Alla Ricerca Di Un'identità Politica. Giovanni Antonio Summonte E La
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STUDI E RICERCHE Saverio Di Franco ALLA RICERCA DI UN’IDENTITÀ POLITICA GIOVANNI ANTONIO SUMMONTE E LA PATRIA NAPOLETANA ISBN 978-88-7916-513-6 Copyright 2012 Via Cervignano 4 - 20137 Milano Catalogo: www.lededizioni.com I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/ fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. 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La conservazione dell’autonomia – 2.5. ‘Possessores’ e ‘curiales’ – 2.6. «La storia napolitana per eccellenza» 3. La difesa storica dell’autonomia cittadina 95 3.1. Il regime monarchico e le garanzie municipali – 3.2. Le tribù, le strade e i vichi – 3.3. Tra Impero e Papato: resistenza e disfatta dei napoletani – 3.4. La complessa dominazione angioina: accentramento fiscale, crescita della feudalità, autonomia cittadina – 3.5. ‘Divide et regnabis’: fine dell’u- nione cetuale e nascita dei Seggi – 3.6. Magnanimità e senilità di Alfonso I – 3.7. Due monarchi e un’epoca buia per il popolo 4. Dal trionfo alla decadenza: crisi etico-politica del Seggio del popolo 147 4.1. Il governo municipale da Carlo VIII di Francia a Ferdinando il Cattolico – 4.2. I Capitoli popolari del «buon» Cattolico e il silenzio sull’Inquisizione – 4.3. I rituali del potere. Il significato storico-politico delle aste del Palio – 4.4. La stabilizzazione del nuovo regime – 4.5. Il centralismo amministrativo: funzioni e ceti – 4.6. Le riforme assolutistiche di don Pedro – 4.7. Contro l’Inquisizione spagnola – 4.8. Gli sviluppi della vicenda – 4.9. La città in armi non è ribelle – 4.10. Un solo racconto, o quasi, e due ideologie – 4.11. Gli ultimi scontri e l’indulto – 4.12. Castaldo e Summonte sulla riforma dell’e- letto del popolo – 4.12.1. Castaldo – 4.12.2. Summonte – 4.13. La crisi etica del Seggio – 4.14. Senza una politica economica: fisco, economia e finanza – 4.15. L’estate di San Martino dei capitoli Seripando – 4.16. Le delibere mu- nicipali – 4.17. Il popolo tradito e la plebe infuriata – 4.18. Giovan Vincenzo Starace (o Storace) – 4.19. Contro l’eletto e gli speculatori – 4.20. I giudizi di Costo e di Summonte – 4.21. La ragion di stato di Osuna 5 Sommario 5. Alle origini di un processo politico 247 5.1. La giustizia: virtù del singolo e bene degli altri – 5.2. ‘Politia’-Repubblica e le altre costituzioni – 5.3. Le virtù politiche e il ‘consensus omnium bono- rum’ – 5.4. La forma migliore di governo e il dovere sommo – 5.5. La patria è unione dei ceti in difesa dell’autonomia… – 5.6. …in regime di fedeltà alla Monarchia – 5.7. Cittadinanza, patria e bene comune – 5.8. La storiografia umanistica aragonese – 5.9. La biblioteca popolare del primo Cinquecento – 5.10. Il Seggio del popolo: ‘rivoluzione francese’ o ‘restaurazione’? – 5.11. Il dialogo con i contemporanei – 5.12. Un nobile e un popolano a confronto: I.A. Ferrari e Summonte 6. Le tormentate vicende editoriali dell’Historia 315 6.1. La pubblicazione parziale dell’opera e il rifiuto dell’autocensura – 6.2. L’edizione «poco amorevole» e la pubblicazione della terza parte – 6.3. 1675-1750: l’Indice e l’edizione ignota del 1693 tra Bulifon e Gessari 7. La nascita del movimento riformatore 337 7.1. Ottimismo e disimpegno, autocoscienza nazionale e pessimismo – 7.2. Storia delle idee e storia della vita morale Tavola delle abbreviazioni 361 Indice delle fonti 363 Nota bibliografica 369 a) Opere di Giovanni Antonio Summonte – b) Fonti documentarie – c) Sulla Napoli antica e altomedievale – d) Sul regno di Napoli durante la prima età moderna – e) Opere classiche – f) Sulla storia del diritto nel Regno – g) Sul pensiero politico – h) Sulla letteratura umanistica e rinascimentale – i) Sulle confraternite di Napoli – j) Per alcune questioni antropologiche – k) Meto- dologia della ricerca storica Indice dei nomi 391 6666 Assunta, l’alito di vita che mi ha generato. Ada, l’ironia che mi ha indicato il ‘ben dell’intelletto’ Mi sia consentito esprimere i più vivi ringraziamenti agli archivisti Fausto De Mattia, Carolina Belli, Maria Pia Iovino, Raffaele Della Vecchia (Archivio di Stato di Napoli) e