Montagne 360. Novembre 2012, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 2/2012. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano uomo libero e cristallinoWalter Bonatti Montagne360 La rivista del Club Alpino I Alpino Club del rivista La taliano novembre2012 €3,90 Editoriale orizzonti e orientamenti

Walter Bonatti, un uomo libero e cristallino

Caro Direttore, quando mi hai chiesto di ricordare Walter, l’uomo e il sognatore, in occasio-

Photo © La Sportiva ne dell’uscita del volume Walter Bonatti. Una vita libera edito da Rizzoli, libro che lo racconta attraverso i miei occhi e i miei sentimenti, ho pensato di proporre ai tanti lettori di Montagne360 alcuni passi del testo che ho scritto per il libro perché, caro Calzolari, quel testo e quei passi sono il lento distillato della storia di Walter e mia, la nostra storia durata trent’anni. Walter era un uomo capace di sognare: «Quando trascorrevo le estati con i familiari di mia madre, nella Zona del Monte Alben, – scrive nei suoi diari – a volte senza dir niente a nessuno me ne andavo a guardare il volo delle aquile… Fu, quella, una delle scuole dei mie sogni. Un'altra è stata il Po. Il fiume era il mio oceano, i sabbioni i grandi deserti. Quel che mi stava intor- no, le foreste, era il mondo di Salgari, la Giungla». Walter è stato capace di realizzare suoi sogni perché «[…] viveva, senza sovrastrutture, viveva libero, come quando era piccolo, usando l’istinto. L’istinto a cui si lasciava andare perché raramente lo tradiva. Istinto alle- nato dalla sua intesa profonda con la natura, cercando di usare le su leggi intuitive, semplici che hanno permesso all’uomo di crescere e sopravvivere. L’equilibrio tra ragionamento e intuizione era la sua arma vincente». Il segreto di Walter alpinista è racchiuso in quel dialogo intimo e speciale tra lui e la montagna. «Nel periodo in cui, per la prima volta, vedevo Walter muoversi tra le sue montagne, sentivo il legame profondo che esisteva fra lui e quelle immense, spaventose masse di roccia e ghiaccio, e ho capito lo spirito che lo guidava. La montagna era qualcosa a cui lui dava vita e a cui affidava la sua, di vita. La montagna non tradisce, diceva, ti dà sempre segni che tu devi captare, sentire, a suo modo ti allerta, devi solo capire». is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in (TN) ® Prima di salutarti, vorrei tornare un momento alla storia mia e di Walter che «[…] potrebbe essere una buona storia per un fumetto anni Cinquanta, romantica e con un finale da sogno». LA SPORTIVA Purtroppo non ho potuto essergli vicina negli ultimi istanti della sua vita; nel libro racconto, con grande sforzo, quei momenti terribili e strazianti. Anche per questo voglio fare un’ultima considerazione. Su Walter, sulla sua vita e sulle sue imprese oggi non sono possibili tentativi revisionistici. Le azioni che ha realizzato sono state da lui volute, cercate, studiate e portate a termine con precisione. E soprattutto Walter le ha raccontate, così come WE ARE SKIMOUNTAINEERS si sono svolte. CRESCERE, SFIDARSI, EVOLVERE: QUESTO È LO SCI ALPINISMO. QUESTI SONO I VALORI DE LA SPORTIVA. Un caro saluto a Te e ai lettori di Montagne360 E QUESTA È LA PRIMA COLLEZIONE D’ABBIGLIAMENTO LA SPORTIVA: Rossana Podestà DEDICATA A TUTTI GLI SCI ALPINISTI.

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040_12_WeLIKEu_20x27.indd 1 9-07-2012 17:19:23 Sommario OFFERTA RISERVATA SOLO AI SOCI novembre 2012 01 Editoriale di Rossana Podestà Montagne360 Club Alpino Italiano La rivista del Club Alpino Italiano novembre 2012 € 3,90 05 News 360 Walter Bonatti uomo libero e cristallino Walter Bonatti e Rossana Podestà nella 08 Le montagne dallo spazio Laguna San Rafael Segui ogni giorno (Patagonia cilena) Mario Vianelli del Club Alpino Italiano n. 2/2012. Sped. in abb. Post. – 45% 2 art. comma 20/b Post. - del in legge 662/96 Alpino Sped. Club abb. Filiale Italiano 2/2012. n. di Milano le notizie CAI su ✓ Rivista mensile € 3,90. Foto archivio 10 Carso, sui luoghi di guerra

Si abboni 2012, Novembre Montagne 360. Walter Bonatti www.loscarpone.cai.it con lo sconto di oltre il in tempo di pace Fabrizio Ardito 18 Igor Koller la forza della passione Carlo Caccia 22 Disegno le montagne belle da impazzire 40% Roberto Mantovani 26 Quel gioco sui massi ✓ 6 numeri di chiamato bouldering Roberto Mantovani Meridiani Montagne 32 Trekking da “Sella a Sella” a solo euro Giuseppe Paschetto, Nicoletta Gatteschi 36 Pedalando sui sentieri 26,00 di montagna IN REGALO IN Aurelio Franceschini € (più 1,90 contributo spese di spedizione) OGNI NUMERO LA 40 La felicità che scompare anziché euro 45,00 CARTINA ESCLUSIVA 18 proprio sulla vetta 01. Editorial; 05. 360° News; 08. Mountains from space; Franco Ragni 10. Karst, the places of wartime in the era of peace; 18. Igor Koller: the power of passion; 22. Drawing the 42 Tutti i vantaggi di mountains’ unique beauty; 26. That game on the rocks called Bouldering; 32. Trekking from “Sella to Sella”; 36. essere un montanaro ✓ In più, parteciperà al grande concorso “Terre di Luna” Biking on mountain paths; 40. The disappearing happiness on the mountain peak; 42. All the advantages of being a Francesco Cavalli Sforza mountaineer; 46. Acient history about the Sea of Cortina; E potrà vincere 12 giorni di trekking in Cappadocia e nell’Ala Daglar. 48. Lovettecannas, the deepest cave of ; 54. 46 Storie antichissime Portfolio ugliness on the highest level; 62. CAI 150 1874- 1883 the boom of unions; 66. Letters; 68. International dal mare di Cortina Spettacolari trekking per news; 70. New ascents; 72. CAI News; 76. Books about 2 persone, guidati da esperti mountains; 79. New products; 80. Small Adds Jacopo Pasotti geologi. Con gran fi nale 01. Editorial; 05. 360° News; 08. Berge vom Weltraum aus; 48 Lovettecannas, la grotta nell’affascinante Istanbul. 10. Karst, in Orten des Krieges in Zeiten des Friedens; 18. Igor Koller: die Kraft der Leidenschaft; 22. Die Zeichnung più profonda della Sardegna 12 giorni di trekking dalla Cappadocia, des Gebirges zum Verrücktwerden schön; 26. Dieses Spiel auf den Felsen namens Bouldern; 32. Wandern von di Massimo (Max) Goldoni con il suo paesaggio lunare, “Sella zu Sella”; 36. Fahrradfahren auf den Bergpfaden; gli affascinanti monasteri e le antiche 40. Die verschwindende Freude auf dem Gipfel; 42. 54 Portfolio abitazioni scavate nella roccia al Parco Alle Vorteile, die es mit sich bringt, ein Bergbewohner zu Nazionale di Ala Daglar, con il Monte sein; 46. Antike Geschichte des Meeres von Cortina; 48. 10 La Montagna e il suo brutto Lovettecannas, die tiefste Grotte Sardiniens; 54. Portfolio Demirkazik, le vallate di origine glaciale Die Scheusslichkeit auf dem Gebirge; 62. CAI 1501874- 62 CAI 150 e limpidi laghetti montani. Si fi nisce poi 1883 die grosse Ausbreitung der Verbände; 66. Briefe; 68. in bellezza nella favolosa Istanbul. Außereuropäische News; 70. Neue Besteigungen; 72. CAI 1874-1883 il boom delle Sezioni News; 76. Bücher über Berge; 79. Neue Produkte; 80. Regolamento completo su Kleinanzeigen Stefano Morosini http://store.edidomus.it/regolamento.cfm 01. Editorial; 05. 360° News; 08. Les montagnes vues Montepremi: 3.600,00 € de l‘espace; 10. Karst, les lieux de guerre en temps de paix; 18. Igor Koller: la force de la passion; 22. Dessiner les belles montagnes à en perdre la tête; 26. Ce jeu sur 66 Lettere la falaise nommé le bloc; 32. Randonnée de “Sella à Sella”; 36. Faire du vélo sur des sentiers de montagne; 68 Cronaca extraeuropea 40. Le bonheur disparu en haut du sommet; 42. Tous 70 Si abboni e potrà vincere un viaggio indimenticabile! les avantages, qu’il y a, à être montagnard; 46. Histoire Nuove ascensioni antique de la mer de Cortina; 48. Lovettecannas, la grotte la plus profonde de Sardaigne; 54. Portfolio. La brutalité de 72 Qui CAI la montagne; 48. CAI 150 1874-1883 la grande diffusion Numero Verde Dal lunedì al venerdì des associations; 66. Lettres; 68. Chronique en dehors 76 Libri di montagna dalle 8,45 alle 20,00 On line! Si colleghi subito al nostro sito de l’Europe; 70. Nouvelles ascensions; 72. CAI News; 76. 79 News dalle aziende Livres sur les montagnes; 79. Nouveaux produits; 80. 800-001199 Il sabato dalle Petits compléments 36 80 Piccoli annunci 8,45 alle 13,00 http://store.edidomus.it Novembre 2012 / Montagne360 / 3 Lovettecannas, p. 48 News 360 Il meandro “Meneandrò”. Foto B. Ibba Speleologia Appunti di nuove Blogger Contest 2012 racconta la tua esplorazioni montagna: i “post” vincitori a cura di Massimo (Max) Goldoni

“Il Corvo a tre zampe” di Lorenzo Filipaz, “La montagna senza la morte” di Scoperta e documentata Federico Balzan e “L’ultimo tabù delle Dolomiti” di Massimo Bursi e “In beata la grotta più lunga della solitudine” di Alberto Piovesan sono i tre “post” (interventi scritti su un blog) Bosnia-Herzegovina vincitori di “Blogger Contest 2012 racconta la tua montagna”, concorso ideato Al termine della spedizione dell’agosto dalla rivista «Le Dolomiti Bellunesi» con l’obiettivo di promuovere l’interesse 2012 (l’ultima organizzata in Bosnia dal a narrare la montagna e l’alpinismo attraverso i nuovi media. Per partecipare i GSB-USB, con GGN, GSPGC, GVSC e blogger dovevano inviare, entro il 1 settembre, un post composto di testo e foto, Spelo Dodo di Sarajevo), lo sviluppo rile- oppure un video, su un tema libero inerente la montagna, scritto nella forma vato ha fatto registrare una cifra intorno più efficace per essere consultato sul web. ai 7 Km, ovvero la grotta più lunga della Bosnia-Herzegovina. Andy Kirkpatrick vince il Premio Superati i -700 metri all’Abisso delle Spade in Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” Grigna Un campo estivo e una spedizione È Andy Kirkpatrick, con il libro PSYCO VERTICAL. La vita è troppo breve per esplorativa a settembre hanno appro- divertirsi (Edizioni Versante Sud, 2011) il vincitore per la sezione “Alpinismo: fondito la grotta che si presenta molto imprese, vicende storiche, biografie e guide” della trentesima edizione del Pre- interessante, perché si apre a quota mio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, concorso “per libri di montagna, alpini- 2050 m, molto vicino all’abisso “W Le smo, esplorazione - viaggi, ecologia e paesaggio, artigianato di tradizione e Fi- Donne” (-1150 metri). nestra sulle Venezie sulla civiltà veneta”. Di lui il più grande alpinista britannico di ogni tempo, sir Chris Bonington, la cui carriera alpinistica è per certi versi Sifone Smeraldo, simile alle esperienze raccontate dal giovane Andy, ha affermato che si tratta immersione a -500 di “uno dei più divertenti climber britannici e rappresenta quanto di meglio all’Abisso Bueno Fonteno caratterizza l’arrampicata inglese contemporanea: audacia, innovazione, senso (BG), l’esplorazione dell’umorismo, irriverenza, impegno e amore per il rischio”. continua Luca Pedrali ha ulteriormente esplo- rato il sifone, dopo un’immersione che A Cuneo si rimane “Senza fiato” è durata oltre 2h ½. Grande macchina organizzativa per realizzare l’impresa. Torna “Scrittorincittà”: tantissimi appuntamenti, di cui due per gli appassionati di montagna Abisso del Bifurto a Cerchiara di Calabria Dal 15 al 18 novembre torna a Cuneo il festival “scrittorincittà”, che per quest’an- Fine agosto. Discesa al fondo dell’Abis- no ha per tema “Senza fiato”, pensando a tutto ciò che ci lascia senza parole, a so, nuova immersione a -700. A 700 bocca aperta per bellezza, meraviglia, stupore (nel bene e nel male). Per gli ap- metri di profondità, uno speleologo passionati di montagna due sono gli appuntamenti imperdibili nell’ambito del della Commissione speleosub della fe- festival: il primo è la bellissima mostra “Voyage autour du Mont Blanc” di En- derazione pugliese si è immerso e ha rico Peyrot, in programma da martedì esplorato un tratto nuovo dell’Abisso 13 novembre a domenica 30 dicembre oltre il sifone finale. Prosegue. a Palazzo Samone in via Amedeo Rossi 4, I piano. Il secondo è l’incontro con Novità all’Abisso Faraone lo straordinario “uomo delle corse in sul Monte Pisanino, Alpi Montagna” Marco Olmo, di cui recente- Apuane (Minuccino-LU) mente è uscito, per Ponte alle Grazie, il Interessanti “echi” di nuove esplora- libro Il corridore scritto insieme a Gaia zioni sul versante Nord del Monte Pia- De Pascal, che narra le imprese di que- sanino. Centinaia di metri di profondi- sto ultramaratoneta, tra cui il giro del tà, grandi gallerie, molta aria e ottime Monte Bianco: ventuno ore di corsa in prospettive per una cavità limitrofa completa autonomia, senza fermarsi né alla Fanaccia. a mangiare né a dormire.

Novembre 2012 / Montagne360 / 5 News 360 Grazie a Bivypass il Ragni di Lecco, Fabio Palma è il nuovo Dai soci Cai dell’Emilia-Romagna 38mila euro bivacco conquista gli escursionisti presidente per il prossimo triennio in favore dei terremotati Prenotazione online e chiave La nomina nel corso dell’assemblea straordinaria del 4 ottobre. La donazione lo scorso 22 settembre a Tossignano, in occasione elettronica per l’ingresso In Consiglio le nuove entrate di Andrea Pavan e di Pino Floccari dell’inaugurazione dell’Alta Via dei Parchi

Successo per l’esordio estivo del siste- ma Bivypass al bivacco di Badignana: Fabio Palma è il nuovo presidente dei Ra- prenotare online ed entrarvi senza gni di Lecco. La nomina è stata ufficializzata gni occasione è buona per la solidarietà e che ha chiuso ritirare le chiavi dal gestore, ha miglio- lo scorso 4 ottobre nel corso dell’assemblea Oil CAI Emilia Romagna l’ha dimostrato sa- la “XIV setti- rato l’utilizzo della struttura nel Parco straordinaria, in seguito alle dimissioni ras- bato 22 settembre a Tossignano (BO), borgo sul- mana nazionale Nazionale dell’Appennino Tosco-Emilia- segnate da Daniele Bernasconi. In una sala le colline intorno a Imola. L’occasione è stata la dell’escursioni- no. Nei mesi di giugno, luglio e agosto particolarmente gremita dai Soci del Gruppo, presentazione dell’Alta Via dei Parchi, 500 km smo”, organizza- 2012 l’uso del bivacco Capanne di Bernasconi ha preso la parola spiegando le di percorsi escursionistici che uniscono Emilia- ta quest’anno dal Badignana, sul crinale appenninico che motivazioni che hanno portato alla sua scel- Romagna, Toscana e Marche attraverso sentieri CAI Emilia-Romagna: “Un progetto basato sul sovrasta Corniglio, nel cuore del Parco ta. Ne è seguito un breve dibattito, preludio appenninici immersi in paesaggi davvero evoca- nuovo modello di comunità e sviluppo che ab- Nazionale dell’Appennino Tosco Emilia- all’atto formale che ha visto l’elezione di Fabio tivi, troppo spesso sottovalutati e trascurati. biamo in mente – ha spiegato Errani – Siamo di no, è quasi triplicato rispetto allo stesso Palma, al quale, dopo quasi sei anni da Con- A Tossignano era presente come testimonial fronte, infatti, a importanti cambiamenti che ci periodo del 2011. Da quest’anno, infatti, sigliere, è stata accordata la fiducia alla guida dell’evento , oltre al Presiden- spingono verso una nuova convivenza con l’am- al bivacco di Badignana si entra solo per il prossimo triennio. Con una successiva te della Regione Emilia-Romagna, Vasco Erra- biente e quest’area è caratterizzata da un grande dopo aver prenotato online su www. votazione è stato poi nominato il rinnovo del ni, e al Presidente del Gruppo Regionale CAI, giacimento naturale e culturale. parks.it/rif/bivacchi.valparma, e aver Consiglio. Accanto ai confermati Carlo Aldè, Paolo Borciani. Davanti all’illustre alpinista, Questi itinerari vogliono soddisfare un bisogno A sinistra: Vasco ricevuto per posta elettronica il codice Luca Passini, Paolo Spreafico e Silvano Arri- Borciani ha consegnato al Presidente Errani la di ambiente che arriva da un numero sempre Errani, presidente per la tastiera Bivypass (www.bivypass. goni, il Consiglio ha visto le nuove entrate di busta con gli oltre 38.000 Euro che i soci emi- maggiore di persone”. Reinhold Messner, par- della regione Emilia- com), programmata per aprire la porta Andrea Pavan e di Pino Floccari al posto di liano romagnoli del CAI hanno raccolto a favore lando “da montanaro prima che da alpinista”, ha Romagna con Paolo con una sequenza alfanumerica ogni Fabio Palma e Dario Cecchini, che ha deciso delle popolazioni colpite dal recente terremoto indicato la promozione turistica del territorio Borciani, presidente giorno diversa (dalle 12.00 alle 12.00 di dedicare ancor più tempo all’importante in Emilia. Vasco Errani ha sottolineato come come una seconda “gamba economica” in grado CAI Emilia-Romagna del giorno dopo). gestione della palestra di arrampicata. in questi mesi “sia stata proprio la solidarietà il di sostenere le popolazioni che vivono in monta- e Reinhold Messner vero motore della ricostruzione, una solidarietà gna. “Sono felice di essere qui oggi a festeggiare durante la cerimonia ampiamente diffusa nel tessuto sociale della no- con voi – ha detto – Avete un grande patrimonio di consegna dei 38 “Montagne: l’epica Dal 10 novembre al 2 dicembre Lecco e Man- di Mandello del Lario, del progetto “Iride” di stra regione. naturalistico intorno a voi e un grande spirito mila euro in favore dei e l’incanto” dello del Lario ospitano “Montagne: l’epica Les Cultures e della libreria MondoLibri di Grazie a questo altruismo, così sviluppato tra la di solidarietà dentro di voi. Una solidarietà che terremotati emiliani. e l’incanto nell’opera di Luisa Rota Sperti”, Lecco. Tra cicli pittorici, bozzetti e fotografie la nostra gente, stiamo riuscendo ad andare avanti avete ampiamente mostrato, sia portando avan- Sotto, la torre di Finale A Lecco e Mandello del Lario la mostra organizzata dal CAI di Lecco e dal Polo mostra propone le differenti forme espressive per superare l’emergenza senza chiedere nulla ti il progetto dell’Alta Via, sia attraverso il vostro Emilia, simbolo del mostra di Luisa Rota Sperti Museale di Lecco con la collaborazione del che hanno caratterizzato il lavoro dell’autrice a nessuno”. Il Presidente si è voluto soffermare impegno a favore dei terremotati”. sisma dello scorso Comune di Mandello del Lario, del CAI Grigne in questi anni. Info: www.luisarotasperti.com anche sull’inaugurazione dell’Alta Via, evento Lorenzo Arduini maggio

We b & B l o g www.sns-cai.it

scuola nazionale di speleologia cai Questo sito è uno strumento molto dinamico e diretto per avere accesso alle informazioni sulla Scuola Nazionale di Speleologia del CAI. Garantisce una rapida panoramica sulla strut- tura, sul corpo docente e, soprattutto, permet- te di rimanere informati sui calendari dei corsi e delle iniziative didattiche. L’articolazione nazionale della Scuola consente una capillare azione di formazione e perfezionamento. Oltre ai corsi inerenti la tecnica di progressione, ci sono molteplici momenti dedicati alla lettura dell’ambiente ipogeo, all’acquisizione e resti- tuzione dei dati topografici e a tutto quanto è “cultura della grotta e degli ambienti carsici”.

6 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli

1 domus

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Olympus Mons, Marte Marte, di placche tettoniche, così che la crosta non subisce spostamenti e il punto interessato da un’anomala risalita lavica Le maggiori montagne terrestri sembrerebbero modeste colli- (hot spot) rimane attivo nello stesso punto per tempi lunghissi- ne se paragonate con le dimensioni del rilievo più alto dell’in- mi, costruendo un enorme edificio vulcanico; inoltre la ridotta tero sistema solare, l’Olympus Mons del pianeta Marte. La forza di gravità, appena un terzo di quella terrestre, ha sicu- “protuberanza” sulla superficie marziana fu notata per la pri- ramente agevolato la risalita del magma e la sua espansione ma volta dall’astronomo piemontese Giovanni Schiapparelli in superficie. Nel 2004 la sonda Mars Express ha rilevato sui durante l’opposizione del 1877. Un riverbero che fu ritenuto fianchi del monte la presenza di rocce magmatiche relativa- di distese innevate (ma probabilmente composto da anidride mente recenti, suggerendo l’ipotesi che vi possa ancora essere carbonica ghiacciata) gli valse il nome di Nix Olympica, Neve attività vulcanica. dell’Olimpo, sostituito dal nome latino odierno soltanto dopo L’immagine dell’Olympus Mons è composta da un mosaico di che la sonda spaziale Mariner 9, nel 1971, rivelò la reale natura scatti ripresi dalla sonda Viking 1 il 22 giugno 1978. Al centro e le impressionanti dimensioni dell’apparato vulcanico: oltre della fotografia si impone la gigantesca caldera lunga 85 km e 21 km di altezza rispetto al livello topografico di riferimento profonda tre, con i crateri più recenti sovrapposti. Poco lonta- (su Marte ovviamente non c’è un livello del mare) ed una strut- no si notano due grandi crateri d’impatto, denominati Karzok tura di oltre 600 km di diametro; il dislivello relativo rispetto e Pangboche, provocati dalla collisione di meteoriti; il bordo alle pianure che si stendono a nord del monte è di circa 26 km. esterno dell’apparato vulcanico, circondato da una profonda L’Olympus Mons è un vulcano a scudo simile a quelli delle depressione, è marcato da una scarpata alta fino a sei km. isole Hawaii. Le sue dimensioni incomparabili con qualunque NASA montagna terreste sono probabilmente dovute all’assenza, su nssdc.gsfc.nasa.gov/image/planetary/mars/olympus_mons.jpg

8 / Montagne360 / Novembre 2012 Carso, sui luoghi di guerra in tempo di pace Una camminata di tre giorni tra rocce e abissi, trincee e panorami aperti sul golfo. Un percorso che oggi corre in pace senza badare a confini, eserciti e fili spinati

di Fabrizio Ardito

A fronte: poco prima altopiano del Carso è un luogo molto frequentato all’altopiano carsico coincide con uno di arrivare a Sistiana, particolare. Il suo nome fa immedia- dei luoghi più amati da generazioni di triestini: la per lunghi tratti si L’ tamente venire alla mente cartoline Val Rosandra, che s’inoltra tra le rocce con i suoi cammina sul calcare seppia di terribili combattimenti della Prima sentieri percorsi da decine di camminatori e la bianco dell’altopiano, guerra mondiale. Oppure – per una ristretta cer- massicciata della vecchia ferrovia per Vienna che con un ampio chia di speleologi – immagini di grotte, abissi e in parte è stata trasformata in una pista ciclabile. panorama aperto sul di agguerriti esploratori ottocenteschi con baffi Lasciata Bagnoli della Rosandra – dove si giunge golfo di Trieste. a manubrio. A Trieste, oggi estrema propaggi- facilmente dal centro di Trieste con gli autobus In basso: a poca ne orientale d’Italia e in passato glorioso porto della linea 40 – il Sentiero dell’Amicizia corre lun- distanza da Bagnoli dell’impero Asburgico, la linea della scarpata del go il versante della profonda valle per poi scende- della Rosandra, la Carso segna l’orizzonte verso nord. Chi giunge in re a Bottazzo, con la sua trattoria affollata durante strada della valle città in auto o in treno, tra una galleria e un pa- i fine settimana, a pochi metri dal confine sloveno diviene pedonale e norama sul golfo, corre ai piedi dell’altopiano da che, in passato, era un limite severo. Il tempo è poi si trasforma in un Monfalcone in poi, tra rocce selvagge e profonde passato, da allora e l’Europa ha mutato volto e ora sentiero. Percorso ogni trincee. Ma il Carso, venendo fin qui, non si vede i minacciosi cartelli delle frontiere arrugginisco- giorno da camminatori, ma solo si intuisce. L’accesso più orientale e più no silenziosamente tra gli alberi. ciclisti, arrampicatori e speleologi diretti verso il cuore della vallata più amata dai triestini

I luoghi di questo trekking ricordano i tempi cupi delle divisioni ideologiche. Il tempo è passato da allora e l’Europa ha mutato volto. Ora i minacciosi cartelli delle frontiere arrugginiscono silenziosamente tra gli alberi

10 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 11 Lasciato il solco della valle, si sale bruscamente vicine al confine di stato (sentiero con segnavia In alto a sinistra: una verso Draga Sant’Elia, giungendo così finalmente n. 3): qui ogni tanto i panorami si aprono verso copertura d’acciaio al livello dell’altipiano carsico, dove una serie di Lipizza e il sentiero corre in un fitto bosco che lo chiude il pozzo carsico sentieri – non sempre ben segnalati – si dirigono rende molto piacevole. In questo tratto del cam- della foiba di Basovizza, verso occidente, fino a raggiungere il silenzioso mino si apre la dolina in fondo a cui è l’ingresso a poca distanza da un monumento della foiba di Basovizza. Qui, dove dell’abisso di Trebiciano: la grotta s’inabissa fino piccolo museo. esistevano una serie di pozzi minerari degli inizi alla profondità di 329 m, dove gli attoniti esplo- In basso a sinistra: a del 900, al termine della Seconda guerra mon- ratori dell’Ottocento giunsero in una enorme Opicina, il numero di diale i partigiani jugoslavi fecero scomparire sen- caverna, risuonante del muggito dello scorrere una casa ricorda una za pietà soldati tedeschi prima, poi un numero delle acque del Timavo. La speleologia triestina delle vie di transito più imprecisato di militari e civili destinati ai campi nacque anche e forse soprattutto dalla ricerca di importanti dell’impero di prigionia. Nel piccolo museo che si trova a po- luoghi da dove si potesse captare l’acqua del fiu- Austro Ungarico chi passi dalla lastra arrugginita che sigilla il poz- me sotterraneo, necessaria alla veloce crescita di A destra: attorno a zo della morte, le versioni degli storici sui numeri Trieste nell’epoca d’oro di Maria Teresa d’Austria. Gropada, la roccia sono molto differenti tra loro e vanno da un nu- Giunti al termine di una giornata di cammino, frantumata del Carso mero di 250 vittime in su, fino al totale di 7000. l’unica soluzione logica per raggiungere un pasto si sostituisce al verde In tutte le cavità della zona sono state recuperati caldo e un letto è quella di deviare in direzione dei boschi più vicini al i resti di circa 1000 vittime: un numero agghiac- di Opicina, dopo aver superato il sottopassaggio confine ciante che può dare un’idea della violenza dello che permette di traversare l’autostrada. Il paese, A fronte: una delle scontro che su queste montagne si è consumato. collegato al centro di Trieste dalla sua tramvia a cascatelle sul fondo Oltre Basovizza e il suo paese, diverso sono i sen- cremagliera, è il secondo punto d’accesso predi- della val Rosandra, non tieri possibili ma conviene scegliere le tracce più letto dai triestini all’altopiano. lontano da Bagnoli

