Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – di Civitaquana (PE)

Attuazione dell'Art.11 della Legge 24 Giugno 2009, n. 77 Attività di Prevenzione del Rischio Sismico - Microzonazione Sismica del Territorio Regionale Progetto Cofinanziato con Fondi Comunitari POR-FESR - 2007-2013 Asse IV - Attività IV 3.1 MICROZONAZIONE SISMICA Relazione illustrativa

REGIONE ABRUZZO

Comune di

Civitaquana (PE)

Tecnico incaricato: Data: Dott. Geol. Gianluca Esposito Marzo 2014

Collaboratore: 1 Dott.ssa Geol. Vania Mancinelli Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE)

INDICE

1. INTRODUZIONE ...... 3 1.1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ...... 5 2. DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE E DEGLI EVENTI DI RIFERIMENTO ...... 10 2.1. QUADRO CONOSCITIVO E LEGISLATIVO VIGENTE ...... 10 2.1.1. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) E INVENTARIO FENOMENI FRANOSI IN ITALIA (IFFI) ...... 10 2.2. SISMICITÀ STORICA...... 14 2.3. SISMICITÀ RECENTE ...... 16 3. ASSETTO GEOLOGICO E ASSETTO GEOMORFOLOGICO DELL’AREA ...... 21 3.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO ...... 21 3.1.1. GEOLOGIA DELL’AREA ...... 26 3.2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ...... 32 3.2.1. GEOMORFOLOGIA DELL’AREA ...... 34 4. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI (PARTICOLARE RIGUARDO AI DATI DESUNTI DALLA CARTA DELLE FREQUENZE DI RISONANZA) ...... 38 4.1. DATI GEOTECNICI ...... 39 4.2. DATI GEOFISICI ...... 42 5. MODELLO DEL SOTTOSUOLO ...... 55 6. INTERPRETAZIONE E INCERTEZZE ...... 57 7. METODOLOGIE DI ELABORAZIONE E RISULTATI ...... 58 8. ELABORATI CARTOGRAFICI ...... 60 8.1. CARTA DELLE INDAGINI...... 60 8.2. CARTA GEOLOGICO – TECNICA ...... 61 8.2.1. SEZIONI GEOLOGICHE ...... 65 8.3. CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA E DELLE FREQUENZE FONDAMENTALI DI VIBRAZIONE ...... 67 9. CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DEI DANNI DEGLI EVENTI PASSATI ...... 70 10. BIBLIOGRAFIA ...... 75 11. ALLEGATI ...... 81

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1. INTRODUZIONE

La presente “Relazione Illustrativa” accompagna lo studio di Microzonazione Sismica – Livello 1, per il territorio comunale di Civitaquana (PE), così come indicato nelle “Linee Guida Regionali – ver. 1.2 del 30 luglio 2012” realizzate all’interno del Programma Regionale di Mitigazione del Rischio Sismico. Questa “Relazione Illustrativa”, con la relativa cartografia allegata, integra le modifiche indicate dal Tavolo Tecnico di Monitoraggio del 13.03.2014. Il Comune di Civitaquana (PE), presente nell’elenco dell’annualità 2012, così come disposto dall’O.C.D.P.C. n. 52 del 20 febbraio 2013 e dalla D.G.R. n. 847 del 18 novembre 2013, ha incaricato anticipatamente lo scrivente Dott. Geol. Gianluca Esposito, con lettera del 23.09.2013-Prot. n. 3614, in collaborazione con la Dott.ssa Geol. Vania Mancinelli, alla realizzazione dello Studio di Microzonazione Sismica – Livello 1 (di seguito denominata MZS). Lo studio di MZS (Livello 1) ha perseguito la finalità della valutazione della pericolosità sismica locale, attraverso l’individuazione di zone nel territorio comunale caratterizzate da comportamento sismico omogeneo (di seguito MOPS). Dell’intero territorio comunale di Civitaquana, di circa 22 km2, sono stati caratterizzati con il presente studio di MZS circa 18 km2, quasi la totalità del territorio. Come riportato nella “Relazione Preliminare” sono state individuate due principali aree di studio, in particolare: - Macroarea 1 – Capoluogo e Zona Industriale (corrispondente al settore centro-sud del comune) - Macroarea 2 – Località Ginestra (corrispondente al settore nord del comune)

Per la realizzazione dello Studio di MZS (sia dal punto di vista cartografico che per una corretta informatizzazione) del Comune di Civitaquana (PE) sono state seguite tutte le modalità procedurali indicate dai diversi documenti tecnici messi a disposizione, in particolare:

1. Indirizzi e criteri per la Microzonazione Sismica (di seguito I.C.M.S.), redatti dal Dipartimento della Protezione Civile (di seguito D.P.C.) ed approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; 2. Microzonazione sismica per la ricostruzione dell’area aquilana, redatto dal D.P.C. e dalla Regione Abruzzo a seguito dell’evento sismico del 2009; 3. Linee Guida Regionali - Standard di rappresentazione cartografica e archiviazione informatica – Specifiche tecniche per la redazione degli elaborati cartografici ed informatici relativi al primo livello delle attività di Microzonazione Sismica, versione 1.2 (di seguito Linee Guida Regionali) redatte dalla Regione Abruzzo al fine di uniformare gli I.C.M.S. alle caratteristiche regionali, del 30 luglio 2012;

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4. Microzonazione Sismica - Standard di rappresentazione e archiviazione informatica – Versione 3.0 di ottobre 2013, redatte dalla Commissione Tecnica per la Microzonazione Sismica del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.

La finalità perseguita nello studio è stata quella di riconoscere, ad una scala comunale o sub- comunale, le condizioni locali che possano modificare le caratteristiche del moto sismico atteso o possano produrre deformazioni permanenti rilevanti per le infrastrutture e gli edifici distribuiti sul territorio. Il presente studio di MZS riveste quindi una notevole importanza per la pianificazione territoriale, in particolare per la realizzazione del nuovo P.R.G. che il Comune di Civitaquana ha intrapreso, e fornisce una base conoscitiva della pericolosità sismica locale, utile a stabilire gerarchie di pericolosità per la programmazione di interventi di riduzione del rischio sismico a varie scale, orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti, definire gli interventi ammissibili in una determinata area, programmare le indagini e i livelli di approfondimento, stabilire modalità e priorità di intervento nelle aree urbanizzate. Per la realizzazione dello studio sono stati reperiti indagini geognostiche, sia dirette che indirette, distribuite sul territorio di interesse e sono state eseguite indagini durante il lavoro. Le informazioni derivanti dalle indagini a disposizione, la consultazione e l’analisi della bibliografia sia scientifica che professionale congiuntamente con il rilevamento di campagna, eseguito secondo le indicazioni delle Linee Guida Regionali, hanno permesso la ricostruzione del quadro geologico dell’area facendo particolare attenzione alla definizione della stratigrafia per la corretta valutazione degli spessori delle coperture e della profondità del substrato. Tutti i dati raccolti hanno contribuito alla realizzazione degli elaborati necessari allo studio, ed in particolare: - Carta delle Indagini, in scala 1:5.000 - Carta Geologico-Tecnica, in scala 1:5.000 - Carta delle frequenze fondamentali di risonanza, in scala 1:5.000 - Sezioni Geologiche rappresentative, in scala 1.5.000

L’elaborato di sintesi realizzato per la MZS di Livello 1 è stata la Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (di seguito MOPS), che ha individuato microzone nelle quali, sulla base delle osservazioni geologiche, geomorfologiche e della valutazione dei dati

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) litostratigrafici raccolti, si possono prevedere diversi tipi di effetti prodotti dall’azione sismica (amplificazione locale, instabilità di versante, ecc.). Nel dettaglio, seguendo le indicazioni degli studi sopra citati, nella carta delle MOPS sono state individuate due microzone sul territorio comunale, in particolare:  zone stabili suscettibili di amplificazioni locali nelle quali sono attese amplificazioni del moto sismico come effetto dell’assetto litostratigrafico e/o geomorfologico locale;  zone suscettibili di instabilità nelle quali gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio (non sono necessariamente esclusi per queste zone anche fenomeni di amplificazione del moto) indotti o innescati dal sisma.

1.1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO L’abitato di Civitaquana ricade completamente nella Regione Abruzzo e, dal punto di vista fisiografico, si colloca tra i rilievi collinari prospicenti il fronte del Gran Sasso (ad W) e il Mare Adriatico (ad E), in un’area che rientra sotto il controllo amministrativo della Provincia di . Dal punto di vista geografico, il Comune di Civitaquana è situato a circa 570 m di altitudine s.l.m. ed è confinato a N dal comune di , a W dai comuni di , e , a S dai comuni di e ed, infine, a E da quello di . Inoltre, si estende a latitudini di circa 42°19’33’’N e longitudini di 13°55’48’’E. L’area di studio ricade nei Fogli 140 “Teramo” e 146 “Sulmona” della Carta Topografica d’Italia in scala 1:100.000 (IGMI; Fig. 1), ed in particolare nel quadrante 140-II e 146-I della Carta Topografica Regionale in scala 1:25.000 (Regione Abruzzo, 1985). Nella nuova cartografia regionale, il territorio comunale in oggetto è confinato nel foglio 360, tavola E in scala 1:25.000 (Regione Abruzzo, 2000). In riferimento alla Carta Tecnica Regionale (CTR) in scala 1:5.000, l’area in esame è individuata negli Elementi 360032, 360041, 360042, 360043, 360044, 360071, 360072, 360083 e 360084. Dal punto di vista orografico, tale settore pedemontano presenta quote variabili da poco più di 650 m s.l.m., in corrispondenza di Piano Casanova, a circa 220 m s.l.m., nelle aree più prossime alle incisioni dei corsi d’acqua ed in particolare del T. Nora; il territorio comunale è anche caratterizzato dalla presenza di una serie di pianori debolmente digradanti verso ENE posti a varie altezze dal fondovalle e orlate da scarpate decimetriche, Fig. 2.

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Dall’analisi delle fasce altimetriche è possibile osservare come le quote più elevate si rinvengono nel settore centro-meridionale del territorio comunale, come ad esempio in località “Piano Massone” si raggiungono i 704 m s.l.m., nell’abitato di Civitaquana si raggiungono quote di 574m s.l.m. Le quote meno elevate si osservano nel settore centro-settentrionale del territorio comunale, ed in particolare dalla quota media di circa 350m s.l.m. in corrispondenza della località “Bouglione”, nel settore centrale, alla quota di 362m s.l.m. alla località “Collemancino” nel settore settentrionale.

Fig. 1 - Ubicazione dell’area studiata in riferimento alla Carta Topografica d’Italia ufficiale IGMI, Fi 140 “Teramo” e 146 “Sulmona” in scala 1:100.000.

Naturalmente, le quote minime del territorio comunale si osservano in corrispondenza dei principali corsi d’acqua, come nel T. Nora posto nella parte settentrionale del comune (quota media del tratto ricadente nel territorio in esame circa 250m s.l.m.), nel F.so Galluccio posto nel settore centrale (con una quota media di circa 370m s.l.m.) ed infine il T. Bonanno posto nella parte più meridionale del territorio comunale avente una quota media di circa 300m s.l.m. Fig. 2. Le pendenze principali presenti sul territorio sono quelle inferiori ai 15° gradi (comprese prevalentemente tra il 5% ed 27%) e si ritrovano principalmente dall’abitato di Civitaquana verso nord. Le pendenze superiori ai 15° (quindi maggiori del 27%) sono presenti 6

Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) prevalentemente nel settore meridionale del territorio comunale e nelle restanti aree sempre in corrispondenza delle forti incisioni vallive (Fig. 3a). Analizzando l’esposizione dei versanti si possono individuare tre macroaree con esposizione prevalente, ed in particolare: - dal settore meridionale del territorio fino all’abitato di Civitaquana, prevale l’esposizione dei versanti a sud e sud-ovest; - dall’abitato di Civitaquana fino al T. Nora (verso nord), l’esposizione dei versante è prevalentemente verso nord e nord-est; - dal T. Nora verso il settore più settentrionale del territorio comunale prevale nuovamente l’esposizione dei versanti verso sud e sud-ovest.

Sono presenti anche tutte le altre esposizioni, ma in misura molto minore e guidati dalle locali condizioni morfologiche (Fig. 3b). Dal punto di vista idrografico, la zona di studio ricade interamente sotto l’Autorità di bacino della Regione Abruzzo. Il territorio comunale ricade sia nel bacino idrografico del torrente Nora che in quello del torrente Cigno, entrambi affluenti in sinistra del fiume Pescara; lo spartiacque dei due bacini cade in corrispondenza dell’abitato di Civitaquana con un andamento circa E-W. L’idrografia principale è caratterizzata dalla presenza di fossi e torrenti che attraversano il territorio in esame, in particolare muovendosi da nord verso sud si hanno: il F.so del Poggio (corrispondente anche al confine nord del comune), il T. Schiavone, il T. Nora, il F.so Rigo, il F.so Galluccio ed il torrente Bonanno (quest’ultimo appartenente al bacino del Cigno); (Fig. 4).

