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ALTRE

Srivista periodicaTORI a cura del museo Estorico in IN QUESTO trento, anno terzo, numero sette, dicembre 2001 NUMERO http://www.museostorico.tn.it

NEGLI ANNI SESSANTA TRA “ Archivio trentino MUSICA CINEMA E LETTERATURA ”

, n.2/2001, periodico semestrale reg. dal Tribunale di Trento il 20.2.1997, n. 944 Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - D L’archivio di al Museo storico di Quinto Antonelli

La musica racconta la storia. Un saggio di Stefano Pivato

Una canzone per il sindacato di Paolo Piffer

Appunti: gli anni Sessanta e il cineforum a Trento di Paolo Piffer

I musicarelli di Riccardo Pegoretti

istribuzione gratuita - Tax per Trento nel ’68 in “Lenz” di Peter Schneider ç ue 2 ALTRE STORIE

150.000 lettere ualche mese fa Gigliola comune (diari, memorie auto- dagli anni Sessanta s’insedia QCinquetti ha acconsentito a biografi che, epistolari), che in nella comunicazione sociale con per Gigliola. depositare il suo archivio presso tempi e in contingenze diverse un’infl uenza crescente: perché L’archivio dei il Museo storico in Trento. Ora ha lasciato di sé una traccia avvicina le incarnazioni del suc- fans è ora al è qui e contiene circa 150.000 scritta. Le lettere a Gigliola Cin- cesso e del potere nella imme- lettere scritte da ammiratrici quetti, costituiscono, da questo diatezza della loro immagine e Museo ed ammiratori in un arco di punto di vista, un’enorme e stra- incoraggia un dialogo “intimo” di Quinto Antonelli tempo che va dai primi anni ordinaria documentazione col- tra i divi e la gente comune. Sessanta fi no alla seconda metà lettiva di un tempo storico di Così scrivere una lettera a Mike degli anni Settanta. Provengono grandi e profondi mutamenti Bongiorno o a o a in buona parte dall’Italia, ma (economici, sociali, di costume), Gigliola Cinquetti signifi ca par- alcune decine di migliaia di di un fenomeno di massa, di tecipare, in qualche modo, a quel lettere e di cartoline giungono una pratica scrittoria spontanea successo, a quel potere, ridurre anche dall’estero, da ogni parte e diffusa. Perché, le lettere, si le distanze, assumere una visi- del mondo, come si dice (dal- situano dentro un genere che, in bilità altrimenti incerta. l’Europa orientale, come dal- un convegno di dieci anni fa, Ma quante altre informazioni l’Asia e dall’America Latina). chiamammo “lettere ai potenti”, offrono le lettere dei “fans”! Il deposito ha stupito non poco indirizzate “verso l’alto”, ovvero Già ad un primo casuale son- chi identifi ca il Museo solo scritte in una situazione asim- daggio operato sulle centocin- come il luogo della storia e delle metrica, di dislivello di ruoli quantamila lettere (un numero memorie tragiche del Nove- sociali. Proprio in quella occa- terrorizzante), abbiamo isolato cento: che posto, che senso ha sione prendemmo in considera- alcune caratteristiche proprie un archivio del genere dentro il zione accanto alle lettere alle della corrispondenza con la progetto scientifi co del Museo? istituzioni, ai capi carismatici, Cinquetti. Gli scriventi sem- é giusto spiegarlo. Le lettere ai notabili, ai benefattori anche brano provenire da un’estra- andranno a far parte dell’Ar- quelle indirizzate ai personaggi zione socio-culturale bassa e chivio della scrittura popolare, resi celebri dalla televisione, il da un’area di alfabetizzazione che già raccoglie testi di gente nuovo “media” che a partire imperfetta: sono giovani e gio- vanissimi (non sempre, non tutti e comunque l’età degli scriventi tende a crescere in relazione all’età della cantante). In assoluta prevalenza chiedono una fotografi a con l’autografo, ma attorno a questa richiesta si aggregano poi altre annotazioni, digressioni personali, storie di vita. Altri (giovani e meno gio- vani maschi) scrivono dal car- cere lettere di supplica e di defe- renza, chiedendo un aiuto in denaro. Altri ancora chiedono un incontro (“per conoscerci non credo che ci sia nulla di male”). Alcuni offrono testi per pos- sibili canzoni (“una canzone, esclusivamente scritta da me, e ho voluto donartela, io non esigo nulla”). Ecco un brevis- simo repertorio tematico. 3 ALTRE STORIE

