Piano di Emergenza Intercomunale di Protezione Civile

Approfondimento Comune di Cassano Valcuvia

Dicembre 2015

Questo Approfondimento, in quanto parte integrante del Piano Intercomunale, deve mantenere un costante rapporto con la Relazione Generale senza la quale risulterebbe incompleto e limitato.

Piano di Emergenza Intercomunale di Protezione Civile

Responsabile Unico del Procedimento (RUP): Comunità Montana Valli del Verbano – Geom. Danilo Bevilacqua

Responsabile del Progetto e Referente Tecnico del Progetto: Comunità Montana Valli del Verbano – Geom. Fabio Bardelli

Coordinamento Amministrativo del Progetto: Comunità Montana Valli del Verbano – Sig.ra Antonella Brusamolin

Supervisione e Stesura del Piano: Dott. Pianificatore Angelo Campoleoni Iscritto all’Albo degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di , N°2479 (VA) Tel. 329.7458779 Email. [email protected] http://www.pianiemergenza.it

Piano redatto ai sensi della Legge 100/2012 e della D.G.R. n.VIII/4732 del 16 maggio 2007

Cassano Valcuvia (VA), dicembre 2015

Il trattamento dei dati personali contenuti nel presente Piano di Emergenza può essere effettuato solo ed esclusivamente per fini istituzionali, nel rigoroso rispetto di quanto stabilito dalla Legge 675/96 e successive modifiche ed integrazioni

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PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Aggiornamenti del Piano

Sequenza Aggiornamenti Data Atto di Approvazione

00 12/2012

01 12/2015

LE PARTI DEL PIANO CHE NECESSITANO DI AGGIORNAMENTO COSTANTE SONO CONTRADDISTINTE DA SOTTOLINEATURA NELL’INDICE

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Contenuto del Piano

- RELAZIONE GENERALE

- ALLEGATI GENERALI

- APPROFONDIMENTI COMUNALI:  AG - COMUNE DI AGRA  AZ - COMUNE DI  BE - COMUNE DI BRENTA  CA - COMUNE DI  CS - COMUNE DI CASSANO VALCUVIA  CT - COMUNE DI  CI - COMUNE DI  CO - COMUNE DI COQUIO TREVISAGO  CR – COMUNE DI  CU - COMUNE DI  CV - COMUNE DI  DM - COMUNE DI  DN - DUNO  FE - COMUNE DI  GM - COMUNE DI  GR - COMUNE DI  LU - COMUNE DI  MPV - COMUNE DI CON PINO E  MP - COMUNE DI  MV - COMUNE DI  OR - COMUNE DI ORINO  RV - COMUNE DI  TLM - COMUNE DI

- CARTOGRAFIA DI INQUADRAMENTO ALLA SCALA DI COMUNITA’ MONTANA: - Tavola 1: Inquadramento Territoriale, Risorse ed Infrastrutture - Tavola 2: Rischi Territoriali - Tavola 2.1: Scenari di Rischio Idraulico ed Idrogeologico - Tavola 2.3: Scenari di Incidente Chimico e da Trasporto di Sostanze Pericolose - Tavola 2.4: Scenari di Incendio Boschivo

- CARTOGRAFIA DI DETTAGLIO ALLA SCALA COMUNALE: - Tavole 1 AG – 1 TLM: Inquadramento Territoriale, Risorse ed Infrastrutture - Tavole 2.1 AG – 2.1 TLM: Scenari di Rischio Idraulico ed Idrogeologico - Tavole 2.3 AG – 2.3 TLM: Scenari di Rischio Chimico-Industriale e da Trasporto di Sostanze Pericolose - Tavole 2.4 AG – 2.4 TLM: Scenari di Incendio Boschivo

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Indice

INTRODUZIONE

1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE TAV 1 CS PAG 7

1.1 DATI GENERALI 1.2 LA POPOLAZIONE 1.3 INQUADRAMENTO URBANISTICO 1.4 LA RETE INFRASTRUTTURALE 1.5 LIFELINES- RETI DI SERVIZIO 1.6 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.7 IDROGRAFIA

2 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE PAG 21

2.1 - IL RISCHIO IDRAULICO TAV 2.1 CS PAG 22

2.1.1 ANALISI E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.1.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEI RISCHI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI 2.1.3 SCENARI DI RISCHIO IDRAULICO: ESONDAZIONE FLUVIALE 2.1.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA-PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.2 - IL RISCHIO IDROGEOLOGICO: FRANE E DISSESTI TAV 2.1 CS PAG 39

2.2.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.2.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEI RISCHI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI 2.2.3 SCENARI DI RISCHIO: FRANE E DISSESTI IDROGEOLOGICI 2.2.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.3 - IL RISCHIO CHIMICO: IMPIANTI A RISCHIO E TRASPORTO DI SOSTANZE PERICOLOSE TAV 2.3 CS PAG 49

2.3.1 IL RISCHIO CHIMICO-INDUSTRIALE 2.3.2 SCENARIO DI RISCHIO: TRASPORTO DI SOSTANZE PERICOLOSE VIA FERROVIA 2.3.3 SCENARI DI RISCHIO: TRASPORTO SOSTANZE PERICOLOSE VIA STRADA 2.3.4 LA GESTIONE DI EMERGENZE CHIMICHE: PROCEDURE OPERATIVE /MODELLO DI INTERVENTO

2.4 - IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI TAV 2.4 CS PAG 59

2.4.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.5.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEGLI INCENDI BOSCHIVI 2.5.3 SCENARI DI RISCHIO: INCENDI BOSCHIVI 2.5.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.5 - IL RISCHIO EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI PAG 64

2.5.1 PREMESSA 2.5.2 ALLERTAMENTO DEGLI EVENTI METEO ESTREMI 2.5.3 SCENARI DI RISCHIO 2.5.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.6 - IL RISCHIO SISMICO PAG 72

2.6.1 PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

2.7 - IL RISCHIO DIGHE PAG 75

2.7.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO

2.8 - EVENTI A RILEVANTE IMPATTO LOCALE E ALTRI SCENARI PAG 76

2.8.1 INQUADRAMENTO E LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO 2.8.2 EVENTI A RILEVANTE IMPATTO LOCALE 2.8.3 ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8.4 GESTIONE DELLE EMERGENZE: PROCEDURE DI INTERVENTO EMERGENZE GENERICHE

3 RISORSE COMUNALI TAV 1 CS PAG 82

3.1 LE AREE DI EMERGENZA: SPAZI E STRUTTURE 3.2 MEZZI ED ATTREZZATURE 3.3 VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE 3.4 ALTRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO 3.5 RISORSE PRIVATE E ALTRE RISORSE

4 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE: UCL/COC PAG 91

4.1 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE – UCL/COC

Le sezioni del piano relative agli Scenari sono contraddistinte dalla lettera S di colore rosso, le sezioni relative alle Procedure/Modelli di Intervento dalla lettera P di colore giallo.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Introduzione Lo scopo principale del Piano di Emergenza Intercomunale è quello di offrire al territorio delle Valli del Verbano uno strumento utile ai fini di Protezione Civile, secondo una logica di compartecipazione tra i Comuni e la Comunità Montana rispetto ad obiettivi comuni quali la prevenzione del rischio e l’organizzazione efficace e tempestiva dei soccorsi in caso di emergenza.

I pregi che un piano di livello sovracomunale porta con sé sono plurimi: la possibilità di analizzare il territorio e le componenti del rischio secondo un’ottica più ampia e d’insieme che permette, in molti casi, di svelare criticità inattese o impercettibili se analizzate alla sola scala locale e di avanzare valutazioni più complete; la possibilità di definire strategie per fronteggiare l’emergenza più idonee ed efficaci, perchè condivise e adottate da più Comuni; la possibilità di condividere risorse ed esperienze che, se messe in comune, possono sortire effetti positivi in termini di risposta all’evento e prevenzione del rischio.

Un piano di Emergenza di Protezione Civile ha, come obiettivo primario, quello dell’efficacia, al fine di garantire opportune soluzioni, sia in termini di prevenzione del rischio, sia in termini di adeguata risposta in caso di emergenza; ogni analisi, ogni azione e ogni strategia effettuata e/o definita a priori può rivestire un’importanza determinante nel momento in cui si manifesta un evento calamitoso.

Il Sistema di Protezione Civile, sia esso nazionale, regionale o locale, per essere efficiente, efficace e costruttivo, deve puntare su strategie ben definite, programmate e strutturate nel tempo quali la realizzazione appunto di strumenti di programmazione e pianificazione, la formazione degli operatori, dei tecnici e dei volontari, l’educazione dell’intera comunità locale alle tematiche del rischio, della sua prevenzione e della risposta alle situazioni di emergenza. Solamente attraverso un progetto sinergico ed integrato, che prenda in considerazione tutti gli elementi costituenti il sistema si potranno ottenere effetti positivi, migliorabili e perfezionabili nel tempo. Questo strumento cercherà di trattare, nelle sue parti, questi aspetti, secondo una logica sistemica che fa di ogni componente un elemento importante, a volte essenziale al fine di perseguire gli obiettivi.

Il Piano è stato riproposto secondo determinate caratteristiche, funzionali al suo effettivo utilizzo: uno strumento che sia aggiornabile nel tempo, implementabile, che sia utile per la Comunità Montana e per i Comuni ad essa appartenenti. Per questo motivo si è cercato di renderlo efficace per i due livelli che tratta e riunisce: quello intercomunale e quello locale. Il documento è strutturato in due sezioni distinte ma assolutamente complementari: una parte generale di Comunità Montana che comprende la relazione, gli allegati e le cartografie di inquadramento e una parte comunale composta dagli approfondimenti, tanti quanti i comuni oggetto del piano e dalle rispettive cartografie di dettaglio.

Per quanto riguarda la veste grafica è stato fatto uno sforzo affinché il documento, in tutte le sue componenti, in particolare per le parti che necessitano di rapida consultazione, risulti leggibile, chiaro e schematico.

Il Piano Intercomunale, in questo suo aggiornamento, verrà affiancato da uno strumento innovativo, un’app appositamente studiata e dedicata al territorio in esame, che consentirà di rendere il Piano uno strumento interattivo di facile diffusione e che supporterà le Strutture comunali ed intercomunali nella gestione del Servizio di protezione civile.

6 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DATI GENERALI 1.1

1 Inquadramento Territoriale TAV 1 CS

1.1 Dati Generali Comune di Cassano Valcuvia Via IV Novembre, 4 Numero di Reperibilità H24 339.7303121

Vedi numeri telefonici dei membri dell’UCL Tipologia del Territorio Comune di Fondovalle e Montano Superficie 4,03 Kmq Abitanti 668* (10/2015) Min. 240 mslm (Fondovalle) Altitudine Max. 1086 mslm (Monte San Martino) Coordinate LAT 45°55’58.28 ‘’ N Municipio (WGS ’84) LON 8°46’05.69 ‘’ E

Mesenzana NO

Grantola NE

Ferrera di Varese E Comuni confinanti Rancio Valcuvia SE

Cuveglio SO

Duno O

Distanza (stradale) da Coord. WGS ‘84 Tipologia Nome *Abitanti nucleo principale X Y Nucleo Principale Cassano V. - - - Lische 1,3 Km 45°56’27‘’ 8°46’19‘’ Crotto 1,1 km 45°56’16‘’ 8°46’17‘’ Vedi Paragr. Ca di Rocco 1,3 Km 45°56’20‘’ 8°45’43‘’ Frazioni Principali 1.2 Sotto il Sasso 0,7 km 45°55’31‘’ 8°46’00‘’ Molino Andreoni 1,5 km 45°55’36‘’ 8°46’28‘’ Monte San Martino n.d. 45°55’36‘’ 8°44’42‘’ Per la descrizione delle caratteristiche climatiche si rimanda alla Relazione Generale del Piano

7 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE LA POPOLAZIONE 1.2

1.2 La Popolazione Per quanto riguarda i dati relativi alla popolazione di Cassano V., la distribuzione per via risulta essere la seguente1: Via Residenti Over 80 Under 5 Non Autosufficienti* Localita' Azienda Spera 2 Localita' Ca De Roc 7 1 Piazza Guglielmo Marconi 11 Via Al Mulino 9 Via Campi Lunghi 22 3 Via Castello 30 2 1 Via Cesare Battisti 28 1 5 Via Dante Alighieri 31 5 2 Via Dei Crotti 13 1 Via Iv Novembre 2 Via Marco Giani 12 1 1 Via Nazario Sauro 5 Via Noga 139 5 7 Via Ospizio Del Carmelo 23 1 3 Via Pasubio 48 7 2 Via Per Ferrera 2 Via Piave 3 Via Privata A.Chiapponi 14 Via Provinciale 23 Via Roma 23 1 2 Via Roncaccio 2 Via Ronchee 51 2 4 Via San Giuseppe 30 1 2 Via Sotto Il Sasso 25 1 6 Via Trento 17 1 1 Via Trieste 27 3 1 Vicolo Costanza 9 1 Vicolo Dell'Orto 21 4 2 Vicolo Montello 23 2 5 Vicolo Parrocchiale 16 3 TOT 401 41 49 *Il Numero ed i nominativi delle persone non autosufficienti dovrà essere mantenuto in costante aggiornamento presso gli uffici comunali essendo un dato soggetto a costante cambiamento

Ecco alcuni dati aggiuntivi sulla popolazione desunti dall’ISTAT (Demo Istat – gennaio 2015)

Popolazione straniera

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1 Popolazione registrata all’anagrafe in data 10/2015

8 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO URBANISTICO 1.3

1.3 Inquadramento Urbanistico

Il territorio di Cassano Valcuvia, situato a 22 km da Varese, 10 km da Luino e 15 km da Laveno Mombello, è connotato, dal punto di vista urbanistico, dalla presenza di un unico nucleo di dimensioni significative, il centro storico di Cassano, che si sviluppa su un terrazzamento fra le quote 290 – 300 m.s.l.m. In questo nucleo insediativo sono presenti le principali strutture di servizio pubblico (il municipio, l’ufficio postale, la biblioteca, il centro di documentazione storica sulla linea Cadorna). A Cassano non ci sono strutture scolastiche attive. Insediamenti abitativi più recenti, prevalentemente costituiti da abitazioni monofamiliari o a schiera, si sono sviluppati a partire dagli anni ’60 del secolo scorso secondo alcune direttrici prevalenti, la principale delle quali è rappresentata dalla via Noga in direzione di Cantevria (Fraz. Del Comune di Rancio Valcuvia), ove sono presenti il centro sportivo comunale e l’area cimiteriale. Altri insediamenti significativi ad uso residenziale sono presenti in via Roma, principale via di collegamento al nucleo abitato di Cassano insieme alla via Noga, e in via Dante, ove sono presenti case sparse e di modesta volumetria. Dopo un progressivo abbandono del centro storico iniziato negli anni sessanta, a partire dagli anni ’80 si è invece avviato un processo volto al suo recupero, non solo ad uso turistico, ma anche ad uso abitativo permanente. Sul territorio sono inoltre presenti diverse “seconde case”, occupate solo stagionalmente o nei weekend.

Il settore comunale di fondovalle è attraversato dal percorso della SS 394, principale strada di collegamento del Comune con Luino, Cittiglio e gli altri comuni della Valcuvia, collegata al paese dalle vie Roma e Noga. Nei pressi della SS 394 è ubicata la sede operativa della Comunità Montana Valli del Verbano e sono presenti pochi insediamenti artigianali – produttivi.

Di seguito si riportano alcuni dati riferiti al censimento generale ISTAT 2011 sul territorio comunale sulle abitazioni.

Numero di edifici residenziali (valori assoluti) per epoca di costruzione 1918 e 1919- 1946- 1961- 1971- 1981- 1991- 2001- 2006 e TOT precedenti 1945 1960 1970 1980 1990 2000 2005 successivi 95 11 10 29 32 9 8 12 11 217

Tipologia costruttiva edifici residenziali muratura portante calcestruzzo armato diverso da muratura portante, calcestruzzo armato TOT 136 3 78 217

9 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETE INFRASTRUTTURALE 1.4

1.4 Rete Infrastrutturale

1.4.1 La Rete Stradale Zona di manutenzione Nome Da A Gestore Provinciale2

Strade SS 394 Cassano Valcuvia Cittiglio / Luino ANAS - principali di collegamento Via Roma Abitato di Cassano SS 394 Comune -

SS 394 via Cantevria Via Noga Abitato di Cassano Comune - (Comune di Rancio Valcuvia) La strada principale che attraversa il territorio di Cassano V. in ambito di fondovalle è la Strada Statale SS394 che, attraversando la Valcuvia-Valtravaglia, consente il collegamento diretto con Luino da un lato e Cuveglio-Cittiglio- Varese dall’altro. E’ una strada caratterizzata da traffico elevato.

Non sono presenti strade di livello Provinciale, le strade che consentono l’accesso al nucleo abitato principale, Via Roma e via Noga, sono gestite dal Comune. Sono strade esposte, in alcuni punti (in particolare il tratto iniziale di via Roma) a rischio interruzione per la presenza, a monte di esse, di versanti soggetti a dissesto, in particolare crolli e caduta massi.

1.4.2 La Rete Ferroviaria

Cassano V. non è attraversata da percorsi ferroviari, la distanza minima del proprio territorio dalla linee più vicine è di circa 10Km.

1.4.3 Trasporto pubblico su gomma

Il Consorzio Trasporti Pubblici Insubria gestisce il trasporto pubblico via bus, effettuato per conto delle società Autolinee Varesine. Le linea che interessa il Comune di Cassano è la seguente: - Luino – Cittiglio - Laveno (Linea N15) – Autolinee Varesine Gli orari delle linee gestite dal Consorzio Trasporti Pubblici Insubria sono consultabili al sito: www.civabus.it .

1.5 Lifelines – Reti di Servizio

2 I numeri di reperibilità dei responsabili per zone della manutenzione delle strade provinciali sono inseriti all’interno degli Allegati del Piano

10 PIANO DI EMERGENZA INTERCO MUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETI DI SERVIZIO 1.5

1.5 Lifelines – Reti di Servizio3 Tav Pugss

1.5.1 Rete e Punti per l’Approvvigionamento Idrico: Acqua Potabile

Pur essendo presenti in territorio di Cassano V. numerose sorgenti e pozzi (vedi elenco sottostante) la rete di approvvigionamento idrico del comune è alimentata da 3 sorgenti (Madonnina 1 e 2 e Valpiviosa). Sono presenti, nell’ambito di fondovalle numerosi pozzi privati.

