DIALOGOI Rivista Di Studi Comparatistici Anno 6/2019 DIALOGOI Rivista Di Studi Comparatistici Anno 6/2019

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DIALOGOI Rivista Di Studi Comparatistici Anno 6/2019 DIALOGOI Rivista Di Studi Comparatistici Anno 6/2019 DIALOGOI rivista di studi comparatistici anno 6/2019 DIALOGOI Rivista di studi comparatistici anno 6/2019 IN COPERTINA DEI DELITTI E DELLE PENE, ILLUSTRAZIONE DALL'EDIZIONE DEL 1766. Editore I diritti di traduzione, di memorizzazione WriteUp Site© elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono www.writeupsite.com riservati per tutti i Paesi. [email protected] Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. via Michele di Lando 160 00162 Roma (06) 89364113 I edizione: dicembre 2019 ISSN 2420–9856 ISBN 978–88–85629–xx–x Registrazione presso il Tribunale di Roma nr. 147 del 28/09/2017. DIALOGOI Rivista di studi comparatistici. Anno 6/2019 Direttore editoriale Direttore responsabile Giuseppe Grilli Nicola Palladino Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli Comitato scientifico internazionale VICTORIA CIRLOT VERNER EGERLAND Universitat Pompeu Fabra, Barcelona Lunds Universitet, Svezia GABRIEL MOSHE ROSENBAUM PATRICIA STABLEIN GILLIES Università Ebraica di Gerusalemme University of Essex JOCELYN WOGAN–BROWNE Fordham University, New York Referaggio / Reviewing Tutti i saggi pubblicati in questo volume hanno ottenuto il parere favorevole da parte di valutatori esperti della materia, attraverso un processo di revisione anonima (blind peer reviewing) sotto la responsabilità del Comitato scientifico della collana. All essays published in this volume have received a favourable opinion by subject‒matter experts, through an anonymous peer review process under the responsibility of the Scientific Board of the series. Comitato editoriale Comitato di redazione Dora FARACI, Francesco FIORENTINO, Giuliano LANCIONI, Ute WEIDENHILLER ‒ Università degli Studi Roma Tre VALERIO MAGRELLI ‒ Università degli Studi Roma Tre Mira MOCAN ‒ Università degli Studi Roma Tre Corrado BOLOGNA ‒ Scuola Normale Superiore Micaela LATINI ‒ Università dell'Insubria Massimo FUSILLO ‒ Università degli Studi dell'Aquila Valentina RIPA ‒ Università degli Studi di Salerno Annamaria COMPAGNA ‒ Università degli Studi di Napoli Marcella TRAMBAIOLI ‒ Università degli Studi del "Federico II Napoli" Piemonte Orientale ‒ Amedeo Avogadro Enric BOU ‒ Università Ca' Foscari Venezia Fausto PELLECCHIA ‒ Università di Cassino e del Lazio Meridionale Colpe, delitti e castighi Monografico a cura di Giuseppe Grilli Indice 9 Introduzione GIUSEPPE GRILLI 13 De la crónica negra a la crónica rosa: algunas reflexiones sobre el papel de Francisca Zatrillas en la conjura Camarasa MARTA GALIÑANES GALLÉN 31 Tre volte (e mezzo) Trakl VALERIO MAGRELLI 39 Come evadere dalla prigione dell’egologia Allotropie dell’io in Wittgenstein FAUSTO PELLECCHIA 61 Su Wittgenstein «discepolo e seguace di Freud»? FRANCO LO PIPARO 73 Surrealismo, Sur-realismo: crimini, tradimenti e altri delitti. NICOLA PALLADINO 87 Il crimine è un delitto. Camus inspiegabile. la colpa dello straniero au contraire GIUSEPPE GRILLI 101 Itineraris de la culpa. A propòsit de Némirovsky i Jünger ENRIC BOU 117 Il reato del reale: “Selfie” e la caméra-stylo ALESSANDRA TANTILLO, TIZIANA CARLINO Varia comparata 129 Autoapprendimento linguistico e nascita dell’industria editoriale: un percorso attraverso le guide di conversazione italiano-portoghese del XIX secolo MONICA LUPETTI, MARCO E.L. GUIDI 185 Recensioni Testi 215 5 Poesie politiche di Valerio Magrelli tradotte in Catalano ed Ebraico AGNÈS VALENTÍ POU, RAFFAELE ESPOSITO 221 Marwān ʿAlī o la poesia come dissoluzione delle identità RAUL VILLANO 243 Joyce Lussu e i Curdi: il 1965 riproposto da Giuseppe Grilli 251 Abstract 9 INTRODUZIONE COLPE, DELITTI, RECLUSORI GIUSEPPE GRILLI In questo numero le diverse sezioni hanno tutte un carat- tere monografico, o quasi, nel senso che oltre alla tradizio- nale scelta di assemblare la maggiore parte dei contributi sotto il lemma peculiare del numero, anche i riferimenti di Varia comparatistica e Testi sono riferibili alla motivazione del tema portante. Eppure nell’autonomia tematica, e persi- no disciplinare di ciascun contributo, ma potremmo anche dire di ogni suddivisione, corre un legame di sangue che tutte accomuna. Anzi, forse è nella sezione Testi che tradi- • rivista di studi comparatistici DIALOGOI zionalmente riscopre, riprende, o commenta qualcosa di di- menticato, o addirittura inedito, troviamo la ragione, forse meglio, le ragioni, della monografia. Si tratta di un senti- mento o pathos, che va recuperato, anche in modo perento- RILLI rio, in una rivista scientifica, ed è l’emozione scaturita in luo- G ghi diversi, e controversi, riguardo alla natura e plausibilità delle libertà. Lì, tra i Testi recuperati, accanto a poesie curde IUSEPPE