SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA

Doc. XXIII n. 2-quater

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA IN SICILIA

(LEGGE 20 DICEMBRE 1962, N. 1720)

PRESIDENTE: GATTANEI FRANCESCO, deputato

COMMISSARI: ADAMOLI GELASIO, senatore; AZZARO GIUSEPPE, deputato; BERNAR- DINETTI MARZIO, senatore; BERTHET AMATO, senatore; BISANTIS FAUSTO, senatore; BRUGGER PETER, senatore; BRUNI EMIDIO, deputato; CAGNASSO OSVALDO, senatore; CASTELLUCCI ALBERTINO, deputato; CIPOLLA NICOLÒ ROSARIO, senatore; DELLA BRIOTTA LIBERO, deputato; FLAMIGNI SERGIO, deputato; FOLLIERI MARIO, senatore; GATTO SIMONE, senatore; GATTO VINCENZO, deputato; JANNUZZI RAFFAELE, senatore; LI CAUSI GIROLAMO, senatore; LUGNANO FRANCESCO, senatore; MALAGUGINI ALBERTO, deputato; MERLI GIANFRANCO, deputato; MEUCCI ENZO, deputato; NICOSIA ANGELO, de­ putato; PAPA GENNARO, deputato; SANGALLI CARLO, deputato; SCARDAVILLA CORRADO, deputato; SGARLATA MARCELLO, deputato; SIGNORELLO NICOLA, senatore; TUCCARI EMANUELE, deputato; VARALDO FRANCO, senatore; ZUCCALÀ MICHELE, senatore.

Relazione sull'indagine riguardante casi di singoli mafiosi

TIPOGRAFIA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA PAGINA BIANCA CAMERA DEI DEPUTATI • SENATO DELLA REPUBBLICA

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA IN SICILIA

IL PRESIDENTE

Roma, 2 luglio 1971

Prot. n. C/3048

All'Onorevole Prof. Dott. Amintore FANFANI Presidente del Senato della Repubblica

ROMA

Onorevole Presidente,

in esecuzione di quanto deliberato dalla Commissione Parlamen­ tare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia nella seduta del 16 giugno 1971, trasmetto — in allegato — la relazione introduttiva e le relazioni monografiche riguardanti l'indagine svolta dalla Com­ missione stessa su alcuni fra i più noti soggetti mafiosi, approvate all'unanimità nella stessa seduta.

La prego, Onorevole Presidente, di voler valutare la opportunità di procedere alla pubblicazione di tali atti nella forma usuale. Con i sensi della mia più viva considerazione

F.to: Aw. FRANCESCO CATTANEI PAGINA BIANCA CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA IN SICILIA

IL PRESIDENTE

Roma, 2 luglio 1971

Prot. n. C/3049

All'Onorevole Dottor Sandro PERTINI Presidente della Camera dei Deputati

SEDE

Onorevole Presidente,

in esecuzione di quanto deliberato dalla Commissione parlamen­ tare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia nella seduta del 16 giugno 1971, trasmetto — in allegato — la relazione introduttiva e le relazioni monografiche riguardanti l'indagine svolta dalla Com­ missione stessa su alcuni fra i più noti soggetti mafiosi, approvate all'unanimità nella stessa seduta.

La prego, Onorevole Presidente, di voler valutare l'opportunità di procedere alla pubblicazione di tali atti nella forma usuale. Con i sensi della mia più. viva considerazione

F.to: Aw. FRANCESCO CATTANEI PAGINA BIANCA La presente relazione, che è costituita da una relazione introduttiva e da nove relazioni monografiche, è stata redatta e approvata dal « Comitato per l'indagine sui casi di singoli mafiosi, sul traffico di stupefacenti e sul legame tra fenomeno mafioso e gangsterismo ameri­ cano », composto da: Della Briotta, coordinatore, Az- zaro, Bruni, Gatto Vincenzo, Tuccari, Varaldo e Zuccaia. PAGINA BIANCA INDICE GENERALE

Relazione introduttiva Pag. 11

Cenni biografici su » 39

Cenni biografici su Michele Navarra » 65

Cenni biografici su Luciano Leggio » 103

Cenni biografici sui Greco e i La Barbera » 131

Cenni biografici su » 187

Cenni biografici su Rosario Mancino » 201

Cenni biografici su Mariano Licari » 213

Cenni biografici su Salvatore Zizzo » 241

Cenni biografici su Vincenzo Di Carlo » 271 PAGINA BIANCA RELAZIONE INTRODUTTIVA DELL'INDAGINE SUI CASI DI SINGOLI MAFIOSI INDICE

1. - Premessa Pag. 13

2. - L'ambiente mafioso » 18

3. - Potere statuale e potere mafioso » 27

4. - Conclusioni » 35 — 13 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - PREMESSA

Per comprendere la natura e le caratte­ 3) formale e falso rispetto per le au­ ristiche della mafia, per individuarne nello torità; stesso tempo i sistemi e le modalità di 4) capacità di ottenere favoritismi e azione, per identificare infine le condizioni provvedimenti illegali, quando servono; che hanno permesso il sorgere e l'evolversi di una così grave situazione, ci è parsa di 5) appoggio costante e compromet­ particolare utilità e interesse l'indagine su tente alle autorità politiche; un gruppo di singoli personaggi mafiosi: indagine che è stata compiuta — attraverso 6) assoluzioni per insufficienza di l'esame di atti e documenti esistenti presso prove; gli uffici dello Stato e qualche specifico ac­ 7) rapporti informativi e concessioni certamento diretto — non tanto per illu­ amministrative compiacenti; strare le gesta delittuose dell'uno o dell'al­ tro esponente, quanto per cogliere i motivi 8) arricchimento conseguito con tutti di quelle gesta, per analizzare l'ambiente in i mezzi. cui sono maturate e le notevoli carenze Il discorso si completa, poi, esaminando dei pubblici poteri, nessuno escluso, che il comportamento dei pubblici poteri da cui più o meno colpevolmente le hanno consen­ si possono trarre delle costanti, perché nei tite, se non addirittura favorite. confronti di quasi tutti questi mafiosi si Questo primo gruppo di biografie non riscontrano inspiegabili omissioni, scarsa contiene segreti che la Commissione inten­ coscienza della gravità del fenomeno, tol­ da svelare, ma dati, notizie che emergono leranza che talvolta rasenta la connivenza, dall'esame dei fascicoli della polizia, dei insieme a comportamenti coraggiosi e ri­ carabinieri, della guardia di finanza, dalle soluti, a seconda dei periodi e delle cir­ sentenze dei tribunali, che abbiamo cercato costanze. Il giudizio che può essere dato di collegare con un discorso organico, volto sta nei fatti, anche in quelli che potrebbero ad individuare comportamenti e azioni dei sembrare banali, come la sollecitudine con personaggi mafiosi, tali da poter essere ge­ cui viene concesso un passaporto o una li­ neralizzati e attribuiti come comuni ad cenza di porto di fucile o di pistola; sta ognuno di essi e tali da poter essere indi­ nei rapporti informativi dell'autorità di po­ viduati come caratteristiche inconfondibili lizia; sta nelle aperture di credito; nel con­ fronto fra i rinvìi a giudizio e le sentenze; del mafioso. sta in cose ancora più minute come le Queste caratteristiche comuni che emer­ tormentate stesure di certi rapporti infor­ gono in infiniti e significativi episodi sono: mativi in cui si intravede il dramma di fun­ 1) eliminazione spietata dei rivali sco­ zionari combattuti fra lo scrupolo e l'iner­ modi attraverso l'omicidio comandato; zia, fra il dovere e la paura o il quieto vivere. 2) ricorso alle minacce e alle intimi­ Nella ovvia difficoltà di una siffatta in­ dazioni per ottenere ciò che si vuole; dagine su tutti o su gran parte dei più peri- — 14 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI colosi soggetti mafiosi, si è ritenuto di fer­ chiunque denuncia le malefatte, ma abili mare l'attenzione, con questa prima serie a cavarsi d'impaccio nelle situazioni che di biografie, sulla vita e sulle vicende di sembrano le più compromettenti. Una re­ alcuni di essi, figure di primissimo piano lazione del procuratore della Repubblica nel mondo della mafia, appartenenti a varie di , del 22 luglio 1963, efficacemente classi sociali: pregiudicati da antica data, descrive tale situazione: come Mariano Licari, Zizzo Salvatore e Giu­ seppe Genco Russo, già giunti davanti ai « Purtroppo, l'attività della polizia nella tribunali per reati di omicidio, di furto, di repressione della mafia è stata, fino a po­ associazione a delinquere consumati intorno chissimo tempo fa, infruttuosa e scarsa. al feudo nel periodo fra le due guerre; op­ « Infruttuosa perché le indagini per l'ac­ pure esponenti della nuova mafia che ha certamento di reati commessi dalla mafia trasferito i suoi tentacoli parassitari in al­ hanno trovato una barriera insormontabile tri settori produttivi, come i Greco, i fra­ nella paura di coloro che avrebbero potuto telli La Barbera, Rosario Mancino, Tom­ fornire delle prove di responsabilità a ca­ maso Buscetta; o infine altri ancora che rico dei mafiosi e che si sono astenuti dal appartengono ai due periodi storici della farlo per tema di essere uccisi. mafia come Luciano Leggio, Michele Na­ « In effetti nessuna protezione veramente varca, Vincenzo Di Carlo. efficace, dato il sistema attuale di organiz­ Fra di essi vi sono uomini che prima zazione, viene dato dalla polizia a coloro di essere condannati per reati gravissimi, che fanno delle propalazioni a carico dei come Vincenzo Di Carlo, sono incensurati mafiosi, sicché costoro possono agire impu­ o addirittura investiti di cariche pubbliche nemente, sicuri che nessuno, a meno che che richiedono qualcosa di più di un cer­ non si tratti di un aspirante suicida, de­ tificato penale immacolato, o che prima di porrà contro di loro ». cadere per la vendetta di cosche rivali, come Del resto, non poche perplessità susci­ capiterà al dottor Michele Navarca, incu­ tano gli stessi risultati dei procedimenti tono timore e rispetto. penali, come dimostrano le numerose sen­ Ma anche gli altri, che erano già cono­ tenze assolutorie di primo e di secondo sciuti come criminali, come , come grado nelle quali risultano vanificati gli in­ killers, hanno sempre potuto operare sfron­ dizi e gli elementi di prova tanto faticosa­ tatamente, alla luce del sole, in pieno giorno mente raccolti in sede istruttoria e nel corso e fra uomini che si muovono e vivono, di­ delle indagini. stribuiti in bande rivali quando i loro in­ Ma crediamo che non basti invocare in teressi mafiosi non coincidono. modo astratto un miglior funzionamento Ci si domanda perché ciò abbia potuto degli organi burocratici e amministrativi accadere. dello Stato e della stessa magistratura e Dall'esame delle biografie emerge che neppure un metodo di lavoro che porti ad la mafia esercita nella Sicilia occidentale una sistematica di controllo di detti or­ una costante azione coercitiva, economica gani, problemi che pure esistono e che de­ e sociale, tale da impedire la libera e legale vono essere risolti. manifestazione della dinamica sociale e po­ Occorre anche sciogliere i nodi di po­ litica e che lo Stato dà troppe volte l'im­ tenti ed autorevoli protezioni e complicità pressione di non esistere, perché i suoi or­ politiche, che sono presenti in modo palese gani non riescono ad impedire che il de­ o che si intuiscono nelle pressioni per il litto e chi lo compie non producano quegli rilascio di un passaporto, nelle discordanti effetti di terrore nella popolazione, la quale informazioni della polizia, nelle concessioni constata che ad aver quasi sempre la meglio di varianti a un piano regolatore, nella ag­ sono i mafiosi, lesti alla vendetta contro giudicazione di un appalto. — 15 —, Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Quasi mai si riesce a dare a tali « in­ Le monografie tracciate sono dotate di terventi » un nome, a raggiungere prove relativa autonomia, nel senso che di ogni certe. Anche questa è mafia. singola personalità si sono fissati i tratti ca­ Ma è proprio questo modo di gestire il ratteristici, ma proprio perché la scelta è potere dello Stato che va denunciato, anche stata fatta in modo da investire i settori più per evitare che gli uomini dell'apparato bu­ importanti in cui la mafia opera, esse pos­ rocratico e amministrativo, gli appartenenti sono permettere di formulare alcune prime ai corpi di polizia, cui non possono essere conclusioni generali, adeguatamente moti­ attribuite sbrigativamente tutte le colpe, si vate, su quelle che sono state le costanti pieghino a potenti pressioni, lasciando la manifestazioni del fenomeno e sul sistema società indifesa. al quale esso affida la propria sopravvi­ venza. I personaggi mafiosi presi in esame ope­ rano tutti nei settori, leciti o no, più lucrosi Una costante è rilevabile ad esempio nel della Sicilia occidentale: l'agricoltura, l'edi­ fatto che, pur nella distinzione fra le varie lizia, quello del commercio delle derrate, cosche che si dividono territori e compe­ del contrabbando di tabacco, del traffico di tenze, esiste un tacito pactutn sceleris, un stupefacenti, eccetera. Ma tra i vari settori sodalizio criminoso che, offrendo un muro esistono comunque interrelazioni e perciò impenetrabile anche alle autorità non com­ l'attività svolta non è mai lecita. Sono que­ promesse, opera a sostegno e a protezione sti i settori in cui la mafia opera. In que­ dell'attività delinquenziale mafiosa: soda­ sto senso le biografie offrono una notevole lizio criminoso che non si infrange neanche documentazione su quelle che possono chia­ nelle crudeli e spiegate lotte fra le cosche, marsi le costanti ragioni della nefasta vita­ allorché si manifestano lotte da cui l'au­ lità del fenomeno e forniscono una verifica torità viene lasciata fuori, quando non si a certe teorie o intuizioni che, con fonda­ tenta addirittura di strumentalizzarla. mento, sono andate acquistando credito Gli episodi riscontrabili nelle biografie crescente nella diagnosi dei fatti. La cor­ sono infiniti: si pensi allo scontro fra Na- ruzione, la violenza, la violazione perma­ varra e Leggio, a quello fra i Greco e i nente della legge, i traffici illeciti sono ca­ La Barbera, alle lotte in corso. ratteristica comune di tutti. Naturalmente assumono rilievo — né potrebbe essere diversamente — l'attitudine Dietro attività apparentemente lecite se e il temperamento individuale, per cui La ne nascondono altre illecite, perseguite at­ Barbera vuole soprattutto potenza e denaro, traverso una violenza inaudita e cruenta, mentre Navarrà cerca prestigio, rispetto e che non si ferma di fronte a nessun osta­ posizioni di comando. colo e contro le quali gli organi dello Stato Tutti perseguono i propri fini con qual­ e le forze di polizia si sono mostrati impo­ siasi mezzo, cercano di mimetizzarsi nel­ tenti e gli organi giudiziari hanno dato de­ l'ambiente e di ottenere complicità, tolle­ cine e decine di assoluzioni per insufficienza ranza e acquiescenza dell'autorità, ma non di prove. rifuggono di norma dal ricorso allo scontro La loro storia è la storia stessa della frontale e diretto con il rivale che si pone mafia in Sicilia, perché le loro vicende per­ sulla loro strada. Certo, i fratelli La Bar­ sonali possono essere legittimamente inse­ bera hanno assimilato più compiutamente rite in un ampio contesto sociale, econo­ i metodi della criminalità americana ri­ mico e politico, dove appunto la mafia è spetto ad altri, ma né i Greco, né uomini onnipresente, inamovibile, costante, mentre della vecchia mafia, come Zizzo o come le forme attraverso cui le criminalità, le Licari, sono molto diversi. illegalità, i favoritismi e le protezioni si Entro questa gamma di comportamenti svolgono sono sovrastrutture occasionali e abbiamo agli antipodi un Vincenzo Di Carlo, mutevoli. un Michele Navara e un Genco Russo, ma- — 16 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI fiosi che non sono migliori degli altri, ma aberranti e l'attenzione si sposta sulla stru­ che entrano in prima persona nel gioco mentalizzazione da parte dei mafiosi di un politico e raggiungono un prestigio note­ determinato sistema di rapporti sociali, po­ vole nelle rispettive zone, un prestigio che tatici ed economici, che caratterizza e qua­ non è certo quello del notabile dei paesi lifica il fenomeno della mafia. della provincia italiana; e di contro, altri Si è già parlato di estrema debolezza o mafiosi che non hanno queste debolezze e addirittura di assenza dello Stato, vista queste vanità. attraverso il comportamento dei suoi or­ Salvatore Zizzo, Angelo e Salvatore La gani periferici e, a volte, anche centrali, Barbera, Greco « ciaschiteddu » e Greco come eloquenti esempi ci hanno dimostrato. « l'ingegnere », Mariano Licari, Tommaso Ma non bisogna dimenticare il funzio­ Buscetta, Rosario Mancino e Luciano Leggio namento degli organi elettivi locali, cui preferiscono invece andare al sodo e cer­ sono riconducibili in larga misura i feno­ care nel raggiungimento della potenza eco­ meni mafiosi connessi con le attività edi­ nomica l'affermazione della loro persona­ lizie, l'erogazione del credito secondo mo­ lità. Indubbiamente c'è in essi un poten­ dalità che non ci sono sempre sembrate ziale di criminalità maggiore, ma i metodi un modello di correttezza; la stessa atti­ sono rapportati alla posta in gioco, che vità della Regione, dove — a parte il ri­ non è lo sfruttamento dell'humus povero lievo che emerge nelle biografie sul fun­ del latifondo, ma quello più corposo del zionamento di alcuni assessorati in taluni traffico della droga e delle aree edificabili periodi — figli e parenti di mafiosi hanno del comune di . E in questi settori trovato facile impiego, in posti delicati; gli interessi in gioco sono quelli che cono­ il funzionamento della giustizia e l'assenza sciamo. Ma, quando Navarra ci si mette, o la scarsa incidenza degli strumenti indi­ non usa certamente la mano leggera e Vin­ retti di controllo sociale, propri di una cenzo Di Carlo, che pure appare un piccolo articolata società democratica. intrigante di provincia, non scherza. La Commissione sta conducendo inda­ È quindi fuori luogo parlare di ricerca gini su ciascuno dei settori che abbiamo della rispettabilità per alcuni di essi, come ricordato, per cui in questa sede non in­ mezzo per captare più agevolmente favori tendiamo anticipare giudizi o conclusioni. da parte delle autorità. I favori li otten­ Abbiamo solo voluto ricordare, alla fine gono tutti, nessuno escluso. Quando si pensa del nostro lavoro, dove si sono manifestate alla facilità con cui la questura di Palermo debolezze o cedimenti, a chi possono es­ rilascia passaporti e licenze di porto d'arma sere attribuite protezioni o favoritismi, per c'è da allibire. Le protezioni riguardano informarne il Parlamento e, attraverso que­ tutti i mafiosi di cui abbiamo scritto la sto, il paese. storia, non solo quelli che potevano sem­ Le speculazioni edilizie di Palermo non brare rispettabili. Navarra, dopo che è tor­ sono soltanto delle rapine sociali, come nato dal confino a Gioiosa Jonica, avendovi nelle altre grandi città italiane: esse sono scontato solo una parte della pena, perché avvenute nel quadro di lotte mafiose che la misura era stata revocata, viene proposto hanno lasciato dietro di sé decine di morti. per il cavalierato al merito della Repub­ Le concessioni di credito a mafiosi sono blica e lo ottiene. Le assoluzioni non si servite anche per finanziare, direttamente contano, le concessioni di credito neppure. o indirettamente, traffici illeciti che hanno C'è solo da leggere le biografie, riga per un costo sociale spaventoso per la collet­ riga. tività. Se questi sono i dati che emergono — Nelle biografie ci si incontra con decine e sono dati allarmanti — viene meno l'in­ e decine di regolamenti di conti, a cui cor­ teresse per il dispiegarsi della criminalità rispondono altrettanti casi giudiziari inso­ individuale, per modelli di comportamento luti, che non offendono solo la giustizia 17 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI astrattamente intesa, ma che, attraverso però, che tutti sappiano come sia potuto l'impunità dei killers e dei loro mandanti, accadere che organi preposti all'opera di costituiscono la premessa di nuovi lutti e prevenzione e alla repressione della crimi­ di nuove vendette. nalità mafiosa non siano in questi casi riu­ Non dobbiamo dire che i magistrati sciti a difendere la società italiana. Non ci sono incapaci, corrotti o mafiosi ed esten­ si può appellare solo all'ambiente, alla tra­ dere questo discorso ai sindaci, ai funzio­ dizione. Dietro la concessione di passaporto nari di banca, agli assessori regionali, ai a un trafficante di stupefacenti, dietro un funzionari dei corpi di polizia, ai funzio­ rapporto inesatto, dietro le assoluzioni non nari pubblici e agli uomini politici della c'è solo l'inefficienza dello Stato e dei suoi Sicilia occidentale. organi: ci sono colpe e responsabilità che Sarebbe ingiusto e contrario alla verità. è nostro dovere denunciare e che altri or­ Ma nelle biografie, accanto ai nomi di de­ gani dello Stato devono perseguire. cine e decine di morti, ci sono nomi di La Commissione non ha condotto una funzionari che non hanno compiuto inte­ sua inchiesta sui personaggi. Si è limitata ramente il loro dovere, di protettori, di a studiarli attraverso atti esistenti negli ar­ amici, interessati o no. Non sappiamo se chivi delle questure, dei comandi dell'arma sia lecito sostenere che chi si è incontrato dei carabinieri, del corpo della guardia di sulla strada di questi efferati criminali ab­ finanza, dei tribunali. Se qualche accerta­ bia dovuto pagare con la vita o con la mento è stato fatto, in alcuni limitati casi compromissione, come viene spontaneo di — e altri ne saranno effettuati per dare alle concludere. indagini della Commissione uno sbocco — È possibile che non tutti coloro che sono ciò è avvenuto di norma attraverso tali stru­ citati nelle biografie siano stati colpevoli menti. Questo significa che già con i mezzi di favoreggiamento. Non spetta alla Com­ esistenti si poteva fare di più per lottare missione pronunciare sentenze. Vogliamo, contro la criminalità mafiosa.

2 — 18 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - L'AMBIENTE MAFIOSO

Queste sono le considerazioni di carat­ Navarra e Luciano Leggio. Alla fine delle tere generale che si possono fare sulla base ostilità Licari e Genco Russo hanno da poco delle biografie e che costituiscono l'aspetto oltrepassato i 50 anni, Zizzo ne ha 34, Na­ più valido dell'indagine. Se è vero che la varra meno di 30, Leggio 19. Il loro cam­ mafia non è una organizzazione criminosa po d'azione è il nisseno per Genco Russo, che persegua necessariamente il delitto, di­ il trapanese per Licari e Zizzo, l'agrigen­ venta assai più importante dello studio dei tino per Di Carlo e il corleonese per Leggio singoli atti individuali dei diversi perso­ e Navarra. Gli altri, anche se sono pro­ naggi, una loro analisi nel quadro di un prietari di terre (come i Greco) o se hanno fenomeno storico e sociale, che consenta di compiuto le loro prime ribalderie nelle cam­ comprenderne la vera natura e di seguirne pagne e nelle borgate intorno a Palermo le tendenze evolutive in rapporto all'am­ (come i fratelli La Barbera), sono espres­ biente. sione tipica della nuova mafia cittadina, Partendo da questa analisi occorre poi che mutua dalla malavita americana il vedere, in particolare, fino a che punto si « killerismo » e il ricorso all'azione diretta, siano dispiegate interferenze tra mafia e anche quando ciò comporta gravi rischi, strutture amministrative o politiche; come, che non esita a scatenare le lotte cruente cioè, in concreto lo Stato abbia permesso svoltesi a Palermo negli anni sessanta, che a un potere extra-legale di svilupparsi fuori punta decisamente alla conquista della pre­ e contro la legge, di sostituirsi talora ad minenza in attività criminose legate a set­ essa e di influenzarne comunque l'applica­ tori più redditizi con propaggini verso zione. Roma, Milano e le altre città del nord ed Il periodo storico nel quale i mafiosi di anche all'estero. Accanto ai già nominati cui si tratta in questo primo gruppo di bio­ cugini Greco e al loro vasto clan e ai fra­ grafie hanno operato, va dalla fine delle telli La Barbera, abbiamo Rosario Manci­ ostilità, quando la Sicilia viene occupata no e Tommaso Buscetta. Mancino, che è il dalle truppe anglo-americane, ai giorni no­ più anziano, ha nella stessa epoca ventinove stri. Alcuni hanno la loro matrice, estra­ anni, gli altri sono sulla ventina. Fra i due zione sociale e campo d'azione nel vecchio gruppi il taglio non è netto, come sempli­ mondo agricolo, anche se poi allargano le cisticamente si sarebbe portati a conclude­ loro attività delittuose in direzione di set­ re, mettendo l'accento sulla loro matrice tori ben più redditizi, come quelli della sociale e sul campo d'azione. Si pensi a speculazione edilizia, del controllo dei mer­ Michele Navarra e più ancora a Luciano cati, del contrabbando di tabacchi esteri e Leggio, che è quanto meno arbitrario con­ del traffico di stupefacenti, quasi accompa­ siderare tout court aderenti alla mafia agra­ gnando il trapianto della mafia dal feudo e ria, solo che si tengano presenti le vicende dalle strutture arcaiche della campagna alle del corleonese di quegli anni. E in effetti città. il quadro in cui operano include fin dal­ Essi sono Genco Russo, Mariano Licari, l'inizio del loro sodalizio criminoso temi Salvatore Zizzo, Vincenzo Di Carlo, Michele e caratterizzazioni più ampie, più precise, — 19 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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da cui si andranno enucleando nuove atti­ to di difesa dello status quo o comunque vità mafiose, con una linea di continuità dell'immobilismo sociale attraverso violenze che va oltre la morte di Navarra e la lati­ ed arbitri. tanza di Leggio, che passa poi attraverso i Tale situazione risulta più evidente a sopravvissuti alla grande faida fra le due (ma in modi diversi si registra bande rivali. chiaramente pure nel nisseno e nell'agrigen­ La mafia si occupa all'inizio quasi esclu­ tino) anche perché in questa zona si collega sivamente di regolare i rapporti fra gabel- alla tradizione delle lotte agrarie del primo loti e proprietari, fra contadini, piccoli pro­ decennio del secolo iniziate ad opera di Ber­ prietari, mezzadri o affittuari e gabelloti in nardino Verro, che fu ucciso nel 1915, così tema di compra-vendita di fondi, di ripar­ come sarà ucciso nel 1948 il continuatore tizioni dei raccolti, di smercio dei prodotti ed erede della tradizione, il sindacalista so­ agricoli, sempre in funzione di intermedia­ cialista Placido Rizzotto. zione parassitaria. Tutta questa funzione, Capo della mafia di Corleone è Navarra, come sempre, si svolge attraverso accordi capo per il naturale prestigio che gli deri­ « accettati » o « imposti », oltre i quali c'è vava dalla condizione sociale, dalla cultu­ l'eliminazione fisica di chi non rispetta la ra, ma soprattutto dal potere che aveva volontà del mafioso. raccolto nelle sue mani nel corso della sua L'ambiente è quello di un vasto terri­ ascesa: medico condotto, direttore del­ torio, relativamente vicino al capoluogo l'ospedale, ufficiale sanitario, fiduciario co­ dell'isola dal punto di vista geografico (Cor- munale dell'INAM con funzioni ispettive leone dista da Palermo 56 chilometri), ma nel circondario, medico ispettore dell'INAIL di fatto retroterra ignorato e isolato, in cui per il comprensorio di Lercara Friddi, pre­ vivono contadini, piccoli proprietari, mez­ sidente della sezione coltivatori diretti, fi­ zadri o affittuari, pastori, salariati. Notabili duciario del consorzio agrario, medico di e nobili stanno.a Palermo e affidano i feudi fiducia delle Ferrovie dello Stato, grande ad amministratori e gabelloti. I campieri elettore dei liberali fino al 1948 e poi della provvedono al resto, a garantire il rispetto DC, avendo fatto anche l'esperienza sepa­ della legge e delle consuetudini, ma anche ratista. al mantenimento dell'assetto sociale e poli­ Il partito che gode del suo appoggio ri­ tico, che è ben presto turbato dalla fonda­ porta la maggioranza dei voti nel corleo­ mentale questione agraria. Schierata a di­ nese e lo stesso avviene per i candidati. fesa della conservazione della struttura so­ Prima di soccombere, il 2 agosto del 1958, ciale corleonese c'è naturalmente la mafia, nella lotta apertasi con Luciano Leggio, ri­ la quale è sì in grado di difendere le strut­ ceve perfino la croce di cavaliere, mentre ture del feudo, ma per sfruttarle ai propri un fratello è direttore generale dell'Azienda fini, talora contro i proprietari, sempre con­ regionale autotrasporti e un altro è alla tro il movimento contadino. Regione (dove diventerà capo ufficio studi Di fatto, sono significativi gli incrementi dell'assessorato regionale enti locali, segre­ patrimoniali che consentono a tutti i gabel­ tario addetto alla Presidenza, membro del loti mafiosi del corleonese di passare in un gabinetto di diversi assessori). certo lasso di tempo dallo stato di nulla­ Dopo la sua morte vi furono decine di tenenti a quello di proprietari di più o regolamenti di conti fra navarriani e leg- meno vaste estensioni di terreno site negli giani, sparatorie, imboscate, sequestri, scom­ stessi feudi da loro prima amministrati. parse di persone, una lunga catena che si In Sicilia i conflitti sociali delle campa­ interruppe solo nel 1963, quando Luciano gne, che hanno costituito — come è noto — Leggio, sempre latitante, potè affermare in­ uno dei nodi fondamentali dello sviluppo contrastato tutto il suo prestigio di nuovo del nostro paese, assumono aspetti parti­ capo della mafia non più paesana, ma di colari perché la mafia opera come elemen­ tutto il territorio che si estendeva alle spai- — 20 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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le di Palermo. La lotta era stata contras­ cità, deficienze dei nostri strumenti di di­ segnata da decine di vittime che tutti attri­ fesa sociale e degli stessi pubblici poteri, buiscono a Leggio, anche se i procedimenti che in parte sono note e in parte sono an­ giudiziari non sono riusciti quasi mai a dare cora da individuare. un nome né ai killers né ai mandanti. Le sue vicende personali accompagnano * * * il passaggio dalle antiche forme speculative a quelle forme più corpose e più remune­ Se si volesse schematizzare il fenomeno rative, più dinamiche e vantaggiose, che lo mafioso, rinunciando a spiegarlo nella sua porranno sulla stessa strada dei gruppi cre­ complessità, che include risvolti sociali e po­ sciuti a Palermo, intorno ai Greco, ai La litici, se si volessero cioè sottolinearne gli Barbera, ai Torretta, ai Mancino e ai Bu- aspetti psicologici individuali, si troverebbe scetta. all'origine anche l'esagerato concetto della La sua attività emerge dalla lunghissima forza individuale, unico arbitro di ogni con­ serie di denunce e di assoluzioni, dall'in­ trasto, di idee o di interesse, che si mani­ credibile latitanza che consente qualsiasi il­ festa soprattutto attraverso l'urto violento lazione, sol che si pensi ai mezzi di cui di­ contro coloro che osano opporsi. spone uno Stato moderno. Da ultimo c'è Luciano Leggio potrebbe diventare per la condanna all'ergastolo, comminatagli il questo aspetto — ma anche per il resto, 23 dicembre 1970 dalla corte di assise di come si dirà in seguito — il prototipo del appello di Bari per l'omicidio di Navarra mafioso. e ci sono le vicende giudiziarie relative alla Cresciuto all'ombra di Navarra, lo eli­ contravvenzione ai fogli di via obbligatori mina con la stessa prepotenza, con la stes­ e alla applicazione di misure di prevenzione sa fredda determinazione che aveva carat­ disposte a suo carico, note a tutti. Su tali terizzato la sua azione di gregario nella recenti vicende la Commissione ha già for­ , fin da quando aveva iniziato la sua mulato un suo giudizio, ma esse, almeno carriera mafiosa come campiere del feudo per ora, riguardano solo i suoi avvocati e Strasatto, al posto di Punzo Stanislao, uc­ i giudici perché Leggio è di nuovo latitante ciso il 29 aprile 1945. Aveva vent'anni, con o, comunque, scomparso. al suo attivo due mesi di detenzione per Si aggiunge così un alone di mistero ad furto e una denuncia per porto abusivo di una vita che può apparire misteriosa solo armi da fuoco. a chi non sappia che la mafia non è solo Subentra a un campiere ucciso e negli una organizzazione inafferrabile ed evane­ anni successivi la stessa fine farà la guardia scente. È però certo che i recenti avveni­ campestre che aveva cooperato al suo ar­ menti delittuosi svoltisi in Sicilia fanno pen­ resto nel 1944. sare a lui, anche in assenza di prove sicure, Campieri insieme con lui erano altri ri­ contribuendo a togliere fiducia ai cittadini. baldi o violenti, destinati a diventare com­ Con i fratelli La Barbera, con il gruppo partecipi delle azioni criminose, complici o familiare dei Greco, con Mancino e con vittime. Buscetta si concreta il processo di america- Nella biografia di Michele Navarra sono nizzazione della mafia, sia per i metodi di riportati i nomi dei campieri dei 14 feudi lotta, caratterizzati da violenze, corruzioni, più importanti, fra cui appunto Luciano affarismo e « killerismo », sia per il pieno Leggio. Di quei campieri, tre sono stati uc­ e completo inserimento nella criminalità cisi, uno è scomparso senza lasciar tracce, internazionale. uno è latitante, cinque sono al soggiorno Il collegamento con la malavita ameri­ obbligato, tre sono liberi, uno solo è dece­ cana era già presente nella prima fase, quel­ duto per morte naturale. la di Michele Navarra e di Genco Russo, Oggi il nome di Leggio è diventato il sim­ tanto per intenderci. I vecchi mafiosi, di­ bolo stesso della mafia, attraverso compli­ rettamente o attraverso i loro intermediari, — 21 — i ! Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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avevano credito oltre oceano: non per nulla sono significative per comprendere come la Navarra, nel breve periodo di domicilio mafia abbia assunto il carattere di strut­ obbligato a Gioiosa Jonica, aveva ricevuto tura permanente, rispetto alla quale altre omaggi significativi ed è noto che proprio e più importanti vicende siciliane appaiono l'influenza di mafiosi italo-americani deter­ addirittura delle sovrastrutture contingenti minò l'ascesa di Genco Russo, anche prima e mutevoli. del summit dell'albergo Delle Palme. Con Navarra e con Leggio e per un certo Ma poi sono i giovani a stabilire rap­ verso anche con Genco Russo, Zizzo e Li- porti che non sono solo occasionali o spo­ cari si parte dal separatismo, dal banditi­ radici, che non servono solo a rinsaldare smo, cioè da un periodo turbolento e in vincoli di amicizia o di parentela. parte oscuro, da un ambiente come quello Lo dimostrano i viaggi di Rosario Man­ del feudo, matrice di infinite ingiustizie e cino e di , la presenza soprusi, in cui sembrava quasi naturale che mafiosa nei traffici della droga. Lo dimostra la mafia potesse allignare e prosperare. Ma l'ancor più significativa vicenda di Tommaso le vicende degli ultimi venti anni, viste Buscetta, che sfugge alla giustizia italiana proprio attraverso i nostri personaggi, stan­ e ali'ancor più temuta punizione della cosca no a significare che la mafia ha potuto so­ rivale da lui tradita, rifugiandosi con mo­ pravvivere alla disgregazione del feudo de­ glie, amante e figli in America, dove trova terminata dalla riforma agraria e dal peso solidarietà sostanziali, tanto che può vi­ che ha via via acquistato il movimento sin­ vere per anni sotto falso nome ed è in grada, dacale, alla fine del banditismo e del sepa­ allorché la polizia americana lo arresta il ratismo. 25 agosto 1970, di versare subito 75 mila Collocate nell'ampio contesto della mafia dollari e di attendere il giudizio in libertà. palermitana degli anni sessanta, con una C'è da pensare che, disponendo di simili città che vede moltiplicarsi i cantieri edili cifre, troverà anche in America avvocati bra­ costellati di morti, che conosce l'impressio­ vissimi nei cavilli procedurali, capaci di nante serie di delitti in occasione del tra­ evitargli l'estradizione. sferimento del mercato ortofrutticolo, che E ancor più lo dimostra la latitanza dei assiste al traffico di quanti attingono a Greco, segnalati ripetutamente in vari paesi piene mani denaro dalla speculazione edi­ del Mediterraneo e che non hanno mai ces­ lizia, dal contrabbando di tabacco e dal sato di esercitare l'attività contrabbandie- traffico della droga, le vicende dei Greco, ra, riuscendo, secondo ipotesi che appaiono dei La Barbera, di Mancino e di Buscetta sempre più credibili, a continuare anche acquistano il giusto rilievo, che non inte­ nello stato di latitanza la lotta contro le ressa solo gli studiosi di diritto criminale. cosche rivali iniziata nel dicembre del 1962, Certo, criminali e delinquenti essi sono: quando fu ucciso il contrabbandiere paler­ quando decidono di regolare i conti fra loro mitano Calcedonio Di Pisa. Anche all'origine -non usano mezzi termini, come hanno spe­ di questo delitto, che provocò una lunga rimentato tutti coloro che si sono trovati e spaventosa catena di attentati, vere e sul loro cammino. Ed è una serie intermi­ proprie azioni di commandos mafiosi in di­ nabile di morti, di feriti, di sequestri, di versi punti della città, culminante nella stragi, di sparizioni. Ma, insieme, essi sono strage di Ciaculli e nella uccisione del te­ anche dei mafiosi, né più né meno di altri nente dei carabinieri Malausa e di altri sei che non si sono certo macchiati di crimini militari, c'era una vicenda che non riguar­ così orrendi, ma che hanno quanto meno dava solo la Sicilia: il versamento di una favorito, con il loro comportamento, tali somma inferiore a quella pattuita per un crimini. Ed anche su questi personaggi ap­ carico di eroina spedito in America. partenenti ad una mafia non così aperta­ Le vicende dei Greco, dei La Barbera, mente delinquenziale, ma non meno peri­ di Rosario Mancino e di Tommaso Buscetta colosa ed esecrabile, occorre accendere i — 22 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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riflettori, per fare luce su una nobile città Il conflitto si chiude alla fine del 1947 martoriata, su tutto un popolo che ha di­ anche per l'autorevole intervento di ele­ ritto di vivere, di progredire, dal punto di menti italo-americani. vista civile, economico e politico, insieme « Piddu » è diventato il capo incontra­ con il resto del paese. Ritenendo perciò le stato della mafia di Ciaculli, ha stretto rap­ vicende di taluni di questi personaggi al­ porti con la mafia di Villabate, di cui è trettanto essenziali alla comprensione del capo Cottone Antonino, che ha legami, an­ fenomeno mafioso, anche ad essi la Com­ che di parentela, con esponenti della mala­ missione intende dedicare uno studio mo­ vita americana. Nessuno osa contrappor- nografico. glisi, neppure i nipoti di Ciaculli. A un * * * certo punto può diventarne addirittura il protettore, interessandoli alla conduzione Buscetta e Mancino sono entrambi fra­ del mandarineto e ad altre attività come telli di pregiudicati, conosciuti come tali l'esportazione di agrumi e la gestione di una anche prima che la questura di Palermo società automobilistica. impianti i loro fascicoli personali. I fra­ E mentre « l'ingegnere » e « ciaschited­ telli La Barbera sono invece figli di pre­ du », figli rispettivamente di Pietro e di Giu­ giudicati. Con i Greco emerge un vero e seppe uccisi nel 1946, iniziano la loro ascesa proprio clan familiare, una dinastia che da nel ristretto gruppo dei boss della mafia alcune generazioni esercita il predominio palermitana, il vecchio « patriarca », che mafioso nelle borgate e che con i due cu­ è nato nel 1894, diventa una persona rispet­ gini, Salvatore detto « l'ingegnere » e Sal­ tabile, secondo la migliore tradizione ma­ vatore detto « ciaschiteddu », conquista Pa­ fiosa. lermo negli anni caldi che vanno dal 1955 Coltiva amicizie a Palermo, è cliente cor­ al 1963. teggiato del Banco di Sicilia e della Cassa di Risparmio, che addirittura lo fa accom­ I Greco sono veramente una grande fa­ pagnare a casa in automobile. miglia di mafia, alla cui testa è « Piddu u' È tanto rispettabile che solo nel 1965 tenente », gabelloto di un fondo di 300 viene proposto per il soggiorno obbligato ettari, coltivato a mandarineto in contrada e poi arrestato, il 10 ottobre, ma subito ri­ Giardini, capomafia riconosciuto e rispet­ messo in libertà. Il 30 maggio 1966 la corte tato. Accanto c'è il cognato e omonimo Giu­ di appello di Palermo gli commina la sor­ seppe Greco che spadroneggia a Ciaculli, veglianza speciale per tre anni. con il fratello Pietro. Oggi è un libero cittadino, incensurato Fra i due gruppi non corrono buoni rap­ e può badare ai suoi affari e a quelli dei porti fin dal 1939, quando un grave fatto nipoti latitanti. di sangue vede contrapposti, la sera del 1° Con « Piddu » siamo partiti dalla vecchia ottobre, nella borgata Ciaculli, mentre si mafia del feudo, per giungere al gangsteri­ stava celebrando la Festa del Crocifisso, al­ smo, al contrabbando di tabacchi, al traffico cuni giovani cugini. È un litigio banale che della droga, alle speculazioni edilizie. riguarda il diritto contestato di sedersi su Con lui si perviene ad affermare il prin­ una panca posta fuori dalla chiesa e che cipio di una ripartizione di zone di influenza però ha come seguito una sparatoria con fra le cosche. Il vecchio patriarca « Piddu » un morto e due feriti. Si inizia così una sembra dire ai giovani nipoti che c'è posto lunga catena di vendette che vede contrap­ per tutti, se si rispettano le regole del gioco. posti i due nuclei familiari e che porta al­ C'è posto per tutti, ma bisogna fare le cose l'uccisione, fra il 1946 e il 1947, degli stessi con misura, senza troppe impazienze. Oc­ Giuseppe e Pietro Greco, della moglie di corre ordine, che ciascuno stia al suo posto. quest'ultimo Antonina e di numerosi pa­ E i giovani del suo clan sembrano ricor­ renti ed accoliti dei due gruppi. dare la lezione, quando si opporranno ai — 23 —, Atti Parlamentari " Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI fratelli La Barbera, i quali, usciti dall'oscu­ Dalle biografie, oltre alla partecipazione rità, traggono forza soprattutto dalla loro diretta o indiretta ai fatti criminosi del pe­ intraprendenza e dalla prepotenza con cui riodo in esame, emergono anche per loro le si inseriscono nelle attività più redditizie. solite e sconcertanti informative favorevoli Dei due cugini, Salvatore Greco detto degli organi di polizia e, per esempio, la « ciaschiteddu » ha indubbiamente meno concessione di autorizzazione al porto di rilievo, dato che fino alla sentenza con cui fucile a favore di Greco Paolo, fratello del­ viene rinviato a giudizio dal giudice istrut­ l'» ingegnere », assolto a , ma che tore del tribunale di Palermo, dottor Ce­ ha poi ritenuto opportuno non fare più ri­ sare Terranova, per i fatti connessi alla torno a Palermo. lotta contro la cosca dei La Barbera, a suo I fratelli La Barbera, come si è detto, nome non risultano precedenti di rilievo. sono già dei pregiudicati quando hanno poco La corte di assise di Catanzaro, con sen­ più di venti anni. tenza 22 dicembre 1968, lo condanna a 10 Mentre l'attività dei Greco, almeno ap­ anni di reclusione, all'interdizione legale e parentemente, si limita al settore del con­ ad altre pene accessorie. trabbando, del traffico di droga e della ven­ « Ciaschiteddu », che dagli organi di po­ dita di prodotti agricoli, i La Barbera co­ lizia è fino al 1960 descritto come soggetto prono tutta l'area dell'intermediazione ma­ di buona condotta e non mafioso, decide fiosa che va dai ricatti, alle estorsioni, ai di darsi alla latitanza, nella quale tuttora servizi di guardiania, né si preoccupano di permane unitamente a numerosi esponenti agire troppo al coperto. del suo clan familiare. Poveri all'inizio della guerra, sono pove­ L'altro Salvatore Greco, inteso « Totò il rissimi nel 1944. Si dedicano al commercio lungo » o « Totò l'ingegnere », a parte la della legna, diventando addirittura forni­ provenienza da famiglia mafiosa, non è in­ tori del battaglione mobile dei carabinieri censurato. Ha al suo attivo un elenco lun­ di Palermo dal 1946 al 1948. ghissimo di precedenti penali, relativi a Poi, nello spazio di dieci anni, raggiun­ reati commessi prima dei fatti del 1963. gono la ricchezza, la potenza e un peso spe­ Sono provati i suoi rapporti con espo­ cifico nella mafia palermitana, che sarà nenti della malavita internazionale e segna­ acquisito definitivamente per le forze di po­ tamente di quella americana, con contrab­ lizia solo a partire dal 1963, con il susse­ bandieri e trafficanti. guirsi degli avvenimenti che portarono alla Il suo nome compare con chiarezza in strage di Ciaculli, su cui ci si soffermerà occasione del sequestro ad di un più avanti. baule diretto al trafficante Mancuso Sera­ II ruolo dei La Barbera è ben descritto fino e contenente chilogrammi 5,8 di eroina per la prima volta nella sentenza 26 giugno e poi ancora nel 1955, in occasione di una 1964 del giudice Terranova, che di Angelo importantissima operazione anticontrab­ così scrive: « È un tipico esempio di ma­ bando della guardia di finanza contro Forni fioso asceso dai bassi ranghi al ruolo di Elio e Falciai Marcello. capo, per la sua intraprendenza, mancanza Negli anni che seguono, il suo nome ap­ di scrupoli ed ambizione... nello spazio di pare ancora, solitamente in fatti di contrab­ un decennio si eleva al rango di facoltoso bando di tabacchi che determinano dei rin­ imprenditore... che si concede un tenore di vìi a giudizio, ma talora anche per traffico vita raffinato... assiduo negli alberghi lus­ di droga, senza però che si raggiungano suosi e in locali notturni, dove paga conti prove sufficienti per incriminarlo. non inferiori a 50-60 mila lire ». Intorno ai due cugini si muovono i loro Eppure Angelo La Barbera, che verrà fratelli, figure minori solo perché sovrastate rinviato a giudizio per una serie impressio­ dalla personalità prepotente dei due mag­ nante di delitti, omicidi, attentati, stragi, giori. associazione a delinquere e che verrà con- — 24 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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dannato a 22 anni e sei mesi di reclusione sone che si prepara ad attentare alla vita dalla corte di assise di Catanzaro, è quello di Sirchia Giuseppe, assolto a Catanzaro, stesso che poteva andare e venire da Ustica che è confinato a Castelfranco Veneto. Il dove era stato confinato nel 1956, perché 25 marzo 1971 è ucciso Francesco Di Mar­ si ammalava la madre o perché era lui tino, killer della cosca di ; stesso ad ammalarsi; è quello stesso che po­ il 29 aprile è la volta del suo amico Anto­ teva allontanarsi da Palermo, sottraendosi nino Matranga, pure assolto a Catanzaro. alla sorveglianza speciale, perché doveva Ed è forse in questo clima che sono fare le cure termali o perché doveva recarsi maturati anche altri episodi che tanto hanno a Roma per affari. colpito l'opinione pubblica isolana e na­ Ma non è tutto. Gli atti di polizia e le zionale. stesse sentenze di rinvio a giudizio conten­ Intanto i fratelli Greco sono sempre lati­ gono ripetuti riferimenti a uomini politici tanti e con loro Luciano Leggio i cui legami e amministratori del comune di Palermo, con la cosca palermitana appaiono ora che è giusto rilevare: si completa così il molto più chiari di quanto non risultassero quadro a fosche tinte di quelle ultime vi­ un anno fa. cende di cui i La Barbera e i Greco furono Poste accanto ai fratelli La Barbera e ai protagonisti, e che si aprirono con la rottura cugini Greco, le figure di Rosario Mancino della tregua instauratasi fra le rispettive e di Tommaso Buscetta sembrano scom­ cosche e basata sulla divisione della città in parire. zone di influenza, in un crescendo di delitti Eppure si tratta di due personaggi cor­ che gettarono Palermo in preda al terrore. posi, le cui vicende, a parte l'apparente mi­ Proprio l'impressione terribile suscitata nor rilievo personale, permettono di far luce dai fatti, in particolare dalla strage di Cia- su strutture burocratiche bacate e inqui­ culli, determinerà una prima reazione della nate, di provare attaverso fatti precisi il pubblica opinione e un primo salutare ri­ pieno e completo inserimento della mafia sveglio dei meccanismi di difesa di cui la palermitana nella criminalità internazionale. società italiana e lo Stato democratico di­ E, insieme con la conferma di queste sponeva già da allora e di cui non ci si era ipotesi, c'è la ricchezza accumulata con i valsi. La vicenda parve chiudersi con la sen­ traffici illeciti, l'esercizio di attività impren­ tenza della corte di assise di Catanzaro e ditoriali nel settore dell'edilizia, nella com­ con le condanne, anche troppo miti di al­ pravendita di terreni, nell'esportazione di cuni colpevoli. A parte le perplessità per la prodotti alimentari, attività che certo pre­ prolungata latitanza dei fratelli Greco e dei supponevano benevolenza, per non dire di loro accoliti, insieme con quella di Luciano più, da parte di uffici e di persone che Leggio, ci si potè anche illudere che tutto contano. fosse finito. Ma negli ultimi anni la violenza * * * è riesplosa, quasi ad avvalorare la tesi del pubblico ministero di Catanzaro, che aveva Le vicende dei Greco e dei La Barbera predetto nuovi fatti di sangue contro gli ci offrono un test di rilievo sulla piena ade­ aderenti alla cosca mafiosa La Barbera- renza, nell'ultimo quarto di secolo, della Torretta in continuazione della catena di azione mafiosa al contesto sociale della Si­ efferati delitti degli anni sessanta. cilia occidentale e in particolare del paler­ E infatti, dopo che era stato ucciso, il mitano, contraddicendo la tesi che vorrebbe 7 luglio 1966, Francesco Mazzara, il 12 marzo far discendere il fenomeno mafioso in linea 1969 cade l'impresario edile Giuseppe Bo­ diretta ed esclusiva dalle strutture arcaiche logna e ne sono indiziati due imputati pro­ ed arretrate della società isolana. Giuseppe sciolti a Catanzaro. Il 10 dicembre 1969 c'è Genco Russo, Mariano Licari e Salvatore la strage di viale Lazio. Il 30 novembre 1970 Zizzo rappresentano invece la linea di con­ viene fermato un commandos di quattro per­ tinuità con la vecchia mafia che operò a 25 -, Alti Parlamentari • * Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI cavallo della prima guerra mondiale, che Prima del suo arresto godeva « stima e sopravvisse alle repressioni del prefetto reputazione », dirà di Licari un rapporto di Mori, che non fu colpita da sanzioni penali polizia. Di contro un altro rapporto dello decisive né dai tribunali dell'Italia giolit- stesso periodo così afferma: « La pacifica tiana né di quella fascista, né di quella popolazione di questo centro pensa con ter­ democratica: prova certa della persistenza rore alle sue malefatte e non si spiega come di un fenomeno in situazioni storiche, poli­ per delinquenti di tale risma non sia stato tiche e socio-economiche significativamente adottato adeguato provvedimento di polizia, diverse. che qui sarebbe accolto con vivo sollievo ». Genco Russo nasce a nel 1893, Per un ventennio però nessuno aveva da ambiente familiare definito « alquanto osato pronunciare tali giudizi. corrotto » nei rapporti di polizia. Nel 1921, Più giovane dei due è Salvatore Zizzo, quando torna dalla guerra, subisce un pro­ figlio di un agricoltore morto in carcere, cesso per associazione a delinquere, conse­ definito pericolosissimo pregiudicato per guendo la prima di una lunghissima serie gravi reati contro la persona e il patrimonio di assoluzioni per insufficienza di prove, nei rapporti di polizia. Pregiudicati sono interrotta da una condanna nel 1930 a sette anche la madre, i fratelli e le sorelle, come anni di carcere e a quattro anni di confino. pure i cognati. Se questo è l'ambiente si L'opera repressiva del prefetto Mori evi­ può immaginare l'uomo. dentemente si era dispiegata anche contro Delinquente a 19 anni, quando subisce il di lui. Ma subito la serie delle assoluzioni primo processo per omicidio, non si ferma riprende e nel 1933 Genco Russo può acco­ mai e sempre agisce con la stessa fredda gliere nella sua casa don , decisione, con la stessa efferatezza. Con lui che fa da padrino al suo secondogenito e non ci troviamo di fronte alla mafia evane- che lo aiuterà nella successiva ascesa dopo nescente, misteriosa, inafferrabile, anche se che avrà ottenuto nel 1944 la riabilitazione. tale fu per troppi organi dello Stato che Mariano Licari, marsalese, è della stessa pure avrebbero dovuto sapere chi era. generazione di Genco Russo. Arrestato e Nella sua intensa vita c'è sempre lo stesso processato a vent'anni, nel 1913, per abi­ grado di partecipazione, che coinvolge l'in­ geato e per tentato omicidio, poi ancora nel tera famiglia. E sempre vi è la stessa remis­ 1917 per diserzione, è assolto. Anche lui sività dei pubblici poteri, gli unici che igno­ incappa nella repressione del prefetto Mori rano la sua appartenenza alla mafia, gli e nel 1929 dopo essere stato assolto più unici che non riconoscono i suoi inconfon­ volte dai reati di omicidio, rapina e associa­ dibili connotati di criminale mafioso. zione a delinquere, va al confino a Lam­ Per sette volte è denunciato per omicidio pedusa. o pluriomicidio, per cinque volte viene as­ Poi gli atti di polizia tacciono e solo nel solto per insufficienza di prove, una volta 1957 una lettera anonima mette in moto il per non aver commesso il fatto, un'altra meccanismo che, molto faticosamente, lo volta per mancanza di indizi. L'unica con­ porterà nel 1969 davanti alla corte di assise danna è per furto e risale al 1942. di Salerno dove subirà la condanna a 8 anni Viene spontaneo chiedersi come abbia di reclusione per il reato di associazione a potuto essere condannato. Chi ha letto i delinquere. rapporti che lo riguardano può rendersi Anche per lui il nuovo Stato democratico conto di quale fosse il grado di compenetra­ impiega circa un ventennio per chiarire la zione mafiosa nell'esercizio di funzioni nelle sua vera attività, così come era avvenuto quali il cittadino ha pur diritto di credere. per Genco Russo. Entrambi avevano potuto C'è da chiedersi cosa ne sia oggi di tutti i attendere indisturbati ai loro affari, com­ personaggi maggiori o minori che non vol­ mettere reati, essendo rispettati e riveriti lero o non seppero dirci chi era, quando ciò da tutti, godendo di prestigio e di credito. avrebbe potuto troncare la sua carriera di — 26 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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criminale e risparmiare a tanti onesti fun­ ogni feudo ci sono dei morti, per le rivalità zionari e cittadini il senso di umiliazione che insorgono nella spartizione degli utili che si prova leggendo questi documenti. derivanti dalla attività mafiosa. Lo stesso senso di umiliazione si prova Egli ha il prestigio che gli deriva dalle di fronte a Vincenzo Di Carlo, esponente cariche che riveste, è amico di tutti, stimato della DC, giudice conciliatore, mafioso cono­ da tutti e ben accetto a tutti, grazie al po­ sciuto come tale negli atti di polizia che poi tere e alla scaltrezza di cui dispone. scriveranno di lui: « È capo della mafia lo­ Se le sue vicende non offrono l'interesse cale... gode buona stima e viene reputato che presentano quelle di un La Barbera o una persona seria ed assennata ». di un Greco è solo perché opera in un am­ biente più limitato, perché il temperamento Gode tanta stima e considerazione che è personale è quello di un intrigante sottile in combutta con i peggiori delinquenti della e scaltro piuttosto che quello di un lotta­ zona, ma gira con in tasca un salvacondotto tore. Ma quando ci si mette, non scherza rilasciatogli dai carabinieri. Eppure è il neppure lui. E in ogni caso i risultati a cui capo della mafia di Raffadali e come tale lo perviene sono identici, sol che si pensi allo conoscono tutti: carabinieri, pubblica sicu­ sviamento delle indagini per il processo rezza, sindaco, magistratura. Tandoj o all'abilità con cui riesce per quasi Opera in una zona povera, sull'economia un anno a impedire la rimozione dalla ca­ povera del latifondo agrigentino e tuttavia rica di giudice conciliatore, quando sta per riesce a trarne profitti. essere arrestato, grazie anche agli scrupoli L'attività a cui si dedica è quella tradi­ di un alto magistrato. zionale della mafia agraria e cioè la compra­ C'è da dire che soltanto dopo l'arresto vendita dei terreni: Di Carlo, insieme con i e a distanza di due mesi da questo perderà suoi accoliti, si occupa del feudo Catta, del anche la carica di segretario della sezione feudo Salacio, del feudo Santagati. E per di Raffadali del suo partito. — 2T — Alti Parlamentari I Senato della Repubblica

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3. - POTERE STATUALE E POTERE MAFIOSO

