Ernesto Teodoro Moneta»
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COMUNE DI MILANO ARCHIVIO DELLE CIVICHE RACCOLTE STORICHE INVENTARIO DEL FONDO «ERNESTO TEODORO MONETA» A CURA DI SAVERIO ALMINI 2018 Civiche Raccolte Storiche di Milano Inventario del fondo archivistico «Ernesto Teodoro Moneta» Sommario Avvertenza ........................................................................................................................ 2 Abbreviazioni convenzionali ............................................................................................ 3 Ernesto Teodoro Moneta profilo biografico ..................................................................... 4 Ernesto Teodoro Moneta fondo ........................................................................................ 8 Carteggio di Ernesto Teodoro Moneta sezione .......................................................... 11 Carte della famiglia Moneta sezione .......................................................................... 42 Carte risorgimentali sezione ....................................................................................... 43 Indice del fondo Ernesto Teodoro Moneta ..................................................................... 47 1 Civiche Raccolte Storiche di Milano Inventario del fondo archivistico «Ernesto Teodoro Moneta» Avvertenza 2 Civiche Raccolte Storiche di Milano Inventario del fondo archivistico «Ernesto Teodoro Moneta» Abbreviazioni convenzionali c. = carta ca. = circa cart. = cartella cartt. = cartelle cc. = carte cit. = citato datt. = dattiloscritto f. = foglio fasc. = fascicolo fascc. = fascicoli ff. = fogli ms. = manoscritto mss. = manoscritti n. = numero nn. = numeri p. = pagina pp. = pagine pseud. = pseudonimo s.d. = senza data scil. = scilicet ss. = seguenti v. = vedi 3 Civiche Raccolte Storiche di Milano Inventario del fondo archivistico «Ernesto Teodoro Moneta» Ernesto Teodoro Moneta profilo biografico Milano, 1833 settembre 20 – Milano, 1918 febbraio 10 Ernesto Teodoro Moneta, nato a Milano nel 1833 da una famiglia lombarda di antica origine patrizia, partecipa adolescente all’insurrezione delle cinque giornate milanesi del 1848. Arruolato con Garibaldi nel 1859, nel 1860-1861 segue la spedizione Medici nel regno delle Due Sicilie ed è addetto allo stato maggiore del generale Giuseppe Sirtori; nel 1863, sempre con Sirtori, torna nelle Calabrie per la campagna condotta dall’esercito italiano contro il brigantaggio. Moneta rimane legato al generale Sirtori fino alla guerra del 1866, ma dopo la sconfitta di Custoza abbandona la carriera militare. Dall’anno seguente si dedica a tempo pieno al giornalismo politico, divenendo presto direttore del quotidiano milanese “Il Secolo” edito da Sonzogno. Dalla seconda metà degli anni ‘80 dell’Ottocento è impegnato nelle organizzazioni internazionali per la pace e dal 1891 è presidente dell’Unione lombarda della Società internazionale per la pace; dal 1898 dirige il periodico “La Vita internazionale”. Oltre a saggi e articoli che pubblica nell’ambito dell’attività giornalistica, Moneta scrive alcune monografie e soprattutto lavora per diversi anni alla stesura del compendio storico Le guerre, le insurrezioni e la pace nel XIX secolo, che viene edito tra il 1903 e il 1910 in quattro volumi. È insignito del premio Nobel per la pace nel 1907. Muore a Milano nel 1918. Alcuni profili biografici di Ernesto Teodoro Moneta, corredati di apparati – soprattutto bibliografici – e non scevri di commenti e di giudizi storiografici, sono pubblicati sulla rete internet: tra i più completi si segnalano quello curato da Fulvio Conti per il Dizionario biografico degli italiani – DBI (Volume 75, 2011, ad vocem Moneta, Ernesto Teodoro), consultabile all’URL: http://www.treccani.it/enciclopedia/ernesto- teodoro-moneta_%28Dizionario-Biografico%29/; quello dell’enciclopedia libera Wikipedia, all’URL:https://it.wikipedia.org/wiki/Ernesto_Teodoro_Moneta; e quello pubblicato nel sito dei premi Nobel all’URL: https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/1907/moneta-bio.html, il cui contenuto era già stato edito nella serie dei libri Les Prix Nobel e in seguito ripubblicato nella collana Nobel Lectures; si segnala infine la biografia pubblicata dalla Società per la pace e la giustizia internazionale di Milano all’URL: https://sites.google.com/site/societaperlapace/ernesto-teodoro-moneta. Terzo dei tredici figli di Carlo Aurelio e Giuseppina Muzio, Ernesto Teodoro Moneta nasce a Milano il 20 settembre 1833; battezzato nella parrocchia di Sant’Ambrogio con i nomi di Gaetano Giovacchino Luigi Teodoro e registrato allo stato civile come Teodoro Gaetano, utilizzerà in seguito, in famiglia e nei rapporti pubblici, il nome proprio di Ernesto o di Ernesto Teodoro. Il padre di Moneta, la cui famiglia vantava