Massonicamente, Grande Oriente D'italia, Via San Pancrazio 8, 00152 Roma
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ISSN 2384-9312 M SSONICAmente n.19 Sett.-Dic. 2020 Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia Speciale “Altare e compasso” PRETI MASSONI NEL SETTE-OTTOCENTO Rassegna quadrimestrale ISSN 2384-9312 (online) M SSONICAmente Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia n.19 Sett.-Dic. 2020 Sommario n.19 Sett.-Dic. 2020 Iscrizione Tribunale Roma n.177/2015 del 20/10/2015 Direttore responsabile Stefano Bisi Altare e compasso Direzione Giovanni Greco Preti massoni nel sette-ottocento....................................1 di Giovanni Greco Art Director Gianmichele Galassi Saggi Redazione Idimo Corte La massoneria in val di Chiana nell’ottocento ............24 Marco Cuzzi di Paolo Buiarelli Bernardino Fioravanti Giuseppe Lombardo Marco Novarino Editore Grande Oriente d'Italia, ROC n.26027 via San Pancrazio 8, 00152 Roma Direzione e Redazione MASSONICAmente, Grande Oriente d'Italia, via San Pancrazio 8, 00152 Roma Stampa Consorzio Grafico e Stampa Srls - Roma Rassegna Quadrimestrale edita online su www.grandeoriente.it Le opinioni degli autori impegnano soltanto questi ul- timi e non configurano, necessariamente, l'orienta- mento di pensiero della rivista MASSONICAmente o del Grande Oriente d’Italia. La riproduzione totale o parziale dei testi contenuti nella pubblicazione è vietata sotto qualsiasi forma, senza espressa autorizzazione scritta, secondo le norme vigenti in materia. Tutti i diritti riservati. Manoscritti e illustrazioni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. In Copertina: Vista topografica della piana di Arezzo e della Valdichiana. Leonardo Da Vinci. Carboncino rilavorato a penna a inchiostro mar- rone scuro e poi a pennello ad acquerello marrone. Collezione di Sua Maestà britannica Elisabetta II, Royal Library, Windsor. ALTARE E COMPASSO 1 PRETI MASSONI NEL SETTE-OTTOCENTO di Giovanni Greco Papa Leone XII contro la Massoneria, caricatura del 1891 Il rapporto fra la massoneria e la chiesa di Roma è stato sempre, come è ben noto, di particolare complessità. Anni fa decisi di cominciare a raccogliere e catalogare materiale specifico e qui propongo una parte relativa a preti massoni nel sette-ottocento italiano. Naturalmente si tratta solo di una prima traccia, tutt’altro che esaustiva, che va approfondita e ampliata negli anni anche grazie ai contributi dei fratelli dei vari Orienti, dei lettori e degli storici. Il presente articolo viene pubblicato per gentile concessione della casa editrice Mimesis ed è contenuto nel testo da me cu- rato NEL NOME DEL PADRE E DEI FRATELLI. Sacerdozio e massoneria, di imminente pubblicazione. MARCELLO PAPINIANO CUSANI 1690-1766 assistente del Soglio pontificio. Insegnò presso le università di Napoli e di Torino e si rivelò “un Marcello Papiniano Cusani nacque a Frasso Tele- uomo di pieno stampo illuminista”, assai apprez- sino, attualmente in provincia di Benevento, il 17 zato per i suoi studi giuridici. febbraio 1690, figlio di un notaio. Nel 1709 scelse Fu il primo rettore dell’Università degli studi di lo stato clericale, puntando da subito verso il rin- Altamura, da lui fortemente voluta, unificando le novamento della chiesa. Nel 1713 venne ordinato sue due cariche di rettore e di arciprete della cat- sacerdote e da allora ebbe continui contatti con la tedrale di Altamura. Questa Università 1747-1812 cultura laica e filoaustriaca, tant’è che la corte godette di un’ottima reputazione al punto che Ta- viennese gli assegnò un robusto beneficio – come nucci definì Altamura l’Atene di Puglia. Altamura ricorda Antonio Gisondi – la badia di san Filippo ebbe insegnamenti di botanica, diritto, ebraico, di Lauria in Calabria. Fu vescovo di Palermo, ar- greco, latino, matematica, fisica, medicina, teolo- ciprete di Altamura dal 1747 al 1752, sempre ispi- gia. Dopo Cusani, arciprete e rettore fu Gioacchino rato da un cattolicesimo illuminato, fu vescovo 2 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 De Gemmis che conferì ulteriore slancio all’uni- scudi d’oro all’anno, ed aveva 12 maestri segreti, versità altomurana. In questa università si forma- 9 eletti dei nove e 9 dei sublimi filosofi. Le riu- rono, secondo Angelo Massafra, personalità di nioni di questa loggia avvenivano “ogni mese in spicco della massoneria napoletana come Giu- Palazzo Sansevero, ogni 24 del mese nell’apparta- seppe De Gemmis e Antonio Planelli della loggia mento della Fenice, passando attraverso un pon- degli Illuminati di Baviera. Anche nella città di ticello coperto sito nella vicina cappella di Altamura non mancarono i massoni e altri preti Sansevero” (Michele Di Iorio dagli Arcana Arcano- massoni come il canonico Giambattista Manfredi. rum di Napoli dal 1751 al 1790). Dato che la loggia Per Cusani rappresentò un punto di riferimento il venne fortemente perseguitata, le riunioni ebbero giusnaturalismo groziano, i fitti rapporti con Pie- a mutare spesso luogo, spostandosi nel palazzo ai tro Giannone e con l’intero milieu massonico del Vergini e poi nel palazzo dello Spagnuolo sotto la suo periodo, fecondo di spunti culturali e di sti- guida del Di Sangro e del Latilla che erano per moli fraterni. Sulle sue peculiarità massoniche cfr. una massoneria fortemente esoterica. Sia il re Pietro Di Marco, Ruggiero di Castiglione e Anto- Carlo III che il papa Benedetto XV erano molto nio Gisondi. preoccupati per questo potente coinvolgimento al- Afflitto da cecità fu accolto a Napoli dal generale l’interno della massoneria napoletana di prelati di degli Agostiniani, suo amico, Ignazio Della Croce, così alto profilo, in particolare come il vescovo La- e lì morì nel 1766 sepolto nella chiesa degli Ago- tilla. Alla sua morte quest’ultimo, il 28 dicembre stiniani Scalzi di S. Maria della Verità. 