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Fig. 2 – a) Carta delle fasce altimetriche; b) rilievo ombreggiato del territorio comunale di Civitaquana.

Fig. 3 – a) Carta delle pendenze (espressa in gradi); b) carta dell’esposizione dei versanti del territorio comunale di Civitaquana.

Nel tratto iniziale il torrente Nora assume un aspetto tipico di torrente montano, mente nella parte medio e bassa presenta un aspetto più sinuoso con pochissimi tratti rettilinei (Fig. 4). All’interno del bacino si possono individuare diversi settori in cui si riscontrano, con una certa omogeneità, gli stessi pattern idrografici; nello specifico nell’area di studio il pattern più 8

Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) rappresentativo è quello a traliccio, caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua principali nei quali confluiscono, in modo più o meno perpendicolare, numerose aste fluviali generalmente di primo e secondo ordine (Fig. 4). Il principale asso viario che attraversa il territorio comunale è rappresentato dalla strada statale n. 602 (SS602); tutte le altre vie di comunicazione hanno carattere prevalentemente comunale e collegano le frazioni con il centro abitato.

Fig. 4 - Idrografia superficiale e reticolo idrografico del territorio comunale di Civitaquana.

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2. DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE E DEGLI EVENTI DI RIFERIMENTO

Nei paragrafi seguenti si illustra sia l’analisi delle pericolosità di base vigenti che lo studio condotto sulla sismicità storica e recente del territorio comunale di Civitaquana.

2.1. QUADRO CONOSCITIVO E LEGISLATIVO VIGENTE

2.1.1. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) E INVENTARIO FENOMENI FRANOSI IN ITALIA (IFFI) All’interno della caratterizzazione in termini di pericolosità geomorfologiche dell’area è stato preso in considerazione il Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico dei Bacini di Rilievo Regionale Abruzzesi "Fenomeni gravitativi e processi erosivi" (di seguito denominato PAI) mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. Nello specifico qui di seguito si riportano la Carta Geomorfologica, la Carta della Pericolosità e la Carta del Rischio. Dall’analisi della Carta Geomorfologica, allegata al PAI, si osserva la presenza di forme e depositi dovute principalmente alla gravità. Le principali forme e depositi presenti sul territorio comunale sono rappresentate da orli di scarpata di frana, a diverso stato di attività, frane di colamento e di scorrimento rotazionale, sia attive che quiescenti, e versanti interessati da deformazioni superficiali lente, attive e quiescenti. Tali forme sono localizzate nei versanti con maggiore acclività ed in corrispondenza delle incisioni fluviali. Sono presenti, inoltre, le forme ed i processi dovute alle acque correnti superficiali, ed in particolare orli si scarpata di erosione fluviale o torrentizia, in stato attivo e quiescente (Fig. 5). La Carta della Pericolosità, allegata al PAI, è stata ottenuta dalla sovrapposizione dei dati contenuti nella Carta dell'Acclività, nella Carta Geolitologica, nella Carta Geomorfologica e nella Carta Inventario dei fenomeni Franosi ed Erosivi. Questa cartografia fornisce, quindi, una distribuzione territoriale delle aree esposte a processi di dinamica geomorfologica ordinate secondo classi a pericolosità crescente. Nel dettaglio, sono state distinte le seguenti categorie: - pericolosità moderata - P1; - pericolosità elevata - P2; - pericolosità molto elevata - P3. In particolare, sul territorio comunale di Civitaquana sono presenti tutte le classi di Pericolosità da moderata P1 (in verde), a elevata P2 (in giallo), molto elevata P3 (dissesti che si riattivano 10

Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) stagionalmente, in arancione) ed aree interessate da dissesti generati da scarpate Ps (in celeste). Le aree con maggiore frequenza sono quelle appartenenti alla pericolosità da frana elevata (P2, in giallo; Fig. 6). La Carta delle Aree a Rischio, allegata al PAI, è stata ottenuta dall'intersezione degli strati informativi contenuti nella Carta della Pericolosità con quelli riportati nella Carta degli Insediamenti Urbani e Infrastrutturali. La valutazione del rischio è stata effettuata adottando una formulazione semplificata che tiene conto della pericolosità e del valore degli elementi a rischio contraddistinti in base al loro valore relativo. Le diverse situazioni di rischio così individuate sono state, pertanto, aggregate in quattro classi di rischio, a gravosità crescente, alle quali sono state attribuite le seguenti definizioni: - moderato R1; - medio R2; - elevato R3; - molto elevato R4. Nel dettaglio, la maggior parte delle aree in frane (oltre 60) dell’area di studio appartengono alla classe di Rischio R1 (in verde), ovvero di rischio moderato per il quale i danni sociali ed economici sono marginali. In numero molto minore (circa 5) sono le aree con classe di Rischio R2 (in giallo; aree per le quali sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche), così come anche la classe R3 (in arancione; aree per le quali sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socio- economiche) presenta un numero di aree di circa 5 . È presente una sola area R4, di modesta estensione, nel settore occidentale dell’abitato di Civitaquana (Fig. 7), su cui è stato effettuato un intervento di mitigazione del rischio. La distribuzione e la tipologia delle frane è confermata, anche, dalle analisi condotte nell’ambito del Progetto IFFI. In dettaglio si osservano corpi di frana di scivolamento rotazionale/traslativo, di colamento lento e frane complesse, principalmente localizzate nei versanti più acclivi (Fig. 8).

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Fig. 5 - Stralcio del Foglio 360-E della “Carta geomorfologica” (scala 1:25.000) tratta dal Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (PAI) di una parte del territorio comunale di Civitaquana.

Fig. 6 - Stralcio del Foglio 360-E della “Carta della Pericolosità da Frana” (scala 1:25.000) tratta dal Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (PAI) di una parte del territorio comunale di Civitaquana.

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Fig. 7 - Stralcio del Foglio 360-E della “Carta del Rischio da Frana” (scala 1:25.000) tratta dal Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (PAI) di una parte del territorio comunale di Civitaquana.

Fig. 8 - Carta dei fenomeni franosi di una porzione del territorio comunale di Civitaquana - Progetto IFFI (www.sinanet.apat.it/progettoiffi).

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2.2. SISMICITÀ STORICA L’area del Comune di Civitaquana è caratterizzata da scarsi eventi sismici, ma durante la sua storia ha comunque risentito dei diversi eventi che si sono susseguiti nelle aree limitrofe. Tutto ciò è riportato all’interno del Catalogo dei Forti Terremoti Italiani (CFTI, Istituto di Geofisica e Vulcanologia, INGV), (Fig. 9).

CIVITAQUANA

Fig. 9 - Principali eventi sismici che hanno interessato l’area di Civitaquana e le aree limitrofe ad essa, presi da catalogo CFTI (Catalogo dei Forti Terremoti Italiani compresi tra il 461 A.C. al 1997, http://storing.ingv.it/cfti4med/).

E’ stata effettuata una ricerca all’interno del database macrosismico Italiano 2011, DBMI11 dell’INGV in cui, indicando come area di riferimento Civitaquana, è stata individuata e ricostruita la storia sismica del territorio comunale in esame e delle aree limitrofe ad esso. Sono stati così identificati terremoti aventi intensità “Is” comprese tra 3 e 7; tra i terremoti storici più significativi dell'area si possono mettere in evidenza quello del 1915 di Avezzano, di intensità 7 della scala MCS, quello del 1933 della Maiella, di intensità 6 della scala MCS, e quello del 1950 del Gran Sasso, di intensità 6-7 della scala MCS (Fig. 10, Fig. 11).

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Fig. 10 - Grafico illustrante la storia sismica di Civitaquana dal 1000 al 2002. Sulle ascisse sono riportate le intensità sismiche (Is) dei terremoti rilevati, mentre sulle ordinate sono riportati i riferimenti temporali espresso in anni, (http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_place/).

Fig. 11 - Storia sismica di Civitaquana. In rosso sono indicati gli eventi sismici più importanti registrati (http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/query_place/).

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2.3. SISMICITÀ RECENTE L’area del presente studio di MZS – Livello 1, come precedentemente illustrato, ricade nell'Appennino centrale, settore dell'Italia peninsulare per il quale è disponibile la maggior quantità di conoscenze su aspetti inerenti la tettonica attiva, responsabile dell’attuale sismicità. In merito a questo, Galadini et alii (2000) hanno messo in evidenza come le principali faglie affioranti in superficie mostrano un’attività che va dal Pleistocene superiore e che perdura fino ai nostri giorni (Fig. 12; Galadini et alii, 2000; Lavecchia et alii, 2006). Nella figura seguente è possibile osservare come l’area del presente studio di MZS – Livello 1 sia a ridosso dei principali elementi strutturali, denominati in bibliografia come sistemi di faglie, e indicati con il numero 38, Campo Imperatore – Assergi – Monte Cappucciata (Fig. 12; Galadini et alii, 2000).

Fig. 12 - Carta delle faglie attive dell'Appennino centrale (elementi geologici di superficie) e relativa legenda (Galadini et alii, 2000). In blu l’area di studio.

L’ultimo importante evento che si è verificato in Abruzzo ed ha avuto ripercussioni nell’area di studio è il sisma de L’Aquila. Il 6 Aprile 2009 alle ore 03:32 la zona di L' Aquila è stata colpita da un forte terremoto di magnitudo (M) paria a 5.8 della scala Richter (Ml) corrispondente al 6.3 della scala Mercalli (Mw). Tre eventi di M>5 sono avvenuti il 6 aprile (Ml=5.8), il 7 aprile 16

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(Ml=5.3) e il 9 aprile (Ml=5.1). I terremoti di Ml compresa tra M=3.5 e 5 sono stati in totale 31, ma le scosse sono state conteggiate essere oltre 20.000. La distribuzione superficiale degli epicentri hanno delineato molto bene l'area coinvolta che si estende per oltre 30 km in direzione NO-SE, parallelamente all'asse della catena appenninica, la cui espressione in superficie è la faglia di Paganica. I danni provocati nelle zone epicentrali sono determinati, sia dalla magnitudo dei terremoti sia dalla direzione di propagazione della rottura che dalla geologia dei terreni interessati. In particolare, i danni maggiori si osservano nella direzione verso cui si propaga la fagliazione (effetto di direttività della sorgente) e vengono amplificati nelle aree dove in superficie affiorano sedimenti "soffici", quali ad esempio i depositi alluvionali ed i terreni di riporto. L’attuale classificazione sismica della Regione Abruzzo è legiferata dall’“Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20/03/2003 (e successive modifiche ed integrazioni) – “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di Normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, per il quale il Comune di Civitaquana ricade all’interno della ZONA 2 (http://zonesismiche.mi.ingv.it/pcm3274.html). In seguito a questa classificazione, che si ha per tutti i comuni italiani, è stato emanato un nuovo provvedimento che prevede adozione delle stime di pericolosità sismica del Progetto S1 nelle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (Fig. 13). Lo studio è stato realizzato dall’INGV che ha messo a disposizione della comunità nazionale un prodotto che fosse scientificamente valido e avanzato e al tempo stesso immediatamente utilizzabile in provvedimenti normativi (Fig. 14). L’importanza di questo provvedimento è legato al superamento del vecchio concetto di classificazione a scala comunale (pericolosità sismica uniforme su tutto il territorio nazionale) e sulla base di 4 zone sismiche. Attraverso l’applicazione Webgis è possibile consultare in maniera interattiva le mappe di pericolosità sismica (Fig. 14). In particolare per la zona di Civitaquana si hanno dei valori di accelerazione del suolo (con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni) pari a 0.175 – 0.225 ag (accelerazione massima del suolo). I valori di ag vengono forniti per un uso consapevole da parte degli utenti e non potranno essere commercializzati. Il loro utilizzo è effettuato sotto la responsabilità dell'utente.

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Fig. 13 - Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, da Meletti et alii, 2007. Progetto DPC-INGV S1, Deliverable D2, http://esse1.mi.ingv.it/d2.html.

Area N

Area S

Fig. 14 - Mappa interattiva di pericolosità sismica per la zona di Civitaquana; i colori della legenda indicano le diverse accelerazioni del suolo (http://esse1-gis.mi.ingv.it). Nella mappa sono indicate (in rosso) le aree considerate per l’analisi della disaggregazione.

Nella mappa interattiva di pericolosità sismica per la zona di Civitaquana (Fig. 14) sono state indicate le aree considerate per l’analisi della disaggregazione del valore ag con probabilità di

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) eccedenza del 10% in 50 anni; in particolare, Area N (Fig. 15) e Area S (Fig. 16). Nell’analisi di disaggregazione si osservano i contributi delle possibili coppie di valori di magnitudo-distanza, ottenendo, inoltre, i valori medi di Magnitudo, Distanza ed Epsilon.

Fig. 15 - Analisi di disaggregazione del valore ag con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni relativa all’Area N (http://esse1-gis.mi.ingv.it).

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Fig. 16 - Analisi di disaggregazione del valore ag con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni relativa all’Area S (http://esse1-gis.mi.ingv.it).

