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Piano di sviluppo turistico integrato delle Valli del Verbano

IRECOOP Alto Adige Südtirol 2 3

Crediti Premessa

Quando si parla di turismo ci si riferisce ad una delle attività economiche più importanti del mondo, tra i flussi che possono determinare trasformazioni nella composizione sociale e nella forma dei territori. Oggi la presenza di molteplici tipologie di turismo richiede lo sviluppo di un’offerta differente e la definizione di strategie di attrazione dei territori in funzione delle proprie diverse caratte- ristiche, come opportunità che può orientare e guidare i flussi turistici anche verso territori sino ad ora periferici. L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha stimato che Il tu- rismo rappresenta il 10% del Pil, capace di mobilitare grandi masse di persone e risorse a livello mondiale e che può portare profondi cambiamenti, positivi o negativi a seconda di come lo sviluppo turistico viene gestito. I benefici positivi sono sicuramente legati alla crescita del red- dito e dell’occupazione, allo sviluppo di nuove imprese, e quindi potenzialmente alla crescita del benessere per le popolazioni Progetto operativo di sviluppo integrato del territorio delle Valli del Verbano locali. Evidenzia altresì che i benefici possono scomparire, qua- lora lo sviluppo turistico non venga pianificato e governato salva- CIG: Z592AF4D7F guardando l’ambiente naturale, il patrimonio artistico e storico, l’identità culturale e sociale della popolazione ospitante.

Negli ultimi anni, ed in particolare negli ultimi due, con la fase Committente: pandemica è cresciuta l’esigenza di proporre nuovi modelli di Comunità Montana Valli del Verbano offerta turistica, che non abbiano nell’aspetto economico, (an- sede operativa: che se importante), l’unica condizione di valore. via Asmara, 56 La definizione di turismo sostenibile oggi in uso si riferisce al 21016 (VA) trittico della sua condizione: • tollerabile a lungo termine dal punto di vista ecologico; A cura di: • realizzabile sul piano economico; IRECOOP Alto Adige Südtirol • equo sul piano economico e sociale per le popolazioni locali.

Con la consulenza di: Il turismo non può essere un elemento ing. Alessandro Busana, ing. Daniele Cappelletti, arch. Pietro Ambrosini estraneo all’identità del luogo ma un elemento integrato alla ricchezza culturale Si ringraziano: Gianpietro Ballardin / Assessore Ecologia/Turismo ed economica dello stesso. dott.ssa Sibiana Oneto / Settore Agricoltura e Foreste Comunità Montana Valli del Verbano Costruire lo sviluppo delle Valli del Verbano

Con questo primo lavoro la Comunità montana si muove per dare prospettiva al suo futuro. Questo progetto, attraverso uno studio, analizza la condizione 4 5

del suo contesto che la vede in difficoltà a seguito della pro- gressiva chiusura di molte delle attività produttive sparse sul Abbiamo elaborato una prima analisi con la collaborazione del territorio e il limitato numero di nuove imprese oggi iscritte al consorzio Irecoop Alto Adige Sudtirol, società che si occupa del- registro della Camera di Commercio. Lo studio evidenzia altresì la formazione e dello sviluppo dell’economia, che ha proceduto l’evidente condizione di aggravamento determinata anche dal nei percorsi di analisi avvalendosi anche dei ricercatori dell’U- progressivo abbandono delle terre alte. niversità di Trento e dell’Ing. Alessandro Busana della società Analizza la sua importante condizione rilevando le potenziali- Campomarzio che unisce esperienze pratiche e teoriche nei tà che possono trovare spazi di sviluppo, sia dal punto di vista campi dell’architettura, dell’urbanistica, della ricerca e della co- lavorativo, sia per la sua qualità paesaggistica e relazionale municazione visiva, per produrre progetti e strategie per clienti determinata dalla condizione montana, valliva e lacuale, che ad pubblici e privati. esempio una metropoli non può offrire. Rileva come la vicinanza a Malpensa e Milano possa essere La fase successiva, di studio ed elaborazione progettuale, pre- una delle condizioni che può aprire la possibilità di riconside- vede il coinvolgimento del Polo Universitario di Lecco e dell’U- rare il territorio della Comunità come un luogo potenzialmente niversità dell’Insubria per arrivare, attraverso un percorso di molto attrattivo che può caratterizzarsi per le sue condizioni di analisi: sui flussi viari, la condizione urbanistica, lo studio del vivibilità e stili di vita sostenibili, in particolare, nello scenario dismesso, lo stato dei flussi turistici, l’analisi delle disponibilità del post-pandemia, in cui il contesto della Comunità delle valli ecc. che coinvolgono la complessità del territorio, alla costruzio- del Verbano può offrire spazi inesplorati in cui svolgere attività ne concreta di un progetto partecipato sullo sviluppo condiviso. all’aperto, luoghi da scoprire non troppo affollati e paesaggi da attraversare a stretto contatto con la natura, utilizzando una mobilità dolce e sostenibile.

Il progetto che stiamo sviluppando nella complessità dei suoi Gianpietro Ballardin percorsi, si muove nell’obiettivo di un lavoro condiviso con i Assessore all’ambiente, ecologia e turismo comuni e le categorie più rappresentative ed economicamente interessate, e si pone quale obiettivo la ridefinizione di un’im- magine specifica che identifichi il territorio attraverso le sue peculiarità, superando l’immaginario legato esclusivamente alle località turistiche del Lago Maggiore e inserendo l’ambito vallivo come parte integrante di una caratteristica del territo- rio, nella creazione di contesti di accoglienza adatti alle fasce di utenti over 65, sia di provenienza nazionale che internaziona- le, nella valorizzazione di un target che sappia intercettare un afflusso turistico organizzato, di media permanenza e destagio- nalizzato, rendendo possibile anche la riattivazione ed il poten- ziamento delle strutture ricettive presenti sul territorio. Anche il contesto del lago ha tutte le potenzialità per diventa- re un’attrazione di primo piano in quanto il territorio, si pone a cavallo tra il Lago Maggiore e la Ciclovia Euro/Velo 5. quindi anche le aree interne della CMVV, attraverso questa concre- ta progettazione di sistema, potrebbero trovarsi, per la prima volta, al centro e non ai margini di una nuova offerta turistica provinciale. 6 7

Indice

Il percorso partecipato 5 Introduzione 15

Inquadramento territoriale 21 Mappatura e analisi 67 Strategie e azioni di intervento 91 8 9

Il percorso partecipato Approccio, metodi, sviluppo

Il percorso, iniziato nell’autunno dell’anno 2019, si basava su un presupposto metodologico caratterizzato dalla esigenza di coin- volgere da subito, oltre agli enti pubblici territoriali, la popola- zione e le categorie – attraverso le rispettive rappresentanze – in modo da consentire il perseguimento di un duplice obiettivo: da una lato una partecipazione eterogenea, tale da assicurare un progresso durevole nel tempo di misure di cambiamento mediante l’assunzione di responsabilità dell’intero programma di sviluppo da parte degli attori coinvolti, dall’altra una gestione del percorso attenta alle complesse e spesso latenti esigenze specifiche delle categorie della popolazione e del tessuto so- cio-economico. Importanti sono quindi stati gli appuntamenti con la popolazio- ne e soprattutto con i portatori di interessi del territorio, che si sono sviluppati nel corso di quell’ano di concerto con la Comu- nità Montana, da quest’ultima organizzati e coordinati. A questi appuntamenti hanno partecipato, in maniera alterna: il Presi- dente di Irecoop Alto Adige Südtirol Andrea Grata, la Direttrice di Irecoop Alto Adige Südtirol Teresa Pedretti, la Direttrice di Cooperdolomiti Letizia Lazzaro, il prof. Antonio Scaglia e il dott. Enrico Bramerini dell’Università di Trento, la dott.ssa Federica Viganò dell’Università di Bolzano.

Tra il gennaio 2019 e febbraio 2020 si sono tenute diverse ses- sioni in video-conferenza alla presenza degli stakeholder, per definire linee metodologiche le misure di azione e per foca- lizzare le dinamiche consolidatesi nel tempo in relazione ai comportamenti della popolazione della Comunità Montana, in particolare per comprendere i motivi causa del declino del tessuto economico e produttivo. Da questi elementi di parziale conoscenza ha preso avvio il percorso da cui è scaturito il mo- tivo dominante dell’intervento, con un abstract dedicato ai vari elementi progettuali e ad un conseguente claim: “la Comunità Montana progetta il proprio sviluppo”, attraverso un percorso partecipato per un manifesto programmatico condiviso”. Nelle diverse occasioni di incontro tra il team di Irecoop Alto Adige Südtirol e gli stakeholder del territorio, si è sviluppato il rapporto intercorrente tra “visione” dello sviluppo della Co- munità Montana e metodo proposto, con l’obiettivo di rendere questo obbiettivo il risultato di un percorso partecipato. Importante è stata la presenza, a queste sessioni di incontro, di singoli Comuni, dei rappresentanti della Camera di Commercio di , della Provincia di Varese, di funzionari della Regione 10 11

Lombardia e di aziende per i trasporti e per le infrastrutture I rappresentanti istituzionali coinvolti, così come gli esponenti viarie. Tra i Rappresentanti degli enti socio-economici e profes- dei Comuni, della Camera di Commercio, delle Organizzazioni sionali sono stati presenti le Associazioni di categoria come la dell’economia e delle professioni, hanno qualificato la portata Confcommercio, quelle degli allevatori: Confagricoltura, Coldi- del percorso con autorevoli presenze e relativi interventi, coniu- retti, il Consorzio per la Tutela della Formaggella del Luinese, gando le ragioni di sviluppo strategico con la necessaria cura le Pro Loco di alcuni Comuni, l’Ordine degli architetti e urbanisti nel far leva sull’identità della comunità locale e sulle risorse di di Varese, le associazioni degli albergatori, quelle turistiche contesto. e alcune associazioni rappresentanti degli enti operanti nella In altre sessioni sono stati posti all’attenzione delle istituzioni cultura del territorio. presenti elementi inerenti le caratteristiche distintive del ter- Attraverso questo approccio si è prospettata per la Comunità ritorio, pur con differenziati punti di vista; tra essi sono state Montana una dotazione di strumenti programmatici e operativi, poste questioni relative alla biodiversità, al patrimonio pae- per mettere in atto misure coerenti rispetto alla esigenza con- saggistico, storico e architettonico, alla qualità delle risorse divisa di promuovere sviluppo sostenibile, quale valore aggiunto agricole e forestali, alla tradizionale presenza dell’industria di una rinnovata capacità di produzione di nuovo reddito e quale meccanica e tessile, alla gestione delle risorse idriche, alla condizione per la costruzione di una nuova leadership in settori presenza di alcune dotazioni infrastrutturali (come le reti di chiave come il turismo, l’ambiente, la mobilità, le infrastrutture sentieri, piste ciclabili e percorsi ciclopedonali ma anche il e il paesaggio. nodo ferroviario transnazionale di Luino), al posizionamento Ulteriori punti di riflessione hanno riguardato il potenziamento strategico rispetto ai contesti metropolitani limitrofi e al turi- degli standard in ambito alberghiero e agricolo, basati su percorsi smo d’oltralpe, al potenziale di produzione di energia da fonti di riqualificazione e di rilancio estetico-qualitativo in una condi- rinnovabili. Ulteriore elemento emerso la necessità di porre zione di crescita della situazione occupazionale. Inoltre si è fatto sempre maggiore attenzione verso la condizione della popo- un esplicito richiamo alla ottimizzazione del sistema dei trasporti, lazione giovanile. alla valorizzazione del design di comunità, con riguardo alle con- I fattori “chiave” del contesto sono stati al centro di confronti notazioni sociologiche e storico-culturali del territorio. circa il metodo, le direzioni strategiche da intraprendere, gli Negli incontri presso la sede della Comunità del 2020 si sono archi di tempo di implementazione (con valutazioni d’ordine riconsiderati gli elementi cardinali della collaborazione giun- congiunturale piuttosto che strutturale), le risorse e conse- gendo ad aggiustamento del focus metodologico verso una guentemente gli approvvigionamenti e le variabili d’ordine maggiore incisività delle azioni di marketing territoriale e un politico-culturale in relazione alle dinamiche amministrative. incremento delle analisi a favore della valorizzazione dell’etero- I modelli da intraprendere emersi dal dibattito sono stati i geneità dei 32 Comuni e rispettivi territori attraverso anche un seguenti: percorso di lettura delle specifiche realtà capace di considerare gli orizzonti temporali dello sviluppo. • Un manifesto capace di coinvolgere orizzontalmente enti pub- Le conferenze in loco sono state precedute da colloqui e vi- blici e categorie socio-economiche in un patto di ampia visione deo-incontri in remoto, in occasione dei quali di volta in volta • Un programma strategico con matrice in capo alla Comunità si sono delineate le condizioni per rendere efficaci i confronti Montana; con le istituzioni e con le rappresentanze delle categorie, con • Un provvedimento amministrativo sistemico con al centro il l’obbiettivo di una condivisione del percorso di costruzione del nucleo di policy territoriali (CCMV, Provincia, Regione). progetto di sviluppo territoriale. Un ruolo importante è stato svolto dai Sindaci dei Comuni inter- La ricerca-azione, come metodologia che ha caratterizzato il venuti così come dagli Assessori comunali delegati per le varie secondo periodo progettuale che ha visto il coinvolgimento del funzioni coinvolti in particolare nell’incontro svoltosi presso la gruppo di professionisti dello studio Campomarzio, è stata un Colonia Elioterapica di che ha segnato la presenza prezioso fattore di progresso di consapevolezza e di supporto di una significativa coesione attorno ai questi temi. nell’identificazione del percorso da intraprendere. 12 13

Introduzione Le “valli” del Verbano: tra lago e montagna

Il territorio della Comunità montana delle Valli del Verbano trova il suo affaccio e il suo riferimento identitario-territoriale in quel lago Maggiore o Verbano che si può indubitabilmente considerare tanto un “topos geografico-culturale” ben conso- lidato nella mente di ogni cittadino italiano, quanto un “brand turistico” riconosciuto in Europa e oltreoceano. Per meglio comprendere il rapporto tra l’ambito territoriale della Comu- nità e il suo lago è interessante recuperare alcune immagini d’epoca, utilizzate ai fini della promozione del territorio già dall’inizio del 900. Da esse emerge in maniera evidente come la cosiddetta “sponda magra” del Lago Maggiore, in contrasto con la “sponda ricca” delle isole Borromee e dell’area piemontese, abbia un paesaggio del tutto similare alla sponda opposta. Si può anzi asserire che il panorama che si può ammirare dalla sponda magra sia addirittura più interessante della visuale della sponda opposta, in quanto offre lo sfondo del Monte Rosa quale profilo di indubbio valore paesaggistico.