12 / Montagne360 / Novembre 2012 SPEDIZIONE: APPROFONDIMENTO THE SHARK’S FIN Conrad Anker, Doug Chabot e Bruce Miller GIUGNO / Pesanti nevicate costringono il team per giorni a ridosso sono respinti dallo Shark’s Fin a causa della parete. Il diciottesimo giorno il team arriva a 100 metri MERU CENTRAL, HIMALAYA DEL GARHWAL della neve farinosa e della mancanza dalla vetta ma non riesce ad andare oltre. Una lunga discesa di attrezzatura adeguata in corda doppia di due giorni riporterà il team al sicuro

La Val Rosandra. Dolina Glinšciceˇ 2003 2008 di Mario Privileggi, Presidente della SAG

A pochi chilometri da Trieste si apre una mediterranea, sia illirica, sia continenta- deposito di paleo-frana in sinistra oro- della poche valli fluvio-carsiche d’Italia, le. Oltre a questa particolare convivenza, grafica, è ancor oggi meta di un pellegri- la Val Rosandra, ora Riserva Naturale nell’area sono presenti alcuni endemismi, naggio annuale della comunità slovena Regionale di circa 750 ettari, gestita dal quali la Drypis jacquiniana, la Moehrin- e utilizzato per celebrare una messa an- Comune di Dolina. Creste rocciose e pa- gia tommasinii, la Genista holopetala. nuale a ricordo dei caduti in montagna. reti strapiombanti che si susseguono in un Anche le specie di rettili e anfibi presenti Riappropriandosi dell’antica funzione di sorprendente spettacolo, in cui il torrente si ritrovano con maggior frequenza qui collegamento tra mare e retroterra, la Val- Rosandra ha scavato il suo alveo super- che nelle aree circostanti, costituendo così le nel XIX secolo servì al passaggio della ficiale, passando dalle rocce marnoso- un caratteristico biotopo. Tra queste la bi- Ferrovia Meridionale, che collegava Trie- arenacee a quelle calcaree, intensamente scia dal collare (Natrix natrix) e l’ululone ste e la Venezia Giulia con Vienna. Tale carsificate. Una grande cascata alta più dal ventre giallo (Bombina variegata). collegamento ferroviario, che attraversa la di 30 metri evidenzia il netto passaggio Per l’escursionista maggiormente interes- Val Rosandra passando il ripido versante litologico. Le rocce affioranti nella valle sato agli aspetti storico-culturali, la Valle meridionale del Monte Stena, è stato in testimoniano, nel lontano passato geolo- offre ancor oggi l’occasione di percorrere attività fino al 1959 ed è oggi recuperato gico, il succedersi di ambienti paleogeo- un itinerario lungo il quale erano ubicati quale spettacolare percorso ciclo-pedo- grafici differenti: quello di mare di piat- alcuni castellieri preistorici, l’acquedotto nale, che si snoda con una lieve pendenza taforma poco profondo, caratterizzato dai romano, due castelli medievali, una chie- attraverso tre eleganti gallerie dal profilo a calcari ad alveoline e nummuliti, quello sa, e numerosi mulini, manufatti dei quali ferro di cavallo. delle argilliti transizionali caratteristiche rimangono purtroppo solo scarse tracce, di un mare che va approfondendosi, fino con l’eccezione della chiesetta di S. Maria alle marne e arenarie del Flysch di mare in Siaris del XIII secolo; la leggenda narra profondo. Ciò che vediamo è determina- fosse voluta da Carlo Magno, che, sem- to dalla tettonica, cioè dall’insieme delle pre secondo la tale leggenda, giacereb- deformazioni regionali dovute alle grandi be sepolto in una misteriosa grotta della forze dell’orogenesi: il Monte Carso mo- valle. L’edificio di culto, che si erge su un dellato in un’ampia anticlinale, il Crinale impostato su una faglia inversa sub-ver- Conrad Anker indossa Meru Shell mentre si avvicina a uno dei tratti ticale e il torrente Rosandra il cui corso Ma i luoghi di Emilio Comici sono minacciati da uno misti più diffi cili della scalata. Foto: Jimmy Chin è determinato dalla sinclinale del Monte sviluppo poco attento all’ambiente Stena. In particolare nelle rocce calcaree Giorgio Godina, CAI XXX Ottobre fossilifere di quest’ultimo rilievo, le acque meteoriche hanno creato importanti feno- In mezzo al Carso s’incunea una perla, un capolavoro della natura, un microcosmo vario e “Nei momenti più freddi, meni carsici, che raggiungono il loro mas- ricco di biodiversità, un posto sacro per i triestini innamorati della montagna: la Val Rosan- simo sviluppo nel cosiddetto Complesso dra. Su entrambi i versanti della valle si trovano zone boschive, pendii con radure erbose e le nuove idee sono una necessità.” ipogeo del Monte Stena. Una costante at- flora esclusiva, una cascata e l’unico torrente che scorre ancora in superficie tra le rocce —Il leggendario alpinista Conrad Anker fa ricorso a tutte le tecniche apprese in 30 anni di carriera per affrontare la sua prima ascesa allo Shark’s Fin tività di ricerca esplorativa condotta dagli di bianco calcare. Le sue pareti, grazie all’intraprendenza di Emilio Comici, sono diventate La conoscenza si conquista con l’esperienza. Dopo due tentativi falliti, Conrad Anker era determinato a tracciare la via perfetta sul speleologi triestini, tra i quali quelli della già all’inizio degli anni trenta del secolo scorso la prima e forse la più famosa palestra di Meru Central. Prendendo spunto dal diario della spedizione di Conrad e dei suoi compagni di spedizione, il team di sviluppo prodotto di Commissione Grotte Eugenio Boegan, roccia in Italia. Non c’è rocciatore triestino che non si sia formato tra queste pareti e non The North Face® ha creato un kit completo di abbigliamento, adatto allo stile di scalata di ciascun atleta e alle condizioni ambientali dello ha portato alla scoperta ed esplorazione c’è alpinista vero che non abbia sentito citare, almeno una volta, la Val Rosandra. Ebbene, Shark’s Fin. Radish Midlayer, Meru Shell e Bib e Shaf† e Jacket si combinano insieme per garantire massima protezione e calore per di numerose cavità naturali, quattro delle questa nostra “Valle”, questo gioiello naturale, pur Riserva regionale dal 1996, ZPS e SIC l’arrampicata e l’alpinismo su terreni di misto (ghiaccio e roccia) con temperature Š no a -20. Conrad, Jimmy Chin e Renan Ozturk ricalcano le tracce della loro epica spedizione del 2008, divenendo il primo team a completare lo Shark’s Fin, dopo oltre 30 tentativi falliti. quali (Fessura del Vento, Grotta Gualtiero dal 2007, chissà perché continua a essere inesorabilmente minacciata e violata. Non è ba- Savi, Grotta Martina Cucchi e Grotta delle stato l’allarmante pericolo del tracciato previsto per la TAV (uno scavo di ben 36 Km nelle Gallerie) fanno raggiungere al complesso viscere della valle con conseguente rischio di grave stravolgimento idrografico, ecologico ipogeo gli otto chilometri di sviluppo. La e geomorfologico della zona, densa di cavità ipogee) per fortuna sventato grazie anche al valle è un corridoio naturale per il freddo determinante intervento del CAI. Nulla, però, si è potuto fare contro il recente e imprevisto vento di Bora e quindi, pur trovandosi a taglio a raso del bosco ripariale lungo il torrente Rosandra che ha sconvolto l’habitat dal poche centinaia di metri sul livello del punto di vista ecologico. È notizia di questi giorni che la magistratura sta dando riscontro mare, presenta nella parte alta un clima alle azioni legali scaturite dalla corale e indignata protesta. La difesa della Val Rosandra continentale che nella parte bassa assume non può stare solo nelle leggi o nei provvedimenti ma, prima di tutto, deve albergare in noi. Scopri la Meru Collection al sito thenorthface.com caratteristiche progressivamente più me- Diventa così sempre più imperativo vigilare con costanza e grande onestà morale affinché diterranee. La flora ne risulta fortemente questo ambiente di autentica montagna, a due passi dalla città, non rischi la devastazione condizionata e nel ristretto spazio della in nome di uno sviluppo economico artefatto e poco lungimirante. 2009-2010 Le intuizioni durante le feroci tempeste 2011 OTTOBRE / Eccoli ben caldi in vetta valle ci sono esemplari sia di vegetazione hanno dato spunto all’innovazione: con Meru Shell e Shaffle Jacket. Conrad, i compagni di team e Conrad Anker e il suo team hanno The North Face® hanno messo portato a termine la prima ascesa a punto un kit completo per le dopo oltre 30 tentativi non riusciti 14 / Montagne360 / Novembre 2012 condizioni del Meru

TNF_F12_Meru_LaRivistaCai_200x270_IT.indd 1 23/08/12 12:23 vicende della VII e VIII battaglia dell’Isonzo del 1916, che a prezzo di migliaia di morti spostaro- no la linea del fronte solo di qualche centinaio di metri. Il lago di Doberdò, con un suo piccolo in- ghiottitoio carsico, varia nel corso delle stagioni da specchio d’acqua a distesa di canne, come si ha modo di vedere dal ripido sentiero che dalla riva sale fino alla Casa Cadorna, una casermetta ab- barbicata sulle rocce. Di nuovo in quota, si cam- mina tranquillamente per stradine e sentieri fino a San Martino del Carso, l’ultima tappa di questa camminata attraverso l’altopiano. Cancellato dal- le carte durante le battaglie dell’Isonzo, il borgo si trova in alto al di sopra del corso del fiume, che conduce verso l’intero in direzione di Gorizia e a sud, verso il mare, a Monfalcone. Il Carso finisce in questo punto, dopo una lunga camminata di tre giorni tra rocce e abissi, trincee e panorami aperti sul golfo. Via del ricordo, della natura e anche, fortunatamente, percorso che oggi corre in pace senza badare a confini, eserciti e fili spi- nati. Che in passato hanno fin troppo devastato

uno degli angoli di montagne più affascinanti del Austria. Photo: Damiano Levati Hansjoerg Auer, nord-est.

La via verso Monrupino è piacevole e rilassante, ferro decisamente arrugginito. La cresta di cal- A destra: la vedetta con le tracce del sentiero che spesso svaniscono care bianco affacciata sul mare si fa sempre più Slataper, tra Prosecco In pratica sotto alle foglie rosse dello scotano, e conduce stretta e affilata, poi di colpo termina davanti alle e Santa Croce, TESTATO DAGLI ATLETI. A PROVA DI SPEDIZIONE. a un paese piccolo e roccioso, dove la maggior prime case di Sistiana, con una ripida discesa che affacciata verso Trieste Il percorso della traversata del partire da Trieste, per dormire IL TOP DI GAMMA DELL’ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA OUTDOOR. parte degli abitanti parla slavo e i cartelli sono conduce dal paese arroccato fino alle acque del e Miramare. Carso può essere costruito a la prima notte a Opicina e la ™ ® ovviamente bilingui. Anche qui le tracce della suo porticciolo riparato. A sinistra: il belvedere piacere scegliendo i sentieri seconda a Sistiana. La collezione Summit Series di The North Face è composta da attrezzatura e abbigliamento progettati per affrontare le guerra non mancano – in ogni paese una lapide Dopo una notte a due passi dal mare, la mattina sul lago temporaneo di segnati (soprattutto il n. 3 Per informazioni generali condizioni più dure del pianeta. Di alta qualità, autentica, tecnica, Doberdò, che alla fine o un monumento ricordano i partigiani caduti seguente, lasciate le ultime case di Sistiana, inizia dell’Alta via del Carso che e sulla città di Trieste: www. innovativa: la collezione Summit Series™ di The North Face® nella lotta contro il fascismo – e, per proseguire seguendo la traccia scabrosa del sentiero intito- dell’estate è ridotto segue la linea del confine turismofvg.it. Per informazioni si rivolge a chi ha come obiettivo Never Stop Exploring™. lungo la nostra via verso l’Isonzo ancora lonta- lato al poeta Rainer Maria Rilke, che quand’era a una estensione sloveno), tutti riportati sulla sui mezzi pubblici di Trieste Lo stesso spirito che si rifl ette nei negozi Summit Series™ Specialist. no, conviene dirigersi verso la costa, in direzione ospite dei principi Turm und Taxis, amava pas- minuscola circondata carta in scala 1:25.000 “Carso www.triestetrasporti.it. Sia 4810 Sport, Via Roma 106 - Courmayeur (AO) 0165 844631 dell’evocativo paese di Prosecco. Siamo sempre seggiare su queste rocce in direzione del castello dalle canne. Triestino e Isontino” edita da Trieste che Monfalcone sono Alby Sport, Via Gran Breda 23 - Novalesa (TO) 0122 653230 sull’altopiano – a quote più basse – ma il pano- di Duino. Le guerre del passato continuano a fare Nel box a fronte: uno Tabacco. Una serie di informa- serviti dalla linea ferroviaria Alta Quota, Via Laurentina 10/A - Roma 06 5414724 rama è mutato profondamente. Al verde degli capolino tra le pietre, con i resti delle postazioni dei cartelli segnaletici zioni e cartografie su percorsi Venezia - Trieste. L’AIAT di Fiorelli Sport, Via Ezio Vanoni 3 - S. Martino Valmasino (SO) 0342 641070 austriache che, nella prima guerra mondiale, era- del sentiero Rilke, in parte uguali a questo sono Trieste si trova in Piazza Unità Gialdini, Via Triumplina 45 - Brescia 030 2002385 L’arte di salire in alto, Via Nino Bixio 13-17 - Chiavari (GE) 0185 1756399 Alcuni sentieri si dirigono verso no state costruite per difendere la costa triestina dedicato al poeta che scaricabili anche dal sito della d’Italia, tel. 040 3478312.Per La Montagna, Via Vitruvio 43 angolo Mauro Macchi - Milano 02 29522027 ovest raggiungendo il monumento dalle avanzate italiane. Poi, lasciata alle spalle la qui amava soggiornare, Via Alpina (www.via-alpina. informazioni sull’apertura del Makalù Sport, Piazza Damiano Chiesa 5 - Rovereto (TN) 0464 480346 sagoma del castello di Duino, è venuto il momen- ospite di una nobile org). Il percorso suggerito in castello di Duino: Max Sport, Via Pasubio 77 - Schio (VI) 0445 521853 Montagna Dimensione Verticale, Via Fassini 14/A - Rieti 0746 491059 della foiba di Basovizza famiglia austriaca to di muoversi nell’interno, in direzione del Car- questo articolo prevede di castellodiduino.it Nuovi Orizzonti, Via Vignolese 821 - Modena 059 230083 so isontino, ambiente più selvaggio e scoperto, Pennente Outdoor, Via Pompeiana 120 - Fermo (AP) 0734 228029 alberi e della macchia si è sostituito, verso sud, il butterato di tracce della prima guerra mondiale. Ravaschietto Sport, Via Cascina Colombaro 35 - Cuneo 0171 692081 Rrtrek, Via Ardea 3/A - Roma 06 70450873 Raggiunta la cresta di monte Hermada (la vetta blu profondo del mare del golfo e lo spettacolo di- Sport Extrem, Regione Nosere 45/Ter - Domodossola (VB) 0324 248390 venta eccezionale salendo su una delle “vedette” è a 323 m) dopo un breve tratto su strada e poi Stile Alpino, Viale Marconi 10 - Cagliari 070 3110706 che s’incontrano lungo il crinale e che in passato seguendo il sentiero n. 8, si scopre di essere giunti Vertical Sport, Via Daniele Comboni 19 - Trento (TN) 0461 421000 avevano avuto anche il ruolo di dirigere la pesca in prima linea. Tra arbusti e alberi, tutto il crinale Villa Alpine Shop, Via Castel Tialto 2/B - Bologna 051 220643 Zable Sport, Via Zago 56 - Villatora Saonara (PD) 049 8790306 dei tonni. La prima (Slataper), offre una vista è segnato da camminamenti, grotte trasformate che spazia da Miramare all’Istria e l’ultima, la in trincee e rifugi della prima linea austrounga- vedetta Liburna poco lontano dalle case di Santa rica, da cui si scende decisamente verso Medeaz- Croce, offre un panorama aperto più a occidente, za. Si sale e si scende, camminando verso il lago GUARANTEED se si ha il coraggio di salire lungo le sue scale di di Doberdò, superando cartelli che narrano le TO KEEP YOU DRY

16 / Montagne360 / Novembre 2012 thenorthface.com OFFICIAL PARTNER

TNF_F12_SSS_Cai_98x270_IT.indd 1 02/08/12 10:26 In basso: siamo dura prova dall’entusiasmo e dalla forza dei ricor- Marmolada. Ma come ti sei innamorato di que- sempre nel gruppo di. Si lascia andare senza badare alla forma, drib- sta parete, su cui hai aperto tante vie da farci del Masino-Bregaglia bla a modo suo i tranelli linguistici – è abituato a perdere il conto? Igor Koller (l’anno è il 1995), con ben altri ostacoli: in montagna e soprattutto nella «Nel 1973, in occasione del mio primo viaggio nel- Igor esultante durante vita, quando tra il suo paese e le Alpi non stava sol- le Dolomiti, la meta era proprio la Marmolada che la prima salita in libera in Slovacchia, rispetto alle Tre Cime di Lavaredo de “Il Paradiso può «Ho visto le placche e la nicchia o alla Civetta, non era molto conosciuta. A quel la forza della passione attendere” (7b) sulla e subito ho detto: voglio salire tempo non c’era nessuna via slovacca nelle Alpi grande parete del – esisteva soltanto una difficile via ceca, del 1972, Qualido. di lì, andare a vedere là dentro» sulla Nord del Cervino – e così ci è venuta l’idea. Foto archivio Igor Proviamoci, ci siamo detti, ed abbiamo aperto Koller tanto un viaggio di centinaia di chilometri – e ad Slovakia: non importante nella storia delle Dolo- un tratto, parlando dell’indimenticabile Graziano miti ma fondamentale per il nostro alpinismo. E Maffei, giunge ad un passo dalla commozione. in quell’occasione ho notato quelle placche fanta- Così, al di là dello scalatore, emerge più che mai stiche, a destra della Via dell’Ideale, dove nessuno l’uomo: Igor Koller sessantenne, protagonista del- era mai passato». la storia dell’alpinismo, tra gli scatenati ragazzini E cos’hai pensato? del Rock Master 2012, che forse non lo conosco- «Ho pensato subito: voglio salirle, voglio raggiun- no e di sicuro non immaginano che quel signore gere direttamente quella grande nicchia per vede- tranquillo, arrivato ad Arco nel pomeriggio diret- re cosa c’è dentro. Otto anni dopo ho realizzato la tamente da Bratislava, parcheggiata l’automobile mia idea: la Via attraverso il pesce. La Marmola- ha subito attaccato la classica Renata Rossi sul da, però, per me è anche altro, a cominciare dal Colodri e la sera, in albergo, si è concesso il riposo rifugio Falier con Nino e Agnese Dal Bon: la mia del giusto. Cosa aggiungere? Semplicemente che seconda casa e i miei secondi genitori!». se riuscirà a conquistarvi – e abbiamo pochi dubbi Immaginavi, mentre salivi il “Pesce”, che pro- in merito – potrete conoscerlo meglio leggendo la prio quella via sarebbe diventata un mito, sua autobiografia, in libreria dai prossimi giorni considerata una pietra miliare nella storia per i tipi di Alpine Studio. dell’alpinismo? «Bene – esordisce Igor – da dove vogliamo comin- «Era una via molto dura, bellissima. Tuttavia non ciare? Sai che il mio italiano non è sempre buono, potevo dire che sarebbe diventata tanto famosa. Mi quindi devi avere un po’ di pazienza». è stato detto: era un obiettivo di Heinz Mariacher, che aveva già tentato quelle placche. Ma Heinz Il primo salitore della Via attraverso il pesce sulla Sud Allora partiamo pro- era salito più a sinistra: della Marmolada, che a 60 anni continua a sognare prio dall’italiano: come io ho fatto un’altra via. l’hai imparato? Forse tutto questo e ciò imprese, si racconta: la prima rocambolesca scalata, gli «La storia è interessan- che è successo dopo – i te. Durante le mie pri- tentativi di ripetizione, amici italiani, l’alpinismo in Cecoslovacchia ai tempi Sulla parete sud della me uscite alpinistiche in la seconda ascensione e difficili del regime e la grande stima per Marmolada, oltre al Italia usavo dieci parole la prima libera firmate “Pesce”, Koller ha della vostra lingua. Un proprio da Mariacher e “sempre coi giovani” tracciato altre 15 vie: giorno, però, gli amici di compagni – hanno con- “Slovakia” (1973), Malga Ciapela mi hanno tribuito alla notorietà di Carlo Caccia “Italia” (1985), “Gran- proposto di tenere delle del “Pesce”». de traverso” (1986), brevi conferenze per i Molte cordate, oggi, a cominciato prima degli altri e non ha per la durissima Fram. L’ultimo sogno di Koller Igor Koller nel 1978, la “Via dei piccioni” clienti dell’albergo. Io ho arrivano alla seconda ancora finito: quarant’anni su quella pa- in quell’oceano di roccia sta però più a destra e, impegnato nella prima (1987), “Fram”, “La detto: sì, va bene, un po’ cengia e da lì scendo- Hrete, dalla via Slovakia del 1973 a oggi, ancora incompiuto dopo i tentativi del 2006 e ascensione della mamma” e “Viva in italiano e un po’ in slo- no in doppia. Cosa ne non gli hanno fatto passare la voglia di sognare. del 2009, si chiama Edita: una dedica speciale, “Linea bianca” sulle Gorbi” (1991), “Ultimo vacco. Così mi sono mes- dici? Per Igor Koller, classe 1952, la passione è sempre che sarà lo stesso Igor a spiegarci. Non soltanto fantastiche placche presidente”, “Politica so a studiare, da solo, e «In fondo ognuno è libe- la stessa e se i più lo ricordano per la leggenda- Marmolada, però: il fuoriclasse slovacco, minuto e granitiche della parete sporca” e “Pioggia dopo quel poco studio ro di fare ciò che vuole. ria Cesta cez Rybu (Via attraverso il pesce) sulle gentile, pronto alle battute ma anche alle riflessio- nordest del Pizzo nel sereno” (1992), tutti si complimentava- Salire tutta la via è da placche d’argento, lui non si è fermato a quei me- ni più serie, dall’aspetto che nulla lascia intendere Badile, a destra della “40 anni per il Falier” no: ah, bravo Igor, bravo alpinisti, veramente: la morabili giorni del 1981 ed è andato avanti per la dei suoi numeri in parete, con quegli occhiali che storica “Cassin”. ed “Elsa” (1993), davvero!». parte superiore non è sua strada. Tanto che al “pesce”, grande nicchia lo rendono doppiamente simpatico, ha detto la Foto archivio Igor “Amico Feo” (1998), Immagino che a Mal- così difficile ma l’insie- dalla caratteristica forma nel cuore della Sud della sua anche altrove, su granito e su ghiaccio, dal Piz- Koller “Millenium” (1999) e ga Ciapela tu abbia me diventa lunghissimo. Marmolada, è poi riuscito ad arrivare in altri due zo Badile alla Shipton Spire. Sorride, Igor: raccon- l’incompiuta, sogno da presentato le tue av- L’importante è dire con modi: nel 1985 per la variante Italia e nel 1991 ta senza posa in quel suo italiano curioso messo a realizzare, “Edita” venture sulla Sud della precisione cosa si è fatto:

