Lumen Christi Tra Mysterium, Esperienza E Prospettive Nella Via Lucis Ecclesiæ

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Lumen Christi Tra Mysterium, Esperienza E Prospettive Nella Via Lucis Ecclesiæ PATH VOL. 9 - PONTIFICIA ACADEMIA THEOLOGICA - 2010/1 Lumen Christi Tra mysterium, esperienza e prospettive nella via lucis Ecclesiæ 3-8 Editorialis Manlio Sodi - Piero Coda Studia 9-29 Il paradigma della luce in alcuni aspetti del magistero di Benedetto XVI François-Marie LétheL 31-46 La metafora della luce in testi dell’Antico Testamento, come prepara- zione al concetto teologico di «luce» nel Nuovo Testamento Horacio Simian-Yofre 47-58 Gesù Cristo la luce del mondo, secondo il Nuovo Testamento Klemens StoCk 59-78 Il discorso dell’areopago e l’universalità della verità alla luce della fede, nel contesto della teologia sapienziale dei Padri della Chiesa Enrico daL CovoLo 79-92 Metafisica della persona e mistero di Cristo Fernando oCáriz 93-107 Cristo Luce, forma della santità di Tommaso d’Aquino X Angelo amato 109-128 Il Mysterium lucis tra illuminazione e divinizzazione nella via lucis Ecclesiæ Manlio Sodi 129-155 Il Lumen Christi tra il «già» e il «non ancora». Valore dell’esperienza cristiana in teologia X Domenico Sorrentino 157-170 La categoria della luce nella teologia e nella spiritualità dell’Oriente cristiano X Yannis SpiteriS 171-183 Lumen Christi. Il paradigma del cristiano nel mondo Paul o’CaLLaghan 185-197 In via Lucis. La Chiesa, in Cristo, nel cammino verso l’unità dei popoli Piero Coda Vita academiæ 1. Nomine – The Ordination to the Order of Bishop of the Most Reverend Joseph Augus- tine Di Noia, named Secretary of the Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments (Charles Brown), pp. 199-200. – Nuovi Accademici Ordinari, p. 200. – Il Prof. D. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranen- se. Saluto in occasione dell’annuncio della nomina (Enrico daL CovoLo), pp. 201-203. 2. Sessione accademica del 29 ottobre 2009. La Pontificia Academia Theologica al servizio di un proficuo dialogo (Card. Zenon groChoLewSki), pp. 203-206. 3. Emeritato del Prof. P. Tarcisio Stramare, O.S.I. – Laudatio: «Ein Beamter des alten Preussen» (Davide Sardini), pp. 207-214. – Lectio magistralis: «Il ruolo della Sacra Scrittura nell’economia della rivelazione» (Tarcisio Stramare), pp. 215-224. 4. Emeritato del Prof. Mons. Marcello Bordoni – Laudatio: «Il contributo di Marcello Bordoni “teologo romano” alla teologia sistematica» (Nicola CioLa), pp. 225-240. – Saluto: «Ricerca teologica fedele al Magistero» (Marcello Bordoni), pp. 240-243. 5. Lumen Christi. Cronaca del V Forum internazionale (Riccardo ferri), pp. 243-246. 6. Gli Esercizi spirituali della Curia Romana predicati dal Prof. D. Enrico dal Covolo (Réal tremBLaY), pp. 246-247. 7. Relazione annuale del Presidente (ottobre 2009-giugno 2010) (Manlio Sodi), pp. 247-250. in memoriam Prof. P. Dr. Ambrosius M. Eszer, O.P. (1932-2010) (X Angelo amato), pp. 251-254 EDITORIALIS path 9 (2010) 3-8 Lumen Christi! È l’espressione classica che segna l’inizio della Veglia pasquale. Ogni anno il fedele celebra la Pasqua, e si pone al seguito di una luce che permea non solo tutto l’anno liturgico, ma l’insieme dell’esistenza di chiunque intenda porsi al seguito del Risorto. Il paradigma della luce racchiude e valorizza una metafora comune nelle tante espressioni della vita. Dalla contrapposizione luce-tenebra a tutte le scelte caratterizzate da chiarezza e luminosità, si intreccia un insieme di pro- spettive che contribuiscono a rendere maggiormente comprensibile il senso della vita e, di riflesso, le scelte che richiedono di essere attuate. Il primo paradigma è quello che troviamo a livello culturale. In ogni cul- tura la metafora della luce evoca contenuti e prospettive che poi danno adito a espressioni che rinviano ad atteggiamenti. Così il sorgere della luce ogni giorno evoca la ripresa della vita, in contrapposizione con il sopraggiungere della tenebra che rinvia al compimento di un percorso e alla morte. Il paradigma successivo è quello che promana dalla grande storia della salvezza racchiusa nella Scrittura santa. Dalla Genesi all’Apocalisse, da quel «“Sia la luce”. E la luce fu» (Gen 1,3) fino alle prospettive dei nuovi cieli e terra nuova (cf. Ap 21) permeati dal fulgore della «stella radiosa del mat- tino» (Ap 22,16), notiamo come una grande metafora che lo stesso Cristo Signore assume identificandosi nella realtà della luce quando afferma: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). È naturale che a partire dal dato biblico il linguaggio della tradizione abbia assunto questa metafora e l’abbia sviluppata sotto diverse prospettive. Tra tutte emerge quella del linguaggio liturgico perché è nel contesto del culto che il Cristo-Luce trasforma il fedele credente in persona “illuminata” in modo che possa camminare sempre come figlio della luce. 4 Editorialis Ecco pertanto il senso di una riflessione che il V Forum internazionale (celebrato in Vaticano dal 28 al 30 gennaio 2010) ha concentrato attorno a un programmatico sottotitolo: «Tra mysterium, esperienza e prospettive nella via lucis Ecclesiae». Al centro si pone la sorgente luminosa, il mysterium nascosto da secoli in Dio e rivelato nella pienezza dei tempi, e reso vivo e attuale in ogni actio liturgica. Ma tutto questo impegna nel rileggere espe- rienze e nel delineare prospettive per una via lucis che si attua in Ecclesia attraverso la celebrazione del mysterium lucis nei santi misteri. 