La similarità paesaggistica delle due sponde ci porta ad asseri- re come uno sviluppo territoriale così diversificato sia frutto di differenti impostazioni culturali, economiche e produttive che si sono consolidate nel corso del tempo come esito dei diversi eventi storici che hanno interessato questi ambiti e delle diffe- renti impronte gestionali locali. L’immagine ci fa anche capire come in termini percettivi generali la comunità della sponda orientale fosse promossa e percepita: una sorta di “confine prima del confine”, tant’è che si intravvede soltanto Luino (baricentro oggi del territorio), con la parte lacuale in evidenza, mentre la parte montana del territorio sembra quasi passare in secondo piano. Come si può intuire dalla toponomastica e dal nome dell’isti- tuzione chiamata a rappresentare la comunità montana degli abitanti che qui risiedono, sarebbe tuttavia riduttivo immaginare e rappresentare questo territorio soltanto in funzione del suo lago principale, limitandolo e riconducendolo unicamente alla condizione geografica di una delle sue sponde. La riva orientale del lago rappresenta infatti un margine pae- saggistico -dai tratti spiccatamente romantici e pittoreschi- di un territorio ben più vasto che si estende fino ai confini con la Svizzera e alle cime montuose più orientali. Tra le montagne e il lago, si snodano appunto “le valli” di questo territorio comples- so: un vasto e articolato sistema paesaggistico caratterizzato da ambiti insediativi e naturali più o meno diversificati compren- 14 15

denti piccoli borghi e cittadine di media dimensione, villaggi montani sparsi e boschi impervi, aree produttive attive o di- smesse, aree residenziali e dolci colline coltivate, infrastrutture di carattere internazionale intrecciate a sentieri e stradine locali o rurali. Questo mosaico territoriale complesso, la cui confor- mazione non è statica ma in continuo divenire, vede nel lago un riferimento necessario, ma non esclusivo. È importante sottolineare il fatto che dal punto di vista del sistema territoriale lo stesso lago, la cui attrattività turistica si fonda sulla ricchezza di un paesaggio unico e insostituibile, rischia di perdere di forza e di vitalità se non viene supportato e alimentato attraverso il più vasto bacino idrografico, territoriale ed economico del territorio che lo circonda.

Il territorio e la comunità.

Il territorio della comunità è quindi rappresentato anche dall’immagine di un pittoresco borgo montano: Monteviasco, un paese che si raggiunge solo con una funivia -oggi sospesa- e che è situato al confine con la Svizzera in un ambito dall’alto valore naturalistico che non è stato ancora compromesso dal turismo di massa. Si tratta di uno dei tanti gioielli nascosti di questo territorio, una particolarità puntuale che non è punto di partenza o di arrivo di un sistema articolato, ma che viene percepito come un elemento distintivo e isolato del territorio. Nell’ambito della Comunità Montana vi sono molte ricchezze e molti aspetti interessanti dal punto di vista naturalistico. Ad esempio sono localizzati otto siti Natura 2000, che costitui- scono una rete in grado di garantire la vitalità degli habitat e delle specie presenti, rappresentando un sistema ambientale e paesaggistico cardine verso cui questo ente intende indirizzare l’attenzione per il rilancio sostenibile della montagna.

Sistema insediativo e attività economiche.

La comunità non è tuttavia soltanto paesaggio aperto e bellezze naturali. Sul suo territorio sono presenti anche paesi ed aree residenziali che hanno un certo carattere urbano e produtti- vo: ambiti che a prima vista potrebbero non avere un carattere turistico evidente, ma che, ad un’analisi approfondita, rivelano la presenza di una stratificazione storica e culturale che non va nascosta. Si citi qui, come suggestione, una foto d’epoca di Ge- monio e l’immagine di un nuovo e “modernissimo” condominio. 16 17

Quest’immagine ci racconta di come il territorio è stato comu- nicato e percepito: non come una zona di interesse unicamente culturale e turistico, ma anche come un ambito residenziale e industriale, legato ad uno stile di vita che fa della produzione e della modernizzazione un valore cardine.

Connessioni e turismo

Ma in tutto il territorio, a volte un ’ sottotraccia, esistono anche molte realtà culturali, soprattutto nella parte bassa della Comu- nità, legate a personaggi, musei o istituzioni locali. Si tratta spes- so di realtà di piccola scala, a volte interessanti a volte curiose e particolari, che sostanziano un patrimonio storico-culturale ricco ed articolato. Anche in questo caso, tuttavia, si nota come gli elementi valorizzati oggi (musei, percorsi, monumenti) siano spesso concepiti come realtà isolate e non come elementi inte- grati in una rete, come nel caso di Monteviasco: realtà puntuali e sorprendenti del territorio, conosciute spesso soltanto dai suoi abitanti. Il tema è dunque quello di far emergere questo patri- monio diffuso -tanto paesaggistico quanto culturale e storico- e la conoscenza che gli abitanti stessi hanno di esso in maniera localizzata e frammentata, per fare in modo che possa essere comunicato all’esterno e messo a sistema. 18 19

Capitolo 1 1 Inquadramento territoriale 20 21

Inquadramento territoriale Il territorio e la comunità

Inquadramento geografico e amministrativo

Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano è situato nella parte nord della Provincia di Varese – regione Lombardia, al confine con la Svizzera e la regione Piemonte e più precisa- mente tra il lago di Lugano e il lago Maggiore o Verbano. Proprio da esso prende il nome la Comunità evidenziando nella propria denominazione la specificità di un territorio che, pur essendo legato al Lago da cui prende il nome, risulta altresì caratterizza- to da componenti vallive e montane. L’estensione del territorio va dal confine svizzero fino al Lago di Varese, ai margini dell’abitato di Varese e comprende un’ampia fascia della parte conosciuta come “alto Lago Maggiore”.

La caratteristica valliva unisce i vari livelli di caratterizzazione geografica: lacuale, montana e di pianura e rappresenta l’asse portante del territorio attraverso le principali Valle , Val Travaglia, Valle del Fiume e Valcuvia. La Val Veddasca taglia il territorio dal Lago Maggiore al confine svizzero, la Val Tresa (che nella Comunità limitrofa segna il confine italo-sviz- zero) si dirama sino ai bordi del Lago di Lugano ed è un punto di passaggio di frontalieri, la Val Travaglia attraversa il territorio dalla pianura a Luino, centro principale della Comunità e loca- lità turistica di riferimento. La Valcuvia infine collega Laveno Mombello alla Val Travaglia e alla parte di pianura. Sono inoltre presenti diverse ulteriori vallate laterali. Le valli connettono dunque l’entroterra al lago e sono gli ele- menti ma appaiono attualmente meno valorizzati all’interno della dinamica territoriale. La Comunità appare infatti divisa tra comuni sul lago e nell’entroterra; i primi, a differenza dei secon- di, caratterizzati da componenti turistiche.

Lo sviluppo plano-altimetrico è compreso tra le quote di circa 200 m s.l.m. rappresentato dalla quota media del Lago Mag- giore e le altitudini massime dei rilievi del Monte Lema (1.621 m.s.l.m.) posto sul confine italo-svizzero; segue il Monte Pa- glione (1.594 m s.l.m.); poco oltre il confine di stato si trovano le cime Gradiccioli (1.936 m s.l.m.) e Tamaro (1.967 m s.l.m.). Le cime più rilevanti si concentrano a sud dove spiccano il Monte San Martino (1.087 m s.l.m.), il Monte Colonna (1.023 m s.l.m.) ed il Monte Nudo (1.235 m s.l.m.). L’area presenta caratteristiche tipiche della morfologia delle valli dell’arco alpino occidentale, in particolare nella parte Nord 22 23 24 25

dell’area, con acclività ed accidentalità abbastanza elevate rap- presentate da cime aspre pareti sub-verticali, ed una idrografia superficiale rappresentata da numerosi affluenti sempre marca- tamente incisi che scorrono con sviluppo planimetrico limitato, con forti pendenze e regime torrentizio.

Due sono le porzioni territoriali con morfologie meno scoscese: la porzione centrale della Comunità montana, a sud di Luino, detta delle Pre-Alpi Lombarde, dove l’acclività risulta media mentre l’accidentalità è a tratti ancora elevata a causa del sub- strato litologico calcareo sub-affiorante, l’idrografia superficiale rimane caratterizzata da un reticolo idrografico semplice, poco gerarchizzato, a spiccato regime torrentizio, e la parte meridio- nale dove, da Laveno, seguendo il percorso della strada statale del Verbano Orientale (SS 394) ci si addentra all’interno della Valcuvia. L’idrografia superficiale principale è rappresentata, procedendo da Nord verso Sud, dal Torrente , dal Fiume Tresa, dal Fiume , dal Torrente Froda, dal Torren- te , dal Torrente Rancina e, sul limite meridionale della Comunità montana, dal Fiume .

La Comunità Montana della Valli del Verbano (nata come ente nel 2009 dalla fusione della Comunità montana della Valcuvia e della Comunità Montana Valli del Luinese) è costituita da trenta- due comuni che evidenziano al loro interno caratteristiche molto diverse dal punto di vista orografico, geografico, insediativo: , Agra, Brenta, , Valtravaglia, , , , , Ca- stelveccana, , Cocquio Trevisago, Curiglia con Montevia- sco, , , , Duno, , Gavira- te, Germignaga, , , Luino, Laveno, con Pino e Vaddasca, , , Montegnino Valtravaglia, , Orino, , .

L’estensione complessiva della Comunità Montana della Valli del Verbano è pari ad una superficie totale di oltre 30 mila ettari (pari pressappoco a due volte l’intera città di Milano) suddivisi in maniera molto diversa tra i comuni che la compongono. Il Co- mune di Maccagno con Pino e Veddasca, nato dall’unione di tre comuni, ad esempio, occupa gran parte dell’estensione del terri- torio della comunità anche se ciò non è correlato al dato relativo al numero degli abitanti. 26 27 28 29 30 31

La popolazione totale è di poco inferiore alle 80.000 persone ed abbiamo, all’interno della Comunità, diversità consistenti sia per quanto riguarda il livello numerico (si noti ad esempio la diffe- renziazione tra i 222 abitanti di Tronzano Lago e i 14.488 abitanti di Luino) che il dato relativo alla densità. In particolare, focaliz- zando l’analisi proprio su questo livello, è possibile rilevare la presenza di comuni con un unico insediamento e comuni in cui invece la densità è molto bassa in quanto composti da numerose frazioni sparse all’interno del territorio. Osservando i dati descritti si nota come non vi sia correlazio- ne diretta tra dimensione del e popolazione residente. Questo dato è indicativo della disomogeneità strutturale delle amministrazioni coinvolte e della necessità di trovare una politi- ca risolutiva a scala territoriale e non comunale: non può esiste- re una politica di sviluppo da applicare in maniera generica ed omogenea ad ogni singolo comune. I trentadue comuni possono essere classificati in relazione al loro carattere prevalente. Il territorio della Comunità infatti è composto da unità amministrative che affacciano sul Lago Mag- giore, unità localizzate nel fondovalle, in media montagna e unità localizzate in montagna. Nello schema che segue i comuni sono quindi suddivisi in: comuni lacuali, comuni di media montagna, comuni di montagna, comuni di fondovalle. Rispetto al contesto lombardo di riferimento si tratta di una zona che, pur essendo di confine, è molto diversa da altre zone simili quali ad esempio la Valtellina ma anche dal territorio comasco con il quale condivide la presenza del fenomeno dei frontalieri pur rimanendo, a diffe- renza di esso, una zona di minor transito.

Inquadramento ambientale e naturalistico

La descrizione naturalistica e, nello specifico, della vegetazione reale del territorio della Comunità delle Valli del Verbano utilizza quale base la Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000) che de- scrive la componente vegetale degli ecosistemi riunendo, con un criterio fisionomico-strutturale le vegetazioni in quattro grandi gruppi (spontanee a struttura arborea, spontanee a struttura arbustiva, spontanee a struttura erbacea, artificiali o assenti). Il territorio considerato abbraccia areali e ambiti ecologici piut- tosto diversificati sotto il profilo sia microclimatico sia geopedo- logico; ne deriva una variabilità forestale potenzialmente piut- 32 33

tosto elevata, di fatto relativamente contenuta per effetto delle passate attività antropiche che hanno contribuito a indirizzare il bosco verso composizioni estremamente monotone. Il 50% dei boschi ricadenti nel comparto collinare sono classificabili come Robinieti. Essi trovano competizione con i Castagneti (18%), le alnete (15,5%) e gli Acerofrassineti (9%), formazioni in forte espansione grazie alle caratteristiche ubiquitarie del frassino maggiore.

Va osservato che i Robinieti mostrano un’evidente dislocazio- ne preferenziale in Valcuvia dove occupano la quasi totalità del fondovalle e una discreta quota lungo le porzioni inferiori dei versanti. La coincidenza trova origine e giustificazione nelle dinamiche di abbandono dell’attività agricola che ha lasciato spazio all’invasione della robinia, certamente la più pronta e dut- tile a colonizzare tali superfici abbandonate. La marginalità della robinia si fa gradatamente più forte nelle aree settentrionali nelle quali infatti sono sempre meno rappresentati proprio tali substrati quaternari e dove in genere le superfici destinate nel recente passato all’agricoltura, ad esclusione delle attività d’al- peggio, erano notevolmente più rare rispetto all’area valcuviana. D’altra parte, dove pure una certa attività agricola montana si è nel passato avuta, per esempio il versante destro del Giona, la colonizzazione delle aree abbandonate è stata operata in preva- lenza in formazioni secondarie di Betuleto e Coryleto.

I Castagneti occupano le porzioni basali dei versanti con una preferenza per quei terreni a reazione acida o subacida derivanti da substrati cristalli o, se legati a substrati carbonatici, derivan- ti da dilavamento delle basi e quindi di preferenza su substrati sciolti e permeabili. Le Alnete occupano essenzialmente le aree di fondovalle più pros- sime ai corsi d’acqua o, più probabilmente, coincidenti con aree di passata divagazione dei fiumi. Si tratta in genere di aree a falda alta e quindi stabilmente umide con ambiente poco ossigenato che devono essere considerate di elevato significato sia ecologico sia di tutela idraulica (aree di possibile divagazione) e ambientale in quanto la specie esercita un’attività di filtro biologico. Gli Acero-tiglio-frassineti devono essere considerati nelle zone di quota più bassa come una categoria avente comportamento intermedio tra il Robinieto e l’Alneta. Occupa infatti aree abban- donate dall’agricoltura con una chiara preferenza per quelle più fresche sebbene non stagnati. 34 35

Per quanto riguarda l’area montana, la quota più significativa della copertura forestale è occupata dal Castagneto che rag- giunge poco meno del 50% del territorio indagato. La distribu- zione è sostanzialmente priva di soluzioni di continuità e interes- sa in pratica i versanti a partire dal fondovalle e fino a una quota indicativa che si attesta intorno ai 650-800 m di quota. Si tratta in genere di boschi che costituiscono una forte invariante pae- saggistica in quanto la specie non si presta a facile espansione del proprio areale in relazione al tipo di frutto. Deve cioè essere ammesso che la distribuzione attuale del Castagneto corrispon- da abbastanza bene a quella che poteva essere fin dall’inizio del secolo scorso. Se si potesse operare un ideale ricostruzione del paesaggio agro-forestale dell’ottocento si potrebbe facilmente vedere la complementarietà del Castagneto con le aree agricole a testimonianza che la specie era fortemente integrata nell’eco- nomia locale per la produzione sia di prodotti alimentari (casta- gneto da frutto) sia per paleria per le viti.

Nella parte meridionale, la Faggeta occupa le esposizioni a nord mentre nella zona più montana, corrispondente all’Alto Luinese, entrambe le esposizioni in modo sostanzialmente indipendente dalla natura del substrato. L’Acero-tiglio-frassineto incide in modo percentualmente ana- logo alle aree collinari distribuendosi senza una reale priorità stazionale ma privilegiando essenzialmente o gli impluvi (nel qual caso parliamo di Acero-tiglio frassineto tipico) oppure, in forma vicariante alla robinia, le aree lasciate libere dalle attività agricole montane ad esclusione di quelle colonizzate alle quote più alte ove prevale il Betuleto.

