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La Guerra È Perduta Ma Mussolini Temporeggia, Mentre Il Re E Gli Industriali Si Defilano Nazionalsocialista
30 commenti giovedì 25 luglio 2002 Enrico Manera tazione scomposta. Di lì in poi si susse- guivano le riunioni in cui si affacciava, più o meno chiaramente, l’ipotesi di pro- el tardo pomeriggio del 24 lu- porre a Mussolini di «mettersi da parte». glio 1943 si apre la lunga riunio- Mentre Roma subiva un pesante Nne del Gran Consiglio del fasci- bombardamento, Mussolini incontrava smo protrattasi fino a notte fonda, che Hitler a Feltre, il 19 luglio. L'intenzione decreta la caduta di Benito Mussolini. È del duce di convincere l’alleato tedesco a un crollo impietoso, l’atto definitivo di sciogliere il patto di alleanza per condur- un sistema di potere durato vent’anni le re l’Italia fuori dal conflitto, non veniva cui fondamenta, pregne del sangue degli nemmeno prospettata. Il Führer, deciso oppositori, della violenza delle guerre co- a mantenere fino all’ultimo la sua linea loniali, della vergo- politico-militare, gna delle leggi raz- si impegnava a in- ziali e del sostegno viare in Italia altre dei poteri forti, truppe: una minac- hanno incomincia- cia - appena velata to a sgretolarsi da - di occupazione. tempo, dall’inter- A questo pun- no. to, allo stallo del- Dalla fine del l’iniziativa di Mus- 1942 le condizioni solini si contrappo- della popolazione ne l’azione cospira- erano state messe toria dei gerarchi. a dura prova dalla Il 22 luglio Dino guerra e dai bom- Grandi, presidente bardamenti; svaria- della Camera dei ti segnali indicava- fasci e delle corpo- no che la rottura razioni, incontra di un legame di fi- Mussolini e gli pro- ducia con il regi- spetta i contenuti me si era ormai dell’ordine del completamente giorno che segnerà consumata. -
Brunello Mantelli
Brunello Mantelli L’Italia fascista 1922-1945 Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli, e da ciascuno laudati. Niccolò Machiavelli, Il Principe ORCHESTRA. Immagine della società.Ognuno fa la sua parte e c’è un capo. Gustave Flaubert, Dizionario dei luoghi comuni Dedico questo libro a Bruno Vasari, antifascista, deportato nel Lager di Mauthausen, militante della memoria e della giustizia. A lui, ed ai suoi compagni di deportazione, devo l’aver appreso cosa, concretamente, abbia voluto dire vivere sotto il tallone di ferro del fascismo. 1 Indice: Capitolo I: Autoritarismo ed irreggimentazione: la via italiana alla modernità p. 3 In guerra in difesa dell’ordine sociale: p. 3 Un futuro dai contorni confusi p. 7 La resistibile ascesa di Benito M. p. 12 Attrazioni balcaniche p. 16 Fascismo agrario p. 19 Sovversivi conservatori e conservatori sovversivi p. 22 Il primo governo Mussolini: parlamentare nella forma, extralegale nella sostanza p. 27 Liberismo e squadrismo p. 30 Capitolo II: La faccia oscura della società di massa p. 32 Italia docet: il fascino del modello politico fascista p. 32 Razzismo, antisemitismo, cultura scientifica e decisioni politiche p. 36 Normalizzare magistratura e stampa, privatizzare, licenziare, confinare: il consolidamento del regime p. 38 Ambizioni imperiali, organizzazione del consenso, clericalizzazione p. 43 Deflazione, Grande crisi, controllo statale del commercio estero e legami sempre più stretti con la Germania p. 46 In patria fiorisce il culto del “DUCE”, e fuori si riaffacciano aspirazioni egemoniche p. 49 Berlino, Vienna e… Marsiglia p. 51 Capitolo III: Fascismo uguale guerra!!! p. -
