export precisa: le Giulie! Non so veglia effigiato nel bronzo che nulla riesce a descrivere destinato negli anni a come, il nome stesso mi nel cuore di quelle Giulie di bene quanto i suoi libri, nei diventare tra i più importanti parve una promessaÈ. cui è stato pioniere e cantore. quali viene narrata della piazza. Più tardi, all’inizio La grande statua eretta l’avventura alpinistica, ma Studente al liceo tedesco, poi dell’adolescenza, può vedere cinquant’anni fa dalla anche restituita la dimensione laureato in legge a Vienna, i suoi monti più da vicino,

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assistendo al sorgere del sole dalla Dobratsch, il monte che sovrasta Villaco. ÇNella luce rosata del mattino, tutta l’imponente fronte settentrionale delle Giulie era davanti a me. Cime e cime come fiamme di DioÈ, ricorderà nelle sue memorie. A 17 anni Julius scala il Triglav, all’epoca un’impresa di tutto rispetto, e inizia poi una intensa e appassionata opera di esplorazione. Torna in vetta per decine di volte, sullo stesso Triglav, sul Montasio, sul Jôf Fuart, sul Canin, e su tutti i monti della zona, battezzandone molti con nomi romantici e immaginifici: Madri dei

Jilius Kugy, a destra, con Oitzinger, al centro.

(regalerà un organo, per l’Alpenverein di Villach ci potervicisi esercitare, alla aveva messo un premio in chiesa dei Mechitaristi di denaro). La scala in 18 ore, Trieste), e direttore del “Coro partendo da Trieste in treno la Palestriniano” da lui fondato. sera del sabato, e rientrando Prima di tutto però, viene la in ufficio, direttamente Qui accanto: montagna, dove cerca le vie dall’ascensione, la mattina di il giovane Kugy. normali, e in seguito altri lunedì. In seguito aprirà altri itinerari, per i diversi tre itinerari in roccia sulla Sotto: il Tricorno da versanti. Uno dei suoi stessa parete settentrionale. Nord-Est, in una foto capolavori è la Nord del Non ricerca le difficoltà, del libro “Le Alpi Montasio, all’epoca Kugy, segue piuttosto gli Giulie”, 1932. inarrivabile (tanto che inviti naturali della

Camosci, Cengia degli Dei, Cresta del Drago. Un’attività costante, anche se dopo la morte del padre ha dovuto assumere la guida dell’azienda familiare, cui è affiancato l’impegno in campo artistico. Kugy è infatti presidente della branca musicale dello Schillerverein, buon musicista dilettante

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alpino” m’ha sempre fatto un esplorate, gli sembrano un costruito un piccolo riparo po’ male. Mi sa troppo di po’ troppo addomesticate); militare la Scottihütte. superficiale. Non si cerchi nel più tardi si rivolge alle Questo lavoro volontario monte un’impalcatura di Occidentali, particolarmente verrà premiato con la croce di rampicate, si cerchi la sua nel Delfinato, nel Vallese, cavaliere di Francesco animaÈ. nell’Oberland bernese, nei Giuseppe, anche se, nelle Non condivide le nuove gruppi dell’Ortles e del corrispondenze ufficiali tendenze dei “senza guida”. Bianco. Il monte più caro, al militari, il referent risulterà Sia perché le condizioni quale ritornerà molte volte, inviso agli alti comandi, in economiche gli consentono di dedicandogli un ponderoso quanto univa un preoccupante andare in montagna “da libro in due tomi, rimarrà il ascendente su ufficiali e signore”, sia perché il suo Rosa. soldati alla più totale assenza desiderio di conoscenza non Nel 1915 l’attività alpinistica di disciplina e spirito militare può prescindere si interrompe (non portò mai armi né dall’elemento umano. ÇNon drammaticamente, quando divisa, tranne che in sarei stato dal profondo l’Italia denuncia la Triplice un’incursione nella quale l’esploratore delle Alpi Giulie Alleanza e attacca l’impero l’abito civile lo avrebbe se nelle mie peregrinazioni non avessi legato a me anche i loro abitanti. Sarebbe risultata in tal caso piuttosto una scoperta esteriore di questi monti e della loro ossaturaÈ. Suoi compagni fedeli sono Jozˇe e Andrea Komac, Osvaldo Pesamosca, Anton Oitzinger. Poi, nelle occidentali, i Burgener, Bonetti, e soprattutto Giuseppe Croux. ÇIl mio principio fu di aver sempre intorno a me i miglioriÈ, noterà, sottolineando il fatto che la presenza di una guida non implica inadeguatezza o soggezione. ÇI senza guida hanno spesso il torto di credere che l’andar Le copertine di due dei celebri libri con guide sia una specie di di Kugy, nell’edizione italiana de marcia funebre, in cui uno Kugy “alpine referent” e, a destra, in età avanzata. L’Eroica, 1932. tira e l’altro è tirato. Io penso invece che l’unione di austroungarico, già in guerra. trasformato in una spia, da un ottimo alpinista con Ancorché vicino alla fucilarsi immediatamente),. montagna. ÇIo ho fatto la un’ottima guida sia una sessantina, Kugy si offre Alla fine del conflitto Kugy scuola dei cacciatori di unione ideale e di massimo quale Alpiner referent, sul dà l’addio all’attività camosci, donde le mia rendimento. Posso citare fronte delle Giulie. Insegna alpinistica vera e propria. La tendenza a sfruttare esempi come Whymper e ad arrampicare ai Kaiserjäger ditta è crollata (ÇEravamo dei possibilmente le risorse dei Croz, Coolidge e Almer, incursori, sceglie vie protette re, siamo diventati sistemi di cengeÈ, scriverà. Mummeri e Alessandro dalle fucilate e dalle schnorrer”), ma sceglie di «Soltanto quando di lì non si Burgener, Farrar e Daniel valanghe, indica possibili rimanere a Trieste, sua vera veniva a capo, attaccavamo Maquignaz, e negli ultimi postazioni riparate. Al suo heimat. Conosce un momento la roccia in senso verticaleÈ. tempi il dottor Mayer con fianco opera anche un altro di depressione profonda, La sua è una visione serena e Angelo DibonaÈ. famoso alpinista dell’epoca, curata a Vienna, ma a contemplativa, che non Sulle Giulie l’alpinista il cortinese Angelo Dibona: salvarlo, è il ricordo della avverte gli slanci di triestino apre una cinquantina in due giorni i due attrezzano montagna, che si espliciterà competizione che segneranno almeno di vie nuove, più altre la via Kugy alla gola nord est in sette libri. l’alpinismo degli anni a nelle Carniche e in Dolomiti del Jôf Fuart, per raggiungere venire: ÇLa parola “sport (queste però, oltre che già la cima, dove era stata Luciano Santin

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Sul Pelmo, d’inverno

di Tommaso Ceccato

Eccoci di nuovo a risalire in seconda gli innumerevoli tornanti che portano a Zoppè di Cadore. Da lì, parte uno degli itinerari che portano a quello che B. Castiglioni ha definito “il prototipo di un colosso dolomitico”. E che per il naturalista e geologo bellunese Tommaso Antonio Catullo “V’ha ragion d’essere di credere che il Pelmo sia la più alta montagna della provincia bellunese, imperciocchè vuolsi conosciuto dai piloti [di navi! - N.d.A.] del nostro Adriatico, che lo prendono a direzione nei loro viaggi”. È strano: l’auto è diversa, l’attrezzatura è diversa, le aspettative sono diverse, e soprattutto sono passati quasi 10 anni! Ma il socio è sempre lo stesso: il catalan-italiano Jordi Ferrando. E anche il programma: salire sul Caregón del Padreterno d’inverno. Per un motivo o per l’altro, erano sempre sfumate tutte le occasioni che ogni anno programmavamo per ritentare l’impresa. Oltre a noi due - che avevamo un patto di sangue - anche vari altri potenziali compagni si erano proposti per la gita, salvo poi declinare all’ultimo.

La scorsa volta, appena entrati nel nuovo millennio, eravamo partiti belli baldanzo- si. In parcheggio a Zoppè, uno sconosciu- to ci aveva chiesto cosa andavamo a fare così bardati di corde e piccozze, e - senti- ta la risposta - ci aveva elogiato e blandi- to, chiedendoci anche se fossimo degli alpinisti famosi. Mancava solo l’autogra- fo, e il nostro orgoglioso egocentrismo sarebbe scoppiato in uno spettacolo piro- Qui sopra: Giochi di neve lungo la discesa (f. Jordi tecnico di boria. in seguito all’attacco della Via Normale Ferrando i Arrufat). A destra: Il Pelmo da sud Poi la realtà. Con tutta quella neve fari- per la c.d. Cengia di Ball (il buon Jordi (f.Jordi Ferrando i Arrufat). In alto: Tramonto sul nosa avevamo sputato sangue per risalire non scia, e le moderne ciaspe economi- Sorapiss (f. Tommaso Ceccato). al Rifugio Venezia-Albamaria De Luca e che erano ancora di là da venire). 26 gen./feb. 2008 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:29 Pagina 27

Gran bella anche la nottata: temperatura tenacia e ardimento dello scienziato e intorno ai - 30¡, tanto da far gelare persi- alpinista John Ball (divenuto nel 1858 no la soluzione salina delle lenti a contat- primo presidente dell’Alpine Club, pri- to. Notte per me mitigata dalle otto (lo mogenita associazione alpinistica al giuro) coperte tradizionali C.A.I. di lana mondo), che, alla sua prima campagna cotta che non avevano molto riscaldato, dolomitica, il 19 settembre 1857 convin- ma che in compenso mi avevano letteral- se (sic!) la sua guida valligiana (un gio- mente tolto il fiato per il peso insopporta- vane cacciatore cadorino, forse Giovanni bile sul petto. Per Jordi, mitigata da un Battista Giacin) a seguirlo per quella cen- saccopiuma di un’amica, le cui qualità gia sconosciuta a entrambi, raggiungendo tecniche non sarebbero però bastate nem- poi da solo la cima del monte, e inaugu- meno in campeggio a Jesolo. rando così l’era alpinistica su queste Anche la cena era stata da gourmet: una montagne. Ma va anche ai coraggiosi busta di crema d’asparagi liofilizzati con cacciatori di camosci che quasi sicura- una dozzina di pacchetti di crackers sbri- mente calcarono quelle pietre (ma forse ciolati dentro. Naturalmente, il tè caldo non la cima) già in epoche anteriori: Ball, della colazione del seguente mattino di ritorno dall’ascensione, trovò alle pen- sarebbe stato fatto bollire nella medesima dici della montagna don Alessio pentola. , curato di Zoppè ed eccellen- Insomma, già all’alba non vedevamo te cacciatore, il quale gli disse candida- l’ora di partire. Tuttavia, i preparativi mente come la via da lui seguita fosse erano andati così a rilento che alla fine senz’altro migliore dell’altra dal versante avevamo varcato la porta del bivacco zoldano, dando quindi per scontata la invernale del Rifugio Venezia qualche conoscenza dei luoghi. Come pure va a minuto prima delle 7. Un po’ tardi. quel misconosciuto Wilhelm Fuchs, che Avevamo poi trovato delle pessime con- già nel 1844 propose un’altezza del dizioni su tutti i mille metri della cengia, Pelmo di 3.162,8 metri (sbagliando di Qui sopra: Cengia di Ball (f. Tommaso Ceccato). tanto da impiegare ben cinque ore solo meno di sei metri), barometricamente per finirla. Ghiaccio sulla roccia e una misurata, così suggerendo una primoge- In alto: Ultimi metri della Cengia di Ball, marea di neve inconsistente appoggiata nitura diversa, seppur mai confermata. ormai al tramonto (f. Jordi Ferrando i Arrufat). sopra: quella che d’estate ricordavo come La Cengia di Ball (est-sudest) è la più una passeggiata un po’ esposta, ora sem- semplice delle cosiddette quattro vie pri- Dambra (sud-est), la c.d. Cengia di brava più un’infinita parete semi-vertica- mitive (quelle appunto probabilmente Grohmann (sud), la c.d. Cengia di Giacin le di neve e roccia su cui fare, tiro dopo percorse dai cacciatori già nella prima e Cesaletti (nord-est). tiro, sosta dopo sosta, il traverso più metà dell’800) per raggiungere il catino La parte più facile del percorso intuito lungo e pericoloso della nostra vita. del pendìo nevoso superiore, il cosiddet- dall’irlandese? Il famoso “passo del Il pensiero va anche oggi alla genialità, to Valón: le altre sono la bastionata de La gatto” (una volta chiamato “ponte degli 27 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:29 Pagina 28

Primi raggi di sole all'attacco della Cengia di Ball (f. Jordi Ferrando i Arrufat). Foto sotto: Cengia di Ball (f. Tommaso Ceccato).

Siamo felici per i due assi, ma in realtà ci lasciano anche un po’ di amaro in bocca. La variante del “Pordòn” l’avevamo sco- perta anche noi già quattro anni fa sull’“Angelini-Sommavilla”, ma era stata poi resa attuale e di pubblico dominio da un articolo apparso sul numero autunno- inverno ‘05-’06 de “Le Alpi Venete”; la qual cosa paventava un massiccio attacco invernale di orde di alpinisti sulla mia montagna. E infatti, come volevasi dimo- strare, solo due settimane prima di noi avevano fatto la gita ben sei persone, quando negli anni precedenti all’articolo non molti si erano avventurati sul Pelmo asini”), la cui esposta verticalità, che d’e- Pietro Paoletti e le guide Luigi Cesaletti e d’inverno. Avevo quasi voglia di rinun- state spaventa i turisti, d’inverno mantie- Giobatta Zanucco, di là salì il 18 febbraio ciare, ma non mi piace neanche lasciare ne paradossalmente la roccia pulita. 1882 in probabile prima invernale non conti in sospeso. Non certo per Jordi, forte alpinista, ma solo del Pelmo, ma di tutte le salite alpi- Sbucati dal bosco, eccolo abbagliarci per me arrampicare sul misto con indosso nistiche invernali in Dolomiti), attraverso nella sua imponenza. Nell’aria tersa del- i ramponi, all’epoca rappresentava una il quale si abbandona la cengia a circa l’inverno il gigante appare in tutta la sua vera e inquietante novità. Oggi è invece metà della sua lunghezza, in corrispon- grandezza, tanto da farmi dubitare che una vera e inquietante realtà... denza della prima gola, per risalire diret- possa entrare nell’inquadratura del mio In quell’occasione purtroppo, quando tamente al Valón tramite un paio di tiri di 28 mm. é bellissimo e ci sovrasta, incu- arrivammo al Valón, pur trovandolo in corda di III-IV grado. L’altro è l’informa- tendoci un certo timore reverenziale; ma condizioni ideali, con una bella crosta zione di prima mano sulle condizioni, noi già lo conosciamo e pensiamo che, portante da ramponare, ci rendemmo datami da un amico locale che aveva per- avendone le chiavi d’accesso e sgattaio- però conto che restava appena il tempo corso lo stesso passaggio solo un paio di lando su di lui nel silenzio dell’oscurità, per il ritorno. Fu così inevitabile tornare settimane prima e che mi assicurava che forse non si accorgerà di noi e ci lascerà indietro ed ingoiare la sconfitta. la cengia era tranquillamente percorribile salire in cima. Una moderna avventura di Ma la promessa reciproca era stata solen- (lui l’aveva fatta con gli sci sullo zaino!) Gulliver, di swiftiana memoria. ne: “L’anno prossimo ci ritorniamo, e se e che i passaggi in roccia erano facili. Dopo aver superato con difficoltà la anche non dovesse essere il prossimo, nessuno dei due oserà riprovarci senza l’altro”. E così quasi due lustri sono passati. Non siamo più gli studenti universitari di quel- la volta e Jordi nel frattempo si è pure “comprato” due pargoletti. Ma le pro- messe non si dimenticano. Rieccoci dunque - dicevo - ad arrancare sulla strada nel bosco nel bel pomeriggio di giovedì 14 marzo 2007, ultimo giorno utile per noi prima della fine ufficiale del- l’inverno. A metà percorso, la solitudine si attenua grazie al simpatico incontro con due scialpinisti triestini che ci fanno l’in bocca al lupo. Tempo stupendo, temperatura mite, moti- vazione alle stelle: non potrebbe essere il momento più adatto. Questa volta abbia- mo anche due grossi assi nella manica. Uno è la relazione tecnica di una variante alla Cengia di Ball, detta “Passo del Pordòn” (dal nome del portatore Giuseppe Pordòn che, con il veneziano 28 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:29 Pagina 29

Alla fine del “Valón” na, ancorché coi ramponi, ma NON si (f. Jordi Ferrando può sbagliare ad appoggiare il piede… i Arrufat). Ci troviamo quindi di fronte al famigera- to “Passo del Pordòn”. La parte a prima vista più facile da salire, che è poi l’itine- rario originale, è una nera rampa-colatoio Qui sotto: “Pordón”, a gradoni; tuttavia, essendo per l’appunto 2º tiro (f. Tommaso un colatoio, è ovviamente costituita da Ceccato). una cascata di ghiaccio grondante acqua

melma fangosa che sempre si incontra neve farinosa. Per la “Legge di Murphy”, per l’alta temperatura. Più a sinistra di 5- intorno al Passo di Rutorto, e che trovia- risultano del tutto inutili le ciaspe di cui 6 metri pare che la roccia possa farsi sali- mo anche in quest’inverno secco e mite, siamo ora perfettamente dotati, dato che re, anche se non certo con difficoltà di III giungiamo al Rifugio Venezia e prendia- la superficie è stata spazzata dal vento e grado, zigzagando fra le chiazze di neve mo possesso del bivacco invernale apren- sembra quindi un duro tappeto da biliar- lì appiccicate. Non vediamo né sosta di do con qualche problema la porta scorre- do. Mai che ce ne vada bene una! partenza, né chiodi di passaggio, né sosta vole bloccata dal ghiaccio. Notiamo con La cengia, invece, è inizialmente in successiva; c’è solo un vecchio chiodo sorpresa e soddisfazione che sono stati buone condizioni; ma alla prima strettoia rosso nel bel mezzo della cascata di fatti gli infissi nuovi, e che c’è una buona esposta, ci ricorda come non sia mai uno ghiaccio, quindi impraticabile. scorta di candele, anche se pure noi ne scherzetto fare alpinismo invernale. Sono Pur avendo avuto in animo di tentare fin avevamo portate in abbondanza col pro- da superare una sessantina di metri di II da subito di salire i due tiri, per lasciarli posito di lasciarle. grado pieni di neve dura, ma per fortuna poi attrezzati, sono ormai le 6 del pome- C’è ora l’inghippo dell’acqua: ne abbia- attrezzati con due-tre chiodi e un paio di riggio e pertanto decidiamo di scendere al mo bisogno per cucinare la cena, per bere clessidre. Jordi passa, e io seguo con rifugio per ritentare l’indomani. Così ‘sta sera, per il tè della colazione e dei quella solita apprensione che mi prende abbandoniamo lì il ferrame e l’altra thermos dell’indomani; ma noi ne abbia- quando cominciano le difficoltà. Io la “mezza-corda”, e rifacciamo il percorso mo portata su solo un litro e non abbiamo chiamo sindrome da “primo tiro”: per gli inverso, arrivando giù quasi nell’oscurità. voglia di usare subito il fornelletto per alpinisti non proprio “cuor di leone” qual La nostra fredda casetta ci accoglie rega- sciogliere la neve, perché preferiremmo sono, i primi movimenti di una via sono landoci un tramonto infuocato e una pen- andare a dare un’occhiata alla cengia; sempre i più duri, salvo poi abituarsi alla tola ricolma d’acqua, grazie al riuscito inoltre, tra un paio d’ore, col buio, qui strizza e tirar via tutto l’itinerario senza trucchetto di prima. Così, dopo una lauta farà parecchio freddo. Idea geniale: but- particolari sforzi. cena a base di succulenti gnocchi ai quat- tiamo diverse palate di neve sul tettuccio Astutamente, lasciamo il passaggio tro formaggi, i nostri sacchipiuma (questa in lamiera del bivacco esposto al sole e attrezzato con una corda fissa (tanto volta, dei VERI sacchipiuma!) si fanno piazziamo la pentola sotto la grondaia. Al abbiamo con noi due “mezze-corde”) per ben presto apprezzare. nostro ritorno dovremmo trovare una il successivo ritorno e per l’indomani. Devo confessare che il menù degli gnoc- bella scorta di liquido. La cengia, sempre esposta, continua poi chi ai quattro formaggi è ormai un’abitu- Cominciamo a risalire il pendìo che porta con minori difficoltà fino alla prima mar- dine della nostra coppia. Lo avevamo già all’attacco della cengia, e che anni fa ci cata rientranza della parete, che forma testato e apprezzato l’anno scorso duran- aveva fatto morire sprofondando nella una vera e propria gola. Fin lì si cammi- te un gelido bivacco sotto le stelle passa- 29 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:29 Pagina 30

ghiacciata a una ventina di metri dalla base, e subito sopra alla sosta. Difficoltà stimata: III-IV, 1 passo IV+. Gli faccio recuperare gli zaini e parto. Caspita, la fessura friabile non è per nulla uno scherzo con gli scafi ai piedi e la neve sotto le suole; così come non lo è il run-out fino al chiodo e il passaggio pre- cario sulla cengia ghiacciata. Sempre in gamba il mio amico! Il tiro successivo toccherebbe a me, ma lui insiste per farlo, e io non me la sento di dargli un dispiacere. Così, il catalano parte come una freccia per un costolone Inizio del “Valón” (f. Jordi Ferrando i Arrufat). di rocce solide sulla verticale della sosta, scartando sia il camino ghiacciato poco a destra, sia il traverso esposto fino a un to sulla Fuorcla de Prievlusa (3.430 m), degli gnocchi: un perfetto e naturalissimo canale nevoso sulla sinistra. Altri 25 alla base della Cresta Biancograt al Pizzo modo di reintegrare i sali minerali persi metri di II-III grado e mi urla che è in Bernina. col sudore! sosta. Jordi infatti, che è un noto fotografo pro- L’indomani mattina ci svegliamo alle 5 e Arrivato sopra, rimugino tra me e me che fessionista, aveva convinto l’amico partiamo alle 6, rifacendo di nuovo la sono proprio una schiappa, perché mi Davide e il sottoscritto a fare la Cengia di Ball fino al “Passo del aspetto sempre difficoltà assai minori di Biancograt bypassando il Rifugio Pordòn”, dove giungiamo verso le 7. ciò che incontro. Ma quante volte dovrò Chamanna da Tschierva, per bivaccare Data l’esposizione a levante, c’è un bel ancora ripetermi di cambiare sport, prima invece in forcella, circa 850 metri più in sole già alto, ma fa freschino. Per scrupo- di farlo davvero? alto: da lì, le foto dell’alba sarebbero state lo, io mi sono portato le ciaspe; mentre Ci ritroviamo assetati alla base di un eccezionali. Tutto vero; peccato però che Jordi è convinto che non servano e le ha ombroso canalino piuttosto pendente, con la partenza da Venezia in giornata, pas- perciò lasciate al bivacco. un fondo di neve crostosa non portante. sando per Lecco, il Passo Maloja, Col socio ci dividiamo le responsabilità: Prima abbandoniamo in sosta le corde e St.Moritz e la Val Roseg, ci aveva fatto io decido dove salire, e lui sale… Chiodo l’attrezzatura non necessaria, poi riem- iniziare un po’ tardino i 1.500 metri di così un’ottima sosta sulla sinistra del piamo le borracce con i rivoli d’acqua dislivello che separano l’alta Val Roseg colatoio nero e l’amico attacca in corri- che scendono dalle rocce, quindi guada- dalla Prievlusa, tanto da giungervi solo a spondenza di una similfessura tendente gniamo il Valón con una corsa verticale di mezzanotte dopo non so quante peripe- verso destra. Nuota un po’ in una chiazza un centinaio di metri. zie. Si può immaginare quale gradita sor- di neve poco oltre la sosta; mette il primo Sorpresa. Ci aspettavamo un bel pendìo presa furono quei bei gnocconi grondanti rinvio su un mughetto psicologico qual- di neve dura, trasformata dall’irraggia- sugo che ingurgitammo appollaiati su che metro sopra; poi un friend altrettanto mento solare, come l’altra volta. Invece, quel nido d’aquila. E fu lì che iniziai psicologico sulla fessura friabile; poi troviamo incredibilmente la stessa crosta anche quella - per Jordi - disgustosa tra- trova un buon chiodo a una dozzina di non portante del canalino sottostante. Ad dizione di bermi tutta l’acqua di cottura metri da terra; infine arriva a una cengia ogni passo non sai mai se l’appoggio regge o cede. Io vengo salvato dalla mia proverbiale Qui accanto: “Vant” lungimiranza, che mi spinge a portarmi superiore (f. Tommaso appresso ogni genere di orpello tecnolo- Ceccato). gico che possa agevolare l’ascensione, tanto da far sembrare una spedizione nazionale himalayana anche il mio più banale monotiro estivo in falesia: ho con me le ciaspe! Quel testone di Jordi, inve- ce, con questa moderna mania della leg- gerezza=velocità=sicurezza, le ha lascia- te al bivacco, e ora arranca sprofondando abbondantemente sulla neve crostosa. In più di un’occasione temo che l’imprevi- sto possa costringerci di nuovo a rinun- ciare, ma l’amico è di tempra solida e A fronte, sopra: Ultimi tiene duro. metri prima della cima Dopo qualche ora di sforzi, sbuchiamo (f. Tommaso Ceccato). sul Vant superiore (Vant = ampio cesto 30 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:29 Pagina 31

rinunciare alla cima, ove lo straniero Lungo il sentiero, la notte ci sorprende giunse infatti da solo. Tuttavia, noi siamo con velocità inaspettata, ma noi non avvantaggiati dai rigori invernali che abbiamo voglia di rovinare l’atmosfera mantengono gli appigli ben saldi l’uno accendendo le lampade frontali: che stra- all’altro. La cresta non è però affatto no, già dopo un paio di giorni passati in breve né banale, e nasconde ad ogni completa solitudine immersi nella natura cocuzzolo un’anticima che sempre ci più selvaggia, ci sentiamo un po’ più inganna sull’agognata meta. parte di essa e quasi non vorremmo tor- Alla fine, alle 14.30 in punto, tocchiamo nare alla civiltà moderna. La montagna con mano la scanchenica croce di vetta. invernale offre anche questo. Pensavamo di trovarla sommersa dalla Camminiamo nel bosco nell’oscurità più neve, e invece il vento aveva tenuto il completa a un centinaio di metri di plateau sommitale abbastanza pulito. distanza l’uno dall’altro, ciascuno Grande felicità, stretta di mano e foto di immerso nelle sue riflessioni, barcollan- rito. do e inciampando ogni due o tre passi; Rapidissima telefonata a casa per tran- ma è troppo bello. quillizzare gli animi, un piccolo spuntino Infine, l’asfalto e la luce dei lampioni ci per noi e per i gracchi d’intorno, e poi via riportano tra gli uomini. giù di corsa. Così di corsa che durante un ~ ~ ~ salto mi vola via sul versante sud-est il Quattro mesi dopo. Luglio 2007. bellissimo (e carissimo) berretto della Una entusiastica e-mail di Giovanni mi Patagonia; mi tuffo in una variante alla rende edotto che il trascorso fine settima- cresta assai più diretta e pericolosa, ma na lui e altri amici (tra cui Selina) hanno poi il portafogli torna a respirare. salito per la prima volta il Pelmo. Sono usato per ventilare granaglie e baccelli. Siamo molto stanchi, tuttavia è tardi e oltremodo felici anche per il fatto di Nome tradizionale del bacino superiore mancano ben 1.000 m di dislivello in esservi riusciti proprio nell’anno del 150° del Pelmo), ove un tempo vi era anche un discesa per arrivare in cengia. Così metto della prima salita. piccolo ghiacciaietto. L’ambiente inver- in pratica la tecnica brevettata di “discesa Che gran sbadati io e Jordi: nel program- nale che ci circonda è assolutamente Paganin” (dal nome di un mio forte e mare la scalata invernale non ci avevamo magnifico: un vasto pianoro, disseminato folle Maestro), già più volte sperimentata neanche fatto caso. Meglio, penso: acqui- d’inquietanti doline ostruite dalla neve di ritorno dai vaj delle Piccole Dolomiti sta maggiore valore. (oggetto tuttora di esplorazione speleolo- (vajo = couloir di roccia, ghiaccio e Ma poi il dubbio. Avendo ormai perso il gica), si innalza pian piano verso la spal- neve): picca saldamente in mano, culo a centennale della prima invernale (dubito la est fra Pelmo e Pelmetto. terra, spintarella e via! Gli olimpionici di che, in terza elementare, mia madre Favoleggiamo di ritornarci in un inverno bob cortinesi hanno solo da invidiare. avrebbe dato l’assenso all’impresa), per futuro armati di tendina, per passare lì la Jordi dapprima mi guarda con sospetto; essere veramente giusti, Jordi ed io notte e scattare splendide foto dell’alba. poi si rende conto che - con un po’ di sale dovremo necessariamente ripetere la sali- Rinvigoriti dalla magia del luogo, rag- in zucca - la velocità è controllabile, e ta anche nel 2032? Mentre la nostra più giungiamo velocemente la citata spalla, ratto mi segue. Certo, non sono così fortunata amica Selina, per poter inserire da cui precipitano a valle i mille e più apprezzabili i sassi affioranti e invisibili la gita in curriculum, dovrà per forza rifa- metri della sterminata parete sud-ovest che ogni tanto offendono il posteriore, ma re la sfacchinata nel 2020, dato che la del monte. Come le altre volte (e come non si può avere tutto. prima ascensione femminile del Pelmo fu credo facciano tutti), mi distendo a pan- Raggiungiamo rapidamente l’ultima compiuta nel 1870 dalla sua omonima cia in giù sulla roccia conformata a scali- sosta della variante del Pordòn, non senza Selina Matilda Fox? no, per far penzolare la testa sopra il bara- domandarci se questa possa essere indivi- Strane cose le ricorrenze e i numeri. tro: l’adrenalinica visione mi fa resistere duabile anche senza le tracce di salita. Tommaso Ceccato solo pochi attimi. Recuperiamo tutti i materiali abbandona- (Sezione di Venezia) Sono le 13.30. Pur mancando abbastanza ti e da lì, con una sola lunga calata in poco alla cima, considerando la lunghez- corda doppia, siamo di nuovo in cengia. za e le difficoltà della discesa, ci rendia- é ormai tardo pomeriggio, ma noi rifac- In cima! (f. Jordi Ferrando i Arrufat). mo conto che siamo comunque già molto ciamo a ritroso la Cengia di Ball con una in ritardo. A malincuore ci diamo così il certa voluta lentezza. Abbiamo chiuso i limite delle 14.30: se non saremo in cima conti con il nostro avversario (o con noi per quell’ora, dovremo di nuovo rinun- stessi?) e sappiamo di essere fuori dalle ciare. vere difficoltà. Inoltre, ci sono ancora un La cresta finale, inframmezzata da cen- paio di rullini di Velvia da terminare. gette e salti di roccia, è costituita da pie- Arriviamo così al Rifugio Venezia alle 18 tre malferme. La guida di Ball l’aveva e, dopo aver fatto i bagagli e abbondante- definita di croda morta, tanto da intimo- mente bevuto dalla solita pentola sotto la rirlo per la seconda volta, e spingerlo a grondaia, ripartiamo alla volta dell’auto. 31 CAI GEN FEB 08 9-01-2008 12:47 Pagina 32

Sui Monti

Testo e foto di Giuliano Mainini e Pierfrancesco Sibillini Renzi

…gioco e avventura tra montagne di fate e leggende…

scioglimento delle nevi, quando non nevica, come avvenne nel 1990 e tante altre volte nel passato, il lago non si crea. Un tratto dei M. Sibillini (M. Rotondo, P.zo Tre Vescovi, M. Priora, M. Sibilla, M. Porche, M. Argentella, M. Vettore) guarda l’Adriatico, mentre un altro, con cime più basse (M. Cardosa, M. Lieto, M. Patino, M. Vetica, M. Ventosola) è rivol- to verso il Tirreno; in mezzo si trova l’al- topiano di Castelluccio, di origine tettoni- co-carsica, unico e di grande bellezza, soprattutto durante la fioritura. In questo periodo sui campi coltivati a lenticchia, dal piccolo e insignificante fiore bianco, si alternano con grande effetto cromatico, Dopo un silenzio che durava ormai da Il gruppo dei Monti Sibillini, uno dei più che non lascia indifferente l’osservatore, venti anni siamo tornati a parlare di importanti di tutto l’Appennino, appartie- distese di papaveri (Papaver rhoeas) e scialpinismo sui Monti Sibillini con una ne al tratto Umbro-Marchigiano. Si fiordalisi (Centaurea cyanus) dagli inten- nuova edizione, tutta a colori, della estende per circa 40 km in direzione N-S si coloro rosso e bleu e il giallo vivace di vecchia guida (1a ediz. 1983, 2a ediz. ed è delimitato dalla Valle del Chienti a una crucifera (Sinapis arvensis), insieme 1987), aggiornata nel contenuto e nord e dalla Valle del Tronto a sud; ambe- alle fioriture del Ranunculus velutinus; è due le valli collegano il versante adriatico nell’impostazione. frequente anche una grossa margherita all’Umbria. Gli itinerari, cinquanta, compresa la bianca (Leucanthemum vulgare). Sono distinguibili oltre 50 vette, molte traversata dell’intera catena, sono Sul Pian Perduto di Gualdo durante il delle quali superano i 2000 m di altitudi- periodo estivo si forma il cosìdetto suddivisi per centri di fondovalle come ne. Il M. Vettore, che con i suoi 2476 m è “Stagno Rosso”, che assume tale colora- dallo schizzo topografico delle località la vetta più alta, comprende tra le sue cre- zione per la presenza di un’alga, di partenza che fornisce una visione ste l’unico lago naturale dell’Appennino l’Euglena sanguinea. unitaria degli stessi. di origine glaciale, il Lago di Pilato. Esso Tutte le cime sono raggiungibili con iti- Per ragione di spazio dopo una nota in base alla quantità d’acqua presente nerari scialpinistici, estremamente vari, introduttiva viene proposta ai lettori assume a volte la forma a occhiale, a da facili a impegnativi, con dislivelli della Rivista una sintesi di otto itinerari volte di due laghetti separati da un istmo anche notevoli e grandi possibilità di con- con lo stesso ordine e numerazione di detriti; poiché si forma e si mantiene catenamenti con remunerative discese sia che compare nella guida. esclusivamente con acque derivanti dallo nei canali che nei versanti. 32 gen./feb. 2008 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:30 Pagina 33

Questo gruppo montuoso compreso tra Adriatico e Tirreno, funziona da spartiac- que e risente di condizioni meteonivolo- giche del tutto particolari e rapidamente mutevoli. L’innevamento è normalmente buono da dicembre ad aprile con abbondanti nevi- cate nei mesi di febbraio e marzo; alcuni canali possono essere ancora discesi a metà maggio. é bene ricordare che la frequentazione in ambiente innevato a scopo sportivo iniziò il 4 marzo 1876 con due prime salite alpi- nistiche invernali (non solo dei Monti Sibillini ma di tutto l’Appennino Centrale). Protagonista dell’impresa fu Domenico Marinelli di Ariccia (Castelli Romani), in compagnia della guida G. Cicoria di Visso e del pastore Angelo Capocci di Gualdo, che fungevano anche da portatori: essi salirono il M.Vettore da Forca di Presta e la Cima del Redentore quasi certamente per il ghiaione sud-est. Il Marinelli e le sue guide Ferdinand Imseng e Battista Pedranzini perirono, travolti da una valanga l’8 agosto 1881, nel canalone della parete est del M.Rosa, che oggi porta il suo nome. Dopo tante battaglie condotte dal C.A.I. e altre associazioni ambientaliste da una parte e comuni ed enti locali dall’altra, dal 1993 i Monti Sibillini sono diventati Parco Nazionale con sede a Visso e con comuni ricadenti nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Perugia. Dalle cime e dalle creste nelle belle gior- nate serene lo sguardo spazia dal mare al M. Conero, alle dolci colline, al M. San Vicino, al M. Catria, ai vicini Monti della Laga, al Gran Sasso e M. Camicia, alla , al M. Terminillo fino al lontano Qui sopra: M. Amiata. Il profilo del Castello, Forre e gole imponenti come quelle del poderoso e verticale, Fiastrone, dell’Ambro, dell’Infernaccio fa da sfondo allo sciatore incidono profondamente i Sibillini. Pareti alpinista intento ad un e creste rocciose di interesse alpinistico cambio di direzione. sono quelle sui versanti nord ed est del A fronte: M. Bove con oltre 600 m di dislivello Monte Argentella (bellissima la visione dolomitica che si ha verso il canale dall’abitato di Casali di Ussita), quella San Lorenzo. del M. Bicco, del P.zo Berro, del M. Qui accanto: Palazzo Borghese e del P.zo del Diavolo Immagine patagonica che sovrasta il Lago di Pilato (M. nell’ultimo tratto roccioso Vettore). che precede la cima Valli e circhi di origine glaciale con visi- del P.zo Berro. La catena è bili morene caratterizzano la Val di Bove, parzialmente sommersa la Valle di Panico, la Valle di Pilato, la nella neve. Valle Lunga e la Val di Tela. 33 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:30 Pagina 34

Itinerari na, meta di ben più impegnative ascen- sioni. 2 - PIZZO TRE VESCOVI DESCRIZIONE: dal piazzale della 2092 m Pintura di Bolognola (1337 m) prendere Località di partenza: Pintura di la traccia della sterrata per la Forcella Bolognola 1337 m del Fargno (indicazione stradale) e Dislivello in salita: 755 m seguirla fin sotto la depressione della Tempo di salita: ore 2,30-3,00 Forcella Bassete. Risalire il ripido e Difficoltà: BS - ramponi e piccozza stretto canale uscendo sul pendìo supe- Periodo: dicembre-marzo riore che precede la sella (1701 m). Esposizione in discesa: prevalente- Difronte l’orizzonte è chiuso dalla parete mente est nord del Monte Priora che si raccorda, a Accesso alla Località di partenza: destra, con il canale nord e la cima del da Bolognola e da Sarnano nelle due Pizzo Berro; guardando ad ovest, al di direzioni per la SP 120 Sarnano - sopra del crestone, si intravede la meta Sassotetto - Bolognola. sormontata da una croce. Cartografia: carta dei sentieri del Scendere sull’opposto versante Parco Nazionale dei Monti Sibillini tagliandolo in diagonale, mantenendosi 1:25.000 Ed. S.E.R. alti sulla conca della Pescolletta fino alla base del canale che la chiude. VALUTAZIONE D’INSIEME: valutata Risalirlo e, usciti sull’aperto pendìo, l’assenza del pericolo di valanghe lungo spostarsi a destra verso la cresta est il versante nord del Monte Castel dalla quale in breve si esce in vetta Manardo, la più logica via di accesso (2092 m). alla meta rimane quella di Forcella DISCESA: per lo stesso itinerario di Bassete, ampia depressione a metà del salita, senza perdere eccessivamente lungo crestone che sale al Pizzo Tre quota nel vallone della Pescolletta. Vescovi. L’itinerario, piuttosto semplice e breve, ha il pregio di portare lo sciatore Alle spalle dello sciatore alpinista alpinista ad affacciarsi sull’Alta Valle che sale al M. Castel Manardo è a dell’Ambro e sulle pareti nord del Monte vista l’itinerario dalla F.la Bassete 7 - FORCELLA DELLA NEVE prima la salita classica alla Forcella Priora e del Pizzo Berro, ambiente que- alla cima. A sinistra la discesa del 1965 m della Neve altrimenti, in buone sto fra i più aspri e selvaggi della cate- canale est di P.zo Tre Vescovi. PIZZO BERRO 2259 m condizioni, si può raggiungere il Pizzo cresta ovest Berro dallo scrimone che divide la parte Località di partenza: Casali di Ussita alta della valle, continuando, poi, sullo 1080 m spallone ovest fino all’intaglio della Dislivello in salita: 885 m per la F.la quota 2063 m, oltre il quale si procede della Neve a piedi. Valutare l’opportunità, in 1179 m per il Pizzo Berro presenza di una comitiva eterogenea, di Tempo complessivo: ore 3,30- 4,00 attrezzare il tratto finale con una corda per la cima fissa sulla quale autoassicurarsi con un Difficoltà: OSA - ramponi e piccozza nodo autobloccante. indispensabili Già nelle note all’itinerario e nei capitoli MS - per la F.la della Neve introduttivi delle passate edizioni e di Periodo: dicembre-marzo questa ultima (territorio e ambienti) si Esposizione in discesa: ovest poi accenna come a testimonianza di una nord remota presenza del cervo, ora Accesso alla località di partenza: da reintrodotto, la sella potesse chiamarsi Ussita Km 5,50 provenendo da Visso Forcella della Cervara, toponimo con la SP 135 o da Castelsantangelo ampiamente usato nella cartografia di sul Nera per la SP 130 riferimento e in alcune guide citate nella Cartografia: carta dei sentieri del bibliografia. Parco Nazionale dei Monti Sibillini DESCRIZIONE: da Casali, oltre la sbar- 1:25.000 Ed. S.E.R. ra, seguire la strada fino alle Sorgenti di VALUTAZIONE D’INSIEME: Panico (1346 m). Risalire la valle, trac- tanto è classico, ripetuto e frequentato ciando al meglio secondo l’innevamento l’itinerario fino alla Forcella della Neve, e, alla biforcazione centrale, all’altezza quanto ardita e impegnativa è la salita dei ruderi di uno stazzo (1550 m), conti- alla vetta che impone una perfetta nuare al centro del ramo principale. conoscenza dell’uso dei ramponi su Portarsi poi a sinistra e, per un breve misto anche se la presenza della catena canale, salire nell’anfiteatro glaciale agevola la progressione e, soprattutto, il (1813 m). Superato con ripide svolte il ritorno. Il suo tratto finale può risultare pendìo finale uscire sulla sella (1965 m) immerso nella neve e bloccato dal ove termina la prima parte dell’itinerario ghiaccio. In pieno inverno, con le rocce (ore 2,00-2,30). incrostate di neve e brina, lo spettacolo Proseguire verso est sull’ampio spallone risulta entusiasmante. fino al punto quotato 2063 m che Per abbinare i due itinerari proponiamo precede una depressione oltre la quale

