Naturale È Buono (Oltre Che Bello)
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• QUANDO IL LATTE NON BASTA PIÙ • Naturale è buono (oltre che bello) Non ci sono dubbi sul fatto che la qualità dell’alimenta- L’ultima di queste preoccupazioni ingiustificate è stata zione sia uno dei fattori determinanti della salute. Da una quella di far diventare allergici i bambini dando loro pre- “parte è sin troppo evidente che l’elevata mortalità infanti- cocemente alimenti solidi o comunque inusuali (uovo, po- le nei Paesi poveri (20 volte superiore a quella dei Paesi del- modoro, latte): un’ipotesi che si è rivelata falsa perché la l’occidente) sia dovuta alla scadente qualità, oltre che alla sensibilizzazione agli alimenti avviene prima della nascita e insufficiente quantità dell’alimentazione. Allo stesso moti- la loro somministrazione dopo aiuta invece a diventare “tol- vo era dovuta l’elevata mortalità infantile in Europa fino a leranti” nei riguardi degli alimenti stessi. L’altra preoccu- tutti gli anni ’50, così come la diffusione della tubercolosi al- pazione ancora viva nelle madri è che i loro bambini non l’inizio del secolo scorso era dovuta alla povertà, e prima di mangino abbastanza, evento che non si verifica pratica- tutto alla povertà dietetica. Nemmeno mente mai: basta lasciar fare ai bambini e tollerare c’è alcun dubbio che l’altissima mor- transitorie e inspiegabili diminuzioni dell’ap- talità per patologia cardiovascolare petito che passeranno da sole. In realtà, l’u- in Finlandia fino a tutti gli anni ’70 nica ragionevole preoccupazione che do- fosse dovuta all’elevato consumo vremmo avere oggi, non ci stanche- di grassi animali, per non parlare remo mai di dirlo, è che un bambi- delle malattie da mancanza di no, anche un lattante o un bambi- vitamine, oggi scomparse, ma fino no di 2, 3, 4 anni, si abitui a man- all’altro ieri diffusissime anche da giare più di quello che dovrebbe, noi. Allo stesso modo è indubbio incoraggiato da un sapore raro in che l’“epidemia” di obesità che natura e per questo “deviante”: il colpisce i nostri bambini, ra- dolce. In sostanza quello che la gazzi e adolescenti sia le- scienza dell’alimentazione sta ri- gata all’eccesso di cibo. scoprendo è che “naturale è buo- Tuttavia la scienza del- no”, oltre che bello, che l’appetito la alimentazione è an- è un istinto vitale primario che cora molto grossolana, è sempre sufficiente e che la approssimativa, empi- scelta spontanea e istintiva, rica, spesso presuntuo- è statisticamente la mi- sa e fallace. Molte delle gliore. norme prescrittive e delle preoccupazioni di questa cosiddetta scienza sono passate alla pediatria e si tra- scinano ancora, in par- ” te per inerzia, in parte perché ormai fatte pro- prie dalla cultura popo- lare, ma non hanno motivo di essere. 19 • QUANDO IL LATTE NON BASTA PIÙ • CCoommee uunnaa ffaavvoollaa.. C’era una volta, per bino quanto richiesto. Lui accettava, la precisione 79 anni fa, una ricerca- assaporava, e poi richiedeva la stessa trice di Chicago, USA, tale Clara Davis, cosa o cambiava obiettivo. Ogni bam- sconosciuta ai più, che si mise in testa bino veniva assecondato qualunque di scoprire se i bambini in epoca di cosa chiedesse, per quanto strano e cambiamento delle loro abitudini ali- “non ortodosso” potesse apparire il mentari fossero in grado di regolare, pasto sulla base delle indicazioni uffi- autonomamente e in qualche modo, ciali dell’epoca (non molto dissimili l’assunzione di cibo. Questa volontà dalle attuali, in verità). Pian piano nasceva dalla necessità di affrontare e ogni bambino sviluppò i suoi gusti e le possibilmente risolvere i numerosissi- sue preferenze, senza per questo re- mi problemi di appetito e di qualità stringere di molto la varietà dei cibi della dieta presenti nei bambini. Il suo richiesti. Questo avveniva almeno tre Niente dubbio era che i bambini mangiassero volte al giorno ed è stato continuato poco e male, non per loro spontanea per sei anni, annotando, bambino per trappole: volontà, ma perché costretti a rispet- bambino, cosa e quanto mangiasse. tare rigidamente le dosi che la scienza EE vviisssseerroo ttuuttttii ffeelliiccii ee ccoonntteennttii.. I lettori nutrizionale dell’epoca considerava assidui di UPPA già immagineranno cibi sani e adeguate per loro, impedendo la loro come è andata a finire. La signora Da- libera sperimentazione e, così, privan- vis scrive nelle sue conclusioni: “Tut- scelta libera doli di una sorta di primitiva, istintua- ti i bambini sono riusciti ad ali- le capacità di aggiustare la dieta a se- mentarsi correttamente; tutti ave- conda delle proprie individuali neces- vano un poderoso appetito; tutti so- sità. Cercò allora di ricreare una si- no cresciuti bene”. Pensate che sono tuazione in cui i bambini, 15 in tutto, di stati analizzati, e allora senza compu- età intorno ai sei mesi, potessero pro- ter, circa 36.000 pasti, valutando il “ … i bambini curarsi liberamente il cibo. Certo, rapporto fra alimenti vegetali e ani- mangiano, quello che a lei riuscì di fare allora, mali, calorie, percentuali di