1767, lasciò alla Mensa vescovile di Avellino 3000 ducati per le “donzelle povere” a condizione che “il vescovo pro tempore ne impiegasse le rendite BENEDETTO LATILLA 1710-1767 per l’assegnazione di maritali a donzelle povere della diocesi”. Su di lui cfr. anche gli studi di G. Benedetto Latilla, nato il 20 giugno 1710, “dal no- Zigarelli, di F. Scandone e di E. Chiosi. bile lignaggio de’ marchesi di Taurasi”, venne or- dinato sacerdote il 14 giugno 1733 nei Canonici Regolari della Congregazione del santissimo Sal- ANTONIO GENOVESI 1713-1769 vatore del Laterano. Assunse il nome di Bene- detto, lasciando il suo nome di Tommaso. Dal Antonio Genovesi nacque a Castiglione dei Geno- 1749 ebbe la cattedra di teologia a Napoli. Fu va- vesi in provincia di Salerno, sacerdote, filosofo, lente oratore, abate generale e vescovo di Avellino economista e scrittore di vaglia. Il padre calzolaio e Frigento e arcivescovo di Myra. Dal 1759 fu pre- di nobile famiglia decaduta, intuitene le doti lo cettore e confessore di re Ferdinando IV. Il suo indirizzò con grande energia verso gli studi in- principale consacratore fu il cardinale Giuseppe viandolo nel convento dei Padri Agostiniani per Spinelli, vescovo di Palestrina. ricevere gli insegnamenti teologici e filosofici in Saverio Ricci lo dà per certo come massone, come particolare dal rinomatissimo padre Giovanni Ab- in effetti fu: uno dei liberi muratori di maggior ri- bamonte. Lo studio presso l’Abbamonte e la sua lievo a Napoli con rapporti molto intensi con la “conoscenza fu al Genovesi grandissimamente Gran Loggia d’Inghilterra e si ispirò al trattato di vantaggiosa” dato che il maestro si spese molto Raimondo di Sangro, scritto nel 1746, Relazione nel “ripulire ed ornare il suo spirito”. Queste ed della compagnia de’ liberi muratori. altre vicende sono state ricordate da Giuseppe Non casualmente allorquando il principe di San Maria Galanti nel suo Elogio storico del signor abate Severo venne insediato il 24 ottobre 1750 a Posil- Antonio Genovesi pubblico professore di civil economia lipo come Gran Maestro Nazionale di Napoli e di nella Università di Napoli. Antonio divenne così dia- Sicilia, nel Casino del principe Gennaro Carafa cono, poi maestro di retorica e nel 1738 sacerdote. Cantelmo Stuart di Roccella, si decise che il di- Recatosi a Napoli dove conobbe Giambattista Vico scorso d’insediamento fosse ad opera del Grande fondò prima una celebre scuola privata di metafi- Oratore della loggia, il principe abate Benedetto sica e di teologia e dopo ebbe la cattedra di etica e Latilla. La loggia era un anagramma del nome di successivamente quella di economia politica Raimondo di Sangro ed aveva quasi 30 membri presso il locale ateneo. Fra i suoi allievi Francesco su un totale di 280 nel Reame di Napoli nel 1751. Longano e Giovanni Andrea Serrao, più avanti Le quote erano molto selettive perché si pagava ampiamente ricordati, Francescantonio Grimaldi, ogni mese una capitazione di tre scudi d’oro, la poi M.V. della loggia “Humanitè” di rito francese, paga per un anno di un impiegato di medio li- Melchiorre Delfico di una loggia teramana, Fran- vello, mentre le altre logge pagavano circa tre cesco Mario Pagano e Gaetano Filangieri iniziato ALTARE E COMPASSO 3 in una loggia napoletana di rito inglese. Genovesi della loggia napoletana “Tschudy”, loggia del riteneva fra l’altro che anche le donne, i contadini, principe Guglielmo Moncada. Infatti a Napoli in la povera gente avesse il diritto di essere istruita e quel tempo notevole era l’influenza di Claude i punti fermi del suo orizzonte culturale furono Henry Theodor barone de Tschudy (1724-1769), quindi anche le virtù civiche, il tentativo di giun- massone e alchimista francese di una nobile fami- gere alla felicità e che “la cultura delle cose” anche glia svizzera che studiò a lungo gli insegnamenti quelle ritenute piccole fosse indispensabile: “è per un “Cenacolo iniziatico”. Successivamente per inutile di pensare ad arte, commercio, a governo, le pesanti persecuzioni nei suoi confronti dovette se non si pensa di riformare la morale”. Gli Ele- fuggire da Napoli facendo però ulteriori espe- menta Metaphycae che pubblicò nel 1743 destarono rienze in logge francesi, olandesi e russe impe- enorme scalpore e vennero tacciate di contenere gnandosi molto, come il sacerdote Filippo Pattoni, posizioni eretiche e di conseguenza venne accu- nelle scienze esoteriche.