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Lunedì 8 agosto 1994 1 l'Unitèi? pagina

IA MORTE DI MODUGNO. Dalle prime canzoni al festival '58. Così cambiò la musica

I dischi: istruzioni Una rivoluzione per l'uso al Casinò: «Volare» Niente di sistematico, anzi mercato di battaglia per collezionisti: se qualcuno si ritrova In sbarca a Sanremo casa un vecchio 45 £lrl con «Addio Addio», •Ubero», «Che me ne • Volare non si intitola Volare. Sì sentimento fa tanto feuilleton stra­ Importa a me», «Sopra chiama, invece, Nel blu dipinto di paesano e in cui l'amore se ne sta I tetti azzurri del mio blu, titolo più romantico, forse sol­ avvinto come l'onestà, è una rivo­ pazzo amore-o-Il .. tanto più adatto alla platea in cui luzione vera. Si aggiunga: la musi­ posto mio» o «Come va a gettare il ca italiana già gioca pesante con i stai?-, se lo tenga ben suo seme di novità: Sanremo. Casi­ suoni che vengono dall'America, stretto. Quanto agli .> nò municipale, 30 gennaio 1958. le truppe alleate non sono passate album, per chi voglia Chi è quel pugliese con i baffi lo invano, cioccolata, i V-disc che riascoltarsi Mimmo è sanno in pochi, non è un ragazzo, fondamentale II • gracchiano voglia di swing e que­ ha trent'anni, si presenta con una sta bella libertà che Carosone sbef­ cofanetto (3 Ip) edito giacca chiara con il bavero di raso, recentemente dalla feggia con la sua verve: Tu vuo' fa' Bmg (-L'album di -, ti farfallino: raccapricciante, senza l'americano. Modugno no: la sua Domenico - <- offesa, anche per i gusti di allora. In forza, in quei tre minuti che fanno Modugno-). Per II " coppia con lui, che è autore della la rivoluzione al Casinò di Sanre­ resto compilation canzone, c'è Johnny Dorelli, un ra­ mo, è di essere italiano, melodico, sparse e a volte gazzino di 20 anni che proprio non e al tempo stesso di uscire dalle furbetti -La Napoli di sa come si fa: per farlo salire sul gabbiette del buon senso familiare Domenico Modugno-, palco a cantare, Mimmo deve delle Nille Pizzi. •La Sicilia di - riempirlo di pugni. Buoni pugni del Domenico Modugno-, Sud: resteranno poi amici per tutta Dopo arrivano gli echi di Elvis, •Domenico Modugno lavita. camionista di Memphis, amva Dia­ e la sua chitarra-, Ma qualcosa succede, già prima na di Paul Anka: le canzoni diven­ •Resta cu'mme- (tutti dell'inizio della manifestazione: tano roba per giovani. Ancora una per Rea, Linea Tre). Nilla Pizzi fa il gran rifiuto,no n vuo­ volta. Volare no: interclassista e in­ Per la Ricordi (che ora le più il maestro Angelini, preferi­ tergenerazionale, ha semplice­ entra nella Bmg) - • sce l'altra scuderia orchestrale, uscirono Invece-Le . mente la spontaneità della regola più belle canzoni di - quella di Alberto Semprini. Motiva­ infranta; basta con tutte quelle Domenico Modugno-, zione a sorpresa: ha un suono più manfrine tardofomantiche, volare •Malarazzs- e un «Uve- «moderno». Angelini prende in cu­ si può e si deve, la guerra è finita e registrato a Bussola ra Tonina Tornelli e si comincia: la gli italiani possono vendere i dischi Domani. ,•* • radio diffonde, quella diavoleria Modugno durante le prave del Festival di Sanremo nel 1972 anche in America. Così si salva la della televisione nprende per i po- tradizione del mandolino e si rin­ /»isa chi fortunati possessori e per i tanti nova l'immagine del paesotto cat­ che corrono al bar a tolico e benpensante. Bel colpo. guardare . il festival, un'ltalietta • vespomu- Il Modugno che viene dopo non nita, non ancora otti­ sarà più cosi grande, nonostante mista ma almeno non vinca il Festival anche l'anno suc­ più sanguinante, Scei­ cessivo (con Piove, sempre in cop­ ba a parte. Ma non c'è pia con il miracolato