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il profilo si impenna decisamente Piero batte pista nel cuore della Val obbligando a lasciare gli sci, appena di Bove, salendo alla Cima Nord. sotto le prime roccette. Sotto la nuvola la cresta dentellata Salire al meglio sul versante sud fino della Cima Sud e, a destra, l’ombra all’affilata cresta che precede la base della paretina che si supera con proiettata dallo spigolo nord-est del qualche passaggio di misto protetto Monte Bicco, meta dell’it. 13. dalla catena. Usciti in cresta, dopo aver dissepolto traversa in direzione est. Usciti dal l’ultimo tratto della catena, raggiungere bosco continuare sulla pista in direzione la vicina cima (2259 m), aerea e isolata nord, sotto le Macchie di Bicco, fino dal contesto degli altri monti. all’imbocco della Val di Bove (1290 m). DISCESA: per lo stesso itinerario di Salire nella zona priva di vegetazione salita, usando le precauzioni del caso per il pendìo che, all’altezza degli spalti scendendo a ritroso lungo il percorso meridionali di Croce di Monte Bove, si attrezzato fino agli sci. fa a tratti più ripido. Superato lo zoccolo della valle piegare 12 - MONTE BOVE leggermente a destra scollinando prima di una depressione oltre la quale si CIMA NORD 2112 m continua al centro. Ormai in vista dello Località di partenza: Frontignano di sperone nord - est del Monte Bicco, Ussita 1342 m piegare decisamente a sinistra (nord) Dislivello in salita: 870 m guadagnando quota su terreno aperto, Tempo di salita: ore 2,30-3,00 Accesso alla località di partenza: da segue la traccia del sentiero estivo, avendo come punto di riferimento la Difficoltà: MS Amandola sulla SP 237 Picena o da passando dall’alpeggio di Prato Porfidia sella che precede la cima del Monte Periodo: dicembre - marzo Montefortino sulla SP 83 Subappennina, fino a Casale delle Murette, avendo Bove Nord. Esposizione in discesa: sud poi nord- al Km 4,2 seguire le indicazioni turisti- l’accortezza di scegliere il periodo In questo settore da qualche tempo ovest che per il santuario della Madonna migliore, sia in inverno che a primavera, scende a lambire la traccia di salita una Accesso alla località di partenza: da dell’Ambro e poi quella stradale per per trovare in condizioni ottimali il lungo grande valanga di fondo. Usciti Ussita e da Castelsantangelo sul Nera, Vetice oltre il quale la pista sale fino alla ripido traverso che dal bosco taglia il all’intaglio (1992 m) continuare lungo il nelle due direzioni, per la SP 130 e la fonte pendìo esposto a nord fin sotto il Pizzo. crestone sud giungendo direttamente SP 130/b Cartografia DESCRIZIONE: da Vetice prendere la con gli sci in vetta (2112 m). Cartografia: carta dei sentieri del : carta dei sentieri del Parco Nazionale sterrata che sale a Fonte Vecchia (852 DISCESA: per lo stesso itinerario riper- Parco Nazionale dei Monti Sibillini dei Monti Sibillini 1:25.000 Ed. S.E.R. m) e, continuando per quella di destra, correndo in salita il tratto che va dall’u- 1:25.000 Ed. S.E.R. arrivare, se possibile, all’altra con troc- scita della valle al luogo di partenza. VALUTAZIONE D’INSIEME: classico iti- VALUTAZIONE D’INSIEME: dopo la chi di cemento (940 m) ove si può nerario del gruppo del Monte Bove, fra i fredda parete nord e quella solare espo- lasciare l’auto. Proseguire per la pista più frequentati dei Monti Sibillini. Si 19 - MONTE PRIORA sta a sud, spostandosi sul versante est che segna il passaggio dell’acquedotto svolge nell’ambiente tipico delle valli 2332 m (per la cresta della catena, il Monte Priora riserva altri e, oltre l’intaglio, superato un ometto, glaciali appenniniche e non richiede, nord-est) due itinerari di grande impegno sui due portarsi nei pressi dell’alpeggio di Prato generalmente, l’uso di attrezzatura alpi- Località di partenza: Vetice di crestoni che chiudono il grande anfitea- Porfidia. Piegando decisamente a sini- nistica. Conviene essere sul posto in Montefortino-Fonte Vecchia 852 m tro che si affaccia sulle colline stra nel bosco cercare la traccia del tempo per evitare l’affollamento delle Dislivello in salita: 1480 m dell’Ascolano. sentiero e seguirla, innalzandosi sempre auto alla partenza degli impianti di sci. Tempo di salita: ore 4,30-5,00 Entrambi presentano un lungo più. Lambita una radura rientrare nel DESCRIZIONE: dal piazzale Difficoltà: BSA - utili ramponi e pic- approccio, anche a piedi, e tratti bosco per una lunga diagonale verso “Selvapiana” antistante l’Hotel Felycita cozza fortemente esposti alla caduta di est e, valutata la sicurezza del pendìo, scendere, alla sua sinistra, nella pineta Periodo: gennaio-marzo valanghe. continuare allo scoperto fin sotto il Pizzo e percorrere il sentiero estivo che l’at- Esposizione in discesa: est poi nord Per raggiungere la cresta nord-est si da dove, eventualmente tolti gli sci nel-

Stupendo colpo d’occhio invernale sulla Valle di Panico (v. it. 7). Panoramica della salita al M. Bove Nord (v. it. 12) scattata dal lato opposto Svetta alle spalle del Pizzo Berro il M. Priora. della Val di Bove.

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Nei pressi del Rifugio Zilioli sulla F.ca Castelluccio-Forca di Presta 1400 m delle Ciaule. La salita alla vetta è a circa Dislivello in salita: 1076 m vista sulla destra del rifugio. Tempo di salita: ore 2,30-3,00 Difficoltà: BS Periodo: dicembre-marzo 45 - CIMA DEL REDENTORE Esposizione in discesa: sud poi ovest 2448 m (per il Accesso alla località di partenza: da ghiaione sud est) F.ca di Presta per chi proviene da Località di partenza: Arquata del Tronto; dall’incrocio sul Foce di Montemonaco 945 m Piano Grande (Km. 3,6) per chi proviene Dislivello in salita: 1503 m da Castelluccio di Norcia o da F.ca Tempo di salita: ore 4,30-5,00 Canapine.Verificare in caso di vento e Difficoltà: OSA - ramponi e piccozza recenti nevicate l’apertura della strada indispensabili da e per F.ca di Presta. Periodo: febbraio-marzo Cartografia: carta dei sentieri del Esposizione in discesa: sud - est poi Parco Nazionale dei Monti Sibillini nord 1:25.000 Ed. S.E.R. Accesso alla località di partenza: da VALUTAZIONE D’INSIEME: pur non Montemonaco e Montegallo nelle due essendo fra gli itinerari più remunerativi, direzioni opposte sulla SP 83 l’ultimo tratto, si esce sul crestone al Il sole non è riuscito a trasformare la il Monte Vettore rimane la meta più fre- Subappennina; da Comunanza sulla SP punto quotato 1748 m. neve del versante est del M. Priora, quentata e conosciuta con una presen- 237 Picena e quella per il lago di Ormai in vista della meta dirigersi ad ma sarà peggio da qui a Prato za, non soltanto di sciatori alpinisti, Gerosa, seguire le indicazioni stradali ovest e, dopo aver superato Casale Porfidia. superiore a qualsiasi altra. La salita che per Foce. delle Murette (1794 m), attaccare il inizia appena lasciata l’auto, non pre- Cartografia: carta dei sentieri del pendìo abbastanza sostenuto senta problemi se non nell’ultimo tratto Parco Nazionale dei Monti Sibillini mantenendosi costantemente sotto il della Valle Santa piuttosto ripido, così 1:25.000 Ed. S.E.R. filo della cresta. Spostandosi da ultimo come la discesa priva di punti obbligati VALUTAZIONE D’INSIEME: spettacola- al centro uscire in vetta (2232 m). Forca di Gualdo (Km. 2,00). Dirigersi ad o pendenze sostenute. re itinerario, sicuramente poco ripetuto DISCESA: per lo stesso itinerario di est e, giunti ad un altro fontanile (1348 DESCRIZIONE: lasciata l’auto sulla da Foce essendogli preferita la traversa- salita, buona per l’esposizione ad est m circa), piegare a sinistra (nord), strada Castelluccio-Forca di Presta ai ta in discesa fino al Lago con ritorno nella parte alta, non altrettanto sul imboccando un breve vallone chiuso margini del largo curvone posto all’im- alla Valle Santa. Certamente la salita in versante nord e nel bosco. dalla strettoia di “Portella del Vao”. bocco della Valle Santa, risalirla (est) sci del ghiaione, una volta sfilati sotto il Generalmente si possono tenere gli sci Usciti nella regione di San Lorenzo finchè, superato il ripido canale che la “Castello”, è quanto di più gratificante si sul sentiero fino all’intaglio (1200 m). piegare ad est puntando al canale ormai chiude, si giunge sul Monte Vettoretto possa trovare in Appennino per la quali- Calcolare circa due ore. a vista sopra la fascia boscosa che lo (2052 m) in vista, ormai, della meta. tà tecnica dell’impegno da profondere e precede. Alzarsi sul dosso centrale a Traversare lungamente a mezza costa l’ambiente eccezionale nel quale si svol- lambire le prime lingue di bosco e, sotto il Rifugio Zilioli uscendo sulla Sella ge. La cornice finale può essere anche 27 - MONTE ARGENTELLA superato un grande faggio, entrare fra delle Ciaule (2240 m) ormai all’attacco alta e verticale rendendo difficile l’usci- 2200 m (per il canale gli alberi proprio dove il pendìo della cresta sud del Monte Vettore. ta. La discesa fino al Lago è entusia- di San Lorenzo) s’impenna. Fatta qualche diagonale Salire ancora, poi, tagliando in smante, favorita dalla qualità della neve Località di partenza: Castelluccio di sbucare allo scoperto, finchè, con un diagonale, entrare nel poco marcato trasformata al punto giusto dalla forte Norcia-Fontanile Pian Perduto 1345 m ultimo traverso a sinistra, entrare nel canale continuando sul terreno aperto insolazione del pendìo. Dislivello in salita: 855 m canale sopra la vegetazione che lo che precede la cima (2476 m). DESCRIZIONE: superato l’abitato di Tempo di salita: ore 2,00-2,30 chiude dal basso. DISCESA: per lo stesso itinerario di Foce, lasciare l’auto nel parcheggio Difficoltà: MS Risalirlo liberamente, vincendo la salita. creato all’inizio del Piano della Gardosa Periodo: dicembre-marzo pendenza, fino alla stretta finale e, Esposizione in discesa: ovest traversata la conca sommitale o per il Accesso alla località di partenza: da crestone ovest, giungere in breve sulla Castelsantangelo sul Nera per la SP vetta (2200 m). 136, da Castelluccio di Norcia per la SP DISCESA: per lo stesso itinerario di sali- 477 fino al confine di Provincia, poi per ta bella, continua ed entusiasmante fino la SP 136 a tarda mattina. Peccato che sul piano Cartografia: carta dei sentieri del occorre spingere lungamente gli sci. Parco Nazionale dei Monti Sibillini 1:25.000 Ed. S.E.R. 35 - MONTE VETTORE VALUTAZIONE D’INSIEME: classico iti- 2476 m nerario, forse il più frequentato e cono- (dalla Valle Santa) sciuto dei Sibillini che offre una discesa Località di partenza: su neve quasi sempre buona e abbon- imbocco Valle Santa sulla SP 477 dante fino a tarda stagione. Soffre alle volte il vento e la nebbia che scendono dal versante opposto. DESCRIZIONE: provenendo sia da Usciti dal bosco su terreno aperto Castelsantangelo che da Castelluccio, ancora qualche inversione di marcia fermarsi sul Piano Perduto nei pressi del fontanile sul bordo della strada e si entrerà nel canale di San (1345 m circa), poco sotto il valico della Lorenzo.

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località Castro in Comune di Montegallo gione si sovrappongono, facendo atten- sulla SP 83 Subappennina in Km. 3,00 zione ai ponti di neve scavati dall’acqua salvo chiusura della strada oltre Colle. che scorre sotto. Al centro del grande Cartografia: carta dei sentieri del anfiteatro salire sopra il bosco ed uscire Parco Nazionale dei Monti Sibillini su terreno aperto che si fa sempre più 1:25.000 Ed. S.E.R. sostenuto. Portarsi ora sul versante VALUTAZIONE D’INSIEME: senz’altro nord continuando verso il Sassone l’itinerario più ambito e impegnativo dei ormai in vista e, superatolo alla base sul Monti Sibillini a conclusione di un trittico lato sud-est, proseguire in diagonale da favola che non ha uguali. Se la salita ascendente guadagnando quota fino al tutta di un fiato oppone un dislivello crestone che da nord precede la cima notevole, tratti sostenuti e infidi traversi, del Vettore, raggiungendola in breve di più la discesa richiede esperienza per (2476 m.). Al Sassone, comunque, valu- valutare la sicurezza dei pendii e la giu- tare l’opportunità di tagliare il pendìo o sta linea da seguire. Si può scendere al piuttosto salire in verticale, anche a centro dell’anfiteatro, come sul versante piedi, fino in cresta. ovest o su quello est, tutto in funzione DISCESA: dalla cima tornare breve- del periodo e del carico della neve. mente sulle tracce di salita abbassan- Certamente a fine aprile o a maggio, dosi gradatamente nell’anfiteatro sotto il svanito ogni pericolo di valanghe, si può crestone nord per prendere una linea e proseguire a piedi lungo la nuova verso Cima del Lago. Fattosi il pendìo pista che sale sulla destra della valle troppo ripido proseguire a piedi (vedi a proposito dell’approccio il conte- portando gli sci a spalla, cercando il nuto di pag. 158, terzultimo capoverso). punto più debole per uscire in cresta a Dopo l’ultimo fontanile (1104 m) sud della cima e da qui in breve toccare proseguire per il sentiero estivo che la vetta (2448 m). dopo il bosco si fa ripido in DISCESA: per lo stesso itinerario di corrispondenza della gola delle “Svolte”. salita, sostenuta quanto entusiasmante Superato lo zoccolo della valle uscire fino al Lago, poi piacevole e rilassante allo scoperto (1500 m circa) lungo la valle fino alle “Svolte”. continuando a salire lungamente fino ad un primo cambio di pendenza che si vince sulla destra. 49 - MONTE VETTORE Innalzarsi diagonalmente sul fianco di 2476 m Monte Rotondo entrando, poi, in una IL GRANDE IMBUTO depressione che precede l’ultimo dolce (per la cresta del pendìo oltre il quale si scopre la conca Sassone) del Lago di Pilato (1940 m). Località di partenza: Casale Vecchio Andare sopra il Lago e, passando sotto di Montegallo 1010 m la parete del Castello, portarsi al centro Dislivello in salita: 1466 m del ghiaione. Salire dapprima sulla Tempo di salita: ore 4,00-4,30 verticale, poi, traversando a destra, Difficoltà: OSA - utili ramponi e pic- entrare nell’anfiteatro superiore chiuso cozza dalla linea di cresta che da Pizzo del Periodo: marzo-aprile salire dal fosso anche a piedi su neve verticale che in basso supera brevi Diavolo, passando per Cima del Esposizione in discesa: nord-est dura. La discesa proposta è già stata cambi di pendenza. Prestando attenzio- Redentore, continua più incombente Accesso alla località di partenza: dalla descritta in traversata (v. n. 31) e vale, ne ad alcune linee di frattura del manto comunque, come indicazione di nevoso, dopo un ultimo scivolo di neve massima su un pendìo aperto (quello toccare il fondo. Continuare a scendere, est) che lascia altre possibilità in generalmente su grandi accumuli di funzione della situazione contingente. valanghe sovrapposte, spostandosi sul DESCRIZIONE: lasciare l’auto poco lato destro, finché fattosi il pendìo più dopo Colle, in corrispondenza del Fosso ripido, la neve termina sul salto finale, di Casale che attraversa la strada in obbligando a togliere gli sci. curva. Risalirlo per tracce di sentiero Entrare a destra in un canalino sulla sinistra e mettere piede sul letto generalmente innevato fino in fondo, delle valanghe che nel corso della sta- oltre il quale si rimette piede sugli aggrovigliati cumuli di valanga cosparsi Sopra: La linea di cresta che chiude di detriti e fogliame che intasano fino a il Ghiaione sud-est quasi si confonde tarda primavera il Fosso di Colleluce. con la parete ovest del M. Vettore. Non uscire alla sorgente del Fluvione, ma seguire alla meglio il malagevole Qui accanto: Il Fosso di Colleluce e serpentone di neve fino ad un ponticello l’Infernaccio di Pianelle: ambienti sulla strada che porta verso sinistra al grandiosi per grandi itinerari, tutti a luogo di partenza. vista. La linea di cresta che sale Giuliano Mainini (INSA) † all’antecima nord del M. Vettore è Pierfrancesco Renzi (INSA) interrotta dal “Sassone”.

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In

Testo e foto di Franco Gionco Occhi peruviani! Cordillera Blanca

Siamo a Huaraz, vivace cittadina a 3000 metri d’altezza, 400 km a nord di Lima, 8 ore di bus tra paesaggi incredibilmente disparati, altrove divisi da decine di gradi di latitudine, qui uniti gli uni agli altri altri! Nostra meta la cordillera blanca, vedere da vicino, fino a toccarlo, l’impo- nente Huascaran, che con i suoi 6768 metri perfora le nubi più alte di tutto il Perù! Ammirare la perfetta piramide ghiacciata dell’Alpamayo, “la più bella montagna del mondo”, camminare dal-

Incontri durante il Trekking di Santa Cruz. Puja gigante nel deserto Andino.

anto splendore mi paralizza lo trazione di vette e ghiacciai e seconda solo sguardo, l’imponente città di pie- alla catena Himalayana. Questa volta la tra che si svela ai miei occhi è visione non ci paralizza lo sguardo, dispe- T colma di mistero come le monta- rato a vincere il panorama senza uguali, gne che la circondano, alte fino a 5.000 non ci mozza nemmeno il fiato, perché metri e solcate dal fragore del rio quassù a 4000 metri altezza non ne pos- Urubamba, il fiume del sole. Machu siamo fare a meno, ci appare semplice- Picchu, l’olimpo degli Inca! Mille sono le mente come le porte di un nuovo paradiso leggende che circondano questo sito dove sembra albergare incontrastata una archeologico appollaiato come un aquila divina serenità! Siamo nel cuore delle su un’aguzza vetta delle Ande Peruviane, Ande, la catena montuosa più lunga del custode nei secoli della misteriosa ed affa- mondo, un saliscendi, di montagne e cime scinante storia dell’impero Incaico. Dalla innevate che si innalzano sopra foreste testimonianza pietrificata della sua poten- tropicali lungo tutto il continente sud za passiamo ad un’altra meraviglia di que- americano. Una storia geologica di oltre sto fantastico paese, ci spostiamo un po’ 150 milioni di anni, una bellezza paesag- più a nord di Lima ed ecco apparire la gistica fatta di antiche culture disseminate Cordillera Blanca! Un eccesso di bellezza dai 0 metri dell’oceano Pacifico fino ai fluttuante a 6000 metri d’altezza, un bian- 4000 metri dei corrugamenti più alti che co ricamo lungo 180 km dove il tempo è sostengono vette, qui in Perù tra le più misurato dall’aria leggera, dove la concen- belle del nostro pianeta! 38 gen./feb. 2008 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:30 Pagina 39

Sopra: Indimenticabili momenti di emozione sulle Sotto: L’Alpamayo, simbolo alte e glaciali nevi peruviane sopra i 5.500 m. dell’alpinismo Sud Americano.

l’alba al tramonto tra le valli da sogno che solcano parallele tutta la lunghezza della cordillera come intagli di una ciclopica scure a dividere e unire meravigliosi mondi da sogno! Contattiamo una delle numerose agenzie che ad Huaraz propon- gono ed organizzano la logistica ad ogni tipo di spedizione. La Peruvian Andes, praticamente la famiglia Morales, papà e 4 figli tutti “andinisti” e guide d’alta quota, guide che sanno caricare i muli, accendere un fuoco anche senza fiammi- feri, preparare una pizza anche a 5000 metri d’altezza al riparo dai venti nel ven- tre di un crepaccio! Con noi il più giova- ne dei Morales, Rolando, 28 anni, 5 asini da soma che dovranno caricare viveri ed equipaggiamento, un “cucinero” e due aiutanti. Con me come sempre c’è Laura, poi Giovanni bravissimo dottore e nostro amico di Trento e suo figlio Nicolò, poco più di 20 anni, alla sua prima esperienza con l’alta quota. Programma isolarsi dal mondo per una quindicina di giorni, per- correre il famoso Santa Cruz Trek che attraversa da ovest a nord la cordillera 39 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:31 Pagina 40

Qui accanto e a destra: Avventurose nevi della Cordillera Blanca.

Qui sotto: Trekking di acclimatamento al ghiacciaio Pastoruri.

passando per il passo di Punta Union a mai lontano 1977 dal grande alpinista 4750 metri e rientro a monte della valle vicentino Renato Casarotto. del Rio Santa per la Quebra di Noi siamo attratti da mète più semplici Lianganuco. Poi salire sul Nevado Pisco, ma per questo non meno belle. Dopo i 5 famoso per il suo insuperabile “blanco” giorni trascorsi nella valle di S.Cruz ci panorama ma soprattutto per scendere con spostiamo per una curiosità sciistica tutta gli sci dai 5.752 m. dei suoi inebrianti Peruviana sul Nevado Pastoruri una fianchi di ghiaccio! Le notti in tenda sono calotta di ghiaccio alta 5.240 metri la cui lunghissime, qui a due passi dall’equatore base, questa volta la raggiungiamo dopo praticamente il buio ci raggiunge puntua- alcune ore di macchina e in mezz’ora di le alle 6 di sera e la luce ci riappare alle 7 trotto a cavallo. Il Pastoruri con la strada del mattino, dormire, alzarsi, mangiare, carrozzabile fino a 4.800 metri di quota è bere, camminare, cose semplicissime che infatti il 5.000 più accessibile del Perù, è assumono un valore assoluto quassù a qui che tutti gli appassionati Peruviani quasi 5.000 metri d’altezza, ogni gesto, arrivano numerosi nei week end con ogni respiro, ogni sguardo ha ancora il snowboard e sci in spalle, su due, tre sapore della grande avventura. cento metri a piedi per il dolce ghiacciaio Camminare in quota è una sensazione e poi giù con incerte ma felici traiettorie. un’emozione che penetra nel cuore e nel- Per Rolando lo sci è una fortissima pas- l’anima, riuscire a muoversi, seppur len- sione, attrezzatura appena acquistata: sci tamente qui è già una conquista! e scarponi anni ‘80! Assieme saliamo il Conquistare spazi, silenzi, panorami, bellissimo crinale che dai 4.800 metri emozioni e bellezze che non si possono porta ai panoramici 5240 metri della acquistare! Sostiamo in villaggi primitivi cumbre. Neve perfetta, progressione un piccole conquiste curva dopo curva, mi sperduti nella pace, avvolti dalla serenità, po’ lenta ma continua, la quota si fa sen- trasmettono una gioia e una commozione prendiamo il sole in riva a torrenti impe- tire, anche Rolando sogna uno skilift che mai provata su un campo da sci, gli parlo tuosi alimentati dagli immani ghiacciai forse un giorno arriverò, intanto guarda delle nevi di casa mia, delle seggiovie di che riflettono il loro bianco accecante nel sorpreso ed ammirato la mia attrezzatura, casa nostra che ti portano in alto da dove blu di una moltitudine di laghi paradisia- capisce al volo le qualità performanti dei poi scendere senza interruzione per più di ci! Sfioriamo un mondo verticale dove la miei scarponi nuovi, soprattutto la mobi- 1000 metri di dislivello, un sogno lonta- storia dell’alpinismo, soprattutto quello lità del gambaletto, con le opzioni ski / no, chiamato Paganella! Siamo accampa- italiano, ha scritto le pagine più avventu- walk sono per lui di una genialità incredi- ti a 4.800 di quota sulla morena del Pisco rose come la salita alla parete ovest bile, altrettanto stupito rimane dai miei avvolti da un’arena gigantesca di ghiac- dell’Alpamayo dei ragni di Lecco guidati nuovi sci con soli 1000 grammi di peso ciai e di vette che a canne d’organo sal- dal leggendario Casimiro Ferrari o la su un’asta da 170 cm.! gono verso l’azzurro di un cielo infinito. mitica salita della tenebrosa parete nord La felicità di Rolando sugli sci, il suo Il cuore della Cordillera Blanca pulsa dell’Huascaran Norte realizzata nell’or- spazzaneve colmo di emozione, le sue attorno a noi, sotto le imponenti pareti 40 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:31 Pagina 41

Qui sotto: Con Rolando, in vetta al Pisco prima della grande discesa!

Foto in basso: Sulla vetta del Nevado Pisco, 5.800 metri nel cuore della Cordillera Blanca

dell’Huandoi, dell’Huascaran, dell’Alpa- sentirsi un po’ partecipe alla mia discesa mayo, sentiamo il suo lento battito a ancor troppo impegnativa per lui, mentre scandire il tempo dell’eternità! La salita Laura, con Giovanni e Nicolò mi segue in al Nevado Pisco è una classica tra le più cordata con i ramponi che mordono sicu- frequentate di tutto il Perù, un’ascensione ri la neve gelata! Siamo accompagnati da su neve e ghiaccio non difficile ma non una gigantesca luna piena e la direzione banale, richiede attenzione, una buona ci viene data dalla Croce de Sud che bril- attrezzatura e buon acclimatamento alla la nel cielo inverosimilmente stellato quota che noi abbiamo accumulato nei sopra di noi! Po le tenebre si dissolvono e giorni precedenti con il favoloso trekking lasciano spazio a fantastiche visioni di di Santa Cruz! È l’una del mattino quan- castelli di ghiaccio incantati sempre più do alla luce delle pile frontali affrontiamo in alto fino a raggiungere il cielo! L’alba noso ballatoio che a 5.752 metri segna la i primi ripidi pendii del ghiacciaio, è stracolma di misteriose luci celestiali e vetta del Pisco! Rolando ha voluto caricarsi i miei sci per noi siamo in vetta abbracciati sul vertigi- Più in alto non possiamo andare, ma la nostra gioia ci trasporta sulle ali della fan- tasia ad accarezzare la grande “Cruz del Sur” che ci ha guidato fino quassù così vicini al Paradiso! Scendere con gli sci anche dalla più piccola delle montagne è sempre per me un grande avvenimento, oggi è semplicemente un momento di glo- ria, Laura, ramponi ai piedi ed in cordata, con Rolando è già sulla via di discesa. Sono rimasto solo sulla vetta del Pisco pochi attimi poi gli sci mi proiettano giù verso il nuovo sole nascente che con i suoi raggi sempre più splendenti illumina di brivido e felicità questa ultima emozione che la magica Cordillera Blanca, con tanta generosità ci ha regalato! Franco Gionco

Questa ed altre avventure di Franco Gionco nel suo nuovo show di immagini commentate a viva voce, per organizzare una serata con lo sci e l’avventura contatatelo direttamente: Franco Gionco - Tel. 0461 583549 - [email protected] - Per utleriori info: www.gioncocommunication.com Per organizzare un trekking in Peru www.peruvianandes.com, una delle più qualificate agenzie sul territorio.

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APPENNINO PIACENTINO

La “lunga marcia” dell’ Testo e foto di Sergio Ravoni Alta Val Nure Una piacevole, lunghissima camminata che si snoda tra boschi e praterie, lungo la dorsale tra le valli del Trebbia e dell’Aveto a ovest e quella del Nure a est, dal medio all’alto Appennino piacentino.

A destra: La testata dell’alta Val Nure dal Monte Osero. Da sinistra: il Ragola, il Nero, il Bue, il Maggiorasca e le Groppe.

Sentieri ombreggiati tra il M. Osero e il M. Aserei. oveva giungere alla sua 36.ma Noemi ha ragione, purtroppo, per quanto edizione, nel maggio 2006, riguarda il calo di efficienza dovuto agli prima che anch’io, su sollecita- anni, ma non per l’indiretto riferimento a Dzione di Franco, prendessi parte una sorta di graduatoria di prestigio nella con lui alla “Lunga Marcia” dell’Alta Val quale la “Lunga Marcia” sarebbe implici- Nure. tamente valutata a un livello inferiore Noemi dice che l’ho sempre un po’ snob- rispetto alle escursioni alpine, sia dal bata, dall’alto della mia sufficienza di fre- punto di vista della bellezza dell’ambien- quentatore delle alte quote alpine. In te che da quello dell’impegno richiesto e effetti non l’avevo mai presa in conside- delle capacità tecniche da mettere in razione, ma solo per il fatto che si svolge gioco, perciò dell’appagamento. Un tale in un periodo, al culmine della stagione raffronto non è corretto, proprio come scialpinistica, che non mi lascia spazio non lo è, più in generale, il paragone tra per altre attività di montagna. l’Appennino e le Alpi, trattandosi di due «Ora che l’età avanza e ti costringe a ridi- entità, di due ambiti distinti, che implica- mensionare quantitativamente e qualitati- no modalità di approccio, di frequenta- vamente le tue imprese scialpinistiche, ti zione e di fruizione dissimili, di due ordi- va bene anche la “Lunga Marcia”…» per- ni quindi forse non confrontabili, comun- siste impietosa mia moglie. que di pari dignità. 42 gen./feb. 2008 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:31 Pagina 43

La testata dell’alta Val Nure appena a sud del Segnaletica nei pressi di Ciregna. Monte Osero. Da sinistra: il Nero, il Bue, il Maggiorasca, le Groppe, il Crociglia, il Carevolo e il Cantone.

Così all’uno e alle altre chiedo opportuni- La Dogana fu inaugurata nel 1852 e non Qui sotto: tà, sensazioni e gratificazioni diverse. fu attiva se non per qualche anno perché, Verso il Passo del Mercatello: la cuspide La “Lunga Marcia” prende avvio dai 766 con la proclamazione del Regno d’Italia del M. Carevolo appare tra le fronde. metri del Passo del Cerro in Comune di nel 1861, non ebbe più ragione di esiste- Bettola. Attraverso i territori montani di re. Farini e di Ferriere, sempre in sponda Ha avuto più fortuna e vita più longeva sinistra del torrente Nure, si conclude, come rifugio del G.A.E.P., non solo e non supposto un passo “normale”, dopo circa tanto come punto di arrivo della Marcia, 8 ore e 33 chilometri di percorso, ai 1362 quanto piuttosto per l’assidua frequenta- metri del rifugio “Vincenzo Stoto”, gesti- zione di cui è oggetto, soprattutto nei fine to dal “Gruppo Alpinisti Escursionisti settimana e durante l’intero periodo esti- Piacentini” G.A.E.P. da sempre promoto- vo, per merito della disponibilità dei soci re e organizzatore dell’iniziativa. e del comfort offerto dai suoi locali. Il rifugio “V. Stoto” nei pressi del Passo Numerose anche le scolaresche che del Crociglia, è sorto grazie all’opera cin- approfittano della sua ospitalità per le quantennale e tenace del volontariato dei loro uscite di educazione ecologico- soci, sui resti esigui dei muri della ambientale. “Vecchia Dogana” di Luisa Maria. La Negli anni di esordio la “Lunga Marcia”, Duchessa la volle in sostituzione della che si effettua con qualunque tempo, precedente in rovina, quale presidio e aveva luogo all’inizio di maggio, ma suc- luogo di pedaggio per i traffici con la cessivamente fu spostata all’ultima confinante Liguria, appartenente al domenica dello stesso mese allo scopo di Regno di Piemonte. evitare di trovare ancora neve o terreno Sottolineo si tratta di Luisa Maria e non fangoso e pozzanghere lungo il tragitto. come erroneamente ritenuto da molti, di L’escursione ufficiale si svolge, eccettua- Maria Luigia, la seconda moglie di to l’ultimissimo pezzo, seguendo il Napoleone e sua predecessora, cui il segnavia del C.A.I. n. 001, che costitui- ducato di “Parma e Piacenza” fu assegna- sce il cardine del sistema sentieristico to in seguito alla “restaurazione” del appenninico piacentino, al cui traccia- Congresso di Vienna del 1815. mento il G.A.E.P. ha collaborato. 43 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:31 Pagina 44

INFORMAZIONI

Il Passo del Cerro si può raggiungere da che si tratti dell’escursione di 33 Piacenza, direzione sud, attraverso la chilometri o di quella di 11. Valle del Nure, passando per Per ogni altra notizia riguardante la Podenzano, Ponte dell’Olio e Bettola (m “Lunga Marcia” ci si può rivolgere ai 332, a 30 km da Piacenza). Da qui, seguenti recapiti: oltrepassato il ponte sul Nure, una Presso “Bergamaschi Sementi” strada sale a destra e in 7 chilometri Piazza Duomo 31 - 29100 Piacenza porta al Passo del Cerro. Tel. 0523/324285 - www.gaep.it Oppure, sempre verso sud, per la Valle Oppure, per le sole giornate del sabato del Trebbia, lungo la statale 45, per e della domenica, presso il Rifugio Rivergaro, Travo e Perino (m 208, km G.A.E.P “V. Stoto” - Vecchia Dogana - 32 da Piacenza). Da quest’ultimo Selva - 29024 Ferriere (PC) paese, risalendo la Valle del torrente Tel. 0523/929300 Perino, in 14 chilometri si è al Passo. L’Organizzazione predispone un servizio di autobus, con partenza da Piacenza, per il Passo del Cerro e, per il ritorno a Piacenza, con partenza da Selva di Ferriere. L’Organizzazione, oltre ai generi di conforto (biscotti, zucchero, limoni, integratori salini, the caldo) distribuiti nei punti di ristoro lungo il percorso, all’arrivo al Rifugio G.A.E.P offre ai partecipanti brodo caldo, the, pane e salumi messi a disposizione da un noto Salumificio della Val Nure. Cartello con l’itinerario in sintesi. A tutti i partecipanti che concludano la Qui sotto: Il controllo del Passo del Mercatello. marcia viene rilasciata la medaglia G.A.E.P, con diversa dicitura a seconda

Rossa Italiana con ambulanza, il l’immagine della barriera montuosa Soccorso Alpino con relativo mezzo, dell’Alta Val Nure. Alla Fontana del l’Associazione Radioamatori con Faggio (1300 metri. Percorsi Km 22) ricetrasmittente, i “Falchi 4x4” con è posto il secondo punto di ristoro e di fuoristrada, nonché alcuni componenti controllo. della Sezione sentieristica del CAI di Dalle praterie dell’Aserei il sentiero si Piacenza, che ha concorso allo abbassa fino alla frazione di Ciregna (m Si parte alla spicciolata, a cominciare Valle del Nure: è là che si deve andare. svolgimento della manifestazione anche 1125), l’unico abitato attraversato dalla dalle sette del mattino: dal Passo del La visione è di grande respiro e riempie fornendo la squadra di chiusura. Marcia. Ci accolgono, seduti in uno Cerro ci si incammina dapprima per una l’animo a patto però di non pensare che Si costeggia quindi un’abetaia e, dopo slargo tra le case, alcuni anziani, strada sterrata in lievissima ascesa, in dista ancora 27 chilometri… un breve tratto di strada comunale, si silenziosamente interessati dal nostro un paesaggio ancora collinare, dalla Siccome siamo sullo spartiacque è ritrova il sentiero nel bosco, con il quale passaggio, che produce un’insolita vegetazione caratterizzata dalla possibile lasciar andare lo sguardo sia a ci si inerpica sul fianco orientale del M. animazione nella monotonia della loro presenza di querce, noccioli e robinia. ovest (destra), che a est: nel primo caso Aserei. Senza toccarne la sommità (m domenica solitaria. Pur non trattandosi di una gara, come si distinguono, tra gli altri monti, il 1431), passando a quota 1210, si entra Oltrepassata Ciregna, si risale esplicitamente sottolineano gli roccione della Pietra Parcellara, in comune di Ferriere: subito riappare, faticosamente verso il Groppo di organizzatori, c’è già chi si mette a piuttosto alle nostre spalle, il Penice (m a chiudere da sud l’intero orizzonte, Lavezzera, aggirandolo, per sentiero correre e passa davanti agli altri, con 1460), il Lesima (m 1724) e l’Alfeo (m difficili superamenti quando il sentiero si 1631), che sormontano la valle del fa stretto. fiume Trebbia e, successivamente, più a Io suggerirei invece di adottare sud quella dell’Aveto. Sulla sinistra un’andatura rilassata, se non proprio basta risalire quei pochi metri che blanda, liberando il corpo e la mente da consentono di toccare la cima ogni velleità di primato per apprezzare dell’Osero (m 1301) per accedere appieno la bellezza e gli aromi della invece alla vista dei declivi che natura, esaltata dalla primavera digradano verso il solco del torrente trionfante, nella quale si è immersi. Nure, giù in basso,tra Bettola e Farini. Sui crinali del Monte Osero la Al Passo della Cappelletta (1036 metri), prospettiva si apre e si allarga fino ad davanti alla piccola chiesa, sono situati abbracciare già, ancora molto lontano, il primo posto di ristoro e il primo l’anfiteatro montuoso che, dal Monte controllo (km 8 dalla partenza). Come Ragola (m 1711), attraverso il Nero (m sarà per tutti i controlli successivi, si ha 1754), il Maggiorasca (m 1799), il Bue qui la prova dell’efficienza (m 1777), le Groppe e il Carevolo, da dell’organizzazione assistenziale: sono est a ovest sbarra a meridione l’alta presenti i sanitari volontari, la Croce