Selvicoltura

Nel comparto collinare si può affermare che nel passato la selvicoltura sia stata sostanzialmente marginale in quanto i terreni erano in larga parte destinati all’agricoltura: Al contrario, nel comparto montano la gestione del bosco ha avuto un ruolo importante sotto il profilo economico e sociale, svolgendo una funzione di supporto alle diverse attività economiche della valle. I Castagneti sono oggi in larga parte in abbandono: si presenta- no sovraccarichi di massa, molto chiusi, con ricacci non di rado poco vitali per mancanza di luce e con difficoltà di affranca- mento. Si tratta inoltre di popolamenti oligospecifici per effetto 36 37

della grande copertura che esercita il ceduo di castagno rispetto Gli Orno-ostrieti si localizzano sui versanti dei massicci carbona- a quasi tutte le specie possibilmente associabili fra le quali le tici della valle, distinguendosi nella tipologia degli Orno-ostrieti uniche che sembrano riservarsi qualche possibilità di entrare in di rupe, in prossimità degli affioramenti rocciosi, e nell’Orno-o- compartecipazione sono il ciliegio, in forma del tutto sporadi- strieto tipico, in presenza di suoli superficiali. Solo nel secondo ca, e il frassino maggiore, in forza della sua sciafilia giovanile e caso danno origine a dei popolamenti arborei a prevalenza di della sua predilezione per terreni ricchi quali spesso sono gli ex carpino nero, con la partecipazione di orniello, roverella e spe- castagneti da frutto. cie arbustive quali maggiociondolo e Sorbo degli La presenza delle Faggete, fortemente influenzata da un‘elevata uccellatori. umidità atmosferica, è localizzata nelle vallate più fresche, con prevalenza per le esposizioni settentrionali. Le tipologie rap- I Querceti sono costituiti da popolamenti estremamente fram- presentate sono quelle della Faggeta submontana dei substrati mentati, spesso confinati in zone acclivi o rocciose. Solo local- carbonatici, quella dei substrati silicatici e la Faggeta montana mente, nel settore collinare, si possono ritrovare dei Querceti dei substrati carbonatici. Nel caso delle faggete dei substrati di rovere/farnia, su suoli discretamente evoluti. Questi boschi, carbonatici (alle quote inferiori) si ha un discreto ingresso di di dimensioni contenute, presentano dei soggetti di quercia di altre specie mentre nei substrati silicatici, nella zona dell’Alto dimensioni elevate, a volte in deperimento, e una forte invasione Luinese, i popolamenti sono praticamente puri, con occasionale di altre specie, prima fra tutte la robinia. La rinnovazione delle ingresso di altre essenze. specie quercine risulta essere praticamente assente per la forte esigenza dei semenzali: essi richiedono infatti una forte illumi- Sotto il profilo selvicolturale, hanno forte influenza sulle condizio- nazione e un suolo con un’abbondante componente minerale. ni odierne i trattamenti occorsi negli ultimi 30-40 anni. A partire Tutto ciò favorisce l’evoluzione verso il Robinieto misto e l’Ace- dagli anni ’70, dopo una fase di probabile tendenziale abbandono, ro-frassineto, con l’inesorabile scomparsa delle querce. la Faggeta ha subito due derive gestionali: da una parte i cedui Un caso a parte rappresentano i Querceti di quercia rossa, spe- a regime sono progressivamente invecchiati e, come tali, sono cie esotica elencata nella Lista nera delle specie dannose per la andati soggetti a minore capacità rigenerativa, mentre dall’alta biodiversità della Legge Regionale 10/2008. è invalsa l’abitudine di far prevalere una prassi gestionale non Acero-tiglio-frassineti sono formazioni poco conosciute e poco adeguata al modello del ceduo tanto quanto inadeguata per il studiate in quanto in passato del tutto sporadiche. progressivo passaggio diretto all’alto fusto. Il Robinieto si presenta come misto governato a ceduo matricina- Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano risulta nel to mentre in alcuni casi l’abbandono della sua gestione e una sua suo complesso abbastanza ben studiato dal punto di vista fau- tendenzialmente scarsa capacità di invecchiamento contribuisco- nistico. La presenza di un Istituto Universitario (Università degli no a determinare popolamenti frequentemente in fase di collasso Studi dell’Insubria, sede di Varese), di un Museo impegnato in in grado di dare origine anche a locali fenomeni dissestivi. studi locali (Civico Museo Insubrico di Scienze Naturali di Nella colonizzazione delle aree agricole, anche se non favorita, e ), di un Ente gestore di un’area protetta (Consor- essa si impone inizialmente per la propria forza competitiva, zio di Gestione del Parco Regionale Campo dei Fiori) e di gruppi dando origine a popolamenti praticamente puri. Questi, che oggi organizzati di volontari impegnati nella ricerca faunistica (Guar- hanno raggiunto in gran parte lo stadio di maturità, si sono pro- die Ecologiche Volontarie, Gruppo Insubrico di Ornitologia) ha gressivamente arricchiti floristicamente con l’ingresso di Fassi- creato una situazione tale da permettere di delineare un quadro no maggiore e, in subordine di acero, ciliegio ecc. In alcuni casi, complessivo soddisfacente cui si fa riferimento per ogni appro- dove erano già presenti, si possono ritrovare isolati soggetti di fondimento. farnia/rovere. L’associazione alla robinia di queste ultime specie, determina l’evoluzione verso il Robinieto misto, oggi prevalente, Inquadrato l’ambito territoriale di riferimento è utile mettere in tipologia molto versatile che si presta alla gestione sia produtti- luce alcuni elementi che evidenziano il valore paesaggistico di va sia naturalistica. questo territorio e alcuni programmi già elaborati dalla Comu- 38 39

nità Montana per la sua preservazione; primi fra tutti gli 8 siti Natura 2000 che sono parte di una rete ecologica di siti indivi- duati a livello comunitario per la protezione e la conservazione della biodiversità degli habitat naturali di grande valore e delle loro specie, animali e vegetali. Per il territorio della Comunità Montana i siti Natura 2000 costituiscono una rete in grado di garantire la vitalità degli habitat più frammentati e delle spe- cie meno dotate di capacità di spostamento e nel complesso rappresentano quindi un elemento ambientale e paesaggistico cardine per il rilancio sostenibile della montagna. La Comunità Montana Valli del Verbano ha in carico diretto la gestione di 2 siti, quello del “Monte ” e quello dei “Monti della Val- cuvia”, entrambe nella parte sud del proprio territorio; altri 5 siti sono gestiti dal Parco regionale del Campo dei Fiori; infine il sito Val Veddasca è gestito dalla Provincia di Varese. In raccordo con gli indirizzi regionali e provinciali, la Comunità Montana ha elaborato il PISL (programma integrato di sviluppo locale), uno strumento triennale di programmazione territoriale. Il piano si fonda sull’individuazione di un percorso di sviluppo dell’econo- mica locale che valorizzi le risorse umane, ambientali, culturali, produttive e infrastrutturali presenti sul territorio con interventi che mirano alla valorizzazione e alla difesa del territorio monta- no e a migliorarne la competitività.

Sito Natura 2000 Ente gestore Comuni interessati

IT2010002 ZSC Consorzio di gestione del Brinzio Monte Legnone e Chiusarella Parco regionale Campo dei Fiori

IT2010003 ZSC Consorzio di gestione del Brinzio, Castello Cabiaglio, Cuvio, Orino Versante Nord del Campo dei Fiori Parco regionale Campo dei Fiori

IT201004 ZSC Consorzio di gestione del Orino Grotte del Campo dei Fiori Parco regionale Campo dei Fiori

IT2010005 ZSC Consorzio di gestione del Brinzio, Rancio Valcuvia Monte Martica Parco regionale Campo dei Fiori

IT20100016 ZSC Provincia di Varese Agra, , Dumenza, Valveddasca Maccagno, Pino sulla sponda del Lago Mag- giore, Tronzano Lago Maggiore, Veddasca

IT2010018 ZSC Comunità Montana , Cittiglio, Laveno Mombello, Monte Sangiano Valli del Verbano Sangiano

IT2010019 ZSC Comunità Montana Casalzuigno, Cassano Valcuvia, Cuveglio, Monti della Valcuvia Valli del Verbano Cittiglio, Laveno Mombello, Rancio Valcuvia

IT2010401 ZPS Consorzio di gestione del Brinzio, Castello Cabiaglio, Cuvio, Orino Parco Campo dei Fiori Parco regionale Campo dei Fiori 40 41

Inquadramento territoriale Sistema insediativo e attività economiche

Popolazione dei Comuni Inquadramento del sistema insediativo della Regione Lombardia

Partendo dal quadro di riferimento fisico territoriale appe- 0 1.000.000 na tracciato, si può notare come la distribuzione del sistema Abitanti insediativo dei comuni della Comunità Montana segua l’anda-

Dati: Istat 2020 mento delle pendici montuose concentrandosi nel fondovalle e lungo le sponde del Lago Maggiore, aree più facilmente edifi- cabili e raggiungibili da percorsi carrabili agevoli. Nella parte sud prevale l’ambiente antropizzato della conurbazione fra e Laveno, dalla forte presenza delle attività produttive e commerciali; nella parte centrale si nota l’ambiente natura- le della Valcuvia con un abitato residenziale e piccole attività produttive ed agricole; infine il territorio più a nord delle valli del luinese è caratterizzato da ampie foreste e da una densità abitativa ridotta. Si possono quindi distinguere i comuni della Comunità Monta- na in comuni di fondovalle e comuni sulle pendici, per quelli la cui quota minima supera i 350m s.l.m.; questi hanno un vasto territorio caratterizzato, da frazioni, alpeggi e grandi aree boschive e una minor densità abitativa, soprattutto per quanto riguarda la Val Veddasca. Sotto l’aspetto demografico, il terri- torio della Comunità Montana Valli del Verbano rispecchia un andamento di sviluppo in linea con altri contesti simili a livello nazionale: nonostante il dato complessivo della popolazione mostri un sensibile incremento nei valori assoluti, il fenomeno Variazione della popolazione dello spopolamento è latente nei Comuni più isolati e montani nei Comuni della Regione Lombardia ed è parzialmente attenuato dall’insediamento di nuovi resi- denti stranieri nelle aree di fondovalle e di lungo lago.

-10.000 0 +10.000 Abitanti L’emigrazione verso centri di pianura e urbanizzati è deter-

Dati: minata dalla ricerca di migliori condizioni di vita in termini di Istat 2020 servizi rispetto a quelle che il contesto ambientale montano offre. A questo fenomeno si associa un aumento del tasso di invecchiamento che evidenzia come il numero dei residenti di età superiore ai 65 anni sia in costante aumento rispetto al numero di residenti con età inferiore a 14 anni, soprattutto per tutti i paesi situati a monte, mentre i valori tendono a diminu- ire nei paesi di fondovalle, ove la qualità della vita è agevolata da una maggiore efficienza dei servizi alla popolazione. Si evi- denzia quindi una marginalità territoriale che ricalca la minor quantità di servizi, infrastrutture e di collegamento dei paesi montani, che tendono quindi a restare isolati generando un circolo vizioso che si riflette anche sulla qualità dell’ambien- 42 43 44 45

te naturale e sulla sua valorizzazione. Al contrario, la vitalità Gli ultimi due decenni sono stati caratterizzati da uno straor- degli insediamenti di montagna, accompagnata da attività dinario incremento dei flussi turistici in entrata nel territorio agricole-produttive, svolge un ruolo centrale nel mantenimen- provinciale, col passaggio dai 472.000 arrivi del 2001 ai quasi to attivo della montagna, garantendo un’azione di salvaguardia 900.000 del 2010, fino ad arrivare ai 1.430.313 del 2019, rap- e presidio del territorio, altrimenti destinato all’abbandono e presentando oltre l’8% del totale regionale. (dati Istat). al degrado. Coerentemente, il settore turistico è diventato cruciale a livel- lo occupazionale impiegando quasi 17.000 addetti già nel 2009 Inquadramento del sistema economico contro i 12.000 del 2003. Questo processo di crescita, sospin- to da un’offerta di attrattività estremamente differenziata e In virtù della sua conformazione geomorfologica e del cumu- accompagnato da straordinari investimenti da parte dell’im- larsi di “antiche” dinamiche di sviluppo, la provincia di Varese prenditorialità alberghiera e ricettiva in generale, ha coinvolto si propone come un territorio relativamente disomogeneo al tutte le aree turistiche della provincia, seppur con velocità e suo interno rispetto a fenomeni demografici, occupazionali e risultati differenti. imprenditoriali. Le differenziazioni stanno naturalmente all’o- rigine di dinamiche quali i flussi di migrazione interna o una Culla dell’industrializzazione italiana sin dall’800 con i primi diseguale distribuzione territoriale della ricchezza e si svi- stabilimenti tessili sorti lungo la valle del fiume Olona, la pro- luppano lungo assi diversi: talora nord-sud, talora est-ovest, vincia di Varese esprime tuttora uno sviluppo economico tra i talora più complessi e legati anche alla articolazione della rete più alti in Europa. La sua crescita è stata favorita dalla posizio- infrastrutturale locale. Detto che tali differenziazioni possono ne geografica lungo l’asse del Gottardo, strategica per i traffici rappresentare, a seconda dei casi, fattori di propulsione o di tra Nord e Sud del Vecchio Continente, e avvantaggiata dalla freno, la loro misurazione è stata condotta mediante indicatori presenza dell’aeroporto intercontinentale di Malpensa. Questo di eterogeneità territoriale confluiti nel portafoglio informativo ha portato a una crescita demografica che ha toccato punte del modello. elevate tra gli anni Cinquanta e Settanta per poi riprendere recentemente grazie a saldi migratori tuttora positivi. Diversamente dagli altri territori lombardi, simili per struttu- ra economica e produttiva, Varese esibisce una caratteristica Il continuo sviluppo di nuovi insediamenti produttivi e la sua peculiare che è allo stesso tempo di natura demografica e capacità di evolversi e di adottare metodologie di produzio- inerente al mercato del lavoro. L’analisi della composizione ne ad alto contenuto tecnologico ha portato Varese a diveni- della popolazione provinciale rivela infatti un tasso di crescita re un’area a forte laboriosità: a fine 2019 sono presenti ben significativamente superiore a quello regionale e a quello na- 58.029 imprese attive capaci di produrre un valore che supera i zionale per la popolazione femminile di età compresa tra i 15 24 miliardi di euro. e 24 anni e nettamente più elevato di quello corrispondente, La densità media è di 48,4 imprese per ogni chilometro qua- ma relativo alla popolazione maschile. In parallelo, il mercato drato, dato superiore sia al 34,1 della Lombardia che al 17 del lavoro non sembra particolarmente permeabile rispetto a dell’Italia. Protagonista del sistema produttivo locale rimane questo cluster di potenziali figure professionali, esibendo tassi l’impresa di piccole dimensioni. L’industria varesina, infat- di disoccupazione relativamente più alti proprio per questa ti, pur vantando la presenza di grandi aziende di prestigio, è categoria di lavoratori. L’incrocio dei due dati trasmette l’idea caratterizzata dalla prevalenza di unità locali micro dimensioni che la provincia di Varese in prospettiva corra il rischio di non (con meno di 10 addetti) e piccole (con meno di 50 addetti) che trattenere sul territorio e di non valorizzare adeguatamente occupano quasi il 45% degli addetti totali. un capitale umano (quello dei giovani e delle giovani donne Molto significativa è anche la presenza artigiana, a cui si in particolare), che svariati studi internazionali suggeriscono riconduce un terzo delle imprese provinciali. L’elemento di- essere uno dei fattori vincenti rispetto a temi come la mana- stintivo dell’impresa artigiana rispetto alle altre imprese è la gerialità, la creatività e l’innovazione. figura dell’artigiano, il quale oltre a gestire l’impresa, vi lavora 46 47

personalmente entrando nel merito del processo produttivo

Nell’economia varesina tutti i rami produttivi sono adegua- tamente rappresentati, anche se il settore di gran lunga pre- ponderante è il manifatturiero. Infatti, nel 2019 gli occupati nell’industria in senso stretto sono il 32,9% (la Lombardia si ferma al 29,9%). Le specializzazioni più rilevanti riguardano le filiere della meccanica e del tessile, presenti fin dalle prime fasi del processo di industrializzazione locale, e il comparto della chimica e materie plastiche di più recente affermazione. Al suo interno, la meccanica si diversifica in una vasta gam- ma di produzioni che interessano la minuteria, la costruzione di macchine utensili, gli elettrodomestici, le apparecchiature elettriche, gli strumenti di precisione e gli articoli dell’elettro- meccanica e l’industria aeronautica. Questa grande varietà merceologica dell’industria e dell’ar- tigianato fa sì che la provincia di Varese si configuri come un “multidistretto produttivo”, cioè un’area caratterizzata da un’elevata concentrazione industriale e da una forte integra- zione orizzontale sia tra le imprese dello stesso settore che tra le imprese di settori diversi tra loro. Nel corso del tempo, pur rimanendo preponderante il ruolo dell’industria, è in atto una trasformazione della struttura produttiva che si dirige verso una sempre maggiore terzia- rizzazione dell’economia. Nel 2019 il 44% degli occupati è nei servizi con un ulteriore 20,6 % nel commercio, alberghi e ri- storazione. Molto se si confronta con il settore manifatturiero che impiega il 28,6% degli occupati, con l’edilizia che arriva al 6,8% e l’agricoltura che si ferma allo 0,3%.