18 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 19 in alpinismo, più dello stile, conta la verità». A sinistra: non solo sistema brutale, assurdo. L’unico aspetto positivo, tradizionale, vera, c’è sempre spazio. Gli spit non Oltre che sulla Marmolada hai lasciato più vol- roccia. Ecco Koller in se vogliamo, erano i riconoscimenti, i premi alle sono un problema. Il problema, invece, è come si te la tua firma anche sul Pizzo Badile... versione invernale, migliori ascensioni introdotti all’inizio degli anni usano: sta qui la differenza tra l’alpinismo e il “non «Sì: prima, nel 1975, con Andrej Belica. Poi, nel alle prese col delicato Settanta e ancora esistenti: una buona idea per alpinismo”. Domanda: è “più alpinismo” un diedro 1978, ho aperto la Linea bianca e la Via dei fiori misto scozzese (1996). aiutare i giovani». di nono grado (se salito in libera) con un chiodo con Stanislav Šilhán. In quello stesso anno avrei In basso: boulder E giovani sono i compagni con cui, tu che a ses- vecchio ogni metro o una placca di ottavo grado voluto salire anche Memento mori ma sono stato sulle rocce di casa, nei sant’anni hai ancora una gran voglia di scalare, con tre spit in quaranta metri? Non guardiamo al preceduto da Josef Rybička e Jirka Šmíd: tornavo pressi di Bratislava, nel condividi oggi le tue avventure... passato come alla perfezione: non è vero. La vita dalla vetta, dopo aver aperto la Via dei fiori, e ho lontano 1973. «Io invecchio e i miei compagni sono sempre gio- continua: mutano le situazioni e non bisogna ri- visto gli amici già in parete. E ho detto: ah, non Foto archivio Igor vani. Ma è perché io non mi fermo e loro si danno manere uguali a se stessi. Anch’io, fatte le mie vie è possibile! Ma nessun problema: così è la vita. Koller il cambio! Ho la testa di un ventenne, sì. Ma non sul Badile, al momento ho detto: tutte senza ma- E con Šilhán mi sono subito “consolato” con una il fisico: dopo quarantacinque anni di alpinismo, gnesite! A quei tempi ero radicale. Ma l’arrampi- difficile via nuova sul pilastro nordovest del Cen- cento e passa bivacchi e tutto il resto, beh, non cata è cambiata, la magnesite aiuta e non è una galo. Rybička invece, dopo il tentativo del 1978, ha è più come una volta. Ma il medico mi ha detto: catastrofe. Tanto che la uso anch’io». completato Memento mori due anni dopo, con i Igor, cosa ci vuoi fare, qualche acciacco è norma- E dove la userai prossimamente? Hai dei giovani Jan Šimon e Ladislav Škalda». le. L’alpinismo, diversamente da altri sport, è per progetti? Le vie dei cechi e degli slovacchi, dopo tanti tutta la vita: non conta il grado di difficoltà, conta «Senza progetti sei morto! E non vale soltanto anni, restano tra le più temute del Masino-Bre- la passione. A ottant’anni andrò per sentieri, sem- per l’alpinismo. Ho tantissime idee: so che alcune, gaglia e non solo: penso ad esempio a No siesta fargli vedere. Pensavo che mi avrebbe detto: bravo pre in mezzo alla natura con gli amici. Ho grande quelle in Karakorum, non le potrò realizzare di sulla Nord delle . Qual era il Igor, bravo! E invece no. Mi ha detto: basta, è stata stima di Riccardo Cassin: stava coi giovani, come persona – le indicherò ad altri! – ma quella sulla vostro segreto? la prima e ultima volta! Anche con lui ho scalato: me. E soltanto stando coi giovani è possibile capir- Marmolada, la via Edita, non la voglio abbando- «L’alpinismo in Cecoslovacchia era innanzitut- non molto, però, perché si è trasferito in un’altra li: comprendere che l’alpinismo cambia, che non nare. Edita è il nome di mia moglie: la via è dedi- to arrampicata libera su arenaria: molto difficile, città per studiare. Mio fratello è scomparso sotto è vero che è “finito”. Cassin usava i chiodi, che ai cata a lei e a tutte le donne che, con noi alpinisti, psicologica, incastrando i nodi nelle fessure, con una grande valanga, nei Monti Tatra...». “vecchi” del suo tempo non piacevano. Così le vie non hanno mai vita facile. Si svolge appena a si- protezioni a trenta metri di distanza. Poi, quando E tu non hai mai avuto incidenti? sportive non devono essere un problema: perché nistra della Conforto, andando a finire in una nic- non si trovava una soluzione in libera, si saliva in «Qualche caduta, anche pericolosa, ma sono no? E per me non è un problema nemmeno riat- chia all’altezza della seconda cengia, dove comin- artificiale con chiodi speciali, senza spit, piazzan- sempre stato fortunato. Sul Badile, scendendo al trezzare le vie più frequentate, almeno alle soste». ciano le vere difficoltà. L’ultima volta il maltempo do ancoraggi “impossibili”: una capacità utilissima buio dopo aver aperto la Linea bianca, sono “par- Il “Pesce”, oggi, non è più come negli anni ci ha fermati a tre ore dalla cima: la discesa è stata anche per forzare la libera. Ecco: le nostre vie nelle tito” sulla neve riuscendo a fermarmi usando il Ottanta... difficile ma ritorneremo. È una grande sfida». Alpi, come la slovacca No siesta, sono il risultato di martello». «Tanti gridano: ah, sul “Pesce” oggi c’è questo e Restando alle dediche: sulla Marmolada hai tutta questa esperienza». Come si svolgevano, prima della rivoluzione quello! Ma è normale. Libertà, dico: per l’avventura aperto anche Amico Feo... Chi vuoi ricordare tra i protagonisti degli anni del 1989, le vostre trasferte nelle Alpi? «L’ho dedicata a Graziano “Feo” Maffei: un gran- Settanta e Ottanta? «Difficile capire per chi non ha vissuto il tempo del de alpinista e un grande amico, la persona più «Tra gli slovacchi: Andrej Belica, mio compagno comunismo. Il primo problema erano i soldi: non cordiale che abbia mai incontrato in montagna. sul Badile e l’anno dopo nella prima invernale ne avevamo, non potevamo avere marchi e lire. Le Un personaggio incredibile, fantastico. Lui bi- della Diretta americana sul Petit Dru, e poi Ján valute estere erano soltanto per i comunisti. Poi vaccava sempre, sotto la parete della sua Marmo- Porvazník e Stanislav Glejdura, autori di No siesta. c’era il problema dei documenti: tantissimi, che «Quando siamo partiti lada. Ricordo bene l’ultima volta che l’ho visto. Tra i cechi, oltre ai già nominati Šilhán, Rybička dovevano essere tutti in regola. Soltanto con que- per la Val Masino Era sera, io ero salito per dare un’occhiata per il e Šmíd, ricordo Jan Ďoubal e due ragazze, fortis- ste certificazioni si passava al vaglio del ministero siamo stati fermati per giorno dopo e il Feo era lì, appena sceso dalla sua sime: Zuzana Hofmanová, scomparsa quest’anno dell’interno, della polizia, dove qualcuno poteva otto ore alla frontiera: via, molto difficile, dedicata a papa Luciani: L’ul- sul Broad Peak, e Alena Stehlíková». anche dire: no, lui non mi piace, non va da nes- controlli e controlli tima foglia gialla d’autunno. Mi vede dalla sua Mi confermi che arrampicavate con le scarpe suna parte. Ma non era finita: mancavano i con- per uscire dal nostro tenda piccola, piccolissima, e mi viene incontro: da calcio? Che tu e Jindˇrich Šustr le avete usa- trolli alla frontiera, per uscire dalla Cecoslovac- paese! Temevano Igor, Igor, avrai sete, ecco un po’ d’acqua! E io: te anche sul “Pesce”?«Si vedono nelle fotografie. chia. Quando siamo partiti col pullman, in trenta, che parlassimo coi ma no, sei matto, sei tu che devi bere, io arrivo dal Usavamo scarpe così, senza i tacchetti. Non erano per la Val Masino, ci hanno bloccati per otto ore: giornalisti, che non rifugio! Ma così era Feo: una bellissima persona rigide, come quelle dei professionisti: con quelle controlli e controlli per uscire dal nostro paese, tornassimo più indietro. con un grande amore per la montagna. Quest’an- non si scala. Avevano la suola in gomma e soprat- incredibile! Ci lasciavano soltanto il passaporto: Nascondevamo i soldi no, al festival di Trento, ho incontrato anche Ar- tutto una forma molto adatta all’arrampicata». temevano che parlassimo coi giornalisti, che non nelle corde: toglievamo mando Aste: abbiamo parlato con molto piacere Dalla via che ti ha reso famoso ai tuoi inizi: tornassimo più indietro. Avevi con te altri docu- l’anima e le riempivamo e andrò sicuramente a trovarlo. Che impresa, la come hai cominciato? menti? Oppure soldi stranieri? Arrestato!». con le banconote. Era “sua” Via dell’ideale: una cosa incredibile, negli «Da bambino mi piaceva arrampicare: non sol- Ma i soldi vi servivano... l’unico modo per non anni Sessanta! Come posso dire... ecco: si capisce tanto su roccia ma anche sugli alberi. Era tutto «Li nascondevamo. Toglievamo l’anima dalle cor- farceli sequestrare, che l’idea di base è sempre la stessa, lo stesso spi- un gioco. Poi, un giorno, con un amico ho salito de e le riempivamo con le banconote. Poi chiu- rubare. Difficile capire rito per Aste ai suoi tempi e per me e per i giovani una via senza corda: un camino verticale di venti devamo tutto, bruciando le estremità, e nessuno per chi non ha vissuto venti, trenta... cinquant’anni dopo. È per questo metri, di terzo grado, e dieci metri lungo uno spi- si accorgeva di niente. Era l’unico modo per non queste cose: era un che dico: l’alpinismo è sempre bello, l’alpinismo golo. L’ho raccontato a mio fratello maggiore, che farceli sequestrare, rubare. Difficile capire, ri- sistema brutale e non è finito, l’alpinismo è sempre più vivo che non ci credeva. E allora l’ho portato sul posto, per peto, per chi non ha vissuto queste cose: era un assurdo» mai!».

20 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 21 ascoltati da bambino. Tant’è che quando il museo tavolozza disseminata di colori, una gran quantità ladino di Vigo di Fassa mi ha chiesto dei disegni di penne e matite, carta da disegno, tantissimi libri per illustrare le leggende dolomitiche di Wolff, le e molti oggetti. Modellini per disegnare e ricordi ho fatte più che volentieri». di viaggio: statuine buddiste, manufatti dell’India Solo Dolomiti? «No, naturalmente. Col tempo la e del Nepal. «Ah, quelli: per me il buddismo ha fascinazione dei Monti Pallidi s’è estesa a tutte le un fascino straordinario. Credo sia l’unica grande montagne del mondo. Vette e cordigliere che, pur religione “atea”. Tutti i suoi interessi sono rivolti molto diverse tra loro – pensiamo alle differenze all’uomo, come autore della propria redenzione». La relazione di certi oggetti con il lavoro di Ma- “Le montagne le ho viste e le ho nara, è evidente, se solo si pensa a Tutto ricomin- ciò con un’estate indiana, apparso sulla rivista accolte nel mio immaginario prima «Corto Maltese», con i suoi disegni e i testi di ancora di andare a scuola” Hugo Pratt. «I fumetti? Ho cominciato a leggerli molto tardi. In casa mia erano proibiti, mia ma- tra le Alpi, gli Appennini, i Pirenei, le Ande e l’Hi- dre era una maestra all’antica, e i giornalini erano malaya – hanno comunque qualcosa in comune. considerati diseducativi. «Il Vittorioso», «Il Cor- Ad esempio, sovente sono sede di monasteri, di riere dei Piccoli» e altri li ho “studiati” in seguito, castelli, di eremi… Insomma, accolgono una pro- acquistandoli sulle bancarelle. pensione al misticismo. Le montagne sono entrate Ma a proposito: è giusto continuare a parlare di spesso nei miei albi. In particolare penso all’Uomo fumetti? Hugo Pratt li definiva “letteratura di- delle nevi, con testi di Alfredo Castelli e disegni segnata”. «È vero, Pratt cercava una definizione miei, uscito per l’editore Sergio Bonelli. Un albo corretta per descrivere il proprio lavoro, ben pri- che racconta di ambienti selvaggi, molto legato al ma che fosse adottata la definizione di graphic misticismo, ai monasteri lamaisti, al mistero. Ma novel. Gli americani distinguono tra comics (in sull’argomento Himalaya m’è capitato di tornare sostanza i super eroi) e graphic novels, che indica in diverse altre occasioni, anche se per la verità la il fumetto d’autore. Un’attività, quest’ultima, che grande catena montuosa sono riuscito a vederla ha avuto tra i suoi maggiori interpreti gli ameri- solo dai dintorni di Kathmandu. L’esperienza è cani Will Eisner, Art Spiegelman e Frank Miller, Nel 1991 un manifesto Disegno le montagne stata comunque sufficiente per permettermi di il nostro Hugo Pratt. Ma ho il sospetto che ormai di Manara per il scorgere in lontananza le grandi cime ghiacciate e nulla riuscirà a sostituire il termine “fumetto”, Trento Filmfestival le lunghe creste che, per effetto del vento, sembra- che contiene tutto, dalle strisce infantili a quelle venne rifiutato: il vano fumare neve contro il cielo». più scalcinate, ai disegni d’autore, ed è molto ra- fondoschiena di una belle da impazzire Lo studio di Manara, a dispetto dell’architettu- dicato nel linguaggio comune. In ogni caso, “lette- ninfa che usciva da un ra contemporanea, ricorda la bottega degli arti- ratura disegnata” mi piace. lago dolomitico creò sti d’un tempo lontano. Disegni accatastati, una Ma torniamo ai suoi disegni. «Quando mi scandalo Il celebre fumettista racconta la sua passione per le montagne e quella volta che il TrentofilmFestival rifiutò un suo manifesto... di Roberto Mantovani

In alto: Manara al e montagne? Sono una fonte conti- fama internazionale e oggi residente a Sant’Ambro- lavoro nel suo studio. nua di bellezza, una ristorazione per gio di Valpolicella, terra di marmi e di vigneti. Nella pagina accanto: «L lo spirito. Anche se riesco a guardarle «Di fronte alle Dolomiti» spiega Manara, «io ci manufatti e statuine solo pochi secondi, perché poi sono costretto a di- sono nato e ho trascorso l’infanzia. Abitavo a Lu- dell’India e del stogliere lo sguardo da cime e pareti. Soffro della son, in un solco laterale della Valle Isarco, in pro- Nepal: per Manara sindrome di Stendhal». La sindrome di Stendhal, vincia di Bolzano. Le montagne le ho viste e le ho il buddismo ha un per chi non lo sapesse, è una sensazione di males- accolte nel mio immaginario prima ancora di an- “fascino straordinario” sere che provoca panico, confusione e tachicardia, dare a scuola. I miei fratelli mi leggevano ad alta in soggetti particolarmente sensibili, al cospetto di voce i libri di Karl Felix Wolff, in particolare la saga spettacoli naturali o di opere d’arte di straordinaria del Regno dei Fanes e I Monti Pallidi. Due libri bellezza. Una vera e propria affezione psicosoma- splendidi. Ancora oggi continuo a pensare le Do- tica che evidentemente non risparmia neanche un lomiti come luoghi di meraviglie e come conteni- talento del graphic novelist come Manara, al secolo tori di leggende. Alla bellezza di quelle montagne, Maurilio Manara detto Milo, classe 1945, artista di nella mia mente si aggiunge il fascino dei racconti

22 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 23 1 Lavazza

capitarono sotto gli occhi i primi fumetti per adulti, un’ondina, un personaggio che appartiene alla mi- in particolare Barbarella, l’eroina di Jean-Claude tologia di Karl Felix Wolff. Una ninfa silvana, un Forest, venni colto da una specie di folgorazione. essere positivo, nella tradizione rappresentato 25_pag_CAI_Montagne_200x270_ALTA Capii quale sarebbe stato il mio vero mestiere. Fui come una giovane donna molto attraente. Nel ma- anche molto influenzato da Hugo Pratt, che comin- nifesto, l’ondina usciva da un lago, al cospetto di ciava a essere pubblicato anche in Italia. Con Pratt un anfiteatro dolomitico su cui avevo cercato di ho poi collaborato, e per me è stata una grande mostrare il digradare della luce del giorno. Non esperienza: come disegnatore era bravissimo, ma essendo umane, le ondine non portano il bikini e soprattutto aveva il passo del grande narratore. Un nemmeno il cappotto. La protagonista aveva ca- vero punto di riferimento, Hugo Pratt. «Senz’altro, pelli lunghi che scendevano sulle spalle. Ma il fon- insieme a Federico Fellini, che stimavo moltissimo doschiena della ninfa destò scandalo. Il manifesto In grande: Manara al sia per i film e sia per i disegni, e a Jean Giraud fu giudicato inopportuno e non venne utilizzato. lavoro nel suo studio. “Moebius”. Tutti e tre hanno segnato la mia vita e In quell’occasione ricevetti però anche molta so- Sopra: la copertina de il mio mestiere». lidarietà. Ma sono passati molti anni. Oggi forse “L’uomo del Klondike”, Una lunga carriera in cui lei ha disegnato moltissi- verrebbe accettato. Se mi è consentita una battuta, con i disegni di Manara potrei sempre dire che si trattava di burlesque…». Le montagne sono una Ma qual è, oggi, la montagna di Milo Manara? consolazione: di fronte a loro «Le gite che faccio partendo da Monguelfo in Val Pusteria, dove ogni anno trascorro due lunghi pe- tutti i problemi si ridimensionano riodi in un vecchio edificio termale ristrutturato all’interno del Parco naturale Fanes – Sennes – mo. «Davvero. Ho percorso il fumetto da una spon- Braies. Là cammino o vado in bicicletta, ma non da all’altra, dalle strisce più scadenti e commerciali scalo né ho mai scalato: con tutto il rispetto per – che comunque mi hanno consentito di imparare gli alpinisti, a me le montagne piace vederle dalla il mestiere – ai comics per ragazzi, dalle graphic base, così come la natura ce le propone. Per que- “Quando il museo novel storiche, al genere erotico, dall’avventura ai sto non amo né gli elicotteri né le funivie. E poi le ladino di Vigo di Fassa supereroi americani. E poi le cover dei dischi, i ma- montagne sono anche una consolazione: di fronte mi ha chiesto dei nifesti per il cinema, qualche pubblicità. a spettacoli naturali tanto grandiosi, per me tutti i disegni per illustrare le A proposito di manifesti: nel 1991 un suo ma- problemi della vita si ridimensionano. Che dire, di leggende dolomitiche di nifesto venne rifiutato dal Trento Filmfesti- fronte alla parete nord del Cristallo, o alla parete Wolff, le ho fatte più che val… «Avevo disegnato, raffigurandola di spalle, sud della Marmolada?». volentieri”

24 / Montagne360 / Novembre 2012 Praticato già nel secolo scorso da Preuss e Comici, oggi è uno tra gli sport montani più popolari. Meno rischioso dell’arrampicata in parete, richiede una tecnica di altissimo livello di Roberto Mantovani

ono passati tutti in fila, vestiti più o meno alla stessa maniera, e avevano «S il materasso sulle spalle. Saranno i seguaci di una nuova religione, non so, si capiva poco di quello che dicevano. Però erano allegri». L’anziano scuote la testa e mi guarda per cercare conforto, o almeno una spiegazione. «Devono essere i ragazzi che arrampicano sui blocchi di roccia, quelli del bouldering». «Del bul…?». «Quelli che si divertono a scalare i massi». «Ah, come facevo io quand’ero giovane, per gioco». Gliel’avessi detto subito, dei roccioni, non si sa- rebbe stupito. Perché il problema, con chi non mastica l’inglese e non capisce il gergo giovanile, è tutto lì: tradotto in italiano il vocabolo incrimi- nato, tutto diventa però più chiaro. Anche perché di nuovo, il bouldering, ha solo il nome. Prima si diceva arrampicare sui sassi, e lo capivano tutti. Adesso sembra il nome di un’attività da adepti, dei piedi, supera l’ostacolo aiutandosi col tallone A fronte: Michele con chissà quali segreti. destro ed è già pronto ad affrontare il secondo Caminati a Aumento l’andatura. Il bosco ha cominciato a passaggio. Ma il tratto superiore della roccia è Sassofortino. sonnecchiare da qualche settimana, le chiome più difficile. Due, tre movimenti, ed ecco il punto Foto Alessandro degli alberi si sono spogliate quasi del tutto e la chiave. Un attimo di concentrazione, uno slancio Valli (Wikimedia terra sembra aspettare una pioggia autunnale e… giù di sotto, sul crash pad, con l’amico che para Commons). che ancora non si annuncia. In fondo alle conche, la caduta. Poco male, bisognerà riprovare più vol- In alto: braccia levate sullo spesso strato di foglie cadute, c’è un velo di te, prima di risolvere il “problema”. per parare eventuali nebbiolina leggera e sottile. Il bouldering è un gioco vecchio quanto l’arrampi- cadute. Adesso li vedo anch’io, sono cinque o sei ragazzi, cata e forse anche di più, ma ai praticanti più gio- Foto Maurizio Puato il cappuccio della felpa calato fin sugli occhi, pan- vani è inutile spiegare che i massi li frequentavano taloni “abbondanti”, lo zainetto e qualche crash- già Preuss, Comici e i grandi dolomitisti nel perio- pad in spalla. do tra le due guerre, e che in Usa nel secolo scorso Continuo, mentre loro si fermano sotto un gros- furoreggiava un signore di nome John Gill, uno so blocco. La roccia è asciutta e, a parte qualche specialista assoluto dell’arrampicata sui blocchi. foglia secca di troppo, non hanno bisogno di far pulizia. Qualcuno preferisce scaldarsi con dei Il bouldering è vecchio quanto movimenti di prova, ma due di loro si dirigono l’arrampicata. lo praticavano già senza esitazioni verso uno spigolone di serpenti- no che sembra la prua di una nave. Nella parte anche Preuss e Comici destra del boulder si intravedono vecchie tracce di magnesite. A chi trascorre il sabato e la domenica a spellarsi Cambio delle scarpette, e via. Li raggiungo e mi le nocche su passaggi impossibili a pochi metri da Quel gioco sui massi fermo a scambiare due chiacchiere. Sono ragazzi terra non importa granché del passato. Molti non gentili e simpatici. Uno si prepara a parare l’even- si spingono neanche a tentare con l’arrampicata tuale caduta del compagno e l’altro si attacca a in falesia. Per loro il gioco finisce lì, e quando han- chiamato bouldering prese sfuggenti. Comincia quasi da sdraiato, sotto no esaurito le loro possibilità su un blocco, passa- uno strapiombo pronunciato, spinge sulle punte no a un altro e ricominciano daccapo.

Novembre 2012 / Montagne360 / 27 Un giorno di fine estate, Maurizio Puato, 48 anni, climber di falesia e di blocchi per passione – dicono che abbia consumato decine di spazzole metalliche e di seghetti, per ripulire massi erratici e roccioni – e protagonista di lavori in fune su edifici di grande altezza, ci chiarisce le idee. «L’ambiente del boulde- ring è molto eterogeneo e affollato di gente d’ogni età, dai quattordicenni ai sessantenni. I ragazzini arrivano ai blocchi di roccia direttamente dalle pa- lestre indoor e dalle strutture sintetiche. Le gene- razioni di mezzo e i più anziani alternano i massi e la falesia. Ma tra i praticanti c’è anche chi non ha mai visto una parete. Il suo cosmo si chiude lì, intor- no a un frammento di pietra, come se avesse a che fare con un attrezzo di ginnastica o con una seduta di fitness. Strano? Macché. Si tratta di persone che non amano misurarsi con la componente psicolo- gica dell’arrampicata: sulle vie in falesia sarebbero costretti a muoversi distanti da chiodi e spit, o do- vrebbero fare i conti su ancoraggi che stanno al di sotto dei loro piedi… E probabilmente non hanno nessuna voglia di mettere alla prova la loro resisten- za nervosa. Diciamo che in questo caso il bouldering esprime un limite dettato dalla paura e dalla con- sapevolezza di non rendere su una parete verticale, quando invece sul masso la componente psicologica ha una parte molto limitata. Soprattutto sui blocchi di dimensioni contenute, che a volte sembrano “co- fani” delle auto: il gioco è partire da sdraiato sotto la roccia aggettante, con il crash-pad sotto la schiena, tirarti su e ribaltarti sopra il masso. Di rischio ce n’è davvero poco. Sugli high balls, i massi più alti, inve- ce il discorso è un po’ diverso».

Molti boulderers non hanno mai visto una parete: il loro cosmo si chiude intorno a un frammento di pietra

Ma quella del bouldering praticato come ginna- stica è una visione piuttosto ristretta… «Infatti. E invece il bouldering ha una sua dignità, la stessa che possono avere l’arrampicata in falesia o in parete. E hai i suoi specialisti. Ma c’è anche gente che arrampica su tutti i terreni e non si richiude in un ghetto. D’altra parte chi è davvero bravo ad ar- rampicare se la cava senza problemi ovunque: sui monotiri, sulle vie lunghe, in parete e, ovviamente, anche sui blocchi». Torniamo però un attimo sui rischi. «Sui blocchi non si usa la corda, ma è difficile farsi male, se Pagina accanto. Puato. In questa pagina: si prendono tutte le precauzioni necessarie. Gli In alto: alla base In basso: Adam Ondra a incidenti più diffusi sono le storte alla caviglie. del masso si Bouldering in Fontainebleau. Sempre che non si facciano stupidaggini gratu- posiziona il crash- Galizia (Spagna). Foto David ite, ovviamente? E le difficoltà tecniche: quelle pad per attutire Foto Luis Vilanova Rakušan dei blocchi non sono uno scherzo… eventuali cadute. (Wikimedia «Grosso modo, sui boulder sono state superate le Foto Maurizio Commons).

28 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 29 prerogativa di chi scala sui blocchi: oggi la men- talità generale è cambiata, la gente è più educata e non lascia porcherie in giro come capitava un tempo». I campioni della specialità? «Tanti: ad esempio, Adam Ondra, Rustan Gelma- nov, Dmitry Sharafudtinov, Daniel Woods, Kilian Fischhuber, Mélanie Sandoz, Anna Stöhr, Alex Puccio, Jenny Lavarda, Cristian Core, Mauro Ca- libani, Lucas Preti, Gabriele Moroni… Ma corro il rischio di dimenticare qualcuno: oggi c’è un tale ricambio ai vertici…». E i templi del bouldering? Sono sempre gli stes- si di un tempo? «Metterei al primo posto la Val di Mello, che è davvero la Fontainbleau italiana. Nelle altre regio- ni ci sono altri luoghi noti. In Piemonte stanno di- ventando molto noti i blocchi disseminati intorno al rifugio Levi, sopra Exilles, in Val di Susa: lì ho incontrato ragazzi che arrivano da mezza Europa. Poi c’è il Monte Bracco. In Valle d’Aosta, la zona del Cubo ad Arnad. Poi ci sono i posti del nord est. Un elenco sarebbe troppo lungo. Diciamo che chi vuol praticare il bouldering ha possibilità in ab- bondanza. E per il futuro… Mah, ormai credo che il grosso sia stato esplorato. Poi, certo, qualche sor- presa può sempre esserci, inutile preoccuparsi…».

In alto: bouldering stesse difficoltà della falesia. Con un’avvertenza. indoor, perché sul sintetico si riesce a riprodur- sulla “Stem Gem” nel Non esiste una tabella ufficiale di comparazione re un passaggio di boulder molto più fedelmente Joshua Tree National dei gradi di difficoltà, ma diciamo che un IV su che su una via». Park in California blocco corrisponde più o meno a un 6° in falesia. Considerando l’alto numero di giovani e gio- (USA). E così, se passi bene un 6a su un masso di 10, 15 vanissimi che praticano il bouldering, non è il Foto Jarek Tuszynski metri, non dovresti penare su un 6c su una pare- caso di fare un ragionamento anche sui bassi (Wikimedia te. Il modo di affrontare la roccia e i movimenti costi dell’attività? Commons). «Certo che sì: qui bastano un paio di scarpette, A fronte dall’alto: Paul Sui blocchi, dove tutto si gioca un materasso in comproprietà e un po’ di magne- Preuss (a sinistra) site. E il vestiario è quello solito, molto comodo, e Emilio Comici (a in pochi metri, la tecnica si che di tecnico non ha nulla e si rifà un po’ alla destra) praticavano il spinge a livelli altissimi moda street o skate». bouldering (Wikimedia Qual è la filosofia di chi il suo tempo lo passa Commons). di scalata sono i soliti, con un po’ più di fantasia: sui sassi? Il Crash-pad alla base sui massi, ad esempio, si gioca molto col tallone. «Come sapete anche voi, anche se è stato tradotto del masso. Anzi, il tallonaggio è d’obbligo, dato che poi biso- il famoso libro di Pat Ament su John Gill, i boul- Foto Maurizio Puato gna affrontare quasi sempre un ribaltamento al deristi giovani, i ragazzi del Web, non sono legati termine della via. E poi bisogna fare i conti con a miti della generazione precedente, e del passa- appigli e appoggi con cui raramente ci si confron- to sanno poco o niente. Hanno invece attenzione terebbe in una falesia. Sui blocchi, dove tutto si nei confronti dell’ambiente, è molto difficile tro- gioca in pochi metri, la tecnica si spinge a livelli vare sporchi i luoghi di arrampicata, anche dopo altissimi. La si impara frequentando le palestre i grandi raduni, ma direi che non si tratta di una

30 / Montagne360 / Novembre 2012 Trekking da “Sella a Sella” Trenta studenti delle scuole medie di Mosso, dov’è nato il fondatore del CAI Quintino Sella, hanno percorso 100 km in sei giorni per raggiungere il rifugio dedicato al grande fotografo Vittorio Sella di Giuseppe Paschetto e Nicoletta Gatteschi

A fronte: pascoli in Alta l cielo azzurro sopra di noi contrasta forte- E leggendo Montagne360 dello scorso settembre valle Champorcher. mente con il bianco abbagliante dei ghiacciai. abbiamo constatato con piacere che in questi anni In basso: ponte del I Ancora pochi passi nel verde del pascolo esti- ci siamo mossi proprio nel solco del recente proto- Moretta sul Lys vo d’alta quota, poi all’improvviso eccolo: il rifugio collo d’intesa CAI-MIUR per far entrare la monta- “Vittorio Sella” del CAI di Biella, nel cuore del Par- gna a scuola. L’ultima tappa in ordine di tempo è co Nazionale del Gran Paradiso. Il cuore batte più stata la costituzione nella primavera del 2012 con forte e più veloce e non solo per la fatica, ma anche delibera del collegio docenti del GAS, il “Gruppo per la grande emozione che proviamo davanti alla Alpinistico Scolastico” di cui sono entrati a far par- agognata meta che sembrava così lontana e forse te una quarantina di studenti delle scuole di Mosso irraggiungibile 6 giorni e 100 km prima. e Pettinengo. Obiettivo: andare in montagna con Facciamo un passo indietro, come hanno fatto il CAI di Mosso. A Luglio il nutrito gruppo, con le una trentina di ragazzini di scuola media a per- fiammanti felpe rosse del GAS, è partito alla volta correre 100 km con 6000 metri di dislivello in sei del trekking che abbiamo chiamato “Da Sella a... giorni, insieme ad alcuni loro insegnanti, qualche Sella!” A Vittorio Sella, grande fotografo e alpinista genitore, un paio di membri del CAI di Mosso? biellese, è stato intitolato infatti su proposta del di- È necessario fare un ulteriore passo indietro, ad- rigente Dino Gentile nel 2007 l’istituto comprensi- dirittura di molti anni, almeno a cominciare dal vo che è diventato Scuola Alpina di Pace V. Sella. La 2002, quando è partito il progetto “Sette Anni in Tibet” in collaborazione con l’istituto compren- sivo di Pettinengo e la sezione CAI di Mosso. Per sette anni i ragazzi hanno esplorato in orario scolastico e extrascolastico prima le Alpi biellesi, per spingersi poi tra i monti di Valle d’Aosta, Val-

Dopo aver esplorato i monti italiani e francesi, gli studenti hanno effettuato spedizioni sull’Himalaya

sesia, Dolomiti, Francia, , Sardegna, fino a due fantastiche spedizioni nelle Alpi neozelan- desi nel 2009 e in Himalaya nel 2011. In questi anni in centinaia hanno imparato a muoversi in montagna in sicurezza, a conoscere l’ambiente e la cultura alpina. Poi hanno munto e rigoverna- Tutto è iniziato nel to le vacche, fatto il formaggio, piantato tende in 2002, quando è partito luoghi fantastici, assimilato il senso della solida- il progetto “Sette anni rietà, gustato il significato di conquistare le mete in Tibet” con sacrificio, arrampicato, sciato...

