Speciale Autosvezzamento” Di Uppa
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SPECIALE AUTOSVEZZAMENTO UN PEDIATRA PER AMICO BIMESTRALE PER I GENITORI SCRITTO DAI PEDIATRI SHUTTERSTOCK.COM/MARKO POPLASEN SHUTTERSTOCK.COM/MARKO UPPA, Un Pediatra Per Amico, è un bimestrale per i genitori scritto da pediatri e altri specialisti dell'infanzia. Gli ingredienti sono: indipendenza, competenza e tanta passione! Non si trova in edicola ma si può ricevere in abbonamento. PUOI ABBONARTI A UPPA DALLA NOSTRA EDICOLA DIGITALE A 24,00 € L'ANNO VAI SU EDICOLA.UPPA.IT Speciale Autosvezzamento l bambino alla nascita ha bisogno di latte. stabilita questa scadenza? La Natura, l’Evolu- Dopo i sei mesi di vita il piccolo comincia zione? No di certo! Perché se così fosse, que- I a guardare anche i nostri cibi, i piatti dove sta scadenza sarebbe da sempre uguale per mangiamo e segue con lo sguardo gli alimen- tutti, un po’ come l’inizio della deambulazio- ti che portiamo alla bocca. Si dice allora che è ne (intorno a un anno) valido per gli esquime- arrivato il momento dello “svezzamento”, o si come per gli aborigeni australiani, per gli meglio di aggiungere al latte altre pietanze. antichi romani come per i moderni americani. Ma questa fase come si chiama? Svezzamen- Invece, la data in cui si comincia a smettere di to, “divezzamento”, oppure come? Parole che succhiare cambia da un Paese all’altro e da un si usano da sempre, ma di cui pochi sanno il momento storico all’altro (vi ricordate i bam- vero signifcato. bini che mangiavano le pappe a due mesi, non A noi di UPPA sembra che “svezzamento” e molti anni fa, qui da noi, in Italia?). “divezzamento” siano parole da dimenticare. Non c’è scampo, questo cambiamento deve Vi sembrerà strano ma è così: svezzare e essere un fatto spontaneo, che avviene a pre- divezzare derivano da “vezzo”, che vuol dire scindere dai pediatri, nel momento in cui cia- “vizio”, e quindi svezzare prende il signifca- scun bambino sceglie di allargare la sua sfera to di “levare un vizio”, che poi sarebbe quel- di interessi oltre il semplice succhiare; anche lo di succhiare. se, per un po’, continuerà a succhiare con pia- Siamo sicuri che per un bambino di pochi mesi cere, un piacere che, una volta tanto, non pos- succhiare sia un “vizio”, cioè un’abitudi- siamo proprio chiamare vizio. ne riprovevole e dannosa? Se un neonato non Allora cancelliamo la parola “svezzamento” succhiasse morirebbe in pochi giorni d’inedia: e parliamo di “alimentazione complementa- allora per il neonato succhiare è una necessità, re a richiesta”, cioè d’introduzione di alimenti forse addirittura una virtù. solidi, quando il latte non basta più. Poi però, inspiegabilmente, diventa un vizio. Certo il termine non è molto semplice, ma Quando esattamente? C’è forse una data stabi- questo speciale diventerà invece lo strumen- lita, una specie di scadenza che, quando arri- to pratico per capire e risolvere i tanti dubbi va, trasforma una virtù in un vizio? E chi l’ha sull’argomento. ABBONARSI È FACILISSIMO VAI SUL SITO EDICOLA.UPPA.IT SPECIALE Naturale è buono (oltre che bello) Intolleranze, inappetenza, rifuto del cibo, obesità, sono tutti sintomi contemporanei, che non hanno nulla a che vedere con il naturale comportamento umano. Le tappe per arrivare ad una alimentazione completa DI LUCIO PIERMARINI, PEDIATRA on ci sono dubbi sul fatto che all’elevato consumo di grassi animali, L’ultima di queste preoccupazio- la qualità dell’alimentazione per non parlare delle malattie da man- ni ingiustificate è stata quella di far N sia uno dei fattori determi- canza di vitamine, oggi scomparse, ma diventare allergici i bambini dan- nanti della salute. Da una parte è sin fino all’altro ieri diffusissime anche da do loro precocemente alimenti soli- troppo evidente che l’elevata mortali- noi. Allo stesso modo è indubbio che di o comunque inusuali (uovo, pomo- tà infantile nei Paesi poveri (20 volte l’“epidemia” di obesità che colpisce i doro, latte): un’ipotesi che si è rivelata superiore a quella dei Paesi dell’occi- nostri bambini, ragazzi e adolescenti falsa perché la sensibilizzazione agli dente) sia dovuta alla scadente quali- sia legata all’eccesso di cibo. alimenti avviene prima della nascita tà, oltre che alla insufficiente quantità e la loro somministrazione dopo aiu- dell’alimentazione. SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE ta invece a diventare “tolleranti” nei Allo stesso motivo era dovuta l’eleva- IN CONTINUA EVOLUZIONE riguardi degli alimenti stessi. ta mortalità infantile in Europa fino Tuttavia la scienza della alimentazione L’altra preoccupazione ancora viva a tutti gli anni ’50, così come la dif- è ancora molto grossolana, approssi- nelle madri è che i loro bambini non fusione della tubercolosi all’ini- mativa, empirica, spesso presuntuosa mangino abbastanza, evento che non si zio del secolo scorso era dovu- e fallace. Non deve rappresentare verifica