antiche origini patrizie e che aveva annoverato tra i suoi membri nel XVII e XVIII secolo giuristi e notai, conduceva un laboratorio industriale per la produzione di saponi e soda lungo il naviglio. La famiglia trascorreva le villeggiature nella campagna del comune di Missaglia, in Brianza. Fervente cattolico e contemporaneamente di sentimenti patriottici, Carlo Aurelio Moneta partecipò nel marzo 1848 all’insurrezione delle cinque giornate milanesi insieme ai figli più grandi, tra i quali Ernesto Teodoro, che all’epoca frequentava il Liceo di Brera. Nel 1849, prima della ripresa delle ostilità contro l’Austria, questi fuggì da Milano con due compagni per arruolarsi volontario nell’esercito piemontese. Per mancanza dei requisiti di età, il Comitato lombardo di emigrazione ne respinse la richiesta, e lo inviò alla Scuola militare di Ivrea, che tuttavia il giovane Moneta abbandonò presto. Nell’anno accademico 1852-1853 Ernesto Teodoro Moneta era iscritto al corso di studi politico-legale dell’Università di Pavia, che tuttavia non concluse mai. Egli riprese l’impegno politico nel 1858, quando – secondo i suoi stessi ricordi autobiografici – fondò a Milano una società segreta di «giovani d’azione». Accantonando gli ideali repubblicani che erano stati suoi propri e anche del padre, Moneta si recò a Torino nel febbraio del 1859, su sollecitazione di Giorgio Pallavicino, aderendo alla Società nazionale italiana, che propugnava l’unificazione nazionale sotto la dinastia dei Savoia-Carignano. Collaborò anche a due giornali che furono espressione della Società, “L’Unità nazionale” e “Il Piccolo Corriere d’Italia”. Nell’imminenza della campagna del 1859, insieme a cinque dei suoi fratelli (Eugenio, Pompeo, Epifanio, Giovanni e Agostino), si arruolò come volontario garibaldino nel 3. Reggimento dei Cacciatori delle Alpi. L’anno seguente Moneta si aggregò alla spedizione Medici, partecipando come ufficiale addetto allo stato maggiore del generale Giuseppe Sirtori agli scontri in Calabria e al Volturno. Conclusa questa esperienza, Moneta proseguì la carriera militare, seguendo ancora il generale Sirtori in Calabria nel 1863 per combattere i briganti e entrando con il grado di sottotenente nella Brigata «Alpi» dell’esercito regolare. In tale veste, sempre agli ordini di Sirtori, combatté nella guerra contro l’impero d’Austria del 1866. Dopo la cruenta battaglia di Custoza, terminata con una grave sconfitta per le forze italiane, Moneta maturò la decisione di abbandonare la carriera militare per dedicarsi al giornalismo. 4 Civiche Raccolte Storiche di Milano Inventario del fondo archivistico «Ernesto Teodoro Moneta» L’occasione gli venne offerta dall’editore Edoardo Sonzogno, che nel maggio del 1866 aveva fondato a Milano un nuovo giornale, “Il Secolo”, e che lo reclutò dapprima come collaboratore per affidargli poi, nel 1869, la direzione del quotidiano. Moneta ne rimase direttore fino al novembre 1896. “Il Secolo” divenne il più diffuso quotidiano italiano, grazie a contenuti e impostazione orientati al grande pubblico, che vi trovava ampi resoconti di cronaca, romanzi a puntate, rubriche, strenne e concorsi a premi. Nel 1875 “Il Secolo” si fuse con la “Gazzetta di Milano”, ampliando ulteriormente la propria tiratura. Nello stesso anno, Moneta si sposò con Ersilia Caglio, di famiglia originaria di Missaglia, dalla quale ebbe i figli Luigi e Emilio (con regio decreto del 1893 i figli furono autorizzati ad aggiungere al cognome Moneta quello della madre). Tra i collaboratori di Moneta ci furono Carlo Romussi, che contribuì a definire la linea politica de “Il Secolo” e a sostenerne le battaglie progressiste in campo sociale, e Felice Cavallotti, portavoce dello schieramento democratico-radicale lombardo. La parabola politica di Moneta approda tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta a un radicalismo moderato, all’interno del quale convivono istanze federaliste e autonomiste, laiche e anticlericali, ma non antireligiose. Le riflessioni intorno alle grandi questioni dibattute nell’Italia postunitaria sollecitano l’attenzione di Moneta verso le relazioni internazionali, e in particolare verso il problema, sempre più sentito nell’opinione pubblica più avanzata dei diversi Paesi europei, della ricerca dei mezzi per conservare la pace tra i popoli e migliorarne le condizioni. Nel 1878 Moneta fu tra i fondatori della Lega italiana di libertà, fratellanza e pace, che però non riuscì a sviluppare una concreta attività. Il vero movimento pacifista italiano vide i suoi esordi nel 1887, quando si costituì a Milano l’Unione lombarda per la pace e l’arbitrato internazionale, sezione italiana dell’International Arbitration and Peace Society, che era stata promossa nel 1880 a Londra da Hodgson Pratt. Moneta ne assunse la presidenza nel 1891, conservandola fino alla morte