“La rete idrica e caratterizzata dalla presenza di tre bacini di raccolta ubicati a quote differenti. - Il bacino “Val Piviosa” ha una capienza di 20 mc ed è ubicato in corrispondenza della sorgente Val Piviosa. All’interno del bacino è installato un impianto di debatterizzazione; - Il serbatoio “Coort” con capienza 280 m3 e ubicato nel settore altimetricamente più elevato del territorio comunale e raccoglie le acque trattate provenienti dal bacino “Val Piviosa”; - Il serbatoio della “Madonnina” e posto in corrispondenza delle omonime sorgenti. Ha una capienza di 300 mc ed e dotato di impianto di debatterizzazione. I bacini fanno parte della stesso circuito acquedottistico, che sfrutta il dislivello altimetrico per la distribuzione delle acque (a caduta).” Sorgenti e Pozzi 4 Sorgente Pubblico/Priv N° Comune Località Denominazione Tipologia / Pozzo ato 1 Sorgente Cassano Valcuvia Pressi del Convento di Madonnina 1 Potabile Pubblico Carmelo 2 Sorgente Cassano Valcuvia Pressi del Convento di Madonnina 2 Potabile Pubblico Carmelo 3 Sorgente Cassano Valcuvia Monte San Martino Valpiviosa 1 Potabile Pubblico 4 Sorgente Cassano Valcuvia Monte San Martino Valpiviosa 2 Potabile - inattiva Pubblico 5 Sorgente ? ? ? Potabile Pubblico 6 Sorgente ? ? ? ? Pubblico 7 Sorgente Cassano Valcuvia Strada Alborina Strada Alborina Potabile - inattiva Pubblico 8 Sorgente Cassano Valcuvia Sass Cadrega Sass Cadrega ? (Probabilmente Pubblico potabile) 9 Sorgente Cassano Valcuvia Del Convento Del Convento Potabile inattiva Pubblico 10 Sorgente Cassano Valcuvia Del Convento Del Convento Potabile inattiva Pubblico 21/1 e Pozzo Cassano Valcuvia Via Provinciale, 309 Materis Coating Industriale Privato 21/3 Italia 21/2 Pozzo Cassano Valcuvia Via Provinciale, 309 Materis Coating Industriale Privato Italia (antincendio) 22 Pozzo Cassano Valcuvia Via per Ferrera, 50 Az. Agricola Potabile Privato Cavallino Bianco 23 Pozzo Cassano Valcuvia Lische Agrit. Somenzi Potabile Privato 24 Pozzo Cassano Valcuvia Via Provinciale, 1290 Musso Salvatore Potabile Privato 25 Pozzo Cassano Valcuvia Prato dei Salici Lago dei Salici Potabile Privato 26 Pozzo Cassano Valcuvia Ca de Rocc Ca de Rocc Srl Potabile Privato 27 e 28 Pozzo Cassano Valcuvia Ca de Rocc Vivaio Floralpe Irriguo e igienico Privato sanitario

3 Informazioni tratte dal PUGSS del Comune di Cassano V. – Arch. Pasquè e Idrogea Servizi Srl 2012

4 Tratto dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. Davide Fantoni – Studio Idrogeotecnico associato A. Ghezzi – Anno 2009 -

11 PIANO DI EMERGENZA INTERCO MUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETI DI SERVIZIO 1.5

1.5.2 Rete del Gas

L’attuale Gestore della Rete per la fornitura del Gas Metano per il Comune di Cassano V. è Italgas. Non tutte le località sono raggiunte dalla rete di gas metano, sono presenti pertanto depositi di GPL lungo il territorio montano. E’ presente, a ridosso della SS394, in ambito di fondovalle una rete SNAM a media pressione che garantisce l’approvvigionamento del gas al nucleo di Cassano. 1.5.3 Rete Fognaria e Depurazione

Il territorio comunale risulta servito dalla rete fognaria per gran parte delle utenze. La rete fognaria colletta i propri scarichi nel depuratore di Ferrera, gestito dalla società Prealpi Servizi Srl. 1.5.4 Rete Elettrica

“La rete elettrica si sviluppa con l’ausilio di linee aeree ed interrate. Dalle informazioni disponibili si evidenzia la maggior presenza di linee aeree. Al fine di rendere la cartografia prodotta più chiara e comprensibile sono stati riportate in carta entrambe le tipologie di linee. Dal punto di vista funzionale la rete elettrica relativa al centro abitato si sviluppa interamente in bassa tensione (Linea BT). L’approvvigionamento e garantito dalla presenza di una dorsale aerea in media tensione (Linea MT) che si sviluppa lungo la S.S. 394. Lungo tale dorsale sono ubicate diverse cabine di trasformazione media tensione – bassa tensione da cui si originano (oltre all’allacciamento relativo al centro storico) gli allacciamenti della zona industriale ubicata tra il torrente Rancina e la Strada Statale. Le tratte di distribuzione in bassa tensione sono provviste di numerose linee minori atte a garantire l’approvvigionamento di energia elettrica per le varie utenze domestiche.”

I numeri telefonici dei Gestori delle Reti Comunali di Servizio sono inseriti nella Scheda UCL al Capitolo 4

12 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.6

1.6 Inquadramento Geomorfologico5

Il territorio comunale di Cassano Valcuvia è caratterizzato dalla presenza dei seguenti ambiti: il settore montano, il settore di versante (raccordo tra i rilievi e la piana) e il settore di piana. I versanti del settore Montano, culminanti nelle cime del Monte San Martino (1084 m.) e del Sasso Cadrega (850 m.), sono caratterizzati da pareti rocciose di altezza anche superiore ai 100 m., localmente interrotte da spianate lito-strutturali (es. Villa San Giuseppe). Data l’elevata energia di rilievo la morfogenesi è dominata da processi gravitativi, che producono detrito, localmente abbondante dovuto a crolli di singoli massi o di massa. In questo settore sono inoltre molto diffusi i fenomeni carsici, sia superficiali che profondi. Nel settore di versante alle forme di controllo lito-strutturale si sovrappongono le morfologie tipiche del modellamento glaciale, con addolcimento del profilo per ricoprimento diffuso del basamento e formazione di piane e versanti terrazzati. Questo ambito può essere suddiviso in tre settori: 1) A sud del rio Fregett prevale fino a quota 475 m. circa un versante boscato regolare, ad acclività media, con copertura diffusa di depositi glaciali. Sopra i 475 m. ricompaiono pareti rocciose sub-verticali, solcate da brevi valli ad andamento trasversale di origine strutturale che interrompono la continuità di versante; 2) Un settore centrale, limitato a nord dal rio di Casarivo, in buona parte corrispondente a paleo frane di crollo. Al di sotto dei 425 m. di quota la paleofrana è rimobilizzata da fenomeni di creep che portano ad una diffusa instabilità, manifestata da lesioni a strutture antropiche e da modificazione di micro e mesoforme naturali; 3) A nord del Rio di Casarivo prevale un versante mediamente acclive, articolato in aree sub pianeggianti o a bassa inclinazione, raccordate da ripidi tratti. Il substrato affiora frequentemente, in particolare nelle culminazioni e lungo il Rio Casarivo, al di sotto della copertura glaciale. Il versante si raccorda direttamente al fondovalle con pareti acclivi, localmente rocciose e sub verticali, di altezza di una o più decine di metri. In corrispondenza del settore 1) (Noga – Cassano), tra il versante e il fondovalle si interpongono piane terrazzate, costituite prevalentemente da depositi glacigeneci: - la piana di Cassano, in corrispondenza del centro abitato di Cassano, tra quota 295 – 290 m.; - il terrazzo di Cassano che si innesta sulla precedente piana a quota 285 m.; - la piana di Noga a quota 265-270 m., limitata verso sud dal conoide del Rio , che si raccorda al fondovalle con scarpate a bassa pendenza; - il conoide del Rio Boesio, in stato inattivo per quanto concerne il settore facente parte del territorio comunale di Cassano Valcuvia.

L’ambito di fondovalle delimita a est il territorio comunale, costeggiando l’intero versante sovrastante. Si tratta della piana edificata del Torrente Rancina. All’altezza della Loc. Lische alla piana si raccorda, in completa continuità morfologica, il conoide del Rio di Casarivo, la cui porzione distale racchiude numerosi specchi d’acqua di origine artificiale, alimentati e drenati da una complessa rete di canali.

Il territorio di Cassano Valcuvia presenta diverse situazioni di dissesto rilevante, messe adeguatamente in evidenza dalla relazione geologica e censite grazie ad un’attenta attività di rilievo geomorfologico diretto sul territorio; alcuni

5 Tratto dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. Davide Fantoni – Studio Idrogeotecnico associato A. Ghezzi – Anno 2009 -

13 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.6 dissesti hanno causato danni significativi ad abitazioni ed elementi antropici e risultano essere ancora in stato attivo e richiedono quindi un attento monitoraggio. Un dissesto significativo è presente sul versante orientale del Monte San Martino ed è stato oggetto di uno specifico studio nel 2004 da parte di un gruppo di professionisti e progettisti (Carimati et Al. 2004). Il dissesto è assimilabile ad un fenomeno di creep ed ha interessato un settore caratterizzato da una bassa densità abitativa ove sono principalmente presenti abitazioni private. La parte settentrionale del versante a est di Noga è caratterizzato da instabilità superficiale diffusa. E’ presente un solco di erosione accelerata innescato dalle acque piovane. Il settore montano del territorio comunale è interessato dalla presenza di aree soggette a crolli, che si originano principalmente dal “basso versante del San Martino a ovest di Noga” (versante che sovrasta la via Noga ove sono presenti perlopiù abitazioni monofamiliari) e dalle pareti dell’ “alto versante orientale del monte San Martino e del Sasso Cadrega). Alcune aree di fondovalle sono invece soggette ai fenomeni alluvionali causati dalle esondazioni del Torrente Rancina, del torrente Fermona e del Rio Casarivo.

Una descrizione puntuale delle aree caratterizzate da fenomeni franosi e di dissesto idrogeologico è compresa all’interno del Capitolo 2 – Analisi e Valutazione del Rischio - parte 2 – Il Rischio Frane e Dissesti Idrogeologici.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

1.7 Idrografia

1.7.1 Corsi d’Acqua

Reticolo Idrico Principale

COD Denominazione

VA 008 Fiume

VA012 Torrente Rancina

I principali corsi d’acqua che attraversano il territorio di Cassano Valcuvia sono il fiume Margorabbia ed il suo principale affluente, il torrente Rancina, l’uno rappresenta la prosecuzione naturale dell’altro, essi scorrono in un ambito di fondovalle. Il torrente Rancina segna, per un tratto del percorso, i confini tra Cassano ed i comuni di Ferrera di Varese e di Rancio Valcuvia. Si tratta degli unici corsi d’acqua appartenenti al Reticolo Idrico Principale la cui competenza gestionale è in capo allo STER di Regione Lombardia. Il torrente Rancina ha origine dalle pendici del Campo dei Fiori, in comune di Castello Cabiaglio e dopo un lungo percorso si immette nel fiume Margorabbia in comune di Ferrera di Varese. Il Margorabbia invece è il principale tributario del fiume , nasce in e dopo aver percorso un tratto montano, attraversa la Valtravaglia sfociando nel Tresa all’altezza di -Luino; il tratto che interessa il comune di Cassano Valcuvia si pone a valle della cascata di Ferrera, punto di captazione di una derivazione idroelettrica, che restituisce le portate a valle della confluenza con il T. Rancina Nell’ambito del territorio comunale il percorso dei torrenti risulta rettificato e arginato. Nei pressi della Loc. Molino Andreoni, il Rio Boesio si immette nella Rancina, in comune di Rancio Valcuvia, nelle immediate vicinanze del confine comunale di Cassano Valcuvia.

Per i dettagli sugli scenari di Rischio Idraulico si rimanda al Capitolo 2.1.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO PRINCIPALE FIUME MARGORABBIA COD - VA008

Descrizione Generale Il fiume Margorabbia è Il principale corso d’acqua tributario del fiume Tresa. Nasce in Valganna, si snoda lungo la Valtravaglia e termina il proprio corso a Germignaga, a poche centinaia di metri dalla foce del Tresa. Attraversa il territorio di Cassano in ambito di fondovalle al confine con Ferrera di V. area soggetta a ristagni idrici ed allagamenti ma che risulta perlopiù non urbanizzata. Estensione Pendenza Bacino di Lunghezza Comuni attraversati Quota Foce lineare media bacino appartenenza complessiva tratti Massima abitati 18,7 km 2 % Fiume Tresa 600 m circa in comune Luino 1226 mslm Fiume Tresa di Cassano Germignaga, (Valganna) (199 m. - Luino) Valtravaglia, Montegrino V. , Grantola Cassano Valcuvia Rancio Valcuvia Ferrera di Varese Castello Cabiaglio Eventi alluvionali passati6 Data evento Località Evento Descrizione danni 16/06/1901 Esondazione Danni ai ponti 07/08/1912 Tra Bosco e Grantola Esondazione+ Frana Interruzione della strada 23/09/1932 Esondazione Margorabbia e affluenti, frane Danni alle strade per Luino e Grantola interrotte per frane 07/07/1940 Cucco Esondazione Esondazione 06/11/1963 Esondazione Danni generici Criticità riscontrate lungo il percorso Presenza di aree abitate a rishcio allagamento e in aree caratterizzate da depressione del terreno Interventi di regimazione Opere di difesa spondali tratto fondovalle Tratti tombinati - Portate critiche stimate del torrente mc/sec 7 T=30 anni T=200 anni T=500 anni 79 83 86 Tempo di corrivazione stimato 3,71(3 h e 42 min.)

6 serie storica 1880-1997, dei quali vi è memoria scritta, inclusi nell’elenco del “censimento delle zone inondate in passato”, riportato nel Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione dei Rischi della Provincia di Varese aggiornati con eventi più recenti 7 valori di portata riportati nella relazione del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione di Protezione Civile - Rischio, calcolati per nella sezione idraulica ubicata in località Cucco.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO PRINCIPALE8 TORRENTE RANCINA COD VA012

Descrizione Generale Affluente principale del Fiume Margorabbia, vi si immette in prossimità dell'abitato di Ferrera di Varese. Raccoglie le acque della porzione orientale del versante Nord del Campo dei Fiori e del Monte Mondonico e la parte Sud-Est del Monte San Martino. Ha carattere torrentizio e montano. I principali affluenti sono il Torrente Sarese, il Torrente Valle del Molinacico, il Rio Valmolina e il Rio Boesio. Nella parte alta del suo corso il torrente presenta numerose ramificazioni. Attraversa il centro abitato di Rancio Valcuvia dove l'alveo presenta opere di regimazione. Non presenta tratti tombinati. Dal confronto col catastale si evidenzia la deviazione del torrente in loc. San Giuseppe (Cassano Valcuvia) e Mulino Andreoni (Rancio

Valcuvia). Estensione Pendenza Bacino di Lunghezza Comuni Quota Foce lineare Media appartenenza complessiva attraversati Max in tratti abitati 8946 m 28% Fiume 709 m (in Cassano 1100 Fium Margorabbi comune di Valcuvia mslm e a Rancio Rancio Marg Valcuvia) Valcuvia orab bia - Ferrera di 244 Varese mslm Castello Cabiaglio

Eventi alluvionali passati Data evento Località Tipologia Descrizione evento danni Anni ‘709 Fondovalle / Esondazion n.d. Molino e Andreoni Criticità riscontrate lungo il percorso A valle della confluenza con il Rio Boesio: aree golenali soggette ad esondazioni (TR200) e non circoscritte, con presenza di materiale solido in deposito e rimobilizzabile. Possibile esondazione del Torrente in territorio di Cassano V. in caso di eventi alluvionali con TR=200 anni. Opere di difesa Arginatura continua Tratti tombinati No Portate del Torrente T=10 anni T=200 anni Portata di magra 81 mc/sec 172 mc/sec 130 l/sec (flusso minimo vitale)

8 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro) e dallo “Studio Geologico, Idrogeologico e Idraulico del Territorio a Supporto del Piano di Sviluppo Socioeconomico “ – Comunità Montana della Valcuvia, 2000 , (Studio Tecnico Associato Geologia) 9 Dopo gli interventi di rettificazione, riprofilatura dell’alveo e arginatura continua, realizzati negli anni ’70, il torrente non risulta essere più esondato.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

Reticolo Idrico Minore10

In territorio di Cassano Valcuvia sono presenti diversi corsi d’acqua, appartenenti al reticolo idrico minore, corrispondenti a valleggi connotati da regime spiccatamente torrentizio o a rogge che attraversano i terrazzamenti e le zone pianeggianti. I torrenti montani attraversano ambiti perlopiù boschivi, caratterizzati da pendenze elevate, territori impervi e aree soggette a dissesto, per tali ragioni il rischio idrogeologico connesso ad una loro azione deve essere attentamente valutato anche nell’ottica di prevenire il rischio e presidiare gli ambiti montani.

Denominazione

Rio delle Fontanelle o Rio Fregett

Roggia della Fontana

Rio Casarivo o Torrente Rigona

Torrente Margorabbia Vecchio

RETICOLO IDRICO MINORE Rio delle Fontanelle o Rio Fregett

Descrizione Generale Affluente del Rio Boesio, scorre a partire dal basso versante Est del Monte San Martino sino alla confluenza con il Rio Boesio in Località Molino Andreoni, Comune di Cassano Valcuvia. Ha carattere montano e torrentizio a monte del centro abitato, mentre a valle dello stesso è pianeggiante. I rami 5 e 5/1 risultano tombinati lungo i tratti che attraversano i centri abitati. Estensione lineare Bacino di Lunghezza complessiva Comuni Quota Quota Sbocco appartenenza in tratti abitati attraversati Massima Minima 2094 m Rio Boesio 103 m. (interseca la Cassano 560 mslm 254 Rio Boesio via Noga) Valcuvia mslm Eventi alluvionali passati

Allagamenti di via Noga

Criticità riscontrate lungo il percorso

a) Tratto immediatamente a monte del centro abitato di Cassano Valcuvia: criticità legate alla presenza di tombinature, materiale in deposito e dissesti lungo le sponde. b) Tratto a valle del centro abitato di Cassano Valcuvia: criticità legate alla presenza di tombinature, materiale in deposito e dissesti lungo le sponde. c) Tratto a monte del tratto coperto: criticità legate ad insufficienza idraulica per TR 200 anni, con presenza di materiale solido in alveo. Tratti tombinati

In corrispondenza dell’abitato.

10 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro).

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO MINORE Roggia della Fontana

Descrizione Generale

Affluente del Torrente Margorabbia, scorre partendo appena a monte dell'abitato di Cassano Valcuvia sino alla confluenza con il Fiume Margorabbia, in Comune di Cassano Valcuvia ed ha carattere montano e torrentizio. Il ramo 16a è costituito da rogge che scorrono lungo il fondovalle. Il corso d'acqua risulta tombinato nel tratto che attraversa il centro abitato di Cassano e nel tratto in prossimità all'immissione nel F. Margorabbia. Estensione lineare Bacino di Lunghezza Comuni Quota Quota Sbocco appartenenza complessiva in tratti attraversati Massima Minima abitati 880 m Fiume 275 m. (centro Cassano 326 mslm 237 mslm Fiume Margorabbia abitato) Valcuvia Margorabbia Eventi alluvionali passati

Versante a monte dell’abitato di Cassano interessato da allagamenti (via Dante)

Criticità riscontrate lungo il percorso

Punto di immissione tratto tombinato e versanti a monte soggetti a frane

Tratti tombinati

RETICOLO IDRICO MINORE Rio Casarivo o Torrente Rigona

Descrizione Generale

Affluente del Torrente Margorabbia, scorre a partire dalle pendici del Sasso Cadrega sino alla confluenza con il Fiume Margorabbia in Località Lische. Ha carattere montano e torrentizio. Il torrente non presenta tratti tombinati di rilievo. Attraversa la frazione Crotto a cielo aperto. Estensione lineare Bacino di Lunghezza Comuni Quota Quota Sbocco appartenenza complessiva in tratti attraversati Massima Minima abitati 2254 m Fiume 200 m. (centro Cassano 730 mslm 237 mslm Fiume Margorabbia abitato) Valcuvia Margorabbia Eventi alluvionali passati

Si, presso la confluenza in destra Rancina, all’altezza della Loc. Lische

Criticità riscontrate lungo il percorso

Tratto a valle del centro abitato ed attraversamento S.S. n° 394 bis: criticità dovute alla presenza di dissesti e di materiale in deposito. Tratti tombinati

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO MINORE Torrente Margorabbia Vecchio

Descrizione Generale Il corso d'acqua si origina a monte della Loc. Ronchetti, Comune di . Dopo aver attraversato il territorio comunale di Ferrera di Varese, attraversa il comune di Cassano Valcuvia per immettersi nel Fiume Margorabbia. L'asta fluviale ricade per la maggior parte in territorio di Cunardo e Ferrera, solamente la porzione terminale, posta sul fondovalle della Valcuvia, si trova in comune di Cassano. In questo tratto non presenta tombinature e non attraversa centri abitati. Estensione Bacino di Lunghezza Comuni Quota Massima Quota Sbocco lineare appartenenza complessiva in tratti attraversati Minima abitati

2669 m Fiume 410 m. (Ferrera di Cassano Valcuvia 517 mslm 240 mslm Fiume Margorabbia Varese) Margorabbia Ferrera di Varese Cunardo Eventi alluvionali passati

Allagamenti lungo la piana e per innalzamento della falda freatica

Criticità riscontrate lungo il percorso

No Tratti tombinati

No

1.7.2 Bacini idrici e Dighe

All’interno del territorio comunale, in ambiti di confine con i Comuni di Grantola, Mesenzana sono presenti alcuni laghetti artificiali destinati alla pesca sportiva. L’utilizzo ai fini antincendio è sconsigliata e può avvenire solamente previo accordo con i gestori dei bacini.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE PREMESSE 2

2 Rischi, Scenari, Allertamento e Procedure

Struttura del Capitolo

Il capitolo 2, rappresenta il cuore del Piano di Emergenza, raccoglie al proprio interno, per favorire una lettura schematica ed operativa del piano, suddivise per tipologia di Rischio, le seguenti sezioni:

a. Analisi e Mappatura dei Rischi, b. Allertamento (per i rischi prevedibili) e Monitoraggio, c. Scenari di Rischio, d. Procedure Operative/Modelli di Intervento.

Per quanto riguarda l’introduzione ai concetti di Rischio, Esposizione e Vulnerabilità, si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.

Per quanto riguarda l’introduzione all’organizzazione e alla denominazione delle Strutture Operative, al ruolo dei componenti si rimanda al Capitolo 4 del presente Approfondimento e della Relazione Generale.