Benito Mussolini 1 Benito Mussolini
Benito Mussolini 1 Benito Mussolini Ministro dell'Interno Coalizione PNF PPI (fino al 27 aprile 1923) PLI (fino al 5 luglio 1923) PDS (fino al 1º luglio 1924) Mandato I 31 ottobre 1922 - 17 giugno 1924 II 6 novembre 1926 - 25 luglio 1943 Predecessore I Paolino Taddei II Luigi Federzoni Successore I Luigi Federzoni II Bruno Fornaciari Parlamento italiano Camera dei deputati Partito Partito Nazionale Fascista Legislatura XXV, XXVI, XXVII, XVIII, XXIX Benito Amilcare Andrea Mussolini (Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945) è stato un politico, giornalista e dittatore italiano. Fondatore del fascismo, fu capo del Governo del Regno d'Italia - prima Firma di Mussolini come Presidente del Consiglio dei ministri, poi come Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato - dal 31 ottobre 1922 (con poteri dittatoriali dal gennaio 1925) al 25 luglio 1943.[1] Divenne Primo Maresciallo dell'Impero il 30 marzo 1938, e fu capo (Duce) della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista Avanti! dal 1912. Convinto anti-interventista negli anni della guerra di Libia e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal PSI. Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la «vittoria mutilata», fondò i Fasci Italiani di Combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma politico nazionalista, autoritario e radicale, che gli valse l'appoggio della piccola borghesia e dei ceti industriali e agrari. -
25 Luglio 1943, De Marsico.Pdf
Francesco Lamendola 25 luglio 1943, fu tradimento? a) De Marsico Gran Consiglio del Fascismo, notte fra il 24 e il 25 luglio 1943, due settimane dopo l’inizio dell’Operazione Husky, ossia lo sbarco angloamericano in Sicilia del 10 luglio: si votano, per appello nominale, tre distinti ordini del giorno: quello di Dino Grandi, quello di Carlo Scorza, segretario del Partito nazionale Fascista, e quello di Roberto Farinacci. Ma il primo ad essere messo ai voti è quello di Grandi, che raccoglie 19 adesioni su 28 votanti, con 7 contrari, un astenuto e un membro che esce senza aver votato (Farinacci); per cui Mussolini, ritenendo inutile far votare le altre mozioni, decide di sciogliere la seduta, non senza avere osservato: Signori, voi avete aperto la crisi del regime. I voti favorevoli, come è noto, furono, oltre a quello di Grandi, quelli di Giuseppe Bottai, Luigi Federzoni, Galeazzo Ciano, Cesare Maria De Vecchi, Alfredo De Marsico, Umberto Albini, Giacomo Acerbo, Dino Alfieri, Giovanni Marinelli, Carluccio Pareschi, Emilio De Bono, Edmondo Rossoni, Giuseppe Bastianini, Annio Bignardi, Alberto De Stefani, Luciano Gottardi, Giovanni Balella e Tullio Cianetti, che nella mattina del 26 luglio scrisse a Mussolini dichiarando di ritrattare il proprio voto, con la motivazione che non si era reso conto delle sue reali implicazioni; cosa che più tardi, al processo di Verona, gli avrebbe salvato la vita. I sette voti contrari furono quelli di Carlo Scorza, Guido Buffarini-Guidi, Enzo Galbiati, Carlo Alberto Biggini, Gaetano Polverelli, Antonio Tringali Casanova, Ettore Frattari; il voto astenuto fu quello di Giacomo Suardo. Il ventottesimo membro, Farinacci, era uscito prima della votazione. -
Comunicato Stampa 25 Luglio 1943 Caduta Del Fascismo
