on l’intesa raggiunta con il Ministero del- Cl’Ambiente ai sensi delle Leggi n. 394/91 e n. 426/98, preliminare all’istitu- VAL D’AGRI-LAGONEGRESE, zione del Parco Nazionale Val d’agri Lagonegrese approvata con Deliberazione del Consi- L’INTESA PER IL PARCO glio Regionale1 del 23 dicem- bre 2002, n. 552, la lunga vicenda legata alla perimetra- zione sembra ormai essere giunta al termine. Questo parco è il secondo sul territo- rio lucano, dopo il . Si inserisce in un sistema di aree protette regionali e nazionali dando continuità alle aree individuate come Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale della provincia di , alle riserve naturali ed ai parchi regionali, definendo la Rete Ecologica Regionale ed un sistema ambientale tra i più interessanti e importanti per lo sviluppo del sud Italia in con- tinuità geografica tra il Parco del Pollino e quello del Ci- di lento. Risale al lontano 1991, con Antonio Bavusi l’approvazione della legge qua- dro sulle aree protette n. 394/91 che ne prevedeva l’isti- tuzione in base all’art. 35 comma 5, l’individuazione a parco nazionale della Val d’Agri Lagonegrese, territorio della comprendente i monti Arioso, Volturino, , Sirino e Raparo. BASILICATA REGIONE Notizie La sua istituzione, da avviare con le procedure indicate all’art. 4 dello stesso provvedi- mento legislativo, veniva posta in subordine alla realizzazione del parco interregionale del Delta del Po ed all’eventuale fallimento dell’intesa tra Ministero dell’Ambiente e Regione Sardegna in merito alla costituzione del Parco

17 Nazionale del Golfo di Orosei, interessi economici delle mul- Monte Sirino con le stazioni di Gennargentu, Isola dell’Asinara. tinazionali del petrolio, ben Vicia serinica e Astragalus siri- Lo stesso legislatore prevedeva, decise a sfruttare gli incentivi nicus, il Monte Raparo, la in base all’art. 34, punto f, della pubblici (oltre 2000 miliardi) Foresta Regionale di Fossa legge, la possibilità di indivi- destinati dal Governo alla Cupa, la Foresta Regionale S. duare l’area, con la denomina- ricerca petrolifera2. Giovanni, la Foresta Regionale zione “Appennino lucano, Val Nel settembre del 1993, allor- Fieghi-Cerreto, la Foresta d’Agri Lagonegrese, Monti quando gli interessi petroliferi Regionale Magrizzi Cieliagre- Arioso, Volturino, Viggiano, Si- ancora non avevano perforato sti, il Bosco Caccia, il Bosco La rino e Raparo” come area di questa parte del territorio luca- Petina, le Aree carsiche del reperimento per l’istituzione di no, WWF, Legambiente e Pro Lagonegrese, la Montagna un Parco nazionale, da attuare Natura della Basilicata, al fine Grande di Viggiano, il corso utilizzando le procedure dettate di stimolare una pronta istitu- del torrente Maglie. dall’art. 4. zione del parco e preservare le Nel frattempo, nella medesima Ma per questo territorio, posto sue preesistenze naturalistiche area, venivano individuate e in continuità geografica con i ed ambientali da possibili perimetrate dalla Regione parchi nazionali del Cilento e aggressioni, effettuavano una Basilicata e dal Ministero del Pollino, si rivela subito un proposta di perimetrazione, dell’Ambiente, per la presenza interesse non compatibile con successivamente portata all’esa- di habitat e specie di interesse le sue notevoli valenze ambien- me degli organismi competenti comunitario, 13 aree Bioitaly tali, con la presenza di specie del Ministero dell’Ambiente tra cui il Bosco di Rifreddo, il floro-faunistiche prioritarie in allo scopo di promuovere l’e- Monte Arioso, la Faggeta di base alle Direttive Comunitarie manazione delle necessarie ed Pierfaone, la Serra di , e con le emergenze paesistiche urgenti norme di salvaguardia il Monte Volturino, il Monte di e geologiche individuate da tre provvisorie. Viggiano, l’Abetina di Lauren- Piani Paesistici Territoriali Nel perimetro proposto veni- zana-Monte Caldarosa, il Lago approvati con L.r. n. 3/90 vano inclusi i principali bioto- del Pertusillo, la faggeta di (Sellata Volturino-Madonna di pi dell’area quali il lago del , il Monte Sirino, il Viggiano, Sirino e - Pertusillo, la riserva naturale ed Monte Raparo, tutte ricadenti e Rivello). Oasi Lago di gestita nella successiva ipotesi di peri- Esso è destinato a diventare dal WWF, il Bosco di Rifred- metrazione del Parco nazionale nelle intenzioni delle compa- do, l’Abetina di , il effettuata dal Ministero gnie petrolifere private il prin- Monte Pierfaone, il “Faggeto” dell’Ambiente. cipale “campo petrolifero” ita- di Moliterno, il Fosso Fab- Altre proposte di istituzione liano sul quale si accentrano gli bricata, il Monte Volturino, il del Parco arrivano successiva- mente ad opera di gruppi loca- li ed associazioni ambien- taliste3. Nonostante il verificarsi delle condizioni favorevoli alla sua realizzazione, l’annunzio da parte dei mass media nazionali delle sensazionali scoperte di giacimenti petroliferi nella Val d’Agri fa passare l’istituzione del parco in secondo piano e suscita in sede locale iniziative che si susseguono a ritmo fre- netico. Convegni e prese di posizione da parte di associa- zioni, gruppi di opinione e partiti politici si alternano a Grumentum. (Foto: O. Chiaradia) procedimenti amministrativi in

18 merito all’istituzione del Parco nazionale. La proposta ufficiale di perime- trazione del Parco, inviata nel 1997 dal Ministero dell’Am- biente agli Enti Locali ed alla Regione Basilicata, viene di fatto ritardata da quest’ultima che, da parte sua predispone due proposte alternative. Di queste una, recante la dizione “Parco dell’Appennino luca- no”, inviata per una richiesta di parere anche agli Enti locali, viene contestata dalle Associa- zioni Ambientaliste. Il cambio Serra di Calvello della dizione in “Appennino (Foto: A. Bavusi) lucano” determinerebbe l’ulte- riore rinvio dell’istituzione del zioni petrolifere, nonché il Con il D.P.C.M. del mese di Parco a tutto vantaggio delle parere positivo per la VIA sia settembre 2000 viene modifi- società petrolifere, a causa della per la costruzione dell'oleodot- cata la legge sulla Valutazione sua individuazione come “ area to Viggiano-Taranto che per di Impatto Ambientale. Dopo di reperimento”. l’ampliamento del Centro Olio tale provvedimento, diventa In presenza di possibili cause della Val d’Agri. applicabile anche alle ricerche di degrado ambientale derivan- Mentre l’intesa tra ENI e ed estrazioni petrolifere nelle ti dalle attività di ricerca, estra- Regione Basilicata, per lo sfrut- aree protette. zione e raffinazione del greg- tamento petrolifero e lo svilup- Nel mese di gennaio 2001 il gio, il WWF Italia con propria po delle aree interessate all’e- Ministero dell’Ambiente tra- nota chiede ripetutamente, strazione, diventa l’argomento smette agli Enti Locali ed alla nelle more della perimetrazio- preminente di contrattazione Regione Basilicata l’ennesima ne dell’area protetta nazionale, tra poteri locali e Governo ipotesi di perimetrazione del che il Ministero dell’Ambiente, nazionale, il Consiglio dei parco, lo schema di Decreto avvalendosi dei poteri attribuiti ministri in data 30.3.98, con che riguarda la zonazione e le dalla Legge n. 349/86 ed in l’approvazione della legge misure di salvaguardia dai particolare dell’art. 1, comma 426/98 dal titolo “Nuovi inter- quali si evince come, nell’am- 2 e dell’art. 5 comma 2 della venti in campo ambientale”, bito delle tre zone in cui viene stessa legge, individui con all’art. 2 comma 3, sancisce l’i- suddiviso il territorio, restino urgenza i territori da compren- stituzione del Parco della Val fuori i centri storici di nume- dere nel futuro parco. Tanto al d’Agri (ha perso nel frattempo rosi comuni, aree a forte voca- fine di assicurare, in un quadro nella dizione il territorio del zione naturalistica e quelle organico, la conservazione, la Lagonegrese). Entro 180 giorni interessate dall’attività petroli- difesa e la promozione di zone dall’entrata in vigore della fera. Intanto con procedimen- di importanza naturalistica legge si doveva procedere alla to n. 2000/5037 nel mese di nazionale ed internazionale da perimetrazione ed alla emana- ottobre 2002 la Commissione perseguire anche mediante l’e- zione delle norme di salvaguar- Europea, Direzione Generale manazione di misure urgenti di dia tramite un decreto del Ambiente, comunica al Go- salvaguardia. Presidente della Repubblica e verno italiano “la messa in Mentre la richiesta viene ini- su proposta del Ministero mora per cattiva applicazione zialmente ignorata, le società dell’Ambiente dopo aver senti- delle direttive 92/43/CEE relati- petrolifere interessate ricevono to, con parere vincolante, le va alla conservazione degli habi- dalla Regione e dal Ministero Regioni, i Comuni, le Province tat naturali e seminaturali e dell’Ambiente le autorizzazioni interessate e la Conferenza della flora e della fauna selvati- ad effettuare ricerche ed estra- Stato-Regioni. che, e 85/337/CEE concernente

19 la valutazione di impatto Regione Basilicata nonché alla regime di tutela diversificato su ambientale di determinati pro- adozione di misure che possono tre fasce di territorio sottoposte getti pubblici e privati, in rela- gravemente pregiudicare l’inte- a diverse forme di salvaguardia. zione alla mancata effettuazione grità di determinati Siti di La Deliberazione del Consiglio delle procedure previste dalle due Importanza Comunitaria propo- Regionale n. 552 del dicembre direttive su determinati progetti sti dalla Regione Basilicata”. 2002, nel riproporre la dizione di prospezione, coltivazione, Con l’intesa raggiunta e con il “Appennino Lucano” definisce estrazione, stoccaggio e trasporto successivo Decreto del Presi- la transizione attraverso il rila- di petrolio in Basilicata, alla dente della Repubblica, il scio dei pareri relativi ad opere mancata adozione di misure Parco Nazionale Val d’Agri ed attività della Regione all’En- idonee ad evitare il degrado degli Lagonegrese, dovrebbe, in te Parco stabilendo il principio habitat naturali, degli habitat mancanza del D.P.R. che lo di “divieto di ricerca, estrazioni di specie e la perturbazione delle istituisce, entrare nella difficile e trasporto petrolifero” nel ter- specie di determinate ZPS della fase gestionale attraverso un ritorio del parco. Si tratterà pertanto di seguire l’evoluzione gestionale e la transizione delle scelte operate in un territorio che nell’ambiente e nella natu- ra fonda la propria vocazione.