La televisione L’italiano popolare degli anni Nel 1964 Gigliola Cinquetti sessanta vince con “Non ho l’età” il Le richieste di aiuto economico Festival di San Remo. é il vero evidenziano la lingua, teatro, inizio della sua notorietà. Quel- ancora negli anni Sessanta, di l’evento televisivo diventa anche un confl itto tra oralità e scrit- un luogo narrativo delle lettere tura, tra dialetto ed italiano, tra degli ammiratori. elementi colloquiali e formule A. O., 16 anni, da Cuneo (17. 2. burocratiche. 1964): “Quando l’ultima serata M. F., 54 anni, di Torino del festival, dopo un’ora e mezza (6.12.1967): “io cola mia fami- d’intervallo, è apparso sul video glia abitiamo da unano qui. Mike Bongiorno, ad annunciare siamo dipioro [?] donque che tu avevi vinto, mi sono sen- patica e vorrei conoscerti perché Veneto. siamo schapati aladispe- tita un nodo di commozione credo di essere un tipo come te. razione deli aluvioni e sisiamo chiudermi la gola, quasi che a Un tipo magari un po’ all’antica, [?] salvati la cosa piu cara la vincere fossi stata io. Quando ho ma che non indosserebbe mai Vita. eco Signorina cinqueti io visto te, così commossa e felice, una minigonna e non si innamo- glichiedo mile epiu mile squse in quel momento rerebbe mai di un capellone”. semio permeso da schriverli”. esserti vicina ed abbracciarti, tanta era la gioia che provavo “Mi risponda!” Autoritratti da un’Italia povera per il tuo successo”. Non tutte le lettere chiedono Qualche volta le scriventi rac- qualcosa, se non attenzione, contano esplicitamente di sé, si La fotografi a ascolto, conforto. Alcune scri- autorappresentano, aprono una Che succede alla fotografi a venti desiderano dalla Cinquetti fi nestra sulla propria condizione richiesta? Il rituale dell’esposi- un rapporto epistolare vero, sociale. zione rimanda ad una consuetu- intenso, amicale. A. D. E., 13 anni, di Caserta (17. dine antica. V. B., da Messina (5. 3. 1966): 10. 1966): “Sono una povera G. G., 15 anni, da Palermo “Quella di non rispondermi è contadinella di tredici anni”. (23. 4. 1972): “[...] la fotografi a stata la mia più grande delusione, L. R., dalla provincia di Roma che tu mi hai mandata io mi credevo che Lei mi avrebbe (17. 12. 1967): “La mia condi- sono comprata un porta fotogra- risposto, invece esito negativo; zione attuale non è molto favo- fi a d’argento e lo messa li e la e le confesso che mi è doloroso revole; le speranze nutrite sui faccio vedere a tutti e dicono pensare che non mi ha dato prodotti della campagna sono che sei simpatica veramente”. neanche ascolto; si è proprio scomparse a causa del cattivo doloroso”. tempo. “Sono la sua sosia” Cerco di rendermi utile in fami- Ragazzine che tendono ad iden- “Anch’io sognavo di diventare glia lavorando per soddisfare il tifi carsi con la cantante prefe- una grande cantante” fabbisogno necessario. rita. Ragazzine che sottolineano Dalle lettere traspaiono i desi- Purtroppo mi sono resa conto la somiglianza fi sica e si rassi- deri e i sogni dei ragazzini (delle che non ho la possibilità di curano sulla propria (modesta, ragazzine): cantare, andare in acquistare un vestitino da sera tradizionale) identità. televisione, essere lì nel mondo ed è per questo che mi rivolgo a M. G., 16 anni, da Messina (8. “dorato” di Gigliola. Ma potrà lei”. 2. 1966): “ [...] ti somiglio stra- mai Gigliola aiutarli? M. R. M., 16 anni, di Bergamo namente, tanto che sia a scuola R. S., 13 anni, di Caserta (8. 12. (16. 10. 1966): “[...] ti invidio che in strada mi chiamano tutti 1966): “Io ti ho scritto questa perché tutte le volte che vedo Gigliola [...], dalla tua sempli- lettera per dirti si mi vuoi aiu- tue fotografi e sui giornali o ti cità arguisco che siamo uguali tarmi ad a farmi venire con te vedo in televisione hai sempre anche spiritualmente”. dove stai tu, perché io vorrei un abito diverso mentre io devo M. G., da Novara (26. 10. 1966): scrivermi a farmi cantanta, e io sempre decidermi a sciegliere “Cara Gigliola mi sei molto sim- sono sicura che tu l’accetterai”. fra quei due che ho”. 4 ALTRE STORIE

La musica uello che sto scrivendo tuire il manifesto di una let- “Qè un saggio sull’uso tura in perfetta sintonia con racconta la pubblico della storia nella can- i canoni della storia sociale. storia. zone italiana. Più semplice- Preliminare, nel motivo di De mente, mi propongo di rac- Gregori, è la rivendicazione di Un saggio di contare in che modo la can- una storia che pone al centro Stefano Pivato zone italiana, a partire dagli della propria attenzione la vita anni Sessanta, ha divulgato dei diseredati, degli umili, degli la storia. L’idea mi è venuta ultimi, di quelli che, per ripren- rifl ettendo sui modi tradizio- dere un altro verso di una nali del comunicare storia: il famosa canzone dello stesso libro, il manuale, sono ormai cantautore, “viaggiano in terza entrati in crisi presso il pub- classe”. Pensiamo, ad esempio, blico giovanile. All’opposto, il emozioni e sensazioni, ma anche ad un’altra strofa. Quando De consumo musicale si è esteso, conoscenze e curiosità, quelle Gregori accenna “la storia siamo dilatato”. Stefano Pivato, docente canzoni trasmettono rispetto alla noi, siamo noi che scriviamo le di storia contemporanea all’Uni- storia italiana”. Quali sono i lettere”, sembra del resto antici- versità di Urbino, spiega così la fenomeni musicali che meglio pare quella che, a partire dall’ini- fatica che verrà pubblicata quest’ possono illustrare la storia ita- zio degli anni Ottanta, si è rive- anno per i tipi de “il Mulino”. liana degli ultimi 40 anni? “Da lato come uno dei fi loni più pro- Quali le caratteristiche che distin- una parte abbiamo autori che lifi ci della storia sociale, cioè la guono il saggio? “Il libro cer- hanno preparato il pubblico ad riscoperta del sentire della gente cherà di proporre in quali ter- una sensibilità del tutto nuova comune attraverso il recupero di mini ed entro quali limiti la can- nei confronti della storia. Penso, uno dei documenti più signifi ca- ad esempio, a Fabrizio De André. tivi della cultura popolare: le let- La sua attenzione al mondo tere e i diari. Una delle canzoni degli emarginati, degli esclusi, più espressive è poi “Ellis Island” ha introdotto nuove categorie dei Mau Mau dove viene rievo- nella canzone italiana. Nuove cata, nel dialetto delle Langhe, categorie che, a partire dagli una delle pagine più dramma- anni Settanta, si incrociano con tiche dei primi anni del secolo quelle della storia sociale. Dal- scorso. L’emigrazione in Ame- l’altra parte ci sono invece autori rica è pienamente raccontata e che hanno raccontato vere e proprie pagine di storia. Basti pensare ad un gruppo come zone italiana ha comunicato la i Modena City Ramblers ed storia contemporanea. Mi inte- alle loro rievocazioni di episodi ressa verifi care come la canzone signifi cativi della Resistenza. d’autore, ma anche quella di Ancora: si può citare Paolo largo consumo, hanno affrontato Conte, capace di rievocare, penso e trasmesso un senso comune a “La topolino amaranto”, certe storico al pubblico giovanile”. atmosfere del primo dopoguerra. La storia come è stata raccontata Si consideri inoltre quali frutti dalla canzone italica dagli anni su questo terreno ha offerto la Sessanta in poi? “Per fare qual- collaborazione tra Lucio Dalla e rappresentata in questo testo: che esempio, certe canzoni con- Roberto Roversi”. Se dovesse “Ellis Island cit isolòt a cancher tengono riferimenti brevi, altri scegliere una colonna sonora per ‘d Nueva York/limbo disperà dla più completi a date, avvenimenti la storia italiana quale sarebbe? nueva America/ tanti milion, tant e fatti della storia italiana. Si “Senza esitazione scelgo “La spernse/ speranse d’ambroché/ tratta di assemblare quei riferi- storia” di Francesco De Gregori, l’intrada per la piramida male- menti e cercare di capire quali una canzone che sembra costi- fi ca”. (pa.pi.) 5 ALTRE STORIE

