Le Udienze Di Mussolini Durante La Repubblica Sociale Italiana, 1943–1945
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Calendario delle Udienze, 1943–1945 25. 9. 1943 sabato Buffarini 19.00 26. 9. 1943 domenica Pavolini 18.00 Rahn x Ricci x Gen. Gambara Pisenti x Buffarini x Telegramma di Rahn al Ministero degli Esteri tedesco del 29 settembre 1943: riferisce i colloqui avuti con Mussolini nei quali il duce richiede che siano limitate le distruzioni per motivi bellici da parte delle truppe tedesche in Italia. Rahn lo consiglia di formare un gabinetto con le persone più fidate. Mussolini riferisce di aver avuto un’ottima impressione dai colloqui avuti con Graziani e spera di poter formare almeno dieci divisioni della milizia entro la primavera del 1944. “Il Duce ha affrontato anche talune questioni economiche e finanziarie e ha nuovamente richiesto che vengano tolti dalla circolazione i biglietti di banca tedeschi. Ha messo in guardia contro le requisizioni indisciplinate e ha essenzialmente ripetuto le idee riportate nel mio rapporto. Per l’assemblea nazionale prevista per la fine di ottobre – primi di novembre, il Duce progetta di convocare i sindaci dei comuni, i vecchi fascisti e i rappresesentanti degli operai e dei contadini. Alla mia osservazione relativa al fatto che una tale assemblea non dovrebbe avere potere deliberativo, il Duce ha risposto di essere anch’egli della stessa opinione.” (Cospito/Neulen, Salò-Berlino, pp. 212–213) 27. 9. 1943 lunedì [Manca] “Dopo lunghe attese al campo di Ciampino ed all’Ambasciata germanica a mez zogiorno partiamo in automobile alla volta della Rocca delle Caminate. Ci sono Graziani, Gai, Mezzasoma, Pellegrini Giampietro, Barracu, Biggini. Dopo una sosta 41 Amedeo Osti Guerrazzi (a cura di), Le udienze di Mussolini durante la Repubblica Sociale Italiana, 1943–1945. 2a edizione ampliata e revisionata, Heidelberg: Heidelberg University Publishing 2020 (Online-Schriften des DHI Rom. Neue Reihe | Pubblicazioni online del DHI Roma. Nuova serie, vol. 3). https://doi.org/10.17885/heiup.522 Calendario delle Udienze, 1943–1945 a Spoleto per la colazione arriviamo a Forlì sotto la pioggia torrenziale alle 20. Ci aspetta Buffarini Guidi. E con lui ascendiamo alla Rocca. Il Duce riceve i membri del Governo ai quali legge la dichiarazione che preannuncia la Costituente, scioglie il Senato, unifica le Confederazioni, definisce la figura del Capo della Provincia.” (Rossi, Mussolini e il diplomatico, p. 430) 28. 9. 1943 martedì [Manca] [Consiglio dei ministri] (cfr. Scardaccione [a cura di], Verbali del consiglio dei ministri, vol. 1, p. 5) “Il Duce mi riceve alle 13 … Conviene sull’opportunità che io assuma come Segretario Generale. Nessuna coazione ai funzionari che avranno con lo Stato solo rapporti di impiego. Gli parlo della convivenza coi germanici e gli riferisco i termini d’un colloquio avuto poco prima col ministro Rahn. Credo adotterà decisioni per chiarire. Esco soddisfatto.” (Rossi, Mussolini e il diplomatico, p. 430) “L’indomani mattina il duce desiderò stringermi la mano ‘per tutto quello che avevo fatto per lui’, essendo, a quanto pare, informato maluccio in merito alle mie azioni ed opinioni. Mi ricevette nel suo gabinetto di lavoro … ‘Dunque, il 25 e 26 luglio voi eravate a Roma. Raccontatemi: che dicevano i miei romani del mio arresto? È vero che non una mano s’è mossa per fare qualche cosa per liberarmi?’ Purtroppo mi toccò rispondere in senso affermativo. Mussolini sospirò: ‘Quando si pensa a quello che mi deve questa città, la più ingrata fra tutte! Dal tempo dei Cesari non v’era stato un governo che come il fascismo avesse fatto della grandezza e della magnificenza di Roma la sua aspirazione suprema. Quale capitale del mondo vanta oggi una via dell’Impero? Ho fatto sparire la Roma sporca e in rovina, e da castel Sant’Angelo adesso è libera la vista sopra un altro simbolo della città. I romani sono stati nei secoli figli prediletti e viziati dalla fortuna, ma il 25 luglio il privilegio se lo sono giocato. Non rientrerò a palazzo Venezia che da vincitore, e sarà un altro Mussolini a ritornare. Sino a quel giorno, però farò sentire all’ingrata città il mio disprezzo!’ In forma diplomatica, e tuttavia non equivoca, obiettai che il rimprovero dell’ingratitudine per il 25 ed il 26 luglio fosse da rivolgere non tanto ai romani, quanto ai capi fascisti che si trovavano nella capitale. ‘Ma come, mi hanno detto tutti di non avere avuto la minima possibilità di agire, di salvarmi, di liberarmi …’ Fugai questo bel sogno … ‘Secondo voi, allora, il vero responsabile della mancata resistenza il 25 luglio chi è stato?’ Qui la risposta si poteva dare senza esitazione: n. 1 il generale Enzo Galbiati, n. 2 il signor Roberto Farinacci … ‘E che pensate del conte Ciano, che avete fatto 42 Settembre–ottobre 1943 fuggire?’ … Mi cavai d’imbarazzo, spiegando in maniera riguardosa che Mackensen ed io non eravamo riusciti a capire come Ciano, dati i suoi legami e la carriera dovuta unicamente ad essi, avesse potuto passare al disopra di certi sentimenti. Mussolini annuì. ‘Avete ragione, è incredibile. Non avrei mai immaginato che il conte sarebbe arrivato a un punto simile e debbo riconoscere che i suoi mi avevano avvertito di questa possibilità. Ora è troppo tardi. Ma il conte, nonostante tutto, non è il vero colpevole. Il conte non è veramente cattivo, né un traditore nato: il traditore è Grandi …” (Dollmann, Roma nazista, pp. 365–366) 29. 9. 1943 mercoledì [Manca] 30. 9. 1943 giovedì [Manca] 1. 10. 1943 venerdì [Manca] “Il 1° ottobre 1943 mi recai alla Rocca delle Caminate. Mussolini, che vi era giun to da pochi giorni, appariva molto patito in volto, ma sempre aitante nella persona. Mi ricevette con affettuosa cordialità e mi intrattenne lungamente sulle sue tragiche vicissitudini; passò poi a descrivermi le nuove prospettive ch’egli intravedeva per il Paese, impegnato nella guerra quanto mai. Successivamente gli feci io una particola reggiata relazione sul comportamento che la sera del 25 luglio avevo ritenuto tenere sia per la Milizia che per me, relazione compendiata nel seguente promemoria: … Mussolini ascoltò con profonda attenzione ciascun punto della mia relazione, la riles se, approvò incondizionatamente il mio operato e poi, con una mestizia che prendeva quasi forma di dolore fisico, commentò: ‘Non c’è che dire, avevano preparato il Colpo di Stato con abilità degna di un’opera d’arte.’” (Galbiati, Il 25 luglio, pp. 283–285) 43 Calendario delle Udienze, 1943–1945 2. 10. 1943 sabato [Manca] 3. 10. 1943 domenica Ricci x Pavolini x Botto[?] x Pini x “‘Sono felice di rivedervi’ – gli dissi – ‘E io sono lieto di ritrovarvi direttore del ‘Carlino’’ – mi rispose. – ‘Ora ditemi ciò che successe il 25 luglio e dopo, a Milano e al ‘Popolo d’Italia’. Ignoro ancora molte cose e ho bisogno di essere informato.’ – Gli raccontai nel miglior ordine possibile, mettendo in evidenza il comportamento fermo e dignitoso delle nostre maestranze in quella occasione imprevista … Continuai il mio rapporto, dicendomi sorpreso di non essere stato arrestato dopo il 25 luglio a Milano, visto che lo era stato Carlo Ravasio, certo non più né meno colpevole di me … Aggiunsi che non volevo restare prigioniero di una situazione equivoca, pur proponendomi una direttiva generale di distensione. Approvò, ed io continuai esponendogli lo stato d’animo della gente percossa, confusa dagli avvenimenti e da tanto cumulo di sciagure. Provocai una smorfia di disgusto quando gli dissi dei fuochi di gioia accesi sulle colline la notte dopo l’armistizio … ‘Sì, Goffredo Coppola ha visto in questi giorni Leandro Arpinati, se chiamato, risponderebbe. La cosa farebbe una buona impressione a Bologna e forse riuscirebbe utile alla situazione locale.’ … – ‘Per Arpinati, si potrà fare, in un secondo tempo.’ …” (Pini, Itinerario tragico, pp. 30–31) Riganti[?] x [illeggibile] x Graziani 19.00 Buffarini 19.00 “Ho veduto il Duce la mattina del tre ottobre di quest’anno quand’egli mi ha ricevuto nel suo studio intrattenendomi a colloquio per dieci minuti. Le poche parole che ho saputo rispondere alle sue domande nette e precise egli le integrava guardando la espressione dei miei occhi e le commentava con cenni del capo o con osservazioni brevi che nessun punto di sospensione prolungava, così esatte e recise esse erano. Infine mi ha chiesto come mai parlassi speditamente l’italiano, e mi ha ringraziato per quel che io avevo fatto in Bologna nei primi giorni delle nostre truppe nella 44 Ottobre 1943 città: e mi ha congedato col suo aperto sorriso e una vigorosa stretta di mano.” (Theo Kenda, Ho visto il Duce, in: L’Assalto, 28 ottobre 1943) 4. 10. 1943 lunedì Mazzolini “Il Duce mi riceve subito e mi intrattiene a lungo colloquio. È assai contrariato per l’invadenza germanica in tutti i settori della vita nazionale, invadenza che pone il Governo e lui che ne è il capo in una situazione che rasenta il ridicolo. Ha scritto in proposito una lunga lettera al Führer di cui mi consegna la copia dopo avermela letta, lettera che sarà consegnata da Graziani a Hitler. Il Duce mi dà incarico di consegnare copia all’ambasciatore del Giappone. Mi dà poi altre istruzioni.” (Rossi, Mussolini e il diplomatico, p. 431) Direttore Colonia Buffarini Ricci 5. 10. 1943 martedì gen. Wolff x Renato Ricci x Generale Mischi x Ten. Pilota Sarti x federale di Bologna Prof. Coppola x federale di Bologna Berardi[?] x federale di Bologna 6. 10. 1943 mercoledì Comandante Grossi x “Legnani mi comunicò che il Duce voleva vedermi alla Rocca delle Caminate e con certai di presentarmi a Mussolini il sei ottobre, anniversario della seconda azione del Barbarigo. Invitai Borghese ad accompagnarmi … Verso le ore 9 arrivammo a Rocca delle Caminate; mi ricevette Vito Mussolini che mi introdusse immediatamente dal lo zio. Il Duce mi venne incontro ed abbracciandomi mi disse: ‘Grossi, io ero sicuro di Voi e pertanto non ho nulla da dirVi; spesso ho pensato al dubbio che Voi mi esponeste a Roma’.