Napoli 4-8 Ottobre 2017 Sessioni Napo
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COMISIÓN PERMANENTE DE LOS CONGRESOS DE HISTORIA DE LA CORONA DE ARAGÓN UNIVERSITÀ FEDERICO II COMISSIÓ PERMANENT DELS CONGRESSOS D'HISTÒRIA DE LA CORONA D'ARAGÓ DI NAPOLI COMMISSIONE PERMANENTE DEI CONGRESSI DI STORIA DELLA CORONA D'ARAGONA COMMISSION PERMANENTE DES CONGRÈS D'HISTOIRE DE LA COURONNE D'ARAGON XX Congresso di Storia della Corona d’Aragona La Corona d’Aragona e l’Italia: Roma - Napoli 4-8 ottobre 2017 Sessioni napoletane a cura di Guido D’Agostino e Francesco Senatore La memoria degli Aragonesi nel regno di Napoli e nei domini italiani Riassunti delle relazioni e delle comunicazioni / Resumens de las ponencias y de las comunicaciones Calendario delle sessioni La memoria artistico-letteraria Sessione 5: Venerdì 6 ottobre, ore 15.00-17.00 Sessioni 5.1, 5.2, 5.3: Venerdì 6 ottobre, ore 17.30-19.00 La memoria politico-istituzionale Sessione 6: Sabato 7 ottobre ore 9-11 Sessioni 6.1, 6.2, 6.3: Sabato 7 ottobre, ore 11.15-12.15 Sessioni 6.4, 6.5, 6.6: Sabato 7 ottobre 12.30-13.30 La memoria storiografica Sessione 7: Sabato 7 ottobre, ore 15.10-16.30 Sessioni 7.1, 7.2, 7.3, 7.4, 7.5: Sabato 7 ottobre, ore 16.45-18.00 La memoria topografica e urbanistica Sessione 8: Domenica 8 ottobre, ore 9-11 Sessione 8.1: Sabato 7 ottobre, ore 12.30-13.30 –––––––––––––––––––––––––––––– Giancarlo Abbamonte, Università Federico II di Napoli ([email protected]) La dignitas del monarca e l'elaborazione aragonese di una storiografia celebrativa europea Sessione 7.4 La monarchia aragonese, insediatasi a Napoli, venne a contatto con il mondo culturale del Quattrocento italiano, in cui si andavano diffondendo i nuovi modelli dell'Umanesimo, caratterizzati da un recupero della classicità greco-latina intesa sia dal punto di vista letterario che come civiltà dei costumi e immagine “classica” che si voleva offrire di sé, conformata sulla base dei valori morali di equilibrio e giusto mezzo elaborati dalle filosofie antiche di ascendenza platonica e aristotelica. Anche se mancano fonti puntuali in proposito, è opinione comune degli studiosi che Alfonso il Magnanimo dovette manifestare già negli anni ’30 agli intellettuali della sua corte multietnica e itinerante la volontà di innestare nella nuova cultura umanistica la consolidata tradizione ispanica dell'opera storiografica in volgare che celebrava il monarca in carica. Tuttavia, per realizzare questa complessa trasfusione ci fu bisogno di qualche decennio e si assistette a più di un esperimento fallito prima che gli intellettuali attorno ad Alfonso giungessero a calibrare una forma di storiografia che contemperasse le esigenze ispaniche con la tradizione storiografica classiche: così, Gaspar Pellegrì produsse un'opera strutturata secondo categorie storiografiche mediolatine e scritta ancora in un latino incerto; più maturi appaiono senz'altro i Gesta Ferdinandi regis di Lorenzo Valla, il quale però non seppe dare alla sua opera quell'alone celebrativo richiesto da re Alfonso. Fu Bartolomeo Facio l'umanista di corte che per primo seppe dosare gli elementi del doppio filone, ispanico e classico, in modo da creare un modello di storiografia celebrativa che avrebbe avuto un successo secolare e sarebbe stato ripreso nelle corti europee dei secoli successivi. La relazione si propone da un lato di illustrare il concetto di dignitas, attorno al quale Facio costruisce la sua immagine idealizzata del monarca, l'origine di questo concetto, che affonda nella tradizione retorica antica piuttosto che in quella storiografica, e il dibattito Riassunti Napoli / Resumens Nápoles 1 COMISIÓN PERMANENTE DE LOS CONGRESOS DE HISTORIA DE LA CORONA DE ARAGÓN UNIVERSITÀ FEDERICO II COMISSIÓ PERMANENT DELS CONGRESSOS D'HISTÒRIA DE LA CORONA D'ARAGÓ DI NAPOLI COMMISSIONE PERMANENTE DEI CONGRESSI DI STORIA DELLA CORONA D'ARAGONA COMMISSION PERMANENTE DES CONGRÈS D'HISTOIRE DE LA COURONNE D'ARAGON che tale proposta suscitò nell'ambiente di corte (la cd. polemica tra Facio e Valla); dall'altro lato, la relazione intende mostrare l'applicazione della formula storiografica proposta da Facio in alcune opere di storiografia monarchica celebrativa fino al XVIII secolo (ad es., Johannes Sascerides, Historia de coronatione regis Friderici Danorum, Copenhagen 1559; Bernardus Andrea Tholosatis, Historia regis Henrici Septimi Anglorum regis (ca. 1521); Stephanius, De regno Daniae et Norvegiae, Leiden 1629; M. Johannes Cypriani, Historia Caroli Gustavi potentissimi Suecorum... regis, Leipzig 1671; Nicolaus Isthuanffio, Regni Hungarici historia, Colonia 1724) e l'evoluzione del genere a partire dal modello di Facio a seguito del consolidamento degli stati nazionali in termini di identità della famiglia regnante e legittimità naturale al regno. Gustavo Alares López, Universidad