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3. ASSETTO GEOLOGICO E ASSETTO GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

Nel seguente capitolo sono illustrate, sia da un punto di vista generale ma soprattutto con riferimento alle aree di studio della presente MZS, le principali caratteristiche geologiche e geomorfologiche del territorio comunale di Civitaquana.

3.1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO L’abitato di Civitaquana ricade nel settore di fascia pedemontana periadriatica abruzzese, compreso tra il mondo carbonatico del Massiccio del Gran Sasso e quello arenaceo-argilloso dei depositi di avanfossa mio-pleistocenici. Dal punto di vista geologico generale, i rilievi della fascia pedemontana sono impostati su litotipi terrigeni essenzialmente arenaceo-pelitici e pelitico-arenacei, con intercalazioni di orizzonti conglomeratici riferibili al bacino periadriatico (CENTAMORE et alii, 1992; FARABOLLINI,

1995; D’ALESSANDRO et alii, 2003). Questi hanno età riferibile all’intervallo che va dal Miocene superiore al Pleistocene inferiore e rappresentano il riempimento di bacini di avanfossa e di piggy-back e depositi emipelagici che chiudono la sedimentazione marina nel Pleistocene inferiore con una sequenza regressiva di litotipi argillosi, sabbiosi e conglomeratici (ORI et alii,

1991; BIGI et alii, 1995; CANTALAMESSA & DI CELMA, 2004). L’area di studio è caratterizzata dai sedimenti appartenenti al bacino del Cellino, ovvero alla Formazione del Cellino, i cui depositi affiorano estesamente dal F. Vomano al F. Pescara; nelle aree più orientali tali depositi sono sepolti sotto i sedimenti del ciclo plio-pleistocenico, mentre nel settore più occidentale sono, in parte, tettonicamente ricoperti dalla Formazione della Laga (Centamore et alii, 1991) (Fig. 17). La successione della Formazione del Cellino (Fig. 18), è caratterizzata da tre membri principali:  il membro basale, avente uno spessore massimo di 700m, costituito da facies arenacee, corrispondente ad un periodo di sovralimentazione torbiditica all’inizio della fase di avanfossa;  il membro medio, caratterizzato da depositi pelitico-arenacei, che passano superiormente a peliti a cui si intercalano, a varie altezze stratigrafiche, orizzonti arenaceo-pelitici di lobo, tra i più caratteristici per spessore e continuità si può citare quello di Appignano;

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 il membro superiore rappresentato da peliti emipelagiche entro le quali si rinviene un secondo orizzonte arenaceo (corpo di Montefino) dello spessore di circa 200-250m, che rappresenta, da esplorazioni di sottosuolo, il colmamento di un depocentro più orientale (Centamore et alii, 1992; Casnedi et alii, 1984)

Fig. 17 – Schema dei bacini di avanfossa, con ubicazione delle sezione geologiche (Centamore et alii, 1992). In rosso è indicata l’area di studio.

L’evoluzione tettonica dell’intero bacino periadriatico è andata delineandosi alla fine del Pliocene inferiore, durante la fase terminale della strutturazione della catena appenninica, dove il bacino sedimentario viene colmato prevalentemente da sedimenti terrigeni a grana fine, discordanti con i terreni che formano lo scheletro della catena stessa. In seguito al rapido

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) innalzamento della catena, ed al forte accumulo di sedimenti sulla piattaforma, si generano frane, con conseguente formazione delle torbiditi.

Fig. 18 – Schema dei rapporti stratigrafici lungo la sezione Cugnoli del Bacino del Cellino (Centamore et alii, 1992). La sezione geologica ricade all’interno del rettangolo in rosso della figura precedente.

Le formazioni torbiditiche sono troncate al tetto da un’importante fase di erosione legate alla trasgressione del Pliocene medio-superiore, periodo nel quale l’orogenesi appenninica raggiunge la massima intensità. L’intensa attività tettonica sin-sedimentaria plio-quaternaria, manifestatasi contemporaneamente a variazioni climatiche ed eustatiche (CANTALAMESSA et alii,

1993; Ori et alii, 1991; FARABOLLINI & NISIO, 1997; BIGI et alii, 1997), ha fortemente condizionato la sedimentazione del bacino stesso e prodotto delle differenziazioni sia in senso verticale che orizzontale, ed ha controllato l’assetto morfostrutturale del settore esaminato e l’andamento dell’attuale reticolo idrografico. Durante l’intervallo compreso tra il Pliocene superiore p.p. ed il Pleistocene inferiore il bacino è interessato da sedimentazione, con deposizione di argille intercalate da depositi caotici

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) grossolani. Le deformazioni tettoniche instauratesi alla fine del Pleistocene inferiore, inducono il bacino sedimentario ad una forte subsidenza, e portano tutta la fascia periadriatica marchigiano-abruzzese ad emergere definitivamente, per effetto di un fenomeno di sollevamento generalizzato che ha interessato la catena appenninica (BIGI et alii, 1995). Questa emersione tronca l’attività della sedimentazione marina del bacino stesso, con deposizione di sedimenti via via più grossolani, che rappresentano il ciclo di chiusura marino. Si sono formate così dorsali e depressioni trasversali, separate da gradinate di faglie normali di modesto rigetto (Bigi et alii, 1995). Con l’attenuarsi delle deformazioni tettoniche, si verifica una forte subsidenza del bacino sedimentario, che permette il verificarsi del progressivo riempimento dello stesso (DEMANGEOT, 1965; DRAMIS, 1992). Con il Pleistocene inferiore si iniziano ad instaurare ambienti continentali portando alla deposizione di ghiaie ed arenarie appartenenti ad ambiente di transizione e riferibili principalmente ad ambienti fluviale e di conoide alluvionale, a depositi di versante, a deposito travertinosi ed ambienti glaciali. I depositi fluviali e di conoide sono organizzati in terrazzi di diversi ordini (BONARELLI, 1932; CASTIGLIONI, 1935; DEMANGEOT, 1965; NESCI et alii, 1991; NESCI &

SAVELLI, 2003; FARABOLLINI, 1995). La geologia di superficie del territorio comunale di Civitaquana è, ad oggi, sintetizzata nella nuova cartografia geologica del Progetto CARG, Foglio Geologico 360 “Torre dé Passeri” in scala 1:50.000 (Fig. 19) e nella Carta Geologica dei bacini della Laga e del Cellino e dei rilievi carbonatici circostanti, in scala 1:100.000 (Centamore et alii, 1991; Fig. 20), di cui si riportano degli stralci nelle figure di seguito. In particolare, l’area di studio è compresa nel Foglio Geologico 360 “Torre dé Passeri” (ISPRA, 2005) è rappresentata da alternanze pelitico-arenacee e pelitico-siltose in strati medi e spessi, intercalate a peliti ed argille marnose e con sporadici orizzonti arenaceo-pelitici in strati spessi (CEN); sono presenti strati spessi arenaceo-pelitici a geometria tabulare intercalati a strati medi e sottili in facies pelitico-arenacea (CENa). Alle suddette successioni marine si individuano, inoltre, i depositi continentali quaternari. Si hanno i depositi prevalentemente ciottoloso- sabbiosi alternati a depositi detritici di versante anche molto grossolani (AP); i depositi prevalentemente ghiaioso-sabbiosi e sabbioso-siltosi alterati da suoli fersialici (ACT); depositi ghiaioso-sabbiosi e sabbioso-siltosi, a luoghi con abbondante frazione piroclastica (AVM), ed infine i depositi alluvionali ciottoloso-sabbiosi e subordinatamente sabbioso limosi (olo), Fig. 19.

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Nella Carta Geologica dei bacini della Laga e del Cellino e dei rilievi carbonatici circostanti, in scala 1:100.000 (Centamore et alii, 1991), si riportano alternanze di marne e arenarie torbiditiche in strati sottili in facies D2 e D3 con intercalazioni sporadiche di strati arenacei isolati di notevole spessore (fino ad 8m) in facies C2 e D1 (3); alternanze di marne emipelagiche e torbiditi siltose in strati sottili, in facies prevalente G e D3 (6), ed infine i depositi continentali quaternari prevalentemente ghiaioso-sabbiosi (1), Fig. 20.

Fig. 19 - Stralcio del Foglio Geologico 360 “Torre dé Passeri” della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 (2005), Progetto CARG.

Fig. 20 – Stralcio della Carta Geologica dei bacini della Laga e del Cellino e dei rilievi carbonatici circostanti, in scala 1:100.000 (Centamore et alii, 1991). 25

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3.1.1. GEOLOGIA DELL’AREA Per la realizzazione dello studio è stato eseguito un rilevamento geologico-geomorfologico di dettaglio, al fine di individuare le litologie principali ed il relativo assetto tettonico dell’area (per la redazione della cartografia si è fatto riferimento alle “Linee Guida Regionali” per gli studi di MS1). I dati di terreno, sono stati analizzati con quelli presenti in bibliografia, nella cartografia regionale e successivamente confrontati con le stratigrafie di sondaggio. L’integrazione di tutti i dati raccolti ed analizzati hanno portato alla realizzazione della “Carta Geologico-Tecnica”, in scala 1:5.000. Il territorio di Civitaquana è caratterizzato dalla presenza di rocce sedimentarie marine, depositatesi nel Pliocene inferiore, e da rocce continentali quaternarie, depositatesi dal Pleistocene all’Olocene. Tali depositi rilevati appartengono alle “Unità Geologiche Marine” (di seguito U.G.M.) e alle “Unità Geologiche Continentali” (di seguito U.G.C.). Le unità geologiche individuate possono essere così suddivise: 1. Unità Geologiche Marine (U.G.M.): - Depositi pelitico-arenacei (CEN).

2. Unità Geologiche Continentali (U.G.C.): - Depositi alluvionali terrazzati (atn); - Coltre eluvio-colluviale (col); - Depositi alluvionali (all); - Depositi antropici (ant).

Le unità geologiche individuate, sono descritte in modo dettagliato nelle pagine seguenti, a partire da quelle più antiche alle più recenti.

U.G.M. – Depositi pelitico-arenacei (CEN) Depositi costituiti dall’alternanza di limi sabbiosi avana, a consistenza marnosa, e limi argillosi e/o argilloso-marnosi di colore avana o grigio, da molto consistenti a consistenza marnosa, con livelli millimetrici e/o screziature di sabbie fini ocra (Fig. 21). Con la profondità, aumenta la componente marnosa passando a limi argilloso-marnosi, argille marnose e marne di colore grigio, di alta consistenza, con interstratificazioni di livelletti arenaceo-siltosi e straterelli di sabbie fini ocra. Questa formazione è ricoperta, in maniera quasi ubiquitaria, da colluvi dovuti al disfacimento, ad opera degli agenti esogeni, della frazione pelitica che la compone. 26

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Lo spessore complessivo non è determinabile, poiché la base non è mai in affioramento. In letteratura lo spessore medio è di circa 900m. Sono riferibili all’orizzonte pelitico-arenaceo della Formazione Cellino – CEN (ISPRA, 2005). A varie altezze stratigrafiche, si intercalano arenarie in bancate o strati di notevole spessore, di colore giallo avana e mediamente competenti, riferibili all’orizzonte arenaceo-pelitico della Formazione Cellino – CENa (ISPRA, 2005). Tali depositi si presentano in affioramento in strati di dimensioni metriche e costituiscono principalmente il settore SE dell’abitato di Civitaquana, ed affiorano a tratti nel versante sud di Colle Scurcola (Fig. 22). L’età attribuita dagli Autori a questa sequenza è Pliocene inferiore.

Fig. 21 - Civitaquana, località Fornaci (350 m s.l.m.): affioramento dell’alternanza dei limi sabbiosi avana e limi argillosi di colore grigio, appartenenti ai depositi pelitico-arenacei (foto scattata poco ad est della macroarea 1).

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W E

Fig. 22 - Civitaquana, località Colle Scurcola (485 m s.l.m.): particolare rappresentativo delle bancate di arenarie di colore avana, appartenenti all’intercalazioni arenacee dei depositi pelitico- arenacei (CENa).

U.G.C. – Depositi alluvionali terrazzati (atn) Depositi alluvionali terrazzati riferibili a diversi ordini di terrazzo (da at1 ad at4) e alla sola area di rilevamento. Sono distinti in: - at1-at2: Depositi contraddistinti da ghiaie eterometriche medio-fini, debolmente cementate, con clasti eterogenei (calcarei e arenacei), eterometrici (con dimensioni variabili dal millimetro al centimetro), sub-angolari e sub-arrotondati, immersi in matrice sabbioso-limosa di colore avana o marrone scuro. Talora divengono prevalenti alternanze di sabbie limose, limi con sabbie e limi argilloso-sabbiosi di colore marrone (Fig. 23); - at3-at4: Depositi contraddistinti da ghiaie eterometriche medio-fini, sciolte, con clasti eterogenei (calcarei e arenacei), con stratificazione piano parallela e clasti da millimetrici a centimetrici, sub-arrotondati, immersi in matrice limoso-sabbiosa di colore avana. Talora divengono prevalenti alternanze di limi argillosi e/o argilloso-sabbiosi di colore nocciola, con clasti calcarei di dimensioni da millimetriche a centimetriche e livelli sabbiosi millimetrici. Lo spessore di tali depositi è plurimetrico (variabile in un intervallo di 5-20 m); l’età è attribuibile al Pleistocene medio - Pleistocene superiore (Fig. 24). Tali depositi costituiscono l’abitato di Civitaquana e la porzione orientale fino al T. Nora. 28

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Fig. 23 - Civitaquana, lungo Via Roma (530 m s.l.m.): deposito costituito da ghiaie e conglomerati eterometrici al cui interno sono visibili concrezioni carbonatiche immersi in matrice sabbioso-limosa di colore avana riferibili ai depositi terrazzati at1.