L’importante produzione manifatturiera trova collocamento per oltre il 40% del fatturato in mercati esteri e il saldo della bilancia commerciale è positivo da anni. L’interscambio avviene prevalentemente con l’Unione Europea (più della metà dell’export) e più precisamente con Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Si stanno però consolidando rapporti interessanti con aree di mercato nuove e promettenti come l’Asia. La forte connotazione all’export caratterizzante l’economia locale emerge da un indicatore quale il “tasso di copertura”: nel 2019, per ogni 100 euro importati a Varese ne sono stati esportati 142,5.

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La CMVV si colloca in questo quadro di riferimento in posizio- negli ultimi anni si è registrato infatti un significativo segnale di ne anomala rispetto al resto del territorio, poiché in termini ripresa delle imprese agricole multiservizio. Se il numero delle occupazionali ha: aziende agricole della Valcuvia si attesta su valori simili a quelle delle valli circostanti, le valli più a nord nel Luinese invece hanno Tipologia di impresa n° di aziende un numero maggiore di aziende confermando un rapporto positi- agricoltura, silvicoltura, pesca 300 vo e ricco di potenzialità fra territorio naturale e attività produttive estrazione di minerali da cave e miniere 1 del settore primario. attivita’ manifatturiere 590 Aziende agricole totale Aziende agricole allevamenti fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 2 bovini ovini caprini suini avicoli fornitura di acqua, reti fognarie, gestione 10 Anno 2000 290 111 39 52 17 71 costruzioni 1.040 Anno 2010 310 123 35 68 22 62 commercio all’ingrosso e al dettaglio, autoriparazioni 1.176 trasporto e magazzinaggio 79 attivita’ dei servizi alloggio e ristorazione 485 Mentre nel fondovalle, in particolare in Valcuvia, l’allevamento servizi di informazione e comunicazione 98 di bovini da latte è spina dorsale dell’agricoltura (anche perché attivita’ finanziarie ed assicurative 116 senza di esso la maggior parte dei terreni agricoli della valle attivita’ immobiliari 276 sarebbero incolti), nelle aree di montagna, soprattutto nelle valli attivita’ professionali, scientifiche e tecniche 120 del Luinese, prevalgono le aziende di allevamento caprino e la noleggio, servizi di viaggio, attivita’ di supporto alle imprese 205 produzione di latte, formaggi e salumi. Queste aziende hanno ca- istruzione: 37 rattere per lo più familiare e svolgono in alcuni casi anche attività sanita’ e assistenza sociale 46 complementari a quella agricola, come ad esempio il servizio di attivita’ artistiche, sportive, di intrattenimento e di divertimento 52 altre attivita’ di servizi 337 agriturismo. Fra le razze allevate è tipica la Nera di (o Verzaschese), originaria del Canton che viene allevata da La chiusura di attività produttive e il limitato numero di nuove im- tempo imprecisato anche nelle valli dell’alto lago Maggiore. In prese iscritte al registro della Camera di Commercio è collegabi- numerosi casi l’azienda agricola rimane l’unica attività economica le, oltre che allo scarso sviluppo della rete infrastrutturale, anche delle comunità locali molto piccole e le famiglie degli agricoltori ad altre difficoltà tra cui la frammentazione fondiaria (che osta- sono le sole che rendono popolate numerose frazioni altrimenti cola la complessa ricerca dei numerosi proprietari al fine dell’ac- quasi abbandonate. Dal punto di vista produttivo, la produzione e quisizione degli immobili), lo spopolamento della montagna e la la trasformazione di prodotti agroalimentari di eccellenza qualifi- sottrazione del suolo agricolo di fondovalle. Questo stato di fatto ca il territorio, ma purtroppo l’attività zootecnica della Comunità evidenzia come gli aspetti infrastrutturali e dell’insediamento Montana soffre il limite di operare in una zona meno sviluppata, demografico condizionano di riflesso il settore imprenditoriale senza godere di alcun vantaggio specifico; in particolare l’assen- che richiede una revisione delle politiche di sviluppo locale. Negli za di un‘industria casearia costringe gli allevatori ad indirizzare il anni del boom economico l’abbandono delle “terre alte” e una latte bovino alle principali industrie di confezionamento del latte sostanziale insensibilità verso i temi della prevenzione idrogeo- alimentare (che ormai sia sul panorama nazionale sia su quello logica e paesaggistica hanno comportato, inoltre, un progressivo locale, sono costituite da pochissime grandi aziende). Infine nel accentuarsi del degrado idrogeologico. Tale situazione si è acuita settore del florovivaismo c’è da registrare una ricca produzione, con il progressivo mutamento del regime meteorologico e con che potrebbe quasi definirsi “tipica” della valle, legata alla col- l’incremento dei fenomeni brevi e intensi, cioè quelli i cui effetti tivazione delle piante acidofile (rododendro, azalea e camelia) maggiori si hanno nei bacini piccoli. che sul versante lacustre trovano un habitat particolarmente A differenza di quanto accade per altri settori, il primario rap- adatto alla loro coltivazione. Questa coltivazione, particolarmente presenta oggi un settore con buone prospettive di sviluppo per il apprezzata dagli stranieri, assidui frequentatori del lago, è un territorio, nei settori: agrario, forestale e turistico. Nonostante i ulteriore potenziale da valorizzare attraverso una formazione problemi più evidenti che affliggono il sistema agricolo montano, specializzata e una promozione al pubblico.

*dati: CCIAA Varese *dati: CMVV, Polo Scientifico Tecnologico per lo Sviluppo Agricolo della Montagna 50 51

Inquadramento territoriale Connessioni e turismo

Inquadramento infrastrutturale

La Comunità Montana delle Valli del Verbano, per la sua posi- zione geografica di confine, è un territorio storicamente vocato ad essere un corridoio di collegamento tra l’Italia e la Svizze- ra. Basta pensare alla Via Francisca del Lucomagno, un antico tracciato romano-longobardo, storicamente documentato, che conduceva da Costanza, nel cuore dell’Europa, a Pavia e alla Via Francigena che conduceva verso Roma, attraversando il passo del Lucomagno in Svizzera e attraversando l’ambito della co- munità nel Comune di Brinzio, nel parco naturale di Campo dei Fiori. Questa vocazione sì è consolidata nell’Ottocento con lo sviluppo della rete ferroviaria e la rete di navigazione sul lago Maggiore. La ferrovia internazionale Cadenazzo Luino, aperta nel 1882, nasce come diramazione della Ferrovia del San Got- tardo verso il porto di Genova e il Mediterraneo. Il recente com- pletamento del progetto Alptransit, con la costruzione dei tunnel di valico del Lötschberg e del Gottardo, assieme alla galleria di base del monte Ceneri, rappresentano un notevole passo in avanti nella connessione tra i due versanti delle Alpi. Osservano il territorio in una mappa allargata non si può non notare come l’ambito geografico della Comunità Montana delle Valli del Verbano sia posizionato tuttora al centro di una delle aree più dinamiche d’Europa, la cosiddetta “Blue banana”, ovve- ro la fascia a maggior industrializzazione e infrastrutturazione d’Europa che comprende realtà come la megalopoli di Londra, l’ambito della Randstadt, la regione del Reno-Ruhr, le città di Francoforte, Basilea, Zurigo e la regione Lombardia. Quest’am- bito geografico caratterizzato da un’alta densità produttiva e insediativa è attraversato da uno dei corridoi infrastrutturali più importanti d’Europa, ovvero il Corridoio transeuropeo T6 Reno-Alpi. Il territorio della Comunità Montana delle Valli del Verbano rappresenta quindi un anello di congiunzione la Con- federazione Elvetica, la Provincia di Varese e l’area industriale dell’hinterland del nord-ovest milanese e il corridoio transeu- ropeo T3 Mediterraneo, lungo la linea Torino-Venezia. L’ambito della comunità si trova inoltre a soli 70 km dall’aeroporto inter- nazionale di Malpensa, il secondo aeroporto italiano, per dimen- sioni e volumi di traffico, e il primo del Nord Italia. Dall’hub di Malpensa, centrale rispetto all’Europa, con un volo della durata di due ore è possibile raggiungere praticamente ogni capitale europea. Questo significa che, in ottica turistica, il bacino dal quale il territorio potrebbe trarre è sensibilmente più ampio di 52 53

quello attuale che vede principalmente la presenza di persone che hanno in zona la seconda casa. Tuttavia la rete infrastrutturale che attraversa i comuni della Comunità è fortemente condizionata dalle caratteristiche morfo- logiche del territorio e non riesce sempre a raggiungere effica- cemente tutti i centri abitati, lasciando i paesi minori e quelli di montagna ancora una volta ai margini delle connessioni locali e di più ampia scala. In particolare, molte delle inefficienze del siste- ma economico delle Valli derivano dalla difficoltà di mantenere questo territorio all’interno di circuiti dove lo sviluppo è favorito da fattori legati al rapido accesso alle reti lungo gli assi di comu- nicazione. Questa situazione condiziona anche l’insediamento, l’espansione e la sopravvivenza delle imprese locali. Il rapporto con l’hub di Malpensa, in questo senso è paradigamtico. Se, come comprensibile, da Malpensa a Milano il collegamento ferroviario è diretto ed è assicurato in meno di un’ora, da Malpensa a Luino servono invece 2 ore e 15 con cambio forzato a . Si possono distinguere solamente due principali vie di comuni- cazioni che scorrono nelle parti più pianeggianti come la statale SS394 che da Gavirate segue la Valcuvia nel fondovalle fino a Luino e la strada provinciale SP69 che costeggia tutta la spon- da del Lago Maggiore fino al confine con la Svizzera. Sia la rete ferroviaria di Trenitalia (che si ferma a Luino) che la linea Tilo (Ticino Lombardia – che collega la città di Bellinzona con l’ae- roporto di Malpensa) ripercorrono l’itinerario del lungo lago. Le linee degli autobus sono invece in numero consistente ma spesso purtroppo la frequenza è bassa e legata prevalentemente all’uten- za scolastica e pertanto molte località non sono adeguatamente servite. L’andamento del terreno ha quindi da sempre vincolato e condizionato lo sviluppo delle infrastrutture, che a tutt’oggi si dimostrano insufficienti e inadatte a supportare l’elevata domanda di mobilità della Valli. Nonostante ciò, a partire dal 2010 è stata potenziata la rete Wi-Fi fino ad estendere il servizio nelle valli, an- dando a coprire anche aree non servite dalla linea a banda larga. Le difficoltà di mantenere questo territorio all’interno di circuiti dove lo sviluppo è favorito da fattori legati al rapido accesso agli assi di comunicazione ostacola lo sviluppo del sistema economico delle Valli e di conseguenza anche l’insediamento, l’espansione e Connessioni e trasporti la sopravvivenza delle imprese produttive locali, le quali, secondo Ferrovie i dati della Camera di Commercio di Varese, sono in diminuzione. Questo stato di fatto evidenzia come l’insediamento demografico e Autostrade la rete infrastrutturale condizionino il settore imprenditoriale che Strade statali

richiede quindi una revisione delle politiche di sviluppo locale. Dati: Istat 2020 54 55 56 57

Inquadramento turistico

Dal turismo elitario dell’Ottocento alla Belle Époque

Per comprendere meglio la necessità di un salto di scala e di uno sguardo capace di allargare la propria prospettiva dal lago al territorio più vasto che lo circonda, è importante ripercorre l’e- voluzione storica del turismo internazionale e gli effetti di queste trasformazioni sul territorio. Nato nell’Ottocento sulla scia dello spirito avventuroso di una cerchia ristretta di nobili e benestanti che potevano permettersi di dedicare il loro tempo all’esplora- zione di luoghi lontani e selvaggi, il turismo nasce e si sviluppa inizialmente in pochi luoghi dall’alto valore monumentale e pae- saggistico. Se l’arte romantica e l’estetica del sublime raffigurano e teorizzano l’interesse di questo periodo storico per un paesaggio fortemente connotato da una natura capace di esprimersi nella sua massima forza, è attraverso il fenomeno più profano della “cartolina turistica” che possiamo comprendere la motivazione e l’interesse alla base del nascente fenomeno del turismo.

Il desiderio dei primi viaggiatori è infatti quello di raggiungere i luoghi più remoti e più pittoreschi con l’obbiettivo di avere espe- rienza diretta dei monumenti e delle bellezze naturalistiche più estreme e selvagge. Le vette alpine più impervie, i grandi laghi incastonati tra le montagne, le cascate e i torrenti scavati negli anfratti più irraggiungibili diventano presto meta di viaggi esplo- rativi nel quale il raggiungimento della meta viene testimoniata attraverso l’invio di cartoline postali illustranti i luoghi visitati. Il lago Maggiore diventa da subito un classico “luogo da cartolina”, una meta raggiunta tra gli altri da artisti come Stendhal, Char- les Dickens, Lord Byron e Ernest Hemingway. Del soggiorno del pittore romantico Turner rimane traccia in uno schizzo del suo taccuino, conservato alla Tate Gallery, che raffigura la chiesa di San Giuseppe nel paese di Luino.

È l’avvento della ferrovia e dei collegamenti in battello sul lago che permettono gli spostamenti e lo sviluppo della nascente attività turistica. La costruzione della linea del Gottardo, che avrebbe dovuto collegare Genova e il Mediterraneo con la Sviz- zera costeggiando la sponda est del lago, porta alla costruzione della stazione internazionale di Luino. Anche se successivamente il traffico verrà concentrato maggiormente sull’asse Bellinzo- na-Chiasso-Milano, l’avvento della nuova ferrovia, inaugurata nel 58 59

1884, permette a questo territorio di inserirsi negli itinerari turi- stici internazionali. Nascono i primi alberghi, i ristoranti e i servizi turistici tipici della Belle Époque.

