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Gennaio 2012 Anno XXIX - N. 1 €6,00

Bissoli Modiano Tullio Pericoli, 2011 Tullio Curi Montaigne Dante Parrella Faloppa Rapone Ferrante Salomé Hayek Serpa Gratteri Tonon Kincaid Tranströmer Kleist Yeats Kramer ◊i√ek Enrique Vila-Matas

LIBRO DEL MESE: Portinaro, come fare i conti con il passato PRIMO PIANO: Vila-Matas, l’opera, l’ultimo libro e un inedito Progressi e ritardi da Libero GRASSI a Ivan LO BELLO, di Nando DALLA CHIESA SCRITTORI: Bajani, Milone, Di Paolo, Tarabbia, Sortino, Armanino

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MENSILE D’INFORMAZIONE - POSTE ITALIANE s.p.a. - SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Torino - ISSN 0393-3903 impa 1-2012 20-12-2011 15:46 Pagina 2

N. 1 2 Editoria

Lo scontro di idee come metodo Negli ultimi mesi in prende spunto dal- questo spazio abbia- l’opera di Paolo Vol- di Andrea Casalegno mo lanciato appelli poni per riflettere e dato conto degli sulla stanchezza del a pubblicazione da parte no per giorno da Luisa Mango- esiti progressivi del- dibattito critico let- Ldella casa editrice Einaudi ni, che anche quando, come la campagna di rifi- terario italiano ogni dei verbali delle proprie riunio- spesso avvenne, veniva poi, ma- gari dopo anni, accantonato, la- nanziamento. Que- volta che si riaffac- ni editoriali (I verbali del merco- sta volta, anche se la cia la retorica usura- ledì. Riunioni editoriali Einaudi sciava dietro di sé suggestioni e 1943-1952, a cura di Tommaso fermenti che si sarebbero tradot- nostra sopravviven- ta di una “letteratu- Munari, prefaz. di Luisa Man- ti in altri libri, in altre collane. za continua a essere ra dell’impegno”. goni, pp. LXVIII-536, € 40, Ei- La lettura dei Verbali del mer- una trincea quoti- Infine, ma di note- naudi, Torino 2011), che per coledì consente ora l’accesso di- diana per la quale vole importanza per questo primo volume copre gli retto a una delle fonti utilizzate ogni aiuto, sottoscrizione, abbonamento è l’Indice, vogliamo salutare l’ingresso tra i anni 1943-1952, ma proseguirà da Mangoni, che ha premesso al vitale, vogliamo parlare del giornale e delle collaboratori di alcuni tra gli scrittori più in- fino al 1963, ci offre testi di volume un’illuminante prefazio- novità contenute nelle sue pagine. Il nume- teressanti delle ultime leve. Sono scrittori, grandissimo interesse, tanto più ne. Certo i verbali, per loro na- ro che avete tra le mani segna in qualche tutti, nati tra il 78 e l’86. Altri ne arriveran- se letti alla luce di quel monu- tura, possono restituire poco più modo un momento di importante rinnova- no nei prossimi numeri, tra i più e i meno mento all’intelligenza del Pen- dello scheletro di discussioni in- mento e di rinnovata fiducia nella rivista che giovani. Si tratta di un segnale importante, sare i libri che fu nel 1999 l’in- finitamente più ricche e vivaci. avete tra le mani. Segna, soprattutto, la vo- per la nostra rivista, quello di accogliere tra novativa ricerca di Luisa Man- Ma in essi risuonano, sia pure lontà di essere interlocutore attivo nel di- le nostre pagine voci e occhi in grado di leg- goni per Bollati Boringhieri. filtrate dal verbalizzatore, le voci battito culturale in corso in questo momen- gere il nostro Paese con sguardi nuovi, con Quel volume, nato dall’analisi di allora. to, in Italia ma non solo. Oltre al consueto, meno disincanto, forse, e molte meno inibi- decennale di un immenso mate- Non è facile oggi ricondurre capillare, lavoro di mappatura e di ragiona- zioni di comodo. Rossella Milone, Paolo Di riale soprattutto epistolare e ar- alla mente il clima autentico di mento sulle novità del nostro panorama edi- Paolo, Andrea Tarabbia, Paolo Sortino, chivistico, era la narrazione ap- quello scontro, più che incontro, di idee. L’impresa sarebbe anzi torale, questo mese ci sarà un fulcro, intor- Ester Armanino, pur nelle loro profonde passionata delle discussioni dal- no a cui ruoterà la rivista. Si tratta dell’ope- differenze (alcuni di loro sono esordienti, al- le quali è nato il più bel catalo- impossibile senza l’ausilio degli go della nostra editoria; e così apparati che il volume fornisce: ra dello scrittore spagnolo Enrique Vila-Ma- tri hanno già più titoli alle spalle), rappre- dettagliata, che delle sue 950 la prefazione di Mangoni, le tas. Romanziere tra i più premiati in Europa sentano alcune tra le parabola artistiche og- pagine soltanto un centinaio si puntuali note di Tommaso Mu- e nel mondo, scrittore raffinatissimo e irre- gi in attività, che ci fanno pensare all’Italia spingevano oltre il 1956. nari, che per ogni libro discusso golare, elegante ed eccentrico, erudito e au- come a un paese che piuttosto che chinare il Un catalogo unico per la sua forniscono la collocazione defi- toironico, Vila-Matas ha voluto regalare capo ha voglia ancora di raccontarsi, e di re- importanza nella formazione nitiva nel catalogo, spesso a di- all’“Indice” un lungo e appassionante scrit- sistere attraverso la letteratura. Soprattutto, culturale degli italiani del secon- stanza di anni (se fu approvato), to inedito. A contorno, troverete alcuni testi ci fanno pensare a un paese che ha bisogno do dopoguerra: per durevolezza gli indispensabili indici dei par- fondamentali per leggere il Vila-Matas edito di trovare le parole, per dirsi, e ha bisogno delle scelte, quantità e qualità tecipanti, delle collane e delle ri- e quello ancora non tradotto in Italia. L’es- di imparare a disinnescare quella retorica dei testi, vastità di interessi, per viste, dei nomi. Utilizzandoli sia sere presenti nel dibattito culturale, si dice- dormiente che ogni giorno dà forma a un’I- la geniale articolazione, conti- il ricercatore sia il lettore curioso va. Vi segnaliamo a questo proposito l’inter- talia che non ci piace. Quella che ci piace, nuamente ridiscussa, nelle varie potranno intrecciare i propri vento di Andrea Bajani, in apertura, che un po’, bisogna inventarsela. collane, che danno a ogni libro percorsi di lettura, che riserve- una collocazione organica in un ranno molte sorprese. contesto ragionato, fitto di ri- L’introduzione di Mangoni essere vicino al rinnovamento Vittorini non scompare affatto mandi impliciti ed espliciti agli mette giustamente in luce ciò che avviene nel segno di Elio dalla casa editrice ma, dopo la Le immagini altri titoli, per novità e gusto del- che nei verbali manca: e per i Vittorini, e Torino, dove i redat- chiusura della sede di Milano, Anche questo numero del la presentazione grafica. Nei de- primi anni è molto. L’arco cro- tori Natalia Ginzburg e Massi- darà il suo apporto insostituibile giornale è interamente illustra- cenni scorsi, per di più, le ri- nologico dei documenti conser- mo Mila, ma anche consulenti non soltanto alle discussioni. A to con le opere della mostra stampe decise da Roberto Cerati vati inizia nel 1943, ma la ver- fondamentali come Norberto lui sarà affidata per un certo pe- MERCI MATTICCHIO – Arti- rendevano quasi tutto il catalogo balizzazione settimanale assu- Bobbio e Felice Balbo, vivono riodo, dopo la morte di Pavese, sti per L’Indice esposte a Palaz- sempre disponibile. me regolarità solo a partire dal una fase non breve di frustra- una collana strategica come “I zo Bertalazone e ad ARTE- 9 novembre 1949. Per il perio- zione, messi di fronte a novità Millenni”. Poi avrà “I Gettoni”, GIOVANE. Quello che segue do precedente disponiamo sol- che li lasciano perplessi. dove, in dialogo con Italo Calvi- Refusario è l’elenco degli artisti che ci tanto di un documento isolato È la stagione tumultuosa, ed no, pubblicherà opere di giovani hanno sostenuto ai quali va il del 7 agosto 1943, in cui Carlo economicamente disastrosa, del- scrittori: la sola presenza ricono- nostro più grande riconosci- Muscetta riassume a Giulio Ei- le riviste militanti, che vede al scibile dell’attualità fino agli an- mento. naudi i risultati di una discus- centro la straordinaria esperien- ni sessanta, poiché tutti i tentati- sione da lui tenuta a Roma con za del “Politecnico” di Vittorini, vi di creare nuove collane d’in- ALESSANDRO ALBERT - ANDREA Leone Ginzburg, Giaime Pin- con la più o meno scoperta osti- tervento, inchiesta e attualità fal- FILIPPINI - ANDREA MASSAIOLI - tor, Antonio Giolitti e Franco lità non solo della vecchia guar- liscono uno dopo l’altro. ANDREA ROCCIOLETTI - BARTO- Venturi, di un nucleo compatto dia torinese, Pavese in testa, ma La resa dei conti avviene con LOMEO MIGLIORE - ENZO GA- di testi dei primi mesi successi- anche degli intellettuali più or- la riunione editoriale del 12-13 GLIARDINO - EUGENIO COMEN- Sul numero dell’“Indice” di di- vi alla Liberazione (dal 10 mag- ganici al Pci, come Giolitti e De- gennaio 1949: un bilancio com- cembre CINI - FERRUCCIO MUSIO - gio al 6 agosto 1945), del ver- lio Cantimori. Ci sono poi le ri- plessivo in vista dell’annata che FRANCESCO CASORATI - FRAN- bale riassuntivo di Franco Ven- viste direttamente legate al Pci, sta per aprirsi. A essa fa riscon- ÇOIS FARELLACCI - G. COSSU - • a p. 3 (Sommario) il titolo del li- turi (23 maggio 1946) di una come “Risorgimento”, la “Rivi- tro, poco più di due anni dopo, GIANCARLO BARALDO - GIOR- bro di Pierre Milza Gli ultimi discussione sulle collane stori- sta di cultura sovietica” e, in po- l’epocale riunione del 23-24 GIO VACCARINO - GIOVANNA giorni di Mussolini è stato tra- che avuta da lui a Roma con Fe- sizione intermedia, “Società”. maggio 1951: una discussione a sformato per errore in Gli ulti- PICCIAU - IOLE CILENTO - LAU- mi giorni dell’umanità. derico Chabod e Antonio Gio- tutto campo, anche duramente RA AMBROSI - MANUELA litti e dell’importantissima ri- l’unica fase in cui l’attuali- polemica, sulla storia e la funzio- ADREANI - MARCOLINO GAN- Ce ne scusiamo con lettori, unione di Torino del 12-13 gen- tà prevale nettamente sul- ne della casa editrice, che nel li- DINI - MARILENA CATALDINI - autori e recensori. È naio 1949. la funzione caratterizzante del- bro di Mangoni assume un valo- MARIO DONDERO - MARIO Ciò che rende appassionante la casa editrice: la produzione re periodizzante; “quasi una MAFFUCCI - MARTA AMPOLO - Un catalogo nato da un meto- la lettura di queste prime set- di libri importanti e innovativi, esperienza di psicoterapia” la MAURA BANFO - MICHELANGE- do: la discussione collegiale di tanta pagine è il momento stori- ma soprattutto durevoli. Ed è definisce ora la stessa Mangoni LO PISTOLETTO - MONICA BA- ogni titolo da parte di un ristret- co in cui si collocano. All’indo- inevitabile che le discussioni si nella prefazione. Tra queste date ROCCI - PAOLO CHIARLONI - to gruppo di redattori e consu- mani della Liberazione, scom- accendano, e si scontrino le tre il dibattito dei mercoledì avviene PAOLO LEONARDO - PAOLO lenti, aperto ai più diversi sugge- parsi tragicamente sia l’uomo anime culturali e politiche di in modo solo apparentemente VERZONE - PIERO GILARDI - rimenti ma fermissimo nel pre- chiave del primo decennio della redattori e collaboratori – i co- normale. La routine editoriale SEBOO MIGONE - SERGE SER- tendere che la votazione del casa editrice, Leone Ginzburg, munisti (Vittorini, ma con sfu- non esiste all’Einaudi. Su ogni ti- GHIEIEV - SIMONA MINNITI - gruppo fosse l’istanza decisiva. sia il geniale animatore che ave- mature eretiche, e Giolitti), gli tolo la discussione è vivace, spes- TURI RAPISARDA - UGO NE- Ogni libro, da chiunque presen- va impresso una svolta agli inte- azionisti (Bobbio, Mila, Ventu- so caustica. Memorabili per iro- SPOLO tato, interno o esterno, era affi- ressi della casa editrice durante ri), i cristiani di sinistra (Felice nia, sarcasmo, intransigenza e dato in lettura a due o più redat- la guerra e alla vigilia del crollo Balbo, Franco Rodano) – men- umoralità gli interventi di Carlo Per l’organizzazione, l’allesti- tori o consulenti, e ridiscusso del fascismo, Giaime Pintor, tre l’apolitico Pavese, che li Muscetta (che più volte minac- mento e il concerto finale i no- dopo la lettura dei loro motivati tutto sta cambiando. L’attività, guarda dall’alto, non sa più in cia, anche se mai in questi verba- stri ringraziamenti più sentiti pareri. Anche se l’editore si ri- difficilissima per le condizioni che mondi si trovi. li, le dimissioni), e di Delio Can- vanno a: CHIARA BONGIOVAN- servava di decidere se l’onere generali del paese, è divisa in È una stagione breve, che si timori, che a Pisa riceve puntual- NI E MICHELE ANGHELEDDU; della proposta fosse compatibile tre sedi: Roma, con Cesare Pa- conclude con la chiusura del mente tutti i verbali e li com- CARLO PESTELLI (voce e chi- con i conti. Ma di questo potere vese, che è di fatto (solo di fat- “Politecnico” e un ritorno alle menta con frecciate non di rado tarra); ORLANDO MANFREDI, di veto Giulio Einaudi, assai au- to) il direttore editoriale, Mu- origini; ma lascerà fermenti im- al veleno. STEFANO MICARI, ELVIS D’E- dace sul piano economico, si va- scetta e i redattori più legati al portanti e durevoli. Il rapporto [email protected] LIA, ALBERTO DAVISO, DAVIDE leva il meno possibile. Sotteso al Partito comunista, tra i quali con il Pci proseguirà (Togliatti FERRARIS e ANDREA PAGLIARDI catalogo è un continuo lavorio spicca Antonio Giolitti, Milano, affida a Einaudi le opere di A. Casalegno dei DUEMANOSINISTRA. progettuale, illustrato quasi gior- dove Einaudi si trasferisce per Gramsci), anche se l’“eretico” è giornalista impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 3

N. 1 3 SommariO EDITORIA STORIA DELLE IDEE 30 GIORGIO FONTANA Per legge superiore, di Andrea Tarabbia 2 Lo scontro di idee come metodo, 21 MARCO DEMARCO Terronismo, di Maurizio Griffo EMANUELE TONON La luce prima, di Paolo Sortino di Andrea Casalegno FRIEDRICH VON HAYEK La via della schiavitù, di Giovanni Borgognone VILLAGGIO GLOBALE MASSIMO MASTROGREGORI Breve storia ARTE dell’ideologia occidentale, di Ferdinando Fasce 4 da Buenos Aires, New Delhi e Londra 31 LAURA IAMURRI Lionello Venturi e la modernità dell’impressionismo, di Federica Rovati Appunti, di Federico Novaro MIGRAZIONI PAOLA NICITA Musei e storia dell’arte a Roma, di Maria Beatrice Failla 22 FEDERICO FALOPPA Razzisti a parole, SEGNALI di Annamaria Rivera FABRIZIO CRIVELLO (A CURA DI) Pietro Toesca all’università di Torino, di Chiara Gauna 5 Cittadini e scrittori, di Andrea Bajani MARIANGELA GIUSTI Immigrazione e consumi 6 Thomas Tranströmer poeta sconosciuto, culturali, di Vincenzo Viola di Daniela Marcheschi FOTOGRAFIA 7 Storie e epica anticoloniale nella narrativa LETTERATURE D’OLTREMARE 32 REMO CESERANI L’occhio della Medusa, di Amitav Gosh, di Brinda Bose di Luigi Marfè CARYL PHILLIPS Sotto la nevicata, 23 JOHN GODFREY MORRIS Get the picture, 8 Tra ecologia ed ecologismo. Vent’anni di verdi, di Alessandra Di Maio di Mario Dondero di Walter Giuliano JAMAICA KINCAID In fondo al fiume, MARCO PIZZO Lo stivale di Garibaldi, 9 Le lettere, l’amicizia, la conversazione nei secoli di Carmen Concilio di Adolfo Mignemi con Montaigne, di Vittorio Dini ANDREA LEVY Una lunga canzone, di Pietro Deandrea 10 Nazioni, rivoluzioni e risorgimenti, RCHITETTURA di Bruno Bongiovanni A LETTERATURE 33 LUCA MOLINARI E CECILIA ROSTAGNI (A CURA DI) 11 Gli stereotipi pigri sull’economia mafiosa, Giò Ponti e il Corriere della sera, di Michela Rosso di Nando dalla Chiesa MARCELA SERRANO Dieci donne, 24 ANTONIO MONESTIROLI E LUCIANO SEMERANI di Vittoria Martinetto 12 Psichiatrizzare la normalità: il DSM-5 di Paolo Migone (A CURA DI) La casa. Le forme dello stare, ENRIQUE SERPA Contrabbando, di Cristina Bianchetti 13 Il mito dell’eroe tossico e la prassi del consumo di Danilo Manera controllato, di Mario Cedrini e Luca Borello SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN 14 Lou Andreas Salomé: il fascino irresistibile Navigazioni/Navegaço˜es, di Vincenzo Russo MUSICA di una donna, di Uta Treder 25 ELISABETH GILLE Mirador, di Lina Zecchi 34 GUSTAV MAHLER E RICHARD STRAUSS Il cammino parallelo, di Elisabetta Fava PATRICK MODIANO Riduzione di pena, PRIMO PIANO di Mariolina Bertini CLAUDIO GARGANO La patria della luce, di Franco Fabbri 15 Un apolide in fuga verso città inesistenti, MAGDA SZABÒ Il vecchio pozzo, di Danilo Manera di Alessandro Ajres LAWRENCE KRAMER Perché la musica classica?, di Alberto Rizzuti Il dottor Pasavento, di Giuseppe Montesano 16 Leyendo a Bellow y leyendo a Roussel, CLASSICI di Enrique Vila-Matas STORIA 26 WILLIAM BUTLER YEATS Il figlio di Cuchulain, PAOLO SARPI Istoria del Concilio tridentino, ENRIQUE VILA-MATAS Esploratori dell’abisso, di Elisabetta D’Erme 35 di Simone Cattaneo e Anna Banfi di Adriano Prosperi HEINRICH VON KLEIST Opere, di Eugenio Spedicato AMEDEO FENIELLO Sotto il segno del leone, 27 DANTE ALIGHIERI Opere, di Fabio Zinelli di Marco Di Branco LIBRO DELMESE PASQUALE STOPPELLI Dante e la paternità 36 LEONARDO RAPONE Cinque anni che paiono secoli, 18 PIER PAOLO PORTINARO I conti con il passato, del Fiore, di Silvia Buzzetti Gallarati di Claudio Natoli di Marcello Flores e Geminello Preterossi ROBERTO COLOZZA Lelio Basso, di Roberto Barzanti NARRATORI ITALIANI FILOSOFIA 28 ELENA FERRANTE L’amica geniale, di Beatrice Manetti MEDICINA 19 SLAVOJ ZIZEK Vivere alla fine dei tempi, di Annamaria Vassalle VALERIA PARRELLA Lettera di dimissioni, 37 UMBERTO CURI Via di qua, di Giuseppe Longo di Paolo Di Paolo DOMENICO RIBATTI Lorenzo Tomatis, LEA MELANDRI Amore e violenza, di Elena Acuti 29 LAURA BOSIO Le notti sembravano di luna, di Paolo Vineis 20 KARL MARX E FRIEDRICH ENGELS Ideologia tedesca, di Rossella Milone di Cesare Pianciola SUSANNA BISSOLI Le parole che cambiano tutto, UADERNI Babele: Valore, di Bruno Bongiovanni di Ester Armanino Q 39 Recitar cantando, 48, di Vittorio Coletti 40 Effetto film: Twixt di Francis Ford Coppola, di Giuseppe Gariazzo

SCHEDE 41 STORIA di Giuseppe Sergi, Giampietro Casiraghi, Caterina Ciccopiedi, Elisabetta Lurgo e Filippo Maria Paladini 42 ITALIA CONTEMPORANEA di Roberto Barzanti, Maurizio Griffo, Daniele Rocca, Alessandra Tarquini, Danilo Breschi e Giovanni Scirocco 43 SHOAH E RESISTENZA di Elena Fallo, Claudio Vercelli, Elena Mazzini e Davide Lovisolo 44 FUMETTI E ILLUSTRAZIONI di Sara Marconi, Susanna Celesia, Manuela Adreani e Silvio Dealessandri 45 CLASSICI di Mariolina Bertini, Franco Pezzini e Camilla Valletti 46 LETTERATURE E SAGGISTICA LETTERARIA di Stefano Moretti, Federico Jahier e Carmen Concilio impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 4

N. 1 4

da BUENOS AIRES della morte, in cui trova finalmente nella sempli- cistica autodefinizione di “Jimmy the Terrorist” Francesca Ambrogetti una propria collocazione sociale, linguistica e culturale. Ahmad dà vita a una riflessione sulle Parlano di donne un romanzo e un saggio tra responsabilità personali e collettive e, con uno i più venduti a Buenos Aires per le feste natalizie stile limpido e molto leggibile, ci accompagna e per le vacanze australi alle porte. Diez mujeres, lungo le numerose pieghe di una marginalità in della scrittrice cilena Marcela Serrano (tradotto grado di abbracciare innumerevoli sfumature. In da Feltrinelli; cfr. la recensione a p. 24), parte un momento di grande slancio e orgoglio nazio- dall’iniziativa di una psichiatra di riunire nove nale, testi come Jimmy the Terrorist ricordano sue pazienti affinché ciascuna si racconti alle al- quanti conflitti segnino il paese e quanto la fero- tre. Un esperimento terapeutico che fa bene a ce gerarchizzazione sociale costituisca ancora un chi parla e a chi ascolta. Il gruppo è eterogeneo: deterrente per la tanto sbandierata crescita eco- diversa è l’età, l’estrazione sociale, il livello intel- nomica indiana. lettuale, lo stato civile. Alcune donne sono nubi- li, altre sposate, separate, vedove. In qualche ca- so sono donne fortunate e di successo che non riescono a essere felici, mentre altre hanno storie da LONDRA drammatiche alle spalle ma la vita non è riuscita a distruggerle. Lo scenario è il Cile con qualche Simona Corso puntata in Europa, Statu Uniti, Argentina e per- Non senza sorpresa il lettore scopre che gli fino in Vietnam. Ciascuna delle protagonista undici splendidi racconti di A Lovesong for In- parla con un linguaggio diverso ma alla fine si ha dia. Tales from East and West (Little, Brown l’impressione di sentire una sola voce. Lo con- 2011), sottili, spiritosi, venati di erotismo, so- ferma l’autrice nell’ultimo capitolo quando dice: VILLAGGIO GLOBALE no opera di una ottantaquattrenne. L’autrice, “Alla fine in un modo o nell’altro tutte abbiamo Ruth Prawer Jhabvala, è nota al pubblico dei la stessa storia da raccontare”. Marcela Serrano è gnante e a concludere un soddisfacente matri- figlio Jamaal, adolescente in cerca di una pro- cinefili per la sua lunga e fortunata collabora- una delle scrittrice latinoamericane di maggior monio di convenienza. Non riuscendo a riscat- pria collocazione socio-culturale e che farà pre- zione, in veste di sceneggiatrice, con James successo. Ha vinto vari premi, è stata tradotta in tare, però, la propria condizione d’origine, alla coce esperienza di come l’esclusione educhi al- Ivory e Ismail Merchand (sue le sceneggiature molte lingue e di alcuni dei suoi romanzi è stata morte della moglie si trova completamente alie- l’accettazione del potere (“Nothing teaches a di A Room with a View, 1985, e Howards End, girata la versione cinematografica. La sua lettera- nato dalla comunità e sarà indotto a cercare nel- person the rules of power better than being ex- 1992, entrambe premiate con l’Oscar). Nata a tura è quasi tutta al femminile ma piace anche l’islam non solo uno strumento di conforto ma cluded from it”). L’emarginazione del giovane Colonia da genitori ebrei polacchi, Ruth giun- agli uomini. Nel campo della saggistica, lo stu- anche un mezzo di sussistenza. Riuscirà a diven- Jamaal sembra impedirne addirittura un’evolu- ge a Londra nel 1939. Abbandona il tedesco, dioso Felipe Pigna ha deciso di raccontare l’altra tare mullah, ma i fallimenti paterni non man- zione dal punto di vista narrativo, così che il per- adotta l’inglese; nel ’51 sposa un architetto in- metà della storia argentina, quella che vede le cheranno tuttavia di ripercuotersi sulla sorte del sonaggio rimane abbozzato fino al momento diano e si trasferisce a Delhi; vent’anni più tar- donne come protagoniste a partire dal- di approda a New York; oggi viaggia l’epoca della conquista spagnola fino al tra Delhi, New York e Londra. Spa- 1930. Molto atteso l’inevitabile seguito ziando dalle anguste pensioncine alla con due personaggi essenziali: la mitica Appunti periferia di New Delhi, agli apparta- Evita e l’attuale presidente Cristina menti da capogiro dell’Upper East Si- Kirchner. Mujeres tenían que ser è il ti- di Federico Novaro de, dalle piscine turchesi di Los An- tolo del saggio, che non solo passa in geles ai bed and breakfast di Maryle- rassegna le “eroine” più note, ma ne uattro nuove collane viste Senza abbandonare lancia una collana inte- bone, dalla campagna dorata del Con- scova altra quasi ignote nonostante il a Più libri più liberi, l’an- l’ottimo progetto grafico ramente cartacea e che necticut ai marmi scintillanti di Bom- contributo dato alla storia del loro pae- Q nuale fiera romana della picco- di Silvana Amato e Mar- della comunicazione su bay, i racconti riflettono la vorticosa se. Felipe Pigna ha pubblicato numero- la e media editoria, giunta alla ta B Dau che l’hanno sin carta subisce e alimenta esperienza di vita dell’autrice. Ma c’è si saggi di storia di grande successo, ma decima edizione con forse qual- qui ben caratterizzata, as- la dimensione mitologi- molto di più dello sguardo acuto di è la prima volta che approfondisce il che messa a punto da compiere sicurando una riconosci- ca, che, se pur segue la una viaggiatrice. Quasi tutti i racconti ruolo delle donne negli episodi storici per il futuro, occupando ora in bilità solitamente con- moda del momento per narrano l’esperienza misteriosa del- più importanti. ogni pertugio possibile il Palaz- quistata in tempi più la non-fiction, la giu- l’innamoramento per l’intruso: l’orfa- zo delle esposizioni all’Eur, in- lunghi, 66thand2nd apre ora stifica e aggiorna, dandole una na inglese dalla voce prodigiosa che seguendo un’ambizione forse di con “Bookclub” ai generi più cornice e un progetto, e, nelle seduce l’aristocrazia teatrale newyor- completezza che nuoce alla diversi, alle provenienze ina- dimensioni ridotte dei volumi kese; il guru indiano (o siriano, o rus- da NEW DELHI fruibilità: moltissime case edi- spettate, e alle vesti grafiche (17 x 12 cm), un efficace cita- so, o siciliano?) che stravolge la vita di Silvia Annavini trici piccole sono prive di alcun nuove di volta in volta, con un zione materiale evocando silen- due zitelle in un paesino sperduto del interesse culturale o commer- gusto marcato e deciso verso il ziosamente le tasche del giorna- Connecticut; il regista d’avanguardia Se i musulmani della lower class tro- ciale, o sono troppo povere per divertimento, anche grafico. La lista che lavora sul campo. che perde la testa per il fratello della vano ampio spazio nella caratterizzazio- essere presenti, il risultato è un prima uscita, Il nuovo abbeceda- Transeuropa ha da poco segretaria, lo scrittura per un film sul ne quasi macchiettistica dei film di allagamento delle cose notevoli rio russo di Katia Metelizza, che pubblicato La divina mimesis, Nuovo Messia e finisce col credere Bollywood, oltre che sulle pagine di cro- in un mare alieno che non giova spezza l’autarchia della casa famoso testo pasoliniano, bro- che lo sia davvero. L’architettura dei naca dei giornali locali e internazionali, a nessuno degli attori in campo, mutuando la veste, l’impagina- gliaccio mai finito, ipotesi in racconti è sapiente, gli incipit fulmi- sono pochi gli autori che osano scanda- salvo forse al saldo dell’affitto zione e lo spirito dall’edizione nuce, programma più che rea- nanti e pieni del colore che dominerà gliare le problematiche sociali della dello spazio. originale, è un trionfo del rosso lizzazione di un testo, già Ei- l’intero racconto. Pagans, pieno di pi- middle class indiana, e islamica in parti- “Sablier” è una nuova colla- e del nero in ogni pagina, dei naudi e poi Mondadori, qui in gro erotismo, si apre così: “Brigitte: colare, con la stessa meticolosità dell’au- na di due punti edizioni, carta- bastoni e dei pallini, dei riferi- una veste inedita che bene si calma, piena e dorata come una dea tore di Jimmy the Terrorist (Penguin cea, formato non frequente (21 menti lievi alla grafica russa, ai adatta alla collana che la ospi- pagana, amava giacere a braccia spa- Books India, 2011). Titolo accattivante x 13 cm), rilegata con sovraco- caratteri cirillici, ai disegnini ta. Di dimensioni ridotte, in lancate sulla spiaggia o sul bordo del- e allo stesso tempo provocatorio che perta, inaugura con un titolo dalle ascendenze le più diverse. cartoncino pergamenato bian- la sua piscina, in comunicazione col continua a suscitare reazioni trasversali. che la stessa casa editrice pub- Collana cartacea, “Bookclub” co, in brossura con alette, con sole. Los Angeles era stata buona con Non si tratta certamente di materiale da blicò in brossura undici anni fa afferma senza dichiarazioni l’a- gli angoli stondati, già evoca il lei”. Death of an English Hero, uno Booker Prize, tiene a precisare l’autore- (Europeana di Patrik Oured- more della casa editrice per il li- quaderno destinato agli ap- dei racconti più belli ed elusivi, co- vole “Indian Literature” nella sua sep- nik); veste grafica e impagina- bro come oggetto, sede di sen- punti a penna; “Inaudita Big” struito come un giallo, comincia inve- pur benevola recensione, ma è senza zione molto attenta, proporzio- sazioni tattili e visive, pegno di (progetto grafico di Floriane ce così: “Accadde nel 1970. Il suo no- dubbio uno dei tentativi più riusciti di ni dell’impaginato desuete, car- condivisione e socialità. Puillot) “si propone di mostra- me era Paul Lord, ma varie persone lo variazione sul tema. Argomento sicura- ta avorio liscia, carte di guardia La nuova frontiera pone a re il laboratorio segreto dei Big conoscevano sotto vari nomi. Fortu- mente centrale, d’impatto epidermico a colore pieno, frontespizio padrini delle sue nuove “Cro- della narrativa italiana presen- natamente, quando fu trovato, aveva su quella superficie indiana così con- composto in caratteri molto nache di frontiera” Truman Ca- tando materiali che si discosta- addosso il passaporto britannico, al- traddittoriamente variegata da essere piccoli, raffinatezze che rara- pote, Gay Telese, Kapuscinski e no dalla produzione con cui trimenti sarebbe stato difficile identi- definita ormai, quasi per forza d’inerzia, mente si trovano in libri dalla David Foster Wallace. Anche l’Autore è conosciuto”, pub- ficare un corpo trovato nella squallida “la più grande democrazia del mondo”. distribuzione nazionale (pecca- qui libri piccolini, in brossura, blicando testi anche già editi pensione del bazar di un’insignifican- Il breve romanzo di Omair Ahmad to il colophon un po’ avaro), compatti, copertine bianche in altrove, ma affiancati da nuovi te città sul confine indiano”. I raccon- sembra colpire esattamente al cuore di sovracoperta invece moderna, cartoncino pergamenato, dise- apparati soprattutto digitali. A ti sono avvincenti, scritti in un inglese questa etichetta, collocando l’azione di chiarissima lettura, nessuna gnate da Flavio Dionisi (che ha, libero accesso o con codice im- limpido e raffinato, pieni di intuizioni narrativa non in Pakistan ma a Moazza- evocazione tipografica, secon- purtroppo, nell’evocazione del- presso sul cartaceo, molti ma- penetranti. E, ultima gioia per il letto- mabad, città immaginaria e a maggio- do un’abitudine frequentata la pagina cartacea, sovrapposto teriali di varia natura sono dis- re, nascondono al fondo una malinco- ranza induista dell’Uttar Pradesh. spesso dalle edizioni più belle in trasparenza dei segni ombra- ponibili, e via via aggiornati sui nia per qualcosa di perduto, non tro- Jimmy the Terrorist è la storia di una della Mondadori alla seconda ti di una stropicciatura, molto siti di riferimento. È un com- vato o non capito. Il disorientamento, doppia alienazione e di un doppio falli- metà del secolo scorso. Una di- banalizzando un’impostazione promesso in vista della marea di probabile matrice autobiografica, mento, familiare e storico, religioso e chiarazione d’intenti silenziosa invece sobria, che elenca tutti i montante degli ebook, o una dell’europea trapiantata prima in In- politico, mentre la tensione della trama e pervicace, contro i ritmi dissi- dati del libro, compreso l’inci- buona mediazione fra usi diffe- dia poi in America, e forse, ancor di è mantenuta costante dal filo del deter- panti dell’editoria dell’intratte- pit, impaginato in colonna, pre- renti di supporti differenti? In più, la malinconia per un passato minismo sociale. Rafiq, attratto da una nimento, un gesto che è quasi messo dall’indicazione di luo- ogni caso una buona intuizio- smarrito, cancellato: l’infanzia a Colo- minuscola seppur decisiva scalata socia- una citazione. go), con cui La nuova frontiera ne. nia, la Germania ebraico-polacca, la le, riesce a ottenere un posto da inse- lingua perduta. impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 5

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La cultura della partecipazione non è la reazione a una crisi letteraria Cittadini e scrittori

di Andrea Bajani

orna continuamente, nel corso dei creativa con una furia civile. Quanta me- sapevoli, riduca le potenzialità creative Tdecenni, il grande rovello della lette- no energia creativa fluisce nel sangue, di un artista. Da questo punto di vista, ci ratura e dell’impegno civile. Ogni volta tanta più passione civile ci possiede. Ec- viene incontro un autore sommo, tra i sembra un discorso destinato al tramon- co, non vorrei che accadesse addirittura più importanti del secondo Novecento, to, all’usura degli anni, condannato alla questo: che quando la capacità di scrive- , di cui le edizioni Ediesse stessa inefficacia di tutti gli anacronismi. re dei bei libri affievolisce, possiamo cre- hanno pubblicato da poco un libro Eppure poi periodicamente ritorna. Se dere di sostituirla con editoriali accesi di straordinario e a cui dedicheremo nei ritorna ogni volta è per ragioni diverse. indignazione”. Fino a cercare conferma prossimi mesi ampio spazio. Si intitola La prima, e più immediata, è che ritorna della sua teoria nel nome di uno scritto- Parlamenti ed è diviso in due parti. La perché il mondo esterno rompe i vetri e re: “Valga un esempio per tutti, di uno prima contiene un abbozzo di “romanzo da quei vetri rotti escono cittadini este- scrittore che ho molto amato quando ero parlamentare”, intitolato Il senatore se- nuati, scontenti, arrabbiati, disperati. ragazzo: Antonio Tabucchi. Sono molti greto, visionario, grottesco, profonda- Tra questi cittadini ci sono anche scritto- anni che non scrive libri significativi co- mente politico e poetico insieme. La se- ri, così come ci sono cantanti, pittori, ar- me i suoi primi, e sono proprio gli anni conda, davvero stupefacente, raccoglie tigiani, impiegati, architetti, studenti, ca- in cui la militanza civile ha preso il so- alcuni dei discorsi parlamentari di Vol- salinghe, operai, disoccupati, insegnanti, pravvento”. Ecco, si potrebbe forse re- poni, dal 1984 alla fine del 1991. I titoli, infermieri, e quant’altro. I vetri da rom- plicare dicendo che Il tempo invecchia in da Sulla conversione in legge del decreto pere in questi anni non erano certo quel- fretta, che Tabucchi ha pubblicato nel di San Valentino, a Sulla prosecuzione li delle finestre di casa. Era piuttosto 2010, e dunque già in pieno, estremo, dell’intervento straordinario nel Mezzo- quella finestra elettrodomestica chiama- berlusconismo, è uno dei suoi libri più giorno a Sul nuovo ordinamento della ta televisione, dentro cui passava un’Ita- importanti. Così come si potrebbe repli- scuola secondaria superiore fino a Sulla lia posticcia, gonfia di menzo- controriforma sanitaria. Ce gne, volgare, sciatta e finta- n’è uno, del 10 maggio del mente satolla. Si trattava di 1988, che si intitola Interpel- una finestra affacciata su un lanza sulla ferrovia di Urbino teatro di posa pieno di luci, in cui Volponi, in un lin- che veniva cambiato e al tem- guaggio accorato, ma sem- po stesso lasciato uguale ogni pre vivo, intenso e visionario giorno, oliato da trent’anni da par suo, si accalora per- come si conviene all’ingra- ché rivuole, e le Marche ri- naggio di una macchina a cui vogliono, la linea ferroviaria per comodità abbiamo dato il Fano-Urbino e conclude di- nome di berlusconismo. Ol- cendo: “Noi abbiamo biso- tre quel teatro di posa c’era gno di raccordare tutte le però, e c’è ancora, un’Italia nostre cento città per ritro- che invece ha forato, che ogni vare il tessuto vivo della cul- giorno perde quota, in cui la tura e del lavoro, della socie- fatica e la violenza, l’ignoran- tà e della realtà italiana!”. za, la povertà e l’impotenza si Quegli scritti sono gli dividono il campo. E in cui scritti di uno scrittore, è ve- però, appunto, c’è anche chi ro. La lingua è indomabile, a quell’impotenza e a quell’i- nervosa, nonostante a volte

Segnali gnoranza vuole mettere un i suoi fossero discorsi im- freno, e dare delle parole per- provvisati, fatti a braccio ché possa uscire allo scoper- sull’impeto del momento, Andrea Bajani to. Di qui le manifestazioni, la con anche una buona dose Cittadini e scrittori scelta di alcuni cittadini/scrit- di ansia prima di pronun- tori (dai movimenti ai blog ai Piero Gilardi, Prato fiorito ciarli. È una lingua che fa Daniela Marcheschi singoli) di essere parte attiva appello alla tradizione, al- Tranströmer, Nobel sconosciuto di alcune situazioni, dall’occupazione al care dicendo che sostenere che l’impe- l’armamentario teorico dello scrittore. Teatro Valle di Roma al sostegno al mo- gno nuoce alla letteratura – anche se Pic- Ma prima di tutto, quelli sono gli scrit- Brinda Bose vimento No Tav in Val di Susa, alle lotte colo in realtà non dice esattamente che ti, e le orazioni, di un cittadino, che contro i tagli all’istruzione, e così via. Da nuoce, dice piuttosto che potrebbe esse- quella cittadinanza metteva in atto, e Storia e epica anticoloniale qui, appunto, il ritorno del discorso ri- re la conseguenza o la reazione a una cri- difendeva attraverso (anche) la sua atti- in Amitav Ghosh corrente del rapporto tra letteratura e si letteraria – sarebbe come dire che il vità di senatore. E non si tirava indietro impegno civile, che ritorna – e questa è giardinaggio fa comporre brutte sinfo- di fronte alle dispute sul sistema sanita- Walter Giuliano la seconda ragione – anche per un po’ di nie, o che viceversa la maratona, per ci- rio, sulla Scala mobile o sulla linea fer- Vent’anni di ambientalismo italiano stanchezza del discorso critico, che non tare Murakami e la sua arte della corsa, fa roviaria che attraversava le sue Marche. trova di meglio che resuscitare di conti- scrivere romanzi migliori. Oppure si po- In quegli stessi anni Paolo Volponi Vittorio Dini nuo categorie del passato. trebbero portare esempi di grandi scrit- scrive Le mosche del capitale, che pub- Ultimo in ordine di tempo, sul finire tori, diversissimi tra loro, con approcci i blicherà nel 1989, e che è uno dei ca- Le lettere, l’amicizia, la conversazione del 2011, un intervento dello scrittore più lontani, dal punto di vista della mili- posaldi della nostra letteratura dell’ul- nei secoli con Montaigne Francesco Piccolo sulle pagine del nuo- tanza civile: da Sciascia a Morante, da timo quarto del secolo scorso. In mez- vo supplemento letterario del “Corriere Gadda a Fenoglio a Volponi, e poi su su zo non c’era certo la volontà di “impe- Bruno Bongiovanni della Sera”, “La lettura”, il 16 novembre fino a oggi, da Franco Cordelli a Gianni gno”, che rischia di diventare termine La lunga durata di nazioni, scorso, in cui Piccolo proponeva l’ipote- Celati, Ermanno Cavazzoni, Eraldo Affi- salottiero, ma qualcosa di più grande: rivoluzioni e risorgimenti si che non solo impegno civile e lettera- nati, Paolo Nori, Franco Arminio, e tan- la cultura. Più esattamente, la cultura tura non andassero a braccetto, ma che ti altri che sarebbe ozioso citare. Solo industriale: “La cultura industriale è la Nando dalla Chiesa in qualche modo, e in qualche caso, l’im- per restare all’Italia, ovviamente, perché capacità di inventare una grande ricer- pegno potesse essere nient’altro che lo altrimenti l’elenco sarebbe ancora più ca scientifica alla portata del paese, L’economia mafiosa: stereotipi, specchio di una crisi letteraria, di cui lungo e ancora più sorprendente, forse. della scuola, delle organizzazioni pub- ritardi e il percorso compiuto l’intervento civile, per quanto apprezza- Ecco, forse però semplicemente è il ca- bliche, delle amministrazioni e di tutte bile, non sarebbe che un surrogato o un so di sbarazzarsi una buona volta di que- le forze del lavoro. La cultura indu- Paolo Migone sostitutivo. L’impegno civile, secondo ste gabbie. Non esiste una letteratura striale è quella della partecipazione di Psichiatrizzare la normalità: il DSM-5 Piccolo, fornirebbe oggi allo scrittore dell’impegno, ma una letteratura della ciascuno ad un progetto di trasforma- una patente di valore aggiuntiva: “Noi cittadinanza, che sta tutta dentro l’essere zione del paese secondo la propria co- Luca Borello e Mario Cedrini scrittori veniamo giudicati, o – peggio – cittadini. Essere cittadini non fa scrivere scienza e secondo la propria cultura e Droghe: il mito e la prassi consideriamo noi stessi, più bravi o me- né meglio né peggio, fa semplicemente le proprie qualità morali”. Di ciascuno, no bravi, non tanto sulla base di un libro essere parte di una stessa cosa con gli al- cittadini, operai, impiegati, casalinghe, Uta Treder bello o mal riuscito, ma dalla quantità di tri. Come la letteratura. Si può essere architetti, ingegneri, artisti, studenti, e esposizione del nostro impegno civile”. pessimi cittadini e grandi scrittori e vice- scrittori. Il fascino irresistibile Ancora: “Man mano che passano gli an- versa, e dubito fortemente che diventare di Lou Andreas Salomé ni, alcuni di noi sostituiscono la furia cittadini migliori, più rispettosi, più con- A. Bajani è scrittore impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 6

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Thomas Tranströmer questo sconosciuto La fessura della poesia

di Daniela Marcheschi

omas Tranströmer, nato a Stoccolma nel 1931, Tranströmer ha influenzato poeti di tutto il mondo. culture e generi come quello degli haiku giapponesi. Tha vinto il Nobel per la Letteratura 2011, e po- Josif Brodskij, lo ricordava Espmark, ha ammesso il Poeta antico e nuovo, Tranströmer sonda lo specchio chi in Italia se lo aspettavano o lo conoscevano. Ne suo debito verso alcune immagini che balzano inten- oscuro dell’esistenza come enigma, sogno, viaggio, scarseggiano pure i libri. L’editore storico Crocetti se nei versi dello svedese. Gli scambi di una vita, co- vuoto, morte, cercando però anche di ricomporlo ha ristampato Poesia del silenzio, a cura di Maria me prova il carteggio Air mail. Brev 1964-1990 (Bon- con quanto sembra irriducibilmente opposto. Cristina Lombardi, del 2001; Iperborea ha pubbli- nier, 2001) con il “maestro” statunitense Robert Bly, Appassionato conoscitore e interprete di musica, cato le memorie I ricordi mi guardano, ma con una hanno permesso a Tranströmer di incidere su molti Tranströmer rifiuta l’equivalenza analogica di matrice traduzione del titolo meno aderente alla scelta lessi- autori americani delle generazioni nuove, ad esempio simbolista fra musica e letteratura, nel senso della me- cale dello svedese che scrive Minnena ser mig (Bon- Robert Hass. Tranströmer è a sua volta maestro e og- ra sollecitazione dei valori fonici delle parole e delle nier, 1993), cioè “I ricordi mi vedono”, e alla psico- getto di studio delle più giovani generazioni svedesi loro concatenazioni. Si è però impegnato nel linguag- logia della percezione del sé: l’auto- gio della poesia e della musica come re è stato sia ricercatore in psicolo- “linguaggio della forma”, nella poe- gia sia psicologo sul campo. La sia come “una sorta di orchestrazio- “Bur” ristampa infine La lugubre ne” che, al pari di quanto accade in gondola a cura di Gianna Chiesa musica, si articola come “uno spazio Isnardi, in un’edizione che mostra di tempo” (La lugubre gondola). Un la fretta in certi refusi e in una bi- lavoro che ha investito le strutture bliografia incompleta: vi manca ad profonde e gli statuti della poesia esempio l’antologia di versi di stessa, ciò che rende arduo il compi- Tranströmer apparsa nell’Almanac- to del traduttore, a cui si richiedono co dello Specchio 2005 (Mondadori, competenze musicali, perché, attra- 2006, pp. 29-50). verso la lettera e i riferimenti testua- Alla consegna del premio, il 10 li, si deve dedurre quale “esperienza dicembre scorso, Tranströmer, col- musicale” può sottostarvi, per resti- pito nel 1990 da un ictus che ne li- tuirla nella propria lingua. Esempi mita movimenti e parola, ha dato a diversi sono nella raccolta La lugu- Carlo XVI Gustavo la mano sini- bre gondola ispirata all’omonima stra, ha articolato qualcosa in cui si composizione di Liszt. Il testo Cuore è distinto “Grazie”, ha stretto il dell’inverno (Midvinter) presenta nei braccio destro del re come si fa con quattro versi finali un parallelismo un vecchio amico. Se lo poteva per- da non omettere in traduzione per mettere. Tranströmer è il simbolo motivi di precisa scansione ritmico- della poesia scandinava, ora che so- musicale: “Det finns en ljudlös värld no morte le grandi Inger Christen- / det finns en spricka / där döda / sen (1935-2009), danese, e Birgitta smugglas över gränsen”, ovvero: Trotzig (1929-2011), svedese. Per “C’è un mondo muto / c’è una fes- rendersene conto bastavano l’atten- sura / dove i morti / di contrabban- zione che i prìncipi di Svezia presta- do traversano il confine”. Quanto vano alle parole del giurato Kjell Ungaretti deve del resto a un musi- Espmark e l’ovazione, le voci insoli- cista come Varèse insegna… Chiesa tamente alte e gli applausi calorosi, Isnardi traduce: “C’è un mondo sen- sentiti nel Konserthuset di Stoccol- za suoni / una fessura / attraverso la ma sede della cerimonia. Era dal quale i morti / passano clandestina- 1996, quando vinse la polacca Wis- mente il confine”. lawa Szymborska, che si aspettava Nel componimento La lugubre un Nobel alla poesia, genere lettera- gondola n. 2, senza ascoltare tecni- rio di cui si parla sempre meno e camente e musicalmente il pezzo si non sempre in modo pertinente. Un rischia di perdere il filo stesso del- servizio sulla consegna del Nobel in la traduzione, che va scandita o un tg italiano avrebbe contribuito a come in sordina ma evitando di di- far ricordare il nome di un poeta venire sorda. La poesia deve ren- candidatovi da molti anni (dalle dere l’atmosfera evocata, seguen- prestigiose American Academy of do i tempi dell’orchestrazione mu- Arts and Letters e Academie Fran- sicale: dunque, come da spartito di çaise; e da Derek Walcott, vincitore Liszt, con un “andante mesto, non del Nobel nel 1992), e autore di troppo lento”, per proseguire con opere brevi ma dense come 17 dik- “recitando”, “accentato il canto”, ter (17 poesie, 1954), Sanningsbar- “piangendo”, “un poco lento”, riären (La barriera della verità, “espressivo”, o “sempre dolcissi- 1978), För levande och döda (Per vi- mo”, fino al “ritenuto” finale. Ap- vi e morti, 1989), Sorgegondolen (La punto la sordina, mantenendo l’u- lugubre gondola, 1996) o Den stora nità plastica del ritmo, come in gåtan (Il grande enigma, 2004). chiusura, nella strofa VIII: Tranströmer coniuga semplicità della lingua con di poeti, come Agneta Pleijel e Magnus William-Ols- “Drömde att jag skulle börja skolan men kom för- raffinatezza dei rimandi, inventività delle metafore son. Ciò ha contato per l’attuale giuria dell’Accade- sent. / Alla i rummet bar vita masker för ansiktet. con nitidezza delle immagini, musicalità con consi- mia di Svezia, dove fra i diciotto membri siedono sei / Vem som var läraren gick inte att säga”. Ovvero: stenza dei significati. Nella motivazione si legge poeti da annoverare fra i migliori oggi in Europa: “Sognavo di dover cominciare la scuola ma arriva- che ha meritato il Nobel perché la sua poesia con- Kjell Espmark appunto (studioso di Tranströmer da vo in ritardo. / Tutti nell’aula portavano maschere sente “un accesso nuovo alla realtà”, in quanto il tempo), Katarina Frostenson, Kristina Lugn, Anders bianche sul viso. / Chi mai fosse l’insegnante non processo continuo di focalizzazione delle cose, in- Olsson, Jesper Svenbro, Per Wästberg. era possibile dire”. Tale unità musicale si perde a dividuate con precisione, e di dilatazione in una Nell’autobiografico I ricordi mi guardano, dal solito mio parere nelle traduzioni. Chiesa Isnardi scrive dimensione intemporale le carica di risonanze me- rigore e nitore formale, Tranströmer ha rievocato la infatti: “Ho sognato che dovevo iniziare la scuola tafisiche, nel gioco prismatico fra durata, intempo- propria giovinezza, sottolineando la passione per gli ma arrivavo in ritardo. / Tutti nell’aula portavano ralità e sfasamento degli stati psicologici. insetti e la scoperta della poesia antica, di Catullo, maschere bianche sul volto. / Non si poteva dire

- Il Nobel Tranströmer è uno dei poeti più tradotti nel mon- Orazio, e di metri come la strofe saffica e l’alcaica: chi fosse l’insegnante”; mentre Lombardi opta do, precisamente in cinquantaquattro lingue, perciò scoperta coincisa con le prime prove moderniste del per: “Sognai che era il mio primo giorno di scuola questa sua vittoria, trentasette anni dopo che i conna- poeta allora studente di liceo classico. Orazio come ma arrivavo in ritardo. / Nell’aula tutti portavano zionali Eyvind Johnson e Harry Martinson si erano un contemporaneo, al pari di René Char o Giuseppe maschere bianche sul volto. / Chi fosse il maestro divisi il Nobel nel 1974, è da rubricare tutt’altro che Ungaretti. In tal modo Tranströmer ha acquisito fa- non si poteva dire”. come un episodio provinciale dell’area scandinava. scino in una tradizione lettteraria come quella svede- [email protected] Insignito di una serie di riconoscimenti internaziona- se, in cui è da sempre apprezzata la capacità di armo- li come il Germany’s Petrarch Prize o lo Swedish nizzare classicità e modernità (di avanguardie come il D. Marcheschi ha insegnato lingue e letterature nordiche

Segnali Academy’s Nordic Prize, nonché il nostro Nonino, surrealismo, ad esempio), ma anche di aprirsi ad altre all’Università di Firenze impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 7

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Il progetto epico-storico della narrativa anticoloniale di Amitav Ghosh Navi cariche di uomini

di Brinda Bose

l fiume dell’oppio di Amitav Ghosh (ed. orig. tre Ghosh sarebbe lo storico-commentatore-pen- falle di pidgin, pesca battute argute e romantici- I2011, a cura di Anna Nadotti e Norman Gobet- satore della fiction indo-inglese postcoloniale che smo pronto all’uso, richiama turbamenti di in- ti, pp. 586, € 18,50, Neri Pozza, Milano 2011) ne ha avventurosamente individuato le origini, in contri passati ma riesce a mantenere la rotta men- è conradiano sotto molteplici aspetti, non ulti- un’evocazione a palinsesto del passato socioeco- tre punta verso altre possibili avventure prima di mo, la pulsione dell’andar per mare. Ma ciò che nomico del subcontinente. un degno finale. Conrad non parve fare – deliziare i propri lettori Interessante (se non curioso), come tuttavia Questo esercizio suscita appagamento ma anche con artifici virtuosi ed esuberanti, in una cornice l’autore in numerose interviste abbia ripetuto un imbarazzante e misterioso disappunto, come se storica in cui macroscenari scaturiscono da micro- che il suo interesse per i commerci marittimi e l’innegabile brillantezza e l’abilità con cui Ghosh frammenti narrativi – sta invece diventando il pun- fluviali del primo periodo coloniale sia probabil- maneggia il materiale storico fossero assorbite dal- to di forza di Ghosh. Il prestito frugale dalla storia mente dovuto al suo provenire da un paesaggio la pulsione antropologica, per quanta giustificata già intravisto in Le linee d’ombra, ha gradualmen- fluviale (Bengala), e niente più, e ciò che lo ha valenza essa possa avere, e si sottraessero alla cura te ceduto il passo, negli ultimi romanzi, alla ric- davvero spronato a perlustrare il commercio del- dei personaggi. Per dirla altrimenti, la speranza del chezza e all’immensità dell’eccitamento archeolo- l’oppio diretto a est, verso la Cina, sembra sia lettore di innamorarsi di Deeti, di Paulette, o per- gico, di un lavoro di scavo più esteso e profondo stato il fascino esercitato su di lui dalla migrazio- sino di Bahram, è preclusa dalla sovrabbondanza con strumenti narrativi a espansione, traboccante ne della manovalanza, nei suoi aspetti storici e di dettagli – etimologici, filologici, etnografici, fo- di risorse bibliografiche e di una pruden- tografici – che inonda il libro. za politica che sono senza dubbio nobili Nel complesso però Il fiume dell’op- contributi di età, saggezza e cultura. pio è in grado di affascinare grazie a un In Mare di papaveri Ghosh (Neri Poz- implacabile e insurrezionale riff antico- za, 2008; cfr. “L’Indice”, 2008, n. 11) loniale, rafforzato, come prevedibile, da ricostruiva una protostoria delle guerre pozzi profondi di ricerca e conoscenza, dell’oppio tra l’impero britannico e la e reso fluido da una prosa scorrevole, Cina del XIX secolo, collocandone le spesso e volutamente punteggiata dalle origini sulle rive del Gange, in India, intrusioni linguistiche – e pertanto me- dove la carismatica Deeti viene drogata taforicamente storiche – del patois. La d’oppio la prima notte di nozze e, dopo pirotecnica linguistica è una chiara mes- essere rimasta vedova e avere superato sa in scena della natura poliglotta delle mille peripezie, finisce con Kalua, il suo tele che Ghosh tenta di riprodurre, re- nuovo compagno, sulla Ibis in partenza cuperando con vivace realismo le pre- per l’isola di Mauritius con un carico di senze turbolente di sepoy, serang, lasca- “indentured labourers” (lavoratori vin- ri, shroff, gomusta e munshi, khidmatgar, colati per il tempo necessario a ripaga- daftardar, khansama, chuprassy, durwan, re il costo del viaggio). A bordo, dove khazanadas, khalasi e degli altri perso- le loro vite e i loro racconti cominciano naggi che popolano il suo universo nar- a intrecciarsi, si ritrovano Zachary rativo. Una scommessa linguistica calco- Reid, un marinaio americano, Neel Rat- lata e per questo apprezzabile. tan Halder, un raja detenuto con l’ac- Da rilevare invece il curioso fallimen- cusa di falsificazione, Ah Fatt, un mez- to dell’inserto epistolare che Ghosh in- zo-cinese di Canton suo compagno di troduce presumibilmente come diversi- cella, Serang Ali, un lascaro, Paulette, vo in un romanzo che potrebbe altri- un’orfana francese cresciuta in India, e menti rivelarsi un po’ tedioso per l’in- il suo amico d’infanzia Jodu. E innume- cessante ricorso alle minuzie antropolo- revoli altri personaggi che si contende- giche narrate in terza persona. Le lette- ranno lo spazio tra le pagine della trilo- re di Robin Chinnery scritte dal fronte gia completa. di battaglia botanico, nei profondi abis- Il fiume dell’oppio sembra avere inizio si di Canton, a Paulette, cui non è per- là dove Mare di papaveri finisce, ma, co- messo partecipare a siffatti piaceri e pe- me ha più volte dichiarato Ghosh, è sta- ricoli, costituiscono un esperimento to concepito in modo da poter funzio- che, forse perché troppo prolungato, nare anche come romanzo a sé, con una vacilla e, insolito per Ghosh, non trova propria storia avvincente e una propria la giusta tonalità. ciurma di personaggi. La Ibis, con il suo Riuscitissimo, e in questo Ghosh è un carico umano di girmitiyas costretti a vi- modello esemplare, l’uso di etnografia, te di lavoro in semischiavitù in una ter- antropologia, sociologia e politica per ra lontana, viene investita da una tem- animare un film sulla grande cacofonia pesta a metà della traversata. La conse- storica che sta dietro una determinata guente confusione genera una nuova se- catena di eventi. Forse Ghosh non por- rie di racconti intrecciati, che in qual- ta allo stesso livello di magica verità la che modo foggiano lo stile e la sostanza Giovanni Cossu, Senza titolo vita, gli amori e i sogni di chi popola di questo lungo romanzo di estrema ric- questa storia, ma la sua profondità di chezza antropologica. Sferzata dalla stessa tempe- concettuali. L’oppio ha giocato un ruolo decisivo comprensione e l’empatia che mette in ciò che fa sta è, infatti, anche la Anahita, una nave carica di nello sviluppo storico della colonizzazione e del- dimostrano tutta la sua maestria. oppio diretta a Canton, in Cina, con a bordo Bah- la successiva resistenza nell’Asia ottocentesca, Il grande critico Ian Watt, commentando Cuore ram Modi, un mercante di oppio di Bombay (e con conseguenze catastrofiche per la Cina, e di tenebra, affermava che, nella sua ricostruzione padre di Ah Fatt, personaggio di Mare di papave- Ghosh si è sentito sempre più attratto dalla que- narrativa dello scontro coloniale, Conrad combi- ri), che cerca di portare a termine la sua ultima stione delle partenze, soprattutto quelle rischio- nava due tecniche di scrittura, impressionismo e consegna sfidando le severe misure restrittive se, come l’attraversamento del “kala pani” dei la- simbolismo, potenzialmente contraddittorie. adottate dalle autorità di Canton nel disperato voratori a contratto imbarcati su navi la cui de- Ghosh, cui si è spesso attribuito l’impegno a im- tentativo di resistere all’ostile scalata dell’impero stinazione era contrassegnata, per praticità, con barcarsi in un’analoga impresa narrativa anticolo- britannico. “nowhere”. Non dimentichiamo che per Ghosh niale, si colloca, nel panorama stilistico, all’estre- Oltre a Bahram, punto nevralgico del Fiume non è certo una novità divertirsi con l’idea della mo opposto, poiché lavora su una sorta di immen- dell’oppio, anche questo secondo romanzo con- partenza anziché dell’arrivo e giocare di proposi- so murale con uno zelo archeologico e da miniatu- tiene molteplici storie e fili conduttori che vanno to, rovesciandoli in continuazione, con i concet- rista, scavando e scovando immagini e prove e sve- a sommarsi a una stupefacente quantità di infor- ti di “andare a casa” e “tornare a casa” e sul “do- landole strato dopo strato, finché la tela finale non

mazioni lasciate cadere qua e là su questioni co- ve”, ammesso che ne esista uno, a cui un indivi- appare illuminata dall’aura brillante della vita vis- - Letterature me colonialismo, nazionalismo, affari, denaro, li- duo appartiene veramente. suta pienamente, gloriosamente, tormentosamen- bertà. I critici hanno preso a interpretare la Trilo- Il secondo romanzo del progetto epico-storico te, in ogni suo istante. gia di Ghosh come un’esposizione narrativa sulle di Ghosh che va sotto il nome di Trilogia della origini della globalizzazione, in cui il tracciato di Ibis è tanto maestoso e ponderoso nel reggere il nuovi percorsi di baratto, acquisto, vendita e peso degli annali dell’antichità, quanto movimen- scambi tra l’India e l’Estremo Oriente del XIX tato e tumultuoso nella narrazione, che serpeggia (Tratto da “Biblio”, vol. XVI, 2011, nn. 7-8; trad. secolo è considerato come il prodromo dell’aper- a mezz’acqua tra l’efflusso anticoloniale e il ri- dall’inglese di Daniela Marina Rossi e Nausikaa

tura di frontiere e mercati della fine del XX, men- flusso postcoloniale, entra ed esce vorticando tra Angelotti). Segnali impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 8

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Tra ecologia ed ecologismo dopo Rio de Janeiro Vent’anni di verdi

di Walter Giuliano

e questioni ambientali sono da tempo sparite partitico del movimento, ben presto collassato su Seveso del 1976, con la fuoriuscita della nube di Ldai nostri telegiornali e dalle testate giornalisti- se stesso e sull’incapacità di diventare davvero diossina che invase la bassa Brianza. “Le due cul- che stampate. Eppure non sono state risolte. Anzi, soggetto politico svincolato dai fondamentalismi e ture forti del nostro Paese, quella cattolica e quel- si sono aggravate. L’anniversario dei vent’anni dalla dagli irrigidimenti di parte dell’arcipelago movi- la comunista, arrivarono in ritardo su questi temi, Conferenza mondiale sull’ambiente di Rio de Janei- mentista, che non ne hanno permesso un inseri- e anche dopo Seveso ci vollero anni perché venis- ro, se farà onestamente un bilancio, ce ne darà atto. mento efficace nella dialettica politica. sero recepite le norme europee. Solo a partire da- L’ecologia, quando nel nostro paese non ha più avu- Arrivano ora in libreria due volumi che ripercor- gli anni ’80, e dopo Cernobyl, c’è stata una matu- to tribuna politica, con i Verdi, sembra essere scom- rono la tormentata storia della progressiva sensibi- razione culturale di massa”. parsa dall’agenda politica, nonostante alcuni prota- lizzazione sociale ai temi dell’ambiente cui non è In realtà i primi sentori della necessità di un im- gonisti delle stagioni del movimento ambientalista corrisposta adeguata rappresentanza politica e, for- pegno ambientalista che andasse oltre il conserva- siano oggi in parlamento, primi tra tutti rappresen- se, neppure comportamenti sociali, individuali e zionismo naturalista – dopo la fase pionieristica tanti di spicco della Legambiente, nata come brac- collettivi, conseguenti. Il volume di Gianluigi Della con la fondazione, nel 1948, del Mipn (Movimen- cio politico ecologista della sinistra storica. Sembra Valentina, Storia dell’ambientalismo in Italia. Lo svi- to italiano protezione natura) e, a livello interna- che gli ambientalisti siano stati messi in sonno, nei luppo insostenibile (pp. 244, € 19, Bruno Monda- zionale, dell’Uicn (Unione internazionale conser- grandi partiti dell’era bipolare, o non abbiano la dori, Milano 2011), evidenzia la rivoluzione manca- vazione della natura) – si erano cominciati ad av- forza di rialzare la testa, irretiti fra improbabili vo- ta, auspicata dal movimento ambientalista, in cui vertire all’inizio degli anni settanta con le prime lenterose costituenti ecologiste, vecchi rimasugli l’ecologia avrebbe sostituito il valore di scambio con traduzioni degli ecologisti anglosassoni, dalla sta- verdi che vivono all’ombra di finanziamenti pubbli- quello d’uso, attribuendo all’ambiente e alle risorse tunitense Rachel Carson di Primavera silenziosa a ci pregressi, autentici slanci di rinnovamento politi- naturali un valore in sé, parificabile a quelli tradi- Robert Allen ed Edward Goldsmith, fondatori di co, ingenuamente disorganizzati. zionali dell’economia, da conteggiare nei bilanci “The Ecologist” e autori di La morte ecologica La protesta è certamente un sentimento no- (1972) e Il tao dell’ecologia (1997), o il Barry bile, ma se si infrange nell’incapacità di tra- Commoner di Il cerchio da chiudere (1971). dursi in proposta, generatrice di consenso e In Italia il dibattito si animò soprattutto con dunque capace di farsi guida della società e la pubblicazione della ricerca del Massa- dei suoi destini, allora inutile mettersi in cam- chusset Institute of Technology commissio- mino. Eppure il viaggio è incominciato da nata dal Club di Roma di Aurelio Peccei, I li- tempo, come la storia del movimento raccon- miti dello sviluppo (1972). ta. “Abbastanza curiosamente il movimento Su questa fase iniziale più strettamente di difesa della natura e dell’ambiente rischia “storica” la ricostruzione di Della Valentina è, di non lasciare una sua storia” metteva in a volte, un po’ approssimativa e omette qual- guardia, negli anni ottanta, un autorevole che passaggio che non si sarebbe dovuto tra- esponente dell’ambientalismo come Giorgio scurare. In questo, il problema delle fonti Nebbia, avvertendo peraltro della notevole evocato all’inizio ha certamente qualche re- difficoltà a reperire archivi utili alle ricerche: sponsabilità. Anche se non trovare nomi co- “Gran parte della documentazione, dei ciclo- me Valerio Giacomini, Giuseppe Montalenti, stilati in proprio, dei manifesti di molte lotte Mario Fazio, Giorgio Celli, Gianluigi Ceruti, sono andati perduti. (…) Credo sarebbe utile Maurizio Santoloci, Franco Pedrotti, Franco avere un archivio storico nazionale del movi- Tassi, Alfredo Todisco, Rosa Filippini morti- mento ecologico, del tipo di quelli del movi- fica la completezza del saggio; una storia del- mento operaio o delle lotte di liberazione”. l’ambientalismo fatta dai protagonisti non Nel ventennio successivo qualcosa si è mosso, avrebbe dovuto trascurare persone impegna- sia sotto il profilo della creazione di archivi te in prima fila nel dare un contributo e un so- specifici, a cominciare proprio dal Centro di stegno concreto all’affermarsi delle idee ver- storia dell’ambiente promosso dalla Fonda- di. Ma probabilmente l’indagine si è fermata zione Luigi Micheletti che conserva, oltre al- ai riferimenti bibliografici più facilmente re- l’Archivio Giorgio e Gabriella Nebbia, altri peribili e noti e a tempi più vicini. fondi tra cui quelli conferiti da Gianfranco Dalla fase più recente della storia ambien- Amendola, Enzo Tiezzi, Pier Paolo Poggio, tale italiana, proprio l’episodio di Seveso, Walter Ganapini e altri, cui si affianca l’espe- prende le mosse il volume di Gabriele Salari rienza dell’Archivio Ambientalista. L’Italia diversa. L’ambientalismo nel nostro Né sono mancati studi, ricerche, pubblica- paese. Storia, risultati e nuove prospettive zioni, libri, tra cui vogliamo ricordare, per la (pp. 240, € 39, Gribaudo, Milano 2011). In preistoria del movimento, quelli di Franco questo caso il punto di vista è dichiarata- Pedrotti, Il fervore dei pochi: il movimento Paolo Versone e Alessandro Albert, Grandi bagnanti mente di parte, trattandosi di una storia del- protezionistico italiano dal 1943 al 1971 (Te- le idee e del movimento ambientalista rap- mi, 1998) e di Luigi Piccioni, Il volto amato della ambientali quasi mai applicati che avrebbero dovu- presentato da alcune delle associazioni più rappre- patria. Il primo movimento per la protezione della to affiancare parametri desueti come il Pil. E oggi si sentative degli ultimi decenni: Touring Club, Wwf, natura in Italia 1880-1934 (Università di Cameri- potrebbe dire che è tempo che altri auspici dell’am- Italia Nostra, Lipu, Legambiente e Fai, che sono no, 1999). Hanno portato un contributo alla rico- bientalismo possano avere la capacità di farsi ascol- gli enti promotori dell’opera, edita grazie alla struzione storica dell’impegno sulle questioni am- tare, nell’inevitabile sconvolgimento che l’ordine sponsorizzazione della Fondazione 3 M Italia. Di bientali i lavori di Edgar H. Meyer, I pionieri del- mondiale richiede per potersi garantire un futuro e carattere divulgativo, il volume, riccamente illu- l’ambiente. L’avventura del movimento ecologista. che non potrà prescindere dai parametri della so- strato anche con pregevoli immagini d’archivio, ri- Cento anni di storia (Carabà, 1995) e, curato con stenibilità messi a punto vent’anni fa dalla Confe- percorre le battaglie che hanno salvato pezzi im- Andrea Filippo Saba, Storia ambientale. Una nuo- renza mondiale sull’ambiente di Rio de Janeiro. portanti della nostra penisola e che hanno scon- va frontiera storiografica (Teti, 2001), insieme a Il volume mette a fuoco i parametri di riferimen- giurato insidie pericolose per il nostro futuro pro- quelli di Andrea Poggio, Ambientalismo (Editrice to ideali, a volte ideologici, del movimento e i suoi prio grazie alla mobilitazione delle associazioni Bibliografica, 1996), di Pier Paolo Poggio, La crisi fondamenti scientifici, etici e filosofici. Un viaggio ambientaliste. Si parte dal 1976, che è anche l’an- ecologica. Origini, rimozioni, significati (Jaca Book, che ripercorre e ricostruisce una stagione impor- no della legge Galasso e si giunge al disastro di Fu- 2003) e di Mario Diani, Isole nell’arcipelago. Il mo- tante che dall’arcipelago verde ha condotto alla kushima, passando attraverso episodi tragici come vimento ecologista in Italia (il Mulino, 1988). nascita del “Sole che ride” e poi al partito dei Ver- Chernobyl, l’emergenza amianto, i rischi del cam- I tempi più recenti, con l’evoluzione del movi- di. E si chiude con la troppe volte richiamata, e biamento climatico, ma anche successi come la mento ambientalista verso l’impegno politico, han- scarsamente praticata, evocazione dello sviluppo legge quadro sui parchi. Una sezione specifica, al no stimolato un intensificarsi dell’analisi e dell’in- sostenibile. “L’ambientalismo italiano – sottolinea vero un po’ celebrativa, è dedicata al ruolo delle teresse sociologico che ha prodotto diversi saggi, Della Valentina, che insegna storia economica al- associazioni ambientaliste, mentre la quarta parte,