Fig. 24 – Civitaquana, S.S. 602 al Km 16,5 (520m s.l.m.) - deposito costituito da ghiaie eterometriche, sciolte, con clasti eterogenei (calcarei e arenacei), da millimetrici a centimetrici, sub-arrotondati, immersi in matrice limoso- sabbiosa di colore avana-marrone. Sono riferibili ai depositi terrazzati at3. 29

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U.G.C. – Depositi eluvio-colluviali (col) Depositi costituiti da limi sabbiosi e limi argillosi con intervalli centimetrici di sabbie fini ocracee e noduli millimetrici calcitici decalcificati, di colore grigio-avana, con clasti centimetrici, prevalentemente calcarei, arrotondati e dispersi nella frazione più fine (Fig. 25). La struttura interna è caotica o con accenni di stratificazione mal definita e discontinua. Costituiscono il prodotto dell’alterazione dei depositi pelitico-sabbiosi della successione marina. Lo spessore di tali depositi non è facilmente definibile attraverso il rilevamento di campagna; tuttavia attraverso l’utilizzo dei sondaggi pregressi rintracciati (Carta Indagini – tavola f.t.), anche se non ugualmente distribuiti sul territorio comunale, è stato stimato uno spessore variabile in un intervallo di 3-6 m. Olocene.

W E

col

CEN

Fig. 25 – Località Scarpara, (420m s.l.m.) – panoramica del passaggio tra coltre eluvio-colluviale (col, in alto) ed i depositi pelitico-arenacei (CEN, in basso) lungo il taglio stradale. Si osserva l’aumento dello spessore della coltre procedendo verso destra (ovvero verso est) nella foto.

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U.G.C. – Depositi alluvionali (all) Depositi alluvionali caratterizzati da materiale ciottoloso-sabbioso, e subordinatamente sabbioso-limoso, definiti da ghiaie sciolte a clasti eterometrici, di natura calcarea, da sub- angolosi ad arrotondati; si intercalano, e talora divengono prevalenti, sabbie e limi (Fig. 26). Lo spessore è metrico (variabile da un minimo di 3m ad un massimo di circa 10m) e si rilevano nella piana alluvionale del T. Nora. L’età è Olocene.

Fig. 26 – Località Rigo, piana alluvionale del T. Nora (220 m s.l.m.): particolare dei sedimenti ciottoloso-sabbiosi e delle sabbie e limi alluvionali attuali presenti nell’alveo del T. Nora.

U.G.C. – Depositi antropici (ant) Riporto antropico definito da depositi di varia natura in matrice limoso-sabbiosa e/o argillosa di colore marrone. I suddetti si rilevano esclusivamente a nord di Civitaquana in prossimità di due cave antropiche (Fig. 27).

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NNW SSE

Fig. 27 – Località Bauglione (440m s.l.m.): panoramica del riporto antropico all’interno di una cava.

3.2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Dal punto di vista geomorfologico, l’area di studio ricade nel settore di fascia pedemontana abruzzese, il cui modellamento del territorio rappresenta il frutto dell’interazione tra diversi fattori e processi, i cui principali possono essere: la natura litostrutturale delle diverse successioni marine e continentali affioranti; i fenomeni di sollevamento generalizzato che hanno interessato l’area dopo l’emersione del Pleistocene inferiore; le variazioni climatiche ed eustatiche; il conseguente approfondimento del reticolo idrografico ed infine, l’intensa morfogenesi di versante (DEMANGEOT, 1965; D’ALESSANDRO et alii, 2003). La forma e la struttura del rilievo, insieme alle caratteristiche dell’idrografia e alla distribuzione dei processi geomorfologici, permettono di definire i principali elementi del rilievo in relazione ai fattori morfogenetici che ne hanno determinato la genesi. I processi e i tipi di forme che caratterizzano l’area pedemontana sono essenzialmente costituiti da: forme strutturali, forme di versante dovute alla gravità e forme legate alle acque correnti superficiali. Per quanto riguarda le forme strutturali, esse sono prevalentemente dovute alla presenza di disomogeneità litologiche, in particolare riferibili a scarpate influenzate dalla struttura,

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) allineamenti di creste, superfici a influenza strutturale, oltre a forme di tipo cuestas e hog-back. Si individuano in particolare forme tipo cuesta, in corrispondenza di intercalazioni arenacee più resistenti all’interno delle successioni torbiditiche mio-plioceniche o forme tipo mesa, con la sommità pianeggiante caratterizzata dalla presenza di litologie resistenti all’erosione. In particolare, a rilievi tipo mesa sono riferibili le alture alla cui sommità affiorano i depositi sabbioso-conglomeratici della parte alta della successione plio-pleistocenica (CASTIGLIONI, 1935).

Altri rilievi tipo mesa sono caratterizzati, alla sommità, da piastroni di travertino (D’ALESSANDRO et alii, 2003c). Meno evidenti sono le forme legate direttamente all’azione della tettonica, come espressione superficiale dei movimenti delle faglie, che si individuano essenzialmente nelle caratteristiche e nella geometria del reticolo idrografico (FARABOLLINI et alii, 2004). Le forme dovute alla gravità sono riferibili soprattutto a frane, di diversa tipologia, a movimenti lenti di versante e a falde di detrito. Le frane interessano principalmente i versanti più acclivi delle valli fluviali, dove sono diffuse le frane di scorrimento e le colate, con tipologie che spesso coinvolgono aree differenti della stessa frana, dando luogo a forme complesse. Dove i fenomeni franosi arrivano a coinvolgere le litologie sabbioso-conglomeratiche al tetto della successione plio-pleistocenica o, in alcuni casi, i litotipi ghiaiosi riferibili ai terrazzi fluviali, si hanno frane complesse, costituite da ribaltamenti, crolli, scorrimenti e colamenti. I movimenti lenti di versante hanno una grande diffusione in tutta la fascia periadriatica, e interessano in modo particolare le coltri eluvio-colluviali e i litotipi argillosi. Le falde di detrito sono meno rappresentate rispetto alle frane e ai movimenti lenti di versante, e caratterizzano la base dei versanti di alcuni rilievi impostati su litologie conglomeratico-sabbiose, sia quelle che caratterizzano la parte basale della successione plio-pleistocenica, sia quelle che caratterizzano il tetto di tale successione. Sono presenti, in alcuni casi, alla base delle scarpate di terrazzi fluviali e alla base dei versanti di quei rilievi la cui sommità è caratterizzata da depositi di travertino (D’ALESSANDRO et alii, 2003a; Progetto PAI Regione Abruzzo 2005; Progetto IFFI Regione Abruzzo, APAT 2005). Tra le forme legate alle acque correnti superficiali, gli elementi geomorfologici che più marcatamente caratterizzano la fascia pedemontana adriatica sono sicuramente i terrazzi alluvionali che, come accennato nel paragrafo precedente, si riconoscono in diversi ordini (generalmente quattro) nelle valli dei principali corsi d’acqua. Pure importanti sono le forme riferibili a conoidi alluvionali, a volte di grande estensione, presenti nelle aree di raccordo tra le

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valli fluviali e le dorsali più esterne della catena (FARABOLLINI, 1995; D’ALESSANDRO et alii, 2008;

DELLA SETA et alii, 2008). Le principali forme dovute alle acque correnti superficiali, di natura erosiva, sono i calanchi, i solchi di ruscellamento concentrato e le aree a ruscellamento diffuso. I calanchi, in particolare, caratterizzano tutto il settore pedemontano e interessano le aree di affioramento dei litotipi argillosi e argilloso-sabbiosi. Prevalgono dove vi sono acclività e energie di rilievo maggiori e la loro distribuzione dipende dall’assetto litostrutturale del substrato, dall’esposizione dei versanti, dalla copertura vegetale e più in generale dall’evoluzione geomorfologica recente. Dove le acclività sono meno accentuate e le condizioni litostrutturali e di esposizione non favorevoli, prevalgono fenomeni di ruscellamento concentrato e diffuso, capaci comunque di determinare importanti fenomeni di degradazione e perdita di suoli.

3.2.1. GEOMORFOLOGIA DELL’AREA La porzione di territorio comunale di Civitaquana oggetto del presente studio di MZS – livello 1 è contraddistinta da una morfologia prevalentemente sub-pianeggiante, immergente verso i settori nord-orientali nel settore centrale, mentre è caratterizzato da versanti acclivi nel settore meridionale e settentrionale. Quest’ultima peculiarità è dovuta sia alle caratteristiche litologiche, ma soprattutto all’azione incisiva dell’idrografia presente. Dal punto di vista geomorfologico le principali forme che modellano il territorio, desunte anche dalla Carta Geomorfologica del PAI, oggetto dello studio sono riconducibili a:  forme di versante legate alla gravità (Instabilità di versante Lineari ed Areali);  forme fluviali (Forme di superficie lineari - orlo di terrazzo fluviale);  forme di origine complessa (Forme di superficie lineari - orlo di scarpata morfologica);  forme antropiche (Forme di superficie lineari - orlo di scarpata morfologica e Forme Sepolte puntuali – Cavità isolata); .

Forme e depositi di versante dovute alla gravità Sono state rappresentate in termini di forme e di depositi. Tra le prime, si individuano orli di scarpata di degradazione e/o di frana (rappresentate in cartografia come “Instabilità di Versante Lineari” come indicato nelle Linee Guida della Regione Abruzzo), a diverso stato di attività, legati principalmente ai depositi di versante dovute alla gravità sia in termini di forme che di relativo stato di attività. In alcuni questa diretta connessione non è riscontrabile. Tali

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) forme sono presenti principalmente nella parte alta dei versanti vallivi acclivi e nel settore del capoluogo bordano quasi tutto il versante meridionale. Tra i depositi di frana presenti sul territorio quelli più rappresentati sono i corpi di frana di colamento, i corpi di frana di scorrimento rotazionale, attivi e quiescenti, e i corpi di frana di scorrimento traslativo, quiescenti e non attivo. Tali corpi di frana si estendono su tutto il territorio comunale di Civitaquana e principalmente sui versanti aventi pendenze maggiori, posti in destra idrografica del T. Nora ed interessano sia le coltri eluvio-colluviali che il substrato pelitico-arenaceo (Fig. 28). Un corpo di frana di scorrimento rotazionale attivo, interessa una piccola porzione occidentale del centro storico, su quest’ultimo recentemente si è effettuato un intervento di mitigazione del rischio. Non ci sono altri importanti fenomeni franosi che interessano direttamente il centro urbano.

NW SE

Fig. 28 – Loc. Colle Vertieri, porzione SW di Civitaquana (circa 525 m s.l.m.): panoramica del versante dell’abitato di Civitaquana che risulta avere un andamento irregolare dovuto alla presenza di diverse tipologie di fenomeni franosi.

L’intero territorio comunale è interessato, inoltre, da deformazioni superficiali lente attive e quiescenti soprattutto sulle litologie argillose appartenenti ai Depositi pelitico-arenacei. In particolare sono presenti lungo il versante su cui sorge l’abitato di Civitaquana e in prossimità dei versanti che costeggiano i fossi principali che ricadono nell’area di studio. I fenomeni illustrati non interessano direttamente le infrastrutture antropiche principali, come le vie di comunicazione principali (quale, ad es., la strada provinciale n. 39) o centri abitai, bensì interessano strade secondarie o nuclei di edificazione diffusa. Tra le altre forme

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) geomorfologiche presenti sul territorio si possono citare quelle calanchive, presenti prevalentemente nel settore meridionale dell’area di studio.

Forme fluviali Le forme fluviali legate all’azione delle acque correnti superficiali rappresentano le forme più importanti presenti nelle aree di interesse (rappresentate in cartografia come “Forme di superficie lineari” come indicato nelle Linee Guida della Regione Abruzzo), sono legate alla presenza di diversi corsi fluviali, sia principali che secondari, come il T. Schiavone e il T. Nora, ubicati nella porzione più NW dell’area di studio, e i fossi Galluccio e Bonanno, posti rispettivamente a N ed a SW del centro abitato di Civitaquana. L’azione erosiva delle acque è evidenziata dall’approfondimento dell’alveo dei torrenti principali (T. Nora e Cigno) e dei loro affluenti. Tra le altre forme di erosione si rilevano orli di scarpata fluviali (evidenti nel settore centrale in corrispondenza del T. Nora) e orli di scarpata di terrazzo (

Fig. 29) .