Una canzone Sessanta non furono solo “Il periodo di maggiore scon- Ianni di dura lotta politica tro con il padronato fu alla per il e sindacale. O, perlomeno, fi ne degli anni Sessanta e agli sindacato. la protesta non passò solo inizi dei Settanta. Al processo per le piazze e nelle univer- di industrializzazione iniziato Intervista a sità. La musica rappresentò al termine degli anni Cin- Giuseppe la colonna sonora di quel quanta e proseguito nei Ses- Mattei periodo e, se negli ambienti santa seguì un periodo carat- giovanili era tutt’uno con terizzato da forti licenzia- di Paolo Piffer la contestazione, in alcune menti. La forma di lotta decisa sedi sindacali rappresentò un era spesso quella dell’oc- momento di socializzazione, cupazione delle fabbriche. di avvicinamento tra il mondo In quei momenti, in quelle del lavoro e i giovani. A lunghe giornate, la musica Trento, la sede dei metalmec- della musica di quegli anni ma non poteva certo mancare, era canici della Cisl di via Verdi anche dei gusti, delle aspettative, un momento di pausa, di svago, non era solo il luogo delle deci- delle speranze : I Giganti, Luigi di socializzazione, tra una riu- sioni da prendere, delle forme Tenco, Beach Boys, Nomadi, nione e l’altra, in mezzo alle di lotta da portare nelle fabbri- Rokes, Mamas & Papas. “Non trattative”, ricorda Mattei. Ora, che. Il sabato e la domenica, era ovviamente solo mettendo su sul piatto, c’è Don Backy con un po’ di musica in sede che “Poesia” poco prima erano pas- si cercava di riunire quanti più sati i Camaleonti con “L’ora giovani operai possibile”, con- dell’amore”. E che dire di “Pic- tinua Mattei. “Si organizzava cola” dei Nuovi Angeli, di “Dio anche qualche concerto dal , è morto” dei Nomadi e della di solito al Pedavena il sabato “Coppia più bella del mondo” pomeriggio. Arrivavano alcuni di Celentano. gruppi locali, ricordo i Luremal, La copertina disegna la faccia ad esempio. Stampavamo anche del molleggiato e, all’altezza un giornalino: “Giovani lavora- del colletto, ben visibile c’è tori”. E poi la musica faceva parte il timbro dell’Unione sindacale a pieno titolo dei cortei”. Dal provinciale di Trento. “Il con- dopo le riunioni, si accendeva pacco spunta fuori un 45 senza nubio tra musica e impegno in il giradischi e il 45 giri comin- copertina. Di giri deve averne chiave aggregativa, o perlomeno ciava a ruotare. “Era un ten- fatti molti. Ben stampigliata, in questo tentativo, andò avanti tativo di avvicinare i nuovi mezzo, la scritta F.I.M.-C.I.S.L. per quattro o cinque anni, dalla lavoratori, gli operai più gio- Sul lato A “Lo sciopero”, su metà dei Sessanta in poi”, conti- vani, al sindacato. Un modo quello B “l’Inno dei lavoratori”. nua Mattei. “D’altronde, questo per socializzare e fare un po’ atteggiamento faceva parte di attività ricreativa”, dice del Dna di un sindacato come Giuseppe Mattei, leader sto- quello dei metalmeccanici rico della Fim Cisl trentina. della Cisl improntato da un Quei vecchi 45 giri su vinile, forte indirizzo socio-culturale Mattei li ha ancora. Hanno oltre che di lotta, da una sete copertine sdrucite dai colori di giustizia sociale, di parte- vivaci e, una volta messi cipazione, di salvaguardia dei sul piatto di un giradischi diritti e della dignità dei lavo- incorporato in uno splendido ratori che trovava le sue radici mobiletto radio anni Sessanta, nelle forme più genuine del gracchiano maledettamente. cattolicesimo sociale, da don Basta mettere in fi la quelle Milani a don Primo Mazzo- copertine e si ha la fotografi a lari”. 6 ALTRE STORIE