Il Presidente del Consiglio Bologna, 25 luglio 2011 COMUNICATO STAMPA 25 LUGLIO 1943 CADUTA DEL FASCISMO Il 24 luglio 1943 nel Corso del gran Consiglio del Fascismo -che per altro non si teneva dal 1939- fù presentato un O.d.G. proposto da Dino Grandi -allora Presidente della Camera- L’approvazione dell’ODG provocò la caduta legale di Benito Mussolini aprendo l'ultima fase del regime fascista, caratterizzata dalla Repubblica Sociale Italiana. L’O.D.G: ripristinò i poteri costituzionali del Re; il quale poi avrebbe tolto le deleghe del comando militare a Mussolini e le avrebbe assegnate ad altri. I 28 componenti del Gran Consiglio furono chiamati a votare per appello nominale. La votazione sull'ordine del giorno Grandi si concluse con: • 19 voti a favore (,Giuseppe Bottai, Luigi Federzoni, Galeazzo Ciano, Cesare Maria De Vecchi, Alfredo De Marsico, Umberto Albini, Giacomo Acerbo, Dino Alfieri, Giovanni Marinelli,Dino Grandi Carluccio Pareschi, Emilio De Bono, Edmondo Rossoni, Giuseppe Bastianini, Annio Bignardi, Alberto De Stefani, Luciano Gottardi, Giovanni Balella e Tullio Cianetti che il giorno dopo scrisse a Mussolini ritrattando il suo voto); • 8 voti contrari (Carlo Scorza, Roberto Farinacci, Guido Buffarini-Guidi, Enzo Galbiati, Carlo Alberto Biggini, Gaetano Polverelli, Antonino Tringali Casanova, Ettore Frattari); • un astenuto (Giacomo Suardo). PRESIDENZA DEL CONSIGLIO Via Zamboni, 13 - 40126 Bologna - Tel. 051 6598625 - Fax 051 6599203 - [email protected] La Provincia di Bologna è registrata Emas - Reg. n. 1-000432 - www.provincia.bologna.it Il Re comunicò a Mussolini la sua sostituzione con il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio e lo fece arrestare all'uscita di Villa Savoia. -
Benito Mussolini Realizzazione Ebook - 08 Maggio 2015
Arsmultimediartgallery LTD Companies House Londra – Company Number 9579409 Sede legale: 20 – 22 Wenlock Road London England N1 7 GU Supervisore progetto: Paolo Bonaccorso Edizione elettronica: Antonio Ferrante Titolo: Benito Mussolini Realizzazione Ebook - 08 Maggio 2015 ___________________________________________________________________________ Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945) Figlio del fabbro Alessandro Mussolini (Montemaggiore di Predappio, 11 novembre 1854- Forlì, 19 novembre 1910) e della maestra elementare Rosa Maltoni (San Martino in Strada, 22 aprile 1858 - Predappio, 19 febbraio 1905), nacque il 29 luglio 1883 a Dovia, frazione del comune di Predappio, in una casa tutt'ora esistente nell'attuale via Varano Costa, ormai inglobata nel paese. Il nome “Benito Amilcare Andrea” fu deciso dal padre,socialista, desideroso di rendere omaggio alla memoria di Benito Juárez, leader rivoluzio nario ed ex -presidente del Messico, di Amilcare Cipriani, patriota italiano e socialista, e di Andrea Costa, imolese, leader del socialismo italiano (nell'agosto 1881 aveva fondato a Rimini il «Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna»). Contrariamente al marito, la madre Rosa era credente e fece battezzare il figlio. Mussolini frequentò le prime due classi elementari prima a Dovia e poi a Predappio (1889-1891); entrò quindi per volontà della madre nel collegio salesiano di Faenza (1892-ottobre 1894), ma viene trasferito in seguito a una punizione (comprensiva della retrocessione dalla classe quarta alla seconda) per una rissa nella quale ferisce un suo compagno più anziano con un coltello. A Faenza, Benito passò un periodo infelice: oltre alle punizioni corporali subite dai salesiani per la sua scarsa osservanza delle regole del collegio, visse con rabbia e frustrazione la sua condizione sociale. -