Dorelli) e no­ La sua Italia dipinta di blu storia: le canzoni di nostante episodi di pura poesia co­ quell'ottava edizione me Vecchio Frac. Volare rimane 11, Dalla mattanza, urlata più che cantata, de U pisci spada significato di Volare e le sue impli­ d'antan. Per non dire della sua par­ studi di Canale 5, registra un varie­ del Festival sembrano tra le canzoni che non muoiono e cazioni si dice in altra parte del te di Mackie Messer nell'Opera da tà, un ictus lo colpisce duramente. davvero le cartoline che sono riuscite a cambiare aria al tentativo di salvare una tartaruga arenata sul mare di giornale. Fatto sta che quando tre dì Brecht allestita da Streh- È un colpo, sembra la fine. Invece tristi che i militari spediscono a fi­ nella stanzetta lacrimosa della mu­ Lampedusa. Quasi una parabola la vita di Domenico Mimmo sale su quel palco e canta ler tra il 73 e il 76. La canzone è Mimmo ricomincia. Appena è in danzate lontane, a leggerne i titoli ' sica leggera italiana. Ogni tanto ormai una specie di accessorio. oggi si può ridere di gusto. C'è Tu qualcuno la tira fuori dagli scaffali Modugno che, da Polignano a Mare, in provincia di Ba­ Nel blu dipinto di blu, di colpo la grado di muoversi in carrozzella sei del mio paese (Latilla e Otto), musica leggera italiana sembra Certo, Mimmo rimane soprattutto capisce che la vita dei disabili è du­ e la risuona a suo modo: l'hanno ri, fino all'ultima sosta siciliana, ha attraversato teatro, un cantante, ma la vena compositi­ c'è il peggior Claudio Villa della rifatta i Gipsy Kings lavandolain-un vecchia di vent'anni, sospirosa, co-, ra, si indigna, protesta, fa il diavolo storia che canta in coppia con il cinema, mondo della canzone e della politica. Un vita ' pena di ragnatele. A brillare c'è so­ va non è più quella. 0 meglio: l'in- , •a.quattro,- NeJI'87,.è eletto-parla­ • flamenco indiavolato, la canta Pa- dustna del'divertimento in Italia sta Duo Fasano (Fragole e cappellini). • segnata, nel 1958, dallo straordinario successo di Nel lo lui: mister Volare. 1 mentare.nelle fila del partito radi­ • Il resto è.tradizione pura, da Cam­ varotti, l'hanno persino proposta - • Mimmo'ha trent'anni.una mó­ crescendo.'-'vuole "regole diverse, cale, dove combatte la sua batta-" blu dipiinto di blu che lo trasformò in «Mister Volare». maggior impatto e commercializ­ pane di Sonia Lucia (ancora Villa) - ' è roba di pochi giorni fa - come glie (Franca Gandolfi, sposata nel glia in difesa delle minoranze di fino a L'edera, alla quale Nilla Pizzi • nuovo inno nazionale della secon­ '55), è felice, è al culmine del suc­ zazione immediata. Mimmo ci sta. cui la società non sembra tenere Non si spiegherebbero altrimenti affida le speranze di rimanere in da repubblica. La verità è che Vola­ cesso. Da Polignano a Mare si è gran conto. Canta ogni tanto: qual­ vetta. In sintesi, il vecchio adagio re è la cultura popolare italiana nel spostato parecchio, è andato a episodi bui (tetri, davvero) come che faticoso concerto, 'qualche ROBERTO GIALLO Piange il telefono, polpettone anti­ sanremese: mai uscire dal praticel­ senso migliore del termine, capace •i Non c'è molta strada da Poli-; con attenzione / pompieri di Vig- New York e a Parigi, ha fatto la ra­ comparsata in tivù, sempre con lo sicuro di mamme apprensive, di di resistere a ogni contaminazione dio, il teatro, il cinema. E sfonda divorzista con recitativo di bambi­ addosso - pesante come un maci­ gnano a Mare, provincia di Bari, '' giù, di Mario Mattioli, anno male­ na, che arriva in testa alle classifi­ innamorate in lacrime (lontane, va e di girare il mondo portando mes­ dove Domenico Modugno è nato il detto il 1948, può vedere un Modu­ con la