I musicarelli uando negli anni Sessanta 1964 e “Dio come ti amo!”, del montati nella villa al mare di Qnel resto del mondo occi- 1966). Goffredo Lombardo che volen- di Riccardo Pegoretti dentale il cinema tentava nuove La Titanus (storica casa di produ- tieri prestava i suoi spazi pri- strade e molti registi, legati zione-distribuzione di proprietà vati per diminuire il costo pro- da comuni intenti più o meno della napoletana famiglia Lom- duzione: il che giustifi ca anche rivoluzionari si costituivano in bardo), rappresentata allora dal il senso di deja-vu che la vi- gruppi destinati a segnare la direttore di produzione Carbone, sione di questi fi lm ogni tanto storia della settima arte (la fece la parte del leone ed al suscita: dove ho già visto que- Nouvelle Vague in Francia, la prolifi co regista Ettore M. Fiz- sta casa, questo panorama, quel Nova Vlna in Cecoslovacchia, zarotti venne data carta bianca lampadario, quella sedia? Nel il New American Cinema nella purché riuscisse a terminare i fi lm precedente, naturalmente). East Coast statunitense, il Free fi lm in meno di quattro setti- Soggetti e trame erano di una Cinema in Inghilterra, il Novo mane usando al massimo venti- semplicità disarmante, a metà Cinema in Brasile…), in Italia, mila metri di pellicola (per Harry tra la sceneggiata napoletana al di là dei fi lm d’autore (Fellini, Potter ne hanno usati quasi un (c’era sempre un “fetentone” Antonioni, Pasolini, Visconti, milione). Fizzarotti diresse una che seminava zizzania tra i due Petri, Rosi, Germi), il cinema quindicina di questi fi lm ed ebbe innamorati) ed un tentativo ver- partoriva - assieme alla dimen- pure l’onore di girare il primo gognosamente sbrigativo d’ana- ticabile accoppiata Franchi- musicarello a colori - “Chimera”, lisi sociologica del disagio gio- Ingrassia - western all’italiana, con Morandi e Laura Efrikian vanile. Siamo negli anni Ses- fi lm mitologici e musicarelli. La -. Il che signifi cava che il ge- santa, ed anche i produttori de- critica avrebbe successivamente nere rendeva e che la produzione vono fare i conti con protesta rivalutato - giustamente - Sergio poteva investire qualcosa in più e contestazione. Può sembrare Leone e i suoi western, risco- usando il più costoso technicolor impossibile, ma i versi “fi nché perto qualche buon mitologico (d’altronde - per il resto - si ri- vedrai sventolar bandiera gialla diretto da Tessari o da Cottafavi; sparmiava pure con i set, spesso / tu saprai che qui si balla / che non avrebbe mai - chissà che la gioventù è bella….”, cantati non sia giunta l’ora - riparlato da Gianni Pettenati nel fi lm positivamente dei cosiddetti del ’67 di Mariano Laurenti musicarelli. In quegli anni, “I ragazzi di bandiera gialla”, dalla metà dei Sessanta fi no volevano tentare un approc- agli inizi dei Settanta, furono cio di “sinistra” alle tematiche prodotti almeno una cinquan- giovanili, dimenticando peral- tina di fi lm interpretati dai tro che in marina la bandiera cantanti allora in voga: tutti gialla viene usata per notifi - - ma proprio tutti - i cantanti care che a bordo c’è una grave che entravano nelle hit-para- epidemia. Tutto poi fi niva a des, parteciparono a questi “tarallucci e vino”, con matri- fi lm: da (che monio fi nale in chiesa e pro- nel fi lm “La ragazza del prete” babile costituzione di famiglia interpretava addirittura due tradizionale con prole nume- gemelli, uno prete composi- rosa. C’è da dire che i budget tore e l’altro cantante in cerca ridotti all’osso, le sceneggia- di successo) a Lucio Dalla, da ture scritte all’impronta, l’as- , alla Pavone, soluta incapacità interpretativa da Ricky Shayne a Dino, da dei cantanti (a parte - forse - Al Bano e a la Pavone e la Cinquetti, che, fi no a, natural- successivamente, venne scrit- mente, Gigliola Cinquetti (di turata dalla RAI), non contri- cui ricordiamo “Il professor buivano alla realizzazione di Matusa e i suoi hippies” e capolavori. Prendiamo un mu- “Canzoni bulli e pupe”, del sicarello a caso: “Il ragazzo 7 ALTRE STORIE