Privato Del Grande Capo «Se Il Re Accetta La Restituzione Della Delega
Giorni di Storia 25 Luglio 1943 20.12 ----- Pagina: UNITA - NAZIONALE - 25 - 25/07/01 mercoledì 25 luglio 2001 25 24 luglio sione e passare alla votazione… gli ordini del 16.30 giorno saranno messi in votazione secondo I gerarchi, convocati per il Gran consi- l'ordine della presentazione. Apro perciò la glio, arrivano alla spicciolata a Palazzo Vene- votazione sul primo, l'ordine del giorno di zia. La giornata è caldissima, il clima che si Grandi». respira è di evidente tensione e di paura. La La votazione è rapida. Il segretario del Le ultime ore del regime partito legge i risultati: «A favore: Grandi, De riunione è stata convocata nella sala del Pap- pagallo, adiacente a quella del Mappamondo Bono, De Vecchi, De Marsico, Acerbo, Pare- dove abitualmente lavora Mussolini. All'in- schi, Cianetti, Federzoni, Balella, Gottardi, gresso montano la guardia gli uomini della «Se il Re accetta la restituzione della delega dei poteri, debbo essere decapitato» Bignardi, De Stefani, Bottai, Rossoni, Mari- Milizia. Grandi si presenta con due bombe a nelli, Alfieri, Ciano, Bastianini, Albini. Con- mano nascoste sotto la divisa, così altri gerar- trari: Bigini, Polverelli, Scorza, Trincali Casa- chi, forse anche Ciano, che nella mattinata nova, Frattari, Buffarini Guidi e Galbiati. Si aveva detto ai congiurati: «Si ha un bel dire. astiene Suardo». Si ha tutti una gran paura: va a finire che ci fa Mussolini con voce indifferente annun- metter dentro». cia: «L'ordine del giorno Grandi è approva- 17.00 to… possiamo andare. Voi avete provocato La riunione ha inizio. la caduta del regime. -
Us Military Intelligence Reports: Italy, 1918-1941
U.S. MILITARY INTELLIGENCE REPORTS: ITALY 1918-1941 A Guide to U.S. MILITARY INTELLIGENCE REPORTS: ITALY, 1918-1941 Edited by Dale Reynolds A microfilm project of UNIVERSITY PUBLICATIONS OF AMERICA, INC. 44 North Market Street • Frederick, MD 21701 NOTE ON SOURCES The documents in this collection can be found at the National Archives, Washington, D.C., Record Group #165, Military Intelligence Division Files: Italy. Copyright © 1985 by University Publications of America All rights reserved. ISNB 0-89093-663-3. TABLE OF CONTENTS Reel Index Reel I Military Affairs 1 Reel II Military Affairs cont 7 Reel III Military Affairs cont 11 Reel IV M ilitary Affairs cont 15 Reel V Military Affairs cont 19 Reel VI Military-Political Affairs 25 Reel VII Military-Political Affairs cont 32 Reel VIII Military-Political Affairs cont 35 Reel IX Military-Aviation 37 Subject Index 41 REEL INDEX Reel I Military Affairs 0001 Report: Order of Battle, Italian Front. February 2, 1918. 14pp. 0015 Report: Czechoslovakian Movement and Army. May 14, 1918. 6pp. 0021 Report: Situation on the Italian Front. May 1, 1918. 4pp. 0025 Report: Czechoslovakian Army Organization. June I, 1918. 2pp. 0027 Report: Military Situation, Italian Front. June 11, 1918. 4pp. 0031 Report: Enemy Prisoners of War. June 18, 1918. Ip. 0032 Report: Italian-Czechoslovak Convention. July 2, 1918. 5pp. 0037 Report: Army Organization. August 6, 1918. 4pp. 0041 Report: Occupation of Albania. August 6, 1918. 7pp. 0048 Report: Aid to Families of Soldiers Killed. September 18, 1918. 2pp. 0050 Report: Military Manpower. October 18, 1918. 6pp. 0056 Report: The Battle of Vittorio. -
Chi Ha Condotto L'italia Al Disastro Militare E Politico?