Novembre 2012 / Montagne360 / 33 meta scelta è stata così famoso rifugio alpino inti- tolato pure a Vittorio Sella, quello del CAI di Biella che si trova in una delle zone più belle della Valle d’Aosta. A 5 anni dalla intitolazione e in prossimità del 150° anniversario di fondazione del CAI che ha visto un altro famoso Sella, il cittadino di Mosso S. Maria Quintino, tra i fondatori, si è così deciso di mettersi gli zaini in spalla e partire esattamente dal- la soglia della scuola per giungere in 6 giorni fino al Gran Paradiso. Favoriti da uno splendido sole che si sarebbe mantenuto per tutti i giorni del trekking siamo partiti da Pettinengo (600 metri s.l.m.) all’al- ba del primo giorno. Attraverso un tipico sentiero della fede che si snoda attraverso bellissimi boschi delle vallate del Cervo e dell’Oropa abbiamo rag- giunto il celebre e suggestivo santuario di Oropa incastonato in una conca delle Alpi biellesi a 1200 metri di altitudine. Il secondo giorno da Oropa ci siamo immessi nel percorso della GTA raggiungendo l’alta Valle Elvo e il rifugio Coda (2280 m) sul crinale di confine con la Valle d’Aosta. Siamo poi scesi nella Valle del Lys e in particolare verso Lillianes per arrivare ai 1400 metri della località Sassa, dove sorge un agrituri- smo estremamente curato e confortevole, L’Etoile du Berger. Il giorno successivo abbiamo continuato la discesa fino a raggiungere il torrente Lys al Pont de Moretta (502 m), luogo suggestivo legato a vicende di dra- ghi e cavalieri. Abbiamo quindi compiuto una lun- ga e panoramica traversata in quota nel castagneto attraverso il borgo di Perloz e l’isolato santuario di Notre Dame de la Garde. Giunti a Donnas (330 m), si fa un tuffo nella storia percorrendo un tratto di via romana verso il forte di Bard. A Bard si attraversa la Dora e si inizia la risalita della valle di Champorcher lungo il versante destro dell’Ayasse tra boschi, ponti e scintillanti cascate. (2588 m), poi l’ultima fatica fino alla Finestra di In questa pagina. Champorcher (2826 m) da cui si domina la valle di In alto: dal lago I ragazzi hanno imparato a Cogne. Da lì una lunghissima discesa nei pascoli e Miserin alla finestra di muoversi in montagna in sicurezza l’ingresso nel parco nazionale a Lillaz, resa famosa Champorcher. e a conoscere la cultura alpina dalle alte cascate. A Cogne (1545 m) l’ultimo per- In basso: foto di nottamento prima della tappa finale. gruppo con striscione Alla fine si arriva all’orrido di Ratus e quindi al bor- Il sesto giorno infine l’ultima sgroppata ha portato della scuola di fronte go di Pontboset (800 m). il gruppo ai 2584 metri del rifugio Vittorio Sella, al rifugio Sella. Il quarto giorno si sale da Pontboset ai 2200 m del lungo uno dei più classici e conosciuti itinerari della A fronte, in alto: rifugio rifugio Dondenaz. La prima parte del percorso si Val d’Aosta, al piano del Lauson dove marmotte, ca- Sogno, valle di Cogne. snoda tra le borgate della media valle, poi si attra- mosci e stambecchi sono veramente di casa, degno In basso: via romana versa il torrente e per un tratto si risale la selvag- finale di una esperienza da sogno. Con noi anche la a Bard gia Valle della Legna. Si raggiunge quindi la bor- bandiera tibetana, poiché il trek si è caratterizzato gata Chardonney di Champorcher. L’ultima parte come marcia per la pace per il popolo degli altopia- dell’itinerario risale un bellissimo bosco di conife- ni. E su ogni valico e cima abbiamo raccolto una re e poi gli ampi pascoli fino al rifugio Dondenaz pietra per realizzare fuori dalla scuola un chorten (2186 m). che ricordi proprio la causa del popolo tibetano. Ancora in salita nella parte alta della valle il percor- * Gli autori dell’articolo sono Soci CAI di Mos- so del quinto giorno: prima l’incontro con il blu del so S. Maria insegnanti scuola alpina di pace di lago e la svettante mole del santuario del Miserin Pettinengo.

34 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 35 Presenti su strade e sentieri delle nostre montagne nuovo Quaderno di cicloescursionismo del Club da metà degli anni Ottanta, le mountain bike nel Alpino Italiano. Pedalando sui sentieri tempo hanno conquistato poco alla volta il cuore Dunque anche gli alpinisti vanno in mountain degli alpinisti. Non più, quindi, oggetto del desi- bike? dero esclusivo per gli amanti delle due ruote, al Certo, non da oggi e non solo loro. La mountain contrario: una buona pedalata sui sentieri spesso bike è uno strumento eccezionale per l’escursio- di montagna sostituisce il piacere della camminata anche per nismo, soprattutto, ovviamente, in montagna. Gli gli amanti del trekking. Ne parliamo con Marco amanti della montagna lo hanno capito da tempo, Il cicloescursionismo, attività sempre più praticata in Lavezzo e Piergiorgio Rivara, rispettivamente co- a partire dai semplici escursionisti che hanno po- ordinatore e membro del Gruppo Cicloescursio- tuto “allungare” il raggio d’azione delle loro gite, montagna, pone il problema della “convivenza” con nismo della Commissione Centrale Escursioni- fino agli scialpinisti e sciescursionisti, che hanno i camminatori. E le Regioni, su questo, iniziano a smo, che di recente hanno curato la redazione del trovato una disciplina estiva affine alla loro per legiferare di Aurelio Franceschini - Foto Matteo Balocchi

Cicloescurionismo sulla spettacolare Val di Funes, sul gruppo delle Odle non organizzano gare, non sono “squadre” di cicli- In alcune zone d’Italia, però, le tensioni ci cioè gli enti locali: Parchi, Comuni o, se i problemi smo. E contemporaneamente organizzano corsi di sono: alcune Regioni stanno legiferando, sono più estesi, le Province. Inutile fare corpose formazione per andare in montagna in mountain imponendo limiti al raggio d’azione delle leggi regionali e dettagliati regolamenti attuati- bike e non il contrario, sebbene sembri una sot- mountain bike. vi, per di più a budget zero. Ormai sappiamo che tigliezza semantica. I corsi di cicloescursionismo In certe aree i problemi sono reali perché c’è mol- sono inefficaci se non inapplicabili. Per risolvere i sezionali hanno sposato in pieno il concetto di ta pressione sui sentieri e le leggi esistenti sono problemi basta mettere in campo volontà e capa- formazione culturale comune alle altre discipline inefficaci. Mentre in Appennino è difficile per- cità gestionali. Il CAI ha diversi ruoli ovviamente CAI, insieme alle materie tecniche e specialistiche. sino incrociare altri escursionisti sui sentieri, in perché deve rappresentare in modo equilibrato Per questo motivo un Socio non esce da questi Dolomiti, nel Garda o altre zone delle Prealpi si tutte le anime del club: escursionisti, biker, sen- corsi come un provetto ciclista o meccanico, ma verificano più spesso problemi di usura o di uti- tieristi, operatori naturalistici ecc. Se il CAI si pre- come un escursionista pronto ad affrontare usci- lizzo sconsiderato dei sentieri da parte delle varie senta con una visione complessiva del problema te in ambiente con consapevolezza oltre che con categorie di escursionisti e, ovviamente, anche dei ha sicuramente un peso specifico per fare sentire perizia tecnica. Insomma la classica missione CAI biker. Queste situazioni vanno gestite singolar- la propria voce in modo autorevole. Anche per- applicata anche alla mountain bike. mente e non è pensabile risolvere i problemi del- ché, è bene ricordarlo, non è certo un mezzo lento Quali sono i percorsi ideali per una escursione la frequentazione della montagna solo con leggi e a propulsione umana come la bicicletta che ge- in mountain bike? scritte a tavolino. nera i problemi maggiori sui sentieri. Inserendo la mountain bike nelle proprie disci- E quindi che cosa proponete? Il volume appena uscito affronta anche il tema pline il CAI ha, di fatto, coniato un neologismo: La posizione del Cicloescursionismo CAI è sem- dei bambini e dei ragazzi, che sono tra i mag- “cicloescursionismo”, che indica immediatamente plice: laddove esistano dei problemi reali, rileva- giori appassionati di mountain bike. Forse non era anche la tipologia di attività che facciamo con la bili sul terreno e documentabili, bisogna mettere Il CAI ha una grande esperienza in materia di necessario inventarsi bici. Per questo i percorsi si svolgono3 su viabilità intorno ad un tavolo tutti i portatori di interesse bambini e ragazzi, che risiede nell’Alpinismo un nome nuovo come secondaria, forestale, tratturi, mulattiere e sentie- e discuterne. Le esperienze dei paesi con maggio- Giovanile. La mountain bike va ad arricchire la “cicloescursionismo”. ri, ossia tutto ciò che consente appunto di realiz- re esperienza, in particolare gli USA, sono utili: loro offerta di montagna, completandola con una In fondo noi facciamo zare itinerari escursionistici. Sfruttiamo quindi le si va dalle chiusure temporanee o stagionali (ad disciplina nuova e attrattiva per i giovani. Gli ac- esattamente quello che infrastrutture esistenti in comune con altri escur- esempio nei periodi di riproduzione delle specie compagnatori di cicloescursionismo del CAI si la parola originale ci sionisti per realizzare fondamentalmente percorsi animali minacciate), alla percorrenza a giorni mettono al servizio del progetto educativo dell’Al- comunica: andiamo in ad anello giornalieri o trekking di più giorni. For- alterni tra diverse utenze, all’individuazione di pinismo Giovanile per gestire tecnicamente usci- mountain-bike, ossia in se non era necessario inventarsi un nome nuovo varianti per evitare la sovrapposizione dei diversi te di mountain bike o corsi monotematici, oppure “montagna-in-bici”, ma perché, in fondo, noi facciamo esattamente quello tipi di escursionisti e altre da individuare di volta per formare direttamente i loro accompagnatori adesso che ce lo siamo che la parola originale ci comunica: andiamo in in volta. Tutti rinunciano a qualcosa per ottenere all’utilizzo corretto di questo strumento. Le espe- dato ci piace molto e ne mountain bike, ossia in “montagna-in-bici”, ma tutti qualcosa. rienze che stiamo avendo con le sezioni già attive siamo orgogliosi perché adesso che ce lo siamo dato ci piace molto e ne sia- Ma chi dovrebbe gestire queste situazioni? in questo settore sono entusiasmanti e ci danno ci rappresenta molto mo orgogliosi perché ci rappresenta molto bene. L’iniziativa va gestita dai cosiddetti land manager, grande speranza per il futuro. bene Lungo una mulattiera continuare ad andare per monti tutto l’anno, par- Qualcuno però non sarà contento di trovarsi nei pressi del Passo di ticolare non secondario. Ma anche gli alpinisti biciclette tra i piedi mentre passeggia nel bosco Tremalzo, sui monti del appunto, tra cui anche qualche firma prestigiosa, o su un sentiero alpino. Garda non disdegnano l’esperienza in sella. Potremmo liquidare la domanda limitandoci a Com’è nata l’idea di questo Quaderno? dire che in oltre 20 anni di escursioni in mountain Il “Quaderno di L’attività di cicloescursionismo è nata spontanea- bike abbiamo avuto pochissime occasioni di di- Cicloescursionismo” mente nelle sezioni come esigenza di singoli soci e scussioni con altri frequentatori, mentre al contra- (n.11 della collana poi, solo dalla fine del 2008, è stata istituzionaliz- rio tante volte abbiamo potuto apprezzare la soli- “Quaderni di zata. C’è quindi voluto un po’ di tempo per stabili- darietà degli altri utenti della montagna per una Escursionismo”) re le “regole del gioco”, formare i primi accompa- fatica che ci accomuna. Obiettivamente purtroppo è disponibile su gantori titolati e cominciare a diffondere una certa i maleducati e gli irrispettosi esistono in tutte le richiesta delle sezioni visione comune. Il movimento stava diventando categorie e il mondo dei praticanti della mountain CAI alla sede Centrale. grande ed era il momento giusto per dare una bike è molto variegato. Il CAI ha un ruolo impor- mano alle sezioni e ai soci per muoversi corretta- tante nel creare una mentalità di rispetto sia all’uso mente non solo nell’ambiente montano, ma anche dei sentieri, sia degli altri utenti. Dobbiamo lavo- nelle articolate strutture del sodalizio. rare tutti insieme verso questo obiettivo, ognuno Quali sono le novità che il CAI propone per il per la propria parte. Nel Quaderno incentiviamo

cicloescurionismo? molto i cicloescursionisti a collaborare alla manu- Come club mettiamo al centro della nostra attivi- tenzione dei sentieri condivisi, argomento che fa tà la montagna, la sua conoscenza e la sua difesa, anche parte dei corsi, e molti gruppi ciclo sezionali non i vari attrezzi che usiamo per viverla, sebbene già prevedono un monte ore annuo da dedicare a questi siano i nostri passatempi o giochi predilet- questa attività. Anche in questo dobbiamo essere ti. È così anche per la mountain bike. Le sezioni d’esempio stimolando sia i nuovi Soci, sia gli altri fanno principalmente escursioni sociali, quindi gruppi sezionali.

38 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 39 La felicità che scompare proprio sulla vetta

Una riflessione sulla gioia di arrivare in cima alla montagna a partire dalla celebre illustrazione di Paul Gayet-Tancrède. Un sentimento, quello della conquista, che è mutato negli anni e che in passato era certamente più sobrio di quanto lo sia oggi di Franco Ragni

Nella pagina accanto ue persone in vetta, guida e cliente sem- che è quello – ripetiamo – di una indubbia gratifi- la vignetta “Lyrisme” brerebbe (ma non è importante), e la sa- cazione provata in vetta; di più: una grande gioia, del francese Paul D lita non è stata banale: lo si capisce dal ma non c’è abbraccio e nemmeno c’è il sorriso. Gayet-Tancrède, in arte contesto e dall’atteggiamento. Chi scrive non può vantare grandi exploit ed è es- Samivel Perciò salita impegnativa e soddisfazione evidente senzialmente un “alpinista delle normali” ma ha nel per il successo, ma non c’è il minimo accenno a un suo bagaglio pure alcune salite di qualche impegno, sorriso. Vignetta bellissima, come il titolo Lyrisme, il cui esito positivo ha comportato a lui e agli amici ma ciò non toglie che quell’assenza di sorriso possa che condividevano corda ed esperienza la gioia del- apparire intrigante. Il disegno è del francese Paul la conquista, semplice e non gloriosa, ma vera gioia. Gayet-Tancrède, in arte Samivel (1907-1992), che Il sottoscritto ha fotografie di momenti analoghi fu disegnatore, scrittore, fotografo, cineasta, dive- e dopo aver riflettuto sulla singolare vignetta di nuto famoso nel mondo alpinistico con Sous l’oeil Samivel, gli è venuto un sospetto ed è andato a ri- des choucas, ou les plaisirs de l’alpinisme (1932), guardarsele; ebbene: nessuno sorride. Ha anche libro-raccolta di 80 disegni straordinariamente in chiesto agli amici di vedere i loro scatti relativi agli state espugnate da primitive – ma allora sensazio- dispregiativo). bilico tra umorismo, malinconia, pessimismo e pro- stessi eventi e il risultato è lo stesso. Da notare che nali – invadenze tecnologiche (strade e proto-im- Sembrerebbe di poter dire che tra i due poli dell’al- fezia. La sua produzione letteraria fu molto ampia, è assente, allo stesso modo, pure qualsiasi atteggia- pianti di risalita). E per di più portando nei nuovi pinismo ludico e dell’alpinismo sociale è venuto a ma l’opera citata è forse quella più singolare, la cui mento di fierezza o baldanza; proprio niente. territori di conquista la tendenza a distruggere que- contrarsi quello delle sensazioni forti: il “pensiero prefazione tra l’altro gli fu firmata dal grande ami- Ma, allora, la domanda (retorica) è questa: esiste la gli stessi valori di cui i nuovi venuti si proclamavano debole” è arrivato anche qui dove (ma è fenomeno co Guido Rey, italiano, proprio quello delle famose gioia della vetta? (ma accade anche oggi) alla ricerca. generale) sembrano latitare le passioni positive. frasi-simbolo sulle tessere del CAI; “frasi” al plurale, Tutti noi in realtà l’abbiamo provata e possiamo Venendo all’attualità, oggi tutte le analisi del nuovo Passioni positive… Sono forse queste che spiegano poiché l’attuale ha sostituito la “vecchia” che diede a certificare che esiste, ma evidentemente si mani- modo di andare in montagna denunciano una deci- la mancanza di sorriso in questo tipo di gioia mani- Rey postuma e discussa notorietà all’epoca dei “for- festa in un modo completamente diverso da quello sa disaffezione alla salita delle cime, con la parallela festato dall’antica vignetta del 1932; gioia così pro- midabili quegli anni”, quando il processo di rifon- testimoniato dai calciatori quando fanno un gol. e frequentissima percezione della “conquista del ri- fonda da non riuscire a emergere in forme espan- dazione del mondo investì anche il come e il perché Forse però è necessaria una distinzione, pur senza fugio” come massimo dell’appagamento. Quelli che sive, mentre quella che sbrigativamente potremmo della frequentazione alpina. generalizzare, e così torniamo ancora al disegno di vanno oltre, verso i monti (quelli veri), sono sempre definire l’odierna e apparente caduta di tensione Ricordiamo questa frase, non dimenticata ma or- Samivel: è del 1932 e rispecchia il concetto di sali- meno ma così va il mondo, fatto di corsi e ricorsi, e nelle ambizioni alpinistiche, rendendo le mete più mai consunta dal tempo: “Io credetti e credo la lotta ta e di conquista allora corrente, quando il “senso questa è la fase attuale del ciclo. abbordabili e a buon mercato, forse favorisce le ma- coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, della vetta” aveva un valore sacrale, quasi religioso. Da una parte è indubbio il calo quantitativo della nifestazioni esterne di soddisfazione. Il paradosso è bella come una fede”, mentre l’attuale (sempre dello Senso che personaggi come Samivel, alla pari di frequentazione dell’alta montagna, e parallelamen- solo apparente. stesso autore) recita: “La montagna è fatta per tutti, altri come – tra i “nostri” – il citato Rey, oppure te si registra una flessione qualitativa della frequen- Fin qui si è usato il termine “gioia” che è sicuramen- Nella vignetta non c’è non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano “Bepi” Mazzotti, percepivano come bisognoso di tazione tout court, almeno misurata sui parametri te appropriato, ma la conquista della vetta (concet- traccia di felicità. Ma il riposo nella quiete, come per coloro che cercano salvaguardia in quegli anni in cui vedevano con una volta d’uso, mentre peraltro ha preso piede to politicamente scorretto? assomiglia troppo alla questo si vede spesso nella fatica un riposo ancora più forte”, meno auli- sgomento le prime “masse” portare la loro (in cer- una sorta di positiva dimensione sociale dell’attivi- “lotta coll’Alpe”?) non mette forse in gioco qualco- nelle foto “di vetta”, ca, meno retorica, ma certamente più banale, salvo ta parte vera) superficiale volgarità alla conquista tà escursionistico/alpinistica: alpinismo giovanile sa di più totalizzante, che si avvicina alla felicità? prive di qualsiasi l’interessante concetto del “riposo più forte” che sa- di ambienti prima appartenenti in modo esclusivo e… senile, escursioni a favore di soggetti disabili, Perché la gioia è forse un sentimento più limitato, atteggiamento di rebbe “nella” fatica. all’aristocrazia degli scarponi e del sudore. avviamento comunque “lento” all’attività e suo ap- mentre la felicità ha dentro tutto, ma proprio tutto. fierezza o baldanza E torniamo al tema esemplificato dalla vignetta, Erano gli anni, infatti, in cui le medie quote erano piattimento verso il basso (sia detto in tono non * L’autore è Socio CAI, Sezione di Brescia - GISM

40 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 41 Tutti i vantaggi di essere un “montanaro” Esce Civiltà alpina ed evoluzione umana, di Luigi Cavalli Sforza e Luigi Zanzi. Lo studio sottolinea come negli ambienti di alta montagna sia necessario sottostare a condizioni ambientali più variabili e difficoltose, che spingono a creare nuove soluzioni a problemi che in altri ambienti non esistono di Francesco Cavalli Sforza

A fronte: Luigi Cavalli rofessor Cavalli-Sforza, quali sono i l’esposizione a temperature rigide e alle radia- Sforza autore insieme punti focali dell’interesse che suscita zioni solari, che sono di intensità eccezionale in a Luigi Zanzi di “Civiltà P la formazione della civiltà alpina nel alta montagna. Temperature, concentrazioni di alpina ed evoluzione quadro dell’evoluzione umana? ossigeno e altre caratteristiche ambientali creano umana” Lo studio della civiltà alpina ci ha fornito risposte condizioni anche estreme, che esigono di mobili- utili sul modo di vivere in un ambiente partico- tare tutte le risorse utili a favorire la sopravviven- lare, la montagna. Esistono molti altri ambienti za in ambiente montano. I fattori che portano a geografici al mondo, ciascuno dei quali presenta migliorare la vita del montanaro includono non problemi distinti e richiede adattamenti specifi- solo particolari adattamenti biologici ma anche ci: in montagna, questi sono legati all’altitudine, precisi atteggiamenti psicologici, comportamenti all’orientamento in luoghi disagevoli, alla scarsi- e in generale forme di cultura assai speciali. Que- tà e particolarità di risorse e ad altri fattori carat- sto è in forte evidenza, come è naturale, negli am- teristici. Come tutti gli ambienti difficili, invita a bienti di alta montagna, che sono i più esigenti sviluppare la collaborazione tra vicini. per l’organismo umano. È necessario sottostare a Una bassa densità è caratteristica dell’insedia- condizioni ambientali più variabili e difficoltose, mento umano in montagna: la densità diminui- che spingono a creare nuove soluzioni a problemi sce progressivamente all’aumentare dell’altitudi- che in altri ambienti non esistono. ne, con caratteristiche assai variabili nei villaggi Vivere in condizioni di relativo isolamento e a di bassa, media e alta montagna. Questo fa sì che bassa densità di popolazione presenta alcuni nei villaggi più isolati, che sono di solito ancora importanti vantaggi: mette in qualche misura più piccoli e hanno sovente meno scambi geneti- al riparo da guerre e invasioni che avvengono ci coi villaggi vicini, vi sia una perdita più veloce all’esterno, riduce il pericolo di attriti sociali con di variabilità genetica nel corso delle generazio- altri gruppi e promuove, entro certi limiti, la coo- ni, per effetto della deriva genetica; fa anche sì perazione, che aiuta a rendere la vita più facile in che le mutazioni vantaggiose si diffondano più ambienti esigenti. rapidamente tra villaggi che non in ambienti più Al tempo stesso, il montanaro deve essere capa- affollati. Altri ambienti difficili dove si verificano ce di fare praticamente di tutto e di vivere larga- fenomeni analoghi, benché assumano forme di- mente da solo, per cui il singolo deve sviluppare verse, sono le piccole isole, dove l’insediamento specializzazioni multiple. La capacità di abituarsi umano presenta caratteristiche simili a quelle a reagire secondo necessità a condizioni ambien- delle aree montane. tali sfavorevoli, di lavorare la pietra ed il legno, Quali sono i tratti distintivi del “montanaro”? di costruire ripari o trappole, di cacciare, come Chi va ad abitare le montagne sviluppa caratteri- di mettere in opera risorse per trarre dalla terra stiche fisiche e psicologiche particolari nel corso il proprio sostentamento o per affrontare eventi del tempo. Per vivere in ambienti a basso tenore imprevisti: ciascuno deve disporre di tutte que- di ossigeno ci vuole un gran fiato! È maggiore ste capacità, in qualche misura, per poter abitare

42 / Montagne360 / Novembre 2012 In questa pagina una in villaggi isolati in montagna. Storicamente, la migrazioni avvenute in tempi storici, come quelle delle incisioni che circolazione di moneta vi è sempre stata scarsa; dei Walser e dei Valdesi, mentre sappiamo anco- illustrano il libro di E. erano poche le botteghe cui rivolgersi; il lavoro ra poco di quelle avvenute in tempi preistorici, Rittmeyer, edite nel salariato era pressoché inesistente; non vi erano soprattutto nel paleolitico, che una volta indagate volume “Les Alpes, H. imprese cui affidare, per esempio, la costruzio- con i mezzi di cui oggi si dispone potranno rive- Georg libraire”, editeur ne o riparazione di una casa. A Montepiano, un larsi molto interessanti. Bale et Gèneve, 1868 villaggio arrampicato sui fianchi della montagna L’insediamento umano in montagna ha dato in Valle dell’Orco, che corre parallela e adiacente origine a distinte forme di civiltà, che hanno ele- alla Valle d’Aosta, fino all’ultima guerra era co- menti comuni. Si tratta di uno di quegli ambien- stume che un giovane salisse, al mattino, prima ti speciali dove si superano difficoltà specifiche del lavoro, fino a una cava in alto sul monte, forse con accorgimenti particolari, come vediamo per a un’ora di cammino, ne staccasse una pietra e esempio nella formazione di villaggi e insedia- la riportasse con sé al villaggio. Una volta che ne menti stabili, con caratteristiche in parte simili, avesse accumulate abbastanza da costruire una in luoghi assai lontani fra loro, come le catene casa, era pronto a cercare moglie. alpine e himalayane. La bassa densità di popolazione, soprattutto nei Quali sono, secondo Lei, i tratti differenziali villaggi e negli insediamenti posti a maggiore al- del mondo alpino nella formazione di uomini tezza, ha anche determinato un’elevata frequen- che si fanno “montanari”? za di matrimoni tra consanguinei, con ulteriore La bassa densità di popolazione e le difficoltà am- riduzione della varietà genetica e la comparsa o bientali rendono necessaria una multi-specializ- scomparsa di speciali difetti o malattie genetiche, zazione nei lavori quotidiani. In un ambiente a come per esempio l’albinismo, che non è una ma- bassa densità vi sono, per così dire, più mestieri lattia, ma è una condizione genetica relativamen- utili o necessari che abitanti. Naturalmente que- te frequente, che crea qualche problema specie in sto riguarda la tradizionale economia montana, A novembre esce in alta montagna. che però è in via di forte trasformazione, specie tutte le librerie “Civiltà La notevole omogeneità degli ambienti monta- da quando è comparsa l’automobile ed ogni tipo 1 camp alpina ed evoluzione ni, soprattutto in rapporto alle diverse altezze, di trasporto è divenuto più agevole. Molti nuovi umana”, il libro scritto ha favorito il nomadismo di queste popolazioni. accorgimenti possono facilitare l’insediamento ripete settembre a quattro mani da Luigi Le pratiche e le tecnologie sviluppate in un de- umano sulle montagne e rilanciare nuovi modelli Cavalli Sforza e Luigi terminato luogo si prestavano ad essere applicate di civiltà montana. Difficilmente, però, si avranno Zanzi (Jaca Book, 240 in altri ambienti simili. Questo ha generato e dif- densità elevate. pagine). Luigi Cavalli fuso una cultura montana. Possiamo studiare le La ricerca dello sposo o della sposa è un aspetto 45_Pagine da 39_G0554 - Pubblicità Arrampicata 200x270 Sforza, professore della vita in montagna che ha speciali caratteristi- emerito dell’Università che, diverse secondo i luoghi e le culture, rispetto di Stanford (USA), all’identica ricerca nei paesi di pianura e nelle cit- è accademico dei tà. La necessità di vivere in altitudine produce un Lincei, autorità di forte effetto selettivo sui possibili candidati, contri- spicco nel campo della buendo a generare e mantenere nelle popolazioni diversità genetica, con di montagna un insieme di caratteristiche comuni. particolare riferimento Come gli esseri umani hanno sviluppato tratti fi- alla coniugazione dei sici speciali, vivendo nei diversi climi e altitudini, meccanismi genetici così la selezione di animali da lavoro e da carne ha con i dati storico- portato allo sviluppo di tipi particolari, tanto di- culturali, specialmente versi fra loro, pur nella grande somiglianza, come linguistici. il lama andino, la vacca alpina o lo yak tibetano. Luigi Zanzi è invece Tutti i tipi biologici, che si tratti di batteri o di pian- docente di metodologia te o di animali, sono necessitati ad evolvere sotto delle scienze storiche l’impatto delle condizioni ambientali. Gli ecosiste- all’Università di Pavia, mi di diversa altitudine offrono una formidabile autore di molteplici biodiversità, ma anche tratti comuni. Al pari di richerche sulla altri che vivono in ambienti particolari richiedenti storia delle Alpi, in adattamenti specifici, il montanaro ha accumulato particolare dei Walser; numerose caratteristiche importanti che lo rendo- è, vice presidente no adatto alla vita ad altitudine elevata e a bassa dell’Associazione densità di popolazione, compensandolo con i me- internazionale per la riti particolari di un ambiente ricco di attrazioni storia delle Alpi (CH) speciali.

