U F F I C I O T O P O N O M a S T I
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Ufficio Toponomastica Progetto “ CHI SONO ?” note sui nomi delle vie di CESENA Scheda relativa a : AZEGLIO VICINI Azeglio Vicini, figura di grande spessore dello sport e del calcio nazionale, nacque nelle campagne di Cesena, alla “Cascina Rossa” (frazione San Vittore), il 20 marzo 1933. Il padre Giuseppe, detto “Giovanni”, originario di via Cupa (frazione Tipano), era nato nel 1892 e di professione faceva il mezzadro, mentre la madre Maria Dall’Ara era nata nel 1894. Azeglio era l’ultimo di sette fratelli: Amos Augusto (1917), Iva Nerina (1918), Fiorina Alma (1919), Florindo (1920), Alma Silvana (1926) e Renzo (1928). Un altro fratello di nome Azelio era nato dieci anni prima di lui (1923), ma morì prematuramente nel 1929. La famiglia andò ad abitare a Massa di Settecrociari al civico 9, poi si trasferì a San Carlo, lungo la provinciale, al civico 174. In seguito alla morte del padre, il 6 giugno 1938 Maria e i figli emigrarono a Cesenatico, in via Mazzini, e Azeglio cominciò a frequentare la scuola; la sua maestra era la madre di Giorgio Ghezzi, detto il “kamikaze”, indimenticato portiere dell’Inter, del Milan e della Nazionale negli anni cinquanta. Azeglio era bravo a scuola, tanto che la madre Maria desiderava per lui una carriera da maestro; il ragazzo, però, sognava di fare l’esploratore, amava fantasticare sull’Africa e leggeva i romanzi di avventura di Salgari. Il suo sogno, seppure in altra maniera, si realizzerà quando diventerà calciatore e poi allenatore. Ancora bambino vide partire per il fronte iugoslavo – e per fortuna tornare – il fratello Florindo; poi, dopo l’8 settembre 1943, visse di persona le tragedie della guerra, subendo la violenza e i traumi dei bombardamenti. A sedici anni esordì con la squadra del Cesenatico, ma fu un’avventura che durò poco a causa di un’invasione di campo che costò alla squadra la squalifica per un anno. Richiesto dalla Spal, che in quegli anni militava tra la serie A e la serie B, a causa della distanza Vicini preferì trasferirsi al Cesena che lo acquistò nel 1950 per 350.000 lire. Con i dribbling di Edo Lelli, che sarà l’amico di tutta la vita, le dodici reti di Azeglio e le 33 di Veglianetti, il Cesena vinse il campionato e approdò alla IV serie. A fine stagione la giovane promessa venne visionata da Lazio, Como, Napoli e Lanerossi Vicenza che proprio nel 1953 lo comprò per quattro milioni di lire. Con il Vicenza, che diventò la prima squadra italiana a portare sulla maglia il nome e il logo dell’azienda che ne era proprietaria, arrivò la svolta nella carriera di Vicini che si trovò in poco tempo dalla Promozione alla serie B. Nella serie cadetta il debutto fu contro il Treviso e finì 0-0. Con lui giocavano Sergio Campana e un altro cesenate, Emilio Bonci, anch’egli giunto a Vicenza nel 1953; a entrambi Vicini fu molto legato da una sincera amicizia che durò Comune di Cesena – Ufficio Toponomastica Piazza del Popolo, 10 – tel. 0547 356111 [email protected] Ufficio Toponomastica Progetto “ CHI SONO ?” note sui nomi delle vie di CESENA Scheda relativa a : AZEGLIO VICINI tutta la vita. In quel primo campionato, dove la squadra si piazzò al settimo posto, collezionò diciassette presenze e sei reti. Quella stagione, però, fu anche uno dei protagonisti nella squadra primavera che trionfò al Torneo di Viareggio, vincendo contro squadre del calibro di Real Madrid (3-1 con una rete di Vicini e due di Campana), Fiorentina, Milan e Juventus. Con lui il Vicenza bissò la vittoria nello stesso torneo l’anno seguente. Il campionato successivo fu una corsa trionfale per la squadra maggiore che conquistò la serie A. Il 25 settembre 1955 esordì nella massima serie alla seconda giornata, nella prima gara interna della stagione contro l’Inter (finì con una sconfitta 0-2). Fu proprio in quell’anno che a Vicenza Vicini conobbe Ines Crosara (nata nel 1937); fu un incontro casuale ma bellissimo, proprio davanti al Palazzo della Ragione meglio noto come Basilica Palladiana. Dopo tre ottimi campionati nel Vicenza, Vicini fu ceduto alla Sampdoria per novanta milioni di lire. A Genova giocò assieme a bravi giocatori come l’austriaco Ernst Ocwirk, lo iugoslavo Vujadin Boskov e Sergio Brighenti. Alla Sampdoria cominciò a giocare nel ruolo di mediano, mentre al Cesena e al Vicenza il suo ruolo era stato quello di mezzala, ragion per cui era riuscito a fare più reti. Il suo primo goal in serie A lo segnò nel dicembre 1956 nell’1-1 contro il Bologna. La permanenza a Genova durò ben sette stagioni, tutte da titolare e tutte in serie A, con 191 presenze. E Genova gli rimase nel cuore non solo per il calcio, ma anche per le tante amicizie e fu proprio qui che maturò in Azeglio la decisione di convolare a nozze con Ines; il matrimonio fu celebrato nella chiesa di Santa Caterina a Vicenza, città