- Ambientalismo tra cui La sfida verde. Il movimento ecologista in l’Università di Bergamo – è anche una storia di oc- dal titolo evocativo Le sfide che ci attendono, affi- Italia, a cura di Roberto Biorcio e Giovanni Lodi casioni perdute. Per questo il sottotitolo è proprio data a Luca Carra, concentra autorevoli pareri su (Liviana, 1988); Le radici del verde. Saggi critici sul Lo sviluppo insostenibile. Fra gli anni ’50 e gli anni temi quali l’economia sostenibile, i cambiamenti pensiero ecologista, a cura di Fabio Giovannini ’80, l’Italia è cresciuta in modo frenetico sull’onda climatici, la crisi energetica, la tutela del paesaggio, (Dedalo, 1991); Roberto Della Seta, La difesa del- del miracolo economico. Ma è stato uno sviluppo la gestione dell’acqua, delle foreste e dei rifiuti, l’a- l’ambiente in Italia: storia e cultura del movimento prevalentemente quantitativo, con grossi ritardi gricoltura, il futuro del Mediterraneo. ecologista (FrancoAngeli, 2000). Lavori che hanno per quanto riguarda invece la qualità della vita e [email protected] analizzato l’evolversi di un fenomeno che ha por- dell’ambiente”. E osserva che il probabile spar-

Segnali tato, anche in Italia, alla nascita dei Verdi, braccio tiacque possa essere stato l’incidente all’Icmesa di W. Giuliano dirige “Alp” e “Parchi” impa 1-2012 20-12-2011 15:47 Pagina 9

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Le lettere, l’amicizia con La Boétie e la conversazione ininterrotta con i suoi lettori Come fa a sapere tutte queste cose di me?

di Vittorio Dini

i continua a leggere, a rileggere, a reinterpre- te di vivere”: così Sarah Bakewell (Montaigne. Letteratura, 2008; dello stesso Panichi, Montai- Stare, Montaigne, fuori e oltre gli steccati disci- L’arte di vivere, ed. orig. 2010, trad. dall’inglese di gne, Carocci, 2010) e quella spacciata per prima plinari, della filosofia, della letteratura, della psi- Thomas Fazi, pp. 443, € 19, Fazi, Roma 2011) di- versione italiana di Pietro Fanfani, edita da G. cologia, della politica. Un grande del Novecento, pinge l’opera del Perigordino. Non una classica Daelli e C. nel 1864 con il titolo classico Contr’U- Orson Welles, affermava in un’intervista del biografia, neppure una biografia intellettuale, ma no e riproposta a cura di Pancrazi nel 1945; si è 1958: “Montaigne è lo scrittore più compiuto che piuttosto l’intento è quello di seguire attraverso la dovuto attendere l’edizione curata da Luigi Geni- il mondo abbia mai visto. Lo leggo letteralmente scrittura il corso delle esperienze e delle riflessio- nazzi nel 1984 per la Jaca book, e negli ultimi an- ogni settimana, come la gente legge la Bibbia, ni. Non l’insegnamento, una pedagogia dell’arte ni ne sono seguite molte, fino al recente Discorso non a lungo; apro il mio Montaigne, leggo una o di vivere, ma una descrizione del “come vivere”, sulla servitù volontaria (pp. XXIV+72, € 7,00, due pagine, almeno una volta alla settimana, così. how to live, come suona il titolo dell’originale in- Chiarelettere Firenze 2011), con il saggio di Pao- Per me, al mondo non c’è piacere più grande”. glese. Il saggio Montaigne non ha ammaestramen- lo Flores d’Arcais, Perché oggi, che già dal titolo , il grande scrittore austriaco, ti da dare, precetti da dispensare. Piuttosto egli spiega perché il libro è presentato come un instant gli dedica nel 1982 un racconto, nel quale scrive: descrive analiticamente, andando al fondo delle book. Tutto, o quasi tutto circa il Discorso, è in “Ho sempre amato Montaigne come nessun al- motivazioni, il processo che accompagna l’uomo discussione, le date di composizione e perfino la tro. Ho sempre cercato rifugio nel mio Montai- Montaigne a realizzare come vivere. E non si trat- paternità, da quando nel 1906 un appassionato bi- gne quando avevo una paura mortale. Da Mon- ta solo dell’interno, il famoso arrière boutique, l’io, bliografo, Armaingaud, credette di dimostrare taigne mi sono fatto guidare e dirigere, e anche il je, quello che è dentro l’individuo, il soggetto di che di almeno larghi passaggi fosse autore lo stes- condurre e sedurre”. questo vivere. Certo Montaigne, ce lo ha ricorda- so Montaigne: tesi dimostratasi certo non verifica- Cosa possono aggiungere a un tale duraturo suc- to uno che se ne intendeva, Jacques Lacan, è al- ta, ma che tuttora neppure può essere tranquilla- cesso la pubblicazione di sue lettere, per di più in l’origine della scoperta, che Freud espliciterà mente dichiarata falsa: chiarisce, con accurata fi- numero ridotto, meno di una quarantina? lologia i termini della questione Renzo Rag- Apparentemente poco o addirittura nulla. In ghianti, Rétablir un texte. Le Discours de la realtà, invece, questa ottima edizione italiana servitude voluntaire d’Étienne de La Boétie di Montaigne (Lettere, a cura di Alberto Fri- (Olschki, 2010). Ragghianti, assodato co- go, testo francese a fronte, Le Monnier Uni- munque che il manoscritto del Discours è versità, 2010) rappresenta una nuova, ulterio- pervenuto grazie a Montaigne, conferma re occasione per riprendere la lettura critica che questo appello contro ogni tipo di ti- degli Essais. E il saggio introduttivo di Frigo rannia è stato letto come un pamphlet poli- lo pone in chiara evidenza. Mostra infatti ele- tico, ma che più a fondo il Discorso “è in menti comuni e differenze tra la scrittura del- certa misura un saggio di psicologia politi- le lettere, infarcite di retorica nonostante le ca, che studia la natura umana, le cause del- dichiarazioni esplicitamente critiche conte- la servitù che sarebbero in essa radicate: nute nel saggio sullo stile di Cicerone, e la ni- questa debolezza, questa pigrizia, la quale tida, chiara espressione dei Saggi. Ma fino a fa sì che i soggetti diventano complici, ‘la che punto autenticamente sincera e veritiera? servitù non esiste che in quanto servitù vo- Avere il coraggio di dire la verità, l’antica par- lontaria’”. Il saggio di Flores d’Arcais è dis- resia, è di sicuro obiettivo capitale di Montai- cutibile non tanto per un eccesso di attua- gne, e tutta la stesura, nelle sue varie redazio- lizzazione – che dopo quasi un ventennio di ni in progress dal 1570 al 1592, anno della sua berlusconismo è adeguata e convincente – morte, dei Saggi rappresenta la concreta at- quanto per il fatto che il testo di La Boétie tuazione di questo proposito. è sostanzialmente identificato come un “te- Le Lettere ne sono un corollario, e aprono sto militante”. Ed è assolutamente ridutti- insieme uno squarcio alle – inevitabili – con- vo, perché il suo valore va oltre questa na- traddizioni rispetto all’intento del “dire la tura. Va nel senso, appunto, di una psicolo- verità”: in quanto “singolare intreccio di stu- gia politica, nella direzione del problema diata retorica e di confessioni personali”, fondamentale della modernità politica: per- svelano, o per meglio dire rivelano, quello ché gli esseri umani obbediscono. che per la cultura barocca è un canone, vale Il rapporto tra Montaigne e La Boétie è a dire che non c’è salto radicale tra essenza e assai complesso da leggere e interpretare. apparenza, che in definitiva la rappresenta- Intanto, per l’intensità con la quale viene zione che si esprime rivolgendosi agli altri vissuta, e da parte di tutti e due, l’amicizia non è tanto distante dalla realtà, che la ma- che li lega. Si tratta di un incontro improv- schera è il volto. Insieme alla rappresentazio- viso e di una frequentazione che dura non ne, è l’antropologia stessa che presenta que- Turi Rapisarda, Moana Pozzi più di quattro anni. Eppure, in uno dei più sta caratteristica: “Ma noi siamo, non so co- celebri saggi, dedicato appunto all’amici- me, doppi in noi stessi, e questo fa sì che quello compiutamente, dell’inconscio. Di una realtà, zia, in riferimenti in altri saggi e nelle lettere, che crediamo, non lo crediamo, e non possiamo li- cioè, che è al fondo della coscienza, che ne condi- Montaigne manifesta tutta questa intensità. Nei berarci di ciò che condanniamo” (Saggi, II, 16, ziona le manifestazioni. Ma si tratta sempre di un sonetti, lo stesso La Boétie si esprime in toni al- trad. dal francese di Fausta Garavini, Adelphi, soggetto che deve vivere nel mondo, che vive con trettanto caldi rivolto all’amico Montaigne. Al 1966). Riaffiora anche qui un antico problema gli altri e soltanto in questa relazione con gli altri, punto che si è talvolta ipotizzato un rapporto della lettura di Montaigne, la questione del suo con il mondo, è soggetto. Non si tratta di pura omosessuale tra i due, e certo la descrizione del scetticismo. Ebbene, in un importante, decisivo, “dipintura dell’io”, come pure talvolta si dice, di primo incontro, e le successive argomentazioni e saggio del 1947, Lettura di Montaigne (in Segni, il puro autobiografismo introspettivo. il confronto con le teorie classiche dell’amicizia, Saggiatore, 1967), Merleau-Ponty interpreta lo da parte di Montaigne, lasciano supporre un’at- scetticismo di Montaigne, il suo dubitare di tutto, perché Montaigne non intende l’io come pura trazione assai potente (Bakewell). A parte ogni piuttosto che l’impossibilità della verità, in defini- Eindividualità astratta: innanzi tutto, non è sepa- considerazione sulla verifica storica di tale ipote- tiva l’affermazione di qualcosa di simile a una ve- rabile dal corpo, dal fisico, ma soprattutto non è se- si, una considerazione si impone: viene qui in rità ultima. Il segno di questa verità, spiega Mer- parabile dal mondo, dalla natura, dalle cose, dall’al- chiara luce quella che è la caratteristica dell’ope- leau-Ponty, è l’ambiguità, il suo essere appunto tro individuo. Anche l’animale fa parte di questo ra di Montaigne, e che lo rende un vero e proprio doppio, allo stesso tempo res cogitans e res exten- mondo allo stesso modo dell’io: “Quando gioco con capostipite, un iniziatore. Montaigne dice: “Se mi sa: “La coscienza di Montaigne non è immediata- la mia gatta, non riesco a sapere se è lei a divertirsi si chiede perché lo amavo, sento che questo non mente spirito, è vincolata nello stesso tempo in cui di più con me o in verità se sono io a divertirmi con si può esprimere che dicendo: ‘Perché era lui; è libera, e, in un solo atto ambiguo, si dischiude a lei”. È la vita intesa in tutta la sua ampiezza, l’og- perché ero io’” (Saggi, I, 28). Commenta Bake- oggetti esterni, e si sente estranea a essi. Egli non getto anche della riflessione e dell’esposizione di well: “I Saggi, dunque, sono più di un semplice li-

conosce quel luogo di riposo, quel possesso di sé, Montaigne: “[La vita] dev’essere di per sé la sua bro; sono una conversazione attraverso i secoli - Montaigne che sarà l’intelletto cartesiano”. stessa mira, il suo stesso proposito” (Saggi, III, 12). tra Montaigne e tutte le persone che si sono im- La vita e il pensiero, l’esperienza quotidiana e Si riprende a leggere anche La Boétie, il grande battute in lui: una conversazione in continua evo- l’intelletto, sia pure in maniera talvolta contrad- amico di Montaigne. Si può anzi dire che si è ini- luzione, che si rinnova ogni volta che un nuovo dittoria, stanno comunque insieme, è impossibile ziato, per quanto riguarda l’Italia, a leggerlo: do- lettore si domanda incredulo: ‘Come fa a sapere separarli nettamente. E i Saggi, non a caso l’unica po la traduzione di Cesare Paribelli, nell’anno to- tutte queste cose di me?’”. e così poco sistematica opera di Montaigne, sono pico 1799 della rivoluzione napoletana (ora in ap- [email protected] appunto la registrazione di questo intreccio. Mon- pendice a Nicola Panichi, Plutarchus redivivus?

taigne li scrive per esprimere, rappresentare l’“ar- La Boétie e i suoi interpreti, Edizioni di Storia e V. Dini insegna storia del pensiero politico all’Università di Salerno Segnali impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 10

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Nazioni, rivoluzioni e risorgimenti Nessuno può sfuggire alla lunga durata

di Bruno Bongiovanni

25 novembre 1945 Parri aveva presentato le di- 1914. Nessuno può sfuggire dunque alla lunga du- Gobetti) o addirittura “mancato” (come in Gram- Imissioni. De Gasperi il 10 dicembre varò il nuo- rata. E nessuno – nel 1865 ci fu negli Stati Uniti sci). Le due tragedie sono state il fascismo, succe- vo governo (il suo primo) ed ebbe poi a scrivere, una seconda unità come in Italia nel 1945 – può, duto a un’Italia liberale non sempre davvero libe- su “La Libertà” del 14 dicembre, che il popolo ita- neppure inventando goffamente l’inesistita e ridi- rale, e la distanza mai sanata tra Nord e Sud, con- liano si trovava “alla vigilia del secondo Risorgi- cola Etnopadania, mettere da parte i propri risor- seguenza di uno sviluppo territorialmente diffor- mento”, identificando quindi quest’ultimo con la gimenti. Tutti, invece, ivi comprese la Francia e la me così come di un’unificazione assai più politico- nuova era che si spalancava e con il lavoro concor- Germania, la Spagna e la Russia, la Cina e l’India, statale che realmente nazionale, il che si pone in de del popolo italiano, rappresentato da tutti i par- negli ultimi due secoli e mezzo ne hanno avuti più contrasto con quel che molti nel tempo hanno ri- titi di massa affratellatisi nel Cln e ben deciso a de- d’uno. Né si può trascurare quel che il Risorgi- tenuto. Il libro è ricchissimo. E lo si legge per im- dicarsi alla ricostruzione economica e al ripristino mento italiano ha lasciato in eredità a tutto ciò che parare. Non manca nulla: né l’economia, né la so- istituzionale e irreversibile della democrazia. In se- è entrato a far parte delle idee di nazione e di pa- cietà, né la demografia, né le guerre, né le élites po- guito, tuttavia, l’arco di tempo venne, da parte di tria, non esclusi lo spirito di sacrificio, il familismo litiche. Si fa strada però la prospettiva che la sto- non pochi (in primis dagli azionisti), retrodatato. (non importa se morale o “amorale”), l’eroismo riografia sull’Italia unita può essere orfana del Sorto come futuro prossimo il secondo Risorgi- ora silenziosamente patriottico e ora rumorosa- processo di unificazione. Prospettiva un tempo le- mento divenne allora passato prossimo, fenomeno mente esibizionistico, il senso di appartenenza a gittima, frequentissima, ma oggi ormai monca. È che, dopo tanti anni, tuttora perdura. Con l’e- una microcomunità localistica o alla comunità on- più omogeneo infatti strutturare una storia che si spressione di De Gasperi, infatti, s’intenderà so- nicomprensiva che tutti ci collega. Si veda in pro- apre con la discesa di Napoleone e si conclude con vente – anzi quasi sempre – ciò che già era acca- posito ancora Alberto Mario Banti, Sublime madre la morte di Cavour che una storia che si apre con duto, ossia la Resistenza e la Liberazione. nostra. La nazione dal Risorgimento al fascismo Bettino Ricasoli e si conclude con Bettino Craxi (e Nonostante il voluto e storiograficamente sgan- (pp. 208, € 18, Laterza, Roma-Bari 2011). poi con Silvio Berlusconi). L’Italia diventata re- gherato affievolirsi, in quest’ul- pubblicana – va riconosciuto – timo decennio, dell’epica e del- è nata già repubblicana nell’ul- la mitopoietica unitarie, il Ri- timo triennio del XVIII secolo. sorgimento, come si è visto nel E ha poi solcato sentieri con- pur non celebratissimo (se non traddittori, ritornando infine, con le bandiere sulle finestre) con la guerra di Liberazione, e centocinquantenario comme- il referendum del 2 giugno morativo, è rimasto il cuore si- 1946, al punto di partenza (tut- tuato al centro della storia d’I- to libertà e eguaglianza), ossia a talia. E ora che il centocinquan- se stessa. tenario si è concluso si può con- Non è detto però che la sto- statare che, nella pubblicistica e riografia intenzionata a rispetta- negli studi, le traiettorie dell’in- re la lunga durata sia sempre su- tera storia italiana non sono sta- periore. Brillantissimo ed effi- te meno numerose e importanti cace nella dinamica narrativa ti- rispetto agli scritti sul percorso, picamente britannica, delude pur lungo, cha va dallo Statuto un po’ infatti, e non è privo qua albertino e dalla repubblica ro- e là di ricorrenti imperfezioni, il mana sino al Regno d’Italia libro di Christopher Duggan, (1861) e a Roma capitale La forza del destino. Storia d’Ita- (1871). Non era accaduto ciò, lia dal 1796 a oggi (ed. orig. se non in assai più piccola par- 2007, trad. dall’inglese di Gio- te, nel corso del centenario vanni Ferrara degli Uberti, € (1961), e tantomeno, uscendo Laura Ambrosi, Senza titolo pp. 777, 20, Laterza, Roma- dall’Italia, nel corso dei bicen- Bari 2011), libro non privo di tenari della Rivoluzione americana (1976) e della Ogni risogimento, sia esso “nazionale” o politi- quei luoghi comuni sugli italiani, sui loro usi, sui Rivoluzione francese (1989). La qual cosa attesta co-sociale, è dunque una sollecitazione (e una pre- loro costumi, sui loro sentimenti, che si sono spes- che, in questi tempi, come già in altri e precedenti senza storica) che il tempo non cancella e anzi ri- sissimo rintracciati, tra ammirazione e ironia, nelle tempi, la nostra identità non può essere decifrata propone in continuità, il che è ben dimostrato dal guide turistiche inglesi ottocentesche e novecente- solo dalle origini dell’unificazione. Senza dimenti- bel libro a più voci L’Italia alla prova dell’Unità, a sche. La storia d’Italia è insomma in primo luogo care appunto la nascita dell’Italia politica e i suoi cura di Simonetta Soldani (pp. 216, € 25, Fran- la storia, golosamente ripercorsa, della specificità prerequisiti, l’identità stessa può infatti essere coAngeli, Milano 2011). Il Risorgimento italiano del carattere degli italiani. Non sono cioè assenti le compresa soprattutto percorrendo l’intero, com- ha d’altra parte avuto inizio ben prima del decen- vicende politico-nazionali descritte con fervida plesso e multiforme tragitto che abbiamo effettua- nio di preparazione (1849-59) che portò dalla pri- competenza, ma si intravedono, di tanto in tanto, to. Affrontando insomma la lunga durata. ma alla seconda guerra d’Indipendenza. E non im- le “cineree trecce” della “britanna” che Carducci Anche gli anni che hanno portato all’Unità, e gli porta se l’inizio postquarantottesco (tutto Savoia e ebbe modo di scorgere dinanzi alle Terme di Ca- eventi che li hanno nell’immediato preceduti, sono Regno di Sardegna, con a latere le fallite iniziative racalla. del resto inseriti nella lunga durata, come ben si mazziniane) nei manuali scolastici di solito si tro- La storia dell’Italia unita degli italiani, tra luoghi coglie grazie al denso e ben strutturato apparato vava – e ancora si trova – come momento politico della memoria e memoria dei luoghi, può però es- documentario contenuto in Nel nome dell’Italia. Il di partenza e di preveggente riscossa nazionale e sere scritta con altro stile, con altra sottigliezza, Risorgimento nelle testimonianze, nei documenti e popolare. Pur in più periodi insidiato, trasfigurato, con altra capacità di descrivere il Risorgimento co- nelle immagini, a cura di Alberto Mario Banti e persino vilipeso, il Risorgimento italiano non è me specchio in cui vedere i tratti fisiognomico-sto- (pp. 424, € 24, Laterza, Roma-Bari 2010). L’appa- d’altronde mai veramente finito. Così la Rivoluzio- riografici che ci hanno reso, piaccia o no, e mal- rato si protende dal 1796 (Napoleone negli spazi ne americana. Così la Rivoluzione francese. Così grado i troppi scivoloni, una “gente libera tutta”: italiani e fratellanze municipal-patriottiche) sino al l’unificazione tedesca. Così il grande 1905 demo- vale a dire “una d’arme, di lingua, d’altare, / di me- 1861 (Regno d’Italia, ossia compimento dell’unifi- cratico e antizarista, unico e vero moto panrivolu- morie, di sangue e di cor”. Questa Italia unita è cazione). E se il movimento risorgimentale, come zionario russo. Così la repubblica di Sun Yat-sen. stata fascinosamente disegnata da un grande stori- commenta il curatore, fu coeso per quel che ri- E così l’indipendenza strappata da Gandhi. Ogni co come Mario Isnenghi in Storia d’Italia. I fatti e guardava la nuova idea di nazione, nel contempo si risorgimento, a ogni buon conto, se osservato nel le percezioni dal Risorgimento alla società dello trovò inevitabilmente diviso in merito agli assetti suo processo di lunga durata, racchiude in sé non spettacolo (pp. 677, € 30, Laterza, Roma-Bari politico-costituzionali (repubblicani contro mo- solo il rischio di appannarsi, ma anche le risorse 2011). Si rifletta allora, per finire, sui due versi so- narchici, centralisti contro federalisti, liberali con- per risorgere. pra citati di Manzoni (Marzo 1821). Chi altri, in tro democratici). Ma le Rivoluzioni d’America e di La storia d’Italia può però, tra politica interna- modo così fulminante, in sole due righe, e non in Francia, ci si può e ci si deve domandare, come si zionale e Destra storica post-unitaria, cominciare quello che Isnenghi ha definito il suo “libro-mon-

- Italia, 150 anni domanda Banti, non furono attraversate da ben dopo il Risorgimento. E proprio così viene essa de- do”, ha saputo meglio condensare il concetto po- più terribili lotte fratricide e da vere e proprie lineata nel voluminoso e utilissimo libro di Alber- sitivo ed emancipatore – soprattutto non naziona- guerre civili endogene? Né si dimentichi che, men- to De Bernardi e Luigi Ganapini, Storia dell’Italia listico – di nazione? Nessuno forse. Ci si era per il tre nella nuova Italia ci si arrabattava per domare unita (pp. 1137, € 48, Rizzoli, Milano 2011), ver- momento solo soffermati sull’arida sponda, “volti nel Mezzogiorno il brigantaggio, gli Stati Uniti, sione largamente accresciuta di una precedente i guardi al varcato Ticino”. Intanto, tuttavia, il Ri- pur federatisi con la costituzione del 1787, cono- edizione (Bruno Mondadori, 1996) realizzata per sorgimento italiano già correva. scevano una guerra di Secessione che fu di gran fini didattici e già incentrata sulle due principali [email protected] lunga, nell’intero mondo, il conflitto più sanguino- tragedie storiche scaturite da un Risorgimento che

Segnali so del secolo cominciato nel 1815 e conclusosi nel non si sa se fu “senza eroi” e incompiuto (come in B. Bongiovanni insegna storia contemporanea all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 11

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Gli stereotipi sull’economia mafiosa, il percorso compiuto, i ritardi legislativi e culturali Bassa tecnologia e rendita assicurata

di Nando dalla Chiesa

eggere per credere. “Avevamo 250 milioni strazione della giustizia, a conferma della molte- terno mafia presenta però diverse questioni. Al- Ldi euro liquidi ma ho dovuto buttarne otto plicità dei ruoli e delle esperienze di vita che si cune, in verità, sono importanti solo per gli sto- nell’immondizia perché nel terreno hanno preso sono incontrati in questi anni nella battaglia per rici o i sociologi della materia. Stimola riflessioni umidità”. La confessione è di uno ‘ndrangheti- la legalità. Ad esempio monsignor Domenico inquiete, ad esempio, la difesa che un uomo al di sta intercettato da una microspia mentre dialoga Mogavero, uno dei più noti esponenti della nuo- sopra di ogni sospetto come monsignor Mogave- con un altro affiliato. La racconta Nicola Grat- va chiesa siciliana, voce a sostegno degli ultimi ro sfodera dell’opera di un porporato più che teri, procuratore aggiunto presso il tribunale di nella Mazara dei pescherecci, dei tunisini e della discusso come il cardinale Ernesto Ruffini, sim- Reggio Calabria alla giornalista Serena Danna, mafia. O l’esponente per antonomasia della nuo- bolo della chiesa palermitana degli anni sessanta; curatrice di cinque interviste a testimoni “eccel- va Confindustria siciliana, Ivan Lo Bello. Oppu- colpisce la giustificazione di scelte sciagurate che lenti” della lotta alla mafia, raccolte in Prodotto re ancora l’economista venezuelano Moisés pesarono non poco sullo sviluppo del fenomeno interno mafia. Come la criminalità organizzata è Naím, già consigliere della Banca mondiale oltre mafioso nell’isola (non aveva capito il passaggio diventata il sistema Italia, utilissimo libro-docu- che autore di Illecito. Come trafficanti, falsari e alla mafia urbana, argomenta Mogavero della mentario (pp. 165, € 16, Einaudi, Torino 2011). mafie internazionali stanno prendendo il control- chiesa di Ruffini; ma la mafia contadina aveva È la conferma della straordinaria liquidità fatto strage infinita di sindacalisti nel do- di cui dispongono i clan, uno dei quali poguerra appena alle spalle…). Interes- (forse nemmeno il più potente) può per- sante capire, anche, per quali canali narra- mettersi di fare marcire otto milioni di eu- tivi possa essere giunta alla giovane inter- ro sotto terra. Ma è anche la smentita del- vistatrice l’idea di una “primavera di Pa- la vulgata che vuole i capimafia contem- lermo” promossa non dai nuovi movimen- poranei nelle vesti di dinamici uomini ti civili ma dai dirigenti di una Cisl forte d’affari, esperti inarrivabili di borsa e di soprattutto nel pubblico impiego. finanza, gnomi di Zurigo dalle ascendenze Senz’altro, però, primeggia la questione contadine. Il denaro sotto terra. Un fatto cruciale del rapporto tra mafia ed econo- isolato? Una turba psichica che assale un mia. Che trova, nella diversità degli ac- manovale del crimine giunto improvvisa- centi, un punto di unità significativo nella mente ai vertici della ricchezza? E allora riflessione su mafia e mercato. Quest’ulti- cambiamo libro e andiamo a quello appe- mo è insieme condizione prima dello svi- na scritto da Pietro Grasso, il procuratore luppo e nemico giurato delle organizza- nazionale antimafia, con Enrico Bellavia, zioni mafiose, che cercano infatti di met- giornalista di lungo corso della redazione terlo fuori gioco appena possano. Per palermitana della “Repubblica”. Il titolo è questo l’economia, lungi dal beneficiare Soldi sporchi. Come le mafie riciclano mi- del fatturato mafia, che può anche giun- liardi e inquinano l’economia mondiale gere come ossigeno provvidenziale in aree (pp. 359, € 18, Dalai, Milano 2011). Il e momenti di crisi, è in effetti zavorrata in racconto di Pietro Grasso risale a tempi permanenza dalla presenza dei clan e dal- più remoti (una quindicina di anni fa, do- la loro spinta a monopolizzare i settori a po le stragi), ma in cui la vulgata aveva già minor tasso di innovazione e a minor ri- preso il volo. Narra dunque il magistrato schio d’impresa. Movimento terra e tra- di quando il collaboratore di giustizia Sal- sporti, centri commerciali e forniture, ri- vatore Cancemi iniziò a svelare i segreti di storanti e alberghi, rifiuti (“entra monnez- Cosa nostra a lui e ai suoi colleghi e se li za ed esce oro”, dice il boss siciliano), portò in Svizzera promettendo, a garanzia contraffazione. Basse tecnologie e rendita della propria affidabilità, di far trovare lo- assicurata dall’intimidazione e/o dalla ro i suoi soldi. Magistrati e poliziotti lo se- protezione politica: questo è il segreto del guirono curiosi di vedere quale banca successo mafioso. Un successo che non avesse aperto generosamente i propri con- sospinge l’economia ma la deprime. L’ar- ti al boss di Porta Nuova. Rimasero di gomentazione sviluppata in tal senso da stucco quando Cancemi li condusse su Ivan Lo Bello è di una modernità esem- una collina disabitata. I soldi stavano in plare. Lo stesso cambiamento di Confin- un bidone sotto terra. Agli inquirenti sba- dustria, spiega l’imprenditore siracusano lorditi che chiedevano le ragioni di quel Eugenio Comencini, Villa Monfalletto e Villa Rionda con toni pacati ma che giungono come surreale interramento all’estero, Cancemi frustate, va storicamente associato all’in- rispose serenamente che amici fidati lo avevano lo dell’economia globale (2005; Mondadori, gresso sulla scena di un’economia concorrenzia- consigliato di “mettere il denaro in Svizzera”. 2006), saggio sull’economia criminale che alla le che ha “rubato” posizioni all’economia dei Ecco, basta leggere e vedere i fatti per convin- sua uscita suscitò un largo interesse di pubblico. costruttori, più radicati nella dimensione della cersi che la montagna di stereotipi costruiti sulla Le cinque interviste hanno in realtà il pregio di rendita e nelle relazioni pericolose tra mafia e mafia da persone che mai l’hanno incontrata o sintetizzare efficacemente quel che gli interessati politica. studiata (i sedicenti “esperti” con cui polemizza vanno sostenendo con ricchezza di argomentazio- Purtroppo non aveva dietro di sé questa Con- nella sua intervista Gratteri) è davvero un monu- ni e con passione civile da alcuni anni in più sedi: findustria l’imprenditore che sfidò per primo pla- mento alla pigrizia mentale e alla saccenza intel- libri, convegni, scuole e interventi su stampa o te- tealmente la mafia del “geometra Anzalone”, l’im- lettuale. Che trionfano ogni giorno immagini levisione (anche a costo di sembrare “soubrette”, prenditore tessile lasciato solo nella sua rivolta in della mafia utili solo a esentarci dal dovere di fa- rivendica Gratteri). Sicché le loro posizioni si ren- nome del merito e del mercato e che per questo re i conti con la sua quotidianità e mediocrità so- dono immediatamente fruibili al lettore che si av- pagò con la vita nell’agosto del 1991. A lui, a Li- ciale. Prodotto interno mafia ce ne offre ripetuta- vicini per la prima volta a questi livelli di appro- bero Grassi, è dedicato Libero. L’imprenditore che mente la dimostrazione. La offrono Grasso e fondimento; rivolgendo, come indica il titolo, una non si piegò al pizzo (pp. 124, € 10, Castelvecchi, Gratteri, che nelle due interviste di apertura por- particolare attenzione all’aspetto economico delle Roma 2011), scritto dalla moglie Pina Maisano tano la propria testimonianza di magistrati che organizzazioni mafiose. Grassi, che ne ha ereditato la magica energia, e da hanno accumulato sul campo una conoscenza Chiara Caprì, giovane esponente del movimento storica con pochi eguali. Fatti eclatanti ed episo- in effetti proprio questo sembra essere di- “Addio pizzo”. Ecco, leggere Prodotto interno di minuti, cronaca nera e segni preziosi di antro- Eventato negli ultimi tempi il tema più urgen- mafia e poi tornare a Libero Grassi può essere uti- pologia culturale: tutto si addensa e si sistema te e dibattuto della questione. Rilanciato dalla le. Per misurare il percorso compiuto, che i temi nella loro memoria convergente, aiutandoci a crisi che sta portando in primo piano la forza se- emersi dalle cinque interviste possono indurre a sgomberare il campo da diversi luoghi comuni. duttiva dell’economia mafiosa e delle sue “op- non vedere o scolorire. Il guaio è che, al di là di Solo in qualche caso si coglie tra i due una signi- portunità”. Reso stringente dal matrimonio inci- tutto, come denunciano sia Grasso sia Gratteri, si

ficativa benché temperata dissonanza di opinio- piente tra economia legale ed economia illegale, parte sempre in ritardo. Nella cooperazione giu- - Mafie ni. In particolare sulla struttura di vertice della denunciato dalle recenti inchieste giudiziarie, diziaria, nella consapevolezza culturale, nella le- ‘ndrangheta: limitata a una funzione di suprema specie al Nord, con il diffuso e preoccupante gislazione interna, nella reazione istituzionale del garanzia e di custodia delle regole (sul modello contorno di omertà imprenditoriali. Esaltato dai Nord sviluppato. Il ritardo, l’eterno ritardo. Poi- della nostra presidenza della Repubblica) secon- nuovi territori di accumulazione aperti alle orga- ché forse alla fine sta qui, in questa damnatio civi- do Gratteri; dotata di una funzione di comando nizzazioni mafiose dai processi di globalizzazio- le, la famosa “vera forza” della mafia. vera e propria, benché non dittatoriale come ne in atto, con immediati effetti sulle dimensioni quella dei corleonesi, secondo Grasso. Ma ce la del celebre “fatturato”. Al di là della funzione di N. dalla Chiesa insegna sociologia della criminalità organizzata

offrono anche personalità estranee all’ammini- sintesi svolta per il grande pubblico, Prodotto in- all’Università Statale di Milano Segnali impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 12

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Le ambizioni, l’influenza, gli interessi e i limiti del DSM-5 Psichiatrizzare la normalità

di Paolo Migone

ell’estate 2011 sulla “New York Review of insignificante (certo, agli psichiatri piace ribadire tro, sono già molto diffusi, negli Stati Uniti sono i NBooks” è comparsa una recensione-saggio di che i loro pazienti migliorano, però ingenuamente farmaci più venduti in tutta la medicina, avendo Marcia Angell, in due parti (il 24 giungo e il 14 lu- scordano che le ricerche dimostrano che migliore- recentemente preso il primato che avevano i far- glio, intitolate rispettivamente L’epidemia di malattie rebbero ugualmente se prendessero un placebo). maci anti-colesterolo. mentali: perché? e Le illusioni della psichiatria), su Non solo, ma nella depressione l’effetto del placebo Come è potuto accadere che i ricercatori della alcuni libri che toccano questioni rilevanti per la psi- (la relazione interpersonale con il medico, l’aspetta- task force del DSM-5 abbiano fatto queste scelte chiatria oggi: l’impressionante aumento dell’uso di tiva di guarigione, ecc.) è così potente che è stato di- da molti ritenute sconsiderate? È riduttivo rite- psicofarmaci (soprattutto antidepressivi, stimolanti mostrato che i pazienti migliorano di più quando si nere che siano stati corrotti dalle case farmaceu- e antipsicotici di ultima generazione, persino nei accorgono degli effetti collaterali, quindi quando tiche. È verosimile invece pensare che siano ri- bambini), connesso alla pesante influenza delle case sanno che prendono il farmaco, cioè quando non cercatori onesti, che però si interessano solo del farmaceutiche sulla cultura e la pratica della psi- sono “ciechi”: tanto è vero che se si somministra un loro ristretto campo di indagine, ad esempio di chiatria. Dato il ruolo chiave giocato dal sistema dia- placebo “attivo” (cioè un placebo che non è un far- un determinato disturbo su cui hanno fatto ap- gnostico usato, è utile spendere alcune parole sul maco ma simula gli effetti collaterali del farmaco, ad profondite ricerche e che vorrebbero fosse rap- DSM-5, la quinta edizione dell’influente Manuale Sta- esempio la secchezza in bocca) quel minimo miglio- presentato nel manuale, senza chiedersi però in tistico Diagnostico dell’American Psychiatric Asso- ramento dovuto al farmaco rispetto al placebo in alcun modo quali potrebbero essere le ripercus- ciation prevista per il 2013. L’occasione deriva an- media tende quasi a scomparire. Questi dati sono sioni sulla società in generale. Non a caso Frances che dal fatto che in questi mesi negli Stati Uniti in- importanti e dovrebbero essere conosciuti da tutti i è convinto che la costruzione di un sistema dia- furia un’infuocata polemica contro le proposte fatte membri della professione, ma – guarda caso – non gnostico di tale importanza non doveva essere la- dalla task force del DSM-5, che ha pubblicato una vengono pubblicizzati quasi mai nei convegni (sem- sciata nelle mani dell’American Psychiatric Asso- bozza su Internet (www.dsm5.org), e coloro che gui- pre finanziati dalla case farmaceutiche) o sulle rivi- ciation, ma di una commissione composta anche dano questa campagna di protesta sono nientemeno ste di psichiatria (tutte sostenute dalla pubblicità da figure esterne al mondo della psichiatria, ca- che Robert Spitzer e Allen Frances, i capi delle task dei farmaci altrimenti non potrebbero sopravvive- paci di comprendere le più vaste ripercussioni so- force delle due precedenti edizioni dei DSM (il DSM-3 re). Non va poi sottovalutato il fatto che l’uso pro- ciali di tali scelte. del 1980 e il DSM-4 del 1994). Frances, nell’otto- Ci si chiederà quali sono le alternative al DSM- bre del 2011, ha anche tenuto una serie di confe- 5. Non molte. Quando Bob Spitzer, negli anni renze nelle principali città italiane in sostegno del- I libri settanta, fu incaricato di costruire il DSM-3, fece la sua campagna contro il DSM-5. Un’anticipazio- Giovanni A. Fava, Can long-term treatment with anti- una scelta che avrebbe dovuto avere un grande ne in italiano di queste critiche è stata pubblicata depressant drugs worsen the course of depression?, in peso nei decenni seguenti, e il cui scotto lo stia- su “Psicoterapia e Scienze Umane”, una rivista “Journal of Clinical Psychiatry”, 2003, 64, 2, pp. 123-133. mo pagando ora. Spitzer decise di abbandonare che ha sempre seguito la tematica della diagnosi e Giovanni A. Fava e Emanuela Offidani, The mecha- la pretesa di basarsi sulla teoria, perché la psi- in cui a suo tempo erano stati presentati in ante- nisms of tolerance in antidepressant action, in “Progress chiatria era lacerata da troppe teorie in competi- prima per l’Italia il DSM-3 e il DSM-4. in Neuro-Psychopharmacology & Biological zione tra loro ed era impossibile formulare un si- Quali sarebbero i principali punti critici della Psychiatry, 2011, 35, pp. 1593-1602. stema diagnostico che andasse bene per tutti, per bozza del DSM-5? Innanzitutto un generale ab- Allan V. Horwitzhttp://www.amazon.com/Loss-Sad- cui decise di basarsi solo sull’aspetto descrittivo bassamento delle soglie nei criteri per fare dia- ness-Psychiatry-Transformed-Depressive/dp/ dei sintomi, sul comportamento manifesto. Que- gnosi, che porterà nella popolazione a una forte 0195313046/ref=cm_cr_pr_product_top - # e Jerome sto era l’unico modo per innalzare l’attendibilità, crescita di diagnosi cosiddette “false positive”, C. Wakefield, The Loss of Sadness: How Psychiatry cioè il grado di accordo tra operatori e paesi di- con pericolose ripercussioni a più livelli: aumen- Transformed Normal Sorrow into Depressive Disorder, versi, che era un importante obiettivo del ma- to di prescrizioni farmacologiche (soprattutto da prefaz. di Robert L. Spitzer., Oxford University Press, nuale. Ma, come è noto, l’attendibilità è cosa ben parte dei medici di base) non sempre necessarie e New York 2007. diversa dalla validità. La psichiatria è ancora una con effetti collaterali pericolosi, possibili abusi in Philippe Pignarre, L’industria della depressione, Bol- disciplina giovane, non si conosce la causa di psichiatria forense, distorsioni dei dati epidemio- lati Boringhieri, Torino 2010 (ed. orig. 2001). quasi nessuna malattia mentale, e dato che l’o- logi, aumento della spesa farmaceutica (ai danni Robert L. Spitzer e Allen Frances, Guerre psicologi- biettivo era quello di costruire un linguaggio per dello stato) e dei premi assicurativi parallelamen- confrontare i dati provenienti da paesi e culture che: critiche alla preparazione del DSM-5, in “Psicotera- te ai grossi guadagni delle case farmaceutiche, e pia e Scienze Umane”, 2011, XLV, 2, pp. 247-262. diverse, la scelta di operare una sorta di “teorec- così via. Soprattutto, avverrebbe una modifica- Jerome C. Wakefield, Patologizzare la normalità: l’in- tomia” fu praticamente obbligata. zione culturale che distorce il significato della sof- capacità della psichiatria di individuare i falsi positivi In questo, però, c’è un paradosso: l’intento di- ferenza umana, banalizzandone le ragioni in sen- nelle diagnosi dei disturbi mentali, in “Psicoterapia e chiarato del DSM-3 era quello di rendere la psi- so riduttivamente biologico. Come recita il titolo Scienze Umane”, 2010, XLIV, 3, pp. 295-314. chiatria una branca della medicina a tutti gli ef- dell’importante libro di Allan V. Horwitzhttp: fetti, ridandole quella dignità che negli anni set- Loss-Sadness-Psychiatry-Transformed-Depressive e tanta era stata fortemente incrinata (si pensi al- Jerome C. Wakefield, tradotto in varie lingue (pur- lungato degli antidepressivi porta alla cronicità e l’ondata antipsichiatrica, alle divisioni tra scuole, troppo non in italiano), si avrebbe una “perdita del- aumenta le ricadute (come sostenuto da Giovanni alle delusioni derivate dall’eccessivo ottimismo per la tristezza” poiché “la psichiatria ha trasformato il Fava ed Emanuela Offidani), mentre è dimostrato le scoperte di alcuni farmaci nei due decenni pre- normale dolore in un disturbo depressivo”. Agli es- che la psicoterapia nella depressione porta a risulta- cedenti i quali avevano poi mostrato gravi effetti seri umani verrebbe tolto il diritto di dare un senso ti migliori (peccato però che non faccia guadagnare collaterali, ecc.). Ebbene, il sistema diagnostico vi- alle emozioni della loro vita, impoverendola di quel- le case farmaceutiche). gente in medicina è all’opposto di quello adottato li che sono i veri significati (traumi, rottura di rap- Certo, questi dati riguardano solo gli antidepres- dai DSM: in medicina la diagnosi non ignora le teo- porti affettivi, lutti, ecc.). Basti pensare che una del- sivi, non tutti i farmaci, per cui sarebbe un grosso rie eziopatogenetiche, non vi è solo attendibilità le proposte del DSM-5 è quella di allargare la defini- fraintendimento concludere che “i farmaci non ma anche validità perché si conoscono le cause di zione di “depressione maggiore” includendovi il funzionano”. I farmaci antipsicotici, ad esempio, molte malattie. Questo significa che in medicina lutto, che dovrebbe a questo punto essere trattato sono abbastanza efficaci contro certi sintomi della alcuni criteri diagnostici sono più importanti di al- con antidepressivi. Questi farmaci, peraltro, sono schizofrenia. Ma per quanto riguarda gli antipsico- tri o indispensabili per la diagnosi, cioè viene adot- già estremamente diffusi, negli Stati Uniti vengono tici va segnalata un’altra proposta del DSM-5 che ha tato un approccio “monotetico”, mentre il DSM ha assunti dall’11 per cento della popolazione, come se allarmato molti: quella di proporre una nuova dia- adottato un approccio “politetico” secondo il qua- la depressione fosse epidemica (Philippe Pignarre, gnosi (come se non ve ne fossero già abbastanza), le tutti i criteri diagnostici hanno uguale valore L’industria della depressione). Una percentuale così la “sindrome da rischio psicotico”, per prevenire ponderale: per una determinata diagnosi devono alta fa ritenere che molti di questi “pazienti” li as- la schizofrenia. La prevenzione delle malattie è il esserne presenti ad esempio 5 su 9, qualunque es- sumano senza averne realmente bisogno. sogno di tutti, ma vediamo concretamente quali si siano (privilegiare infatti un criterio avrebbe I farmaci antidepressivi rappresentano un altro potrebbero essere le implicazioni di questa propo- avuto implicazioni per l’eziologia). Le diagnosi del esempio sconcertante dei condizionamenti delle ca- sta: verrebbero somministrati farmaci antipsicotici DSM quindi non sono valide, cioè legate a un co- se farmaceutiche, che non solo finanziano pratica- a moltissimi giovani adolescenti che secondo certi strutto sottostante, sono solo attendibili. mente tutte le ricerche sui farmaci, ma che per con- test potrebbero sviluppare la schizofrenia in futu- Come ha detto in un recente convegno lo stesso tratto premettono la pubblicazione dei risultati del- ro, ma non vi sono prove sufficienti che questi ra- Mario Maj, presidente della Società mondiale di DSM

- Psichiatria le ricerche solo quando sono in favore del farmaco gazzi svilupperanno tutti una psicosi (pare soltan- psichiatria (Wpa), il non è riuscito a identifi- che loro sponsorizzano, mentre ne vietano la pub- to uno su dieci); non solo, non vi sono neppure care praticamente nessuna diagnosi valida. Si può blicazione quando emerge – come accade spesso – prove che questi farmaci siano effettivamente ca- dire quindi che il grande “esperimento umano” che il suo effetto è inferiore al placebo (inutile sot- paci di prevenire l’insorgenza della schizofrenia. dei DSM messo in atto su scala mondiale negli ulti- tolineare l’effetto distorcente che ciò produce nei Quello che si sa per certo è che questi farmaci so- mi trent’anni anni sia sostanzialmente fallito. dati della ricerca scientifica). È noto da sempre, in- no molto costosi, e che spesso inducono pericolo- [email protected] fatti, che nella depressione il farmaco sperimentato si aumenti di peso (si pensi alla piaga della obesi- in doppio cieco risulta solo in piccola misura supe- tà, frequente nei giovani), senza contare i danni le- P. Migone è condirettore di “Psicoterapia e Scienze Umane”

Segnali riore al placebo, tanto che l’effetto è praticamente gati allo stigma. I nuovi antipsicotici atipici, peral- www.psicoterapiaescienzeumane.it impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 13

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Droghe: il mito dell’eroe tossico e la prassi del consumo controllato Il paradigma Trainspotting

di Mario Cedrini e Luca Borello

ue contributi hanno recentemente arricchito capace di sopravvivere e di raccontare l’esperienza. tagonisti (a volte presunti), direttamente o per in- Duna letteratura, quella sulla droga, che non L’eroe alimenta il mito; l’immaginario che ne deriva terposta persona. Potremmo definirlo il paradig- sempre è stata all’altezza delle aspettative. Il ro- si sovrappone alla realtà, e a volte la sostituisce. Co- ma “Trainspotting”, dal titolo del romanzo di Ir- manzo di Antonella Lattanzi, Devozione (pp. 372, sì anche per la narrativa sulla droga, quasi sempre vine Welsch (1993; Guanda, 2004): la droga crea € 18,50, Einaudi, Torino 2010), e la testimonianza incentrata sull’esempio negativo estremo, e perciò i tossici, e i tossici sono esattamente così. Vittime di Bill Clegg, Ritratto di un tossico da giovane (ed. di natura morale: le opere tendono a concludersi (è della società, della famiglia, della Storia, o di se orig. 2010, trad. dall’inglese di Giovanna Granato, il caso di Clegg), se non con la completa redenzio- stessi, comunque condannati all’autodistruzione pp. 205, € 17,50, Einaudi, Torino 2011), sono de- ne, con un luminoso accenno alla speranza. Il letto- o, ma è l’eccezione che conferma la regola, alla stinati, al contrario, per motivi in parte diversi – re solca il proibito insieme con l’eroe, e con questi salvazione: nessun diritto alla sfumatura – Tho- comuni sono però quelli della vivacità stilistica e in ne esce, per riveder le stelle: solo allora eroe e let- mas Szasz (Il mito della droga, 1974; Feltrinelli, generale dell’elevata qualità della prosa – a diveni- tore si separano. In alcuni casi, l’eroe torna a essere 1977) suggerirebbe che i tossicomani non fanno re dei classici. Difficile, e forse ormai superfluo, l’eroe tossico (così Nikita in Devozione), ma il letto- altro che assecondare il mito loro imposto. tentare una recensione originale di Devozione: sa- re può consolarsi con il mito. Un paradigma potente, all’interno del quale si remmo d’altronde colpevolmente in muove la quasi totalità della ricerca ritardo, tanto più che la stessa autrice scientifica italiana. Ricerche condotte si è legittimamente conquistata – a nel Nord Europa da enti quali il King’s partire da un vero e proprio studio College di Londra, l’Università di del fenomeno “sul campo”, per così Gent e quella di Amsterdam (si veda la dire – un’autorevolezza che le consen- rassegna curata da Grazia Zuffa, Cocai- te di ritornare pubblicamente sul na. Il consumo controllato, Edizioni grande tema della dipendenza. Più ra- Gruppo Abele, 2010) hanno invece gionevole ci appare invece un com- evidenziato come il mondo dei consu- mento scaturito proprio dalla messa matori sia caratterizzato dal consumo accanto dei due testi appena ricorda- occasionale e controllato, sia pur cro- ti, e da quella sensazione di spaesa- nico; e che la gran parte dei consuma- mento che Devozione trasmette al let- tori non percorre un’unica parabola di tore richiamando esplicitamente, in “ascesa” nel consumo e “discesa” nel- una storia pienamente letteraria, alcu- l’astinenza; il percorso è meglio rap- ni capisaldi della coproduzione arti- presentato da una sinusoide, con pic- stica – letteratura e cinematografia – chi di consumo, momenti di astinenza, sulla droga, la Christiane F. di Noi, i passaggio ad altre sostanze, o assesta- ragazzi dello zoo di Berlino (1979; Riz- menti sul cosiddetto consumo control- zoli, 1981) e il Cesare Ferretti di Amo- lato. L’eroe tossico è dunque l’anoma- re tossico, il film-verità (gli attori ave- lia nel gruppo dei consumatori di so- vano esperienze significative di dipen- stanze, come lo è l’alcolista in quello di denza alle spalle) di Claudio Caligari chi consuma alcol. Anomalia da non (1983). Un colpo di genio, quello di sottovalutare, poiché chiunque può di- far vivere i protagonisti Nikita e Pa- venire l’eccezione: ma nemmeno da blo, giovani eroinomani a Roma (idea- tradurre in norma. tori di un sequestro di persona per fi- Il mito narrativo dell’eroe tossico ni di lucro e dunque di “roba”), nel perdurerà nel tempo. Può darsi che mito di Christiane e Cesare, costrin- già esistano memoriali di consuma- gendo così il lettore a prendere atto di tori controllati, che il paradigma, ap- dinamiche cui anche inconsapevol- profittando dell’assenza di conflitti mente dà vita attraversando la lettera- esacerbati, riesce a nascondere. Pre- tura sulle dipendenze. vale invece il conflitto più avvincen- Due libri che occorre avere, e per i te, soprattutto se tratto da una storia quali è giusto ringraziare gli autori, la vera: si pensi al bestseller In un mi- storia di Lattanzi e l’autoritratto di lione di piccoli pezzi (2003; Tea, Clegg (agente letterario newyorkese 2003), che James Frey riuscì a pub- che consuma tutto ciò che possiede blicare solo dichiarando che si trat- per comporre nuvole di crack in mille tava della sua storia, costringendo stanze d’albergo) forniscono spunti così l’editore statunitense a risarcire per riflettere sul carattere eroico del i lettori quando si scoprì che la sto- tossicomane. Per paradossale che pos- ria era stata in parte romanzata. È sa sembrare, il tossico è l’eroe lettera- Andrea Roccioletti, Porta certamente legittimo cercare un’es- rio per eccellenza, talmente potente da senza della nostra società nella di- scombussolare le geometrie della narratologia. In- Quello del consumo di sostanze psicoattive è pendenza come devozione così come esposta da sieme protagonista e antagonista, il suo oggetto del un tema centrale nel tentativo di descrivere la no- Lattanzi, e lo è persino, anche se il progetto è desiderio è causa e non rimedio del suo “danneg- stra società – No Drugs No Future era il titolo del forse meno consapevole, cercarla nel tremendo giamento”, che consiste nella perdita dell’oggetto fondamentale saggio di Günter Amendt (2003; memoriale di Clegg: in fondo, ciò che tanto gli stesso del desiderio: almeno fintanto che non gli ap- Feltrinelli, 2004) – e insieme una vittima prescel- autori (che direttamente o simbolicamente coin- paia evidente che il suo reale oggetto del desiderio è ta della semplificazione. Unico vero tabù della cidono con i protagonisti) quanto i lettori di (o, aggiungiamo in modo problematico, dovrebbe nostra epoca (forse perché proprio in essa nasce), quelle storie senza storia ricercano è la sensazio- essere) riuscire a troncare con la droga, quando cioè il consumo di droga diviene materiale allarmisti- ne di un’esperienza antropologica, che tuttavia, a emerga con violenza il conflitto tra identità reali e co o per illuminati ambienti della controcultura. conti fatti, non riesce a sfondare i confini dell’in- potenziali. Conflitto che in realtà è iperconflitto per Nel primo caso, ci si accontenta di ciò che si sa, e dividuale. Ma in fondo, non è questo che si ri- il tossicomane: come nelle scatole cinesi, quello con di ciò che si crede di vedere: al condiviso imma- chiede loro. Il problema non concerne la narrati- se stessi apre verso quello con gli altri: la famiglia, la ginario mainstream che ne deriva contribuisce va di per sé, della quale anzi il paradigma Train- società, il sistema, conflitto rintracciabile in presso- una narrativa che riduce la complessità a storie spotting finisce per esaltare la potenza: è la man- ché ogni (auto)biografia del tossicomane, fatte salve individuali, evidentemente estreme; immagini canza di narrazioni alternative che reifica l’eroe rare eccezioni (ricordiamo Gli interessi in comune di preziose, ovviamente, che tuttavia, in mancanza tossico. Il problema è sull’altro versante, quello Vanni Santoni, Feltrinelli, 2008, romanzo che ha il di uno sfondo collettivo che per contrasto lasci della ricerca scientifica e della saggistica. merito di ampliare lo sguardo a un frammento di emergere la specialità del singolo caso, si reifica- [email protected]

generazione). no, fino a divenire di fatto le uniche possibili. Si [email protected] - Società Sopra a tutto, ecco il conflitto con la sostanza: immagini che quasi nessuno sappia guidare emancipandosi, il vincitore approda allo “sciogli- un’automobile, e che le uniche informazioni dis- M. Cedrini è assegnista di ricerca in economia politica mento”, a Itaca: come Odisseo, il tossicomane è ponibili siano quelle relative a cruenti incidenti all’Università del Piemonte orientale bramoso, tormentato, astuto quando si tratta di stradali: del traffico automobilistico avremmo L. Borello è scrittore soddisfare i propri impulsi, consapevole della ne- una concezione assai diversa; il paradigma del- La discussione continua sul blog dell’“Indice” (www. cessità di ritornare, ma anche, egoisticamente, inca- l’auto diverrebbe quello del sinistro. Il paradigma lindiceonline.blogspot.com), che ospiterà un vero e proprio pace di adeguarsi e di rinunciare al proibito. Inca- dominante dell’uso di sostanze deriva proprio cantiere aperto sul tema. I lettori sono invitati a partecipare

pace di impedirsi di udire il canto delle sirene; ma dall’osservazione dei casi-limite, spiegati dai pro- e contribuire con riflessioni e proposte di analisi. Segnali impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 14

N. 1 14

Il fascino irresistibile di una donna Non aver bisogno di niente

di Uta Treder

ene ha fatto la casa editrice Odoya a ripubbli- zato in modo blasfemo “la santa trinità”. Per nel petto costringendola così a sposarlo. Nelle Bcare, a quasi cinquant’anni dall’uscita, nel strappare alla famiglia il permesso di restare anco- sue memorie, invece, Lou accenna a un’altra ra- 1962, la biografia di Lou Andreas Salomé (Heinz ra all’estero inventa il progetto di scrivere un ro- gione per non aver mai consumato il matrimonio: F. Peters, Lou Andreas Salomé. Mia sorella, mia manzo, un romanzo che scriverà poi davvero dan- al tentativo di stupro avvenuto un pomeriggio sposa, ed. orig. 1962, trad. dal tedesco di Amina do inizio alla sua carriera di scrittrice. Oltre a una mentre lei dormiva. Tentativo al quale lei avrebbe Pandolfi, prefaz. di Roberto Fertonani, in appen- serie di romanzi e racconti, Lou produrrà la prima reagito, ancora dormendo, con una reazione dice Claudio Magris, pp. 415, € 20, Odoya, Bolo- biografia di Nietzsche, un libro su Rainer Maria spontanea di strangolamento, svegliata dal sonno gna 2011), perché, se c’è una donna nella cultura, Rilke, il ringraziamento a Freud e una serie di sag- solo dal di lui rantolo, e con l’esclusione del rap- non solo tedesca, ma europea, il cui fascino per- gi di indagine psicologica sulla natura dell’eros, porto sessuale per ben quarantatrè anni, tanto dura nel tempo e resiste intatto, anzi accresciuto anche di quello specificatamente femminile, che durò il matrimonio. con i decenni, questa è proprio lei. In Lou tutto af- troverà i suoi momenti più alti in Die Erotik e Der Però l’intesa intellettuale con Andreas è sempre fascina: la bellezza, l’intelletto, la trasgressività ri- Mensch als Weib. stata buona. È attraverso di lui che conosce Ibsen. belle e ludicamente provocatoria, persino la pro- La “santa trinità”, immortalata nella famosissima I sei saggi sulle protagoniste dei drammi familiari venienza si inscrive perfettamente del drammaturgo norvegese, origi- nel quadro della sua irresistibile nalissimi e profondi, raccolti nel malia. suo secondo libro del 1892 (Figure Nata nel 1861 a San Pietrobur- di donne, Iperborea, 1997), sono go, figlia di un generale zarista di infatti dedicati al marito. Essi costi- origine franco-tedesca, passa la tuiscono altrettanti percorsi dell’e- sua infanzia nell’agiatezza dell’alta mancipazione femminile intesa co- aristocrazia russa, rivelando fin da me “piena conquista di sé” della bambina straordinarie doti fanta- donna, che avviene sotto il vessillo stiche insieme a una spiccata capa- di amore e libertà, un binomio che cità introspettiva e un irrefrenabile contraddistingue tutta la vita di bisogno di libertà. Non stupisce Lou Andreas Salomé stessa. Il fatto che chi, a sedici anni, rompe con è che per Salomé l’attività erotica e l’ortodossia protestante, stringen- quella intellettuale si stimolano a do un rapporto scandaloso con il vicenda perché sono riconducibili pastore olandese Hendrik Gillot, alla stessa forza vitale. un uomo sposato con figli e predi- Scrive Claudio Magris nell’ap- catore di grido a San Pietroburgo, pendice del volume: “La vita scelga come proprio motto le pa- amorosa di Lou (…) ha la forza role: “Osare tutto e non aver biso- selvaggia e pacata della natura”. gno di niente”. Con Gillot che le Nei suoi amori Lou è stata guida- impartisce un insegnamento siste- ta da un istinto superiore: prima matico della filosofia antica e mo- Nietzsche e Rée che fortificarono derna – leggono insieme Kant in soprattutto il suo intelletto, poi il olandese – Lou scopre l’unione marito che, pur essendo uno stu- per lei diventata poi indissolubile dioso di fama, era anche l’incar- fra eros e intelletto. Quanto più nazione della più forte vitalità, grande è lo stimolo intellettuale di poi l’unione completa, sorella e un uomo tanto più grande è l’at- sposa, con Rainer Maria Rilke, il trazione erotica che lei sente, una poeta di quattordici anni più gio- predisposizione caratteriale in- vane di lei, conosciuto nel 1897 dubbiamente insolita che prepara e, infine, in mezzo a tanti amori il terreno al suo incontro con passionali (un russo, capace di Freud e con la psicoanalisi. Ma strappare i chiodi con i denti dal Lou non si attiene alle regole del muro, un politico socialdemocra- gioco borghese. Il suo amore per tico tedesco, un medico viennese Gillot cessa nell’istante stesso in ecc.), l’incontro con Freud.

é cui questi le chiede di sposarlo. Nei due viaggi nel suo paese Avverte questa richiesta come atto d’origine Rilke da lei imparò la sacrilego di colui che lei aveva grande lezione della Russia, lo scelto come sostituto del Dio della Monica Barocci, Madama Butterfly spazio sconfinato della steppa, il sua infanzia e come sostituto del paesaggio del grande fiume Volga padre prematuramente scomparso, la avverte an- foto che vede Nietzsche e Rée trainare un carro sul e la particolare religiosità del popolo che fu de- che come attentato a quella libertà che proprio per quale Lou con in mano una frusta è inginocchiata, terminante per la prima raccolta lirica Il libro d’o- mezzo di lui era riuscita a realizzare. Il fatto è che dura poco. A lasciare il triangolo è Nietzsche, os- re. Lei da Rilke riceve una delle grandi esperien- Gillot aveva comunque esaurito il suo compito sessionato da gelosia e manie di grandezza che già ze cognitive che la preparano alla psicoanalisi: in avendole dato quella solida base del sapere sulla preludono alla futura follia. Secondo Peters – e c’è un artista l’energia erotica confluisce quasi inte- quale può poggiare l’edifico della sua formazione. da credergli – la rottura avrebbe ispirato all’autore ramente nell’opera sottraendo all’uomo le forze Molti anni più tardi Lou costruirà, sulla storia con dello Zarathustra la più misogina delle sue affer- necessarie per vivere. Conosce Freud nel 1911 – Gillot, il suo romanzo Ruth. mazioni sul sesso femminile: “Vai dalla donna? il suo saggio sull’erotismo è di un anno prima – e All’anelito di libertà e indipendenza Lou deve Non dimenticare la frusta”. viene accolta con entusiasmo. Ben presto parteci- anche la sua carriera di scrittrice. Per allontanare pa regolarmente alle riunioni della cerchia più in- la figlia da San Pietroburgo la signora von Salomé er cinque anni Lou continua a convivere con tima e durante la prima guerra mondiale inco- aveva acconsentito al progetto di studiare a Zuri- PRée in un rapporto di assoluta castità. Sull’a- mincia a fare la psicoterapeuta lei stessa. Colleghi go, dove la gioventù scapestrata d’Europa, soprat- stensione dal sesso Salomé insiste nella sua auto- e pazienti di lei ricordano la grande dote dell’a- tutto quella russa, si era data appuntamento. Ma lì biografia Lebensrückblick (Il mito di una donna, scolto e della compassione. Passa gli ultimi anni Lou studia con tale impegno da compromettere Guaraldi, 1975), astensione che si estende anche della sua vita nella casa di Gottinga dove muore addirittura la sua salute. Per riprendersi viene al matrimonio con l’orientalista Carl Friedrich la sera del 5 febbraio 1937 d’uremia. Il desiderio mandata in Italia, dove in casa di Malwida von Andreas, nato a Giava di padre persiano e madre che le sue ceneri fossero sparse nel giardino non Meysenbug, mazziniana convinta, strenua paladi- tedesca, che lei sposa nel 1897. L’attrazione per fu esaudito. La sua urna è deposta nella tomba na della giustizia sociale e una delle figure di spic- Andreas è fulminea perché fin dal primo incontro del marito nel cimitero comunale. “Nessuna lapi-

- Lou Andreas Salom - Lou co nella lotta per i diritti delle donne, conosce l’al- scopre in lui la sua stessa primitiva potenza vitale. de segna quel luogo”, conclude Peters con insoli- lora trentottenne Friedrich Nietzsche e il di lui Per lui lascia Rée, lo sposa (un matrimonio che ta asciuttezza dietro alla quale si nascondono due amico Paul Rée, studente di medicina e filosofo durerà fino alla morte dell’orientalista), ma non sentimenti contrastanti: la tristezza per la manca- dilettante. Tutti e due si innamorano della giova- ne condivide, se non raramente, la quotidianità ta lapide e la consapevolezza che il nome di Lou ne russa. Tutti e due chiedono la sua mano, ma lei (lei sempre in viaggio per il mondo con amiche e Andreas Salomé, la sua figura, sopravvivranno non vuole sposarsi, non intende affatto rinunciare amanti), e nemmeno il letto. Peters riconduce anche grazie a questa sua biografia. alla libertà appena conquistata. È di Lou, allora questo rapporto veramente fuori dal comune al [email protected] ventunenne, l’idea sbalorditiva di vivere insieme – teatrale gesto di suicidio di Andreas, che, una se-

Segnali lei e i due uomini – in un triangolo da lei battez- ra mentre stanno a tavola, si conficca un coltello U. Treder insegna letteratura tedesca presso l’Università di Perugia impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 15

N. 1 15 Primo piano Un ispanista e uno scrittore introducono il “sistema Vila-Matas” seguendo due diverse metodologie, con incursioni in un romanzo ancora non tradotto.