44 / Montagne360 / Novembre 2012 anni fa, mentre gli acari e il moscerino hanno più di 230 milioni di anni. “La nuova scoperta sposta Storie antichissime quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni rispetto a ogni precedente ritro- vamento di organismi inglobati in ambra” spiega Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova in un dal mare di Cortina comunicato stampa. Un ritrovamento importante, quindi, che ha come protagonisti alcuni antenati di insetti ed artropo- Storia di tre minuscoli di di oggi. Antichi abitanti del nostro pianeta, che hanno vissuto in un ambiente tanto diverso dal invertebrati e del loro nostro, ma che e questo ha dell’incredibile asso- migliano in maniera strabiliante ai loro pronipoti straordinario viaggio odierni. Sono sopravvissuti a estinzioni di massa, attraverso le ere geologiche cambiamenti climatici e ambientali, e non mo- strano grandi cambiamenti evolutivi. di Jacopo Pasotti In un comunicato stampa diffuso dal CNR, Guido Roghi dell’Igg-Cnr dice: «È sorprendente come la morfologia di questi acari triassici sia simile a Quando apparvero le prime piante con fiore, Foto degli strati della quella delle specie odierne appartenenti alla fa- quindi, questi artropodi modificarono le loro abi- sezione (sotto le protagonisti della storia evolutiva della vita miglia Eriophyoidea. Le caratteristiche comuni tudini alimentari e riuscirono così a sopravvivere Tofane di Roces e di terrestre oggi hanno aggiunto tre animali alla – corpo lungo e segmentato, due paia di zampe alle grandi estinzioni che hanno punteggiato la Mezzo) del Rifugio Di Iloro schiera di eroi. Una schiera dominata invece delle quattro solitamente presenti negli storia geologica del nostro pianeta, dimostrando Bona da dove proviene da tirannosauri, plesiosauri, o comunque esseri una eccezionale capacità di adattamento ai cam- l’ambra. le cui forme e abitudini erano a dir poco bizzar- Questi antichi abitanti del nostro biamenti ambientali. I ricercatori spiegano che Foto Guido Roghi re. Tra i protagonisti della storia dell’evoluzione pianeta assomigliano in maniera nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano oggi ci sono anche tre organismi di pochi milli- strabiliante ai loro pronipoti odierni estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% metri. Sono i due acari e il moscerino che vissero di quelle dei vertebrati terrestri. Secondo loro, 230 milioni di anni fa e i cui corpi perfettamente acari, un peculiare apparato boccale e artigli piu- quindi, questo studio conferma che già nel Trias- Il territorio di Cortina conservati all’interno di goccioline di ambra sono mati – dimostrano che questi artropodi avevano sico (230 milioni di anni fa) esistevano animali 230 milioni di anni fa stati ritrovati nelle Dolomiti, vicino a Cortina tratti distintivi e specializzati già nel Triassico, de- capaci di sopravvivere anche a cambiamenti am- era una zona costiera d’Ampezzo. cine di milioni di anni prima della comparsa delle bientali enormi. Questi animali non erano grandi a ridosso del grande Non è la prima volta che gli strati sedimentari del- angiosperme (tutte le piante che producono fiori) e possenti rettili o mammiferi, ma piccoli e fragili mare noto con il nome le Dolomiti Ampezzane restituiscono alla luce re- di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si insetti, eppure raccontano la storia di un succes- Tetide, ad una latitudine perti fossili di esseri viventi, negli strati sedimen- nutrivano di conifere (gimnosperme)». so evolutivo. subtropicale tari di questa regione dolomitica si trova infatti il più grande deposito di ambra triassica delle Alpi. Batteri, frammenti di alghe, protozoi, ritrovati in questo deposito erano già stati ritrovati negli anni passati. Ma un balzo così indietro nel passato non L’approfondimento era ancora stato fatto, e i tre piccoli organismi se- gnano un nuovo record nella paleontologia: sono Due domande a Guido Roghi, dimensioni dovevano rendere verdi queste parte stratigrafica e botanica. Ho raccolto infatti i più antichi insetti (il moscerino) ed artro- paleobotanico (Igg-Cnr). isole e coste, che probabilmente erano popo- i campioni, in parte levigati ma la maggior podi (gli acari) conservati nell’ambra. late anche da primitive mangrovie. Qualcosa parte delle goccioline sono state preparate Il ritrovamento è stato fatto dall’Istituto di Geo- Immagino che l’ambiente in cui vissero di simile alle attuali coste del Belize, nel Mar a Göttingen da Alexander Schmidt. Le goc- scienze e georisorse del Consiglio Nazionale del- questi due insetti fosse assai diverso ri- dei Caraibi. Il periodo in cui vissero quest or- cioline sono state levigate una ad una e solo le ricerche (Igg-Cnr) e dall’Università di Padova, Ingrandimento per spetto alle Dolomiti come le conosciamo ganismi è anche un momento geologico cri- guardando una così immensa quantità di in collaborazione con l’Università di Göttingen e 1000 di uno degli noi, lo potresti descrivere? tico dal punto di vista climatico, con intense goccioline (50.000-70.000) sono venuti fuo- con il Museo di storia naturale di New York. Il ri- acari in ambra. Le «Doveva trattarsi di una zona costiera a ri- ed estese precipitazioni dovute a un brusco ri gli acari e l’insetto. Sono circa 6 anni che trovamento dei tre invertebrati è il risultato dello caratteristiche come il dosso del grande mare noto con il nome Te- cambiamento climatico chiamato nella let- procediamo con questo lavoro. Qui a Padova studio di ben 70000 gocce di ambra. L’ambra è capo, le proboscidi, le tide, a una latitudine subtropicale. Possiamo teratura scientifica Evento Pluviale Carnico, abbiamo dato parecchie tesi di laurea in col- resina fossile e talvolta conserva al suo interno zampe o i sottilissimi immaginarci una costa con isole e una terra legato anche a grandi eruzioni vulcaniche». laborazione con il Dipartimento di Biologia corpi di invertebrati (insetti, artropodi) che al- filamenti caudali emersa che produceva sedimenti sabbiosi, per procedere nelle levigature (ma a Göttin- trimenti vengono distrutti in poco tempo dopo la hanno permesso di ora trasformati in arenaria, che arrivavano Leggo poi che avete studiato ben 70.000 gen sono stati più fortunati!). In questi anni loro morte. classificarli nel gruppo al mare attraversando aree con vegetazione gocce di ambra, deve essere stato un lavoro abbiamo prodotto molti risultati, e quello Fino ad ora le più vecchie inclusioni di organismi degli eriofidi lussureggiante, tipicamente tropicale. Felci infinito, vero? attualmente pubblicato sulla rivista PNAS è animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di nel sottobosco e conifere anche di grandi «Io sono un paleobotanico e ho curato la solo l’ultimo».

46 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 47 Lovettecannas la grotta più profonda della Sardegna Viaggio nella Serra Pirisi nascosta. I molti passi di una lunga esplorazione sotterranea verso e oltre il Grande Salone Marco Mattu, tra i più grandi mai scoperti: 430 m di lunghezza e un dislivello che supera i 115 m A cura di Massimo (Max) Goldoni Reportage e note di Silvia Arrica e Gianluca Melis (Unione Speleologica Cagliaritana) e Lucio Mereu (Gruppo Speleo Archeologico G.Spano)

Il grande Salone Marco a Sardegna è terra ricca di contrasti e dif- di Gorropu, per le pareti o le doline, per la biodi- Mattu. ferenze. Nell’immaginario collettivo, si è versità che ospita e anche per le grotte. E le grotte Foto B. Ibba L creata un’idea spesso stereotipata e non sono percepite per ciò che sono, possibili accessi a sempre corrispondente alla realtà. Diciamo que- mondi sotterranei estesi, affascinanti e complessi. Approfondimenti: sto, perché la speleologia ha contribuito e contri- In un incontro della Speleologia Regionale Sarda, Federazione buisce ad aggiornare la visione del paesaggio na- nel 2008 a Urzulei in Ogliastra, Pier Luigi Carta Speleologica Sarda turale e sociale della regione. De Andrè, alla fine (allora Presidente della Provincia) affermò “Ho www.sardegnaspeleo.it degli anni Settanta, fu rapito in Sardegna a fini visto le immagini delle grotte che avete messo in di estorsione, poi scrisse una memorabile canzone mostra. Pensavo che gli speleologi fossero eclettici sulla drammatica esperienza.“Hotel Supramonte” appassionati di una disciplina strana e pericolo- era la definizione data ai covi, spesso cavità natu- sa. Vedendo nella mostra fotografica grotte e am- rali, dove venivano tenuti i rapiti. E il nome diven- bienti che non tutti possono vedere, ho capito che ne sinonimo di luogo pieno di antri per rifugiarsi questa parte del nostro territorio, nascosta e invi- o nascondere. Ma il Supramonte ora è conosciuto sibile, può rappresentare tutto il territorio. Non ci soprattutto per le sue bellezze naturali, per la Gola sono solo le querce, non c’è solo la pastorizia, ma Per approfondire

Appunti di geologia su Lovettecannas Il Supramonte di Baunei è localizzato nella parte centro-meridionale dell’ampio Golfo di Orosei. È costituito da un’ossatura dolo- mitico-calcarea dello spessore complessivo di circa 800 metri, di età giurassica media e superiore, poggiante su un basamento granitico o scistoso, a seconda del settore considerato. La grotta di Lovettecannas, che deve il suo nome a un toponimo locale, si apre nella zona denominata Serra Pirisi, localizzata nella sponda destra della testa- ta del canyon della Codula di Luna. Buona parte dello sviluppo finora noto di Lovette- cannas mostra un marcato carattere da ca- vità di contatto, tra il basamento cristallino paleozoico e la parte basale dei depositi car- bonatici giurassici. Lo sviluppo della grotta è articolato secondo due direzioni principali; In questa pagina: c’è un mondo incredibile che ci appartiene”. Le foto Ricerche, difficili passaggi e grandi guizzo esplorativo; si trovò il passaggio che per- quello più marcato, ma meno esplorato, ha Cascata Sa si rifacevano a una spedizione bolognese degli anni ambienti in Lovettecannas mise di continuare l’esplorazione. Si guadagna- direzione NW-SE; l’altro ha direzione NE- Spenduledda. Sessanta, erano presenti molti degli esploratori di Il territorio sardo è ricco di grotte, anche se la su- rono 500 metri di nuova grotta, arrivando a 313 SW ed è quello che ha rivelato il maggior Foto B. Ibba. allora e diverse persone che li avevano ospitati. La perficie calcarea rappresenta globalmente circa il metri di dislivello negativo per 5 km circa di svi- sviluppo di grandi vuoti. La loro presenza, e Nella pagina accanto. speleologia sarda deve molto a figure di assoluto 6% della superficie totale; alcune sono famosissime luppo, ancora in progressione senza l’ausilio di le grandi dimensioni da essi raggiunte è ca- In alto: l’inghiottitoio valore, quali Padre Antonio Furreddu, gesuita, do- anche nello scenario turistico, e visitate ogni anno corde. Anche in questa occasione, come già acca- ratteristica che differenzia Lovettecannas di Lovettecannas in cente di fisica e matematica, alpinista, esploratore da migliaia di persone. Accanto a queste, ce ne duto tre anni prima, la corsa degli esploratori si dalle altre cavità della zona; le sale inoltre veste invernale. e Consigliere della Società Speleologica Italiana dal sono moltissime altre che nessuno, al di fuori degli interruppe bruscamente di fronte a una piccola, hanno una sezione in cui la larghezza pre- Foto Silvia Arrica. 1961 al 1966. Nel Congresso Nazionale di speleolo- speleologi che le esplorano, conosce. Una tra le più ma tenace frana che non si lasciò superare. Dopo vale sull’altezza. Il Salone Marco Mattu, che In basso: particolare gia del 1955, in Sardegna, Padre Furreddu portò un significative esplorazioni di questi ultimi anni ha qualche anno di oblio, nel 2010 si ricrearono le tra i vuoti finora rilevati è quello degno di di una stalattite intervento estremamente articolato e interessante, come teatro l’Ogliastra, precisamente il Supramon- condizioni ideali per riprendere le esplorazioni. particolare menzione per via delle dimen- eccentrica lungo la che precorreva temi che sarebbero stati oggetto di te di Baunei, il cui territorio forse è più noto per le Un gruppetto agguerrito di speleologi sardi de- sioni, è una tipica galleria di crollo, un vuoto via del Salone Marco ricerca a livello internazionale. Da ricordare anche sue vie di arrampicata e i suoi suggestivi percorsi di cise di riprovare a forzare il passaggio e in poco interstrato generato dalla progessiva aspor- Mattu. la sua strenua difesa di un mammifero marino trekking che terminano sul mare piuttosto che per tempo si scrisse un nuovo capitolo delle esplora- tazione, prevalentemente gravitativa, della Foto G. Melis unico, la Foca Monaca, gli studi sulle variazioni cli- il sottosuolo. Eppure... Nel 2001 un gruppo di spe- zioni che hanno portato Lovettecannas ad avere formazione geologica “Genna Selole”. Sia il matiche in grotta e la creazione del primo nucleo leologi isolani del cagliaritano e francesi, in occasio- caratteristiche uniche nel panorama speleologico soffitto che il pavimento sono costituiti dalle del Catasto Regionale delle grotte della Sardegna, ne delle vacanze di Natale, si ritrovarono insieme non solo italiano. Prima di tutto la profondità: arenarie, il pavimento è occupato da enormi opera già intrapresa da Carmelo Maxia. La fonda- per una serie di battute di ricerca esterna. Quando Lovettecannas è la grotta più profonda in Sar- blocchi di roccia distribuiti caoticamente, zione di gruppi speleologici a Cagliari, Iglesias, nel c’è molto freddo è più facile identificare probabili degna, con oltre 500 metri di dislivello negativo. risultanti dai crolli massivi e, ancora in atto, Nuorese e le esplorazioni da parte di associazioni ingressi di cavità, poiché si percepisce la differenza Da sottolineare la tipologia di progressione, sem- del soffitto, la cui estensione è impressio- anche da fuori regione crearono le premesse per termica dell’aria. Trovarono un buchetto, dal quale pre in ambienti sub-orizzontali, si va dunque in nante, se confrontata con l’altezza della ricerche che hanno prodotto straordinari risultati, usciva vapore; dopo una breve disostruzione riusci- profondità senza l’impiego di attrezzi e corde. La condotta. Altra caratteristica peculiare è la con centinaia di chilometri di grotta esplorati. La rono ad entrare e si resero conto di essere di fronte svolta nell’esplorazione avvenne dopo che, il 29 totale assenza di depositi carbonatici, se speleologia in Sardegna ha avuto un forte impulso a qualcosa di importante. Avevano trovato l’ingres- maggio, fu superata l’ormai ex “frana terminale”, non nella porzione terminale, dove si rinven- dalla federazione dei gruppi nel 1983, dalla strut- so della grotta di Lovettecannas, che nei quasi due sulla quale si era interrotta la corsa degli speleo- Il territorio sardo gono dei concrezionamenti giovani e ancora turazione sistematica del Catasto, dai rapporti e anni successivi fu oggetto di intensive campagne logi qualche anno prima. Il morale era alle stelle è ricco di grotte, in accrescimento. confronti con istanze regionali, nazionali e anche di esplorazioni intergruppi. Nel 2002, lo sviluppo e le escursioni si susseguivano a ritmo frenetico, anche se la superficie Bibliografia essenziale internazionali. Diffusi su tutto il territorio della complessivo di Lovettecannas era arrivato a circa 4 settimana dopo settimana. La progressione era calcarea rappresenta De Waele J., Onnis C.,Robyn Y. (2001): Lo- Sardegna troviamo numerosi gruppi che condu- km con un dislivello negativo di 273 metri, ovvero piuttosto difficile e impegnativa ma, percorrere globalmente circa il vettecannas, dove le dolomie incontrano i cono esplorazioni, aggiornano i dati catastali del la cavità più importante della zona. Inoltre, la pro- quelle gallerie incontaminate, dove il fiume scor- 6% della superficie graniti, «Speleologia», n. 45, pp. 16-29 / De mondo sotterraneo, propongono qualificati corsi di gressione rimaneva sempre suborizzontale, quindi re, ripagava di tutte le fatiche. Tutti i passaggi totale; alcune sono Waele J. (2006): Sempre più dentro Lovet- formazione, curano l’organizzazione di congressi e tale dislivello era guadagnabile senza l’ausilio di at- venivano segnalati con nastro da cantiere bianco famosissime anche tecannas, «Sardegna Speleologica», n. 23, simposi. Gli speleologi della regione sono protago- trezzi. Fra il 2002 e il 2005 le attività esplorative su- e rosso, per potersi orientare, soprattutto nelle nello scenario turistico, pp. 14-19 / Arrica S.,Melis G., Pani D. (2011): nisti di esplorazioni complesse e autori di reporta- birono un deciso rallentamento, riducendosi per lo zone labirintiche caratterizzate da una successio- e visitate ogni anno da Lovettecannas, una nuova stagione esplo- ge di assoluta eccellenza. più a semplici visite. L’estate del 2005 vide un altro ne di frane. migliaia di persone rativa, «Speleologia», n. 65, pp. 40-47.

50 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 51 35 giorni di festa: vinci un volo* ogni 35 minuti!

Capelli d’angelo nel Il vuoto straordinario del salone necessario l’allestimento di un campo interno, sia Salone Marco Mattu. Marco Mattu per potere stendere più agevolmente il rilievo che Foto B. Ibba Circa un mese più tardi, dopo aver superato una per proseguire le esplorazioni. Anche in quell’occa- serie di strettoie in frana davvero al limite dell’uma- sione, la grotta fu piuttosto dura; nonostante l’enor- no, si riuscì a sbucare in un ambiente che pareva mità dell’ambiente, si dovette letteralmente scavare essere davvero molto grande. Puntando in avanti le per poter ricavare dei punti in piano dove sistemare luci di profondità dei caschi, per provare a rendersi i sacchi a pelo. La scoperta del salone è stata anche conto della grandezza dell’ambiente, si vide solo il un’occasione per ricordare un caro amico speleolo- buio più profondo. Furono momenti di gioia incon- go scomparso; porta infatti il suo nome uno degli tenibile. Finalmente, madre terra e sorella grotta ambienti ipogei più straordinari del patrimonio parevano avere ascoltato i desideri degli esplorato- ipogeo sardo: “Salone Marco Mattu”. A metà set- ri, dando concretezza ai sogni esplorativi più am- tembre 2012, dopo un sistematico lavoro di ricerca, biziosi. La sala sembrava essere davvero enorme e è stato finalmente individuato un nuovo passaggio pareva andare decisamente verso il basso. Si ini- che ha permesso di accedere a grandi ambienti, ziò subito l’esplorazione, pareva non finire mai, si che continuano la loro discesa per svariate decine scendeva sempre di più. La grotta stava regalando di metri. Percorrendo i nuovi rami, è stato ritrova- grandi bellezze, ma niente acqua; bisognava assolu- to anche un fiume, la cui bassa portata ci induce a tamente trovarla. La si rinvenne, finalmente, in un pensare che possa trattarsi di un affluente seconda- ambiente molto concrezionato e bellissimo. Ma era rio della grotta che scorre molto più in basso rispet- Il salone scoperto poco più di un bicchiere d’acqua che bastò a stento to al principale. Alcuni degli ambienti trovati sono risultò essere davvero per una sola persona, che rischiò l’assalto da parte caratterizzati, oltre che dalle dimensioni, da una 35 anni di Sportler, 35 giorni di premi! enorme, sicuramente dei presenti, avendola esaurita completamente lui ricca varietà di grandi stalattiti eccentriche, grossi Dal 25/10 alle ore 24.00 del 28/11/2012, ogni 35 € spesi uno dei più grandi solo. Ancora oggi ci si ricorda di quell’episodio, e si cristalli di calcite e numerosissime cannule e tante nelle nostre filiali o su www.sportler.com otterrai un codice ritrovati: 430 metri di ride su uno dei momenti più tragicomici di quella piccole vele, la cui forma ricorda le ali delle farfal- per partecipare all’estrazione di 1 volo per 2 persone in lunghezza e con un giornata. Poco più avanti infatti si trovarono altre le. Il sito è stato denominato per questo “Butterfly Europa ogni 35 minuti! Inoltre, potrai prendere parte anche dislivello che supera pozze, piuttosto consistenti, che dissetarono tutti. Il Zone”. È stata inoltre individuata una zona scono- all’estrazione finale di 35 weekend in Alta Badia e 35 Skipass i -115 metri. Grazie a salone scoperto risultò essere davvero enorme, sicu- sciuta del Salone Marco Mattu, che accresce le già Dolomiti Superski per 2 persone! questo, Lovettecannas ramente uno dei più grandi ritrovati: 430 metri di straordinarie dimensioni. si attesta ad una lunghezza e con un dislivello che supera i -115 metri. Un sincero ringraziamento a quanti hanno reso Tutti i dettagli su www.sportler.com profondità di oltre i Grazie a questo, Lovettecannas si attesta a una pro- possibile l’esplorazione, lo studio e la documenta- -500 metri fondità di oltre i -500 metri. Tali dimensioni resero zione di Lovettecannas.

52 / Montagne360 / Novembre 2012 Concorso valido dal 25/10/2012 alle ore 24.00 del 28/11/2012. Estrazione finale entro il 15/12/2012. Montepremi: 95.382,80 € Iva incl. Per conoscere il regolamento completo vai su: www.sportler.com * Restano escluse le spese aggiuntive facoltative richieste dalle singole compagnie aeree. Per dettagli www.sportler.volagratis.it La montagna e il suo brutto Strutture in cemento armato Ultimo parcheggio: nei abbandonate da anni, antenne pressi della Cava del Tombaccio, pendici e ripetitori, tralicci giganteschi, del Monte Sella. Alpi cave dismesse: nelle foto dei lettori Apuane, novembre 2007, di Armando la montagna usata come una Barbuto discarica a cielo aperto

Il rapporto degli uomini con la montagna è cam- biato nel corso della storia. Lo sfruttamento at- tuale e lo scempio che a volte ne viene fatto – così come documentato dalle foto di questo portfolio – sono elementi piuttosto recenti. Abbiamo chie- sto a Franco Farinelli, geografo, docente all’Uni- versità di Bologna, di raccontarci l’evoluzione del ruolo della montagna in relazione allo sviluppo dell’umanità. Ne esce un contributo prezioso, che vi proponiamo di seguito.

