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copertinatti 16-06-199915:22Pagina1

ISBN 88-86690-09-6 pubblicazione fuori commercio

BARRIERE LINGUISTICHE E CIRCOLAZIONE DELLE OPERE AUDIOVISIVE: LA QUESTIONE DOPPIAGGIO Ventura Vecchia Valente Torri Traversi Taronna Snegoff Simili Scarponi Rossi Rossellini Raffaelli Piombo Pavesi Paolinelli Nucci Murri Martin Maldesi Maggiore Lotti Lorusso Caputi La Polla Jacobelli Giuliano Galassi Eder Dries Di Fortunato D’Aversa D’Amico D’Amato Cipolloni Cianfarani Cavani Castellina Castellano Castagnoli Calabrò Buttafava Bucciarelli Bollettieri Bosinelli Benigni Baldini Angeli D LA OPPIAGGIO Q E UESTIONE C L A DELLE IRCOLAZIONE INGUISTICHE UDIOVISIVE B ARRIERE O PERE : Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 1

BARRIERE LINGUISTICHE E CIRCOLAZIONE DELLE OPERE AUDIOVISIVE: LA QUESTIONE DOPPIAGGIO

A CURA DI ELEONORA DI FORTUNATO E MARIO PAOLINELLI Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 2

© 1996, Aidac - Associazione italiana dialoghi- sti adattatori cinetelevisivi via Ofanto, 18 - 00198 Roma

ISBN 88-86690-09-6

la registrazione degli interventi del convegno «La norma traviata» è stata curata da Giulia Cantore la trascrizione degli interventi è stata curata da Daniela Papa

la traduzione di Doppiaggio e sottotitoli. Linee guida per la produzione e la distribuzione è di Alessandra Asteriti

il volume è pubblicato con il contributo del Dipartimento dello Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Progetto grafico: Studio Tiburzio - Violani Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 3

S OMMARIO

LA NORMA TRAVIATA: UN ASCENSORE PER LA TORRE DI BABELE Atti del Convegno dell’Associazione italiana dialoghisti adattatori cinetelevisivi

LA VOCE E IL SUO DOPPIO Atti del Convegno del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani

DOPPIAGGIO E SOTTOTITOLI LINEE GUIDA PER LA PRODUZIONE E LA DISTRIBUZIONE Istituto europeo della comunicazione

RASSEGNA STAMPA da: Gulliver la Rivista dei Libri Produzione & Cultura

AIDAC ANAD Principi comuni per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del doppiaggio

BIBLIOGRAFIA

ARTICOLI Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 5

Paolo D’Aversa

INTRODUZIONE

La «questione doppiaggio» nell’ambi- Una rivoluzione annunciata e già in to della circolazione internazionale corso, che ha necessariamente nel delle opere cinematografiche e audio- doppiaggio, nella sua internazionaliz- visive, oltre che dal punto di vista zazione, uno dei punti di forza, ma commerciale, sta assumendo un’im- che in un mercato senza regole come portanza sempre più rilevante sia sul il nostro rischia di scardinare ulterior- piano culturale che su quello più spe- mente la resa professionale degli ad- cificamente linguistico. detti e i livelli qualitativi delle opere doppiate. La professione di riscrittori di dialoghi di opere audiovisive straniere costrin- Chi sono e saranno i garanti dell’ope- ge a un continuo confronto con la ra originaria? Quali saranno i nuovi particolarità della lingua italiana, con committenti? Come tutelare le lingue la necessità di creare un linguaggio e le identità culturali, le produzioni 5 parlato non banale, che spesso obbli- nazionali? Perché i film italiani non ga a costruzioni ai limiti dell’equilibri- vengono doppiati all’estero? E i bam- smo, alla ricerca di un «senso» che bini, parlerano «doppiaggese»? Quali porta spesso all’estremo l’equazione opere potranno sostenere i costi di traduzione/tradimento. adattamenti e doppiaggi professiona- L’Italia, paese con forti tradizioni cine- li? E il diritto d’autore? La formazio- matografiche e con oltre 600 emitten- ne? La critica? Quali devono essere le ti Tv, rappresenta il laboratorio ideale nuove regole del doppiaggio? per analizzare il modo in cui il proces- so di trasposizione linguistica effettua Questa raccolta intende porre in evi- quell’operazione di mediazione cultu- denza, compiendo un’ampia panora- rale necessaria alla comprensione e mica sul dibattito passato e presente, quindi alla circolazione delle opere la complessità del fenomeno e fornire audiovisive provenienti dai più diversi quegli strumenti che possano essere paesi. Questione di non poco conto, funzionali nella ricerca di nuovi ap- specie se messa in relazione con l’at- prodi. tuale situazione fortemente condizio- nata da un mercato che vede avvici- narsi sempre più l’era della diffusione multimediale dei programmi, sia verso che dall’Italia. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 7

La Norma Traviata un ascensore per la Torre di Babele

Atti del Convegno dell’Associazione italiana dialoghisti adattatori cinetelevisivi Roma, Cnr, Aula Marconi 9 - 10 febbraio 1996

con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria Dipartimento dello Spettacolo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche con il patrocinio e il contributo del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 9 Ar ea studi e ricer

INDIRIZZO DI BENVENUTO R. Simili

INTRODUZIONE G. G. Galassi

IL PUNTO SULLA RICERCA R. M. Bollettieri Bosinelli che LA POSIZIONE DELLA CRITICA CINEMATOGRAFICA A. Castellano

UN ITALIANO PER TUTTE LE STAGIONI S. Raffaelli

UNO STUDIO SULLA LOCUZIONE M. Pavesi

IL FILM D’AUTORE E IL DOPPIAGGIO M. Cipolloni Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 10

Raffaella Simili Cnr - Comitato nazionale per le scienze storiche, filosofiche e filologi- che

INDIRIZZO DI BENVENUTO

Sono molto lieta di essere qui con voi, prio all’interno del Cnr esiste da due per portare il saluto del Cnr a un con- anni un progetto strategico sul pro- vegno su un tema che può sembrare blema della traduzione, che lavora inedito, poiché sono convinta che sia sulla traduzione nei linguaggi (dal lin- sempre produttivo affrontare i pro- guaggio straniero al linguaggio ita- blemi della propria ricerca, del proprio liano), ma anche sulla traduzione di lavoro. un linguaggio italiano in un linguag- gio specialistico, la traduzione di un I comitati umanistici del Cnr - per set- linguaggio vecchio in un linguaggio tore umanistico intendo tutto ciò che nuovo, cioè su tutti i problemi della ha a che fare con le scienze dell’uomo, comunicazione di un linguaggio che comprese arte, musica, spettacolo - muta significativamente e in fretta, hanno avuto una storia spesso soffer- anche rispetto a quelli che erano i ta in confronto alle scienze considera- 10 modi consueti di rapportarsi sia nella te «forti», come la fisica, la chimica o quotidianità, sia nell’arte, e quindi l’ingegneria. Ma da qualche anno, nel cinema. grazie a un atteggiamento del Cnr estremamente aperto ai nuovi terreni Sono quindi particolarmente lieta che del linguaggio, della comunicazione, oggi si ritrovino insieme esperti, stu- dei mass-media, della cinematografia, diosi e ricercatori, proprio per sottoli- noi che ci occupiamo delle discipline neare una volta di più come tutto ciò umanistiche abbiamo avuto la possibi- che c’è intorno alla cinematografia sia lità di misurarci con tutte queste no- uno dei settori portanti del linguaggio vità all’interno, per l’appunto, di quel- della comunicazione odierna. li che sono i settori riguardanti le scienze dell’uomo. Il Cnr degli umanisti vi ringrazia di questo apporto, e se ci sarà un appor- Le problematiche relative al doppiag- to anche da parte nostra, credo che gio sono estremamente delicate, sono potremo definire insieme ambiti di ri- tra le più importanti nel settore della cerca comuni su questi temi partico- comunicazione, in quanto il doppiag- larmente importanti. gio si incarica di portare un messag- gio che cuce quelli che sono gli aspet- Un piccolo aneddoto: io mi sto occu- ti di immagine con quelli che sono i pando, in questo momento, della sto- problemi di un linguaggio di comuni- ria del Cnr. cazione diretta con il pubblico. Pro- Ebbene, nei famosi anni Trenta il Cnr, Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 11

che all’epoca era un organo impor- re in questi terreni inediti che, spesso, tante e potente dello Stato, si pone- a livello di ricerca e di indagine ri- va proprio il problema delle lingue, schiano di venire emarginati, come della cinematografia, della cinemato- succede a tutti i terreni di avanguar- grafia scientifica, di una cinematogra- dia, che non sempre sono comprensi- fia che educasse e che, quindi, mani- bili a un livello di quotidianità, o che Raf festasse e trasmettesse una cultura e soffrono di problemi economici all’in- faella Simili un linguaggio che potessero far cre- terno di una struttura produttiva. scere la gente che riceveva questo messaggio: goderne e crescerne nello Vi ringrazio ancora di essere qui e, più stesso tempo. che augurarvi buon lavoro, vi invito a lavorare insieme a noi del settore Credo che tutti dobbiamo misurarci umanistico del Cnr, perché a queste con queste svolte cruciali, in particola- cose teniamo molto.

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Gianni G. Galassi Consigliere dell’Aidac

INTRODUZIONE

Prima di dare inizio ai lavori, vorrei degli elementi costitutivi dell’immagi- ringraziare il Cnr per averci ospitati, ne sonora, il dialogo, è fatto di una oltre agli amici e ai colleghi presenti, sostanza incorporea, la lingua, che, dinanzi ai quali mi fa molto piacere per propria natura, rifiuta l’analogia. trovarmi al di fuori della routine del Io posso facilmente riconoscere in un lavoro: è salutare fermarsi, di tanto in manufatto a forma di parallelepipedo, tanto, a riflettere su quello che fac- dotato di un tetto e di un certo nu- ciamo quotidianamente. mero di aperture, una casa, anche una casa americana, anche se non ho mai Ciò detto, entriamo subito in argo- messo piede in America, semplice- mento. L’area studi e ricerche si pro- mente basandomi sulla mia esperien- pone di fornire un primo assaggio del- za. Viceversa, il fonema house, senza la materia in discussione. Speriamo sia il soccorso di un vocabolario - cartaceo 12 l’aperitivo di un lungo e lauto pasto o mentale che sia -, sarebbe soltanto negli anni a venire. Mi limiterò a dare un rumore. una cornice ideologica del perché di quest’area del convegno, dopodiché Dunque, il doppiaggio ripristina nella passerò la parola a coloro che hanno componente linguistica dell’immagine davvero qualcosa di molto interessan- sonora quel carattere di analogicità su te da dirci. cui si basano i sistemi di significazione audiovisiva, restituendo così anche al- In Semiologia e Cinema Roland Bar- la componente visiva, e dunque al- thes spiega che nei sistemi di comuni- l’audiovisivo tout court, la pienezza cazione audiovisiva, a livello di signifi- del suo statuto simbolico. cazione primaria, si attua una rappre- sentazione analogica della realtà. In Almeno a livello primario, la produ- altri termini, l’immagine riprodotta zione di senso operata dal film parla- sullo schermo significa in quanto lo to in italiano a beneficio dello spetta- spettatore ha esperienza di ciò che tore italofono, è equivalente o, quan- l’immagine stessa rappresenta. E va da to meno, simmetrica alla produzione sé che il termine immagine, dall’av- di senso operata dallo stesso film par- vento del cinema sonoro, ha la doppia lato in inglese a beneficio dello spet- valenza di immagine visiva e di imma- tatore anglofono. E tralasciamo di gine, appunto, sonora. proposito ogni altra considerazione sulla traduzione simultanea che uno Ma qui cominciano i guai, perché uno spettatore ben equipaggiato potreb- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 13

be operare mentalmente, perché nel Trenta - le prime pellicole non mute, caso del film la simultaneità non am- venne presto soppiantata da quella, mette il benché minimo scarto fra te- tuttora in uso, di film sonoro. sto originale e testo tradotto. Si do- vrebbe, dunque, parlare più propria- Il dialogo, si diceva, è solo una delle mente di sincronismo. componenti - certo non la più margi- Gianni G. Galassi nale, certo la più peculiare - dell’im- Nel film, sostanza visiva e sostanza so- magine sonora del film; immagine so- nora si esprimono in quanto si muo- nora che è fatta sì di parole ma anche vono - e muovono - attraverso il tem- di fonemi, di rumori, di musica. po. Ogni manipolazione dell’elemen- In altri termini, il film più che parlare, to temporale di una scena diventa, di suona. Constatazione banale che, fatto, una manomissione. però, comporta una serie di riflessioni perché, se è vero che almeno in anni Produzione di senso a livello primario, recenti l’attenzione dei translation dicevamo: in effetti, basta avvicinare studies sul film doppiato si è spostata la lente d’ingrandimento per accor- dal film tradotto al processo tradutti- gersi che la trasposizione filmica è una vo, è altrettanto vera la necessità di faccenda più complicata. perimetrare con la maggior precisione Restiamo brevemente nell’ambito del possibile il campo della ricerca; campo linguaggio verbale. La pratica della che potrebbe rivelarsi più esteso del traduzione e dell’adattamento dei previsto e più accidentato. dialoghi è una corsa costellata di mil- Sebbene la letteratura specialistica, a le ostacoli che vanno dal calco lingui- più di sessant’anni dall’avvento del so- stico alla referenzialità culturale - per noro, sia ancora piuttosto scarsa, ab- esempio, le frequentissime allusioni biamo a disposizione una discreta 13 ad altri mezzi di massa che sono pre- quantità di ricerche in cui il dialogo senti nei dialoghi dei film e dei tele- del film doppiato viene esaminato con film che noi doppiamo -, dalla refe- il rigore e il puntiglio propri della me- renzialità accidentale - quante volte ci dicina legale. siamo imbattuti in personaggi, in un film americano, che si chiamano Katz L’autopsia si svolge, di solito, su due - allo scarto dalla norma, dall’uso de- tavoli anatomici: sul primo il testo ori- gli idiomatismi al valore degli allocuti- ginale, sull’altro il testo doppiato; o vi, dall’incompatibilità dei gerghi giu- meglio, da un lato, una trascrizione diziari al gioco di parole e via elen- del dialogo originale e accanto una cando. Ostacoli che il dialoghista- trascrizione del dialogo doppiato. adattatore è chiamato a superare e non ad aggirare con, in più, la palla al Ma al cinema noi non leggiamo, al ci- piede del sincronismo labiale ed nema noi ascoltiamo. Dunque, ciò che espressivo, della costrizione iconica, definiamo testo dovrebbe essere qual- dello scarto metrico tra lingue diverse. cosa di diverso, di più grande, di più complesso di un testo scritto. Il testo Ma se è vero che le parole hanno una di cui ci dovremmo occupare è un in- storia da raccontare, soffermiamoci un sieme di parole dette e non lette da momento a riflettere sul perché la de- parlanti non asettici - gli attori/dop- finizione di film parlante, con cui ve- piatori - e posto in stretta relazione nivano lanciate - sul finire degli anni con tutti gli altri elementi della colon- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 14

na sonora. Il copione che il dialoghi- lingua di destinazione sono propri ed sta-adattatore fornisce ai doppiatori esclusivi. è, senza dubbio, l’elemento fonda- mentale della trasposizione filmica, in Tanto per fare un esempio, si pensi al- quanto si accolla tutte le esigenze di l’inversione tra soggetto e verbo nelle significazione del dialogo originale, proposizioni interrogative inglesi, che ma non emette suoni. è un elemento testuale, in rapporto all’intonazione, elemento paratestua- Il copione adattato, in definitiva, più le, che è l’unico dato connotativo del- che un testo è un pre-testo. l’interrogativa in lingua italiana. Per non parlare del sincronismo espressi- Insomma, il medico legale che fruga vo, ossia della relazione tra la battuta tra le budella del doppiaggio, in cerca doppiata e la mimica dell’attore sullo della prova del delitto - e sappiamo Gianni G. Galassi schermo, delle appoggiature logiche, bene che nessuna pratica traduttiva dello scarto sonoro tra lingue anglo- può dirsi del tutto innocente - ha bi- sassoni e lingue neo-latine, della di- sogno di strumenti più sofisticati; stru- versa resa acustica delle parole piane menti che gli consentano un approc- rispetto alle parole tronche, eccetera. cio, per così dire, multimediale alla materia. E qui entrano in scena gli ospiti della La battuta di un film, quando passa prima delle tre aree in cui abbiamo dalla pagina scritta al nastro registra- suddiviso questo convegno. Mentre to, si arricchisce di elementi paralin- noi, nelle nostre alcove/moviole, ci guistici, di codici non verbali ma co- congiungiamo carnalmente coi copio- munque portatori di senso, di tutte ni da adattare, macinando rulli su rul- 14 quelle componenti, in sostanza, che li senza mai avere il tempo di riflette- dopo essere state concepite nell’inti- re sulle modalità della trasposizione mità dell’alcova/moviola, vedono la lu- filmica, ci sono professionisti della ri- ce in sala di doppiaggio. Ecco, dun- cerca che si incaricano di farlo per noi. que, che il copione adattato, il pre-te- In questi ultimi anni, ho avuto modo sto, quando viene interpretato dagli di entrare in contatto con loro e vi attori/doppiatori, coordinati dal diret- posso assicurare che hanno molte co- tore di doppiaggio, si trasforma in se da dirci. qualcosa di diverso. Si tratta di Rosa Maria Bollettieri Bosi- Svolta nelle indagini: il delitto non è nelli, Alberto Castellano, Marco Cipol- opera di un unico assassino. loni, Sergio Raffaelli, Maria Pavesi. In questa fase, lo studioso ha dinanzi Orio Caldiron, che aveva assicurato la a sé una quantità di elementi che dif- sua presenza, è costretto a letto da ficilmente possono essere analizzati un’influenza. da un punto di vista strettamente let- I loro interventi ci forniranno una pa- terario, perché come il dialoghista noramica sullo stato di avanzamento scompone la battuta originale per poi degli studi sulla trasposizione filmica, riformularla nella lingua di destina- qualche esempio di ricerca su temi e zione, il doppiatore legge, ascolta e problematiche più specifiche e una se- reinterpreta quella stessa battuta rife- rie di riflessioni sul rapporto tra criti- rendosi a codici drammatici che della ca e operatori del doppiaggio. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 15

È ovvio che i translation studies sul doppiaggio!» film trasposto non devono soddisfare Gli studiosi possono fare molto affin- solamente il desiderio di conoscenza ché questa resti solo una battuta. del mondo accademico. Noi abbiamo bisogno che qualcuno si Cedo immediatamente la parola alla occupi del nostro lavoro con quel ri- Professoressa Rosa Maria Bollettieri Gianni G. Galassi gore scientifico e quella capacità di Bosinelli, professore ordinario di lin- analisi di cui la critica cinematografi- gua inglese presso la Scuola Superiore ca, almeno quella che parla al grande di Lingue Moderne per Interpreti e pubblico, è clamorosamente carente. Traduttori di Forlì che, nonostante questo nome insolito, è di fatto una E l’incanaglimento del mercato degli delle facoltà dell’Università di Bolo- audiovisivi nel nostro paese ci sta gna. È vice-presidente della James Joy- creando ulteriori difficoltà, minaccian- ce International Foundation, autrice di do l’esistenza stessa delle botteghe articoli e saggi sullo scrittore irlandese, che da sempre hanno cresciuto dialo- ha al suo attivo numerosi studi in cam- ghisti, attori, direttori, fonici. Avver- po linguistico tra cui Quando parlano tiamo tutti un’impellente necessità di le metafore. Viaggio nella pubblicità strumenti, luoghi, metodi di forma- televisiva americana, Sistemi linguistici zione. Negli studi di registrazione cir- e sistemi culturali, Il doppiaggio: tra- cola da tempo uno pseudo-spot ra- sposizioni linguistiche e culturali, pub- diofonico: «Sei senza lavoro? Hai gra- blicato nella collana «Cinema e Tradu- vi difficoltà con l’italiano? Non sai fa- zione», da lei ideata e diretta, della re praticamente nulla?… Prova col Clueb di Bologna. A lei la parola.

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Rosa Maria Bollettieri Bosinelli Università di Bologna - Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, Forlì

IL PUNTO SULLA RICERCA

Scriveva Musil nel 1937 nel suo Di- nell’ambito della traduzione e dell’in- scorso sulla stupidità: terpretazione simultanea e consecuti- va. Insisto sul fatto che sono facoltà Dio, nella sua bontà per noi difficil- universitarie, perché l’università è, per mente comprensibile ha concesso la definizione, sede della ricerca scienti- lingua umana anche ai creatori di fica, oltre che di una didattica mirata film parlati.1 alla formazione culturale e professio- nale dei propri iscritti. In questa situa- Se condividessimo questo punto di vi- zione, da una conversazione informa- sta, non saremmo qui oggi, a parlare le e casuale proprio con Maria Pavesi, della «Norma Traviata» e l’ascensore che prenderà la parola fra poco, è na- per la Torre di Babele non sarebbe sta- ta l’idea di studiare, prima da un pun- to costruito. Invece ringrazio l’Aidac e to di vista teorico e poi da un punto gli organizzatori di questo incontro, in 16 di vista applicativo, un caso specializ- particolare Gianni Galassi, che mi han- zato di traduzione multimediale come no dato l’occasione di parlare in que- il doppiaggio filmico. sta sede a un pubblico che non mi è familiare e con cui un docente univer- Si è così formato un gruppo di ricerca, sitario non ha spesso l’occasione di con la participazione di studiosi del- confrontarsi. Cercherò di superare l’Università di Bologna, Pavia e Trieste, l’imbarazzo e di dire qualcosa sul te- che coinvolge cinque aree linguistiche, ma che mi è stato assegnato: «Il pun- inglese, francese, tedesco, spagnolo, to sulla ricerca». russo oltre, naturalmente, all’italiano. L’uso del film e di materiali audiovisi- Da qualche anno, presso l’Università vi autentici ha ormai una lunga tradi- di Bologna, nella sede decentrata di zione nella didattica delle lingue stra- Forlì, è nata la Scuola Superiore di Lin- niere, ma il confronto sistematico fra gue Moderne per Interpreti e Tradut- la versione originale e quella doppia- tori, sul modello dell’altra istituzione ta o sottotitolata ha costituito una in- universitaria che rilascia una laurea in novazione, sia a livello di ricerca che traduzione o interpretazione esistente di applicazione didattica. a Trieste. Queste due Scuole Superiori si pongono, nel panorama italiano, Perché il film e perché il doppiaggio? come le uniche facoltà universitarie Il film, essendo un sistema semiotico che hanno, come compito istituziona- complesso che si avvale di diversi co- le, quello di formare dei professionisti dici (semplificando al massimo, un co- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 17

dice visivo, uno sonoro e uno verbale) È di gran lunga più interessante sof- offre l’opportunità di riflettere su mo- fermarsi sulla traduzione come proces- delli di comunicazione diversi e stret- so, vale a dire chiedersi cosa avviene tamente interconnessi, è espressione quando si opera il trasferimento fra di- di modelli culturali, ideologie, lin- versi contesti linguistici e culturali, qua- guaggi, apre finestre sulle più varie li sono le aree problematiche, per qua- Rosa Maria Bollettieri realtà culturali ed è il risultato di un li stadi di successive approssimazioni si articolato processo di traduzione, in- può arrivare in primo luogo a com- tesa come trasferimento e trasposizio- prendere le funzioni comunicative del ne fra vari sistemi comunicativi. testo di partenza e poi a trasferirle.

Il doppiaggio non è che un ulteriore Passerò ora ad illustrare brevemente stadio di trasposizione linguistica e le tematiche affrontate dal nostro culturale, particolarmente ricca di gruppo di ricerca e i lavori che si stan- spunti di riflessione sui processi tra- no facendo anche a livello europeo da duttivi verbali e non. Insomma, l’og- parte di studiosi con cui siamo venuti

getto film, originale e doppiato, è un in contatto nelle diverse iniziative che B osinelli ricchissimo campo di indagine della abbiamo messo in atto. traduzione sia come processo che co- Nella prima fase del nostro lavoro, do- me prodotto. po una prima analisi di film doppiati Parlerò prima del prodotto per sgom- dal punto di vista del «prodotto», so- brare il campo da una tentazione, no state individuate alcune aree pro- presente in alcuni studiosi, ma a mio blematiche che potevano essere og- parere poco produttiva: in termini ge- getto di ricerche specifiche nelle diver- nerali, l’analisi della traduzione come se lingue. Fra le tematiche trasversali, 17 prodotto, vale a dire l’analisi di tradu- che riguardano il doppiaggio in senso zioni «finite» confrontate con l’origi- generale, rientrano problemi come: - l’evoluzione della tecnica del dop- nale, si presta ad un facile gioco al piaggio dall’epoca del bianco e nero massacro: è facilissimo, anzi inevitabi- ai giorni nostri; le, trovare «errori», interpretazioni - doppiaggio e contesto culturale; sbagliate, fraintendimenti dovuti a - il rapporto fra immagine e parola; ignoranza e incomprensione del testo - la relazione fra ritmo e senso (rap- originale, scarsa professionalità e via porto fra il ritmo linguistico di par- criticando. Si tratta di un esercizio, a tenza e quello d’arrivo); volte anche divertente, ma che lascia - l’uso della norma e della devianza un po’ il tempo che trova. Lo studio dalla norma; del prodotto della traduzione, e per - la resa di accenti e registri; estensione l’indagine sul doppiaggio, - la codificazione dei generi, come il non si basa, o non dovrebbe basarsi, film poliziesco o la commedia musica- sul tentativo di trovare risposte alla le, ma anche dei generi maschile e domanda «è giusto o è sbagliato?», femminile; quanto piuttosto interrogarsi su cosa - la comicità e l’umorismo nella lingua implica il trasferimento di un testo e cultura di partenza e d’arrivo. multimediale, e quali strategie di tra- sferimento possono funzionare per un In altre parole ci troviamo di fronte a determinato pubblico. tutta una serie di problemi traduttivi Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 18

legati ad aspetti linguistici e aspetti scientifico delle teorie della traduzio- pragmatici della comunicazione, che ne. A me qui interessa mettere in rilie- sono strettamente interrelati e che vo che, come scrive uno degli espo- meritano di essere studiati. nenti dei translation studies «una teo- ria utile dovrebbe essere basata su una Da un punto di vista più strettamente pratica che sa già come risolvere i pro- linguistico ci si è interrogati sull’uso di pri problemi ... La teoria non dovreb- espressioni fisse, come frasi idiomati- be proporre regole per i traduttori».3 che e proverbi, l’individuazione dei osinelli

B marcatori conversazionali, la resa del- Date queste premesse, ci siamo trova- le forme allocutive (tu, lei, voi), l’op- ti di fronte alla necessità di confronta- portunità o meno di tradurre la paro- re le nostre ipotesi e linee di ricerca la scritta (manifesti, indicazioni stra- con i professionisti del doppiaggio, re- dali, lettere, titoli di giornale, graffiti), gisti, dialoghisti-adattatori e attori al- la resa di nomi propri e riferimenti lo scopo di iniziare un dialogo fra chi, geografici, la trasposizione degli ste- come noi, si occupa di traduzione da reotipi legati al genere femminile o un punto di vista teorico e applicato maschile, o alle diverse etnie; proble- alla didattica e chi pratica il doppiag- mi di traduzione in riferimento a si- gio come professione. Da questa esi- stemi legali diversi nel film giudiziario; genza è nato un primo convegno or-

Rosa Maria Bollettieri resa linguistica di canzoni, filastroc- ganizzato dalla Scuola Superiore di che, scioglilingua, giochi di parole. Lingue Moderne per Interpreti e Tra- duttori a Forlì, il 16-17 giugno 1993, Il quadro di riferimento dei nostri la- che si è articolato in tre momenti: nel vori è il campo di studi interdisciplina- primo, «Il doppiaggio filmico: posizio- 18 re che va sotto il nome di translation ni a confronto» sono state presentate studies, vale a dire, come sostiene Siri relazioni da parte di esperti di cinema, Nergaard nell’interessante volume come Guido Fink e Franco La Polla, stu- Teorie contemporanee della traduzio- diosi di letteratura inglese e anglo- ne, pubblicato da Bompiani nel 1995, americana e due professionisti del un’area di ricerca che più che fare teo- doppiaggio, , attore, ria, si propone di descrivere: regista e dialoghista, e Gianni Galassi, «La si vuole chiamare così perché non dialoghista, direttore di doppiaggio e è una scienza, forse nemmeno una membro dell’Aidac. I loro interventi teoria ... Non è una scienza non per- hanno messo in luce in modo signifi- ché, scrive Pym (1992, p. 183) nessuna cativo ottiche diverse e, in certi casi, delle teorie sia giusta, ma perché so- diametralmente opposte, suscitando no pochi i criteri generalmente rico- un dialettico confronto, che al di là nosciuti con cui si possa dimostrare delle polemiche, - doppiaggio sì / dop- che una teoria è sbagliata. E non è piaggio no; sottotitolaggio vs dop- una teoria perché a una teoria si ri- piaggio - si è rivelato produttivo e vi- chiede una maggiore uniformità e vace; un secondo momento, «Il dop- univocità di quanto si possa trarre ne- piaggio come esperienza di apprendi- gli studi sulla traduzione».2 mento» ha affrontato il versante pe- dagogico del lavoro sul doppiaggio, il Non tutti sono d’accordo su queste af- quadro teorico su cui esso si basa e le fermazioni, ma non è questa la sede ragioni della scelta del film (originale per aprire un dibattito sullo statuto e doppiato) come spunto di riflessione Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 19

sulla logica funzionale-pragmatica di Christine Heiss e da me, è in fase di determinati processi traduttivi. In que- preparazione. Esso raccoglie i contri- sta sede sono stati presentati i lavori buti di un secondo convegno che si è che gruppi di studenti hanno svolto a fatto a Forli il 26-28 ottobre 1995 su conclusione di alcuni seminari sul dop- «Traduzione multimediale per il cine- piaggio tenuti a integrazione dei corsi ma, la televisione e la scena». Anche Rosa Maria Bollettieri di lingua inglese del terzo anno, con questo incontro è stato ricco di stimo- particolare riferimento al linguaggio li e ci ha consentito di mettere a con- legale in film ambientati prevalente- fronto le ricerche in corso in diversi mente in un’aula di tribunale e alle va- paesi europei: organizzato in collabo- rietà geografiche e sociolinguistiche razione con l’università di Vienna, ha dell’inglese. Questi contributi, presen- visto la partecipazione di un folto tati al convegno dagli stessi studenti, gruppo di ricercatori italiani ed euro- sotto la supervisione di Laura Gavioli e pei e di esperti di cinema, di doppiag- Raffaella Baccolini, illustrano il frutto gio e di sottotitolaggio. Il doppiaggio di alcune applicazioni didattiche che cinematografico è stato solo uno dei

una ricerca sul doppiaggio può avere, temi trattati, nel confronto con altri B soprattutto nel contesto di una Scuola tipi di traduzione multimediale come osinelli Superiore per Interpreti e Traduttori. i testi teatrali, fra cui anche l’opera li- Il terzo momento, «La produzione del rica, e vari generi televisivi, sia dop- testo doppiato: analisi linguistica ed piati che sottotitolati. esperienza metodologica» ha visto la Le osservazioni che seguono si basano presentazione di ricerche in corso, fra largamente sull’introduzione al volu- cui particolarmente stimolante l’anali- me di Christine Heiss, che non solo ha si socio-linguistica di Maria Pavesi. I la- curato l’organizzazione scientifica del vori del convegno sono terminati con 19 convegno, ma ha presentato una rela- una tavola rotonda, in cui ha trovato zione fra le più significative sulle pro- ampio spazio lo scambio fra Anita Li- blematiche legate alla specificità cul- cari e Gianni Galassi sul doppiaggio turale della commedia all’italiana nel dei film di Eric Rohmer. doppiato tedesco. Da questo primo convegno del 1993 Fin dalla relazione introduttiva del sono nati due volumi, pubblicati nella convegno, tenuta da Mary Snell- collana della Scuola «Cinema e tradu- Hornby, si è messa in luce una cre- zione»; il primo, a cura di Anita Licari, scente sensibilità per l’interdipenden- è uno studio monografico su Eric Roh- za dinamica dei fattori che caratteriz- mer in lingua italiana (Bologna, Clueb, zano questi testi multimediali e la 1994); il secondo, curato da Raffaella conseguente necessità di riconsiderare Baccolini, Laura Gavioli e me, dal tito- radicalmente i procedimenti di tradu- lo Il doppiaggio. Trasposizioni lingui- zione e rielaborazione che essi richie- stiche e culturali (Bologna, Clueb, dono, sia agli esperti di traduzione 1994) documenta i lavori del conve- che ai professionisti dei diversi generi. gno di cui parlavo poc’anzi, ed è cor- Numerosi ricercatori, in particolare redato da un ampio repertorio biblio- della «scuola di Vienna», hanno rile- grafico che traccia una mappa ragio- vato come il concetto di traduzione nata degli studi sul tema. accademica, filologicamente «fedele», deve essere integrato in un approccio Un terzo volume, che sarà curato da olistico, vale a dire che tenga conto Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 20

delle varie componenti tipiche di un traduzione «cieca» da scritto a scritto, testo multimediale (immagine, suono, che è fatalmente inadeguata a tenere rappresentabilità, cantabilità, recitabi- nel debito conto l’importanza di que- lità) e interdisciplinare. La collabora- stioni stilistiche, di accento, di registro, zione del «traduttore» con registi, sce- di espressività, di idiomatismi e allu- neggiatori, tecnici è emersa come pre- sioni culturali che, se creano sempre messa indispensabile per un lavoro di problemi al traduttore «tradizionale», gruppo interdisciplinare che non può sono enormemente potenziati quan-

osinelli non tener conto della specificità del do si tratta di un testo multimediale B testo multimediale da trasferire in come lo sceneggiato televisivo. Tutto un’altra lingua e cultura. questo rientra nell’esigenza di conte- nere i costi, affidando queste tradu- Le linee di ricerca che sono emerse zioni «preliminari» a personale scarsa- fanno riferimento a un approccio in- mente specializzato e ignorando l’im- terdisciplinare che vede le scienze del- portanza di una formazione adeguata la traduzione interagire con gli ap- del traduttore, come si viene facendo porti della sociolinguistica, della prag- oggi in varie istituzioni universitarie in matica, dell’analisi testuale, dell’anali- Italia e all’estero. si della conversazione, della semiotica, della linguistica descrittiva e teorica. Il La responsabilità del committente e

Rosa Maria Bollettieri contributo di critici cinematografici, l’influenza di fattori commerciali, lun- tecnici, professionisti del doppiaggio gi dall’indurre a condannare il dop- ha portato avanti quel dialogo già ini- piaggio in sé, mettono l’accento sul- ziato nel primo convegno del ‘93. l’esigenza di formazione di operatori della traduzione multimediale qualifi- 20 Vorrei soffermarmi qualche minuto cati, di cui il mercato europeo ha am- ancora sui risultati della ricerca di Tho- pio bisogno. mas Herbst, dell’Università di Erlan- gen, che sulla base di un vastissimo A questo proposito va citata la positi- corpus di sceneggiati televisivi origi- va esperienza presentata dal danese nariamente in inglese doppiati in te- Henrik Gottlieb che ha illustrato al desco, ha portato alcune osservazioni convegno un modello di formazione di grande interesse sia per l’influenza parauniversitaria di sottotitolatori, che la lingua del doppiaggio ha sulla particolarmente richiesto nei paesi lingua tedesca (presenza di anglismi e scandinavi, in Svizzera e nel Benelux, costruzioni sintattiche che sono dei dove la pratica dei sottotitoli è larga- veri e propri calchi dell’inglese sul te- mente più diffusa del doppiaggio. desco) che per i suggerimenti che de- Partendo da una base teorica, il mo- rivano dalle sue osservazioni per la dello di Gottlieb illustra come si possa formazione di traduttori multimediali sviluppare, in un corso ad hoc, la pre- competenti. Herbst insiste, giustamen- parazione linguistica, la capacità ana- te, sull’importanza delle componenti litica riferita ad elementi visivi e cul- pragmatiche della comunicazione e turali e la sensibilità nel processo di sull’inadeguatezza di una prassi, an- condensazione verbale richiesto dai cora comune nel doppiaggio tedesco, sottotitoli, insieme alle conoscenze (e assai diffusa, temo, in certi fretto- tecniche necessarie per la fase di pro- losi adattamenti televisivi anche in Ita- duzione. L’esito della formazione vie- lia) di affidarsi preliminarmente a una ne esaminato in condizioni operative Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 21

perfettamente adeguate alla realtà è il frutto di un patto. Di un patto della professione da intraprendere. molto chiaro fra il pubblico e l’ogget- to che si sta guardando. Quindi l’idea Questo mi porta all’ultimo punto di di doppiaggio come doppio, ambiguo, cui voglio trattare. I filoni di ricerca falso, va integrata - doppiare significa

che ho cercato di illustrare ci induco- anche superare un ostacolo, raddop- Rosa Maria Bollettieri no a prendere in seria considerazione piare, accrescere - con l’idea di dop- la possibilità di creare a Forlì un corso piaggio come arricchimento. Lo dimo- di perfezionamento post-laurea in tra- stra il fatto che abbiamo serial televi- duzione multimediale. L’esigenza in- sivi e anche film che, mentre nell’ori- terdisciplinare che è emersa come una ginale non avevano fatto alcuna for- costante nei diversi studi che abbiamo tuna, nella versione doppiata sono di- intrapreso ci porta a considerare come ventati prodotti di successo. requisito irrinunciabile di questo corso di perfezionamento una collaborazio- Quando pensiamo al doppiaggio, non ne stretta fra docenti universitari e dobbiamo andare alla ricerca del testo

professionisti della traduzione multi- perduto, perché questo sarebbe co- B mediale, come dialoghisti, direttori di munque perduto, in quanto incom- osinelli doppiaggio, tecnici del suono, sottoti- prensibile: la ricerca del testo dovreb- tolatori e, perché no, committenti. In be essere riformulata in termini di un corso di perfezionamento annuale consapevolezza dei processi traduttivi di circa cento ore, vedo come necessa- a cui è stato sottoposto. La nostra ri- ria una buona percentuale di «lezio- cerca vuole contribuire a tale consa- ni» tenute da esperti extra-universita- pevolezza, vuole incoraggiare la ri- ri e uno stage per ogni studente in flessione sul «tradurre». uno studio di doppiaggio. Se, in colla- 21 borazione con l’Aidac o analoghe as- sociazioni, potremo dare l’avvio a questa sperimentazione di formazio- ne, credo che potremo dare un con- tributo valido a una professionalità di cui si sente sempre più l’esigenza, an- dando verso un’Europa, che se vuole unirsi, deve salvaguardare le lingue e le culture nazionali, consentendo, at- traverso quei mediatori linguistici e culturali che si muovomo nell’ambito dei processi traduttivi, che il dialogo fra le lingue e le culture sia possibile, efficiente e alieno dai fraintendimen- ti legati all’improvvisazione e alla mancanza di professionalità. 1 Robert Musil, Discorso sulla stupidità, Milano, Shake- speare and Kafka, 1991 (orig. 1937), p. 31.

Per concludere, quando parliamo di 2 Siri Nergaard, «Introduzione», in Teorie contempora- doppiaggio, troviamo spesso delle re- nee della traduzione, Milano, Bompiani, 1995, p. 14. sistenze, come si trovano resistenze e 3 Anthony Pym, Translation and Text Transfer. An Essay atteggiamenti critici nei confronti del- on the Principles of Intercultural Communication, Frankfurt am Main, Peter Lang, 1992, p. 191 (cit. in la traduzione tout court. Il doppiaggio Nergaard, 1995, p. 15). Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 22

Alberto Castellano Critico cinematografico del Mattino di Napoli

IL RAPPORTO TRA CRITICA E DOPPIAGGIO

Come critico cinematografico mi occu- no le manipolazioni operate dagli po anche del rapporto fra chi costrui- adattatori italiani degli scempi, degli sce il doppiaggio - i dialoghisti e i omicidi tout court, con una visione del doppiatori - e i fruitori, cioè coloro problema indistinta e omologata. Ci che poi alla fine apprezzano o meno i sono due tipi di problemi: uno riguar- risultati. da il giornalismo della carta stampata che - preso dall’«urgenza» dell’attua- I rapporti fra la critica e il mondo del lità, della televisione, del pettegolez- doppiaggio sono sempre stati molto zo, delle anticipazioni, delle indiscre- difficili e conflittuali, quando non ine- zioni - è portato a trascurare non solo sistenti (il che, ovviamente, è ancora il doppiaggio ma anche altri aspetti peggio), anche se da qualche anno i del mondo dello spettacolo che richie- doppiatori e i dialoghisti, i curatori derebbero maggiori approfondimenti; delle versioni italiane di un film stra- 22 un altro è quello del rapporto del cri- niero, ricevono maggiore attenzione e tico con l’oggetto film. riconoscimenti. Ma rispetto alla qua- lità e professionalità dei nostri «lavo- Molti critici vedono i film spesso sot- ratori» del doppiaggio, lo spazio che totitolati ai festival o a Roma e a Mi- la stampa riserva ad essi è ancora ina- lano in anteprima doppiati nelle sa- deguato: spesso ci si limita a registra- lette con colleghi e addetti ai lavori e re, in maniera molto vaga e confusa, quasi mai con lo spettatore medio in la loro bravura senza mai entrare dav- cinema affollati. vero in questo mondo con gli stru- menti necessari. Col passar del tempo il critico ha radi- calizzato il suo isolamento, la sua con- Il problema è di carattere culturale e dizione di intellettuale che vive in un ideologico, perché critici e giornalisti mondo dorato, che ha finito per al- quando affrontano la questione dop- lontanarlo sempre di più dalle dina- piaggio spesso trascurano un elemen- miche del consumo popolare. Il critico to fondamentale, il destinatario. Ri- raramente verifica col pubblico se il prendendo la simpatica metafora di film straniero funziona o no, intuisce Galassi sulla «caccia all’assassino», di- soltanto che c’è stato un tradimento rei che spesso i critici più che la caccia nella traduzione. all’assassino danno la caccia a un serial killer, perché non si sforzano neanche È chiaro che il film tradotto e doppia- di distinguere gli assassini: considera- to vive soltanto nel momento in cui è Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 23

proiettato in una sala. A differenza di altri. È chiaro che il doppiaggio degli un testo letterario che consente sem- ultimi vent’anni non è più quello di pre una comparazione con il testo ori- una volta e spesso si lamenta il fatto ginale, il film doppiato ha un riscon- che i dialoghi sono a volte banalizzati, tro nella fruizione collettiva. È la rea- semplificati, che le versioni italiane tra- zione, il coinvolgimento del pubblico discono quelle originali. In realtà cre- Alber che decreta la «fedeltà» o meno all’o- do che un certo tipo di traduzione sca-

riginale. Il recente caso di Amendola, turisca non tanto da un deterioramen- to Castellano che è stato sostituito come doppiato- to dello stile, quanto dall’adeguamen- re di De Niro, al quale la stampa ha to a certe mode culturali, a certi mo- dato molto rilievo, dà la misura del delli comportamentali, a certi standard problema. Questo è il materiale idea- linguistici. Molti film stranieri doppiati le per un certo tipo di giornale italia- infatti, soprattutto americani, sono no che preferisce occuparsi del dop- pieni di inflessioni dialettali italiane, di piaggio dal punto di vista del pette- riferimenti al nostro costume e alla no- golezzo. È un modo di affrontare l’ar- stra società e addirittura ad alcuni no- gomento che crea effetti di distorsio- stri programmi televisivi. ne, perché il lettore può avere la sen- sazione che la questione è circoscritta Se si affronta il problema con una cer- al divismo vocale, a quei doppiatori- ta pedanteria filologica, si grida facil- divi che prestano la voce agli attori-di- mente al tradimento del «testo». Cre- vi, senza essere correttamente infor- do invece che le arbitrarie manipola- mato del lavoro che svolgono centi- zioni e integrazioni non pregiudichino naia di doppiatori e adattatori. necessariamente la fedeltà allo spirito del film, all’essenza della storia, alle Sono uno dei pochi che, avendo «spo- intenzioni dell’autore. Ci sono per 23 sato» la causa del doppiaggio, cito esempio molti film il cui parlato è co- spesso il doppiatore e magari sottoli- stituito prevalentemente da un lin- neo se il doppiaggio mi sembra riusci- guaggio specialistico. È un linguaggio to e se una voce è adeguata al corpo tecnico di tipo giudiziario, scientifico, straniero, senza distinzione tra il dop- tecnologico e i dialoghisti, gli adatta- piatore «anonimo» e quello famoso. tori fanno uno sforzo per semplificar- Ma spesso io ed altri critici ci scontria- lo e renderlo più comprensibile allo mo con la mentalità burocratica dei re- spettatore italiano. Le disquisizioni su dattori che quando hanno problemi di questi aspetti del doppiaggio diventa- spazio eliminano i nomi dei doppiato- no pretestuose e fanno perdere di vi- ri, a meno che non si tratti di Giannini sta quello che a mio avviso è il nodo o Proietti. Questi piccoli episodi quoti- centrale della questione. diani sono indicativi di come l’appara- to dell’informazione sia distante dai Oggi il cinema deve essere considera- problemi reali della categoria. to ancora un’arte con una sua gerar- chia di valori, una forma espressiva È indubbio che negli anni Ottanta e privilegiata nel sistema audiovisivo Novanta c’è stato un cambiamento oppure un semplice segmento di un si- nella traduzione del cinema straniero, stema globale? Il cinema sta diventan- secondo alcuni una involuzione. Sulla do sempre più un momento di un con- degenerazione qualitativa delle versio- sumo audiovisivo fagocitante, un vei- ni italiane sono meno pessimista degli colo del villaggio globale della comu- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 24

nicazione, uno strumento dell’univer- testo, adeguando il turpiloquio al ger- so multimediale e come tale va consi- go e alla violenza verbale della gio- derato un mezzo espressivo dinamico, ventù emarginata italiana e alludendo permeabile ai segnali, alle suggestio- arbitrariamente ad analogie con un ni, alle seduzioni della realtà che lo certo teppismo italiano di stampo fa- circonda. Lo schermo cioè si offre al scista: a un certo punto a uno dei ra- (tele)spettatore contemporaneo inter- gazzi protagonisti l’adattatore faceva cettando e rielaborando altri modelli dire: «Boia chi molla!». Questa ed al- linguistici audiovisivi ed è sempre più tri tipi di alterazioni mirano a subor- improduttivo rivendicare oggi per dinare la specificità culturale di un principio l’integrità del testo e la sa- prodotto cinematografico ad un uso

to Castellano cralità dell’opera. del mezzo pedagogico e didascalico.

Più pericolose sono invece le opera- La traduzione di un film straniero e

Alber zioni di riscrittura dei dialoghi origi- l’adattamento dei dialoghi non hanno nali legittimate da presupposti artisti- bisogno oggi di scrittori e intellettua- ci. Il caso de I ragazzi della porta ac- li che inevitabilmente mettono in gio- canto (1985) di Penelope Spheeris è co compiacimenti artistici e velleità abbastanza emblematico. La versione autoriali, ma di bravi ed esperti pro- italiana fu curata dallo scrittore Aldo fessionisti, capaci di restituire con dut- Busi che, per «avvicinare» allo spetta- tilità di volta in volta il senso del testo tore italiano questo allucinante spac- originale e al tempo stesso di tener cato sociologico del malessere giova- conto delle fisiologiche aspettative nile americano, forzò platealmente il dello spettatore italiano.

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Sergio Raffaelli Università di Siena

UN ITALIANO PER TUTTE LE STAGIONI

L’arguta intestazione del convegno, italiano: quest’indirizzo ha preso l’av- «La norma traviata», m’incoraggia a vio, che io sappia, soltanto dopo il foggiare anche per il mio intervento 1980, per iniziativa d’italianisti stra- un titolo allusivo, «Un italiano per tut- nieri e s’è presto sviluppato anche da te le stagioni». Sotto questo titolo in- noi, sotto forma di tesi di laurea e, tendo tratteggiare un succinto profilo ora, anche di libro. C’è infine l’indagi- della storia linguistica del doppiaggio ne storica, che, dovendo procedere su di pellicole straniere in Italia. E una ta- due distinti piani, presenta il grave le formula, perentoria e svalutativa, scompenso di essere alquanto avanza- mi pare ben suggerire che per oltre ta in uno, ai primi passi nell’altro. sessant’anni ci si è avvalsi di un mo- Mi spiego. Il doppiaggio ha una storia dello statico di lingua. Naturalmente esterna e una storia interna. Di quella mi auguro che si riesca presto a dimo- esterna sappiamo parecchio: conoscia- strare che non è stato del tutto e sem- 25 mo cioè le leggi, le norme, le consue- pre così. tudini, le vicende sociali e culturali che Entro subito in argomento. Ricordo hanno condizionato la scelta della lin- che lo studio linguistico del doppiag- gua; conosciamo nomi, lineamenti pro- gio (o, meglio, del «doppiato», se vo- fessionali degli adattatori e degli atto- gliamo ripristinare la vecchia distin- ri che sono stati suoi artefici. Ho detto zione puristica fra «doppiatura» come che sappiamo parecchio, ma non tutto: per esempio, sul quindicennio fascista operazione del doppiare e «doppia- occorre rintracciare, a mio parere, il to», appunto, come risultato di tale fondo della censura cinematografica, operazione) si presta a essere analiz- che contiene tutta la tormentata vi- zato, con obiettivi e metodi natural- cenda della «italianizzazione» dei film mente peculiari, da tre punti di vista. stranieri; sulla fase dei primordi del so- C’è la valutazione estetica della sua li- noro in particolare (fra il 1929 e il ceità, che in Italia coinvolse numerosi 1932) sembra indispensabile anche la e appassionati disputanti, dagli anni consultazione degli archivi americani e Trenta fino verso gli anni Sessanta e del nostro ministero degli Esteri. che da qualche anno sembra riaffiora- re. C’è poi lo studio comparativo, che Ignoriamo invece quasi tutto della sto- consiste nel confrontare il parlato fil- ria interna del doppiaggio: non sap- mico in lingua originale (per lo più piamo bene se, quando e quanto il l’inglese) con il suo adattamento in parlato dei film doppiati sia mutato Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 26

nel corso dei decenni. rezione generale della Cinematogra- fia, retta da Luigi Freddi, che, come ho Mi soffermo qui pertanto sulla storia potuto rilevare da certi suoi carteggi, esterna. Essa è stata segnata princi- era cultore della lingua nazionale e palmente, negli anni Trenta, dalla dia- ostile ai dialetti. lettofobia e dalla xenofobia linguisti- ca del regime fascista, che si servì sia Altri provvedimenti hanno inciso in

faelli di apposite leggi sia di pressioni eser- quegli anni sul doppiato. Innanzitutto citate da organismi politici e da per- il divieto del pronome allocutivo «lei», sonalità culturalmente autorevoli. E che l’11 aprile 1938 fu bandito dall’u- qui dovrei menzionare, almeno, tutta so fra tutti i dipendenti statali; dal gio Raf una serie di disposizioni del ministero giugno dello stesso anno poi la pro-

Ser degli Interni, dall’autunno del 1929, scrizione si estese anche al cinema, co- che proibivano la circolazione di film sicché il «lei» cominciò a essere esclu- in lingua straniera (di fatto, dei film so dalla produzione sia nazionale sia americani), per arrivare poi, nell’otto- straniera. Inoltre, un provvedimento bre del 1930, a prescrivere la soppres- di legge, legato all’«Ordinamento del- sione «di ogni scena dialogata o co- lo stato civile», proibì il 9 luglio 1939 munque parlata in lingua straniera». che i neonati portassero un nome stra- niero: da qui la preoccupazione d’ita- Quali le istanze alla base d’un tale lianizzare i nomi dei personaggi anche provvedimento? Essenzialmente due: nei film. Infine, una legge del 23 di- una puristica e l’altra protezionistica. cembre del 1940 vietò l’uso pubblico Quella puristica non consentiva che lo di parole straniere nelle insegne com- spettatore italiano venisse a contatto merciali e nella pubblicità. 26 con l’esperienza del dialogo in lingua straniera; la seconda cercava di facili- Accanto alle norme agirono pressioni tare anche in questo modo lo svilup- politico-culturali. Basti ricordare la po dell’incipiente produzione nazio- campagna di stampa contro i forestie- nale. Tra il 1929 e il 1932 (che è l’an- rismi e i dialetti, che cominciò nel no di nascita del doppiaggio) vennero 1931 e che proseguì fino agli anni del- praticate varie soluzioni: in particola- la guerra; inoltre, un corso radiofoni- re quella di «ammutolire» i film sosti- co di lingua italiana, che diede ampio tuendo il parlato originale con dida- spazio ai problemi di pronunzia e che scalie tradotte, quella di farli recitare sfociò nel Dizionario di ortografia e di in differenti versioni da attori poli- pronunzia di Bertoni e Ugolini (1939), glotti, infine quella del doppiaggio. propose la soluzione fonetica dell’«as- se linguistico» Roma-Firenze. Il 5 ottobre 1933 venne emanata una legge, la quale imponeva che la dop- Vorrei rilevare a questo punto un da- piatura di pellicole importate fosse to storico importante: il controllo pu- eseguita in Italia da personale artisti- ristico della lingua nei film, a danno co e tecnico nazionale. Anche qui agi- delle lingue straniere e dei dialetti, rono ragioni protezionistiche oltre a non fu inventato dal fascismo. Infatti spiccate preoccupazioni censorie. A la lingua del cinema era disciplinata proposito dell’attuazione di questa da un «regolamento» giolittiano del legge sottolineerei l’incidenza che ha 31 maggio 1914, che all’art. 3 prescri- avuto l’istituzione, nel 1934, della Di- veva: «I titoli, i sottotitoli e le scrittu- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 27

re debbono essere in corretta lingua guistiche che hanno investito, in par- italiana» oppure contestualmente tra- ticolare, da una parte il pubblico cine- dotti in italiano. Incidentalmente si matografico e dall’altra la produzione potrebbe osservare qui che l’interven- nazionale. Il pubblico si è fatto sem- to d’autorità sull’uso linguistico pub- pre meno dialettofono e sempre più blico fu teorizzato, giustificato e vara- aperto alla comprensione e all’uso Ser

to già in epoca napoleonica e che si d’un italiano con coloriture locali. La gio Raf basava su principi illuministici: la lin- produzione, trovatasi del tutto priva gua era bene comune di tutti i citta- di orientamenti normativi, in questi dini, per cui lo stato aveva il diritto- ultimi cinquant’anni, ha sperimentato dovere di disciplinarla, a beneficio di svariate soluzioni linguistiche: il mi- faelli tutti. metismo del neorealismo; la mesci- danza di codici e di registri di matrice Sulla storia interna del doppiaggio, ho teatrale nei «film di attore» regionale già accennato, sappiamo poco. At- (con Totò, Fabrizi, Scotti, Riento e al- tualmente si può ritenere che il dop- tri); ancora, la dialettalità stereotipata piaggio ha mantenuto sostanzialmen- del cosiddetto «neorealismo rosa»; in- te immutata per decenni la fisionomia fine, dal 1960 in poi, l’adozione di linguistica elaborata negli anni Trenta; quell’italiano di tipo locale, che dalla cioè il pieno rispetto della pronunzia commedia si spostò via via anche ai romano-fiorentina, una sostanziale film seri. Il doppiaggio invece è rima- adesione alla norma grammaticale, sto pressoché immobile. l’uso del condizionale, l’adozione d’un lessico decorosamente medio e larga- Possiamo avanzare qualche congettu- mente comprensibile. ra sulle cause di tale conservatorismo. Innanzitutto è da tener conto della 27 Queste scelte, in sé tutte apprezzabili, difficoltà storica dell’italiano di ade- risultano storicamente meritorie, per- guarsi alla varietà e alla fluidità allo- ché la scuola più proficua di lingua ita- cutiva dei dialoghi originali - per lo liana è stata non tanto la produzione più inglesi - che erano frutto d’una se- nazionale, che soprattutto nel dopo- colare tradizione di lingua parlata guerra era linguisticamente molto ir- d’uso quotidiano. Inoltre va conside- regolare, quanto la produzione stra- rato l’attaccamento delle grandi Case, niera doppiata: era infatti sorvegliata, e in particolare di quelle americane, a lineare, ripetitiva, magari stereotipata, un modello linguistico sperimentato, ma pur sempre un modello sicuro. di tipo medio, uniforme, decoroso, ta- Questa tendenza al livellamento ha in- le da assicurare prestigio culturale al negabilmente provocato però il sacrifi- prodotto e da facilitare la compren- cio di certe variazioni di codice e di re- sione e il gradimento del vasto pub- gistro, che erano nel parlato originale, blico. Infine è da ricordare che gli dove rispecchiavano l’età, il sesso, la si- adattatori e gli attori erano rimasti le- tuazione comunicativa, l’estrazione so- gati alla propria formazione, avvenu- ciale, professionale e così via. ta negli anni Trenta, in pieno rigori- smo linguistico. Si ha l’impressione insomma che il doppiaggio abbia risentito poco, dal Solo agli inizi degli anni Settanta il dopoguerra fino ad anni recenti, del- doppiaggio compì una svolta, quando le vaste e profonde trasformazioni lin- nella produzione delle grandi Case Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 28

americane cominciò a ottenere largo Questo accadeva già nel 1932. Oppu- spazio la dialettalità. Il primo film im- re si ricordi l’esperienza dell’immedia- portante nel quale si «sicilianeggia» è to dopoguerra: nella stagione 1944- Il padrino, del 1971. Da quel momen- ’45, quando arrivarono in Italia dei to il parlato si fece meno compassato film doppiati in America da attori ita- e qua e là segnato anche da tratti dia- lo-americani che conservavano, spe- lettali. Si restrinse così, dopo il 1970, cialmente nelle figure di contorno,

faelli quella divaricazione linguistica tra spiccate pronunzie dialettali d’origine. produzione nazionale e produzione straniera importata, anche perché i Per quanto riguarda il primo venten- film italiani erano spesso recitati in in- nio del dopoguerra, si ha l’impressione gio Raf glese e poi ridoppiati. che esista una sostanziale continuità col passato. Si delinea invece allora Ser Una probabile causa di questo nuovo uno scarto di livello fra genere e gene- orientamento è il fatto che lo spetta- re: il film storico ha un italiano elevato tore degli ultimi due decenni è sem- e ampolloso, mentre la commediola pre più maturo: parla magari un ita- leggera si serve di un registro alquanto liano di tipo locale, comprende i dia- dimesso. Fa inoltre capolino, in questa letti e comunque non ha più preven- fase, qualche anticipazione di quel zioni nei loro confronti, talvolta cono- parlato dialettale o comunque basso, sce anche lingue straniere. Di conse- che si è largamente affermato, come guenza gli adattatori e gli attori si sappiamo, soltanto dopo il 1970. Le te- sentono liberi di ricorrere a un reper- stimonianze andranno cercate nella torio di scelte linguistiche più vasto produzione di Case minori e dei «B che nel passato e quindi, in certo gra- movies» (penso a Marty, 1955 o a Un 28 do, di gareggiare finalmente con la Napoletano nel Far West, 1956); anco- varietà di codici e di registri che era ra, in quella di Case prestigiose ma de- nell’originale. stinate ai bambini (per esempio la pel- licola a disegni animati Gli aristogatti, Ma il profilo storico italiano dei film 1970); inoltre, persino in grandi film, stranieri è veramente questo? Me lo però distribuiti da Ditte secondarie (si chiedo, perché ho parlato sulla base pensi a Il trono di sangue, 1960, diret- d’impressioni. Ritengo comunque che to da Akira Kurosawa); infine nelle co- la storia lineare che ho tratteggiato produzioni: è il caso della franco-italia- presenti lungo tutto il sessantennio na La pila della Peppa, 1965, dove, no- scarti e anomalie, che andrebbero evi- nostante l’ambientazione integral- denziate e valorizzate. Si pensi alla mente francese, Anna Magnani parla storpiatura fonetica, accettata univer- in romanesco. salmente, dei doppiatori Carlo Casso- la e Paolo Canali per Stanlio e Ollio. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 29

Maria Pavesi Università di Pavia

L’ALLOCUZIONE NEL DOPPIAGGIO DALL’INGLESE ALL’ITALIANO*

Con le forme allocutive vengono codi- mostrato gli studi classici sull’argomen- ficati e non semplicemente veicolati si- to (Ervin-Tripp, 1972, Kramer, 1975, gnificati sociali (Muhlhausler, Harré: Braun, I988, ma anche Quirk et al., 1990, Berruto, 1995: 23): i pronomi Tu 1985), sostituisce sul piano funzionale e Lei esplicitano il rapporto esistente la scelta del pronome e della forma o che si vuole instaurare tra i due in- verbale equivalente. Anche sul piano terlocutori. Nelle lingue, come l’italia- dell’obbligatorietà, l’inglese non sem- no o il tedesco, che grammaticalizza- bra discostarsi drasticamente dalle lin- no questi significati nel pronome e nel gue che grammaticalizzano l’allocuzio- verbo, i parlanti presto o tardi devono ne. Ervin-Tripp (1972: 222) nel suo dia- «venire allo scoperto» e prendere po- gramma sulle forme allocutive in ingle- sizione perché l’evitamento, pur a di- se americano prevede l’assenza del vo- sposizione in tutte le lingue, è una cativo solo nel caso non sia conosciuto strategia faticosa e costosa in termini il nome dell’interlocutore. L’uso del vo- 29 comunicativi. L’inglese all’apparenza cativo tra persone che si conoscono offre meno limitazioni, essendo l’allo- sembra quindi avere carattere di quasi cuzione in questa lingua una catego- obbligatorietà in inglese;3 benché la ria coperta, che viene espressa solo sua assenza non provochi agrammati- lessicalmente.1 calità, come accade quando si violano regole linguistiche, essa può tuttavia Appare quindi immediato che, anche conferire innaturalità all’interazione sotto questo aspetto, due lingue come ed essere indice di imbarazzo tra i due l’italiano e l’inglese si differenziano sul interlocutori o di confusione tra norme piano strutturale. A prima vista la di- (Mclntire, 1972). È la centralità dei vo- versità nei due codici e la complessità cativi, infine, che rende la presentazio- quindi di traduzione deriva dall’assen- ne tanto essenziale nel mondo anglo- za in inglese di pronomi e di forme ver- sassone, permettendo agli interlocuto- 2 bali corrispondenti al Tu e al Lei di al- ri di rivolgersi la parola e di posizionar- tre lingue. Da un punto di vista gram- si uno rispetto all’altro attraverso la maticale, I’inglese non codifica signifi- scelta di allocutivi lessicali (cfr. Ervin- cati sociali che devono essere d’altra Tripp, 1972).4 parte obbligatoriamente espressi nel tessuto grammaticale della lingua d’ar- La complessità di traduzione dall’in- rivo. In realtà, l’uso dei vocativi, estre- glese all’italiano deriva allora dal do- mamente variegato come già hanno ver individuare equivalenze tra livelli Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 30

diversi (quello lessicale e quello gram- si faceva uso tanto del «voi» quanto maticale) con in particolare due «ag- del «lei» (per es. Serianni, 1988: 224- gravanti». La prima riguarda la diffi- 227).7 coltà di capire completamente le nuances nell’uso dell’allocuzione lessi- Una serie di quesiti hanno guidato la cale nella lingua di partenza: in ingle- ricerca. In primo luogo si voleva de- se, in effetti, sono disponibili molti ap- terminare quali fossero i tratti ricor- pellativi, sfruttati ampiamente nei renti e caratterizzanti l’uso dell’allo- film, a vari livelli di informalità-forma- cuzione nel doppiaggio contempora- lità (cfr. Quirk et al., 1985: 773-775). neo dall’inglese, ed in quale misura L’altra difficoltà deriva dall’impiego di questi fossero in accordo o in disac- Maria Pavesi vocativi anche nella lingua che gram- cordo con l’uso nell’italiano contem- maticalizza l’allocuzione (Mazzoleni, poraneo.8 Si volevano poi individuare 1995), per cui nelle traduzioni italiane le ragioni per la selezione delle diver- non si tratta solo di decidere tra il Tu se forme allocutive, il Tu, il Lei, i voca- ed il Lei, ma tra combinazioni del pro- tivi, prestando particolare attenzione nome + nome, titolo + nome, o appel- a quelle scelte che colpiscono il par- lativi non specifici. lante nativo italiano come strane, inu- suali o perfino impossibili. Da una pri- OSSERVAZIONI METODOLOGICHE ma analisi emerge subito un pattern E IPOTESI molto più complesso delle semplici equivalenza tra nome di battesimo in Una ricerca adeguata sulla questione inglese e Tu in italiano da una parte, deve partire dall’analisi della lingua cognome o titolo in inglese e Lei in doppiata; analisi che va fatta con il italiano dall’altra. Si notano, inoltre, supporto di informazioni dettagliate 30 difformità tra l’italiano doppiato e gli sulla lingua di partenza e su quella di usi più comuni degli italofoni, impu- arrivo.5 Per questo si sono utilizzate le tabili a fattori quali l’influenza a vari versioni italiane di 10 film e di 5 tele- livelli della versione di partenza, la fe- film doppiati dall’inglese, accompa- deltà alla lingua d’arrivo come corret- gnando l’analisi dei 10 film in italiano tivo a posteriori e la coerenza all’in- con l’analisi in parallelo delle rispetti- terno di un modello di italiano dop- ve versioni originali. I film e telefilm piato, costruito sulla base della tradi- analizzati sono stati prodotti tra la zione, con rimandi a situazioni simili metà degli anni Ottanta ed i primi an- in film tradotti precedentemente. Se- ni Novanta e sono tutti di ambienta- condo un’ipotesi di base da verificare, zione contemporanea. A questo ri- esiste nel caso dell’allocuzione un le- guardo si noti che il «voi», così fre- game molto stretto con la lingua di quente nei primi film doppiati (Mara- partenza ed un’«eccessiva» fedeltà a schio, 1982), è stato del tutto sop- tale sistema. piantato dal «lei» nei film ambientati ai giorni nostri, in accordo con l’uso I DUE PARAMETRI 6 italiano standard. Il «voi» è ancora DELL’ALLOCUZIONE diffuso nei film ambientati in epoche passate, come per esempio nel recen- A cominciare dai lavori di Brown e Gil- te Lezioni di piano, per la patina ar- man (1972) e Brown e Ford (1961) due caizzante che conferisce, indipenden- sono i principali parametri che sono temente dalla norma del tempo, in cui stati identificati per la scelta della for- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 31

ma allocutiva e che possono essere ap- che grammaticalizzano l’allocuzione plicati a diverse lingue e culture: il pa- (Fasold, 1990: 8). È stato peraltro più rametro della superiorità-inferiorità e volte osservato che nelle lingue occi- quello della distanza-vicinanza (per l’i- dentali ci si muoverebbe verso un uso taliano, cfr. Renzi, 1995, Mazzoleni, sempre più esteso del Tu reciproco 1995).9 Se prevale il primo parametro (Brown e Gilman, 1972, Fasold, 1990), Maria Pavesi si ha normalmente asimmetria nelle in corrispondenza al rafforzarsi del pa- forme allocutive: il superiore riceverà rametro della distanza-prossimità ri- del Lei dall’inferiore, a cui però darà spetto a quello della superiorità-infe- del Tu. È quello che succede quando riorità, molto più vitale nei secoli pas- per esempio il datore di lavoro (supe- sati. Si tratterebbe, in altre parole, del- riore per stato sociale) dà del Tu alla l’estendersi della reciprocità ad ambiti cameriera, ricevendo a sua volta del in cui i rapporti gerarchicamente carat- Lei. La superiorità può essere in ter- terizzati venivano codificati dall’uso mini di età, di stato sociale, di situa- asimmetrico delle forme allocutive. In zione, o, presumibilmente, di genere realtà il parametro della superiorità-in- (Brown, Gilman, 1960-1972, Kramer, feriorità è molto più attivo di quanto si 1975, Braun, 1988). Se predomina il potrebbe pensare sulla base della sola parametro della distanza-vicinanza si scelta del pronome e ricompare come ha invece reciprocità: si userà il Tu differenziazione lessicale attraverso quando c’è familiarità e intimità tra i l’uso del semplice nome da parte di un due interlocutori, o comunanza di in- interlocutore, e del titolo, o titolo più teressi, la stessa professione o, in ge- cognome, da parte dell’altro (cfr. Ren- nerale l’appartenenza ad uno stesso zi, 1995). gruppo. Non si avrà quindi solo il Tu Infine, essendo governata da variabili all’interno della famiglia, ma anche il socio-culturali, l’allocuzione si diffe- 31 Tu di colleganza, il Tu di partito o, più renzia fortemente all’interno della recentemente, il Tu del villaggio turi- stessa lingua: diversi schemi si avranno stico. Si userà invece il Lei per indica- in comunità, gruppi ed individui di- re assenza di intimità tra i due inter- versi (Ervin-Tripp, 1972, Braun, 1988, locutori che non si conoscono o vo- Fasold, 1990). È per questo che anche gliono mantenere le distanze. Il Lei re- il parlante nativo nel corso della vita ciproco può anche essere indice di ri- deve continuamente aggiornare le spetto, come, per esempio, quando il proprie regole di comportamento lin- parametro della superiorità-inferiorità guistico, modificandole a seconda del potrebbe dar luogo ad asimmetria: il nuovo status sociale o del nuovo grup- superiore, allora, usa il Lei con l’infe- po di appartenenza (Braun, 1988). riore neutralizzando così linguistica- mente la differenza sociale che li se- L’USO DEI PRONOMI para (cfr. Bates, Benigni, 1975: 287). La diffusione del Tu. Le diverse lingue scelgono diversi gradi Iniziamo l’analisi partendo dall’uso dei di distanza-vicinanza per far scattare pronomi Tu e Lei. Si era ipotizzato ini- l’uso reciproco del Tu o del Lei: si attri- zialmente che la differenza più salien- buisce per esempio all’inglese una for- te tra italiano «comune» ed italiano te informalità dato il diffusissimo uso doppiato dall’inglese riguardasse lo del nome di battesimo, che corrispon- slittamento verso il polo della vicinan- derebbe al pronome Tu nelle lingue za nel parametro distanza-vicinanza, Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 32

con un relativo maggior uso del Tu re- ti faccio saltare le cervella». Henry po- ciproco. In effetti il Tu reciproco è co dopo, spiegandogli come raggiun- molto diffuso, anche se forse non tan- gere un determinato luogo, risponde to quanto si era inizialmente previsto. a sua volta con il Tu: «Devi (...) pren- Lo troviamo tipicamente nei dialoghi dere un aereo se hai tanta fretta». tra appartenenti alla working class, o al sottoproletariato, come dimostra il Di questo segno, anche se non sempre film Riff Raff, ambientato tra lavora- reciproco, è il Tu selezionato nella ver- tori edili: nel film il Tu viene usato fin sione doppiata quando il tono si sur- dal primo incontro, anche tra persone riscalda e vengono utilizzate espres- molto distanti in età. C’è poi ovvia- sioni «forti».10 Così, David, il giovane

Maria Pavesi mente il Tu reciproco tra giovani (Riff «per bene» protagonista di Un lupo Raff, The Commitments) ed il Tu di mannaro americano a Londra, quando colleganza, come tra il sergente Hun- tenta di farsi arrestare passa agli epi- ter ed un collega australiano che, al teti volgari ed al Tu rivolgendosi ad un momento della presentazione, chiama poliziotto: per nome. David: Senta, io ho ucciso quelle per- In questi come in molti dei casi se- sone stanotte. guenti, la scelta del pronome riflette Poliziotto: Cosa dice? almeno in parte degli ideali sociolin- David: Allora non l’hai capito che mi guistici (Bates, Benigni, 1975) e non devi arrestare, stronzo? semplicemente l’uso reale nella comu- nità d’arrivo. L’adattatore italiano, La combinazione del Tu con epiteti cioè, sceglierà delle forme che ritiene volgari ed offensivi viene spesso sfrut- dovrebbero essere usate in quei con- tata nel cinema - probabilmente mol- 32 testi, secondo schemi spesso (pre-)co- to più di quanto succeda nella vita di stituiti (per es. ci si dà del Tu tra infe- tutti i giorni -, tanto è vero che una riori), anche sulla base di stereotipi mancanza di adeguamento in questa culturali e della stessa tradizione nel direzione colpisce lo spettatore, come doppiaggio (cfr. più avanti). mostra la seguente battuta dal Miste- ro von Bulow: «Aspetti un momento. Oltre al Tu che dovrebbe riflettere l’u- Lei mi giudica uno scarafaggio, non è so comune degli allocutivi, troviamo il vero? Beh vada a farsi fottere, allora». Tu specializzato a determinati ambiti, Qui il linguaggio offensivo unito al Lei spesso puramente fittizi, caratterizza- comunica un superiore distacco nel di- ti comunque da scelte stereotipate al- sprezzo. l’interno del genere film-telefilm, co- me il Tu dell’aggressività e del di- Centralità dei vocativi. sprezzo. Di questo tipo è, nella mala- Non è solo l’impiego del Tu e del Lei, a vita, il Tu tra delinquenti, che corri- volte difforme rispetto alla norma più sponde al Tu tra inferiori (Brown, Gil- comune dell’italiano e spesso stereoti- man, 1972), e quello tra polizia e ma- pato, a caratterizzare l’italiano del lavitosi, riconducibile al disprezzo re- doppiaggio. In effetti, i vocativi costi- ciproco tra le due categorie di perso- tuiscono un tratto molto saliente di ne. Hunter, rivolgendosi ad un poco di questo uso e contribuiscono in maniera buono, Henry, che incontra per la pri- sostanziale a definirne l’unicità. La sa- ma volta, gli dice: «Salve Henry, metti lienza dei vocativi non è solo riconduci- le mani sul muro. Muoviti, altrimenti bile alla loro frequente reiterazione, Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 33

fenomeno immediatamente percepibi- trano pure delle nostre briciole. le (cfr. Licari, Galassi, 1994) e che meri- ta comunque un approfondimento, ma La combinazione Lei + nome di batte- si estende anche alla scelta dell’allocu- simo è un caso interessante di forma tivo lessicale in italiano e alla sua com- intermedia, motivata in primo luogo binazione con i pronomi Tu o Lei. dalla necessità di mantenere nella ver- Maria Pavesi sione doppiata il nome che compare Scelta dei vocativi. nell’originale (difficilmente sostituibi- Molto sorprendente è stato in primo le, anche, presumibilmente, per ragio- luogo rilevare le frequenza del Lei + ni di sincronismo labiale). A questo nome senza titolo, scivolamento verso punto però si rispetta la norma della il polo della vicinanza, ossia una fase lingua d’arrivo, che in certi contesti intermedia che non è il Tu reciproco, permette quasi esclusivamente la sele- ma non è neppure un semplice Lei re- zione del Lei. L’ibrido che deriva da ciproco, anche se non accompagnato questa doppia adesione diventa poi da titolo. In particolare è molto co- tratto caratterizzante. mune la combinazione del nome di battesimo con il Lei reciproco, in luo- L’uso del Lei con il nome di battesimo go di un atteso Lei con o senza titolo. è ricorrente nei film analizzati e lo si Nel Mistero von Bulow, per esempio, trova tipicamente nei rapporti tra pro- I’avvocato o lo stesso von Bulow, suo fessionisti ed assistiti, dove però può assistito, passano al nome di battesi- non essere reciproco: il superiore - os- mo accostato al Lei quasi subito dopo sia, il medico, lo psicologo, l’avvocato, essersi conosciuti, in un clima di rela- il tenente di polizia - usa il nome di tiva formalità, dato l’alto rango a cui battesimo + il Lei, ma viene chiamato appartiene von Bulow: con il titolo o non riceve appellativi 33 Avvocato: Aspetti, aspetti un momen- dall’assistito o dall’incriminato. In uno to, Klaus, c’è un piccolo pro- degli episodi di Hunter, il sergente blema da non trascurare [...]. MacCall, rivolgendosi ad una giovane von Bulow: Non mi spaventa, Allan. donna in arresto che ha incontrato Che si nutrano pure delle no- una sola volta, le dice: «Getti la pisto- stre briciole. la, Julie, non faccia sciocchezze». La ragazza non risponde. In un contesto reale in italiano ci aspetteremmo uno scambio diverso, La forte asimmetria che può essere ge- ossia l’avvocato direbbe rivolgendosi nerata dall’uso non reciproco del Lei all’assistito: più nome di battesimo è ben esempli- Aspetti, aspetti un momento. C’è un ficata nel film Il principe delle maree, piccolo problema da non trascurare. dove l’uso dei vocativi è fortemente In alternativa l’avvocato potrebbe ri- difforme rispetto alle consuetudini ita- correre al titolo più il cognome: liane. La psichiatra si rivolge al fratel- «Aspetti, aspetti un momento, signor lo della sua paziente con il nome di von Bulow, c’è un piccolo problema da battesimo, Tom, e da questi viene non trascurare». chiamata con il solo cognome, Lower- stein. Anche qui i vocativi nella ver- L’assitito a sua volta o non userebbe il sione doppiata riprendono quelli del- vocativo o utilizzerebbe il solo titolo: la versione inglese.11 Non è chiaro se il Non mi spaventa, avvocato, che si nu- solo cognome, nel rivolgersi ad una Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 34

psichiatra, suoni tanto irrispettoso in Ehi man, do you know a night inglese quanto suona in italiano, lin- club called Gallaghers? gua in cui comunque non verrebbe (The Commitments) mai usato. Ad eccezione di «signora», questi ap- Si è visto che il nome di battesimo as- pellativi o il loro impiego sono il più sociato al Lei dà esiti spesso molto in- delle volte creazioni artificiali, che non naturali. Questo perché in italiano la hanno corrispettivo nell’uso reale dei combinazione viene tipicamente usata parlanti italiani,14 ma che risentono con sottoposti, benché se ne osservi sensibilmente della lingua e della cul- un’estensione nell’uso corrente.12 An- tura di partenza e delle consuetudini

Maria Pavesi che l’uso del titolo più cognome è una traduttive. Le traduzioni di «sì, signo- scelta spesso marcata in italiano per- re», «no, signore» o del semplice «si- ché generalmente assume una valen- gnore» ne sono un esempio lampante. za di forte distacco, eccessiva forma- Benché questo vocativo faccia parte lità ed una certa aggressività. Secondo del repertorio italiano, il suo impiego Mazzoleni (1995: 398-9), infatti, in ita- è alquanto ridotto: compare nel Iin- liano «la complessità interna del voca- guaggio militare (cfr. Renzi, 1995), o tivo indica distanza, ma non necessa- talvolta in quello del personale di ser- riamente cortesia». Solitamente in ita- vizio (per es. su treni o in alberghi). liano tra adulti in rapporto formale, si Nell’italiano doppiato dall’inglese è opta o per il semplice Lei, o per il Lei invece dilagante, riflesso della norma più il titolo senza cognome. Ci suona- di partenza dove viene usato tra sco- no decisamente non spontanei i vari nosciuti per richiamare l’attenzione, Signora McLoughlin, Dottor Chilton, da poliziotti rivolti a superiori o al 34 Agente Starling reiterati più volte al- pubblico, da ragazzi verso i loro inse- l’interno della stessa scena. gnanti, ecc..