IL TERRITORIO DEL PARCO

L’area individuata dal Consi- glio Regionale della Basilicata ai fini dell’intesa con il Mini- stero dell’Ambiente, estesa su 45 mila ettari circa, è la terza parte dell’estensione originaria. È stata definita dopo un iter lungo e tormentato, non senza polemica. Gli Enti locali sono stati invitati ad esprimere il proprio parere vincolante4 in sede di III Commissione Consiliare. La perimetrazione è stata fortemente condizionata dai Comuni, i quali, come a , hanno scelto la strada del referendum popolare per esprimere una scelta demo- cratica fondata sul consenso e sulle ragioni dell’esclusione del territorio, noto per il famoso vino IGP denominato “Grot- tino” da commercializzare non solo in Europa. Alcuni comuni, come Rivello, hanno indetto un referendum che pur grava sulle casse comu- nali5; a Pignola e , inve- ce gli attuali amministratori hanno manifestano contrarietà Serra di Calvello (Foto: A. Bavusi) per le procedure seguite nell’in-

20 dividuare il territorio protetto, escludendo il territorio destina- to alla caccia6. A Calvello e si è proposto l’esclusione di un’ampia area montana salvo il ripensamento manifestato dal Comune di Sasso di Castalda che intende allargare i confini del parco. Il risultato è stato, sulla base del parere vincolante dei Comuni, una perimetrazione fortemente frastagliata dovuta alle richieste di esclusione delle aree vallive formulate dai Comuni di Sar- coni, Marsiconuovo e Marsi- covetere, di gran parte del terri- torio del Comune di Viggiano, luogo prescelto per le attività petrolifere. Sono rimasti fuori dalla proposta di perimetrazio- ne del parco, importanti Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale (Bosco Mangarrone di Rivello e Lago di Pignola). I Comuni con territori compresi nell’area del parco sono in totale 29 e cioè: Satriano, , Moliterno, , Anzi, Paterno, , , , , , San Martino d’Agri, , Viggiano, Monte di Viggiano , Sasso di Castalda, (Foto: O. Chiaradia) , , dalle Unità Lagonegresi che Pignola, Abriola, , LINEAMENTI FISICI DEL formano un ampio arco mon- Carbone, Rivello, Calvello, PAESAGGIO tuoso; , Tito, , San - il massiccio del Raparo, che Chirico Raparo, Laurenzana. L’area interessata all’istituendo ingloba evidenti emergenze L’area del futuro parco, così parco è caratterizzata dai carsiche ipogee; come individuata dal Consi- seguenti sistemi morfogenetici: - aree collinari modellate essen- glio regionale, interessa i ver- - il bacino tettonico intermon- zialmente nel flysch e nelle santi montuosi del massiccio tano all’interno del quale scor- argille, dalla forma rotonda e Arioso-Volturino, di Sasso di re il fiume Agri; dolce pendenza. Castalda, di Marsico Nuovo e - i monti della Maddalena, di dei versanti boschivi di Abriola natura calcarea modellati sui Il fondovalle dell’Agri e Calvello. La parte meridiona- carbonati della piattaforma Posto ad una quota media di le comprende l’area del Sirino- appenninica, che funge da circa 600 metri s.l.m. è una Papa, il Monte Raparo. Si spartiacque tra il Vallo di tipica depressione tettonica estende nell’area del Sirino- Diano e la Valle dell’Agri; intermontana occupata nel Papa comprendendo anche il - una potente dorsale appenni- Pleistocene da un bacino monte Raparo. nica, costituita essenzialmente lacustre e colmata successiva-

21 fluenti dell’Agri, come le conoidi del torrente Alli e del torrente Casale. Altri depositi della stessa natura risultano sospesi ad altezze superiori testimoniando un livello di base più antico posto ad altitu- dini diverse dall’attuale, come evidenzia una conoide sospesa sulla sinistra orografica del tor- rente Cavolo. I rilievi montuosi presenti nel territorio si caratterizzano per una morfologia che riflette l’a- zione di numerosi fattori sia endogeni che esogeni tra cui le strutture orogenetiche, la natu- ra delle rocce, gli agenti morfo- climatici e il tempo geologico. Un ruolo rilevante sembrano avere avuto anche, nella defini- zione del paesaggio montuoso e delle sue caratteristiche fisi- che, gli eventi neotettonici compresi tra il Pliocene e il Pleistocene.

Il paesaggio montano I monti della Maddalena, bor- dano l’alta valle dell’Agri da Marsico Nuovo fino al Monte di Grumento Nova. Strutturati nelle rocce carbonatiche della piattaforma appenninica e, costituiti per lo più da mono- clinali perimetrati da sistemi di Val d’Agri. Fiume Agri faglie, presentano rilievi più (Foto: O. Chiaradia) bassi rispetto al bordo orientale mente da materiali alluvionali alta della valle. Nella parte della valle, con versanti a pen- trasportati a valle dai corsi media l’incisione si accentua dii più dolci. d’acqua. sempre più raggiungendo la Lungo il bordo orientale del Allungato in direzione appen- profondità di un centinaio di fondovalle dell’Agri si colloca ninica, presenta nella parte alta metri all’altezza della forra di una potente dorsale montuosa una morfologia pianeggiante Pietra del Pertusillo facendo su cui si allineano alcune delle tipica delle piane alluvionali, affiorare i terreni del prequa- cime più alte dell’Appennino mentre a partire dalla con- ternario, in parte ricoperti lucano. fluenza del torrente Alli con il dalle acque dell’invaso artificia- La dorsale si caratterizza con fiume Agri il terreno si fa le realizzato in zona. Serranetta e Monteforte rivesti- ondulato per la presenza degli Un ruolo rilevante nella ti dagli estesi boschi di Rifred- impluvi laterali. morfologia della valle è svolto do, Bufata e Monteforte. Con- I depositi alluvionali risultano dalle conoidi alluvionali che tinua tra i monti Pierfaone, poco incisi dall’Agri e dal suo raccordano il fondovalle ai ver- Arioso, Maruggio e Monte reticolo idrografico nella parte santi all’altezza di alcuni af- dell’Arena, costituendo una

22 catena montuosa che racchiude superficie matura posta sulla Monte Raparo ed assumono il le sorgenti del Basento e si sommità a superfici terrazzate carattere della spettacolarità sul caratterizza per la presenza di poste più in basso. Sul monte Monte . antiche scogliere algali, tra cui Ausineto, una importante quelle di Pietra Maura e di faglia ha ribassato il settore Il paesaggio glaciale Tempa del Lupo prossimi all’a- antistante, successivamente Il clima della Terra, più freddo bitato di Marsiconuovo. ricoperto da depositi clastici e dell’attuale, ha esteso nel tardo Da Piano del Lago ha origine il alluvionali. Più a valle, sul Pleistocene i ghiacciai su una fiume Agri che costeggia l’este- monte della Madonna di superficie più che tripla rispet- so bosco Cerreto mentre lungo Viggiano, la dislocazione pro- to a quella attuale interessando il fondovalle dell’Agri si alli- dotta da un sistema di faglie anche le cime più alte dell’Ap- neano i rilievi del Monte ha originato il classico profilo pennino lucano. Il successivo Lama, Serra di Calvello, i a gradinata. arretramento, conseguente ai monti Calvelluzzo, Tumolo, mutamenti climatici interve- Ausineto e il monte San Ni- Il paesaggio carsico nuti alla fine del Pleistocene, cola. Seguono i monti Vol- I fenomeni carsici, legati pre- ha prodotto forme di erosione turino, Torretta e della Madon- valentemente nel territorio e depositi che vanno a costitui- na di Viggiano verso cui con- della Val d’Agri ai calcari di re elementi morfologici pecu- fluisce un importante arco piattaforma dei monti della liari del paesaggio nelle aree montuoso culminante nei rilie- Maddalena e ai calcari con più alte della catena. vi dei monti Tangia, Caldarosa selce delle Unità Lagonegresi, Sul monte Sirino, sul versante e Sant’Enoc, che delimitano le sono limitati a pochi esempi, settentrionale del monte Papa, ampie estensioni boschive del come la grotta e l’inghiottitoio sono presenti circhi glaciali e Bosco del Principe e dell’Abe- di Castel di Lepre, piccole piccoli cordoni morenici, tina di Laurenzana. conche carsiche a sud del caratterizzati dalla presenza di Nel Lagonegrese, la dorsale Calvelluzzo, alcune doline di tipici ciottoli striati, nei quali trova la naturale continuazio- crollo nelle radiolariti poco a sono situati gli splendidi laghi ne nel monte Raparo, i cui N.O. della Serra di Calvello e Laudemio e Zapano. contrafforti degradano nel manifestazioni superficiali sui Sul Volturino, alcuni autori monte Raparello proseguendo pianori, quali carreggiature e (Boenzi e Palmentola, 1972) verso il gruppo montuoso del campi solcati, dovuti al ruscel- hanno accertato la presenza di Sirino che culmina nella cima lamento delle acque. una piccola conca semicircola- del monte Papa (2005 m Nel Lagonegrese diventano re posta su una cresta del ver- s.l.m.), la vetta più alta del maggiormente evidenti nel sante orientale poco a nord territorio. Ad eccezione del Monte della Madonna di Viggiano, costi- tuito da calcareniti e calciruditi di piattaforma, l'intera dorsale è caratterizzata dalle Unità Lagonegresi contrassegnate da anticlinali di breve estensione che determinano la forma ellis- soidica dei rilievi. Il versante del monte Vol- turino presenta pareti inter- rotte, a quote variabili, che designano il Passo dell’Avel- lana (1.200 m s.l.m.) e la località Case Marinelli, intor- no ai mille metri. Presso la Serra di Calvello faccette poli- Viggiano gonali raccordano una paleo- (Foto: O. Chiaradia)

23 estrattive, ma legati in manie- ra indissolubile alla natura geologica del territorio, sono inoltre le cave e le postazioni petrolifere. Le cave più importanti sono coltivate per lo più nelle dolo- mie triassiche della serie car- bonatica e nei calcari dolomi- tici con selce dell’Unità Lago- negrese II (strada Pignola- Abriola). La loro apertura, preceduta dal taglio della vegetazione e dal- l’asporto del suolo, costituisce una degradante rottura dell’e- quilibrio dei versanti, accen- tuata dal tipo di escavazione detto a “fronte unico” che rende difficile la possibilità di recupero ambientale, come il fallimento dei reiterati tentativi di recupero effettuati al mo- mento dimostra. Intimamente legata alla natura delle rocce profonde, come quelle calcaree della Piatta- forma Apula costituenti un’ot- tima roccia-serbatoio, è la pre- senza di idrocarburi in buona parte del territorio. I risultati ottenuti dalle ricerche e dalle recenti perforazioni sembrano rilevanti, ma l’impatto rappre- sentato da una diffusa attività