NW SE

Fig. 29 – Località Massera Mazzetta, settore meridionale di Colle Freddo (circa 290 m s.l.m.): panoramica della scarpata fluviale con h>20m del T. Nora dove si osservano, in affioramento, le litologie pelitiche al di sotto di uno spessore di depositi conglomeratici.

Queste forme sono visibili in campagna come scarpate aventi altezze variabili, principalmente h<10 m, ma anche h=10-20m ed alcune con h>20m sia in prossimità dei fossi citati che, soprattutto, a delimitare la piana attuale ed i depositi terrazzati.

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Forme di origine complessa Con il termine di forma poligenica complessa si fa riferimento ad elementi la cui genesi è legata alla combinazione di più fattori agenti probabilmente in tempi successivi (rappresentate in cartografia come “Forme di superficie lineari” come indicato nelle Linee Guida della Regione Abruzzo);. All’interno del territorio comunale di Civitaquana sono state riconosciute come forme di origine complessa orli di scarpata poligenica aventi altezze variabili, principalmente h<10 m, e si rilevano in misura maggiore nella macroarea 1.

Forme antropiche Rientrano in questa categoria tutte quelle opere presenti sul territorio che hanno avuto come agente modificatore l’intervento umano (rappresentate in cartografia come Forme di superficie lineari - orlo di scarpata morfologica e Forme Sepolte puntuali – Cavità isolata). Tra di esse, quelle prese in esame nell’area di studio sono rappresentate principalmente da orli di scarpata antropica localizzate a ridosso di rilevati stradali e/o edifici e due cave in prossimità della porzione N di Civitaquana Capoluogo. Infine, un ulteriore elemento antropico è rappresentato da una cavità antropica aventi dimensioni ridotte (Fig. 30).

Fig. 30 - Contrada Piano Scarpara, a NE di Civitaquana (455 m s.l.m.): cavità antropica Impostata su ghiaie e conglomerati eterometrici riferibili a depositi alluvionali terrazzati (atn).

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4. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI (PARTICOLARE RIGUARDO AI DATI DESUNTI DALLA CARTA DELLE FREQUENZE DI RISONANZA) Per l’area oggetto dello studio di MZS - Livello 1 sono state reperite sia indagini geognostiche che indagini geofisiche (Fig. 31); in particolare 30 indagini puntuali ed 8 indagini lineari, di cui, tra le puntuali: - 17 sondaggio a carotaggio continuo, all’interno dei quali sono stati prelevati campioni, realizzate prove D-H, effettuate prove SPT ed attrezzati con piezometro; - 3 prove penetrometriche statiche; - 1 prova penetrometrica leggera; e le lineari: - 4 profili sismici a rifrazione; - 2 sondaggi elettrici verticali; - 1 tomografia sismica; - 1 MASW.

Inoltre, sono state realizzate ex-novo 9 misure dei microtremori (ID_SPU 068013P22-P23-P24- P25-P26-P27-P28-P29-P30) attraverso la tecnica HVSR (Horizontal to Vertical Spectral Ratios).

Fig. 31 – Elenco indagini puntuali e lineari reperite e/o realizzate ex-novo nel comune di Civitaquana. 38

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4.1. DATI GEOTECNICI Per quanto riguarda i dati geotecnici, vengono di seguito descritte le indagini geognostiche prese in considerazione nel territorio comunale. Partendo dell’area urbana di Civitaquana (Fig. 32) e procedendo da ovest verso est, si riportano le indagini individuate. Nella zona più occidentale sono stati individuati tre sondaggi a carotaggio continuo (ID_SPU 068013P13-P20- P21) all’interno del contro storico, che hanno raggiunto la profondità massima di 30m dal p.c. (in uno è stato realizzato un D-H, P-20, ed un altro è stato attrezzato con piezometro, P21). Nei pressi del cimitero sono state reperite diverse prove penetrometriche leggere, ma è stata riportata la più rappresentativa (ID_SPU 068013P11) effettuate fino ad una profondità massima di 6m dal p.c. In località Piano di Quinto, sono state considerate tre prove penetrometriche statiche con punta meccanica (ID_SPU 068013P17, P18 e P19), che hanno raggiunto la profondità massima di 7.80m dal p.c. Altre indagini significative sono state raccolte in località Colle Scurcola, ed in particolare due sondaggi a carotaggio continuo (ID_SPU 068013P3 e P4), che hanno raggiunto la profondità massima di 30m dal p.c. ed all’interno dei quali sono stati prelevati dei campioni, successivamente analizzati in laboratorio. Infine, sempre nei pressi di Colle Scurcola, è stato realizzato un pozzo per idrocarburi (ID_SPU 068013P6), che ha raggiunto la profondità massima di circa 1.700m dal p.c. Nell’area della Zona Industriale (Fig. 33), in località Piano Selva, sono stati recuperati tre sondaggi a carotaggio continuo (ID_SPU 068013P8-P9-P10) che hanno raggiunto la profondità massima di 20m dal p.c., all’interno dei quali sono state effettuate delle prove SPT in foro ed attrezzati con piezometro. Nell’area della località Ginestra (Fig. 34), ed in particolare in corrispondenza del toponimo Colle Freddo, è stato reperito un sondaggio a carotaggio continuo (ID_SPU 068013P5) che ha raggiunto la profondità massima di 30m dal p.c.; all’interno del foro sono state realizzate delle prove SPT, è stato prelevato un campione ed attrezzato con piezometro.

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Fig. 32 – Indagini ricadenti nel nucleo abitato di Civitaquana, posto a S del territorio comunale, oggetto dello studio di MZS.

Legenda

Limite Comunale

Indagini Puntuali ÛÚÜÓ CPT

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Fig. 33 – Indagini ricadenti nella zona industriale/artigianale oggetto dello studio di MZS.

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Legenda

Limite Comunale

Indagini Puntuali ÛÚÜÓ CPT

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Fig. 34 – Indagini ricadenti in località Ginestra, a N del territorio comunale, oggetto dello studio di MZS.

Tutte le indagini puntuali individuate su tutto il territorio comunale sono di seguito elencate, dettagliando la profondità massima raggiunta e l’eventuale presenza della falda acquifera (Fig. 35).

Profondità’ Anno di Falda ID_Indagine Tipologia dal p.c. in m realizzazione dal p.c. in m 068031P1 Sondaggio geognostico 20 2007 - 068031P2 Sondaggio geognostico 20 2007 - 068031P3 Sondaggio geognostico 30 2009 - 068031P4 Sondaggio geognostico 30 2009 - 068031P5 Sondaggio geognostico 30 2009 - 068031P6 Sondaggio geognostico 1.719 1957 - 068031P7 Sondaggio geognostico 1.748 1957 - 068031P8 Sondaggio geognostico 20 2004 - 068031P9 Sondaggio geognostico 20 2004 15.60 068031P10 Sondaggio geognostico 20 2004 17.20 068031P11 Penetrometrica leggera 6 - - 068031P12 Sondaggio geognostico 12 2007 - 068031P13 Sondaggio geognostico 8 2007 - 068031P14 Sondaggio geognostico 10 2007 - 068031P15 Sondaggio geognostico 20 2010 -

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068031P16 Sondaggio geognostico 19 2003 - 068031P17 Penetrometrica Statica 4 2011 - 068031P18 Penetrometrica Statica 6,8 2011 - 068031P19 Penetrometrica Statica 7,8 2011 - 068031P20 Sondaggio geognostico 30 2011 - 068031P21 Sondaggio geognostico 20 2011 17.5

Fig. 35 – Tabella riassuntiva delle Indagini puntuali ricadenti sul territorio comunale di Civitaquana oggetto dello studio di MZS.

4.2. DATI GEOFISICI Per quello che concerne i dati geofisici, nel territorio comunale di Civitaquana sono state raccolte otto indagini lineari, appartenenti alle seguenti tipologie: - Profilo sismico a rifrazione (ID_LN 068013L2-L3-L4 ed L5) - Sondaggio elettrico verticale (ID_LN 068013L6 ed L7); - Tomografia sismica (ID_LN 068013L1); - MASW (ID_LN 068013L8);

Inoltre, per la corretta definizione e delimitazione delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (M.O.P.S.) sono state eseguite sette misure dei microtremori attraverso la tecnica HVSR (ID_SPU 068031P22-P23-P24-P25-P26-P27-P28-P29-P30). Tali analisi sono state effettuate al fine di mettere in luce fenomeni di risonanza sismica e di stimare le frequenze alle quali il moto del terreno può essere amplificato. Inoltre, il metodo consente di valutare qualitativamente l’entità dell’amplificazione e fornire stime di massima circa la profondità del contrasto di impedenza che causa la risonanza sismica. Le misure dei microtremori, effettuate ex-novo con tecnica H/V sulle aree del territorio di Civitaquana, sono di seguito riportate: - n. 5 misure H/V – nell’area del Capoluogo - n. 3 misure H/V – nell’area della Zona Industriale/Artigianale - n. 1 misura H/V – nell’area della Località Ginestra

Secondo quanto riportate nelle “Linee Guida Regionali” le misure sono state eseguite in modo da averne almeno una di buona qualità per ciascuna microzona, ricadenti comunque all’interno del perimetro dell’edificato/edificabile indicato dall’amministrazione comunale.

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Le condizioni ambientali durante la fase di acquisizione delle misure effettuate, per il presente studio, erano buone per cui non ci sono state delle influenze per l’elaborazione delle curve finali. Solo la curva della misura 068031P26 risulta influenzata da rumore antropico. Le cinque misure effettuate nell’area del centro abitato di Civitaquana sono state distribuite su un allineamento circa est-ovest, ricadenti nelle aree di conservazione ed espansione edilizia individuate nel P.R.G. (Fig. 36). La prima misura 068031P22 (Fig. 37) è stata realizzata in località Rosati (poco ad ovest del centro abitato) in corrispondenza dei depositi pelitico-arenacei (appartenenti alle Unità Geologiche Marine); la seconda misura H/V, 068031P23 (Fig. 40), è stata realizzata nel settore orientale del centro abitato, in corrispondenza dei depositi alluvionali terrazzati (appartenenti alle Unità Geologiche Continentali); la terza misura, 068031P24 (Fig. 43), è stata effettuata in località Piano di Quinto sui depositi di coltre eluvio- colluviale (appartenenti alle Unità Geologiche Continentali); la quarta misura effettuata nell’area del Capoluogo è la 068031P25 (Fig. 46), realizzata nella parte più ad est dell’area sempre sui depositi alluvionali terrazzati (appartenenti alle Unità Geologiche Continentali). Infine, in prossimità di questi ultimi depositi è stata effettuata la quinta ed ultima misura, 068031P30 (Fig. 49), ubicata nella porzione NW del centro abitato di Civitaquana. Per ciascuna misura si riportano gli spettri medi delle singole componenti (Fig. 38, Fig. 41, Fig. 44, Fig. 47, Fig. 50) ed i criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali (Fig. 39, Fig. 42, Fig. 45, Fig. 48, Fig. 51).

Legenda

Limite Comunale

Indagini Puntuali ÛÚÜÓ CPT

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Indagini Lineari

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SR ! ! ! ! SR Fig. 36 - Stralcio della “Carta delle Indagini” con l’ubicazione delle misure H/V nell’area del Capoluogo (non in scala).

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Fig. 37 - Curva H/V, dell’indagine 068031P22, in cui si osservano valori di f0 5.71 ed A0 3.3.

Fig. 38 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P22, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 39 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P22.

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Fig. 40 - Curva H/V, dell’indagine 068031P23, in cui si osservano valori di f0 1.40 ed A0 2.2.

Fig. 41 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P23, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 42 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P23.

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Fig. 43 - Curva H/V, dell’indagine 068031P24, in cui si osservano valori di f0 3.30 ed A0 5.8.

Fig. 44 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P24, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 45 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P24.

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Fig. 46 - Curva H/V, dell’indagine 068031P25, in cui si osservano valori di f0 1.40 ed A0 3.6.

Fig. 47 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P25, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 48 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P25.

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Fig. 49 - Curva H/V, dell’indagine 068031P30, in cui si osservano valori di f0 7.93 ed A0 3.2.

Fig. 50 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P30, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 51 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P30.

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Misure ex-novo sono state effettuate anche per il settore dell’area Industriale, ed in particolare ne sono state realizzate tre: la 068031P26, 068031P27 e la 068031P29 (Fig. 52). La prima misura H/V, avente codice 068031P26 (Fig. 53), è stata realizzata nel settore più occidentale dell’area Industriale (poco a nord del centro abitato di Civitaquana) in corrispondenza di depositi alluvionali terrazzati; anche la seconda misura per quest’area, avente codice 068031P27 (Fig. 56), è stata realizzata sui depositi alluvionali terrazzati della località Piano Scarpare, settore orientale dell’area Industriale. Infine, la misura 068031P29 è stata effettuata nel settore centrale dell’area industriale, sempre in corrispondenza dei depositi alluvionali terrazzati (Fig. 59). Per ciascuna misura si riportano gli spettri medi delle singole componenti (Fig. 54, Fig. 57, Fig. 60) ed i criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali (Fig. 55, Fig. 58, Fig. 61).