Le parti descrittive generali, riferite alle varie tipologie di rischio, sono state inserite all’interno della Relazione Generale del Piano, essendo parti di tipo perlopiù nozionistico che riguardano tutti i Comuni oggetto del piano. Nella Relazione Generale inoltre, si è cercato di offrire il quadro analitico e sintetico dei rischi alla scala intercomunale, non tralasciando l’intento primario di questo Piano che è appunto quello di offrire uno strumento di protezione civile di livello sovracomunale. All’interno degli Approfondimenti si è cercato di dare risalto, in modo schematico, soprattutto agli aspetti locali e maggiormente operativi. Tale schematizzazione limita la dispersione testuale e aiuta a ricercare l’informazione in modo più rapido e mirato.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

2.1 Il Rischio Idraulico TAV 2.1 CS

2.1.1 Analisi e Mappatura del Rischio

Il comune di Cassano Valcuvia è soggetto a rischi di natura idraulica in seguito a fenomeni di esondazione del torrente Rancina e del fiume Margorabbia in ambito di fondovalle (rischio molto basso per presenza di territorio non urbanizzato). Sono inoltre soggetti ad allagamento, per esondazione di torrenti e rogge appartenenti al reticolo idrico minore, alcuni ambiti urbanizzati.

Per la descrizione sulle caratteristiche e la natura del Rischio Idraulico si rimanda alla Relazione Generale del Piano, Capitolo 2.1.

Per quanto riguarda la descrizione del fiume Margorabbia e del torrente Rancina si rimanda al Capitolo 1.7 del presente Approfondimento.

Esondazione dei corsi d’acqua appartenenti al Reticolo Idrico Principale

Gli studi di riferimento che sono stati presi in esame per la definizione delle aree esondabili riferite al torrente Rancina e al fiume Margorabbia sono: - Le carte del Rischio del PTCP della Provincia di Varese; - Lo Studio geologico del territorio comunale a supporto del PGT; - Lo Studio geologico, idrogeologico e idraulico redatto per conto della ex Comunità Montana della Valcuvia del 2000; La “Carta del Rischio” RIS 1 del PTCP non individua aree connotate da una pericolosità idraulica elevata o molto elevata.

Lo relazione dello Studio geologico del territorio comunale sottolinea che, a seguito dei lavori di regimazione del torrente Rancina (interventi di difesa idraulica iniziati negli anni ’70 ed effettuati anche di recente nei pressi della pista ciclabile) non si sono più verificate esondazioni. La Relazione richiama inoltre lo “Studio geologico, idrogeologico e idraulico”, parte del P.S.S.E. della ex Comunità Montana della Valcuvia del 2000, che prevede due aree di possibile esondazione del torrente: - un’area ubicata nei pressi della Loc. Molino Andreoni che si sviluppa parallelamente al corso della Rancina per circa 300 m. dove è presente un’abitazione; - un’area ubicata invece più a nord.

Dall’esame di tali aree di esondazione risulta un Foto – Ponte della strada ciclabile nei pressi della confluenza del Rio Fregett nel Rio loro possibile alluvionamento in caso di eventi di Boesio. A sinistra, l’abitazione presente in Loc. Molino Andreoni. piena con tempi di ritorno molto lunghi.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Un’eventuale esondazione del torrente in sponda idrografica sinistra non recherebbe rilevanti conseguenze e potrebbe essere favorita:

• dalla presenza dell’argine, molto più rialzato in sponda idrografica destra, piuttosto che in sponda idrografica sinistra, ove è presente la pista ciclabile; • dall’ansa del torrente posta appena a valle del ponte in Loc. Il Casone (Comune di Rancio Valcuvia).

Nella fascia a rischio di esondazione desunta dalla modellazione idraulica condotta dallo “Studio geologico, idrogeologico e idraulico” della ex Comunità Montana della Valcuvia, relativa ad un evento alluvionale connotato da un tempo di ritorno pari a 200 anni, ricadono il tracciato della pista ciclabile nel tratto compreso tra la Loc. Molino Andreoni e l’attraversamento della SS 394, e l’abitazione posta sempre in Loc. Molino Andreoni nei pressi della confluenza del Rio Fregett nel Rio Boesio.

La relazione dello Studio geologico del territorio comunale segnala inoltre altre criticità idrauliche:

- un possibile allagamento (già verificatosi in passato) alla confluenza del Rio di Casarivo nel Torrente Rancina in Loc. Lische; - la possibile esondazione del torrente Fermona (torrente indicato nello Studio del Reticolo Idrico Minore con l’idronimo di Torrente Margorabbia Vecchio); - la chiusura di alcuni sottopassi della SS 394, sempre nei pressi della Loc. Lische che determinerebbe effetti di spaglio delle acque da parte di ruscelli minori, con possibile allagamento della carreggiata della statale.

Immagine tratta dalla Tav. 5 dello Studio geologico del territorio comunale – Le aree “esondabili” da parte del Rio Casarivo in Loc. Lische e da parte del T. Fermona sono tratteggiate con linee azzurre diagonali. Più a sinistra (ovest), le aree soggette a spaglio da parte di ruscelli in prossimità della carreggiata della SS 394, perimetrate con linee diagonali color verde acqua.

Simili allagamenti dovuti allo spaglio dei torrenti si possono inoltre verificare anche in Comune di Mesenzana, a poca distanza dal confine comunale con Cassano Valcuvia.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Allagamenti localizzati per esondazione di torrenti minori La presenza di corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore che attraversano dapprima ambiti montani e quindi il centro abitato di Cassano e le proprie infrastrutture, fa sì che sussistano rischi di natura idraulica soprattutto nei punti di intersezione dei torrenti, in particolare nei punti in cui questi subiscono restringimenti di sezione e laddove risultano intubati nel sottosuolo.

Diversi episodi di allagamento localizzato si sono verificati negli anni passati, anche nel novembre 2014 a causa dello straripamento dei torrenti minori, in particolare in via Dante a monte del centro di Cassano e in via Noga.

Novembre 2014 – Cassano V. - Allagamento di via Dante - zona Lavatoio per esondazione di torrente minore

Punti critici sono stati individuati in via Noga, nei punti in cui i torrenti sono stati intubati nel sottosuolo per garantirne l’attraversamento stradale (vedi foto sottostanti). Altro punto è presente all’altezza di via Pasubio.

Cassano V. – via Noga - punti critici di immissione nel sottosuolo (tratti intubati) di torrenti minori (alveo di destra risulta pulito a seguito di lavori effettuati dalla Comunità Montana)

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

2.1.2 Allertamento e Monitoraggio dei Rischi Idraulici e Idrogeologici

Sistema Regionale di Allerta

La Regione Lombardia, ha approvato, con D.G.R. 22 dicembre 2008 n.8/8753 e riformato con la D.G.R. n. X/4599 del 17-12-2015, la Direttiva Regionale sull’Allertamento ai fini di protezione civile.

La gestione dell’allerta a livello regionale avviene essenzialmente secondo 2 fasi:

a) Una fase previsionale che è finalizzata alla previsione degli effetti al suolo, determinati da fenomeni meteorologici potenzialmente critici, che possono dar luogo a eventi calamitosi di interesse di protezione civile. Per consentire alle componenti di protezione civile di mettere in campo azioni di contrasto efficaci in tempo utile, la previsione si attua con tempi di preavviso di 12/36 ore. Si articola in un’analisi dei dati meteorologici e in una previsione dei fenomeni atmosferici, mediante modellistica numerica, riassunta nei parametri fisici più indicativi. Questa attività, che produce un Bollettino di vigilanza meteorologica (previsione del pericolo), è assicurata dal Servizio meteorologico di ARPA Lombardia, di seguito ARPA-SMR, e può portare all’emissione di un Avviso di Condizioni Meteo Avverse indirizzato all’U.O. Protezione civile della Giunta regionale. A seguito dei suddetti documenti, il personale della Struttura Gestione delle emergenze assegnato alle attività del Centro funzionale di monitoraggio dei rischi e sistema di allertamento, unitamente al personale tecnico che presidia le attività in sala operativa di protezione civile, di seguito “gruppo tecnico del Centro funzionale attivo nella sala operativa regionale di protezione civile (UO PC)” elabora, con l’ausilio di modellistica (anche speditiva) idrologica-idraulica e specifica per le diverse tipologie di rischio, la previsione degli effetti al suolo che sono riepilogati in un AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE, che contiene: periodo di riferimento, sintesi meteo, zone omogenee interessate, livello di criticità atteso, indicazioni operative e indicazione del livello di operatività in cui si deve porre il sistema regionale di protezione civile interessato dall’emissione AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE.

b) Una Fase di Monitoraggio che è finalizzata a verificare l’evoluzione dei fenomeni meteorologici e ad aggiornare la previsione degli effetti al suolo; in tale attività sono sviluppate anche previsioni a breve e brevissimo termine (nowcasting) allo scopo di mettere a disposizione, con la massima tempestività possibile, aggiornati scenari di rischio. Queste attività sono assicurate dal predetto gruppo tecnico del Centro funzionale attivo nella sala operativa regionale di protezione civile (UO PC), mediante l’osservazione dei dati strumentali e l’utilizzo di modellistica numerica idrologica e idraulica, anche speditiva. Tali attività danno luogo all’emissione di BOLLETTINI DI MONITORAGGIO e, per le situazioni più gravi e frequenti, danno luogo anche all’emissione di AVVISI DI CRITICITA’ LOCALIZZATI che, in analogia alla precedente tipologia di AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE, contengono, per lo specifico scenario di rischio considerato: periodo di riferimento, sintesi meteo, zone omogenee interessate, valutazione del livello di criticità atteso e indicazione dello stato di operatività in cui si deve porre il sistema di protezione civile interessato dallo scenario. A tale attività concorrono altresì i Presìdi territoriali, secondo le specifiche descritte nei piani d’emergenza o atti equivalenti, anche mediante l’osservazione diretta dei fenomeni precursori. Nell’attività di sorveglianza ci si può avvalere dei dati forniti dalla rete regionale di monitoraggio visibili sul sito web istituzionale di Protezione civile di Regione Lombardia

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

PRESIDI TERRITORIALI

Si tratta di tutti quei soggetti che svolgono attività di sorveglianza e presidio del territorio e attuano, se del caso, le prime azioni mirate alla difesa e conservazione del suolo e delle strutture antropiche presenti, e concorrono quindi a contrastare, o quantomeno circoscrivere e ridurre danni a persone, beni e ambiente, causate da eventi naturali avversi. Nell’ambito dei propri compiti, è richiesto che i Presìdi territoriali si informino autonomamente sullo stato di allerta in corso, verificando almeno quotidianamente su uno dei canali informativi messi a disposizione da Regione l’avvenuta pubblicazione degli AVVISI DI CRITICITA’ e relativi aggiornamenti emessi.

I Comuni (compiti)

• Le Strutture tecnico-operative comunali sono Presidio territoriale idraulico sul reticolo minore individuato con D.G.R. n. 8127/2008, D.G.R. n. 1001/2010, D.G.R. n. 2591/2014, D.G.R. n. 3792/2015.

• Sono altresì Presidio territoriale idrogeologico, in quanto sono tenuti ad ottemperare alle vigenti disposizioni regionali in materia di pronto intervento ai sensi del comma 110 articolo 3 della legge regionale 1/2000.

• Ai sensi dell’articolo 15 della legge 225/1992, integrata dalla legge di conversione 12 luglio 2012, n. 100, dell’articolo 2 della legge regionale 16/2004 e dell’articolo 108 del decreto legislativo 112/1998, nonché ai sensi degli articoli 3, 4, 6 e 8 della legge 21 novembre 2000, n. 353, costituiscono Presidio territoriale in materia di lotta contro gli incendi boschivi.

• Sono infine tenuti ad adottare tutte le misure previste nelle pianificazioni locali di emergenza/protezione civile

ZONE OMOGENEE DI ALLERTA

Ai fini dell’allertamento il territorio regionale è suddiviso in zone omogenee di allerta, che sono ambiti territoriali sostanzialmente uniformi riguardo gli effetti al suolo, cioè i rischi, che si considerano. La distinzione in zone deriva dall’esigenza di attivare risposte omogenee e adeguate a fronteggiare i rischi per la popolazione, per il contesto sociale e per l’ambiente naturale.

Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano appartiene, per il Rischio Idrogeologico ed Idraulico alla Zona Omogenea “dei laghi e Prealpi Varesine” - CODICE IM-04.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Per alcuni casi specifici, come esondazioni di laghi e fiumi, o per eventi locali ben circoscritti, come frane e dissesti, risulta inopportuno estendere l’allerta a tutta l’area omogenea, in cui si colloca la specifica situazione. Per cui, a seconda dei casi, possono essere definite delle zone a rischio localizzato, individuabili in base alle previsioni di estensione del fenomeno.

LIVELLI DI CRITICITA’ E SOGLIE

Il sistema di allertamento regionale prevede quattro livelli di criticità: assente, ordinario, moderato ed elevato), che sono identificati attraverso l’impiego di un codice colore.

Le criticità assumono crescente priorità ed importanza, in relazione al grado di coinvolgimento dei seguenti ambiti: ambiente; attività antropiche; insediamenti e beni mobili ed immobili; infrastrutture ed impianti per i trasporti, per i servizi pubblici e per i servizi sanitari; salute e preservazione delle specie viventi in generale e degli esseri umani in particolare.

LIVELLO CODICE DESCRIZIONE LIVELLO assente 0 non sono previsti scenari di evento determinati dai fenomeni naturali (forzanti esterne) responsabili del manifestarsi del rischio considerato o le criticità che possono riscontrarsi sono da considerare trascurabili; ordinaria 1 sono previsti scenari di evento che possono dare luogo a criticità che si considerano comunemente ed usualmente accettabili dalla popolazione o quantomeno governabili dalle strutture locali competenti mediante l’adozione di misure previste nei piani di emergenza; moderata 2 sono previsti scenari di evento che non raggiungono valori estremi, ma che si ritiene possano dare luogo a danni ed a rischi estesi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una importante porzione di almeno una zona omogenea di allertamento e richiedere l’attivazione di misure di contrasto; elevata 3 sono previsti scenari naturali suscettibili di raggiungere valori estremi e che si ritiene possano dare luogo a danni e rischi anche gravi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una consistente porzione della zona omogenea di riferimento Nella tabella riportata di seguito, è presente una descrizione dei principali fenomeni ed effetti per i diversi livelli di criticità. Nel caso di criticità elevata si dovranno prestare le attenzioni maggiori possibili perché si attende una più marcata intensità ed estensione dei fenomeni.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Codici Allertamento Scenari di evento Effetti e danni Verde Assente Idro/geo Assenza di fenomeni significativi prevedibili, anche se non è possibile Eventuali danni puntuali e localizzati. escludere a livello locale eventuali danni dovuti a: ₋ fenomeni imprevedibili come temporali localizzati; ₋ difficoltà ai sistemi di smaltimento delle acque meteoriche; ₋ cadute massi e piccoli smottamenti Gialla Ordinaria geo Si possono verificare fenomeni localizzati di: ₋ erosione, frane Occasionale pericolo per la sicurezza delle superficiali e colate rapide di detriti o di fango in bacini di dimensioni persone con possibile perdita di vite umane per limitate; ₋ ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto cause incidentali. Effetti localizzati: ₋ allagamenti di materiale; ₋ caduta massi. Anche in assenza di precipitazioni, si di locali interrati e di quelli posti a pian terreno possono verificare occasionali fenomeni franosi, anche rapidi, legati a lungo vie potenzialmente interessate da deflussi condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della idrici; ₋ danni a infrastrutture, edifici e attività saturazione dei suoli per precipitazioni avvenute nei giorni precedenti. agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali Idro Si possono verificare fenomeni localizzati di: ₋ innalzamento dei livelli interessati da frane, colate rapide o dallo idrometrici dei corsi d’acqua minori, con inondazioni delle aree scorrimento superficiale delle acque; ₋ limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombinature, temporanee interruzioni della rete stradale e/o restringimenti, occlusioni delle luci dei ponti, ecc); ₋ scorrimento ferroviaria in prossimità di impluvi, canali, zone superficiale delle acque nelle strade e possibili fenomeni di rigurgito dei depresse (sottopassi, tunnel, avvallamenti sistemi di smaltimento delle acque piovane con tracimazione e stradali, ecc.) e a valle di porzioni di versante coinvolgimento delle aree urbane depresse. Si possono verificare interessate da fenomeni franosi; ₋ limitati danni fenomeni localizzati di: ₋ incremento dei livelli dei corsi d’acqua alle opere idrauliche e di difesa delle sponde, alle maggiori, generalmente contenuti all’interno dell’alveo. Anche in attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti civili assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua e industriali in alveo. maggiori può determinare criticità. Arancio Moderata geo Si possono verificare fenomeni diffusi di: ₋ instabilità di versante, Pericolo per la sicurezza delle persone con localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente possibili perdite di vite umane. Effetti diffusi: - critici; ₋ frane superficiali e colate rapide di detriti o di fango; ₋ interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di materiale, prossimità di impluvi e a valle di frane e colate di possibili voragini per fenomeni di erosione; ₋ caduta massi in più punti detriti o in zone depresse in prossimità del del territorio. Anche in assenza di precipitazioni, si possono verificare reticolo idrico; - danni e allagamenti a singoli significativi fenomeni franosi, anche rapidi, legati a condizioni edifici o centri abitati, infrastrutture, edifici e idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della saturazione dei attività agricole, cantieri, insediamenti civili e suoli a causa di precipitazioni avvenute nei giorni precedenti. industriali interessati da frane o da colate rapide; Idro Si possono verificare fenomeni diffusi di: ₋ significativi innalzamenti dei - allagamenti di locali interrati e di quelli posti a livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori e maggiori, con inondazioni pian terreno lungo vie potenzialmente delle aree limitrofe e golenali (per i corsi d’acqua maggiori) nonché interessate da deflussi idrici; - danni alle opere di interessamento degli argini, anche per effetto di criticità locali contenimento e regimazione dei corsi d’acqua; - (tombinature, restringimenti, elementi che introducono discontinuità danni a infrastrutture, edifici e attività agricole, nella morfologia longitudinale e trasversale dell’alveo, ecc); ₋ fenomeni cantieri, insediamenti civili e industriali situati in di erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; ₋ aree inondabili; - danni agli attraversamenti criticità agli attraversamenti fluviali in genere con occlusioni, parziali o fluviali in genere con occlusioni, parziali o totali, totali, delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e maggiori. Anche in delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori; - danni a beni e servizi; maggiori può determinare criticità. Rosso Elevata Geo Si possono verificare fenomeni numerosi e/o estesi di: ₋ instabilità di Grave pericolo per la sicurezza delle persone con versante, anche profonda, anche di grandi dimensioni; ₋ frane possibili perdite di vite umane. Effetti ingenti ed superficiali e colate rapide di detriti o di fango; ₋ ingenti ruscellamenti estesi: - danni a edifici e centri abitati, alle attività superficiali con diffusi fenomeni di trasporto di materiale, possibili e colture agricole, ai cantieri e agli insediamenti voragini per fenomeni di erosione; ₋ occlusioni parziali o totali delle luci civili e industriali, sia vicini sia distanti dai corsi dei ponti dei corsi d’acqua montani minori; d’acqua, per allagamenti o coinvolti da frane o da Idro Si possono verificare numerosi e/o estesi fenomeni, quali: ₋ piene colate rapide; - danni o distruzione di fluviali dei corsi d’acqua minori e maggiori con estesi fenomeni di infrastrutture ferroviarie e stradali, di argini, e inondazione anche di aree distanti dal fiume, diffusi fenomeni di altre opere idrauliche; - danni anche ingenti e erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; ₋ diffusi agli attraversamenti fluviali in genere con fenomeni di tracimazione, sifonamento o rottura degli argini, sormonto occlusioni, parziali o totali delle luci dei ponti dei dei ponti e altre opere di attraversamento, nonché salti di meandro; ₋ corsi d’acqua minori e maggiori. - danni diffusi a criticità agli attraversamenti fluviali in genere con occlusioni, parziali o beni e servizi; totali delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e maggiori. Anche in assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori può determinare diffuse e/o gravi criticità.

Nota: Ai temporali possono essere associati fenomeni non esclusivamente legati alla precipitazione (raffiche di vento, fulmini, grandine, ecc.) i cui effetti e danni vengono spiegati nel paragrafo "scenari per rischio temporali forti”.