Vulturino esplosiva e dall’esistenza di (Foto: O. Chiaradia) piattaforme, torri di estrazio- ni, piste per gli automezzi e della Fossa del Caccave e, nelle tra l’altro, fenomeni indeside- per gli elicotteri, oleodotti e zone cacuminali, di particolari rati come le frane. Apparten- reti di reinezione, appare morfologici caratteristici dei gono in genere a tutte le tipo- senza dubbio insostenibile per climi periglaciali, costituiti da logie, da quelle di crollo a i delicati equilibri naturali detriti spigolosi suddivisi da quelle di scorrimento, alle dell’area e per la bellezza del piccoli ciuffi di erba in struttu- quali è dovuta tra l’altro la paesaggio. re poligonali, derivanti essen- nascita del lago Sirino, lo zialmente dall’azione disconti- specchio d’acqua che ne nua del gelo sui suoli o sulle abbellisce il versante meridio- I CORSI D’ACQUA rocce. nale. La presenza di terreni instabili Il Basento, il Noce e il Sinni, come quelli del flysch galestri- Le attività estrattive nel pae- corsi d’acqua a regime perenne, no o della formazione di Cor- saggio attraversano il territorio dell’i- leto Perticara assieme all’accli- Elementi indesiderabili del stituendo Parco solo per brevi vità dei versanti determinano, paesaggio, dovuti alle attività tratti. L’idrografia dell’area si

24 caratterizza pertanto per la pre- denza erosiva, mentre fluisco- Si evidenzia inoltre un marcato senza del fiume Agri e dei no lievemente nei lunghi tratti condizionamento della struttu- numerosi torrenti e fossi che in vallivi dove incidono, a volte in ra geologica sulla rete idrogra- esso affluiscono nel tratto che modo profondo in base alle fica, come la rettilineità dei va dai percorsi iniziali del piene, le enormi conoidi di percorsi o la presenza di gomiti fiume, in agro di Marsiconuo- deiezione originatesi per il tra- fluviali testimoniano; i corsi vo, fino a valle della diga del sporto dei detriti. d’acqua infatti si collocano Pertusillo. Tra gli affluenti di sinistra lungo linee di frattura o di Il fiume scorre con una portata dell’Agri significativi sono i faglia, sugli assi delle pieghe o media di 10 mc/sec al ponte di torrenti Sant’Elia, Galaino, tra rocce di diversa natura. Tarangelo e presenta una piena Molinara, Alli, Casale e Rifred- Nel Lagonegrese i corsi d’ac- normale di 850-900 mc/sec, do mentre tra quelli di destra si qua che si originano dai mas- raggiungendo solo eccezional- annoverano i torrenti Verza- sicci del Raparo e del Sirino mente 1400 mc/sec. L’ampiez- rulo, Santino, Vallone delle assumono direzione centrifuga za del bacino, valutata al limite Rose, Oscuro, Aggia, Cavolo, muovendosi lungo i versanti, dell’invaso del Pertusillo, è di Sciaura, Maglie e Palmento. alcuni confluenti nell’Agri, 547 Kmq e il territorio è mon- La natura dei terreni attraver- come il torrente Racanello; tuoso per il 46%, collinare per sati incide notevolmente sulle altri, quelli del Sirino, attraver- il 37%, pianeggiante per il caratteristiche del reticolo idro- sano antiche valli glaciali (val- 17% (Marrano, 1988). grafico. lone dei Porcili o il vallone Corso d’acqua a regime Nei rilievi carbonatici posti in Niella) versandosi nel fiume perenne il fiume Agri nasce destra orografica sono presenti Noce o nel fiume Sinni, che in località “Piano del Lago” corsi d’acqua generalmente delimitano altri bacini idrogra- (1.280 m s.l.m.) nel territorio brevi e poco gerarchizzati a fici. del comune di Marsiconuovo causa della maggiore permeabi- ai piedi del Monte Lama. lità delle rocce calcaree che, Le sorgenti Incasssato in valli dal tipico fratturate ed erose dal carsi- Su tutto il territorio candidato profilo a V nel primo tratto, smo, impediscono il drenaggio alla perimetrazione del parco le scorre per circa 9 km in dire- superficiale delle acque. sorgenti sono così numerose da zione nord-sud, con forte In sinistra orografica, i terreni risultare difficile elencarle tutte. pendenza erosiva, fino all’abi- appartenenti alle Unità Lago- Sono più di 200 quelle che dre- tato di Marsiconuovo. Allo negresi, meno permeabili, con- nano gli acquiferi dei rilievi sbocco della valle perde molta sentono un migliore deflusso montuosi nella sola Val d’Agri, della propria energia deposi- dei corsi d’acqua. con una portata media com- tando gran parte del materia- le alluvionale trasportato e si avvia in lieve pendenza fino all’invaso del Pertusillo (785 m s.l.m.), costeggiato lungo il percorso da boschi igrofili che ne costituiscono per lun- ghi tratti la vegetazione ripa- riale. In sinistra orografica conflui- scono nel fiume Agri i corsi d’acqua che si originano dai versanti occidentali dei rilievi. Caratterizzati da un regime torrentizio, con massimi di portata in inverno e minimi nella stagione estiva, questi tor- renti si presentano nei brevi Monti del Lagonegrese tratti montani con forte pen- (Foto: O. Chiaradia)

25 Le sorgenti Peschiera, Aggia e Capano, costituite da polle di acqua che sgorgano dalla roccia calcarea, formano splendidi e suggestivi laghetti abbelliti da vegetazione acquatica. In località Fossa Cupa, da una sorgente con acque di eccezio- nale qualità (200 lt/sec) posta alle pendici del monte Arioso ad una quota di 1.350 m, nasce il Basento, mentre le sorgenti di Capo d’Agri (140 lt/sec) alimentano il fiume Agri, in agro di Marsico- nuovo. Le acque della sorgente Tor- bido (315 lt/sec), sul versante meridionale del Sirino, risal- gono in superficie sotto la spinta della loro stessa pressio- ne, alimentando l’acquedotto del Noce e del Comune di Nemoli; la sorgente Sirino ali- menta il lago omonimo. Indicative di una circolazione profonda delle acque sono anche le sorgenti sulfuree. Tra queste, davvero suggestiva per gli strati colorati degli scisti silicei da cui emerge e per la presenza di una fitta vegetazio- ne di tigli, noccioli, faggi e car- pini, è la sorgente del torrente La Terra, nei pressi di Calvello. La maggior parte delle sorgen- ti sono situate in profondità nelle Unità Lagonegresi, tra Lago di Pignola (Foto: A. Bavusi) cui più facilmente si alternano i livelli permeabili e quelli plessiva di 3350 lt/sec. Almeno voli sono le portate delle sor- impermeabili. Gli acquiferi nove sorgenti di rilevante porta- genti Torbido, Niella, Sirino, infatti si collocano spesso ta emergono sul monte Sirino, Bramafarina e quelle Sotto il negli strati di contatto tra sci- con una portata complessiva lago. sti silicei e flysh galestrino, tra che è in media di 1100 lt/sec. La sorgente Capocavolo (1.000 la formazione di monte Facito Tra le più significative sia per la lt/sec) a N.O. di Tramutola è e i calcari con liste e noduli di regolarità del regime che per la più copiosa fra quelle poste selce o tra questi ultimi e gli portata sono le sorgenti Capo lungo il Torrente Cavolo. scisti silicei. Cavolo, Capo d’Agri, Curvino, Alimentata da un bacino sot- Capano, Peschiera, Molinara, terraneo emerge al contatto tra I Bacini Lacustri Santino, Oscuro, Aggia, Amo- terreni calcarei e terreni fly- Agli splendidi laghetti naturali roso, Fontana dei Salici in Val schoidi ricchi di faglie che ne presenti sul Sirino si aggiungo- d’Agri, mentre sul Sirino note- facilitano la risalita. no alcuni invasi artificiali rea-

26 lizzati per costituire riser- ve idriche indispensabili al fabbisogno della Basilicata e della vicina Puglia. Incuneato all’interno di un sistema montuoso e circondato da boschi idrofili e cerrete, il Lago del Pertusillo, con un volume utile di 142x106 mc, è uno dei più grandi bacini realizzati in B- asilicata, tramite lo sbar- ramento sul fiume Agri. A monte dell’abitato di Marsiconuovo, ad una quota di 785 m, è stato realizzato un altro invaso, Monte Vulturino mentre a pochi chilome- (Foto: A. Bavusi) tri da Potenza, alimentato dai munitaria denominato Bosco torrenti Fossa Cupa e Fosso UN PARCO PIENO DI SITI DI di Rifreddo, esteso su 554 dello Sciffra, il Lago Pantano IMPORTANZA COMUNITARIA, ettari (Codice Natura 2000 di Pignola, negli anni ZONE DI PROTEZIONE IT9210035). Settanta destinato a soddisfa- SPECIALE PER LA FAUNA, Il comprensorio si caratterizza re le necessità idriche dell’a- RISERVE NATURALI E BOSCHI per la grande diversità della rea industriale di Tito, rap- TUTELATI DALL’UNIONE flora soprattutto sui massicci presenta per la bellezza del EUROPEA montuosi del Serranetta e di posto e per la frequentazione Monteforte, per la variabilità anche stanziale di specie fau- Rifreddo: il bosco dell’acero del suolo interessato da forma- nistiche ed entomologiche, Si estende per oltre 6000 ettari zioni silicee, calcaree ed argillo- una delle più importanti zone ad un’altitudine compresa tra se. Pascoli e prati in quota si umide della regione. Per le gli 800 e 1450 metri di quota, alternano ad estensioni boschi- peculiarità naturalistiche è sui rilievi montuosi Serra di ve poste a quote inferiori, stato segnalato dalla S.B.I., Rifreddo (1.100 m), Monteforte costituite dal cerreto misto che, istituito come Riserva (1.444 m), cima del Serranetta interagendo largamente con il Naturale Regionale in base (1.475 m), ricadenti nel bacino soprastante faggeto, arriva sui alle Leggi regionali n. 42/80 fluviale del Basento e compresi versanti più assolati anche a e n. 28/94 (D.P.G.R. n. nei territori comunali di Pi- 1.300 m di quota. 795/94) e riconosciuto Sito gnola ed Abriola. Il cerreto è definito da una di Importanza Comunitaria e Il bosco di Rifreddo esteso su vasta formazione vegetale che, Zona di Protezione Speciale oltre 450 ettari, costituisce per in continuità con le foreste per la conservazione dell’avi- 173 ettari la Foresta Dema- presenti su Montegrosso, Serra fauna acquatica. L’area è stata niale Regionale di Rifreddo della Neve e Groppa d’Anzi, si affidata per la gestione natu- (L.R. 41/78, B.U. n. 22/78), estende lungo i contrafforti ralistica al WWF Italia dalla di proprietà della Regione occidentali del monte Serra- Provincia di Potenza, Ente a Basilicata. netta. Prolungandosi su Serra cui la legge regionale n. È stato censito nel 1971 fra del Caprio con la foresta deno- 28/94 ha attribuito le funzio- quelli meritevoli di protezione minata la Buffata, si congiunge ni relative alle riserve natura- dal Gruppo Conservazione a 1.200 m di quota con la li. L’area è inserita nell’Elenco della Natura della Società Sellata. Boschi eliofili dominati Ufficiale presso il Ministero Botanica Italiana. Risulta dal cerro (Quercus cerris), in dell’Ambiente. individuato ora parzialmente rari casi dal farnetto (Quercus come Sito di Imporanza Co- frainetto), sono caratterizzati