Legenda

Limite Comunale

Indagini Puntuali ÛÚÜÓ CPT

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?rx SC

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SPT ?& SPT

Indagini Lineari

ERT ! ! ! ! ERT

MW ! ! ! ! MASW

SE V ! ! ! ! SEV

SR ! ! ! ! SR Fig. 52 - Stralcio della “Carta delle Indagini” con l’ubicazione delle misure H/V nell’area della Zona Industriale (non in scala).

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Fig. 53 - Curva H/V, dell’indagine 068031P26, in cui non è presente nessun picco, il grafico è disturbato da rumore antropico.

Fig. 54 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P26, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 55 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P26.

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Fig. 56 - Curva H/V, dell’indagine 068031P27, in cui si osservano valori di f0 19.35 ed A0 3.9.

Fig. 57 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P27, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 58 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P27.

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Fig. 59 - Curva H/V, dell’indagine 068031P29, in cui si osservano valori di f0 1.40 ed A0 2.0.

Fig. 60 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P29, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 61 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P29.

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Anche nella zona più a nord del territorio comunale, ricadente in sinistra idrografica del torrente Nora, è stata effettuata una misura di H/V, ed in particolare in località Ginestra (Fig. 62).

Legenda

Limite Comunale

Indagini Puntuali ÛÚÜÓ CPT

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Indagini Lineari

ERT ! ! ! ! ERT

MW ! ! ! ! MASW

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SR ! ! ! ! SR Fig. 62 - Stralcio della “Carta delle Indagini” con l’ubicazione della misura H/V nell’area della Località Ginestra (non in scala).

La misura, con codice 068031P28 (Fig. 63), è stata realizzata nei pressi del toponimo “Scuola” e ricadente sui depositi di coltre eluvio-colluviale (appartenenti alle Unità Geologiche Continentali). Di tale misura, si riportano gli spettri medi delle singole componenti (Fig. 64) ed i criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali (Fig. 65).

Fig. 63 - Curva H/V, dell’indagine 068031P28, in cui si osservano valori di f0 15.75 ed A0 7.4.

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Fig. 64 - Spettri medi delle singole componenti relativi all’indagine 068031P28, in cui le linee indicano le componenti spettrali orizzontali, NS (in verde) e EW (in blu), e la componente verticale, Z (in rosa).

Fig. 65 - Criteri proposti da SESAME (2004), così come integrati e rielaborati da Alberello et alii, (2011), per la valutazione della qualità delle misure degli H/V e della chiarezza dei picchi spettrali. Tali criteri sono relativi all’indagine 068031P28.

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5. MODELLO DEL SOTTOSUOLO Dall’analisi delle indagini sopra descritte e dai rilevamenti dettagliati di campagna, è possibile effettuare una ricostruzione del modello geologico il più coerente possibile con il territorio in esame. In linea generale, i principali terreni affioranti nell’area di studio corrispondono a depositi pelitico-arenacei con importanti intercalazioni arenacee, riferibili alla formazione marina plio-pleistocenica del Cellino con, al di sopra, le successioni quaternarie di origine continentale a cui appartengono i depositi ciottoloso-sabbiosi, ghiaiosi e colluviali. Per dettagliare in maniera specifica il modello geologico del sottosuolo bisogna suddividere il territorio in più aree a cui sono associabili due modelli geologici del sottosuolo, ed in particolare le zone sono: - Settore sud e settore nord del territorio comunale; - Settore centrale del territorio comunale

Per le aree corrispondenti al settore più meridionale e quello settentrionale è possibile associare un modello geologico rappresentato da spessori variabili da 0m a circa 6m di coltre eluvio-colluviale composta principalmente da limi sabbiosi e limi argillosi con intervalli centimetrici di sabbie fini ocracee e noduli millimetrici calcitici, di colore grigio-avana, e con clasti eterometrici. Tale unità eluvio-colluviale deriva dalla degradazione in posto della formazione di base per effetto dei processi di alterazione e di degradazione causati dagli agenti atmosferici; la parte superiore (colluvio) si presenta molto caotica probabilmente dovuto anche a piccoli movimenti (creep) che si accentuano durante le stagioni invernali e primaverili. A seguire si riscontra la formazione eluviale che mantiene dove è riconoscibile la stratificazione e la struttura della formazione di base ma alcuni strati si presentano alterati per le condizioni idrogeologiche che si vengono ad instaurare all’interno della formazione. In generale l’alterazione ha prodotto quantità variabili di materiale a granulometrica fine o molto fine, pertanto la natura litologica è rappresentata da un’associazione da caotica a più o meno ordinata di terreni limosi e argillosi a vario tenore sabbioso. In virtù delle sue caratteristiche è possibile assimilarlo ad un comportamento di tipo coesivo, con media plasticità e consistenza e di norma molto sensibile all’acqua, in particolar modo nell’orizzonte superficiale. Su quest’ultimo, infatti, la presenza di acqua determina un brusco abbattimento della resistenza al taglio dando luogo a forme di instabilità gravitative in concomitanza di forti precipitazioni.

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Tali depositi ricoprono le litologie del substrato costituiti dall’alternanza di limi sabbiosi avana e limi argillosi e/o argilloso-marnosi di colore avana o grigio, passanti ad argille marnose grigie e marne di colore grigio. Nel complesso tali litotipi risultano molto consistenti. Di seguito si riportano le caratteristiche principali.

Angolo di attrito Coesione non drenata Prof. in m Litologia (φ) (Cu) Limo sabbioso e limo 0 - 6 argilloso di colore grigio- 22° – 26° 39.22 - 78.45 KPa avana, con possibile presenza di clasti Limi sabbiosi avana e limi argillosi e/o marnosi grigi 6 – > 50 26° – 28° 100 – 270 KPa passanti ad argille marnose di colore grigio

Per le aree corrispondenti al settore centrale il modello geologico associabile è rappresentato da depositi ghiaiosi in matrice sabbiosa con addensamento variabile. Presentano spessori variabili da un minimo di pochi metri a circa 20 m, in prossimità dei depositi alluvionali terrazzati (at1-at4); mentre spessori inferiori (circa 3-10 m) nei depositi alluvionali (all) della piana attuale del torrente Nora. Tali litologie costituiscono la parte superiore dei depositi arenaceo-pelitici del substrato sopra descritti. Di seguito si riportano le caratteristiche principali.

Angolo di attrito Coesione non drenata Prof. in m Litologia (φ) (Cu) 0 - 15 Ghiaie 32° – 37° 0 Limi sabbiosi avana e limi argillosi e/o marnosi grigi 15 – > 50 26° – 28° 100 – 270 KPa passanti ad argille marnose di colore grigio

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6. INTERPRETAZIONE E INCERTEZZE

Alla luce del presente lavoro di MZS - Livello 1 effettuato sul territorio comunale di Civitaquana, si possono mettere in evidenza alcune indeterminazioni per quanto riguarda la ricostruzione stratigrafica, legate ai limiti stratigrafici che, dal rilievo in campagna, non è stato possibile individuare con precisione, in quanto nella maggior parte dei casi obliterati da coltri eluvio- colluviali. Inoltre, questi ultimi presentano spessori a volte di incerta definizione perché non determinabili in maniera diretta e a causa dell’assenza di indagini, soprattutto dirette. Come descritto nel precedente paragrafo 4.1 “Dati Geotecnici” su tutto il territorio comunale sono stati reperiti 20 sondaggi a carotaggio continuo utili per la ricostruzione diretta della stratigrafia del sottosuolo (Carta delle Indagini; tavola f.t.) e del modello geologico significativo. Analizzando nello specifico, però, si può osservare che tutti i sondaggi elencati ricadono all’interno dell’area di Civitaquana centro. All’interno delle restanti aree non è stata individuata nessuna indagine diretta. Questa irregolare distribuzione delle indagini, mentre nel settore del capoluogo non comporta nessuna mancanza di informazioni, nelle altre, provoca una bassa risoluzione delle informazioni del sottosuolo (Carta delle Indagini; tavola f.t.). Si auspica che in futuro si possano acquisire nuovi dati soprattutto per definire in maniera dettagliata e puntuale sia gli spessori delle coperture sia il contatto tra i depositi alluvioni ed il substrato. Per questo, nella Carta delle Indagini (Tavola f.t.) sono state indicate delle aree ove si propone di effettuate ulteriori indagini sia di tipo diretto, al fine di determinare la corretta stratigrafia, sia indiretto ovvero indagini sismiche per la definizione della risposta sismica. In particolare le aree sono le seguenti (da nord verso sud):  Località Ginestra: indagini geognostiche e indagini sismiche;  Località Piano Scarpara: indagini geognostiche e indagini sismiche;  Località Colle Vertieri: indagini geognostiche e indagini sismiche;  Località Costa le Plaie: indagini geognostiche e indagini sismiche;

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7. METODOLOGIE DI ELABORAZIONE E RISULTATI

Per il completamento dello studio di MZS – Livello 1 del territorio di Civitaquana, sono state realizzate 7 misure di microtremori (attraverso la tecnica HVSR - Horizontal to Vertical Spectral Ratios) sulle macroaree individuate, utili ad una migliore definizione delle diverse microzone a comportamento sismico omogeneo. Il risultato finale della prova con tecnica HVSR è una curva sperimentale in cui è rappresentato il valore del rapporto fra le ampiezze spettrali medie delle vibrazioni ambientali in funzione delle frequenze di vibrazione (ALBARELLO & CASTELLARO, 2011). Quindi, la tecnica HVSR, principalmente, permette di valutare la presenza di fenomeni di risonanza sismica e consentire una stima della frequenza di vibrazione naturale del terreno presente in un determinato sito. Successive estrapolazioni secondarie, permettono una stima del parametro della Vs30 attraverso un processo di inversione del problema iniziale. Le condizioni alla base della tecnica sono: - una concentrazione del contenuto in frequenza localizzato maggiormente in quelle basse (tipicamente al di sotto dei 20 Hz); - assenza di sorgenti periodiche e/o con contenuto in alte frequenze; - le sorgenti di rumore sono uniformemente distribuite intorno alla stazione di registrazione.

Dal punto di vista operativo la prova viene realizzata come riportato successivamente. Si esegue una registrazione del rumore ambientale lungo tre direzioni ortogonali tra loro (x, y, z) con una singola stazione. Tale registrazione deve essere effettuata, secondo le indicazioni del Progetto SESAME (Site EffectS Assessment using AMbient Excitations, 2004), per una durata minima non inferiore ai 15 minuti. Si esegue un’operazione detta di windowing, in cui le tre tracce registrate vengono suddivise in finestre temporali di prefissata durata. Secondo le indicazioni del succitato Progetto SESAME tale dimensione, detta long period, deve essere almeno pari ai 20 secondi. Si ottiene così un insieme di finestre “long”, che sono sincronizzate fra le tracce. Queste finestre vengono filtrate in base a criteri che permettono di individuare l’eventuale presenza di transienti (disturbi temporanei con grandi contributi nelle frequenze alte) o di fenomeni di saturazione. Per ciascuna delle finestre rimanenti, quindi ritenute valide, viene valutato lo spettro di Fourier. Quest’ultimo viene sottoposto a tapering e/o lisciamento secondo una delle varie tecniche note in letteratura e ritenute all’uopo idonee. 58

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Successivamente si prendono in considerazione gli spettri delle finestre relative alle tracce orizzontali in coppia. Ovvero, ogni spettro di una finestra per esempio della direzione x, ha il suo corrispettivo per le finestre nella direzione y, vale a dire che sono relative a finestre temporali sincrone. Per ognuna di queste coppie viene eseguita una somma tra le componenti in frequenza secondo un determinato criterio che può essere, ad esempio, una semplice media aritmetica o una somma euclidea. Per ciascuna coppia di cui sopra, esiste lo spettro nella direzione verticale z, ovvero relativo alla finestra temporale sincrona a quelle della coppia. Ogni componente in frequenza di questo spettro viene usato come denominatore nel rapporto con quello della suddetta coppia. Questo permette quindi di ottenere il ricercato rapporto spettrale H/V per tutti gli intervalli temporali in cui viene suddivisa la registrazione durante l’operazione di windowing. Eseguendo per ciascuna frequenza di tali rapporti spettrali una media sulle varie finestre, si ottiene il rapporto spettrale H/V medio, la cui frequenza di picco (frequenza in cui è localizzato il massimo valore assunto dal rapporto medio stesso) rappresenta la deducibile stima della frequenza naturale di vibrazione del sito. Le indagini H/V effettuate su tutto il territorio interessato dallo studio sono state utili per caratterizzare la frequenza di risonanza del sottosuolo. Dall’analisi dei risultati, riportati nelle figure del capitolo “4.2 Dati geofisici”, si evince che i risultati ottenuti sono compatibili con le litologie rilevate e presenti sul territorio di Civitaquana. Sia gli spessori delle coltri che le relative velocità delle Vs stimate, secondo gli abachi bibliografici (Albarello & Castellaro, 2011), coincidono con le litologie individuate dai sondaggi diretti.