lent night” in anglo-pugliese di (Gino Bramieri, Lino Toffolo, fronte ad improbabili minatori Mondaini e Vianello), al centro di colore reclutati chissà dove. (le prime apparizioni di Monte- Una catastrofe che fa ripensare sano, Bice Valori e Panelli) ed ai fi lm diretti da Raffaello Ma- al sud (Nino Taranto, Dolores tarazzo con Amedeo Nazzari ed Palumbo, Banfi e anche Totò). Il Yvonne Sanson come ad auten- mix al box offi ce si rivelò vin- tici capolavori (ed in parte lo cente e Nino Taranto ricordava: erano). E’ proprio rispetto al- “Con Gianni Morandi ho fatto l’antica triade Nazzari-Sanson- “In ginocchio da te” (o era “Se Matarazzo (“Catene,” “I fi gli di non avessi più te”? Mah!) e nessuno”, “Angelo bianco”) e, quel fi lm ha incassato oltre il più generalmente, al cinema po- miliardo, e mica so’ brusco- polare degli anni Cinquanta, che lini!”. si nota la maggiore approssima- Di certo nel ’64/’65 i musi- zione in sceneggiatura e sceno- carelli avevano tre, anche quat- grafi a e l’assoluta diminuzione tro milioni di spettatori ad un nella qualità recitativa degli at- prezzo medio del biglietto di tori. Non a caso Bobby Solo sul circa 250 lire contro un costo set di “Una lacrima sul viso”, di- di produzione di appena 60-80 retto da Fizzarotti nel ’64, one- milioni: la gallina dalle uova stamente ripeteva: “Quando re- d’oro, insomma. cito me sento come en carciofo” Per chi volesse rivedere i musi- e Caterina Caselli, nonostante carelli adesso c’è un fi lm inti- fosse stata costretta a seguire nu- tolato “Un sorriso, uno schiaffo, merosi corsi di dizione, non solo un bacio in bocca”, diretto dal non abbandonò mai il fortissimo press-agent Enrico Lucherini nel accento di Sassuolo ma, se pos- 1975: tra un fi lm e l’altro della sibile, lo accentuò in fi lm come Titanus possiamo (ri)vedere le “Perdono” e “Nessuno mi può scaramucce tra Al Bano e che sorride”, diretto nel 1968 giudicare”. Romina Power e i baci tra Gianni da Aldo Grimaldi, con Al Bano A riempire gli spazi tra un brano Morandi e Laura Efrikian che, e Rocky Roberts. Il cantante di musicale e l’altro, battute e sce- ripensandoci, hanno ormai da Cellino San Marco parte e va nette interpretate da veri attori tempo divorziato, non al cinema, in Kenia a fare l’ingegnere mi- scelti per poter piacere al nord ma per davvero, nella vita. nerario perché si crede tradito dalla fi danzata (che in realtà fre- quenta segretamente un gineco- logo, ma soltanto per fare una cura contro la sterilità e poter dare quindi dei fi gli all’amato Al Bano). Ecco: il Kenia è presu- mibilmente ricostruito in Cio- ciaria - non una pianta tropicale, non un animale feroce, il sole non c’è quasi mai e spesso pio- viggina - Rocky Roberts canta in fondo ad un pozzo “Con tutte le ragazze sono tremendo” sca- vando minerale senza togliersi mai gli occhiali da sole mentre Al Bano contrappunta con “Si- 8 ALTRE STORIE

Appunti: gli nche le iniziative cinema- iscrissi a sociologia diventando Atografi che aiutano a defi - assistente della Gioventù stu- anni Sessanta nire la storia di una città, con la dentesca, che gestiva il cine- e il cineforum sua voglia di cultura e le curio- forum del sabato. Di lì a sità per i fenomeni che ven- poco, anche in seguito ad un a Trento gono dall’esterno. Ecco perché momento di crisi della Fuci, di Paolo Piffer indagare, attraverso i ricordi mi verrà affi data sia l’attività personali dei protagonisti, l’at- del cineforum del mercoledì tività della vivace cerchia del che quella del sabato”. E’ la cineforum degli anni Sessanta fi ne dei Sessanta, anni di con- a Trento può concorrere a trat- testazione; anche l’attività del teggiare, seppur non in maniera Cineforum Trento non poteva esaustiva, i cambiamenti di una non risentirne. “Nel 1968, o città. Una realtà che, proprio in l’anno seguente, ci fu un con- quegli anni, con la nascita del- fl itto piuttosto pesante tra il l’Istituto superiore di scienze cineforum e la diocesi”, ricorda sociali poi diventato facoltà Rauzi. “Fummo chiamati dal di sociologia, fu al centro di responsabile diocesano del- importanti fenomeni di trasfor- l’epoca il quale ci disse che la mazione della vita sociale e programmazione non andava culturale, di rottura e di scontro da Ulisse Marzatico, il libraio, bene. Avevamo previsto, tra con i modelli preesistenti. Così, a Giancarlo Sevignani, poi pre- l’altro, “Rocco e i suoi fratelli” pure alcuni appunti, schizzi di side del Liceo Galilei, dal pro- di Visconti, “La dolce vita” di passato, possono far percepire fessor Riccardo Gasperi al dottor Fellini e “Viridiana” di Bunuel, questi sussulti. E’ agli inizi Lucio Coretti. Dopo il fi lm c’era fi lm che avevano suscitato un degli anni Sessanta che lo storico il dibattito al quale partecipava vivace dibattito, un vivo inte- cinema Dolomiti di via Borsieri un pubblico ampio, non sele- resse. I temi di fondo proposti - già nel decennio precedente zionato per categorie, anzi. Si andavano bene, ci disse, ma quei gestito dalla Fuci, l’organizza- discuteva dei fi lm appena visti, fi lm non si potevano proiettare zione che riunisce gli universi- di Fellini e Bergman, di Anto- al Dolomiti, sala cattolica per tari cattolici - trova in Darko nioni ma anche della produ- eccellenza. Ci fu un braccio di Bratina, Rosario Casetti e Fran- zione francese, americana e di ferro. Ribattemmo al responsa- cesco Lorenzoni, anch’essi gio- quel che restava del neoreali- bile diocesano di trovarli lui altri vani studenti universitari, un trio smo”. “Nel 1963 ero cappellano fi lm analoghi. Ovviamente non che porterà avanti la program- in S. Pietro e gestivo il cinema li trovò e noi non mollammo. mazione per circa cinque anni, dell’oratorio”, dice Piergiorgio Ci trasferimmo, per un periodo, il mercoledì sera. L’area di rife- Rauzi, allora giovane sacerdote al cinema S. Pietro, ospiti di rimento rimane sempre quella prima di abbandonare l’abito don Dante Clauser proiettando della Fuci. Il cineforum stu- talare, ora sociologo e docente Visconti, Fellini, Bunuel.˜ In quel dentesco, il sabato sera, verrà universitario nonché responsa- cinema ci siamo rimasti per un invece curato da Gs, altra bran- bile del cineforum Trento ospi- paio d’anni senza censure, con chia del variegato mondo catto- tato al cinema Astra. “Proprio molta più libertà. Poi, negli anni lico, in una città cattolica fi no allora ho conosciuto i giovani Settanta, siamo ritornati al Dolo- al midollo. “Avevamo formato universitari cattolici della Fuci miti, i tempi erano cambiati, un’associazione culturale com- che gestivano il cineforum del gli spazi di manovra maggiori, posta da giovani di varia prove- Dolomiti. La mia passione per il anche se una certa contrattazione nienza culturale, non solo catto- cinema, che avevo coltivato già con la Curia rimaneva”. Un’atti- lica. Anche il pubblico era il più a Mattarello, era conosciuta. In vità che proseguirà fi no a circa la vario possibile”, ricorda Fran- defi nitiva, mi coinvolsero nelle metà degli anni Ottanta quando cesco Lorenzoni. “Non c’erano loro attività. In seguito a questi il Dolomiti chiuderà i battenti e il solo studenti ma anche esponenti rapporti, nel 1966, con il placet Cineforum si trasferirà all’Astra del mondo culturale cittadino, dell’allora vescovo Gottardi, mi di corso Buonarroti. 9 ALTRE STORIE