Per la descrizione nel dettaglio del Sistema Regionale di Allerta dei Rischi Idraulici e Idrogeologici e la lettura delle procedure di allerta si rimanda alla Relazione Generale del Piano, Paragrafo 2.1.2

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Monitoraggio il loco: soglie di riferimento per i fenomeni di esondazione

Non si ritiene necessario definire delle soglie di riferimento in loco per il torrente Rancina e il fiume Margorabbia in Comune di Cassano V. in quanto l’eventuale esondazione interesserebbe perlopiù ambiti non urbanizzati. Il monitoraggio costante deve riguardare i punti critici indicati nello scenario, in particolare laddove il reticolo idrico minore attraversa infrastrutture, urbanizzato e altri elementi sensibili.

Strumenti automatici di supporto per il monitoraggio dei fenomeni di esondazione

All’interno del territorio della Comunità Montana Valli del Verbano e all’interno del bacino del Lago Maggiore, in territorio piemontese e svizzero, sono presenti diverse stazioni per la registrazione di dati meteorologici e idrometrici. La presenza di tali centraline consente la lettura dei dati in tempo quasi reale (scarto intorno ai 30 min) consentendo la previsione e il controllo costante dell’andamento dei livelli idrometrici e delle precipitazioni.

Le previsioni e le stime rilasciate dagli Enti deputati, i dati ricavabili dalla strumentazione automatica, rappresentano un’importante risorsa ma devono rimanere in qualsiasi caso informazioni indicative, l’osservazione diretta ed il monitoraggio costante dei fenomeni sul territorio deve essere sempre ed in qualsiasi caso garantita.

Di seguito si riporta l’elenco delle stazioni idro-meteorologiche di interesse oltre al corrispondente link internet per accedere ai dati. Non sono al momento installate centraline per il rilevamento dei livelli idrometrici o delle portate, lungo l’asta dei torrenti Rancina e Margorabbia.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Le stazioni automatiche di rilevamento Ubicate nel territorio della Comunità Montana Valli del Verbano COMUNE e Località Quota zero Strumentazione Detentore Sito Internet idrometrico LUINO - Porto 193.17 m slm Meteo+idrometro Arpa Lombardia http://sinergie.protezionecivile.regio ne.lombardia.it/sinergie_wsp5/html/ LAVENO M. - Porto 193.25 m slm Meteo+idrometro public LAVENO M. – Poggio - Meteo S.Elsa CUVEGLIO - Meteo ORINO - Meteo LUINO – Tresa Meteo+idrometro Consorzio http://www.laghi.net MPV - Meteo+idrometro regolazione Roncovalgrande laghi MPV - Pino SLM Meteo+idrometro Centro Geofisico http://www.astrogeo.va.it/cartina/ca LUINO LAGO - Meteo Prealpino rtina_retemeteo.php - CUVIO - Altre Stazioni di Interesse COMUNE e Località Quota zero Strumentazione Detentore Sito Internet idrometrico BRISSAGO (CH) Meteo+idrometro Ufficio Federale http://www.hydrodaten.admin.ch/it Acque et (CH) Geologia - CH RANCO Meteo+Idrometro Centro http://www.astrogeo.va.it/idro/idro. Geofisico php Prealpino BODIO -41 cm rispetto http://www.astrogeo.va.it/idro/vares Lago di Varese a zero e.php idrometrico di 238.207 m slm Leggiuno http://www.astrogeo.va.it/rete_met eo/stazione.php?code=legg

GANNA - VARESE - - PALLANZA Meteo+idrometro Arpa Lombardia http://sinergie.protezionecivile.regio - 193.18 m slm Meteo+idrometro ne.lombardia.it/sinergie_wsp5/html/ Miorina public/report/mapHPMNetwork.jsf Meteo LOCARNO - Stazione Meteo, MeteoSvizzera http://www.meteosvizzera.admin.ch/ Locarno-Monti Radar web/it/meteo/tempo_attuale/immag ine_radar.html - 190,00 m slm Meteo+Idrometro Regione http://www.regione.piemonte.it/met CNR Pallanza Piemonte – eo/idrometri/641.htm ARPA - ISE-CNR REGIONE PIEMONTE - Meteo ARPA Piemonte http://webgis.arpa.piemonte.it/mete oidro_webapp/ LOMBARDIA - Meteo Centro Meteo http://www.centrometeolombardo.c Lombardo om/temporeale.php

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C A S S A N O VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 S

TAV 2.1 CS 2.1.3 Scenario di Rischio Idraulico DESCRIZIONE GENERALE EVENTO Esondazione del torrente Rancina, del fiume Margorabbia nel settore di fondovalle perlopiù in contesto non urbanizzato (a parte abitazione località Molino Andreoni). Esondazione di torrenti minori in ambito urbanizzato. PERIODO DI PROBABILE ACCADIMENTO Autunno, in particolare durante il mese di ottobre e novembre – primavera, in particolare nel mese di maggio. La tracimazione dei torrenti minori può avvenire anche durante i mesi estivi in occasione di temporali di forte intensità.

SOGLIE DI RIFERIMENTO SOGLIA RIFERIMENTI ALLERTAMENTO REGIONALE

Preallarme

Allarme

PUNTI CRITICI DA MONITORARE

• Punto di intersezione dei torrenti minori con via Noga: Ingresso tratti intubati e rogge (vedi foto) • Inizio di via Dante – altezza del Lavatoio

LOCALITA’ PRINCIPALMENTE INTERESSATE DA EVENTI IDRAULICI (Per i dettagli si rimanda alla Tavola 2.1.CS) Eventi ricorrenti TR=10 anni o di poco superiore Eventi rari e/o eccezionali

- Inondazione della piana di alluvionale di fondovalle in ambiti agricoli - Possibile allagamento di via Noga, via Dante, a ridosso del torrente Rancina e del fiume Margorabbia: Loc. Molino piani interrati abitazioni e altre strade locali Andreoni (presenza abitazione) e campi più a nord (sponda sinistra per esondazione dei torrenti minori in idrografica) ambito urbanizzato - Allagamenti consistenti in ambito urbanizzato per esondazione dei torrenti minori

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 S

DESCRIZIONE GENERICA DEI DANNI ATTESI Sistema territoriale Danni attesi Azioni di Risposta11 Responsabile Popolazione Disagi per i residenti loc. Eventuale Supporto alla popolazione in Struttura Comunale di Molino Andreoni, via Noga, difficoltà con particolare attenzione PC con supporto del via Dante alle persone non-autosufficienti Volontariato di PC Urbanizzato Loc. Molino Andreoni, via Eventuale interventi in loco a Struttura Comunale di Noga e via Dante protezione delle abitazioni e ripristino PC con supporto del situazione normalità Volontariato di PC Viabilità Allagamento SS 394, via Interruzione della viabilità – Deviazioni Polizia Locale - Noga per esondazione del traffico Carabinieri torrenti minori Allagamenti pista ciclabile Interruzione Polizia Locale- Volontariato PC Reti di Servizio Allagamento ed eventuali Forniture alternative e ripristino Ufficio Tecnico-Gestori interruzioni servizi condizioni di sicurezza Reti Altre Criticità attese Possibile intasamento dei tratti intubati ed effetti secondari di rigurgito delle fognature in via Noga Presenza si aree diffuse caratterizzate da bassa soggiacenza della falda freatica in ambito di fondovalle che possono causare ulteriori episodi di allagamento (Loc. Lische, alla confluenza nel Torrente Rancina, Torrente Marorabbia Vecchio, detto anche Torrrente Fermona) Possibile spaglio delle acque di alcuni ruscelli sulla sede della carreggiata della SS 394 Eventuale problemi per la fornitura di acqua potabile comunale in caso di contaminazione E’ possibile la manifestazione di Fenomeni di Dissesto Idrogeologico (in particolare frane di crollo) presso i punti indicati negli appositi Scenari (vedi paragrafo 2.2).

11 Per le Procedure/Modello di Intervento per componenti UCL si rimanda al paragrafo successivo 2.1.4 e relativo schema riassuntivo

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

2.1.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Una descrizione generale riguardo le Procedure relative all’Emergenze Idrauliche-Idrogeologiche è presente all’interno della Relazione Generale – Paragrafo 2.1.4

La parte che segue ha come obiettivo quello di offrire il quadro generale delle azioni, intese sia in senso operativo sia in senso organizzativo-decisionale, per ente-attore appartenente all’UCL (vedi capitolo 4), da compiere in sequenza temporale secondo le tre fasi di preallarme-allarme-emergenza in caso di evento Idraulico-Idrogeologico.

Lo schema di seguito riportato, pur basandosi su modelli proposti all’interno degli allegati della Direttiva Regionale per la pianificazione di emergenza, è stato adattato, nel caso specifico, ad un’emergenza idraulica-idrogeologica e alla realtà del singolo comune secondo gli attori e le risorse a disposizione. In particolare lo schema riporta i ruoli e le azioni riguardanti il singolo attore-funzione operante alla scala comunale.

Le fasi di Preallarme ed Allarme non sempre sono identificabili con chiarezza in particolare laddove un’emergenza idraulica ed idrogeologica si presenta in seguito ad un evento improvviso: rottura di arginature, frane e dissesti non monitorati. Occorre però sottolineare come il sistema regionale di allertamento consenta di definire livelli di criticità differenziati a seconda delle condizioni meteorologiche previste. Il tutto, evidentemente deve essere verificato e calibrato in relazione alla situazione locale ma ciò non toglie che la previsione di precipitazioni intense e/o durature e l’emanazione di livelli di allerta via via crescenti è sintomo che anche localmente potrebbero verificarsi emergenze di natura idraulica-idrogeologica.

Una tabella di primo livello che contiene le procedure per Ente è stata inserita all’interno della Relazione Generale – Paragrafo 2.1.4

Le procedure riportate sono simili ma non uguali a quelle relative agli altri comuni oggetto del piano in quanto le figure inserite e le azioni proposte si adattano alla singola realtà comunale, alle risorse umane e strumentali disponibili e allo scenario atteso. In ragione di ciò l’attuazione degli interventi riportati in tabella variano da Comune a Comune a seconda delle necessità.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

TAV 2.1 CS Scenario di Rischio Idraulico ed Idrogeologico Procedure Operative/Modello di intervento per Componenti UCL (Unità di Crisi Locale) Numeri di Reperibilità, Responsabili ed Referenti: vedi capitolo 4

FASI Azioni Quando-Successione temporale Chi le attua

Verifica la ricezione di AVVISI DI CRITICITA’ da parte della 24H, 365 giorni all’anno SINDACO Regione

Criticità

Svolge Attività di monitoraggio e vigilanza sul proprio 365 giorni all’anno POLIZIA LOCALE / UT/ VOLONTARIATO PC territorio atte ad individuare eventuali situazioni di rischio- (sotto la direzione del COORDINATORE)/ NORMALITA’ ADDETTI COMUNALI

Ordinaria criticità Avviso di Criticità Moderata-Codice Allerta 2 per Rischio Idrogeologico-idraulico o Temporali Forti - Area Omogenea Lomb C Regione Lombardia Avvisa l’UCL e Attiva le strutture locali di PC per monitoraggio Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni SINDACO e vigilanza in particolare nelle zone a rischio (vedi SCENARI) locali di criticità moderata Informa della situazione gli Enti Sovraordinati* rispetto alle In caso di presenza di situazioni locali di criticità che comportano rischi per la situazioni locali di criticità e alle azioni intraprese popolazione, ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione Supporta il Sindaco nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase VICESINDACO / TECNICO COMUNALE / COORDINATORE VOLONTARI P.C. Coordina le attività sul territorio in contatto diretto con i Durante tutta la fase membri dell’UCL ed eventuali responsabili delle funzioni Verifica in sito la situazione e se necessario programma un Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco POLIZIA LOCALE / COORDINATORE monitoraggio ad intervalli regolari in particolare nelle zone a VOLONTARI PC rischio (vedi SCENARI) Informa il Sindaco degli esiti delle verifiche in sito Una volta conclusa la verifica in sito e al variare delle condizioni per i POLIZIA LOCALE / COORDINATORE monitoraggi successivi VOLONTARI PC Partecipano, se necessario, alle operazioni di vigilanza e Una volta ricevuta richiesta di intervento da parte del Comune CARABINIERI – VVF verifica sul territorio Verifica la disponibilità di personale, mezzi ed attrezzature Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni TECNICO COMUNALE /ADDETTO MEZZI locali di criticità moderata MATERIALI necessarie per affrontare un’eventuale emergenza

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Allerta le aziende municipalizzate erogatrici dei servizi essenziali Tiene pronti i volontari e le risorse a disposizione Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni COORDINATORE VOLONTARIATO PC locali di criticità moderata Revoca Avviso di Criticità Moderata-Codice Allerta 2 per Rischio Idrogeologico-idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia Informa UCL e le strutture operative locali della revoca del Una volta ricevuto la revoca dell’avviso di Allerta 2 o avuta notizia del SINDACO Preallarme e del ritorno alla normalità termine delle criticità sul territorio Avviso di Criticità Elevata-Codice Allerta 3 per Rischio Idrogeologico-idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia Attiva l’ UCL Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 3 e/o avuta notizia di situazioni SINDACO locali di criticità elevata Informa della situazione gli Enti sovraordinati* rispetto alle In caso di presenza di situazioni locali di criticità che comportano rischi per la situazioni locali di criticità e alle azioni intraprese popolazione, ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione Dispone eventuali ordinanze: Qualora la situazione in atto lo richieda – valutata la necessità - allertamento della popolazione nelle zone a rischio (vedi SCENARI) - evacuazione preventiva di popolazione in zone a rischio

Gestisce i contatti con mass-media I caso di afflusso di giornalisti di radio, giornali, tv Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle Durante tutta la fase VICESINDACO / TECNICO COMUNALE / COORDINATORE VOLONTARI P.C.

ALLARME comunicazioni Coordina le attività sul territorio in contatto diretto con i Durante tutta la fase VICESINDACO / TECNICO COMUNALE / COORDINATORE VOLONTARI P.C. membri dell’UCL Dispone mezzi e materiali sul territorio, attiva o allerta le A seconda delle necessità e delle priorità TECNICO COMUNALE/ADDETTO MEZZI E risorse comunali, ditte di pronto intervento ed eventuali ATTREZZATURE imprese convenzionate Provvede alla fornitura di materiale per eventuale assistenza In caso di prevista o effettiva evacuazione alla popolazione Provvede all’eventuale messa in sicurezza di strutture In caso di effettivo rischio, qualora le condizioni lo richiedano comunali (vedi SCENARI)

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Gestisce la Viabilità: In caso di allagamenti-rischi o di impercorribilità delle strade POLIZIA LOCALE -Richiede la chiusura di strade al’ANAS e alla Provincia; -Dispone Blocchi o deviazioni del traffico Collabora nel controllo delle operazioni sul territorio e Durante tutta la fase, valutata la necessità CARABINIERI / POLIZIA LOCALE mantiene l’ordine pubblico nelle aree critiche Eventuale allertamento della popolazione a rischio tramite Ricevuta disposizione dal Sindaco VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del campane, megafoni, sirene, porta a porta COORDINATORE) / POLIZIA LOCALE/CARABINIERI Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle Su richiesta del Comune, in caso di necessità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del operazioni di emergenza: COORDINATORE) -Monitoraggio dei punti critici, -Gestione della viabilità; -Posa sacchi di sabbia; -Altre operazioni a seconda delle necessità Eventuale assistenza alla popolazione Su richiesta del Comune, in caso di necessità

Revoca Avviso di Criticità Elevata-Codice Allerta 3 per Rischio Idrogeologico-Idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia

Informa l’UCL e le Strutture operative locali della revoca Una volta ricevuto la revoca dell’avviso di Allerta 3 o avuta notizia del SINDACO dell’allarme termine delle criticità elevata Dispone l’eventuale rientro di popolazione evacuata Ripristinate le condizioni di sicurezza Richiama gli uomini dislocati sul territorio Una volta ricevuto messaggio di revoca dell’allarme e ripristinate le VICESINDACO / TECNICO COMUNALE / condizioni di normalità COORDINATORE VOLONTARI P.C. Coordina il rientro della popolazione evacuata Una volta avuta disposizione dal Sindaco

Coordina il controllo della viabilità, mantenimento ordine Durante la fase di ritorno alla normalità POLIZIA LOCALE / CARABINIERI pubblico Revoca allerta o operatività delle risorse comunali e ditte Durante la fase di ritorno alla normalità TECNICO COMUNALE pronto intervento, controlla le strutture comunali Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle Durante la fase di ritorno alla normalità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del operazioni di ripristino e di ritorno alla normalità: COORDINATORE) Eventuale assistenza al rientro della popolazione evacuata Su richiesta del Comune, in caso di necessità

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Allagamenti in corso in seguito a fenomeni di Esondazione e/o Dissesti Idrogeologici Dispone lo svolgimento delle operazioni di soccorso e di Durante tutta la fase SINDACO risposta all’evento nelle aree colpite Tiene Informati della situazione e delle decisioni intraprese gli Ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione Enti sovraordinati* Rilascia eventuali Ordinanze: Qualora la situazione in atto lo richieda – valutata la necessità - chiusura strade; - evacuazione di popolazione; - sospensione erogazione servizi: attività scolastiche, divieto utilizzo acqua potabile; - occupazione temporanea di aree private; - altre eventuali

Dispone, se necessario, l’attivazione delle aree di emergenza Nel caso la situazione lo richieda, valutata la necessità. (vedi Sezione 3) per accogliere la popolazione Gestisce i contatti con mass-media I caso di afflusso di giornalisti di radio, giornali, tv Affianca il Sindaco nel coordinamento delle operazioni di Durante tutta la fase VICESINDACO / TECNICO COMUNALE /

EMERGENZA soccorso COORDINATORE VOLONTARI P.C. Raccoglie informazioni sullo stato di emergenza e sulle Durante tutta la fase situazioni a maggior rischio informandone il Sindaco Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle Durante tutta la fase comunicazioni Coordina l’attività nelle aree di emergenza Nel caso siano attivate le aree di emergenza Attiva, dove necessario, le imprese convenzionate, le ditte di Qualora la situazione lo richieda a seconda delle necessità TECNICO COMUNALE pronto intervento e le risorse comunali (operai, addetti) e dispone gli interventi di emergenza Verifica danni ad edifici ed infrastrutture, alle reti dei servizi in Qualora la situazione lo richieda: sia necessario valutare le condizioni di collaborazione con gli enti gestori e tecnici abilitati elementi-oggetti-reti a rischio o già danneggiati Provvede all’eventuale messa in sicurezza di strutture In caso di effettivo rischio, qualora le condizioni lo richiedano comunali(vedi SCENARI)

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Provvede alla fornitura del materiale necessario per la Nel caso siano attivate le aree di emergenza gestione delle aree di emergenza Coordina la Gestione della viabilità, richiede la chiusura di In caso di allagamenti o di impercorribilità delle strade POLIZIA LOCALE strade all’ANAS e alla Provincia e dispone Blocchi o deviazioni del traffico Mantiene l’ordine pubblico nelle aree di emergenza e dove Durante tutta la fase, valutata la necessità fino al ritorno alla normalità POLIZIA LOCALE/CARABINIERI necessario Supportano il ROC, la Polizia Locale il Tecnico e gli addetti Durante tutta la fase, su richiesta del Comune, in caso di necessità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del comunali nelle operazioni di soccorso, in particolare: COORDINATORE) - gestione viabilità - posa di sacchi di sabbia - assistenza alla popolazione da evacuare, evacuata o isolata in aree allagate - assistenza e supporto nella gestione delle aree di emergenza, censimento persone evacuate - altre operazioni a seconda delle necessità. Emergenza non gestibile con le sole forze comunali – evento di tipo (b): istituzione del COM Richiede l’attivazione della Prefettura/Provincia e della Valutata la necessità, qualora l’emergenza non sia affrontabile con le sole SINDACO Regione forze comunali Coordina l’UCL, le strutture comunali e gli interventi, con la Durante il periodo di insediamento del COM SINDACO sala operativa del COM Emergenza conclusa Dispone la Revoca dell’Emergenza Al ripristino delle condizioni di normalità SINDACO

*Enti sovraordinati: Regione U.O. Protezione civile, Prefettura-Provincia, Comunità Montana ** Vedi soglie definite per Comune (paragrafo 2.1.3)

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

2.2 Il Rischio Idrogeologico: Frane e Dissesti TAV 2.1 CS

La parte introduttiva e descrittiva generale dei fenomeni di dissesto, gli aspetti riguardanti la previsione e la prevenzione e la gestione dell’emergenza sono trattati all’interno della Relazione Generale, Capitolo 2 - paragrafo 2 mentre l’inquadramento Geomorfologico e Idrografico del territorio è inserito all’interno del Capitolo 1 del presente Approfondimento.