Un discorso a parte meritano certi vo- All’interno del doppiaggio, dove si cativi, che vengono tradotti dall’ingle- tende generalmente ad eliminare tut- se secondo equivalenze fisse. In parti- to ciò che è fortemente connotato cul- colare, sir diventa «signore», ma’am turalmente (cfr. Licari, Galassi, 1994), «signora», man diventa «amico»,13 son anche attraverso la cancellazione di «ragazzo» o «figliolo». Altrettanto fis- tratti sociolinguistici (Pavesi, 1994), va si sono i pronomi che li accompagna- notata la stretta dipendenza dalle for- no: il Lei nei primi due casi, il Tu negli me allocutive del sistema di partenza. altri due, combinazioni sempre ope- Interessante è al riguardo un caso di ranti a prescindere dalla situazione: insegnamento delle buone maniere (in una centrale di polizia) linguistiche nell’uso dell’allocuzione, giovane ladro all’agente: Sì signore, strettamente legate però alla cultura sa, adesso che me lo dice [...]. anglosassone e del tutto estranee al- Uh, well, you know, sir, now l’italiano, tradotte invece alla lettera. that you mention it [...]. Tom, il protagonista maschile del Prin- (Thelma e Louise) cipe delle maree, che si è impegnato a fare da allenatore al figlio della pro- (tra sconosciuti adulti) tagonista femminile, vuole correggere Ehi amico, sai dov’è il Club i modi sgarbati del ragazzo. In rispo- Gallaghers? sta ad un suo sbrigativo «sì, va bene, Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 35

va bene», Tom interviene e lo ripren- ragione di questo eccesso o abuso è de: «sì signore, questo è il modo di ri- ovvia: vengono tradotti molti degli al- spondere». locutivi lessicali della versione inglese. Come si è visto la concentrazione dei Non molti sono di fatto i tentativi di vocativi in questa lingua è anche mo- mantenere una fedeltà al sistema di Maria Pavesi tivata dal bisogno di segnalare il rap- arrivo, qualora questo si distacchi dal porto con l’interlocutore o di confer- sistema di partenza. Un esempio è da- marlo durante l’interazione. La fun- to dallo scambio seguente dove è sta- zione di enfasi, di rinforzo riconosciu- to cancellato un nome di battesimo, ta ai vocativi (Kramer, 1975), che pos- David (mentre rimane un nomignolo - sono esprimere affetto, simpatia, ma Dersh - del tutto incomprensibile però anche freddezza o aggressività, in in- ad un pubblico italiano). Questo ha permesso che nella versione doppiata glese si affianca quindi alla funzione del Mistero von Bulow l’avvocato man- di indice di rapporti sociali che queste tenesse il Lei pieno, non indebolito da forme allocutive hanno, indipenden- un vocativo di familiarità, a indice del temente dallo stato d’animo del mo- forte distacco nei confronti di un per- mento e dalla situazione specifica. sonaggio moralmente spregevole: La ripetizione del nome di battesimo Uomo: Hei, Dersh, mi dispiace buttar- spesso comunica in italiano un eccessi- la giù dal letto. vo calore ed una maggiore familiarità Hei, Dersh. Sorry to get you rispetto a quanto probabilmente inte- out of bed. so nell’originale inglese o americano. Avvocato: Che cosa vuole? Altri soldi? In inglese, forse più incisivamente che David, what do you want? in italiano, l’uso ripetuto del nome di More money? battesimo stesso può anche ribadire 35 In realtà, sembra che nella maggior una posizione di potere o indicare il parte dei casi, la presenza di un voca- tentativo di presa di potere.15 Il para- tivo in inglese sia estremamente vin- metro della superiorità-inferiorità ope- colante nella traduzione in italiano: è ra quindi in maniera molto sottile an- solo la rara assenza di vocativi nell’o- che sulla base di chi chiama e di quan- riginale che permette una più libera te volte chiama. Così sarà solo il ser- aderenza alle consuetudini del codice gente Hunter a rivolgersi al delinquen- d’arrivo. te con il nome Henry, pur all’interno di un Tu reciproco. Nel Principe delle ma- FREQUENZA DEI VOCATIVI ree è il marito della psichiatra che, Si è visto come la scelta del vocativo e avendolo invitato a cena, chiama ripe- le combinazioni pronome + nome o tutamente per nome Tom, il protago- cognome, diffuse nei film doppiati ed nista, che invece si limita a contrac- anomale rispetto all’uso comune in cambiare il Tu. In italiano lo spettatore italiano, siano un aspetto di un tratto rimane confuso perché in prima battu- molto saliente dell’italiano doppiato. ta interpreta la reiterazione del nome L’allocuzione lessicale nell’italiano come dimostrazione di considerazione doppiato è d’altra parte anche molto e di simpatia. In realtà, si tratta in que- più frequente di quanto lo sia nell’i- sto caso di una strategia per imporre la taliano comune, con conseguenze non propria superiorità ed operare un con- trascurabili sul piano comunicativo. La trollo sull’altro.16 Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 36

CONCLUSIONI sione originale. Nella domanda rivolta da un barista ad un avventore in La Da questa breve descrizione emerge moglie del soldato (The crying game): che l’uso dell’allocuzione nei film dop- «Che cosa bevi, amico?» è stato ag- piati dall’inglese costituisce uno dei giunto «amico», a cui non corrisponde tratti fondamentali e strutturanti nel- nulla nella domanda dell’originale in- la definizione dell’italiano doppiato, glese: «Yes, what’ll be?». La scelta tra- caratterizzato non tanto sul piano duttiva non trova motivazione nel dia- strutturale, quanto su quello sociolin- logo originale anche perché poco do- guistico e pragmatico (cfr. Herbst, po il barista si rivolge all’avventore 1996). con sir: «she wants to know, sir, do

Maria Pavesi you like your hair». Sir, che ovviamen- Gli allocutivi, così pervasivi nel dialogo te non è stato tradotto, avrebbe in- cinematografico, proprio per la natu- fatti normalmente portato alla sele- ra di quest’ultimo, sono marche che zione del Lei.17 Nella versione doppia- noi prontamente riconosciamo e gra- ta viene quindi introdotto un livello di datamente accettiamo come parteci- formalità più basso, che non sembra panti ad una coerenza interna. Quan- giustificabile neppure sulla base della to di questi usi possa filtrare nell’ita- norma d’arrivo: non è detto che un liano contemporaneo è una questione barista sui quarant’anni dia del Tu ad solo apparentemente marginale, che uno sconosciuto, anche se più o meno andrebbe affrontata approfondita- della stessa età. È probabile che ci sia mente. invece l’influenza delle abitudini tra- duttive e la tendenza a trattare que- Dell’italiano doppiato dall’inglese fan- ste situazioni come informali, forse 36 no parte le corrispondenze fisse, ori- sulla scia di quanto è supposto acca- ginalmente motivate sulla base della dere nella società americana.18 Con lingua di partenza, corrette poi in ac- «Che cosa bevi, amico?», la scelta cordo alla lingua d’arrivo, e che ora quindi non è più di adesione né al si- vengono riprodotte dall’«interno». stema di partenza, né a quello di arri- Così, partendo dal nome di battesimo vo, ma ad una terza norma, quella nella versione inglese, abbiamo sem- dell’italiano doppiato. pre e comunque lo stesso nome di battesimo in italiano. L’abbinamento con il pronome allocutivo cambia in modo prevedibile: il Tu verrà usato se c’è vicinanza tra i due interlocutori, o se si tratta di due «inferiori» social- mente, o se il linguaggio è aggressivo e volgare. Il Lei comparirà nei rappor- * Una versione a stampa di questo intervento compare in Multimediale Übersetzung für Film, ti tra «superiori» e, in generale, come Bühne und Fernsehen. Multimedia Translation forma intermedia quando il Tu suone- for Film, Television and the Stage. Traduzione multimediale per il cinema, la televisione e la rebbe troppo intimo in italiano. scena, a cura di R. M. Bollettieri Bosinelli e C. Heiss, Bologna, Clueb, 1996. Il peso della consuetudine può essere 1 Ovviamente ci sono molti altri modi di indica- così forte che a volte vengono inseriti re, indirettamente, il rapporto tra interlocutori (cfr. per es. I’uso dell’imperativo, Ervin-Tripp, degli allocutivi tipici anche se questi 1972: 221). Qui ci occuperemo solo del richiamo non trovano corrispondenza nella ver- (address), ossia di come ci si rivolge all’interlo- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 37

cutore dopo averne attirato, ed ottenuto, I’at- niamo uno strumento descrittivo ancora abba- tenzione. stanza robusto (cfr. Mühlhäusler, Harré, 1990). 2 Nell’articolo di Brown e Gilman (1972) la for- 10 Il Tu del disprezzo e dell’emotività accesa ha ma familiare e la forma di rispetto sono indica- una lunga tradizione nella letteratura, in cui è te dalle iniziali T e V, dal latino «tu» e «vos». stato sfruttato dagli autori per comunicare Qui al loro posto useremo i pronomi italiani Tu drammaticamente il succedersi di diverse emo-

e Lei in tondo con la maiuscola. Le virgolette sa- zioni nei personaggi (cfr. Brown, Gilman, 1972). Maria Pavesi ranno riservate all’uso effettivo delle forme. Il valore «fictional» del passaggio da una forma 3 Quasi obbligatorietà perché, come già sottoli- allocutiva all’altra oggi è sfruttato nello slitta- nea Ervin-Tripp, tra sconosciuti non c’è l’obbli- mento dal Lei al Tu anche nel doppiaggio, ma go di usare vocativi (mentre in italiano la scelta non tanto come indice di un diverso stato d’a- del pronome si pone ovviamente anche in que- nimo, quanto come esplicitazione di un muta- sto caso). È probabile che due sconosciuti an- mento nel rapporto tra interlocutori. glofoni che fanno due chiacchiere sul treno o 11 Si noti che non vengono sfruttate nel dop- nella hall di un albergo non usino appellativi di piaggio tutte le risorse dell’italiano come, per sorta. Anche negli scambi istituzionalizzati, qua- esempio, l’uso del cognome apocopato (uso di li sono per esempio quelli tra venditore-acqui- ipocoristi) tra amici (maschi) di scuola, di Uni- rente, centralinista-utente, il vocativo spesso versità o di caserma, o che si sono conosciuti in non compare. L’ampia ricerca di Kramer (1975) quelle istituzioni (es. Cuzzolin ➝ Cuzzo). dimostra che vari fattori entrano in gioco nel 12 determinare se verrà usato un vocativo del tipo Ne sono esempi le telefonate in diretta in tra- sir, miss, nel primo scambio tra commessi o ca- smissioni televisive e radiofoniche in cui l’uso merieri ed avventori. del nome pur accompagnato dal Lei conferisce cordialità allo scambio. 4 «When introducing social acquantainces or 13 new work colleagues, it is necessary to employ Sorprende che man non venga solitamente first names so that new acquantainces can first tradotto con «capo», che ben si presterebbe co- name each other immediately» (Ervin-Tripp, me equivalente funzionale in molte occasioni 1972: 220). (come vocativo di appello e non di richiamo, cfr. Mazzoleni, 1995), non solo perché appartiene al 5 Rimandiamo alle grammatiche di riferimento repertorio dell’italiano ma specialmente perché e ai vari saggi sull’argomento per una descri- quasi del tutto circoscritto nell’uso ad individui zione puntuale del fenomeno nelle due lingue. maschi e connotato diastraticamente (utilizzato ó Sulla permanenza del «voi» in alcune zone da appartenenti alle classi di lavoratori manua- geografiche ed in alcuni strati della popolazio- li, artigiani e di autotrasportatori). ne (cfr. Renzi, 1995: 369-371 e Bates, Benigni, 14 La questione dell’aderenza o meno alla nor- 37 1975). ma della lingua d’arrivo e dell’accettabilità del- 7 Tralasciamo il problema alquanto complesso le deviazioni è centrale nel doppiaggio. Galassi dei sistemi tripartiti (cfr. per es. Braun, 1988, (1994) parla della necessità di inventare gerghi Mühlhäusler, Harré, 1990), anche se non è da nel caso, per esempio, di un parlato intraduci- escludersi che l’esistenza di un precedente si- bile in italiano. È vero, d’altra parte, che si crea stema a tre pronomi abbia avuto un riflesso nel- un patto con lo spettatore, che ben sapendo di l’evoluzione dei sistemi odierni. (Si confronti per assistere ad una finzione, sta al gioco (Licari, Ga- es. il «voi» dell’italiano, confluito sia nel «tu», lassi, 1994) e accetta, come appartenenti alla si- che nel «lei» attuali, contro il «vous» del fran- tuazione specifica, forme marginali o innatura- cese che si è sempre contrapposto e tuttora si li (Pavesi, 1994). Per una trattazione più ap- contrappone unicamente al «tu»). profondita della questione, rimandiamo a Herb- st (1996), Galassi (1994) e Pavesi (1994). 8 Un ulteriore confronto andrebbe fatto anche con la lingua dei film italiani contemporanei. 15 «Frequent use of address can indicate who is

9 in control or is trying to gain control of a situa- Nella terminologia originale, Brown e Gilman tion» (Kramer, 1975: 206). contrappongono la semantica del potere a quella della solidarietà. Più recentemente, 16 Non a caso Tom inizierà a chiamare l’inospi- Braun (1988) e Mühlhäusler, Harré (1990) han- tale ospite per nome quando prenderà la sua ri- no messo in luce che i due parametri proposti vincita. da Brown e Gilman non sono sufficienti per de- 17 Si sono notati in altri film casi di «riassorbi- scrivere patterns allocutivi diversi da quelli del- mento» del vocativo, che non compare in ita- le lingue europee analizzate e per spiegare cer- liano, ma che fa selezionare uno dei due pro- te scelte come il passaggio al Tu in momenti di nomi. Per esempio in Thelma e Louise: forte emotività, l’allucuzione inversa tipica an- Vuole ballare con me, prego? che dell’italiano meridionale, o l’uso del Tu so- Ma’am, you want to dance a little? lenne nel rivolgersi al re, a Dio (cfr. il «thou» in- glese nelle preghiere) o, nei discorsi funebri, al- 18 Qui va ricordato solo che il film in questione l’estinto. Per queste limitazioni il modello di è britannico e anche per l’allocuzione non si Brown e Gilman va integrato quando necessa- dovrebbe assumere equivalenze tra lingua e rio, pur essendo per l’analisi che qui ci propo- cultura. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 38

Marco Cipolloni Università di Torino

IL FILM D’AUTORE E IL DOPPIAGGIO

Nel cinema degli ultimi trent’anni si è dice in francese all’altro che riceve prodotta una sorta di «macchina anti- qualcosa in inglese e viceversa. Nell’e- doppiaggio», cioè un tipo particolare dizione italiana si decise di italianizza- di combinazione tra film d’autore - re tutto, per cui non si capisce perché per film d’autore intendo un film in- ogni tanto questo personaggio ripete tenzionalmente d’autore - e uso del una frase a una persona che ha già multilinguismo, combinazione che de- sentito dire in italiano la stessa cosa. termina una forte resistenza al dop- piaggio. Ora, dovendo scegliere una Tra le ragioni che mi hanno indotto a data di partenza per un’analisi di que- scegliere il ‘63 ce n’è anche un’altra: nel ‘63 esce Naissance de la clinique, sto genere, ho scelto il ‘63, per varie che è il testo con cui Foucault inaugu- ragioni: la prima è che il ‘63 è l’anno ra una specie di scienza patafisica che in cui esce Le mépris (Il disprezzo) di lui definisce, nel sottotitolo, «archéo- 38 Jean Luc Godard, che è un film dop- logie du regard» e che ci riguarda di- piamente esemplare da questo punto rettamente, perché l’idea di fare una di vista. Lo è perché in quel film c’è un storia dello sguardo è qualcosa che, incontro consapevole e voluto tra il ci- per chi si occupa di cinema, ha, evi- nema d’autore (nessun autore è così dentemente, una certa forza. E so- ingombrantemente consapevole del prattutto perché a partire da quell’o- proprio essere autore come Godard) e pera e poi con tutta una serie di lavo- il multilinguismo, e poi perché la ver- ri successivi Foucault smonta e, in sione italiana di questo film ha messo qualche modo, denuncia la natura in crisi le consolidate abitudini della prospettica, discorsiva e anche un po’ macchina del doppiaggio. Il film, in- repressiva dell’autore, figura tipica- fatti, uscì in Italia con una serie di mo- mente moderna la cui autocoscienza, dificazioni strutturali (minutaggio al- proprio perché moderna, disegna, di terato, finale cambiato...), ma soprat- fatto, un orizzonte d’attesa che si con- tutto con una incongruenza: nel film trappone alla propensione contempo- c’è un personaggio che fa la traduttri- ranea per l’autolegittimazione degli ce tra un regista francese, che è Michel enunciati, cioè per il fatto che il testo, Piccoli, e un produttore americano, in qualche modo, parli da solo. che è Jack Palance; ovviamente, la tra- duzione, nella versione originale, av- Tale conflitto si ricompone in pochissi- viene in campo, cioè questo personag- mi casi: per esempio, nello spazio gra- gio fa una mediazione di ciò che uno fico di un particolare tipo di testo che Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 39

è il calligramma, di cui Foucault si oc- gio. Uno spazio abbastanza angusto, cupa in uno studio sulla pittura di Ma- aggredito dalla combinazione tra mul- gritte. Nel calligramma (che sarebbe tilinguismo e discorso d’autore. quella specie di gioco per cui la paro- la scritta assume la forma dell’ogget- Foucault e Paz evidenziano un mecca- to e, quindi, crea una simbiosi tra rap- nismo di coesistenza tra dire e rap- Mar presentazione e referenza linguistica) presentare, tra leggere e contemplare, nome e discorso, autore e opera, pa- che ha molte analogie con le strategie co Cipolloni rola e immagine riescono a trovare di significazione proprie del cinema convergenza. Tradurre il calligramma, sonoro, dove il doppiaggio ha, ap- che è un po’ quello che si chiede al punto, il compito di riprodurre l’effet- doppiaggio, equivale a disfarlo e a ri- to di un calligramma, associando al costruirlo, cioè a ridisegnare in manie- trompe-l’œil del mito mimetico, che è ra sostanziale, a partire dalle sue par- proprio del cinema, il trompe-l’oreille ti costituenti, i percorsi di significazio- di una fedeltà linguistica alla versione ne delle parole e delle immagini, se- originale. Grazie al doppiaggio, il pre- parandoli per poi tornare ad accostar- sunto realismo delle immagini, il pia- li in un’altra forma. no della fedeltà alle cose, si duplica, infatti, nel geniale ossimoro della ver- In un saggio sulla traduzione, il poeta sione originale: una versione, di suo, messicano Octavio Paz, confrontando non potrebbe essere originale, lo di- i miti della traduzione e i miti del mul- venta solo in questa locuzione, che è tilinguismo - in particolare il mito del- tipica della lingua del cinema. Il dop- la Torre di Babele, dove convergono, piaggio, quindi, riflettendo operativa- appunto, l’idea della diversità lingui- mente sui valori e i limiti della pratica stica e quella della costruzione di traduttiva, la sovrapposizione e il con- 39 un’opera comune che fallisce per vergere del multilinguismo con il di- mancanza di un efficace sistema di corso d’autore, riproduce dentro il traduzione - giunge a conclusioni ana- film lo scarto che nel cinema - cioè loghe. In più, Paz collega tutto all’i- fuori dal film, attorno ai film - separa potesi della «relatività linguistica»: nel le parole dalle immagini. Tende cioè a mondo post-babelico, in sostanza, la portare dentro il film proprio quello traduzione diventa l’unica ragionevo- scarto che ha il compito di rendere le alternativa alla non-comunicazione ipercettibile, facendo sì che due per- e alla conseguente distruzione. E corsi alternativi e tecnicamente abba- quindi diventa necessaria la ricostru- stanza indipendenti si offrano alla zione del calligramma, cioè la rico- percezione dello spettatore medio co- struzione di uno spazio in cui il multi- me corrispondenti e perfettamente identitario possa riposare su una per- coordinati, restituendo l’illusione di cepibile identità tra immagine e paro- un calligramma praticabile. la. Non è importante che questa iden- tità sia sostanziale, è importante che La metamorfosi traduttiva, non po- sia percepibile: il livello, cioè, su cui si tendo alterare l’immagine-oggetto, colloca l’operazione è quello della dovendo conservare quest’illusione di percezione, di ciò che si vede, e que- calligramma, cioè la perfetta simbiosi sto è estremamente importante per tra segno e disegno, non può che agi- quello che riguarda la legittimità del- re sul rapporto e sul soggetto. È, cioè, lo spazio in cui si muove il doppiag- una traduzione che lavora sullo spazio Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 40

che sta tra l’oggetto e il suo fruitore. genia unità del mito è, però, illusoria: Ciò che può e deve essere oggetto di l’edenica felicità del muto, se mai c’è traduzione è, dunque, lo sguardo, non stata, è irrimediabilmente perduta. la cosa guardata. La materia su cui si L’oggetto della nostra ultima fedeltà, lavora è un po’ la stessa di cui, secon- ormai, non è più rappresentato da un do la celebre battuta che chiude Il mi- mito originario, ma da una «versione stero del falco di John Huston, sareb- originale», dove lo scarto tra mito e be fatto il falcone maltese. Interroga- versione e quello, non meno significa- to in proposito, Sam Spade, interpre- tivo, tra originario e originale, segna- tato da Humphrey Bogart, replica: «È no rispettivamente la nascita del mul- la sostanza di cui sono fatti i sogni». tilinguismo e quella del discorso d’au- co Cipolloni Ecco, il guaio della traduzione del ci- tore, che sono, appunto, le due coor- nema è che è una traduzione che va a dinate di queste riflessioni. Il dop- Mar trattare la sostanza di cui sono fatti al- piaggio è, in questo senso, una prati- cuni grandi sogni collettivi del nostro ca irrimediabilmente adulta: una sto- secolo. Non tocca tanto la catena del- ria quindi, non un mito; una storia le parole quanto il tessuto dialettico che, non a caso, segue la cacciata dal- che unisce le parole alle immagini. l’Eden del muto e segna l’ingresso del cinema nella maggiore età, saldando Il calligramma cinematografico, gene- il peccato sonoro al modo della sua rato dalla sovrapposizione tra multi- espiazione. linguismo e discorso d’autore, si confi- gura, dunque, come uno spazio così A questo punto, quali sono le strade artificiale da rendere esplicita la sacri- praticabili? C’è un’opzione più radica- lega analogia tra l’universo della tra- le, se vogliamo, ma con meno pro- 40 duzione e quello della conversione. spettive: il rifiuto del sonoro, incarna- Nel discorso d’autore la catena dei si- to, per esempio, dal titanico sforzo di gnificanti è inseparabile dalla mappa Chaplin in Luci della città, film muto dei significati, dal capitale proiettivo uscito in epoca di sonoro. Carismatico identitario che costituisce l’essenza esperantista di un’intransigente Ur- stessa di ogni arte, di ogni mitologia, sprache postbabelica, Chaplin ebbe a e il cinema, oltre ad essere tante altre dire: «Per me, la voce nel cinema non cose, è anche un po’ arte e un po’ mi- serve a nulla. È come dipingere una tologia. Qui viene in gioco la teoria statua». Questa dichiarazione tra- della relatività linguistica, che dice che sformò Chaplin nella prova vivente del il nostro pensare è condizionato dal fatto che neppure un genio può per- nostro parlare, che le strutture logiche mettersi di traghettare al tempo stori- della nostra lingua condizionano le co il mito silente e corporeo di un lin- nostre forme di pensiero. guaggio che pretende d’essere, insie- me, convenzionale e universale. Sulla Nella storia del cinema, dove le tappe sponda opposta c’è il doppiaggio, cioè del mito coincidono con quelle della la piccola epopea di un’organizzazio- tecnica, il trauma del multilinguismo ne del lavoro avventurosamente ra- nasce con il sonoro e il dono delle lin- zionale, in grado di amministrare alla gue - quello che viene raccontato co- meno peggio, ma di amministrare, la me evento di segno opposto nelle mi- migrazione di un certo numero di te- tologie religiose - è surrogato dal dop- sti mito, non tanto da una lingua a piaggio. L’idea di tornare alla primi- un’altra quanto da una civiltà a un’al- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 41

tra, compaginando in una stessa cate- grafico e delle sue tecniche - director’s na di immagini e di rumori, i suoni di cut o final cut, sceneggiatura aperta o diverse lingue, e soprattutto l’immagi- sceneggiatura di ferro - alla dimensio- nario di ciascuna di queste lingue. Di ne, solo apparentemente più generi- tradurre, insomma, ciò che viene det- ca, della lingua e del suo uso. Nel pro- to tenendo conto di due diversi, o non dotto d’autore, insomma, il cinema Mar coincidenti, sistemi di interdetto, cioè cessa di essere uno specchio dei sogni delle cose che non si possono dire o di tutti per diventare il veicolo privile- co Cipolloni non si possono dire in quel modo. Co- giato e l’argomento del discorso di me nella Torre biblica o come nel pa- uno. E questo è all’origine di gran par- lazzo delle Nazioni Unite, anche nel te dei problemi che ci riguardano. Per- cinema multilinguismo ed edificio ché il conflitto non è più soltanto tra convergono nella paradossale utopia codice delle parole e codice delle im- concreta di un’opera comune realizza- magini. Il problema del rapporto tra ta da genti che spesso non si conosco- codici paralleli, da langue a langue, da no e non sempre si capiscono. Questo cultura a cultura, si riproduce come equilibrio, che già di suo sembra diffi- opzione tra cultura e spettacolo e, so- cile, è reso ancor più precario dal plu- prattutto, come tensione tra codici e svalore di espressione introdotto nel usi in una situazione dominata dagli cinema dalla sua qualità di mito con- scarti che separano la ricchezza del temporaneo, cioè dal conflitto tra ar- linguaggio dal depauperarsi della lin- te e mercato e dalla difficile coesi- gua, e le regole di un codice, quello stenza tra le esigenze del discorso iconico, dalle varianti di esecuzione di d’autore e quelle della struttura indu- un altro codice, quello verbale. Ne de- striale, che è propria della produzione rivano, quasi senza mediazione, i due e della distribuzione. più tipici effetti del film multilingue 41 d’autore, cioè quello di un autore lan- Da un lato l’autore cinematografico è gue, che tace per popolare il proprio portato a parlare una lingua del tutto silenzio con atti di parole che non gli personale, dall’altro c’è, invece, la ten- appartengono - pensate a Lo sguardo denza a far parlare le cose. C’è una di Ulisse di Anghelopulos, dove la me- frase di Beckett molto famosa: «Qual- tafora dello sguardo è estremamente cuno ha detto. Che importa chi par- significativa - e quello di un autore la?». Questo parlare delle cose, però, parole, un autore che sceglie di parla- prelude al silenzio; infatti, quando re attraverso le norme di altre langue: Beckett arriva al cinema gira Film, un è il caso di The Pillow Book di Gree- film nel quale, praticamente, non c’è naway. A mezza via tra queste due nulla di sonoro, eccetto, nel finale, un ipotesi estreme (l’autore langue e grido soffocato di Buster Keaton. Un l’autore parole) si colloca, come unica caso analogo è quello di Robbe-Gril- alternativa, il rischioso esperimento di let, i cui film sono sempre meno par- anticipare il doppiaggio, includendo lati. Comunque, via via che l’autore ci- la pratica traduttiva entro i confini del nematografico si indentifica, nel bene film: è il caso della traduttrice ne Il di- e nel male, con le sorti del proprio di- sprezzo di Godard e di una delle se- scorso più che con quelle del raccon- quenze più belle e riuscite di Terra e to, la battaglia pro o contro l’autore libertà di Ken Loach. tende a spostarsi dai tradizionali cam- pi specifici del linguaggio cinemato- La recente fortuna del multilinguismo Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 42

nel cinema d’autore, combinando quenza o montaggi frenetici, insom- questi due percorsi, provoca uno ma, per andare programmaticamente scambio di ruoli tra espressione e co- contro quella fruizione piana che è in- municazione, per cui la voce dell’au- vece la vocazione intima della lingua tore assume funzioni di langue invece del doppiaggio. che di parole, appropriandosi delle lingue come se fossero atti di parole. Dal punto di vista del doppiaggio e della traduzione, il cinema d’autore Se applichiamo alla lingua del dop- manifesta, dunque, una concezione piaggio l’ipotesi della relatività lingui- più rigida, più arcaica, addirittura, se stica, vediamo che la lingua del dop- vogliamo, più teocratica di quello

co Cipolloni piaggio esprime una vocazione gene- commerciale, tanto che continua a ticamente utilitaria e comunicativa. preoccuparsi più della fedeltà all’ori-

Mar Tende cioè, per storia e per natura, a ginale che non della riuscita comuni- privilegiare l’asse strumentale della cativa. Un autore è contento quando comunicazione, in rapporto al quale viene tradotto rispettosamente; non trova, tra l’altro, la propria ultima giu- importa se il prodotto finale è invedi- stificazione. Ci sono, oltre a tutte le bile e invendibile: l’autore gode del ben note ragioni storiche e politiche, fatto che sia stata rispettata la sua anche delle ragioni strutturali in que- espressione. Che sia stata rispettata in sta vocazione del doppiaggio a un re- una forma incomunicabile, all’autore gistro piano e comunicativo. La stessa interessa relativamente poco. Nel dop- denominazione della vostra professio- piaggio, invece, la vera questione non ne, cioè «dialoghista» o «dialoghista- riguarda tanto la singola soluzione adattatore», suggerendo la centralità linguistica, dove l’autore può trovarsi 42 del dialogo, implica, del resto, una più o meno fedelmente rispecchiato, concezione più dialogata che discorsi- ma la sua interazione con tutti gli al- va della lingua cinematografica, in po- tri livelli implicati nell’atto comunica- tenziale conflitto con la logica che go- tivo, in primis il pubblico. Date queste verna il discorso d’autore; ne deriva, premesse, risulta evidente la poten- infatti, una convenzione scoperta- ziale tensione tra lingua del doppiag- mente basata sull’idea dell’oralità e gio e film multilingue d’autore. Un sulla centralità dello scambio di battu- semplice confronto con i risultati tra- te. Se, per converso, applichiamo l’i- duttivi ottenuti nei più recenti casi ci- potesi della relatività linguistica al di- tati - Terra e libertà di Loach e Lo scorso d’autore, ci rendiamo subito sguardo di Ulisse di Anghelopulos - conto che tutte le risorse sono qui ca- basta a farci vedere come e quanto le nalizzate verso l’espressione, mentre cose, pur restando lontane dalla per- la comunicazione diventa oggetto di fezione, siano migliorate dai tempi di una faticosa ricerca di compromesso. Il disprezzo. L’autorialità e l’imprendi- Le esigenze del discorso vengono mes- torialità del cinema si identificano an- se in primo piano e prevalgono netta- cora con l’ostinata volontà di control- mente sia sul dialogo che sul raccon- lare in esclusiva o, almeno, il più in to, ridotti a ruoli puramente strumen- esclusiva possibile, il rapporto coi de- tali e funzionali. Non a caso, il cinema stinatari. Ma le professionalità del ci- d’autore è notoriamente un po’ noio- nema, tra cui il doppiaggio, sono sem- so, per avere o pochi o troppi dialo- pre più spesso in grado di realizzare ghi, per avere o lunghissimi piani se- un compromesso soddisfacente tra le Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 43

opposte esigenze. Il doppiaggio, in tipo può, in definitiva, essere sostituito questo senso, non è solo traduzione con un altro stereotipo. Mi viene in da una lingua a un’altra, ma da una mente, per esempio, la sostituzione cultura a un’altra, da una civiltà a italiano/spagnolo per le battute di Ke- un’altra. vin Kline in Un pesce di nome Wanda: nell’originale quando lui parlava italia- Mar Nel cinema la lingua è situata dentro no Jamie Lee Curtis si eccitava al limite un altro linguaggio, ma in una posizio- dell’orgasmo. Nella versione italiana il co Cipolloni ne capace di modificare il processo di problema è stato risolto sostituendo significazione da cui dipende la nostra l’italiano con lo spagnolo, e la cosa, an- percezione di quel linguaggio. Il dop- che sul piano della comunicazione, piaggio non opera mai sulla lingua in funziona. Un meccanismo analogo astratto, ma sempre su una lingua in consente di usare intonazioni dialetta- situazione, cioè sulla consapevolezza li per rendere scarti tra comunità etni- che questa lingua è parte di un lin- che diverse, per esempio in certi film guaggio e, in particolare, di un lin- americani. Se si tratta di un film non guaggio del Novecento, nel quale la d’autore il problema è complicato ma, lingua usa le risorse della letteratura, tutto sommato, si riesce a risolverlo. tra le altre cose, per riprodurre una forma strumentale e paraletteraria La stessa operazione diventa, invece, dell’oralità (è quello che qualcuno qui impossibile o, comunque, assai meno ha chiamato «doppiaggese»). Questa accettabile dove il multilinguismo vie- connotazione novecentesca definisce ne inglobato entro le coordinate di un la lingua del doppiaggio come ogget- discorso d’autore, assumendo un ruo- to realistico. E realistico è diverso da lo strutturale di aggressione degli ste- reale, è un po’ sinonimo di convenzio- reotipi, provocando intenzionali stati 43 nale e, come tale, dotato di un elevato di spaesamento e alludendo in modo potenziale di relazione, ma anche di sistematico al disagio psicologico e una parallela e non eludibile vocazio- culturale determinato dalla perdita di ne all’autoreferenzialità e all’autoisti- un efficace modello di comunicazione tuzionalizzazione, cioè a qualcosa che verbale. In film come il già citato Ter- non fa riferimento né alla norma della ra e libertà, come Carlota Joaquina di lingua di arrivo, né alla norma della Carla Camurati, come Lo sguardo di lingua di partenza, ma a una terza Ulisse, come The Pillow Book, il multi- norma, autoreferente e autoistituzio- linguismo e, almeno nel caso di Gree- nalizzante. Ed è proprio questo equili- naway, anche la molteplicità dei siste- brio tra comunicazione e autoreferen- mi di scrittura ortografica rappresen- za il punto critico su cui insiste la sim- tano, infatti, l’esperienza fondamen- biosi calligrammatica tra discorso d’au- tale, sia sul piano narrativo che su tore e film multilingue. Il multilingui- quello stilistico. In tutti questi casi, il smo, se e quando non è associato a un discorso d’autore presuppone - non discorso d’autore, si presenta infatti senza i supponenti eccessi di ambizio- come un problema tecnico complesso, sa ingenuità che sono spesso tipici dei ma tutt’altro che insuperabile. L’idea di discorsi d’autore - una profonda ac- ripristinare empiricamente un sistema cettazione della cultura altra come si- di scarti equivalente risulta abbastanza stema di conoscenza e non come stru- efficace per l’esotismo delle caratteriz- mento di comunicazione. Il discorso zazioni stereotipate, dove uno stereo- d’autore, cioè, sposa la relatività lin- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 44

guistica come possibile langue prima e struttura molto simile a quella di un più che come veicolo di uno specifico vero e proprio libro, ma non uguale, atto di parole. In questo caso, il com- perché rovesciata: lo schermo diventa promesso più rispettoso sarebbe, sen- l’immagine rovesciata di un mano- za dubbio, quello che prevede la scel- scritto miniato, con le immagini al po- ta di una lingua di riferimento, il dop- sto del testo e il testo a decorazione piaggio di quella lingua e i sottotitoli delle ampie cornici ornate; un po’ co- per le altre lingue. Senonché, il film me nei manoscritti medievali, però a d’autore sembra aver riscoperto, insie- rovescio: nei manoscritti medievali c’è me all’idea del film multilingue, anche il testo in mezzo e ci sono tutti i dise- la pratica della cornice. Per cui è le- gni e le illustrazioni attorno, lì c’è il co Cipolloni gittimo chiedersi, per esempio nel ca- film in mezzo e tutta quest’ampia so del film Carlota Joaquina, se la lin- cornice che viene attraversata da Mar gua di riferimento debba essere quel- scritte che vanno, che vengono, che si la della cornice narrante, cioè l’ingle- incrociano. se, che influenza il tono di tutta la narrazione ma sparisce quasi subito, Se ciò non bastasse, la forma del con- oppure quella dei personaggi narrati, tenitore dialoga, attraverso un com- con il non facile problema di ripro- plicato sistema di corrispondenze, con durre, all’interno dello spazio della quella del contenuto. Il rapporto tra narrazione, un complicatissimo siste- testo e icona, che definisce la cornice, ma di scarti di lingua e di accento tra viene, infatti, tradotto in immagine, le diverse voci che si dispongono lun- entro lo spazio della cornice, attra- go l’asse spagnolo-portoghese e por- verso la metafora visuale del body toghese-brasiliano. L’uso della cornice painting e del libro vivente. La trama 44 tende, inoltre, a bruciare lo spazio dei parla, appunto, di questo libro scritto sottotitoli, dato che, oltre a contene- sul corpo, dando letteralmente corpo re il multilinguismo, la struttura corni- ad una complessa riflessione sulle di- ce induce gli autori ad un sempre più verse strategie che Oriente e Occi- massiccio uso delle didascalie e della dente hanno utilizzato per definire i scrittura sullo schermo, sia a scopo di- rapporti tra vita e scrittura. La vicen- dattico (pensiamo, per esempio, alle da del pillow book, scritto sul corpo enciclopedie multimediali), sia per degli amanti e avviato a pubblicazio- scandire la struttura narrativa dei film ne attraverso una trascrizione opera- a struttura pulp come Clerks, L’odio, ta dal corpo, ripropone l’idea della Le jene, Smoke. scrittura come gioco rituale in bilico tra alfabeto ed ideogramma. Nelle Nel caso di The Pillow Book l’opzione carni dipinte dei corpi capitolo del pil- è particolarmente radicale, poiché low book riprende forma la logica del non solo il sonoro ma anche la scrit- calligramma che, come dice Foucault: tura dei sottotitoli è multiligue. Gree- «Si propone di cancellare ludicamen- naway, cioè, ha programmato un te- te le più antiche opposizioni della no- sto nel quale non solo si parla in più stra civiltà alfabetica: mostrare versus lingue, ma passano sottotitoli in lin- nominare, raffigurare versus dire, ri- gue diverse. Inoltre, le cornici narrati- produrre versus articolare, imitare ve sono più visualizzate che narrate, versus significare, guardare versus creando sullo schermo un effetto di leggere». L’ultima dicotomia indicata impaginazione multimediale, con una da Foucault e la dialettica tra Oriente Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 45

e Occidente che caratterizza il discor- tomba e la feticistica trasformazione so di Greenaway ci riportano a Octa- della sua pelle in pergamena smonta- vio Paz e alla sua visione del tradurre no il calligramma. Però, nel momento come possibile ponte tra l’universo in cui si smonta il calligramma, si di- della lettura e quello della contem- sfa anche l’oggetto-film, costruito plazione. In The Pillow Book, i copisti, scientemente da Greenaway come un Mar che con professionale imbarazzo spo- calligramma. gliano i corpi vestiti di segno degli co Cipolloni amanti, decrittandoli e trascrivendoli Il cinema d’autore che fa uso del mul- fino a ridare alla catena delle parole tilinguismo e della scrittura sullo l’usuale abito della forma libro, spez- schermo, configurandosi come cinema zano la perfetta corrispondenza che il del calligramma un po’ in tutti i casi calligramma aveva realizzato tra leg- citati, ma in maniera clamorosa e pa- gere e contemplare. Grazie al loro la- radigmatica in The Pillow Book di voro, il calligramma si disfa, viene ri- Greenaway, raccoglie, dunque, in un condotto ad un banale rapporto di unico tratto, una sfida traduttiva, un corrispondenza tra immagine e dida- limite tecnico e la sottile linea di un scalia e, soprattutto, ci viene restitui- nuovo orizzonte culturale. Ogni possi- to nella nudità dei suoi componenti bile soluzione dovrebbe dunque parti- primari, segnando un limite - in que- re da una ridefinizione, almeno in ca- sto caso autenticamente fisico - per il si come questo, del nesso tra edizione campo della traducibilità cinemato- originale e doppiaggio e da una pa- grafica. Non a caso, nel film di Gree- rallela attenuazione della forza com- naway il personaggio del traduttore, mittente che, attualmente, vincola il che media tra autrice ed editore, è doppiaggio alle esigenze, talvolta pre- non solo sessualmente ambiguo, ma sunte, del mercato di destinazione 45 anche irrimediabilmente votato al sa- dell’edizione doppiata. Non sempre e, crificio del proprio corpo. Proprio per- soprattutto, non per sempre si può ché si disincarna, il mito di una tra- pensare di scaricare il difficile compito duzione resa impossibile e innecessa- di trasporre il discorso d’autore sulla ria dal fatto di essere autenticamente sola sensibilità dei dialoghisti-adatta- simultanea, automatica e universale, tori e sullo spirito di sacrificio dei di- torna ad essere narrato e narrabile; il rettori di doppiaggio (anche perché racconto, cioè, riesce a nascere come non è detto che siano disposti, come il tale nel momento in cui il suicidio del traduttore del Pillow Book, a lasciarci traduttore, la profanazione della sua letteralmente la pelle). Area multimedia VISIVE aolinelli aldesi P M . entura UDIO . M A e M . V F ? ERE f P aggior GGIO O OBALE ALE M ri L mato IA . ur negof TU G S M T M D’A . OPP A . , . G DELLE S A D M carponi acobelli enigni È OP J ’ DI B astellina GGIO . C C . J NITI A. S UR IA . G L U ’E AZIONE ORE A INORI L ON UESTIONE OPP T TI A TI N M A D Q COL ALITÀ I T OMUNICAZIONE OP UT U S IL IR IRET HE C E T UR Q VERSO OGHIST C C D UNA A E O ’ E : IAL O NEGLI ALL DEL T ORE D VERSO DELL GGIO T ONTR D O VISIONE OL A IA GGIO C RA V ORE OP IARE IA E UESTIONE ELE CRIT ’ TI UOL S T Q UT UR DOPP R OPP OPP OCE UT EGOLE A A A O ’E ’ IL L D L IL L R V L T L D NELL Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 47 Pagina 15:19 16-06-1999 Attinterno1 Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 48

Mario Paolinelli vicepresidente dell’Aidac

DOPPIAGGIO E CIRCOLAZIONE DELLE OPERE AUDIOVISIVE NELL’ERA DELLA COMUNICAZIONE GLOBALE

Questa seconda parte del convegno si vano da parte del pubblico inascoltate occuperà di doppiaggio in modo più lamentele, e il linguaggio delle teleno- generale, con l’obbiettivo di approfon- velas è fatto oggetto di satira, a dimo- dire l’analisi e la riflessione intorno al- strare che il fattore doppiaggio sta as- la circolazione delle opere audiovisive sumendo un’importanza sempre più ri- nella società dell’informazione e intor- levante, non più soltanto sul piano no al ruolo del doppiaggio come vei- commerciale, ma anche su quello cul- colo della comunicazione globale. turale e scientifico.

Un ruolo che stenta a trovare il giusto Proprio la nuova attenzione che la riconoscimento, anche se qualcosa di scienza sta prestando alla questione importante sta accadendo. Due con- impone dunque una riconsiderazione vegni nel giro di pochi mesi - il primo generale della specificità del doppiag- 48 a ottobre, organizzato a Forlì dall’U- gio, cui tutti gli addetti dovranno far niversità di Bologna e dall’Università riferimento. di Vienna, poi questo - affrontano, con un approccio che parte dal lato L’avvento delle nuove tecnologie di co- scientifico della trasposizione lingui- municazione, con la conseguente cre- stica, i molteplici aspetti della tradu- scita della capacità di diffusione delle zione per l’audiovisivo. opere audiovisive via etere e cavo, e quindi dei canali a disposizione (da Un indirizzo sì scientifico, ma dinami- quest’anno, a sentire le affermazioni camente proiettato verso l’esterno, a fatte dai dirigenti delle società delle te- stimolare chi opera professionalmente lecomunicazioni, il satellite Hot Bird II nel settore, ma anche quegli organismi irradierà sull’Italia almeno 40 nuovi ca- e quella critica cinematografica che nali, che andranno ad aggiungersi alle purtroppo - ce ne ha parlato Castella- oltre 600 Tv locali, mentre sono state no stamane - non hanno mai affronta- rilasciate dal ministero 615 concessio- to la questione «doppiaggio» in modo ni), moltiplicherà a dismisura l’esigenza costruttivo, relegando così i suoi ad- di riempire i palinsesti. Tutto questo detti - autori, interpreti, tecnici e im- porterà a un aumento indiscriminato prese - in un ghetto subindustriale, al- del quantitativo di ore doppiate. la mercè di un mercato totalmente de- regolamentato, artefici e vittime di un Il risultato più diretto e immediato di globale, evidente appiattimento quali- questo incremento dell’offerta sarà la tativo. Questo mentre da tempo si le- parcellizzazione degli ascolti e dei Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 49

consumi, con una inevitabile polveriz- L’autore dell’adattamento, alchimista zazione dell’investimento pubblicita- di immaginari diversi, diventa così una rio su ciascuna ora doppiata, il che figura centrale, il garante della me- metterà in serio pericolo la sopravvi- diazione culturale, per il profilo alto a venza delle professionalità artistiche cui dobbiamo far riferimento, e allo

del doppiaggio. stesso tempo il «localizzatore» del M prodotto, il cui obbiettivo è il merca- ario La svolta è quanto mai necessaria e ur- to. Deve perciò riappropriarsi dell’au- gente in quanto ormai circa l’80 per torevolezza della sua funzione, uscen- P cento della programmazione cinema- do dalla condizione precaria in cui at- aolinelli tografica e il 92 per cento della fiction tualmente è costretto a operare da un trasmessa in televisione è costituito da mercato che, nella corsa al ribasso, im- opere staniere: tradotte, adattate e pone tempi di lavorazione che nulla doppiate in lingua italiana. Queste ci- hanno a che vedere con la professio- fre danno la misura di quanto sia fon- nalità, ma, anzi, favoriscono l’improv- damentale analizzare la materia e fis- visazione, mortificando così creatività sare parametri formativi e di specializ- e competenza. zazione, di riprofessionalizzazione, che siano presi in considerazione dal- Il settore - solidalmente ad autori, la committenza e che portino a una produttori e attori italiani - da parte consapevolezza e a una normativa ri- sua ha il dovere di imporsi un codice gorosa che sia di garanzia per gli deontologico che, in attesa dell nuove utenti - tra cui i bambini, che stazio- direttive europee sulla comunicazio- nano ogni giorno davanti al televiso- ne, stabilisca limiti e competenze d’in- re per circa 3 ore -, ma anche, e so- tervento. prattutto, per gli autori originari del- 49 le opere, i quali, assenti dal luogo del Allo stesso tempo, è fondamentale delitto, si ritrovano sempre più spesso che si guardi alla comunicazione come travisato e distorto il frutto della loro fenomeno globale, in cui la circolazio- creatività, vedendosi così usurpato il ne delle opere attraverso il doppiag- proprio diritto morale. gio sia basata su un criterio di ampia reciprocità. Certo cinema e certo pro- Gli autori hanno, al contrario, il dirit- dotto audiovisivo hanno accesso e suc- to di pretendere una trasposizione cesso sul mercato grazie al plusvalore che rispetti lo spirito dell’opera, che dato loro dal doppiaggio. È chiaro ne traduca al meglio in una lingua e quindi che il doppiaggio è un’arte da una cultura «altre» anima ed espressi- esportare. vità. Gli autori devono cominciare a guardare al doppiaggio con occhi È ora di rilanciare, quindi, attraverso nuovi, a imporlo, anzi, per favorire la politiche mirate e determinate, il pro- circolazione della propria opera. Ana- getto di far uscire gli «esclusi»: il cine- logo atteggiamento dovrebbero avere ma indipendente, quello «d’autore», gli attori, sia italiani sia stranieri: gli quasi tutto il cinema europeo, dai stranieri per veder interpretato al me- ghetti distributivi. A questo fine oc- glio il loro ruolo in una lingua diver- corre investire nel doppiaggio e nella sa, e gli italiani per cercare di diffon- diffusione all’estero dei prodotti au- dere il prodotto di cui sono protago- diovisivi italiani e europei, e nella for- nisti all’estero. mazione, all’estero, di operatori che Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 50

sappiano salvaguardare le specificità tempi industriali tocca il processo pro- culturali originarie. duttivo ma non l’ideazione, la stesura del progetto «film», anche nel dop- Il grande mercato cui andiamo rapi- piaggio, prototipo di un prototipo, va damente incontro, al di là delle muta- zioni relative alla diversificazione del- rispettata questa equazione. Il testo, la committenza, provocherà notevoli nucleo centrale della trasposizione lin- contraccolpi sul piano qualitativo e guistica, ha bisogno dei suoi tempi, professionale. Contraccolpi cui si do- che non sono certo quelli supercom-

aolinelli vrà reagire fissando nuovi principi e pressi, da catena di doppiaggio, che ci P regole chiare, tra cui la certificazione vengono messi a disposizione oggi. Ma obbligatoria a norme Uni-Iso, la for- quelli necessari a dare ampio spazio al- ario mazione continua e la presenza del di- la creatività e alla capacità professio- M ritto d’autore per regolare le questio- nale, che sono gli unici elementi che ni economiche. possono garantire gli utenti, gli autori Concludo quindi questa introduzione dell’opera originaria, e ultimi non ulti- con un messaggio a quanti domani af- mi, visto che irrorano le aziende tele- fronteranno le questioni relative al visive italiane con seimila miliardi l’an- mercato: come l’ottimizzazione dei no, gli investitori pubblicitari.

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Alberto Scarponi Vice-presidente della Federazione autori italiani

L’AUTORE DIALOGHISTA

Io sono qui come rappresentante del- Qui, a mio avviso, c’è però anche una la Federazione degli autori italiani, di confusione teorica che sarebbe bene cui l’Aidac fa parte. districare. È che di questo problema di Babele, per quanto ne so, si parla sem- La Federazione è interessata ad inter- pre in termini unilaterali: si guarda o venire in un dibattito sul doppiaggio alla comunicazione oppure all’espres- organizzato dagli adattatori cinema- sione, mai a tutte e due insieme dia- tografici - che io direi, ormai, non so- letticamente. lo cinematografici ma audiovisivi a tutto campo - perché gli adattatori so- In realtà si tratta di vedere connessi, no, per l’appunto, autori, come tutta dialetticamente, due fenomeni che la interessantissima discussione di sta- stanno in gran parte, anche se non del mattina ha dimostrato. Buona parte tutto, su piani diversi. del mio intervento è dedicata a dimo- I fenomeni sono da un lato l’espres- 51 strare proprio questa tesi. In questo sione, che attiene più all’arte, dall’al- momento, tuttavia, non vorrei sottoli- tro la comunicazione che, viceversa, neare la portata giuridico-sindacale di attiene più alla cultura. tale definizione; più semplicemente Faccio un esempio cinematografico: sto alludendo al fondamento struttu- Pasolini, nella sua celebre battaglia rale del fatto. Il fatto è che gli adat- contro la comunicazione omologante tatori devono essere autori se noi, tut- dei mass media, nei suoi film tendeva ti noi, vogliamo rispondere in modo a sottolineare artisticamente l’espres- razionale alla sfida di Babele. sività, e ciò anche quando gli attori fossero inesperti e le condizioni am- Una sfida che, nel mondo contempo- bientali non adatte alla registrazione raneo, nasce dal moltiplicarsi delle diretta del dialogo. Ora, la conse- possibilità comunicative e, quindi, dal guenza è che nei suoi film, qua e là, si moltiplicarsi dei soggetti che hanno - hanno delle falle comunicative, le sebbene in gradi e modi diversi - un quali acquistano significato proprio e potere di comunicazione. Tale aumen- soltanto sul terreno artistico. In termi- to vertiginoso nel numero delle fonti ni unilateralmente estetici non ci sono che producono messaggi ha, come suo problemi, dialetticamente, invece, sì. effetto immediato, la ridondanza dei messaggi: per l’appunto, la confusione Perché sul piano culturale, in tali casi, delle lingue. noi veniamo a sapere soltanto che c’è Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 52

una pasoliniana polemica contro l’o- Se infatti dal primo punto di vista, mologazione e un pronunciamento, di quello artistico, l’assenza di atteggia- Pasolini, per l’espressività originaria mento creativo nel traduttore, che nel- delle persone, ma a spese dell’effica- la fiction audiovisiva si chiama adatta- cia del momento narrativo dell’opera. tore, tradisce solo l’arte come tale - e molti ingenuamente possono credere Ma, per venire al punto del doppiag- che si tratti di questioni di lana capri- gio, in tale circostanza possiamo ave- na che interessano solo gli addetti ai re tre casi: in un primo esempio, il film lavori e nemmeno tutti, tra questi so- viene presentato al pubblico non ita- lo quelli un po’ sofisticati - dal secon- liano nella versione originale con sot- do punto di vista, tale assenza produ- to Scarponi totitoli d’aiuto. In questo caso lo spet- ce danni sociali diretti. Perché, a ben tatore non sa nemmeno che si è veri- guardare, qual è oggi, nel mondo del-

Alber ficato lo scarto comunicativo con an- la telematica e dell’informazione glo- nessa polemica anti-omologazione. bale, il problema di fondo? Il problema di fondo è che l’uomo si è In un secondo esempio, il film viene costruito uno strumento - i mezzi di doppiato e l’adattatore, da buon tec- comunicazione di massa, inclusa Inter- nico, bada soltanto all’efficacia comu- net - che incide in radice sul suo sta- nicativa, quindi copre la falla, anche tus antropologico, ne fa un animale, per timore di vedersi addebitare un per così dire, ancora più umano, an- errore di traduzione da chi non sa co- cora più capace di linguaggio. me stanno le cose, e anche in quest’al- tro caso il pubblico non italiano perde Nasce così il problema del linguaggio - e questa volta addirittura parados- in termini che direi, metaforicamente, 52 salmente - una informazione fonda- di ingegneria genetica: abbiamo la mentale. possibilità di creare l’uomo perfetto, che parla un’unica lingua attraverso Nel terzo esempio, l’adattore, presen- una rete comunicativa perfetta, priva tandosi esplicitamente come autore, di intoppi. quindi come responsabile pieno del proprio intervento, lavora a restituire Chissà se Pasolini ha mai immaginato integralmente la situazione artistico- una omologazione così totale. Resta comunicativa originaria con i suoi che queste prospettive scientistiche pregi e i suoi difetti. Evidentemente, da superuomo aprono il baratro di solo in quest’ultimo esempio si ha una umanità che taglia con il passato, una vera comunicazione artistica: con la memoria e con la storia, che se- quando, cioè, l’adattatore si presenta leziona gli oggetti della comunicazio- come autore. ne nel presente assoluto, quindi in un presente di follia; rigetta gli incapaci Se non si vuol contribuire quindi, an- - quelli che una volta i puristi chia- che nelle immediate scelte professio- mavano i «malparlanti» - li rigetta nel nali, alla permanenza di Babele, oc- sottobosco della marginalità e del- corre esaltare il lavoro del traduttore. l’autodistruzione; ultimo e non ulti- Ma questa esigenza diviene anche più mo, riduce i mezzi linguistici fino a netta se guardiamo alla funzione ge- quasi invertire la tendenza evolutiva nerale del lavoro del traduttore, quel- del linguaggio, riportandola dal se- la specificatamente culturale. gno al segnale. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 53

Io non so se agli adattatori non paia mente tecnico-passivo. In breve, con troppo addossarsi tutto questo carico parole chiare, solo con traduttori re- apocalittico e presentarsi sulla scena sponsabili in pieno e in prima persona come salvatori dell’umanità. della propria creatività culturale allo Estremizzare, però, chiarisce qui, forse stesso titolo di qualsiasi altro autore, più che altrove, perché la pulsione a il processo comunicativo intercultura- Alber parlare, e a parlare in termini espres- le resta interculturale e non diviene sivi e non soltanto comunicativi, è or- colonizzatorio - quindi omologante - a to Scarponi mai un dato incoercibile della natura vantaggio della cultura più forte. E sa- umana: quindi avremo sempre, proba- rebbe, forse, opportuno precisare co- bilmente, una resistenza linguistica al- sa vuol dire, in tale contesto, essere l’omologazione. Una resistenza che è più forte, ma non lo farò. visibile, per esempio, nel fiorire dei gerghi proprio quando più alta è la Solo tramite interventi consapevoli del pressione omologante, e questo po- proprio ruolo di mediazione, perciò, trebbe nasconderci il quadro di quan- attenti ad ambedue i lati del processo to sta avvenendo, invece, senza veli comunicativo, attenti alle caratteristi- nel campo della cultura. che delle realtà culturali d’origine e alle caratteristiche della realtà cultu- Il panorama culturale che vediamo da- rale di sbocco, si impianta un proces- vanti a noi presenta certamente dati so conoscitivo reale, di confronto e di allarmanti di appiattimento distrutti- appropriazione creativa. vo ed è, dunque, necessario mettere ben in rilievo tale pericoli. La figura del traduttore, nel caso del- La linea per evitare questi pericoli, la fiction audiovisiva, dunque dell’a- dunque, non può essere quella del- dattatore - termine che io trasporterei 53 l’ottimismo naïf: come sempre occorre volentieri anche nel campo della tra- stare dentro i processi e governarli. duzione letteraria perché palesemen- Se è vero, infatti, che sarebbe illusorio te più rispondente ai dati concreti di opporsi eroicamente al movimento di questo lavoro - non è affatto residua- unificazione comunicativa globale co- le né oggi, né in prospettiva. me del resto al movimento di unifica- E vorrei, a questo punto, rilevare po- zione economica globale, del mondo lemicamente che la pretesa che c’è contemporaneo, temendone i danni, stata in passato e forse ancora c’è, qua altrettanto illusorio è ritenere che le e là, di deprezzare a supporto tecnico cose, comunque, si aggiusteranno da il lavoro dell’adattatore nel senso for- sé, che basterà che ognuno faccia la te che ho appena detto, e di farlo in sua parte, che ognuno in sostanza tiri nome di una dignità artistica supposta l’acqua al proprio mulino perché, alla unica dell’autore originario dell’opera fine, una mano invisibile creerà l’equi- dell’ingegno, questa pretesa porta, librio necessario. paradossalmente, acqua al mulino Come intervenire, allora? Come go- non degli autori originari come essi vernare questi processi? credono, ma di quegli uomini e di quegli apparati che vogliono eliminar- A me sembra che uno degli snodi cen- li come autori. E questo perché senza trali sia proprio il lavoro del produrre questa mediazione culturale il mondo inteso in senso creativo e non mera- di domani si presenta proprio brutto: Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 54

un mondo tutta comunicazione e mente le forze interessate a resistere niente espressione. contro l’attuazione di quel progetto.

E va chiarito a tutte lettere: un mon- Da soli si è sempre più deboli, mi pare do senza arte e senza artisti di nessun lapalissiano. Ed è questo il senso della genere, anche perché sul mero piano presenza della Federazione degli auto- politico si diminuiscono volontaria- ri a questo convegno di adattatori. to Scarponi Alber

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Glauco Benigni Esperto di comunicazione

TUTTI CONTRO TUTTI

Forse il «nemico» americano, giappo- o non deve pagare. Infatti c’è pure nese, multinazionale o transnazionale una «corsia» gratuita, nel senso che il - ma non so se in realtà è un nemico contenuto viene offerto gratis a patto o un amico - viene dal cielo. Però vie- che sia sostenuto dalla pubblicità. ne anche dagli inferi. Nel senso che l’accoppiata cavo e satelliti è un’ac- Passo ora alle informazioni, che ri- coppiata inestricabile. guardano quello che è successo negli ultimi tre mesi nel pianeta. Questi ul- Io non mi intendo molto di doppiag- timi tre mesi sono stati i più vorticosi gio, mi occupo di industria di global- nella storia della global-communica- communication, e sono qui per darvi tion perché erano a ridosso del pro- delle informazioni, il che, essendo un nunziamento del Congresso america- giornalista, è la cosa che mi riesce no che doveva decidere se far passare meglio. la nuova legge, che agevola la dere- 55 golamentazione, o se invece limitarla. Tralascio, pur accennandolo breve- Si saprà alla fine che la nuova legge è mente, il fatto che lo scenario di rife- stata approvata e che è molto orien- rimento è quello del quale si parla tata alla deregolamentazione. tanto: la convergenza tra la telefonia, l’informatica e il settore audiovisuale, Sentirete molti numeri, ma la dimen- convergenza che conduce alla costru- sione finanziaria è importante per ca- zione di tre nuovi ruoli dominanti, pire con chi si ha a che fare. una triade che si avvita nel tempo e nello spazio. E che è un po’ come At- Walt Disney - Abc: fusione in corso. tila: ovunque passa non cresce più «er- Disney Channel debutta in Europa nel ba» sul territorio nazionale. Questa bouquet BSkyB, di proprietà di Rupert triade è fatta da quelli che si defini- Murdoch. Nel frattempo i piccoli ope- scono content-provider, cioè le ex- ratori via cavo americani chiedono al- Major statunitensi, che sono quelli che la Federal Communication Commis- danno la «benzina» al sistema della sion - un’autorità che ormai si com- global-communication, i network-pro- porta come autorità planetaria - di vider, che sono quelli che costruiscono bloccare la fusione tra Disney e Abc, e gestiscono le «autostrade», e poi i una fusione da 19 miliardi di dollari, service-provider, che sono i «casellan- annunciata in agosto. ti» che stabiliscono quanto costa il Disney Corporation: record di fatturato bit, quanto bisogna pagare e chi deve alla fine di settembre ‘95: + 17%. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 56

Abc, probabile partner Disney, lancerà Arriviamo in Europa. Il più grande dal 1997 un «24hours-news», un com- conglomerate europeo è Clt, Compa- petitor di Cnn, che verrà distribuito gnie Luxembourgeoise de Television. con un mix di satelliti e cavi, e sarà de- Molto attiva in questo momento, an- stinato a essere il primo gigante dei nuncia investimenti per un miliardo di produttori di contenuto. dollari nell’espansione all’estero, e tenta operazioni di borsa in cerca di Il secondo in classifica, che potrebbe capitale per cominciare a produrre. enigni diventare primo se passerà la fusione B con Turner Broadcasting System, è Ti- In Germania, invece, i media group me Warner. Rtl/Bertelsmann e Sat1 di Kirch e Axel Springer aumentano vistosamente lauco Un altro gigante che finora era stato

G l’acquisto di film americani nell’ombra, ma che sta emergendo con grande evidenza, è General Electric, Il discorso della proliferazione di ca- che si manifesta nell’area audiovisual nali, purtroppo, si risolve ancora infi- con il possesso di Nbc (il primo net- lando nei palinsesti contenuto (con- work americano) e con un’offerta, pe- tent) che proviene dalla maggiore mi- raltro accolta, di 2,3 miliardi di dollari niera del pianeta, cioè quel pezzo di per i diritti televisivi e via-cavo dei gio- terra californiano che si chiama Hol- chi olimpici del 2004, del 2008 e per i lywood. giochi invernali del 2006. France Telecom, Deutsche Telecom: il Contemporaneamente, con la benedi- loro tentativo di alleanza, detto Atlas, zione della General Electric, Bill Gates è ostacolato sia da Bruxelles che da prenderà il 49% della Nbc e Nbc pren- Washington. Però, vista la presenza di 56 derà il 49% della Microsoft. Quindi c’è un partner americano, la Sprint Corp. un’ulteriore fusione tra un network - coinvolta con un 20%, per un valo- televisivo ed un operatore - Bill Gates- re di 4,2 miliardi di dollari - ecco che Microsoft - che arriva dal settore l’approvazione dell’unione France e informatico. Deutsche Telecom è subordinata an- che al Fcc. Sony: profitti stabili nel secondo qua- drimestre 1995. La compagnia però Il periodo di proliferazione vissuto ul- soffre ancora per l’acquisizione della timamente era sostenuto fondamen- Columbia Pictures, che aveva rilevato talmente dall’advertising, cioè televi- dalla CocaCola per 3 milardi di dolla- sione «libera» che produceva e si ri- ri. Il presidente Nobuyuki Idei, noto produceva con i soldi degli inserzioni- per aver realizzato l’introduzione nel sti. Secondo Zenith Media, un autore- mercato del Cd audio, annuncia che vole analista inglese, la spesa totale in Sony rinuncia all’acquisto di un advertising sui maggiori media: Tv, network-Tv americano. Contempora- stampa, radio, cinema e cartellonisti- neamente costringe Michael Schulhof, ca, nel 1995 è stata di 260 miliardi di presidente della Sony-USA, a rasse- dollari (circa 400mila miliardi di lire) gnare le dimissioni e riporta tutti i po- dei quali un quarantesimo investito in teri a Tokyo. Cessa, quindi, quel ruolo Italia, con un aumento del 7% rispet- equilibratore che la Sony americana to al ‘94. aveva esercitato per anni tra tutte le multinazionali importanti. Questo dovrebbe rallegrarci, come è Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 57

stato recentemente confermato da Fe- 4 satelliti della flotta Astra. Porta a lice Lioi dell’Upa, perché ci sarà un + bordo 18 transponder digitali in grado 7% di gettito in advertising da cui sia di ripetere a terra 72 canali. Berlusconi che la Rai che altri avranno un po’ di ossigeno. E ora, colpo di scena: dopo quattro

anni di battaglie parlamentari il Con- G Secondo Bill Gates, il quale si sta lan- gresso Usa ha approvato (91 voti con- lauco ciando sempre più nella global com- tro 5 al Senato e 416 contro 16 alla munication, nel 2000 la spesa in ad- Camera), il 2 febbraio 1996, una nuo- vertising raggiungerà i 400 miliardi di va legge sulle telecomunicazioni. È B enigni dollari, e il trilione di dollari (1000 mi- una sorta di antitrust alla rovescia, un liardi) nel 2010. timbro della amministrazione Clinton sulla «rivoluzione telematica» e sulla Per quanto riguarda i satelliti, information tecnology society. Lockheed Martin investe 4 miliardi di Televisione: un editore potrà control- dollari nella costruzione di un sistema lare un numero illimitato di stazioni a doppia via, Astrolink, per alimentare Tv ma non potra superare il 35% del- computer network, videoconferenze e l’audience nazionale (prima il limite altri servizi on demand con 9 satelliti era il 25%). geostazionari da posizionare entro il Telefoni: le compagnie locali potranno 2000. La Federal Communication Com- entrare nel mercato della lunga di- mission sta intanto valutando la pro- stanza ma devono aprire il mercato al- posta di AT&T di un sistema di 12 sa- la concorrenza (cioè a quelle che già telliti geostazionari per global voice, operavano sulla lunga distanza). video e data services. Per un sistema si- Le Tv via cavo potranno offrire servizi mile ad Astrolink, Hughes ha stanziato telefonici, ma le compagnie telefoni- 57 3,2 miliardi di dollari. che potranno offrire Tv via cavo.

Ma il progetto più ambizioso è quello Visto il ruolo dei giganti Usa, si apro- di Microsoft-McCaw e AT&T Wireless no a dismisura i giochi nel processo di Services, che propongono un sistema convergenza tra telecom operators di 840 satelliti orbitanti, denominato (fatturato totale 1994 = 265 miliardi di Teledesic, per il quale sono stati stan- dollari), informatica (fatturato totale ziati 9 miliardi di dollari. Teledesic of- 1994 = 189 miliardi di dollari) e au- frirà accesso a Internet da ogni parte diovisual (fatturato totale 1994 = 56 del mondo, video conferenze, multi- miliardi di dollari). medialità interattiva e altri servizi real-time. Nonostante le proteste dei Come vedete, il fatturato dell’audiovi- ministri delle telecomunicazioni del- sual è un quinto di quello dell’infor- l’Unione europea, la World Radio Con- matica e un settimo di quello della te- ference ha assegnato a Teledesic tutte lefonia. Quindi, per un gioco di masse le frequenze necessarie, grazie al voto finanziarie, tutti quelli che erano stati dei rappresentanti dei paesi in via di i vostri referenti nella produzione di sviluppo, ai quali Teledesic ha promes- filmati sono assorbiti all’interno delle so accesso gratuito. masse finanziarie delle telefoniche e dell’informatica. In Europa, nella notte tra il 18 e il 19 ottobre è stato lanciato il nuovo La partita, dagli Stati Uniti, si estende Astra1, che va ad aggiungersi agli altri su uno scacchiere mondiale in cui alla Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 58

fine del 1994 erano già attivi, secondo colonna video la spariamo sulla glo- la Itu, Internation Television Union, un bal network o la mettiamo nei cavi miliardo e 160 milioni di televisori, del pianeta e insieme mandiamo 40 645 milioni di linee telefoniche e 180 lingue nelle sottopiste audio. Per il milioni di personal computer. doppiaggio, prendiamo un po’ di Qualcuno potrebbe chiedersi: ma che «penne e voci d’opera» negli attuali c’entra il doppiaggio? bacini mediologici colonizzati, li inca- enigni Il goal futuro è «facciamo un film da teniamo davanti al computer e lo fac- B 50/60 milioni di dollari, prendiamo la ciamo tutto in casa». lauco G

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Marina D’Amato Sociologa

LA TELEVISIONE E I MINORI

Ho accettato volentieri di venire a par- levisione sono otto, non di più: e allo- lare di un argomento che non ho mai ra l’ira, la rabbia, la forza, la bontà, trattato, per proporre alcune osserva- l’amore, la piacevolezza, il senso della zioni che vengono da ambiti di ricer- vita - nel bene e nel male - non sono ca che, invece, ho esplorato a lungo. espressione delle parole, sono espres- sione di uno stereotipo facciale che Io mi occupo prevalentemente dell’u- esprime sempre la stessa cosa. tenza più «debole», cioè dell’infanzia, di chi non sa parlare, e deve crescere E il paradosso della nostra televisione apprendendo, attraverso l’elaborato è che, a differenza di altre televisioni, del detto, il senso delle cose. Il rap- ha riprodotto nei serial - quando li ha porto tra televisione e bambini, a mio fatti in casa - la fisiognomica dei car- modo di vedere, enfatizza, nel riassu- toni animati. Ci sono stati degli esem- merli, tutti i problemi della televisio- pi, nel recente passato televisivo, di ri- 59 ne, primo fra tutti quello delle parole. proposizione di storie mutuate dai cartoni animati, non il contrario: men- E quello che accade oggi in televisio- tre la «toy animation» anima Piccole ne è che ogni mese vanno in onda 753 Donne o Arsenio Lupin, noi inventia- diversi programmi per bambini, nei mo Kiss me Licia a partire da un car- quali si muovono circa 1992 personag- tone animato. gi, e la caratteristica di questi pro- grammi è che tutto si può evincere an- Il risultato di questa trasposizione di che senza l’audio. gesti e di parole è una assenza, una assenza da tenere in gran conto, se Il primo problema della televisione l’effetto è che i vocaboli usati non su- per l’infanzia è quindi l’assenza del perano i 250. Ora, che l’universo sim- detto. Tutti i programmi - dai cartoni bolico della nostra civilizzazione - pu- animati giapponesi e non, alle situa- re proiettata in una dimensione pla- tion comedies - hanno come presup- netaria - si esprima con un linguaggio posto la riproposizione perpetua del- che non supera questo piccolissimo co- la stessa trama, con la stessa catarsi, dice di 250 possibilità, naturalmente con lo stesso momento difficile. La ap- sempre le stesse, naturalmente sem- parente abbondanza di personaggi in pre gergali e naturalmente sempre realtà nasconde semplicemente gli ot- semplicissime, è sconcertante. E quel- to tipi fisiognomici identificati fin dal lo che è più sconcertante è che Mimì 1600. I tipi umani che appaiono in te- dice sempre le stesse parole da quan- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 60

do esiste, per non parlare dei Puffi o giapponesi, e mi si faceva rilevare con di Memole. quanta attenzione venissero tradotti. Questo significa che non solo nella storia i personaggi non crescono, ma Per esempio, non si tirava fuori dal che nella storia non cresce neanche un frigorifero il latte bianco e freddo - le vocabolo in più. mamme italiane di Cologno Monzese si erano irritate perché il bambino, Questo è grave perché il pubblico a con quest’idea comunemente diffusa cui questi programmi sono destinati è che imita immediatamente ciò che ve- un pubblico che si evolve, un pubblico de, poteva prendere freddo alla pan- che ha un gran bisogno di parole, co- cina - ma il latte era stato dipinto di me dimostra il fatto che in Italia, in marroncino, così sembrava coca-cola. una cultura in cui la prevalenza del- La dimensione, cioè, della traduzione

Marina D’Amato l’immagine sulla parola è totale e in passava attraverso l’idea che i gesti una popolazione notoriamente di non dovessero essere sostituiti con gesti lettori, i bambini tra i nove e gli undi- più diffusi nella nostra cultura. ci anni sono quelli che leggono di più, come è stato rilevato dall’ultima inda- Poiché in Italia viene prodotto solo il gine multiscopo dell’Istat. 30 per cento dei programmi per bam- bini, e tutto il resto è acquistato all’e- Abbiamo quindi una discrasia molto stero, è chiaro il ruolo e l’importanza forte tra l’assenza di parole in un della traduzione di quanto viene fatto mondo in cui prevale l’immagine in e detto. Io sottolineo spesso la diffi- modo assoluto, e una necessità di co- coltà, l’immensa difficoltà nel propor- noscere lo scritto che si manifesta an- re una mitologia che viene da altrove 60 che numericamente e quantitativa- e che si va a sovrapporre e a inserire in mente con l’acquisto - anche se evi- un’altra cultura. Mentre noi adulti - e dentemente indotto - di libri da parte chi si occupa di sociologia più di tutti dei bambini. Per questo non so se ar- crede all’idea che dalla dimensione na- riveremo a quanto preconizza Negro- zionale si esce attraverso la reciprocità, ponte, cioè che il medium non sarà che è il passo avanti rispetto all’idea di più il messaggio ma soltanto una sua tolleranza - dagli anni Ottanta in poi, materializzazione. stiamo predisponendo una dimensione Io non credo - parlo da cultrice della culturale che propone al mondo dei disciplina dei processi culturali - che bambini un mondo mitico comune a li- non ci sarà una risposta umana sensi- vello planetario. tiva che in qualche modo invertirà questa proiezione di una ipotesi tutta Non c’è bisogno di arrivare alla so- telematica della nostra esistenza. vrappopolazione di satelliti sulla no- stra testa per sapere che dalla fine de- Quindi la mia è una denuncia: una de- gli anni Ottanta tutti i bambini di nuncia dell’assenza e una denuncia questo mondo vedono gli stessi miti, della scarsa attenzione alla presenza. gli stessi eroi e, quindi, hanno di fron- Vi faccio un esempio per tutti: duran- te gli stessi modelli di comportamen- te la mia prima ricerca, alla fine degli to. Evidentemente non è possibile fa- anni Ottanta, frequentai un po’ il re uno studio per capire se a Shan- Gruppo Fininvest, che per primo aveva ghai un personaggio ha un impatto importato in Italia i cartoni animati diverso rispetto a quello che ha in Ok- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 61

lahoma, anche perché, onestamente, mento, rispetto al mondo dell’infan- io non credo negli studi della memo- zia e comunque alle utenze meno ria di breve, di medio e di lungo ter- smaliziate, ci sono, almeno nel nostro mine se non nei casi della patologia, paese, moltissime sovrapposizioni. I Non esistendo, quindi, ricerche demo- nostri telegiornali, per esempio, mo- logiche di questo tipo, dobbiamo strano spesso spezzoni di film come Marina D’Amato prendere atto del fatto che la plane- fossero fatti di cronaca. Ricordate tut- tarizzazione della cultura, almeno da ti la guerra del Golfo: mescolato alle un paio di generazioni di bambini, è riprese della Cnn avremmo rivisto Top un dato, che il mondo, a livello di mi- Gun almeno sei volte, e non era indi- ti, si sta omogeneizzando. Questi mi- cato se non raramente che le scene ti però, che sono gli stessi nei com- erano tratte da un film, un film che portamenti, nel fare, non sono affat- evocava alle nostre menti molte im- to gli stessi nel dire. magini. Non c’è, esplicitamente - per quanto possiamo denunciarlo da ta- Allora, il primo problema è la tradu- voli diversi - una norma forte che im- zione, l’interpretazione, la riappropria- pedisca questo, che è un problema zione dei modelli culturali attraverso le non da poco nello sviluppo della ca- parole, anche attraverso l’invenzione pacità dello spettatore di tradurre e delle parole rispetto alla storia, che di- interpretare i fatti. ce così poco nei gesti da poter essere reinventata. Il problema della commi- L’Unione europea negli ultimi mesi ha stione culturale è, forse, il problema promosso tre bandi di ricerca per far- più importante da risolvere, ed è un ci ragionare su come lavorare su pro- problema che riguarda moltissimo ciò getti che rendano possibili i legami di che si dice rispetto a ciò che si fa. reciprocità tra il mondo dell’infanzia 61 e i media. Tutto questo è assoluta- È un problema di responsabilità socia- mente inutile e vano se non c’è una le soprattutto delle imprese televisive norma che introduce dei paletti nella nei confronti delle giovani generazio- traduzione e interpretazione delle ni. Riguardo alla possibilità di cogliere storie, e non tanto nell’invenzione lo- il significato delle storie attraverso le cale delle storie. immagini, senza bisogno delle parole, ho calcolato che questo accade per il Si chiedeva nel programma: «I - 73 per cento della programmazione. Il ni parleranno doppiaggese?». Io mi problema non riguarda soltanto i car- auguro che i bambini, grazie a tutti toni animati, ma riguarda l’informa- noi, continuino a parlare, e non si ri- zione, l’intrattenimento, la fiction. ducano a comprendere il mondo sol- tanto attraverso l’idea che ne deriva Nell’informazione e nell’intratteni- dalle immagini. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 62

Mariano Maggiore Parlamentare europeo

IL DOPPIAGGIO VERSO L’EUROPA, L’EUROPA VERSO IL DOPPIAGGIO

Il mio intervento rischia di essere un Per cominciare, vorrei ricordare che anticlimax grave, dopo i fuochi d’arti- nel trattato costitutivo della Comunità ficio strepitosi di Glauco Benigni e economica europea, trattato redatto l’intervento molto incisivo di Marina nel 1957 ed entrato in vigore nel D’Amato. 1958, non c’era alcun accenno all’au- diovisivo e in particolare alla televisio- Vorrei partire da un accenno riguardo ne, per la banale ragione che la tele- al problema della pluralità dei lin- visione, all’epoca, era qualcosa di guaggi e all’Europa come ricco empo- strettamente nazionale, limitato ai rio di diversità da preservare accurata- confini nazionali per ragioni tecniche mente, rifiutando qualsiasi tendenza molto evidenti: la trasmissione televi- al melting pot all’americana. Il melting siva in linea retta non poteva andare pot all’americana ha certamente dei oltre un certo punto per la curvatura grandi meriti nella storia dell’evoluzio- 62 terrestre, i ripetitori avevano grossi co- ne degli Stati Uniti dal ’700 ai nostri sti e limitavano forzatamente le tra- giorni, ma questa evoluzione differisce smissioni entro i confini nazionali. Per in modo radicale, profondo da quel di più, a fianco a questo dato banale, che è stata la storia dell’Europa negli c’era anche un’abitudine mentale, si ultimi due secoli, una storia che, insie- sentiva cioè come sacra, quasi inviola- me a tanti orrori, ha prodotto anche la bile l’idea che le trasmissioni, radio diversità culturale, che è un bene pre- prima e televisive dopo, fossero un zioso da mantenere. ambito strattamente nazionale. Que- Venendo appunto al mio anticlimax, sto quadro ha cominciato ad essere cioè allo spicciolo della politica euro- turbato dall’apparizione dei satelliti pea nel campo dell’audiovisivo, vorrei che negli anni Sessanta, dopo varie vi- raccontare di come si sia formata in cissitudini, sono diventati una possibi- seno alla Commissione l’idea di una lità pratica molto precisa. Con il satel- politica dell’audiovisivo, poi di come lite americano Early Bird, che per pri- questa politica dell’audiovisivo si sia mo fece vedere immagini da un conti- tradotta in azioni pratiche, per arriva- nente all’altro, si ebbe la percezione re infine al confronto dell’attività fi- che le cose stavano cambiando, che la nora svolta con le nuove prospettive, trasmissione televisiva stava diventan- profondamente sconvolgenti rispetto do qualcosa di potenzialmente inter- alle abitudini mentali correnti fino a nazionale. Solo agli inizi degli anni pochi anni fa. Ottanta (e la cosa mi ha direttamente Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 63

coinvolto fin dai primissimi passi) il Questa necessità ha posto subito alla Parlamento europeo prese la decisio- Commissione e agli uffici tecnici inca- ne di interrogare la Commissione sul ricati il problema di come orientarsi, che fare in merito all’audiovisivo, in di quale filosofia adottare. E la filoso- prospettiva di una diffusione dei sa- fia adottata fu quella di concepire

telliti. uno spazio europeo all’interno del M

quale i programmi televisivi potessero ariano Quanto al problema degli schemi men- muoversi liberamente, analogamente tali difficili da distruggere, vorrei ri- a tutte le altre merci del mercato co- cordare che la Warc (Word Admistrati- mune, sulla base delle autorizzazioni M ve Radio Conference, il supremo orga- e della legittimazione che proveniva aggior no mondiale regolamentatore delle dal mercato d’origine. In altre parole, frequenze e delle competenze inter- un programma prodotto in uno qual- nazionali in campo radio e televisivo), siasi degli stati membri dell’Unione nel 1977 stabilì delle sue curiosissime doveva essere legittimato a circolare e regole per cui i satelliti televisivi pote- in tutto il resto dell’Unione semplice- vano essere usati esclusivamente in mente perché già legittimo nel paese ambito nazionale, forzando chiunque d’origine, secondo il principio classico avesse lanciato satelliti a mantenere il della Comunità europea. Questa pri- loro raggio di influenza nei confini na- ma regola generale si tradurrà in zionali, salvo per quelli che venivano quella che è nota come la direttiva accuratamente definiti come «sconfi- «Televisione senza frontiere», che namenti tecnologicamente inevitabi- adesso sta subendo delle traversie ab- li». Il che appariva evidentemente ridi- bastanza complicate. Si è poi affron- colo quando si parlava del Lussembur- tato il problema dell’incentivazione, go o di San Marino, tutti egualmente perché ci si rendeva conto di trovarsi 63 in una situazione che già allora si de- riconosciuti come titolari potenziali di lineava come gravemente deficitaria 5 canali televisivi via satellite ma, co- rispetto alle influenze esterne. Biso- munque, obbligati a tenere le trasmis- gnava cercare di potenziare in qual- sioni nell’ambito nazionale. che modo i programmi europei, par- Questa regolamentazione non ebbe tendo dal principio che il mercato co- mai applicazione perché fin dall’inizio mune europeo ha 350 milioni di abi- apparve abbastanza ridicola, e l’evolu- tanti di livello economico piuttosto zione tecnica successiva si è incaricata elevato e non molto inferiore a quel- di scardinarla completamente. Morale lo degli Stati Uniti (il quale peraltro è della favola: agli inizi degli anni Ot- inferiore come numero di abitanti: cir- ca un centinaio di milioni di meno): se tanta appariva chiaro che il non occu- questo mercato ha una potenzialità parsi da parte della Comunità europea addirittura superiore a quello degli (all’epoca non si chiamava ancora Stati Uniti, non si vede perché debba Unione europea) della televisione rap- essere penalizzato. presentava un grosso buco. Perché, in realtà, la televisione, all’improvviso, Nel 1985 ci fu un primo tentativo di cessava di essere un affare strettamen- creare un fondo di sostegno alle co- te interno e diventava necessariamen- produzioni europee, sia televisive sia te un affare internazionale, che biso- cinematografiche. Questo tentativo gnava in qualche modo affrontare. venne silurato in seno al Consiglio dei Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 64

Ministri perché, come fece osservare per la televisione, e Efdo per la distri- soprattutto la Germania, era conside- buzione cinematografica, che si inte- rato unilaterale, non globale, incom- ressava anche del doppiaggio cinema- pleto. Fu un momento difficile per tut- tografico e del sottotitolaggio in sede ti noi che l’avevamo proposto e, a un di promozione e di distribuzione. Il certo punto, io, per primo a quell’epo- progetto Babel - che voleva dire e ca, mi dissi: «Che cosa facciamo ades- Broadcasting Across the Barrier of the so? Non facciamo più niente perché European Languages - di cui ho avuto siamo stati silurati in questo primo l’onore di essere presidente per i primi aggior tentativo? No. Partiamo dall’obiezione quattro anni della sua attività (e di cui M tedesca, formulata in modo così ben mi permetterete di essere fiero di aver strutturato, e cerchiamo di fare qual- inventato l’acronimo), operava con- cosa che contempli tutta l’industria au- giuntamente all’Unione europea di ra-

ariano diovisiva». Si cominciò così ad elabora- diodiffussione, e non si può dire che,

M re quello che poi divenne il program- in realtà, abbia seriamente inciso. ma Media, che fu varato in sede speri- Questo perché si finiva, sulla base del mentale nel 1987 e che diventò opera- sistema di punteggio che avevamo noi tivo nel 1990, lavorando fino al 1995. stessi ideato, col favorire sì le produ- Il programma Media si riprometteva di zioni difficili che dovevano tradurre, agire nei diversi settori della produzio- per esempio, dal greco in inglese (per- ne audiovisiva, quella cinematografica ché la produzione greca avesse qual- e quella televisiva, partendo dal setto- che chance sul mercato internaziona- re che veniva considerato cruciale, va- le) ma, in fin dei conti, lavoravamo le a dire la distribuzione, per andare a con le briciole e il vero grosso fluire incidere su quello del linguaggio, a fa- del doppiaggio e del sottotitolaggio in 64 vorire lo sviluppo delle produzioni, in televisione ci sfuggiva. particolare quella giovane, gli scambi, il passaggio al secondo mercato del ci- Efdo, invece, è stato più efficace, per- nema, cioè al video e alla televisione. ché nell’ambito delle produzioni che In un parola, l’obiettivo era di creare, Efdo si incaricava di distribuire in Eu- con dei mezzi forzatamente d’inter- ropa, il suo apporto al doppiaggio e al vento, quel famoso mercato che in Eu- sottotitolaggio è stato significativo. ropa non c’era. Il programma Media I è terminato al- Media I ha avuto una vita difficile, con la fine del 1995. Nel corso di quell’an- dei punti certamente criticabili, confu- no si è cominciato a pensare a Media si, tuttavia, io credo, complessivamen- II, che è stato lanciato da due decisio- te positiva. Il programma si è articola- ni successive del Consiglio: una del 10 to, alla fine, in 19 progetti sparsi un luglio e una del dicembre 1995. La pri- po’ dappertutto. E qui voglio aggiun- ma è quella che conta dal nostro pun- gere, se permettete, una nota perso- to di vista perché riguarda i settori nale: di questi 19 progetti ce n’erano dello sviluppo e della distribuzione. 7-8 buoni e ben efficienti, mentre gli L’approccio di Media II vuole essere altri erano più o meno «appiccicati» deliberatamente diverso da quello di per la pretesa di ciascun paese di por- Media I. Vuole essere, cioè, più con- tare avanti il suo. In seno a Media I centrato, meno dispersivo. Concentra- c’erano due progetti che riguardavano to in tre grossi blocchi, di cui il mag- il problema del multilinguismo: Babel giore resta la distribuzione, considera- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 65

ta la chiave di volta del problema eu- La multimedialità, la commistione tra ropeo. Poi c’è lo sviluppo, inteso come il computer e la televisione, il cavo, il sviluppo dei singoli progetti, che cer- satellite, ha completamente sconvolto ca di colmare il deficit europeo nella i termini della situazione. Glauco Be- capacità di portare una prima idea, di nigni ci ha dato un panorama scon-

film o di serie televisiva o di telefilm, volgente della immensità del processo M

dalla prima concezione alla fase fina- in corso, il quale si riduce, nei suoi da- ariano le. L’ultimo blocco è la promozione. ti essenziali, a un problema chiave: il confronto tra deregulation e regula- Per quel che riguarda in particolare i tion, tra liberismo scatenato e liberi- problemi del doppiaggio, l’articolo 2 smo controllato. Il guaio è che questo M aggior della prima decisione stabilisce che è confronto avviene tra parti non ugua- importante e essenziale sostenere at- li del mondo, tra situazioni molto di- tivamente il multilinguismo delle ope- verse. Sarebbe gravissimo, anzi sareb- re audiovisive e cinematografiche nel be ridicolo dal punto di vista logico, e rispetto della diversità linguistica e cercare di prendere come modello gli culturale europea. Sul piano pratico è Stati Uniti per uno qualsiasi dei paesi importante notare che per quanto ri- europei, perché la situazione di par- guarda il sostegno al multilinguismo tenza è diversa. Negli Stati Uniti, negli delle opere, il contributo comunitario anni Sessanta e Settanta si è procedu- avverrà solo sotto forma di sovvenzio- to ad una formidabile azione di rot- ne. Mentre tutte le altre forme di aiu- tura dei monopoli. È noto il caso del- to dei programmi Media I o Media II la AT&T - il più grande conglomerato sono sotto forma di prestiti o di con- industriale del mondo, tre volte la Ge- tributi rimborsabili nel caso in cui il neral Motors - che, a seguito di una progetto venga realizzato, per quel sentenza di un piccolo giudice federa- 65 che riguarda le prospettive del multi- le del Colorado, è stata costretta, dal- linguismo si è deciso di passare alla l’oggi al domani, a disfare il suo mo- sovvenzione diretta, perché si è consci nopolio, abbandonando il campo del- della delicatezza e dell’importanza del le comunicazione interne agli Stati problema, e insieme del non-realismo Uniti per concentrarsi su quelle inter- del richiedere forzatamente un rim- nazionali. Oggi, poi, la situazione ne- borso, a causa della debolezza strut- gli Stati Uniti è cambiata ancora, con turale di questo settore. I tre settori - il passaggio a una deregulation molto sviluppo, distribuzione e promozione - profonda, per cui tutti possono fare saranno gestiti da organismi scelti dal- tutto: vale a dire che qualsiasi rete te- la Commissione in base a concorsi, e lefonica può fare video o cinema e, vi- stabiliranno poi le regole di dettaglio ceversa, qualsiasi produttore di cine- sul come procedere. Per esempio, non ma può fare reti di cavo, satelliti e so fino a che punto sarà il caso di pre- quant’altro. Questa deregulation fina- vedere limitazioni del tipo «collabora- le voluta dal Congresso degli Stati zione fra diversi distributori», o la ga- Uniti ha un punto di partenza radical- ranzia di avere la distribuzione in tre mente diverso da quello in cui siamo paesi al di fuori di quello d’origine per noi, specialmente in Italia, in cui ci so- ottenere una sovvenzione. no situazioni di monopolio incancre- Abbiamo poi un importante confron- nite che non si riesce a modificare. to da sostenere, quello con la multi- medialità. Di fronte a questa situazione, nell’U- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 66

nione europea, e in particolare nella Ecco qual è il tema centrale di questi Commissione, ci sono due partiti, che tempi. Un tema destinato a durare, e si identificano nelle persone dei due ad aggravarsi per l’avvento di quella commissari Bangemann e Van Miert, miriade di canali televisivi di ogni ge- il primo responsabile delle telecomu- nere che ci verranno addosso da tutto nicazioni e il secondo della politica il mondo. Tuttavia, per finire su una e della concorrenza. Ora, Bangemann, nota che non sia catastrofistica, dirò che è responsabile di lanciare in Eu- che il pubblico a cui tutto questo è de- ropa la società dell’informazione (le stinato è sempre quello. E le ore che si aggior autostrade elettroniche, i satelliti, i possono dedicare in un giorno alla vi- M cavi) è tendenzialmente e, direi, ob- sione degli schermi televisivi, o di bligatoriamente portatore delle istan- qualsiasi tipo di schermo - anche quel- ze della libertà, della deregulation, e lo del computer - restano sempre

ariano non vede altra strada che quella di quelle. Quindi, in fin dei conti, queste

M «lasciar fare», quella di potenziare gli centinaia di canali che verranno dal europei a fare queste cose e a farle in cielo e dalla terra dovranno venire a fretta, per non perdere il treno infor- patti con gli spettatori e decidersi a matico. Van Miert, per contro, ragio- quella riforma fondamentale che è la na sulla base dei suoi buoni articoli 90 specializzazione, diventare cioè reti e seguenti del Trattato, e continua a tematiche. Solo le reti tematiche po- cercare di spaccare i monopoli, quello tranno dare una ragion d’essere a 500 della Deutsch Telecom, quello italiano canali, perché 500 canali di reti gene- di Telecom e altri. raliste sono un nonsense totale.