Nelle vicende di tutti i personaggi emer­ Anche sotto questo aspetto l'indagine gono in modo assai chiaro, pur nella diver­ compiuta ha una sua validità proprio per­ sità dei temperamenti individuali, le carat­ ché permette di far luce, attraverso l'esa­ teristiche inconfondibili del potere mafioso me puro e semplice di atti di polizia, sen­ in tutte le sue manifestazioni, attraverso nu­ tenze, fascicoli bancari, concessioni ammi­ merosi episodi che possono dare la misu­ nistrative, eccetera, su quali siano stati i ra della sua influenza e insieme della distan­ comportamenti dell'autorità nei confronti za che separa lo Stato di diritto dal tipo di persone successivamente messe al bando di Stato che ha funzionato in Sicilia. da parte della società italiana, isolate giu­ Si ha cioè in tutte le zone di mafia, dove stamente dal consorzio civile; è così possi­ hanno operato i nostri personaggi, una sor­ bile cominciare ad individuare fino a qual ta di scissione fra la vita dei cittadini e gli punto si siano dispiegate interferenze, col­ ordinamenti politici e giuridici creati a lusioni, condizionamenti e colpevolezze. presidio dei diritti e dei doveri di ognuno. Dall'esame, che comprende in certi casi In mezzo si colloca il potere mafioso, che è anche atti che coinvolgono le rappresentan­ in grado di pretendere e di ottenere obbe­ ze del potere centrale dello Stato, emerge dienza assoluta dai cittadini, i quali sono talora l'esistenza di una omogeneità di inte­ costretti a sottostarvi proprio perché non ressi strategici generali fra esponenti mafio­ sono sufficientemente tutelati dallo Stato. si ed esponenti politici; tal'altra si individua un rapporto di tipo elettoralistico o affari­ La sfera di influenza mafiosa è amplis­ stico; sempre si registrano collegamenti di sima, interessa la società a tutti i livelli, è cui si intravedono le orditure e i condizio­ in grado di sostituire lo Stato o di interfe­ namenti. rire con il funzionamento dei suoi organi. Il più delle volte protettori e complici Ne deriva come conseguenza che la società autorevoli compaiono solo con una telefo­ siciliana, anche in momenti significativa­ nata che fa rilasciare un passaporto, fa mo­ mente diversi dal punto di vista storico, po­ dificare un rapporto di polizia, fa concede­ litico e socio-economico (da quello in cui si re una variante al piano regolatore, fa apri­ reggeva su strutture arcaiche tradizionali a re la via ad un appalto o fa decretare la quello indubbiamente più dinamico che si concessione della croce di cavaliere. accompagnava alla espansione edilizia di Solo in pochi casi si riesce a dare la fi­ Palermo), non sia mai riuscita a sottrarsi sionomia ad un volto, ad individuare un all'invadenza della mafia. nome, a raggiungere prove certe, che confi­ Persistenza, estensione e caratterizzazio­ gurino responsabilità penali perseguibili. ne del potere mafioso in Sicilia non posso­ Anche questo è mafia. no essere spiegati solo come conseguenza Le sentenze nei confronti dei mafiosi so­ della carica di criminalità di gruppi di indi­ no assolutorie, nel migliore dei casi, per vidui. Esso non può non colludere con il insufficienza di prove; i rapporti di polizia potere politico, non può non interferire con sono inadeguati e talvolta contraddittori; strutture amministrative o burocratiche. le concessioni amministrative a loro favore — 28 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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sono a dir poco stupefacenti; il credito ban­ sonale, l'insufficienza e l'arretratezza dei cario è loro concesso con larghezza; hanno mezzi posti a disposizione del magistrato, libero accesso agli uffici dello Stato e degli la carenza degli strumenti legislativi. enti locali; possono assicurare il successo, Una prima risposta che si può dare è direttamente o indirettamente, ai candidati quella che i mali di cui ovunque è affètta la nelle elezioni politiche o amministrative. amministrazione della giustizia aggravano Per anni, magistratura, polizia, organi in Sicilia una situazione già di per se stessa dello Stato e forze politiche hanno troppo difficile e che essi costituiscono una valida spesso mostrato di ignorare l'esistenza del­ concausa degli insuccessi giudiziari, favo­ la mafia. Questo spiega, per esempio, perché rendo indirettamente i delinquenti mafiosi, dai killers non si sia cercato quasi mai di che in ogni deficienza trovano un terreno risalire ai mandanti dei crimini. quanto mai fertile per impedire l'accerta­ Se ciò sia da attribuire a volontà deli­ mento della verità. berata, a colpe precise, a collusioni consa­ Ma, al di là degli inconvenienti di carat­ pevoli oppure a inerzia, a lassismo, all'amo­ tere generale, pesanti dubbi di altra natura re di quieto vivere, all'incapacità di perce­ possono sorgere e sono tali da far pensare pire il fenomeno mafioso nella sua essenza a qualche cosa di più profondo e di più più vera, è difficile da stabilire, almeno in grave. Basta ricordare l'episodio verificatosi questa sede. La Commissione del resto pre­ nel corso delle indagini per l'omicidio Riz- senterà relazioni sui problemi specifici dei zotto durante le quali non fu avvertita l'esi­ rapporti fra mafia e politica, sul funziona­ genza di ispezionare ulteriormente Rocca mento degli organi giudiziari, sull'urbanisti­ Busambra per far luce su questo e su altri ca, sul credito, ed è certo che quanto è omicidi e che venne pretermessa sol perché emerso dalle biografie troverà riscontri an­ la procura della Repubblica di Palermo non che più precisi in un quadro più generale ritenne necessario che fossero stanziate le e più completo. • somme per quella esplorazione. Sempre in Ma, anche senza voler anticipare delle occasione di quelle indagini, malgrado la conclusioni, si può senz'altro rilevare un gravità dell'episodio, quella procura non comportamento abnorme dei poteri statuali ritenne di inviare un proprio magistrato nei confronti di personaggi, che hanno be­ ad effettuare il riconoscimento dei resti tro­ neficiato non solo della latitanza della legge, vati nella foiba di Rocca Busambra, lascian­ ma talvolta perfino della protezione della do l'incombenza al vicepretore onorario di legge, sol che si valutino i fatti al di fuori Corleone, avvocato Bernardo Di Miceli, cu­ dei formalismi giuridici e burocratici. gino proprio di Michele Navarra, che veni­ Si consideri il problema della conclu­ va addirittura indicato come il mandante sione giudiziaria dei procedimenti penali di quell'omicidio. a carico dei ricordati personaggi. Altri inconvenienti è possibile desume­ Certo è che stando ai fatti, cioè alla se­ re dall'andamento e dall'esito delle vicende rie interminabile di assoluzioni, l'opinione giudiziarie riguardanti i singoli personaggi. pubblica è portata a formulare negative Sovente si coglie nell'atteggiamento dei considerazioni sui mezzi, sugli uomini e su­ giudici di merito diffidenza e sospetto circa gli strumenti attraverso i quali si ammini­ l'operato della polizia giudiziaria, sol per­ stra la giustizia nelle zone occidentali del­ ché smentito da ritrattazioni o criticato dai l'isola. difensori. La domanda che ci siamo posti è se Ora, che il magistrato giudicante, ligio fosse lecito considerare come causa pre­ al presidio civile della certezza probatoria, minente del fenomeno la cosiddetta crisi debba essere sempre vigile e critico nel va­ della giustizia, comune a tutto il territo­ lutare il materiale processuale acquisito, è rio della Repubblica, i cui aspetti più rile­ naturale ed è sempre da esigere che così sia vanti sono la deficienza di organici e di per­ per la tutela delle umane libertà. E che sia 29 — Alti Parlamentari ; e Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI severo e critico con la polizia giudiziaria Comunque nel dibattimento l'omertà, ogni qualvolta la legge risulti da questa vio­ la reticenza dei" testi e delle parti lese per il lata, è altrettanto doveroso e commende­ timore della vendetta privata, impongono vole, quale garanzia di difesa di un gran un particolare contegno processuale e fanno bene comune. registrare un numero di proscioglimenti Ma il magistrato, nel valutare gli ele­ nella fase del giudizio proporzionalmente menti probatori o indiziari, prescindendo molto superiore in Sicilia che nel resto del dall'ambiente in cui essi sono stati raccolti, paese. Altra costante è l'eccessiva durata dei astraendo il processo dalla realtà in cui esso giudizi che avvilisce i pochi coraggiosi testi è nato e vive e giudicando i fatti soltanto di accusa, seppure ne esistono, rafforza la attraverso un teorico, seppur esatto, tecni­ iattanza e la sicumera degli indiziati, intie­ cismo giuridico, finisce per fare il gioco del­ pidisce il valore dei riscontri obiettivi se la mafia, che da realtà operante qual'è, ten­ addirittura, come si è detto, non li pregiu­ de a dissolversi nel nulla. dica. Così, ad esempio, per l'omicidio Riz­ Lo scarso credito dato alle risultanze zotto, attribuito al Leggio e avvenuto nel delle indagini di polizia giudiziaria trova marzo 1948, la sentenza di primo grado si conferma anche in un altro fenomeno tipi­ ebbe nel 1952 e quella di secondo grado nel co dell'attività giudiziaria dell'isola: l'uso 1959, a undici anni dal fatto ! di una caratteristica terminologia proces­ Per l'omicidio Comaianni, Luciano Leg­ suale che pone di fronte alle deposizioni gio viene assolto il 18 febbraio 1967, dopo rese al magistrato — ritenute le uniche de­ 22 anni dal fatto, dalla corte d'assise di gne di valutazione — le « propalazioni stra- appello di Bari. Durante il processo fu posta giudiziali » e cioè le dichiarazioni rese agli in dubbio la causale della vendetta, perché organi di polizia, considerate indegne, per remoto nel tempo (agosto 1944) il fatto che ciò stesso, di seria considerazione da parte avrebbe dato origine all'omicidio commesso del giudice. sei mesi dopo (marzo 1945). Si dubitò della La corte di assise di Palermo, proscio­ spontaneità della confessione del correo, gliendo infatti per insufficienza di prove perché ritrattata dinanzi al magistrato e Luciano Leggio per l'omicidio Rizzotto, du­ frutto di pressione e di intimidazione, ma bitò delle confessioni « stragiudiziali » rese contemporaneamente non si ritenne di pro­ dai complici ed anche del riconoscimento cedere a carico di coloro che, illecitamente, dei miseri resti effettuato dai congiunti del avevano posto in essere tali pressioni e inti­ Rizzotto e dell'effettiva causale del racca­ midazioni. pricciante assassinio. Ed ugualmente per la corte d'assise d'appello non potevano con­ Ugualmente si negava ogni valore di siderarsi attendibili le confessioni stragiu­ prova alle dichiarazioni dei familiari del diziali, poi ritrattate dinanzi al magistrato Comaianni per « la reticenza e le contraddi­ anche per le insistenti pressioni che si do­ zioni » in cui essi erano caduti. veva « fondatamente pensare poste in es­ Le sentenze assolutorie della corte d'as­ sere dagli inquirenti ». sise di Bari nei confronti di Leggio hanno Talvolta, partendo da una certa confu­ poi riproposto il problema della opportuni­ sione di concetti fra prove necessarie per tà della remissione dei procedimenti a giu­ condannare e prove sufficienti per rinviare dici di altra sede. a giudizio l'imputato (articolo 374 del codi­ La celebrazione dei processi di natura ce di procedura penale) accade che dinanzi mafiosa fuori della Sicilia, di fronte a giu­ alla carenza delle prime, il giudice istrutto­ dici popolari non sempre esperti o infor­ re preferisca definire il procedimento in mati di certe realtà, se da una parte garan­ sede istruttoria, anziché tentare la via del tisce l'autonomia del giudizio dalla possi­ dibattimento, che avrebbe potuto dare bile influenza della mafia, dall'altra può age­ frutti diversi. volare gli interessi della difesa dei soggetti 30 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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mafiosi, la cui tecnica mira appunto ad assi­ e insufficienti, con personale non sempre curare la astrazione dalla particolare realtà. adeguato in qualità e numero. Nella sentenza della corte d'assise di Non debbono, naturalmente, essere di­ Bari del 1969 non viene infatti sottaciuta menticati gli esempi di operazioni sagaci e « l'estrema cautela » (e cioè l'omertà) con la coraggiose, dovute sia alla iniziativa e alla quale quasi tutti i testimoni chiamati a decisione dei singoli, sia all'organicità della deporre hanno reso le loro dichiarazioni e lotta che le forze di polizia conducono con­ la « costante preoccupazione » (e cioè il tro la mafia. A tal proposito basterebbe ri­ timore) di ognuno di non riferire fatti che chiamare i sacrifici sopportati da tutte le in qualche modo potessero pregiudicare gli forze di polizia per difendere la società dal­ imputati sino al punto da negare circostan­ la presenza mafiosa e sottolineare l'apporto ze prive di ogni rilievo ai fini processuali. dato ai lavori della Commissione dal co­ C'è poi da notare come, a proposito del­ mando della legione dei carabinieri, dalle le molte imputazioni di associazione per questure e dalla guardia di finanza. delinquere contestate a Luciano Leggio, per Tuttavia non si può fare a meno di no­ periodi e attività quasi contemporanee tare come l'impegno preventivo e repressi­ (1958-1964) il frazionamento delle istrutto­ vo non sia sempre risultato in pratica alla rie e dei dibattiti, demandati ora alla corte altezza delle esigenze e come disfunzioni e d'assise o al tribunale di Palermo, ora alla discrasie abbiano finito inevitabilmente per corte d'assise di Catanzaro, ora alla corte favorire la mafia. d'assise di Bari, non ha giovato certo all'ac­ La diversità di orientamento tra i vari certamento della verità, perché ha impedito corpi di polizia, che si nota in alcuni incarti, una visione organica e completa dei fatti è tale da fare sospettare che nella Sicilia e dei personaggi. occidentale polizia e carabinieri siano tal­ Si sono citate le vicende processuali volta due ruote dentate che non ingranano, legate al nome di Luciano Leggio perché gli e ognuna delle quali gira per proprio conto. inconvenienti, se così si può dire, sono in Prima del 1963 non è raro il caso che questo caso macroscopici e perché la lunga polizia e carabinieri si pronuncino in modo latitanza, che assomma a 18 anni e che an­ discorde nella compilazione dei rapporti in­ cora continua, dà un carattere emblematico formativi. Se per gli uni si è di fronte ad all'uomo e alla sua vita. Ma anche con gli un pericoloso delinquente, per gli altri so­ altri personaggi il quadro non cambia. vente l'immagine è invece quella di un cit­ Si ripetono cioè le stesse lentezze e — tadino probo, tutto casa, famiglia e lavoro. ciò che conta più di qualsiasi altra consi­ Poi, quando le informazioni servono per il derazione di merito — si hanno sempre rilascio del passaporto o della licenza di le stesse sconcertanti conclusioni, con tutti porto di fucile, sono quasi sempre modifi­ i regimi politici, con tutti gli ordinamenti cate, anche assai laboriosamente, per con­ giuridici, con tutti i magistrati, a Palermo sentire alla questura di soddisfare le richie­ come a , a Trapani come ad ste. Ci sono delle minute dei rapporti in cui . si nota visivamente lo sforzo del compilato­ Le poche eccezioni sembrano conferma­ re per non dire ciò che invece risulta agli re una regola. atti e per dare poi via libera alle richieste. È un interrogativo questo a cui si dovrà Anche a questo proposito sorgono gli dare una risposta, che non può essere solo interrogativi più inquietanti e si potrebbe quella di chiedere la rigida applicazione rispondere che la colpa è del maresciallo della legge da un punto di vista formale. dei carabinieri o del brigadiere di pubblica L'operato degli organi di polizia si svol­ sicurezza, i quali subiscono le suggestioni ge anch'esso in ambienti che presentano no­ degli interessati. Ma è una risposta troppo tevoli difficoltà, con mezzi spesso inadatti semplice per convincere, anche perché, in — 31 — Atti Parlamentari } Senato della Repubblica

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tal caso, i corrotti sarebbero veramente ancora di un certo prestigio ed autorità di troppi. cui si avvale, quando ne è chiamato, per Non si può non ricordare, ad esempio, comporre dissidi privati o conciliare ver­ oltre il caso macroscopico del commissario tenze. Risulta comunque che ciò faccia con Tandoy, connivente con la mafia, quello del imparzialità. maresciallo Marzano che dà le informazioni « Negli ambienti locali è convinzione necessarie per la riabilitazione di Genco generale che lo Zizzo da alcuni anni a que­ Russo nel 1944, e attesta nel 1948 la buona sta parte non abbia più dato luogo a la­ condotta di Zizzo e che nel 1952 riceve tra­ gnanze di qualsiasi genere e che abbia adot­ mite un prestanome una quota del feudo tato una linea di condotta basata sull'one­ Polizzello. Certo, egli è stato quanto meno sto lavoro... pertanto non si ritiene di pro­ compiacente ed è sorprendente che in zone porlo per la sorveglianza speciale di pub­ così difficili si potessero inviare simili sot­ blica sicurezza ». tufficiali; ma non si può neppure dimenti­ Licari e Zizzo sono della stessa provin­ care l'autorità di cui Genco Russo godeva. cia, per cui si potrebbe pensare che i giu­ « Mariano Licari, a parte il passato bur­ dizi quanto meno singolari sui mafiosi rascoso — scrive nel 1957 il commissario « compositori di privati dissidi », che ri­ di pubblica sicurezza di Marsala — rappre­ sparmiano, come sembra di intuire, grane senta oggi'in città il compositore di tutti i al maresciallo, siano dovuti ad un errore di privati dissidi, uomo astuto che sotto gli valutazione di carattere generale delle auto­ occhi delle autorità, col ricavato di azioni rità di polizia di quella provincia. Ma si ri­ delittuose, ha saputo dal nulla crearsi una trovano le stesse argomentazioni, a dir poco posizione invidiabile. Apparentemente non sconcertanti, nel rapporto dei carabinieri di esercita attività di sorta, ma il suo nome è Raffadali su Vincenzo Di Carlo: « risulta di legato ad affari più o meno illeciti, che si buona condotta morale, civile e politica, svolgono in una cerchia ristretta di persone, immune da precedenti e pendenze penali pregiudicati come lui, mafiosi, dediti alle agli atti di questo ufficio... il Di Carlo è speculazioni più infami e ai ricatti più ob­ capo della mafia locale, che si compone di brobriosi ». Alcuni mesi dopo, lo stesso com­ otto elementi del luogo; quasi tutti sono missario è del parere che non si debba infie­ pregiudicati per delitti contro la persona. rire troppo contro Licari e con lui concor­ « Questi ultimi, come lo stesso Di Carlo, dano i carabinieri. Perfino quando va in militano tutti nelle file della DC e sotto la prigione per reati gravissimi, i carabinieri protezione del manto politico operano in scrivono: « Prima dell'arresto godeva stima silenzio, come del resto è costume della e reputazione... non è mafioso ». mafia e con la massima tranquillità. In Raf­ Uguali contraddizioni si riscontrano nei fadali il Di Carlo viene spesso notato in fascicoli di Zizzo, a proposito del quale i compagnia dei suoi gregari, con i quali non carabinieri di scrivono nel esita a compiere passeggiate e con cui non 1961: « Dopo la diffida del questore, eroga­ mancano di tanto in tanto le riunioni che tagli nel marzo 1957, lo Zizzo non ha dato hanno luogo in campagna. più luogo a sospetti di manifestazioni cri­ « Si reputa opportuno riferire che la minose, mostrando buoni propositi di re­ mafia di Raffadali ha sempre operato e denzione sociale, dedicandosi attivamente opera in combutta con quella di Agrigento al proprio lavoro... In Salemi gli sono amici e degli altri comuni viciniori, agendo con molti ed apprezzati professionisti ed anche la capacità di non dare mai luogo a la­ noti pregiudicati, con i quali ultimi, però, gnanze di sorta da parte di chicchessia. non risulta mantenga rapporti per concer­ « Il ripetuto Di Carlo, in paese, gode tare l'attuazione di piani criminosi. buona stima e viene reputato una persona « Per il posto di preminenza occupato seria ed assennata. Egli infatti riscuote nel passato nella " onorata società " gode molta considerazione ed esercita, specie sui — 32 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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suoi gregari, molto ascendente. Il suddetto questura, come fa da tempo per i cara­ agisce con molta diplomazia, conservando binieri. la capacità di non far mai trapelare mini­ Ormai non c'è più nulla da fare. Ma il mamente le sue attività di mafioso, facendo decreto firmato il 28 settembre viene noti­ così imperare con arte il suo potere ». ficato solo il 23 ottobre: tre giorni dopo E uguali concetti si ritrovano in rap­ Di Carlo è arrestato per il reato di qua­ porti della compagnia esterna dei carabi­ druplice omicidio e per associazione a de­ nieri di Agrigento e, sia pure in termini più linquere. Arrestato e, poi, condannato al­ cauti, nelle dichiarazioni del sindaco di l'ergastolo. Raffadali. Era stato più difficile rimuoverlo dal­ Non ci si può più meravigliare della l'incarico prestigioso di giudice concilia­ piena accettazione del potere mafioso da tore che mandarlo in prigione e ancor più parte della popolazione, se anche le auto­ difficile è stato rimuoverlo dalla carica di rità di polizia danno del mafioso un'imma­ segretario della sezione del suo partito, il gine che non è certo quella del delinquente che avvenne solo due mesi dopo il suo e se, nel caso di Di Carlo, permettono che arresto. continui ad occupare la carica di giudice Non crediamo sia lecito dare tutte le conciliatore e, addirittura, lo muniscono di colpe per le vicende connesse a Genco una specie di salvacondotto che lo accre­ Russo, a Salvatore Zizzo o a Vincenzo Di dita presso i comandi della provincia. Carlo agli organi locali di polizia. Collu­ Quando si leggono simili giudizi non ci sioni e interferenze, complicità e tolleranza, sorprende più che il questore e il coman­ viltà e ignavia si verificano anche per colpa dante del gruppo carabinieri di Trapani di persone che stanno molto più in alto. si mettano d'accordo per non mandare Comunque i casi fin qui citati ci ricondu­ Zizzo al soggiorno obbligato, subendo pres­ cono, talora in via diretta, tal'altra per sioni politiche e che qualche comando si logiche deduzioni, a precise responsabilità pronunci addirittura favorevolmente per la di funzionari dello Stato, di amministra­ riabilitazione. E neppure ci sorprende il tori o di politici. fatto che sia necessario quasi un anno per Non diverso è il discorso che riguarda rimuovere Di Carlo dalla carica di giudice le vicende di altri mafiosi, per i quali i conciliatore. riferimenti a responsabilità sono in genere Il questore di Agrigento prima gli toglie indiretti e meno precisi: numerosi sono i il porto d'armi, poi il 24 gennaio 1963 fa casi in cui i mafiosi possono non solo de­ la proposta di revoca dalla carica di giu­ linquere ed arricchirsi impunemente, ma dice conciliatore al presidente del tribu­ godere di protezioni, ottenere passaporti, nale, che però aspetta ben due mesi per porto d'armi e qualsiasi altro tipo di docu­ girarla al presidente della corte di appello. mento e copertura amministrativa. Non si può prestare fede alle voci, occor­ Rosario Mancino viene segnalato dalla rono prove e non indizi, risponde costui. polizia americana come mittente di un ca­ Intanto passa l'estate e solo a settembre un rico di eroina nel 1952 e al ministro dell'in­ magistrato si reca a Raffadali, tornandone terno, che chiede informazioni, il questore con un rapporto allarmante. La situazione di Palermo in data 23 settembre risponde: precipita subito e il 28 settembre il presi­ « In questi atti non ha precedenti contrari ». dente si decide a firmare il decreto; ma Potrebbe sembrare un infortunio burocra­ Di Carlo, che evidentemente è stato infor­ tico, ma la minuta delle lettere esistenti mato, due giorni dopo chiede di essere po­ negli atti è corretta più volte, quasi si vo­ sto in aspettativa (? !) per sei mesi, perché lesse dire e non dire ad un tempo. E di­ soffre di esaurimento nervoso. Dà anzi la fatti non si diceva ciò che risultava già colpa di tutto al questore che lo perseguita alla guardia di finanza e ciò. che doveva perché si è rifiutato di fare la spia per la figurare negli atti della questura. — 33 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Nel 1953, nonostante la conferma dei so­ di ravvedimento », anche se si legge nella spetti, al Mancino viene rinnovato il pas­ motivazione: « non ha adempiuto tutti gli saporto, che poi gradualmente viene esteso obblighi dipendenti dalla condanna, essendo a tutti gli Stati. Processato e assolto per nullatenente ». E agli atti c'è perfino il cer­ contrabbando, nel 1959 chiede ed ottiene in tificato di povertà dell'I 1 luglio 1961 vistato sei giorni la licenza per porto di fucile. dal competente ufficio delle imposte dirette. L'anno dopo è protagonista di un episodio Se è in grado di che è, a dir poco, sconcertante. La polizia produrre il certificato attestante che è nul­ americana lo ferma all'aeroporto di New latenente, per non risarcire la persona a York e lo spedisce in Italia. Un mese dopo cui ha arrecato danni, Salvatore Zizzo, il passaporto, che gli era stato ritirato, viene quando va al soggiorno obbligato, chiede riconsegnato al Mancino « come da ordini che gli sia accordato il sussidio del Mini­ ricevuti ». Nel gennaio del 1961 ottiene l'au­ stero dell'interno: una prima volta presenta torizzazione a portare la pistola. Questa la domanda nel 1964, una seconda volta volta la questura ha impiegato cinquanta nel 1965, esibendo addirittura un certifi­ giorni. Solo il 21 luglio 1963 il questore cato di povertà, rilasciato dal sindaco di di Palermo ordinerà che gli siano ritirate Salemi del tempo, suo amico e sostenitore. le armi e gli dà un termine di dieci giorni Per debito di verità bisogna precisare che per venderle, se non le vuole consegnare. il sussidio non verrà erogato. Mancino non le consegna e non le vende: A Tommaso Buscetta, nonostante la si dà alla latitanza. Simili episodi si ripe­ mancanza del nullaosta del giudice istrut­ tono anche per Angelo La Barbera, che tore del tribunale di Taranto, presso cui era stato già confinato ad Ustica nel 1956, pendeva il procedimento penale per asso­ e che chiede ed ottiene il passaporto con ciazione a delinquere e contrabbando, e una istanza 1° dicembre 1959, che è tutta il parere contrario del pubblico ministero, da leggere e per la quale si procura certa­ si concede il passaporto, sol perché si tratta, mente appoggi abbastanza autorevoli, se secondo una lettera inviata al questore di il commissario di pubblica sicurezza, che Palermo, di persona che « interessa moltis­ aveva espresso parere contrario su una pre­ simo » a un esponente politico. cedente analoga istanza in data 23 novem­ Nel vasto clan dei Greco c'è, per così bre 1959 per la pericolosità del soggetto, dire, un ben orchestrato gioco delle parti pochi giorni dopo modifica sostanzialmente fra i fratelli e i cugini. le sue dichiarazioni. « L'ingegnere » con i sui precedenti pe­ Egli ottiene così il passaporto turistico nali è considerato nella sua giusta luce negli per i paesi europei nel dicembre 1959, ma atti di polizia. Diverso è il caso degli altri. già nel febbraio successivo la questura di « Ciaschiteddu » ha l'autorizzazione al por­ Palermo gli concede la estensione per la to di fucile fin dal 1951 e ha il passaporto Spagna, per il Portogallo, per il Canada e valido per tutti i paesi europei, per l'Ar­ per il Messico e, successivamente, per molti gentina e per il Brasile. Il comandante della altri paesi. stazione carabinieri di Brancaccio nel 1961 Sappiamo chi è e che cosa rappresenti lo descrive come un tranquillo commer­ Angelo La Barbera per l'ambiente mafioso ciante, di buona condotta, non apparte­ palermitano, specie per quel che dicono i nente alla mafia. Due anni dopo, però, lo rapporti di polizia e della guardia di fi­ propone per la diffida, perché « appartiene nanza: un uomo capace di qualsiasi azione alla mafia, è violento e capace di commet­ che però è completamente inserito negli tere qualsiasi reato, purché possa avere la ambienti « sani » della città supremazia assoluta nel campo commer­ Il fratello Salvatore ottiene la riabili­ ciale degli agrumi ». tazione perché « ha mantenuto regolare Il radicale mutamento di opinione po­ condotta in genere, dando costante prova trebbe meravigliare, se non si sapesse che

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V I£GISLATUHA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI nel frattempo c'era stato un mandato di perché trovato in possesso di armi. Così cattura spiccato dal giudice Terranova per la licenza di porto di fucile gli viene ritirata. i delitti compiuti a Palermo negli anni Un altro Greco Paolo, omonimo del 1962-1963. precedente, fratello di « ciaschiteddu », con­ Il comandante dei carabinieri di Bran­ dannato nel 1942 dalla corte di assise di caccio è lo stesso che nel 1962 si dichiara Palermo a 30 anni di reclusione, poi ri­ favorevole alla concessione della licenza dotti a 16 anni nel 1946, per l'omicidio del per il porto di fucile a un fratello del­ cugino avvenuto nel 1939, ottiene la libertà l'» ingegnere » di nome Paolo, fingendo condizionata con decreto 12 maggio 1947 di ignorare che nel 1957 in un altro rap­ del Ministero di grazia e giustizia. porto lo aveva considerato « affiliato alla Subito ottiene di poter rientrare a do­ mafia di Ciaculli ». E uguale è il compor­ micilio alle ore 22,30 anziché alle 20, e, tamento del commissario di pubblica sicu­ dopo un paio di anni, con decreto 3 feb­ rezza Orto botanico. braio 1950, viene revocata la misura di sicu­ Poi, nel 1963, i carabinieri modifiche­ rezza nei suoi confronti perché « risulta ranno il giudizio nuovamente, ritornando cessata la pericolosità sociale ». Evidente­ alle tesi sostenute nel 1957: « Si ritiene mente si ignorava o sottovalutava che, a che lo stesso abbia collaborato unitamente parte altri precedenti penali, nel 1948, cioè ai fratelli nelle azioni delittuose verificatesi subito dopo la scarcerazione, il Paolo Greco negli ultimi tempi... ». Anche in questo caso era stato denunciato in stato di arresto per nel frattempo c'era stato l'arresto del Greco, detenzione abusiva di armi da guerra. — 35— Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - CONCLUSIONI

Se le considerazioni fatte in premessa mafia di inquinare la vita politica, ammi­ potevano inizialmente sembrare generiche, nistrativa ed economica siciliana però esi­ le vicende che abbiamo richiamato e che stono e non possono essere sfumati in di­ sono tutte contenute nelle biografie, con scorsi evanescenti, alla fine dei quali si puntuali e precisi riscontri nelle fonti do­ debba concludere che la colpa è di tutti cumentarie, le avvalorano in modo incon­ e quindi di nessuno. Si potrebbe solo ag­ futabile. È pertanto lecito giungere ad al­ giungere che in Sicilia il sistema politico cune conclusioni per determinati problemi di questo dopoguerra non è stato capace che formano oggetto dell'indagine della di garantirsi, di difendersi dalla mafia, che Commissione e che troveranno poi ulteriori esisteva prima che nascessero gli attuali approfondimenti e precisazioni nelle altre partiti politici, che non è stata inventata relazioni di settore e in quella finale. da essi, sia ben chiaro, ma che ha però Tali conclusioni riguardano il comporta­ finito per condizionarli prima, per inqui­ mento dello Stato, cioè degli organi am­ narli poi. ministrativi, burocratici, di polizia e giu­ Per questo ci è parso importante se­ diziari, la cui azione è sempre riconducibile gnalare i numerosi episodi legati a conces­ all'autorità politica, nei confronti di un sioni di passaporto, di porto d'armi, di cer­ gruppo di mafiosi, riconosciuti tali per ef­ tificazioni, di riabilitazioni, le discordanze fetto di procedimenti giudiziari. fra la gravità dei reati e la tenuità delle Non c'è dubbio che le biografie conten­ pene, le difficoltà delle indagini giudiziarie gono una dovizia di situazioni che consen­ e istruttorie, le contraddittorietà delle in­ tono di individuare fino a qual punto si sia­ formazioni dei vari organi di polizia, lo no dispiegate interferenze e compromissioni sconcertante comportamento degli istituti fra strutture amministrative e burocratiche di credito. I personaggi su cui abbiamo por­ e mafia. I riscontri negli atti che esistono tato la nostra attenzione non sono dei cit­ agli archivi della Commissione sono, come tadini qualsiasi a cui si possono perdonare si diceva, puntuali, precisi e completi. Più umane debolezze: sono criminali sangui­ complesso è invece il riscontro per quanto nari, killers, trafficanti di droga, gente ca­ riguarda le collusioni con il potere poli­ pace di qualsiasi delitto, di qualsiasi effe­ tico. Nelle biografie compaiono anche pa­ ratezza. recchi nomi di esponenti politici che hanno Non abbiamo fatto il conto dei morti avuto rapporti con mafiosi: li abbiamo citati che questi personaggi si sono lasciati alle sulla base di documenti o di atti interni spalle nell'arco della loro attività di crimi­ della pubblica amministrazione esistenti nali mafiosi. Sono però morti che pesano nei nostri archivi. sulla coscienza di tutti noi. Non abbiamo La Commissione non vuole anticipare fatto il conto esatto del denaro che essi in questa sede un giudizio su questi aspetti hanno lucrato sul feudo prima e poi nel dell'indagine, che saranno oggetto della re­ traffico di droga, nel contrabbando di ta­ lazione sui rapporti fra mafia e politica. bacchi, nelle speculazioni edilizie, denaro Fatti e situazioni che hanno permesso alla che ha un costo sociale prima ancora che — 36 — Atti Parlamentari Senato.della Repubblica

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un valore monetario. Nessuno riuscirà mai Se così non fosse non si comprende­ a stabilirne l'entità, ma è ingente ed è rebbe come l'ascesa dei personaggi mafiosi, tutto denaro rubato. di cui abbiamo trattato, sia continua e Non abbiamo fatto il conto di quanto quasi inarrestabile e tale da far sembrare sia rimasta creditrice la Sicilia di fronte valido il mito della invincibilità della mafia a chi sapeva, a chi poteva affrancarla dalla connesso alle sue caratteristiche misteriose necessità di subire la presenza mafiosa. ed evanescenti. Se queste considerazioni sono giuste si Invece la mafia è un fatto reale e con­ devono cercare le cause vere, si deve guar­ creto, è soprattutto una struttura parassi­ dare dietro la facciata, si deve cioè risa­ taria che proprio per questo ha bisogno lire dai funzionari di polizia che inviano del potere per vivere e per operare e quindi certe informazioni, dagli ufficiali dello stato i mafiosi cercano la protezione di chi è in civile che firmano certificazioni inesatte, da grado di aiutarli nella loro attività. chi consegna materialmente i passaporti o Non si comprenderebbe, diversamente, le licenze di porto d'armi, più in alto, nel il crescente sviluppo dei rapporti che si in­ settore burocratico, amministrativo e poli­ staurano tra esponenti mafiosi e l'apparato tico. Proprio per dare vita ad una rappre­ della pubblica amministrazione, la salda­ sentazione di insieme del fenomeno ma­ tura o la collusione con gli organi elettivi, fioso, che non si riduce ad una decina di che perseguono gli esponenti della nuova gangsters, ma che ha una orditura più mafia, non più attraverso l'assunzione di vasta e più profonda, sono importanti i cariche politiche in via diretta, ma per in­ nomi che compaiono nelle biografie. terposta persona e con uguale efficacia, per­ Può darsi che in taluni casi — e ci ché sempre ottengono ciò che chiedono, le­ riferiamo in particolare agli accenni rela­ cito o illecito che sia. tivi ad interi gruppi familiari — siano chia­ Nella fase che abbiamo voluto chiamare mati in causa anche cittadini probi, come « agraria », la mafia usa prima nei confronti accade ad esempio per la biografia di Mi­ delle forze politiche di governo l'arma di chele Navarra, che è uno spaccato della ricatto del separatismo e del banditismo, società corleonese, matrice di innumere­ per poi allinearsi prevalentemente con i par­ voli delitti. titi che detengono il potere politico. Ciò Ma la scelta che abbiamo fatto, ed è che spinge Di Carlo, Navarra e Genco Russo una scelta meditata, è stata quella di trac­ ad assumere cariche politiche in prima ciare una orditura completa delle famiglie persona, altri a delegare congiunti strettis­ mafiose corleonesi, proprio per seguire simi, è da porre in relazione alle scelte l'evoluzione dei suoi membri nell'arco di che la mafia effettua in quegli anni. venticinque anni. A parte queste conside­ Le vicende del corleonese sono esem­ razioni che correttamente abbiamo voluto plari, soprattutto per quanto riguarda lo fare, non riteniamo che gli accostamenti scontro che oppone la mafia al movimento e i riferimenti dei nomi, delle amicizie, dei contadino. Nel quadro di questa situazione legami politici siano da considerare arbi­ storica, che arriva alle soglie degli anni cin­ trari. Il rapporto che si instaura fra chi quanta, la mafia vede sorgere e svilupparsi chiede ed ottiene un favore, con o senza in sé quelle posizioni e forze antagoniste violazione delle legalità, ha sempre una che, sotto la pressione dei nuovi colossali contropartita. interessi facenti capo al crescente urbane­ Ciò accade in qualsiasi contesto sociale simo, si accingono a scegliere campi d'azione o politico: ma le contropartite sono assai e metodi nuovi. Si assiste così alla calata maggiori, e ben più pericolose, quando è il dal feudo alla città, dalla periferia al cen­ manoso che chiede ed ottiene, perché rap­ tro, dai settori tradizionali ad altri più red­ presentano l'inizio di un rapporto che con­ ditizi. I vecchi mafiosi creano i nuovi gang­ tinuerà e si ripeterà nel tempo. sters, mutuando l'esperienza dalla malavita — 37 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI americana, con la quale, tra l'altro, si sal­ materia di passaporti) non era certo quella dano o si riprendono solidi legami di in­ di oggi, come hanno sperimentato anche teressi. cittadini che mai hanno avuto conti da E qui, non a caso, la culla dei vecchi regolare con la giustizia. interessi mafiosi, affondata nell'economia D'altra parte è chiaro che i mafiosi di latifondistica delle Madonie e della Sicilia cui abbiamo illustrato le vicende chiede- nord-occidentale, offre nuove energie agli devano il passaporto per loro traffici cri­ anni ruggenti della mafia dell'edilizia e della minosi. Quando hanno chiesto il porto droga; ciò richiede però anche una stru­ d'armi lo hanno fatto per porsi in condi­ mentazione assai diversa dei rapporti fra zione di « difendersi » o per uccidere. Con mafia e politica. Proprio perché esiste una la riabilitazione giudiziaria miravano a diversa articolazione sociale non è possi­ riacquistare libertà di azione e poter quindi, bile esercitare il potere in prima persona, a loro modo, concorrere agli appalti, otte­ anche se l'utilizzazione o la captazione di nere licenze d'esportazione, eccetera. Le favori dall'autorità per ottenere le licenze aperture di credito ottenute in violazione edilizie, per ottenere gli appalti, è essen­ della legge bancaria servivano a procurare ziale. i mezzi per compiere lucrose speculazioni. Tali risultati si possono conseguire solo Con gli appoggi offerti a candidati in ele­ agendo su singoli esponenti politici ed am­ zioni politiche o amministrative non si vo­ ministrativi o su gruppi, procacciandosi i leva fare una professione di fede politica, favori della acquiescenza e della connivenza ma solo rendersi amico chi domani avrebbe degli enti e degli uffici preposti al controllo, potuto illecitamente favorire un appalto o appoggiando massicciamente l'elezione di indebitamente fare rilasciare una licenza questo o di quel candidato e facendosi poi edilizia. compensare a caro prezzo per quell'ap­ Tutte queste situazioni esistono nelle vi­ poggio: il tutto senza scoprirsi e senza cende che abbiamo descritto. impegnarsi direttamente, in una forma più Le indichiamo al Parlamento (cui si raffinata e più difficilmente dimostrabile. provvederà successivamente a far pervenire Per questi motivi è di estremo interesse ulteriori relazioni dedicate a personaggi mai l'esame degli atti dì polizia, anche per finora indicati quali mafiosi dall'autorità quanto riguarda le concessioni amministra­ giudiziaria, ma non meno pericolosi per tive che, con una sollecitudine sorpren­ la società o meno significativi per lo stu­ dente, vengono rilasciate a cittadini che dio del fenomeno) perché dalla conoscenza hanno il curriculum che conosciamo noi dei fatti sappia trarre le indicazioni neces­ oggi, ma che si poteva conoscere già allora. sarie per reprimere le manifestazioni della Non si dimentichi che negli anni cinquanta mafia e per eliminarne le cause. la nostra legislazione (e ancor più l'appli­ cazione che se ne dava per esempio in DELLA BRIOTTA, Relatore. PAGINA BIANCA CENNI BIOGRAFICI SU GIUSEPPE GENCO RUSSO INDICE

1. - I precedenti di Giuseppe Genco Russo Pag. 41

2. - Genco Russo e la questione del feudo Polizzello » 47

3. - Il feudo Graziano » 56

4. - L'eredità di « don » Calogero Vizzini » 59 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - I PRECEDENTI DI GIUSEPPE GENCO RUSSO

Nell'esame della lunga attività di Giu­ campestri, ai quali mostrò « scarso attacca­ seppe Genco Russo (all'anagrafe, solo mento ». Genco) da Mussomeli (Caltanissetta), il pri­ Prestò servizio militare presso il 22° reg­ mo elemento che balza agli occhi è la se­ gimento di artiglieria di Palermo, tra il 1912 quela quasi ininterrotta — con una sola ec­ ed il 1918, quando fu congedato per smobi­ cezione — di sentenze di assoluzione o di litazione col grado di caporal maggiore non luogo a procedere che seguono alle lasciando, in « alcuni di lui compagni », il più svariate e gravi incriminazioni; l'ele­ ricordo di un « comportamento ribelle ed mento è, certo, tipico nella biografia di ogni insofferente alla disciplina ». mafioso che si rispetti, e non è dubbio che L'« iniziazione » all'attività criminosa, e il Genco Russo vanti particolari diritti a in particolare mafiosa, dev'essere dell'imme­ questo tipo di « rispetto ». diato dopoguerra, poiché disponiamo di una La sua nascita e la sua formazione non scheda d'archivio che riporta la nota di fanno storia (il particolare dell'iscrizione ai un'assoluzione nei suoi confronti « per ver­ registri dell'anagrafe col solo cognome detto negativo, per prescrizione, dai delitti Genco è dovuto a un semplice errore di tra­ di associazione per delinquere e varie scrizione), ma comunque sarà bene ricor­ rapine e tentate rapine di bovini, ovini e darne i dati salienti. suini in danno di Mule Francesco ed altri, Nacque a Mussomeli il 26 gennaio 1893, consumati nei territori di Mussomeli, Cam- da padre agricoltore e da madre casalinga, marata e Petralia Sottana », emessa dalla terzo di cinque fratelli di cui l'ultimo, la « locale corte d'assise con sentenza 7 otto­ sola femmina, Grazia, ritroveremo più tardi bre 1921 ». Di questa sentenza non si fa coniugata con Castiglione Calogero, meno cenno in alcuno dei rapporti sui precedenti fortunato ma non meno attivo dell'intra­ penali del Genco Russo, che fanno iniziare prendente cognato. la storia delle incriminazioni a suo carico L'ambiente familiare, in un rapporto e delle conseguenti assoluzioni per insuffi­ della questura di Caltanissetta del 1° agosto cienza di prove da quella relativa a un furto, 1938, viene definito « alquanto corrotto », emessa dalla corte d'appello di Caltanissetta ma non è dato averne più sicura conferma, in data 12 aprile 1922. così come si rimane in dubbio se il com­ In un rapporto del 4 marzo 1927 al pre­ portamento del giovane Genco Russo fosse fetto, il questore di Caltanissetta, dopo aver « improntato ad insofferenza a ogni regola specificato che « il controscritto è un ma­ di sottomissione ed obbedienza », come si fioso che dal nulla si è creato una posizione afferma in un rapporto della questura di economica rispettabile; amico di pregiudi­ Caltanissetta del 30 maggio 1934, ovvero cati pericolosi di Mussomeli e dei paesi vi­ secondo quanto si legge nell'altro rapporto cini, ritenuto dalla voce pubblica di essersi del 1° agosto 1938 « improntato a corret­ creata la sua attuale posizione economica tezza » nell'ambito della scuola, che egli dal ricavato del delitto e con la mafia », co^ frequentò sino alla 5* elementare; all'età di elude così la serie delle allarmanti informa­ dodici o tredici anni venne avviato ai lavori zioni: « (Il Genco Russo) fino a pochi anni — 42 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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addietro era un nullatenente, ma pur tut­ non si creò gli alibi e i testimoni a favore tavia vestiva bene e spendeva con libe­ e pochi giorni prima di celebrarsi il giudi­ ralità. zio, e cioè il 2 giugno dello stesso anno, « È stato visto sempre insieme con ele­ si costituì spontaneamente ». menti manosi del comune di Mussomeli ed Il 9 giugno successivo venne assolto dalle è ritenuto elemento capace di delinquere imputazioni suddette per insufficienza di e di turbare con il suo operato la tranquil­ prove « con sentenza del locale tribunale e lità e la sicurezza dei cittadini. Nelle cam­ quindi scarcerato ». Questa è la prima ope­ pagne egli è temutissimo e spesso, avva­ razione « in grande » in sede di processo. lendosi di tale trista fama, sfrutta il con­ Da adesso in poi il Genco Russo non farà tadino giornaliero per far lavorare con po­ altro che entrare nelle aule dei tribunali per chi centesimi la terra che tiene in gabella ». uscirne quasi sempre a testa alta, poiché Anche se il Genco Russo risulterà uffi­ non è da credere che la formula dubitativa cialmente nullatenente sino a 1934, il citato con cui gli verranno costantemente concesse rapporto dà un'idea dei suoi mezzi di sussi­ le assoluzioni sia tale da fargli sorgere om­ stenza specificando che « il Genco è un azio­ bra di scrupoli. La sua reputazione è d'al­ nista della famigerata associazione dei pa­ tronde solidissima... come può esserlo quella stori di Mussomeli i quali hanno esercito di un mafioso autorevole, abile e fortunato. l'ex feudo Malpertugio. Egli gestisce in ga­ Gli stessi organi di polizia — nella persona, bella sette salme e 13 tumuli di terra in ex in genere, del maresciallo comandante della feudo Mandrarossa di Mussomeli ». stazione dei carabinieri di Mussomeli — non possono fare a meno di ammetterlo, Data da questo periodo anche la sua nei numerosi rapporti inoltrati alle auto­ partecipazione alla cooperativa fra combat­ rità competenti. L'iscrizione al partito popo­ tenti coinvolta nello scandalo del feudo Po- lare prima, e alla Democrazia cristiana poi, lizzello insieme con la cooperativa Pasto­ e la più o meno patente attività politica, rizia; ciò risulta da un mandato di cattura con conseguenti rapporti con personaggi po­ emesso l'I 1 marzo 1929 contro di lui e con­ litici in buona od ottima fama e posizione, tro altri esponenti della cooperativa. Il finiscono per attribuirgli l'indiscusso potere Genco Russo in particolare fu imputato di di cui godrà sino al giorno in cui verrà avere, in correità con altri, « con itimida- inviato al soggiorno obbligato e la fama di zione e minaccia contro una parte dei soci persona unanimemente riconosciuta e della cooperativa suddetta indotto a votare spesso accettata come un elemento positivo la lista di amministratori in cui erano com­ per la sua stessa solidità. presi gli uscenti » e di avere « con violenza Nel marzo del 1927 viene ammonito con impedito ad altri soci della cooperativa provvedimento valido sino al 12 marzo 1929, stessa di partecipare alle elezioni votando e successivamente, il giorno 30, denunziato la lista di opposizione, facendoli allonta­ e arrestato per associazione a delinquere ed nare dalla sala dove le elezioni si svolge­ altro. Il conseguente non luogo a procedere, vano ». per insufficienza di prove, per i reati di ra­ Il caso di Genco Russo, comunque, pina, furto, usurpazione di funzioni, omi­ « esplode » nel 1925, col mandato di cattura cidio, triplice omicidio, estorsione e rapina, emesso nei suoi confronti, il 23 marzo, dal è emesso dalla sezione di accusa di Palermo pretore di Villalba, con l'incriminazione per il 29 dicembre 1928. Nel frattempo, il 12 furto e associazione a delinquere. A que­ aprile 1927, c'era stata un'altra assoluzione, sta circostanza si riferisce il questore di per insufficienza di prove e, il 27 aprile 1928, Caltanissetta nel già citato rapporto del a conclusione di una massiccia operazione 4 marzo 1927, in cui, tra l'altro, con tono antimafia, la denuncia in stato d'arresto per rassegnato, informa che « ... come tutti i associazione a delinquere, in correità con mafiosi, rimase latitante fino a tanto che altri 331 elementi della mafia locale. — 43 — Atti Parlamentari % Senato della Repubblica

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Circa l'ammonizione di cui sopra, in data lità che reggevano le fila della mafia. Certa­ 27 gennaio 1927, in risposta ad una richiesta mente sostenuto da don Calogero Vizzini, d'informazioni inoltrata dalla questura di egli si prepara il lungo ma sicuro cammino Caltanissetta, il comandante la tenenza dei alla prestigiosa successione. carabinieri di Mussomeli, dopo aver definito Il 23 dicembre 1929 la sezione di accusa il Genco Russo « affiliato alla mala vita del di Palermo lo rinvia, insieme con 331 asso­ comune... additato dalla voce pubblica quale ciati (a seguito della denuncia del 27 aprile mandatario di delitti in genere... vecchio 1928), al giudizio del tribunale di Agrigento, delinquente... temuto come un prepotente che, in data 2 maggio 1932, sentenzierà il e volgare mafioso, capacissimo di vendicarsi non doversi procedere, per ostacolo di pre­ su chicchessia... pericoloso all'ordine nazio­ cedente giudicato, per il reato di associa­ nale dello Stato », conclude con l'afferma­ zione a delinquere. zione che « lo stesso non ha alcun prece­ Ancora la sezione di accusa di Palermo, dente », il che lascia perlomeno perplessi. il 18 gennaio 1930, sentenzia il non doversi Comunque, l'ammonizione viene moti­ procedere per insufficienza di prove, a ca­ vata ai sensi degli articoli 166 e 167 della rico del Genco per omicidio qualificato in legge di pubblica sicurezza 6 novembre persona di Randazzo Alfonso, e per tentata 1926, n. 1848, per essere l'ammonito « so­ rapina, rapina e furto qualificato, nonché spetto di essersi formato una discreta posi­ per rapina aggravata di equini, bovini ed zione economica col ricavato dal delitto, e ovini. Ordina, invece, il suo rinvio a giudizio quale diffamato per reati contro la pro­ alla corte d'assise di Caltanissetta per ten­ prietà, come emerge dalle informazioni e tato omicidio in persona di Sorce Antonino dalla condanna riportata per associazione fu Giuseppe e per correità in rapina aggra­ a delinquere e furto ». vata tentata in danno di detto Sorce. Ordina Il 21 dicembre 1929 la sezione di accusa inoltre il rinvio a giudizio al tribunale di del tribunale di Palermo concludeva con un Caltanissetta per associazione a delinquere, non doversi procedere, per insufficienza di aggravata dall'esserne il capo. Dichiara non prove, il procedimento a carico di Genco doversi procedere, per insufficienza di prove, Russo per quattro omicidi e violenza pri­ per rapina aggravata di bovini commessa vata. il 15 maggio 1920. Dichiara ancora non do­ In quegli anni egli aveva sposato Rosalia versi procedere per insufficienza di prove Vullo, nata a Mussomeli da Francesco e da per omicidio qualificato di Sorce Salvatore Catania Caterina il 4 aprile 1900; il primo e per il triplice mancato omicidio qualifi­ figlio, Vincenzo, nasce il 25 novembre 1926; cato in persona di Sorce Giuseppe di Santo, il secondo figlio Salvatore, nato il 16 settem­ Sorce Giuseppe fu Pasquale e Guarino Vin­ bre 1933, viene tenuto a battesimo da don cenzo, commesso il 24 maggio 1925. Calogero Vizzini da Villalba, notoriamente È da notare che il Sorce Giuseppe di riconosciuto quale capo della mafia sici­ Santo nominato nell'ultima parte della sen­ liana; quando nel 1950 Vincenzo Genco tenza, da anni affiliato alla mafia, e sotto­ Russo si sposerà, lo avrà anche testimone posto in data 14 marzo 1964 alla sorve­ alle nozze insieme con Rosario Lanza, da glianza speciale di pubblica sicurezza, con Barrafranca, deputato regionale e Presi­ divieto di soggiorno nell'Italia centro-meri­ dente dell'Assemblea regionale siciliana. dionale per la durata di tre anni, è legato al Chiunque conosca quale valore si dia al Genco Russo da vincoli di comparato e al­ « comparato » in Sicilia, perlomeno in certi lorquando quest'ultimo, nel febbraio 1964, ambienti e zone della Sicilia, non avrà diffi­ venne fermato ed associato alle locali carceri coltà a capire a quale posizione dovesse es­ giudiziarie, in esecuzione del decreto di cu­ sere assurto Giuseppe Genco Russo, nella stodia precauzionale emesso dal tribunale, vita pubblica in generale e tra quelle così egli si fece promotore in Mussomeli della indiscutibili, anche se indefinibili, persona­ raccolta di firme in suo favore. — 44 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Il rinvio a giudizio al tribunale di Calta- triplice omicidio e lesioni. Il 20 maggio nissetta per associazione a delinquere, se­ 1934, però, le autorità di polizia di Musso­ gnerà per Genco Russo il momento della meli lo associano alle locali carceri, in at­ prima ed ultima condanna detentiva. Dopo tesa di tradurlo a quelle di Caltanissetta, essere stato ancora una volta assolto l'8 apri­ perché proposto per il confino di polizia; le 1930, dalla corte d'appello di Palermo, dal­ gli viene invece inflitta la misura della li­ l'accusa di violenza privata, « perché il fatto bertà vigilata per la durata di tre anni. non sussiste », il 19 luglio dello stesso anno A richiesta del giudice di sorveglianza subisce a Caltanissetta la condanna a sette del tribunale di Caltanissetta, in data 1° anni di reclusione e a tre di vigilanza spe­ maggio 1937, circa l'opportunità di una ciale; il 24 gennaio 1931 la locale corte di proroga del provvedimento, il comandante appello riduce la reclusione a sei anni, ma la stazione carabinieri di Mussomeli ri­ la vicenda giudiziaria si trascinerà ancora sponde che « il vigilato in oggetto non ha sino alla suprema corte, che in data 14 no­ dato fin qui sicura prova di ravvedimento, vembre 1931 annullerà la predetta sentenza, per cui è da ritenersi elemento tuttora pe­ e alla corte di appello di Palermo, 4" se­ ricoloso per la pubblica sicurezza ». Il giu­ zione, che l'8 giugno 1932 in sede di rinvio dice di sorveglianza emette, quindi, decreto infliggerà definitivamente la pena di sei di proroga annuale a partire dal 12 giugno anni di reclusione. Comunque, un regio de­ 1937; il 22 maggio 1938, però, lo stesso creto del 5 novembre 1932 farà sì che il 30 dello stesso mese, dopo meno di tre anni comandante di stazione dei carabinieri cer­ di reclusione, il Genco Russo venga scarce­ tificherà che Genco Russo « dalla data in rato per condono. cui fu prorogata la misura di sicurezza cui trovasi sottoposto, ha serbato buona con­ Intanto, nell'ottobre del 1931, veniva an­ dotta, non ha dato più luogo a rimarchi cora assolto per verdetto negativo dei giu­ di sorta, e si è dato a stabile lavoro, dando rati, dalla corte di assise di Caltanissetta, con ciò prova di ravvedimento ». « Essen­ dall'incriminazione di associazione a delin­ do quindi venuta meno la di lui pericolo­ quere. sità » consiglia di revocare la misura di L'omertà e lo spirito di solidarietà tipici sicurezza in corso. Il parere viene accolto degli ambienti mafiosi si possono indivi­ e, nel giugno 1938, Genco Russo, se mai duare sempre meglio col procedere della ne era stato distolto, riprende tranquilla­ vita di Genco Russo. Si sa che « insufficienza mente la sua attività mafiosa. di prove », significa in pratica « carenza di testimonianze ». L'uomo definito « un pre­ Del 1935 e del 1942 sono due reati mi­ potente mafioso » e capace di vendicarsi su nori, relativi il primo al regolamento ana­ chicchessia, conta, e non a torto, sul silenzio grafe bestiame e il secondo ad omesso ver­ della complicità o del terrore. samento contributi assicurativi, estinto, Così, andrà a vuoto la denunzia dell'Ar­ questo, per amnistia. Da allora, scrive nel­ ma di Mussomeli, del 25 ottobre 1932, per l'aprile 1963 il comandante del gruppo ca­ tentato duplice omicidio, commesso in Mus­ rabinieri di Caltanissetta, il « Genco Russo someli nientemeno che nel 1921; le manca­ non ha dato luogo a rilievi col complesso te vittime, Luigi Mistretta e Vincenzo Can­ del suo comportamento. Dimostra rispetto nella, lasciavano che fossero le autorità di per le autorità e dalla popolazione di Mus­ polizia, dopo 11 anni, a sporgere una de­ someli è ben voluto e stimato ». nuncia che essi non avevano alcuna inten­ La cosa non fa meraviglia: il mafioso è zione di fare, e neanche di avallare in tri­ ormai un vecchio mafioso, ha quarantanove bunale. anni e non si trova certo più nella neces­ II 23 novembre 1932 la corte di assise di sità di esporsi personalmente per farsi un Caltanissetta assolve Genco Russo, per in­ nome e una posizione; gli agganci, ufficiali sufficienza di prove, dall'imputazione di o ufficiosi, sono sicuri, saldissimi. -45,- Atti Parlamentari " Senato della Repubblica

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Il 31 gennaio 1944 Genco Russo ottiene, il quale, secondo quanto specifica un rap­ dalla corte di appello di Caltanissetta, il porto della questura di Caltanissetta, si di­ decreto di riabilitazione dalla condanna su­ ceva « portasse appresso i decreti di no­ bita con sentenza definitiva in data 8 giu­ mina firmati in bianco dall'ex re Umberto ». gno 1932 dalla corte di appello di Palermo, Nell'azione di predominio su base lo­ sezione 4°. Le informazioni favorevoli sono cale, egli è coadiuvato da una serie di no­ state fornite dal maresciallo Bruno Mar- tabili di Mussomeli, fra cui Giuseppe Sorce zano, comandante la stazione dei carabinie­ e i cognati Calogero Castiglione e Salvatore ri di Mussomeli, lo stesso che, nel 1952, Vullo: si può ipotizzare con ragionevole già in congedo e iscritto all'Opera nazionale certezza che essi abbiano partecipato al combattenti, otterrà mediante il contadino consolidamento della zona di potere del Randazzo Calogero, altro quotista che gli Genco Russo. fece da prestanome, l'assegnazione di una Calogero Castiglione, già impiegato (1) quota di ettari 3,50 del tenimento Polizzello. presso la Regione siciliana — assessorato Il sottufficiale così scrive: « Il nominato in enti locali — è a sua volta compare dell'ono­ oggetto, dopo l'espiazione dell'ultima con­ revole Calogero Volpe (2) deputato DC al danna inflittagli, ha dato prove effettive e Parlamento nazionale, alla cui linea poli­ costanti di buona condotta, dandosi a sta­ tica si affiancava il Genco Russo, secondo bile lavoro, dimostrando attaccamento e quanto espressamente annotato in un post premura verso la famiglia. Il medesimo nel scriptum apposto dal comandante del grup­ pubblico gode buona reputazione ». po carabinieri di Caltanissetta ad un rap­ La « buona » reputazione è quella, natu­ porto in data 30 marzo 1956, che specifica: ralmente, di « uomo di rispetto », quella « In atto segue la corrente del partito de­ che compete al compare di « don » Calo­ mocratico cristiano che fa capo agli ono­ gero Vizzini, di Giuseppe Sorce, di Vincenzo revoli Lanza, Volpe e Pignatone ». Arnone, al cognato di Salvatore Vullo e di A carico del Castiglione esistono i se­ Calogero Castiglione. guenti precedenti penali: La riabilitazione segna un momento im­ 27 novembre 1928: sezione di accusa portante nella vita di Genco Russo che, di Palermo - non luogo a procedere per in­ come è tipico del resto nella carriera di sufficienza di prove per 13 omicidi, porto tutti i mafiosi di spicco, improvvisamente ed omessa denunzia di arma; si ricrea una verginità morale e sociale ac­ quistando una rispettabilità che gli con­ 29 novembre 1928: sezione di accusa sentirà di svolgere anche attività politiche. di Palermo - non doversi procedere, per in­ Da questo momento e fino al 1963 non ci sufficienza di prove, per omicidio; saranno più procedimenti penali a carico 29 dicembre 1929: sezione di accusa di Genco Russo, le informazioni di polizia di Palermo - non luogo a procedere, per in­ lo qualificheranno come « uomo d'ordine », sufficienza di prove, per omicidio; riuscirà ad inserirsi nella vita locale stru­ mentalizzando a fini mafiosi la posizione 2 maggio 1932: tribunale di Agrigen­ politica e sociale cui assurge. Nell'immedia­ to - non luogo a procedere, per ostacolo di to dopoguerra seguirà la trafila di altri per­ precedente giudicato, per associazione a sonaggi mafiosi passando dal separatismo delinquere; alla Democrazia cristiana: di specifico, per lui, c'è solo che svolse una intensa propa­ (1) Riuscì ad essere regolarmente assunto, ganda filo-monarchica durante la campagna malgrado i suoi precedenti penali, esibendo un elettorale precedente il referendum istitu­ certificato di « buona condotta » del comune di Mussomeli e un certificato del casellario giudi­ zionale, tanto da meritare nel 1946 l'onori­ ziario dal quale « Nulla » risultava a suo carico. ficenza di cavaliere della corona d'Italia che (2) L'onorevole Volpe tenne a battesimo in data 23 gennaio 1944 la figlia di Castiglione, Maria gli conferì l'onorevole Pasqualino Vassallo Grazia, nata il 24 dicembre 1943. — 46 — Atti Parlamentari Senato detta Repubblica

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8 giugno 1932: corte di appello di Pa­ 9 giugno 1945: riabilitato; lermo - reclusione anni 3 e mesi 7 e vigilanza speciale anni 1, per associazione a delin­ 22 febbraio 1951: pretore di Musso- quere, di cui anni 3 condonati (regio de­ meli - non doversi procedere, per inesisten­ creto 5 novembre 1932); za di reato, per avere organizzato una oc­ cupazione simbolica di terre in contrada 23 novembre 1932: corte di assise di Polizzello di Mussomeli; Caltanissetta - reclusione anni 10, mesi 11 e giorni 20 per omicidio volontario in con­ 25 febbraio 1963: tribunale di Calta­ corso e tentato omicidio e lesioni volontarie; nissetta - non doversi procedere per amni­ condonati anni 6, mesi Ile giorni 20; stia, per emissione di assegni a vuoto. 16 gennaio 1933: corte di appello di Come già precedentemente accennato, il Palermo - non luogo a procedere per asso­ curriculum del Castiglione è fitto, anche se ciazione a delinquere; in sostanza limitato ad uno spazio di circa 14 luglio 1934: corte di assise di Ter­ sei anni, perlomeno per quel che ne riguar­ mini Imerese - reclusione anni 6 e mesi 8 da l'aspetto ufficiale. e libertà vigilata per associazione per de­ Il Vullo, invece, fratello della moglie del linquere e assolto, per insufficienza di prove, Genco Russo, è stato presidente della Col­ per omicidio; assolto, per prescrizione, per tivatori diretti di Mussomeli (carica nella violenza privata; quale è succeduto al Castiglione stesso). — 47 — Ani Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - GENCO RUSSO E LA QUESTIONE DEL FEUDO POLIZZELLO