2.2.1 Analisi della Pericolosità e Mappatura del Rischio

Il territorio di Cassano V. risulta esposto a fenomeni di dissesto idrogeologico, in particolare è presente un vasta area di frana attiva a nord dell’abitato e diversi versanti soggetti a frane di crollo, la situazione è di seguito descritta nel dettaglio.

PAI La situazione di Cassano Valcuvia rispetto al rischio Frane e Dissesti è la seguente:

. Pericolosità: elevata (H4) / molto elevata (H5): (Frana attiva del Versante est del Monte San Martino);

. Quadro dei Dissesti:

o Frane di Crollo: Basso versante del San Martino a ovest di Noga – Pareti dell’alto versante orientale del Monte San Martino e del Sasso Cadrega;

o Fenomeni di Creep12: Dissesto del Versante orientale del Monte San Martino (stato attivo);

o Area a franosità superficiale diffusa: Dissesto a est di Noga (con solco di erosione accelerata);

o Esondazioni e processsi legati alle acque superficiali: Torrente Rancina (esondazione), Torrente Margorabbia Vecchio (esondazione), Rio di Casarivo (esondazione) – Aree di spaglio da parte dei torrenti in Loc. Lische.

Lo Studio geologico del 2009 a supporto del PGT di Cassano Valcuvia ha censito i seguenti principali dissesti, il più critico dei quali per l’impatto che ha avuto sugli elementi antropici è rappresentato dal fenomeno di creep in atto sul versante orientale del Monte San Martino.

Si riporta pertanto qui sotto una descrizione dei dissesti indicati nella relazione geologica:

Dissesto del Versante Orientale del Monte San Martino: si tratta di un dissesto di grande estensione (circa 0,35 kmq, ubicato nella porzione centro – settentrionale del territorio comunale a NW del nucleo urbano). Il dissesto, oggetto nel 2004 di uno studio condotto da parte di un gruppo di professionisti e progettisti (Carimati et. Al.) è assimilabile ad un processo di creep (deformazione lenta ed in massa del versante). L’area di frana è compresa tra i torrenti Casarivo e Fregett ed interessa un settore di territorio, posto fra le quote 425 e 300 m., caratterizzato da una bassa densità insediativa. I danni subiti dagli edifici sono rappresentati principalmente da deformazioni plano

12 Deformazione in massa, continua e lenta del versante.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

– altimetriche e in rari casi rotatorie, spanciature e sistemazioni ripetute di muri perimetrali, deviazione dalla verticale di tralicci e pali di recinzione.

Foto – Spanciatura e rigonfiamento dei muri di contenimento dei terreni a monte della via Dante Alighieri dovuta al processo di creep.

Dal punto di vista morfologico la frana si sviluppa su un versante a media acclività, strutturato nella sua parte superficiale da grosse paleo frane di crollo, provenienti dalle pareti del Monte San Martino e del Sasso Cadrega. Lo studio di dettaglio del 2004 ha individuato due aree caratterizzate da evidenze di movimenti in atto: a) una stretta fascia (20 m.) che decorre direzione NNE tra il serbatoio dell’acquedotto (quota 390 m. circa) ed il torrente Casarivo b) una fascia di maggiore ampiezza, con andamento parallelo, che incrocia la strada per Ca de Rocc, ripetutamente interessata in passato da interruzioni per dissesto e ripristino. Fra le cause predisponenti il fenomeno di dissesto lo studio geologico ipotizza un contributo delle seguenti: a) la presenza di una formazione erodibile e scadente dal punto di vista geotecnico (le marne del Pizzella) b) l’abbondanza di materiale detritico facilmente rimobilizzabile c) la presenza di una rilevante circolazione idrica sia superficiale che sotterranea, quest’ultima connessa allo sviluppato carsismo del Monte San Martino;

Dissesto a est di Noga: Il terrazzo fluvioglaciale di Cassano Valcuvia è limitato ad est da un versante ad elevata acclività dell’altezza di 20 metri circa. La parte settentrionale di questo versante è interessata da instabilità superficiale diffusa, evidenziato da abbattimenti e deformazione della vegetazione. In prossimità dell’attacco della collina di Cassano uno scarico di acque piovane del vicino parcheggio ha innescato un solco di erosione accelerata;

Aree di crollo: Il settore montano del territorio comunale, specie a quote superiori ai 600 m. è strutturato da rocce carbonatiche a stratificazione da media a massiccia, intensamente tettonizzate da sistemi di frattura sub verticali che controllano la geometria delle pareti rocciose. Questa situazione lito-strutturale, in concomitanza con fattori esogeni predisponenti (tra cui crioclastismo e regime pluviometrico) ha generato situazioni favorevoli ad una rapida evoluzione morfologica del rilievo, attraverso fenomeni di crollo sia isolati che diffusi. Le aree interessate da questi

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 fenomeni sono due: 1) il Basso versante del San Martino a Ovest di Noga 2) le pareti dell’alto versante orientale del San Martino e del Sasso Cadrega.

1) Il basso versante del San Martino a Ovest di Noga è un’area di crollo potenzialmente critica per via della presenza di abitazioni, ubicate a ovest di via Noga. Lo stato di attività di crollo nei pressi dell’area è pressoché quiescente: l’ultimo episodio di crollo di rilievo (volume massimo del materiale di crollo di circa 3 mc) risulta si sia verificato, secondo la relazione geologica, nel 1983, in corrispondenza del settore distante dalle abitazioni, senza fortunatamente produrre danni a persone o manufatti. La distribuzione della falda freatica alla base della parete testimonia che i crolli nel passato sono avvenuti esclusivamente ove il versante è arretrato rispetto alle abitazioni. Il rischio che alcune abitazioni vengano coinvolte dal crollo di massi risulta essere secondo lo studio geologico molto basso. Sono tuttavia pochissime le abitazioni protette da eventuali distacchi e la parete presenta evidenti fenditure che richiederebbero opportuna attività di monitoraggio geologico.

Foto – Pareti di roccia ubicate direttamente a monte della via Noga, con segni di evidenti e profonde fenditure.

2) Il settore dell’alto versante orientale del San Martino e del Sasso Cadrega è interessato oltre che da una pericolosità areale di base, da una grossa frana di crollo che si è staccata dalla parete NE del Sasso Cadrega. L’area sorgente della frana è in comune di Mesenzana, ma l’area di accumulo del dissesto si è attestata in comune di Cassano Valcuvia presso l’alta valle del Rio Casarivo (a quota di 580 m. circa), creando grossi danni alla captazione comunale della sorgente Valpiviosa. La captazione è stata quindi ricostruita e messa in sicurezza grazie ad un finanziamento regionale.

Per quanto riguarda le classi di fattibilità geologica definite all’interno dello Studio Geologico a supporto del PGT, rientrano nelle classi di fattibilità 3 e 4, come aree connotate da potenziale pericolosità dovuta all’instabilità dei versanti o al rischio alluvionale le seguenti zone:

CLASSE 3 – FATTIBILITA’ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

Sottoclasse 3a – Aree allagate in occasione di eventi meteorici eccezionali o allagabili con minor frequenza (indicativamente con Tr > 100 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze di acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: - Aree esondate dal Torrente Rancina, dal Rio Casarivo e dal torrente Margorabbia Vecchio;

Sottoclasse 3c – Aree ad elevata acclività su pendii in roccia (>35°):

- Vasti settori della porzione meridionale del territorio comunale;

CLASSE 4 – FATTIBILITA’ CON GRAVI LIMITAZIONI

Sottoclasse 4a – Aree a franosità superficiale diffusa:

- Parte del versante est del terrazzo fluvioglaciale di Cassano (a SE del nucleo abitato);

Sottoclasse 4b – Area di frana attiva:

- Dissesto (creep) del versante orientale del Monte San Martino;

Sottoclasse 4c – Area di paleofrana stabilizzata:

- Area di grandi dimensioni con presenza di depositi di versante messi in posto da eventi franosi originati dalle pareti dei monti San Martino e Sasso della Cadrega;

Sottoclasse 4d – Aree interessate da carsismo profondo e con elevata vulnerabilità degli acquiferi. Versanti con elevati valori di acclività e pareti in roccia sede di potenziali fenomeni di crollo:

- Zone montane (area tra Val Alta e San Martino);

Sottoclasse 4f – Aree interessate da pendii caratterizzati da elevati valori di acclività (superiori a 35°) e pareti in roccia sede di potenziali fenomeni di crollo:

- Pareti alte del Monte San Martino; - Pareti del Sasso Cadrega; - Basso versante del San Martino a ovest di Noga;

Sottoclasse 4g – Accumulo di frana di crollo:

- Area di accumulo della frana di crollo che causò danni alla sorgente Valpiviosa.

ALTRE SITUAZIONI DI POTENZIALE RISCHIO DI DISSESTO

A seguito di incontri tecnici e sopralluoghi sono state individuate ulteriori criticità del territorio comunale:

- in occasione dell’evento idrogeologico del novembre 2014 in corrispondenza di via Dante si è verificato un episodio di ruscellamento e dissesto a causa della presenza di un torrente minore e di un bacino idrico ubicato nei pressi di un terreno privato;

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

- nel tratto iniziale della salita di via Roma, prima della Loc. Crotto, è presente, proprio a monte della carreggiata, una parete in roccia, che presenta significative fessurazioni e caratterizzata da instabilità. Sulla parete sono presenti piante che non appaiono essere saldamente ancorate alla roccia;

- l’area antistante il campo da rugby e la sede dei volontari di Protezione Civile in via Noga è soggetta a ristagni idrici e potenzialmente interessabile da un flusso di acqua, fango e detriti, conseguenti a forti precipitazioni e alla presenza di terreni smossi a monte di via Noga e dunque facilmente dilavabili.

- durante gli eventi del 2014 via Noga è stata allagata per tracimazione dei torrenti minori che attraversano, in diversi punti, tratti intubati. Particolarmente critici risultano i punti di immissione di tali torrenti nel sottosuolo. E’ Sempre in via Noga presente una una roggia che, a causa della fuoriuscita dalle sponde insufficienti, ha allagato dei garage interrati. La presenza a monte di tali punti critici di versanti montani caratterizzati da presenza di dissesti e materiale vegetativo morto non rimosso aggrava le condizioni di rischio.

2.2.2 Previsione e Monitoraggio dei Rischi Idraulici-Idrogeologici

Sistema Regionale di Allerta

Per la descrizione del Sistema Regionale di Allerta per i Rischi Idraulici ed Idrogeologici, si rimanda al Paragrafo 2.1.2.

Monitoraggio il loco

Nel territorio di Cassano Valcuvia, presso la frana attiva soggetta a creep, era stato prevista l’installazione di una stazione di monitoraggio automatizzato finanziata con contributi di Regione Lombardia (DGR. N.10498/2009). Al momento non risultano installate centraline per monitorare la frana in questione.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

2.2.3 Scenari di Rischio: Frane e Dissesti Idrogeologici

La presenza di estese aree soggette a franosità attiva, in particolare fenomeni di creep e frane di crollo, nonché la presenza di alcuni torrenti minori caratterizzati ad elevato trasporto solido localizzati lungo i versanti del territorio comunale fa sì che si possano manifestare, soprattutto in condizioni di eventi pluviometrici particolarmente intensi, fenomeni di dissesto idrogeologico.

Le zone più critiche risultano essere le aree in corrispondenza dell’abitato di Cassano, in particolare le zone urbanizzate a ridosso dei versanti soggetti a crolli e laddove i torrenti attraversano il centro di Cassano e via Noga in tratti intubati. Le regimazioni consistenti subite dai torrenti minori, in particolare i tratti intubati, potrebbero rivelarsi insufficienti ad accogliere portate elevate, in ragione di ciò potrebbero verificarsi locali esondazioni o rigurgiti dalle tombinature a causa di pressione insostenibile. La presenza lungo gli alvei torrentizi di fenomeni franosi lascia prevedere la potenziale manifestazione di smottamenti con accumuli di materiale solido che potrebbero modificare in parte (aumentando in certi casi gli effetti) gli scenari di rischio.

Per quanto riguarda i fenomeni franosi, particolarmente critici risultano essere i versanti del monte S.Martino a monte di via Roma (tratto iniziale) via Noga (lato occidentale) nonché i versanti corrispondente alla grossa frana attiva che potrebbero rendere inagibili abitazioni in seguito a movimenti seri del versante.

SCENARI

Dissesto del Versante Orientale del Monte San Martino 1 - Processo di Creep in atto Versante a monte di via Noga e altri settori del territorio comunale 2 - Fenomeni di crollo e altri dissesti

3 Vari settori del territorio comunale - Dissesti torrentizi – Ruscellamenti concentrati – Fenomeni di spaglio

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

TAV 2.1 CS Scenario 1 PROCESSO DI CREEP IN ATTO Dissesto del versante orientale del Monte San Martino Per Legenda e Dettagli vedi TAV 2.1 CS Elementi di Pericolosità: Avanzamento costante del processo di creep (deformazione in massa, diffusa e lenta dei terreni del versante), diffusa instabilità del versante Elementi Vulnerabili: Edifici, muri, recinzioni ed altri manufatti. Strade locali. Criticità particolari: Presenza di torrenti soggetti a ruscellamenti Danni attesi: Azioni di risposta: Chi : Abitazioni Verifica danni Sindaco, Struttura comunale, VVF e 118 Eventuali evacuazioni causa danni strutturali Supporto ai residenti Strade, manufatti (muri, recinzioni Verifica danni Ufficio Tecnico etc.) Manutenzione / Comune / Ripristino Proprietari Opere di Difesa realizzate o in progetto: Rifacimento di muri di contenimento Azioni di Prevenzione ordinaria: Monitoraggio continuo dei danni causati ad edifici , strade e manufatti al fine di definire interventi volti al consolidamento della staticità delle strutture.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

TAV 2.1 CS Scenario 2 FENOMENI DI CROLLO E ALTRI DISSESTI Versante a monte di via Noga e altri settori del Comune Per Legenda e Dettagli vedi TAV 2.1 CS Elementi di Pericolosità: Parete a monte di via Noga potenzialmente soggetta a crolli; Aree soggette a crollo presso il Monte San Martino ed il Sasso Cadrega; Area a franosità superficiale diffusa a SE del nucleo abitato; Versanti ad elevata acclività nei settori di monte Elementi Vulnerabili: Edifici, strade di livello locale (via Roma), sentieri Criticità particolari: Presenza di abitazioni a valle della parete ubicata a monte di via Noga, non protette da reti paramassi Danni attesi: Azioni di risposta: Chi : Abitazioni (probabilità molto bassa Verifica danni U.T.C. di coinvolgimento delle strutture, Eventuali evacuazioni VVF e Struttura secondo lo studio geologico, da causa danni strutturali Comunale PC parte dell’attività di crollo) Supporto ai residenti Volontariato di P.C. Strade, manufatti (muri, recinzioni Verifica danni U.T.C. etc.) Manutenzione / Comune Ripristino Opere di Difesa realizzate o in progetto: Reti paramassi a protezione di alcuni versanti Azioni di Prevenzione ordinaria: Monitoraggio dell’attività di crollo ed eventuale posa di reti paramassi a tutela delle abitazioni

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

TAV 2.1 CS Scenario 3 DISSESTI TORRENTIZI, RUSCELLAMENTI, ETC. Torrenti e Ruscelli Per Legenda e Dettagli vedi TAV 2.1 CS Elementi di Pericolosità: Sovralluvionamenti. Fenomeni di ruscellamento concentrato o diffuso nel settore montano del territorio e presso il centro di Cassano. Spagli idrici incontrollati in Loc. Lische, con possibile interferenza con la SS 394 Elementi Vulnerabili: Viabilità di livello locale, piani bassi ed interrati abitazioni e sentieri nel settore montano. SS 394 causa spagli idrici Criticità particolari: Presenza di numerosi tratti intubati dei torrenti (via Noga, via Dante, via Pasubio) Danni attesi: Azioni di risposta: Chi : Allagamenti strade locali e SS Gestione viabilità Polizia Locale, 394 causa spaglio idrico Carabinieri incontrollato Ripristino condizioni sicurezza Rimozione fango e Addetti comunali / sulle strade locali detriti Ditte/ Volontari PC Allagamenti abitazioni Supporto ai cittadini con Struttura attenzione a persone Comunale PC non autosufficienti Sentieri Manutenzione e Comune / C.M. Ripristino Opere di Difesa realizzate o in progetto:

Azioni di Prevenzione ordinaria: Pulizia e manutenzione degli alvei torrentizi e dei punti di immissione tratti intubati. Pulizia alvei / sponde torrenti da materiale detritico

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 P

2.2.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Per le Procedure relative all’Emergenza Frane e Dissesti Idrogeologici si richiama la Relazione Generale – Capitolo 2 paragrafo 2 e nello specifico le Procedure relative al Rischio Idraulico Capitolo 2 paragrafo 1 del presente Approfondimento.

Occorre in tal senso specificare che non sempre gli eventi di natura idrogeologica consentono di strutturare le azioni di risposta per le fasi di preallarme, allarme ed emergenza come nel caso degli eventi di esondazione lacustre o fluviale in quanto avvengono con tempistiche più rapide, talvolta improvvise e senza preavviso.

Il sistema regionale di allertamento (vedi paragrafo 2.1.2) consente di definire livelli di criticità differenziati a seconda delle condizioni meteorologiche previste. Il tutto, evidentemente deve essere verificato e calibrato in relazione alla situazione locale ma ciò non toglie che la previsione di precipitazioni intense e/o durature e l’emanazione di livelli di allerta via via crescenti è sintomo che anche localmente potrebbero verificarsi emergenze di natura idraulica-idrogeologica.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3

Il Rischio Chimico: 2.3 TAV 2.3 CS Impianti a Rischio e Trasporto di Sostanze Pericolose

Gli aspetti generali riguardanti il Rischio Chimico Industriale e da Trasporto di Sostanze Pericolose via strada e ferrovia sono trattati all’interno della Relazione Generale – capitolo 2 paragrafo 3.

Le Schede di Sicurezza delle sostanze pericolose sono presenti all’interno degli Allegati del Piano.

Le Emergenze di natura Chimico-Industriale e coinvolgenti Sostanze Pericolose, per la complessità e la professionalità degli interventi richiesti, oltre che per la variabilità degli scenari, vengono coordinate ad una scala sovracomunale. La prima risposta all’emergenza compete a forze operative altamente specializzate. Non a caso i Piani di Emergenza Esterni degli Impianti a Rischio sono di competenza della Prefettura. Detto ciò occorre sottolineare che le responsabilità del Sindaco non vengono a decadere, tantomeno il coinvolgimento della Struttura Operativa Comunale e delle risorse locali (compreso il Volontariato di Protezione Civile) cui spetteranno, in caso di emergenze di questa natura, perlopiù compiti logistici e di supporto (es. assistenza ed accoglienza di popolazione evacuata, fornitura di risorse, etc.). Ruoli e competenze sono riassunti nel paragrafo 2.3.4 – Gestione dell’Emergenza e Procedure Operative.

2.3.1 Il Rischio Chimico Industriale

In comune di Cassano Valcuvia e nei territori limitrofi non sono insediati Impianti Industriali classificati a Rischio di Incidente Rilevante ai sensi del D.Lgs 105/2015.

Sono presenti all’interno dei confini comunali solamente alcuni depositi di GPL destinati all’utenza domestica, localizzati nelle zone non raggiunte dalla rete di gas metano.

DENOMINAZIONE INDIRIZZO TIPO PRODUZIONE TEL NOTE

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

2.3.2 Scenari di Rischio: Trasporto di Sostanze Pericolose via ferrovia

Il territorio di Cassano Valcuvia non è attraversato da linee ferroviarie e non è esposto a rischi da trasporto di sostanze pericolose via ferrovia.

Riguardo le specifiche di tale rischio, in particolare nell’ambito della Comunità Montana Valli del Verbano (Comuni esposti, sostanze maggiormente movimentate, tipologia del trasporto, rischi maggiori) si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.3.

2.3.3 Scenari di Rischio: Trasporto di Sostanze Pericolose via strada

La probabilità che si verifichino all’interno del territorio della Comunità Montana, lungo la rete stradale, incidenti coinvolgenti carichi di sostanze pericolose è piuttosto bassa, in ragione di una ridotta quantità di merce pericolosa movimentata. Ciò è dovuto essenzialmente alla presenza limitata di aziende locali che stoccano e/o lavorano sostanze chimiche. I ridotti quantitativi movimentati sono riconducibili perlopiù a poche categorie di sostanze, in particolare agli idrocarburi-classe ADR 3 e al GPL classe ADR 2.

