01 Il Festival Di Sanremo.Pdf
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Le sfere 51 Serena Facci Paolo Soddu con Matteo Piloni Il Festival di Sanremo Parole e suoni raccontano la nazione a I edizione, gennaio 2011 © copyright 2011 by Carocci editore S.p.A., Roma Finito di stampare nel gennaio 2011 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino isbn 978-88-430-5272-1 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Siamo su Internet: http://www.carocci.it Indice Introduzione 9 1. Vola colomba: i materiali per ricostruire la nazione (1951-60) 15 Le origini 15 Le molteplici Italie degli anni cinquanta 22 Rielaborare il passato 33 Fra tradizione e rinnovamento 41 «Aprite le finestre al nuovo sole»: l’Italia in trasformazione 47 La stagione delle orchestre a Sanremo 51 Le forme della canzone 59 «Volare oh oh cantare»: il boom 74 2. Da Le mille bolle blu a Ciao amore ciao: speranze e delusioni di un paese in ascesa (1961-67) 85 Le mille bolle blu: una nuova Italia 85 1961: quattro canzoni 94 Voci 109 Sanremo si internazionalizza 119 Una nuova leva diserta Sanremo 130 Presessantotto: il beat 137 Tenco ed Endrigo: i cantautori e le costruzioni melodiche sul tema del viaggio 144 Ciao amore ciao: la crisi 153 3. «La festa appena cominciata è già finita»: tra centro-sinistra e “lun- go Sessantotto” (1968-80) 161 Il Sessantotto al Casinò 161 Il ritorno al villaggio 176 7 La decadenza e la rielaborazione del nazionale-popolare 185 Maschi e femmine negli anni del movimento femminista 193 4. «E vola vola si va»: il nuovo boom (1981-95) 205 Sanremo-disco. L’influenza delle musiche degli ultimi anni set- tanta 205 Nel tempo del duopolio televisivo: il nazionale-popolare di Pippo Baudo 215 Il ritorno dell’orchestra 234 Rinverdire le radici: i primi anni novanta 243 Il premio che divise il buono dal cattivo gusto 252 5. La terra dei cachi: nell’Italia frantumata (1996-2010) 271 L’alternanza 271 Il decennio di Berlusconi 278 I nuovi mostri tra belcanto e disincanto 289 Italia Italia! 298 6. Sanremo giovani 311 di Matteo Piloni Le Nuove proposte in un Festival âgé 311 Trampolino di lancio 319 I giovani cantano i giovani 327 I giovani cantano d’altro 336 Il rapporto con i reality 345 Bibliografia 355 Indice dei nomi 383 Indice delle canzoni 411 8 Introduzione Questo libro nasce dall’incontro di diverse competenze, e cioè di una et- nomusicologa, di uno storico dell’Italia contemporanea e di un laureato in Musicologia che al Festival di Sanremo ha dedicato la tesi di laurea triennale. Proprio la tesi di Matteo Piloni presso la Facoltà di Musicologia di Pavia-Cremona, che ha visto Serena Facci relatrice e Paolo Soddu corre- latore, è stata la prima occasione di una riflessione comune sulla natura del Festival della canzone italiana. Ne è subito emersa l’esigenza di com- prendere le ragioni della lunga durata e dell’eco che ha avuto e continua ad avere la gara che dal 1951 si svolge annualmente a Sanremo. Siamo partiti dall’impressione, corroborata dalla letteratura sul Fe- stival, che Sanremo potesse aiutare a decifrare l’evoluzione della cultura nazionale-popolare nell’Italia repubblicana. La categoria di Gramsci, se liberata dagli imperativi della ricerca di una impossibile omogeneità e collocata nei tempi delle radicali trasformazioni dei media che il pensa- tore sardo non poté conoscere, ci è parsa utile per scandagliare le persi- stenze, le innovazioni, e – elemento che a nostro giudizio è decisivo – la pluralità dei motivi contenuti nell’animo collettivo della nazione: in al- tre parole la storia del rapporto tra il Festival e gli italiani. Lungi dall’essere specchio della società e del costume, Sanremo ha assunto precocemente e ha conservato le caratteristiche di un più mode- sto, ma anche più interessante discorso sullo stato di salute della nazione che, uscita ferita dalle lusinghe del nazionalismo, privilegiava il parlare di sé stessa entro le forme lievi di un linguaggio tuttavia profondamente depositato quale quello musicale. Se il cinema, almeno fino alla presen- za pervasiva della televisione, ha saputo nel secondo dopoguerra raccon- tare con una forza evocativa che non ha forse eguali il contrasto tra le potenzialità della nazione, alla prova per la prima volta con la dimensio- ne democratica pluralistica, e le realizzazioni (Brunetta, 1995; Patriarca, 2010), la canzone di Sanremo più prosaicamente ha invece mostrato come l’Italia era. Con il linguaggio della musica detta allora “leggera”, 9 il festival di sanremo che diveniva fondamentale nella cultura di massa, e con la ricerca di una canzone italiana che tenesse conto dell’evoluzione delle forme sia sul piano nazionale sia su quello internazionale. A tale proposito abbiamo scelto una narrazione che componesse la panoramica generale attraverso il racconto della storia del Festival, e che si soffermasse su selezionati primi piani incentrati sull’analisi musicale e testuale di brani e su interpreti, tendenze, situazioni che ci sono apparsi meritevoli di uno sguardo più ravvicinato, con l’obiettivo di cogliere gli umori di fondo, le