canzone. Vince praticamen­ che nel 78. Non bastasse, Mimmo gno - quella responsabilità di esse­ da sé), di paesini nostalgicamente saggi - non beceri - di «italianità» 9 gennaio del '28, al mare di Lam­ gno ventenne che fa la comparsa, te senza combattere nel '58 e poi ci rifa l'anno dopo: // maestro di re una gloria nazionale, sempre sospirati, di Cium di amarti così un po' dovunque. Due esempi: Vo­ pedusa, davanti al quale si è spen­ suonando chitarra e fisarmonica. ancora nel '59, con Piove; poi an­ violino è ancora peggio. Anche al con quel Vo/oreaddosso. (Claudio Villa e Nilla Pizzi). E inve­ lare la cantano persino in Giamai- to sabato scorso. E invece il percor­ L'Italia del dopoguerra sarà anche cora nel 62 in coppia con Claudio cinema, negli stessi anni, si butta ce esce quello, con quei baffetti e ca, la conoscono anche i ragazzini Villa (Addio...Addio) e nel '66 in Le agenzie arrivate subito dopo quell'aria secca, e attacca: «Penso so è stato lunghissimo, la strada di • l'Italietta dei primi cumenda e della sul trash spinto ma contempora­ la sua morte parlano di una tarta­ che dell'Italia sanno nominare ben una vita che ha incrociato sul serio, ricostruzione, ma i ragazzini anco­ coppia con neamente sorprende, apparendo, che un sogno cosi non ritomi mai poche cose (del tipo: mafia, pizza (Dio, come ti amo?). Arriva secon- ' ruga salvata e rimessa in mare, e più», parla di sé in un festival in cui e con tanta allegria, quella della ra imparano a suonare dai nonni, meraviglioso, una breve parte ne // dei mugugni di Mimmo per non e Paolo Rossi); Votare l'hanno cultura popolare italiana. Una sto­ al bar del paese. E questo Mimmo, do o si piazza bene altre volte, ma giudizio universale di De Sica. Un tutti parlano d'altro, d'altre, di cantata - ed è una versione strepi­ intanto, nel '64 vince il festival della averlo potuto fare lui personal­ amori tristi e garruli ricordi. Mac­ ria italiana vera, con inarrivabili ecco che diventa artista. In Carica segnale dal grande cinema, dopo mente. Una vita dopo aver cantato tosa - persino Elio e le storie tese, picchi di genialità, romanzo popo­ eroica, (di De Robertis, 1952) non canzone napoletana in coppia con che già era comparso nei titoli di ché: l'apertura melodica di Volare, con una cantante giapponese, Omelia Vanoni: canta Tu si 'na co­ quella frenetica, sanguinosa mat­ il ritornello, è un cazzotto fragoro­ lare, e poi una routine da «mante­ solo recita, ma canta una ninna testa e di coda di Uccellacci e Uccel- tanza di pesci spada, una delle sue quando furono invitati a rappre­ nimento del mito», anche quella nanna in siciliano composta da lui sa grande. Per Mimmo è venuto il linidi Pasolini. so. Dentro, anche se in quel gen­ sentare l'Italia all'esposizione inter- tutta italica, un po'cialtrona. . stesso. Fa pratica di teatro (// bor­ momento di buttare in campo il cose più belle. Chissà se vuol dire naio rivierasco non si capisce an­ ghese gentiluomo), mista (Contro­ genio maturo, ma anche di valoriz­ La corsa frenetica di Mimmo si qualcosa, ma è una bella parabo­ cora appieno, c'è voglia di grandi • nazionale di Osaka. Era un bel tipo, Domenico Mo­ la. orchestre, urlo liberatorio, parole dugno, di quei meridionali scalpi­ corrente, del '53, con Walter Chia­ zare cose scritte in precedenza e ferma di colpo nel 1984. È negli Non c'è niente da fare, c'è poco ri), trasmissioni radiofoniche (Am­ conosciute da pochi. Ma è sempre che si ricordano. Forse anche (lo da modificare: quel ritornello -vo­ tanti. Il padre guardia comunale, , ricorda giustamente Gianfranco quattro fratelli, l'ambiente piccolo mutì Ammuri) per le quali Modu­ il ragazzo di Volare, che era - si no­ lare oh