Chi ha condotto l’Italia al disastro militare e politico? di: Alberto B. Mariantoni Se volessi esclusivamente portare acqua al mio mulino, potrei anch’io, come la maggior parte degli storici e/o dei cronisti della “restaurazione democratica”, limitarmi ad abbozzare un’unica, univoca e standardizzata risposta, “fascista” e, quindi, parimenti faziosa e partigiana. Una risposta, cioè, che, pur sostenuta da fatti, precise situazioni e documentati o documentabili avvenimenti, nonché abbondantemente arricchita di aneddoti, curiosità e particolari o personalizzate spiegazioni e/o interpretazioni, continuerebbe semplicemente a tralasciare o ad omettere ciò che io ritengo, invece, sia l’essenziale di ogni storia e, soprattutto, della Storia tout- court: vale a dire, la ‘tela di fondo’ e ‘l’ossatura’ degli accadimenti che si pretende descrivere e/o analizzare, nonché i fattori innescanti e/o scatenanti che li hanno realmente prodotti e da cui, in realtà, sono effettivamente derivati, emersi o scaturiti. Nel caso che ci riguarda: l’effettiva ‘tela di fondo’ e ‘l’ossatura’ di quel particolare periodo della nostra storia che va dal 1922 al 1943, nonché gli autentici e concreti fattori innescanti e/o scatenanti che, oltre ad essere stati realmente all’origine di quei super conosciuti ed ufficialmente assodati e scontati effetti storici che tutti conosciamo (cioè, l’entrata in Guerra dell’Italia e l’impreparazione militare delle sue Forze armate; la disastrosa Campagna di Grecia; la perdita dell’Africa Orientale e Settentrionale; l’incapacità della -
Mussolini 25-27 Luglio 1943
1 Mussolini 26-27 luglio 1943 Dopo il voto del Gran Consiglio del Fascismo. Eutanasia? “L’ordine del giorno Grandi è approvato” dice Mussolini; “la seduta è tolta”. Sono le 2.20 della notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943. Nella sala del Pappagallo a palazzo Venezia la sfiducia al Duce del Gran Consiglio del fascismo è passata con 19 voti favorevoli sull’ordine del giorno presentato da Dino Grandi (Acerbo, Albini, Alfieri, Balella, Bastianini, Bignardi, Bottai, Cianetti, Ciano, De Bono, de Marsico, De Stefani, De Vecchi, Federzoni, Gottardi, Grandi, Marinelli, Pareschi, Rossoni); sette i contrari (Biggini, Buffarini-Guidi, Farinacci, Frattari, Galbiati, Polverelli, Scorza, Tringali Casanova), un astenuto (Suardo). Mussolini conosce da tre giorni il testo; è lui che lo ha messo ai voti. Carlo Scorza segretario del partito scrive nel suo “La notte del Gran Consiglio” che Mussolini ha anche detto: “Signori, con questo ordine del giorno voi avete aperto la crisi del regime”. Renzo De Felice riporta la frase, aggiungendo che anche Mussolini la riferisce un anno dopo nel suo “Storia di un anno”, scrivendo però “provocato” invece che “aperto”. La differenza è importante; se la crisi è aperta, la crisi si può chiudere; se è provocata, si può pre4sumere che sia praticamente chiusa. Anche Dino Grandi nel suo “25 luglio 1943” riporta la frase nella versione “provocata”. Alfredo De Marsico nel suo “Memorie per la storia” usa una versione diversa: ”messo in crisi il regime”. Stranamente De Felice non dice che la frase non è riportata nelle versioni di altri firmatari dell’ordine del giorno; né da Giuseppe Bottai, che è uno dei firmatari più importanti, nei suoi diari (fra cui “Venti anni e un giorno”) e neppure da Alberto De Stefani nelle sue memorie (“Gran Consiglio ultima seduta”). -
Le Udienze Di Mussolini Durante La Repubblica Sociale Italiana, 1943–1945
