La Sinistra storica

Capitolo 15

1 Problemi economici e sociali dell’unificazione

Maggior problema durante la costituzione italiana: struttura interna dell’Italia. Tra alcuni democratici c’era una tendenza federalista che aspirava ad uno stato decentrato politicamente ed amministrativamente, ma prevalse il centralismo.

Si crea uno stato basato sul centralismo, ma nel Centro-Sud c’erano molti liberali che volevano autonomia regionale, da qui si diffonde la parola ‘piemontismo’, come se il Piemonte considerasse la restante parte d’Italia un territorio di conquista.

Appena unita, l’Italia si trova in una crisi finanziaria dovuta alle spese per le guerre e per l’unificazione, si registra anche una stasi demografica nella quale la popolazione non cresce né cala.

L’Italia aveva una forte divisione e differenza interna, parliamo del Nord e Sud Italia. Questa divisione è dovuta a vari fattori come le tradizioni, le monete, i pesi e le misure che erano diverse in ogni regione. Il problema più rilevante riguardava la lingua e l’analfabetismo. Per risolvere i problemi dell’analfabetismo venne avviato un progetto di pubblica istruzione, il primo passo viene fatto dalla legge Casati che alla fine si rivela inutile. Altra differenza tra le regioni riguardava l’agricoltura e l’industria che erano fortemente arretrate al Sud. L’arretratezza di questa zona causa povertà che porta molte malattie (pellagra, malaria, colera, tifo) e porta ad un grave stato igienico-sanitario della popolazione.

2 Questi gravi problemi sociali venivano affrontati da due diversi schieramenti principali definiti Destra e Sinistra, il nome era dato sulla base del posto che occupavano in Parlamento.

I componenti della Sinistra storica facevano parte della media borghesia, erano mazziniani e garibaldini e si riunivano nel Partito d’azione, fondato da G. Mazzini a Ginevra nel 1853 in cui c’erano repubblicani interessati ai problemi sociali con tendenze progressiste e si basavano su una cultura democratica, questo partito comprendeva anche persone dagli ideali e dai programmi affini. A questa corrente appartenevano , i fratelli Cairoli, Garibaldi ed infine .

Fratelli Cairoli Urbano Rattazzi Francesco Crispi 3 Programma della Sinistra storica

La Sinistra aveva un vasto programma di riforme politiche e sociali, tra queste troviamo:

1.Riforma elettorale: allargamento della partecipazione popolare alla vita elettorale. La riforma viene realizzata nel 1882, ma viene soltanto abbassato il limite di età degli elettori (da 25 a 21 anni) e il livello del censo (da 40 a 19,80 lire).

2.Riforma fiscale: aumento delle tasse alle classi più ricche allietando il peso che gravava sulle classi popolari. Si voleva abolire la tassa sul macinato. Viene abolita tra il 1880 e il 1884, ma finisce per danneggiare il bilancio pubblico. 3.Riforma scolastica: riduzione di analfabetismo e quindi miglior istruzione delle classi popolari. La riforma si realizzò con la legge Coppino nel 1877, in cui si stabilisce l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione elementare. Ci volle molto tempo dato che serviva un grande impegno economico per la costruzione delle strutture e per l’aumento di insegnanti.

4.Riforma politica: risolvere la questione meridionale, quindi rimediare all’arretratezza culturale ed economica del Sud.

5.Iniziative sociali: istituzione di una cassa nazionale per aiutare i lavoratori che hanno incidenti sul lavoro e l’approvazione di leggi protettive del lavoro per donne e bambini.

6.Politica economica: protezionismo incentivato dalla grave crisi agricola, c’è concorrenza. Il governo decide di proteggere i prodotti nazionali con una barriera doganale che porta un grande guadagno, ma provoca danni nei rapporti commerciali soprattutto con la Francia, dando così inizio alla guerra delle tariffe. Le conseguenze di questa politica sono disastrose, c’è un forte calo delle esportazioni e un crollo dei prezzi.

4 Per poter avviare questo programma politico doveva salire al governo il nuovo primo ministro che dovette chiedere l’appoggio ai singoli deputati i quali lo avrebbero votato solo se lui gli avesse fatto favori personali, ciò provoca una formazione non stabile dei due componenti del parlamento dato che potevano esserci continui scambi di maggioranze, questa politica viene definita che contribuì a rendere ancor meno distinguibili Destra e Sinistra e favorì un ampio schieramento liberale di centro, si formano così delle ali estreme a destra (gruppo conservatore) e a sinistra (gruppo radicale).

conseguenze

Programma politico di Depretis limitato e grave danno allo sviluppo delle istituzioni e della vita politica italiana.

Progresso industriale: fonte di ricchezza. Importanti industrie tessili, metallurgiche, meccaniche e chimiche. Fondazione di banche che concedevano crediti. Inizia così l’industrializzazione. Costruzioni di nuovi complessi.

Edison

5 Il governo da Crispi alla crisi di fine secolo

6 Dopo la caduta del governo di Crispi sale al governo , appartenente alla Sinistra moderata, voleva difendere la monarchia, ma voleva anche risolvere le questioni dei lavoratori e delle masse popolari, infatti mise in secondo piano la questione coloniale.

Giolitti dovette affrontare il problema della miseria dei lavoratori oltreché in Sicilia, anche a Carrara e in Lunigiana, altri due avvenimenti crearono ancora più disordine:

Scandalo Banca Romana nata nel 1835, un deputato Indignazione a seguito di un I dirigenti della Banca vengono radicale rende pubblica accaduto in Francia che processati e condannati. Nello un’indagine il cui risultato provoca una ‘caccia scandalo risulta coinvolto dimostra che la Banca all’italiano’. anche Giolitti costretto a Romana mostra dimettersi. irregolarità nell’emissione di moneta. 7 Dopo le dimissioni di Giolitti sale al governo ancora Crispi, ma per pochi anni. Vuole ristabilire l’ordine interno allo stato italiano attraverso duri sistemi repressivi. Considera le lotte e rivolte contadine e operaie un attentato all’unità e sicurezza dello stato, perciò inizia una politica autoritaria e antipopolare.

Ristabilisce una politica coloniale, vuole espandersi nel Corno d’Africa, ma l’esercito italiano viene nuovamente sconfitto dall’imperatore Menelik. Ciò porta alla dimissione definitiva di Crispi. Questo periodo viene definito dagli storici età crispina, vista la durata del suo governo.

Sale al governo Antonio di Rudinì nell’ottobre 1896 che stipulò con Menelik la pace di Addis Abeba nella quale si stabilisce che l’Italia deve rinunciare all’espansione in Etiopia, ma può mantenere l’, di Rudinì ristabilisce i rapporti con la Francia portando pace sul fronte interno attraverso un accordo con i socialisti, ma le rivolte contadine e operaie continuano a manifestarsi sempre più intensamente.

A creare scompiglio è il politico che pubblica l’articolo ‘Torniamo allo Statuto’ nel quale chiede di tornare allo , Di Rudinì si dimette e il governo va prima a (reazionario), poi a (liberale) che forma un governo di coalizione, ciò riporta equilibrio in Italia, ma restano i risentimenti causati da tutti quegli anni di continue lotte, infatti avviene la strage di Milano per una manifestazione che chiedeva il pane, ne rimane vittima il re Umberto 1°. Al potere sale Vittorio Emanuele 3° che affida il governo a e a Giovanni Giolitti che avviano una nuova fase della vita politica italiana, più aperta ai problemi sociali e del paese.

8 Presentazione di Vernile Alexia 4°A CHIMICA A.S. 2016/2017

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