oh, volare oh oh oh oh - lo gno scrive canzoni: da 11 nasce ti l'impatto con la melodica di co­ Baldazzi nel suo La canzone italia­ canteremo finché campiamo e in­ di Polignano prima e di San Pietro na del '900) un pezzettino di , Vemotico poi, non sono il massi­ quello strepitoso inno di morte che lombe, binari e mamme - una vece di tutte quelle colombe in vo­ è U pisci spada, poi riscoperto e ce­ canzone allegra, sopra le righe, Freud: volare cosi liberi nel cielo lo, quei grazie dei fior, quei binari mo per lui. Prima la scuola di ra­ blu, con la faccia dipinta come in gioniere e poi, ovvia, l'emigrazione lebrato in seguito. quasi sguaiata. tristi e solitari resta ben poco. Chi un quadro di Chagall, e soprattutto l'avrebbe mai detto, una rivoluzio­ ai nord. Torino, posto duro, lavo­ Mimmo corre, Mimmo fa. Ma La cosa più bella amva forse Iv>"/-:^">'1' «felici di stare lassù». Non sarà ses­ retti occasionali. E poi Roma, anzi poche cose possono cambiare la con il teatro: Rinaldo in campo, del ne al Casinò. È uno strano paese, so, certo non sesso esplicito, ma in ma la musica fa di questi scherzi. Cinecittà, perchè ormai la vocazio­ vita a una persona come fa con lui '61, per la regia di Garinei e Gio- mezzo a quelle canzoni in cui il ne è quella dell'attore. Chi guarda il festival di Sanremo del 1958. Sul vannini è uno dei classici della tivù Grazie, Mimmo. D Ro. Ci. In quel dualismo c'è tutta la storia della nostra canzone Con questi capolavori Modugno va essere che lui quel garibaldino arrivò una prima volta a Tonno, entusiasta ma sprovveduto accan­ poi a Roma, dove faceva lo sguat­ to ad altri due astri nascenti, Fran­ tero per i frati del Palatino e riuscì chi e Ingrassia, che davano vita a Il re e l'imperatore finalmente ad entrare al centro quadretti indimenticabili come sperimentale di cinematografia, «Siamo nmasti in tre/tre briganti e con l'aiuto di De Sica e di altri che tre somari», aspramente rimbeccati ne intuirono le possibilità e arro­ da Delia Scala. Lui, Villa e la Melodia tondando gli introiti a via Margutta, Poi tomo a Sanremo: lui e Villa dove abbracciava la chitarra e can­ si strizzarono l'occhio e si presen­ tava nelle trattorie degli artisti. Can­ tarono con Addio addio, nel quale Polignano a Mare, suonando fisar­ tante o attore? Questo dubbio pro­ si ricostituiva anche la collabora­ LEONCARLO SETTIMELLI monica e chitarra in giro per matri­ babilmente lo arrovellò sempre, zione con Migliacci. Se due anni sa L'ultimo incontro con lui, nella dove erano finiti quei voti? «E che moni e feste familiari, con le foto perché come cantante cominciava prima la battuta che percorreva l'I­ villa sull'Appia Antica, verteva pro­ ne so io? Se Villa voleva dire che spedite ai settimanali di fumetti e il ad avere successo mentre come at­ talia era stata quella del tassista prio su quel 1958, anno rivoluzio­ qualcuno glieli aveva rubati con la sogno di diventare qualcuno, dava tore aveva sempre delle particine. che alla richiesta di «Libero»? ri­ nario per la musica leggera italia­ frode, si sbagliava. La spiegazione finalmente i suoi frutti. Il dubbio finì nel '58, quando a spondeva «No romantica» (ossia na, del quale è testimonianza la fo­ è semplice. Il suo tempo, quello I parigini avevano già avuto mo­ Sanremo, con Volare, fece il botto. del dualismo tra stile melodico e to più classica: quella che ritrae delle canzoni che quando si dice­ do di applaudirlo più volte nel suo Che fu certo pianificato dai suoi stile urlato), ora i due esponenti Domenico Modugno con la giacca va cuore ci si metteva proprio la repertorio «siciliano». Che grande editori discografici, i quali sapeva­ massimi della guerra civile delle bianca dello