Viaggio a Tivoli Antichissima Citt〠Latino-Sabina Fatto Nel 1825
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Avvertenze per il volume Viaggio a Tivoli antichissima città latino-sabina fatto nel 1825. Lettere di Filippo Alessandro Sebastiani. Diviso in due parti. Foligno, Tipografia Tomassini. 1828. Abbiamo utilizzato il testo scannerizzato da Google in possesso della Bayerische Staatsbibliothek di München. Non essendo scannerizzate le Tavole, ho inserito le Tavole da una copia in mio possesso, inserendole così come sono in suddetto volume, e cioè la “Carta Topografica” prima del Frontespizio, le altre tavole in fondo. Mentre nel volume della Bayerische Staatsbibliothek le Tavole sono intramezzate nel testo, ma come detto non scannerizzate. Inoltre abbiamo inserito un’ulteriore copia delle Tavole “Basilica di S. Lorenzo in Tivoli”, “Porta detta di Santacroce in Tivoli”, “Rocca di Tivoli” e “Costume delle Donne Tivolesi” dopo la quarta pagina di copertina, perché di qualità migliore di quelle della copia in mio possesso. Queste ultime quattro tavole mi sono state gentilmente fornite dalla prof. ssa Maria Sperandio. Anche le pagine 5 e 573 del pdf non fanno parte dell’originale scannerizzato da Google. Cliccando sui Segnalibri, sarete indirizzati alle varie Lettere del volume (Roberto Borgia, 16 giugno 2015) JZZT <36608605390013 <36608605390013 Bayer. Staatsbibliothek VIAGGIO A TIVOLI ANTICHISSIMA CITTA' LATINO - SABINA FATTO NEL 1826. DI FILIPPO ALESSANDRO SEBASTIANI CON RAMI . PARTE PRIMA. Me nec tim pitieni Laccdemon Nec tam Larissc pcrcussit campus opima , Quam Domni A1buncx reionantis , Et przcepi Anio , & Tiburni 1ucus , jc uda Mobi1ibut pumaria riri, . Htrtt. Od. VII, Ut- /, FULIGNO TIPOGRAFIA TOMASStNt 1828. R>" 'orisele Su-.uoioHothek Munchen r Poetic scenes encompass me around , And stili I seem to tread cn classic ground ; Far here so oft the Muse her harp has strung , That not a mountain rears its head unsung ; Renorvn' d in verse each shady thicket grotrs , And' ev rjr stream in heav' hly murmurs jlows . addison . Io ho all' intorno delle scene poetiche , e calco una terra classica; La Musa ha in questi luoghi tan te fiate toccata la sua arpa , che non v' ha una sola montagna che non sia stata il subietto del di lei canto. Ugni folta boscaglia è stata ce lebrata dai versi , ed ogni ruscello scorre con mormorio celeste . Traduz. di G. C. P. A. A SUA ECCELLENZA REVERENDISSIMA MONSIGNOR NICCOLA MARIA NICOLAI UDITORE GENERALE DELLA REVERENDA CAME RA APOSTOLICA , PRO-SEGRETARIO DELLA CON GREGAZIONE DI VIGILANZA, PRESIDENTE DEL L' ACCADEMIA ROMANA DI ARCHEOLOGIA, E COM MISSARIO APOSTOLICO PER I LAVORI CAMERA LI DI RIPRESA DELL' AMENE IN TIVOLI CCC. Filippo Alessandro Sebastiani A [cune osservazioni da me fatte in Tivoli du rante il mio soggiorno in quella città nel- l' Autunno del i8a5, mi portarono a scrivere queste Lettere ; ed essendo in qualche nu mero da Jare un libro condiscesi a pubblicar le , non perchè ciò valesse il pregio dell' o- pera , ma pel soggetto che vi si tratta : che siccome disse il Giovane Plinio , che bistorta quoquo modo scripta delectat , così dagli a- nimi gentili ogni cosa , che ad istruzione per- tenga , comunque sia scritta , è per essere ac colta . Ho poi giudicato non dovere ad altri che a Voi questa mia tenue operetta intitolare , sì per essere stato sempremai mio singoiar protetto re , come per la vasta erudizione di cui sie te adorno in ciascuna nobile disciplina , e più negli studii fatti in questo genere , come le vostre opere prodotte irf*i stampa fanno ferma fede . Le quali tutte se per candore e grazia di lingua , per robustezza di stile , per giustezza di critica , e per maschia dottrina risplendono ; nell'ultima ispecialmente , ove imprendete a parlare dei luoghi una volta abitati dell'a gro Romano , che per la severa tattica di Roma interiere sine vestigiis , avete fatto co noscere alla Repubblica delle Lettere quanto valete, offerendole in essa un quadro forni to di molte non meno belle , che peregrine notizie, che hanno illustrato quest' antichis sima parte d'Italia, la quale innanzi non era chiara gran fatto . Oltraccio , a nuli' altro meglio che a Voi ri è do vuta l' offerta ; come quello , che meritamen« te prescelto dal regnante Pontefice, vera mente Massimo , LEONE XII a racconciare le cose di Tivoli abbattute , se non guaste del tutto nella fatai giornata 16 Novembre 1826 per la fortunosa rotta del fumé Ame ne; con tanta prontezza , ed attività tutta vostra propria , Voi , avete soddisfatto a co sì pesante incarico , che senza tema di pare re adulatore può a Voi ripetersi quanto di Fabio il Massimo fu detto né" tempi decorsi , paragone in questo solo dissom i gitante , che mentre Quello cunctando restituit rem, Voi all'incontro celeriter , & consultissime agendo l' avete restituita . Per la qual cosa, dopo re se quelle grazie che per essi si possano mag giori all'immortale LEONE XII, secondo fondatore di loro città , i Tiburtini , a Voi debbono saperne ben grado ravvivati , mi per