Dal turismo di massa del dopoguerra al turismo “mordi e fuggi” dell’era low-cost

Il turismo mantiene un carattere piuttosto romantico ed elitario fino agli inizi del Novecento, ed è soltanto a partire dal secondo dopoguerra che si trasforma in un fenomeno più popolare e diffuso. Con l’ampliarsi del bacino di utenti si modificano e si diversificano anche le mete turistiche. Ai luoghi impervi e irraggiungibili, si ag- giungono le località di villeggiatura più facilmente raggiungibili, al mare, in montagna o al lago. Questo è il momento in cui un turi- smo diventa più “democratico” e determina l’inizio di un processo di trasformazione di molte località costiere e montane, favorendo lo sviluppo delle infrastrutture ricettive necessarie per supportare la crescente domanda turistica. A partire dal secondo dopoguerra, la possibilità sempre più dif- fusa di poter disporre di un periodo di ferie e di un’automobile di proprietà si trasforma nella miccia capace di innescare, anche grazie al supporto della nascente rete autostradale, un boom tu- ristico capace di sostanziare quell’atmosfera da “dolce vita” tipica degli anni del miracolo economico. Questi sono gli anni immortalati da questa cartolina turistica che evoca un immaginario fatto di ferie lunghe, di un ambito familiare basato su relazioni consolidate e di un modello turistico, tipica- mente italiano, caratteristico del boom economico. Si tratta di un periodo che la comunità ricorda con una certa nostalgia, diventan- do un esempio paradigmatico di cosa sia l’attività turistica. La villeggiatura estiva e invernale diventa infatti in questo periodo un fenomeno turistico di massa: la possibilità di spostarsi auto- nomamente con i propri mezzi permette di svincolare l’offerta turistica dalla presenza delle stazioni ferroviarie e di un servizio di trasporto pubblico. Il turismo non è più puntuale, legato a pochi luoghi altamente significativi, ma si sviluppa in ambiti più allarga- ti come i litorali marini e lacuali o i comprensori sciistici, ovvero quei sistemi turistici capaci di garantire nel complesso un’offer- ta turistica basata su “grandi numeri” e capace di rispondere in maniera aggregata e consorziata alla crescente richiesta di servizi aggiuntivi legati allo svago e al divertimento. 60 61

Un esempio tipico del turismo di questo periodo è anche il villag- gio olandese: località turistica dedicata agli utenti provenienti dai Paesi Bassi, capace di aggregare in un’unica località una comuni- tà più di mille villeggianti provenienti dalla stessa area geografica, con l’obbiettivo di ritrovarsi, ogni anno, nello stesso posto per trascorrere le ferie. L’abitudinarietà rispetto alla destinazione e la tendenza a periodi di villeggiatura prolungati sono fenomeni destinati a ridursi, fino ad essere quasi soppiantati dalla trasformazioni che sono avvenite all’inizio del nuovo millennio. Il diffondersi delle compagnie aeree low-cost, la tendenza a frammentarie le ferie in periodi più brevi e distribuiti durante l’anno e la nascita di piattaforme on-line per la prenotazione di offerte last-minute, determina in poco tempo una radicale trasformazione del mercato turistico. La villeggiatura di “comunità”, basata su un rituale che si ripete quasi inalterato di anno in anno sulla base di rapporti e relazioni personali con- solidate, perde di interesse nel momento in cui diventa possibile spostarsi facilmente in aereo in località precedentemente diffi- cilmente raggiungibili se non a “caro prezzo” o attraverso lunghi viaggi in macchina. Nasce il fenomeno dei “weekend” e dei brevi viaggi in aereo, nonché una nuova geografia turistica che si articola e si strut- tura sulla base delle rotte e delle offerte delle compagnie aeree “no-frills”. Il mercato del turismo si diversifica e si destruttura, diventando molto più fluido e meno prevedibile. Gli hub aeropor- tuali serviti dalle compagnie low-cost, posizionati spesso in aero- porti secondari e distanti dalle maggiori città, diventano il portale di accesso di flussi turistici che prima sarebbero stati difficilmente immaginabili. L’aeroporto di Orio al Serio vede crescere, nell’arco di vent’anni, il numero dei suoi passeggeri dalla cifra di circa 1 mi- lione nel 1999 ai 13 milioni del 2019, diventando il terzo aeroporto italiano per traffico aereo.

Il terminal T2 di Malpensa, riconvertito in terminal dedicato ai vettori low-cost dopo la costruzione del terminal T1, è diventato la seconda base europea della compagnia Easy Jet, con un numero di voli paragonabili a quelli di Orio al Serio. Le località “tradizionali di villeggiatura” e i comprensori turistici abituati ad un turismo massificato e consuetudinario si trovano spiazzati e impreparati: la possibilità di raggiungere destinazio- ni lontane e più “esotiche” determina un grande aumento della domanda turistica, ma anche dell’offerta, alzando notevolmente l’asticella della concorrenza. 62 63

Il turismo post-pandemia e la riscoperta del territorio

Osservando i grafici sull’espansione turistica dei primi decen- ni del nuovo millennio, si potrebbe concludere che la crescita dell’industria turistica sia un fenomeno inarrestabile. Se è vero che l’arrivo della pandemia di ha determinato un arresto dei flussi turistici globali mai visto prima, vi è un consenso diffuso sul fatto che il mercato turistico internazionale è destinato a riprendersi progressivamente con l’estendersi della copertura vaccinale a livello globale. Tuttavia alcune delle modificazioni agli stili di vita e ai comportamenti determinati dalla pandemia potrebbero avere un effetto prolungato, determinando anche una trasformazione di aspettative e di desideri capace di alterare o addirittura di inverti- re i trend turistici pre-pandemia.

La globalizzazione delle destinazioni di viaggio, il fenomeno del turismo mordi e fuggi, la crescita esponenziale degli spostamenti favorita dai voli low-cost, la tendenza a preferire mete esotiche e internazionali, l’alta mobilità per convegni e conferenze sono tutti fenomeni che potrebbero venire ridotti e compensati dall’emer- gere di nuove forme di fruizione del territorio basate sul turismo attivo e di prossimità, sulla riscoperta delle destinazioni meno frequentate e caotiche, sulla richiesta di immersione nel paesag- gio e negli spazi all’aria aperta, sulla predilezione per la mobilità lenta e sostenibile, sulla ricerca di modalità alternative capaci di integrare vacanza e lavoro attraverso un coinvolgimento attivo, sulle esperienze più “autentiche” a contatto con chi vive e lavora sul territorio.

Crescita del mercato turistico 64 65

Capitolo 2 2 Mappatura e analisi 66 67

Mappatura e analisi Il territorio e la comunità

Per comprendere le peculiarità del territorio della CMVV in ambito turistico si è svolta un’indagine indiretta, basata sulla raccolta e la selezione dei contenuti prodotti dagli stessi turi- sti attraverso piattaforme di condivisione e promozione come Google maps e Trip advisor. Il dato disponibile, per quanto non ordinato, ha una profondità descrittiva inaspettata che porta una coscienza del territorio più approfondita rispetto sia alle canoniche e asettiche analisi di settore, sia delle già citate narrazioni promozionali. Ciò che emerge è l’immagine di un territorio ricco e vario- pinto, in cui il valore fondamentale non è la singola attrazio- ne ma la qualità diffusa in ambito paesaggistico, culturale ed esperienziale. Basta infatti una ricerca strutturata sulle piattaforme di condivisione per osservare come i turisti autori delle recensioni appaiano incuriositi ed entusiasti rispetto ad elementi che raramente vengono proposti come attrattori: come le escursioni tra i borghi e aree naturali, che riescono ad intrecciare assieme aspetti di ambito naturale e culturale attraverso la chiave della scoperta del territorio. Se i centri principali di Laveno-Mombello e Luino appaiono a volte sotto al di sotto delle aspettative dei turisti (poiché in al- cuni casi ritenute spente o poco strutturate nell’offerta) vice- versa “l’entroterra” è associato a racconti carichi di trasporto, in cui la somma di esperienze semplici acquisisce attraverso il percorso a piedi o in bicicletta il valore ideale di una scoper- ta e di un’avventura. Di seguito una serie di analisi qualitative il cui scopo non è la mappatura definitiva dei punti naturali di interesse ma l’espo- sizione di quello che si può ritenere, a ragion veduta, il patri- monio percepito di questo interessante territorio.

Risorse Naturali

Il patrimonio naturale è veramente ricco data la natura del territorio e spazia dagli ambienti lacustri agli ambiti collinari fino ad arrivare ai contesti di alta montagna. Nella segnala- zione degli utenti particolare risalto viene dato ad elementi puntuali quali le cascate e torrenti, di cui l’entroterra è ricco ben oltre le pur note Cascate di Ferrera, e che spesso sono la meta di percorsi accessibili ma suggestivi. Oltre alle spiagge e i parchi lungo il lago, elementi già noti e valorizzati, vi sono i numerosi punti panoramici che, a seconda del contesto, per- mettono di spaziare con lo sguardo dal Monte Rosa alla città 68 69

di Milano, fino ad abbracciare in particolari punti sia il Lago Maggiore che il Lago di Lugano. I percorsi individuati indicano principalmente delle cammina- te di tipo ricreativo ad anello, caratterizzati da una dichiarata accessibilità e da mete paesaggisticamente rilevanti (panora- mi o monumenti). Interessante vedere che alcuni di questi percorsi siano tratti di collegamento tra le numerose frazioni dei diversi paesi, ge- neralmente valutate come interessanti non tanto per la meta raggiunta quanto per la sequenza di ambienti attraversati Particolare interesse è rivolto ai percorsi in bicicletta, mez- zo particolarmente apprezzato nel territorio della provincia di Varese. Se i percorsi ciclabili possono giovare del colle- gamento ad una rete in crescita, posta a sud della CMVV e coincidente con l’anello ciclabile del lago di Varese è anche riscontrabile che la rete è priva di sbocchi verso nord oltre la città di Luino. Nonostante alcuni percorsi noti ed individuati, risulta assente una vera e propria rete strutturata di percorsi off-road all’in- terno del suggestivo ambiente boscoso.

Aspetti critici Potenzialità Mancanza di promozione Varietà paesaggistica Accessibilità limitata Diffusione nel contesto Rete ciclabile limitata Tematismi ricorrenti Rete off-road assente Raggiungibilità Vicinanza di infrastrutture viarie di carattere extraterritoriale Sequenze paesaggistiche apprezzate Varietà e attrattività del territorio 70 71 72 73

Comune Elementi naturali Passeggiate Biket trail Aziende Agricole Enogastronomia e Agritur Agra Parco dei daini Sentiero 154 del Sole e A.A. Fratelli Ballinari La mappatura indica la diffusione di aziende agricole che ef- della luna fettuano vendita diretta e che offrono, in gran parte, anche la Azzio A.A. Terra Libera possibilità di consumare direttamente il prodotto con la logica dell’agriturismo. La qualità dei prodotti proposti (formaggi, Brenta Piana della Valcuvia Agricoltura di miele, castagne e ortaggi) appare riconosciuta e apprezzata, Piana di S. Quirico Roncomazza ma non valorizzata come carattere fondamentale del territo- Brezzo di Bedero Terrazza belvedere Linea Cadorna La Betulla rio. Ogni struttura appare agire secondo logiche individuali, Pasquè Apicoltura Badali che portano, secondo le recensioni raccolte, ad una forte Brinzio Parco Regionale I Runchitt variabilità nella qualità del servizio offerto. Campo dei Fiori A.A Piccinelli Laghetto di Brinzio Consorzio Castanicoltori Cascata del Pésegh e torbiera Pau Majur

Brissago - Valtravaglia Cascata di Roggiano A.A. I Runcasc Rifugio Animali Felici

Aspetti critici Potenzialità Casalzuigno Cascate del Torrente Monte Colonna Anello Monte Nudo Al Cavallino Bianco Marianna Via Verde Varesina 3V Monte S.Martino Scarsa promozione dei prodotti caratteristici Qualità del prodotto proposto Arcumeggia – Aga - Oratorio di S.Bernardino Assenza di una rete enogastronomica Localizzazione delle strutture Cassano Valcuvia Anello di base linea riconosciuta Cadorna Estensione della rete e possibilità di realizzare Castello Cabiaglio Cascate di sul rio una rete di sistema Caprera a Castello Cabiaglio

Castelveccana Cascate della Froda Rocca di Caldè Wilma Tschang Sasso galletto Spiaggia Cinque Arcate Poggiolo di Cuvignone Cittiglio Cascate di Cittiglio Sentiero della Froda e via Passo del Cuvigone A.A. Capra e Cavoli dei Mulini Pista Ciclo-pedonale A.A. Sciareda Monte Nudo Cittiglio-Laveno A.A. Piretti Monumento ai caduti Mombello A.A. La Selva Vararo Boschi di Cittiglio A.A. Bubbola

Coquio - Trevisago Sentiero delle sculture nel Single Track Monte S.A Bonè parco di Campo dei Fiori morto Sentiero per Caldana

Curiglia con Cascate Ponte di Piero Da Curiglia con A.A. Kedo Monteviasco Monteviasco a Biegno Agr. Le Gemelle A.A. Gatta

Cuveglio Sentiero degli Innamorati A.A. Il Vallone Anello della Val Canasca

Cuvio Cascate Broveda A.A: Lago d’Oro A.A. Mascioni

Dumenza Cascata del Rio Da Dumenza a Curiglia Fattoria Roccolo Colmegnino Sentiero 174 Due Cossani- Le Vallate Pradecolo A.A. Morcellin Apicoltura Rossi A.A. Abete Bianco 74 75

Mappatura e analisi Sistema insediativo e attività economiche Comune Elementi naturali Passeggiate Biket trail Aziende Agricole e Agritur

Duno Grotta del Turegiun Il patrimonio immobiliare rappresenta un forte indicatore dei Alpe Bisio movimenti economici passati e presenti. Un’attività immobiliare Cantonaccio Belvedere del sentiero assente è spesso sintomo di un’economia stagnante o in reces- degli innamorati sione mentre la presenza di cantieri privati e pubblici è sempre

Ferrera di Varese Cascate di Ferrera associata ad una fase di crescita economica o di rilancio. Orrido di Per questo motivo è interessante visualizzare e quantificare Gavirate Lungolago di Gavirate l’utilizzo degli immobili del territorio, perché ci parlano di un Parco Morselli ( passato che potrebbe essere meno distante di quanto appare. Gemonio Ai Frutti di Bosco Il dato per essere compreso va ovviamente contestualizzato Germignaga Parco Lungolago Sentiero alto Verbano e considerato nella sua peculiarità: anche in un’analisi su un Grantola territorio di estensione limitata come questo abbiamo infatti Laveno-Mombello Spiaggia di Cerro Monte Sasso del Ferro Apicoltura Natura contesti molto diversi, con forti connotazioni locali legate all’e- Spiaggia delle Rianne Pizzoni di Laveno conomia che storicamente le ha supportate. Spiaggia le madonnine Antica mulattiera Laveno Lungolago Casere Torbiera di Mombello Laveno S.Clemente Patrimonio Immobiliare Luino Parco a lago A.A. In Silvis Parco Giona Apicoltura Ranzoni Il patrimonio immobiliare residenziale della CMVV è esteso e

Maccagno con Pino e Belvedere Forcora A.A. Piau du Lares corrisponde a più di 63.000 abitazioni a fronte di circa 77.000 Veddasca Campagnano Monte Paglione Apicoltura Veddasca abitanti censiti. Il dato evidenziato riguarda la quantità di abi- Anello sentiero della Gabella tazioni dichiarate come residenza, al fine di individuare per Percorso Maccagno sottrazione quello che potrebbe essere il patrimonio relegato a Campagnano seconda casa o semplicemente sfitto.