Enrique, il minore dei tre, Un apolide in fuga verso città inesistenti vuol fuggire dalla terribile Spa- Il dottor Pasavento gna, evitare professioni artisti- di Danilo Manera che e fare della vita il suo capo- di Giuseppe Montesano lavoro, viaggiando e amando. l viaggio, non solo nelle sue ventati del suo romanzo giovani- Si reca dunque dapprima in e proprio si deve ascoltare trova in Vila-Matas è una scossa Iaccezioni metaforiche o lette- le L’assassina letterata (1977; Vo- Africa, dove è costretto a ucci- SPasternak quando dice che che lo strappa, dolcemente-cru- rarie, ma anche proprio in quan- land 2004), Juan Herrera e Vidal dere un bandito, poi in India in ogni cosa bisogna tentare di delmente, alla vita apparente, e to spostamento fisico e geografi- Escabia. Vila-Matas confessa in con un’australiana, che lo ab- andare all’essenziale, allora su gli indica che ci potrebbero es- co, ricorre in tutta l’opera di En- Parigi non finisce mai (2003; Fel- bandona quando gli viene am- Enrique Vila-Matas si può di- sere ancora altre vite che devo- rique Vila-Matas, autore che trinelli 2006; cfr. “L’Indice”, putato un braccio. Si sposa al- re: Vila-Matas sta come un cu- no sorgere. È per questo che aspira a essere straniero ovun- 2006, n. 9) che, da buon situa- lora con la cugina Carmen, che neo difficile da estrarre nel l’opera di Vila-Matas è autobio- que. Il suo viaggio ideale è infi- zionista, si identificava con Esca- però muore in Colombia dopo corpo semicadaverico della let- grafica ma senza biografia: nito, sempre rivolto in avanti, e bia, amante del caos, “giacché un lungo viaggio di nozze ini- teratura europea, un cuneo o quello che Vila-Matas persegue, quando non si cristallizza in una non avevo mai avuto una scriva- ziato alle Hawaii e dedicato al- una scheggia che pulsa e vive, e come è compito di qualsiasi rinuncia si propone come “odis- nia prima di arrivare a Parigi e, lo studio dei vulcani. Vola a Be- resiste là dove anche solo la pa- scrittore di immaginazione, è sea senza ritorno”, un tagliare gli inoltre, avevo passato la vita a randa per il funerale di Máxi- rola letteratura sembrerebbe al una biografia vera, non una bio- ormeggi o bruciare le navi, una rendere omaggio al disordine e a mo, ma finisce anche lui succu- bando, al bando come ogni grafia reale, lui sa che il raccon- strategia di fuga, una perdita buttar giù quattro sciocchezze in be delle grazie di Rosita, che lo forma di complessità emotiva e to di una vita non esiste da nes- continua, la nostalgia di qualco- spiaggia o nei bar affollati”. imbroglia e tradisce a ripetizio- pensante è messa al bando dal- suna parte, e allora lo inventa, sa che non c’è. Quel che allora non poteva im- ne, prosciugandogli il portafo- l’opera di distruzione dell’Eu- facendo sprofondare il detesta- Nel romanzo Il viaggio verti- maginare è che, con il tempo, glio. Insomma, viaggia in tre ropa che il capitalismo sedi- bile io che è annidato nel narci- cale (1999; Voland 2006) si avrebbe cominciato a somigliare continenti senza ricavarne altro cente avanzato sta portando a sismo letterario, affondando l’io esprime appieno questa dimen- a Herrera, usando la stessa scri- che tragici ritorni, “quattro termine, e che probabilmente non con la finta negazione di es- sione del viaggio come struttu- vania a Barcellona per più di un luoghi comuni” e la dignità cal- terminerà solo con la fine della so ma con la sua deflagrazione ra dissipativa, come esercizio di quarto di secolo e curando “fino pestata. Per onorare il fratello presente era. in molteplici maschere, masche- sparizione. È infatti la storia di a estremi patologici e con super- suicida, parla di lui a un con- Vila-Matas ricorda a tutti che re che sono persone, sono gli al- un esilio senza ritorno, “verti- stizioni di ogni genere la disposi- gresso in Messico, poi cerca a la letteratura è la letteratura, e tri, potenzialmente tutti gli al- cale” appunto, perché oltretut- zione dei miei oggetti sul tavolo Xalapa un amico di Antonio, lo che in questo consiste il suo uni- tri, letteralmente tutti gli altri: to allontana irrimediabilmente di lavoro”, trasformato “in uno scrittore Sergio Pitol, e con lui co potere: il resto è nient’altro “io sono tutti i nomi della sto- dal passato e a ben vedere dalla scrittore sedentario, in un Tho- visita Veracruz, dove Antonio che una forma di intrattenimen- ria” fu la frase che l’ultimo vita stessa. Il protagonista è il mas Mann qualunque”. era nato. Ma vede ovunque l’o- to truccato da arte e letteratura Nietzsche scarabocchiò prima settantenne Federico Mayol, ex Anche tra gli scrittori che viag- diato ganzo di Rosita e, in una di molto inferiore all’intratteni- di sparire, svanire, sottrarsi, uomo d’affari barcellonese che, giano può emergere, nota Vila- sera di demenziale sbornia, am- mento vero, inferiore proprio ar- oscurarsi, annullarsi. cacciato di casa dalla moglie, Matas, una natura contradditto- mazza un ubriaco che gli dà tisticamente al più misero spot e E sarebbe il caso, allora, di in- parte verso il Portogallo e Ma- ria. Si pensi a Raymond Roussel il corda. Sconfitto su ogni fronte, al più bieco talk-show, Vila-Ma- vadere il discorso su Vila-Matas deira, deciso ad acquisire la quale, benché si sia spostato per gli resta solo la letteratura a re- tas ricorda a chi lo ascolta che con un discorso che parte da Vi- “saggezza della lontananza”, mezzo mondo, c’è un mondo la-Matas, e sostenere che è sem- guardandosi però più dentro non usciva dalla che solo la lette- pre tempo, ed è sempre impossi- che attorno, perché “quando si stanza d’alber- Fatti in casa ratura al suo bile, dire chiaro e tondo che non viaggia con qualcuno, si tende a go o dalla cabi- culmine può è la realtà ciò che la letteratura guardare con curiosità quel che na della nave e ANTONINO FERRO, GIUSEPPE CIVITARE- esplorare, con insegue, rappresenta, circuisce: di strano ci circonda, mentre vedeva solo SE, MAURIZIO COLLOVÀ, GIOVANNI FO- ogni suo giro di perché dovrebbe? La realtà, o la quando si viaggia da soli, ad es- quel che già RESTI, FULVIO MAZZACANE, ELENA MO- frase Vila-Matas cosa chiamata in tal modo, non sere strani e curiosi siamo noi”. conteneva il suo LINARI, PIERLUIGI POLITI, Psicoanalisi dice che la mu- manca mai, quello che manca è Si lancia così nella vorace e immaginario. E, in giallo. L’analista come detective, sica e la poesia la verità, e la via che le opere let- stralunata riscoperta di una for- in Il mal di pp. 208, € 18, Raffaello Cortina Edito- hanno a che fare terarie seguono è quella che con- mazione culturale negatagli Montano (2002; re, Milano, 2011. in profondo con duce, come per la prima volta, la dallo scoppio della guerra civi- Feltrinelli 2005; l’azione conti- dove la realtà totalitaria si rompe le, fino a immergersi, in una cfr. “L’Indice”, GIOVANNI FILORAMO, La croce e il pote- nuamente diffe- e si apre il regno delle realtà notte di terremoti e inondazio- 2006, n. 6), dei re. I cristiani da martiri a persecutori, rita che è la let- molteplici, le realtà che devono ni, nella vertigine di Atlantide. viaggi di Henri pp. 441, € 24, Laterza, Roma 2011 teratura, ed è condurre, se mai ci fosse un sen- Michaux ci vie- tra i pochissimi so nell’esistere, alla verità, a ciò però in Lejos de Veracruz ne detto che GUSTAVO ZAGREBELSKY, EZIO MAURO, La felicità della democra- a sapere ancora che cura dalla realtà, a ciò che si È(1995; purtroppo inedito in “sono sempre zia. Un dialogo, pp. 244, € 15, Laterza, Roma 2011 quello che sape- trova a volte in piena luce e sot- italiano), il suo romanzo più esu- stati più che al- vano gli scrittori to gli occhi di tutti e altre volte berante e rocambolesco, il più tro viaggi interiori, quasi da pan- dimerlo dall’orrenda vita au- che appaiono e scompaiono nel- in pieno buio e al di sotto dello musicale e spericolato, che si in- tofolaio, anche se lo vediamo in tentica: si accinge allora a scri- le sue pagine, quelle pagine che sguardo di tutti, la verità che crociano a vari livelli, attorno al- alto mare o nella selva ecuadoria- vere la propria biografia falsifi- progrediscono torcendo il collo non è fissata come la follia di l’asse costituito dagli scenari di na più intricata. Erano piuttosto cando tutto, omettendo, rein- al progresso, alla linea retta e al- credere che ci sia una sola realtà, viaggio, le dicotomie che forma- viaggi per studiare se stesso”. Da ventando, ingannando tutti, l’evidenza. Come? Un suo ro- ma che appena presa è già diver- no e definiscono il tessuto com- lì il “resoconto di ciò che si è vi- spingendo i lettori a “viaggiare manzo preso per così dire a caso, sa, e che ha come sua forma pri- positivo dell’autore, tutte pla- sto lungo il cammino” diventa in come matti” per il mondo, Il dottor Pasavento, potrebbe maria la metamorfosi che la let- smate attorno alla contrapposi- lui “un desolante diario intimo mentre lui viaggia intorno alla spiegarlo. teratura offre e chiede a chi si im- zione tra casa e spazio esterno, dell’angoscia”. sua camera, scendendo nella Il dottor Pasavento è un per- merge in essa con la necessaria con lo stadio intermedio costi- Ma torniamo al magnifico propria grotta di Montesinos sonaggio inventato che si muo- mancanza di protezione. tuito dall’habitat provvisorio di Lontano da Veracruz. Enrique mentale. ve in una città reale, Napoli: ma un hotel. Tali contrapposizioni si Tenorio, ventisettenne “per- Parodia ed elogio insieme dei dopo poche pagine arriva la uello che Vila-Matas fa al sviluppano in una serie così plesso, cornuto e monco” che si libri di viaggio, un po’ come lo scoperta che capovolge il “buon Qlettore è quello che la lette- esemplificabile: indolenza/av- sente decrepito, nel ritiro vo- era il Chisciotte per quelli di senso comune”, quella cosa fa- ratura fa a lui: lo sveglia per get- ventura; radicamento/fuga; nor- lontario in una scialba località cavalleria, Lejos de Veracruz sulla che non è buona e non ha tarlo in un sogno da cui deve ri- malità/vertigine; quotidiano/- balneare di Maiorca, scrive la ammicca a luoghi letterari co- senso, e non è neanche comune: svegliarsi per gettarsi in un altro esotico; vecchiaia/gioventù; storia della propria famiglia, me l’isola di Robinson Crusoe la scoperta che il dottor Pasa- sogno più profondo, e non c’è buonsenso/follia. E rinviano ov- con al centro i suoi due fratelli: o la Comala di Rulfo. E il suo vento è reale, e la città è inven- scopo, nessuno scopo in questo, viamente a quella di maggior Antonio e Máximo. Il primo, protagonista, monco come tata. Forse chi legge Il dottor se non l’accrescimento, a pro- portata, che mette di fronte da uomo monotono “con la pipa Cervantes e Valle-Inclán, per- Pasavento deve partecipare in prio rischio e pericolo, dell’inu- un lato realtà e vita e dall’altro spenta e la vestaglia di seta”, è correndo nel senso opposto la maniera totale al romanzo di tile gioia senza la quale tutto si fa finzione e letteratura. autore di fortunati libri di viag- parabola di Federico Mayol Vila-Matas non per arrivare alla prigione psichica, mondo ammi- Vila-Matas è un artista nel ri- gio senza essersi mai mosso da (che da abitudinario pensiona- fine del romanzo, ma per arri- nistrato, economia divinizzata, mescolare le carte, sfumare i casa. Un giorno conclude che “i to si trasforma in brioso vare da qualche parte alla fine politicità poliziesca, fallimento confini, non prendere rigida- viaggi non curano lo spirito” e “esploratore dell’abisso”), sce- di se stesso, quella parte dove la di un’intera era del mondo, falli- mente partito. Traccia una tipo- si suicida gettandosi dalla fine- glie una senilità fittizia che ha fine non c’è e si ricomincia co- mento inconfessabile e perciò logia di scrittori basata sulla pre- stra, poco prima di aprire una il vantaggio di “situarsi fuori me se si fosse un altro. È questo distruttivo, e fallimento imposto dilezione per la stanzialità o il libreria specializzata in viaggi. dall’osceno gioco della cosid- il lettore richiesto da Vila-Ma- a tutti fin dentro le ultime cellu- nomadismo, per la calma o la Máximo, timido, fragile e genia- detta realtà”, proprio come la tas, il lettore che chiede alla let- le cerebrali: e non il fallimento turbolenza, per l’ordine borghe- le pittore, trova una morte vio- letteratura, che per lui è “l’uni- teratura una sorta di perenne di Beckett e di Walser che chie- se o il disordine avanguardista. lenta sull’isola caraibica di Be- ca forma di intraprendere un scossa, una scossa che non deve de più vita, ma la cupa miseria Le due coppie più vistose in tal randa, travolto dalla passione vero viaggio”. somigliare alle scosse della vita, che ci circonda e ci chiede quel- senso sono quelle costituite da per la sensuale cantante di bole- [email protected] no, niente affatto, che cosa as- la resa che è la sola cosa che non Mallarmé vs Rimbaud e Mann vs ri Rosita Boom Boom Romero, surda, la vita è già abbastanza possiamo offrire. Hemingway. La biforcazione è fatale ammaliatrice mulatta sen- D. Manera insegna letteratura spagnola come è, o è troppo poco come già presente nei due scrittori in- za scrupoli. contemporanea all’Università di Milano è, no, quello che il lettore totale G. Montesano è scrittore impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 16

N. 1 16 Primo piano Ma anche così, pur in una si- Forse per questo tanti giorna- che sa di non poter dimenticare, Leyendo a Bellow y leyendo a Roussel tuazione tanto difficile per i listi, nella loro ricerca disperata una donna lo attirò nella sua buoni libri, bisogna per forza del titolo, non vogliono ammet- stanza e, una volta dentro, fuggì di Enrique Vila-Matas spingere gli scrittori ad asso- tere che un romanzo possa esse- lasciandolo nudo, perché per ra- ciare le loro finzioni con i mil- re vincolato strettamente e uni- pinarlo aveva buttato tutta la sua Il testo, inedito in Italia, è usci- mento ironico del Cavaliere inesi- le e uno argomenti proposti dal camente al mondo della finzio- roba (compreso il libro religioso to in due tempi su Bahelia, sup- stente di : “Dovete grande spettacolo mediatico? ne, fatto che, detto en passant, in che lui stava leggendo tanto reli- plemento letterario di El Pais. compatire: si è ragazze di campa- Non è una domanda stravagan- realtà è la cosa più normale del giosamente) dalla finestra. Quin- gna, ancorché nobili, vissute sem- te. Fra le tante incertezze, sem- mondo, visto che la finzione e la di gli toccò tornare a casa sua, a Conviviamo ogni giorno di pre ritirate, in sperduti castelli e bra che una certezza stia met- vita si respingono, per lo meno un’ora di distanza, attraversando 1.più con il rumore di fondo poi in conventi; fuor che funzioni tendo pericolosamente radici stando alla mia esperienza. John la gelida Chigago. L’odissea, di crisi economiche, invasioni di religiose, tridui, novene, lavori dei in noi: non si può concepire un Banville (in una divertente inter- quando riuscì a farsi prestare de- paesi arabi, sorprese di grandi campi, trebbiature, vendemmie, romanzo appena pubblicato vista con Mauricio Montiel per gli stracci per il ritorno, com- giganti farmaceutici, proposte fustigazioni di servi, incesti, incen- che non consenta un titolo di la rivista messicana “Letras li- prendeva anche l’idea di ricom- dell’industria automobilistica, di, impiccagioni, invasioni d’eser- giornale legato alla più rabbio- bres”, intervista che non stone- prare il libro – per lui sacro – tartarughe Ninja, crimini orren- citi, saccheggi, stupri, pestilenze, sa attualità giornalistica. Per rebbe in Gente di Dublino di che gli era stato rubato. Ma, a di- di, spaventosi terremoti deva- noi non s’è visto niente”. intenderci: oggi i moti della co- Joyce) dice di aver scoperto che re il vero, per ricomprarlo, stanti, borse europee che cado- In questa situazione d’infor- scienza di un anodino cittadino non si possono mescolare finzio- avrebbe dovuto rubare i soldi al- no e cadono e cadono ancora, mazione massiccia è difficile sof- portoghese vissuto all’epoca ne e realtà, perché se si cerca di la madre, che li nascondeva in episodi di stupidità umana tra- fermarsi su qualcosa di antico del dittatore Salazar non trove- inserire nella finzione nozioni un altro libro sacro. Secondo il smessi un giorno dopo l’altro co- come una buona storia di finzio- rebbero spazio come notizia puntuali, nozioni scientifiche, critico Robin Seymour questa me se fossero una serie televisiva ne. Si ha l’impressione di non associata all’uscita di un libro, non si incastrano in alcun modo: storia, che non perde di vista il priva di sceneggiatore. avere tempo da dedicarle. Non a meno di non poterli ricolle- “Non ho ancora compreso il carattere sacro delle scritture che In un ambiente del genere la per niente esiste uno scaffale in- gare all’ultima ripresa econo- processo, ma è come sottoporsi meditano sul mondo, evidenzia nostra vita concitata di vittime del finito tra le nuvole con tutti i mica del Portogallo, o cose del a un trapianto di fegato: il corpo domande che dovremmo porci potere mediatico ricorda un fram- grandi libri dimenticati. genere. lo rigetta. La finzione, per lo me- più spesso; domande tanto pro- no la mia, rifiuta le idee prese di- fane quanto religiose, domande rettamente dal mondo”. alla nostra coscienza. Quali sono Ammirazione per la modestia Tutto ciò mi ricorda che quan- i giorni della nostra vita che non do si comincia a scrivere si crede dimentichiamo e perché li ricor- che sia possibile esprimere la diamo per sempre? Quali sono di Simone Cattaneo realtà. Se si è nati nel territorio stati i nostri giorni di commozio- spagnolo, lo si crede ancora di ne e riflessione? Quanto ricor- Enrique Vila-Matas parigino destinato a scoprire il proprio abisso e più, perché qui in letteratura so- diamo che l’attività della lettura quello della dottoressa Cadet nel corso di un biz- no tutti realisti. Tuttavia, credo può avere carattere profano o ESPLORATORI DELL’ABISSO zarro viaggio in Svezia (Gli autistici sono così), o che ci voglia tempo per impara- religioso, ma in ogni caso sacro? ed. orig. 2007, trad. dallo spagnolo di Pino Cacucci, descrivere l’occhio sornione di Dio mentre spia re, per scoprire che l’unica pos- Ho scritto 962 parole e oramai pp. 259, € 18, l’insensato affannarsi dei suoi vicini di casa (Ma- sibilità è fabbricare una realtà al- temo di non riuscire più a otte- ternativa e sperare che in qual- nere l’effetto di brevità che mi Feltrinelli, Milano 2011 teria oscura). Pagina dopo pagina, Vila-Matas tende un filo che modo riproduca, o sembri ero proposto di raggiungere di frasi su cui far camminare i propri protagoni- riprodurre, la vita così come la quando ho cominciato a scrivere nrique Vila-Matas (Barcellona, 1948) con Esplo- sti in precario equilibrio e sospesi nel vuoto, co- viviamo. Sottoscrivo con entu- sulla mia rilettura del racconto Eratori dell’abisso torna a scandagliare le vertigi- me la figura ricorrente del funambolo Maurice siasmo questa frase infantile di di Bellow. Ho scritto più del do- nose profondità del racconto, un genere praticato Forest-Meyer. Banville: “L’arte non è per nulla vuto, ma non intendo cancellare anni addietro con Suicidi esemplari (1991; Sellerio Il suo estro fa girare sempre più vorticosamen- la vita, le assomiglia soltanto”. nulla. Ormai voglio arrivare alla 1994; Nottetempo, 2006) e Hijos sin hijos (1993, te il caleidoscopio delle esistenze descritte, Anche se siamo di fronte al ro- fine di queste parole dedicate a “Figli senza figli”, non edito in italiano), ma questo scompaginando luoghi e tempi, infilando in rapi- manzo più realista della storia, la un racconto così memorabile e ripercorrere i propri passi trova una col- da sequenza: un racconto dalle chiare sua realtà non può mai essere la smettere di sentirmi come un fa- locazione perfetta nel complesso rompi- atmosfere russe di primo Novecento, famosa realtà. È questione tanto gotto che ha tutta l’eternità per capo vilamatiano che, per la sua eteroge- in cui la monotona routine borghese di semplice quanto discussa, oggi, pentirsi della sua scarsa capacità nea compattezza, assume la monolitica e un giudice della tetra città di Novoni- da poco di più della metà delle di essere breve. insieme eterea consistenza della grande kolaevsk viene sconvolta dalle velleità menti migliori della mia genera- Adesso ricordo che Bellow, muraglia kafkiana, una struttura difensi- rivoluzionarie dei due figli maggiori e zione. Che fare. Lo stesso mi vie- nel divertente epilogo scritto per va contro la volgarità della vita e che cer- dallo sguardo ultraterreno di due ge- ne da dire sulla questione dei la sua antologia di racconti, sug- ca il centro di gravità dell’universo e del- melle di sette anni (Fuori di qui); una milioni di romanzi e dello scaffa- gerisce di combattere l’invisibili- l’individuo nei vuoti aperti dalla lettera- storia dall’azzardo combinatorio sur- le infinito dei grandi libri dimen- tà dei libri grazie alla brevità. Ci- tura nel senso comune. realista in cui una sete tremenda, la ticati. Che fare di fronte a un si- ta »echov, naturalmente, e la fra- Il libro sembra prendere le mosse pioggia, una gonna nera, un’irresistibi- mile dramma? Resta, prima di se meravigliosa del suo diario: dalle battute finali di Il mal di Monta- le voglia di ballare e il film western La tutto, la consolazione di sapere “Strano, ora ho la mania della no (Feltrinelli, 2005; cfr. “L’Indice”, battaglia di Alamo segneranno il desti- che la nostra coscienza è immen- brevità. Qualunque cosa io legga 2006, n. 6), quando il narratore rag- no di Isabelle Dumarchey (Il giorno samente più grande di tutto lo – sia mia o di altri – non mi sem- giungeva sul ciglio di un crepaccio Musil e que- predestinato); il resoconto fantascientifico e “co- spazio mentale che credono di bra mai abbastanza sintetica”. sti, scrutando l’abisso che si apriva sotto i loro smicomico” di un viaggio che porterà un naufra- poter dominare i responsabili Ricorda anche un saggio giappo- piedi, con sguardo abbattuto ma non rassegnato, go spaziale ad atterrare sulla capitale mondiale del grande lavaggio del cervello nese che raccomandava ai propri riferendosi ai nemici della letteratura, assicurava dell’umorismo (Ho amato Bo). collettivo. Perché in realtà il gi- alunni la maggior concisione che “Praga è intoccabile, è un circolo incantato, La penna dell’autore ritorna poi a percorrere le gantesco spazio del Grande La- possibile e che mi ha fatto pen- con Praga non ce l’hanno mai fatta, con Praga strade barcellonesi dell’infanzia per tracciare le vaggio non potrà mai competere sare a un saggio cinese che sole- non ce la faranno mai”. strampalate traiettorie di due vite che si tallonano con tutto ciò che è in grado di va suggerire di fare rapidamente E proprio dalla via Ovocny della capitale ceca in un susseguirsi di coincidenze grottesche e tra- percepire, nel suo spazio natura- le cose in cui non abbiamo alcu- si alza la voce della prima storia, Café Kubista, un gicomiche (Illuminato), per sfociare infine in un le di libertà, una coscienza uma- na fretta, per poter fare lenta- prologo che stabilisce le regole del gioco dell’in- testo che porta all’estremo la spirale metafinzio- na. Nelle nostre menti restano mente ciò che urge. Bellow ri- tera raccolta, imprimendo un ritmo cubista di nale in un labirinto di specchi, allestito con mate- ancora, credo, nuclei di libertà, corda anche un ecclesiastico in- scarti e linee spezzate che darà vita a un agitarsi riale desunto da opere precedenti (Il mal di Mon- sufficienti per cercare di sfuggire glese dell’Ottocento, un tale di personaggi in bianco e nero, dinoccolati e do- tano, Dottor Pasavento, ecc.) o che strizza l’oc- alla banale rappresentazione Smith, che sapeva soltanto dire: tati di una grazia singolarissima, sorti dalle cari- chio a libri amati (come Donna di Porto Pim di ininterrotta del grande teatro di “Esprimetevi in modo stringato, cature filiformi di Kafka o con il volto illuminato Antonio Tabucchi), in cui si inseguono in uno Oklahoma. E ciò serva, en pas- per amor di Dio, in modo strin- dal sorriso beffardo degli Shandy di Storia abbre- spassoso tourbillon Rita Malú, Sophie Calle e il sant, per esprimere il mio so- gato!”. viata della letteratura portatile (Sellerio, 1989; narratore, ognuno alla ricerca di un gesto in gra- spetto che questo segreto esodo In effetti la brevità può essere Feltrinelli, 2010; “L’Indice”, 2011, n. 1). do di far smettere loro i panni che sono soliti ve- tragico, questa grande fuga del una soluzione per resistere, con Così non deve stupire se Vila-Matas squadra stire, in un continuo tentativo di andare oltre la terrore mediatico, si stia trasfor- humour, agli impeti dell’extra- gli abissi da prospettive frante o sovrapposte, finzione o oltre la noia quotidiana, non trovando mando in una vera e propria letterario. L’ultimo errore in cui combinando una walseriana ammirazione per la però altro se non un finale che è una sottile eco di odissea moderna e che qualcuno incorrere, d’altra parte, è quello modestia, che porterà un anonimo ladro di pa- La condanna di Kafka. dovrebbe romanzarla, perché in in cui è incorsa una famosa si- role a innamorarsi di una donna intravista su un L’essenza e il fascino di questa raccolta risiede fin dei conti è tanto silenziosa gnora delle lettere inglesi, quan- autobus (La modestia), con caustiche confessio- proprio nella ricerca ironica, ma al contempo ac- quanto appassionante. do a Segovia l’abbiamo vista sfo- ni letterarie (Sette camicie, Non ha mai fatto curatissima e penetrante, di un aldilà letterario e Ieri, a questo proposito, ho gliare infuriata il giornale seduta niente per me, Vita da poeta, Esterno di luce) e umano, di un nuovo modo di esaminare il vuoto letto l’odissea davvero singolare al tavolino di un caffè e lagnarsi citazioni più o meno rielaborate (Un altro rac- che può riservare epifanie inaspettate, rivelazioni narrata da Bellow in L’iniziazio- all’improvviso: “Nient’altro che conto chassidico, Vuoto di potere) o con rocam- che sembrano cogliere nel segno, a volte grazie al- ne, racconto perfetto. La trama è sport, corruzione e sparatorie. E boleschi sfoghi di padri delusi da figli ciarlatani la detonazione improvvisa di una capriola con- un po’ complessa ma, a grandi li- niente sul mio romanzo!”. (Niño). cettuale: “‘E cosa vedete quando scrutate l’abis- nee, tratta di un narratore, ormai È questo il grande errore, no? Oppure ancora, eccolo allestire platee vuote e so?’ ho chiesto un giorno, tanto per sentire cosa vecchio, che ricorda un unico Credere che un libro debba piovose in cui far piroettare la mente autistica di avrebbero detto. ‘La realtà che ci guarda’ hanno giorno della propria adolescen- competere con un serial killer o Luc Forest-Meyer, un grigio impiegato postale risposto tranquillamente”. za, nella Chicago della Depres-

sione. Nel giorno che ricorda e impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 17

N. 1 17 Primo piano vicino di più al libro, comincio a lare che egli ha inventato nel suo di condurre una vita di gioie fre- le nasconde, mi pare opportuno vedere che Locus Solus è anche laboratorio con le tendine abbas- quenti, visto che scriveva senza tacere, promettendo, in più, che con l’ultimo imperatore mondia- una passeggiata nel Luogo Soli- sate. Niente di ciò che raccontava posa, fino allo sfinimento ogni cercherò di essere più breve, un le dei gelati. O, ed è la stessa co- tario che è la proprietà monu- veniva dalla sua immaginazione, giorno. Mentre navigava nei Ma- giorno. “È solo questione di ri- sa: credere che si possano me- mentale di Martial Cantarel, un pur essendo autore pieno di in- ri del Sud, ricevette una lettera provarci” direbbe il nano Phi- scolare le finzioni con il grande itinerario iniziatico attraverso un ventiva. E di fatto Roussel non ha di un amico in cui questi gli di- lippo (Personaggio di Roussel, regno dell’estraniamento che in- pomeriggio in cui lo scienziato mai viaggiato. Pur avendo fatto il ceva di invidiarlo per i tramonti di Impressioni d’Africa) osses- ventano – realtà, peraltro, assai va mostrando ai propri ospiti le giro del mondo due volte, non gli che probabilmente stava veden- sionato dal continuo tentativo falsa e perversa – nel grande tea- invenzioni e le macchine solita- è mai giunto qualcosa da fuori, do. Roussel gli rispose subito di far accorciare il proprio cor- tro di Oklahoma. rie che popolano la villa di l’esterno non ha mai fatto breccia che non ne aveva visto nessuno, po più di quanto già non fosse. Montmorency, rarità e trovate nel paesaggio interno del suo cra- poiché lavorava nella sua cabina Desideroso di accorciare tutto, È stato Duchamp, grande che a mano a mano che avanza la nio. In tutti i paesi visitati vedeva e non ne usciva da settimane. accorciava persino i commiati, 2.amico del teatro di Oklaho- narrazione si fanno sempre più soltanto ciò che aveva scritto in Ieri, dopo aver sognato che gli addii che entusiasmavano ma, che all’inizio degli anni set- geniali. Così, ad esempio, dopo precedenza nel suo – avanzato, tornavo alla villa di Canterel e tanto Salvador Dalí quando da tanta mi ha messo sulle tracce una mazzeranga formata da un per l’epoca – rivoluzionario labo- aver letto Locus Solus per l’enne- vecchio qualcuno gli leggeva il dell’enigma di Raymond Rous- mosaico di denti, e un enorme ratorio cibernetico. A Bagdad, ad sima volta, mi è parso di vedere paragrafo in cui Philippo si af- sel, scrittore agli antipodi rispet- diamante di vetro pieno d’acqua esempio, avevano suscitato il suo che nel cammino della vita, e sin ferrava i piedi con le mani e to a Bellow, eppure altro scritto- in cui galleggia una ragazza che interesse soltanto le persone che dalla prima lettura di questo li- scompariva sgambettando, re che mi entusiasma. balla, un gatto senza pelo e la te- gli ricordavano ciò che aveva letto bro, mi accompagna il conforte- mentre in un ultimo e folle Nel 1912 Duchamp assiste sta imbalsamata di Danton, arri- in Alì Babà e i quaranta ladroni. vole sospetto o la grande rivela- sproloquio schizzava lontano con Picabia e Apollinaire, al viamo al passaggio centrale, il Fu un uomo vissuto sempre in zione che è possibile creare un abbondanti gocce della sua co- Théâtre Antoine, alla rappresen- più indimenticabile, quello che un luogo solitario, tanto isolato procedimento proprio, perfetta- piosa saliva. tazione di Impressioni d’Africa. ci perseguita per molti anni do- quanto incompreso, o capito mente artificiale, per costruire Barcellona, ottobre 2011 “Fu formidabile. Sulla scena c’e- po aver letto questo libro: la de- soltanto dai surrealisti, che lui un’opera immensamente vera. ra un manichino e un serpente scrizione di otto scene che han- non capiva. Il suo modo di esse- Dopo questa frase sull’artifi- (Traduzione dallo spagnolo che si muoveva appena, era asso- no luogo in un’enorme gabbia di re appariva triste, ma lui pensava ciale e sulla verità che l’artificia- di Federica Niola) lutamente la follia dell’insolito. vetro. Scopriamo che gli otto at- (…) Roussel aveva fatto real- tori sono in realtà gente morta mente qualcosa di rivoluziona- che Cantarel ha rianimato con la Tardi per tutto rio, alla Rimbaud, una scissione. resurretina, fluido di sua inven- (…) Era un personaggio stupe- zione che se iniettato a un cada- di facente, viveva chiuso in se stes- vere recente lo induce a rappre- Anna Banfi so, nel suo carrozzone, e aveva sentare gli accadimenti più im- abbassato le tendine. (…) Ebbe portanti della sua vita. ilo sottile che separa l’individuo dall’abisso, il volta arrivato, dopo anni trascorsi lontano, davanti una vita straordinaria. E, alla fi- “Tutto impellicciato, un assi- Flimite è l’unica strada che gli esploratori di En- alla porta di casa: “Non oso bussare alla porta della ne, il suicidio”. stente di Cantarel metteva o to- rique Vila-Matas sanno percorrere: “Tutti loro han- cucina, solo origlio da lontano, solo immobile origlio Anche se il suicidio è la cosa glieva agli otto morti il loro auto- no scelto, come atteggiamento nei confronti del da lontano, ma in modo da non poter essere sorpre- più enigmatica, mi ha incuriosito ritario turacciolo di vitalium e fa- mondo, di affacciarsi sul vuoto”. Nessun passo in- so ad origliare. (…) Ciò che avviene in cucina è il se- tutto il commento di Duchamp. ceva in modo che le varie scene si dietro, a cercare salvezza; nessun salto nel vuoto greto di quelli che siedono lì, che lo difendono da Qualche giorno dopo ho saputo susseguissero senza interruzione, che coincida con la fine. Professionisti dell’equili- me. Quanto più a lungo si indugia davanti alla porta, che Roussel viveva chiuso in se avendo cura regolarmente di ani- brio, essi percorrono un cammino che non conosce tanto più si diventa estranei”. Partenza e ritorno: le stesso e con le tende del carrozzo- mare ciascun soggetto un po’ pri- altra meta se non quella di una contemplazione due facce del viaggio. Malati di letteratura, i perso- ne abbassate perché pensava di ma di riaddormentare l’altro”. continua del vuoto che li circonda. Guardano l’a- naggi che Vila-Matas dipinge nei suoi romanzi sono essere circondato di splendori e Stanotte ho sognato di tornare bisso, gli esploratori, e l’abisso a sua volta trova ne- spesso anche malati di viaggi, come se le due cose temeva che ogni minima fessura a Locus Solus, la gran villa e luo- gli occhi di ognuno uno specchio in cui darsi forma non potessero prescindere l’una dall’altra, come se le potesse lasciar scappare i raggi lu- go solitario che in giorni passati e sostanza. Tremare fa parte del gioco: il filo è sot- due cose dovessero procedere in sintonia per alimen- minosi che uscivano dalla sua tanto mi ha affascinato. E sta- tile e le gambe mai troppo salde. Il vuoto provoca tarsi a vicenda. Viaggio non solo mentale, perché il penna. Ne fui impressionato, mattina, ormai perfettamente una vertigine, un senso di inquietudine distacco fisico si impone come necessità stentavo a crederci. Andai a com- sveglio, mi sono messo a rilegge- esasperato dall’assenza di reti, ma è una quando tra se stessi e il mondo si vuole prare il suo romanzo Locus Solus, re il romanzo. Al di là dell’irri- vertigine che ogni esploratore riconosce porre una distanza incolmabile che sia che l’editore Seix Barral aveva ap- petibile disorientamento inizia- come compagna di viaggio. percepibile da tutto il corpo e non solo pena pubblicato. E oggi quella le, ho capito che la cosa che mi è Ognuno ha il suo abisso, incondivisibi- dalla mente. Viaggio solitario, perché, co- copia è uno dei cinque volumi più rimasta in modo più persistente le e incolmabile. E ogni abisso assume le me scriveva Vila-Matas in Il viaggio verti- cari della mia biblioteca. del libro è il procedimento inven- sembianze che l’esploratore decide di dar- cale: “Viaggiare è, prima di tutto, un’at- Ricordo la prima volta che fi- tato dal suo autore per crearlo; gli: un “primogenito cialtrone” che sper- mosfera, uno stare soli, uno stato discretis- nii Locus Solus. Nel chiudere il un metodo basato su metatesi e pera il denaro del padre, per finanziare le simo di malinconia e solitudine”. E di di- libro, ebbi l’impressione di chiu- combinazioni fonetiche e giochi proprie sterili ricerche di “instancabile in- stanza ha bisogno anche Luc, esploratore dere la pietra calata sulla mia di parole, così come testimonia il dagatore dell’aldilà”; un padre che con il autistico che la comunità guarda con so- tomba. Seppi che a partire da al- commovente e allucinante testo proprio figlio condivide solo il motto “or- spetto e respinge, dimostrando la propria lora mi sarebbero rimasti im- postumo dello stesso Roussel, mai è tardi per tutto”, frase ripetuta in ma- incapacità di comprendere il suo “amore pressi in modo ossessivo, in Come ho scritto alcuni miei libri: niera ossessiva a scandire i tempi di una vi- per le platee vuote”. un’atmosfera di eterno riposo, “Sceglievo due parole quasi si- ta intera fatta di incomprensioni e odio reciproco; un Storie di abissi, quasi fotografie che ritraggono tutti i segreti di quella villa sin- mili (sul tipo dei metagrammi). uomo che racconta con una fiaba alla figlia più pic- l’esploratore mentre compie, come ogni giorno, golare, che in nulla somigliava Per esempio billard [biliardo] e cola (per farla addormentare!) la propria disperazio- qualche passo nel vuoto. Finisce il racconto e dopo ad altre che si possono trovare in pillard [predone]. Poi vi aggiun- ne di genitore. Storie che inquietano – perché “se il averne letto l’ultima frase, un’unica certezza: a in- giro, sui sentieri della vita o del- gevo parole simili ma prese in libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul contrarlo domani, l’esploratore sarebbe ancora lì, la letteratura. E seppi anche che due sensi differenti”. cranio, a che serve leggerlo?”, chiedeva Kafka – ma magari un passo più avanti, magari uno indietro. non avrei tardato a mutare note- Non una sola riga delle storie condite tutte dall’ironia che nei romanzi di Vila-Ma- Un uomo mediocre, una donna qualunque: a volmente la rotta delle mie lettu- che Roussel racconta in Locus tas è un segno costante. E allora la soglia tra noi e l’a- rendere eccezionale l’esploratore è lo sguardo che re. Perché Locus Solus di Ray- Solus e in alcuni altri suoi libri è bisso diventa la porta che ci separa dal nostro vicino ha sulla vita e la posizione da cui sceglie di osser- mond Russel non solo mi sem- nata dalla sua immaginazione, di casa: al di là di quella porta chiusa cosa troveremo? varla. Si affaccia sul precipizio e se ne compiace: brò una proposta letteraria che ma dall’artificiale procedimento, Abisso o accogliente ospitalità? Se lo chiedono Lydia l’ammonimento di Thoreau a cercare un cammino, si prendeva insolite libertà ma dalle infinite combinazioni fone- e Albert, protagonisti del racconto Materia oscura, a non tremare sull’orlo e a “non sprecare troppo che, in più, era molto lontana da tiche. A volte, penso che se nella che di fronte a quella porta indugiano: al di là di quel- tempo ad aspettare” lo lascerebbe indifferente. ciò che fino ad allora nella mia mia letteratura ho esasperato e la soglia immaginano ci sia Dio, mentre dallo spion- “Sono uno che aspetta e spera”, risponde Niño a terra mi avevano detto che un portato al limite l’uso delle cita- cino li osserva un vicino curioso, abituato a origliare suo padre, “Vivo fuori dalla vita che non esiste”, romanzo doveva essere. zioni letterarie distorte, ovvero, tutti i loro discorsi e che, divertito e spietato, decide aggiunge fiero l’esploratore dell’abisso, seduto sul- Diceva Leopardi che la vista del se in alcune occasioni la mia fal- di assecondare la loro immaginazione. Ai due che al- l’orlo del precipizio. È lo stesso limite che separa lo cielo è forse meno piacevole di sa erudizione funziona quasi co- la fine con coraggio decidono di bussare, risponde scrittore dal lettore: in un gioco di sguardi che crea quella della terra, e delle campa- me una sintassi o un modo di da- che non aprirà, perché continuino così a domandar- complicità e cerca condivisione, l’uno si affaccia gne, perché meno varia, e anche re forma ai testi, devo tutto que- si se dietro a quella porta chiusa ci sia “l’abisso più sull’abisso dell’altro. La grandezza di uno scrittore meno simile a noi, meno propria sto alla distorsione degli echi del crudele o la danza più gioiosa in un cielo infinito”. come Enrique Vila-Matas sta in questo: essere in di noi, meno appartenente alle procedimento rousseliano sco- Applicandoci in un esercizio letterario mai fine a se grado di farci intravedere, al di là delle parole, l’a- cose nostre… Eppure, se la lettu- perto a un’età in cui sapevo an- stesso, come in tutti questi anni ci ha insegnato con i bisso che le contiene, illuminandolo per lampi e re- ra di Locus Solus mi è parsa tanto cora canalizzare le mie scoperte suoi splendidi romanzi Enrique Vila-Matas, potrem- stituendolo nei suoi intervalli di vuoti e di pieni. Li- piacevole e mi ha commosso con di lettore. mo tentare di trovare in ognuno di questi racconti un bri che intrecciano realtà e finzione in un gioco sa- forza è stato proprio perché non Mi è sembrato stupefacente ieri segno di Kafka, nel cui segno, appunto, questi rac- piente che fa dimenticare le regole: una volta che il ho sentito quel libro affatto vicino osservare di nuovo che in Roussel conti sono scritti. E se a La partenza, Vila-Matas de- gioco ha inizio, si pensa solo a giocare, non ci si do- o mio, al contrario: seducente- le combinazioni fonetiche funzio- dica una pagina dei suoi Esploratori dell’abisso, è in- manda più qual è il limite e si impara presto a se- mente estraneo e straniero, pro- nano in modo perfetto come una vece a Ritorno a casa – che ironia! – a cui pensiamo guire il flusso del racconto, dietro al quale in fili- fondamente glaciale e alieno. sintassi incessante e un modo ar- nel leggere le ultime pagine di Materia oscura. L’esi- grana si intravede l’ironia dello scrittore che, pro- Il romanzo è un pomeriggio bitrario e insieme rigoroso di dare tazione e l’inquietudine che Lydia e Albert provano prio come l’esploratore della porta accanto, ci os- interminabile. Così lo ricordo, di forma ai testi, di dare senso a tut- di fronte alla porta chiusa assomigliano a quelle che serva sornione dallo spioncino, incuriosito da que- primo acchito, ogni volta che de- te le storie che non escono dalla investono il protagonista del racconto kafkiano, una gli ospiti che si avvicinano alla sua casa. cido di ricordarlo. Poi, se mi av- vita, ma dalla cibernetica partico- impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 18

N. 1 18 Libro del mese colarmente coerente e origina- Dalla giustizia retributiva le. Non considerato un crimi- È possibile ne particolare nella maggior alla giustizia riparativa parte dei processi, lo sterminio processare il “politico”? degli ebrei suggerisce – attra- di Marcello Flores verso il lascito di Norimberga di Geminello Preterossi che si concretizza nel processo Eichmann – la possibilità di af- Pier Paolo Portinaro Con precisi e illuminanti ri- fermare il “principio della n principio era la vendetta. rafforzerà il nuovo regime, in- ferimenti non solo al mondo competenza universale come IPoi sono venute le Eumenidi tegrando via via gli antichi “ne- I CONTI CON IL PASSATO antico ma anche alla pratica corollario dell’universalità dei che, non senza difficoltà, affer- mici”. Nella migliore delle ipo- VENDETTA, AMNISTIA, GIUSTIZIA medievale e alle esperienze del diritti umani”. mano la logica giudiziaria, miti- tesi, consentirà anche una poli- pp. 220, € 22, primo mondo moderno, Porti- Un unico rilievo, su questa gando la violenza del risenti- tica del passato non ipocrita, e Feltrinelli, Milano 2011 naro esamina l’evoluzione del- parte, può essere fatto, per mento in giustizia. Ma la legge cioè una sua elaborazione criti- la logica della vendetta, cui si quanto minore: e riguarda i giu- terza e imparziale della misura ca (come è avvenuto almeno in affianca quella delle espulsioni dizi svoltisi a Istanbul nel primo rimane un’istanza normativa parte in Germania, soprattutto ome superare la logica del- e deportazioni; una logica isti- dopoguerra, considerati da Por- fragile, soprattutto quando de- dopo che il cambio generazio- Cla vendetta attraverso la tuzionalizzata dai regimi tota- tinaro semplicemente “processi- ve riguardare non vendette e nale ha consentito di disseppel- giustizia e la riconciliazione? litari per disumanizzare un av- farsa, in condizioni di totale con- violenze private ma collettive. lire pubblicamente la memoria Quali sono le forme giudiziarie versario che, divenuto assolu- fusione politica e amministrati- Nel Novecento, per rispondere del nazismo). e politiche che il XX secolo ha to, si può e anzi si deve an- va”, sulla base di una lettura ri- alla dismisura della guerra tota- Questa politica del passato ha introdotto per fare i conti con nientare. duttiva e parziale di uno degli le e alla burocratizzazione del- trovato nell’esperienza “post- un passato tragico ereditato da L’importanza, nelle fasi di autori – il turco Taner Akçam – l’orrore, la tribunalizzazione giudiziaria” delle commissioni guerre, conflitti civili, lacera- transizione alla democrazia (ma che più ha utilizzato, invece, an- della storia e della politica ha verità e riconciliazione in Suda- zioni sociali profonde? È attor- non solo), di azioni emotive e che quell’evento per contrastare trovato la sua apoteosi ideolo- frica un esperimento inedito e si- no a questo interrogativo che si di vendette dirette che prece- il silenzio e il negazionismo del- gica, e persino le sue procedure gnificativo, che supera la tensio- articola il libro di Portinaro: dono la resa dei conti giudizia- lo stato turco sul genocidio ar- formalizzate. ne costitutiva tra senso etico del- un libro non solo importante ria, e che quest’ultima serve meno. Il libro di Portinaro è un bi- la colpa collettiva e natura rigo- ma, per molti aspetti, esempla- spesso a giustificare ex post, La grande accelerazione che, lancio assai informato e realisti- rosamente individualistica della re. Per la chiarezza con cui è spinge Portinaro a esaminare dopo la rottura di Norimber- co della genesi, delle trasforma- colpa dal punto di vista penale. scritto e, soprattutto, per la (uno dei pochi casi; sarebbe ga, porta negli anni novanta a zioni, dei paradossi della “giu- mancanza di tesi predetermi- stato auspicabile che avvenisse una nuova svolta e alla creazio- stizia politica”, condotto con l modello delle democrazie nate, che permette all’autore di più spesso) le rese dei conti che ne di quei tribunali internazio- grande equilibrio, prendendo Icostituzionali del secondo affrontare ogni questione nella hanno “insanguinato il Sud del nali che erano stati molto sul serio le ra- Novecento si è candidato a ri- sua interezza, senza nasconde- mondo”. previsti proprio alla gioni “elementari” spondere umanisticamente alla re o accantonare le critiche ma Qui il giudizio di “una resa fine del conflitto delle “rese dei conti” “sfida dell’immediatezza” (da anche le aporie e contraddizio- dei conti differita con la vio- mondiale, è analizza- nella storia. cui tuttavia anche Portinaro ni emerse attorno a ogni espe- lenza dei regimi coloniali” ta in ogni suo aspet- Si intuisce che si giustamente ritiene che non ci rienza storica, analizzate senza avrebbe meritato maggiore ap- to, tenendo conto tratta di ragioni antro- si possa liberare mai del tutto), sconti e favoritismi ma giudica- profondimento, per evitare di delle critiche e dei li- pologico-politiche “ul- assegnando al diritto una fun- te poi non sulla base di predi- dare peso eccessivo a interpre- miti emersi, soprat- time”: nella pagine di zione di deterrenza pedagogi- lezioni ideologiche o dottrina- tazioni – che Portinaro smen- tutto nel caso del tri- Portinaro si avverte co- ca, l’affermazione di un “mai rie bensì del loro apporto e si- tisce nei fatti evidenziando il bunale per il Rwanda stantemente l’eco di più” su scala universale. Il pro- gnificato a un miglioramento ruolo avuto da deboli o assen- e ancor più per l’or- Canetti, e della sua cesso di Norimberga, ad esem- della convivenza civile (qui vi- ti istituzioni statali – che indi- ganizzazione e l’atti- scarnificazione “zoolo- pio, è stato proprio questo: la sta sotto la specie della giusti- viduano nella “colpa dell’Oc- vità della Corte pena- gica” della politica. sanzione giuridica di un tabù, zia e della memoria). cidente” la genesi e la respon- le internazionale. Portinaro non ne trae una “teoria anche a costo di mettere in dis- Portinaro usa estensivamente sabilità unica dei genocidi e Una particolare capacità di generale”, ma una sorta di crite- cussione alcuni principi cardi- il mondo classico greco-roma- dei massacri degli anni novan- giudizio equilibrato e com- rio demistificatore, che consente ne della tradizione giuridica no come punto di partenza e ta. Un’altra “carenza”, che si plesso emerge anche nelle pa- di raccogliere e inventariare con occidentale. come specchio delle vicende ritrova anche in altri momenti gine dedicate all’amnistia, “at- coerenza gli exempla che la storia, Un’eccezione che avrebbe contemporanee, perchè è nel e su cui esiste ormai una lette- to politico con cui viene impo- anche contemporanea, offre: dovuto fondare una regolarità: mondo antico che si formaliz- ratura che avrebbe potuto es- sto un reciproco oblio dei tor- esempi spesso estremi, che non una giurisdizione internaziona- zano le prime grande scelte at- sere maggiormente adoperata, ti patiti eludendo il problema consentono di essere ottimisti sul le permanente, efficace erga torno ai temi della vendetta e riguarda gli stupri di massa av- della responsabilità”, soprat- futuro dell’età dei diritti, né tan- omnes e veramente terza che dell’amnistia, delle epurazioni venuti in contesti di guerra o tutto nel caso tedesco (di cui si tomeno di credere ai luoghi co- applicasse il “nuovo diritto” e dei processi, della riconcilia- di immediato dopoguerra: do- segue la strada dell’“impunità” muni sulla presunta partenogene- originato dalla dismisura giusti- zione e della memoria pubbli- po essere stati a lungo dimen- che si costruisce nei primi anni si morale dei diritti umani. ficata di Norimberga. ca. Ma è solo nel XX secolo, ticati e rimossi, la nuova con- cinquanta). Ma è l’analisi dei Non è andata così: piuttosto la quando “la logica della sovra- sapevolezza sorta su di essi ne- tentativi originali di riconcilia- er questo, fare i conti con il logica dei tribunali ad hoc o spe- nità ha conosciuto estremizza- gli anni novanta ha permesso, zione messi in moto dalle Ppassato, superando la logica ciali è proseguita fino a oggi (ex zioni senza precedenti con esiti proprio da parte dei due tribu- Commissioni di verità – e tra della resa dei conti, è un obietti- Jugoslavia, Ruanda, l’assurdo catastrofici” che si è cercato di nali ad hoc e della Corte inter- tutte da quella sudafricana – vo da un lato necessario, ma dal- processo irakeno a Saddam mettere in atto controtendenze nazionale, di equiparare gli che permette a Portinaro di l’altro costantemente esposto a Hussein), rivelando probabil- – tribunali indipendenti, corti stupri ai crimini contro l’uma- mostrare l’importanza del fallimenti e in sé carico di ambi- mente una difficoltà strutturale internazionali, corpi quasi-giu- nità e di giudicarli in quanto cambiamento di paradigma valenze. Del resto, diritto e ven- della giustizia penale internazio- diziari – che hanno disegnato tali. (dalla retributive alla restorati- detta sono originariamente con- nale, in assenza dell’istituziona- in modo sostanzialmente nuo- ve justice) e il ruolo complessi- nessi, e questo è un problema lizzazione politica del terzo. I ri- vo il paesaggio della seconda e epurazioni – una conti- vo che le diverse strategie poli- più per il diritto che per la ven- schi di autocontraddizione del- metà del Novecento e dei de- Lnuazione della resa dei tico-giudiziarie svolgono nella detta. Per Portinaro, nella ven- l’Occidente insiti nella parzialità cenni a cavallo tra il XX e XXI conti con mezzi non violenti – costruzione della memoria, detta vi è un nucleo che può es- strumentale di questi tribunali secolo. sono state un elemento crucia- sulla sua rilevanza sempre più sere definito persino “morale”: il fantoccio o compromissori, do- L’introduzione, con i proces- le della giustizia politica, in marcata e sul suo ruolo nell’in- bisogno di ristabilire un equili- tati di una generica e confusa co- si di Norimberga e Tokyo, di modo più radicale nei regimi fluire sulle stesse dinamiche brio violato da torti irreparabili pertura giuridico-morale, ma di un nuovo principio di respon- totalitari e in modo parziale e della giustizia e dell’accerta- esprime un principio di recipro- fatto funzionali a logiche geopo- sabilità individuale e collettivo spesso fallimentare nelle trans- mento della verità. cità. Si tratta ovviamente di una litiche di potenza, è evidente. al tempo stesso, attraverso “tri- izioni alla democrazia (Porti- Su un tema su cui i contribu- “morale” elementare, ma che Così come la deriva dell’odio bunali internazionali che giudi- naro analizza con grande acu- ti, negli ultimi anni, sono stati non può essere liquidata retori- e della vendetta insita nell’al- cano crimini commessi da indi- me e completezza il caso della numerosi anche se spesso par- camente: la politica dovrà trova- lentamento dei tabù che erano vidui nella loro qualità di orga- denazificazione in Germania). ziali e unilaterali, il libro di re una risposta a quel bisogno di usciti dalla seconda guerra ni dello stato” ha costituito il L’analisi e il giudizio su No- Portinaro si segnala per com- risarcimento simbolico. mondiale, dopo l’11 settembre. primo grande momento di rivo- rimberga, sulla discussione dei pletezza e per una capacità di Le differenze di risposta pos- Se all’interno degli stati, a se- luzionamento del diritto inter- principi di irretroavittività e giudizio precisa e senza tenten- sono essere cospicue. Ad esem- guito di effettive transizioni de- nazionale, su cui si è innestata imparzialità, sulle critiche co- namenti, che tiene presente pio, i regimi totalitari sono fon- mocratiche, la trasformazione la nuova innovativa fase che, al eve e sulle interpretazioni suc- l’insieme del dibattito e delle dati proprio sull’istituzionaliz- della vendetta in giustizia, del- termine della guerra fredda, at- cessive da parte di giuristi e riflessioni critiche, privilegian- zazione della resa dei conti e l’odio in etica della memoria ha traverso i tribunali ad hoc, la storici sono esemplari nel ri- do il significato politico “nego- sulla produzione incessante di conseguito, come mostra effica- creazione della Corte penale in- uscire a fornire un bilancio ziato” e morale “condiviso” al- nemici assoluti e capri espiato- cemente Portinaro, risultati ternazionale e l’istituzione di equilibrato e serrato che tiene la luce del contesto storico ade- ri. Il passaggio da un regime to- d’incivilimento rilevanti, sul Commissioni per la verità e la conto di tutti i suggerimenti e guatamente e intelligentemente talitario o autoritario a uno de- piano internazionale il quadro riconciliazione, ha introdotto di ogni posizione espressa. Ed considerato. mocratico è segnato invece dal- è molto più incerto. sensibili cambiamenti di men- è soprattutto nel modo in cui i [email protected] l’istituzionalizzazione dell’o- [email protected] talità, di atteggiamento, di ri- tribunali del dopoguerra han- blio: amnistie e risarcimenti sposte al problema di “fare i no preso in considerazione la M. Flores insegna storia comparata svolgono la funzione di creare G. Preterossi insegna filosofia del diritto conti con il passato”. Shoah che l’analisi si fa parti- all’Università di Siena uno spazio di pacificazione che all’Università di Salerno impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 19

N. 1 19 Filosofia un’indifferenza autoprotettiva e Una monumentale autopsia impolitica, ma facendosi agente Incontrarsi senza petizioni della trasformazione, e riattivan- della carcassa del capitalismo do forme anche radicali di anta- di Elena Acuti gonismo. di Annamaria Vassalle D’altra parte, è alla ricostruzio- Lea Melandri citato un potere “di vita e di ne delle patologie della maggio- morte” sul neonato, viene indi- ranza silenziosa che è dedicata AMORE E VIOLENZA viduata l’origine della violenza Slavoj ◊i√ek camente corretto. Del liberali- una delle parti più riuscite del te- IL FATTORE MOLESTO fra i sessi. Adottando un duplice smo ◊i√ek denuncia la modalità sto, in cui ◊i√ek delinea la fisio- DELLA CIVILTÀ livello di analisi, individuale e VIVERE ALLA FINE light (o, direbbe lui, “decaffeina- nomia dell’autistico emblema del- € storico-collettivo, Melandri ri- DEI TEMPI pp. 165. 15, ta”) di rapportarsi alle pressioni la soggettività del XXI secolo: il Bollati Boringhieri, Torino 2011 costruisce i processi dell’esclu- ed. orig. 2010, trad. dall’inglese della materialità, alle sfide e alle “soggetto post-traumatico”. Un sione della donna dalla dimen- di Carlo Salzani, ingiustizie provocate dal capitali- soggetto indifferente e rassegna- sione pubblica, intesa nelle mol- pp. 619, € 26,50, smo globale. Bersaglio fonda- to, un sopravvissuto, una tabula amore e di violenza. Di teplici declinazioni di mondo mentale, il credo tollerante e rasa prodotta dai traumi delle D’corpi, quindi, tratta l’ul- del lavoro, dell’etica e della po- Ponte alle Grazie, Milano 2011 multiculturalista: richiesta politi- nuove forme di violenza globale. timo libro di Lea Melandri. Al litica. A queste pratiche, conco- camente corretta di non essere Una figura del disinvestimento centro dell’indagine il corpo mitanti con l’affermazione di iviamo alla fine dei tempi, molestati dalla pesante intrusività emotivo, della perdita del senso, mai neutro, il corpo sessuato, una struttura semantico-lessica- Vesposti ai segnali di un dell’altro, copertura ideologica di della privatizzazione del dolore. irriducibile all’astrattezza della le di matrice maschile, è seguita, mondo agonizzante. Cavalieri un malcelato razzismo. Un invo- Fatta la diagnosi, l’operazione è norma, si fa manifesto di una dal punto di vista del soggetto dell’apocalisse, gli ultimi rantoli lucro protettivo (manifestato pla- duplice: riattivare un rapporto profonda e fertile ambiguità. femminile, la progressiva, ma di un sistema al collasso: la crisi sticamente dall’architettura post- con il senso, che passi attraverso Da un lato, esso porta inevita- radicale introiezione di tale for- ecologica, le conseguenze della moderna) che lascia agli esclusi la considerazione delle cause si- bilmente sulla scena le differen- ma di subordinazione. Adesione rivoluzione biogenetica, l’au- solo la chance degli scoppi vio- stemiche e materiali della violenza ze biologiche del maschio e del- a un ruolo ancillare così profon- mento esplosivo delle divisioni e lenti di collera, offrendo libero subita; riconoscere in questo stato la femmina, a partire dalle qua- da che nemmeno il recente fe- delle esclusioni sociali, gli squili- campo ai fondamentalismi reli- di sopravvissuti una condizione li si è instaurato, nel corso della nomeno di femminilizzazione bri interni al sistema. L’imminen- giosi e ai nazionalismi populisti che ci accomuna tutti, un grado storia, il più solido e duraturo dello spazio pubblico è riuscito za della fine richiama alla neces- di destra. Unica via d’uscita da zero della soggettività (il “cogito dei rapporti di potere. Dall’al- a superare. La presenza femmi- sità di riconoscere lo stadio ter- questa dialettica viziosa di libera- proletario”) dal quale ripartire tro, muovendo dalla nozione nile in luoghi un tempo di esclu- minale della nostra malattia, di lismo e fondamentalismi, una lot- per organizzare strategie di resi- stessa di corpo, il pensiero fem- sivo appannaggio maschile (il elaborarne il senso e reagire. È ta condivisa che tagli trasversal- stenza. La sensazione, insomma, è minista ha gettato le basi per il mondo del lavoro e della politi- da questa urgenza che muove l’a- mente le culture e le appartenen- quella di aver toccato il fondo: da recupero di una narrazione au- ca, per esempio) è caratterizzata nalisi di ◊i√ek, che ri- ze: rispetto a un rap- qui si può soltanto risalire. tentica di sé e della to- infatti da una costante percorre le reazioni porto con l’altro che Come risalire dunque? Essen- talità della persona enfasi sugli attributi collettive alla crisi del cerca le vie dell’aneste- zialmente, recuperando la consi- (con la sua sessualità, materni e/o erotici capitalismo globale co- tizzazione, della di- derazione della comune e fragile i suoi affetti, le sue delle donne, sulle loro me le tappe dell’elabo- stanza di sicurezza, l’i- materialità – dell’individuo e del passioni, i suoi lega- capacità relazionali e razione di un lutto: ri- dea è quella di un radi- mondo. L’esito di questa monu- mi) all’interno di un la loro naturale e fiuto, collera, scendere cale “essere dentro”, mentale autopsia della carcassa discorso pubblico oblativa predisposi- a patti, depressione, dalla parte degli ultimi. del capitalismo globale, che passa orientato verso una zione alla cura, che accettazione. Se è in- Letta in questo qua- dai tracolli finanziari alla crisi eco- “politica della vita”. non restituiscono la torno a queste cinque dro teorico e militante, logica, dalla “postpolitica” libera- Entrambe queste pienezza dell’identità figure che è costruita specialmente intensa le ai nuovi autoritarismi, sembra dimensioni sembrano femminile. A loro vol- la struttura del testo, risulta la parte sull’at- riconoscere un’unica via di uscita: tuttavia insufficienti a ta, le donne non sem- tuttavia, l’analisi di tualità del teologico- una nuova idea di comunismo, in- restituire un’adeguata brano sottrarsi a que- ◊i√ek eccede qualsiasi griglia politico, un tema che, a ben vede- teso come difesa dei beni comuni. diagnosi del presente. Se, infat- sta continua assunzione di re- concettuale prestabilita. Come re, può assumere uno spessore er- Un tema, quello dei commons, ti, con l’implosione degli oriz- sponsabilità nei confronti di una un fiume in piena, il ragionamen- meneutico più ampio di quello che fa capolino soltanto nella par- zonti metafisici e delle grandi struttura sociale che le esorta a to e la scrittura rompono gli argi- dichiarato: non solo una diagnosi te conclusiva di questa analisi flu- narrazioni storiche, la rigida rivestire una molteplicità calei- ni argomentativi ed esplorano di- sull’emersione degli scoppi di viale, lanciato sul campo e non ar- struttura sociale costruita su doscopica di ruoli senza piena rezioni inaspettate: sentieri fe- violenza fondamentalista, ma an- gomentato, ma che sta prenden- una netta divisione dei ruoli se- libertà di scelta e possibilità di condi o impervi, talvolta impro- che una possibile prognosi sulle do sempre più campo nel dibatti- condo il genere risulta ormai autorealizzazione. babili, ma mai scontati. L’analisi strategie di rivitalizzazione di una to intellettuale (da Toni Negri a obsoleta, l’attuale presenza nel- Conniventi, in parte, con tale resiste a qualsiasi tentativo di im- politica emancipativa. Il ragiona- Ugo Mattei) e nei movimenti (dal lo spazio pubblico di corpi fem- sistema, le donne si cimentano brigliarla in una struttura co- mento, va detto, sconta una con- referendum sull’acqua a Occupy minili (“femminilizzazione del- in esasperanti virtuosismi da fu- erente, e si offre alla lettura con siderazione visibilmente parziale Wall Street). Alla fine dei tempi, lo spazio pubblico”) appare per nanbole in precario equilibrio l’esplicita violazione di ogni bon delle possibili declinazioni del la sola politica emancipativa pos- lo più ridotta ai suoi connotati tra dimensione pubblica e pri- ton argomentativo, e con la pia- teologico-politico, che rischia di sibile non si affida a velleitarismi materni o erotici, e di conse- vata, tra carriera e famiglia. Vit- cevole irriverenza di ogni ragio- penalizzare la tenuta dell’argo- da anima bella, ma all’attivazione guenza a una posizione ancora time, soprattutto, esse subisco- namento politicamente scorret- mentazione soprattutto nella sua di un “egoismo illuminato” che ancillare rispetto alla dominan- no ancora un dominio maschile to. Un pensiero carsico, quello di pars construens. Perno fondamen- riprenda contatto con le urgenze te cultura maschile. Sotto le dal lessico ambiguo, che in un ◊i√ek, che vuole sfruttare i coni tale del discorso, inscritto in un materiali: che individui i beni co- mentite spoglie di una tregua crescendo di strumentalizzazio- d’ombra, gli spazi interstiziali. marxismo dagli echi benjaminia- muni inalienabili, da sottrarre alla nel conflitto di genere, Melan- ni arriva a chiamare “corpi libe- Tema che innerva tutto il testo, ni, è l’insistenza sulle radici nega- spirale autodistruttiva di un ago- dri individua una forma inedita rati” i “corpi prostituiti” delle un appello alla presa in carico del tivo-rivoluzionarie del progetto nizzante Fiat profitus, pereat mun- e subdola del dominio maschi- sue “schiave radiose”. Tali pro- “duro reale” della materialità. La cristiano originario: una conce- dus! le, volta a ricondurre le presta- cessi di subordinazione e margi- materialità delle relazioni sociali zione dell’amore come veicolo [email protected] zioni pubbliche della figura nalizzazione, radicati nell’espe- ed economiche, con gli antagoni- dell’emancipazione attraverso un femminile a stereotipi che pos- rienza dell’estraneità originaria smi, le disuguaglianze, le nuove gesto violento di sradicamento, di A. Vassalle, è dottoranda in filosofia politica sono essere associati al ruolo del corpo di donna, finiscono forme di violenza che la percor- uscita dall’ordine costituito. Il all’Università “La Sapienza” di Roma materno o a quello erotico-se- per trascendere la questione rono. La materialità del pianeta tentativo di fondo è di sottrarre duttivo di amante. “femminile” e si fanno portato- terra, con i suoi spasimi nella cri- alle derive fondamentaliste que- L’intento dell’autrice è quello ri delle istanze di un’“alterità” si ecologica, nel deperimento del- sto nesso di amore e violenza, e di di smascherare il nucleo profon- che ci interroga, dilatando e le risorse. Una pressione materia- indirizzarlo verso pratiche di do di violenza, inscindibile dalla mescolando i confini rassicu- le che si annuncia con l’urgenza emancipazione che trovano il lo- sfera amorosa, a partire dal rap- ranti che un paradigma moder- di una soglia apocalittica, e ci ro modello nel millenarismo apo- Un giornale porto erotico-privato che per no ormai vacillante aveva eletto chiede di intercettare le vie del calittico, manifestazione archeti- che aiuta a scegliere antonomasia lega una donna e a categorie epistemiche privile- coinvolgimento e della trasfor- pica dell’idea di comunismo. Per abbonarsi un uomo, quello tra madre e fi- giate di restituzione del reale. mazione, contro ogni tentazione Questo potenziale emancipativo Tariffe (11 numeri corrispondenti a tutti glio. Lo strappo violento del Alla cultura femminile, quindi, adattiva da “ultimo uomo”. del teologico-poltico, secondo i mesi, tranne agosto): Italia: € 55,00. Eu- parto, che rompe la diade amo- il compito di rispondere con un Punto di partenza e filo rosso ◊i√ek, potrebbe e dovrebbe farsi ropa e Mediterraneo: € 75,00. Altri paesi rosa del perfetto erotismo gesta- “salvifico bilinguismo”, per ci- extraeuropei: € 100,00. del ragionamento, un attacco veicolo di una politica di sinistra Gli abbonamenti vengono messi in cor- zionale (la realizzazione della tare Laura Kreyder, ovvero un frontale al liberalismo, quintes- radicale: un’arma di ripoliticizza- so a partire dal mese successivo a quello massima amorosa “di più d’uno, discorso che sottragga la parola senza delle mistificazioni ideolo- zione, contro i riduzionismi etico- in cui perviene l’ordine. uno”), fonda, allo stesso tempo, al lessico maschile della politica giche egemoni nelle democrazie legali del liberalismo e il pragma- Si consiglia il versamento sul conto l’esperienza dell’“amore come e dell’etica, che parli sia il lin- occidentali. Una modalità di sta- corrente postale n. 37827102 intestato a tismo adattivo di ogni “politica L’Indice dei libri del mese - Via Madama nostalgia” e quella dell’estranei- guaggio del “sé” che quello del re al mondo che non cerca mai le del possibile”, e oltre il cinismo Cristina 16 - 10125 Torino, oppure l’uso tà del corpo amato. In questo “fuori” della vita sociale, nella vie di una radicale messa in dis- rassegnato della maggioranza si- della carta di credito (comunicandone il sdoppiamento, cui va incontro il consapevolezza dell’ambiguità cussione dell’esistente, e che si lenziosa. Non è un caso, dunque, numero per e-mail, via fax o per telefono). soggetto maschile, tra la volontà e della conflittualità che questo € associa indifferentemente al vitti- I numeri arretrati costano 10,00 ca- se proprio la chiusura di questo dauno. di riconquista del sogno d’amo- porta con sé. mismo del meno peggio, all’edo- interminabile libro di lotta è affi- re e, contemporaneamente, Ufficio abbonamenti: tel. 011-6689823 [email protected] nismo climatizzato del comfort data all’autentico “soggetto apo- (orario 9-13), fax 011-6699082, quella di dominio sul corpo ma- tardocapitalistico, all’autocom- calittico”: un soggetto che vive [email protected] terno che, con l’elargizione di E. Acuti è assegnista di ricerca in filosofia piacimento del consumismo eti- questa soglia senza ritirarsi in cure, aveva indirettamente eser- politica all’Università di Firenze impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 20