La complessa questione del feudo Poliz- Il proprietario dei feudi, principe Pietro zello è un esempio rilevante del modo in Lanza Branciforti di , riusciva, però, cui un ristretto gruppo di mafiosi che fa- a persuadere i maggiori esponenti della feva capo a Genco Russo e a Giuseppe Sorce cooperativa a rinunciare all'esproprio e ad sia riuscito a governare la vita sociale di accettare un contratto di affitto a miglioria Mussomeli a proprio piacimento, ottenendo per la durata di 29 anni e rinnovabile per da un lato la completa soggezione degli agri­ altri nove anni « di rispetto » di soli ettari coltori ed immobilizzando e rendendo vana, 848 del feudo Polizzello (meno di un terzo dall'altro, l'attività degli organi e degli enti della zona richiesta). Concedeva, invece, la pubblici. La continua opera posta in atto rimanente estensione, e gli altri due feudi da Genco Russo e dai suoi accoliti non ha Valle e Reina (1.900 ettari circa), a privati mai realizzato gli estremi del reato o quanto che non erano ex combattenti e nemmeno meno non ha mai dato luogo a procedi­ — nella maggior parte — coltivatori di­ menti penali: essa però ha costituito una retti: questi sfruttavano la terra, conceden­ costante e aperta violazione delle norme ci­ dola a loro volta, con un aumento dell'esta- vili e amministrative, oltre che di quelle glio, in subaffitto oppure gestendola a mez­ morali e sociali, di cui i mafiosi si sono av­ zadria. valsi sempre e unicamente in vista del pro­ In conseguenza di tale accordo, il col­ prio tornaconto economico e delle proprie legio arbitrale centrale, riconosciuto che il ambizioni, ponendo in atto una tipica atti­ fine sociale di dare la terra ai coltivatori vità di intermediazione fra la pubblica am­ era stato raggiunto con il contratto di af­ ministrazione e gli agricoltori e costituendo, fitto a lunga scadenza, ritenne di non dover così, una barriera che ha impedito il con­ più disporre l'espropriazione. tatto diretto fra le due parti, ha condizio­ La Combattenti ripartì quindi la terra nato l'azione della prima ed ha sacrificato tra 250 soci che iniziarono subito la colti­ le legittime aspettative degli altri. vazione e la bonifica, incuranti dei danneg­ L'ex feudo Polizzello è una vasta esten­ giamenti e delle intimidazioni che la mala­ sione di terreno di circa 1.918 ettari, di cui vita locale aveva intrapreso contro di loro; 1.800 circa a coltura, sito a pochi chilo­ la cooperativa, però, già nel 1933 dovette metri dall'abitato di Mussomeli, lungo la accettare un nuovo contratto con un au­ strada provinciale Mussomeli-Villalba ori­ mento dell'estaglio da chilogrammi 448 a ginariamente di proprietà dei principi Lan- chilogrammi 602 di grano per ogni salma za Branciforti di Trabia. di terra. Pubblicata, poi, la legge 2 gennaio Nel maggio 1920, la cooperativa Combat­ 1940 per la colonizzazione del latifondo si­ tenti di Mussomeli inoltrò all'Opera nazio­ ciliano ed essendo stati sciolti, conseguen­ nale combattenti istanza per la espropria­ temente, tutti i contratti di affitto, la coo­ zione del feudo Polizzello e di altri due feu­ perativa dovette subire un ulteriore aumen­ di della zona, il Valle ed il Reina, per un to dell'estaglio portato a chilogrammi 756 totale di 2.800 ettari circa. di grano per ogni salma di terreno. — 48 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Il Lanza e, più ancora, suo nipote Gal­ La cooperativa Pastorizia (presieduta da vano Lanza di Trabia, divenuto dopo la sua. Giuseppe Sorce e di cui faceva parte, quale morte amministratore del feudo, avevano , anche Genco Russo) conduceva da tempo intrapreso un sordo lavorìo per il terreno a mezzadria, mentre la cooperativa rientrare in possesso delle terre locate, fa­ Combattenti (presieduta da Giuseppe Genco voriti in ciò dal fatto che la misura assai Russo, consiglieri Giuseppe Sorce e Caloge­ gravosa dell'estaglio costringeva molti con­ ro Castiglione) la conduceva in parte a mez­ tadini ad abbandonare le terre. Nel 1945 zadria e in parte ad affittanza diretta. traendo spunto dalla mancata correspon­ L'intero fondo, ripartito in quote di di­ sione da parte della cooperativa di una dif­ versa grandezza, dava lavoro a circa 400 ferenza di estaglio (lire 91.790 su un totale famiglie di Mussomeli. Ma tale numero si di lire 1.686.790), venne quindi intrapresa sarebbe potuto portare a 500 solo che si una lunga lite giudiziaria che, dopo alterne fosse ridotta l'eccessiva estensione di alcune vicende, consentì nel 1949 ai Lanza di sfrat­ quote assegnate a taluni dei soci della coo­ tare 75 famiglie e di rioccupare 250 ettari. perativa Pastorizia. Questa cooperativa, in­ I Trabia si accingevano anche a rioccupare fatti, raggruppava soltanto 50 soci che de­ altri 150 ettari; i restanti 450, scarsamente tenevano in fitto il terreno coltivato per fertili e posti in zone malariche, sarebbero ettari 633 circa da quasi 210 coloni in pro­ invece rimasti agli ex combattenti. prio (in lotti di circa 3 ettari ciascuno), e Questi ultimi, allora, capeggiati da certo per ettari 320 circa, da 11 famiglie coloniche Vincenzo Messina, chiedevano nel luglio con il sistema della colonia classica (mez­ 1949 all'Opera nazionale combattenti di zadria). La cooperativa Combattenti aveva « riesumare la pratica di esproprio e di pro­ ripartito 614 ettari di terreno tra i singoli muoverlo nuovamente, affinché le terre po­ soci, in numero di circa 200-250 (affittuari tessero essere cedute in proprietà agli agri­ diretti), mentre i restanti 236 ettari erano coltori ». assegnati ad 11 famiglie coloniche. Nel frattempo, il 9 ottobre 1940 anche Le due cooperative costituivano già da l'altra cooperativa di Mussomeli, la Pasto­ tempo il mezzo attraverso il quale Genco rizia, stipulò un contratto di gabella per la Russo e il gruppo mafioso di Mussomeli durata di nove anni di fermo e di nove anni esercitavano un monopolio di fatto sui con­ di « rispetto » (cioè di tacito rinnovo) rela­ tadini, come conferma una relazione della tivo ad una notevole estensione del feudo guardia di finanza del 15 giugno 1964 che Polizzello (ettari 853 circa). specifica: « In qual modo quel monopolio... Pertanto all'atto dell'esproprio e salvo si traducesse in pratica e chi fossero quelle la definizione della pendenza in atto fra i persone che lo esercitavano non è possibile Trabia e la Combattenti, il feudo era quasi dimostrare con dati e prove, ma non è dif­ interamente tenuto in affitto dalle due coo­ ficile avanzare supposizioni concrete, sca­ perative agricole di Mussomeli, la Pastorizia turenti da indizi rivelatori, specie per quan­ e la Combattenti e gli affittuari versavano ai to riguarda la Pastorizia. proprietari del fondo, Galvano e Raimondo « Significativa è, per esempio, la circo­ Lanza Branciforti di Trabia, un canone di stanza che la cooperativa Pastorizia fosse affitto in natura (estagli di grano) nelle mi­ ristretta solo a 50 soci, mentre i 953 ettari sure previste dai rispettivi contratti, e cioè: di terreno tenuti in affitto erano coltivati da più di 200 famiglie coloniche; che i soci — per la Pastorizia quintali 2.392 per della Pastorizia traessero dal fondo profitti ettaro, per complessivi quintali 2.280,32 di soddisfacenti è dimostrato, ad esempio, dal grano, pari ad un valore di 12 milioni circa; fatto che inizialmente ebbero ad osteggia­ — per la Combattenti, quintali 2,228 per re l'idea dell'esproprio. ettaro, per complessivi quintali 1.957,50 pari « Altrettanto eloquente è il fatto che i a poco più di 10 milioni. rappresentanti delle due cooperative inter- 49 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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rogati (Giuseppe Sorce, Giuseppe Genco esistere come tali. Esse, però, continuarono Russo, Calogero Castiglione e « don » Pa­ a pretendere di rappresentare gli interessi squale Canalella per la Pastorizia e lo stesso dei soci quotisti — fino a giungere, come Giuseppe Genco Russo e Giuseppe Semi- si vedrà, alla pretesa da parte della Pasto­ nara per la Combattenti) abbiano impedito rizia di ottenere come tale le 51 quote as­ l'acquisizione dei documenti contabili delle segnate ai suoi soci — pur essendo organi due società, sebbene non dovessero avere sociali ormai privi di scopo perché, con la al riguardo preoccupazioni di natura fiscale, distribuzione delle terre ai quotisti, ciascu­ data l'ormai operante prescrizione dovuta no di essi aveva assunto verso l'Opera na­ al tempo trascorso. Sembra evidente che zionale combattenti e verso i terzi la veste essi abbiano voluto evitare un controllo dei di unico possessore e conduttore del terreno rapporti tenuti dalla cooperativa con i col­ assegnatogli. tivatori delle terre, mezzadri e coloni, e in Per maggiore chiarezza è comunque op­ particolare per quanto riguardava la ri­ portuno delìneare per sommi capi l'iter partizione dei prodotti agrari. Il libro degli delle vertenze legali intercorse fra i pro­ inventari e il libro cassa, i soli documenti prietari espropriati e l'Opera nazionale com­ esibiti dopo reiterate insistenze, non permet­ battenti in tema di legittimità dell'espro­ tono ovviamente l'effettuazione di quel con­ prio e di determinazione della indennità de­ trollo... ». finitiva di esproprio. Neanche l'esproprio del feudo, a favore La ditta espropriata, Lanza Branciforti dell'Opera nazionale combattenti, definito di Trabia, presentò ricorso al Consiglio di con decreto del Presidente della Repubbli­ Stato chiedendo l'annullamento del decreto ca del 7 dicembre 1950 segnò la fine di quel presidenziale del 7 dicembre 1950. Nel giu­ monopolio, come specifica la relazione so­ dizio intervennero ad adiuvandum le coo­ pra citata che così si esprime: « Le sorti del perative l'Umanitaria di Mussomeli e Agri­ feudo non furono decise dalle centinaia di coltori e reduci di guerra di Villalba a fa­ agricoltori, bensì da un gruppo di pochi in­ vore delle quali i Trabia, con contratto del dividui (fra cui le persone sopra indicate), 22-23 dicembre 1950 (e perciò successiva­ peraltro in lotta fra loro, forti di un'auto­ mente al decreto di esproprio), avevano rità di fatto ampiamente esercitata nell'am­ concesso in enfiteusi una notevole parte del biente locale e riconosciuta o subita, in feudo Polizzello. pratica, anche dall'esterno ». • Nell'agosto del 1951 il Consiglio di Stato Favorito dalle complesse vicende che ri­ rigettava in parte i ricorsi in questione, di­ guardarono tanto l'esproprio a favore del­ chiarandoli per il resto inammissibili. Nel l'Opera nazionale combattenti, quanto la maggio del 1953, però, la Corte di cassa­ determinazione delle indennità, quanto in­ zione annullava la decisione del Consiglio fine il subentro nel 1958 dell'Ente di rifor­ di Stato nella parte in cui si dichiarava inam­ ma agraria in Sicilia all'Opera nazionale missibile il ricorso per difetto di giurisdi­ combattenti in tutti i rapporti relativi al zione. I Trabia riproponevano pertanto ri­ feudo Polizzello, quel monopolio sarà eser­ corso al Consiglio di Stato con atto depo­ citato attraverso il fittizio mantenimento in sitato il 20 agosto 1953 chiedendo l'annul­ vita delle due cooperative in questione e la lamento del decreto di esproprio, ricorso al creazione di un comitato locale che riunirà quale rinunceranno il 10 luglio 1956 a se­ i maggiorenti di Mussomeli. guito dell'accordo raggiunto con l'Opera In effetti da un punto di vista giuridico nazionale combattenti e con l'Ente di rifor­ negli anni successivi al 1950, dopo cioè ma agraria in Sicilia. l'esproprio da parte dell'Opera nazionale Per ciò che riguarda l'indennità di espro­ combattenti, le cooperative in questione priazione, è da premettere che i funzionari cessarono ogni attività di gestione diretta dell'Opera nazionale combattenti nel perio­ ed avrebbero dovuto, pertanto, cessare di do di preparazione dell'esproprio (1949-

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1950) avevano in più occasioni indicato agli ficiari dell'assegnazione delle terre che agricoltori il prezzo del terreno in circa avessero o no i titoli richiesti, e costituendo 70-80 mila lire ad ettaro, per un totale com­ una pregiudiziale alla futura assegnazione plessivo oscillante, per l'intero feudo, fra cui l'Opera nazionale combattenti avrebbe i 130 e i 200 milioni fra capitale, interessi e dovuto invece giungere attraverso una ri­ accessori. gorosa procedura basata su determinati ti­ All'atto della espropriazione l'Opera na­ toli e qualifiche. Evidentemente con tale si­ zionale combattenti aveva versato alla Cas­ stema si determinava una situazione che sa depositi e prestiti l'indennità offerta, ma non avrebbe garantito alcun rispetto della non accettata dalla ditta Lanza di Trabia, regolarità e imparzialità nella scelta degli di 40 milioni. L'indennità veniva però de­ assegnatari, escludendo addirittura di fatto terminata il 3 novembre 1953, dal collegio l'Opera nazionale combattenti da ogni in­ arbitrale provinciale di Caltanissetta nella tervento diretto, come giustamente osserva cifra di lire 645.578.125; su appello dell'Ope­ la più volte citata relazione della guardia ra nazionale combattenti e della ditta espro­ di finanza: « mentre l'Opera avrebbe do­ priata il collegio arbitrale centrale, con de­ vuto e potuto pretendere il versamento di creto del 4 gennaio 1955, determinava l'in­ quelle somme da coloro che fossero stati dennità definitiva che l'Opera nazionale già designati quali assegnatari delle quote, combattenti era tenuta a corrispondere ai perché in possesso delle qualifiche previ­ Lanza di Trabia per il trasferimento in pro­ ste, richiese ed ottenne dalle cooperative i prietà del fondo Polizzello in lire 342.640.647. versamenti prima ancora di predisporre la Proprio la necessità di approntare solle­ lista dei legittimi assegnatari. citamente la somma di 40 milioni da depo­ « È chiaro quindi come i vari Messina, sitare presso la Cassa depositi e prestiti Sorce, Genco Russo, ecc., ebbero piena, li­ entro 30 giorni dalla registrazione del de­ bera iniziativa di precostituire, secondo i creto di esproprio determinò una situazio­ propri scopi, un diritto di fatto alla con­ ne particolare che si risolverà a tutto van­ cessione delle quote da parte di coloro che taggio del gruppo di mafiosi che erano a effettuarono i versamenti, versamenti che capo delle due cooperative: l'Opera nazio­ essi stessi poterono disciplinare a piaci­ nale combattenti, non disponendo della mento ». somma richiesta, si rivolse infatti al comi­ Del resto, la stessa Opera nazionale com­ tato locale e attraverso di esso alle coope­ battenti darà validi appigli alle pretese di rative Combattenti e Pastorizia che orga­ Genco Russo e dei suoi accoliti trattando nizzarono rapidamente nel gennaio e nel sempre con il comitato locale anziché con febbraio del 1951 la raccolta di 33 milioni i singoli quotisti e rivolgendosi addirittura tramite versamenti di 80.000 di lire prò alle due cooperative per il pagamento dei capite, facendo intervenire per i restanti geometri che avevano proceduto alle ope­ 7 milioni la Cassa rurale San Giuseppe di razioni di quotizzazione. Mussomeli con un prestito garantito da Dopo aver preso possesso nell'ottobre una cambiale a firma di Giuseppe Genco del 1951 del feudo e dopo aver iniziato le Russo, Vincenzo Messina, Giuseppe Semi- operazioni di quotizzazione, l'Opera nazio­ nara ed altri. Con questo mezzo i vari Sorce nale combattenti doveva dunque procedere e Genco Russo egemonizzarono fin dall'ini­ alle assegnazioni delle singole quote. zio ogni decisione in merito al feudo Po­ Nell'ottobre del 1952 richiese pertanto lizzello. con una lettera diretta alla cooperativa Essi infatti pretenderanno di conside­ Combattenti, alla sezione combattenti e re­ rare il versamento della quota di 80 mila duci di Mussomeli e alla federazione pro­ lire come « titolo indispensabile per parte­ vinciale di Caltanissetta l'inoltro da parte cipare alle assegnazioni », riuscendo in tal degli agricoltori interessati delle domande modo a scegliere a loro piacimento i bene­ di assegnazione e dei documenti giustifi- — 51 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI cativi dei titoli richiesti. Come specifica la giare le quote e stipulare i singoli atti di relazione più volte citata, « fu questa la promessa vendita ». scintilla che fece scoppiare apertamente il Il capo dell'ufficio dell'Opera nazionale contrasto tra i " notabili " di Mussomeli, combattenti di Catania, avvocato Antonino costretti a rivelare il loro gioco, e l'Opera Todaro, replicava esponendo il proprio pun­ nazionale combattenti, e che determinò to di vista alla sede centrale lamentando di anche qualche attrito in seno alla stessa essere stato tenuto all'oscuro degli even­ Opera nazionale combattenti, tra ufficio di tuali accordi intercorsi tra la sede cen­ Catania e sede centrale. trale ed i dirigenti la cooperativa combat­ « La cooperativa Combattenti, infatti, tenti, qualora fosse vero quanto veniva as­ con un lungo esposto del 7 ottobre 1952 di­ serito nell'esposto. L'avvocato Todaro affer­ retto all'Opera nazionale combattenti, ed mava inoltre che, comunque, la sede cen­ a firma di Giuseppe Genco Russo, quale pre­ trale non aveva potuto affidare alla coopera­ sidente della società, rispondeva all'Opera tiva la vantata ampia potestà di scegliere affermando che: gli assegnatari e denunciava le manovre del comitato che, nonostante le ripetute insi­ secondo le disposizioni impartite dal­ stenze, non gli aveva mai fatto avere l'elenco la sede centrale, prima e dopo l'esproprio, degli aspiranti quotisti, completo dei dati un comitato locale aveva provveduto, di dimostrativi della idoneità ad ottenere l'as­ già, a predisporre l'elenco degli assegnatari segnazione di quote, e che tale elenco gli del fondo, tutti in possesso dei titoli pre­ era stato alla fine consegnato soltanto il visti, e che lo stesso comitato aveva agito 25 settembre 1952, per cui appariva chiaro " con la massima correttezza "; che il comitato mirava a porre l'Opera na­ si doveva a quel comitato la raccolta zionale combattenti di fronte al fatto com­ dei 40 milioni, senza i quali l'Opera nazio­ piuto ed a costringerla ad accettare « i no­ nale combattenti avrebbe dovuto rinunzia­ minativi o di persone appartenenti alla re all'esproprio; stessa corrente politica dei dirigenti o di persone ben viste per altro verso e per altri il versamento delle 80 mila lire veniva meriti agli stessi ». a costituire, per gli agricoltori, il " titolo Concludeva, infine, col dire che le ma­ indispensabile per partecipare alle assegna­ novre dei dirigenti delle cooperative dove­ zioni "; vano essere superate mediante « un atteg­ giamento costantemente energico ed infles­ l'Opera nazionale combattenti, quindi, sibile » che egli aveva frattanto assunto. doveva al più presto assegnare le quote del Polizzello agli agricoltori già designati dal La situazione a Mussomeli si faceva, in­ comitato; tanto, difficile: l'esproprio del feudo Poliz­ zello era stato accolto assai favorevolmen­ essa Opera, del resto, affidando la quo­ te dagli agricoltori sia perché esso tende­ tizzazione al comitato e non versando in va alla formazione della piccola proprietà proprio i 40 milioni si era " spogliata mo­ terriera, sia principalmente perché si rite­ ralmente e materialmente del proprio di­ neva che il prezzo di acquisto delle quote ritto sul feudo Polizzello ". attribuite tramite l'Opera nazionale com­ battenti sarebbe stato equo e vantaggioso « Veniva, infine, respinta la proposta ad un tempo. Già nell'agosto del 1952, però, fatta dall'Opera nazionale combattenti di alcuni agricoltori di Mussomeli, dichiaran­ affidare alla stessa cooperativa, per l'an­ do di appartenere alla costituenda associa­ nata agraria 1952-1953, la conduzione del­ zione dei coltivatori di Polizzello, votavano l'intero fondo, in attesa che l'Opera potesse, un ordine del giorno diretto all'Opera na­ nel frattempo, controllare la posizione di zionale combattenti e a diverse autorità con ciascun aspirante all'assegnazione, sorteg­ il quale, fra l'altro, denunciavano « le so- — 52 Atti Parlamentari Senato detta Repubblica

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praffazioni di una cricca ben individuata di n. 51 quote vennero assegnate, sempre persone che vorrebbero mantenere il loro senza sorteggio, ai soci della cooperativa dominio sul fondo contro gli interessi di Pastorizia, la quale aveva preteso che l'as­ centinaia di famiglie di contadini e della segnazione fosse fatta alla società come produttività ». Come specifica una lettera tale e non ai singoli soci; dell'ottobre 1952 con cui l'avvocato Toda- ro metteva al corrente la sede centrale del­ n. 309 furono sorteggiate; l'Opera nazionale combattenti dello svi­ n. 3 riservate al Corpo forestale di luppo degli avvenimenti, il 12 ottobre era Caltanissetta per vivaio sperimentale; stato tenuto a Mussomeli un comizio da parte del deputato regionale, Michele Pan­ n. 14 trattenute dall'Opera nazionale talone di Villalba, il quale aveva accusato combattenti per un campo sperimentale. l'Opera di voler danneggiare i coltivatori del Polizzello, impedendo loro la semina Come era da attendersi, al sorteggio per l'annata agraria in corso, qualora si presenziarono i presidenti delle due coope­ fosse dovuto procedere alle assegnazioni rative, Giuseppe Genco Russo e Giuseppe delle quote attraverso la laboriosa proce­ Sorce, ed il presidente dell'associazione dura dettata dall'Opera stessa. combattenti di Mussomeli, Vincenzo Mes­ Vincenzo Messina ed il comitato locale sina. avevano proposto che l'Opera nazionale Dopo il sorteggio sorsero i primi malu­ combattenti procedesse, frattanto, ad una mori, e l'eco delle rimostranze sollevate assegnazione provvisoria delle quote a co­ dall'attribuzione delle quote si aveva an­ loro che, a suo tempo, avevano versato le che alla Camera dei deputati attraverso note 80 mila lire. una interrogazione degli onorevoli La Mar­ La sede centrale dell'Opera nazionale ca, Sala, Di Mauro, Grammatico e d'Ami­ combattenti aderiva a tale proposta, consen­ co presentata ai primi di dicembre del tendo la consegna dei terreni a titolo « pre­ 1952, in cui si lamentava che: cario » agli assegnatari prescelti dal comi­ tato ed avallando così, indirettamente, l'ope­ erano stati esclusi dalle assegnazioni rato di quest'ultimo. contadini che, pur avendo diritto, non ave­ Il comitato era composto da Giuseppe vano potuto versare preventivamente la Genco Russo, Giuseppe Sorce, Vincenzo somma di lire 80.000 richieste per l'inse­ Messina, Giuseppe Seminara, dal parroco rimento nell'elenco degli assegnatari; e dal sindaco di Mussomeli, ed aveva l'in­ carico, commessogli dalla sede centrale del­ erano state assegnate quote a persone l'Opera nazionale combattenti, di vagliare che non coltivavano la terra, con l'estro­ le istanze degli aspiranti alle assegnazioni missione dal fondo dei coltivatori autentici; di quote del Polizzello. erano stati assegnati in blocco 176,38 All'assegnazione precaria delle 519 quote ettari di terra alla cooperativa Pastorizia del fondo provvide l'ufficio di Catania del­ composta di circa 50 elementi, in gran par­ l'Opera nazionale combattenti, mediante te né contadini né combattenti, « guidati sorteggio pubblico effettuato in Mussomeli da elementi notoriamente qualificati come il 14 novembre 1952. dirigenti della mafia locale »; Non tutte le quote vennero, però, sor­ teggiate. lo scandalo aveva determinato vivo fermento tra i contadini, i quali si erano Infatti: chiaramente convinti che la mafia locale 142 vennero attribuite senza sorteg­ intendeva servirsi dell'Opera nazionale gio ad altrettanti soci della cooperativa combattenti per perseguire i propri fini Combattenti, vecchi affittuari dei Trabia; speculativi ai danni dei coltivatori diretti. — 53 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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A seguito di tale interrogazione, su ri­ vore della cooperativa stessa da essa ef­ chiesta del Ministero dell'agricoltura, l'Ope­ fettuata. ra nazionale combattenti precisava che le L'Opera nazionale combattenti di Cata­ assegnazioni avevano validità precaria, in nia replicava denunziando l'infondatezza attesa di dare ad esse validità definitiva a dei pretesi accordi con la Pastorizia, che favore di coloro che avessero dimostrato, però non cedette neppure ai successivi in­ entro il 31 dicembre 1952, di averne dirit­ terventi e non ritenne neanche di dover to; infatti, già all'atto dell'attribuzione del­ comunicare l'esito del sorteggio. le quote, l'Opera nazionale combattenti si Per quanto concerne la regolarizzazione premurò di disciplinarne i propri rapporti dell'assegnazione, il comitato di Mussomeli con gli assegnatari « precaristi » ed a tal fi­ persisteva nel negare ogni collaborazione, ne predispose e fece firmare a costoro una adducendo « legittime ragioni di prestigio », istanza per l'ottenimento della quota, con ragioni avanzate sino al febbraio del 1954, l'impegno di accettare tanto la quota asse­ epoca in cui la sede centrale dell'Opera gnata, quanto il relativo prezzo e una di­ nazionale combattenti esautorava il comi­ chiarazione di impegno: tato da ogni attribuzione in materia di con­ trollo sulle posizioni degli assegnatari pre­ ad esibire entro il 31 dicembre 1952 la caristi, ed affidava tale incombenza all'uf­ documentazione comprovante il diritto alla ficio di Catania cui raccomandava di por­ concessione della quota; tarla a compimento entro il 31 marzo 1954. ad assoggettarsi ad ogni decisione Nel frattempo, in connessione con la successiva dell'Opera nazionale combat­ decisione del collegio arbitrale provinciale tenti; del novembre 1953 di fissare l'indennità di espropriazione dell'intero fondo in 645 mi­ in caso di assegnazione definitiva, a lioni, si diffuse fra gli agricoltori di Mus­ corrispondere all'Opera ogni somma richie­ someli un grave malcontento nei confronti sta, a sottoscrivere ogni atto e ad esegui­ dell'Opera nazionale combattenti che, come re ogni trasformazione del terreno imposta si ricorderà, aveva fin dall'inizio previsto dall'Opera; nella cifra di 130-200 milioni l'onere com­ ad indennizzare l'Opera nazionale plessivo a carico degli agricoltori per la combattenti in caso di revoca della con­ espropriazione del fondo. Costoro si riten­ cessione. nero pertanto traditi dall'Opera nazionale combattenti e non recedettero da tale at­ Tutti gli assegnatari precaristi firmaro­ teggiamento neanche a seguito della deci­ no le dichiarazioni, fatta eccezione per i sione del collegio arbitrale centrale, che soci della Pastorizia, che si rifiutarono di nel gennaio del 1955 riduceva l'indennità farlo, invocando il loro diritto ad ottenere a 342 milioni. Essi anzi seguirono in gran le quote in blocco in quanto la cooperativa numero Vincenzo Messina che a differenza si era resa benemerita nel cooperare nel­ degli altri notabili di Mussomeli (i quali, la riuscita della pratica di esproprio; per­ avevano anche interessi personali nel fon­ ché i propri soci erano stati i primi a ver­ do Polizzello) invitò a non versare più al­ sare la somma prò capite di 80.000 lire; cuna somma all'Opera nazionale com­ perché i dirigenti di essa avevano firmato battenti. cambiali per 7 milioni necessari a comple­ A seguito delle agitazioni che scoppia­ tare la somma di 40 milioni per il paga­ rono fra gli assegnatari tanto per il mo­ mento dell'indennità di esproprio; perché tivo che si è detto, quanto per il timore infine gli stessi funzionari dell'Opera nazio­ di dover ripetere tutte le operazioni per nale combattenti di Catania avevano con­ l'attribuzione delle quote, l'Opera naziona­ venuto in precedenza di procedere a quel­ le combattenti decretò la sospensione della la particolare assegnazione di quote a fa­ presentazione dei documenti richiesti, rin- — 54 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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viandola sino alla decisione sul prezzo de­ L'Opera nazionale combattenti accetta­ finitivo di esproprio da parte del collegio va siffatta imposizione, tentando di miti­ arbitrale centrale. garla col porre la condizione che gli aventi Tale sospensione era stata sollecitata diritto avrebbero dovuto raggiungere una anche dagli onorevoli Volpe e Pignatone. percentuale non inferiore al 70 per cento. Il 20 marzo 1954, l'avvocato Todaro se­ Ma anche con simili « concessioni » da gnalava alla sede centrale che 258 assegna­ parte dell'Opera non si pervenne a nulla tari avevano risposto alla richiesta dei do­ di concreto. cumenti. Come egli aveva in precedenza Frattanto l'Opera nazionale combattenti sostenuto, le manovre del comitato mira­ di Catania aveva potuto ricevere la richie­ vano pertanto chiaramente ad evitare il sta documentazione da 294 quotisti, in gran controllo nei riguardi dei rimanenti asse­ parte « combattenti »; e l'avvocato Todaro gnatari precaristi che erano sforniti dei ti­ annotava che tra i restanti quotisti si an­ toli necessari e che perciò era necessario nidavano in gran copia gli elementi che mantenere l'autonomia dell'Opera naziona­ non avrebbero potuto partecipare all'asse­ le combattenti nello svolgimento di quel gnazione definitiva e tra essi, in modo cer­ controllo. to, i soci della Pastoria, di cui molti erano Ma la sede centrale, all'insaputa del pro­ grossi e medi possidenti. prio ufficio di Catania, aveva già restituito L'episodio delle assegnazioni è un tipico al comitato l'incarico di sovraintendere al fatto di mafia. Le terre furono assegnate controllo della posizione degli assegnatari, in base ad elementi predisposti dal comi­ accogliendo analoga richiesta avanzata, il tato, sui quali l'Opera nazionale combat­ 12 marzo a Roma, da Vincenzo Messina, tenti non compì e non poteva compiere da Giuseppe Genco Rucco, da Giuseppe alcun controllo, anche dopo che fu di do­ Sorce, dall'avvocato Vincenzo Noto, alla minio pubblico (anche in sede ministeriale presenza degli onorevoli Volpe, Pignatone e parlamentare) che decine di quote erano e Di Rocco, e con l'appoggio prestato dal­ state attribuite a persone non aventi di­ l'onorevole Aldisio. ritto. La stessa sede centrale aveva poi pen­ sato di affiancare l'opera del comitato a Lo stesso Genco Russo avrebbe in se­ quella del proprio ufficio di Catania, che, guito confessato di avere in proprietà ben nel giugno 1954, finalmente, poteva inviare tre quote della ripartizione dell'ex feudo alla sede centrale l'elenco nominativo degli Polizzello, la n. 10, la n. 218 e la n. 267, assegnatari precaristi, con l'indicazione nu­ di cui solo quest'ultima intestata a suo merica delle quote assegnate, fatta esclu­ nome, mentre per le altre due (e non è sione dei 51 soci della Pastorizia i cui no­ escluso che non siano le sole, semplicemen­ mi non figuravano. te sono quelle circa le quali ha deposto po­ sitivamente) si era servito di prestanomi. Nell'aprile 1955 i dirigenti delle coope­ Da notare che tra gli assegnatari gli esem­ rative informavano l'ufficio dell'Opera na­ pi di irregolarità sono numerosissimi: ba­ zionale combattenti di Catania che non sti pensare che tra di loro figurano il ci­ avrebbero mutato la propria linea di con­ tato maresciallo Marzano, un appuntato dotta circa la presentazione dei documenti dei carabinieri e un appuntato della guar­ da parte degli assegnatari precaristi, se non dia di finanza in congedo, un brigadiere dietro « assicurazione formale » dell'Opera dei carabinieri in congedo, una cognata di che la situazione in atto non sarebbe stata Genco Russo, un parroco, vari proprietari cambiata, nel senso cioè, che ai possessori terrieri, e mogli di impiegati o professio­ delle quote si dovevano assegnare definiti­ nisti. vamente le quote stesse, « indipendente­ mente dalla dimostrazione del possesso dei L'Opera nazionale combattenti si tro­ noti requisiti richiesti dall'Opera ». vava in tal modo in una situazione inso- — 55 --.'; Atti Parlamentari ' ' ' Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI stenibile non potendo adempiere in alcun nuto che nella transazione del 9 agosto modo al pagamento dei 342 milioni dell'in­ 1958 fosse inclusa la clausola della ricon­ dennità e non riuscendo neanche a proce­ ferma nel possesso e nell'acquisto delle dere alle assegnazioni definitive delle quo­ quote degli assegnatari che le detenevano. te per il rifiuto di alcuni di presentare la E certamente sarebbero riusciti nel loro in­ documentazione richiesta. tento, se le discordie sorte in seno ad essi Per superare tali difficoltà fu esaminata non avessero capovolto la situazione. la possibilità di far subentrare l'Ente di « Infatti, mentre Vincenzo Messina (pre­ riforma agraria in Sicilia (ERAS) nei diritti sidente del comitato locale, e già grave­ e negli obblighi dell'Opera nazionale com­ mente coinvolto in un'accusa di furto e battenti. Dopo lunghe trattative, l'accordo malversazione, irregolarità amministrative, fra i Trabia, l'Opera nazionale combattenti minaccia e intimidazione, e incendio dolo­ e l'ERAS venne raggiunto con la stipula so, pronunciata contro otto amministrato­ di un atto di transazione e di vendita del ri della cooperativa anonima Combattenti 9 agosto 1958 in cui si stabiliva, tra l'al­ — tra gli imputati, si ricorderà, anche il tro, che i Trabia avrebbero incamerato 40 Genco Russo — in data 11 marzo 1929 dal milioni versati dall'Opera nazionale com­ giudice istruttore del tribunale di Caltanis- battenti a titolo di sovrapprezzo e che la setta dottor Salvatore Petrone) induceva indennità dovuta sarebbe stata versata a i quotisti a non aderire alla richiesta del­ cura dell'ERAS. l'ERAS di regolarizzare i pagamenti, gli Le vicende successive non interessano altri mafiosi erano dell'avviso che tali pa­ direttamente in questa sede. Basterà per­ gamenti dovessero venire effettuati, per­ tanto ricordare quanto specifica in propo­ ché, in tal modo, essi avrebbero potuto sito la più volte citata relazione della guar­ diventare proprietari definitivi di quelle dia di finanza: il potere della mafia, espres­ terre che si erano procurate con le irrego­ so dal comitato, riuscì a rendere vano ogni lari assegnazioni. Ma i loro piani venivano tentativo fatto dagli organi pubblici di nor­ sconvolti ed annullati dalla successiva de­ malizzare l'irregolare situazione, tanto che cisione dell'ERAS di procedere a nuove as­ l'elenco del gennaio 1954 pervenne, come segnazioni di quote, sulla base di criteri tale, all'ERAS nel 1958. Per premunirsi an­ diversi da quelli sino ad allora più o meno che contro l'ERAS i mafiosi avevano otte­ seguiti ». — 56 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - IL FEUDO GRAZIANO

Un esempio minore, ma certamente Il fondo, sito in territorio di Canicattì non meno significativo, del potere mafioso ed esteso circa 280 ettari, pervenne in ere­ esercitato dal Genco Russo unitamente ad dità nel 1935 ai due fratelli che, dopo aver altri elementi della mafia agraria è costi­ venduto a piccole parti circa 60 ettari, mo­ tuito dalle vicende della vendita del feudo dificavano il sistema di conduzione da mez­ Graziano che vennero alla luce solo a se­ zadria in affitto. Affittuari del fondo erano guito delle indagini per l'uccisione del per una quota Rizzo Giusto e Rubini Ca­ commissario Tandoy. In seguito ad esse logero, per l'altra i fratelli Rosario e Luigi la questura di Agrigento denunciava Giu­ Rubino, tutti di Canicattì. seppe Genco Russo, Diego Di Gioia, i fra­ Essendosi però nel dopoguerra ridotto telli Rubino, Calogero e Luigi, e Guarneri il reddito del feudo, i fratelli Caramazza Antonio per violenza privata aggravata, decisero di vendere: vari furono gli acqui­ avendo ravvisato gli estremi di tale reato renti di piccoli appezzamenti e, fra essi, nella intimidazione e coercizione eserci­ gli stessi fratelli Rubino e tale Antonio tata nei confronti dei fratelli Giovanni e Guarneri da Canicattì. Risultò però impos­ Giuseppe Caramazza nel corso delle trat­ sibile contrattare la vendita dell'intero tative per l'acquisto del feudo Graziano fondo, ridottosi nel frattempo a sole 46 sal­ effettuata dal Genco Russo e dal Di Gioia me, perché dopo i primi approcci gli in­ nel marzo 1961. teressati si allontanavano senza plausibile motivo. Responsabili erano, secondo il ci­ Nella vicenda sono implicati due pub­ tato rapporto della questura, i fratelli Ru­ blici funzionari, la morte violenta di uno bino e Antonio Guarneri che non inten­ dei quali (il commissario Tandoy) consentì devano rinunciare all'acquisto, né stipularlo di riportare alla luce anche questo epi­ se non a condizioni favorevolissime. A que­ sodio. La questione delle effettive respon­ sto scopo incaricarono un noto uomo di sabilità rimase però irrisolta sia perché « rispetto », Diego Di Gioia di Canicattì, l'altro pubblico funzionario implicato, il che si presentò ai Caramazza come acqui­ comandante dei vigili urbani di Castelter- rente offrendo un prezzo irrisorio (lire 70 mini, Gerardi Corrado, cercò di riversare mila al tumulo) che però non venne ac­ il carico più grave sulle spalle del Tandoy, cettato. L'intervento palesemente intimida­ ormai nella impossibilità di deporre, sia torio del Di Gioia insospettì i proprietari perché vi furono sostanziali divergenze nella del fondo, che si rivolsero al dottor Tandoy, valutazione del danno subito dai fratelli dirigente della squadra mobile di Agrigento, Caramazza. Sta di fatto che il giudice istrut­ e al comandante dei vigili urbani di Castel- tore del tribunale di Agrigento decise di termini, Gerardi Corrado, con i quali in­ non procedere a carico di Genco Russo e trattenevano rapporti amichevoli, per aver­ degli altri non ritenendo di elevare rubrica ne protezione. I termini dell'accordo non nei loro confronti per il reato di violenza sono noti, ma sembra certo che il Tandoy privata continuata e aggravata in danno si impegnò a proteggere i Caramazza e il dei fratelli Caramazza. Gerardi assunse l'incarico di effettuare la — 57 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA -- DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI vendita. Di fatto i due si recarono non a neri Antonio; il resto del fondo, con tutti diffidare ma a contrattare con il Di Gioia: i fabbricati, andava invece a Genco Russo. in merito le accuse si fanno reciproche e La questione del valore effettivo del discordanti poiché il Gerardi ha precisato fondo è controversa: un rapporto del 22 che una persona a lui sconosciuta (il Di novembre 1963 dell'ingegnere capo dell'uf­ Gioia) gli aveva portato una lettera del ficio tecnico erariale di Agrigento conclude Tandoy che lo pregava di mettere il latore infatti specificando che « il valore per l'in­ della lettera stessa in grado di acquistare tero fondo è risultato di lire 36.037.195 pari il fondo. al valore medio di lire 310.000 per ettaro Il Di Gioia, a sua volta, afferma invece e di lire 73.246 al tumulo Il prezzo di che il Tandoy lo aveva avvertito della ven­ lire 87.000 per tumulo o di lire 1.392.000 dita del feudo con una lettera consegna­ per salma — ammesso che ci siano ele­ tagli dal Gerardi, che in quella occasione menti certi per assicurare che sia quello gli aveva proposto l'acquisto. Il Di Gioia il prezzo effettivamente pagato e sempre specifica anche che « il Gerardi mi rispose che le risultanze catastali circa la qua­ che aveva cercato di agganciare il cavalier lità delle colture agricole rispecchino esat­ Giuseppe Genco Russo di Mussomeli e che tamente quelle effettivamente esistenti nel intendeva avere prima il suo benestare ». terreno all'epoca del trasferimento — è da In altri termini, come specifica il citato ritenere più che remunerativo rispetto ai rapporto della questura, il Gerardi inten­ prezzi correnti nell'anno 1961 ». In contra­ deva « fare intervenire altri elementi di sto con questa autorevole valutazione stanno maggiore rispetto, noti in tutta la Sicilia però tanto il rapporto di denuncia della per costringere il Di Gioia a disinteressarsi questura sopra citato, che parla di un va­ dell'acquisto del feudo ». lore effettivo « di gran lunga superiore » Sta di fatto che, di fronte ad una così rispetto a quello fissato, quanto la notizia solida associazione, ai Caramazza non ri­ riportata in un rapporto della stazione ca­ mase che arrendersi e quando, nel 1961, rabinieri di Mussomeli del 16 agosto 1963, si presentarono il Genco Russo e il Di Gioia secondo la quale per il fondo Graziano era (che per quieto vivere non si poteva comple­ stata offerta ai fratelli Caramazza la som­ tamente mettere fuori dall'affare) furono co­ ma di 68 milioni dai mediatori Granata stretti a stipulare un compromesso con il e Pirratore di Naro che però, come al­ quale si impegnavano a vendere il feudo tri, scomparvero al momento di conclu­ Graziano al prezzo di 87 mila lire al tumulo, dere l'affare. Ma sta soprattutto il fatto che cedendone immediatamente il possesso al tanto il Di Gioia quanto Rubino Calogero e Di Gioia e al Genco Russo che si impegna­ Antonio Guarneri si affrettarono a riven­ vano a loro volta ad acquistarlo solidal­ dere gran parte dei terreni acquistati per mente in parti uguali sia per loro, sia per prezzi oscillanti fra le lire 100 mila e le persone da nominare. All'atto dell'acquisto 135 mila al tumulo. gli acquirenti versarono la somma di 10 Il citato rapporto della questura di Agri­ milioni e, quindi, sulla base di un mutuo gento specifica in proposito che « i nuovi effettuato da Genco Russo sul terreno acquirenti stipulavano i contratti diretta­ stesso, altri 24 milioni di lire; il resto del mente con i Caramazza ai quali pagavano prezzo pattuito veniva pagato con cambiali in base a lire 87 mila al tumulo mentre la e piccoli versamenti da parte di terzi acqui­ differenza veniva incassata dal Di Gioia, dai renti. Il feudo veniva, infatti, diviso in due Rubino e dal Guarneri ». parti: le 16 salme di terreno vicino al ca­ Significativa è pure la circostanza che seggiato, cioè la parte migliore, andavano il Di Gioia vendeva due delle quattro salme al Di Gioia che le ripartiva subito con i che gli spettavano allo stesso Genco Russo fratelli Rubino Calogero e Luigi e con Guar- al prezzo di lire 118.000 al tumulo. — 58 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Comunque, il Gerardi, comandante dei La scomparsa del Tandoy non permette vigili urbani di Castel termini, incassava, per di fare ulteriormente luce sulla faccenda questa più o meno corretta operazione di che, comunque, nonostante la questura di compravendita, la somma di lire 500.000 Agrigento concludesse come « nella azione da parte dei fratelli Caramazza; altro mezzo continua e costante operata dal Di Gioia milione riceveva, a suo dire, dai fratelli Diego, dai fratelli Rubino Calogero e Luigi stessi, mentre, poiché questi negavano reci­ e dal Guarneri Antonio, per impedire la samente il fatto, è da presumere che gli vendita del feudo a terzi e nell'azione deci­ fosse stato versato dagli acquirenti. Col milione così realizzato, egli comprava un'au­ siva, determinata dal concorso della loro tomobile Alfa Romeo, il che fa ricordare azione con quella del Genco Russo Giu­ come il Di Gioia, deponendo circa la prima seppe, si ravvisino gli estremi della vio­ occasione in cui si era incontrato col Ge­ lenza privata, con l'aggravante prevista dal­ rardi, aveva affermato che quest'ultimo gli l'articolo 339 del codice penale », non venne aveva detto che, a conclusione dell'affare, mai portata a dibattito in tribunale per la avrebbe ricevuto in dono una macchina. decisione negativa del giudice istruttore. — 59 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - L'EREDITÀ DI « DON » CALOGERO VIZZINI

Gli esempi sin qui ampiamente riportati vantato dal Genco Russo nei confronti di valgono a dimostrare l'ampio potere acqui­ alcuni parlamentari DC (nello stesso rap­ sito su base locale da Genco Russo a par­ porto si riferisce anche un particolare cu­ tire dall'immediato dopoguerra e a rendere rioso, e cioè della determinazione presa consapevoli di quanto sottile sia il gioco, dallo stesso Genco Russo di evitare un'in­ condotto sempre con mezzi apparente­ tervista propostagli dal giornalista Chinigo mente leciti, di personaggi sul tipo di Genco Michel dell''International New Service, al­ Russo, che sono altrettanto e forse più peri­ lontanandosi in fretta da Mussomeli, il 7 colosi sotto il profilo sociale in questa se­ agosto del 1954). Comunque, benché la sua conda fase di apparente « legalità » di condotta morale sia definita pessima, quel­ quanto non lo siano nel primo periodo, co­ la civile e politica è buona, anche se « man­ stellato da numerose incriminazioni per tiene collegamenti con i mafiosi della pro­ gravi delitti. vincia e con quelli delle province di Agri­ Genco Russo, però, non agisce solo nel gento, Palermo, Trapani ed Enna ». ristretto ambito di Mussomeli e dei comuni Lo stesso comando dell'Arma in un rap­ viciniori: legato strettamente a « don » Ca­ porto del 30 marzo 1956 riferisce come « 1*11 logero Vizzini, egli assurge presto ad un settembre 1955, celebrandosi ad Acquaviva ruolo di primissimo piano nella mafia iso­ Platani (Caltanissetta), la sagra del pesco e lana e nei collegamenti con l'organizzazione la festa della stampa democristiana, fu no­ mafiosa italo-americana, riuscendo peraltro tato fra le personlità religiose, politiche a consolidare contemporaneamente il pro­ e amministrative del capoluogo di provin­ prio prestigio sociale e politico in ambienti cia e con esse, fra cui il vescovo e il pre­ che superano anche i limiti della comunità fetto, prese parte a un pranzo offerto alle locale. autorità e agli esponenti del luogo ». Ogni E veramente con la morte di don Calo­ commento è superfluo, tanto più che i rap­ gero Vizzini, avvenuta nel 1954, tutto fa porti di un mafioso di alta posizione gerar­ pensare che per Giuseppe Genco Russo non chica con le autorità locali purtroppo non ci siano ulteriori ascese da compiere; per­ si manifestano certo nella loro veste più fino la stampa estera si occupa del decesso significativa in una comune partecipazione del capo mafia e nessuno ha dubbi sulla ad una cerimonia e ad un pranzo; questa indicazione del successore: da ora in poi non è che la testimonianza di una situa­ Genco Russo sarà unanimemente tenuto in zione ben definita e della disinvoltura con conto di capomafia per tutto il territorio cui essa viene accettata e vissuta. della Sicilia, con le conseguenti ripercus­ Dallo stesso rapporto si apprende che sioni di potere su quella parte della mala­ Calogero Castiglione, cognato del Genco vita americana che continua a far capo alle Russo, « ricoprì, dal 9 maggio 1954 al 18 vecchie gerarchie siciliane. marzo 1956, la carica di segretario della Nel già citato rapporto del 12 maggio sezione del partito democristiano di Mus­ 1956 del gruppo carabinieri di Caltanissetta, someli, carica dalla quale veniva estromesso si fa cenno alla conoscenza e al credito in seguito a manifestazioni di intemperanza — 60 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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occasionata dalla mancata elezione della Nel novembre del 1957, un mese dopo moglie alla carica di delegata femminile questi « incontri ad alto livello », si teneva della sezione DC ». ad Apalachin (USA) una riunione di gang­ Ma la buona reputazione personale di ster s: il rapporto di connessione fra i due Genco Russo ha più vasti e profondi appi­ avvenimenti veniva rilevato per la prima gli: infatti « dopo la lunga attività che lo volta il 2 luglio 1958 in un articolo dal titolo rese tristemente noto nel campo della giu­ « Rivelazioni sui rapporti fra mafia e gang­ stizia penale, si è imposto una condotta sterismo », del quotidiano II Tempo di improntata a costumatezza di vita e serietà, Roma. che gli è valsa la stima e la considerazione Circa i rapporti del Genco Russo con la dei suoi paesani, i quali, anziché temerlo malavita americana, un concreto dato di per il suo passato torbido e spregiudicato fatto che si può ricordare sono gli incontri e per i suoi legami con la mafia, lo consi­ che ebbe, sempre all'albergo Delle Palme di derano molto influente e lo ritengono ormai Palermo, tra il 24 e il 25 marzo 1961, con elemento d'ordine, equilibrato e di molto Salvatore Lucania, meglio noto come Lucky buon senso ». E perché no, dato che, come Luciano. Pare che si trattasse della possi­ si rileva da un promemoria della questura bilità di fare intervenire il Genco Russo di Caltanissetta del 27 luglio 196... (l'ultima « con la sua influenza » presso le autorità cifra è illeggibile), « il Genco saltuariamente della Regione siciliana, per far ottenere a si reca a Palermo dove avrebbe conoscen­ Sorge Santo, rappresentante in Italia della ze nei vari ambienti regionali DC, e si in­ società americana « Rimrock Tidelandess teresserebbe di pratiche burocratiche di LTD », una concessione per effettuare ricer­ amici e conoscenti che ricorrono a lui per che petrolifere nella zona di Termini impieghi, agevolazioni ed altro » ? Imerese. Il 12 ottobre 1957, intanto, come si ri­ Questi, almeno, i dati accertabili o di leva da un rapporto dei carabinieri di Cal­ facile induzione. tanissetta, « ...la questura di Palermo accer­ Durante il soggiorno a Roma di Santo tava che il Genco Russo Giuseppe con altri Sorge, cittadino statunitense, e di Giuseppe cinque individui rimasti sconosciuti, indi­ Vario, da Acquaviva, cittadino italiano, tra cati come mafiosi, s'incontrò all'albergo il 5 e l'8 dicembre 1957, Giuseppe Genco Delle Palme di Palermo con gli italo-ameri­ Russo si recò a far loro visita presso cani Sorge Sante fu Salvatore, nato a Mus- l'hotel Regio, in via Veneto 72. In altra someli, sospetto di traffico di stupefacenti, occasione, il Sorge e il Vario tentavano di Bonanno Josef e Galante Carmine. Nel po­ ottenere un finanziamento statale di 100 mi­ meriggio dello stesso giorno il Genco Russo lioni di lire da parte del Ministero dei la­ Giuseppe ritornò all'albergo Delle Palme vori pubblici per la già accennata conces­ con un gruppo di dodici sconosciuti, e, sione per ricerche petrolifere in territorio mentre questi ultimi sostarono all'esterno, di Termini Imerese, e per questo tenevano egli si intrattenne a conversare con i pen­ contatti con alte personalità politiche, am­ sionati Bonanno e Galante, nonché con Vi­ ministrative, o mafiose. tale Vito e Di Bella John, italo-americani, Di tutti questi incontri è dato soltanto rispettivamente nativi di Castellammare del congetturare le cause e, al più, per quelli Golfo e di Montelepre. svoltisi a Palermo, trarre significative con­ « Nella circostanza, la questura di Cal­ siderazioni dalla forma « pomposa » in cui tanissetta accertò che il Genco Russo si re­ ritenne presentarvisi il Genco Russo. Ma cava spesso a Palermo senza poterne pre­ naturalmente, quanto a segretezza delle riu­ cisare i motivi, ma precisò che in Musso- nioni, la si può equiparare a quella che vige meli non ebbe mai contatti con cittadini per certi accordi internazionali al più alto statunitensi ». livello. — Gi — . Alli Parlamentari Senato della Repubblica