ai bibliotecari Maria Rosaria Grizzuti, Mariolina Rascaglia, Patrizia Nocera, Franco Varriale, Ciro Puglia, Luigi Saliva, Pasquale Castaldo, Annun- ziata Pegna (Biblioteca Nazionale di Napoli), Francesca Russo, Maria Concetta Villani, Gennaro Centomani (Società Napoletana di Storia Patria), per la com- petenza e la professionalità che consentono ancora una ricerca scrupolosa e serena a tutti gli studiosi. Di una liberalità oggi non consueta sono debitore ai professori Gianfran- co Borrelli, che diede l’imprinting al mio percorso scientifico e mi suggerì fin dall’apprendistato di laureando l’argomento di questa ricerca; Aurelio Cerni- gliaro, il quale mi aiuta a guardare la società contestualmente al diritto e alla politica; Nicola D’Antuono, direttore del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università «G. D’Annunzio» di Chieti-Pescara per la squi- sita sensibilità con la quale ha accolto le mie pressanti richieste; Vittoria Fiorelli per il persistente incoraggiamento in questi anni difficili e incerti del sistema universitario nazionale. Una dedizione inobliabile a Raffaele Ajello, incomparabile maestro e raf- finato intellettuale, che mi ha sempre ascoltato con pazienza e non è stato mai avaro nel suggerirmi alcune problematiche storico-sociali e metodologiche emerse durante i nostri fruttuosi incontri. Un doveroso omaggio lo riservo a Giuseppe Galasso, tuttora significativo exemplum che alimenta la passione per la ricerca storica, e ad Aurelio Musi, che ha accompagnato per circa dieci anni la mia formazione intellettuale e ha scritto la prefazione al volume. La tenacia e l’orgoglio, l’entusiasmo e la passione di Pina, mia compagna di vita, danno gioia alla mia esistenza, educandomi ad essere un cittadino migliore e ad amare le meraviglie della quotidianità. 9 PREFAZIONE A differenza delle storiografie di altri antichi Stati italiani – si pensi alla repub- blica veneta, al granducato di Toscana, al ducato lombardo e a Genova, solo per fare qualche esempio, – la storiografia umanistica e barocca del Regno di Napoli ha vissuto e vive una condizione di inferiorità sia per quanto riguarda la possibilità di disporre di edizioni critiche dei testi sia per quanto riguarda l’at- tenzione degli studiosi. Sarebbe lungo e complesso soffermarsi in questa sede sulle motivazioni del gap. Si può solo accennare a qualche elemento: la con- nessione strettissima fra diplomazia e storiografia soprattutto nei casi toscano e veneto; la qualifica di ‘storiografi pubblici’ che in questi stessi Stati assegnava ad essi uno status e un ruolo di primo piano, eminentemente politico, nella vita civile e nella società; la falsa opinione in base alla quale quelle venete e toscane sarebbero storie ‘nazionali’, quelle napoletane storie locali. Fra gli altri meriti, il volume di Saverio Di Franco ha quello indiscutibile di poter cominciare ad assegnare alla storiografia napoletana il posto che merita nella cultura italiana tra XVI e XVII secolo e di offrire all’attenzione degli studiosi il ritratto, finora più completo e convincente, della vita e dell’opera di uno dei maggiori storici napoletani prima di Giannone, Giovanni Antonio Summonte. La biografia di Summonte, ricostruita da Di Franco sulla base di fonti in larga misura inedite, si rivela esemplare del percorso economico-sociale, civile e politico di esponenti del mondo ‘popolare’ napoletano. In assenza di indagini prosopografiche su questo ambiente, di difficile attuazione per la perdita di gran parte del patrimonio documentario dell’archivio municipale napoletano, la pos- sibilità di disporre per la prima volta di informazioni, in gran parte sconosciute, sulla vita di Summonte è ancor più preziosa. In sostanza lo storico napoletano appare perfettamente integrato in alcuni segmenti del ‘popolo’ napoletano, par- tecipa a molte loro caratteristiche e ne percorre sia l’iter economico-sociale sia quello politico. I segmenti del ‘popolo’ napoletano tra Cinque e Seicento sono molteplici. Le sue stratificazioni dall’alto, che quasi confinano col mondo delle nobiltà, al gradino più infimo che, in una condizione quasi borderline, arriva- no a lambire la plebe, comprendono: i livelli