Per i Greci antichi la montagna equivaleva al limi- te, al confine, al termine: una stessa parola, oros, designava quella e questo. Per gli antichi romani si spalancava l’abisso tra l’ager ( il campo cioè la pia- nura, le sedi stabili, la coltivazione cioè la cultura) e il saltus (la montagna regno dell’allevamento cioè del nomadismo). Nei documenti medievali l’espressione in alpis, cioè appunto sui monti, si riferiva ad altitudini di poche diecine di metri, a quelle che oggi ci appaiono come modeste colli- nette. E quando verso la fine del Seicento (non prima) a qualcuno in Europa venne in mente di iniziare a misurarne l’altezza non si sapeva pro- prio come fare: al punto che si iniziò adoperando le stesse corde che fino ad allora erano servite ai pescatori e ai corallari per scandagliare il fondo dell’abisso, rovesciandone per così dire il senso e la direzione e puntandole verso l’alto. Eppure, a dispetto del timore se non della repulsione che i rilievi hanno fin dall’antichità prodotto, l’umanità ha sempre avuto bisogno delle montagne per scen- dere a patti cognitivi con il mondo, per sentirsi a casa. Fu la sparizione delle montagne ad indurre l’esercito di Alessandro Magno a fare marcia in- dietro, a ritirarsi dalla grande pianura indiana, al cui interno l’occhio non può appoggiarsi su nulla che interrompa il vuoto della sterminata distesa,

54 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 55 2. Passo della 7. Piani dei Resinelli Focolaccia (Alpi in Valsassina (LC ). Si Apuane), attività di tratta di un grattacielo escavazione del marmo di 14 piani, realizzato nei sul passo tra il Monte primi anni Sessanta, di Tambura e il Monte Emiliana Usuelli Cavallo, di Alessandro Fontana

che appunto ne indichi la fine. Per non dire di conti con la Terra così come davvero essa è, come 3. Vecchio serbatoio tutto il carico semantico-politico (“La montagna una sfera e non più come una tavola (una mappa) sul versante nord del è la libertà” sentenziava all’inizio dell’Ottocento secondo l’implacabile dettato della modernità. In Monte Altissimo (Alpi Schiller) di cui la montagna si carica tra Sette e altri termini: la globalizzazione costringe a gettare Apuane), di Augusto Stefanini 3 Ottocento. Si trattava allora di costruire, contro la sul nostro pianeta uno sguardo finalmente rispet- logica territoriale di marca feudale, i grandi sta- toso del suo oggetto. Davvero essa ci costringe a 4. Scempio sulla Majella ti territoriali centralizzati di tipo moderno, e fu chiedere alla stessa Terra i criteri per la propria de- nei pressi del rifugio proprio tale impulso ad avviare la domesticazione scrizione, come due secoli fa auspicava Carl Ritter, Pomilio, di Nicola del dominio montano, la sua inclusione all’inter- il primo a includere sistematicamente le monta- Grifone no dell’ambito civile. Fu un ginevrino, Rousseau, gne all’interno del discorso geografico, per la di- 5. Un’auto all’arrivo il primo a rivendicare al paesaggio montano, alla stinzione in regioni della faccia della Terra. Sicché dell’ovovia Piz Laila, vigilia della Rivoluzione, la stessa dignità estetica oggi la pianura ha già esaurito il suo intero poten- Corvara (BZ), di quello della pianura, convertendo in tal modo in ziale ermeneutico, la sua capacità di illuminare 2012, di Maria Chiara mondo quel che fino ad allora era stato un vero e con le proprie forme la forma generale del nostro Bidone proprio “antimondo”. L’ultima tappa, al riguardo, pianeta, che gli effetti della globalizzazione im- 6. Nuovo parcheggio 4 ha avuto inizio nell’estate del 1969, proprio quan- pongono appunto di considerare nella sua totalità “Rocce Rosse” sul do eravamo tutti con il naso per aria a guardare e complessità. Tocca insomma adesso alla monta- Monte Bondone la luna perché finalmente l’uomo la raggiungeva. gna, nella sua inesauribile ricchezza di fenomeni (Trento), di Fausto Era anche l’estate in cui nasceva la Rete, in cui lineamenti e strutture, e nella sua ancora vitalis- Carlevaris cioè aveva inizio la globalizzazione, il complesso sima realtà culturale, fornire al mondo i prossimi di processi cui siamo debitori, tra l’altro, del pie- modelli ideali e pratici, di cui vi è estremo bisogno no riconoscimento del valore e dell’importanza per permettere all’umanità di continuare a restare dell’ambito montano. La ragione è semplice: la al mondo – dunque per poter continuare a pensa- 5 6 globalizzazione significa che per la prima volta re in termini di umanità. nella storia dell’umanità siamo costretti a fare i Franco Farinelli

56 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 57 8. Come ci è 9. Discarica tra i finito il bus? Cava marmi: strada di cava abbandonata all’Orto da Arni per Passo di Donna, Alpi Sella, Alpi Apuane, Apuane settentrionali, novembre 2007, di maggio 2011, di Armando Barbuto Armando Barbuto

10. Monumento tecnologico: Cava Cervaiole, Alpi Apuane. Sulla destra il profilo del Monte Freddone, di Armando Barbuto 11

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11. Vetta M. Cocuzzo, 12. La finestra di 13. Col Visentin, prealpi 1541 m, Catena Champorcher dalla bellunesi (1763 m), di Costiera (Cosenza), di valle di Cogne, 2012, di Gioacchino Trevisson 12 Walter Piromalli Candida Caprile

60 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 61 CAI 150 il decennio 1874-1883 1874 - 1883 il boom delle Sezioni Seconda puntata del viaggio attraverso i 150 anni del CAI e della storia d’Italia. Nel decennio 1874-1883 si moltiplica la nascita delle sedi territoriali: la pratica dell’alpinismo diventa sinonimo di impegno civico e morale, e il CAI consente l’iscrizione anche alle donne di Stefano Morosini

ei primi anni gli iscritti al Club Alpino Vittorio Besso, Italiano erano i rappresentanti di un’éli- [Escursionisti alle Nte urbana aristocratica e altoborghese, sorgenti del Po – intraprendente e pragmatica, caratterizzata da Crissolo – Pian del un forte rigore etico e temprata dalle recenti bat- Re in occasione del taglie risorgimentali. I soci del CAI affermavano VIII Congresso degli gli ideali della nuova Italia tramite la salita di Alpinisti italiani], 1874. cime inviolate (si veda nell’articolo di Enrico Ca- Tratta dal volume manni nello scorso numero di ottobre la breve ri- "Fotografie delle costruzione del tentativo italiano di prima salita montagne", al Cervino, nel 1865), ma l’alpinismo pioneristico Priuli&Verlucca, 2009 di questi anni pare ancora lontano dalle successi- ve derive nazionalistiche. A un decennio dalla sua fondazione, il CAI era composto da poco più di 2000 soci, e le sue se- zioni andavano diffondendosi rapidamente e in maniera capillare in tutta la penisola, non solo nelle città ai piedi dell’arco alpino. Significativa- mente tre sezioni (Torino, 1863; Firenze, 1868; Roma, 1873) nacqero in corrispondenza geogra- fica e temporale con gli spostamenti della capi- tale d’Italia. Il rapido sviluppo di un così ampio numero di sedi territoriali non pare dettato da una volontà di competizione municipalistica, piuttosto da una forma di emulazione fra diversi contesti urbani, dove la pratica dell’alpinismo è

62 / Montagne360 / Novembre 2012 consesso italiano, seppur dall’esterno dei confini dunque dalla possibilità che si apre per lei di tocca- In basso: il necrologio climatiche, geologiche, faunistiche, botaniche e nazionali: l’attività dei soci denotava un’esplicita re per prima la vetta. Il linguaggio, come sempre, è di Quintino Sella, cartografiche; letterari, essendo ampia la diffu- missione patriottica e un carattere irredentista: denso di significato: Quintino Sella nella sua cele- morto nel 1884 sione di racconti e scritti legati alla montagna, la per questa ragione nel 1876 la SAT subì un de- bre salita al Monviso aveva parlato della «maschia pubblicazione di guide, l’apertura di biblioteche; creto di scioglimento da parte del governo asbur- soddisfazione» che si può provare «nel solcare le ambientali, perché sin dalle origini sono presenti gico, ma prontamente venne ricostituita con l’at- meravigliose Alpi» e raggiungerne le più alte cime; istanze di tutela, soprattutto boschiva. tuale denominazione di Società degli Alpinisti e in una lettera ad una gentildonna piemontese, Dal punto di vista istituzionale il CAI ha vissu- Tridentini. Giuseppina Benso di Cavour, si compiaceva che to una prima fase (1863-1866), in cui è presente Una vicenda parallela tra identità nazionale ita- le giovani figlie della sua corrispondente avessero una sola sede a Torino, denominata “Club Alpino liana, istanze irredentiste e appartenenza all’Im- oltrepassato nelle loro ascensioni i 3300 metri di – Torino”; una seconda (1867-1872), nella quale pero austro-ungarico è quella relativa alla Società altitudine, così da «aprire il vergine e sensibile loro oltre alla sezione torinese nacquero alcune suc- Alpina delle Giulie, costituita a Trieste nel 1883. animo alle maschie bellezze delle Alpi». Il simboli- cursali; una terza (1873-1875) in cui sorsero vere Quintino Sella, che fu presidente generale dal 1876 smo sessuale del linguaggio è significativo sia della e proprie sezioni, con Torino quale sede centra- al 1883, morì nel 1884: oltre che alpinista, fondato- percezione diffusa nell’Italia dell’epoca del forte le; una quarta (1876-1929), nella quale tutte le re e animatore dei primi decenni di vita del CAI, fu squilibrio di genere, sia della tendenza ad applicare sezioni sono poste in condizioni paritetiche e la uno straordinario e poliedrico protagonista della tale rapporto alle ascensioni in montagna. Ancora sede centrale è a Torino, ma quest’ultima ha un stagione politica, economica, culturale e scientifica più esplicito il lessico utilizzato talora, anche dalla proprio consiglio direttivo, separato per compo- dell’Italia postunitaria. Palazzi-Lavaggi, per definire le prime ascensioni: nenti e prerogative da quello della sezione della Un illustre socio delle Sezione di Napoli, Benedet- si parla di «strappare la verginità», di «consumare città della Mole. to Croce, lo ricorderà in questi termini: «avverso il banchetto nuziale». Anche al di fuori dei confini del Regno d’Italia all’ascesi cristiana e al disprezzo del corpo, fondò il sorsero associazioni alpinistiche vicine per ca- Club alpino italiano e dette ai suoi connazionali il In alto: mappa delle proposta alla cittadinanza (e in particolare alle ratteristiche e identità al CAI. La SAT (Società gusto delle ascensioni, esercizio di volontà, di pre- Sezioni CAI tra il 1863 giovani generazioni) in chiave pedagogica. alpina del Trentino è il nome originario) nacque videnza, di virtù morale». e il 1900. Attraverso l’iscrizione al CAI ci si poteva senti- nel settembre del 1872 a Madonna di Campiglio, D’altro canto l’alpinista e intellettuale torinese In basso: Annibal re parte di una nazione appena nata, e praticare allora parte dell’Impero austro-ungarico. Attra- Gian Piero Motti, nella sua Storia dell’alpinismo, Ottino, [Ritratto di l’alpinismo significava esercitare il corpo e il ca- verso la fondazione della SAT la borghesia libe- ha definito Sella con ironia tagliente e contesta- tre alpinisti], 1875- rattere in pioneristiche ascensioni su un terreno, rale trentina si voleva sentire parte del più ampio taria: «forse più noto ai più per la poco simpati- 1880. Tratta dal quello alpino, in gran parte inesplorato. Ancora, i ca fama di spietato gabelliere che per i suoi meriti volume "Fotografie gruppi che nelle varie città diedero vita a sezioni alpinistici!». delle montagne", del CAI, lo fecero su basi laiche, anche se in que- In Italia, diversamente da alcuni altri sodalizi stra- Priuli&Verlucca, 2009 gli anni non mancarono straordinarie figure di nieri (come il britannico Alpine Club, fondato nel alpinisti-ecclesiastici, come Andrea Zannini ha 1857, o il Club Alpino Svizzero, fondato nel 1863, ben documentato nel volume Tonache e piccozze. alcuni mesi prima del CAI) era consentita l’iscri- Il clero e la nascita dell’alpinismo. zione femminile: seppur limitatamente, fra gli In sintesi gli intenti del Club Alpino Italiano nei elenchi degli iscritti alle sezioni, compaiono sin dai primi anni nomi di signore o signorine (quasi sem- Attraverso l’iscrizione al CAI ci pre mogli, sorelle o figlie di soci). si poteva sentire parte di una La contessa Carolina Palazzi-Lavaggi non solo fu nazione appena nata iscritta alla sezione di Torino a partire dal 1882, ma fu anche l’autrice della prima ascensione al Monci- mour (3167 m), nel gruppo del Gran Paradiso, rea- suoi primi anni di vita sono al contempo politi- lizzata nel 1879 insieme al fratello e due amici gra- ci, mirando alla prosecuzione del Risorgimento zie al fondamentale accompagnamento delle guide Quintino Sella, che fu come affermazione dell’Italia unita; geopoliti- alpine. Benché abituata a uno stile di vita agiato, presidente generale ci, mediante l’attestazione nel contesto europeo dal 1876 al 1883, morì delle Alpi come frontiera; morali, tramite la La contessa Carolina Palazzi- nel 1884: oltre che contrapposizione fra città malsane e montagna; Lavaggi fu iscritta alla sezione di alpinista, fondatore e fisiologici, evidenziando i benefici dell’esercizio animatore dei primi fisico in altitudine, come sostenuto dal fisiolo- Torino a partire dal 1882 decenni di vita del CAI, go torinese Angelo Mosso (1846-1910); sociali, fu uno straordinario e laddove il costituirsi in associazione è indice di Carolina Palazzi-Lavaggi si adatta con facilità alle poliedrico protagonista virtù civica; civilizzatori, dato che il CAI opera- «peripezie» e alle scomodità della montagna, non della stagione politica, va a sostegno delle popolazioni alpine arretrate teme i pericoli e fa ricorso alla «picca» quando il economica, culturale economicamente e culturalmente; scientifici, ghiaccio affiora sul terreno della salita, durante la e scientifica dell’Italia in quanto gli alpinisti, nel corso delle ascen- quale per ben due volte chiede alle guide di esse- postunitaria sioni, svolgevano misurazioni e classificazioni re rassicurata sulla «verginità» del Moncimour, e

64 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 65 Lettere Il CAI delle origini non era Italiano si esplicita chiaramente l’intento nazionalisti- le cinque torri “tirolesi” me è incomprensibile e la ritengo una colpa». Valerio nazionalistico co della conquista delle vette di confine. Buonasera; sono un vostro abbonato e questa sera Pocar, Socio CAI di Milano e Garante per la tutela de- Ho appena letto, su Montagne360 di ottobre, il bell’ar- Questa mia interpretazione dell’evoluzione culturale/ sfogliando velocemente l’ultimo numero della bellissi- gli animali del Comune di Milano, è invece favorevole: ticolo di Enrico Camanni “Buon compleanno CAI, un politica dell’alpinismo nei primi anni del Sodalizio è ma rivista che mi arriva puntuale a casa e a cui faccio i «Gentile Redazione, sono un anziano socio CAI sezio- secolo e mezzo con lo zaino in spalla” (Prima puntata condivisa anche da storici dell’alpinismo. In conclu- mie complimenti, ho notato una foto che mi ha lascia- ne di Milano. Leggo sul fascicolo di settembre 2012 la del viaggio attraverso i 150 anni del Club Alpino Ita- sione queste mie puntualizzazioni non vogliono esse- to di stucco. La foto incriminata è la 3, quella dell’ar- lettera del signor G. Neri pubblicata col titolo “Perché liano e della storia d’Italia: il 23 ottobre 1863 a Torino re un commento polemico nei riguardi dell’articolo di ticolo “I colori della Montagna”, precisamente quella non prevedere una ‘zona cani’ nei rifugi?”. Il lettore ha nasceva ufficialmente il Sodalizio…). L’articolo, ovvia- Enrico Camanni, che stimo grandemente come storico a pagina 54 delle 5 Torri. Sulla didascalia c’è scritto: perfettamente ragione nel descrivere le manchevo- mente sintetico essendo il racconto delle fasi iniziali dell’alpinismo, ma semplicemente un mio modo di leg- “Tirolo. Cinque Torri 1902”. Spero non me ne vogliate, lezze della gestione della grande parte dei rifugi per di una lunga storia, è esaustivo e di piacevole lettura. gere quegli anni del Club Alpino e, inoltre, non escludo ma le Cinque Torri non si trovano nel Tirolo, bensì nel quanto attiene all’accesso dei cani e il suo suggeri- È corredato anche di immagini che io non conoscevo. che potrebbe essere anche una mia interpretazione Bellunese. La didascalia giusta sarebbe quindi: “Bel- mento di creare una “zona cani” è giusto e del tutto Tutto ciò è veramente di buon auspicio per il seguito sbagliata di quanto espresso da Camanni. luno. Cinque Torri 1902”. Scusatemi ancora ma è più condivisibile. Recentemente, il Comune di Milano ha della lettura. Mattia Sella, Biella forte di me, teniamoci quello che “è nostro”. stabilito di rimuovere i divieti di accesso degli animali Ho solo un’osservazione da fare a Enrico Camanni. Renato Brancher accompagnati presso i propri uffici, dando un esem- Conosco piuttosto bene la nascita del Club Alpino e Risponde Enrico Camanni CAI Feltre pio di spirito di progresso nel senso dell’accoglienza della sua evoluzione durante la seconda metà del XIX Caro Sella, nel caso del Monviso ogni nostra consi- e del rispetto delle scelte di vita di ciascuno. Confido secolo. Su un punto riportato nel suo articolo non mi derazione sul Club Alpino Italiano sarebbe impropria, Risponde Aldo Audisio, direttore Museo Nazionale del- che il Sodalizio si faccia promotore di un’analoga ini- trovo d’accordo. Enrico Camanni ricordando la “cospi- semplicemente perché non era ancora stato fondato. la Montagna “Duca degli Abruzzi” ziativa, comprendente anche la creazione di spazi per razione” degli italiani per soffiare la cima del Cervino Le motivazioni dell’ascensione del 1863 emergono Egregio signor Brancher, come Lei avrà visto le dida- il pernottamento degli animali nei rifugi, fiducia che a Edward Whymper scrive «Conquistare una cresta comunque dalla lettera a Gastaldi di Quintino Sella, scalie sono quelle originali delle fotocromie e ripro- nutro nella consapevolezza che il CAI, oltre che per la equivale in qualche modo a “rifare” l’Italia, o quanto- che della scalata fu l’animatore e che si pone come pongono la situazione geo-politica nell’anno della ri- sua attività istituzionale, si è sempre segnalato come meno a sigillarne i confini». E poco più avanti ribadi- una figura di cerniera tra le ragioni di stato, le ragioni presa. Come in questo caso. Nessun dubbio che quelle diffusore di idee volte al progresso morale e civile del- sce: «Togliere la Becca allo straniero Edward Whymper della scienza e le ragioni dell’alpinismo. Certamente il montagne siano oggi italiane. La ringrazio per aver let- la nostra società. Si offre, qui, un’ulteriore occasione equivale alla scacciata degli austriaci». Non condivido fondatore del CAI incarnava più anime, da quella dello to attentamente l’articolo e Le invio i più cordiali saluti. di promozione civile, volta a evitare che l’affetto e la questa interpretazione. Facciamo attenzione alle date: studioso a quella del politico, e credo che il suo disap- compagnia dei nostri amici a quattro zampe diven- Errata Corrige la salita al Monviso di Quintino Sella è del 1863, la con- punto per aver regalato ai britannici la più piemontese Una «zona cani nei rifugi»? ti una ragione di discriminazione nei confronti degli quista del Cervino è del 1865. In questo periodo non delle montagne sia piuttosto da imputare all’indolenza Contrari e favorevoli umani stessi. Vi ringrazio dell’attenzione e vi saluto da Nel numero di c’era ancora nel Club Alpino un intendimento “nazio- dei connazionali che all’avversione per William Ma- La pubblicazione della lettera «Perché non prevede- Socio a Soci». Montagne360 di nalistico” di conquista delle cime. Nascerà più tardi thews, verso il quale Sella non mostrò mai volontà di re una “zona cani” nei rifugi?» sul numero di Monta- ottobre, per un errore verso la fine del secolo, a partire dagli anni Ottanta. rivalsa, piuttosto ammirazione e rispetto. Sella non era gne360 di settembre ha aperto il dibattito tra i nostri L'ottima accoglienza al bivacco Lago redazionale, nell’articolo Sella desidera fortemente che le montagne italiane certo un gretto nazionalista. lettori. A. L. , socio CAI di Milano, scrive: «Comprendo Nero del Cai di Pistoia “Buon compleanno non siano conquistate solamente dagli Inglesi: «Col Ma il gioco si fa ben più duro nel 1865 sul Cervino, che è un problema per chi ha un cane, ma a mio pare- In agosto ho compiuto un'escursione con partenza CAI. Un secolo e mezzo crescere di questo gusto crescerà pure l’amore per lo quando Sella incarica esplicitamente Felice Giordano re non si può avere riguardi per tutto e destinare una dall’Abetone- Monte Gomito-Lago Nero - Val Sesta- con lo zaino in spalla” studio delle scienze naturali, e non ci occorrerà più di di recarsi al Breuil per avere la meglio nella sfida con zona per cani nei rifugi di montagna oltre ad essere ione. Nella fase organizzativa ho chiamato sul cel- di Enrico Camanni vedere le cose nostre talvolta studiate più dagli stra- Whymper, appoggiando ed esortando in ogni modo probabilmente problematico per lo spazio disponibi- lulare il custode indicato dal CAI Pistoia, per sapere mancava la riga finale. nieri, che non dagli italiani. (Lettera a B. Gastaldi)». il valdostano Jean-Antoine Carrel, combattente nelle le, potrebbe portare ad effetti negativi sulla frequen- se al bivacco del Lago Nero era possibile mangiare, La chiusura corretta Le nostre montagne non solo devono essere salite guerre d’Indipendenza, a salire dalla cresta del Leone. tazione della montagna. Si capirà che non sono amica ricevendone risposta positiva. Poco dopo, sono stato dell’articolo è: «I veri ma anche studiate dagli Italiani. Non è ancora una Lo fa per il CAI o per l’Italia? Direi un po’ per tutti e due, dei cani, ma direi che il gestore del rifugio, se un tale richiamato dal custode, per sapere quanti eravamo e vincitori? Saranno gli conquista “patriottica” delle nostre vette. Infatti sulla anche se l’alpinismo sembrerebbe questione riservata ospite a 4 zampe si presenta possa cercargli una si- per segnalarmi la particolare esposizione del sentie- albergatori di Zermatt cima del Monviso Quintino Sella non lascia la bandie- a chi scala le montagne. Ma non è così, non solo. Con la stemazione dove non disturbi se la cosa è possibile ro di crinale del “Dente della Vecchia”, dato che con e della futura Cervinia». ra Nazionale ma quella del suo Re Sabaudo. La prima cessione della Savoia ai francesi nel 1860, l’arco alpino e soprattutto con freddo e tempo avverso. Prevede- noi c'erano dei bambini (sensibilità e cortesia ecce- Ce ne scusiamo con i bandiera “Italiana” sarà deposta nel 1882 sul Dente del occidentale è ormai un’unica lunga cresta di frontiera, re invece ufficialmente una “zona cani” nei rifugi sa- zionali). Il giorno successivo, ci siamo presentati per lettori e con l’autore. Gigante salito (primi italiani) da Alfonso, Alessandro e secondo la regola cartesiana dello spartiacque che di- rebbe secondo me sbandierare un invito a far venire mangiare (tre adulti e due bimbi) come ci era stato Corradino, figli di Quintino Sella e dal cugino Gauden- vide i territori delle nazioni. Dopo il 1860 il Monte Bian- persone con cani e allora il gestore del rifugio si po- preannunciato, abbondanti pane e buon “cacio”, ac- Nota di redazione zio. Mario Cuaz (Barometri, croci e bandiere rituali di co non è più il monte che sta in mezzo, separando le ac- trebbe trovare nella situazione di doverne alloggiare compagnati da un buon vino, fetta di crostata e caffè, vetta e usi pubblici della montagna nelle Alpi dal Set- que ma non le appartenenze. E il Cervino non lo è mai 4 o 5; ma come si comportano tra loro cani che non si il tutto servito con garbo da alcuni simpatici ragazzi. te all’Ottocento, in Da Montagna a Montagna, a cura stato. Salirlo di qua o di là non rappresenta un sempli- conoscono? Servirebbero allora delle gabbie e adat- Sorpresa al momento di pagare!!: ci è stata richie- La foto dell’Uomo di di P. P. Varazzo e R. Cerri, Zeisciu Centro Studi, Alagna ce primato alpinistico, ma anche prestigio nazionale te anche alle taglie più grandi. E staranno zitti poi se sta solamente una offerta da porre nell’apposita Altamura a p. 49 del Valsesia, 2009) ricorda che Sella: «racconta di aver e interesse commerciale, considerato il turismo che vicini, o se bisogna dislocarli come trovare gli spazi? cassetta. Grazie ragazzi!!!, complimenti a voi ed alla numero di Montagne coperto, prima di iniziare le ricerche scientifiche, “di fiorisce ai suoi piedi. Quanto alla bandiera, leggo sulla Noto già sempre quanto sia difficile per le persone dirigenza del vostro Sodalizio, non solo per la singo- 360 di ottobre è una bandiera bianca e rossa, l’uomo di pietra eretto da lettera che il curato di Valtournenche, abbé Chasseur, entrare e stare in silenzio nelle camerate dove molti lare, gradevole accoglienza, ma anche per mantenere stata pubblicata Matheus (lettera a B. Gastaldi)”». La svolta, chiarisce indirizzò il 19 luglio 1865 al canonico Carrel: «Il giorno già dormono e avere riguardo per il prossimo. Per- operativa la struttura in uno degli angoli più belli della su concessione del Cuaz,: «avvenne nel 1882, poco dopo la firma della Tri- 17 verso le 2 (i nostri) inalberavano la bandiera tricolore sino nei rifugi di alta montagna dove si sa che molti montagna Pistoiese. Come promesso nella circostan- Ministero per i Beni e plice Alleanza», quando i fratelli Maquignaz e i quattro sulla vetta della montagna». Ci sono elementi per dire partiranno nelle prime ore dopo mezzanotte per im- za, in qualche modo vi farò avere una nuova caffet- le Attività Culturali – Sella scalano il Dente del Gigante (ultimo 4000 ancora che il curato abbia confuso i colori? prese rischiose e l’esser stati svegliati o non aver po- tiera! Soprintendenza per i vergine) issandovi una bandiera italiana, tricolore. Sarà Molto cordialmente tuto dormire potrebbe anche diminuire l’attenzione e Gianfranco Corsini Beni Archeologici della solo negli ultimi anni dell’Ottocento che nel Club Alpino Enrico Camanni portare a disgrazie; questa mancanza di riguardo per Sezione "Maresca-Montagna Pistoiese" Puglia.

66 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 67 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica [email protected] a 7720 m, i due discenderanno per la via Kinshofer lungo la parete Diamir (16/7), con 25 ANNI SUL fornelletto fuori uso e cibo a zero. Con una L’inizio dei pinnacoli lungo la Mazeno truna di neve a 7400 m il 16/7 senza potersi GOLDEN PILLAR Ridge con Lhakpa Nuru e Lhakpa rifocillare di cibo e acqua, e un successivo bi- Zarok in cordata. vacco su cengia a 6300 m (17/7), il campo 1 Foto archivio Sandy Allan della Kinshofer verrà raggiunto il 18/7 alle 23 Golden Pillar, ovvero il Pilastro Nordo- e 45. Sandy Allan e Rick Allen raggiungeran- vest allo Spantik 7028 m, nella catena no il campo base il giorno successivo. del Rakaposhi, Karakorum Occiden- tale (Pakistan). È qui che la cordata 8611 m inglese di Mick Fowler e Victor Sau- Martedì 31 luglio 2012 segna una data sto- nders apriva venticinque anni fa la rica per la seconda montagna più alta della difficile British route, allora definita terra. Per la prima volta infatti più di venti tra le più grandi imprese himalayane alpinisti (alcune fonti parlano di una trenti- realizzate in stile alpino: 2100 metri na) hanno toccato la cima della montagna di salita ripartita in 40 tiri, da 5000 m nello stesso giorno. Gli unici a non utilizza- proseguito fino a 7250 m dove hanno bivac- fino a 7028 m. Quattro le sezioni: una re l’ossigeno sono stati: Azim Gheichisaz cato. Il 17 maggio, partenza di primo mattino guglia di 400 m, una cresta di 900 m (Iran), Adam Bielecki (Polonia) (31/7 vetta per toccare cima 7 ore più tardi. «Si è trattata coperta di neve, un muro di ghiaccio ore 10.30), Christian Stangl (Austria) Oscar di una salita lunga ed impegnativa, abbiamo sospeso, una morena coperta di neve Cadiach (Spagna) (31/7 vetta ore 17). Il gior- scalato sempre legati e molto concentrati», e tagliata da un crepaccio terminale; e no seguente, cima senza ossigeno anche per ha raccontato Gerlinde. La discesa è avvenu- infine 1100 m (la parte superiore del Peter Hamor (Slovacchia) e Pavel Bem (Rep. ta per la via di salita, con bivacco sempre a pilastro) di marmo liscissimo con roc- Ceca). 7250 m. La via Scott era stata aperta in stile cia molto difficile (misto) dalle poche alpino nel 1979 dagli inglesi Doug Scott, Alan rassicuranti fessure (grado scozzese NEPAL Rouse, Brian Hall e dal francese Georges V/VI). Due i tentativi prima dell’attac- Nuptse 7861 m Bettembourg. Prima ripetizione nel 1996 co finale, il 7 agosto 1987, con cima l’11 L’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner in corda- di Axel Schlönvogt e Ralf Dujmovits, marito agosto. La prima ripetizione fu realiz- ta con David Goettler ha salito in stile alpino della Kaltenbrunner. zata tra il 12 e il 15 giugno 2000 da la via Scott lungo il pilastro nord del Nuptse, Per le relazioni e la personale collaborazione Emmanuel Guy, Emmanuel Pellissier toccando poi vetta il 17 maggio 2012 alle ringraziamo: Sandy Allan, Mick Fowler, Ger- (Fr), Attila Ozsvath (Ungh.), Marko ore 13 in condizioni di tempo ottimi e dopo linde Kaltenbrunner. Prezelj (Slo.) in stile alpino. Ad oggi un lungo periodo al campo base in attesa conta tre ripetizioni. PAKISTAN tale. «Sopra il campo 1 non abbiamo usato la salita lungo la cresta fino al IV grado scoz- di un miglioramento meteo. Con un primo Nanga Parbat 8125 m, Mazeno Ridge corde fisse, anche se sulla Mazeno ridge per zese (ED). Il 12 luglio fallirà il primo tentativo tentativo fallito, i due alpinisti hanno sferrato In alto: Sandy Allan alla Mazeno Ridge. Il Nanga Parbat, la nona vetta più alta della alcuni pinnacoli tecnici, con neve instabile o alla cima per i sei alpinisti partiti dal campo l’attacco decisivo il 14 maggio, raggiungendo Foto archivio Sandy Allan. terra salita per la prima volta nel 1953 da su terreno molto esposto, abbiamo utilizzato fissato a 7160 m l’11 luglio. Da qui i tre Sherpa il Campo 2. Il giorno successivo Gerlinde e In basso: Rick Allen (davanti) e Sandy Herman Buhl, ha registrato lo scorso luglio due corde dinamiche da 50 metri per attrez- con la O’Dowd scenderanno il giorno succes- David si sono portati all’attacco del pilastro Allan (dietro) lungo la Mazeno Ridge. la prima straordinaria salita integrale della zare temporaneamente alcune sezioni», ha sivo lungo la via Schell per arrivare a Latabo della Scott e dopo un giorno di attesa hanno Foto archivio Sandy Allan cresta ovest, più nota come Mazeno Ridge. spiegato Sandy Allan. «La cordata davanti village il 14 luglio, mentre Rick e Sandy deci- Si tratta della cresta più lunga conosciuta le metteva, l’ultima le toglieva assieme agli deranno di restare per provare il secondo e di un Ottomila: 10 km per oltre 6500 me- ancoraggi. Abbiamo scalato organizzati in decisivo attacco alla vetta. tri di dislivello totale, con il superamento di tre cordate: la O’Dowd in team con Lhakpa «Aveva nevicato e c’era parecchio vento, ben otto sottocime di 7000 m. A realizzare Rangdu Sherpa. Lhakpa Nuru e Lhakpa Za- quindi le nostre tracce precedenti erano sta- questa ambitissima impresa (tentata con rok assieme. Io e Rick Allen come terza squa- te cancellate», spiega Sandy. «Dopo esserci insuccesso da diverse cordate fin dal 1979 dra. Abbiamo sempre proceduto assieme e ricongiunti con la Kinshofer abbiamo conti- da alpinisti del calibro di Wojciec Kurtyka, ravvicinati, ogni cordata legata con una cor- nuato a scalare fino a 7720 metri dove abbia- Erhard Loretan, Doug Scott e Doug Chabot) da da 50 metri. Nei punti tecnici ci assicura- mo scavato una truna e trascorso la notte». sono stati Sandy Allan e Rick Allen, della vamo a vicenda», ha continuato Sandy. «Con Con un biscotto a testa per colazione, Sandy spedizione britannica composta inoltre da noi avevamo ancora altre due corde da 50 e Rick hanno poi continuato la mattina se- Cathy O’Dowd (Sud Africa), Lhakpa Rangdu metri, un po’ di chiodi al titanio, dadi e chio- guente (15/7) nella neve molto alta per arri- Sherpa, Lhakpa Zarok Sherpa e Lhakpa Nuru di da ghiaccio, oltre a 32 bombolette di gas vare in zona di vetta alle 14.00 in condizioni Sherpa (Nepal). 18 giorni tra salita e discesa, e circa 25 kg di cibo». Montando le proprie di scarsissima visibilità. Pur avendo già salito con Sandy e Rick che toccheranno la vetta tendine di campo in campo, per poi rimuo- il Nanga Parbat nel 2009, e conoscendo la della Montagna Nuda il 15 luglio 2012, dopo verle ad ogni spostamento, il gruppo, partito zona molto bene, i due dovranno vagare per Il Golden Pillar allo Spantik. che Cathy e gli Sherpa saranno stati costretti il 2 luglio, ha terminato la scalata della Maze- altre quattro ore prima di toccare la cima Foto archivio Mick Fowler a rinunciare alla base della piramide sommi- no Ridge (Mazeno Gap) il 10 luglio, valutando vera alle 18 e 12. Ritornati alla truna di neve