27 nigra e Galantus nivalis, forma spesso compatti ed estesi tap- peti nei freschi valloni che dalla cima del Monte Ser- ranetta scendono verso Rifreddo, ricchi di suolo fertile e profondo per l’accumulo di lettiera trasportata dalle acque. Specie botaniche di elevato valore scientifico e naturalisti- co quali il Millefoglio della Basilicata (Achillea lucana Pignatti, 1979) sono presenti nelle formazioni prative. Questa essenza si rinviene sulle rupi di Serra di Monteforte ove Monte Vulturino e Monte Calvelluzzo dalla Serra di Calvello (Foto: A. Bavusi) è edificato il Santuario della Madonna di Monteforte risa- dall’abbondanza di specie più fresca scende a quote più lente al periodo medievale con arbustive tra cui più diffuse basse, come nel Vallone delle la presenza anche di pregevoli sono quelle appartenenti ai Boccaglie e nel Vallone Gran- affreschi della metà del Cin- generi Prunus, Rubus, Rosa, de, che racchiudono la vasta quecento. Sul lato sinistro del- Crataegus, Spartium, Lonicera, cerreta di Tempa della Chiesa. l’abside, risulta affrescata una Cornus, Euonymus. Il faggio costituisce spesso croce templare attestante l’anti- Nell’ambito del Physospermo splendide fustaie coetanee, for- ca presenza dei Cavalieri del verticillati-Quercetum cerris, in mando boschi puri nelle aree Tempio al quale probabilmente cui queste foreste sono state più interne ed a maggiore era affidato il tratto della vec- inquadrate è stato individuato altezza, mentre sui dossi sassosi chia Via Herculea che, attraver- un aggruppamento a Chamae- e nelle zone più periferiche è so la Sellata e Piana del Lago, cytisus hirsutus (Zanotti, Ubal- associato a latifoglie presenti conduceva a Marsico Nuovo ed di, Corbetta, Pirone, 1993) anche nel cerreto quali a Grumentum attraversando il che si caratterizza per la pre- Carpinus orientalis, Ostrya car- Bosco dell’Arioso, ove fu rinve- senza di Chamaecytisus hirsutus, pinifolia, Corylus avellana, nuto il corpo di San Gianuario. Gallium lucidum, Pteridium Pirus piraster e terminalis, Acer Sono stati introdotti in questi aquilinum, Sanicula europaea, obtusatum, Acer neapolitanum, complessi boscosi nuclei di Orchis mascula, Lathyrus ver- Acer lobelii, quest’ultimo pre- Abete bianco (Abies alba), pre- nus, Euonymus latifolius, specie sente nei siti più mesofili sia sente in passato in modo più ad ecologia contrastante per le del cerreto che della faggeta. consistente allo stato naturale loro peculiari caratteristiche a Nel sottobosco, piuttosto scar- (Abetina di Laurenzana, monti volte xerofile, a volte mesofile. so a causa della compattezza Caldarosa e Sirino). Ciò si spiega, probabilmente, delle piante arboree, predomi- Il cospicuo reticolo di acquiferi per l’affioramento di rocce che na l’agrifoglio (Ilex aquifolium) e di sorgenti presenti in que- finiscono per creare microam- e tra le specie erbacee sono pre- st’area determina un habitat bienti dalle caratteristiche eco- senti tutte le specie più belle prezioso per numerose specie logiche diverse. dei querceti e dei faggeti meso- di rettili e anfibi. Il faggeto si estende soprattutto fili quali Mercurialis perennis, Oltre al Torrente Riofreddo, sulla vetta e sulle pendici Primula acaulis, Cyclamen nea- altri corsi d’acqua alimentano orientali e meridionali del politanum, Veronica officinalis, la Fiumara d’Anzi e il torrente Monte Serranetta ed a quote Anemone apennina, Scilla bifo- Camastra (Fosso Fagosa, Fiu- superiori ai 1200 m sulla Serra lia, Atropa belladonna, Allium mara e Fiumarella), tributario del Caprio e sui versanti orien- ursinum. Quest’ultimo, accom- del fiume Basento. tali della Serra di Monteforte. pagnato da specie aventi le Nel bosco di Rifreddo è stata Lungo le valli con esposizione stesse esigenze come Sambucus rilevata la presenza di una

28 fauna interessante tra cui il Studi della Basilicata nel tenta- Il crinale montuoso posto a lupo appenninico e numerose tivo di reintrodurre una specie nord ovest comprende parte specie di uccelli tra cui rapaci presente in passato allo stato dalla foresta demaniale regio- diurni, notturni e picidi tutti naturale, come evidenziato dai nale di Fossa Cupa, ricadente a compresi nell’allegato I della numerosi toponimi locali. sud del Pantano di Pignola nel Convenzione di Berna relativa Agli estesi boschi si intervalla- territorio comunale di Abriola alla Conservazione della vita no praterie, paesaggi rupicoli, per 658 ettari, mentre il ver- selvatica e dell’ambiente natu- steppe montane mediterranee sante occidentale di Monte rale in Europa. con la presenza di una folta e Pierfaone include i boschi di variegata flora erbacea, tra cui Fossa Cupa e Tempa Volpaccia ARIOSO E PIERFAONE: L’AREA Knautia lucana, specie esclusi- caratterizzati dalla presenza di DEL FAGGIO va dell’Appennino lucano ed Ulmus carpinifolia, Alnus gluti- endemica della Basilicata, rin- nosa, Quercus frainetto e Quer- Si sviluppa su circa 8000 ettari venuta dal botanico Orazio cus pubescens a sud dei Pantani di Pignola, Gavioli all’inizio del secolo sul L’area del Monte Pierfaone, nei territori comunali di Sasso Monte Arioso ma anche sulle estesa su 650 ettari nel comune di Castalda, Abriola, Marsico- rupi di da Lacai- di Abriola, è stata censita dal nuovo e comprende i rilievi ta, Cavara e Grande (1910). Gruppo Conservazione della montuosi di Tempa Volpaccia Tra le formazioni forestali più Natura della Società Botanica (1.159 m), Serra dei Signori significative si annovera il Italiana nel 1971 come merite- (1.682 m), Monte Arioso Bosco della Serra di Criva che, vole di tutela per la creazione (1.748 m), Monte Pierfaone dopo il rilievo roccioso della di una Riserva Naturale (1.749 m), Monte Maruggio Timpa dell’Olmo, si estende Orientata. La Faggeta del (1.576 m). nel Comune di Abriola ed è Monte Pierfaone, estesa su 744 Tutto il comprensorio è ricco composto da Acer campestre, ettari, risulta individuata quale di boschi in gran parte domi- Carpinus orientalis, Ostrya car- Sito di Importanza Comu- nati dal faggio (Fagus sylvati- pinifolia, Quercus cerris, nitaria (Codice Natura 2000 ca), che forma estese formazio- Quercus farnetto e Quercus IT210115). ni di altofusto ascrivibili pubescens. Tra le piante erba- Ricchissimo di sorgenti, in all’Aceri lobelii-Fagetum. Oltre cee sono da citare Anemone gran parte captate per rifornire al faggio che costituisce spesso apennina, Epilobium monta- l’acquedotto del Basento, il imponenti fustaie con vecchis- num, Dianthus armeria, Va- suolo è caratterizzato da affio- sime matricine di dimensioni leriana officinalis, Doronicum ramenti di argille scagliose, enormi, frammiste ad alberi caucasicum. rocce scistose e galestri. Si rin- più giovani di minori dimen- sioni, vegetano nell’area nu- merose specie arboree tra cui Acer lobelii, Acer opalus, Acer campestre, Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Ostrya carpi- nifolia, Carpinus orientalis, Ulmus campestris, Tilia vulga- ris, Pirus communis, Quercus cerris, Quercus frainetto e Taxus baccata. Sono presenti in loca- lità come il Vallone Calzetta, dove scorre l’omonimo tribu- tario dell’Agri, plantule di Abete bianco (Abies alba) impiantate o dal Corpo Fore- stale dello Stato o dai ricerca- tori della Facoltà di Scienze Diga del Pertusillo Agrarie dell’Università degli (Foto: O. Chiaradia)

