IL BOMBARDAMENTO STRATEGICO Di Emilio Bonaiti
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IL BOMBARDAMENTO STRATEGICO di Emilio Bonaiti “Qualunque cosa si dica, i bombardieri passeranno sempre. L’unica difesa è l’offesa, il che significa che dovrete uccidere donne e bambini più velocemente del nemico, se vorrete salvarvi”. Stanley Baldwin La Grande Guerra - I ‘profeti’ - Gli anni tra le due guerre - La seconda guerra mondiale - La spada - Lo scudo - L’incursione - Finis belli. In The strategic air offensive against Germany, storia ufficiale della Royal Air Force scritta da Charles Webster e Noble Frankland, vi è una chiara definizione del bombardamento strategico: “L’offensiva aerea strategica è un mezzo di attacco diretto contro lo stato nemico, con l’obiettivo di privarlo dei mezzi e della volontà di continuare la guerra. Esso può essere lo strumento che di per sé assicura la vittoria, ovvero il mezzo mediante il quale la vittoria può essere conseguita da altre forze. Esso si distingue da tutti i tipi convenzionali di attacco armato in quanto, a differenza degli altri, può colpire in modo immediato, diretto e distruttivo il cuore stesso del nemico. Pertanto la sua sfera di attività si estende non solo al di sopra, ma anche al di là di quella degli eserciti e delle marine da guerra”. Secondo i manuali il bombardamento strategico, definito anche bombardamento logistico, ha l’obiettivo di ridurre, ritardare o annullare la produzione dei mezzi bellici, dei rifornimenti, delle comunicazioni del nemico allo scopo di annullare la sua volontà di continuare nella lotta. Invero, a giudizio di chi scrive, definizione più esatta, più calzante, sarebbe quella di bombardamento terroristico, attuato allo scopo di distruggere fisicamente la popolazione civile. Il vincitore di Napoleone, Arthur Wellesley duca di Wellington, sosteneva: “Ho passato tutta la mia vita a cercare di indovinare quel che c’era dall’altra parte della collina” e questo proponimento fu fatto proprio da uomini che, dalla prima mongolfiera, guardarono “oltre la collina”. La prima esperienza risale al 5 giugno 1783, quando il pallone aeronautico di Joseph Michel e Joseph Étienne Montgolfier si staccò da terra. Nel 1794 sul campo della battaglia di Fleurus un pallone dell’esercito francese osserverà lo schieramento nemico. A distanza di un secolo, dopo i primi voli, si sostiene che l’aereo è l’arma assoluta capace di risolvere i conflitti e nel 1898 in Francia l’apprezzata rivista L’Illustration 1 dipinge a fosche tinte il pericolo. La minaccia proveniente dal cielo viene apoditticamente illustrata da Giulio Verne con Robur le conquérant e da Albert Robida con La guerre infernale. Nel 1908 H.G. Wells nel romanzo The war in the air profetizza un attacco di Zeppelin che trasforma Londra in un mare di fuoco. Nello stesso anno Clément Ader, alla luce della Revanche, la rivincita contro la Germania, ipotizza la realizzazione di una grande flotta aerea, preceduto però dal tedesco Rudolf Martin, che, con L’avenir de l’Alemagne est dans l’air, espone gli stessi principi. Nel 1909 Lord Montague of Beaulieu, in un discorso davanti alla National Defence Association, paventa un attacco aereo contro le istituzioni governative o i mezzi di comunicazione che avrebbe paralizzato la vita del paese. La minaccia imminente porta alla Convenzione di Le Havre del 1907, con la quale si interdicono gli attacchi aerei contro le città, i villaggi, le chiese, gli ospedali. Le grandi potenze si dividono: la Germania, la Francia e la Russia si oppongono, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e altri paesi la sottoscrivono. Si muovono i militari. Nel 1910 si organizza in Francia un Ispettorato permanete dell’aeronautica militare; in Gran Bretagna nasce nel 1912 il Royal Flying Corps; nel marzo 1913 Churchill, ministro della Marina, arriva ad ipotizzare un attacco al Parlamento e, nel suo mandato, sviluppa la branca navale dell’aviazione. Nello stesso anno in Russia si appronta una forza di bombardieri pesanti. Sarà l’esercito italiano in Libia ad effettuare il primo volo di guerra e il primo bombardamento. Il tenente Gavotti alla guida di un Taube (Colomba), progettato dall’austriaco Igo Etrich, lancia manualmente quattro bombe Cipelli da due kg. sull’oasi di Tagiura. Iniziano le dispute sulla liceità del bombardamento aereo sui centri abitati che continueranno fino ai nostri giorni. La Grande Guerra Nel corso della Grande Guerra prende piede l’aviazione militare. In un lento succedersi, i velivoli volano sulla linea del fronte e nelle retrovie incrociandosi con aerei nemici. Iniziano i primi duelli, si passa dalle pistole ai fucili alle mitragliatrici, la tecnica e la tattica si perfezionano. Si sviluppano le ricognizioni del campo di battaglia, i bombardamenti sulle città, gli attacchi al suolo, i duelli aerei che hanno un grande impatto sull’opinione pubblica con la mitizzazione degli assi. Ma il nuovo mezzo non apporta nessuna decisiva influenza alle operazioni, né nasce una nuova dottrina strategica basata sulle sue potenzialità. 