Calendario delle Udienze, 1943–1945 25. 9. 1943 sabato Buffarini 19.00 26. 9. 1943 domenica Pavolini 18.00 Rahn x Ricci x Gen. Gambara Pisenti x Buffarini x Telegramma di Rahn al Ministero degli Esteri tedesco del 29 settembre 1943: riferisce i colloqui avuti con Mussolini nei quali il duce richiede che siano limitate le distruzioni per motivi bellici da parte delle truppe tedesche in Italia. Rahn lo consiglia di formare un gabinetto con le persone più fidate. Mussolini riferisce di aver avuto un’ottima impressione dai colloqui avuti con Graziani e spera di poter formare almeno dieci divisioni della milizia entro la primavera del 1944. “Il Duce ha affrontato anche talune questioni economiche e finanziarie e ha nuovamente richiesto che vengano tolti dalla circolazione i biglietti di banca tedeschi. Ha messo in guardia contro le requisizioni indisciplinate e ha essenzialmente ripetuto le idee riportate nel mio rapporto. Per l’assemblea nazionale prevista per la fine di ottobre – primi di novembre, il Duce progetta di convocare i sindaci dei comuni, i vecchi fascisti e i rappresesentanti degli operai e dei contadini. Alla mia osservazione relativa al fatto che una tale assemblea non dovrebbe avere potere deliberativo, il Duce ha risposto di essere anch’egli della stessa opinione.” (Cospito/Neulen, Salò-Berlino, pp. 212–213) 27. 9. 1943 lunedì [Manca] “Dopo lunghe attese al campo di Ciampino ed all’Ambasciata germanica a mez zogiorno partiamo in automobile alla volta della Rocca delle Caminate. Ci sono Graziani, Gai, Mezzasoma, Pellegrini Giampietro, Barracu, Biggini. Dopo una sosta 41 Amedeo Osti Guerrazzi (a cura di), Le udienze di Mussolini durante la Repubblica Sociale Italiana, 1943–1945. -
Emigranti Nelle Forze Armate Italiane. Il Caso Dei Volontari Tunisini Nella Seconda Guerra Mondiale
Diacronie Studi di Storia Contemporanea 38, 2/2019 Costruzione dell’identità e prospettive transnazionali Emigranti nelle forze armate italiane. Il caso dei volontari tunisini nella Seconda guerra mondiale João Fabío BERTONHA traduzione di Jacopo BASSI Per citare questo articolo: BERTONHA, João Fabío, «Emigranti nelle forze armate italiane. Il caso dei volontari tunisini nella Seconda guerra mondiale» Diacronie. Studi di Storia Contemporanea : Costruzione dell’identità e prospettive transnazionali, 38, 2/2019, 19/07/2019, URL: < http://www.studistorici.com/2019/07/19/bertonha_numero_38/ > Diacronie Studi di Storia Contemporanea → http://www.diacronie.it Rivista storica online. Uscita trimestrale. [email protected] Comitato di direzione: Naor Ben-Yehoyada – João Fábio Bertonha – Christopher Denis-Delacour – Maximiliano Fuentes Codera – Tiago Luís Gil – Anders Granås Kjøstvedt – Deborah Paci – Mateus Henrique de Faria Pereira – Spyridon Ploumidis – Wilko Graf Von Hardenberg Comitato di redazione: Jacopo Bassi – Luca Bufarale – Gianluca Canè – Luca G. Manenti – Fausto Pietrancosta – Elisa Tizzoni – Matteo Tomasoni – Luca Zuccolo Diritti: gli articoli di Diacronie. Studi di Storia Contemporanea sono pubblicati sotto licenza Creative Commons 3.0. Possono essere riprodotti e modificati a patto di indicare eventuali modifiche dei contenuti, di riconoscere la paternità dell’opera e di condividerla allo stesso modo. La citazione di estratti è comunque sempre autorizzata, nei limiti previsti dalla legge. Emigranti nelle forze armate italiane. Il caso dei volontari tunisini nella Seconda guerra mondiale 3/ Emigranti nelle forze armate italiane. Il caso dei volontari tunisini nella Seconda guerra mondiale Joao Fabio BERTONHA traduzione di Jacopo BASSI L’obiettivo principale di questo articolo è affrontare il tema dell’inserimento di circa 4.000 volontari della comunità italiana tunisina tra i ranghi dell’esercito italiano durante la Seconda guerra mondiale.