29 vengono inoltre accumuli di costituito da una parete verti- lità Piano del Lago, da nord detrito e materiali vulcanici, la cale di oltre 200 metri di altez- verso sud, la Serra di Calvello cui presenza è legata probabil- za, alla cui base sono presenti (1567 m), Monte Calvelluzzo mente ad antiche eruzioni vul- argille ricchissime di brachio- (1.699 m), Monte Volturino caniche avvenute sul paleomar- podi in ottimo stato di conser- (1.836 m), Monte Madonna di gine africano nel periodo trias- vazione e da arenarie, i cui Viggiano (1.724 m); ripiegan- sico-giurassico. strati mostrano sulla faccia do verso est forma poi un È questa, inoltre, l’area dove superiore increspature di fondo ampio arco montuoso culmi- maggiormente sono diffuse le (ripple marks) da onda o da nante nelle cime di Monte S. antiche scogliere algali apparte- corrente. Enoc (1.476 m), Monte Calda- nenti alla formazione di Monte Nel biotopo è stata rilevata la rosa (1.491 m) e Monte Pilato Facito, rilievo montuoso posto presenza di una fauna interes- (1.596 m). nel territorio del comune di sante tra cui il lupo appennini- Si caratterizza dal punto di Sasso di Castalda, dove tale la co e numerose specie di uccelli vista strutturale per le anticli- formazione risulta più eviden- tra i quali rapaci diurni e not- nali del Monte Lama e del te. Si tratta di speroni rocciosi turni e picidi, tutti compresi Monte Volturino, le cui pie- affioranti in particolare nelle nell’allegato I della Conven- ghe, modellate in strati di località Timpa dell’Olmo e zione di Berna relativa alla rocce sedimentarie, sono talora Pietra del Tasso, costituite da Conservazione della vita selva- evidenti lungo le ripide pareti calcari e calcari dolomitici gri- tica. Sono presenti anche spe- originate direttamente da faglie gio chiari non stratificati, con cie incluse nell’allegato II della che, numerose, attraversano fossili spesso non estraibili Direttiva Habitat, quali la l’intera dorsale. Affiorano nel- dalla roccia, rappresentati dalle Salamandrina terdigitata, Tri- l’area terreni sedimentari del alghe Diplopora e Teutlo- turus cristatus e Rosalia alpina. triassico costituiti da marne porella e da lamellibranchi, silicifere e da argille rosse e gasteropodi, cefalopodi, bra- DA SERRA DI CALVELLO, AI verdi della formazione di chiopodi, crinoidi, etc. MONTI VOLTURINO E monte Facito nella parte più Spuntano spesso dalla vegeta- MADONNA DI VIGGIANO: I bassa, e da calcari con liste e zione e raggiungono talora BOSCHI PIÙ ESTESI noduli di selce del Norico- dimensioni ragguardevoli DELL’APPENNINO LUCANO Carnico più in alto; sulle cime come a Pietra Maura, visibile invece predominano i diaspri dalla strada Pignola-Marsico- Il gruppo montuoso si sviluppa policromi ed argilliti silicifere nuovo, sul cui versante occi- in direzione appenninica e del Giurassico superiore. Il dentale è un liscione di faglia comprende a partire dalla loca- monte della Madonna di Viggiano, pur facendo parte della stessa dorsale, è costituito da calciruditi e calcareniti del Cretaceo, con rudiste per lo più ridotte in frammenti, ori- ginate in ambiente di piattafor- ma e sovrascorse sulle Unità Lagonegresi. Calcari e calcari dolomitici del Giurassico Superiore-Cretaceo, riconduci- bili sempre ad ambiente di piattaforma sono presenti inol- tre ad est ed alla base del ver- sante ovest del Volturino. Tra le emergenze geologiche più significative una piccola conca semicircolare è posta leg- germente a nord della fossa del Sasso di Castalda (Foto: O. Chiaradia) Coccave sul versante orientale

30 del Volturino tra quota 1806 e sosta e di passaggio delle greggi lucano, l’area risente dell’in- 1800 m. Altri elementi caratte- transumanti tra le valli del flusso mediterraneo del Mar ristici di climi periglaciali nelle Basento e quelle dell’Agri Tirreno con abbondanti preci- aree cacuminali dello stesso lungo le rive di un antico lago pitazioni piovose in primavera rilievo testimoniano un glacia- appenninico oggi definito da e nevose in inverno. lismo che nel passato ha inte- un’ampia depressione circon- Corsi d’acqua a carattere tor- ressato la parte più elevata del data da boschi. rentizio come il La Terra, il Rio monte. Fenomeni carsici quali Un interessante studio sulla Piesco, i torrenti Molinara, Alli doline, inghiottitoi e campi vulnerabilità intrinseca degli e Casale, gli ultimi due origina- solcati sono presenti laddove acquiferi dei monti Volturino e ti dall’arco montuoso tra il affiorano rocce di natura calca- Calvelluzzo è stata effettuata Monte Pilato e il monte Cal- rea come in località La Laura a dai ricercatori dell’Università darosa, drenano le acque dei sud-ovest del monte della degli Studi della Basilicata e versanti, riversandosi alcuni nel Madonna di Viggiano. del C.N.R. (Consiglio Nazio- torrente Camastra appartenen- In questa località le acque nale delle Ricerche) i quali te al bacino idrografico del meteoriche, trasportando detri- hanno indicato, su cartografia Basento, altri nel bacino ti, hanno dato luogo all’attuale 1:25.000, le aree a diverso dell’Agri di cui la dorsale rap- conformazione morfologica grado di vulnerabilità, allo presenta il naturale spartiacque. con inghiottitoi destinati a rac- scopo di prevenire un eventua- La diversa natura delle rocce, la cogliere le acque che alimenta- le inquinamento delle falde presenza di versanti acclivi no la sorgente Peschiera (350- causato da accumuli di rifiuti come quelli occidentali del 400 litri al secondo) situata a di vario genere. I ricercatori Volturino alternati a pendii sud-ovest di Villa d’Agri. hanno evidenziato come in molto dolci, da ampi pianori Altri campi carsici con doline questo territorio dalle condi- sui crinali, da rupi e blocchi ed inghiottitoi sono ubicati in zioni idrogeologiche comples- compatti quali la Rupe di S. località comprese tra i monti se, le installazioni petrolifere Spirito e la Rupe del Corvo, Tumulo, monte Ausineto e rappresentano un rilevante forre profonde con salti d’ac- monte San Nicola. motivo di rischio in grado di qua e marmitte naturali create Rocce impermeabili, quali alterare in modo irreversibile le dal vorticare delle acque nella argilloscisti e marne silicee, caratteristiche delle preziose discesa verso valle, così come cinturano l’intera dorsale cal- falde sotterranee, ponendo in nell’alta valle del Torrente Alli, carea-silicea permeabile per contatto fluidi diversi. creano ambienti diversificati e fratturazione, consentendo Come tutta la dorsale dell’Ap- di tale importanza dal punto di l’accumulo di acque sotterra- pennino centro meridionale vista paesaggistico e naturalisti- nee. L’area è infatti ricca di sorgenti e di bacini endoreici (21 censiti dal gruppo del CNR). Altre sono state indivi- duate e censite nel Piano Territoriale Paesistico d’Area Vasta Sellata-Volturino-Ma- donna di Viggiano, quali la sorgente Capo d’Agri (circa 172 l/s) costituita da diversi bracci sottesi al Monte Lama e Piano del Lago, che alimenta- no le sorgenti dell’Akiris, anti- co nome del fiume Agri. Quest’area rappresenta un’im- portante sito archeologico che testimonia la presenza dell’uo- mo della cosiddetta “cultura Rivello appenninica” essendo zona di (Foto: O. Chiaradia)

31 rocce affioranti e con abbondan- te accumulo di lettiera che si dif- ferenzia per la presenza di Euonymus verrucosus, Acer obtu- satum e Silene viridiflora. Acer obtusatum è una specie balcanica che in Basilicata si rinviene sporadicamente nelle cerrete, mentre nelle faggete è presente solo in subassociazio- ne Euonymus verrucosus, in Italia una specie piuttosto rara e localizzata. Questi boschi, che presentano una certa affinità con quelli Monte Vulturino e Monte Viggiano da Passo delle Croelle, Rifreddo. dell’Aceri obtusati-Fagetum (Foto: A. Bavusi) della Penisola Balcanica, sono co da richiedere interventi di Calvelluzzo (1.699 m) a nord costituiti da esemplari di faggio tutela e salvaguardia. Tale esi- comprendenti il complesso (Fagus sylvatica) talora misti a genza ha portato nel 1971 sorgentizio dell’Alto Agri e a Quercus cerris e Acer pseudopla- all’individuazione da parte sud-sud-est i Monti Caldarosa tanus, con esemplari che rag- della Società Botanica Italiana e Enoc costituiscono l’area di giungono anche i 30 m di e del CNR, del Monte Vol- più ampia estensione boschiva altezza e con diametri dei tron- turino, per un’estensione di della regione. chi alla base fino a 80 cm 1.400 ettari compresi tra Alle quote più basse prevale, dominanti su uno strato alto 1.200-1.835 m s.l.m., quale anche in questo territorio, il arbustivo costituito da faggi area meritevole di conservazio- bosco misto con prevalenza di più giovani e aceri. È presente ne per la creazione di una cerro (Quercus cerris) misto a una ricca flora erbacea ed uno Riserva Naturale Orientata, ed specie arboree quali Quercus strato arbustivo basso domina- alla successiva istituzione di un frainetto, Carpinus orientalis, to da Ilex aquifolium, che qui Sito di Importanza Comuni- Alnus glutinosa, Ostrya carpi- presenta i maggiori indici di taria, in base alla Direttiva nifolia, Corylus avellana. Tut- copertura. 92/43/CEE Habitat. La stessa tavia la formazione vegetale Lungo i valloni più freschi del area è stata individuata, per più imponente e maggiormen- Volturino e della Serra di 1.509 ettari in gran parte te diffusa è la faggeta. Questa Calvello una facies eutrofica è boscati, quale Zona di Prote- si caratterizza, come in quasi caratterizzata da vasti tappeti zione Speciale in base alla tutto il territorio dell’istituen- di Allium ursinum a cui si Direttiva 79/409/CEE riguar- do parco, per la presenza di accompagnano specie quali dante la conservazione degli specie dell’Aceri lobelii-Fagetum Sambucus nigra e Galantus uccelli selvatici (Codice Natura nella fascia a diretto contatto nivalis anch’esse amanti di ter- 2000 IT9210205). con il cerreto e da specie tipi- reni fertili. Sul monte Voltu- Sono stati inoltre individuati che dell’Asyneumati-Fagetum a rino è segnalata la presenza di quali Siti di Importanza quote superiori ai 1.600 m. Taxus baccata. Comunitaria anche Serra di Nell’ambito dell’Aceri lobelii- I paesaggi di vetta sono caratte- Calvello esteso su 1633 ettari Fagetum è stato individuato rizzati da una flora tipicamente (Codice Natura 2000 (Aita - Corbetta - Orsino, 1984) alpina con la presenza di rari IT9210240), il monte della una subassociazione denominata endemismi. Il botanico Orazio Madonna di Viggiano esteso su Euonymetosum verrucosi, partico- Gavioli vi censì oltre 140 spe- 789 ettari (Codice Natura larmente diffusa lungo le pendici cie erbacee tipicamente alpine; 2000 IT9210180). orientali del monte Volturino e Corbetta, Ubaldi e Puppi delle La dorsale appenninica delimi- del monte Madonna di Vig- Università dell’Aquila e di tata a nord da Piana del Lago, giano a quote comprese tra i Bologna hanno individuato Serra di Calvello e Monte 1200 e i 1500 m, in presenza di nella cotica erbosa di queste

