Opere Edite Volume Secondo
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SCRITTORI SARDI OPERA PUBBLICATA CON IL CONTRIBUTO DI REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ASSESSORATO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, BENI CULTURALI, INFORMAZIONE, SPETTACOLO E SPORT SCRITTORI SARDI coordinamento editoriale CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI / CUEC COMITATO SCIENTIFICO: Edoardo Barbieri, Università Cattolica di Brescia – Tonino Cabizzosu, Facoltà Teologica della Sardegna – Paolo Cherchi, Università di Chicago – Marcello Cocco, Università di Cagliari – Paolo Cugusi, Università di Cagliari – Carlo Donà, Università di Messina – Andrea Fassò, Università di Bologna – Giuseppe Frasso, Università Cattolica di Milano – María Dolores García Sánchez, Università di Cagliari – Victor Infantes de Miguel, Università Complutense di Madrid – Dino Manca, Università di Sassari – Giuseppe Marci, Università di Cagliari – Giovanna Carla Marras, Università di Cagliari – Mauro Pala, Università di Cagliari – Maria Elena Ruggerini, Università di Cagliari – Patrizia Serra, Università di Cagliari – Nicola Tanda, Università di Sassari – Maurizio Virdis, Università di Cagliari. I volumi pubblicati nella collana del Centro di Studi Filologici Sardi sono passati al vaglio da studiosi competenti per la specifica disciplina e appartenenti ad università italiane e straniere. La valutazione è fatta sia all’interno sia all’esterno del Comita- to scientifico. Il meccanismo di revisione offre garanzia di terzietà, assicurando il rispetto dei criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni, ai sensi dell’art. 3-ter, comma 2, del decreto legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1. EGIDIO PILIA OPERE EDITE VOLUME SECONDO a cura di Giuseppe Marci nota storica di Nicola Gabriele nota biografica di Marcello Tuveri CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI / CUEC SCRITTORI SARDI Coordinamento editoriale CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI / CUEC Egidio Pilia Opere edite Volume secondo ISBN: 978-88-8467-859-1 CUEC EDITRICE © 2013 prima edizione dicembre 2013 CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI PRESIDENTE Nicola Tanda DIRETTORE Giuseppe Marci CONSIGLIERI María Dolores García Sánchez, Dino Manca, Mauro Pala, Patrizia Serra, Maurizio Virdis Via Bottego, 7 09125 Cagliari Tel. 070344042 - Fax 0703459844 www.filologiasarda.eu [email protected] Realizzazione editoriale: CUEC Editrice by Sardegna Novamedia Soc. Coop. Via Basilicata 57/59, 09127 Cagliari Tel. e Fax 070271573 www.cuec.eu / [email protected] Realizzazione grafica A. De Cicco | Hangar Factory, Cagliari Stampa Grafiche Ghiani, Monastir (Ca) PER I MORTI DI SARDEGNA Per i morti di SardegnaI Chiarissimo Commendator G. Campurra, Poiché Ella mi ha espresso il desiderio di dare alle stampe il modesto discorso, da me pronunziato il 3 corrente, nella Tom- ba Sociale dei Reduci dalle Patrie Battaglie, nel Civico Cimitero, alla presenza Sua, delle Autorità Cittadine e dei rappresentanti l’Esercito e l’Armata, non posso che significarLe, accettando, tutta la mia devota riconoscenza per l’onore che Ella mi con- cede. Non Le nascondo in pari tempo, chiarissimo Commendato- re, che sono anche lieto ed orgoglioso dell’onore fattomi, perché mi permette di consacrare per l’oggi e per il domani, ed in modo preciso e categorico, il mio pensiero in un momento così deli- cato della vita italiana, come quello che attraversiamo. Ed è per me di alto onore e di lieto auspicio che ciò avvenga per volere e sotto gli auspici della gloriosa Associazione dei Reduci, da V. S. degnamente presieduta. Mi consenta pertanto, chiarissimo Commendatore, di dedi- care alla Sua forte e veneranda vecchiaia, il mio modesto discor- so, che volle essere, oltre che consacrazione degli Eroi di Sarde- gna, monito e diana ai vivi, per la preparazione di un domani di pace e di libertà alla grande ed alla piccola Patria. Con ossequio mi abbia, chiarissimo Commendatore, Suo Obbligat.mo Egidio Pilia Cagliari, 5 Novembre 1924 I Per i morti di Sardegna, fu pubblicato a Cagliari, senza indicazione di data, ma nel 1924, dalla Tipografia Commerciale (TC), con la seguente annotazione: “Discorso Commemorativo pronunziato nella Tomba Sociale dei Reduci dalle Patrie Battaglie nel Cimitero di Cagliari il 3 Novembre 1924. A cura dell’Asso- ciazione Reduci delle Patrie Battaglie”. 