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Sull'argomento appare opportuno ag­ tre che, naturalmente, sul lungo elenco di giungere che, secondo un rapporto della precedenti penali) sugli episodi del 1957 e guardia di finanza del settembre 1960: del 1961, relativi rispettivamente all'incon­ tro con i gangsters italo-americani e all'ac­ « Sorge Santo fu Salvatore, nato a Mus- quisto del feudo Graziano, come si può de­ someli (Caltanissetta) l'I 1 gennaio 1908, cit­ sumere dal rapporto datato 20 agosto 1963, tadino statunitense, residente a New York, con cui i carabinieri di Caltanissetta lo pro­ è da tempo, attendibilmente, sospettato di ponevano per la diffida. Dopo aver dedicato essere intimamente associato al noto Salva­ ampio spazio a tali episodi, il rapporto così tore Lucania, detto . Il Sorge concludeva: svolge, negli Stati Uniti, attività commer­ ciali che vengono ritenute di copertura per « Da ciò si desume che il Genco Russo, illeciti traffici di stupefacenti. Egli è pregiu­ mentre in questo territorio non ha dato dicato ed ha subito condanna per falso in luogo a manifestazioni tali da far suppor­ atti e per spionaggio. L'attenzione della po­ re che continuasse nella sua attività ma­ lizia statunitense sulle attività del Sorge si fiosa per il suo comportamento di galanto- è particolarmente acuita negli ultimi tempi mismo e di ossequio verso le istituzioni per il confluire di informazioni secondo le dello Stato, fuori del territorio ha conti­ quali il predetto avrebbe intensificato i suoi nuato i propri sistemi per trarre illeciti viaggi in Italia ed avrebbe infittito i suoi rap­ vantaggi... porti sia con il Lucania, sia con elementi « Premesso quanto sopra, attesa la ne­ di primo piano della mafia siciliana, e del­ cessità di esercitare nei confronti del Gen­ l'ambiente dei traffici di stupefacenti ». co Russo Giuseppe una opportuna azione ammonitrice nell'esclusivo interesse della Circa il Vario Giuseppe, va detto che è pubblica sicurezza, lo si propone per il prov­ avvocato, ed è stato presidente dell'Istituto vedimento della diffida ». case popolari di Caltanissetta dal febbraio 1959 al dicembre 1961. Intanto quest'uomo, per il quale all'età Il 26 agosto 1963, due giorni prima che di settanta anni si rendeva necessario un la questura di Agrigento sporgesse denun­ simile provvedimento, aveva, tre anni pri­ cia contro il Genco Russo per violenza pri­ ma, dato luogo ad un grande scalpore, otte­ vata continuata e aggravata ai danni dei nendo di farsi includere nelle liste della De­ fratelli Caramazza in relazione alla com­ mocrazia cristiana per le elezioni del 1960 pravendita del feudo Graziano, il questore per il rinnovo del consiglio comunale di di Caltanissetta « visti gli atti di ufficio dai Mussomeli; di farsi iscrivere e, naturalmen­ quali si rileva che Genco Russo Giuseppe te, di farsi eleggere. La campagna di stampa fu Vincenzo e fu Scaduto Rosalia, nato in seguitane lo costringeva, però, a dimettersi Mussomeli il 26 gennaio 1893, ivi residente, dalla carica (nell'esercizio della quale ri­ ex ammonito, ha numerosi precedenti pe­ copri anche le funzioni di assessore) insie­ nali; considerato che il Genco Russo Giu­ me con tutto il consiglio comunale, in data seppe tiene rapporti di amicizia con pre­ 29 marzo 1962. giudicati pure di paesi vicini e che lo stesso, Tra il giugno e l'ottobre 1964, il Genco per la condotta e per le manifestazioni cui Russo colleziona quattro ammende per man­ ha dato luogo, è da ritenersi fondatamente cato versamento di contributi assicurativi proclive a delinquere, come si evince anche e per l'irregolare gestione di un mulino e da recenti informazioni fornite da Agri­ una multa per infrazione al testo unico gento », lo diffidava a « cambiare condotta », sulla finanza locale (imposta di consumo) ai sensi dell'articolo 1 della legge 27 dicem­ per un ammontare complessivo di lire bre 1956, n. 1423. 6.006.270. È da credere che il citato provvedimen­ Il 13 maggio 1964 veniva denunziato dai to di diffida si appoggiasse soprattutto (ol­ carabinieri di Lovere per contravvenzione — 62 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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all'articolo 12 della legge 27 dicembre 1956, cevamo, esercitare nei suoi confronti una n. 1423, e cioè per non aver rispettato le più energica azione di prevenzione. prescrizioni inerenti al provvedimento di Per di più egli doveva anche subire, in soggiorno obbligato. stato di detenzione, un nuovo procedimento A Lovere, in provincia di , il penale, il primo dopo un lunghissimo pe­ Genco Russo era arrivato in seguito alla riodo di tempo: la vicenda, trae origine da misura di sorveglianza speciale con l'obbli­ una denuncia inoltrata, il 28 luglio 1965, go di soggiorno in altro comune, commina­ dalla squadra mobile di Palermo nei con­ tagli dal tribunale di Caltanissetta il 22 fronti dello stesso Genco Russo e di altre febbraio 1964. Il tribunale aveva accolto 16 persone fra cui Frank Coppola, Frank pure, il 4 febbraio, la richiesta della que­ Garofalo ed altri appartenenti alla mafia stura di Caltanissetta di sottoporre Genco e a « Cosa nostra », tutti ritenuti respon­ Russo a custodia preventiva. Arrestato il sabili del delitto di associazione per delin­ 6 febbraio, Giuseppe Genco Russo raggiun­ quere. geva il comune di Lovere il 27 successivo. Tratto in arresto il 2 agosto 1965, viene Nell'informativa relativa alla misura di rinviato a giudizio con sentenza istruttoria prevenzione i carabinieri di Caltanissetta del 31 gennaio 1966 nella quale si legge: riferivano fra l'altro come il Genco Russo « Genco Russo Giuseppe è il capomafia ricevesse spesso in casa sua persone come della Sicilia. il Castiglione Calogero (« non è escluso che « Per la sua attività di capomafia, il tri­ il Castiglione possa costituire tramite tra bunale di Caltanissetta con decreto del 24 elementi mafiosi di Palermo e il Genco febbraio 1964, gli ha inflitto il provvedi­ Russo ») e s'incontrasse, quando si stabi­ mento della sorveglianza speciale per la du­ liva in contrada Graziano, con i pregiudicati, rata di anni cinque con obbligo di soggior­ nonché notoriamente mafiosi, Luigi Rubino no in altro comune. e Diego Di Gioia (nomi che non ci sono « Da tale decreto il Genco Russo risulta nuovi). Il rapporto del 1° febbraio 1964 associato al Lucky Luciano, al Sorge Santo, così concludeva: al Bonanno Giuseppe ed al Galante Camillo. « Il Genco Russo per il suo denso pas­ « Nell'attività di capo della mafia iso­ sato, per l'ambiente in cui è vissuto e con­ lana del Genco Russo Giuseppe deve inse­ tinua a vivere, pur facendosi notare rara­ rirsi la sua partecipazione nei giorni dal 12 mente in pubblico per sfuggire al controllo al 16 ottobre 1957 al convegno dei capi di delle forze dell'ordine, per i rapporti con "Cosa nostra" e della mafia di Castellam­ altri indiziati, ha creato intorno a sé un mare svoltasi nell'albergo Delle Palme di clima di preteso rispetto e prestigio, deter­ Palermo. minando uno stato di soggezione nei citta­ « Che il Genco Russo Giuseppe si sia tro­ dini, i quali subiscono la sua volontà con vato nell'albergo Delle Palme per parteci­ conseguente menomazione della libera ed pare al convegno dei mafiosi è provato dal autonoma esplicazione delle loro azioni ed fatto che egli non aveva un plausibile mo­ opinioni ». tivo per frequentare l'albergo suddetto, in Questa volta il documento d'accusa non quanto in quei giorni alloggiava altrove, doveva finire nel vuoto, e così l'uomo che a nonché dal fatto che egli ha reiterato, an­ 29 anni aveva ottenuto il primo dei suoi che più volte in uno stesso giorno, le sue innumerevoli « non doversi procedere », visite nel menzionato albergo. vedeva all'età di 71 e mentre dal dicem­ « Peraltro provano la partecipazione del bre 1962, a causa delle sue condizioni di sa­ Genco Russo agli incontri che si svolsero lute, era costretto a rimanere quasi sempre tra i mafiosi durante il convegno, le rela­ in casa perché affetto da una grave forma zioni di servizio redatte dalle guardie di di cataratta all'occhio sinistro, vedeva, di­ pubblica sicurezza Lo Piccolo e Malannino — 63 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI il 13, il 14 ed il 16 ottobre 1957, la testi­ del Magaddino Giuseppe (in Palermo l'I 1 monianza del Lo Piccolo e la testimonianza marzo 1959 - il 25 gennaio 1960); del Luca­ del maresciallo di pubblica sicurezza Nal- nia Salvatore (in Palermo il 19 maggio bone che ne venne a conoscenza attraverso 1959 - dal 22 al 31 dicembre 1959 - il 17 un testimone oculare. agosto 1960 - il 17 gennaio 1961 - il 23 « La particolare posizione di capomafia marzo 1961); del Garofalo Francesco (in che ha qualificato l'intervento del Genco Palermo dal 10 al 12 giugno 1959 - dal 22 Russo Giuseppe al convegno Delle Palme al 31 dicembre 1959 - il 2 giugno 1962); del si evince dal numeroso seguito che lo ac­ Vitaliti Rosario (in Palermo dal 28 al 31 compagnò in quelle occasioni. marzo 1960 - dal 15 al 17 febbraio 1962 ed « Risulta, infatti, dalla comunicazione in Catania dal 6 al 10 di quello stesso diretta dalla questura di Palermo all'Inter­ mese); del Francesco Scimone (in Catania pol il 4 luglio 1958 in base ai fatti riferiti dal 29 gennaio al 1° febbraio 1961). dalla guardia di pubblica sicurezza Lo Pic­ « Invero tali presenze in rapporto a sog­ colo e da costui confermati al giudice istrut­ getti, i quali risultano tutti associati a tore che il Giuseppe Genco Russo venne "Cosa nostra", possono ben considerarsi, accompagnato all'albergo Delle Palme da per logico convincimento, elementi rivela­ dodici uomini i quali rimasero ad atten­ tori di altrettanti incontri tra gli associati derlo all'esterno... medesimi nell'iter esecutivo dei programmi « L'attiva partecipazione del Genco Rus­ dell'associazione. so Giuseppe allo svolgimento dei program­ « Risulta dai documenti catastali che il mi delittuosi di "Cosa nostra" in Sicilia, è Genco Russo, il quale ha dichiarato nel suo anche provata attraverso i seguenti ele­ interrogatorio di versare in disagiate con­ menti: dizioni economiche, è invece un grosso pro­ prietario terriero, per acquisti effettuati in « gli incontri con Vitale Vito nell'al­ maggior parte in Canicattì il 16 marzo bergo Centrale di Palermo l'I 1 giugno ed 1961. il 20 luglio 1957; « Egli è proprietario, sia in proprio sia « l'incontro con il Francesco Scimone, unitamente alla moglie ed ai familiari, di corriere del Lucania, nel motel Agip di Ca­ complessivi ettari 147.61.25 di terreno nei tania il 10 gennaio 1960; territori di Caltanissetta, e Canicattì. « l'incontro con il Garofalo Francesco « Su parte di detti terreni gravano ipo­ nell'autostello ACI di Castellammare del teche per un ammontare complessivo di lire Golfo dal 18 al 19 febbraio 1961; 47.387.995 che incidono in scarsa misura « l'incontro con il Magaddino Giusep­ nella rilevata consistenza patrimoniale del­ pe nell'albergo Centrale di Palermo dal 10 l'imputato, tenuto anche conto del fatto al 13 aprile 1961. che i suoi debiti ammontano complessiva­ mente a lire 20.028.716, di cui lire 14.416.000 « Tutti i suddetti incontri sono docu­ verso istituti di credito per prestiti agrari mentati dal prospetto delle presenze alber­ e sovvenzioni cambiarie, e lire 5.602.716, ghiere. per saldo debitore del suo conto corrente. « Dallo stesso prospetto risulta che il Genco Russo ha alloggiato in alcuni alber­ « Poiché il Genco Russo non ha svolto ghi di Palermo e Catania contemporanea­ alcuna attività industriale e commerciale, mente alla presenza, in altri alberghi delle tale improvviso notevole incremento patri­ stesse città, del (in Palermo il moniale non trova altra giustificazione se 28 ottobre 1957); del Plaia Diego (Palermo non nell'attività illecita da lui svolta nel­ il 9 dicembre 1957 - dal 9 al 13 marzo 1960 l'esecuzione dei programmi della delinquen­ - dal 6 al 7 marzo 1961 - l'8 giugno 1961); za associata di cui è autorevole capo. — 64 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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« Pertanto nei confronti del Genco Russo aprile di quell'anno, dispone che a quella Giuseppe può ritenersi raggiunta, con as­ data il Genco Russo venga accompagnato soluta certezza, la prova che egli è un ma­ dalla forza pubblica nel comune di sog­ fioso per delinquere ». giorno obbligato. Dimesso solo in data 8 Con sentenza del 25 giugno 1968, il tri­ aprile, raggiunge finalmente con un'ambu­ bunale di Palermo assolve Genco Russo lanza della questura di Palermo il comune per insufficienza di prove e lo rimette in li­ di Notaresco. bertà, revocando il mandato di cattura a Circa la situazione patrimoniale di Giu­ suo tempo emesso dal giudice istruttore. seppe Genco Russo, ultimo ma non meno La sentenza è appellata sia dal pubbli­ interessante tra gli elementi della biografia co ministero sia dal Genco Russo: la corte di questa notevolissima personalità di ma­ di appello di Palermo il 12 giugno 1970 ri­ fioso, abbiamo molte e svariate testimonian­ conosce Genco Russo colpevole del delitto ze nei rapporti della guardia di finanza, di associazione per delinquere e lo condan­ della questura, e dell'Arma dei carabinieri, na ad anni tre di reclusione (interamente con minuziose informazioni raccolte dai ri­ condonati), all'interdizione dai pubblici spettivi rappresentanti locali sulla forma e uffici per anni cinque ed alle spese per i dislocazione dei beni da lui posseduti. Tut­ due giudizi. Anche detta sentenza non è de­ tavia, se prescindiamo dal particolare che finitiva, avendo il Genco Russo proposto la grandissima parte di detti beni è inte­ ricorso in cassazione. stata a nome della moglie e dei figli, nulla Rimesso in libertà nel giugno del 1968, ci pare più indicativo ed efficace della di­ Genco Russo veniva nuovamente inviato a chiarazione scritta che il governatore della Lovere per la prosecuzione del soggiorno Banca d'Italia, Guido Carli, indirizzava in obbligato che la corte di cassazione — ac­ data 20 aprile 1964 all'onorevole senatore cogliendo il ricorso del procuratore gene­ avvocato Donato Pafundi, allora Presiden­ rale della Repubblica contro la decisione te della Commissione parlamentare d'in­ del tribunale di Caltanissetta che aveva chiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, stabilito il termine della misura di preven­ dichiarazione che tendeva a chiarire come zione al 4 febbraio 1969 — decideva do­ i prestiti concessi al Genco Russo dai vari versi protrarre fino al 27 dicembre 1971. istituti di credito fossero pienamente giu­ Approfittando di un breve periodo di stificati, tanto da escludere la possibilità permesso, Genco Russo si fa però ricove­ di ogni pressione politica o semplicemente rare il 10 novembre 1969 all'ospedale ci­ « mafiosa », dalla consistenza del patrimo­ vile di Canicattì perché affetto da « colici- nio dello stesso « valutato in circa 80 mi­ stite cronica radiograficamente accertata; lioni di lire ». ipertrofia prostatica, miocardiosclerosi, di­ A questa constatazione c'è poco da ag­ sturbi visivi da cataratta con perdita pres­ giungere, se non che evidentemente il po­ soché totale del visus ». Adducendo motivi tere della mafia non si limita, come da di salute Genco Russo chiede ed ottiene, qualcuno si vorrebbe, a creare una rete di intanto, dal tribunale di Caltanissetta lo protezione e d'influenze, ma dà bensì vita spostamento del comune di soggiorno ob­ a un'organizzazione con ben più concrete bligato prima a Zavattarello (Pavia) e poi possibilità e ben più bassi e comuni scopi a Notaresco (Teramo). Non raggiunge però di lucro, per lo meno a vantaggio di quelli subito detta località perché rimane sempre dei suoi membri che, se da nullatenenti ricoverato in ospedale e il tribunale di sono assurti a sempre più solide posizioni Caltanissetta gli concede, a volte preventi­ economiche, nondimeno sono da ritenersi vamente a volte in sanatoria, una serie di i più volgari e incalliti criminali, alla cui permessi. ben individuabile delinquenziale personali­ In data 26 marzo 1970 il tribunale, nel tà nulla toglie il prestigio o, meglio, il cli­ concedergli un ulteriore permesso sino al 5 ma di terrore di cui sanno circondarsi. CENNI BIOGRAFICI SU MICHELE NAVARRA

5. INDICE

1. - L'ambiente del corleonese Pag. 67 2. - La famiglia di Michele Navarra » 70 3. - L'ascesa mafiosa » 74 4. - Rapporti fra Michele Navarra e Luciano Leggio » 82 5. - Personaggi mafiosi gravitanti intorno a Navarra » 86 6. - Personaggi di secondo piano del corleonese » 94 7. - Casi di infiltrazioni negli enti locali » 99 8. - Conclusioni » 102 — 67 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - L'AMBIENTE DEL CORLEONESE

Il personaggio Michele Navarra va inse­ (movimento che si collega ad altre lotte con­ rito nelle vicende del corleonese del perio­ tadine dell'inizio del secolo, stroncate con do che va fino alla sua soppressione vio­ l'uccisione di Bernardino Verro nel 1915), il lenta avvenuta nel 1958 entro le quali as­ suo incontro con gabellotti e campieri che surge al ruolo di protagonista. nei contrasti sociali del secondo dopoguerra Egli ha in comune con altri personaggi diventavano i veri e propri arbitri di una alcuni tratti caratteristici del fenomeno ma­ convivenza civile fondata sulla conserva­ fioso, e cioè il desiderio di potenza, il per­ zione di privilegi e di ingiustizie secolari, seguimento dei fini prescelti con qualsiasi attraverso soprusi e atti delinquenziali. mezzo, la mimetizzazione delle attività cri­ E dall'incontro con uomini come Lucia­ minose dietro comportamenti apparente­ no Leggio, non ancora ventenne, che ten­ mente normali. tano di salire nella scala sociale attraverso Ma, in più, egli parte da una posizione l'acquisizione dei beni che l'inerzia e l'igna­ che gli conferisce di diritto e di fatto un via dei proprietari assenteisti loro affidava rilievo sociale che altri non hanno. Il pa­ in custodia e in amministrazione, si passerà dre era geometra e insegnante presso la poi allo scontro violento, alla fine del quale scuola agraria di Corleone, apparteneva a a soccombere è Michele Navarra. quel circolo dei nobili, cui Leggio ad esem­ Notabili e nobili proprietari dei fondi pio non sarebbe mai stato ammesso. Appar­ se ne stanno a Palermo e si affidano agli teneva, cioè, per estrazione sociale, a quel­ la piccola borghesia che in una zona carat­ amministratori per la gestione, paghi solo terizzata dal latifondo, come il corleonese, di ricavarne il massimo profitto possibile. con proprietari assenteisti che da Palermo A Corleone e nella sua plaga — che si esten­ si affidavano a campieri e gabellotti per de a Godrano e a Marineo, a Mezzojuso e a amministrare i loro beni, finiva per assu­ Villafrati, a Roccamena e a Contessa Entel- mere un rilievo sociale e politico che in al­ lina, a Bisacquino e a Campofiorito, a Palaz­ tre zone del palermitano non avrebbe rag­ zo Adriano e a Lercara Friddi, con frange e giunto. propaggini estreme ad ovest verso l'alca- In più, naturalmente, uomini come Na­ mese (Trapani) e ad est verso Valledolmo, varra avevano quella rispettabilità sociale Palermo, Vallelunga e Villalba (Caltanis- data dalla cultura, oltre che dalla posizione setta), entro un vasto territorio collinoso, economica, sì da diventare di fatto arbitri con ampi boschi e di non facile accesso, dei comportamenti anche politici degli am­ relativamente vicino al capoluogo dell'isola bienti della zona, come è dimostrato dal­ dal punto di vista geografico (56 chilometri), l'esame dei risultati elettorali del dopoguer­ ma di fatto entroterra ignorato e isolato — ra. Questo aspetto va tenuto presente per vivono contadini, piccoli proprietari, mez­ comprendere il personaggio Navarra, il suo zadri e pastori. scontro con l'incipiente movimento conta­ Vi prevale la « piccola coltura » con l'im­ dino capeggiato dal socialista Placido Riz- piego di lavoro salariato complementare, il zotto, segretario della camera del lavoro subaffitto da parte del gabellotto a piccoli — 68 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI lotti, e a canoni di gran lunga maggiorati zotto soccomberà quando nel secondo do­ rispetto a quelli corrisposti al proprietario. poguerra il movimento contadino ripren­ Accanto a questa massa di contadini po­ derà vigore e forza. veri e di salariati agricoli che alle tre, alle La vecchia mafia, appena sopita dalla quattro del mattino a dorso di mulo par­ repressione del prefetto Mori, riprende il tono dalle loro case per raggiungere, nei suo ruolo parassitario, approfittando anche fondi lontani anche 15-20 chilometri, le della situazione eccezionale in cui viene a terre loro affidate, ci sono i « massari », ric­ trovarsi la Sicilia, e uomini come Navarra, chi proprietari che coltivano le loro terre dotati di autorità e di prestigio mafioso con l'ausilio dei salariati che offrono sulla che hanno effetto anche in campo sociale pubblica piazza, di buon mattino, le loro e politico, ne divengano i capi. braccia. Proprio attraverso le vicende della sua Tale assetto sociale, tale tipo di rap­ vita (quella parte almeno che è stato pos­ porto di proprietà è garantito dagli am­ sibile ricostruire attraverso documenti uffi­ ministratori, sovente mimetizzati nei ga- ciali) si colgono e si intrawedono le rami­ belloti, e dai campieri contro gli « scassa- ficazioni del potere mafioso e le orditure pagliai », ma anche contro chi cerca di otte­ attraverso le quali esso riesce ad affermarsi nere il rispetto della legge, contro chi cerca in tappe successive. di introdurre nella dinamica politica e so­ Si parte dallo sfruttamento delle posi­ ciale elementi nuovi volti a creare un equi­ zioni di prestigio cui la mafia era assurta librio diverso. Non a caso il socialista Ber­ in seno alle forze alleate di occupazione nardino Verro, che capeggiava le prime ottenendo, in virtù dei servizi più vari (in­ lotte agrarie dell'inizio del secolo, dopo terprete, delatore), l'inserimento nell'ammi­ essere sfuggito ad un primo attentato nel nistrazione della cosa pubblica. Per vie di­ 1910, verrà ucciso il 3 gennaio 1915 ad ope­ verse, in ogni zona della Sicilia occiden­ ra di elementi mafiosi, rimasti impuniti tale la mafia ottiene questo scopo. dopo che il principale indiziato, il mafioso Le posizioni così raggiunte vengono con­ Angelo Gagliano, zio materno di Michele solidate nel periodo successivo e, nel caso Navarra, sarà stato assolto definitivamente di Navarra, attraverso la parte attiva che nel 1928, a ben tredici anni dalla consuma­ viene esercitata, in seno al movimento indi­ zione del delitto. pendentista siciliano e poi nei partiti na­ E non a caso qualche tempo dopo si zionali — in quelli che contano —, sia a giungerà a far sparire da una piazza di Cor- Palermo che a Roma. leone persino il busto marmoreo eretto a La scelta del partito, per Navarra, come sua memoria. per gli altri del resto, è strettamente legata In questo scontro sociale si colloca la alle possibilità di diventare compartecipe figura del dottor Michele Navarra e quella nella gestione del potere, per cui è impen­ di Luciano Leggio, suo adepto, prima di di­ sabile che ci si possa orientare verso una ventarne il successore. E se Bernardino forza politica che non conti. Verro viene eliminato nel 1915 proprio per­ Navarra è con il Movimento indipenden­ ché aveva interpretato l'ansia, l'aspirazione tista nel 1947, con il Partito liberale italiano e la volontà dei contadini poveri, dei mez­ nel 1948, con la DC nel 1951 e, più decisa­ zadri, degli affittuari, dei braccianti, infon­ mente ancora, nel 1953 proprio perché il dendo in loro il coraggio e la fiducia neces­ potere mafioso è già proteso verso lo sfrut­ saria per lottare contro lo sfruttamento tamento di « amicizie », di « parentele » e di mafioso, che rendeva ancor meno accetta­ « influenze » che possono consentire impu­ bili le ingiustizie derivanti dall'assetto fon­ nemente l'esercizio di attività illecite. diario basato sul latifondo, dando altresì Per ottenere questo, la mafia può garan­ uno sbocco alle lotte contadine con la crea­ tire i voti di cui dispone a suo piacimento, zione di cooperative, del pari Placido Riz- e insieme anche l'immobilità di un assetto — 69 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI sociale ormai consolidato da decenni, attra­ del mantenimento del potere politico, ma verso l'organizzazione di cui gabellotti e che non rinuncia mai ad essere egli stesso campieri sono i pilastri. In fondo è uno protagonista in prima persona, delegante scampolo della vecchia Italia prefascista e delegato ad un tempo, subentra Luciano che tenta di ricrearsi, come se la realtà di Leggio, campiere del feudo Strasatto, che una dinamica sociale e politica più nuova non ha neppure questi scrupoli di carat­ e più moderna operante nel territorio nazio­ tere formale. nale non esistesse. E insieme con lui ci sono gli altri « cam­ Accadde poi quel che non doveva ac­ pieri »: Pasqua Giovanni (feudo Rubinia), cadere. Roffino Giuseppe (feudo Malvello), Streva I campieri posti a guardia del latifondo, Antonino (feudo Maranna) Catanzaro Vin­ di cui si danno i nomi qui di seguito per cenzo (feudo Lupotto), Pennino Carmelo memoria, perché li ritroveremo fino ai no­ (feudo Rao), Governale Antonino (feudo Ri- stri giorni, si renderanno conto che dalla docco), Vintaloro Angelo (feudo Piano di rottura dell'equilibrio mafioso di tipo tra­ Scala), fratelli Mancuso (feudo Donna Gia­ dizionale potranno essi stessi assumere un coma), Leggio Biagio (feudo Patria), Col­ ruolo di protagonisti in uno scontro in cui tura Vincenzo (feudo Galardo), Maiuri Vin­ personaggi come Navarra non sono più ne­ cenzo (feudo Giardinello) tutti nel corleo- cessari. Ecco come a Navarra, criminale che nese; Sacco Giovanni (feudo Parrino) nel- vuole però difendere la sua onorabilità di l'alcamese; Malta Salvatore (feudo Vicaret- professionista e di notabile, che è supporto to), infine, al confine misseno. — 70 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - LA FAMIGLIA DI MICHELE NAVARRA

Michele Navarra nacque a Corleone il ha acquisito are 13.80 in Trabia (Palermo), 5 gennaio 1905, conseguì la laurea in me­ contrada Portone Vucca Vanella, ex feudo dicina e chirurgia all'università di Palermo S. Onofrio. In detto fondo ha costruito con nel 1929, per poi passare alla scuola mili­ la cooperativa « La Casa » che comprende tare di sanità il 20 gennaio 1930, conse­ una ventina di soci e che ha ottenuto dal guendo il grado di sottotenente medico di Banco di Sicilia un mutuo di 145 milioni, complemento il 28 giugno 1930. con una ipoteca di 270 milioni. Congedato dal servizio militare, prestato Giuseppe Navarra, nato nel 1916, resi­ a Trieste, il 4 aprile 1931, venne poi nomi­ dente in Palermo, celibe, è da moltissimi nato medico condotto interino nella secon­ anni direttore generale dell'A.S.T. (Azienda da condotta di Corleone, comprendente siciliana trasporti), dopo esserne stato di­ gran parte del bosco della Ficuzza, luogo rettore fin dalla sua istituzione. Non risulta ideale come rifugio provvisorio del bestia­ possedere beni immobili, ma la sua posi­ me rubato e come stazione di partenza del­ zione economica è indubbiamente robusta. le carni macellate clandestinamente per il Antonina, nata nel 1918, residente a Pa­ mercato di Palermo. lermo, è coniugata con il notaio Giuseppe Il padre, Navarra Giuseppe fu Giuseppe Crescimanno di Corleone. Assieme al ma­ e fu Giuffrida Maria, nato a Corleone il 21 rito possiede i seguenti beni immobili: un febbraio 1872, ivi deceduto il 7 novembre appartamento di 5 vani, terrazzo ed acces­ 1952, era di professione geometra. sori del fabbricato tra le vie Leopardi, Pipi- La madre si chiamava De Miceli Cate­ tone e Cesareo, acquistato il 22 giugno 1961 rina fu Bernardo e Marino Caterina, nata dal costruttore Giuseppe Purpura per un a Corleone il 20 ottobre 1880, deceduta il valore dichiarato di lire 7.000.000; due ap­ 19 aprile 1962. partamenti di cinque vani ciascuno in via La famiglia godeva buona reputazione Ausonia, n. 53, acquistati il 24 febbraio ed era, come si suol dire, ben inserita nel 1969 per un valore complessivo di lire 18 ceto medio corleonese, come dimostra la milioni. stessa collocazione professionale e sociale Salvatore, nato nel 1921, è residente in­ dei fratelli, nessuno dei quali risulterà pale­ vece a Messina ed è direttore dell'ospedale semente partecipe dell'attività mafiosa del Principe di Piemonte, nonché titolare della fratello maggiore. È possibile, tuttavia, che cattedra di semeiotica chirurgica presso almeno alcuni, tra loro, siano stati in qual­ l'Università di Catania. È coniugato con Se- che misura agevolati dalla potenza del con­ rafina Macaione. giunto. Francesco, nato nel 1924, residente a Pa­ Emanuele Navarra, nato nel 1913, resi­ lermo, celibe, convivente con la sorella Ma­ dente in Palermo, perito agrario, è impie­ ria (nata nel 1909) è laureato in legge ed è gato presso il Banco di Sicilia, centro mec­ attualmente capo dell'ufficio studi dell'as­ canografico. È coniugato con Orsola Sar- sessorato regionale enti locali. Già impie­ zana, preside della scuola media statale gato dell'Azienda siciliana trasporti, prima Federico II di Palermo. Il 22 giugno 1968 a Corleone e poi a Palermo, è stato asse- — 71 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI gnato nel 1954, unitamente ad altri dipen­ Nel 1936 Michele Navarra contrasse ma­ denti dell'Azienda siciliana trasporti all'as­ trimonio con Tommasa Cascio fu Antonino sessorato enti locali ed inquadrato nei ruoli e fu Di Miceli Rosalia nata a Corleone, ivi speciali transitori con decreto del 5 dicem­ residente, casalinga. A differenza della fa­ bre 1959 (con decorrenza dal dicembre miglia del Navarra, la famiglia della moglie 1954). ha avuto nel suo seno alcuni esponenti ma­ Nell'agosto 1962 fu chiamato a far parte fiosi. Cascio Antonino, capofamiglia, era in­ dell'ufficio di gabinetto dell'assessorato e, fatti cugino di Cascio Salvatrice, moglie del dal 1° gennaio 1964 all'I 1 agosto 1967, fu pregiudicato Riela Giuliano, deceduto nel distaccato all'ufficio di gabinetto della pre­ 1963. sidenza della Regione. Quale rappresentane Riela Giuliano, padre del cancelliere te dell'assessorato, ha ricevuto diversi inca­ capo presso il tribunale di Palermo Vincen­ richi, fra cui (nel 1964, 1965 e 1967) quello zo Riela, fece parte attiva della cosca ma­ di componente di alcune commissioni per fiosa del corleonese passata poi dal Lo Bue l'assegnazione degli alloggi popolari, nel al Navarra, a fianco di Michelangelo Gen­ 1964 quello di componente della commissio­ naro, padre a sua volta del mafioso Gen­ ne per l'albo regionale appalti, nel 1967 naro Filippo, anch'egli affiliato alla cosca quello di componente di alcune commissio­ mafiosa di Michele Navarra. ni esaminatrici di concorsi per impiegati I precedenti penali di Riela Giuliano e comunali di vario genere. dei fratelli Andrea, Stefano e Rosario sono Il 14 maggio 1961 ha acquistato dal co­ i seguenti: struttore Giuseppe Purpura un appartamen­ to di cinque vani e accessori in via Leopardi — Riela Giuliano, classe 1873, da S. Giu­ n. 47 per il prezzo dichiarato di lire 7 mi­ seppe Jato (Palermo), già residente in Cor- lioni 700 mila. Francesco Navarra è l'unico leone e deceduto in Palermo il 10 maggio 1951: dei fratelli ad avere precedenti penali, es­ sendo stato denunciato il 10 dicembre 1968 7 dicembre 1907 - Tribunale di Pa­ per ingiurie e diffamazione. lermo: non luogo a procedere per difetto Unica nota caratteristica, nell'ambito di indizi, per concorso in omicidio; della famiglia di origine, l'esistenza di uno 9 dicembre 1910 - Pretore di Vivona: zio acquisito, il già citato Gagliano Angelo ammenda di lire 2 per contravvenzione me­ fu Salvatore e fu Lo Bosco Lealuchina, nato trica; il 12 novembre 1862, ucciso da ignoti il 7 luglio 1930, mafioso violento, pregiudicato 23 gennaio 1915 - Permesso di porto per reati contro la persona e il patrimonio, d'armi revocato per mancanza di requisiti; indicato peraltro come in non buoni rap­ 28 aprile 1915 Furto: assolto per porti con la famiglia Navarra, incriminato amnistia; per il tentato omicidio nel 1910 e successi­ vamente per l'uccisione dell'esponente so­ 20 dicembre 1926 - Arrestato per asso­ cialista Bernardino Verro, avvenuta nel ciazione a delinquere e denunziato con 1915, dalla cui imputazione è stato prosciol­ verbale del 6 gennaio 1927; to nel 1928. 31 luglio 1928 - Sezione accusa di Pa­ Ma, a parte i rapporti non buoni fra le lermo: lo proscioglie dall'imputazione di as­ due famiglie, sta di fatto che fra Michele sociazione per delinquere per mancanza di Navarra e un figlio del Gagliano, di nome prove. Rimase in carcere, e fu proposto per Salvatore, attualmente residente a San il confino di polizia, « perché facente parte Filippo del Mela (Messina), di professione di associazione avente carattere criminoso coltivatore diretto, si stabilì presto un'at­ (mafia). Appartenente a famiglia di mafiosi, tiva collaborazione a fini delinquenziali. fu uno dei capeggiatori della mafia di Cor- — 72 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI leone dove svolse la sua attività delittuosa, litato il 23 febbraio 1946 con ordinanza nu­ appoggiandosi ai vari capi dell'associazione, mero 2054 della 3* sezione della corte di quali Gennaro Michelangelo e Badami Ste­ appello di Palermo; fano »; 26 giugno 1904 - Pretore di Montesar- 9 ottobre 1928 - La commissione pro­ chio: non doversi procedere per lesioni vinciale Io assegnò al confino di polizia per semplici; anni cinque; 19 novembre 1915 - Denunciato dal­ 28 marzo 1929 - Assegnato alla colonia l'Arma di San Cipirello (Palermo), per mi­ di Lampedusa; nacce a mano armata e porto di rivoltella senza licenza; 25 giugno 1929 - Proposto per proscio­ glimento dal confino; 10 febbraio 1916 - Pretore di Piana dei Greci: lo assolve dal reato di truffa perché 3 luglio 1929 - Venne disposto che il il fatto non costituisce reato; confino fosse commutato in ammonizione; 11 settembre 1917 - Pretore Piana dei 18 luglio 1929 - La commissione pro­ Greci: assolto dal reato di truffa perché il vinciale di Palermo lo ammonì; fatto non costituisce reato; 10 giugno 1932 - Pretore Piana dei 7 luglio 1927 • Ammonito per la durata Greci (Palermo): non doversi procedere per­ di anni 2 con ordinanza della commissione ché estinto il reato per prescrizione (impu­ provinciale per l'ammonizione; tato di truffa continuata in danno di Riela Francesco in S. Giuseppe Jato, in epoca 1° agosto 1927 - Denunziato in stato imprecisata). di arresto per contravvenzione all'ordinan­ za dell'ammonizione;

— Riela Andrea, classe 1875, da S. Giu­ 5 agosto 1927 - Denunziato alla pre­ seppe Jato, ivi deceduto il 27 luglio 1957: tura di Piana dei Greci per furto in danno dell'Amministrazione delle poste e telegrafi; 27 luglio 1896 - Il tribunale di Palermo lo condanna a giorni 25 di reclusione per 10 agosto 1927 - II pretore di Piana dei lesioni in danno della guardia municipale Greci lo condanna a mesi quattro di reclu­ Mazzeo Fortunato; sione ed anni 2 di vigilanza speciale per il detto reato; 6 maggio 1900 - Si rende responsabile 28 agosto 1927 - Denunziato dall'Arma di mancato omicidio in persona di Viviano di S. Giuseppe Jato alla pretura di Piana Giovanni e si dà alla latitanza; dei Greci per calunnia in danno di La Spina 15 maggio 1900 - Il giudice istruttore Antonino; di Palermo emette mandato di cattura per 29 novembre 1927 - Pretore di Piana suddetto reato; dei Greci: lire 100 ammenda per omessa de­ 17 novembre 1900 - Sezione accusa di nuncia di armi; Palermo: emette altro mandato di cattura 7 dicembre 1929 - Diffidato; per lo stesso reato. La corte di assise di Palermo, con sentenza 8 aprile 1902, lo con­ 10 luglio 1930 - Ordinato il prosciogli­ danna in contumacia alla pena di anni 15 mento giacché il Ministero dell'interno, in di reclusione. Costituitosi il 6 febbraio 1903, seguito a chiarimenti forniti, decide di li­ la corte di assise di appello di Palermo lo berare il Riela da ogni vincolo sin dal gior­ condanna alla pena di anni 3 e mesi 9 di no in cui ha avuto termine la pena ac­ reclusione per il reato di cui sopra. Riabi­ cessoria della vigilanza; 73 Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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23 febbraio 1946 - Con sentenza della tore del tribunale di Roma per appropria­ corte di appello, riabilitato a tutti gli effetti zione indebita qualificata; delle dette condanne. 18 febbraio 1929 - Tribunale di Paler­ mo: condanna a mesi sei di reclusione e lire — Riela Stefano, classe 1869, da S. Giu­ 2.000 di multa per appropriazione indebita seppe Jato, deceduto: semplice. 17 novembre 1900 - Sezione accusa di Palermo: emette mandato di cattura per Va aggiunto, a proposito di Gennaro Fi­ complicità nel mancato omicidio in per­ lippo, di cui si è detto prima, che egli fu sona di Viviano Giovanni; denunciato nel 1958 per associazione a de­ linquere e quale presunto autore dell'omi­ 21 maggio 1913 - Pretore Piana dei cidio del noto mafioso Collura Vincenzo Greci: non doversi procedere per amnistia (Mister Vincent); venne poi assolto in per contravvenzione gioco d'azzardo; istruttoria per insufficienza di prove. Fu an­ che indicato quale favoreggiatore di Lucia­ 4 dicembre 1919 - Pretore Piana dei no Leggio. Greci: reclusione giorni 40 per lesioni per­ sonali volontarie. Pena sospesa anni 5, con­ Il Gennaro Filippo inoltre gestì per donata metà della pena; molti anni una locanda in Palermo, via Ca- lascibetta, abitando invece in via Domenico 23 settembre 1928 - Denunziato per Di Marco n. 24 quasi di fronte all'abita­ contravvenzione all'articolo 116 della legge zione, al n. 9 della stessa via, dei fratelli di pubblica sicurezza; Sacco, figli del noto capomafia di Campo- 10 marzo 1931 - Con ordinanza della reale e dell'alcamese Vanni Sacco deceduto commissione provinciale assegnato al con­ nel 1960. fino per anni 2 a decorrere dal 14 dicem­ I figli di Gennaro Filippo hanno tutti bre 1930. raggiunto posizioni di un certo rilievo: Mi­ chelangelo, nato nel 1921, residente in Pa­ — Riela Rosario, classe 1885, da San lermo, laureato in scienze politiche, è ispet­ Giuseppe Jato: tore generale del servizio affari generali presso l'assessorato regionale agricoltura e 4 luglio 1908 - Denunciato per compli­ foreste. Giuseppe, nato nel 1935, residente cità in omicidio in persona di Cangelosi in Palermo, laureato in agraria, è ispettore Filippo e per tentata estorsione in danno tecnico di ruolo presso l'assessorato regio­ di Barbaro Salvatore; nale agricoltura e foreste. Leoluca, nato nel 24 novembre 1908 - Condannato a mesi 1922, residente in Palermo, è capitano di sei per ratto; lungo corso ed è coniugato con la figlia del dottor Enrico Mancuso, procuratore della 7 dicembre 1908 - Non luogo a proce­ Repubblica presso il tribunale di Trapani dere per difetto di indizi per omicidio; e successivamente sostituto procuratore ge­ 22 novembre 1926 - Colpito da man­ nerale a Palermo, collocato in pensione dato di cattura emesso dal giudice istrut­ nell'aprile del 1970. — 74 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - L' MAFIOSA

Il dottor Navarra, che era rimasto estra­ È significativo, in proposito, che nelle neo al fascismo, si schiera, secondo l'orien­ elezioni regionali del 1947 le adesioni, sem­ tamento comune dei maggiorenti mafiosi pre nei comuni controllati dal Navarra o dell'epoca, con il Movimento di indipenden­ dai suoi « amici », sono per la maggior parte za siciliana sin dal suo nascere. Il Movi­ orientate verso il MIS (Movimento d'indi­ mento era, come è noto, appoggiato da tutta pendenza siciliana); nelle elezioni politiche la mafia isolana e così il Navarra ne appro­ del 1948, invece, il PLI ottenne nel collegio fittò per consolidare i vincoli di amicizia di Palermo circa 66.000 voti e gli eletti, ono­ e « rispetto » con gli altri capimafia dell'en­ revoli Bellavista Gerolamo e Palazzolo Gio­ troterra (Calogero Vizzini, Genco Russo, vanni, ottennero la maggior parte dei voti Vanni Sacco ed altri), incrementando, con­ nei comuni di , Monreale, Corleo­ seguentemente, il suo già alto potenziale ne, Partinico, Prizzi e Villabate; nelle poli­ mafioso e venendo tacitamente riconosciu­ tiche successive del 1953 (così come già si to, per « intelligenza » e per essere uno dei era avvertito nelle regionali del 1951), nello più vicini alla capitale dell'isola, quale in­ stesso collegio di Palermo il PLI ottenne fluente esponente di tutta la mafia siciliana, soltanto 25.000 voti circa e nei comuni di ottenendo così non solo la stima ma anche cui sopra, fatta eccezione per Bagheria, le la « deferenza » degli altri mafiosi di grosso adesioni furono davvero minime, tanto che calibro. i due onorevoli non poterono essere con­ Venuto meno il Movimento, il Navarra fermati. ed altri si orienteranno poi verso il PLI, Nelle elezioni regionali del 1955, poi, a partito al quale avevano dato le loro pre­ parte l'affermazione della DC nei comuni di ferenze anche taluni grossi proprietari ter­ Corleone, Marineo, Prizzi, Godrano, Bisac­ rieri della zona. quino e Villafrati, la più alta percentuale Solo allorquando, dopo il 1948, la DC di preferenze venne riservata, in Corleone, apparve come il partito più forte, si assi­ al candidato dottor Pennino Carmelo (da stette — sempre a titolo speculativo ed op­ Corleone e residente a Palermo), medico, li­ portunistico — al passaggio in massa nelle bero professionista, cugino dell'omonimo file della DC di grandi mafiosi, con tutto mafioso di cui sarà detto in seguito. Il Pen­ il loro imponente apparato di forza eletto­ nino, però, pur ricevendo un buon numero rale. di preferenze anche negli altri comuni sopra Anche il Navarra non fu da meno degli indicati, non venne eletto in quanto non altri capimafia e in Corleone e comuni vici­ trovò largo seguito nei centri estranei alla niori (Marineo, Godrano, Bisacquino, Villa- influenza mafiosa del Navarra. frati e Prizzi) attivò campagne elettorali e Da tale attività elettorale — spesso reale sensibilizzò le amicizie mafiose, onde diri­ e talvolta accortamente millantata — il Na­ gere ed orientare votazioni su personaggi ai varra si riprometteva di cogliere — come quali, in seguito, si riprometteva di chie­ colse in effetti — incrementi di potere; dere favori, così come ormai era nel suo soprattutto premette per giungere a con­ costume mentale. tatto diretto con il settore della pubblica — 73 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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amministrazione, specie a livello locale, e concerneva: i controlli nell'assunzione della per far assurgere familiari ed accoliti a manodopera bracciantile ed operaia; i ver­ posti che, all'apparenza non sempre di ri­ samenti in denaro () per presunte pro­ lievo, finirono per costituire l'innesto più tezioni organizzate dagli stessi mafiosi; i de­ utile e più producente per i contatti futuri. litti contro il patrimonio; i delitti contro la Occorre qui ricordare che, nel 1946, il persona (e non solo nei confronti di avver­ Navarra già ricopriva i seguenti incarichi: sari personali o di cosca); i sequestri di per­ sona a scopo di estorsione; i delitti, infine, — medico condotto di Corleone; di ogni genere purché ne derivasse lucro o — medico fiduciario dell'INAM; intimidazione (pascoli abusivi, danneggia­ menti, abigeati, incendi, ecc.). — caporeparto medicina dell'ospedale A cavallo degli anni 1944-1948 l'associa­ di Corleone. zione a delinquere così concepita — e pur Tali incarichi, di per sé già di qualche se talvolta sfuggente al controllo dello stes­ « prestigio » e di qualche remuneratività in so Navarra — aveva assunto un assetto termini di « potere », non garantivano, tutta­ ed una potenzialità criminosa tale che molti via, al Navarra quella supremazia alla quale cittadini rinunziarono, per paura, a denun­ egli ambiva. ziare i danni ed i soprusi subiti. Direttore dell'ospedale e ufficiale sani­ La « famiglia » agiva ormai in veri e pro­ tario di Corleone era il dottor Carmelo Ni- pri comparti di « specializzazione » ed i pro­ colosi, classe 1896, professionista serio, sti­ venti delittuosi che ne conseguivano servi­ mato ed in nessun modo compromesso con vano sia alle spese di organizzazione dell'as­ la mafia. sociazione stessa, sia a determinare l'inizio Il 29 aprile 1946 il Nicolosi fu trovato di quelle solide posizioni economiche, che ucciso. ancor oggi si registrano presso personaggi Per tale omicidio, venne successivamen­ allora ventenni. te incriminato certo Littori Giovanni, classe Basterà, in proposito, citare questi dati 1916, da Corleone, al quale si attribuì di riferiti al solo corleonese: avere agito per motivi di gelosia, in quanto — anno 1944: n. 11 omicidi, n. 22 rapine avrebbe avuto in comune con il Nicolosi ed estorsioni, n. 278 furti, n. 120 danneg­ un'amante. Ma nella conseguente istrutto­ giamenti; ria, l'addotto movente non trovò riscontri obiettivi e, con l'assoluzione del Littori, il — anno 1945: n. 16 omicidi, n. 22 rapine grave fatto di sangue rimase ad opera di ed estorsioni, n. 143 furti, n. 43 danneg­ ignoti. giamenti; All'epoca (ed anche dopo), si asserì però — anno 1946: n. 17 omicidi, n. 10 rapine che il movente dell'omicidio — così come ed estorsioni, n. 116 furti, n. 29 danneg­ sopra indicato — fosse stato affidato arta­ giamenti; tamente alla voce pubblica da parte della cosca facente capo al Navarra, onde stor­ — anno 1947: n. 8 omicidi, n. 2 rapine nare ogni sospetto a carico di quest'ultimo. ed estorsioni, n. 69 furti, n. 26 danneggia­ Certo è che al Nicolosi, il Navarra su­ menti; bentrò subito dopo come direttore interi­ — anno 1948: n. 5 omicidi, n. 15 rapine nale dell'ospedale e, quindi, dal 1948, quale ed estorsioni, n. 24 furti, n. 20 danneggia­ titolare. menti. Indubbio è, inoltre, che in quel periodo la cosca mafiosa che riconosceva nel Na­ Nell'esame di tali dati occorre tener pre­ varra il suo capo, aveva vieppiù incremen­ sente che il calo dei reati contro il patrimo­ tato la sua pericolosità sociale in termini nio, negli anni 1947 e 1948 in particolare, di potere e di influenza, specie per quanto non è certo da attribuire a migliorate con- — 76 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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dizioni di fondo della sicurezza pubblica, parlerà più avanti e, come tale, cugina di bensì solo all'aumentata paura da parte dei Michele Navarra. danneggiati a denunciare il fatto delittuoso, Può sembrare un legame assai labile, ovvero all'intervento massiccio della stessa ma se si pensa al ruolo giocato in quel­ mafia nel colpire coloro che agivano al di l'epoca da Vizzini, Farina e Genco Russo fuori delle direttive del capomafia. nel vicino nisseno, lo si deve prendere in Il controllo del corleonese rimase, di considerazione. fatto, suddiviso dalla mafia in zone di in­ Sta di fatto poi che negli anni immedia­ fluenza, indicate — secondo quanto si af­ tamente successivi al conflitto mondiale, ferma — dallo stesso Navarra: la « parte fecero rientro dagli Stati Uniti o fecero, alta » (o piazza Soprana) fu affidata al ma­ comunque, ingresso nella « famiglia » del Na­ fioso Governali Antonio, affiancato da Trom- varra numerosi personaggi, fra cui Di Carlo batore Giovanni; la « parte bassa » al noto Angelo fu Vincenzo e fu Castro Maria Santa, mafioso italo-americano Collura Vincenzo nato a Corleone l'8 febbraio 1891, già resi­ (« Vincent »), affiancato da Vintaloro An­ dente a Palermo, ivi deceduto nel 1967. gelo e dai fratelli Maiuri; la zona di Ficuzza Cugino di Michele Navarra (l'avo pa­ infine fu lasciata a Vincenzo Catanzaro. terno del Di Carlo e l'ava materna del Na­ L'ascesa mafiosa di Navarra non è però varra erano fratello e sorella) e zio paterno solo il frutto del prestigio che gli derivava della citata Di Carlo Maria, già capitano di dalla cultura, non disgiunta da una appa­ artiglieria di complemento e congedato rente bonomia, o da un'attività professio­ dopo la prima guerra mondiale, schedato nale di particolare spicco. quale anarchico, emigrò negli Stati Uniti nel Egli è un uomo scaltro che riesce a va­ 1926 ove sarebbe entrato a far parte della lersi della sua condizione sociale per farsi malavita americana. strada, ma contemporaneamente sa met­ Al suo rientro in Italia, si stabilì dap­ tere a profitto tutte le opportunità che gli prima in Corleone e poi a Palermo, ove con­ si presentano per aumentare il suo potere. trasse legami di amicizia e di interesse con Dagli alleati ottiene l'autorizzazione per i maggiori esponenti della mafia locale, ai la raccolta di tutti gli automezzi militari quali indubbiamente trasmise, quanto me­ abbandonati dall'esercito, che gli consente no aggiornandole, talune caratteristiche at­ di dare vita a Corleone ad una società di tività criminose della mafia italo-americana autotrasporti, successivamente denominata (speculazioni edilizie, usura, racket di gio­ INT (International Trasports) che in data chi alle corse, prostituzione, droga, ecc.). 22 agosto 1947 fu regionalizzata unitamente Tra essi si ricordano: ad altre aziende similari, diventando l'AST Sorci Antonino, classe 1904, da Palermo, (Azienda siciliana trasporti) di cui fu prima pregiudicato per associazione a delinque­ direttore e poi direttore generale il fra­ re, denunciato come dedito al contrabban­ tello Giuseppe. do; Troia Mariano, classe 1905, da Palermo, Come già nel nisseno, il governo alleato deceduto nel 1967, capo della mafia della si affida a personaggi che conoscano la lin­ zona di San Lorenzo Colli, latitante dopo la gua e che siano in rapporto con particolari strage di Ciaculli, si costituì poco prima di ambienti americani per compiti delicati e morire; Matranga Antonino, classe 1905, da che richiedono comunque piena fiducia. Per Palermo, ricco proprietario terriero arric­ il palermitano si deve registrare la presenza chitosi con i proventi derivatigli dalle spe­ di un'interprete corleonese, certa Di Carlo culazioni edilizie, appartenente alla cosca Maria Santa Giovanna, fu Giovanni e fu Ma­ mafiosa di San Lorenzo Colli, assolto a Ca­ rino Antonia, nata a Corleone il 5 ottobre tanzaro per insufficienza di prove da asso­ 1926, coniugata con un ufficiale americano ciazione a delinquere ed ucciso a Milano, ed emigrata definitivamente negli U.S.A. nel dove si era trasferito da tempo, il 29 apri­ 1956, nipote di Di Carlo Angelo, di cui si le 1971; Mancino Rosario, classe 1915, da 77 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Palermo, personaggio di prima grandezza Collura, peraltro meno compatti, dovettero nel campo del traffico della droga, mafioso così, sia pure a malincuore, assoggettarsi legato alla cosca dei La Barbera ed amico ed accettare la candidatura del Navarra, intimo del boss Lucky Luciano, ricco pro­ ma chiesero per il Collura un incarico che, prietario. nell'ambito della stessa cosca, risultasse di primo piano. A fianco, in particolare, del Sorci, il Di È al fatto che il Collura « Vincent » non Carlo si inserì nell'Istituto sovvenzioni e si fosse assoggettato ad essere un gregario prestiti (ISEP) s.r.l. (trasformato poi in del Navarra, che si attribuisce ancor oggi Co.fi.si). Dal 1947 al 1950, si inserì inoltre l'ipotesi secondo la quale proprio il Na­ con i suddetti, nella Società ippica siciliana, varra, nel 1951, ne avrebbe fatto uccidere il della quale, per qualche tempo, il Sorci è figlio Filippo; uccisione avvenuta in Rocca- stato anche l'amministratore; scopo primo mena (Palermo) e che rimase ad opera di era quello di impadronirsi dell'iniziativa per ignoti. la costruzione dell'ippodromo La Motta di Palermo, ma il fine ultimo si identificava, Chiamato il dottor Michele Navarra ad ovviamente, nel controllo di tutto il com­ ispezionare il cadavere, egli dichiarò trat­ plesso giro degli affari, ben più lucrosi, delle tarsi di morte dovuta ad un calcio di mula; scommesse. Il programma non andò poi del non convinto di tale diagnosi, l'allora co­ tutto in porto per l'intervento degli appar­ mandante la stazione dei carabinieri di Roc- tenenti alla vecchia Società ippica paler­ camena chiese l'intervento di altro medico mitana. di Corleone (il dottor Piccione) il quale diagnosticò che il decesso era avvenuto per Il Di Carlo Angelo, in questo giro di atti­ un colpo di arma da fuoco, di cui esisteva vità e nel mantenere sempre saldi i vincoli foro di entrata e di uscita. tra la mafia corleonese e quella palermi­ L'uccisione sarebbe stata ordinata dal tana, si sarebbe servito del già citato Ga­ Navarra per punire il Collura Filippo che, gliano Salvatore (cugino del Navarra). Se di propria iniziativa, aveva sequestrato cer­ al suo giungere in Italia risultava nullate­ to cavalier Sebastiano Provenzano a scopo nente, alla sua morte, avvenuta nel 1967, di estorsione, rifiutandosi, poi, di versare lasciò alla moglie 103 ettari circa di ter­ anche al Navarra la relativa tangente. reno seminativo ed una casa di abitazione I contrasti tra il Navarra ed il Collura in Palermo del valore di circa 8 milioni Vincenzo ebbero fine nel 1957 con l'ucci­ di lire. sione di quest'ultimo. Fece pure rientro dagli U.S.A. in quel­ Nella vita di Navarra ha molto rilievo l'epoca Collura Vincenzo (« Mister Vin­ anche l'amicizia con Catanzaro Vincenzo cent ») fu Vincenzo e fu Criscione Domeni­ (detto « Borbone ») fu Paolo e fu Vivona ca, nato a Corleone il 20 maggio 1898, ucci­ Concetta, nato a Marineo il 15 febbraio so in Corleone il 24 febbraio 1957. Emigrato 1902 e residente a Corleone, frazione Fi- negli U.S.A. nel 1936, si inserì nella malavita cuzza, attualmente al soggiorno obbligato locale, diventando, si afferma, compare di nel comune di Cimigliano (Grosseto), figlio « anello » di Frank Coppola e di « fonte » di di pregiudicato morto in carcere, pregiudi­ Joe Profaci, noti boss italo-americani. cato a sua volta per gravi reati contro la Il Collura sarebbe stato il candidato alla persona ed il patrimonio. Elemento prepo­ carica di capomafia del corleonese soste­ tente e molto temuto, controllava, già allo­ nuto da taluni boss mafiosi che all'uopo ne ra, buona parte della zona della Ficuzza, avevano anche predisposto il rientro in Ita­ mantenendo buoni rapporti con mafiosi di lia; ma tutto ciò con qualche ritardo, poi­ Marineo, di Villafrati, di Godrano, di Villa- ché gli esponenti più forti della vecchia bate ecc. e volentieri accettò di fare da mae­ mafia avevano, invece, già fatto cadere la stro al meno « esperto », ma più intelligente loro scelta sul Navarra. I sostenitori del e colto, Navarra. — 78 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Forte di tale predominio nella zona della Nel 1957, a suggello di una amicizia che Ficuzza e dell'amicizia contratta con il « pro­ si protraeva ormai da quasi un ventennio, fessionista » Navarra, il Catanzaro riuscì nel la moglie del Navarra tenne a battesimo 1945 a sposare certa Lupo Angela Giuseppa, la figlia del Catanzaro, di nome Rosa. classe 1913, da Marineo, figlia di ricco agri­ La morte del Navarra — avvenuta nel coltore di buona moralità, con notevoli beni 1958 — ed il sorgere debordante della po­ patrimoniali in Ficuzza. Egli riuscì, inoltre, tenza del Leggio Luciano, segnarono un ad ottenere, a mezzadria, il feudo Lupotto tempo di sosta nella vitalità mafiosa del Ca­ dall'avvocato Castro Antonino da San Cipi- tanzaro; tempo di sosta che molti attribui­ rello, sposato a New York con Di Carlo rono a quella prudenza tipica del mafioso Luigia, sorella del Di Carlo Angelo, e cugina che, avvertendo il mutare degli eventi, re­ del Michele Navarra. Dall'assessore alle fo­ sta in paziente attesa per potersi, poi, me­ reste demaniali (e delegato all'assessorato glio e convenientemente inserire nel nuovo all'agricoltura) della Regione siciliana, ono­ ordine di cose. revole Antonio Occhipinti (eletto per il MSI Dopo qualche anno, infatti, il Catanzaro nel 1955 per il collegio di Caltanissetta, riprese i contatti sia con la mafia corleonese passò al CE.S.P.A. — Centro siciliano parla­ sia con quella palermitana e in particolare mentare autonomista — nel 1956, restan­ con i fratelli Tuzzolino, con Pecoraro Fran­ dovi fino al 1958; nelle recenti elezioni re­ cesco e Barbaccia Giosafat, con i fratelli gionali, si è presentato quale candidato per Santomauro e con Badami Pietro. il PSDI) ottenne nella stessa epoca appalti I fratelli Tuzzolino sono pericolosi ma­ nel bosco della Ficuzza per il taglio e la fiosi della zona di Marineo, pregiudicati per carbonizzazione della legna. Acconsentì, gravi reati (attualmente Tuzzolino Ciro si inoltre, che detto parlamentare — che, ori­ trova al soggiorno obbligato), proprietari ginario di , alloggiava con frequenza di una grossa tenuta terriera in agro di nel palazzo reale di Ficuzza — avviasse a Monreale, acquistata nel 1966 dall'Ente ri­ lavorare nell'azienda forestale della zona forma per 5 milioni di lire ed il cui valore numerosi ebanisti provenienti da Gela, fa­ attuale è, a dir poco, quintuplicato. cendo loro posto tramite il trasferimento Pecoraro Francesco, classe 1905 e Bar­ di altri operai del luogo in vivai di località baccia Giosafat, classe 1921, entrambi da diverse. Godrano, mafiosi, pregiudicati (il Barbaccia è anche cognato del mafioso Sclafani Igna­ Il fratello del Catanzaro, Gaetano, classe zio) facenti parte della notissima cosca del 1925, divenne dipendente dell'azienda fore­ Lorello Gaetano di Godrano, sono proprie­ stale citata, unitamente al cognato Lo Proto tari di vaste tenute terriere in Ficuzza e Ciro (aveva sposato una sorella dell'interes­ sono stati notati sovente, anche in Godrano, sato) entrambi residenti in Ficuzza. in compagnia del Catanzaro. Il Catanzaro, unitamente a Greco Carlo, I fratelli Santomauro di Villafrati sono classe 1881, da Marineo (deceduto nel 1965), pregiudicati per gravi reati e potenti ma­ già sindaco DC di Marineo dal 1956 al 1960, fiosi della zona. Anche Badami Pietro di ottenne inoltre l'appalto per la fornitura di Villafrati è pregiudicato e mafioso e at­ pietre per l'esecuzione dei lavori di amplia­ tualmente è alle dipendenze della ditta mento della strada nazionale 118 (dal bivio CIAR appaltatrice della strada a scorri­ Bolognetta a Corleone) e per la esecuzione mento veloce Palermo-Agrigento. dei lavori per la diga della Scansano. Michele Navarra ha intanto raggiunto Da nullatenente qual'era nel 1939, il Ca­ una posizione di indiscusso potere mafioso tanzaro accumulò via via, oltre al notevole nel corleonese. patrimonio dotale della moglie, una pro­ Eliminato il direttore dell'ospedale e uf­ prietà valutata (si afferma, per difetto) ol­ ficiale sanitario di Corleone, egli è medico tre 150 milioni. condotto, medico fiduciario dell'INAM, di- 79 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI rettore dell'ospedale civile e ha a sua dispo­ blico ministero contro l'assoluzione con for­ sizione una cosca mafiosa, di cui Leggio è mula dubitativa degli imputati — fra cui luogotenente, che è una vera e propria asso­ non compariva, peraltro, il Navarra — la­ ciazione a delinquere con i fini tradizionali sciava insoluto il caso per gli organi giu­ di protezione delle proprietà, delle abita­ diziari, e lasciava anche molte ombre su zioni, delle persone, dei raccolti e di con­ cui sarà necessario fare luce nella relazione trollo dell'assunzione della manodopera sul funzionamento della magistratura in bracciantile, ma insieme opera attraverso Sicilia. sequestri di persona, estorsioni nei con­ Ci riferiamo in particolare alla mancata fronti di quanti osino ribellarsi, quale che esplorazione della foiba di Rocca Busambra ne sia la ragione. che avrebbe potuto consentire di recupe­ Della cosca, oltre ad altri personaggi già rare tutti gli elementi di prova, in difetto citati, facevano parte i seguenti mafiosi, dei quali si ebbero le sorprendenti assolu­ molti dei quali destinati a svolgere un pre­ zioni successive. ciso ruolo nelle successive vicende, con lui Mentre le indagini che precedettero il o contro di lui nelle lotte che si accende­ rinvio a giudizio degli imputati erano in ranno: corso e mentre l'opinione pubblica a gran voce credeva di individuare in Navarra e — Lo Bue Calogero fu Giovanni, classe Leggio i due mandanti, l'autorità di pub­ 1887, da Corleone, deceduto; blica sicurezza proponeva nei loro confronti — Lo Bue Carmelo fu Giovanni, classe il confino di polizia. 1897, da Corleone, ucciso; Il Navarra veniva arrestato, tradotto alle carceri di Palermo e posto a disposizione — Lo Bue Pasquale e Giovanni, fu Ca­ della commissione provinciale per i prov­ logero, da Corleone, viventi; vedimenti di polizia che ne riconosceva la — Vintaloro Angelo fu Francesco, clas­ pericolosità sociale, assegnandolo per un se 1898, da Corleone, vivente; periodo di cinque anni al confino a Gioiosa Jonica (Reggio Calabria). Leggio rimaneva — Trombatore Giovanni fu Salvatore, invece irreperibile. classe 1892, da Corleone, scomparso; Nella località di confino, il Navarra — Governali Antonino fu Giuseppe, avrebbe ricevuto finanziamenti in segno di classe 1916, da Corleone, scomparso; solidarietà da parte di noti boss USA, men­ — Maiuri Giovanni ed Antonino fu Pie­ tre durante la detenzione a Palermo avreb­ tro, da Corleone, viventi; be ricevuto la visita del suo avvocato di fiducia, onorevole Gerolamo Bellavista, del — Mancuso Marcello Antonino e Giu­ PLI, contro il quale peraltro il Navarra si seppe fu Vincenzo, da Corleone, viventi; sarebbe molto risentito perché non era — Pomilla Francesco, Gaetano e Leo­ riuscito ad evitargli il confino. luca fu Giovanni, da Corleone, viventi. È in questo periodo che la mafia del cor- leonese, vista anche la manifesta impotenza È a questo punto che scoppia il caso del parlamentare liberale, cui erano andati Rizzotto, segretario della camera del lavoro in così larga misura i voti delle popolazioni di Corleone, scomparso il 10 marzo 1948, della zona, muta le proprie preferenze poli­ il quale si era posto alla testa del movi­ tiche indirizzandole verso la DC, che nel mento contadino della zona che invocava la resto d'Italia aveva conquistato la maggio­ riforma agraria. ranza assoluta il 18 aprile, nelle elezioni La sentenza della cassazione del 26 mag­ generali politiche. gio 1961, che a distanza di 13 anni dal de­ E, quando — dopo pochi mesi di con­ litto rigettava il ricorso proposto dal pub- fino — il provvedimento venne revocato — 80 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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dalla Commissione centrale ed il Navarra miglia. Dal certificato di buona condotta fece ritorno a Corleone (nella stessa prima­ esibito « nulla » risultava a suo carico. Nello vera del 1949), non solo apparve chiaro che stesso periodo, Catanzaro Ciro, fratello di gli « amici » del « nisseno » (e in particolare Vincenzo, veniva assunto dalle ferrovie del­ Calogero Vizzini e Genco Russo) avevano lo Stato quale manovale di ruolo a seguito offerto e concesso la loro « protezione » e la di concorso a 4.900 posti bandito con de­ loro « solidarietà », ma fu facile argomen­ creto ministeriale n. 472 del 1954. tare che da allora il Navarra, abbandonate Nel contesto di tali attività si inserirono le fila del PLI, si schierò — per ovvie con­ il controllo della popolazione agricola di siderazioni tornacontistiche, ma anche per una vasta plaga e le vicende relative al con­ stare al gioco dei suoi « protettori » ed amici sorzio di bonifica dell'alto e medio Belice; nisseni — con tutta la sua influenza, a fa­ consorzio che, istituito con regio decreto vore di taluni elementi della DC (specie re­ sin dal 1933, abbracciava un comprensorio gionali), portando con sé tutto quell'accre­ di circa 106.000 ettari di terreno a cavallo sciuto « prestigio » che gli derivava, in seno delle tre province della Sicilia occidentale alla popolazione, dalla sua sollecita e pre­ ed appartenente a circa 35.000 proprietari, matura liberazione. estendendosi nei comuni di: Monreale, San Reduce dal confino, il Navarra per circa Cipirello, , Piana degli Albanesi, un anno seppe ben mimetizzare se stesso Corleone, Bisacquino, Contessa Entellina, e la propria cosca, a tal punto che, se dal Chiusa Sclafani, Campofiorito, Giuliana, 1944 al 1948 si erano registrati 57 omicidi Roccamena (provincia di Palermo); Poggio- denunziati come tali, in quell'anno (metà reale, Salemi, S. Ninfa, Salaparuta, Calata- 1949-metà 1950) in tutto il corleonese, non fimi e Gibellina (provincia di Trapani); si ebbe a registrare alcun omicidio di carat­ Santa Margherita Belice, Montevago, Sam­ tere mafioso. Per l'unico omicidio dovuto buca di Sicilia (provincia di Agrigento). ad una rissa, fu anzi il Navarra che si ado­ Il consorzio era stato costituito per la però perché i due responsabili si costituis­ realizzazione di una diga sul fiume Belice sero e non divenissero incentivo per ren­ (onde raccogliere acqua per l'irrigazione del dere meno « tranquillo » l'ambiente. territorio dei comuni citati); ma, di fatto, Questa nuova verginità che egli allora, era rimasto inattivo sino al 1944, anche soprattutto per innata scaltrezza, presentò perché fin dalla sua costituzione la mafia come titolo per militare all'ombra della DC, gli si era schierata contro, dato che lo svi­ gli valse, negli anni successivi, la conquista luppo dell'iniziativa poteva toglierle il mo­ di talune nuove cariche. Divenne, così, pre­ nopolio dell'acqua e sovvertire l'ordine del­ sidente della federazione coltivatori diretti le cose (« campierato » ed « usura ») fino di Corleone; ispettore della cassa mutua allora sotto il suo diretto controllo. malattia per i comuni di Corleone, Mezzo- Anche in tempi successivi, il potere ma­ juso, Campofelice, Roccamena, Misilmeri, fioso riuscì, infatti, a garantire l'inattività Bolognetta, Lercara Friddi, Godrano e Ma- del consorzio, tramite il controllo sui con­ rineo; fiduciario del consorzio agrario di sorziati stessi, i quali potevano delegare, Corleone (gestito, però, da un mafioso di per la elezione dei consigli amministrativi, sua fiducia); medico fiduciario del perso­ i loro rappresentanti, eleggendo — allo nale delle ferrovie dello Stato per il reparto scopo — ancora e sempre gli stessi mafiosi. di Corleone, incarico questo conferitogli a Per ultimo, e fino al 1959, del consiglio di seguito di concorso per titoli con decreto amministrazione facevano parte tra gli al­ del ministro dei trasporti del 21 luglio 1954, tri: l'avvocato Alberto Gensardo da Campo- n. 441, e che non comportava alcuna retri­ reale, genero del noto mafioso Vanni Sacco, buzione, consentendogli però di usufruire ottimo amico del Navarra, presidente; La di biglietti gratuiti per se stesso e per la fa­ Torre Leonardo, mafioso da Corleone, vice- — 81 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI presidente; l'avvocato Michele Giamman- elezioni del nuovo consiglio, senza che, pe­ cheri, allora sindaco di Bisacquino, consi­ raltro, la situazione sia di fatto migliorata. gliere. Nel 1954 il dottor Navarrà vinse anche È da dire, inoltre, che il consorzio fu il concorso per la condotta medica per il per qualche tempo sotto il diretto controllo comune di Palermo, ma_rinunciò all'inca­ dell'onorevole Antonio Occhipinti, nella ve­ rico per ragioni che sfuggono. Se si tiene ste, appunto, di assessore regionale alle fo­ conto che nel 1951 il medico provinciale di reste, al rimboschimento ed all'economia Palermo del tempo, dottor Giuseppe De montana. Grazia aveva ricevuto un parere drastica­ Tale ultimo consiglio fu disciolto il 22 mente negativo da parte del comando dei ottobre 1959 con decreto dell'onorevole Giu­ carabinieri di Corleone in ordine all'oppor­ seppe Romano Battaglia (dell'Unione sici­ tunità o meno di ammetterlo al concorso, liana cristiano-sociale), allora a capo di si deve arguire che si trattò di una rivincita, detto assessorato, provvedendosi poi alle non tanto di una questione di vanità.