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Messaggio di Luciana Castellina Parlamentare europeo

REGOLE DALL’EUROPA

Cari amici, Infine c'è la moltiplicazione dei cana- li, la valanga di vettori che porteran- mi spiace non poter essere presente, a no ad aumentare enormemente l'of- causa di precedenti impegni, al vostro ferta, sempre più incontrollata, con convegno, perché la questione del tutti i rischi di un penoso deteriora- doppiaggio è oggi più che mai impor- mento della produzione. E certamen- tante e insieme complicata, e a livello te la prima forma di deterioramento europeo ce ne stiamo occupando an- sarà rappresentata dall'impoverimen- cora molto poco, forse anche perché si to del linguaggio, per renderne più tratta per certi versi di una «specialità facile e più massificato il consumo. italiana». Conto dunque molto sul vo- stro dibattito e sulle conseguenze che Chi potrà impedirlo? Attraverso quali ne trarrete per uno stimolo alla di- regole, quale tutela e rispetto della scussione nella nostra Commissione. E professionalità? Le responsabilità de- 67 per poi avanzare precise e possibil- gli adattatori sono evidentemente mente sensate proposte. enormi, in particolare in Italia, dove il doppiaggio ha sempre avuto un altis- Le nuove tecnologie sono in effetti simo livello. destinate a sconvolgere non poco il panorama. Nel bene e nel male. Nel E poi c'è il problema del rilancio del ci- bene, perché consentiranno assai nema europeo, che conosce oggi una maggiore perfezione alle pellicole crisi drammatica: l'82 per cento del doppiate, così come maggiore facilità mercato audiovisivo europeo è oggi nel realizzarle, togliendo di mezzo americano. Perché i film americani ar- molti degli inconvenienti che prima rivano in Europa a prezzi stracciati, inducevano a scegliere la strada della giacché hanno potuto ammortizzare i sottotitolatura. Nel male, perché tut- loro costi su un mercato amplissimo. Il to può ormai essere stravolto dalla mercato europeo è tutt'altra cosa: esi- manipolazione cui non si sa ancora stono molti tratti di identità culturale come reagire. comune tra i paesi europei, ma non una lingua comune. E se non si vuole È l'intera attività cinematografica che relegare il film europeo, nella stessa ne verrà colpita e nuove regole an- Europa, nei cineclub, occorre una dif- dranno inventate per impedire l'abu- fusione del doppiaggio di qualità che so nei confronti di autori, attori e an- consenta ai portoghesi di vedere film che doppiatori. svedesi e viceversa, cosa che oggi av- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 68

viene in piccolissima misura perché a frontiere» - grandemente efficace. questo non si impegnano né i produt- tori né i paesi di ricezione (a doppiare La settimana scorsa, in Commissione i film americani, com'è noto, ci pensa- cultura del Parlamento europeo, ab- no generalmente gli americani stessi). biamo approvato un buon testo con 27 voti contro 10. Il testo dovrà poi Questa del doppiaggio di qualità è passare in plenaria dove un voto posi- una condizione dunque sia per la dif- tivo sarà assai più difficile, perché fusione inter-europea, sia per l'espor- troppi sono i deputati che sanno poco tazione dei film europei che proprio del problema e sono dunque più espo- negli Stati Uniti trovano in questo il sti alle pesantissime pressioni che ven- blocco principale. gono esercitate. E anche se alla fine sarà approvato il testo della Commis- Purtroppo fino ad oggi a tutti questi sione cultura, dovremo comunque ve-

Luciana Castellina problemi è stata data troppo scarsa dercela con un Consiglio europeo dei attenzione. Anche nell'appena varato ministri che in nome di un assurdo programma dell'Unione europea, il principio di libero scambio (come se la Media II. E bisognerà vedere come cultura potesse essere trattata come trovare il modo di usarlo anche a que- una merce qualsiasi) ha assunto una sto fine. pessima posizione. E siccome però si tratta di una direttiva per la quale è Ma tutto dipende più in generale dal- prevista una procedura di codecisione, l'attenzione che si riuscirà a dare alla il parere del Parlamento è vincolante. produzione audiovisiva europea, un pezzo ormai assai importante dell'e- Ci sono dunque spazi per una soluzio- 68 conomia e assieme dell'identità euro- ne almeno decente, ma tutto come pea. Che rischia di essere spazzata via. sempre dipende dalla mobilitazione, Dipende da tante cose, a cominciare innanzitutto del mondo del cinema. Io dall'educazione all'audiovisivo, alla spero proprio - e anzi ne sono certa - cultura dell'immagine nella scuola. che coloro che operano nel decisivo campo del doppiaggio saranno con E dipende molto dall'esito della batta- noi. In questa scadenza e nelle succes- glia che al Parlamento europeo abbia- sive battaglie contro una dissennata mo intrapreso in difesa di una direttiva de-regulation e invece per una assen- - quella chiamata «Televisione senza nata re-regulation. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 69

Francesco Ventura Presidenza del Consiglio - Dipartimento dello Spettacolo

VOCE VOLTO: UNA QUESTIONE ATTUALE?

Il mio intervento non è una relazione ficativi e di esperti così importanti co- ma è solo un saluto da parte del Sot- me Glauco Benigni, come la professo- tosegretario del dipartimento dello ressa D’Amato, come il collega Mag- Spettacolo che mi ha delegato a par- giore, che ho avuto il piacere e l’ono- tecipare a questo convegno. Un salu- re di conoscere a Bruxelles, che hanno to, con piacere, agli organizzatori, a parlato del nostro futuro, ormai im- Mario Paolinelli - che già ho conosciu- mediato, nel villaggio globale della to nella commissione centrale Cinema comunicazione. - e a Paolo D’Aversa che ho il piacere di reincontrare. Il mio saluto, purtroppo, è un po’ fie- vole, perché il ministero è stato, come Devo dire che un altro dei motivi che si dice, abrogato. Ora è rimasta una mi ha spinto ad accettare con piacere parte del dipartimento dello Spetta- di partecipare al convegno è l’aver vi- colo a occuparsi del cinema, che sem- 69 sto tra i tanti il nome di Jader Jaco- bra essere diventato una parte quasi belli, la cui casa ho avuto l’onore di residuale del complessivo mondo del- frequentare da ragazzo poiché ero lo spettacolo e della comunicazione. compagno di scuola di suo figlio, e la cui presenza qui mi sembra importan- Devo dire che mi incoraggia la pre- te. Aggiungo un altro saluto persona- senza in sala di Age, di Bruno Torri del le ad Alberto Piferi, noto forse come Sindacato critici, dei vecchi cinemato- «il principe degli adattatori», che ho grafari, più o meno come me, e anche avuto occasione di conoscere quasi di attori che conosco, come Francesco vent’anni fa, quando ero un giovane Carnelutti, che mi fanno ricordare funzionario del ministero dello Spet- quando per la prima volta, nel 1980, tacolo, e che mi diede utili consigli nel l’amministrazione si è occupata dei momento in cui dai circhi equestri e problemi del doppiaggio. dal teatro di prosa, mi fu chiesto di oc- cuparmi di cinema. Dunque, nell’80 dovemmo occuparci del doppiaggio perché ci fu una de- Spero, quindi, che vogliate perdonare nuncia molto pesante, in cui erano quel minimo di emozione che ho que- coinvolti Carla Tatò, Gian Maria Vo- sta sera nel rivedere vent’anni della lonté, Bernardo Bertolucci. In quell’e- mia carriera di funzionario dello stato. poca ci fu una terribile polemica sul Un funzionario dello stato che saluta doppiaggio e moltissimi dei registi ita- questa sala dopo interventi così signi- liani (tra cui i Taviani e il mio vecchio Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 70

amico Bertolucci), ma anche i produt- Allo stesso tempo, servì anche a mi- tori e lo stesso ministero dello Spetta- gliorare la professionalità della cate- colo furono accusati di truffare lo sta- goria degli attori, perché, comunque, to perché i film italiani erano girati - veniva sancito l’obbligo per loro stessi a quanto sosteneva la denuncia - in in- di doppiarsi. glese, e quindi il principio del «voce- volto» - quello per cui l’interprete ita- Sulla stessa linea, la nuova legge con- liano non poteva essere doppiato - ve- tinua a cercare di stabilire la necessità

entura niva disatteso. della ripresa sonora diretta, imponen- do l’obbligo del «voce-volto», nel ten- In quell’occasione ci fu una mediazio- tativo di salvaguardare la lingua ita- ne che portò a confermare, con una liana, sempre più in difficoltà. legge, che la versione originale italia- na non era altro che la pellicola con- Riflettendo sul titolo del convegno,

Francesco V segnata al ministero dello Spettacolo, sull’importanza di questo ascensore doppiata in buon italiano. D’altra per la Torre di Babele, ho rapidamen- parte non ci fu difficile resistere, in te cercato tra le mie carte, tra le ri- parte, ad alcune pressioni degli atto- flessioni che stiamo facendo sulla nuo- ri, che pure avevano ragione a ribadi- va legge sul cinema, per capire che re il principio del «voce-volto», uno ruolo potessero avere le categorie de- dei principi indispensabili per far pro- gli adattatori e dei doppiatori, e ho gredire professionalmente la catego- immediatamente rilevato come nei ria degli attori. Però sapete anche co- film di coproduzione la presenza del- me una delle armi che furono facil- l’adattatore è già considerata come mente utilizzate contro l’obbligo di quella di un co-sceneggiatore; ecco, 70 girare in lingua italiana era il fatto probabilmente, è questo il punto im- che Fellini, ai suoi attori - certo non portante sul quale, secondo me, si può professionisti - qualche volta faceva lavorare, che può consentire una valo- dire dei numeri che poi lui stesso, il rizzazione del traduttore, riconoscen- Maestro, sostituiva con il dialogo in do il ruolo determinante di coloro che sede di doppiaggio. traducono dalla lingua straniera i dia- loghi per il nostro cinema. Se mi permettete, vorrei esprimere una impressione personale: è buffo Proprio in questi ultimi tempi, il pro- che come rappresentante dell’ufficio blema della traduzione, quello del va- Cinema, che con la nuova legge ha vi- lore dell’apporto creativo degli autori sto negli ultimi quindici anni un mag- dei dialoghi italiani, è venuto fuori in giore impegno dell’amministrazione maniera importante, fortissima e nell’impedire il doppiaggio del film straordinaria. italiano, mi ritrovi qui, a questo tavo- Per fare un esempio un po’ più alto lo, a parlare proprio di doppiaggio. dei cartoni animati giapponesi e delle loro modeste espressioni, di come la Per tornare alla questione, la legge da parola sia ancora estremamente im- una parte servì da impulso a migliora- portante e di come la resa nella nostra re l’utilizzo della ripresa sonora diret- lingua lo sia altrettanto, vorrei ricor- ta, che era qualcosa che apparteneva dare come la traduzione ha fatto arri- molto poco alla cultura cinematogra- vare fino a noi uno dei testi fonda- fica italiana, al nostro modo di girare. mentali per tutti gli uomini, per lo Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 71

meno per noi occidentali: la preghie- lineato il valore della creatività artisti- ra rivolta al Signore della religione cri- ca, e non soltanto della tecnica comu- stiana attraverso il «Pater Noster», che nicativa, all’interno del lavoro del tra- nasce in aramaico, poi è tradotto in duttore di dialoghi. I dialoghisti in- ebraico, poi in greco antico, poi in la- ventano una sorta di esperanto, cioè Francesco V tino, poi, finalmente, attraverso il vol- una maniera non omologante ma af- gare, in italiano. fratellante di comunicare, simile un Vorrei concludere riallacciandomi alla po’ a quello che troviamo nei Cantos riflessione di Alberto Scarponi, che in di Ezra Pound: un impasto di lingue e rappresentanza degli autori, ha sotto- stili diversi. entura

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Mario Maldesi Direttore di doppiaggio e docente al Csc

IL RUOLO DEL DIRETTORE DI DOPPIAGGIO

Io farò soltanto alcune riflessioni e Questo vale anche per i registi italia- porterò qualche testimonianza dovuta ni, che dovrebbero sempre seguire le alla più che quarantennale attività versioni che dei loro film vengono fat- professionale in questo campo. te negli altri paesi.

Qual è la funzione del direttore di Quello che mi preme sottolineare in doppiaggio in questa operazione cul- questa sede è l’implicita valenza cul- turale che è, appunto, il doppiaggio? turale del doppiaggio. Se è vero, in- fatti, che la cultura viene considerata Al direttore di doppiaggio viene affi- come l’insieme dei tratti distintivi, sia data la responsabilità della versione spirituali che materiali, che caratteriz- italiana di un film straniero. Per rea- zano una società o un gruppo sociale; lizzare al meglio questa trasposizione se è vero che essa comprende - oltre 72 ha a disposizione il film originale e il le arti e le lettere - i sistemi di vita, i testo tradotto e adattato che gli for- diritti fondamentali dell’essere uma- nisce il dialoghista. Poi deve scegliere no, i valori, le tradizioni e anche le gli attori che dovranno dare vita a credenze; se essa dà all’uomo la capa- questo testo. Nel suo lavoro deve poi cità di riflettere su se stesso e fa di tener conto del pubblico che dovrà noi, quindi, degli esseri specificata- fruire di questa versione e dell’autore mente umani, razionali, critici ed eti- camente impegnati; se è attraverso la del film, a cui deve moralmente ri- cultura che l’uomo si esprime, prende spondere. coscienza di se stesso, rimette in di- Poiché le esigenze economiche della scussione le proprie conquiste, le pro- distribuzione spesso condizionano la prie realizzazioni e ricerca instancabil- resa artistica della versione doppiata, mente nuovi significati; se tutto que- è importante, e sarebbe auspicabile, sto è vero, come non attribuire fun- che l’autore originario segua sempre zione culturale al dialogo, che è mez- zo importante se non unico per il su- da vicino la trasformazione della sua peramento della diffidenza e della opera, come fa ad esempio Kubrik. non conoscenza degli altri? La traspo- L’intervento dell’autore è fondamen- sizione di un’opera cinematografica in tale perché il direttore si senta libero un’altra lingua si propone esattamen- e allo stesso tempo protetto nelle sue te questo scopo. scelte, ed è una garanzia per il miglior risultato della versione tradotta. Molti dicono che sarebbe meglio ve- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 73

dere i film in lingua originale. Questo genze del Gattopardo in particolare. è ovvio per ogni tipo di opera, ma non Questo giovane fu convocato a Roma, per questo si può negare il valore del- e dopo lunghe sedute in cui impo- la traduzione. Non è contro il dop- stammo il lavoro, quando si cominciò piaggio, perciò, che bisogna lottare, a quantificare il tutto in danaro, a sta- ma contro il cattivo doppiaggio, che è bilire anche su chi doveva pesare l’o- Mario Maldesi dovuto in gran parte al condiziona- nere dell’operazione finanziaria, mento economico. sfumò tutto. Peccato, perché sarebbe stato sicuramente l’inizio di un giusto Mi vengono in mente le parole di Va- rapporto di reciprocità. Peccato anche sconcelos, quando grida che «il dop- perché quel giovane era veramente di piaggio, prima ancora che una scelta grande talento e il battesimo sarebbe industriale, è la prova del nove della stato certo da ricordare. Si chiamava libertà e della vitalità di una cultura Sidney Pollack. che abbia voglia di aprirsi ad altre cul- ture per conoscere e farsi conoscere». Solo molto più tardi si sono levate le Vasconcelos diceva questo chiedendo voci di protesta di autorevoli espo- che i film europei venissero distribuiti nenti del nostro cinema, e fu in una negli Stati Uniti, doppiati in inglese, Assise degli anni ‘50, che vale la pena come avviene per quelli americani di- di ricordare: «Ogni popolo ha diritto stribuiti in Europa. di accedere alla propria cultura e ve- derla conosciuta e diffusa nelle lingue A questo proposito, ricordo che nel degli altri paesi. I diritti della cultura ‘62, nel periodo del grande cinema non sono negoziabili, le leggi e le ini- americano, mentre si stava doppiando ziative dei singoli stati devono garan- Il Gattopardo, mi sembrava che fosse tire l’espressione e la diffusione della 73 arrivata l’occasione giusta per rompe- propria e delle altre culture su una ba- re questo squilibrio, per creare un se di reciprocità. Ogni individuo deve precedente importante, perché Burt poter accedere a tutte le opere cine- Lancaster era giustamente contrariato matografiche e audiovisive e deve es- dall’idea che il film circolasse in Ame- sere garantito contro ogni manipola- rica in versione italiana e lui parlasse zione per fini sia politici che commer- con la voce di . Natu- ciali». Raggiungeremo mai queste me- ralmente io appoggiai subito il pro- te? Io me lo auguro. getto, e anche Visconti aderì imme- diatamente all’idea di fare la versione Due parole a parte, invece, merita il inglese di tutto il film, a New York. lavoro del direttore di doppiaggio nei L’operazione era ghiotta e titanica film italiani. Come tutti sanno, la fase nello stesso tempo. Titanica, soprat- della post-sincronizzazione - erronea- tutto, per la mancanza di abitudine al mente chiamata doppiaggio - nella doppiaggio degli attori americani. produzione italiana è una fase presso- Lancaster consigliò allora di affidare ché ineliminabile. La cultura della pre- l’operazione a un giovane di sua fidu- sa diretta, a partire dal neorealismo, cia - che a quell’epoca si occupava di non ha più trovato possibilità di vita regie radiofoniche e quindi conosceva nel nostro cinema. Oggi, poi, con le bene l’ambiente degli attori a New coproduzioni sempre più condizionan- York -, affiancato da me, che conosce- ti, la presa diretta, salvo rarissimi casi, vo le tecniche del doppiaggio e le esi- è irrealizzabile. Quindi, finito di girare Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 74

il film, appena montato - a volte in re. I doppiatori puri - quelli che, per maniera provvisoria - si entra in sala di intenderci, doppiavano i film america- registrazione per creare una colonna ni di allora - in quel periodo venivano sonora che ancora non esiste o che, accuratamente evitati, e il cinema ita- comunque, non è definitiva. In questa liano era perfetto nelle immagini, fase, infatti, si precisano i personaggi nuovo nelle voci e nella recitazione, e in tutte le loro sfumature, si mettono superava il cinema straniero, appiatti- a fuoco i dialoghi, si perfezionano i to su cliché di doppiaggio ormai vec- ritmi, e il tutto, magari, influenzerà di chi e superati. E questo ha contribuito nuovo il montaggio, che subirà oppor- non poco, a mio avviso, al successo del tuni, successivi ritocchi. Questa fase è, cinema italiano di quegli anni. praticamente, l’ultima fase creativa Mario Maldesi del film, il suo ultimo «ciak», e la pre- Apro una piccola parentesi che susci- senza dell’autore è indispensabile. In terà un vespaio: oggi gli attori di tea- questo caso, la funzione del direttore tro prestano la loro voce, e quindi la di doppiaggio è quella di un collabo- loro bravura, soltanto ai film stranieri. ratore di fiducia del regista, e infatti è Non sarà che il voce-volto, oltre a li- lui che lo sceglie. Lo aiuterà a risolve- mitare la libertà degli autori, contri- re i piccoli e grossi problemi tecnici e buisce in qualche misura, non dico a artistici, a realizzare al meglio gli penalizzare il prodotto italiano, ma obiettivi che il regista intende rag- certamente a privilegiare quello stra- giungere, troverà le voci più giuste, gli niero, che oggi risulta quasi sempre il attori più adatti ai vari ruoli, e li gui- solo ben recitato in tutti i ruoli? derà tecnicamente e artisticamente, Dunque, il cinema italiano di quegli secondo i suggerimenti e le direttive 74 anni ha avuto l’aiuto di una schiera del regista. Cercherà, insomma, di ve- numerosa e altamente qualificata di dere, sentire e pensare come lui. È un attori che hanno prestato la loro voce compito diverso e, forse, più delicato. ad altri volti. Io non credo che si pos- A questo proposito, vorrei portare una sa rileggere criticamente quel periodo testimonianza del mio primo, lungo alla luce di quanto sto dicendo, ma è periodo di lavoro - dagli anni ‘50 agli indubbio che molti attori e molte at- anni ‘70 - che ha riguardato soprat- trici devono a questo fenomeno il lo- tutto i film italiani. Allora non c’era il ro successo. vincolo, cosiddetto, del voce-volto; la libertà degli autori era totale, poteva- Eppure, non si poteva né si doveva no scegliere non solo i volti ma anche parlare di doppiaggio dei film italiani, le voci più giuste, rubando gli uni e le ufficialmente non doveva risultare altre a differenti proprietari. Così, per nulla. Nei titoli di testa e di coda dei ciascun personaggio, anche il più mo- film ci sono tutti, spesso fino all’aiuto desto, tutto era centrato: volto e voce. dell’aiuto, ma di chi ha dato vita con Infatti è molto difficile, se non impos- la propria voce e la propria bravura ai sibile, trovare in un film di quegli an- personaggi del film, nessuna notizia: ni - soprattutto nei film d’autore - pec- tutto doveva restare nel mistero. Ri- che di recitazione. Tutto era a fuoco e tengo, quindi, onesto e doveroso far poteva essere messo a fuoco con gran- uscire dall’oblio i nomi di tutti coloro de facilità: nella schiera numerosa de- che hanno contribuito a far parlare il gli attori di teatro c’era di che sceglie- cinema italiano di quegli anni. È un Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 75

tributo del quale sono, peraltro, orgo- averci chiacchierato un po’ insieme, glioso. Sarà un lavoro di riesumazione vengono a riferirmi informazioni che lungo e non facile, quello che mi ac- non conoscevo e non possedevo. I cingo a fare, con la protezione, spero, doppiatori sono degli spettegolatori del Centro sperimentale di cinemato- attraverso cui verrò a sapere come grafia. Le voci degli attori-doppiatori parlerà veramente quel tipo che nella Mario Maldesi le chiamavano «voci prestate», ma un colonna originaria mi diceva dei nu- prestito presuppone un termine: in meri o mi raccontava cosa aveva man- questo caso è possibile una restituzio- giato la sera prima. La paccottiglia ne morale, anche se tardiva. sonora della copia lavoro, col suo fa- scino segreto e medianico, adesso Consentitemi di chiudere con le paro- sarà finalmente interpretata. Il dop- le di un nostro grande, con cui ho piaggio è come una seduta spiritica; i avuto la fortuna di collaborare a lun- doppiatori sono dei medium che da- go. È una visione molto poetica del ranno un’identità a quelle ombre. Sto nostro lavoro, ma anche molto preci- esagerando, ma l’aria è davvero quel- sa: «Il momento del doppiaggio è il la dell’annuncio di una rivelazione, momento in cui mi vengono delle portata da persone che tenteranno di informazioni nuove sul film per il tra- dirmi chi è veramente quel personag- mite degli attori-doppiatori. Le ombre gio, da quale regione d’Italia o del sullo schermo, ombre i cui proprietari mondo proviene. È una maggiore co- sono già tornati in America, in Fran- noscenza del lavoro che hai fatto e cia, in Inghilterra o nell’anonimato che prima non potevi avere, è la con- più oscuro da cui li avevo tirati fuori tinuazione delle riprese, un comple- durante le operazioni del casting, mento, un arricchimento o una con- conservano una loro tenace segretez- traddizione vitale. Questo deve esse- 75 za. E adesso arrivano delle persone - re il doppiaggio». Questo scriveva - lo i doppiatori, appunto - che, dopo avrete capito - Federico Fellini. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 76

Jader Jacobelli Coordinatore della Consulta Qualità Rai

I PROBLEMI DOUBLE-FACE

Ringrazio l'Aidac di avermi invitato a doppia e sottotitola di più - il 98 per questo convegno, che vedo organiz- cento delle opere audiovisive che im- zato con tanto impegno e con una ri- portiamo - siamo anche il paese che sposta così larga. In verità, l'unico ti- importa di più, specie in campo televi- tolo che posso avere per essere qui è sivo, il che, naturalmente, significa che «esistenziale»: per tutta la vita, data produciamo poco, troppo poco, e che, la mia voce e la mia pronuncia, ho in qualche modo, ci lasciamo cultural- sempre sognato di avere un doppiato- mente influenzare. Il che è negativo. re personale. Ricordo che Noschese, Ma c'è un'altra realtà «double-face»: che mi imitava molto bene, diceva: abbiamo, per un verso, una tradizione «Nessuno riesce ironicamente ad imi- di doppiaggio di altissima qualità, una tarti meglio di te!». Questa è, forse, la vera e propria arte, che ci è ricono- ragione della grande ammirazione 76 sciuta da tutti; ma per un altro verso che ho sempre avuto per i doppiatori, la quantità di prodotti che importia- per coloro che hanno il compito di mo, e che quindi dobbiamo doppiare, rendere meno babelica la Torre di Ba- i tempi di lavorazione sempre più ri- bele, di far cadere certe barriere lin- stretti, il doppiaggio al risparmio, la guistiche, di rendere l'arte cinemato- numerosità della nostra emittenza te- grafica universale come lo è la musica. levisiva, spiegano perché in circolazio- Forse il titolo per cui sono qui, quello ne ci sono tanti prodotti di bassa qua- di coordinatore della qualità della Rai, lità, anche dal punto di vista del dop- è un titolo troppo recente e ancora piaggio, e voi siete - ho sentito - i pri- troppo problematico per dare al mio mi critici di questa situazione. breve intervento una qualche ufficia- lità. Accontentatevi, quindi, di quello L'«operazione qualità» che si va im- che sto per dire molto alla buona, sen- ponendo in questo momento un po' za caricarmi di alcuna rappresentati- in tutte le attività, e in particolare nel- vità. la scelta dei prodotti televisivi, nasce dal fatto che il pubblico, sia pure len- I dati sul doppiaggio che Mario Paoli- tamente, si va facendo sempre più esi- nelli ha ricordato in un suo scritto so- gente, anche per quanto riguarda il no, per un verso, positivi. Ma vanno prodotto cinematografico, dal mo- accompagnati con altri dati che mi mento che la sua diffusione è oggi, in sembrano, invece, un po' preoccupan- gran parte, una diffusione televisiva. ti. Se siamo il paese del mondo che Coniugare, però, quantità e qualità Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 77

non è facile in nessun campo, quindi Se anche i produttori e gli operatori nemmeno nel cinema. Ma se assecon- del doppiaggio si porranno questo diamo questo avvitamento, questa ca- problema - e so che se lo pongono - duta di qualità, rischiamo di ritrovarci vedremo presto che chi offrirà pro- presto per terra. dotti di bassa qualità, anche se meno J

costosi se li vedrà respingere. Quel ader Jacobelli Se il nostro paese, nel cinema come in giorno comprenderemo tutti che la tanti altri settori della nostra produ- qualità non è un accessorio, ma l'uni- zione, vuole essere competitivo - è co modo di stare sul mercato. Per una cosa che ci sentiamo ripetere di questo è stata creata alla Rai la «Con- continuo dagli economisti - deve fare sulta Qualità», con il compito di se- una conversione ad «U» e riprendere gnalare le inadempienze delle tra- la salita verso la qualità. Se una volta smissioni alla «Carta di garanzia per la qualità poteva essere la ciliegina gli utenti», approvata nel mese di set- sulla torta, un valore aggiunto, un tembre dello scorso anno. Finora, ov- optional, oggi deve essere la materia viamente, nonostante la Consulta e la prima per fare la torta. Ciò è dimo- Carta, nessuno si è accorto se la qua- strato anche dal fatto che in tutti lità sia migliorata e credo che ci vorrà campi produttivi si stanno creando del tempo per accorgersene. Ci vorrà dei sistemi di monitoraggio, di pro- tempo perché occorre che si formi e si cesso e di prodotto, promossi dalle diffonda una «cultura della qualità» stesse categorie produttive, che co- in un contesto in cui, purtroppo, per- minciano ad avvertirne l'emergenza. dura l'egemonia della quantità e del- Questa vigilanza, questo monitorag- l'audience. Anche per noi che svolgia- gio, sono mirati a disinquinare il cam- mo questo compito deve valere il po da quei prodotti che non hanno motto che «allo scetticismo della ra- 77 quel minimo di qualità necessaria per gione occorre opporre l'ottimismo non danneggiare tutto il settore. della volontà». Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 78

Gregory Snegoff Dialoghista e direttore di doppiaggio americano

DOPPIARE NEGLI STATI UNITI

Jader Jacobelli ha parlato di qualità. scritto un adattamento e non sa nean- Qualità è una parola pericolosa, per- che dirigere, e adesso farà tutte e tre ché non siamo tutti Mozart o Vivaldi, le cose». Il produttore, praticamente ma siamo anche Salieri. E purtroppo il in lacrime, rispose: «Non posso fare doppiaggio, almeno negli Stati Uniti, niente. I distributori fanno come vo- non è fatto nemmeno da Salieri, ma gliono e io non posso dire nulla». E in- da Popeye, e dalla ban- fatti è venuta una cosa inguardabile. da Bassotti. Hanno pagato, forse, cinquemila dol- lari, una cifra irrisoria quando un Si dice che negli Stati Uniti sia impos- buon doppiaggio ne costa al minimo sibile fare un buon doppiaggio di un venticinque-trenta, e il film, ovvia- film. Questo non è vero in assoluto: ci mente, è sparito subito dalle sale. sono bravissimi attori doppiatori, c’è 78 un piccolo gruppo di adattatori-dialo- Mi è stato riferito che i francesi han- ghisti e un pizzico di buona volontà. no stanziato parecchi milioni di dolla- ri per doppiare i loro film in inglese in Purtroppo i film doppiati veramente America e per poi diffonderli. bene sono pochi, ma per un solo mo- Tempo fa, hanno affidato il film I visi- tivo: non per mancanza di buona vo- tatori al grande Mel Brooks, suppon- lontà ma per mancanza di distributori go pensando: grande comico, grande e produttori disposti a investire. scrittore, farà un ottimo lavoro. Io in quel momento mi trovavo a Los An- Perché per fare un buon doppiaggio ci geles, e i miei attori venivano con gli vuole più tempo, non è come buttare occhi sgranati a dirmi: «Sono appena giù una telenovela; le telenovelas stato da Mel Brooks… È un disastro!» riempiono spazio e hanno una loro I francesi hanno pagato 240 mila dol- funzione, ma quando si tratta di un lari per doppiare il film; Mel Brooks, film non si possono assolutamente che non ha mai fatto doppiaggio in vi- usare né gli stessi metodi, né gli stessi ta sua, ha affidato l’adattamento e il ritmi di lavoro. Prima che uscisse Nuo- casting a uno che non aveva mai scrit- vo cinema Paradiso, io mi trovavo in to un testo né fatto un casting delle Italia e dissi al produttore: «Devi asso- voci. Il risultato è che il film, che era lutamente telefonare al distributore molto divertente, è sparito subito. americano perché hanno affidato il doppiaggio di questo film a uno che è Con questo voglio dire che se ci sarà un pessimo doppiatore, non ha mai una diffusione di film stranieri negli Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 79

Stati Uniti, bisognerà fare un po’ più Da qualche anno c’è una ditta che ha di ricerca di mercato prima di affidar- i diritti su questi e su altri grandi film li a gente così. italiani ed europei, che sta spingendo per doppiarli bene, nell’intento di Noi di questo piccolo gruppo di dialo- diffondere la cultura europea. Ma bi- ghisti abbiamo sempre portato avanti sogna sempre tener presente che gli Gr

l’argomento della qualità, ma negli americani sono provinciali, perché non egor Stati Uniti la qualità non può prescin- hanno vicini di casa che parlano altre dere dal mercato. lingue; non sono proprio abituati a y Snegof Qui va fatta una considerazione fon- sentire il suono di un’altra lingua. Per damentale: voi europei siete molto at- questo non si può chiedere al proprie- tenti al lato artistico della produzione, tario di un cinema in un piccolo paese naturalmente sempre con la speranza di diecimila persone, dove c’è un cine- f di guadagnare, perché senza guada- ma o magari due o tre, di proporre un gno il cinema muore, e muore anche film straniero a un pubblico che non lo l’arte. Tutto ciò è eccezionale, gran- vuole, perché non lo conosce. dioso, ma da noi non esisterà mai, Sarebbe come consigliargli di fallire. perché in America tutto è basato sul- lo show business e non sull’arte. Ma per i mercati secondari come la ca- Se poi il prodotto è migliore, ben ven- ble-tv o l’home video, dove, date le di- ga, perché guadagnerà un po’ di più. mensioni dello schermo, è difficile se- E nemmeno gli autori americani sono guire un film sottotitolato, si potreb- sensibili alla questione della qualità be pensare a parlare di doppiaggio. artistica del doppiaggio, perché evi- dentemente non ne capiscono l’im- Adesso che avremo milioni di canali, portanza. Quindi credo che sia inutile uno spazio praticamente infinito, sa- 79 far affidamento sul loro appoggio: la remo invasi da un’enorme quantità di qualità del prodotto doppiato è nelle prodotto e bisognerà alzare il livello vostre mani. della qualità, anche quella delle tele- novelas. Non ci si può tagliare la gola Anch’io prima di iniziare a fare questo a vicenda solo per togliere un po’ di lavoro dicevo: «Io non vedo mai film lavoro al prossimo. doppiati, per carità! Voglio vedere la versione originale». Dopo tanti anni Qualche anno fa sono andato al cine- ho cambiato idea, quando ho capito ma, qui in Italia, a vedere Il verdetto, che in un film europeo spesso lo stes- e dopo un quarto d’ora mi è venuto il so originale è doppiato, perché la pre- dubbio: «Ma parla ita- sa diretta si usa poco. liano? Non è possibile, sta parlando italiano!» Questa è la qualità, e que- Negli Stati Uniti c’è una richiesta cre- sta qualità durerà nel tempo. scente di film stranieri, ma a parte New York e Los Angeles, dove ci sono Per questo penso che il mercato sia i cinema d’essai, i film stranieri ven- nelle vostre mani. Se riuscirete a trova- gono proiettati solo nelle università, e re un accordo sulla qualità potete dav- comunque sottotitolati. vero imporre al mercato una svolta.

Pensate che i film di Ferreri non sono Per quanto riguarda, poi, la possibilità mai usciti, e i film di Visconti non so- di estendere il mercato dei film euro- no mai stati doppiati in inglese. pei anche agli Stati Uniti, doppiando- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 80

li, penso che sia necessario un impul- avrebbero potuto lavorare subito, ma so dall’Europa, con la creazione di mi risposero che non ne vedevano la scuole di formazione per dialoghisti in necessità. America. Io penso invece che la proposta do-

f Dico questo perché conosco bene la si- vrebbe essere avanzata di nuovo, con tuazione: proprio io alcuni anni fa il sostegno della Commissione euro- proposi all’Ucla di Los Angeles di isti- pea e l’apporto dei professionisti ita- tuire un corso per dialoghisti, assicu- liani, che sono davvero i migliori del rando che alla fine del corso tutti mondo. y Snegof egor Gr

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Serafino Murri Dialoghista e studioso di cinema

LO SCRITTORE CHE NON C’È

Credo che il motivo per cui Mario il blocco odierno, non è per nulla det- Paolinelli mi ha invitato qui oggi sia, to che chi comincia dalle produzioni prima di tutto, perché sono portatore inferiori televisive a ritmi di lavorazio- di un connubio piuttosto insolito, ne che costringono alla banalizzazio- quello tra lo studioso di cinema e il ne ulteriore di ciò che è già superfi- dialoghista, due figure in genere as- ciale, sia in grado in un secondo mo- solutamente estranee l'una all'altra. mento di sentire il polso dell'uso poe- L'attività di studioso di cinema è quel- tico della lingua. Uno studioso di lin- la che occupa la maggior parte del gua inglese, in questo senso, non è mio tempo, non perché quello del automaticamente il maggior garante dialoghista sia una sorta di «dopola- del rispecchiamento all'interno di un voro», ma innanzitutto perché la co- film, dunque attraverso un lingua spe- siddetta «nuova generazione» di dia- cificamente cinematografica, dell'ordi- loghisti (alla quale appartengo «per ne di idee che è alla base dell'opera. 81 privilegio d'anagrafe») accede alla Soltanto con un lungo lavorìo si può professione in condizioni tutt'altro arrivare ad una conoscenza concreta, che ideali, senza usufruire di quel ti- corporea di una lingua di genere co- po di apprendistato lento e artigiana- me quella del film. In questo senso, ci le, da bottega quattrocentesca, dove si può fidare di più di una persona che la perizia tecnica diventa inscindibile abbia vissuto per molti anni negli Sta- dall'estro linguistico. ti Uniti, che avrà giocato talmente tante volte con espressioni idiomati- Sono scettico sull'ipotesi delle scuole che alla «piece of cake» che non gli di formazione (al di là della loro uti- verrà mai in mente di cercare un ana- lità mediata, sindacale, presso l'Isfol), logo nei modi di dire italiani. perché non si tratta tanto di imparare a tradurre qualcosa, quanto di acqui- A me è andata bene, ad esempio, sire la capacità di comprendere il «gio- quando ho lavorato per la Buena Vi- co linguistico», come lo chiamerebbe sta e - cosa abbastanza rara perché in Wittgenstein, di percepire la lingua genere le serie vengono distribuite tra come «uso», capacità che non si ac- più dialoghisti moltiplicandone la con- quisisce se non sbattendo la testa cen- fuzione linguistica - ho adattato l'in- to volte materialmente su ciò che è in- tera serie del cartoon Bonkers, che era traducibile. Questo si può fare solo costruita, per mia fortuna, su un lin- con gradualità, anche se, ed è questo guaggio fatto di gag verbali e non- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 82

sense alla di cui avevo tocca le strutture profonde del lin- avuto modo di vedere tutti i film nel- guaggio prima e dell'idioma cinemato- la versione originale, e dunque di en- grafico poi, tutte cose ancora neppure trare nel suo «gioco linguistico». sfiorate al momento della traduzione.

Bisogna certo tenere conto che non ci Il dialoghista non deve tradurre, ma ri si possono più fare illusioni sulla pos- forzare il patrimonio linguistico di un sibilità di ritornare ai tempi grandiosi paese in un ordine di idee diverso, de- dell'artigianato di cui parlava Maldesi ve importare lo spirito linguistico di nella sua relazione: Benigni ci ha de- un intero retaggio culturale. Certo, scritto piuttosto obbiettivamente una deve sempre aver presente che la lin- prospettiva planetaria a cavallo tra la gua reale è un conto, il linguaggio ci-

Serafino Mur catastrofe e l'euforia, in cui il senso nematografico è un altro. Per esem- stesso della diffusione culturale, di cui pio, quando qualcuno propone di tra- il doppiaggio è una piccola branca, sta durre lo slang dei coatti di Los Ange- cambiando radicalmente. les con espressioni come «Je stà a bat- Il doppiaggio come surplus artistico, co- te i pezzi», evidentemente sta pen- me «interpretazione del cinema», scom- sando ai coatti di Vanzina, che sono pare dunque dietro alla necessità nulli- un sottoprodotto linguistico-televisivo ficante dei tempi impazziti dei prodotti di qualcosa che non esiste già più, il da hard-discount della cultura. fantasma di un modo di esprimersi che non ha niente a che vedere con lo Stamattina qualcuno parlava, con un slang dei coatti romani, che è freneti- certo senso di lesa maestà, del critico- camente in evoluzione e non viene di sbirro che dà la caccia al dialoghista- certo colto da stigmatizzazioni come 82 «serial killer» dei capolavori originali. questa. Ma le cose non sono così pittoresche, sono molto più grige. La critica si ac- Lo slang è qualcosa che si radica in corge del dialoghista solo quando il maniera forte all'interno di un paese, suo livello è talmente inadeguato da ma non è un blocco di marmo, è un non poterlo più ignorare. Il momento reticolato di invenzioni formato da in- del doppiaggio non rientra a nessun numerevoli realtà con qualche tratto titolo nel computo degli interessi del- in comune. Negli states è lo stesso, esi- la critica, relegato com'è al momento stono moltissime realtà specifiche, al post-produttivo, come puro, odiatissi- punto che una volta a me è capitato mo stratagemma distributivo, e men che un attore di «Bazon», come lui che mai ne riconosce potenzialità arti- chiama Boston, da me invitatato ad stiche. una consulenza per rilevare un dialo- go improvvisato nelle strade della La funzione dell'adattamento dei dia- città, abbia allargato le braccia dicen- loghi invece, come sappiamo, è quella do: «Questa è merda californiana, chi di riscrittura di un'opera originale, ed è la capisce?». in tutto e per tutto analoga a quella del traduttore di poesia: si tratta di re- La critica cinematografica, dunque, situire un immaginario «gergale» di ignora a bella posta non solo questo una lingua straniera che di per sé è un ordine di problemi specifici del lavoro corpo in continua evoluzione, di ren- del dialoghista, ma per lo più nega la dere disponibile un ordine di idee che sua stessa esistenza, che considera al- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 83

la stregua di quella del fonico di mis- linea nera i contorni di questi due co- saggio: un lavoro tecnico che deve lori su un quadro di Cezanne, in mo- preoccuparsi affinché lo stupro di do da differenziarli e farglieli recepire un'opera originale abbia il minor nu- come si deve, perché nell'opera origi- mero di conseguenze sulla ricezione nale non vanno. È questo quello che del film. viene chiesto molto spesso al dialo- Serafino Mur ghista dallo standard linguistico-distri- Ora, si può discutere a lungo su questo butivo del doppiaggio. punto, ma la similitudine con la tradu- zione della poesia come linguaggio al- Se non si supera il pregiudizio fonda- tro da quello quotidiano aiuta subito a mentale che investe il doppiaggio, il capire. Si ha un bel dire che le opere lavoro del dialoghista rischia di scom- ri vanno fruite in lingua originale, ma se parire del tutto, e non del tutto a tor- a me interessa la poesia russa o studio to. È un fatto però che la versione il russo o la leggo tradotta. Ci sono creata dal dialoghista diventa il film esempi eccellenti di traduzione: stesso nel paese in cui è distribuita, e Majakovskij, ad esempio, lo conoscono dunque il doppiaggio non può essere- quasi tutti attraverso l'opera di Ange- ne considerato solo una protesi, qual- lo Maria Ripellino. Non conoscono cosa di posticcio. Majakovskij, conoscono Ripellino; il quale, però, ha fatto qualcosa che do- Già il termine «doppiaggio» non aiu- vrebbe essere d'esempio per ogni dia- ta granché, visto che richiama la «dop- loghista che ambisce all'espressione ar- piezza», l'andare sopra qualcosa che tistica. Majakovskij faceva parte dell'a- già esiste (e che spesso è già frutto di vanguardia futurista sovietica, e usava «doppiaggio» all'origine). Ma bisogna un ritmo della versificazione inesisten- sempre avere presente la domanda 83 te nella stessa lingua russa, un ritmo precedente: chi non conosce il russo fratto, difficilissimo da pronunciare, come fa a leggere Majakovskij? Il film, quasi esclusivamente musicale. certo, è una forma espressiva iconica, e dunque non è solo linguaggio. Per Ripellino è riuscito a riproporre nella di più, il suo livello di industrializza- lingua italiana questo stesso tipo di zione è tale che il linguaggio segue ritmo inedito, inesistente, senza ag- per lo più degli standard linguistici grapparsi agli analoghi dei futuristi che vengono riproposti intatti dalla italiani, Marinetti, ad esempio, lonta- piattezza del gergo «doppiaggese». ni anni luce dal suo ordine di idee. Trovare l'analogon mentre si traduce, Nel momento in cui le holding tra idea fissa di tutti gli allampanati su- major companies, colossi dell'informa- pervisor incaricati dalle major stranie- tica e delle comunicazioni stabiliscono re, riduce il lavoro del dialoghista al di poter costruire la propria autarchia paradosso, e porta a viziare glotto- distributiva, affermando l'idea che l'a- centricamente la ricezione da parte di mericano è la lingua del cinema e le al- un fruitore che già di per sé è assolu- tre sono semplici succedanei, l'ipotesi tamente rimbambito dalla babele lin- di uno scambio culturale diventa com- guistica della multimedialità. Sarebbe moventemente romantica e retrò. Nes- come dire che ad un daltonico che suno potrà tenere il passo dell'invasio- confonde le tonalità del verde e del- ne ulteriore di prodotti di medio-bas- l'azzurro bisognasse segnare con una so profilo che i nuovi sistemi di diffu- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 84

sione apporteranno, e l'impulso positi- le, è l'unica strada da percorrere, a vo riguarderà non tanto il cinema, tempi più o meno lunghi, per evitare quanto - come se ce ne fosse bisogno che questa figura venga di fatto e a - ancora una volta l'industria televisiva. onta di qualsiasi autocelebrazione, va- nificata e sostituita a costi irrisori ri- Nel momento in cui Bill Gates diven-

ri spetto a quelli di chi lavora per ore al- terà produttore di film informatizza- la moviola con chiunque abbia un po' bili, si può stare certi che nessun criti- di padronanza di due lingue, sia pure co cinematografico opporrà a questo la donna delle pulizie di Bill Gates, fi- dato di fatto istanze da purista, men- nendo per ridurre l'adattamento a tre il pregiudizio sul lavoro di dop- quel lavoro che i colossi dell'elettroni- piaggio perdurerà: al dialoghista- ca commissionano a chi deve tradurre Serafino Mur adattatore continua, di fatto, ad esse- le istruzioni dei loro prodotti (il che re riconosciuto solo il ruolo di adatta- avviene sempre in modo illeggibile e tore, cioè di qualcuno al soldo della carognesco). distribuzione che arrangia come può il dialogo originale. Così, il suo ruolo di Possiamo anche immaginare senza il dialoghista, di scrittore autonomo, dolore campanilistico del potenziale scompare. disoccupato un futuro in cui un regi- sta, schiacciando un tasto del compu- Ora, che il doppiaggio sia nato come ter, ottenga simultaneamente decine puro escamotage distributivo è un fat- di traduzioni della sua sceneggiatura to, ed è inutile prendersela con il mer- da passare a direttori di doppiaggio cato e con i distributori in quanto che le adattino alla meno peggio al grossisti di quel mercato, e dire che sinc. Questo sarebbe lo scenario della 84 dequalificano la professione conte- pura distribuzione, in cui il lavoro del nendo la spesa con tempi di lavoro ri- dialoghista diventerebbe un inutile, dicoli, perché fanno esattamente il lo- un costoso doppione della traduzione ro mestiere. letterale. La proposta che può essere avanzata, per quanto utopistica, l'unica in gra- Dal punto di vista dello studioso di ci- do di rompere questo circolo vizioso nema, la mia esperienza personale che relega il doppiaggio al suo ghet- nell'ambito della cosiddetta «nuova to aureo di sanguisuga dell'opera ori- generazione» di dialoghisti è in que- ginale, è di taglio militante e provo- sto senso piuttosto terrificante, e catorio, al di là del buon senso delle conferma il punto di vista della seria- scuole di formazione: raccordare il la- lità antiartistica del lavoro di dop- voro dei dialoghisti e il doppiaggio in piaggio. Il mio mestiere, per gli ad- genere al momento produttivo dell'o- detti ai lavori, non è solo un cattivo pera filmica. mestiere, ma semplicemente non esi- ste. Questo «scrittore che non c'è», il In alcuni rari casi (Kubrick o Spielberg, dialoghista, dovrebbe essere ri-creato ad esempio) la cosa già accade, e dun- ex nihilo, su criteri di selezione e di que è possibile. Integrare il lavoro del formazione non semplicmente «tec- dialoghista-adattatore all'interno del nici», ma inerernti alle capacità di processo produttivo dal momento in scrittura personali. cui è pronta la sceneggiatura, legan- dolo a quello del dialoghista origina- La figura del dialoghista tout court, Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 85

insomma, residuo dell'esplosione del- con cui molti dialoghisti intervenuti le Tv commerciali quanto dell'estasi oggi reagiscono alla propria presunta da accumulo di cariche, colui che si inesistenza è esattamente ciò che la occupa indifferentemente di qualsiasi giustifica. lingua o genere cinematografico, do- vrebbe essere soppiantata da un'arti- La telematizzazione del mercato di- Serafino Mur gianalità che non è regressione no- stributivo, con il suo impatto da big- staligica, ma necessità professionale bang delle comunicazioni, insidia or- molto più avanzata dello pesudo po- mai i già scarsi privilegi di una profes- st-modernismo del gergo spettacolare sione difficile, impervia, misconosciuta con la sua logica pulp demenziale, e, tutto sommato, ancora troppo spes- so improvvisata. Ma il problema resta che ben si sposa al mercato selvaggio ri di cui tutti si lamentano, in cui a de- quello della selezione all'origine, di cidere i giochi sono società di distri- cui dovrebbero farsi carico le associa- buzione e società di dopiaggio in ma- zioni di categoria. niera connessa e assolutamente di- Non basta creare una «bottega d'ar- screzionale (tanto che la maggior par- te dei dialoghisti non sono scrittori, te» per dare dignità a una professio- ma attori o direttori di doppiaggio, ne negletta come la nostra: occorre altro accumulo pseudo-tecnico-pro- reclutare scrittori, e non apprendisti fessionale di cariche). In un simile pa- stregoni, altrimenti tutte le migliori norama pubblicitario, se Giobbe Co- intenzioni di formazione professiona- vatta sapesse il russo gli verrebbe af- le rischiano di apparire, agli occhi di fidata, come trouvaille pubblicitaria, una critica fin troppo smaliziata, come la traduzione di Delitto e castigo. l'ultima spiaggia su cui si rifugiano i mastodonti dell'artigianato distributi- 85 L'ostracismo della critica è un fatto, vo minacciati dal diluvio universale ma la sindrome da genio incompreso delle immagini. Area doppiaggio iuliano G otti . L astagnoli G . C R ngeli . F A . ORI O T ORE IA iombo UT P onna . OPP ’A A versa ar D D T alabrò OFESSIONE elli . ALE O OMUNI R aputi P T U P C . D’A C ORI L. C NTERPRETI ORE P T I Q A T T ? ucciar IRIT B A ET usso ER CEANO . D S P E or DELL ARSI O EGOLE TISTI L ’ IL T R ORMARE . R T UN alente A E F A DEGLI V GGIO DI DA A . NELL DI A A DA D IA O ISORSE A T O O R DEGLI OPP ET TERA E TENZ OMUNICAZIONE AZIONE T D OGHIST TI C ARE A GGIO OSTR T RISP Z A INASCIT ESPONSABILITÀ IAL ITU T M IRIT ALE R S R D ESSA U AL OMMIT EGOLE DA D A A A DELL L Q C D L M UN R A IL I UNA L Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 87 Pagina 15:19 16-06-1999 Attinterno1 Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 88

Paolo D’Aversa Presidente dell’Aidac

UNA ZATTERA NELL’OCEANO DELLA COMUNICAZIONE

Prima di dare inizio alla sessione di la- ro, questione che condiziona e spesso vori di questa mattina, vorrei fare rende difficili i rapporti fra noi e gli qualche riflessione sugli argomenti autori che lavorano per la produzione. trattati ieri. Io, francamente, non credo che con lo- ro ci siano una concorrenza e una con- Sul problema del linguaggio dei car- traddizione così forti, perché ritengo toni animati per i bambini, condivido che i nostri siano ambiti che, per l’en- appieno l’osservazione che è difficile tità degli investimenti che richiedono, per noi intervenire quando i testi ori- hanno logiche che corrispondono a ginali sono volutamente sciatti, maga- parametri molto diversi. ri scritti neanche con 250 parole, ma più probabilmente con 248. Sostenere l’esigenza di importare fic- Questo è un discorso che di certo, ri- tion, possibilmente di qualità, non si- 88 guarda più chi acquista all’estero que- gnifica necessariamente essere contro sto materiale, sul quale noi possiamo il rilancio della produzione audiovisi- intervenire solo cercando un linguag- va nazionale, e viceversa. Noi possia- gio più articolato. Per quanto riguar- mo affermare che sosteniamo la pro- da il discorso di Glauco Benigni, è ve- duzione italiana, non solo perché ci ro che dalla mole di notizie che ci ha sono professionalità nel doppiaggio scaricato addosso veniva fuori un sen- che possono trovare sbocco anche nel- so di oppressione da parte di qualco- la produzione, ma anche semplice- sa di magmatico e poco comprensibi- mente perché la richiesta di materiale le, un «grande fratello» che ci piom- di fiction, anche se ripartita su canali ba adosso dal cielo. Però io non nutro di diffusione diversi, ci sarà comun- grossi timori per il doppiaggio italia- que, e se il nostro paese vorrà giocare no: difficilmente l’impresa americana un ruolo da protagonista, dovrà di- troverà più economico doppiare in ventare un produttore di materiale italiano in America, piuttosto che audiovisivo. mandare il prodotto via cavo o via etere qui, farlo doppiare qui e ripor- In poche parole, siamo davvero sicuri tarlo in America per poi trasmetterlo che siano le opere straniere di fiction via satellite. a togliere spazio alla produzione na- zionale? O invece non è il semplice Questo mi permette di fare una pun- fatto che è più facile produrre talk tualizzazione su un altro argomento: show, quiz, semi quiz, quiz alternativi, se nel futuro ci sarà più o meno lavo- piuttosto che film, telefilm e sceneg- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 89

giati? Senza tutti questi prodotti, che pensi causano sicuramente uno scadi- osserviamo spesso con una certa suffi- mento sia del prodotto finale, sia del- cienza, voi credete che nelle televisio- la professionalità degli addetti. Quan- ni noi vedremmo più fiction italiana, o do si offrono compensi sempre più non piuttosto ancora più talk show, bassi e si restringono i tempi di conse- Paolo D’A quiz, semi quiz, e via dicendo? gna, si creano delle situazioni di con- Piuttosto crediamo che sia più giusto correnza molto forte, anche nei rap- e credibile appoggiare la richiesta che porti tra noi. Questo fa sì che tutti i di- si importi più prodotto europeo per scorsi sul miglioramento del linguag- gio, sul perfezionamento della nostra

arginare l’invasione di prodotto ame- versa ricano. professionalità, sulle regole di accesso alla professione, diventano carta strac- In definitiva, io sono convinto che cia di fronte al fatto che, alla fine, l’u- pensare che i nuovi scenari che si stan- nica cosa che conta è accaparrarsi il la- no delineando nel settore audiovisivo voro e cercare di rispettare i tempi di portino ad un abbassamento cronico consegna. della quantità di lavoro, sia una visio- ne eccessivamente catastrofica. A mio Quindi, ogni discorso sulla qualità par- avviso, il reale pericolo che abbiamo te necessariamente da una struttura- di fronte è un altro: il lavoro ci sarà, e zione diversa di tutto il settore, e da forse sarà anche di più, ma ci chiede- un atteggiamento comune, attento ai ranno di farlo sempre più velocemen- cambiamenti che nei prossimi mesi - te e a costi sempre più bassi. Credo non nei prossimi anni - sconvolgeran- che il vero problema per noi, nei pros- no i modi di diffusione dei prodotti. Ri- simi anni, sarà questo. Ed è ora, quin- spetto a questo programma, abbiamo di, di entrare nell’argomento di que- di fronte due tipi di problemi: il primo 89 sta mattina. è l’esigenza che tutte le categorie, tut- ti i soggetti operanti nel settore, si Questa mattina noi abbiamo in men- pongano in confronto agli altri in ma- te di iniziare - o meglio, di rendere più niera positiva, cercando di superare le diretto - un rapporto fra noi e le altre divergenze di interessi, per prefigura- componenti del mondo del doppiag- re insieme un ordinamento del dop- gio, per sentire se sono d’accordo sul piaggio diverso da quello attuale. L’al- fatto che la situazione che si è creata tra esigenza è quella di creare un rap- soprattutto negli ultimi due anni può porto con le forze politiche, col Parla- e deve essere arginata. Questo perché mento, per definire in modo equo tut- crediamo che questa estrema velociz- ta la normativa del diritto d’autore, zazione del lavoro e questa concor- che di fronte alle nuove forme di di- renza spietata fra le aziende che ope- stribuzione e diffusione, va chiarita e rano nel settore facciano male non so- resa più attuale ed efficiente. lo al nostro lavoro ma a tutto il mon- do del doppiaggio, anche ai nostri Qualità, regole di concorrenza, diritto committenti, nei quali avvertiamo d’autore sono al centro del nuovo as- un’attenzione diversa di fronte a que- setto che dovremo cercare di dare al sto problema. mercato. Questo convegno deve esse- re solo un primo momento di con- L’eccessiva velocità richiesta per la la- fronto sul possibile riordino di tutto il vorazione e l’abbassamento dei com- settore. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 90

Mi sembra importante segnalare che due anni in maniera abnorme - senza anche nel settore degli attori - lo sen- che noi come autori, e i doppiatori co- tiremo dall’intervento del collega del- me interpreti, abbiamo un minimo ri- l’Anad - c’è l’intenzione di muoversi scontro economico. Ora, in questo per rivendicare il diritto di interprete, senso, noi siamo perché il problema che è un diritto derivato dal diritto venga messo sul tavolo e affrontato, e d’autore. Credo che questo sia molto quindi non siamo portatori di posizio- versa importante, perché permette a tutto il ni estremiste; ma auspichiamo che, at- settore del doppiaggio di stabilire un torno a questa volontà di riordinare il modo diverso di chiedere i compensi, settore, si tenga presente la possibilità di lavorare non più per fornire un pro- di seguire la via indicata dal diritto dotto la cui successiva utilizzazione d’autore, impostando in modo diverso Paolo D’A i rapporti tra noi e le società di dop- non ci riguarda più. Questo è tanto piaggio, e quelli tra le società di dop- più rilevante in un momento in cui piaggio e i committenti. l’aumento dei canali di diffusione por- ta lo stesso prodotto ad essere veico- So che è una materia complessa e che, lato verso pubblici diversi e con mo- quindi, questo può essere solo un pri- dalità diverse, e di fronte al fatto che mo momento di chiarimento. Credo le stesse opere vengono replicate più però che il confronto su questi temi volte - e questo è successo negli ultimi sia vitale.

90 Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 91

Luigi Calabrò Dialoghista-adattatore

ADATTARE O ADATTARSI?

Buongiorno, sono Luigi Calabrò e, co- settimana. A un certo punto mi fa: me dicono gli eschimesi la prima not- «Lo sai che ieri ho riconosciuto la tua te di matrimonio, devo rompere il voce?». «No, aspetta, forse non sono ghiaccio. In merito agli interventi di stato chiaro» e via, tutto rispiegato ieri volevo dire che non credo alle daccapo. Il giorno dopo, eccitatissimo, apocalittiche profezie di Glauco Beni- mi dice: «Lo sai che ho visto entrare la gni visto che negli anni Sessanta si bionda (della serie che stavo facendo, pensava che nel 2001 avremmo fatto N.d.R.) nello stabilimento? Ma che li odissee nello spazio. girate lì dentro i telefilm?»

Invece eccoci qui a lodare, piuttosto, Ha ragione la sociologa, è un proble- la bontà di questo convegno che sot- ma di linguaggio, specie nei cartoni tolinea la specificità della nostra pro- animati. fessione così variamente fraintesa. È vero, il linguaggio è scadente nella 91 Tant’è vero che per gli assistenti di maggior parte dei cartoni, ma non doppiaggio noi siamo quelli che de- sempre la responsabilità è nostra. Noi vono coprire tutte le bocche che si non dobbiamo, in teoria, migliorare il muovono e gli speaker mancanti, per testo, ma riprodurlo in italiano così i committenti siamo quelli che non com’è, facendo attenzione alla pecu- devono far perdere tempo in sala, per liarità dei personaggi. i supervisori siamo solo dei fedelissimi traduttori, etc. per cui il nostro lavo- Nel libro Ma che modo che Luciano ro neanche gli addetti ai lavori lo co- Satta ha dedicato al congiuntivo viene noscono. lodato il dialoghista che ha fatto dire a Stallone, mi sembra, «Non fare una Vorrei raccontare un piccolo aneddo- mossa che mi innervosisca». È perfet- to, poi, che illustra quello che pensa la to italiano, niente da eccepire, ma ve gente comune. Vicino a uno stabili- lo vedete Stallone con le gote a glutei mento dove ho lavorato parecchi anni e gli occhi da pesce persico che dice: fa, c’era la fermata dell’autobus che «Non fare una mossa che mi innervo- prendevo per tornare a casa. Di fian- sisca»? Non dobbiamo far parlare be- co alla fermata c’era un giornalaio che ne l’italiano, ma adattare adattandoci un giorno mi chiede: «Ma tu che la- al personaggio. voro fai?» Al che gli ho spiegato il mio lavoro con dovizia di esempi. Bene, Un altro problema è il pendolarismo questo è successo ogni giorno per una tra la fedeltà assoluta al testo e la fun- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 92

zionalità. Qui vorrei dire solo una co- meniamo il can per l’aia», loro: «Non sa: se vengono tradite le voci origina- battiamo intorno al cespuglio». «Non li (una volta doppiarono Pino Locchi, m’importa un fico secco», «un fico vo- attore, perché non aveva il fisico be- lante». «Piove a catinelle», «piovono stiale che la voce evocava) perché non cani e gatti». «Mi fischiano le orec- può essere tradito anche il testo, se la chie», «mi bruciano le orecchie». «Gli soluzione trovata funziona di più? dai un dito e si prendono il braccio», «gli dai un dito e si prendono la gam- Non dimentichiamo che noi adattato- ba». «Calzoni a saltafosso», «calzoni ri siamo sempre condizionati dal sinc. da alta marea». «Il lupo perde il pelo Anche se, tra i vari condizionamenti, ma non il vizio», «il leopardo non c’è quello più pericoloso: la struttura Luigi Calabrò cambia le macchie». «Mi costa un oc- del linguaggio americano che ci fa chio», «mi costa la terra». «A quat- chiamare per nome i personaggi pur tr’occhi», «fra me, te e il palo della lu- continuando a dargli del lei, che ci fa ce». «Essere al settimo cielo», «alla nu- dire: «abbi cura di te», che ci fa dire: vola nove». Ai nostri auguri loro ri- «io abitavo al terzo piano dieci anni spondono: «Spezza una gamba». Sen- fa» (con la temporale alla fine), che ci za parlare dei momenti in cui, quando fa usare espressioni estreme («di tutta un personaggio muore, al parente in la mia vita», «per il resto della mia vi- lacrime si avvicina una persona rin- ta»), che ci fa esagerare. cuorandola così: «Ssh, ssh, va tutto be- ne, non è niente». Dobbiamo essere E, a proposito di iperboli, mi sono pre- fedeli in questi momenti? E quando ci so la briga di segnare i modi di dire dicono: «Salvaci il film»? che mantengono intatta l’iperbole vi- 92 siva del paesaggio americano. Bene, concludo il mio intervento sug- Noi diciamo: «È per il tuo bene» e lo- gerendo di aggiornare il Kamasutra ro: «È per il tuo meglio», noi: «Amba- dopo che Galassi ci ha insegnato altri sciator non porta pena», loro: «Non modi di trattare la moviola. Grazie. sparate al messaggero», noi: «Non Ah, vorrei abolire la sinossi. Apoteosi! Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 93

Renato Lotti Direttore della Sezione cinema della Siae

IL DIALOGHISTA E IL DIRITTO D’AUTORE

Prima di introdurre un discorso più ap- Per quanto riguarda la mia opinione profondito ma, per carità, sempre a li- personale, devo dire che vedendo un vello divulgativo e non troppo specia- film come o La dea listico, penso sia utile fare qualche dell'amore, il processo di immedesi- considerazione generale, a partire dal- mazione, di partecipazione, di godi- la individuazione della categoria dei mento è stato tale che, francamente, dialoghisti, cosa che per voi, ovvia- al termine avrei innalzato un peana mente, è pacifica, ma che per chi si ac- alla capacità del dialoghista, dei dop- costa a queste tematiche dall'esterno piatori e di quanti hanno lavorato per non è affatto facile. consentire la totale intelligibilità di tutto il complesso messaggio, che è Non è affatto facile perché spesso l'a- abbastanza ricco e variato, che l'auto- dattamento di un film viene conside- re ha voluto inserire all'origine nel suo rato una sorta di male necessario. Par- film. 93 landone con gli autori italiani, si av- verte che il dialoghista-adattatore vie- Tutte queste figure come si configura- ne, sotto-sotto, considerato una sorta no nei confronti del diritto di autore? di cavallo di Troia del cinema estero, Per cominciare, che cos'è il diritto di che impedisce, riduce, diminuisce la autore? Sul frontone di una delle So- circolazione e l'affermazione del cine- cietà di Autori che operano in Belgio ma italiano. C'è questo diffuso retro- c'è una definizione di un'estrema sem- terra che ogni tanto affiora sotto i plicità: «Le droit d'auteur c'est le sa- dialoghi, i tentativi di contatto, di laire de l’auteur», che è come dire, in comprensione delle ragioni degli altri. estrema sintesi: vi è un collegamento permanente tra la sua attività di crea- Anche gli autori stranieri, per non par- zione e la capacità e la possibilità che lare della critica, a proposito del dop- gli viene offerta di essere legato, nel- piaggio hanno espresso a volte affer- la utilizzazione della sua opera, a que- mazioni particolarmente dure. Jean Re- sta creazione. Qual è, invece, in gene- noir, per esempio, affermò: «Je con- rale, la posizione del dialoghista-adat- sidère le doublage comme une infa- tatore? È quella, almeno fino a oggi, mie... si nous vivaient au douzième siè- di essere un prestatore di lavoro re- cle, les sectateurs du doublage seraient munerato a rullo. brulés en place, en place publique pour hérésie. Le doublage est l'équivalent Come sapete bene, a quel punto il de la croiance en la dualité de l'âme». rapporto si interrompe, la sua presta- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 94

zione è stata eseguita, il compenso è tecnica, concludeva dicendo: «Però si definitivo; è tutto finito, il resto non tratta di una trasposizione stretta- lo riguarda. mente legata al testo originale e, quindi, priva di quei requisiti di origi- Questo è il punto di partenza. Il dialo- nalità, novità, creatività che la rendo- ghista-adattatore può far parte dei no tutelabile ai fini del diritto d'au- soggetti che possono rivendicare la di- tore». sciplina del diritto d'autore? La prima volta che abbiamo avuto l'occasione di Sapete che dopo diversi anni, grazie parlarne in Siae, più di quindici anni anche all'azione che uno fra i vostri fa, era ancora fra i responsabili del- colleghi, Alberto Toschi, ha portato

Renato Lotti l'Associazione degli adattatori Rober- avanti, si è avuta una sentenza a dir to De Leonardis. Allora il clima era, poco rivoluzionaria. Rivoluzionaria tutto sommato, estremamente diffe- perché, saltando con estrema audacia rente: il mercato era più ristretto, le il fosso dei dubbi del precedente giu- remunerazioni più elevate, la conside- rispudenziale, si è stabilito che, ad razione degli addetti che in questo ogni titolo, l'adattatore è da conside- settore operano sicuramente godeva rare un coautore perché opera sui dia- di un miglior prestigio; la massiccia ir- loghi del film e, quindi, dà un appor- ruzione della televisione a buon mer- to che è strettamente connesso a cato, della finzione a buon mercato quello che, nella versione originale, è era ancora di là da venire, e l'adatta- fornito dallo sceneggiatore. mento e il doppiaggio erano, effetti- vamente, ad un livello generalmente Nel frattempo l'evoluzione giurispru- superiore a quello attuale. Dopo quel denziale ha fatto sì che il concetto di 94 contatto sono passati più di dieci anni, creazione si allargasse a molti tipi di prima di riprendere la collaborazione opere dell'ingegno che un tempo era- con il direttivo attuale dell'Aidac e in no impensabili, e che invece oggi so- particolare con Mario Paolinelli, che è no tutelate secondo i principi del di- senz'altro il più grosso promotore di ritto d'autore. Parlo, ad esempio, del un tentativo di approccio ai problemi software, per il quale non si è trovato degli adattatori attraverso la disciplina di meglio, ai fini di garantirne la tute- del diritto d'autore. Qual era, in pas- la, che inserirlo fra le attività tutelabi- sato, la considerazione e la valutazio- li dal diritto d’autore. Ancora, la di- ne dell'apporto dell'adattatore all'o- rettiva europea sulle basi di dati, at- pera audiovisiva? Poteva essere consi- tualmente in fase di ricezione da par- derato un coautore del film? In dottri- te dell'ordinamento giuridico italiano, na le tendenze erano controverse. Al- ha allargato ancora di più il concetto lora - ma sono passati quasi vent'anni di opera tutelabile ai fini del diritto - si ebbero due pronuncie abbastanza d'autore. negative. Per la prima l'adattatore era, sì, un au- Che cosa si è, in effetti, verificato? Che tore di una parte dell'opera, ma es- quelli che, in passato, erano requisiti sendo autore di una parte non era au- spesso valutati con molto rigore e se- tore del tutto. verità sono adesso, in relazione a que- La seconda pronuncia - il ricorrente ste nuove tipologie di opere, conside- era Ferruccio Amendola - pur ricono- rati sotto un profilo molto più ampio, scendo una elevata, raffinata qualità tanto è vero che una mera compila- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 95

zione, una lista, un catalogo, con una no avrà luogo anche un'estensione sentenza abbastanza recente della della tutela diretta attraverso l'iscri- Corte di Cassazione, sono stati ricono- zione di molti altri di voi. I compensi sciuti tutelabili a tutti gli effetti per il non sono particolarmente elevati, per- diritto di autore. Se il livello di prote- ché la Siae sta sostenendo la bellezza

zione arriva a riconoscere il diritto di 55 cause contro i produttori e im- Renato Lotti d'autore ad una mera compilazione di portatori di supporti video, che si op- dati, appare totalmente inconcepibile pongono giudizialmente a versare che ancora si stia a discutere se un'at- questo compenso, il che fa sì che esso tività di traduzione che comporta una sia stato versato in misura purtroppo completa ricreazione di un mondo ori- abbastanza ridotta e comporti la ne- ginale, non contenga quegli elementi cessità - anche se abbiamo avuto un minimi di novità, di creatività e di ori- paio di sentenze assolutamente favo- ginalità che ne garantiscono, in asso- revoli al nostro diritto di incasso - di luto, l'applicazione di una tutela ge- attendere l'esito di qualche causa pi- nerale come il diritto d'autore. lota per arrivare a un livello di giuri- sprudenza che costituisca orientamen- Questo non significa assolutamente to per le successive. che il lavoro del dialoghista è in qual- che modo non autorale, ma semplice- Vi è poi un altro campo, di livello mente che la giurisprudenza offre dei esclusivamente privatistico. Una delle grimaldelli, e infatti questa è una del- linee di sviluppo futuro può essere le tesi che sarà sostenuta nella discus- quella di imporre per l'adattamento sione del ricorso opposto dalla 20th dei dialoghi il contratto di edizione o Century Fox alla sentenza favore- un contratto similare, che è perfetta- vole ad Alberto Toschi. mente compatibile con l'attuale nor- 95 mativa della legge sul diritto di auto- Questo è il quadro, quindi, sia dottri- re, non ponendo essa limiti alla possi- nario, sia giuridico che sottende l'atti- bilità di individuare contratti che non vità che la Siae sta portando avanti facciano capo a configurazioni giuri- nei confronti dei dialoghisti. diche particolarmente nominate. Il contratto di edizione è un contratto Un primo risultato l'abbiamo concre- nominato perché ha una regolamen- tamente realizzato, con un po’ di fati- tazione molto precisa che fa da ga- ca ma con molta buona volontà, nel- ranzia, da argine alle parti, e dà al- l'ambito di una disciplina introdotta l'autore una tutela maggiore rispetto nel 1992 che genericamente è chia- a un contratto lasciato alla libera de- mata «di copia privata» e che, sostan- terminazione delle parti. zialmente, consiste in una tassazione, in un prelievo all'origine sulle cassette L'altra via è quella di attuare - come si vergini. Attraverso un procedimento sta cercando di fare - un tipo di con- di interpretazione la Siae ha incluso trattualistica in cui sia inserito d'auto- fra i soggetti che avevano titolo a una rità il concetto di tutela di diritto parte di questa remunerazione anche d'autore, tenendo conto dell'evolu- i dialoghisti-adattatori. zione giurisprudenziale. Anche questa La prima liquidazione di questi diritti linea di condotta è, tuttavia, subordi- ha avuto luogo alla fine dello scorso nata a un necessario incontro fra chi si anno; probabilmente nel prossimo an- fa portatore delle esigenze di equa Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 96

valutazione del lavoro del dialoghista- grafica e quella audiovisiva per i sog- adattatore e la controparte. E la con- getti che gravitano come autori nel- troparte non ha un atteggiamento - o, l'ambito di questa opera. per lo meno, non l'ha avuto fino ad oggi - di grande disponibilità su que- Questa è un'altra scommessa da gio- sto aspetto; ha sempre negato, per la care con ogni mezzo. Se, infatti, si ri- verità, che addirittura si parli di dirit- conosce - come, a mio avviso, è cor- to d'autore, anche se comincia ad af- retto fare - l'apporto e la presenza fiorare qualche tentativo di dialogo. dell'adattatore-dialoghista fra i sog- getti che hanno partecipato al lavoro Questa è la seconda via da percorrere: creativo dell'opera audiovisiva, anche

Renato Lotti cercare, come si sta facendo, di arriva- ad esso potrebbero essere applicati re a una definizione contrattuale dei questi principi, principi che sono stati rispettivi obblighi e, soprattutto, pas- approvati dal Parlamento italiano e sare dallo scambio piuttosto brutale che attendono, nell'anno a venire, «ti do il rullo, mi dai il compenso» a una trasposizione in un decreto dele- una condizione che garantisca al dia- gato da parte del governo. Questa è loghista un aggancio permanente o un'ulteriore strada per realizzare l'a- continuativo alla circolazione econo- spettativa della categoria di arrivare mica dell'opera. Certamente, a un ta- volo di trattative potranno emergere ad una migliore, più equa remunera- problemi, come la vautazione dell'e- zione, e di mantenere un legame vivo strema gamma di livelli di prestazione e permanente con la circolazione del- che si ha nel vostro settore. l'opera.