Il territorio di Cassano V. è attraversato da un’unica infrastruttura di livello Statale, lungo la quale è più probabile che si verifichi, seppur in quantitativi ridotti una movimentazione di merce pericolosa:

- SS394

Movimentazione di GPL avviene anche attraverso strade locali, in particolare via Roma, via Noga, via Dante, strade che consentono di raggiungere le zone del territorio sprovviste di rete Gas Metano.

Si sottolinea che il Comune di Cassano Valcuvia non ha insediato, all’interno del proprio territorio, aziende classificate a rischio ai sensi del D.lgs 105/2015 e che stoccano quindi importanti quantitativi di sostanze pericolose. Non sono presenti a Cassano Valcuvia distributori di carburante, ma a Mesenzana e Cuveglio ci sono alcuni impianti di distrubuzione della benzina e del gasolio che necessitano di costanti rifornimenti.

Alla luce di queste considerazioni sono stati ipotizzati gli scenari incidentali di accadimento più probabile, coinvolgenti la Benzina, il Gasolio ed il GPL, sostanze che vengono movimentate o al fine di rifornire i benzinai della zona o come prodotti combustibili per il riscaldamento o l’utenza domestica.

Le tabelle seguenti descrivono sinteticamente quelli che si ritiene possano essere gli scenari incidentali dalla maggiore probabilità di accadimento sulla maglia della viabilità del territorio di Cassano Valcuvia.

SCENARI IPOTIZZATI

SCENARIO SOSTANZA COINVOLTA FENOMENO ATTESO

1 GASOLIO Rilascio al suolo conseguente al ribaltamento di una autocisterna

2 BENZINA Rilascio al suolo conseguente al ribaltamento di una autocisterna

3 GPL Ribaltamento di un’autocisterna: incendio dell’autocisterna

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

TAV. 2.3 CS Scenario 1 Gasolio RIBALTAMENTO DI UN’AUTOBOTTE CON RILASCIO DI GASOLIO AL SUOLO CASSANO VALCUVIA - SS394 Effetto Immediato Atteso Consistente sversamento di gasolio, conseguente al ribaltamento e alla lesione della cisterna, al suolo o in un corso d’acqua Effetto differito/prolungato atteso: 1) Percolazione del gasolio nel terreno> Possibile contaminazione della falda 2) Dispersione del gasolio in acqua> danno ambientale all’ecosistema acquatico Zone a Rischio (Fascia Impatto) Estensione dell’impatto dipendente dal tempo di intervento per contenere lo sversamento Vie – Strade interessate Elementi vulnerabili posti a ridosso della strada

SS394 Rio Casarivo ed altri ruscelli che intersecano il tracciato della SS 394 Canaline di scolo Campi Fattori di amplificazione Breve distanza dal corpo idrico - Elevata portata (fiumi) dei corpi idrici interessati Presenza di imbocco reti fognarie nelle vicinanze Permeabilità del terreno - Bassa profondità della falda Influenza della condizioni Meteo Significativa (effetti peggiori in condizioni di stabilità e vento poco Intenso) Tempi di percolazione in falda Alcune ore se la percolazione avviene attraverso terreni sabbiosi/ghiaiosi Molti giorni se la percolazione avviene attraverso terreni argillosi Prime Azioni da attuare Chiamata immediata al 112 e per conoscenza alla Prefettura di Varese. Operare d’intesa con il Comandante dei VVF Per le procedure generiche riguardo le emergenze chimiche (industriali o da trasporti pericolosi) si rimanda al paragrafo successivo 2.3.4

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

TAV. 2.3.CS Scenario 2 Benzina RIBALTAMENTO DI UN’AUTOBOTTE CON RILASCIO DI BENZINA AL SUOLO CASSANO VALCUVIA - SS394 Effetto Immediato Atteso 1 - Consistente sversamento di benzina al suolo conseguente al ribaltamento e alla lesione della cisterna 2 - Rischio di incendio dell’autocisterna o della pozza di liquido al suolo in seguito ad innesco accidentale Effetto differito/prolungato atteso: Rilascio diffuso in superficie con infiltrazioni dipendenti dall’orografia del terreno; Possibile sversamento della benzina in acqua (corpi idrici o rete fognaria) con conseguente inquinamento; Possibile amplificazione dell’incendio per effetto domino. Strade interessate – fonte di pericolosità SS394 / Autocisterne che riforniscono i rivenditori di carburante dei Comuni vicini Zone a Rischio ed Elementi Territoriali Esposti

Fasce Aree Residenziali Edifici pubblici Spazi frequentati Viabilità Fascia Impatto Qualche Azienda Sede Comunità Montana Ss394 Indicativa: 35m. Zona di Danno Allevamenti e aziende Allevamento equitazione Indicativa: 60m. Zona di Attenzione Indicativa: 70m.

Prime Azioni da attuare Chiamata Chiamata immediata al 115 e per conoscenza alla Prefettura di Varese. Operare d’intesa con il Comandante dei VVF Allertamento Avviso alla popolazione interessata tramite autoparlanti. Viabilità Chiusura immediata a distanza di sicurezza delle vie di accesso Riparo al Chiuso Misura di salvaguardia preventiva ed immediata Evacuazione Da definire tramite ordinanza solamente in condizioni estreme, nella zona di impatto ed eventualmente di danno,

d’intesa con Prefetto e Comandante VVF. Ricovero in aree idonee (Vedi Strutture individuate all’interno del Capitolo 3) Per le procedure generiche riguardo le emergenze chimiche (industriali o da trasporti pericolosi) si rimanda al paragrafo successivo 2.3.4

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

RIBALTAMENTO DI UN’AUTOCISTERNA CONTENENTE GPL (BUTANO) CON INCENDIO TAV. 2.3.CS Scenario 3 GPL ED ESPLOSIONE IMMEDIATA (BLEVE) CASSANO VALCUVIA - SS394 – Via Roma, via Noga, via Dante Effetto Immediato Atteso Rilascio rapido al quale segue BLEVE- (15 t contenute: PICCOLA AUTOCISTERNA) Effetto differito/prolungato atteso: Effetti domino quali incendi ed esplosioni a seconda degli elementi via interessati Strade interessate – fonte di pericolosità SS394, via Roma, via Noga, via Dante

Zone a Rischio ed Elementi Territoriali Esposti Fasce Aree Residenziali Edifici pubblici Spazi ad elevata Viabilità concentrazione Fascia Impatto Abitazioni a ridosso C.M. Valli del Verbano, SS394, via Roma, via Noga, Indicativa: 70m. delle strade Municipio, Oratorio, Sede PC via Dante interessate Zona di Danno Centro urbanizzato di Centro sportivo Centro sportivo Indicativa: 160m. Cassano Zona di Attenzione Indicativa: 200m. Prime Azioni da attuare Chiamata Chiamata immediata al 112 e per conoscenza alla Prefettura di Varese. Operare d’intesa con Comandante dei VVF Allertamento Avviso alla popolazione interessata tramite autoparlanti. Viabilità Chiusura immediata a distanza di sicurezza delle vie di accesso Riparo al Chiuso Misura di salvaguardia preventiva ed immediata Evacuazione – Da definire tramite ordinanza solamente in condizioni estreme, nella zona di impatto ed eventualmente di danno, d’intesa con Prefetto e Comandante VVF. Ricovero in aree idonee (Vedi Strutture individuate all’interno del Capitolo 3) Per le procedure generiche riguardo le emergenze chimiche (industriali o da trasporti pericolosi) si rimanda al paragrafo successivo 2.3.4

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

2.3.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Premesse

Le Emergenze che coinvolgono sostanze chimiche pericolose, siano esse dovute ad incidenti da impianto fisso o da mezzo di trasporto, presentano un elevato grado di pericolosità e di incertezza, pertanto richiedono la presenza e l’intervento di personale altamente qualificato. I Vigili del Fuoco possiedono, al loro interno, nuclei speciali addestrati appositamente per affrontare questo genere di emergenze.

Il coordinamento di un’eventuale emergenza per la gravità, l’estensione dell’evento, è di competenza del Prefetto. Non a caso I Piani di Emergenza Esterni per gli Impianti a Rischio vengono, a norma di legge, redatti dalle Prefetture. Il primo intervento viene gestito attraverso il Posto di Comando Avanzato, struttura tecnica operativa di primo intervento composta da VV.F., cui spetta il coordinamento, AREU 118, Forze dell’Ordine, Polizia Locale, ARPA ed ASL. I Comuni interessati mantengono ugualmente un ruolo cruciale di supporto e il Sindaco rimane, in prima persona, il Responsabile di Protezione Civile.

Le Procedure Operative di scala Sovracomunale, redatte sulla base dei Piani Prefettizi e Provinciali oltre che i ruoli dei Responsabili e delle Strutture Tecniche impiegate, sono inseriti all’interno della Relazione Generale – Capitolo 2, paragrafo 3, di seguito, invece sono inseriti i compiti e le procedure a scala locale, per l’UCL (Unità di Crisi Locale).

All’interno della Relazione Generale – Capitolo 2, paragrafo 3, sono inoltre trattati in modo specifico, alcuni aspetti, particolarmente delicati, relativi alla gestione dell’emergenza chimica, in particolare quelli riguardanti la salvaguardia della popolazione (Allertamento, Evacuazione-Riparo al chiuso).

Il Volontariato di protezione civile, in caso di Emergenza Chimica, può svolgere un’ importante azione di supporto purchè non divenga esso stesso soggetto esposto al rischio. Le azioni potranno riguardare in particolare l’assistenza alla popolazione e l’allestimento delle aree di emergenza. Tendenzialmente potrà operare solo entro la zona di attenzione, solamente se autorizzato dal Prefetto e/o dal Sindaco sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco responsabile del Posto di Comando Avanzato. Se autorizzati potranno collaborare con la polizia locale nelle attività di allertamento e nelle azioni di evacuazione.

I numeri di reperibilità degli Enti di Scala Sovracomunale sono inseriti negli Allegati Generali del Piano.

54 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C A S S A N O VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

TAV 2.3 CS Scenario di Rischio: Incidente Chimico - Trasporti Pericolosi Procedure Operative/Modello di intervento per Componenti UCL (Unità di Crisi Locale) Il coordinamento delle Emergenze nel caso di Incidenti Chimici Rilevanti spetta al Prefetto – L’UCL svolge funzioni di supporto – Lo schema di massima che segue può variare in relazione alla situazione contingente Tutte le azioni previste entro le fasce di rischio possono essere svolte solamente su disposizione del Comandante dei Vigili del Fuoco (Responsabile Operativo del Posto di Comando Avanzato) Numeri di Reperibilità, Responsabili e Attori: vedi Capitolo 4 e Allegati del Piano FASI Azioni In quali Condizioni – Quando Chi le attua Il Responsabile dell’impianto/trasportatore comunica che si sono verificate o si stanno verificando situazioni anomale di esercizio o incidenti che potrebbero evolvere negativamente minacciando la sicurezza del personale e del territorio circostante e avvisa pertanto i Vigili del Fuoco e/o il Prefetto della situazione. Una volta ricevuto il messaggio dalla Prefettura/vigili del Fuoco o avuta SINDACO alla fase alla Si informa sulla natura e tipologia dell’incidente, sulle sostanze coinvolte e sulla possibile evoluzione dello scenario incidentale notizia della situazione di preallarme Avvisa l’UCL e Attiva la polizia locale * Adotta eventuali primi provvedimenti di salvaguardia della D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni popolazione del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA Informa della situazione gli enti sovraordinati Una volta ricevute le informazioni dalla verifica in sito Supporta il Sindaco nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase, ove necessario REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. * Partecipano alle operazioni definite dal PCA: Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco o dal Roc, sulla base delle POLIZIA LOCALE - operazioni di controllo e presidio nelle aree contermini indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA all’impianto (vigilanza effettuata da una debita distanza, da punti sicuri) -Adottano prime misure per la gestione della viabilità e la delimitazione delle aree a Rischio: presidio, posizionamento

(spesso tale fase non esiste, si passa direttamente passa si esiste, non fase tale (spesso cancelli e deviazioni del traffico – mantengono vie preferenziali

di accesso per i mezzi di soccorso Tiene pronti i volontari e le risorse a disposizione Una volta ricevuta notizia del Preallarme COORDINATORE VOLONTARIATO P.C. Cessano le condizioni che hanno determinato il Preallarme: Informa l’UCL e le strutture operative locali della revoca del Una volta ricevuto il messaggio di revoca dalla Prefettura

PREALLARME PREALLARME SINDACO emergenza)di Preallarme

55 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C A S S A N O VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Il Responsabile dell’impianto/trasportatore comunica agli Organi preposti al soccorso (NUE112, VVF, 118, Forze dell’Ordine) ed al Prefetto dell’incidente avvenuto o in corso

Il Prefetto assume il Coordinamento nel più breve tempo possibile: istituzione del COM in caso di incidente rilevante/ Il Comune svolge le seguenti funzioni di supporto

Attiva l’ UCL Una volta ricevuto il messaggio dalla Prefettura/Vigili del Fuoco o avuta notizia SINDACO dal Responsabile del trasporto ferroviario Dispone lo svolgimento delle operazioni di soccorso nelle aree D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni colpite del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA Tiene Informati della situazione e delle decisioni intraprese gli D’intesa con il Prefetto, ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione enti sovraordinati della situazione Attiva gli organi dell’ARPA e dell’ASL Non appena ricevuta notizia dell’avvenuto incidente, qualora non siano già stati attivati dal PCA o dal Prefetto Informa la Popolazione sui comportamenti da seguire Non appena ricevuta notizia dell’avvenuto incidente, d’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA

Dispone eventuali ordinanze (VEDI MODELLI ALLEGATI): D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando Avanzato) - allertamento della popolazione in aree a rischio ** - riparo al chiuso;

EMERGENZA - evacuazione preventiva di popolazione in aree a rischio (per l’individuazione delle aree vedi tavole scenari); -occupazione temporanea di aree private; -sospensione erogazione servizi essenziali; -altre eventuali

Dispone, se necessario, l’attivazione delle aree di emergenza I caso di ordinanza di evacuazione per accogliere la popolazione Gestisce i contatti con i mass-media In attesa dell’arrivo del Prefetto-Qualora giornalisti di radio, giornali, tv siano già informati della situazione

Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle Durante tutta la fase REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. comunicazioni

56 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C A S S A N O VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Si mette in contatto con i componenti del P.C.A. per In attesa dell’arrivo del Prefetto comprendere la dinamica e la possibile evoluzione dello scenario incidentale in modo da coordinare l’attività dell’U.C.L. e tenere informato il Sindaco

Coordina l’attività nelle aree di emergenza Nel caso siano attivate le aree di emergenza

Coordina le attività sul territorio dell’UCL e degli eventuali D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni responsabili delle funzioni di supporto del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando Avanzato)

Dispone mezzi, attrezzature e risorse sul territorio D’intesa con il Prefetto a seconda delle necessità e delle priorità TECNICO COMUNALE

Provvede all’allestimento delle aree di accoglienza e alla In caso di prevista o effettiva evacuazione fornitura di materiale per assistenza alla popolazione

Partecipa alla Verifica danni ad edifici ed infrastrutture, alle reti Su richiesta del Prefetto/Sindaco – PCA, valutata la necessità, sulla base delle dei servizi in collaborazione con gli enti gestori e tecnici abilitati- indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando qualora sussistano le condizioni di sicurezza Avanzato)

Partecipa all’eventuale messa in sicurezza di strutture comunali Su richiesta del Prefetto/Sindaco – PCA, valutata la necessità, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando Avanzato)

Partecipano alle operazioni definite dal PCA: Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco sulla base delle indicazioni del POLIZIA LOCALE Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA - Gestione della Viabilità e delimitazione delle aree a Rischio: presidio, posizionamento cancelli e deviazioni del traffico – mantengono vie preferenziali di accesso per i mezzi di soccorso (per l’individuazione delle aree vedi tavole scenari) - Collabora nel controllo delle operazioni sul territorio e mantiene l’ordine pubblico nelle aree critiche

**Eventuale allertamento della popolazione a rischio tramite Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco in POLIZIA LOCALE/VOLONTARIATO PC (sotto megafoni, sirene, porta a porta o evacuazione preventiva (per collaborazione con le Forze dell’Ordine sulla base delle indicazioni del la direzione del COORDINATORE) l’individuazione delle aree vedi tavole scenari) Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA

57 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C A S S A N O VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Supporto alle Forze dell’Ordine, alla polizia locale e al P.C.A. Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco, o dal VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del nelle operazioni di emergenza espressamente richieste dalle Responsabile del P.C.A. sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili COORDINATORE) Autorità (Prefetto o Sindaco) : del Fuoco - PCA -assistenza alla popolazione da evacuare, evacuata (se sussistono condizioni di sicurezza) -assistenza e supporto nella gestione delle aree di emergenza, censimento persone evacuate, etc. -altre operazioni a seconda delle necessità. Eventuale assistenza nelle operazioni di evacuazione preventiva Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco sulla base delle della popolazione e accoglienza nelle aree di emergenza indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA I V.d.F. pongono rimedio alle condizioni che avevano reso necessaria l’attivazione della Fase di Allarme/Emergenza. L’emergenza rientra e il Prefetto revoca l’allarme

Informa l’UCL e le Strutture operative locali della revoca Dopo aver ricevuto il messaggio di revoca dalla Prefettura SINDACO dell’allarme Dispone l’eventuale rientro della popolazione evacuata D’ intesa con il Prefetto - Ripristinate le condizioni di sicurezza sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA

Richiama gli uomini dislocati sul territorio Una volta ricevuto messaggio di revoca dell’allarme e ripristinate le condizioni REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. di normalità Coordina il rientro della popolazione evacuata Una volta avuta disposizione dal Sindaco d’intesa con il Prefetto sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA

Coordina il controllo della viabilità, mantenimento ordine Durante la fase di ritorno alla normalità d’intesa con il Prefetto e in POLIZIA LOCALE pubblico collaborazione con le Forze dell’Ordine sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA

Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle Una volta avuta disposizione dal Sindaco d’intesa con il Prefetto sulla base VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del operazioni di ripristino e di ritorno alla normalità: delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA COORDINATORE)

Eventuale assistenza al rientro della popolazione evacuata nelle proprie case

58 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

2.4 Il Rischio Incendi Boschivi TAV 2.4 CS

La parte descrittiva generale sul rischio Incendi Boschivi, gli aspetti riguardanti la Previsione e la Prevenzione degli Incendi nonché la Gestione dell’Emergenza e le Procedure Operative, essendo esse di competenza della Comunità Montana, sono trattati all’interno della Relazione Generale – capitolo 2 paragrafo 4.

2.4.1 Analisi della Pericolosità e Mappatura del Rischio

Dall’analisi dei dati (sotto riportati) contenuti all’interno del Piano di Previsione e Prevenzione e lotta agli incendi della Regione Lombardia – Anno 2014-2016 risulta che, in una scala da 1 a 5, il territorio di Cassano Valcuvia appartiene alla classe di rischio più elevata: classe 5

CASSANO VALCUVIA

Superficie Superficie Numero incendi Superficie percorsa Comune Classe di rischio territoriale [ha] Bruciabile ha / anno media annua [ha]

CASSANO V. 403,34 316,97 0 0,000 5

59 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

Analisi del Rischio Incendio Boschivo - PIF

Dalla Tavola del Rischio Incendio Boschivo elaborata all’interno del PIF (Piano di Indirizzo Forestale della CMVDV), emergono le porzioni forestali suddivise per livello di rischio incendio boschivo (l’analisi speditiva è stata effettuata utilizzando alcuni parametri quali: esposizione, pendenze, vicinanza alle infrastrutture, specie forestali, incendi passati, etc.). Di seguito si riporta uno stralcio delle tavole, rielaborate sulla base del Database Topografico.

60 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

Secondo i dati presenti nella Relazione del Piano di Indirizzo Forestale di giugno 2012, il 71% del territorio comunale di Cassano Valcuvia risulta boscato.

Le porzioni di territorio esposte a questa tipologia di rischio corrispondono principalmente alle zone a monte dell’abitato di Cassano Valcuvia e di via Noga; altre aree boscate sono presenti a monte della SS 394 e nella fascia di territorio sovrastante la piana alluvionale del torrente Rancina. Alcuni tratti montani sono caratterizzati da dislivelli notevoli, da asperità del terreno, dalla presenza di fenomeni di dissesto; in particolare i versanti sottostanti il Monte San Martino ed il Sasso Cadrega presentano pareti scoscese soggette a crollo, che si rilevano anche a monte della via Noga.