espressioni, la freschezza, le rughe di una manifestazio- ne così rappresentativa dei successi e degli insuccessi dell’Italia liberata. Ponendoci dal punto di vista dello spettatore, abbiamo rivisto e analizzato le molte edizioni, sulla base delle disponibilità degli archivi – in sostanza i materiali digitalizzati e resi pubblici dalle Teche rai – lasciandoci guidare dal filo conduttore che anno dopo anno ha dato senso alle realizzazioni dello spettacolo, alla scelta delle canzoni, degli interpreti, dei conduttori. Questo libro ha preso forma dunque anche grazie alle fonti che ab- biamo utilizzato: in primo luogo le registrazioni delle trasmissioni, altri reperti audiovisivi disponibili in archivi o, grazie soprattutto a YouTu- be, in rete. Le analisi dei brani sono state fatte essenzialmente sulle ese- cuzioni durante una o più serate del Festival. Abbiamo fatto ricorso alle incisioni discografiche solo laddove non è stato possibile reperire le ver- sioni originali dal vivo e, in tal caso, abbiamo indicato l’edizione di rife- rimento. Ci siamo avvalsi delle cronache giornalistiche della stampa quotidiana – e a tale proposito abbiamo limitato la scelta di un materia- le altrimenti ingovernabile a quattro testate esemplari: in ordine di an- zianità, “La Stampa”, “Corriere della Sera”, “l’Unità” e “la Repubbli- ca” – e settimanale, in particolare “tv Sorrisi e Canzoni”, che ha segui- to il Festival fin dalle origini. Le fonti utilizzate aiutano a chiarire che cosa si trova in questo libro: innanzitutto l’analisi di ciò che è visibile ed è stato visto dagli italiani, e cioè le canzoni nel loro contesto e nella loro successione durante le sera- te del Festival. In secondo luogo abbiamo voluto verificare se esistesse e in caso affermativo quale fosse il nesso tra l’appuntamento annuale e l’e- voluzione storica del paese. In terzo luogo, abbiamo tracciato il muta- mento del linguaggio musicale parlato nel Festival in relazione con lo sviluppo della canzone italiana e internazionale. A Matteo Piloni, per 10 introduzione ragioni anagrafiche, è spettato il compito di ripercorrere la sezione dei Giovani o Nuove proposte, che a partire dal 1984 ha costituito una co- stante del Festival. Non abbiamo preso in considerazione ciò che non è evidente: i pro- cessi produttivi e le scelte creative che portano alla nascita delle canzoni, i modi in cui si è giunti alla selezione dei brani in gara, i retroscena del si- stema organizzativo e costruttivo del Festival, aspetto sulle cui dinamiche hanno aperto un varco con la sapiente leggerezza del cinema e della nar- rativa film come Sanremo, la grande sfida di Piero Vivarelli nel 1960 e da ultimo il romanzo Infinita notte di Alessandro Zaccuri nel 2009. In altre parole non abbiamo perseguito, anche metodologicamente attraverso in- terviste e ricerche sul campo, i racconti dei protagonisti. Piuttosto abbia- mo cercato di capire coloro che assistevano al Festival e ne ascoltavano le parole in musica. Attraverso le canzoni abbiamo ricercato gli italiani, ov- vero i destinatari di quei brevi spezzoni di arte o di narrazione, interlocu- tori privilegiati di coloro che li avevano creati. Il Festival di Sanremo ci può aiutare a comprenderci meglio, a cogliere le nostre costanti e discon- tinuità negli ultimi sessant’anni di trasformazioni epocali? È stato questo il nostro obiettivo. Ciò che a noi è importato maggiormente è restituire gli oggetti che hanno nutrito un evento divenuto rituale nei decenni di vita democratica del paese. Coscienti che il Festival non è che una delle mille voci del flusso cangevole della comunicazione, abbiamo ripercorso una storia contraddittoria che ha visto gli italiani, inizialmente chiamati ad assistere alla fondazione della nuova Canzone italiana, sempre più spinti, dai fatti, dai critici e dagli stessi protagonisti – organizzatori, pro- duttori, autori, cantanti – a non dover più pretendere troppo. Eppure sono stati essi a decretarne la tenuta e la riuscita, sia pure in un rapporto di amore-odio. Abbiamo voluto rendere palese il successo e l’insuccesso immediati di Sanremo, dando conto delle vendite dei dischi delle canzo- ni in gara attraverso le classifiche annuali tratte dal sito Hit Parade Italia. L’etnomusicologa e lo storico hanno competenze e punti di vista inevitabilmente diversi. Hanno potuto incontrarsi sulla base della co- mune consapevolezza che le finalità della musica sono primordiali, qua- si da essere fuori dal tempo. Vivono però in uomini storicamente con- tingenti che creativamente aggiornano a seconda delle situazioni com- portamenti riconducibili a gesti ancestrali: innamorarsi, relazionarsi con sé stessi e con gli altri, divertirsi, voler migliorare, sperare, disperarsi, 11 il festival di sanremo avere paura della morte ecc. È difficile con questi presupposti dividere il giusto dallo sbagliato, il bello dal brutto. Ci siamo quindi trovati con- cordi nel non esprimere giudizi estetici sulle canzoni, ma piuttosto de- scrivere il ruolo storico di alcune modalità di organizzazione dei suoni e dei personaggi che hanno loro dato voce.