N. 1 20 Filosofia Un testo travagliato e le sue interpretazioni Babele. Osservatorio sulla proliferazione semantica di Cesare Pianciola alore,s. m. Deriva dal latino valor e quindi Si passa poi all’amministrazione e all’econo- Vda valere, ossia essere valido. Si avvale di mia. Vi sono i valori bollati, ad esempio. Ma so- Karl Marx e Friedrich Engels tenne la traduzione italiana di connessioni con virtus (virtù), che emerge dalle prattutto il valore aggiunto – incremento del va- Fausto Codino, uscita dagli Edito- IDEOLOGIA TEDESCA qualità virili (cioè da vir) e che in latino può esse- lore di un oggetto – e il valore nominale riporta- ri Riuniti nel 1958). Poi, nel 1966, re accostata al valore quanto a coraggio e forza, to sui titoli (azioni, obbligazioni, valute) e con- a cura di Diego Fusaro, il primo capitolo fu ripristinato salvo poi venire trasfigurata in epoca cristiana e trapposto sovente al valore reale o di mercato. presentaz. di Andrea Tagliapietra, nella “Deutsche Zeischrift für Phi- entrare a far parte dell’ambito che ha a che fare In particolare, però, il valore, come fondamento pp. 1692, testo tedesco a fronte, € 35, losophie”, compresi i passi cancel- con la morale, ma anche con le capacità di fare e quantitativo dello scambio delle merci, è deter- Bompiani, Milano 2011 lati e le note a margine degli auto- di conoscere. È vero, anche il valore, con il tempo minato dal tempo che si rivela necessario per la ri, e in italiano comparve nel 1967 e nel tempo, sarà semanticamente utilizzato per produzione delle merci stesse. Ciò si trova già in dagli Editori Riuniti una nuova connotare aspetti essenziali dell’etica, dell’econo- Tommaso d’Aquino. È poi la volta di Smith, di om’è noto, L’ideologia tedesca edizione con un’ampia introduzio- mia politica, del lavoro, dello stesso marginalismo, Ricardo e di Say. E infine di Marx, a cominciare (opera scritta nel 1845-46 da ne di Cesare Luporini. La tradu- C ossia della svolta neoclassica nella teoria economi- dalle note del primo semestre 1844 agli Elemen- Marx e Engels per approfondire e zione di Fusaro è condotta sul te- ca, avvenuta tra il 1870 e il 1890 e mirante a indi- ti di economia politica di James Mill. Si arriva co- completare la demolizione dei gio- sto pubblicato nei Marx-Engels viduare il valore nel consumo – e quindi nel placet sì, tra denaro, valore e lavoro, ai Manoscritti an- vani hegeliani iniziata con la pub- Werke da Dietz Verlag nel 1969 e cora del 1844, alla Miseria della filosofia del blicazione nel 1845 della Sacra Fa- in appendice riporta la traduzione dinanzi alle merci – non meno, e forse più, che miglia, contro Bruno Bauer e soci) della prima sezione nella versione nella produzione e nello stesso reddito. Se quel 1847 e ai Grundrisse del 1857, dove compare il non trovò un editore e venne la- della “Deutsche Zeischrift für Phi- che si produce, o si guadagna, non viene consu- plusvalore. Il lavoro resta, come nei classici, la sciata in cantina a rovinarsi: “Ab- losophie”. Ma le avventure filolo- mato, ebbene non ha vero valore e non favorisce fonte della ricchezza e il valore è determinato – bandonammo tanto più volentieri giche non sono finite perché la la crescita. Nelle lingue volgari sviluppatesi in età e siamo al Capitale (1867) – dalla quantità di la- il manoscritto alla rodente critica nuova edizione delle opere com- medievale il valore è l’alto pregio che viene attri- voro contenuto nelle merci (o lavoro incorpora- buito a una persona. Si veda la Chanson de Ro- to). Tanto che le merci, frutto del lavoro, hanno dei topi, in quanto avevamo già plete (la MEGA2) prevede un’ulte- raggiunto il nostro scopo princi- riore versione dell’Ideologia tede- land. Questo significato si trova anche in Brunet- un valore d’uso (che soddisfa i bisogni) e un va- pale, che era di veder chiaro in noi sca nella sua forma frammentaria to Latini, in Boccaccio, in Lorenzo de’ Medici. E lore di scambio (che esiste se le stesse merci so- stessi” e “di fare i conti con la no- originale, con alcune parti attri- quando Dante, nel IV canto dell’Inferno, si av- no scambiate tra di loro). Ogni singola merce ha stra anteriore coscienza filosofi- buite alla collaborazione di Moses ventura nel Limbo, sostiene (43-45) che “Gran del resto un valore che proviene dal lavoro. L’in- ca”, scrisse Marx nella Hess, come è stato anti- duol mi prese al cor quando lo ‘ntesi, / però che sieme delle merci, con il relativo feticismo, ha autobiografica Prefazio- cipato nel “Marx-En- gente di molto valore / conobbi che ‘n quel limbo però un valore che dipende dallo scambio. E il ne del 1859 a Per la cri- gels Jahrbuch”. eran sospesi”. Anche tra coloro che son sospesi vi processo produttivo, ovvero la valorizzazione tica dell’economia politi- Vicende travagliate sono dunque personaggi di alto valore, vale a dire del capitale (lavoro morto dei mezzi di produ- ca. Di quel periodo En- dunque quelle del testo di grandi capacità. Nel contempo, peraltro, il va- zione + lavoro vivo dei lavoratori), disvela poi il gels pubblicò dopo la e vicende travagliate lore, in quanto sinonimo di forza, continua, come plusvalore (Mehrwert), che è ciò che persiste ol- morte di Marx le fulmi- anche quelle delle inter- nel mondo antico, a persistere semanticamente, e tre il denaro che viene dato al lavoro per far vi- nanti undici Tesi su pretazioni, alle quali anzi a rafforzarsi, nel contesto militare. E valorosi vere il lavoratore: è cioè il valore in più che va- Feuerbach, ma lasciò da ora si aggiungono le sono i guerrieri che esibiscono forza e coraggio lorizza il capitale e di cui il capitale si appropria. parte l’ingombrante trecento pagine del sag- nell’uso delle armi. Vi saranno allora le medaglie Ma nel linguaggio ragionieristico si discorre manoscritto dell’Ideolo- gio introduttivo di Fu- al valore. E le decorazioni al valore. Il valore arri- piuttosto di “plusvalenza” (generico aumento di gia tedesca, del quale saro, che riprende alcu- va così a essere addirittura la potenza di Dio. E in valore in un periodo dato). Bernstein e i socialde- ni luoghi del suo Ben- Galileo l’intensità della luce. BRUNO BONGIOVANNI mocratici tedeschi pubblicarono tornato Marx! (Bompiani, 2009) solo poche parti mutile, sicché si richiamandosi anche alla brillante dovette attendere la restituzione lettura “spettrologica” offerta al- del testo da parte del grande filo- cuni anni fa da Derrida (Spettri di te empirica”. Quindi un congedo le forme culturali con la produ- gia tedesca definisce il comunismo logo e vittima dello stalinismo Rja- Marx, 1993). dalla filosofia verso una nuova zione e riproduzione della vita “la base reale che rende impossi- zanov e la pubblicazione completa Marx e Engels, contro le astra- scienza degli individui nei loro materiale, ecc.), ma il motivo più bile tutto ciò che esiste indipen- del 1932 nella MEGA, l’edizione zioni filosofiche dei giovani hege- rapporti sociali. Ma, si chiede Fu- ampiamente trattato è la dipen- dentemente dagli individui” e il delle opere complete interrotta nel liani e dell’umanesimo naturalisti- saro, questo congedo non è an- denza dalla eredità idealistica. Manifesto “un’associazione nella 1935, dove però il primo capitolo co di Feuerbach, affermavano di ch’esso filosofico, in quanto pre- Il limite principale di un ap- quale il libero sviluppo di ciascu- con la critica a Feuerbach e la fis- voler partire dai “presupposti ef- messa antropologica a un sapere proccio di questo genere è stato no è la condizione per il libero svi- sazione delle linee fondamentali fettivi” e cioè dagli “individui con- che non c’è ancora? E, inoltre, detto molto bene da Stefano Pe- luppo di tutti”. Nei Grundrisse la del metodo storico-materialistico creti” e dalle loro condizioni ma- quando Marx e Engels abbozzano trucciani (“il manifesto”, 20 mag- società futura è delineata quale fu rimontata arbitrariamente da teriali di esistenza, “presupposti la “concezione materialistica della gio 2011): tutto questo insistere stadio della “libera individualità, Adoratskij (a questa edizione si at- constatabili in maniera meramen- storia”, non si portano dietro sull’inconsapevole dipendenza da fondata sullo sviluppo universale quello di cui si vorrebbero libera- Fichte e da Hegel rende giustizia degli individui e sulla subordina- re, e cioè l’impianto concettuale al testo in questione oppure “sa- zione della loro produttività col- della filosofia idealistica, secondo rebbe più interessante concentra- lettiva, sociale, quale loro patri- la quale la storia deve essere colta re maggiormente l’analisi su que- monio sociale”, dopo lo stadio in nella sua totalità dinamica e pro- gli aspetti del discorso marxiano cui l’indipendenza personale è cessuale volta a un fine ultimo, il che lo proiettano in avanti, e non fondata sulla dipendenza materia- dispiegarsi della piena libertà (già indietro”, sugli aspetti che agget- le. Di qui la lunghezza abnorme realizzata per Hegel, proiettata nel tano verso una scienza sociale sto- che nell’Ideologia tedesca assume futuro, in modo diverso, per Fich- rico-critica “più che non sul re- il corpo a corpo con L’unico di te e per Marx)? Per cui il proleta- taggio di coscienza filosofico- Stirner, originata dalla convinzio- riato di Marx, classe capace di li- ideologica ottocentesca che, un ne che la libertà individuale sia berazione universale, è erede della po’ come una zavorra, si porta reale solo nella dimensione comu- missione del dotto di Fichte e del- dietro”? Ambiguità certo ci sono, nitaria – “unicamente nella comu- la teoria degli eroi di Hegel. ma se Fichte – come riporta Fusa- nità diviene possibile la libertà “Ogni rovesciamento di Hegel si ro – confessò a Friedrich Schlegel personale”, scrivono Marx e En- capovolge così nel suo opposto, in che preferiva contare i piselli gels – di contro all’individualismo un hegelismo radicale”, afferma piuttosto che studiare la storia egoistico e ancora borghese di Fusaro. Il nuovo sapere che si pre- empirica, vediamo al contrario Stirner. “La Deutsche Ideologie e, tende empirico e positivo in realtà Marx affaticarsi su una enorme nella fattispecie, la polemica anti- “resta in sé profondamente filoso- quantità di materiali storici ed stirneriana giocano un ruolo di fico e, nella fattispecie, hegelia- economici, a Bruxelles nel 1845- primaria importanza nella genesi no”. E anche la critica successiva 46 come a Londra dopo il 1850, dell’individualismo libertario mar- dell’economia politica sarà “eco- sempre diffidando, come scrisse xiano”, scrive Fusaro. Un’inter- nomia come scienza nel senso te- ai suoi corrispondenti russi nel pretazione suggestiva che non può desco” (come scriveva Marx a 1877, del “passe-partout di una fi- però tralasciare quanto poco li- Lassalle nel 1858), cioè scienza losofia della storia la cui virtù su- bertaria sia la svalutazione marxia- della totalità come unità di deter- prema è d’essere soprastorica”. na dei diritti liberali ridotti a fun- minazioni contraddittorie. Un altro aspetto del saggio di zione ideologica dei rapporti di Tutti i temi dell’Ideologia tede- Fusaro mi sembra più prometten- produzione capitalistici e dell’in- sca sono esplorati nell’introdu- te: la tesi che Marx sia un teorico dividuo egoistico-concorrenziale zione (la divisione del lavoro co- della “libera individualità”, “un della società borghese. me chiave di lettura principale pensatore dell’individuo e delle li- [email protected] della storia, l’utopia dell’indivi- bertà ben più che dell’uguaglianza duo onnilateralmente sviluppa- e del livellamento sociale”. Fusaro C. Pianciola insegna testi filosofici to, il rapporto problematico del- ricorda giustamente che l’Ideolo- alla SIS di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 21

N. 1 21 Storia delle idee La moda democratica e i lavatoi I temi (troppo) grandi non si esauriscono mai di Giovanni Borgognone Friedrich A. von Hayek rati come ‘lavatoi’ dove si fanno di Ferdinando Fasce chiacchiere inutili, istituzioni in- LA VIA DELLA SCHIAVITÙ competenti o incapaci di realiz- ed. orig. 1944, trad. dall’inglese zare i compiti per i quali sono ve di come l’Occidente ha “costruito” ed elabora- Massimo Mastrogregori stati eletti. E così prende corpo to l’Occidente nel Novecento e delle contamina- di Dario Antiseri la convinzione per cui, se deve BREVE STORIA DELL’IDEOLOGIA zioni fra i due mondi. Tre figure campeggiano, e Raffaele De Mucci, essere attuata una pianificazione OCCIDENTALE sullo sfondo di una miriade di riferimenti convo- prefaz. di Raffaele De Mucci, efficace, la direzione deve essere € cati da Mastrogregori. Sono l’orientalista italiano € pp. 277, 24, Marietti 1820, Genova-Milano 2011 pp. 296, 18, ‘tolta ai politici’ e posta nelle Leonardo Caetani, il filologo e storico della lette- Rubbettino, mani di esperti funzionari stabili ratura ebreo tedesco Eric Auerbach e il palesti- Soveria Mannelli (Cz) 2011 e autonomi organismi indipen- astrogregori trasferisce in questo testo calei- nese critico letterario e studioso di culture Ed- denti”. Mdoscopico un corso universitario di lezioni ward Said. Se quest’ultima è una scelta obbligata, prendo una nuova serie Oltre a dimostrare ancora og- tenuto alla “Sapienza” tra il marzo e il maggio visto l’impatto del pionieristico e tanto discusso Adella collana di “Biblioteca gi una certa efficacia, queste tesi 2007. È un testo caleidoscopio perché si sgrana Orientalism sulla discussione internazionale in austriaca”, che già ha ospitato di Hayek, al momento della loro gradualmente, disperdendosi in innumerevoli ri- materia, meno lo sono quelle di Caetani e Auer- grandi classici del pensiero poli- formulazione nella prima metà voli tematici, per poi ricomporsi, e quindi riaprir- bach. Mastrogregori ha il merito di sottrarre il pri- tico ed economico, l’editore degli anni quaranta, si inscrive- si, secondo un movimento incessante. Ciò non mo, che, solo, levò la sua voce contro la guerra di Rubbettino ripropone meritoria- vano nella prospettiva interpre- manca a tratti di destare nel lettore una sensazio- Libia nel 1911-12, alle ricerche specialistiche sul- mente al lettore italiano The tativa, allora diffusa, di una ma- ne di spaesamento, ma suscita, in chi ha avuto la l’orientalismo italiano. E ha anche il merito di Road to Serfdom di Friedrich nagerializzazione o burocratiz- pazienza di seguire l’andamento labirintico del la- spingerci a riflettere sul contesto, all’incrocio Est- August von Hayek. Pubblicato zazione universale, sulla cui base voro, il piacere di un meritorio sforzo didattico di Ovest, nel quale matura lo straordinario lavoro fi- nel ’44, fu il libro che procurò al venivano accomunate le forme provocare gli studenti sui “grandi temi storiogra- lologico e interpretativo svolto, ricercando suo autore una notorietà ben ol- europee di totalitarismo e le ten- fici”. “Può essere – aggiunge in apertura Mastro- un’“Europa virtuale” nell’età di ferro tra le due tre la cerchia degli economisti, denze liberal e socialdemocrati- gregori – che Occidente e Oriente sia un tema guerre, da Auerbach, a Istanbul, sullo sfondo di facendolo conoscere a tutti gli che di ogni tipo. Ma non solo: troppo grande”. Però, conclude fiducioso, “non una Turchia che Atatürk e i suoi eredi cercavano effetti quale studioso della poli- nell’orizzonte teorico hayekiano dobbiamo esaurirlo, nell’ambito degli studi i pro- di “occidentalizzare”, all’ombra della minacciosa tica e della società. La rilettura erano altresì rilevanti le riflessio- blemi non si esauriscono mai”. presenza nazista sull’Europa e sul mondo. odierna del testo consente non ni sugli esiti cesaristici e plebisci- Ecco allora dipanarsi, in un lavoro che ricorda i Il libro non ha evidentemente pretese di esausti- soltanto di confermare tari dell’ideologia de- famosi “paracadutisti” di Le Roy Ladurie, questa vità, ma stupisce di non vedere nella bibliografia la rilevanza di Hayek mocratica, già messi “breve storia dell’ideologia occidentale” che trae alcun riferimento alla ricca serie di riflessioni sulla come teorico della bene a fuoco dalla cul- opportunamente spunto da un’illuminante osser- categoria di “occidentale” elaborate negli anni competizione, del li- tura politica euroame- vazione di Gramsci. Scriveva Gramsci in una bel- scorsi da alcuni studiosi dell’Università di Bolo- bero mercato e del- ricana otto-novecente- lissima pagina dei Quaderni che “è evidente che gna: da Tiziano Bonazzi a Raffaella Baritono, a l’ordine spontaneo, sca, soprattutto a par- Est e Ovest sono fissazioni, costruzioni arbitrarie, Fulvio Cammarano, a Sandro Mezzadra. Inoltre ma anche di conte- tire da Tocqueville, ma e convenzionali, poiché ogni punto della terra è gli avrebbero giovato una maggior organicità e ma- stualizzare le sue tesi ora fortemente conno- Est e Ovest nello stesso tempo: costruzioni con- gari anche qualche riferimento agli esiti della pro- nell’alveo di quelle in- tati dalla polemica venzionali e storiche (…) delle classi colte euro- vocazione sugli studenti. Resta, però, un tentativo terpretazioni “antito- contro l’iperattivismo pee, che attraverso la loro egemonia mondiale le degno di essere discusso, in un momento in cui le talitarie” della politica statale. Da un lato l’i- hanno fatte accettare a tutto il mondo”. pratiche didattiche non occupano lo spazio che del XX secolo da cui dea di dover porre ri- Ne segue un percorso su alcuni momenti chia- meriterebbero nel dibattito sull’università italiana. discesero importanti medio al “caos econo- riflessioni sugli sviluppi dei mo- mico” e dall’altro l’impotenza derni stati democratici. delle assemblee democratiche Hayek dedicava il lavoro “ai provocavano, secondo Hayek, socialisti di tutti i partiti”, inten- una richiesta sempre più insi- te sulle carte, ma mai costruite. dendo con la parola “sociali- stente perché si assegnasse a un Neoromantica confluenza di opposti Quando un pubblicista neobor- smo” una tendenza generale del- governo o a un individuo “il po- bonico, citando un serio lavoro di la politica novecentesca in base tere di agire in base alla propria di Maurizio Griffo due storici dell’economia, vanta il alla quale l’utilizzazione raziona- responsabilità”. La democrazia fatto che al momento dell’unità il le delle risorse esigeva forme di si riduceva, così, a scegliere le Marco Demarco mente Demarco, questo “neoro- reddito pro capite del Nord e del “direzione centrale” e di “orga- persone a cui attribuire “poteri manticismo sudista in formazio- Sud erano uguali, Demarco ha nizzazione”. Di qui egli vedeva praticamente assoluti”; l’intero TERRONISMO ne” si rivela “non una zattera di buon gioco nel far parlare uno dei scaturire le derive fascista e na- sistema democratico non poteva PERCHÉ L’ORGOGLIO (SUDISTA) salvataggio, ma un vicolo cieco”. due studiosi, il quale ricorda che zionalsocialista, che quindi non che tendere, in altre parole, ver- E IL PREGIUDIZIO (NORDISTA) Un simile approccio, infatti, tro- in società ancora non industrializ- erano state, come spesso si soste- so una “dittatura plebiscitaria”. STANNO SPACCANDO va una pericolosa consonanza zate, come quella italiana del tem- neva, una “reazione” al sociali- L’ITALIA IN DUE con umori diffusi al po, le differenze di red- smo, bensì uno “sbocco necessa- ayek sottolineava, a questo € Nord, producendo dito sono minime per- rio” di quella tendenza. Sul pia- Hproposito, l’errore fre- pp. 264, 17, un’imprevista con- ché tendenti alla sussi- no teorico, l’antitesi era secondo quente di concentrare l’atten- Rizzoli, Milano 2011 fluenza di opposti. An- stenza. In sostanza, in Hayek tra socialismo (o colletti- zione sulla democrazia, come se che il leghista elogia i centocinquanta anni vismo) e individualismo, que- questo fosse “il principale valo- na sintesi giornalistica può briganti meridionali e “nessuno ha tarpato le st’ultimo da intendersi non nel re minacciato”. Non esitava a Ufar capire più cose di una guarda con sospetto ai ali al Sud, anzi. Solo senso che ognuno debba “pen- parlare, in tal senso, di una lunga analisi economica o socio- simboli fondanti della che il Nord ha preso sare solo a se stesso”, bensì defi- “moda”, ritenendola responsa- logica. Questo è il caso di Terro- storia nazionale. La co- talmente il volo da far nendo “individualista” colui che bile “dell’opinione sviante e nismo. Il neologismo coniato da mune ripulsa della tra- apparire zavorrata l’al- ritiene non esistano scale di valo- priva di fondamento, secondo Demarco sintetizza uno stato d’a- dizione patria non è tra metà del Paese”. ri al di fuori della mente degli in- la quale finché la fonte ultima nimo che si va diffondendo peri- motivo di avvicina- Benedetto Croce, dividui e pertanto conclude che del potere è la volontà della colosamente. Negli ultimi anni, mento, ma fa crescere commentando il detto a ognuno dovrebbe essere per- maggioranza, il potere non può anche a ragione della crisi econo- l’estraneità, per cui “il rischio è che il Sud fosse un paradiso abi- messo di seguire liberamente le essere arbitrario”. Il ragiona- mica, nelle zone più produttive che nordisti e sudisti possano ce- tato da diavoli, non si limitava a proprie preferenze. mento di Hayek, in ultima ana- del paese si è accentuata l’idea mentarsi nell’odio reciproco”. denunciarlo come un pregiudi- Su queste basi l’autore costrui- lisi, si richiamava alla critica li- che il Sud della penisola sia una Per smontare il paradigma ter- zio, ma osservava che nel luogo va il proprio ragionamento con- berale della democrazia, riela- palla al piede per lo sviluppo. Co- ronista Demarco presenta in mo- comune così spesso ripetuto c’e- tro tutte le versioni di “pianifica- borandola alla luce del ruolo sì sono riemerse diffidenze e pre- do scorrevole una vasta serie di te- ra anche un granello di verità zione” statale, tanto quelle tota- crescente dello stato di fronte giudizi verso i meridionali. Ri- stimonianze. Così i cosiddetti pri- che andava ritrovato “nelle man- litarie quanto quelle derivate alle trasformazioni sociali, alla spetto a questa ventata di intolle- mati borbonici sono riportati a un chevolezze della vita civile e po- dall’espansione dei poteri pub- complessità tecnologica e alla ranza, è cresciuta nel meridione quadro generale di arretratezza, litica di questa parte d’Italia”. blici nelle democrazie occiden- razionalizzazione della produ- la voglia di rispondere con un eccezioni che non fanno regola e Ricollegandosi a questo giudi- tali (aveva in mente, in particola- zione di massa. Effetti deleteri malriposto orgoglio sudista. Una non risultano significative. La fa- zio, Demarco rileva che occorre re, il caso britannico), dalle qua- erano, in tal senso, “l’entusia- fuga in avanti, per la quale i ritar- mosa ferrovia Napoli Portici (do- prendere atto della realtà: “Inu- li vedeva discendere poteri in- smo per l’organizzazione di di non sono denunciati come ve i passeggeri stavano in piedi) è tile giustificarsi citando ogni vol- controllati. Le assemblee demo- ogni cosa” e la “crescente somi- manchevolezze, ma vengono ri- stata sì la prima d’Italia, ma a lun- ta le solite eccezioni ed eccellen- cratiche chiamate ad approntare glianza fra le idee economiche vendicati come una sorta di pri- go è rimasta anche l’unica del re- ze meridionali. Molto meglio at- piani economici erano destinate, della destra e della sinistra” nel- mato. Da qui l’elogio di presunte gno, talché al momento dell’unifi- trezzarsi, evitando di mettere la a suo avviso, in quanto ritenute la loro comune opposizione al virtù meridionali, come la lentez- cazione i chilometri di strade fer- testa sotto la sabbia”. portatrici di un mandato del po- liberalismo. za o la pigrizia; da qui un fiorire rate presenti al Sud erano un sesto [email protected] polo, a produrre una generale [email protected] di ricostruzioni pseudostoriche di quelli del Centro-Nord. Un dis- insoddisfazione nei confronti che idealizzano il meridione corso analogo vale per strade di M. Griffo insegna teoria delle dottrine delle istituzioni democratiche: G. Borgognone insegna storia delle dottrine preunitario. Ma, avverte giusta- comunicazione progettate, segna- politiche all’Università di Napoli “I Parlamenti verranno conside- politiche all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 22

N. 1 22 Migrazioni maginaria applicata a gruppi Cattiva politica e pessimo idioma umani reali per inferiorizzarli, Incontrarsi senza petizioni discriminarli, perseguitarli, ster- di Annamaria Rivera minarli, è cosa ormai del tutto di Vincenzo Viola attestata. Per questo ci sembra- Federico Faloppa non si configura solo come ger- no eccessivi i verbi al condizio- Mariangela Giusti abbandoni sono riconducibili a go da strada o da gente comu- nale e le cautele dell’autore: per ostacoli di tipo linguistico, RAZZISTI A PAROLE ne, ma è entrato in molteplici esempio, “le razze non esistono IMMIGRAZIONE ambientale, culturale e sociale. (PER TACER DEI FATTI) linguaggi mainstream: mediati- almeno sul piano biologico” (vi E CONSUMI CULTURALI Anche dopo qualche anno, si regi- pp. 144, € 9, co, politico, burocratico, perfi- sono forse “razze culturali”?); UN’INTERPRETAZIONE PEDAGOGICA stra spesso la volontà dei ragazzi di Laterza, Roma-Bari 2011 no giuridico. Si pensi a “clande- “ciò rende vano cercare confini pag. 170, € 22, riprendere il percorso formativo, stino”, “extracomunitario”, razziali netti” (fra le “razze” vi Laterza, Roma-Bari 2011 dopo che le più impellenti diffi- “vu’ cumprà”, “nomade”, “zin- sono forse confini sfumati?). E coltà di ordine economico e socia- he si pubblichino libri e ar- garo”, termini connotativi ma controvertibile ci sembra l’uso le della famiglia si sono attenuate. Cticoli sul razzismo italiano adoperati ormai come se fosse- non virgolettato dell’aggettivo a presenza di bambini e ra- La presenza di una vasta rete di dei nostri giorni è cosa sempre ro neutri, sui quali anche questo “razziale” in luogo di “razzista” Lgazzi di recente immigrazione possibilità di occasioni intercultu- positiva. Se non altro per il fatto libro si sofferma. E si consideri (“odio razziale”, “insulti razzia- o, di “seconda generazione”, nelle rali facilita il mantenimento o la che la tradizione nostrana di stu- – per fare un altro esempio, che li” e così via), per quanto esso sia aule di ogni ordine di scuola è un ripresa d’interesse per lo studio, di, ricerche, inchieste sul neoraz- qui non è presente – il caso del ampiamente presente anche in dato consolidato e in costante for- offre la possibilità di migliorare il zismo – tardiva, almeno rispetto termine “badante”, oggi usato leggi e convenzioni internazio- te crescita. C’è chi la reputa una proprio patrimonio linguistico, a quelle di altri paesi, avendo abitualmente per nominare le nali contro il razzismo. grande opportunità civile e cultu- aiuta a superare il contrasto, appa- poco più di un ventennio – ha assistenti familiari di nazionali- Oltre a soffermarsi su alcune rale, chi la ritiene una situazione rente o reale, tra la cultura di pro- bisogno di essere incrementata e tà non italiana: da essere voca- parole chiave del discorso razzi- inevitabile e necessaria da affron- venienza e quella italiana. rinnovata. Benvenuto, quindi, è bolo della parlata leghista, oggi sta e sulle retoriche sicuritarie ed tare con competenza e lucidità, L’attenzione della ricercatrice questo volumetto di Federico si è normalizzato e diffuso al emergenzialiste, Faloppa dedica chi la subisce come un grosso si sofferma con particolare atten- Faloppa, studioso di sociolingui- punto da essere entrato in testi uno dei capitoletti (Etnico è bel- guaio. Per tutti, però, realizzare zione sulla condizione dei giovani stica, autore di opere sul razzi- amministrativi e giuridici. lo?) all’abuso del vocabolo “et- un’educazione multiculturale immigrati di seconda generazio- smo linguistico, fra le quali Paro- Razzisti a parole è suddiviso nia” e dei suoi derivati, dilaganti contando solo sulle forze dell’isti- ne, nati in Italia o arrivati nel le contro. La rappresentazione del in dodici capitoli (o piuttosto almeno da un ventennio: che tuzione scolastica e all’interno de- nostro paese tanto piccoli da aver “diverso” nella lingua italiana e paragrafi) dei quali i primi due servano a connotare come esoti- gli obiettivi didattici tradizionali ricevuto qui la loro intera forma- nei dialetti (Garzanti, 2004; cfr. valgono come breve premessa. che pratiche, costumi, musica, della scuola italiana è un proble- zione scolastica perché sono l’a- “L’Indice”, 2005, n. 3). Anche Il primo ha per oggetto la clas- cucina, prodotti di consumo non ma che richiede grandi sforzi e, in nello più delicato di tutto il pro- questa di cui parliamo è, come si sica frase fatta che di solito pre- occidentali, che siano adoperati generale, pone l’insegnante in cesso di integrazione intercultu- deduce fin dal titolo lude a enunciati xeno- quale eufemismo di “razza” o condizione di disagio. Ma il sag- rale: in questi giovani è forte l’esi- accattivante, una criti- fobici o razzisti: “Io che valgano a denegare agli “al- gio di Mariangela Giusti pone la genza di conservare e rafforzare ca, più sintetica e di- non sono razzista, tri” la qualifica della nazionalità questione in un’ottica diversa, che la propria identità culturale e vulgativa, di alcune ma…”. Essa è tutt’og- in favore dell’asimmetrica, infe- supera le rigidità scolastiche. Il nello stesso tempo è vivo il desi- pratiche discorsive gi assai frequente in riorizzante, infondata attribuzio- concetto di fondo che emerge da derio di entrare in rapporto con che riflettono e nel Italia: 140.000 occor- ne etnica. Sia pure in maniera questa ricerca è quello di consu- altri, di uscire dalla condizione di contempo alimentano renze, come l’autore concisa, l’autore ricostruisce an- mo culturale: “C’è la necessità di ospite più o meno accettato. pratiche sociali di dis- ha potuto constatare che la genealogia di “etnia”, a abituarsi e di abituare gli allievi al- Proprio per questo “quando par- criminazione e razzi- attraverso una ricerca partire da Erodoto. l’idea di un’autoeducazione conti- liamo dell’incontro tra nativi e smo. Al riguardo è uti- nel web. In realtà si Seppur procedendo a volo nua che si rispecchia nella società migranti non dobbiamo pensare le ricordare che il lin- tratta di un vecchio d’uccello, Faloppa non si limita multiculturale e che non si accon- di riferirci a strutture culturali guaggio non è solo un topos sul quale si è a denunciare lo scadimento del tenta di ciò che è stato trasmesso antiche, dalla struttura monoliti- sistema di rappresen- scritto più volte: già linguaggio pubblico, soprattut- in classe, ma deve proseguire an- ca”, ma a situazioni in cambia- tazione, ma ha anche sempre va- nel lontano 1989 era stato mes- to quando si tratta degli “altri”. che fuori dalle aule scolastiche”. mento continuo. Un caso esem- lore performativo. so alla berlina da Alessandro Ne mostra anche gli intrecci Fuori dalle mura scolastiche, in plare di attività culturale indiriz- Il libro, di stile volutamente Portelli, in un articolo, forse di- con alcune vicende recenti del tutta Italia, si vanno formando zata proprio a questa fascia di giornalistico e basato su un mate- menticato, per “La Critica So- razzismo istituzionale italiano, centri di elaborazione della cultu- popolazione, afferma l’autrice, è riale empirico in gran parte tratto ciologica” (Su alcune forme e ar- non occultando il fatto che es- ra, come musei e mostre, giornali offerto dal portale www.associ- dal web, da articoli di stampa o ticolazioni del discorso razzista so, praticato senza alcuna inibi- locali, conferenze, incontri na.com: “È un percorso da passa- da lavori altrui, esamina alcune nella cultura di massa in Italia). zione da governi, amministra- magari negli spazi dell’ipermer- to a presente, da una tradizione delle molte parole chiave e delle Il secondo paragrafo-premes- zioni e politici di destra, sia sta- cato, in cui il pensiero intercultu- ricostruita e rielaborata a una tipiche frasi fatte che punteggia- sa affronta in modo succinto e to esercitato anche da parte del rale cessa di essere una petizione condizione attuale (…) sull’esse- no il linguaggio della xenofobia, non accademico il problema del- centrosinistra. di principio e diventa “un siste- re cinesi e italiani”. Un altro caso del disprezzo, dell’intolleranza o la “razza” e della definizione del Nel capitolo intitolato ironi- ma che aiuta a mettere in comu- molto significativo è offerto da “solo” del dileggio verso catego- razzismo, questioni aventi an- camente “Discriminazione trans- nicazione le esperienze esisten- “Yalla Italia”, rivista mensile rea- rie sociali reputate estranee, so- ch’esse alle spalle una storia lun- itoria positiva”, Faloppa fa ve- ziali coi saperi costituiti, (…) un lizzata soprattutto da giovani prattutto migranti e minoranze, ga e intricata. Che la “razza” sia dere come a una cattiva politica sistema metabolico che permette immigrate al di sotto dei trent’an- in primis rom e sinti. un mito (a giusta ragione Falop- corrisponda un idioma pessimo e assicura gli scambi tra i soggetti ni, che si propone l’obiettivo di Conviene premettere che in pa cita il famoso saggio pionieri- e viceversa. Il testo che esamina e la società (e non che li impedi- “dar forma” alle seconde genera- Italia il lessico che etichetta gli stico del 1942 di Ashley G. è la mozione parlamentare sulle sce creando delle barriere)”. zioni di provenienza araba. “altri” (per meglio dire, gli alte- Montagu), che sia una “metafora classi differenziali riservate ad Questo è l’assunto da cui parte Il libro di Giusti non si limita a rizzati), mediante stereotipi e naturalistica”, secondo l’espres- alunni “stranieri” non padro- la ricerca sul campo di Giusti, proporre documentazione rac- cliché che inferiorizzano, stig- sione coniata da Colette Guil- neggianti la lingua italiana, che ricca di testimonianze dirette e colta dal vivo e riflessioni acute e matizzano, essenzializzano e ge- laumin in un’opera del 1972, nel 2008 fu presentata da venti- realizzata attraverso interviste, penetranti, ma ha un pregio in neralizzano arbitrariamente, cioè una categoria del tutto im- sette parlamentari del Pdl e ap- colloqui, momenti diversi di con- più: è corredato da tre laborato- provata dal parlamento. Il do- divisione: i risultati rendono ri, proposti a gruppi di insegnan- cumento, che in definitiva pro- plausibile l’affermazione che l’in- ti o anche, con poche modifiche, poneva di confinare in classi- tercultura non si impara e non si a gruppi di studenti della secon- ghetto i minori “di stirpe” non insegna in astratto e che quindi daria sia inferiore che superiore. italiana, è tutto costruito secon- “il ruolo degli insegnanti e degli I testi presentati si basano, il do false argomentazioni, ossi- educatori dovrebbe essere sem- primo, su un lungo colloquio mori, sbavature lessicali. pre meno confinato nel chiuso con una ragazza peruviana, che Ci sembra questo il tema più delle istituzioni e sempre più in mostra chiaramente le difficoltà interessante e meritevole di svi- simbiosi con ciò che accade al di incontrate nel suo percorso di luppi, che qui l’autore ha potu- fuori di esse”. Tra i molti esempi integrazione; il secondo, sull’in- to solo abbozzare, dato il carat- raccolti merita di essere ricordato tervista comune a un gruppo di tere del volume. Con la sua l’impegno di molti musei, di città donne che ricordano e ricom- competenza sociolinguistica, piccole e medie, come ad esem- pongono momenti del passato; Faloppa di sicuro contribuirà a pio il Museo Civico di Reggio mentre il terzo è stato pensato e incrementare l’analisi (nel no- Emilia, che ha costruito un per- realizzato con i ragazzi di una stro paese limitata a pochissimi corso sulla maternità in cui “gli scuola media mettendo in atto autori, fra i quali Giuseppe Fa- oggetti e le testimonianze (…) diverse metodologie: il role play, so) di ambiti specifici nei quali poste in risonanza l’una con l’al- il brainstorming, la discussione l’idioma della xenofobia e del tra consentono di sviluppare rac- libera, la visione commentata di razzismo si maschera sotto la conti intorno a temi universali, in diapositive. I laboratori possono pretesa neutralità di gerghi spe- cui ognuno si possa riconoscere”. essere immediatamente usati a cialistici, burocratici, ammini- La diffusione di centri di consu- diversi livelli, ma possono anche strativi, normativi. mo culturale fuori dalla scuola ha diventare modelli per impostare [email protected] un’importante valenza positiva altre attività di questo tipo. anche per favorire il recupero [email protected] A. Rivera, è antropologa, insegna etnologia della dispersione scolastica, dei all’Università di Bari figli di famiglie immigrate, i cui V. Viola è coordinatore dell’Indice della Scuola impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 23

N. 1 23 Letterature d’oltremare La vita continua di Alessandra Di Maio Una bambina da vendere Caryl Phillips La loro relazione fa da perno alla narrazione, diventando an- di Pietro Deandrea SOTTO LA NEVICATA che metafora della relazione che ed. orig. 2009, trad. dall’inglese segna la società inglese dal do- ispirandosi al ragno-briccone Anancy dei racconti poguerra a oggi: quella tra la ma- Andrea Levy di Bernardo Draghi, popolari – July è irresistibile quando si fa beffe del- drepatria, bianca come Anna- pp. 327, € 20, UNA LUNGA CANZONE la padrona, dalla quale si fa insegnare a leggere. La belle, e i figli dell’impero, black e Mondadori, Milano 2011 presenza del comico anche in un contesto così British come Keith. ed. orig. 2010, trad. dall’inglese di Enrica Budetta, € sconvolgente è uno dei motivi del fascino di que- Si tratta di un vincolo indis- pp. 353, 20, Dalai, Milano 2011 inalmente uno dei maggiori solubile, o almeno così il finale st’opera. Dopo il successo di Un’isola di stranieri, Fscrittori contemporanei in del romanzo ci induce simboli- che in una simile chiave racconta la nascita del lingua inglese, Caryl Phillips, è camente a pensare. Ma se oggi iamaica, inizio Ottocento. La vita di July co- multiculturalismo britannico attorno alla seconda pubblicato anche in Italia. Al il figlio Laurie, al padre che gli Gmincia con lo stupro della madre, la schiava guerra mondiale (cfr. “L’indice”, 2006, n. 4), Una silenzio imbarazzante ripara chiede se i poliziotti lo hanno Kitty, compiuto dal sorvegliante della piantagio- lunga canzone (candidato al Man Booker Prize Mondadori, che dà alle stampe maltratto per via del colore ne. Il romanzo apre con questa scena, e il parto 2010) ricostruisce un passato ancora più lontano l’ultimo romanzo del cinquan- della pelle, può rispondere della bambina è suggellato da un’altra brutale ov- per offrire, dichiara l’autrice, un orgoglioso tribu- tenne scrittore anglo-caraibico- sbalordito, “Ma che stai dicen- vietà: “Mi raccomando con quel bambino. Varrà to alle conquiste dei propri padri. Tra queste con- americano, definito da uno dei do? Lo sbirro che mi ha inter- un sacco di soldi”. July però non viene venduta, quiste vi è quella della parola. Thomas, il figlio che critici letterari del “New York rogato era nero”, è perché le ma semplicemente tolta alla madre per soddisfa- July ha abbandonato al pastore battista ed è cre- Times”, non certo noti per la generazioni prima di lui, quella re un capriccio della padrona, che la vuole come sciuto in Inghilterra diventando un editore di suc- docilità, “uno dei giganti lette- del padre Keith e quella del sua cameriera personale. A nulla vale la dispera- cesso, torna in Giamaica e ritrova la madre ormai rari del nostro tempo”. Sotto la nonno, hanno pagato un sacri- zione di Kitty, confortata da un’amica: “La tua anziana e derelitta, accogliendola nella sua fami- nevicata segue otto romanzi, ficio alto. chiquita farà pipì su un trono (…) Devi essere fe- glia. È July stessa che, finalmente libera dalla fame, svariate opere teatrali, radio- Le malattie, la mortalità pre- lice. Miss July nella grande casa! Ti rendi conto? si dedica faticosamente a scrivere la propria storia; drammi, sceneggiature per il ci- coce, l’insanità mentale provo- Avrà le scarpe!”. Dalla prospettiva della “grande poco alla volta, capitolo dopo capitolo, soffre per nema e libri di saggistica; ma cate dal sentirsi estranei e rifiu- casa”, July assiste alla quotidiana negazione del- dover rivivere ciò che non vorrebbe ricordare, dis- forse sarebbe bene prendere a tati, anche con violenza, da una l’umanità nel sistema schiavista, con le sue indici- cute e litiga con il figlio che pubblicherà quelle pa- prestito il concetto di non-fic- società che si credeva di cono- bili violenze: le rivolte degli schiavi, la guerra bat- gine (“Lettore, mio figlio dice che questo [lo stu- tion per volumi come scere a menadito ma tista del 1832, gli anni di transizione con il cosid- pro di Kitty] è un incipit sconveniente per un rac- The European Tribe e che in realtà era solo detto “apprendistato” e la successiva abolizione conto”), imparando a conoscere lui così come la A New World Order, un’“idea”, annichili- della schiavitù nel 1838, la fame e lo sfruttamen- nuora e le nipotine. Levy appronta sapientemente che intrecciano epo- scono i migranti della to dei decenni seguenti fino alla fine del secolo. questa cornice metanarrativa e mette così in risal- che, narrazioni, gene- prima generazione, In The Long Song, però, la Storia sfiora appena to la transizione da oralità a scrittura: le parole ri letterari, riflessioni spezzandone legami e le vite dei personaggi. Spina dorsale del romanzo è d’inchiostro di July si alternano tra un registro for- personali ed eventi vite. la ricostruzione della vita quotidiana della pianta- male e squarci più vernacolari nei momenti di storici in uno stile che Il conflitto etnico e gione, dove i rapporti tra schiavi sono avvelenati maggiore pathos, mentre i dialoghi tra schiavi so- accompagna tanto il quello tra generazioni da una minuziosa gerarchia di sfumature di carna- no in puro patois. Peccato davvero, e in certi pun- dettaglio della crona- sono tematiche centrali gione e di sangue. Nel rapporto con i bianchi, gli ti davvero inspiegabile, che la poco accurata edi- ca quanto l’introspe- e costanti nelle opere schiavi mettono in atto una serie infinita di astute zione italiana tenda a uniformare in un italiano zione psicologica con di Phillips. strategie per ottenere sempre il massimo, irritare omogeneo queste varianti linguistiche identitarie, afflato poetico. Tuttavia in questo gli odiati padroni e al contempo uscirne indenni, aspetto indimenticabile della versione originale. Caryl Phillips, nato a St. romanzo, differentemente dagli Kitts, è cresciuto nell’Inghilter- altri, i conflitti trovano una ra degli anni sessanta e settanta. risoluzione, pure se timida e I conflitti etnici che imperversa- parziale. Se la conclusione vano in quegli anni forgiano la lascia il lettore incerto sui pos- L’educazione sentimentale di sua arte. In Sotto la nevicata il sibili sviluppi della vicenda, è Lingua biforcuta un’adolescente ha come modello contrasto tra bianchi e neri, tra pur vero che un ordine, anche donne fascinose, sagge, misterio- il mondo anglosassone conser- se provvisorio, è ristabilito. La di Carmen Concilio se, tra cui anche la madre: “Mia vatore e respingente e l’immi- vita continua, a fronte della madre si tolse i vestiti e si spalmò grazione che ormai di quel morte, della follia, dei soprusi Jamaica Kincaid scherzo, raglia come un asino, su tutto il corpo un olio denso e mondo è parte integrante, sot- dei prepotenti, delle ristrettez- quando ha sete”. Oppure, “Co- dorato (…) Sulla schiena le venne tende ogni relazione tra i prota- ze economiche e persino delle IN FONDO AL FIUME s’è un jablessé? – È una persona una corazza di squame color me- gonisti. Più degli altri romanzi condizioni climatiche incle- ed. orig. 1983, che può trasformarsi in qualsiasi tallo (…) I denti allora si dispose- di Phillips, popolati da perso- menti. trad. dall’inglese di Mirko Esposito, cosa. (…) Gli occhi sono accesi ro in file che le arrivavano fin den- naggi solitari, questo è costruito Come ultima nota, si deve pp. 96, € 10, come lampade, così brillanti che tro la lunga gola bianca. Si slegò i sulle relazioni. constatare che la traduzione Adelphi, Milano 2011 non puoi guardare. capelli e poi se li strap- non sempre rende giustizia al Ecco come si capisce pò tutti. Prese la testa otto la nevicata racconta la testo originale. che è un jablessé. (…) fra le grandi palme del- Sstoria del quasi cinquanten- A parte qualche ricercatezza ancava all’appello in tra- Stai all’erta quando le mani e la appiattì ne Keith Gordon, figlio di immi- bizantina che non appartiene Mduzione italiana l’opera vedi una bella donna. (…) divise i piedi in grati delle Indie Occidentali e all’asciutto lessico di Phillips prima di Jamaica Kincaid: quella Un jablessé cerca sem- due biforcazioni. In si- dirigente di un ufficio per l’inte- (quanti di noi “sprimacciamo” che radica e tiene ancorata tutta pre di somigliare a lenzio mi ordinò di fare grazione razziale di Londra, che il divano?), la lingua del la sua produzione successiva, e una bella donna”. come lei”. è alle prese con un divorzio un magnifico monologo finale del come il vortice di un uragano La donna-trickster, Il viaggio dall’adole- po’ affrettato dalla compagna di padre di Keith sembra che si trascina indietro autrice e lettori dal potere metamorfi- scenza all’età adulta, vita di sempre, l’inglese Anna- confaccia più a un giovane di verso quella madre/isola/lingua co, magico e sciamani- dalla piccola isola al belle, figlia unica di un militare oggi che non a un vecchio imprescindibile che è pura gene- co, è solo una delle tan- grande continente, l’A- conservatore determinato a non signore moribondo delle Indie si narrativa. L’odio-amore che le- te figure tradizionali merica, segna lo slogar- accettare il genero e di una ma- Occidentali con una grande ga l’autrice alla madre/terra fa che popolano Antigua e prendo- si della lingua coloniale d’infan- dre incapace di tenere testa al passione per la lettura e il dirit- della sua infanzia isolana, della no corpo nella povertà dignitosa, zia, che contava i farthing, i marito. to. È difficile per il lettore sua lingua primordiale, quel cor- come l’uomo delle latrine, quasi penny e gli scellini e le sterline, in Con Annabelle, Keith condivi- immaginare l‘inglese della terra done ombelicale che, pur reciso, intoccabile per casta, e ricco della una lingua biforcuta, anticolonia- de anche la preoccupazione per e della generazione di questo finisce per avvelenare la prota- sua irresistibile avvenenza. La le e femmina, che fa di Kincaid la il periodo di sbandamento del fi- vecchio signore in idiomi come gonista di una rabbia che non realtà si trasforma in mito, ma è portavoce di istanze di genere, glio adolescente, Laurie. Non- “la tipa” o “alla grande”. Ma l’abbandonerà mai, per essere un mito indigeno: “Seguii la don- ma anche di resistenza contro gli ostante siano già separati, Anna- ciò non impedisce al monologo stata educata all’inglese da una na che amo mentre camminava su stereotipi della vita felice nel belle gli sta accanto anche nel di ammaliare il lettore fino alle madre caraibica fino al midollo. un tappeto di ninfee. (…) Poi in paradiso tropicale e dell’amore momento in cui Keith viene ac- parole conclusive. Si tratta di racconti brevi, fulmi- mezzo allo stagno si fermò, per- materno e filiale. La traduzione cusato ingiustamente da una gio- L’auspicio, infine, è che questo nei, camaleontici come le donne ché un uomo si era alzato all’im- di questi racconti, insidiosa, per vane collega di molestie sessuali, sia solo il primo tra i romanzi di che vi compaiono: “Vedono un provviso di fronte a lei. Vidi che sfumature, e che ha richiesto il rischiando così di perdere il po- Phillips a essere tradotti in italia- uccello che cammina tra gli albe- indossava un vestito di corteccia glossario per i termini culturali sto di lavoro. no e che l’editoria nostrana gli ri. Non è un uccello. È una don- d’albero e aveva ramoscelli nelle specifici, segna l’abc su cui è ra- È sempre la moglie a soste- dedichi l’attenzione che merita, na che si è appena tolta la pelle e orecchie. (…) invece di prendere dicata tutta la produzione succes- nerlo nei momenti più difficili e di cui già gode nelle lettere va a bere il sangue dei suoi ne- il coltellaccio fra le pieghe della siva dell’autrice, che è stata una della sua vita di uomo della internazionali. mici segreti. È una donna che ha sua gonna bella e voluminosa e ta- continua riscrittura di sé. middle class, con un passato fa- [email protected] lasciato la sua pelle in un angolo gliare l’uomo in due all’altezza [email protected] miliare complesso, che attra- di una casa di legno. È una don- della vita, si limitò a sorridere – versa la più classica delle crisi A. Di Maio insegna inglese e studi na assennata che ammira le api un sorriso rosso rosso – e lui cad- C. Concilio insegna letteratura inglese di mezza età. postcoloniali all’Università di Palermo sull’ibisco. È una donna che, per de stecchito come una mosca”. e postcoloniale all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:48 Pagina 24

N. 1 24 Letterature Scritti marinari Il viaggio dei viaggi di Danilo Manera Enrique Serpa saglie lasciate ad ammuffire”; di Vincenzo Russo luridi cabaret pieni di sbronzi e CONTRABBANDO imbroglioni, attaccabrighe e la- ed. orig. 1938, trad. dallo spagnolo dri; barcaioli “spazzini” che re- ghese del 1983 fosse corredata da illustrazioni di Sophia de Mello Breyner Andresen cuperano oggetti e persino atlanti e carte geografiche, assecondando un di Silvia Quadrelli, frutta marcia tra i rifiuti scari- NAVIGAZIONI/NAVEGAÇÕES esplicito desiderio della poetessa che fa risalire pp. 246, € 17,50, cati in mare; rognose borgate e al suo primo viaggio in Oriente – a Macao, ulti- Elliot, Roma 2011 ed. orig. 1983, a cura di Roberto Francavilla, villaggi costieri fatiscenti, po- € me vestigia territoriali di un antico Portogallo pp. 55, 10, Ellis, Bitonto (Ba) 2011 polati di bambini anemici e imperiale cedute solo il 31 dicembre del 1999 al- a trama è frugale. Alla fine straccioni. la Cina – la fonte d’ispirazione iniziale di queste Ldegli anni venti del Nove- In questo clima angoscioso si on si fa geografia con la letteratura. Tanto- Navigazioni. “Pensai a coloro che erano arrivati cento, nel porto dell’Avana aggirano anime straziate che si Nmeno con la poesia. Eppure dobbiamo ri- là senza previo avviso, senza mappe, né reso- l’offerta di pesce supera la do- rannicchiano come lumache, ac- conoscere, con Genette, che “una certa sensibi- conti, né disegni o fotografie che anticipassero manda e non ci sono margini coltellatori con tutto il fegato lità verso lo spazio o, per meglio dire, una sorta loro quello che avrebbero visto. Scrissi le prime di guadagno: a volte si è persi- che serve a difendere il loro ono- di fascinazione del luogo, è uno degli aspetti es- poesie partendo simultaneamente dalla mia im- no costretti a ributtare le cer- re di machos, marinai il cui ap- senziali di ciò che Valéry chiama lo stato poeti- maginazione, da quel primo sguardo, e dalla mia nie in mare. Marinai e pescato- prodo sono una prole senza spe- co”. Val la pena di scomodare il nuovo approc- stessa meraviglia”. Queste parole, estratte dal ri sono nella miseria più nera e ranza, mogli traditrici o carne da cio critico-metodologico che ci fornisce la geo- discorso pronunciato nel 1984 dall’autrice in oc- pronti allo sciopero. Conviene postribolo e sifilide. poetica per restituire allo spazio, ai luoghi, alle casione del Premio dell’Associazione portoghe- dedicarsi al contrabbando di Enrique Serpa (L’Avana geografie reali e immaginarie una carica di sen- se dei critici letterari (un testo che l’edizione ita- alcol verso gli Stati Uniti, dove 1900-1968) cominciò a lavorare so che diventa verbo, parola, verso. Con geo- liana opportunamente inserisce come soglia vige il proibizionismo, schi- fin da ragazzo, come garzone e poetica di un autore intendiamo la sua intelli- proemiale), rinviano all’intero archivio della me- vando la polizia di Gerardo impiegato, formandosi una va- genza territoriale, la sua capacità immaginifica moria storica e culturale dei portoghesi (il viag- Machado e la guardia costiera sta cultura da autodidatta. Si di creare e ricreare un mondo secondo quella di- gio, le scoperte, la distanza, gli oceani e i venti, nordamericana. guadagnò presto un nome nel rompente proposta di Deleuze e Guattari per l’incanto e lo sconcerto del nuovo, i naufragi e Così decide di fare, essendo giornalismo cubano, specie con cui davvero il territorio diventa effetto dell’arte. l’incontro con l’altro, il silenzio e la solitudine, rimasto al verde, l’armatore cronache e reportage, ma anche Sophia de Mello Breyner Andresen (1919- la speranza e “la veemenza del visibile”). dell’agile goletta La Buena come poeta e narratore. Duran- 2004), prima donna portoghese a ricevere il Pre- Le tre parti del volume – Lisbona, Le isole, De- Ventura, elegante te la dittatura di Bati- mio Camões, massimo riconoscimento per gli riva – per un totale di venticinque testi poetici rampollo della classe sta fu responsabile scrittori lusofoni, è una delle voci più originali rifanno, come in un estremo palinsesto di echi dominante che a cau- stampa dell’amba- della poesia post Pessoa che, sin dal debutto nel letterari (non solo locali ma anche di Dante, sa di una “nevraste- sciata a Parigi. Dopo 1944, ha declinato la modernità nelle forme amato e tradotto da Sophia de Mello), il viaggio nia di origine sessua- la rivoluzione rimase classicheggianti e austere di una lingua pura ed dei viaggi dei portoghesi che “navigavano senza le” ha lasciato il lavo- in disparte, ma le sue essenziale. La sua poesia è racchiusa, a mo’ di si- la mappa che tracciavano”. Partenze, ritorni, ro di chimico dello opere furono comun- neddoche dell’opera intera, in questa raffinatis- naufragi, impossibili rotte da solcare e su tutto zucchero per vivere que ripubblicate per sima plaquette bilingue, che si può leggere come la sorpresa dell’ignoto e il piacere della deriva: delle tre imbarcazio- l’evidente contenuto un breviario di geopoetica, come insinua il cura- “Vidi le acque, i promontori, le isole / …Vidi ni avute in eredità dal di critica sociale, inte- tore e traduttore Roberto Francavilla già nel ti- prodigi, stupori, meraviglie // …Gli ordini che padre, e ora solca i so come messa a nudo tolo della prefazione: Avvistamenti, psicopaesag- avevo non eseguii / E così narrando quanto vidi mari per curarsi “i delle storture e degli gi. Non è un caso che l’edizione originale porto- / Non so se tutto errai o scoprii”. nervi rosi da dieci an- abusi della “repubbli- ni di rum e prostitute”, e la ca neocoloniale” controllata noia e stanchezza che lo oppri- dagli Stati Uniti. mono. In Contrabbando, un sintomo I bizzarri membri della sua ribelle predice infatti la fine donne, il che non significa che Verbalizzare la propria storia, ciurma lo chiamano ironica- dell’ingiustizia, perché la socie- La sorellanza non siano molteplici, visto che, per dolorosa o traumatica che mente “Ammiraglio” ed è lui la tà “è come una barca mal dis- parafrasando Tolstoj, tutte le sia, permette a queste donne di voce narrante della storia. Al tribuita”, con tutto il carico da di Vittoria Martinetto donne felici si somigliano, ma giungere a una consapevolezza suo opposto si colloca il co- una parte. ogni donna infelice è infelice a che è un primo passo per esor- mandante, detto “Squalo”, A Ernest Hemingway piac- Marcela Serrano modo suo. Di fatto, indipen- cizzarla al fine di una crescita sciatto ma deciso, abile sul la- quero gli scritti marinari di Ser- dentemente dalla latitudine in personale, secondo i dettami voro ma finito in carcere come pa, e dato che non lasciava certo DIECI DONNE cui vive, qualunque lettrice classici della psicoterapia. E, tut- omicida, solidale con i compa- il gomito tranquillo, tra un moji- ed. orig. 2011, trad. dallo spagnolo può, se non completamente tavia, queste storie non sono cer- gni ma impermeabile quanto a to e un daiquirí sembra l’abbia di Michela Finassi Parolo identificarsi, riconoscere in to un trattato clinico, ma il frut- sentimenti. È lo Squalo a pro- eletto a miglior romanziere lati- e Tiziana Gibilisco, queste narrazioni qualche fram- to della fantasia dell’autrice che porre la via d’uscita del con- noamericano. L’editore italiano pp. 285, € 18, mento della propria personale ha saputo elaborare letteraria- trabbando e a condurre l’ope- non manca di infilare la frase in esperienza. Nella stessa intervi- mente aneddoti desunti dalla razione, tra distillatori clande- copertina. Feltrinelli, Milano 2011 sta, Serrano ammette inoltre realtà di molte donne. stini e sordidi trafficanti, fino A parte la sublime ignoranza un’intenzionale coerenza nella La bella versione italiana, fat- alla consegna del carico. del grande gringo, che si trova- irginia Woolf faceva osser- propria linea narrativa, tenden- ta a quattro mani, riesce anche a va comprensibilmente a suo Vvare come la donna fosse do un filo fra quel suo primo mettere in evidenza un dato pre- o spessore del romanzo è agio tra questi profili rudi, im- “l’animale più discusso dell’u- fortunato romanzo e questo: al- zioso di queste narrazioni che Lperò altrove, in primo luogo petuosi e tormentati, Serpa è in niverso” ma sempre in libri lora erano quattro le donne ri- non andava perso in traduzione: nella contrapposizione tra due effetti assai “hemingwayano” e scritti dagli uomini. È invece unite per una breve vacanza in il diverso registro di ogni voce antieroi: il codardo, pessimista, qualcosa ha di certo prestato a sulla voce protagonista delle una stazione lacustre a raccon- che l’autrice ha accuratamente introverso e languido armatore Il vecchio e il mare. Ma persino donne e sulla loro solidarietà o tarsi, ora sono nove le donne differenziato perché, sostiene, in fuga dalla terraferma e il duro nella narrativa cubana coeva ci sorellanza – spesso negata da che si confessano a vicenda sol- in una società classista come capitano avvezzo alla lotta e sono autori più incisivi e inte- un’educazione che le vuole riva- lecitate dalla loro comune psi- quella cilena, le persone si rico- sprezzante del pericolo. Il loro ressanti, come Enrique Labra- li sempre in relazione a un uo- coterapeuta – la decima donna, noscono immediatamente dalla rapporto, filtrato dal monologo dor Ruiz, Lino Novás Calvo o mo – che si fonda la narrativa di appunto – che le ha le convoca- loro parlata. Malgrado la valen- interiore, ritma le pagine (e, se- Carlos Montenegro, tutti pur- questa scrittrice cilena afferma- te malgrado le loro differenze za universale delle vicende di condo il critico cubano Alberto troppo pressoché sconosciuti tasi esattamente vent’anni fa culturali, sociali, di professione Francisca, Mané, Juana, Simo- Garrandés, l’ammirazione del- da noi. con il suo primo romanzo dive- e di età – un campione che spa- na, Layla, Luisa, Lupe, Andrea, l’Ammiraglio per lo Squalo cela Tuttavia, Serpa merita di esse- nuto best seller, Noi che ci vo- zia dai diciannove ai settanta- Ana Rosa e della stessa psicote- un innamoramento omosessua- re letto proprio per questo ro- gliamo così bene (1991; Feltri- cinque anni – in virtù del pote- rapeuta Natasha, infatti, la re- le). Il fascino del romanzo deriva manzo che è il suo capolavoro nelli, 2003). Da allora, in effetti, re curativo della parola. cente storia del Cile e i dolorosi in grande misura dagli ambienti (ricevette nel 1938 il Premio Na- attraverso una decina di opere Dieci donne è un caleidosco- strascichi che la lunga stagione magistralmente e minuziosa- zionale) e alcuni magnifici rac- narrative, pur cambiando sfon- pio di problematiche femminili della dittatura ha lasciato nelle mente descritti: l’assolata solitu- conti di simile ispirazione, dove do e storie, Marcela Serrano sempre attuali: c’è il rapporto vite e nelle coscienze sono, in dine marina e il microcosmo del- miscela un realismo crudo, vena- non ha mai smesso di contribui- conflittuale madre-figlia, l’omo- questa ennesima prova narrativa la goletta da un lato, e i bassi- to di espressionismo nel ritrarre re a colmare quello che sentiva sessualità, il dramma del tra- di Marcela Serrano, una presen- fondi portuali dell’Avana dall’al- le patologie sociali, con affondi come un vuoto nella letteratura monto della bellezza, i rapporti za forte, non di puro sfondo, ed tro. psicologici nel buio interiore di universale, dedicandosi esclusi- extraconiugali, il lutto per un evidenziano anche l’impegno Quello di Serpa è un mondo personaggi marginali, sempre vamente a raccontare storie di marito desaparecido, la condizio- politico cui l’autrice non ha mai abbattuto dal fatalismo, gonfio sorretto da una scrittura accura- donne dal loro punto di vista. ne di ragazza madre, quella di abdicato. di rancori e superstizioni, rab- ta e nervosa. “Tutte le donne hanno le stesse single, il tumore al seno, la soli- [email protected] bia e odio: vicoli rischiarati da [email protected] storie da raccontare”, dice la tudine della fama, lo stupro fisi- luci meschine; meretrici simili a scrittrice in un’intervista di pre- co, le violenze psicologiche di V. Martinetto insegna lingua e letteratura bambole di pezza male imbotti- D. Manera insegna letteratura spagnola sentazione di quest’ultimo Dieci cui la donna è spesso vittima. ispanoamericana all’Università di Torino te o a “un mucchio di cianfru- contemporanea all’Università di Milano impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 25

N. 1 25 Letterature all’inizio lontanissima, poi sempre le), o pronto a seguirlo nel cortile Per esorcizzare più vicina a quella del diario, fino Il segreto legame del Louvre, per giocare ai piedi La via a incrociarla e a superarla (feb- del gruppo statuario che rappre- lo stato di orfana braio 1953, dicembre 1956, aprile di Mariolina Bertini senta, per una crudele ironia del- dei coccodrilli 1957, luglio 1962, ottobre 1991). la sorte, Caino e Abele (Fleurs de di Lina Zecchi Se l’io-Irène ci fornisce la narra- Patrick Modiano ruine). Ma in nessun romanzo di di Alessandro Ajres zione di un vissuto che cade bru- Modiano come in Riduzione di talmente nel silenzio, è l’ultima pa- RIDUZIONE DI PENA pena la simbiosi dei due fratellini Élisabeth Gille ginetta in terza persona a chiudere ed. orig. 1988, trad. dal francese è l’elemento portante della storia. Magda Szabó il diario interrotto, perché “la La narrazione stessa sembra qui MIRADOR di Maruzza Loria, IL VECCHIO POZZO bambina che da anni non è più ta- pp. 117, € 13,50, emanare da una voce che ne rac- IRÈNE NÉMIROVSKY, MIA MADRE le” possa forse diventare “la ma- Lantana, Roma 2011 chiude un’altra, sembra parlare ed. orig. 1970, trad. dall’ungherese prefaz. di René de Ceccatty, dre della propria madre, che ha anche per l’altra, che in un giorno di Bruno Ventavoli, ed. orig. 1992, trentanove anni per l’eternità”. del 1957 ha taciuto per sempre. pp. 252, € 19,50, a cura di Cinzia Bigliosi, Le recensioni italiane a Mirador uando, nel 1968, Patrick In Riduzione di pena non com- Einaudi, Torino 2011 insistono sui nodi tematici del li- QModiano pubblica il suo pri- paiono date precise, e anche i luo- trad. dal francese di Maurizio Ferrara bro: il groviglio avvelenato dei mo romanzo, La Place de l’Étoile, ghi sono indicati allusivamente. e Gennaro Lauro, rapporti madre-figlia tante volte la nota biografica della quarta di Sappiamo però da Un Pedigree a compiuto quarant’anni, pp. 359, € 18, ripreso e variato nei romanzi di copertina gli attribuisce, come da- (in cui Modiano ha ristabilito HIl vecchio pozzo di Magda Fazi, Roma 2011 Némirovsky, la fuga e l’esilio dalla ta di nascita, il 1947. È una data molti dati fattuali della propria Szabó: un’età che proprio non Russia, l’eredità ebraica rimossa e inesatta, fornita da lui stesso, che biografia) che i fatti narrati si rife- si sente, dal momento che le radici russe, la Francia degli ha falsificato il proprio passapor- riscono al soggiorno che Patrick e guardandoci dentro escono a “galassia Némirovky” si ar- “anni folli” come patria sostituti- to. In realtà è nato il 30 luglio Rudy fecero tra gli inizi del 1952 e fuori i ricordi d’infanzia della Lricchisce in Italia di un nuovo va, il successo e le sue illusioni, 1945; alterando i dati anagrafici il febbraio del 1953 a Jouy-en-Jo- grande scrittrice ungherese tassello con la pubblicazione di l’avanzata implacabile dell’antise- non ha fatto altro che estendere al sas, affidati a un’amica del padre. sorretti e amalgamati da una Mirador, biografia della madre mitismo, la disillusione, la guerra, paratesto il gioco dell’autofiction, Di quel soggiorno, Riduzione di prosa limpida, scorrevole e mai scrittrice “sognata” dalla figlia mi- la morsa della persecuzione che si di quella sottile mescolanza tra pena ci offre una versione intessu- banale. Nel libro tira un’aria nore di Irène, Élisabeth Gille, pre- stringe. Il libro di Élisabeth Gille autobiografia e invenzione che ta di elementi poetici e romanze- fortissima di Mitteleuropa: l’at- maturamente scomparsa nel 1996. si ridurrebbe allora a una sorta di svolgerà un ruolo di primo piano schi, i cui spunti reali restano per mosfera familiare e la passione Testo perturbante, che aspira a coda o di postilla-pastiche ricama- nella narrativa francese tra gli an- i lettore impossibili da identifica- per l’arte che viene coltivata al (ri)appropriarsi della vita e della ta su quelli di Irène, con gli inevi- ni settanta del Novecento e gli ini- re. Ma l’atmosfera del racconto suo interno ricordano da vici- voce materne cancellate dalla tabili confronti stilistici: la voce zi di questo secolo. Ma la data del conta ben più della plausibilità no quelle della Lingua salvata Shoah assumendone la maschera della grande romanziera verrebbe 1947 non era scelta a caso. Era dei dettagli e avvolge il lettore, sin di Canetti, mentre l’immagina- narrativa: pseudo-diario in prima frammentata e/o diluita nel suo l’anno di nascita di suo fratello dalle prime pagine, con una forza zione con cui la piccola Lelek persona della madre consegnata pseudo-diario “sognato” dalla fi- Rudy, morto a dieci anni di leuce- e una seduzione inusuali. Per i riveste ogni oggetto richiama alla morte, redatto da una figlia glia minore. Ma stabilire un para- mia: “Attribuirsi il 1947 come due bambini, l’ambiente provin- Bruno Schulz e le Botteghe co- che cerca di esorcizzare lo stato di gone permanente fra i romanzi punto di partenza nella vita – ha ciale che li accoglie ha qualcosa di lor cannella: “Quando ululava orfanità in cui è stata relegata dal- della madre e le reinvenzioni-va- commentato il suo biografo Denis fiabesco: la padrona di casa, Hé- il vento della puszta la neve la brutale sparizione della coppia riazioni operate della figlia signifi- Cosnard – significava per lui an- lène, che ha un passato di acroba- turbinava a vertiginosa velocità genitoriale. Mirador, uscendo ora ca far torto a entrambe le scrittri- che instaurare un segreto legame ta, appartiene al mondo magico sollevando creste farinose dai in Italia a vent’anni dall’edizione ci: sbilanciando la lettura di Mira- con suo fratello”. È questo “se- del circo, mentre la babysitter muri di neve, dai campi piatti, francese, può dare la falsa impres- dor e appiattendola sull’opera di greto legame” il centro di Ridu- bruna, dai verdi occhi trasparenti, il viale alberato aveva l’aria di sione di essere l’ultimo frutto del- Némirovsky, perdiamo proprio la zione di pena; un centro dal quale riceve il significativo soprannome un coccodrillo dalle fauci spa- la “Némirovsky Renaissance”: le nota acutissima di sofferenza con irradia la luce crepuscolare di tut- di “Biancaneve”. Anche i boschi e lancate, con i passanti che sfila- cose stanno esattamente al contra- cui e da cui Gille parte per scrive- to il racconto, intriso di felicità e i parchi che circondano Jouy-en- vano in mezzo a file di denti”. rio. È stato questo testo intenso e re la vita della madre, rivivendo- di strazio nel suo “tono minore” Josas celano luoghi d’incanto, Questo passaggio evoca imme- inatteso a riaprire in Francia il re- la/riscattandola alla luce della accattivante e disperato. tanto attraenti quanto inquietanti: diatamente alla memoria uno cupero della scrittrice, che culmi- propria orfanità. Perdiamo l’osti- Benché dedichi a Rudy i suoi più di ogni altro, il castello del mi- dei racconti di Schulz, La via na nel 2004 con il premio Renau- nato contrappunto fra la vita del- primi otto romanzi, Modiano non sterioso marchese di Cassade, la dei coccodrilli, in cui un angolo dot assegnato postumo a Suite la grande romanziera e le scarne ne evoca la figura sino a Livret de cui leggenda si intreccia agli di periferia si anima di nuova française. Molto prima di arrivare paginette in corsivo che precedo- famille, del 1977. Sul fratellino aspetti più oscuri della vita del pa- vita, di nuove forme grazie alla a questa data spartiacque, con lar- no, intercalano e chiudono secca- che è stato il suo principale punto dre di Patrick e di Rudy. Per mol- fantasia del passante. go anticipo sulle due corpose bio- mente la narrazione diaristica at- di riferimento affettivo nei primi te notti, armati di una pila elettri- grafie di Némirovsky – uscite una tribuita a Irène. Perché mirador, anni di vita, con la madre attrice ca, i due bambini si avventurano el confronto con le avven- nel 2005 (Jonathan Weiss), l’altra parola che può suonare esotica o spesso in tournée e il padre in gi- sulla strada di quel castello, di cui Nture della protagonista e nel 2007 (Philipponnat-Lien- innocua al lettore italiano, in fran- ro per il mondo a creare dubbie sospettano che il proprietario, con il suo mondo fantastico, co- hardt) – e sul tenace lavoro me- cese evoca immediatamente e non società finanziarie, sembra grava- espropriato e scomparso durante me un lungo fil rouge il lettore moriale della primogenita Denise, a caso una seconda accezione, si- re sino a quella data un divieto la guerra, sia clandestinamente ripercorre i passi che spingeran- il libro di Élisabeth Gille rompe il nistra e precisa: ossia, la torretta d’immagine. In seguito Rudy sarà tornato; ma ogni volta tornano sui no l’artista verso le parole. Il ta- silenzio in cui era sprofondata l’o- di osservazione in prigioni o zone qualche volta nominato, ma mai loro passi, senza portare a termine lento che l’autrice sprigionerà in pera di una delle romanziere più di confinamento, la torretta di descritto. Complice inscindibile l’avventura. seguito è innescato, alimentato acclamate nella Francia dell’entre- guardia dei campi di concentra- di Patrick, non comparirà nella Dietro i loro tentativi, si dise- dai genitori; in generale, al di là deux-guerres. mento e di sterminio nazisti. Pro- sua opera se non insieme a lui: at- gna quella che sarà più tardi l’im- della fortunata inclinazione per Mirador è un libro complesso: prio da questo mirador – estremo tento con lui a osservare i fanta- presa perennemente incompiuta le lettere della protagonista, il te- non è una tanto la biografia ro- punto di osservazione del fanta- smagorici riflessi delle luci del ba- di Patrick: il tentativo di far luce sto si rivela un prezioso trattato manzata di Némirovsky né un mo- sma materno svanito ad Ausch- teau mouche nella camera che sulla vita passata del padre, so- su come gli stimoli alla fantasia, numento alla madre morta, quan- witz – Gille procede per integra- condividono sul Quai Conti, in prattutto sul periodo dell’occu- il rapporto continuo con la bel- to una domanda reiterata sulla fra- re, ripetere e variare le coordinate casa dei genitori (Livret de famil- pazione nazista in cui oscure lezza sfocino obbligatoriamente gilità e la cecità di una storia indi- della vita della romanziera, le sue complicità con i collaborazionisti nel mare infinito di un’infanzia viduale intrappolata nei sussulti illusioni, la sua cecità, la sua irre- gli hanno probabilmente salvato felice. della grande storia, molto simile parabile scomparsa: e contempo- Il vero foglio la vita. Se il marchese di Cassade Questo risulta senz’altro il all’operazione scritturale compiu- raneamente per riflettere, a fram- resta invisibile, altre figure si af- messaggio universale del libro, ta da Perec in W ou le souvenir menti, sulla inspiegabile “salvez- Non fidatevi delle follano intorno a Hélène: solo al di là dei ricordi e degli epi-

d’enfance. Non a caso il diario in za” concessa alle sue figlie. 387 cattive imitazioni. molti anni dopo Patrick com- sodi che lo attraversano e che prima persona attribuito a Irène è Se la scrittura di Irène Némi- il foglio è il «mensile prenderà che quei gentili signori, hanno permesso agli studiosi preceduto da una paginetta in cor- rovsky nasce in un bozzolo di di alcuni cristiani pronti a scherzare con lui e Rudy, di Szabó di approfondire la sua sivo, scritta in terza persona, con marginalità e rancore contro una erano gangster provenienti non storia personale. La scrittrice, una data precisa (marzo 1937, na- madre il cui narcisismo sconfina torinesi», diretto da dal mondo delle fiabe ma da una delle più grandi in patria e scita di Élisabeth): “La bambina è nella follia, e se la sua cecità po- Antonello Ronca. quello della cronaca nera. Un delle più tradotte tra gli autori nata in un bell’appartamento pari- litica ha molto a che vedere con Tra i fondatori, mondo cui Patrick, che da sem- ungheresi, è scomparsa nel gino (…) Molti anni dopo, la bam- la fissazione sulla “mostruosità” nel febbraio 1971, pre si sente un paria e un margi- 2007. Einaudi e Anfora si con- bina leggerà queste righe di Geor- familiare, l’opera di Élisabeth Enrico Peyretti, nale, non sa guardare senza un dividono la sua opera italiana, ges Perec: ‘Anche se, per puntella- Gille e quella di Denise Epstein po’ di simpatia: la vetturetta da tra cui spiccano: L’altra Eszter,

il foglio direttore fino al 2001, re i miei ricordi improbabili, ho partono da un bisogno opposto: autoscontro regalata ai due fratel- primo testo comparso da noi soltanto l’ausilio di foto ingiallite, quello di riparazione e di catarsi, e Aldo Bodrato. lini da un losco figuro spicca co- per Feltrinelli nel lontano 1964 di testimonianze rare e di docu- di riappropriazione di un vissuto Tra i sostenitori Norberto me un simbolo nel finale della e poi ristampato, La ballata di menti irrisori, non ho altra scelta se interrotto In casa Némirovsky, Bobbio. Esordì quando storia, e lo pervade, tra rapinato- Iza, La porta. Questa edizione non richiamare alla memoria quel- l’orfanità-scrittura passa di ma- sotto la Mole era ri e acrobate di dubbia moralità, del Vecchio pozzo risulta cura- lo che troppo a lungo ho definito dre in figlia: “la madre dentro” vescovo padre Pellegrino. di una tenerezza accorata forse tissima, così come Bruno Ven- l’irrevocabile’”. Alla fine di ognu- può essere una dura eredità, ma negata a benpensanti e cittadini tavoli pare restituire al meglio no dei dodici capitoli del diario di anche un dono. esemplari. il ritmo della frase con cui l’au- Per info: www.ilfoglio.info Irène “sognato” da Élisabeth tro- [email protected] [email protected] trice condisce il testo. Per riceverlo in saggio: viamo dunque intercalate altret- [email protected] [email protected] tante paginette in corsivo: si sgra- L. Zecchi insegna storia della cultura francese M. Bertini insegna letteratura francese na così una cronologia divaricata, all’Università di Venezia all’Università di Parma A. Ajres è balcanista impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 26