In piena notte o scrittore tedesco Peter Schneider è nato a Lubecca nel 1940. Il suo primo racconto, “Lenz”, è del L1973 ed ottenne un notevole successo. Il libro, pubblicato in Italia da Feltrinelli e attualmente pres- arrivarono a soché introvabile, rifl ette l’esperienza di Schneider nella sinistra extraparlamentare. A Trento, Schneider Trento. arrivò in seguito all’istituzione della Facoltà di sociologia e alla sua occupazione alla fi ne degli anni Da “Lenz”, Sessanta. In “Lenz” vi sono alcune pagine sulla città in quel periodo. Altri lavori di Schneider sono “... e già sei un nemico della Costituzione”, “La scommessa” e “Il saltatore del muro” sulla Berlino divisa. racconto di Peter Schneider In piena notte arrivarono a in piccoli appezzamenti. Rac- clamato uno sciopero generale Trento.” Prima di addormentarsi, contarono di una dimostrazione, di ventiquattr’ore, rimasto senza Lenz ripercorse, nel dormive- nella quale i contadini avevano esito. Ad un secondo sciopero glia, tutto il viaggio compiuto. protestato, con i loro striscioni, spontaneo, l’imprenditore aveva Il giorno dopo, fatta conoscenza contro gli alti margini di guada- risposto con la serrata. Gli operai con gli amici di Paolo, salirono, gno dei mediatori. si erano raccolti, con le donne con la funivia, di cinquecento Poi, più oltre verso est, una e i bambini, per le strade, e metri sopra la città. Vaste plaghe valle, quasi del tutto schermata per prima cosa avevano rove- montane, che da grande altezza da una catena di alture. Lenz non sciato dal basamento la statua si raccoglievano in una valle vedeva che punti, scheletri di di bronzo, che l’imprenditore stretta e lunga, un fi ume l’at- capanne disseminate sulle col- aveva fatto rizzare nel centro traversava, e dietro altre grandi line, legate una all’altra da stretti della cittadina. Erano entrati a masse rocciose che si dilatavano sentieri tortuosi. Seppe che un forza nei suoi magazzini por- verso il basso. Non un rumore, anno prima la valle si era trasfor- tandone fuori le merci. Avevano non un movimento, tutto era mata in una polveriera, e tutto bruciato i suoi tassì e occupato calmo e fermo nella luce, quel l’ambiente ne era stato scosso. la sua fabbrica. I contadini li silenzio non dava a Lenz la La valle, da quasi cent’anni, avevano sostenuti con i viveri minima angoscia. Sotto, la città; era dominata da una famiglia, fi nché non erano state esaudite su qualche fi nestra e qualche nel cui opifi cio più grande, una le esigenze principali delle tetto c’era un lampeggìo chiaro fabbrica tessile, erano occupati famiglie operaie. La valle si e brillante, così che si doveva circa cinquemila operai. Una chiama Valdagno, che signifi ca guardarli, altri se ne restavano mattina, che i manifesti avevano Valle dell’Agno, o dell’agnello. ottusi e asciutti, le auto si muo- comunicato i nuovi compensi “L’agnello si è fatto leone,” vevano lente e regolari, tirate di cottimo, l’odio soffocato da scrissero i lavoratori sui muri da fi li invisibili. Paolo e i suoi anni e decenni della popolazione della fabbrica tessile. Questo amici indicavano gli edifi ci che contro il suo signore feudale era slogan riapparve centinaia di dominavano la città, le chiese, esploso. I sindacati avevano pro- volte sui muri delle fabbriche di il comando di polizia, il muni- tutta Italia. cipio, i magazzini, due fabbri- Tutto questo piacque a Lenz. che sul margine urbano, e i bassi Stava a sentire teso, chiedeva casermoni d’abitazione. molte cose che non aveva capito. Mostrarono il percorso dell’ul- Il paesaggio immobile sotto di tima dimostrazione, dai ghetti lui si animava delle immagini residenziali, attraverso il centro delle lotte di cui aveva appena della città, fi no davanti al muni- udito parlare. Stando lassù e cipio. Poi la piazza, ora vuota, guardando in basso, le lotte che sulla quale si erano raccolti otto- recava sulla ribalta della sua mila operai e studenti, le vie anima gli apparvero irrilevanti donde la polizia era avanzata su e ridicole. Sentì la sua atten- di loro, i punti ove erano state zione mutare verso, sentì i suoi alzate le barricate. Guidarono lo occhi smettere di guardare verso sguardo di B. e di Lenz fi no l’interno. Non volle più restare ai pendii fuori della città, sui lassù, volle scendere, tornare ad quali i contadini, senza l’ aiuto essere uno di quei molti punti di mezzi tecnici, producevano che laggiù si muovevano”. 10 ALTRE STORIE