La terza via è quella di seguire alcune È una via da percorrere d'intesa con le 96 innovazioni che, nell'ambito dell'at- altre categorie rappresentate dall'I- tuazione delle direttive comunitarie maie, per trovare assieme, anziché an- europee, e in particolare della diretti- dare in ordine sparso, una linea di va sul prolungamento dei diritti d'au- compatibilità che, nel riconoscimento tore e della direttiva su satellite e ca- dei rispettivi ruoli, mantenga e rico- vo, hanno introdotto un principio di nosca il diritto dell'autore ad un lega- remunerazione per l'opera cinemato- me permanente con l'opera. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 97

Otello Angeli Presidente dell’Imaie

I DIRITTI DEGLI ARTISTI INTERPRETI

Nel dicembre del 1994, a conclusione I lavori del comitato, pur essendo cir- della terza sessione del Comitato di coscritti all’esame delle modifiche da esperti presso l’Ompi incaricato di pre- apportare alla Convenzione del 1961 parare un nuovo strumento relativo riguardante appunto la protezione alla protezione dei diritti degli artisti dei supporti sonori, sono stati comun- interpreti o esecutori e dei produttori que fortemente condizionati dalla esi- di fonogrammi, è stato redatto un genza, da più parti manifestata, di su- memorandum contenente alcune li- perare la discriminante esistente tra la nee di revisione della Convenzione di prestazione artistica fissata su suppor- Roma del 1961. to audio e quella fissata su supporto video o su pellicola. Gli aspetti più salienti di queste linee possono essere riassunti in tre punti. Questa discriminazione, in qualche Il primo si riferisce alle nuove catego- modo giustificata all’epoca in cui ven- 97 rie di diritti emerse dallo sviluppo tec- ne elaborata la normativa internazio- nologico e dalla nascita dei nuovi si- nale e la legge nazionale sul diritto stemi di distribuzione e di comunica- d’autore del 1941, è considerata da zione al pubblico diversi da quelli fino moltissimi stati e dalle stesse autorità allora conosciuti. comunitarie ormai superata; ciò non solo per il venir meno dei motivi posti Il secondo riguarda le categorie degli a base della diversità di trattamento aventi diritto che nell’art. 3 della Con- da essa previsto, ma soprattutto per venzione stessa sono indicate negli l’universale riconoscimento del contri- «attori, cantanti, musicisti, ballerini e buto originale e di arricchimento del- le altre persone che rappresentano, l’opera acquisito, nel tempo, dalla cantano, recitano, declamano, inter- prestazione in campo cine-televisivo e pretano o eseguono opere letterarie o per la valenza economica assunta, a artistiche», anche se limitatamente ai partire dagli anni Sessanta, dal diritto soli supporti sonori. esclusivo.

Il terzo, infine, relativo alla ridefinizio- Sappiamo che il diritto accordato agli ne del concetto di fissazione e ripro- artisti interpreti ha una duplice natura: duzione dell’opera in modo da coprire una di carattere morale, fondata sul anche la trasmissione digitale e nume- riconoscimento della facoltà da parte rica e gli altri sistemi di comunicazione degli artisti interpreti di opporsi alla immateriale delle opere protette. fissazione, alla distribuzione e alla co- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 98

municazione, con qualsiasi mezzo, dalla circostanza che la Convenzione delle prestazioni senza il loro consen- fu promossa e sostenuta esclusiva- so, nonché alla programmazione di mente dalle associazioni di categoria suoni ed immagini che arrechino dan- dei musicisti e dei produttori di fono- no alla loro personalità; l’altra di ca- grammi, come risulta chiaramente da rattere economico, basata sul ricono- tutti gli atti preparatori. scimento di un equo compenso con- nesso allo sfruttamento secondario Che si tratti di un limite storico è da della prestazione quale, appunto, ri- tutti riconosciuto: sia per l’evidente in- conoscimento del contributo creativo giustizia che si è venuta a creare ai attribuito alla prestazione artistica. danni di una parte degli artisti, tanto più rimarcata dal superamento della Otello Angeli Va ricordato, in proposito, che i lavori tradizionale frontiera tra audio e vi- preparatori alla Convenzione di Roma deo determinata dalla multimedialità furono contrassegnati in modo incisi- delle opere, sia per le condizioni di vo dalla necessità, riconosciuta da tut- maggiore precarietà e impoverimento ti i paesi partecipanti, di conferire al- che le categorie vivono a causa della lo strumento in preparazione la capa- riutilizzazione incontrollata delle loro cità di arginare gli effetti indotti pro- prestazioni. vocati dall’entrata in campo dei nuovi mezzi di diffusione e di riproduzione. È noto che l’aumento dei consumi di L’obiettivo della Convenzione fu prin- immagini e di suoni determinato dal- cipalmente mirato a garantire un rien- la emittenza radiotelevisiva e dai mez- tro economico all’attività di produzio- zi di riproduzione, ha prodotto una ne musicale e ad assicurare un reddi- forte riduzione delle occasioni di lavo- 98 to aggiuntivo a favore degli artisti in- ro e delle capacità di guadagno in tut- terpreti esecutori quale base per com- ti i settori tradizionali delle attività di battere la disoccupazione tecnologica spettacolo e nella produzione audio- e per garantire l’ulteriore attività crea- visiva in genere. tiva ed artistica. In Italia questo fenomeno ha assunto dimensioni più preoccupanti non solo Per quanto riguarda la prestazione in per lo sviluppo disordinato dell’emit- campo cinematografico, la Convenzio- tenza radiotelevisiva, ma soprattutto ne di Roma non fece altro che pren- per la incapacità di questi stessi mezzi dere atto della realtà esistente, igno- di surrogare minimamente la perdita rando che oltre alla sala cinematogra- subita negli altri settori. fica si sarebbero potute sviluppare nuove occasioni di diffusione del film Nell’ultimo triennio, infatti, le presta- (televisione, videocassette, ecc.) zioni di tipo artistico destinate alla produzione cinematografica, teatrale È quindi evidente che la esclusione e musicale si sono ridotte di 700.000 delle prestazioni artistiche destinate giornate di lavoro. Negli anni 1993 e alla realizzazione di opere cinemato- 1994 il numero complessivo degli ad- grafiche dalla protezione accordata detti alle attività audiovisive si è ri- dalla Convenzione stessa e dalla nor- dotto di circa 10.000 unità, di cui oltre mativa nazionale, nasce da un eviden- 4.000 appartenenti all’area artistica. te inconfutabile limite dettato dalle Il monte salariale percepito da queste condizioni storiche in essere oltre che categorie ha subito nello stesso perio- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 99

do una contrazione del 12 per cento riconoscere a queste categorie un di- nel settore cinematografico, del 17 per ritto esclusivo di carattere morale e cento in quello musicale e per la prima patrimoniale. volta anche in quello televisivo con una caduta del 3 per cento che, insie- Purtuttavia, a queste scelte si oppon- me alla perdita di circa 2.000 addetti, gono decisamente alcuni paesi - e in Otello Angeli segna un evidente punto di crisi. particolare gli Stati Uniti e la lobby delle multinazionali dell’audiovisivo - La media annua delle giornate lavora- che pretenderebbero di mantenere la te dalle stesse categorie ha subito nel- vecchia struttura della Convenzione li- lo stesso periodo una contrazione del mitando la protezione alle sole pre- 9 per cento e di un ulteriore 7 per cen- stazioni artistiche destinate alle regi- to nel biennio. Circa il 50 per cento strazioni musicali fissate esclusivamen- degli addetti ha effettuato meno di te su fonogramma. 30 giornate di lavoro annue, mentre il Lo scontro è fondamentalmente tra 75 per cento percepisce un salario an- due diverse concezioni: nuo inferiore ai 15 milioni. - quella anglosassone che, consideran- Richiamo questi dati non solo per se- do il prodotto audiovisivo essenzial- gnalare l’evidente stato di crisi dei set- mente una merce, tende a risolvere i tori, ma soprattutto per dare forza al- rapporti con gli autori e con gli artisti la tesi da noi sostenuta, che tali feno- attraverso il sistema del copyright; meni sono da attribuirsi allo sviluppo - quella europea, largamente diffusa incontrollato e indiscriminato dei nuo- in tutto il mondo, fondata sul ricono- vi mezzi di comunicazione e per so- scimento del valore creativo e artisti- co dell’opera e quindi sul ruolo pecu- stenere la richiesta di allargamento 99 della tutela prevista dalla Convenzio- liare e insostituibile dei suoi autori e ne di Roma e dalla normativa nazio- dei suoi artisti. nale alle prestazioni in video. Questa concezione, testimone tra l’al- tro dell’alta considerazione verso il Su quest’ultima richiesta in particola- patrimonio artistico e creativo, pur es- re sono già stati acquisiti risultati im- sendo sancita dal nostro ordinamento, portanti che vanno dal sostegno ha perduto il suo valore originario a espresso da molti paesi in sede di pre- causa del mancato adeguamento del- parazione del documento di revisione la vecchia normativa e per l’attacco della Convenzione di Roma, alla presa violento nei confronti degli strumenti di posizione assunta dalla delegazione di tutela dei diritti morali e patrimo- ufficiale dell’Unione europea nel cor- niali, provocato dallo sviluppo senza so delle conferenze dell’Ompi. Questa regole dell’emittenza radiotelevisiva. posizione, infatti, oltre a sostenere il rafforzamento dell’art. 7 della Con- Da questo punto di vista le responsa- venzione stessa in materia di diritto a bilità dei governi del nostro paese so- porre ostacolo all’uso delle prestazio- no enormi, sia per il «disinteresse» ni dell’artista interprete senza il suo manifestato nei confronti delle richie- consenso, afferma l’esigenza di garan- ste di nuove regole, sia per l’atteggia- tire la protezione a tutte indistinta- mento di sostanziale appoggio alle mente le prestazioni artistiche, siano posizioni delle multinazionali, che esse sonore, visive o audiovisive, e di puntano a far cadere ogni eccezione Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 100

culturale in materia di libero mercato • l’assenza di norme adeguate per as- ed a scardinare i meccanismi posti a sicurare, a 35 anni dalla sua emana- difesa dei diritti. zione, la corretta applicazione della Convenzione di Roma sui diritti degli Sul piano nazionale, malgrado le tra- artisti interpreti o esecutori; sformazioni e l’avvento delle nuove tecnologie, sono oltre vent’anni che • la posizione negativa assunta dal non vengono emanati provvedimenti Ministro Gambino sulla proposta di di legge afferenti alla proprietà intel- revisione della direttiva «Tv senza lettuale e al diritto d’autore (salvo le frontiere». norme contro la pirateria, che si sono Grazie a queste posizioni, la normati-

Otello Angeli rivelate inefficienti), lasciando senza va italiana, che fino agli anni Ottanta regole le nuove categorie di diritti e di era considerata una delle più avanza- aventi diritto. te, ha subito un pauroso arretramen- to rispetto alle più moderne legisla- Sul piano internazionale, l’atteggia- zioni vigenti in quasi tutti gli altri pae- mento del governo italiano è stato si dell’Unione. spesso di adesione acritica alle posi- zioni espresse dal mondo anglosasso- Il caso italiano si presenta inoltre an- ne, che pretende di ricondurre tutti i cora più grave per la complessità e la problemi nell’ambito del copyright e farraginosità riscontrata in sede di ap- della contrattazione individuale. plicazione delle leggi esistenti e per il continuo attacco scatenato da più par- A questi comportamenti sono ricon- ti contro gli strumenti di tutela della ducibili una serie di atti che hanno proprietà intellettuale, dei diritti mo- 100 ostacolato l’adeguamento legislativo, rali e patrimoniali degli autori e degli quali ad esempio: artisti interpreti o esecutori.

• l’affossamento, nel 1992, della diret- L’assenza di regole certe nel rapporto tiva sulla copia privata a seguito del tra proprietà intellettuale e detentori voto negativo espresso, in sede comu- dei mezzi di distribuzione e comuni- nitaria, dall’allora Ministro per le poli- cazione, la perdita graduale del pote- tiche comunitarie Costa; re di contrattazione delle categorie artistiche e creative, seguita alla cadu- • l’emanazione, nel dicembre 1994, di ta delle occasioni di lavoro e alla per- un decreto di ratifica della direttiva dita delle capacità di guadagno, ha 92/100 relativa al diritto di noleggio provocato un forte arretramento degli delle opere audiovisive, che oltre a strumenti di difesa e conseguente- espropriare gli attori del diritto all’e- mente una diffusa violazione delle quo compenso, ha ridotto drastica- norme di tutela delle prestazioni stes- mente gli effetti che la direttiva in- se. Il rapporto tra singolo artista e au- tendeva produrre; tore da una parte, e la struttura di produzione, di distribuzione e/o co- • l’esclusione degli artisti interpreti o municazione dall’altra, nel 99 per cen- esecutori dal diritto a percepire il to dei casi è fortemente squilibrato e compenso derivante dalla vendita del- pone i primi in una condizione di de- le cassette vergini video di cui all’art. bolezza e subalternità che li porta a 3 della legge n. 93 del 1992; cedere ogni diritto. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 101

Questo fenomeno, fatto seguito al l’Unione e a superare le difformità esi- moltiplicarsi dei mezzi di sfruttamen- stenti nell’attuale quadro normativo. to delle opere e che ha avuto effetti È però necessario accompagnare que- negativi anche sulle prestazioni dal vi- sto processo con la emanazione di vo, è stato affrontato in molti paesi normative nazionali ispirate alle più mediante la emanazione di appositi moderne elaborazioni, che assicurino Otello Angeli provvedimenti legislativi che hanno un sistema di regole fondato sul ri- rafforzato i meccanismi di tutela delle spetto dei diritti e della personalità categorie più deboli, e ricondotto la degli artisti. Regole che pongano fine contrattazione dei diritti a livello col- all’odioso sistema delle cosiddette «li- lettivo al fine di garantire agli autori cenze volontarie» (cessione di ogni di- e agli artisti una reale libertà di con- ritto all’atto della firma del contratto), trattare il diritto esclusivo in cambio di alla discriminazione verso le presta- un tangibile diritto economico. zioni su supporto video, e che ricono- scano un diritto economico irrinuncia- Il problema è divenuto oggi tanto più bile e non cedibile connesso allo sfrut- preoccupante, dal momento in cui tamento secondario delle opere. l’avvento dei nuovi sistemi di distribu- zione digitale e numerica, la trasmis- In assenza di queste iniziative, anche sione satellitare, la nascita di banche lo stesso processo di armonizzazione dati e la globalizzazione della pro- tra i paesi dell’Unione, date le diffi- grammazione determineranno un ul- coltà a pervenire alla emanazione di teriore indebolimento di queste stesse un soddisfacente strumento di livello categorie e pericoli reali di riduzione mondiale per le note posizioni espres- delle attività nei paesi produttori di se dagli Stati Uniti, potrà subire un ul- opere audiovisive con scarse risorse teriore rallentamento, che avrà inevi- 101 economiche o sprovvisti di norme che tabilmente ripercussioni sia sul merca- ne assicurino la sopravvivenza. to interno, per gli squilibri determina- ti dalle diverse condizioni di tratta- Per rispondere adeguatamente a que- mento, sia sul piano della parità dei sti rischi e per assicurare alle categorie diritti tra i cittadini. un alto livello di protezione, data la Per cui, la richiesta di nuovi interventi dimensione internazionale delle nuo- legislativi sul piano nazionale rappre- ve strutture di distribuzione, è neces- senta non solo un doveroso atto di ri- saria una politica europea in materia sarcimento verso gli artisti, ma diviene di proprietà intellettuale che renda una necessità per il paese per riequili- compatibile la tutela delle opere e brare i rapporti sul piano interno e su delle prestazioni con la nascita di un quello europeo e per allineare i trat- nuovo spazio europeo multimediale, tamenti degli artisti italiani ai livelli come indicato nel progetto Media o dei loro colleghi degli altri paesi del- nel nuovo testo della direttiva «Tv l’Unione europea. senza frontiere». In molti casi si tratta di riconquistare Questo dovrà comportare la ripresa alcuni diritti, già affermati all’art. 80 del processo di armonizzazione con la della legge sul diritto d’autore (diritto emanazione di altri provvedimenti che di replica e di cessione) che sono stati obblighino i singoli stati a garantire resi nulli da clausole contrattuali ves- parità di diritti tra tutti i cittadini del- satorie e contrarie ai principi contenu- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 102

ti dalla stessa direttiva 92/100. Più recentemente, la legge comunita- ria che delega il governo a ratificare la Circa invece la protezione delle pre- direttiva 93/83 riguardante «la tutela stazioni destinate al doppiaggio, non del diritto d’autore e dei diritti con- credo possa porsi un problema specifi- nessi nella radiodiffusione via cavo e co, ritenendo naturale presumere che nella ritrasmissione satellitare delle una volta allineate le prestazioni vi- opere audiovisive» all’art. 16 comma c deo o su pellicola alle prestazioni so- impegna lo stesso governo a emanare nore, si dovrebbe sanare automatica- disposizioni che prevedano un equo mente ogni disparità di trattamento compenso a favore degli artisti inter- tra le diverse categorie. preti o esecutori che abbiano svolto le

Otello Angeli loro prestazioni in opere cinemato- Nell’ordinamento attuale, infatti, la grafiche e audiovisive per l’utilizzazio- prestazione del doppiatore - identifi- ne delle stesse nelle emittenti televisi- cato in colui che recita, interpreta o ve che trasmettono via etere, via cavo declama un testo letterario - gode già e via satellite. Questo vuol dire che il di una protezione e di un diritto all’e- decreto di ratifica di questa nuova di- quo compenso, nel momento in cui es- rettiva dovrà necessariamente emen- sa è destinata alla registrazione di un dare il precedente decreto 685, anche supporto sonoro, trasmessa in diretta perché le due direttive sono state o ritrasmessa da un’emittente ra- strutturate in maniera complementare diofonica. l’una all’altra. Questa norma diviene inefficace nel Per le categorie artistiche si apre quin- momento in cui la prestazione è regi- di una possibilità concreta di costruire strata su supporto visivo; come se la uno scenario legislativo profonda- 102 declamazione o la interpretazione mente diverso. dello stesso testo fissata su nastro ma- gnetico fosse più importante e artisti- Se il decreto di ratifica di questa nuo- camente più rilevante di quella fissata va direttiva recepirà in modo corretto su supporto video. la volontà espressa dal Parlamento con l’approvazione dell’art. 16 della La direttiva Cee 92/100 aveva risolto, legge comunitaria, si potrà aprire con- sia pure parzialmente, questo proble- cretamente il confronto con le contro- ma nel momento in cui riconosceva a parti per trattare le condizioni e la mi- tutti gli artisti interpreti o esecutori il sura del compenso connesso allo sfrut- diritto esclusivo, ma il decreto n. 685 tamento secondario delle prestazioni. di ratifica della stessa, emanato del di- È indubbio però che per raggiungere cembre 1994, lo ha riaperto acco- tale obiettivo sarà necessario impe- gliendo la presunzione che tale diritto gnare la categoria contro ogni tenta- sia stato ceduto dall’artista all’atto tivo di vanificare questa importante della stipula del contratto individuale. conquista. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 103

Gianni Giuliano Presidente dell’Anad*

LA SITUAZIONE DEGLI ATTORI DOPPIATORI

Una brevissima premessa: parafrasan- Nella necessità di stabilire con urgen- do Diderot dovrei intitolare questo in- za delle norme che regolino il settore, tervento «paradosso sul doppiatore» accettiamo di partire da un’autocriti- visto che un doppiatore, rappresen- ca: è vero, il connubio «arte-sopravvi- tante dell’associazione dei doppiatori, venza» ci ha troppo spesso portato a è costretto a farsi «doppiare». A mag- dei compromessi. gior ragione vi ringrazio quindi per l’attenzione. Siamo colpevoli di quel linguaggio fatto di periodi slegati recitati in mo- La questione che stiamo affrontando do innaturale, il cosiddetto «doppiag- ha due connotati principali, spesso in gese», che contribuisce a tradire lo conflitto tra loro: quello culturale, spirito che l’autore originario intende- consapevoli della responsabilità che il va dare alla sua opera (nel caso delle doppiaggio ha nella formazione lin- telenovelas o soap operas evitiamo di 103 guistica attraverso i grandi mezzi di aprire in questa sede un dibattito po- diffusione, quali la televisione, e quel- lemico su quanto di culturale ci sia lo commerciale, che, legato agli inte- nella scelta di certi programmi). ressi macroscopici del mercato del- l’audiovisivo, finisce col primeggiare Siamo colpevoli di condizionare nega- sull’altro. tivamente lo sviluppo linguistico dei bambini. Nell’introduzione del pro- Dell’aspetto culturale si è già parlato gramma-invito di questo convegno ci in modo esauriente e con competen- si chiede: «I bambini parleranno dop- za; vogliamo aggiungere che l’Anad, piaggese?». I bambini parlano già il Associazione nazionale attori doppia- doppiaggese! Dal rapporto Censis ri- tori, intende promuovere, con gli sulta che il 72 per cento dei bambini adattatori dell’Aidac, un codice deon- italiani staziona per almeno tre ore al tologico di autoregolamentazione dei giorno davanti alla Tv, in particolare dialoghisti, dei direttori di doppiaggio nella fascia pomeridiana, per lo più e dei doppiatori che miri a salvaguar- coperta da cartoni animati molto spes- dare, per quanto di nostra competen- so tradotti e doppiati in modo sca- za, la professionalità e la qualità ai fi- dente per colpa dei costi e dei conse- ni della tutela della lingua, degli au- guenti ritmi di lavoro imposti dal mer- tori originari dell’opera e dell’utenza, cato. Come non assimilare un linguag- con particolare riguardo ai minori ed gio che si assorbe per ore al giorno e ai contenuti scientifici dei programmi. che viene riproposto anche nel dialo- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 104

go coi genitori, che a loro volta parla- Le società d’edizione vengono stroz- no, oltre al doppiaggese, il «pippo- zate da irresponsabili gare d’appalto baudese»!? al ribasso e da richieste di sconto che vengono loro effettuate al momento La soluzione non è certo eliminare il di riscuotere il dovuto, dopo mesi e doppiaggio in attesa di diventare tut- mesi di attesa, con l’aggravio di inte- ti poliglotti. Anzi, ora anche gli auto- ressi passivi da parte delle banche, che ri cominciano a preferire la trasposi- invece dovrebbero essere invitate a zione dei contenuti delle loro opere sostenere un settore che è stato por- attraverso un buon doppiaggio, piut- tato alla crisi senza in realtà esserlo tosto che con una succinta traduzione (basti pensare che le ore doppiate per didascalica che lo spettatore legge in la sola Tv veicolano circa 1.700 miliar- tutta fretta distogliendo l’attenzione di di lire l’anno in pubblicità). Gianni Giuliano dalle immagini (soluzione che ci risul- ta abbia dato dal punto di vista eco- Il lavoro, quindi, viene di preferenza nomico esiti disastrosi). affidato a chi accetta di realizzarlo in tempi brevi e a costi notevolmente al A nostra discolpa possiamo però dire di sotto di quelli previsti dai contratti che c’è doppiaggese e doppiaggese! di lavoro. Il committente tende a va- La soluzione sta infatti nel saper man- lutare l’offerta non più in base al rap- tenere alto il livello qualitativo di tut- porto prezzo/qualità, ma al rapporto ta l’operazione doppiaggio. I doppia- prezzo/... e prezzo! tori sono l’ultimo anello - ma non ulti- mi in importanza - di una catena pro- Quindi, alla parola qualità noi rispon- duttiva che risalendo attraverso i dia- diamo: trasparenza. Trasparenza dei rapporti di lavoro in appalto, sanzioni 104 loghisti-traduttori, attraverso le società di edizione, arriva ai committenti. nei confronti di chi operi in difformità del contratto, rispetto delle normative La contrazione dei tempi di realizza- vigenti, comprese quelle comunitarie zione di tutte le fasi del doppiaggio, e internazionali. nell’intento di abbassare i costi, è il Per curare un adattamento ci vuole primo problema della trasposizione lin- tempo: è necessaria un’attenta tradu- guistica. Qualcuno l’ha chiamata «otti- zione del testo, un adeguamento di mizzazione del lavoro», mentre noi ab- stile del linguaggio in armonia con le biamo solo riscontrato un aumento immagini, una ricerca accurata per in- della produttività e una conseguente dividuare i tempi tecnici della battuta diminuzione dell’occupazione di tutte e segnalarli, attraverso le note abbre- le categorie del settore, compresi i tec- viate, all’attore doppiatore. Se uno so- nici. Da tempo i protagonisti del dop- lo di questi momenti di sviluppo del piaggio hanno indicato nei loro con- testo viene trascurato, la qualità del tratto collettivo i tempi minimi neces- successivo intervento artistico è già sari all’approntamento di un lavoro dal compromessa. risultato soddisfacente; ma sempre più, arbitrariamente, questi tempi ci ven- Per curare la recitazione il direttore di gono ridotti, e tagliate le risorse ne- doppiaggio ha bisogno di tempo: do- cessarie a consentire di salvaguardare i po essersi appropriato dell’intendi- criteri di professionalità che questo set- mento dell’opera, deve poter infor- tore si era dato in anni di vita. mare il doppiatore sul ruolo che dovrà Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 105

interpretare, e il doppiatore, dopo que. Non vogliamo entrare nel merito aver raccolto le indicazioni, deve po- per ciò che riguarda i metodi o gli in- ter procedere alla lettura del testo da segnanti, ma certo è quanto meno cu- recitare, e tra «leggere» e «recitare» rioso che questo avvenga in un mo- intercorre almeno un tempo di «rifles- mento in cui gli attori-doppiatori fati-

sione» a cui noi, ora, siamo costretti a cano a trovare collocazione sia sul pal- Gianni Giuliano rinunciare. coscenico, che sul set, o davanti al leggìo. Così, in virtù della «bella voce» Questa degenerazione colpisce in par- e ammaliati da volantini pubblicitari ticolare, per ciò che attiene la profes- che lasciano intuire facili guadagni sione, i più giovani (per non parlare (che noi sappiamo illusori), molti di- dei più anziani!). Con ritmi così serra- soccupati si iscrivono con sacrificio a ti, dove pensare equivale a essere ta- questi corsi. Ma lo sbocco sul mercato gliati fuori perché si è troppo lenti, per questi professionisti con alcune no- nessuno può permettersi d’insegnare, zioni posticce, impiantate su basi inesi- o solo spiegare, qualcosa a un nuovo stenti, si tramuta in un duro impatto elemento. con la realtà, generando un esercito a A questo proposito l’Anad ha già isti- caccia del «turnetto», disposto a sven- tuito una commissione di studio sulla dersi pur di vedere realizzato «il gran- formazione che presenterà delle pro- de sogno del doppiaggio». poste per promuovere, in collabora- Ma il calo d’occupazione delle catego- zione con l’Aidac, dei corsi di specia- rie del settore, oltre che alla contra- lizzazione al doppiaggio (e sappiamo zione dei tempi di produzione e alla che già ieri c’è stata una proposta in mancanza di un dispositivo che vigili tal senso da parte dell’Università di sulle scuole di formazione, si deve so- 105 Bologna). Parliamo di specializzazione prattutto all’utilizzo che i mezzi di dif- perché riteniamo che il doppiaggio sia fusione audiovisiva fanno del prodot- una delle applicazioni del mestiere to doppiato. Infatti, dopo aver com- dell’attore e che, in quanto tale, la piuto il primo passaggio, un program- formazione debba essere rivolta: ma viene spesso replicato, e/o destina- - ai giovani che vogliono intraprende- to ad altre forme di utilizzazione (Tv re questa professione, su basi di un’ef- via cavo o via satellite, Cd, videogio- fettiva possibilità d’accesso al mondo chi, etc.). Il repentino espandersi di del lavoro; queste nuove forme di diffusione ha - e agli attori meno giovani che inten- reso insufficienti e obsolete le regole dono appunto specializzarsi nel dop- tradizionali che governavano il lavoro piaggio. di questo comparto, e il conseguente I doppiatori sono allo stesso tempo at- sfalsamento del rapporto costo-pro- tori di teatro, di cinema, o lo sono sta- dotto ha contribuito a un ulteriore ti; davanti a un leggìo si recita, si è in- scadimento della qualità. terpreti. Riteniamo quindi indispensabile: La funzione di controllo della catego- ria di cui ci siamo fatti carico, ci fa • istituire nuovi principi contrattuali guardare con preoccupazione al re- che tengano conto dello sfruttamento cente fenomeno delle scuole di dop- del prodotto audiovisivo doppiato, pri- piaggio che proliferano un po’ ovun- mo tra tutti il diritto d’autore e i dirit- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 106

ti connessi, fulcro delle rivendicazioni Il nostro breve intervento ha voluto dei nostri colleghi francesi e spagnoli; porre l’accento sui danni arrecati a • armonizzare tali principi con la fu- questo settore dal conflitto tra cultura tura direttiva dell’Unione europea «Tv e commercio e, nel ringraziare l’Aidac senza frontiere»; per aver promosso questo convegno, ci auguriamo che i costanti e non facili • e, nella visione di un progetto euro- tentativi di mediazione tra questi due peo, intendiamo sostenere la produ- zione italiana attraverso il criterio di interessi portino a una regolamenta- «reciprocità del doppiaggio» (visto zione dell’attività del doppiaggio da che in Italia quasi tutte le opere stra- tempo richiesta dalle forze produttive, niere vengono doppiate, a fronte di professionali e artistiche del settore.

Gianni Giuliano percentuali notevolmente inferiori in altri paesi). * Intervento letto da Romano Cettini.

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Messaggio di Doriana Valente Responsabile spettacolo del Pds

Inderogabili impegni di lavoro mi im- un’importantissima partita per la sal- pediscono purtroppo di partecipare al vaguardia e lo sviluppo della cultura vostro importante convegno. Mi di- europea. spiace molto. Ma per tornare al tema attuale, vorrei Il convegno si colloca in un momento elencare sinteticamente quelle che mi di particolare disagio per gran parte paiono le priorità più evidenti. della cultura italiana. Alla storica di- sattenzione dei governi per tali que- La prima riguarda il ruolo importante stioni si aggiunge in questo momento del doppiaggio per la salvaguardia una forte incertezza degli assetti isti- della lingua e dell’identità culturale. tuzionali. La seconda mette a fuoco la necessità Tale situazione di precarietà non è più di riconoscere una professionalità che 107 accettabile. Senza un intervento rifor- non può essere né sottovalutata né, matore ed innovatore si rischia di ac- peggio, demonizzata. celerare la dispersione di talenti e di La terza, che è strettamente collegata capacità organizzative, di uno straor- alla precedente, riguarda i criteri qua- dinario patrimonio culturale e profes- litativi necessari per la professionalità sionale. Tutte le occasioni di confron- e le norme per la regolamentazione. to produttivo saranno in tal senso uti- lissime a definire priorità e proposte La quarta affronta il rapporto tra il per un forte impegno legislativo e di doppiaggio e l’applicazione del diritto governo, e in tale direzione il Pds in- d’autore, dei diritti connessi, delle leg- tende lavorare. gi comunitarie.

Le tematiche affrontate nel vostro La quinta chiama in causa il ruolo del- convegno sottolineano questioni di le istituzioni pubbliche e il loro possi- enorme importanza, e che riguardano bile contributo. non solo la non troppo felice situazio- ne attuale, ma anche e soprattutto l’e- L’ultima, ma in un ordine del tutto ca- voluzione e i futuri scenari del cinema suale, riguarda la possibilità di preve- e dell’audiovisivo. Non possiamo igno- dere, senza contrapposizione, anche rare che nei prossimi giorni con il vo- canali specializzati e settoriali per i to sulla direttiva «Tv senza frontiere» film sottotitolati, per una ragione che si giocherà in Parlamento europeo è collegata all’attuale situazione del Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 108

mercato cinematografico, che solo confronto. Il Pds continuerà il suo im- nella differenziazione del prodotto pegno in tutte le sedi, prima fra tutte potrà riconquistare ulteriori segmenti quella parlamentare, ove occorrerà ra- di domanda. pidamente presentare normative spe- Sono solo alcuni spunti, e vi prego di cifiche e modificare l’attuale legge ci- considerarli tali. nema, che ha ampiamente dimostrato Avremo, mi auguro, altre occasioni di le sue debolezze. alente Doriana V

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Pietro Taronna Ricercatore dell’Isfol

UN MOSTRO DA FORMARE

Ringrazio l’Aidac che mi dà l’opportu- professioni del cinema e della televi- nità di esprimere alcune valutazioni su sione. In questo mio peregrinare non una professione che ha caratteristiche mi sono imbattuto nel dialoghista- decisamente non ben definite. Vorrei adattatore fino a poco più di un anno evitare di ripetere considerazioni che fa. Questo può essere dovuto, indub- sono già state fatte, ma è impossibile biamente, alle caratteristiche specifi- non sottolineare l’importanza del che di questa professione, alla elevata doppiaggio nel cinema e nella televi- competenza, all’elevato livello di spe- sione, la sua ricaduta anche in termini cializzazione che viene richiesto, ma economico-commerciali, il problema sicuramente nasce anche dalla scarsa di affrontare alcuni mercati, come visibilità pubblica di una professione quello nordamericano, dove esiste così connotata. Se io dico a una per- una chiusura ai prodotti stranieri at- sona che faccio il farmacista, quella traverso l’obbligo della sottotitolazio- capisce subito che cosa faccio; ma se 109 ne che ghettizza, di fatto, il cinema dico che faccio il dialoghista-adattato- straniero. re, quello non capisce, e quindi è ne- cessario far seguire alla definizione Non affronterò quindi questi temi, ma una spiegazione, più o meno lunga, mi soffermerò ad analizzare la profes- per definire in che cosa consiste l’atti- sione che è oggetto specifico di que- vità professionale dell’adattatore-dia- sto convegno: la professione dell’a- loghista. Questo, in sé, non è un gros- dattatore-dialoghista. so problema, però finisce per creare Non è ben chiaro come questa profes- un problema di identità professionale sione sia vissuta al di fuori della stret- non solo a livello dei singoli profes- ta cerchia degli addetti ai lavori; anzi, sionisti, ma anche a livello di immagi- uno degli interventi di stamane sug- ne pubblica. geriva in modo esplicito che è molto Evidentemente, i problemi della cate- difficile vedere dal di fuori i suoi con- goria vengono a volte sottovalutati tenuti. Io non appartengo al mondo proprio per questa scarsa visibilità del cinema, ma mi occupo da oltre pubblica. quindici anni di analisi delle professio- ni; sono membro, in qualità di esper- Il tentativo dell’Aidac di provare a ri- to, della Consulta presso il Cnel sulle solvere il problema della situazione professioni non regolamentate, e in normativa degli adattatori-dialoghisti particolare da circa sei anni seguo le in sede di Cnel, il Comitato nazionale Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 110

per l’economia del lavoro, è quindi aggirano intorno alle due-trecento molto importante. unità. Il lavoro del dialoghista è auto- nomo, a contratto, con un basso livel- Come voi sapete, qualche anno fa è lo di tutela. È il caso di rammentare - stata istituita una Consulta per la re- lo diceva già Mario Paolinelli - che in golamentazione delle professioni non Italia nel 1995 sono stati importati 270 regolamentate, e una delle professio- film, evidentemente adattati e dop-

onna ni prese in esame è proprio quella del piati, e che questi 270 film rappresen-

ar dialoghista-adattatore. La Consulta è tano, all’incirca, l’80 per cento del fat- stata da poco rinnovata, i lavori sono turato delle sale cinematografiche. o T ripresi a pieno ritmo e si sta lavoran- Forse è il caso di ripetere questi dati do per la messa a punto di un secon- per dare una dimensione dell’impor- Pietr do rapporto di monitoraggio sulle as- tanza del fenomeno. Per quanto ri- sociazioni presenti all’interno della guarda la Tv, il dato impressionante, a Consulta, che dovrebbe focalizzare mio modo di vedere, è che il 92 per meglio la situazione di queste associa- cento della fiction trasmessa è dop- zioni e valutare gli sbocchi possibili a piata e, quindi, ha richiesto l’opera di livello normativo. Ricordo brevemente adattatori. che l’obiettivo della Consulta non è il riconoscimento di un albo o di un or- Se proviamo a tracciare una sorta di dine professionale ma, recependo lo identikit del dialoghista-adattatore, spirito di una direttiva europea, è il ri- vediamo che solo un 5 per cento di lo- conoscimento di un’associazione come ro è laureato, mentre gli altri sono di- rappresentativa dei propri iscritti e co- plomati; posseggono comunque tutti me responsabile della loro deontolo- una buona competenza linguistica 110 gia professionale. È una prassi assolu- nella lingua finale di doppiaggio, ma tamente innovativa e tutt’altro che solo in quella. L’ingresso sul mercato semplice. Una volta stabiliti certi re- del lavoro, specie nel periodo di mas- quisiti qualitativi minimi, la Consulta sima espansione, ma ancora oggi, a proporrà alle competenti commissioni quanto mi risulta avviene in modo della Camera e del Senato un disegno piuttosto casuale: non c’è nessun tipo di legge per il riconoscimento forma- di selezione basata sulle caratteristi- le di queste associazioni professionali, che professionali o sull’appartenenza tra cui l’Aidac, che diventeranno sog- o meno ad una scuola, per il semplice getti istituzionali. motivo che non esistono corsi di spe- cializzazione per diventare dialoghisti- Ciò detto, vorrei provare a definire i adattatori. Questo non significa che confini dell’area professionale entro chi fa il dialoghista non abbia forma- cui si muove l’adattatore-dialoghista. zione, ma che non c’è stato nessun ti- Orientativamente, i dialoghisti in Ita- po di percorso formativo orientato a lia, nel periodo di massima espansione quella particolare professione. - parliamo della seconda metà degli anni Settanta - sono stati circa trecen- Ogni singolo professionista ha utiliz- to. Probabilmente oggi sono poco più zato le sue inclinazioni culturali, il suo della metà, cui va aggiunta una parte background in un percorso di assolu- dei doppiatori che, in qualche modo, ta autoformazione, come dicono i so- opera anche come dialoghista-adatta- ciologi: on the job, a fianco, quando tore. Parliamo quindi di numeri che si si è fortunati, di un professionista va- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 111

lente, e quando si è meno fortunati a ro finalizzato, in estrema sintesi, ad fianco di un professionista un po’ me- analizzare puntualmente la professio- no valente. ne reale dell’adattatore-dialoghista, per tarare i contenuti formativi di un Per fare l’adattatore non è richiesto corso di specializzazione, corso che io nessun titolo di studio specifico, e da vedo bene in una struttura di elevata Pietr parte dell’industria, della grande di- tradizione come potrebbe essere il

stribuzione, probabilmente questa si- Centro sperimentale di cinematogra- o T tuazione viene accettata ben volentie- fia. Questo potrebbe essere un primo ri, nel senso che non esistendo requisi- passo per un riconoscimento formale ar ti professionali di riferimento, è più fa- nell’immediato, e per la creazione di onna cile disporre di un mercato in cui le re- un sistema di certezze, di trasparenze gole vengono stabilite dalla legge del per il futuro, per coloro che si affac- più forte. I contratti infatti vengono ciano a questa professione con qual- spesso stabiliti sulla base di parametri che interesse. Poi, suggerirei la crea- estremamente discutibili, e comunque zione di un gruppo di lavoro che va- la concorrenza da parte di dialoghisti- luti concretamente la possibiltà di un adattatori più o meno improvvisati è diploma universitario o una laurea talmente elevata che i costi tendono al breve per la direzione del doppiaggio, ribasso piuttosto che al rialzo. per esempio presso il Dams di Bolo- gna. Questo è un percorso che quali- Accanto a quello della visibilità della ficherebbe coloro che vi prendono professione all’esterno, quello della parte e che renderebbe un po’ più formazione è quindi, a mio parere, uno chiaro il mercato, perché una volta dei punti dolenti di questa situazione. che ci sarà un sistema di riferimento in termini di certificazione e di attribu- 111 Credo perciò che sia assolutamente zione di titoli, i rapporti all’interno necessario studiare percorsi formativi delle categorie e tra le categorie po- ad hoc per i dialoghisti-adattatori. Per tranno sicuramente migliorare. In tut- questo posso dire che l’Isfol, l’Istituto to questo, naturalmente, è importan- pubblico di ricerca che si occupa di te che siano direttamente coinvolti gli problemi della formazione, potrebbe operatori, attraverso le associazioni farsi promotore di un gruppo di lavo- che li rappresentano. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 112

Elisabetta Bucciarelli Presidente della Editori Associati

REGOLE E RISORSE

Desidero innanzitutto salutare i pre- tutto questo rischia di diventare lo senti, personalmente e come presi- spettro di quello che era. Ancora si va dente della Editori Associati, associa- avanti col luogo comune che il dop- zione di categoria delle aziende che piaggio italiano è il doppiaggio miglio- raccoglie molte tra le aziende più im- re del mondo: forse è il caso di comin- pegnate e più rappresentative del set- ciare a chiedersi se questo vale ancora tore, che si sono unite per cercare in- oggi e, se vale, fino a che punto. In ef- sieme i migliori percorsi possibili per fetti, oggi è subentrato un elemento affrontare questo momento di crisi fondamentale: tutto è opinabile. Non che sì ci riguarda, ma che rispecchia ci sono più parametri, viviamo nell’as- una realtà più generale. surdo che lo stesso prodotto professio- nale può essere definito, indifferente- Tengo in modo particolare a esprimere 112 mente, un prodotto di ottima qualità, il mio apprezzamento per l’Aidac: que- di scadente qualità, un prodotto me- sta iniziativa straordinaria è la dimo- diocre. E tutto è valido, tutto è vero, strazione concreta che l’impegno paga tutti abbiamo ragione. È chiaro che se stesso, perché si è riusciti a organiz- questo elemento fa sì che parlare di zare un momento di incontro di tante prezzi diventi un nonsenso: come si fa forze da cui mi pare che emerga una a parlare di prezzi corretti, di prezzi al- certa unità di intenti. Le questioni e i ti o bassi se li rapportiamo a un pro- problemi cominciano a essere identifi- dotto del quale non riusciamo più a cati, mi pare, un po’ da tutti, e questo identificare il valore? Se viene a cadere può essere veramente un passo impor- il rapporto prezzo/qualità, ogni prezzo tante per affrontarli seriamente. Dalle è buono perché ogni qualità è opinabi- dichiarazioni degli attori doppiatori le. Infatti, noi ci troviamo spesso da- dell’Anad, per esempio, emerge un’a- vanti a una committenza che riducen- nalisi seria, un’autocritica corretta e, so- do i tempi a disposizione dei professio- prattutto, una volontà concreta di an- nisti, a qualunque livello, riduce la pos- dare avanti e di uscire dalla situazione sibilità di dare il meglio di se stessi, a di degrado nel quale il nostro settore e volte di dare un prodotto che abbia i la nostra professione stanno scivolando requisiti minimi di professionalità, un sempre più rapidamente. È una grande prodotto almeno standard. responsabilità: noi abbiamo in mano un patrimonio culturale, un patrimonio Certo, la committenza spesso sostiene tecnico, un patrimonio industriale, e che non è vero che il prezzo che pa- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 113

ga è basso, perché il prodotto che ot- Da questo punto di vista, l’iniziativa di tiene è esattamente corrispondente ai riqualificazione dei dialoghisti non canoni di professionalità. E allora può che ricevere il sostegno della no- dobbiamo recuperare un linguaggio stra associazione. Anzi, penso che tut- comune, parametri di qualità non co- te le aziende debbano sostenere que- Elisabetta Bucciar sì opinabili, ai quali corrispondano ste iniziative. Le aziende hanno biso- James Bond prezzi meno vaghi. È vero, nella ge- gno di professionisti qualificati perché nerale situazione di crisi è necessario è la professionalità che crea econo- contenere i costi, e noi, come azien- mia, e nello stesso tempo consente di da, ce ne rendiamo conto. Ma il pun- dare un prodotto di qualità superiore. to è: contenere i costi non significa È fondamentale quindi stabilire rego- contenerli come capita, perché è una le comuni e assumere l’impegno di ri- politica suicida. Per contenere i costi spettarle: qualsiasi tentativo di risol- bisogna che gli operatori del settore vere i problemi separatamente è un trovino un accordo serio esaminando tentativo destinato a fallire. Siamo in elli la situazione reale, i reali problemi molti, non c’è dubbio, e questo è un economici. Senza un accordo tra le altro problema. Come mai? Siamo parti c’è il rischio che il risparmio di- troppi perché c’è stato un momento in venti invece uno sperpero di profes- cui per l’abbondanza del lavoro im- sionalità, uno sperpero del patrimo- messo sul mercato è nata tanta forza nio comune a noi tutti. lavoro, che andava dai professionisti alle aziende stesse; questo purtroppo Anche la professionalità ha subito un ha comportato anche una buona dose degrado, a causa della confusione e di improvvisazione. Oggi la realtà è di- dell’improvvisazione in cui si è trovato versa, non c’è più la stessa quantità di il nostro settore. La professionalità lavoro, e quindi sarebbe assurdo non 113 non è un bene immutabile, va coltiva- modificare il mercato di conseguenza. ta, va continuamente verificata e ha Ma la selezione deve essere basata sul bisogno di un tempo corretto per principio della qualità, e non deve es- esprimersi. Naturalmente, la prima sere innaturale, casuale e in fin dei realtà che deve cominciare a darsi una conti autolesionista. maggiore professionalità è proprio l’impresa, perché la professionalità Per riassestare, riordinare, riequilibra- consente all’impresa di non fare una re questo settore le forze responsabili politica dissennata e le consente di e le associazioni che le rappresentano non farsi prendere dal panico nei mo- devono lavorare insieme, con respon- menti difficili, facendo scelte spesso sabilità, per capire quali sono le esi- miopi, che risolvono il problema di do- genze di mercato e riequilibrare i rap- mani mattina con danni che però poi porti, perché una quantità disordina- si ripercuotono su tutti. L’imprendito- ta di operatori non crea più lavoro, re professionista non interviene in un ma più disoccupazione. Il lavoro si mercato malato come questo con l’ac- crea se si gestiscono in modo raziona- cetta ma, eventualmente, usa il bistu- le le risorse e le potenzialità. Le azien- ri. È necessario, quindi, che ogni ope- de intendono assumersi questa re- ratore recuperi il suo ruolo e si assu- sponsabilità e intendono proporsi co- ma le responsabilità che gli competo- me una realtà che offra garanzia alla no. Non possiamo più lasciare spazio committenza - perché anche questo è al dilettantismo. importante: la committenza deve ave- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 114

re delle garanzie -, ai professionisti e realtà per far sì che questo mercato a tutte quelle forze che operano al- diventi affidabile, diventi credibile, e l’interno e all’esterno dell’azienda; l’a- consenta a chi vi opera - chiunque sia zienda deve essere «strutturata», e - di poter pianificare e di poter co- questo per un’azienda di doppiaggio struire qualche cosa nel tempo, per significa avere un organico, uno spa- non disperdere il patrimonio che ab-

elli zio, delle professionalità che evitino biamo ereditato, un patrimonio che sprechi, la capacità di operare con pre- ha un valore culturale e anche un va- parazione e con consapevolezza. Tut- lore economico. to questo crea economie e dà un mi- glior prodotto. Noi siamo una realtà che, oltre a fat- James Bond turare miliardi, incide sul linguaggio Io sono qui a testimoniare che molte del bambini e degli adulti. Tutto que- aziende, e comunque le aziende che sto non può essere trattato o liqui- io rappresento, hanno fatto e stanno dato con leggerezza e con approssi-

Elisabetta Bucciar facendo un’analisi seria di questa mazione.

114 Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 115

Fabrizia Castagnoli Attrice doppiatrice

LA RESPONSABILITÀ DELLA PROFESSIONE

In qualità di responsabile del settore nascono problemi di comprensione formazione dell’Anad, voglio innanzi- con il committente - che a volte man- tutto esprimere la nostra adesione im- da qualcuno a controllare il nostro la- mediata e entusiasta alla proposta di voro - e per non specare il poco tem- Piero Taronna di promuovere corsi di po a disposizione in polemiche si sce- formazione per gli operatori del dop- glie la soluzione più neutra possibile. piaggio, attori e dialoghisti. Per esempio, curiosamente, nel dop- Questa operazione ci sarebbe di gran- piaggio la parola «mica» è bandita; de aiuto per svolgere il nostro lavoro non si dice mai: «non sono mica sce- con la maggiore professionalità possi- mo», ma si preferisce dire: «non sono bile. scemo».

Ma a una nostra maggiore professio- Se l’uso di quella espressione viene 115 nalità è necessario che la committen- contestata in fase di doppiaggio - e za risponda offrendo migliori condi- magari invece era stata scelta dal dia- zioni di lavoro, in particolare per loghista proprio per sottolineare l’e- quanto riguarda i tempi. strazione popolare del personaggio - noi preferiamo mantenere un atteg- È stato da più parti sottolineato l’ap- giamento neutrale, che finisce per piattimento del linguaggio - non solo neutralizzare anche la ricerca dell’a- della lingua dei bambini, ma del li- dattatore e per ostacolare l’evoluzio- guaggio in generale - causato dal cat- ne della lingua. tivo doppiaggio. Se la nostra professionalità fosse rico- È innegabile che il doppiaggio sia in nosciuta, affermata, regolamentata, gran parte responsabile della staticità, saremmo anche più responsabili nel della convenzionalità, del basso livello nostro lavoro, da quello apparente- della lingua parlata, ma spesso questo mente più di routine, come le teleno- è dovuto alla necessità di lavorare in velas o le soap operas - e che però ha tempi talmente ristretti da imporre la una grandissima incidenza sulla lingua scelta più facile, che è spesso anche la parlata - ai film d’autore e ai pro- più banale. grammi per i bambini, che richiedono una attenzione particolare. Questo problema tocca in primo luo- go i dialoghisti, ma anche noi attori, perché spesso in sala di doppiaggio Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 116

Andrea Lorusso Caputi Responsabile della post-produzione Rai

QUALE DOPPIAGGIO PER QUALE COMMITTENZA

Il mio compito all’interno della Rai è conti con le esigenze della program- quello di fare delle scelte tenendo mazione. Contemporaneamente, da conto di esigenze spesso contrappo- parte del pubblico c’è una scarsa co- ste. In questo cerco sempre, nei limiti noscenza di come il prodotto viene del possibile, il confronto con tutti. fatto, anche perché nessuno lo sotto- Forse è questo il motivo per cui sono linea, né nel bene né nel male. Que- l’unico rappresentante dei committen- sto vale anche per chi, come me, qual- ti ad essere seduto qui, oggi. che volta vorrebbe sentirsi elogiato e qualche volta rimproverato, perché il Nel mio lavoro ho trovato grosse dif- totale silenzio intorno al doppiaggio ficoltà non tanto con gli adattatori, tende a far diventare il nostro lavoro perché l’Aidac è una struttura che, una routine. Noi, in più, come società grosso modo, rappresenta tutto il pubblica abbiamo la responsabilità di 116 mondo degli adattatori, ma con il essere considerati un po’ quelli che mondo estremamente frammentario delle aziende. Come committente do- devono risolvere tutti i problemi, e al- vrei essere felice di questo, perché è lo stesso tempo ci viene chiesto di ge- molto più comodo avere davanti un stire l’azienda in modo manageriale. settore spezzettato: ci si lavora me- Dobbiamo quindi mettere d’accordo glio, si guadagna di più, si gioca sulle due esigenze di tipo diverso, in una sue contraddizioni. Invece, guardando fase di grandissima crisi. Perché la cri- un po’ più lontano, io sono preoccu- si c’è, e infatti abbiamo dovuto ridur- pato, perché la prospettiva del setto- re il volume delle opere doppiate, re non è rosea. E questo è un settore mandando in onda una maggiore estremamente importante per noi. quantità di repliche.

Hitchcock diceva: «Se si crea il proprio La Rai, tra l’altro, sta aumentando la film correttamente, lasciando largo produzione rispetto all’acquisto di spazio alle emozioni, il pubblico giap- prodotto straniero, e alcuni successi, ponese deve reagire negli stessi mo- che per ora sono solo successi nazio- menti del pubblico indiano». Ecco, il nali - è molto difficile vendere all’e- doppiaggio deve risolvere proprio il stero - ci fanno ben sperare. Io mi au- problema della possibilità universale guro che questa politica diminuisca la di comprensione. E invece all’interno pressione degli attori che tendono a delle aziende spesso viene visto solo trasferirsi nel mondo del doppiaggio come un anello drammatico nel fare i per far fronte alla crisi dell’occupazio- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 117

ne. Qui si presenta il problema di al- zionalizzare il settore, perché, finito il largare il mercato almeno a livello eu- boom degli acquisti e quindi delle ropeo e di doppiare il prodotto italia- grandi quantità di prodotto da dop- no nelle altre lingue. Io sono scettico piare - boom in cui la Rai ha qualche sul fatto che si potrà doppiare local- colpa ma, mi dispiace citare chi non James Bond mente: secondo me, aumenterà la c’è, colpe maggiori hanno le Tv com- Andr quantità di prodotto, e sarà necessa- merciali - la grande quantità di so- cietà sul mercato non riesce più a vi- rio doppiarlo per mandarlo in onda ea Lor contemporaneamente con colonne so- vere, ma al massimo sopravvive. Certo, nore in più lingue. Ci sarà però anche non è che io penso di tornare all’uni- un controllo maggiore sulla qualità da ca cooperativa del doppiaggio delle usso Caputi parte del pubblico, perché i giovani, origini, né alle magnifiche cinque del- rispetto alla mia generazione, sanno la via di mezzo, ma non è possibile bene una, due, tre lingue straniere, e che ce ne siano quante ce ne sono og- avranno modo di confrontare le ver- gi, semplicemente perché non c’è la- sioni doppiate con l’originale. Ma l’o- voro per tutti. Io qualche volta dico - riginale resterà sempre tale, perché è un po’ scherzando e un po’ sul serio - vero che chi sa il russo può leggere che finiremo per dare un tv-movie a Majakovskij in lingua originale, ma testa, che significa far stare tutti al di non lo saprà mai sufficientemente be- sotto del livello di sopravvivenza. Le ne - a meno che non faccia di mestie- aziende devono avere, invece, una re il traduttore - da non aver bisogno giusta remunerazione, e devono ave- di una mediazione. re anche la possibilità di investire sul futuro, sull’innovazione, sugli esperi- Che fare, allora, per intervenire in una menti. In questa situazione non speri- situazione così difficile? Quella di far menta più niente nessuno, nessuno si 117 salire artificiosamente i prezzi è una azzarderebbe più a rischiare, nessuno strada impraticabile, perché sarebbe può permettersi di commettere errori. comunque una distorsione del merca- Oggi non si può più sbagliare, perché to in un momento di crisi di tutto il se si sbaglia ci si rimette e, siccome si settore, che dovrebbe pensare alle in- sta proprio al limite minimo della so- novazioni e che invece si sta depau- pravvivenza, si muore. perando, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello professionale. Uno Dovremo, quindi, avviare una raziona- dei motivi per cui questo settore ave- lizzazione del settore che consenta al- va - e, secondo me, ha ancora - gran- le aziende di effettuare delle econo- dissimi professionisti, era proprio il mie di scala, e a noi di non far salire i fatto che era un settore dove lavora- prezzi oltre un certo limite. Questo vano in pochi, i migliori, ed erano an- non vuol dire che degli onesti e bra- che ben pagati. Oggi non è più così: i vissimi artigiani non possano conti- compensi sono diminuiti, e questo, tra nuare a fare gli onesti e bravi artigia- l’altro, allontana i giovani da questa ni. Per quello che ci riguarda, noi ab- professione. Ecco, questo è un depau- biamo bisogno di avere di fronte del- peramento nel tempo, di cui ci accor- le aziende che hanno solidità, tecnica geremo in futuro, e che pagheremo organizzativa e anche economica. Poi, tutti, in termini di qualità culturale. naturalmente, discuteremo i criteri, perché non vogliamo tagliare con l’ac- L’unica strada, allora, è quella di ra- cetta: noi non possiamo - come qual- Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 118

cun altro ha fatto - decidere che da dipendentemente dalle società di dop- domani nel nostro albo fornitori ci so- piaggio. Anche qui ci siamo trovati di no soltanto alcune aziende; noi dob- fronte un grosso problema, cioè un biamo stabilire dei criteri, non solo numero enorme di adattatori. A que- perché abbiamo la responsabilità di sto proposito, vedo con favore la pro- essere un ente con capitale pubblico, posta dell’Isfol di selezionare, per il fu- ma anche perché abbiamo una storia turo, i giovani; e raccoglierei al volo e una tradizione di correttezza e di anche la disponibilità dell’Università. trasparenza da difendere. Un tempo lavorare per la Rai era un Vogliamo fare tutto questo per il set-

usso Caputi biglietto da visita, e noi vogliamo tor- James Bond tore del doppiaggio e con il settore nare a quei tempi. Ma per fare scelte del doppiaggio, senza prendere deci- di qualità abbiamo bisogno di aiuto sioni unilaterali, ma nel rispetto reci-

ea Lor da parte dell’Aidac e dell’Università. proco degli impegni e dei tempi, per- Chiederò poi a Jader Jacobelli che il ché il nostro problema è sempre quel- doppiaggio venga sottoposto alla Andr lo che dobbiamo andare in onda. Cer- chiamo di non farlo con qualsiasi cosa. Consulta Qualità, e che ci rimproveri- Poi confronteremo i risultati, li esami- no, ci richiamino se è fatto male, se neremo insieme per trovare un equili- non è linguisticamente corretto, per- brio che, io credo, con un po’ di pa- ché noi, come servizio pubblico, ab- zienza - anche se in un momento di biamo una responsabilità in più che i grande crisi - riusciremo a trovare. Una bambini non parlino «doppiaggese». cosa, nel frattempo, l’abbiamo fatta: Se poi anche i critici e la stampa se- abbiamo cambiato, almeno per le guissero con attenzione e segnalasse- 118 grandi serie, il meccanismo di scelta ro la qualità del doppiaggio, sarebbe degli adattatori, che ora scegliamo in- un servizio per tutti. Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 119

Alessandro Piombo Segretario generale aggiunto del Sindacato attori italiani

DAL RISPETTO DI REGOLE COMUNI LA RINASCITA DI UN SETTORE

Ringrazio molto l’Aidac per aver orga- sissimi cali di investimento dei com- nizzato questo convegno e, in modo mittenti si aggiunge infatti una lenta particolare, per aver puntato sulla ma, fino ad oggi, inarrestabile disap- complessità del settore senza indicare plicazione delle norme contrattuali, scorciatoie. che ha accresciuto le difficoltà in cui si muovono le categorie del doppiaggio. Perché le scorciatorie, invece di porta- re alla soluzione dei problemi, porta- Quindi, accanto al problema del recu- no spesso a confonderli; tanto più in pero degli investimenti, abbiamo an- un settore come il nostro, un settore che il problema dell’applicazione del- complicato, nel quale occorre ricollo- le norme. Noi non vogliamo che il pro- care a posto le tessere di un mosaico dotto costi surrettiziamente di più, ci sconvolto da una lunga crisi. basta che costi quanto abbiamo con- Perché all’interno del settore del dop- cordato nei rapporti stabiliti recipro- 119 piaggio non abbiamo soltanto il pro- camente. blema delle regole che mancano, ma anche quello di regole largamente di- In questo momento il sindacato sta sapplicate. Per questo occorre cercare riaprendo il confronto contrattuale. di individuare i punti più deboli di una Questa circostanza, insieme a un at- catena complicata, per arrivare, non teggiamento come quello che emerge dico a risolvere tutti i problemi, ma al- dalle affermazioni di Andrea Lorusso meno a porre le questioni del dop- Caputi, fanno ben sperare che la di- piaggio in termini corretti. scussione si riaccenda, il che è vantag- gioso per tutti. Innanzitutto, quindi, è necessario un riassetto delle società, che sono il cuo- Al centro del rinnovo del contratto ci re dell’organizzazione del doppiag- sarà la questione dei diritti - del dirit- gio. Io credo che il doppiaggio in Ita- to d’autore e dei diritti connessi - che lia sia ancora di qualità elevata nelle diventa un rivendicazione contrattua- sue componenti strutturali, ma se non le in quanto da più parti è stato giu- facciamo attenzione e non poniamo stamente posto l’accento sul fatto al- riparo agli elementi critici, rischiamo larmante che le repliche, nel corso di che la situzione degeneri irreparabil- questi anni, hanno praticamente riem- mente, con gravi conseguenze sul pia- pito i palinsesti televisivi. no culturale, sul piano occupazionale, sul piano delle retribuzioni. Ai visto- Noi ci faremo quindi portatori, in una Attinterno1 16-06-1999 15:19 Pagina 120

piattaforma rivendicativa molto sem- Francamente, è insopportabile che plice, del principio del compenso sulla nella fase più delicata, quella della or- base del diritto d’autore e dei diritti ganizzazione del lavoro, ci sia una ta- connessi, e del tentativo di ristabilire le quantità di aziende, molte delle il rispetto delle norme contrattuali. quali attivate per ragioni clientelari più che professionali. Occorre poi individuare standard qua- litativi per i tempi e le condizioni di la- Per finire, se a tutto questo si accom- voro da imporre alle aziende per evi- pagnerà un impegno delle parti ad tare il perdurare di situazioni spesso agire in modo trasparente per quanto o Piombo indecenti, sinceramente inaccettabili. riguarda sia i rapporti col mercato del lavoro, sia il versamento dei contribu- Da questo punto di vista, crediamo ti, sia l’assegnazione del lavoro, sare- fortemente nella possibilità di avviare mo in grado di imporre una svolta un tavolo delle regole che dia risposte Alessandr fondamentale a tutto il settore del concrete. Materiale, esempi, possibi- doppiaggio. lità già esistono: a noi individuare tempi e modi per muoverci in questa Tutto il nostro impegno, ora, è nel direzione, e per farlo subito. nuovo contratto collettivo.

120 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 121

La voce e il suo doppio

Atti del Convegno del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani Milano, 1984 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 122

Introduzione di Bruno Torri Presidente del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani

L A V OCE E IL SUO DOPPIO, UN CONVEGNO DI ALCUNI ANNI FA...

Quando il Sindacato nazionale criti- definizione, ha sempre ragione. ci cinematografici italiani organizzò, più di dodici anni fa, il convegno Tra i meno estremisti, c’era chi, pur «La voce e il suo doppio» i problemi inclinando a favore del doppiaggio, lo relativi al doppiaggio erano, per così definiva comunque «un male mino- dire, già del tutto risolti nella prati- re», mettendo l’accento più sull’agget- ca, mentre a livello teorico restavano, tivo che non sul sostantivo. in gran parte, ancora da discutere. In quel convegno - che fu un bel con- Nella pratica il doppiaggio era risul- vegno, lo posso dire tranquillamente in quanto non ero tra gli organizza- 122 tato vincente su tutta la linea, poi- ché l’«italianizzazione» dei film tori né tra i partecipanti attivi: ero stranieri era imperante da lungo un semplice spettatore (ascoltatore) - tempo (dall’epoca fascista) e le ecce- prevalsero, invece, opinioni, sì ancora zioni (film sottotitolati o in lingua controverse, e tuttavia più sfumate, originale) nel mercato cinematogra- più attente a comprendendere anche fico interno erano rare, proprio in le argomentazioni degli «altri», più numero così ridotto da confermare, consapevoli, insomma, che qualunque anzi, da consacrare la regola. soluzione si volesse proporre per il pro- blema del doppiaggio si trattava pur A livello teorico, la (non) discussione sempre di opzioni, di punti di vista, si riduceva, su posizioni estrema- di preferenze soggettive, e non di ve- mente contrapposte, tra chi vedeva rità assolute da sostenere come dogmi nel doppiaggio un’offesa, estetica e (i quali, peraltro, sono razionalmen- anche etica, all’integrità dell’opera e te insostenibili). chi lo considerava una necessità im- prescindibile, pienamente giustifica- Con ottiche diverse e con diverse mo- bile perché pienamente accettata dal tivazioni, il problema del doppiaggio pubblico che, in quanto cliente, per venne non solo relativizzato, ma an- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 123

che, e mi scuso per il bisticcio verba- dell’offerta filmica, tale da soddisfare le, problematizzato. Non ci fu sol- la domanda culturale di spettatori tanto il confronto tra chi era favore- più esigenti, che magari vorrebbero vole e chi era contrario, ma si af- avere anche la possibilità di visiona- frontarono anche altre questioni, co- re determinati film in lingua origi- Sncci me, ad esempio, quella che ravvisava nale o con i sottotitoli (questi ultimi, l’esigenza di distinguere tra un buon a loro volta, non privi di inconve- doppiaggio e un cattivo doppiaggio, o nienti e di distorsioni rispetto alla quella che riteneva metodologica- normale visione dell’opera filmica). mente e operativamente corretto in- quadrare il problema del doppiaggio In confronto ad allora, la situazione nel contesto degli assetti economico- non è molto cambiata: è anche per mercantili, anche per favorire la questo motivo che la lettura delle re- creazione di nuovi spazi fruitivi, ov- lazioni di quel convegno può risulta- vero una maggiore differenziazione re ancora utile e stimolante.

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La voce e il suo doppio Milano, 1984

IL DOPPIAGGIO È VERAMENTE re totale della necessità (anche fatale, UN MALE MINORE? «il male minore») del doppiaggio. Giovanni Buttafava Del resto prendere posizione sul dop- piaggio equivale anche a mettere in «Il doppiaggio, qualsiasi doppiaggio, moto varianti culturali, persino fisiolo- non può non essere falso e artistica- giche, che forse fanno del «discorso mente nullo, se non altro perchè ogni doppiaggio» un discorso davvero «im- lingua possiede certi gesti espressivi e puro» e teoricamente quasi impropo- organici che sono caratteristici, ap- nibile. La traduzione di un libro da punto, degli uomini che quella lingua una ad altra lingua non comporta una parlano. Non si può parlare in inglese diversa modalità di lettura: la visione e gestire in italiano». Parole chiarissi- di un film in originale con sottotitoli 124 me, stroncatura famosa e perentoria rispetto a quella dello stesso film dop- della pratica invalsa in quasi tutti i piato presuppone un lavoro dello paesi di tradurre il dialogo di un film spettatore molto diverso, persino op- dalla lingua originaria in quella del posto in qualche modo. In un caso im- pubblico a cui si propone. Sono paro- pegno intellettuale, nell’altro «abban- le di Bela Balazs (da Il film. Rivoluzio- dono», «resa» totale allo schermo; ne ed essenza di un’arte nuova). una lettura attiva e una passiva.

Ma prendere posizione sul doppiaggio Sottraendoci ad opposizioni estreme in questi termini, o in termini opposti, che si vorrebbero sepolte come infan- non equivale tanto a esprimere un’i- tilismi d’altri tempi, cerchiamo di par- dea di cinema, quanto a sacrificare tire da un altro concetto, quello della un’idea di cinema. Sostenere la non-ar- «doppiabilità» del singolo film. Un tisticità, la non-legittimità del dop- primo indice di doppiabilità è dato piaggio significa negare una dimensio- dalla maggiore o minore «neutralità» ne fondamentale del cinema-spettaco- del tono originale; il massimo della lo, della fruizione immediata del pro- doppiabilità sarà allora quello della dotto filmico nelle grandi sale, impro- voce off dello speaker nei documen- ponibile dopo tanti «recuperi» hol- tari, impassibile, araldica, «neutra», lywoodcentrici, industriali, nostalgici. appunto (cfr. il caso singolare di Equivale alla negazione apodittica di di , proposto in genere un cinema diverso, d’autore, «diretto», fuori dagli Stati anglofoni con la pre- di un più ipotetico che reale sostenito- ponderante voce off doppiata e le Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 125

parti «recitate» in originale coi sotto- si che paiono più che discutibili, come titoli: riconoscimento ufficiale della per la recente edizione con le canzoni doppiabilità ma anche dell’indoppia- doppiate in italiano di Annie di Hu- bilità del film). Basta peraltro che la ston. Come si può offrire a un pubbli- voce del commentatore appartenga a co di ragazzi una versione sottotitola-

un io narrante con un volto preciso ri- ta? Un Walt Disney in lingua? Occorre Sncci velato dalla finzione filmica o che si tener presente il grado di alfabetizza- sveli per quello che è («My name is Or- zione del proprio pubblico, come fa- son Welles») per rendere già proble- cevano gli autori dei melodrammi ul- matico il riconoscimento di doppiabi- trapopolari di trenta-quarant’anni fa lità. Un altro indice di doppiabilità po- quando arrivava una lettera: la si in- trebbe essere rinvenuto nell’«omoge- quadrava magari in piano ravvicinato, neità culturale» del Paese cui appar- ma c’era anche una voce che si incari- tiene il film da doppiare e del Paese cava di leggerla per benino. che deve doppiare il film. Il vero nodo del problema sta dunque Il maggior disagio che, per esempio, si in una diversa struttura del circuito, prova di fronte ad un film giappone- nella creazione di una doppia «offer- se «classico» in italiano, più volte no- ta», magari. Lo stesso film in versione tato come bizzarria inspiegabile, ri- doppiata e in una copia sottotitolata spetto ad un prodotto americano con- per i circuiti locali d’essai: le sporadi- temporaneo, è tipico. Pur nella fonda- che prove delle scorse stagioni sono mentale artificiosità dell’impresa, sem- state troppo casuali per creare un’au- bra più «naturale» il gergo giovanili- tentica abitudine alla versione origi- stico spinto, pieno di accenti etnici nale anche da parte dello spettatore strani, intonazioni insolite, suoni «preparato» ma non sensibile ancora 125 «sporchi» di film come I guerrieri del- al problema. In ogni caso si dovrebbe la notte o simili, che il linguaggio sem- ben capire ormai che anche in termini plicissimo, pulito, «eterno», basato su economici il richiamo di alcuni film funzioni universali dei film di Ozu, che non si affievolirebbe affatto con la l’ltalia, unico paese al mondo, ha osa- versione originale sottotitolata, anzi. to doppiare. Si può, si può davvero, Lo stesso dicasi per certi spazi televisi- parlare in neovolgare italiano e gesti- vi che potrebbero aprirsi a program- re in «americano», con buonapace di mazioni da cineclub, sempre in origi- Balazs; i meccanismi delI’omologazio- nale con sottotitoli: gli amanti di Ozu ne antropologico-culturale sono in non avrebbero certo spento il televi- evidenza e quell’ibrido che è, mettia- sore per questo (lo spegnevano per- mo, John Travolta-Flavio Bucci, lo sen- ché i film erano doppiati, se mai) e si tiamo familiare, frutto di una megalo- sarebbe fatta opera finalmente meri- poli in cui perifericamente ci troviamo toria nella divulgazione di una corret- anche noi. ta visione del film d’autore. Così è in Francia, in Inghilterra. Ma noi abbia- Ci sono poi casi in cui la doppiabilità mo dei grandi doppiatori, noi sappia- si impone di per sé, anche se forse non mo doppiare meglio di tutti gli altri si tratta propriamente di film d’auto- paesi al mondo, si dice. Viene in men- re. Caso tipico il film destinato alle fa- te Wittgenstein: «Si vuole tappare con miglie, ai ragazzi. Inutile attestarsi su la paglia la breccia che si è aperta nel- posizioni troppo drastiche anche in ca- l’organismo dell’opera d’arte, ma per Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 126

tranquillizzare la coscienza si usa la nita da Adriana Asti. Lo stesso si può paglia migliore» (Pensieri diversi). dire della Sandrelli. Ma se pure si tac- ciono i nomi dei doppiatori certe voci Del resto occorrerebbe davvero verifi- sono ormai riconosciute da parte degli care questa eccellenza del doppiaggio spettatori. In E la nave va di Fellini, italiano. Sciorinare una serie di «casi» Oreste Lionello interpreta almeno due celebri o oscuri in cui cattive traduzio- ruoli, e la gente spesso lo capisce, lo di- ni, voci «scollate» dal volto, ricerca del ce, rompe gli incanti.