336 EGIDIO PILIA Signor Generale! Gloriosi Reduci! Mutilati e Combattenti! Voi che rappresentate il fiore del più puro e più silenzioso eroismo di nostra gente, avete voluto portarvi ancora una volta, in mesto e reverente pellegrinaggio a questo colle, per celebrare con rito di religiosa austerità, la memoria dei compagni cadu- ti per la libertà d’Italia, e raccogliervi davanti a queste Tombe, che serbano tanti ricordi eroici del Risorgimento Nazionale, e sono sintesi ed affermazione luminosa della virtù generosa di Sardegna. Da queste Tombe sorge un barbaglio d’argento, che ci offu- sca, ed in un serto di luce balza la visione luminosa della Patria, armata della sua corazza invincibile e ci si rivela la suprema vi- sione dell’Idea italica, che in nessun luogo ebbe mai così tangi- bile forma quadrata, come in questi sepolcri, dov’è racchiuso il fiore delle genti di Sardegna. E che cosa potrà dire la mia parola, qui, dove lo spirito si affina e si innalza nella contemplazione del grande Mistero, qui dove non è lecito, senza profanazione, vestire con gli abiti di gala, la propria rettorica? Questo luogo è sacro alla meditazione ed al ricordo; e se noi estraniandoci dal turbine e dalla passione della vita quotidiana, ci raccogliamo per un istante nel silenzio delle nostre anime, ve- diamo sfilarci dinanzi la infinita e luminosa schiera dei martiri, che l’Isola nostra immolò sugli altari della Patria, in un secolo di lotte per l’indipendenza nazionale. La Sardegna oggi ricorda non solo i cento eroi, che in questa Tomba sociale riposano in pace, ma tutti i suoi Martiri per la libertà, che combatterono con le armi contro il dispotismo, con la coscienza contro l’oscurantismo, con le congiure contro le mene dei despoti e dei tiranni, i quali tentavano di ostacolare il rinnovamento e la risurrezione della Patria. E noi ricordiamo, primo fra tutti, il giovane cospiratore mazziniano del 1833, il trentenne Efisio Tola, che primo fra Per i morti di Sardegna 337 i sardi eroi, seppe affrontare il martirio, nella visione radiosa dell’Italia risorta, lasciando ai sardi un testamento sublime, che essi non hanno mai smentito. Sugli spalti del castello di Cham- bery, ai carnefici, che dopo avergli letto la sentenza di morte lo circuivano, con menzognere blandizie, sperando estorcergli il nome dei suoi compagni di congiura, il giovine eroe trovava la forza di rispondere: “Non sono reo e non ho complici e se pure ne avessi né il nome sardo né il mio farei prezzo di tanta infamia e di tanta viltà. Vi insegnerò io come si debba e si sappia morire!”II. Ebbene, lasciate che io vi dica che questo primo eroe di Sar- degna, che va al martirio sereno, pensando alla lontana Isola Madre, sperduta oltre i monti ed oltre il mare, è la migliore sin- tesi ed il simbolo più verace della virtù della nostra razza. Ricordando e glorificando Lui, noi ricordiamo e celebria- mo tutti i nostri morti, dai giovani universitari del glorioso 14° battaglione dei volontari sardi di Pastrengo, di Santa Lucia e di Goito ai bersaglieri della Cernaia; dai fanti di San Martino e Solferino ai garibaldini di Marsala e del Volturno; dall’eroismo sfortunato dei nostri combattenti di Abba Carima e di Adua al martirio dei caduti di Sciarasciat e di Henni. Ma sopratutto vogliamo oggi portare il tributo devoto del nostro memore ricordo ai tremila gloriosi morti di quella Bri- gata di ferro, che davanti ad un’Italia sorpresa e scettica, per la improvvisa e non pensata rivelazione di una Terra ignorata, seppero con il loro ardimento e con la loro abnegazione, tra- sformare il nome di Sardegna da un’oscura e diffamata espres- sione geografica in un simbolo di forza e di gloria. Figure umili e sublimi di soldati, nelle quali la virtù inconta- minata di Sardegna ha trovata la più fulgida espressione, nomi che più non periranno perché scolpiti nelle tavole bronzee della storia, essi rappresentano la gloria maggiore e più pura II “Io vi insegnerò come si debba e come si sappia morire. […] Non sono reo né ho complici; e se pure ne avessi, né il nome Sardo né il mio farei prezzo di tanta infamia e di tanta viltà” (A. Vannucci, I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848, Milano, Bortolotti & C., 1880, vol. III, p. 94). 338 EGIDIO PILIA dell’Isola, quella gloria che si apre con Efisio Tola e si chiude degnamente con la medaglia d’oro Alberto Riva Villasanta, l’a- dolescente volontario di guerra, caduto gloriosamente sul cam- po pochi istanti prima della cessazione delle ostilità, sei anni precisi a domani. Ma gli oscuri fanti venuti dai nostri monti, o balzati dalle nostreIII officine o usciti dalle nostre scuole, affratellati al di so- pra di ogni divisione di classi e di fedi, offrendo in olocausto il loro sagrifizio alla Patria, speravano ed auspicavano che dal loro sangue sorgesse un domani di più umana giustizia sociale e di più fraterna pace anche per la loro diletta Sardegna. La grande e la piccola Patria, compenetrate in una sola re- ligione di fede e di passione, ecco la suprema visione, che illu- minò gli occhi e lo spirito dei nostri Morti; e mai questi nostri eroi senza nome, questi nostri combattenti senza premio di fama, ci appaiono tanto grandi, come quando noi li guardiamo in questa luce ideale di assertori, in pari tempo, della libertà d’I- talia e della risurrezione di Sardegna. Di questa nostra Sardegna cui noi sopravvissuti abbiamo giurato di dare, nel nome del loro sagrifizio, unità intellettuale e morale per arrivare, attraverso lo sviluppo delle qualità innate e di quelle acquisite, all’affermazione definitiva e potente di quel modello di italianità, che è, nel nostro pensiero, figlio e servo devoto della grande e della piccola PatriaIV.