Come indicato nel Rapporto Ambientale che correda la V.A.S. del Comune di Cassano Valcuvia, le aree boscate ricadono in larga parte nel SIC IT2010019 “Monti della Valcuvia” e sono costituiti da castagneti, faggete, querco carpineti, betulleti e corileti (noccioli), mentre le superfici boscate di fondovalle sono caratterizzate prevalentemente da robinieti.

SIC Monti della Valcuvia

CODICE IT IT2010019

AREA [ha] 1607.66 (di cui in Cassano V. 230,66)

SETTORE ORIENTALE DEL SIC - COMUNI INTERESSATI: Cuveglio, Cassano Valcuvia, Rancio V.

ENTE GESTORE: Comunità Montana Valli del Verbano

2.4.2 Allertamento e Monitoraggio degli Incendi Boschivi

Per i dettagli si rimanda al Capitolo 2.4.2 della Relazione Generale.

61 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4 S

TAV 2.4 CS 2.4.3 Scenario di Rischio INCENDIO BOSCHIVO Boschi – SIC e altre superfici percorribili dal fuoco Periodo di Massima Pericolosità: Fine inverno – inizio primavera in particolare in condizioni di scarsa piovosità, secchezza della vegetazione e aridità del suolo, vento forte Cause principali di Innesco: Innesco di origine antropica Punti Critici di Innesco: Strade più critiche: Zone antropizzate ai margini dei boschi Strada del Monte San Martino, Via Campilunghi, Via Zona residenziale di via Dante / Crotti Roncaccio Via dei Crotti, Via Noga Via Dante Sentieri Punti/Elementi Esposti: Abitazioni insediate ai margini delle zone boscate Baite, attività agrosilvo pastorali Zone caratterizzate da elevata asperità del terreno: Monte San Martino / Sasso Cadrega Pareti a monte di via Noga Specie Forestali prevalenti Specie Forestali secondarie Castagno, Faggio, Querce, Robinia, Aceri-Frassineti Possibili azioni/attività di prevenzione Presidio del territorio, pulizia e manutenzione dei sentieri Azioni primarie da attuare in caso di incendio: Attivare il numero AIB della Comunità Montana: 335.8714195, il 112 (VVF) e il 1515 (Forestale) Evacuazione abitazioni a rischio ed eventuale assistenza popolazione evacuata Risorse idriche Lago Maggiore

62 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4 P

2.4.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Le Procedure Operative per il rischio Incendi Boschivi, tratte direttamente dal Piano Regionale di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, sono state inserite all’interno della Relazione Generale – paragrafo 2.4.5 essendo procedure univoche per tutti i comuni e riguardanti, a livello gestionale, più l’Ente di scala sovracomunale deputato per Legge all’intervento e coordinamento AIB ,che non le Amministrazioni Locali; tale Ente che potrà essere, a seconda del territorio interessato, la Comunità Montana (Valli del Verbano) o l’Ente Parco (Campo dei Fiori) in quanto enti deputati all’intervento e al coordinamento.

Il Comune potrà ricoprire, in qualunque caso e a seconda delle necessità, un’importante funzione di Supporto (logistico, viabilistico, etc.) attraverso le proprie Strutture (assistenza ad evacuati, chiusura viabilità, etc.).

Il coordinamento AIB all’interno del territorio di Cassano Valcuvia spetta alla Comunità Montana Valli del Verbano.

Di seguito i numeri telefonici da contattare in caso di incendio:

COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL VERBANO: NUMERO H24 AIB: 335.8714195

CORPO FORESTALE DELLO STATO: NUMERO UNICO EMERGENZE: 1515 COMANDO VARESE: TEL: 0332.282587 STAZIONE DI LUINO: TEL: 0332 536536 CENTRO OPERATIVO CON SEDE A CURNO (BG): TEL: 035.611009 FAX: 035.617722

SALA OPERATIVA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE NUMERO VERDE: 800.061.160

Per Incendi di Interfaccia Contattare il

CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO: NUE 112

63 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

2.5 Il Rischio Eventi Meteorologici Estremi

2.5.1 Premessa

Il territorio del medio-alto Verbano è potenzialmente esposto ad eventi meteorologici particolarmente violenti (temporali e venti forti) che potrebbero verificarsi in particolare durante i mesi estivi ed in lassi temporali ristretti.

Dal punto di vista della pianificazione dell’emergenza comunale gli eventi meteorologici estremi destano particolari preoccupazioni in particolare laddove si è in presenza di trombe d’aria, forti grandinate e piogge intense accompagnate da fenomeni di allagamento e di dissesto idrogeologico. Eventi di tale natura si sono già manifestati sul territorio comunitario anche in anni recenti. Le preoccupazioni sono giustificate sia dai possibili effetti attesi al suolo sia dal fatto che si tratta di fenomeni atmosferici generalmente non prevedibili ed improvvisi. Data questa premessa risulta evidente come i Rischi Idrogeologici e le aree soggette a fenomeni di dissesto, individuati nel capitolo 2.2, possono essere una diretta conseguenza di fenomeni meteorologici estremi.

La descrizione generale degli eventi meteorologici estremi (natura del fenomeno, cause e conseguenze) è presente all’interno della Relazione Generale – capitolo 2.5.

Foto – sx: Tromba d’aria che ha investito molte località del luinese (2012) (fonte: http://www.nadirpress.net/) – dx – tromba d’aria che ha colpito Luino nel 2006 – (fonte:varesenews)

64 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

2.5.2 Allertamento degli Eventi Meteo Estremi

A) Previsione e monitoraggio di forti temporali

La Regione Lombardia, ha approvato, con D.G.R. 22 dicembre 2008 n.8/8753 e riformato con la D.G.R. n. X/4599 del 17-12-2015, la Direttiva Regionale sull’Allertamento ai fini di protezione civile.

La precisa localizzazione dei temporali, la loro esatta tempistica di evoluzione (momento di innesco, di massimo sviluppo, di dissipazione), l’intensità, non possono essere previsti con largo anticipo. Con i tempi di preavviso tipici del sistema di allertamento regionale (12 ore o più) ciò che è possibile prevedere con sufficiente approssimazione è il verificarsi, su ampie porzioni di territorio (le Aree di Allertamento), di condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali più o meno intensi distinguendo le principali fasce orarie della giornata (notte, mattino, pomeriggio, sera). Sulla base dei criteri sopra definiti, si sono identificate le zone omogenee, partendo dalla iniziale zonazione di tipo meteoclimatico. Le aree omogenee ai fini dell’allertamento sono le medesime previste per il rischio Idrogeologico ed Idraulico:

Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano appartiene, per il Rischio Idrogeologico ed Idraulico, Temporali Forti, alla Zona Omogenea “dei laghi e Prealpi Varesine” - CODICE IM-04.

Per quanto riguarda le soglie ed i codici di allerta, la Regione, all'interno della Direttiva, ha ritenuto opportuno riferirsi unicamente al fenomeno dei temporali forti definiti come: - temporali di lunga durata (più di un’ora) caratterizzati da intensi rovesci di pioggia o neve, ovvero intensità orarie superiori a 40 mm/h, spesso grandine anche di grande dimensioni (superiore ai 2 cm), raffiche di vento anche di forte intensità, occasionalmente trombe d’aria, elevata densità di fulmini;

I temporali forti dunque, nell’ambito della presente direttiva, si distinguono dai temporali (senza ulteriori specificazioni) e dai rovesci definiti come segue:

- temporali di breve durata e di bassa intensità, ovvero con limitate intensità orarie di precipitazione (valori orari di pioggia inferiori ai 40 mm/h), possibile grandine di piccole dimensioni, raffiche di vento generalmente di limitata intensità.

65 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

Si distinguono, in fase di previsione 3 livelli di criticità correlati perlopiù alla probabilità di accadimento dei temporali forti relativamente a ciascuna area omogenea:

CODICE PROBABILITA’ LIVELLO CRITICITA’ EFFETTI E DANNI ALLERTA ACCADIMENTO % - Bassa <30 assente Assenza di fenomeni significativi Eventuali danni puntuali. prevedibili, anche se non è possibile escludere fenomeni/scenari di evento localizzati: - isolate fulminazioni, grandinate, raffiche di vento. A media 30-70 ordinaria Lo scenario è caratterizzato da Occasionale pericolo per la sicurezza delle persone elevata incertezza previsionale. Si con possibile perdita di vite umane per cause possono verificare incidentali. Effetti generalmente localizzati: fenomeni/scenari di evento - danni alle coperture e alle strutture provvisorie con generalmente localizzati dovuti a: trasporto di materiali a causa di forti raffiche di - forti fulminazioni, grandinate, vento; raffiche di vento. - rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi (in particolare telefonia, elettricità); - danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; - innesco di incendi e lesioni da fulminazione B alta >70 moderata Lo scenario è caratterizzato da Pericolo per la sicurezza delle persone con possibili elevata incertezza previsionale. Si perdite di vite umane. Effetti generalmente diffusi: possono verificare - danni alle coperture e alle strutture provvisorie con fenomeni/scenari di evento trasporto di materiali a causa di forti raffiche di generalmente diffusi o persistenti vento; dovuti a: - forti fulminazioni, - rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di grandinate, raffiche di vento. pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi; - danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; - innesco di incendi e lesioni da fulminazione.

Se il livello di criticità per il rischio temporali forti, indicato nell’Avviso di Criticità comunicato da Regione Lombardia, è pari a 1 o 2, le Amministrazioni Comunali dovranno attivare le procedure previste nel piano di emergenza comunale per i rischi idraulici/idrogeologici (Cap. 2.1 – 2.2) e provvedere, con il contributo della polizia locale, al controllo delle aree potenzialmente esposte e vulnerabili agli effetti di forti raffiche di vento, grandine etc., nonché alla sorveglianza dei punti critici presenti sul territorio comunale (torrenti e corsi d’acqua minori, ponti, zone soggette ad allagamenti), in modo da poter intraprendere provvedimenti e azioni cautelative (l’eventuale interdizione alla circolazione sulle strade interessate da allagamenti, l’allertamento della popolazione, residente e non, la verifica dell’eventuale coinvolgimento della stessa in situazioni di pericolo, etc.).

Nel periodo di maggiore frequenza dei fenomeni temporaleschi, il Sindaco dovrà notificare ai gestori dei campeggi l’emissione dell’avviso di criticità e concordare / comunicare le eventuali procedure di evacuazione rapida delle aree di camping.; la popolazione e le Autorità di Pubblica Sicurezza dell’obbligo di segnalare tempestivamente al Comune la presenza di campeggiatori anche isolati, gite scolastiche, campi scout e simili, in zone potenzialmente a rischio, come sopra indicate.

66 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

B) Previsione e monitoraggio delle nevicate I criteri considerati per definire le aree omogenee per il rischio neve sono di natura meteorologica, orografica, territoriale ed amministrativa. Altri parametri importanti per la definizione delle aree, sono il grado di urbanizzazione del territorio e la presenza di infrastrutture strategiche: Importanti vie di comunicazione, rete ferroviaria, aeroporti e grossi centri urbani, sistemi di fornitura e distribuzione di corrente elettrica, etc. Il Territorio della Comunità Montana Valli del Verbano, ricade nell’Area Omogenea NV-04 delle Prealpi Varesine.

Codici e soglie di allerta per rischio neve Sulla base delle valutazioni delle criticità attivabili territorialmente, come descritto negli scenari di rischio definiti di seguito, si ritiene che abbia senso fare riferimento solo alle porzioni di territorio poste al di sotto dei 1200 m s.l.m., soglia ritenuta idonea a rappresentare la parte di territorio regionale maggiormente abitata e con presenza di infrastrutture. Inoltre alcune aree del territorio lombardo risultano più sensibili al rischio neve, in particolare la fascia di pianura e pedemontana dove è concentrata la maggior parte di infrastrutture critiche e di popolazione. In fase di previsione si distinguono i seguenti codici di pericolo per neve accumulabile al suolo, anche in funzione della quota del territorio:

Le situazioni di criticità per rischio neve sono determinate da precipitazioni solide in grado di generare i seguenti scenari: a) Difficoltà, rallentamenti e possibili blocchi del traffico stradale, ferroviario e aereo. b) Interruzioni della fornitura di energia elettrica e/o delle linee telefoniche. c) Danni agli alberi con ripercussioni alle aree sottostanti. d) Danni e crolli delle coperture di edifici e capannoni. Alle Autorità locali di protezione civile resta l’onere di valutare i rischi generati anche su alpeggi, su strade secondarie di alta montagna a servizio di attività agro-silvo-pastorali. Non sono considerate in questa sede le situazioni di criticità generate su piste da sci e su impianti di risalita. Sulla base delle previsioni meteorologiche, integrate con le informazioni provenienti dal territorio relative alla permanenza della neve al suolo e alle eventuali criticità che interessino il sistema delle infrastrutture critiche (rete viabilità autostradale, statale/provinciale, locale; rete ferroviaria e aeroporti; reti distribuzione servizi essenziali), il Centro Funzionale emette i seguenti codici di allerta colore e livelli di criticità assente, ordinaria, moderata ed elevata.

67 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

C) Previsione e monitoraggio per Vento Forte

Sul territorio Lombardo le condizioni di vento forte si determinano quasi esclusivamente in occasione di importanti episodi di foehn o tramontana (venti dai quadranti settentrionali), intensi e persistenti e con raffiche di elevata intensità. Tali situazioni risentono della interazione orografica delle correnti con l’arco alpino il cui “effetto barriera” limita notevolmente la possibilità che questo fenomeno possa assumere caratteristiche catastrofiche. In questa categoria di rischio si considerano solo le situazioni alla scala regionale e sinottica in cui il vento interessa ampie porzioni di territorio, non comprende le raffiche di vento associate ai temporali in quanto fenomeni tipici di aree relativamente più ristrette e perché incluse nel rischio temporali.

Le aree omogenee d’allerta per il rischio vento forte, considerati i criteri richiamati al paragrafo precedente, sono le medesime del rischio Temporali e del rischio idrogeologico ed idraulico.

Codici e soglie di allerta per rischio vento forte Sulla base delle valutazioni delle criticità attivabili territorialmente, come descritto negli scenari di rischio definiti di seguito, si ritiene più congruo riferire le soglie alle aree situate a quote inferiori ai 1500 metri, in quanto ritenute più vulnerabili a questo tipo di rischio. Per tutte le motivazioni citate in premessa, per questo tipo di rischio vengono definiti soltanto due livelli di criticità: ordinaria, moderata.

Le situazioni di criticità per rischio di vento forte possono generare: a) pericoli diretti sulle aree interessate dall’eventuale crollo d’impalcature, cartelloni, alberi (particolare attenzione dovrà essere rivolta a quelle situazioni in cui i crolli possono coinvolgere strade pubbliche e private, parcheggi, luoghi di transito, servizi pubblici, ecc…); b) pericoli sulla viabilità, soprattutto nei casi in cui sono in circolazione mezzi pesanti; c) pericoli diretti legati alla instabilità dei versanti più acclivi, quando sollecitati dell’effetto leva prodotto dalla presenza di alberi; d) pericoli nello svolgimento delle attività esercitate in alta quota; e) problemi per la sicurezza dei voli amatoriali e delle attività svolte sugli specchi lacuali. Sulla base delle previsioni meteorologiche, del monitoraggio e delle segnalazioni di criticità in atto e in evoluzione sul territorio, il Centro Funzionale (CFMR) emette i codici di allerta colore e i livelli di criticità assente, ordinaria, moderata ed elevata.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 S

2.5.3 Scenario di Rischio a - Evento Meteorologico Violento: Temporale Forte – Vento Forte Caratteristiche Evento: Forte Raffiche di Vento e/o Tromba d’aria e/o Pioggia molto intensa (rovesci) e/o Grandine e/o Fulmini Periodo di Probabile di accadimento: Estate, in particolare periodi caratterizzati da temperature elevate Evoluzione dell’Evento: Rapida, durata breve (fase intensa massimo mezz’ora) Estensione Spaziale: Le zone colpite solitamente sono ristrette (raggi inferiori a 1 Kmq) Danni Attesi Ipotetici: Vittime/feriti nelle aree esposte, in particolare negli spazi aperti affollati (possibili danni procurati da oggetti scagliati dalla forza del vento o da fulmini); Scoperchiamento di tetti, sollevamento di tegole e cornicioni; Danni rilevanti a strutture aperte temporanee: capannoni e tensostrutture per fiere, manifestazioni, concerti; Possibili incidenti sul lavoro (specie nei cantieri con impalcature sospese); Sollevamento/spostamento di oggetti, arredi urbani, cartellonistica, autovetture; Abbattimento e sradicamento di alberi e Danni all’agricoltura; Lesioni al sistema dell’illuminazione pubblica, possibile caduta delle linee elettriche e potenziali Blackout; Incidenti stradali e interruzioni alla viabilità; Allagamenti localizzati per rigurgiti da fognatura o per esondazione di torrenti minori (vedi aree a rischio Capitolo 2.1) in caso di precipitazioni intense Disseti Idrogeologici (Vedi Scenari Capitolo 2.2) Elementi peggiorativi: Rischi elevati si possono avere in presenza di eventi-manifestazioni con elevata concentrazione di persone (Fiere, Sagre, Feste, Concerti, Spettacoli, etc.) In caso di evento meteorologico estremo caratterizzato da forti precipitazioni (pioggia o grandine) occorrerà tenere in considerazione la possibilità che si manifestino episodi di allagamento e fenomeni di dissesto idrogeologico (Vedi Scenari Capitolo 2.2) Possibili azioni/attività di prevenzione Monitoraggio/Manutenzione dei punti critici (conoidi torrentizi e aree di dissesto, ponti critici, torrenti, sottopassi stradali, tratti tombinati, etc.); Azioni primarie da attuare in caso si manifesti l’evento: Sorveglianza dei punti critici (torrenti, sottopassi stradali, tratti tombinati, etc.); Eventuale chiusura della circolazione viabilistica (in seguito ad abbattimento alberi, allagamenti localizzati; Allertamento di eventuale popolazione a rischio Evacuazione di Attendamenti, Tensostrutture (Fiere, Concerti, Manifestazioni Sportive, Mercato, etc.) localizzati in particolare in aree aperte. Segnalazione preventiva al Sindaco della presenza sul territorio di campeggiatori, campi estivi, campi scout, presenza di scolaresche potenzialmente a rischio.

69 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 S

2.5.3 Scenario di Rischio b - Evento Meteorologico Violento: Nevicata Forte-Eccezionale Caratteristiche dell’Evento: Periodo di Probabile di accadimento: Forte Nevicate con coltre di neve superiore ai 20 cm Inverno, con condizioni ideali di temperatura e precipitazione Evoluzione dell’Evento: Estensione Spaziale: Più Giorni Intero territorio comunale Danni Attesi Ipotetici: Interruzioni di servizi essenziali (possibile chiusura delle scuole, asili, etc.) Problemi alla viabilità

Danni a reti idriche ed elettriche ed interruzioni localizzate dei servizi Elementi peggiorativi: Perdurare della perturbazione intensa per più giorni Possibili azioni/attività di prevenzione Mantenere aggiornato il piano neve comunale e in essere le convenzioni con le ditte per spalatura, fornitura sale, etc. Azioni primarie da attuare in caso si manifesti l’evento Prestare particolare attenzione alle persone non autosufficienti ed anziane (fornire eventuale numero telefonico dedicato per emergenze) – monitoraggio ed assistenza di supporto (Volontariato di PC) Verifica dei punti viabilistici più critici (vedi strade montane maggiormente trafficate). Eventuale chiusura della circolazione viabilistica in seguito ad incidenti o situazioni di rischio Eventuale assistenza a popolazione in difficoltà (problemi di fornitura di beni prima necessità, riscaldamento, etc.) – ipotesi estrema (allestimento strutture di accoglienza con supporto dei volontari di PC) Evacuazione precauzionale di abitazioni in seguito a problemi strutturali delle coperture (ipotesi remota) ed assistenza

Particolarmente utili, ai fini della riduzione delle tipologie di rischio più imprevedibili, tra cui rientra quella degli eventi meteorologici estremi, sono le indicazioni riguardo il comportamento da tenere nel caso si manifesti l’evento calamitoso. Tali indicazioni dovrebbero però essere recepite dalla cittadinanza in fase preventiva attraverso appositi strumenti divulgativi (vedi capitolo 6 Relazione Generale e Opuscolo Informativo – Allegati Generali)

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 P

2.5.4 La Gestione dell’Emergenza: Procedure Operative

La tipologia di Emergenza e conseguentemente le azioni e le misure di risposta da adottare in seguito ad eventi meteorologici estremi dipendono dalla tipologia e dall’intensità dell’evento che si manifesta e dai danni procurati. Per le Procedure relative all’Emergenza Eventi Meteorologici Estremi si richiamano nello specifico le Procedure relative al Rischio Idraulico e Idrogeologico al Capitolo 2.1.4 del Presente Approfondimento

71 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

2.6 Il Rischio Sismico

Il rischio sismico atteso sul territorio in esame può essere classificato da molto basso a basso, per cui non si reputa necessario definire appositi scenari per tale tipologia di Rischio.