praticamente mai: basta lasciar ta alla povertà, e prima di tutto però un motivo di preoccupazio- fare ai bambini e tollerare transitorie e alla povertà dietetica. Nemme- ne le tante norme prescritti- inspiegabili diminuzioni dell’appetito no c’è alcun dubbio che l’al- ve di questa cosiddetta scien- che passeranno da sole. tissima mortalità per pato- za passate da tempo alla In realtà, l’unica ragionevole preoccu- logia cardiovascolare in pediatria e che si trascina- pazione che dovremmo avere oggi, non Finlandia fino a tutti gli no ancora o per inerzia o ci stancheremo mai di dirlo, è che un anni ’70 fosse dovuta per cultura popolare. bambino, anche un lattante o un bam- bino di 2, 3, 4 anni, si abitui a mangia- re più di quello che dovrebbe, incorag- giato da un sapore raro in natura e per questo “deviante”: il dolce. In sostanza quello che la scien- za dell’alimentazione sta riscopren- do è che “naturale è buono”, oltre che bello, che l’appetito è un istinto vitale primario che è sempre sufficiente e che la scelta spontanea e istintiva, è stati- sticamente la migliore. L’ESPERIMENTO DAVIS, NEL LONTANO 1928 Come una favola. C’era una volta, tan- ti anni fa, una ricercatrice di Chica- go, USA, tale Clara Davis, sconosciuta ai più, che si mise in testa di scoprire se i bambini in epoca di cambiamento 2 AUTOSVEZZAMENTO delle loro abitudini alimentari fossero studiati, una volta imbandita la tavo- Tutto risultò ricadere nei limiti defi- in grado di regolare, autonomamente e la, cominciavano prima a mostrare niti corretti dalle tabelle nutriziona- in qualche modo, l’assunzione di cibo. interesse per ogni cosa che vedevano, li e tutto era stato, alla fin fine, frut- Questa volontà nasceva dalla necessità e non solo il cibo ma anche la tova- to delle scelte spontanee dei bambini. di affrontare e possibilmente risolvere glia, i piatti, le posate e tutto il resto, Ma, come lo chiama maliziosamen- i numerosissimi problemi di appetito e e poi ad indicare questo o quell’altro. te la stessa ricercatrice, c’è il trucco: di qualità della dieta presenti nei bam- A questo punto, e solo a questo pun- la disponibilità di soli alimenti “sani”. bini. Il suo dubbio era che i bambini to, il personale di assistenza offriva al E nel caso specifico, anche più sani di mangiassero poco e male, non per loro bambino quanto richiesto. Lui accet- quanto chiunque oggi pretenderebbe, spontanea volontà, ma perché costret- tava, assaporava, e poi richiedeva la come abbiamo detto sopra. ti a rispettare rigidamente le dosi che stessa cosa o cambiava obiettivo. Ogni Addirittura sempre al naturale, sen- la scienza nutrizionale dell’epoca con- bambino veniva assecondato qualun- za quegli accorgimenti culinari, anche siderava adeguate per loro, impedendo que cosa chiedesse, per quanto strano limitati, che non negherebbe neanche la loro libera sperimentazione e, così, e “non ortodosso” potesse apparire il il più esigente specialista di alimenta- privandoli di una sorta di primitiva, pasto sulla base delle indicazioni uffi- zione infantile. istintuale capacità di aggiustare la die- ciali dell’epoca (non molto dissimili ta a seconda delle proprie individua- dalle attuali, in verità). Pian piano ogni LE CONCLUSIONI DELLA DAVIS li necessità. bambino sviluppò i suoi gusti e le sue Questo dimostra due cose. preferenze, senza per questo restringe- Primo, che i bambini mangiano, e 32 ALIMENTI DIVERSI A SEI MESI re di molto la varietà dei cibi richiesti. apprezzano il mangiare (tutto indi- Cercò allora di ricreare una situa- Questo avveniva almeno tre volte al stintamente, a dispetto delle favole zione in cui i bambini, 15 in tut- giorno ed è stato continuato per sei sull’avversione per verdure o cibi stra- to, di età intorno ai sei mesi, potes- anni, annotando, bambino per bambi- ni), senza che ci si debba, per forza, sero procurarsi liberamente il cibo. no, cosa e quanto mangiasse. arrabattare ad escogitare ricette invi- Certo, quello che a lei riuscì di fare tanti (o, peggio ancora, trabocchet- allora, forse oggi non sarebbe nean- E VISSERO TUTTI ti gastronomici). Se lo si fa, deve esse- che proponibile, ma, io credo, solo FELICI E CONTENTI re per il piacere, cultural-gustativo, per una bigotta cecità scientifica e I lettori assidui di UPPA già imma- di farlo. non perché eticamente inaccettabile. gineranno come è andata a finire. La Secondo, che chi ha la responsabili- Furono scelti 32 alimenti diversi, die- signora Davis scrive nelle sue conclu- tà del bambino, in famiglia i genitori, ci di origine animale, vale a dire lat- sioni: “Tutti i bambini sono riusci- deve rendere disponibili alimenti salu- te, pesce e carne, frattaglie comprese, ti ad alimentarsi correttamente; tut- tari in sufficiente varietà. E qui, forse e gli altri di origine vegetale, sia cot- ti avevano un poderoso appetito; tutti qualche volta o forse spesso, casca l’a- ti che crudi, più acqua e sale, tutti al sono cresciuti bene”.