Francesco Tommencioni · Scritti

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Francesco Tommencioni · Scritti a cura di Giorgio Fatarella Giorgio Fatarella è nato il 14 giugno 1950 a Salaiola, un piccolo borgo del Comune di Arcidosso appartenente alla cosiddetta “area dei Poggi”, dove ha vissuto no al 1983, quando si è trasferito nel capoluogo. Ha trascorso l’infanzia a diretto contatto con quell’antica cultura di Fatarella Giorgio villaggio, da alcuni de nita dei “villani dei Poggi”, la cui economia si reggeva sulla pratica condivisa di valori civili quali la solidarietà, la di a cura collaborazione e la disponibilità relazionale che favorivano la costruzione di rapporti basati sulla reciproca ducia, amicizia e fratellanza. Ha potuto così vedere, toccare e assaggiare quel che è stato dismesso e perduto; dagli usci aperti alla carità, a quelle buie cucine che tenevano insieme le famiglie, preservandole dai contraccolpi di un millantato progresso sociale. Così come ha assistito al mutamento antropologico del villaggio, in conseguenza del processo di modernizzazione che, intorno agli anni ’60 del secolo scorso, investì anche le più remote realtà rurali. Conseguito il diploma di Geometra, dal 1970 al 2008 è stato Responsabile dell’U cio Tecnico Comunale di Arcidosso. Appassionato di ricerca storica F si dedica allo studio di David Lazzaretti e alla “Storia Locale”. Per un breve periodo ha fatto parte della redazione della rivista quadrimestrale “Amiata T Storia e Territorio”, dove ha pubblicato alcuni articoli. Ha collaborato con l’Istituto Comprensivo di Arcidosso in vari progetti e iniziative sul tema “la storia locale”. Ha pubblicato di recente “Il Libro di SALAIOLA - una storia mai scritta” edizioni Heimat, 2018. Pensionato, vive ad Arcidosso, ma continua a frequentare il villaggio natale. Scritti Centro Studi Francesco Tommencioni. Scritti Tommencioni. Francesco David Lazzaretti 20,00 Francesco Tommencioni Scritti 62 Centro Studi David Lazzaretti Francesco Tommencioni Comune di Arcidosso A cura di Giorgio Fatarella Realizzato con il contributo del Comune di Arcidosso nell’ambito delle attività del Centro Studi David Lazzaretti Scritti per il 140° anniversario della morte In copertina Foto d’epoca di Francesco Tommencioni a cura di Produzione Giorgio Fatarella C&P Adver > Mario Papalini Grafi ca Martina Purifi cato Illustrazioni Disegni a china di Giorgio Fatarella, 2002 Effi gi Edizioni Via Roma 14, Arcidosso (GR) Tel 0564 967139 wwwcpadver-effi gicom - cpadver@maccom Effi gi 2018 © Tutti i diritti riservati - All rights reserved Francesco Tommencioni Scritti a cura di Giorgio Fatarella io ateo ero e ateo sarei rimasto se non avessi incontrato David, il mio Divino Maestro! Io credo che la parola Dio esprime sempre la stessa cosa: Moto perpetuo, luce universale, causa e centro della vita e di ogni bene. Francesco Tommencioni 7 Indice Ringraziamenti 9 Presentazione, Jacopo Marini 11 Prefazione, Anna Scattigno 15 Introduzione 19 La storia minore ����������������������������������������������������������������������������������������� 21 Francesco Tommencioni 26 Gli scritti. Ricerche e trascrizioni 58 Manoscritti inediti 63 Testi a stampa 233 Postfazione 315 La singolare figura di Francesco Tommencioni: fra Socialismo e Cristianesimo! ��������������������������������������������������������������� 317 Appendice 325 Profili 327 Periodici ��������������������������������������������������������������������������������������������������� 337 Documenti 340 Archivi e Biblioteche 347 Bibliografia 348 7 9 Ringraziamenti Grazie, di cuore, al Centro Studi David Lazzaretti e a Mauro Chiappini per aver consentito la consultazione degli archivi e per