mettete dirlo , pel vostro ministero . Quali lodate vostre condizioni, se ciascuna for mar potrebbe un titolo in altri grandissimo , in Voi riunite non sono che 'l meno : o si ragguardino l' umanità , e la cortesia che in Voi risplendono come finissimo rubino : o 'l diletto con che i frutti aggradite dell' in gegno : o le tante altre doti vostre singola rissime , che mi astengo dal toccare per non entrare nel largo campo delle vostre lodi co sì chiare da per se , che non hanno punto bisogno della mia penna che in lodarle si affatichi . Con quel sereno, e riposato animo adunque che suole tanto ardore infondere negl' ingegni , Vi prego ad aggradire queste povere mie car te , le quali essendo col Vostro glorioso nome vedute, saranno sempre stimate essere qual cosa , che senza quello sarebbono nulla . Che se lasceranno molto a desiderare per la dot trina , e non sono con quel candore scritte, che Voi le vostre scrivete, ricordatevi: che a tutti non è concesso navigare a Corinto . Pe ro , per quanto sia povero il dono, se vi de gnerete graziosamente accettarlo /arassi degno di Voi , ed io avro avuto la dolce soddisfa zione di mostrarmi non diro già grato , che la mia bassezza non potrebbe usare gratitu dine eguale ai ricevuti beneficj , ma almeno manifestarmi ricordevole di Voi , e debitore vostro perpetuo . Pigliate il mio buon animo , e soddisfatevi di quello . O et praesidium % et dulce decus meum ! fforat. Od. I. lib. 1. Fuligno 3i Maggio 1828. INTRODUZIONE . ri ( Oe la vista soltanto dei grandi monumen ti dell'arte^ e delle opere le più ammira bili della Natura desiò sempremai diletto in ogni alma gentile , quali compiacenze non dovrà essa eccitare nel cuore di un* artista , il quale in questa gemina scuola gli esempli , e le leggi rinviene onde sa lire in alto grido di fama ? Sa ben egli , che dalla contemplazio ne delP una le tele si animarono dei S 'an zi , (O dei Vinci, dei Tiziani , dei Car ac ci , e dei Zampieri , e di tanti sommi , e dalla meditazione deW altra si elevarono i Genj dei Clattdj , dei Poussini , dei Rosa , (i) So che il Cav. Mayer con pochi testi di Mengs , di Winkelmaun , e di Reynolds si sforza a provare uel- Ja sua opera Della imitazione pittorica di Tiziano , che Raffaello non istudiasse mai 1' antico . 11 fatto smen tisce questa sperticata eresia : Donde mai , se non dal Santuario dell'antico , e del bello ideale dei Greci tro var poteva il gran Sanzio quelle divine sembianze , che non esisterono mai nel mondo , quei suoi celesti cam piom , nel cui volto combinano così felicemente i trat ti delle Meduse , delle Minerve , degli Apollini ? Dove avrebbe egli visto mai in natura quelP Angelo vera mente divino, che libera S. Pietro dal carcere, se non lo avesse cercato in quel bello ideale , che i Gre ci trovarono colle loro teorìe? ( Pedi le lettere di G. Carpani sopra V opera di Mayer ) - t dei Berghems , dei Waterloo , e di altri mille . E poiché tolte di Grecia dall' impe to delle armi le Arti (2) in seno aW Italia si ripararono , ove fissata la loro sede ga reggiano in btltade colla stessa Natura, che tutta sua pompa vi dispiega ; meravi glia non v' ha , se ogni amadore di quel le , e di questa , staccandosi da proprj Lari anela di porre il piede in questo suolo beato Che Apennin parte , e 7 mar circonda , e V Alpi . Sollecito pertanto di progredire negli studj intrapresi , ragion ben volea , che io dopo aver bevuto in Italia le aure prime di vita , tutta la percorressi , per tutte ammirarne quelle bellezze infinite , di che il cielo le fece dono . Ed è perciò , die a vagheggia re primieramente mi condussi lo spettacolo sublime , ed unico di una città magnifica , che quale i poeti immaginarono la Dea de gli amori , sembra quasi nascere dalle on de , e delle opre ceìebratissime va giusta mente superba dei Palladj , dei Sanmiche- li , dei Sansovini , dei Tiziani , dei Tinto- retti, dei Palma, e dei Bassani : Da que sta passai a Bologna, cui non potei non donar qualche giorno , tratto e dalla vi vacità del suo popolo , e dal numero dei quadri di sua scuola , che vanta per lumi- (2) Grceci» capta ferum vi&ovem vicit , & artes Iutulit agresti Latio JJorat. Epist. J. Lib. Ih 91 nare primo un Zampieri ! Giunsi quindi sulle rive deW Arno in seno a quella bella, ed impareggiabile Firenze , che è il fiore delle cittadi del inondo , il vezzo di Europa , il giardino d'Italia. Qui il più gentile, e soave linguaggio dell' universo , le magni fiche vie , le rìdenti officine , li Templi , le Biblioteche, le Gallerie, il Palagio dei Pit ti , la piazza dei Medici , i monumenti di Lorenzo il Magnifico, e quel Lungarno, die farebbe brillar la letizia nelle anime più meste , mi rapirono , m? incantarono a se gno , che avrei fatta qui posa , se Roma , la Regina de* sette colli, la scuola più su blime delle arti non mi avesse richiamato a vedere il Panteon , il Colosseo , gli archi trionfali , le colonne codili , gli obelischi , gli aquidotti , il Faticano , i Musei , li tem pli , le ville , e tante aitile opere , che non possono credersi umane .