de Zaragoza ([email protected]) El V Congresos de Historia de la Corona de Aragón de 1952. Políticas del pasado e internacionalización Sessione 7.2 La celebración en 1952 del V Congreso de Historia de la Corona de Aragón en Zaragoza – dedicado a la figura de Fernando el Católico –, supuso la reanudación de una tradición congresual iniciada en Barcelona en 1908, pero que se había visto interrumpida en 1923 tras el III Congreso en Valencia. Desde la perspectiva de la historia de la historiografía, la comunicación propuesta analizará la génesis y desarollo del V Congreso de Historia de Aragón que, celebrado en 1952, supuso la recuperación de la antigua tradición congresual. Una recuperación sometida en gran medida a la presión conmemorativa (en 1951 y 1952 se celebró el V Centenario del nacimiento de los Reyes Católicos) y a los usos políticos del pasado por parte del franquismo. Por todo ello, nuestra propuesta analizará el congreso desde un doble prisma. Por un lado, como instrumento destacado en las políticas del pasado del régimen, y por otro, como importante evento historiográfico de carácter internacional. A este último respecto, conviene señalar por un lado la importante presentacia de historiadores extranjeros – especialmente el grupo de medievalistas sardos encabezados por Antonio Era –, y sobre todo, la constatación de las crecientes divergencias entre una historia política tradicional centrada en el panegírico del individuo-héroe (personificado en la figura de Fernando el Católico), y las líneas de renovación historiográfica apuntadas por los trabajos de Michel Mollat, Charles Verlinden, Felipe Ruiz Martín o Jaume Vicens Vives, entre otros. Unas líneas novedosas tendentes a incluir los elementos económicos y sociales en sus respectivos análisis, y que encontrarían cumplida expresión en el VI Congreso de Historia de la Corona de Aragón celebrado en Cagliari en 1957. Al mismo tiempo, y contemplado como un espacio de negociación y diálogo académico e historiográfico, nuestra comunicación aludirá a las cuestiones organizativas del V Congreso y las diversas tensiones suscitadas tras su celebración, que llegaron a poner en peligro la continuidad de los mismos. Fabrizio Alias, Università di Sassari ([email protected]) La rivendicazione dei privilegi fiscali della città di Cagliari nel Parlamento del viceré conte di Montellano (1698-1699) attraverso la documentazione del XIV secolo. Sessione 6.1 Nel Parlamento del viceré Giuseppe De Solís Valderrábano conte di Montellano, celebrato in Sardegna tra il 1698 e il 1699, la città di Cagliari espose al sovrano una serie di richieste articolate attraverso 35 capitoli presentati dal sindaco Francesco Esgrecho. Cagliari si trovava in una fase di ripresa dopo l'epidemia che aveva colpito l’isola nel 1652, e proprio per questo la municipalità aveva potuto introdurre imposte (imposicions) sulla compravendita di alcuni beni alimentari, i cui introiti sarebbero stati necessari proprio a sostenere la città in questa fase di rilancio. Attraverso alcuni di quei 35 capitoli presentati in Parlamento la città rivendicava e difendeva i propri privilegi fiscali, secondo il parere del sindaco, più volte infranti a danno delle casse municipali. Oltre al generico richiamo al rispetto dei privilegi, la città portava l'attenzione del sovrano su alcuni punti particolari: il diritto della città a introdurre imposicions dietro autorizzazione regia; la possibilità di riscuotere le imposicions da tutti i sudditi della Corona; la prerogativa della giurisdizione in materia fiscale. Riassunti Napoli / Resumens Nápoles 2 COMISIÓN PERMANENTE DE LOS CONGRESOS DE HISTORIA DE LA CORONA DE ARAGÓN UNIVERSITÀ FEDERICO II COMISSIÓ PERMANENT DELS CONGRESSOS D'HISTÒRIA DE LA CORONA D'ARAGÓ DI NAPOLI COMMISSIONE PERMANENTE DEI CONGRESSI DI STORIA DELLA CORONA D'ARAGONA COMMISSION PERMANENTE DES CONGRÈS D'HISTOIRE DE LA COURONNE D'ARAGON Per ottenere parere favorevole dal sovrano, il sindaco cercò di dimostrare che quei privilegi rivendicati avevano alle spalle una lunga tradizione che portava al secolo XIV. Infatti, oltre alle argomentazioni di carattere più generale – la città di Cagliari viene presentata come fidelissima al re, tanto da non essersi mai sottratta al pagamento del donativo – la richiesta di riconoscimento delle prerogative della città in materia fiscale era argomentata sulla base di precisi privilegi che costituivano il corpus normativo originario della Cagliari catalano-aragonese, il quale prese forma proprio lungo il Trecento. La memoria dei privilegi, utilizzata come argomento persuasivo per l'approvazione dei capitoli, era richiamata concretamente attraverso llibres, codigos e documenti originals conservati nell'archivio della città. Questi stessi registri, codici e documenti, alcuni dei quali estratti dal Libro Viridi