presentate da Joyce Lussu in anni ormai lontani, in una ri- G vista studentesca di Napoli, ci sono le poesie di Magrelli tradotte in catalano, in questi giorni dove l’esposizione del- la cultura verso l’attualità è persino violenta. E in ebraico, mentre fuochi corruschi si riproducono temibili pur nello stile farsesco che li rende ancor più ignobili, accentuando la terribile e tragica "banalità" del male. Perché, le cinque poesie prescelte, tutte aneddotiche, sono intessute sull’e- pisodio “politico” che indica il degrado della condizione occidentale, europea. Addirittura la mini antologia si avvi- ta in un esempio indissociabile dalla realtà contemporanea italiana, e sembra tornare l’urgenza: “di nuovo come un tempo”, come dice l’attacco di una strofa della canzone di Fausto Amodei (1950) Per i morti di Reggio Emilia. In realtà già il basamento della parte monografica pro- priamente detta, raggruppa sotto il lemma Colpe, delitti e castighi una disconformità rispetto al reale contemporaneo, un disagio pur nella sua accettazione, esaltazione, subli- 10 mazione. Ovviamente si allude qui al capolavoro di Dosto- evskij, che proclama il senso generale dell’insieme. D’al- tronde la prima grande, insuperata traduzione occidentale di Delitto e castigo (Преступление и наказание, Prestuplenie i nakazànie, fu quella catalana di Andreu Nin 1929), antici- pando di qualche anno quella spagnola di Rafael Cansinos Assens (1935). Due dissidenti Nin e Cansinos, due irriduci- bili, pur nella diversità, a qualsiasi omologazione. Lo sguardo trasversale, di un punto di vista al margine, e del margine, si esprime in tutti i saggi qui raccolti, sin dal quello di Enric Bou. Bou parte dal concetto di colpa come è stato razionalizzato da Levinàs partendo Dostoevskij, per poi proseguire con un testo straordinario e a lungo inedi- to, la Suite française di Irène Némirovsky (Gallimard 2009), alla quale il critico associa l’introspezione analitica di Ernst Jünger. Non lontano nel proposito, il centro dello scritto di Grilli verte sul Camus algerino incantato, utopico sogna- tore di un grande paese, mediterraneo, senza preferenze nazionali o nazionalistiche. Né solo berbero, o solo arabo e nemmeno solo francese, o meglio pie noir, includendo ca- talani, spagnoli, ebrei sefarditi e non, ecc. In realtà il saggio DIALOGOI • rivista di studi comparatistici DIALOGOI di Bou fa anche da premessa di orizzonte ai contributi di Palladino e Carlino che aprono, oltre lo spazio letterario, l’attenzione sui contenuti culturali delle recenti modernità. Palladino riprende la melancolia che accompagnò i sogni delle avanguardie più ottimistiche quando vennero recluse nelle gabbie nazionalistiche e guerresche del Grande Con- Introduzione flitto con cui si spegne il Novecento progressista che si era appena dischiuso. Tiziana Carlino e Alessandra Tantillo si dissipano, iconoclaste, nella rete e nei short stories dei mi- crochip che sono l’anima viva degli apparecchi di mano già denominati un tempo cellulari. Infatti nell’ultimo saggio della sezione si prende a esempio un delitto, e in concomi- tanza, una colpa, quella dell’estrema accettazione (e ade- guamento) dell’innovazione tecnica. L’occasione è offerta da un film italiano diretto da Agostino Ferrente e girato con un telefonino: Selfie. Il regista consegna a due ragazzi di Traiano un cellulare con cui raccontare la loro vita e la tra- gica vicenda, irrisolta, che nel 2014 li ha segnati, quando un poliziotto uccide per errore un giovane amico incensurato. Al confine tra il film e il genere nonfiction, Selfie è un esem- pio di come la caméra-stylo sia oramai una realtà di fatto del cinema contemporaneo. È comunque ancora il tema del delitto, o più precisamente, dell’assassinio, in questo caso “per errore”, il supporto argomentale per l’innovazione della forma. O tecnica. Questi intrecci che sono la forza del caso o del mito, se 11 volessimo tracciare le premesse della storia infinita, ovve- ro senza fine né finalità, come esigeva Croce, proseguono. Con il contributo di Marta Galiñanes Gallén, già in aper- tura, incrociamo (anticipiamo) un’ulteriore articolazione della frontiera, quella tra evocazione della memoria e del racconto con la descrizione storica. Vi parte perciò con un topos, quello del regicidio, seppur realizzato nella forma surrogata dell’assassinio di un viceré, il delegato di Madrid a Cagliari, replica tardiva dell’omicidio che suggellò la ri- bellione di Barcellona nel 1640 poi conclusasi con la disfatta della Pace dei Pirenei. Non dissimili, ma reclusi un un’intercapedine segreta, quella che nasconde nelle pieghe dell’assassinio anche la pulsione di morte propria della pratica del suicidio, hanno una straordinaria consistenza il gruppo di saggi, quasi un dossier, dedicato alla crisi di passaggio di Wittgenstein con l’impatto teorico e emotivo della catastrofe
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