N. 1 26 Classici dramma di Cuchulain che leggen- A firma di Carpi sono l’intro- Il padre da vuole avesse ucciso in duello Un’opera quasi completa duzione, la dettagliata Cronolo- l’unico figlio Conleach, ignoran- gia e un’ampia parte delle uti- che uccide il figlio done l’identità. Quando il guerrie- a colmare una vistosa lacuna lissime Notizie sui testi e note ro scopre la verità impazzisce e in- di commento, alle quali ha dato di Elisabetta D’Erme traprende una folle lotta contro le di Eugenio Spedicato il suo prezioso contributo Ste- onde dell’oceano. “La tragedia di fania Sbarra. Chiunque si acco- un padre che, – scrive Calimani – sti a Kleist, che sia la prima William Butler Yeats nel figlio, uccide il proprio futu- Heinrich von Kleist di dell’originale, senza sbavatu- volta o no, troverà in questi ro” è anche metafora di una voca- re, senza inutili personalismi. materiali un corredo indispen- IL FIGLIO DI CUCHULAIN zione alla sterilità e all’autodistru- OPERE Provi il lettore curioso a mette- sabile, una bussola complessi- SULLA SPIAGGIA DI BAILE, zione. La morte di Cuchulain, che a cura di Anna Maria Carpi, re a confronto, per esempio, la vamente affidabile. PURGATORIO, LA MORTE Yeats completò prima di morire, pp. 1354, € 60, traduzione della Famiglia Il genio tormentato di Kleist, i DI CUCHULAIN narra invece l’ingloriosa decapita- Mondadori, Milano 2011 Schroffenstein di Ervino Pocar, punti di forza della sua produ- a cura di Dario Calimani, zione dell’eroe e segna la fine del- grande traduttore, con quella di zione, la grande novità e moder- l’era “del mito e dell’eroismo, la Bistolfi. Finirà per chiedersi: nità di tanti elementi presenti trad. dall’inglese di Dario Calimani, € morte di ogni sogno di ideale ari- l “Meridiano” dedicato a ma chi dei due è Kleist? La mia nei suoi scritti, ma anche la stra- pp. 184, 16, stocratico e nazionalista”. La terza IKleist colma una lacuna visto- risposta, senza possibilità di ri- nezza e la straordinarietà del Marsilio, Venezia 2011 pièce, Purgatorio, del 1938, pur ri- sa. Uno degli autori più grandi, pensamento, è: il vero Kleist sta “pianeta” Kleist: tutto questo è prendendo il tema del figlicidio è ma anche più controversi, della nel “Meridiano”. illustrato da Carpi con compe- on il suo teatro William But- slegata dal mito e ha un’ambienta- storia della letteratura tedesca e Una bella sorpresa sono an- tenza e completezza di informa- Cler Yeats centrò sicuramente zione contemporanea con profon- universale trova finalmente il che le nuove traduzioni di Ce- zione, ricorrendo frequentemen- l’obiettivo di contrastare l’imma- di risvolti politici. È un testo rap- posto che gli spetta nella galleria sare Lievi, Anna Maria Carpi e te alla letteratura critica, anche a gine vittoriana dello “stage Irish- presentativo di quello che Terry dei classici in traduzione italia- Renata Colorni. Una sola osser- quella più recente. man”, ovvero la riduzione di per- Eagleton ha definito “Protestant na. Il volume riunisce tutte le vazione nel merito riguardo a Va però detto che alcune af- sonaggi irlandesi a ridicole mac- Gothic: un mondo di decadenza, opere di Kleist, includendo an- Lievi: in certi casi Lievi sempli- fermazioni di portata tutt’altro chiette. L’esperimento, iniziato nel follia e micidiale disgusto, dove un che testi mai tradotti, ma non fica il testo dell’Homburg e del- che secondaria non convinco- 1897 a Dublino, di un teatro lette- passato macchiato di sangue pesa l’epistolario, un’esclusione che la Brocca rotta, e lo fa da regista no. L’introduzione suscita dub- rario pensato assieme ad altri due come un incubo sui viventi”. In pesa molto, inutile nasconderlo. teatrale quale egli è, forse es- bi e perplessità, stimola la criti- membri dell’Ascendancy anglo-ir- Purgatorio un venditore ambulan- Si poteva almeno inserire una se- sendosi chiesto di volta in volta ca e per certi aspetti non ri- landese, Lady Gregory ed Ed- te e il giovane figlio si fermano in lezione delle lettere più belle e come avrebbe potuto suonare sponde alle aspettative. Anche ward Martin, fu una sorta di rivo- una notte di luna piena di fronte importanti. in scena un certo verso kleistia- le Notizie contengono afferma- luzione culturale. La (ri)costruzio- alle rovine di una casa nobiliare. Il lettore che già conosce no, ed essendosi dato la rispo- zioni discutibili. Non sto par- ne dell’identità nazionale irlande- L’uomo dichiara che la casa è abi- Kleist in traduzione, sta che non sarebbe lando dell’incipit dell’introdu- se sarebbe dovuta partire da un’i- tata dal fantasma della madre, ere- ma può leggerlo nel- suonato in modo na- zione (“Heinrich von Kleist è dea di teatro in aperto contrasto de della proprietà, che ne causò la l’originale, tirerà un turale, con agilità. un mito”) e nemmeno del tito- con le messe in scena commercia- distruzione sposando un garzone respiro di sollievo Ecco, in casi del ge- lo Kleist, il “genio sinistrato” li e di massa dell’epoca. Le “paro- di stalla, alcolizzato e giocatore. nello scoprire che nere Lievi è intervenu- (in tedesco verunglückt), de- le” usate dai personaggi creati dai Una luce si accende tra i resti di molto è stato tradotto to e ha semplificato, sunto dalla lettera di Kleist alla Celtic Revivalists avrebbero avuto una finestra. È lo spirito della ma- ex novo (La famiglia nel senso che ha reso fidanzata Wilhelmine von Zen- l’aura delle saghe nordiche. dre condannata a rivivere nel ri- Schroffenstein, La bat- l’originale più agil- ge del 10 ottobre 1801, senza La proposta di Marsilio di que- morso la sua appassionata prima taglia di Arminio, La mente recitabile o an- però dire che si trattava con st’ottima traduzione di tre testi notte di nozze. Lo spettrale suono brocca rotta, Il princi- che leggibile. Non so tutta evidenza di un epiteto de- teatrali scritti da Yeats tra il 1904 e di zoccoli annuncia l’arrivo del pe di Homburg, Ro- se questa operazione nigratorio coniato da altri, che il 1939 mette in evidenza quanto marito dal pub. Il vecchio è testi- berto il Guiscardo, du- sia opportuna, forse Kleist assumeva su di sé per or- fosse innovativa la strada intrapre- mone del suo concepimento e in ca dei Normanni, Il era meglio astenerse- gogliosa autodifesa, cambian- sa dal premio Nobel irlandese e un folle tentativo di fermare il ci- teatro delle marionette) e che ne. Anche in questo caso co- dolo di segno. quanto è tuttora ricca d’interesse. clo del “contagio” pugnala il figlio perciò non gli toccherà di rive- munque ci troviamo di fronte a Nel momento in cui nell’in- Le pièces scelte dal curatore, Da- con lo stesso coltello che aveva dere, impreziositi dalla carta fi- un lavoro attento e compiuto troduzione si legge per esem- rio Calimani, colgono alcuni temi usato per uccidere il padre che nissima, certi errori e certe im- con scrupolo. Lo stesso si deve pio che la Famiglia Schroffen- chiave della poetica di Yeats e so- aveva incendiato la casa. Una piè- precisioni contenuti in quelle già dire del Guiscardo tradotto da stein persino cadrebbe nel “co- no centrate attorno alla figura di ce definita scandalosa, a-morale, esistenti. Carpi. mico involontario”, come dire Cuchulain, eroe del mitico ciclo pervasa di riferimenti a problema- Con piacere ritroverà le tradu- Sulla completezza del volume che almeno in parte sarebbe dell’Ulster, che ossessionò lo scrit- tiche eugenetiche, sullo sfondo zioni di Giorgio Zampa (Käth- non possono essere formulate fallita, oppure che nella Pente- tore per tutta la vita, divenendo il delle rovine dei fasti irripetibili chen di Heilbronn), Enrico Filip- che lodi. Lettere a parte, esiste silea ci sarebbero incongruen- suo alter ego poetico. A lui dedicò della Big House. pini (Pentesilea) e Roberta De però un’altra mancanza, che ze (per esempio le Eumenidi cinque drammi e cinque poesie fi- [email protected] Monticelli (Anfitrione). Con me- doveva essere evitata. Va da sé “scambiate con le Erinni” – ma no a farne l’emblema di una scon- no piacere constaterà il riemer- che un “Meridiano” non è il le Eumenidi non sono l’altro fitta personale e nazionale. E. D’Erme è studiosa di letteratura gere di vecchie perplessità. Nel- doppione di un volume del volto delle Erinni? Figuriamoci Sulla spiaggia di Baile tratta il irlandese e tedesca la Pentesilea ci sono varie impre- “Deutscher Klassiker Verlag” se Kleist non lo sapeva, quando cisioni e scelte non felici nella (l’edizione tedesca di riferi- le chiamava “le spaventose”), resa di singole parole (detto di mento di questi testi) e perciò, quando si legge nelle Notizie passaggio – anche un errore per esempio, non può contene- che gli “scenari fantastici o materiale: viene attribuita a re La famiglia Ghonorez, la pri- pseudostorici del teatro di Protoe una battuta di Meroe). ma stesura della Famiglia Kleist” sono “inesorabilmente Schroffenstein. datati”, che La battaglia di Ar- er esempio Versehen, termi- Ciò vale anche per frammenti minio è “pura propaganda di Pne di cruciale importanza in di altre opere. Ma la Variante, la guerra”, che l’ultima battuta Kleist, viene reso con “errore” scena XIII nell’atto III della nel finale della Pentesilea è so- (p. 384), mentre Bistolfi nella Brocca rotta, voluta da Kleist stanzialmente malriuscita, che i Famiglia Schroffenstein giusta- nell’edizione a stampa del 1811, racconti sono da preferire al mente preferisce “abbaglio” ovviamente inclusa nel volume teatro, “vincolato a una retori- (p. 99); Küsse, Bisse, letteral- di riferimento del “Deutscher ca della grandiosità che ci è per mente “baci, morsi” (siamo nel- Klassiker Verlag”, non doveva larghi tratti assai lontana”, la l’ultima scena, quando Pentesi- essere esclusa. definizione di “sinistrato” as- lea imbastisce la sua grottesca Carpi la ricorda nell’apparato sume, senza che la curatrice lo difesa) vengono resi con “amo- critico sottolineandone l’impor- voglia, un significato per così re, orrore” (p. 384): era meglio tanza, anche se senza prendere dire “sinistro”. perdere la rima che cancellare in considerazione la questione Non mi sembra che questa la materialità sessuale di “baci e controversa della sua interpre- sia la strada migliore per difen- morsi”, ma ci sono altri casi di tazione, ben nota agli studiosi dere Kleist da eventuali ammi- questo tipo. La traduzione di Kleist, principalmente in re- ratori privi di distanza critica. dell’Anfitrione non sempre è al- lazione al personaggio del con- Non giovano inoltre all’analisi l’altezza del suo compito, in sigliere Walter. Questa Varian- né una certa eccessiva attenzio- particolare nella celebre quinta te, si badi bene, offre un finale ne a risvolti biografici, né l’as- scena del secondo atto, dove ambiguo e per certi versi con- senza del tentativo di andare al compaiono rese discutibili traddittorio rispetto al finale di là della pur doverosa stori- (mein Abgott, letteralmente conosciuto. E soprattutto: la cizzazione per individuare “idolo mio”, diventa “mio teso- Variante era per Kleist un altro anelli di congiunzione con il ro”, p. 244, ecc.). finale dell’opera, che doveva es- nostro tempo e la nostra condi- Le traduzioni di Marina Bi- sere conosciuto. zione. stolfi, invece, sono eccellenti. Concludo con alcune osser- [email protected] Non solo non contengono svi- vazioni sulla cura del volume, a ste o inesattezze, ma sciolgono cui ha provveduto Carpi, nota E. Spedicato insegna letteratura tedesca con semplicità ed eleganza i no- germanista e biografa di Kleist. all’Università di Pavia impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 27

N. 1 27 Classici sione di Ornella Vanoni di una Un poeta TQ? bossa nova brasiliana: “Tristez- Volto mutevole za per favore vai via”. L’accosta- di Fabio Zinelli mento rende, certo, immediato di Silvia Buzzetti Gallarati cosa vuol dire scrivere per un Dante Alighieri il più ricco commento esisten- poeta medievale: non tanto tro- Pasquale Stoppelli Zanichelli, è proprio di soppe- te. Arrivare dopo Barbi, Conti- vare una combinazione di paro- sarne il significato in termini cri- OPERE ni, Foster-Boyde, De Robertis le unica, ma muoversi material- DANTE E LA PATERNITÀ tici. Sotto la lente di Stoppelli, ed. diretta da Marco Santagata, vuole dire partire da un capita- mente su più piani di lingua DEL FIORE che mette in campo un’analisi pp. 1690, € 65, le di conoscenza unico. La scel- condivisa, intuire, sì, ma soprat- pp. 143, € 14, linguistica, lessicale, stilistica e Mondadori, Milano 2011 ta di Giunta è allora quella di tutto comunicare. Ma citare la Salerno, Roma 2011 metrica molto articolata, rive- alzare la posta. Vanoni significa portare il dis- dendo una serie di concordanze Le capacità di indagine bi- corso scientifico stesso sul pia- tra i sonetti e la poesia italiana ante come esponente della bliografica e di ricerca su corpo- no della cultura pop. Non si l Fiore, rifacimento in 232 so- del Due e Trecento e presentan- Dgenerazione “TQ” (Trenta- ra di testi consultabili elettroni- pensa tanto alla sua bella tra- Inetti del Roman de la Rose di done alcune inedite, il Fiore pa- quaranta) partita alla conquista camente moltiplica le capacità sparenza comunicativa, quanto Guillaume de Lorris e Jean de re essere una sorta di centone, in delle pagine culturali per svec- di un ricercatore di oggi e piuttosto allo sforzo costante di Meun, è uno dei casi letterari cui domina la memoria dell’Ali- chiare e ripoliticizzare la vita Giunta sa mettere in opera un attualizzazione compiuto per si- che più appassionano, da oltre ghieri: osservazione di gran pe- culturale italiana? La riunione approccio moderno alle fonti. tuare Dante agli occhi del letto- un secolo ormai, studiosi e cul- so, quest’ultima, intesa a ribalta- in un corposo “Meridiano”, se- Si estende il dominio dell’inter- re di oggi. L’immagine che gli è tori di letteratura medievale. Lo re il senso attribuito da decine di condo la combinazione inedita testualità praticato, ancora “a offerta è quella di Dante come il hanno reso tale fin dal momento studi alla “danteità” dell’opera. di latino e volgare, di tre punti memoria”, dai suoi predecesso- primo poeta moderno. Contro della sua scoperta nel 1878, in Passare da una lettura dell’ope- fermi dell’opera di Dante pri- ri. Tra l’altro si moltiplicano, il sistema fortemente caratteriz- un manoscritto assegnato al XIV ra a un tentativo di attribuzione è ma della Commedia suggerisce pertinentemente, i richiami a zato da convenzioni retoriche secolo e conservato a Montpel- inevitabile anche per l’autore di il paragone, per quanto l’intro- passi paralleli presso i trovatori della poesia trobadorica si af- lier, la relazione, immediatamen- questa monografia, che intervie- duzione-saggio di Marco Santa- provenzali e francesi, cioè i ferma con Dante un modo di te colta, con l’imponente opera ne nel dibattito con rigore e in- gata proietti il lettore oltre il rappresentanti della poesia che trattare in poesia argomenti di- francese, la lingua fortemente sieme esemplare e pacato atteg- volume sul “tutto Dante”. C’è godeva di maggiore prestigio versi, dagli accidenti quotidiani mescidata, a base toscana, ricca giamento interlocutorio. La sola la Vita Nova, cioè il romanzo in all’epoca di Dante. D’altra par- ai problemi filosofici e dottrina- di francesismi e occitanismi, e, figura storica nota e sovrapponi- cui Dante trentenne racconta il te, il commento esce spesso dal li (efficacemente si richiama la soprattutto, la presunta firma in- bile ai tratti delineati è a suo pa- suo amore per Beatrice. Il com- confronto con il codice lirico “didassi frontale” di Auden e terna “ser Durante”, che poteva rere quella di Dante da Maiano, mento è l’aggiornamento di per misurarsi con i molteplici Brecht). Certo, non ci si deve celare il nome Dante, sua varian- nome già avanzato in passato, ma quello curato da Guglielmo linguaggi e competenze di un aspettare una poesia come quel- te ipocoristica. Tale nome viene senza, a monte, un minuzioso e Gorni, compianto ita- intellettuale del Due- la a cui siamo abituati noi mo- contestualmente riferi- ambizioso tentativo di lianista dalla penna Trecento. derni, quello “spontaneo tra- to al protagonista del dimostrazione. Della lucida e novatrice. Si parla dunque di boccare di sentimenti potenti” Fiore e dovrebbe allu- vita di Dante da Maia- C’è il De vulgari elo- interpretazione dei di cui parlava Wordsworth. dere a una qualità ri- no, che ha lasciato un quentia, cioè la critica sogni, di medicina, di Dante propone però già rispet- chiesta a un perfetto corpus di quarantasette letteraria. Mirko Ta- astronomia, di filoso- to a una poesia rivolta costante- amante oppure avere componimenti a tradi- voni firma un com- fia scolastica, ma an- mente verso l’esterno, dialogo o una valenza burlesca e zione tarda e per lo più mento in cui si af- che di arte, come presa di posizione rispetto a un allusiva: dato però che unitestimoniale, nulla frontano problemi di quando, a proposito destinatario preciso o a una co- è declinato in un luogo però si sa, come Stop- complessa tecnicità di Per una ghirlandet- munità di colleghi (fedeli d’a- testuale corrisponden- pelli fa correttamente con chiarezza, dando ta, si ricorda il motivo more, donne innamorate), gli te a quello in cui Jean notare: eppure l’ottima il giusto rilievo al va- del Dio d’Amore che elementi di un’autoriflessività e fa coincidere l’autore conoscenza del france- lore politico e filoso- distribuisce ghirlande soggettività del testo di tipo della prima parte del- se posseduta dal no- fico della riflessione linguisti- agli innamorati negli avori goti- moderno. Ora, questo modello l’opera, Guillaume, con l’Aman- stro anonimo autore dovrebbe co-letteraria di Dante, e propo- ci francesi. Si esplorano le lin- è riproposto troppe volte nel te stesso, fin da subito iniziò una essere al centro dell’attenzione. ne una datazione tra il 1304 e il gue tecniche della contabilità commento per pensare si tratti girandola di ipotesi sulla possi- Inevitabile dunque chiedersi co- 1306 legata a un ipotizzabile mercantile, del diritto. Inoltre, solo di un espediente pedagogi- bile identità storica di uno scrit- me e perché il maianese – della soggiorno bolognese del poeta è sondata la possibilità di ri- co e comunicativo. tore italiano rispondente al no- cui esistenza si è, in passato, per- esiliato. Ci sono poi le Rime, condurre motivi letterari al me di Durante/Dante. sino giunti a dubitare – avrebbe cioè le molte poesie non inseri- grande universo dei tipi folklo- a semplificazione però ha Contini si applicò alla risolu- avuto una competenza linguistica te nella Vita Nova o nel Convi- rici. Che ciò avvenga in parte in Lun prezzo. La poesia ro- zione dell’enigma con tutta la e un così travolgente interesse vio. Queste sono di epoche di- polemica con gli abusi che si manza, trobadorica e francese, ricca e rigorosa strumentazione per il Roman de la Rose che dia- verse ma a suggerire comunque commettono nello spiegare la ne esce appiattita in maniera filologica e storico-letteraria in no conto della riscrittura da lui l’immagine di un Dante mili- letteratura con la letteratura quasi da manuale scolastico, tan- suo possesso, e, al di là dell’attri- attuata, e per eventuale consiglio tante TQ è l’agguerrito com- (gli eccessi dell’intertestualità) to che i molteplici riscontri pro- buzione a Dante Alighieri, già ti- di chi si sarebbe procurato il te- mento di Claudio Giunta, stu- è trasparente, ma si può a volte dotti rischiano di regredire a un midamente avanzata da più par- sto. La cerchia brunettiana, verso dioso giovane con all’attivo dissentire. Per esempio, è giu- semplice rumore di fondo della ti ma da lui sostenuta con il mas- cui indirizzano anche alcuni dati un’importante bibliografia e sto sottolineare l’origine folklo- lingua a cui manca ancora l’im- simo di convinzione scientifica e esterni e riscontri tematici (utili una riconosciuta attività di po- rica della nave magica del fa- pronta del genio. D’altra parte, personale, costruì attraverso i se non per una perizia attributiva, lemista. moso Guido i’ vorrei su cui va ricordato che la poesia mo- suoi studi e una nuova edizione almeno per un’indicazione cro- Insomma, romanzo, critica, Dante vorrebbe andare a zonzo derna, non è tutta soggettività o del testo una sorta di monumen- nologica), fornirebbe una rispo- poesia, un triathlon riservato a con gli amici poeti, ma è ecces- confessional alla maniera anglo- to critico al Fiore, imprescindibi- sta indubbiamente più lineare. pochi, l’intellettuale completo siva la tirata contro le identifi- sassone. Basta pensare alle avan- le punto di riferimento per tutti Resta poi ancora un po’ nebu- va alla conquista dello spazio cazioni proposte con singole guardie che hanno attraversato il gli approcci successivi, su molti loso il senso della lingua creola, letterario che, all’epoca di Dan- navi magiche nella letteratura Novecento, alla poesia di ricerca dei quali, per un trentennio al- così anomala nel panorama let- te, faceva saldamente parte del- francese medievale. Questa o italiana, alla distruzione della li- meno, esercitò un condiziona- terario toscano e quindi, in lo spazio di azione pubblica. quell’identificazione è stata rica nella poesia francese moder- mento di non piccola portata. astratto, non privilegiabile da un Poesia e critica oggi invece sono avanzata dagli studiosi man na. In realtà, la semplificazione Andarono cosi via via infitten- “onnivoro”, benché straordina- “di nicchia”, rappresentano, nel mano che si stratificava l’attivi- ideologica del commento mette dosi gli studi e le prove a favore rio, facitore di centoni, che pur migliore dei casi, la parte nobile tà (che è idealmente anche col- la sua notevole ricchezza esegeti- dell’illustre paternità. Poche le non rifugge dall’impiego di già di un catalogo editoriale, o resi- lettiva) di commento. Conta ca sotto il segno di una militanza voci dissonanti, ma non prive a ben collaudati francesismi: scel- stono all’interno di uno spazio anche che sono tutte navi fran- che sembra in parte rispondere a loro volta di riscontri significati- ta intenzionale? provocatoria? specialistico o pedagogico a loro cesi, e dunque, se anche Dante una polemica anti-corporativa. vi, con un ventaglio di attribu- sperimentale? oppure ininten- volta seriamente minacciati. non alludeva a una in particola- È un confronto che avviene a zioni che va da Brunetto Latini a zionale, in qualche misura “ob- re e il motivo è, alla base, fol- due livelli. Uno tecnico, interno Lippo Pasci de’ Bardi, da ser bligata”? icordare tali elementi di klorico, il tramite è verosimil- alla corporazione, l’altro dall’e- Durante di Giovanni a un altro Un pregio non secondario di Rcontesto può sembrare ov- mente francese e dunque, pro- sterno, toccando il ruolo della non identificato Durante, attivo questo lavoro, comunque, oltre vio ma serve a situare il com- babilmente, letterario. lettura dei classici, mette in dis- a fine Duecento e amico di Bru- al principale di tener vivo l’inte- mento alle Rime proposto in Tocchiamo qui un aspetto ca- cussione il ruolo stesso della spe- netto, da Rustico Filippi a Dante resse per un’opera così enigmati- una sede che rimane, idealmen- pitale del commento: la sua for- cializzazione. Non è escluso che degli Abati, da Folgòre da San ca e proteiforme con nuovi im- te, punto d’incontro tra lo spe- za polemica. Si prenda la nota un po’ di comunicazione valga a Gimignano a Dante da Maiano, portanti spunti di riflessione, è cialista e il lettore colto. Le esi- sull’altro sonetto famoso Un dì ridare slancio al lavoro dei tecni- da Guillaume Durand a Imma- anche l’aver incrementato le co- genze di quest’ultimo, ammes- si venne a me Malinconia, dove ci, a togliergli un po’ di tristeza. nuel Romano, fino ad Antonio noscenze sulla scrittura di Dante so che legga ancora, rendono Dante parla alla figura di Ma- Ma non sono i tecnici i nemici Pucci. da Maiano e sostanziato afferma- sicuramente un grande servizio linconia materializzatasi accan- degli studi letterari. I nemici Un “volto mutevole”, a ben zioni – circa i rapporti del maia- anche a chi leggere lo fa di me- to a lui vestita di nero e le dice: stanno fuori. La canzone non di- guardare, quello che il rifaci- nese e la lirica antecedente e con- stiere. Tra i molti punti di forza “Pàrtiti, vai via”. La citazione ce: “Intertestualità, per favore, mento della Rose ha disvelato temporanea – mai così puntual- di questo commento c’è infatti “folklorista” di uno studio sulle vai via”. nel corso di un secolo di studi: mente documentate. una notevole chiarezza di formule di scongiuro di un an- [email protected] l’intento di Pasquale Stoppelli, [email protected] espressione e una capacità di tropologo come Ernesto de filologo noto anche a un pubbli- sintesi in presenza di una massa Martino è accompagnata da F. Zinelli è directeur d’études di filologia romanza co non specialistico come idea- S. Buzzetti insegna filologia italiana di informazioni che fa di questo quella di una famosissima ver- alla École Pratique des Hautes Études di Pargi tore della Letteratura Italiana all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 28

N. 1 28 Narratori italiani accogliere a propria volta e Le donne e la città contemporaneamente un regi- Come dimettersi da tutto stro e la sua ombra, fatta com’è di Beatrice Manetti di volontà chiarificatrice e di di Paolo Di Paolo condensazione simbolica, di lu- Elena Ferrante prio “sentimento del disastro”, cidità analitica e di sottotesti, Valeria Parrella della protagonista Clelia sia es- lo scantinato buio, le bambole di trasparenza comunicativa e senzialmente quello. La nonna, il L’AMICA GENIALE gettate in quell’oscurità terro- di icasticità violenta. LETTERA DI DIMISSIONI nonno, i genitori. “Quando sono pp. 327, € 18, rizzante e mai più ricomparse, Ferrante ha un’idea comples- pp. 194, € 18,50, arrivata io al mondo il nonno e/o, Roma 2011 la “poverella” impazzita d’a- sa, intransigente e assai poco Einaudi, Torino 2011 aveva già l’occhio di vetro e la more: tutto quello che le donne rassicurante della letteratura. Il dentiera”: in realtà Clelia intende adulte e apparentemente suo stile di narratrice disdegna collocarsi su un’ideale linea del ultimo libro di Elena Fer- emancipate dei romanzi prece- qualsiasi forma di oltranza a scrittura dell’esordio di Va- tempo, capire dove, in che punto L’ rante non è l’ultimo libro denti avevano dolorosamente espressiva proprio per contene- Lleria Parrella aveva qualcosa preciso lei si trova di una storia di Elena Ferrante innanzitutto amputato dalla propria imma- re meglio l’oltranza del suo di elettrico: in Mosca più balena più ampia, familiare, collettiva. perché è un libro inconcluso, gine per poter diventare se sguardo. Che in questo roman- (2003), la pagina, fitta di dialoghi “Quegli specchi dell’armadio “che porta compiutamente a stesse, e che era quindi relega- zo abbraccia in un unico oriz- efficacissimi, era mobile, giocosa, aprivo e chiudevo fino a trovare termine – avvertono gli editori to allo statuto evanescente, per zonte la verifica di due possibi- ironica. Già nei racconti di Per l’angolazione giusta, quella che nel risvolto di copertina – la quanto ancora minaccioso, di lità del femminile continua- grazia ricevuta (2005) si allargava mi proiettava di qua e di là infini- narrazione dell’infanzia e del- un revenant, è trascinato in pri- mente calamitate dal proprio lo spazio del “narrato”, ed era te volte per infiniti numeri, io l’adolescenza di Lila e di Elena, mo piano e descritto nel suo opposto (e bisognose, per esi- possibile notare come Parrella chiusa al centro davanti allo spec- ma ci lascia sulla soglia di nuo- impatto sul presente delle pro- stere, del proprio opposto) e la disponesse di altre tonalità: “Si chio fisso, e le quinte attorno che vi grandi mutamenti che stanno tagoniste. innesta in un più vasto discorso toccava la faccia e si riconosceva. si richiamavano le une con le al- per sconvolgere le loro vite e il L’amica geniale risale all’ori- politico, nel senso etimologico / Si guardava negli occhi e non tre senza che io potessi contarmi loro intensissimo rapporto”. gine di quei grumi simbolici e li di appartenente alla polis. Per- voleva uscire più da lì. Di tutto quante volte, sempre più verdo- Più che su una soglia, per la ve- scioglie nella storia di un dop- ché L’amica geniale non è solo il quel porticciolo che fuori l’aspet- gnola negli strati del vetro, nel ri- rità, L’amica geniale congeda il pio apprendistato femminile: romanzo della formazione di tava, di quelle cupole maiolicate verbero dell’argento, quante vol- lettore a una svolta, troncando quello di Lila, la figlia del cal- due bambine e poi di due ado- sulle case scavate dai pescatori, di te fossi, ero, sarei stata. E chi”. di netto, un attimo prima dello zolaio, selvaggia e dotata, co- lescenti nell’Italia a ridosso del Biagio che lasciava cadere lische Solo nella seconda parte del li- scoppio, il progressivo accumu- stretta a lasciare la scuola dopo boom. ai gatti sorridendo ai camerieri, bro diventa chiara la ragione del lo di tensione che scandisce la la quinta elementare, che si in- È anche e soprattutto la sto- di tutto il mare che c’era fino a minuzioso, un po’ statico, recu- scena del pranzo di nozze di Li- gegna a nutrire la propria intel- ria di due donne e di una città, casa”. Un talento non comune pero del passato di Clelia. Quan- la: uno “sgarbo” orchestrato da ligenza di voraci letture clande- o meglio la storia di due donne nel raccontare i luoghi, i suoi: do lei – ormai adulta e affermata Ferrante con antica stine e a sfogare la dentro una città che non preve- creando un contatto direttrice di un ente sapienza affabulatoria propria personalità de spazi per le donne, né spazi tra spazi mentali e spa- teatrale regionale – si e uno svagato sadi- esplosiva in un sogno di libero movimento, né spazi zi fisici, estraendo una trova a fare i conti con smo feuilletonistico di ascesa sociale e di di autonomia creativa, né spazi sostanza lirica che è già una responsabilità ap- compensato solo in benessere materiale; e di esercizio dell’autorità. Nella nelle cose. “E piazza punto privata e pub- parte dalla promessa quello complementa- topografia del quartiere sono Cavour aveva tutte le blica, a decidere se as- che “altri romanzi ar- re e opposto di Elena, inscritti confini invisibili che luci accese, una tirata secondare fino in fon- riveranno nel giro di condotta dall’ostina- disegnano un reticolo di rela- lunga di librerie scola- do la logica del com- pochi mesi, per rac- zione e dalla discipli- zioni di potere – tra ricchi e po- stiche sulla destra che promesso. L’estraneità contarci la giovinez- na nello studio al di veri, forti e deboli, creditori e calava giù le saracine- di Clelia a ciò che vie- za, la maturità, la vec- fuori del confini del debitori – la più tenace delle sche, molte donne del- ne chiamato, con pa- chiaia incipiente delle quartiere, lungo i gra- quali è quella tra maschi e fem- l’est baciavano molti rola un po’ logora, “si- due amiche”. dini di un’emancipa- mine. Al punto che tutti gli uomini dell’ovest nei stema” è certificata Ma l’ultimo libro di Elena zione che passa invece attraver- sforzi di realizzazione di sé che giardinetti, e io ho guardato in proprio dalla sua storia familia- Ferrante non è l’ultimo libro so i libri, il pensiero, la scrittu- impegnano Elena e Lila potreb- fondo in fondo alla strada, che è re: dallo stile di vita, dalle scelte di Elena Ferrante anche per- ra (sono sue, non per caso, la bero essere riassunti nel tenta- una strada che mi è sempre pia- di chi l’ha preceduta. È entrata ché è un libro germinale, che voce narrante e la regia della tivo di ridisegnare quella geo- ciuta perché da una certa angola- nel mondo del teatro senza aiuti, idealmente, e a dispetto della narrazione). Ciascuna è per grafia simbolica: rovesciandola zione si vede la salita della Doga- né spinte, per passione e talento, cronologia, si colloca all’origi- l’altra l’“amica geniale”: una dall’interno, magari armate di nella, con due file di luci gialle una prima giovinezza nel mito ne non solo dei tre romanzi potenzialità inespressa, un pun- un trincetto, oppure forzando- che sembra la pista di decollo di del comunismo, fatta di barrica- precedenti, ma anche di quel- golo e un rimpianto, un oggetto ne i limiti esterni a colpi di un aeroporto” (Lo spazio bianco, te studentesche contro le stortu- l’aggrovigliato, lucidissimo au- dell’invidia e un orizzonte del splendide pagelle. 2008). “Io ho guardato”: e in re politiche o l’abusivismo edili- toritratto d’artista che è La desiderio. Nelle pagine finali della Fran- questo guardare la geografia fisi- zio. “Lottare nel proprio ambito, frantumaglia. “Era come se, per una cattiva tumaglia, Ferrante si era già in- ca diventa emotiva, come quando aborrire il compromesso”, que- magia, la gioia o il dolore dell’u- terrogata su questo nesso pro- l’io narrante di Lettera di dimis- sta lezione ha ereditato Clelia. ra le pieghe di un affresco na presupponessero il dolore o blematico e cruciale che lega le sioni dal quarto piano di un pa- Ma adesso se la ritrova, presso- Tambizioso, che comincia la gioia dell’altra”, annota Elena donne alla città, prendendo lazzo osserva la città “infamata e ché inservibile, fra le mani, come dalla fine degli anni quaranta e si alle fine dell’estate che segna spunto dalla sua lettura giova- infamante, derubata e ladra”: “Io un’arma spuntata: adesso che ha arresta, per ora, alla fine del de- l’ennesima divaricazione, pro- nile della storia di Didone volavo sulla città”, su “una teoria intorno indifferenti e pragmatici cennio successivo, intrecciando babilmente quella decisiva, del- nell’Eneide (la stessa lettura ininterrotta di palazzi senza po- rappresentanti della politica e la storia dell’amicizia delle due la sua strada e di quella dell’a- che dell’episodio virgiliano dà tervi distinguere strade né divi- della finanza e davanti maestran- protagoniste alle vicende di de- mica. Questa struttura a chia- Lila nel corso di una discussio- sioni”, “m’infilavo nei balconi ze da licenziare: Napoli, Italia, cine di altri personaggi in un smo consente a Ferrante di ne con Elena e che l’amica tra- degli altri, sbirciavo la luce azzur- 2010. Parrella registra anche i quartiere periferico di Napoli scandagliare con agio ciò che da duce a suo modo in un lodatis- ra e incerta dei televisori accesi, più microscopici, incolpevoli, che è a sua volta un personaggio sempre è l’oggetto privilegiato simo tema di italiano): “Il pro- vedevo uomini sedersi a tavola e cedimenti di Clelia rispetto a una (e tutt’altro che secondario), so- della sua narrativa, e cioè l’ecce- blema (…) è che si fa fatica a donne sfaccendare”. E qui dav- logica che non è, o non era, la no disseminati i nuclei archetipi- denza ineliminabile da qualsiasi immaginare quale polis potreb- vero torna in mente l’Ortese del sua, quella ereditata, mescolan- ci, le matrici tematiche e figurali rappresentazione delle donne. bero costruire le donne, cer- Mare non bagna Napoli, che in do a ogni pagina, a ogni frase, da cui Ferrante ha ricavato i ca- Nei libri precedenti, il corpo di cando di farla a loro immagine Un paio di occhiali o Interno na- ciò che accade dentro casa (feri- ratteri e gli intrecci di tutta la sua questa oltranza era per Delia e somiglianza. Dov’è l’immagi- poletano fa esistere Napoli per via te d’amore incluse) a ciò che ac- opera. È come se l’infanzia di quello della madre, per Olga ne modello, somigliante a quali di enumerazione. cade fuori. “Bastava capire me- Elena e Lila fosse l’infanzia di quello della “poverella” suicida tratti del femminile? Per quel La lingua di Parrella si è anda- glio le regole, addentrarsi e mu- Delia, di Olga e di Leda, balugi- per amore, per Leda quello del- che ne so io la città, per le don- ta dunque facendo più descrittiva tarle da lì”. Ma è lo spirito del nante nell’Amore molesto, nei la giovane donna passata pre- ne, è sempre d’altri, persino e assorta. Meno ironica e più do- “menomale”, del “male minore” Giorni dell’abbandono e nella Fi- maturamente dalla giurisdizio- quando è città natale (…) Evi- lente: in Lo spazio bianco per un che invece deve accettare, o me- glia oscura attraverso gli strati ne paterna al possesso geloso dentemente la città femminile è dramma tutto privato; in Lettera glio, che si accorge di avere ac- della rimozione e qui riemersa in del marito: figure comprimarie, lontana da venire e non ha an- di dimissioni per un dramma pri- cettato. Fino al rifiuto, alla lette- superficie e finalmente verbaliz- antagoniste sfuggenti, fantasmi cora parole vere. Per cercarle vato e pubblico. Il movimento ra di dimissioni che dà il titolo a zata nelle ampie campate di una riemersi dal passato per spinge- dovremmo discendere oltre i dell’intero romanzo sta in quella un romanzo addolorato e teso, struttura narrativa al tempo stes- re le protagoniste a una sorta di ghirigori delle nostre carte as- congiunzione “e”; nella volontà, con momenti di grande forza vi- so distesa e franta, scandita in patteggiamento con il “tremen- sorbenti, dentro il labirinto del- nell’ostinazione di capire come si siva ed espressiva (l’uomo che si capitoli brevissimi da un senso do del femminile”. la nostra infanzia, nella frantu- tengano insieme l’una e l’altra sente male alla posta, il padre di infallibile dell’episodio roman- Elena e Lila, invece, giocano maglia irredenta del nostro pas- sfera; se davvero si possano scin- Clelia che piange per un crollo a zesco. la loro partita alla pari; accre- sato prossimo e remoto”. Non dere, se esistano l’una senza l’al- Pompei). E tuttavia come bloc- Gli interni domestici impa- scono di innumerevoli sfuma- ci sono parole migliori per rias- tra. L’incipit lascia credere per un cato, irrigidito: se il male minore stati di intimità e violenza, i ture e di altrettante ambiguità il sumere l’origine e il senso del- istante che si tratti di un recupe- è sempre e comunque un male, paesaggi urbani ugualmente ragionamento poetico intorno l’ultimo (del primo?) romanzo ro di memoria familiare: “In fon- qual è la via? Bisognerà dimet- martoriati dal degrado e dallo alla “differenza” che Ferrante di Elena Ferrante. do per quello che ne sapevo io la tersi da tutto? Da cittadini, an- sviluppo, le sfumature pesanti dipana da quasi vent’anni; e di- [email protected] nonna Franca era arrivata in città che, o da esseri umani? del dialetto, gli oggetti, i luoghi cono qualcosa, con la loro diffi- solo nel 1914, mediana di svariati [email protected] e le figure chiave su cui le due cile simbiosi, anche della scrit- B. Manetti è ricercatrice di letteratura italiana figli”; e così per molte pagine protagoniste fondano il pro- tura dell’autrice. Che sembra all’Università di Torino avanti si immagina che l’intento P. di Paolo è scrittore e dottorando di ricerca impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 29

N. 1 29 Narratori italiani dori, 1997, Premio Moravia), In verticale che il suo sguardo diventa Spaventarsi a vicenda struttura narrativa, che la mate- di Rossella Milone ria trattata diventa fonte da cui di Ester Armanino far sgorgare e germogliare la Laura Bosio infantile e ferino di quanto gli sua scrittura: un atto mistico Susanna Bissoli Inizia così la ricerca del signi- adulti si sforzino di complicare: vero e proprio, che tenta di di- ficato di quelle parole, il pro- LE NOTTI SEMBRAVANO “Ecco qua l’amore, di padre in re quello che è impossibile dire, LE PAROLE gressivo svelarsi di cosa c’era e DI LUNA padre, di madre in madre. È la che non si allontana dall’igno- CHE CAMBIANO TUTTO c’è sotto tutti quei significanti. pp. 214, € 16,60, sopravvivenza”. to, dal misterioso, dall’occulto, pp. 133, € 12, Non del concetto vago di amo- Longanesi, Milano 2011 La corsa, però, non è il fine ma che anzi lo avvicina con il Terre di mezzo, Milano 2011 re capace di comprendere le ra- ma è lo strumento, e la Chiorda linguaggio, con la storia ne cer- gioni dell’altro, ma la ricerca di l’attrezzo con cui, frase dopo ca l’essenza, per poi sprofon- una forza di gravità che stacchi iene da pensare a Jean-Luc frase, personaggio dopo perso- darci dentro. Annunciazione è o guardavo quella distesa le parole dal ramo e le faccia VGodard o a François Truf- naggio, scoperta dopo scoperta, un libro in cui la scrittrice, “Iinfinita, quell’estensione cadere come frutti maturi per- faut: insomma, a qualcuno che si giunge, o ci si avvicina, a un spesso identificata con la narra- che non c’entrava niente con ché “non è quella che ci tiene per raccontare una storia sente posto difficile e tortuoso, mai trice, cerca e scopre le icono- Ronco e pensavo a come mi sa- legati al mondo?. Abbandonar- il bisogno di entrare nei mecca- né intravisto né citato, ma mes- grafie che raccontano l’annun- rei potuta orientare e spostare si. Accogliere un peso. Mi viene nismi di come quella storia è so di sghembo tra le ruote (“Le ciazione biblica, in un viaggio lì in mezzo, a dov’erano nasco- in mente mio padre qualche stata pensata, poi sentita, poi sembrava di portarsi dietro in cui quadri e scrittura diven- ste le persone del mio futuro giorno fa in mezzo ai ciliegi, gettata sulla pagina e fabbrica- qualche fantasma, non svolaz- tano espressione di una stessa prossimo. Quelle del passato quando mi ha teso la mano per- ta. Dai mattoni più in basso, al- zante, ma impigliato nei raggi”) tensione umana: quella dell’in- rimpicciolivano a vista d’oc- ché lo tirassi su e io ho sentito le tubature sprofondate nel cal- e appoggiato con fatica alle in- terrogazione. La domanda, os- chio e mentre rimpicciolivano tutto il suo peso per la prima cestruzzo, all’intricato nugolo tuizioni di noi tutti: il posto se- sessiva, prepotente, eccitante e gridavano cose che non riusci- volta nella mia vita” di fili elettrici che da dentro greto dove custodiamo, o na- apprensiva che si fa all’ignoto, vo a capire”. È Arianna, appe- Le parole che cambiano tutto, portano la luce fuori, fino al ter- scondiamo, le verità più dolen- al buio. È questa domanda che na arrivata ad Atene. Tra tutte primo romanzo di Susanna Bis- razzo in alto, verso la parola fi- ti. È questo quello che fa Laura si trova alla fine dei libri di le cose che ha lasciato nel suo soli dopo i racconti di Caterina ne che si appoggia sulle tegole Bosio nella sua letteratura: deci- Laura Bosio, ed è questo il pro- paesello d’origine, voci e paro- sulla soglia, è un romanzo che del tetto. Questa scoperta che dere di andare a pescare con la cesso che la sua scrittura attua le che diventano “sempre più incolla le parti di qualcosa che si rende possibile la storia letta, scrittura come amo, con le mani per giungere a quel punto in- simili a ronzii d’insetto”. Paro- è rotto per restituire un’integri- spiazza e turba, eppure appaga, che raccolgono il riso dall’ac- terrogativo. le che restano ad aspettarla co- tà e raggiungere una nuova for- come un bicchiere d’acqua non qua. È una scrittura della pro- Consulente editoriale presso me le stanze di una casa, la ma fatta anche di zone vuote, troppo fresco alla fine di una fondità, che corre in verticale e diverse case editrici, curatrice e ghiaia in un giardino, oggetti in spiragli lasciati all’immaginazio- lunghissima corsa. È in altezza (“Caterina traduttrice di svariate raccolte, soffitta. Le “parole ne perché anche il questo che fa un libro cresceva in fretta, l’autrice chiede molto alla sua che cambiano tutto” vuoto e il non detto di Laura Bosio: ti fa molto in lunghezza”) scrittura: è nell’atto stesso della sono appunto parole collaborano all’inte- indossare le scarpe da per scovare ciò che si creazione che cerca di superare che hanno un peso e rezza. Una storia fa- ginnastica, ti fa riscal- sente invalicabile o resistenze, di raccogliere l’alle- una forma in grado di miliare privata ma che dare i muscoli, ti inesplorabile. namento di uno sforzo per af- spostarci fisicamente parla di noi quando prende una mano – Movimenti e temi frontarne un altro. Per arrivare oltre le soglie che non decidiamo di fare or- all’inizio calda, e soli- (“demoni”, per dirla dove vuole, per cadere in verti- volevamo oltrepassa- dine nelle nostre vite da, e forte, anche se come Vargas Llosa) cale e affrontare la corsa in lun- re, persino di sposta- ripartendo dalle cose mai rassicurante – e ti narrativi che si ritrova- ghezza, ha a disposizione solo il re le soglie stesse. semplici che in realtà costringe a correre no anche nei libri pre- linguaggio, che usa come certi Quelle che credeva- sono più importanti per tutta la durata cedenti, da I dimenti- registi della Nouvelle Vague: ri- mo ferme e immuta- di quelle complesse. È della storia. Questa cati (Feltrinelli, 1993, velare il meccanismo per co- bili. un romanzo “del ri- specie di patto alla corsa è san- Premio Bagutta Opera Prima), a struire, entrare a gamba tesa Quando Arianna rompe con torno”, vissuto non come stra- cito subito, senza perdite di Le ali ai piedi (Mondadori, nella narrazione per dare corpo l’uomo con cui viveva in Grecia niamento o definitiva accetta- tempo: negli incipit freschi e 2002) o Le stagioni dell’acqua alla verosimiglianza. E lo fa in e torna alla casa familiare di zione della distanza acquisita da bruschi, in cui l’immagine viene (Longanesi, 2007, finalista Pre- modo sapiente e incisivo, con le Ronco, dopo anni quelle soglie ciò che siamo stati, ma come tra- sopraelevata come se il lettore si mio Strega 2007): dove le donne smerigliature e le geometrie e i si muovono. Movimenti imper- sformazione, riconversione del accorgesse, all’improvviso, di – sono spesso le donne i perso- giochi di specchi in Le stagioni cettibili come la rotazione ter- passato attraverso la lente della avere un binocolo. naggi che tentano di dare un af- dell’acqua; o con la forma saggi- restre che però segnano il pas- scoperta, delle nuove prospetti- L’idea della corsa, del corpo fondo decisivo ma mai comple- stica, che si miscela alla narra- saggio tra la notte e il giorno. ve maturate con la crescita. che deve inseguire la storia e ab- tamente cosciente, quasi inelut- zione di un io vagante e sper- Nella casa troppo grande e vuo- bracciarsi alle gambe del narra- tabile – vanno avanti e indietro duto in Annunciazione; o come ta dove muovendosi silenziosi d è, soprattutto, il risultato tore per affrontarne le curve e gli nei tempi della storia, sia perso- in Le notti sembravano di luna, “capita spesso di spaventarsi a Enarrativo di un talento ve- spostamenti, è diventata materia nale che narrativa. Anzi: è il pro- in cui lo sguardo di Caterina vicenda”, Arianna ritrova suo ro, dell’eleganza che distingue stessa dell’ultimo romanzo di cesso narrativo degli sbalzi e del- conferisce alla storia i soli occhi padre, da poco tempo vedovo. la scrittura lucida, disadorna e Laura Bosio, Le notti sembrava- le brusche interruzioni, che per- che una storia di scoperte e as- Uomo taciturno che deve fare i istintiva di Bissoli, il suo porta- no di luna, in cui Caterina, una mettono ai personaggi stessi di segnazione di significato può conti con la riorganizzazione di mento innato. È raro. Malinco- bambina di dieci anni che vive in perdersi e dimenarsi, per trovar- avere, quelli di una favola, in un’esistenza vissuta in due, nica ma mai struggente, intro- un piccolo paese veneto vicino a si da qualche parte, alla fine, con cui il tratto surreale, misterioso adesso che è solo. Lì c’è un spettiva ma senza pretese psi- un fiume, sogna di diventare qualche scoperta più solida, più e irrazionale si artigliano – sul- giardino dove i fiori di stoffa e coanalitiche, capace di lambire corridore come i campioni del illuminante. In Le stagioni del- la scia dello più sfrenato Julio plastica si confondono ed esal- il dolore del lutto portandosi Giro. l’acqua, un libro in cui rivivono Cortazar di Bestiario – alle ma- tano la bellezza di quelli veri e via solo un po’ di molecole, Su- le risaie e le mani che scavano e glie quotidiane di gesti micro- dove il dondolo oscilla nell’aria sanna Bissoli sa farci anche sor- Italia del boom, un padre le piantine di riso fragili e resi- scopici e fisici: la corsa in bici- di burrasca forse sfiorato dal ridere parlando di un gatto che L’idealista e remissivo capo- stenti nello stesso tempo, Laura cletta, le gambe muscolose, il passaggio di una mamma che ti guarda insostenibilmente ne- reparto in fabbrica, una madre Bosio lavora con gli ossimori e lavoro in fabbrica, il duro gesto non c’è più ma “è curiosa di sa- gli occhi o di qualche altro det- affascinante, algida e lontana con i contrasti, con le immagini di raccogliere il riso, di scovare pere come parliamo senza di taglio colto nel vivo della sua che “sapeva ridere, come sanno capovolte (l’incipit è uno spec- l’oro nei setacci. lei”. Un parlare domestico, essenza più buffa. La vita quoti- in pochi”, una rassegna di per- chio che riflette una donna al La voce, precisa e lirica nello quindi, ma da addomesticare. E diana catturata in questo modo sonaggi curiosi e pungenti, la contrario) e le smagliature di stile, è anche la voce di un au- così le parole sostituite con diventa pretesto per raccontare voce di Caterina, anzi: la voce tempi a volte dilatati a volte con- tore che irrompe, soprattutto profondi silenzi, gesti, sguardi, quanto c’è di straordinario nel- del suo sogno che vuole gareg- cisi, per compiere quella corsa nell’ultimo libro, nella scia ritornano a poco a poco, tassel- le nostre storie. giare con la realtà antipatica, caparbia per arrivare nei luoghi creativa di chi sta narrando: li di una storia familiare in par- “Quando gli ho detto che tor- che s’impantana nel fango della più lontani e occulti che ogni una voce in prima persona che te sconosciuta, che improvvisa- navo a Ronco mio fratello mi ha palude assieme alle ruote della storia custodisce. si sdoppia dalla narrazione in mente ha spostato la sua soglia chiesto se ero scema. Qualunque sua bicicletta. Ecco: Laura Bo- L’autrice decide di gettarsi terza, come un ammonimento e vuole essere attraversata. cosa sia successa con Janis, mi ha sio ci piazza immediatamente nel baratro con ogni libro: non divino, o quello di una mente Arianna trova nell’appartamen- detto, prendi un traghetto e vat- sulla Chiorda argentata di Cate- si risparmia, non risparmia nes- duplice che giudica e commen- to dove lei e suo fratello Denis tene su un’isola. Ma io in quel rina, e insieme con lei ci fa cor- suno che la legga; perché pare ta le azioni passate, che ne sve- sono cresciuti, e che suo padre momento non ero proprio capa- rere, andare, venire, frenare e che la sua idea di scrittura sia la la nascita, ne rivela le bugie e ha inspiegabilmente venduto, ce di ragionare. Vedevo Ronco impennare, fermarci negli ango- questo sforzo continuo e neces- le brutture. Ed è questo che una lettera. I nuovi inquilini la in sogno, mia madre seduta in li bui della sua vita, dare un’oc- sario di ricerca e di tensione. Laura Bosio chiede alle sue sto- fanno entrare a rivedere quel giardino vicino al nespolo che chiata: rimetterci in sella, scap- Ed è in La preghiera di ognuno, rie: raccontare altre domande, posto ed ecco che da un casset- mi faceva cenno di sedermi. So- pare via, rimanere. L’intenzione (Mondadori, 1998) o nei volu- altre corse, altri angoli dove an- to di quello che è stato per de- no qua, le dico, parlami adesso”. è chiara e crudele: scoprire con mi da lei curati per la collana “I dare a spiare, e lo chiede prima cenni il comodino di papà salta Le parole di Bissoli non hanno la gli occhi della bambina il mon- Mistici”, La ricerca dell’impossi- di tutto ai suoi personaggi, e fuori una parte consistente di pretesa di cambiare tutto, ma so- do cattivo, quello affascinante e bile: voci della spiritualità fem- dopo anche a noi. vita che riguarda tutta la sua fa- no preziose come una spilla che ridicolo del diventare grande, minile (Mondadori, 1999), in [email protected] miglia ma è stata taciuta da aspetta nel cassetto un dito da quello doloroso ed eccitante Teresina. Storie di un’anima sempre. Suo padre aveva un pungere. dell’amore, che alla fine si sco- (Mondadori, 2004) e nel ro- R. Milone grande segreto. Anche Arianna pre essere qualcosa di molto più manzo Annunciazione (Monda- è scrittrice ha qualcosa da svelargli. E. Armanino è scrittrice impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 30

N. 1 30 Narratori italiani per Terre di Mezzo. In Babele Andata al popolo 56, raccontava otto storie di Per staccare il piede da terra immigrazione di successo, te- di Andrea Tarabbia nendole insieme grazie alla cor- di Paolo Sortino nice di un viaggio a tappe fatto Giorgio Fontana fatti sono questi: durante una in autobus (il 56, appunto) lun- Emanuele Tonon orfani anche di dio. Un’orfanez- rissa fra tre nordafricani e un go la via. za senza consolazione, quella di PER LEGGE SUPERIORE ragazzo e una ragazza italiani, Nella parte “padovana” di Per LA LUCE PRIMA Tonon, che vaga nell’ombra in pp. 256, € 13, parte un colpo di pistola che legge superiore, Fontana ripro- pp. 130, € 15,90, cerca di una carezza portando il Sellerio, Palermo 2011 colpisce alla colonna vertebrale pone, nello spirito, qualcosa di Isbn, Milano 2011 lume ora fioco ora intenso del la ragazza, che rimane paraliz- simile, immergendo il borghese ricordo delle esperienze prima- zata. del centro in un mondo di odori rie, primordiali, materne. Quin- iù che lo Sciascia sapiente- L’opinione pubblica reagisce (spesso sgradevoli), facce soffe- on è un caso che, pur trat- di orfano anche del mondo, poi- Pmente evocato nel risvolto indignata, la vittima e il compa- renti, appartamenti dimessi e la- Ntando un evento necessaria- ché da queste considerazioni di copertina, potrebbe essere gno accusano del crimine Kha- voro nero. mente a sé contemporaneo qual viene fuori che il suo pensiero Dürrenmatt il vero punto di ri- led, un giovane tunisino incen- Doni all’inizio rifiuta tutto è la morte della madre, Emanue- non è stato partorito dal pensie- ferimento per il terzo romanzo surato e in regola che, a detta di questo, ma poi, a poco a poco, in le Tonon abbia creato tra i seco- ro attualmente dominante, che di Giorgio Fontana. Per legge Elena, non solo non è colpevo- questi volti e in questa sofferen- li un ponte di significati. In ter- nelle peggiori semplificazioni superiore è infatti costruito in- le, ma non era nemmeno pre- za così lontana e così poco mila- mini di pensiero, La luce prima scorre come un fiume tra la torno a un nucleo tematico tan- sente al fatto. La giornalista nese, “riuscì a vedere un fram- ci riporta agli albori della lettera- sponda del materialismo assolu- to semplice quanto caro allo chiede al magistrato di aiutarla mento di bellezza e verità – e tura antica, ad autori come Ar- to e quella di una spiritualità in- scrittore di La promessa e Il giu- a salvare il ragazzo. non importava che fosse doloro- chiloco o Empedocle, il quale consistente, lontana dalla realtà dice e il suo boia: lo iato incol- In un certo senso, nel conte- sa o incattivita: (…) solo lì pote- scriveva di Apollo: “Solo un ultima dell’essere umano. mabile tra la legge e la giustizia. sto di una finzione narrativa o va pensare che la verità esisteva cuore sacro e indicibile sussiste, Per staccare il piede da terra In questo buco nero, che prima cinematografica, tutto questo ancora”. che con pensieri veloci sfrec- lo scrittore ha bisogno di sacrifi- che alla giurisprudenza pertie- non avrebbe niente di strano, La parabola del magistrato è ciando si slancia attraverso il care il suo cuore, renderlo sacro ne al senso morale di tutti noi, se non fosse che – lo si sarà no- una sorta di discesa agli inferi, mondo intero”. Prima che Höl- e indicibile, votarlo a un bene Fontana fa cadere il suo prota- tato – Doni, nel processo Kha- dove però gli inferi sono vivi e derlin facesse di Empedocle un determinato. Allora un movi- gonista, un magistrato milanese led, non è la difesa, ma l’accu- veri: il suo ritorno al mondo eroe romantico, per cui il gesto mento prende vita e lo vediamo: sessantacinquenne discreta- sa. Il magistrato ha già chiesto “normale” sarà il ritorno di un di gettarsi nell’Etna voleva signi- i pensieri di Tonon sono veloci mente conservatore, molto bor- l’appello e l’unico modo che personaggio gravido di senso eti- ficare concedersi all’assoluto in come le frecce di Apollo descrit- ghese e legato ai privilegi – eco- avrebbe per salvare il ragazzo e co e civile, e di una nuova visio- maniera definitiva, il cuore del- te da Empedocle, lo consente la nomici e di casta – guadagnati fare giustizia sarebbe chieder- ne della giustizia e della respon- l’essere umano era ancora capa- lingua con cui egli racconta la con anni di onesto ne l’annullamento, sabilità. ce di stabilire una rela- sua “piccola mamma”. servizio, anni trascor- violando così una È in questo senso che Per leg- zione tra il proprio Una sinuosità lingui- si senza porsi troppe delle regole non scrit- ge superiore è un libro dürren- spirito e lo spirito del- stica senza precedenti, domande sul senso te della magistratura mattiano: perché fa i conti, pri- la terra. Il cuore con senza frasi a effetto, del proprio lavoro e e correndo il rischio ma che con un’idea civile della cui questo romanzo è senza strizzate d’oc- del proprio ruolo nel di subire qualche giustizia, con la sua portata eti- stato composto è di chio al lettore, senza mondo. Roberto Do- provvedimento disci- ca, e scava in quell’eterno con- questo tipo. Non è quegli artifici pure ne- ni, così si chiama il plinare. flitto che si pone tra il concetto luogo di perdizione né cessari alla persuasio- magistrato, ha una È proprio nei collo- di legge e di regole e la loro ma- di infinito naufragare, ne narrativa. Non tro- moglie normale, una qui tra Doni e la gior- dre nobile, di cui esse sono e do- ma carne che interro- veremo un solo vetto- figlia che studia fisica nalista che Fontana vrebbero essere niente di più ga l’esperienza e con- re stilistico, neanche in Indiana, un fratello imposta il dilemma che una declinazione “terrena” e cede a chi soffre alme- “costruttivo”, di quelli con cui non ha mai etico cui il magistrato fallibile. no una possibilità di che danno modo di veramente legato e un solo non riuscirà, nonostante una Tutto questo viene racconta- rimetterla avanti a sé nei giorni scandagliare le opere dei più de- punto davvero oscuro: l’ucci- buona dose di resistenza, a sot- to in 35 capitoli veloci che sono ancora da vivere. gni maestri. Un romanzo che sione, da parte di un nucleo vi- trarsi: che cos’è la giustizia? Che altrettanti quadri, restituiti con È vero: il trauma subito dalla sembra essersi scritto da sé, e cino alle BR, dell’amico e colle- cos’è la verità? E, tra queste, che una lingua spedita e piana che scomparsa della madre non che a leggerlo, viene da pensare, ga Colnaghi. ruolo ha la legge? La posizione va dritto al nocciolo delle que- sembra “slanciare” l’autore nel prende lo stesso poco tempo che Nell’economia del racconto, di Doni è evidente da subito: stioni che pone e che esplode mondo. La capacità di aggredire è servito a scriverlo, perché que- Colnaghi rappresenta il magi- “La giustizia è una macchina davvero solo nelle parti in cui le cose e impossessarsi degli ac- ste pagine possiedono l’agilità e strato idealista ma non ingenuo, complessa (…) Funziona secon- Fontana si sente libero di vede- canimenti è ostacolata dal vuoto l’apparente semplicità di un ge- quello che fa il mestiere per vo- do meccanismi precisi, e questi re una Milano primaverile e ve- dovuto alla perdita. Di fatto as- sto. La felicità espressiva che tra- cazione: morto lui, rimane Doni, meccanismi non si possono ol- stita a festa, sorprendentemen- sistiamo a un’impasse, allo spa- spare rende questo libro una l’impiegato della giustizia, cui la trepassare. te piena di colori, facce, odori, vento per un momento che po- specie di Macchina di Antiky- vita e il lavoro scorrono davanti La verità è naturalmente la luoghi remoti e belli da andare trebbe durare quanto la vita in thera, uno di quegli strani ogget- senza particolari scosse. cosa più importante, ma soltan- a scoprire: una Milano che va cui la vita resta esterrefatta, in- ti che vengono ritrovati nelle to se può seguire tutti i passaggi girata a piedi come la Parigi dei capace di muoversi o far muove- profondità marine, la cui origine ontana dà molti particolari previsti dalla legge” (corsivo flâneurs e respirata come la re altro. Attingendo al suo tra- risale a migliaia di anni fa e nel Fsulla vita e sulla concezione mio). Insomma bisogna fare le Marsiglia di Izzo. scorso religioso (Tonon ha stu- loro riaffiorare ci donano un’in- delle cose del suo protagonista, cose per bene, seguire la linea diato da frate francescano), l’au- congruenza storica, poiché la e tutto concorre a restituire il tracciata ed essere consapevoli el mezzo di una città per tore tenterebbe volentieri la vita tecnologia che li ha creati è pari ritratto di un uomo in grigio, che, tutto sommato, non è così Nuna volta priva di nebbie e e l’insegnamento cristiano, gri- o superiore alla nostra. Il genere senza particolari inclinazioni se importante dove stia la verità in di antri bui, il Palazzo (con la dando una richiesta di soccorso romanzo continua a essere una non quella di passeggiare: Doni quanto tale: ciò che conta dav- maiuscola) è, prima che il luogo a un dio che però non risponde, perfetta macchina di senso. Un per esempio capisce la musica vero è che la verità corrisponda dove si amministra la giustizia, non interviene. La rivoluzione motore impalpabile che genera classica – che ascolta in conti- alle regole, che possa essere in un leviatano pieno di corridoi, che la fede nella divinità che si è significato in eccellenza. nuazione – ma non la ama, qualche modo raggiunta attra- uffici e passaggi spesso scono- fatta uomo vede unificate la via C’è la reale possibilità che compra stampe e libri d’arte su verso i canali tracciati dalla giu- sciuti anche da chi, come Doni, del cielo con la via terrena, gira Tonon sia il solo scrittore ita- De La Tour, che non capisce, risprudenza. ci lavora da anni; è, al tempo a vuoto, non basta più. Messa a liano a non subire il divario tra ma di cui ama l’ostinata rappre- E tuttavia il dubbio è dietro stesso, un mastodonte che tra- confronto con la radicale neces- lingua parlata e lingua scritta; sentazione della luce nella for- l’angolo: “Quando non si ha balla: nella prima pagina e nel- sità di un intervento salvifico da tra lingua trovata in casa (o in ma fragile della fiamma di una l’assoluta certezza che un uomo l’ultima, Fontana parla dei parte dell’orfano, persino la teo- fabbrica) e lingua letteraria. candela (la giustizia è come una sia colpevole, come si fa a punir- chiodi a espansione che tengo- logia cattolica si rivela debole, Consapevoli che in ultima ana- fiamma “che dobbiamo proteg- lo lo stesso?” chiede Elena a Do- no letteralmente insieme la co- pretenziosa, una sorta di iper- lisi sta in questo la vera prova gere con le mani dal vento”, ni, e, per convincerlo dell’inno- pertura di marmo che è la ca- uranio platonico retorico e in- di una corrispondenza tra vita ama ripetere). cenza di Khaled, lo invita a usci- ratteristica del Palazzo di giu- sufficiente. Tonon ci spinge a e letteratura, si ha il dubbio se A quest’uomo sulla strada re dai binari tracciati dalla giuri- stizia di Milano. immaginare tanto: questa possi- elogiarlo per l’una o per l’altra. della vecchiaia, mediocre, stan- sprudenza. L’immagine e la sua portata bilità pericolosissima – se non Da qui nasce il bene di que- co e un po’ gretto succede un Questa uscita corrisponde a metaforica sono fin troppo evi- fosse sostenuta da una consape- sto libro e allo stesso tempo giorno di trovarsi di fronte Ele- una sorta di “andata al popolo”, denti e in linea con il percorso volezza teologica profonda e at- quanto di primo acchito distur- na, giornalista free-lance intor- che significa per Doni allonta- esistenziale del protagonista, tenta quale egli possiede – del- ba la narrazione, quel che di no ai trent’anni (ed evidente al- narsi dalla cerchia dei bastioni e ma, fuori dal libro, nel mondo l’esistenza di un dio che si è au- confessionale non vorremmo ci ter ego della figlia Elisa, che dall’asse Porta Romana (dove vi- per così dire reale, ogni tanto toconfinato fuori della storia. fosse perché intorbidisce la tra- dall’America sembra ricordarsi ve) - Duomo - Tribunale e tuf- succede che un pezzo di mar- L’orfanezza di Tonon, da condi- sparenza delle immagini. Ma è solo dell’esistenza della ma- farsi in una Milano nuova, bruli- mo crolli sul pavimento (finora zione “spontanea” dovuta alla quel poco di opacità dovuta al dre), la quale, in modo appas- cante e, per molti versi, aliena: per fortuna senza danni alle passiva ricezione di un dono cuore trascinato sul piano di sionato e un po’ sconclusiona- via Padova. persone), e quei chiodi ci sono non voluto, in-voluto, appunto un’esistenza fragile come il ve- to, fa presente al magistrato che Fontana, che a lungo ha vis- davvero. la morte della madre in questo tro. Una traccia di sangue suffi- la pista seguita sul caso di un suto lì vicino, in via Padova ci [email protected] libro (e del padre nel libro d’e- ciente a renderci visibili le ra- ferimento in via Padova è sba- era già passato per un altro li- sordio, Il nemico), assume il ca- gioni del dolore. gliata, e l’uomo che sta in car- bro: il reportage narrativo Ba- A. Tarabbia rattere genetico di una predesti- cere non è il vero colpevole. I bele 56, uscito qualche anno fa è scrittore nazione dal momento in cui si è P. Sortino è scrittore impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 31