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Qui accanto: I prati sommitali del ma più aperto e panoramico perviene Carevolo. alla solarità di ampi pascoli. Siamo di nuovo al cospetto della testata dell’Alta Val Nure, ora però vicinissima, le cui Foto sotto: Franco all’arrivo al rifugio alture, le più elevate dell’Appennino “Stoto” del G.A.E.P. piacentino-ligure, costituiscono insieme alle loro propaggini,un parco naturale che conserva espressioni di alta di sopra di una forra aspra e selvatica naturalità, nonostante la nota di che scende nell’incassata valle deterioramento rappresentata da una dell’Aveto. stazione sciistica in abbandono sul M. Si rientra brevemente nel bosco per Bue. In particolare lo sguardo è attratto affrontare l’ultimo strappo, aiutati da dallo scivolo levigato e compatto della una corda tesa tra i faggi, superato il Ciapa Liscia che, in netto contrasto con

erto scavato e disagevole, dal versante poiché l’avvicinamento si mantiene a quale si esce sui prati scoscesi che le brecce instabili dell’adiacente Rocca non dirupato, quello occidentale: si lungo quasi pianeggiante, o a leggeri conducono alla cima del Carevolo. Da Marsa, muore nella Valle Tribolata in un giunge ai prati di una verde sella, dove saliscendi, che non guadagnano molta questa elevazione il panorama è paesaggio irto di pinnacoli e spuntoni alcune mucche e alcuni cavalli quota. spettacolare e spazia a 360 gradi, dalla rocciosi. “bardigiani” si godono i primi giorni di Una strada che lasciando il Mercatello pianura ai monti delle alte valli del Si sale brevemente a vista sulla sinistra, pascolo brado della stagione. ben presto ritorna a essere sentiero, Trebbia, dell’Aveto, del Nure e dell’Arda, per pervenire all’apice del Crociglia In direzione sud, ormai con l’immagine passa per una pineta e per la “Pietra spingendosi nelle giornate serene e (m 1578) e ammirare la bianca statua della cuspide del M. Carevolo in Marcia”, una sorta di cava abbandonata terse fino alla vista del mare a sud e dell’Arcangelo Gabriele, sul cui frequente apparizione tra le fronde si dove si ricavavano le “ciappe”, le lastre dell’intera cerchia alpina all’orizzonte piedistallo una targa ricorda i caduti scende al Passo del Mercatello (m di pietra un tempo utilizzate per coprire opposto. A nord-est dove il Nure piega della montagna piacentini e lodigiani 1058, km 22 percorsi), il terzo posto di i tetti delle case, proprio come si usava leggermente a destra si adagia attorno con particolare riferimento alle tragedie controllo, con tutto il suo apparato con l’ardesia nelle Alpi. al suo ponte il nucleo abitato di di Pizzo Palù e del Brentei. ristoratore e assistenziale. Per Si continua dentro ombrosi boschi di Ferriere, il capoluogo. Con la schiena alle spalle della scultura, approdarvi occorre attraversare l’arteria faggio, inframmezzati da pini neri, fino a Il tracciato però non tocca la punta, direzione est, ci si abbassa a riprendere provinciale che qui transita, tagliando il imbatterci (quota 1216 metri) in limitandosi a rasentarla sulla destra, per il segnavia 013, che ha aggirato da nostro cammino, per mettere in un’iscrizione su legno che segnala la valicare il Monte a quota m 1520. oriente il Crociglia, abbandonando la comunicazione la Val Nure con la Val presenza lì, nel medioevo, di un Fiancheggia una distesa di asfodeli, in variante per rientrare nel percorso d’Aveto. È da questo punto che inizia la “hospitale” e di un oratorio a supporto e piena fioritura sui loro alti steli e cala canonico. Con quello si arriva infine al “Marcia degli 11 chilometri”, ritagliata conforto dei viandanti in pellegrinaggio ripidamente alla prateria sottostante, a rifugio del G.A.E.P, dove ha termine all’interno di quella completa di 33 per da e per Santiago di Compostela. forma di schiena d’asino, per un nuovo l’escursione. Ma non la camminata chi intende limitare a questo tratto, Passato il cartello il terreno comincia a controllo. perché se non si dispone di mezzo comune con gli escursionisti partiti dal salire, dapprima moderatamente. Poi il Si punzona, si beve una bevanda proprio è necessario, trascurando la Passo del Cerro, la propria dislivello di 300 metri è divorato d’un zuccherata e si riprende il cammino per strada asfaltata, riavviarsi ancora lungo partecipazione. fiato: la pendenza diventa sempre più i 5 chilometri finali che ci separano il sentiero 013, fino ai 1100 metri di Si tratta della parte più faticosa, in accentuata e costante, mettendo a dura dalla Vecchia Dogana. Selva, frazione del Comune di Ferriere. quanto prevede la vetta del Monte prova chi ha già nelle gambe 28 Se si ha ancora un po’ di birra, al bivio Da qui gli autobus dell’Organizzazione Carevolo (m 1552), sfiorata di chilometri e 7 ore di marcia. Si gode di dove il percorso stabilito per la“Lunga ripartono per Piacenza. pochissimo, che costituisce il rilievo più qualche attimo di respiro quando si Marcia” prende a sinistra il sentiero Eravamo poco più di 300 per la Marcia marcato, il vertice dell’intero percorso sbuca una prima volta fuori dal bosco, 013, consiglio invece di mantenere lo completa. Per quella ridotta erano circa ufficiale. in vista di Rocca Borri e della prateria 001, che aggira da ovest il M. Crociglia 250. Soprattutto è duro lo strappo finale, sommitale del Carevolo, incombenti al e per un tragitto forse meno razionale Sergio Ravoni

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Sentiero Frassati della Liguria

Testo e foto di Colori, profumi Piero Bordo e suggestioni

Luciano Paolini richiama la mia attenzione cosicché faccio in tempo ad ammirare l’elegante ricciolo della coda dello scoiattolo prima che l’agile e simpatico roditore scompaia oltre il culmine della salitella. Stiamo procedendo abbastanza spediti nonostante il carico di sabbia e cemento che Luciano trasporta nello zaino. La faticaccia del giorno precedente, quando oltre al cemento ed a sei litri d’acqua per l’impasto, abbiamo portato alla Roccia belvedere anche gli attrezzi: mazzuolo, punta, piccone, secchio, cazzuola, segacci, roncole e cesoie e trascinato ciascuno un pesantissimo borsone con la sabbia, è per fortuna solo Qui sopra: Il Santuario di N.S. di Acquasanta e la parte iniziale del Sentiero. un ricordo. In alto: Cuscino di Cerastio utriense presso il guado del Rio Condotti. Al guado del Rio Condotti, nei pressi delle costruzioni rappresentiamo. Un vistoso cespuglio di Iberis dai colori di tanti fiori di cui delle prese d’acqua, un Riempite le bottiglie al dall’acceso color lilla suscita non conosco il nome, la ripetuto grido acuto ci induce ruscello e caricatele nello il mio interesse ed il minor tavolozza è dominata dal ad alzare lo sguardo per zaino, procediamo risalendo carico oggi trasportato, mi giallo della ginestrina, del individuare il capriolo che lo il sentierino di raccordo con consente di apprezzare in rigoglioso lino campanulato, emette. Lo scorgiamo poco la Coletta di Termi, che è modo più completo della ginestra, del senecio e sopra, sul tratto di sentiero mantenuto aperto non solo l’esplosione della fioritura dell’eliantemo; è arricchita preso in affido dal CAI perché rappresenta il percorso con cui madre natura inizia a dalle policrome altissime Sampierdarena. L’ungulato più breve per trasportare cancellare le enormi ferite pannocchie dell’erba non appare impaurito perché materiale sugli itinerari di inferte all’ambiente dal viperina; dal bianco dell’erica probabilmente si ritiene a salita del Sentiero Frassati doloso incendio del febbraio arborea, della margherita, del distanza di fuga, resta fermo della Liguria, ma anche 2005. Il pendìo è punteggiato cisto, dell’Anthericum e del a lungo esibendosi nel suo perché si spera di utilizzarlo dai tronchi neri dei pini che Cerastium utriense che inizia elegante portamento e lancia in futuro come parte del terzo testimoniano lo scempio a sbocciare nei suoi ancora più volte il suo urlo circuito, quello da dedicare avvenuto e da più di un anno impareggiabili cuscini; dal per segnalare la situazione di alle scolaresche delle perpetuano un grido di dolore gialloverde chiaro pericolo che noi elementari. che è anche nostro. Oltre che dell’euforbia; dal rosso

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purpureo della scabiosa; dal violetto della viola a gambo lungo e dal rosa carico della dafne odorosa che contende all’erica il pregio di quella profumatissima aria che respiriamo a pieni polmoni e che allieta il salire. Il dittamo è in boccio ed è con gioia che prima, alle prese, ho verificato che anche la felce florida si è salvata dall’incendio ed i suoi trofofilli iniziano a maturare. Pure gli ornielli ed i sorbi montani superstiti Qui sopra: La punta Martin, 1001 m, dalla Punta Pietralunga; 664 m. In basso: Pietro Guglieri, AE del CAI Bolzaneto, durante la realizzazione della segnaletica.

dovuto indossare maglione e consentirà di riposare a tre ponente. Sia in inverno giacca a vento, rende meno persone adulte oppure a due quando il sole tramonta a SW difficoltoso lavorare. adulti ed a due bambini i (237¡ circa), dietro il Monte Nelle pause contempliamo quali potranno depositare i Carmo di Finale 1389 m che l’affascinante spettacolo loro viveri sul capace ripiano con la sua forma tozza offerto dall’avifauna; i soliti di roccia che affianca il caratterizza il crinale che dal falchetti, uno stormo di sedile. mare sale alle Alpi Liguri. uccelli, che non sono stato in Dal terrazzo belvedere, 425 Sia in primavera ed autunno grado di identificare, che si m, il panorama che si ammira quando tramonta ad occidente sposta da monte a mare è vastissimo: parte dal mare, dietro i monti del Beigua: dal compiendo ripetute volute dai due promontori di Capo Monte Pennone 801 m al che mi fanno ritenere sia un Mele e del Capo di Noli, caratteristico sistema adottato per dall’isolotto di Bergeggi e 1107 m, passando per il Bric difendersi dai predatori. dopo un giro quasi completo Pigheuggio, i due Monti Ma le esibizioni più belle le termina con la splendida Tardia, la Gava (oltre la quale offrono le poiane che immagine della turrita Punta si vede sia la Costa Sud ripetutamente in gruppi più o Pietralunga 664 m che dell’Argentea, sia il Bric meno numerosi sino a ben incombe su di noi. Camulà), il nove esemplari, vengono Il sito ha anche il pregio di 1183 m e il Faiallo. Sia infine sulle nostre teste a farsi essere uno dei posti ideali per in estate quando tramontando La Punta PIetralunga ammirare nei loro eleganti godere dei famosi tramonti a NW (302¡ circa) dietro i dalla Sella Suiassa. volteggi. offerti dalla Riviera ligure di rilievi del Turchino, il sole Nel tempo in cui non svolgo le funzioni di “bocia”, io contribuiscono con le loro provvedo a ripulire il terrazzo fioriture ad abbellire naturale della Roccia l’ambiente roccioso ed a belvedere ed i suoi immediati rallegrarci. L’esplosione della dintorni da tutti gli arbusti ed vita, resa evidente dalla i pini bruciati, estirpo alcuni gemmazione e dalla fioritura ceppi di erica e, nel tempo delle piante, è un messaggio rimanente, provvedo a altamente spirituale che triplicare in larghezza un contribuisce a rappresentare tratto di sentiero in direzione la presenza del sacro nel della Coletta. mondo, che io contemplo con Luciano completa il sedile in sentimenti di riconoscenza, pietra e lo livella col cemento contento di esistere. (era questo l’obiettivo La temperatura più mite principale delle uscite di rispetto a ieri quando durante lavoro), che risulta misurare l’attività manuale abbiamo ben 130 cm e pertanto

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incendia con i suoi ultimi raggi la Baiarda creando un’atmosfera ricca di suggestioni. Il panorama è completato a settentrione dal crinale che dall’ex cartiera Baiarda si innalza alla Leixea, alla Gola del Prete (poco a destra della quale c’è il Nord), poi alla Rocca Calù e culmina con la Punta Martìn 1001 m. A NE si trovano le cave di pietra di Acquasanta, dominate dalla Punta Pietralunga 664 m, e dallo spiazzo si individua anche parte dell’itinerario alpinistico che dalle cave sale maturato la convinzione che, al Costolone Baiardetta; la nonostante l’alquanto “via” è stata dedicata al economica materia prima di celebre Whymper, il cui disponeva, costituita da conquistatore del Cervino, pietra, mare e boschi, in perché la cresta su cui si Liguria il buon Dio abbia dipana ha ricordato saputo dosarla con risultati all’alpinista genovese Gino eccellenti. Musso quella del “nobile scoglio”. Note é senz’altro da un luogo Ringrazio l’amico Mario Codebò per il come questo che calcolo dell’azimut del tramonto del sole ai solstizi. compiacendosi di quanto 1 - L’uomo e il mare, Ed. Tigullio, vedeva, lo scrittore ligure pagine scelte di Vittorio G. Rossi a cura Vittorio G. Rossi (1) ha di Marco Delpino ed Arturo Mencacci. Qui sopra: La Cappellina sul Costolone Baiardetta. In alto: Il tratto del Sentiero dalle Cave alla Roccia Belvedere. Pier Giorgio Frassati

Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901 da anche custode della Sindone. Adelaide Ametis e da Alfredo Frassati, di stirpe biellese, Per l'alto valore della sua vita terrena il 20 maggio 1990 fondatore e proprietario del giornale “La Stampa”, che sarà fu dichiarato beato da Giovanni Paolo II che di lui disse: senatore del Regno ed ambasciatore a Berlino. Pier Giorgio «Basta dare uno sguardo sia pure rapido alla sua vita, è secondogenito, ma la sorellina Elda morì a soli otto mesi, consumatasi nell'arco di appena ventiquattro anni, per prima della sua nascita. Nel settembre 1902 nasce la sorel- capire quale fu la risposta che Pier Giorgio seppe dare la Luciana, che nella gioventù gli sarà saggia consigliera e all'invito di Gesù Cristo “Vieni e seguimi”: fu quella di un prezioso appoggio e che nel 1925 andrà sposa a Jan giovane moderno, aperto ai problemi della cultura, dello Gawronski. sport, poi alle questioni sociali, ai valori vari della vita, ed La nonna materna, Linda Copello, genovese, aveva lavora- insieme di un uomo profondamente credente, nutrito del to per molti anni con il fratello ingegnere alla galleria del messaggio evangelico, solidissimo nel carattere, Fréjus, sposò Francesco Ametis, biellese, che con i rispar- appassionato nel servire i fratelli e consumato di un ardore mi del suo lavoro in Perù si costruì una villa a Pollone, sulle di carità che lo portava ad avvicinare, secondo un ordine di pendici meridionali del Monte Mucrone a poca distanza dal precedenza assoluta, i poveri ed i malati». santuario mariano di Oropa. Pier Giorgio all'età di diciassette anni si iscrisse alle Sezioni Pier Giorgio era un giovane virtuoso che, pur avendo una di Torino sia del Club Alpino Italiano che della Giovane vita normalissima, ha saputo esprimere la sua santità Montagna perché amava profondamente la montagna che soprattutto aiutando i poveri. Nonostante sia un grande sentiva come una cosa grande, un mezzo di elevazione personaggio, lo sentiamo vicino a ciascuno di noi perché è dello spirito, una palestra dove si tempra l'anima e il corpo. un santo imitabile e questo fatto ci infonde coraggio. Pier Giorgio Frassati muore il 4 luglio 1925, a causa di una Approfondire la figura del beato è facile perché molte sono poliomielite fulminante quasi certamente contratta, come le testimonianze dirette raccolte in numerosi volumi biogra- affermò Guido Piovene, «assistendo un altro malato povero, fici. Per un primo approccio si consiglia l'economico fasci- a insaputa dei suoi, e forse lo vide morire». Fu sepolto a coletto di Ubaldo Gianetto, edito dalla ELLE DI CI, di Pollone nella tomba di famiglia. La sua salma fu riesumata Leumann (TO), nella collana Eroi. nel 1981, quindi traslata nella cattedrale di Torino che è a cura di Piero Bordo

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4° tratto: Coletta di Termi - Sella Genova e della Sottosezione CAI ULE Suiassa 493 m - Sella Ovest Punta Sestri Ponente (Genova). Pietralunga 575 m - Punta Pietralunga Tratto C: Cresta settentrionale - percor- 664 m - Cappellina 703 m (ore 0.45 - so attrezzato con 160 m circa di cavi di 1.40). In affido alla Commissione acciaio (0.10 - 1.20). In affido alla Sentieri della Sezione Ligure del CAI Scuola di alpinismo “Bartolomeo Figari” (Genova). della Sezione Ligure del CAI. 5° tratto: Cappellina - Moccio 530 m Tratto D: Canalone tra la Cresta setten- (ore 0.20 - 2.00). In affido al Gruppo trionale ed il Torrione del Gran Diedro Escursionistico della Polisportiva Prà Gozzini - Colletto superiore del Costolone Palmaro (Genova). Baiardetta 705 m - Cappellina 703 m 6° tratto: Moccio - Valletta del Rio (ore 0.10 - 1.30). In affido alla Condotti (due guadi) - Colla 318 m (ore Sottosezione del CAI ULE di Genova 0.25 - 2.25). In affido alla Sezione del Sestri Ponente CAI Sampierdarena (Genova). Consigliate le seguenti deviazioni per 7° tratto: Colla - Stazione ferroviaria di ammirare: Acquasanta 215 m (strada asfaltata) - - il panorama dal Terrazzino inferiore Santuario N.S. di Acquasanta 163 m della Cresta settentrionale, 629 m, che si (pedonale comunale) (ore 0.20 - 2.45). trova sopra lo Spigolo del secchio e sotto La segnaletica di questo tratto è stata la Parete dei due chiodi. Calcolare 5 presa in affido dalla Commissione minuti in più. Sentieri della Sezione Ligure del CAI. - la Forcella d’uscita del Canalone dei Briganti 685 m. Calcolare 5 minuti in più. CIRCUITO PER - la statuetta della Madonna, sul Torrione ESCURSIONISTI ESPERTI del Gran Diedro Gozzini 692 m, Segnaletica: gratuitamente scolpita dall’artista Ai bivi bandierina rosso bianco rosso sestrese Valdieri Pestelli in marmo rosa con nel bianco la sigla alfanumerica F1 del Portogallo, acquistato dalle Sezioni e in nero. Lungo il percorso striscia Sottosezioni genovesi del CAI. Calcolare bianca su striscia rossa. ulteriori 5 minuti in più.

Sotto a sinistra: Le cenge della CIRCUITO PER cresta settentrionale del Costolone ESCURSIONISTI Baiardetta salite dal Sentiero. Segnaletica: Ai bivi bandierina rosso bianco rosso con nel bianco la lettera F in nero Sviluppo Lungo il percorso striscia bianca su 1° tratto: Santuario N.S. di Acquasanta striscia rossa (Comune di Genova) 163 m - Strada vicinale Pezzolo - Passaggio a livello della linea ferroviaria Genova-Acqui Terme 214 m - Piano Pezzolo - Valletta del Rio Baiardetta - Strada vicinale Pezzolo-Gazeu, sede dell’antica linea ferrata a scartamento ridotto (Decauville) di servizio delle cave di pie- tra di Acquasanta (bielenite) - Gazeu Il “becco d’anatra” sul Costolone Baiardetta; sullo sfondo il Monte Dente. 290 m (ore 0.25). Manutenzione in affi- do al Gruppo Escursionistico Pegli (Genova), affiliato alla F.I.E. Segnaletica in affido alla Commissione Sentieri del Sviluppo Agli Escursionisti Esperti si consiglia di CAI Bolzaneto. Dal Santuario N.S. di Acquasanta sino a raggiungere la Punta Pietralunga 664 m, 2° tratto: Gazeu - Fontanìn 410 m (ore Fontanìn, come da circuito per che con la Cappellina, costituisce una 0.15 - 0.40). In affido alla Sezione di Escursionisti. delle due mète del Sentiero Frassati della Genova della Giovane Montagna. Tratto A: Fontanìn 410 m - vicinale Liguria, anche per godere del vasto 3° tratto: Fontanìn - Cave 430 m - Pezzolo-Cian do Seso - 1° guado del Rio panorama sulla Riviera di Ponente Roccia Belvedere 425 m - Coletta di Baiardetta - Masso del Ferrante 452 m caratterizzata dalle geometrie dell’Isola di Termi 420 m (ore 0.15 - 0.55). In affido (ore 0.10 - 0.50). In affido alla Sezione di Bergeggi e di Capo Noli. Si suggerisce alle Commissioni Alpinismo giovanile e Genova della Giovane Montagna. agli Escursionisti Esperti di scendere per Sentieri della Sezione del CAI Bolzaneto Tratto B: Masso del Ferrante - 2° guado l’itinerario di salita degli Escursionisti, (Genova). del Rio Baiardetta - attraversamento in potendo così sia visitare le cave, sia Possibilità di visitare, muniti di torcia diagonale della palestra naturale di godere dei magici colori della Baiarda al elettrica, la galleria di mina della cava arrampicata “Baiarda” - prime rocce tramonto. principale che, ad eccezione del periodo della Cresta settentrionale del Costolone centrale dell’estate, termina con un Baiardetta 610 m (ore 0.20 - 1.10). In Piero Bordo limpido laghetto. Calcolare 5-10 minuti affido alla Scuola di alpinismo “Ennio Coordinatore del Sentiero in più. Dallagiacoma” della Sezione CAI ULE Frassati della Liguria

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di Guido Peruviane Barindelli Una cima per il CAI Val d’Esino

Credere in un sogno

“I have a dream”. Molto spesso ho pensa- to a questa frase di M. Luther King, quan- do fantasticavo su come trasformare un rincorrersi di idee e di immagini concre- te. Senza sogni non è possibile fare pro- getti. Quest’anno ho smesso di fantastica- re e ho iniziato a concretizzare la visione di ciò che è possibile creare quando la forza del pensiero diviene realtà e quando altre persone vogliono condividere il sogno con te. Si genera così un processo di spinta interiore che cresce come un’e- nergia sempre più forte, irresistibile. Così si è realizzato il sogno più bello che ad un uomo di montagna possa capitare: organizzare e salire una cima dove l’uo- mo non ha mai messo piede. Sono presidente della sottosezione di Esino Lario (Sezione CAI Premana). Un paese di 700 anime nel cuore della chiamato dall’Abate Antonio Stoppani: “la Perla delle Grigne”. Abbiamo fondato la sottosezione nel Veduta panoramica con il tracciato della salita. In alto: Incontri nella valletta di Callejon Huaylas. 1982 e ora conta ben 225 iscritti. Sono venticinque anni che lotto per far in modo La scelta cade sulla Cordillera Blanca in Appena a destra del “Cerro De Censi” vi che qualcuno diventi un alpinista. Molti Perù. Ho degli amici nel Callejon è una quota 5645 e mi assicurano che non iscritti preferiscono le passeggiate, le Huaylas, la valle del Rio Santa, a vi sono difficoltà alpinistiche. serate in rifugio piuttosto che fare delle Marcarà i volontari dell’OMG tra cui È fatta, l’idea prende piede. La via non è ascensioni, solo qualcuno ama salire le Gian Carlo Sardini coordinatore delle data ma va inventata e la si inventa men- cime anche se non è un alpinista con la Guide Don Bosco. tre la si percorre sapendo di commettere “A” maiuscola. Prendo contatti e sono loro ad indicarmi degli errori. Nascono così due fattori Salire una montagna è come aprire una che nella zona tra l’Hualcan e il Copa ci emozionali importanti: il fascino dell’av- porta attraverso la quale si esce dalla real- sono delle quote segnate in cartina non ventura e la paura, ma come dice Anatol tà di ogni giorno e si entra in una realtà ancora salite. Nel 2003 tre aspiranti guida : “Per compiere grandi passi, non inesplorata che assomiglia ad un sogno. Oscar Sanchez, Eder Sabino e Maximo bisogna solo agire, ma anche sognare, Finalmente l’occasione: il XXV. L’idea: Espinozae hanno salito la quota 6850 non solo pianificare ma anche credere”. E “salire una cima inviolata”. Ma dove? dando il nome alla montagna : “Cerro De noi abbiamo veramente creduto e il sogno Non certo in Italia. Con che difficoltà? Censi”, in onore di padre Ugo, fondatore è divenuto realtà. Quando il terreno è vergine chi può cono- e animatore, ancora oggi alla tenera età di Siamo in otto e cinque sono alla prima scere le insidie del cammino? 80 anni, dell’OMG. esperienza extraeuropea e sappiamo di 50 gen./feb. 2008 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:33 Pagina 51

poter contare sull’organizzazione Qui sopra: dell’OMG che si rivelerà ottima ed effi- Cerro De Censi ciente in tutti i sensi. a sinistra e Cerro E il 5 agosto eccoci immersi nella vallata Esino a destra. di Callejon Huaylas; dal finestrino del- l’autobus osservo un mondo che mi passa accanto e sono incapace di trovare parole per descrivere le molte suggestioni che mi riempiono l’anima. Ai miei occhi di occidentale sembra non esistere nulla di Qui accanto: normale, e tutto ciò che mi circonda sem- i bambini di Copa Cico. bra uno scenario di un romanzo e mi emoziono ad ogni nuova sorpresa. Con i nostri sacchi di 40 Kg circa scen- diamo dopo 8 ore di bus a Marcarà, l’im- L’accoglienza alla casa delle guide Don re, di osservare i bellissimi fiori, le bel- patto con la realtà di quella terra per qual- Bosco è ottima e vi è un’ atmosfera di lezze dell’ambiente e tutti quei panorami cuno di noi è emozionante. I poveri non grande pace, tranquillità e cortesia. che hanno bisogno di essere guardati per- hanno l’idea di cosa voglia dire essere L’ospite è al primo posto, non vi sono ché belli, di fare incontri che arricchisco- ricco, ma un ricco dimentica sempre cosa tariffe, ciascuno lascia ciò che sente di no gli occhi e la vita. Sono quelli con la vuol dire essere povero; ci si arricchisce poter dare e il tutto è poi utilizzato per i gente che abita questa terra e queste mon- attraverso le differenze e la nostra cultura poveri. tagne e sui loro visi si può notare quanto fa fatica a convivere con le differenze Gian Carlo ci assegna Oscar, aspirante fatichino per sopravvivere. Di fronte ad mentre bisogna imparare a viverle. guida, che rimarrà con noi tutti i giorni e un bimbo, sporco mal vestito, infreddoli- Andare è scoprire la vita della gente, è così iniziamo l’acclimatamento: rifugio to che mi guarda e sorride, mi chiedo: “è lasciarsi mettere in discussione; non Hiscinca, bivacco Longoni, rifugio Perù e Dio che ha fatto esistere tutto questo? …, serve dare giudizi, occorre un atteggia- la cima del Pisco. e la voglia di andare, di conoscere cosa mento di osservazione, di rispetto, di E il 13 agosto alle sette del mattino ecco- c’è dietro l’angolo o nel cuore delle per- ascolto. Questo viaggio non è solo la sco- ci a muovere i primi passi verso l’ignoto. sone diventa un impulso irrefrenabile, perta di luoghi nuovi, ma un’ occasione di Dopo aver percorso con un minibus circa difficile da controllare. Vorrei sempre incontri, di esperienze, emozioni che pos- due ore di strada sterrata superando i vil- viaggiare…. sono arricchire e più vai lontano e più laggi di Copa Grande e Copa Cico, abita- Alle 12,30 arriviamo alla prima meta: il entri dentro di te. Anche perché nella ti da gente molto povera, giungiamo a campo, quota 5140 metri. nostra vita presente non c’è nulla che quota 3810. Il sole ha appena indorato le Con Oscar e Roberto ero salito due gior- valga i luoghi e gli attimi vissuti durante cime, i nostri zaini non sono pesanti. ni prima per trovare un itinerario senza il percorso. Il camminare ci dà la possibilità di pensa- grosse complicanze e avevamo costruito 51 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:33 Pagina 52

Qui accanto: Tramonto dal Campo Amici.

Foto sotto: Salendo alla cima nella neve inconsistente.

A fronte, sopra: L’ultimo pendio sotto la cresta della vetta, e, in basso, la meta non raggiunta.

degli ometti di pietra come segnavia. Superata la fascia di pascolo, con infiniti sentieri fatti dalle bestie, ricoperta da kinuales, si sale poi su roccia liscia e levi- gata dal ghiacciaio che ora è risalito a quote più alte, (molto facile). Il campo viene posizionato, lo si può notare anche in cartina, su un cuneo di roccia situato tra il ghiacciaio che scende dall’Hualcan e il Glaciar Kinzl. La visione sulla vallata è stupenda e il panorama che ci circonda arresta il respi- ro. Un anfiteatro di cime, di neve, di ghiaccio, di seracchi sospesi quasi nel vuoto. A destra abbiamo una visione sui due Huascaràn, subito dietro vi è il Chopicalqui, alle spalle vi è Ulta, qualcuno dormire non è facile. Mentre cammino sono state la neve troppo soffi- l’Hualcan, il Cerro De Censi che domina tento di addormentarmi mi tornano alla ce, la crepaccia terminale e i primi 50 sopra di noi e a sinistra il ghiacciaio mente le parole di uno dei più giovani del metri di cresta con una pendenza di 35¡- Kinzl. Un componente del gruppo, con il gruppo e alla sua prima esperienza 40¡. volto raggiante di gioia e alla sua prima extraeuropea. Alla domanda perché sei Superata questa semplice difficoltà ci si esperienza extraeuropea, di fronte a que- qua? Cosa vuol dire per te salire le mon- ritrova sulla cresta finale ma il vento qui sto spettacolo mi dice: “non potevamo tagne? Aveva risposto: “Per sfidare me è il padrone assoluto, le raffiche sono scegliere un posto migliore per il nostro stesso e provare le mie capacità. Salire è molto energiche, rabbiose, sembrano in XXV”. sfidare se stessi ad arrivare in fondo collera con noi, il passo diventa lentissi- Il tempo è bello, non fa freddo e c’è senza perdersi, né voltarsi nel rispetto mo; occorre camminare a quattro zampe, calma di vento. Qui ci raggiungono i por- delle proprie possibilità. Esperienze di la voglia è di desistere, ma no, non è pos- tatori e il cuoco. Dapprima montiamo la questo tipo portano ad una conoscenza sibile. Un ultimo sforzo prima dell’enor- tenda cucina e poi le nostre. Il tramonto ci profonda di noi stessi”. Pensavo: “così me emozione. dà la possibilità di scattare numerose giovane ha già la risposta a ciò che io Alle 9,30 raggiungiamo la vetta, il vento foto. Panorami incredibili, irreali. Nella cerco da anni”. è fortissimo; è praticamente impossibile tenda mensa il fornello ha innalzato la E il 14 agosto ore 7,00 si parte. Siamo in rimanere in piedi, forse qualcuno prega- temperatura e si sta bene, decidiamo di cammino verso l’ignoto, sul volto di tutti va. Infatti l’uomo senza Dio è più povero chiamare il campo “Campo Amici” e anche degli amici aspiranti guida don dei poveri. Una forte stretta di mano, un verso le otto siamo tutti all’interno del Bosco sembra stampato un interrogativo: abbraccio, qualche lacrima di gioia. La sacco a pelo a “contare le pecore”. È la “riusciremo?”. Che difficoltà incontrere- bandiera Italiana e il gagliardetto del prima notte ad una quota così alta e per mo? Le uniche che ci hanno ostacolato il CAI, dell’ANA e quello del comune di 52 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:33 Pagina 53

Esino Lario sventolano, il vento ce li passare. Una grande crepaccia terminale testa. Provo di nuovo a scacciarla,ma più vuole strappare ma noi li teniamo stretti circonda questa cima ancora inviolata. la evito, più è lì a torturarmi. tra le mani, a fatica riusciamo a fare qual- Sconforto, rabbia, continuiamo a cercare “Perché salire le montagne”? Da anni che ripresa e delle foto. Unanimi decidia- un passaggio, niente. Intravediamo un scappo di fronte a questa domanda, ma mo di chiamare questa quota “Cerro punto dove sembra esserci un ponte, non mi insegue. Ho provato a rispondere ma Esino”. È lo sforzo, quello duro, prolun- si riesce a mettere un ancoraggio tutto è ho dei dubbi. Forse avevo bisogno di gato, che porta a cambiamenti interiori. inconsistente la piccozza penetra nella questa esperienza per trovare una rispo- Accadono strane cose in alta montagna, a parete che sta al di là della crepaccia, e sta. Certo è la mia prima esperienza di volte questo costante dialogo interno si non solo la piccozza entra ma anche il organizzatore per salire una montagna ferma e crea degli spazi tra i pensieri e si braccio. Che fare? é tutta neve accumula- inviolata e questo facile o difficile pre- gustano dei grandi momenti di pace e il ta dal vento e sotto c’è il vuoto, quanti senta sempre delle incognite ma l’uomo mondo ti entra dentro e ti possiede, ogni metri? Non sappiamo, giù è buio, diffici- ha dentro di sé il coraggio per compiere respiro è un’esperienza nuova. Mallory le valutare. A malincuore decidiamo di questi passi verso l’ignoto e ho scoperto alla domanda: “Cosa abbiamo vinto” ha rinunciare, facciamo ancora un tentativo così che le montagne da scalare sono den- risposto: “Nient’altro che noi stessi”. in mezzo a due seracchi, niente da fare. tro di noi. L’andare in montagna è un Salgo in alto per guardare dall’alto verso Alle 12,30 siamo di nuovo al “Campo il basso o meglio vorrei guardarmi den- Amici”, il vento è sempre il padrone di tro, nel mio profondo nel tentativo di questo posto. Verso il tramonto sembra conoscere me stesso. che il vento voglia portarci a spasso con Alle 12,00 siamo di ritorno al “Campo sé, sembra di sentire una voce che dice: Amici” il morale è molto alto anche se la “andateveneeee … È un bisbiglio carico fatica, il freddo e il fortissimo vento di magia che noi uomini del terzo millen- domineranno per tutto il giorno e anche la nio abbiamo dimenticato. notte. 16 agosto al sorgere del sole decidiamo di 15 agosto alle 4,30 sveglia e tra una raffi- scendere, alle 10.30 lasciamo il “Campo ca e l’altra alle 6,00 riusciamo a partire. Amici”. Man mano che scendiamo il La meta: una cima a destra del nostro vento cessa di intensità. Cerro Esino, un triangolo, una piccola Mentre cammino mi infastidisce una piramide e speravamo di fare un secondo domanda che in questi giorni era sempre colpo, ma l’ignoto non ci ha dato il lascia lì nella tormenta dei pensieri nella mia 53 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:33 Pagina 54

viaggio dentro sé stessi. Gli scenari che avevo attorno a me possono essere para- gonati agli scenari esistenziali, alle diffi- coltà della mia giornata di routine. La ritengo quindi un’ avventura nella ricerca e conoscenza di sé stessi, ma è anche un’avventura nella conoscenza del- l’altro e dell’ambiente. L’andare in mon- tagna è un interrogarsi dentro, è un cam- minare in mezzo ai crepacci, ai seracchi e alla foresta dei sentimenti. La montagna non è più un qualcosa da cogliere ma un percorso di vita. La montagna rivela all’uomo la sua verità, quella di essere una piccola creatura, ma Dio gli ha dato un dono: l’anima. Quindi la capacità di

La mappa della zona con il tracciato della spedizione.

raggiungendo, dopo circa 2 ore di bus, il limitare di un crinale: quota 3810m. Salire a piedi il crinale fino a quota 4150m. deviare verso sinistra entrando nel vallone (tracce di sentiero). Attraversato il vallone proseguire verso sinistra salendo leggermente le placche fino a trovare un torrente. Mantenersi a destra di questo, e quando si trova un piccolo pianoro cercare un guado. Indi salire il ripido pendìo passando sotto una bastionata di roccia fino a quota 4400m. Proseguire verso sinistra ed attraversare un secondo torrente e di nuovo salire un ripido costone (tracce di sentiero) 4770m. Mantenersi leggermente sempre verso sinistra zizzagando in cerca dei passaggi più Il Campo Amici e, a destra, in vetta al Cerro Esino. semplici attraverso le placche fino a raggiungere quota 5140m. Semplice da individuare in quanto al di là del crinale vi è la seraccata che scende dal Hualcan e dal Cerro De Censi e questo cuneo di roccia entra nel ghiacciaio Kinzl. Qui vi è acqua e una roccia ben pianeggiante per allestire il campo. Dal campo Amici si sale sul ghiacciaio tenendosi verso destra, qui la autocoscienza, di commuoversi, di INFORMAZIONI GENERALI difficoltà è trovare un passaggio attraverso i crepacci. Nel pianoro sopra mantenersi in direzione centrale alla ammirare e di amare. La montagna aiuta Punto di riferimento e di appoggio per l’organizzazione cima, arrivati alla crepaccia terminale deviare a sinistra a gustare che al di là della cultura del è stata la Casa delle Guide Don Bosco (OMG) di Marcarà. Dotata di ampie strutture per gli ospiti, in vicinanza della cresta, qui è possibile trovare un consumismo esistono tesori nascosti, dove abbiamo soggiornato e ci è stato fornito anche il passaggio. Indi salire la cresta che in questo punto è momenti preziosi che valgono la pena di materiale necessario per la salita. circa 35°-40° per circa 150 metri poi il pendìo si fa essere scoperti e vissuti. La montagna e i Coordinatore della scuola delle Guide don Bosco en los più dolce fino alla cima. grandi spazi sono uno specchio in cui Andes de Marcarà - Ancash - Perù è Giancarlo Sardini. riflettersi per meglio conoscersi. Tel. 0051 (0)43-443061 Hanno partecipato alla spedizione: e-mail: [email protected] Pier Carlo Barindelli, Paola Barindelli, Giovanni Abbiamo sperimentato salendo in quota Viglienghi, Fabio Viglienghi, Dell’Era Roberto, Giulia quel senso di piccolezza che ti assale CARTOGRAFIA Sabadini, Guido Barindelli del CAI Val d’Esino, Matteo davanti alla vastità degli spazi. Qui si sa Cartina 1:100.000 dell’ Alpenvereinskarte. 0/3a Gnecchi CAI Lecco, Dario Tam. Oscar Alberto Sanches di essere parte di un tutto e sento che tutto Cordillera Blanca Nord (Perù) e Elias Flores aspiranti guide Don Bosco e tutti i ciò che mi circonda è parte di me. Mi Carta Nacional 1:100.000 Carhuaz -Departamento de portatori che, con la loro disponibilità, hanno sento vivo e sono felice di esistere. Ancash-Perù Hoya-19-h contribuito a creare un clima sereno. Tra un pensiero e l’altro, passo dopo Primiera Edicion levantado por el Instituto Geografico L’autore è disponibile per eventuali serate di proiezioni militar, Lima-Perù: 1970-71 con lo scopo di raccogliere fondi per i progetti passo mi ritrovo a quota 3810 metri dove dell’Operazione Mato Grosso. c’è il minibus che ci aspetta. DESCRIZIONE DELLA SALITA Guido Barindelli 338 3481052 - 0341 860080 Abbiamo vissuto momenti indimentica- Si sale lungo la strada che da Marcarà porta a Copa [email protected] bili, siamo stati ancora una volta stregati Grande, si prosegue per Copa Chico e lasciata la Guido Barindelli come solo la montagna sa fare … piazza sulla sinistra si prende la caretera a destra, (Sezione di Esino) 54 CAI GEN FEB 08 9-01-2008 12:51 Pagina 55

Arrampicata e litologia

di Matteo Uno sguardo nell’intimo delle rocce: Garofano e Christian la materia prima di alpinisti e climber Roccati