Per quanto riguarda l’inquadramento normativo e l’analisi speditiva del grado di rischio sismico si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.6. 2.6.1 Pericolosità Sismica Locale

In caso di terremoto gli scuotimenti sismici in loco possono essere più forti in dipendenza di particolari connotati geomorfologici e litologici dei suoli. Secondo quanto riportato nel recente testo della dgr n. 2616/2011 del 30 novembre 2011 di “Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della L.R. 11 marzo 2005, n. 12”gli effetti di amplificazione sismica possono distinguersi in due macro-categorie:

- gli effetti di sito o di amplificazione sismica locale distinguibili a loro volta in due sotto-categorie: a) gli effetti di amplificazione topografica che si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie superficiali più o meno articolate e da irregolarità topografiche in generale b) gli effetti di amplificazione litologica, che si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie sepolte (bacini sedimentari, chiusure laterali, corpi lenticolari, eteropie ed interdigitazioni, gradini di faglia ecc.) e da particolari profili stratigrafici costituiti da litologie con determinate proprietà meccaniche;

- gli effetti di instabilità, che interessano tutti i terreni che mostrano un comportamento instabile o potenzialmente instabile nei confronti delle sollecitazioni sismiche attese.

La normativa regionale affida ai comuni il compito di individuare sul territorio di ciascun comune le zone soggette ad effetti locali di amplificazione sismica sulla base dei seguenti scenari.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

Gli scenari identificati a Cassano Valcuvia, all’interno dello Sudio Geologico a supporto del PGT13 sono:

13 Tratto dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. Davide Fantoni – Studio Idrogeotecnico associato A. Ghezzi – Anno 2009

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

Immagine – Pericolosità Sismica Locale – Classificazione di Cassano Valcuvia – estratto SIT Regione Lombardia sovrapposto a Database Topografico

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 2 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO DIGHE 2.7

2.7 Il Rischio Dighe 2.7.1 Analisi e Mappatura del Rischio

Cassano Valcuvia non è esposto a rischi dovuti alla presenza di dighe o sbarramenti artificiali sul proprio territorio o in comuni limitrofi.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8

2.8 Eventi a Rilevante Impatto Locale e Altri Scenari

2.8.1 Inquadramento Generale e Legislazione di riferimento

In ottemperanza alle indicazioni contenute all’interno della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012 “Indirizzi operativi volti ad assicurare l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile” (pubblicata sulla G.U. del 1° febbraio 2013) si rende necessario, all’interno dei Piano di Emergenza, specificare gli scenari e gli eventi locali caratterizzati da un rilevante impatto locale, per i quali si potrebbe rendere necessaria l’attivazione e l’impiego del volontariato locale di Protezione Civile. “La realizzazione di Eventi che, seppur circoscritti al territorio di un solo comune, o di sue parti, possono comportare rischio per la pubblica e privata incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga possono richiedere l’attivazione, a livello comunale, del Piano di protezione civile, con l’attivazione di tutte o parti delle funzioni di supporto in esso previste e l’istituzione temporanea del COC. In tale caso è possibile ricorrere all’impiego delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, che potranno essere chiamate a svolgere i compiti ad esse affidati nella summenzionata pianificazione comunale, ovvero altre attività specifiche a supporto dell’ordinaria gestione dell’evento, su richiesta dell’Amministrazione Comunale.”

“L’attivazione del Piano Comunale di protezione civile e del COC costituiscono il presupposto essenziale in base al quale l’Amministrazione Comunale può disporre l’attivazione delle organizzazioni iscritte nell’elenco territoriale ed afferenti il proprio Comune nonché, ove è necessario, avanzare richiesta alla Regione territorialmente competente per l’attivazione di altre organizzazioni provenienti dall’ambito regionale…… In considerazione della particolarità dell’attività di cui trattasi, si raccomanda di contenere il numero delle autorizzazioni all’applicazione dell’art.9 ai soli casi strettamente necessari per l’attivazione del piano di protezione civile comunale….

Qualora l’evento sia promosso da soggetti diversi dall’Amministrazione Comunale e aventi scopo di lucro, permanendo le condizioni oggettive di rischio sopra richiamate, l’attivazione della pianificazione comunale ed il coinvolgimento delle organizzazioni dell’area interessata è consentito, avendo tuttavia cura che i soggetti promotori concorrano alla copertura degli oneri derivanti dall’eventuale applicazione dei benefici previsti dagli articoli 9 e 10 del Regolamento.” 2.8.2 - Eventi a Rilevante Impatto Locale

All’interno del territorio comunitario si tengono, durante l’anno, alcuni eventi di particolare rilevanza; tali ricorrenze richiamano un elevato numero di partecipanti e ciò costringe a porre l’attenzione su adeguate misure di sicurezza e salvaguardia nonché a dispiegare un considerevole numero di risorse, umane e strumentali, necessarie allo scopo. Tali Eventi sono quindi riconducibili alla casistica di quelli a rilevante impatto locale, come specificato nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012, in quanto “possono comportare rischio per la pubblica e privata incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga”. Occorre inoltre considerare l’ipotesi che possano essere organizzati eventi di rilevante impatto locale al

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8 momento non prevedibili dal presente Piano per i quali però potrebbe essere richiesta l’attivazione del Piano di Protezione Civile, del COC e il coinvolgimento delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione civile.

I principali Eventi a Rilevante Impatto Locale, attualmente rilevabili in Comune di Cassano Valcuvia sono:

EVENTO DATA-PERIODO TIPOLOGIA

EVENTI PRINCIPALI

Trincea Trail Maggio Evento Sportivo di rilevanza Regionale

ALTRI EVENTI

Altri eventi a rilevante impatto locale Durante l’anno Eventi di rilevanza locale, sovralocale o regionale

Per gli eventi principali è stata inserita, di seguito, una scheda di inquadramento contenente caratteristiche, attività richieste, localizzazione dell’evento (se definibile), attività per cui può essere eventualmente impiegato il volontariato locale di Protezione Civile. Per gli altri eventi a rilevante impatto locale non definiti dal presente Piano si raccomanda di considerare attentamente i seguenti aspetti:

1. Dovrà essere adeguatamente valutata l’ipotesi di inserire l’evento tra quelli a rilevante impatto locale raccomandandosi di contenere il numero delle autorizzazioni (solo nei casi strettamente necessari) – la decisione di attivare il COC in relazione all’evento spetta al Sindaco in quanto primo responsabile a livello locale della Protezione Civile;

2. L’evento dovrà comportare rischi per la pubblica incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga;

3. Dovrà essere prevista l’attivazione del COC;

4. Dovranno essere pianificati in via preventiva i compiti ed i ruoli delle singole componenti del Sistema Locale di Protezione Civile in particolare delle Organizzazioni locali di Volontariato di Protezione Civile.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8

EVENTO A RILEVANTO IMPATTO LOCALE – Comune di Cassano Valcuvia

TRINCEA TRAIL

Tipologia Evento Evento Sportivo Cartografia indicativa delle aree interessate dall’evento

Livello Territoriale Evento di Livello Regionale

Periodo di svolgimento Terza Domenica di Maggio

Durata evento 1 giorno

Gestione dell’evento Atletica 3V Valli Varesine – Comune di Cassano V.

Località-vie Interessate Cassano Valcuvia, Duno, Cuveglio dall’Evento

Attivazione COC IL COC DEVE ESSERE ATTIVATO

Afflusso persone stimato Circa 5000 persone stimate

Eventuale attività in cui Presidio di cancelli ed accessi (no attività di impiegare il gestione del traffico). Volontariato di PC Servizio di supporto logistico

Eventuale impiego di Sì altre organizzazioni regionali di PC

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 S

2.8.3 - Altri Scenari di Rischio

Oltre agli eventi classificati a Rilevante Impatto Locale, appena descritti, è possibile che si manifestino, in territorio comunale, altre emergenze assimilabili ad eventi straordinari, che potrebbero richiedere l’attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile.

L’attivazione generica dell’UCL-COC nonché le procedure di intervento, per tali tipologie di emergenza, devono sempre attenersi ai ruoli e alle funzioni assegnate alle componenti della Struttura Comunale di Protezione Civile e devono sempre considerare, in relazione alla gravità ed all’estensione dell’evento calamitoso:

1. la gestione da parte del Comune degli eventi di tipo A (Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria);

2. la gestione da parte della Prefettura - Provincia - Regione per Eventi di tipo B (Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria);

3. la gestione da parte del Dipartimento della Protezione Civile di Eventi di tipo C (Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari).

4. La possibilità di richiedere il Supporto della Struttura Intercomunale di Comunità Montana, per i Comuni aderenti al Servizio Associato di Protezione Civile.

L’attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile è sempre competenza del Sindaco.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 P

2.8.4 Gestione Operativa: Procedure/Modello di Intervento Emergenze Generiche

Attivazione generica delle emergenze La procedura generica semplificata di attivazione e gestione dell’emergenza è rappresentata dal diagramma seguente: 1. L’operatore che riceve la chiamata (in funzione della reperibilità), accertata la veridicità della fonte, informa immediatamente il Sindaco/Roc ed il reperibile di turno, qualora non sia lui stesso, per la verifica sul posto della situazione;

2. Il reperibile di turno effettua la verifica sul posto e informa il Sindaco/ROC della situazione;

3. Il Sindaco, in base all’esito della verifica, constatata la necessità, attiva la procedura di emergenza: attiva l’UCL-COC, informa gli enti Sovraordinati ed attiva immediatamente i primi soccorsi avvalendosi delle forze di pronto intervento (Vvf, 118, etc.).

Capita spesso che le strutture di primo intervento siano già operative prima della convocazione dell’UCL-COC (verificare in qualsiasi caso).

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 P

Procedura generica per emergenze Nel caso si manifestino emergenze, in territorio comunitario - comunale, difficilmente prevedibili in fase di pianificazione (blackout, incidenti rilevanti, nevicate eccezionali, etc.) è assolutamente strategico che la Struttura Comunale-UCL sia in grado di adattarsi alla situazione attenendosi ai ruoli e alle funzioni assegnate alle componenti della Struttura Comunale di Protezione Civile e sia perciò in grado di offrire innanzitutto adeguato supporto alla popolazione, richiedendo eventualmente, nel caso di eventi di livello B e D supporto anche agli Enti di livello superiore (Prefettura, Regione e Dipartimento PC).

81 P I A N O D I EMERGENZA INTERCOMUN ALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3 Risorse Comunali TAV 1 CS

3.1 Le Aree di Emergenza: Spazi e Strutture

Le Aree di Emergenza, all’interno di un Piano di Emergenza di Protezione Civile, si possono distinguere nelle seguenti categorie:

- Le aree di attesa sono quegli spazi, all’interno del territorio comunale, presso i quali raccogliere la popolazione in caso di evacuazione. Gli spazi sotto elencati rimangono indicativi, la scelta dell’area dipende infatti in larga parte dal tipo di emergenza che è in atto.

Ci sono aree di attesa che non sono idonee per tutti i tipi di emergenza.

Il Sindaco/Roc confermerà o definirà di volta in volta, in base alla realtà contingente, tali aree.

- Le aree di accoglienza-ricovero sono quelle destinate ad ospitare per periodi più o meno lunghi coloro che necessitano di spazi abitativi, si distinguono in:

. Strutture di Accoglienza, cioè spazi coperti quali scuole, palestre, centri attrezzati, etc. dove ospitare nell’immediato la popolazione bisognosa.

. Tendopoli, cioè campi tenda che possono servire per l’accoglienza di alcuni giorni-qualche settimana.

. Insediamenti abitativi di emergenza, cioè spazi per l’installazione di container o moduli abitativi di emergenza che devono servire alla popolazione che rimane senza casa per periodi lunghi.

- Le Aree per l’atterraggio di elicotteri possono corrispondere a piazzole attrezzate ed appositamente realizzate o ad aree idonee rispetto ad alcuni requisiti richiesti (vedi Relazione Generale Capitolo 2.4.6).

Rappresentano una risorsa importante per un territorio come quello in esame, caratterizzato da zone montuose anche impervie che in alcuni casi sono difficilmente raggiungibili con l’ausilio di automezzi stradali e dalla presenza di vaste porzioni di suolo occupate da boschi e quindi spesso soggette ad incendi.

I criteri definiti dal Dipartimento e dalla Regione, per la scelta delle Aree di Emergenza, sono presenti all’interno della Relazione Generale – Capitolo 3.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Aree di Ammassamento - Proposta

ID Denominazione Località Indirizzo Immagine

AM1 Comunità Montana SS 394 Via Provinciale, 1140

Aree di Attesa

ID Denominazione Località Indirizzo Immagine

Centro sportivo di via Noga

Struttura ottimale per la prima accoglienza Cassano A1 delle persone – Via Noga Campo da rugby Valcuvia soggetto a ristagni e non utilizzabile dunque, almeno nelle prime fasi dell’emergenza, come tendopoli

83 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Aree di Ricovero -Accoglienza

ID Denominazione Località Indirizzo Dotazione reti/servizi Immagine

Pro Loco – Sala Cassano S1 Via San Giuseppe Tendone coperto esterno Polivalente VaValcuvia

Cassano

Strutture S2 Teatro Comunale Via IV Novembre, 4 A ridosso del Municipio e centro del paese Valcuvia

Tensostruttura Cassano S3 Via Noga Ampi spazi, facile accessibilità, sede prot civ, spogliatoi Centro Sportivo Valcuvia

84 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Sede Comunità Cassano T1 Via Provinciale Allacciamenti, Servizi, illuminazione Montana Valcuvia

Aree per Tendopoli e/o Insediamenti di Abitativi Emergenza

Aree per Atterraggio Elicotteri

ID Denominazione Località Indirizzo Altitudine Coordinate N Coordinate E

E1 Prato Centro sportivo Via Noga 280 mslm 45°55’36’’ 8°46’05’’

E2 Prato Privato Caderoc Via Campi Lunghi 375 mslm 45°56’18’’ 8°45’42’’

Piazzale cementato E3 Cassano Via Provinciale 242 mslm 45°56’24’’ 8°46’20’’ Comunità Montana

85 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.2 Mezzi e Materiali Comunali

Ogni Comune è dotato direttamente o per mezzo dei propri Gruppi Comunali/Intercomunali di Protezione Civile di un comparto di Mezzi ed attrezzature che spesso risultano cruciali nel momento dell’emergenza. Essi possono corrispondere o ad automezzi, attrezzature o materiali necessari per fronteggiare l’emergenza ma anche per svolgere attività di prevenzione dei rischi. La Regione Lombardia, negli ultimi anni, ha approvato alcuni Bandi, proprio finalizzati ad ampliare la dotazione di mezzi e attrezzature dei Gruppi/Associazioni di Volontariato di Protezione Civile.

Di seguito è inserito un elenco di mezzi ed attrezzature disponibili ed utilizzabili in caso di emergenza di proprietà comunale e/o in dotazione ai gruppi-associazioni locali di protezione civile.

86 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Mezzi e Materiali in dotazione per fronteggiare le emergenze

Via Noga, 55 Comune di Cassano Valcuvia INDIRIZZO MAGAZZINI

COD Dip. Tipologia Risorsa Nome Descrizione/Caratteristiche Quantità PC

Mezzi trasporto persone/ D 1.8 Autobus-pulmini

Fuoristrada Defender 1

D 1.9 Carrello Bertacchini 1

/2015 D 1.5 Autocarri, Furgoni

l l 10 D 2.1 Mezzi movimento terra

D 2.6 Mezzi Antincendio

MEZZID.1.3 Natanti, Imbarcazioni

D 2.11.7/12 Idrovore, Motopompe

Elenco a aggiornato Manichette Manichette 70: 40 m.; Manichette 45: 100 m. Materiali Deviatori e Lance per Manichette 45

D 2.11 antincendio:soffiatori, Soffiatori 4 Manichette,etc. Motoseghe 4 Pompe Indian 2 Generatore Suzuki 3,2KW 1 D 2.12 Gruppi elettrogeni

D 2.13 Fari, Corpi illuminanti Attrezzature Radio e D 4.1 ATTREZZATURE Telecom.

87 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

D 2.14.7 Sacchi di Iuta

Attrezzi lavoro:Motoseghe, D 2.14 Badili, etc.

Transenne

Altro

Convenzioni con ditte private per la fornitura di mezzi o servizi durante l’emergenza

Nome Ditta Risorsa fornita Descrizione risorsa Indirizzo risorsa TEL reperib.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.3 Volontariato di Protezione Civile

Denominazione Numero Volontari Specializzazione/i Indirizzo della sede Numero di reperibilità H24

Via IV Novembre, 4 (sede legale) Gruppo GVA – PC di 20 AIB 339.7303121 Cassano Valcuvia Via Noga (sede operativa)

3.4 Altre Associazioni di Volontariato

Denominazione Settore (culturale, sportiva, educativa, sociale, etc.) Numero Volontari Indirizzo Sede Numero Reperibilità

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.5 Risorse Private

Denominazione Tipo Indirizzo Caratteristiche Numero di reperibilità Strutture ricettive: 50 posti letto, cucina, mensa: Alberghi – Convento Padri Carmelitani Convento Via Dante Posto in zona a rischio 0332.994152 Campeggi idrogeologico rilevante

Residenze Anziani

Aziende trasporto Denominazione Indirizzo Numero di reperibilità pubblico Autolinee Varesine Luino – Via XXV Aprile 0332.510682 Farmacie Farmacia di Grantola Grantola – via Mignani, 26 0332.577077 Uffici postali Ufficio Postale Via Roncaccio, 15 0332.995680 Q8 Cunardo - via Provinciale, 12 0332.990154 Benzinai Agip Mesenzana – via Provinciale, 62 0332.575026

Supermercati – Grandi Magazzini –

Negozi alimentari - Ristoranti Autotrasportatori Scavi/movimenti di terra/materiali edili Autofficine Fabbro Idraulici Elettricisti Altro

90 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I C ASSANO VALCUVIA

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE 4 UCL

4 Struttura Operativa Comunale UCL/COC

Comune di Cassano Valcuvia Via IV Novembre, 4 Tel. 0332.995519 Fax. 0332.995520 E.mail- [email protected] E.mail certificata - [email protected] NUME R O H24 339.7303121 Sala Operativa Comunale Mu n i c i p i o – vi a IV Novembre UCL Nominativo Numeri di Contatto Ab. Sindaco Marco Magrini Cell. 338.4795794 Tel. Vicesindaco Enrico Semeraro Cell. 339.5708160 ROC (Referente Operativo Ab.

Comunale) Cell.

5 Tel. 0 3 3 2 . 6 5 1 5 1 9 Polizia Locale Intercomunale Cuveglio e Uniti

201 - Cell. 10 Tel. 0332.995519 Tecnico Comunale Miriam Brovelli Cell. Tel. Coordinatore Volontari PC Dante Bezzolato Cell. 339.7303121 Carabinieri Comando Stazione di Cuvio Tel. 0332.650105 Funzioni di Supporto Nominativo Numeri di Contatto

Elenco aggiornato al Elenco al aggiornato Sanitaria Dott.ssa Daniela Rocca Cell. 333.3983774 Materiali e Mezzi Cassina Michele Cell. 339.2547661 Comunicazioni Radio Cell. Censimento Danni U.T.C. Tel. 0332.995519 Servizi sociali Ispe Comunità Montana Cell. 0332.658501 Amministrativa Cell. Tel. 0332.995519 Anagrafe Maria Grazia Casanova Cell. 348.5601176 Reti Servizio Ente Gestore Numeri di Contatto Gestore rete gas ITALGAS ENI Tel. 800.900.999 Gestore acqua potabile Comune Tel.. 0332.995519 Gestore rete elettricità ENEL Distribuzione Guasti 8 0 3 . 5 0 0 Gestore Illuminazione Tel. Gestore fognatura Comune Tel. 0332.995519 All’interno della Relazione Generale – Paragrafo 4.4, sono sintetizzati i compiti imprescindibili della Struttura Operativa Comunale, i ruoli dei responsabili delle funzioni di supporto e i possibili referenti.

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