6. — 82 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - RAPPORTI FRA MICHELE NAVARRA E LUCIANO LEGGIO

Tra i più giovani elementi che ebbero a cietà armentizia per l'allevamento di ovini militare fin dall'immediato dopoguerra nel­ e bovini, con il concorso dei seguenti ma­ la cosca facente capo al Navarra, si mise fiosi: Di Carlo Angelo, Leggio Francesco in mostra per spregiudicatezza, per sangui- Paolo fu Girolamo, classe 1880, Leggio Fran­ narietà e per assoluta mancanza di scrupoli cesco fu Leoluca, classe 1904, Leggio Leo­ Luciano Leggio di Francesco Paolo, nato a luca fu Francesco, classe 1928. Corleone il 6 gennaio 1925. Appartenente a Il Leggio Luciano ne sarebbe stato l'idea­ famiglia di umili contadini, iniziò la sua tore ed il membro più influente e, anche se attività criminosa quale ladro di covoni di il suo nome non apparve nella società, vi grano. Protetto dal Navarra (che ne veniva figurava, quale prestanome, il di lui padre finanche indicato quale « padrino », nel sen­ Francesco Paolo. so manoso della parola), a soli venti anni Il Di Carlo Angelo, che aveva soppor­ ed in seguito all'uccisione di un campiere, tato il maggior onere finanziario, in quanto tale Punzo Stanislao (risultato estraneo alla tutti i fondi necessari erano stati da lui mafia), ottenne il campierato dell'impor­ apportati (i familiari del Leggio erano nul­ tante feudo Strasatto, a cavallo dei comuni latenenti) non poteva effettuare, essendo di Corleone e Roccamena, di proprietà di residente a Palermo, un continuo e vigile certo dottor Caruso. controllo sull'attività della società armen­ Anche per questo omicidio la voce pub­ tizia. Di ciò approfittò il Leggio Luciano blica additò nel Leggio l'autore, ma nulla che, con costante gradualità, finì per impe­ potè essere acquisito a suo carico. Il Na­ dire al Di Carlo una qualsivoglia ingerenza varra, dal canto suo, favorì la lunga latitan­ nella società, diventando egli il padrone in­ za del Leggio, e pur lasciando trasparire contrastato (con il fido gregario Leggio Leo­ in privato il suo convincimento circa le re­ luca) di tutti i beni sociali. sponsabilità attribuite al pupillo per alcuni Tale predominio consentì al Leggio di omicidi a lui imputati (fra cui quello Riz- garantirsi quella fonte di guadagno, che zotto), ne ostacolò sistematicamente la cat­ egli fin dall'inizio si era ripromesso e cioè tura. la macellazione clandestina del bestiame L'ampia libertà di azione e la protezione rubato ed il successivo avvio ai mercati di accordata dal Navarra, consentirono, così, Palermo; ciò che, praticamente, non era pos­ al Leggio Luciano di assurgere a posizioni sibile fare nel bosco della Ficuzza ove la di primo piano, a tal punto che, nel tempo, presenza del Catanzaro (amico e protettore la natura prepotente ed ambiziosa, il ter­ del Navarra) non glielo avrebbero con­ rore che intorno a sé aveva determinato, sentito. la possibilità di forti guadagni che si era Il feudo Piano di Scala diventò, così, verso assicurato in proprio, lo portarono a volersi il 1957-58, il centro di operazioni della cosca sostituire al suo stesso « capo » e « pa­ che ormai faceva capo a Leggio Luciano e drino ». della quale facevano parte Roffino Giu­ In Corleone, verso il 1956, venne costi­ seppe, Riina Giacomo, Bagarella Calogero, tuita, in contrada Piano di Scala, una so­ Provenzano Giovanni, Pasqua Giovanni ed — 83 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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altri. E fu in detto spazio di tempo che, non se alla determinazione di passare dagli « av­ contento di aver emarginato il Di Carlo, vertimenti » all'azione. Leggio fece un ulteriore affronto al Na­ Si arriva, così, all'attentato di Piano di varca, mettendosi contro Vintaloro Angelo, Scala, organizzato, appunto, da Michele Na­ uno dei suoi più fedeli luogotenenti. varra contro il Leggio Luciano il quale, Il Vintaloro aveva, infatti, acquistato 40 messo indubbiamente in guardia dai prece­ salme di terreno già di proprietà della fa­ denti approcci o « avvertimenti » del Navar­ miglia dei baroni Cammarata nel feudo Pia­ ra e dei suoi emissari, riuscì a sfuggire, ben­ no di Scala, confinante con le terre della ché leggermente ferito e dopo aver fronteg­ società armentizia e con la disponibilità di giato da solo o con l'aiuto di Giuseppe Rof- un « baglio » in comune. Ciò aveva anche fino i numerosi aggressori (che sbucati da fatto secondo la migliore tradizione ma­ una stalla appartenente ad Angelo Vinta- fiosa, chiedendo, cioè prima dell'acquisto, loro, aprirono il fuoco contro di lui), sot­ ed in ossequio alla regola di « rispetto » traendosi ai sicari del Navarra in compa­ verso gli « amici » confinanti, se nulla vi gnia di Leggio Francesco e di Muratore Ber­ fosse in contrario per l'acquisto di quell'ap­ nardo di Giovanni (classe 1931, da Corleo- pezzamento. Nessuna obiezione venne sol­ ne), sopraggiunti poco dopo la sparatoria. levata e l'acquisto fu così perfezionato; ma La sua reazione non si fece attendere. poco dopo, secondo i canoni più tradizio­ A distanza di quasi due mesi, il 2 agosto nali della mafia, i Leggio iniziarono una 1958, Michele Navarra cadde crivellato di serie di danneggiamenti e di azioni di di­ proiettili, insieme con il dottor Giovanni sturbo, ai danni del Vintaloro tanto da Russo (suo occasionale accompagnatore e indurlo a disinteressarsi delle terre acqui­ vittima innocente), sulla strada statale nu­ state. mero 118, in località San Isidoro della con­ Le prepotenze e le angherie di costoro trada Imbriaca, in agro di Palazzo Adriano, nei confronti di un vecchio « amico » del mentre da Lercara Friddi faceva rientro a Navarra non potevano, evidentemente, la­ Corleone. Ne seguì tra la cosca navarriana sciare indifferente il « capo », al quale non (la cosiddetta vecchia mafia) e quella degli erano sicuramente sfuggiti gli atteggiamenti accoliti di Leggio (definita la mafia delle indipendenti e sprezzanti assunti da qual­ nuove leve), una lotta che si concretò che tempo da colui che, per quanto aggres­ in una catena di sparatorie, imboscate, se­ sivo, violento e spavaldo, altro non era, sino questri o scomparse di persone, nel corso a quel momento, che un gregario dell'asso­ delle quali vennero eliminati numerosi in­ ciazione con il ruolo di sicario. dividui mentre altri, miracolosamente, sfug­ Era perciò inevitabile che da parte di girono alla morte, ovvero se la cavarono Michele Navarra si corresse ai ripari con con ferite. l'unico rimedio possibile e concepibile: la Le vittime furono: eliminazione dell'irrequieto ed insubordi­ Marino Marco, navarriano, ucciso in spa­ nato Luciano Leggio. ratoria; Marino Giovanni, navarriano, ucci­ Ed è anche da presumere che la lotta so in sparatoria; Lo Bue Carmelo, navar­ sia stata preceduta, in un primo momento, riano, assassinato; Maiuri Pietro, navarria­ da appelli e da inviti affinché desistesse no, ucciso in sparatoria; Marino Giovanni, dalla posizione assunta e si mostrasse più ucciso dai leggiani per ottenerne il silen­ sottomesso, e che il Navarra abbia anche zio; Riina Paolo, navarriano, assassinato; esitato ad ingaggiare un conflitto aperto, Listi Vincenzo, navarriano, scomparso; Delo non foss'altro per non compromettere una Giovanni, navarriano, scomparso; Tromba- posizione ormai di primo piano in tanti set­ dori Fernando, navarriano, scomparso; Go­ tori. Poi, però, sia per timore del suo avver­ vernali Antonino, navarriano, scomparso; sario, sia per non « perdere la faccia », giun­ Cortimiglia Vincenzo, navarriano, ucciso in — 84 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI sparatoria; Provenzano Giovanni, leggiano, è stato sicuramente manomesso ed il rela­ ucciso in sparatoria; Sottile Salvatore, leg­ tivo procedimento penale instaurato dal giano, scomparso; Cammarata Salvatore, pubblico ministero si è chiuso, purtroppo, leggiano, assassinato. con sentenza di non doversi procedere per­ La sorte peggiore toccò, quindi, ai na- ché rimasti ignoti gli autori del reato; non varriani che persero tutti i loro maggiori si è potuto accertare neppure dove e quan­ esponenti. do sia avvenuta, ma che sia avvenuta la La catena dei crimini si interruppe solo manomissione non può porsi in dubbio. nel 1963, allorché le forze dell'ordine fecero Né deve meravigliare il fatto che i sigilli luogo ad arresti massicci di mafiosi in Cor- erano integri e la firma autentica, perché leone ed altrove, ma su tutto e su tutti, una organizzazione criminosa potente ed benché successivamente arrestato, rimase operante come quella di Corleone non si la figura sanguinaria e temutissima di Leg­ arresta dinanzi a tale ostacolo ». gio Luciano. Né gli organi giudiziari, né quelli am­ Per l'omicidio del dottor Michele Na­ ministrativi sono stati, peraltro, in grado varca e del dottor Giovanni Russo, furono di far luce su questa frode processuale as­ denunciati Leggio Luciano, Leggio Giusep­ sai rilevante ai fini del procedimento con­ pe e Leggio Leoluca, i quali vennero, nel tro Leggio per l'uccisione di Navarra, perché 1962, assolti dall'assise di Palermo per in­ i frammenti di vetro ritrovati sul luogo del sufficienza di prove. delitto risultarono, ad una prima perizia, Luciano Leggio e numerosi componenti appartenenti ad un fanalino di una Alfa della mafia del corleonese furono poi giudi­ 1900 e il Leggio Giuseppe era proprietario, cati dalla corte di assise di Bari — ove il appunto, di un tale tipo di macchina che Leggio aveva del resto trovato già nel 1967 fu dichiarata rubata e mai più ritrovata. altre clamorose assoluzioni — per gli omi­ Il procedimento instaurato a Palermo si cidi verificatisi dopo la morte del Navarra concluse con la sentenza di non doversi e per altri delitti ancora. Con sentenza del procedere perché rimasti ignoti gli autori 10 giugno 1969 la corte assolse i maggiori del reato. L'inchiesta promossa dal Mini­ imputati. stero di grazia e giustizia nel 1970 a carico Avendo il pubblico ministero appellato di Vincenzo Riela, cancelliere capo del tri­ entrambe le sentenze ed avendo la cassa­ bunale di Palermo, legato per vincoli di pa­ zione rimesso gli atti del processo di Pa­ rentela e di conoscenza con il dottor Na­ lermo, per legittima suspicione, alla corte varra (e che riguardava, peraltro, il suo di appello di Bari, i procedimenti furono comportamento nella questione delle vicen­ unificati. de connesse alla irreperibilità di Leggio a La corte di assise di appello di Bari, con seguito della nota relazione della Commis­ sentenza 23 dicembre 1970, condannò il sione antimafia), ha bensì accertato che il Leggio, latitante, alla pena dell'ergastolo Riela stesso era incaricato della sorveglian­ per l'uccisione di Navarra e di Russo. za sul servizio di custodia dei corpi di A questo proposito non può sottacersi reato nel triennio 1959-61, e vale a dire nel­ come in sede di processo di primo grado l'arco di tempo dell'istruttoria formale, ma presso la corte di assise di Palermo — se­ si è limitata esclusivamente a scagionare il zione 2' — conclusosi con sentenza del 23 Riela stesso nei cui confronti « non è adom­ ottobre 1962, si fosse constatato che i fram­ brarle una qualsiasi ipotesi di collusione menti di vetro da fanaleria rinvenuti e re- con gli ignoti autori della frode proces­ pertati in occasione del delitto di cui sopra suale », esprimendo perplessità sul modo (a testimonianza precisa della presenza, nel caotico con cui furono raccolti i reperti. contesto delle accuse, di un determinato All'atto della sua morte, a carico di Mi- tipo di automezzo), erano stati sostituiti. . chele Navarra non figuravano pregiudizi pe­ È la stessa sentenza che Io dice: « Il reperto nali di sorta; agli atti della stazione dei — 85 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI carabinieri di Corleone si rileva. soltanto direttore di detto ospedale civile sin dal che — con verbale del 13 novembre 1948 — 1948; medico ispettore per il comprensorio venne arrestato e tradotto presso le carceri di Lercara Friddi dall'agosto 1957 per conto di Palermo a disposizione della commis­ dell'INAIL. Inoltre è sottotenente medico sione provinciale per i provvedimenti di di complemento in congedo ». polizia. Inviato al confino a Gioiosa Jonica Alla sua morte, avvenuta come già det­ (Reggio Calabria), fece ritorno dopo qual­ to, il 2 agosto 1958, Navarra lasciò alla che mese in Corleone per la revoca (9 giu­ vedova alcuni appezzamenti di terreni (et­ gno 1949) del provvedimento ad opera della tari 1.28.43 per un settimo seminativo e are commissione centrale di appello presso il 71.69 per un quattordicesimo seminativo) Ministero dell'interno. e parte di una casa di abitazione di 11 vani Nel 1951 venne nuovamente fermato, sita in Corleone di cui Tommasa Cascio era perché proposto per una misura precau­ già proprietaria per la restante parte. zionale (confino), ma, anche in questa cir­ Quest'ultima possedeva inoltre altra costanza, dopo pochi giorni fece ritorno al casa in contrada Chiosi sempre di Corleone. paese di origine. Tali beni derivavano dalla suddivisione Già cavaliere della corona d'Italia dal dell'eredità del padre che, decedendo nel 1941, Michele Navarra è stato insignito del­ 1952, aveva lasciato a sua volta alla vedova la onorificenza di cavaliere dell'ordine al ed ai figli i seguenti immobili: una casa di merito della Repubblica d'Italia con decreto abitazione; un appezzamento di 2.15.82 et­ del 2 giugno 1958, anche se il conferimento tari in contrada Poira; altri appezzamenti ufficiale dell'onorificenza non è avvenuto nella stessa contrada per 18.82 are, 6.92 are, per la sua uccisione. La relativa segnala­ 29.33 are; un appezzamento di 9.58 are in zione era stata inoltrata alla Presidenza contrada Arancio; un appezzamento di del Consiglio dei ministri il 3 marzo 1958 1.18.85 ettari in contrada Villaronte e tre dal sottosegretario alla Presidenza del Con­ appezzamenti di terreno in contra Prinzi- siglio, senatore Spallino. Sulla base delle notti di una estensione rispettivamente di informazioni ricevute dalla questura e dai 14.19 are, 45.90 are e 25.87 are, tutte in carabinieri, il prefetto di Palermo, dottor agro di Corleone e in parte già vendute Migliore, esprimeva parere favorevole al nel 1958. conferimento dell'onorificenza, specificando che Navarra « è di buona condotta in ge­ La scarsa consistenza patrimoniale di­ nere, senza precedenti sfavorevoli. mostra come il Navarra più che al denaro « Iscritto alla DC, per la quale esplica in quanto tale abbia sempre mirato al po­ una certa attività. tere; dando anzi libero sfogo alle sue ma­ « Assolve i seguenti incarichi pubblici: nie di grandezza, spendeva spesso quanto medico condotto del comune di Corleone introitava dalla sua attività sia di medico dal 1932; medico fiduciario dell'INAIL di sia di mafioso. Profitti certamente maggiori Palermo; caporeparto di medicina dell'ospe­ seppero invece trarre dalla posizione del dale civile Dei Bianchi di Corleone dal 1932; capo i suoi accoliti. — 86 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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5. - PERSONAGGI MAFIOSI GRAVITANTI INTORNO A NAVARRA

Per avere un quadro completo della Nicolò fu Calogero e fu Arena Concetta, « famiglia » mafiosa del Navarra è necessario nato a Corleone il 29 gennaio 1914, impie­ peraltro soffermarsi anche su quei perso­ gato presso quell'ufficio imposte dirette. naggi un tempo gravitanti intorno al pre­ Presso l'amministrazione comunale di Cor- stigio del capo corleonese; personaggi che, leone il Pecoraro ricoprì i seguenti incari­ sulla protezione del Navarra, hanno via via chi: vicesindaco dal 1960 al 1961; assessore costruito le premesse per un inserimento dal 1964 al 1966; vicesindaco dal 1966 al in ogni ambiente della vita amministrativa 1970. Dal 1967 è anche giudice popolare di e politica del capoluogo regionale, traendo­ corte di assise di primo grado. ne, spesso incrementi economici e di car­ riera. Giovanni, classe 1919, residente in Cor- leone, agricoltore, incensurato, risulta figu­ ra di mafioso non di spicco, vissuto all'om­ 1 ) Lo Bue Calogero fu Giovanni e fu Mar­ bra del padre e del fratello. sala Anna, nato a Prizzi il 12 febbraio 1887, deceduto in Corleone il 13 febbraio 1953. Pasquale, classe 1923, residente in Capo indiscusso della vecchia mafia di Corleone, agricoltore, prosciolto in istrut­ Corleone, cedette il posto al vertice della toria per insufficienza di prove dal reato stessa a Michele Navarra, pago di conser­ di associazione per delinquere, nel 1965 fu vare la posizione economica da tempo ac­ assegnato al soggiorno obbligato per anni 3 quisita e di mantenere la funzione di « mo­ in Savignone (Genova). deratore » nell'ambito della « famiglia » ma­ fiosa di Corleone. In merito a tale misura di sicurezza, è da dire che venne proposto quale ele­ Al mantenimento del suo prestigio con­ mento pericoloso e mafioso in data 6 aprile tribuì anche il fatto che, appartenendo a 1965 dalla questura di Palermo per l'invio vecchia famiglia mafiosa di Prizzi, consentì al soggiorno obbligato. al Navarra anche il controllo di quella zona. L'11 dicembre 1965 la stessa questura La famiglia Lo Bue, pur dopo la sua fece seguito — di iniziativa — alla prece­ morte, rimase legata al Navarra (un fratel­ dente proposta, riferendo che il Lo Bue « da lo del Calogero, Carmelo, fu appunto ucciso più approfondite indagini » non era risul­ dai leggiani nel 1958). tato frequentasse mafiosi, ma che era, in­ Una sua sorella sposò il padre del noto vece, dedito alla conduzione della sua azien­ Collura Vincent, pure nativo e residente da agricola. in Prizzi. Su richiesta della corte di appello di Morendo, lasciò ai figli oltre 60 ettari Palermo — sezione misure di prevenzione di terreno, numerosi capi di bestiame ed — il comando dei carabinieri, in data 23 alcune case di abitazione. gennaio 1966, inviò un nuovo rapporto sulla personalità del mafioso, sostenendo la peri­ Dei figli, Anna, classe 1916, casalinga, colosità sociale dell'individuo ed i suoi le­ residente in Corleone, è sposata a Pecoraro gami con la mafia. Dovette riferire anche — 87 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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in merito al ritardo frapposto dalla que­ 3) Cannella Giuseppe, classe 1901, da stura — cinque mesi — nell'esecuzione del­ Prizzi, ivi residente e di fatto domiciliato in l'ordinanza emessa dalla magistratura e a Palermo in via Ariosto n. 8, mafioso di pri­ tale proposito specificò che solo il 22 dicem­ mo piano (benché non si possa sostenere bre 1965 la questura aveva dato notizia al­ che si sia mai personalmente esposto) della l'Arma di Corleone dell'esistenza della mi­ cosca di Prizzi; agricoltore; a suo carico sura stessa. Il Lo Bue si era, però, nel frat­ si rileva un solo precedente penale: tempo, reso latitante. — 1928 - Tribunale di Sciacca: assolto In data 24 luglio 1967, infine, la corte per insufficienza di prove dal reato di dan­ di appello revocava la misura del soggiorno neggiamento. Già condannato a mesi 1 di obbligato, ferma restando la sorveglianza arresto dal pretore di Bisacquino. speciale per il residuo periodo. Arricchitosi dopo il 1945, attualmente 2) Trombatore Giovanni (detto « Signo- possiede: ettari 41 di terreno ereditati nel ruzzo ») fu Salvatore e fu Streva Lucia, 1957 da una zia; ettari 25 di terreno acqui­ nato a Corleone il 25 giugno 1892, già ivi stati nel 1960; ettari 154.194 di terreno ac­ residente, scomparso il 10 aprile 1961. quistati nel 1962; una casa di abitazione in Prizzi acquistata nel 1960; due case di abi­ Mafioso di spicco, legato al Navarra Mi­ tazione in Prizzi acquistate nel 1962 per un chele e già capo della mafia della zona supe­ valore di circa 20 milioni di lire; due azien­ riore di Corleone, a suo carico si rilevano de armentizie di 150 bovini e 400 tra ovini i seguenti precedenti penali: e caprini; un villino, da lui occupato, in — 1920 - Prosciolto dall'accusa di omi­ Palermo - via Ariosto n. 18 - acquistato nel cidio in persona di Zangara Giovanni; 1958 da Agnello Riccardo, di complessivi due piani, e che può essere valutato intorno — 18 ottobre 1930 - Corte di appello di ai 40 milioni di lire. È anche stato azio­ Palermo: reclusione anni 2 e mesi sei ed nista sino al 1960 del Molino e pastificio anni 2 libertà vigilata. Amnistiato. Cicirello di Prizzi. In Corleone è tuttora proprietario di Politicamente già iscritto al PLI e dal circa 8 ettari di terreno e di numerosi capi 1948 alla DC, ha ricoperto per quest'ultimo di bestiame, in godimento alla famiglia. partito la carica di sindaco di Prizzi dal In merito alla sua scomparsa ed a quel­ 1948 al 1958. la di Governali Antonino, l'Arma e la pub­ Diffidato dalla questura di Palermo — blica sicurezza di Corleone denunciarono, su proposta dell'Arma di Prizzi — il 15 ago­ nel 1965, il mafioso Sparacio Paolo (ora de­ sto 1963, gli fu revocato il provvedimento ceduto) da Prizzi e, con lui, altre trenta per­ a distanza di due mesi (8 ottobre 1963); fu sone. Il relativo procedimento penale è nuovamente diffidato il 17 agosto 1966 (su tuttora pendente. È, comunque, ancor oggi, proposta dell'Arma di Prizzi del 13 aprile voce corrente che i due navarriani siano 1965), ma una volta notificatogli il provve­ stati fatti scomparire dalla mafia di Prizzi dimento (soltanto in data 23 giugno 1968), (Paolo Sparacio, Giuseppe Cannella ed al­ subentrò il 7 agosto 1968 la revoca (su istan­ tri), schieratisi, dopo la morte del Navarra, za presentata dall'interessato il 27 giugno con il Leggio Luciano. 1968 e su parere favorevole espresso dal Per quanto concerne i legami tra la ma­ secondo distretto di polizia di Palermo). fia di Corleone e quella di Prizzi, è da dire In data 11 gennaio 1966, inoltre, la squa­ che la cosca di quest'ultimo comune, lega­ dra di polizia giudiziaria dei carabinieri di tasi definitivamente a Leggio Luciano dopo Termini Imerese inoltrò a quel procuratore la morte del Navarra, annovera tra i suoi della Repubblica — su sua stessa richiesta maggiori esponenti: — proposta per l'applicazione del prowe- Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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dimento della sorveglianza speciale della ricoprì nel comune di Prizzi vari incarichi pubblica sicurezza. (tra cui quello di sindaco, dal 1960 al 1964). Ha in corso (unitamente a Sparacio Pao­ Nella sua attività di mafioso si sarebbe lo e ad altri 30) procedimento penale rela­ avvalso dell'opera dei noti latitanti leggiani tivo a denuncia da parte dell'Arma e della Rofiìno Giuseppe e Bagarella Giovanni. pubblica sicurezza di Corleone, del 5 marzo Già nullatenente, attualmente possiede: 1965, per associazione per delinquere aggra­ 10 ettari di terreno seminativo acquistati vata. Un figlio del Cannella, Michele, è ispet­ nel 1936; 80 ettari di terreno acquistati nel tore dell'ESA e sindaco DC di Prizzi. 1956, con casa di abitazione e numero im­ precisato di bovini ed ovini, per complessivi 4) Cannella Pietro, fratello di Giuseppe, 20 milioni di lire circa; una casa di abita­ classe 1893, residente in Prizzi, è conosciuto zione in Prizzi; una cava di pietra in loca­ come mafioso violento e pericoloso, nonché lità Carcari di Castronovo di Sicilia. quale favoreggiatore di mafiosi latitanti (che avrebbe ospitato in una casa rustica 6) Comparetto Antonino, classe 1929, da sita in contrada Calabria di Castronovo di Prizzi, ivi residente, agricoltore, celibe. Sicilia). I militari del nucleo di polizia giu­ A suo carico si rileva: diziaria di Palermo, nel tentativo di arre­ stare i latitanti leggiani Rollino, Bagarella e — 1948 - Tribunale di Termini Imerese: Provenzano, nel 1965, mentre si avvicina­ assolto per insufficienza di prove dall'impu­ vano a detta masseria, vennero fatti segno tazione di rapina in concorso; a colpi di arma da fuoco. Con rapporto in data 11 gennaio 1966, — 1964 - Diffidato; la squadra di polizia giudiziaria di Termini — 5 marzo 1965 - Denunciato dall'Arma Imerese trasmise a quella procura della Re­ e della pubblica sicurezza di Corleone con pubblica proposta per l'applicazione della altre 30 persone per associazione per delin­ sorveglianza speciale nei confronti di Can­ quere aggravata; nella Pietro. La procura, con foglio 10/66 pubblico ministero del 26 settembre 1966, — 1965 - Tribunale di Palermo: sotto­ trasmise per competenza la proposta alla posto a misura della sorveglianza speciale; procura di Palermo, ove però l'incarto non risulta pervenuto, mentre risulta certamen­ — 12 maggio 1966 - Corte di appello di te partito da Termini. Palermo: non devesi procedere ad alcuna misura di prevenzione perché dopo la dif­ 5) Pecoraro Carmelo, classe 1905, da fida non ha riportato alcuna condanna. Prizzi, ivi residente, possidente, figlio di Ha in gabella i seguenti terreni: 56 et­ pericoloso pregiudicato, morto mentre si tari ubicati in contrada Acqua d'Argento di trovava al confino. Prizzi e di proprietà del dottor Pedone Ca­ A suo carico si rileva solo: logero, impiegato dell'INPS di Palermo; 60 — 22 maggio 1938 - Giudice istruttore ettari circa (15 salme), unitamente ai fami­ di Palermo: non devesi procedere per non liari, ubicati in contrada Cozzo d'argento di aver commesso il fatto per concorso in pe­ Lercara Friddi e di proprietà di Marretta culato, falsità in registri e truffa; Guido da Prizzi. Nullatenente nel 1939, attualmente pos­ — 5 marzo 1965 - Denunciato dall'Arma siede: 11 ettari di terreno acquistati nel e dalla pubblica sicurezza di Corleone per 1962 da tale Vitale Cutelluzzo, in località associazione a delinquere aggravata. Depupo di Castronovo di Sicilia, confinante Politicamente già fervente separatista, con la proprietà del barone Riso da Ler­ passato al PLI e successivamente alla DC, cara Friddi. Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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7) Lombardo Giuseppe, classe 1915, da — 1925 - Denunziato in stato di lati­ Prizzi ed ivi residente, istruttore pratico tanza per associazione per delinquere; presso la Scuola agraria professionale di — 1928 - Corte di assise di Palermo: Prizzi. anni 19 e mesi 2 di reclusione ed anni 3 di Figlio di pericoloso pregiudicato, è co­ libertà vigilata per omicidio premeditato; niugato con Di Maggio Domenica, classe 1926, da Castellammare del Golfo (Trapani), — 1934 - Scarcerato a Capo d'Istria e figlia, a sua volta, del pericoloso pregiudi­ sottoposto alla libertà vigilata per anni 3; cato Di Maggio Andrea, classe 1893, già capo — 1940 - Riabilitato; della nota cosca mafiosa di Castellammare del Golfo ed inserito in quella più vasta — 1960 - Diffidato; dell'alcamese. — 1965 - Denunciato dall'Arma e dalla A suo carico risulta: pubblica sicurezza di Corleone assieme a — 13 febbraio 1950 - Denunciato in stato trenta persone di Prizzi per associazione di arresto per sequestro di persona a scopo a delinquere. Procedimento tuttora pen­ di estorsione del possidente Provenzano Se­ dente; bastiano; rapina di 60 ovini in agro di Ler- — 1966 - Non accolta dal tribunale di cara Friddi; porto abusivo di armi da guer­ Palermo la proposta per la sorveglianza ra ed associazione per delinquere; speciale. — 31 maggio 1963 - Giudice istruttore a Già nullatenente, in data successiva al della 4 sezione del tribunale di Palermo: 1940 acquistò i seguenti beni immobili: 80 assolto perché il fatto non sussiste. ettari di terreno in località Margi, agro di Acquistò, in epoca successiva al 1944-45, Prizzi e Corleone; una casa di abitazione 29 ettari di terreno ubicati in agro di Ca- in Prizzi; 40 bovini e circa 100 ovini; 30 stronovo di Sicilia e una casa di abitazione azioni del cinema Centrale di Prizzi. in Prizzi. Per quanto attiene al sequestro del possidente Provenzano Sebastiano, trattasi Risulta che i citati esponenti della mafia di quello stesso organizzato dal Collura Fi­ di Prizzi hanno avuto stretti legami di ami­ lippo — anche se questi non figura nel rap­ cizia con i sottonotati esponenti mafiosi di porto di denuncia — e fatto eseguire da ele­ Bisacquino (Palermo) e Gibellina (Trapani) menti di Prizzi. Il padre del Collura Filippo, anch'essi legati — a loro volta — alla mafia il noto « Mister Vincent » era, allora, mez­ di Corleone: zadro e « guardiaspalle » del Provenzano, e, con quest'ultimo, aveva in società un'azien­ 9) Troncale Francesco, classe 1909, da da armentizia. Ed il Collura Filippo, ucciso Bisacquino e residente in Gibellina (Tra­ nel 1951, sarebbe stato giustiziato (per i mo­ pani) ma di fatto domiciliato in Palermo, tivi già indicati in precedenza) appunto nel­ commerciante. la stalla della stessa azienda armentizia. È stato sempre indicato tra i più attivi collaboratori del Leggio Luciano: più volte 8) Marretta Filippo, classe 1900, da Priz­ additato quale partecipe di oscure vicende zi, ivi residente, già agricoltore, paralitico delittuose, tra cui la sparizione dei ma­ dal 1964. fiosi « navarriani » Trombadore Giovanni e Governali Antonino. A suo carico si rileva: Quale commerciante in latticini e for­ — 1922 - Corte di assise di Palermo: maggi mateneva legami ad ampio raggio assolto dal reato di concorso in omicidio tra le cosche del palermitano, di Corleone, premeditato; Prizzi, Bisacquino e Gibellina. — 90 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Pur non risultando possedere beni im­ È imparentato — per parte di moglie — mobili, ha sempre condotto tenore di vita con il Troncale Francesco. molto dispendioso. Proposto per l'applicazione del soggior­ 12) Governali Antonino (inteso « Fun- no obbligato in quanto, oltre alla già nota cidda ») fu Giuseppe e fu Saccaro Vincenza, pericolosità, tentava a cavallo del 1969-1970 nato a Corleone il 22 febbraio 1906 e scom­ di dar vita ad una cosca mafiosa in Gibel- parso il 10 aprile 1961. lina per il controllo delle attività relative Era contadino, gabellotto del feudo Ri- alla ricostruzione del centro terremotato (a docco già della baronessa Paternostro. tal punto da giungere ad abitare in una ba­ Astuto, spregiudicato, luogotenente e racca pur disponendo di abitazione in Pa­ braccio destro di Michele Navarra, prepo­ lermo). Venne arrestato in data 11 marzo sto — come già detto — al controllo della 1970 e in data 12 aprile 1970 inviato al mafia della parte alta di Corleone, fu indi­ soggiorno obbligato per anni 3 a Cogliate cato quale complice del Navarra nell'omi­ (Milano). cidio del Collura Vincenzo (« Mister Vin­ cent ») e nel tentato omicidio del Leggio 10) Riggio Salvatore, classe 1914, da Luciano. Prizzi, ivi residente, agricoltore, nullate­ A suo carico si rileva: nente. Pregiudicato per furto e danneggia­ — 1933 - Assolto dall'imputazione di mento; nel 1951 fu assolto per insufficienza ratto, violenza privata, lesioni, furto sem­ di prove dall'accusa di omicidio di certo plice e porto abusivo di arma. Nel giudizio Mule. di primo grado era stato condannato a 13 Elemento turbolento ed irrequieto, dal anni di reclusione; 1963 al 1965 è emigrato in Germania per la­ — 1936 - Assegnato al confino di polizia voro, ritornando successivamente a Prizzi. per anni 4;

11) Guarisco Francesco, classe 1924, da — 1958 - Denunciato in stato di arresto Gibellina (Trapani), in atto al soggiorno ob­ per associazione a delinquere ed omicidio. bligato. Contadino, nullatenente. Prosciolto per insufficienza di prove il 2 Appartenente a famiglia di mafiosi e pre­ agosto 1960. giudicati, due dei suoi fratelli sono stati uc­ Già nullatenente sino al 1940, attual­ cisi ad opera di ignoti. mente figurano essere a lui intestati i se­ Ha i seguenti precedenti penali: guenti beni: are 46.76 di terreno nelle con­ — 1943 - Tribunale alleato: anni 3 di trade Ridocco e Nicilla; una casa di abita­ reclusione; zione di 10 vani in Corleone; una masseria ed una società àrmentizia in contrada Ri­ — 1945 - Tribunale militare: mesi 5 docco, in società con i fratelli Streva An­ di reclusione per diserzione; tonino e Leoluca. — 1959 - Denunciato quale autore del­ La masseria, sede della società àrmen­ l'omicidio — in conflitto — del carabiniere tizia, serviva anche da sede per le riunioni Bovi Clemente e per più rapine nel corleo- dei mafiosi di tutti i paesi vicini. nese; Essendo la località Ridocco ubicata al — 1962 - Condannato all'ergastolo per i confine con il comune di Campiofiorito (po­ delitti di cui sopra. Fu poi assolto, in sede sto tra Corleone e Bisacquino), il Governali di appello, per insufficienza di prove; finì per esercitare a lungo notevole influenza su parte del territorio di Campofiorito. — 1966 - Diffidato. Pochi anni dopo la sua scomparsa, la Indicato quale uno dei più sanguinari moglie ed i figli emigrarono negli Stati Uniti sicari del Leggio Luciano. d'America. — 91 — Atti Parlamentari ' Senato della Repubblica

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13) Vintaloro Angelo fu Francesco e fu In atto si trova al soggiorno obbligato Trombadore Maria Concetta, nato a Cor- per anni 4 nel comune di Cassano Jonico leone il 28 febbraio 1898 ed ivi residente, (Cosenza). agricoltore. Luogotenente di Michele Navarra, con 14) Pennino Carmelo fu Salvatore e fu il Collura Vincenzo fu capo della mafia della Gagliano Orsola, nato a Corleone il 25 feb­ parte bassa di Corleone. braio 1913, deceduto il 24 gennaio 1963 per Già nullatenente, si arricchì in epoca morte naturale. Era coniugato con Moscato successiva al 1940, ed ora possiede: sei et­ Leoluchina, classe 1926, desidente in Cor- tari di terreno in contrada Rubinia di Cor- leone; non ha figli. leone; 40 ettari di terreno in contrada Ca­ Figlio di mafioso ucciso negli Stati Uniti sale di Corleone; 1 ettaro di terreno in con­ d'America, subentrò al padre quale cam­ trada Bocchinello di Corleone; 120 ettari di piere presso il feudo Rao di Corleone, rima­ terreno in contrada Piano di Scala acqui­ nendo legato alla cosca mafiosa del Navarra. stati nel 1953 dal barone Cammarata per lire 26.000.000. Per tale acquisto accese un Incensurato, non ha lasciato beni immo­ mutuo di lire 12 milioni presso il Banco di bili. Sicilia, estinto pochi anni dopo. Nell'acqui­ È cugino di Pennino Carmelo fu Anto­ sto del terreno avrebbe ottenuto particolari nino, classe 1914, da Corleone e residente in « agevolazioni », in quanto da diversi anni Palermo, medico, libero professionista con aveva in gabella il feudo del barone Cam­ studio in proprio, nonché medico per conto marata, e questi sarebbe stato costretto dell'INAM presso i cantieri navali di Pa­ a venderlo ai mafiosi, che intendevano ivi lermo. Quest'ultimo, nel 1955, presentatosi stabilire il centro delle loro attività di abi­ per le elezioni regionali nella lista della DC, geatari. ottenne, pur non risultando eletto, il mag­ gior numero di voti preferenziali in Cor- Circa i notevoli fondi di cui si trovò im­ leone, ivi superando di gran lunga tutti i provvisamente a disporre il Vintaloro, si maggiori candidati della lista. afferma che derivassero dal furto compiuto Una sorella del Pennino Carmelo fu Sal­ dallo stesso ai danni di un ufficiale che aveva vatore, è sposata con il mafioso Mancuso in consegna la cassaforte con i fondi del Marcello Antonio da Corleone. corpo d'armata di stanza a Corleone e che sparì con i fondi senza lasciare traccia Altra sorella è sposata con Mancuso alcuna. Serafino fu Francesco Paolo, classe 1911, da Alcamo, pericoloso mafioso, implicato Il Vintaloro, quale luogotenente del Na­ nel contrabbando di stupefacenti, già de­ varra, finì per attirarsi le antipatie del Leg­ nunciato dalla guardia di finanza di Roma gio Luciano, che mirava al controllo asso­ il 15 febbraio 1952 per associazione a de­ luto di quanto avveniva a Piano di Scala, linquere e traffico di stupefacenti (a seguito ove intendeva poter liberamente — e senza di sequestro di chilogrammi 7 di eroina dividere gli utili con alcuno — esercitare effettuato in Alcamo) assieme al fratello Giu­ la macellazione clandestina di bovini pro­ seppe ed ai noti boss Frank Coppola, Vitale venienti da abigeati. In detto feudo era, in­ Salvatore, Greco Salvatore ed all'altrettanto fatti, ubicato anche un grosso « baglio », noto Di Carlo Angelo (detto « il capitano »), composto da più case, appartenenti — come nonché a Quasarano Raffaele, detto Jim, da già detto — oltre che al Vintaloro Angelo, Partinico, altro esponente della mafia di anche a Di Carlo Angelo ed ai fratelli Leggio. Detroit. Non prese parte alla lotta tra navarriani e leggiani, restandosene nascosto in casa. Già indicato quale autore dell'omicidio 15) La Torre Leonardo fu Michele e fu del mafioso Sottile, fu assolto dalla corte Colletti Antonia, nato a Corleone il 14 marzo di assise di Bari in data 10 giugno 1969. 1888, deceduto a Palermo il 25 settembre — 92 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1963 per morte naturale. Era coniugato e — 29 giugno 1939 - Revocato il provve­ senza figli. dimento della libertà vigilata; Mafioso di vecchio stampo legato — nei — 10 giugno 1940 - Riabilitato; termini già detti — a Michele Navarra (e prima ancora a Calogero Lo Bue) è ancor — 31 luglio 1964 - Denunciato a piede oggi ricordato come temibile « persuasore » libero alla procura di Palermo per associa­ dei vari giudici popolari che erano chiamati zione per delinquere aggravata; a giudicare personaggi mafiosi; « persua­ — 15 febbraio 1965 - Si dà alla latitanza sione » che metteva in atto — come è nel fino al 23 luglio 1965, data in cui si costi­ costume mafioso — attraverso « amici » a tuisce. volte con lusinghe e più sovente con mi­ nacce, su indicazioni del « capo ». Venne prosciolto in istruttoria, nel mese È stato vicepresidente del consiglio di di settembre dello stesso anno, per insuffi­ amministrazione del consorzio di bonifica cienza di prove. Trascorse il periodo di lati­ dell'alto e medio Belice (unitamente, come tanza negli Stati Uniti. già detto, al Gensardi ed al Giammancheri) Attualmente gestisce, con la famiglia, dal 1956 al 1959. Un fratello del La Torre, a una macelleria in Corleone. nome Castrense, residente a Corleone, fu eletto consigliere comunale dal 1960 al 1964; un figlio di quest'ultimo, a nome Michele, 17) Fratelli Mancuso Marcello, asso­ è a sua volta sindaco di Corleone ed un ciati alla mafia corleonese, si sono mante­ altro, a nome Antonio, è impiegato presso nuti estranei alla lotta tra navarriani e leg- la stessa amministrazione comunale. giani tentando, anzi, di inserirsi, quali pa­ cieri, sia nell'ansia di accrescere il loro « prestigio », sia per restituire alla mafia del 16) Fratelli Pomilla, legati alla cosca corleonese una più producente tranquil­ navarriana; collocatori delle carni macel­ lità. late clandestinamente e macellai essi stessi: Sono incensurati. Si sarebbero arricchiti, — Antonino Gaetano fu Giovanni e fu però, nell'immediato dopoguerra con l'ac­ Saporiti Giovanna, nato a Corleone il 1° set­ quisto di terreni ottenuti a prezzi irrisori a tembre 1906, ivi residente, macellaio e com­ seguito di intimidazioni, dagli eredi del ci­ merciante in bestiame. tato barone Mangiameli. Quest'ultimo fu, È incensurato. In Corleone possiede con infatti, ucciso da ignoti nel 1944 e qualche la famiglia una avviata macelleria. Il figlio, tempo dopo i Mancuso Marcello — cognati a nome Giovanni, ricopre l'incarico di asses­ del citato Pennino Carmelo — acquistarono sore all'annona presso il comune di Cor- dagli eredi parte dei feudi di Donna'Giaco­ leone. ma e Petrulla, nei quali già da tempo eser­ citavano l'attività di campieri: — Leoluca, nato a Corleone il 29 gen­ naio 1919, ivi residente, macellaio. — Giuseppe, • fu Vincenzo e fu Lisotta A suo carico si rileva: Giuseppa, nato a Corleone il 26 febbraio — 15 aprile 1937 - Corte di appello di 1908, ivi residente, agricoltore, in atto al Palermo: reclusione anni 3 e multa lire 500 soggiorno obbligato per anni 2 in Castel- per rapina ed associazione per delinquere; morrone (CE) con decorrenza dall'I 1 giu­ gno 1969. — 14 ottobre 1937 - Tribunale di Pa­ Già nullatenente, ora possiede: 18.02.04 lermo: multa di lire 100 per frode in com­ ettari di terreno; 50.17.45 ettari di terreno mercio. Pena sospesa anni 5; in comproprietà con il fratello; una casa di — 3 maggio 1938 - Sottoposto alla li­ abitazione in Corleone; 60 bovini e 250 bertà vigilata; ovini circa. -93-'j.y, • Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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— Antonio, nato a Corleone il 27 aprile per anni 4 in Sartinara Lomellina (Pavia) 1913, ivi residente, in atto al soggiorno ob­ con decorrenza dal 30 settembre 1969. bligato per anni 3 a Chienti (Macerata) con Celibe, pregiudicato per associazione a decorrenza dall'I 1 marzo 1969. delinquere e favoreggiamento. Oltre al terreno in comproprietà con il Arricchitosi dopo il secondo conflitto fratello, possiede circa 60 ettari di terreno mondiale, ora possiede 6 tumuli di terreno, seminativo. nonché una casa di abitazione in Corleone È coniugato con Pennino Lucia fu Sal­ ed è titolare di una pompa di benzina Agip vatore, sorella di Pennino Carmelo. in Corleone con annesso negozio di generi alimentari. 18) Fratelli Maiuri, famiglia di vecchi — Antonino, nato a Corleone il 16 giu­ mafiosi appartenenti alla cosca del dottor gno 1918, ivi residente, agricoltore, attual­ Navarra e legati, in particolare, al Gover­ mente detenuto siccome sottoposto a pro­ nali ed al Trombatore. cedimento penale per associazione a de­ Furono indicati quali partecipanti al­ linquere. Già assolto dalla corte di assise di l'attentato contro Leggio Luciano, e questi, Bari il 10 giugno 1969 con tutti gli altri noti per vendetta, in data 6 settembre 1958 mafiosi. avrebbe fatto uccidere un loro nipote, Maiu­ Attualmente risultano a lui intestati ri Pietro, di anni 20: 2.63 ettari di terreno ed una casa di abita­ — Giovanni, fu Pietro e fu Cascio Gio­ zione in Corleone. vanna, nato a Corleone il 30 settembre 1911, È cugino, per parte di moglie, del noto ivi residente, in atto al soggiorno obbligato Pennino Carmelo. — 94 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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6. - PERSONAGGI DI SECONDO PIANO DEL CORLEONESE

1) Riina Giacomo, fu Salvatore e fu quere; libertà vigilata anni 2. Assolto per Francesca Cuccia, nato a Corleone il 10 no­ insufficienza di prove dall'accusa dell'omici­ vembre 1908, già residente a Palermo ed ora dio in persona di Madonia Mariano, Greco in Budrio (Bologna). Antonino e Collura Vincenzo; Assieme ai fratelli Salvatore e Gaetano — 1963 - Diffidato. è stato il più vicino collaboratore del Leg­ gio, incaricato di mantenere i legami con Già nel 1945 possedeva in Corleone et­ la mafia palermitana; all'uopo si sarebbe tari 3.83.92 di terreno e una casa di abita­ trasferito anche a Palermo. Fece da presta­ zione in comproprietà con la moglie. nome al Leggio in una società di autotra­ sporti, nella quale il Riina stesso possedeva — Luciano, nato a Corleone il 12 giugno solo un autocarro. 1921, ivi residente e in atto sottoposto alla Rappresentò gli interessi del Leggio nel­ misura della sorveglianza speciale per anni la collocazione di macchinette per la « pe­ 4 con divieto di soggiorno in Sicilia, Cala­ sca » delle sigarette nei pubblici esercizi di bria, Basilicata, Puglia e Campania. Ha fis­ Palermo. sato la sua residenza in Torino. È pregiudicato per ratto e associazione A suo carico figura: a delinquere. Non risulta essere intestatario di beni — 1958 - Diffidato; immobili. — 1961 - Inflitta la misura della sorve­ glianza speciale per anni 3; 2) Fratelli Raia, appartenenti alla co­ — 1962 - La misura viene revocata; sca del Navarra in contrasto con quella del — 1963 - Inflitta nuova sorveglianza Leggio: speciale per anni 3; — Innocenzo, fu Biagio e fu Siracusa — 1964 - La misura è nuovamente revo­ Anna, nato a Corleone il 6 gennaio 1909, ivi cata; residente, agricoltore. A suo carico si rilevano i seguenti pre­ — 1965 - Denunciato per estorsione con­ cedenti penali: tinuata. Procedimento penale pendente pres­ so la corte di assise di Potenza. — 4 giugno 1949 - Corte di appello di Palermo: reclusione anni due e multa Indicato quale capo della « mafia delle lire 2.000 per circonvenzione di incapaci. trebbie » del corleonese, trasse cospicui Pena condonata; guadagni imponendo ai contadini l'uso, a prezzo maggiorato, delle sue trebbie. — 24 settembre 1958 - Diffidato; Mentre nel 1965 si trovava in carcere — 23 ottobre 1962 - Corte di assise di perché arrestato per estorsione continuata Palermo: condannato ad anni 4 e mesi e per associazione a delinquere, sollecitò 3 di reclusione per associazione a delin­ un colloquio con la magistratura, nel corso — 95 — Atti Parlamentari J Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI del quale rivelò l'attività delinquenziale del­ Mafioso violento e pericoloso, esercitava la mafia corleonese. il suo dominio nella zona di Piano di Scala. Tale denunzia determinò unitamente ad A suo carico si rileva: altri elementi il rinvio a giudizio dei noti — 1932 - Corte assise di Palermo: an­ 42 mafiosi di Corleone, poi assolti dalla ni 5 di reclusione per violenza carnale. corte di assise di Bari, dalla quale il Raia Pena ridotta ad anni tre dalla Cassazione; non potè essere interrogato perché ricove­ rato nel frattempo in una casa di cura per — 1938 - Tribunale di Palermo: anni 1 malattie mentali. È ancora voce corrente e mesi 3 per furto aggravato; che il Raia abbia simulato o sia stato indot­ — 1946 - Riabilitato; to a simulare per evitare di deporre. È cer­ — 1964 - Comminata la sorveglianza to, però, che la perizia disposta dalla corte speciale per anni 3; di assise di Bari accertò che « l'attuale stato psico-fisico del testimone è inquadrabile cli­ — 1969 - Assolto a Bari dall'imputazio­ nicamente in una forma di reazione psico­ ne di associazione a delinquere. Sconta in gena (da spavento) » e che invece « nel Corleone la misura della sorveglianza spe­ 1966, epoca in cui ebbe a rendere deposi­ ciale. zioni testimoniali, il Raia era in condizioni Di modeste condizioni economiche ac­ psichiche praticamente normali ». La corte, quistò nel 1951, unitamente al fratello Fran­ peraltro, valutati nel loro complesso tutti cesco, 62 ettari di terreno in località Piano gli elementi psichici del soggetto, la perso­ di Scala, venduti qualche anno addietro. nalità morale dello stesso e sottoposte a Attualmente non risulta intestatario di valutazione critica le sue dichiarazioni, rite- beni immobili. ne assolutamente inattendibile l'intero con­ tenuto della deposizione del Raia Luciano. — Francesco, nato a Corleone il 21 gen­ Già nullatenente ora possiede 6 ettari naio 1904, emigrato con tutta la famiglia in di terreno seminativo in contrada Piano Budrio (Bologna). di Scala ed una casa di abitazione di 9 A suo carico risulta: vani con annesso orto. — 1958 - Diffidato; — Giulio, nato a Corleone l'8 ottobre — 1960 - Anni 4 di sorveglianza specia­ 1916, ivi residente, agricoltore. le con obbligo del soggiorno in Ustica; Pregiudicato per truffa e distruzione del­ — 1962 - Corte appello di Palermo: la cosa propria. condanna ad anni 4 e mesi 3 di reclusione Figura di secondo piano rispetto ai fra­ per associazione a delinquere ed anni 3 telli e di scarso peso nella mafia corleonese. libertà vigilata dopo la pena; Diffidato nel 1959, non fu accolta una successiva proposta per l'invio al soggiorno — 1964 - Corte appello di Palermo: obbligato. anni 3 di soggiorno obbligato in Verolengo Attualmente possiede are 42.07 di ter­ (Torino). Quest'ultimo provvedimento è sta­ reno e una casa di abitazione di 5 vani. to interrotto in seguito all'arresto per asso­ ciazione a delinquere e ripristinato il 10 giu­ gno 1969 all'atto della sua scarcerazione. 3) Fratelli Leggio (intesi « Fria »), ap­ Nei primi mesi del 1970 ha venduto per partenenti alla cosca capeggiata da Lucia­ circa 38 milioni, i seguenti immobili in Cor- no Leggio in contrapposto a quella del Na­ leone, già acquistati in epoca posteriore al varca: 1950: ettari 54.14.59 di terreno; casa ru­ — Vincenzo, fu Leoluca e fu Patti Giu­ stica adiacente detto terreno in contrada seppa, nato a Corleone il 2 novembre 1906, Piano di Scala; casa di abitazione in Cor- ivi residente, agricoltore. leone; 600 ovini, 48 bovini e 8 equini. — 96 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4) Fratelli Leggio (intesi « Ficateddi »), al fallimento della società armentizia di cui ambedue appartenenti alla mafia corleo- era maggior esponente. nese, uccisi prima dell'inizio della lotta tra Attualmente è nullatenente. il Leggio ed il Navarra: — Biagio, fu Giuseppe e fu Leone Ber- 6) Fratelli Ferrara, navarriani: narda, nato a Corleone il 17 marzo 1896, ucciso da ignoti il 9 aprile 1955 in Corleone. — Innocenzo, fu Pietro e fu Siracusa Era contadino, nullatenente. Lucia, nato a Corleone il 18 aprile 1911 e — Giovanni, nato a Corleone l'I 1 feb­ dal 13 dicembre 1969 residente a Brusa- braio 1905, ucciso da ignoti in Corleone sco (Torino) con la famiglia. l'il agosto 1955. A suo carico si rileva: Era contadino, nullatenente. — 1931 - Corte d'appello di Palermo: La sua uccisione sarebbe stata determi­ reclusione anni 4, mesi 10 e giorni 10 ed nata dal fatto che aveva iniziato, per pro­ interdizione pubblici uffici per anni 4 per prio conto, delle indagini in merito all'uc­ associazione per delinquere; cisione del fratello. — 1947 - Riabilitato; — 1947 - Tribunale militare: anni 22 5) Fratelli Criscione, legati alla cosca di reclusione e mesi 6 arresto per rapina, ri­ Leggio Luciano: tenzione armamento ed oggetti militari, de­ tenzione armi da guerra. Condonati anni 3. — Biagio, fu Salvatore e fu Birtone Ca- Pena successivamente ridotta ad anni 6 e logera, nato a Corleone il 26 ottobre 1909, mesi 8; residente a Putignano (Bari), con tutta la famiglia, dal 1° dicembre 1969, soggiornai — 1948 - Assolto dal reato di omicidio te obbligato per anni tre. per insufficienza di prove; Non risulta intestatario in Corleone di — 1962 - Corte d'appello di Palermo: beni immobili. condanna ad anni 4 e mesi 3 di reclusione per associazione per delinquere. Assolu­ — Pasquale, nato a Corleone il 2 feb­ zione per insufficienza di prove dall'omici­ braio 1915, ivi residente, ma domiciliato dio di Collura Vincenzo. a Torino. A suo carico figura: È proprietario di 130 pecore. La moglie è invece intestataria di are — 1959 - Assolto per insufficienza di 44.69 di terreno e di 140 ovini e 10 caprini. prove dalla corte di appello di Palermo, per sequestro di persona ed omicidio in danno — Giovanni, nato a Corleone il 10 aprile di Rizzotto Placido; 1916, ivi residente, pastore. — 1964 - Comminata la sorveglianza A suo carico figura: speciale per anni quattro; — 1962 - Corte d'assise di Palermo: re­ — 1965 - Dichiarato fallito dal tribu­ clusione anni 4 e mesi 6 per associazione nale di Palermo; per delinquere. Assolto per insufficienza di prove dall'omicidio di Collura Vincenzo; — 3 aprile 1971 - Con decreto del tri­ bunale di Palermo è stato sottoposto alla — 1964 - Inviato al soggiorno obbligato misura della sorveglianza speciale per un per anni quattro a Teano (Caserta); anno. — 25 marzo 1970 - Proposto nuova­ Già proprietario di circa 12 ettari di mente per la misura del soggiorno ob­ terreno, fu costretto a vendere in seguito bligato. — 97 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Di modeste condizioni economiche, pos­ mente è colpito dalla misura della sorve­ siede una casa di abitazione di sei vani in glianza con divieto di soggiorno in Sicilia, Corleone e 40 ovini. Calabria e Campania per anni cinque. La famiglia Ferrara è originaria di Prizzi; È proprietario di cinque ettari di ter­ il padre dei suddetti inteso « Piccione » era reno. pregiudicato per abigeati e per una rapina effettuati in agro di Corleone. 9) Roffino Giuseppe, fu Vincenzo e fu Lo Piccolo Benedetta, nato a Lucca Sicula — altro tradizionale centro mafioso alle 7) Fratelli Streva, navarriani: porte di Burgio e di Ribera (Agrigento) — — Francesco Paolo, fu Vincenzo e fu rinvenuto cadavere (morte naturale) in agro Sciortino Luciana, nato a Corleone il 2 feb­ di Monreale nel 1967, mentre era da anni braio 1913, ucciso da ignoti il 10 settem­ latitante. Braccio destro e fedele gregario bre 1963. di Luciano Leggio, mafioso violento e san­ Era celibe. guinario, a suo carico figurano gravi reati Già campiere del feudo Marraccia di contro la persona ed il patrimonio. Monreale (Palermo), ove avvenne il seque­ Svolse anche l'attività di campiere del stro a scopo di estorsione dell'ingegnere feudo Malvello di proprietà del barone Di Cristina. Cammarata. In detto feudo acquistò ettari Elemento temuto per coraggio, scaltrezza 13.58 di terreno, lasicati, poi, in eredità alla e perché vendicativo; la sua soppressione vedova ed ai figli. sarebbe dovuta ad elementi leggiani. Durante la sua lunga latitanza la fami­ Già nullatenente, alla sua morte pos­ glia (moglie e cinque figli) visse sempre in sedeva ettari 11.12,20 di terreno seminativo. ottime condizioni economiche e senza svol­ gere attività lavorativa, a dimostrazione di — Arcangelo, nato a Corleone il 7 no­ come usufruisse di abbondanti profitti vembre 1897, ivi residente, agricoltore. derivanti da molteplici imprese delinquen­ Figura di minor rilievo, rispetto al fra­ ziali del congiunto. tello, nell'ambiente mafioso; pregiudicato per reati di lieve entità. Già nullatenente, attualmente possiede: 10) Pasqua Giovanni, fu Rosario e fu ettari 6,72 di terreno (assieme alla moglie) Profita Giovanna, nato a Corleone il 3 gen­ e are 50.02 di terreno seminativo. naio 1925, ivi residente, agricoltore. Già campiere del feudo Rubinia del ba­ rone Cammarata, nonché fornitore per molti 8) Streva Antonino, fu Gaetano e fu anni delle vettovaglie per l'ospedale di Cor- Zabbia Rosa, nato a Corleone il 26 agosto leone. 1916, oggi residente a Bari con la famiglia. Protetto da Navarra, passò dopo la sua Tra i maggiori ed indiscussi esponenti morte dalla parte del Leggio, del quale era della mafia corleonese, è sempre riuscito intimo amico fin dalla più giovane età. a mimetizzarsi ed a passare inosservato. Indicato come corresponsabile dell'omicidio Un solo tentativo fece di emergere all'epoca in danno della guardia Comaianni, fu però dell'invio al confino del Navarra, desistendo assolto, con il Leggio, per insufficienza di subito dopo il rientro del Navarra stesso prove. in Corleone. Dal 1948 in poi acquistò i seguenti beni: A suo carico non si rilevano pregiudizi 4 ettari di terreno del feudo Rubinia; 5 et­ penali. tari di terreno, in comproprietà con il fra­ Già fattore nell'azienda agricola del ba­ tello, nello stesso feudo; 34 are di frutteto; rone Antonio Valenti di Corleone. Attual­ 200 capi di bestiame.