Masciago Primo Il sentiero di Salvatore Osservando il dato grezzo si nota come la percentuale di abita- Furia zioni non destinate a residenza si attesti su una percentuale del Mesenzana Linea Cadorna - Cassano 58%, tendenzialmente uniforme all’interno di tutto il territorio. Valcuvia Questo è sicuramente un valore molto alto che va pesato di- Anello di Mesenzana versamente tra le realtà a vocazione turistica, dove abbondano

Montegrino Valtravaglia Monte sette Termini Montegrino – colle la Nave Agr. Il Torchio residence e seconde case, e i paesi dell’entroterra in cui sono Laghetto di Montegrino – Agr. La Pometa indice di una migrazione progressiva verso altri ambienti. Pineta Bassa Monte Sette Termini

Orino Forte Orino Forte Gesiola A.A. I Marroni Pian delle Noci Orino – Coquio Trevisago A.A. Il Tasso Grotta del Ghiaccio Orino – Forte Orino A.A. La Rocca Grotta dell’Allocco Apicoltura Moia Grotta Ca’ Piturada Aspetti critici Potenzialità Porto Valtravaglia Spiaggia Punta molino Alpe San Michele A.A. dei Laghetti Spopolamento Contesto interessante in alternativa a Muceno - Pian Nave - San Orticultura Ecodario Michele quelli urbani Giro del Monte Pian Nave Vetustità delle strutture Mesenzana – San Michele Accessibilità all’acquisto Frazionamento delle proprietà Rancio Valcuvia Cascata del Ronco Salita Brinzio A.A. Caprivalcuvia Formaggeria della Ampiezza dell’offerta Valcuvia Incremento della scarsa attrattività del territorio A.A. Velati Tronzano Lago Spiaggia di Poggio Ronco Scigolino Maggiore

dati: CMVV 2020, Booking.com 2020, Google.com 2020, Tripadvisor 2020 76 77 78 79

Patrimonio Industriale Dismesso Comune Abitazioni adibite Abitazioni censite % di abitazioni Siti produttivi a residenza (unità) nel Comune (unità) “seconda casa” da riqualificare

Testimone del glorioso passato manifatturiero dell’area il Agra 177 379 53,30% patrimonio di industrie e siti produttivi dismessi è simbolo del Azzio 325 802 59,58% fenomeno di deindustrializzazione che ha coinvolto tutta la pro- Brenta 727 1798 59,57% vincia di Varese negli ultimi tre decenni. Come si può evincere Brezzo di Bedero 507 1185 57,22% da ricerche fatte su scala regionale la condizione della CMVV Brinzio 353 873 59,56% Filanda Ranchet è tutt’altro che anomala, rappresentando solo una frazione Brissago-Valtravaglia 468 1250 62,66% del totale dei complessi analoghi non più utilizzati nell’intera Caravate 1021 2602 60,76% provincia. Casalzuigno 556 1304 57,36% Diffusi soprattutto nei centri di Laveno, Luino e Porto Valtra- Cassano Valcuvia 274 665 58,80% vaglia, le strutture industriale rappresentano per questi abitati Castello Cabiaglio 234 530 55,85% e per tutta la Comunità un grosso vuoto e, al contempo, una 891 2000 55,45% memoria condivisa da preservare. Cittiglio 1687 3972 57,53% Curiglia con 99 190 47,89% Monteviasco

Cuveglio 1385 3397 59,23% Cuvio 711 1698 58,13% Aspetti critici Potenzialità Dumenza 648 1433 54,78% Duno 90 159 43,40% Dimensioni e costo di intervento Carattere Monumentale e Rappresentativo Ferrera di Varese 281 693 59,45% Filatura di Ferrera Degrado delle strutture Enormi possibilità di trasformazione Germignaga 1640 3724 55,96% Stheli Grantola 506 1271 60,19% Contesto economico Riferimento identitario Laveno-Mombello 3963 8905 55,50% Manifattura Cotoniera Richard Ginori

Luino 6407 14276 55,12% Setificio Castelletto A.A. Lago Maggiore

Maccagno con Pino e 1199 2444 50,94% Veddasca

Masciago Primo 114 290 60,69% Mesenzana 616 1486 58,55% Montegrino Valtravaglia 632 1414 55,30% Orino 393 840 53,30% Porto Valtravaglia 1063 2348 54,73% Falegnameria Area Telsa

Rancio Valcuvia 401 935 57,11% Tronzano Lago 123 254 51,57% Maggiore

Totale 26470 63117 58,06% 80 81

Mappatura e analisi Connessioni e Turismo

Patrimonio Culturale

L’analisi sull’assetto del settore turistico nel territorio della Comunità Montana delle Valli del Verbano prende le mosse dai report stilati dal Touring Club italiano e si evidenzia nel quadro di contesto allargato sulla base della presenza di certificazioni “bandiera arancione” sul territorio. Emerge immediatamente come la zona sia totalmente priva di tali certificazioni mentre la sponda opposta ne vanti almeno quattro distinte. È un dato significativo in quanto il documento del Touring Club è ricono- sciuto quale report che indicizza annualmente i movimenti ed i trend a livello turistico su scala nazionale. Il dato è sorprendente, perché il territorio delle CMVV è sicura- mente un contesto caratteristico dotato di qualità paesaggistiche e ambientali consistenti, nonché di un patrimonio culturale forse sottovalutato ma di grande importanza. Per patrimonio culturale del territorio si intende l’insieme di tutti quegli elementi che ne formano l’identità caratteristica, siano essi singoli monumenti, borghi rurali, musei di respiro internazionale o semplicemente dei luoghi rappresentativi per autenticità e inserimento nel contesto. Di questi elementi va considerato non solo l’aspetto materiale e tangibile, ma anche la capacità che hanno di inserirsi nell’immaginario della popolazio- ne residente e dei turisti, attraverso le attività che vi sono asso- ciate o grazie alla semplice suggestione indiretta che scatenano grazie alla propria capacità evocativa. In questa breve analisi ci siamo occupati di selezionare quelli che vendono percepiti come patrimonio culturale da residenti e turisti, non ponendo filtri se non quelli della popolarità e visibili- tà acquisita nel proprio contesto territoriale. Volendo istituire delle macro categorie abbiamo deciso di aggre- gare gli elementi secondo le seguenti tematiche:

Beni culturali

Sono tutti quegli edifici, infrastrutture, ambienti che caratteriz- zano i tanti comuni che compongono la CMVV come traccia della storia vissuta e dell’identità del luogo. Gran parte di questi beni è rappresentato da elementi materiali, siano essi singoli palazzi o interi borghi medioevali, passando per ambiti rurali testimoni di vecchie attività agricole o, addirittura, intere rovine ormai immerse nella foresta. Nella descrizione di questi elementi spesso gli autori dei com- 82 83

menti si soffermano su come purtroppo il potenziale di deter- minati beni non sia pienamente espresso, e di come manchino elementi di informazione adeguati alla ricerca e alla riconosci- bilità del luogo. Anche il singolo dipinto, o il rudere di un mulino acquisiscono infatti una dimensione che va oltre il singolo ogget- to se sono parte di una narrazione più ampia e legata al territorio

Aspetti critici Potenzialità Scarsa promozione Ampia diffusione Sottoutilizzo Valore storico caratteristico Varietà di tematismi (architettonico, artistico, bellico, produttivo)

Edifici religiosi

Sono qui considerati un tema di mappatura distinto dai sempli- ci beni culturali poiché, considerando la densità e la specificità del patrimonio presente, risultano un elemento caratterizzante soprattutto nei borghi dell’entroterra, dove spesso rappresentano il nucleo pittoresco di piccole e suggestive frazioni. La varietà delle tipologie è però notevole, e va dalla cappella ru- rale affrescata al Santuario, dalla chiesa parrocchiale all’eremo.

Aspetti critici Potenzialità Scarsa promozione Diffusione capillare Valore storico Presenza di un bacino di riferimento (Sacro Monte, Via Francisca)

Musei

Il panorama museale della CMVV è tutt’altro che scontato, sia per contenuti che per estensione. In totale sono stati rilevati 11 musei, concentrati prevalentemente nella fascia bassa della CMVV nell’asse che va tra il lago di Varese e il Lago Maggiore, ma sono presenti dei centri di custodia della cultura locale anche nella Valcuvia e Valtravaglia, fino ad arrivare al Museo 84 85

Civico Parisi posto al centro del Comune di Maccagno. Le tipologie di museo sono molto diverse, per richiamo e og- getto delle collezioni ma tutti in qualche modo rappresentano delle unicità che caratterizzano il territorio, fornendo oltre che un richiamo per il turista anche un presidio culturale a favore della popolazione.

Aspetti critici Potenzialità Mancanza di promozione Pluralità di tematismi Assenza di logica di sistema Ampliamento dell’offerta turistica Sottoutilizzo Presidio culturale del territorio

Ambito ricettivo

Un altro dato che emerge, dalla lettura del territorio, riguar- da la composizione e la presenza di strutture ricettive in loco. Come si può vedere dallo schema che segue, gli alberghi del territorio sono concentrati tra Laveno Mombello e Luino ma, analizzando la disponibilità ricettiva complessiva ed andando ad includere nell’analisi anche l’offerta presente su piattafor- me quali AirBnB o Booking, emerge la presenza di un’offerta articolata e diffusa soprattutto nelle zone interne. La ricettività del territorio sembra dunque essere fortemente focalizza- ta sulle due località turistiche principali, ma le strutture che tipicamente sorgono a fronte di una richiesta spontanea (B&B, affittacamere) e che sul territorio popolano le zone più interne della comunità, ci raccontano un’immagine diversa: tutta la costa ha un attrattività di un certo tipo, indubbiamente grazie alla presenza del lago, ma anche l’entroterra dispone di un sistema di ricettività diffusa, che testimonia l’esistenza di punti attrattivi sparsi nel territorio.

Aspetti critici Potenzialità Assenza di comunicazione univoca Diffusa rete di alloggi Bassa caratterizzazione dell’offerta Predisposizione storica del contesto lacuale Novità del contesto montano e vallivo 86 87

Comune Aspetti culturali Aspetti religiosi Musei Alberghi e B&B Comune Aspetti culturali Aspetti religiosi Musei Alberghi e B&B

Santuario Beata Vergine del Agra Villa K2 di Carlo Mollino (7) Carmine Funivie del Lago Maggiore Villa De angeli Frua Villa Fumagalli Chiesa del convento di Azzio Fabbrica di organi (2) Villa Bassoni Azzio Chiesa Beata Vergine Mascioni Villa Castellini Annunziata Museo Internazionale del 7+ (26) Laveno-Mombello Villa Tarlaini design ceramico MIDEC Villa Tinelli Brenta Mulini di Brenta Chiesa SS Vito e Modesto (1) Casa di Luigi Russolo Villino per il direttore Brezzo di Bedero Linea Cadorna Colleggiata di S.Vittore (14) della ceramica Museo della cultura Ceramica Ponte (1) Brinzio rurale alpina di Brinzio Borgo di Mombello

Chiesa di S. Giorgio Cavojasca - antico Mercato di Luino Brissago - Valtravaglia Chiesa di santa Rita al Piano (3) Santuario Beata Vergine del villaggio celtico Luino Centro Storico di Luino 4 + (42) Chiesa della Madonna di Loreto Carmine Palazzo

Villa della Porta Bozzolo Casalzuigno Il borgo dipinto di Chiesa di (3) Torre Imperiale Ponte romano Arcumeggia Centrale elettrica Roncovalgrande Maccagno con Pino e Centro Documentale Borgo storico di Civico museo Parisi Valle (40) Cassano Valcuvia Monte S.Martino Eremo del Carmelo (1) Veddasca Linea Cadorna” Maccagno Musignano, il borgo delle Chiesa sconsacrata di S.Carlo sculture di legno Borgo Medioevale di Chiesa di S.Appiano Castello Cabiaglio (1) Cadero e i suoi mosaici Castello Cabiaglio Oratorio Beata Verine del Ronchetto Masciago Primo Chiesa di S. Agnese Borgo di Sarigo Castelveccana Museo Etnografico (27) Linea Cadorna Lungolago di Caldè Borgo medievale di Mesenzana Mesenzana Cittiglio Roseto di Vararo Chiesa di S.Biagio Museo Alfredo Binda 3 + (6) Tor di Ariann

Chiesa S. Martino Chiesa S.Andrea Montegrino Valtravaglia Chiesa di S. Rocco (1) Torre di Trevisago Coquio - Trevisago Chiesa della Purificazione di Museo Innocente Salvini (1) Chiesa di S. Ambrogio Teatro SOMS Maria Vergine Chiesa Beata Vergine Borgo di Monteviasco Orino Rocca di Orino Immacolata Museo del “Pom Pepin” (1) Santuario del Tronchedo Curiglia con Mulini di Piero Chiesa San Lorenzo di Orino Santuario di Nostra Signora Monteviasco Funivia Ponte di Piero- della Serta Monteviasco Chiesa S. Michele al Monte Porto Valtravaglia (27) Santa Casa di Cavona Chiesa S. Pietro a Musadino American Southwest Cuveglio Anello della Val Canasca Chiesa di S. Anna Museum Santa Maria del Bosco Rancio Valcuvia Ponte Romano Chiesa S.Fabiano (1) Chiesa S.Maria Assunta Cuvio Chiesa di S. Pietro e Paolo 1 + (2) Tronzano Lago Maggiore Chiesa Santa Maria dei 1 + (7) Disciplinati Comunità monastica SS. Trinità Dumenza Runo, borgo dipinto Santuario della Beata Vergine (1)

Santuario di S. Luca Duno Chiesa S. Marino in culmine

Ferrera di Varese Chiesa di S. Maria Maddalena Chiostro di Voltorre – Gavirate Chiesa SS. Trinità Historian Gallery (5) Museo della Pipa

Chiesa di S. Pietro Museo Civico Floriano Gemonio (1) Chiesa di S. Rocco Bodini

Bislunga ex colonia Germignaga Chiesa S. Giovanni Battista (14) elioterapica

Chiesa di S. Pietro Grantola Palazzo de Nicola (1) Affresco Madonna delle Nevi dati: CMVV 2020, Booking.com 2020, Google.com 2020, Tripadvisor 2020 88 89

Capitolo 3 3 Strategie e azioni di intervento 90 91

Strategie e azioni di intervento Il territorio e la comunità

Le criticità

La progressiva chiusura di molte delle attività produttive sparse sul territorio e il limitato numero di nuove imprese iscritte al registro della Camera di Commercio è riconducibile, oltre che allo scarso sviluppo della rete infrastrutturale, anche ad altre difficoltà tra le quali si possono citare la frammentazione fondia- ria (che ostacola la complessa ricerca dei numerosi proprietari al fine dell’acquisizione degli immobili), lo spopolamento della montagna e la sottrazione del suolo agricolo di fondovalle. Negli anni del boom economico l’abbandono delle “terre alte” e una sostanziale insensibilità verso i temi della prevenzione idrogeo- logica e paesaggistica hanno comportato, inoltre, un progressivo accentuarsi del degrado idrogeologico. Tale situazione si è acuita con il progressivo mutamento del regime meteorologico e con l’incremento dei fenomeni brevi e intensi, cioè quelli i cui effetti maggiori si hanno nei bacini piccoli.

Le potenzialità

A differenza di quanto accade per altri settori, il settore primario rappresenta oggi un settore con buone prospettive di sviluppo per il territorio: gli ultimi dati rilevati al 2011 mostrano infatti una - seppur minima - crescita in termini sia di addetti sia di numerosità delle imprese, a fronte di una situazione globale di recessione e di un periodo quinquennale di leggera difficoltà. Il ritorno alla terra e la riterritorializzazione sono fenomeni de- stinati ad una sempre maggior diffusione. I beni comuni rurali possono diventare la risorsa attorno alla quale il territorio può ripensarsi e rigenerarsi.