2 Osserva Liddell Hart: “Parlare dell’arma aerea come forza a se stante sul piano militare non è possibile, in quanto più che un elemento strategico separato essa costituiva una specie di filo che seguiva l’intero corso delle operazioni terrestri. 1 In effetti nell’arte della guerra un nuovo sistema d’arma come l’aereo, prodotto dello sviluppo tecnologico, viene utilizzato secondo le dottrine d’impiego del momento. In Gran Bretagna l’aviazione è divisa tra il Royal Naval Air Service (RNAS) della Royal Navy e il Royal Flying Corps (RFC) dell’Army. La pochezza di entrambi appare evidente poiché non sono neppure in grado di impegnare i dirigibili germanici. La rivalità tra il Service e il Corps avrà però presto fine: Lloyd George diventa primo ministro e nell’inverno 1916 crea un nuovo organismo, l’Air Board. La nascita di una forza aerea autonoma, distaccata dall’Army e dalla Navy viene proposta dal generale Jan Smuts, un nome che appare spesso nella storia della Gran Bretagna, in un Rapporto, definito Airpower Magna Carta che diventerà storico. Diviso in due parti, tratta della difesa aerea del suolo britannico e del bombardamento strategico della Germania. La base della strategia è delineata in poche parole: “It is important for the winning of the war that we should not only secure air predominance, but secure it on a very large scale; and having secured it in this war we should make every effort and sacrifice to maintain it for the future. Air supremacy may in the long run become as important a factor in the defense of the empire as sea supremacy.” Si aggiunge: “And the day may not befar off when aerial operations with their devastation of enemy lands and destruction of industrial and populous centers on a vast scale may become the principal operations of war, to which the older forms of military and naval operations may become secondary and subordinate”. Sono parole che fanno infuriare i soldati di terra e di mare, ma i politici hanno l’ultima parola e l’Air Force Constitution Bill è votato nel novembre 1917. Nel successivo gennaio nasce l’Air Council (Ministero dell’Aria) e il primo aprile 1918, “All fool day”, nasce la Royal Air Force, forza aerea indipendente, nella quale confluiscono il Royal Naval Air Service e il Royal Flying Corps. Il motto è tutto un programma: ”Strike hard - Strike sure”. Churchill, uno dei pochi uomini politici con capacità militari, alla fine del primo anno di guerra sostiene: “Essendo impossibile difendere con efficacia tutti i punti vulnerabili all’offesa aerea con la difesa passiva, la migliore politica è quella di attaccare i ricoveri dei sommergibili e le basi degli aerei nemici”. Nell’ottobre dello stesso anno ordina all’Handley Page di costruire un bombardiere per operazioni a lunga distanza ed alla fine del 1916 entra in servizio il bimotore Handley Page Type O/100, seguito dallo 0/400, una versione migliorata che si distinse nei primi bombardamenti notturni sulla Germania. Con un equipaggio di quattro o cinque uomini, armato da tre a sei 11 Liddell Hart, B. H. La prima Guerra Mondiale 1914-1918, Milano, 1968. 3 mitragliatrici, aveva un’autonomia di 1.000 chilometri e volava a una velocità di 157 chilometri orari con una quota di tangenza di 2.600 metri. Sono però i Tedeschi a dare inizio ai bombardamenti delle città, con grande indignazione dell’opinione pubblica alleata. Inizia così il secolo della guerra totale ed iniziano i bombardamenti per gettare nel terrore popolazioni che, nella stragrande maggioranza, non hanno mai visto un velivolo in volo. Un raid è effettuato su Parigi il 30 agosto 1914, ma la Gran Bretagna è l’obiettivo principale. Il 19 gennaio 1915 gli Zeppelin della Marina tedesca si affacciano sulle coste inglesi ed agendo in piena impunità sganciano bombe su un piccolo centro, King Lynn, causando cinque morti. Seguiranno altre 19 incursioni nell’anno. Per la prima volta dopo secoli la terra britannica, difesa dalla flotta più potente del mondo, è stata violata. La difesa è inesistente, la caccia non riesce a impegnare i dirigibili che all’inizio del conflitto hanno circa la stessa velocità degli aerei, ma sono meglio armati, portano un carico di bombe superiore, hanno un maggiore raggio di azione. Su Parigi gli Zeppelin arrivano il 7 e il 20 marzo 1915 e viene colpita la cattedrale di Notre-Dame. I morti sono sette. Nell’eterna lotta tra lo scudo e la spada, il 17 maggio un dirigibile è attaccato dalla caccia e con difficoltà torna alla base. Il 17 giugno un pilota inglese in territorio francese “bombarda” volandoci sopra uno Zeppelin con sei piccole bombe e lo distrugge. Continuano gli attacchi anche su altre città francesi con morti e feriti. L’offensiva aerea dei dirigibili si allarga alla Gran Bretagna: il 13 aprile è la volta di Newcastle on Tyne, poi di Blyth, Wallsend, e South Shields senza vittime.