Sncci sincrono a tutti i costi o sprezzante asincronismo, I’aura romanesca che Se il doppiaggio dei film italiani è pro- certe voci si portano dietro, hanno prio necessario (per Fellini pare esi- prodotto guasti non indifferenti. L’o- genza inderogabile, per altri si po- dio per il sottotitolo, il timore di ve- trebbe eccepire) si dovrebbe almeno dersi dimezzato il pubblico perché lo calcolare i rischi che esso comporta, si invita a leggere un po’ di parole primo fra tutti la stereotipizzazione e ogni tanto ha anche deturpato versio- la ripetitività delle voci. Il pubblico è ni originali bilingui, da Ultimo tango arrivato alla fine della commedia del- a Parigi all’Adele H di Truffaut. l’inganno «affascinante»: come Rossa- na nel Cyrano de Bergérac ha già vis- Di contro ci sarebbero da elencare le suto la sua scena del balcone, quando grandi performances di giganti del non distingueva il bel volto di Cristia- doppiaggio, di Tina Lattanzi e di Lau- no dalla voce e dalla poesia di Cyrano. ro Gazzolo, la «divina» con il più fa- voloso birignao mai sentito e il «vec- chietto del West» di immediatezza VOCI VERE E VOCI FALSE 126 contagiosa, o delle voci virili ferme e ineguagliabili dei Cigoli e De Angelis. Franco La Polla

Si è ormai fatto mito o culto di alcune Immaginiamoci un’ltalia in cui, con un di queste grandi voci, anche a livello tocco di bacchetta magica, venisse da popolare. Ma qui, dal riconoscimento un minuto all’altro abolito il doppiag- di un professionismo antico e brillan- gio a vantaggio di sottotitoli o altro: tissimo, iniziano anche i nuovi dubbi, o nel migliore dei casi le sale cinemato- almeno la perdita dell’innocenza di grafiche, già mezze vuote, rimarreb- fronte alle voci che giungono dallo bero deserte. Sarebbe come abolire di schermo, che può risultare fatale per punto in bianco la pasta asciutta: po- certe opere, per certo cinema. I dove- trebbe addirittura risolversi in una ri- rosi omaggi nei titoli (di coda in gene- voluzione nazionale. re) alle voci doppianti invitano il pub- Allora, a che pro discutere a favore o blico a scindere un’immagine che si vo- contro il doppiaggio? A che pro una leva presentare unitaria. Finché non si questione tanto accademica? era sentita la voce roca e tenera di , si poteva anche cre- È con questa domanda ben chiara in dere che avesse un temperamento si- mente che mi accingo a proporvi le mile a quello della sua Ragazza con la mie considerazioni contro il doppiag- valigia, la cui anima vocale (e non so- gio, spesso definito «un male necessa- lo vocale, visti gli altri ruoli brillanti in rio», ma in realtà ormai divenuto un cui l’attrice si è autodoppiata) era for- male radicato, istituzionalizzato, ineli- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 127

minabile, tessuto stesso della nostra lo riguarda, tesa alla solita, risibile di- «cultura» cinematografica. fesa della italianità: lo stesso atteg- giamento, la stessa ideologia che du- Sono considerazioni alla rinfusa, im- rante il ventennio portarono a stam- pressionistiche, lontane comunque pare sulla copertina di una qualunque dalla scientificità che una posizione versione del King Lear (pardon, Re Sncci critica richiederebbe, magari attraver- Lear) il nome di Guglielmo Shake- so un vero e proprio volume, organiz- speare (qualcuno mi assicura che per- zato in modo da cogliere con preci- sino il cognome del Bardo venne tra- sione aspetto dopo aspetto, problema dotto in «Scuotilancia»: io non ne ho dopo problema. Vi è peraltro la con- mai avuto diretta verifica). Natural- solazione che le apologies del dop- mente non raccomando di abbattere piaggio in Italia sono ancor meno so- un ponte soltanto perché la sua co- lide e serie, a giudicare da quello che struzione data al periodo fascista. Rac- sembra essere l’unico libro a favore comando però di non dimenticare che sull’argomento, Il volto e la voce il nostro concetto di cultura dovrebbe (1966) di Francesco Luseri, la cui parte (dovrebbe?) aver fatto qualche passo migliore, I’introduzione, sembra il avanti rispetto quello che il fascismo ci condensato di un romanzo italiano fra propinò con ogni mezzo. i ’50 e i ’60, una specie di Ragazza di Bube, di Giardino dei Finzi Contini, di Evidentemente - e comunque la si Lessico famigliare, ambientato però pensi - non è più tempo di concorda- nel 1948 e fra i doppiatori. re con quanto affermava nel 1940 il Del resto, il referendum lanciato dalla sedicente «poeta» Diego Calcagno (sì, rivista Cinema fra il 1940 e il 1941 ave- quello che in periodo post-bellico con- va già detto tutto, sia sul pro che sul tinuerà imperterrito a scrivere canzo- 127 contro, come accenneremo fra un mo- nette per San Remo tipo La vita è un mento. paradiso di bugie e Avevamo la stessa età) in merito alla «perfezione della I profeti e i rappresentanti della cul- lingua italiana» e al doppiaggio come tura di massa ci hanno imbottito la te- «invidiabile primato» nazionale, per sta col solito ritornello: il cinema (co- cui Norma Shearer e Irene Dunne dop- me i fumetti, la Tv ecc.) è un linguag- piate «valgono il doppio» (che amabi- gio universale. Davvero? Lo era forse le calembour!) come fossero un dado ai tempi del muto, certo - almeno non da brodo. completamente - non oggi e, ancor più, non da quando, in Italia, esso ha Sarà che il sottoscritto di mestiere ha preso la parola attraverso l’espedien- a che fare con le lingue, ma mi sem- te della sua traduzione e della sua for- bra che il potenziale didattico - e non zata attribuzione al testo verbale di solo in sede scolastica - di un film in un qualunque film straniero. lingua originale sia incalcolabile (non si discute tanto e da tanto tempo di Sappiamo tutti molto bene che il dop- «audiovisivi» anche in questo campo?). piaggio è una delle tante eredità ca- duteci in testa dai tempi del fascismo. La citata inchiesta sul doppiaggio Come ci ricorda puntualmente Erman- aperta dalla rivista Cinema terminava no Comuzio in un recente numero di con un editoriale che sintetizzava mol- Cineforum, risale al1932 la legge che to precisamente la questione indivi- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 128

duando «un divario netto tra esteti e prendevano scene di doppiaggio co- spettatori puri: decisamente contrari me parte della loro parabola narrati- al doppiato i primi, decisamente favo- va l’artificio venisse presentato in ter- revoli i secondi». mini di sofferenza e di dramma. Si pensi a quel bel film sottovalutato di Dunque, il problema è di natura este- Roberto Mulligan, Lo strano mondo di tica. Dunque, la difesa del doppiaggio Daisy Clover, dove Nathalie Wood ca- in relazione a referenti come «la mas- de in preda a un esaurimento nervoso Sncci sa» e simili avrà tutte le ragioni del proprio nel momento in cui, con invi- mondo sul piano sociologico e persino diabile montaggio, la macchina da politico (per non dire di quello com- presa organizza un pas de trois fra la merciale) ma sempre e comunque ragazza ripresa dentro la cabina, fuo- estranee all’estetica, all’arte. ri dalla cabina e sullo schermo (con È un po’ il problema - naturalmente tutto il conseguente gioco fra sonoro con le opportune viariazioni - che ci si e visivo: all’interno la protagonista trova ad affrontare ascoltando i diver- canta e si sente, dall’esterno canta e si tenti slalom verbo-ideologici dei vede, sullo schermo si vede e si sente «massenziani» quando intendono ga- mentre noi sappiano che pur essendo rantire al «popolare» la qualifica di ar- lei, tuttavia non è lei). Lo stesso Can- tistico, senza rendersi conto di essere tando sotto la pioggia di Donen e Kel- proprio loro una magnifica metafora ly, con tutta la sua esuberanza, ci mo- rovesciata del doppiaggio. stra alla fine una Debbie Reynolds che per contratto deve cantare dietro a Evidentemente sono passati troppi an- una tenda fornendo la voce a una gra- ni (più di quaranta) dal famoso refe- cidante Jean Hagen e che poi cerca di 128 rendum su Cinema, una rivista che fuggire in lacrime dal teatro (salvo re- aveva sempre posto la questione in stando naturalmente il lieto fine che termini ineccepibili per quei tempi. E impone - anche, se non soprattutto, dunque, do per scontate le valutazio- storicamente - il successo della Rey- ni di natura estetica che portarono nolds, cioè il cinema sonoro, sulla Ha- quella rivista e molti suoi lettori a pro- gen, cioè il cinema muto). nunciarsi contro il doppiaggio. Se do- vessi riprenderle, non potrei far altro Rinunciare alla propria voce per darla che ripeterle. Piuttosto, vorrei riconsi- a un altro, rifiutare la propria voce per derare parte di quelle stesse argo- assumere quella d’un altro: un vero mentazioni finalizzandole, o quanto problema di identità, un tipico pro- meno riportandole, a un altro concet- blema del Novecento. Chissà che cosa to, a un’altra necessità del resto im- ne avrebbe scritto Pirandello se il suo parentata, connessa alle ragioni del- Serafino Gubbio fosse stato datato al- l’estetica. Vale a dire, la cultura: qual- l’epoca del sonoro: certamente non si cosa cioè che comprende l’estetica, ma sarebbe limitato alla difesa del muto che pure la supera abbracciando le in nome dell’«internazionalità» per- sfere dell’antropologico, dello psicolo- duta con l’avvento del sonoro, come il gico, del costume, dell’apprendimento celebre drammaturgo ebbe poi a scri- e così via. vere sul Corriere della sera nel 1929 (devo l’informazione a Guido Fink). Mi è sempre sembrato emblematico Del resto, si tratta ancora di un pro- che in più d’un film tra quelli che com- blema di identità quando i difensori Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 129

del doppiaggio cadono - come spesso do come il suo corrispettivo teatrale: hanno fatto - nel luogo comune del- non basta tradurlo, poiché la tradu- l’equazione cinema = letteratura: ciò zione (e il suo doppiaggio) non po- che parecchi teorici e critici interna- tranno comunque mai rendere l’ani- zionali hanno a più riprese raccoman- ma che si coglie nella interpretazione

dato di non fare. Insomma, si attribui- dell’attore originale. Si tratta cioè di Sncci sce al cinema uno statuto letterario (e una performance, non di un tipo di dunque strettamente verbale) che es- comunicazione (già compromessa so non ha. È questa, fra le altre cose, dalla traduzione) quale quella di un la ragione per cui tanti intellettuali romanzo. italiani, ancora in tempi di crocianesi- mo, si sono sentiti in diritto di parlare Tutto questo è vero. Ma c’è di più. Il di film come fossero libri, concluden- film, se proprio è necessaria una com- do regolarmente che, sì, La folla e Al- parazione con le altre forme di spet- leluja di King Vidor sono belle cose, tacolo e d’arte, è semmai più vicino al- ma che d’altra parte la letteratura, eh, l’opera lirica: in ambedue un libretto, quella è ben altro. in ambedue una musica (immagini e modi della loro giustapposizione nel Arnheim, dal canto suo, ha pensato primo, musica vera e propria nella se- che il cinema fosse finito col sonoro, e conda). E le parole, il testo, il libretto, tutto sommato, per quanto errata, forniscono soltanto l’occasione di questa mi sembra una posizione piu espressione per la musica. Ora, nessu- onesta e congruente. In realtà, il cine- no si sognerebbe di cantare il Rigolet- ma non è finito col sonoro e - se è per to in inglese solo perché esso viene questo - ha continuato a non essere rappresentato al Metropolitan. Il rap- letteratura. Anzi, oggi più che mai sia- porto fra parola e musica nell’opera è 129 mo tutti concordi nell’attribuirgli uno comunque inscindibile, I’una è il com- statuto estetico autonomo. E tuttavia plemento dell’altra. non siamo disposti a lasciare inalterata una sua componente originale: il lin- Obiezione possibile: d’accordo, ma in guaggio verbale, il testo, il dialogo di genere le opere che circolano sono co- cui esso è provvisto. Non si tratta, si ba- sì note da eliminare qualunque neces- di, del semplice meccanismo che pre- sità di traduzione del libretto, e gli ap- siede alla necessità della traduzione passionati possono persino permetter- letteraria: ben pochi conoscono il rus- si di non conoscere l’italiano (o il te- so, ergo bisogna tradurre in italiano desco nel caso di Wagner, o l’inglese Delitto e castigo a costo di perdere, nel nel caso di Britten) dal momento che passaggio, alcuni importanti valori sti- in realtà essi sanno a menadito ciò che listici della lingua usata da Dostoevskij. sta accadendo minuto per minuto sul- La cosa è più complessa. Più complessa la scena. Sembrerebbe insomma un persino di quanto non appaia da un’al- po’ il meccanismo che presiedeva alla tra equazione, quella cinema = teatro fruizione delle grandi tragedie da par- (ovviamente per quanto riguarda l’in- te del pubblico ateniese, una specie di terpretazione). rituale, con la differenza che in queste la rappresentazione toccava la sfera Dicono infatti alcuni di coloro che si del religioso, mentre nell’opera unica- oppongono al doppiaggio che un te- mente quella del piacere estetico e sto verbale cinematografico è in fon- spettacolare. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 130

In realtà, I’appassionato d’opera è quando quella non appartiene a que- pronto a seguire anche le pur poche sta? Vi sarà certo capitato di vedere novità straniere con non minore entu- qualche film dove, non essendo com- siasmo, indipendentemente dalla lin- prensibile direttamente al pubblico (e gua del loro libretto, per il quale si ac- magari anche alla critica) il sistema cul- contenta in genere di un sunto stam- turale cui rimandava un momento del pato iniziale o anche di una affretta- dialogo, il doppiaggio ha pensato be- ta lettura a priori dell’intero testo. La ne di adeguarlo al nostro: non so, ad Sncci ragione è semplice: la discriminante esempio, una conversazione in cui al del suo interesse si misura su un ter- posto dell’originario riferimento, po- reno del tutto diverso dalla compren- niamo, a Brenda Lee, si coglieva il no- sione delle parole del testo. Perché, me di Gigliola Cinquetti. Ambedue insomma, ciò che lo attrae e lo affa- cantanti teen-agers, ma la prima sco- scina nell’opera è la musica nella sua nosciuta (o quasi) da noi, mentre la se- funzione prettamente espressiva dei conda decisamente celebre. contenuti forniti dal testo. Bene, non c’è bisogno di tali incredi- LE IMMAGINI E LE PAROLE bili eccessi per dimostrare l’inconsi- stenza e l’incongruenza del doppiag- Bene, non dovrebbe essere lo stesso gio (che non capisco perché in casi co- con il film? Davvero andiamo al cine- me questi si chiami «creativo»). A star- ma per sentirci raccontare una storia ci bene attenti, qualunque film ameri- della quale le parole sono la compo- cano (anche oggi) denota non pochi nente primaria mentre le immagini scarti fra immagine e parlato, ai qua- fungono da semplice commento? In- li, da bravi spettatori che non voglio- 130 tendo dire: un qualunque film con no essere disturbati mentre si godono Montesano potremmo tranquillamen- lo spettacolo, concediamo - per dirla te ascoltarlo nella sala d’attesa del ci- col solito Coleridge - una «sospensio- nema, e avremmo avuto più o meno ne di incredulità». Vale a dire, faccia- ciò che da quel film ci aspettavamo, mo come niente fosse. Non alludo a laddove questo non ci basterebbe, che cose ovvie come la mancanza di sin- so?, nella sala d’attesa di un cinema in cronia fra movimenti delle labbra de- cui si proietta un film di Bergman o di gli attori e parole italiane che vengo- Fellini. Cito a proposito due cineasti no a loro attribuite, ma al contrasto ri- che non amo proprio per sottolineare levabile fra una ricca serie di movi- con maggior vigore che il cinema può menti, atteggiamenti, gesti dell’attore anche essere discusso nei valori esteti- e le parole contemporaneamente pro- ci dei singoli registi e dei loro prodot- nunciate nella versione italiana. ti (e, ripeto, personalmente mi sento di mettere in discussione i due nomi di Per fare un esempio, come ogni lingua cui sopra) ma non in ciò che ne fa ci- - e forse più di molte altre - I’inglese nema: cioè a dire un evento visivo, fi- presenta una vasta gamma di casi gurativo. ascrivibili a quella che, se ben ricordo, Jakobson chiama «funzione fatica» Dunque, assodata la primaria funzione del linguaggio. Una parola o una fra- dell’immagine, ne consegue la com- se, cioè, acquistano particolare senso plementarità della parola. E quale pa- a seconda del modo in cui vengono rola può complementare l’immagine pronunciate. Per di più, come dicevo, Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 131

tale funzione spesso si accompagna a creta. E non c’è barba di doppiatore quella che definirei una gestualità che possa rendere la carica teatrale complementare, atta, vale a dire, a che è non solo nel testo originale di sottolineare ancor più quella specifica O’Neill ma anche e soprattutto nel ca- «funzione fatica». rattere irlandese di cui la famiglia Ty-

rone è perfetto esempio. Sncci L’inglese americano è una miniera in questo senso, e l’italiano non include Come si vede, siamo entrati in un ter- quasi per nulla quella gamma nel suo reno che non si limita alla funzione sistema di comunicazione (ovviamente «fatica» del linguaggio, ma che ag- l’italiano ne ha un’altra alquanto di- giunge al discorso un’importantissima versa). Di conseguenza l’abilità del componente culturale di più largo ca- doppiatore potrà forse anche riuscire rattere. Consentitemi un esempio an- a ripetere perfettamente il tono di cor piu chiaro e rivelatore che implica una battuta di questo tipo, ma non fa- fattori di estrema importanza per la cendo parte del nostro sistema cultu- completa comprensione del film: Toot- rale non potrà non risultare anomala sie, ancora di Sydney Pollack. Come è per lo spettatore, che nel migliore dei noto, il regista vi compare nella parte casi la prenderà per un momento stra- di un agente teatrale nuovayorkese, no e incongruente all’interno del te- George Fields. Il cognome, si noti, non sto, o comunque estranea alle sue rea- lascia trasparire alcuna ascedenza et- li, originarie denotazioni (un po’ co- nica che non sia anglosassone. Tutta- me, ad esempio, la traduzione italiana via, osservando e ascoltando attenta- di un haiku giapponese, dove il rap- mente la versione originale della pel- porto significante-significato eccede di licola, si coglie sia nel taglio recitativo gran lunga il semplice livello del di- gestuale sia nell’intercalare verbale 131 zionario per rivelare, a chi di quella del personaggio una tipica compo- cultura fa parte, verità insospettate) . nente ebraiconuovayorkese che ovvia- mente non compare affatto (e come Cosi, mancherà il reale senso e sapore potrebbe?) nella versione italiana. western al vecchio Bear Claw (unghia, Mentre il nervosismo manageriale del- artiglio d’orso) che in Corvo rosso di l’atteggiamento (fattore visuale) è na- Sydney Pollack urla all’eroe titolare, turalmente fissato sulla pellicola, sullo Jeremiah Johnson, i suoi vanti di se- schermo, le brevi parole e frasi che midio della frontiera presi pari pari Fields proferisce al telefono nonché il dalla letteratura del Sud-ovest, dai modo in cui vengono pronunciate - Davy Crockett Almanacs su su fino al per scusarsi di dover interrompere la Mark Twain di Life on the Mississippi. conversazione (dal momento che Mi- Così, mancherà addirittura una «logi- chael è entrato inatteso nel suo uffi- ca» - quel «correlativo oggettivo» la cio) si perdono non poco nel doppiag- cui assenza giustificava per T. S. Eliot gio, in cui figurano come semplici la definizione di Hamlet come «trage- espressioni di imbarazzo. In realtà la dia fallita» - nello sviluppo di un film componente indiscutibilmente nevro- come Lungo viaggio verso la notte di tica dell’eloquio di Fields (che ritor- Sydney Lumet, nel quale i momenti di nerà poi anche nella scena alla Russian litigio e aggressione all’interno di una Tea Room quando egli viene abborda- sfortunata famiglia si alternano senza to da Michael/Dorothy) è parte essen- apparente ragione, senza causa con- ziale della sua origine ebraica. Ora, Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 132

I’origine ebraica del personaggio è Polanski. La distanza sociale fra Ni- importantissima non solo per cogliere cholson e la Dunaway, in questa pelli- in essa un’allusione allo spazio formi- cola, è di anni-luce: lo si vede dal loro dabile che gli ebrei nuovayorkesi han- rispettivo atteggiamento, ma lo si co- no nei settori manageriali dello show- glie decisamente anche dal dialogo biz, ma anche - cosa importantissima! originale. Il doppiaggio invece si limi- - per «leggere» il carattere di Fields, il ta ad attribuire all’uomo una parlata quale si intuisce facilmente a questo leggermente strascicata e ovviamente Sncci punto, si è evidentemente cambiato alcune parolacce che fanno regolar- cognome scegliendone uno più asetti- mente parte del suo vocabolario nel camente anglosassone. E il film diven- testo originale. Ma l’accento volgare, ta così anche una critica al «comples- le contrazioni degli ausiliari, il gergo so di inferiorità ebraico-americano». basso-sociale, la pronuncia strettissima delle parole si perdono completamen- Sento da tempo aria di obiezioni, e te nella versione italiana. Esattamente prevengo immediatamente. Capisco come nella versione italiana di Easy Ri- bene che gli ultimi esempi non posso- der di Dennis Hopper si perde sia la no essere imputati soltanto a una ca- pronuncia che il ritmo verbale tipica- renza che è nella natura del doppiag- mente texani dell’avvocato ubriacone gio. Intendo dire che anche nella ver- (sempre Jack Nicholson). In Arturo di sione originale film e brani come quel- Steve Gordon capita anche di peggio: li appena citati presenterebbero co- il playboy di Manhattan Dudley Moo- munque difficoltà di comprensione re interpella Liza Minnelli, ragazzotta per chi non fosse avvezzo ai riferi- di Queens proditoriamente intervenu- menti culturali che essi denunciano. Il ta alla sua elegantissima festa di fi- 132 fatto è che il doppiaggio, però, avalla danzamento, con la frase: «Perché par- l’eventuale ignoranza dello spettato- li quella strana lingua?». Solo che nel- re. Un po’ come se in una traduzione la versione italiana del film la Minnel- letteraria (ma con questa similitudine li parla in quella festa più o meno co- non intendo assolutamente schierarmi me parla con suo padre disoccupato e dalla parte di coloro che credono - o in canottiera, dal momento che il dop- credevano - alI’equazione cinema = piato rende ben poco l’affettazione letteratura) un termine yiddish venis- verbale adottata da lei per l’occasione. se saltato a pie’ pari. Sia come pubbli- E lo spettatore rimane là a domandar- co che come traduttori potremmo an- si il senso di quella battuta. che non sapere che cosa quel termine D’altro canto, le volte in cui il dop- significa, ma come traduttori è nostro piaggio ha tentato di colmare la di- dovere - quantomeno - non eliminar- stanza attribuendo a questo o quel lo dal testo, e come pubblico esigere personaggio dalla parlata popolare o che vi venga mantenuto. addirittura dialettale un accento re- QUANDO IL DOPPIAGGIO gionale italiano, come nel caso di Ber- TRADISCE L’ORIGINALE lin Alexanderplatz di Rainer W. Fas- sbinder, i risultati sono stati ancor più Tuttavia, esempi come quelli citati ri- disastrosi. Che cavolo ci fa un tedesco mangono nella sfera dei casi-limite. dall’accento torinese nella Berlino en- Regolare (ed è un esempio fra mille) tre-deux-guerres? Come mai è capita- quello fornito da Chinatown di Roman to lì? Una risposta c’è, ma sarebbe me- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 133

glio non averla. Spiega infatti il dop- alcuna differenza: figli di pionieri in un piatore Bruno Alessandro: «... nel dop- film dei ‘50 o prole di un sofisticato piare quell’attore straordinario che è autore teatrale nuovayorkese in un Gunther Lamprecht, il Franz Biberkopf film degli ‘80, la loro voce è sempre la di Berlin Alexanderplatz, ho fatto ri- stessa, e, quel che è peggio, non ap-

corso, per trovare una vena popolare- partiene né agli uni né agli altri, ade- Sncci sca di recitazione, a dei ricordi della guandosi forse più a quella dei ca- mia giovinezza, quando a Torino capi- gnetti della disneyana Carica dei 101 tavo in certe osterie, le cosiddette pio- (metafora facile e prevedibile, ma non le... E questo mi è stato molto utile per questo meno vera). per ricreare un’atmosfera equivalente a quella di certe bettole frequentate Per come ho impostato la questione, il da Franz. Magari pensavo la battuta problema evidentemente non riguar- in dialetto, la riassaporavo così dentro da l’abilità dei doppiatori. Lo sappia- di me, e poi cercavo di dirla in italia- mo tutti, sono i più bravi del mondo no, senza perdere quelle sfumature (ci mancherebbe altro che non lo fos- che aveva acquistato con questo pic- sero dopo decenni di training quasi colo trucco». esclusivo). Il punto è un altro, e non ri- guarda nemmeno il fastidio di ritro- Fortunatamente vi è anche chi, come varsi davanti ad attori diversi che par- Riccardo Cucciolla, sostiene onesta- lano volta a volta con la stessa voce mente: «È molto raro che un doppia- (una tendenza che va lentamente mu- tore possa permettersi slanci creativi, a tando), né il fatto di domandarsi sino meno che non faccia una piccola ag- a che punto le didascalie possono es- gressione. La creatività infatti è ag- sere una valida alternativa ai difetti gressiva e, in certo modo, stravolge il connaturati nel doppiaggio come isti- 133 lavoro svolto dall’attore o dal regista». tuzione. Personalmente sono anzi pronto a concedere che pellicole come O anche Oreste Lionello (la cui prati- Un, due, tre di Billy Wilder o Il con- ca, peraltro, non salva le sue afferma- tratto del disegnatore di Peter Gree- zioni): «Il doppiaggio ha ritardato in naway siano più fruibili attraverso il Italia almeno di trent’anni l’acquisi- doppiaggio che con le didascalie, poi- zione di civiltà, di antropologie diver- ché, pur non avendo mai pensato che se, perché uniformando tutte le reci- queste ultime guastino irrimediabil- tazioni straniere agli stessi attori, alle mente il piacere della visione (come stesse voci italiane, ha livellato tutte sostengono i difensori del doppiag- quelle deliziose varianti dell’espressio- gio), mi rendo conto che vi sono ope- ne e del modo di recitare». Salvo poi re le quali, come le due citate, sono aggiungere: «Oggi è diverso». troppo «parlate» perché il loro dialo- Diverso perché? Questo né Lionello né go possa essere riportato in calce alle altri lo spiega. Forse che i ragazzini inquadrature, sia pure in forma con- americani, doppiati in italiano, oggi densata. non dispiegano più quell’insopportabi- PROBLEMI CULTURALI le accento romano? Fra il Brandon De Wilde di Il cavaliere della valle solitaria Il problema, come si diceva, è invece di George Stevens e la covata di Papà, di natura culturale (oltreché, ovvia- sei una frana! di Arthur Hiller non c’è mente, estetica). Non si può eliminare Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 134

la gamma di una voce che interpreta per una notte di Scorsese sentiamo De usando un’altra voce, per quanto bra- Niro che, citando l’ultimo film della va e bella questa possa essere. Non si Monroe, lo chiama Gli inesorabili in- può eliminare una denotazione (so- vece che Gli spostati, o quando in Eva ciale, intellettuale, geografica ecc.) col contro Eva di Joseph Mankiewicz Bet- tranquillizzante alibi che, tanto, que- te Davis se ne esce con la battuta sta non verrebbe comunque colta dal «Mettiamoci il salvagente» invece che pubblico. Se battiamo le mani davan- «Allacciarsi le cintura di sicurezza», dal Sncci ti a Laurence Olivier che recita in in- momento che all’epoca i voli passeg- glese sulla scena, possiamo farlo an- geri in Italia non si erano abbastanza che quando Olivier recita in inglese sviluppati da consentire la compren- sullo schermo. Se non conosciamo sione della metafora aerea imbastita questo o quell’accento, questo o quel dal testo e messa in bocca all’attrice. gergo, possiamo (no, dobbiamo) bene recuperare la distanza. Lo faremo gra- Nel primo caso si tratta di pura e sem- dualmente: I’eventuale (e a mio pare- plice trasandatezza da parte di chi ha re irrealizzabile) abolizione del dop- curato l’edizione italiana del film di piaggio cinematografico non è que- Scorsese; nel secondo, di una forzatu- stione di bacchette magiche, ma di ra che elimina dal testo la sfumatura una disabitudine che per smaltirsi ri- di benessere implicita nella scelta del- chiede il tempo di almeno una gene- la metafora originaria. Una sfumatura razione. così importante che, fosse anche even- tualmente ripresa in tempi odierni, È stato dimostrato che chiunque, con non avrebbe più lo stesso significato, un mezzo audiovisivo (e senza nem- la stessa connotazione che essa aveva 134 meno l’ausilio di didascalie) può im- all’inizio dei ’50 (quando, cioè, se in parare una lingua attraverso la lenta Italia i voli passeggeri praticamente serie di passaggi graduali di acquisi- non esistevano, in America solo i be- zione che si attuano automaticamen- nestanti se li potevano permettere). te (sia pure secondo ritmi di appren- Quest’ultimo caso passa, non so bene dimento personali). Con le didascalie perché, sotto la definizione di «dop- sarebbe ancora più facile. Purtroppo piaggio creativo». Ma qui è necessario in questo paese il cinema continua ad intendersi. Doppiaggio creativo è essere inteso come «divertimento», quello che rielabora frasi intraducibili «distrazione». E dunque, perche mai non solo senza alterarne il senso, ma sottoporsi alla minima fatica nel mo- senza nemmeno perdere strada facen- mento in cui si entra in una sala per do le loro ulteriori connotazioni. Dop- puro piacere e diversivo? Per ben po- piaggio creativo è quello che in Il giul- chi in Italia il cinema - anche il peg- lare del re di Panama e Frank, al po- giore - è un fatto culturale, tale cioè sto della splendida e logicissima assur- da richiedere l’esercizio di un funzio- dità «The pellet with the poison‘s in ne critica (non necessariamente di ca- the vessel with the pestle...» ne mette rattere cinematografico, linguistico). un’altra altrettanto logica ed insieme Quindi, parlare di cultura (anche solo assurda. Già con i Marx le cose cam- linguistica), parlare di antropologia, biano, al momento che i loro puns, i come fa Lionello, è un nonsenso. E lo loro giochi di parole si portano quasi è a maggior ragione quando, ad regolarmente dietro allusioni critiche esempio, nella versione italiana di Re alla società americana, ad ambienti Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 135

aristocratici, connotazioni popolari dei ticola in uno spazio tale da escludere personaggi, ironia corrosiva nei con- qualsiasi preoccupazione sindacale da fronti di miti storici e nazionali, e via parte dei doppiatori. Intendo dire che dicendo. la Tv è divenuta una magnifica riserva di caccia per coloro che giustamente

IL RUOLO DELLA TV difendono la loro professione e il loro Sncci Viviamo in tempi in cui parecchi film posto di lavoro. Non è un caso che in italiani vengono girati in inglese. Vi- Italia si sia cominciato a parlare di dop- viamo in tempi in cui E la nave va di piatori al di fuori da occasioni e luoghi Fellini, girato appunto in inglese, vie- specialistici proprio e soltanto in que- ne doppiato in italiano indi ridoppia- sti mesi, quando cioè è bastato un lo- to in inglese per altri mercati. Carne ro sciopero per bloccare la visione di da macello (manipolata però da esper- Dallas e cugini. Quando mai uno scio- ti professionisti della fesa e del filetto) pero di doppiatori cinematografici ha il film passa di mano in mano, anzi di richiamato tanta attenzione? voce in voce, senza riguardo per lo La Tv, dunque, costituisce un enorme stretto, insostituibile rapporto fra im- potenziale di lavoro, e ciò porta ad magini e colonna sonora originali. Mi esigere che vada cambiata e migliora- sono sempre chiesto perché diavolo i ta fra le altre cose la politica delle titoli di testa o di coda dei film stra- emittenti televisive nei confronti del nieri si ostinano a notificarci il nome doppiaggio. Sempre Oreste Lionello del gaffer o del tecnico audio: nel mi- afferma che «il 99% delle tv private, gliore dei casi dovremo loro quel cer- pur di risparmiare, riesce a produrre to fruscio di sete o quel rumore di coc- grosse vergogne». Prescindendo da ci rotti, non certamente la totalità del quella grossa vergogna che è il suo sound della pellicola. Ma dal momen- 135 doppiaggio di Woody Allen, il quale to che su quei titoli sono indicati regi- ne esce come fosse un povero scemo, sta, scenografo, montatore, fotografo e tanto più esecrabile in quanto Lio- ecc., ci sarà pure una ragione, estetica nello è un professionista decisamente oltreché professionale, per averci mes- capace, non è dunque il momento per so anche quegli altri. i doppiatori realmente professionali, In qual conto il nostro paese tiene il per il fior fiore del campo, di passare cinema lo dimostra del resto molto a riscattare con la loro professionalità bene la pratica del doppiaggio di at- un tipo di spettacolo che certamente tori italiani. Non che parecchi di loro non ambisce ad essere considerato sul- non ne abbiano bisogno. Ma se per la base di uno statuto estetico, ma che essere attore è sufficiente un bel viso d’altra parte è pur sempre un feno- o un po’ di forme dal momento che, meno di massa potenzialmente molto tanto, c’è sempre qualcuno che può serio e professionale? prestar voce a chi è incapace non dico di farne strumento di recitazione, ma Cartoni animati, serials polizieschi, sa- anche solo di modularla, bene, questo ghe storiche e familiari, e così via, la la dice lunga sulle ragioni per cui il produzione televisiva straniera non ha doppiaggio è ormai diventato un’isti- certo dato prova di preoccupazioni tuzione nazionale come gli spaghetti. estetiche. La cosa, in certa misura, si può anche comprendere: le condizioni E pensare che oggi lo spettacolo si ar- di fruizione del programma televisivo Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 136

sono ben altre da quelle del cinema, bero quel che essi cercano nel cinema, I’occhio distratto con cui si guarda il cioè esattamente quello che al cinema teleschermo non è quello che sfode- non appartiene e non compete. riamo nella «sala buia», foss’anche so- lo per un anonimo filmetto. È un di- scorso lungo e importante, in parte già L’ATTORE DIMEZZATO fatto e che comunque non è mio com- pito riprendere. È sufficiente accen- Alberto Castellano e Vincenzo Nucci Sncci narlo per sostenere che se il cinema Abbandoniamoci per un attimo nelle non ha bisogno di doppiaggio, la tele- braccia della fantasia trasferendoci nel visione invece sì. I doppiatori, dunque, laboratorio di studi del dottor Fran- non lascino campo libero a dei dilet- kenstein. Si consiglia ai critici cinema- tanti che prima o poi potrebbero per- tografici presenti di liberarsi per l’oc- sino entrare in concorrenza con loro casione di penne, taccuini ed occhiali nello stesso ambito cinematografico ed indossare i ben più impegnativi ca- dopo averlo fatto in quello televisivo. mici bianchi di fantachirurghi.

Ma quando parlo di cinema, lo ripeto, Le operazioni chirurgiche che ci accin- alludo al cinema nella sua totalità, an- giamo a compiere vedono la voce co- che a quello di carattere scadente e me oggetto principale di intervento. Il commerciale. Se infatti è vero che - co- piacere di concedersi questo immagi- me ho detto in apertura - do per ac- nario viaggio macabro-fantastico ren- quisite e scontate le ragioni addotte de disponibili anche i più riottosi a dall’estetica contro la pratica del dop- prendere in considerazione la tenden- piaggio, ritengo però che non si pos- za a leggere il doppiaggio (almeno 136 sa - come qualcuno aveva invece pro- nella sua fase preliminare) come una posto durante il referendum di qua- operazione di impossibile chirurgia rant’anni fa su Cinema - limitare l’a- vocale. Gli artefici del doppiaggio pos- bolizione del doppiaggio ai film di ca- sono essere infatti assimilati ad una rattere «artistico». Pena il rischio di affiatata équipe di assistenti guidata creare ghettizzazioni, spaccature, di- da un mitico professor Frankenstein, scriminazioni e in fondo un vero e animato non tanto da una sadica sma- proprio organo di censura intellettua- nia sperimentatrice quanto da una le. È il cinema nel suo insieme ad es- missionaria investitura tesa al rag- sere un fenomeno estraneo al dop- giungimento della perfezione. piaggio, non questo o quel film, e proprio (oltreché per quelle di carat- Che cosa è infatti il doppiaggio se tere estetico) per le ragioni culturali non anche una operazione di «tra- che mi sono sforzato di indicare. Ma pianto» di una voce su un corpo, qua- tutto questo, ripeto, è accademico. si a voler correggere in tal modo un Che io abbia ragione o no conta poco, reciproco scompenso fisiologico? Se- perché il doppiaggio non è un feno- condo voi, non c’è nessuna differenza meno eliminabile con il ragionamen- a vedere e ascoltare dop- to, la dimostrazione, il convincimento. piato da , Cary Grant da Proporre di abolirlo sarebbe, per il , oppure vedere pubblico, come proporre di mostrare e ascoltare questi quattro attori reci- doppiati in cinese i film di Pozzetto e tare col proprio volto e la propria vo- Montesano: gli spettatori si perdereb- ce? O ancora gli stessi Wayne e Grant Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 137

ridoppiati da nuove voci? più professionalità: il curatore della versione italiana e quello dei dialoghi, In tal senso avrebbe avuto ragione il direttore del doppiaggio e i doppia- Jean Renoir quando apoditticamente tori-interpreti. Se ai primi è affidata la tuonava dicendo: «Considero il dop- costruzione dell’intelaiatura e al se- piaggio una mostruosità, una specie di condo, egli stesso doppiatore, la diffi- Sncci sfida alle leggi umane e divine». In cile assegnazione delle voci ai rispetti- realtà quello che fa del doppiaggio vi personaggi, sono però i doppiatori italiano un caso unico nella storia del che danno il definitivo ed inconfondi- cinema ed un fenomeno ineguagliabi- bile touch alla versione finale del la- le ed irripetibile, è proprio la continua voro. Sono loro quindi i veri artefici sfida lanciata contro il determinismo della sintesi creativa e del magico storico-biologico che si cerca di indi- blend e si trovano ad essere alla fine i rizzare mediante una impossibile/pos- Pavese, i Vittorini, i Montale, i Pocar sibile operazione di sutura tra una vo- del doppiaggio. ce ed un corpo separati nello spazio, nel tempo e nel contesto. Il nostro laboratorio chirurgicovocale ha provocato uno scambio tra doppia- Il nostro sistema di doppiaggio cine- tori e attori, vantaggioso per entram- matografico (ed escludiamo quello te- bi. Da un lato infatti le nostre stupen- levisivo) è una macchina perfetta, in- de ed armoniche voci aderiscono per- fallibile nella scelta delle singole voci, fettamente ai volti ed ai tratti degli impeccabile nell’adattarle ai tratti psi- attori, valorizzandone le stesse qualità cosomatici, alle sindromi, ai tic dell’at- recitative ed espressive al punto da ri- tore-personaggio, determinante nel- sultare imprescindibili e da provocare l’attivare quel meccanismo di inesau- reazioni di fastidio non solo sonoro sta seduzione esercitata dai divi dello 137 ma con ripercussioni anche visive schermo. Questa ricerca della giusta quando vengono meno. E qui appaio- accoppiata è sostenuta da una tensio- no inconsistenti le scontate argomen- ne sperimentale, quasi maniacale, co- tazioni che il giudizio sulle voci origi- me dimostrano quei casi paradossali in nali sarebbe viziato dall’inevitabile cui alcuni doppiatori in veste di attori confronto con le nostre, e che l’assue- sono stati doppiati. fazione a certi doppiatori fanno risul- È un apparato complesso che come ta- tare certe voci più brutte di quelle che le esige l’impiego di una alta specia- in realtà sono. Alcune (vedi Brando, lizzazione differenziata. Se raffrontia- Wayne, Grant, Milland) sono di per sé mo infatti il doppiaggio inteso quale sfasate rispetto al corpo-mito. Dall’al- traduzione a quella di un testo lette- tro lato però anche i nostri doppiato- rario, ci si accorge della variegata ri sono stati valorizzati dai volti a cui gamma di competenze specifiche: la hanno prestato la voce. pagina scritta semplifica di per sé l’o- perazione, gravando il risultato finale La vertenza di cui sono stati protago- unicamente sulla personalità del tra- nisti recentemente, alzando la «voce» duttore, il quale può essere un profes- per sostenere le loro legittime riven- sionista di routine oppure un autore dicazioni, I’attenzione maggiore e l’in- che si cimenta con un testo straniero. teresse dell’opinione pubblica, questo stesso convegno, gettano le basi per Il film doppiato è invece la somma di un loro riscatto dall’anonimato in cui Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 138

sono stati ingiustamente confinati per bero mai toccato i livelli che invece anni e un risarcimento parziale allo hanno raggiunto come doppiatori. snobismo e alla misconoscenza del lo- ro valore da parte di critici e studiosi. Troppo forse è lo scompenso tra le do- Ma qualsiasi riflessione sulla loro con- ti recitative vocali e le caratteristiche dizione di professionisti per molto fisico-somatiche-gestuali accettabili, tempo emarginati, rischia la dilatazio- ma non del livello di quelli doppiati. ne retorica se non è usata anche per Una voce ha ragione di esistere solo se Sncci ricondurre nelle giuste proporzioni il accoppiata a quel volto o a quei volti rapporto tra il loro mestiere e le loro e, viceversa, un volto ha ragione di es- potenzialità represse e aspirazioni fru- sere solo se accoppiato a quella voce strate ad essere attori «totali». o a quelle voci.

Si resta in alcuni casi delusi quando si La nostra analisi, le nostre riflessioni, conosce la vera identità di doppiatori le nostre considerazioni sul doppiag- gio italiano privilegiano il cinema famosi dall’ugola familiare o comun- americano, ed in particolare quello que sorpresi nello scoprire la loro rea- degli anni ’40-’50. È questo infatti che le età difforme da quella assegnata da ha prodotto il maggior numero di ca- un immaginario identikit. Un altro sti- polavori di massa, imponendosi come molante effetto prodotto dal dop- il settore privilegiato per la consacra- piaggio è proprio questo rimescola- zione dei doppiatori. La ricca ed ete- mento di fasce d’età, in virtù del qua- rogenea gamma di divi, divine, carat- le spesso il doppiatore con una voce teristi, partoriti da questo periodo giovanile è più anziano del doppiato d’oro del cinema, è diventato il terre- e viceversa. Per alcune voci fresche ed no ideale per i nostri vocalist per eser- inossidabili (è il caso di Massimo Turci, 138 citare le qualità vocali e le capacità in- che nonostante l’età continua a rifini- terpretative. re con un inimitabile tocco giovani ne- vrotici e complessati sulla scia aperta Non hanno forse proprio loro avuto da Anthony Perkins) sembra quasi in- un peso decisivo nella nascita dei miti staurarsi un baratto pseudofaustiano. e dei sex-simbol maschili e femminili e nel rafforzamento di quel rapporto di In alcuni casi (Cesare Barbetti, Giam- fedeltà incrollabile e di gradimento piero Albertini, Glauco Onorato) le no- incondizionato tra pubblico ed attori stre aspettative sono incoraggiate dal e attrici? Significativa in tal senso è la loro timbro, dal loro tono, dalle loro battuta che Luchino Visconti fa pro- caratteristiche vocali, non necessaria- nunciare ad una Anna Magnani esta- mente influenzate dai volti degli atto- siata nel film Bellissima, quando le fa ri che doppiano. In altri casi (Cigoli, De dire «Lo senti? È coso... . Angelis, Rinaldi, Locchi) troviamo una Quant’è simpatico!», mentre ascolta soddisfacente armonia corpo/ voce. Re- soltanto e da lontano la voce inegua- sta comunque la convinzione che a gliabile di Emilio Cigoli. parte la casistica che esemplifica gli iti- nerari che portano al mestiere del Questo episodio di finzione cinemato- doppiatore (scelta, caso, timidezza, grafica trova un significante riscontro gratificazione) la maggior parte se nella pratica del doppiaggio special- avessero intrapreso soltanto la carriera mente nei film degli anni ’50. A parte di puro e semplice attore non avreb- il caso di quella numerosa schiera di Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 139

interpreti che all’inizio della loro car- invece proprio questo assioma ad es- riera erano doppiati a causa delle vo- sere viziato da una visione omologata ci ritenute sgradevoli o cacofoniche, a della figura del doppiatore. Chi è in- molti attori del cinema popolare ita- fatti il doppiatore? È un attore che in- liano prestavano la voce i doppiatori terpreta un altro attore ma è anche

più famosi e non per necessaria emer- un attore che dà la voce al personag- Sncci genza. Questa apparente anomalia gio, per cui il doppiatore si esibisce in conferma la familiarità di certe voci tante interpretazioni vocali diversifi- penetrate lentamente ma inesorabil- cate, corrispondenti alle più svariate mente nel costume nazionale. sfumature psicologiche, sentimentali, emotive. Indipendentemente dal corpo/attore che li ha resi famosi, si instaura con es- È difficile sostenere che l’interpreta- sa tout court un rapporto esclusivo zione che dà Giulio Panicali del fragi- che incrementa il nostro immaginario, le e smarrito alcolizzato ritagliando la dimensione degli «in- in Giorni perduti sia analoga a quella terpreti senza volto». Uno dei film più dello stesso Panicali del diabolico in- esemplificativi in tal senso è Femmina namorato Fred Mac Murray de La senza cuore di Roberto Amoroso, do- fiamma del peccato: due storie, due ve gli attori sono doppiati da Giulio attori, due personaggi, due ambienti Panicali, Giuseppe Rinaldi, Lauro Gaz- che non hanno nulla in comune e due zolo, , Lidia Simoneschi. interpretazioni vocali fornite da un Se si eliminano le immagini queste vo- unico doppiatore. Come l’Emilio Cigo- ci potrebbero appartenere anche ad li del furibondo e passionale amante un film americano. di Duello al sole non è lo stesso di quella cinica faccia da 139 Ci sono poi molti casi in cui questi ed schiaffi di di Via col ven- altri doppiatori compaiono proprio to, così Gualtiero De Angelis cesella la come attori. Proviamo con questi film insofferente curiosità e la smania a fare un gioco sperimentale sul suo- voyeristica (complice lo spettatore) di no e l’immagine. Se si priva il film del ne La finestra sul corti- volume, ci troveremo di fronte a delle le, in modo del tutto diverso da come immagini che in quanto concepite so- rende l’ambiguo fairplay e l’ango- norizzate danno ovviamente una idea sciante enigmaticità di Cary Grant in parziale di ciò che rappresentano. Se Intrigo internazionale, sempre sotto il al contrario si sopprime la colonna vi- medesimo segno del maestro Hitch- siva e ci si limita ad ascoltare, le voci cock. E ancora Lidia Simoneschi diver- ci rimandano ad una multiforme gal- sifica la perfida seduzione di Barbara leria di personaggi e situazioni per cui Stanwyck ne La fiamma del peccato si possono immaginare uno o più film. dalla conflittuale psicologia di Debo- rah Kerr in Tè e simpatia. Questa analisi potrebbe essere assun- ta a sostegno della mistificante argo- L’efficacia del doppiaggio trae la sua mentazione secondo la quale il solo forza proprio dalla condizione di «at- fatto che alcuni attori (perché di atto- tore dimezzato» del doppiatore. Qua- ri si tratta) doppiano più attori provo- lunque sia la motivazione che lo ha cherebbe una omologazione sonora spinto ad intraprendere la professio- prevaricante e spersonalizzata. Ed è ne, ha trasformato proficuamente la Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 140

condizione di presunto handicap, con- corpo-voce e forse inconsciamente lo centrando le sue potenzialità recitati- spettatore esorcizza qualsiasi riflessio- ve nelle doti fonetiche ed estraendo ne che turbi la combinazione ideale. da questa sublimazione vocale una prodigiosa linfa, portando alle estre- Se a questi parametri emotivi dello me conseguenze (interpretazione di spettatore si riconosce la valenza di una interpretazione) il metodo di la- una inoppugnabile verifica dell’auten- voro tracciato da Stanislavskij. Lavoro ticità tematica di un certo cinema, non Sncci che richiede ancora più fatica, impe- si può fare a meno di rilevare che in gno e creatività se si considerano gli questo senso il doppiaggio si è rivela- spossanti turni a cui sono soggetti e to determinante nella diffusione di che il loro interiore modo di essere massa del cinema straniero (soprattut- (artistico) si spersonalizza nella finzio- to americano) anche in quanto espe- ne (anzi finzione nella finzione). rienza umana e non fa che isolare im- pietosamente la schiera di puristi ar- Sono frequenti i casi in cui il doppiag- roccati nel loro esasperato calvinismo gio definitivo scaturisce non dal sem- filologico. plice esercizio vocale bensì da una ve- ra e propria pratica recitativa totale Il pubblico è sicuramente più adulto e con tanto di ricostruzione in sala di maturo di quanto i paladini della ver- ambientazioni e posizioni corporee, sione originale hanno sempre cercato che prima di approdare all’intonazio- di far credere, insinuando che il gra- ne ottimale richiedono prove proprio dimento espresso per il doppiaggio e come sul set. Questo meccanismo fa sì la preferenza per la versione italiana che le stesse voci partoriscano una sarebbero viziati dall’impossibilità di 140 gamma infinita di sonorità che defini- poter scegliere tra le due versioni e scono altrettante tipologie caratteriali dal fatto di non conoscere le voci au- ed estetiche: una voce calda, suaden- tentiche di attori e attrici stranieri. te, gracchiante, sensuale, farfugliante, Il merito artistico del doppiaggio risie- imperiosa, incerta, convulsa, dura, può de nell’aver espresso una realtà esteti- sortire l’effetto di ingentilire, incattivi- re, erotizzare, abbellire, imbruttire, ca sorretta da una felice, fantasiosa e rendere sgradevoli i personaggi. multiforme ispirazione che sa rimane- re fedelmente aderente al dato poeti- La contaminazione incrementa la cre- co originario. La risposta migliore a dibilità e la veridicità di personaggi e chi recrimina lo snaturamento del pro- situazioni e gli illusionisti della parola cesso univoco dell’opera d’arte, pro- regolano il serbatoio emotivo dello vocato dall’unità artificiale insita nel spettatore e sono loro gli arbitri di doppiaggio, è quella che offre France- passioni, sogni, fantasie, commozioni, sco Luseri nel libro Il volto e la voce, ilarità, repulsioni, attrazioni, al punto laddove con accenti pirandelliani so- da rendere impossibile qualsiasi ope- stiene che «questo trucco, questo fat- razione di separazione delle due com- to consentito dalla tecnica regolariz- ponenti (voce italiana e attore stra- za, razionalizza, rende ordinario acca- niero) e di ripartizione tra le due del dimento la commistione, il gioco ma- piacere della fruizione. Oltre tutto l’a- gico, la composizione e la scomposi- bitudine all’accoppiata sedimenta la zione di sovrapposti piani di varie convinzione della inscindibilità del realtà, tutti illusori e tutti reali». Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 141

Il fascino esercitato da queste voci è na Lattanzi ed Emilio Cigoli, nei con- strettamente legato al consolidamen- fronti dei quali l’indulgenza era in- to di stereotipi recitativi codificati dai dotta dalla fortuna degli originali sia generi. Sono il western, il poliziesco, per la positività dello stereotipo di I’horror, la commedia, il bellico, con le sia per la negatività pre-

loro particolari atmosfere ed il surplus sunta dello stereotipo di John Wayne. Sncci di emotività a non potersi privare del- l’apporto creativo dei doppiatori. Uno Ovviamente costituisce una eccezione sghignazzo in un western, una voce il caso in cui la voce è talmente carat- narrante in un «nero», una macabra terizzata e piacevolmente invadente intonazione in un horror, un inarre- da non poter passare inosservata co- stabile effluvio di battute in una si- me Carlo Romano/Jerry Lewis (ma nes- tuazione comica nella commedia, un suno si è mai occupato di Vinicio Sofia secco ordine impartito in un bellico, che pure ha una voce dal particolare quanta della loro forza e intensità diagramma sonoro) e di alcuni attori- perdono se non sostenuti da una giu- doppiatori occasionali come Alberto sta modulazione e da un timbro adat- Sordi, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Gi- to? Se si eccettuano quella francese ed no Cervi. inglese, tutte le altre cinematografie non sono segnate da particolari carat- Un discorso a parte merita, per le ri- teristiche congeniali al nostro reperto- percussioni di carattere formale e di rio vocale e la loro struttura narrativa, fruizione, la casistica degli attori tout il retroterra culturale rendono irrile- court che prestano la voce. Si escludo- vante il contributo interpretativo dei no naturalmente quei doppiatori (Ci- doppiatori, se non addirittura pleona- goli, Lauro Gazzolo, ecc.) che hanno stico come nel caso di quelle cinema- svolto anche attività recitativa ma co- 141 tografie (giapponese, indiana, dell’Est munque secondaria rispetto al dop- europeo) in cui è da preferire la ver- piaggio. Tra gli attori-doppiatori oc- sione originale sottotitolata, privile- corre distinguere quelli la cui familia- giando così quel rigore filologico rità del volto e popolarita dello ste- inopportunamente invocato dai puri- reotipo a cui hanno dato vita possono sti anche nel caso di quella americana risultare fastidiose e creare disagio a salvaguardia dell’Opera Filmica. Una turbando l’equilibrio del rapporto vo- tradizione, quella delle edizioni origi- ce-volto, incombendo i personaggi a nali, comune a quasi tutte le cinema- cui si rimandano e prevaricando il pro- tografie. Che però negli ultimi anni ha prio viso su quello del doppiato, in- ceduto il passo al doppiaggio con ri- quinando così anche la pur ottima sultati non sempre brillanti sia per la prestazione vocale, (come il caso di mancanza di una scuola e di una ge- Sordi, Giannini, Stoppa, Proietti). nerazione di doppiatori sia per la de- terminazione culturale a crearne una. Gli altri invece si introducono con di- screzione, forti di una immagine pro- Nei tempi in cui la congiura del silen- fessionale consolidata nell’immagina- zio della critica specializzata accredi- rio dello spettatore ma dai contorni tava una immagine fuorviante del più sfumati, e qui si pensi ad Aldo Sil- doppiaggio omogeneamente anoni- vani, Rina Morelli, Andreina Pagnani, mo, solo poche eccezioni godevano di Sergio Fantoni, Luigi Vannucchi, pubblici riconoscimenti. È il caso di Ti- Adriana Asti, Vittorio Caprioli, Nando Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 142

Gazzolo, Flavio Bucci, Michele Placido, dari e di contorno parlare con la voce Renzo Palmer. dei grandi, in qualche caso addirittura per pronunciare poche battute e il fe- In alcuni casi il ricorso ad attori di gri- nomeno ricorrente nel cinema italiano do per il doppiaggio semina delle om- di doppiatori pregevoli come Massimo bre sul lusinghiero movimento che a Turci (Anthony Perkins, Alain Delon) e suon di scioperi, dibattiti, riconosci- Pino Locchi (Tony Curtis, Sean Con- menti, ha promosso elevandoli a pro- nery) che si sono «abbassati» a dare la Sncci tagonisti i doppiatori, risarcendoli par- voce quando non cantano rispettiva- zialmente dell’ingiusto oblio di lustri e mente a Massimo Ranieri, Little Tony, riabilitandoli innanzi tutto come atto- Al Bano e Achille Togliani, Claudio Vil- ri oltre che professionisti. Lo dimo- la, Teddy Reno, protagonisti del gene- strano alcuni personaggi e film recen- re canoro-musicale degli anni ’50-’60. ti di prestigio e di richiamo (Lenny e Shining) e casi culturali (Mephisto) per DOPPIATORI «DIVI» i quali si è pensato i ricorrere a Luigi Proietti per Dustin Hoffman e Gian- Oggi anche il nostro voice system ha carlo Giannini per Jack Nicholson e ceduto ad alcune leggi del divismo. per Klaus Maria Brandauer quasi con Alcuni doppiatori in particolare sono l’intento di nobilitare il prodotto stati ripagati del lungo periodo di la- prendendo le distanze dalla routine. voro oscuro non solo in termini di no- Ma ci sono ovviamente delle eccezio- torietà e di prestigio ma anche in ter- ni, come Flavio Bucci divenuto uno mini economici, che si concretizzano scatenato John Travolta e Rita Sava- in attività extra doppiaggio come la gnone che ha indossato gli abiti sono- pubblicità, in cui le sottilette di for- 142 ri della seducente Edwige Fenech. Il maggio di Giorgio Piazza restano un nostro sistema di doppiaggio è fonda- magrissimo secondo piatto in un ban- to su una gerarchia non di stampo di- chetto pantagruelico dominato dai vistico bensì basata su criteri di esteti- prodotti marchiati Ferruccio Amendo- ca vocale, per cui la scelta e l’assegna- la e Giuseppe Rinaldi. È impensabile zione delle voci avviene in base alle quindi che attualmente un doppiato- caratteristiche di esse, alla maggiore o re accetti di interpretare personaggi minore adesione al corpo-attore, alla secondari se si eccettua forse solo Fer- capacità di fisicizzare al meglio il re- ruccio Amendola (consacrato dai nuo- pertorio caratteriale. Questa gerarchia vi divi americani Al Pacino, De Niro, non corrisponde meccanicisticamente Stallone, Hoffman) che doppia Tho- a quella degli attori doppiati, come mas Milian nella serie dedicata a Mon- potrebbe spingere a pensare il privile- nezza ed affini, dove entra però in gio dell’investitura dei Cigoli, De An- gioco la popolarità dello scollacciato gelis, Panicali, Lattanzi, Simoneschi, di questurino. parlare in nome del Gotha divistico; in realtà la varietà e la complessità delle Questa che per qualcuno potrebbe tipologie è tale da rendere fluido ed configurarsi come una «degenerazio- elastico il meccanismo selettivo. ne» divistica per un atteggiamento parruccone e moralistico, offre in Lo prova il fatto che soprattutto nel realtà uno spunto per i fans di Ferruc- cinema americano degli anni ’50 si so- cio Amendola per dare uno sguardo no ascoltati spesso personaggi secon- retrospettivo alla sua carriera, rilevan- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 143

do un profondo mutamento profes- per poche battute a ben sei perso- sionale che ai più irriducibili nostalgi- naggi (un vecchio mendicante, un ci della prima fase può apparire come bandito grasso e pelato, due pazzi, un una contraddizione. Non è facile in- uomo incappucciato ed un altro ban- fatti adattarsi all’Amendola divo, lui dito) e Stanza 17-17, palazzo delle tas-

che è stato il più grande trasformista se, ufficio imposte nel quale fa parla- Sncci del doppiaggio italiano. Vero proprio re tra loro Philippe Leroy ed il vecchio recordman di personaggi, campione Capannelle ed inoltre un usciere. La del polimorfismo umano, del cama- sua convulsa sfida alle leggi della na- leontismo caratteriale, questo incon- tura annovera tra l’altro anche l’inter- trastato signore degli anelli, questo pretazione di una voce femminile in Fregoli dell’anima, insomma lo «Zelig» una commedia erotica italiana, un asi- della parola, prima di divenire il dop- no parlante in un film dell’Est euro- piatore più richiesto e quotato, ha peo, e, dulcis in fundo, anche la deca- contrassegnato il suo lungo e intenso na Paola Borboni. apprendistato con una onnipresenza ossessiva. Proviamo a fare i conti dei Una ipotetica soppressione del dop- film degli anni ’50-’60 dove non è pre- piaggio in Italia priverebbe certamen- sente: pochissimi. te gli spettatori di un pezzo di storia del cinema. La perdita di Amendola ri- Dal western al mitologico, dalla com- sulterebbe forse come una iattura più media al musicale, da quelli d’autore che per l’indubbio voice appeal, patri- a quelli degli artigiani, doppiando un monio anche di altri, essenzialmente personaggio o pronunciando una sola per il fedele contrappunto di una battuta, Ferruccio Amendola non è tranche de vie filmica e violenterebbe mai mancato all’appuntamento con lo la nostra memoria storico-cinemato- 143 spettatore. La sua frenetica e anoma- grafica. La sua ipotetica scomparsa la attività, che ci ha tramandato una dalla scena ci farebbe disperare al pa- galleria frastagliata e ineguagliabile ri di quanti si sono strappati i capelli dei personaggi più vari e spesso sim- alla notizia del ritiro dal set di Ingmar paticamente anonimi, legittima una Bergman. lettura più in chiave di divertissement e di reinvenzione frivola ed efferve- Il nostro sistema di produzione cine- scente di un mestiere che rischia di di- matografico non si è autocompiaciuto ventare monotono e frustrante se non delle belle ed efficaci voci prodotte, al tocca livelli gratificanti, che in quella punto da imporre indiscriminatamen- di un particolare aspetto dell’organiz- te il doppiaggio in tutti quei casi di at- zazione del lavoro. Insomma il suo tori e attrici dai tratti vocali ritenuti sfrenato mimetismo scaturisce più da inadeguati rispetto al personale look una smania sperimentale, dal fervore tali da richiedere la correzione. Se il interpretativo e forse da una affanno- trapianto può reprimere il bagaglio sa ed inconscia ricerca di identità, che recitativo individuale e alterare il per- non da una caotica ed inadeguata ri- sonaggio più congeniale, si preferisce partizione dei ruoli. Due esempi-ma- allora lasciare al corpo-attore la pro- nifesto sono costituiti da due cult mo- pria voce. È il caso di Stefania San- vie del doppiaggio italiano: Di Tres- drelli e Claudia Cardinale, le quali pro- sette ce n’è uno, tutti gli altri son nes- prio agli inizi della loro carriera han- suno, nel quale dà la voce anche se no trovato nella voce sicura e aggres- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 144

siva di Adriana Asti un contributo per nostalgicamente al ricordo di un tim- affermarsi. L’indubbio sex-appeal e bro inimitabile e fisiologicamente una verosimigliante aderenza ai per- aderente. sonaggi interpretati hanno in seguito fatto accettare senza drammi dal pub- Il sistema di doppiaggio che pure fin blico la voce fragile e svagata della dalle origini si è avvalso di tecniche Sandrelli e quella roca della Cardinale. (quali sincronizzazione e missaggio) che hanno segnato il trapasso dal mu-

Sncci Nell’ambito del doppiaggio divistico, to al sonoro, facendo leva sulla possi- al polo opposto di Ferruccio Amendo- bilità di creare illusioni in laboratorio la troviamo Oreste Lionello, che deve e ricorrendo al trucco sofisticato, ha la sua consacrazione e popolarità a incontrato il proprio limite di applica- Woody Allen, il quale sotto certi zione proprio negli artefici della voce. aspetti non gli ha però reso un buon È rimasto quindi vittima di quelle ca- servizio. Mentre infatti da un lato Lio- tegorie estetiche (ovvero uno stile, nello ha potuto registrare un incre- una intonazione, una fusione perfetta mento dell’attività di total showman corpo/voce) da esso stesso partorite e (nel cabaret e in televisione), dall’altro suffragate dal consenso incondiziona- l’attività di doppiatore è andata in- to del pubblico. Le potenzialità di ma- contro ad una progressiva sclerosi, im- giche manipolazioni non sono infinite prigionandolo in uno stereotipo im- come per le nuove tecnologie e per il produttivo e forse anche frustrante. cinema elettronico, che ostentano La sua assonanza fisica, I’analogica ti- continuamente l’abilità di gestire la pologia che ne fanno un vero e pro- gamma emotiva degli spettatori, gra- prio replicante all’italiana, hanno mi- zie ad un inesauribile serbatoio di 144 nato le sue possibilità di esibirsi in al- nuovi modelli estetici. Forse è proprio tre performances vocali che non fos- questo limite a rendere più affasci- sero i personaggi di Walt Disney e al- nante il doppiaggio, che accettiamo tri meno caratterizzati. volentieri legati come siamo alla per- fetta scelta delle voci. La verifica di Si rischierebbe però di negargli fretto- questa riflessione ci è fornita proprio losamente e superficialmente la po- dai numerosi casi di ridoppiaggio che tenzialità del grande doppiatore mul- come il remake è il disperato tentati- tiforme-tipo, dovendo affidarci solo vo di una riesumazione imposssibile. ad ipotesi e sensazioni. Sono infatti le In ambedue i casi prevale la triste con- sue caratteristiche somatico-vocali pre- statazione dell’irriproducibilità del mi- cise ma troppo limitate per affidargli to. Se però il remake incontra tolle- altri personaggi o piuttosto Allen/Lio- ranza in quanto pur non prescinden- nello in simbiosi risultano troppo in- do dall’originale ci sforziamo di consi- vadenti e fastidiosi così da condannar- derarlo una opera nuova, il ridop- lo ad un eterno stereotipo vocale? Un piaggio in quanto operazione di stam- fatto è certo, quando Lionello ha pre- po necrofilo ci impedisce di accettarlo stato la voce a Jerry Lewis in Ben tor- in toto e neanche la fantachirurgia ci nato picchiatello, sostituendo lo scom- può aiutare a pensare a dei corpi sen- parso Carlo Romano, che si è sforzato za le loro «vere» voci. di non farci rimpiangere, ci ha resti- tulto un Picchiatello irriconoscibile, Un attore e un film ridoppiato ci re- tradendone l’humus e riportandoci stituiscono un altro attore e un altro Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 145

film. Non è il caso di attori ieri come a dare corpo alle voci, a trasformare oggi serviti in qualche caso da una vo- un puro e semplice gradimento in una ce diversa dalla solita: il disagio rien- irrefrenabile pulsione tesa alla codifi- tra nei margini della tollerabilità. Il cazione estetica di sussulti inconsci, problema vero nasce allorquando si ri- che evidentemente non si lasciano

doppiano oggi vecchi film. La repul- fuori della sala come un soprabito. Si Sncci sione è il prodotto finale della somma incrementa così la nostra propensione di più fattori: il fastidio provocato dal- feticistica, il nostro voyerismo. la stridente contaminazione tecnica congenita alla sovrapposizione di una Il fascino del doppiaggio risiede pro- nuova colonna sonora a quella origi- prio in quel malizioso gioco di simula- nale, il rifiuto dell’inadeguatezza vo- zione cui ci si abbandona edonistica- cale (anche se si utilizzano ottimi pro- mente con un pizzico di perversa com- plicità, convinti come siamo che Tyro- fessionisti) implicita nell’inevitabile ne Power - Ray Milland/Giulio Panica- destoricizzazione e decontestualizza- li; Cary Grant - James Stewart/Gualtie- zione culturale del prodotto. ro De Angelis; John Wayne - Clark Ga- Questa disfunzione si esprime spesso ble/Emilio Cigoli; /Lau- con versioni patinate, leccate, leziose, ro Gazzolo; Jerry Lewis/Carlo Romano; che ammiccando alla koiné linguistica Barbara Stanwjch - /Li- egemone, ad un certo conformismo dia Simoneschi; Dustin Hoffman - Ro- culturale e di costume, a stilemi nar- bert De Niro/Ferruccio Amendola; Jack rativi televisivi, tradiscono lo spirito di Lemmon - Paul Newman/Giuseppe Ri- un film e di un’epoca. Il fenomeno ri- naldi, costituiscono un tutt’uno e le guarda essenzialmente i numerosi film voci dei nostri doppiatori sono piu ve- messi in onda dalla televisione, inedi- re del vero. 145 ti, e quelli le cui disastrate condizioni richiedono un nuovo make up sonoro. Ed in questo caso a malincuore ci tro- DOPPIAGGIO COME TRADUZIONE viamo a solidarizzare con i paladini E/O DOPPIAGGIO CREATIVO della versione originale. Marisa Traversi Non possiamo che attendere con tre- pidazione e commozione la prossima Sono lieta dell’occasione di dire due uscita de La finestra sul cortile ridop- parole sulla figura dell’adattatore dia- piata per l’occasione ma la nostra loghista perché ritengo che sia, fra esultanza sarà sicuramente contenuta tutte, la più sconosciuta. Sconosciuta e poiché per noi James Stewart è mor- misconosciuta. Una vera cenerentola. to con la scomparsa di Gualtiero De E non si capisce il perché consideran- Angelis. do l’importanza della parola, del dia- logo, nello spettacolo come nella vita. È questa summa di virtuosismi vocali, Senza la parola non saremmo qui a dizioni perfette, funambolismi verba- comunicare, a scambiarci delle idee. Il li, magnetismi timbrici, armoniche dialogo ha un’influenza enorme su reinvenzioni, seducenti intonazioni, ogni atto della vita, per una frase ar- assieme a quel semplice ma prezioso rogante può nascere una rissa, a volte inventario di pause, balbettii, mugolii, una guerra, per una frase felice può birignao, sghignazzi, sussurri e grida, nascere un amore, per una frase sba- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 146

gliata si può rompere un’amicizia ven- niamo che il minimo che si possa pre- tennale. Così nello spettacolo, nel ci- tendere da un attore è che parli, men- nema, secondo me, la suggestione è tre spesso in Italia gli attori di cinema data per il 50 per cento dall’immagi- pigolavano, grugnivano, emettevano ne, per l’altro 50 per cento dal dialo- fonemi vari, tutto meno che parlare e go. Quindi è davvero inspiegabile co- recitare. me il dialoghista venga ignorato, e dalla critica e dal pubblico. Comunque, chiusa la parentesi, dicevo

Sncci che io, facendo l’attrice, ero un’ad- Io me ne rendo conto quando, par- detta ai lavori, non solo come attrice lando con amici e conoscenti, mi chie- ma anche come sceneggiatrice, altra dono: che cosa fai? «L’adattatrice». attività che ho svolto da sempre. Tut- Attimo di perplessità, occhio vacuo. tavia, sembra paradossale, non mi ero Allora cerco di spiegare in parole po- mai chiesta per quale sorta di alchi- vere, e la solita frase ricorrente, che mia, per quale sorta di partenogenesi avrò sentito un centinaio di volte, è nascessero, spontaneamente, le paro- sempre la stessa: «È vero, che strano, le in italiano sulla bocca degli attori non ci avevo mai pensato». Ma non mi dei film stranieri. stupisco perché io stessa, che sono ap- prodata a questa professione attra- Che cosa fa esattamente l’adattatore? verso un’esperienza ventennale nel Si mette in moviola e col copione ori- campo dello spettacolo avendo fatto ginale da una parte e dall’altra il co- l’attrice per vent’anni, che conoscevo pione tradotto (bene, si spera) in ita- il meccanismo del doppiaggio perché liano, mette in bocca all’attore, rispet- mi autodoppiavo... beh quando ci riu- tando ovviamente le aperture, le lun- 146 scivo, quando non mi doppiavano di ghezze, le pause, le labiali, i ritmi, la soppiatto, perché ora le cose per for- nuova sceneggiatura tradotta. A volte tuna sono un po’ cambiate, ma ai miei è veramente un lavoro da certosino. tempi c’era il malcostume in Italia di Dire che l’adattatore è solo un tradut- doppiarti a tua insaputa. tore è piuttosto riduttivo, direi che è qualcosa di più; cominciamo coll’os- Apro una piccolissima parentesi per servare che per fare bene un adatta- dire che noi siamo una piccola coope- mento spesso il dialogo deve essere rativa, che si avvale comunque di no- smembrato e poi ricomposto, è folle mi molto prestigiosi, di attori di teatro pensare di tradurlo pedissequamente e di cinema quali per esempio Ed- e metterlo in bocca agli attori, ed è monda Aldini, Paola Quattrini, Milena quindi un lavoro creativo, di invenzio- Vucotic, Grazia Maria Spina, Duilio del ne. Se si pensa poi che certe lingue, Prete, Paolo Bonacelli, Marisa Manto- I’inglese soprattutto, sono piene di vani e molti altri; questa nostra coo- frasi idiomatiche, di slang, di giochi di perativa, dicevo, ci tengo a precisarlo, parole intraducibili, ecco che l’adatta- è l’unica che combatte la battaglia del tore deve inventare dei corrispettivi, voce-volto, battaglia sterile, forse, che siano però nello stile dell’autore, donchisciottesca, ma non importa, noi che non ne tradiscano lo spirito. Quin- continuiamo la nostra lotta contro i di l’adattatore deve essere anche un mulini a vento, rifiutandoci di presta- po’ psicologo, pensare: «Piacerebbe re la voce agli attori italiani, per una all’autore questa soluzione?» Perché, affermazione di principio, perché rite- per esempio, in un fim comico po- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 147

trebbe venirti una battuta oggettiva- camente credere all’errore ed ho cam- mente divertente, che però è avulsa biato la frase in: «Solo Dio sa quanto dal contesto generale. non mi importi che tu sia ebrea». Però a volte mi sono chiesta se avevo il di- In sostanza l’adattatore, anche se non ritto di farlo, sicuramente no. Questo

è un vero e proprio autore in quanto per dire quale potere abbia questo Sncci non inventa delle situazioni o delle personaggio così anonimo. storie di fondo, è comunque un co-au- tore che, paradossalmente, scrive in Un adattatore può migliorare, rende- coppia con un signore che non cono- re brillante, frizzante, un dialogo piat- sce, che non lo conosce, e che non lo to e banale, come può, al contrario, conoscerà mai, praticamente scrive in distruggere completamente un dialo- coppia con un fantasma. È una situa- go in origine bellissimo. C’è poi il di- zione un po’ anomala, direi. Se si pen- scorso delle lingue; I’optimum sarebbe sa poi al potere che ha l’adattatore di che l’adattatore fosse poliglotta, che mettere in bocca agli interpreti qual- conoscesse tutte le lingue alla perfe- siasi cosa, si capisce quanto possa es- zione, ma questo è utopistico. Io ho sere anche pericoloso (perché poi in una discreta conoscenza dell’inglese, realtà non c’è un controllo); pensate, del francese e dello spagnolo, ma non per esempio, a come è facile, anche basta; io ritengo che per tradurre un con una semplice sfumatura o con una copione sia necessario avere una co- diversa costruzione, cambiare il signi- noscenza assoluta della lingua, per ficato politico di una frase. Bisogna captare ogni sfumatura, per scegliere che l’adattatore si spersonalizzi, per gli aggettivi più appropriati, e perciò non tradire mai le intenzioni dell’au- preferisco affidarmi per le traduzioni tore, e a volte la tentazione è forte. a chi ne sa più di me. Solo dallo spa- 147 gnolo mi permetto di farlo personal- Io solo una volta non ho resistito, ho mente perché, avendo vissuto molti ceduto, ho cambiato una frase. Stavo anni in Spagna, sono quasi bilingue. adattando un film delizioso, unghere- L’anno scorso ho avuto l’onore di se, che andò anche a Cannes o a Ve- adattare sei puntate di Garcia Mar- nezia, non ricordo bene, e si intitola- quez, La Malahora, I’unico lavoro che va Una notte molto morale. Ad un ha fatto per la televisione, e l’ho adat- certo punto la madre del protagoni- tato direttamente in moviola senza sta, una vecchietta tenerissima, pateti- neanche tradurlo. Ma per le altre lin- ca, un personaggio assolutamente po- gue conosco i miei limiti. sitivo, che rappresentava in fondo la morale del film, diceva alla ragazza Purtroppo non sempre si nota questo del figlio: «Tu sei ebrea, e solo Dio sa rigore: anzi, con il proliferare delle Tv quanto io odii e maledica gli ebrei», o private, c’è stato uno scadimento qualcosa del genere. Era veramente drammatico della professionalità, con un pugno nello stomaco, non era nel- tutta quella caterva di roba buttata la psicologia del personaggio, nean- sul mercato; c’è stato di conseguenza che l’espressione del viso corrisponde- il fenomeno del cosiddetto «doppiag- va. Ho pensato persino ad un errore di gio selvaggio», e con la relativa de- traduzione; ma invece di appurare, precabile improvvisazione. Il signore con un consulente ungherese, cosa si che era andato a Londra in gita orga- diceva realmente, ho preferito vigliac- nizzata, diceva: «Hai visto come me la Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 148

sono cavata bene con l’inglese, al ri- ancora un po’ allo stato embrionale, storante? Ma io mi metto a fare il tra- pur non avendo un grosso potere con- duttore!» Lo stesso è avvenuto per il trattuale in quanto non è sindacato, dialoghista, col risultato che sono an- ha già ottenuto delle grosse conqui- date in onda certe chicche che vi vo- ste. Infatti fino all’anno scorso l’adat- glio raccontare. tatore non aveva neppure diritto al- l’assistenza sanitaria, né alla pensione. Mi sono segnate alcune perle: Oltre a questo abbiamo ottenuto di Sncci stabilire con la Rai un minimo sinda- 1) Pare che gli americani non mangi- cale per i compensi, con le Tv private no i toasts ma li bevano, a giudicare ancora no, ma speriamo che vogliano da questa scenetta. Dall’inglese «Let’s anche esse allinearsi molto presto. Che have a toast», facciamo un brindisi, è poi questo minimo sindacale non sia andato in onda: «Ci facciamo un toa- applicato dagli interessati stessi, è un st, sì, sì, facciamocelo cin cin!» discorso vecchio come il mondo, è la 2) Ambiente medico: «Dottore, dotto- solita piaga nazionale dell’italiano che re, il polso del paziente ha ottanta si dà da solo la zappa sui piedi. Altra battiti al secondo!» Ora, mi ha spie- conquista è il diritto al nome sui tito- li, anche se purtroppo l’adattatore gato mio marito, che fa il chirurgo, compare solo sui titoli di coda, alla fi- che un bisonte al galoppo sfrenato ne, dopo il giraffista, il trasportatore e nella prateria può forse raggiungere i l’ammaestratore di cani. Nelle sale ci- due battiti al secondo. nematografiche, poi, in genere viene 3) Volendo fare un complimento, in sfumato mentre s’accende la luce, e la senso positivo quindi: «Il tuo corpo gente se ne va. Quando qualche volta 148 terrificante», dall’inglese terrific. ho voluto fermarmi perché mi interes- sava vedere di chi fossero i dialoghi, 4) La più recente. Risulta, e ne pren- sono rimasta in una sala vuota, guar- dano nota gli storici, che Ciano era il data anche con sospetto dalle ma- cognato di Mussolini. scherine. Ci si sta battendo a livello ministeriale anche per il riconoscimen- 5) Questa, meno pittoresca ma ugual- to del «diritto d’autore», già acquisi- mente notevole. Dalla frase idiomati- to, per esempio, in Francia. Altra ini- ca «Let’s call it a day», che gli ameri- ziativa in atto è quella di istituire, su cano usano per dire: «Beh, ora basta, idea del giornalista Briarese e del è stata una giornata faticosa, andiamo prof. Raffaelli, un archivio dove con- a casa», I’attore, accommiatandosi, di- servare i copioni più significativi, che ceva: «Chiamiamolo un giorno!» sinora sono andati regolarmente al macero. Se da un lato tutto ciò fa sorridere, dall’altro è drammatico, è uno scadi- Per concludere: cosa si può fare per- mento della professionalità piuttosto ché il dialoghista esca da questo in- preoccupante. Come si può ovviare? giusto anonimato? Forse i giornalisti Noi abbiamo ora un’associazione, I’Ai- ed i critici potrebbero fare qualcosa in dac, fondata da alcuni veterani dell’a- questo senso (io non ho mai letto una dattamento quali De Leonardis, To- buona versione italiana citata in una schi, Poliandri, Fede Arnaud, i fratelli critica). Può darsi che sensibilizzando Piferi, Jacquier ecc., che pur essendo un po’ l’opinione pubblica il dialoghi- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 149

sta possa in futuro, non dico avere il un esempio. Non c’è da stupirsi, a que- suo momento di gloria, che sarebbe sto punto, se nella sceneggiatura e eccessivo, ma possa almeno non esse- nella realizzazione dei filmati pubbli- re più definito: «Il dialoghista, questo citari - parlo di quelli professionali, ov- sconosciuto». viamente - viene messa più cura che in

qualsiasi altra attività di comunicazio- Sncci ne. Quando ogni secondo costa un mi- DOPPIAGGIO E PUBBLICITÀ lione e mezzo di produzione, più qua- si un milione ogni volta che lo si fa ve- Marco Vecchia dere, è logico che non ci si possa per- mettere di essere approssimativi e di L’elemento che forse più distingue il sbagliare. doppiaggio fatto per la pubblicità dal doppiaggio cinematografico è che Allora, anzitutto, non ci si potrà per- ben raramente, quasi mai anzi, si trat- mettere di utilizzare filmati stranieri ta di doppiaggio-traduzione. A prima in cui la faccia, I’acconciatura, i vestiti, vista questo potrebbe stupire: come la maniera di muoversi degli attori, mai, ci si potrebbe chiedere, visto che fanno capire chiaramente che non si notoriamente la pubblicità anglosas- tratta di italiani: come potrebbe iden- sone produce dei commercials che, in tificarsi il pubblico? Ma, quel che è an- media, sono qualitativamente supe- cora più grave, non ci si potrà per- riori a quelli italiani, essi poi non ven- mettere una traduzione-adattamento gono che ben di rado tradotti e adat- del parlato che, per definizione, sarà tati in italiano, ma si preferisce per lo un tradimento. Quando un cliente e più produrne di nuovi a prezzi anche un’agenzia di pubblicità sono capaci esorbitanti? di discutere per mesi se sia giusta, più 149 efficace, una parola piuttosto che I motivi sono molti e tutti anche vali- un’altra, come potranno permettere di. Bisogna partire da un presupposto: poi di vederla cambiata in traduzione oggi un filmato pubblicitario della du- solo perché non si adatta al labiale rata di trenta secondi costa, se fatto dell’attore? bene, mediamente sui 50 milioni; mol- ti dei migliori ne costano anche 100 o Insomma, gli esempi di traduzione in 200 e si vocifera nell’ambiente di fil- italiano di filmati pubblicitari stranie- mati che sono costati fino a 600, 800 ri sono estremamente rari e, in gene- milioni. Ma restiamo pure sulla cifra re, del tutto inefficaci: mancano quin- molto più modesta di 50 milioni per di anche buoni esempi di doppiaggio 30 secondi, come dire che un film di di questo genere. Abbiamo visto di re- un’ora e mezza dovrebbe costare me- cente un commercial per una gomma diamente nove miliardi. Non solo: con americana che non si attacca ai denti, il film vero, il produttore può sperare chiaramente prodotto in America. I di recuperare i soldi perché il pubbli- pubblicitari, anziché ricorrere a un ve- co lo va a vedere e paga il biglietto. ro doppiaggio, hanno preferito utiliz- L’utente che ha commissionato il suo zare la tecnica da servizio giornalisti- commercial pubblicitario deve pagare co della voce dell’interprete fuori ancora per farsi vedere: 25 milioni campo che si sovrappone a quella ori- ogni volta che vuol farsi vedere dal ginale della protagonista. Per degli ot- pubblico di Canale 5, tanto per fare timi motivi, ritengo. Anzitutto perché Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 150

così non si nota la non-italianità del- lare quante volte la loro voce viene l’ambiente, delle facce, dei vestiti. Poi sfruttata nella varie interruzioni pub- perché non si sono dovuti preoccupa- blicitarie e poter così quantificare i di- re del labiale. Infine perché hanno ap- ritti (e con le televisioni private e l’in- profittato di una moda anglofila che terruzione selvaggia il compito non è costringe molti nostri speaker, per la affatto facile)? pubblicità, a fingere un accento ingle- se che fa tanto moderno. Evidentemente, se tutto ciò succede, è

Sncci perché il fenomeno è macroscopico: QUANDO LAURENCE OLIVIER per due motivi. Anzi tutto, perché nel FACEVA DELLA PUBBLICITÀ film pubblicitario è ancora estrema- mente usato un espediente che nel ci- Sono lontani i tempi di quando Lau- nema spettacolare non esiste quasi rence Olivier fece il protagonista dei più, quello del narratore, della voce commercial Polaroid. L’attore inglese, fuori campo. Esiste ancora nella pub- col suo consueto professionismo, girò blicità, perché in trenta secondi non si i filmati per tutto il mondo, ripetendo può certo narrare tutto con il dialogo la sua performance nelle diverse lin- e con le immagini, e poi perché, es- gue e così i filmati andarono in onda sendo la funzione della pubblicità es- nei vari Paesi con la voce autentica di senzialmente persuasiva, c’è molto bi- Sir Laurence e, ovviamente, col suo ac- sogno di rivolgersi direttamente, in se- cento inglese. In tutto il mondo tran- conda persona, al pubblico; ma se lo ne che in Italia. Perché si racconta che facessero i protagonisti della scenetta il cliente italiano, inorridito dalla pro- risulterebbero incredibili, ridicoli. Ecco nuncia non precisamente toscana di allora che si ricorre alla voce fuori Olivier, abbia ordinato di doppiarlo, campo, voce astratta che non corri- 150 cancellando così un esempio di pro- sponde a nessuno o, tutt’al più, corri- fessionismo recitativo con un esempio sponde al produttore, e come tale può di dilettantismo pubblicitario. permettersi molte più libertà. Quei tempi, dicevamo, sono lontani. Il secondo motivo è che vengono dop- Oggi la pronuncia inglese chi ce l’ha la piati gli attori dei filmati italiani: la sfrutta - come un ex-cuoco russo, alle- presa diretta della voce, nella pubbli- vato in America e approdato in Italia cità italiana, è ancora pochissimo pra- per studiare canto che viene spesso ri- chiesto come speaker grazie al suo ticata, per molte ragioni. Perché vi è meraviglioso accento - chi non ce l’ha ancora un certo mito della bellezza del lo inventa. Questione di moda. fotomodello pubblicitario e spesso per trovarli belli bisogna ricorrere a degli Ma torniamo al doppiaggio: come mai, stranieri, e anche quando si trovano se film stranieri non se ne traducono, il degli italiani, il più delle volte se sono doppiaggio è così importante per il belli hanno una pessima dizione. Poi mondo pubblicitario da tenere in piedi perché anche per i caratteristi bisogna una diatriba che dura ormai da molti spesso ricorrere all’estero visto que- anni fra speaker, produttori, utenti, sul st’odio che c’è in Italia per la medio- problema dei diritti di passaggio? Co- crità, per cui gli attori o sono dei primi me mai, a quanto si racconta, esiste attori o non sanno recitare; manca una vera e propria organizzazione quella meravigliosa folla di comprima- informativa degli speaker per control- ri, di caratteristi che regge i teatri stra- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 151

nieri, in Italia si scade subito nella mac- to diviene abituale a partire dal 1935 chietta. Ma questi caratteristi stranieri e soprattutto dopo la guerra con l’af- vanno doppiati ed ecco che qualcuno flusso dei film americani. Vengono al- ha avuto l’ottima idea di tirare fuori lora fissate delle quote per i film dop- dal buio della sala di doppiaggio quel- piati, come per le versioni originali

lo splendido attore che è Amendola e (quote che sono ancora in vigore ma Sncci che era essenzialmente sfruttato solo da molto tempo non vengono più ri- per la sua meravigliosa voce. Infine spettate). La maggior parte dei film perché la cattiva educazione pubblici- stranieri appare contemporaneamente taria porta spesso a richiedere non so- in versione originale con sottotitoli ed lo che i fotomodelli siano di improba- in versione doppiata; una minoranza bile bellezza, ma che anche le voci sia- solo in versione originale, che è obbli- no belle e le dizioni perfette: guai se gatoria per le sale di arte e di essai. qualche inflessione non purissima, se qualche particolarità della voce, viene Principali progressi: suono magnetico a sporcare la parlata, soprattutto negli anni ‘50, stereo negli anni ‘70, quando si presenta il prodotto. Ed ec- dolby negli anni ‘80. co ancor di più il ricorso al doppiaggio La tecnica odierna è quella della ban- per migliorare, per pulire, per steriliz- da ottica, che sfila sotto le immagini, zare, per omogeneizzare. montate su anelli con il testo mano- Per fortuna, tutte queste tendenze si scritto dei dialoghi ed uno schermo vanno giorno dopo giorno attenuan- che permette al doppiatore di parlare do. Si cominciano a sentire delle in- in esatta sincronia con i movimenti flessioni un po’ strane, un po’ autenti- delle labbra degli attori: tecnica che è che, si cominciano a vedere dei volti usata sistematicamente solo in Francia. 151 più umani, più veri. Questo non vuol Un miglioramento decisivo è stato ot- dire la fine del doppiaggio in pubbli- tenuto con il doppiaggio in lunghez- cità: è chiaro che le voci fuori campo za, che grazie al rapido scorrimento continueranno ad esistere, continue- del film consente di evitare la fram- ranno ad esistere bellissime fotomo- mentazione in rulli e di guadagnare delle straniere, continueranno a girar- fino al venti per cento del tempo. Og- si film senza sonoro in presa diretta. gi è anche possibile realizzare il dop- Vuol dire che sembra avvicinarsi un piaggio partendo da una banda video. momento in cui la pubblicità italiana rispetterà un po’ meglio le proporzio- La preparazione del doppiaggio dura ni fra recitazione diretta e recitazione in media da cinque a sei settimane, la doppiata. E penso che sarà un bene registrazione da tre a dieci giorni. per tutti. INFRASTRUTTURE E ATTIVITÀ Esistono una trentina di società, che IL DOPPIAGGIO IN FRANCIA: svolgono una regolare attività e sono STORIA E TECNICHE inquadrate nel sindacato del doppiag- Marcel Martin gio e postsincronizzazione e in quello degli auditoria. Alcune sono partico- Agli esordi del parlato si pratica il me- larmente specializzate nel doppiaggio, todo della doppia versione. Il doppia- ma la maggior parte svolge, secondo Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 152

le richieste, ambedue le attività. diffusi in versione originale con sotto- titoli (Grecia, Portogallo e altri). Le re- Esse assicurano un lavoro regolare ad ti televisive privilegiano sistematica- oltre cinquecento attori, provenienti mente le versioni doppiate (fatta ec- soprattutto dal teatro (compresi pa- cezione per i cineclub notturni). recchi della Comédie Française) ma anche dal cinema. I doppiatori sono I professionisti del doppiaggio si defi- pagati a riga (cinquanta lettere) se- niscono «direttori artistici», perché

Sncci condo un tariffario che va da 500 a compiono un’autentica opera di ri- 1000 franchi per mezza giornata di la- creazione partendo dal film originale voro, tenendo conto del numero del- e sono i responsabili della correttezza le righe; il compenso è doppio per le letteraria del testo francese. Talvolta coproduzioni. Il costo di un’ora di la supervione del doppiaggio è affida- doppiaggio varia da 60 a 90 mila fran- ta a personaggi molto conosciuti: così chi; quello del doppiaggio di un film André Maurois per Noblesse oblige dai 150 ai 250 mila franchi. (Kind Hearts and Coronets), Marcel Achard per Spartacus, Louis Malle per Le società ricevono un contributo per Le parrain (Godfather). Molti grandi l’attrezzatura e l’ammodernamento, registi stranieri, inoltre, vengono a Pa- corrisposto dal Centro nazionale del ci- rigi per supervisionare essi stessi il nema sul bilancio del Fondo di soste- doppiaggio dei loro film. gno dell’industria cinematografica, e delle sovvenzioni per il doppiaggio di In teoria il doppiaggio permette un’e- film stranieri destinati allo sfruttamen- satta traduzione dei dialoghi originali; to nei soli paesi di lingua francese. in pratica si tratta piuttosto di un adat- tamento, dovuto alla necessaria con- 152 I film doppiati costituiscono il novan- cordanza fra il testo francese e i movi- ta per cento dei film stranieri proiet- menti delle labbra degli attori. Inoltre, tati in Francia ed assicurano l’ottanta i dialoghisti devono talvolta inventare per cento dei loro ricavi. qualcosa che equivalga approssimati- vamente a dei giochi di parole intra- Il mercato del doppiaggio ha cono- ducibili, così come si sentono obbliga- sciuto una certa recessione per il con- ti a cambiare i nomi di certi personag- trarsi della produzione americana e gi storici o contemporanei che sup- per la limitazione delle importazioni pongono non siano noti alla massa de- di telefilm dagli Stati Uniti dopo il gli spettatori; e, generalmente, nel te- 1981, ma il considerevole sviluppo del sto francese vengono attenuate (o mercato delle videocassette ha per- censurate) le volgarità del linguaggio. messo di compensare quelle perdite. Lo spettatore, naturalmente, non può Attualmente le società di doppiaggio accorgersi di questi cambiamenti, men- lavorano a pieno ritmo ed anzi si la- tre può controllare I’esattezza dei sot- mentano di doverlo fare spesso trop- totitoli se è bilingue. I dialoghisti ten- po in fretta, a detrimento della qua- dono anche ad aggiungere delle «spie- lità tecnica e artistica del prodotto. gazioni», che considerano necessarie La grandissima maggioranza degli per lo spettatore medio. spettatori preferisce il doppiaggio ai OBBLIGHI E MANIPOLAZIONI sottotitoli. Vi sono tuttavia dei paesi nei quali tutti i film stranieri vengono - Rispetto delle voci: quelle dei dop- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 153

piatori vengono scelte in funzione del- lassero «francese». le caratteristiche tonali delle voci degli attori stranieri. Per molto tempo la Il doppiaggio consente falsificazioni consuetudine ha voluto che uno stes- modificando o sopprimendo del tutto so doppiatore provvedesse sempre a o in parte il dialogo originale. Nella

doppiare lo stesso attore straniero, ma versione francese di Pick up on South Sncci questa regola è oggi meno applicata. Street di Fuller, i militanti comunisti erano diventati, su richiesta della cen- - Rispetto degli accenti: per molto sura, dei trafficanti di droga. Il caso tempo i film italiani sono stati dop- più famoso di «distorsione» è quello piati con l’accento marsigliese; questa del primo film di Woody Allen, What’s usanza ridicola e vagamente xenofo- up Tiger Lily, rifacimento di un film ba è ora abbandonata, ma quell’ac- poliziesco giapponese; allo stesso mo- cento persiste quando l’attore italiano do, un karaté di Hong Kong è stato doppia se stesso in francese, come av- trasformato dai «situazionisti» in un viene abitualmente. Per il Cristo si è libello maoista (Può la dialettica rom- fermato ad Eboli le voci dei contadini pere i mattoni?). italiani sono state doppiate da attori della Francia meridionale. SCOMPARE Un caso particolare è quello della lin- LA VERSIONE ORIGINALE gua franco-canadese: gli abitanti del Nel sistema delle coproduzioni, la no- Québec non riescono a tollerare i film zione di versione originale, cara ai ci- doppiati in francese a Parigi, perché nefili ed agli storici, tende a scompa- l’accento francese - ed in parte anche rire per la presenza di attori di più il vocabolario - sembra loro straniero paesi. Alcuni di questi vengono dop- e ridicolo. piati, o lo si fa per tutti se, ad esem- 153 - Rispetto del bilinguismo e dei dialet- pio, per semplificare il lavoro è stato ti: quando in un film si parlano più lin- scelto l’inglese come lingua nella qua- gue contemporaneamente, la versione le tradurre. Alcuni film francesi (Fah- francese sopprime di solito queste dif- renheit 451, Providence, La mort en ferenze, e ciò è assurdo. Ne La pelle, direct) sono stati girati in inglese per ad esempio, I’americano e l’italiano accrescerne la verisimiglianza: la ver- non sono più diversificati (ma è vero sione originale è dunque inglese. che la Calvani ne ha curato una ver- Al limite, ci possono essere più versio- sione integralmente italiana). Nelle ni in diverse lingue, ma nessuna è versioni francesi di La terra trema e quella originale. È il caso del film di de L’albero degli zoccoli i dialetti lo- Luciano Tovoli, diffuso in Francia nel- cali sono ovviamente spartiti. la sola versione francese col titolo Le Il film francese Histoire d’Hadrien, général de l’armée morte e senza parlato in occitano, cioè in lingua pro- menzionare quello italiano (ma si trat- venzale, con sottotitoli in francese per ta di una coproduzione a maggioran- lo sfruttamento in Francia, ha perso za francese, a quanto sembra). con il doppiaggio molta della sua spe- cificità culturale. Questa scomparsa della versione origi- Tempo addietro, in certe versioni fran- nale è sanzionata dai festival interna- cesi di film western, si son sentiti gli zionali, che in linea di massima esigo- Americani chiedere agli Indiani se par- no la presentazione di film in versione Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 154

originale con sottotitoli. In proposito, tore, secondo che debba lavorare più si ricorda la polemica a Cannes nel o meno in fretta, tende a leggere il te- 1979 sul premio per l’interpretazione sto - che non ha imparato a memoria a Michel Piccoli ed Anouk Aimée, che - piuttosto che a dirlo, restituendolo erano stati doppiati nella versione ori- dopo averlo memorizzato, tanto più ginale del film di Bellocchio Salto nel che è difficile rispettare il necessario vuoto. equilibrio tra sincronismo con il movi- mento delle labbra e ritmo naturale Sncci Un caso particolare è quello del dop- della dizione francese. piaggio nella stessa lingua dell’origi- nale, con l’eccezione di quando gli at- Dal punto di vista dello spettatore, tori doppiano se stessi per le versioni riesce difficile e stancante leggere per straniere. molto tempo i sottotitoli, rischiando di lasciarsi sfuggire una parte dei dati La post-sincronizzazione può essere visivi. Viene adottata per questo, una necessità tecnica (cattive condi- quando il film lo rende possibile, una zioni o impossibilità della ripresa so- soluzione intermedia: doppiaggio del nora in diretta) o una scelta estetica se commento esterno e sottotitolaggio il regista vuole compiere un lavoro dei dialoghi (come ha fatto Woody Al- speciale sulle voci (come Louis Malle len per la versione originale di Zelig per Le feu follet, André Téchiné per distribuita in Francia). Les soeurs Brönte). Svantaggi tecnici ed estetici sono il livellamento acusti- Il doppiaggio è indubbiamente un co e la mancanza di una prospettiva male necessario, imposto dai condi- sonora. zionamenti sociologici dello spettaco- 154 lo di grande consumo, ma resta un BILANCIO ARTISTICO male assoluto dal punto di vista arti- E CULTURALE stico e culturale.