7. — 98 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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11) Provenzano Bernardo, fu Angelo e tante dal 1963 unitamente al citato Pro­ fu Rigoglioso Giovanna, nato a Corleone il venzano Bernardo, si rileva a suo carico: 31 gennaio 1933, contadino, irreperibile da — 27 febbraio 1959 - Corte di assise di circa otto anni in quanto resosi latitante Palermo: assolto per insufficienza di prove per sottrarsi all'arresto. per omicidio e porto abusivo di armi; Intimo amico e fidatissimo di Leggio — 18 aprile 1959 - Diffidato; Luciano, è celibe. — 9 novembre 1959 - Sottoposto alla A suo carico si rileva: misura della sorveglianza speciale per — 17 settembre 1958 - Denunziato in anni due; stato di arresto per essersi appropriato in — 6 maggio 1960 - Arresto giorni 24 e concorso di altri di 6 bovini di proprietà lire 24.000 di ammenda per detenzione e di Caprisi Salvatore e di 7 quintali di for­ porto abusivo di arma; maggio, 13 di cereali e di un fucile da caccia di proprietà di Vintaloro Angelo; nonché — 18 febbraio 1961 - Denunciato in stato di macellazione clandestina ed associazione di arresto per concorso in omicidio in per­ per delinquere; sona di Cortimiglia Vincenzo e porto abu­ sivo di armi e munizioni; — 2 ottobre 1958 - Diffidato dalla que­ —• 24 luglio 1962 - Denunciato in stato di stura di Palermo; irreperibilità per concorso in omicidio di — 18 settembre 1963 - Denunciato in Riina Paolo, porto abusivo di armi ed asso­ stato di irreperibilità per tentato omicidio ciazione per delinquere; in persona di Streva Francesco Paolo; tri­ —18 settembre 1968 - Denunziato in plice omicidio aggravato di Streva France­ stato di irreperibilità perché responsabile sco, Pomilla Biagio e Piraino Antonino; as­ di triplice omicidio aggravato in concorso, sociazione per delinquere e porto abusivo porto abusivo di armi ed associazione per di armi; delinquere; — 10 giugno 1969 - Corte di assise di —-10 giugno 1969 - Corte di assise di Bari: assolto per insufficienza di prove dal Bari: assolto dai reati di cui sopra. delitto di triplice omicidio aggravato. Pur essendo stato assolto dai gravi reati Anche se assolto, è tuttora irreperibile. ascrìttigli, continua nella latitanza al fine Nel 1960 il commissariato di pubblica sicu­ di sfuggire alla misura della sorveglianza rezza di Corleone lo propose per la sorve­ con obbligo del soggiorno per anni cinque glianza speciale e il tribunale di Palermo nel comune di Villanova d'Asti. gli inflisse l'obbligo del soggiorno per quat­ È celibe; le condizioni della sua fami­ tro anni in Ustica. glia — nonostante il padre, Bagarella Sal­ vatore, sia stato in carcere dal 1963 al 1968 Su ricorso presentato dall'interessato ed attualmente al soggiorno obbligato in a pochi mesi di distanza, quella corte di Frattaminore (Napoli) — sono discrete. Il appello revocò la misura. Bagarella è comproprietario di una man­ A suo nome non figurano intestati beni dria di circa 45 bovini e da taluno viene immobili. indicato anche quale proprietario di circa 300 ovini (provenienti da attività abigeata- ria), affidati in custodia a persona di sua 12) Bagarella Calogero di Salvatore e fiducia. di Mondello Lucia, nato a Corleone il 14 Una sua sorella, Bagarella Antonia, fidan­ gennaio 1935, ivi residente, in atto irrepe­ zata con il mafioso leggiano Riina Salvatore, ribile. Pericoloso mafioso, killer ricono­ è stata sino a pochi mesi orsono insegnante sciuto della cosca del Leggio Luciano. Lati­ presso la scuola elementare di Corleone. — 99!--!.,- Atti Parlamentari 1 ; Senato della Repubblica

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7. - CASI DI INFILTRAZIONI NEGLI ENTI LOCALI

Quale esempio di malcostume politico- la possibilità di entrare a far parte degli mafioso viene, da molti, citata la circostanza stessi uffici della presidenza della Regione secondo la quale, in ispecie nel periodo a in veste di esponenti della segreteria par­ cavallo delle elezioni regionali del 1954 e ticolare del presidente, nonché la certezza del 1962, l'assessorato regionale agli enti lo­ di poter aiutare la spregiudicatezza di qual­ cali sarebbe stato non solo la « poltrona » che politico nel risolvere artificiose crisi co­ più ambita (subito dopo venivano quelli del munali; crisi predeterminate e poi curate demanio forestale e dell'agricoltura e della molto da vicino con l'invio di « amici » in pubblica istruzione), ma anche quella che veste di commissari che preparassero nuove consentiva, nelle elezioni successive, di ot­ elezioni. tenere il maggior seguito elettorale. Né più In Corleone, dal 1960, ha retto con fasi né meno come sarebbe stato in quell'iden­ alterne le file di quell'amministrazione co­ tico periodo — con riflessi avvertiti ancor munale, il dottor Salvatore Castro, nativo oggi in molti ambienti qualificati — per gli del luogo e residente a Palermo, medico, già assessorati ai lavori pubblici o all'urbani­ assessore provinciale al personale, già as­ stica dei comuni (primo fra tutti quello di sessore provinciale all'assistenza psichiatri­ Palermo) in funzione del particolare feno­ ca, cognato del noto e citato mafioso Vin- meno dello sviluppo edilizio, delle strade, taloro Angelo, che ha trovato anche modo delle infrastrutture, ecc.; settore, questo, sul di far eleggere — per il 1960-1964 — il fra­ quale ha prosperato la mafia più recente ed tello Vintaloro Matteo quale consigliere co­ hanno creato solide fortune elementi che munale. alla politica hanno attinto senza il minimo In Corleone il Castro si appoggia a: Ca­ convincimento etico-sociale. tania Giusto (sindaco per il 1969-1970), im­ Tale circostanza, si afferma, apparirà piegato presso il Banco di Sicilia; Moscato ancor più valida se nell'ambito dei comuni Alfonso (consigliere ed assessore comunale), gravitanti intorno al corleonese si andran­ fatto assumere quale « impiegato » cotti­ no ad esaminare, sia pure di sfuggita, al­ mista presso l'Istituto di igiene mentale, cuni casi di presenza mafiosa attiva: pri­ dipendente dall'assessorato per l'assistenza ma, fra tutti, la presenza in seno all'asses­ psichiatrica, già iscritto alla facoltà di me­ sorato regionale agli enti locali del dottor dicina e poi di legge, come fuori corso; Po- Giuseppe Farina da Villalba (cugino di Fa­ milla Giovanni (consigliere ed assessore co­ rina Beniamino, nipote, quest'ultimo, del munale), macellaio, figlio e nipote dei ci­ notissimo boss Calogero Vizzini) a rappre­ tati mafiosi Pomilla; Pecoraro Carmelo sentare la mafia tradizionale del nisseno e (consigliere e vicesindaco), impiegato presso del dottor Francesco Navarra (fratello di l'ufficio imposte dirette, cognato del citato Michele Navarra) quale erede e simbolo mafioso Pasquale Lo Bue. della mafia di gran parte del palermitano. Allorché, nel 1967, l'amministrazione co­ Personaggi ambedue ai quali — aventi uni­ munale entrò in crisi, l'assessorato regio­ ca matrice di mafia a livello isolano — è nale agli enti locali inviò in luogo come com­ stata garantita una velocissima carriera, missario il dottor Giovanni Di Cara, nativo — 100 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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di Prizzi ed intimo amico sia del Navarra in Cattolica Eraclea (Agrigento) ed ora in Francesco sia del Farina Giuseppe; e, dopo Prizzi. che detto commissario era riuscito a far Al comune di Prizzi appartiene anche la stanziare lire 500 milioni per la realizza­ figura dell'ex parlamentare regionale (e già zione di opere pubbliche — poi non rea­ sindaco di Prizzi) Bernardo Canzoneri; nei lizzate —, vi fu il tentativo, secondo accuse suoi confronti, come è noto, fu inoltrata insinuate a carico del Catania e del Castro, denuncia dalla questura di Palermo, in data di destinare alla costruzione di case popo­ 15 giugno 1966, assieme ai noti Marretta lari alcuni terreni limitrofi alle proprietà Filippo, Cannella Giuseppe, Comparetto An­ dei mafiosi Vintaloro. tonino ed altri, per concorso in omicidio in Oggi il comune è retto dal sindaco La danno di Macaluso e Fucarino da Prizzi. Torre Michele (nipote del mafioso La Torre Fu, però, assolto in istruttoria con formula Leonardo), impiegato presso l'amministra­ piena e, nella relativa sentenza, il giudice zione provinciale di Palermo; il La Torre istruttore affermò che: « ...si ha la prova ha chiamato alla carica di assessori i citati che non ha mai fatto parte di una simile Pecoraro, Moscato e Pomilla. associazione (mafiosa)... ». Un fratello del La Torre Michele è impie­ È anche noto che fu ed è l'avvocato di­ gato, quale geometra, allo stesso comune di fensore del mafioso Luciano Leggio (con Corleone. l'avvocato Bellavista, fin dal processo per È da rilevare che il La Torre Michele l'uccisione di Placido Rizzotto) e di altri (il cui padre ha recentemente subito nel cor- elementi mafiosi della zona. leonese un atto di intimidazione di natura Imperante Michele Navarra, il Canzo­ mafiosa) è particolarmente vicino all'ex sin­ neri ricoprì i seguenti incarichi: fu per daco di Palermo Vito Calogero Ciancimino, molti anni, dal 1952 in poi, dirigente pro­ pure da Corleone. vinciale DC per la zona del corleonese; fece Il comune di Prizzi, fino al 1959, ha visto parte — sempre in tale epoca — della giun­ diviso gran parte del suo elettorato tra i ta esecutiva provinciale DC per gli enti lo­ mafiosi Giuseppe Cannella (sindaco dal cali; fu membro del comitato esecutivo del 1948 al 1958) a cui è poi succeduto il figlio consorzio agrario provinciale di Palermo. Michele (che ricopre tuttora la carica di sin­ Nel comune di Bisaquino è vicesindaco, daco) e Carmelo Pecoraro (sindaco dal 1959 con una giunta di sinistra, l'avvocato An­ al 1964). tonino Giammancheri, nato nel 1932, libero A detto elettorato la politica regionale professionista con studio legale in Paler­ ha sempre attinto a piene mani e, in vista mo ed in relazioni di affari con lo studio delle elezioni del 1964, a seguito di crisi del notaio Angilella Giuseppe (ora dece­ di quell'amministrazione comunale, l'asses­ duto) e del figlio di quest'ultimo. sorato regionale agli enti locali, dopo aver Il padre del Giammancheri, Michele, già premuto per le dimissioni di taluni asses­ a sua volta sindaco di Bisaquino dal 1956 sori, finì per mandare quale commissario al 1959, fece parte — come già detto — del il già citato dottor Giovanni Di Cara (na­ consiglio di amministrazione del consorzio tivo di Prizzi ed ivi anche coniugato). di bonifica dell'alto e medio Belice control­ Dal 1960 fa parte del consiglio comunale lato dalla mafia di Alcamo e di Corleone, di Prizzi D'Angelo Vincenzo, amico del Can­ attraverso le persone del presidente, avvo­ nella Michele e figlio del mafioso D'Angelo cato Gensardi, genero del mafioso Vanni Luciano, deceduto, pregiudicato per reati Sacco, e del vice presidente Leonardo La vari contro la persona ed il patrimonio. Torre, consigliere del dottor Michele Navar­ Il D'Angelo è impiegato quale istruttore ra e noto « persuasore ». tecnico-pratico presso la scuola regionale di Il comune di Marineo ebbe quale sin­ avviamento professionale a tipo agrario, già daco, dal 1956 al 1960, Carlo Greco, da Ma- — iOi' — ,i Alti Parlamentari » ":<•• Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI rineo, amico e socio in affari del noto ma­ munale). Ancor oggi è consigliere comu­ fioso Catanzaro Vincenzo e, dal 1955 al 1956, nale di Marineo il figlio del Greco Carlo, a Lo Vasco Domenico, nato nel 1928, cancel­ nome Francesco. liere presso il tribunale di Palermo e pres­ Anche il comune di Campofiorito, già so la pretura di Cininna e particolarmente feudo incontrastato della mafia del corleo- « sentito » per essersi sempre prestato nel nese facente capo al noto mafioso Gover­ disbrigo di affari presso il palazzo di giu­ nali Antonino, conobbe la gestione com­ stizia di Palermo. Allorché quest'ultimo ven­ missariale del più volte citato dottor Gio­ ne posto in minoranza, sarebbe stato an­ vanni Di Cara, nell'anno 1966. cora il Catanzaro Vincenzo ad intervenire Analoga situazione si è registrata nei quale « paciere » ed a conciliare le opposte comuni di Mezzojuso (noto centro strate­ tendenze. gico della mafia imperante tra Corleone e Fino a qualche tempo fa, del resto, ri­ Villabate), affidato alla gestione commissa­ copriva l'incarico di consigliere comunale riale dello stesso dottor Farina Giuseppe, un nipote del Catanzaro, a nome Paolo, e di Villalba ove venne inviato altro intimo nato nel 1940, ora emigrato nel Veneto (ove amico dello stesso Farina, certo Glorioso ha vinto un concorso quale segretario co­ Antonino. — 102 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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8. - CONCLUSIONI

Non è apparso fuori luogo, prima di più modesta, ha sempre rappresentato un chiudere questo panorama della grande « fa­ punto di arrivo di estrema importanza. miglia » della mafia corleonese (e di buona A tanto, infine, si aggiunga una partico­ parte della stessa provincia di Palermo), lare forma mentis — tutt'oggi assai diffusa accennare al fatto che i « personaggi » oggi — per cui il personaggio di qualche spic­ rimasti in piedi a ricordare la figura più co (burocrate o politico o bancario che sia) tipica della mafia del dopoguerra in questa non può assolutamente sottrarsi al « do­ plaga dell'isola, appaiono più o meno mi­ vere » di aderire alle più varie richieste di metizzati in tutto un contesto di comodo. parenti, amici o semplici conoscenti, dato Nell'elefantiasi burocratica della Regio­ che un rifiuto, ancorché giustificato, potreb­ ne e dei suoi molteplici enti la mafia ha be suonare « sgarbo » o menomazione im­ trovato più agevole l'accesso, quale corri­ plicita del suo prestigio. spettivo di « favori » che, se sono comuni In un contesto del genere, oltre che in ovunque esista una clientela politica, qui quello criminoso vero e proprio, vanno si sono spesso tradotti — e talora anche oggi quindi riguardate le vicende mafiose del si traducono — in strumenti di potenziale ricatto. corleonese legate alla persona fisica ed al ricordo di Michele Navarra. La stessa tradizione mafiosa non ha sug­ gerito, né ha saputo suggerire a taluni per­ In tale ambiente, la mafia ha sempre sonaggi di quegli anni, la ferma volontà di avuto buon gioco o nel lusingare e nell'al- respingere, al di là di alcune centinaia di lettare, o nel pretendere e nell'imporre, fa­ voti, un credito che veniva spesso millan­ cendo perno, sì, sull'umana ambizione, ma tato e sempre proiettato oltre la stessa le­ anche e soprattutto su quel sistema che ha gislatura. sempre fatto parte integrante, specie dal­ D'altro canto per le famiglie dell'entro­ l'ultimo dopoguerra in poi, del suo stesso terra, in ispecie di origine contadina (an­ vivere: il progredire, il penetrare, l'ottenere che lontana), poter annoverare un parente — in funzione di locupletamene e di « po­ inserito quale impiegato nelle file della bu­ tere » — fino a compromettere prima e ri­ rocrazia statale o regionale, ovvero in un cattare poi anche uomini politici e pub­ qualsiasi ufficio e con la qualifica anche la blici funzionari. CENNI BIOGRAFICI SU LUCIANO LEGGIO INDICE

1. - L'inserimento nella mafia del corleonese e i primi delitti di Luciano

Leggio pag. 105

2. - L'omicidio Rizzotto » 109

3. - Il lungo periodo di latitanza e le lotte per l'egemonia mafiosa . » 115

4. - Gli anni di fuoco: 1958-1963 » 119

5. - La marcia verso Palermo » 123

6. - Considerazioni conclusive » 127 — 105 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - L'INSERIMENTO NELLA MAFIA DEL CORLEONESE ED I PRIMI DELITTI DI LUCIANO LEGGIO

Se dovesse darsi un volto alla nuova teva l'isola, facendo rivivere le vecchie mafia, attraverso il passaggio dalle antiche forze mafiose già represse ma mai dome, forme speculative legate al feudo a quelle portando un vento di ribellione e di ri­ più redditizie dell'abigeato e quindi a quelle volta, dando via libera a ogni ruberia e a più moderne, dinamiche e vantaggiose dei ogni violenza, nell'inevitabile tumulto di trasporti, dei mercati e dell'edilizia, che animi, di cose, di istituti e di ordinamenti non disdegnano protezioni e connivenze po­ provocato dal passaggio del fronte. litiche, quel volto sarebbe certamente il Corleone era al centro di un vastissimo grosso, tondo e freddo volto di Luciano territorio in prevalenza riarso e collinoso, Leggio, dall'ironico e sprezzante sguardo dotato di ampi boschi quali quello della di colui che sa e che può, che comanda Ficuzza di Godrano e quello di Santa Maria e ricatta, che è ora moribondo per un di Bisacquino, reso di difficile accesso per male che non perdona e ora mobilissimo la presenza di notevoli rilievi montuosi, e inafferrabile come fantasma, intorno al dominati dalla nuda e selvaggia Rocca Bu- quale ruotano, quali personaggi di una tra­ sambra, a soli 56 chilometri da Palermo gica farsa, sindacalisti e pastori, impresari ma in realtà molto più lontana dalla capi­ e proprietari terrieri, medici e avvocati, tale, ignorata di fatto dalle autorità cen­ magistrati e questori, ora vittime ingenue trali e costretta al rango di retroterra de­ e ora complici involontari, quasi mario­ pressa. Le misere popolazioni dedite al­ nette ignare mosse dai fili dell'abile burat­ l'agricoltura, alla pastorizia, al braccian­ tinaio che si ride della legge e dell'autorità tato, dovevano fatalmente cadere nelle ra­ dello Stato. paci mani di sfruttatori di ogni ceto e di Luciano Leggio può considerarsi il de­ ogni livello, dai ricchi ed ignari proprie­ gno successore dei grossi pezzi da novanta: tari dei latifondi che vivevano indolenti e dopo Vito Cascio Ferro, Calogero Vizzini lontani, paghi dell'opera amministratrice e Giuseppe Genco Russo la mafia non aveva dei loro sovrintendenti, ai campieri e gabel- avuto così prestigioso esponente, che non lotti che finivano coll'essere parassiti degli fosse soltanto il basso delinquente sangui­ oppressori e degli oppressi, ai massari e nario ma che unisse alla temibile crimi­ agli impresari di braccia che lesinavano il nalità delle innegabili doti di organizza­ soldo e soffocavano la fame con la paura. tore, di capo, di contrattatore. Era perciò, quello di Corleone, il terri­ Appartenente a famiglia di umili con­ torio ideale, per chi, dotato di coraggio e tadini, ai Leggio intesi « Ficateddi » per di audacia, sprezzante la legge e l'umana distinguerli dai Leggio intesi « Fria », Lu­ pietà, volesse darsi al delitto: la diffusa ciano nacque a Corleone il 6 gennaio 1925 omertà, il terrore imposto dal più forte, da Francesco Paolo e da Palazzo Maria l'incuria dei pubblici poteri, le caratteri­ Rosa. stiche stesse dei luoghi, favorivano le spo­ Aveva dunque solo 18 anni quando lo liazioni, le rapine, l'abigeato; l'impenetra­ sbarco delle forze alleate in Sicilia scuo­ bile bosco della Ficuzza era un nascondi- — 106 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI glio ideale per il bestiame rubato, macel­ zaro Vincenzo, Pennino Carmelo, Governa­ lato clandestinamente e in marcia verso le Antonino, Vintaloro Angelo, Leggio Bia­ Palermo; gli anfratti scoscesi di Rocca Bu- gio, Collura Vincenzo, Maiuri Vincenzo. sambra proteggevano la fuga di chiunque L'esatta natura del rapporto instaurato­ fosse ricercato dalle forze dell'ordine che si tra il dottor Caruso e il giovane delin­ si fossero spinte fin lassù; un'atavica ras­ quente già noto per la personalità aggres­ segnazione, in una col fondato timore del siva e violenta, dalla sentenza 14 agosto 1965 peggio e con il bisogno del pane quotidiano, del giudice istruttore di Palermo, che rinviò impediva qualsiasi ricorso alla giustizia il Leggio a giudizio per vari reati, risulta e rendeva complici involontari del delitto che il Caruso (morto il 3 marzo 1951) le stesse vittime. Soltanto l'insopprimibile quando tornava dalle sue terre era spesso fame di terra e l'inarrestabile evoluzione delle masse spingeva i contadini, i mezza­ di pessimo umore, tanto da volersi appar­ dri, i braccianti a reagire al peso sempre tare dai suoi stessi congiunti; onde, in con­ più soffocante del latifondo e della sua siderazione dell'indole prepotente e avida struttura e al conseguente sfruttamento ma­ del Leggio, si può a ragione ritenere che fioso e a costituirsi in cooperative e in il malumore del possidente era probabil­ sindacati che non potevano non attirare mente dovuto alle angherie, alle intimida­ le reazioni più feroci della vecchia mafia, zioni e alle sopraffazioni che egli era co­ la quale, rinsaldate le fila sul piano di stretto a subire ad opera del suo perico­ nuovi interessi e di più lucrosi campi di loso dipendente. Le condizioni generali della azione, si dà a sfruttare anche il picciotto zona in quel periodo possono ben immagi­ più audace, ansioso di far carriera e di narsi, peraltro, se si tien presente che sol­ giungere attraverso la violenza all'antica­ tanto nel territorio di Corleone furono de­ mera del campierato ed alla protezione del nunciati nel 1944: 278 furti, 120 danneggia­ padrone, per poi abbandonare gradualmente menti e 22 rapine ed estorsioni; nel 1945: la terra avara e integrare il " pizzo " con 143 furti, 43 danneggiamenti e 22 rapine tutte le speculazioni possibili. ed estorsioni; nel 1946: 116 furti, 29 dan­ Su questo sfondo, si affacciava Luciano neggiamenti e 10 rapine ed estorsioni; negli Leggio nel 1944-45 e decideva subito di de­ stessi anni, gli omicidi salirono dagli 11 del dicarsi ad attività più lucrose riuscendo a 1944, ai 16 del 1945, ai 17 del 1946 ! farsi assumere come campiere dal dottor Il controllo della terra era di fatto sud­ Corrado Caruso, proprietario di una grossa diviso dalla mafia in zone di influenza, che azienda agricola in contrada Strasatto, su­ facevano capo a Governali Antonino, Col­ bentrando al campiere Punzo Stanislao, lura Vincenzo e Catanzaro Vincenzo, dai ucciso il 29 aprile 1945 in località Gelardo quali si risaliva al medico dottor Michele di Roccamena. Nessun elemento emerse Navarra, eminenza grigia dell'intero cor- contro di lui per la eliminazione del Punzo, leonese e successore del famigerato Calo­ ma è certo che la morte di costui, indi­ gero Lo Bue. Luciano Leggio si affacciò viduo onesto e non legato alla mafia, con­ presto alla ribalta mettendosi in mostra sentì a Luciano Leggio di diventare, all'età come validissimo elemento, per spregiudi­ di vent'anni, campiere di una importante catezza e sanguinarietà, della cosca del azienda agricola. Guardiani e campieri di Navarra. altri feudi (Rubinia, Malvello, Muranna, Lu- potto, Rao, Ridocco, Piano di Scala, Patria, Il 1° giugno 1944 veniva denunciato per Galardo, Giardinello) furono molti di co­ la prima volta per porto abusivo di armi loro destinati a essere i compartecipi delle da fuoco. azioni criminose del giovane, o suoi com­ Due mesi dopo, il 2 agosto 1944, veniva plici o sue vittime future: Pasqua Giovanni, arrestato in flagrante dalle guardie cam­ Roffino Guseppe, Streva Antonino, Catan­ pestri Splendido Pietro e Cortimiglia Pie- — 107 .— „„ Atti Parlamentari • j '.•, ' Senato della Repubblica

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tro, con la collaborazione della guardia giu­ dei colpi, aveva visto fuggire il Leggio. Il rata Comaianni Calogero e denunciato per timore della sicura rappresaglia del delin­ furto di covoni di grano; nel successivo quente le aveva impedito di riferire prima ottobre otteneva la libertà provvisoria. tali circostanze. Tre figli del Comaianni con­ Il 28 marzo 1945 la guardia giurata fermarono di aver appreso dal padre che Comaianni veniva uccisa a colpi di lupara il Leggio e il Pasqua erano stati da lui nei pressi della sua abitazione in Corleone: incontrati presso casa poche ore prima che solo alla fine del 1949, dopo che si era già egli venisse ucciso e aggiunsero che la ma­ concluso il conseguente procedimento pe­ dre, passato il primo momento di più co­ nale a carico di ignoti, il comando forze cente dolore, aveva loro confidato di aver repressione banditismo, con rapporto del riconosciuto in uno degli assassini Luciano 31 dicembre 1949, denunciava quale autore Leggio. Certo De Prisco Vito, arrestato col dell'omicidio Luciano Leggio che, in con­ Leggio per il furto di covoni di grano, riferì corso con Pasqua Giovanni, avrebbe agito che durante la detenzione il Leggio stesso per vendicarsi di essere stato arrestato e gli aveva espresso duri propositi di ven­ denunciato dalla umile guardia campestre. detta nei confronti di colui che aveva dato Dopo sei anni, la corte di assise di Palermo, causa al loro arresto. con sentenza 13 ottobre 1955, assolveva il Senonché, in sede giudiziaria, il Pasqua Leggio e il Pasqua per insufficienza di ritrattava la sua confessione, frutto, — se­ prove: e dopo altri 12 anni, il 18 febbraio condo le sue asserzioni, — delle violenze 1967, la corte di assise di appello di Bari, e dei maltrattamenti subiti; anche il De alla quale il procedimento era stato rimesso Prisco ritrattava le confidenze fattegli dal dalla Corte di cassazione, rigettava l'ap­ Leggio. Mantenevano sostanzialmente la pello del pubblico ministero e confermava loro versione soltanto i familiari dell'uc­ la sentenza di proscioglimento di primo ciso. Il magistrato, dal canto suo, dispo­ grado. Nel corso delle indagini di polizia neva persino la ricostruzione dei fatti, giudiziaria il Pasqua, arrestato dai cara­ l'ispezione e la planimetria dei luoghi, da binieri mentre il Leggio si manteneva irre­ cui si accertava che l'abitazione del Pasqua peribile, rendeva ampia confessione, dichia­ distava metri 150 dal luogo del delitto rando che il Leggio gli aveva manifestato mentre molto lontana ne era quella del propositi vendicativi contro il Comaianni Leggio. per essere stato da lui denunciato e lo aveva invitato ad aiutarlo nel consegui­ La corte di assise di appello di Bari mento della vendetta. (presidente De Giacomo, procuratore gene­ rale De Bellis), come già quella di primo Avendo egli accettato, all'alba del 28 grado di Palermo, dubitava della causale marzo 1945, dopo un tentativo andato a della vendetta, perché remoto nel tempo vuoto la sera precedente, avevano appo­ (agosto 1944) il fatto che avrebbe dato ori­ stato il Comaianni nei pressi della di lui gine all'omicidio commesso sei mesi dopo abitazione e appena uscito di casa gli ave­ (marzo 1945); dubitava della spontaneità vano esploso addosso alcuni colpi di lu­ della confessione del Pasqua perché ritrat­ para. La vedova del Comaianni, alle pre­ tata dinanzi al magistrato e « frutto di pres­ cise contestazioni dei carabinieri, richia­ sioni e di intimidazioni » (non disponeva mava l'episodio dell'arresto e della denun­ però di procedere a carico di coloro che, cia del Leggio ad opera del marito e dichia­ illecitamente, avrebbero posto in essere tali rava che la sera precedente il delitto, il pressioni e intimidazioni); negava ogni va­ Comaianni, rincasando, aveva riferito ai lore di prova alle dichiarazioni dei fami­ familiari di aver notato nei pressi di casa liari del Comaianni, per le « reticenze, le il Leggio e il Pasqua armati; essa stessa, contraddizioni, e le incertezze » in cui essi all'indomani, aperta la porta all'esplosione erano caduti e perché « non sono stati eoe- — 108 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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renti », avendo tra l'altro, la moglie del­ porto n. 247 diretto alla procura della Re­ l'ucciso, preferito confidarsi con i giovanis­ pubblica di Palermo, denunciava Luciano simi figlioli anziché con le cognate, e, dopo Leggio quale autore dell'omicidio, commesso 22 anni dal fatto, il 18 febbbraio 1967 in correità con Bellomo Salvatore. Veniva assolveva definitivamente il Leggio e il Pa­ iniziata formale istruttoria, ma al termine squa dall'omicidio della povera guardia di essa, con sentenza del 21 giugno 1950, giurata. il giudice istruttore di Palermo proscio­ glieva il Leggio e il Bellomo con formula Il 7 febbraio 1948 veniva ucciso tal Pi- piena, per non aver commesso il fatto. raino Leoluca di Giovanni: pochi giorni Nessuno, neppure i parenti della vittima, dopo, il 18 marzo 1948 il commissariato avevano portato alcuna accusa contro l'im­ di pubblica sicurezza di Corleone, con rap­ putato. — 109 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - OMICIDIO RIZZOTTO

Intanto nel 1946-1948 il dottor Navarra fronti del Leggio e di altri personaggi al­ — eliminato il direttore dell'ospedale e uffi­ lora appena ventenni. Gli interessi del feudo, ciale sanitario di Corleone, dottor Carmelo che il Navarra aveva preso a cuore e Nicolosi, trovato ucciso il 29 aprile 1946 proteggeva e per tornaconto economico e ad opera di ignoti — rafforzava il suo po­ per motivi politici, contrapponendosi la tere mafioso in tutto il corleonese: medico classe agraria o feudale alle masse in fer­ condotto, medico fiduciario dell'INAM, di­ mento che reclamavano le assegnazioni di rettore dell'ospedale civile, Michele Navarra terra e migliori redditi di lavoro, videro aveva oltremodo potenziato il gruppo ma­ a un tratto in Luciano Leggio, espressione fioso dei suoi accoliti di cui Luciano Leggio egli stesso del più umile proletariato, un divenne in breve uno dei primi esponenti. insperato paladino. Attraverso la cosca del Navarra passavano Il 10 marzo 1948 scompariva da Cor- ormai i controlli nell'assunzione della ma­ leone il segretario della locale camera del nodopera bracciantile ed operaia, i versa­ lavoro, Placido Rizzotto, che come già il menti in danaro (pizzo) per protezioni ai sindacalista Bernardino Verro, ucciso nel campi, alle messi, ai lavori, alle abitazioni, 1915, si prodigava nel movimento conta­ alle persone, ovviamente era lo stesso dino e bracciantile, per la revisione della gruppo mafioso che organizzava sequestri politica agraria e per la ripartizione dei di persona a scopo di estorsione, delitti grossi feudi incolti e improduttivi, contro contro la persona nei confronti di avver­ la resistenza dei proprietari terrieri e ancor sari personali o politici o di cosca, e nei più contro quella dei gabellotti e del pre­ confronti altresì di « scassapagliari » che potere mafioso che attingeva forza e mezzi osassero recare disturbo alla zona protetta di vita dalla struttura feudale dell'econo­ o di influenza, e i delitti di ogni genere mia agraria. Il Rizzotto ricopriva pure suscettibili di recar danno o intimidazione l'incarico di segretario della locale sezione (pascoli abusivi, danneggiamenti, abigeato, combattenti e reduci e come tale si era incendi, eccetera). La vera e propria asso­ opposto alla nomina del Navarra a socio ciazione a delinquere di cui il Navarra era onorario dell'associazione (il Navarra, uffi­ il capo e il Leggio il luogotenente, — pur ciale medico di complemento nel 1930, se talvolta sfuggente al controllo dello venne congedato nel 1931 dopo il servizio stesso Navarra, — aveva assunto un as­ di leva; richiamato alle armi nel 1935, fu setto e una potenzialità criminosa di tale dichiarato inabile e ricollocato in congedo; pericolo che molti rinunziavano, per paura, e benché promosso tenente nel 1938 e capi­ a denunziare i danni ed i soprusi subiti. tano nel 1942, non era né combattente né La « famiglia » agiva in campi di spe­ reduce). Inoltre, circa un mese prima della cializzazione ed i proventi delittuosi che ne sua scomparsa, Placido Rizzotto si era ve­ conseguivano servivano sia alle spese di nuto a trovare in Corleone al centro di uno organizzazione dell'associazione sia a get­ scontro tra ex partigiani di passaggio ed al­ tar le basi di quelle solide posizioni econo­ cuni studenti sostenuti dai mafiosi locali e miche che ancor oggi si registrano nei con­ nella circostanza si era schierato a fianco — iiO ~ Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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degli ex partigiani, che ebbero ragione degli di morte redatto dal dottor Dell'Aira Igna­ avversari. Il giovane sindacalista, che aveva zio; che il ragazzo aveva avuto delle allu­ osato contrastare i « picciotti » della cosca cinazioni ed aveva narrato al sanitario che dominante presenti e, più ancora, sfidare due individui l'avevano invitato a prendere i capi che erano assenti fino a colpire ed un coltello col quale avrebbero dovuto ucci­ a ferire un lontano nipote di uno di essi dere due persone e poi lui stesso; che la (La Torre Leonardo), divenne subito per la macchina di cui si faceva cenno sarebbe mafia, un « tragediatore » (spione, infido): stata una Fiat 1100 appartenente a Leggio ce ne era abbastanza per decretarne la fine. Luciano; che nessun elemento concreto era, Nella cartella biografica di Michele Na­ però, emerso a carico di costui. Interrogati varca redatta dalla questura di Palermo, si dal nucleo mobile carabinieri di Corleone legge, a un certo punto, che egli agì come e successivamente dal giudice inquirente, i « mandatario » (voleva probabilmente dirsi congiunti del Letizia esclusero che egli mandante) di numerosi omicidi, fra i quali avesse narrato di avere assistito all'ucci­ in particolare quelli in persona del dottor sione di Placido Rizzotto. Dall'autopsia Nicolosi e del Rizzotto. Certo è che il 21 eseguita sul suo cadavere, integrata da una marzo 1948 il quotidiano La Voce della perizia clinico-tossicologica sui visceri, ri­ Sicilia (n. 28) pubblicò un articolo dal ti­ sultò che la morte era stata determinata tolo « Un bimbo morente ha denunziato gli da grave intossicazione, e più precisamente assassini che uccisero Placido Rizzotto nel da una infezione acuta febbrile encefalo- feudo Malvello », del quale si assumeva patica, che va sotto il nome di « delirio che Placido Rizzotto sarebbe stato seque­ acuto ». strato da numerosi uomini che, ad un se­ Successivamente, il comando compagnia gnale di certo Criscione Pasquale, lo avreb­ carabinieri di Corleone, con rapporto del bero condotto nel feudo Malvello, dove un 3 aprile 1948 denunziò in istato di irrepe­ ragazzo dodicenne, Letizia Giuseppe, rima­ ribilità, quale autore del sequestro di per­ sto in quel feudo per sorvegliare il gregge, sona del Rizzotto, il Leggio Luciano, che avrebbe visto gli assassini compiere il de­ avrebbe agito in concorso con Criscione litto. Atterrito e sconvolto per la scena Pasquale, Criscione Biagio, Benigno Leolu­ terribile che si sarebbe svolta sotto i suoi ca, e Leggio Giovanni; ma non si acquisiro­ occhi, il ragazzo avrebbe avuto delle allu­ no validi elementi nei loro confronti e in cinazioni e nonostante le cure prodigategli esito alle risultanze istruttorie il giudice in Corleone dai medici dottori Navarra e istruttore, con sentenza del 30 novembre Dell'Aira sarebbe morto dopo pochi giorni 1949, prosciolse il Leggio e gli altri con for­ per cause non accertate. In altro articolo mule varie. La stessa sera del 30 novembre pubblicato nel n. 29 del 26 marzo succes­ 1949 venivano fermati dai carabinieri del sivo, col titolo « Per avvelenamento e per comando gruppo squadriglie del comando trauma psichico l'allucinazione e la morte forze repressione banditisto in Corleone, del bambino ?» lo stesso giornale riferiva Criscione Pasquale e Collura Vincenzo, per­ che uno di coloro che avrebbe « cacciato ché da fonte oltremodo attendibile (come a forza il Rizzotto nella macchina come una si legge nel rapporto di denunzia del pre­ bestia sul carro del macellaio » sarebbe detto comando) era stato riferito che la stato il Leggio Luciano, fuggito la sera del sera del 10 marzo 1948 Leggio Luciano era 16 marzo alla sola vista dei carabinieri. stato notato insieme col Collura e quella stessa sera, verso le ore 22, era stato nuo­ L'autorità di pubblica sicurezza proce­ vamente notato nei pressi del caffé Alaimo, dette agli accertamenti opportuni in merito nell'atto in cui chiamava ad altra voce a quanto riferito dal quotidiano e con rap­ il Criscione che era insieme col Rizzotto. porto del 22 marzo 1948 comunicò al pro­ curatore della Repubblica che il Letizia era Contestati i nuovi elementi raccolti a deceduto per tossicosi, come da certificato loro carico, tanto il Criscione quanto il ilii-r.,;„ w,- Zi- Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Collura ammisero dinanzi ai verbalizzanti, di mantenere il silenzio assoluto su ciò capitano Carlo Alberto Dalla Chiesa, bri­ he era accaduto. Sulla causale del grave gadiere Capizzi e carabinieri Ribezzo, di delitto non dette spiegazioni. avere partecipato al sequestro di Placido In base alle indicazioni fornite dai fer­ Rizzotto, in concorso con Leggio Luciano, mati, il comando del gruppo squadriglie che avrebbe poi ucciso la vittima con tre carabinieri di Corleone accedette il giorno colpi di pistola. 6 dicembre 1949 nella località Scala del Dichiarò, in particolare, il Criscione che Cardone e, identificato il terreno di cui la sera del 10 marzo 1948, trovandosi nella aveva fatto cenno il Collura, rintracciò, piazza principale del paese, aveva visto il dopo alcune ore di ricerche, tra le quattro Rizzotto insieme con Benigno Ludovico e o cinque « ciacche » esistenti nella zona roc­ con altro individuo. Verso le ore ventidue, ciosa delle pendici della montagna del Ca­ nei pressi del caffé Alaimo, era stato chia­ sale, occultata da una parete rocciosa, una mato dal Leggio Luciano, che gli aveva in­ foiba dall'imboccatura ristretta, profonda giunto di avvicinare il Rizzotto e di prose­ oltre 50 metri, come si potè accertare ca­ guire con lui verso la villa comunale, mo­ landovi una grossa pietra con una fune di strandogli per intimidirlo una pistola che quella lunghezza. teneva alla cintura sotto il mantello. Ciò Due giorni dopo, con un sistema a car­ egli aveva fatto e nella via Marsala il Leg­ rucola fu tentata l'esplorazione della foiba gio li aveva raggiunti e minacciando il Riz­ facendovi calare un militare, il quale sceso zotto con la pistola gli aveva ordinato di sino alla profondita di 4045 metri riuscì seguirlo verso la via Sant'Elena, all'estre­ a scorgere nel fondo, alla luce di una lam­ mità della quale si era unito ad essi Collura pada elettrica, delle masse informi. Il suc­ Vincenzo, pure armato. Il Rizzotto era stato cessivo giorno 13, con l'intervento di una posto nel mezzo tra il Leggio e il Collura squadra dei vigili del fuoco, furono estratti e condotto verso la contrada San Ippolito, dalla foiba i resti scheletrici di tre cada­ mentre a lui, Criscione, era stato ingiunto veri, non essendo stato possibile recupe­ di ritornare indietro e di non far cenno rarli totalmente a causa delle ristrettissime con alcuno di quanto era avvenuto, pena dimensioni dell'ingresso della foiba e dei la morte. Il giorno successivo il Leggio gli cunicoli discendenti, le cui pareti, frasta­ aveva detto che il Rizzotto era caduto in gliate e anfrattuose, non solo impedivano un fosso dove nessuno avrebbe potuto tro­ di tirar su pesi voluminosi, ma rappresen­ varlo. tavano un serio pericolo per chi dovesse Collura Vincenzo confermò quanto di­ risalire con una corda da guida e con mo­ chiarato dal Criscione, aggiungendo che, ri­ vimenti intralciati. tornato indietro il Criscione, egli, Leggio Furono prelevati dai resti umani, lembi e Rizzotto, dopo avere attraversato la con­ di indumenti e oggetti utili per l'identifi­ trada San Ippolito, erano pervenuti in un cazione, tenendoli per quanto possibile di­ terreno seminativo, nella contrada Casale, stinti per ciascuno dei tre cadaveri (pezzi dove era stato a lui ingiunto di rimanere di stoffa, portafogli di tela cerata grigia, ad attendere, mentre Leggio e Rizzotto ave­ cinghia di cuoio bleu, la montatura di uno vano proseguito verso le pendici della mon­ specchio, striscia di gomma piatta costi­ tagna. Pochi minuti dopo egli aveva inteso tuente un legaccio reggicalza, un pettine tre colpi di pistola; dal Leggio, ritornato nero, due scarponi chiodati con salvapunte indietro, gli era stato riferito che aveva di ferro, due gambali di cuoio, una fondina ucciso Rizzotto perché questi era un « tra- con cinghia per pantaloni, due scarponi gediatore » e che ne aveva buttato il cada­ tipo americano con suole e tacchi di gomma vere in una « ciacca ». Aveva rivisto il Leg­ e resti ossei nell'interno, nonché una calza, gio due giorni dopo e successivamente, una cordicella elastica legata a farfalla, pre­ e gli era stato dal medesimo raccomandato sumibilmente usata come reggicalza, una — 112 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI pistola modello 1889, due scarponi con suo­ avere firmato dei verbali ignorandone il le e tacchi di gomma, tipo americano, con contenuto, perché sottoposti ad estenuanti resti di piede umano, lembi di stoffa per interrogatori ed a violenze di ogni sorta mutande). da parte dei verbalizzanti, nelle camere di I reperti furono portati nella sala mor­ sicurezza della stazione di Bisacquino. tuaria del cimitero di Corleone ed il giorno Si procedette nel cimitero di Corleone successivo, 14 dicembre, senza che il pro­ alla ricognizione delle cose e dei resti di­ curatore della Repubblica di Palermo rite­ nanzi al magistrato e anche questa volta nesse di inviare un suo sostituto, ad onta le scarpe ed i pezzi di stoffa color verde della gravità del caso, il vice pretore ono­ furono riconosciuti da Rizzotto Carmelo, rario di Corleone, dottor Di Miceli Ber­ nonché da Benigno Ludovico. nardo, cugino, del dottor Navarra, proce­ I periti accertarono che Io scheletro di deva alla ricognizione dei resti scheletrici cui facevano parte la tibia ed il perone e degli indumenti ed oggetti recuperati nella repertati era di individuo robusto, di sesso foiba, fra i quali: parte di una teca cranica, maschile, alto centimetri 165 circa, giovane frammenti ossei del cranio, radio e ulna tra i venti e i quaranta anni; ritennero che in discrete condizioni di conservazione, un la morte risalisse ad un anno o due e non frammento di articolazione del radio, parte furono in grado di stabilirne le cause. Circa di una calotta cranica ben conservata nel gli altri pezzi scheletrici, essi dovevano lato posteriore fino alla base con capelli appartenere a due scheletri diversi, l'uno rappresi di colorito castano. Lo stesso di individuo dai 20 ai 30 anni, alto centi­ giorno (14 dicembre 1949) i resti e oggetti metri 159-160 e l'altro di individuo di sesso repertati furono mostrati ai familiari di maschile, di età tra i 20 e i 30 anni e di Placido Rizzotto e precisamente al padre e statura non precisabile. La morte di en­ ai fratelli Antonino, Biagia, Giovanna, Con­ trambi risaliva ad uno o due anni prima. cetta, Giuseppa, Agata ed alla matrigna In sede di ispezione dei luogi, il giudice Mannino Rosa. Tutti dichiararono di rico­ accertò che dalla periferia dell'abitato di noscere come appartenenti al congiunto gli Corleone e precisamente dall'ultimo fabbri­ scarponi di tipo americano con suole e tac­ cato della via Sant'Elena, percorrendo a chi di gomma, nonché lembi di stoffa di piedi la trazzera di San Ippolito denomina­ color verdastro e lembi di stoffa da mu­ ta strada vicinale Punzotto e poi la vicinale tande. Rozzola Pane e la trazzera Sant'Agata, si perviene nella proprietà Vintaloro, ove tro­ Le sorelle Biagia e Giuseppa riconob­ vasi la foiba, superando una distanza di bero inoltre la cordicella elastica legata a chilometri 8,200 ed impiegando poco più nodo che asserirono essere stata adoperata di tre ore. I carabinieri che accompagna­ come reggicalza dal fratello Placido; Man- rono sul posto il magistrato inquirente nino Rosa credette di poter riconoscere an­ riferirono che l'imboccatura della foiba, che la calotta cranica. all'atto in cui era stata scoperta, era ostruita II comando gruppo squadriglie di Cor- da due grossi massi che ne riducevano leone denunziò quindi, con rapporto del l'apertura, massi rimossi durante le ope­ 18 dicembre 1949, quali autori dell'efferato razioni di estrazione dei resti dei tre ca­ omicidio del Rizzotto, il Luciano Leggio daveri. sempre irreperibile, il Criscione Pasquale e il Collura Vincenzo, in stato di arresto; In seguito a varie istanze presentate da denunciò pure, per favoreggiamento, certo Rizzotto Carmelo per ottenere che fossero Cutropia Biagio. estratti dalla foiba del Casale tutti i resti Procedutosi a carico dei denunciati, il dei tre cadaveri, non solo per darvi degna Criscione, il Collura e il Cutropia negarono sepoltura ma anche per agevolare le inda­ ogni addebito. Dichiararono, i primi due, gini per la sicura identificazione degli uc­ di non aver reso alcuna confessione e di cisi, il comando dei vigili del fuoco comu- — 113 \h*'. Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI nicò che le difficoltà di accesso nella foiba, 30 dicembre 1952, li prosciolse per insuf­ rendendo impossibile l'impiego di mezzi di ficienza di prove, revocando il mandato di respirazione speciale autonoma, non con­ cattura emesso a suo tempo contro il Leg­ sentivano di procedere ad ulteriore esplo­ gio, dubitando delle confessioni « stragiu- razione; i periti nominati dal giudice istrut­ diziali » rese ai carabinieri dal Criscione e tore confermarono che le anguste dimen­ dal Collura, dubitando del riconoscimento sioni dei cunicoli discendenti, fortemente dei miseri resti effettuato dai congiunti del frastagliati, sconsigliavano di ritentare ogni Rizzotto, dubitando dell'effettiva causale esperimento e giudicarono che la migliore del raccapricciante assassinio. soluzione per rendere possibile l'accesso La sentenza venne appellata dal pubblico nella foiba fosse quella di allargare l'im­ ministero; ma soltanto 7 anni dopo, 1*11 boccatura mediante uno scavo in verti­ luglio 1959, a oltre 11 anni dal fatto, la cale. Data l'entità della spesa da sostenere, corte di assise di appello di Palermo (pre­ prevista in lire 1.750.000, la procura della sidente Criscuoli, pubblico ministero Sesti) Repubblica, con nota del 1° agosto 1950, portava il suo esame sulla macabra vi­ ritenne opportuno informare il Ministero cenda. Ancora una volta il pubblico mini­ di grazia e giustizia perché autorizzasse stero chiedeva la condanna all'ergastolo del l'esecuzione dei lavori, ma espresse il pa­ Leggio, del Criscione e del Collura, e an­ rere che la estrazione degli altri resti dei cora una volta la corte li assolveva con cadaveri fosse di scarsa importanza ai fini formula dubitativa, confermando la sen­ processuali. tenza di primo grado. Ciò perché, secondo I familiari dello scomparso conferma­ i giudici di appello, non potevano conside­ rono le precedenti dichiarazioni e Rizzotto rarsi attendibili le confessioni « stragiudi- Carmelo aggiunse che, pur non potendo ziali » del Criscione e del Collura, poi ri­ fornire alcun elemento concreto, era pie­ trattate dinanzi al magistrato, anche per namente convinto che fra i responsabili le « insistenti pressioni » che si doveva del delitto vi fosse oltre al Leggio e agli « fondatamente pensare » fossero state po­ altri denunziati anche il Michele Navarra, ste in essere dagli inquirenti; non poteva quale mandante. Rizzotto Antonino pre­ darsi soverchia fede al riconoscimento dei cisò che il defunto suo fratello era stato resti effettuato dai parenti del Rizzotto; in ottimi rapporti con Criscione Pasquale non potevano ritenersi univoche le causali sino a quando parte delle terre dell'ex feudo prospettate a movente dell'assassinio. Drago erano state concesse alla coopera­ Il ricorso che il pubblico ministero pro­ tiva agricola « Bernardino Verro » e dichia­ poneva in cassazione veniva rigettato in rò che nei primi giorni di marzo, uscendo data 26 maggio 1961, tredici anni dopo il una sera dalla sede della camera del lavoro, fatto, e la sentenza diveniva così definitiva. aveva notato, nelle immediate vicinanze, Il grave episodio della scomparsa del Leggio Luciano e Criscione Pasquale che sindacalista Rizzotto, che si attribuiva co­ pareva fossero in agguato. In merito al rico­ ralmente al Navarra e al Leggio, l'esigenza noscimento delle scarpe già effettuato di­ di non deludere un'opinione pubblica che nanzi al magistrato, precisò che non po­ nel corleonese era giunta, dopo alcuni anni teva sussistere dubbio alcuno in lui, per­ di violenze, di sopraffazioni, di intimida­ ché aveva egli stesso calzato quel paio di zioni mafiose, ad uno stadio ormai insop­ scarpe, che essendo per lui strette aveva portabile di terrore e di esasperazione, in­ poi cedute al fratello. dussero le autorità di pubblica sicurezza Rinviati a giudizio dinanzi alla corte — indipendentemente dall'esito delle inda­ d'assise di Palermo, il pubblico ministero gini in corso — a proporre i due per il con­ richiese l'ergastolo a carico di Luciano fino di polizia: ciò avvenne in data 12 no­ Leggio, del Criscione e del Coltura: ma la vembre 1948 per il Navarra, riconosciuto corte (presidente Gionfrida), con sentenza socialmente pericoloso e assegnato per un

s. — 114 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI periodo di 5 anni a Gioiosa Jonica (da cui di un acceso dibattito circa l'accusa che faceva però ritorno dopo pochi mesi a se­ gli si lanciava di aver avuto a Corleone nu­ guito di riforma del provvedimento) e in merosissimi voti di preferenza per una pre­ data 28 novembre 1948, per il Leggio. Co­ sunta attività elettorale spiegata dal Leggio stui però non si presentava alla commis­ a suo favore, pubblicamente dichiarava che sione provinciale per il confino, dove era « il Leggio in passato era stato accusato e stato convocato per la seduta del 15 no­ perseguitato giudiziariamente dai comuni­ vembre 1948, e restava anche successiva­ sti, i quali evidentemente per consolarsi mente irreperibile. della assoluzione subita, poiché era stata È degno di meditazione il fatto che il dimostrata calunniosa la loro accusa per la difensore del Leggio nel processo Rizzotto, scomparsa di un sindacalista di sinistra, avvocato Dino Canzoneri, deputato regio­ hanno bisogno di fare del Leggio Luciano nale, nella seduta del 23 agosto 1963 del­ un democristiano, anzi addirittura un pro­ l'Assemblea regionale siciliana, nel corso pagandista democristiano ». — 115 — Atti Parlamentari ' Senato della Repubblica

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3. - IL LUNGO PERIODO DI LATITANZA E LA LOTTA PER L'EGEMONIA MAFIOSA

Dopo gli omicidi Comaianni e Rizzotto, partecipazione senza oneri in lucrose atti­ il potere e il prestigio del giovane mafioso vità commerciali e industriali. si accrebbero enormemente. Egli non era L'arricchimento di Luciano Leggio non più il piccolo delinquente audace e sangui­ può avere altre spiegazioni; ed è da esclu­ nario, possibile sicario di autorevoli man­ dere che egli possa essere stato in qualche danti, né il modesto esecutore di ordini modo aiutato dai suoi congiunti, perché altrui, ma aveva bisogno di lavorare in costoro, che non ne avrebbero comunque proprio, sullo stesso piano dei più auto­ avuto la possibilità, anziché depauperarsi revoli mafiosi della zona. Nel novembre hanno anzi notevolmente migliorato le pro­ 1948 Luciano Leggio si sottrasse all'arre­ prie condizioni economiche, dimostrando sto e si dette alla latitanza, che doveva così di avere beneficiato anche essi del suo protrarsi per ben 16 anni, ad eccezione di arricchimento. un breve intervallo tra il 1957 e il 1958, Protetto dal Navarra, che, reduce nel in cui ritorna libero a Corleone, finché il 1949 dal confino di polizia e abbandonati 14 maggio 1964 non veniva arrestato in i legami politici di un tempo (prima sepa­ circostanze tuttora poco chiare, ad opera ratista, poi liberale) aveva sposato la causa dei carabinieri e della polizia, in troppo del partito al potere dopo le elezioni del scoperta gara di emulazione tra loro. Per 18 aprile 1948 per rifarsi una verginità e lungo tempo il Leggio si era tenuto na­ consolidare la propria posizione, Luciano scosto nell'ospizio Marino di Palermo, sot­ Leggio per alcuni anni sia perché latitante to il falso nome di Gaspare Centineo, sia perché intento a gettare le basi di un alloggiato in una confortevole camera ap­ sicuro avvenire, non dà luogo a manifesta­ partata e assistito dal medico dottor Gae­ zioni criminose di rilievo o meglio non si tano La Mantia, evidentemente suo buon hanno le prove di tali manifestazioni. Egli amico. La lunga latitanza serve anche a opera e agisce in silenzio, fidando sul timore dimostrare quali enormi profitti abbia rica­ che incute e sul proprio prestigio e pre­ vato dalle sue imprese criminose: è suffi­ ferendo evitare dimostrazioni clamorose. ciente pensare alle ingenti somme neces­ Tuttavia, secondo il dettato dell'esperienza, sariamente spese in tanti anni per spostarsi è proprio nei periodi apparentemente più continuamente da una località all'altra, per tranquilli che la mafia si mostra nell'intera ricoverarsi o soggiornare in costosi luoghi sua possenza, quando cioè nessuno osa con­ di cura, per retribuire informatori e favo­ trastarle il passo e nessuna voce si leva reggiatori, perché si abbia un'idea appros­ contro quella autorevolissima dei suoi ac­ simativa e certamente inferiore alla realtà coliti. dei cospicui guadagni da lui realizzati sfrut­ E la conferma la si ha nel febbraio 1955, tando convenientemente la sua posizione allorché viene ucciso il guardiano Splen­ di capomafia, mediante l'estorsione prati­ dido Claudio, addetto alla sorveglianza del cata nelle più svariate forme, quali sempre cantiere stradale Lambertini sulla statale neppure denunciate, dall'imposizione di­ Corleone-Agrigento. Il cadavere dello Splen­ retta alla mediazione negli affari ed alla dido venne rinvenuto la sera del 6 feb- — ii6 — Atti Parlamentari Senato della Re-pubblica

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braio di quell'anno e il movente della ven­ trollo sull'attività sociale, essendo residente detta appariva evidente dal volto, sfigu­ a Palermo. Ne approfittò il Luciano Leggio rato da colpi di rivoltella sparati a brucia­ che gradualmente e scaltramente finì per pelo e schiacciato da un sasso insanguina­ impedirgli qualsiasi ingerenza nell'azienda, to rinvenuto nei paraggi. Con insolita sol­ diventando così il padrone (con il fido gre­ lecitudine l'istruttoria giudiziaria per l'or­ gario Leoluca) di tutti i beni sociali. rendo delitto veniva definita pochi mesi Tale predominio consentì al Leggio di dopo, con dichiarazione di non doversi pro­ garantirsi quella fonte di guadagno che egli cedere essendo rimasti ignoti gli autori fin dall'inizio si era ripromesso e cioè del reato. Soltanto 11 anni dopo, a seguito la macellazione clandestina del bestiame delle dichiarazioni di un detenuto di Cor- rubato ed il successivo avvio ai mercati leone ristretto nelle carceri di Palermo, di Palermo, ciò che praticamente non era tale Raia Luciano, il quale riferiva di aver possibile fare nel bosco della Ficuzza, ove appreso che lo Splendido era stato sop­ il fidato amico e protettore del Navarra, presso perché, a ragione del suo lavoro, Catanzaro Vincenzo, non glielo avrebbe aveva visto spesso il Luciano Leggio e i consentito. Piano di Scala diventò così il gregari della sua cosca mafiosa riunirsi in centro di operazioni della cosca che ormai un terreno sito in prossimità del cantiere faceva capo a Luciano Leggio e alla quale da lui sorvegliato, si riapriva l'istruttoria. affluivano i proventi dei numerosi abigeati Si accertava che lo Splendido era stato di tutto il corleonese. confidente dell'autorità di pubblica sicu­ Non contento di avere neutralizzato il rezza e dei carabinieri ed aveva segnalato Di Carlo, il Leggio, imbaldanzito dal suc­ la presenza nella zona del ricercato Lu­ cesso e forse equivocando sul significato ciano Leggio e di altro suo complice, pro­ della prudente attesa del Navarra, passò vocando due battute rimaste infruttuose. all'azione anche contro uno dei suoi più Il Leggio Luciano veniva rinviato a giudi­ fedeli luogotenenti, Vintaloro Angelo. Co­ zio per rispondere dell'omicidio dello Splen­ stui aveva acquistato 40 salme di terreno dido, ma con sentenza 10 giugno 1969 della a Piano di Scala, confinanti con le ter­ corte di assise di Bari era assolto con re della società armentizia e con la di­ formula piena. sponibilità di un « baglio » in comune. Ciò L'ampia libertà di azione e la prote­ aveva fatto secondo la migliore tradizione zione accordata dal Navarro, consentirono mafiosa, chiedendo, cioè, prima dell'acqui­ al Luciano Leggio di assurgere a posizioni sto ed in ossequio alla regola di rispetto di primo piano, a tal punto che, nel tempo, verso gli « amici » confinanti, se nulla essi la natura prepotente ed ambiziosa e la avessero in contrario; nessuna obiezione sete di potere e di più forti guadagni lo venne sollevata e l'acquisto fu così perfe­ portarono inevitabilmente a volersi sosti­ zionato. Ma poco dopo ebbero inizio da tuire al suo stesso capo e « padrino ». parte del Leggio, una serie di danneggia­ Nel 1956 veniva costituita in Corleone, menti e di azioni di disturbo, ai danni del in contrada Piano di Scala, una società Vintaloro, tali da impedirgli ogni cura per armentizia per l'allevamento di ovini e bo­ le terre acquistate. Piano di Scala divenne, vini fra i mafiosi Di Carlo Angelo, Leggio verso il 1957-58, dominio incontrastato di Francesco Paolo, Leggio Francesco e Leggio Luciano Leggio, e dei suoi gregari, fra i Leoluca. Il Leggio Luciano ne fu l'ideatore quali spiccavano Bagarella Calogero, Pro- ed il membro più influente anche se il suo venzano Giovanni, Pasqua Giovanni, Riina nome non appariva nella società e al suo Giacomo e Roffino Giuseppe. Il Vintaloro posto figurava il di lui padre Francesco dovette subire anche l'onta del furto di un Paolo. Il Di Carlo Angelo, che aveva sop­ fucile e di 7 quintali di formaggio, da im­ portato il maggior onere finanziario, non putarsi senza ombra di dubbio al gruppo poteva effettuare un continuo e vigile con­ Leggio. — 117 —; Atti Parlamentari "v >•• '• •< ' Senato della Repubblica