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8. ELABORATI CARTOGRAFICI

Per la realizzazione dello studio di MZS – Livello 1 sono state realizzate diverse carte tematiche, che hanno portato alla carta di sintesi delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica. Le diverse carte elaborate di seguito elencate, sono descritte nei successivi paragrafi, in particolare: - Carta delle Indagini, in scala 1:5.000 - Carta Geologico-Tecnica, in scala 1:5.000 - Carta delle MOPS e delle frequenze di risonanza, in scala 1:5.000 - Sezioni Geologiche rappresentative, in scala 1.5.000

Tutti gli elaborati, di seguito descritti, sono stati realizzati secondo gli standard indicati dalle commissioni sia regionali che nazionali, ed in particolare:  Linee Guida Regionali – Standard di rappresentazione cartografica e archiviazione informatica – Versione 1.2 di luglio 2012, redatte dal Gruppo di Lavoro Regionale per le Attività di Microzonazione Sismica;  Microzonazione Sismica - Standard di rappresentazione e archiviazione informatica – Versione 2.0 di giugno 2012, redatte dalla Commissione Tecnica per la Microzonazione Sismica del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.

8.1. CARTA DELLE INDAGINI Per la realizzazione di questo elaborato, la Carta delle Indagini, è stata effettuata una preliminare attività di ricerca sia presso Enti Pubblici che Privati; la maggior parte delle informazioni sono state reperite presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Civitaquana. Tutte le indagini geognostiche raccolte, sono state riportate ed ubicate sulla base cartografica CTR, in scala 1:5.000, attraverso le modalità indicate nel Capitolo 1 delle “Linee Guida Regionali”. I dati di riferimento delle indagini puntuali sono stati organizzati nella banca dati georeferenziata, fornita dal Comitato Tecnico della Regione, tramite l’utilizzo di sistemi G.I.S. Per la rappresentazione cartografica e la relativa archiviazione informatica sono stati seguiti gli Standard predisposti dalla “Commissione Tecnica per la Microzonazione Sismica” del D.P.C.N., versione 2.0 del giugno 2012. Nella carta sono state riportate 36 indagini (di cui 29 reperite da bibliografia e 7 effettuate durante il presente studio) ricadenti all’interno delle aree individuate per comprendere meglio l’assetto geologico del territorio.

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Tutte le indagini presenti all’interno della carta sono descritte nel Capitolo 5 della presente Relazione Illustrativa e riportate in allegato fuori testo. Nel dettaglio le indagini disponibili per il territorio in esame sono:  n° 15 Sondaggi a carotaggio continuo (di cui 6 attrezzati con tubo piezometrico ed uno con tubo Prova sismica in foro tipo Down-Hole);  n° 3 Prove penetrometriche statiche;  n° 1 Prove penetrometriche dinamica leggera;  n° 2 Pozzi per idrocarburi;  n° 7 Misure di Microtremori a stazione Singola (HVSR);  n° 4 Profili sismici a rifrazione;  n° 1 Prova MASW;  n° 1 Tomografia elettrica;  n° 2 Sondaggio elettrico verticale.

8.2. CARTA GEOLOGICO – TECNICA Per la realizzazione dello studio è stato eseguito un rilevamento geologico-geomorfologico di dettaglio, al fine di individuare le litologie principali ed il relativo assetto tettonico dell’area (anche per la redazione della cartografia geologico-tecnica si è fatto riferimento alle “Linee Guida Regionali” per gli studi di MS1). I dati di terreno sono stati analizzati con quelli presenti in bibliografia, nella cartografia regionale e successivamente confrontati con immagini aeree e stratigrafie di sondaggio. L’integrazione di tutti i dati raccolti ed analizzati hanno portato alla realizzazione della “Carta Geologico-Tecnica”, in scala 1:5.000. Nella carta sono riportate, principalmente, sia le informazioni “Geologiche” che quelle “Litotecniche”; le prime sono rappresentate mediante colori e le seconde con sovrassegni. Altre informazioni cartografate sono relative a elementi geomorfologici e idrogeologici. Il territorio di Civitaquana è caratterizzato dalla presenza di rocce sedimentarie marine, depositatesi nel Pliocene inferiore, e da rocce continentali quaternarie, depositatesi dal Pleistocene all’Olocene. Tali depositi rilevati appartengono alle “Unità Geologiche Marine” (di seguito U.G.M.) e alle “Unità Geologiche Continentali” (di seguito U.G.C.). Le unità geologiche individuate possono essere così suddivise:

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Unità Geologiche Marine (U.G.M.): - Depositi pelitico-arenacei (CEN).

Unità Geologiche Continentali (U.G.C.): - Depositi alluvionali terrazzati (atn); - Coltre eluvio-colluviale (col); - Depositi alluvionali (all); - Depositi antropici (ant).

Per ciascuna delle U.G. è stata assegnata una Unità Litotecnica (U.L.) di seguito indicata:  Substrato Geologico Non Rigido  Unità Litotecnica granulare cementata – C3: o C3 – Sabbie e arenarie deboli;  Unità Litotecnica coesiva sovraconsolidata - D: o D – Argille e limi.

 Terreni di Copertura  Unità litotecniche granulari non cementate o poco cementate - E: o E2 – Ghiaie; o E3 – Ghiaia-Sabbiosa; o E6 – Sabbia limosa e/o Sabbia argillosa.  Unità Litotecniche Coesive - F: o F3 – Limo-Argilloso;  Terreni contenenti resti ed attività antropica - G.

Di seguito, si riporta una breve descrizione per ciascuna delle U.G. e le rispettive U.L. a partire da quelle più vecchie alle più giovani. Per i dettagli si rimanda al paragrafo 3.1.1 (Geologia dell’area).

U.G.M. – Depositi pelitico-arenacei (CEN) Depositi costituiti dall’alternanza di limi sabbiosi avana, a consistenza marnosa, e limi argillosi e/o argilloso-marnosi di colore avana o grigio, da molto consistenti a consistenza marnosa, con livelli millimetrici e/o screziature di sabbie fini ocra. Con la profondità, aumenta la componente marnosa passando a limi argilloso-marnosi, argille marnose e marne di colore grigio, di alta consistenza, con interstratificazioni di livelletti arenaceo-siltosi e straterelli di sabbie fini ocra. Questa formazione è ricoperta, in maniera quasi ubiquitaria, da colluvi dovuti al disfacimento, ad opera degli agenti esogeni, della frazione pelitica che la compone. 62

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Lo spessore complessivo non è determinabile, poiché la base non è mai in affioramento. In letteratura lo spessore medio è di circa 900m. L’età attribuita dagli Autori a questa sequenza è Pliocene inferiore. Sono riferibili all’orizzonte pelitico-arenaceo della Formazione Cellino – CEN (ISPRA, 2005). Tali depositi costituiscono principalmente il settore S e SE dell’abitato di Civitaquana. Unità Litotecnica coesiva sovraconsolidata - D D – Argille e limi (CEN - D). A varia altezza stratigrafiche, si intercalano arenarie in bancate o strati di notevole spessore, di colore giallo avana, mediamente competenti e riferibili all’orizzonte arenaceo-pelitico della Formazione Cellino – CENa (ISPRA, 2005). L’età attribuita dagli Autori a questa sequenza è Pliocene inferiore. Tali depositi si presentano in affioramenti in strati di dimensioni metriche e costituiscono principalmente il settore SE dell’abitato di Civitaquana. Unità Litotecnica granulare cementata – C3 C3 – Sabbie cementate e arenarie deboli (CENa – C3).

U.G.C. – Depositi alluvionali terrazzati (atn) Depositi alluvionali terrazzati riferibili a diversi ordini di terrazzo (da at1 ad at4) e alla sola area di rilevamento. Sono distinti in: - at1-at2: Depositi contraddistinti da ghiaie eterometriche medio-fini, debolmente cementate, con clasti eterogenei (calcarei e arenacei), eterometrici (con dimensioni variabili dal millimetro al centimetro), sub-angolari e sub-arrotondati, immersi in matrice sabbioso-limosa di colore avana o marrone scuro. Talora divengono prevalenti alternanze di sabbie limose, limi con sabbie e limi argilloso-sabbiosi di colore marrone; - at3-at4: Depositi contraddistinti da ghiaie eterometriche medio-fini, sciolte, con clasti eterogenei (calcarei e arenacei), con stratificazione piano parallela e clasti da millimetrici a centimetrici, sub-arrotondati, immersi in matrice limoso-sabbiosa di colore avana. Talora divengono prevalenti alternanze di limi argillosi e/o argilloso-sabbiosi di colore nocciola, con clasti calcarei di dimensioni da millimetriche a centimetriche e livelli sabbiosi millimetrici. Lo spessore di tali depositi è plurimetrico (variabile in un intervallo di 5-20 m); l’età è attribuibile al Pleistocene medio - Pleistocene superiore. Tali depositi costituiscono l’abitato di Civitaquana e la porzione orientale fino al T. Nora.

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Unità Litotecnica Granulare non Cementata o poco cementata – E3 Ghiaia sabbiosa moderatamente addensata (at1/at2 - E3II) o sciolta (at3/at4 - E3II).

U.G.C. – Depositi eluvio-colluviali (col) Depositi costituiti da limi sabbiosi e limi argillosi con intervalli centimetrici di sabbie fini ocracee e noduli millimetrici calcitici decalcificati, di colore grigio-avana, con clasti centimetrici, prevalentemente calcarei, arrotondati e dispersi nella frazione più fine. La struttura interna è caotica o con accenni di stratificazione mal definita e discontinua. Costituiscono il prodotto dell’alterazione dei depositi pelitico-sabbiosi della successione marina. Lo spessore di tali depositi non è facilmente definibile attraverso il rilevamento di campagna; tuttavia attraverso l’utilizzo dei sondaggi pregressi rintracciati (Carta Indagini – tavola f.t.), anche se non ugualmente distribuiti sul territorio comunale, è stato stimato uno spessore variabile in un intervallo di 3-6 m. Olocene. Unità Litotecnica Granulare non Cementata o poco cementata – E6 Sabbia limosa e/o sabbia argillosa poco addensata (coll – E6III). Unità Litotecnica Coesiva – F3 Limo argilloso coesivo consistente (col – F3III).

U.G.C. – Depositi alluvionali (all) Depositi alluvionali caratterizzati da materiale ciottoloso-sabbioso, e subordinatamente sabbioso-limoso, definiti da ghiaie sciolte a clasti eterometrici, di natura calcarea, da sub- angolosi ad arrotondati; si intercalano, e talora divengono prevalenti, sabbie e limi. Lo spessore è metrico (variabile da un minimo di 3m ad un massimo di circa 10m) e si rilevano nella piana alluvionale del T. Nora. L’età è Olocene. Unità Litotecnica Granulare non Cementata o poco cementata – E2 Ghiaia sciolta (all – E2IV).

U.G.C. – Depositi antropici (atn) Riporto antropico definito da depositi di varia natura in matrice limoso-sabbiosa e/o argillosa di colore marrone. I suddetti si rilevano esclusivamente a nord di Civitaquana in prossimità di cave antropiche.

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Terreni contenenti resti ed attività antropica – G Terreni di origine antropica con diverso grado di addensamento (ant – G).

8.2.1. SEZIONI GEOLOGICHE Sulla base delle dati acquisiti tramite il rilevamento geologico-geomorfologico di dettaglio e attraverso le indagini dirette ed indirette, sono state realizzate tre sezioni geologico-tecniche rappresentative, opportunamente riportate nelle cartografie citate. In particolare:  Sezione Geologica I-I-I’’’ – Civitaquana;  Sezione Geologica II-II’-II’’ – Fosso Galluccio;  Sezione Geologica III-III’-III’’ – T. Nora.

Dall’osservazione sia della Sezione geologico-tecnica I-I’ – Civitaquana Paese che della Sezione geologico-tecnica II-II’ – Fosso Galluccio (Fig. 66 e Fig. 67) si rilevano le litologie prevalentemente pelitico-arenacee (appartenenti alle U.G.M. “Depositi pelitico-arenacei” – CEN, e alla U.L. Coesiva sovraconsolidata - D) sovrastate dai depositi di coltre eluvio-colluviale (appartenenti alla U.G. “Depositi di coltre eluvio-colluviali” - col, ed alla U.L . Coesiva – F3), dai depositi di frana, ed, infine, dai depositi alluvionali terrazzati (U.G. Depositi alluvionali terrazzati – atn, ed U.L. E3). Per quanto riguarda la Sezione geologico-tecnica II-II’ – T. Nora, l’assetto geologico delle litologie sono le medesime delle sezioni precedenti eccetto per i depositi alluvionali non terrazzati ma della piana attuale del T. Nora (Fig. 68).

Fig. 66 – Sezione geologico-tecnica I-I’-I’’ – Civitaquana Capoluogo (i colori fanno riferimento alla legenda della Carta Geologico-tecnica allegata; non in scala).

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Fig. 67 – Sezione geologico-tecnica II-II’-II’’ – Civitaquana Capoluogo (i colori fanno riferimento alla legenda della Carta Geologico-tecnica allegata; non in scala).

Fig. 68 – Sezione geologico-tecnica III-III’-III’’ – Civitaquana Capoluogo (i colori fanno riferimento alla legenda della Carta Geologico-tecnica allegata; non in scala).