INTRODUZIONE Le rocce, mattoni costruttori di montagne chiamano rocce sedimentarie, rocce mag- e falesie, sono l’elemento essenziale e la matiche e rocce metamorfiche. sostanza che alimenta la fantasia degli Cercheremo di capire in modo diretto che arrampicatori e gli alpinisti che su di esse relazione c’è tra la genesi di un tipo di roc- sviluppano la loro avventura verticale. Ma cia, le sue caratteristiche e l’arrampicata. non solo, la roccia è sotto di noi in ogni Nell’esperienza degli arrampicatori alcuni momento ed è il substrato di ogni cosa e tipi di materiali non entrano mai a far parte Luca Fida sulle pareti calcaree attività che avvenga in terra ferma. proprio perché non presentano qualità ido- del Finalese (f. C. Roccati). Le rocce entrano a far parte dell’esperien- nee ed essenziali affinché questo sport za dell’alpinista e dell’arrampicatore che possa essere praticato, nonostante ciò, una viventi, cioè i fossili. Un bel esempio, noto ne scopre e ne interpreta le caratteristiche, moltitudine di rocce ben si presta ad esse- a molti arrampicatori, sono le chiare ban- è materia che si presenta in forme e colori re arrampicata. cate calcaree del finalese, formate da sab- diversi, fa variare le linee e le modalità bie ricche di frammenti di gusci di mollu- dell’arrampicata ma anche le caratteristi- Rocce sedimentarie schi (risalenti al Miocene, tra 15 e 11 che del paesaggio circostante. Le rocce sedimentarie nascono dallo milioni di anni fa) cementati da una ricca Forse pochi sono gli arrampicatori che si smantellamento di formazioni geologiche percentuale di carbonato di calcio. sono occupati di capire nell’intimo la natu- già esistenti. Le montagne e i rilievi, come Peculiare delle rocce sedimentarie è la ra e l’origine delle diverse litologie che tutte le terre emerse sono sottoposte all’a- stratificazione che rispecchia i fenomeni esistono sul nostro pianeta. Si presuppone zione erosiva degli agenti atmosferici, di deposizione marina dei diversi eventi che questo sia argomento per i geologi, ma questa azione stacca frammenti di roccia sedimentari. In origine la stratificazione è in realtà capire come una roccia si sia for- da quello che è un corpo compatto, ma (quasi) sempre orizzontale o poco inclina- mata apre un appassionante mondo e svela discioglie anche chimicamente una parte. ta ma i successivi eventi della crosta terre- una lunghissima storia che può essere I frammenti e la materia in soluzione, per stre (tettonica a placche) possono defor- interessante per chiunque ami la natura e azione della forza di gravità scendono marli e alterarne l’assetto originale fino sia affetto dalla curiosità. La geologia non verso il basso fino a raggiungere, nella anche a verticalizzarli o addirittura a ribal- è da considerare una materia oscura ed maggior parte dei casi, il mare, qui si tarli. ostica ma, se approcciata nei giusti termi- depositano, sedimentano (da cui il nome di Le rocce sedimentarie sono particolarmen- ni, descrittiva e interpretativa di una gran rocce “sedimentarie”) e attraverso lunghi te amate dagli arrampicatori moderni per parte del nostro pianeta e può essere com- processi di litificazione, si trasformano in via della loro struttura molto particolare presa da tutti. Le rocce infatti si differen- ammasso solido. Se l’accumulo è di fram- ziano per aspetto ma anche per “compor- menti, chiamati anche clasti, siamo in pre- (GE) con le stratificazioni dei calcari tamento” dipendentemente dalla loro ori- senza di “rocce clastiche” tra queste figu- marnosi del gruppo dell’Antola (f. C. Roccati). gine, e l’arrampicatore percepisce tali dif- rano ad esempio le arenarie e i conglome- ferenze sulle proprie mani, attraverso il rati. Le prime formate dal deposito di sab- contatto, e sul proprio corpo, mediante i bie, le seconde sono originate da fram- movimenti e gli sforzi che gli sono richie- menti di dimensioni maggiori. Se l’accu- sti per muoversi su questo elemento. mulo è invece originato da deposizione chimica, cioè i sali disciolti in precedenza STORIE DI ROCCE cristallizzano e si depositano, si parla di E DI SCALATORI “rocce chimiche”. A questa tipologia I diversi processi di genesi conferiscono appartengono i notissimi calcari nella loro alla materia litica caratteristiche molto grande varietà. Spesso infatti si trovano diverse, in buona sostanza si tratta di tre formazioni rocciose miste dove sono pre- grandi tipologie di processi genetici: sedi- senti sia i frammenti sia una cospicua mentari, magmatici e metamorfici da cui si componente chimica, talvolta insieme a originano tre famiglie che logicamente si piccolissime resti di antichi organismi 55 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:35 Pagina 56

che permette, e necessita, molteplici tecni- ti da climber di tutta Europa, perché per- che di scalata. Un esempio eccellente è mettono molteplici stili di arrampicata su costituito dalle Dolomiti, composte per lo migliaia di vie vicine. Vi sono placche più da calcari e dolomie, caratterizzate da dove è possibile sfruttare le piccolissime “vaschette”, “clessidre”, “canne”, “buchi”, “gocce” su cui tutto il peso del corpo derivate, come abbiamo visto, da un pro- grava. Grazie alla pressione degli alluci e cesso sedimentario-chimico. Le caratteri- dei talloni bassi, si aumentano l’aderenza e stiche delle linee di salita stimolano l’ele- si evitano i crampi. Con movimenti lenti, ganza nei movimenti e contribuirono alla ma precisi, oggi alternati a piccoli slanci genesi di una tecnica esterna di scalata dinamici, si utilizzano le semplici rugosità opposta a quella applicata nelle lisce pare- su apparentemente lisce pareti. La prima- ti di granito. In pratica l’arrampicatore è ria tecnica classica sfruttava le grandi sempre staccato dalla parete utilizzando le prese per le mani che gravavano gran parte prese per piedi e mani in un sistema di del peso del corpo non scaricato sui piedi equilibri che non lo vede compresso all’in- per via del “limitato” utilizzo degli scarpo- terno di fessure e diedri. ni. Le tecniche moderne di arrampicata, Con l’avvento del “sassismo”, la discipli- evolute proprio sulle rocce sedimentarie na degli arrampicatori che si misurano su grazie al grande utilizzo delle scarpette, serie di movimenti su grandi massi, la tec- permisero l’adozione di nuove tecniche nica venne stravolta. A partire dai bleu- per le mani. I caratteristici buchetti, pecu- sards, gli atleti che praticavano il boulder liari del calcare per il fenomeno del carsi- La parete striata di calcare del Muzzerone, su i grandi sassi della foresta di smo, vengono utilizzati come appigli tal- La Spezia (f. C. Roccati). Fontainbleu presso Parigi e il postumo volta adottate anche solo da una singola grande sviluppo delle palestre calcaree del falange. La grande tenuta di questa tipolo- ta sull’eleganza. Gli appigli, costituiti dai Verdon e delle Calanques, lo stile moder- gia di presa probabilmente favorì lo svi- clasti, si vedono netti, ma sono fragilissi- no fu portato verso la sua massima evolu- lupparsi della tecnica di compasso. In pra- mi. Occorre salire in punta di piedi senza zione. Gli arrampicatori impararono ad tica l’arrampicatore afferra una cavità con tirare le prese, ma appoggiandovisi delica- adottare le nuove scarpette in gomma in una mano e punta sulla parete la gamba tamente sopra. Esempi famosi ad ovest, grado di moltiplicare l’aderenza e la capa- piegata opposta al braccio disteso che lo più che altro per l’importanza storica dei cità di utilizzo dei piedi che comportò la sorregge. Allungando l’arto inferiore sol- luoghi, sono i complessi oligocenici del tecnica attuale. I grandi complessi calcarei leva tutto il suo corpo andando a prendere Reopasso e del Castello della Pietra, nel- come Finale ed Arco oggi sono frequenta- una presa più in alto e ricominciando la l’entroterra Genovese. I frequentatori sequenza. L’evoluzione di tale movimento hanno sviluppato uno stile molto leggero Calcari del finalese con i caratteristici fori e fu la lolotte, probabilmente ad opera dei con movimenti molto corti che garantisco- scanalature (f. Matteo Garofano). citati bleusards parigini. Adottata soprat- no minime torsioni e quindi pressioni tutto in strapiombo, è in pratica l’esecu- minori. La presenza di prese sempre nette zione di un compasso a cui viene somma- su gradi bassi richiama un po’ alla tipolo- ta una rotazione del corpo sull’altro fian- gia di scalata classica, tendenzialmente co. frontale, ma esclude le tensioni di forza Le rocce variano di famiglia in famiglia che romperebbero le prese. ma anche all’interno della stessa tipologia. Sempre tra le rocce sedimentarie si può Per esempio si parla generalmente di cal- inoltre parlare di diaspro. è possibile citare care come se ne esistesse un tipo soltanto, caratteristiche di durezza notevoli in un ma come sappiamo, non è così. Si tratta di roccia chimica dalla morfologia molto una roccia sedimentaria molto varia che da particolare. Vi sono prese nette ed alle zona a zona risulta molto differente nella volte dolorose e difficoltà nell’aderenza sua struttura, che appare più o meno liscia, dei piedi che vengono puntati su corruga- forata, concrezionata. Il Finalese è per menti e spuntoni. L’arrampicata su questo esempio molto diverso dal vicino com- tipo di roccia favorisce perciò le linee in plesso del Muzzerone (La Spezia) che strapiombo che risultano eleganti e mai ricorda invece le lontane Dolomiti. Nella scontate. Talvolta appigli ottimi sono sola Valmarecchia, tra Pesaro e Rimini, vi nascosti e non risultano evidenti ma una sono sostanziali differenze tra la zona di volta afferrati con le mani permettono San Leo (Pietramura) e San Marino non- splendide sequenze in torsione. Differente ostante la relativa vicinanza. è il panorama rispetto ad altre tipologie di Sempre parlando di rocce sedimentarie è sedimentarie quali l’arenaria e la marna. necessario citare i conglomerati, una volta L’arrampicata varia dalla placca in aderen- chiamati “puddinghe”, odiati ed amati za alla scalata su “tacchette spaccadita”, dagli arrampicatori. La tecnica di scalata come ad esempio nel complesso ligure di che vi si applica è molto semplice e basa- Punta Manara (Sestri Levante), su pareti a 56 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:35 Pagina 57

terrestre (anche alcune centinaia di chilo- (incolore) da feldspato (bianco-rosa), pla- metri), si arriva alla solidificazione di gioclasio (bianco) e biotite (nera). magma. Si tratta di una sostanza allo stato Un esempio illustre di rocce magmatiche liquido-plastico ad alta temperatura (dagli intrusive è dettato dal gruppo del Monte 800 ad oltre 1200°C) che si può, semplici- Bianco, il tetto d’Europa. La storia c’inse- sticamente, considerare roccia fusa. Tra le gna che i pionieri iniziarono proprio nelle più evidenti e spettacolari manifestazioni Alpi occidentali la grande esplorazione dei processi magmatici ci sono le eruzioni delle vette ed in un secondo tempo si spo- dove è osservabile la fuoriuscita, talvolta starono anche ad est nelle rocce sedimen- violenta, della lava sulla superficie terre- tarie delle Dolomiti. Gli scalatori dell’o- stre. Attraverso questa modalità si forma- vest utilizzavano una tecnica interna, cioè no quelle che sono considerate le rocce maggiormente basata su incastri, sostitu- magmatiche effusive appunto poiché il zioni e compressioni-espansioni. Gli magma “si effonde” in superficie. Tra le arrampicatori dell’est invece, adottavano località italiane di montagna dove si pos- uno stile più esterno e leggero. Questa sono trovare rocce magmatiche effusive grande differenza trova una sua primaria figura certamente l’area del monte Etna spiegazione nella geologia. Le Alpi occi- dove sono depositate spesse coltri di depo- dentali erano maggiormente caratterizzate siti vulcanici prodotti dal vulcano nell’ar- da rocce compatte e granitiche, costituite co di millenni. da grandi blocchi solcati da fessure lun- Arrampicata sulle arenarie a Punta Manara Caratteristica talvolta osservabile nelle ghissime o, a livello superficiale, da estesi (Levante ligure), f. Matteo Garofano. rocce magmatiche effusive è la porosità crinali detritici. La tecnica più semplice dovuta alla presenza di gas nella massa per vincere le linee di salita fu proprio pochi metri dal mare, porose e prive di fusa che, come nel pane in lievitazione, si quella dell’incastro degli arti o di parti del grandi appigli, che mantengono la propria espande lasciando dei vuoti durante la corpo e della progressione mediante con- rugosità grazie all’erosione in vicinanza solidificazione. Il fatto che alcune rocce trapposizione fra le forze. La granulosità del mare. ignee effusive siano formate da brandelli delle pareti piatte e prive di appigli per- di lava piccoli e grandi (ceneri, lapilli, metteva l’aderenza degli scarponi su cui si Rocce magmatiche o ignee bombe) saldati insieme gli conferisce scar- applicava una minima forza. Quando le Completamente diversa è l’origine delle se doti di resistenza meccanica rendendo- possibilità di blocchi e fessure finivano in rocce magmatiche dove, per processi che le di fatto poco adatte all’arrampicata. liscissime pareti si fissavano le corde ed avvengono nella profondità della litosfera Anche i tranquilli espandimenti di basalti eseguendo grandi pendoli cercando di nascono dal processo effusivo di bocche I conglomerati del Reopasso, una volta Guglia di protogino (granito rosso del M. vulcaniche terrestri, come l’Etna, e sotto- chiamati “puddinghe” (f. C. Roccati). Bianco) al du Tacul (f. A. Giorgetta). marine. In particolari condizioni, i confini tra le placche terrestri possono essere con- siderate come delle profonde lacerazioni della crosta terrestre e da queste, chiamate dorsali oceaniche, fuoriescono grandi quantità di basalti. Scuri e variamente porosi raramente sono saliti in arrampica- ta a causa della loro naturale tendenza a fratturarsi secondo forme prismatiche (basalti colonnari) o forme sferoidali (basalti a cuscini o “pillows). Diversamente nascono le rocce magmati- che intrusive, in questo caso il materiale fuso formato in profondità risale e non rag- giunge la superficie, ma si ferma sotto di essa. Questo collocazione consente al magma di raffreddarsi lentamente e ciò permette la formazione e la crescita dei cri- stalli. Altresì la pressione a cui è sottoposto il materiale fuso non consente l’espansione dei gas impedendo la formazione di poro- sità. Tale processo genera rocce compatte e “cristalline” in cui appunto i cristalli pos- sono essere osservati ad occhio nudo. é il caso dei famosi graniti, formati da minerali molto resistenti come il quarzo 57 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:35 Pagina 58

prendere una nuova linea di debolezza calcescisti, quarzoscisti, micascisti e i della montagna, per poi ricominciare a marmi appartengono a questa categoria. salire. L’arrampicata afferente può ricondurre Le tecniche moderne di arrampicata si parzialmente alle tecniche precedentemen- sono notevolmente evolute anche grazie te citate anche perché è possibile ritrovare all’ottimizzato utilizzo dei piedi. Quelle nelle rocce metamorfiche elementi appar- che un tempo erano considerate placche tenenti alle altre due grandi famiglie. troppo lisce vengono risalite in aderenza. Un famoso esempio di rocce metamorfiche Gran parte dei movimenti adottati nelle si ritrova nello gneiss che contraddistingue scalate classiche però non sono stati il gruppo del Corno Stella a partire dalla abbandonati, specialmente sulle grandi cima della Maledia nelle Alpi Marittime. pareti fratturate di granito. Spesso nelle Come accennato presenta caratteristiche fessure piccole si adotta l’incastro delle simili a quelle del granito quanto a rugosi- mani. Quando le fratture risultano molto tà e compattezza. L’arrampicata ricorda più grosse vengono incastrate le braccia molto quella delle grandi cime delle Alpi od i piedi o addirittura tutto il corpo. occidentali, modellate dall’esarazione dei Altre tipologie di rocce magmatiche molto ghiacciai. Lo stile è abbastanza vario pre- L’autore sulle rocce ofiolitiche del Gruppo di Voltri meno frequentate dagli arrampicatori sentando possibilità d’incastro per le mani (f. Valentina Roccati). risultano completamente diverse e conse- e tecnica tendenzialmente frontale od al guono a differenti tecniche di arrampicata. contrario elegante stile in torsione e dina- Esempi sono il gabbro ed il basalto, spes- micità nei movimenti. Questo tipo di roccia una particolare orientazione preferenziale: so molto duri. I molti spuntoni garantisco- risulta quindi molto diversificata e talvolta si parla di tessitura granulare. Molto spes- no appoggi per i piedi che non hanno gran contraddistinta da venature molto resisten- so la tessitura condiziona il modo di pro- tenuta in placca. Le prese sono spesso ti che spesso risultano intrusioni di quarzo. cedere in arrampicata poiché la presenza nette e di varia dimensione. Le fessure Sono utilizzabili come appoggio per i piedi di minerali a differente erodibilità o clasti risultano alle volte piccole e dai bordi che rimangono ben saldi se correttamente o scistosità conferiscono alla roccia una taglienti. Le fratture perciò si risalgono puntati sulle superfici delle rocce meta- particolare “rugosità”. La bandatura delle con bilanciamenti del corpo in contrappo- morfiche. rocce è un fenomeno molto particolare che sizione, ma difficilmente vengono utiliz- Molto diverse sono le ofioliti che compon- può dare luogo anche a straordinarie carat- zate per gli incastri. gono il Monviso, le rocce basiche ed ultra- teristiche naturali. Gli gneiss, di origine basiche delle Alpi Cozie (e di alcune zone metamorfica per esempio, vengono talvol- Rocce metamorfiche dell’Appennino e delle Alpi liguri), ad ta chiamati “occhiadini” poiché presenta- La gamma delle rocce non si esaurisce a esempio il metagabbro ed il serpentino, no dei “noccioli” di un cristallo (feldspato) quelle originate dai sedimenti e dai magmi, possono presentarsi sia a blocchi, sia bordati da bande di minerali scuri (miche) infatti ad alcuni chilometri di profondità secondo grandi frastagliature o fessure che allungati lungo la scistosità danno l’ef- nel sottosuolo le condizioni di temperatura anche di grandi dimensioni. La lherzolite, fetto visivo di un occhio, da cui il nome. e pressioni sono diverse da quelle presenti antenato della serpentinite, risulta molto - Le strutture sono invece rilevabili ad un in superficie. Quando alcune formazioni resistente a meno che non sia fratturata, scala superiore ai centimetri. Un classico geologiche già esistenti, per cause legate diventando ostica per la chiodatura e esempio è la stratificazione: peculiare alla dinamica delle placche terrestri, ven- tagliente alla presa. Incastrare braccia o delle rocce sedimentarie, rispecchia i feno- gono spinte in profondità incontrando mani all’interno di queste fessure può voler meni di deposizione marina dei diversi appunto alte temperature e forti pressioni dire ferirsi con molta facilità. Talvolta si è eventi sedimentari. In origine la stratifica- possono cambiare la loro composizione portati ad utilizzare una tecnica meno dina- zione è (quasi) sempre orizzontale o poco mineralogica e la loro tessitura: questo mica che punta più sulla forza su queste inclinata, ma i successivi eventi della cro- cambiamento si chiama metamorfismo. pareti che presentano spesso grandi prese. sta terrestre (tettonica a placche) possono Un esempio classico di roccia metamorfica In realtà gli appigli possono rivelarsi spes- deformarli e alterarne l’assetto originale sono gli gneiss, di aspetto “granuloso” per so instabili ed uno stile più leggero ed equi- fino a verticalizzarli, piegarli e addirittura alcuni versi simili ai graniti, che molto librato è preferibile e può servire ad evita- ribaltarli. spesso presentano un bandatura. Si tratta re grandi voli! Nelle rocce metamorfiche la disposizione della scistosità, l’orientazione di alcuni dei minerali lamellari lungo piani mette in minerali secondo dei piani. Gli gneiss pos- LE STRUTTURE, STRATI, evidenza una bandatura chiamata scistosi- sono trarre origine dai graniti di cui con- SCISTOSITÀ, FRATTURE tà, in alcuni casi le superfici di scistosità servano molte caratteristiche, ma anche da Come è evidente all’osservazione, le rocce sono deformate e ritorte secondo strutture arenarie grossolane, quindi da rocce di ori- non sono una materia uniforme ma pre- a pieghe. Spesso è possibile usare queste gine magmatica o sedimentaria. In nume- sentano tessitura e struttura. conformazioni della roccia per scalare rosi luoghi, come in Val di Susa e - La tessitura è rilevabile a scala centime- assecondandone l’orientamento e sfruttan- Traversella in Piemonte e nelle Alpi trica e spesso condiziona l’aspetto della done le peculiarità. Quando le pieghe Apuane, ci troviamo a scalare rocce che in superficie dell’ammasso roccioso. Un risultano trasversali od oblique gli arram- origine furono sedimenti, ma che vennero esempio è il granito costituito di cristalli di picatori si adoperano in torsioni utilizzan- fortemente modificate dal metamorfismo: i dimensioni centimetriche disposti senza do gli spigoli delle varie bande per i piedi. 58 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:35 Pagina 59

Le strutture generate dalle pieghe talvolta nuove tipologie di movimenti. Dapprima dal blocco di roccia per fare uscire la possono essere “pinzate”, le “cerniere” venne adottata la progressione a triangolo forma da lui voluta. Il processo erosivo ovvero i punti a massima curvatura, pos- con le mani all’interno della frattura ed i molto spesso è guidato e condizionato sono funzionare come appigli di varia piedi esterni e larghi. Le fessure orizzonta- dalla presenza di strutture e tessiture già dimensione. Anche le fratture sono struttu- li vengono oggi utilizzate per i movimenti esistenti nelle formazioni geologiche. re che vengono originate successivamente ad arco garantendo una progressione più Alla scala di pochi centimetri si può osser- alla formazione delle rocce stesse, la causa elastica. L’arrampicatore aggancia un tal- vare l’effetto di una differente resistenza è quella delle forze tettoniche che può far lone su una presa rimanendo quasi oriz- all’alterazione. Nel granito il quarzo è il distendere o comprimere grandi porzioni zontale e poi lascia l’appiglio facendo minerale più resistente e talvolta l’erosio- della crosta terrestre provocandone la rot- oscillare il corpo. In questo modo può rag- ne lo mette in rilievo rispetto agli altri gra- tura. Le fratture caratterizzano spesso le giungere prese lontane con le mani ed nuli, queste piccole protuberanze sono linee di debolezza di una montagna. A agganciare il tallone della gamba opposta ottime per l’arrampicata ma dolorose seconda della dimensione le fessure per- su altre prese della fessura sull’altro lato. prese per il climber. Talvolta, nelle rocce mettono tecniche di movimento e di assi- Un ultimo movimento sviluppato su frat- sedimentarie, la differente erodibilità curazione. Quando la roccia è fratturata ture orizzontali in strapiombo fu il passag- mette in rilievo i diversi strati che possono secondo grandi linee si adottano i citati gio “Poppins”. In pratica una presa ben diventare linee guida o punti di sosta lungo incastri del corpo e tecniche di compres- salda viene afferrata con una mano ed il una via di scalata, per esempio le famose sione-espansione come ad esempio nei braccio mantenuto piegato. Il corpo va in “cenge” delle dolomiti. Nei calcari l’ero- “camini”. Le prime evoluzioni nello stile torsione e la gamba opposta si aggancia al sione procede non soltanto meccanica- portarono a movimenti come la tecnica braccio nella piegatura del gomito. L’arto mente per fratturazione, ma attraverso la “Dülfer” che permette una trazione delle superiore libero rimane così più elevato e dissoluzione chimica, si tratta del fenome- mani all’interno della fessura ed una spin- può raggiungere appigli molto più alti. no del carsismo. Il termine “carsismo” ta dei piedi lungo le sue pareti. La con- Una volta che l’arrampicatore ha afferrato deriva dal Carso, l’area dell’estremo nord- trapposizione di forze mantiene in equili- una nuova presa può liberare gamba e est italiano, e indica la presenza delle solu- brio lo scalatore che passo dopo passo può braccio riprendendo una posizione ripo- bili rocce carbonatiche e del particolare procedere. Questa tecnica molto stancante sante. Questo tipo di movimento permette paesaggio che si sviluppa. In tali rocce le nacque per l’impossibilità di utilizzare gli la risalita su strapiombi con prese lontane forme superficiali sono varie come i campi scarponi nelle sottili fessure. Oggi la evitando il lancio. Una conseguenza di carreggiati, chiamati anche campi solcati o Dülfer non è certo stata accantonata, ma questa tecnica è la risalita di strapiombi “karren” (dal tedesco) o “lapiés” (dal fran- evoluta su gradi sempre più elevati ed dove risulti molto limitato l’utilizzo dei cese). Nei calcari si possono sviluppare affiancata ad altri stili. L’adozione delle piedi. Questo stile è stato subito adottato anche fori, solchi, scanalature e vaschette scarpette permise l’utilizzo delle micro nel dry tooling. Gli scalatori che devono di erosione, simpaticamente chiamati da concrezioni su rocce sedimentarie e della risalire pareti di roccia strapiombanti per alcuni arrampicatori “acquasantiere” per- rugosità su rocce magmatiche generando andare a prendere colate ghiacciate si tro- chè a volte si riempiono d’acqua. Le rocce vano ad avere i ramponi ai piedi e le picoz- carbonatiche che in alcune condizioni ze nelle mani. La tecnica sta nell’aggan- (temperatura, pressione, parametri chimi- C. Roccati su un passaggio “poppins” su rocce ciare le becche nelle fessure ed applicare il ci) vengono disciolte dall’acqua. In altre serpentiniche (f. Valentina Turturo). passaggio Poppins per arrivare a fessure o condizioni avviene la deposizione di calci- vaschette più elevate e ricominciare la te (carbonato di calcio) sulle superfici sequenza sull’altro lato. esterne delle rocce generando forme colonnari o a “canne d’organo” che si pre- EROSIONE E FORME: stano a fungere da appigli da pinzare. LA GEOMORFOLOGIA Nelle rocce calcaree l’erosione avviene L’aspetto con cui si presentano le rocce anche in profondità dove si formano cavi- non è dovuto solo alla loro origine e alle tà e grotte talvolta sfruttate dagli arrampi- deformazioni che hanno subito, ma anche catori, ma terreno d’elezione per gli spe- da quello che può essere considerato l’ul- leologi. timo stadio della loro vita. Come è stato La roccia risulta un meraviglioso mondo detto le rocce in superficie vengono erose da scoprire, vario e continuamente in evo- e questo processo di modellamento modi- luzione. Gli arrampicatori ne rispecchiano fica la superficie terrestre, quella su cui ci le peculiarità sviluppando i propri stili a muoviamo, viviamo e pratichiamo l’ar- seconda delle caratteristiche del terreno rampicata e l’alpinismo. Le forme della che si trovano ad affrontare. Secondo il terra, a volte spettacolari e grandiose come principio della multilateralità, applicato per esempio Grand Canyon o della alla preparazione di ogni sport, è chiaro Monument Valley (USA), si manifestano a che più saranno le tipologie di roccia diverse scale da pochi centimetri e milli- conosciute dagli scalatori e migliore sarà metri fino a centinaia di chilometri. la tecnica afferente. Si può pensare all’erosione come ad uno Matteo Garofano scultore che elimina la materia in eccesso Christian Roccati 59 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:36 Pagina 60

PIEMONTE La grotta dell’Orso di Carlo Balbiano d'Aramengo di Ponte di Nava

Qui accanto: La galleria che scende al primo sifone (f. Carlo Balbiano).

A destra: Speleo-subacquei davanti all’ingresso, un po’ rustico, della grotta.

A Ormea tutti conoscono la LA SCOPERTA grotta dell’Orso. Si apre a La grotta fu scoperta fianco di un’importante casualmente il 24 ottobre strada statale, tutti vi possono 1886 da Launo, proprietario accedere, eppure è sempre del terreno, mentre eseguiva misteriosa. Si trova nei pressi lavori di scavo per la della frazione Ponte di Nava, costruzione di un muro. a fianco della statale del Evidentemente l’ingresso, già Colle di Nava, percorsa ogni libero in tempi antichi, era presenza di animali tipici All’inizio del secolo XX, in giorno da migliaia di stato ostruito dai detriti delle grotte: “insetti ciechi Piemonte le grotte godevano automobilisti. é facilissima franati dalla montagna del genere Anophtalmus, di grande fama anche fra i da visitare; basta una pila sovrastante. L’esplorazione, miriapodi, crostacei, nonché i non esperti. Non era certo elettrica e mezz’ora di tempo. molto semplice per la verità, resti di diverse specie di l’interesse scientifico ad A differenza della fu eseguita da Launo stesso, molluschi Helix, Ialine, ecc.” attirare i visitatori, quanto popolazione locale, molti il quale notò subito la Veri studi sulla fauna furono forse quell’alone di mistero speleologi non la conoscono: presenza di ossa di un grande poi eseguiti molto più tardi, che affascinava i nostri nonni, vi passano davanti tutte le animale, e avvisò le autorità negli anni ‘60 del secolo ancora permeati di volte che vanno al “mitico” cittadine. Fu così che poche scorso da parte di Martinotti, romanticismo; erano ben 6 le Marguareis, sanno che è lì, settimane dopo la scoperta, la e confermarono l’interesse grotte piemontesi attrezzate ma non c’è tempo per grotta fu visitata da alcuni biospeleologico della grotta. per la visita turistica. fermarsi a visitarla perché ci studiosi locali, fra cui In un lavoro scientifico L’attrezzatura di allora non sono sempre programmi più Giacomo Gentile, vice pubblicato recentemente era certo quella che esigono i importanti che attendono; presidente della sezione “Alpi (E. Lana: Biospeleologia del turisti di oggi; nel caso della “sarà per la prossima volta”, Marittime “ del CAI, il quale Piemonte, Atlante fotografico grotta dell’Orso si trattava di dicono sempre. Ultimamente scrisse una relazione che fu sistematico, A.G.S.P. e qualche scalino di pietra dove la grotta ha trovato interesse pubblicata sul n. 12, 1986, Regione Piemonte, Torino, altrimenti il passo sarebbe fra gli speleo-subacquei, i della Rivista mensile. 2001) si descrivono 15 specie stato un po’ pericoloso; le quali, nel tentativo di In essa l’autore riferisce di animali presenti nella grotta, “guide”, valligiani del posto, risolvere un mistero, di fatto aver trovato ossa di Ursus precisando che queste sono le avevano con sé una luce l’hanno reso maggiore. spelaeus e di aver notato la specie più notevoli. portatile. Ancora negli anni

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L’ACQUA Ancor prima di tentare l’esplorazione, gli speleologi si domandavano evidentemente da dove provenisse l’acqua del lago- sifone. é molto probabile, quasi certo, che provenga dal Tanaro, come è noto che ritorna al Tanaro per altri passaggi sommersi. L’acqua del lago infatti si intorbida durante le piene del fiume e la sua temperatura varia a seconda della stagione. Ma non è noto ove sia la perdita cha alimenta il lago della

‘60 del secolo scorso era Il proseguimento oltre il lago possibile trovare qualche è riservato a specialisti, e di accompagnatore; spariti gli ciò parleremo in seguito. ultimi, oggi l’ingresso è La seconda galleria, centrale libero. Del resto pericoli non (galleria nord) è stretta, ve ne sono. bassa, con andamento dapprima in leggera salita, e PERCORRENDO LA GROTTA qui furono scoperte le ossa di La grotta si trova presso una Ursus. Poi prosegue in casa isolata situata circa 500 discesa tortuosamente; ci metri prima di Ponta di Nava, sono alcune diramazioni ad una quindicina di metri di chiuse in fessura e termina distanza e circa 7 metri di infine in discesa con salette altezza dal piano della strada occupate da frane. statale, lungo un muretto a La terza galleria, a destra secco che sostiene una fascia (galleria est) è discendente, a campo. Una vecchia porta breve, ma piuttosto in legno è normalmente complessa: molte gallerie In alto: La galleria fossile, oltre il 1° sifone (f. Gruppo CSARI, Bruxelles). aperta. Un ingresso vicine e intercomunicanti, un Qui sopra: Concrezioni subacquee nel primo sifone (f. A. Eusebio). secondario, costituito da un laghetto e molte concrezioni piccolo passaggio nascosto calcaree (mentre le altre fra l’erba, si apre nei pressi; è gallerie ne sono prive). cioè “a pieno carico”. grotta. Un tempo si pensava difficile da trovare e da Sembra che in passato, di Si trattava di un ramo che la grotta fosse in percorrere; del resto ha concrezioni ce ne fossero sotterraneo del Tanaro, relazione a perdite subalveari scarso interesse. molte di più e anche belle. quando il suo fondovalle era riscontrate poco a monte La grotta consiste in un Il Gentile parla di vasche con ad una quota maggiore di dell’abitato di Ponte di Nava, insieme di passaggi orli rialzati e ondulati, assai quella della grotta. Ora, ma recenti esperienze orizzontali che si possono graziose; queste ci sono l’abbassamento naturale del condotte da Calandri del suddividere schematicamente ancora, ma piuttosto rovinate. Tanaro ha lasciato secche Gruppo Speleologico in tre gallerie. Tutte partono Parla anche di “fiori formati queste gallerie (in termine Imperiese, sembrerebbero da un vano allungato, appena da candidissimi cristalli di tecnico “fossili”), ma nel escludere quest’ipotesi, e si è dopo la porta d’ingresso, calcare ramificati, e perciò di frattempo se ne sono formate invece propensi a considerare Di esse, la prima a sinistra forma dendritica di rara altre ad un livello più basso. un tratto del Tanaro posto (galleria ovest), scende bellezza”, Direi che questi Lo speleologo le ricerca e le alcuni chilometri più a rapidamente allargandosi, “fiori” non ci sono quasi più. esplora. La via per questa monte. Gli speleologi, tramite presenta fondo sabbioso e Tutte queste gallerie ricerca è naturalmente il lago- fluoresceina o altri traccianti, giunge ad un lago-sifone manifestano una morfologia sifone, e qui veniamo alle di solito riescono a scoprire (detto anche lago Grande) che gli esperti chiamano esplorazioni più recenti, che dove va l’acqua quando lungo una ventina di metri, “freatica”, nel senso che sono hanno più che raddoppiato s’infila in condotti che occupa il fondo di una state scavate da acqua che le l’estensione originaria della impercorribili, ma è difficile spaccatura a pareti verticali. occupava completamente, grotta. capire dove è situata una

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4 metri, ma molto basso, e argilla, visibilità difficile. Gli con una patina di argilla che stessi speleologi sono tornati non si può evitare di all’Orso l’anno seguente, sollevare; fortunatamente la hanno effettuato il rilievo corrente è forte e l’acqua si topografico delle gallerie ripulisce abbastanza in fretta. esplorate che ora noi Il sifone termina dopo 60 pubblichiamo per gentile metri e il punto più basso è a concessione. -8. Appena emersi, gli esploratori vedono una bella CONCLUSIONI galleria fossile ma, sapendola E PROSPETTIVE già esplorata, s’immergono La grotta ha ora uno sviluppo nel secondo sifone, che inizia di circa 1000 metri (la parte Grotta dell’Orso (Ormea, Piemonte). Rilievo topografico, pianta e sezione. subito. é stretto, ma breve e classica, prima del sifone, ne Le sigle S1, S2, S3, S4 indicano la posizione dei 4 sifoni. facile; è lungo 15 metri e misura 435) di cui 200 Parte classica, Capello, 1952. Oltre il 1° sifone, S. Delaby, 1992 profondo 2. Segue sommersi. La possibilità di immediatamente il terzo andare oltre è legata al superamento del quarto perdita parziale di un fiume. presto, ma la seconda sifone, lungo 90 metri, col sifone; l’impresa sembra La grotta dell’Orso, nel tratto esplorazione non fu più punto più basso a -18; il difficile, forse rischiosa, ma a monte del lago-sifone, eseguita per motivi che è percorso è stretto e non impossibile. potrebbe anche essere superfluo raccontare qui. Sta accidentato, con frequenti Dopo le esplorazioni di lunghissima ed è proprio di fatto che il mistero rimase cambi di direzione. Al terzo Delaby e Latellier altri questo interrogativo a farci tale per quasi trent’anni. sifone segue il quarto, con speleosubacquei si sono sognare. Ma coi sogni non si una sezione che è di circa 1 cimentati nella grotta risolve nulla; se vogliamo LE ESPLORAZIONI metro x 0,6; per la strettezza dell’Orso, senza tuttavia chiarire i misteri non c’è che DEI BELGI del percorso e la visibilità riuscire a passare il quarto un metodo: esplorare le vie Nel 1991 entrano in scena i quasi nulla, gli esploratori sifone. Le conoscenze attuali sconosciute. belgi Luc Latellier e Serge ritornano dopo aver percorso ci permettono di arrivare al Il superamento del sifone era Delaby del gruppo CSARI, 40 metri ed essere scesi a - 9. suo inizio superando solo il stato già tentato con successo che hanno una notevole Particolare curioso: in questo primo, che fra tutti è il più fin dal 1962; una squadra di esperienza di sifoni, anche in quarto sifone gli esploratori facile; infatti il secondo e il sommozzatori del Gruppo Italia (Delaby ha pubblicato incontrano un piccolo pesce; terzo possono essere aggirati Speleologico Piemontese lo su questa Rivista un non si tratta di un pesce tramite la via fossile. superò ed esplorò al di là una resoconto delle sue troglobio (cioè un pesce di Ma gli esploratori devono galleria concrezionata, esplorazioni alla vicina grotta; in Europa non ne essere prudenti; finché non si stimata di 150 metri. grotta delle Vene). esistono, o per lo meno non conosce bene l’idrogeologia Purtroppo non diede I due si immergono per la sono mai stati scoperti). Si della zona, cioè la relazione scritta, perché il prima volta il 20 agosto tratta verosimilmente di un provenienza dell’acqua, si programma era di ritornare 1991: il sifone è largo da 2 a pesce sfuggito per errore dal deve valutare seriamente la Tanaro; questo può possibilità di una piena In basso: La galleria fossile, oltre il 1° sifone (f. Gruppo CSARI). significare che gli esploratori improvvisa, che in sifone così erano molto vicini stretto come il quarto può all’esterno? essere particolarmente Così, in un solo giorno, insidiosa. Si consideri il fatto Delaby e Latellier hanno che in occasione di piene la esplorato 4 sifoni, per un portata del torrente interno, totale di 200 metri circa, in che in condizioni di magra è una grotta che vedevano per di circa 100 litri al secondo, la prima volta. Certamente la può salire in brevissimo situazione presentava un tempo fino a qualche metro aspetto comodo; quando si cubo al secondo. sono immersi nel primo Comunque in speleologia sifone, erano a pochi minuti sono stati risolti molti dall’esterno e dalle problemi che sembravano automobili. Ma l’impresa insuperabili, e chissà che resta pur sempre notevole, anche questo… La grotta è anche perché i sifoni esplorati sempre là che aspetta non sono fra i più semplici: Carlo Balbiano d’Aramengo ci sono strettoie, molta (G.S.P., Sezione UGET, Torino)

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Montagna Madre di Michele Claudio Cassinelli

La fondazione Peano di Cuneo promuove annualmente il concorso internazionale di scultura, nel 2007 giunto alla 11a edizione, con argomento “La madre”. Abbiamo il piacere di pubblicare la relazione descrittiva del bozzetto presentato da Michele Claudio Cassinelli, intitolato “Montagna Madre”.