32 praterie quattro gruppi di asso- specie piuttosto rara, abbon- incluse nell’allegato II della ciazioni di cui uno con dante sui pianori del Pollino. Direttiva Habitat sono pure Hippocrepis glauca è esclusivo Nell’unità geografica è stata presenti nel sito Salamandrina del Volturino mentre un’altro, rilevata la presenza di una terdigidata, Triturus cristatus e con Schleranthus perennis, è fauna interessante e rara tra cui Rosalia alpina. stato rilevato sul Volturino e su il lupo appenninico e numero- Serra di Calvello. Praterie a se specie di uccelli tra cui rapa- IL SIRINO-PAPAEILAGHI Geranium cinereum caratteriz- ci diurni, notturni e picidi tutti GLACIALI zano un terzo gruppo presente compresi dell’allegato I della in particolare sul monte Convenzione di Berna relativa Il massiccio, costituito da più Madonna di Viggiano, tra i alla Conservazione della vita rilievi tra cui Timpa Scazza- 1610 e 1730 m di quota, men- selvatica e dell’ambiente natu- riddo (1.930 m), Madonna di tre prati permanenti da pascolo rale in Europa. Tra le specie Sirino (1.907 m), Timpa posti tra la sella che raccorda il Volturino col monte Madonna di Viggiano ospitano un grup- po a Veronica austriaca. Tra le associazioni più signifi- cative viene segnalato l’Oxytro- pidetum caputoi che forma sul Volturino popolamenti discon- tinui su suoli rocciosi presenti tra 1.680 a 1.780 m di quota. La sua fisionomia è caratteriz- zata da piccoli arbusti di Heliantemum canum e apenni- num, a cui si aggiungono tra le specie erbacee Oxytropis capu- toi e Achillea lucana, un ende- mismo dell’Appennino centro- meridionale, in precedenza classificato dal Gruppo Con- servazione della Società Bota- nica come Astragalus pilosus. Un ulteriore endemismo dell’Appennino centro meri- dionale è Carduus affinis. Sul monte della Madonna di Viggiano, a quote comprese tra 1.690 e 1.720 di altitudine, caratterizza il Carduetum affi- nis, associazione presente su suoli ricchi di azoto per la pre- senza di bestiame. Su Serra di Calvello tra i 1560 e i 1610 m di altitudine, su suoli profondi e ricchi di humus al limite della sottostante faggeta, la presenza di Asphodelus albus individua il Filipendulo-Asphodeletum albi la cui fisionomia è determinata non solo da questa specie ma anche dalla Gentiana lutea, (Foto: O. Chiaradia)

33 Schiena d’Asino (1.860 m) e tri sino a Petinachiana (da il Lago Laudemio. Questo dal monte Papa (2.005m), la notare il toponimo attestante splendido specchio d’acqua, cima più alta di tutto l’Ap- in passato la presenza dell’abete esteso su circa 2 ettari e situato pennino lucano, è stato model- bianco), Dopo il suo ritiro ha a quota 1.525 m, è compreso lato profondamente dal glacia- lasciato un paesaggio geo- in un’area di circa 25 ettari su lismo del Quaternario. Lo morfologico unico nel Sud cui è stata istituita una Riserva testimonia la presenza di quat- Italia rappresentato da un circo Naturale Regionale (DPGR n. tro circhi glaciali, di profonde glaciale, da una ripida valle 426/85), iscritta nell’Elenco valli scavate dagli antichi parallela alla Spalla dell’Im- Ufficiale delle aree protette ghiacciai e di detriti morenici. peratrice, dove scorreva la lin- nazionali presso il Ministero Il ghiacciaio più esteso si svi- gua del ghiacciaio, da depositi dell’Ambiente. Poco più ad luppava sul lato nord della morenici sottratti al versante e ovest di questo circo glaciale cima del Monte Papa. Si allun- accumulatisi frontalmente a un secondo ghiacciaio si incu- gava per circa quattro chilome- formare la conca che delimita neava nella Valle del Cacciatore e scendendo sul versante nord occidentale formava un accu- mulo morenico dove si situa il lago Zapano. Sulla cima del monte Papa, all’inizio del suo versante meridionale, si indivi- dua ad una quota di circa 1.800 m un altro circo glaciale, nella zona di accumulo di un ghiacciaio la cui lingua costi- tuiva il vallone Niello con la sua azione abrasiva, mentre a nord della vetta della Madonna del Sirino il vallone della Nevera e un altro circo glaciale testimoniano la presenza di un probabile quarto ghiacciaio. Alla base del versante meridio- nale del massiccio un vasto movimento franoso, innescato soprattutto dalle ripide pen- denze, ha originato un accu- mulo di detriti di natura calca- reo-silicea che delimita una depressione in cui si trova il lago Sirino, alimentato da sor- genti situate a quota 785 m. Sul massiccio, tra i primi ad emergere assieme al monte Volturino e monte Pierfaone dalle profondità marine, come documentato nel secolo scorso dall’eminente geologo G. De Lorenzo, affiorano diffusamen- te calcari grigi stratificati con noduli di selce bruna, forma- zioni rocciose più antiche del territorio dislocate soprattutto (Foto: O. Chiaradia) sui contrafforti del Monte

34 Papa. A quote minori sono Laudemio, è costituita da albe- zana si colloca tra il torrente osservabili gli scisti silicei pre- ri di faggio di notevole altezza, Cerrito e la località Acqua senti con straterelli di diaspri e misti a carpini, pioppi e abeti della Pietra con l’omonima radiolariti, spesso fratturati e bianchi, che rendono ancor sorgente, tra i 1.122 e 1.247 disgregati in frammenti di più suggestivo lo specchio d’ac- metri di quota, nella fascia varia misura e gli scisti galestri- qua arricchito sui fondali dalla montana e submontana dei ni costituiti da argilliti e marne presenza di alghe verdi del versanti nord-orientali del silicifere stratificate di colore genere Chara, di varie specie di monte Caldarosa. grigio o, dove maggiormente Potamogeton e sulle sponde di Nella parte più bassa l’Abete alterate, sotto forma di mate- Eleocharis palustris. bianco (Abies alba) penetra a riale argilloso con frammenti Alla fine dell’Ottocento i tron- volte nella sottostante cerreta rocciosi. chi degli alberi sottratti al costituendo nell’ambito del Le intense precipitazioni favo- Sirino stazionavano nel Lago Physospermo verticillati-Quer- rite dal raffreddamento delle Laudemio a dimostrazione del- cus cerris una facies mesofila correnti di aria umida che l’intenso sfruttamento di quei della cerreta inquadrata nella risalgono dalla vicina costa tir- boschi con la scomparsa dell’a- subassociazione Abieti-Fage- renica alimentano un fitto reti- bete bianco originario. tum sylvaticae caratterizzata da colo di corsi d’acqua che, pre- Nonostante l’evidente valenza Abies alba e Fagus sylvatica, e cipitando a valle attraverso valli ambientale dell’area, risulta del dalla presenza di Cardamine e ripidi burroni, alimentano i tutto ignorata la necessità di bulbifera, Sanicula europaea, fiumi Sinni, Agri e Noce di cui proteggere adeguatamente un Ranunculus brutius, Geranium l’omonimo ultimo gruppo comprensorio (anche a seguito versicolor. montuoso costituisce il natura- di una inconsulta e malintesa La fascia climatica che risulta le spartiacque. programmazione turistica e più congeniale all’abete bianco Numerose sono le sorgenti che territoriale) che annovera la coincide con quella del sgorgano dai versanti a quote presenza di endemismi floristi- Fagetum, che si colloca bene comprese tra i 1.000 m e ci quali Vicia serinica e Astra- nelle zone a clima fresco- 1.500 m di altitudine per la galus sirinicus, classificati per la umido. Pertanto la sua presen- presenza di rocce acquifere, prima volta agli inizi del Nove- za all’interno della cerreta più quali i calcari con selce e gli cento dal botanico Huter e termofila può essere spiegata scisti silicei, permeabili per vanta la presenza di animali non solo con le variazioni cli- fratturazione, circoscritte da rari quali il lupo, il gatto selva- matiche del passato che porta- rocce notoriamente impermea- tico e il tasso, nonché numero- rono all’espansione di questa bili come gli scisti galestrini. se specie di rapaci diurni e not- specie verso la pianura, ma Le più copiose per portata e turni e anfibi tra cui la sala- anche con la diradazione del- qualità delle acque sono le sor- mandra e il tritone (con la pre- l’abetina conseguente allo genti Niella, Torbido, Brama- senza probabile del Tritone sfruttamento arboreo ed agli farina, Niello, Varcovalle e alpestre). incendi (devastante quello del quelle sottostanti il lago Sirino. Proprio per queste peculiari 1920). La vegetazione della fascia sub- caratteristiche l’area del Sirino Risalendo verso la vetta, il montana, particolarmente -Papa è stata individuata dal cerro (Quercus cerris) cede il interessata dalle attività antro- Ministero dell’Ambiente e posto al faggio dando vita a piche, è costituita da boschi dalla Regione Basilicata quale boschi misti con alcuni nuclei misti di querce, per lo più Area Bioitaly facente parte quasi puri dell’uno o dell’altro, cerro e roverella associate all’a- della Rete ecologica Natura laddove uno dei due prende il cero campestre, castagno, 2000 Network. sopravvento. Talora sono pre- orniello e ontano napoletano, senti esemplari colossali costi- presente a volte con formazioni LAURENZANA: IL NORDICO tuenti in origine le matricine pure. La fascia montana posta ABETE riproduttive da seme. L’asso- a maggiore altezza è occupata ciazione Faggio-Abete bianco dalla faggeta che, in luoghi più Estesa per 800 ettari su terreni dell’abetina si colloca nelle fag- fertili o maggiormente umidi appartenenti al flysch eo-mio- gete inferiori dell’Appennino come nei dintorni del lago cenico, l’Abetina di Lauren- centro settentrionale, inqua-