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Tali prepotenze ed angherie nei con­ contrada Imbriaca di Palazzo Adriano, men­ fronti di un vecchio amico del Navarra non tre in automobile faceva rientro da Lercara potevano evidentemente lasciare indiffe­ Friddi a Corleone. Insieme veniva ucciso rente il « capo », al quale non erano sfug­ il dottor Giovanni Russo, occasionale ac­ giti gli atteggiamenti di sprezzo, indipen­ compagnatore e vittima innocente. L'auto­ denza e tracotanza assunti da colui che, vettura su cui viaggiavano i due veniva fino a poco tempo prima, era stato osse­ rinvenuta in una scarpata sottostante la quiente e rispettoso e che, per quanto ag­ strada; a bordo, erano i cadaveri crivellati gressivo, violento e spavaldo, altro non era di colpi, uno dei quali, quello del dottor e doveva considerarsi che un gregario del­ Russo, ancora al posto di guida. l'associazione. La carrozzeria presentava numerose trac­ Era perciò inevitabile che da parte di ce di proiettili da tutti i lati, con i vetri e Michele Navarra si corresse ai ripari con il parabrezza in frantumi; nella parte an­ l'unico rimedio possibile e concepibile; la teriore destra aveva subito una collisio­ eliminazione dell'irrequieto e insubordi­ ne recente. Sulla carreggiata erano una nato Luciano Leggio. Forse egli sarà stato pistola Smith calibro 38 e vari bossoli di anche oggetto, in un primo tempo, di ap­ calibro diverso, alcuni dei quali simili a pelli e di inviti, affinché desistesse dalla quelli rinvenuti nel cortile di Piano di posizione assunta e si mostrasse più sot­ Scala dove si era svolto il conflitto a fuoco tomesso, e non è dà escludere, dato lo del precedente maggio fra gli assalitori del svolgersi cronologico dei fatti, che sulle Leggio e gli uomini di costui. Numerosi prime, di fronte alla sua ostinazione, il frammenti di vetro rosso — che una peri­ Navarra abbia anche esitato ad ingaggiare zia tecnica accertava appartenere a un ca­ un conflitto aperto, non fosse altro per tarifrangente posteriore montato esclusiva­ non compromettere una posizione ormai mente sulle autovetture Alfa Romeo 1900 di primo piano in tanti settori. Poi, però, super — portavano a ritenere che l'auto­ sia per timore del suo avversario, sia per vettura del Navarra fosse venuta a colli­ non pregiudicare il suo prestigio, si deve sione con una macchina di tale tipo, che essere determinato a passare dagli avverti­ probabilmente le aveva sbarrato il cammi­ menti all'azione. no. Si accertava subito che Leggio Giuseppe, Si arriva così all'attentato di Piano di intimo del Luciano, era proprietario di un Scala, verso il 23 o 24 giugno 1958, orga­ Alfa Romeo 1900 super, targata PA 31500, nizzato da Michele Navarra contro il Leg­ da lui acquistata un mese prima: la mac­ gio: alcuni individui armati e con il viso china non veniva rinvenuta e il giovane bendato facevano improvvisamente irru­ Leggio dichiarava che gli era stata rubata zione, verso le ore sette del mattino, nel circa 8 giorni prima del 2 agosto. Senon- « baglio » e sparavano numerosi colpi di ché, da una parte, egli non aveva mai de­ arma da fuoco in direzione di Leggio Lu­ nunciato il furto ad alcuno e, dall'altra, ciano, Leggio Francesco, Leggio Leoluca e Roffino Giuseppe che vi si trovavano riu­ (1) Per tale episodio comparvero dinanzi alla niti. Il Leggio Luciano riportò solo una corte di assise di Bari, per rispondere di tentato omicidio soltanto Vintaloro Angelo, Mangiameli leggera ferita di striscio ad una mano, gli Antonino e Maiuri Antonino, essendo stati uccisi altri restarono incolumi. L'attentato andò dalla vendetta del Leggio prima del giudizio il Navarra e gli altri suoi gregari che vi avevano così a vuoto e aprì definitivamente, tra il partecipato: Marino Giovanni, Marino Marco, Leggio e il Navarra, un solco che avrebbe Maiuri Pietro, Streva Francesco Paolo e Gover­ nali Antonino. I tre superstiti vennero assolti potuto chiudersi solo col sangue (1). con formula piena con la discussa sentenza del 10 giugno 1969. La sentenza venne appellata dal La reazione non si fece attendere: a di­ procuratore della Repubblica di Bari e dal pro­ stanza di quasi due mesi, il 2 agosto 1958, curatore generale presso la corte di appello della stessa città che, con sentenza del 23 dicembre Michele Navarra fu ucciso, sulla strada 1970, assolse gli imputati per insufficienza di statale 118, in località San Isidoro della prove. — 118 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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una contravvenzione per infrazione stra­ di Leggio Giuseppe, erano stati sostituiti dale contestata a Leggio Giuseppe alle ore da altri nello stesso reperto giudiziario 21,45 del 1° agosto in Palermo, comprovava (n. 23565). I giudici non mancarono di farlo che quanto meno fino a poche ore dal fatto notare in sentenza, osservando testual­ il Leggio Giuseppe era ancora in possesso mente: « Il reperto è stato sicuramente dell'auto. Lo stesso Leggio Giuseppe, inol­ manomesso ed il relativo procedimento pe­ tre, invitato a indicare come avesse pas­ nale instaurato dal pubblico ministero si è sato il pomeriggio del 2 agosto, dava varie chiuso purtroppo con sentenza di non do­ risposte; e precisava, da ultimo, di essersi versi procedere perché rimasti ignoti gli trattenuto al cinema Nazionale di Palermo: autori del reato: non si è potuto accertare il locale, però, era quel giorno chiuso per neppure dove e quando sia avvenuta, ma restauro. che sia avvenuta la monimissione non può Per il gravissimo episodio del 2 agosto revocarsi in dubbio. Né deve meravigliare venivano rinviati a giudizio Leggio Luciano il fatto che i sigilli erano integri e le firme e Leggio Giuseppe. La corte di assise di autentiche, perché una organizzazione cri­ Palermo, con sentenza 23 ottobre 1962 li minosa potente ed operante come quella di assolveva entrambi per insufficienza di Corleone non si arrestava certo dinanzi prove, condannandoli soltanto (anni 5 di a tali ostacoli. Il colpo di scena, sollecitato reclusione) per il reato di associazione per e voluto dagli imputati, che hanno chiesto delinquere. Con la stessa sentenza venivano il richiamo e il riesame dei reperti, si è assolti per insufficienza di prove alcuni gre­ risolto in loro favore, avendo suscitato gari del Navarra (Roffino Giuseppe, Ferrara dubbi e perplessità nella Corte ». Innocenzo, Ferrara Giovanni, Raia Inno­ La gravità dell'episodio dispensa da cenzo, Ferrara Pietro) imputati di essere ogni commento ! stati gli esecutori, su mandato del capo, del­ l'omicidio del noto e famigerato Collura Ma la guerra tra il gruppo di Navarra Vincenzo, ucciso in Corleone il 24 febbraio e quello del Leggio non finì con la morte 1957. del primo. La cosca del Navarra rappre­ sentava la vecchia mafia agraria e feudale, Il pubblico ministero appellò la sen­ arroccata su posizioni di potere che ave­ tenza e la Corte di cassazione rinviò il giu­ vano le loro radici da una parte nel lati­ dizio di secondo grado alla corte di assise fondo e nella statica economia della terra di appello di Bari che, con sentenza del e dall'altra nei legami con la politica e 23 dicembre 1970, condannò Leggio Luciano l'apparato amministrativo pubblico (e lo alla pena dell'ergastolo per il duplice omi­ confermano i numerosi incarichi del Na­ cidio; lo stesso Leggio Luciano, Leggio Leo­ varra medesimo). La cosca del Leggio era luca, Leggio Francesco, Bagarella Calogero, invece espressione della nuova mafia dei Provenzano Bernardo, Riina Salvatore e ribelli, che nati e cresciuti all'ombra della Riina Giacomo, alla pena di anni 5 di re­ prima, insorgevano a un tratto contro i clusione per associazione per delinquere. capi, dando vita a gruppi di potere auto­ Comminò a Leggio Luciano anche altre nomi e indipendenti, che contrapponevano pene per reati minori. a quelli tradizionali altri sistemi di sfrutta­ È di grande rilievo il fatto che nel corso mento, più dinamici e redditizi, abigeato, del dibattimento di primo grado, si con­ macellazione clandestina, estorsioni, per statò che i frammenti di vetro da fanaleria tentare poi l'assalto alla stessa Palermo nel rinvenuti sul posto il 2 agosto 1958 e rico­ settore dei mercati e dell'edilizia. Fu una nosciuti ad una prima perizia come appar­ lotta che si concretizzò in una catena di tenenti a vettura Alfa Romeo 1900 super, imboscate, di attentati, di assassini che dal dello stesso tipo cioè di quella di proprietà 1958 al 1963 videro decine di vittime. — 119 —, .,,, Atti Parlamentari "" ' ' Senato della Repubblica

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4. - GLI ANNI DI FUOCO: 1958-1963

Un mese dopo l'omicidio del Navarra, In pochi anni, così, i navarriani erano il 6 settembre 1958, Corleone era teatro di stati di fatto eliminati dalla scena mafiosa uno dei più sanguinosi scontri della mafia: di Corleone e Luciano Leggio poteva affer­ nelle prime ore della sera i superstiti del mare incontrastato tutto il suo prestigio gruppo navarriano si scontrarono con la di nuovo capo della mafia non più solo banda Leggio e nel conflitto a fuoco resta­ di Corleone, ma di un vasto, redditizio e vano uccisi Marino Marco, Marino Gio­ turbolento territorio alle spalle di Palermo. vanni e Maiuri Pietro, tutti del gruppo I navarriani avevano perso la maggior Navarra, mentre venivano gravemente fe­ parte dei loro esponenti: agli uccisi deb­ riti due gregari del Leggio (Roffino Giu­ bono aggiungersi gli scomparsi, senza più seppe e Provenzano Bernardo) ed alcuni dar notizie di sé, forse finiti in qualche passanti che si trovavano occasionalmente foiba di Rocca Busambra, forse emigrati per strada e che riuscivano a stento a sal­ all'estero, forse annegati in mare: Listi Vin­ vare la vita (Cutrona Maria, Santacolomba cenzo, Delo Giovanni, Trombadori Gio­ Annamaria, Guastella Anna, Panzarella An­ vanni, Governali Antonino, Sottile Sal­ tonio). Il 13 ottobre 1958 era la volta di vatore. Lo Bue Carmelo, anche egli navarriano. Per tali feroci episodi venivano iniziate L'11 febbraio 1961 veniva eliminato Corti- le debite istruttorie penali a carico di Lu­ miglia Vincenzo, giovane mafioso che si ciano Leggio e di numerosi componenti era messo in vista come accanito avver­ della sua banda imputati di associazione sario del Leggio e che prima di morire rispondeva ai colpi degli avversari ucci­ per delinquere e di vari omicidi preme­ dendo uno dei suoi aggressori, Provenzano ditati. Salvatore, del gruppo Leggio. Con sentenza del 14 agosto 1965 il giu­ Un anno dopo, il 3 luglio 1962, era uc­ dice istruttore di Palermo, dottor Cesare ciso Riina Paolo, che pur essendo estraneo Terranova rinviava a giudizio: alla mafia, era stato testimone dell'omi­ cidio Cortimiglia, gestendo egli all'epoca a) quali responsabili dell'omicidio un negozio di generi alimentari a pochi Cortimiglia: Bagarella Calogero, Leggio passi dal luogo del delitto. Francesco Paolo e Mancuso Francesco; Il 10 maggio 1963 veniva attirato in una b) quali responsabili del tentato omi­ imboscata e fatto segno a numerosi colpi cidio in persona dello Streva: Leggio Lu­ di arma da fuoco Streva Francesco Paolo, ciano, Bagarella Calogero e Provenzano che, morto il Navarra, aveva assunto la Bernardo; direzione della sua cosca. Il malcapitato riusciva a sopravvivere, ma per poco, per­ e) quali responsabili degli omicidi ché quattro mesi dopo, il 10 settembre Streva, Pomilla e Piraino: Leggio Luciano, 1963, veniva ucciso insieme con i fedeli Bagarella Calogero, Provenzano Bernardo, amici Pomilla Biagio e Piraino Antonino. Riina Salvatore e Marino Bernardo. — 120 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Con successiva sentenza del 13 ottobre dei latitanti Bagarella Calogero, Provenzano 1967, lo stesso giudice istruttore rinviava a Bernardo e Cottone Pietro. giudizio: La sentenza della corte di assise di Bari provocò viva sorpresa in tutti gli ambienti 1) quali responsabili dell'omicidio e allarmò l'opinione pubblica, per la stre­ Splendido: Leggio Luciano e Leggio Vin­ nua difesa che essa faceva dei diritti de­ cenzo; gli imputati e per la insistenza con cui, 2) quali responsabili degli omicidi pur non essendovene ovviamente alcun biso­ Marino Marco, Marino Giovanni e Maiuri gno, essa riaffermava l'ultroneo concetto Pietro: Leggio Luciano, Riina Salvatore, che compito del giudice è quello di punire Riina Giacomo, Provenzano Bernardo, Ba- o di assolvere a seconda che i fatti risul­ garella Calogero, Mancuso Francesco, Pa­ tino o meno provati « nel rispetto costante squa Giovanni, Leggio Leoluca, Leggio Sal­ dei limiti di carattere formale e sostanziale vatore, Leggio Francesco e Leggio Vin­ imposti dalla legge all'esercizio del dovere- cenzo; potere di giudicare ». E ciò, dopo aver rico­ nosciuto « l'estrema cautela » (e cioè l'omer­ 3) quali responsabili dell'omicidio tà) con la quale tutti i testimoni chiamati Cortimiglia: Leggio Luciano, Riina Salva­ a deporre hanno reso le loro dichiarazioni tore e Provenzano Bernardo; e la « costante preoccupazione » (e cioè il 4) quali responsabili dell'omicidio timore) di ognuno di non riferire fatti che Riina: Leggio Luciano, Riina Salvatore, Ba- in qualche modo potessero pregiudicare gli garella Calogero e Provenzano Bernardo. imputati « sino al punto da negare anche circostanze prive di ogni rilievo ai fini pro­ A seguito delle due sentenze di rinvio a cessuali ». giudizio, Luciano Leggio compariva, con quasi tutti i suoi gregari, dinanzi alla corte Il pubblico ministero ha impugnato tale d'assise di Bari, nel marzo 1969 (presidente sentenza ed è significativo che nei suoi mo­ dottor Vito Stea; pubblico ministero dottor tivi di gravame l'appellante abbia rilevato Zaccaria). Si trattava di un processo indi­ che i fatti delittuosi in esame, per la loro ziario, particolarmente complesso e diffi­ gravità, per il clima ambientale e per la cile sia per il numero degli imputati (64, qualità dei protagonisti, debbano necessa­ tutti di Corleone) sia per il numero e la riamente subire una valutazione che con­ gravità delle imputazioni (4 associazioni per senta all'interprete, senza travalicare nel­ delinquere, 9 omicidi, 8 tentati omicidi) sia l'arbìtrio, di riempire i vuoti che si riscon­ per la diffusa omertà e il sentito timore trano nelle testimonianze di tutti coloro che impedivano qualsiasi collaborazione che, per un verso o per l'altro, furono con la giustizia, inducendo anzi gli stessi coinvolti nei fatti, sia nella veste dì impu­ parenti delle vittime a non costituirsi nep­ tati, sia in quella di parti offese, sia in pure parte civile. Dopo un dibattimento du­ quella di testimoni. Il pubblico ministero rato quasi tre mesi e malgrado la richiesta lamenta altresì che la corte di assise di di condanna all'ergastolo avanzata dal pub­ primo grado, mentre, su di un piano astratto blico ministero, Luciano Leggio con sen­ e generale, sembra condividere lo spirito tenza del 10 giugno 1969 veniva assolto per di alcune considerazioni ad essa fatte, tanto insufficienza di prove dal reato di associa­ che ha recepito, in sentenza, come fatto zione per delinquere e, per non aver com­ storicamente vero, la triplice legge mafiosa messo il fatto, dagli omicidi Splendido, Cor­ del « non vedere, non sentire e non par­ timiglia, Riina, Marino Marco, Marino Gio­ lare », ha poi dato l'impressione di obli­ vanni, e Maiuri Pietro, nonché dagli omi­ terare tali princìpi, allorquando, passando cidi Streva, Pomilla e Piraino. Venivano a valutare i singoli episodi criminosi, si del pari assolti tutti i suoi gregari, mentre è attardata in critiche processuali, coinvol­ si revocavano i mandati di cattura a carico genti la materia probatoria che, pur appa- — 121, — Atti Parlamentari ì ' Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI rendo ispirate alla tutela dei diritti degli giurisprudenza e dottrina hanno posto l'ac­ imputati, hanno finito, in sostanza, per con­ cento sulla diversità delle nozioni di « fatto culcare gli altrui diritti, della società e degli notorio » e di « voce corrente nel pub­ offesi, indubbiamente meritevoli di pari blico »; nozioni che, essendo ontologica­ protezione. mente diverse, conducono poi, in sede di La tendenza a un rigorismo critico ac­ concreta valutazione dei fatti, a conse­ centuato nella valutazione delle prove, ha, guenze e conclusioni fra di loro diametral­ di fatto, allontanato il giudice da giuste mente opposte. Infatti, la « voce corrente soluzioni attraverso un inconscio fenomeno nel pubblico », di cui all'articolo 349 codice per il quale, mentre si è fatto di tutto per di procedura penale, fa riferimento al caso cogliere sulla bocca dei personaggi incon­ di persone le quali, pur riferendo all'auto­ gruenze e magari contraddizioni, sono state, rità un determinato fatto, non sono in per altro verso, compresse e sacrificate grado di indicare le fonti di informazioni, emergenze processuali che, se evidenziate mentre « fatto notorio » è quello che è nella loro esatta dimensione, potevano for­ conosciuto da un numero indiscriminato nire un tranquillo convincimento circa la di persone le quali, riferendo all'Autorità riferibilità di alcuni delitti alle persone cui giudiziaria, dichiarano essere i fatti, og­ essi erano addebitati. A suffragare la vali­ getto di testimonianza, patrimonio cultu­ dità di questa considerazione generale, ba­ rale comune della collettività cui esse ap­ sta osservare, ad esempio, con riguardo al partengono. « Fatti notori » sono cioè quelle fosco episodio del triplice omicidio aggra­ situazioni di fatto, pregresse o contempo­ vato del 6 settembre 1958 (uccisione di Ma­ rino Marco, Marino Giovanni e Maiuri Pie­ ranee, la cui conoscenza, per il modo come tro) che, mentre si passa sotto silenzio, o si è realizzata, ovvero per il modo come quasi, la presenza di un'autovettura (cir­ si è venuta ad estendere, è diffusa, in una costanza di particolare importanza), si di­ determinata cerchia sociale a vasto raggio. mostra poi grande indulgenza nell'esame Discende da tale definizione che le carat­ delle perizie mediche attestanti che il Leg­ teristiche essenziali del « fatto notorio » gio Luciano sarebbe affetto da morbo di sono la concretezza (consistente nella cir­ Pott, e quindi gravemente impedito nella costanza che non deve trattarsi di giudizi capacità di deambulazione; laddove si ha ipotetici, o di regole astratte, ma di con­ notizia certa che egli, sotto il nome di creti avvenimenti) e la opinio veritatis, Centineo Gaspare, in stato di latitanza, ha e cioè la diffusione della conoscenza del frequentato ben lungi dalla sua terra, ele­ fatto con carattere di indiscussa verità. ganti stabilimenti termali, sicuramente non Orbene, tale distinzione non è stata te­ adatti ad accogliere coloro che sono affetti dalla malattia di Pott. nuto presente dalla corte di assise di Bari, la quale ha ritenuto di qualificare come Il secondo punto che, a parere dell'ap­ « voci correnti nel pubblico » — e quindi pellante pubblico ministero, merita di es­ inutilizzabili ai fini del decidere — copiose sere posto in rilievo, è quello relativo alla testimonianze di agenti di polizia giudizia- confusione nella quale la corte sembra es­ ra e di semplci cittadini, vanificando com­ sere caduta, allorquando, ripudiando nu­ pletamente il concetto di « fatto notorio ». merose posizioni testimoniali, le ha rite­ La corte di assise, così, rigettando aprio­ nute assolutamente invalide e giuridica­ risticamente l'ipotesi che le circostanze ri­ mente indifferenti, facendo esplicito richia­ ferite potessero costituire un « fatto no­ mo al disposto di cui all'articolo 349 codice torio », si è, in pratica, privata di un va­ di procedura penale (divieto ai testimoni lido strumento di interpretazione del ma­ di deporre sulle voci correnti nel pubblico). teriale probatorio, non avendo poi potuto, Per converso, giova ricordare che spesso la stessa corte, provvedere al necessario e — 122 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI doveroso riscontro processuale, tra le testi­ documentano, esse stesse, il valore profon­ monianze dirette e quelle riferite come damente turbativo dell'azione, e dell'in­ « fatto notorio ». fluenza diretta o indiretta della mafia nel Ed infatti, si disattende, sostanzial­ corso stesso del processo. mente anche se non formalmente, qualche La posposizione della presenza mafiosa testimone oculare (Lo Cascio Carmelo) il e la sua collocazione in un momento logico quale a proposito dell'episodio del 6 set­ successivo alla valutazione degli elementi tembre 1958 riferisce di aver visto fuggire, indizianti o probatori, quale elemento utile dopo l'uccisione dei due Marino e di soltanto ai fini della verifica di un even­ Maiuri Pietro, gli imputati Provenzano Ber­ tuale causale mafiosa, rappresenta il varco nardo e Bagarella Calogero, nonché Roffino attraverso il quale passa trionfalmente la Giuseppe, poi deceduto; e non si considera bene sperimentata tecnica difensiva, che si che, dalle testimonianze assunte e dalle in­ riassume appunto nella costante rivendica­ formazioni confidenziali rese alla polizia zione della serenità ed obiettività del giu­ giudiziaria, si era appreso che in Corleone dice, realizzabile, secondo alcuni, con la tutti indicavano, tra gli altri, in Proven­ valutazione degli elementi di prova nel zano, Roffino e Bagarella, nonché in Lu­ modo più dissociato possibile dalla pesante ciano Leggio, gli assassini di Marino Marco, presenza della realtà mafiosa. Tesi questa, Marino Giovanni e Maiuri Pietro. Quale suggestiva ma insidiosa perché rivolta a sarebbe stato l'orientamento della corte — nascondere che quel che viene rivendicato si chiede il pubblico ministero — se fossero non è la obiettività del magistrato — pre­ stati invitati a deporre tutti i cittadini di sidio indispensabile al suo giudizio — ma Corleone e tutti, o per lo meno-la gene­ è l'astrazione dalla realtà. ralità di essi, avessero riferito di avere ap­ Le precise argomentazioni con le quali preso dalla « voce pubblica » che gli autori il pubblico ministero ha appellato il ver­ del triplice omicidio dei fratelli Marino e detto assolutorio sono state in parte tenute di Maiuri Pietro, erano da individuarsi in presenti dai giudici della corte di assise Leggio, Bagarella, Provenzano e Roffino ? di appello di Bari dinanzi alla quale si Potrebbe ancora, in questo caso, parlarsi è celebrato il processo di secondo grado di « voce corrente nel pubblico », quando che ha riunito tanto il procedimento di ben si sa che il fatto di sangue avvenne in cui alla sentenza della corte di assise di un giorno in cui si celebrava a Corleone Palermo del 23 ottobre 1962, quanto quello la festività della Madonna della Catena e, di cui alla sentenza della corte di assise quindi, alla presenza di quasi tutta la citta­ di Bari del 10 giugno 1969. E, finalmente, dinanza corleanese ? 0 il riferimento alla dopo tante assoluzioni con formule varie, « voce pubblica » va inteso soltanto come Luciano Leggio è stato condannato: la sen­ timore dei testimoni a riferire ciò che si tenza, del 23 dicembre 1970, ha riconosciuto svolse sotto i loro occhi ? il Leggio responsabile dell'omicidio in per­ sona di Navarra Michele e Russo Giovanni L'inversione o deviazione dell'imposta­ e di associazione per delinquere, condan­ zione metodologica e cioè la disposizione a nandolo alla pena dell'ergastolo. valutare gli elementi probatori in modo di­ staccato dalla illuminante presenza del par­ Leggio è stato assolto invece, per insuf­ ticolare tipo di realtà in esame ha portato ficienza di prove, dal triplice omicidio nei il magistrato a qualificare inattendibili le confronti di Marino Marco, Marino Gio­ denunzie od accuse delle parti lese perché vanni e Maiuri Pietro. tardive, monche e contraddittorie, laddove La citata sentenza non è però passata quelle tardività, quelle insufficienze e quelle in giudicato perché il Leggio ha proposto contraddizioni, e ritrattazioni, palesano e ricorso per cassazione. 123 — Atti Parlamentari ì ' • Senato della Repubblica

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5. - LA MARCIA PALERMO

Se il processo di Bari, con la sentenza che vede gli altri rispondere anche di effe­ del IO giugno 1969, ha considerato un Lu­ rati omicidi e di stragi — Io assolve per ciano Leggio sanguinario e feroce, proteso, insufficienza di prove e ne ordine la scar­ negli anni dal 1957 al 1963, a conquistare cerazione se non detenuto per altra causa il predominio assoluto del corleonese, il (sentenza 22 dicembre 1968). processo di Catanzaro, dinanzi alla cui Ciò, dopo aver affermato che la consor­ corte d'assise erano stati rinviati gli im­ teria criminosa in esame si identifica per putati delle istruttorie relative all'anno di le sue peculiarità con la mafia e che ben fuoco di Palermo (il 1963) ha mostrato lo si addice l'appellativo di mafioso a tutti i stesso Leggio — meno sanguinario, ma più componenti di essa: appellativo che rende abile e scaltro, forse — nei suoi tentativi particolarmente pericolosi i soggetti che se di agganciamento e di collegamento con i ne fregiano, perché essi, quali persone ten­ grossi esponenti della mafia del capoluogo, denzialmente portate alla sopraffazione e quella dei mercati, dell'edilizia, degli stu­ alla violenza, ogni qualvolta si prospetta pefacenti. la possibilità di trarre lucro da una qual­ Luciano Leggio, infatti, uscito dalla siasi attività, agiscono nell'ambito dei più rocca feudale di Corleone, cala su Palermo disparati settori della vita economica, stru­ e qui si associa con i temibili La Barbera mentalizzando il delitto, spesso senza pro­ Angelo, Buscetta Tommaso, Mancino Rosa­ grammi specifici o determinati, e spesso, rio, Greco Salvatore « ciaschiteddu », Gre­ altresì, lottando ferocemente fra loro per co Salvatore « l'ingegnere », Rimi Vincenzo contrasto di interessi o per motivi di ege­ e Rimi Filippo, allo scopo di commettere monia; e dopo aver ancora specificato che più delitti, scorrendo in armi le campagne la mafia va considerata essa stessa come e le pubbliche vie e capeggiando, con gli una associazione per delinquere partico­ altri, la delittuosa associazione fino al mag­ larmente pericolosa per la sua natura cri­ gio 1963. Si associa ancora con i famigerati minogena, che si manifesta con sottili e Panzeca Giuseppe, Cavatato Michele (che subdole infiltrazioni in tutti i settori della sarà ucciso con altre tre persone il 10 vita pubblica, condizionandone, con inti­ dicembre 1969 negli uffici di viale Lazio midazioni, violenze e soprusi, ogni attività del costruttore Moncada), Torretta Pietro, ed agendo come forza corrosiva e disgre­ Bontade Francesco Paolo, Di Peri Giovanni, gatrice. divenendo egli stesso uno dei capi dell'as­ Ma, dopo tali esatte premesse, la corte, sociazione. La corte di assise di Catanzaro scendendo ad esaminare la posizione del (presidente dottor Carnovali, pubblico mi­ Leggio, rileva che anche se v'è la prova dei nistero dottor Sgromo) dinanzi alla quale frequenti contatti da lui mantenuti con i egli compare con altri 116 imputati per coimputati nel periodo in esame, non è stato rispondere soltanto di associazione per de­ accertato se quei contatti avessero finalità linquere aggravata (articolo 416 capoverso criminose (non essendo certo sufficiente a 2; articolo 61 n. 6 codice penale) — per la farle presumere la circostanza che egli dor­ prima volta figura marginale del processo misse con una pistola sotto il guanciale o — 124 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI che nel comodino posto accanto al letto, di condanna, dichiarando estinti i reati per al momento del suo arresto, si rinvenisse amnistia. una Smith & Wesson calibro 38 carica di 6 Non occorre far notare, riguardo alle cartucce). Lo assolve pertanto per insuffi­ molte imputazioni di associazione per de­ cienza di prove dal contestato reato di as­ linquere contestate al Luciano Leggio, per sociazione per delinquere. periodi e attività quasi contemporanee Luciano Leggio non si unisce però, in (1958-1964), come il frazionamento delle quel periodo, soltanto ai criminali sangui­ istruttorie e dei giudizi, demandati ora alla nari o ai delinquenti di basso conio. Un'al­ corte d'assise o al tribunale di Palermo tra imputazione per associazione a delin­ (sentenze 20 ottobre 1962 e 23 febbraio quere con un noto medico palermitano, il 1965) ora alla corte di assise di Catanzaro dottor Gaetano La Mantia e un ricco com­ (sentenza 22 dicembre 1968) ora alla corte merciante di mobili, Marino Francesco di assise di Bari (sentenze 18 febbraio 1967, Paolo, si riferisce agli ultimi tempi della 10 giugno 1969 e 23 dicembre 1970) non ha sua libertà, prima dell'arresto del 14 mag­ giovato certo all'accertamento della verità, gio 1964, e forma oggetto di nuova istrut­ perché ha impedito una visione organica toria dei magistrati palermitani. Viene in­ e completa dei fatti e dei personaggi. Né fatti accertato che egli, affetto da spon- ha giovato la rimessione ad altri giudici, dilite tubercolare, si fa ricoverare dal 19 meno sensibili dei magistrati del posto a maggio al 6 settembre 1963 presso l'ospe­ cogliere la gravità di certe situazioni, so­ dale Ospizio Marino di Palermo, sotto prattutto quando si è fatto ricorso per suc­ il falso nome di Gaspare Centineo (per­ cessivi procedimenti (vedi sentenza 10 giu­ sona realmente esistente), seguito con caldo gno 1969) a sedi — quali quella di Bari — interessamento dall'autorevole mobiliere dove già il Leggio aveva riportato clamo­ Marino, e dal ginecologo La Mantia e cu­ rose assoluzioni (vedi sentenza 18 febbraio rato da valenti specialisti quali il professor 1967). Il che, sia pure a torto, autorizzava Cavaia e il dottor Marino Salvatore. Nella negli imputati uno stato d'animo di fidu­ tarda sera del 6 settembre 1963, mentre il ciosa attesa e di sprezzante sicumera e pro­ cerchio di stringe intorno a lui, si allon­ vocava nei timidi testimoni il tracollo delle tana in auto dall'ospedale e si rende irre­ ultime deboli volontà di collaborare con peribile per alcuni mesi, finché viene rin­ la giustizia. Non va sottaciuta, d'altro tracciato il 14 maggio 1964 in via Orsini canto, la difficoltà, se non l'impossibilità, 6 di Corleone, presso l'abitazione delle so­ di istruire un unico procedimento nei con­ relle Leoluchina e Maria Grazia Sorisi. fronti di numerosissimi imputati per fatti Il giudice gli contesta ancora una asso­ ed episodi di criminosa associazione dai ciazione per delinquere e il pubblico mini­ contorni non ben delimitati e per perso­ stero chiede per lui la condanna a 15 anni naggi mobilissimi, che ora si legano con di reclusione, nonché per il dottor La Man­ altri delinquenti, ora spezzano quei vincoli tia e il Marino, la condanna a 12 anni. Ma alleandosi, secondo il vento, con gli avver­ il tribunale di Palermo (presidente dottor sari di un tempo, ora ritornano alle primi­ La Ferlita) con sentenza 23 febbraio 1965 tive alleanze sì che, spesso, le delittuose gesta si allargano come macchia di olio assolve lui e gli altri per insufficienza di su territori e province diverse, in azioni e prove, condannandolo soltanto (8 mesi di gruppi che sfuggono ad ogni ordinata e de­ reclusione) per il reato di false dichiara­ limitata visione giuridica e processuale. Il zioni sulla propria identità personale (arti­ che spiega, da una parte, la diversità dei colo 496 del codice penale) e per porto processi e, dall'altra, la deludente conclu­ abusivo di armi (mesi 9 di arresto). La sione di essi, drammaticamente allarmante Corte di cassazione, con sentenza 18 no­ per l'opinione pubblica. vembre 1968, annullava anche tale sentenza — 125 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Come se non bastassero le numerose de­ richiamare testualmente per la vivacità dei nunce per associazione per delinquere che suoi passi: portavano Luciano Leggio dinanzi ai giu­ « Leggio Luciano — o la "primula di dici solo per sentirlo assolvere, sia pure Corleone", come è stato definito dalla stam­ con formula dubitativa, altra denuncia per pa — non tarderà a colpire inesorabilmente lo stesso reato lo raggiunge quasi due anni coloro che si sono, comunque, frapposti al dopo che egli era stato arrestato. Infatti, suo cammino. Egli, rientrando in paese, con rapporto n. 1140 del 14 marzo 1966, rinsalderà le fila della sua cosca mafiosa, il nucleo di coordinamento di polizia giu­ che peraltro ha continuato a manovrare diziaria della Sicilia denunzia ancora Lu­ anche dal carcere e ritornerà, con maggior ciano Leggio per una delittuosa associa­ prestigio, ad essere il "re di Corleone". Per zione che egli avrebbe costituito nel pe­ il passato, quando egli si trovava detenuto riodo 1962-1964 con alcuni noti pericolosi e quindi nella impossibilità pratica di nuo­ esponenti della mafia dell'ediliza e del con­ cere, il solo nome faceva ermeticamente trabbando: Cascio Gioacchino, Alduino Mi­ chiudere la bocca a tutti indistintamente chele, Artale Giuseppe, Giambalvo Vincen­ i cittadini. È quindi facilmente prevedibile zo, Valenza Erasmo, Greco Paolo, Greco che cosa accadrà ora se egli non è allon­ Nicola, Salamone Antonino ed altri. tanato dalla zona: la lupara che da tempo Eppure, nonostante le innumerevoli vi­ nel corleonese non fa più sentire le sue cende giudiziarie di cui è stato protagoni­ esplosioni di morte, presto ricomincerà a sta, se si legge il certificato penale di Lu­ cantare, perché l'occhio di Leggio è sem­ ciano Leggio, data del 22 dicembre 1970, pre rimasto attento attraverso i suoi acco­ si trova soltanto una — dicesi una — con­ liti, i quali non hanno operato da soli per­ danna definitiva: quella dell'8 gennaio 1948 ché attendevano il loro capo. E questi cam­ della corte di appello di Palermo alla pena bia nome e sembianze, si ammala e gua­ interamente condonata di 1 anno e mesi 4 risce, si sposta da un punto all'altro con di reclusione e a lire 1.000 di multa per la rapidità di un fulmine e, quasi avesse il dono dell'ubiquità, riesce a dimostrare furto. Neanche la condanna all'ergastolo e a far credere di essere in un posto, men­ comminatagli dalla corte di assise di ap­ tre si trova altrove, là dove le vittime sono pello di Bari è definitiva, perché — come falciate dalla lupara ». si è detto — essa è gravata da ricorso per cassazione. In realtà, l'arresto di Luciano Leggio nel Dal maggio del 1964 Leggio è stato co­ maggio 1964, aveva di fatto sconvolto i suoi munque in carcere, dopo il periodo di lunga piani e sgominato la sua banda. Per cinque latitanza, fino a quando la sentenza del 10 anni, da quella data, Corleone, aveva potuto giugno 1969 della corte di assise di Bari infine trarre un respiro di sollievo, sia per­ lo rimetteva in libertà, con tutti i suoi ché erano ristretti in carcere o comunque accoliti, assolvendolo, per insufficienza di posti sotto sorveglianza i più pericolosi de­ prove, dal delitto di associazione per delin­ linquenti delle cosche mafiose, sia perché quere e, per non aver commesso il fatto tale fatto aveva diffuso fra i cittadini one­ da ben nove omicidi e un tentato omicidio sti un senso di maggior coraggio, respon­ La sua scarcerazione nel giugno 1969 sabilità e fiducia nei pubblici poteri, indu­ e il suo eventuale ritorno a Corleone de cendoli a collaborare con la giustizia e a stavano vivissimo allarme nella popolazione spezzare le catene della omertà. Ora, tutto e rappresentavano una grave minaccia per sembrava perduto e tutto stava per tornare la sicurezza pubblica, come specificava il come prima ! questore di Palermo in un suo rapporto Luciano Leggio non faceva però (almeno dell'I 1 giugno 1969 che vai la pena di pubblicamente) ritorno a Corleone: sono — 126 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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note infatti le vicende che seguirono la sua forma rinviando gli atti al tribunale di scarcerazione, i successivi trasferimenti a Palermo; Bitonto, a Taranto e a Roma, i provvedi­ menti emessi (e mai eseguiti) dalle auto­ - Il 26 febbraio 1970 la questura di rità di polizia (fogli di via del questore Alessandria denunciava Leggio Luciano al di Bari e di Taranto) e dall'autorità giu­ pretore di Novi Ligure per violazione degli diziaria (ordinanza di carcerazione preven­ obblighi inerenti alla misura di prevenzione tiva del 18 giugno 1969 emessa dal presi­ irrogata contro di lui. Il 18 aprile 1970 il dente del tribunale di Palermo in attesa pretore disponeva, però, l'archiviazione, dell'adozione della misura di prevenzione stabilendo di non doversi promuovere a carico del Leggio), lo stato di irreperi­ l'azione penale perché, non avendo il Leg­ bilità del Leggio subito dopo la sua dimis­ gio raggiunto la sede del soggiorno asse­ sione dalla clinica Villa Margherita. Tutti gnatogli, non sussistavano gli estremi del questi avvenimenti hanno formato oggetto reato; — com'è noto — di una precedente rela­ - il 17 maggio 1971 il tribunale di zione della Commissione (Doc. XXIII/2 Palermo, a seguito della rimessione degli della Camera dei deputati e Doc. XXIII/2 atti da parte della Corte di cassazione, di­ del Senato). sponeva di nuovo a carico del Leggio la Sembra opportuno, a questo proposito, misura della sorveglianza speciale per la ricordare solo, per sommi capi, le vicende durata di anni cinque con obbligo di sog­ giudiziarie relative alle contravvenzioni al giorno in Albino. foglio di via obbligatorio e alla applica­ zione di una misura di prevenzione a carico Tali vicende giudiziarie hanno però in­ del Leggio stesso, in attesa che divenga teressato piuttosto gli avvocati del Leggio definitivamente esecutiva la sentenza della che non la « primula di Corleone »: questi corte di assise di appello di Bari: è infatti nuovamente latitante da circa due anni ed a nulla sono valse le ricerche poste - su denuncia del commissariato di in atto dagli organi di polizia su tutto il pubblica sicurezza di Corleone del 13 otto­ territorio nazionale ed anche all'estero. Nu­ bre 1969 il pretore di quella città condan­ merose sono le voci e le ipotesi che circo­ nava il 12 febbraio 1970 il Leggio ad un anno lano a proposito della sorte del Leggio, non di arresto per due distinte contravvenzioni esclusa quella che il capomafia di Corleone ai due fogli di via obbligatori emessi rispet­ sia stato soppresso perché costituisce, per tivamente dal questore di Bari e dal que­ il suo stesso stato di salute, un peso morto store di Taranto. Avverso tale sentenza gli per l'organizzazione mafiosa. Comunque avvocati del Leggio interponevano appello sia, il nome di Leggio viene costantemente dinanzi al tribunale di Palermo, che in associato ai più clamorosi fatti di mafia: data 30 novembre 1970 dichiarava « non vivo o morto, l'alone di mistero che lo doversi procedere » perché il reato era da circonda serve a costituire in ogni caso una considerare estinto per amnistia; valida copertura e già questo solo fatto dovrebbe rappresentare un motivo assai - il tribunale di Palermo, in data 3 efficace per spingere le forze di polizia ad febbraio 1970, disponeva a carico del Leg­ un'opera particolarmente attenta al fine di gio la sorveglianza speciale per anni 5 con assicurare il Leggio alla giustizia o di co­ soggiorno obbligato nel comune di Novi noscere comunque la sorte riservata al ca­ Ligure. La decisione veniva confermata pomafia: ciò perché sembra impossibile dalla corte di appello di Palermo in data riuscire ad inquadrare nella giusta luce gli 23 luglio 1970; la Corte di cassazione, però, avvenimenti più recenti senza conoscere se con decreto in data 25 febbraio 1971, an­ vi è stata in essi la presenza attiva di Lu­ nullava l'impugnato decreto, per vizio di ciano Leggio ed il ruolo da lui svolto. 127 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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6. - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Ha avuto complici o conniventi, Lu­ numero. Onde a ragione l'indicato rapporto ciano Leggio, fra i pubblici dipendenti, fra della compagnia carabinieri di Corleone le personalità politiche, fra gli amministra­ prospettava il timore, nel giugno 1969, che tori locali, che hanno favorito le sue im­ con il suo ritorno in loco potesse riaccen­ prese, per amore o per forza, e che hanno dersi la lotta fra la delinquenza organiz­ reso possibile le sue sconcertanti avven­ zata dopo il periodo di tranquillità che ture ? aveva significato per tutti la detenzione del Non è difficile rispondere. Sta di fatto delinquente, e prospettava il timore, so­ che il Leggio, contro il quale in pochi anni prattutto, dei proprietari terrieri che in con­ vennero emessi numerosi mandati di cat­ seguenza della presenza nella zona del pe­ tura per omicidi gravissimi, ciascuno dei ricoloso soggetto sarebbero stati nuova­ quali punibile con l'ergastolo (dall'omici­ mente indotti a pagare tangenti di rilievo dio Rizzotto a quello Comaianni, dall'omi­ per poter continuare a coltivare i campi cidio Navarra a quello Streva, dall'omicidio e non essere costretti a vendere a vile Splendido a quello Cortimiglia, dall'omi­ prezzo i loro averi. cidio Maiuri a quello Riina), per tacere Il fenomeno Leggio è il simbolo stesso dei mandati di cattura emessi per associa­ della mafia: del prepotere e della prepo­ zione a delinquere e sequestri di persona, tenza dei pochi, dell'omertà e del timore dopo solo cinque anni di detenzione pre­ che essa diffonde fra i succubi, dell'impo­ ventiva ritornava legittimamente in libertà. tenza dell'apparato statale alla giusta ed E sta di fatto ancora che, pur pendendo efficace reazione. E vano è cercare di iden­ contro di lui ordinanza di carcerazione in tificare le responsabilità personali, palleg­ attesa di misura di prevenzione, non è stato giate spesso dall'uno all'altro organo con arrestato, pur conoscendosi benissimo, per indifferenza e astio degni di miglior causa. oltre cinque mesi, dove egli si trovava. Sta Il procuratore della Repubblica di Pa­ di fatto, infine, che egli, di modestissima lermo, nella sua proposta di misura di pre­ famiglia di agricoltori, si arricchì vertigi­ venzione presentata al tribunale il 18 giu­ nosamente, ancorché come osservava un gno 1969 osserva come le prove raccolte rapporto del 16 giugno 1969 della compa­ nel processo di Bari, pur essendo state, a gnia carabinieri di Corleone, agli atti uffi­ giudizio di quella corte di assise, insuffi­ ciali figuri ancora nullatenente. cienti per affermare la responsabilità pe­ Quali le fonti dell'arricchimento ? Abi­ nale di Luciano Leggio, consentivano di geato, violenze private, estorsioni, seque­ raggiungere l'assoluta certezza che egli era stri di persona, rapine, furti: reati tutti, « l'elemento di maggior prestigio e di mag­ dei quali non v'è che una minima traccia gior pericolo della delinquenza organiz^ nei fascicoli giudiziari, limitati solo a regi­ zata di tutta la Sicilia occidentale ». Le strare gli omicidi, quando pur si ritrova­ stesse innumerevoli assoluzioni per insuf­ vano gli sfigurati cadaveri, ma che certo è ficienza di prove da lui riportate bastavano da presumere siano stati commessi in largo da sole a dare la dimostrazione della sua — 128 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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pericolosità e a comprovare il terrore che sentenze decise dalle organizzazioni di ma­ egli incuteva, e con il quale è sempre riu­ fia e che in Corleone era odiato per i lutti scito a « cucire » le bocche di chi sapeva, as­ ed il male cagionati e temuto per la fredda sicurandosi mezzi, autorità e prestigio che determinazione e la ferocia del carattere gli procuravano un'infinita rete di favoreg­ e per la lunga catena di delitti a cui aveva giatori, grazie ai quali — come egli stesso partecipato, proponendolo, quindi, per un impudentemente e con iattanza dichiarava provvedimento di polizia. Anche questa nelle interviste concesse alla stampa all'in­ volta il provvedimento non venne, onde il domani della sua scarcerazione — poteva 3 gennaio successivo lo stesso comando senza pericolo circolare per la provincia tornava a segnalare il Leggio, alla questura di Palermo e curare gli affari del proprio di Palermo, come soggetto indicato dall'opi­ commercio (fra i quali anche un'impresa nione pubblica quale autore di numerosi di autotrasporti), non avendo nemmeno la gravi delitti di sangue e tale che nessuna proccupazione di travisarsi ! delle vittime osava denunziare le sue ma­ Come meravigliarsi, dunque, che pur la­ lefatte per paura di incorrere, prima o poi, titante egli si accompagnasse talora, nei nella sua spietata vendetta. Finalmente, il questore di Palermo, in data 21 marzo 1957, suoi viaggi a bordo di autovetture, con invitava Luciano Leggio a « vivere onesta­ ricchi e incensurati proprietari terrieri, che mente », a « rispettare le persone e le pro­ non disdegnavano la sua compagnia, come prietà », e ad « osservare le leggi e i rego­ il barone Valente Antonino da Corleone ? lamenti », nonché a ottemperare agli altri E perché meravigliarsi che, sempre lati­ obblighi imposti nell'atto di diffida. tante, egli mantenesse persino una rela­ zione amorosa con l'insegnante Marino Na- Un mese dopo, il comando compagnia nia Anita, di , ed amministrasse, nello carabinieri di Corleone così lo descriveva stesso periodo una officina meccanica e al gruppo esterno dei carabinieri di Pa­ garage, di cui era proprietario a Palermo ? lermo: Nel novembre 1948 il commissariato di « Tipico elemento della malvivenza lo­ pubblica sicurezza di Corleone, dopo aver cale, ha compiuto molti gravi reati che segnalato che da fonti confidenziali atten­ vanno dalla rapina all'omicidio aggravato, dibilissime egli risultava l'autore, oltre che al sequestro di persona, all'estorsione, alla dell'omicidio Camaianni nel 1945, anche compartecipazione con elementi della sua degli omicidi in persona di Punzo Stani­ risma nella consumazione di altri gravi slao, nel 1944, di Capra Antonio, nel 1948, reati di varia e complessa natura. e di Piraino Leoluca, nel 1948, rivelava gli « Carattere naturalmente violento, cri­ illeciti guadagni della di lui attività cri­ minale per costituzione e tendenza, deter­ minosa, tali da consentirgli fino da allora minato e feroce, ha seminato in molte fa­ un tenore di vita « lussuoso » e lo propo­ miglie il lutto, beneficando di lauti com­ neva per il confino di polizia per anni pensi, per la sua opera di fedele sicario. cinque, data la sua pericolosità sociale. « L'odio e la paura che le sue gesta Luciano Leggio non raggiungeva mai il hanno generato, anche tra i mandanti dei confino di polizia, e ancora otto anni dopo, molteplici delitti, lo hanno consigliato ad la compagnia carabinieri di Corleone, osser­ abbandonare Corleone, e pertanto vive a vando come egli fosse elemento social­ Palermo, apparentemente estraniato dal­ mente pericoloso, che viveva col ricavato l'attività della mafia locale. In effetti, è ele­ di azioni delittuose, e designato dalla voce mento attivo, a malapena trattenuto dalla pubblica come «abitualmente (sic\) col­ amicizia più che dall'ascendente dei capi pevole di omicidio, furto, estorsione, vio­ della mafia, di Piazza Soprana, con i quali lenza privata ed altro », rilevava che era tende a dividere l'imperio morale su que­ considerato spietato e fedele esecutore delle ste contrade. — 129 — • Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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« Gode di molto ascendente tra la mal- « Pericoloso, scaltro sino all'incredibile, vivenza locale, in ispecie tra i giovani, per è latitante da più di una decina di anni il morboso interesse che le sue imprese ed è riuscito sempre a farla franca in tutto, hanno destato e per le reiterate assolu­ anche negli attentati a lui diretti. zioni per insufficienza di prove. « Nel palermitano vuoisi addentrato sia « Naturalmente diffidente, ama vivere nel contrabbando che nell'edilizia e nell'in­ inosservato. Si mantiene in istato di semi- dustria. Sembra protetto da personalità po­ clandestinità per essere pronto ad eludere litiche che appoggia e fa appoggiare dalla sia l'azione delle forze di polizia, sia la sua cricca durante le elezioni regionali o eventuale azione da parte di malviventi nazionali. avversari, diretta ad eliminarlo dato la po­ « In ogni fatto criminoso degno d'im­ tenziale minaccia che egli costituisce per i portanza per le modalità ed i fini vi è im­ mandanti dei molteplici delitti da lui stesso plicato Luciano Leggio ». consumati ». Non altrimenti, trascorsi sei anni, dopo Passavano gli anni: e nel 1963, sempre la assoluzione di Bari si esprimevano, a carico del Leggio, la questura di Palermo perdurando la sua latitanza, la squadra di nel rapporto dell'I 1 giugno 1969 (« Leggio polizia giudiziaria dei carabinieri di Cor- Luciano non tarderà a colpire inesorabil­ leone così lo indicava al nucleo di polizia mente coloro che si sono comunque frap­ giudiziaria dei carabinieri di Palermo: posti al suo cammino ») e il comando com­ « Persona scaltra, sanguinaria e violenta, pagnia carabinieri di Corleone nel rapporto di indiscusso ascendente sui suoi gregari, del 16 giugno 1969 (« Luciano Leggio è l'ele­ incute paura ed orrore in Corleone. £ il mento di maggior prestigio e di maggior responsabile delle innumerevoli stragi veri­ pericolo della delinquenza organizzata della ficatesi nella zona e unica causa della pre­ Sicilia occidentale »). cipitazione della sicurezza pubblica nel cor- Perché dunque gli organi di polizia leonese, nel palermitano e nei paesi vici­ fanno le stesse considerazioni a carico del niori. Leggio nel 1948 e nel 1957, nel 1963 e nel 1969 ? Perché, ad onta dei loro inviti, delle « Con le sue imprese brigantesche ha loro segnalazioni, delle loro pressioni, non racimolato potenza e rispetto nella mala­ si riesce, nell'arco di oltre venti anni, a estir­ vita siciliana. pare la mala pianta e a metterla in condi­ « È capo di una masnada di delinquenti zione di non nuocere ? Qui è il problema agguerriti che lo servono in ogni suo desi­ centrale di Luciano Leggio e della mafia. derio seminando lutti e terrori fra le paci­ La popolazione ha subito, da una parte, fiche popolazioni del luogo. diffidente, timida, sospettosa, senza fiducia « Portatore di lutti, ha gettato nella alcuna nei pubblici poteri; la polizia e i sciagura decine e decine di famiglie. carabinieri, dall'altra, hanno fatto il loro « È primo attore nel teatro intricato e dovere, rivelando la realtà, segnalando la drammatico delle cosche mafiose locali ed situazione, prendendo posizione contro il elimina quanti a lui si oppongono. delinquente, ma chiudendosi nella sfera « Responsabile delle innumerevoli spa­ delle loro attribuzioni e non sollecitando rizioni di persone appartenenti alla cosca gli interventi superiori ove di questi fosse navarriana, quali: Governali Antonino, apparso — come appariva — inderogabile Trombadori Giovanni, Listi Vincenzo, Delo e urgente bisogno. Giovanni ed altri, è temuto e, a causa di La magistratura ha applicato la legge, tale stato di cose, viene rafforzata l'omertà rigidamente, formalmente, senza cercare di locale e la libertà di agire del masnadiere entrare in una realtà raccapricciante che

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illuminava e colorava i fatti, ma guardando l'ascesa del delinquente dalle greppie delle questi come amorfe figure di isolate mani­ stalle della Ficuzza alle confortevoli pol­ festazioni di criminalità. trone delle lussuose cliniche romane. Gli esponenti politici, dal canto loro, gli Il nome di Leggio è diventato oggi il amministratori, i funzionari degli enti ed simbolo stesso della mafia e ciò, anche uffici pubblici interessati, si sono tirati da se non per dolose e volontarie complicità, lato, o subendo e non agendo o cercando per le deficienze dei nostri strumenti di di trarre profitto dalle circostanze, ma difesa sociale e dei nostri apparati di po­ nulla facendo per opporvisi. lizia. Le vicende di Luciano Leggio inse­ Indolenza, quindi, ingenuità, mal ripo­ gnano, infatti, che per l'efficace e positivo sta speranza di tranquillità e di vantaggi, risultato della lotta contro la mafia, occor­ se non di lucri, hanno finito col favorire re mutare e migliorare gli uffici e gli uomini. CENNI BIOGRAFICI SUI GRECO E SUI LA BARBERA INDICE

1. // clan dei Greco. I. - Scheda anagrafica della famiglia Greco pag. 135 II. - La lotta fra i Greco di Ciaculli e di Giardini » 137 III. - Profili biografici » 141 IV. - Considerazioni conclusive » 151

2. / fratelli La Barbera. I. - I precedenti di Angelo e Salvatore La Barbera » 155 II. - Il periodo dell'ascesa » 157 III. - Il ruolo dei La Barbera negli anni '60 » 161

3. Gli anni caldi della città di Palermo. I. - Le lotte per il predominio di Palermo-centro » 171 II. - Dall'omicidio Di Pisa all'arresto di Angelo La Barbera ... » 174 III. - La strage di Ciaculli e gli avvenimenti successivi .... » 182 1. IL CLAN DEI GRECO

• PAGINA BIANCA 135 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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SCHEDA ANAGRAFICA DELLE FAMIGLIE GRECO

Prima di passare all'esposizione dei fatti Figli: Rosa, nata a Palermo il 15 novembre riguardanti la cosca mafiosa dei Greco, si 1930, abitante a Palermo, coniugata ritiene opportuno premettere la situazione con: anagrafica dei tre nuclei familiari: quello - Notaro Andrea, impiegato da Vil­ di « Piddu u' tenente » e quelli del nipote labate. Salvatore « ciaschiteddu » e del cugino di questi Salvatore « l'ingegnere ». » : Nunzia, nata a Palermo il 28 otto­ bre 1933, abitante nella via Messina Capo famiglia: Greco Giuseppe fu France­ Marine di Palermo, coniugata con: sco e fu De Caro Rosa, nato a Pa­ - Zasa Luigi, medico chirurgo, da lermo il 21 maggio 1894, residente in Palermo. Croce Verde Giardina, agricoltore, pensionato, inteso « Piddu u' te­ nente ». Capo famiglia: Greco Giuseppe fu Salva­ tore e fu Greco Girolama, nato a Moglie: Ferrara Caterina fu Francesco, nata Palermo il 2 gennaio 1887, ucciso a a Palermo il 24 dicembre 1896, ca­ Palermo il 26 agosto 1946. salinga. Moglie: Greco Santa fu Francesco e fu De Figli: Francesco, nato a Palermo il 18 gen­ Caro Rosa, nata a Palermo il 3 no­ naio 1921, abitante a Palermo in via vembre 1884, deceduta a Palermo il Siracusa, medico chirurgo, coniugato 20 ottobre 1960. con: Figli: Paolo, nato a Palermo il 28 aprile - Abbate Giuseppina, casalinga. 1912, deceduto a Bologna il 20 feb­ braio 1967, commerciante. » : Giuseppe, nato a Palermo il 27 ago­ sto 1922, ucciso a Ciaculli il 1° ot­ » : Girolama, nata a Palermo il 3 giugno 1915, abitante a Ciaculli, n. 163, ca­ tobre 1939. salinga, coniugata con: » : Michele, nato a Palermo il 12 mag­ - Fici Filippo fu Salvatore, nato gio 1924, abitante a Ciaculli, agricol­ a Palermo il 19 febbraio 1911, tore, coniugato con: bracciante agricolo. - Castellano Rosaria, casalinga. » : Rosa, nata a Palermo il 13 dicembre 1917, abitante a Ciaculli, n. 209, nu­ » : Salvatore, nato a Palermo il 7 luglio bile, casalinga. 1927, abitante a Ciaculli, possidente, » : Francesco, nato a Palermo il 12 feb­ mediatore, coniugato con: braio 1920, deceduto a Favignana - Cottone Maria di Antonino da (Trapani) il 6 maggio 1943 in seguito Villabate. ad eventi bellici; era celibe. — 136 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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Figli: Salvatore, nato a Palermo il 13 gen­ Figli: Salvatore, nato a Palermo il 12 mag­ naio 1923, abitante a Ciaculli n. 209, gio 1924, residente a Ciaculli, com­ commerciante, celibe, inteso « cia- merciante, celibe, inteso « l'ingegne­ schiteddu », latitante. re », latitante. » : Giuseppe, nato a Palermo il 22 set­ » : Girolama, nata a Palermo il 12 luglio tembre 1925, abitante a Ciaculli n. 1926, abitante in via Zeta 72, donna 209, celibe, possidente. rurale, coniugata con: - Salamone Antonino fu Francesco, » : Giovanni, nato a Palermo il 7 gen­ nato a S. Giuseppe Jato il 12 naio 1928, residente a Bologna, via febbraio 1918, coltivatore diret­ Garavaglio n. 2, possidente, coniu­ to, ricercato. gato con: - Messina Anna di Francesco e di » : Rosalia, nata a Palermo il 22 gennaio Giordano Vincenza, nata a Pa­ 1928, abitante in via Gibilrossa n. 3, lermo l'il gennaio 1931, casa­ casalinga, coniugata con: linga. - Bonaccorso Francesco fu Salva­ * * * tore, possidente.