Il doppiaggio, nel complesso, è una TESTIMONIANZE FINALI catastrofe. Sopprime la musicalità pro- pria della lingua originale, il suo ritmo «lo considero il doppiaggio una mo- ed il suo colore; attribuisce agli attori struosità, una specie di sfida alle leggi voci che non sono le loro, cosicché mi- umane e divine. Com’è possibile am- lioni di persone non hanno mai udito mettere che un uomo, che possiede la voce autentica di Anna Magnani, una sola anima ed un solo corpo, fac- Marilyn Monroe, Gérard Philipe. cia sua la voce di un altro uomo, pos- sessore a sua volta di un’anima e di un La lingua parlata in un film deve cor- corpo del tutto diversi? È una sfida sa- rispondere peraltro al contesto geo- crilega alla personalità umana. Io so- grafico e culturale in cui si svolge l’a- no assolutamente convinto che nelle zione: sentire Burt Lancaster che «par- epoche di grande fede religiosa sa- la» in italiano nel Gattopardo è meno rebbero stati mandati al rogo gli in- fastidioso che sentirlo parlare in fran- ventori di una simile idiozia» (Jean cese nella versione doppiata. Renoir, 1939).

Il doppiaggio attenua inoltre la spon- «Ci siamo accorti che il film parlato taneità della dizione originale. Con il non è venuto al mondo da solo: un in- sistema della banda ritmo, il doppia- quietante gemello ritardato, una spe- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 155

cie di mostro, era nato contempora- La possibilità di confrontare le diffe- neamente. Ho nominato il film dop- renti versioni con quella originale ce piato. Ora, il fatto di doppiare un film l’ha di solito il critico. Questo confron- è un atto contro natura, un oltraggio to chiarisce una cosa: cioè che la voce al pudore» (Jacques Becker, 1945). è inscindibile dalla persona che parla. Sncci Il timbro, il volume e l’intensità, la ve- locità e il ritmo, I’accentuazione e le IL DOPPIAGGIO IN GERMANIA parafrasi: chi ha avuto qualche volta a Klaus Eder che fare con attori e speakers della ra- dio sa che la voce, il parlare soprat- Nel film di Bernardo Bertolucci La lu- tutto, esprime il carattere di una per- na, il quindicenne Joe, che è venuto a sona. L’uomo non ha una voce, è nel- New York a Roma con la madre, ha i la sua voce. Prendere la voce a qual- suoi primi incontri sessuali con la tee- cuno (e dargliene una diversa) vuol di- nager Arianna nella galleria di un ci- re rubargli una specifica possibilità di nema a piazza Cavour. Vi ricordate: si espressione del suo carattere. tratta di una sequenza dove la ragaz- za si toglie dalla bocca l’apparecchio CINEMA E CULTURA per la correzione dei denti prima di Certamente esistono dei film «senza baciare Joe. Sullo schermo scorre il carattere». Probabilmente, la serie te- film Niagara di Henry Hathaway. Men- levisiva Dallas è, in ogni lingua, egual- tre nel buio del cinema i due vivono le mente senza importanza, triviale, fis- loro prime esperienze amorose, appa- sata su cliché linguistici: difficilmente re Marilyn Monroe. Nella versione di un doppiaggio può peggiorare ancora La luna che io ho visto (penso che fos- qualcosa. Per dirlo con più esattezza: 155 se la versione inglese) questa scena le serie televisive americane sono idea- era stata doppiata in italiano. La Mon- te in anticipo e realizzate per il mer- roe che parla in italiano. Questo mi cato internazionale. In esse c’è una sorprese, perché, secondo la mia espe- perdita di specificità culturale e lingui- rienza cinematografica, la Monroe stica. D’altra parte, più un regista usa non parla l’italiano ma il tedesco. con precisione la propria lingua e ado- Quando canta in uno dei suoi film pera un linguaggio più ricco, tanto più canta in americano, ma quando parla, difficile sarà il doppiaggio. parla in tedesco. Bisogna dire chiaramente che L’argent Poco tempo fa avevo mio ospite a Mo- di Robert Bresson a Parigi è un altro naco un collega americano. In televi- film che non a Monaco o a Roma. Non sione veniva proposto proprio allora sono più personaggi di Bresson che ci Ombre rosse di John Ford. Il mio ospi- parlano, sono trasposizioni in un’altra te scoppiò in una fragorosa risata: cerchia culturale. «Il doppiaggio è un sentire John Wayne parlare in tedesco delitto ed i sottotitoli, purtroppo, non gli sembrava proprio strano. All’oppo- possono sostituire la parola e il suo sto, io evito di vedere dei film tedeschi timbro» (Robert Bresson, 1978): tutta- all’estero. Non posso immaginarmi via L’argent lo si vedrà prossimamente che Bruno Ganz - diciamo - parli ara- nelle sale cinematografiche tedesche bo, Hanna Schygulla russo, Armin in una versione doppiata. L’autore del Mueller-Stahl giapponese. resto non ha nemmeno il diritto di de- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 156

cidere in quale versione il film debba duttori di letterature straniere non so- essere mostrato all’estero, se sarà dop- no facilmente disponibili per la tradu- piato e da chi. zione di dialoghi da film, senza con- tare che il cinema viene probabilmen- Il confronto tra la versione originale e te considerato un genere letterario in- quella doppiata dimostra anche l’ine- feriore. I film vengono tradotti in te- vitabile perdita di qualità. Non cono- desco da persone meno importanti e sco nessuna versione tedesca di qual- di regola i loro nomi non vengono Sncci sivoglia film che raggiunga la qualità neppure citati nei titoli finali. Comun- di atmosfera e di lingua dell’originale. que non è consuetudine che registi fa- Si tratta sempre solo di approssima- mosi come Wolfgang Staudte e Ber- zioni, anche quando il doppiaggio vie- nard Wicki si prestino a lavorare come ne curato non dagli specialisti e dagli registi di doppiaggio. Di solito sono addetti ai lavori ma da registi esperti. specialisti, impiegati delle grandi coo- Per esempio, L’arancia meccanica di perative di doppiaggio, come per Staniey Kubrick è stata doppiata in te- esempio la ditta berlinese Wenzel Lü- desco da Wolfgang Staudte. Tuttavia, decke. In parte questo vale anche per preferirei comunque la versione origi- gli speakers tedeschi. Solo in casi ec- nale, per quanto si possa presumere cezionali si tratta di attori famosi e di che il lavoro di Staudte sia stato ec- successo. Non di rado sono ingegni cellente. mediocri, conosciuti più come voci di Elizabeth Taylor o di che Nel doppiaggio una lingua sarà dop- non come attori autonomi. Il mestiere piata nell’altra. Questo comporta il del doppiaggio si è sviluppato in un normale grado di difficoltà delle tra- proprio ramo di industria. 156 duzioni letterarie, perché, a seconda delle qualità del traduttore, si presen- Si doppia tutto, del resto, nel cinema tano i soliti problemi. Così, per ritor- come in televisione. E si doppia a fon- nare ancora una volta su La luna di do. Poco fa è stato ripresentato al ci- Bertolucci, Jill Clayburgh chiama suo nema Accattone di Pier Paolo Pasolini. figlio «piccolo punk» e questo viene La voce di Franco Citti non veniva dal- reso in tedesco come «piccolo pazzo». le periferie romane, ma da uno studio di sonorizzazione tedesco. Il musical di In una seconda fase di lavoro, per il Vincente Minnelli Un americano a Pa- necessario sincronismo delle labbra, il rigi a suo tempo venne doppiato doppiato deve essere anche assimilato «completamente», vale a dire incluse foneticamente alla lingua finale. Spo- le canzoni che vennero prodotte nuo- stamenti di significato sono cionono- vamente. Se un film ha usato il suono stante inevitabili. Non a caso, per il in presa diretta o un suono doppiato, doppiaggio il regista è più importan- non interessa. Tutto viene germaniz- te del traduttore del testo, il quale zato alla cieca: Padre padrone dei fra- fornisce soltanto una specie di mate- telli Taviani, come Mon oncle d’Amé- riale grezzo, da cui viene distillata la rique di Alain Resnais o come i film di nuova versione definitiva. Il lavoro del Yasujiro Ozu, che in questo periodo traduttore - che in verità presuppone vengono dati alla televisione tedesca un ingegno artistico - viene perciò in- in una piccola retrospettiva. sopportabilmente tagliato. Forse que- sto è dovuto al fatto che i più noti tra- I motivi di tutto ciò sono facilmente ri- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 157

conoscibili. Tra il 1933 ed il 1945 pos- hanno visto Yol ha dato la preferenza sono aver avuto una parte importan- alla versione originale. Questo do- te dei motivi nazionalistici, ma oggi vrebbe far riflettere. essi sono esclusivamente di natura commerciale. Le versioni originali so- Purtroppo le possibilità di vedere il

no considerate non commerciali, limi- film originale sono limitate. Nelle due Sncci tate nelle loro possibilità di successo. principali reti televisive tedesche Ard e Zdf - le versioni originali sottotitola- LE DOPPIE VERSIONI te costituiscono la grande eccezione; solamente nelle «terze reti» - pro- Paradossalmente, piccoli distributori grammi per minoranze con una certa che di quando in quando offrono ver- pretesa culturale - si possono vedere sioni in originale con sottotitoli, come occasionalmente versioni originali sot- per esempio Passion di Jean Luc Go- totitolate, ma questo solo dopo le ore dard, cioè film di cui sono in circola- ventidue. Il museo del cinema di Mo- zione solo poche copie, non si richia- mano alla tutela della cultura cinema- naco mostra per principio solo versio- tografica, ma più che altro si giustifi- ni originali. Altre possibilità bisogna cano col fatto del denaro che manca cercarle con la lente d’ingrandimento. per una versione tedesca. In Germania siamo certamente arriva- Il film Yol del regista turco Yilmaz Gu- ti a un punto di sviluppo tecnico che ney è stato presentato sia in una ver- rende illusoria la questione del dop- sione doppiata in tedesco sia in quel- piaggio. La televisione, fra non molto la originale, sottotitolata. Quasi dap- tempo, avrà un suono stereofonico, e pertutto le due versioni erano con- questo significa che saranno disponi- temporaneamente in programma. La bili due canali di suono. Già oggi un 157 versione sottotitolata era destinata ai film viene trasmesso talvolta in due lavoratori turchi in Germania, ma, sor- lingue: la versione originale su un ca- prendentemente, essa venne preferita nale, la versione tedesca sull’altro. Lo da molti tedeschi. Il rapporto è stato spettatore può scegliere. Anche i nuo- all’incirca di tre (per la versione tede- vi impianti video sono già dotati di sca) ad uno (per quella originale sot- suono stereofonico. Forse con questo totitolata). Se poi si tiene conto che il dilemma doppiaggio o versione ori- erano in circolazione più copie tede- ginale sarà veramente superato, se sche, quel rapporto cambia: si può di- non nel cinema, per lo meno in tele- re che un tedesco su due di quelli che visione. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 158 produzione & • RIVISTCA BIMESTRALEUDELLSINDACATUTO NAZIONALERASCRITTORI • redazione e amministrazione: via Mistretta, 2 · 00182 Roma in vendita presso le Librerie Feltrinelli di tutta Italia

i libri ARLEM Saggi Narrativa Marina Calloni, Vittoria Franco, Giuseppe Marzolla Anna Loretoni, Alessandra Pescarolo, Lampi sul grigio, 1996 Michela Pereira, Elena Pulcini, Franco Serra Valeria E. Russo, Anna Scattigno, Tina Serpi Come un prodigio, 1996 Il femminile tra potenza e potere, 1995 Poesia Pacifica Artuso Mauro Lolli Monsieur Gocce d’azzurro, 1996 Egidio Romualdo Duni, 1996 Maria Jatosti Vito Cirillo A smemorasse da mori’, 1996 La Malitalia e i Malitaliani, 1996 Teatro - Proposte Saggi - Proposte Marco Palladini Beatrice Töttössy Destinazione Sade (Justine. Il vizio della virtù Scrivere postmoderno 12 settimane a Sodoma in Ungheria, 1995 Il rumore della notte), 1996 I volumi possono essere richiesti al Sindacato nazionale scrittori Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 159

ISTITUTO EUROPEO DELLA COMUNICAZIONE

Doppiaggio e sottotitoli Linee guida per la produzione e la distribuzione

Josephine Dries Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 160

nota dei curatori

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La trasposizione linguistica delle ope- attraverso una regolamentazione a re audiovisive viene sempre affronta- norme Uni-Iso, a trasformare il dop- ta a posteriori, a «prodotto» finito. Lo piaggio da mero intervento tecnico a studio che segue tenta di fare il pun- posteriori in fattore artistico costituti- to della situazione europea, con l’in- vo dell’opera. E qui è fondamentale, a tento di spostare la soluzione di alcu- nostro avviso, che la produzione - al di ni aspetti della trasposizione linguisti- là della capacità e della competenza ca al momento produttivo vero e pro- organizzativa delle imprese di dop- prio, invitando i produttori a conside- piaggio - abbia come referenti diretti rare la questione doppiaggio in anti- il dialoghista, autore della versione cipo, per fornire al sistema della di- adattata, e il direttore di doppiaggio stribuzione gli strumenti adeguati per per ciò che riguarda l’interpretazione, superare nel miglior modo possibile le a garanzia degli autori originari e del- barriere linguistiche. la produzione. Riteniamo questo contributo un primo Si tratta di principi e comportamenti passo dal quale gli operatori e gli stu- ai quali anche il settore produttivo ita- diosi del settore potranno avviare una liano converrà che faccia finalmente analisi più puntuale, finalizzata alla riferimento, se vorrà assicurare alle costruzione di una organica griglia di proprie opere una maggiore penetra- principi e comportamenti che portino, zione negli altri mercati. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 161

l’Istituto Europeo della Comunicazione

L’Istituto è il centro europeo con indirizzo le- cazione in ambito europeo. Sia i libri che le gislativo per la ricerca e lo sviluppo nel campo pubblicazioni trimestrali sono disponibili in delle tematiche relative alle comunicazioni di inglese, francese e/o tedesco. massa, nella radio, televisione e stampa. È sta- Sin dal 1986, l’Istituto europeo della comuni- to fondato nel 1983 dalla Fondazione cultu- cazione si è impegnato nel settore della ricerca rale europea, in collaborazione con l’Univer- sulla trasposizione linguistica in Europa, sia sità di Manchester; nel giugno del 1992, l’i- nel campo della televisione che nel cinema; l’I- stituto si è trasferito a Düsseldorf, a seguito del- stituto intende richiamare l’attenzione delle l’invito del Land North Rhine-Westphalia. L’I- istituzioni del campo sociale e politico e dei stituto svolge attività di ricerca e sviluppo pro- professionisti del settore audiovisivo sul ruolo gettuale, cura il Centro di documentazione sui fondamentale del linguaggio. Nel 1991, prima 161 mezzi di comunicazione europei, organizza che Luyken pubblicasse il suo volume Supera- conferenze e seminari per i responsabili del- re le barriere linguistiche nella televisione, il l’attività legislativa sulla materia e coordina i Forum europeo per il cinema e la televisione, programmi di collaborazione Est-Ovest e di che si tiene annualmente, aveva istituito un formazione di professionisti del settore. gruppo di lavoro dedicato allo studio della tra- Attualmente, l’Istituto è impegnato nella rea- sposizione linguistica nel cinema e nella tele- lizzazione di alcuni importanti progetti nel visione («Language transfer in Television and campo della concentrazione dei mezzi di co- Film»); questo gruppo si è rivelato un punto di municazione, della tecnologia, della trasposi- riferimento essenziale nella discussione delle zione linguistica, delle regole e della deontolo- problematiche correnti, nel coadiuvare lo gia professionale nel settore della stampa, e in scambio di informazioni e nel facilitare l’in- generale nell’ambito dei mezzi di comunica- contro tra studiosi, traduttori e professionisti zione di massa. nel campo delle telecomunicazioni e della tra- I risultati dei progetti di ricerca dell’istituto sposizione linguistica. vengono pubblicati nella serie «Media Mono- L’Istituto ospita un’ampia raccolta, aperta al graph». Nella serie «Mediafact» sono invece pubblico, di dati e documentazione relativi al- pubblicati i saggi brevi e i rapporti derivati la trasposizione linguistica. dal lavoro condotto dalle sezioni «Ricerca» e European Institute for the Media «Cooperazione Est-Ovest». Viene inoltre pub- Kaistraße 13 blicato un bollettino trimestrale per la diffu- D-40221 Düsseldorf · Germany sione di informazioni sullo sviluppo delle po- Tel. 49/211901040 · Fax 49/2119010456 litiche legislative relative ai mezzi di comuni- e-mail: [email protected] Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 162

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE fronta le questioni riguardanti il mer- cato del lavoro e la formazione pro- L’accrescersi dell’integrazione euro- fessionale. A conclusione di questo pea, con la rimozione delle barriere progetto l’Istituto europeo della co- commerciali e l’espandersi dei mercati municazione, insieme con il gruppo televisivi e cinematografici, ha porta- Trasposizione linguistica nella televi- to all’attenzione dell’industria euro- sione e nel cinema e con un gruppo di pea dell’audiovisivo il problema del esperti europei, ha sottolineato la ne- superamento delle differenze lingui- cessità di operare per un migliora- stiche, di cui si riconosce, seppur len- mento della qualità, vedere favorito tamente, il valore, quale arma nella un aumento degli scambi tra profes- battaglia per la costruzione di un’in- sionisti del settore, e per lo sviluppo dustria audiovisiva più forte, in grado della ricerca. L’impegno dell’Istituto di arginare il flusso di programmi da- consiste nello sviluppare una serie di gli Stati Uniti e dall’Australia. proposte dirette ai produttori e ai di- stributori, al fine di innescare un nuo- Il Libro Verde della Commissione eu- vo processo di produzione che tenga

opeo della Comunicazione ropea, dell’aprile 1994, riconosce nel- nella dovuta considerazione le precise la qualità scadente del doppiaggio e esigenze della trasposizione linguisti- dei sottotitoli «il vero motivo per il ca in tutte le fasi della produzione e quale i nostri programmi non riescono della distribuzione dei programmi. a raggiungere i mercati stranieri op- I professionisti del settore lamentano Istituto Eur pure non riscuotono successo». Inoltre individua nell’introduzione della tec- spesso l’insufficenza della documenta- nologia digitale il mezzo per miglio- zione che accompagna i programmi 162 rare il livello delle produzioni europee comprati all’estero. Gli adattatori dei nel mercato dell’audiovisivo. dialoghi devono di frequente fare i conti con sceneggiature incomplete o Fin dal 1986 l’Istituto europeo della addirittura mancanti, o lavorare senza comunicazione ha sviluppato un pro- le informazioni più elementari sul pro- gramma di ricerca sulla trasposizione gramma. Troppo spesso si parte dal- linguistica nel cinema e nella televi- l’assunto che eventuali problemi ri- sione, proprio in quanto ne riconosce guardanti la traduzione possano esse- l’estrema importanza, ed è determi- re risolti in fase di post-produzione, nato a proporlo all’attenzione delle senza tenere in considerazione che ciò istituzioni politiche e sociali, così come comporta costi più elevati e produce ai professionisti del settore. un risultato di qualità inferiore. Ri- mandare le decisioni o sottostimare i Nel 1991 si è concluso il primo pro- costi, sia monetari che di tempo e im- getto, con la pubblicazione di Overco- pegno professionale, può rivelarsi ming Language Barriers in Television molto costoso. È noto che, non essen- (Il superamento delle barriere lingui- do i produttori direttamente coinvolti stiche nella televisione) di George-Mi- nel doppiaggio, la responsabilità del chael Luyken, un’opera che descrive i controllo di questa fase ricada sul di- principali sistemi di trasposizione e le stributore e l’acquirente del prodotto. loro implicazioni economiche, lingui- Se questo poteva essere vero in passa- stiche e di programmazione, analizza to, adesso l’aumento dei costi di pro- le opinioni del pubblico e infine af- duzione, l’internazionalizzazione del Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 163

settore del broadcasting e una con- nere una buona trasposizione lingui- correnza più agguerrita, richiedono stica, sia ai fini del doppiaggio che del da parte dei produttori un maggior sottotitolaggio, e che questi requisiti impegno nel programmare il futuro siano tenuti nella dovuta considera- dei propri prodotti. Poiché la maggior zione sin dalla fase di pre-produzione. Istituto Eur parte dei programmi europei produce In tal modo, i produttori possono con- un utile solo al momento della vendi- tribuire a una più vasta distribuzione ta all’estero, è evidente che un ritor- delle loro opere, e la «traduzione», da no dell’investimento si avrà soltanto mero costo di post-produzione, diven- con la loro versione doppiata o sotto- terà un investimento redditizio nella titolata. distribuzione dei programmi. opeo della Comunicazione

I produttori non possono permettersi CONTENUTI sorprese in questa fase, sia per quan- I capitoli 2 e 3 hanno lo scopo di sta- to riguarda i costi che per quanto ri- bilire le norme di qualità della tradu- guarda la qualità. Quanto sia impor- zione e le procedure per la loro at- tante dare il giusto rilievo ai problemi tuazione, nelle diverse fasi di produ- della trasposizione linguistica nelle pri- zione. Le norme sono state redatte me fasi di produzione è dimostrato dal con l’aiuto di numerosi professionisti fatto che spesso programmi di ottima del settore e di produttori televisivi e qualità, con buone potenzialità di suc- cinematografici. Lo scopo non è certo cesso sul mercato internazionale, van- quello di imporre una procedura di no invece incontro a fallimento par- lavoro, quanto di aiutare a identifica- ziale o totale, a causa, ad esempio, di re le migliori procedure possibili, per un cattivo doppiaggio o di un trailer facilitare il lavoro e garantire una re- mal fatto. Una traduzione o un dop- sa più elevata. È ovvio che spesso un 163 piaggio di basso livello possono porta- produttore non è in grado di preve- re la parte interessata a rinunciare al- dere se un programma sarà distribui- l’acquisto o all’ingresso nella coprodu- to all’estero, poiché in genere ciò di- zione, in mancanza di una garanzia pende dal successo riscosso sul merca- sulla qualità del prodotto finito. Lo to interno. Solo in conseguenza di stesso problema vale per il trailer, le questo successo si parla dell’eventua- presentazioni: gli eventuali acquirenti lità di portare il prodotto sul mercato di un film o di un documentario vo- internazionale. Questo, però, è vero gliono essere informati sulle caratteri- solo per le produzioni minori. I costi stiche del prodotto prima di comprar- sempre crescenti delle produzioni au- lo, poiché i budget sono inferiori ri- diovisive e la concorrenza tra le emit- spetto a quelli disponibili in passato; tenti televisive hanno portato anche inoltre spesso i produttori vogliono gli operatori di questo mercato a ri- poter visionare più di un trailer prima nunciare ai rischi finanziari che deri- di comprare, sopratutto se l’opera è in vano dalla produzione in proprio di una lingua a loro sconosciuta. prodotti con un budget molto alto. La produzione internazionale ha dimo- Questi esempi sono strettamente col- strato di essere una buona alternativa legati. In entrambi i casi, la soluzione e ha incontrato il sostegno dei pro- consiste nell’assicurarsi che produttori grammi di cooperazione, quali i pro- e distributori dei programmi siano getti Media dell’Unione europea, Eu- informati sui requisiti necessari a otte- rimage e Audiovisual Eureka, che so- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 164

stengono la produzione in due o tre sua organizzazione, della fissazione di lingue dello stesso programma. Men- un termine di consegna. Il terzo capi- tre attualmente per inseguire il suc- tolo comprende infine un breve rias- cesso del programma sul mercato in- sunto delle norme tecniche Ebu (Eu- ternazionale, la maggior parte dei ropean Broadcasting Union) per lo produttori dà per scontato di doverlo scambio di programmi sottotitolati. realizzare in inglese. Il quarto capitolo si occupa delle al- Non bisogna sottovalutare l’influenza ternative che possono essere utilizza- che queste norme avranno sul lavoro te per superare le barriere linguisti- di sceneggiatori, registi e attori. Ma che, o per evitarle del tutto. Le pro- quando ne valuteranno le conseguen- duzioni internazionali stanno diven- ze e ne apprezzeranno i benefici, sa- tandando sempre più comuni in Eu- ranno pronti a fare delle concessioni, ropa. Un film o un programma ven- e i produttori ad assumersi una parte gono girati in una lingua (spesso l’in- dei costi? Un esempio pertinente è glese), per essere immediatamente quello dei primi piani, che sono più doppiati in un’altra (magari dagli difficili da doppiare; in questo caso la stessi attori), oppure, ma meno spes- opeo della Comunicazione scelta è tra la rinuncia o modifica di so, vengono girati più di una volta, in una parte dei primi piani e un au- lingue diverse, da attori diversi o an- mento del budget, per avere la possi- che da un cast bilingue. Gli Stati Uni- bilità di girare i primi piani in più lin- ti non sono toccati dal problema in gue. Tale scelta implica ovviamente quanto acquistano raramente pro- Istituto Eur dei tempi di lavorazione più lunghi e, grammi prodotti in Europa, preferen- di conseguenza una maggiorazione do, per i titoli di grande successo, ac- 164 dei costi. quistarne i diritti e produrne una ver- sione «americana». Un altro esempio può essere fatto per i sottotitoli, che occupano parte del- Un’ultima alternativa è nella vendita l’inquadratura, intervenendo sulle scel- di format di programmi televisivi, la- te del regista. In questo caso può esse- sciando all’acquirente l’onere di pro- re trovato un accordo, per fare in mo- durre la propria versione. Negli ultimi do che i sottotitoli non coprano una dieci anni molti produttori europei si parte importante del fotogramma. sono specializzati in questo campo, ri- cavandone anche un notevole profit- In breve, il produttore deve ogni vol- to. Si vendono sopratutto format di ta saper valutare i pro e i contro, ef- giochi televisivi, ma anche di soap- fettuando una riflessione finalizzata operas. alle necessità reali della trasposizione linguistica. Inoltre viene presentato un caso tipi- co, quello della serie The Mixer, una Il secondo e terzo capitolo trattano coproduzione europea prodotta in inoltre dei fattori tempi e costi nel doppia versione: girato in inglese e doppiaggio e nel sottotitolaggio, fat- immediatamente doppiato in francese tori essenziali per ottenere una «tra- e tedesco. sposizione» di buona qualità, fattori che dipendono dal produttore e dal Infine, il quinto capitolo presenta un distributore, responsabili, ad esempio, elenco di società che si occupano di dell’accessibilità del materiale, della doppiaggio e sottotitolaggio, divise Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 165

per paese, e una lista di pubblicazioni ma di esportare prodotti cinemato- e indirizzi utili. grafici in paesi stranieri e inoltre per- ché la maggior parte degli attori eu- RINGRAZIAMENTI ropei che lavoravano per Hollywood L’Istituto europeo della comunicazione aveva un accento che ne denunciava Istituto Eur coglie l’occasione per ringraziare le la provenienza. Vi sono diverse tecni- persone e le istituzioni che hanno of- che di doppiaggio; qui facciamo riferi- ferto il loro aiuto e la loro consulenza mento principalmente al doppiaggio nel corso della stesura di queste consi- sincronizzato, nel quale cioè la tradu- derazioni. Inanzitutto la Fondazione zione viene adattata alla recitazione culturale europea, per l’aiuto finanzia- in lingua originale. Nel caso invece la opeo della Comunicazione rio al progetto «Language Barriers», voce recitante sia di sottofondo, si de- poi, in ordine alfabetico: Henrik Got- ve parlare di voice-over. Alcune carat- tlieb, dell’Università di Copenaghen; teristiche del doppiaggio, tuttavia, si Jan Ivarsson, consulente del gruppo possono applicare anche al voice-over. «Language Transfer in Television and Il doppiaggio può infine essere effet- Film»; Morced Kertobi del Centre Na- tuato anche nella lingua originale, tional de la Cinématographie; Gerhard una tecnica detta post-sincronizzazio- Lehmann di «Film und Video Unterti- ne o «looping», qualora in fase di pro- telung GmbH»; George-Michael duzione sia impossibile registrare il Luyken di «Studio L»; Mario Paolinelli, suono in presa diretta. dell’Aidac; tutte le società che hanno risposto al nostro lungo questionario; L’assunto del doppiaggio è che sia cre- Rüdiger Prohl, Marina Kreuze e Bernd dibile. Esso dovrebbe creare l’illusione Schutzeichel di «Studio Hamburg Syn- nel pubblico di fruire del prodotto chronisation»; Barry Reeve, presidente nella propria lingua, senza per questo 165 del gruppo «Language Transfer in Te- sminuire le caratteristiche linguistiche, levision and Film»; Helene Reid di Nob culturali e sociali dell’opera originaria. Translation and Subtitling; George La più piccola imperfezione può di- Roubicek a Londra; lo staff di Satel struggere l’illusione e riportare il pub- Film a Vienna, in particolare Veronika blico alla realtà. Un doppiaggio è ben Schmidt e Michael von Wolkenstein; fatto nella misura in cui non ce se ne Peter Spoor di «Subtitling Internatio- accorge. nal Netherlands»; Télétota a Parigi e Il doppiaggio è il metodo più comune Alexander Coridass e Rainer Fischer, di di trasposizione linguistica dell’audio- Zdf Enterprises. visivo in Francia, Germania, Italia e CAPITOLO 2: IL DOPPIAGGIO Spagna, grazie alla diffusione della te- levisione negli anni Cinquanta, che lo 2.1 INTRODUZIONE: IL DOPPIAGGIO IN ha reso parte integrante delle culture EUROPA nazionali di questi paesi. Tuttavia il Il doppiaggio può essere definito co- doppiaggio sta diventando sempre me la tecnica che permette di sovrap- più diffuso anche in Europa orientale, porre un’altra voce alla voce originale in paesi quali l’Ungheria, la Slovacchia di un’opera audiovisiva. Il doppiaggio e la Repubblica Ceca, a causa del bas- ha fatto la sua comparsa nell’industria so livello di conoscenza delle lingue cinematografica americana assieme al dominanti, tra cui principalmente l’in- sonoro, poiché si presentava il proble- glese. Anche nei paesi che preferisco- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 166

no ricorrere ai sottotitoli, il doppiag- Premier, la pay-tv tedesca, che compra gio viene usato nei programmi per spesso i diritti sui programmi anche in bambini di età inferiore ai sette anni, lingua originale, e Catalan Television non ancora in grado di leggere. Per in Spagna, che riesce così ad accon- converso, nei paesi che tradizional- tentare il pubblico catalano come mente ricorrono al doppiaggio, l’uso quello spagnolo. dei sottotitoli si va diffondendo nei programmi culturali e nella distribu- PROFESSIONALIZZAZIONE zione di film d’autore. Un esempio è Il doppiaggio è un lavoro più specia- quello del canale Arte, presente in lizzato e ad alto costo di manodopera Francia e Germania, che manda rego- della sua alternativa, cioè l’uso di sot- larmente in onda programmi sottoti- totitoli, e questo ha portato a un suo tolati. Va comunque sottolineato che maggiore inquadramento professio- l’utilizzo di sottotitoli in paesi che fi- nale. Da qui la nascita di sindacati e di nora hanno fatto uso esclusivamente organizzazioni professionali per la del doppiaggio, è ancora marginale e rappresentanza, la salvaguardia della limitato a un pubblico specifico: la qualità e la difesa dei compensi. Ma

opeo della Comunicazione grande maggioranza del pubblico in va detto che la forte concorrenza che questi paesi è cresciuta con il dop- domina il settore rende difficile l’ope- piaggio e non accetta il cambiamento. ra delle organizzazioni professionali. D’altra parte, l’emittenza e la distri- Anche l’industria dei sottotitoli si sta buzione cinematografica non hanno professionalizzando: stanno lenta- mente emergendo aziende che si de-

Istituto Eur interesse ad abbandonare il doppiag- gio, con il rischio di perdere parte del dicano esclusivamente a fornire tradu- loro pubblico. Al di là di questo, in zioni con sottotitoli, attraverso l’uso di 166 questi paesi l’industria del doppiaggio traduttori free-lance, che a loro volta è ormai parte integrante del settore si stanno unendo in organizzazioni audiovisivo, e dà lavoro a un gran nu- professionali e cooperative, per raffor- mero di addetti, fattore decisivo che zare la loro posizione contrattuale. suggerisce il mantenimento dello sta- Purtroppo, nessuna di queste organiz- tus quo. zazioni si occupa anche della forma- zione professionale. È possibile offrire un programma in più di una lingua trasmettendolo, gra- Della formazione si sono finora occu- zie ai canali stereofonici di cui è ormai pati, anche se in poche occasioni, solo dotata la maggior parte dei televisori, le università e le scuole di lingue; al- nella lingua originale e nella versione cuni studi di doppiaggio praticano ta- doppiata. Tuttavia per questo modo di le attività per formare nuovi addetti, trasmissione vi sono dei problemi di anche se in genere è considerata an- diritti connessi, poiché spesso il distri- tieconomica rispetto ai tempi ridotti butore non è disposto a vendere an- necessari a essere competitivi. Di con- che la versione originale, in quanto seguenza, ci si serve soltanto di attori preferisce cederne i diritti per il mer- esperti, con il risultato di limitare la cato delle tv via satellite, con maggio- scelta a poche «voci», appiattendo la ri prospettive di guadagno. È comun- varietà dell’opera originale. Il pubbli- que una soluzione allettante per le co sente sempre le stesse voci doppia- pay-tv, che mandano il loro segnale re ruoli del tutto diversi; ogni doppia- solo agli abbonati. Due esempi sono tore dà la propria voce a più di un at- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 167

tore, danneggiando evidentemente COSTI l’identità e il carattere degli attori È impossibile fornire un costo fisso al stranieri. minuto per il doppiaggio poiché vi so- no troppi fattori coinvolti: ASPETTI TECNICI Negli ultimi anni diverse società eu- • lunghezza e caratteristiche. Film con Istituto Eur ropee già attive nel campo dell’au- lunghi dialoghi o trame intricate che diovisivo e della post-produzione si richiedono più attenzione e quindi più sono dedicate al doppiaggio; i nuovi tempo; canali televisivi e il boom della distri- buzione dell’home-video hanno in- • densità del dialogo. Il doppiaggio è opeo della Comunicazione fatti ampliato il mercato, condizione più costoso e difficile da eseguire che ha loro permesso di diversificare quando vi sono più voci contempora- gli investimenti. nemente; Negli ultimi tempi gli stabilimenti di • numero dei personaggi. Un maggior doppiaggio utilizzano sempre più numero di attori comporta ovviamen- frequentemente il Disco Ottico Ma- te una spesa più elevata. Inoltre, se vi gnetico (Mod), abbandonando sia le sono da doppiare bambini sorge la ne- audio che le video cassette. Il sistema cessità di osservare le regole relative garantisce la qualità del suono digi- all’orario lavorativo per i minori; tale, permette di accedere alle imma- gini più velocemente di una video- • notorietà degli attori. Alcuni attori cassetta, comporta meno lavoro ma- famosi hanno il loro doppiatore per- nuale ed è molto più veloce e preci- sonale, il quale di conseguenza richie- so del sistema tradizionale. Ma la ve- de tariffe più elevate di quelle stan- locità e la precisione non garantisco- dard; 167 no da sole la qualità. Il lavoro del dia- • disponibilità del materiale. Una sce- loghista e la direzione degli attori so- neggiatura o una colonna sonora in- no la condizione essenziale per il rag- complete o inesistenti alzano inevita- giungimento di un prodotto finale di bilmente i costi;1 alto livello. • un piano di lavoro realistico. La da- 2.2 TEMPI E COSTI ta di consegna della versione doppia- Tempi e costi sono naturalmente fatto- ta, in relazione alla messa in onda del ri determinanti per la qualità del dop- programma, deve essere stabilita rea- piaggio. Un budget più elevato per- listicamente, altrimenti dovrà essere mette l’impiego di tempi più lunghi assunto personale extra, con una ov- per scrivere l’adattamento, per le pro- via maggiorazione dei costi. ve degli attori, per il missaggio, ecc.. Tuttavia è quasi impossibile fare un È comunque difficile, in genere, veni- preventivo accurato di ognuno di que- re a conoscenza dei costi reali del dop- sti fattori, essendo le variabili troppo piaggio, perché le società del settore soggettive. Inoltre, nei diversi paesi eu- sono restie a fornire dati precisi, in ropei, le tariffe e i tempi di lavorazione quanto la concorrenza molto agguer- variano notevolmente, complicando rita spinge continuamente il mercato ulteriormente il lavoro di programma- al ribasso. Le grandi società di dop- zione. piaggio hanno finora lavorato in una Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 168

posizione di sostanziale parità reci- piaggio televisivo costa tra i duemila proca nei confronti dell’emittenza te- e i quindicimila ECU, il doppiaggio ci- levisiva pubblica, che aveva un budget nematografico va dai sedicimila ECU considerevole da dedicare al doppiag- in su. Mario Paolinelli dell’Aidac, l’as- gio. Ora si sta verificando una inver- sociazione dei dialoghisti italiani, ri- sione di tendenza: infatti la ridotta di- ferisce di un accordo che fisserebbe il sponibilità economica fa sì che le la- prezzo medio di un’ora di doppiaggio vorazioni vengano assegnate al mi- a 10.500 ECU, accordo che però è glior offerente. L’esempio più chiaro è messo in pericolo dalla politica delle portato dalla Zdf tedesca, che assegna reti televisive e dei distributori, che è e coordina i doppiaggi attraverso un quella di inondare il mercato italiano ufficio centrale. Compito di questo uf- di migliaia di ore di programmi, con ficio è di ottenere il miglior prezzo la pretesa di doppiare a un prezzo possibile, fatta salva la resa qualitati- che è un quarto di quello convenuto. va. A loro volta le società di doppiag- gio adeguano il livello qualitativo a I prezzi per il doppiaggio cinemato- seconda delle esigenze del cliente, grafico sono solitamente più elevati di

opeo della Comunicazione cercando di non scendere al di sotto quelli per il doppiaggio televisivo, a del proprio standard. causa della richiesta di una qualità e un’accuratezza maggiori. Solo i più BUDGET grandi distributori americani possono Luyken, nel suo Overcoming Langua- permettersi di mantenere dei rappre- ge Barriers in Television, pubblicato

Istituto Eur sentanti per supervisionare la qualità dall’Istituto europeo della comunica- del lavoro svolto; tutti gli altri devono zione nel 1991, stima il costo medio di contare soltanto sulla propria capacità 168 un’ora di doppiaggio televisivo in di giudicare la qualità del doppiaggio 11.000 ECU, cifra ricavata da dati for- basandosi su una traduzione incom- niti da cinque studi di doppiaggio nel pleta o preliminare. 1988-89. La media è del tutto appros- simativa, poiché i costi variano consi- I fattori di costo dipendono dal meto- derevolmente da paese a paese; inol- do usato, ma in linea di massima si tre i prezzi da allora si sono alzati no- può dire che attori, dialoghisti, diret- tevolmente. La Francia e la Germania tori e altro personale coprono circa i sono i paesi più cari: in Germania due terzi del costo totale. Graf, dello doppiare un film per la distribuzione studio di doppiaggio «Bavaria Ate- cinematografica può costare fino a lier», ha valutato la suddivisione dei 48.000 ECU (90.000 marchi), la Spa- costi secondo lo schema stabilito nella gna, paese nel quale i costi sono sali- seguente tabella (i dati si riferiscono ti negli ultimi due anni, è seconda, al 1987):2 con un costo medio di 24.000 ECU (4 milioni di pesetas) per doppiare un attori 28% film americano medio; d’altro canto, un film che richieda un impegno traduzione e adattamento 10% maggiore, come il film d’animazione staff tecnico 20% Thumbelina, viene a costare circa 12 milioni di pesetas (73.000 ECU). L’Ita- direttore 6% lia è il paese meno caro, tra quelli del- l’Europa Occidentale: un’ora di dop- totale 2/3 (64%) Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 169

attrezzatura 21% lità inferiore ha trovato, negli ultimi dieci anni, un mercato nell’espandersi materiale 5% delle reti televisive private e nell’indu- spese generali e utili 10% stria delle videocassette. In questo ti- po di mercato il valore principale è il Istituto Eur profitto, di conseguenza un prodotto meno caro è il primo obbiettivo, qua- La voce che pesa di più è quella rela- le che sia la qualità. Molti lamentano tiva agli attori, poiché alcuni tra loro, l’industrializzazione del lavoro del dia- quelli che doppiano gli attori più fa- loghista e dell’attore-doppiatore, con mosi, sono nella posizione di dettare il conseguente annullamento dell’ap- opeo della Comunicazione le proprie tariffe. Sia i produttori che porto artistico e creativo. Non c’è più i distributori, nel timore di scontenta- spazio per la creatività, quando le co- re il pubblico, tendono a utilizzare la strizioni temporali e le richieste pres- stessa voce per gli stessi attori. santi sono il comportamento standard In Italia, ad esempio, vi sono tre cate- del mercato. Produzioni televisive che gorie di doppiatori. Solo quelli di pri- hanno richiesto un anno o più per es- ma categoria, che doppiano gli attori sere completate e sulle quali lo sce- famosi, riescono a farsi pagare un com- neggiatore ha lavorato per mesi, de- penso stabilito. Gli altri sono pagati per vono essere doppiate a costi che non riga, molto meno di quanto vengano sono che una minima frazione dei co- pagati quelli di prima categoria, ma sti totali di produzione, e completate sempre più di quanto guadagnerebbe- in pochi giorni. Tuttavia molti profes- ro recitando in teatro e senz’altro me- sionisti e alcune aziende di doppiag- glio che se fossero disoccupati. gio e sottotitolaggio stanno cercando di inserirsi nel mercato offrendo stan- 169 La rete integrata di servizi digitali (In- dard qualitativi superiori. tegrated Services Digital Network) rende possibile il doppiaggio di un L’ampliamento del circuito di diffu- film straniero senza che i doppiatori sione dei prodotti audiovisivi, parcel- debbano recarsi nel paese interessato, lizzando gli ascolti, costringe però an- attraverso la trasmissione dei dialoghi che le grandi televisioni a ridurre i co- su linee telefoniche a fibre ottiche, sti. Riuscire ad avviare al doppiaggio senza alcuna riduzione della chiarezza un maggior numero di programmi della trasmissione. può essere una buona soluzione per ottenere una migliore qualità, ridu- In tal modo si realizza un notevole ri- cendo i costi generali. sparmio di tempo e denaro, in spese di trasporto e di alloggio. Vi sono già TEMPI diversi studi di doppiaggio europei Non c’è da sorprendersi che, nell’in- che usano questo sistema. dustria dell’audiovisivo, il problema dei tempi sia strettamente collegato a A causa della forte concorrenza, gli quello dei costi. studi di doppiaggio sono costretti ad abbassare le loro tariffe e a ridurre i La programmazione è altrettanto im- tempi di lavorazione, con il risultato di portante nel definire i tempi di lavo- un peggioramento della qualità del razione di quanto non lo sia nella de- prodotto. Questo doppiaggio di qua- finizione del piano di spesa. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 170

Dice George Roubicek, un consulente durre i tempi di lavorazione, con una con molti anni di esperienza al suo at- conseguente e evidente, per quanto tivo in Gran Bretagna: «Un buon adat- negata, diminuzione della qualità del tamento dovrebbe potersi svolgere se- doppiaggio. I dialoghisti spesso vedo- condo le stesse fasi, e con gli stessi no i loro adattamenti, svolti con tempi, della stesura di una sceneggia- estrema cura e attenzione alla qua- tura, cioè la fase progettuale, la fase lità, rovinati da una edizione che non di preparazione, e quella di revisione. tiene conto dei tempi necessari, ma si Deve essere di agevole lettura, avere preoccupa esclusivamente di ridurre i una buona trama, personaggi credibi- tempi di lavorazione e aumentare la li, l’atmosfera e lo spirito giusti. E tut- produzione. Il problema è particolar- to ciò doppiato in maniera ineccepibi- mente evidente per le società di dop- le. In poche parole, è un lavoro che ri- piaggio che non posseggono il pro- chiede tempo». prio studio di registrazione, poiché i costi di noleggio sono molto elevati. Il calcolo dei tempi di lavorazione va- ria da paese a paese, a causa della di- 2.3 REQUISITI PER IL DOPPIAGGIO DEI

opeo della Comunicazione sparità dei metodi di lavorazione usa- PROGRAMMI ti. Il più costoso è quello francese di Elenchiamo qui alcuni dei requisiti ne- «Bande Rythmo», che comporta tem- cessari, senza la pretesa di esaurire pi di lavorazione più lunghi, anche se l’argomento, sicuri che alcuni trove- in ogni paese, e usando metodi diver- ranno delle mancanze, altri delle ripe- si, si possono avere doppiaggi costosi Istituto Eur tizioni inutili. o convenienti. Tuttavia, a causa della concorrenza tra i diversi studi di dop- PRE-PRODUZIONE: PIANIFICAZIONE DEI 170 piaggio, è praticamente impossibile TEMPI DI LAVORAZIONE ottenere informazioni esatte sui prez- A chiunque abbia letto i paragrafi zi e i tempi impiegati, e di conse- precedenti risulterà evidente che una guenza non siamo in grado di offrire pianificazione dei tempi di lavorazio- una tabella comparativa per i diversi ne, che tenga nella giusta considera- paesi. zione i costi e i tempi del doppiaggio, è di grande importanza sia per la tra- Per un’ora di doppiaggio televisivo so- duzione che per la commercializzazio- no state calcolate dalle due alle tre ne del prodotto. settimane per la traduzione e l’adat- tamento, oltre ai due o tre giorni in Qualora l’esportazione non fosse sta- studio di registrazione (Luyken, 1991). ta originariamente prevista dal pro- Per la Francia, le stime salgono a cin- duttore, i fondi per il doppiaggio, non que o sei settimane e tre-dieci giorni, previsti nel piano di spesa iniziale, do- rispettivamente, oltre ai giorni per il vranno essere reperiti in altro modo, missaggio (da uno a tre)3. In Germania tenendo sempre presente che una un dialoghista professionista impiega buona programmazione dei tempi di due settimane per adattare un film di lavorazione è particolarmente impor- durata media (un’ora e mezza). tante se si vuole ottenere un dop- piaggio di buona qualità. Anche in questo caso, l’industrializza- zione e la crescente competizione co- L’ideale è che la distribuzione interna- stringono le società del settore a ri- zionale venga prevista fin dall’inizio. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 171

In particolare, tempi e costi vanno piano, poiché i movimenti delle labbra preventivati soprattutto nelle copro- sono ben visibili. duzioni, per ottimizzare la realizza- zione di ogni singola versione lingui- Naturalmente non è possibile evitare stica in tutti i paesi di destinazione. la presenza dei primi piani. Tuttavia, i Istituto Eur Un doppiaggio fatto in fretta, per registi nelle loro scelte debbono ini- mancanza di tempo perché la data ziare a tener presente anche questo della proiezione o della messa in on- fattore. Infatti, una leggera riduzione da si avvicina, e con pochi soldi, per percentuale dei primi piani, facilitan- mancanza di programmazione delle do il lavoro del dialoghista e degli at- spese, sarà comunque un doppiaggio tori, può ridurre i tempi di lavorazio- opeo della Comunicazione di cattiva qualità. Soltanto tenendo in ne del doppiaggio. Le coproduzioni considerazione, da un lato le necessità internazionali talvolta si preoccupano della post-produzione e dall’altro le di girare i primi piani nelle diverse lin- esigenze artistiche e tecniche del dop- gue, ed è ovvio che questo procedi- piaggio, si può ottenere un buon pro- mento alza i costi e allunga i tempi di dotto, ferma restando la disponibilità lavorazione per le riprese. dei fondi necessari. PRODUZIONE: ASSISTENTE AI DIALOGHI La programmazione dei tempi di dop- Le coproduzioni internazionali spesso piaggio troppo spesso viene ostacola- utilizzano attori che non possiedono ta dalla limitata accessibilità del mate- una buona conoscenza della lingua riale sul quale lavorare. Se il produt- nella quale viene girato il film; per tore non allestisce e non invia alle sca- questo si fa spesso uso di un assisten- denze previste il materiale ai distribu- te ai dialoghi, che sia a conoscenza sia tori, gli addetti al doppiaggio saranno della lingua nella quale viene girato il 171 costretti a lavorare con tempi che film, sia di quella di origine degli at- metteranno a rischio la riuscita del tori, e che quindi è in grado di essere prodotto finale. In particolare, è im- di aiuto durante le riprese. Spesso è lo portante ricevere per tempo il mate- stesso aiuto regista a svolgere questo ruolo. Un buon assistente ai dialoghi riale necessario a individuare il cast deve essere una persona di elevato li- degli attori doppiatori, per poter pro- vello culturale e deve godere della più cedere a una prima definizione del completa fiducia del regista e degli at- piano di spesa necessario a completa- tori. Deve inoltre essere in grado di re il lavoro. correggere i difetti di pronuncia o di PRODUZIONE: LE INQUADRATURE riscrivere i dialoghi, se una parola o Nella fase produttiva, l’intervento che una frase presentano delle difficoltà più può facilitare il lavoro di doppiag- di pronuncia insormontabili, propo- gio è la scelta delle inquadrature. nendo alternative che non vadano a snaturare l’opera originaria. Le qualità È banale sottolineare che il doppiag- più importanti di un buon assistente gio è molto più semplice quando la ai dialoghi sono la conoscenza delle voce da doppiare si trova fuori campo, procedure di doppiaggio, tra cui la im- ovvero quando il viso dell’attore/attri- mediata capacità di distinguere tra un ce non è in primo piano. Per converso, problema che può essere risolto in se- è altrettanto ovvio che è molto più de di adattamento dal dialoghista e difficile doppiare una voce in primo uno che obbliga a rigirare la scena. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 172

POST-PRODUZIONE: sempre corredate di un punto di sin- LE COLONNE SONORE cronizzazione, da indicarsi sia acusti- La colonna sonora costituisce una par- camente che tramite un contrassegno te essenziale del prodotto cine-televi- visibile. sivo, e dovrebbe sempre essere conse- gnata integra a coloro che si occupa- 3. In caso di parti vocali da aggiunge- no del doppiaggio. Infatti uno dei re a una base musicale, è necessario problemi più onerosi in ordine di costi mettere quest’ultima a disposizione e di tempo è quello di una colonna so- degli addetti al doppiaggio. A esem- nora incompleta o danneggiata. pio, nel caso di film musicali o di ani- mazione, gli autori che devono occu- 1. Sono necessarie almeno tre colonne: parsi della riscrittura dei testi delle canzoni, hanno bisogno di avere ac- a. musica cesso alla parte musicale. La colonna sonora musicale non de- ve avere parti vocali, a meno che Non è sempre possibile programmare non si tratti di musica di repertorio. in anticipo l’esportazione del prodot- Nell’eventualità che il produttore to e quindi preparare i materiali ne- opeo della Comunicazione non possegga i diritti d’autore per cessari al doppiaggio, ma un tempe- una canzone nel paese nel quale il stivo rapporto informativo al distribu- film deve essere distribuito, è essen- tore può servire a programmare la la- ziale mettere a conoscenza l’acqui- vorazione e a stanziare i fondi neces- rente e lo studio di doppiaggio di sari senza ulteriori contrattempi. Istituto Eur questa circostanza, in modo che si possano prendere le misure neces- 4. La copia del prodotto cine-televisi- sarie. vo da doppiare deve essere fornita 172 nella lingua originale, non già dop- b. effetti piata in un’altra lingua, altrimenti vie- La colonna sonora dovrebbe essere ne compromessa la resa delle caratte- completa di effetti, poiché non esi- ristiche delle voci originali e quindi dei stono mai condizioni di silenzio to- personaggi, rendendo più arduo il tale. compito del direttore e degli attori.

c. missaggio definitivo 5. Sopratutto in presenza di una serie, Deve essere fornito come riferimen- è utile avere delle indicazioni sulla du- to, in virtù della sua importanza nel rata complessiva della produzione, per definire il volume e le sfumature di avere la possibilità di stabilire un pre- tono. È utile avere a disposizione, ventivo accurato e pianificare i tempi quando possibile, anche il pre-mis- di lavorazione. saggio dei dialoghi, il missaggio del- la musica e degli effetti e i rumori di 6. La copia fornita allo stabilimento di fondo. Nel doppiaggio si lavora sul- doppiaggio deve essere di qualità la colonna dialoghi, ma, quando equivalente alla copia per la messa in mancano, ci si occupa anche della ri- onda. Copie di qualità scadente non costruzione delle colonne musica ed permettono una buona sincronizza- effetti, processo quest’ultimo, lungo zione e creano difficoltà durante la la- e costoso. vorazione.

2. Le colonne sonore devono essere 7. La copia di lavorazione deve essere Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 173

in tutto identica alla copia per la mes- ture di significato e le particolarità lin- sa in onda. Eventuali aggiunte o tagli, guistiche andranno perdute. Se il dia- effettuati per motivi di censura o al- loghista, infatti, non è in grado di di- tro, devono essere comunicati per stinguere le modifiche apportate e i tempo agli addetti. Le conseguenze compromessi raggiunti dal primo tra- Istituto Eur della mancata comunicazione di que- duttore, gran parte dello spirito della ste informazioni possono creare ov- sceneggiatura sarà «neutralizzato», e viamente danni notevoli. il risultato sarà una trasposizione di qualità inferiore. 8. Deve essere data la possibilità di

aggiungere in testa ai titoli di coda La sceneggiatura di post-produzione opeo della Comunicazione del film il nome del dialoghista, del di- deve rispondere alle seguenti caratte- rettore, dei doppiatori e della società ristiche: e dello stabilimento di doppiaggio, a a. elencare il nome scientifico di tutte esempio prolungando la musica della le piante e gli animali che compaio- colonna sonora alla conclusione del no o che vengono citati nel film (an- film. che i migliori dizionari spesso non elencano tutti i termini, oppure non POST-PRODUZIONE: SCENEGGIATURA ne riportano la versione in linguag- Per doppiare un prodotto in lingua gio corrente). straniera è essenziale avere a disposi- b. le espressioni in slang e le battute zione la sceneggiatura nello stadio di devono essere spiegate. I traduttori post-produzione. La sceneggiatura re- spesso si risentono di questo tratta- datta prima delle riprese non include mento, interpretandolo come un at- infatti tutti i cambiamenti e le modifi- tacco alla propria professionalità, che intervenute nel corso delle riprese ma in realtà è spesso impossibile ri- 173 (la maggior parte dei registi non si at- salire al significato di espressioni tiene alla sceneggiatura alla lettera). nuove della lingua parlata, sopra- Per quanto riguarda le serie molto tutto per quei traduttori che non lunghe, fornire delle schede riassunti- hanno contatti frequenti con il pae- ve al direttore di doppiaggio può ser- se d’origine dei filmati. vire a definire meglio il carattere e le Nei programmi di divulgazione scien- difficoltà del lavoro, e di conseguenza tifica, è fondamentale avere a disposi- a delineare lo sviluppo dei diversi per- zione la traduzione della terminologia sonaggi, in modo che le voci vengano impiegata; inoltre, devono essere spie- scelte in modo appropriato. Questo è gati i cartelli significativi e ogni dida- particolarmente importante, poiché scalia presente nei filmati. l’evoluzione di un personaggio nel corso della storia può influenzare il di- Tutti i dialoghi devono essere presen- rettore nelle proprie scelte. ti nella sceneggiatura (i traduttori non possono prendersi la responsabilità di Se la produzione è in una lingua non scrivere i dialoghi quando la sceneg- europea, può essere utile avere a di- giatura dà semplicemente indicazioni sposizione anche la versione in ingle- del tipo: «qui i due personaggi parla- se, tuttavia, in linea generale, l’utiliz- no spagnolo»). zo di un lingua «di sostegno» non è consigliabile, poiché più ci si allontana Qualora il regista o il produttore ab- dalla versione originale, più le sfuma- biano delle esigenze particolari su un Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 174

determinato dialogo, è bene che que- nosciuti è George Roubicek, di Londra. ste siano rese esplicite nella sceneggia- Roubicek è il primo a sottolineare una tura; in caso contrario, le eventuali de- fondamentale differenza tra il dop- cisioni riguardanti il doppiaggio saran- piaggio per il pubblico europeo e no lasciate al dialoghista e al direttore. quello per il pubblico anglo-america- no; quest’ultimo, a suo dire, richiede c. I testi delle canzoni devono essere una qualità molto più alta di quella ac- riportati nella sceneggiatura, altri- cettata normalmente in Europa poi- menti la loro comprensione sarà ché, essendo poco abituato al dop- molto difficile. In genere i testi del- piaggio, è di conseguenza poco abi- le canzoni, a differenza dei dialoghi, tuato anche al doppiaggio di cattiva non vengono modificati nel corso qualità, al quale siamo spesso sottopo- delle riprese, è possibile quindi for- sti in Europa. In America e in Gran Bre- nirli anche quando non viene resa tagna viene quindi richiesta una qua- disponibile una sceneggiatura di po- lità estremamente elevata di doppiag- st-produzione. gio, per supplire alla perdita di alcune caratteristiche della versione originale. d. Gli addetti al doppiaggio devono opeo della Comunicazione avere la possibilità di mettersi in È luogo comune che il pubblico anglo- contatto con un rappresentante del- americano non accetti affatto il dop- la produzione (il numero di telefono piaggio. In realtà vi sono numerosi può essere aggiunto alla stessa sce- esempi di film doppiati che hanno ot- neggiatura di post-produzione), in tenuto notevole successo in questi Istituto Eur caso di problemi nel corso della tra- mercati. A esempio, la Peter Riethof duzione o del doppiaggio. Per quan- Production, a Parigi, ha avuto molto 174 to sia raro che un dialoghista pro- successo con la versione inglese di film fessionista abbia difficoltà con un francesi. Non diversamente da George testo, è comunque auspicabile che i Roubicek, anche Peter Riethof è con- problemi, se esistono, vengano risol- vinto che un prodotto, purché dop- ti attraverso la collaborazione con piato bene, abbia buone probabilità un rappresentante della produzione di successo con un pubblico di lingua (magari l’assistente ai dialoghi), inglese. piuttosto che aggravare il lavoro de- gli addetti. Per ottenere un doppiaggio in inglese di buona qualità, è ancora una volta Ogni materiale promozionale o simile, necessario avere a disposizione il tem- che spesso contiene informazioni uti- po per scrivere l’adattamento, per la li, dovrebbe altresì essere reso dispo- scelta degli attori, la registrazione e il nibile . missaggio.

2.4 DOPPIAGGIO PER IL PUBBLICO CAPITOLO 3: I SOTTOTITOLI ANGLO-AMERICANO Questo tipo di doppiaggio richiede 3.1 I SOTTOTITOLI IN EUROPA: una professionalità particolare. Pochi INTRODUZIONE studi di doppiaggio offrono questo ti- In questo capitolo facciamo riferimen- po di servizio, cosicché nel corso del to soltanto ai sottotitoli inseriti in un tempo si è formata una categoria di film o prodotto televisivo in lingua specialisti, tra i quali uno dei più co- straniera, cioè una traduzione abbre- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 175

viata del dialogo che sentiamo sullo Per lungo tempo, in alcuni paesi i sot- schermo. Non sono inclusi i sottotitoli totitoli sono stati utilizzati principal- forniti nella stessa lingua, sia per non mente dagli enti televisivi pubblici. Più udenti che per scopi didattici. Al di là di recente, la comparsa sul mercato di questa differenza, in generale i sot- delle televisioni private ha favorito la Istituto Eur totitoli si distinguono tra quelli in nascita di aziende specializzate nel chiaro e quelli criptati. Quelli in chia- sottotitolaggio. Molti dei paesi che ro non sono opzionali e compaiono utilizzano i sottotitoli come metodo automaticamente. I sottotitoli criptati principale di trasposizione linguistica, devono invece essere selezionati dallo presentano un mercato vario e fioren- spettatore. Si tratta generalmente di te di società che forniscono questo opeo della Comunicazione sottotitoli nella stessa lingua oppure servizio. Se a ciò si uniscono i miglio- in altra lingua, nel caso di una comu- ramenti introdotti dalle nuove tecno- nità linguistica allogena (a esempio il logie, è evidente la possibilità di otte- pubblico di lingua spagnola negli Sta- nere un prodotto di qualità. Tuttavia, ti Uniti).4 come nel caso del doppiaggio, vi sono fattori esterni che influenzano il pro- L’uso dei sottotitoli è il sistema più dotto finale; in particolare, Nelvik economico di trasposizione linguistica (1992) ricorda la qualità delle copie ed è una procedura utilizzata profi- sulle quali gli studi devono lavorare, la cuamente in Europa e in molte parti comprensibilità del dialogo e sopra- del mondo, dove viene considerata tutto il tempo a disposizione, come positivamente. In particolare i paesi fattori condizionanti con i quali la so- scandinavi, l’Olanda, il Portogallo, la cietà che si occupa del sottotitolaggio Grecia e la Romania ne fanno larga- deve fare i conti.5 Il piano di spesa mente uso, limitando il doppiaggio ai messo a disposizione dal produttore 175 programmi per bambini in età pre- e/o dal distributore è ancora una vol- scolare. ta essenziale per garantire la qualità della trasposizione linguistica e quindi A favore dei sottotitoli sono da ricor- del prodotto. dare la possibilità di udire il dialogo in lingua originale, e quindi di poter ap- DIRITTI D’AUTORE prezzare la qualità della recitazione e I traduttori di sottotitoli vengono pa- le scelte del regista. A sfavore, invece, gati secondo tariffe standard per sot- il fatto che il testo scritto possa inter- totitolo e sono titolari, al pari degli au- ferire con le immagini sullo schermo e tori dei dialoghi per il doppiaggio, dei quindi distogliere l’attenzione dello diritti sulla loro traduzione e adatta- spettatore. In definitiva i sottotitoli in- mento. Al pari degli altri autori e dei terferiscono con le scelte artistiche del produttori, anche questa categoria è regista, limitando la visione delle im- vittima del fenomeno della pirateria e magini, e impediscono allo spettatore del mancato rispetto contrattuale (e con problemi di vista o di compren- qui va ricordata l’utilizzazione delle sione del testo, di seguire il film nella opere nei nuovi sistemi di diffusione), sua interezza. per cui è necessario garantire una mag- giore protezione alle figure autorali Spesso i sottotitoli vengono scelti più nel doppiaggio e nel sottotitolaggio. per i loro costi che per ragioni arti- stiche. Di solito i sottotitoli vengono prepa- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 176

rati da traduttori che lavorano in pro- mite la rete Isdn in alternativa alla prio, cosiddetti free-lance. Le poche spedizione delle videocassette, in par- eccezioni a questa situazione riguar- ticolare per la traduzione di servizi dano i traduttori in lingua inglese; in giornalistici o notiziari. questo caso di solito l’azienda che for- nisce i sottotitoli ha un caporedattore 3.2 SOTTOTITOLI: TEMPI E COSTI che si occupa di controllare la qualità Come già visto a proposito del dop- della traduzione. In tal caso, i tradut- piaggio, anche per i sottotitoli i fatto- tori stipendiati devono cedere i diritti ri tempi e costi sono determinanti per sulla loro traduzione all’azienda per la la qualità del prodotto. Anche se i quale lavorano. Per contrastare tale tempi per il sottotitolaggio sono con- fenomeno si sono venute formando siderevolmente ridotti rispetto a quel- cooperative di traduttori professionisti li necessari per produrre un buon dop- che cercano di essere protagonisti del piaggio, è comunque necessario avere mercato. a disposizione tempi adeguati per la traduzione, la sincronizzazione tra te- LUOGO DI PRODUZIONE sti e dialogo e la fase tecnica vera e

opeo della Comunicazione Il luogo di produzione ha, nel caso dei propria. La procedura di produzione sottotitoli, un’importanza minore ri- dei sottotitoli è più semplice di quella spetto al doppiaggio, necessitando in- del doppiaggio, quindi risulta sempli- fatti solo della traduzione e delle ap- ficata anche la stesura del preventivo parecchiature tecniche per la realizza- delle spese da sostenere. zione del supporto finale. Al pari dei Istituto Eur dialoghisti, i traduttori per i sottotito- COSTI li possono lavorare nel proprio studio I fattori che influenzano il costo fina- 176 e inviare il proprio elaborato per via le di produzione sono molteplici: informatica. Le nuove tecnologie in- • durata e caratteristiche: documenta- fatti permetteranno sempre di più ai ri di carattere storico, traduzioni di professionisti della traduzione di ope- materiale tecnico, legale o scientifico, rare sui mercati più diversi. Alcune so- di poesie, canzoni o dialoghi nei quali cietà tedesche, a esempio, lavorano di si faccia largo uso di dialetti richiede- preferenza con traduttori olandesi. Il ranno una maggiore attenzione alla Subtitling international group, con uf- terminologia e una più ampia opera di fici a Stoccolma, Amsterdam, Lussem- ricerca di una soap opera o di una te- burgo e Londra, e compagnie affiliate lenovela, nelle quali il linguaggio da in Danimarca, Finlandia e Norvegia, e tradurre è quello di tutti i giorni. il Titra Group francese, con uffici in Belgio, Svizzera, Olanda e Stati Uniti, • traduzioni in o da lingue non euro- costituiscono esempi dei rapporti in- pee sono generalmente più costose; ternazionali che legano i diversi paesi in questo campo. • densità del dialogo: la maggior par- te dei traduttori viene pagata per sot- La concorrenza nel campo della pro- totitolo, o per linea; duzione di prodotti sottotitolati supe- ra i confini nazionali, molto più di • disponibilità del materiale: la man- quanto questo non avvenga per il canza o la inadeguatezza delle sce- doppiaggio. Alcune compagnie hanno neggiature di post-produzione co- la possibilità di inviare i sottotitoli tra- stringe il traduttore a un’opera di cor- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 177

rezione o addirittura di riscrittura del nel libro di Luyken) ci dimostra come dialogo. Oltre a richiedere molto tem- più della metà dei costi sia attribuibi- po, questo comporta la possibilità di le al traduttore: errori di traduzione dovuti a mancata comprensione; Istituto Eur • un piano di lavoro realistico: è ne- materiale tecnico 25% cessario stabilire una data per la tra- tecnico specializzato 15% smissione e una scadenza per la pre- sentazione della traduzione che siano traduttore 60%

realistiche. Un lavoro affrettato va a opeo della Comunicazione scapito della qualità della traduzione totale 100% e della sua revisione. D’altra parte, Luyken conclude ricordando che, pur avere più di un traduttore al lavoro tenendo in considerazione l’ampia sulla stessa traduzione influenza in escursione dei costi di realizzazione modo decisamente negativo la coe- della versione sottotitolata di un pro- renza interna della traduzione e quin- gramma televisivo, il suo costo com- di la qualità finale; plessivo incide in modo insignificante • tecnica utilizzata: i sottotitoli creati sul piano di spesa di produzione. Lo con il laser, utilizzati per lo schermo ci- stesso è vero anche in paesi nei quali nematografico, sono più costosi di il costo è molto superiore alla media. quelli elettronici prodotti per la tele- In Europa, a detta dei produttori, il visione e le videocassette. costo medio per il sottotitolaggio si attesta intorno a una percentuale Luyken (1991) ha stimato il costo per dell’1-2 per cento del costo totale di la traduzione dei sottotitoli per un produzione. Il doppiaggio, sempre a 177 programma televisivo della durata di detta dei produttori, può arrivare al 60 minuti in 740 ECU, ma avverte che 10 per cento del costo totale. il prezzo può salire fino a 1.500 ECU, in paesi nei quali il doppiaggio è il Come già detto, la sceneggiatura di metodo di trasposizione linguistica post-produzione è un elemento essen- preferito oppure quando si utilizzano ziale nella stesura dei sottotitoli di un attrezzature più moderne e sofistica- programma. La sua mancanza obbliga te. Questa media è ricavata da dati il traduttore a occuparsi della trascri- forniti da undici società europee del zione del dialogo, aumentando il tem- settore. I sottotitoli laser per i prodot- po richiesto per la traduzione. L’Asso- ti destinati a essere distribuiti nelle sa- ciazione finlandese traduttori e inter- le cinematografiche sono, come ab- preti ha stabilito delle tariffe per le biamo detto in precedenza, più costo- traduzioni di programmi televisivi, ta- si. In Germania, il prezzo più recente riffe che vengono maggiorate del 30 fornito è di 4000 ECU, per una copia per cento se la sceneggiatura è in- di un film della durata di un’ora e completa e del 50 per cento se è man- mezza. La differenza è da imputare cante. principalmente ai costi delle attrezza- ture utilizzate, che sappiamo essere di TEMPI circa 500.000 ECU. La produzione di sottotitoli può esse- re completata in tempi inferiori ri- La seguente indicazione (pubblicata spetto al doppiaggio. È un procedi- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 178

mento che richiede la collaborazione 3.3 REQUISITI PER IL SOTTOTITOLAGGIO di un numero minore di persone; inol- DEI PROGRAMMI tre sono state sviluppate procedure Elenchiamo qui alcuni dei requisiti ne- che hanno reso il processo di sottoti- cessari, senza la pretesa di esaurire tolaggio molto efficiente e di conse- l’argomento, e sicuri che alcuni trove- guenza più spedito. ranno delle lacune, altri delle ripeti- zioni inutili. La questione dei tempi di lavorazione è ovviamente strettamente legata ai PRE-PRODUZIONE: PIANIFICAZIONE DEI costi, cosicché le osservazioni fatte in TEMPI DI LAVORAZIONE precedenza, rispetto ai fattori deter- Quando si stabilisce un piano di spesa minanti i costi di lavorazione, sono va- durante la fase di preproduzione, per lide anche per quanto riguarda i tem- il doppiaggio, il voice-over o il sottoti- pi. Quindi, di nuovo, il fattore essen- tolaggio di un programma, è essenzia- ziale è la disponibilità della sceneg- le sapere se il programma verrà espor- giatura di post-produzione. Una tra- tato all’estero e quale tipo di trasposi- scrizione del programma implica tem- zione linguistica verrà utilizzato.

opeo della Comunicazione pi di lavorazione più lunghi e di con- seguenza costi più elevati, senza con- Tuttavia, non sempre è possibile ope- tare gli errori che inevitabilmente ne rare una scelta in fase di pre-produ- conseguono. zione, sopratutto da parte dei produt- tori del programma, in quanto in ge-

Istituto Eur Luyken (1991) fornisce il dato di 36 nere a decidere sono le preferenze di ore (corrispondenti a 4 giornate lavo- mercato nel paese che importa il pro- rative) necessarie al traduttore per la gramma. Vi sono casi nei quali il suc- 178 realizzazione dei 750 sottotitoli circa cesso di un programma o di un pro- da inserire in un’ora di programma- dotto televisivo in un mercato estero zione televisiva. Questa cifra costitui- non era stato affatto previsto dal pro- sce la media di un tempo che può an- duttore. dare dalle 8 alle 48 ore. Se si vuole presentare un prodotto sul Lavorare con un’agenzia di traduzione mercato estero o a una rassegna cine- piuttosto che con un traduttore indi- matografica, è necessario prepararne pendente offre il vantaggio di poter una versione doppiata o, più spesso, contare anche sulla realizzazione di la- sottotitolata; in tal caso i costi per la trasposizione linguistica non sono pre- vori urgenti, in quanto può avvalersi visti nel piano di spese originale e de- della collaborazione di un ampio nu- vono essere coperti da altre fonti. mero di traduttori. L’Associazione fin- landese traduttori e interpreti ha sta- Durante le operazioni di prevendita, bilito delle direttive sulla quantità di oppure se il programma viene prodot- lavoro di traduzione e sottotitolaggio to anche per un mercato estero (come che è possibile svolgere in un giorno. nel caso delle coproduzioni), tutti i Qualora il testo sia più lungo di quel- possibili metodi di trasposizione lin- lo sul quale si è calcolata la data di guistica andranno considerati in anti- consegna del prodotto, le tariffe pos- cipo. In questo caso è consigliabile sono essere aumentate da un minimo non limitare la scelta sui metodi da del 30 per cento a un massimo del 50. utilizzare, tenendo sempre in conside- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 179

razione che la lavorazione necessaria Nel tradurre il dialogo, bisogna neces- al sottotitolaggio possa usufruire di sariamente condensare il testo, quindi fondi adeguati e soprattutto, come vanno tradotte sopratutto le parti cru- già ripetuto innumerevoli volte, abbia ciali per la comprensione della storia. a disposizione il tempo necessario. Istituto Eur Una traduzione sottopagata o effet- POST-PRODUZIONE: MONTAGGIO tuata in tempi troppo ridotti trasfor- MONTAGGIO DEI DIALOGHI merà un produzione di ottima qualità 1. Quando si monta un’intervista, in un prodotto mediocre. Vale quindi spesso si ha la tentazione di tagliare la la pena utilizzare traduttori di prova- domanda, nella certezza che questa ta professionalità e garantire loro il verrà doppiata insieme al commento opeo della Comunicazione tempo necessario a svolgere il proprio sonoro del programma. Tuttavia all’e- lavoro secondo elevati standard di stero il commento prrotrebbe essere qualità. diverso e la domanda potrebbe di conseguenza perdersi, con conseguen- Non va dimenticato che per produrre ze disastrose per la comprensione del- una buona versione sottotitolata, dal- l’intervista. Un esempio può farsi con la quale dipende in ultima analisi il l’inglese, che non possiede i generi successo che il prodotto potrà riscuo- per gli oggetti. Un traduttore italiano tere sul mercato estero, i traduttori non sarebbe in grado, in presenza del- avranno bisogno di una sceneggiatu- la sola risposta, di decidere se un «it», ra di post-produzione. nella risposta dell’intervistato, si riferi- sca, nella domanda, a un oggetto di PRE-PRODUZIONE: STESURA genere maschile o femminile. DELLA SCENEGGIATURA Un dettaglio che lo sceneggiatore de- 2. Nel caso che, durante il montaggio 179 ve tener presente durante la stesura del programma, venga modificata una della sceneggiatura è l’uso dei nomi domanda per migliorarne la compren- propri. Nello scegliere i nomi dei per- sione, può essere utile inserire nel te- sonaggi va considerato il significato sto la domanda originale, per consen- che tali nomi potrebbero avere nella tirne l’accesso al traduttore. lingua del paese nel quale il film verrà esportato. A esempio nei paesi anglo- MONTAGGIO DEL SUONO sassoni Donna e Mona sono nomi 1. montaggio troppo veloce femminili, ma un italiano che legges- Idealmente un sottotitolo dovrebbe se questi nomi nei sottotitoli potreb- comparire sullo schermo tra l’inizio e be quanto meno confondersi. la fine della battuta (non più di 1/2- 1/3 di secondo dopo). I sottotitoli che PRODUZIONE: DIRETTIVE appaiono e scompaiono troppo rapi- PER LA TELECAMERA E IL SONORO damente danno un ritmo troppo velo- I sottotitoli di solito occupano la parte ce, «affannato», alla narrazione, e so- inferiore dello schermo (un 15 per cen- no quindi da evitare. to dell’area totale, corrispondente a 2 linee); è importante quindi che il viso 2. stacchi troppo ravvicinati tra i per- degli attori venga ripreso nella parte sonaggi superiore dello schermo, cosicché, so- Un buon traduttore di sottotitoli cer- pratutto nei primi piani, questo non ca di evitare di tenere un sottotitolo venga in parte coperto dai sottotitoli. sullo schermo durante un cambio di Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 180

inquadratura, o peggio ancora, di sce- gio che di doppiaggio. L’elenco deve na. Quando il montaggio ha stacchi includere i nomi di tutti i personaggi e molto ravvicinati, questi possono su- delle persone nominate, i nomi geo- perare il tempo minimo necessario al- grafici, i titoli dei libri, possibilmente la lettura di un sottotitolo (1 secondo corredati della casa editrice e del nome e 1/2 per la gran parte delle lingue) e dell’autore, i titoli di film e le marche costringere il traduttore a non rispet- dei prodotti, quando citate. È molto tare questa regola fondamentale. I utile avere anche il nome scientifico di programmi rivolti a un pubblico di piante e animali menzionati nella sce- adolescenti sembrano aver recente- neggiatura (sopratutto se l’originale è mente adottato questo tipo di mon- un termine il cui uso è limitato al pae- taggio a stacchi ravvicinati, cosicché è se di provenienza del programma o quasi impossibile per lo spettatore se- colloquiale, e quindi potrebbe non es- guire lo svolgersi del dialogo. Un sere presente nei vocabolari). montaggio più lento permette di pro- durre dei sottotitoli comprensibili. 2. Abbreviazioni La sceneggiatura deve fornire il nome

opeo della Comunicazione 3. stacco nel mezzo di una battuta per esteso di istituzioni, titoli, partiti Se il montaggio taglia una battuta a politici, e di ogni sigla che abbia im- metà, è importante cercare di mante- portanza nell’economia generale del nere la struttura logica o il ritmo del- filmato. la frase; in tal modo il traduttore - du- 3. Battute ed espressioni idiomatiche

Istituto Eur rante l’opera di segmentazione del te- Tali espressioni devono essere spiega- sto - è in grado di seguire il ritmo del- te nella sceneggiatura, in quanto il le immagini. 180 traduttore potrebbe non essere al cor- POST-PRODUZIONE: LA SCENEGGIATURA rente delle espressioni gergali più re- Elemento essenziale per una buona centi, comprese le battute o i riferi- traduzione è la disponibilità di una menti a fatti e personaggi «locali». sceneggiatura di post-produzione. Le Contrariamente a quanto si crede, copie degli attori, la sceneggiatura questi problemi di comprensione sono delle riprese o quella di pre-produzio- più frequenti nelle produzioni euro- ne non possono essere equiparate a pee non di lingua inglese. Si può ge- una copia redatta in fase di post-pro- nericamente affermare che, tranne duzione, l’unica che permette al tra- che per le grandi produzioni statuni- duttore di svolgere il suo lavoro nel tensi, tutte le sceneggiature di post- modo migliore. Purtroppo non sempre produzione da questo punto di vista i produttori ne sono consapevoli. sono estremamente carenti.