N. 1 31 Arte Cézanne e Libertà di Federica Rovati Niente è mai stato facile Laura Iamurri mente inefficace per la debolez- za dell’impianto critico. Negli di Chiara Gauna LIONELLO VENTURI anni trenta, quando Venturi si LA MODERNITÀ era ormai votato alla causa anti- breve, intensa e infelice. Tra il 1907 e il 1914 i si- DELL’IMPRESSIONISMO fascista e la sua residenza parigi- PIETRO TOESCA ALL’UNIVERSITÀ curi orizzonti internazionali di uno studioso ormai na era segnalata tra gli indirizzi DI TORINO pp. 200, € 22, maturo furono messi alla prova, e proficuamente di Giustizia e Libertà, il lavoro A UN SECOLO DALL’ISTITUZIONE Quodlibet, Macerata 2011 ridefiniti, dal nuovo punto di vista dell’insegna- si fece più concentrato e severo, DELLA CATTEDRA DI TORIA S mento universitario, pionieristico per tanti versi, mettendo a frutto per l’arte con- DELL’ARTE MEDIEVALE E MODERNA in una città non amata. Non si tirò indietro: si im- aura Iamurri non è nuova temporanea gli strumenti meto- 1907-1908 / 2007-2008 Lagli studi venturiani: da dologici in genere riservati allo pegnò senza risparmio di energie nella costruzio- una dozzina d’anni interroga studio dell’arte antica: ne scatu- a cura di Fabrizio Crivello ne di una strumentazione scientifica adeguata alla scritti e documenti per rico- rirono il repertorio cézanniano pp. 141, 21 ill., € 25, disciplina (una fototeca e una biblioteca), nella struire il percorso intellettuale (riferimento irrinunciabile per Edizioni dell’Orso, Alessandria 2011 schedatura del territorio e nella messa a punto di di uno storico dell’arte impe- la nuova edizione allestita da un metodo didattico. Il dialogo paritario con i più gnato a misurarsi, negli anni tra John Rewald nel 1996) e la fitta aggiornati studi internazionali (si veda la disamina le due guerre, sul significato raccolta documentaria messa a editore universitario, la veste essenziale e le di Crivello sulla miniatura e quella sui congressi della propria disciplina, con un disposizione nelle Archives de L’dimensioni ridotte non devono ingannare: internazionali di storia dell’arte di Adriano Pero- discrimine fisso al 1931, quan- l’Impressionnisme (un modello questo volume di atti della giornata di studi su ni) trovò in questi anni un contraltare nelle ri- do rifiutò di prestare il giura- nella seconda metà del Nove- Pietro Toesca (Torino, 17 ottobre 2008) curato da strettezze di mezzi contro cui Toesca dovette com- mento imposto dal regime fa- cento per Archivi del futurismo Fabrizio Crivello è una nuova messa a fuoco di al- battere all’Università (Monica Aldi) e nell’indagi- scista ai docenti universitari. e Archivi del divisionismo, e per cuni aspetti importanti della cultura e dell’attività ne del patrimonio artistico piemontese, che emer- Questo Lionello Venturi e la i recentissimi Nuovi archivi del di uno dei “padri fondatori” della storia dell’arte ge soprattutto nelle lezioni (Giovanni Romano e modernità dell’impressionismo futurismo diretti dal venturiano italiana. Non si può certo dire che Pietro Toesca Costanza Segre Montel). Non fu il solo di quella ripensa quella storia senza la- Crispolti). non sia stato oggetto di attenzione, a partire dalla generazione: sui percorsi di formazione d’inizio sciarsi ingabbiare dalle strettoie Nella sua Storia della critica ripubblicazione nel 1966 di La pittura e la minia- Novecento, larghi e non ancora specialistici, inda- ideologiche che hanno spesso d’arte, pubblicata a New York tura nella Lombardia nella collana della “Bibliote- ga Gian Maria Varanini. Chiudono il libro tre anticipato i tempi di una matu- nel 1936 ed edita in italiano nel ca di Storia dell’arte” di Einaudi, passando per gli contributi dedicati al lavoro di Toesca sui fronti razione politica che dopoguerra, Venturi accertamenti di Monica Aldi e per un denso sag- della fototeca universitaria (Stefano Baldi e Viola per Venturi fu certo adombrò il significa- gio di Giovanni Romano (ora in Storie dell’arte. Agata Lanza), del Museo civico d’arte antica (Sil- coraggiosa ma non to ideologico di que- Toesca, Longhi, Wittkower, Previtali, Donzelli, vana Pettenati) e del primo volume del Catalogo precoce. Venturi non sto più maturo indi- 1998), fino ad arrivare a un volume recente (Pie- delle cose d’arte e di antichità d’Italia su Aosta (Da- vi appare come l’eroe rizzo di ricerca che tro Toesca e la fotografia. Saper vedere, a cura di niela Platania). La personalità di Toesca induce a subito consapevole metteva a disposizio- Paola Callegari ed Edith Gabrielli, Skira, 2009). Il molte riflessioni e offre qualche antidoto all’ecces- del proprio ruolo, an- ne, nel recinto pre- numero crescente di convegni e pubblicazioni de- so di sconforto cui si rischia oggi di cedere. “Mi zi l’angolo di ripresa scelto della pittura dicati agli storici dell’arte italiani tra Otto e Nove- logoro nelle lezioni e più ancora nel dubbio che orientato sulla fortu- impressionista, i ma- cento è segno di un’esigenza diffusa di ripensa- esse non abbiano a servire a nulla. Altro che lava na della pittura im- teriali primi per fare mento della storia della disciplina, per come si è sterile; qui è un’infrangibile crosta di indifferenza! pressionista tra anni storia dell’arte con- andata inventando, articolando e difendendo nel- Si direbbe che il desiderio della cultura vada mo- venti e trenta può temporanea: “Gene- le università, nei musei e nelle soprintendenze. La rendo anch’esso!”, scriveva nel febbraio del 1909. metterlo talvolta fuo- ralmente si considera permanenza di Toesca all’Università di Torino fu Niente è mai stato facile. ri scena: la ricostruzione del di- (…) che nell’opera d’arte il ca- battito critico in area francese è rattere individuale sia contin- minutissima nel libro e proprio gente ed effimero, e si costrui- gli equilibri imprevisti della scono delle ‘leggi dell’arte’, narrazione, con effetti di dissol- l’obbedienza alle quali dovreb- convoglia l’idea di un museo de- venza sul protagonista quando be costituire il valore eterno Il valore esemplare della storia dicato al medioevo e al Rinasci- il suo ruolo non appare decisi- dell’opera d’arte. Ma lo studio mento verso Castel Sant’Angelo e vo, mostrano l’estrema cautela della storia dell’arte e della sto- di Maria Beatrice Failla Palazzo Venezia, sedi di speri- della ricostruzione storiografi- ria della critica convince che mentazione, come dimostrato ca che viene offerta senza for- sono proprio le ‘leggi dell’arte’ Paola Nicita le dell’Italia unita senza poter dall’autrice anche nei suoi prece- zature. La reinvenzione della quelle che hanno carattere contare su un sistema di musei denti studi, per i nuovi musei di propria carriera, alla quale contingente ed effimero, quelle MUSEI E STORIA che assicurasse al nuovo Stato la ambientazione. Venturi si trovò obbligato dopo che valgono per un periodo o DELL’ARTE A ROMA diffusione di un linguaggio arti- L’acquisto, nel 1949, di Palaz- l’esilio, ebbe smarrimenti e in- una scuola; e non mai per ogni PALAZZO CORSINI, stico condiviso. Il disegno di una zo Barberini, destinato a essere certezze che soltanto l’impegno tempo e ogni luogo. (…) È la PALAZZO VENEZIA, geografia di gallerie nazionali, la nuova sede della Galleria na- su progetti a lunga scadenza personalità dell’artista che im- CASTEL SANT’ANGELO che individuava un ruolo politi- zionale d’arte antica inaugurata aiutò a superare: le migliori prime carattere eterno agli ele- E PALAZZO BARBERINI co e sociale per i musei, custodi nel 1953, ripropone il tema di opere venturiane, fondamentali menti del gusto alle cosidette di un passato in cui si ricercava una Galleria nazionale a Roma e TRA XIX E XX SECOLO per la storia dell’arte contem- ‘leggi dell’arte’”. un’identità comune, connota la favorisce spostamenti impropri poranea (il catalogo ragionato pp. 451, 122 ill. col., € 50, politica culturale di Adolfo Ven- di opere da un museo all’altro, dei dipinti di Cézanne nel a era la stessa individuali- Campisano, Roma 2011 turi, che pone sotto la tutela del- finché si è giunti alla situazione 1936, Les Archives de l’Impres- Mtà venturiana a interagire lo Stato le gallerie principesche attuale, che ha visto la definizio- sionnisme nel 1939) presero in- con i condizionamenti della romane e inaugura nel 1895 la ne dell’identità collezionistica fatti corpo tra Parigi e gli Stati storia coeva: attraverso il libro n un panorama di studi dove Galleria nazionale con sede a pa- della Galleria di Palazzo Corsi- Uniti negli anni pericolosi ep- di Iamurri si percepisce quanta Iimperversano i prontuari di lazzo Corsini, avviandone il pro- ni. Ora come allora, infatti, l’i- pure stimolanti dell’esilio, at- parte delle scelte critiche possa museotecnica e le riflessioni sul cesso di riordinamento. dea di applicare criteri di ordi- traverso la conoscenza diretta essere indotta da fattori biogra- rapporto tra museologia e ma- La storia dell’arte in Italia con- namento estranei alla storia se- dei musei e delle collezioni pri- fici e allo stesso tempo quale nagement, il testo di Paola Nici- solidava in quegli anni il suo per- dimentata delle collezioni com- vate che custodivano i dipinti spazio di libertà ogni studioso ta sui musei romani tra la fine corso di definizione disciplinare porta il pericolo di compromet- impressionisti; in alcuni periodi possa ritagliarsi dentro le leggi del XIX e la prima metà del XX anche grazie alla sperimentazione tere la funzione educativa dei il ritmo degli spostamenti di del proprio tempo. Intreccian- secolo è controcorrente. Si trat- sul campo negli ordinamenti mu- musei, che proprio sulle loro Venturi appare fittissimo, come do attorno al lavoro concreto ta di uno studio raro, che non seali. La fisionomia delle raccolte preziose specificità devono an- se l’incalzare degli eventi politi- dello storico dell’arte i fili va- intende separare, in maniera confluite a Palazzo Corsini, si in- corare la trasmissione e la tutela ci rendesse più urgente il lavo- riegati di ricerche diverse (sto- programmatica fin dal titolo, la centrava tuttavia sulla pittura del della memoria della storia e del- ro dello storico dell’arte e la ria dell’arte e storia della critica museologia dalla storia dell’arte Sei e Settecento e non poteva ri- la storia dell’arte. Il percorso di pittura impressionista fosse una d’arte, storia del collezionismo e che individua nella storia dei spondere in maniera efficace a ricerca di Nicita, teso a ribadire, prova di civiltà da preservare in e dei musei, nella rete della sto- musei i presupposti per com- una suddivisione per epoche e anche per i musei, il valore un’Europa ormai imbarbarita. ria politica), questo volume prenderne la vocazione e gli per scuole che raccontasse parite- esemplare della storia, è un Nell’Italia del 1926 Il gusto propone un modello d’indagine orientamenti attuali, senza in- ticamente la storia di una cultura buon antidoto per ricomporre dei primitivi di un Venturi anco- che si potrebbe adottare con ri- cappare in capziose distinzioni figurativa italiana che in quegli la faglia tra tutela e valorizzazio- ra incerto verso il fascismo ave- sultati fruttuosi anche per altre fra teoria e pratica che rischiano anni individuava nel Rinascimen- ne che pervade oggi il dibattito va riconosciuto nel linguaggio fondamentali figure della storia di trascurare la funzione delle to il fulcro dell’unità pittorica na- sui beni culturali e rinnova le impressionista un sedimento di dell’arte italiana del Novecen- ricerche storiche come fonda- zionale. È Federico Hermanin, basi di un raccordo indispensa- libertà da opporre ai ritorni to, nello specchio delle loro mento per la configurazione che raccoglie l’eredità di Venturi, bile tra gli studi storico-artistici classicisti di stampo conservato- personali passioni. contemporanea delle istituzioni il protagonista della scena dei e la gestione del patrimonio. re di ogni tempo e luogo: ma i [email protected] museali. musei romani del primo Nove- [email protected] confronti tra antichi e moderni Nella prima età post-risorgi- cento. Hermanin individua luci- erano laschi, il gioco polemico F. Rovati insegna storia dell’arte mentale Roma si apprestava a damente la vocazione sei e sette- M.B. Failla insegna storia della critica fin troppo scoperto e sostanzial- contemporanea all’Università di Torino svolgere il ruolo di nuova capita- centesca di Palazzo Corsini e d’arte e museologia all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 32

N. 1 32 Fotografia Un altro modo di raccontare di Luigi Marfè La messa in scena di Porta Pia Remo Ceserani Ogni fotografo, ha scritto Pi- casso, è un pittore mancato. di Adolfo Migmemi L’OCCHIO DELLA MEDUSA Raccontare il rapporto tra foto- FOTOGRAFIA E GIORNALISMO grafia e letteratura – come certo 1860 e all’edizione dell’Album storico-artistico, € sapevano Sigfried Kracauer, An- Marco Pizzo pp. 389, 29, che ne utilizza alcune, pubblicato dai Fratelli Ter- dré Bazin, Jean-Marie Schaeffer Bollati Boringhieri, Torino 2011 LO STIVALE DI GARIBALDI zaghi a Milano dieci anni dopo. e gli altri teorici di cui Ceserani IL RISORGIMENTO IN FOTOGRAFIA Nel volume, inoltre, si parla spesso di immagini commenta le tesi – significa ri- € che poi non si mostrano e che il lettore interessato ietro ogni fotografia si ce- flettere sulle forme di referenzia- pp. 180, 35, Mondadori, Milano 2011 Dlano trame di romanzi, lità non mimetica che possono è costretto ad andare a ricercare in altre opere, a scriveva Roland Barthes in La esercitare entrambe. Generatri- un’impresa assai ardua pretendere di narrare partire dall’ampia e pregevole antologia che Mar- Chambre claire (1980). Scio- ce di apparenze, la fotografia è Èper immagini fotografiche qualsiasi processo co Pizzo aveva compilato nel 2004, presentando i gliendo il proprio oggetto dal arte di messaggi senza codice storico complesso, soprattutto se ci si muove, da materiali delle raccolte fotografiche del Museo fascio di relazioni che lo tiene che imprimono tracce di memo- un lato, senza voler abbandonare le categorie visi- Centrale del Risorgimento. Un esempio: le imma- avviluppato al tempo, fissando- ria vivente per conservarle. “Le ve interpretative dell’oggi, dall’altro, senza tener gini delle campagne militari del 1859. Il volume ne l’immagine in eternità, le fo- fotografie sono grossi brandelli conto che, nel nostro caso, il Risorgimento e gli propone alcune stereoscopie di cui poi poco si tografie alludono costantemente di tempo che puoi tenere in ma- eventi che lo caratterizzarono si svilupparono parla e non dà rilievo alla documentazione foto- ai passati e ai futuri che restano no”, diceva Angela Carter: frut- quasi interamente in un’epoca in cui la fotografia grafica fatta produrre da Napoleone III né alle li- fuori. L’individuo che vediamo to di una singolare arte del det- muoveva, in tutti i campi, i suoi primi passi senza mitazioni imposte all’uso della macchina fotografi- dentro una fotografia, un giorno taglio (nel senso di un ininterrot- essere ancora uno strumento di comunicazione di ca nei territori teatro degli scontri militari, di cui si è passato davanti all’obiettivo: to taglio e ritaglio del reale), per- massa, né tale pretendere di apparire. erano già occupati nel 1970 Wladimiro Settimelli viveva allora, è vissuto ancora. mettono infatti di scorgere l’in- Lo stivale di Garibaldi propone un percorso tra nella Storia avventurosa della fotografia e Ando Gi- Chi era prima dello scatto? Co- visibile che si ha sott’occhi senza le immagini fotografiche risorgimentali legittima- lardi nella Storia sociale della fotografia pubblicata sa gli è successo dopo? Ecco vederlo. Forse anche per questo to dall’“approccio innovativo alla realtà, peculia- nel 1976. Altro aspetto molto particolare non ade- due storie. Proust e Nabokov pescarono re del nuovo mezzo comunicativo”. Esso infatti, guatamente approfondito è l’immagine ricostruita Eppure un pregiudizio lungo proprio nel mondo della foto- si afferma, avrebbe accompagnato “la rivoluzione e il fotomontaggio. I documenti di questo genere ormai due secoli insiste nel vede- grafia molte metafore con cui del Risorgimento (…) dalla Repubblica Romana sono infatti assai numerosi in quegli anni e tutti di re fotografia e letteratura lungo raccontare come la mente giochi del 1849 alla Breccia di Porta Pia del 1870” di- straordinario interesse, a patto che non si cada nel- sentieri distanti e in- ad aprire e ripiegare il ventando “lo strumento più importante per la la trappola di anteporre la questione della veridici- commensurabili: tappeto magico della diffusione degli avvenimenti storici, cambiando tà. Stabilita la natura della rappresentazione, l’at- quante volte abbiamo memoria. via via le sue finalità e divenendo all’occorrenza tenzione deve essere concentrata sull’uso che di es- sentito dire che il pro- In un brano della anche ‘invenzione’ del reale”. Sarebbe stato però sa si è fatto caso per caso. In tal modo, ad esempio, liferare delle immagini Berliner Kindheit indispensabile chiarire e approfondire adeguata- i fotomontaggi pornografici (nella cultura visiva di sottrarrebbe al rac- (1934), Benjamin ri- mente quando avvennero quella particolare dif- allora) della regina Maria Sofia di Borbone acqui- conto forza di evoca- corda di quanto tor- fusione (o diverse diffusioni) e quella (o quelle) stano un valore documentario rilevante; parimenti zione? Baudelaire e mento gli desse, quan- invenzione del reale. Tra la produzione delle im- il falso Garibaldi ferito all’Aspromonte o la messa Marx consideravano do era bambino, posa- magini a soggetto risorgimentale e il loro “uso in scena della presa di Porta Pia a Roma (arricchi- la fotografia con so- re per una fotografia: pubblico” passano infatti spesso vari decenni e ta, nella versione proposta dal volume, da un inge- spetto. Più di recente, intrusione indiscreta di quasi sempre non sono le stesse persone a gestire nuo, ai nostri occhi, rinfoltimento delle comparse) Thomas Bernhard l’ha un occhio meccanico queste due fondamentali fasi: pensiamo alle foto- non rappresentano unicamente due aneddoti cu- giudicata una sciagura che chiede di essere se grafie scattate a Palermo da Eugène Sevaistre nel riosi a margine della “Grande Storia”. irreparabile, addirittura la peg- stessi davanti agli altri e davanti al giore del XX secolo: “L’invento- tempo, perché qualcosa di quel re dell’arte fotografica è l’inven- sé possa durare nell’immagine. tore della più disumana di tutte Grande manipolatrice, la foto- le arti. A lui dobbiamo la defini- grafia – sembrano dirci gli scrit- smo con cui Morris ebbe modo tiva deformazione della natura e tori che più l’hanno praticata, co- Un calore eccessivo lavorare e talvolta di battaglia- dell’uomo che in essa vive, ridot- me Michel Tournier – deforma re. Una delle figure di spicco è ti alla smorfia perversa dell’una e non meno di quanto riveli. In di Mario Dondero Henry Luce, grande rivale di dell’altro”. moltissime lingue ci si riferisce a Hearst, un intelligente editore La fotografia, nello stesso tem- questo potere di appropriazione John Godfrey Morris ti i tempi che imponeva la reda- reazionario americano contro po, è però anche una delle co- e adulterazione del reale con im- zione centrale. le cui disposizioni Morris e al- stanti più ricorrenti dell’immagi- magini di violenza: una fotografia GET THE PICTURE Le foto di Robert Capa e tri progressisti, membri della nario letterario contemporaneo. si scatta, si prende, si spara. È “fol- UNA STORIA MOLTO PERSONALE Bob Landry giunsero a Londra redazione, tentavano di ridurre In essa, nei suoi meccanismi, nel lia nel mirino”, per riprendere il DEL FOTOGIORNALISMO con perfetta tempestività, ma l’impatto politico di taluni arti- modo speciale in cui sa catturare titolo di un racconto di Italo Cal- ed. orig. 2002, nel laboratorio londinese si coli particolarmente destrorsi il visibile, scrittori di ogni latitu- vino, gran maestro di visibilità: pp. 375, € 21,90, produsse un incidente tecnico attraverso l’apporto di fotogra- dine hanno trovato non soltanto gesto capzioso e predatorio che che avrebbe potuto compro- fie di tutt’altra ispirazione. il proprio soggetto, ma nuove avoca a sé il reale, e silenziosa- Contrasto Due, Roma 2011 mettere in gran parte il succes- metafore mediante cui ripensare mente lo fa proprio. so dell’operazione. Il giovane na delle esperienze che la scrittura e le sue regole. Baste- “Non era forse funzione della hoto editor di “Life”, non- addetto in camera oscura allo Ucreò all’esordiente photo rebbero W ou le souvenir d’en- Medusa quella di fissare le sue Pché del “Washington Post”, sviluppo delle foto di Robert editor maggiori difficoltà fu il fance (1975) di Georges Perec o vittime, annientarle con lo sguar- del “New York Times”, del “Na- Capa non si avvide dell’ecces- reportage di cui si occupò con Austerlitz (2001) di Winfried G. do, pietrificarle”?, domanda Ce- tional Geographic” a Parigi e, sivo calore che si sviluppava Eliot Elisofon (una delle sue Sebald per mostrare fino a quale serani. La fotografia è medusea per qualche tempo, direttore nell’armadio usato per asciuga- scoperte), e cioè l’evacuazione profondità il linguaggio delle im- proprio in questa sua intima vici- dell’agenzia Magnum, John re i negativi, ed essi furono ir- dei cittadini americani di origi- magini possa interagire con quel- nanza con la morte: cercando di Godfrey Morris, nato a Chicago reparabilmente danneggiati. ne giapponese dalla costa lo verbale: ma esempi analoghi si fissare il flusso della vita nell’atti- nel 1916, incominciò il suo lun- Nel disastro si salvarono sol- Ovest. Fu, dice Morris, la più incontrano ormai innumerevoli, e mo presente, i suoi scatti attesta- go itinerario giornalistico come tanto undici fotogrammi che grande tragedia della seconda sappiamo da tempo che la foto- no l’azione di un tempo inesora- ragazzo di bottega a “Time/Li- divennero tuttavia, pubblicati guerra mondiale negli Stati grafia, come ama dire John Ber- bile e dissolvente. “Ogni fotogra- fe” nel 1938; molto apprezzato con risalto da “Life”, una for- Uniti. Era la maldestra risposta ger, è another way of telling, un fia è un memento mori”, ha scrit- fin da giovane, fu mandato a midabile testimonianza storica. del governo americano all’ag- altro modo di raccontare. to Susan Sontag, “fare una foto- Londra, in piena guerra mondia- Penso che Morris abbia perso- gressione subita con il bombar- Nel delineare il percorso stori- grafia significa partecipare della le, a coordinare il lavoro dei sei nalmente scattato pochissime damento di Pearl Harbour, il 7 co ed estetico di queste contami- mortalità, della vulnerabilità e fotografi di “Life” impegnati a fotografie oltre a quella molto dicembre 1941, evento che in- nazioni, Remo Ceserani prende della mutabilità di un’altra perso- coprire lo sbarco in Normandia. nota di un giovanissimo solda- dusse gli Stati Uniti a entrare in in esame una questione fonda- na”. Forse è soltanto illusione, Il suo compito era quello di to tedesco prigioniero, ma che guerra. Get the picture, Una mentale della storia della cultura ma l’idea di una partecipazione far giungere a Londra, dopo soprattutto abbia incitato, pro- storia personale del fotogiorna- contemporanea. Pur tralascian- induce a pensare che in questo avere sviluppato il materiale, le mosso, stimolato tanti reporta- lismo costituisce un apporto do volutamente alcuni ambiti uccidere, la fotografia dia luce a fotografie che i fotografi di “Li- ge realizzati da un numero prezioso alla conoscenza del specifici, come il ruolo della fo- qualcosa di diverso: come sull’i- fe” scattavano in prima linea. Il estremamente grande di foto- mondo assai speciale del repor- tografia nel reportage di guerra, sola dove si rifugia il Morel di più drammaticamente impegna- grafi. Ai fotografi Morris si le- tage. Il fotogiornalismo è una L’occhio della Medusa è un’enci- , raddoppia- tivo fu quello che dovette af- gava spesso con grande spirito disciplina che implica spirito clopedia dell’ekphrasis che con- re il reale significa renderlo su- frontare quando Robert Capa e di cameratismo e si può dire critico, rigore etico, che com- sente di riflettere in maniera perfluo, ma anche infondergli Bob Landry, i due fotografi di che abbia tenuto a battesimo porta grandi rischi. Il testo di nuova sul rapporto tra la moder- nuova vita, reinventarlo. “Life” prescelti, parteciparono molte straordinarie carriere. Morris è accompagnato, com’è nità letteraria e una delle sue os- [email protected] allo sbarco alleato sulle coste Non soltanto i fotografi sono giusto, da un pregevole lotto di sessioni più insistenti: il culto ot- francesi il 6 giugno 1944. In descritti in Get the picture con fotografie. tenebrato, perturbante, freneti- L. Marfé è assegnista di ricerca in letterature quell’operazione tutto funzionò umorismo e nostalgia, ma an- co per le immagini. comparate all’Università di Torino perfettamente e furono rispetta- che i grandi boss del giornali- M. Dondero è fotografo impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 33

N. 1 33 Architettura qualche anno e di cui sono an- Un prontuario a uso domestico che espressione, in quegli stessi Quattro sguardi sull’abitare anni, seppur in chiavi diverse, la di Michela Rosso rivista “Domus”, da lui fondata di Cristina Bianchetti e diretta, e i progetti di “case ti- GIÒ PONTI E IL CORRIERE appassionate e di riluttanze colle- piche” per Milano. Dalla prima- LA CASA siano in grado di dare risposta DELLA SERA riche”. Una dichiarazione che dà vera del 1937, accanto all’abitare LE FORME DELLO STARE alle esigenze di ambienti urbani 1930-1963 l’esatta misura del registro espres- moderno, l’architettura e l’urba- consolidati o di nuova espan- sivo caratteristico degli articoli, nistica del capoluogo lombardo a cura di Antonio Monestiroli sione. Il gruppo guidato da a cura di Luca Molinari tutti appositamente preparati e diventano il fulcro di una rifles- e Luciano Semerani Guido Malacarne rivisita la tra- e Cecilia Rostagni, inediti, firmati da Ponti per il sione inedita e occasione di nuo- pp. 224, € 39, dizione dell’architettura mo- pp. 700, € 45, quotidiano più diffuso d’Italia vi contributi: nella serie “Avve- Skira, Milano 2011 derna (i quartieri progettati da Fondazione Corriere della Sera-Rizzoli, nell’arco di oltre un trentennio. nire di Milano”, non più in terza Fernand Pouillon negli anni Milano 2011 Del resto la raccomandazione ri- pagina, ma nella cronaca milane- cinquanta) e assume da lì indi- voltagli dal direttore Aldo Borelli se, gli scritti di Ponti, dal 1935 osa vale una casa? E per cazioni per una città lineare tra nel settembre 1933 di “tenersi su coinvolto nelle commissioni edi- Cchi? L’interrogativo torna a Forlì e Cesena. A Milano il pro- he posto occupa l’architet- un tono espositivo evitando inter- lizie comunali, registrano pun- informare le ricerche e gli studi blema è impostato in modo an- Ctura nella stampa generali- ferenze con la critica artistica”, tualmente tutti i nodi urbanistici sull’abitare nella città contempo- cora diverso. I luoghi dello sta- sta? A chi è affidato il compito stabiliva con esattezza la cornice milanesi di maggiore attualità, ranea, dopo una stagione nella re sono le stanze. Non solo di documentare una materia che entro cui era consentito muoversi dal concorso per piazza del quale sono state praticate esplo- stanze di case o di palazzi, ma riguarda chiunque, dal momen- a Ponti nell’esercizio di questo Duomo allo Scalo Sempione, dal razioni differenti per angolazio- anche stanze naturali: radure, to che l’architettura è ovunque, suo nuovo incarico presso il gior- nuovo auditorium al tracciato ne e prospettiva: si sono osserva- campi delimitati, luoghi in cui scena onnipresente della nostra nale: due articoli al mese aventi definitivo di piazza San Babila. I te le forme, le esperienze, le con- riconoscersi. Le stanze pongo- vita quotidiana? Due sono i luo- per oggetto “la casa e tutti i pro- drammatici anni della guerra, dizioni dell’abitare e si sono ri- no la questione cruciale del ghi convenzionalmente destinati blemi ad essa attinenti”. Lo di- con l’inizio della nuova avventu- costruite le cronache. Si è cerca- luogo di affaccio: verso la cor- a ospitare quell’insieme eteroge- mostrano i titoli dei suoi primi ra editoriale di “Stile”, fondata to di capire quali mutamenti ne- te, verso la strada, verso il pae- neo di saperi sintetizzato dall’e- contributi: Distribuzione e pro- nel 1941, vedono diversificarsi gli stili di vita l’abitare riflettes- saggio, e la sequenza dà modo spressione inglese built environ- porzioni degli ambienti, I colori ulteriormente la gamma dei temi se, quale risposta fosse data alle di ripensare a come diversa- ment nei giornali: la pagina cul- nell’arredamento, Divagazione affrontati: agli articoli sull’arte nuove esigenze abitative dalla mente si riscrive la consapevo- turale e la cronaca locale, riflessi sulle terrazze, Casa per famiglie per la casa, lo stile e il gusto del- cultura disciplinare, dalle politi- lezza del nostro stare sul terri- di culture e linguaggi radical- numerose, L’arredamento sempli- l’abitare, l’artigianato e la cera- che e dal mercato, quali discorsi torio. Il rapporto con la natura mente diversi e per certi versi ce, Comperando un appartamento, mica si affiancano quelli su ma- vi si depositassero attorno. Die- (che nel Novecento diventa complementari tra loro. L’ubicazione della casa, Le porte, teriali e autarchia, la “casa per tro a ciascuno dei termini richia- egemone) risolve contraddizio- D’altro canto sono Pavimenti e tappeti, Ca- tutti”, la ricostruzione dei mo- mati (forme, esperien- ni della città del XIX quasi sempre gli archi- se comode per gente or- numenti danneggiati dalle incur- ze, cronache) sono ri- secolo, ma scioglie tetti, professionisti di dinata… Titoli che sioni alleate. Temi che Ponti ri- conoscibili numerosi anche le regole di co- comprovata fama o af- identificano temi estra- prenderà e svilupperà dopo la studi, l’esito dei quali struzione e pone al- fermati critici di me- nei non solo alla critica guerra declinandoli secondo le è stato soprattutto l’architettura proble- stiere, a prendere la d’arte, tradizionalmen- impellenti necessità dettate dalla quello di mettere in lu- mi radicalmente di- parola sui giornali ita- te riservata nello stesso ricostruzione e dal Piano Fanfa- ce la diversità delle versi. liani ogni qual volta si giornale alla penna del ni. In quella che è forse la sta- forme dell’abitare. In queste ricerche tratti di commentare fiorentino Ugo Ojetti, gione progettuale più libera e Qualche volta, l’insi- ciò che conta è la tra- una grande trasforma- ma anche ai codici prolifica del maestro milanese, stenza sulla diversità dizione del moderno: zione urbana immi- espressivi della specu- accanto alla casa, ancora e sem- ha implicato una sorta quella di Pouillon, di nente o l’approvazio- lazione accademica o pre al centro della sua scrittura, di spoliticizzazione: la May, di Hilberseimer ne di qualche progetto della teoria, temi del Ponti si muoverà estemporanea- messa in evidenza del- e degli altri architetti controverso, alimentando un tutto alieni a Ponti che di sé mente e con inedita leggerezza la diversità come valore in sé. A dei quali si indagano i progetti, conflitto d’interessi che non gio- avrebbe scritto: “La mia mente tra una moltitudine di interessi: valle di queste intense ricogni- decostruendoli. E quella dell’ar- va di certo all’obiettività dell’in- non ha predisposizione per le im- dalla formazione di una nuova zioni che hanno segnato gli anni chitettura italiana degli ultimi formazione. postazioni di principi, per archi- generazione di architetti alle vi- novanta e il decennio successivo, decenni del Novecento che vede Un rischio, tuttavia che la pro- tettare teorie, per una razionalità cende della cronaca architettoni- come ritornare a ragionare di protagonisti alcuni degli autori lifica produzione giornalistica di ab imis di termini e d’inquadra- ca e urbanistica milanese, dalle abitare e abitazione? di questo volume. Da qui l’im- Giò Ponti, autore, tra l’aprile mento di pensieri”. sorti della Triennale alle celebra- Il libro curato da Monestiroli portanza dei legami con il pro- 1930 e l’agosto 1963, di cento- Nella familiarità di contenuti e zioni di “Italia 61”, dalla con- e Semerani può offrire qualche getto urbano e con la città. Pec- trenta articoli per il “Corriere di tono narrativo, queste prime temporanea scena edilizia new- argomento. Raccoglie gli esiti cato che quel progetto e quella della Sera”, non sembra correre. pagine di Ponti per il “Corriere” yorkese alla rivisitazione del mi- di un progetto Prin, ovvero di città non ci siano più, almeno in Si tratta di un aspetto meno noto appaiono piuttosto come altret- to dei grandi maestri della mo- un Progetto di interesse nazio- quella forma. E anche la casa og- del percorso professionale del tanti capitoli di un maneggevole dernità architettonica. nale, finanziato dal ministero gi valga in modo diverso di poliedrico architetto, designer, prontuario a uso domestico, che A completare il ritratto di una dell’Istruzione nel 2007 sul te- quanto valesse all’interno di docente universitario, fondatore ben si presta a essere consultato figura per molti versi ancora og- ma “Tecniche di progettazione quel progetto, riannodando di- e direttore di riviste milanese, su dal lettore comune. La lunga getto di un superficiale ostraci- degli insediamenti”. E il sotto- versamente stato e cittadinanza cui fa luce una recente antologia, collaborazione del maestro mila- smo critico sono anche le due titolo del volume, Le forme del- entro un diritto che non è con- ma che tuttavia non è un caso iso- nese al giornale di via Solferino prefazioni a quest’antologia. La lo stare, sembra richiamare con quistato una volta per tutte. Per lato nel nostro paese. Prima e do- intreccia tre decenni della storia prima, firmata da Luca Molina- forza la stagione alla quale si è questo non valgono le scorcia- po Ponti, almeno tre altre figure d’Italia, di cui costituisce il calei- ri, consente di seguire in paral- accennato. Quattro scansioni toie di chi torna a Henri Lefevre, centrali della scena professionale doscopico riflesso: gli anni cen- lelo le vicende del Ponti pole- che fanno riferimento a quattro magari scordandosi che la sua italiana ricoprono, seppur in mo- trali del regime fascista, la guer- mista e quelle del Ponti archi- scuole. La casa è uno spazio posizione teorica nasce a valle di e con frequenze diverse, analo- ra, la fase costituente della Re- tetto, designer, fondatore e di- scenico per le ricerche condot- dell’intensa stagione di studi ghi incarichi, Marcello Piacenti- pubblica, la ricostruzione, il mi- rettore di riviste, tratteggiando te all’Università di Venezia da condotta in Francia negli anni ni, Bruno Zevi e Vittorio Gregot- racolo economico italiano. il profilo di una biografia intel- Semerani e dal suo gruppo. cinquanta e sessanta e si misura ti: il primo, collaboratore fisso di “Creare i fondamenti di un’opi- lettuale distintasi per poliedrici- Uno spazio che deve fare i con- con un progetto di società e di quotidiani e periodici quali “La nione pubblica in materia di ar- tà e prodigalità; la seconda, fir- ti con esigenze diverse, pur ri- politica molto lontano, come be- Tribuna”, “Il Tempo”, “Il Matti- chitettura e suscitare una natura- mata da Cecilia Rostagni, nella manendo entro convenienze e ne dà modo di capire Lukasz no d’Italia”, “Il Popolo Romano” le propensione alla modernità”, fitta rete di rapporti che lega produttività di un regime di Stanek (Henri Lefebvre on space, e “Il Globo”; il secondo, titolare, non solo tra gli specialisti, ma tra Ponti alle cinque figure di diret- mercato. E allora si inventano University of Minnesota Press, dal 1954 fino alla morte, della ru- la gente comune, è l’obiettivo tori, rende tangibili i limiti en- gusci da abitare: soluzioni di 2011). Oggi le condizioni sono brica di architettura del settima- fondamentale dell’appassionata tro cui è costretta a muoversi cellule spaziali che possono cambiate e la casa esprime un di- nale “Cronache”, poi ribattezza- predicazione di Ponti sulle pagi- un’attività editoriale durata comporsi in diverso modo. A verso problema politico. Ovvero to in “L’Espresso”; il terzo, auto- ne del quotidiano milanese. Un trentatré anni pressoché inin- Torino, nelle ricerche condotte vale in modo diverso, ridisegna re, dal gennaio 1984 a oggi, di lavoro che si snoda lungo alme- terrottamente ma non sempre da Giancarlo Motta e dal suo diversamente un diritto. Come si poco più di un centinaio di arti- no quattro diverse stagioni, cia- aliena da tensioni e scontento. gruppo di lavoro, il tema cen- misura con questo scarto la cul- coli destinati in massima parte al- scuna delle quali è l’esito di un Una nota biografica, il carteg- trale attiene la ricerca di criteri tura del progetto in Italia? Il vo- la pagina culturale del quotidiano complicato intreccio tra vicissi- gio tra Ponti e la redazione, una capaci di garantire la qualità lume offre l’opportunità di ri- “la Repubblica”. tudini della storia nazionale, raccolta di scritti su di lui, pub- nella progettazione di edifici flettere su questo tema, sulle ere- A chiarire i limiti entro cui si parabola professionale dell’ar- blicati nello stesso quotidiano e residenziali e l’accento è posto dità, le gabbie, gli intralci che il sarebbe mossa l’attività giornali- chitetto e cambiamenti ai vertici firmati da Bazzani, Ojetti e Ma- sull’intera città e sull’indagine Novecento ci ha lasciato, ma an- stica di Ponti al “Corriere” sono del quotidiano milanese. rio Perazzi, contribuiscono infi- cartografica. Ben altro da uno che sulla necessità di ripensare i le prime tre righe di Architettura La prima di queste dura all’in- ne a restituire una tessera finora strumento puramente tecnico e presupposti del progetto moder- per noi, uscito il 10 febbraio 1935: circa quattro anni, dal 1933 al mancante della sfaccettata per- descrittivo: ogni carta attraver- no per un lavoro impegnato in “Qui non si vuol parlare di archi- 1937, e ha come protagonista as- sonalità di questo indiscusso sa la complessità della città e un presente forte, non istanta- tettura dal punto di vista artistico, soluto la casa, terreno elettivo di maestro del XX secolo. radica l’architettura alla terra. neo e sfuggente. cioè di tutte quelle questioni del- quel complessivo progetto di di- [email protected] A Forlì il tema è spostato sul [email protected] l’architettura moderna che sono vulgazione della cultura dell’abi- rapporto dell’architettura con state e sono tuttora oggetto di fie- tare e dell’architettura moderne M. Rosso insegna storia dell’architettura il progetto urbano e declinato C. Bianchetti insegna urbanistica rissime polemiche, di adesioni che Ponti persegue ormai da al Politecnico diTorino osservando come edifici alti al Politecnico di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 34

N. 1 34 Musica Uno strano Oriente Kramer conforta Kramer di Franco Fabbri Claudio Gargano rie (come anche l’appropriazio- di Alberto Rizzuti ne di certi elementi della musica LA PATRIA DELLA LUCE colta o del jazz, che forse hanno IL ROCK E L’ORIENTE percorso tutt’altre strade). Ma è con la tradizione di cui Brahms è partecipe. Lawrence Kramer TRA I SESSANTA E I SETTANTA un’interpretazione legittima e Insomma, da un lato Kramer si rivolge a chi di certamente suggestiva. PERCHÉ LA MUSICA CLASSICA? musica “classica” non sa nulla (“Al contrario di collaboraz. di Antonio Iannetti, Il libro, però, ha dei limiti. Il SIGNIFICATI, VALORI, FUTURO un trito luogo comune, la musica classica non è pp. 334, € 18, maggiore tra questi è che la trat- rilassante”), e dall’altro a chi ha una certa dime- ed. orig. 2007, trad. dall’inglese di Davide Fassio, Odoya, Bologna 2011 tazione specificamente musicale stichezza con i suoi meccanismi (a chi nel flusso pp. 255, € 14, Edt, Torino 2011 è lacunosa, imprecisa, con alcuni musicale stenta a percepire una struttura, o an- egli anni sessanta i protago- svarioni imperdonabili: a fronte che solo una modulazione, una frase come “non nisti della popular music an- della precisione con cui singoli opo aver accuratamente recintato il campo N si ascolta per arrivare alle forme, ma si ascolta gloamericana furono progressiva- versi di una canzone sono messi D(“musica classica”, intesa come la musica attraverso le forme” penso risulti irritante). Per mente assaliti da un desiderio di in relazione con elementi di que- non teatrale di tradizione colta occidentale fra questo motivo il lettore a cui, con il solo fatto di estendere i propri orizzonti musi- sta o quella dottrina, a proposito Settecento e Novecento), Lawrence Kramer de- esistere, il Quintetto di Brahms toglie l’uzzolo di cali, assorbendo materiali, tecni- della musica ci si limita a citare la dica il primo capitolo ad argomentare una cosa sapere Why Classical Music Still Matters, si tro- che, modi di pensare provenienti presenza di strumenti “esotici” solo in parte ovvia, l’imprescindibilità di un va a disagio con un libro che oscilla fra nozioni da un “fuori” reale e metaforico: (come il sitar o le tabla, spesso ascolto attivo, esteticamente informato e storica- di base e considerazioni estetiche riferite di pre- musiche di altri continenti, tem- dati per buoni insieme per accre- mente consapevole. Sulla base di questa pre- ferenza a capolavori impervi. Il profluvio di pa- pi, culture, classi. Il processo ini- ditare un’influenza culturale più messa, nel secondo si mette a disquisire del gine dedicate al rapporto fra musica e cinema zia prima di quanto la vulgata dei profonda), o il ricorso alla moda- Quintetto con clarinetto di Brahms, lasciando (capitolo 3) rende probabile l’ipotesi che Kra- rockologi non consideri, ma di- lità, vista come un universo indif- nell’ombra tanta musica “classica” ascoltabile mer si rivolga all’élite di una metropoli statuni- viene riconoscibile a partire dal ferenziato contrapposto alla to- anche in modo distratto, dalle Serenate di Mo- tense; ma appena lasciata Hollywood ci si ritro- 1965-1966 e sostanzialmente ege- nalità. Un’interpretazione perlo- zart a quelle di Brahms, passando per le Sinfo- va nelle lande del Viandante schubertiano (il ca- mone negli anni della psichedelia meno ingenua, se è vero che una nie per archi di Mendelssohn, il pianoforte di pitolo 4 è dedicato alla Bella mugnaia e al Viag- e del progressive rock, tra il 1967 parte significativa della popular Weber e i balletti di ajkovskij. Il tutto non sen- gio d’inverno), luoghi mentali in sintonia invero e la metà degli anni settanta. Una music occidentale dagli anni cin- za spezzare una lancia in favore dell’ascolto col- scarsa con l’American way of life). Quindi, nel dichiarazione dei Gentle Giant, quanta in poi è comunque moda- lettivo, pratica avvertita dall’autore con urgenza capitolo dedicato al pianoforte, il livello sale an- sulla copertina di un le, e che l’uso dei modi speciale dopo l’attentato alle Twin Towers. E cora: la Polacca-Fantasia di Chopin e le Danze album del 1971, ab- nelle culture musicali qui nasce un certo disagio: se musica “classica” dei Fratelli di Davide di Schumann sono capola- braccia l’ideologia mu- extraeuropee (i raga in- è anche una Serenata di Mozart, composta per vori reticenti, inascoltabili nel modo in cui sicale di quel periodo: diani, i maqamat isla- allietare un trattenimento estivo di aristocratici ascolta musica chi, percependola come estranea, “Il nostro obiettivo è mici) è estremamente annoiati, allora forse è quella la musica da ascol- si chiede Why Classical Music Still Matters. A quello di espandere le articolato e specifico. tare collettivamente, e soprattutto rilassatamen- metà del sesto capitolo, dedicato alla Sinfonia frontiere della popular “Quali modi?”, viene te, laddove ci si senta in dovere di rispondere al- Pastorale, mi sono arenato. Forse perché ho ca- music contemporanea, da chiedersi leggendo la domanda Why Classical Music Still Matters; e pito – prima di finire il libro, ma non credo sia a rischio di diventare il libro: non se lo do- non le pagine dense, pensose e un tantino scola- un bene – che la domanda da cui muove Kramer molto impopolari”. manda soltanto il musi- stiche del Quintetto con clarinetto di Brahms, non è fra quelle che mi urgono. E proprio per Una componente cologo, ma anche il let- un’opera che ascolta “attivamente”, e per lo più questo mi sarà preziosa l’opinione di qualche importante di quell’e- tore con un po’ di da solo, solo chi vanta una certa consuetudine lettore più tenace e diligente di me. spansione riguarda orecchio, al quale viene l’Oriente, inteso in senso ampio il sospetto che se i musicisti psi- e al tempo stesso limitato come chedelici e progressive introduce- un altrove musicale e filosofico vano materiali modali nelle loro che si estende dal Maghreb al- composizioni lo facevano con co- straordinaria per quest’operina, l’India, lasciando fuori l’Oriente gnizione di causa. E, venendo Il senso di Gustav e Richard per la morte tanto più che la rappresentazione estremo o singole “isole” scarsa- agli svarioni, che dire delle “cam- (…) ne risulterebbe solo ritarda- mente esplorate (all’epoca), co- pionature” accreditate in un di- di Elisabetta Fava ta, non annullata, giusto?”; giusto me la Turchia o le repubbliche sco del 1969, e di “seriale” come sì, deve ammettere Mahler, che sovietiche dell’Asia centrale, e in aggettivo per descrivere la musi- Gustav Mahler e Richard Strauss sensi, l’altro invece sente gravare però non riesce a ridere sull’uma- generale i paesi dell’islam più os- ca di Terry Riley? come un nemico occulto e onni- na idiozia: “Mi pare che simili servante. Insomma, quell’Orien- Ma l’aspetto meno accettabile IL CAMMINO PARALLELO presente. Strauss è il musicista del polveroni distolgano l’attenzione te ex coloniale (britannico, per è il dislivello non solo stilistico LETTERE 1888-1911 meriggio assolato, Mahler il musi- dall’opera d’arte per concentrarla lo più) che i viaggiatori europei tra le parti di argomento filosofi- ed. orig. 2010, cista della notte; ma ciascuno am- sulla pura esteriorità; tutto que- (britannici, per lo più) avevano co-letterario e le recensioni. a cura di Nicola Montenz, mira l’altro e vi riconosce un in- sto mi disturba molto”. iniziato a percorrere già ai primi Trattandosi di un libro scritto a pp. 144, € 15, terlocutore degno di tal nome, un Quando sono in gioco i propri del Novecento come estensione quattro mani, è facile essere in- artista per cui vale la pena batter- lavori, Mahler è un po’ più diffi- del Grand Tour, e che negli ulti- dotti a pensare che l’autore di Archinto, Milano 2011 si. Ambedue sono compositori- dente di Strauss e fa mille racco- mi anni sessanta era attraversato queste ultime non sia lo stesso direttori: comincia in questi anni mandazioni; qualche volta affiora senza problemi da giovani av- delle prime, la scrittura delle l dopo-Wagner in Austria e in lo scavalcamento progressivo del- la suscettibilità, ma quando si venturosi a bordo di canonici quali ricorda da vicino quella del IGermania è stato dominato da la figura del direttore su quella del tratta di far trionfare l’arte diven- pulmini Volkswagen. Claudio Gargano co-autore di due artisti quasi coetanei che se ne compositore, e loro sono i primi a ta protettivo come un fratello La patria della luce, di Claudio Alessandria d’Egitto, un bel vo- sono spartiti l’eredità e ne hanno vivere della direzione di un teatro, maggiore (si vedano le istruzioni Gargano in collaborazione con lumetto scritto con Valeria Vi- ricavato conseguenze autonome e e certo non dei proventi delle pro- che dà a Strauss perché si ingrazi Antonio Iannetti, si occupa di gnes con saggi su Kavafis, For- feconde. Si tratta naturalmente di prie opere, almeno negli anni del gli ambienti che ne dovranno quell’Oriente e di quella musica. ster e Durrell (Unicopli, 2009). Gustav Mahler e Richard Strauss, loro carteggio. promuovere la prima opera tea- Lo fa accostando o interpolando Ma non è detto: purtroppo lo compositori profondamente di- Non aspettiamoci grandi scam- trale, Guntram). Interessante an- riflessioni, spiegazioni, riferi- stile dominante della critica rock versi, uniti tuttavia da un’inossi- bi di vedute artistiche: i due trat- che il riferimento a diversi ballet- menti a un ampio panorama let- degli anni settanta è capace di dabile stima reciproca. Ce lo testi- tano di argomenti molto pratici, ti che Strauss poi abbandonò; co- terario, filosofico, religioso, con impadronirsi anche dell’autore monia lo scambio epistolare che li che vertono quasi sempre sulla sì come sono preziosi i giudizi sui recensioni di album significativi più sofisticato. Uno stile, appun- legò per diversi anni, ora di nuovo programmazione di un lavoro del cantanti e i riflessi della vita tea- precedute da rapidi inquadra- to, reticente e vago sulla musica, accessibile al lettore italiano nella collega. Assistiamo a una gara di trale (per esempio la documenta- menti dell’opera di questo o incline all’abuso delle inversioni nuova edizione Archinto (peraltro generosità, spesso resa vana dal- zione sulle difficoltà incontrate quel gruppo o solista. È un lavo- tra aggettivo e sostantivo, gene- una prima traduzione italiana, che l’opposizione delle istituzioni, da Salome per superare la censu- ro utile: aiuta il non iniziato alle roso nella qualifica di “capola- riproduceva integralmente l’origi- della critica, della censura. Esem- ra viennese). Un libriccino da leg- religioni orientali (alcune) a voro assoluto”, insistente nell’u- nale tedesco a cura di Herta Blau- plare il caso di un’opera giovani- gere d’un fiato, anche grazie alla comprendere i nessi sottintesi in so di sinonimi stucchevoli tipo “i kopf, era già stata fatta nel 2003 le di Strauss, Feuersnot, che Mah- prosa sciolta della traduzione; una vasta produzione musicale, Baronetti di Liverpool” o “gli da Artemio Focher per SE). Si ler vorrebbe far rappresentare a peccato che dalla bibliografia, soprattutto per quanto riguarda Scarafaggi”. Una preghiera, a tratta di quasi cento lettere che Vienna, scontrandosi però con ancorché selettiva, siano state i testi delle canzoni, e allo stesso questo proposito: alla vigilia del coprono l’arco di una dozzina un ostracismo imprevisto: si sen- omesse le monografie di Quirino tempo mette in luce l’articola- cinquantenario di Love Me Do, è d’anni, per due terzi scritte da te benissimo il suo sdegno nella Principe, una su Mahler e una su zione di una scena musicale possibile prendere finalmente Mahler, mentre quelle di Strauss lettera del 6 luglio 1901; Strauss Strauss, oltre al prezioso La serpe complessa, andando oltre i con- atto che beetle significa “coleot- sembrano al momento perdute fi- risponde l’11 luglio sdrammatiz- in seno di Mario Bortolotto, che fini angusti delle abituali tratta- tero” o tutt’al più “maggiolino”, no al 1897. Dice bene il curatore zando con il senso pratico del- per il lettore italiano sono riferi- zioni del rock psichedelico e ma non “scarafaggio” (che in in- Nicola Montenz nella sua prefa- l’uomo d’affari: “Quanto alla menti imprescindibili. progressivo. Si può anche obiet- glese si dice cockroach)? zione, attribuendo la diversità fra censura di Vienna, mi viene da ri- [email protected] tare all’idea che il movimento www.francofabbri.net i due a una percezione davvero in- dere! Non oso sperare in un di- verso la “patria della luce” sia la compatibile del senso della morte, vieto – una pubblicità di questo E. Fava insegna storia della musica spiegazione onnicomprensiva di F. Fabbri insegna Popular Music che uno supera con l’ardore dei tipo sarebbe una fortuna davvero alle Università di Torino e Genova ciò che accadde in quella tempe- all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 35

N. 1 35 Storia prie convinzioni in quell’infido - Il candore dell’ignoranza in pericolo e avvolgente stile indiretto. L’Imam di Napoli Dunque, una storia non impar- di Adriano Prosperi ziale, tendenziosa fino al punto di Marco Di Branco di usare fonti “semplicemente Paolo Sarpi si incontrano anche gli autori a inventate” (Jedin, Storia del Amedeo Feniello editrice, alcuni fastidiosi refusi: cui Corrado Vivanti ha dedicato Concilio di Trento, II). Bisogna- si veda ad esempio alle pp. 186, ISTORIA DEL CONCILIO la sua speciale attenzione di sto- va allontanarla nel passato, so- SOTTO IL SEGNO 187, 188, 190) e l’uso quasi TRIDENTINO rico: Niccolò Machiavelli e Pao- stituirla: e anche per questo fu DEL LEONE esclusivo della Biblioteca arabo- a cura di Corrado Vivanti, lo Sarpi. Li potremmo definire i scritta la nuova Storia del Conci- STORIA DELL’ITALIA MUSULMANA sicula (l’antologia di fonti arabe pp. 1484, 2 voll., € 45, due grandi esuli della cultura lio di Trento di Jedin, comincia- pp. 305, € 22, medievali concernenti la Sicilia Einaudi, Torino 2011 italiana. Di fatto, tanto le opere ta a uscire nel 1948 (e ormai da Laterza, Roma-Bari 2011 e l’Italia meridionale redatta da di Machiavelli quanto quelle di tempo conclusa: qui è da aggior- Amari nella seconda metà del- Sarpi hanno circolato soprattut- nare la “nota al testo” dell’edi- l’Ottocento) per le citazioni de- uesta edizione dell’Istoria to fuori d’Italia per la guerra che zione Vivanti); Jedin anticipò i e vicende affascinanti della gli storici e dei geografi arabi Qdel Concilio Tridentino in all’uno e all’altro è stata dichia- temi della sua Storia di Jedin Lpresenza arabo-islamica in sembrano infatti indicare che due volumi della “Piccola Bi- rata dalle autorità ecclesiastiche con un volume di analisi della Italia costituiscono un campo in l’autore non dispone di una co- blioteca Einaudi” rinnova e ag- della Controriforma. storiografia precedente sul Con- cui la storiografia italiana ha noscenza della lingua araba giorna quella già curata dallo L’Istoria di Sarpi, stampata a cilio e da una proposta termino- prodotto frutti straordinari: dal- adeguata ad affrontare l’analisi stesso Vivanti nella indimenti- Londra sotto un trasparente logica che doveva dominare la l’insuperata (e forse insuperabi- dei testi originali. Tale limite cabile “NUE”. Il legame tra au- pseudonimo (Paolo Soave Pola- storiografia del Novecento, le) Storia dei musulmani in Sicilia conduce purtroppo Feniello a tore e curatore è antico e pro- no), fu colpita da una fulminea quella per cui non la negativa di Michele Amari, mirabilmente numerosi fraintendimenti, che fondamente radicato come mo- messa all’Indice, anche per ef- Controriforma ma la positiva annotata da Carlo Alfonso Nalli- in una sintesi destinata a un strano le recenti Quattro lezioni fetto del sottotitolo e della de- Riforma cattolica era il carattere no, alla grande opera di sintesi pubblico più vasto di quello su Paolo Sarpi tenute da Vivan- dica decisamente provocatori generale dell’età che nel Conci- sugli Arabi in Italia curata da degli addetti ai lavori sono an- ti all’Istituto di studi filosofici aggiunti da Marcantonio De lio di Trento aveva trovato la sua Francesco Gabrieli e Umberto cora più gravi e deprecabili de- di Napoli (Bibliopolis, 2005). Dominis. Ma il successo imme- carta costituzionale, realizzando Scerrato. Accanto a questi capo- gli errori contenuti in un saggio Lo stato attuale della ricerca diato e vastissimo dell’opera quella che con un singolare ri- lavori, si collocano poi un gran erudito. sarpiana è oggetto di una densa nella cultura europea la impose torno del rimosso galileiano numero di saggi dedicati ad Ci limiteremo qui a fornire due e aggiornata premessa che in- all’attenzione dei lettori italiani. mons. Jedin definì la “svolta co- aspetti regionali (i musulmani in esempi macroscopici, che getta- sieme con l’ampia introduzione Come attesta una lettera del pernicana” della chiesa. Calabria, in Basilicata, in Puglia, no una luce non propriamente costituisce quasi un libro a par- 1665 dell’antagonista Sforza Si dovette proprio a un saggio nel Lazio ecc.) e alcune opere di lusinghiera su tutta l’opera: a p. te. Nelle nitide pagine dei due Pallavicino, il libro “era sparso fondamentale di Vivanti, qui ri- divulgazione di qualità non sem- 114, Feniello, descrivendo la si- volumi einaudiani è per tutta Italia ed in fuso nell’ampia introduzione, la pre eccelsa, in cui tuazione di Napoli tra qui offerto al lettore il Roma sì fattamente dimostrazione carte alla mano spesso trionfa lo ste- IX e XI secolo, ci in- testo dell’Istoria qua- che a pena ci era huo- che Sarpi non inventava nulla reotipo e il racconto forma del fatto che le comparve nella pri- mo vago di lettere, il ma lavorava su documenti che i storico si stempera nel l’archeologia vi ha rin- ma edizione londine- quale non l’havesse suoi accusatori avrebbero dovu- mito del malvagio “sa- tracciato “addirittura se del 1619 accurata- letto”. Per il rientro to ben conoscere perché raccolti raceno” assetato di testimonianze della mente riscontrato sul ufficiale in Italia si nella più importante collezione sangue. Erano però presenza di un imam”. manoscritto della Bi- dovette attendere a di fonti storiche sul Concilio, molti anni che le mag- Se così fosse, si tratte- blioteca Marciana su lungo: vi tornò prima quella edita dalla Goerres-Ge- giori case editrici ita- rebbe di una scoperta cui si fondava l’edi- in maschera con finti sellschaft nel corso del Novecen- liane non pubblicava- davvero straordinaria: zione Gambarin della luoghi di stampa e poi to. Con questo intervento di Vi- no un libro dedicato al un ima¯m napoletano collana laterziana de- apertamente con la vanti la fase della controversia tema in questione, e conservatosi sino a noi gli “Scrittori d’Italia” battaglia laica del Ri- sull’attendibilità di Sarpi poté dunque la nuova storia costituirebbe materia nonché sull’edizione ginevrina sorgimento. Intanto, però, pro- dirsi conclusa, insieme con il fal- dell’Italia musulmana di Ame- di notevole interesse per antro- del 1629. Vivanti ha compiuto prio per il successo dell’opera so problema dell’“imparzialità” deo Feniellova a riempire un im- pologi fisici e studiosi dei riti di una scelta ragionata e ha svolto oltre che per l’importanza di e “oggettività” dello storico. Si portante vuoto bibliografico. sepoltura islamici. Purtroppo pe- un lavoro di accertamento mol- quel paradigma tridentino che aprì allora una nuova stagione di Ciò ha spinto la casa editrice La- rò la curiosità suscitata dall’auto- to accurato che pone su robu- ha sorretto per secoli il papato studi sarpiani, che affrontò le ra- terza a dedicare particolare at- re nei suoi lettori è destinata a ri- ste basi l’auspicabile edizione della Controriforma, si avvertì gioni e i modi della genesi del- tenzione al lancio dell’opera, ad- manere delusa: quello di cui si critica dell’opera. Qui, coeren- l’urgenza di una risposta. La l’opera e la storia della sua circo- dirittura con la produzione di un parla qui è in realtà un ·hamma¯m, temente con il carattere delle storia dell’opera è stata a lungo lazione nel contesto europeo del suggestivo booktrailer, visibile cioè una terma, che Feniello ha edizioni Einaudi, si è mirato a dominata dalla controversia sul- tempo. Il lettore ne troverà un sul suo sito. confuso con l’ima¯m, guida della rendere il testo accessibile al la sua attendibilità tra nemici e resoconto di grande interesse Il saggio si compone di sei ca- preghiera musulmana. lettore ammodernando come di difensori del Sarpi. nell’ampia introduzione a questa pitoli che conducono il lettore in consueto le forme grafiche anti- edizione, dove Corrado Vivanti un viaggio nello spazio e nel a questo sia pur bizzarro quate e fornendogli un’annota- a polemica di parte cattolica mette a frutto accanto ai suoi gli tempo che ha inizio il 21 maggio Mequivoco è un peccato zione di carattere informativo Lnon è mai cessata, sul dop- studi di Gaetano Cozzi, Frances 878 nella Siracusa assediata dal- del tutto veniale se paragonato semplice e chiara. Una scansio- pio registro sociale del puro e Yates e di molti altri. Con questo le truppe islamiche e si conclude a ciò che l’autore afferma a ne in una fitta serie di paragra- semplice divieto al popolo di viatico, l’opera si rivolge ai letto- il 27 agosto 1300 con la deporta- proposito di uno studio di Ste- fi permette di seguire il conti- leggere Sarpi e della demolizio- ri. È facile prevedere che non le zione degli ultimi musulmani fano Del Lungo sulla presenza nuo annalistico della narrazio- ne del fondamento di verità del- mancheranno, con buona pace dall’insediamento di Lucera, do- musulmana nel Tirreno centra- ne senza smarrirsi. Grazie a Vi- l’opera per l’ambiente dei dotti. dell’autore che ebbe a scrivere ve essi erano stati installati da le e settentrionale nell’alto me- vanti il nitore dello stile sarpia- Sulla prima posizione si attestò il questo pronostico: “Tengo per Federico II, trattando temi-chia- dioevo (Oxford, 2000). Feniel- no emerge come quello di un letterato siciliano del Seicento fermo che quest’opera sarà da ve come la conquista araba della lo, infatti, alle pp. 263-264, lo dipinto sapientemente restau- Scipione Errico, poetastro di ri- pochi letta et in breve tempo Sicilia, le problematiche legate al definisce un “accurato censi- rato. E l’aggiunta in appendice me lascive, autore non solo di mancherà di vita”. gˇiha¯d, l’integrazione dell’econo- mento delle fonti” per la storia della Vita di fra Paolo Sarpi una superficiale Censura teologi- [email protected] mia dell’Italia meridionale nel- delle incursioni musulmane in scritta dall’allievo e discepolo ca e storica ma anche di un testo l’universo commerciale islamico. Sicilia e in Italia meridionale. Fulgenzio Micanzio arricchisce pubblicato in Germania sotto il A. Prosperi insegna storia moderna L’intento di Feniello è palese- In effetti, il lavoro di Del Lun- notevolmente l’edizione. falso nome di Cesare Aquilinio, alla Scuola Normale Superiore di Pisa mente quello di offrire al pubbli- go è assai accurato ed estrema- Fedele alla ricetta cantimoria- dove tentò di dimostrare che co un’opera di alta divulgazione mente dettagliato, e tuttavia es- na che per spezzare il pane della non solo Sarpi ma anche il gesui- (in conformità alle caratteristi- so desume la gran parte dei scienza bisogna saperlo impasta- ta Sforza Pallavicino era perico- che della collana che ospita l’o- suoi dettagli documentari dal re, Vivanti ha unito esperienze loso per i lettori cattolici perché pera), che tuttavia non rinunci a falso Codice Diplomatico di Si- di ricerca di prima mano all’im- tutte quelle informazioni su dot- tirare le fila dei più recenti di- cilia sotto il governo degli Ara- pegno pluridecennale nella casa trine eretiche mettevano in peri- battiti storiografici sugli argo- bi. L’“arabica impostura” del- editrice di Giulio Einaudi. I suoi colo il candore dell’ignoranza. menti trattati: e, in effetti, la bi- l’abate Giuseppe Vella (1749- contributi personali di studioso Erano reazioni tipiche del clima bliografia secondaria è selezio- 1815), resa celeberrima dal hanno accompagnato un’opera da fortezza assediata che si re- nata con cura ed estremamente Consiglio d’Egitto di Leonardo di rinnovamento della cultura spirava nell’Italia del tempo. aggiornata. Sciascia, continua ancora oggi storica del nostro paese di cui il La linea ufficiale per il mondo Il vero problema del libro è la a mietere vittime. Ha scritto catalogo Einaudi conserva trac- dei dotti e dei polemisti fu quel- totale assenza di un rapporto Claudio Magris che una buona ce importanti. Basti ricordare la indicata allora da Sforza Pal- diretto dell’autore con le fonti divulgazione invita ad appro- quel grande laboratorio che è lavicino e ripresa secoli dopo da arabe medievali, rapporto che fondire l’originale. Nel nostro stata la Storia d’Italia Einaudi, Hubert Jedin. Bisognava negare in una storia dell’“Italia musul- caso, non sarebbe forse stato coordinata da lui insieme con credibilità all’Istoria, dimostrare mana” dovrebbe invece costi- male che questa operazione di Ruggiero Romano: qui storici che un Sarpi acerrimo nemico tuire un elemento irrinunciabi- approfondimento l’avesse fatta italiani e non italiani sono stati del papato copriva le lacune del- le. Il numero esorbitante di er- il divulgatore. chiamati a collaborare a una va- la sua informazione forzando i rori di traslitterazione e di [email protected] sta impresa di studio intorno a documenti, giocando scorretta- equivoci terminologici (cui si nodi fondamentali della nostra mente con nomi e date, prestan- IL BLOG DELL’INDICE aggiungono, in maniera assolu- www.lindiceonline.blogspot.com M. Di Branco insegna storia bizantina storia. In quello stesso catalogo do ai personaggi storici le pro- tamente inusuale per la casa all’Università “La Sapienza” di Roma impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 36