l’aiuto fornito Un ringraziamento particolare a Franco Magnani, per aver permesso la con- sultazione di alcuni suoi studi e riflessioni ad oggi inediti e a Carlo Goretti per avermi aiutato nella ricerca Grazie infinite all’Amministrazione Comunale di Arcidosso, al Sindaco Jaco- po Marini, all’assessore Adriano Crescenzi, ad Antonella Quattrini, Mauro Ber- toldi, Enrico Biagioli, per la loro disponibilità e cortesia E infine uno speciale ringraziamento ad Anna Scattigno che con professiona- lità, ma anche con tanta pazienza, mi ha seguito, sostenuto e consigliato durante il mio faticoso lavoro Giorgio Fatarella 9 11 Presentazione In tutta onestà, non conoscevo Francesco Tommencioni e la sua storia Sape- vo, in maniera molto vaga, che era stato uno dei seguaci più vicini a Lazzaretti e che aveva anche ricoperto il ruolo di Capo Sacerdote della Fratellanza Giurisda- vidica In particolare, non ero al corrente della sua opera scritta che era stata con- servata con grande cura, nel corso degli anni, sia dal Centro Studi sia dai custodi dell’Archivio della Fratellanza che via via si sono succeduti La lettura dei suoi scritti mi ha fatto scoprire la vita di un uomo semplice e appassionato che, folgo- rato dall’incontro con quello che diventerà il suo grande maestro l’8 marzo 1878, cercherà in ogni momento della sua vita di contribuire al maggior bene della sua terra e della povera gente che la abitava, proprio a partire dall’inveramento di quell’alto messaggio che, come lui stesso ebbe a dire, gli aveva improvvisamente cambiato per sempre la vita Gli scritti di Tommencioni trattano soprattutto cose e fatti del suo tempo Ci aiutano a capire non solo aspetti fondamentali della vicenda lazzarettista – visto che Tommencioni fu testimone diretto degli ultimi mesi di vita di Lazzaretti e gli fu vicino anche il 18 agosto durante la tragica processione – ma anche il contesto storico, economico, sociale e culturale dove essa trasse la sua origine, elementi fondamentali per coglierne il senso profondo La raccolta degli scritti di France- sco Tommencioni è dunque un libro di storia locale Un ulteriore lavoro che ci consente di conoscere meglio il nostro passato per capire da dove veniamo, quali sono le nostre radici E per questo, con convinzione, seguendo uno specifico indirizzo di politica culturale che questa amministrazione ha seguito in questi anni, teso alla tutela e alla promozione della nostra identità, abbiamo deciso di pubblicare insieme al Centro Studi David Lazzaretti questo volume Un lavoro serio e importante reso possibile dall’impegno e dalla cura appassio- nata per le cose della nostra terra di Giorgio Fatarella, curatore di questo volume ad un anno di distanza da un altro suo prezioso testo, Il Libro di SALAIOLA Si potrebbe dire che si tratta di un libro utile soprattutto per gli amministratori del territorio Cerco di spiegarmi Ogni amministratore per svolgere al meglio il suo compito sempre più complicato – in questi tempi dove gli strumenti a disposizio- 11 ne sono scarsi ma le esigenze e a volte le pretese dei cittadini sono invece sempre maggiori – dovrebbe partire dalla conoscenza del territorio che vuole amministra- re Una conoscenza che non può essere superficiale, ma deve andare in profondi- tà, ha bisogno di studio e riflessione in particolare sulla nostra storia, più o meno recente Ringrazio quindi Giorgio Fatarella, cultore di storia locale anche dalle colonne di “Amiata Storia e Territorio” perché ci ha messo a disposizione ancora una volta uno strumento per decifrare meglio il passato al fine di orientarsi in questi tempi difficili, spesso confusi, dove la superficialità e il consumo smodato di tutto, soprattutto del tempo presente vissuto con