LA MONTAGNA un picco un naso o un sensibilità per la scultura si coccinella, un giunco, un Nell’immaginario universale mento... La montagna, nella coniuga, inoltre, alla capacità osso” (Moore 2002, p.22). A la terra è madre. Anche la sua straordinaria imponenza e di cogliere la forma in quanto questa sensibilità e astrazione montagna è madre in quanto secolare inalterabilità, è tale, a prescindere dal suo della natura Moore aggiunge terra, roccia, foresta, pascolo. potuta apparire come una valore rappresentativo o una determinante attenzione Luogo da cui provengono il grande figura umana evocativo […] l’osservatore all’aspetto umano: “Sebbene vento e l’acqua. addormentata, un gigantesco sensibile percepirà allora, ad le qualità astratte della forma Diversamente dalla pianura la corpo disteso, una grande esempio, un uovo nella abbiano un ruolo essenziale terra-montagna si anima di madre. Con la loro specifica solidità della sua forma per la riuscita del lavoro, rilievi e forme che conformazione alcuni monti conclusa, astraendo dalla l’elemento psicologico, richiamano in qualche caso in particolare hanno suscitato realtà dell’uovo come cibo, o umano, non è a mio avviso di l’immagine della figura richiami che li hanno legati a dal pensiero che potrà minor rilevanza. é infatti la umana. personaggi storici o leggende trasformarsi in un essere fusione dell’elemento astratto La montagna è stata luogo di popolari. vivente. Lo stesso accadrà di con quello umano che incontro tra popoli di valli fronte a innumerevoli altre conferisce all’opera pienezza diverse. Luogo che per la HENRY MOORE forme solide, come ad e profondità di significato” propria asperità richiede Alcuni artisti, poeti, scrittori, esempio una conchiglia, una (Moore 2002, p.16). amicizia e solidarietà musicisti, pittori, hanno noce, una prugna, una pera, Osserva Herbert Read a reciproca di quelli che vi si sentito questo richiamo e ne un girino, un fungo, la cima proposito di Henry Moore: inoltrano. La montagna, che hanno tratto ispirazione per la di una montagna, un fagiolo, “Infine egli si chiede quale incute rispetto per la propria loro opera. Anche alcuni una carota, un tronco forma possa meglio realizzare mole e altitudine, è stata scultori sono stati sensibili a d’albero, un uccello, un nel particolare blocco di adottata nell’immaginario questo tema. Henry Moore in bocciolo, un’allodola, una pietra che gli sta dinanzi; e se ancestrale quale sito di particolare, assume la natura, celebrazioni rituali e il modo della natura di In alto: Il bozzetto di Cassinelli propiziatorie, quale luogo operare, a oggetto di Qui sotto: Moore “Reclining figure”, 1927 (fig. 1) sacro di comunicazione con penetrante osservazione: “I la divinità, quale immagine sassi e le rocce, ad esempio, stessa del divino. Luogo dal mostrano il modo in cui la quale proviene la vita, la natura lavora la pietra […] fertilità dell’acqua, del vento. Nelle rocce, nel loro ritmo Luogo che non si domina e si nervoso, irregolare e rispetta come una madre. discontinuo, si ha la Come la nuvola, non però in dimostrazione di come si modo effimero ma possa agire sulla pietra immutevole nel tempo, il spaccandola, tagliandola in monte suscita immagini e modo netto” (Moore 2002, somiglianze soprattutto p.14). Dalla natura Moore umane: una vetta sembra una assume forme che rende testa, un crinale un profilo, generali e astratte: “La vera

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questa forma è la figura all’interpretazione delle opere Moore alla montagna, oltre semisdraiata di una donna, di Henry Gaudier-Brzeska. che generale, è egli immagina (ed è questo In Moore la montagna - come ricorrentemente ad uno l’atto che richiede una altri oggetti naturali - perde il specifico monte: “la grande sensibilità o una penetrazione significato di luogo materiale roccia nuda di Adle”, sulla particolari) quale aspetto e diventa astrazione e forma quale non sono riuscito a avrebbe una donna pura in sé che, in quanto tale, rintracciare informazioni semisdraiata se la sua carne e può evocare posture e geografiche più precise. il suo sangue si traducessero caratteri psicologici della nella pietra che ha davanti, figura umana. LA MONTAGNA-SCULTURA pietra che ha principi suoi Nel compiere il processo di Da appassionato di propri di forma e di struttura. astrazione e umanizzazione escursionismo e praticante di Il corpo di una donna delle forme - in particolare scialpinismo, il mio lavoro potrebbe allora, come accade sul tema delle “Reclining non poteva non trarre realmente in alcune figure di Figure” (fig. 1) - che è tra i ispirazione dalla montagna. più frequenti della sua Infinite volte percorrendo un produzione, Moore ricerca e crinale ho immaginato di adotta riferimenti ricorrenti calcare la spina dorsale, o un alla storia dell’arte braccio, o una spalla di un universale: da Dione e immenso gigante disteso; Afrodite scolpite da Fidia nel altrettanto scendendo per un fregio del Partenone (fig. 2) canalone o in una valle ho alla figura tolteco-maya del avvertito di inoltrarmi signore della pioggia Chac- nell’intimità di un corpo Mool, dai sarcofagi etruschi addormentato. Un sentiero di (fig. 3), alle figure giacenti mezza costa sembra la Dall’alto: delle tombe medicee di percorrenza di una piega figura 5. Michelangelo (fig. 4). dell’addome; altre simili Figura 6. Scrive Giovanna Uzzani sensazioni si possono vivere (Uzzani 2005, p.14) “Read, nella risalita del corso di un nella prima monografia dello torrente o nell’ascensione di scultore che esce a Londra una vetta. Impareggiabile e di riferirmi: nel 1934 per i tipi della inimmaginabile, per chi non “106 […] Vorrei che i miei Zwemmer, interpreta la l’ha vissuto, è passare la lavori si alzassero nei parchi ricerca del giovane [Moore] notte nella conca di una alta e nei giardini pubblici, che i valorizzando la sintesi valle alpina. Il sole che bambini giocassero su di loro originale di forme astratte e lentamente tramonta allunga come avrebbero giocato sulle organiche: le Reclining le ombre della corona di vette pietre e i monumenti nati Figure possono essere circostanti. La solitudine e dalla terra, che nessuno definite surrealiste per i l’ombra che scendono sapesse che cosa sono e chi li presupposti di incutono timore, ma la conca ha fatti, che tutti sentissero la sovrapposizione e della valle dà una sensazione loro necessità, la loro associazione di immagini, ma assoluta di protezione e amicizia, come qualcosa che Dall’alto: figure 2, 3, 4. nello stesso tempo astratte sicurezza, proprio come una appartiene all’anima della per l’enfasi sui puri valori culla o come il ventre di una natura”. formali; la figura femminile madre amorevole. La dolce “108 […] Non bisogna Moore, assumere l’aspetto di appare essa stessa un conformazione del luogo e rispettare le mie sculture, una catena di colline” (Read paesaggio con le sue alture e questo abbraccio protettivo bisogna amarle e voler 2002, p.51). valli, oppure una roccia erosa costituiscono la percezione giocare con loro. Io voglio Nei riferimenti alla natura dai venti e dalle pioggie”. che più fortemente fa vivere scolpire forme che possano che ispirano la formazione Ancora la Uzzani (Uzzani la montagna come madre. dar gioia agli uomini”. artistica del giovane Moore si 2005, p.32) rileva che le iscrive anche la montagna: Reclining Figure rimandano BRANCUSI “MONTAGNA-MADRE” segnala infatti Giovanna ad un archetipo universale Ci sono due aforismi di Ho cercato di esprimere e Uzzani (Uzzani 2005, p.8) della dea della terra e della Constantin Brancusi, per altro riprodurre tutto questo nella che Moore chiosa e sottolinea fecondità. costante e importante punto mia proposta “Montagna- la frase “La montagna è Inoltre, a quanto sostiene di riferimento di Moore, che Madre”. Fra le molte energia scultorea” nel testo di sempre la Uzzani (Uzzani ben esprimono le sue Reclining Figure di Moore ho Ezra Pound dedicato 2005, p.76), il riferimento di intenzioni, ai quali ho cercato preso in particolare a

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Altra immagine del Bozzetto di Cassinelli. Figura 7.

riferimento quella del 1930 nella conca del ventre o nella verticale, che comunque è Pianura Padana fu ritenuto (fig. 6). valle delle cosce. utilizzata dai bambini per per secoli il monte più alto Ho rappresentato il ventre Penso al grande parco giocare e scivolare delle Alpi. Il nome stesso, della madre come la conca di Vigeland, ad Oslo, le cui beatamente sulle lastre , fa molto una valle alpina. Ho sculture si offrono inclinate delle lapidi su cui probabilmente riferimento immaginato la mia proposta generosamente ai visitatori sono incisi i nomi dei alla sua straordinaria non solo come una figura da (fig. 5). Scrive Gianluca commemorati (fig. 6). visibilità” (Parodi 2007, p.9). guardare, non come una Torelli : ”Forse solo uno Innumerevoli sono gli scorci massa irragiungibile e scandinavo, amante della MONVISO ed i richiami che il Monviso intangibile, ma come un natura come pochi altri Il mio riferimento è puntuale ha offerto al mio lavoro; ne oggetto amichevole e popoli al mondo, poteva e specifico ad una montagna cito solo alcuni: utilizzabile, che si possa pensare di realizzare un parco particolarissima, il Monviso, ¥ il gruppo del Monviso visto toccare e su cui si possa ed un museo allo stesso “questo piramidale colosso di da sud-ovest (fig. 7); salire e sedere. tempo. Creare un’arte in roccia, che scorgesi con ¥ il Lausetto; Propongo quindi un’opera sintonia con la natura ammirazione da tutta la ¥ il Lac Lestio e la Vallé du che immagino possa offrire ai circostante e disponibile a pianura piemontese”: così lo Guil; bambini occasione di gioco: tutti” (Torelli 2001). presenta la storica Guida ¥ il Viso Mozzo visto dalla esplorazione, arrampicata, Ho anche nella mente il delle Alpi Occidentali del pietraia del Pian Mait; nascondino,… ma anche monumento ai caduti di 1889. Aggiunge Andrea ¥ il versante sud-est del sensazioni di accoglienza e Lecco: una grandissima e Parodi che “per la sua Monte Granero; rifugio quando si siedano inaccessibile scultura posizione dominante sopra la ¥ il Vallone di Soustra.

Bibliografia Dati tecnici Clarence Bicknell, Le figure incise in Val Fontanalba, Tip. Il bozzetto in cemento che presento è inscritto in un paral- Ciminago, Genova, 1898. lelepipedo rettangolo la cui base misura cm 41 x 25 e l’al- Constantin Brancusi, Aforismi, Abscondita, Milano, 2001. tezza cm 24. Poiché è richiesta la realizzazione dell’opera Arturo Issel, Memoriale per gli alpinisti in Liguria, Genova, in 5 mc, conseguentemente le misure dell’opera risultano 1891. dalla seguente tabella: Alessandro Martelli - Luigi Vaccarone Guida delle Alpi bozzetto 6 dmc Coefficiente Y opera 5 mc Occidentali, Torino, 1889. lunghezza 41 cm x 9,41 = 386 cm Henry Moore, Sulla Scultura, Abscondita, Milano, 2002. larghezza 25 cm x 9,41 = 235 cm Andrea Parodi, Intorno al Monviso, Andrea Parodi Editore, altezza 24 cm x 9,41 = 226 cm Genova, 2007. L’opera può essere realizzata in cemento. Ho immaginato Herbert Read, Henry Moore, in Henry Moore, Sulla che la superficie della scultura sia colorata di una tinta Scultura, Abscondita, Milano, 2002. grigio-blu: il colore delle montagne viste da lontano. Quintino Sella, Una salita al Monviso, (1863),Tararà Immagino la collocazione - senza alcun piedistallo visibile - Edizioni, Verbania, 1998. direttamente su un prato. Ovviamente sarà necessario Gianluca Torelli, Vigeland: il Rodin norvegese, Stile-Nexta realizzare una fondazione di basamento. La conformazione telematica, Milano, 2001. della superficie del prato - in piano, su un piccolo rilievo o Giovanna Uzzani, Henry Moore, Gruppo Editorale in una concavità appena accennata - deve essere valutata l’Espresso, Roma, 2005. in rapporto al luogo di collocazione.

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con la tesi Çsecondo la quale i 3000 m! Il libro è tradotto nel 1925, quando i veronesi lo scalatore britannico non è anche in inglese e Cabianca e De Battisti stato essenzialmente uno caratterizzato da esaustive discesero il primo grande sportivo, ma al contrario un cartine-disegno a colori che pozzo di 131 metri e romantico convinto illustrano chiaramente i constatarono che la grotta dell’azione e del pensiero e tracciati, descritti con estrema continuava. Una grande non privo di uno spiccato minuzia e sotto ogni punto di impresa, se si considerano le humor inglese.È é questo il vista. La geografia della tecniche e i mezzi di quegli cuore del libro che sfugge regione è suddivisa per anni. Da allora si all’agiografia e al panegirico ognuno dei 291 valloni e susseguirono, e si susseguono ma si rapporta con questo valloncelli. Vi è la storia delle ancora oggi, tante personaggio leggendario e conquiste alpine e quella esplorazioni che lottano con per tanti versi fantastico con dello sviluppo delle ferrate le grandi difficoltà di questo completezza storica e oltre alla tradizione, alla mondo sotterraneo: pozzi imparziale se pur mirata flora, alla fauna ed alla profondi, cascate d’acqua, e analisi. Lo stile dell’autore è geologia… soprattutto micidiali strettoie. ben noto, sempre piacevole e Un percorso che dal Bianco La Spluga della Preta è denso, e, nessuno come arriva al Rosa attraverso un diventata un mito per tante Spiro Dalla Porta Xydias ALBERT FREDERICK Spiro, la cui derivazione arcobaleno di vallate, rifugi, generazioni di speleologi ed è MUMMERY romantica è indubbia, poteva cascate, laghi cime, ghiacciai sicuramente un caposaldo fondamentale nella storia Nordpress Ed. s.r.l.; Chiari (BS); pervenire a queste e picchi. Un libro per sognare della speleologia italiana e sett. 2007. convincenti e innovative in Valle d’Aosta, d’estate, ma mondiale. Pag. 122; 14 foto b.n.; cm. 14,5x21 conclusioni che collocano in anche d’inverno, con e senza Fiumi d’inchiostro si sono ¥ Scrivere una biografia è una luce diversa questo eroe racchette, e nelle mezze opera di notevole interesse dell’alpinismo mentre la stagioni, che comprende usati per parlare di questo ma anche di grande impegno recente possibilità di persino un percorso abisso, non solo sulle riviste e delicatezza perché di fatto telefonare con il cellulare volutamente notturno alla del settore ma anche sui non è solo entrare, ma dalla cima dell’Everest portata di tutti! Una grafica quotidiani; articoli sovente impadronirsi della vita di una sembra fare svanire la vera unica con ben 72 immagini carichi di retorica, di persona e trattenerne il senso avventura dell’alpinismo ad alta definizione, a pagina esagerazioni e di congelando la sua uniformando al resto del intera: un libro fatto per la imprecisioni. Ritengo quindi personalità. Escludendo le mondo l’universo montagna. gente, perennemente che il merito principale di autobiografie, i metodi ai Dante Colli aggiornato sul sito questo libro sia quello di aver quali rifarsi possono (G.I.S.M.) www.christian-roccati.com ristabilito la verità, ovvero semplicemente essere l’avere per vivere avventure in un aver scritto la storia delle vissuto vite parallele, la Christian Roccati luogo Çsenza dimensione e esplorazioni in modo ricerca approfondita delle VALLE D’AOSTA (VOL.1) senza tempoÈ. completo, dettagliato e fonti, magari non ancora 75 ascensioni: tutte le ferrate della Valentina Turturo rigoroso. L’autore ha dovuto note, la ripetizione delle Valle d’Aosta ed escursioni per tutti. (Sezione di Sampierdarena) certo fare una ricerca molto salite o infine la rivisitazione Le Mani Editore, Recco 2007. faticosa, data la quantità di delle biografie esistenti. 208 pagine a colori, 72 immagini, Francesco Sauro documenti da consultare, ma Quello che ha guidato 14x21 cm, traduzione in inglese, L’ABISSO ne è risultato un resoconto l’autore in questo suo ultimo copertina lucida con alette, € 20. 80 anni di esplorazioni serio in cui tutte le volume è stato per l’appunto ¥ Si è già detto tutto rispetto nella Spluga della Preta esplorazioni sono descritte un’analisi accurata delle alla Valle d’Aosta? CDA e Vivalda, Torino, 2007 con grande obiettività e memorie di Mummery (Le …Probabilmente no! È uscita ¥ Anche se non fosse precisione. Ovviamente mie scalate nelle Alpi e nel una nuova guida alla regione specificato nel sottotitolo, l’opera è destinata soprattutto Caucaso, ed. Formica) e della alpina che illustra itinerari in chiunque abbia praticato la agli speleologi, ai quali biografia scritta da Attilio tutte le vallate. Il nuovo speleologia capirebbe subito sembrerà di respirare Viriglio (Cappelli ed., 1953), volume di Christian Roccati è che l’Abisso è la Spluga della l’atmosfera dell’esplorazione, più quant’altro si è detto o l’unico che presenti tutte le Preta, uno dei più famosi ma anche chi non è scritto sul grande alpinista ferrate della Vallée abissi del mondo, che si apre speleologo si sentirà inglese, capovolgendo attualmente percorribili, oltre sui pascoli dei monti Lessini affascinato dal resoconto completamente l’immagine ad itinerari di escursionismo veronesi; una grotta che è delle avventure, scritte con che se ne è data sino ad oggi. su tutti i livelli: dalle stata teatro di grandi una prosa semplice e insieme Rifiutando una biografia tranquille sterrate per esplorazioni, ma anche di affascinante, che non cede aneddotica e scegliendo famiglie, con bimbi al tante polemiche. mai alla retorica. Quando un’interpretazione di vita, seguito, ai percorsi arditi per La grande avventura di vengono usate parole o Dalla Porta Xidias conclude escursionisti esperti ben oltre questa grotta ha avuto inizio espressioni del linguaggio

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speleologico, è sempre 70 speleologi e la riportata la spiegazione a collaborazione di operatori fianco. che si sono spinti fino a 800 L’autore è uno speleologo ed metri di profondità. è “figlio d’arte” (suo padre è Sappiamo che fare film in stato speleologo e oggi è uno grotta è durissimo, ma questo dei più noti studiosi di ha raggiunto un livello che carsismo); con quest’opera si nessuno di noi aveva mai rivela anche ottimo scrittore. visto. Mi sembra doveroso Carlo Balbiano ricordare che “L’abisso”, oltre che un libro, è anche un Oreste Forno film, frutto della GRIGNE collaborazione fra Sauro e il Montagne sognate, regista veronese Alessandro montagne vissute suoi libri. Ispirato adesso senza sosta nelle Anderloni. Proiettato per la Boffi Edizioni, Giussano, 2007. dalla figura di un Cassin che, centoquaranta pagine di prima volta nel 2005, ha 140 pagine; sovracopertina in una specie di visione questo suo nuovo volume. ricevuto premi in tante con alette; foto a colori; retrospettiva ritrova negli L’insieme delle Grigne e dei nazioni d’Europa e in cm 30,5x42,5. € 55,00 anni della sua prorompente paesaggi che le inquadrano, particolare ricordo il premio ¥ Oreste Forno, scrittore giovinezza, lo immagina alle nel loro aspetto a volte severo speciale del CAI per il penetrante e maestro di prese con una delle invitanti o maestoso, a volte luminoso migliore film di alpinismo, in fotografia, ha fatto della pareti della Grignetta. È così o romantico, viene sfruttato occasione del Cervino montagna l’oggetto della sua che l’autore inizia il suo dal particolare formato del International Film Festival più forte passione, certamente cammino, che percorre come volume che, con la doppia del 2006. ricambiato dalle sensazioni in un sogno fantastico, reso apertura delle pagine, offre Il film ha richiesto due anni squisite che ha sempre però reale dalle stupende grandiose fotografie nella di lavoro, la collaborazione di cercato poi di trasmettere nei fotografie che si inanellano dimensione di oltre 80 cm. di lunghezza. Grignone e Grignetta vengono scrutate T itoli in libreria nei loro più incantevoli Franco, Laura e Massimo Gionco Ugo Mattana aspetti, con il tacito invito a AMERICHE IL PAESAGGIO DELL’ABBANDONO scoprirne gli angoli più Dall’Alaska alla Patagonia, tra sogno e realtà NELLE PREALPI TREVIGIANE ORIENTALI segreti che spesso sfuggono Bellavite Editore in Missaglia (LC), 2007. CIERRE Edizioni, Sommacampagna (VR), 2006 anche a chi le percorre di 256 pagg.; 24x28,5 cm; foto col. € 39,00 142 pagg.; 21,5x29,5 cm; foto col.:b/n. Tav. cartogr. € 15,00 abitudine e perfino a chi ai loro piedi trascorre l’intera Franco de Battaglia, Luciano Marisaldi S. Peter Lewis, Dan Cauthorn esistenza. DOLOMITI ARRAMPICATA SPORTIVA: Il volume prende sì spunto da Sentieri di storia e leggenda ALLENARSI PER LA PARETE quel Cassin che proprio dalla Zanichelli Editore, Bologna, 2007. Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2007 Grignetta ha ricevuto la 280 pagg.; 20,5x27 cm; foto col., cartine + fascicolo 48 206 pagg.; 17x21 cm; foto b/n € 22,00 spinta verso le tappe storiche pagg. itinerari € 36,00 dell’alpinismo e che anzi Craig Luebben dispone di un intero capitolo Fabio Cammelli GUIDA COMPLETA per presentarsi con un proprio VIPITINO / STERZING ALL’ARRAMPICATA SU ROCCIA testo. Ma se Oreste Forno La città che accarezza il cielo Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2007 con questo libro ha inteso Casa Editrice Panorama, Trento, 2007. 332 pagg.; 17x21 cm; foto b/n € 28,00 rendere un omaggio perenne 304 pagg.; 17x24 cm; foto col. € 28,00 all’intramontabile Riccardo, Giorgio Scotoni a nostra volta nello sfogliare A. Rizzato, A. Favarato L'ARMATA ROSSA ripetutamente queste pagine, DOLOMITI E LA DISFATTA ITALIANA (1942-43) dove ogni fotografia parla Cento itinerari circolari Casa Editrice Panorama, Trento, 2007 come un lungo capitolo, Casa Editrice Panorama, Trento, 2007. 603 pagg.; 14x20,5 cm; foto b/n. € 28,00 saremo portati a pensare che 424 pagg.; 13x19,5 cm; foto col. € 32,00 questo sia un autentico inno Annibale Salsa alla bellezza di una montagna Giorgio Madinelli IL TRAMONTO che non si potrà mai né IN CARNIA CON GARIBALDI DELLE IDENTITÀ TRADIZIONALI conoscere, né ammirare, Escursioni in Sernio-Grauzaria Spaesamento e disagio esistenziale nelle Alpi né amare abbastanza. sulle orme degli insorti friulani del 1864 Priuli&Verlucca Ed., Scaramagno (To), 2007 Renato Frigerio Ediciclo Editore, Portogruaro (VE), 2008 Collana “Paradigma” 14x21,5 cm; € 16,50 152 pagg.; 12,5x21,5; foto col. cart. € 14,50 67 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:37 Pagina 68

IL PREMIO LETTERARIO Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” XXV edizione

La storia di lettori assegna il Premio “VENETO Nel 2007, anno del centenario dalla BANCA - La Voce dei Lettori”, durante nascita di Giuseppe Mazzotti, il Premio la cerimonia delle premiazioni che si GAMBRINUS “GIUSEPPE svolge tradizionalmente il terzo sabato MAZZOTTI”celebra la sua XXV edizione. di novembre. Nel 2007, per la XXV Un anniversario importante, festeggiato edizione, sono state istituite due con un record assoluto di opere significative novità: il Premio letterario partecipanti - 214 opere da 104 Case Giuseppe Mazzotti Juniores e il Premio editrici - e numerose iniziative Antonio Berti. Il primo, che si avvale collaterali, alcune in collaborazione con della collaborazione della Fondazione Giuria e autori premiati nella serata conclusiva. il “Comitato regionale per le celebrazioni VENETO BANCA di Montebelluna e del Centenario della nascita di Giuseppe dell'Associazione Culturale VIVARTE di Mazzotti”, voluto dalla Regione del Treviso, si rivolge agli studenti degli Veneto per omaggiare una delle Istituti superiori del Triveneto con personalità di spicco della cultura l'obiettivo di far loro conoscere la figura Causa”, sono stati assegnati a di Mazzotti. veneta e nazionale contemporanea. di Giuseppe Mazzotti, ma soprattutto di personalità, Enti e organismi vari, Dopo una discussione animata e un In venticinque anni il Premio è cresciuto sensibilizzarli ai temi di cui l'illustre pubblici e privati, che si sono distinti per arduo lavoro di selezione - tenendo di importanza, diventando uno dei intellettuale trevigiano è stato portavoce il loro impegno e le loro idee, in tempi di sempre fede all'illustre figura di principali appuntamenti di settore nel nel corso della sua vita. Il secondo facili manomissioni di realtà naturali o Giuseppe Mazzotti - la giuria ha panorama culturale italiano. La sua invece, voluto dalla Fondazione Antonio artistiche. Tra loro Sabatino Moscati, proclamato le cinque opere vincitrici, storia è iniziata nei primi anni Ottanta, Berti, è assegnato all'interno della Mario Pavan, Gianni Berengo Gardin, una per ogni sezione del Premio quando un gruppo di persone vicine a Sezione “Montagna” del Premio Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli, Fosco (montagna, esplorazione, ecologia, Giuseppe Mazzotti ha ideato GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”, ad Maraini, Walter Bonatti, il Worldwatch artigianato di tradizione, Finestra sulle un'iniziativa per onorarne la figura e un'opera storico alpinistica o biografica Institute (uno dei centri mondiali di Venezie). La stessa Giuria ha scelto l'opera: la famiglia, Adriano Zanotto, riguardante la montagna triveneta. ricerca sull'ambiente) presieduto da anche il vincitore della prima edizione amici come Toni Benetton, Cino La Giuria, che designa le opere vincitrici Lester Brown, il Comitato "Cittadini di del Premio Berti, assegnato ad un'opera Boccazzi, Giovan Battista Ceriana, Ugo nelle quattro Sezioni, assegna il Premio Fanzolo per Fanzolo" (per l'encomiabile storico-alpinistica o biografica Fabris, Alessandro Meccoli e Giovanni Antonio Berti e lo speciale FINESTRA impegno a tutela della villa palladiana riguardante la montagna triveneta. Esso Vicentini, ed ancora l'Associazione SULLE VENEZIE, è composta ogni anno Emo Capodilista di Fanzolo di Vedelago) verrà consegnato separatamente, in "Amici di Comisso", il Comune di San da importanti personalità della cultura. e Piero Angela. occasione della manifestazione Oltre le Polo di Piave e il Touring Club Italiano. Ne hanno fatto parte Piero Angela, Cino vette di Belluno, sabato 13 ottobre. Nel 1982 si sono costituiti in un Boccazzi, Walter Bonatti, Piero Chiara, I premi Questo il responso della Giuria. Comitato Promotore, istituendo il Dino Coltro, Salvatore Giannella, Silvio La giuria, presieduta da Franca Anselmi PREMIO GAMBRINUS "GIUSEPPE Guarnieri, Paul Guichonnet, Danilo Tiberto e composta da Margherita Azzi SEZIONE “MONTAGNA” MAZZOTTI” PER LA LETTERATURA DI Mainardi, ed ancora Alessandro Visentini, Ulderico Bernardi, Bruno A Benito Mazzi per il suo SOTTO LA MONTAGNA, DI ESPLORAZIONE E DI Meccoli, Ignazio Musu, Lionello Puppi, Dolcetta, Pier Francesco Ghetti, NEVE FUORI DAL MONDO. C'era una ECOLOGIA, la cui prima edizione è stata Folco Quilici, Eugenio Turri, Italo Alessandro Gogna, Silvia Metzeltin volta la scuola di montagna, PRIULI & presentata nel 1983. Zandonella e Stanislao Nievo. Buscaini, Enrico Rizzi e Paolo Rumiz, ha VERLUCCA EDITORI, con la seguente Nel 1986 il Comitato promotore si è Fra i vincitori delle passate edizioni dei espresso vivo compiacimento per motivazione: “piccole scuole costituito in Associazione con la Premio GAMBRINUS "GIUSEPPE l'eccezionale quantità e l'alta qualità 'pluriclasse', sperdute in lontani casolari denominazione "PREMIO LETTERARIO MAZZOTTI" spiccano nomi di autori delle opere che hanno concorso: 214 dell'Ossola - emblematiche di tanti altri GIUSEPPE MAZZOTTI". Nel tempo, il affermati anche in sede internazionale: volumi inviati da 104 Case Editrici. Un luoghi delle Alpi - rivivono in un affresco Premio è cresciuto: dalla VII edizione Freya Stark, Konrad Lorenz, Cesare record assoluto di partecipazione, che palpitante, arricchito dalle commoventi (1989) è stato istituito il Premio Maestri, Luis Sepulveda, Tiziano Terzani, ha contribuito a rendere l'edizione 2007 testimonianze di vecchi maestri e dai “FINESTRA SULLE VENEZIE”. Dal 1993 Reinhold Messner, Vandana Shiva, una delle più significative della storia giochi degli ultimi bambini della si è aggiunta una quarta Sezione, Richard Leackey, Giuseppe Cederna. del Premio, insieme a due importanti montagna oggi spopolata, appena prima dedicata a opere di ARTIGIANATO DI Negli anni, altri importanti anniversari: il venticinquesimo dalla sua che la televisione cambiasse il mondo. TRADIZIONE, e dal 2005 una consulta riconoscimenti, come il Premio “Honoris istituzione ed il centenario dalla nascita Una scrittura agile e sapiente, ironica e

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divertita, toccante e profondamente “FINESTRA SULLE VENETO BANCA di Montebelluna e umana racconta storie antiche di VENEZIE”, per il volume LA TERRA l'Associazione Culturale VIVARTE di sacrifici e di sudori, di esperienze E L'UOMO. Cultura materiale del mondo Treviso, è stato assegnato il Premio autentiche di gente povera di mezzi, ma agricolo veneto, CIERRE EDIZIONI, con “Antonio Berti”. Il tema della ricca di valori”. la seguente motivazione: “opera salvaguardia e della corretta gestione monumentale sul mondo contadino del territorio è stato invece al centro SEZIONE “ESPLORAZIONE” costruita con pazienza, metodo rigoroso, della “manifestazione parallela” A Wojciech Gorecki per il volume grandissima competenza e immenso promossa ogni anno dal Premio, con PIANETA CAUSASO. Dalla Circassia alla affetto. La ricostruzione si dipana a titolo “Il paesaggio di cent'anni. Per una Cecenia: reportage dai confini partire da una prima parte che rilettura con Giuseppe Mazzotti” e dell'Europa, BRUNO MONDADORI riconosce e descrive, interpretandone la svoltosi sabato 20 ottobre, in EDITORE, con la seguente motivazione: struttura e i nessi, il paesaggio agrario, collaborazione con il Comitato regionale “una storia di neve e precipizi, strade lo spazio costruito, l'organizzazione per le celebrazioni del centenario della sterrate e icone, vodka, soldati e proprietaria e sociale e da una seconda, nascita di Giuseppe Mazzotti. briganti, bivacchi, canti e disperazione. che articola ed elabora tutte le Dopo aver guardato l'anno scorso alla Un viaggio in bilico tra Europa e Asia, componenti del lavoro e della sapienza montagna, quest'anno esperti di nel luogo-rifugio dei popoli più inquieti e contadina, del 'saper fare', affinato e prim'ordine hanno dato voce al sempre mitomani della Terra. Inguscezi, consolidato nei secoli. La complessa attuale messaggio dell'intellettuale calmucchi, abchazi e ceceni, mescolati società che ha costruito il nostro trevigiano proponendo una rilettura delle alle ombre degli antichi àvari, sàrmati e territorio e conservato le sue risorse, è trasformazioni ambientali e sociali di cui alani, o dei leggendari circassi. Una qui vista “da dentro”, con egli è stato attore, testimone e favolosa dorsale montuosa così partecipazione ma anche con la coscienza critica. densamente popolata di etnìe che già i competenza dello studioso che ci Romani, per attraversarla, trasmette la conoscenza di un mondo, Il premio abbisognavano di 150 interpreti”. travolto oggi nella sua secolare “Veneto Banca - organizzazione e, forse, nei suoi valori, la voce dei lettori” SEZIONE “ECOLOGIA” consentendoci di dichiararne non È stato l'inglese Gorge Monbiot ad A George Monbiot per il volume perduta o adulterata la memoria”. aggiudicarsi il premio “VENETO BANCA CALORE! Il riscaldamento del globo: - La Voce dei Lettori”. Il libro dell'unico una catastrofe annunciata, le cure La Giuria ha infine assegnato la prima assente tra la rosa dei vincitori ha possibili, LONGANESI EDITORE, con la edizione del premio “ANTONIO ottenuto il consenso della maggioranza seguente motivazione: “un pugno nello BERTI” riservato ad un'opera storico- di una qualificata consulta di 40 lettori, stomaco per i cittadini di questo pianeta alpinistica o biografica riguardante la uno spaccato della società, che, di fronte ai cambiamenti climatici e montagna triveneta, a Paolo comprendente studenti del Triveneto, alle cause legate all'uso sempre più Beltrame, per il volume 101% vera esponenti del mondo della cultura, massiccio delle energie fossili, hanno montagna. Una finestra sul gruppo dell'associazionismo ambientalistico e trovato comodo adottare la “teoria dello dei Preti-Duranno verso nuove turistico, del giornalismo. Ciascun struzzo”. Sul filo di un ritmo incalzante, esperienze escursionistiche, membro della consulta ha espresso la l'Autore documenta, con dovizia di dati, MICHELE BELTRAME EDITORE, con la propria preferenza tra le cinque opere le diverse posizioni e, con una fiducia seguente motivazione: “grande esempio premiate dalla giuria nelle sezioni in cui incrollabile nell'uomo, ci sottopone una di come affrontare e risolvere con si articola il Premio. Con 17 voti quindi vasta gamma di possibili soluzioni che passione ed estrema competenza la “Calore. Il riscaldamento globale: una potremmo adottare da subito, divulgazione di zone di montagna catastrofe annunciata, le cure possibili” smontando alcuni miti ecologisti, i tanti (affatto sconosciute ai più) ad un si è imposto nettamente su “La terra e egoismi e i giganteschi interessi”. pubblico che voglia percorrerle e l'Uomo” (Dino Coltro), “Sotto la neve conoscerle con intelligenza. Le fuori dal mondo” (Benito Mazzi), SEZIONE “ARTIGIANATO bellissime immagini e i testi rigorosi, “Pianeta Caucaso” (Wojciech Gorecki), DI TRADIZIONE” finora totalmente mancanti per queste “Tecnica e arte della teppezzeria” (Luigi A Luigi Gallinaro, curatore del montagne, “vere” perchè del tutto Gallinaro). Un giudizio che premia il volume TECNICA E ARTE DELLA selvagge, sono i fondamenti per un messaggio ecologista dello scrittore TAPPEZZERIA, DANILO ZANETTI profondo rinnovamento nell'ambito delle inglese, il quale però non è riuscito ad EDITORE/CONFARTIGIANATO MARCA guide escursionistiche”. essere presente alla cerimonia perché TREVIGIANA, con la seguente evita l'aereo: mezzo, a suo dire, troppo motivazione: “un'arte antica, di mani Le iniziative collaterali inquinante. sapienti e laboriosa pazienza, che i Tra le numerose iniziative collaterali al È stato assegnato il Premio Speciale del vecchi Maestri trasmettono alle nuove Premio, in programma per questa XXV Centenario alla figura e all'opera del generazioni attraverso le pagine di edizione, sabato 13 ottobre vicentino Renato Cevese, personaggio questo libro, insieme manuale formativo all'auditorium comunale di Belluno, che, come Mazzotti, si è strenuamente e raccolta storica di esperienze. nell'ambito della manifestazione Oltre le battuto per la salvaguardia del L'iniziativa di Confartigianato è Vette, sono stati presentati gli atti del patrimonio artistico veneto, in meritevole del maggiore apprezzamento convegno “La cultura delle malghe e il particolare delle ville venete. Dal palco, per il valore di continuità proposto futuro dell'alpeggio”, svoltosi lo scorso Cevese ha lanciato un severo monito nell'opera, come stimolo a far tesoro di anno. Nella stessa occasione è stata alle autorità e ai critici d'arte: “Le Ville una ricchezza di tradizione che è tuttora presentata la prima edizione del Premio Venete non sono tutte salvate”. E patrimonio di un'onorata categoria letterario Giuseppe Mazzotti Juniores ancora: “Salviamo Serravalle di Vittorio artigianale”. riservato agli studenti degli istituti Veneto, una borgata dal valore superiori del Triveneto e promosso in inestimabile, ma tragicamente Dino Coltro è il vincitore del Premio collaborazione con la Fondazione trascurata”.

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transito alpino, almeno fino commercioÈ. La prima linea al 2016 data prevista per ferroviaria della storia fu l’apertura di AlpTransit inaugurata sulla penisola galleria di base del nuovo britannica nel 1825. Nel collegamento transalpino ad decennio successivo nel resto alta velocità, che con 57 km d’Europa si posarono binari sarà la più lunga del mondo. ovunque; nel Regno di La raccolta di miscellanea Sardegna la situazione era più ottocentesca della Biblioteca arretrata e la prima breve è ricca di studi di fattibilità linea fu completata solo nel per progetti ferroviari, alcuni 1848. Negli stessi anni iniziò molto rari, tra cui il Progetto il dibattito sulla migliore via di una strada ferrata di valico della catena alpina, attraverso il San Gottardo con relativa abbondante LE NOTIZIE A cura del MUSEO NAZIONALE onde collegare le ferrovie produzione bibliografica. Un po’ di cambiamenti, DELLA MONTAGNA d’Italia con quelle della Laurent Martinet nel 1844, conseguiti alla nuova CAI-TORINO e della BIBLIOTECA Svizzera centrale di Pasquale proponeva di Çpercer le Col toponomastica, hanno NAZIONALE CAI Lucchini. - Bellinzona : du Géant, au nord du village determinato una piccola Tipografia e litografia del d’Entreves, au midi de celui rivoluzione al Monte dei IL LIBRO Verbano, 1853. - 7 p., 4 c. di des Bossons» creando così la Cappuccini. Ecco i nuovi Progetto di una strada tav.; 26 cm. più veloce via di indirizzi postali: ferrata attraverso il San Il contributo di Lucchini si collegamento tra Italia, Gottardo inserisce nel dibattito sulla Francia e nord Europa. Fu MUSEO NAZIONALE Çmigliore linea di traforo che invece realizzato il traforo del DELLA MONTAGNA Nel 2007 le FFS hanno colleghi attraverso le Alpi le Frejus (1871) e nel dibattito “DUCA DEGLI ABRUZZI” - celebrato con i cantoni Uri e linee ferroviarie del Piemonte sulla questione del secondo CAI-TORINO Ticino i 125 anni della e di altre parti d’Italia con valico ferroviario delle Alpi il Area Espositiva, Direzione e ferrovia del Gottardo, tra le quelle del Reno e della Monte Bianco fu Uffici più importanti linee per il Germania e ravvicinare il accantonato, a favore Piazzale Monte dei dell’alternativa tra Spluga o Cappuccini, 7 - 10131 Torino Lucomagno. Lo Spluga fu BIBLIOTECA NAZIONALE poi escluso per ragioni CAI politiche di aggiramento Area Documentazione dell’ostacolo austriaco che Museomontagna chiudeva l’accesso del Salita al CAI Torino, 12 - Piemonte al Ticino. Nel 1853 10131 Torino Lucchini considerava ormai CENTRO vicina la soluzione del DOCUMENTAZIONE - quesito e Çlamentava la MUSEO NAZIONALE deficienza di appositi più DELLA MONTAGNA accurati studi tecnici sul Area Documentazione passaggio del S.Gottardo … Museomontagna sia sotto il rapporto della Salita al CAI Torino, 12 - maggiore o minore difficoltà 10131 Torino della costruzione sia sotto CINETECA STORICA E quello della relativa spesa VIDEOTECA - MUSEO come pure nella vista delle NAZIONALE DELLA convenienze del commercio MONTAGNA in generaleÈ. Nel suo Area Documentazione progetto propose di ridurre la Museomontagna lunghezza del tunnel dai 10 Salita al CAI Torino, 12 - km del progetto dell’ing. 10131 Torino Federale Koller a 7.850 m. Il CENTRO ITALIANO traforo tra Airolo e STUDIO Göschenen misurerà invece DOCUMENTAZIONE 15 km e sarà costruito tra il ALPINISMO 1872 e il 1882 a costo di EXTRAEUROPEO - CAI immani fatiche e di 146 Area Documentazione incidenti mortali. Museomontagna

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Salita al CAI Torino, 12 - 10131 Torino SALA DEGLI STEMMI - MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA Area Incontri Museomontagna Piazzale Monte dei Cappuccini, 7 - 10131 Torino RISTORANTE MONTE DEI CAPPUCCINI E CENTRO INCONTRI Area Incontri Museomontagna Salita al CAI Torino, 12 - 10131 Torino

SALITA AL CAI TORINO Nella ricorrenza della Cappuccini”. realizzazione della Vedetta LA FOTO Giornata Internazionale della L’11 dicembre è stata anche Alpina - è sempre stata a Il Monte dei Cappuccini a Montagna, l’11 dicembre conferita alla Città di Torino, fianco del sodalizio, in Torino. Sede Sociale del CAI 2007, la Città di Torino, alla nella persona del sindaco particolare valorizzando e e del Museo Nazionale della presenza del Presidente del Sergio Chiamparino, collaborando alla costituzione Montagna del CAI Torino, in Consiglio Comunale l’associazione benemerita alla e all’affermazione del Museo una foto degli anni 1910. Giuseppe Castronovo, ha Sezione di Torino del CAI. Si Nazionale della Montagna e intitolato una via al Club è trattato di un di tutte le attività della IL FILM Alpino Italiano. Da quella riconoscimento alla Civica Sezione di Torino del Club Riprendendo il tema dei data chi salirà al Monte dei amministrazione che - sin dal Alpino Italiano al Monte dei trafori non si può non citare Cappuccini percorrerà la lontano 1874, anno di Cappuccini. l’inusuale film svizzero del strada denominata “Salita al 1991: , di Clemens CAI Torino”. Klopfenstein. é un fatto di grande rilievo I lavori di perforazione per per l’intero sodalizio in un traforo ferroviario portano quanto su quel tratto di via si il geologo Peter Meissner a trovano il Ristorante e l’Area scoprire una valle dimenticata Documentazione del Museo di cui non esiste traccia sulle Nazionale della Montagna, carte geografiche. Durante un ma anche la Biblioteca volo di perlustrazione in Nazionale e la Sede sociale deltaplano l’uomo precipita e del CAI. si trova in mezzo a degli L’intitolazione è quindi uomini che sembrano vivere duplice testimonianza: per il isolati dal resto del mondo da sodalizio, fondato nel decenni. Dapprima la capoluogo subalpino nel comunità, religiosa ai limiti 1863, e per il CAI Torino che del fanatismo, vede Meissner ha rappresentato un saldo e come un’incarnazione del continuativo punto di male e lo insegue per riferimento per progetti e scacciarlo. Il geologo non “storie” vissute al Monte dei rinuncia a tentare di scoprire i Cappuccini, sin dal 1874, a misteri di questa gente e, stretto contatto con aiutato dalle donne del l’amministrazione civica. villaggio, ci riesce. Appena Tanti momenti che non possibile però, nonostante si potevano essere dimenticati. sia innamorato di Sarah, fa Sempre nella stessa giornata ritorno alla civiltà, sfuggendo la piazza antistante il Museo alle minacce del patriarca. e la Chiesa di Santa Maria A fianco il manifesto svizzero del Monte ha assunto il nome conservato dal di “Piazzale Monte dei Museomontagna.