Gli elementi di una buona sceneggia- 4. Rappresentante della produzione tura di post-produzione sono i se- Insieme alla sceneggiatura, dovrebbe guenti: essere fornito il nome e il numero di telefono di un rappresentante della 1. Nomi produzione, che possa aiutare il tra- Tutti i nomi propri, di persona o geo- duttore a risolvere eventuali problemi grafici, e i titoli di libri, devono essere che dovessero presentarsi. L’Associa- controllati, per garantirne una corretta zione finlandese traduttori e interpre- definizione sia in sede di sottotitolag- ti consiglia l’inserimento di una clau- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 181

sola nel contratto di traduzione, che storia, che così perde parte del suo si- stabilisca i seguenti termini: «qualora gnificato. La colpa non è tuttavia del la natura del programma lo richieda, traduttore olandese, che si è trovato a la produzione è tenuta a mettere a di- lavorare su una sceneggiatura che non sposizione uno specialista che possa includeva i sottotitoli usati nella ver- Istituto Eur coadiuvare il traduttore». sione originale, e quindi escludeva di fatto la parte del dialogo tra il fratel- 5. Lingue non comuni lo sordomuto e il protagonista. Nel caso che la sceneggiatura origina- le sia in una lingua poco conosciuta, 7. Risate registrate

può essere utile mettere a disposizio- È importante tenere in considerazione opeo della Comunicazione ne la traduzione in inglese, se questa da un lato la necessità di riprodurre le è disponibile. risate anche nella versione tradotta, dall’altra l’eventualità che la battuta 6. Citazioni sia intraducibile e quindi venga persa Eventuali citazioni presenti nella sce- nella traduzione. Per evitare spiacevo- neggiatura dovrebbero essere copiate li inconvenienti all’estero, è quindi dal testo di riferimento. È bene quindi consigliabile che le risate registrate che nella fase di post-produzione ven- siano incise su una colonna diversa da gano inseriti i dati bibliografici neces- quella dei dialoghi. sari (quali il titolo, l’anno di pubblica- zione, il nome dell’autore, e il paese di 8. Altri sottotitoli sullo schermo origine). In tal modo, anche frasi mol- Altri sottotitoli, quali il nome delle to difficili, se presentate nella tradu- persone che appaiono sullo schermo, zione originale pubblicata, risultano ri- o altro tipo di informazioni, dovreb- conoscibili da parte dello spettatore. bero essere inseriti nella parte supe- 181 Qualora nella sceneggiatura originale riore dello schermo, in modo da non vi siano delle parti in un’altra lingua, interferire con i sottotitoli. Se i titoli di il distributore del prodotto dovrebbe testa o di coda cominciano prima del- richiedere la traduzione anche di que- la fine del dialogo, è opportuno la- ste. Quindi deve fare i modo che i te- sciare spazio per i sottotitoli nella par- sti forniti al traduttore siano il più te inferiore dello schermo, per evitare completi ed esaurienti possibile. che i sottotitoli vengano cancellati dai titoli, impedendo agli spettatori di A esempio, uno dei personaggi del leggere entrambi. film Quattro matrimoni e un funerale è sordomuto, di conseguenza comuni- 9. Sottotitoli in più di una lingua ca con suo fratello utilizzando il lin- I canali satellitari europei usano profi- guaggio dei segni. Nella versione ori- cuamente il metodo di traduzione con ginale inglese le sue battute, che com- uso di «sottotitoli di sostegno», cioè paiono sottotitolate, sono molto di- facendo uso non di una traduzione vertenti; servono a definire lo spirito dalla lingua originale, ma di una tra- del personaggio e sono parte inte- duzione da una terza lingua, o lingua grante della storia. Nella versione sot- di sostegno. In questo caso, un pro- totitolata distribuita in Olanda invece, gramma in una delle lingue principali questi sottotitoli sono assenti, cosicché può essere sottotitolato in una serie di lo spettatore si deve accontentare del- lingue minori, spesso per una messa in le risposte del fratello per seguire la onda simultanea, utilizzando quindi il Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 182

testo già segmentato per produrre traduttore o la società di traduzione una traduzione che segue da vicino il possono inserire il codice temporale, testo di rifermento, date le limitazio- ma questa procedura richiede tempo ni di spazio. Questo procedimento è e aumenta i costi per la produzione. possibile ovviamente solo nel caso in cui la lingua nella quale si traduce sia 3.4 NORME EBU PER LO SCAMBIO DA- molto simile alla lingua di sostegno. TI DI TRADUZIONE Anche così, però, eventuali errori nel- All’interno delle organizzazioni euro- la lingua di sostegno verranno inevi- pee televisive e di produzione, l’uso tabilmente ripetuti in traduzione; dei sottotitoli sta diventando sempre inoltre, esiste la possibilità che la seg- più importante. Il moltiplicarsi dei ca- mentazione del dialogo per il sottoti- nali e l’aumento delle ore di trasmis- tolaggio venga fatta diversamente nei sione hanno stimolato la richiesta di diversi paesi. In definitiva questa pra- programmi e ampliato il mercato in- tica di produzione dei sottotitoli può ternazionale, con produttori che sem- diventare problematica ed è quindi pre più spesso si rivolgono all’estero sconsigliabile.6 alla ricerca di nuovi prodotti. opeo della Comunicazione POST-PRODUZIONE: REQUISITI TECNICI La Comunità europea tende a indiriz- CODICE TEMPI (TIME CODE) zare le richieste del mercato verso i La copia fornita dalla produzione deve paesi europei, per migliorare la com- essere corredata di un codice tempi, prensione e la conoscenza delle diver- per permettere al traduttore di distin- se culture europee da parte dei paesi Istituto Eur guere l’inizio e la fine del dialogo, e di comunitari. Un programma può esse- calcolare di conseguenza il tempo ne- re tradotto in diverse lingue, oppure 182 cessario ai sottotitoli. La sincronizza- in una sola lingua per la distribuzione zione dei sottotitoli è un elemento es- in diversi media, quali la televisione, il senziale per la loro qualità, poiché in mercato dell’home-video o il cinema. caso contrario è estremamente diffici- Sottotitoli prodotti in un paese posso- le per lo spettatore identificare colui no essere venduti in un altro paese, a che sta parlando e seguire la trama. patto che condivida la stessa lingua.

L’Ebu (European Broadcasting Union) La crescita del mercato ha prodotto consiglia di attenersi alle seguenti di- un po’ ovunque la nascita di imprese rettive: l’inizio del codice tempi è sta- che si occupano di tradurre sottotito- bilito a 00:02:00.00, senza interruzio- li, usando varie tecnologie. ni. Qualora vi sia un’interruzione, an- L’insieme di questi fattori potrebbe che solo di una frazione di secondo, è causare problemi di organizzazione necessario aggiungere un nuovo codi- nel mercato, da qui la necessità di sta- ce tempi ininterrotto. Se il materiale è bilire degli standard, sopratutto in suddiviso su due o più cassette, queste materia di scambio dei dati relativi ai devono essere corredate di un codice sottotitoli. tempi continuato, senza sovrapposi- zioni o inversioni. In particolare non è La Commissione Tecnica dell’Ebu ha permesso andare da 29:59:59.24 a riconosciuto la necessità di operare in 00:00:00.00, poiché i sistemi compute- questa direzione e ha quindi istituito rizzati utilizzati per la produzione di un gruppo di lavoro (G5/Stl), che si oc- sottotitoli non lo accettano. Anche il cupa di stabilire un formato standard Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 183

per la trasmissione dati tramite com- tradotti nella lingua del paese nel puter (sia per sottotitoli in-vision che quale si desiderava vendere il film. teletext). Lo norme sono state create sopratutto per l’utilizzo da parte di Le produzioni internazionali possono produttori ed enti televisivi interessa- operare utilizzando diversi metodi, in 7 Istituto Eur ti a comprare un prodotto già corre- particolare attraverso: dato di sottotitoli. La normalizzazio- • Doppie riprese ne della trasmissione dati stabilisce • Rifacimento tra l’altro l’uso di dischetti ad alta • Doppia versione densità da 3,5’’, formattati a 1,44 me- opeo della Comunicazione ga bytes (2 facce, 80 tracce, 18 setto- DOPPIE RIPRESE ri/traccia). In genere i sottotitoli ven- Alla nascita del film sonoro, alcune gono preparati su personal computer, delle grandi compagnie di Hollywood con sistema operativo Dos, quindi il (ad esempio la Mgm) decisero di «im- formato standard per i file deve esse- portare» registi, sceneggiatori e atto- re basato su Ms/Pc-Dos, versione 3.3, ri europei nei loro studi di produzio- con nome di file completo di esten- ne, altre invece stabilirono propri stu- sione .stl. L’archivio dati viene poi di in Europa (Paramount). Uno stesso suddiviso in due sezioni, la prima con- regista girava un film anche in due o tenente tutte le informazioni genera- tre lingue simultaneamente. Se era ri- li sul programma e sull’uso dei sotto- chiesto un numero maggiore di lin- titoli (General Subtitling Information gue, veniva assunto un diverso regista o Gsi), la seconda che include il testo per ognuna delle lingue. dei sottotitoli, il codice tempi per l’i- nizio e la fine, più informazioni rela- Alcuni attori venivano usati in più di tive ai singoli sottotitoli. una versione, a patto che fossero a co- 183 noscenza della lingua, ma più di fre- Il testo completo delle «Norme Ebu quente ogni versione aveva un cast di per il formato scambio dati sottotito- attori diverso. li. Tech. 3263-E.» può essere ordinato, al costo di 35 franchi svizzeri, presso: Viste la difficoltà di programmazione EBU Publications dei costi di lavorazione da un lato, e Case Postale 67 l’incertezza sul successo del prodotto CH-1218 Grand Saconnex sul mercato estero dall’altro, queste Switzerland produzioni si rivelarono dei fallimenti fax +41 22 717 2481 clamorosi dal punto di vista finanzia- rio e diventarono sempre più rare. CAPITOLO 4: PRODUZIONI INTERNAZIONALI A seguito di un sondaggio tra diverse case di produzione francesi, il Centre 4.1 INTRODUZIONE: National de la Cinématographie (Cnc) Le produzioni internazionali o le ver- ha reso pubblici i seguenti dati: in me- sioni in più lingue non sono un feno- dia le doppie riprese comportano una meno nuovo nella storia del cinema, maggiorazione dei costi corrisponden- essendo state introdotte insieme al so- te al 20-30 per cento, rispetto alle ri- noro. Con l’avvento del sonoro, infat- prese in una sola lingua. La stessa per- ti, i prodotti cinematografici non era- centuale è applicabile anche alla quan- no più esportabili, a meno di essere tità di tempo necessaria a completare Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 184

le riprese. Per una serie di 27 episodi recentemente vi è stata un’inversione da 26 minuti ciascuno, il costo aggiun- di tendenza, con una maggioranza di tivo viene stimato in 170.000 ECU (1 rifacimenti per il pubblico americano di milione di franchi francesi) per episo- film originariamente europei. Le com- dio.8 Per un film televisivo, la spesa si pagnie americane non sono disposte a attesta sui 150.000 ECU (900.000 fran- rischiare finanziariamente per promuo- chi). Anche i costi di post-produzione vere un film europeo sul mercato ame- vengono aumentati, in misura della ricano, ma preferiscono comprare i di- metà del costo aggiuntivo (quindi dal ritti dell’originale e girare una nuova 10 al 15 per cento). versione che incontri più facilmente i gusti del pubblico locale, cioè ambien- La maggiorazione dei costi di produ- tando l’intera storia in America. Anche zione non è l’unico problema per chi se spesso la qualità ne risente, e i criti- voglia produrre una seconda versione. ci sono pronti ad ammettere che la ver- A questo va infatti aggiunta la neces- sione europea era migliore, i rifaci- sità di avere a disposizione un assi- menti americani riscuotono più succes- stente ai dialoghi, oltre ad attori che so in termini di profitto.

opeo della Comunicazione abbiano la capacità di recitare in una lingua che non è la propria e ai quali DOPPIE VERSIONI viene richiesto di girare ogni scena Le doppie versioni possono essere pro- due volte. dotte in due modi: nel primo caso il prodotto viene girato in una lingua e Data l’impossibiltà di prevedere quale successivamente doppiato in altre lin- Istituto Eur sarà il successo di un prodotto sul mer- gue; gli attori, spesso di nazionalità cato estero, è evidente come talvolta diverse, devono però essere in grado 184 sia difficile giustificare la spesa ag- di recitare nella lingua nella quale vie- giuntiva, in termini sia di tempi di la- ne girato il film. Il secondo metodo vorazione più lunghi che di utilizzo viene definito «Babelonian» (con rife- delle risorse umane necessarie a por- rimento a Babele); in questo tipo di tare a termine una doppia produzione. produzione internazionale, ogni atto- re recita nella propria lingua, e le vo- RIFACIMENTI ci vengono doppiate in seguito da Quando una doppia versione viene doppiatori per i diversi paesi acqui- prodotta a distanza di tempo dall’ori- renti del prodotto. Il secondo metodo ginale, si parla più propriamente di richiede ovviamente una grande capa- un rifacimento. In passato, spesso il cità di concentrazione da parte degli lavoro di preparazione per il rifaci- attori, che si trovano a recitare insie- mento veniva eseguito contempora- me in diverse lingue, a loro probabil- neamente alla versione originale e in mente sconosciute. seguito la stessa troupe eseguiva en- trambe le versioni. Addirittura, spesso FORMAT venivano riutilizzate le scene di ester- I format sono in pratica idee per un ni nelle quali non comparivano attori programma televisivo che possono es- protagonisti. sere acquistate per essere prodotte in un mercato estero nella lingua del Mentre in passato erano i produttori ci- paese acquirente. Questo tipo di mer- nematografici americani a produrre cato si è rivelato particolarmente pro- versioni europee di film americani, più ficuo, sopratutto per i programmi di Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 185

intrattenimento. Una categoria che Interviste con viene venduta facilmente all’estero è Michael von Wolkenstein, quella dei giochi televisivi, che quindi (presidente del gruppo Satel) può risultare un ottimo investimento Herbert Reuterrer, (direttore di produzione)

per il paese produttore. Recentemen- Istituto Eur te i format sono entrati in uso anche Johannes Herbst, per le serie televisive e le soap operas, (direttore finanziario) che vengono prodotte usando attori PRE-PRODUZIONE locali e aggiustando la storia per adat- L’idea di produrre la serie televisiva tarla ai gusti del pubblico. The Mixer, basata sui racconti di Edgar opeo della Comunicazione 4.2 UN ESEMPIO: THE MIXER (‘91/’92) Wallace, un popolare autore inglese Nell’esempio riportato viene presa in di racconti gialli, è rimasta in fase pro- considerazione una serie televisiva in gettuale per quattro anni. Le storie si prestano a un utilizzo in una copro- dodici episodi, ambientata negli anni duzione di carattere internazionale Venti, che narra le avventure di un per diversi motivi, tra i quali la pre- lord inglese, coadiuvato dal suo mag- senza di un personaggio principale giordomo, alle prese con indagini in- con una personalità ben delineata, vestigative che lo portano alla cattura elemento che incontra il favore del di diversi criminali ed alla risoluzione pubblico europeo. Inoltre, il libro è di casi apparentemente insolubili. suddiviso in parti facilmente traspor- The Mixer tabili sullo schermo utilizzando una 12 episodi della durata media di 52’ struttura a episodi, e poiché il prota- gonista è un detective, è facile am- Autore Una collezione di racconti di bientare gli episodi in diversi paesi eu- 185 Edgar Wallace; ropei (a seconda di dove lo conduco- Adattamento di Philip Broadley, no le indagini), senza perdere di cre- Simon Booker, dibilità; infine l’ambientazione negli anni Venti non vincola il prodotto a Jennifer Stuart una particolare data di trasmissione.

Regia John Frankau, The Mixer, così come altri libri di Edgar Hermann Leitner Wallace, ha ottenuto un buon succes- so di vendite in Germania, un altro in- Cast Simon Williams, dizio del potenziale internazionale Jeremy Clyde, della storia. Un produttore esperto de- Catherine Alric, ve saper immediatamente riconoscere Anno di produzione 1991/1992 una buona storia e la sua potenzialità di esportazione, sia in televisione che Prodotto da Almaro (Satel Group) al cinema. Michel von Wolkenstein ha sottolineato l’importanza del carattere Una coproduzione di Zdf, «internazionale» di una storia che si Orf, voglia portare sullo schermo in questo Yorkshire Television, tipo di produzione, carattere che ne Antenne2, facilita l’esportazione e che però non Beta-Film, può essere aggiunto arbitrariamente, Satel seguendo i dettami della produzione e Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 186

basandosi soltanto sulla provenienza durre un minimo del 25 per cento di dei finanziamenti, poiché questo fini- programmazione. sce inevitabilmente col compromette- re la qualità, elemento essenziale per La decisione di girare la serie in ingle- il successo del prodotto. Lo stesso vale se andava contro le preferenze di Mi- per l’ambientazione della serie; se nel chel von Wolkenstein, presidente del caso di The Mixer la localizzazione in gruppo Satel, che voleva piuttosto la- diversi paesi europei era giustificata sciar recitare ogni attore nella propria dallo svolgersi della storia, in nessun lingua. Tuttavia l’attore che doveva ri- caso questa deve essere influenzata coprire il ruolo del protagonista, un dalla provenienza dei capitali. lord inglese, era il famoso attore bri- tannico Simon Williams, coadiuvato Il passo successivo per la produzione da un altro personaggio tipicamente consiste nell’acquisizione dei diritti del inglese, quello del maggiordomo, co- libro e nella scelta di una squadra di sicché la recitazione in inglese sem- autori (questo è un investimento im- brava più appropriata. Inoltre, una re- portante, nel quale è consigliabile non citazione in francese o tedesco avreb-

opeo della Comunicazione risparmiare), capaci di lavorare collet- be ridotto le possibilità di vendita al di tivamente per trasformare il libro in fuori del continente europeo, per la una serie di sceneggiature. quale invece la serie sembrava essere una buona candidata. Solo arrivati a questo stadio di pre- produzione, si sono potuti cercare dei Nelle produzioni internazionali, la Istituto Eur co-produttori. La Satel Film GmbH scelta degli attori è limitata dalla loro possiede diversi partner in altri paesi conoscenza della lingua nella quale la 186 europei, che sono stati ovviamente di produzione verrà girata. Nel caso spe- grande aiuto nell’opera di coinvolgi- cifico, gli attori dovevano essere in mento di enti televisivi stranieri al grado non solo di comprendere e di progetto. Era chiara fin dall’inizio la parlare in inglese, ma sopratutto di re- necessità di ottenere la collaborazione citare in questa lingua. D’altro canto, di almeno altre tre televisioni euro- se ogni attore recita nella propria lin- pee, per ottenere la copertura finan- gua, la difficoltà consiste nel saper in- ziaria del fondo Greco, del Media teragire con altri attori, quando non si Project I. Tuttavia, una volta presa la capisce che cosa stiano dicendo. Tro- decisione di produrre la serie in ingle- vare attori adatti al ruolo, e con suffi- se, sorsero dei problemi circa il coin- ciente esperienza in campo interna- volgimento dei partner francesi. La zionale, richiede una buona dose di legge francese infatti proibisce l’uso di competenza professionale e le cono- capitali in produzioni audiovisive gira- scenze giuste nei paesi coinvolti. Du- te in lingue diverse dal francese, se rante un accordo per la co-produzio- questa non è la lingua madre di nes- ne di un programma, gran parte della suno dei partner della coproduzione. discussione riguarda la scelta degli at- Da qui la necessità di reperire un part- tori, poiché ognuno dei paesi parteci- ner inglese. In linea di massima, i ca- panti vuole dare la propria impronta, nali televisivi inglesi Itv sono disponi- in genere imponendo la scelta dei bili a partecipare a coproduzioni alle propri attori più popolari, o in alter- quali partecipino produttori indipen- nativa, facendo svolgere la storia nel denti, poiché per legge devono pro- proprio paese. In questo caso, il pro- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 187

tagonista della storia, così come il co- Bretagna, tanto più che il personaggio protagonista, erano entrambi attori in questione è di origine francese, co- britannici, cosicché per gli altri ruoli si sicché la presenza di un «accento» ri- trattava di trovare un accordo tra gli sultava quanto mai appropriata. altri paesi partecipanti alla produzio- Istituto Eur ne, tenendo in considerazione le ca- PRODUZIONE: ASSISTENTE AI DIALOGHI ratteristiche dei personaggi, i desideri In una produzione internazionale la dei vari coproduttori, e non da ultimo, figura dell’assistente ai dialoghi è es- il piano di spesa. Il ruolo che richiese senziale. George Roubicek, consulen- più tempo fu quello della francese te per il doppiaggio in Inghilterra, tie- lady Diane. Il coproduttore francese ne a sottolineare che non basta assu- opeo della Comunicazione voleva naturalmente che la parte an- mere un lettore dell’università più vi- dasse ad un’attrice francese, ma la cina con buona conoscenza dell’ingle- Yorkshire Televison non condivideva se. Un buon assistente ai dialoghi de- questa scelta e minacciò addirittura di ve possedere molteplici qualità. In- abbandonare il progetto. La rottura di nanzitutto deve poter riscuotere la fi- un accordo di coproduzione non è un ducia del regista e degli attori con i evento raro come si potrebbe imma- quali dovrà lavorare; in secondo luo- ginare, poiché la maggioranza dei go, deve essere in grado di riscrivere produttori indipendenti molto sempli- parte del dialogo, qualora se ne pre- cemente non può permettersi di fare senti la necessità, come talvolta acca- causa ai grandi enti televisivi europei, de durante le riprese, se un attore si con in quali dovrà necessariamente la- trova in difficoltà con una battuta. In vorare in futuro. Conseguentemente questo caso, l’assistente deve poter l’unica soluzione possibile è il rag- fornire delle buone alternative. Infi- giungimento di un compromesso che ne, un buon assistente ai dialoghi de- 187 soddisfi le parti coinvolte. ve essere a conoscenza delle procedu- re di doppiaggio, in particolare deve Per il ruolo di Diane fu scelta un’attri- essere in grado di decidere quali pro- ce francese, Catherine Alric, con la blemi possono essere risolti durante il quale i partner inglesi ebbero un col- doppiaggio e quali devono essere ri- loquio più che soddisfacente. Tuttavia, solti nel corso delle riprese, sopratut- le prove sul set dimostrarono che la to perché di solito non sarà presente sua recitazione in inglese non era al- durante il doppiaggio stesso. Per po- l’altezza del lavoro richiestole (spesso ter operare questa scelta, è importan- non è facile nel corso di una conversa- te non tanto possedere un buon orec- zione stabilire correttamente il livello chio per la pronuncia, quanto la ca- di conoscenza di una lingua, sopratut- pacità di seguire il ritmo e il tono del- to se questa lingua dovrà essere usata la recitazione. per recitare), di conseguenza si rese necessario fare uso di un assistente ai POST-PRODUZIONE: DOPPIAGGIO dialoghi e di un numero elevato di The Mixer è stato girato in inglese e prove, per ottenere e mantenere un li- doppiato successivamente in francese vello di recitazione adeguato. Il risul- e tedesco; soltanto gli attori principa- tato finale fu però più che buono, tan- li hanno doppiato la propria voce, ma to che si decise di non far doppiare la per il resto il doppiaggio è stato con- sua parte da un’attrice inglese per la dotto da professionisti non coinvolti versione da mandare in onda in Gran nelle riprese degli episodi. Questo Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 188

perché le competenze necessarie a ot- quelle delle riprese; tuttavia poche tenere un buon doppiaggio sono mol- produzioni possono permettersi di im- to diverse rispetto, per esempio, a piegare gli attori per un periodo di quelle indispensabili per la regia. Gra- tempo così lungo, di conseguenza la zie all’esperienza nel campo del dop- responsabilità di produrre un dop- piaggio accumulata dalla Satel in piaggio di qualità ricade esclusiva- Francia e in Germania, non vi sono mente sui dialoghisti e sui tecnici de- stati problemi nello stabilire il piano gli studi di doppiaggio. di spesa necessario alle diverse versio- ni, né nel seguire i tempi di lavora- Alcune produzioni internazionali ese- zione prestabiliti. Il diretto coinvolgi- guono doppie riprese dei primi piani, mento del produttore durante il dop- nelle diverse lingue nelle quali il pro- piaggio costituisce un importante ele- dotto finale sarà tradotto (abbiamo mento di garanzia della qualità del fatto brevemente riferimento a questa prodotto finale. tecnica nel corso del secondo capitolo). I primi piani sono infatti particolar- La produzione di una doppia versione mente difficili da sincronizzare, in

opeo della Comunicazione non diminuisce i costi di doppiaggio, quanto i movimenti delle labbra sono contrariamente a quanto comune- più evidenti, mentre il semplice mon- mente si crede; al contrario, la neces- taggio dei segmenti girati nella lingua sità di aumentare le prove e i tempi d’arrivo contribuisce a risolvere il pro- per attori che possono non essere pra- blema, ottenendo degli ottimi risulta- tici delle procedure di doppiaggio, Istituto Eur ti, a patto naturalmente di avere a di- contribuisce ad alzare leggermente i sposizione i fondi e il tempo necessari. costi di produzione. A questi vanno 188 aggiunte le spese per il «looping», os- COSTI sia la post-sincronizzazione, per il Il costo totale per la produzione di doppiaggio degli attori di lingua ma- The Mixer ha raggiunto i 16 milioni di dre diversa dall’inglese. marchi, suddivisi tra i partecipanti al progetto secondo le cifre fornite nel- Qualora durante le riprese ogni atto- la seguente tabella: re usi la propria lingua, si renderà ne- cessaria la collaborazione di uno o più Yorkshire Television 3,000,000 marchi assistenti ai dialoghi, tanti quante so- (distributore della versione inglese no le lingue parlate sul set e che il re- sul mercato mondiale) gista non conosce. Talvolta diversi re- Zdf 7,200,000 marchi gisti lavorano a una stessa produzio- ne, ma è ovvio come in questo caso Antenne 2/Taurus 2,200,000 marchi questi devono essere in grado di lavo- rare proficuamente in gruppo. Greco 1,288,000 marchi (compartecipe agli utili per il 25 %) La presenza degli assistenti ai dialoghi durante le fasi finali del doppiaggio Satel nelle diverse lingue, contribuisce a mi- fornitore del capitale di partenza e di tut- gliorarne la qualità e a garantire una ti i costi aggiuntivi, possessore dei diritti migliore continuità. In questo caso, è Londra importante registrare il doppiaggio in Almaro Film Monaco condizioni il più possibile vicine a Vienna Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 189

La produzione della versione francese Corporation; Danmarks Radio Tv; Lit- della serie ha comportato un investi- polinter (Lituania); Teledifusao de Ma- mento corrispondente al 5 per cento cau; Namibian Broadcasting Corpora- del piano di spesa totale, un costo tion; Pai-film (Polonia); Canal B (Ro- comparabile a quello per la versione mania); Arabian American Oil Co. Istituto Eur tedesca.9 (Arabia Saudita) e Seychelles Broadca- sting Corporation. Gli elevati costi di produzione di un prodotto di qualità e dimensione com- parabile a The Mixer, impongono la

scelta della collaborazione internazio- NOTE opeo della Comunicazione nale. Nessun produttore, seppur coa- 1 L’associazione finlandese traduttori e in- diuvato dai maggiori enti televisivi na- terpreti ha stabilito delle tariffe per la tra- zionali, può permettersi le spesa di ri- duzione di programmi televisivi in Finlan- sorse così ingenti, tantomeno correre dia, che includono un aumento dei costi i rischi finanziari insiti in un progetto del 30 per cento se la sceneggiatura è in- di tale portata. Johannes Herbst, di- completa. In caso di assenza totale della rettore finanziario della Satel, invita a sceneggiatura l’aumento corrisponderà al non paragonare i costi richiesti per 40 per cento: Laine, M. (1990). Rates for una produzione in una sola lingua, ri- translating television programmes in Fin- land. Paper for Fit Conference, Belgrado, spetto a quelli necessari per un dop- 1990. p.3. piaggio, poiché la presenza stessa di partner provenienti da diversi paesi 2 Graf, G. (1986), The -producer: implica che il prodotto dovrà necessa- costs and management considerations. riamente essere girato in più di una Contribution to the dubbing workshop, lingua. A questo punto, la scelta di gi- Munich, 2-3 October, 1986. 189 rare una doppia versione, piuttosto 3 Pommier, C. (1988), Doublage et post- che fare doppie riprese, dipende sola- synchronisation, Paris, Editions Dujarric, mente dalla produzione. In generale, 126 pp. si preferisce optare per una doppia versione, a causa dei costi estrema- 4 Gottlieb, Henrik. (1994), Tekstning synk- mente elevati richiesti dalle doppie ri- ron billedmedieoversættelse Dao. Danske prese (calcolati dalla Zdf al doppio Afhandlinger om Oversættelse. Koben- della cifra necessaria per una doppia havns Universitet. versione) e dei rischi finanziari, ovvia- 5 Nelvik, Nicolai. (1992), Intervento presen- mente maggiori, sopratutto in consi- tato nel corso del dodicesimo incontro del derazione dell’eventuale ritorno del- Babel Consultants Committee, Stoccolma, l’investimento in termini di vendita 30 settembre 1992. del prodotto. 6 Gottlieb, H. (1994), «Subtitling: Diagonal Fino ad oggi, The Mixer è stato acqui- translation, in Perspectives: Studies in tran- stato dai seguenti enti televisivi: slatology, 1, pp. 101-121.

7 Bulgarian National Tv; Access Network Vincendeau, G. (1988), «Hollywood Ba- (Canada); Cyprus Broadcasting Corpo- bel. The multiple language version», Screen, 29, 2:24-39. ration; Rte-Eire; Tv1 (Finlandia); Enter- tainment Tv (Grecia); Icelandic Natio- 8 «Coupe de foudre» di Telecip, in: CNC. nal Broadcasting; Kenya Broadcasting (1991). Doublage et tournage en double Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 190

version des programmes audiovisuels subtitling: video français: Quelle stratégie pour l’exporta- Tel.: 32 2 2544860 Fax: 2544934 tion? Rapport sur le seminaire organisé par le CNC les 22 et 29 Mai 1991. Centre Option Facilities n.v. Industriezone II National de la Cinématographie, Paris. Zandvoortstraat 8 B-2800 Mechelen Contact: Mr Pascal Aerts 9 Dai dati indicati si desume un costo ora- rio del doppiaggio in Francia e in Germa- dubbing: full service nia di circa 66 milioni di lire, costo che in subtitling: video Italia, secondo gli attuali prezzi di merca- Tel.: 32 15 203735 Fax: 205768 to, non avrebbe superato i 15 milioni per ora doppiata, quindi meno di un quarto di RTBF Section Traduction et Sous-ti- quanto dichiarato all’estero. Sarebbe inte- trage Bld. Auguste Reyers 52 ressante indagare sulle ragioni di una dif- B-1040 Bruxelles ferenza così sensibile. N.d.R. Contact: Ms Marie-Paule Pairoux dubbing: full service subtitling: video CAPITOLO 5: INDIRIZZI other: translations

opeo della Comunicazione Tel.: 32 2 7372928 Fax : 7374102 AUSTRIA Cinedoc Filmproduktion OHG und GmbH DANIMARCA Hauslapgasse 6-10/1 A-1050 Wien Aarhus Filmworkshop Contact: Ms Zauner Jaegergaardsgade 152 dubbing/subtitling: full service DK-8000 Aarhus-C Istituto Eur Tel.: 43 1 545464So Fax: 545464590 Contact: Mr Peder Andersen dubbing: adaptation, recording, mixing 190 Titra-Film Laseruntertitelung GmbH Tel.: 45 86 19655 Fax: 139871 Hägelingasse 13 A-1140 Wien Contact: Mr Andreas Wirth Dansk Video Tekst A.P.S. Amerikavej subtitling: full service 19 DK-1756 Copenhagen Tel.: 43 1 9829884 Fax: 9829885 Contact: Mr lb Lindberg BELGIO dubbing: full service subtitling: video-full service BRTN Auguste Reyerslaan 52 B-1043 Brussel film-translation Contact: Mr Willem Muylaert Tel.: 45 31727544 Fax : 31210360 dubbing: full service International Filmteknik AS (occassionally) subtitling: video Radmandsgade 55 Tel.: 32 2 7413145 Fax: 7358816 DK-2200 Copenhagen Laboratoires Titra 98, rue des Plantes Contact: Mr Per Ranklöve B-1210 Bruxelles dubbing/subtitling: full service Contact: Mr Rundberg Tel.: 45 31815011 Fax : 35821050 subtitling: full service FRANCIA Tel.: 32 2 2173523 Fax: 2173268 Beverly Productions SARL c/o Riethof Mediatext Luchthavenlaan 22 95, rue de la Pompe F-75016 Paris B-1800 Vilvoorde Contact: Mr Peter Riethof Contact: Mr Marc De Neve dubbing: full service dubbing: full service Tel.: 33 1 45536593 fax: 45536524 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 191

Dubbing Brothers 51-53, boulevard dubbing: full service Foch 93800 Epinay sur Seine Tel.: 33 1 39837604 Fax : 39841738 Contact: Mr Philippe Taieb dubbing Teletota SA 2, rue du Bac Tel.: 33 1 48264772 Fax: 48278283 92158 Suresnes Cedex Contact: Ms Marie-Christine Chevalier Istituto Eur Mr & Mrs George Dutter dubbing 88, boulevard Arago 75014 Paris Contact: Ms N. Depauw dubbing: translation/adaptation subtitling subtitling: full service Tel.: 33 1 40995066 Fax: 45060405

Tel.: 33 1 43361768 Fax : 45359577 opeo della Comunicazione Titra film 1, quai Gabriel Péri Karina films 8, rue Legendre F-94340 Joinville-le-Pont 75017 Paris Contact: Mrs Isabelle Frilley Contact: Mr Claudio Ventura subtitling: full service dubbing: full service Tel.: 33 1 48891989 Fax: 48864170 Tel.: 33 1 42290099 Fax: 42291652 Video-Adapt 6, rue Cardinal Mercier LVT Laser Video Titres 11, rue Benjamin F-75009 Paris Raspail F-92240 Malakoff Contact: Mr Alain Nadaud Contact: Mr C. Dupuy Tel.: 33 1 42820334 subtitling Tel.: 33 1 46121919 Fax: 40928094 GERMANIA ARD/ZDF-Videotext-Zentrale Mediadub International Masurenallee 8-14 14057 Berlin 166, rue André Karman Contact: Mr Alexander Kulpok 93300 Aubervilliers subtitling: video (ARD and ZDF) 191 Contact: Mr Philippe Garcia Tel.: 49 30 30312710 Fax: 3017983 dubbing Tel.: 33 48345242 Fax: 48345291 Autoren Synchron Gesellschaft mbH Trittauer Amtsweg 19-23 22179 Hamburg Montage et Synchronisation Contact: Mr Hans-Joachim Wulkow 48 quai Carnot 92210 St Cloud Paris dubbing: full service dubbing Tel.: 49 40 6460070 Fax: 64600790 Tel.: 33 1 46020042 Bavaria film GmbH Bavariafilmplatz 7 SOFI 261, rue St Honoré 75001 Paris 82031 Geiselgasteig Contact: Mr Pierre Morane Contact: Ms Natalie Reutter dubbing dubbing: full service Tel.: 33 1 42615440 subtitling: video S.T.A.R.T. Tel.: 49 89 64992274 Fax: 64992748 47, rue de Paradis 75010 Paris Contact: Mr J. Barclay Beta Technik GmbH Gesellschaft für dubbing Filmbearbeitung Betastr. 1 Tel.: 33 1 48241828 Fax: 42466460 85774 Unterföhring Contact: Mr Peter Finkbohner Synchro Mondiale 119, avenue Jean dubbing: full service Jaurès 95170 Deuil La Barre subtitling: video Contact: Ms Francette Zorzi Tel.: 49 89 9956-0 Fax: 9956-1766 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 192

Black Box Film und Video Synchron Contact: Mr Horst Neumann Heidelberger Landstrasse 93a-b dubbing: recording and mixing 64297 Darmstadt/Essen Tel.: 49 30 3930155 Fax: 6801360 Contact: Mr Karnick dubbing: full service Halstenberg TV Tel.: 49 615151117 Fax: 615152100 TV- und Hörfunkproduktion Görresstrasse 50674 Köln Cine Adaptation Film Contact: Dr Wolf Halstenberg & Fernseh Synchronisation GmbH dubbing/subtitling: full service Untertaxetweg 89 82131 Gauting Tel.: 49 221 237055 Fax : 244282 Contact: Ms Renate Wolf-Greimel dubbing: full service Hamburger Synchron GmbH Tel.: 49 89 8506065 Fax: 8506067 Richardstrasse 54-56 22081 Hamburg Contact: Mr G. Hildebrand (Director) Cinephon Filmproduktions GmbH dubbing: full service Mühlenstrasse 46-54 12249 Berlin Tel.: 49 40 2996586 Fax: 2995980 Contact: Mr Peter Baumgartner Hermes Synchron GmbH Verlängerte opeo della Comunicazione dubbing: full service Tel.: 49 30 7755041 Fax: 7758011 Daumstrasse 16 13599 Berlin Contact: Mr Manuel Litta Deutsche Synchron Filmgesellschaft dubbing: full service mbH Oberlandstr. 26-35 12099 Berlin subtitling: translation Contact: Mr Karlheinz Brunnemann Tel.: 49 30 3341091 Fax: 3346046 Istituto Eur dubbing/subtitling: full service Tel.: 49 3o 757620 Fax: 7527097 Johannisthal Synchron GmbH Straße am Flugplatz 6a 12487 Berlin 192 EMG: Elektronische Medien Contact: Mr Lutz Joneleit Forschungs-Gesellschaft mbH dubbing: full service Rosenstr. 18-19 10178 Berlin Tel.: 49 30 639450 Fax : 6317742 Contact: Mr Christoph Cierpka dubbing: full service MA.JA.DE. FILM subtitling: video Markgraf-Albrecht St. 14 10711 Berlin Tel.: 49 30 231480 Fax: 23148105 Contact: Ms Dagmar Jacobsen dubbing: translation, recording Film & Femseh-Synchron GmbH subtitling: full service Poccistraße 3 80336 München Tel.: 49 30 3237085/86 Fax: 3240841 Contact: Mr Rainer Ludwig Geschäftsführer Michael Eiler Synchron GmbH dubbing: full service Akazienallee 30 14050 Berlin Tel.: 49 89 776011 Fax : 7211345 Contact: Ms Gabriele Niemeyer dubbing: full service Film und Video Untertitelung GmbH Tel.: 49 30 9000920 Fax: 3049709 Albertstr. 111-113 40233 Düsseldorf Contact: Mr Gerhard Lehmann Parabol Pictures dubbing/subtitling: full service Königstrasse 80 53115 Bonn Tel.: 49 211 7334334 Fax : 7308187 Contact: Ms Sabine Kohlwey dubbing: voice over Geyer-Synchron GmbH subtitling: full service Postfach 440556 12005 Berlin Tel.: 49 228 264858 Fax: 213287 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 193

Studio Funk K.G. Eimsbütteler Synchronisation mbH Chaussee 69 20259 Hamburg Rudower Chaussee 3 12489 Berlin Contact: Mr Klaus Funk Contact: Mr Michael Rakow dubbing: full service dubbing: full service

Tel.: 49 40 431043 Fax: 431174 Tel.: 49 30 6775324 Fax : 6774096 Istituto Eur Studio Hamburg GRAN BRETAGNA Synchron GmbH Agenda Television Company Jenfelder Allee 80 22039 Hamburg Y Ganolfan Ddarlledu Sgwar Dewi Contact: Mr Rüdiger Prohl Sant Abertawe SA1 3LG South Wales dubbing: full service Contact: Mr Rhodri Williams opeo della Comunicazione Tel.:49 40 66882370/71 Fax:66882322 dubbing: full service subtitling: video Synchron Film und Verlags Tel.: 44 1792 470470 Fax: 475878 Schwabstrasse 36/2 70197 Stuttgart Contact: Mr Flemming Cymen Cyf. Gronant Penrallt Isaf dubbing/subtitling: full service Gwynedd LL55 1NS North Wales Tel.: 49 711 619390 Fax: 6157756 Contact: Ms Carolyn Iorweth subtitling: video Synchron 80 Keferloherstrasse 25 85540 Haar Tel.: 44 286 674409 Fax: 677599 Contact: Ms Lohmaier IMS Wales Ltd. Ystafell W001 Canolfan dubbing: full service Sgrin Ty Oldfield Heol Llantrisant Tel.: 49 89 4609020 Fax: 46090222 Cardiff CFs 2PU South Wales Taunusfilm GmbH Synchron Berlin Contact: Mr Cyril Hughes Gärtnerstraße 33 12207 Berlin dubbing: translation adaptation 193 Contact: Mr Michael Graf subtitling: full service Produktionsleiter Tel.: 44 1222 575786 Fax: 575790 dubbing/subtitling: full service Intelfax 142 Lower Marsh Tel.: 49 3o 7718050 Fax : 7712291 London SE1 7AE Titelbild Contact: Mr Guy Rowston Untertitel und Graphik GmbH subtitling: full service, incl. Claudiusstraße 7 10557 Berlin teletext subtitling Contact: Ms Mary Carroll Tel.: 44 171 928 9085 Fax: 4019066 subtitling: full service Magmasters Sound Studio’s Tel.: 49 30 3930155 Fax : 3923058 20 St.Anne’s Court London W1V 3AW TTV Gesellschaft für Tontechnik Contact: Mr Louis Elman in Film und Fernsehen mbH dubbing: full service Dolby Stereo, Verlängerte Daumstraße 16 Digital Editing Service 13599 Berlin Tel.: 44 171 4378273 Fax: 494128 Contact: Mr Max Galinsky dubbing: full service Omnititles Tel.: 49 30 3344071 Fax: 3345059 37 Ripplevale Grove London N1 1HS Contact: Ms Jeswyn Jones TV-Synchron Berlin subtitling: full service Ateliergesellschaft für elektronische Tel.: 44 171 6079047 Fax: 7049594 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 194

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opeo della Comunicazione Contact: Mr Dennis Packham equipment and software subtitling: video, all formats Tel.: 30 1 3639682 Fax: 3601131 Tel.: 44 171 3543038 Fax : 3598502 Titlotyp Solomou 21 10682 Athens Subtitling International UK Ltd Contact: Mr George Galanakis subtitling: film

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CDL srl Italian Dubbing Elettronica Sincrostudio srl Via Crescenzio 86 00193 Roma via G. Serafino 18 00136 Roma Contact : Ms Elisabetta Bucciarelli Contact: Mr Maurizio Ancidoni dubbing: full service dubbing: full service subtitling: full service subtitling: full service Istituto Eur Tel.: 39 6 6892779 Fax: 6896540 Tel.: 39 6 39735879 Fax: 39735920

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dubbing: full service dubbing: full service opeo della Comunicazione Tel.: 39 6 3202031 Fax: 3216098 Tel.: 39 6 8088432 Fax: 8084615

Cinecitta’ s.p.a Kamoti Cinematografica srl Via Tuscolana 1055 00173 Roma Via S. Botticelli 2 00196 Roma Contact: Mr Antonio Morè Contact: Mr Mario Maldesi dubbing: recording Direzione Artistica Tel.: 39 6 722931 Fax: 7222155 dubbing: full service subtitling: full service Cinevideo Doppiatori CVD P. Prati degli Strozzi 31 00195 Roma Tel.: 39 6 3614306 Fax: 3614297 Contact: Mr Carlo Baccarini Pantheon dubbing: full service Via Val di Sangro 13 00141 Roma Tel.: 39 6 3253455/44 Fax: 3253413 Contact: Mr Marco Casanova Cooperativa Eddy Cortese a.r.l. dubbing: full service Via Serra 62 00191 Roma subtitling: full service 195 Contact: Mr Francesco Marcucci Tel.: 39 6 6886936 Fax: 8863260 dubbing: full service S.A.S. Societa Attori Tel.: 39 6 3338204 Fax: 86324809 Sincronizzatori Coop. Delfino srl Via Angelo Secchi 8 00197 Roma Via Tommaso Vallauri 89 Contact: Mr Claudio de Angelis 00151 Roma Tel.: 39 6 870073 Fax: 8587108 Contact: Mr Stefano Mafera Sonor srl subtitling: full service via Guelfo Civinini 24 00141 Roma Tel.: 39 6 6537375 Fax: 7538675 Contact: Ms Nicoletta Maltese Ditta Issaverdens dubbing: full service Via B. Borghesi 12 00162 Roma subtitling: full service Contact: Ms Maria Luisa Lello Tel.: 39 6 8271159 Fax: 86897050 subtitling: full service Tel.: 39 6 429658 Fax: 4271960 LITUANIA Lietuvos Kinas Doppiaggio Internazionale srl Ozo 4 Ll-2600 Vilnius Via T. Omboni 151 00157 Roma Contact: Mr/Ms Ausra Duobiene Contact: Mr Gigi Prezioso Commerciai Director dubbing: full service subtitling: full service Tel. e fax: 39 6 5133748/9 Tel.: 370 2 770973 Fax: 770994 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 196

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subtitling: full service Turun Yliopisto Tel.: 1 213 6511167 Fax : 6513612 Kääntäjänkoulutuslaitos Tykistökatu 4 20520 Turku Finlande Titra California, Inc. Mr Yves Gambier 733 Salem St. CA 91203 Glendale Tel.: 358 21 6338725 Fax: 6338730 Contact: Ms Daniäle Allen Istituto Eur dubbing: translation La Federazione internazionale tradut- subtitling: full service tori ha come scopo la promozione del- Tel.: 1 818 2443663 Fax: 2446205 le traduzioni per l’audiovisivo attra- verso l’organizzazione di inchieste e

ALTRI INDIRIZZI UTILI: incontri di esperti e la pubblicazione opeo della Comunicazione Dublin Institute of Technology di manuali sui diversi aspetti della tra- College of Commerce sposizione linguistica. Altra importan- Ms Nora French te attività della Fit è quella di sensibi- Rathmines Road Dublin 6 Ireland lizzare le federazioni nazionali di tra- Tel.: 353 31 970666 Fax: 970647 duttori alla creazione di comitati spe- cifici sulla trasposizione linguistica nel Dutch Film and Television Academy cinema, nella televisione e nei nuovi Ite Boerestraat 1 1054 PP Amsterdam mezzi di comunicazione. Netherlands Mr Barry Wessel The Lodz Film, Television Tel.: 31 20 6830206 Fax: 6836206 and Theatre School 90323 Lodz Poland European Subtitling Officer Tel.: 48 42 743538 Fax: 748139 Centre for Continuing Education Saint David’s University College MERCATOR - Media A.A.G.Ll Lampeter, Dyfed Wales SA48 7ED Prifysgol Cymry Aberystwyth 199 United Kingdom Dyfed SY23 3AS United Kingdom Ms Heulwen James Ned Thomas Tel.: 44 570 422351 Fax: 423423 Tel.: 44 970 622533 Fax: 622190

L’Università di Lampeter offre un cor- Mercator Media è un centro di ricerca so di traduzione e sottotitolaggio per e documentazione, responsabile per la gli studenti del Dipartimento di lin- raccolta, la conservazione e la distribu- gua gallese, presentato in collabora- zione dei dati e delle informazioni ri- zione con la televisione privata galle- levanti nell’ambito dei mezzi di comu- se S4C. Insieme con la televisione, l’u- nicazione nelle comunità linguistiche niversità coordina l’Associazione eu- autoctone all’interno della Comunità ropea per lo studio della traduzione europea. Insieme ad altri tre centri for- cinetelevisiva, che si occupa di pro- ma un gruppo coordinato dall’Ufficio muovere lo sviluppo dei programmi europeo per le lingue a limitata diffu- di preparazione per studenti di tra- sione (Eblul), con sede a Bruxelles. duzione cinetelevisiva a livello univer- sitario. I membri partecipanti includo- RITS Hogeschool no rappresentanti di università di 14 voor Audiovisuele Communicatie paesi europei. Naamsesstraat 54 100 Brussels Belgique FIT - Fédération internationale Mr Frank Roos des Traducteurs Tel.: 32 2 5119382 Fax: 5025506 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 200

Royal College of Art Commerciales, Liège. Department of Film and Television Kensington Gore London SW7 2EU «Watching your language: Foreign United Kingdom version issues», Screen Digest, July Mr Tim Miller 1992, p.153-160. Tel.: 44 171 5845020 Fax: 5890178 PUBBLICAZIONI DISPONIBILI Swedish Television training Centre PRESSO L’ISTITUTO EUROPEO 10510 Stockholm Sweden DELLA COMUNICAZIONE Mr Bo Jedeskog Tel.: 46 878440 Fax: 86674466 MEZZI DI COMUNICAZIONE, ELENCO GENERALE Université Charles de Gaulle Opening Up The Media, ed. Anthony Lille III - Department d’Anglais, UFR Pragnell, 1993 (francese e tedesco). Angellier DESS de Traduction, option Traduction et Adaptation Cinémato- Media Concentration In Europe, graphique Alfonso Sanchez Tabernero, 1993 BP 149 59653 Villeneuve d’Ascq (francese). opeo della Comunicazione Cedex France Concentration Of Ownership In The Mr Pierre Denain Swedish Newspaper Market, Stig Ha- Tel.: 33 20 919202 denius, 1993 (inglese). ZDF Training Centre Medienkonzentration In Deutschland

Istituto Eur Essenheimer Strasse 6500 Mainz Deutschland Horst Röper, Ulrich Pätzold, 1993 Mr Detlef Sprickmann (tedesco). 200 Tel.: 49 61 317020 Fax: 31702788 Evolution Des Medias A Toulouse Et Lyon 1981- 1991, Philippe Mounier, BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO 1993 (francese). «Doublage et double version: quelle stratégie pour l’exportation?», CNC Mass Communications In Info, avril 1992, p. 20-21. Western Europe: An Annotated Bibliography, ed. George Wedell, Gottlieb, Henrik (1994), Tekstning Georg-Michael Luyken, Rosemary synkron billedmedieoversættelse, Leonard, 1985 (multilingue). DAO. Danske Afhandiinger om Over- sættelse. Københavns Universitet. TELEVISIONE Towards A European Common Ivarsson, J. (1992), Subtitling for the Market For Television: Contribution media. A handbook of an art, Transe- to the Debate, Eliane Couprie, André dit, Stockholm. Lange, 1987 (inglese e francese).

Jacobs, Anne-Catherine (1994), Le Europe 2000: What Kind Of coût des barrières linguistiques dans Television? The Report of the l’audiovisuel en Europe: le doublage European Television Task Force, 1988, et le sous-titrage. Mémoire présenté (inglese e francese). en vue de l’obtention du diplôme de licenciée en Sciences Commerciales et The Cultural Obligations Of Consulaires. Hautes Etudes Broadcasting Haydn Shaughnessy, Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 201

Carmen Fuente Cobo, 1990 (inglese e European Television and Film francese). between Market and Regulation, Liège 1994. Ed. Claude Contamine, Television And The Viewer Interest, Monique van Dusseldorp (inglese, ed. Jeremy Mitchell, Jay G. Blumier, con contributi originali in francese e 1994 (inglese). tedesco). Istituto Eur

The Future Of Hdtv In Europe, COOPERAZIONE EST-OVEST Michael Niblock, 1991 (inglese e Freedom Of Communication Under francese). The Law: Case Studies In Nine

Overcoming Language Barriers In Countries, Eliane Couprie, Henry opeo della Comunicazione Television, Georg-Michael Luyken Olsson, 1987 (inglese e francese). with Thomas Herbst, Jo Langham- Freedom And Control: The Element Brown, Helen Reid, Herman Spinhof, Of Democratic Broadcasting Services, 1991 (inglese e francese). Anthony Pragnell, 1990 (inglese).

RADIO The Political Content Of Broadcasting Local Radio And Regional Proceedings of the 1st East-West Development In Europe, Philip Colloquium, Budapest 1991 (inglese). Crookes, Patrick Vittet-Philippe, 1986 (inglese). Survival Efficiency And Independence: The Presence Of Radio 2000: The Opportunities For Foreign Capital In The Hungarian Public And Private Radio Services In Media Market, Zoltán Jakab, Dr. Europe, Geoge Wedell, Philip Mihály Gálik 1991 (inglese). Crookes, 1991 (francese). 201 The Economic Conditions Of FORUM EUROPEO PER IL CINEMA E LA Broadcasting In Democratic Societies TELEVISIONE Proceeding of the 2nd East-West Conflict Or Cooperation In European Colloquium, Sofia 1992, (inglese). Film And Television Proceedings of the 3rd European TV and Elm Forum, The 1992 Elections In Romania: Nice 1991 (multilingue). Coverage By Radio And Television A report by the Media Monitoring Growth Or Decline: the European Unit, (inglese). Television and Film industries in crisis Proceedings of the 4th European TV The Elections In Serbia & and Film Forum, Sevilla 1992 Montenegro: Coverage By Press, (multilingue). Radio And Tv A report by the Media Monitoring Future Of Television: Generalist or Unit, (inglese). thematic channels Proceedings of the sth European TV The Independence Of The Media and Film Forum, Istanbul 1993 Ed. Conditions for the Economic and Claude Contamine, Monique van Political Independence of the Media Dusseldorp (inglese, con contributi International Colloquium, Moscow, originali in francese e tedesco). 19 22 June 1993 Special issue of International Affairs (9/93) (inglese e Towards The Digital Revolution: russo). Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 202

The 1993 Russian Parliamentary The 1994 Hungarian Parliamentary Elections. Report of the monitoring Elections. Report of the monitoring of the election coverage in Russia of of the elextion coverage in Hungary the Russian parliamentary elections, of the 1994 Hungarian parliamentary ed. Professor Dr. Bernd-Peter Lange, elections, ed. Prof. Dr. Bernd-Peter Andrew Palmer (inglese e russo). Lange, Andrew Palmer, (inglese).

The 1994 Moldovan Parliamentary The 1994 Ukrainian Parliamentary Elections. Report of the monitoring Elections. Report of the monitoring of the election coverage in Moldova of the election coverage in Ukraine of the 1994 Moldovan parliamentary of the 1994 Ukrainian parliamentary elections, ed. Professor Dr. Bernd- elections, ed. Prof. Dr. Bernd-Peter Peter Lange, Andrew Palmer, (inglese). Lange, Andrew Palmer, (inglese).

The 1994 Belarussian Parliamentary Responsabile delle vendite: Elections. Report of the monitoring Ms Anne English, of the election coverage in Belarus Publications Department, opeo della Comunicazione of the 1994 Belarussian Europäisches Medieninstitut parliamentary elections, ed. Professor Kaistrasse 13, 40221 Düsseldorf, Dr. Bernd-Peter Lange, Andrew Germany Palmer, (inglese). Tel: 49 211 9010442 Fax: 9010456 Istituto Eur

202 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 203

Rassegna Stampa

Gulliver La Rivista dei Libri Produzione & Cultura Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 204

Intervento dell’Aidac da Gulliver 1-2/96 Speciale Convegno «Cinema: gli Scenari del Futuro»

UN ERRORE LA TASSA SUL DOPPIAGGIO

Trovo necessario porre qui qualche Ma torniamo alla tassa sul doppiag- considerazione riguardo l'auspicio di gio. Al di là di una considerazione ge- vedere introdotta una tassa sul dop- nerale che non può non definire «to- piaggio. talmente protezionistica» I'applicazio- Devo premettere che, pur rappresen- ne di una simile misura, che creerebbe tando l’Associazione italiana dialoghi- notevoli problemi anche in ambito eu- sti adattatori cinetelevisivi - cioè colo- ropeo, in seno alI'Unione europea, va ro che traducono e adattano i dialo- ribadita la profonda antidemocraticità ghi destinati al doppiaggio delle ope- di quello che non esito a definire un re audiovisive di origine straniera - balzello discriminatorio. Infatti, men- non sono qui a fare una difesa d'uffi- tre per i grandi distributori tale misu- cio della mia categoria o degli attori ra non rappresenterebbe alcun osta- 204 doppiatori, né tantomeno un inter- colo alla penetrazione dei prodotti vento in favore di coloro che impor- (una tassa del genere come si concilia tano e/o commercializzano le opere con l’«eccezione culturale»?), per i pic- non italiane, ma esclusivamente per coli distributori sarebbe la certezza di portare un contributo di informazio- essere tagliati fuori, con grave danno ne riguardo una pratica, quella del per la produzione indipendente stra- doppiaggio - che qualcuno accusa di niera e per gli utenti del nostro pae- essere il grande responsabile della pe- se. Significherebbe pregiudicare la già limitata possibilità di diffusione di netrazione dei prodotti audiovisivi opere di autori che, al pari di quelli stranieri nel nostro sistema distributi- italiani, hanno una produzione non vo, a scapito di quelli italiani - che è «in linea» con quella codificata e mas- sempre stata lasciata vivere in modo sificata del mercato. deregolamentato e caotico, nella più totale assenza di controllo e garanzia. Non nascondo una preoccupazione Il doppiaggio - tengo a sottolinearlo - equivalente per ciò che riguarda l'ap- è responsabile solo di aver svolto più plicazione della, seppur giusta e au- o meno professionalmente il suo com- spicata, direttiva europea «Televisione pito, che è quello di ricreare, nel mas- senza frontiere»! Quali saranno le simo rispetto dell'autore originario, opere che andranno a occupare il 49 un'opera equivalente in lingua italia- per cento destinato ai prodotti extra na, per permetterne la massima dif- Unione europea? Sarà prevista una fusione. quota per la produzione indipenden- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 205

te? E le coproduzioni, verranno aboli- traverso la formazione di un con sorzio te o verranno tassate in percentuale? tra i principali organismi di stributivi europei (Unifrance è già all'opera in No, al di là dell'ironia e delle soluzio- questa direzione dalI'inizio del 1994, ni superficiali, semplicistiche, censorie ma la Francia, si sa...) che provveda al e protezionistiche, quali questa tassa doppiaggio e alla diffusione delle ope- Rassegna Stampa sul doppiaggio, il problema esiste, ma re del nostro continente nei territori va risolto aiutando il settore del dop- extra Unione europea, attraverso una piaggio a stabilire o ad accettare re- centralizzazione dell'acquisizione dei gole certe che lo facciano sentire par- diritti di utilizzazione e un marketing tecipe e protagonista del ciclo distri- strategico che punti sì alla distribuzio- butivo e soprattutto responsabile del- ne nelle sale, ma che soprattutto guar- la sua componente artistica. Un dop- di ai nuovi sistemi di diffusione: tv via piaggio che possa offrire pari oppor- cavo, home video, satellite, il recente, tunità a tutte le opere e che non co- e sicuramente vincente, Par (program- stringa il film che circola al di fuori del ma a richiesta - video on demand, vi- grande circuito distributivo, per ri- deo à la carte), i cd-rom di ultima ge- sparmiare sui costi, a restar vittima di nerazione. Sistemi che ormai hanno su- adattamenti sciatti e interpretazioni perato del 200 per cento gli incassi del approssimative. La pretesa di un otti- theatrical (delle sale cinematografiche, mo doppiaggio è un diritto che gli au- N.d.R). È noto, ad esempio, che un cit- tori devono reclamare per sé e per i tadino americano spende ogni anno 25 propri colleghi oltre frontiera, sia eu- dollari per il cinema, 69 dollari per ropei sia extraeuropei. Ritengo anzi l'home video e 95 per la cable-Tv). che gli autori di ogni paese debbano diventare i garanti delle opere dei È auspicabile quindi, anzi improcasti- 205 propri colleghi stranieri: chi meglio di nabile, che non appena uscito dall'at- un autore può salvaguardare i diritti tuale impasse, I'Ente di/gestione del morali di un altro autore? cinema italiano crei una struttura che vada in questa direzione in modo de- Qui si apre un'altra considerazione, terminato e indipendente. Una strut- che ormai andiamo ripetendo da an- tura che con l'eventuale collaborazio- ni, sul bisogno di pensare meno a pro- ne di terzi, pubblici e privati - sarebbe teggersi, quanto di muoversi più dina- in grado a mio avviso di produrre uti- micamente sugli altri mercati per con- li in breve tempo, utili che andrebbe- quistare audience e spettatori. Ma per ro a coprire i costi di gestione, le quo- far questo ecco che torniamo al dop- te a favore dei titolari di diritti di uti- piaggio, inevitabile passe-partout per lizzazione e potrebbero essere desti- arrivare all’«altro», al di là dei luoghi nati al finanziamento di nuove espe- comuni che definiscono gli spettatori rienze coproduttive e distributive, con non italiani refrattari al doppiaggio: l'acquisto, il doppiaggio e la diffusio- Francia, Spagna e Germania doppiano ne di opere di autori di paesi terzi. il 95 per cento di ciò che importano. Con il sicuro risultato, in conclusione, È imperativa la necessità di rilanciare la di esportare l’«immagine Italia» (dal diffusione all'estero, principalmente patrimonio artistico al parmigiano) e sui mercati extra Unione europea, del- soprattutto - ed è quanto interessa a la cinematografia italiana ed europea. noi tutti - di vedere così favorita la cir- E questo non può passare altro che at- colazione culturale. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 206

Umberto Rossi da Gulliver, n. 7-8/96

FINE STAGIONE O FINE DEL CINEMA ITALIANO?

La stagione cinematografica 1995- gior insistenza - se ne è fatto portato- 1996 ha chiuso i battenti facendo re- re anche Fulvio Lucisano in una lette- gistrare una sensibile crescita del pub- ra aperta al vicepresidente del Consi- blico, quantomeno nel primo circuito glio Walter Veltroni - riguarda possi- di sfruttamento. Alla fine di giugno bili interventi a livello di imposizione erano stati venduti oltre 4 milioni di sul doppiaggio o di contingentamen- biglietti in più rispetto all’anno pre- to dell’importazione dei film hol- cedente. lywoodiani.

È una tendenza che si è registrata in Si tratta di norme già sperimentate in tutti i grandi paesi europei e che lascia passato con esiti non positivi e che, og- intravedere un possibile inizio di satu- gi, appaiono difficilmente realizzabili. razione del consumo televisivo, me- 206 glio una sua specializzazione che ten- Un’imposta sul doppiaggio a favore da a soddisfare esigenze particolari, della produzione nazionale dovrebbe facendo del video e dei suoi accessori necessariamente escludere i prodotti un terminale attraverso cui passano comunitari. Ora fra questi vi sono i molte cose, dagli acquisti alle infor- film britannici per cui, se si vogliono mazioni, non solo la fiction. colpire gli americani, bisogna imporre una norma che tenga conto, oltre che Un ruolo di rilievo l’ha avuto anche il della lingua, anche della nazionalità grande successo di alcuni film hol- di produzione. In altre parole non si lywoodiani, da Pochaontas, a Seven a può tassare semplicemente chi dop- Braveheart. Questa rinnovata posizio- pia, ma solo chi lo fa su film di prove- ne di forza ha confermato alle ditte nienza non comunitaria. A questo Usa il controllo di poco meno del 70 punto si aprono alcuni problemi. per cento del nostro mercato, mentre il nostro cinema ha visto ridursi, mal- Intanto si rischia di cancellare quel po- grado la crescita dei biglietti venduti, co di presenza extraeuropea che anco- la sua quota di circuito: dal 24,3 al 23,8 ra circola sul mercato. Chi importereb- per cento. Ciò e le speranze legate al- be più un film cinese, latinoamericano la nascita del nuovo governo hanno in- o iraniano se sapesse che, oltre alle nescato nuove proposte di intervento enormi difficoltà di circolazione, dovrà a salvaguardia del film nazionale. anche pagare una tassa per doppiarlo?

Una delle voci che ricorrono con mag- In secondo luogo alcune grandi pro- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 207

duzioni americane sarebbero in grado favorire insulse produzioni multinazio- di evitare il balzello in quanto, for- nali costruite su modelli che scimmiot- malmente, di nazionalità britannica o tano i grandi film americani. Al contra- irlandese. rio si debbono creare strutture distri- butive integrate e plurinazionali che Solo per rimanere alla stagione in cor- sappiano fronteggiare le grandi azien- Rassegna Stampa so citiamo i casi di Braveheant, Ragio- de statunitensi sia sul versante euro- ne e sentimento, Mary Reilly, Oltre peo, sia su quello dell’esportazione. Rangoon, Highlander III, 007 Golde- neye, Jane Eyre. Tutti progetti imbot- Per fare questo bisogna mettere da titi di dollari, ma che hanno le carte in parte l’orgoglio francese - loro sono regola per essere dichiarati europei. gli unici a disporre ancora di un’indu- stria cinematografica degna di questo Senza contare, poi, che una qualsiasi nome, ma lo fanno pesare troppo - sia forma di discriminazione verso il cine- gli opportunismi dei britannici che ma americano - tasse specifiche, quo- non sembrano disposti a rinunciare al te, blocco degli utili... - scatenerebbe vantaggio di essere i «grandi agenti» contromisure su altri settori di vitale del cinema americano. importanza per le nostre esportazioni: pasta, vino, abbigliamento... Si deve costruire una concentrazione Che questa non sia un’ipotesi teorica di aziende capace di contrattare da lo si è visto anche recentemente, al- pari a pari con le ditte hollywoodiane, lorché si discusse a livello Cee dell’ec- questo anche per poter disporre di cezione culturale e gli americani non quei film di produzione americana in- ebbero alcuna esitazione nel minac- dispensabili alla compilazione di un li- stino equilibrato. ciare pesanti ritorsioni commerciali. 207 Allora non c’è nulla da fare? Si deve Oggi le società Usa ottengono più del- subire passivamente il controllo ame- la metà dei loro utili dalle vendite sui ricano dei mercati europei? Far finta mercati esteri e fra questi, quello euro- di niente mentre 164 titoli «made in peo è uno dei più importanti. Appare Usa» invadano le sale, ma solo un ter- incredibile che i paesi europei, territo- zo dei 75 film nazionali di nuova pro- rio da cui gli statunitensi traggono fior duzione riesce ad avere una circola- di profitti, non siano in grado di con- zione decente e una decina di nuove sorziarsi per affrontare i concorrenti su opere non trova neppure la strada de- un piano di minor svantaggio. gli schermi? Indubbiamente alcuni prodotti statu- Naturalmente non è questa la scelta, nitensi sono più accattivanti, spesso ma le cose sono un po’ più complica- meglio confezionati e culturalmente te di quanto possano apparire a chi si più interessanti di quelli europei. Del lascia andare a sacrosanti, ma miopi resto non è un caso che, fra i dieci ti- furori. toli di successo della stagione, ce ne siano solo due nazionali (Viaggi di La via da percorrere è quella di contra- nozze e Vacanze di Natale ‘95) e che stare gli americani organizzandosi co- tra i venticinque titoli più visti solo me hanno fatto loro. Si badi bene, non cinque siano «made in Italy» (oltre ai facendo i film come i loro, cosa che citati ci sono lo ballo da sola, I laurea- tanto piace a certi eurocrati propensi a ti e Va’ dove ti porta il cuore). Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 208

Tutto vero, ma non è meno vero che bero chiedersi se l’enorme spazio che la forza americana fa sì che circolino riservano al cinema americano, arri- decine di titoli che sono pura e sem- vando a creare «fenomeni» come plice immondizia, porcheriole messe Quentin Tarantino che si ridimensio- in campo solo per bloccare ipotetici nano da soli nel giro di pochi mesi, sia concorrenti. funzionale ai loro conti economici.

Occorre sempre tenere presente, in- Capita spesso, ad esempio, di leggere fatti, che i film non si noleggiano uno interviste ad attori o registi che sem- a uno, ma a blocchi predefiniti: se si brano tirate in fotocopia, cosa del tut- vuoi acquisire un certo prodotto, di to ovvia visti i modi usati dagli uffici prevedibile grande successo (locomo- stampa per accorpare le testate e tiva), ci si deve far carico anche di una «guidarle» all'incontro con il divo di

Rassegna Stampa decina di scartine (vagoni). Magari le turno. si potrà programmare anche solo per qualche giorno, visto che non incassa- Una maggiore indipendenza giove- no, ma intanto ci si sarà privati della rebbe anche alle tirature, inducendo possibilità di accogliere altre offerte. qualche lettore a comperare proprio quel giornale perché sa che ci sono Una forte iniziativa europea in dire- informazioni che non trova su altre zione della distribuzione e dell'eserci- testate. zio potrebbe porre argine anche a queste tendenze e recuperare spazi Intanto la stagione cinematografica per le produzioni nazionali. Sia chiaro, 1995-’96 ha chiuso i battenti segnan- nessuno può pensare di mandare al ci- do il solito predominio di un pugno di nema gli spettatori con la cartolina titoli - quasi tutti americani - che han- 208 precetto, ma è doveroso diversificare no incassato più di un terzo di quan- le proposte offrendo a tutti pari op- to raccolto sull’intero mercato. In que- portunità. sta pattuglia fortunata spiccano, poi, le dieci produzioni più viste che, da Un ruolo fondamentale lo potrebbero sole, si sono accaparrate quasi il 20 avere le televisioni e la stampa. Le pri- per cento di quanto affluito a tutte le me dovrebbero essere vincolate a pro- sale del paese. grammare una quota di fiction euro- pea, come previsto da un recente do- Si gira pagina e si spera, senza trop- cumento comunitario rimesso in di- po ottimismo, che presto inizi a spira- scussione, poche settimane or sono, re un’aria nuova anche per il cinema dai ministri Cee. Le seconde dovreb- italiano. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 209

Masolino D’Amico da La Rivista dei libri - marzo 1994

DACCI UN TAGLIO, BASTARDO! IL DOPPIAGGIO DEI FILM IN ITALIA

L’approvazione del decreto-legge sul cun altro sembrando inconcepibile. cinema unita alle polemiche fra Euro- pa e Usa sugli accordi per l’import-ex- I massimi adoratori del doppiaggio port di audiovisivi, ha fatto parlare sono dunque gli italiani, che non ancora una volta dell’antica questione hanno difficoltà ad accettarlo dovun- del doppiaggio, prassi grazie alla qua- que venga loro proposto, vedi i mol- le in Italia i film stranieri possono cir- ti nostri registi abituati a curare la colare con piena fruibilità da parte parte sonora di un film solo a riprese dello spettatore, a scapito, si obietta, ultimate, non di rado approfittando dei prodotti nazionali che altrimenti si dell’occasione anche per modificare il avvarrebbero del vantaggio di essere i dialogo, e spesso per affibbiare a un soli facilmente comprensibili a tutti. volto una voce diversa da quella del proprietario (non sempre per ragioni L’Italia non è certo il solo paese che artistiche. A volte accadeva, e accade 209 doppia i film importati ma altre na- ancora, che l’attore impiegato nelle zioni produttrici di film come la Fran- riprese semplicemente non fosse di- cia, consentono di doppiare soltanto sponibile quando arrivava il momen- un dato numero di pellicole straniere to di doppiarsi; e possono avvenire ogni anno, le altre possono circolare episodi come quello leggendario di solo in edizione sottotitolata, più gra- Domenica d’agosto di Emmer, quan- dita dai puristi ma invisa alle masse; in do Marcello Mastroianni non ancora ogni caso, dei film doppiati viene of- divo fu doppiato dall’oggi inconfon- ferta di solito la versione originale con dibile ). Nell’anteguerra didascalie. le star regolarmente doppiate furono Gli americani, invece, in casa loro peraltro rare, Osvaldo Valenti e pochi hanno fama di non tollerare il dop- altri: la pratica prese veramente pie- piaggio non solo dei film stranieri, ma de solo col neorealismo, quando con- neppure di quelli autarchici, tanto è sentì fra l’altro di usare i cosiddetti vero - si fa osservare - che i divi allo- attori presi dalla strada, facce espres- glotti trapiantati a Hollywood, dalla sive ma dicitori inadeguati, oppure, Garbo e dalla Dietrich, da Maurice in seguito, atleti (Bud Spencer), o bel- Chévalier e da Charles Boyer in poi le donne poco dotate per la recita- hanno sempre dovuto recitare in in- zione, alcune delle quali (Lollobrigi- glese, accento o non accento, l’idea di da, Loren, e poi Cardinale, Sandrelli, metter loro in bocca la voce di qual- Muti...) in un secondo tempo avreb- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 210

bero imparato «anche» a parlare. dirigere solo film muti in quanto gira- no con gli occhi e pensano agli orec- Con grande spregiudicatezza il nostro chi solo successivamente, quando ag- cinema ha dunque di volta in volta giungono le parole così inquinando la usato, doppiandoli, non-professionisti prestazione dell’attore e non di rado (Lamberto Maggiorani in Ladri di bici- stravolgendo ulteriormente le inten- clette) oppure professionisti dotando- zioni dello scrittore. li per l’occasione di una voce più adat- ta all’effetto che il regista vuole rag- Una volta riferii queste parole di Vidal giungere (Umberto Orsini doppiato a Mario Monicelli, il quale commentò con querule inflessioni toscane nella più o meno: «E con ciò? Io giro in una Dolce vita) oppure ha operato modifi- giornata di lavoro trenta, quaranta se- che creative in sede di edizione (Al- condi di film, in un ambiente magari berto Sordi in origine esperto doppia- Rassegna Stampa costruito solo per la parte che mi inte- tore egli stesso, amò sempre aggiun- ressa mostrare; l’attore, magari trucca- gersi battute quando registrava, spes- to fino ad essere irriconoscibile, può so con risultati egregi); oppure si dop- raggiungere o non raggiungere l’e- piarono attori stranieri che avevano mozione necessaria, fatti suoi, a me recitato nella loro lingua ma che do- preme soltanto avere di lui quel mo- vevano fingersi italiani (Burt Lancaster mento che fotograficamente mi serve; doppiato da Corrado Gaipa nel Gatto- in ogni caso lui non è “lui”, ma un fan- pardo); ecc, ecc, ecc. tasma impresso su di una pellicola, che Questo tipo di doppiaggio, del quale poi sarà tagliata e montata e alla qua- Fellini, sommo manipolatore, fu fa- le saranno aggiunti la musica, gli ef- mosamente il re, non riguarda il no- fetti sonori, ecc. Perché diavolo dovrei 210 stro argomento odierno. Ma possiamo rispettare le parole del copione se sco- aprire qui un inciso per domandarci pro che ce ne sono altre di migliori? Se fino a che punto l’indifferenza di tan- mi farà comodo un’altra voce, gli darò ti registi italiani nei confronti del co- un’altra voce. Il film è un assemblag- siddetto rapporto voce-volto sia este- gio di tanti elementi diversi, non è la ticamente deplorevole. fedele registrazione di un attore che recita un testo immodificabile». Le due posizioni contrastanti al ri- guardo possono essere riassunte con Torniamo alla questione del doppiag- le dichiarazioni di altrettanti illustri gio dei film stranieri, per osservare uomini di cinema, uno americano e che oltre all’aspetto estetico, sul qua- uno italiano. Il primo è lo scrittore e le si tornerà, in Italia ne ha uno prati- sceneggiatore Gore Vidal, noto asser- co e non a tutti noto, legato alla legi- tore della teoria secondo cui il vero slazione vigente. autore di un film è, o almeno doveb- be essere lo scrittore e il regista solo Qui bisogna ricapitolare la questione. un esecutore materiale. Innanzitutto quando nacque il dop- piaggio? Evidentemente, con l’inven- Vidal ha in mente Hollywood, dove si zione del sonoro. Prima, come è noto, gira in presa diretta e dove nessuno si il cinema era un’arte affatto interna- azzarda a modificare un copione ap- zionale, potendo circolare con la stes- provato dalle supreme autorità: e dei sa disinvoltura della musica. La comu- registi italiani dice dunque che sanno nicazione dell’attore puntava tutto Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 211

sulla mimica, per dare le informazioni massime case di produzione america- necessarie bastavano le didascalie che ne (le cosiddette Majors) reagirono nella maggior parte dei casi erano ra- bloccando immediatamente le espor- re e concise, e ovviamente facili da so- tazioni in Italia dei loro film, e l’em- stituire nelle varie lingue. Quando bargo durò fino a dopo la fine della comparve il parlato, per qualche tem- guerra, quando migliaia di pellicole Rassegna Stampa po non fu possibile girare altro che in (fra cui Via col vento!) piombarono sul presa diretta; la colonna sonora na- mercato, naturalmente doppiate, più sceva insieme con l’immagine e ne era o meno frettolosamente. quindi inseparabile. Per ottenere film che varcassero le frontiere si adottò Questa fu una vera e propria ondata quindi l’espediente di girare buona che i governi non tentarono neppure parte delle pellicole in varie versioni, di arginare, anche perché avevano le cambiando il cast: scenografie, luci e mani legate dagli accordi di pace, in masse rimanevano le stesse, mentre le base ai quali l’imposizione di qualsiasi scene fra i personaggi principali veni- limite al numero di film da importare vano girate più volte, con attori di- doppiati era d’ora in avanti recisa- versi e magari con registi diversi, nel- mente vietata. Per proteggere in qual- le varie lingue. Il macchinoso marchin- che modo il cinema italiano fu quindi gegno non diede mai risultati soddi- escogitato il sistema della progamma- sfacenti e ben presto il progesso tec- zione obbligatoria dei film autarchici nico consentì di abbandonarlo e di so- (60 giorni all’anno: ma nessuno si oc- stuire la colonna sonora con un’altra cupò mai seriamente di farla rispetta- nella lingua desiderata. re), nonché quello dei cosiddetti rien- tri: ai film italiani sarebbe stato corri- A questo punto Hollywood si mise a sposto un premio pari al 10 per cento 211 doppiare i suoi film nelle lingue dei dell’incasso lordo di 4 anni di pro- destinatari, ricorrendo nel caso dell’I- gammazione, più un altro 4 per cento talia a un gruppetto di attori di im- per quelli che un’apposita commissio- portazione o reclutati tra gli italoa- ne avrebbe giudicati «di notevole va- mericani; in seguito si passò a dop- lore artistico». Queste percentuali sa- piaggi eseguiti nel paese destinatario, rebbero state modificate più volte in ad opera di specialisti pagati dai di- seguito, fermo restando il principio stributori delle pellicole. In Italia que- abbastanza cervellotico - e mantenuto sto incontrò il favore del pubblico, dall’ultimo decreto-legge - di premia- tanto che per proteggere la nascente re di più chi più incassava. o rinascente cinematografia nazionale il regime fascista istituì tasse di dop- Ma lasciando da parte le disfunzioni piaggio sperando che fungessero da anche molto gravi di tale sistema (fra calmiere, le aumentò un paio di volte, l’altro usato a fini censori, i film di re- e infine arrivò a promulgare, con un gisti in odore di sinistrismo venendo vero fulmine a ciel sereno, addittura spesso esclusi dai premi, ovvero i loro una legge che proibiva ai produttori produttori ricevendo ammonimenti esteri di distribuire direttamente i lo- dall’alto circa i rischi che correvano), a ro film nel Bel Paese (febbraio 1939). noi interessa notare qui che a partire Tale monopolio fu assegnato a un so- dal 1945 i film stranieri, leggi ameri- lo ente, e nazionale, l’Enic; ma fu una cani, poterono circolare in Italia, tutti battaglia perduta, perché le quattro in lingua italiana, senza che alcuna re- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 212

ciprocità fosse prevista per quel che ri- un effetto di «pulizia», ossia di assen- guardava l’America. za di disturbi, quale normalmente si poteva ottenere solo in studio di regi- In altre parole: se gli spettatori italia- strazione. Ed esistono casi di film che ni si abituarono al doppiaggio, in mo- circolarono negli Usa doppiati senza do tale che solo infime minoranze che nessuno sottolineasse la circostan- espressero mai il desiderio di vedere za, e che riportarono ottimi successi. film sottotitolati, questo fu in seguito Insomma: grazie al loro strapotere, gli a una imposizione dall’alto, quale i americani hanno sempre saputo limi- francesi non ebbero, e quale gli ame- tare le importazioni di film col sempli- ricani non si sognarono neppure. Hol- ce espediente di impedirne il doppiag- lywood ama scherzare sulla passione gio; noi abbiamo provato a fare al- degli europei in generale, e degli ita- trettanto, ma siamo rimasti sconfitti.