N. 1 36 Storia scendenza del marxismo dalla Il processo genetico delle riflessioni tradizione filosofica dell’ideali- Molto amato e molto discusso smo tedesco. di Claudio Natoli Sono tutti elementi che con- di Roberto Barzanti correranno a definire fin dal Leonardo Rapone e modi di pensare del popolo 1916-17 i tratti originali del mar- Roberto Colozza rato nel gelo della guerra fred- italiano. xismo di Gramsci e in particola- da. E non si riesce a capire come CINQUE ANNI Nota giustamente Rapone re la sua avversione contro ogni LELIO BASSO Basso abbia potuto, a un certo CHE PAIONO SECOLI come, nella polemica contro la riduzione del materialismo stori- UNA BIOGRAFIA POLITICA punto, quasi per liberarsi dalla ANTONIO GRAMSCI “mancanza di carattere” della co a una concezione determini- (1948-1958) “guerra civile socialista”, pensa- DAL SOCIALISMO AL COMUNISMO borghesia italiana e contro il stica dello sviluppo e a ogni ma- pp. 307, € 18, re a un possibile approdo nelle (1914-1919) giolittismo, ma anche nell’insi- terialismo oggettivistico di stam- Ediesse, Roma 2011 file del Pci. A Basso che, nel € stenza sull’arretratezza cultu- po positivista. febbraio 1949, augura a Togliat- pp. 421, 28, rale, la subalternità e le chiu- È qui riscontrabile un’impo- ti “di trovare molti socialisti che Carocci, Roma 2011 sure particolaristiche delle stazione del rapporto fra neces- l decennio della biografia po- siano unitari sul serio come sono classi popolari, Gramsci non sità e soggettività, fra struttura Ilitica di Lelio Basso preso in io”, il capo comunista fa notare ell’ambito del rinnovato solo fosse largamente tributa- economica e forme della co- esame è ritenuto emblematico e che “il giorno che noi fossimo Ninteresse degli studiosi rio nei confronti delle avan- scienza in cui è anche possibile tale da riassumere il significato posti fuori combattimento lo sa- verso la formazione del giovane guardie letterarie del primo leggere in controluce l’influenza complessivo della tormentata reste anche voi”, rivelando di Gramsci, il presente volume si Novecento, dell’impostazione dei Saggi di Antonio Labriola militanza socialista di un leader essere prigioniero di una diffi- segnala sia per l’impostazione, critica della “Voce” e della (ma su questo punto una più at- molto amato e molto discusso. denza inestinguibile. È parados- sia per l’impianto interpretati- battaglia salveminiana, ma per tenta considerazione avrebbe Grazie allo spoglio di un ric- sale anche che una personalità vo. E infatti al centro della ri- più di un aspetto riecheggiasse forse meritato la figura di Rodol- chissimo materiale d’archivio così contrassegnata dalla volon- cerca vi è una accurata rivisita- l’insegnamento di De Santis e fo Mondolfo). custodito presso la Fondazione tà di congiungere spregiudicata- zione degli scritti giovanili di di Bertrando Spaventa e non si Ciò che tuttavia si tende so- Basso, Roberto Colozza segue mente ricerca teorica e sua pra- Gramsci. sottraesse al confronto con gli prattutto a sottolineare è l’auto- giorno dopo giorno – annalisti- tica proiezione sia portato quasi Essa era divenuta ormai ine- stessi Mosca e Pareto; oppure, nomia di Gramsci, la sua adesio- camente – intenzioni, mosse, a ritrarsi quando le occasioni di ludibile ai fini di una ricostru- come nella contrapposizione ne selettiva ad aspetti del pensie- rapporti, interventi del prota- ascendere a responsabilità di zione dell’intero pensiero tra protezionismo e liberismo ro filosofico di Hegel, di Croce e gonista, riuscendo a fornirci un primo piano paiono diventare gramsciano che potesse avva- e nell’assunzione di quest’ulti- di Gentile, la sua utilizzazione quadro che più completo non si probabili. lersi degli enormi progressi de- mo a fattore non solo di pro- politica e, non di rado, il suo ro- potrebbe immaginare. Non az- È il caso del congresso di Ve- gli studi intervenuti recente- gresso economico ma anche vesciamento dell’idealismo in zarda ipotesi che non siano suf- nezia del ’57, uno spartiacque mente. Ma vi è di più: il punto politico e a paradigma di una funzione dei temi e delle batta- fragate da documenti. Assume nella dislocazione del Psi: la li- di vista prescelto è nuova moralità socia- glie culturali che egli conduceva la cadenza cronologi- nea nenniana post Pra- che, “se si vuol capire le, egli risentisse pro- nell’ambito del socialismo. ca come obbligante lognan vi fu assai fre- Gramsci per ciò che fondamente della le- intelaiatura del sag- nata e la composizione realmente fu”, è ne- zione di Luigi Einau- er questi motivi non sem- gio. Il risultato è che del comitato centrale cessario non già “mi- di e di Edoardo Gi- Pbra un esercizio utile di- le contraddizioni che non dette affatto via li- surarne la maggiore o retti. scettare su un “Gramsci einau- si frapposero al pieno bera alla desiderata ri- minore distanza da E tuttavia, sulla ba- diano”, oppure “crociano o dispiegarsi della linea composizione con il un punto fermo de- se di un’approfondi- gentiliano” e in generale su un proposta da Basso so- drappello saragatiano: terminato a priori”, ta disamina delle fon- Gramsci “liberale”. All’oppo- no presentate nella “Grazie al coinvolgi- bensì ricostruire “il ti, il volume dimostra sto, ben più ricco di risultati loro nuda verità. Co- mento della sinistra processo genetico l’inconsistenza delle può essere il metodo di rappor- lozza resta all’interno estrema – chiosa Co- delle sue riflessioni” tesi sia di quegli au- tarsi a “un Gramsci che nel co- dell’intricata diplo- lozza – e di Pertini, a partire dall’indivi- tori che hanno sbri- struire la sua concezione del so- mazia dei gruppi e scelta indesiderabile duazione e dalla contestualiz- gativamente assimilato Gram- cialismo assume e rielabora delle correnti. Gli interrogativi ma inevitabile, si era scongiurato zazione delle sue fonti ispira- sci alle correnti del pensiero motivi della cultura del suo rimangono tali. Chi può crede- ‘il pericolo più grave per il parti- trici e dal carattere processuale antidemocratico di quegli an- tempo, riconvertendoli e ren- re che solo la politica spieghi la to’, cioè si era impedito di con- della sua riflessione teorica e ni, sia alle interpretazioni che, dendoli funzionali a una pro- politica? Quanti paradossi in segnare le redini in mano ai suoi politica. alla luce dei prestiti liberali e spettiva politica e storica alter- un’esperienza sempre alimenta- ‘liquidatori’, Nenni e seguaci”. È qui chiaramente tracciata liberisti presenti negli scritti nativa a quella originaria”. ta da una sconfinata passione! Ecco roventi e sproporzionate la prospettiva più adatta per giovanili, hanno contestato al- In sede conclusiva si può qui Proprio Basso, che verso la accuse, farraginose manovre che misurarsi con un nodo cruciale le radici il marxismo di Gram- solo accennare ad alcuni ulte- strategia frontista del Pci aveva si esauriscono in assetti transito- del primo laboratorio gram- sci. riori temi spiccatamente gram- manifestato un duro disagio, si ri, accaniti confronti che resusci- sciano: e cioè il procedere met- La critica del sistema parla- sciani che rendono preziosa la trova a gestire lo scacco del tano i fantasmi della Seconda In- tendo “al servizio della pro- mentare, infatti, non approderà lettura di questo volume: la 1948 e a doverci ragionare su ternazionale, quando tutto nella spettiva socialista moduli cultu- mai in lui alla contrapposizione questione dell’intervento in cercando di arginarne i con- società cambiava e il capitalismo rali, regole di vita, imperativi di principio tra governanti e go- guerra e il rapporto privilegiato traccolpi. italiano stava decollando verso etici tratti da contesti intellet- vernati, bensì, all’opposto, alla dei giovani socialisti torinesi un miracolo che chiedeva una ri- tuali esterni all’alveo del socia- prefigurazione del suo supera- con il Mussolini socialista; il n quel drammatico frangente considerazione radicale di vec- lismo, a seconda dei casi im- mento, mentre l’antigiolittismo confronto ravvicinato con Cro- Iemerge in lui un classismo chi schemi. mettendovi un diverso conte- ha in questi anni come punto di ce sulla “grande guerra”, sulla non privo di rigidità: malgrado Chi si aspettava da Basso un’e- nuto esistenziale”, oppure riferimento non già l’antiparla- sua evitabilità o inevitabilità, la sconfitta, non demorde dalla quilibratrice battaglia di taglio “mutandone la logica interna mentarismo e l’antiegualitari- sul superamento degli stati na- convinzione che il legame con il centrista fu deluso. Il Psi, dila- (…) o ponendone in risalto smo, bensì l’affermazione di un zionali all’insegna dell’egemo- Pci fosse ineludibile per dare niato da rovinosi contrasti inter- l’apporto tanto alla vecchia “completo e integrale liberali- nia wilsoniana e della Società concretezza a quella che più ni, andò al governo e lentamente quanto alla futura organizza- smo” che in Italia era sempre delle Nazioni, ma anche l’estra- tardi avrebbe chiamato “alter- alla deriva. Può apparire ridutti- zione sociale”. mancato. neità di Gramsci al dibattito sul nativa democratica”. Lo sgreto- vo quanto afferma Colozza: che Su un altro versante va segna- capitale finanziario e sull’impe- lamento del blocco di potere cioè il “lascito migliore” di Bas- i tratta di un processo che, lata, per lo spessore, la parte rialismo che nella fase prece- incentrato sulla Dc, tendenzial- so nel decennio che decise le Sa partire dalla realtà quoti- del volume dedicata alla genesi dente e nel corso della guerra mente “totalitario”, era per lui sorti dell’Italia sia stato il suo diana di Torino in guerra, si al- del marxismo di Gramsci, a aveva impegnato il movimento la precondizione di una pro- originale contributo a una cultu- largherà a una visione più ge- partire dalla funzione essenzia- socialista internazionale; l’in- spettiva socialista. Si sa, poi, ra dei diritti del tutto nuovo per nerale dei rapporti tra azione le di tramite svolta dall’incon- fluenza di Péguy e Sorel sul te- quanto insistente fosse il richia- la sinistra, predicato con “il cari- politica e vita morale, investen- tro con la filosofia neoidealisti- ma dell’Ordine Nuovo da co- mo di Basso a un luxemburghi- sma divulgativo delle parabole do via via le principali questio- ca. È merito dell’autore aver ri- struire fin dalla fase preparato- smo in grado di evitare discipli- cristiane”, sulla base di casi cla- ni della scena nazionale e inter- condotto a un contesto unitario ria della rivoluzione e sul pre- namento burocratico o acritico morosi. Il principe senza scettro, nazionale. i molteplici ambiti di questo sente che avrebbe dovuto anti- appiattimento filosovietico. uscito nel 1958, sarebbe stato Anzitutto, i nodi irrisolti del- percorso: la centralità dell’ini- cipare l’avvenire, il che avrebbe “L’idea bassiana di partito – non soltanto “la summa della la storia dell’Italia liberale, ziativa umana contro ogni tra- trovato un terreno fondamenta- scrive Colozza –, modellata sul- sua eredità intellettuale sul tema l’assenza di una borghesia e di scendentalismo; l’attenzione ai le di sperimentazione e di veri- la lezione anticentralistica di della democrazia”, ma anche l’o- un ceto politico dirigente capa- movimenti reali come “forze fica nel movimento dei Consigli Rosa Luxemburg, tendeva a de- pera che conteneva i fondamen- ci di assolvere al compito di motrici” del processo storico e di fabbrica; e infine la Rivolu- potenziare il ruolo dell’élite di- ti ultimi di una piattaforma tesa promuovere un moderno svi- il rifiuto di ogni astratto utopi- zione russa, non solo nella cele- rigente, che perciò si sentiva a dare ai popoli, in un inedito in- luppo capitalistico e di fondare smo e ideologismo; la difesa del bre accezione di rivoluzione scavalcata da un metodo di la- ternazionalismo non esente da istituzioni improntate ai prin- rigore e della serietà della cul- contro il Capitale, ma anche voro più attento alla formazio- inflessioni romantiche, i diritti e cipi liberali, così come era av- tura come regola di vita morale nella sua irrisolta tensione fra ne dei funzionari e della dialet- la dignità che né il “socialismo venuto in Inghilterra, con tutte e di elevazione individuale non autodeterminazione delle mas- tica teorica che agli equilibri in- reale”, né il riformismo in ver- le ricadute sulla mancata cre- solo nel campo della “battaglia se e disciplinamento “dall’alto” terni e alle alleanze strategi- sione socialdemocratica avevano scita della società civile e con delle idee” nel tempo presente, dell’intera società. che”. conseguito. tutti gli aspetti degenerativi sul ma anche e soprattutto nella [email protected] Si legge con pena la cronaca [email protected] piano dei dispotico-trasformi- prospettiva della futura società delle persecuzioni alle quali stici metodi di governo e degli socialista; la polemica antiposi- C. Natoli insegna storia contemporanea Basso fu sottoposto da Rodolfo R. Barzanti è studioso stessi comportamenti, costumi tivistica e il richiamo alla di- all’Università di Cagliari Morandi e dal suo ferreo appa- di storia e politica contemporanea impa 1-2012 20-12-2011 15:52 Pagina 37

N. 1 37 Medicina berazione degli esseri umani at- Il desiderio dell’amortalità traverso il sacrilegio del titano im- Essere un epidemiologo pone loro nuove catene, sosti- di Giuseppe Longo tuendo alla paralizzante contem- di Paolo Vineis plazione della morte l’inganno di Umberto Curi epoche, quel timore resta, e forse una vita affrancata dalla prospet- Domenico Ribatti ternano sulla stampa, anche con soltanto grazie alla rimozione del tiva della fine: falsa speranza. Co- palesi contraddizioni, finisce per VIA DI QUA pensiero ossessivo della morte ri- sì la vita diviene un inesausto ten- LORENZO TOMATIS far perdere la memoria dei fonda- IMPARARE A MORIRE usciamo a vivere: come accade tativo di ignorare la morte: in LA RICERCA MEDICA TRA CURA menti teorici della ricerca (anche pp. 236, € 16,50, oggi, che alla morte non vuole questo tentativo la contempora- E PROFITTO presso gli stessi ricercatori) e in Bollati Boringhieri, Torino 2011 pensare nessuno. Il libro di Curi neità si esercita assidua. Per alcu- prefaz. di Benedetto Terracini, definitiva degli scopi della ricerca. “vuole accompagnare all’esplora- ni la vita umana non meriterebbe pp. 104, € 10, Il secondo tema su cui Tomatis zione del vastissimo patrimonio neppure di essere vissuta: come ha lavorato intensamente è stato l recentissimo libro di Catheri- di idee e riflessioni riguardanti la canta Bacchilide, la cosa migliore Stilo, Bari 2011 quello della valutazione sistemati- Ine Mayer, Amortality. The Plea- morte, in larga misura dimentica- per i mortali è non essere nati. Ma ca delle prove. Questo è un argo- sures and Perils of Living Age- to o emarginato, perché fonda- Prometeo, incatenato alla rupe e bene mantenere viva la me- mento spesso poco compreso, sia lessly, illustra bene l’atteggiamen- mentalmente rimossa è l’idea sottoposto al supplizio dell’aqui- Èmoria di persone come Ren- tra i ricercatori sia da parte del to che noi contemporanei abbia- stessa della morte, come risulta la, afflitto dalla consapevolezza zo Tomatis, il ricercatore italiano pubblico. In sostanza, l’idea è che mo assunto nei confronti della anche dal modo in cui è organiz- che sarebbe stato meglio non es- che ha diretto per undici anni per motivi sia etici (trasparenza vecchiaia e della morte. Gli amor- zata la nostra vita”. E l’esplora- sere mai esistito, non può neppu- (1982-1993) il Centro internazio- decisionale) sia scientifici tutte le tali (neologismo che designa una zione si svolge all’insegna del ten- re sperare di morire: così, nella nale per le ricerche sul cancro di prove prodotte su un certo pro- neogenerazione) non solo non tativo di superare la contrapposi- tribolazione, il titano ribelle im- lione (Iarc). Tomatis è stato uno blema (nello specifico i cancero- parlano più di vecchi o di anziani, zione, associata d’acchito alla du- para a non odiare la morte, a con- dei grandi paladini della sanità geni ambientali) devono essere bensì di maturi e di adulti, ma plicità, per approdare alla coesi- cepirla come “suggello adeguato pubblica, e ha avviato uno dei più valutate da gruppi di esperti indi- hanno anche espunto la morte dal stenza dei termini: la morte non a ciò che è la vita stessa: un in- importanti programmi di suppor- pendenti, per evitare indebite in- loro orizzonte. Non potendo come fine o passaggio, ma come treccio indissolubile di bene e to scientifico alla prevenzione dei gerenze e conclusioni affrettate. sconfiggere questo esito fatale di insieme fine e passaggio. male, di felicità e sventura, di luce tumori degli ultimi cinquant’anni. La lezione della difficoltà con cui ogni vita, la rimuovono e la re- Di qui una splendida passeggia- e tenebre”. La morte non va di- Ripeteva ogni tanto a chi lo accu- è stata accettata la cancerogenici- spingono sotto il profilo psicolo- ta nel dominio del mito, che ha menticata, va riconosciuta come sava di assumere posizioni estre- tà di molte esposizioni occupazio- gico e culturale, cullandosi in un per protagonisti le Moire e Tha- quel limite invalicabile che dà alla me, “non sono io che mi sono nali, dello stesso fumo di tabacco, sogno, ma anche in una pratica di natos, i cui editti sono inappella- vita il suo pieno significato. L’in- spostato a sinistra, è il mondo che dimostra la necessità di un atteg- vita, senza età, in cui abbiglia- bili e non possono essere sovverti- dividuo è sempre in bilico tra si è spostato a destra”. Questa po- giamento metodologico chiaro e mento, aspetto fisico, relazioni so- ti neppure dagli dei, come dimo- grandezza e miseria, tra gioia e trebbe essere un’estrema sintesi fermo quale quello introdotto da ciali e sessuali tendono stra la vicenda di Ad- dolore, tra salute e malattia: non del suo lavoro e della Tomatis nelle mono- a essere uniformi su meto e della sua sposa può mai essere soltanto uno. sua attualità. Il succes- grafie Iarc. Il terzo te- tutto l’arco della vita. Alcesti narrata da Euri- “Nessuna compiuta salvezza è so della sua azione è le- ma, legato ai preceden- Di fronte a questa osti- pide. La tragedia con- concessa. Ma solo quell’incerta, gato essenzialmente al- ti, è una battaglia dura nazione, che sottende il ferma il nostro destino: sospesa, ambivalente condizione, la perseveranza, al fatto contro i conflitti di in- desiderio (o illusione) la morte è un debito nella quale la salvezza si accompa- di non desistere da al- teresse. Se una sostanza di passare dall’amorta- che tutti dobbiamo pa- gna e resta indissolubile rispetto cuni principi di fondo presente nei cibi sia lità all’immortalità, gare, nonostante il lieto alla caduta”. Non si può qui dar che Domenico Ribatti cancerogena non può cancellando nascita e fine apparente rappre- conto della vasta e multiforme descrive molto bene valutarlo esclusivamen- morte e confondendole sentato dal ritorno di ricchezza di questo libro, che vale nel suo libro, attraverso te l’industria produttri- in un eterno presente, Alcesti dal regno dei una lettura attenta e meditata. Ma un percorso biografico. ce, ma è necessaria una in un tempo senza tem- morti: perché la donna vale la pena almeno accennare al Sono almeno tre (fra rete di controlli indi- po, in un frammento di continua a portare con capitolo suggestivo e commoven- tanti) gli importanti pendenti. Di nuovo, la eternità come quello in cui vivono sé “nella pur transitoria impossi- te dedicato al poema Orfeo.Euri- principi di fondo cui Tomatis si è storia dell’industria del tabacco le divinità dell’Olimpo, ci si può bilità di parlare, nel volto velato, dice.Hermes di Rainer Maria Ril- ispirato nel corso della vita e da insegna che i ricercatori (meglio, chiedere che significato possa nell’inquietante silhouette del ke, in cui le frequenti citazioni re- cui non ha desistito, anche se il una minoranza di essi) possono avere una vita amputata del suo fantasma, le tracce di quel regno stituiscono la vibratile afflizione mondo andava da un’altra parte. essere allettati dalle offerte dell’in- esito naturale. È la domanda che di Ade alle cui soglie era stata che il poeta avverte davanti al ge- Il primo è quello della priorità da dustria e orientare le loro ricerche si pone, e alla quale cerca di ri- condotta. Morta mentre è viva, sto inesplicabile di Orfeo, che accordare alla sanità pubblica co- (e anche scegliere di non pubbli- spondere, Umberto Curi in que- superstite a se stessa dopo la mor- volgendosi condanna Euridice a me principio guida delle attività carle) secondo i desideri dell’in- sto suggestivo trattato, affrontan- te, di nuovo morta anche quando tornare nel regno dei morti; ma di ricerca. Nonostante la vastità dustria. Il discorso sarebbe molto do il quesito se sia “concepibile la viene restituita ai suoi affetti”. Orfeo, argomenta Curi, non pote- delle attività di ricerca previste al- più lungo, perché richiama alla condizione umana, al di fuori del- Ancora il segno della duplicità e va non voltarsi: “La legge che di- la Iarc, Tomatis ha sempre insisti- mente la necessità di controlli de- l’inscindibile legame che tiene della compresenza degli opposti, sciplina il transito dalla vita alla to sul fatto che il fine ultimo era la mocratici indipendenti insita nel- unite vita e morte”. perché Alcesti per tutta la vicenda morte non potrà essere violata, prevenzione del cancro attraverso la concezione della separazione Il libro, denso di riferimenti e è e insieme non è. La tragedia di neppure per una singola irripeti- l’identificazione dei cancerogeni dei poteri di Montesqieu, non per citazioni soprattutto alla classici- Euripide “lavora sul confine, mo- bile eccezione”. E da questa dolo- ambientali (inclusi gli stili di vita), nulla una concezione messa in tà greca ma non solo, è tutto al- bile e cedevole, che separa – ma in rosa vicenda anche Orfeo impara e non invece il perseguimento di discussione in una fase storica di l’insegna della duplicità: la pola- realtà connette – vita e morte”. che ogni creduta unità si rivela curiosità intellettuali, che pure so- predominio del potere finanziario rità vita-morte, che a prima vista Esemplare e per certi versi analo- nella sua irriducibile dualità: così no ovviamente legittime. Non vi è e mediatico. Il tiranno non è più il attesta una contrapposizione net- ga è la vicenda di Orfeo, il quale, è per la costitutiva duplicità della una contrapposizione tra scienza re, ma il mercato. ta e definita, a un’analisi più at- come Alcesti, all’inizio ignora la morte. E lo stesso Rilke, in una pura e scienza applicata, ma nep- Tutti questi temi si trovano be- tenta si scioglie in una serie di natura della morte: ma entrambi, lettera, ha espresso in maniera pure la medicina e la prevenzione ne illustrati, con frequenti riferi- ambivalenze, a cominciare dalle alla fine, avranno imparato che poeticamente sublime questa am- sono equiparabili all’astronomia. menti biografici, nel libro di Ri- due diverse e opposte valutazioni tra vita e morte non vi è contrap- bivalenza: “E anche vita e morte! Tomatis ha sempre molto insistito batti. Importante è comprende- della morte, “deprecata perché posizione radicale. Le vicende Quanto aperti i campi dall’una al- sul carattere intrinsecamente eti- re che “l’attualità del pensiero di segna la fine di quel bene supre- dolorose insegnano ai protagoni- l’altra, quanto vicine, quanto vici- co dell’agire del medico e del ri- Tomatis” non è il titolo di un mo che è la vita, o auspicata per- sti che occorre saper morire, che ne a una quasi conoscenza, quan- cercatore, e il primato della sanità convegno ma una realtà viva ché termine ai mali di cui la vita si può imparare a morire: sono to ormai parola quasi questa di pubblica ne è una componente, proprio nella fase storica in cui stessa è intessuta”. Un’alternativa “pathemata in grado di produrre quella, in cui precipitano con- anche perché essa è un fattore di viviamo. L’eredità di Maccacaro diversa, ma altrettanto nitida è mathemata – sofferenze che gene- fluendo insieme in un’unità (tem- promozione dell’uguaglianza so- e di Tomatis è stata raccolta, in posta da Seneca, il quale alla do- rano conoscenze”. poraneamente) senza nome”. ciale, a differenza dello sviluppo modo non convenzionale e gra- manda che cosa sia la morte ri- Il capitolo dedicato a Prometeo Per concludere, il rifiutarsi di di tecnologie biomediche diagno- zie a un continuo dialogo sia con sponde “o fine o passaggio”, una affronta direttamente il problema riconoscere la morte per quello stiche e terapeutiche sempre più il mondo della ricerca sia con gli possibilità che apre alla speranza. del rapporto tra la stirpe umana e che veramente è (momento cru- costose e accessibili a un’esigua operatori del servizio sanitario, E “più in generale, non è proprio la morte. Il dono decisivo del tita- ciale e decisivo della vita, che minoranza della popolazione dalla rivista “Epidemiologia e la morte, in tutta la sua inflessibi- no agli umani è stato non tanto concorre a definirne il senso e a mondiale. Ma va detto che lo sce- Prevenzione”, fondata da Mac- le perentorietà, ciò che conferisce quello del fuoco e del conseguen- farcene cogliere la qualità ineffa- nario è molto cambiato da quan- cacaro e diretta per molti anni alla vita il suo più genuino signifi- te sviluppo di tutte le tecniche, bile) ci esporrebbe al destino del do operava Tomatis. Mentre se- da Benedetto Terracini. Partico- cato?”. Ma queste considerazioni quanto l’averli distratti dal guar- cacciatore Gracco, condannato, condo la tradizione della sanità larmente interessante quest’ulti- non tolgono alla morte il suo acu- dare fissamente il loro destino: ciò nella straordinaria novella di pubblica l’informazione scientifi- mo volume dedicato ai 150 anni leo velenoso: per quanto i filosofi che ha “salvato il genere umano – Kafka, a vagare dopo un inci- ca veniva considerata alla luce di della sanità pubblica italiana, si siano sforzati di esorcizzare la e insieme condannato Prometeo dente nella Foresta Nera, ada- un progetto collettivo di migliora- che raccoglie articoli dei mag- paura della morte, per esempio – è stato il semplice gesto di vol- giato in una barca senza timone, mento di qualità della vita, ora giori epidemiologi italiani e con- separando il corpo, destinato alla gere altrove lo sguardo, dimenti- sospinta dal vento che soffia nel- tende a prodursi un cortocircuito tribuisce in modo originale a fa- consunzione e alla putrefazione, cando la morte”. Ma, come tutti i le più basse regioni della morte: tra produzione scientifica e me- re un bilancio delle molte cose dall’anima, che proprio dalla farmaci, questo non è soltanto ri- non vivo e non morto, senza me- dia, in cui la ricerca non sufficien- negative e delle molte positive morte riceve il viatico per accede- medio, è anche tossico: l’interven- ta e senza senso. temente glamourous ha scarso ac- successe dall’Unità in poi. re alla libertà e magari a una vita to prometeico salva in quanto av- [email protected] cesso al pubblico (senza contare [email protected] ulteriore, per quanto le consola- velena, redime “in quanto illude le distorsioni cui viene sottopo- zioni della filosofia siano state te- di una compiuta salvezza, che re- G. Longo insegna teoria dell’informazione sta). La rapida successione con P. Vineis, medico insegna biostatica nacemente riproposte in tutte le sta viceversa inattingibile”. La li- all’Università di Trieste j cui le scoperte scientifiche si al- all’Università di Torino impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 38 impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 39

N. 1 39

Recitar cantando, 48

di Vittorio Coletti

arebbe bello sapere perché il teatro Altro esempio. Accade che, soprattut- matografica, come quella del Flauto Smusicale, che pure vive quasi tutto di to per ragioni di costi, un’opera sia rap- magico di Kenneth Branagh, che ha ri- repertorio e quasi non produce cose nuo- presentata in forma di concerto, senza pensato, qualche anno fa, l’opera di ve (all’opposto di quello che faceva nel cioè movimenti di scena, costumi, sceno- Mozart come un musical fra le trincee Sette-Ottocento), è molto più in salute di grafia. Ebbene, non sempre, ma spesso, di una guerra feroce, interrotta per un quello di prosa, che pure presenta (credo) l’opera regge bene anche in questa ese- attimo solo dalla musica. È vero che un rapporto più equilibrato fra ripropo- cuzione amputata della teatralità esplici- questa opportunità è data anche al tea- ste e novità. Forse perché nel primo i re- ta. Specie se la teatralità è già tutta nella tro di prosa, come lo stesso Branagh gisti hanno maggiore spazio per la loro musica e nel canto, si può assistere a dimostra con il suo Shakespeare cine- fantasia? O perché la musica si giova del- un’opera in forma di concerto con la matografico. Ma l’opera si è prestata la ripetizione come se fosse un pregio non stessa partecipazione emotiva di un’in- molto di più a questa trascrizione libe- inferiore all’invenzione? Non so rispon- terpretazione scenica completa. Mi è ca- ra e filmica, che ha conosciuto pure va- dere. Ma noto che il teatro cantato si pre- pitato con I Capuleti e i Montecchi di rianti intermedie (fra traduzione cine- sta a una pluralità di esecuzioni che quel- Bellini al teatro parigino degli Champs- matografica vera e propria e ripresa lo di prosa ammette con più difficoltà e Élysées. Non è certo il capolavoro di dal palco), come nella Traviata à Paris che oggi comunque non pratica. Mi spie- Bellini, quest’opera. Ma ci sono, dentro di Zubin Mehta e Patroni Griffi, con go con due esempi. L’opera lirica deve es- tanti tratti di scuola, tali delicatezze e ac- José Cura, Rolando Panerai ed Eteri sere rappresentata, cioè messa in scena: è censioni, che ancor oggi la si ascolta Gvazava, realizzata con grande succes- la sua destinazione naturale. Ma oggi la estasiati, specie se c’è, a fare Romeo (en so dalla Rai. rappresentazione scenica è spesso anche travesti), una cantante eccezionale come Ma proprio il Flauto magico ci induce filmata e riproposta non solo in pratici Anna Caterina Antonacci. Ma la cosa a ricordare che la vitalità del teatro d’o- dvd d’uso domestico, ma anche su gran- più sorprendente è che l’opera tiene de- pera è dovuta soprattutto al fatto che re- de schermo, con regie impeccabili, spe- sta l’attenzione degli spettatori anche gisti e scenografi hanno da ultimo eserci- cializzatissime, e buona resa del tato su di esso il loro genio, come suono. Sono sempre più numerose mai prima. Anche qui due esempi. le sale cinematografiche che, colle- Il primo è appunto un Flauto ma- gandosi a questo o a quel circuito gico del Carlo Felice di Genova, dedicato, proiettano opere, in diffe- che ha ripreso in autunno (da una rita o anche, come accade il fatidico regia di Daniele Abbado) scene e 7 dicembre dalla Scala, in diretta. costumi del compianto Lele Luz- Qualche settima fa ho visto una zati. Chi ha presente le stampe di Madama Butterly proveniente dal Luzzati, una specie di moderno festival pucciniano di Torre del Chagall, mite e fanciullesco, un di- Lago. Una meraviglia. Prima di segnatore che unisce le linee fanta- tutto filmica. Perché una regia ci- stiche di Calvino e i colori accesi nematografica accorta ha filmato di Gadda, capirà cosa voglio dire la scena non in maniera statica, ma se ricordo un Flauto magico delica- muovendosi con impeccabile sin- to, tenero, ironico, leggero come cronismo tra primi piani e vedute una favola, velocissimo. d’insieme, con un risultato capace L’altro caso è quello del Ritor- di sottolineare ora il tremendo no di Ulisse in patria, rappresen- sforzo fisico degli attori, non di ra- tato alla Scala con la regia di Bob do stravolti nell’emissione acuta o Wilson. L’opera matura di Mon- profonda o prolungata, ora i det- teverdi ha testo e musica ormai tagli di un arredo o di un abito, pienamente barocchi, struttura ora la fluidità della scena comples- tipica del teatro musicale secen- siva, i movimenti dei figuranti, i tesco con prologo, parti poco gruppi vocali dei protagonisti, gli differenziate vocalmente (tolta la effetti di colore dati dalla mesco- Mario Maffucci, Senza titolo (lampada) solita opposizione di base tra vo- lanza di vesti, posture, posizioni ci chiare prevalenti e scure voci sul palco, con periodici (forse questi un nella spoglia forma di concerto, senza di basso), ma molto varie teatralmente po’ scontati) stacchi sull’orchestra (e il scene, movimenti e costumi, solo in for- (Ulisse stesso è ora mendico e comico, bravo giovane direttore, Valerio Galli), za della costituiva drammaticità musica- ora eroe e tragico). Il rischio, a metter- ovviamente soprattutto nell’ouverture e le (e ovviamente della bella interpreta- la in scena, è di rallentarla ulterior- nell’intermezzo. È stata anche una me- zione vocale di certi cantanti come Olga mente, o enfatizzarla come se fosse un raviglia teatrale. La regia di questa But- Peretyetko, Giulietta, e di quella orche- melodramma romantico. Wilson l’ha terfly era stata affidata a un ex baritono strale del direttore Evelino Pidò). Cosa stilizzata con misura, con una scena li- giapponese, Takao Okamura, e giappo- tanto più straordinaria quando si pensi neare, essenziale, e gesti dei protagoni- nesi sono stati anche scenografo e costu- che I Capuleti sono fatti in parte non pic- sti esposti ma non compiuti, disegnati mista. Se si aggiunge che era giapponese cola di riciclaggi da Adelson e Salvini e più che eseguiti, da marionette tragi- pure la protagonista (Sakiko Ninomiya, soprattutto dalla Zaira dello stesso com- che più che da attori, su una scena ele- Quaderni voce non perfetta e un po’ troppo cor- positore, cioè di musiche che precedono gante e geometrica quanto la storia è pulenta per l’esile quindicenne farfallet- e ignorano la storia cui poi si sono unite. cruda e contorta. Un ruolo enorme ta, ma soave leggerezza orientale di gesti Ma sono talmente drammatiche, tese, hanno avuto le luci, forti, ma nitide e e movimenti), si avrà una Butterfly cura- mosse fra tenere elegie tipo Sonnambula ferme, per un risultato complessivo ta nei minimi particolari, con una mimi- ed eroismi disperati tipo Norma, che le si che ha mostrato come una regia intelli- ca rituale, rapida e compita come mai si ascolta, le si guarda rapiti, come se la gente e colta possa attenuare i difetti è visto. Per giunta, il regista ha restaura- scena scorresse sotto i nostri occhi in tut- d’epoca e al contempo sottolineare i to o modificato certi dettagli del libret- ti i suoi dettagli, persino all’ultimo, caratteri originari di un’opera lirica co- to, come il suicidio finale di Cio Cio quando bisogna immaginarsi di tutto sì lontana da noi. Il successo del Ritor- San; ha ricostruito con perfezione cro- (Giulietta creduta morta ma solo narco- no di Ulisse in patria è stato certo do- matica e filologica una casa giapponese, tizzata, Romeo che si avvelena per il do- vuto anche alla direzione di uno spe- perlomeno come immaginabile da un lore, Giulietta che rinviene e rimuore cialista del Seicento come Rinaldo occidentale; ha fatto muovere protago- davvero…). Il pubblico francese ha pal- Alessandrini o all’interpretazione ec- Vittorio Coletti nisti e masse con tanta danzante sincro- pitato come se quel terribile dramma di cellente di Sara Mingardo: ma non c’è nia, da ottenere un risultato teatralmen- dolore e amore fosse tutto rappresentato dubbio che il suo punto di maggior Recitar cantando, 48 te straordinario. La riproduzione cine- sotto i suoi occhi e lo ha applaudito qua- forza e interesse sia stata proprio la re- matografica lo ha esaltato, attenuando si dimenticandosi di averlo visto senza gia, rispettosa del testo e insieme capa- Giuseppe Gariazzo anche i frequenti inconvenienti propri messa in scena. ce di rileggerlo con coscienza critica di un teatro all’aperto come quello Riproduzione cinematografica ed della distanza pari allo scrupolo ravvi- Effetto film: (bruttissimo) di Torre del Lago (e non esecuzione solo musicale sono due va- cinato della filologia. penso solo alle zanzare, quanto anche ai rianti del modo di andare in scena del [email protected] Twixt rumorosi cani del vicino paese, che non teatro d’opera. E non i soli, se si pensa di Francis Ford Coppola sopportano Puccini). anche alla sua libera traduzione cine- V. Coletti insegna storia della lingua italiana Università di Genova impa 1-2012 21-12-2011 9:08 Pagina 40

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Qualche cosa che sta nel mezzo

di Giuseppe Gariazzo

Francis Ford Coppola, Twixt, con Val Kilmer, Elle Fanning, Bruce Dern, Stati Uniti 2011

rancis Ford Coppola continua a spingere la Hawthorne. Twixt diventa così il progetto, e in- cisa, e quelli che in sogni molto reali, di notte, Fsua opera nei territori più puri e seducenti fine il risultato, che segna il ritorno di Coppola abitano la mente dello scrittore, scaraventato in della sperimentazione narrativa e visiva, ad av- all’horror gotico, a quasi vent’anni di distanza da un passato abitato dal fantasma di una giovane, venturarsi nel labirinto delle immagini e delle Dracula di Bram Stoker, sublime, personale, inti- V., da una strage di bambini lì accaduta nel parole con la curiosità di un pioniere. A set- ma versione del romanzo (come fu quella di Her- 1955, da un hotel che riprende vita e in cui sog- tantadue anni il regista italo-americano si pre- zog, Nosferatu, evidenziandosi in tal modo un’ul- giornò Edgar Allan Poe, il cui spirito si materia- senta come un autore per nulla accontentato dal teriore vicinanza fra il cineasta tedesco e Coppo- lizza ad Hall aiutandolo a uscire dalla sua crisi suo percorso artistico, anzi sempre in cerca di la); senza dimenticare che Coppola esordì nella creativa. novità, come fosse un cineasta ai suoi esordi, e preziosa factory di Roger Corman dirigendo nel Livelli dentro livelli. Coppola li gestisce scivo- in qualche modo lo è (la stessa sfida, ognuno 1963 l’horror Dementia 13-Terrore alla 13ª ora e lando con naturalezza fra essi, rendendo credibile con le proprie peculiari poetiche, la stanno at- (non accreditato insieme a Monte Hellman, Jack l’incredibile (comprese alcune incongruenze die- tuando in questi anni anche Wim Wenders e Hill e Jack Nicholson) La vergine di cera, film-fa- getiche), giocando in profondità con l’assurdo, Werner Herzog). ro dell’horror a basso costo ufficialmente diretto disseminando nelle immagini orologi d’ogni tipo, Twixt (presentato in anteprima internazionale da Corman. Memorie di un cinema artigianale mettendo in sovrimpressione, grazie al personag- alla ventinovesima edizione del Torino Film Fe- che affiorano flagranti in Twixt. gio di V. (Elle Fanning) e alla relazione impossibi- stival e annunciato in distribuzione nelle sale ita- È significativo il titolo del film. Twixt si può tra- le tra Hall e Poe, storie letterarie e cinematografi- liane nei prossimi mesi dalla piccola e coraggiosa durre “tra”, oppure “fra”. Nel senso di qualcosa che. V. è la ragazza che si salvò dalla strage com- Movies Inspired) è il testo più recente del viag- che sta nel mezzo. Twixt, gioco appassionato ed piuta da un sacerdote per evitare che i bambini ve- gio verso la scoperta di nuovi spazi della visione erudito, è la costante rappresentazione, a più livel- nissero intaccati dal Male, ma che poi fu catturata compiuto da Coppola, e costituisce una sorta di li, della scissione: tra personalità, mondi, dimen- dal prete e murata viva. “terzo capitolo” di quello che si può identificare, sioni, colori. nel 2007, come il ri-inizio della filmografia cop- Narra, Twixt, l’avventura allucinante che capi- a V. è anche l’amata di Poe, che lo scrittore poliana. ta a uno scrittore di romanzi di stregoneria ormai Mchiamò con nomi diversi nei suoi racconti, Dieci anni dopo L’uomo della pioggia (1997), ridotto a presentazioni dei suoi libri in posti come spiega a Hall. E V. è la figlia di Hall, dece- Coppola tornò sugli schermi con Un’altra giovi- sperduti, portando egli stesso le copie accatasta- duta in un incidente in barca (proprio come ac- nezza, seguito nel 2009 da Tetro-Segreti di fami- te in scatoloni sul retro della sua automobile. Si cadde al figlio di Coppola, Giancarlo, morto nel glia. Film, come Twixt, lontani dai fasti produtti- chiama Hall Baltimore (Val Kilmer), la sua car- 1985). vi che hanno costituito la celebrità e la caduta riera è in declino, gli anticipi che l’editore gli Con quel dolore, tramite l’esperienza che sta del regista e produttore, ma in sintonia con quei concede servono per rassicurare la moglie, la sua vivendo a Swann Valley, Hall finalmente si con- capolavori per l’intimità dello sguardo, “piccole” ispirazione è svanita. E lo trattano come uno Ste- fronta. E ritrova l’ispirazione perduta, abbando- opere inscritte nella memoria dei personaggi, del phen King di periferia. Ma il villaggio di Swann nando i romanzi con streghe. “Never more”, di- cinema, e della vita privata di Coppola. E libere Valley riserverà al romanziere incontri e verità rà al suo editore, pensando all’insegnamento di di esistere in dimensioni cromatiche non stan- sconcertanti, anche a proposito della propria vi- Poe. dardizzate e in sorprendenti viaggi nel tempo, ra- ta, del proprio passato. Anche il corpo filmico di Twixt vive “tra”: il 2D dicalizzando alcuni elementi fondativi del pen- e il 3D, il colore e il bianconero. Coppola, alla sua siero del regista (gli scarti temporali, da Peggy wann Valley è lontano dalle mappe principa- prima esperienza in 3D, limita il suo utilizzo in Sue si è sposata a Jack a Un’altra giovinezza; lo Sli, e Hall e il film lo raggiungono per brevi e due scene (più i titoli di coda, dove rami e foglie schermo come tela sulla quale dipingere impasti progressivi accostamenti. Le suggestive inqua- in rosso prendono forma staccandosi dal nero), cromatici d’avanguardia, si pensi, per tutti, a Un drature iniziali, dettagli e totali di un’area che anticipate e terminate con l’avviso grafico (in for- sogno lungo un giorno). sembra fantasma ed evoca i set rarefatti del ci- ma di occhiali che appaiono a contornare l’inqua- Twixt nasce da tre esigenze che Coppola, “a nema di John Carpenter, e le parole del narra- dratura) agli spettatori a indossare e togliere le questo punto della mia vita”, ritiene indispensa- tore (cui dà voce inconfondibile e misteriosa, lenti speciali. Scene distanti fra loro, e molto di- bili per intraprendere la realizzazione di un film: perfetta su quelle immagini e nell’anticipare le verse, a indicare che il 3D può essere usato per la- deve trattarsi di una storia originale, evitando le atmosfere minacciose, Tom Waits) che descrive vorare in maniera teorica sulla profondità (quella scorciatoie di basarsi su un libro o di adattare il villaggio sono il prologo ideale agli avveni- in cui Hall entra negli orologi della torre, che lo qualcosa su cui altri hanno già lavorato; deve es- menti. avvolgono fino al delirio) oppure per costruire sere un lavoro con alcuni elementi personali, af- Come il campanile con sette orologi ognuno stupori e spaventi (quella con la ragazza morta, finché “alla fine possa imparare qualcosa a pro- dei quali segna un’ora diversa che incombe sen- un’altra V., che all’obitorio riprende vita e vampi- posito di me stesso”, spiega il regista; deve esse- za età su Swann Valley e che avrà un ruolo fon- rizza lo scrittore). In un film che sperimenta inol- re una produzione auto-finanziata, quindi neces- damentale nella storia, più volte, di notte e di tre l’alternanza di colore e bianconero, e la loro - Effetto film sariamente caratterizzata da un budget limitato e giorno, inquadrato e penetrato nella sua torre coesistenza in immagini dove il bianco e il nero senza un produttore, un distributore, un finan- contenente gli ingranaggi degli orologi. Fin dal vengono macchiati da piccole linee di colore. ziatore che possa influenzarla. suo arrivo, Hall Baltimore vive “tra”: quell’am- Espressione, anche questa, di una ricerca diffusa E nasce da un sogno. Un sogno particolarmen- biente sconosciuto – dove i personaggi, a parti- nel tempo, si pensi a uno dei lavori più stupefa- te vivido fatto da Coppola durante un soggiorno re dallo sceriffo (Bruce Dern), sembrano usciti centi di Coppola realizzato negli anni ottanta, a Istanbul, dove si trovava per comprendere se da un film di David Lynch – e quelli che si è la- Rumble Fish-Rusty il selvaggio, e, in anni più re- quella città potesse diventare set di un suo film. sciato alle spalle e che affiorano dallo schermo centi, a Tetro-Segreti di famiglia. Un sogno la cui composizione non era dissimile del computer nei dialoghi conflittuali con la mo- [email protected] dalla tradizione americana delle storie amate dal glie e l’editore; quei luoghi già di per sé fuori dal

Quaderni regista, quelle di Edgar Allan Poe o Nathaniel tempo, e dove di recente una ragazza è stata uc- G. Gariazzo è critico cinematogrrafico impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 41

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subivano varianti a seconda dei tempi e dei vere le azioni del tribunale e le cause in esso Storia luoghi in cui si consolidava la venerazione. istruite non è stato selezionato un particolare “Lo studio di sant’Antonio abate – afferma tipo di reato o un determinato gruppo socia- Tommaso di Carpegna Falconieri, MEDIOEVO MI- l’autrice a conclusione del volume – può di- le: sono state prese in considerazione tutte le LITANTE. LA POLITICA DI OGGI ALLE PRESE CON ventare, così, paradigmatico, perché per- azioni che definiscono l’istituzione come BARBARI E CROCIATI, pp. 344, € 19, Einaudi, Tori- mette di comprendere i meccanismi attraver- soggetto capace di costruire un dialogo con no 2011 so i quali si produce una devozione”, inner- i vari gruppi locali. Il linguaggio di azioni con- vandosi in un culto “già radicato da secoli, e divise che caratterizza le comunità di Antico È un libro circostanziato e meticoloso, non lo plasma, lo modifica, lo influenza a tal pun- Regime è confermato dall’analisi comparati- sul medioevo ma sul “medievalismo”: cioè sul- to da renderlo, a prima vista, quasi irricono- va degli atti di lite conservati nell’archivio la funzione politica e latamente culturale che scibile”. della diocesi di Acqui, attraverso i quali an- l’evocazione del millennio medievale ha nella GIAMPIETRO CASIRAGHI che la politica delle devozioni nelle comunità società contemporanea. C’è il medioevo di si- locali si presenta come tentativo di definizio- nistra di “popolo e giullari” (dove tuttavia avrei ne di un territorio. Gli attori sociali che si ri- dato maggior peso alle eresie, e a Dolcino in volgono alle istituzioni ecclesiastiche, infatti, particolare, tanto caro agli anarchici). C’è il SAN FRANCESCO D’ITALIA. SANTITÀ E IDENTITÀ sono gli stessi che si indirizzano a un’istitu- medioevo di destra del templarismo o del mi- NAZIONALE, a cura di Tommaso Caliò e Roberto zione come il Capitanato per affrontare i me- to del Walhalla. C’è quello celtico, che può es- Rusconi, pp. 294, € 28, Viella, Roma 2011 desimi problemi sorti intorno allo sfruttamen- sere declinato in modo conservatore oppure to di risorse materiali e simboliche. La lettura con rilievo conferito alle culture perdenti. C’è il Il volume collettaneo ricostruisce la declina- territoriale della devozione adottata da Giana medioevo cattolico, espressione di una storio- zione novecentesca della figura di san Fran- consente di dimostrare che le istituzioni ec- grafia confessionale per molto tempo preva- cesco, usata prevalentemente per rispondere clesiastiche producono un territorio analogo lente. Ci sono le letture che esaltano le identi- a domande ed esigenze contemporanee. Il ri- a quello definito dalle istituzioni laiche, confi- tà locali e l’infanzia delle nazioni. Ma altri fiorire degli studi in Francia e la particolare de- gurandosi come strumento di controllo e di aspetti sono opportunamente sottolineati: il vozione che trova terreno fertile nel gruppo ar- stabilizzazione delle relazioni sociali. Attra- “medioevo delle città”, facilmente piegato a tistico fiammingo “the Pilgrim” non sono im- verso la topografia dell’attività del Capitana- esigenze turistiche di feste in costume; o quel- mediatamente collegabili a un’ideologia defi- to, Giana ricostruisce una “topografia dei di- lo, più positivo ma forzato ideologicamente, nita. In Italia, invece, il francescanesimo è le- ritti” che qualifica la località e conferma la che insiste sulla mobilità di mercanti, impera- gato da un lato a nuove e importanti figure del congruenza fra gli idiomi propri delle istitu- tori e viandanti per cercare le radici di una vo- panorama cattolico, come Pio da Pietrelcina e zioni sovralocali e quelli adottati a livello lo- cazione europea unitaria. L’autore lavora mol- Agostino Gemelli, dall’altro al regime fascista. cale: la costruzione del territorio scaturisce, to e bene sulle deformazioni e sulle loro cau- Il legame tra Francesco d’Assisi e il frate pu- in tal modo, dal dialogo conflittuale fra le di- se, lasciando su uno sfondo indistinto il con- gliese è frutto di un’identificazione di matrice verse configurazioni sociali che vi convivono. trappunto con le conclusioni della ricerca sto- agiografica-celebrativa che non trova riscontri ELISABETTA LURGO rica. Il mio dissenso è sull’Epilogo, dove, con in una vera e significativa presenza di France- riferimento al “ponte che lega la storiografia sco nella formazione e negli scritti del cap- alla contemporaneità”, Carpegna giudica puccino di San Giovanni Rotondo. Diverso il “dannoso e anche sbagliato” dire agli studen- caso di Agostino Gemelli, fondatore e rettore Claudio Povolo, ZANZANÙ. IL BANDITO DEL LAGO ti “guardate che il medioevo è un’altra cosa”. dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per (1576-1617), pp. 221, € 25, Comune di Tignale, Quarant’anni di didattica universitaria mi han- cui il legame con Francesco è dichiarato Tignale (Bs) 2011 no dimostrato esattamente il contrario, e cioè esplicitamente e caricato di un valore ideolo- la potenza comunicativa della contestuale illu- gico notevole: ne è prova la rilettura del santo Negli scorsi decenni, Povolo ha contribuito strazione degli stereotipi e delle realtà accer- come di un socialista cristiano ante litteram. a definitivi cambiamenti di scala, prospettive tate: del resto i museologi sostengono che il Per quanto riguarda il rapporto con il fasci- e metodi nello studio della giustizia penale coinvolgimento di chi visita e apprende si rea- smo, la figura del santo si colloca in quell’area veneziana, della criminalità nobiliare, dell’e- lizza, sì, con le conferme, ma trae uno slancio di osmosi tra regime e mondo cattolico carat- conomia dell’onore, della conflittualità rurale speciale dalla meraviglia per le novità e i con- terizzata da reciproche strumentalizzazioni: e delle forme del banditismo nei domini ve- tenuti sorprendenti. se ancora Pio XI invitava a guardarsi da una neti durante l’età moderna, prestando anche GIUSEPPE SERGI lettura politica del Poverello, Pio XII, nel farne molta attenzione ai problemi dell’interpreta- nel 1939 il patrono degli italiani, dava definiti- zione delle fonti storiche e della natura mime- vamente al regime un santo su misura: prove- tica di quelle giudiziarie. Qui propone un sug- niente dal mondo contadino (in opposizione a gestivo esperimento di descrizione densa Schede Laura Fenelli, DALL’EREMO ALLA STALLA. STORIA DI quello borghese), un guerriero pronto a parti- della vita di un bandito secentesco del Garda SANT’ANTONIO ABATE E DEL SUO CULTO, pp. 190, re alla redenzione di terre straniere, votato al occidentale (Giovanni Beatrice, Zanzanù) e € 20, Laterza, Roma-Bari 2011 sacrificio e alla rinuncia, antesignano dei all’uopo rovescia il rapporto tra storia e bio- grandi italiani. La santità di Francesco era grafia imbastendo una struttura narrativa ani- Un’approfondita ricostruzione della figura quindi posta a servizio della ritualità di regime. mata da artifici usuali nella cinematografia e e della vita di sant’Antonio abate ripercorre le Parallelo a questo processo di rilettura è il ca- pensata per conferire autonomia espressiva tappe dell’elaborazione del culto del santo a so del cappuccino Guglielmo Massaja, mis- alle testimonianze documentarie (giudiziarie partire dall’età tardo-antica per tutto il me- sionario in Etiopia, uomo estraneo alla politica, e non). Povolo verifica l’insufficienza del tra- dioevo sino oltre il XVII secolo. Le argomen- divenuto tuttavia precursore delle glorie impe- dizionale “doppio codice” di lettura (culto e tazioni di natura storica e religiosa, esplicita- riali dell’Italia fascista nel film dedicatogli popolare) del banditismo, ribadisce la com- te dall’autrice con scrupolo e serio approccio (Abuna Messias), simbolo di una nuova con- plessità della figura del bandito sociale e rap- critico, seguono un percorso di analisi che si vergenza tra certo mondo cattolico e regime. presenta i modi in cui tra Cinquecento e Sei- fonda non solo sulla documentazione scritta, Diversi casi (a Francesco e Massaja il volume cento un nuovo concetto di ordine fu prima reperita a partire dal IV secolo d.C., ma an- affianca anche Caterina da Siena) che testi- prodotto a livello comunitario e poi sancito che su un’originale indagine sulle rappresen- moniano l’uso distorto di personaggi reali tra- dal potere sovrano. Rimarca il contrasto fra la tazioni pittoriche (fra cui Puccio di Simone, sformati in proiezioni di desideri e ideologie. contraddittoria memoria popolare del bandito Sant’Antonio abate tra devoti del 1353 a Fa- CATERINA CICCOPIEDI Zanzanù e la damnatio memoriae del “fuori- briano, o Iacquerio, Processione in onore di legge” Zanzanù, fatta fissare dopo la sua uc- Storia sant’Antonio della fine del XIV secolo a Ran- cisione nel dipinto commissionato ex voto dai verso presso Torino), che consentono di va- maggiorenti locali che lo sconfissero (è con- lutare come il culto dell’asceta si sia evoluto Luca Giana, TOPOGRAFIE DEI DIRITTI. ISTITUZIO- servato nel santuario di Montecastello sul e diversificato lungo i secoli. Lo studio agio- NI E TERRITORIO NELLA REPUBBLICA DI GENOVA, Garda). Il valore di autonoma narrazione del grafico e iconografico ha fatto anche ricorso pp. 272, € 20, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2011 dipinto devozionale si manifesta pienamente Italia contemporanea a sofisticati apparati digitali. Nel descrivere nel libro, che ne riproduce straordinari detta- le tappe della devozione popolare, che in- Partendo dall’analisi del rapporto fra istitu- gli per svelare gli ulteriori significati dell’ope- cluse anche la fondazione di un ordine reli- zione e territorio in Antico Regime, Luca Gia- ra, nel tempo cangianti a misura del mutare gioso specifico, il lavoro parte da antiche na descrive come si costruisce e si legittima della sua percezione: rappresentando come Shoah e Resistenza biografie: in particolare La vita di Antonio, un’istituzione nel XVII secolo: al centro della battaglia e assieme rito sacrificale lo scontro scritta da Atanasio, vescovo di Alessandria sua indagine è il Capitanato di Ovada, un tri- in cui il fuorilegge fu ucciso nell’agosto 1617, negli anni immediatamente successivi alla bunale locale che si configura come l’istitu- l’ex voto consacrò equilibri sociali violente- morte dell’eremita; e poi la biografia redatta zione formale più importante sul territorio mente commossi dall’irrancidita conflittualità Fumetti e illustrazioni in oriente da Girolamo nel 374 o 375, ricca di della Repubblica di Genova. L’attività del tri- locale e dall’intervento sovrano contro il ban- notizie che differiscono in modo marcato dal bunale è esaminata a partire dalle forme che ditismo, ma da allora in poi quell’eloquente precedente testo di Atanasio. La religiosità di essa assume a livello locale e dai modi con narrazione contribuì a dilatare continuamente massa ha aggiunto connotazioni leggendarie cui il tribunale registra nell’archivio le proprie l’aura leggendaria assunta già dalla figura che hanno deformato il culto, legandolo in azioni. L’approccio dell’autore ha come pun- storica di Zanzanù. Il “racconto di racconti” Classici modo inscindibile alla cultura contadina, che to di riferimento il metodo topografico teoriz- proposto da Povolo intende appunto rendere si è sbizzarrita nell’infiorare la figura del san- zato da Edoardo Grendi: il territorio su cui tangibili i meccanismi tramite i quali all’inizio to di molti elementi, ulteriormente contamina- agisce l’istituzione è concepito come prodot- del Seicento “la figura tradizionale del bandi- ti nel tempo con le più varie rappresentazio- to della sua stessa attività, spazio fisico nel to divenne inesorabilmente quella del fuori- Letterature ni agiografiche e iconografiche. Assunsero quale si possono individuare i diversi attori legge”, privato della propria identità, ma centralità alcuni oggetti (il maialino, il basto- sociali e le strategie che essi mettono in atto proiettato verso il mito. e saggistica letteraria ne, le reliquie) che identificavano il santo e per perseguire i propri obiettivi. Per descri- FILIPPO MARIA PALADINI impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 42

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Michele Filippini, GRAMSCI GLOBALE, dell’Italia. Il senso della pedagogia nazio- sto racconta che in quei primi anni del do- VOTARE IN ITALIA: 1968-2008, a cura di Pao- pp. 174, € 16, Odoya, Bologna 2011 nale che presiedeva all’opera del filosofo poguerra i giovani cattolici di “Studium” lo Bellucci e Paolo Segatti, pp. 440, € 33, il viene fatto emergere con un’attenta lettu- concentrarono la loro analisi sul tema del- Mulino, Bologna 2011 A lungo prigioniero di un italico uso na- ra dei testi in cui la sottigliezza analitica è la persona come misura della società, sul- zional-popolare, Gramsci in realtà offre da funzionale alla loro comprensione. Tra- la presenza dei miti nella politica del No- Il quarantennio stabilito dai due coor- tempo appigli metodologici e suggestioni montate le magnifiche sorti del moderno vecento, sul rapporto fra religione e politi- dinatori dell’ampia ricerca, che si snoda tematiche su scala globale: non più citato principe, il libro è un invito a ripensare la ca dopo l’esperienza dei regimi totalitari in undici saggi, dà modo di analizzare il come autore dal quale attingere interpreta- cultura italiana del Novecento in alcuni e, più in generale, sulla possibilità di comportamento degli italiani di fronte al- zioni buone per fondare una tradizione po- dei suoi momenti più alti. esprimere una cultura politica moderna e le scadenze elettorali in un lasso tempo- litica, ma da prendere a base per esplora- MAURIZIO GRIFFO democratica fondata sul cristianesimo: un rale caratterizzato da profondi mutamen- zioni di contemporanea risonanza scientifi- nuovo umanesimo cristiano, che avrebbe ti. L’intento del volume è quello di pren- ca. Filippini si sofferma su quattro motivi di così costituito un punto di riferimento per dere in considerazione le motivazioni spicco nella fortuna internazionale di la costruzione dell’Italia repubblicana e soggettive che sollecitano o meno il voto, Gramsci, a dimostrazione che il nocciolo Simone Misiani, MANLIO ROSSI-DORIA. UN per il mondo emerso dalla guerra mondia- non le modificazioni procedurali via via duro dell’eredità del grande pensatore ri- RIFORMATORE DEL NOVECENTO, pp. 722, le. Si trattava, come sottolinea Acanfora, (confusamente) introdotte. La formula vela un’eccezionale capacità nel cogliere € 30, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2011 di un’operazione non priva di ambiguità, con la quale vengono riassunti i risultati “alcune delle contraddizioni centrali del soprattutto alla luce dei difficili rapporti di indagini che si avvalgono di esperti di nostro tempo”. Autori e attivisti come l’a- Meridionalista, ma anche europeista e che i cattolici avevano avuto con il mondo primo piano – tra i quali il compianto Gia- mericano Cornel West hanno ben colto, ad cosmopolita, Manlio Rossi-Doria fu essen- moderno fino ad allora: dalla condanna como Sani – è di una nettezza che può esempio, l’ampiezza di spettro che il con- zialmente, come questo ponderoso studio della rivoluzione francese al tentativo di sorprendere. Anzitutto è evidente che cetto di egemonia possiede costruire relazioni con il re- hanno acquistato un ruolo sempre più in- rispetto a quello marxiano di gime fascista. E in effetti a cisivo i fattori di breve periodo, quali l’in- ideologia. Nel costruire un’e- quale modernità pensavano fluenza dei leader e le tematiche preva- gemonia attrattiva, l’intellet- i giovani cattolici di “Stu- lenti nello stretto periodo di svolgimento tuale organico esercita una dium” all’indomani del con- della campagna elettorale. Si ritiene di funzione organizzatrice e di flitto mondiale? E perché la poter affermare che c’è stato un “pro- riflessione sulla cultura mo- - Italia contemporanea mediazione/trasmissione tra gressivo spostamento dalla società alla cultura alta e cultura bassa. derna e sulla società di politica”. Sono cioè venute meno le leal- Martin Luther King Jr. sareb- massa costituì un tema par- tà determinate dall’identificazione socia- be stato in questo senso “il ticolarmente importante per le e, in un assetto finalmente contendibi- più importante e significativo questa rivista? E ancora, in le, si sono manifestate rivalità fra interes- intellettuale organico della che senso i cattolici di “Stu- si economici e un accentuato individuali- storia americana”. Un se- dium” sentivano di poter smo. “La crisi della Prima Repubblica – condo filone è quello dei cul- collaborare alla ricostruzio- si legge nella nota finale – ha (…) travol- Schede tural studies, che hanno mo- ne del paese? A queste do- to relazioni con i partiti fondate sulla sola strato quanto sia invasivo mande dà risposta il volu- appartenenza locale o sulla persistenza l’intreccio tra cultura e politi- me di Acanfora, contri- di tradizioni familiari”. Forse non sarebbe ca. Un gruppo di storici in- buendo alla conoscenza di improprio parlare di una secolarizzazio- diani, che ha avuto in Ranajit quel mondo variegato che ne che ha eroso le ideologie e esaltato la Tutti i disegni della sezione schede sono Guha il principale riferimento, di Franco Matticchio furono i cattolici italiani e mediatizzazione, con quanto ne conse- ha trovato nel concetto di sub- quindi affrontando uno dei gue di spettacolarità e rissosità. Ma la alternità un motivo di grande efficacia per di Simone Misiani dimostra, un riformista problemi cruciali della nostra storia. strutturazione bipolare del confronto è l’analisi dei paesi postcoloniali e per de- realista. Partendo da Mazzini, scelse il me- ALESSANDRA TARQUNI solidamente fondata e rimanda a valuta- scrivere i tratti del rapporto che vi si instau- ridionalismo come strada maestra per por- zioni non improvvisate. La campagna ra tra élites e, appunto, subalterni. John tare avanti ciò che giudicava più urgente elettorale serve, semmai, ad attivare un Fonte, senior fellow dell’americano Hudson nella concretezza storica: una grande rivo- “ordinamento latente”, a risvegliare e ag- Institute, ha infine sostenuto che “l’universi- luzione democratica nazionale. E alla fine GIULIO ANDREOTTI. L’UOMO, IL CATTOLICO, giornare le predisposizioni politiche di tà sta involontariamente svolgendo il ruolo degli anni venti optò per il comunismo in LO STATISTA, a cura di Mario Barone ed Ennio fondo, che permangono più costanti di di moderno principe delineato da Gram- seguito alla lettura del contesto socio-poli- Di Nolfo, pp. 342, € 19, Rubbettino, Soveria quanto si sarebbe portati a ritenere. sci”: il quale è così diventato quasi un fan- tico e produttivo che ritenne più realistica. Mannelli (Cz) 2011 (R.B.) tasma, invocato per suscitare vaghi incubi Mettendo a frutto non solo i colloqui giova- o per fornire un repertorio di metafore di fin nili con Emilio ed Enzo Sereni, che lo spin- Probabilmente sarà ancora per molto troppo facile consumo. sero appunto verso l’adesione al comuni- tempo assai difficile avere una ricostruzio- ROBERTO BARZANTI smo (in conflitto con il padre, vecchio tura- ne storiografica completa, equanime ed Rino Genovese, CHE COS’È IL BERLUSCONI- tiano il cui percorso l’autore non manca qui esauriente di Andreotti. Questo volume in SMO, pp. 143, € 16, manifestolibri, Roma 2011 di ricostruire), ma anche la frequentazione qualche misura lo conferma, anche se do- di personalità come Ernesto Buonaiuti, po le pagine iniziali rivela un discreto nu- Numerose sono ormai le analisi del Michele Maggi, ARCHETIPI DEL NOVECENTO. Giorgio Amendola, Giustino Fortunato, Be- mero di contributi capaci di andare oltre “berlusconismo” che non si fermano al- FILOSOFIA DELLA PRASSI E FILOSOFIA DELLA nedetto Croce, Eugenio Colorni, Franco l’aneddotico, il giornalistico o il quasi apo- l’invettiva, ma tentano di scavare sempre REALTÀ, pp. 225, € 30, Bibliopolis, Napoli Venturi, Leone Ginzburg (a differenza del logetico. Dai saggi di Marco Follini, Ema- più nel suo significato, se non storico, po- 2011 quale riuscì a fuggire da Regina Coeli), fu nuele Macaluso, Ennio Di Nolfo e Andrea litico e di costume. Tra le ultime, quelle di in grado di strutturare un approccio carat- Riccardi, soprattutto, si possono ricavare Belpoliti, Gibelli o Ginsborg. Rino Geno- Spesso i libri fatti assemblando saggi terizzato da grande energia operativa, non pochi elementi utili alla comprensione vese, ricercatore di filosofia alla Normale pubblicati sparsamente soffrono di disor- sempre volto con estrema determinazione di uno stile e di un’epoca in cui il legame di Pisa, tenta un passaggio ulteriore: un ganicità, ma questo volume costituisce ad attecchire alla realtà. Si prendano l’or- tra stato e chiesa è stato particolarmente lucido esame in chiave neo-marxista del una contravvenzione alla regola per la ganizzazione, insieme a Sereni, della fede- forte, anche là dove non poche delle scel- populismo berlusconiano (in questo sen- sua una notevole uniformità. A una lettura razione di Napoli dell’Internazionale comu- te politiche ed economiche della Dc si so- so va intesa anche la dedica a Giulio Bol- d’insieme, le varie indagini particolari si nista nel 1928, o l’idea della zonizzazione no mosse lungo una direttrice laica. Per lati). La tesi di fondo è che il berluscon- presentano infatti come la messa a fuoco, del Sud in base al grado di produttività, op- certi aspetti quel legame pare spiegare più smo – in merito a un paese già di per sé per approssimazioni successive, di un te- pure l’importante cattedra tenuta alla Fa- la persistenza di Andreotti al potere, e il storicamente caratterizzato dalla debo- ma unitario. Articolata soprattutto attorno coltà di agraria di Portici. Iscritto al Psi dai suo non logoramento, che non le vicende lezza dell’identità nazionale e dai ritardi alle figure di Gramsci e di Croce, l’analisi primi anni sessanta, morì qualche anno pri- che hanno accompagnato l’evoluzione e la della politica – sia la forma specifica di si presenta come una sorta di serena pa- ma di Tangentopoli ormai disilluso sugli ef- trasformazione della società italiana, in ter- una più generale deformazione della de- linodia del tentativo egemonico che era fetti della Cassa per il Mezzogiorno, osteg- mini economici e di costume. Si ha l’im- mocrazia e della fine dell’autonomia della nei disegni del comunismo italiano. L’in- giando il Craxi all’apogeo e condividendo pressione che lo studio e lo scavo archivi- politica. Siamo quindi di fronte, piaccia o dubbio ripensamento dell’autore, però, con Bobbio l’amara sensazione di essere stico di personaggi come Fanfani o Moro non piaccia, all’ennesimo episodio della non si atteggia come un’abiura, dove fer- un “antipatizzante socialista”. possa dire di più sotto questo profilo, men- gobettiana “autobiografia della nazione”, mentano umori risentiti, bensì come un DANIELE ROCCA tre Andreotti resta senz’altro l’oggetto di in chiave familistico-mediatica e di so- tentativo di intendere quella vicenda nel analisi privilegiato per chiunque voglia in- vrapposizione continua tra pubblico e quadro della storia del nostro paese. In ta- dagare il funzionamento delle strutture sta- privato, triste epifenomeno di un paese le angolazione interpretativa anche alcuni tuali sotto la sedicente “Prima Repubblica”. senza rivoluzione e senza modernizza- degli argomenti affrontati, che apparten- Paolo Acanfora, UN NUOVO UMANESIMO CRI- Le carte dell’archivio Andreotti, di cui alcu- zione. L’alternativa? Non la semplice dife- gono a una stagione conclusa per sem- STIANO. ALDO MORO E “STUDIUM” (1945- ni saggi di questo libro si avvalgono pub- sa, ma la realizzazione della Costituzio- pre (discussioni sulla storia del marxismo 1948), pp. 140, € 15,50, Studium, Roma 2011 blicamente per la prima volta, potranno di- ne, l’ampliamento e il rafforzamento dei italiano, o sulle interpretazioni di Gram- re molto agli storici su tante scelte di politi- diritti di cittadinanza, in un quadro di en- sci), ritrovano un loro senso; parte di un ri- In questo volume Acanfora analizza la ca estera dei governi italiani dagli anni cin- tità statali sovranazionali in grado di con- pensamento nel quale l’autobiografia tro- proposta culturale della rivista “Studium”, quanta ai primi anni novanta, e forse faran- trollare i processi dell’economia e di “uni- va una piena catarsi conoscitiva. Poste ta- che negli anni 1945-1948 fu diretta da no capire vizi e virtù della burocrazia mini- ficare l’Europa in senso finalmente fede- li premesse, risulta quasi naturale che co- Moro. Con uno stile chiaro e sintetico, ri- steriale romana e nazionale. Si potranno rale e politico”. Un programma da affida- lui il quale, in un celebre giudizio gram- uscendo a esporre problemi articolati anche comprendere un po’ di più il ruolo e re a un partito socialdemocratico degno sciano, era definito “il reazionario più ope- senza togliere complessità alla sua rifles- le posizioni di volta in volta assunte dal Va- di questo nome: e non è l’ultimo parados- roso” diventi una figura esemplare; la filo- sione, l’autore dà voce ai collaboratori ticano nei quarant’anni successivi al crollo so di questa vicenda il fatto che anch’es- sofia crociana non è vista solo come una della rivista impegnati a interpretare la so- del fascismo, data la relazione speciale tra so, nel nostro felice paese delle anoma- costruzione concettuale rigorosa, ma è cietà di massa e ad affrontare le grandi Andreotti e i vertici della Santa Sede. lie, non ci sia. letta anche come autocoscienza morale contraddizioni della modernità. Per que- DANILO BRESCHI GIOVANNI SCIROCCO impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 43