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Cordini per alpinismo:

Caratteristiche, problematiche e suggerimenti Vittorio Bedogni 1, (parte terza) Elio Guastalli 2 - Commissione Materiali e Fig. 1. Tecniche

1 CLMT-CCMT-CAI Legnano 2 CLMT-CAI Pavia Caso di anello • Il maggior carico è di cordino (2 rami) sostenuto dal Dyneema cui teso con un seguono, nell’ordine, Kevlar moschettone e Nylon. Premessa su spigoli con vari raggi di raccordo ¥ é interessante notare che Il presente lavoro, svolto per raggi elevati dello dalla Commissione Lombarda Il caso, rappresentato nella figura 1, vede un anello di spigolo la rottura non Materiali e Tecniche (CLMT) avviene più sullo spigolo in sintonia con la cordino con 2 rami racchiuso tra un moschettone (diametro ma nel nodo - il cui carico Commissione Centrale di cedimento è (CCMT), riprende quanto già del corpo del moschettone pari a 10 mm) ed uno spigolo rappresentato dalla linea sviluppato sui cordini e orizzontale tratteggiata - che comparso su LA RIVISTA che varia di raggio come già indicato in precedenza. in questa situazione diventa del Club Alpino Italiano l’elemento più debole (maggio-giugno 2004 e Il nodo di giunzione è un doppio nodo inglese per i dell’intero complesso. novembre-dicembre 2007). ¥ Confrontando i tre cordini, In quest’ultima parte si cordini in Nylon (diametro 7 mm e carico di rottura di si può notare che il Kevlar e riprende l’argomento, il Dyneema presentano un parlando di alcuni aspetti 1043 kp), oppure un triplo nodo inglese per i cordini in “ginocchio” più marcato pratici nell’utilizzo dei che il Nylon: questo vuol cordini, dando informazioni Kevlar (diametro 5,5 mm) e che possono essere molto il nodo inglese quadruplo per importanti ai fini della il Dyneema (diametro 5,5 sicurezza in montagna. mm). Il Dyneema presenta é infatti il miglioramento di caratteristiche di quest’ultima, mediante un scivolamento, e quindi di Fig. 2. Resistenza anelli di cordino su spigolo. uso più consapevole dei scioglimento del nodo, materiali, la motivazione estremamente elevate; d’altra principale del presente parte lo scopo delle prove era lavoro. quello di valutare l’effetto dello spigolo cercando di Utilizzo dei cordini evitare il collasso del nodo. nella pratica I risultati sono illustrati nei Si è visto nei brani precedenti due grafici di figura 2. In del presente lavoro come gli funzione del raggio dello spigoli diminuiscano la spigolo, vengono riportati i resistenza dei cordini: qui di carichi di rottura dell’anello seguito vengono riportati su spigolo (linea continua) e alcuni esempi di utilizzo, che dell’anello tra due pulegge, in si possono presentare in casi cui la rottura avviene nel pratici, analizzando l’entità nodo (linea tratteggiata). dell’indebolimento che Dall’analisi dei grafici si alcune modalità d’impiego possono fare le seguenti inducono nei cordini. deduzioni:

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sono esaminate situazioni Kevlar o Dyneema e con 2 e con 4 rami; nel caso chiodo di tipo 1 (stampato), con 2 rami, e per il chiodo # si superano i 2000 kp 3, si è anche esaminato il richiesti per i moschettoni; così detto nodo “a strozzo” negli altri casi questo non è (tabella 1). verificato. Va però detto Si è inoltre riportato in che valori comuni del tabella 2 il fattore di carico all’ultimo rinvio, in riduzione della resistenza caso di assicurazione rispetto allo stesso anello che dinamica e in assenza di presenta un altro rilevanti attriti lungo la moschettone al posto dello catena di sicurezza, sono spigolo; questo è espresso dell’ordine di 500÷900 kp. come: Questa considerazione rende meno critico il Fattore di riduzione = quadro sopra descritto; è [(Ra - RR) / Ra] * 100 comunque saggio interporre Fig. 3. Anelli di cordino su chiodi. dove: sempre un moschettone • Ra è la resistenza specie con chiodi tranciati. dell’anello in assenza di • Dalla tabella 2 si vede più dire che Kevlar e il spigoli a volte taglienti. intaglio (rottura localizzata chiaramente che il cordino Dyneema hanno un valore In questo caso il nodo di nel nodo). di Dyneema risulta di saturazione3 più basso chiusura dell’anello è il • RR è la resistenza migliore degli altri 2 (raggio dello spigolo doppio inglese per il cordino dell’anello in presenza di cordini analizzati e che il inferiore a circa 2 mm) che di Nylon e il triplo inglese per intaglio (chiodo) (rottura cordino in Nylon non non il Nylon. il cordino di Kevlar e di localizzata sul chiodo). sfigura rispetto ai materiali Dyneema. Nel caso del Nylon Dall’analisi della tabella 1 si più sofisticati, specie per i Caso di anello si è analizzato solo il cordino possono fare le seguenti chiodi con occhiello più di cordino teso con diametro di 7 mm. deduzioni: “tagliente”. tra un moschettone Per i chiodi considerati, si e l’occhiello ¥ Solo con 4 rami, cordino in • Il denigrato “nodo a di un chiodo Per questo tipo di prove si è fatto riferimento alle Chiodo # 1 Chiodo # 2 Chiodo # 3 situazioni riportate nella 2 rami 4 rami 2 rami 4 rami 2 rami 4 rami 2 rami figura 3. Sono stati analizzati “classico” “classico” “classico” “classico” “classico” “classico” “ a strozzo” 3 tipi di chiodi come Nylon ¯ 7 mm (1043 kp) 1217 1850 740 1074 967 1203 1057 illustrato nella figura 4: uno Kevlar ¯ 5,5 mm 1673 2610 667 1037 1013 1120 1097 è stampato, gli altri tranciati; Dyneema ¯ 5,5 mm 1932 3153 870 1247 1363 1703 1530 nonostante le norme prevedano spigoli arrotondati Chiodo # 1 Chiodo # 2 Chiodo # 3 (r ≥ 0,2 mm), in realtà sono frequentemente presenti 2 rami 4 rami 2 rami 4 rami 2 rami 4 rami 2 rami “classico” “classico” “classico” “classico” “classico” “classico” “ a strozzo” Nylon ¯ 7 mm (1043 kp) 31,4 % 39,3 % 58,3 % 64,8 % 45,5 % 60,6 % 40,4 % 3 Per “saturazione” si intende che una certa gran- Kevlar ¯ 5,5 mm 15,1 % 34 % 66,1 % 73,8 % 48,6 % 71,7 44,3 % dezza f (x) tende a mantenersi costante oltre un certo valore della variabile indipendente x. Dyneema ¯ 5,5 mm 5,8 % 22,8 % 57,6 % 69,5 % 33,6 % 58,3 25,4 %

Fig. 4. Chiodi utilizzati.

In alto: Tabella 1. Resistenza di anelli cordino passati direttamente nell'occhiello del chiodo (kp).

Qui sopra: Tabella 2. Riduzione in % resistenza di anelli cordino passati direttamente nell'occhiello del chiodo.

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strozzo”, nel caso di anello delle tensioni a cavallo dello con 2 rami (è stato spigolo acuminato; infatti, le analizzato solo il caso con formule citate soddisfano chiodo di tipo 3), abbastanza bene il caso del inaspettatamente mostra chiodo # 1 in cui la distanza resistenze più elevate di “L” è in pratica zero in quelle ottenute costruendo quanto la sezione l’anello direttamente dell’occhiello è circa un nell’occhiello del chiodo cerchio. (caso di anello con due rami “classico” con chiodo Caso di anello di tipo 3). di cordino teso ¥ Cercando di applicare, tra un moschettone 4 e l’occhiello nelle formule (7) e (8) , i di una piastrina coefficienti di intaglio é stato analizzato il caso in deducibili dalla fig. 5 4 per cui un anello di cordino è i raggi degli spigoli dei stato infilato direttamente in Fig. 5. chiodi analizzati, si una piastrina per spit/fix ottengono risultati come da figura 6. Dalla uno stato di tensione “Raumer”. I risultati fanno ragionevolmente simili a figura si può notare come il (causato dal carico applicato) dunque riferimento a quella quelli sperimentali dando ramo superiore di destra si sovrappone un’altro di specifica geometria, anche se così buona convalida alle tenda a schiacciare l’altro compressione (causato dalla altre piastrine presentano formule sopra citate. ramo inducendo una parziale sovrapposizione dei geometrie simili. ¥ Contrariamente a Kevlar e situazione di sollecitazione rami) a esso perpendicolare. I cordini usati sono ancora: Dyneema, il Nylon sembra molto sfavorevole, poiché ad La piastrina utilizzata è ¥ Nylon diametro 7 mm essere più sensibile non al raggio “R“ dello spigolo (molto affilato nel caso dei chiodi # 2 e 3), bensì ad un “raggio equivalente” che risente sia del raggio “R“ dello spigolo vero e proprio che della distanza “L” tra i due spigoli (vedere figura 5). Questo raggio equivalente risulta essere più grande del raggio R e pertanto la riduzione di resistenza è inferiore. La ragione di questo comportamento è dovuta al fatto che il Nylon è più allungabile degli altri due materiali, quindi permette una maggior ridistribuzione

Fig. 6. Anello di cordino in una piastrina da spit/fix.

4 I numeri delle formule e della figura fanno riferi- mento all'articolo “CORDINI PER ALPINISMO: CARATTERISICHE, PROBLEMATICHE E SUGGE- RIMENTI” (seconda parte) comparso sulla RIVI- STA del CAI, novembre-dicembre 2007.

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(anello chiuso con doppio situazioni pratiche si possono cordino. Ringraziamenti nodo inglese) dare alcuni suggerimenti: ¥ Anche nel caso di una Si ringraziano i membri ¥ Kevlar diametro 5,5 mm ¥ Il Nylon ha valori di piastrina per spit/fix, evitare della Commissione Centrale (anello chiuso con triplo saturazione meno il passaggio diretto di un e Lombarda Materiali e nodo inglese) evidenziati e quindi cordino dentro l’occhiello o Tecniche per il supporto ¥ Dyneema diametro 5,5 mm continua a risentire almeno analizzare prestato e in particolare (anello chiuso con triplo dell’effetto di intaglio per attentamente caso per caso. Carlo Zanantoni, Andrea nodo inglese) uno spettro più ampio di ¥ Per sfruttare al meglio le Manes, Andrea Monteleone, Si è analizzato solo la raggi dello spigolo. Va però qualità del Dyneema, che Enrico Volpe e Gianluigi situazione che prevede la rilevato che il Nylon, sono davvero elevate, Landreani. presenza di 4 rami (anello essendo più allungabile che sarebbe consigliabile Un ringraziamento particolare chiuso passato in doppio non il Kevlar e il Dyneema, utilizzare, come nodo di per Lucio Calderone. nella piastrina). Anche per risente meno di spigoli non giunzione, un quadruplo questo caso si è valutato il molto vicini tra loro (caso inglese, anche se si presenta Vittorio Bedogni fattore di riduzione come illustrato in figura 5). ingombrante; si consiglia CLMT-CCMT-CAI Legnano definito al punto precedente. Nella pratica questa vivamente di usare almeno Elio Guastalli I risultati sono riportati nella considerazione va integrata il triplo inglese. CLMT-CAI Pavia tabella 3. con la resistenza intrinseca

Resistenza Riduzione percentuale kp % Nylon ¯ 7 mm (1043 kp) 1495 51 Kevlar ¯ 5,5 mm 1765 55,4 Dyneema ¯ 5,5 mm 2335 42,8 Tour Groenlandia Deserto Autunno & Inverno Tabella 3. Resistenza di un anello di base dei tre materiali che Agosto Tunisia · Libia · Algeria cordino passato direttamente vede Kevlar e Dyneema in una piastrina da spit/fix. avere, circa a parità di diametro, una resistenza tre volte superiore a quella del Nylon. Per un anello di cordino ¥ Probabilmente un anello di passato dentro una piastrina, Nylon passato attorno ad il Dyneema ha nettamente il uno spuntone o ad una migliore comportamento clessidra, che presenti uno superando anche i 2000 kp. spigolo molto tagliente, In termini di resistenza il risente meno dell’effetto Nylon ha invece i peggiori d’intaglio che non il Kevlar risultati, mentre il Kevlar si o il Dyneema. Ancora una pone in situazione volta questa considerazione intermedia; diversamente si va corretta ricordando che deve dire per la riduzione la resistenza di questi due Tour Islanda www.lakitour.com percentuale dove il Kevlar materiali è circa tre volte Giugno - Settembre Programma online dal 1 gennaio risulta il peggiore. quella del Nylon a parità di diametro. Jeep Trekking Tour ¥ Interporre sempre un Per informazioni: 348 385 10 95 Conclusioni moschettone tra chiodo e Con questa parte si conclude cordino specie con chiodi Brunico (BZ) l’analisi dei cordini avviata tranciati; nel caso in cui tempo addietro e comparsa questo fosse impossibile è sulla Rivista del CAI. necessario valutare A conclusione attentamente il numero dei dell’approfondimento sulle rami e il materiale del CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:38 Pagina 76

Un cronometro geologico

Elementi radioattivi nei minerali scandiscono il tempo per centinaia di migliaia di anni, e raccontano la storia del sollevamento della catena alpina. di Jacopo Pasotti

Sapete cosa rispose il corrispondono ad una certa pastore saggio alla domanda profondità nella crosta del Re: “quanti secondi ha terrestre, il cronometro si l’eternità?”. Rispose: “Nella aziona. I prodotti del Pomerania Orientale c’è il decadimento dell’Uranio, che monte di Diamante che prima sfuggivano dal reticolo misura un’ora in altezza, cristallino dell’apatite, ora si un’ora in larghezza, ed un’ora accumulano con cadenza in profondità, là ogni cento precisissima all’interno del anni va un uccellino ad minerale. Rimangono affilarsi il becco. Quando la intrappolati, insomma. Prima montagna sarà consumata o poi l’apatite affiora e lì, un sarà trascorso un secondo di geologo come Massimiliano eternità” (da una fiaba dei Zattin, della Università di fratelli Grimm). Bologna, lo potrebbe Questa è la mia visione del raccogliere e portare in tempo quando si parla di ere laboratorio. geologiche. Per i geologi che La quantità di Uranio studiano la formazione delle decaduto indica ai geologi il catene montuose, invece, tempo trascorso dal momento definizioni come questa sono in cui la roccia è scesa sotto i troppo vaghe. A facilitagli il 110 gradi. Ma c’è di più, compito ora c’è un infatti minerali ed elementi cronometro naturale, celato in radioattivi diversi hanno alcuni minerali delle rocce temperature di innesco del alpine. “cronometro” differenti che Infatti, alcuni minerali indicano quando la roccia è contengono piccole quantità scesa sotto i 200, poi i 110, e di elementi radioattivi, come poi i 70 gradi e così via. È l’Uranio, che sono dei proprio usando minerali “cronometri geologici” di diversi che i geologi altissima precisione. ricostruiscono la storia della Prendiamo ad esempio emersione delle rocce dalle l’apatite: con il procedere dei profondità del pianeta. millenni, e sotto la spinta di Ed è così che Zattin, insieme una catena montuosa in a geologi americani e di altre sollevamento, il minerale università italiane, ha scritto risale verso la superficie un nuovo capitolo della storia terrestre e lentamente si del massiccio del Sempione. raffredda. Sceso al di sotto Per questo studio Zattin ha Non male come lavoro. Il geologo Antonio Pignalosa dei 110 gradi centigradi di usato campioni di roccia mentre raccoglie campioni sul massiccio del temperatura, che estratti dal traforo del Sempione; sullo sfondo la Val Divedro.

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Qui accanto: Passo del Sempione e Monte Leone (f. Giulio Frangioni).

Foto di gruppo alle Apuane. Ma non pensiate che sia sempre così: quando piove si fa lavoro di laboratorio.

L’articolo scientifico è stato presentato al 8th Workshop on Alpine Geological Studies. Ottobre 2007. Davos, Switzerland. (http://www.geologie.uni- bonn.de/Alpshop07/#program).

Sempione. Una risposta scientifica Studiando le apatiti e gli spesso pone nuovi quesiti da zirconi dei campioni raccolti risolvere. lungo i 20 chilometri di In questo caso la risposta tunnel che filano sotto il potrebbe essere nell’inizio Monte Leone, Zattin ha delle epoche glaciali che scoperto che negli ultimi due hanno dominato il pianeta milioni di anni le rocce durante gli ultimi due milioni sottostanti la verdissima Val di anni. “I ghiacciai sono il Divedro si sono sollevate ad più potente agente erosivo una velocità di 0.7 millimetri che conosciamo”, dice Zattin. all’anno, che, anche se poco, “Molto più della pioggia, per è il doppio rispetto alle esempio”. decine di milioni di anni Ma cosa c’entra l’erosione in rocce profonde. é come avere abbiamo trovato un nuovo precedenti. tutto questo? L’erosione, un tappo di sughero coperto meccanismo: il clima”. Ma, il E questo è un aspetto semmai, livella le montagne. di sabbia in un bicchiere geologo bolognese ci tiene a intrigante della scienza. Le montagne crescono “da d’acqua. Togliamo un chiarire che questo non ha Studiando i minerali sotto”, per esempio quando granello per volta ed il tappo nulla a che vedere con il impolverati della collezione due continenti si scontrano ed emergerà ad una certa cambiamento climatico che di rocce di Losanna, Zattin e uno si incunea sotto l’altro, velocità. Ma se abbiamo un tanto ci affligge oggi. Zattin colleghi hanno sì riempito ribatto. Quello è certamente unico sasso pari al peso della si riferisce agli una lacuna scientifica, ma ne uno dei modi in cui si sabbia e lo togliamo, pluf, il sconvolgimenti ambientali hanno aperta un’altra. Infatti formano i rilievi, mi spiega il tappo salterà in su. che fecero delle Alpi un quando Zattin ha letto i geologo. Ma un altro viene Insomma, il clima incide territorio simile alla “cronometri” naturali si è “da sopra”; dall’atmosfera. anche sulla crescita delle Groenlandia. Immani trovato di fronte ad un nuovo L’erosione può richiamare catene montuose. “Abbiamo cambiamenti climatici interrogativo: cosa è successo rocce dalle profondità della creduto a lungo che le accaduti molto tempo fa, durante gli ultimi due milioni crosta terrestre, ed i ghiacciai montagne si sollevassero quando il monte di Diamante di anni, che ha accelerato il hanno sottratto abbastanza unicamente per forze interne della Pomerania era più sollevamento del Sempione? materiale da fare risalire al pianeta - dice Zattin - ora giovane e brillante.

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Rete Natura 2000 e CAI Testo di “Un approccio sistemico Rita Capelli (Commissione di conoscenza per una TAM Emilia Romagna) frequentazione responsabile”

Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell’Unione attraverso l’uso di vari fondi. dei Laghi di Suviana- Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente (una La programmazione delle Brasimone (BO), allo scopo "rete") di aree destinate alla conservazione della diversità biologica risorse finanziarie per la di dotare gli Operatori presente nel territorio dell’Unione stessa ed in particolare alla tutela di realizzazione degli interventi TAM di una preparazione una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati dalla Direttiva è prevista nei Programmi di base sulla Rete Natura comunitaria 92/43/CEE ("Habitat") e delle specie animali relative alla Operativi Regionali (POR), 2000. Direttiva 79/409 "Uccelli" . nei Documenti Unici di Il tema è stato quindi Con la direttiva "Habitat" ogni stato membro della Comunità Europea Programmazione (DocUP) e affrontato nell’interezza della ha dovuto redigere e delimitare un elenco di pSIC, Siti di Importanza nei Piani di Sviluppo Rurale sua assoluta attualità, in Comunitaria proposti, nei quali si trovano habitat naturali e seminatu- (PSR). Un solo strumento termini di conservazione direttamente dedicato alla ambientale, potenziale rali e specie animali e vegetali, alcune delle quali di interesse priorita- realizzazione della Rete impatto e misure di rio in europa. Analogamente nella direttiva “Uccelli” sono previste le Natura 2000 è il programma mitigazione delle attività Zone di Protezione Speciale (ZPS), che sono state scelte sulla base LIFE - Natura; questo infatti CAI nelle Aree Protette e dell’elenco dei Siti IBA, "Important Bird Areas", compilato da Birdlife sostiene finanziariamente nei Siti della Rete Natura International negli anni ‘80 su richiesta della Commissione Europea. azioni finalizzate alla 2000. In Italia sono stati individuati 2.280 SIC - Siti di Importanza conservazione degli habitat Sabato 17 Novembre, presso Comunitaria - e 590 ZPS - Zone di Protezione Speciale - (in parte naturali e della flora e fauna la Sala Conferenze del Centro coincidenti tra loro) che si estendono per circa il 19 % del territorio, di interesse comunitario. Ricerche dell’E.N.E.A. sovrapponendosi in parte ad altre forme di tutela (parchi, riserve, La TAM ha deciso di (ubicato sulla sponda del lago etc.). La loro individuazione è stata realizzata dalle Regioni e dalle approfondire questi Brasimone), relatori esperti Province Autonome in un processo coordinato a livello centrale dal argomenti, di fornire ed operanti nello specifico Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con il contributo di informazioni ai titolati e ai settore hanno esposto numerosi partner, nell’ambito del Progetto Bioitaly (1995-2001). soci, anche perché in questi l’argomento Natura 2000, nuovi territori protetti ricade presentandone gli obiettivi, una buona parte dei sentieri e le azioni relative al quadro dei rifugi del CAI in cui normativo, hanno luogo le escursioni e le all’individuazione dei siti, la Una procedura di progetto in questione con gli attività organizzate dalle Valutazione d’Incidenza, la salvaguardia e protezione habitat e le specie presenti. varie sezioni locali. definizione delle linee di comune a tutti i siti (stabilita La direttiva “Habitat” La Commissione Centrale gestione, gli strumenti nell’art. 6 della direttiva stabilisce la necessità da parte per la Tutela dell’Ambiente finanziari, il monitoraggio, “Habitat”) è la valutazione di degli stati membri di Montano, in collaborazione la ricerca-formazione- incidenza. Qualsiasi piano, elaborare dei Piani di con il Gruppo Regionale divulgazione, la progetto o intervento che Gestione dei Siti di dell’Emilia Romagna e con sorveglianza e le procedure possa avere incidenze Importanza Comunitaria e la CRTAM-E.R., ha di infrazione. significative su un sito della delle Zone di Protezione organizzato il Corso La Regione Emilia Romagna rete Natura 2000, deve essere Speciale. In Italia varie Nazionale di ha alle spalle una solida sottoposto a tale autorità nazionali e locali Aggiornamento per esperienza in fatto di tutela procedimento preventivo stanno provvedendo a Operatori TAM, svoltosi nei del territorio, leggi e dove si esaminano le elaborare tali piani per i siti giorni 17-18 novembre regolamenti: è quindi interferenze del piano e di propria competenza, 2007, nel Parco Regionale esplicativa della situazione

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attuale e all’avanguardia nel quadro normativo nazionale. La legge che individua e regolamenta il sistema delle Aree Protette è la L.R. n.5/2006. Attualmente la Delibera 1191 - 24.07.2007 “Valutazione d’incidenza, misure di conservazione, Piani di Gestione” è approvata ed operativa: tutti i progetti e gli interventi ricadenti all’interno delle aree Natura sono soggetti a valutazioni d’incidenza (le In questa pagina e a fronte: Attività in aula e all’aperto durante il Corso misure speciali per i SIC Nazionale di aggiornamento per Operatori TAM del novembre 2007. sono in corso di elaborazione). La Tabella E della suddetta attori presenti sul territorio, AMBIENTALISTE (come specifiche proposte a riporta tra le “Tipologie di per: dovrebbe essere anche il Provincia e Regione riguardo progetti ed interventi ¥ una corretta frequentazione C.A.I.!) che avrebbero la vari aspetti dei siti Natura ricadenti all’interno dei siti della montagna e per una facoltà di formulare 2000. Natura 2000 che non concreta tutela del suo determinano incidenze fragile ambiente; BIBLIOGRAFIA, INDIRIZZI UTILI E LINK negative significative sui siti ¥ uno studio preventivo Unione Europea stessi” gli “Interventi di dell’eventuale impatto Commissione europea- Direzione E-mail: [email protected] manutenzione ordinaria delle causato dalle attività del Generale Ambiente: romagna.it infrastrutture viarie… di CAI, nello specifico in http://europa.eu.int/comm/environtmen/ index it.htm Rete Natura 2000: www.regione.emilia- natura periodica e ricorrente habitat protetti per i quali mancano le conoscenze romagna.it/natura2000/ e i sentieri CAI, già normati Home Page “Natura e Biodiversità”: Parchi e Riserve Naturali: con specifici Disciplinari intorno alle peculiarità e http://europa.eu.int/comm/environtmen/ www.regione.emilia-romagna.it/parchi/ Tecnici. alle emergenze presenti; nature/ Settore Forestale: www.regione.emilia- A livello nazionale per le aree • programmazioni più romagna.it/foreste SIC è uscito da poco il DGR consapevoli e quindi Home page “LIFE”: http://europea.eu.int./comm/envirintme La descrizione degli habitat dell’Emilia- n. 1435 del 17 Ottobre 2007 adeguate alle caratteristiche delle aree attraversate. n/life/home.htm Romagna, sviluppata su applicazione “Criteri minimi uniformi per del metodo europeo “CORINE- bitopes”, Sarebbe il veicolo giusto per la definizione di misure Legislazione europea-ricerca testi: è contenuta nel Manuale per il generali di conservazione dei portare nelle Sezioni una http://europa.eu.int/search/search riconoscimento dgli habitat (Habitat siti ZPS regionali”, cultura di approccio al lif.html dell’Emilia-Romagna- Istituto per i beni pubblicato sulla G.U. n. 258 territorio diversa, dal sistema artistici culturali e naturali- Regione del 06/11/07. e dallo studio della Ministero Emilia-Romagna, 2001) dell’ambiente Durante il pomeriggio di programmazione delle attività, alla preparazione e Tutela del Da segnalare la recente pubblicazione sabato 17/11 il CAI ha Territorio del manuale: presentato le esperienze di specifica degli Settore d’azione: “La Rete Natura 2000” “La Rete Natura 2000 in Emilia- quegli O.T.P.O. che hanno già accompagnatori nei vari www.miniambiente.it/Sito/settori Romagna” sperimentato o hanno in settori di attività in tema di azione/,,,/rete natura2000.asp A cura di Tinarelli R., 2005 attuazione progetti relativi conoscenza del territorio Servizio Parchi e Risorse Forestali della alla Rete Natura 2000 e frequentato e delle sue Conservazione della natura: legislazione Regione Emilia-Romagna. nazionale e internazionale AVVERTENZA: la guida non è aggiornata all’esperienza CAI locale, in peculiarità ed emergenze ambientali. www.miniambiente.it/Sito/settori con le modifiche e integrazioni di SIC e tema di individuazione degli azione/,,,/legislazione.asp ZPS apportate a Natura 2000 tramite le impatti nei Siti della Rete e Con la Deliberazione di G.R. Deliberazioni della Giunta Regionale n. dei provvedimenti di n.1100 del 31/07/06 Regione 167 del 13.02.06 e n. 456 del mitigazione degli stessi. “Approvazione di Linee Emilia-Romagna 03.04.06 “Disposizioni in materia Questi progetti sono tesi ad guida metodologiche per la Referente della Regione per Rete Natura ambientale”, nonché il recentissimo 2000 è il Servizio Parchi e Risorse DGR n. 1435 del 17 Ottobre 2007 incoraggiare i responsabili formazione del Programma Regionale delle Aree Forestali “Criteri Minimi uniformi per la delle attività sezionali a porsi Via dei Mille, 21 - 40121 - Bologna definizione di misure di conservazione Protette” si indica il ruolo quali attori del cambiamento Tel. 051.6396940 - 051.6396972 ZPS…”…pubblicato sulla G.U. n. 258 ed interagire con tutti gli altri delle ASSOCIAZIONI Fax: 051.6396957 del 06/11/07.

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Il 7° Congresso Mondiale di Medicina

a cura della Commissione Centrale Medica di Montagna

Novità dal settimo agli studi fatti da parte di mare? Sono stati presi in Congresso Mondiale della spedizioni scientifiche su esame molti recenti studi Società Internazionale di popolazioni stanziali in alta svolti riproducendo differenti quota. Tra queste è emersa la situazioni ambientali come il Medicina di Montagna Caudwell Xtrem Everest pernottamento in quota e tenutosi ad Aviemore in 2007 di cui sono state solo l’allenamento in bassa quota date alcune anticipazioni e viceversa oppure il ottobre 2007 riguardo alle osservazioni pernottamento e raccolte. Un momento di l’allenamento in alta e bassa Ogni tre anni la Società particolare interesse è stato il quota con gruppi diversi di Internazionale di Medicina di workshop pre-congressuale atleti paragonati a gruppi di Montagna (ISMM) organizza durante il quale si sono svolte controllo. Per semplificare, un Congresso mondiale. delle simulazioni di soccorso pare non esserci un Quest’anno la settima (gruppi di cinque persone con significativo miglioramento edizione si è tenuta ad tutor) inerenti il kayaking, delle prestazioni a bassa Aviemore, nel nord della l’arrampicata, il trekking, il quota dopo questi allenamenti Scozia, dal 3 al 7 ottobre ed è biking e l’escursionismo. Tali svolti a quote attorno ai 2500 stata organizzata in esercitazioni sono state utili metri. Anche per atleti di collaborazione con la non solo per creare punta i presunti vantaggi Wilderness Medical Society affiatamento tra i componenti svaniscono entro breve (WMS); per la prima volta il ma anche per vedere tempo. L’aumento di quota Convegno è stato dedicato direttamente approcci artificialmente riprodotta non alla “ and differenti al traumatizzato da è considerato doping in Wilderness Medicine”. La parte di colleghi di scuole e contrasto con tutto ciò che è cittadina di Aviemore e le nazionalità diverse. farmacologicamente indotto. Highlands Scozzesi hanno Molto interessante la Infatti la World Anti Dopping Accoglienza scozzese ai fornito una splendida conferenza tenuta da Ben Agency (WADA) ritiene non congressisti. ambientazione ed hanno Levine, fisio-cardiologo dopante ciò che è passivo A fronte: Lhotse, 8611 metri anche dato l’opportunità di dell’Università di Dallas, sui rispetto al corpo anche se tale (f. spedizione Naz. CAI, 1975). piacevoli esercitazioni pro e contro dell’allenamento affermazione è discutibile ed pratiche sul campo. in quota e sulle numerose ha aperto un’accesa Le relazioni hanno controversie relative al discussione nell’uditorio. dell’arto colpito e trasporto in abbracciato la quasi totalità doping sportivo. Possiamo Per quanto riguarda i morsi di ospedale. Abbiamo degli argomenti. Si è spaziato considerare eticamente serpente il dott. David approfittato della grande dalle patologie a bassa quota scorretto l’allenamento in Warrell, docente di medicina esperienza del relatore per al canyoning, dalle quote quota artificialmente tropicale all’università di approfondire l’eventuale estreme al trekking, dalle riprodotta? Ma, soprattutto, è Oxford, ha confermato le utilità di stimolatori elettrici, patologie preesistenti all’alta davvero così vantaggioso linee guida principali a cui ci visto che su questo quota ai congelamenti, dalle l’esercizio in quota ai fini di si deve attenere: argomento eravamo stati patologie da calore alla un significativo immobilizzazione del interrogati da più parti. diarrea dei viaggiatori. miglioramento della paziente, fasciatura L’esperto ci ha fatto notare Spazio è stato dedicato anche performance a livello del leggermente compressiva che non esistono dati

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opportunamente soffermato dimostrano che nei soggetti sulle implicazioni dei sempre colpiti da AMS la presenza di più frequenti interventi per la edema è minima o assente. correzione di difetti visivi L’esame del liquido cefalo- (miopia). Ha raccomandato di rachidiano non evidenza fatti non esporsi ad ambienti infiammatori o un aumento ipossici se non sono passati della permeabilità della almeno due mesi barriera emato-encefalica. In dall’intervento. Non ci sono passato si era ipotizzato che ancora dati disponibili sulle con l’intensificarsi eventuali alterazioni oculari dell’ipossia, l’AMS che si possono verificare peggiorasse fino a poter anche a distanza di tempo arrivare alla complicanza più maggiore. In merito all’uso temibile: l’Edema Cerebrale delle lenti a contatto ha d’Alta Quota (HACE). ribadito l’opportunità di non Secondo recenti studi tale utilizzarle a quote estreme e ipotesi non sarebbe più per tempi superiori alle 24 valida. In merito all’HACE scientifici che possano Parallelamente all’attività ore. l’ipossia severa causa confermarne l’effettiva congressuale è stata allestita David Shlim, esperto di alterazioni efficacia terapeutica e che, una mostra di materiali e medicina dei viaggi, ci ha dell’autoregolazione vasale comunque, il loro utilizzo attrezzature per il soccorso e illustrato le ultime cerebrale; provoca non modifica il protocollo la didattica della medicina di acquisizioni in merito ad una l’alterazione delle proteine di comportamentale su esposto. montagna. Ci ha molto delle patologie più antiche, matrice con formazione I membri della Commissione colpito una nuova coperta ma non per questo meno dell’edema vasogenico e il Medica Centrale del CAI termica (metallina) in attuali, che affligge i danneggianemto della ricevono spesso quesiti da polipropilene trilaminare ad viaggiatori: la diarrea del barriera emato-encefalica. La parte di Soci che chiedono alta resistenza e con elevate viaggiatore. Il fattore causale fisiopatologia dell’AMS consigli farmacologici per capacità riflettenti. Il prodotto principale sembra essere stato sarebbe invece contrastare eventuali mali è disponibile in tre forme: individuato nella completamente differente e acuti di montagna che giacca, coperta e sacco. Serve frequentazione da parte dei non collegata all’HACE. Il possono insorgere durante al mantenimento della turista/viaggiatore di Male Acuto di Montagna loro viaggi, trekking o temperatura del corpo ristoranti locali. Sulla sarebbe scatenato sempre spedizioni. Riportiamo dell’infortunato e per manipolazione, dall’ipossia che, però, in schematicamente (senza l’eventuale aumento della conservazione, igiene del questo caso sarebbe l’intenzione di favorire temperatura del paziente personale e dei locali, non si responsabile dell’attivazione l’automedicazione) i nuovi ipotermico. La coperta è stata ha alcun controllo e a poco del sistema trigemino- protocolli di profilassi delle provata sul campo e ne serve chiedere l’acqua vascolare. Ciò è stato principali patologie da alta abbiamo valutato la notevole imbottigliata, non usare dimostrato con la quota commentati dal dott. efficacia. ghiaccio o mangiare solo somministrazione di agonisti Erik Swenson, fisiologo Il dott. Dan Morris, un verdura cotta. Il viaggiatore della 5 idrossitriptamina in medico dell’università di chirurgo oftalmico di dei paesi industrializzati è a grado di prevenire la Seattle. Restano invariati e Newcastle, dopo aver trattato maggior rischio se nel sintomatologia di questa si enfatizzano tutti gli senza particolari novità di ristorante non sono rispettate sindrome. accorgimenti di tipo rilievo i classici argomenti di le regole minime d’igiene In conclusione, per i medici comportamentale da primo soccorso nelle possibili come l’uso di taglieri diversi Agazzi, Aversa e Rinaldi, adottare per una corretta e patologie oculari nella per carne e verdure o il delegati dalla Commissione sicura acclimatazione. wilderness, si è coprire i cibi conservati in Centrale Medica del CAI, è frigorifero, ecc. stata una splendida occasione Infine il dr. Peter Bärtsch, per rafforzare legami già AMS HACE HAPE punteggio responsabile del servizio di esistenti con organizzazioni e NIFEDIPINA - ? ++ 2.5 Medicina dello Sport presso colleghi di tutto il mondo, per SALMETEROLO ? ? + 1.6 l’università di Heidelberg, ha conoscerne di nuovi e per un DESAMETAZONE ++ + + 4.2 esposto le nuove teorie utile aggiornamento sui TADALAFIL - ? + 1.4 riguardanti la patogenesi del maggiori argomenti trattati. ACETAZOLAMIDE ++ ? ? 2.4 Male Acuto di Montagna Punteggio: + = dimostrato (1); ++ = gold standard (2); (AMS). Gli studi condotti Commissione ? = sconosciuto (0.2); - = inefficace (0) con la risonanza magnetica Centrale Medica

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INTERREG III A Gli itinerari

di Giovanni del Tredici di Charta Itinerum Trekking invernali a Colico, sul lago di Como