35 drate dal punto di vista fitoso- multiflorum, Lathyrus venetus, in passato più estese e poste in ciologico nell’Aceri lobelii- Corydalis bulbosa, Doronicum continuità forestale. Docu- Fagetum (Aita-Corbetta- orientale, Cardamine bulbifera, mentazioni cartografiche e Orsino, 1993) nel cui ambito Brachypodium sylvaticum, fonti storiche attestano che costituisce la subassociazione Geranium robertianum e l’Abete bianco era diffuso in abietosum albae. Allium ursinum, presente con Basilicata e che l’attività antro- Proprio l’appartenenza alle fag- ricchi tappeti su terreni eutro- pica ha contribuito in modo gete più basse differenzia fici anche in questo bosco. rilevante alla drastica riduzione l’Abetina di Laurenzana da La continuità forestale nella del suo areale. altre cenosi simili come quelle quale si colloca l’Abetina di Ricerche storiche riportano la presenti sul Pollino, inquadrate Laurenzana, permette la pre- controversia tra l’Università di nell’ambito dell’Asyneumati- senza di specie ritenute rare Laurenzana e il Duca Belgio- Fagetum (Gentile, 1969), asso- quali il lupo e il gatto selvatico. ioso per il taglio di 7.600 abeti ciazione caratteristica della Rilevante tra i picidi è la pre- di grosso diametro in località fascia superiore del faggio. senza del picchio nero, che Elignara, oggi priva di alberi, Rispetto alle abetine più alte e avvalora l’importanza di tutela- mentre fonti cartografiche floristicamente molto povere re la continuità di boschi dise- documentano la presenza sino tale formazione per una mag- tanei in cui vegetano grandi al secolo scorso in diversi giore luminosità del sottobosco alberi. Tra i rapaci diurni sono comuni montani della Lucania presenta numerosi arbusti tra da segnalare il nibbio reale, il di boschi di Abete bianco cui Ilex aquifolium, specie nibbio bruno, la poiana men- intensamente sfruttati per il dominante, Crataegus monogi- tre tra i rapaci notturni il gufo legname. na, Rosa canina, Malus sylvestris comune, la civetta e l’allocco. Segnalata nel 1971 dalla S.B.I. e piante erbacee quali il Sigillo Quasi ovunque l’Abete bianco quale biotopo da proteggere, di Salomone (Polygonatum è in fase regressiva e pertanto i l’Abetina di Laurenzana risulta multiflorum), il non ti scordar boschi con Abies alba puri o individuata in parte a Riserva di me (Myosotis sylvatica), il misti rappresentano associazio- Naturale Regionale (D.P.G.R. ciclamino (Cyclamen hederifo- ni vegetali prioritarie in base n. 2/88) per una estensione di lium) varie specie di ranuncolo alla Direttiva CEE Habitat. 330 ettari circa e risulta iscritta (Ranunculus lanuginosus e R. Molti toponimi locali attestano nell’elenco ufficiale delle aree brutius), la stellina odorosa come nell’area posta tra i baci- protette presso il Ministero (Gallium odoratum), varie ni idrografici dell’Agri, del dell’Ambiente. orchidacee e altre specie come Serrapotamo e lungo tutto Attualmente, proprio per la Luzula sylvatica, Polygonatum l’Appennino, le abetine fossero presenza dell’Abete bianco, costituisce un Sito di Im- portanza Comunitaria (Codice Natura 2000 IT9210005) con- tiguo al Sito di Importanza Comunitario del Monte Caldarosa esteso su 789 ettari (Codice Natura 2000 IT210170). Il WWF Italia, assieme ad altri Enti ed Organismi, ha in avan- zata fase di realizzazione un progetto Life-Natura dell’U- nione Europea che prevede azioni di tutela.

L’Abete bianco I botanici Tenore e Gussone, nelle loro “Peregrinazioni in Nibbio reale (Foto: A. Bavusi) alcuni luoghi del Regno di

36 Napoli” nell’estate del 1838 tondate all’apice e per le esi- 1980) nell’Aquifolio-Fagetum, annotarono, nei loro diari, l’e- genze ecologiche diverse: l’abe- associazione individuata (Gen- sistenza di questa specie nordi- te bianco “appenninico” vegeta tile, 1969) nell’ambito delle ca sulla dorsale montuosa a quote più basse, nella fascia faggete inferiori dell’Appen- dell’Appennino meridionale. inferiore del Fagetum. nino meridionale, per la pre- In Basilicata l’abete bianco Già negli anni Trenta si scoprì senza di specie quali Ilex vegetava sino agli inizi del ‘900 che la specie presente sui rilievi aquifolium, Melica uniflora, sulle pendici dei Foy di ; appenninici del Centro Sud Daphne laureola, Lathyrus vene- nel Lagonegrese ricopriva i ver- presentava differenze rispetto tus di cui rappresenta una santi del Monte Sirino sino al all’abete dell’Appennino Cen- variante termoigrofila assimila- Pollino con i boschi di Abete tro-Settentrionale, ma solo ora bile a quella del Vulture. bianco di Vaccarizzo, Rubbio e recenti studi genetici hanno La limitata altitudine e la Terranova del Pollino. Sul confermato tale tesi. buona esposizione dei versanti Monte Caldarosa, in località L’albero può raggiungere l’al- determinano infatti lo svilup- Tre Confini, a poca distanza tezza di oltre 40 metri; le pigne po di specie con caratteristiche dall’Abetina di Laurenzana si formano sui rami superiori più termofile quali Quercus vegetava in nuclei puri ancora ed hanno il loro apice rivolto pubescens e Quercus cerris nella seconda metà del 1900, verso l’alto con squame semi- (occupano in particolare la prima che scomparisse total- nali che a maturazione si stac- zona pianeggiante, alcune fasce mente a causa dell’uomo. Il cano, lasciando lo stelo della di contatto con la faggeta, botanico potentino Orazio pigna nudo. zone più alte ed esposte sulla Gavioli descrisse gli areali sto- sommità dello Sterraturo), rici della specie in Basilicata a IL “FAGGETO” DI MOLITERNO Ostrya carpinifolia, Acer obtusa- Ruoti, Laurenzana e sul tum, Corylus avellana, Malus Pollino, ma essa era presente Posto sui contrafforti occiden- sylvestris, Euonymus europaeus, anche in areali posti più a tali dell’Appennino lucano a Fraxinus ornus, Ruscus aculea- nord, come sul . quote comprese tra 900 e tus, Tamus communis, Melittis Le formazioni di origine natu- 1.200 metri, il biotopo si melissophillum, Allium penduli- rale di Abete bianco, Abies estende per 350 ettari circa tra num, Primula vulgaris, Euphor- alba, ricoprono oggi le pendici il monte Calvarosa (1.261 m), bia amygdaloides. orientali del Monte Pollino e la Serra Polosano, i versanti Sulle pendici meridionali e sono presenti nel bosco abetina dello Sterraturo e Manca sulla cima di Manca Macera è di Ruoti e diffusamente nell’ Macera su terreni calcarei con presente Quercus ilex accompa- Abetina di Laurenzana nel prevalenza di calcareniti e cal- gnato da arbusti di ginepro, Parco Nazionale Val d’Agri cilutiti grigie ed avana. mentre condizioni climatiche Lagonegrese. Risulta inoltre Di proprietà del Comune di ed edafiche diverse consento- presente in altre località della Moliterno costituisce un Sito di no, sul versante occidentale del Val d’Agri come a Rifreddo, Importanza Comunitaria esteso monte Calvarosa, la presenza Sellata e nel comune di su 231 ettari rispetto ai com- di un Ostrieto governato a Marsiconuovo con popola- plessivi 350 (Codice Natura ceduo. menti di origine artificiale, 2000 IT210110), con una Populus tremula colonizza qual- mostrando una buona capacità splendida fustaia di faggio che areale più fresco e umido e di adattamento e riproduzione. (Fagus sylvatica), caratterizzata accompagna specie igrofile La specie è rappresentata da un dalla presenza di esemplari come Valeriana officinalis, ecotipo meridionale le cui arborei di notevole altezza e da mentre Acer lobelii caratterizza caratteristiche salienti sono gli un fitto sottobosco dominato gli aspetti più suggestivi della aghi più arrotondati e con un dall’agrifoglio (Ilex aquifolium), faggeta. colore chiaro rispetto a quella che nei luoghi meglio conserva- Tra la fauna è da segnalare il settentrionale. L’abete della ti forma con altri arbusti Lupo, mentre improbabile varietà o forma “apennina” si (Euonymus verrucosus) un appare la presenza dello scoiat- distingue dall’abete centro- intreccio a volte impenetrabile. tolo (pure segnalato in passato) europeo alpino per le due linee È inquadrato da un punto di con la sua sottospecie meridio- stomatiche più corte ed arro- vista fitosociologico (Pirone, nale Sciurus vulgaris meridiona-

37 Alle quote più alte la specie prevale il faggio, accompagna- to nella parte bassa da altre specie quali Ilex aquifolium, Acer campestre e, raramente, da Abies alba, dove abbonda anche l’Ontano napoletano, Alnus cordata. Il faggio forma boschi partico- larmente estesi tra 1.000 e 1.300 m di quota sulla dorsale del monte Falapato, dove si presenta misto all’Ontano napoletano. Sul versante set- tentrionale del monte Raparo

Val d’Agri assume caratteri particolar- mente suggestivi nella faggeta di Fossa della Lupara, con lis, di colore nerastro e con le il torrente Racanello che attra- alberi secolari che sovrastano parti inferiori di colore bianco. versa un vasto territorio prima un fitto intreccio di faggi. Su Numerose sono le specie di di allargarsi a valle in un letto quel toponimo Valle dei Pomi picidi e tra i rapaci sono da ampio e ciottoloso, arricchen- Agresti segnala l’abbondante segnalare il Nibbio bruno ed il do le sponde ed i versanti di presenza di prugni selvatici. Gheppio. una vegetazione igrofila. La flora è arricchita da un Il paesaggio vegetale del com- endemismo dell’area tirrenica, IL MONTE RAPARO E IL SUO prensorio è influenzato dall’al- la Campanula cavolinii, pre- COMPRENSORIO titudine ed è fortemente con- sente in aree rupicole. dizionato dall’esposizione e Nell’area è segnalato il Lupo, Le cime arrotondate del tutto dalla natura del terreno, in par- mentre interessante è la pre- spoglie di vegetazione e inten- ticolare sui versanti del Raparo senza di rapaci quali il Nibbio samente segnate dalla morfolo- e del Raparello, ricoperti da reale, il Falco Pellegrino e la gia carsica caratterizzano il una faggeta a nord e da una Poiana. Massiccio del Raparo (m lecceta sui dirupi rocciosi posti Alle pendici di quel monte, 1.764), imponente rilievo a sud. Quelli del torrente sorge l’Abbazia di Sant’Angelo montuoso originato dal sovra- Racanello, esposti a settentrio- del monte Raparo, costruita scorrimento di possenti falde ne, sono ricoperti a volte dal intorno al X secolo sulla grotta calcaree di piattaforma sui ter- faggio mentre nella parte omonima utilizzata dai monaci reni dell’Unità Lagonegrese. È opposta è presente il cerro che basiliani. circondato da estesi contraffor- a quote inferiori si dispone in ti caratterizzati da una succes- formazioni boschive quali le PERTUSILLO: IL BACINO DELLA sione di dossi e solchi torrenti- Foreste Demaniali regionali VAL D’AGRI zi culminanti a nord nel monte Fieghi Cerreto, estesa su 293 Raparello (1.300 m), a est ettari a Piano dei Campi ai Il Lago del Pertusillo, originato nella Serra di San Chirico, piedi del Raparo, e Magrizzi agli inizi degli anni Sessanta a (1.018 m) ed a sud con Murgia Cieliagresti, sull’estremità seguito dello sbarramento del di Andrea (1.433 m), monte orientale di quel territorio, per medio corso del fiume Agri, è Falapato (1.330 m) e monte complessivi 485 ettari. un bacino artificiale destinato Armizzone (1.411 m), monta- Si tratta di cenosi miste inqua- alla produzione di energia elet- gne spettacolari per l’asprezza drate nel Physospermo verticilla- trica ed a soddisfare le esigenze dei fianchi ripidi e scoscesi. ti-Quercetum cerris costituite in idriche della Basilicata e della La rete idrografica è rappresen- prevalenza da Quercus cerris e Puglia. Si estende nei territori tata da fossi e corsi d’acqua Quercus pubescens, su suoli dei Comuni di Grumento confluenti nell’Agri. Tra questi adatti a Castanea sativa. Nova, Sarconi, Spinoso e