AGENDA Editoria A Scuola! A Scuola! Book Shop Il n. 2/2001 di ÇArchivio trentinoÈ, proposto anche Il nuovo servizio di acqui- come monografi a dal titolo ÇA scuola! A scuola!È, è sto on-line delle pubblica- dedicato alla storia dell’istruzione dell’obbligo nei secoli zioni del Museo storico in XVIII-XX nell’area dell’attuale Trentino-Alto Adige. La Trento è attivo al seguente raccolta di saggi, curata da Quinto Antonelli, prende in indirizzo internet: considerazione alcuni dei passaggi più importanti della storia scolastica trentina e tirolese, prima, regionale poi. www.museostorico.tn.it/editoria_ricerca/bookshop

Appuntamenti e E…state con la storia e qualifi cati studiosi, si è proposto come momento di presentazioni Si è svolta il 21 settembre 2001, studio e di rifl essione sui diffi cili anni dell’Alpenvor- al Parco della Predara, la prima land e del Trentino provincia del Reich. La pubblica- edizione della manifestazione zione degli atti è prevista nel corso del 2002. “E…state con la storia”. Prota- gonisti dell’avvenimento sono Le opzioni stati i giochi, la musica e la Leopold Steurer e Mauro Scroccaro sono stati i prota- danza; giochi dimenticati per gonisti il 23 novembre 2001 di una serata dedicata al incuriosire i bambini in colla- tema delle opzioni. In collaborazione con la Michael borazione con l’Accademia del gioco dimenticato e Gasmair-Gesellschaft e l’associazione Storia e regione/ danze e musiche di società dell’Ottocento proposte Geschichte und Region, è stato, infatti, presentato, dalla Società di danza diretta da Fabio Mòllica e dal alla presenza di un folto ed interessato pubblico, il quintetto di fi ati J. Williams, entrambi di Modena. volume, Dall’aquila bicipite alla croce uncinata: l’Ita- lia e le opzioni nelle nuove province Trentino, Sudti- Ribelli di confi ne rolo, Val Canale (1919-1939) di Mauro Scroccaro edito Il 28 e 29 settembre scorsi a Borgo Valsugana, in col- dal Museo storico in Trento nel corso del 2000. La pre- laborazione con il Comune, si è svolto il convegno sentazione è stata preceduta dalla proiezione di alcuni ÇRibelli di confi ne: la Resistenza in TrentinoÈ. L’in- fi lmati storici curata dal settore Cinema e storia del contro, che ha registrato la partecipazione di numerosi Museo storico in Trento.

Laboratorio didattico Corso d’aggiornamento 28 marzo - Luigi Dappiano: A novembre e dicembre, con le prime due conferenze di Filosofi in trincea Giuseppe Ferrandi e Luciano Happacher, ha preso l’avvio 11 aprile - Alessandro Fontanari: il corso di aggiornamento “L’avvento del moderno. Carlo Emilio Gadda La Grande Guerra tra storia e letteratura” che si conclu- 2 maggio - Quinto Antonelli: La scrittura popolare derà il prossimo maggio 2002. Ecco il calendario dei prossimi incontri: 16 maggio - Gianluigi Bozza: Il cinema e la Grande Guerra 17 gennaio - Massimo Libardi: L’esperienza della guerra Tutti gli incontri si terranno alle 17.30 a Trento, 31 gennaio - Bruna Bianchi: presso la Sala Aurora di Palazzo Trentini, via Manci, 27. La paura 14 febbraio - Chistoph von Hartungen: La “Tiroler Soldaten Zeitung”, i giornali di trincea e la propaganda di guerra Bilancio di un anno 28 febbraio - Fabrizio Cambi: Il 2001 è stato un anno di ulteriore crescita per il labora- Gli scrittori tedeschi e la guerra torio didattico del Museo storico in Trento: hanno, infatti, 14 marzo - Manuela Alessio: partecipato alle diverse attività didattiche organizzate per Ernst Jünger tra guerra e pace le scuole elementari, medie e superiori 5.329 studenti.

Progetti di ricerche Ginnasti di frontiera Alla ricerca delle menti perdute e mostre Si è conclusa il 16 dicembre 2001 la mostra ÇGinnasti Il 30 novembre scorso, in collaborazione con la Facoltà di frontiera: le associazioni sportive in Trentino di sociologia dell’Università degli studi di Trento, si è 1871-1914È. A margine dell’evento espositivo è stata svolto presso il Museo storico un seminario dal titolo anche proposta, l’11 dicembre, l’esecuzione musicale ÇAlla ricerca delle menti perdute: progetti e realizza- di alcuni inni di società sportive trentine con la par- zioni per il riuso degli ex o.p. nei territori italiani appar- tecipazione di Stefano Bertagnolli al pianoforte, Anna tenuti all’Impero asburgicoÈ. Il seminario, che s’inseri- Lutterotti, soprano, e il gruppo mandolinistico ÇCom- sce in un più ampio progetto di storia della psichiatria, si pagnia del fi l de ferÈ di Meano. Presso le librerie e il è concluso con una tavola rotonda sul tema “Storie d’in- Museo è disponibile il catalogo della mostra a cura di ternamento psichiatrico e di deportazione nel Veneto Quinto Antonelli. 1943-1945”, presieduta da Gustavo Corni. 11 ALTRE STORIE