distratta frenesia, tentano di inghiottire ciò che conta veramente nella vita Ma i contadini e pastori di Monte Labbro, “i manutentori dell’universo”, sa- pevano bene ciò che è davvero importante: la condivisione, la fiducia reciproca, l’amicizia e la fratellanza, erano a fondamento, in un modo semplice e primor- diale, di un modello economico e sociale che, come sostiene Fatarella nella sua introduzione, costituisce il terreno fertile per la nascita di una comunità che, laicamente quanto inconsapevolmente, nei suoi meccanismi di fondo, ricordava quelle del cristianesimo delle origini Un modello di società basato sulla giustizia che Francesco Tommencioni voleva diffondere quanto più possibile, con una in- genuità spontanea scevra da secondi fini che solo i sognatori sanno avere Se era possibile vivere belle e gioiose relazioni in pace a Monte Labbro condividendo il necessario in maniera comunitaria lo si poteva fare anche altrove: bisognava però adoperarsi a migliorare le condizioni di quante più persone possibile attraverso un impegno attivo e diretto in politica La politica intesa come arte nobile che ha un ruolo autonomo nella società e che è strumento necessario per modificare la realtà, in meglio Il lato politico di Tommencioni è quello che più mi affascina Mi piace questa sua combattività, anche – seppur sempre deferentemente rispettosa – quando si rivolge agli altri discepoli della Fratellanza che credevano fosse meglio avere un comportamento più “riservato” e occuparsi solo degli aspetti spirituali e religio- si dell’insegnamento del loro maestro, custodendone la memoria Me lo rende simpatico perché un po’ mi ci rivedo – mi sarà perdonata questa notazione 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    QUADRO CONOSCITIVO Ambito n°37 AMIATA PROVINCE : Siena, Grosseto TERRITORI APPARTENENTI AI COMUNI : Castiglion d’Orcia, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso, Castell’Azzara, Castel del Piano, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano OROGRAFIA L’orografia dell’ambito è caratterizzata dalla presenza del monte Amiata che domina la val d'Orcia, la val di Paglia, la piana grosse- tana e le colline senesi. La caratteristica morfologia vulcanica e la posizione geografica conferiscono al monte Amiata una grande visibilità e nello stesso tempo fanno sì che dalla cima si possa spaziare con lo sguardo per centinaia di km. Il punto di maggiore altezza (1.738 metri) è rappresentato dalla cosiddetta “Vetta”, ma il termine Amiata indica un sistema orografi- co più complesso all’interno del quale il Monte Aquilaia, il Monte Labbro e il Monte Buceto (Arcidosso), il Monte Civitella ed il Monte Penna (castell’Azzara) rappresentano i rilievi principali. Sulla vetta dell’Amiata, papa Leone XIII aveva fatto erigere agli inizi del Novecento una croce in ferro battuto, alta 22 metri, per fe- steggiare l'Anno Santo. La croce fu danneggiata durante la Seconda guerra mondiale, è stata restaurata nel 1946. IDROGRAFIA Il Monte Amiata è ricchissimo di acque, che oggi alimentano l'Acquedotto del Fiora. Lungo il piano di contatto fra le rocce permeabili – trachiti vulcaniche - e le sottostanti rocce sedimentarie eoceniche, impermeabili; si trova la linea delle sorgenti, che ha determinato la nascita degli insediamenti umani, un sistema di centri abitati che circondano la montagna sia sul versante senese che grossetano. Sull’Amiata si trovano le sorgenti dei fiumi Fiora, che nasce nei pressi del centro abitato di Santa Fiora, l’ Orcia, l’Albegna, che nasce dal versante occidentale del Monte Labbro ed il Paglia, che ad est se- para il massiccio dell’Amiata dal poggio di Radicofani.
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