Nei mesi invernali si è spesso costretti a casa per il freddo o per le grigie brevi giornate. Il sospirato week- end, trascorre molto spesso, a leggere il solito giornale o a vedere i sempre più demenziali programmi televisivi, senza creare un momento, di vero e sano riposo personale, o svago per la sempre più insoddisfatta e scalpitante famiglia. Quando però ci si alza al mattino, con il cielo limpido e sereno, la voglia di muoversi invade i nostri pensieri e il nostro spirito. Si vorrebbero fare mille cose. La nostra mente elabora allora diverse scelte, che avevamo accantonato nella nostra agenda cerebrale, e freneticamente si cerca di valutare la migliore opportunità. Ci piacerebbe andare in questo e quest'altro posto, ma quando si cerca di pianificare l'uscita, manca molto spesso una Itinerari prosegue diritti in Via Inganna e si risale a fianco del preventiva programmazione della località da Il sentiero dei Torrenti torrente sintanto che questa piega a destra. raggiungere o dei dettagli toponomastici del percorso. e la Chiesa di San Rocco S'imbocca qui una traccia di sentiero a sinistra, che si Ecco che allora si decide comunque di partire, e Lunghezza = 6,9 Km. mantiene sulle rive dell'Inganna. Poco più avanti la spesso la giornata ha termine con una buona quota Dislivello Totale = 300 metri traccia piega a destra e si giunge in località Baronia. d'insoddisfazione poiché non si sono rese concrete Tempo di percorrenza = 2h 30' Non appena si sbuca su strada carrozzabile, si piega a tutte le aspettative che ci avevamo proposto. Qui di Tipo di percorso = Turistico sinistra e si risale sino ad incrociare la Via Campione. seguito si vuole fornire al lettore alcuni ed interessanti Segnavia = bandierine Cai Colico+ Sent. Viand Si gira a destra e, dopo cinquanta metri, subito a e panoramici percorsi da compiersi proprio nei mesi Quota massima = Chiesa di San Rocco 498 m. sinistra in Via Bassana. Si supera così, su un ponte, la più freddi dell'anno, in una zona prealpina con Periodo consigliato = Tutto l'anno SS n° 36 per poi continuare a salire lungo la Via numerose attrattive turistiche. Sto parlando di Colico, Acqua = Diverse fontane lungo il percorso Bassana. Ad un incrocio a T si piega a destra e poi a in altre parole del comune più a nord del sinistra sulla Via alla Gera, prima di un vecchio lussureggiante Lago di Como. Arrivare a Colico è molto Il percorso ha inizio di fronte al pontile per l'imbarco lavatoio. Al prossimo incrocio a T si piega a sinistra facile. La Statale 36, che da Milano sale verso Lecco e dei battelli in Piazza Garibaldi. Si attraversa verso sino a giungere sull'ampio letto dell'Inganna. Senza di seguito costeggia in doppia corsia tutte le sponde Nord-est la bella piazza sino a passare innanzi al Porto orientali del lago porta velocemente ai piedi della Turistico. Non imboccare la Via Montecchio Nord, ma La chiesa di San Rocco in abito invernale. grande piramide del Monte Legnone (metri 2610 girare a destra sul molo per percorrere la passerella di s.l.m.) ai cui piedi sorge il grazioso e sempre più legno a lago. Si attraversano i giardini e si sbuca accogliente comune di Colico. Di fronte a noi nuovamente sulla Via Montecchio Nord che si percorre troneggiano le prime alte cime delle Alpi Retiche sin dopo la recinzione del deposito nautico. Qui si mentre sulla nostra sinistra le ultime e assolate cime lascia l'asfalto per immettersi a sinistra, verso lago, delle Lepontine si specchiano nel grande azzurro lungo una traccia di sentiero che costeggia le sponde. bacino lacustre. In questi ultimi anni la sezione locale Si prosegue sino a giungere alla segnaletica nei pressi del Club Alpino Italiano, forte di un nutrito gruppo di del ponticello sul torrente Inganna che non si volontari, si è impegnata a riscoprire nuovi e vecchi attraversa. Si piega a destra e si risale lungo la sponda tracciati che permettono di visitare gli angoli più del torrente sino ad incrociare ed attraversare la Via nascosti della sua riviera, contraddistinta dai tre Montecchio Nord e giungere al bivio per il Sentiero dei Montecchi e dal promontorio di Piona. Forti. Si raggiunge il Viale Padania e si attraversa, si Eccovi qui di seguito gli itinerari suggeriti, da compiersi sottopassa la ferrovia Colico-Sondrio per superare ed quasi tutti, anche nei mesi più freddi. attraversare, appena dopo, la provinciale N° 72. Si

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poco il bivio per il Forte Montecchio, denominato l'importante , particolare ed interessante, sacro luogo Lusardi durante il Fascimo. Per gli orari d'apertura e dei frati cicerstensi, si fa ritorno verso Olgiasca per la visita guidata al Forte, telefonare in mattinata al mezzo del segnavia n°7A , lungo la bell'acciottolata numero 0341-941688 Larius o in Municipio al numero carrozzabile. Dopo trecento metri, sulla destra 0341-934711. Superato il bivio, si giunge ad un un'indicazione invita a prendere un evidente sentiero. gruppo di casolari in località Monteggiolo. Si attraverso Si oltrepassa così una fonte per poi entrare ancora nel il piccolo nucleo e si prosegue lungo un sentiero vecchio nucleo dell'abitato d'Olgiasca. Seguendo le protetto ai lati da muri a secco, con pietre. Ad una indicazioni ci si ritrova ben presto ad incrociare il cascina sulla sinistra, si gira decisamente a destra, a sentiero n°7 e quindi far ritorno alla parrocchiale. La frazione Laghetto ed il Monte Legnone, dalla fianco di un filare di viti, per poi prendere una dorsale sommità del Montecchio di Piona. che ci farà scendere alle poche case della località Erbiola. Si supera il ponte sul Canale Borgofrancone La Strada Vegia che si risale a destra, sino a lasciare a destra la (Posallo - Cà Fontana - Crottino - Olgiasca) attraversare il torrente, solitamente asciutto, si piega a diramazione con il Canale Spagnolo. Duecento metri Lunghezza = Km. 4,700 destra su una carrareccia che costeggia, all'interno, gli più avanti, un ponte ci permette di oltrepassare a Periodo consigliato = tutto l'anno ampi argini del torrente; dopo cinquecento metri il destra il Canale Borgofrancone per poi giungere dopo Dislivello totale = 140 metri tracciato, ci porta a piegare a destra su un viottolo. duecento metri al bivio per il Forte di Fuentes. Anche Tipo di percorso = Escursionistico Dopo venti metri si gira nuovamente a sinistra e si qui si consiglia di telefonare al numero 0341-934711 Segnavia = Bandierine Cai Colico N° 7 risale la vecchia mulattiera sino al bacino in Municipio, per organizzare una eventuale visita Tempo = 1h 20' -- A/R = 2h 50' dell'acquedotto comunale che si costeggia a guidata al Forte di Fuentes. Non volendo salire al Quota massima = 416 m Posallo nord,verso il torrente. Poco sopra vi è un'area da pic- Forte, si prosegue lungo la strada asfaltata contornata Acqua = in località La Cà nic con fontana. Siamo in località Robustello o anche da campi di granoturco sino a raggiungere Via Acqua della Fevra. Si continua in salita, verso destra, Monteggiolo, che si percorre per tutta la sua sulla carrozzabile, seguendo anche le indicazioni del lunghezza. Ci si accosta alla linea ferroviaria per Sentiero del Viandante. Dopo venti minuti si giunge alla superare il sottopasso di Viale Padania che, dopo pochi chiesa di San Rocco risalente al sec. XIV. Si prende qui metri, c'immette nella medesima. Duecento metri oltre il comodo sentiero in discesa sino a giungere al si torna a superare il torrente Inganna in prossimità di torrente Perlino, che non si attraversa. Si supera, con una segnaletica CAI verticale. Per il ritorno in piazza qualche difficoltà, il dossone della grossa briglia, per Garibaldi si segue a ritroso il noto segnavia n° 8. imboccare in discesa l'ampia carrareccia, che, attraversando numerose cascine, giunge all'abitato di Villatico. Il sentiero si addentra ora lungo gli stretti L’Abbazia di Piona vicoli per riuscire dietro l'abside della chiesa Olgiasca - Sentiero Alto - Abbazia - Sentiero parrocchiale di Villatico. Si scende quindi lungo la via Villatico e di seguito lungo il vicolo Madonnina, per Basso - Olgiasca arrivare ad attraversare la SP. 72 nei pressi delle Poste Lunghezza = Km. 2,0 e rientrare poi nell'affollata Piazza Garibaldi. Lungo il Periodo consigliato = tutto l'anno percorso è possibile trovare diversi punti di ristoro. Dislivello totale = 156 metri Tipo di percorso = Escursionistico Segnavia = Bandierine Cai Colico n°7 + 7° Il Laghetto di Piona, dalla Strada Vegia. Il sentiero dei Forti Tempo = 1h 20' Lunghezza = 4,0 Km Quota massima = 373 m Montecchio Piona Periodo consigliato = tutto l'anno Acqua = assente La Strada Vegia è un antico tracciato risalente, come Dislivello totale = 142 metri Con l'auto ci si porta in frazione Olgiasca, fiduciosi di ancora oggi mostrano degli antichi cippi in pietra, Tipo di percorso = Turistico trovare un posto in uno dei pochi parcheggi, si all'anno 1755. Il sentiero ben acciottolato, permetteva Segnavia = bandierine Cai Colico n°8 + S. Forti staziona l'auto nei pressi della parrocchiale. Una di transitare da Olgiasca a Colico evitando di passare Tempo = senza deviazionei ai forti 1h 45' segnaletica CAI invita a risalire verso il nucleo abitato nella parte bassa, allora, molto paludosa. Da Posallo il Quota massima = 343 metri transitando sotto un androne. Si continua lungo gli sentiero scendeva poi a Villatico sull'attuale sentiero Acqua = assente stretti vicoli per girare più avanti a destra e, seguendo i dei Torrenti e quindi a Colico o a Curcio. Il percorso ha inizio al pontile per l'imbarco dei battelli segnavia n° 7 si fuoriesce dai tortuosi labirinti di Si raggiunge Posallo con l'auto e si trova parcheggio in Piazza Garibaldi e per i primi venti minuti di viuzze. Ci si trova su un balcone naturale con ampia nell'ampio cortile antistante la Trattoria Posallo, percorso, si seguono le tracce del “Sentiero dei vista sul lago e sulla sponda di Gravedona. Si continua chiedere naturalmente prima il permesso di sosta ai Torrenti”, Itinerario 1, sino al ponte sull'Inganna, prima sulla sinistra passando fra alcune case residenziali. proprietari della trattoria. Con le spalle alla Croce di di raggiungere il Viale Padania. Qui si gira decisamente Poco dopo si è nel bosco, e sempre seguendo la legno della località Posallo, si scende per circa 150 a sinistra per superare il ponte sul torrente Inganna. Di segnaletica, si giunge ben presto in prossimità di un metri sulla carrozzabile. Al termine della recinzione di fronte a noi vediamo le Torrette risalenti al XII secolo. roccolo per l'uccellagione. Poco più avanti vi è uno dei una villa, si gira a sinistra proprio di fronte al cancello Si sale lungo strada asfaltata sino a raggiungere dopo più bei belvedere sulla frazione Laghetto e sulla carraio. Si costeggia la recinzione per poi scendere nel imponente mole del Monte Legnone. Si continua in prato in direzione di un grosso castano. Qui il tracciato discesa per giungere dopo poco ad una vecchia Il lago, lungo il Sentiero dei Forti. si fa più evidente e si superano delle vecchie cascine. torretta, un tempo utilizzata per l'uccellagione. Qui il Più avanti si transita a lato di una villa con bei muri in sentiero si trasforma in tratturo e seguendo il suo pietra e si sbuca su uno sterrato. Scendendo di soli percorso a zig-zag si giunge nei pressi dell'antica quaranta metri si prende a sinistra un bel sentiero, che grotta di Lourdes attigua all'abbazia. Continuando si dopo soli cento metri arriva nelle vicinanze di un giunge nei pressi di un cancello, qui si devia ruscello, che si attraversa. Si prosegue quindi nel leggermente a sinistra e seguendo le tracce di un bosco mantenendo sempre il ruscello alla nostra sentiero si costeggia la recinzione dell'abbazia. Dopo destra. Si attraversano due piccoli affluenti e si lascia duecento metri si giunge ad un cancello di legno che quindi sulla destra un largo guado che porta su uno permette di scendere al parcheggio dell'abbazia e sterrato. Lasciando poi a sinistra una cascina, da cui quindi ad un'eventuale visita . Dopo aver visto normalmente fuoriesce dell'acqua si prosegue in

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discesa superando un tratto piuttosto scosceso. Il della D.O.L. o del Sentiero del Viandante che in quel Quota massima = 278 m Forte di Fuentes sentiero si fa via via più largo per uscire dal bosco su primo tratto si sovrappongono. Si percorre l'ampia Acqua = assente un prato che si attraversa per cento metri. Si gira carrozzabile in cemento sino a giungere al terzo Il percorso ha inizio al pontile per l'imbarco dei battelli quindi a destra e si perviene su asfalto sulla Via tornante. Qui si lascia la carrozzabile e si supera una in Piazza Garibaldi e per i primi venti minuti di Filatoio Peroni. A sinistra in discesa si perviene presto stanga. Subito dopo vi è un grosso smottamento che è percorso, si seguono le tracce del “Sentiero dei in località La Cà, nei pressi di un lavatoio. Si gira a superato con qualche piccola difficoltà su un breve Torrenti” sopra descritto, sino a quasi raggiungere destra e dopo aver fatto i sottopassi della Superstrada angusto sentiero. Più avanti incontriamo nuovamente viale Padania. Qui si gira decisamente a sinistra per e quello delle ferrovie si perviene sulla SP 72 in la carrozzabile che seguiamo sino ad una segnaletica superare il ponte sul torrente Inganna. Di fronte a noi località Cà Fontana. Si gira a sinistra, lasciando sulla verticale. Si prosegue a destra in discesa per giungere vediamo le Torrette risalenti al XII secolo. Si sale lungo nostra destra le belle spiagge del laghetto di Piona. dopo pochi minuti all'alpeggio di Sparesèe con la sua la strada asfaltata sino a raggiungere, dopo poco, il Venti metri prima della pietra miliare del Km 89 si simpatica chiesetta. Si supera l'abitato su una bella bivio per il Forte Montecchio. Per gli orari d'apertura e risale a sinistra nel bosco. Il sentiero dapprima stretto mulattiera e dopo un bel bosco di castagni si giunge la visita guidata al Forte, telefonare al numero 0341- si fa più largo superando una galleria sfiatatoio delle all'alpeggio di Perdonasco. Subito dopo, la mulattiera 941688. Superato il bivio, si giunge ad un gruppo di FFSS. Per due chilometri il tracciato, in un continuo scende in una valletta rocciosa che apre sull'alpe casolari in località Monteggio. Si attraversa il piccolo saliscendi, ci mostrerà degli inediti panorami sul Rossecco. Si prosegue, fra splendidi panorami sul nucleo e si prosegue lungo un sentiero protetto ai lati sottostante lago. Verso la fine si dovrà attraversare un laghetto di Piona e dopo aver superato sulla sinistra un da muri a secco, con pietre. Ad una cascina sulla tratto con una folta vegetazione di pungitopo; il bivacco, costruito dagli alpini di Dorio, si perviene ad sinistra, si gira decisamente a destra, a fianco di un sentiero ridiscende poi sulla SP72 in località Crottino. un'area da pic-nic con un grandioso panorama su filare di viti, per poi proseguire sulla piccola dorsale Si attraversa, con attenzione, la provinciale e Colico e sulle Alpi Retiche. Subito dopo siamo alla sella che ci farà scendere alle poche case della località s'imbocca l'antistante bella mulattiera che in una della dorsale del Legnoncino. La mulattiera, ancora Erbaiola. Si supera il ponticello sul canale decina di minuti ci porterà alla bella chiesa d'Olgiasca. ben conservata, scende ora per circa 70 metri ad una Borgofrancone che si risale a destra, a fianco di un Qui è d'obbligo assaporare i grandi panorami sul lago vasta area da pic-nic con fontana. Poco sotto vi è la maneggio . Più avanti il canale si dirama, lasciando di Como e fare un piccolo giro turistico fra gli antichi chiesetta di San Rocco, meta del nostro itinerario. La sulla sua estrema destra il Canale Spagnolo. Duecento vicoli del bel nucleo abitativo. chiesetta fu edificata dai Doriesi nell'anno 1858 a metri più avanti, un largo ponte ci permette di oltrepassare a destra il canale Borgofrancone per poi giungere, dopo altri duecento metri, ad un bivio. Si piega a sinistra e si entra in un nucleo di casolari. Siamo ora in località Monteggiolo. Si attraversa il piccolo borgo fra le case e si giunge ad una sbarra, dove vi sono divieti di transito. La visita al Forte di Fuentes, per evidenti motivi di sicurezza necessita infatti di una guida, per la quale consigliamo di telefonare in precedenza in Municipio al numero 0341. 934711. Gli escursionisti sono però autorizzati al semplice attraversamento del Forte, purchè si mantengano sempre sul tracciato evidenziato dalle bandierine segnavia del CAI, come concordato con la Provincia di Lecco, proprietaria del complesso. Si sale così lungo la larga pista, che dopo qualche tornante ci porta all'ingresso del forte e ci immette sulla grande Piazza d'Armi. Qui giunti si piega a destra per attraversare il piazzale sino ai resti della chiesa sulla nostra sinistra. Subito dopo la chiesa, un tracciato sulla sinistra ci invita ad uscire dalle mura del Forte e ci inoltra nel verde bosco. Dopo duecento metri è necessario lasciare il piacevole sentiero che prosegue in quota per invertire il nostro senso di marcia e scendere sino a raggiungere l'alveo del canale La panoramica chiesetta di San Rocco di Dorio. Borgofrancone. Una passerella, costruita dalla Sezione CAI di Colico, ci permetterà di oltrepassare il canale e raggiungere la pista ciclabile che costeggia l'argine San Rocco Di Dorio ringraziamento di essere stati salvati dalla peste per dell'Adda. Si piega naturalmente a sinistra e si Posallo - Sparesèe - Perdonasco - S. Rocco di ben tre epidemie consecutive. Qui i panorami sul ramo continua per due chilometri lungo l'interminabile nord del lago di Como sono grandiosi e di grande Dorio e ritorno. rettilineo. La ciclabile ed anche il nostro percorso impatto emotivo. Per tornare a Posallo si percorre Lunghezza = Km. 8,7 piegano poi a sinistra, lasciando l'argine del fiume. Qui l'itinerario a ritroso. Viceversa si può scendere a Periodo consigliato = No, Dicembre e Gennaio è possibile proseguire diritti per altri trecento metri e Corenno Plinio e di seguito giungere, seguendo le Dislivello totale = 400 metri giungere alla foce dell'Adda, la deviazione è meritevole indicazioni del Sentiero del Viandante, sino a Dervio Tipo di percorso = Escursionistico di interesse. Il nostro percorso continua ora in modo e,quindi, da qui far ritorno a Colico con il treno. Segnavia = Sentiero del Viandante tortuoso sino a raggiungere un ponte in legno che Tempo = 1h 30' -- A/R = 3h 00' permette di attraversare per l'ennesima volta il Canale Il Forte di Fuentes Quota massima = 600 m Sparesèe Borgofrancone. Nelle sue acque è qui possibile vedere Acqua = diverse fontane Colico - Monteggio - Erbiola - Monteggiolo - rarissime specie di ninfee. Il percorso si avvicina Foce Adda - Colico sempre più alla base del Montecchio Nord e lo Questo facile itinerario offre un susseguirsi di grandi e Lunghezza = Km. 7,500 costeggia con alla destra le rive del Lario. Si giunge particolari panorami sul Laghetto di Piona , a fine Periodo consigliato = tutto l'anno cosi ad una delle più belle spiagge di Colico, meta di percorso, un grandioso scorcio su tutto il ramo nord Dislivello totale = 150 m numerosi bagnanti e surfisti. Attraversando la verde del Lago di Como. Si parte dalla località Posallo, Tipo di percorso = turistico spiaggia si giunge ad una passerella sul torrente raggiungibile in auto dopo aver superato la frazione Segnavia = CAI Colico N° 8 + N° 9 Inganna e quindi, sul percorso di inizio itinerario,sul Laghetto, dapprima si seguono le evidenti indicazioni Tempo = 3 h Sentiero dei Torrenti. 84 CAI GEN FEB 08 7-01-2008 16:39 Pagina 85

La Rivista del Club Alpino Italiano VOLUME CXXVI 2007-BIMESTRALE

ARTICOLI E RELAZIONI di Arrampicata Libera, 30. RUGGERO DANIELE: Gruppo di Cima d’Asta, 44. IN ORDINE DI PUBBLICAZIONE ANNA CERONI: La mia esperienza al Corso, 34. MORENO PUPPI: Una scheggia di roccia impazzita in Gennaio - Febbraio MAURIZIO DALLA LIBERA: L’arrampicata nell’età Val Montanaia, 48. GIORGIO BETTINI: Escursionismo: per un turismo di evolutiva, 36. MAURO MAZZETTI: Aconcagua, 52. qualità, 1. IRENE AFFENTRANGER: Herman Buhl. Un mito che GRAZIA FRANZONI e MARCO BERTA: Aconcagua ITALO ZANDONELLA CALLEGHER: Il Trento ritorna, 40. dal mare, 56. Filmfestival compie 55 anni, 11. NANCY PAOLETTO: Broad Peak, 46. CHRISTIAN ROCCATI: L’altimetro segna Zero, 60. JACOPO PASOTTI: Un anno di poli, 24. FABIO DANDRI: L’alpinismo delle evoluzioni …, 50. MARCO MARROSU: Monte Limbara. Nel regno del CLAUDIO SMIRAGLIA: Antartide terra di scienza, 26. PIERGIORGIO REPETTO: Il Rifugio “Venna alla Gerla”, granito, 66. MARCO TAVERNITI: Groenlandia. Speleologia glaciale 54. ANDREA MACONI, LUANA AIMAR, MARZIO con il kajak, 30. ANTONELLA FORNARI: Sul Pomagagnon, 56. MERAZZI, ANTONIO PREMAZZI: Sotto il Grignone, 72. SERGIO ROSSI: Québec. Sciescursionismo nella MARIO MENICHETTI: Il mondo delle grotte GIULIANO BRESSAN: Progressione di conserva della foresta boreale canadese, 34. nell’Appennino umbro-marchigiano, 61. cordata, 82. ANTONIO BOBBA e LAURA CHIADÓ: Isole Svalbard. MASSIMO SPAGNOLI; I Parchi letterari, 65. LUIGI RAVA: Novità nella cartografia escursionistica Scialpinismo in capo al mondo, 37. FRANCESCO TOMATIS: Tra Piemonte e Provenza, 66. della Regione Emilia-Romagna, 92. FRANCESCO CARRER e LUCIANO DALLA MORA: STEFANO CRACCO e GIOVANNI MENEGHETTI: Viti Tilliachertal, 40. da ghiaccio, 74. Novembre - Dicembre ALBERTO BOSCOLO e GIANLUCA BELLIN: Alpago. PIERGIORGIO OLIVETI: Energia, acqua, trasporti, 1. Un gioiello per scialpinisti, 46. Luglio - Agosto ANNIBALE SALSA: L’Abbé Gorret, 22. MARIO SERTORI: Cascate in Valle Spluga, 50. ANTONELLA CICOGNA e MARIO MANICA: Anni MARCELLA MORANDINI: SuperAlp! Si può, 26 SEBASTIANO IURISCI: Mainarde. New Age, 54. 2000. La svolta dell’alpinismo, 1. DAVIDE CHIESA: Adamello Parete Nord, 32. PATRIZIA DIANI: Buranco da Carnabûgia, 57. ITALO ZANDONELLA CALLEGHER, MAURIZIO SERGIO DALLA LONGA: Eiger, parete nord, 37. MARCO BLATTO: Alle origini dell’arrampicata NICHETTI, AUGUSTO GOLIN: Festival: tempo di CLAUDIO TROVA: Eiger: cinquant’anni dopo, 42. metropolitana subalpina, 60. bilanci, 22. FRANCESCO CARRER e LUCIANO DALLA MORA: GIORGIO VASSENA: Rwenzori 2006: 100 anni di GIOVANNI PADOVANI: Il 55° Trento Filmfestival, 24. Lesachtal, 44. stupore, 64. MAURIZIO DALLA LIBERA: Corsi per Istruttori ROBERTO BEZZI: Orobianco, 50. GIULIANO BRESSAN: Il captator, 76. Nazionali di Alpinismo, 30. GILBERTO GARBI: Cascate a Gressoney, 54. IVAN DA RIOS e MATTEO MASON: Storia semiseria MARIO SERTORI: Aria di Sardegna, 56. Marzo - Aprile ma sincera del 35° corso INA 2006-2007, 33. ROBERTO BASILICO, LUIGI BAVAGNOLI, GIANLUCA LUIGI ZANZI: L’avventura culturale di Messner, 1. GIAN MARIA MANDELLI: Le scale delle difficoltà, 36. PADOVAN, KLAUS PETER WILKE: Camminare sotto, LUCIANO GERBI e ROSA BORTOLOZZO: Alla DANTE COLLI: Gli Spalti di Toro, 42. 60. scoperta del Nepal, 26. GIUSEPPE LEYDUAN: Valli di Lanzo 150 anni dopo, 48. VITTORIO PACATI: Il Rifugio “Genova”, 64. MAURIZIO DALLA LIBERA: Snowboard alpinismo, 29. GIORGIO INAUDI: La conquista della Ciamarella, 50. LUIGI ZANZI: Sterminato Tibet; Tibet sterminato, 74. SERGIO RAVONI: Punta San Matteo, 34. GIAN CARLO ALASONATTI: Uja di Mondrone, 53. VITTORIO BEDOGNI e ELIO GUASTALLI: Cordini per FRANCO GIONCO: , 38. MARCO ROCCA: Montasio e Jôf Fuart, 56. alpinismo, 78. PAOLA PEILA: Dal Vesuvio al Sentiero degli Dei, 43. MAURO D’ANTEO: Sul Gran Sasso, 60. MONICA BRENGA: Da Charta Itinerum - Alpi senza TARCISIO BELLÓ: Alta Via delle Alpi Vicentine, 46. MARIO SERTORI: Mondi sospesi, 65. frontiere a Charta Itinerum - lungo le linee rosse, 90. GILBERTO GARBI: Nella Valle Finale dell’Aquila, 50. ANTONELLA GIACOMINI: Tre donne e lo Hielo PIERGIORGIO REPETTO: Il Rifugio “Aronte”, 55. Patagonico, 70. AUTORI IN ORDINE ALFABETICO ENRICO BRUSCHI e GIULIO SALINI: Perù 2006. CHRISTIAN CASAROTTO: Ghiacciaio della AFFENTRANGER I.: Herman Buhl. Un mito che Callejon de Conchucos, 58. Marmolada: stato di salute, 74. ritorna, 40.3. ROBERTO BASILICO, SARA BIANCHI, ANNA ANDREA CERADINI: Nei Grands Causses, 79. AIMAR L., MACONI A., MERAZZI M., PREMAZZI A.: CANTONI, VALERIO COLETTO, GIANLUCA CAI, Commissione Centrale Materiali e Tecniche e Sotto il Grignone, 72.5. PADOVANI, ALESSANDRO VERDIANI : Trou de CAI, Commissione Lombarda Materiali e Tecniche: La ALASONATTI G.C.: Uja di Mondrone, 53.4. Touilles, 65. catena di assicurazione, 86. BASILICO R., BAVAGNOLI L., PADOVAN G., WILKE STEFANO CRACCO: Viti da ghiaccio, 74. K.P.: Camminare sotto, 60.6. PAOLO GARDINO: Isola di Ellesmere-Monte Barbeau, Settembre - Ottobre BASILICO R., BIANCHI S., CANTONI A., COLETTO V., 80. GOFFREDO SOTTILE: Dalle Olimpiadi alla sostenibilità, 1. PADOVANI G., VERDIANI A.: Trou de Touilles, 65.2. EMILIO ROMANINI: Sciavamo alla milanese, 22. BAVAGNOLI L., BASILICO R., PADOVAN G., WILKE Maggio - Giugno DINO GIGANTE e SILVANA ROVIS Fiume, città di K.P.: Camminare sotto, 60.6. ANNIBALE SALSA: Relazione morale del Presidente mare che cammina sui monti, 26. BEDOGNI V. e GUASTALLI E.: Cordini per alpinismo, Generale, 1. LUCA BRIDDA: Vette e Torri dei Monti del Sole, 30. 78.6. SILVIA METZELTIN: De senectute alpina, 26. MAURO BERNARDI: Meteora, monaci e alpinisti, 35. BELLIN G. e BOSCOLO A.: Alpago: Un gioiello per MAURIZIO DALLA LIBERA: Corsi per istruttori Nazionali BRUNO VISCA: Il giro della Bessanese, 40. scialpinisti, 46.1.

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BELLÓ T.: Alta Via delle Alpi Vicentine, 46.2. GERBI L. e BORTOLOZZO R.: Alla scoperta del Nepal, SERTORI M.: Mondi sospesi, 65.4. BERNARDI M.: Meteora, monaci e alpinisti, 35.5. 26.2. SMIRAGLIA C.: Antartide terra di scienza, 26.1. BERTA M. e FRANZONI G.; Aconcagua dal mare, 56.5. GIACOMINI A.: Tre donne e lo Hielo Patagonico, 70.4. SOTTILE G: Dalle Olimpiadi alla sostenibilità, 1.5 BETTINI G.: Escursionismo: per un turismo di qualità, GIGANTE D. e ROVIS S.: Fiume, città di mare che SPAGNOLI M.: I Parchi letterari, 65.3 1.1. cammina sui monti, 26.5. TAVERNITI M.: Groenlandia. Speleologia glaciale con il BEZZI R.: Orobianco, 50.6. GIONCO F.: Monte Perdido, 38.2 kajak, 30.1. BIANCHI S., BASILICO R., CANTONI A., COLETTO V., GOLIN A., ZANDONELLA CALLEGHER I., NICHETTI M.: TOMATIS F.: Tra Piemonte e Provenza, 66.3. PADOVANI G., VERDIANI A.: Trou de Touilles, 65.2. Festival: tempo di bilanci, 22.4. TROVA C.: Eiger: cinquant’anni dopo, 42.6. BLATTO M.: Alle origini dell’arrampicata metropolitana GUASTALLI E. e BEDOGNI V.: Cordini per alpinismo, VASSENA G.: Rwenzori 2006: 100 anni di stupore, subalpina, 60.1. 78.6. 64.1. BOBBA A. e CHIADÓ L.: Isole Svalbard. Scialpinismo in INAUDI G.: La conquista della Ciamarella, 50.4. VERDIANI A., BASILICO R., BIANCHI S., CANTONI A., capo al mondo, 37.1. IURISCI S.: Mainarde. New Age, 54.1. COLETTO V., PADOVANI G.: Trou de Touilles, 65.2. BORTOLUZZO R. e GERBI L.: Alla scoperta del Nepal, LEYDUAN G.: Valli di Lanzo 150 anni dopo, 48.4. VISCA B.: Il giro della Bessonese, 40.5. 26.2. MACONI A., AIMAR L., MERAZZI M., PREMAZZI A.: WILKE K.P., BASILICO R., BAVAGNOLI L., PADOVAN BOSCOLO A. e BELLIN G.: Alpago. Un gioiello per Sotto il Grignone, 72.5. G.: Camminare sotto, 60.6. scialpinisti, 46.1. MANDELLI G.M.: Le scale delle difficoltà, 36.4 ZANDONELLA CALLEGHER I., NICHETTI M., GOLIN A.: BRENGA M.: Da Charta Itinerum - Alpi senza frontiere MANICA M. e CICOGNA A.: Anni 2000. La svolta Festival: tempo di bilanci, 22.4. a Charta Itinerum - lungo le linee rosse, 90.6. dell’alpinismo, 1.4. ZANDONELLA CALLEGHER I.: Il Trento Filmfestival BRESSAN G.: Il captator, 76.1. MARROSU M.: Monte Limbara. Nel regno del granito, compie 55 anni, 11.1. BRESSAN G.: Progressione di conserva della cordata, 66.5. ZANZI L.: L’avventura culturale di Messner, 1.2. 82.5. MASON M. e DA RIOS I.: Storia semiseria ma sincera ZANZI L.: Sterminato Tibet; Tibet sterminato, 74.6. BRIDDA L.: Vette e Torri dei Monti del Sole, 30.5. del 35° corso INA 2006-2007, 33.4. BRUSCHI e SALINI G.: Perù 2006. Callejon de MAZZETTI M.: Aconcagua, 52.5. RUBRICHE Conchucos, 58.2. MENEGHETTI G. e CRACCO S.: Viti da ghiaccio, 74.3. Lettere alla rivista, 8.1, 8.2, 12.3, 10.4, 8.5, 8.6. CAI, Commissione Centrale Materiali e Tecniche e CAI, MENICHETTI M.: Il mondo delle grotte nell’Appennino Sotto la lente, 16.1, 14.2, 16.3, 14.4, 14.5, 12.6. Commissione Lombarda Materiali e Tecniche: La umbro-marchigiano, 61.3. Monte dei Cappuccini, 74.1, 72.2, 72.3, 84.4, 78.5, catena di assicurazione, 86.4. MERAZZI M., MACONI A., AIMAR L., PREMAZZI A.: 72.6. CANTONI A., BASILICO R., BIANCHI S., COLETTO V., Sotto il Grignone, 72.5. Libri di montagna, 69.1, 69.2, 68.3, 82.4, 76.567.6. PADOVANI G., VERDIANI A.: Trou de Touilles, 65.2. METZELTIN S.: De senectute alpina, 26.3. Ambiente, 80.1, 86.2, 80.3, 74.4, 88.5, 88.6. CARRER F. e DALLA MORA L.: Lesachtal, 44.6. MORANDINI M.: SuperAlp! Si può, 26.6. Arrampicata, 22.1, 24.2, 24.3, 20.4, 20.5, 20.6. CARRER F. e DALLA MORA L.: Tilliachertal, 40.1. NICHETTI M., ZANDONELLA CALLEGHER I., GOLIN A.: Cronaca alpinistica, 18.1, 16.2, 18.3, 16.4, 16.5, 14.6. CASAROTTO C.: Ghiacciaio della Marmolada: stato di Festival: tempo di bilanci, 22.4. Nuove ascensioni, 20.1, 20.2, 22.3, 18.4, 18.5, 18.6. salute, 74.4. OLIVETI P.: Energia, acqua, trasporti, 1.6. Il tema, 6.1, 6.2, 8.3, 8.4, 6.5, 6.6. CERADINI A.: Nei Grands Causses, 79.4. PACATI V.: Il Rifugio “Genova”, 64.6. Scienza e montagna, 78.2, 78.3, 90.4, 86.5, 84.6. CERONI A.: La mia esperienza al Corso, 34.3 DALLA PADOVAN G., BASILICO R., BAVAGNOLI L., WILKE Alta salute, 82.1, 84.2, 82.3, 92.4, 90.5, 86.6. LIBERA: L’arrampicata nell’età evolutiva, 36. K.P.: Camminare sotto, 60.6. CHIADÓ L. e BOBBA A.: Isole Svalbard. Scialpinismo in PADOVANI G., COLETTO V., BASILICO R., BIANCHI S., ILLUSTRAZIONI DI COPERTINA capo al mondo, 37.1. CANTONI A., VERDIANI A.: Trou de Touilles, 65.2. 1. Dry Tooling in Valle Spluga (M. Sertori) CHIESA D.: Adamello Parete Nord, 32.6. PADOVANI G.: Il 55° Trento Filmfestival, 24.4. 2. Seraccata di Punta S. Matteo (S. Flavoni) CICOGNA A. e MANICA M.: Anni 2000. La svolta PAOLETTO N.: Broad Peak, 46.3. 3. La Cima del Cerro Standhardt (E. Salvaterra) dell’alpinismo, 1.4. PASOTTI J.: Un anno di poli, 24.1. 4. Mont e Aiguille Noire de Peuterey (M. Sertori) COLETTO V., BASILICO R., BIANCHI S., CANTONI A., PEILA P.: Dal Vesuvio al Sentiero degli Dei, 43.2. 5. Torre dei Feruch Monti del Sole (P. Colombera) PADOVANI G., VERDIANI A.: Trou de Touilles, 65.2. PREMAZZI A., MACONI A., AIMAR L., MERAZZI M.: 6. Sul Caré Alto (D. Chiesa) COLLI D.: Gli Spalti di Toro, 42.4 Sotto il Grignone, 72.5. CRACCO S. e MENEGHETTI G.: Viti da ghiaccio, 74.3. PUPPI M.: Una scheggia di roccia impazzita in Val ILLUSTRAZIONI NEL TESTO CRACCO S.: Viti da ghiaccio, 74.2. Montanaia, 48.5. Gennaio - Febbraio D’ANTEO M.: Sul Gran Sasso, 60.4. RAVA L.: Novità nella cartografia escursionistica della Soglio: sullo sfondo Cengalo e Badile, 6. DA RIOS I. e MASON M.: Storia semiseria ma sincera Regione Emilia-Romagna, 92.5. Cassin, Bonatti e Mauri accompagnati da fiaccolata, del 35° corso INA 2006-2007, 33.4. RAVONI S.: Punta San Matteo, 34.2 12. DALLA LIBERA M.: Corsi per Istruttori Nazionali di REPETTO P.: Il Rifugio “Aronte”, 55.2. Costa e Rebuffat, 12. Alpinismo, 30.4. REPETTO P.: Il Rifugio “Venna alla Gerla”, 54.3. Cassin, Maraini, Tenzing, ? e Ghiglione, 12. DALLA LIBERA M.: Corsi per istruttori Nazionali di ROCCA M.: Montasio e Jôf Fuart, 56.4. Trenker, 12. Arrampicata Libera, 30.3. ROCCATI C.: L’altimetro segna Zero, 60.5. Padre Giovanni Maria De Agostini a colloquio con DALLA LIBERA M.: Snowboard alpinismo, 29.2 ROMANINI E.: Sciavamo alla milanese, 22.5. Bruno Biondo, 13. DALLA LONGA S.: Eiger, parete nord, 37.6. ROSSI S.: Québec. Sciescursionismo nella foresta Buhl e signora ospiti delle prime edizioni del Festival, 13. DALLA MORA L. e CARRER F.: Lesachtal, 44.6. boreale canadese, 34.1. Foto di scena del film “Cimes et merveilles”, 13. DALLA MORA L. e CARRER F.: Tilliachertal, 40.1. ROVIS S. e GIGANTE D.: Fiume, città di mare che Zecchinelli premia Cassin, 14. DANDRI F.: L’alpinismo delle evoluzioni …, 50.3. cammina sui monti, 26.5. Vaucer e Metzeltin con Tonella e Mazeaud, 14. DANIELE R.: Gruppo di Cima d’Asta, 44.5. SALINI G. e BRUSCHI .: Perù 2006. Callejon de Norgay premia Fantin, 15. DIANI P.: Buranco da Carnabûgia, 57.1. Conchucos, 58.2. Meroi durante la salita al K2, 18. FORNARI A.: Sul Pomagagnon, 56.3. SALSA A.: L’Abbé Gorret, 22.6. Meroi in vetta al Dhaulagiri, 18. FRANZONI G. e BERTA M.: Aconcagua dal mare, 56.5. SALSA A.: Relazione morale del Presidente Generale, Vielmo in cima al Makalu, 19. GARBI G.: Cascate a Gressoney, 54.6. 1.3. Il tracciato della via Stressful Rain, 19. GARBI G.: Nella Valle Finale dell’Aquila, 50.2. SERTORI M.: Aria di Sardegna, 56.6. Il Colle Gnifetti con il tracciato della Via Ambra, 20. GARDINO P.: Isola di Ellesmere-Monte Barbeau, 80.2. SERTORI M.: Cascate in Valle Spluga, 50.1. La parete Ovest della Cima De Lis Codis, 21.