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Massimo Bucciantini, ESPERIMENTO AUSCH- sche. In molti casi, infatti, i repubblichini si Sergio viene recuperato da quella dei fi- nascente terrorismo. Ampio spazio viene WITZ, pp. 167, € 16, Einaudi, Torino 2011 dimostrarono ancora più solerti, zelanti e gli in una catena genealogica e di memo- dato alle contestazioni studentesche del spietati nella “caccia all’ebreo”, e un caso ria attraverso cui si legano la storia italia- 1968, periodo nel quale il mensile diven- Il saggio si inserisce all’interno del ciclo emblematico, descritto con scrupolo do- na e le storie di quei suoi giovani che, co- ne centro di dialogo e spesso di scontro di “Lezioni Primo Levi”, promosso dal cumentato, è rappresentato dal questore me Sergio, tradussero sul piano privato tra le diverse generazioni, nonché tra Centro Internazionale di studi dedicato al- di Brescia, Manlio Candrilli. una scelta maturata su quello etico prima studenti e docenti, e fece emergere la l’autore e che ha per oggetto tematiche (E.F.) ancora che su quello politico. È questa necessità di una profonda e radicale tra- vicine alla vita e agli interessi dello scritto- forse la restituzione intima per cui è stato sformazione che avrebbero dovuto avere re torinese. Bucciantini individua un nesso scritto questo libro: testimoniare un’altra l’università e la scuola in generale. La ri- molto stretto tra la scrittura di cui si serve scelta possibile che poteva e può essere vista, diretta da Mario Giovana, poi da Levi nelle sue opere, prima fra tutte Se Siegfried J. Pucher, IL NAZISTA DI TRIESTE. compiuta, ieri come oggi. Carlo Casalegno, da Gino Viano, e infine questo è un uomo, e il metodo scientifico VITA E CRIMINI DI ODILO GLOBOCˇ NIK, L’UO- ELENA MAZZINI da Nicola Tranfaglia, fu sin dall’inizio un usato da pensatori come Galileo e Ein- MO CHE INVENTÒ TREBLINKA, ed. orig. 1997, luogo di confronto per le varie anime che stein. L’obiettivo è dimostrare che non esi- trad. dal tedesco di Piero Budinich, pp. 368, componevano la sinistra italiana nel se- ste un Levi scrittore distinto dal chimico, € 22, Beit, Trieste 2011 condo dopoguerra e che cercarono sem- dal sopravvissuto e dal testimone. Egli è Rosario Bentivegna, SENZA FARE DI NECESSI- pre di mantenere un’indipendenza dai “un’unica anima, priva di saldature”, la cui Vita, morte, ma soprattutto misfatti, di TÀ VIRTÙ. MEMORIE DI UN ANTIFASCISTA, partiti. Nonostante la vivacità dei dibatti- formazione di uomo di scienze l’ha ac- un nazista triestino, noto alle cronache in pp. 422, € 20, Einaudi, Torino 2011 ti, momenti di intensa partecipazione al- compagnato e influenzato per tutta la vita, quanto esponente di quella upper class l’associazione si alternarono a momenti nella scrittura e nelle capacità di osserva- nazista che si impegnò, con encomiato Episodio centrale dell’opera è l’attacco di disinteresse e quasi abbandono, fino zione e di analisi che non vennero meno zelo e riconosciuta intraprendenza, nella di via Rasella del 23 marzo 1944 com- a giungere alla decisione di chiudere il neppure durante l’esperienza del lager. Il traduzione dell’intenzione sterminazioni- piuto dai Gap contro i soldati tedeschi giornale nel 1970, a causa sia di diver- termine “esperimento”, presente nel titolo, sta, ponendo in essere atti concreti e in- del battaglione Bozen. Fu Rosario Benti- genze politiche ormai non più sanabili nasconde una duplice valenza: fa riferi- controvertibili. Tralasciando le suggestio- vegna ad accendere la miccia che fece sia di problemi di tipo economico. mento sia all’esperienza vissuta da Levi ni filosofeggianti sui mali banali o certi esplodere la bomba. In seguito i tede- (E.F.) - Shoah e Resistenza nel campo di concentramento di Ausch- sociologismi di facile adozione, oggi schi diedero avvio ad azioni di rappresa- witz, sia all’intenzione di far compiere al piuttosto ricorrenti, il libro, che si divide glia che si conclusero il giorno seguente lettore un esperimento mentale, coinvol- in due parti, si adopera nella prima in con l’eccidio delle Fosse Ardeatine. L’au- gendolo e attivando la sua immaginazio- una ricostruzione asciutta e rigorosa, tore ritorna più volte sull’episodio di via LA RINASCITA DELL’ITALIA, a cura di Luigi ne, in modo da renderlo partecipe delle poiché su solida base documentaria, del Rasella per confutare accuse, illazioni, Ronga e Giulia Digo, pp. 208, s.i.p., Il Capi- vicende. Ci si può chiedere: perché, se si percorso di Odilo Globocˇnik, uomo di falsità che nel corso degli anni sono sta- tello, Torino 2011

tratta di un’esperienza realmente vissuta, apparato e “vigoroso” implementatore te proposte da più parti e che ancora og- Schede Levi invita il lettore a usare l’immaginazio- del razzismo di stato tedesco, chiamato gi, arrivando in alcuni casi a giustificare Un libro di testimonianze sugli anni a ne? Quest’ultima è il mezzo attraverso cui a incarichi di rilievo tra i quali il coordina- la reazione tedesca, offuscano la verità cavallo della guerra e della lotta di Libe- diventa possibile, per chi non ha vissuto mento dell’“Operazione Reinhardt” nei storica e addirittura rovesciano il signifi- razione visti dall’ottica di un piccolo co- quegli eventi, riflettere, comprendere e campi di sterminio di Belzec, Sobibór e cato della Resistenza partigiana. Su que- mune della cintura torinese, Druento. A credere. “Occorreva che i lettori lo imma- Treblinka. La sua torbida carriera nelle sto tema portante si struttura l’autobio- differenza di altri libri di questo genere, si ginassero, che fossero invitati a riflettere SS proseguì poi nell’Italia occupata, do- grafia di Bentivegna. Che abbraccia no- apre con una serie di testimonianze scrit- su vicende e fenomeni a loro completa- ve fu incaricato di coordinare le truppe vant’anni di storia italiana. Dopo aver te, seguite da quelle orali raccolte dai cu- mente ignoti e che avevano un’alta proba- ausiliarie dell’esercito tedesco. A conflit- partecipato attivamente alla Resistenza ratori; non meno significativa, e in qualche bilità di non essere considerati reali”. Nel- to concluso, ricercato come criminale di romana con il nome di battaglia di Paolo, caso di grande impatto evocativo, la do- l’ultima parte del saggio sono molto inte- guerra, dopo la cattura da parte britanni- in seguito alla liberazione di Roma Rosa- cumentazione fotografica. Gli anni fra il ressanti le riflessioni, originali, compiute ca si suicidò. La seconda parte è una rio si unì alle formazioni partigiane in Ju- 1943 e il 1945 sono il centro del volume, dall’autore sulla zona grigia, la quale ci raccolta di saggi dedicati ai luoghi e ai goslavia; negli anni cinquanta, divenuto ma le storie raccontate parlano di molto mostra che il male “non nasce tutto intero, fatti in cui Globocˇnik fu coinvolto. Ognu- membro attivo del Pci, partecipò alle lot- altro. Di una generazione nata a cavallo non è grande e ben visibile ma ha le di- no di essi può essere letto come un fo- te sociali e politiche che attraversarono dell’instaurarsi del regime fascista, che ha mensioni del piccolo, del dettaglio. Il ma- cus sui diversi aspetti della tragica car- l’Italia. Nel 1968 appoggiò la Resistenza vissuto la miseria dell’Italia contadina, l’e- le è puntiforme e procede per accumula- riera criminale di questo volenteroso car- greca contro la dittatura dei colonnelli e migrazione da ogni parte d’Italia verso l’a- zione”. nefice: la Polonia e Lublino, i territori oc- organizzò viaggi clandestini dalla Grecia rea torinese alla ricerca di una vita miglio- ELENA FALLO cidentali della Jugoslavia e Trieste, e an- all’Italia per consentire la fuga ai comuni- re, della non sempre facile integrazione in che l’Austria, sono i luoghi in cui fu am- sti greci condannati a morte. Negli anni una realtà in cui convivevano il mondo bientato il film dell’orrore che lo vide pro- settanta criticò duramente gli atti di ter- agricolo e il pendolarismo verso la città e tagonista a tratti esclusivo. Il libro si se- rorismo e di violenza dei gruppi extra- le sue fabbriche. Di una guerra che entra Marino Ruzzenenti, SHOAH. LE COLPE DEGLI gnala per i suoi pregi, tra i quali l’atten- parlamentari di sinistra, tanto da venire poco per volta nella coscienza dei più, ITALIANI, pp. 200, € 24, manifestolibri, Roma zione ai dati e alla loro interpretazione minacciato dalle Brigate rosse. Nel 1986, delle scelte e delle non scelte dopo l’8 2011 equilibrata. in disaccordo con le scelte e l’orienta- settembre, della ricostruzione e delle spe- CLAUDIO VERCELLI mento dei vertici del Pci, decise di la- ranze che caratterizzarono quegli anni. L’Italia non ha ancora fatto i conti con le sciare il partito. Con la collaborazione Colpiscono, del libro, alcuni aspetti non proprie responsabilità nei confronti della della storica Michela Ponzani e serven- scontati, in questo genere di ricostruzioni: Shoah. È prevalsa per anni l’idea di un an- dosi di documenti inediti attinti dal suo l’assoluta mancanza di retorica (ma non tisemitismo italiano “all’acqua di rose”, im- Marco Piazza, CRONACA DI UNA RESTITUZIO- archivio personale (oggi conservati pres- di partecipazione e di coinvolgimento), portato totalmente dall’esterno e introdot- NE. SERGIO PIAZZA (1916-1944), pp. 116, € 14, so l’Archivio del Senato della Repubbli- sia da parte dei curatori che dei protago- to soltanto in seguito all’alleanza italo-te- Le Château, Aosta 2011 ca), Bentivegna unisce la testimonianza nisti; la scelta di raccontare la risposta ci- desca. Ruzzenenti intende sfatare questo diretta a un’attenta ricostruzione storica vile alle violenze degli occupanti e dei col- mito, inaugurato da Renzo De Felice e ri- La restituzione di cui scrive Marco dei fatti. laborazionisti non nascondendo le zone assumibile nello slogan “italiani brava Piazza nel libro dedicato a suo zio, Sergio (E.F.) d’ombra, le ambiguità, il peso della paura. gente”, attraverso lo studio, attento e am- Piazza, resistente e partigiano torinese, Da questi racconti non vengono fuori eroi, piamente documentato, di vicende e per- ucciso nell’agosto del 1944 dalle forze ma persone reali, che cercano di soprav- sonaggi della storia bresciana degli anni nazi-fasciste, è una restituzione a una vivere, che subiscono eventi più grandi di trenta e quaranta, con la consapevolezza storia e a una memoria per lungo tempo Diego Giachetti, PER LA GIUSTIZIA E LA LI- loro, ma che in molti casi si schierano e che le microstorie locali riflettono le ten- taciuta in ambito tanto familiare quanto BERTÀ. LA STAMPA GIELLE NEL SECONDO DO- sovente pagano per questo. I percorsi so- denze nazionali. In particolare sono due i pubblico. Figlio della borghesia ebraico- POGUERRA, pp. 164, € 18, FrancoAngeli, Mi- no molto diversi; non c’è una storia che temi centrali prevalenti: l’analisi di figure torinese, Sergio è rievocato dettagliata- lano 2011 somigli all’altra, ma emergono forti i lega- di spicco della cattolicità bresciana del mente lungo le pagine del volume. Que- mi che hanno tenuto insieme questa pic- tempo, come quella dell’intellettuale Mario sto non solo per restituire un frammento L’Associazione Giustizia e Libertà, cola comunità in anni drammatici e tragi- Bendiscioli, permette non soltanto di riflet- di vita, ma anche e soprattutto per rial- composta da ex membri del Partito d’a- ci. Significativamente, il libro si conclude tere sull’atteggiamento della chiesa catto- lacciare un dialogo inter-generazionale zione e da ex combattenti partigiani, si con la testimonianza di una nuova abitan- lica nei confronti delle leggi razziali, ma è che così l’autore stabilisce fin dalle prime prefisse l’obbiettivo di costruire, consoli- te di Druento, figlia delle ultime migrazio- anche lo spunto per dimostrare la respon- righe con lo zio mai conosciuto. Un dialo- dare e difendere la nuova Italia demo- ni: una signora rumena. È ancora un rac- sabilità del cristianesimo e del cattolicesi- go che ha una doppia dimensione tem- cratica e con essa i valori sanciti dalla conto di miseria, di privazioni, di un dram- mo nell’aver costruito, nel corso dei seco- porale – Sergio il passato, Marco il pre- Costituzione e a questo scopo fondò nel matico cambiamento di regime, delle spe- li, l’immagine stereotipata e profondamen- sente – e che getta luce sui due contesti 1947 un giornale, “Giustizia e Libertà”, ranze deluse e della via dell’emigrazione te negativa dell’ebreo, creando un humus cui il narrante e il narrato appartengono: divenuto in seguito “Resistenza, Giusti- alla ricerca di un futuro. Personaggi diver- culturale propizio e indispensabile alla dif- l’uno figlio inquieto dell’Italia repubblica- zia e Libertà”. Il libro di Giachetti riper- si, storie parallele. Gli eventi di cui il libro fusione dell’antisemitismo in Europa e alla na e democratica, l’altro attraversato dal- corre e ricostruisce, attraverso gli artico- parla sono ormai lontani, patrimonio della condivisione delle leggi razziali. Ruzze- l’esperienza fascista dalla quale si libera li della rivista, i dibattiti che nel corso del memoria di una generazione che sta nenti non accetta la distinzione tra anti- con la sua scelta resistenziale. Il libro si secondo dopoguerra si susseguirono sul scomparendo, mal appreso e conservato giudaismo cristiano e antisemitismo biolo- modula secondo uno stile che combina mensile. Si entra così nel vivo delle dis- dalla generazione successiva, a rischio di gico e razziale, individuando anzi una de- felicemente la narrazione storica propria- cussioni legate ai momenti di trasforma- totale oblio da parte di quelle più giovani. cisiva continuità. Nella seconda parte mente detta con un’allure più diaristica e zione e di fermento storico e politico che Basta vedere la fine che sta facendo il 25 l’autore si concentra sulla piena respon- intima, in cui l’autore tratteggia la figura di attraversarono l’Italia: l’estremizzarsi del- aprile. Per questo, libri così andrebbero sabilità del fascismo nei confronti della Sergio nella complessità di uomo, ebreo, la lotta politica interna in occasione delle fatti leggere nelle scuole, perché parlano persecuzione e della deportazione degli commissario politico nelle file della XVIII elezioni del 1948, le speranze suscitate della storia parlando delle persone vicine ebrei: è falsa l’ipotesi che i fascisti si ade- brigata Garibaldi e fantasma familiare. dal governo di centro sinistra negli anni a noi. guarono controvoglia alle richieste tede- Negletto dalla generazione dei padri, sessanta, la denuncia nei confronti del DAVIDE LOVISOLO impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 44

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Astrid Lindgren, PIPPI A VILLA VILLACOLLE incarnano le atmosfere dei jazz club ame- proposta, fra gli altri, dalla stessa Walt Dis- Alessandro Tota, FRATELLI, pp. 160, € 16, E ALTRE STORIE, ill. di Ingrid Vang Nyman, ed. ricani. Una sapienza da pittore dalle pen- ney. Questa è un’Alice dai corti capelli bru- Coconino Press - Fandango, Bologna-Roma-Pa- orig. 1957, trad. dallo svedese di Laura Cange- nellate malinconiche e un intreccio narra- ni che incorniciano uno sguardo perso nel rigi 2011 mi, pp. 60, € 13, Nord-Sud, Milano 2011 tivo che ricorda la trama dei gialli classici mondo della fantasia, resa più reale, più rendono questo graphic novel un piccolo umana dall’illustratrice. Chi si aspetta da Alessandro Tota le L’una – la scrittrice – era una ragazza di capolavoro la cui forza sta nei dettagli e MANUELA ADREANI stesse delicate atmosfere di Yeti (Coconi- campagna scappata in città con un figlio nelle sfumature vive e sottili. no, 2010) rimarrà sorpreso dalla capacità senza padre, impiegata sposata con il ca- STEFANIA CELESIA del giovane autore barese, trasferitosi a poufficio, intrattenitrice geniale di una figlia Parigi, di rinnovarsi, cambiare registro ri- malata di polmonite, autrice quasi per noia Arto Paasilina e Hannu Lukkarinen, RONKO- proponendo temi e interrogativi che ritor- (dopo uno scivolone sul ghiaccio e una ca- TEUS IL CARPENTIERE VOLANTE, ed. orig. 2002, nano e creano un filo semantico tra le sue viglia slogata), poi famosa oltre ogni possi- Lewis Carroll e Rébecca Dautremer, ALICE trad. dal finlandese di Nicola Rainò, pp. 196, opere. Solitudine, vuoto, smarrimento e bile immaginazione; l’altra – l’illustratrice – NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, ed. orig. 2010, € 15, BD, Milano 2011 inadeguatezza: queste le parole cardine era un’artista danese tormentata, sposa trad. dall’inglese di Masolino D’Amico, pp. 142, su cui si giocano i graphic novel di Ales- prima di un pittore e poi di uno scrittore, € 28,00, Rizzoli, Milano 2011 Arto Paasilinna è tra i più noti e prolifici sandro Tota, ma se in Yeti il peso della di- ambiziosa e perfezionista, morta suicida e scrittori finlandesi, tradotto in quarantacin- versità era alleggerito dal ricorso alla fa- quasi dimenticata ad appena quarantatre Charles Lutwidge Dodgson, scrittore, que lingue, autore di romanzi di grande vola e alla magia, qui il realismo spiazza anni. Da questo connubio tra donne ha matematico e fotografo noto ai più con lo successo come L’anno della lepre e Il mi- anche quando il dramma acquista sfuma- preso forma un’icona, la bambina con i ca- pseudonimo di Lewis Carroll, autore di Ali- gliore amico dell’orso (Iperborea, 1994 e ture ironiche. Nel suo nuovo lavoro, l’au- pelli rossi stretti in due trecce dritte-dritte, ce nel paese delle meraviglie, una delle 2008). Con i disegni di Hannu Lukkarinen, tore ritrae l’anima di una generazione le calze diverse e le scarpe molto più lun- storie più ricche di personaggi bizzarri ed alcune delle sue storie sono state adatta- perduta: quella degli anni ottanta. Fratelli ghe dei piedi. Ingrid Vang Nyman è stata la eventi eccezionali che un disegnatore te al fumetto. Ronkoteus il carpentiere vo- non è un romanzo a fumetti, ma due rac- prima illustratrice di Pippi, quella con cui possa mai desiderare di illustrare, incontra lante è uno dei preziosi frutti di questa col- conti lunghi separati da un breve inter- tutti si sono dovuti confrontare; illustratrice sulla pagina Rébecca Dautremer, l’illustra- laborazione: la storia ambientata nelle mezzo in cui quattro ragazzi intrecciano dei romanzi originali e illustratrice per alcu- trice francese famosa per le sue princi- Terre del Nord dell’età del bronzo narra le le loro solitudini. Cosimo e Nerone sono ni anni della versione a fumetti della storia, pesse che hanno fatto sognare migliaia di avventure di un uomo di grande ingegno due fratelli trentenni incapaci di crescere, uscita a puntate sul giornalino “Klumpe bambini e non solo. Recentemente il suo e ambizioni che, grazie a quelle che Kon- disoccupati, che dopo aver sperperato Dumpe” (traduzione svedese del popolare inconfondibile stile ha dato vita e volto a rad Lorenz chiamerebbe tecniche di im- l’eredità paterna non esitano a vendere - Fumetti e illustrazioni personaggio delle filastrocche di Mother un’altra icona della letteratura infantile, Il printing, addestra dapprima la sua aquila un quadro di famiglia del pittore Mario Goose, Humpty Dumpty). Ora Salani final- diario segreto di Pollicino (Rizzoli, 2010), e di mare a trascinare la sua barca e poi un Schifano a cui la madre teneva molto. Nel mente ripubblica le prime tra queste stri- prima ancora a niente meno che Elvis intero squadrone di aquile ad alzare in vo- loro girovagare senza domani incontrano sce, restaurate e ottimamente tradotte. Tut- (Donzelli, 2009), la storia rivisitata del miti- lo una leonardiana struttura di legno che Claudio e Nicola, due adolescenti che si to quello che abbiamo visto di Pippi – libri, co cantate-attore americano. Retroceden- gli permetterà di volare verso le terre sco- iniziano all’eroina. Anche il disegno sem- film, rimandi e citazioni in altri libri e in altri bra adeguarsi a questa perdita di sostan- film, pupazzi, giocattoli e gadget – ha qui la za: rigorosamente in bianco e nero, il trat-

Schede sua origine. Il primo cavallo, la prima Villa to si fa rapido, duro, underground, es- Villacolle, i primi Tommy e Annika; i primi senziale. Non vi è denuncia sociale o poliziotti stupidi e impacciati, la prima mae- analisi psicologica, ma drammatica rap- stra che si arrende, i primi piedi sul cusci- presentazione della realtà, che appare no e le prime uova tra i capelli (perfino le cruda, così com’è, senza spiegazioni. prime trecce, perché qui Pippi dorme con i Una testimonianza, un documento. Al capelli sciolti, e la si vede mentre li intrec- centro, ancora una volta, le relazioni uma- cia). I rossi, i gialli, gli azzurri – netti, asso- ne, la difficoltà di essere sinceri, di rac- luti, perentori – ci spostano in un mondo contarsi con autenticità. Tota potrebbe dove ci si può buttare da un tetto, solleva- fermarsi qui e invece sceglie di non to- re una mucca o spalancare la bocca di gliere al lettore la speranza, e la affida al- una tigre a mani nude: fedelissima al ro- la letteratura e a Claudio, uno dei prota- manzo ma costretta dal fumetto a selezio- gonisti, che coltiva una grande passione nare e riassumere, Lindgren mette in sce- per i libri. Ma forse non basterà. Eppure, na la libertà e la determinazione di una quella piccola possibilità rasserena. bambina che non ha paura di nulla e di STEFANIA CELESIA nessuno, una Pippi ancora più Pippi. SARA MARCONI

Giulia Sagramola, BACIO A CINQUE, pp. 168, do ancora nella vicenda editoriale dell’illu- nosciute al di là della Manica. Nei suoi nu- € 16,00, Topipittori, Milano 2011 Jean-Claude Götting, HAPPY LIVING, ed. stratrice incontriamo un’innovativa versio- merosi viaggi Ronkoteus godrà della ca- orig. 2007, trad. dal francese di Donatella Pen- ne orientale del Cyrano (Donzelli, 2007), le lorosa ospitalità dei popoli svedesi, potrà La casa editrice Topipittori ha vinto nel nisi Guibert, pp. 131, € 16,50, Coconino Press, già citate Principesse (2005, Rizzoli), fino sfatare i pregiudizi sulla barbarie dei ger- 2010 il Premio Andersen per la miglior Bologna 2011 a uno dei primissimi lavori, l’adorabile libro mani, conoscerà un “Asterix” volante e ar- collana di narrativa con “Gli anni in tasca”, L’innamorato (Rizzoli, 2008). Da ricordare riverà infine ad apprendere la scrittura ba- raccolta di narrazioni autobiografiche di “Spenga il microfono, Signor Merlot. La anche la sua esperienza cinematografica bilonese. Dalle terre finniche alla Mesopo- infanzie e adolescenze pensata per letto- verità è che non ho mai scritto una nota di con Nat e il segreto di Eleonora, uno dei tamia, Ronkoteus, vero e proprio Odisseo ri ragazzini, storie dietro le quali passa la Happy Living. Ho costruito tutta la mia vi- lungometraggi più pregevoli dell’anima- iperboreo, vive dunque le avventure di cui Storia, non solo italiana. Una delle ragioni ta su questa impostura”. Inizia così, con zione europea, gioiello grafico di cui in è protagonista con l’unico scopo di ac- per cui la collana è effettivamente interes- un colpo di scena, l’ultimo fumetto di parte possiamo essere orgogliosi anche crescere le sue conoscenze e godere dei sante è che raccoglie voci molto diverse Jean-Claude Götting. Dopo Il baule San- noi italiani grazie al meraviglioso lavoro piaceri e della bellezza di un pianeta che, tra loro: non stupisce quindi che oggi si derson (2010), la Coconino Press regala realizzato sulle scenografie da “Lanterna di volo in volo, appare sempre più picco- apra alle graphic novels con una nuova ai suoi lettori un’altra opera del raffinato il- Magica” di Torino, coproduttore del film in- lo e vicino. Il tema del rapporto con la na- sezione, “Gli anni in tasca graphics”. Lo fa lustratore e pittore francese, autore, fra sieme alla Francia. Questo, a grandi linee, tura, tanto caro a Paasilinna (che è anche con Giulia Sagramola, già autrice di Milk l’altro, di tutte le copertine dell’edizione è il percorso artistico che ha portato Dau- guardaboschi), si esprime principalmente and mint (PROGLO Edizioni 2008), versio- francese di Harry Potter. François Merlot è tremer al banco di prova di Alice, uno sco- grazie al singolare mezzo aeroaquilino ne cartacea del suo blog a fumetti (mil- un giornalista parigino alle prese con il glio difficile da affrontare persino per un’il- che tanto ci ricorda le magnifiche avven- kandmint.splinder.com) e cronaca di vita suo primo libro in cui vuole raccontare la lustratrice con una così importante carrie- ture del nostro compianto campionissimo quotidiana (“quello che mi capita diventa storia delle canzoni più celebri del XX se- ra editoriale alle spalle. Senza deluderci del deltaplano Angelo D’Arrigo, instanca- un fumetto”, dichiara online). Lo fa dun- colo: quelle che si canticchiano in ogni neanche questa volta Rébecca ci accom- bile avventuriero che volò lungo le rotte que con chi è abituato a farlo, anche se dove e che attraversano generazioni e pagna nel mondo magico di Carroll con dei rapaci migratori dal Sahara fino al qui l’autrice deve misurarsi con il ricordo e generazioni. Tra queste figura anche sapiente eleganza e originalità, tratteg- Nord Europa. D’Arrigo insegnò la rotta mi- i ricordi: le gelosie di bambina, i primi Happy Living, la canzone perfetta. Un giando per noi con un segno sottile e deli- gratoria a un gruppo di gru siberiane nate amori, le avventure, le cose piccole che viaggio tra due continenti alla ricerca del- cato personaggi gentili e bizzarri, impri- in cattività attraversando in loro compa- sembrano grandissime. Il risultato è otti- l’anima della musica sulle orme di un mi- gionati in corpi deformi e dalle fattezze gnia l’intera Siberia e, sulla scia di un’a- mo, una storia d’infanzia verosimile e a sterioso musicista di nome Treviso; tutto grottesche. Con il colore l’illustratrice con- quila nepalese, è tuttora l’unico uomo ad tratti commovente proprio per la sua veri- questo per avere in cambio una storia clude la magia, creando atmosfere liquide aver sorvolato in deltaplano l’Everest (im- tà, legata strettamente a un tempo e a un esclusiva. Personaggi delineati con mini- e ovattate: a volte un tenue blu-verde fa da perdibile la lettura del suo libro In volo so- luogo (Giulia è nata nel 1985 a Fabriano) malismo: solo pochi tratti che tuttavia per- sfondo ai rossi mattone che accendono le pra il mondo, Mondadori, 2005). Ronko- ma al tempo stesso piena di dettagli in cui mettono di intravedere il mondo della per- tavole; altrove, è lo stesso blu a diventare teus, a differenza di tanti adattamenti dal- riconoscersi, anche da lontano. Il tratto è sona, il suo reale. Un elegante racconto, vibrante e squillante protagonista, tinteg- la letteratura al fumetto poco riusciti dal quello di Milk and mint, semplice e morbi- colto, appassionante e delicato in cui si giando i panni dei personaggi in primo punto di vista dei disegni e della resa fu- do, ma qui i colori spariscono amplifican- intrecciano storia, musica, sentimenti e piano. Dautremer non segue le orme dei mettistica, è un lavoro grafico eccellente, do ulteriormente l’impressione di trovarci volti. Il percorso di un uomo che insegue suoi predecessori neanche quando si trat- grazie al tratto espressivo e dinamico dei davanti a un’operazione di pulizia e sele- una canzone e che, lungo il cammino, at- ta di raffigurare la protagonista, e decide disegni di Lukkarinen, assai meticolosi nel zione, alla ricerca di quei particolari che – traversa le proprie solitudini alla ricerca di rappresentare Alice ispirandosi alla ve- restituire la veridicità storica dei costumi, uniti tra loro come i puntini sulla Settimana della felicità. Un bianco e nero a carbon- ra Alice conosciuta e fotografata dall’auto- delle abitazioni e dei tratti somatici di po- Enigmistica – compongono il ritratto cre- cino che avvolge e rassicura nella sua es- re, distanziandosi dalla bambina dai lun- polazioni tanto antiche. dibile di un’infanzia, e di una famiglia. senzialità, dove le tonalità del grigio ben ghi capelli biondi che ben conosciamo, SILVIO DEALESSANDRI (S.M.) impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 45

N. 1 45

Jean Cocteau, L’AQUILA A DUE TESTE, ed. riediti in raccolte e in gran parte dimentica- proprio in questo lavoro, Virginia Woolf si ra sia favorito dagli specchi d’argento di orig. 1946, a cura di Ornella Tajani, pp. 114, ti. Certo, in qualche caso il vampiro in sce- interroga sulle grandi questioni che le sta- cinema e televisione. € 9,90, Marchese, Napoli 2011 na non è troppo dissimile dai mostri gotici vano più a cuore: il valore dell’amicizia (F.P.) più celebri: è il caso del Ddottor Nero di femminile, la costrizione del matrimonio ri- “Vorrei una pièce in cui sto zitto nel pri- Daniele Oberto Marrama (1904), che rinvia spetto alla crescita intellettuale, il peso mo atto, piango di gioia nel secondo e ca- idealmente allo sciupafemmine di Polidori, della responsabilità nei confronti di se do all’indietro da una scala nel terzo”, del Vampiro di Giuseppe De Feo (1906), stesse, la necessità di usare sempre l’in- RACCONTI SCAPIGLIATI, a cura di Roberto chiese – a quanto tramandano i biografi – con i suoi orrori pseudoegizi, dei toni rurali telligenza unita alle scarse occasioni per Carnero, pp. LXXIX-508, € 13,90, Rizzoli, Jean Marais a Cocteau nel 1943. Lo scrit- e quasi etnologici del Vampiro di Enrico farlo davvero. Il fascino di Notte e giorno Milano 2011 tore, rifugiatosi nel vecchio castello di Tal- Boni (1908). Ma più spesso i racconti deli- non risiede però sulla teoria che vi è sot- neano una peculiare via italiana al mito, tra tesa ma piuttosto sulla descrizione di una Racconti scapigliati si intitola questa bel- Moor in Bretagna, cercò ispirazione nelle - Classici vicende storiche, che da tempo lo affasci- i poli opposti di un vampirismo “naturale” e Londra dipinta come eccezionale luogo di la raccolta, a denunciare una varietà di te- navano, di Ludwig di Baviera e soprattutto di un altro nel segno dell’occulto, in rap- appartenenza e confronto per una scrittri- mi e registri che, sottolinea il curatore Ro- di sua cugina, l’imperatrice Elisabetta porto con la grande epopea coeva degli ce amata più come modello a cui anelare berto Carnero, non pare possibile risolvere d’Austria. Prese così forma un progetto studi metapsichici. Il primo polo è qui rap- che letta in profondità. in chiave unitaria. Certo, alcuni interessi so- che prevedeva per Jean Marais un grand presentato da Il Vampiro della foresta di CAMILLA VALLETTI no più riccamente documentati: a partire da rôle abbastanza conforme alle sua aspet- Emilio Salgari (1902), dove due coraggiosi quella produzione nel segno del fantastico tative: quello del giovane anarchico Sta- emigrati siciliani devono vedersela con un che guarda idealmente alle esperienze di nislas che si ferisce penetrando nel ca- cattivissimo indio dell’Uruguay spalleggia- Poe e dei maestri francesi. L’occulto erom- Schede stello di Krantz in una notte tempestosa e to da pericolose fiere; e da Il vampiro di Vit- Mario Arturo Iannaccone, “IL GIRO DI VITE” pe nei racconti su raggelanti casi di pre- resta silenzioso mentre la regina, che era torio Martella (1917), ambientato in Vene- DI HENRY JAMES. ANALISI, TECNICHE NARRA- veggenza (Un corpo di Camillo Boito) o ca- venuto a uccidere, lo soccorre e lo na- zuela, su un prete trascinato all’“ebbrezza TIVE, STRUTTURA, pp. 150, € 14,50, Sugarco, lamitosi poteri paranormali (I fatali di Igino sconde. Alla fine del secondo atto Stanis- del sangue” dal contatto con una tribù lo- Milano 2011 Ugo Tarchetti), doppi e possessioni (Uno las, che un’imprevista passione unisce al- cale. Il polo opposto è invece tributario di spirito in un lampone, sempre di Tarchetti), la sovrana, piange di gioia accanto a lei, una più ampia tradizione del nero italiano La nuova collana “LeggereScrivere” magnetismo e spiritismo, sia pure sul filo di che rinuncia ai veli vedovili per tornare al- del secondo Ottocento: a partire dall’e- della casa milanese, inaugurata nel mar- un imbarazzo radicale tra realtà e derive la vita. Nel terzo atto, però, l’amore dei due sempio più celebre, Un vampiro di Luigi zo 2011 da uno studio sul Grande Gatsby della psiche. Non a caso in questi testi pul- si rivelerà impossibile e la regina spingerà Capuana (1904), dove un persecutore dello stesso Iannaccone (con presenta- lulano i medici, latori di una scienza positi- con l’inganno Stanislas – che si è avvele- spettrale mette in crisi l’equilibrio mentale zione di Valentino Cecchetti, pp. 132, vista che affascina e inquieta: patologi in nato – a pugnalarla sulle scale del castel- di una coppia e ne minaccia il bambino. € 12,50), presenta ora “uno dei più magi- missione in terre lontane, anatomisti alla ri- lo, perché non si trasformi in un vile e in un Manicomi sono poi presenti in Vampiro in- strali racconti di fantasmi che siano stati cerca di una quadratura del circolo tra cor- traditore dei suoi compagni. “Immaginai – nocente di Francesco Ernesto Morando scritti”, capolavoro dell’ambiguità e anzi pi e bellezza, gelidi specialisti della morte. scrive Cocteau nella prefazione del dram- (1885) e in Il vampiro di Giuseppe Tonsi esempio eminente di quell’indecidibilità E la patologia dilaga, come in Storia di una ma – di mettere in scena due idee che si (1902), entrambi con bimbe-angelo vittime che connota il fantastico nell’accezione gamba di Tarchetti, che riguarda i fatali ef- affrontano, costrette a prendere corpo. di succhiavita e debite vendette dei padri, più propria laica e moderna. Dedicata a fetti psicosomatici di un’ossessione, ma an- Una regina dallo spirito anarchico, un poi internati come pazzi. Se però nel se- insegnanti e studenti come agile disamina che il disvelamento degli sghembi sotto- anarchico dallo spirito regale. (…) I due condo caso il vampiro è un losco occulti- di capisaldi della forma romanzo, la colla- scala dei grandi sentimenti romantici (amo- tradiscono le loro cause per formarne una sta, nel racconto di Morando si tratta dello na non si esaurisce però in una funzione re, amicizia) e delle epopee d’eroismo ri- nuova. Diventano una costellazione, o me- stesso fratello bambino della vittima: ciò didattica: il rigoroso apparato (presenta- sorgimentale, matrici di traumi e lacerazio- glio una meteora, che arde per un breve che comporta un vago sottotesto incestuo- zione di autore e personaggi; commento ni. Fino a un ripensamento di quel collante istante prima di scomparire”. Rappresen- so tra i due, e l’orrore della soppressione rapido del testo e relativi temi e interpre- del paese neonato che è il linguaggio: do- tata prima a Bruxelles e a Lione, e final- del piccolo mostro da parte del padre. Ov- tazioni; fortuna critica; stile; schemi narra- ve, reagendo all’esperienza manzoniana, mente a Parigi, nel 1946, L’aquila a due te- viamente il contesto patologico circonfon- tologici) è sorretto da un’esposizione lim- un’intera costellazione di testi pone l’accen- ste difficilmente poteva entusiasmare il de gli episodi di incertezza e lascia al let- pida e senza aridità manualesche. Per to sulla sperimentazione linguistica, spesso pubblico dell’età dell’engagement; non fu tore, con i suoi dubbi d’epoca tra fedi dis- merito anzitutto dell’autore, che rende il volta a esiti satirici e polemici: emblematica un fiasco, ma nemmeno un successo di cusse e provocazioni scientifiche, la scelta tutto godibile a un più vasto pubblico di l’opera di Carlo Dossi o, in misura minore, di lunga durata. Va detto però, a conferma di un’interpretazione. lettori, e ciò partendo dall’assunto che l’a- Giovanni Faldella e Achille Giovanni Ca- dell’intrigante vitalità del testo, che era de- FRANCO PEZZINI scolto dei maestri della narrazione, e la gna. Da un’ottica poi più propriamente geo- stinato a ispirare nel 1981 Il mistero di meraviglia che essi suscitano anche attra- grafica, al radicalismo contestatario della Oberwald, suggestivo film per la tv di An- verso la consapevolezza dei loro stru- Scapigliatura milanese, fortemente innerva- tonioni; film al quale stranamente la bella menti artistici, è preliminare a qualunque ta nel tessuto metropolitano, si oppone lo introduzione di Ornella Tajani non accen- Virginia Woolf, NOTTE E GIORNO, ed. orig. tecnicismo per “scrivere bene”. In effetti, stile di quella piemontese, legata alla pro- na, nemmeno di sfuggita. 1921, trad. dall’inglese di Giorgio Arosi, pp. 463, docente di scrittura creativa, ma anche vincia, ideologicamente più cauta e indiriz- MARIOLINA BERTINI € 15, Nobel, Roma 2011 consulente editoriale, romanziere (La co- zata a un’eversione essenzialmente lingui- spirazione, Sugarco, 2009, finalista 17a stica; per giungere con Remigio Zena a Uscito nei “Supercoralli” Einaudi nel edizione Premio Calvino, con il titolo Il una via ligure già in odore di verismo. A me- 1987, mancava davvero la riedizione di supplente, 2004) e saggista, Iannaccone rito particolare dell’antologia va appunto VAMPIRIANA. NOVELLE ITALIANE DI VAMPIRI, Notte e giorno, il romanzo che anticipa, al- è uno specialista di mitologie (post)mo- questo rispetto della complessità del feno- a cura di Antonio Daniele, pp. 160, € 16, Ke- meno in parte, in temi di Gita al faro e di derne, attento ai diversi linguaggi che in- meno, con l’accostare opere narrative, al- res, Mercogliano (Av) 2011 altri lavori di Virginia Woolf che seguirono teragiscono nel nostro orizzonte fantasti- cune relativamente note, ad altre più de- il 1919, l’anno in cui fu pubblicato il ro- co. Non ci stupiamo dunque che un capi- scrittive e minori; e una ricca introduzione Come secondo titolo del catalogo, le manzo e che rappresenta una sorta di pa- tolo fisso dei manuali di questa collana ri- corona l’opera (unico limite, da correggere giovanissime Keres Edizioni propongono rete divisoria nella produzione della scrit- guardi le trasposizioni su schermo: un in una prossima edizione, è la sparizione di una suggestiva carrellata sulle icone della trice. La vicenda è ricalcata sulla comme- fronte fondamentale, rammentando come Camillo Boito da sommario, occhielli e titoli paura dell’Italia tra Otto e Novecento: un dia shakespeariana Come vi piace, ripro- sempre più spesso, al di là di ogni soave correnti, dove i suoi testi appaiono accredi- panorama poco noto perché costituito da duce i classici scambi di coppie dovuti a campagna ministeriale a favore della let- tati al fratello Arrigo). racconti brevi spersi tra riviste, non sempre misteriose idiosincrasie del cuore. Inoltre, tura, l’approccio ai classici della letteratu- (F.P.)

Annie Vivanti, CIRCE, IL ROMANZO DI MARIA TARNOW- Maria Tarnowska aveva dominato la scena del pro- Riferendosi al periodo del processo, Maria Tarnowska SKA, ed. orig. 1912, a cura di Carlo Caporossi, pp. 207, cesso con la sua sconvolgente bellezza, ma era stata confida alla scrittrice di ricordarlo “come un’epoca di € 15, Otto/Novecento, Milano 2011 condannata per un intrigo alquanto sordido. Fidanzata, sogno”; “ma tutta la mia vita – aggiunge poi – credo sia dopo il divorzio dal primo marito, con un vedovo, il un sogno”. È questa affermazione a offrire ad Annie Vi- Quando, nel 1912, Annie Vivanti pubblica Circe, conte Kamarovsky, lo aveva convinto a stipulare una vanti quella che sarà la chiave del racconto, sotto il pro- ispirato alle memorie di Maria Tarnowska, protagonista ricca assicurazione sulla vita a suo favore. Poi, con la filo estetico come sotto quello morale. Come in sogno, nel 1910, a Venezia, di un drammatico caso giudiziario, complicità di un suo antico amante, l’avvocato Prilu- Maria Tarnowska ha vissuto, giovanissima, la schiavitù è l’autrice di un romanzo recente di grande successo, I koff, aveva messo in atto un piano diabolico. Aveva se- di un matrimonio avvilente, ha visto uno dei suoi primi divoratori. Molti ricordano allora i suoi esordi poetici, dotto un amico di Kamarovsky, un certo Naumoff, e amanti ucciso a tradimento dal marito, ha vagato per sotto l’egida di Carducci, nel 1890; pochi invece sanno l’aveva persuaso, per amor suo, a uccidere il conte. l’Europa ricorrendo alla protezione di uomini che non che durante il suo soggiorno, quasi ventennale, negli L’instabile Naumoff aveva effettivamente sparato a Ka- meritavano la sua fiducia. Immagini di sogno e d’incu- Stati Uniti si è affermata come autrice di novelle. È una marovsky, allora residente a Venezia, senza peraltro ri- bo scandiscono la narrazione: se a p. 30 l’eroina incede, professionista della scrittura, efficiente e versatile; lo di- uscire a ucciderlo (l’uomo sarebbe poi morto in ospe- incoronata di rubini, mentre la musica tzigana la lam- mostrerà trasformando in un romanzo accattivante gli dale, per le disposizioni deliranti di un chirurgo impaz- bisce come una fiamma, a p. 91 uno dei suoi amanti la appunti che la contessa russa ha scritto a matita, nel suo zito). Aveva in seguito reso ampia confessione alla po- trascina in un teatro anatomico perché veda il cadavere stentato italiano, in un quaderno destinato agli avvocati lizia e la contessa e Prilukoff erano stati arrestati a di un altro uomo morto per lei. Sola certezza, la pietas difensori. Attraverso il prisma della scintillante scrittura Vienna. della narratrice; di Annie Vivanti, che sa riconoscere, vivantiana, la vicenda sinistra di Maria Tarnowska si Processata a Venezia, la contessa fu condannata, con nell’avventuriera esecrata da tutti, la piccola collegiale trasfigurerà completamente; diventerà la discesa agli in- le attenuanti dell’“isterismo” e della tossicomania, a ot- che credeva di aver accolto nel grembiule una nidiata di feri di una donna inconsapevole del proprio fascino di- to anni e quattro mesi, e poi rinchiusa nel carcere di rondini, e si era trovata a liberare, con orrore, uno stor- struttivo e straziata dalla nostalgia di un’impossibile vi- Trani, dove Annie Vivanti andò a trovarla e conversò mo di viscidi pipistrelli. ta normale. lungamente con lei. (M.B.) impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 46

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Rodolfo Fogwill, SCENE DA UNA BATTAGLIA i mezzi stranianti di un romanzo, che ne- Li al villaggio dell’autore. L’attrice è la DIREZIONE SOTTERRANEA, ed. orig. 1983, trad. dallo spa- ga ogni riferimento “a fatti e persone protagonista della trasposizione cinema- Mimmo Cándito (direttore) gnolo di Ilide Carmignani, pp. 167, € 15, Sur, realmente esistite” per renderlo ancor tografica di Sorgo rosso, ma delude i [email protected] Roma 2011 più lacerante e universale. I personaggi compaesani per l’aspetto insignificante. Mariolina Bertini (vicedirettore) del racconto vivono in una dimensione La storia della Cina degli ultimi quaran- Aldo Fasolo (vicedirettore) Davanti al parlamento di Buenos Aires postuma, nella quale un potere senza t’anni non viene analizzata con particola- REDAZIONE c’è uno strano bivacco fatto di tende, stri- volto ha destituito di senso ogni riferi- re slancio e rimane sullo sfondo. Il nucleo Monica Bardi [email protected], scioni, tavoli e generatori elettrici. Tra le mento spaziale e temporale: le città non narrativo è l’inarrestabile voglia di emer- Daniela Innocenti scritte che rivendicano giustizia e le lattine hanno nomi ma numeri, i nemici non gere in uno scenario dove questa libertà [email protected], di birra, vagano i reduci delle Malvinas, sol- vengono uccisi ma spariscono senza la- non è concessa al singolo. Il finale è do- Elide La Rosa dati di un conflitto osceno e dimenticato, sciare traccia, la guerra è finita ma nes- minato da una rimpatriata con gli ex com- [email protected], voluto nel 1982 dall’Inghilterra della That- suno sa di preciso quand’è cominciata, pagni di scuola. L’incontro con la più ca- Tiziana Magone, redattore capo cher e dalla dittatura militare argentina per il nemico – la formazione terroristica de- rina della classe, che ormai si ritiene una [email protected], Giuliana Olivero ragioni di politica interna. La visione è così nominata Legione Irregolare – è stato vecchia megera, finisce con una piccola [email protected], abituale che non desta più reazioni nei pas- sconfitto dopo una durissima repressio- sorpresa, dal retrogusto amaro. Camilla Valletti santi. Dopo quasi trent’anni si può ora leg- ne ma forse non è mai esistito. Certo, la FEDERICO JAHIER [email protected] gere il romanzo su quella guerra scritto in storia sudamericana ci insegna quanto Vincenzo Viola (L’Indice della scuola) tre giorni da un importante scrittore argenti- la realtà possa superare in orrore le pra- [email protected] no purtroppo non noto da noi, Rodolfo Fog- tiche immaginate da Orwell in 1984, tut- COMITATO EDITORIALE Enrico Alleva, Arnaldo Bagnasco, Andrea Ba- tavia è impiegando alcuni strumenti e Enrico Franceschini, LONDRA BABILONIA, will (1941-2010). La forza esplosiva del rac- jani, Elisabetta Bartuli, Gian Luigi Beccaria, € conto risiede nel punto di vista scelto per strategie tipici del racconto distopico pp. 155, 15, Laterza, Roma-Bari 2011 Cristina Bianchetti, Bruno Bongiovanni, Gui- narrare questo spietato conflitto di settanta- che Alarcón riesce a rendere in maniera do Bonino, Giovanni Borgognone, Eliana Bou- quattro giorni: protagonisti del romanzo so- estremamente efficace il senso di spae- Londra/Babilonia, ovvero Babylondon; chard, Loris Campetti, Andrea Casalegno, En- no gli “armadilli”, soldati imboscati dell’e- samento e di incertezza del quale cado- New York/Londra, ovvero Nylon: entro rico Castelnuovo, Guido Castelnuovo, Alberto Cavaglion, Mario Cedrini, Anna Chiarloni, sercito argentino che si sono ricavati una no preda tutti, indistintamente, durante queste due ibridazioni fiorisce la città più Sergio Chiarloni, Marina Colonna, Alberto fortezza sotterranea affascinante d’Europa. Conte, Sara Cortellazzo, Piero Cresto-Dina, nella quale cercano di A dirlo è Enrico Fran- Piero de Gennaro, Giuseppe Dematteis, Tana resistere. Quel pugno ceschini, inviato spe- de Zulueta, Michela di Macco, Giovanni Filo- di fuggiaschi vive da ciale della “Repub- ramo, Delia Frigessi, Anna Elisabetta Galeot- ti, Gian Franco Gianotti, Claudio Gorlier, Da- animali notturni, racco- blica”, che dedica a vide Lovisolo, Giorgio Luzzi, Fausto Malcova- gliendo sigarette, zuc- Londra un ritratto com- ti, Danilo Manera, Diego Marconi, Franco Ma- chero e armi trovate pleto, basato sulla pro- renco, Walter Meliga, Gian Giacomo Migone, addosso ai cadaveri e pria esperienza. “Lon- Anna Nadotti, Alberto Papuzzi, Franco Pezzi- creando, nel buio dei dra ha anche tutte le ni, Cesare Pianciola, Telmo Pievani, Pierluigi Politi, Nicola Prinetti, Luca Rastello, Tullio cunicoli, una rigida ge- razze della terra, pro- Regge, Marco Revelli, Alberto Rizzuti, Gianni rarchia interna, al cui prio come New York: Rondolino, Franco Rositi, Lino Sau, Domenico vertice sta il “Turco”, soltanto che là dopo Scarpa, Rocco Sciarrone, Giuseppe Sergi, Ste- un libanese con l’ani- un po’ vengono me- fania Stafutti, Ferdinando Taviani, Mario Toz- ma del mercante. L’at- scolate nel melting zi, Gian Luigi Vaccarino, Massimo Vallerani, Maurizio Vaudagna, Anna Viacava, Paolo Vi- tività principale degli pot, il pentolone dove neis, Gustavo Zagrebelsky armadilli è infatti il ba- tutto si fonde, e, pur SITO

- Letterature e Saggistica letteraria ratto: non si fanno conservando un orgo- www.lindiceonline.com scrupolo di mercan- glioso attaccamento a cura di Carola Casagrande teggiare informazioni alle radici, diventano e Federico Feroldi [email protected] con gli inglesi, che in una razza sola, una BLOG cambio offrono qual- razza nuova, la razza www.lindiceonline.blogspot.com che briciola delle loro riserve di cibo e stru- una guerra civile giocata con gli infami americana; mentre a Londra rimangono a cura di Mario Cedrini e Franco Pezzini menti. Da questa visuale capovolta ogni re- mezzi della sparizione, delle carceri se- quello che sono, non hanno bisogno di EDITRICE torica è schiacciata dalla disperazione di grete, della tortura preventiva e della de- diventare inglesi (anche perché probabil- L’Indice Scarl Schede un popolo stremato. La guerra è un’isola ri- lazione. Questo ascendente fa capire mente sarebbe impossibile, ma questo è Registrazione Tribunale di Roma n. 369 del coperta di neve marrone e ghiacciata, in come Alarcón – accusato di cedere a un un altro discorso)”. L’ondata di migrazione 17/10/1984 PRESIDENTE mezzo alla quale i feriti congelano, gli uffi- gusto internazionale e di non reggere il dalla Polonia che riforniva la capitale di Gian Giacomo Migone ciali si ustionano una mano per farsi ricove- confronto con i maestri della letteratura squadre di operai specializzati e restaura- CONSIGLIERE rare e i soldati disperati cercano una peco- peruviana – sia uno scrittore ai confini tori sembra ora sostituita da immigrati let- Gian Luigi Vaccarino ra per dar sfogo alle proprie voglie. Sembra tra due identità culturali e letterarie. toni. A Londra si parlano trecento lingue DIRETTORE RESPONSABILE che all’interno della “tana” nasca una certa (S.M.) diverse, ma ognuno trova il proprio posto Sara Cortellazzo solidarietà, un flebile senso di appartenen- grazie al poco o tanto inglese che cono- REDAZIONE za, ma svanirà appena tornati a casa. sce, ma ciò che sembra incredibile è che via Madama Cristina 16, STEFANO MORETTI le varie comunità religiose convivono fian- 10125 Torino tel. 011-6693934, fax 6699082 Mo Yan, CAMBIAMENTI, ed. orig. 2009, trad. co a fianco e si tollerano. L’autore ribadi- UFFICIO ABBONAMENTI dal cinese di Patrizia Liberati, pp. 106, € 12, sce: “Il multiculturalismo è stato la scelta tel. 011-6689823 (orario 9-13). Nottetempo, Roma 2011 della Gran Bretagna, opposta a quella [email protected] Daniel Alarcón, RADIO CITTÀ PERDUTA, ed. degli Stati Uniti: anziché mescolare le UFFICIO PUBBLICITÀ orig. 2007, trad. dall’inglese di Stefano Valenti, “Dopo i 50 si scordano i fatti recenti ma razze di immigrati per crearne una nuova, Maria Elena Spagnolo - 333/6278584 pp. 309, € 20, Einaudi, Torino 2011 il passato diventa sempre più chiaro.” la razza americana, qui si è deciso di [email protected] Così sentenzia Mo Yan in Cambiamenti. lasciare che ognuno mantenga la propria PUBBLICITÀ CASE EDITRICI La sera del 12 dicembre 1989 una te- Anche lui è stato bambino prima di di- e possa sentirsi ugualmente a casa”. Argentovivo srl, via De Sanctis 33/35, 20141 lefonata avverte Renato Alarcón Guz- ventare il Mo Yan famoso di Sorgo rosso. Naturalmente a Londra c’è tutto: ristoranti Milano tel. 02-89515424, fax 89515565 mán, noto psichiatra di Lima e padre di In Cambiamenti lo incontriamo studente, etnici d’ogni dove, i migliori teatri e rasse- www.argentovivo.it Daniel Alarcón, che suo fratello Javier, tredicenne, strampalato, con pochi amici gne cinematografiche, anteprime museali [email protected] docente di ingegneria e fondatore del- e innamorato di Li Wenli, la più carina del- e gallerie d’arte, locali a luci rosse, grandi DISTRIBUZIONE l’Unione sindacale universitaria, è scom- la classe. È uno che non si arrende. Il let- magazzini storici, università, cultura e So.Di.P., di Angelo Patuzzi, via Bettola 18, parso. Daniel ha dodici anni e da allora tore segue i suoi tentativi di affrancarsi consumismo. Londra non è la Gran 20092 Cinisello (Mi) non ha avuto più notizie dello zio, accu- dal ceto di contadino e riuscire in qualco- Bretagna, però, come New York non è tel. 02-660301 Joo Distribuzione, via Argelati 35, 20143 sato di essere un fiancheggiatore di sa per non deludere i genitori che gli ri- l’America: è una mega-city postmoderna Milano Sendero Luminoso, il Partito comunista petono come un mantra “Credevamo che e postindustriale, si pensi, per esempio, tel. 02-8375671 peruviano che dal 1980 al 1992 cercò di saresti riuscito a combinare qualcosa” alla Tate Modern, galleria d’arte contem- VIDEOIMPAGINAZIONE GRAFICA prendere il potere con la lotta armata. ogni volta che lui torna a casa senza aver poranea allestita in una ex centrale elettri- la fotocomposizione, Cresciuto negli Stati Uniti, dopo dieci combinato nulla. L’autore-ragazzo è con- ca, simbolo della Londra nera e fuliggino- via San Pio V 15, 10125 Torino anni da quella scomparsa Daniel decise finato in un paesino la cui unica originali- sa di dickensiana memoria. Nuove forme STAMPA di documentarsi sulla terribile guerra ci- tà è il Gaz-51, un camion residuato belli- architettoniche stanno cambiando il profi- SIGRAF SpA (via Redipuglia 77, 24047 Treviglio - Bergamo - tel. 0363-300330) vile che ha insanguinato il Perù per più co della guerra in Corea che, per il fatto lo della città, che conta cantieri aperti un il 20 dicembre 2011 di un decennio. Da questo lavoro di sca- di essersi bagnato del sangue dei cadu- po’ ovunque. Pur se non proprio come la RITRATTI vo nel passato recente del proprio pae- ti, ha acquisito “uno spirito come gli albe- Berlino del nuovo millennio, Londra con- Tullio Pericoli se d’origine e della propria famiglia na- ri antichi”. Oltre che del Gaz-51, Mo Yan tinua a cambiare volto e lo fa per prepa- DISEGNI sce, nel 2007, Radio città perduta, primo ha il mito dell’operaio (per potersi com- rarsi alle Olimpiadi del 2012, ma si avva- Franco Matticchio romanzo di uno scrittore che nel frattem- perare le scarpe di cuoio), ma scopre le anche dell’opera di architetti e artisti L’Indice usps (008-884) is published po è stato segnalato tra i migliori under che arruolarsi è l’unico modo per andar- come il nigeriano Shonibare, che alle monthly for € 100 by L’Indice Scarl, Via 40 degli Stati Uniti. Benché sia dedicato sene dal villaggio e cambiare il proprio sue vetrate impone ritmi di colore che Madama Cristina 16, 10125 Torino, . Distributed in the US by: Speedimpex USA, alla memoria dello zio, il libro è però una destino. Dopo aver mancato la carriera ricordano i motivi delle stoffe e dei tes- Inc. 35-02 48th Avenue – Long Island City, versione romanzata della propria vicen- militare e quella accademica, nel 1981 ri- suti africani, mentre la sua grande nave NY 11101-2421. Periodicals postage paid da familiare. Ciò che rende potente e im- esce finalmente a centrare quella lettera- in bottiglia si è aggiunta a commento del at LIC, NY 11101-2421. maginifico il suo impianto narrativo è la ria: gli pubblicano un racconto. È un cre- colonialismo britannico a Trafalgar Postmaster: send address changes to: L’indice S.p.a. c/o Speedimpex –35-02 48th Avenue – scelta di trattare un argomento così intri- scendo che culmina con Sorgo rosso. Square. Long Island City, NY 11101-2421 cato e drammaticamente personale con Simpatico il racconto dell’arrivo di Gong CARMEN CONCILIO impa 1-2012 20-12-2011 15:53 Pagina 47

N. 1 47 Tutti i titoli di questo numerO

CANFORA, PAOLO - Un nuovo umanesimo cristiano - ARGANO, CLAUDIO - La patria della luce - Odoya - ICITA, PAOLA - Musei e storia dell’arte a Roma - AStudium - p. 42 Gp. 34 NCampisano - p. 31 ALARCñN, DANIEL - Radio città perduta - Einaudi - p. 46 GENOVESE, RINO - Che cos’è il berlusconismo - mani- festolibri - p. 42 GHOSH, AMITAV - Il fiume dell’oppio - Neri Pozza - p. 7 GIACHETTI, DIEGO - Per la giustizia e la libertà - Fran- AASILINA, ARTO / LUKKARINEN, HANNU - Ronkoteus AKEWELL, SARAH - Montaigne. L’arte di vivere - coAngeli - p. 43 Pil carpentiere volante - BD - p. 44 BFazi - p. 9 GIANA, LUCA - Topografie dei diritti - Edizioni del- PARRELLA, VALERIA - Lettera di dimissioni - Einaudi - BANTI, ALBERTO MARIO (A CURA DI) - Nel nome dell’I- l’Orso - p. 41 p. 28 talia - Laterza - p. 10 GILLE, ÉLISABETH - Mirador - Fazi - p. 25 PHILLIPS, CARYL - Sotto la nevicata - Mondadori - BANTI, ALBERTO MARIO - Sublime madre nostra. La GIUSTI, MARIANGELA - Immigrazione e consumi cultu- p. 23 nazione dal Risorgimento al fascismo - Laterza - p. 10 rali - Laterza - p. 22 PIAZZA, MARCO - Cronaca di una restituzione. Sergio BARONE, MARIO / DI NOLFO, ENNIO (A CURA DI) - Giu- GÖTTING, JEAN-CLAUDE - Happy Living - Coconino Piazza (1916-1944) - Le Château - p. 43 lio Andreotti. L’uomo, il cattolico, lo statista - Rub- Press - p. 44 PIZZO, MARCO - Lo stivale di Garibaldi - Mondadori - bettino - p. 42 GRASSO, PIETRO - Soldi sporchi. Come le mafie rici- p. 32 BELLUCCI, PAOLO / SEGATTI, PAOLO (A CURA DI) - Vota- clano miliardi e inquinano l’economia mondiale - Da- PORTINARO, PIER PAOLO - I conti con il passato - Fel- re in Italia: 1968-2008 - il Mulino - p. 42 lai - p. 11 trinelli - p. 18 BENTIVEGNA, ROSARIO - Senza fare di necessità virtù - POVOLO, CLAUDIO - Zanzanù. Il bandito del lago - Co- Einaudi - p. 43 mune di Tignale - p. 41 BISSOLI, SUSANNA - Le parole che cambiano tutto - PUCHER, SIEGFRIED J. - Il nazista di Trieste - Beit - p. 43 Terre di mezzo - p. 29 BOSIO, LAURA - Le notti sembravano di luna - Longa- AYEK, FRIEDRICH A. VON - La via della schiavitù - nesi - p. 29 HRubbettino - p. 21 BUCCIANTINI, MASSIMO - Esperimento Auschwitz - Ei- naudi - p. 43 APONE, LEONARDO - Cinque anni che paiono seco- Rli - Carocci - p. 36 RIBATTI, DOMENICO - Lorenzo Tomatis - Stilo - p. 37 AMURRI, LAURA - Lionello Venturi e la modernità Idell’Impressionismo - Quodlibet - p. 31 RONGA, LUIGI / DIGO, GIULIA (A CURA DI) - La rinasci- ALIñ, TOMMASO / RUSCONI, ROBERTO (A CURA DI) - ta dell’Italia - Il Capitello - p. 43 IANNACCONE, MARIO ARTURO - “Il giro di vite” di CSan Francesco d’Italia - Viella - p. 41 Henry James - Sugarco - p. 45 RUZZENENTI, MARINO - Shoah. Le colpe degli italiani - CARNERO, ROBERTO (A CURA DI) - Racconti scapigliati - manifestolibri - p. 43 ISNENGHI, MARIO - Storia d’Italia. I fatti e le percezio- Rizzoli - p. 45 ni dal Risorgimento alla società dello spettacolo - La- CARROLL, LEWIS / DAUTREMER, RÉBECCA - Alice nel terza - p. 10 paese delle meraviglie - Rizzoli - p. 44 CESERANI, REMO - L’occhio della medusa - Bollati Bo- ringhieri - p. 32 AGRAMOLA, GIULIA - Bacio a cinque - Topipittori - CLEGG, BILL - Ritratto di un tossico da giovane - Ei- Sp. 44 naudi - p. 13 SALOMÉ, LOU ANDREAS - Lou Andreas Salomé. Mia INCAID, JAMAICA - In fondo al fiume - Adelphi - COCTEAU, JEAN - L’aquila a due teste - Marchese - p. 45 sorella, mia sposa - Odoya - p. 14 p. 23 COLOZZA, ROBERTO - Lelio Basso. Una biografia poli- K SARPI, PAOLO - Istoria del Concilio Tridentino - Ei- tica - Ediesse - p. 36 KLEIST, HEINRICH VON - Opere - Mondadori - p. 26 naudi - p. 35 KRAMER, LAWRENCE - Perché la musica classica? - CRIVELLO, FABRIZIO (A CURA DI) - Pietro Toesca all’U- SERPA, ENRIQUE - Contrabbando - Elliot - p. 24 Edt - p. 34 niversità di Torino - Edizioni dell’Orso - p. 31 SERRANO, MARCELA - Dieci donne - Feltrinelli - CURI, UMBERTO - Via di qua - Bollati Boringhieri - p. 37 p. 24 SOLDANI, SIMONETTA (A CURA DI) - L’Italia alla prova dell’Unità - FrancoAngeli - p. 10 STOPPELLI, PASQUALE - Dante e la paternità del fiore - EVY, ANDREA - Una lunga canzone - Dalai - p. 23 Salerno - p. 27 ANIELE, ANTONIO (A CURA DI) - Vampiriana. No- LLINDGREN, ASTRID - Pippi a Villa Villacolle e altre SZABñ, MAGDA - Il vecchio pozzo - Einaudi - p. 25 Dvelle italiane di Vampiri - Keres - p. 45 storie - Nord-Sud - p. 44 DANNA, SERENA - Prodotto interno mafia - Einaudi - p. 11 DANTE ALIGHIERI - Opere - Mondadori - p. 27 DE BERNARDI, ALBERTO / GANAPINI, LUIGI - Storia del- ONON, EMANUELE - La luce prima - Isbn - p. 30 l’Italia unita - Rizzoli - p. 10 AGGI, MICHELE - Archetipi del Novecento - Bi- TTOTA, ALESSANDRO - Fratelli - Coconino Press- DE MELLO BREYNER ANDRESEN, SOPHIA - Navigazio- Mbliopolis - p. 42 Fandango - p. 44 ni/Navegações - Ellis - p. 24 MAHLER, GUSTAV / STRAUSS, RICHARD - Il cammino DELLA VALENTINA, GIANLUIGI - Storia dell’ambientali- parallelo - Archinto - p. 34 smo in Italia - Bruno Mondadori - p. 8 MAISANO GRASSI, PINA - Libero. L’imprenditore che DEMARCO, MARCO - Terronismo - Rizzoli - p. 21 non si piegò al pizzo - Castelvecchi - p. 11 DI CARPEGNA FALCONIERI, TOMMASO - Medioevo mili- MARX, KARL / ENGELS, FRIEDRICH - Ideologia tedesca - ILA-MATAS, ENRIQUE - Esploratori dell’abisso - tante - Einaudi - p. 41 Bompiani - p. 20 VFeltrinelli - p. 16 DUGGAN, CHRISTOPHER - La forza del destino. Storia MASTROGREGORI, MASSIMO - Breve storia dell’ideolo- VIVANTI, ANNIE - Circe. Il romanzo di Maria Tarnow- d’Italia dal 1796 a oggi - Laterza - p. 10 gia occidentale - Marietti 1820 - p. 21 ska - Otto/Novecento - p. 45 MELANDRI, LEA - Amore e violenza - Bollati Borin- ghieri - p. 19 MISIANI, SIMONE - Manlio Rossi-Doria - Rubbettino - p. 42 ALOPPA, FEDERICO - Razzisti a parole - Laterza - MODIANO, PATRICK - Riduzione di pena - Lantana - OOLF, VIRGINIA - Notte e giorno - Nobel - p. 45 Fp. 22 p. 25 W FENELLI, LAURA - Dall’eremo alla stalla - Laterza - MOLINARI, LUCA / ROSTAGNI, CECILIA (A CURA DI) - Giò p. 41 Ponti e il Corriere della Sera - Fondazione Corriere FENIELLO, AMEDEO - Sotto il segno del leone - Laterza - della Sera-Rizzoli - p. 33 p. 35 MONESTIROLI, ANTONIO / SEMERANI, LUCIANO (A FERRANTE, ELENA - L’amica geniale - e/o - p. 28 CURA DI) - La casa. Le forme dello stare - Skira - AN, MO - Cambiamenti - nottetempo - p. 46 FILIPPINI, MICHELE - Gramsci globale - Odoya - p. 33 YYEATS, WILLIAM BUTLER - Il figlio di Cuchulain - p. 42 MONTAIGNE, MICHEL DE - Discorso sulla servitù vo- Marsilio - p. 26 FOGWILL, RODOLFO - Scene da una battaglia - Sur - lontaria - Chiarelettere - p. 9 p. 46 MORRIS, JOHN GODFREY - Get the picture - Contrasto FONTANA, GIORGIO - Per legge superiore - Sellerio - Due - p. 32 p. 30 MUNARI, TOMMASO (A CURA DI) - I verbali del mercole- FRANCESCHINI, ENRICO - Londra Babilonia - Laterza - dì. Riunioni editoriali Einaudi 1943-1952 - Einaudi - p. IZˇEK, SLAVOJ - Vivere alla fine dei tempi - Ponte al- p. 46 2 Zˇ le Grazie - p. 19 impa 1-2012 20-12-2011 15:54 Pagina 48