smoking e le braccia mano sul cuore, e quando si dice­ beffa, questa! degna di lui, della no che Modugno avrebbe sbanca­ sette note si mettevano insieme. E allargate nel grido di Vo-la-re ooo sua mediterraneità, della sua pro­ Con Claudio Villa dopo la vittoria a Sanremo '62 Foloitalia to, perché la gente era stufa del tanto fu bravo Villa a interpretare Can-ta-re ooo, mentre in sala si va mamma si faceva la (accetta ebete, era finito». «Ma lui - insistevo babile componente araba, ricon­ mammismo e degli strazi amorosi quella che era una piccola roman­ scatenava il putiferio e i giornalisti fermata dai melismi della sua voce. della scuola melòdica, Villa in te­ za alla Tosti, quanto poco convinto sventolavano i fazzoletti bianchi io - era il re». Modugno sotto i baffi Essere pugliese e raggiungere una sta. e gli occhiali, era sbottato in una ri­ una grande attrattiva, e poi, ag­ pesce spada che piange la «femmi- apparve Modugno. e rutti attribui­ per salutare la fine della monar­ prima consistente fama come can­ giungeva Modugno, «io quel dialet­ nedda» infilzata dai pescatori e gn- rono la vittoria al pnmo: «È vero - chia del «re- Claudio Villa, il quale, sata: «Se lui era il re, allora io che tastorie siciliano! «E chi avrebbe Dopo quel trionfo, Modugno po­ ero? L'imperatore!». to quasi lo conoscevo perche a da che se lei muore «vogghiu muri- mi confermò poi - era una canzo­ saputo di essere stato clamorosa­ preso sul serio un pugliese, con San Pietro Vemotico, che è vicino re anch'io» e nella quale si rievoca­ teva fare quello che gli pareva, era ne adatta a Villa e non a me». Pic­ mente sconfitto, chiedeva inviperi­ Eppure le sue doti d'istrione non quel cavolo di dialetto?», disse una davvero l'imperatore. E finalmente colo vezzo d'autore? «Per nulla, to dietro le quinte: «Dove sono i riuscivano a nascondere la soffe­ a Polignano, si parla qualcosa di si­ no le antiche grida della pesca sul­ poteva realizzare il sogno di fare volta confessando il suo raggiro. mile». Erano nate cosi canzoni che lo stretto, con gli incitamenti a lan­ tant'è vero che d'allora io non l'ho miei voti?». E siccome stavo realiz­ renza fisica e psicologica per quel­ Aveva capito che la Sicilia, con la l'attore, sia per film imperniati sulle zando proprio una ricostruzione il grande pubblico non conosce ciare la fiocina, che è quasi una le­ più cantata». E di questo proprio la rievocazione, che verteva pro­ sua tradizione di cantastorie, face­ proprie canzoni (che non furono Villa andava fiero, quel Villa gua­ della vita di Villa, era naturale ave­ prio sugli anni della sua maggiore va meglio al caso suo. Non a caso ma che saldavano insieme la gran­ zione di folklore. Ecco la storia del mai dei capolavori) ma soprattutto re la testimonianza dell'uomo che de tradizione omerica dei canta­ Caoaddu cieco de la minerà, che scone che ebbe anche lui i suoi energia, quando si presentava alla a Parigi stampavano le locandine in tv e in teatro, dove Garinei e Gio- guai con la salute e volle riavvici­ aveva determinato la fine della sua ribalta dando tutto e anche troppo. con la scritta Un siciliano a Parigi, storie, ora con il quotidiano, ora non e più buono a lavorare nei vannini lo vollero per Rinaldo in gloriosa supremazia. . con le sublimi metafore su pesci e campi ma può finire i suoi giorni Campo, in occasione del centena­ narsi all'antico rivale quando que­ Allora, chiedevo a Modugno, Anni nei quali il suo paziente lavo­ poiché l'isola, per via di Giuliano e sto fu colpito da ictus. ro, iniziato nella Puglia assolata di della mafia, costituiva pur sempre animali. Ecco allora la vicenda del nei cunicoli delle zolfatare. rio dell'Unità d'Italia. SI, non pote-