68 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 69 Nuove Ascensioni a cura di Roberto Mazzilis

Cima di Poia – (Coster di destra) Parete di Sottocresta le formato da un calcare di scogliera con via (denominata “Fatto Bene”). Attacco Alpi Retiche – Massiccio dell’Adamello – D’Antersass molta erba. Usati chiodi solo in 2 soste. In sullo zoccolo del torrione a destra della Val Adamè – Coster del Poia Dolomiti Occidentali – Gruppo del Puez stile “Trad” per il resto dell’ascensione che Mazzilis-Simonetti alla base di un evidente Il 30 giugno e 1 luglio del 2012 Gianni Toma- Nuova via sulla parete nord aperta il 14 si sviluppa per 6 tiri di corda con pendenze diedro. Dopo aver incrociato sulla sinistra soni e Sibilla Bariani, sulla parete sud, sud- agosto del 2011 dagli Accademici del CAI costanti di 80° e 90 °, WI 6, M5 MR. Usati tale via e successivamente la Babudri-Sain, est, hanno aperto “Sensazioni AdamÈlli- Marino Babudri e Ariella Sain in 5 ore. Si chiodi da roccia a lama e a “U”, 2 ice-hook, la direttrice di salita è data da un marcato che”, una via completamente attrezzata a tratta di una scalata divertente su roccia nut e friend piccoli, viti da ghiaccio corte. diedro-fessura e dal colatoio che solca la spit con catena e moschettone alle soste generalmente buona, a tratti ottima, prin- Il 5 marzo del 2011 sulla parete nord-ovest parete sud-ovest. Tracciato con difficoltà per la discesa a corde doppie. Ambiente cipalmente su placche compatte giallo/ Barry Bona e Simone Favero aprono, “Cu- discontinue ma reso abbastanza interes- solare e panoramico che offre (primi ripeti- nerastre, fessure e diedri che si sviluppano gi’s Corner”: itinerario di misto che sale il sante sia per le condizioni decisamente in- tori Marco Maggioni e Fabio Gangermi) una per 350 m suddivisi in 9 tiri di corda. Diffi- logico diedro roccioso posto a sinistra del vernali che per la varietà di passaggi. Roc- salita tecnica e di movimento in prevalenza coltà di IV, V, VI e VI+ che hanno richiesto pilastro di “Questo Gioco di fantasmi”. Roc- cia un po’ friabile nei tratti più impegnativi su placche verticali di eccellente granito. 13 chiodi, 4 cordini su clessidra, 2 nut e 1 cia a tratti friabile e con molta erba, molto che si trovano lungo il diedro del primo tiro Sviluppo m 220 con difficoltà valutate TD+ friend. La parete si raggiunge dal parcheg- raramente in condizioni di percorribilità di corda, discreta nella parte alta. Sviluppo (massime di 6b+, obbligatorie di 6 a, S2/ gio Misci-Seres (Longiarù) proseguendo a ottimali. 7 tiri di corda con pendenze fino fino al Crestone Ovest della Peralba m 370. III). Necessarie corde da m 60 e 13 rinvii. piedi per sentieri 3 e 5 per il Vallone di Lon- a 80° e difficoltà di AI, 6 R, Materiale con- Difficoltà di IV, V, VI, VII. Usati una decina di Avvicinamento in dal rif. Lissone raggiungi- giarù ed è riconoscibile per la sua caratteri- sigliato: chiodi da roccia a lama” e a “U”, 2 1 ancoraggi intermedi. Ore 4.30. bile a piedi in ore 0.40 dalla malga Lincino. stica forma trapezoidale. L’attacco si trova ice-hook, friend e nut medi, viti da ghiaccio Quindi dalla Valle Adamè per sentiero pia- sul settore di sinistra, sulla verticale data corte. Seconda Torre del Pich neggiante in ore 1 prima alla malga e poi al da un vistoso portale giallo e arcuato posto Cjadenis, 2450 m rifugio Baita Adamè (ottimo punto di ap- 150 m più in alto (ore 1.30 dall’auto). Disce- Monfalcon di Montanaia Alpi Carniche – Gruppo della Peralba – poggio). Proseguire per il sentiero verso il sa a ovest su prati ripidi e salti di roccia fino Dolomiti D’Oltre Piave – Ramo Monfalcon Sottogruppo del Cjadenis Passo Poia e la Val Salarno (cartelli). Segui- a ad un albero secco, quindi in leggero obli- di Montanaia Il 24 settembre del 2011 Roberto Mazzilis re il sentiero all’inizio comodo, poi incerto quo verso sinistra fino a un canalone per il Il 7 agosto del 2008 in ore 1.30 ,Sergio e Fabio Lenarduzzi hanno salito la parete tra le erbe e su ripido pendio con traversine quale alle ghiaie. Liessi e Adriano sbrizzai, sulla parete nord- sud-ovest lungo una linea nuova di m 300 di legno fino a incrociare un torrentello. Qui ovest del Monfalcon di Montanaia hanno denominata “Perla Azzurra”. Difficoltà di III, si abbandona la traccia per attraversare Cimon di Palantina, 2190 m tracciato una nuova via su roccia buona IV e V e alcuni passaggi di V+ su roccia ge- verso destra tra i mughi e verdi fino a un Prealpi Venete – Gruppo Col Nudo – Ca- che termina sulla Forcella d’Arade (2370 neralmente buona, a tratti ottima. Usato 1 comodo ripiano alla base delle placche. vallo m). Dislivello m 190, sviluppo m 300. Diffi- chiodo e qualche cordino su clessidre. Attacco 5 m a destra di “Alba Polare” (ore Il 24 gennaio del 2011 Barry Bona e Peter coltà dal II al IV con un breve tratto esposto 0.30 dalla Baita Adamè). Un ringrazia- Moser (asp. Guida Alpina) sulla parete di V-. Lasciati 5 chiodi e 4 cordini. L’attacco Grande Nabois, 2313 m mento ai volontari che gestiscono la Baita nord-est aprono “Ritorno al Futuro”: una si trova a 2180 m, sull’estrema destra del Alpi Giulie – Gruppo dello Jof Fuart Adamè e a Roby per i materiali concessi. variante diretta alla “Via della Nicchia “(1° colatoio tra la Cima D’Arade e il Monfalcon Sull’anticima Ovest, lungo la parete nord ascensione realizzata nell’autunno del ’77 di Montanaia. Ore 2 dal Rif. Padova. Disce- del Pilastro Nord, il 29 agosto del 2010 Sass Pordoi, 2950 m dai fratelli Ettore e Alvio Bona - 350 m di sa in corda doppia lungo la via. Daniele Picilli e Lorenzo Jogna Prat hanno Dolomiti – Gruppo del Sella V, un tratto di VI). In condizioni invernali aperto la via “Le Plume”. Questo itinerario Bianchi Giulio, Andrich Dirk (entrambi del presenta pendii ghiacciati da 70° a 90 °. La Cima Both, 2437 m 2 segue lo spigolo sinistro dell’evidente ca- CAI Menaggio) e Maurizio Orsi del CAAI. variante, salita in piolet traction in inverna- Dolomiti D’Oltre Piave – Gruppo Spalti di mino nord ed è perfettamente visibile dalla Centrale, sulla spettacolare parete ovest le e con l’uso di protezioni veloci, sfrutta un Toro – Ramo di Toro sella sottostante. Si svolge in un ambiente del Sass Pordoi in ore 7 hanno aperto la via sistema di fessure poste sopra la caratteri- Il 9 settembre del 2008 Sergio Liessi e solitario e porta su una cimetta della cre- “Victoria del Futuro”: m 600 di dislivello stica nicchia, giungendo in cresta autono- Adriano Sbrizzai in ore 3 hanno aperto sta sommitale del Gran Nabois. Sviluppo su dolomia di buona qualità (un po’ da ri- mamente con difficoltà di WI4+, WI5, M5+ una nuova via sulla parete nord. Sviluppo 650 m per 15 tiri di corda con difficoltà di II, pulire) che si sviluppa per 16 lunghezze di e pendii da 60° a 75°. m 220 (6 tiri di corda). Difficoltà di III, IV, III, pass. dal IV al V- su roccia molto buona, corda da m 50. Usati 1 chiodo sui tiri e uno Sulla parete nord-ovest il 28 gennaio del V-. Lasciati in parete 8 chiodi e 7 cordini. discreta in pochi tratti. Lasciato 1 cordino. alle soste (lasciati 4) oltre ad alcuni nut e 2011 Alvio e Barry Bona aprono la “Gou- Roccia discreta nei primi 3 tiri, poi buona. Ore 7. Avvicinamento dalla Val Saisera in friend. Nella prima metà le difficoltà sono lotte Zio Ragno”: goulotte di ghiaccio di L’attacco si trova nel punto più basso della ore 2.30. Discesa per la via normale in ore di III e IV, nella parte superiore di IV e V. L’iti- rara formazione, posta a 50 m dall’attacco parete, pochi m a destra del sentiero che 2. nerario si snoda a sinistra della via Dibona di “Questo gioco di fantasmi”. Sviluppo m sale alla forcella, tra un caratteristico spe- fino alla terrazza superiore dell’evidente 250. Difficoltà complessive TD. Pendenze rone di roccia e la parete. Discesa in corda 1. La paret ovest del Sass Pordoi con il sperone in rilievo della parete. Quindi si da 75° a 80°, WI4+. doppia per la normale o per la via di salita. tracciato della via Victoria del Futuro. sposta sulla sinistra della gola che delimita Sulla nord-ovest, il 29 febbraio del 2011 2. La parete della Cima di Poia con il le terrazze per 4 tiri di corda. Con arrampi- di nuovo Barry Bona e Peter Moser apro- Torrione Ravascletto, 2264 m tracciato della via Sensazioni Adamè cata bellissima sale il pilastro a destra della no “Questo Gioco di Fantasmi”: una via di Alpi Carniche – Gruppo della Peralba lliche. variante di Leviti, fino alla cengia dalla qua- misto aleatorio e di rarissima formazione L’11 dicembre del 2011 Roberto Mazzilis e 3 3. La parete di Sottocresta d’Antersass le si effettua la discesa. che sale al centro di un pilastro vertica- Fabio Lenarduzzi hanno aperto una nuova con il tracciato della via Babudri-Sain

70 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 71 Qui CAI Solidarietà alpina Bivacchi Medaglia d’oro a Puntar, eroico speleologo

Cari alpinisti, Un eroico speleologo che ha sacrificato la vita per porta- sasso instabile che gli provocò lesioni letali. Si trovava a siate più educati re assistenza a un compagno ferito è salito quest’anno quota 1040, lontano 4,5 km dall’imboccatura della grotta, a alla ribalta del Premio Internazionale di Solidarietà Alpina poca distanza dall’infortunato che attendeva a 1080. Dopo “Targa d’argento” consegnato sabato 22 settembre a Pin- 35 ore di sofferenza il comunicato del medico: “Nulla da ercorrendo il famoso “Anello del Sorapis” nelle zolo (Trento). Con una medaglia d’oro è stato ricordato a fare”. Mancavano pochi minuti alle 13 del 18 gennaio 1990. PDolomiti con alcuni amici, un socio del CAI di vent’anni dalla scomparsa Massimiliano Puntar, Heidi per Gli amici del Soccorso alpino friulano, che non hanno mai Agordo ha potuto constatare il vergognoso stato gli amici. Aveva 22 anni quando nell’abisso Veliko Sbrego dimenticato quel suo atto generoso, hanno voluto segna- in cui versa il bivacco “Comici”. Rifiuti dappertutto, sul versante sloveno del monte Canin venne colpito da un larlo per un giusto riconoscimento. abbandono totale e sporcizia indescrivibile: è ve- ramente increscioso che un bivacco intitolato ad un così famoso alpinista si trovi in tale stato. “Cre- Commissione rifugi do che chiunque preferirebbe dormire all’addiac- Le regole per cio pur di non entrare in quel covo di pulci”, scrive con sdegno Luciano che non riesce a capire come diventare gestori sia possibile che la gente che frequenta montagne così belle, lontano dai sentieri più battuti, sia così Come si diventa gestori di rifugi? Prima di tutto, ovvia- cafona: “Siamo forse tutti come pecore, uno spor- mente, assumendo l’incarico qualora una sezione del ca, possiamo sporcare tutti?” Un tema ricorren- CAI offra questa opportunità. La Commissione rifugi te, purtroppo, e più volte denunciato in rete dallo ha tuttavia dettato alcuni utili suggerimenti e alcune Scarpone on line e dalle pagine di Montagne360. regole che qui riportiamo. A cominciare dalle peculia- Alto Adige Sotto accusa in particolare il bivacco della Fourche rità richieste: ridotto a un immondezzaio. • Passione per la montagna: motivazione che non ha 125 anni alla Plose necessità di commenti. Carrara e Bergamo • Spirito di sacrificio: anche se in generale l’attività si Uniti per aiutare i bimbi del Nepal svolge nell’arco di pochi mesi, la vita in quota, in com- onosciuto più semplicemente come rifugio Plose o Plose- Uno pleto isolamento nella maggior parte dei giorni di aper- Chütte, il rifugio “Città di Bressanone alla Plose”, ubicato a scorcio del Rifugio Le storiche sezioni di Carrara e Bergamo hanno realizzato Alpi Apuane di Franco Raso, sempre presso il Palamonti a tura del rifugio, richiede buona stabilità psicologica. quota 2445 m sul massiccio della Plose in un’area di grande in- Plose il progetto di solidarietà internazionale “Alpinismo e Altru- Bergamo, venerdì 7 dicembre. Nelle serate vengono raccolti • Buona salute: l’attività si svolge prevalentemente teresse alpinistico e sciistico, compie 125 anni. È stato costruito ismo per un Cuore un Mondo nel Nepal” per raccogliere fondi a beneficio di HELP/NEPAL NGO organizzazione non a quote anche elevate. L’ipertensione e le patologie dalla Sezione di Bressanone del Deutscher und sterreichischer fondi destinati a finanziare interventi di cardiochirurgia governativa per il sostegno ai bambini del Nepal e dell’ospe- cardiache non sono di casa. L’attività e la conduzione Alpenverein nel 1887, dal 1924 è di proprietà dalla sezione di pediatrica nell’ospedale di Katmandu. Il progetto si svilup- dale dei bambini “SHAID GANGALAL NATIONAL HEART (spesso faticosa) del rifugio è certamente per gente Bressanone del CAI. Per festeggiare i 25 lustri di vita, la Sezione pa attraverso quattro serate ultime delle quali “Montagne CENTRE” di Kathmandu. Informazioni su “Un Cuore, un giovane e robusta. di Bressanone ha incaricato Vittorio Pacati, già presidente del- e sci alpinismo con i Ginetti” di Ginetto Bergamelli, presso Mondo”- Associazione genitori bambini cardiopatici: www. Richieste Sezione CAI: preferenza per guide alpine o la sezione e consigliere nazionale, di scrivere un volume che ne il Palamonti a Bergamo, sabato 1 dicembre e “Alba” sulle uncuoreunmondo.org persone di provata competenza alpinistica, persone narri le vicende. Il libro ha lo scopo di ricordare ed esaltare gli residenti in aree montane circostanti con conoscenza ideali e la generosa attività di tutte le persone che hanno dedi- della zona territorialmente interessata dal rifugio cato parte del loro tempo libero per realizzare e far funzionare Val Pola (SO) Richieste burocratiche: possesso dei requisiti pre- questa struttura, molto importante per lo sviluppo alpinistico e Il giorno che la montagna crollò visti dalle leggi e regolamenti vigenti, anche locali turistico di Bressanone. (permessi sanitari, ecc.) per attività commerciali e di La ferita è ancora lì, immensa e apocalittica sotto lo sguar- sono collocate le immagini delle povere vittime sorprese ristorazione. Attualmente alcune regioni sulla base di do attonito del gruppo del CAI di Bormio guidato da Matteo dall’apocalisse in questa frazione alle porte di Bormio. Set- proprie leggi specifiche sui rifugi richiedono particolari Schena con il geologo Stefani Colturi. È il 28 luglio, l’iniziati- te erano operai al lavoro per ripristinare la viabilità dopo caratteristiche ai potenziali gestori che dovranno eser- va del sopralluogo in Val Pola dove il 28 luglio 1987 si staccò una prima frana caduta dieci giorni prima, mentre la Valtel- citare sul proprio territorio. La Regione Piemonte, per un pezzo di montagna e provocò 28 vittime è una meritoria lina veniva messa in ginocchio dalle alluvioni. esempio, organizza corsi per gestori da inserire in un parentesi che contrappunta gli ozi della stagione nell’Alta proprio albo professionale. Ogni regione ha specifici Valtellina. Quel giorno alle ore 7,23 il monte Coppetto è fra- regolamenti. È quindi consigliabile informarsi presso nato con un boato e quaranta milioni di metri cubi di terra, gli uffici competenti della regione dove si vorrà svolge- roccia e alberi sono precipitati a valle distruggendo i paesi re l’attività per meglio conoscere quali “titoli ed esami” di Sant’Antonio Moriglione e San Martino evacuati dopo si dovranno affrontare. Spesso le sezioni proprietarie giorni di piogge. dei rifugi, in caso di ricerca di un nuovo gestore, ema- E, quel che è peggio, spazzando via l’abitato di Aquilone nano regolari bandi di concorso pubblicati sulla stam- che non era stato evacuato perché ritenuto al sicuro. Una pa locale o anche su quella sociale CAI. Nel bando, cerimonia religiosa è stata celebrata dove sorge un picco- solitamente, vengono elencate tutte le caratteristiche lo tempio in vista della frana e dove, su un masso erratico, personali richieste per poter partecipare alla gara.

72 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 73 Salute e sicurezza Scomparso a 65 anni Defibrillatori nei rifugi, Addio a Francesco Musso, Presidente TAM Piemonte una sicurezza in più Francesco Musso, presidente della Tutela Ambiente Mon- davvero indegno di diventare d’ufficio pre- tano del CAI Regione Piemonte e Valle d’Aosta, ci ha lasciati sidente pro tempore. Unica cosa che mi ove apparecchi defibrillatori automatici esterni sono in improvvisamente a soli 65 anni. “Francesco auspicava uno consola è quello di rispettare la volontà del- Ndotazione da questa estate ad altrettanti rifugi del Ve- spirito più consono alla Tutela dell’ambiente, saper intervenire la sua adorata Marilena e di quello che lui neto i cui gestori e loro collaboratori hanno partecipato all’ap- per salvaguardare il territorio e non limitarsi a gite domenicali avrebbe davvero voluto: una TAM di nuovo posito corso per apprenderne l’uso, organizzato dall’ULSS n. contemplative o alla manutenzione dei sentieri – ricorda Lo- unita, progetti da lui proposti per i 150 anni 1 di Belluno. L’iniziativa rientra nel “Progetto rifugio sicuro” dovico Marchisio, Vicepresidente Commissione TAM Piemon- del CAI, più interessamento e sensibilità da della Regione del Veneto che ne ha sostenuto l’intero costo. te e Valle d’Aosta – A me restano di lui tanti bei ricordi, tante parte del CAI verso gli animali e molti altri “La prevenzione della morte improvvisa funziona quanto più sofferte battaglie, tanti ideali che ci accomunavano e mi sento progetti”. sono diffusi i defibrillatori”, spiega il primario del Suem di Pie- ve di Cadore dottor Giovanni Cipolotti, precisando che “con la preparazione dei rifugisti che hanno seguito il corso l’aritmia acuta può essere presa in tempo attraverso una terapia elet- Addii trica efficace”. Questi sono i rifugi cui sono stati consegnati Nelson, tenente della neve Rifugio Auronzo. gli apparecchi: Auronzo, Calvi, Carestiato, Città di Fiume, Dal Foto Federico Ferrara Piaz, Nuvolau, Papa, Tissi, e Vandelli. A 93 anni è morto a Cologne (Brescia) Nelson campo, alcuni libri, e il lume a petrolio che pareva un so- Cenci, tenente degli alpini, reduce dalla campa- prammobile. Vicino all’entrata, in una nicchia, una fila di bom- gna di Russia dove aveva combattuto al fianco di be a mano rosse e nere parevano fiori. Appoggiato alla parete, Indimenticabili Mario Rigoni Stern, il “sergente nella neve”, suo il moschetto lucido; accanto a questo l’elmetto sospeso ad Un bivacco dedicato a Luca Vuerich grande amico. Medaglia d’argento al valor milita- un chiodo. Per terra non vi era un filo di paglia o una cicca di re, ricoprì incarichi come primario ospedaliero e di sigaretta”. Cenci regalò con un sorriso un pacchetto di Africa In vetta al Foronon del Buinz (Udine) è stato Saisera e Valbruna verso Nord. La struttura è affidata alle docente all’Università di Varese. “Il tenente Cenci al sergente maggiore che sarebbe diventato uno dei maggiori inaugurato un bivacco dedicato a Luca Vuerich, cure della gloriosa Sezione di Cave del Predil del Soccorso aveva una tana bianca scavata nel gesso, mentre scrittori contemporanei e gli diede in prestito un libro. Oggi di il grande alpinista tarvisiano compagno di tante alpino. Vuerich è scomparso tre anni fa travolto una valanga le nostre erano nere”, raccontò di lui lo scrittore di Asiago. libri ne ha scritti la bellezza di cinque questo intrepido alpino avventure in montagna di Nives Meroi e Roma- mentre scalava una cascata di ghiaccio a Kraniska Gora, al “C’erano dentro un lettino ben rifatto, con le coperte puli- amico del CAI che, ferito a Nicolajewka, si guadagnò una me- no Benet, caduto sulle Ponze del Mangart a soli confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, a un passo da te e senza una grinza, un tavolo con sopra una coperta da daglia d’argento al valor militare sul campo. 13 copertina 2013:Layout 1 28-08-2012 16:16 Pagina 1 34 anni. Il bivacco è posizionato a quota 2531 Tarvisio dove abitava. Guida alpina, a 34 anni era conside- m nel Gruppo del Montasio, a cavalcioni fra la rato un alpinista di punta nel panorama internazionale, ma Raccolana e i Piani del Montasio verso Sud, la soprattutto un ghiacciatore impeccabile.