Strategia La cura del territorio come forma di valorizzazione e come occasione lavorativa

La valorizzazione del territorio e della sua comunità è uno dei temi strategici di maggior complessità, in quanto quest’azione strategica è possibile soltanto se viene garantita la possibilità di rimanere sul territorio e di trasformare il territorio stesso tanto in una risorsa comunitaria, quanto in un’occasione imprendito- 92 93

riale o lavorativa per i suoi abitanti. Si sono ipotizzate tre linee Sviluppo di impresa Under 40, per permanenza sul territorio strategiche che si rivolgano con particolare attenzione al settore Criticità primario, ovvero quello più legato al territorio stesso: lo sviluppo dell’impresa under 40 per contrastare il fenomeno dello spopo- Per incentivare la permanenza sul territorio delle nuove generazioni è necessario • Migrazione Giovanile lamento e per trattenere i giovani sul territorio, la valorizzazio- innescare un processo di incentivazione e sostegno dell’impresa giovanile, • Spopolamento ne delle bottom up practices, attraverso una mappatura ed un attraverso la costituzione di appositi percorsi formativi. • Perdita di “capitale umano” monitoraggio della loro presenza e la valorizzazione dei rural commons. Azione Descrizione Potenziali attori

All’interno di questo quadro, cui va aggiunta la considerazione Mappatura Indagine statistica sull’occupazione giovanile, sviluppata Comuni inerente la presenza di alcune iniziative pubbliche di finanzia- sulla categoria 15-29 per comprendere lo stato del Istituti scolastici Superiori fenomeno e la proiezione sui successivi 5 anni. Agenzia Formativa della mento all’avvio d’impresa, è necessario avviare uno studio in Provincia di Varese grado di orientare prima che il finanziamento economico di Università (sociologia, economia) nuove imprese, le policies necessarie a monte del finanziamen- to stesso. Sebbene il territorio sia ricompreso all’interno di un Orientamento Creazione di un centro di orientamento alla carriera Comuni quadro provinciale e regionale a forte trazione imprenditoriale, e formazione scolastica e lavorativa, che supporti la costruzione del Istituti scolastici Superiori percorso di studi del giovane in relazione alle potenzialità Agenzia Formativa della strategie di valorizzazione di nuove attività nel settore primario del territorio (turismo e settore primario), e alla volontà Provincia di Varese o in settori quali quello sociale o culturale, necessitano ancora del singolo, anche attraverso l’istituzione di borse di Università (sociologia) prima che di finanziamenti, di azioni di stimolo quali la sensibi- studio. lizzazione in merito alle potenzialità che i settori stessi rappre- sentano al giorno d’oggi, la realizzazione di azioni formative di Sostegno Creazione di un centro di sviluppo e sostegno all’impresa Provincia di Varese giovanile, che formi indirizzi e sostenga l’avvio di pratiche Camera di Commercio accompagnamento alla nascita delle nuove imprese e mentor- imprenditoriali considerate strutturali per il territorio Confagricoltura Coldiretti, ship mirate nei primi anni di vita della start up per garantirne CIA Varese la sopravvivenza e la crescita sostenibile da un punto di vista finanziario oltre che economico. Tali azioni, al giorno d’oggi, si rivelano di fondamentale importanza per garantire la rinascita di un interesse per l’intrapresa in una fascia d’età under 40 e per consolidare i rapporti di comunità attraverso al cura dei beni comuni rurali. 94 95

Valorizzazione Bottom Up practices e crescita del patrimonio di comunità Tutela e valorizzazione dei rural commons del territorio Criticità Criticità

Parte integrante del patrimonio di una comunità sono le iniziative collettive • Perdita identità I rural commons (beni comuni in contesto rurale) sono alla base della tutela e • Perdita di identità territoriale originate dalla comunità stessa, poiché esse sono espressione stessa della • Impoverimento del territorio dello sviluppo di un territorio dal carattere montano come quello della CMVV. • Deperimento del territorio comunità e dimostrazione palese della propria vitalità. • Deterritorializzazione In un’epoca di crescente sensibilizzazione riguardo le tematiche ambientali è • Ridefinizione dell’assetto Per questo motivo le pratiche vanno sostenute attraverso adeguati processi di sinergico sostenere e promuovere la permanenza dei rural commons anche in territoriale valorizzazione che partono proprio dal loro riconoscimento. funzione di una maggiore attrattività turistica.

Azione Descrizione Potenziali attori Azione Descrizione Potenziali attori

Raccolta Creazione di un tavolo coordinato tra le associazioni del Comuni Censimento Raccolta della totalità delle pratiche comunitarie presenti Comuni terzo settore che agiscono sul territorio, per favorirne la Comunità Montana Valli e storicamente legate alla struttura economica e Comunità Montana Valli visibilità la condivisione di obbiettivi ed incentivarne la del Verbano paesaggistica e naturalistica del territorio, individuazione del Verbano reciproca collaborazione. Associazioni degli ambiti di intervento e mappatura dello stato di Ente gestore Siti Natura 2000 mantenimento. (studio di marketing turistico finalizzato Associazioni di categoria Promozione Creazione di uno sportello di sostegno alle attività Provincia di Varese a valutare la capacità di carico e l’ecocompatibilità delle Università e sostegno associazionistiche che fornisca assistenza nel Associazione di categoria settore attività svolte nei siti natura 2000). reperimento di fondi attraverso la partecipazione a bandi primario, terziario di finanziamento e sostegno nello sviluppo dei singoli Comuni Incentivazione Investimento sulla manutenzione del territorio attraverso Comuni progetti. il sostegno e la creazione di imprese orientante alla Comunità Montana Valli cura del patrimonio boschivo mediante la valorizzazione del Verbano Diffusione Creazione di una piattaforma di condivisione e promozione SEAV della filiera bosco-legna, dell’assetto idrogeologico e di Ente gestore Siti Natura 2000 delle pratiche associative presenti nel territorio con la Comunità Montana Valli tutti quegli elementi che risultano fondamentali per la Confagricoltura Varese finalità di espandere la condivisione all’esterno della del Verbano salvaguardia e valorizzazione del territorio (viabilità agro- Regione Lombardia stessa Comunità, per scambiare know-how con altri silvo-pastorale e sistemazioni idraulico-forestali), sia sotto Confagricoltura Coldiretti, territori dalle caratteristiche analoghe. l’aspetto paesaggistico che di quello produttivo. CIA Varese Imprese boschive e agricole

Ricerca Sviluppo di ricerche in ambito accademico riguardo gli Comunità Montana Valli usi tradizionali del territorio e le pratiche collettive di del Verbano mantenimento. Trasformazione del territorio della CMVV Università in un laboratorio di ricerca finalizzato alla conoscenza e Associazioni di categoria valorizzazione degli aspetti caratteristici.territori dalle Associazioni culturali caratteristiche analoghe. Regione Lombardia 96 97

Strategie e azioni di intervento Sistema insediativo e attività economiche

La criticità

Il territorio della Comunità delle valli del Verbano è caratterizza- to da un ampio patrimonio di edifici produttivi dismessi, di se- conde case con basso tasso di occupazione e di borghi montani in stato si semiabbandono e a rischio di spopolamento. Le politiche che mirano alla valorizzazione di questo patrimonio insediativo e produttivo si sono spesso scontrate con le difficol- tà legate alla frammentazione della proprietà e con i fenomeni della deindustrializzazione e del progressivo abbandono del territorio.

Le potenzialità

La fuga dalla città post-pandemica, trend confermato anche dall’interesse del ministero della cultura nel finanziare il recu- pero dei borghi si rivela opportunità di sviluppo che deve essere considerata in ogni sua dimensione. Il territorio della Comunità delle valli del Verbano offre, dal punto di vista lavorativo e do- mestico, una qualità spaziale, paesaggistica e relazionale che la metropoli non può offrire. La possibilità di vivere e lavorare in un ambito rurale dall’alto valore paesaggistico, mantenendo la vicinanza a Malpensa e Milano, apre la possibilità di riconside- rare il territorio della Comunità come un luogo potenzialmente molto attrattivo. Per quanto attiene lo smart working, seppur è evidente che i livelli raggiunti durante il periodo pandemico non saranno quelli che verranno mantenuti nel ritorno alla norma- lità, è altresì noto che le modalità di smart working rimarranno incentivate ed entreranno a far parte definitivamente delle nuove modalità lavorative. E sarà proprio lo smart working, molto pro- babilmente, a stimolare un ritorno agli ambiti rurali delle aree più interne, premiando le località caratterizzate da alta vivibilità e stili di vita sostenibili.

Strategia Riuso del patrimonio costruito per ospitare nuove forme di residenzialità e di imprenditoria

Il recupero del patrimonio costruito è possibile soltanto quan- do questo viene concepito come risorsa e come occasione per 98 99

ospitare nuove forme di residenzialità o di attività economiche. Incentivazione delle nuove residenzialità Ogni politica basata sulla “vendita vantaggiosa” non permette Criticità una riattivazione virtuosa e sostenibile -per lungo tempo- degli spazi in disuso. Le linee strategiche per una valorizzazione del Al fine di mantenere vivo un territorio è necessario sostenere la componente • Degrado del patrimonio edilizio patrimonio inutilizzato si basano quindi sulla ricerca di nuove residenziale soprattutto nelle aree a rischio spopolamento. Considerando le • Perdita di vitalità del territorio forme di residenzialità, anche seguendo i trend emergenti nel tendenze di riscoperta delle realtà rurali ormai consolidate anche in ambito • Perdita dell’identità storica accademico, e le recenti spinte verso le realtà extraurbane imposte dalle • Frazionamento delle proprietà post-pandemia, sull’inserimento di nuove realtà produttive capa- limitazioni dovute alla pandemia di Covid-19 tutto il territorio della CMVV • Migrazione giovanile ci di valorizzare le nuove forme di smart-working favorite dalla acquisisce una diversa appetibilità che va sostenuta e incentivata sostenendo, transizione digitale e il recupero del patrimonio architettonico, soprattutto, le generazioni più giovani. All’interno delle nuove realtà residenziali va attraverso la rigenerazione urbana, come occasione per valoriz- considerata anche la possibilità di inserire nuove forme di Senior Housing, distanti zare l’attrattività turistica e culturale del territorio. per concezione dalle attuali forme di RSA e strutturate

Il recupero, all’interno del territorio della Comunità, del patri- Azione Descrizione Potenziali attori monio costruito in stato di abbandono, non va limitato al re- cupero degli edifici ma va ampliato e impostato sulla base di Censimento Verifica tramite mappatura della consistenza del Comuni azioni progressive di riuso, di rioccupazione e di riattivazione. Il patrimonio residenziale sfitto, al fine di poter conoscere Istituti scolastici superiori pienamente il fenomeno delle abitazioni vuote, Catasto patrimonio industriale, presente e mappato da una ricerca della distinguendo quelle ad uso turistico da quelle totalmente Università provincia di Varese, evidenzia la presenza di impianti produttivi disabitate dismessi che rappresentano la tradizione produttiva del territo- rio (ad esempio la produzione delle ceramiche nella parte bassa Coordinamento Creazione di un database delle proprietà frazionate, Comuni del territorio, testimoniata anche da un museo dedicato). dei proprietari in modo da incentivarne la ricostituzione ai fini della Ente gestore siti Natura 2000 riqualificazione o della vendita. Creazione di uno sportello Il confronto con la Comunità ha evidenziato la presenza di un di riferimento per la raccolta di informazioni (ev accordo marcato elemento di identità produttiva del territorio (tipica- tra ente gestore e comuni per interventi e attività da mente lombardo) e ciò è testimoniato anche dal fatto esemplare sottoporre a prevalutazione in ZSC). relativo a Luino, che pur essendo un comune molto turistico, mantiene anche u’ identità storica marcatamente industriale, Sostegno Incentivi verso le nuove residenzialità, recupero di edifici Provincia di Varese alla residenzialità residenziali in abbandono per l’insediamento di edilizia Aler Varese tanto che in molte cartoline d’epoca viene raffigurato attraverso pubblica a canone agevolato destinato ad una pluralità Comuni la riproduzione di un panorama caratterizzato dai “nuovi” capan- di residenti, e non esclusivamente assegnato tramite noni e dalle ciminiere. Di tali stabilimenti presenti sul territorio, graduatoria legata al reddito. La finalità è quella di alcuni sono stati convertiti ad altra funzione, ma per quelli non ripopolare sensibilmente le aree “periferiche” evitando utilizzati non è ancora stata sviluppata una strategia di valorizza- l’effetto di “gehttizzazione” zione complessiva. L’uso che la comunità potrebbe immaginare per tali impianti potrebbe portare ad una riconversione attuabile per step, attraverso l’insediamento progressivo di attività ad alto livello di produttività e a basso costo di attivazione come start up, incubatori, spazi per coworking e attività in grado di stimolare la creatività delle nuove generazioni. Il tema, infatti, non deve essere confuso con un recupero del patrimonio sul modello delle grandi aree di Milano o Torino, ma piuttosto prendendo ad esempio alcuni case studies che fanno emergere la possibilità di un utilizzo di tale patrimonio fatto sulla base di principi di soste- nibilità innanzitutto economica, anteponendo una riattivazione temporanea al progetto definitivo di ristrutturazione. 100 101

Inserimento nuove realtà produttive Recupero del patrimonio architettonico e rigenerazione urbana Criticità Criticità

Per incentivare la rigenerazione delle aree interne della CMVV è indispensabile • Migrazione giovanile Il patrimonio architettonico delle Valli del Verbano è un insieme molteplice, • Perdita di identità territoriale immaginare che ad una nuova residenzialità sia abbinata la crescita di nuove • Impoverimento del territorio costituito da immobili di carattere residenziale, turistico e produttivo. • Degrado degli immobili realtà produttive, che possano sfruttare simultaneamente le potenzialità della • Abbandono dei terreni agricoli Se per il comparto residenziale e ricettivo è auspicabile il recupero con • Vuoti urbani digitalizzazione contemporanea e le caratteristiche di un territorio che offre • Manutenzione del territorio conservazione della destinazione d’uso, per quanto riguarda il patrimonio legato disponibilità di spazio e contesti lontani dal congestionamento urbano. alla tradizione produttiva del territorio è difficile pensare ad un’inversione dei trend di deindustrializzazione che porti al riutilizzo integrale degli edifici abbandonati. Questo patrimonio caratteristico può però diventare la base fisica per la Azione Descrizione Potenziali attori riattivazione produttiva e culturale di alcune parti del territorio, seguendo percorsi di rigenerazione che prevedano sia il recupero finalizzato all’inserimento di nuove Diffusione Promozione del territorio con un ‘immagine Comuni realtà lavorative, sia l’uso temporaneo inteso come supporto alla crescita di realtà complementare a quella turistica, che faccia emergere Agenzia Promozione Turistica culturali e alla maturazione della consapevolezza del valore storico e culturale che i vantaggi di vivere in un contesto che garantisce la tale patrimonio ha per la comunità stessa. possibilità di essere fisicamente e digitalmente vicino a centri maggiori e, al contempo, poter aspirare ad una maggiore qualità della vita Azione Descrizione Potenziali attori

Coordinamento Creazione di un database delle proprietà agricole Comunità Montana Valli Heritag telling Avvio di una ricerca sui beni architettonici d’epoca e Ordine Architetti di Varese dei proprietari e boschive frazionate, in modo da incentivarne la del Verbano non solo di stampo industriale presenti sul territorio, e Associazione categoria settore ricostituzione per finalità produttive legate al settore Proprietari conseguente valorizzazione della loro identità storica secondario primario. coordinando anche la revisione della Comuni attraverso il sostegno alla realizzazione di convegni e Camera di Commercio pianificazione forestale della aree trasformabili per finalità Confagricoltura Coldiretti pubblicazioni. Organizzazione di attività di racconto e Comunità Montana Valli agricola. CIA Varese riscoperta attraverso visite guidate. del Verbano Università Assistenza e Partecipazione al Servizio Europa d’Area Vasta per avviare Regione Lombardia sostegno una cooperazione per sviluppare e rendere disponibili sul Università Creative factory Investimento nel riutilizzo delle strutture in abbandono Ordine Architetti di Varese territorio servizi di accompagnamento e promozione delle SEAV come spazi destinati ad attività creative, servizi terziari Associazioni di categoria politiche e delle progettualità connesse all’utilizzo dei fondi Provincia di Varese o produzioni compatibili con le riconversioni attuate. Provincia di Varese messi a disposizione dall’Europa Sostegno ai consorzi Comunità Montana Valli Recupero dell’immobile in ambito pubblico, come centro Regione Lombardia e associazioni di produttori per sviluppare un mercato del Verbano culturale a servizio di associazioni, o per l’installazione di Università coordinato e relativa assistenza tecnica (filiera latte, filiera Comuni istituti scolastici e centri di ricerca. carne e salumi, mieli, castagne, vino) ed integrato al Federalberghi settore turistico Associazioni di categoria Consorzio FdL dop Uso temporaneo Favorire l’uso temporaneo delle strutture, attraverso Comuni del miele varesino opportune concessioni di a favore di associazioni che ne Proprietari dei Casstanicoltori intendano utilizzare gli spazi per attività temporanee in Associazioni culturali Vini Varesini seguito alla messa in sicurezza dell’immobile. Musei locali Cacciatori La finalità è duplice: favorire le attività locali di ambito collettivo tramite la concessione gratuita di spazi ed evitare le fisiologiche forme di degrado. 102 103

Strategie e azioni di intervento Connessioni e turismo

La criticità

Il territorio della Comunità delle valli del Verbano è caratterizza- to, dal punto di vista turistico, da un’immagine complessiva non del tutto chiara e spesso non coerente rispetto ad un territorio complesso e articolato che si estende dal lago alla montagna. Non esiste inoltre un target di riferimento per l’offerta turistica. Il portale do you lake, sito di promozione turistica della Provincia di Varese, riflette l’immagine di un territorio, quello della comu- nità, che non trova una propria identità complessiva all’interno di una provincia il cui fulcro è la città di Varese. Dal punto di vista delle connessioni e della mobilità dolce, i chilometri di piste ciclabili sono solo 42 e il tracciato della ciclovia Eurovelo 5, pur lambendo il territorio, non viene intercettato.