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Mazzilis in apertura sulla Ovest della Cima De Lis Codis, Sulla sommità di Cima Vacche, 47. Con gli studenti della scuola primaria di Nakote, 26. 21. Lo spallone del Monte Guslon con il Pelmo, 48. I laghi di Gosainkund, 27. Fabrizio Droetto, 22. Il Monte Cavallo, 49. La consegna del materiale scolastico agli insegnanti, 27. Lisa Benetti, 22. Salendo a Casera Palantina, 49. Gruppo all’esterno dello stupa di Bodnat, 27. Villaggio in Groenlandia, 24. In discesa dai pilastri, 50. Il Laurebina Pass, 28. Schizzo comparativo di forme e dimensioni dei Poli, 25. Candelina a Isola, 50. Alunni della scuola di Malenchigaon, 28. Le distese senza fine dell’Antartide, 25. Dry tooling su “La cascata del cane”, 51. Discesa nel Gruppo del Monte Bianco, 29. Atterraggio del C-130 nei pressi della base “Mario Sulla placca gelata, 51. Discesa su ghiaccio, 30. Zucchelli”, 26. Alla cava di Isola, 52. Discesa su ampio pendìo, 30. Rilievi sulla lingua galleggiante del Ghiacciaio Drygalsky, Sertori su “La Cascata del Cane”, 53. 1° corso ISBA a Passo Rolle, 30. 26. Il versante nord del Monte La Mela, 54. Salita su dosso, 31. Operazioni per la collocazione di un campo remoto sul L’attacco di “Patagonia Express”, 54. Tavola divisibile-splitboard, 31. Ghiacciaio Campbell, 27. Sul secondo tiro di “Patagonia Express”, 54. In salita con attrezzatura alpinistica, 32. Lineamenti “alpini” della fascia costiera della Terra La parete nord del Monte Mare, 55. Lezione di discesa con lo snowboard, 32. Vittoria Settentrionale, 27. Sul 1° tiro di “Il tramonto oltre la cornice”, 55. Salita con ciaspole ai piedi, 33. La base americana di Mc Murdo, 27. Lucani sotto la cornice sommitale del Monte Mare, 55. Salendo al S.Matteo: sullo sfondo l’Ortles e il Gran Spedizione italiana 1968-69, 28. “Funghi” sulla sommità dell’anticima di M. La Meta, 56. Zebrù, 34. La Base di Scott nel 1973, 28. Cortina di stalattiti, 57. La grande seraccata, 34. Prime operazioni per la collocazione di un campo Condotta freatica, 57. Il passaggio chiave, 35. remoto sul Ghiacciaio Campbell, 29. Concrezioni multicolori nella sala di base, 58. La croce di vetta sul S.Matteo, 36. Rilievi topografici sul Ghiacciaio Strandline, 29. Concrezioni in fondo al ramo dietro la colonna, 59. La parte alta del percorso per il Palon de la Mare, 36. La base italiana di Baia Terranova “Mario Zucchelli”, 29. La colonna bianca e i capelli d’angelo, 59. Verso il Palon de la Mare, 37. Campo a quota 800 m, 30. Discesa nel pozzo, 59. Al Rifugio Renclusa, 38. Sermilgaq fjord con sullo sfondo il ghiacciaio Inizio di lavori di costruzione della parete artificiale del L’avventurosa salita del Canion de Ordesa, 38. Rasmussen, 30. Palazzo a Vela, 60. La bellezza del Canion de Ordesa, 39. Ingresso laterale di un “mulino”, 30. Una prova del campionato italiano FASI 1993, 60. Il mondo antico di Ordesa, 39. In risalita nel pozzo d’ingresso di MA.XA.RO.TA., 31. Giorda scopre la targa a Guido Rossa, 61. Panoramica sul tetto dei Pirenei, Pico de Aneto- Abisso MA.XA.RO.TA., 32. Mellano e Messner, 61. Maledeta, 40. Ingresso del MA.XA.RO.TA., 32. Giorda sulle “fessure d’Albione”, 62. La danza della discesa dall’Aneto, 40. Confluenza di due torrenti glaciali prima del mulino, 33. Pozzoli risale le corde alla base della cupola della Mole In discesa dal Petretxema, 40. Capanne sull’acqua gelata del fiordo, 34. Antonelliana, 63. Laura in salita verso il Petretxema, 41. L’alveo della Rivière Sainte-Marguerite: splendido Scalata alla Cima Margherita, 64. Ultimi passi sul Pico de Marbore, 41. itinerario per escursioni invernali, 34. Monte Stanley con le vette Margherita e Alessandra, Verso la vetta dell’Aneto, 42. Larice sopravvissuto sulla Cima del Mont Céleste, 35. 64. Passaggio al Portillon Superior, 42. La monotonia della foresta boreale del Québec è Vista panoramica sul lago Bojuko, 65. Abitazione con volta a botte, 43. spezzata da bianchi laghi, 35. Sgrenzaroli scala il Monte Speke, 65. Panorama su Positano, 43. Terreno ideale per sciescursionismo: bosco fitto e Scansione della fronte del ghiacciaio Speke, 66. Panorama su Praiano, 44. pianure rade, 36. Il seracco della parete nord del San Matteo, 67. Grotta naturale con ovile, 44. Veduta di Longyearbyen, 37. La Cima Alessandra, 67. Di Gennaro e Peila al Vesuvio, 44. Veduta aerea dei monti nei pressi di Longyearbyen, 37, Ricercatori con guide e ranger del Parco, 68. Il prato di Vezzena, 46. Campo ai piedi del ghiacciaio Fleinisen, 38. Giorgio e Laura Aliprandi, 72. Il Conte Cavalier Francesco Caldogno, 46. Salendo lungo il ghiacciaio Fleinisen, 38. Dissipatore “a Y”, 76. Cippo confinario sulla sommità di Cima Larici, 46. In salita sopra il ghiacciaio Svellnosbren, 39. Possibile posizione del moschettone a fine caduta, 76. Termini di confine a Marcesina, 47. In piena notte in vetta alla punta quotata 1030 metri, Sulla Via Ferrata Gemmi, 77, 78. Crinale di confine, 47. 39. L’ansa a fine corsa, 77. Anepoz, 47. La piana di Obertilliach, 40. Lupi, 80. Muro confinario con stele votiva, 48. Radura della Gartlhütte, 40. Sul pilastro centrale del Monte Bianco, 82. Termine di confine tra Rovegliana e Valle dei Signori, 48. Alla testata della Winkler Tal: sullo sfondo le Dolomiti di Termine confinario n. 2 sulla Pria Favella, 49. Lienz, 41. Marzo - Aprile Montagna della Ciola, 49. Porzehütte, 41. La roggia di Valbona, 6. Pianarella, via “Menti perdute”: il tiro in traversata, 50. Pascoli sommitali verso la Porzehütte, 41. La linea della via “Un altro giro di giostra”, 16. Penultimo tiro, 50. Verso la Cima di Golzentipp, 42. Zaninetti su “Hubble Dubble”, 18. Lorebì, penultima lunghezza, 51. Radura della Gartlhütte, 42. La linea Mis Amigos con alle spalle il Siula Grande, 18. Croci in sosta su Menti Perdute, 52. Obertilliach, 42. La via del fratello, 18. Da Lorebì, sguardo sul torrente Aquila e sul ponte per Scendendo in telemark da Oberhalm, 43. Sui graniti della Punta Massimo, 20. Sanguineto, 52. Verso la Winkler Alm, 43. I Gemelli, 21. In arrampicata sul terzo tiro di Lorebì, 53. Alla testata della Winkler Tal, 43. La parete Est dell’Antecima Nord, 21. Bric Grigio, 53. Eggekofel e l’altopiano dello Steinrasti, 44. Lenarduzzi sulle prime lunghezze della via alla parete Seconda sosta su Lorebì, 53. Ciapfsee sotto la mole del Porze, 44. Est del Cridola, 21. Seconda lunghezza su Gibbo, 54. La Gailtal, 45. La parete Est del Campanile di Villacco, 22. Celebrazione del Centenario del Rif. Aronte, 55. Sulla dorsale terminale del Golzentipp, 45. Il tracciato della Via Mazzilis-Picilli, 22. Copertina del volumetto del Centenario, 56. Cimon di Palantina, Monte Colombera, Forcelle Alta e Arrampicata sulla placca della “Vie dal Tac”, 22. Il Rifugio Aronte prima del restauro, 56. Bassa di Palantina, 46. Josune Bereziartu, 24. Il Rifugio oggi, 57. Nella foresta di faggi sopra Col Indes, 46. Ramon Puigblanque, 25. Il manifesto del centenario dell’Aronte, 57. Sulla cresta finale di Cima Vacche, 47, In vista al gompa Tarke Ghyang, 26. La Cordillera Blanca, 58.

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Pascolo sull’altipiano, 58. Bambini in palestra, 37. Simonetti sulle placche sulla parete Nord-Ovest della Sullo sfondo Pico Paz Y Bien, 59. Esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio e delle abilità di Peralba, 19. Aratura, 59. base, 38. La parete Sud del Pich Cjadenis, 19. La Cordillera Blanca, 60. Progressione evoluta da primo di cordata, 39. Tomas Mazek, 20. Verso Cumbre Derthona, 60. Frauenberger, Erti e Buhl, 40. Gabriele Moroni, 20. Alba in tenda, 61. L’ultima traccia di Buhl sul Chogolisa, 40. Da “The Golden Rush”, 24. Seracchi, 61, Buhl in vetta al Broad Peak, 41. Da “Primavera in Kurdistan”, 26. Laguna Baycocha, 61. Pareti calcaree del Karwendel, 41. Da “Linea di Eleganza”, 27. Laguna Libron, 62. Il Naga Parbat, 42. Da “La sécheresse du coeur”, 28. Ultimo ripido pendìo prima della cresta finale, 62. La traccia che sale alla Testa di Moro, 42. La nuova edizione di “_ buio sul ghiacciaio”, 28. Passaggio tra i seracchi, 62. Il prato delle fate e il versante nord del Nanga Parbat, Progressione su cascata di ghiaccio in Val Aurina, 30. Una sosta tra i seracchi, 63. 43. Manovre di autosoccorso, 30. La via di salita a Cumbre Derthona, 63. Il Nanga Parbat, 43. Salita su roccia, 31. La via di salita a Pico Paz Y Bien, 63. La tomba di Alfred Drexel, 43. Arrampicata di una cordata, 31. Alla ricerca di un passaggio, 63. Il K2, 44. All’uscita della via Becco di Valsoera, 32. In vetta, 63. Buhl in salita sulla cresta sommitale del Broad Peak, Gian Mario Piazza, 32. Vista del bacino imbrifero del Gran Vallone, 65. 44. Progressione su ghiaccio, 33. Attraversamento dell’acquedotto, 65. Buhl in salita al Broad Peak, 45. Esercitazioni su ghiaccio, 33. Versante chiomontino-exillese, 65. Al campo, 45. Progressione su terreno misto, 34, Risalita del tratto con la cascata, 67. Sui pendii verso il Campo III, 46. Progressione in conserva della cordata di Attraversamento dell’acquedotto, 68. La selletta a 7800 metri fra le due cime, 46. attraversamento su ghiacciaio, 34. Bassorilievo rappresentante un viso umano, 69. Il Broad Peak, 47. Tecniche di progressione su ghiaccio ripido, 35. L’isola di Baffin, 78. Sui pendii verso la selletta a 7800 metri, 48. Sulla parete Nord dei Pizzi Palù, 36. Glacier Bay, 79. Panoramica sul Baltoro, 49. Sulla via “Aste” alla Civetta, 36. Risolute Bay, 80. Nancy sulla cresta presso la vetta, 49. Sulla “Hasse-Brandler”, 36. Con le pulke sull’alto plateau, 80. Sulla via Couzy, 50. Biglietto di vetta della Cima Talagona Ovest, 42. Volando su Ellesmere, 80. Sulla via degli Spagnoli, 50. Wolfang Herberg, 42. Il Barbeau, 81. Su “Le Nez”, 50. Spalti di Toro, 43. La vetta del Barbeau, 81. Passaggi su “Le Nez”, 51. Il Rifugio Padova, 44. Sull’alto plateau, 81. La parete Nord delle Grandes Jorasses, 52. La campana di vetta del Campanile Toro, 44. Ekblaw Lake, 82. Alla sommità del pendìo di attacco a “Le Nez”, 52. L’Ago del Cridola, 45. La vetta del M. Barbeau, 82. Sulla via Berhault, 52. De Peppo, De Martin e un amico sulla cima del Panoramica della vetta del Barbeau, 82. Sulle placche verticali della via dedicata a Berhault, 53. Campanile Toro, 45. Uscita dall’Air Force Glacier, 83. Sulla via Minuzzo, 53. Utilizzo di mezzi artificiali sulla Via Piaz al Campanile Cercando l’uscita dall’Air Force Glacier, 83. Il Rifugio Europa, 55. Toro, 45. Rifugio Bottari, 86. Incendio sulle Tofane, 56. Cima Toro, 46. Rifugio Remondino, 86. Postazioni italiane al Col dei Stònbe, 56. Torre Antonio Berti, 46. Rifugio Migliorero, 88. Postazione blindata per mitragliatrici sul Col Tondo dei Sulla Fessura Piaz, 46. Rifugio Livio Bianco, 88. Canópi, 57. Tra gli strapiombi della via “Dino e Maria”, 47. Rifugio Carducci, 88. Le Pale de ra Pezories, 57. Incontro al Rif. Padova, 47. Rifugio Volpi, 88. Le Tofane, 58. Uja di Ciamarella, 48. Rifugio Papa, 88. Postazioni austriache sul crinale degli Zuoghe, 59. Alba sul Bessanese, 48. La Bujèla de Pomagagnon e il Gruppo del Cristallo, 60. Panorama sulla testata della Val d’Ala, 49. Maggio - Giugno Grotta di Faggeto Tondo, 61. L’Uja di Mondrone, 49. Mulino con ruota idraulica, 8. Grotta del Fiume: colonie di batteri, 62. La Ciamarella, 50. Mole per la frantumazione del quarzo, 9. Grotta del Fiume: cristalli di gesso, 62. L’Uja di Ciamarella, 50. Il maestro vetraio Signoretto al lavoro, 10. Grotta del Fiume: lago di acqua sulfurea, 63. La Croce Rossa, 51. Il museo del Vetro, 10. Grotta del Fiume: filamenti di colonie di batteri, 64. Il bivacco Bruno Molino, 53. Corso di lavorazione del vetro, 10. Grotta del Fiume: dettaglio di un filamento, 64. L’Uja di Mondrone, 53. Salvaterra e Beltrami lungo la via Festerville, 18. Grotta del Fiume: prelievo di campione di materia Il versante Est dell’Uja di Modrone, 54. McAleese in arrampicata, 18. organica, 64. Sulla via Nord-ovest dell’Olmetto, 54. La spettacolare parete Ovest del Cerro Torre, 19. L’isola di Baffin, 78. L’Uja di Mondrone, parete Nord, 55. L’imponente parete est del Cerro Cota, 20. Peary e guida Hinuit, 78. Il vallone nei pressi del Bivacco Gorizia, 56. Leoni in arrampicata sulla via Osa, 20. Bambini di tutto il mondo unitevi, 79. Versante Nord del Montasio, 57. La Pala del Marden, 22. Esempio di medicazione occlusiva, 82. Camoscio, 57. Roberta Longo, 24. Punta Berrino, 82. L’attacco alla “Ferrata Amalia”, 58. Flavio Crespi, 24. Il versante meridionale del Montasio, 59. Prove di chiodatura con Fix, 30. Luglio - Agosto Lungo le cenge del Sentiero Chersi, 59. Prove di volo e di trattenuta, 32, Nives Meroi in vetta all’Everest, 2. Dosso erboso, 59. Prove di tenuta della catena di assicurazione, 32. Huber durante l’apertura della via Puerta Blanca, 16. Stambecco, 59. Tecnica base di arrampicata, 33. La parete est del Cerro Catedral, 16. La conca detritica del , 60. Applicazione delle tecniche su parete verticale, 34. Faletti durante l’apertura della via Malaria, 17. L’alba dal Centenario, 60. Anna impegnata in una manovra di autosoccorso, 35. Il paesaggio di guglie inviolate all’estremo nord del Corno Piccolo, lungo la ferrata “Danesi”, 61. Progressione di base e posizionamento delle Camerun, 17. Il Ghiacciaio del Calderone, 61. protezioni, 36. La parete Est del Torrione Villa Santina, 18. Sul sentiero “Ventricini”, 62.

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L’ambiente selvaggio del Corno Piccolo, 62, Parravicini, 24. La pedemontana avianese, 48. Sentieri di roccia, 62. Stemma del Club Alpino Fiumano, 26. Stella ricostruisce in scala il “luset”, 48. Il massiccio del Corno Grande, 63. Palazzo del Governo di Fiume, 26. Il Campanile di Val Montanaia, 49. L’attacco della Ferrata “Danesi”, 64. Sede del CAF, 26. I Monti della Val Cellina, 49. La via Direttissima al Corno Grande, 64. Il Gruppo del CAI Fiume, 27. Il Circo Terminale della Val Montanaia, 50. Pareti di larice per il Rifugio della Noire, 65. I partecipanti alla prima gita del CAF sul Risnjak, 27. La Croda Cimoliana, 50. Su Mondi Sospesi, 65. Secondo numero di Liburnia - 1903, 27. Brambilla sulla Cima del Campanile, 50. La Cresta Sud dell’Aig. Noire de Peutérey, 66. La carovana dei gitanti milanesi e fiumani verso il L’ultima doppia, 51. Il Pic Gamba e la Tête des Chasseurs, 66. monte, 28. Ultimo raggio di sole sulle “Vette erbose”, 51. Sul Pic Gamba, 66. Incontro a Roma con alpinisti romani, 28. Qui sotto: “… un pulviscolo d’oro…”, 51. La Cresta di Peutérey, 67. Brodbeck il fondatore del CAF, 28. L’avvicinamento con i muli, 52. Sul primo tiro di Mondi Sospesi, 67. Guido Depoli, primo presidente del CAF dopo la prima Il campo base, 52. Mondi Sospesi: 2° tiro, 68. Guerra Mondiale, 28. L’Aconcagua, 53. Mondi Sospesi: 4° tiro, 68. Rifugio Città di Fiume, 29. Destreggiandosi tra i “penitentes”, 53. Sulla Tête des Chasseurs, 68, 69. Dalmartello e Berti al Rif. Locatelli, 29. Sul sentiero verso il campo base, 53. Su Bella di Giorno, 69. Flaibani e Smadelli, 29. Lago ghiacciato, 54. Barbieri, Tiraboschi e Giacomini, 70. Croda Bianca e Mont Alt, 30. Il Campo 2, 54. Campo sullo Hielo Patagonico Sur, 70. Il Bivacco Valdo e la Torre dei Ferùch, 30. Tra i “penitentes”, 55. In vista del Cerro Torre, 71. Panoramica dei Monti del Sole, 31. Antola e Bianchi in vetta, 56. White out sul Jorge Montt, 71. Lungo la cengia superiore della Cima del Bus del Diàol, Partenza dalla spiaggia di Viña del Mar, 56. L’accesso al Plateau, 73. 31. Verso il Paso del Cristo Redentor, 56. Sul Plateau al cospetto del Torre, 73. Mont Alt, Torre del Mont Alt e Monte Fornel, 32. Ingresso al Parco Nazionale dell’Aconcagua, 57. Sprofondamento nella neve, 73. Lo spigolo della Torre del Monte Fornel, 32. Tenda internet al campo base, 57. Il versante settentrionale della Marmolada, 74. In arrampicata lungo il sesto tiro della via Castiglioni Tramonto al Nido de Condores, 57. Il ghiacciaio principale della Marmolada, 76. Bramani, 32. Il grande traverso, 58. Il ghiacciaio occidentale della Marmolada, 76. Tracciato della via Schuster-Conedera-Zecchini, 33. Alla fine della Canaleta, 58. Mappa rappresentativa degli spessori del Ghiacciaio Il posto di bivacco presso il Van Grant, 33. Franzoni e Berta in vetta, 58. principale della Marmolada, 77. La Torre dei Ferùch, 33. La parete Sud dell’Aconcagua, 59. Fotografie da punti fissi, 78. Tracciato della via Castiglioni-Bramani, 34. In discesa verso Mendoza, 59. Paesaggio caratteristico del Causse Noir, 79. L’ultimo tiro della via sulla Torre dei Ferùch, 34, Christian Core in “Goblin”, 60. Gruppo di stalattiti tubolari, 79. Veduta di Kastraki e parte delle Meteore, 35. Roccati sul Big Wall, 60. Interno dell’Aven du Valat Nègre, 80. Torre “Hinterer Anapafsas”, 35. Reopasso, Spigolo Sud, 60. Interno della Grotta di La Barelle, 80. Settore ovest delle torri di Meteora, 36. Roccati in calata dal triangolo, 61. Ingresso di La Barelle, 80. In azione sulla via “del formaggio svizzero”, 36. Il Paretone di Loreto, 61. L’ingresso superiore dell’abisso di Bramabiau, 81. Particolare in azione sul Doupiani, 36. Roccati sullo Spigolo di Riva, 62. L’ingresso del Aven du Valat Nègre, 81. Geierwand, 37. Marchisio su “Ancora vivo”, 62. L’ingresso inferiore dell’abisso di Bramabiau, 81. Doupiani, 37, 38. Torturo sulle balze allo Scarpeggio, 62. Le celle di carico sul rinvio ed in sosta, 86. Torre “Hinterer Anapafsas”, 38. Roccati all’uscita della Nord del Penna, 63. Il sistema di misura e il programma in LABVIEW per Parete Hintere Meteorawand, 38. Roccati sulla Ferrata, 63. l’acquisizione, 87. Torre “Santo Spirito”, 39. Il traverso di Salto nel Blu, 64. Il sistema di estrazione lenta in una prova con cella di Sourloti, 39. Schenone su Monte Castellano, 64. carico, 88. Pixari, 39. Fida in traverso a Rocca di Corno, 64. Forse, le tenebre dell’Antartide vedranno presto la Geierwand, 39. Fida sull’Arco dei Guatechi, 65. luce, 90. La Bessanese, 40. Fida su Spiderman, 65. Sotto la calotta artica c’è un mondo ancora da Il logo del Tour, 40. Calabrò alla Baiarda, 65. scoprire, 90. Il Rifugio Gastaldi, 40. Su “Vento in Poppa”, 66. Casermetta dell’Autaret, 41, 43. Calata da una via, 66. Settembre - Ottobre Nel Vallone della Lombarda, 41. Lungo la via di via di Cibrario, 67. Il villaggio alpino all’Esposizione Internazionale di Torino, Segnaletica al bivio per il Colle dell’Autaret, 41. Il bel granito del Limbara, 67. 7. Il Rifugio Avérole, 42. Punta Sa Berrita, 68. Miha Valic, 16. Il Rifugio Cibrario, 42. Sulla vetta di Torre Littighjesu, 68. Miha Valic nel Gruppo del Monte Bianco, 16. Il Passo del Collerin, 43. Gogna sulla “Via della Tribolazione”, 69. Il campo di Meroi e Benet durante l’ascensione Tabella informativa al Lago della Rossa, 43. Ultimi raggi di sole, 69. all’Everest, 16. Cima Caldenave, 46, Arrampicando sopra il bosco, 70. La montagna nepalese Jasemba, 17. Vista verso N dal Rif. Caldenave, 44. Il Monte Biancu, 70. Valentini in cima all’Everest. 17. Il Rifugio Ottone Brentari, 44. In cammino tra i blocchi di granito, 70. La Costiera d’Antersass, 18. Lago Grande di Rava, 45. Torre Littighjesu, 71. La parete N.W. della Creta di Timau, 19. Veduta dal Cimon di Rava, 45. Le cime d’inverno, 71. Leonarduzzi sotto la placca di VIII+ alla Creta di Timau, Cima d’Asta, 46. Lungo il secondo tiro di “Mi ci ficco”, 71. 19. Rifugio Caldenave, 45. La forra del torrente Esino, 72. David Lama, 20. Il Lago di Forcella Magna e Cima d’Asta, 46. Il versante del Releccio al tramonto, 72. Angela Eiter, 20. I Laghi dell’Inferno, 47. La Grigna, 72. Emilio Romanini, 22. La parete Sud di Cima d’Asta sovrasta l’omonimo lago, L’entrata della grotta delle Tacole, 73. Romanini, Gazzana e Gansser, 23. 47. La parte bassa del Releccio, 73. Distintivo di istruttore di Alpinismo della Scuola La Casa Rossa, 48. Grotta Enea, le grandi gallerie concrezionate, 73.

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Galleria nella grotts Kinder Brioschi, 74. I masi di Raut, 48. Aguglia di Coloritzè, 56.6 Grotta Kinder Brioschi: corso d’acqua, 74. Crocifisso presso la sommità della Samalm, 49. Ala (Val d’), 49.4. Arco naturale Porta di Prada, 75. La Seemiesenhütte, 49. Alpago, 46.1 Carovana di cingolati in sosta notturna, 86. Passo dei Laghi Gemelli, 50. Alpi Vicentine, 46.2 Carovana di cingolati in movimento, 87. Sulla cresta che scende al bivacco Frattini, 50. Aneto (Vetta), 42.2 Utensile per il carotaggio dei campioni di ghiaccio in Verso il Rifugio Brunone, 50. Aiguille Noire de Peutérey, 65.4. profondità, 87. In discesa dal Passo dei Laghi Gemelli, 51. Antersass (Costiera d’), 18.5. La foresta offre una gran varietà di risorse, 89. Sullo sfondo il Pizzo del Diavolo e del Diavolino, 51. Appennino umbro-marchigiano, 61.3. In discesa dal canale centrale dello Scais, 52. Aquila (Valle dell’), 50.2 Novembre - Dicembre Verso il passo della Manina, 52. Aronte (Rifugio), 55.2. Onida e Salsa, 1. Creste di neve sotto il Monte Ferrante, 52. Arosa, 28.6. Lago Bròcan e Bacino del Chiotàs, 6. Passo della Manina, 53. Aurina (Val), 30.4. Versante nord del Gasterbrum II, 14. Primavera 2006: ancora neve sulla piazzetta di Autaret (Colle dell’), 41.5. Bernasconi in vetta al GII, 14. Gressoney, 54. Bernina (Gruppo del), 33.4. Unterkircher verso la vetta del GII, 14. Ai piedi del Tubolarbeal, 54. Berrino (Punta), 82.3. Passaggio su cresta verso la cima del Broad Peak, 15. Ai piedi di Sigarorror, 54. Bessanese (Massiccio), 40.5. Stucchi in scalata sul Sichuan, 15. L’uscita di Sigarorror, 55. Biancu (Monte), 70.5. Mondinelli in cima al Broad Peak, 15. Sulla Ciampa, 55. Brócan (lago), 6.6. Il tracciato della via “Dolomiten Fingen Kraut”, 18. L’inizio della scalata di Tubolarbeal, 55. Bus del Diàol (Cima del), 31.5. La Torre 1940, 18. Marcelli sotto la cima dell’Aguglia, 56. Cadini di Misurina, 21.2. Angeloni e Spiranelli sulla Presolana di Castione, 18. A Cala di Luna, 56. Caldenave (Cima), 44.5. La parete Est del Gruppo del Prabello, 19. La spiaggia con l’Aguglia di Goloritzé, 56. Calderone (Ghiacciaio del), 61.4. Parete Nord del Montasio, 19 In sosta su “Sole incantatore”, 57. Campanile di Villacco, 22.2. Maja Vidmar, 20. Bianco su “L’Alchimista”, 57. Cavallo (Monte), 49.1. Matteo Gambaro, 20. Quarta lunghezza di “L’Alchimista”, 57. Cervino (Monte), 28.6. L’Abate Gorret, 22. Via “Easy Gymnopedie”, 58. Chamois, 27.6. Casolari di Cheneil e il Grand Tournalin, 23. Spigolo Turchese, 58. Cima d’Asta (Gruppo di), 44.5. Gorret e Frassy a Cogne, 24. Scogliera di Biddiriscottai, 58. Cimoliana (Croda), 50.5. Chamois con il sole del giorno seguente, 27. Valli sulla penultima lunghezza di “L’Alchimista”, 59. Civetta (Monte), 36.4. Verso il Colle del Teodulo, 28. Punta Giradili, 59. Clapfsee, 44.1 Il versante orientale del Cervino, 28. Scendendo dall’Aguglia di Goloritzé, 59. Collerin (Passo del), 43.5. Arosa, 28. Camera di filtraggio dell’acqua piovana, 60. Corno Grande, 60.4. Lunga via delle Dolomiti, 30. Operazioni speleosubacquee, 60. Corno Piccolo, 61.4. In carrozza a Werfenweng, 30. Antica cisterna all’interno della Civita di Tarquinia, 60. Creta di Timau (Gruppo della), 19.5. Piccoli e il Rifugio Garibaldi, 32. Esplorazione dell’Acquedotto della Gabelletta, 61, 62. Cridola (Gruppo del), 21.2. La Nord dell’Adamello al tramonto, 32. Esplorazione dell’Acquedotto ipogeo di Fontana Cristallo (Gruppo del), 60.3. Inselvini su “Un mondo difficile”, 33. Antica, 61. Croda Bianca, 30.5. Calata nel crepaccio, 33. Particolare del ninfeo ipogeo di Orte, 62. Diavolo e Diavolino (Pizzo del), 51.6. Vertigine sulla Nord, 34. Pozzo dell’Acquedotto delle Arcatelle, 62. Dolomiti di Lienz, 41.1. Berta sui pendii centrali di “Senza chiedere Moncrivello: esplorazione e rilievo del pozzo, 63. Eggekofel, 44.1 permesso”, 34. Graffito, 63. Eiger, 37.6. Berta sul tiro centrale di “Senza chiedere permesso”, Schlüter, 64. Europa (Rifugio), 55.3. 35. Schlüterhütte, 65. Ferrante (Monte), 52.6. Volpi su “Un Mondo difficile”, 35. Il Rifugio Genova durante i festeggiamenti del Ferùch (Torre dei), 33.5. Uscita su roccia sotto la vetta, 36. Centenario, 65. Fornel (Monte), 32.5. Le 5 linee di ghiaccio sulla Nord dell’Adamello, 36. Günther Messner con la famiglia, 66. Frasassi (Gola di), 63.3. Sul “Ragno”, 37. Fais, Bonacini e Santini, 66. Fronhalm, 46.6. Sul traverso del “Secondo Nevaio”, 38. Stelle alpine, 68. Gailtal, 45.1 Misto difficile sopra il “Secondo Nevaio”, 39. Nomadi tibetani, 74. Genova (Rifugio), 64.6. Il terzo bivacco sulla Cresta Mittelegi, 39. Il Kailash, parete Sud, 74. Golzentipp (Cima de), 42.1 La parete Nord dell’Eiger, 40. Con Schranz al termine della “kora”, 76. Gran Sasso, 60.4. Finalmente in vetta, 41. Alcuni spigoli utilizzati, 78. Grandes Jorasses, 50.3. Eiger, versante Nord-est, 42. Effetto dello spigolo sul cordino, 79. Grands Causses, 79,4, Guardando a sud dall’Eiger al Ghiacciaio di Aletsch, 43. Montagna di cordini rotti, 81. Gressoney, 54.6. Il santuario di Maria Luggau, 44. Una rompighiaccio al Polo Nord, 84. Grignone, 72.5. Sulla cupola del Samalm, 44. Sull’isola di Francesco Giuseppe, 85. Guslon (Monte), 48.1. Verso le capanne della Rauteralm, 44. Marinaio russo con in mano simbolicamente il Polo Jôf Fuart, 56.4. Lungo la forestale da Maria Luggau alla Samalm, 45. Nord, 85. La Meta (Monte), 54.1. I fienili della Samalm, 45. Morbo di Lyme - primo stadio, 86. Laghi Gemelli (Passo dei), 50.6. Il portale d’ingresso del Santuario, 45. Momenti delle attività formative al rifugio Deffeyes, 88. Lanzo (Valli di), 48.4. La Fronhalm, 46. Lavaredo (Cima Grande di), 36.4. Salendo al belvedere della Samalm, 46. INDICE DEI LUOGHI Lesachtal, 44.6. La Hochweisssteinhaus, 46. IN ORDINE ALFABETICO Limbara (Monte), 66.5. La sommità della Samalm, 47. Alpi e Appennini Lis Codis (Cima de), 21.1, 22.2. I fienili di Klamme, 47. Adamello, 32.6. Lombarda (Vallone della), 41.5.

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Mainarde, 54.1. Spluga (Valle), 50.1. Fleinisen (Ghiacciaio - Isole Svalbard - Norvegia), 38.1. Marden (Pala del), 22.3. Steinrasti (Altopiano dello), 44.3. Gasterbrum II (Cina), 14.6. Mare (Monte), 55.1 Teodulo (Colle del), 28.6. Glacier Bay (Alaska), 79.2. Maria Luggau (Santuario di), 44.6. Tilliachertal, 40.1. Gosainkund (Laghi di - Nepal), 27.2. Marmolada (Ghiacciaio della), 74.4. Uja di Ciamarella, 50.4. Groenlandia, 30.1. Massimo (Punta), 20.2. Uja di Mondrone, 53.4. Hielo Patagonico (Patagonia), 70.4. Meteora (Torri di), 35.5. Vacche (Cima), 47.1. Huantsan (Perù), 18.2. Mont Alt (Torre del), 34.5. Vesuvio, 43.2. Jasemba (Monte - Nepal), 17.5. Mont Alt, 30.5. Villa Santina (Torrione), 18.4. K2 (Pakistan), 18.1, 44.3. Montagna della Ciola, 49.2. Winkler Tal, 43.1 Kailash (Tibet), 74.6. Montanaia (Val), 48.5.. Laurebina Pass (Nepal), 28.2. Montasio, 56.4, 19.6. Altri luoghi Longyearbyen (Isole Svalbard - Norvegia), 37.1. Monte Bianco (Gruppo del), 29.2, 16.5. Aconcagua (Argentina), 52.5. Mitsinjoarivo (Madagascar), 16.2. Monti del Sole, 30.5. Aguja Desmochada (Argentina), 16.4. Nanga Parbat (Pakistan), 42.3. Obertilliach, 42.1 Air Force Glacier (Canada), 83.2. Paso del Cristo Redentor (Argentina), 56.5. Ordesa, 39.2. Antartide, 25.1, 90.4, 86.5. Pico Paz Y Bien (Perù), 59.2. Polo Nord, 84.6. Peralba (Massiccio della), 19.4. Baffin (Isola di - Canada), 18.2, 78.2. Québec, 34.1. Perdido (Monte), 38.2. Barbeau (Monte - Canada), 81.2. Resolute Bay (Canada), 80.2. Piantonetto (Vallone di), 30.4. Broad Peak (Pakistan), 46.3, 15.6. Rwenzori (Uganda), 64.1. Pich Cjadenis, 19.4. Callejon de Conchucos (Perù), 58.2. Sichuan (Cina), 15.6. Pizzi Palù (Gruppo dei), 33.4. Cerro Catedral (Cile), 16.4. Siula Grande (Perù), 18.2. Pizzo Redorta (Gruppo del), 50.6. Cerro Cota (Cile), 20.3. Speke (Monte - Uganda), 65.1. Pomagagnon, 56.3. Cerro Standhardt (Argentina), 18.3. Stanley (Monte - Uganda), 64.1. Porzehütte, 41.1 Cerro Torre (Patagonia), 19.3, 71.4. Svalbard (Isole - Norvegia), 37.1. Prabello (Gruppo del), 19.6. Cordillera Blanca (Perù), 58.2. Svelinosbren (Ghiacciaio - Isole Svalbard - Norvegia), Presolana di Castione, 18.6. Cumbre Derthona (Perù), 60.2. 39.1. Rolle (Passo), 30.2. Dhaulagiri (Nepal), 18.1. Terranova (Baia - Antartide), 26.1. Samalm, 45.6. Drygalsky (Ghiacciaio - Antartide), 27.1. Tibet, 74.6. San Matteo (Punta), 34.2. Ellesmere (Isola di - Canada), 80.2. Spalti di Toro, 42.4. Everest, 2.4, 16.5. SV_Gennaio-Febbraio2008 10-12-2007 18:46 Pagina 2

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NAREGNO - CAPOLIVERI - PORTO AZZURRO - MARGIDORE Elba

Hotel - Residence e Resort “LE ACACIE”: a ridosso del Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano, un’oasi di verde, sulla spiaggia di Naregno. Spiaggia pri- vata di sabbia, piscina, baby-piscina, idromas- saggio-open-air, tennis, scuole sportive, anima- zione, mini-club, junior- club, mini-market con rivendita giornali e tabacchi, parcheggi riservati, scuola diving e vela convenzionati sulla spiaggia. Specializzato per bambini e adolescenti, attrezzato per disabili. L’ALBERGO: camere con telefono diretto, TV sat, ventilatore a soffitto, bal- a Pensione Villa Rodriguez, a Naregno di Capoliveri, ha qualco- concino o piccolo patio, aria condizionata. Ristorante di ottimo livello con Lsa di esotico, a partire dal nome della famiglia che ne è proprie- cucina marinara ed internazionale, a buffet: piccola colazione, antipasti, taria e la gestisce. Poi c’è la posizione: fronte mare con spiaggia pri- contorni e dessert; per la cena servizio a tavola con una scelta di primi e vata, circondata da ricca vegetazione che la rende “un’oasi verde”. È secondi, attrezzato per diete particolari e mini-menù per bambini. aperta da Aprile a Ottobre, per farvi scoprire come qui l’autunno è IL RESIDENCE: appartamenti e villette, mono-bi-trilocali che usufruiscono rivale delle isole esotiche. La pensione, molto confortevole, ha 31 di tutte le attrezzature dell’albergo. Telefono diretto, cassaforte, TV sat (in comode camere con servizi privati, aria condizionata, riscaldamen- alcuni barbecue), parcheggio riservato, biancheria con cambio settima- to, telefono e TV. La cucina, curata personalmente dalla proprietaria, nale, pulizia finale. Il complesso è curato personalmente dai proprietari. offre un’ampia scelta di piatti internazionali ed elbani, ottimi quelli Prenotate la Vostra “casa al mare”, nell’isola più suggestiva del Tirreno! a base di pesce. Offre parco giochi attrezzato e scuola sub in Mezza pensione da € 69,00 a € 139,00 a persona al giorno hotel. Nelle vicinanze: scuole di vela, windsurf, equitazione. Appartamenti da € 266,00 a € 1.827,00 Mezza pensione da € 49,00 pensione completa da € 51,00 Particolare attenzione (anche economica) per i soci CAI, a partire dal 4%, periodi da definire. SCONTO A SOCI C.A.I. 10% fino al 28/06/2008 e dal 06/09/2008 in poi HOTEL ★★★★ RESIDENCE★★★ “LE ACACIE” 57031 Capoliveri (LI) PENSIONE VILLA RODRIGUEZ ★★★ ☎ 0565-966111 fax 967062 Centro prenotazioni numeri diretti: 57031 Capoliveri (LI) Località Naregno Mara 0565-966122 Cristiana 0565-966123 ☎ 0565-968423 fax 935024 E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] www.acacie.it e Portoferraio è il S“capoluogo” dell’Elba, nodo stra- dale e marittimo, Porto Azzurro è il centro storico più caratteristico, con la sua bella piazza, il lungomare, il pas- seggio, le bancarel- le, i negozi e un piz- zico di allegra mon- danità che non gua- sta. A pochi passi dal centro di Porto Azzurro sorge l’Hotel Due Torri, un elegante tre stelle recentemente ristrutturato. Aperto tutto l’anno, dispone di 26 conforte- volissime camere più 4 appartamenti con servizi privati, telefono, televisore, riscaldamento e aria condizionata. Il ristorante offre una cucina casalinga e molto gustosa. Poco più a sud, a 3 Km in località Naregno, il Residence Elba acco- glie i suoi ospiti in una incantevole area irettamente sulla spiaggia di Margidore, nella meravigliosa cornice ricca di verde: 22 mini appartamenti con Dcreata dal verde intenso della macchia mediterranea e dalle sfuma- doccia, angolo cottura, balcone vista ture turchesi del mare di Capoliveri, si affaccia il complesso del Residence mare e posto macchina coperto. Casa del Golfo. Sono 26 appartamenti, tutti con vista sul Golfo Stella: Accogliente pineta con ampio gazebo, monolocali, bilocali e trilocali da 4, 5 e 6 posti letto, dotati di soggiorno- barbecue, panche e tavoli; spiaggia cucina, bagno con doccia, terrazza, telefono e TV. Il residence offre servi- attrezzata a 300 metri con scuola di vela. zio di: internet point, lavanderia, asciugatura a gettone e stireria, servizio Mezza pensione da € 50,00 a € 75,00 di spiaggia e noleggio gommone. Ha parcheggio privato e accetta ani- Appartamenti in residence da € 40,00 a € 85,00 al giorno, tutto compreso mali. Nelle immediate vicinanze si trovano negozi, pizzerie, ristoranti, SCONTO A SOCI C.A.I. 10% sul pernottamento in Hotel campi da tennis. Si possono noleggiare attrezzature da sub. SCONTO A SOCI C.A.I. 5% esclusi Luglio e Agosto esclusa Pasqua, Luglio e Agosto e ponti ★★★ ★★★ RESIDENCE CASA DEL GOLFO HOTEL DUE TORRI Porto Azzurro (LI) ☎ Via XXV Aprile ☎ 0565-95132 fax 957797 Capoliveri (LI) Località Margidore 0565-964347/8 fax 964349 E-mail: [email protected] www.duetorri.da.ru E-mail: [email protected] www.casadelgolfo.it www.serviziovacanze.it SV_Gennaio-Febbraio2008 10-12-2007 18:47 Pagina 5

Elba CAPOLIVERI - MARINA DI CAMPO - CAVO

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