di origine della sposa, l’11 giugno del 1958. All’inizio Ines non era interessata al calcio, ma a poco a poco si appassionò e cominciò a seguire il marito in ogni fase della sua carriera. Intanto, nel 1959, a Genova era nato il primogenito Manlio. Nella stagione 1962-63 i risultati della squadra non furono eccellenti e la Sampdoria chiuse il campionato all’undicesimo posto. Vicini fu ceduto al Brescia, squadra che che giocava nella serie cadetta, ma partiva con una penalizzazione di sette punti. Lasciare Genova, dove la famiglia si era trovata tanto bene, non fu facile; Brescia era una città molto diversa da quella ligure, ma anch’essa si rivelò una città molto accogliente: qui nacquero Ofelia (1964) e Gianluca (1967), il terzo e ultimo figlio. Vicini esordì nella trasferta di Varese con la sua nuova squadra il 15 settembre 1963 e finì con una sconfitta (0-4). Nonostante la penalizzazione, quell’anno le “rondinelle” non solo recuperarono, ma sfiorarono addirittura la promozione in serie A e nell’anno Comune di Cesena – Ufficio Toponomastica Piazza del Popolo, 10 – tel. 0547 356111 [email protected] Ufficio Toponomastica Progetto “ CHI SONO ?” note sui nomi delle vie di CESENA Scheda relativa a : AZEGLIO VICINI successivo (1964-65) arrivarono prime in campionato salendo così nella massima categoria dopo diciassette anni di permanenza in serie B. Vicini cominciava ad avere 32-33 anni, un’età per quei tempi considerata piuttosto avanzata per un calciatore, quindi decise di pensare al futuro e, prima di cominciare la sua terza e ultima stagione nel Brescia, nell’estate del 1965 si iscrisse a un corso per allenatori professionisti di prima categoria a Coverciano. Conclusa la carriera di calciatore, cominciò quella di allenatore che gli avrebbe dato le maggiori soddisfazioni. Il Brescia gli affidò subito la guida della squadra “Primavera” e, all’inizio del campionato 1967-68, all’età di soli 34 anni, fece il suo esordio in serie A, sulla panchina della prima squadra. Il campionato si rivelò molto difficile e livellato: era l’anno del Milan di Rocco e Rivera che vinse lo scudetto. Fu una stagione molto sofferta che si concluse con la retrocessione delle “rondinelle” in serie B, proprio all’ultima giornata. Durante l’estate del 1968 Vicini fu scelto dalla Federazione per partecipare a un ciclo di aggiornamento in Inghilterra con un gruppo ristretto di colleghi accompagnati da Ferruccio Valcareggi, il CT della nazionale italiana fresca vincitrice del Campionato Europeo. Fu quella l’occasione giusta per entrare nell’ambiente che contava e infatti di lì a pochi mesi arrivò l’offerta di entrare in Federazione come collaboratore di Valcareggi e come responsabile della nazionale Under 23. Nell’ambiente della nazionale maggiore, assieme a Enzo Bearzot (che porterà l’Italia a vincere il mondiale nel 1982), Vicini fu collaboratore tecnico di Valcareggi che seguì ai mondiali di Messico 1970 e Germania 1974. Per il tecnico romagnolo fu una palestra importante che lo abituò alle pressioni delle grandi competizioni, alla difficile gestione del gruppo. Il primo incarico di una certa rilevanza giunse nella stagione 1975-76, alla guida della nazionale Under 23, con cui disputò il campionato europeo di categoria. Dal 1976 gli fu affidata l’Under 21 che condurrà per ben dieci anni ai campionati europei, ottenendo tre volte la qualificazione ai quarti di finale (1978, 1980 e 1982) e arrivando alla semifinale nel 1984 e in finale all’edizione del 1986 quando sfiorò il successo con un piazzamento d’onore dietro la Spagna. All’andata, sul terreno del Flaminio, finì 2-1 per gli azzurrini, ma nel ritorno di Valladolid gli spagnoli si imposero con lo stesso risultato; poi salì in cattedra il portiere “paratutto” Ablanedo, pupillo di Luis Suarez, che parò tre rigori. Nel frattempo proseguì il suo impegno con la nazionale maggiore nei tre mondiali successivi (Argentina 1978, Spagna 1982 e Messico 1986) collaborando con il CT Enzo Bearzot e succedendo a quest’ultimo in seguito alla sfortunata esperienza ai Mondiali del Comune di Cesena – Ufficio Toponomastica Piazza del Popolo, 10 – tel. 0547 356111 [email protected] Ufficio Toponomastica Progetto “ CHI SONO ?” note sui nomi delle vie di CESENA Scheda relativa a : AZEGLIO VICINI Messico, quando l’Italia venne eliminata agli ottavi di finale dalla Francia di Michel Platini. L’annuncio ufficiale del CONI giunse il 1° agosto 1986. Vicini ricostruì la nazionale puntando sui “suoi” ragazzi dell’Under 21 destinati a diventarne i cardini della sua gestione: Mancini, Vialli, Zenga, Giannini, Donadoni, Bergomi, Ferri, solo per citarne alcuni. Il calcio di Vicini fu subito considerato tradizionale, “all’italiana”, ma in verità era già molto moderno e gli inserimenti di Maldini subito, e Baggio e Schillaci poi, ne avrebbero fatto una squadra all’avanguardia e di grande classe.