Le potenzialità

L’industria turistica è sempre più alla ricerca di territori “au- tentici” che non siano stati stravolti del turismo di massa e dal fenomeno dell’overturism. Nello scenario del post-pandemia, il territorio della Comunità delle valli del Verbano potrà offri- re spazi inesplorati in cui svolgere attività all’aperto, luoghi da scoprire non troppo affollati e paesaggi da attraversare a stretto contatto con la natura, utilizzando una mobilità dolce e sosteni- bile. Il potenziale inespresso del cicloturismo potrebbe trovare, in questo territorio, una grande occasione di sviluppo. I dati parlano chiaro: il cicloturismo in Italia ha raggiunto, nel 2018, un fatturato di circa 2 miliardi di euro, ma i margini di sviluppo e di crescita sono molto ampi se pensiamo che in Germania e in Francia, ai vertici in Europa, il fatturato arriva rispettivamente alle cifre di 11,37 e 7,49 miliardi di euro. Il cicloturismo impiega, in Germania 300.000 addetti: numeri davvero notevoli che ge- nerano occupazione con un investimento pubblico unitario circa 130 volte inferiore a quello che occorre per realizzare, ad esem- pio, un’autostrada. Secondo una stima di Eurovelo, ogni chilome- tro di ciclabile turistica genera un indotto annuo tra i 110.000 e i 350.000 euro.

Strategia Nuove forme di attrattività turistica per un nuovo progetto di territorio 104 105

I recenti cambiamenti del mercato turistico, potrebbero trasfor- Deve inoltre avere una lunghezza sufficiente per facilitare l’uso mare le carenze e il minor sviluppo turistico tipico delle aree dei servizi basici come vitto, alloggio, servizi alla persona, at- interne in un’opportunità. Non avere oggi un’immagine definita tività culturali. Secondo Paolo Pileri “di percorsi così lunghi e ed essere meno competitivi dal punto di vista del settore “lago” sicuri in Italia non ce ne sono, tranne alcuni tratti della via Fran- potrebbe infatti permettere alla Comunità di dare spazio anche cigena e di qualche ciclovia in Trentino Alto Adige. Il resto è solo al resto del territorio. Le linee strategiche legate alle nuove sulla carta o destinato a pochi esperti o discontinuo al punto da forme di turismo puntano a definire un nuovo brand territoriale servire solo per qualche piccolo giro locale, che ne dicano as- e un nuovo paradigma dell’accoglienza che sia improntato ad sociazioni e Regioni. La concettualizzazione del potenziale della un’esperienza “slow” e a diretto contatto con la natura, a po- lentezza in chiave turistica e infrastrutturata è ciò che è mancato tenziare il senior tourism per la crescente domanda di spazi e nel passato e perfino nelle tasche delle politiche pubbliche per servizi dedicati, e a sviluppare il cicloturismo e la mobilità dolce le aree interne e fragili del Paese.” sulla base di un nuovo progetto di territorio. L’ambito della Comunità delle valli del Verbano, per la sua Molto spesso si associa il cicloturismo ad una vaga immagine conformazione territoriale e per la sua ricchezza paesaggistica, di sparuti gruppi di ciclisti amatoriali, visti ai bordi delle strade culturale ed enogastronomica, dispone di un enorme potenziale attraverso il parabrezza dell’automobile, nel momento in cui si per lo sviluppo del cicloturismo. Questo nuovo settore turistico cerca -con non poche difficoltà- di sorpassarli. Il cicloturismo, potrebbe diventare lo strumento per valorizzare e rigenerare assieme ad altre modalità di turismo attivo come gli itinerari a anche le aree marginali e più interne, ovvero quegli ambiti meno piedi e le vacanze in movimento, rappresenta in realtà molto più intaccati dal fenomeni del turismo di massa e proprio per que- di una semplice attività amatoriale sportiva o di un’occasione di sto più avvantaggiati nel poter offrire un’esperienza autentica di svago: dovrebbe essere considerato come una modalità nuova di immersione in un territorio e nella sua cultura. conoscere e di vivere un territorio, attraversandolo con il ritmo lento di una camminata o di una pedalata, per poter meglio as- saporare il suo paesaggio, i suoi prodotti, la sua cultura. Il ciclo- turismo risponde al crescente desiderio di vivere un’esperienza “slow”, seguendo il tempo dilatato della bassa velocità e asse- condando il ritmo dettato dai movimenti del corpo: è un’esigenza comune che nasce come reazione ai ritmi frenetici del mondo produttivo e delle attività lavorative. Molto più concretamene, il cicloturismo, rappresenta anche uno dei settori del turismo a maggior potenziale di crescita, un ambito di sviluppo poten- ziale destinato a trasformarsi, nell’arco di pochi anni, da piccola nicchia a fenomeno diffuso e di tendenza. Tuttavia, come spiega Paolo Pileri, responsabile del progetto della ciclovia Vento, non basta appendere un cartello o mettere delle bici in un posto turistico per creare una ciclovia capace di essere attrattiva per il cicloturismo. “Il cicloturismo è un progetto che coinvolge un territorio ampio con l’obiettivo di rigenerarlo attivando recuperi, occupazione, identità, dignità, socialità e urbanità. Una ciclabi- le disegnata senza un progetto di territorio è un legame muto, funzionale a spostare qualcosa da un punto a un altro senza una visione.” Per generare un indotto capace di trasformare una pi- sta ciclabile in un sistema cicloturistico, una ciclovia deve essere capace di diventare una destinazione attrattiva e riconoscibile. 106 107

Brand territoriale, strategie di comunicazione e nuovo paradigma dell’accoglienza Senior turism e potenziamento dei servizi per gli utenti over 65 Criticità Criticità

Ridefinizione di un’immagine specifica che identifichi il territorio delle CMVV • Immagine turistica non definita Creazione di contesti di accoglienza adatti alle fasce di utenti over 65, sia •Mancanza di un target di attraverso le sue peculiarità, superando l’immaginario legato esclusivamente • Scarsa caratterizzazione di provenienza nazionale che internazionale. La valorizzazione di questo riferimento alle località turistiche del Lago Maggiore e inserendo l’ambito vallivo come parte dell’offerta turistica target favorisce un afflusso turistico organizzato, di media permanenza e • Stagionalizzazione del turismo integrante e caratteristica del territorio. • Poca attenzione alle aree interne destagionalizzato, rendendo possibile la riattivazione delle strutture ricettive • Scarsa caratterizzazione presenti sul territorio. dell’offerta turistica

Azione Descrizione Potenziali attori Azione Descrizione Potenziali attori Indagine percettiva Quanto più un brand territoriale esprime valori aderenti Comunità Valli del Verbano territoriale al territorio, facendo in modo che la sua comunità sia Comuni Censimento delle Indagine territoriale, capace di identificare gli ambiti e le Comunità Valli del Verbano in grado di rispecchiarsi in esso, tanto più quel brand Associazioni di categoria primario strutture adatte strutture ricettive adatte ad essere riattivate e dedicate Comuni risulta competitivo. Risulta pertanto necessario mappare, Associazioni di categoria terziario alla crescente richiesta di contesti di accoglienza per Associazioni attraverso un’indagine a campione, la percezione del ( Federalberghi, commercianti) le fasce over 65. Si tratta di spazi dedicati a nuove Cooperative territorio dal punto di vista degli abitanti, per ridefinire i Campione di abitanti forme ibride di villeggiatura e di vacanza assistita, che Federalberghi valori e i caratteri da comunicare. della Comunità necessitano di spazi a stretto contatto con la natura dotati dei necessari servizi di svago e di assistenza alla persona. Rebranding Va ridefinita l’immagine territoriale, valorizzando gli Comunità Valli del Verbano territoriale elementi caratteristici del territorio e della sua comunità, Comuni Supporto dei Creazione di uno sportello dedicato capace di seguire i Provincia di Varese come uno stile di vita basato su ritmi più lenti, un contatto Provincia di Varese progetti dedicati progetti di potenziamento dell’offerta turistica dedicata Comunità Valli del Verbano autentico e diretto con l’ambiente e le risorse naturali. Camera di Commercio di Varese al senior turism, sia in termini di servizi e di pacchetti Comuni Il rebranding territoriale dovrebbe tener conto della Varese Convention & Visitors turistici dedicati, sia in termini di adattamento e Associazioni di categoria terziario complessità di un territorio articolato e complesso, che va Bureau ristrutturazione delle strutture ricettive esistenti o di Cooperative dal lago alla montagna, riuscendo tuttavia a comunicarlo Associazioni di categoria primario riattivazione delle strutture in stato di abbandono. in maniera chiara e facilmente riconoscibile. Associazioni di categoria terziario ( Federalberghi, commercianti) Formazione del Questo tipo di offerta turistica richiede la formazione di Comunità Valli del Verbano personale un personale dedicato, capace di coniugare il know how Istituti scolastici Superiori, Campagna A partire dalle piattaforme già esistenti per la promozione Comunità Valli del Verbano caratteristico del settore turistico con le conoscenze Università di marketing turistica (“Varese Do You Lake”), va predisposta una nuova Comuni necessarie per le pratiche di intrattenimento, assistenza Cooperative territoriale strategia comunicativa capace di veicolare, non soltanto le Provincia di Varese e care giving specifiche per le diverse fasce d’età e per le Associazioni di categoria terziario potenzialità turistiche e ricettive del territorio, ma anche Camera di Commercio di Varese differenti condizioni di autonomia degli ospiti. l’immagine territoriale anche mediante gli aggiornamenti TCI dei siti istituzionali e impiego di strumenti multimediali Varese Convention & Visitors es applicazione della realtà aumentata-virtual tour, Bureau story telling ecc, la qualità dei prodotti del territorio, le Associazioni di categoria opportunità e le attività culturali e artistiche presenti: Associazioni culturali ambiti che spesso vengono comunicate in maniera isolata e puntuale. 108 109

Acitve turism, cicloturismo e potenziamento della mobilità dolce, green turism Criticità

Valorizzazione del carattere eterogeneo del territorio della CMVV come elemento caratterizzante per un turismo basato sulle attività piuttosto che sulla sola villeggiatura. In particolare vanno comprese e incentivate le potenzialità legate alle nuove forme di cicloturismo e di turismo legato ad attività escursionistiche incentrate sulla ricerca di panorami inconsueti e sulla fruizione lenta e approfondita del territorio. Il cicloturismo si genera soltanto quando vengono identificate, realizzate e promosse delle ciclovie capaci di offrire un itinerario sufficientemente lungo e attrattivo per essere comunicato e percepito come destinazione turistica. Il lago Maggiore ha tutte le potenzialità per diventare un’attrazione cicloturistica di primo piano se fosse presente una ciclovia unitaria che percorresse ad anello il suo perimetro. Il territorio della CMVV, posto a cavallo tra il Lago Maggiore e la Ciclovia EuroVelo 5, potrebbe svolgere il ruolo di connessione tra queste potenziali destinazioni cicloturistiche, diventando esso stesso un territorio fortemente attrattivo. Le aree interne della CMVV potrebbero trovarsi, per la prima volta, al centro –e non ai margini- della nuova offerta turistica.

Azione Descrizione Potenziali attori

Mappatura delle Mappatura delle piste ciclabili esistenti e identificazione Provincia di Varese rete esistente del corridoio migliore per la ciclovia del Lago Maggiore. Comunità Valli del Verbano e Masterplan Coordinamento con gli altri territori del lago per la Comuni Cicloturistico ed definizione di un tracciato unitario, comunicabile come Fiab, Aigae e associazioni guide Escursionistico “destinazione cicloturistica”. Identificazione delle turistiche connessioni di collegamento tra la futura ciclovia del Associazioni di categoria terziario lago e il corridoio EuroVelo 5. Stesura di un masterplan cicloturistico capace di mettere in rete le nuove cilcovie con i percorsi di mountain bike (potenziamento aree per e-bike, individuazione aree specifiche bike-park) i sentieri escursionistici tematici con sistemi di informazione digitali, le strutture ricettive e gli agriturismo del territorio.

Realizzazione di I progetti del masterplan cicloturistico, vanno seguiti da Regione Lombardia nuove ciclovie e una cabina di regia capace di coordinare i diversi comuni Provincia di Varese implementazione interessati, di trovare i finanziamenti necessari e di Comunità Valli del Verbano dei servizi collegati supportare la realizzazione per step dei nuovi progetti da Comuni realizzare. Allo stesso tempo vanno seguiti i progetti di Fiab, Aigae e associazioni guide potenziamento dei servizi ricettivi necessari per garantire turistiche l’offerta cicloturistica, come i bicigrill, le aree per la sosta, Associazioni di categoria terziario i servizi di noleggio e riparazione, l’offerta ricettiva, gli agriturismo e le attività culturali anche in aree marginali.

Potenziamento L’active turism, il cicloturismo e l’escursionismo sono Regione Lombardia dell’intermodalità e strettamente correlati ad una nuova modalità di esperire Provincia di Varese della mobilità dolce il territorio che richiede una mobilità lenta e dolce. Il Comunità Valli del Verbano potenziamento del trasporto ferroviario regionale, la RFI - Tilo - Trenord trasformazione delle stazioni esistenti in nodi intermodali, FFS l’aumento della capacità e delle frequenza del trasporto Fiab, Aigae e associazioni guide pubblico sono strumenti necessari, tanto per chi abita turisticheTilo e vive sul territorio, quanto per i turisti attratti da una modalità più sostenibile di trascorrere il tempo libero e di esplorare un territorio. 110 111 112 113 114