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8.3. CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA E DELLE FREQUENZE

FONDAMENTALI DI VIBRAZIONE La Carta delle MOPS e delle Frequenze Fondamentali di Vibrazione rappresenta la sintesi di tutte le carte precedentemente descritte, a partire dalla Carta delle indagini, Carta Geologico- Tecnica, dalle sezioni geologiche rappresentative e l’analisi delle frequenze fondamentali di vibrazione. Per quanto riguarda l’aspetto delle MOPS, in tale elaborato il territorio comunale investigato è stato suddiviso in aree omogenee (microzone) dove è possibile prevedere l’occorrenza di diversi effetti superficiali indotti dall’azione sismica. In particolare sono state classificate in: - Zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, in cui sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto dell’assetto litostratigrafico e morfologico locale (superficiale e sepolto); codificate sulla base della successione litostratigrafica rappresentativa e/o sulla pendenza del rilievo (pendenze superiori ai 15°). Tali zone sono caratterizzate dall’affioramento di terreni di copertura o del substrato alterato o intensamente fratturato (es. Jv > 10- 15 con vs<800 m/sec). Gli spessori dei terreni di copertura sono superiori a 3 m; - Zone suscettibili di instabilità che comprendono aree in cui sono attesi effetti riconducibili a deformazioni permanenti del terreno e non sono esclusi fenomeni di amplificazione del moto.

Le cause di instabilità sono riconducibili, nell’area rilevata, alla presenza di Instabilità di versante legate a fenomeni franosi; mentre tra le forme di superficie si citano gli orli di scarpata morfologiche (con h = 10 – 20 m o h > 20 m).

Zone Stabili Suscettibili di Amplificazioni locali ZONA 1: è rappresentata da terreni di copertura con spessori inferiori a 3m (dunque non cartografabili) su un substrato coesivo sovraconsolidato stratificato con spessori maggiori di 50 m (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -), con velocità Vs<800m/s e valori di pendenze superiori a 15° (localmente si individuano delle piccole aree con pendenze <15° ma cautelativamente non inserite nella zona stabile). L’unità litotecnica di riferimento è D.

ZONA 2: è rappresentata da terreni di copertura con spessori inferiori a 3m (dunque non cartografabili) su un substrato granulare cementato (rappresentati dagli strati arenacei - CENa - intercalati all’interno dei depositi pelitico-arenacei - CEN -), con velocità Vs<800m/s e valori di pendenze superiori a 15° e con spessori varabili da un minimo di 5m a 10m su un substrato

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) coesivo sovraconsolidato stratificato (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -). L’unità litotecnica di riferimento è C3.

ZONA 3: è definita da terreni di copertura costituiti da ghiaia sabbiosa (rappresentati dai depositi alluvionali terrazzati - atn -) di spessore variabile da minimo 5m a circa 20m su un substrato coesivo sovraconsolidato stratificato (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -). L’unità litotecnica di riferimento è E3.

ZONA 4: è definita da terreni di copertura costituiti da ghiaie sciolte (rappresentati dai depositi alluvionali attuali - all -) di spessore variabile da minimo 3m a circa 10m su un substrato coesivo sovraconsolidato stratificato (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -). L’unità litotecnica di riferimento è E2.

ZONA 5: è indicata da terreni di copertura sabbioso-argillosi (rappresentato dai Depositi di coltre eluvio-colluviale – coll – e U.L. E6 o F3 e, localmente, dai depositi di riporto antropico – ant -) di spessori variabili da un minimo di 3m a circa 6m su substrato coesivo sovraconsolidato stratificato (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -).

ZONA 6: è rappresentata da terreni di copertura sabbioso-argillosi (rappresentato dai Depositi di coltre eluvio-colluviale – coll – e U.L. E6 o F3) di spessori variabili da un minimo di 3m a circa 5m su ghiaie sabbiose (rappresentato dai Depositi di alluvionali terrazzati - atn - e U.L. E3) di ugual spessore su substrato coesivo sovraconsolidato stratificato (rappresentati dai depositi pelitico-arenacei - CEN -).

Zone Suscettibili di Instabilità ZONA 7: aree interessate da fenomeni franosi attivi. ZONA 8: aree interessate da fenomeni franosi quiescenti. ZONA 9: aree interessate da fenomeni franosi non attivi.

Per quanto riguarda Frequenze Fondamentali di Vibrazione, all’interno dello stesso elaborato, sono state riportate le 7 misure delle vibrazioni ambientali (note come microtremori) realizzate ex-novo che permettono di analizzare la variazione di risposta sismica di uno specifico sito al variare delle condizioni lito-stratigrafiche. Le misure considerate fanno riferimento alla misura dei microtremori attraverso la tecnica Horizontal to Vertical Spectral Ratios (HVSR) che

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) consente di evidenziare i fenomeni di risonanza sismica e stimare le frequenze alle quali il moto del terreno può essere amplificato (nel caso specifico la frequenza fondamentale di risonanza del terreno, f0) e di valutare in maniera qualitativa l’entità dell’amplificazione (ampiezza del picco HVSR alla frequenza f0, A0) e di rappresentarli come in Fig. 69.

Fig. 69 – Legenda della Carta delle Frequenze di Vibrazione Fondamentali, come riportata nelle Linee Guida Regionali.

I valori di frequenza fondamentale (f0) e di ampiezza del picco H/V (A0) sono stati riportati all’interno della Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (tavola f.t.), insieme ai grafici di riferimento per ogni misura eseguita e di seguito sintetizzati.

FREQUENZA AMPIEZZA DEL PICCO INDAGINE FONDAMENTALE (f0) H/V (A0) 068031P22 5.71 3.3 068031P23 1.40 2.2 068031P24 3.30 5.8 068031P25 1.40 3.6 068031P26 nessun picco significativo - 068031P27 19.35 3.9 068031P28 15.75 7.4 068031P29 1.40 2.0 068031P30 7.93 3.2

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9. CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DEI DANNI DEGLI EVENTI PASSATI

Per la storia del centro abitato di Civitaquana, sono state reperite le principali informazioni direttamente dal sito ufficiale del comune (http://comune.civitaquana.pe.it) da cui si evince che le prime tracce di Civitaquana si hanno nell’anno 843, quando la sua quarta parte era in mano dei Benedettini di S. Angelo di Galbanico (presso Loreto) nella Contea di Penne. I ritrovamenti archeologici, per lo più occasionali, sembrano avvalorare le storie leggendarie che collocano, in questa zona, un’antichissima città romana, ricca di acque incanalate in imponenti opere idrauliche. Le tracce di due cisterne scavate sotto la piana di Colle Quinzio confermerebbero l’interpretazione del toponimo del paese spiegato come “città dell’acqua”. Il Castello, che in origine gravitò nell’orbita delle grandi abbazie viciniori, registra la presenza di due illustri feudatari: Sordello da Goito che lo ebbe nel 1269 da Carlo I d’Angiò e, molto più tardi, la famiglia Leognani Fieramosca. Nei documenti più antichi il nome appare come Civitas Quana (883), Civitas Cana (1194) e Civitas Aquana (1309). La seconda parte del toponimo “Aquana” interpretata come “divinità delle acque” (aquanus = ex aquis) sembra in qualche modo collegata direttamente o indirettamente con opere idrauliche di una certa importanza, grosse cisterne ed antichi acquedotti sotterranei rinvenuti per lunghi tratti anche fuori del suo territorio. Nel centro storico sorge la bella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nata su una precedente costruzione imperiale, di cui recupera qualche materiale di spoglio collocato nella torre campanaria, come dipendenza di Casanova, nella seconda metà del XII secolo. L’edificio, che rappresenta una tipica espressione di architettura lombarda, a pianta basilicale a tre navate concludenti in absidi semicircolari, è interamente costruito in laterizio. Per la realizzazione del confronto in rapporto alla distribuzione dei danni causati da eventi sismici passati sono state consultate mappe e cartografie storiche, a partire da quelle medioevali, passando per le carte della fine del 1800 fino alle cartografia attuali. L’evoluzione territoriale del Comune di Civitaquana, negli ultimi decenni, ed in particolare a partire dal 1954 ad oggi, è possibile osservarla attraverso l’analisi, multitemporale e multiscalare delle fotoaeree disponibili sul GeoPortale della Regione Abruzzo (http://www.regione.abruzzo.it/xcartografia/). L’analisi fotointerpretativa è stata condotta su fotografie aeree riferibili a 4 differenti voli, ripresi da diverse quote e con diversa scala media;

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Studio di Microzonazione Sismica di I Livello – Comune di Civitaquana (PE) questo ha consentito di coprire un intervallo temporale molto esteso (oltre 50 anni), come riportato in tabella.

RIPRESA STRISCIATA (n) DATA QUOTA VOLO (m) SCALA Volo IGM 60 1954 6.000 1:33.000 Volo IGM 25 1976 2.500 - Volo Regione 9D 1981 5.000 1:35.000 Abruzzo Volo Regione 1012 2007 1.200 1:5.000 Abruzzo

Analizzando le prime immagini disponibili, quindi quelle del 1954, si può osservare come il centro abitato di Civitaquana è edificato sulla collina, costituita prevalentemente da conglomerati. Nelle altre zone del territorio comunale si ha la presenza di alcune case sparse. Naturalmente non si hanno evidenze della zona industriale. Per quanto riguarda la viabilità si osserva la strada per Catignano, per Brittoli, che oggi corrisponde a quella principale, ed alcune vie principali del centro storico (Fig. 70). Passando ad analizzare le fotoaeree del 1976, si osserva un moderato aumento del perimetro dell’abitato di Civitaquana soprattutto verso est, ed un leggero aumento dell’edificato del centro storico. Inoltre, si nota uno sviluppo edilizio in corrispondenza della viabilità principale ed in particolare sulla strada per Catignano. Anche in questo periodo non si rilevano strutture nella zona industriale (Fig. 71). Per quanto riguarda l’analisi delle fotoaeree del 1985, anche in questo caso si può notare un aumento del perimetro dell’edificato, sempre verso est, dell’abitato di Civitaquana; si può notare l’inizio della formazione dei piccoli insediamenti urbani che oggi formano le frazioni, di Androna, Bauglione, Colle del Popolo, Colle Scurcola, Colle Vertieri, Piano Scarpara, Salaiano, Solagne e Vicenne. Il cambiamento più importante si nota nel settore dell’area industriale, in cui si osserva la costruzione dei primi insediamenti produttivi. Sul territorio comunale inizia lo sviluppo della viabilità con gli insediamenti abitativi satelliti (Fig. 72).

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Fig. 70 – Stralcio della fotoaerea del Volo IGM del 1954, in rosso è evidenziato il centro storico.

Fig. 71 - Stralcio della fotoaerea del Volo Cassa del Mezzogiorno del 1974/1975, in rosso è evidenziato il centro abitato.

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Fig. 72 – Stralcio della fotoaerea del Volo IGM 1985, , in rosso è evidenziato il centro abitato.

Infine, analizzando le fotoaeree più recenti, quelle del 2007, si osserva una situazione molto prossima a quella presente oggi, in cui si osserva un centro urbano adeguatamente esteso intorno al centro storico, ed il consolidamento degli insediamenti distribuiti sul territorio comunale. Anche l’area industriale presenta una estensione molto vicina a quella attuale. Stesse considerazioni possono essere fatte per la viabilità comunale, che è pressoché uguale a quella attuale (Fig. 73). In riferimento ai danni causati dagli eventi sismici passati alle infrastrutture presenti sul territorio comunale di Civitaquana non esistono delle mappature precise, ma soprattutto per i terremoti storici, si hanno solo testimonianze orali. Ad esempio si ricorda che il terremoto del 1700 ha provocato importanti lesioni al Campanile della duecentesca. Per il recente terremoto dell’Aquila del 2009 si hanno notizie più accurate, pur mancando una vera e propria mappatura; si individuano i maggiori danni alle strutture nei settori più occidentali del territorio comunale (ai confini con il vicino comune di Brittoli) e tra le località più significative si possono citare il Capoluogo, Colle Vertieri, Androna, Stramignano e Solange.

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Fig. 73 - Stralci delle fotoaeree del Volo della Regione Abruzzo del 2007, a colori; in rosso è evidenziato il Centro Storico di Civitaquana.

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11. ALLEGATI

Alla presente “Relazione Illustrativa” sono allegati i seguenti elaborati cartografici, in particolare:

- Carta delle Indagini (scala 1:5.000)

- Carta Geologico-Tecnica e Sezioni Geologico-Tecniche (scala 1:5.000), suddivisa in: o Macroarea 1 – Capoluogo e Zona Industriale (settore centro-meridionale del territorio comunale) o Macroarea 2 – Località Ginestra (settore settentrionale del territorio comunale)

- Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica e delle Frequenze di risonanza (scala 1:5.000), suddivisa in: o Macroarea 1 – Capoluogo e Zona Industriale (settore centro-meridionale del territorio comunale) o Macroarea 2 – Località Ginestra (settore settentrionale del territorio comunale)

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