Rassegna Stampa liani in particolare, per i film doppia- ti, e a una recente cerimonia degli Col che la discussione sul lato nobile Oscar si provocò grande ilarità nel della faccenda, quello estetico, potrà pubblico mostrando un montaggio di apparire superflua. Infatti, a meno che celebri attori statunitensi dalle cui la situazione politica internazionale bocche comicamente uscivano gli cambi in maniera radicale, continue- idiomi più improbabili: bizzarrie, si remo a importare illimitate quantità sottintendeva, inconcepibili qui. Il di film doppiati in ogni caso. Ma se «qui» peraltro era stato energica- vogliamo riflettere sulla natura del mente difeso, in ogni tempo, dai pro- doppiaggio col quale conviviamo, pos- duttori americani, che identificando siamo cominciare ricordando che que- molto presto e molto correttamente sto attraversò varie fasi, da quella pio- 212 nel doppiaggio un’arma a doppio ta- nieristica e pittoresca delle voci «ame- glio: lo usarono nell’esportazione ricane», talvolta pesantemente accen- ogni volta che ci riuscirono, ma ne tate, a quella del birignao dei nostri impedirono sempre e tassativamente attori di teatro (la Lattanzi, che «fu» l’uso in casa loro, ripetendo ogni vol- la Garbo per una generazione di spet- ta la leggenda dell’idiosincrasia del tatori italiani), fino a quella odierna, pubblico anglofono nel confronti di più disinvolta e pragmatica. Ciò che pellicole straniere doppiate nella pro- tutte e tre queste fasi ebbero e hanno pria lingua e incoraggiando i critici a in comune è la standardizzazione del- considerare il doppiaggio come una lo stile, secondo convenzioni subito intollerabile calamità. accettate dal pubblico.

In realtà un doppiaggio ben fatto può Mi spiego meglio. Nei doppiaggi i per- ingannare anche il critico più attento, sonaggi parlano tutti più o meno la e si può citare il caso di Pauline Kael, stessa lingua, senza inflessioni dialet- che sul New Yorker anatomizzò meti- tali o di altro tipo. Nell’edizione origi- colosamente il film Butch Cassidy and nale di un western, per esempio, i the Sundance Kid in una recensione cowboy parlano un inglese rozzo, ma- dove accusava il regista, George Roy gari talvolta arricchito da qualche so- Hill, di avere rinunciato alla presa di- lennità arcaica, di tipo biblico: in un retta. Ma era vero il contrario: la pre- thriller, i malavitosi complottano nei sa diretta era stata curata con tanto gerghi dei bassifondi; in un film sul- dispiego di mezzi tecnici, da produrre l’alta società, dei personaggi altoloca- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 213

ti scimmiottano la dizione affettata desco che sfoggiava anche a beneficio degli aristocratici inglesi. Cercare di degli altri «tedeschi», nelle scene che rendere tutto questo con degli equi- si svolgevano in Germania! Così nei valenti italiani sarebbe un po’ assurdo film girati in Italia (Il segreto di Santa anche perché in Italia le parlate indi- Vittoria, per esempio) gli indigeni viduali hanno sempre coloriture re- parlano l’italoamericano di Broccolino Rassegna Stampa gionali, che non sarebbe il caso di ap- anche quando non ci sono stranieri plicare a degli stranieri: fanno ecce- presenti. zione i gangster oriundi italiani, che da un certo momento in poi sono sta- In questo dare ai film doppiati una lin- ti doppiati con forti accenti siculi, gua unica e neutra gli italiani non so- mentre prima il doppiaggio li trasfor- no i soli. Per esempio, i film stranieri mava, come il violento protagonista di distribuiti in tutto il Sudamerica ven- Baby Doll (1956), in «sivigliani» (ogni gono doppiati in messicano, in quan- tanto, beninteso, può darsi anche to questo è il tipo di spagnolo che qualche sporadico caso di estrosità da colà viene avvertito come medio, non parte del distributore. Nel ‘55 gli ir- troppo caratteristico di nessun posto e landesi di un western intitolato Many quindi buono per tutti: il castigliano è Rivers to Cross - Victor MacLaglen, Ro- troppo lontano e antiquato, l’argenti- bert Taylor, Eleanor Parker - diventa- no o il colombiano, troppo riconosci- rono la famiglia Capece e si espresse- bili e quindi fuorvianti. Dunque anche ro in partenopeo, il film venendo rein- lì, come in Italia, il pubblico accetta titolato Un napoletano nel Far West). volentieri la convenzione. L’italiano neutro dei doppiaggi, molto diverso Di solito, dunque, gli americani (o i da quello parlato nella vita ovvero nei francesi, o i russi, o i giapponesi, nei film italiani post-neorealistici ha co- 213 meno frequenti casi di importazione munque un precedente nel parlato vi- da queste cinematografie) si esprimo- gente nel cinema italiano dell’era fa- no, nei film doppiati, in un ottimo ita- scista, quando i dialetti venivano uffi- liano standard, senza accenti; ovvia- cialmente scoraggiati al punto che mente un pellerossa o un negro ac- Eduardo De Filippo si doveva firmare cenneranno al proprio disagio lingui- «Edoardo»: non piccola parte dell’im- stico mettendo i verbi all’infinito o in- pressione di artificialità di quelle pel- ventandosi una inflessione («zì, ba- licole, quando oggi le rivediamo sul drone»). Curioso notare come proprio piccolo schermo, dipende dalla dizio- questa finzione, che il nostro pubbli- ne neutra imposta a quasi tutti gli at- co manda giù senza discutere (nel tori (caduto il regime, il prodotto na- film sono tutti inglesi, o giapponesi, o zionale si sarebbe dato un’identità francesi: fra loro parlano un italiano nuova e vigorosa anche sfruttando la senza inflessioni) sembri mettere a di- possibilità di ricorrere alle parlate re- sagio gli spettatori americani. Lì vige gionali, tanto che non si diede quasi un’altra convenzione, a ben vedere più comicità se non legata a un ac- più illogica della nostra: gli stranieri cento locale, il napoletano, il romane- parlano in un inglese accentato anche sco, il piemontese, il marchigiano...). fra loro. Nei Giovani leoni , che interpretava la parte di L’appiattimento linguistico dei film un ufficiale nazista, fu molto lodato doppiati toccò il vertice verso la fine (in patria) per lo stupendo accento te- degli anni Quaranta-inizio anni Cin- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 214

quanta quando oltre ai dialoghi si pubblico del cinema è molto simile a doppiarono in italiano perfino le can- un bambino che si vuole sentire rac- zoni dei film musicali, con l’intervento contare sempre la stessa fiaba, l’affi- di cantanti autarchici chiamati a dare dabile, rassicurante doppiaggio italia- la voce magari a . Oltre no è lì per assecondare il processo. che per la lingua esageratamente cor- retta, i doppiaggi più antichi si distin- Ma eccoci al quesito estetico. Ammes- guono anche per gli eccessi del legitti- so che la versione ideale di un film sia mo scrupolo di ricalcare le labiali del- quella originale, voluta e controllata le battute originali, in nome del quale dal regista (o da chi per lui), è più ac- si arrivò talvolta all’adozione di espres- cettabile il film doppiato - del quale sioni desuete, o esageratamente ricer- noi italiani non potremo fare a meno cate. Fino a una certa data, per esem- per le surricordate ragioni politiche - Rassegna Stampa pio, «I remember» («ricordo») viene o il film sottotitolato, quale sempre meno timidamente ci propone qual- reso, ogni volta che la bocca dell’atto- che cinema d’essai, nonché, per quan- re americano sia in campo con un «io to spesso a notte fonda, la Tv? rammento», lezioso quasi dovunque fuorché in Toscana. Su questioni di tra- Il film sottotitolato presenta l’indiscu- duzione tornerò fra poco. Qui vorrei tibile vantaggio di farci sentire le voci osservare che l’effetto-standardizza- degli interpreti originali. Però presen- zione di questa lingua quasi sempre ta anche due svantaggi, che possono grammaticalmente corretta e priva di essere ingenti. Il primo è che i sottoti- inflessioni dialettali è aumentato dal toli occupano parte dell’immagine, in- ridotto numero delle voci impiegate: dubbiamente sciupandola, e comun- pochi grandi doppiatori prestano, o 214 que ne distolgono l’occhio costringen- meglio noleggiano, la loro ugola a più dolo alla lettura. Il secondo è che per divi, sia pure cercando di mascherarla loro natura questi sottotitoli danno secondo i casi. Ferruccio Amendola spesso non una traduzione fedele, ma «è» Al Pacino, Dustin Hoffman e Ro- una sintesi delle battute, in certi casi bert De Niro (nonché molti altri); Ore- arrivando a porre ostacoli anche gravi ste Lionello «è» Woody Allen, Jerry alla comprensione del film. Certo, esi- Lewis (seconda versione), Philippe Noi- stono film e film, e per i film dove l’a- ret, , Topolino e il Gatto spetto visivo è prevalente e il parlato Silvestro, così come ai loro tempi Ro- accessorio - come forse tutti i veri film molo Costa era stato e dovrebbero essere, secondo certi teo- Clark Gable, e Giulio Panicali, Frederic rici - la «dritta» della sporadica dida- March e Robert Montgomery. Maria scalia è più che sufficiente. Ma poi esi- Pia Di Meo ha doppiato, tra le altre, stono i film molto parlati, o dove il Audrey Hepburn, Barbra Streisand, dialogo è molto importante e avrebbe Joan Woodward, Catherine Spaak, bisogno di essere reso per intero. Meryl Streep, Julie Christie, Jane Fon- Prendiamo le commedie americane da, Romy Schneider, Shirley MacLaine, degli anni Trenta, mettiamo The Phi- Brigitte Bardot, Jean Seberg. Da tutto ladelphia Story (Scandalo a Filadelfia), ciò risulta indubbiamente un senso di di dichiarata origine teatrale. Cary conformismo e di ripetitivita. D’altro Grant, Katharine Hepburn e James canto proprio la familiarità con le for- Stewart pronunciano le battute a rot- mule facilita l’ingresso nel film; se il ta di collo, con un ritmo così vertigi- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 215

noso che perfino i giovani americani tre, quattro fitte righe che gli spetta- di oggi, abituati all’insignificanza te- tori leggevano o tentavano di leggere levisiva e al languore della conversa- velocemente, trovandosi poi però col zione quotidiana fatta di formule per classico pugno di mosche in mano. prendere tempo (gli «I mean», equi- Morale, chi non sapeva l’inglese non valenti dei nostri «cioè»), fanno fatica capì nulla, il pubblico si annoiò e i Rassegna Stampa a seguirle, e di solito hanno bisogno giornalisti furono cauti nelle recensio- di vedere il film più di una volta. I sot- ni. Dopodiché il film, acquistato da un totitoli semplicemente non riescono a distributore coraggioso (non c’erano dare il minimo senso di questo conti- divi, il regista era uno sconosciuto), fu nuo botta e risposta. doppiato e uscì alla chetichella in una piccola sala romana. Trionfo, sei mesi Per prendere un altro caso più recen- di tenitura, quarantamila spettatori... te di cui fui testimone: durante un Fe- stival di Venezia mi trovai alla proie- Sto facendo l’avvocato del diavolo, zione per la stampa di The Draught- anche io come tanti preferisco vedere sman’s Contract (I misteri del giardino i film in edizione originale (se conosco di Compton House), prima rivelazione la lingua), o con i sottotitoli. Però mi in assoluto del talento di Peter Gree- sono occupato di doppiaggi, in qualità naway, e il film mi sembrò interessan- di autore di parecchi «adattamenti» tissimo, tanto che poi domandai sia a (così si chiama la traduzione del par- Italo Calvino sia a Mario Monicelli, che lato di un film, adattata, appunto, al- facevano parte della giuria, perché le esigenze dei doppiatori, ossia con la fosse stato totalmente ignorato in se- riproduzione per quanto è possibile de di premiazione. Entrambi risposero delle cadenze dell’originale e dei mo- che i giurati avevano molto apprezza- vimenti delle labbra dei parlanti), so- 215 to la pellicola, ma che non se l’erano no anche regolarmente iscritto all’as- sentita di segnalare un lavoro che la sociazione di categoria, e nutro un stampa e il pubblico avevano ignora- profondo rispetto per gli oscuri prati- to quasi del tutto. Ora, il film di Gree- canti di questo artigianato che può of- naway ricostruisce estrosamente a frire piccole soddisfazioni non dissimi- modo suo, un’epoca lontana, che po- li dalla soluzione di un cruciverba. Se trebbe essere il tardo Seicento inglese si riesce a dare al doppiatore una bat- con i suoi rituali, di cui fa parte il par- tuta che funziona, col ritmo giusto, lui lare molto e cerimoniosamente per la arricchirà ulteriormente, e il risulta- lanciarsi messaggi fra le righe: è gen- to sarà decentissmo; è sorprendente te che non si «dice» mai niente, o me- quante buone soluzioni possano es- glio, che nasconde i suoi messaggi sot- serci per la resa di una lingua mono- to volute di retorica barocca. Come sillabica come l’inglese, anche se non impongono i regolamenti dei festival, sempre tutto è possibile. Robert il film fu presentato in versione origi- Powell, l’attore che interpretava il Cri- nale con sottotitoli. E questi sottotito- sto di Zeffirelli, doveva avere le ade- li, non potendo andare al sodo - le noidi, insomma respirava con la bocca, battute non erano riassumibili perché che non chiudeva quasi mai. C’è un non si sa mai dove si vada veramente primissimo piano in cui durante il Ser- a parare -, avevano tentato di tradur- mone della Montagna costui dice: «It’s le per quanto possibile integralmente. easier for a chamel», ecc. Mi scervellai Così le inquadrature erano coperte da a cercare un equivalente italiano di Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 216

queste parole che consentisse di tene- tire in cuffia il parlato originale, cosa re la bocca aperta; ma alla fine mi ar- loro concessa solo nelle occasioni par- resi, chi sono io dopotutto per cam- ticolari: spesso invece per mancanza di biare il Vangelo? Così il Cristo della riscontri pronunciano male proprio i versione italiana dice «È più facile che nomi di persone o di luoghi inglesi o un cammello...» con la bocca aperta americani. Soprattutto i serial doppia- anche durante il «più». (Naturalmen- ti in economia per le televisioni risen- te, si può pensare a un miracolo). tono dell’approssimazione. Ma così come le traduzioni letterarie sono as- Innocuo, diciamocelo, nella maggior sai migliorate negli ultimi anni, il parte dei casi (quanti film posseggono diffondersi della coscienza del dop- un valore artistico tale da farceli consi- piaggio, che una volta tutti davano derare irrimediabilmente compromessi per scontato, potrebbe migliorare an-

Rassegna Stampa da una manipolazione dopotutto sug- che il prodotto medio. Oggi, per dirne gerita dalle stesse finalità di diffusione solo una, i critici cinematografici ba- a scopo di lucro per cui erano nati?), dano qualche volta a queste cose, e le nocivo forse, in altri, il doppiaggio può recensioni possono contenere un com- talvolta essere perfino brillante e og- mento sull’interpretazione della «vo- getto di ammirazione, almeno per chi ce» italiana, almeno nei casi in cui il come me è allenato a guardare le boc- critico non ha visto il film a un festival che e apprezza le difficoltà del «sinc». in edizione sottotitolata, ma nella ver- L’industria del doppiaggio italiana, ora sione in cui circola per le sale (fossi il alimentata dall’indiscriminata importa- direttore del giornale, esigerei che il zione di prodotti americani per le va- titolare della rubrica in questi casi ri- rie reti televisive, ama ritenersi la mi- vedesse il film e ci informasse della gliore del mondo; l’affermazione è in- 216 differenza. Spesso il critico scoprireb- controllabile, ma dei risultati da esibi- be anche che la copia italiana è infe- re ci sono. Un’antologia ideale dei riore qualitativamente a quella desti- doppiaggi potrebbe includere Il padri- nata al mercato americano e francese: no, appunto con le voci siciliane che al nostro mercato vengono notoria- rendevano superbamente l’effetto de- mente mandate pellicole più scadenti, gli italoamericani nell’originale; oppu- stampate a basso costo). E chissà, re, ricordando che il comico è sempre un’attenzione maggiore da parte di molto più difficile del drammatico, si potrebbero pescare dal passato gli tutti potrebbe perfino metterci al ri- scioglilingua di Danny Kaye nel Giulla- paro dai famigerati cliché inventati re del re, non meno buffi in italiano dai doppiatori per pigrizia, frasi fatte che nell’inglese d’origine. che nessun italiano aveva mai pro- nunciato prima di averle sentite mi- Doppiare bene è insomma possibile, gliaia di volte, rimbalzanti da un film così come è possibile tradurre bene; all’altro: «Bastardo!», «Chiudi il bec- semmai - anche dal momento che, co- co!», «Dacci un taglio!», «Fammelo me si è visto, il doppiaggio non po- doppio!», «Non voglio ferire i tuoi tremo abolirlo - il pubblico andrebbe sentimenti» e roba del genere; tal- educato a pretendere doppiaggi di mente usurata, d’altro canto, da susci- qualità anche quando il prodotto è di tare ormai nell’ascoltatore addirittura routine. Sarebbe bello, per esempio, qualcosa di simile all’affetto per un se i doppiatori potessero sempre sen- vecchio amico. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 217

Eleonora Di Fortunato Produzione & Cultura, n. 5-6/94

IL DOPPIAGGIO E I BAMBINI

Chi difende i bambini nel villaggio metodo è quello di attirare l’attenzio- globale? ne il più a lungo possibile, almeno il tempo di propagandare il prodotto, Emarginati dal mondo degli adulti, di anche a costo di distorcere la realtà, se fatto ne partecipano come destinata- serve a conquistare più audience. E ri passivi di messaggi, impulsi, infor- poiché la mente e l’attenzione umane mazioni che seguono un codice di co- sono maggiormente attratte dalle municazione dalla cui creazione sono emozioni negative, l’offerta televisiva completamente esclusi, di cui non abbonda di messaggi emozionali, ag- possono in nessun modo discutere le gressivi, spaventosi. In più, la gravità regole. del comportamento aggressivo è in Secondo il rapporto Censis per l’anno stretto rapporto con la regolarità con 1993 i bambini italiani trascorrono da cui sono state viste scene di violenza, 217 soli davanti alla televisione in media ed è maggiore per quei bambini e ra- tre ore al giorno, che diventano cin- gazzi che valutano le storie come for- que-sette nei fine settimana (i loro temente realistiche. Ora, consideran- coetanei americani hanno già rag- do che nei programmi per bambini c’è giunto una media di quattro-cinque una media di 25 atti di violenza l’ora ore al giorno, sette-nove durante il (contro i 5 dei programmi di «prime- week-end). I messaggi sul mondo che time» per adulti), è stato calcolato che subiscono - realtà? finzione? la limita- un bambino americano avrà assistito ta comprensione del mondo propria in media a 8 mila omicidi e 100 mila dell’infanzia non aiuta a distinguere - atti di violenza prima di aver termina- non sono mediati dal gruppo (fami- to le scuole elementari (dati dell’Ame- glia, scuola, coetanei), e vengono rican Psychological Association). quindi assorbiti in maniera del tutto acritica e posti su un piano di parità Anche quando, malgrado l’abbondan- con gli influssi che vengono dal grup- za di messaggi violenti assorbiti du- po di appartenenza. Il risultato è che rante l’infanzia, l’adolescente scampa i bambini, mentre pensano di ricevere fortunosamente a un futuro di serial dalla televisione informazioni sulla killer, i suoi comportamenti, i suoi va- realtà, indicazioni sul posto da occu- lori (l’acquisizione di beni materiali co- pare nel mondo, hanno di fronte un me scopo supremo della vita), il suo «potere» il cui unico obbiettivo è stesso linguaggio saranno ormai irri- quello di vendere merci, e il cui unico mediabilmente condizionati. Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 218

A proposito di linguaggio, che è quan- mento estremo del linguaggio, e quin- to qui ci interessa, nel 1992 (dati for- di del pensiero. Quante volte un dia- niti dall’Ufficio documentazione e stu- logo è stato appiattito da direttori o di anica) è stato acquistato all’estero attori zelanti, per il timore di presen- l’84 per cento dei film trasmessi in Tv. tare al committente un lavoro «in- Di questa mole di prodotti audiovisivi comprensibile»? (senza contare l’incontrollato mercato degli home video), bambini e ragazzi E se nel cinema la qualità della tra- sono i principali spettatori, sia come sposizione linguistica rimane comun- espliciti destinatari dei programmi per que abbastanza alta, per la massa dei l’infanzia, sia come spettatori casuali cartoni che riempiono gli spazi pome- dei programmi per adulti. Entrambe le ridiani della Tv il livello è decisamente categorie sono sottoposte alla logica scadente, ed è proprio di questi pro-

Rassegna Stampa del mercato, che impone di riempire il dotti che si nutre quella folla di bam- contenitore-programmazione al minor bini italiani (più del 72 per cento, se- prezzo, a totale discapito della qua- condo l’indagine Censis), che non va lità, per non dire del valore etico, del mai al cinema e passa i pomeriggi da- prodotto. vanti alla televisione.

Volendo, a questo punto, prescindere Bambini che invece di ricevere stimoli dalle caratteristiche e dal valore dei linguistici e culturali vengono abituati filmati originali, il controllo sulla qua- a trovare sempre quello che si aspet- lità della traduzione e dell’adatta- tano, si abitueranno a non cercare, a mento in italiano ai fini del doppiag- sforzarsi il meno possibile, a non far gio è generalmente lasciato al buon lavorare l’intuito e la fantasia. Molto 218 senso e alle capacità soggettive degli verosimilmente da adulti manterran- addetti ai lavori. Con risultati, pur- no un atteggiamento passivo di fron- troppo, sconfortanti. I ritmi industria- te alla complessità del reale, avranno li imposti dal mercato impediscono di difficoltà a collegare tra loro gli even- fatto al traduttore di approfondire, di ti, proveranno noia per la novità, to- scavare nella lingua escogitando pro- tale disinteresse di fronte a tutto poste che stimolino la curiosità, la fan- quanto sfugga a una comprensione tasia e lo spirito analitico, più che a immediata. offrire, come accade, la soluzione più banale possibile. Ma è il minimo, Che la televisione e il cinema abbiano quando il tempo medio a disposizione sostituito la parola scritta nella sua di un dialoghista per adattare un car- funzione educativa è un fatto, e vo- tone animato è di tre giorni, tempo lenti o nolenti dobbiamo tenerne con- che non basterebbe per la sola tradu- to. Ma è una politica poco lungimi- zione del copione. rante, che non porterà lontano, quel- la di offrire all’infanzia il minor nu- Il cinema potrebbe essere una vera e mero di mondi possibili tra cui sce- propria scuola di lingua, e le eventua- gliere, quella di omologare le propo- li difficoltà di comprensione dovreb- ste a un livello di una impressionante bero semmai sollecitare a andare oltre banalità, quella di proporre modelli l’apparenza delle cose, a domandarsi poveri, estremamente facili da rag- e a domandare; invece diventa una giungere, mascherandone il conformi- delle cause principali dell’impoveri- smo dietro una falsa «naturalità». Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 219

Il livello qualitativo dell’offerta televi- za non siamo ancora coscienti. Se il siva si è mantenuto abbastanza alto contesto familiare ha progetti, ruoli e finché lo stato ha tenuto a svolgere modelli educativi definiti, il bambino è una funzione pedagogica, di guida. Si meno indifeso, ma non basta confidare è voluta mettere in discussione questa nel buon senso individuale. funzione in nome della libertà, igno- Rassegna Stampa rando che la libertà è libertà di scelta, In particolare, è urgente dettare rego- e non può esistere libertà di scelta le precise nel settore del doppiaggio, senza conoscenza. vista la rilevanza che la qualità dei dialoghi in italiano ha sul piano socia- I bambini sono soli di fronte a un pote- le come responsabile della formazione re - un potere antidemocratico, lo defi- linguistico-culturale dei minori. niva Popper nel suo ultimo allarmato messaggio - disarmati nei confronti di È ora che lo stato torni a occuparsi di un meccanismo di condizionamento questo, assumendosi la responsabilità perfetto, specialmente quando vivono dei messaggi che sceglie di inviare, in famiglie culturalmente e socialmen- della varietà delle parole che decide di te deboli, in cui la presenza del genito- insegnare, della ricchezza dei pensieri re non è significativa. Di questa violen- che intende suscitare.

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Renzo Rossellini Produzione & Cultura*

IL DOPPIAGGIO NEL MERCATO AMERICANO

Tra i luoghi comuni e le ovvietà che come nei casi in cui dei forti rumori di vengono raccontate sul mercato cine- fondo raccolti dalla presa diretta ren- matrografico in nord America ci sono dono incomprensibile il dialogo (sce- quelle relative al fatto che il pubblico ne in auto, vento, esplosioni ecc.) Esi- americano sia refrattario al doppiag- stono poi le organizzazioni di dop- gio. Vero è che i film americani ven- piatori che doppiano dall’inglese allo gono distribuiti da quando è stato in- spagnolo e che spesso tentano di ventato il sonoro in presa diretta e doppiare dallo spagnolo all’inglese che il pubblico vuole sentire la voce film di origine centro-sud americana, degli attori che conosce e che ama. di cui si tenta la distribuzione negli Stati Uniti della versione originale Ma non di tutti gli attori si conosce la spagnola con copie anche in inglese. voce, e con l’avvento della televisione 220 Queste organizzazioni sono le stesse e del video per i film stranieri si è co- che doppiano le telenovelas dallo minciato a tollerare il doppiaggio. In- spagnolo in inglese. Il risultato è soli- fatti il piccolo schermo rende meno tamente quello delle telenovelas. Esi- visibili i movimenti labiali e l’eventua- stono comunque film egregiamente le mancanza di sincronia tra movi- doppiati di cui è impossibile anche mento delle labbra e parole pronun- per uno spettatore americano capire ciate. Avendo i film stranieri rarissime che si tratta di film doppiati. opportunità di successo nel mercato theathrical (nelle sale cinematografi- Condizione essenziale per ottenere che, N.d.R.) ma avendo un quasi sicu- questo buon risultato è di effettuare ro mercato pay-tv e video, sempre più le riprese con una buona colonna gui- spesso si assiste alla presenza sul mer- da in inglese. Per la qual cosa ci vuole cato americano contemporaneamente un buon «dialog-coach» ed un buon della versione sottotitolata e di quel- «acting-coach». Infatti se il dialog-coa- la doppiata in inglese. Le organizza- ch garantisce un corretto inglese, l’ac- zioni di doppiaggio a Los Angeles so- ting-coach deve garantire dei tempi di no di due tipi: ci sono quelle alta- recitazione delle battute naturali, mente professionali che si occupano senza lentezze. Infatti delle battute del doppiaggio dei film americani, recitate male sono peggiori che dei utilizzando gli stessi attori dei film, piccoli «fuori sincro». Doppiato o me- per quelle porzioni di film che hanno no, l’obiettivo deve essere quello di bisogno di una post-sincronizzazione, consegnare al pubblico un bel film, Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 221

comprensibile e ben recitato senza da- mente non avrebbero realizzato con re sgradevoli effetti di straniamento, una versione sottotitolata. Lo stesso che a volte derivano da un doppiato- Nuovo Cinema Paradiso dopo aver re che legge delle battute pochi mi- raccolto tutto quello che ha raccolto nuti prima e che non ha minimamen- in sala ha avuto un ottimo risultato sul te partecipato al lavoro di costruzione mercato video grazie alla sua versione Rassegna Stampa del personaggio. La voce apparirà ar- doppiata distribuita in cassette con- tificialmente «incollata» sul viso del- temporaneamente a quella sottotito- l’attore e non si capisce allora perché lata. Un buon doppiaggio impone cer- dovrebbe piacere al pubblico quella tamente dei costi aggiuntivi. Costi che strana interpretazione. Il doppiaggio rappresentano però una frazione di significa quindi che il doppiatore ab- quanto il mercato di lingua inglese bia avuto modo di visionare il film, di- può restituire. In questi ultimi anni ho scutere il personaggio ed interpretar- lavorato in America e posso testimo- ne con la voce la recitazione. Realiz- niare delle serie potenzialità di questo zate queste condizioni il doppiaggio mercato anche per i film doppiato in deve essere realizzato negli Stati Uni- inglese. La crescita del mercato pay-tv, ti facendo un buon lavoro di casting pay-per-view e movie on demand crea delle voci. Avendo l’accortezza di non una situazione di mercato così ricetti- scegliere voci di attori noti per dop- va che sicuramente in futuro i film piare attori sconosciuti, la qual cosa ri- doppiati troveranno più spazio. La sta- velerebbe l’inganno. tegia per far cadere le barriere esi- stenti per la distribuzione dei film Mi è capitato di vedere ottimi dop- stranieri negli Stati Uniti dovrebbe piaggi. Il film Qualcuno è in ascolto, partire da un’offerta sistematica di per la regia di Faliero Rosati e pro- prodotto che sarà magari assorbito al- 221 dotto da Gianfranco Piccioli, è stato l’inizio solo dalle televisioni e dall’ho- programmato molte volte da Disney Channel e distribuito con decine di mi- me video. Ma già questo creerebbe gliaia di cassette solo nella sua versio- l’abitudine a film «stranieri» in un ne doppiata in inglese, permettendo pubblico che con il tempo si potrebbe ai produttori di realizzare un ricavo di anche portare al cinema. alcune centinaia di migliaia di dollari *l’articolo apparirà nel prossimo nume- dal mercato americano che sicura- ro, in preparazione Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 222

intervista a Liliana Cavani Produzione & Cultura, n. 4/94

IL DOPPIAGGIO E GLI AUTORI: LILIANA CAVANI

Com’è noto, l’invasione delle opere regole e fanno sì che tutti vi si atten- audiovisive extracomunitarie, quindi gano, mentre altrove, come da noi, principalmente americane e giappo- non ci sono regole, e quelle poche che nesi, è stata possibile soprattutto gra- esistono non vengono rispettate. zie al doppiaggio. Per difendersi da questa colonizzazione culturale alcuni Nell’annosa querelle «doppiaggio si/ paesi europei hanno già elaborato op- no» il nodo centrale è: è più importan- portune misure legislative: per esem- te l’opera nel suo complesso, quindi pio la Francia impone alle sue reti Tv anche la potenzialità di circolazione il rispetto della direttiva europea «Tv che le viene dal doppiaggio, oppure è più importante essere rigorosi e rispet- senza frontiere», mentre la Spagna tare l’interpretazione dell’autore? obbliga i distributori a far circolare 222 nelle sale un film doppiato extra-Cee Il problema della lingua del film va vi- per ogni film comunitario. Di dop- sto nella stessa ottica che si usa per la piaggio e di salvaguardia dell’identità letteratura. Noi tutti abbiamo vissuto culturale europea parliamo con Lilia- di traduzioni - io non mi vergogno di na Cavani, autrice sensibile al tema aver letto Mann nelle bellissime tra- della difesa delle forme specifiche di duzioni di Ervino Pocar e di Bice Gia- espressione, che ritroviamo anche, chetti-Sorteni - perché è assurdo pen- dietro la metafora della storia di una sare di poter leggere tutto nella lin- educazione sentimentale nel mondo gua di origine. Lo stesso ragionamen- dei sordi, nel suo ultimo film Dove sie- to vale per il cinema, che oggi svolge te, io sono qui. esattamente la stessa funzione di dif- fusione di idee che aveva il romanzo Il cinema europeo sta attraversando fino a venti, trent’anni fa. È chiaro che un momento di grave crisi, al punto il doppiaggio non migliora un film, che rischia davvero di scomparire. Il come una traduzione non migliora un mio parere è che, essendo un proble- romanzo, oppure, se lo migliora, in ma che riguarda tutti i paesi europei, qualche modo lo adultera, ma qui non la soluzione vada cercata in un pro- si discute che la versione originale sia gramma comune: nessuno può salvar- migliore: semplicemente, la traduzio- si da solo. Invece la situazione è anco- ne è una necessità insormontabile. ra molto confusa: ci sono paesi, come la Francia, che si difendono abbastan- Questa è finalmente una posizione net- za bene perché hanno imposto delle ta, perché in genere gli autori italiani Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 223

utilizzano attori stranieri, doppiandoli, quindi se c’è una categoria che va di- ma poi tuonano contro il doppiaggio. fesa, sostenuta, che va professionaliz- Non trova che questo atteggiamento zata al massimo è quella del tradutto- sia un po’ contraddittorio? re di film.

Naturalmente non posso giudicare Mentre nella realtà la situazione della Rassegna Stampa l’incongruenza dei singoli. Un proble- categoria è piuttosto drammatica, per- ma vero però c’è, e nasce dal modo ché la qualità dei ritmi di lavoro si è cervellotico, e direi anche mortifican- estremamente modificata, in peggio. te, in cui vengono organizzate in Eu- In Italia mentre prima si aveva a di- ropa le coproduzioni, con una divisio- sposizione un mese di tempo per la ne della partecipazione in quote, per traduzione e l’adattamento e altri 15- cui di fronte a attori che parlano lin- 20 giorni per il doppiaggio, ora si han- gue diverse, si è costratti a scegliere no a disposizione 5 giorni per l’adat- una lingua comune, che di solito è tamento e 3-4 giorni per il doppiaggio. l’inglese. Quindi se si vuole fare un film in coproduzione - cosa, peraltro, In Italia abbiamo adattatori e doppia- ormai indispensabile - si impone il tori molto bravi; invece quando sento doppiaggio. un mio film tradotto in un’altra lingua di solito esco, perché il livello è molto Mi metto dalla parte degli attori. Non basso. Ripeto che, secondo me, l’adat- sarebbe più giusto che ogni attore in- tamento cinematografico è una vera e terpretasse il proprio ruolo nella pro- propria traduzione, a cui andrebbe re- pria lingua di origine? sa dignità.

Sarebbe logico, però bisogna conside- Qualche mese fa, Jack Valenti, capo rare che le lingue hanno ritmi diversi, della Mpaa, ha detto: «Volete distri- 223 che sono fatte di idiomi e idioletti per- buire i film in America? Doppiateli.». sonali, e che anche il film deve avere Non pensa che le istituzioni italiane una sua specificità linguistica, il suo (ed europee) dovrebbero raccogliere idioletto specifico dentro l’idioma ge- la sfida? nerale, che è diverso per ogni opera, perché ogni autore ha la propria lin- Sì, penso che questa sfida vada raccol- gua dentro la lingua generale. Quindi ta. Gli americani hanno sempre soste- non è questo il punto. Quello che oc- nuto che il film visto in originale è me- corre, invece, è rivedere le quote del- glio: è facile a dirsi quando si ha un le coproduzioni, dividendo semmai la bacino di utenza di mezzo miliardo di troupe in categorie tecniche, ma sce- persone. Questo rifiuto degli america- gliendo attori dello stesso paese, ni di doppiare i film, e la contempo- avendo ben chiaro in mente che in Eu- ranea inondazione del mercato euro- ropa esistono 27 lingue, e che la gen- peo di film da doppiare, è di fatto una te non ama leggere i sottotitoli. Io vera e propria legge protezionistica. stessa ricordo di aver visto a Parigi un E quale potrebbe essere la risposta eu- film di Bergman in versione originale ropea alla posizione di chiusura degli e di aver passato tutto il tempo a leg- americani? gere i sottotitoli, perdendomi comple- tamente il film. L’Europa è un paese di Fare come fanno gli americani. Deci- traduttori e di lettori di traduzioni, dere che il doppiaggio è lesivo dell’o- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 224

pera filmica. Esprimere una protesta suntuosa, quella di chi deve conqui- che prende forma in un blocco del stare un mercato partendo da zero: se doppiaggio di film e fiction per un pe- le istituzioni finanziassero il doppiag- riodo. Se il doppiaggio non è giusto, gio si potrebbe, attraverso una distri- non dovrebbe esserlo per nessuno. Il buzione che sfrutti altri canali (l’ho- rifiuto dell’opera doppiata da parte me-video, il video on demand), prepa- americana è una forma indiretta di rare il pubblico a questo «nuovo» protezionismo al quale occorre ri- prodotto/opera. spondere allo stesso modo. È vero che ci sono persone che vivono di dop- Io, vista la situazione, credo soltanto piaggio, ma è anche vero che il cine- ad accordi di vertice. Chiaramente, se ma italiano faceva lavorare centomila gli americani devono mollare qualche persone e che tutto il personale tecni- filo della rete, può anche darsi che Rassegna Stampa co che si era formato in tanti anni si siano disposti a dare un contentino ai sta deteriorando o sta scomparendo. francesi. Ma il discorso è un altro: l’audiovisivo è la seconda industria Ribaltando il problema, lei crede che americana, superiore forse agli arma- se le sue opere fossero doppiate nelle menti, troppo redditizia, quindi, e ol- lingue degli altri paesi avrebbero una tretutto in generale espansione, quin- maggiore capacità di circolazione? Le di di vitale importanza. Per gli ameri- faccio un esempio sulla dinamicità dei cani l’Europa è solo un mercato, una francesi: il loro ministro della Cultura, colonia commerciale, ed è impensabi- Toubon, ha stanziato 16 milioni di dol- le che ci vengano elargiti spazi. Per lari per doppiare negli Stati Uniti i questo dico che è inutile che ci illu- film francesi. diamo di poter esercitare una qualche 224 influenza dal basso. Ripeto: la que- L’iniziativa di Toubon è sicuramente stione va risolta con accordi, stabilen- utile, però c’è da considerare che in do quote di mercato. America l’avversione della critica, che è quella che determina l’opinione del Ma il sistema protezionistico che re- pubblico, al doppiaggio, è così netta e gola il mercato americano dell’audio- insistente che può darsi che i film non visivo non permetterebbe mai una vengano comunque accettati proprio «invasione», seppure pacifica, del ci- perché sono doppiati. Per la mia espe- nema europeo. Non dimentichiamo rienza posso dire che in America è che la fiction di produzione Usa assor- uscito nelle sale normali solo Portiere be i suoi costi al 99 per cento nel mer- di notte (perché era parlato in inglese cato interno: non andrebbero mai a dai protagonisti e quindi c’era poco intaccare i loro costi di produzione da doppiare) distribuito dalla Embas- aprendo una strada preferenziale alle sy, che è stata l’unica casa di distribu- opere europee. zione che è riuscita a far passare in cir- cuiti normali qualche film italiano, tra Per questo la proposta di Jack Valenti cui alcuni di Fellini. non è credibile. Credo che sia neces- sario che l’industria superstite in Euro- Lei sottolinea il ruolo della critica, ri- pa si consorzi per creare complessi in- ferendosi al prodotto destinato alla dipendenti di produzione-distribuzio- sala. Però forse noi europei potremmo ne in ogni media. Se non accadrà re- partire da una posizione meno pre- steremo un’area colonica per quello Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 225

che riguarda i media, e questa è una film italiano non corrisponde all’idea catastrofe. Tuttavia sembra che in Eu- che hanno dell’Italia, non viene accet- ropa ci siano soltanto la Francia e ora tato. Il «provincialismo» è un limite la Spagna a tentare una difesa attra- enorme per il cinema italiano, che ci verso una limitazione di quote di film ha grandemente danneggiato, e che e fiction statunitensi e locali. Insisto ha le sue radici in uno scenario politi- Rassegna Stampa che restare tagliati fuori da cinema, co di totale chiusura, con una sinistra fiction e software in genere significa che non ha mai capito l’importanza non esistere più culturalmente, oltre a del mercato e ha sempre concepito il disperdere migliaia di posti di lavoro cinema come «opera di stato e propa- altamente specializzato. ganda», e con una Democrazia cristia- na che ha mediamente considerato Resta il fatto che in America il film non importante o addirittura perico- doppiato è un prodotto non richiesto, loso tutto ciò che è cultura. Il cinema mentre il film americano è richiesto in sovvenzionato ha poi una parte di col- Europa. pa nel mancato sviluppo di una indu- Mi trovavo a Mosca, prima del golpe, stria privata del cinema che possa dir- per una rassegna di miei film, e ho no- si tale (salvo rarissime eccezioni). Un tato che gli americani stanno facendo sistema aberrante. l’operazione di distribuire gratis i loro Le Assise mondiali di Venezia hanno film, per creare il gusto americano. mostrato che tra gli autori può esser- Siamo di fronte a un sistema estrema- ci comunione di intenti, obbiettivi co- mente organizzato contro un sistema muni. Pensa che questi possano com- disgregato, quindi l’unica chance che prendere anche una funzione di con- abbiamo è di unire le forze e comin- trollo a vicenda sul destino delle ope- 225 ciare a dire: «vogliamo esistere». Però re, una sorta di supervisione al dop- c’è anche un’altra questione, quella piaggio tra le frontiere? delle storie, di che cosa ci piace rac- contare della vita: noi abbiamo un re- Una supervisione al doppiaggio per taggio antico, mentre negli Stati Uni- delega potrebbe essere molto utile. In ti l’unica ideologia è il civismo. Per Europa esiste un’Accademia che com- questo le nostre storie, che hanno prende una settantina di cineasti - quasi sempre un riferimento storico- quella che assegna il Felix - che si po- geografico, rischiano di non essere ca- ne lo scopo di una difesa ideale del- pite da chi non conosce quella parti- l’autore europeo, che potrebbe essere colare problematica, mentre le storie adatta allo scopo, con uno scambio di loro o fanno leva su paure, su emo- favori tra gli aderenti, tutti convinti zioni ancestrali, o affrontano temi ci- fautori della necessità della traduzio- vici e quindi riescono a interessare tut- ne del film. ti. Va dato atto agli Usa di avere quel cinema civile (o di civismo) - anche se D’altra parte, il regista portoghese non frequente - che rispecchia il me- Vasconcelos ha scritto una lettera glio della cultura democratica del loro aperta, apparsa su Variety, nella qua- paese, cultura alla quale va tutto il le lanciava un appello a Scorsese, Al- mio rispetto. Inoltre, il nostro cinema len e Altman affinché si facessero ca- è sempre stato visto dagli americani rico di curare il doppiaggio delle come cinema di folklore, perciò se il grandi opere europee per distribuirle Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 226

sul mercato americano. L’Italia dal 1° gennaio 1994 è in mora nei confronti della normativa Cee sul- Io so che Scorsese ama molto Visconti, le quote di film europei e nazionali. ma la media dei cineasti americani Con l’audiovisivo l’Italia è già fuori non ha un grande interesse per il no- dell’Europa. Si deve sapere che nel stro cinema. Inoltre neanche gli auto- 1994 Rai e Fininvest investono poco ri americani di successo - che saranno più di 40 miliardi in produzione di film sì e no una decina - possono fare co- e fiction nel paese, mentre spendono me vogliono, ma devono seguire co- 1100 miliardi in acquisti in prevalenza me tutti le regole del mercato. Noi au- di prodotti Usa. La situazione è arri- tori europei possiamo ancora - finché vata a un punto così grave... Ci vor- dura - permetterci il «lusso» di fare i rebbe un Gandhi europeo che riuscis- film che ci piacciono, senza porci il se a far ritrovare all’Europa un orgo- problema del pubblico, ma questa li- Rassegna Stampa glio etico per uscire pacificamente dal- bertà creativa in America, a parte po- lo stato di colonizzazione dei media. che eccezioni, non esiste. Io sono contro l’autarchia culturale - benisteso - sono per il libero mercato, Un’ultima domanda: non pensa che la purché davvero libero in tutte le dire- prossima legge sulla televisione debba zioni, perché difendo il diritto di esi- affrontare anche il problema di una stere di tutte le cinematografie e migliore regolamentazione del dop- quindi le pari opportunità in tutti i piaggio, considerato anche che la leg- sensi. Mi appello, in definitiva, a quel ge cinema è andata come è andata, è diritto democratico sul quale fanno stata approvata in extremis per decre- affidamento proprio gli americani. to ed è servita soltanto a dare una boccata di ossigeno? 226 (E.D.F. e M.P.) Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 227

intervista a Carmine Cianfarani Produzione & Cultura, n. 5-6/94

IL DOPPIAGGIO TRA PROFESSIONALITÀ E CRISI

La crisi «politica» della Rai e quella tare e doppiare, inoltre Rai e Fininve- «finanziaria» della Fininvest, unita a st non hanno più le disponibilità fi- un leggero calo percentuale della pre- nanziarie per poter acquistare. La di- senza di fiction nei palinsenti, ha de- mostrazione chiara della grave crisi fi- terminato una sensibile crisi nel com- nanziaria in atto è l’enorme abbonda- parto del doppiaggio, sia sul fronte re di repliche nella programmazione. dell’impresa che su quello dei «lavora- In questo frangente l’unica cosa da fa- tori». È forse necessaria una riflessio- re è salvare il salvabile, facendo so- ne per giungere a dei correttivi che pravvivere la professionalità. salvaguardino il settore, che vede ora mettere in serio pericolo, oltre alla so- Il doppiaggio è approdato agli anni pravvivenza delle categorie e dell’in- 90, periodo che però da circa un anno dotto, anche la valenza artistico-cultu- dimostra essere un pontile decisamen- rale della trasposizione linguistica, sia te pericolante. Infatti si lamenta, for- 227 dal punto di vista del rispetto dell’o- se terroristicamente, una diminuzione pera originaria, sia da quello del ri- del 40-50 per cento dell’offerta di pro- spetto e della tutela dei consumatori. dotto sul mercato. Qual è per lei il fu- Poiché riteniamo che in questa parti- turo di questa barca, che già di per sé colare situazione sia fondamentale la faceva acqua da tutte le parti? voce delle imprese, ne parliamo con Personalmente, sono convinto che se Carmine Cianfarani, presidente dell’A- c’è un settore che non ha molto da te- nica (Associazione nazionale industrie mere, questo sia il doppiaggio, perché cinematografiche e audiovisive) è un settore nel quale non c’è una È evidente che tutto lo spettacolo è grossa concorrenza. Finché ci sarà una investito da un momento di spavento- produzione di qualsiasi genere, in pel- sa crisi, che ha proporzioni mondiali. E licola, su nastro, digitale, con qualsia- non parlo di crisi «dei numeri», perché si nuova tecnologia, il doppiatore avrà sono convinto che non sempre nella sempre lavoro. quantità ci sia la qualità, che è quella Putroppo invece si è scatenata una che mi interessa. Per toccare più spe- guerra tra poveri: i prezzi dell’ora cificamente il problema del doppiag- doppiata nel ‘91 erano intorno ai 15 gio, la situazione è abbastanza chiara: milioni, ora stiamo intorno ai 5. per prima cosa all’estero non ci sono più tanti programmi validi da impor- Questo è un sicuramente un segno in- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 228

quietante. Per anni le televisioni, pub- vivere quello che è stato. blica e private, hanno acquistato di tutto, spendendo più di quanto avreb- Il doppiaggio dà da vivere a circa 200 bero potuto realisticamente permet- adattatori, un migliaio di attori e al- tersi: è stata questa politica di acquisti trettanti tecnici e a una novantina di sconsiderati della televisione a far imprese, il tutto per trasformare 12 crollare i prezzi. Ma io credo che co- mila ore di «prodotto» straniero al- munque la grossa professionalità sarà l’anno. L’Apt (Associazione produttori sempre pagata. televisivi) dichiara che in Italia sono state prodotte 140 ore di fiction, con- È un’ipotesi fantasiosa quella di soste- tro le 1200 tedesche e le 800 francesi. nere che l’attuale crisi abbia un altro L’Anica, che ospita sotto il suo om- obbiettivo, e cioè quello di distrugge- brello sia i produttori italiani che i di-

Rassegna Stampa re gli equilibri, gli accordi consolidati stributori di opere straniere, che le im- dal contratto, per imporre all’enorme prese di doppiaggio, come convive mole di lavoro data dall’avvento delle con questa contraddizione? nuove tecnologie prezzi stracciati? Il merito dell’Anica è proprio quello di Non è un’ipotesi molto fantasiosa, ma riuscire a mediare tra i vari interessi un po’ di fantasia c’è. Io credo che, in contrapposti, gli interessi del distribu- ogni caso, l’attuale calo dell’importa- tore contro quelli del produttore e vi- zione sia dovuto soltanto alla crisi fi- ceversa, gli interessi del produttore e nanziaria che investe tutta l’economia del distributore contro quelli del cine- nazionale. ma straniero, gli interessi del cinema Sempre intorno al perché di questa straniero e italiano contro i doppiato- 228 crisi, molti sostengono che il crollo ri che pretendono e le aziende che della prima Repubblica e delle sue vorrebbero spendere meno. L’Anica è clientele abbia fatto prendere atto ai riuscita finora a gestire questo diffici- nuovi gestori della televisione del ge- le equilibrio, a evitare una situazione nere di margini di guadagno genera- da far west. ti dal doppiaggio; e ora, quindi, cor- rono ai ripari chiedendo sconti che le Però nel doppiaggio non ci sono più imprese scaricano sui lavoratori. È an- neanche i soldi per le pallottole, e che questo «mercato», o qui si ravvi- molti lamentano che l’Anica lasci fare sano gli estremi di una «questione per vedere chi sopravvive. morale»? E qual è la posizione dell’i- Secondo me è necessaria una sorta di stituzione preposta al controllo delle «selezione naturale», che conservi so- imprese? lo i professionisti. Coloro che sono danneggiati da que- I professionisti o chi fa i prezzi più sta situazione fanno bene a pensarla bassi? così, ma io credo che non bisogna mai perdere di vista il nocciolo del proble- Io mi auguro che si salvino le migliori ma: non ci sono più risorse, e quelle professionalità. poche risorse rimaste vanno impiega- te meglio. Tutto qui. Il passato è pas- Mentre per il cinema, settore in cui bi- sato: bisogna guardare alla situazione sogna render conto agli autori origi- attuale, senza illudersi di poter far ri- nari, si cerca ancora di badare alla Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 229

qualità, per quanto riguarda il televi- c’è niente di eclatante, non sono inte- sivo non esiste controllo, se non quel- ressati all’argomento. L’accettazione lo dato dal senso di responsabilità incondizionata del prodotto straniero professionale degli addetti, visto che fa parte, a mio avviso, del boicottag- l’utenza, a quanto sembra, non chie- gio in atto nei confronti del cinema de più di tanto. italiano, che rafforza l’esterofilia or- Rassegna Stampa mai imperante da noi. Credo che in- Io mi auguro che anche l’utenza tele- vece sia ora di recuperare la nostra visiva cominci a prestare attenzione identità. alla qualità del prodotto che le viene consegnato, che la migliore qualità La causa potrebbe essere la mancanza del doppiaggio nel cinema traini ver- di un organo guida, il famoso mini- so un livello più alto anche il dop- stero per la Cultura? piaggio televisivo. Penso che il problema non si risolva La fortuna di un film dipende in par- aumentando la burocrazia. Tutto in te anche dal suo doppiaggio. Vista la Italia, e in particolare lo spettacolo, è temporanea assenza di regole (S. Con- già asservito allo stato. Non c’è più li- tratto, dove sei?) doppia chi fa il prez- bertà, non c’è più rischio. Il rischio sti- zo più basso, che in genere coincide mola la creatività, e infatti la deca- con una bassa qualità. I responsabili denza del cinema italiano è dovuto della tutela dell’opera straniera, cioè i proprio alla mancanza di idee. distributori, come affrontano questo problema? Questo fa venire in mente l’afferma- zione di un tale a Venezia durante le In questa situazione ci sono colpe e Assise degli autori dello scorso anno: colpevoli. Noi ci troviamo di fronte a «A mio avviso il responsabile della cri- 229 una situazione veramente anomala, in si delle idee degli autori, degli sce- cui aziende e doppiatori spesso sono la neggiatori italiani, è stata la legge stessa persona. Questa contraddizione 1213, che ha fatto in modo che tutti danneggia quelli che sono o solo avessero la loro quotina per fare il lo- aziende o solo doppiatori. Ci vorrebbe ro filmettino d’autore, per cui le idee una maggiore chiarezza nei ruoli. si sono sclerotizzate. In realtà è stata un’abile mossa da parte del colonizza- Tornando al discorso della qualità, lei tore americano quella di concedere ai pensa che una parte di responsabilità registi il loro spaziettino e tenersi il sia da imputare ai critici e ai giornali- grande affare del commerciale»... sti, che non sensibilizzano il pubblico, non tutelano la lingua, la recitazione Un film «povero» non è necessaria- italiana, e quindi la stessa sopravvi- mente meno valido di un film che co- venza professionale di un comparto? sta miliardi. Il neorealismo ci ha inse- Nel 1993, su 268 articoli che recensi- gnato questo: quando gli altri paesi vano cinema e televisione, uno soltan- producevano a più non posso con co- to ha parlato di doppiaggio. sti eccezionali, noi con i capolavori neorealisti, che costavano 40-50 milio- Io credo che critici e giornalisti siano ni, abbiamo invaso il mondo. spesso schiavi del sensazionalismo, quindi se nella trasposizone linguisti- Quindi apparentemente non c’è dife- ca di un film o di un programma non sa dallo strapotere produttivo e distri- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 230

butivo del mercato americano. ne, l’Unied, che fa parte dell’Anica. È fondamentale che imprenditori e sin- Semplicemente, non dobbiamo voler dacato collaborino al massimo, che fare cose che non sappiamo fare: non trovino una comunione di intenti, nel- possiamo pensare di essere tutti Spiel- l’interesse generale. berg. Questo vale anche per gli adattatori, Come giudica i paesi che per risolvere se fossero riuniti in un’associazione i medesimi problemi stabiliscono nor- che offrisse garanzie professionali? me protezionistiche? In Spagna, per esempio, esiste la «licenza di doppiag- Io credo che in questo caso le aziende gio», per cui ogni due film europei di- dovrebbero prendere in considerazio- stribuiti, se ne può doppiare uno stra- ne la convenienza di un rapporto pre- ferenziale. Anche questo fa parte del Rassegna Stampa niero. Anche la Francia è su posizioni rigorose. discorso sugli interessi comuni.

Ritengo che introdurre norme prote- Il doppiaggio necessita di regole certe zionistiche sia inutile, e al limite dan- che diano, tra l’altro, tranquillità alle noso, perché il protezionismo uccide imprese e obblighino al «rispetto pro- l’iniziativa. E la dimostrazione di que- fessionale». Il fatto che un dialoghista sto sta nel fatto che, a conti fatti, la sia costretto a adattare un film in 3-5 Spagna sta peggio di noi, e anche il ci- giorni (contro i 25-30 necessari) è un nema francese non mi pare che abbia segno di ignoranza (da colmare) o di un grande successo. I francesi si salva- vero e proprio «menefreghismo» (da no con l’imposizione televisiva, con la reprimere)? Com’è possibile che le im- prevendita fatta da Canal Plus. prese forzino il mercato sui tempi e i 230 ritmi di lavoro, e quindi sulla qualità? Per tornare al calo dei prezzi, ora si di- ce addirittura che si pratichi il «dop- Questi sono temi che forse il commit- piaggio alla russa», cioè due uomini e tente non valuta attentamente. Gior- due donne che doppiano tutto quello nalisti e critici dovrebbero essere più che c’è. Chi, in questo caso, deve attenti e segnalare chiaramente quan- prendere posizione? do la qualità è bassa, e a quel punto le imprese sarebbero costrette all’au- Naturalmente, il sindacato. tocritica. L’Anica non può intervenire se non raccomandando alle imprese di Soltanto il sindacato? Questo atteggia- tenere d’occhio la qualità. mento danneggia anche le imprese che rispettavano le regole stabilite con- Come già avviene all’estero, molti giuntamente al sindacato, e che ora si adattatori chiedono di venire «retri- trovano fuori mercato perché hanno buiti», nei vari passaggi che compie dei costi di organizzazione elevati. un’opera cinematografica, in base al diritto d’autore. La ritiene una strada Il problema è talmente grave che le percorribile in comune, o più un cam- imprese che credevano di poter vivere po di battaglia? isolatamente sul mercato si sono ac- corte che isolatamente non potevano È certamente una strada da percorre- neanche sopravvivere, e allora si sono re in comune, ma è indispensabile una unite recentemente in un’associazio- legge che obblighi alla ripartizione Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 231

dei proventi sui passaggi, ed è quindi razione fallì. E secondo me non ci sono fondamentale una revisione della leg- ancora condizioni tali che un’operazio- ge sul diritto d’autore, nel senso di ne del genere possa avere successo. comprendere tra gli autori anche gli adattatori. Da statistiche del 1991, un americano

spende 25 dollari per lo schermo, 69 Rassegna Stampa Bè, c’è già. La legge sulla copia priva- per le cassette e 93 per la cable Tv. ta ci attribuisce una piccola percen- Non ci sono i presupposti per ritenta- tuale. re quest’avventura, sfruttando i cana- Va benissimo, a patto che non andia- li offerti dalle nuove tecnologie, che te a intaccare interessi che non vi com- sono molto più a buon mercato della petono. distribuzione nelle sale?

Il ministro della Cultura francese Tou- Forse con le nuove tecnologie ci sa- bon ha stanziato 16 milioni di dollari rebbe più spazio, ma ritengo che non per doppiare i film francesi negli Usa. sia ancora il momento di ritentare Anche in Italia, dove il doppiaggio ha l’avventura. fatto grande il cinema straniero, la legge cinema e la legge 401 prevedo- Dopo i risultati delle questioni Gatt, no il finanziamento del doppiaggio al- Valenti, capo della Mpaa, ha detto: l’estero. Perché l’Italia non tenta que- «Volete distribuire i film in America? sta strada, invece di restare relegata Doppiateli». Non pensa che le istitu- nei «ghetti» dei cineclub e delle uni- zioni italiane ed europee dovrebbero versità? comunque raccogliere la sfida? Questa è un’avventura già tentata: dal Il mercato americano è talmente am- 231 1956 al 1961 l’Anica ha investito 13 mi- pio che, se ce ne fosse la volontà, si liardi (di allora) per il doppiaggio e la riuscirebbe benissimo a far digerire distribuzione fissa sul mercato ameri- anche i film italiani. Ormai la produ- cano di opere italiane. Ma, malgrado il zione interna non è più sufficiente per prodotto italiano fosse in quel mo- il grosso mercato americano. mento forse il primo del mondo, gli americani non lo accettarono e l’ope- (E.D.F. e M.P.) Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 232

Rita Baldini Produzione & Cultura*

UNA NECESSITÀ TRANSNAZIONALE: CERTIFICARE LA QUALITÀ E LA PROFESSIONALITÀ NEL DOPPIAGGIO

Il processo di moltiplicazione e fram- della comunicazione italiana favorisce mentazione dei saperi in applicazione il recepimento di questa cultura in tut- al sistema produttivo ha indebolito il ta l’area e quindi la ricerca di mecca- potere dei mestieri rendendo difficile nismi in grado di verificare l’intero si- la loro gestione in modo unitario, ac- stema aziendale: struttura organizza- centrato - per esempio attraverso gli tiva, procedure, attività, risorse uma- albi professionali - e ha introdotto ne e materiali. una nuova cultura della certificazione delle attività con sistemi di riconosci- Il settore doppiaggio italiano, storica- mento in grado di cogliere in maniera mente pronto a captare i segnali di più specifica gli aspetti del sapere lad- canbiamento e a farsi promotore nel dove il sapere stesso si manifesta, si paese di nuove tendenze, è già in cor- viene a creare, e quindi capaci attra- sa per la certificazione dell’attività 232 verso i meccanismi di verifica di atte- aziendale (società di edizione e stabi- starne la qualità. limenti di doppiaggio) e per il ricono- scimento delle professionalità che fan- Tutta l’Ue è da tempo orientata verso no parte di questo processo (attori- questo sistema di certificazione la cui doppiatori, direttori e assistenti di garanzia si fonda sulla triangolazione doppiaggio, dialoghisti-adattatori), al sapere, saper fare e saper fare con fine di servire al fruitore prodotti tra- qualità. Esistono settori interamente sformati secondo canoni che diano certificati nel Nord Europa: in Gran certezza di standard minimi di qualità. Bretagna chiunque voglia lavorare a un buon livello nel campo nazionale o Le associazioni di categoria dei pro- in Europa è certificato; in Danimarca, fessionisti del settore (Anad e Aidac) in Germania, in Francia molte delle at- per meglio individuare i meccanismi di tività rivolte alla grande utenza sono verifica delle competenze professiona- certificate. Che anche in Italia si parli li, stanno approntando il loro sistema di norme Iso, En, Uni (organi norma- di qualità in sede istituzionale sotto la tori della qualità, nell’ordine: interna- guida del Cnel Consiglio Nazionale zionale, europeo, italiano) è dunque dell’Economia del Lavoro partecipan- l’espressione di un’esigenza di merca- do alla Consulta delle Associazioni to per poter competere con chi già è delle Professioni non regolamentate. certificato. L’intenzione è quella di stabilire attra- La progressiva internazionalizzazione verso un codice deontologico di auto- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 233

regolamentazione delle categorie dei nare la committenza (il responsabile parametri relativi ai tempi di realizza- della distribuzione e diffusione di ope- zione e alle modalità di svolgimento re audiovisive) da quelle giuste accuse del lavoro (in rinforzo al Ccnl che in che la vedono poco attenta allo svi- parte già affronta queste materie) la luppo linguistico dell’utenza, in parti- Rassegna Stampa cui piena applicazione assicuri al clien- colare alla cura dei programmi rivolti te, e di conseguenza agli autori e pro- ai minori, e consente al prodotto di esprimere al massimo le sue potenzia- duttori originari dell’opera, un pro- lità (una cattiva edizione riduce le dotto soddisfacente. possibilità di sfruttamento).

Un lavoro eseguito in conformità a *l’articolo apparirà nel prossimo nume- norme di qualità è in grado di scagio- ro, in preparazione

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Aidac - Anad*

PRINCIPI COMUNI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DEL DOPPIAGGIO

*ASSOCIAZIONE NAZIONALE ATTORI DOPPIATORI

La situazione che si è venuta a creare Inoltre, vista la situazione data, in cui nel doppiaggio negli ultimi anni meri- da anni la committenza costringe le ta una riflessione approfondita da imprese di doppiaggio a una pesante parte di tutti coloro che sono prota- e sleale concorrenza, si intende riba- gonisti e operatori del settore. Una ri- dire con forza che le normative del flessione urgente, che ci metta al ri- Ccnl devono essere rispettate da tutti paro da quelle novità seducenti e al i soggetti, in ogni stato e grado del tempo stesso minacciose che si deli- processo produttivo. L'Aidac e l'Anad neano all’orizzonte. per tali motivi ritengono necessario sollecitare l’apertura di una nuova fa- Il punto dal quale partire è la realtà di se contrattuale e sottolineano che il un settore sta già facendo i conti con nuovo Ccnl deve contenere imprescin- un mercato che si orienterà sempre dibilmente i punti sottoelencati: 234 più su scenari molto diversi dagli at- tuali. I nostri committenti non saran- a. Applicazione di equo compenso nel no solo distributori cinematografici ed caso di ogni successiva e diversa utiliz- emittenti televisive pubbliche e priva- zazione della prestazione effettuata e te, ma anche gestori di Tv-cavo o via già retribuita ai sensi delle norme del satellite, multinazionali proprietarie di Ccnl vigente, con delega alle società di diritti a livello europeo e/o distributri- gestione collettiva (Siae e Imaie) per la ci di software, Cd, film interattivi, vi- contrattazione, la riscossione e la ri- dogiochi, reti di video on demand e partizione dei proventi, con divieto e tutte le altre forme di diffusione del- conseguente nullità di ogni patto con- l’audiovisivo che parcellizzando gli trario contenente cessione di diritti fu- ascolti e i consumi metteranno in sem- turi e diversi (il tutto in osservanza pre più serio pericolo la tenuta e la so- delle normative dell’Unione europea). pravvivenza stessa del settore dop- piaggio e delle sue professionalità, sia b. Regolamentazione delle modalità artistiche che imprenditoriali. di pagamento, con divieto di distribu- zione e messa in onda di opere di Si dovranno pertanto coinvolgere nel- qualsiasi tipo se non in presenza di di- la stipula del nuovo Contratto nazio- chiarazioni attestanti l'avvenuto saldo nale i cosiddetti «nuovi committenti», dei compensi. individuandoli nei vari settori via via che le nuove forme di produzione e c. Previsione di una maggiorazione diffusione evolvono e si modificano. complessiva dei proventi pari al decre- Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 235

mento inflattivo di quanto previsto - per la prima fascia, a due giornate nel precedente accordo. lavorative per ogni rullo più tre gior- nate di preparazione; L'Aidac e l'Anad ritengono inoltre in- - per la seconda e la terza fascia, a una dispensabile l'apertura di un costrutti- giornata lavorativa per ogni rullo più vo confronto su questioni che merita- due giornate di preparazione; Contratto no di essere poste all'attenzione degli addetti: c) per il cosiddetto «rifacimento» sarà riconosciuto un gettone per ogni tur- 1. Maggior tutela del lavoro minorile, no. con previsione di una inderogabile li- mitazione dei turni massimi a essi con- Va ribadito che quanto fissato al pun- sentiti nell'arco di una giornata lavo- to b) va inteso come deterrente, il cui rativa ai sensi e per gli effetti delle unico scopo è salvaguardare la profes- Leggi 977/1967 - 365/1994 - 566/1994. sionalità e la qualità della vita degli Si intendono riportate integralmente addetti, nonché il livello qualitativo tutte le normative inerenti il lavoro dell'opera eseguita. Inoltre, per ciò minorile per quanto concerne la tute- che riguarda i dialoghisti, per offrire la della salute, il lavoro notturno, le all’Enpals parametri certi sui versa- festività e i riposi settimanali. menti contributivi.

2. Tutela della salute nei luoghi di la- 5. Trasparenza dei rapporti di lavoro voro. Esiste in materia di sicurezza e in appalto, con possibilità di verifica igiene un Decreto legislativo (626/94) da parte dell’Enpals della correttezza che pone limiti assoluti con sanzioni e veridicità dei versamenti contributi- anche di carattere penale. vi da parte delle imprese, coinvolgen- do la committenza in tali doverosi ac- 235 3. Adeguamento dell'orario di lavoro certamenti, al fine di ottenere una alle previsioni contenute nel Contrat- precisa identificazione e una rapida to cinema. attribuzione dei contributi versati.

4. Regolamentazione di cosiddette 6. Ribadire il principio per cui i titoli «maggiorazioni» dovute agli attori e dell'edizione italiana non possono es- ai direttori di doppiaggio: sere omessi e devono essere posizio- nati in testa ai titoli di coda. a) in casi particolari d'interpretazione, quali a esempio quelle musicali. 7. Necessità di stabilire sanzioni nei Simili maggiorazioni vanno ricono- confronti di chi operi in difformità dal sciute anche agli autori dei dialoghi in Ccnl. casi particolari, quali a esempio gli adattamenti musicali o quelli da lin- 8. Predisposizione di un codice deon- gue di minore diffusione; tologico di autoregolamentazione dei dialoghisti, dei direttori, degli attori e b) in caso di turni eccedenti il norma- degli assistenti, per quanto di loro le orario di lavoro. competenza per la salvaguardia della Simili maggiorazioni vanno ricono- professionalità e della qualità, ai fini sciute anche agli autori dei dialoghi della tutela della lingua, degli autori quando venga richiesto dalla commit- originari e dell'utenza (con particola- tenza un tempo di consegna inferiore: re riguardo ai minori e ai contenuti Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 236

scientifici dei programmi), anche in nente dell’audiovisivo e del multime- funzione della necessità di stabilire diale - composto da rappresentanti parametri di riferimento per una au- del Dipartimento dello spettacolo, au- spicabile futura normazione certifica- torità delle comunicazioni, sindacati e ta del settore. dalle associazioni di categoria, com- prese quelle delle imprese e stabili- 9. Adeguamento dell'attività e dei po- menti di doppiaggio - che vigili sul ri- teri della Commissione paritetica, con spetto delle normative comunitarie e compiti di controllo sull'attività di internazionali, che analizzi e raccolga

Contratto doppiaggio e sull'applicazione del dati sui flussi del lavoro e che sotto- Ccnl, nonché di gestione - con facoltà ponga all'attenzione delle istituzioni di esclusione nei confronti degli ina- competenti ogni distorsione del mer- dempienti - di un registro dei profes- cato che possa pregiudicare la stabilità sionisti e delle ditte accreditate presso del settore e che non sia in armonia la committenza. con le quote di diffusione relative al- la produzione nazionale fissate dalle 10. Nomina di un Osservatorio perma- Direttive comunitarie.

236 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 237

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I NDICE

INTRODUZIONE L’AUTORE DIALOGHISTA Paolo D’Aversa ...... 5 Alberto Scarponi ...... 51 ATTI DEL CONVEGNO AIDAC TUTTI CONTRO TUTTI LA NORMA TRAVIATA Glauco Benigni ...... 55 Un ascensore per la Torre di Babele LA TELEVISIONE E I MINORI AREA STUDI E RICERCHE: Marina D’Amato ...... 59 INDIRIZZO DI BENVENUTO IL DOPPIAGGIO VERSO L’EUROPA, Raffaella Simili ...... 10 L’EUROPA VERSO IL DOPPIAGGIO Mariano Maggiore ...... 62 INTRODUZIONE Gianni G. Galassi ...... 12 REGOLE DALL’EUROPA Luciana Castellina ...... 67 IL PUNTO SULLA RICERCA Rosa M. Bollettieri Bosinelli ...... 16 VOCE VOLTO: UNA QUESTIONE ATTUALE? IL RAPPORTO TRA CRITICA Francesco Ventura ...... 69 E DOPPIAGGIO Alberto Castellano ...... 22 IL RUOLO DEL DIRETTORE DI DOPPIAGGIO UN ITALIANO PER TUTTE Mario Maldesi ...... 72 LE STAGIONI Sergio Raffaelli ...... 25 I PROBLEMI DOUBLE-FACE Jader Jacobelli ...... 76 L’ALLOCUZIONE NEL DOPPIAGGIO DALL’INGLESE ALL’ITALIANO DOPPIARE NEGLI STATI UNITI Maria Pavesi ...... 29 Gregory Snegoff ...... 78 IL FILM D’AUTORE LO SCRITTORE CHE NON C’È Serafino Murri ...... 81 E IL DOPPIAGGIO Marco Cipolloni ...... 38 AREA DOPPIAGGIO: AREA MULTIMEDIA: UNA ZATTERA NELL’OCEANO DELLA COMUNICAZIONE DOPPIAGGIO E CIRCOLAZIONE Paolo D’Aversa ...... 88 DELLE OPERE AUDIOVISIVE NELL’ERA DELLA COMUNICAZIONE GLOBALE ADATTARE O ADATTARSI? Mario Paolinelli ...... 48 Luigi Calabrò ...... 91 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 246

IL DIALOGHISTA IL DOPPIAGGIO IN FRANCIA: E IL DIRITTO D’AUTORE STORIA E TECNICHE Renato Lotti ...... 93 Marcel Martin ...... 151 I DIRITTI IL DOPPIAGGIO IN GERMANIA DEGLI ARTISTI INTERPRETI Klaus Eder ...... 155 Otello Angeli ...... 97 DOPPIAGGIO E SOTTOTITOLI LA SITUAZIONE LINEE GUIDA PER LA PRODUZIONE DEGLI ATTORI DOPPIATORI E LA DISTRIBUZIONE Gianni Giuliano ...... 103 Josephine Dries ...... 159

MESSAGGIO CAPITOLO 1: INTRODUZIONE ...... 162 Doriana Valente ...... 107 CAPITOLO 2: IL DOPPIAGGIO ...... 165 UN MOSTRO DA FORMARE 2.1: INTRODUZIONE: Pietro Taronna ...... 109 IL DOPPIAGGIO IN EUROPA ...... 165 2.2: TEMPI E COSTI ...... 167 REGOLE E RISORSE Elisabetta Bucciarelli ...... 112 2.3: REQUISITI PER IL DOPPIAGGIO DEI PROGRAMMI ...... 170 LA RESPONSABILITÀ 2.4: DOPPIAGGIO PER IL PUBBLICO DELLA PROFESSIONE ANGLO-AMERICANO ...... 174 Fabrizia Castagnoli ...... 115 CAPITOLO 3: I SOTTOTITOLI ...... 174 QUALE DOPPIAGGIO 3.1: I SOTTOTITOLI IN EUROPA: PER QUALE COMMITTENZA INTRODUZIONE ...... 174 Andrea Lorusso Caputi ...... 116 3.2: SOTTOTITOLI: TEMPI E COSTI ...... 176 DAL RISPETTO DI REGOLE COMUNI 3.3: REQUISITI PER IL SOTTOTITOLAGGIO LA RINASCITA DI UN SETTORE DEI PROGRAMMI ...... 178 Alessandro Piombo ...... 119 3.4: NORME EBU PER LO SCAMBIO DATI DI TRADUZIONE ...... 182 ATTI DEL CONVEGNO SNCCI: CAPITOLO 4: LA OCE E IL UO OPPIO UN V S D : PRODUZIONI INTERNAZIONALI ...... 183 ONVEGNO DI LCUNI NNI FA C A A 4.1: INTRODUZIONE ...... 183 Bruno Torri ...... 122 4.2: UN ESEMPIO: IL DOPPIAGGIO È VERAMENTE THE MIXER (‘91-’92) ...... 185 UN MALE MINORE? CAPITOLO 5: INDIRIZZI ...... 190 Giovanni Buttafava ...... 124 BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO ...... 200 VOCI VERE E VOCI FALSE Franco La Polla ...... 126 PUBBLICAZIONI DELL’ISTITUTO ...... 200 L’ATTORE DIMEZZATO RASSEGNA STAMPA: A. Castellano e V. Nucci ...... 136 UN ERRORE LA TASSA DOPPIAGGIO COME TRADUZIONE SUL DOPPIAGGIO E/O DOPPIAGGIO CREATIVO Intervento dell’Aidac ...... 204 Marisa Traversi ...... 145 FINE STAGIONE DOPPIAGGIO E PUBBLICITÀ O FINE DEL CINEMA ITALIANO? Marco Vecchia ...... 149 Umberto Rossi ...... 206 Attinterno2 16-06-1999 15:21 Pagina 247

DACCI UN TAGLIO, BASTARDO! IL DOPPIAGGIO DEI FILM IN ITALIA Masolino D’Amico ...... 209 IL DOPPIAGGIO E I BAMBINI Eleonora Di Fortunato ...... 217 IL DOPPIAGGIO NEL MERCATO AMERICANO Renzo Rossellini ...... 220 IL DOPPIAGGIO E GLI AUTORI: LILIANA CAVANI Intervista ...... 222 IL DOPPIAGGIO TRA PROFESSIONALITÀ E CRISI: CARMINE CIANFARANI: Intervista ...... 227 UNA NECESSITÀ TRANSNAZIONALE: CERTIFICARE LA QUALITÀ E LA PROFESSIONALITÀ NEL DOPPIAGGIO Rita Baldini ...... 232 PRINCIPI COMUNI PER IL RINNO- VO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DEL DOPPIAGGIO Aidac - Anad ...... 234 BIBLIOGRAFIA ...... 237 ARTICOLI ...... 243 copertinatti 16-06-199915:22Pagina1

ISBN 88-86690-09-6 pubblicazione fuori commercio

BARRIERE LINGUISTICHE E CIRCOLAZIONE DELLE OPERE AUDIOVISIVE: LA QUESTIONE DOPPIAGGIO Ventura Vecchia Valente Torri Traversi Taronna Snegoff Simili Scarponi Rossi Rossellini Raffaelli Piombo Pavesi Paolinelli Nucci Murri Martin Maldesi Maggiore Lotti Lorusso Caputi La Polla Jacobelli Giuliano Galassi Eder Dries Di Fortunato D’Aversa D’Amico D’Amato Cipolloni Cianfarani Cavani Castellina Castellano Castagnoli Calabrò Buttafava Bucciarelli Bollettieri Bosinelli Benigni Baldini Angeli D LA OPPIAGGIO Q E UESTIONE C L A DELLE IRCOLAZIONE INGUISTICHE UDIOVISIVE B ARRIERE O PERE :