proteine, forse oggi non sarebbe neanche pro- grassi e zuccheri e, seppu- e apprezzano ponibile, ma, io credo, solo per una re in modo indiretto, l’a- il mangiare, bigotta cecità scientifica e non perché deguatezza dell’ap- eticamente inaccettabile. porto di vitamine e senza escogitare Furono scelti 32 alimenti diversi, die- minerali. Tutto ri- ricette invitanti ci di origine animale, vale a dire latte, sultò ricadere nei li- o trabocchetti pesce e carne, frattaglie comprese, e miti definiti cor- gli altri di origine vegetale, sia cotti retti dalle tabel- gastronomici…” che crudi, più acqua e sale, tutti al na- le nutrizionali turale, cioè non mescolati con altri in- e tutto era gredienti, e ognuno servito su un piat- stato, alla to proprio. Ai benpensanti che un fin fine, bambino di quella età si possa alimen- frutto tare in tal modo, farebbe accapponare delle la pelle; fatto è che, invece, i bambini scelte studiati, una volta imbandita la tavola, spon- cominciavano prima a mostrare inte- tanee resse per ogni cosa che vedevano, e dei non solo il cibo ma anche la tovaglia, i bam- piatti, le posate e tutto il resto, e poi ad bini. indicare questo o quell’altro. A que- sto punto, e solo a questo punto, il personale di assistenza offriva al bam- 20 • QUANDO IL LATTE NON BASTA PIÙ • Ma, come lo chiama maliziosamente la volenterose insegnanti, senza però stessa ricercatrice, c’è il trucco: la di- che si aprano brecce significative nel- sponibilità di soli alimenti “sani”. E nel le cattive abitudini che tendiamo a caso specifico, anche più sani di quan- portarci dietro fin dall’infanzia. Lo stu- to chiunque oggi pretenderebbe, come dio della Davis si conclude infatti così: abbiamo detto sopra. Addirittura sem- “I bambini debbono poter scegliere gli pre al naturale, senza quegli accorgi- alimenti nelle mani dei loro genitori, menti culinari, anche limitati, che non così come è da sempre avvenuto”. negherebbe neanche il più esigente Avete quindi una grossa, enorme re- specialista di alimentazione infantile. sponsabilità, e non potete lavarvene Questo dimostra due cose. Primo, che le mani con pochi mesi (fino a un an- i bambini mangiano, e apprezzano il no? uno e mezzo? due?) di dieta milli- mangiare (tutto indistintamente, a di- grammata. Prima o poi vostro figlio spetto delle favole sull’avversione per mangerà con voi, e potrebbero essere “… debbono verdure o cibi strani), senza che ci si guai per lui, come talvolta lo sono già debba, per forza, arrabattare ad esco- per voi. poter scegliere gitare ricette invitanti (o, peggio an- Questa favolosa esperienza, disgrazia- gli alimenti nelle mani cora, trabocchetti gastronomici). Se tamente, non è riuscita, vista la situa- lo si fa, deve essere per il piacere, cul- zione italiana passata e recente, a va- dei loro genitori, tural-gustativo, di farlo. Secondo, che licare l’oceano o, se l’ha fatto, deve es- così come è da sempre chi ha la responsabilità del bambino, sere miseramente naufragata su qual- nell’esperienza descritta il ricercato- che spiaggia inaccessibile. E ciò, no- avvenuto…” re, in famiglia i genitori, deve rendere nostante altri ricercatori avessero disponibili alimenti salutari in suffi- ciente varietà. E qui, forse qualche volta o forse spesso, casca l’asino, Tu chiamale, se vuoi,“emozioni” che poi, senza offesa, sareste Ma insomma come si dice:“svezzamento”,“divezzamento”, oppure come? voi genitori. Parole che si usano da sempre, ma di cui pochi sanno il vero significato. SSeennzzaa ffaarrvveennee nneessssuunnaa Beh, a noi sembra che “svezzamento” e “divezzamento” siano parole da dimenticare. ccoollppaa. È indiscutibile Vi sembrerà strano ma è così: svezzare e divezzare derivano da “vezzo”, che vuol dire che la conoscenza di “vizio”, quindi significano “levare un vizio”; che poi sarebbe quello di succhiare. Ma siamo una corretta alimenta- sicuri che per un bambino di pochi mesi succhiare sia un “vizio”, cioè un’abitudine ripro- zione non è così diffusa vevole e dannosa? E chi l’ha detto? Se un neonato non succhiasse, morirebbe in pochi tra i genitori come sarebbe giorni d’inedia: allora per il neonato succhiare è una necessità, forse addirittura una virtù. augurabile. Spesso sono i Poi però diventerebbe un vizio. Quando esattamente? C’è forse una data stabilita, una spe- bambini della scuola cie di scadenza che, quando arriva, trasforma una virtù in un vizio? E chi l’ha stabilita que- dell’obbligo che, sta scadenza? La Natura (o l’Evoluzione o il Padreterno, se vogliamo) no di certo! Perché diligentemen- se così fosse, questa scadenza sarebbe da sempre uguale per tutti, un po’ come l’inizio del- te, portano a la deambulazione (intorno ad un anno, per gli esquimesi come per gli aborigeni australiani, casa le indi- per gli antichi romani come per i moderni americani); e invece la data in cui si smette o si cazioni rice- comincia a smettere di succhiare cambia da un paese all’altro, e da un momento storico vute da all’altro nello stesso paese (vi ricordate i bambini che mangiavano le pappe a due mesi, non molti anni fa, qui da noi, in Italia?).