38 Montemurro su oltre 3.000 Nell’area del lago del Pertusillo dall’introduzione di specie ettari. e lungo l’alto e medio corso del estranee. Una parte del lago, costituisce fiume Agri è presente la Tra i rettili sono censiti: biacco un Sito di Importanza Comu- Lontra, Lutra lutra. La Lontra Coluber viridiflavus, cervone nitaria (IT9210143) esteso su è un carnivoro appartenente Elaphe quatuorlineata, biscia 1.966 ettari. Il bacino del alla famiglia dei mustelidi. Ha dal collare Natrix natrix e, tra medio corso dell’Agri ha subi- zampe corte e corpo allungato. gli anfibi, l’ululone dal ventre to una massiccia deforestazio- La pelliccia, costituita da una giallo, Bombina variegata. ne per far posto alle coltivazio- lanuggine ricoperta di setole, Il fiume Agri comprende tra ni e, di recente, all’area indu- ne ricopre il dorso e le zampe l’altro il sottobacino del torren- striale di Viggiano e al Centro di colore bruno, mentre la te Sauro che, dalla sorgente Oli dell’ENI. Le sponde del gola, il petto e il ventre hanno (Piana del Lago) alla foce, lago risentono dell’escursione un colore nocciola chiaro. I misura circa 110 chilometri. idrica che innesca fenomeni di dati acquisiti sulla lontra Le prime notizie storiche del erosione, non consentendo segnalano che la sua presenza fiume Agri (in antico Akiris, l’attecchimento della vegeta- lungo il corso del fiume Agri è Aciris) risalgono a Strabone che zione palustre. Un esiguo stata messa in crisi da un pro- ne segnalava la navigabilità. Il manto vegetazionale ricopre le gressivo degrado del suo habi- fiume, dunque, svolgeva un aree poste in prossimità dei tat per il crescente e incontra- ruolo strategico costituendo la torrenti immissari (Maglie, stato inquinamento, per l’an- naturale porta di accesso ai ter- Palmento, Riofreddo, Sciaura tropizzazione dei bacini idrici, ritori interni della Lucania. e Vella) con boschi igrofili, per le captazioni idriche e per Viene menzionato anche dal cerrete e rimboschimenti a la cementificazione degli alvei. geografo arabo Edrisi al quale conifere introdotti negli anni La letteratura scientifica cita Ruggero il Normanno aveva Settanta. Nuclei di leccio ne quali esempi di degrado per affidato il compito di tracciare rivestono le pendici sui dirupi l’habitat della lontra le argina- le caratteristiche fisiche e i luo- rocciosi più assolati. ture dei fiumi e l’estrazione di ghi del regno. Lungo l’Agri La sezione WWF della Val inerti dai greti dei fiumi infatti numerosi erano gli inse- d’Agri ha avanzato la proposta Basento e Agri (Prigioni C., diamenti e le città, oggi visibili di istituzione di un Oasi fauni- Fumagalli R., La lontra: Status in minima parte perché celati o stica, in attesa di una adeguata e conservazione in Italia, in AA. distrutti dall’intervento antro- protezione dell’area, poiché è VV., La Lontra: specie minac- pico. luogo di sosta e di riproduzio- ciata in Italia - Le ricerche in L’alto corso del fiume Agri è ne per numerose specie di natura e cattività finalizzate stato sbarrato, inoltre, dalla rapaci, anatidi, rallidi e ardei- alla sua conservazione, Min. Diga di Marsiconuovo, che ha di, tra cui Airone cenerino Agricoltura e Foreste, 1992). una capacità di circa sessanta- Ardea cinerea, Airone rosso Si segnala dunque un notevole mila metri cubi d’acqua. Ardea purpurea, Garzetta restringimento degli areali Procede nella vallata sottostan- Egretta garzetta, Nitticora della lontra assieme al trend te in prossimità della Chiesa di Nycticorax nycticorax, Mignat- negativo che riguarda i nuclei S. Maria di Costantinopoli taio Plegadis falcinellus, Spa- di lontra studiati in Basilicata. attraversando tratti con pen- tola Platalea leucorodia, Cico- L’inquinamento del fiume Agri denze medie del 30%. Il tratto gna bianca Ciconia ciconia. è confermato, inoltre, dalla iniziale è fiancheggiato da una Una nutrita colonia di Cor- progressiva scomparsa di due vegetazione ripariale composta morani vi sosta durante il specie indicatrici dello status da salici, pioppi e ontani che passo primaverile e quello dei corsi d’acqua, il Granchio hanno ricolonizzato le sponde autunnale. Tra i rapaci diurni è fluviale e il Gambero d’acqua cementificate negli anni Set- censito il Nibbio bruno Milvus dolce. Tra le specie ittiche si tanta, scalzate dalle furia delle migrans e Nibbio reale Milvus segnala l’anguilla, il barbo e il acque. Sull’alto corso del fiume milvus, mentre tra i rapaci not- cavedano. Certamente estinta insistono nove comuni con turni vi sono il Gufo comune è, nel fiume Agri e nei suoi una popolazione complessiva Asio otus e il Barbagianni Tyto immissari, la trota autoctona, a di 18.000 abitanti e l’area alba. seguito del conflitto derivante industriale di Viggiano. Il

39 Oltre a questi pozzi, l’autorizzazio- richiesta di un referendum popola- fiume è fiancheggiato dalla ne dei Ministeri dell’Ambiente e re, di Urbano Ferrari. La Gazzetta strada a scorrimento veloce dei Beni Ambientali autorizza ricer- del Mezzogiorno del 5.3.2003, Un della fondovalle dell’Agri. che petrolifere, postazioni, oleodotti referendum per far parte del parco. Dopo la Diga del Pertusillo, il e reti di reinezione. Complessiva- Contraddicendo la precedente deci- fiume Agri alterna tratti aperti mente i pozzi che ricadrebbero nel- sione, il Comune di Rivello ha deci- a tratti incassati, sino a lambire l’area del perimetrando parco so di indire un referendum per il 29 la Murgia alluvionale di S. sarebbero 31. Essi sono: Monte giugno 2003. 6 Oronzo o San Lorenzo ricoper- Alpi 1, 2, 3, 1E, 1SE, Costa Molina Il Quotidiano del 30 gennaio ta da leccio, cerro e popola- 2W (pozzo di reinezione) Monte 2003, I sindaci potentini contro il Alpi 1N, Monte Enoc 1-2-3-8-9-10- menti artificiali di conifere. Per parco. L’area protetta della Val 11,W1,NW1, Cerro Falcone 1-2-3- d’Agri non piace ai primi cittadini le caratteristiche dell’habitat 4-5-6-7-8-9-10, Alli 2, Alli 4, di Pignola e Abriola. Le associazio- costituisce una Zona di Volturino, Agri 1, S. Elia. Da questi ni di categoria chiedono spazi per Protezione Speciale per la pozzi l’ENI conta di estrarre la caccia, di Giovanni Rosa. Il fauna selvatica. Riserve petrolifere per 344 MBOE. Quotidiano del 6 marzo 2003, Un I pozzi complessivi in Val d’Agri parco troppo stretto. La Margherita sarebbero, in base ai programmi di Sasso vorrebbe ridiscutere la Note ENI, 52 a cui si aggiungerebbero perimetrazione, il sindaco Rotundo 1 Bollettino Ufficiale della quelli del TREND 2 riguardanti la resta ancora scettico, di Antonio Regione Basilicata, n. 9, del 1 gen- Val Camastra, con la realizzazione Monaco. naio 2003. di un secondo Centro Oli a Corleto 2 A. BAVUSI, A. GARRAMONE, Perticara. La ricerca petrolifera ha La Val d’Agri e il Lagonegrese, inoltre interessato una vasta area Luoghi e ambienti da proteggere, con migliaia di pozzetti di esplosio- Fotografie di O. Chiaradia, STES ne per i rilievi sismici. In proposito editrice, Potenza, novembre 2001. sono da ricordare le prese di posi- 3 Per una storia del parco e le pro- zione del WWF contro le ricerche poste effettuate, si rinvia al testo di petrolifere realizzate per conto A. Bavusi e A. Garramone. Sulla dell’ENI dalla RIG - Schumberg questione petrolifera in Basilicata nella Foresta Demaniale di Fossa ed in Val d’Agri vedasi: Cupa, area di grande importanza Espressione del giudizio circa la idropotabile, e nella Riserva compatibilità ambientale del pro- Naturale Abetina di Laurenzana getto relativo alla variazione del (autorizzate dalla Regione, Ufficio programma lavori concessione VIA e dalla Provincia di Potenza, “Volturino” del 16.giugno 1999. ma bloccate da Ordinanze del Esso prevede la perforazione dei Sindaco del Comune di Lauren- Pozzi denominati S. Elia e relative zana). Sull’estrazionre petrolifera in condotte, AGRI 1 e relative condot- Val d’Agri e sulla questione parco - te, Cerro Falcone 4 e 9 e relative petrolio il WWF ha prodotto un condotte di allacciamento, Cerro Dossier “la Val d’Agri tra parco e Falcone 6 e 7 e relative condotte. petrolio, osservazioni e valutazioni Complessivamente nell’area sulle attività di ricerca ed estrazione TREND 1 (alias Val d’Agri) i pozzi petrolifera nel parco nazionale della all’interno del perimetro del parco Val d’Agri”. 4 ammonterebbero a 31 con basa- L’articolo 2, comma 37, della menti in cemento, piste, centinaia di legge 9 dicembre 1998, n. 426, sta- chilometri di condotte di reinezione bilisce che gli Enti Locali debbano e oleodotti. essere sentiti per la definizione del Alcuni pozzi autorizzati ricadono in perimetro del parco. aree Bio . In particolare nel 5 La Nuova Basilicata del Sito di Importanza Comunitario 28.4.2002, Parco Val d’Agri, in Serra di Calvello ricadono 5 pozzi: vista un referendum a Rivello, di Cerro Falcone 4, 9, 2, 7 e Pozzo Medoro Trotta. La Gazzetta del Agri 1. Nel Sito di Importanza Mezzogiorno del 14.11.2002, Comunitaria denominato “Monte Rivello vuole uscire dal parco. Il Volturino” insiste il pozzo S. Elia 1. Consiglio Comunale esamina la

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