1. La «luce» come traiettoria teologica La «luce». Senz’altro uno straordinario filo d’oro che attraversa dalla prima all’ultima pagina il grande racconto biblico che narra l’avvento di Dio nella storia del mondo, dalla creazione alla parusia. Un filo d’oro non sol- tanto verbale ma sostanziale. Tant’è che di esso è intessuta da cima a fondo l’esperienza cristiana: dalla sua permanente sorgente sacramentale – in cui il Verbo, che è vita e luce, illumina e trasforma l’esistenza –, alla sua espressio- ne intellettuale, artistica, culturale, operativa. La «luce» – nella vasta gamma linguistica del suo pluriforme modus si- gnificandi, che certo meriterebbe un attento discorso di approfondimento – è sempre conosciuta, nella sacra Scrittura e nella Traditio vivens Ecclesiae, non come soggetto ma come predicato. Dio – afferma icasticamente la prima lettera di Giovanni – è luce (cf. 1,5); e Gesù Cristo definisce se stesso luce del mondo (cf. Gv 8,12); così che anche i discepoli – in lui e per lui – son fatti e hanno da essere luce del mondo (cf. Mt 5,14). È su questa linea che vanno colti l’obiettivo e il metodo del V Forum della Pontificia Accademia di Teologia. La predicazione della luce – potrem- mo dire – scende dall’alto, da Dio, per squadernarsi nel mistero della sal- vezza, che ha il suo centro focale in Gesù Cristo, e per dispiegare di qui le sue molteplici risonanze: a livello ecclesiologico e antropologico, personale e sociale, intellettuale e pratico. Il nesso che ritma questa traiettoria è quello della corrispondenza tra lo splendere della luce di Dio sul volto di Cristo e l’aprirsi del cuore e della mente dell’uomo a tale fulgore – al tempo stesso at- teso e inaudito – così che esso, dall’intimo, s’irradi nelle molteplici relazioni che tessono il destino dell’umano. Il Lumen Christi – come recita il titolo del Forum – si coniuga dunque, con pertinenza teologica, nella via lucis Ecclesiae tra mysterium, esperienza Editorialis 5 e prospettive. Il punto di partenza e l’orizzonte qualificante, infatti, è la pa- rola di Dio scritta e trasmessa quale attestazione normativa del mysterium che risuona ed è celebrato nella vita della Chiesa. Di qui si alimentano, in indissolubile connessione e vitale osmosi, l’esperienza spirituale della fede e la sua intelligenza teologica; e si profilano le vie della testimonianza, dell’an- nuncio e del dialogo. Ovviamente, si tratta di semplici colpi di sonda che rischiarano qualche percorso tra i possibili: l’essenziale è l’aver tracciato una traiettoria suggesti- va, che potrà essere ripresa, precisata, approfondita. Con la sua sapida e pre- gnante capacità di sintesi, lo notava san Tommaso d’Aquino nel commento al Vangelo di Giovanni: «Numquam enim ipsum Verbum et ipsam lucem conspicere possemus nisi per partecipationem eius, quae in ipso nomine est, quae est superior pars ani- mae nostrae, scilicet lux intellectiva, de qua dicitura in Ps. IV, 7: Signatum est super nos lumen vultus tui, idest Filii tui, qui est facies tua, qua manifestaris» (Super Ioannem 16, lect. 3, n. 101). 2. Percorsi aperti La prospettiva del Forum si è mossa da un dato di fatto: la persona di Gesù Cristo e la sua azione mediatrice e salvifica. È la linea che da tempo l’Accademia persegue e che nel Forum ha cercato di approfondire ulterior- mente. Nello specifico, la prospettiva è accostata dall’identità del mysterium lucis, cioè del Cristo-Luce, colto nella sua prefigurazione e nel suo com- pimento; e sperimentato nella perenne attuazione nei singoli attraverso la celebrazione memoriale dell’actio sacramentale. È da queste fonti che si dipana il diffondersi del mysterium lucis attra- verso vari livelli che si intrecciano fra di loro in una costante dialettica fatta di riflessione sul rapporto tra metafisica della persona e mistero di Cristo; di approfondimento filosofico e teologico a partire dalla grande pagina della teologia sapienziale dei Padri della Chiesa; di presa di coscienza di esempi luminosi quali sono quelli dei santi; di valorizzazione degli stimoli e sugge- rimenti del Magistero perenne della Chiesa. E questo per approfondire il valore dell’esperienza cristiana in teologia: per cogliere cioè la realtà di quel Lumen Christi costantemente declinato tra il già e il non ancora, secondo la sensibilità e la spiritualità dell’Oriente e dell’Occidente. 6 Editorialis In un simile orizzonte si è invitati ad approfondire e soprattutto a vivere il Lumen Christi come paradigma del cristiano nel mondo, all’insegna della testimonianza.
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