Il gioco del on il 2002 sbarca a Trento locali dove era ospitata la Gal- sta una o più cartelle. Queste Cil gioco del Bingo. La noti- leria civica prima del trasferi- sono di cartone e riportano tre Bingo zia, anticipata dai mezzi d’infor- mento in via Belenzani. Insi- righe da cinque numeri ciascuna. a Trento mazione locali nei mesi scorsi, stere su questo terzo punto è Novanta i numeri come nella ha suscitato interesse ed una d’obbligo: tra Museo storico, tombola, ma a differenza di que- certa attesa, ma anche qualche che ha sede in Piazza Torre st’ultima non si premiano ambi, velato sospetto frutto di un mix d’Augusto e ha gli spazi espo- terne e quaterne, ma solo cin- autarchico (perché importare il sitivi presso le ex-Marangone- quine e quando si riescono a Bingo, quando abbiamo l’ita- rie del Castello, e la società che cancellare tutti i numeri. A quel lianissima Tombola?) e mora- gestisce la sala Bingo si stanno punto è il grido inconfondibile listico (si tratta di un Casinò defi nendo accordi per proporre del vincitore che caratterizza mascherato? Quale effetto pro- un’offerta che coniughi cultura l’atmosfera del gioco: “ Bingo!”. durrà sul costume dei trentini?). e svago, fruibilità dei servizi Un grido che sostituisce “tom- Le risposte si potranno dare museali e possibilità di giocare. bola!”, al quale segue immedia- solo a posteriori, quando la sala Un elemento in più, al di là delle tamente, una volta controllata gioco sarà in funzione e si valutazioni commerciali ed eco- la cartella, la consegna in Euro potrà registrarne il successo. Per nomiche, che va ad arricchire della vincita. ora accontentiamoci di qualche una già qualifi cata gamma di Con il Bingo abbiamo avuto elemento in più, guardando al proposte rivolte al turista e al modo di familiarizzare già da retroterra di questo gioco e alle cittadino. alcuni anni. Ci è stato proposto opportunità che stanno dietro il C’è poi una storia del Bingo che da alcuni quotidiani e la televi- Bingo trentino. affonda nella notte dei tempi sione ha provveduto ad evocare Innanzitutto non si tratta della e che richiama l’antica tradi- il clima che si respira nelle sale prima sala gioco aperta sul zione della Tombola e del Lotto, di gioco con una geniale pub- territorio nazionale, bensì di nei confronti della quale il blicità. Ma al Bingo si può arri- una prima, e per ora unica, Bingo rappresenta una variante vare direttamente dalla tombola del Trentino, frutto di una rego- moderna ed aggiornata. Del e dal lotto, che hanno una storia lare concessione governativa. In Bingo esiste una versione statu- lunga e affascinante: dalla tradi- secondo luogo l’aspetto econo- nitense, per così dire, classica zione cabalistica ai personaggi mico: si tratta di un’azienda che che risale agli anni Ottanta del di Totò, dalla Firenze del 1530 a pieno regime garantirà, oltre XIX secolo: un gioco di estra- alla “tombola di famiglia” rac- alla sala Bingo, i servizi bar zione che poi si è diffuso in contata da Vasco Pratolini in e ristorazione e l’apertura di Europa, in particolare in Inghil- “Cronache di poveri amanti”. nuovi spazi espositivi, signifi ca- terra (dove viene chiamato hou- Le regole sono parzialmente tive opportunità occupazionali. sey-housey) e in Spagna. In mutate, il contesto e il mondo Terzo aspetto, non da trascurare Italia si potrà giocare in più di degli affari in modo profondo per chi si interessa dei fl ussi 400 sale e dalle notizie che giun- e sconvolgente. L’unica a rima- di visitatori e della fruibilità gono dalle prime già aperte, ad nere immutata è forse l’incorreg- dei nostri beni culturali, storici esempio quella di Treviso, l’af- gibile passione per il gioco, che ed architettonici, la sala Bingo fl uenza di giocatori risulta stra- accomuna gli antichi romani, le trova ospitalità in un luogo della ordinaria. Il Bingo si potrebbe fumose sale gioco d’Inghilterra città importante, precisamente defi nire come una tombola pub- e i raffi nati Casinò, passando in Piazza Mostra (di fronte al blica caratterizzata da un ritmo per il 47 (o per il 48) “morto che Castello del Buonconsiglio) nei forsennato. Il giocatore acqui- parla”.

Via Bernardo Clesio, 3 ALTRESTORIE - Periodico di informazione Museo storico in Trento onlus 38100 TRENTO Comitato di redazione: Giuseppe Ferrandi, Paolo Piffer, http://www.museostorico.tn.it; Tel. 0461 230482 Rodolfo Taiani, Patrizia Marchesoni. Hanno collaborato: Quinto Antonelli, Giuseppe Mattei, e-mail: [email protected] fax 0461 237418 Riccardo Pegoretti, Stefano Pivato Per ricevere la rivista o gli arretrati, fi no ad esaurimento, inoltrare richiesta al Museo storico in Trento. In copertina: Gigliola Cinquetti 12 ALTRE STORIE ILIL BINGOBINGO AA TRENTOTRENTO

IMMINENTEIMMINENTE APERTURAAPERTURA DELLADELLA SALASALA BINGOBINGO CONCON SERVIZIOSERVIZIO RISTORAZIONERISTORAZIONE ININ P.ZZAP.ZZA MOSTRAMOSTRA CONCON INGRESSOINGRESSO DADA VIAVIA DELDEL SUFFRAGIOSUFFRAGIO