Pizzo Badile CLUB Agenda del CAI ALPINO All’ombra di Cassin, ma pur ITALIANO Questi ultimi cinquant’anni sempre eroici

Settantacinque anni fa i lecchesi Riccardo Cassin, Luigi Espo- uest’anno la tradizionale agenda del Comitato Scientifico Centrale è intitolata sito e Vittorio Ratti portarono a termine la prima ascensione Q“1963-2013 Il CAI dopo il centenario". L’augurio è che anche questa nuova pro- della vertiginosa parete nord est del Pizzo Badile in Val Brega- posta incontri l’interesse di tutti i soci: ognuno è invitato a promuoverla all’interno glia. Durante la scalata alla loro cordata si legarono, per deci- della propria Sezione e a effettuare con anticipo la prenotazione, per evitare inutili sione di Cassin, anche i comaschi Mario Molteni e Giuseppe attese in caso di eventuali ristampe. Visto l’aumento sostanziale delle spese postali Valsecchi che persero la vita per sfinimento durante la discesa. sono convenienti ordini collettivi, compilando l’apposita cartolina. All’atto della pre- Anche se sul loro ruolo la storia dell’alpinismo appare piutto- notazione è importante avere copia del cc Postale (indicato nella Cartolina) o il Bo- sto reticente, fu vera gloria anche per i due comaschi. Ora è AGENDA nifico che ufficializzi il pagamento, così l’ AGENDA (o le AGENDE) arriveranno quan- AGENDAIl recupero DELL’OPERATORE delle salme NATURALISTICO A CURA DEL COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE il concittadino Emilio Magni a rendere giustizia ai due amici, to prima. La cartolina, o il modulo d’ordine, può essere fotocopiato e inviato via fax visto che alcuni resoconti assegnano la conquista nella nord- 1963 allo 041 5609210. Ogni 10 copie ordinate, si riceverà una in omaggio (l’undicesima). est solo a Cassin, capocordata, Esposito e Ratti. Di Molteni e ventura e si portarono al bivacco incustodito del rifugio Sciora. L’agenda – 350 pagine a colori, 1° Parte generale, 2° Parte agenda settimanale, 3° Valsecchi, ambedue uomini di punta dei rocciatori del Club Le condizioni atmosferiche si rivelarono avverse e dovettero 2013 Parte rubrica, con 150 fotografie e disegni – costa 15 euro e al Socio e Sezione CAI è Alpino Operaio di Como, vengono ricordati, anche quasi come trascorrere nove notti di attesa dormendo sui tavolacci e razio- IL CAI DOPO applicato uno sconto del 20% sul prezzo di copertina. L’ordine può essere effettua- eroi di quell’ascensione, ma a loro non vien riconosciuta la via. nando il già non troppo abbondante vettovagliamento. Anche IL CENTENARIO to anche via internet nel sito www.montagnadilibri.com completando l’apposita Come è avvenuto anche in un articolo dedicato a quella impor- l’abbigliamento, come si rilevò dopo, era forse insufficiente. maschera e inviandola via mail o via fax al 041 5609210. Per inserire la promozione tante impresa su Montagne360, il mensile del CAI. Molteni e Realizzarono il loro sogno, ma poi arrivò la morte, poco dopo dell’agenda all’interno dei rispettivi siti sezionali è possibile scrivere a ugoscorte@ Valsecchi avevano già compiuto imprese importanti sulle Alpi. aver conquistato la vetta e mentre si stavano apprestando alla yahoo.it per avere via mail il materiale in forma digitale. Avevano un sogno, la conquista della parete nord-est del Pizzo discesa. Ai funerali partecipò una gran folla, commossa e si- Badile. In quel 1937 all’inizio di agosto decisero di tentare l’av- lenziosa. COSTO: 12 € (Sezioni, Soci CAI)/15 € (non Soci) INFO: www.montagnadilibri.com

74 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 75 Libri di montagna a cura di Roberto Serafin • Reinhold Messner prima volta qualcuno. Nel farlo paesaggio. Tramite schede di la materia di cui sono fatte le On Top. Donne in mi sento nervosa, preoccupata, immediata interpretazione con- Dolomiti e la loro anima segreta • Andrea Oggioni delle periferie industriali alla Lo aveva scoperto il fiuto per le za impareranno a chiamare montagna addirittura oppressa, finchè tenenti i dati più aggiornati, un composta da mille storie che si Le mani sulla roccia vigilia del boom. Un mondo in tracce del lontano passato di un “dinosauri”. Ebbene, questo Corbaccio, 342 pp, € 19,50 non vado da lui”. Le alpiniste lo originale apparato cartografico, tramandano da secoli. In questo Prefazione di Alessandro rapida trasformazione, visto grande appassionato di mon- paesaggio è l’antenato del confortano perché con il loro appositi testi esplicativi e una insolito cocktail l’autrice aggiun- Giorgetta in soggettiva da un giovane di tagna, Vittorino Cazzetta, cui panorama che oggi, riaprendo buon senso sembrano più degli vasta documentazione fotogra- ge, di suo, due fondamentali Vivalda Editori, I Licheni, campagna che quel logorante è intitolato il Museo di Selva di gli occhi e rivolgendoli in su, uomini in linea con il concetto fica, il volume restituisce un ingredienti: la conoscenza del 275 pp, € 19,50 lavoro in fabbrica istintivamen- Cadore, supportato dalla com- rimiriamo nelle forme delle Tre di alpinismo classico “che la dettagliato quadro della situa- territorio, descrivendo con ogni te rifiutava. La sua condizione petenza scientifica di uno tra i Cime, delle Cinque Torri, del maggior parte degli alpinisti zione attuale e dà conto dei dettaglio gli itinerari da percor- esistenziale, del resto, era con- maggiori studiosi italiani delle Lagazuoi, della Tofana e di tante moderni liquida come espres- più significativi cambiamenti rere, e il talento di narratrice già divisa dal compagno di scalate orme di dinosauri, il paleonto- altre indimenticabili sculture di sione nostalgica, come spleen di intervenuti sui 203 ghiacciai messo a frutto in diversi libri Walter Bonatti, insofferente logo Paolo Mietto. Quei buchi roccia. Duecentotrenta milioni qualche veterano, sopravvissuto che compongono il patrimo- di favole. Ad aggiungere tocchi della vita in fabbrica, che a sua strani e misteriosi, allineati su di anni fa, in quell’arco di tempo per caso: alpinismo di dino- nio glaciale della regione. di magia a quest’opera senza volta seppe costruirsi una vita un masso divenuto famoso, alla che i geologi chiamano Triassi- Questa volta Messner rivolge sauri”. E qua e la si capisce che Un’accurata scelta di itinerari precedenti provvedono i disegni all’insegna di una vitalissima base del monte Pelmetto, per- co, e i paleontologi definiscono le sue attenzioni alle alpiniste fra le righe batte forte il cuore escursionistici e alpinistici, di Luisa Rota Sperti, ricchi di ricerca di nuovi orizzonti. Uscito misero di documentare in ma- l’inizio dell’Era dei Dinosauri, entrate bene o male nella storia di questo illustre “dinosauro”. di varia difficoltà, permette allegorie e simbolismi non nel 1964, tre anni dopo la morte niera indiscutibile, per la prima il territorio occupato oggi della corsa agli ottomila, ma Specialmente quando racconta grazie all’opera esemplare di meno delle immagini di Enrico di Oggioni, il libro fu affidato volta, la presenza di dinosauri dalle nostre Dolomiti appariva anche alle progenitrici capaci di Nives che “meglio di altri questa associazione di gla- Dall’Agnola, funambolo sulle più È anche capitato che fossero alle cure di Carlo Graffigna, alpi- nel territorio italiano. Prima di come una spiaggia tropicale, e di prodigiose prestazioni. Lo fa conosce le voci dell’Himalaya, il ciologi volontari riconosciuta ardite vie alpinistiche e autenti- insanguinate le mani di Oggioni, nista e giornalista sensibile e allora, infatti, si riteneva che questo volume è nato, appunto, da par suo, raccogliendo una vento quando soffia dalle vette, dal Club alpino, di avvicinarsi co mago della reflex. E non è un martoriate dal granito del Mon- colto, che ha saputo più di ogni questi rettili avessero “snobba- per raccontare l’evoluzione documentazione di prim’ordine, il rombo nei seracchi, il fragore all’osservazione dei fenome- caso che “Dentro la montagna” te Bianco. Ma nel suo insieme, altro interpretare la personalità to” l’Italia, o meglio l’insieme che ha trasformato sabbia e incontrando alcune protagoni- delle slavine”. ni glaciali e alle loro diverse si apra con le illuminate parole tutto l’alpinismo di questo di questo piccolo grande uomo. di mari e di isole che costitui- mare cristallino in una schiera ste (tra le quali Nives Meroi alla morfologie evolutive, mentre i di Ulrike Kindl, tra le maggiori operaio monzese diventato un Ed è anche merito suo se la vano l’attuale penisola italiana, di giganti di pietra. E poiché quale dedica il libro) e giudican- • Servizio Glaciologico documentati studi della sezio- esperte di fiabe e leggende idolo nel dopoguerra sembra lettura è sempre scorrevole e nell’Era appunto dei Dinosauri. le fonti per una ricostruzione do dall’alto del suo magistero al- Lombardo ne iniziale analizzano i fattori dolomitiche. Rifacendosi a segnato dalla sofferenza e piacevole. E men che meno si pensava che della storia geologica sono i pinistico senza peraltro stabilire I ghiacciai della che controllano l’estensione e un’antica leggenda, la Kindl infine dalla tragedia. Oggioni, fossero le Dolomiti a costituire fossili, il libro segue le tracce dei graduatorie di merito. Certo, lombardia. Evoluzione e la distribuzione del glacialismo osserva che la vera origine dei come noto, non sopravvisse alle • Paolo Mietto, Matteo uno scrigno, di quelle che poi, resti paleontologici che sono chiamarsi Messner non può che attualità lombardo. Significative (e im- Monti Pallidi è probabilmente da bufere del Pilone centrale nel Belvedere, Fabio Manucci, negli anni successivi, sarebbero sparsi sulla pelle e nel cuore avergli giovato nel raccogliere A cura di Luca Bonari, pressionanti) le immagini dei ricercare nell’immagine onirica 1961 e a ricordarcelo nel libro Mara Barbuni divenute altre testimonianze delle Dolomiti, insegnandoci a le confidenze di alcune eroine Enrico Rovelli, Riccardo ghiacciai all’inizio del secolo della luce fattasi roccia. Niente sono gli scritti dei compagni di Dinosauri nelle del passaggio di questi rettili. conoscere gli antichi animali come la sventurata Jane Alison Scotti, Andrea Toffaletti, scorso ripresi magistralmente di meglio quindi che “esplorare cordata Walter Bonatti, Roberto Dolomiti. Tracce così importanti che ora, che se li lasciarono alle spalle, Hargraves e questo rende il libro Massimo Urso, Fabio Villa dal valtellinese Alfredo Corti e il territorio seguendo le indica- Gallieni e Pierre Mazeaud che Recenti scoperte sulle fresco di stampa, ecco questo a imperitura testimonianza una rivisitazione molto partico- Edizione Hoepli con quelle scattate in questi anni zioni di antiche leggende, lungo gli fu vicino in quell’inferno nel impronte di dinosauro delizioso (per l’approccio anche del loro passaggio. Il volume lare dell’universo femminile. La il patrocinio del CAI di magra. sentieri dove l’occhio attento momento in cui il povero An- nelle Dolomiti grafico alla materia) e docu- descrive i più importanti siti contrapposizione con l’universo Lombardia e di Cipra, 328 può scorgere l’orma pietrificata drea concluse la sua travagliata Fondazione G. mentatissimo volume curato ad impronte delle Dolomiti, da maschile oggi adagiato fra le pp, € 39 • Paola Favero dei mostri e draghi, oltre le testi- carriera di alpinista. Ed è vero, Angelini-Centro Studi da Ester Cason che non solo quello già citato che fu scoper- mollezze di quell’alpinismo che Dentro la montagna monianze di eventi drammatici tra le righe del libro scorre una sulla Montagna in fa il punto sulle ricerche ma to per primo (e fra i primissimi Messner definisce “di pista” è Cierre edizioni, 315 pp, € 22 dovuti a cause naturali”. vena umoristica e autoironica, collaborazione con invita addirittura a diventare in Italia), sul Monte Pelmetto, chiara fin dalle prime pagine. E Ma il motivo incontestabile che e Oggioni ci viene incontro più l’Università degli ricercatori di orme fossili: che in accessibile dopo una agevole forse questa è una delle chiavi ha spinto la Favero a realizzare con la mestizia dell’antieroe Studi di Padova (Dip. caso di avvistamenti vanno fo- passeggiata, o quello delle di lettura più interessanti del questa sua nuova avventura nel- che con le stimmate dell’eroe. to di Geoscienze), La tografate e spedite all’indirizzo Tre Cime di Lavaredo, dove un libro. Le donne “riguadagnano la carta stampata con i contri- Ma erano tempi, in quel dopo- Cooperativa di Cortina. 110 [email protected] masso con impronte apre il terreno” sugli uomini soprattut- buti dei geologi Alberto Bertini e guerra, in cui gli alpinisti si aggi- pp, € 12 Il suggerimento degli autori sentiero come a dare il benve- to perché dotate di fantasia e Vittorio Fenti nasce da un’ovvia ravano buffamente infagottati è di chiudere gli occhi per un nuto agli escursionisti, fino ai spirito imprenditoriale. Niente constatazione: molte leggen- nelle divise militari acquistate attimo, e con un po’ di fantasia più recenti ritrovamenti, sulla di male infatti se la coreana Oltre 200 sono in Lombardia i de dolomitiche, in particolare ai mercatini, possedere una cercare di “vedere” un paesag- cima del Monte Pelmo o sulla Oh Eun-Sun si fa scarrozzare ghiacciai dalle più diverse forme nell’area agordina, sono legate piccozza era come avere vinto gio lontano: una spiaggia che Moiazza, che sono ancora in ai campi base con l’elicottero e dimensioni, la cui persistenza proprio a fenomeni geologici un terno al lotto e gli scarponi si si estende a perdita d’occhio, fase di studio preliminare. e non si fa scrupoli quando si è messa a dura prova dagli Che cosa lega leggende e geolo- che gli uomini non riuscivano a sfasciavano durante i passaggi piccole onde calme che la lam- La descrizione di ogni sito è tratta di utilizzare le bombole impetuosi mutamenti del clima. gia? Poco o niente in apparenza. spiegare o giustificare. Di qui, di sesto grado richiedendo biscono, un cielo azzurro puro, corredata da informazioni d’ossigeno. La sua vocazione Decine sono le unità glaciali Eppure Paola Favero è riuscita per esempio, la leggenda della complicati restauri in pare- l’aria quieta di un clima caldo. geologiche e paleontologiche, rimane limpida, immacolata. estinte, con forti contrazioni a portare alla luce l’invisibile Delibana, che doveva essere sa- te. Anche per questo, come Strane creature si spostano per una chiara rappresenta- “Per me vedere una nuova areali e volumetriche, ritiro intrico tra vecchie e nuove crificata al misterioso regno dei giustamente rileva Alessandro lente su questa scena: rettili zione – anche fotografica e vetta”, gli confida la coreana delle fronti, crolli, comparsa di favole e territorio dolomitico. Nani, guardiani del sottosuolo e Giorgetta nella prefazione, il Fece scalpore nei primi anni volanti, rettili marini, e una grafica – degli ambienti del (nubile) che per prima ha nuovi laghi proglaciali e molte E qui propone 15 escursioni padroni delle miniere, ogni- libro si fa apprezzare restituen- Ottanta la notizia che sulle moltitudine di animali terrestri Triassico e degli animali che lo collezionato tutti gli ottomila, altre manifestazioni che stanno per esplorare gli echi remoti qualvolta la vena del prezioso doci in filigrana l’atmosfera Dolomiti vivevano i dinosauri. che la scienza e la conoscen- popolavano. “è un po’ come incontrare la modificando in profondità il dei “Monti Pallidi” intrecciando metallo si esauriva.

76 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 77 News dalle aziende Niente di meglio di queste pa- di Mountain Wilderness di cui dell’ambientalismo di fine anni orientarsi come un tuareg a cura di Susanna Gazzola gine per chi desidera cammi- è stato tra i primi garanti. Lo fa Ottanta/primi Novanta (sia nel deserto, un eschimese sui nare nel territorio dolomitico in questo libro dal titolo signi- pure malvisto e contrastato ghiacci o un marinaio poline- * COSMOS Garmont * TREK GRIP tra natura, storia e leggenda. ficativo e provocatorio anche con varie motivazioni da illustri siano nel Pacifico, secondo Lo scarpone per percorsi impegnativi Ferrino se piuttosto sgradevole. Dopo personaggi come Massimo procedure già ampiamente Le ciaspole ad • Alessandro Gogna, “Sentieri verticali”, un suo Mila, Guido Ceronetti e Walter teorizzate dall’esploratore COSMOS è lo scarpone da sci alpinismo ideale da ammortizzatori alte prestazioni Mario Pinoli fortunato volume uscito nel Bonatti, a quanto si legge) e italiano Franco Michieli. Ma per touring su percorsi lunghi dove sono richieste durante la sciata Rifiuti verticali 1987 che trattava della storia attraversa le varie fasi della tu- davvero tutti possono mettere ottime prestazioni. Realizzato in Grilamid®, utilizza e aggiungono iso- Alpine Studio, dell’alpinismo dolomitico, “Ri- tela ambientale fino a stabilire in pratica i consigli elargiti una nervatura di rinforzo su tutto lo scafo per forni- lamento termico e Unica racchetta con 278 pp, € 16 fiuti verticali” intende essere che non ci sarà mai alcuno svi- dall’autore, esploratore e re la massima robustezza unita a un peso incredi- confort. Le scarpet- telaio in alluminio trattato l’espressione di una presa di luppo degno di questo nome navigatore inglese? Per orien- bilmente leggero. Le 4 leve EZ Open e il linguettone te EZ Fit offrono un con vernice incolore ad coscienza dell’autore che, a un se non sostenuto dall’impegno tarsi in condizioni estreme ergonomico sono molto maneggevoli per una confort istantaneo alta resistenza. Oltre al certo punto della sua evolu- individuale. probabilmente non basta calzata facile e veloce. Gli inserti ammortizzanti in e sono termoformabili al 100%. Per info: www. profilo a T, che garantisce zione come alpinista e come osservare i movimenti del PU espanso nella suola interna dello scafo fungono garmont.com un ancoraggio totale al uomo, sente che è irrinuncia- • Tristan Gooley sole o i rami degli alberi che suolo, il telaio è dotato di bile la difesa di un ambiente L’antica arte di trovare crescono più rigogliosamente 2 ramponi e una lamina, fragile come quello della la strada sul ramo orientato a sud, o an- oltre a 3 ramponi in montagna. Partendo dalla Antonio Vallardi editore, cora muschi e licheni sul lato acciaio temprato sotto denuncia di un certo modo di 269 pp, € 15,90 nord degli alberi e delle rocce. la suola. È la racchetta vivere e “usare” la montagna, Rinunciare a cartina, bussola * Mizuno Breath Thermo dei professionisti della Più volte Alessandro Gogna il libro scritto a quattro mani e GPS può infatti diventare Il tessuto che genera calore si è rimboccato le mani- con il geologo ambientalista un gioco appassionante ma che partecipando a radicali Mario Pinoli, analizza limiti e anche rischioso. Di gente Uno dei problemi principali per chi si calore e assorbe l’umidità, bonifiche ad alta quota, su pericoli della pratica alpinistica che si perde nei boschi sono dedica ad attività fisiche all’aperto ha funzione antibatterica e famose montagne come la ed escursionistica, arrivando infatti piene le cronache ed è durante l’inverno è eliminare l’umidità antiodorante, mantenendo Marmolada, il Monte Bianco infine a presentare un modo meglio evitare che l’antica arte provocata dal sudore, permettendo inalterato il PH della pelle. e il K2, umiliate dai rifiuti. Ora diverso di andare in montagna, di ritrovare la strada venga al tempo stesso una corretta traspi- La nuova linea Mizuno Alessandro, guida alpina e di vivere l’ambiente alpino coltivata con la determinante razione e una temperatura corporea Breath Thermo propone alpinista di fama internaziona- con rispetto sia della natura È possibile viaggiare con il solo e onerosa “collaborazione” del ottimale. La soluzione ottimale arriva un’ampia gamma di le, racconta quelle esperienze sia della libertà individuale. La aiuto degli elementi naturali? Soccorso alpino. con Breath Thermo, un esclusivo prodotti per ogni genere iniziate nel 1987 con la nascita storia parte dal periodo d’oro Il libro offre utili consigli per filato sviluppato da Mizuno per un un- di clima. derwear tecnico dalle caratteristiche Per informazioni: www. uniche. Il nuovo tessuto infatti genera mizuno.eu/it/ Titoli in libreria

saggI Hoepli, 271 pp, € 24,90 Elliot, 154 pp, € 17,50. e Brenta. montagna in grado di Autori vari www.elliotedizioni.com Pubblicazione a cura dell’au- offrire alte prestazioni LUPUS IN FABULA Guido P. Rubino tore (via Bollani 12, 25123 * La Mano di SALEWA con qualsiasi tipo di I migliori racconti dell’omonimo LA MOUNTAIN BIKE guide Brescia / tel 030.2009599), La collezione per i giovani climber terreno. La spatola rimo- concorso letterario sul lupo, Guida completa all’uso e alla VIVERE I PARCHI DI LOM- 223 pp, € 10 (comprese spese vibile permette di avere con saggi di Enrico Camanni, manutenzione (telaio, com- BARDIA di spedizione) Arrampicare, in palestra o sul masso da boulder, loni spiccano per il taglio comodo e le pratiche una grande superficie Joseph-César Perrin, Annibale ponenti, sospensioni, messa a Venticinque proposte verdi per significa anche allenamento e dedizione. I giovani applicazioni. di appoggio con neve Salsa, Luisa Vuillermoz. punto). tutti attraverso la visita dei 25 testimonianze climber cercano capi funzionali, ma che siano al Tendenza sì, ma senza tralasciare l’attenzione fresca e una racchetta Priuli&Verlucca, 255 pagine, € Hoepli, 271 pp, € 24,90 Parchi che costituiscono il fiore Horace Benedict De Saussure tempo stesso colorati e modaioli. La collezione a madre natura: il “clean climbing”, così viene dalle dimensioni ridotte 19,50 all’occhiello della Lombardia. LA SCOPERTA DEL MONTE La Mano soddisfa entrambe le esigenze. La sua definita l’arrampicata che non lascia tracce per neve dura o ghiaccio. NARRATIVA Con centinaia di suggerimenti. BIANCO gamma di colori spazia da “cornflower” a “wa- del passaggio dell’arrampicatore sulla via, non L’alza-tacco pratico e ve- manuali AA.VV. (a cura di Carlos Solito) Proedi editore, 263 pp, € 17.50. Dai “Voyages dans les Alpes” del sabi” e “azalea”, fino a “Turkish coffee”. Stampe è solo una tecnica di scalata, ma una filosofia loce da azionare facilita la Enrico Dalla Rosa MONTAGNE. AVVENTURA, www.proedieditore.it naturalista (1740-1799) consi- fashion impreziosiscono i capi, mentre i panta- pienamente condivisa dalle nuove generazioni di progressione sui pendii. È SALI UN OTTOMILA CON PASSIONE, SFIDA derato l’inventore dell’alpinismo climber come Alexandra Ladurner, la giovane at- inoltre dotata di sistema GNARO MONDINELLI Dieci storie sulla montagna Vittorio Maccarini moderno, pagine scelte a cura leta altoatesina del SALEWA alpineXtream Team anti-ribaltamento integra- I consigli del grande Mondinelli di altrettanti autori. Su tutti LE PIÙ BELLE ESCURSIONI di Paolo Brogi, saggista e scrit- che appoggia la tutela dell’ambiente e uno stile di to e di una nuova regola- per affrontare l’alpinismo d’alta svetta Dacia Maraini che offre DELLA VAL RENDENA IN trore. Nella postfazione Pietro vita sostenibile. zione misura scarpa con quota con il dettagliato raccon- un’inedita testimonianza sulla ADAMELLO, PRESANELLA Crivellaro rivela nuovi e inediti Gli articoli della collezione La Mano sono rea- galleggiamento ottimale. to di un appassionato alpinista passione per l’alpinismo di E BRENTA elementi per la vera storia della lizzati soprattutto con tessuti naturali come il Made in Italy. che si considera suo discepolo suo padre Fosco. Una raccolta 29 escursioni estive e una prima salita al Monte Bianco. cotone, integrato a volte con poliestere riciclato. www.ferrino.it / www. di una tipica spedizione alpini- originale ma qua e là sfiorata invernale a Cima Roma nei Vivalda, i Licheni, 248 pagine, www.salewa.com outdoorferrino.it stico/commerciale al Manaslu. da un certo velleitarismo. gruppi dell’Adamello, Presanella € 20

78 / Montagne360 / Novembre 2012 Novembre 2012 / Montagne360 / 79 Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari SuL PROSSIMO NUMERO Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta Redazione: Stefano Aurighi, Stefano Mandelli, I giochi da tavolo dedicati alla montagna sa- Matilde Delfina Pescali Segreteria di redazione: Carla Falato ranno i protagonisti del portfolio fotografico di Tel. 051/8490100 - e-mail: [email protected] dicembre. Le foto sono tratte dal volume “Gio- Hanno collaborato in questo numero: chi delle montagne. Orizzonte d’Avventura”, Massimo Goldoni, Roberto Mantovani, Mario Vianelli, Roberto Serafin, Carlo Caccia (Priuli&Verlucca) frutto della documentazione Grafica e impaginazione: Francesca Massai, del Museo Nazionale della Montagna. Silla Guerrini Service editoriale: Cervelli In Azione srl- Bologna Tel. 051-8490100 - Fax. 051-8490103 Silvio “Gnaro” Mondinelli, il celebre alpinista, CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, è tra i pochi superstiti della valanga che a fine Monte dei Cappuccini. Sede Legale- 20124 settembre ha travolto il campo 3 e in parte Milano, Via E. Petrella, 19 - Cas. post. 10001- 20110 Milano -Tel. 02/205723.1 il campo 2 della via “normale” al Manaslu, (ric.aut) - Fax 02/205723.201 - www.cai.it sull’Himalaya Il bilancio è pesantissimo: 13 vit- Telegr. centralcai Milano c/c post. 15200207 time, tra cui l’italiano Alberto Magliano. intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio Tesoreria Via E. Petrella, 19- 20124 Milano. Abbonamenti a Montagne 360. La rivista del Le mummie di Roccapelago Tra i cinquecen- Club Alpino Italiano: 12 fascicoli del mensile: to e i trecento anni fa vivevano a 1095 m di abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. altitudine, nell’Alto Frignano modenese e ora non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione postale); tornano a parlarci: sono gli abitanti di un’intera supplemento spese per recapito all’estero: UE € comunità appenninica, i cui corpi mummificati 28,46 / Resto d’Europa e Mediterraneo € 23,52 / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli sciolti, sono stati recuperati nel gennaio del 2011, du- comprese spese postali: Soci € 2,00, non Soci rante il restauro della Chiesa della Conversione € 3,90. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: di San Paolo Apostolo di Roccapelago (MO). Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42- 40050 Dozza (BO)- Tel. e Fax 0542/679083. Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione. Indirizzare tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino * NOTE PER I PICCOLI ANNUNCI Italiano Ufficio Redazione- via E. Petrella, 19- Piccoli annunci Informazioni. tel. 335 5666370 /0141 935258 20124 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti [email protected] di regola non si restituiscono. Le diapositive Annunci a pagamento verranno restituite, se richieste. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, Guide alpine • www.highspirittreks.com fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita • www.orizzontiverticali.eu autorizzazione dell’Editore. Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni Scialpinismo in USA dal 23.1 al 3.2.2013 • www.infopollino.com Distribuzione s.r.l. Trekking oltre i 2000 m nel Parco Nazionale Viale Vittorio Veneto, 28 – 20124 Milano • Planet trek del Pollino. Tel. 02.632461 - fax 02.63246232 Servizio pubblicità: G.N.P. s.r.l. Sci-alpinismo: Settimane verdi in Calabria e Basilicata tra Sede: Via Udine, 21/a - 31015 Conegliano, TV -Sull’Alto Atlante dal 02. al 12.03.13. escursionismo, storia, cultura,natura. Tel: 0438-31310 / Fax: 0438-428707 / e-mail: -Lofoten–Norvegia dal 14. al 21.03.13. Info tel. 349.2176398 - [email protected] [email protected] Responsabile pubblicità istituzionale (GNP): -Bosnia dal 23. al 30.03.13. www.infopollino.com Susanna Gazzola. Tel: 0141-935258 / 335- -Bulgaria dal 31.03. al 07.04.13. 5666370 / e-mail: [email protected] -Tra i fiordi della Norvegia dal 12. al 19.04.13. • www.naturadavivere.it Responsabile amministrativo pubblicità (GNP): Francesca Nenzi. Tel: 0438-31310 / -Caucaso.Elbrus-5642m. dal 23.05. al dal 1985 tour naturalistici con guida fax: 0438-428707 / e-mail: [email protected] 01.06.13. Autunno - inverno 2012: Fotolito e stampa: Arti Grafiche Amilcare Pizzi -Mountain Bike ,Trekking , Alpinismo-Estate Patagonia spa, via Amilcare Pizzi 14, Cinisello Balsamo (MI) Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida 2013. Nepal Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b Info: www.planetrek.net Nuova Zelanda legge 662/96- Filiale di Milano E-mail: [email protected] Costa Rica Registrazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale della Tel: 347 / 32 33 100 ; Uff. 0342 / 93 54 89 Tel 0586444407 Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data Fax: 0342 / 92 50 40 [email protected] 10.5.1984. Tiratura: 242.198 copie Numero chiuso in redazione il 04.10.2012 Accompagnatori, guide turistiche • www.naturaviaggi.org e T.O. Patagonia, Nepal, Islanda • Trekking in Nepal 25 anni di tour naturalistici senza eguali Shiva Ram Basnet assieme al Produttore/Guida Esperta guida locale, parla italiano [email protected] - 3475413197

80 / Montagne360 / Novembre 2012

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