Capo famiglia: Greco Pietro fu Salvatore » : Nicolò, nato a Palermo il 26 luglio e fu Greco Girolama, nato a Palermo 1929, abitante a Ciaculli, commer­ il 13 aprile 1869, ucciso a Palermo ciante, celibe, latitante. il 26 agosto 1946. » : Paolo, nato a Palermo il 21 maggio Moglie: Greco Antonina fu Nicolò, nata a 1931, residente a Ciaculli. Dopo es­ Palermo il 9 maggio 1896, deceduta sere stato assolto dalla corte di as­ a Palermo il 17 settembre 1947, ca­ sise di Catanzaro non ha fatto rien­ salinga. tro a Palermo. — 137 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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II. - LA LOTTA FRA I GRECO DI CIACULLI E DI GIARDINI

Uno dei più classici esempi della conti­ causa di gravi fatti di sangue che videro nuità della azione criminosa, avente la clas­ come principali protagonisti alcuni loro gio­ sica etichetta della mafia, è fornito dalle vani elementi. vicende del clan dei Greco di "Giardini" e La sera del 1° ottobre 1939, infatti, nella "Ciaculli" che, ininterrottamente dalla fine borgata Ciaculli, mentre si stava celebran­ della seconda guerra mondiale ad oggi, han­ do la Festa del Crocefisso, Greco Giuseppe no interessato magistratura ed organi di di Giuseppe, Greco Francesco di Giuseppe, polizia. Buffa Francesco, Bonaccorso Domenico, La- Le borgate Giardini e Ciaculli, località mantia Salvatore ed il dodicenne Chiofalo contigue site a sud-ovest della città di Pa­ Antonino, seguendo l'esempio di altri, por­ lermo erano, in passato, due zone periferi­ tarono fuori dalla chiesa una panca per che che traevano ogni risorsa dall'agricol­ sedervi. Senonché, essendosi alcuni di loro tura. Vi si coltivavano, prevalentemente, allontanati, altri partecipanti alla festa ne agrumi e la maggior parte degli abitanti presero il posto; tra questi vi era anche era impegnata nella lavorazione dei campi Greco Francesco, cugino dei Greco innanzi e nella cura degli agrumeti. citati. Il Greco Giuseppe li avvertì che i I conti Tagliavia — notabili del luogo — posti erano occupati e tutti, meno Greco possedevano un fondo di trecento ettari Francesco, si alzarono. Intervenne allora circa coltivato a mandarineto del quale Gre­ Bonaccorso Domenico per appoggiare la ri­ co Giuseppe, detto « Piddu u' tenente » era chiesta, ma l'altro oppose un netto rifiuto stato prima fattore ed in seguito « gabel- e sferrò al Bonaccorso un pugno al quale loto ». questi rispose con un calcio. Seguì una col­ Tra gli abitanti della borgata Giardini luttazione subito sedata per il sopraggiun­ il Greco Giuseppe godeva di un particolare gere di comuni amici. Finita la festa, il ascendente dovuto sia alla sua spiccata per­ gruppo dei Greco, al quale si era aggiunto sonalità sia alle amicizie che manteneva con lo zio del Bonaccorso, a nome Salvatore, elementi della vicina Villabate e della stessa prese la via del ritorno a casa, ma ad un Palermo. Egli, pur non essendo incorso in certo punto della strada, presso un fondo gravi reati, veniva indicato come il capo con il muro di cinta a semicerchio, balzò mafia della zona e, come tale, godeva del­ fuori il Greco Francesco, con in pugno una l'incondizionato rispetto degli abitanti di pistola ed un coltello, che invitò il Bonac­ Giardini. corso Domenico a farsi avanti. Contempo­ A Ciaculli, invece, spadroneggiava il co­ raneamente uscirono anche, armati ciascu­ gnato ed omonimo Giuseppe Greco, anche no di rivoltella, il fratello Greco Paolo, Pace egli grosso personaggio della mafia locale Salvatore e Spuches Giovanni. e palermitana. Il Bonaccorso non aderì all'invito rivol­ Nell'ottobre del 1939, però, le due fami­ togli; si fece, invece, avanti il Greco Giu­ glie Greco, che fino a quell'epoca avevano seppe per fare opera di conciliazione, ma vissuto unite e legate da vincoli di parentela gli venne risposto che « ce ne era anche fortemente sentiti, subirono una frattura a per lui » dato che durante il primo alterco — 138 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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non aveva preso le difese del cugino. Inter­ Si determinò, così una rottura insana­ venne, allora, il Bonaccorso Salvatore, il bile nei rapporti tra i componenti delle più anziano di tutti, per indurre i quattro cosche di Giardini e Ciaculli e la lotta di­ giovani a desistere; senonché costoro ini­ venne assai cruenta. ziarono a sparare contro il gruppo avverso, « Piddu » Greco esercitava, senza con­ costringendo il predetto Bonaccorso Salva­ trasti, la sua volontà sulla mafia di Giardini tore ad estrarre la rivoltella e far fuoco con tracotanza ed invadenza, avvalendosi contro gli assalitori ponendoli in fuga. della risonanza dell'omicidio del cognato e Greco Francesco fu ferito, mentre nel­ di suo fratello come avvertimento per le l'altro gruppo rimase ucciso Greco Giu­ fazioni avversarie. Ad un anno da tale fatto seppe; Bonaccorso Salvatore riportò invece criminoso caddero anche, colpiti dalla lupa­ lesioni guarite in quattro giorni. ra, Salvatore Cina e Salvatore Anello, en­ Per tale fatto di sangue, la corte di as­ trambi gregari del « tenente ». Si scatenò, sise di Palermo, con sentenza del 7 mag­ allora, la reazione della cosca di Giardini e gio 1942, condannava Greco Paolo, Greco nella notte del 12 agosto 1947 vennero se­ Francesco, Spuches Giovanni e Pace Salva­ questrati Greco Michele e Arnone Diego, dei tore ad anni 30 di reclusione perché rico­ quali si persero le tracce. Qualche settima­ nosciuti responsabili di concorso in omi­ na dopo, però, furono recapitati alle rispet­ cidio. Successivamente, la Corte di cassa­ tive famiglie i vestiti degli scomparsi. zione, accogliendo il ricorso degli imputati, Un mese dopo, la mafia di Ciaculli por­ rinviava il giudizio alla corte di assise di tò a termine il suo piano di riscossa. Trapani, che, con sentenza del 6 maggio Francesco Arnone, omonimo dell'altro 1946, condannava Greco Paolo, Greco Fran­ sequestrato, venne colpito da una raffica di cesco (nel frattempo deceduto in carcere mitra; due donne, affacciate al balcone della per cause naturali) alla pena della reclusio­ loro abitazione, assistettero imperterrite ne di anni 16 e lo Spuches alla pena di anni alla sparatoria; anzi, quando si accorsero 18, perché recidivo nel quinquennio. che l'Arnone non era ancora morto, si av­ Intanto, nello stesso anno in cui la corte ventarono su di lui per finirlo. Erano: An­ di assise di Trapani condannava i due Greco, tonina, vedova di Greco Pietro (assassinato altri dello stesso clan cioè Greco Pietro e nel 1946) e la giovane figlia Rosalia. Greco Giuseppe, rispettivamente padre e Intervennero a questo punto il fratello zio degli autori del precedente omicidio, e la sorella dell'Anione e nel conflitto fu venivano assassinati in un agguato teso loro uccisa Antonina, mentre Rosalia rimase fe­ da persone rimaste sconosciute. rita; Greco Nicolò, figlio di Antonina e fra­ Le indagini, all'epoca condotte dalla po­ tello di Rosalia, freddava allora con un lizia giudiziaria, si conclusero con un nulla colpo di fucile Giovanni Arnone. di fatto, in quanto cozzarono contro il muro Il relativo procedimento penale venne dell'omertà, reso ancor più granitico dal chiuso con sentenza del 10 giugno 1952: terrore che incutevano i Greco nella zona il giudice istruttore del tribunale di Paler­ e dall'assoluto mutismo degli stessi fami­ mo, conformemente alla richiesta del pub­ liari degli uccisi. blico ministero, dichiarò non doversi pro­ Tuttavia, nella borgata di Ciaculli la cedere contro Greco Nicolò relativamente voce pubblica ritenne che tra i due fatti all'omicidio Arnone Giovanni, perché non di sangue dovesse sussistere uno stretto punibile, avendo agito in stato di legittima collegamento e che il primo omicidio avesse difesa. determinato il secondo, che si ritenne do­ Come ultimo atto del conflitto familiare vuto alla vendetta di Greco Giuseppe, detto si registrò, nel dicembre 1947, l'assassinio

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Fu questo, forse, un fatto determinante Quasi contemporaneamente Greco Giu­ che spinse « il tenente » a stringere alleanza seppe « il tenente », secondo le tradizioni con l'allora potente boss di Villanate, Cot­ dei mafiosi di un certo rango, abbandonò tone Antonino, temuto e riverito sia dalla il ruolo abituale dei « pezzi da novanta » mafia locale sia da quella d'oltreoceano, an­ di periferia ed usò tutto il suo ascendente che per la sua parentela con noti gangsters per allacciare e coltivare nuove amicizie nel­ di New York. l'ambiente sano della città di Palermo, ne­ Dopo pochi anni « il tenente » e il Cot­ cessarie per dissimulare, dietro un velo di tone consolidavano la loro amicizia con il apparente liceità, le sue vere attività ille­ matrimonio di due loro figli. cite. Infatti, egli fece di tutto per mantenere Altri « amici » autorevoli, appartenenti buoni rapporti con noti commercianti della città. Quale « gabelloto » e amministratore alla mafia palermitana, decisero di interve­ dei Tagliavia entrò tra la schiera dei clienti nire per placare gli animi dei contendenti e eletti del Banco di Sicilia e della Cassa di riportare la pace tra gli elementi più gio­ risparmio di Palermo, e più volte venne no­ vani e irrequieti della famiglia Greco. tato a bordo di autovetture della Cassa di Pressioni vennero rivolte in particolare risparmio, che dalla propria abitazione lo nei confronti di Greco Giuseppe « il tenen­ portavano negli uffici del detto istituto di te », il quale era assurto al grado di « pa­ credito. triarca » per aver assunto anche la respon­ sabilità ed il controllo dei nuclei familiari Ha, così, avuto cura di cementare la sua del cognato e di suo fratello Pietro, uccisi amicizia con il boss Antonino Cottone da nel 1946. Villabate, favorendo il matrimonio del fi­ glio Salvatore con la figlia del Cottone a I figli di Giuseppe e Pietro Greco ven­ nome Maria, ma si è anche preoccupato di nero così interessati alla conduzione del elevare il tono sociale del proprio nucleo fondo Costa degli eredi Tagliavìa, della familiare. Infatti, il suo primogenito, Fran­ estensione di circa 300 tomoli, coltivato a cesco, è divenuto medico ed esercita la pro­ mandarineto. Essi possedevano ed ammini­ fessione nel centro della città e la figlia stravano la società ISCA per l'esportazione Nunzia ha sposato un medico che esercita di agrumi, attualmente gestita da Bonac- pure a Palermo. corso Francesco, cognato di Greco Salva­ Dei figli di « Piddu » Greco solo Michele, tore « ciaschiteddu ». Tutti i cugini, con in effetti, ha seguito le orme del genitore, Salomone Antonino e con i Valenza di Bor- continuando l'attività lavorativa nel fondo getto, erano soci di una linea di autobus dei Tagliavia. extraurbana Palermo-San Giuseppe Jato-San Ovviamente questa escalation sociale ser­ Cipirello-Partinico. vì anche ad aumentare il « rispetto » tra gli I figli avevano però ereditato dai ri­ uomini più in vista della mafia palermitana, spettivi genitori tutto il patrimonio delin­ con i quali era ed è rimasto legato da saldi quenziale che, con il passare degli anni, fu vincoli di « fratellanza », vincoli che gli determinante per la « carriera » di Greco hanno sempre consentito di proteggere i Salvatore, fu Giuseppe, detto « ciaschited­ più giovani parenti con una tela fittissima du », e di Greco Salvatore fu Pietro, detto di favoreggiatori, tessuta in anni ed anni « l'ingegnere », i quali ben presto acquista­ di milizia mafiosa. rono un preciso ruolo non soltanto in seno E tutto il suo peso specifico di mafioso alla mafia palermitana, ma anche in quella potente venne evidenziato anche durante le internazionale. indagini a carico di numerosi elementi del Unico loro scopo fu quello di accrescere clan. sempre più il patrimonio del clan con facili La squadra mobile della questura di guadagni in massima parte provenienti da Palermo e quel nucleo di carabinieri, con operazioni di contrabbando. un rapporto congiunto, in data 9 novem- — 140 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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bre 1963 lo denunciarono, unitamente ad teggerli ed aiutarli a sottrarsi alla cattura, altre diciassette persone, perché ritenuto sembra non abbia sfiorato nessuno. responsabile di associazione per delinquere Solo nel 1965 « Piddu » Greco venne pro­ della quale era considerato il promotore. posto per l'applicazione della sorveglianza Nel rapporto si fa riferimento all'ami­ speciale con l'obbligo di soggiorno in un cizia ed alla parentela di « Piddu » Greco comune lontano dall'isola. Tratto in arre­ con i Cottone di Villabate e si richiamano sto in data 10 ottobre 1965 in esecuzione di episodi criminosi avvenuti prevalentemente ordinanza di custodia precauzionale emes­ sa dal tribunale di Palermo, il 25 successivo in detto centro. viene rimesso in libertà perché lo stesso Nessun preciso cenno viene fatto ai tribunale decreta il « non luogo all'appli­ cruenti crimini orditi e consumati dai grup­ cazione di misure di prevenzione ». Il de­ pi mafiosi palermitani, anche se la denun­ creto viene appellato e il 30 maggio del 1966 cia venne presentata dopo quattro mesi la corte di appello di Palermo gli commina dalla strage del fondo Sirena della borgata la sorveglianza speciale di pubblica sicu­ Ciaculli. rezza per anni tre, lasciandolo nel proprio Salvatore « ciaschiteddu », Totò « l'in­ ambiente, libero di continuare a muovere gegnere » ed altri elementi del clan erano le leve di comando per i traffici del clan e, già latitanti, ma il sospetto che il Greco soprattutto, per proteggere la latitanza dei Giuseppe potesse — come si ritiene — pro­ più pericolosi elementi delle famiglie Greco. — 14ij — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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III. - PROFILI BIOGRAFICI

Allo scopo di illustrare meglio l'attività nente della cosca mafiosa avversaria della dei singoli componenti del clan, si ritiene cosca mafiosa dei fratelli La Barbera, re­ opportuno tracciare un breve profilo degli sponsabili dei sanguinosi delitti commessi stessi, con particolare riguardo ai due mag­ tra il 26 dicembre 1962 ed il 24 maggio 1963. giori esponenti: Greco Salvatore detto « Tale tesi, per quanto sfornita di ade­ « ciaschiteddu » e Greco Salvatore detto guata dimostrazione, è abbastanza plausi­ « l'ingegnere ». bile sul piano logico, sia perché i delitti in esame sono indubbiamente manifestazioni di un feroce conflitto tra opposte cosche di a) Greco Salvatore fu Giuseppe, inteso « cia­ mafiosi, sia perché effettivamente i Greco schiteddu ». da una parte ed i La Barbera dall'altra sono esponenti di gruppi mafiosi aventi Come si evince dalla lettura della sen­ origine e formazione diverse. I Greco rap­ tenza di rinvio a giudizio, emessa in data presentano la mafia tradizionale, la mafia 23 giugno 1963 dal giudice istruttore del camuffata di rispettabilità (e per questo tribunale di Palermo, dottor Cesare Terra­ forse più insidiosa e pericolosa) e sono nova, Greco Salvatore « appartiene, come i legati da una fitta rete di amicizie, inte­ cugini omonimi, ad una malfamata famiglia ressi e protezioni con i maggiori mafiosi di mafiosi di contrada Ciaculli ed è indub­ del palermitano. biamente l'esponente di una forte cosca « Detengono una posizione di preminen­ mafiosa, dedita al traffico dei tabacchi e za nel campo dei contrabbandieri di tabac­ degli stupefacenti, come è dimostrato dai chi e stupefacenti. suoi frequenti viaggi all'estero, dai legami « I La Barbera, invece, vengono dalla mantenuti con noti elementi della malavita oscurità e la loro forza consiste soprattutto internazionale, specialmente in Francia, nella loro intraprendenza e nel seguito di Spagna e Nord Africa e dalle indagini com­ una risoluta banda di sicari, pronti a qual­ piute sul suo conto dalla polizia tributaria. siasi misfatto. « È accertata la frequenza dei suoi rap­ « La loro rapida ascesa nel mondo della porti con Buscetta Tommaso, nonché, sino malavita induce i La Barbera a sconfinare alla fine del 1962, con i fratelli La Barbera, sempre più rapidamente in altri settori, ri­ con i quali, secondo la deposizione di Ni- servati ad altre cosche, dando luogo ad nive Tancredi, soleva incontrarsi nell'auto­ attriti e contrasti che, per la personalità rimessa di Ninive Tancredi (n.d.r.: cognato dei soggetti e la natura delle divergenze, di La Barbera Salvatore). sfociano fatalmente in cruenti delitti ». « Il suo recapito era annotato nell'agen­ Ed ancora lo stesso giudice istruttore, da sequestrata al mafioso di Corleone, Riina in una successiva sentenza dell'8 maggio Giacomo. 1965, con una visione più vasta di fatti e « In base alla tesi del pubblico mini­ circostanze, così si esprime: stero, Greco Salvatore, sostenuto dal cu­ « Greco Salvatore fu Giuseppe, inteso gino omonimo, sarebbe il maggiore espo­ "ciaschiteddu" (oppure "cicchiteddu") ap- — 142 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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partiene, come il cugino omonimo cono­ « Sempre secondo la Battaglia, Salva­ sciuto con il nomignolo di "Totò l'inge­ tore Greco era il più importante esponente gnere", a famiglia di mafiosi, che per de­ della mafia di Palermo orientale, da tutti cenni, ha esercitato un incontrastato pre­ temuto e riverito la cui parola era legge, dominio nella zona di Ciaculli, divenuta tanto da rassicurare Stefano Leale, dopo sempre più temibile ed influente, per le l'attentato in località Pioppo in data 4 gen­ sue numerose ed oscure aderenze, per la naio 1959, con le parole: "Zu Stefano, non stretta alleanza con altre cosche mafiose, abbia timore; per ammazzare lei ci vuole per i legami con l'alta malativa internazio­ il mio permesso". nale, per il controllo dei traffici illeciti sulle « A distanza di pochi mesi, l'atteggia­ droghe, per l'abilità dimostrata nell'eludere mento di Salvatore Greco verso Stefano le indagini della polizia ed, in particolare, Leale subisce un radicale mutamento, per­ della polizia tributaria, per lo spietato at­ ché, dopo aver convocato nella propria abi­ teggiamento assunto nei confronti degli av­ tazione il Leale per contestargli la sua re­ versari. sponsabilità nell'uccisione del mafioso D'Ar­ « È bene ricordare che il padre dell'im­ rigo, inteso "il colonnello", viene ad un putato, a nome Giuseppe, ed il di lui fra­ certo punto nella decisione di sopprimerlo tello a nome Pietro, padre di "Totò il e di farne scomparire il cadavere, in ciò lungo", furono uccisi il 25 agosto 1946 a sostenuto dal cugino Rocco Semilia, che colpi di bombe a mano e di mitra, nel corso aveva accompagnato Leale alla riunione e della lotta feroce scatenatasi tra i Greco di che riesce a far desistere il Greco dal suo Croceverde e Giardini, capeggiati da Greco proposito, avvertendolo che "la signora Fina Giuseppe, inteso "Piddu Greco, il tenente", è al corrente di tutto" ». e i. Greco di Ciaculli, originata dall'uccisio­ E, più oltre, il magistrato così continua: ne di un figlio di Giuseppe Greco "il te­ « Quanto al Leggio Luciano è sufficiente os­ nente", commessa nel 1939, protrattasi fino servare che sin dal 1958, epoca dell'ucci­ al 1947 attraverso sanguinosi fatti di san­ sione di Michele Navarra, egli è il capo in­ gue tra cui l'uccisione di Greco Antonina, discusso della mafia di Corleone, i cui rap­ vedova di Greco Pietro e madre dell'impu­ porti con la mafia di Ciaculli sono stati tato Greco Salvatore "l'ingegnere", e con­ sempre strettissimi. clusasi con una tregua realizzatasi per l'au­ « A questo proposito basta ricordare torevole intervento di due famigerati che nell'agenda del mafioso Runa Giacomo, gangsters, i fratelli Profaci, residenti a New gregario tra i più fedeli e decisi di Luciano York, temporaneamente stabilitisi, subito Leggio, era annotato l'indirizzo di Greco dopo la guerra, nel loro paese d'origine, Nicola e che tra le persone denunciate per Villabate. favoreggiamento, all'epoca dell'arresto del­ « Dalla deposizione di Serafina Battaglia l'imputato (Leggio) vi sono il commerciante risultano ampiamente dimostrati i legami Marino Francesco Paolo, i La Rosa e il criminosi di Greco Salvatore, "ciaschited- dottor La Mantia, tutti aventi interessi o du", con Salvatore Pinello, Francesco Paolo dimora nella zona di Ciaculli ». Bontate, Giunta Salvatore, Prestifilippo Gio­ Al termine del procedimento istruttorio, vanni, suo inseparabile compagno, Antonino riportato nelle sentenze prima citate, il Contorno, suo "compare" di cresima, Gio­ Greco Salvatore veniva rinviato a giudizio: vanni Di Peri e con diversi altri mafiosi im­ plicati in altro procedimento penale. — per avere, agendo in concorso con « Pietro Garofalo, il mafioso ucciso in Manzella Cesare, successivamente decedu­ casa di Pietro Toretta, è apertamente indi­ to, e con premeditazione, cagionato la cato da Serafina Battaglia come un sicario morte di La Barbera Salvatore. Fatto avve­ di Salvatore Greco. nuto in Palermo il 17 gennaio 1963; 143 —, ; Atti Parlamentari ; <\,' ?' > Senato della Repubblica

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— per avere, agendo in concorso col eia perché resosi irreperibile all'inizio delle predetto Manzella, soppresso il cadavere di indagini; conserva tuttora lo stato di lati­ La Barbera Salvatore, commettendo il fatto tanza. al fine di assicurarsi l'impunità del delitto Contrariamente agli altri componenti del di cui alla precedente imputazione. Fatto clan, « Totò ciaschiteddu » ha, fino al pro­ avvenuto in Palermo il 17 gennaio 1963; cesso di Catanzaro, un casellario giudiziario pressocché immacolato, se si eccettuano la — per avere, ancora in concorso con il multa, amnistiata, di lire 500 « per procac­ citato Manzella ed altre persone non iden­ ciamento di merce vincolata ad uso fami­ tificate, distrutto col fuoco l'autovettura del liare » ed il proscioglimento, con formula La Barbera, agendo al fine di assicurarsi dubitativa in primo grado, dall'imputazione l'impunità del primo delitto. Fatto avve­ di omicidio colposo. nuto il 17 gennaio 1963 in Santo Stefano Il comandante della stazione carabinieri Quisquina (Agrigento); di Palermo-Brancaccio, può così affermare — per essersi impossessato, in correità nel 1961 che « Greco Salvatore, proprieta­ con il Manzella e con altre persone non rio e commerciante di agrumi, è di buona identificate, di una autovettura della ditta condotta in genere e non appartiene a so­ Maggiore di Palermo al fine di consumare dalizi mafiosi, né è elemento socialmente pe­ altri delitti. Fatto verificatosi la notte sul ricoloso ». 28 marzo 1963; A due anni di distanza lo stesso mare­ sciallo Antonino Alampi lo propone per la — per avere compiuto atti tali da porre diffida perché « elemento socialmente peri­ in pericolo la pubblica incolumità, scarican­ coloso. Appartiene alla mafia, è violento e do numerosi colpi di mitra e di fucile ca­ capace di commettere qualsiasi reato pur­ ricato a lupara lungo una strada del centro ché possa avere la supremazia assoluta nel cittadino ed in direzione della rivendita di campo commerciale degli agrumi ». pesce "Impero", cagionando, in tale occa­ sione, lesioni personali gravissime a Gia­ Questo radicale mutamento d'opinione coma Stefano, Crivello Salvatore e Cusenza è stato originato dal mandato di cattura Gioacchino. nel frattempo emesso dal giudice istruttore Terranova in relazione ai numerosi delitti La corte di assise di Catanzaro, alla che hanno funestato Palermo negli anni quale era stato trasmesso l'incarico per le­ 1962-1963. gittima suspicione, con sentenza del 22 di­ Come si è detto prima, Greco « ciaschi­ cembre 1968, accoglieva solo in parte le ri­ teddu » si è reso irreperibile. Alla vigilia del chieste del pubblico ministero (20 anni di mandato di cattura e della diffida, era in reclusione per associazione per delinquere possesso della licenza di porto di fucile — aggravata; assoluzione per insufficienza di rilasciatagli nel 1951 e rinnovata regolar­ prove per altri reati) e condannava il Greco mente di anno in anno — e del passaporto Salvatore fu Giuseppe alla pena comples­ concessogli per gli Stati europei ed esteso siva di anni 10 di reclusione, all'interdizio­ nel 1962 al Brasile e all'Argentina. ne dai pubblici uffici e disponeva la libertà vigilata a pena espiata, il pagamento in solido delle spese processuali e delle spese b) Greco Salvatore fu Pietro, inteso « Totò per la propria custodia precauzionale, per­ il lungo » o « Totò l'ingegnere ». ché riconosciuto responsabile della sola as­ sociazione per delinquere; lo assolveva, in­ Nella sentenza del giudice Terranova del vece, per tutti gli altri reati di cui alla sen­ 23 giugno 1964, sul conto di Greco Salva­ tenza istruttoria. tore « l'ingegnere » si legge: Il Greco Salvatore, « ciaschiteddu », è « Valgono per lui le medesime conside­ stato giudicato e condannato in contuma- razioni già fatte per il cugino omonimo, ag- — 144 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI giungendo che i suoi rapporti con famige­ Al termine delle investigazioni, il Greco fu rati personaggi della malavita risultano denunciato e, in data 26 marzo 1953, tratto sufficientemente messi in luce dal rapporto in arresto in esecuzione di un mandato di informativo della polizia tributaria, e pre­ cattura emesso dal giudice istruttore del cisamente con Mancuso Serafino, Frank tribunale di Trapani. Coppola, Peter Gardino, Joe Pici, Frank Ulteriore conferma dell'attività delittuo­ Callace, Sorace Antonino, Luky Luciano, sa esercitata su vasta scala dal soggetto in Sam Carollo, Salom Golas, Forni Elio, Fal­ esame nel traffico dei tabacchi si ebbe al­ ciai Marcello, Jean Gomez, Paul Paoli e l'inizio del 1955, allorché la polizia tribu­ molti altri loschi elementi appartenenti ol­ taria, investigando su un ingente contrab­ tre che alla malavita siciliana, anche a quel­ bando di tabacchi svolto da Falciai Mar­ la americana, spagnola, corsa e tangerina, cello e Forni Elio, scoprì in una cassetta notoriamente dediti al traffico dei tabacchi di sicurezza di quest'ultimo un appunto con e degli stupefacenti, più volte implicati in l'annotazione: « Ingegnere lire 722.000 ». Italia e all'estero in procedimenti penali. Altro significativo episodio si verificò nel « Risultano provati dalle indagini della luglio dello stesso anno quando una moto­ polizia i suoi rapporti con Buscetta Tom­ vedetta della guardia di finanza avvistò ed maso ed i La Barbera, almeno fino al di­ inseguì nei pressi di San Vito Lo Capo cembre del 1962; nell'aprile del 1963, Totò, l'imbarcazione contrabbandiera Sea of detto « l'ingegnere », alla vigilia della cruen­ Rahane che riuscì a sfuggire alla cattura. ta aggressione contro la pescheria "Impe­ Mentre la motovedetta stava facendo ri­ ro", sparisce dalla circolazione, mantenen­ torno a Palermo, incrociò e controllò il mo- dosi sino ad oggi latitante ». toposchereccio palermitano Luigi S., che re­ L'attività svolta da Greco Salvatore « l'in­ cava a bordo Greco Salvatore non iscritto gegnere » nel campo del contrabbando, a ruolo. emerge, però, chiaramente, attraverso le in­ Nel 1957 furono sequestrati a Napoli e dagini di polizia tributaria sin dal febbraio ad Afragola circa 1.000 chilogrammi di ta­ del 1952, allorché venne sequestrato ad Al­ bacco. Al termine delle indagini, Greco Sal­ camo un baule diretto al trafficante Man­ vatore venne tratto in arresto unitamente cuso Serafino e contenente chilogrammi ai due suoi complici Spadaro Vincenzo e 5,800 di eroina. Bozza Luigi. In alcune lettere, relative al traffico di Nel 1960, a seguito del sequestro di stupefacenti sequestrate in casa del Man­ dieci chilogrammi di eroina effettuato nel cuso, furono rilevati accenni a « Totò il porto di New York, le indagini furono estese lungo » e a « Totò l'ingegnere »; nella stessa in Italia nei confronti di numerosi traffi­ circostanza venne sequestrata una lettera canti, tra cui Di Cosimo Angelo da Salemi diretta da Salvatore Greco a Frank Cop­ (Trapani). Costui, sottoposto ad interroga­ pola, nonché altra lettera spedita dal traf­ torio, riferì tra l'altro, di aver avvicinato ficante Peter Gaudino di Detroit a Greco il Greco per ottenere, suo tramite, la resti­ Salvatore. tuzione di alcuni sacchetti di eroina man­ Attraverso l'esame di tale corrisponden­ canti da partite di stupefacenti pervenute za fu possibile stabilire che il Greco Sal­ in Italia dalla Francia e trasportate dalla vatore, unitamente ai trafficanti Callace squadra del trafficante francese Cordoliani Francesco e Vitale Salvatore si era recato Antoine. a Milano per incettare la droga e che erano Nel corso della sua attività delinquen­ sorte rivalità con i fratelli Mancuso, i quali ziale « Totò l'ingegnere » ha collezionato i intendevano anche loro operare nella capi­ seguenti precedenti penali: tale lombarda. II dissidio fu in seguito composto per — 1947: denunciato in stato di irreperi­ l'intervento autorevole di Frank Coppola. bilità per correità in più omicidi, tentati — 145 ,— , Atti Parlamentari ' ,*'J-'" Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI omicidi ed associazione per delinquere. Da grammi 17.000 di gasolio e chilogrammi 500 tali imputazione fu in seguito prosciolto in di olio lubrificante; sede istruttoria per non aver commesso il — 1958: la questura di Palermo lo dif­ fatto; fida ai sensi dell'articolo 1 della legge 27 di­ — 1948: la corte di appello di Palermo cembre 1956, n. 1423; lo condanna ad 8 mesi di reclusione per de­ — 1961: il tribunale di Napoli lo assol­ tenzione e porto abusivo di armi da guer­ ve per insufficienza di prove dal reato di ra. La pena è sospesa per anni 15; contrabbando ed evasione I.G.E.; — 1949: il tribunale di Bologna lo con­ — 1963: la squadra mobile della que­ danna a giorni 15 di reclusione e lire 3.000 stura di Palermo ed il locale nucleo carabi­ di multa per contrabbando ed evasione IGE; nieri di polizia giudiziaria lo denunciano in stato di irreperibilità per associazione per — 1951: il tribunale di Genova gli in­ delinquere, omicidi, sequestro di persona ed fligge quattro multe per analoghe imputa­ altro, in relazione ai noti fatti di sangue ve­ zioni; rificatisi in Palermo negli anni 1962-1963. — 1952: il tribunale di Genova lo con­ Greco Salvatore « l'ingegnere » si era, danna alla multa di lire 13.733 per contrab­ però, già reso irreperibile sin dall'aprile del bando ed evasione IGE; 1963, immediatamente dopo i fatti della pe­ — 1953: il tribunale e la corte di appel­ scheria " Impero ", mantenendosi ancora lo di Genova gli comminano due multe per oggi latitante. i reati di cui sopra; La pubblica sicurezza, la guardia di fi­ nanza, l'arma dei carabinieri ed il Bureau — 1954: con sentenza della sezione of Narcotics non tralasciano occasione per istruttoria della corte di appello di Palermo controllare le varie segnalazioni che perven­ viene rinviato a giudizio del tribunale per gono al fine di localizzare il nascondiglio del rispondere di associazione per delinquere e Greco. Finora gli sforzi fatti per assicurarlo traffico di stupefacenti; alla giustizia si sono dimostrati vani. — 1956: la corte di appello di Caltanis- Da fonti varie si è appreso che continua setta lo assolve per insufficienza di prove dal a viaggiare, tanto che nel 1963 la sua pre­ delitto di omicidio colposo; senza fu segnalata a Tangeri e l'anno se­ guente a Gibilterra, ove risiedevano i noti — 1957: il nucleo di polizia giudiziaria contrabbandieri Cristoforetti e Bordiga. di Napoli lo denuncia per contrabbando di Negli anni 1965-66 sembra si sia recato sigarette e porto abusivo di armi; addirittura a Palermo dove avrebbe preso contatto con alcuni contrabbandieri del — 1957: il nucleo di polizia tributaria luogo. di Roma lo denuncia per associazione per Nell'anno 1967 viene segnalata la sua pre­ delinquere e contrabbando pluriaggravato senza a Milano, Genova e Barcellona. Si ri­ di tabacchi; tiene, anzi, che sia tuttora in stretti rap­ — 1958: la corte di appello di Genova porti con l'organizzazione capeggiata dai su lo condanna a mesi 6 e giorni 15 di reclu­ nominati Cristoforetti e Bordiga e si so­ sione e lire 7 milioni e 200.000 di multa per spetta anche che sia riuscito ad « aggan­ contrabbando di tabacchi esteri ed evasione ciare » funzionari doganali ed esteri allo sco­ I.G.E.; po di svolgere i propri traffici con maggiore sicurezza. — 1958: il nucleo di polizia tributaria Così, come il cugino omonimo, anche di Palermo lo denuncia per contrabbando di Salvatore Greco « l'ingegnere » viene giudi­ chilogrammi 12.000 di tabacchi esteri, chilo­ cato in contumacia dalla corte di assise di

10. — 146 Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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Catanzaro che, a parziale accoglimento della — 1960: diffidato ai sensi dell'articolo 1 sentenza istruttoria del tribunale di Paler­ della legge 27 dicembre 1956, n. 1423; mo e delle richieste del pubblico ministero di Catanzaro (12 anni di reclusione per as­ — 1960: denunziato alla pretura di Pa­ lermo per porto e detenzione abusiva di sociazione per delinquere aggravata), lo arma da fuoco; condanna per il reato di associazione per delinquere a soli 4 anni di reclusione, al­ — 1963: il nucleo di polizia giudiziaria l'interdizione legale e dai pubblici uffici; di­ dei carabinieri di Palermo e quella squadra spone la libertà vigilata a pena espiata ed mobile lo denunciano in stato di irreperibi­ il pagamento in solido delle spese proces­ lità per associazione per delinquere; suali e di quelle per la propria custodia pre­ — 1963: il giudice istruttore del tribu­ ventiva. nale di Palermo emette a suo carico man­ dato di cattura per associazione per delin­ quere e per altri gravi reati. e) Greco Nicola fu Pietro, nato nel 1929. Come il fratello Salvatore, anche Greco È fratello di Greco Salvatore, « l'inge­ Nicola si era reso irreperibile dall'aprile del gnere », all'ombra del quale è sempre vis­ 1963 ed è tuttora latitante. suto. Ha operato con la protezione autore­ Pur non avendo ricoperto — come innan­ vole del fratello ed al pari del medesimo zi detto — un ruolo di primo piano, egli possiede le qualità necessarie per essere an­ appartiene indubbiamente all'organizzazione noverato tra i mafiosi di rango. mafiosa del fratello. Il suo nome è stato Pur non svolgendo un ruolo di primo rilevato nelle agende di Di Pisa Calcedonio piano nell'ambiente del crimine, ha avuto (ucciso a Palermo il 26 dicembre del 1962) ugualmente modo di accumulare le seguenti ed in quella di Riina Giacomo, braccio de­ vicende penali: stro di Leggio Luciano. Infine, la partecipa­ zione alle nozze di Rimi Natale (figlio del — 1947: arrestato dai carabinieri di Bi- capo mafia di Alcamo, Rimi Vincenzo), alle sacquino quale sospetto autore dell'omici­ quali furono presenti noti esponenti della dio in persona di Arnone Giovanni; malavita isolana, conferma, se ce ne fosse — 1498: posto in libertà perché venuti bisogno, la sua appartenenza al sodalizio cri­ meno gli indizi di reità per l'omicidio di cui minoso facente capo alla sua famiglia. sopra; Rinviato a giudizio dal giudice istrutto­ re del tribunale di Palermo, la corte di as­ — 1952: il giudice istruttore del tribu­ sise di Catanzaro lo condanna ad anni 6 di nale di Palermo dichiara non doversi pro­ reclusione per associazione a delinquere cedere nei suoi confronti relativamente al­ aggravata (il pubblico ministero aveva chie­ l'omicidio di Arnone Giovanni, avendo agito sto la condanna a 7 anni); dispone la li­ in stato di legittima difesa; bertà vigilata a pena espiata ed il pagamen­ — 1952: il tribunale di Palermo dispone to in solido delle spese processuali e di il suo ricovero in manicomio; quelle della propria custodia preventiva. Anche Greco Nicola è stato giudicato e — 1958: il tribunale di Palermo lo as­ condannato in contumacia ed è tuttora la­ solve per insufficienza di prove dal reato di titante. lesioni colpose; — 1960: fermato dalla squadra mobile di Palermo per indagini di polizia giudizia­ d) Greco Paolo fu Pietro, nato nel 1931. ria perché sorpreso armato di pistola a bordo di autovettura in compagnia dei pre­ È il più giovane dei fratelli « dell'inge­ giudicati Calò Giuseppe e Vitrano Arturo; gnere » e viene indicato dai carabinieri della — 147 — Atti Parlamentari • ., ' , Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI zona di sua residenza come collaboratore di­ naio 1962 così scrive al commissariato di retto di Salvatore nella esecuzione delle pubblica sicurezza Orto Botannico: « ...È azioni delittuose. di buona condotta in genere senza prece­ Commerciante in agrumi, in prevalenza denti e pendenze penali ed immune da pre­ sulla piazza di Torino, ove spesso si recava, cedenti psicopatologici; pertanto, nulla-osta era anche interessato alla conduzione del- da parte di questo comando alla concessione l'ISCA ed alla vendita del concime per conto della licenza per il porto di fucile ». del Consorzio agrario di Palermo. Nella medesima circostanza, con lettera Elemento molto astuto, ha usato come del dottor Umberto Madia, così si esprime falso scopo i suoi impegni lavorativi, evitan­ il commissariato di pubblica sicurezza: do accuratamente di lasciare traccia delle « ...Si fa presente che il Greco, commercian­ sue malefatte, anche se la sua sola apparte­ te in agrumi, risulta di buona condotta in nenza alla famiglia Greco avrebbe dovuto genere e senza precedenti o pendenze penali attirare su di lui l'attenzione costante delle agli atti di questo ufficio. Il predetto non forze di polizia. risulta affiliato alla mafia o ad associazione Viceversa, il comandante della stazione di carattere criminoso e non è ritenuto ca­ carabinieri competente per territorio ha pace di favorire fuorilegge e di abusare del­ sempre espresso parere favorevole alle istan­ l'arma. Pertanto, su parere conforme espres­ ze del Greco Paolo intese ad ottenere la con­ so dall'Arma di Brancaccio, nulla osta da cessione del passaporto e del porto di fu­ parte di questo ufficio all'accoglimento del­ cile. l'istanza ». In data 1° marzo 1957 il commissariato Il commissariato di pubblica sicurezza di pubblica sicurezza Orto Botannico di Pa­ Orto Botannico, nell'esprimere il parere fa­ lermo inviava, invece, alla locale questura vorevole, ha evidentemente trascurato di la seguente nota: « ...Si trasmette l'unita do­ tenere presente la missiva inviata alla que­ cumentata istanza con la quale la persona stura nel 1957: allora il Greco Paolo era in oggetto chiede il rinnovo del porto di fu­ « affiliato alla mafia di Ciaculli », mentre nel cile, significando che lo stesso è ritenuto af­ 1962 « non risulta affiliato alla mafia o ad filiato alla mafia di Ciaculli... » e con suc­ associazioni di carattere criminoso ». cessiva comunicazione del 17 maggio 1957, I carabinieri di Brancaccio esprimono ribadisce: « I congiunti della persona in og­ costantemente parere favorevole dimostran­ getto furono a suo tempo uccisi a causa do, così, di conoscere poco o niente i cit­ della loro affiliazione alla mafia per la con­ tadini residenti nel proprio territorio e sol­ tesa del predominio di quella zona. I fatti tanto nel 1963 modificano sostanzialmente di sangue di cui si è fatto cenno, ai quali il loro giudizio, come si evince dalla scheda ne erano preceduti altri, sono stati seguiti informativa da essi redatta: « ...Lo stesso, da una catena di omicidi che culminarono fino a qualche anno addietro, era ritenuto l'il aprile 1956 con l'uccisione di Francesco elemento innocuo ma dalle indagini espe­ Greco fu Giacomo. Per quanto precede e rite ed informazioni riservate assunte, si ri­ poiché il Greco Paolo è ritenuto capace di tiene che lo stesso abbia collaborato unita­ abusare dell'arma, questo ufficio conferma mente ai fratelli nelle azioni delittuose veri­ il parere contrario già espresso per il rin­ ficatesi negli ultimi tempi... ». novo del permesso del porto di fucile ». Ed ancora: « Oltre al fatto che la voce Sulla base di questo giudizio il questore pubblica lo addita mafioso, sta il fatto che di Palermo non accoglie l'istanza del Greco appartiene alla famiglia Greco ». Paolo, « per motivi di pubblica sicurezza ». È necessario premettere che alla base di Ad una nuova richiesta di rinnovo del queste affermazioni stanno due elementi di porto d'armi il comandante della stazione notevole gravità: l'arresto di Paolo, in data dei carabinieri di Palermo-Brancaccio, ma­ 29 marzo 1963, perché trovato in possesso resciallo Antonio Alampi, in data 23 gen­ di una rivoltella Smith & Wesson calibro 38 — 148 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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con numerosi proiettili sia nel tamburo che Unitamente al fratello Francesco, Greco nelle tasche, e la denuncia da parte dei ca­ Paolo si era già messo in luce nel 1939 in rabinieri per associazione per delinquere ed occasione dell'omicidio di Giuseppe Greco, altro. figlio del « tenente ». La questura, ritornando sulle antiche po­ Come è noto, il processo a loro carico sizioni del 1957, provvide perciò a revocare si concluse, in primo grado, nel maggio del il porto di fucile. Il commissariato di pub­ 1942, con sentenza di condanna nei con­ blica sicurezza Orto Botannico lo propone fronti dei predetti Greco, nonché di Salva­ inoltre per la diffida ai sensi dell'articolo 1 tore Pace e di Giovanni Spuches, loro cor­ della legge 27 dicembre 1956, n. 1423. rei. È significativo al riguardo il giudizio La denuncia del 1963 da parte dei cara­ espresso dall'allora prefetto di Palermo, binieri e della squadra mobile di Palermo dottor Marino: « ...La sentenza di condan­ ha relazione con i gravissimi delitti che si na ha prodotto buona impressione nel pub­ verificarono in quell'anno ed ai quali il Gre­ blico e specialmente nell'ambiente della co Paolo non fu ritenuto estraneo. Anche il borgata Giardini ove l'efferato delitto in suo nome, infatti, è stato rilevato nelle agen­ persona del giovane studente Greco Giu­ de di Calcedonio Di Pisa e di Riina Giacomo. seppe, assai stimato per la sua correttezza Nel giugno del 1963 il giudice istruttore e docile carattere, aveva prodotto una seria del tribunale di Palermo emette mandato costernazione per la pericolosità e malva­ di cattura anche a suo carico, provvedi­ gità degli assassini... ». mento che rimane però ineseguito poiché Dei due fratelli Greco, Francesco muore il Greco Paolo si rende irreperibile fin dai in carcere nel 1943; Paolo, invece, incontra tempi della scomparsa di La Barbera Sal­ diversa e migliore sorte: nel volgere di vatore per sottrarsi alle indagini della po­ pochi anni egli ritorna libero cittadino per­ lizia. ché, con decreto del 12 maggio 1947 il Mi­ Rinviato a giudizio dallo stesso giudice nistero di grazia e giustizia gli concede la istruttore, viene giudicato dalla corte di as­ libertà condizionale dopo la sentenza di con­ sise di Catanzaro che, in data 22 dicembre danna a 16 anni di reclusione per « correi­ 1968, lo assolve disponendo la revoca del tà » in omicidio emessa dalla corte di as­ mandato di cattura. Il pubblico ministero sise di Trapani, nel maggio dell'anno prece­ aveva chiesto nei suoi confronti la con­ dente. danna a 7 anni di reclusione per associazio­ ne a delinquere aggravata. Egli, infatti, condannato in primo gra­ Naturalmente anche il Greco Paolo, così do dalla corte di assise di Palermo, propo­ come gli altri congiunti dei quali si è già se ricorso per Cassazione avverso la sen­ detto, è stato giudicato in contumacia. tenza e dalla Suprema corte fu rinviato al Benché assolto, non si è più fatto vedere giudizio della corte di assise di Trapani che a Palermo e ciò fa presumere che egli si ridusse la pena originaria di anni 30 a trovi in compagnia dei suoi congiunti tut­ quasi la metà. tora latitanti. La concessione della libertà condizio­ nata ha, per così dire, un seguito. Il giudice di sorveglianza, su richiesta e) Greco Paolo fu Giuseppe. di Paolo Greco, gli concede il permesso di rientrare a domicilio alle ore 22,30 anziché È fratello di Greco Salvatore, inteso alle ore 20 e, dopo soli tre anni dal provve­ « ciaschiteddu ». dimento del Ministero di grazia e giustizia, Secondo i carabinieri della stazione Bran­ con decreto del 3 novembre 1950, fu revo­ caccio, competente territorialmente sulla cata la misura di sicurezza « ritenuto che, borgata Ciaculli, anche costui ha fatto ripresa in esame la condizione dello stesso, parte di quella cosca mafiosa. risulta essere cessata in lui la pericolosità — 149 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI sociale, per come infatti affermano i cara­ colosità, nel settembre del 1963, venne dif­ binieri del suo mandamento ». fidato dalla questura di Palermo che, però, Non si può non osservare che tale de­ non fu in grado di notificargli subito il cisione è stata adottata ignorando o sotto­ provvedimento, perché nel frattempo egli valutando i precedenti penali del Paolo si era recato a Torino. Greco e dei suoi congiunti, nonché la loro Veniva diffidato il 12 novembre succes­ inequivocabile appartenenza all'alta mafia sivo dopo essere stato rimpatriato a Paler­ di Ciaculli; se non altro bisognava tenere mo con provvedimento adottato dal que­ presente che negli anni precedenti, proprio store di Torino. in quel determinato ambiente mafioso, era­ A tal proposito, la prefettura della città no maturati numerosi gravi fatti di sangue. piemontese così scrive: « ...Durante la sua D'altra parte il procedimento penale, saltuaria permanenza in questo capoluogo, relativo al giovane Greco, non costituiva il simulando apparentemente una attività primo incontro di Paolo con l'autorità giu­ commerciale presso i mercati generali, in diziaria. effetti teneva frequenti contatti con pre­ Nel 1937, infatti, era stato denunziato in giudicati di origine siciliana e con elementi stato di arresto per porto abusivo di rivol­ della malavita locale ». tella, tentata violazione di domicilio e mi­ Proposto per l'applicazione della sorve­ naccia a mano armata. glianza speciale con l'obbligo di soggiorno Il tribunale di Palermo lo assolse per in un determinato comune, nel settembre insufficienza di prove dopo due mesi di del 1965 il tribunale di Palermo ha emesso detenzione. nei suoi confronti ordinanza di custodia Nel 1944 era stato condannato dalla corte precauzionale, non eseguita perché nel frat­ di appello di Catania alla pena di un anno tempo il Greco si è reso irreperibile. Co­ di reclusione per evasione in massa; nel­ stituitosi, nel novembre successivo, veniva l'anno successivo veniva amnistiato. inviato al soggiorno obbligato per 4 anni Nel 1948 il nucleo mobile carabinieri nel comune di Arquata del Tronto (Ascoli di Palermo lo denunciava in stato d'arre­ Piceno) e trasferito, poi, nel comune di sto per detenzione di armi da guerra. Fiortano Modenese. Rimase in detto centro Nel 1954 la squadra mobile di Palermo solo 4 mesi perché nel novembre del 1966 lo denunciava in stato di arresto per se­ veniva ricoverato all'Ospedale Maggiore di questro di persona a scopo di estorsione; Bologna e, successivamente, nella casa di la sezione istruttoria della corte di appello cura Madre Fortunata della stessa città, di Palermo lo proscioglieva per mancanza ove decedeva il 20 febbraio del 1967 per di indizi. « ipertensione maligna ». Successivamente, nel 1960, trovato in Dall'esame dei precedenti penali ripor­ possesso di una patente di guida rilasciata tati e per la condotta mantenuta in Sicilia dalla prefettura di Napoli con timbri pa­ e fuori, il Greco Paolo doveva essere con­ lesemente falsi, veniva denunciato dalla siderato un elemento abbastanza impor­ squadra mobile di Palermo e tratto in ar­ tante sul piano delinquenziale, anche se resto dai carabinieri di Brancaccio in ese­ non risultò direttamente implicato nella cuzione di un mandato di cattura. cruenta lotta delle cosche mafiose palermi­ Le indagini, condotte dalla polizia giu­ tane. diziaria in occasione dell'esplosione delin­ quenziale registrata a Palermo negli anni 1962-63, non evidenziarono sue responsabi­ f) Greco Giuseppe e Greco Giovanni fu lità penali per cui il Greco Paolo non figurò Giuseppe. tra le persone denunciate. Tuttavia, in considerazione dei suoi pre­ Sono entrambi elementi minori della cedenti penali e della sua potenziale peri­ famiglia Greco. 150 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Dopo un espatrio clandestino ed una latitanza del fratello Salvatore e dei cu­ permanenza di qualche mese in America, gini. D'altra parte, né la polizia né l'auto­ nel 1950 Giuseppe Greco fu rimpatriato rità giudiziaria erano riuscite a provare dalle autorità consolari e non fece più par­ loro responsabilità penali in ordine ai vari lare di se; in seguito rimase nell'ombra reati attribuiti ai congiunti e dei quali si è anche in occasione dei conflitti mafiosi dei prima diffusamente parlato. quali furono protagonisti il fratello Salva­ Greco Giovanni, è per la verità, ancora tore « ciaschiteddu » ed i cugini. meno esposto del fratello Giuseppe, anche Anche egli, però, nel 1963 fu diffidato perché da qualche anno si è trasferito a dalla questura di Palermo perché sospet­ Bologna con la propria famiglia, città ove tato di assistere e favorire i suoi congiunti cura la vendita degli agrumi in quei mer­ resisi irreperibili per eludere le indagini cati generali, coadiuvato saltuariamente dal della polizia giudiziaria. fratello Giuseppe. Per la sua attività com­ Il provvedimento gli fu notificato a se­ merciale si appoggiava alla ditta Di Gior­ guito della sua presentazione spontanea alla gio ed operava anche quale corrispondente questura palermitana dopo un breve pe­ di diversi esportatori palermitani. riodo di latitanza. Sia Giuseppe sia Giovanni Greco non Nel settembre del 1965, in considera­ vennero menzionati nei rapporti, così detti zione alla sua persistente pericolosità so­ dei 37 e dei 54, redatti dalla squadra mobile ciale, in quanto ritenuto uno dei principali e dal nucleo carabinieri di polizia giudizia­ favoreggiatori del fratello e dei cugini, allo ria di Palermo. scopo di allontanarlo dall'ambiente, la que­ stura lo propose unitamente al fratello Gio­ I loro precedenti penali sono: vanni, per la sorveglianza speciale con l'ob­ Giuseppe: 1953: mesi quattro di arre­ bligo di soggiorno in un comune lontano dall'isola. Venne tratto in arresto dopo po­ sto e lire 20.000 di ammenda per espatrio chi giorni insieme al fratello, ma il tribu­ clandestino. Pena sospesa e non menzione. nale non accolse la proposta e decretò il 1969: denunciato dalla guardia di fi­ non luogo alla misura di prevenzione della nanza per infrazione alla legge finanziaria sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. (decreto del Presidente della Repubblica Tale provvedimento è stato adottato in 29 gennaio 1958, n. 645). Pende giudizio quanto non vennero rappresentati elementi presso il tribunale di Palermo. a loro carico tali da far ritenere con tutta certezza che essi potessero aver favorito la Giovanni è, invece, incensurato. — i5i — „ , Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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IV - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Da tutti gli elementi fin qui esaminati di Palermo negli anni a cavallo del 1960: appare evidente che la potenza dei Greco, esempio classico di mafia, per così dire, non soltanto nelle borgate di Ciaculli e conservatrice, legata a certe regole tradi­ Giardini o nella stessa Palermo, ma anche zionali di stile mafioso, la grande famiglia nelle altre città d'Italia ed all'estero, si è si è opposta vivacemente alle pretese di potuta consolidare grazie ai rapporti con una delinquenza « giovane » infiltratasi nel­ le cosche mafiose siciliane ed altre. le file della mafia tradizionale anche per La disponibilità di enormi somme di dare nuova linfa alle cosche del triangolo denaro, ricavata sia dal contrabbando dei Palermo-Trapani-Agrigento, ma che tenta tabacchi e delle droghe sia dal commercio ora di imporre il suo predominio nell'am­ lecito degli agrumi, costituisce la creden­ pio contesto della mafia palermitana con la violenza aperta e sistematica. ziale più valida per un sodalizio mafioso ed è la chiave che apre tutte le porte. L'episodio che dette il via al sanguinoso Anche se il potere dei Greco può essere regolamento di conti del 1962-63 è noto e sarà comunque esaminato più oltre: l'ope­ inquadrato come un fatto ereditario, non razione di contrabbando concertata fra i vi è dubbio che la spregiudicata risolutezza gruppi mafiosi (dei quali facevano parte dei membri maggiori del clan continua ad tanto i Greco quanto i La Barbera) per in­ essere il loro punto di forza. Infatti, senza trodurre droga negli Stati Uniti subì una la sicurezza economica da una parte e la improvvisa battuta di arresto per un pre­ stretta alleanza con i vari ambienti della sunto illecito comportamento di Calcedo­ malavita nazionale ed internazionale dal­ nio Di Pisa, contrabbandiere prescelto come l'altra, difficilmente un latitante riesce a « corriere » ed appartenente al gruppo di sottrarsi per così lungo tempo alla giusti­ , capo mafia di Cinisi e Ter- zia. E tutti i Greco colpiti da mandato di rasini, alleato dei Greco di Ciaculli. La cattura sono, da oltre 7 anni, latitanti. A droga è la principale e più lucrosa fonte Palermo continuano ad essere « intocca­ di guadagno della mafia, quella che collega bili » per il terrore che il loro nome incute la delinquenza siciliana alle varie organiz­ e per la protezione di cui godono grazie zazioni criminose internazionali e soprat­ anche al « patriarca » Greco Giuseppe, det­ tutto alla mafia americana. Era naturale, to « Piddu il tenente ». quindi, che « l'incidente » dovesse preoccu­ Fuori Palermo e fuori dell'Italia man­ pare non poco la mafia palermitana: il com­ tengono posizioni di primo piano negli am­ portamento del Di Pisa fu esaminato dai bienti del contrabbando internazionale. maggiori esponenti dei gruppi mafiosi che Come sarà più ampiamente specificato riuniti collegialmente (era presente anche nei capitoli successivi, il clan dei Greco ha Salvatore La Barbera) ritennero di sopras­ rappresentato uno dei due poli (l'altro fa sedere alla sua condanna. Tale decisione capo ai La Barbera) del contrasto violento non fu però accettata dai fratelli La Bar­ e clamoroso che ha insanguinato la città bera che, più degli altri, si ritenevano lesi — 152 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI finanziariamente. Decisero, quindi, di agire loro dovere, sette appartenenti alle forze da soli e decretarono così la morte del Di dell'ordine. Pisa, effettivamente ucciso la sera del 26 Il risultato di tale cruenta lotta fu la dicembre 1962. eliminazione di quasi tutti gli elementi del L'iniziativa dei La Barbera fu conside­ gruppo dei La Barbera e gli scampati, ri­ rata una vera e propria sfida all'autorità masti isolati e non protetti, finirono per degli altri capi mafia che, per non soccom­ cadere nelle mani della giustizia. bere moralmente e materialmente, decisero Tutti gli altri, tra cui innanzi tutto il a loro volta di vendicarsi eliminando Salva­ Greco, poterono invece godere dell'aiuto tore La Barbera, ritenuto il maggiore re­ dell'organizzazione mafiosa, sfuggendo ai sponsabile della morte del Di Pisa. Da qui rigori della legge grazie all'omertà ed alla la lunga catena di delitti ed atti terrori­ capillarità delle ramificazioni mafiose, che stici che culminò con la strage di Ciaculli consentirono e consentono tuttora così lun­ nella quale perirono, nell'adempimento del ghi periodi di latitanza. 2. I FRATELLI LA BARBERA PAGINA BIANCA Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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I. - I PRECEDENTI DI E SALVATORE LA BARBERA

Salvatore La Barbera, nato a Palermo di furto di bovini da lui perpetrato nella il 20 aprile 1922, figlio primogenito del contrada Martini, ma l'episodio nel com­ pregiudicato Luigi, nel 1940 viene denun­ plesso rimase oscuro; ciato, in stato di arresto, dall'Arma di Pal­ — Angelo è denunciato per rissa e furti lavicino, per correità nella minaccia a mano e nel settembre è colpito da mandato di armata in persona della guardia giurata cattura spiccato dal giudice istruttore dei Luppino Domenico e favoreggiamento per­ tribunale di Palermo perché imputato di sonale. associazione per delinquere. Questo episodio, per il momento iso­ lato, segna il suo debutto nell'onorata Nel successivo anno 1946 la corte di società. appello di Palermo condanna Salvatore alla Di condizioni economiche modeste, vie­ reclusione di 3 anni e alla multa di lire 10 ne descritto come « elemento affatto amante mila per furto aggravato: la pena è con­ del lavoro » e trascorre il suo tempo nel­ donata. l'ozio e nel vagabondaggio, mantenendo Il 1947 vede ancora i fratelli La Bar­ stretti rapporti con pregiudicati ed indivi­ bera protagonisti di altri delitti: dui della mafia del luogo e di alcuni rioni — Angelo è denunziato, in stato di irre­ di Palermo Molo e Castellammare. peribilità, per furto aggravato continuato Nel 1942 anche Angelo La Barbera, nato in danno di Grillo Nunzio. Il giudice istrut­ a Palermo il 3 luglio 1924, inizia la sua car­ tore spicca mandato di cattura che revo­ riera criminosa con una denuncia a suo cherà nel 1948 per proscioglimento dell'im­ carico per violenza carnale aggravata: il putato. Inoltre, nel febbraio dello stesso tribunale per i minorenni di Palermo gli anno è fermato dalla questura di Roma, concede la libertà provvisoria. rimpatriato con foglio di via obbligatorio e Il padre instrada Salvatore verso i de­ diffidato ai sensi dell'articolo 157 della legge litti contro il patrimonio e nel 1943 con­ di pubblica sicurezza; corre con lui nel furto aggravato in danno delle sorelle Enea. Vengono entrambi de­ — Salvatore è denunciato in stato di nunciati. Nei disordini popolari del 12 mag­ irreperibilità, dall'Arma di Partanna Mon­ gio dello stesso anno, sono però distrutti gli dello, quale autore di pubblica intimida­ atti e i registri della locale pretura e per­ zione col mezzo di materia esplodente tanto si perde ogni traccia degli esiti pro­ (bomba a mano), in concorso con uno sco­ cessuali a loro carico. nosciuto ai danni di Tiriolo Salvatore da Nei due anni che seguono non si hanno Villabate. notizie sull'attività criminosa dei fratelli La La condotta agitata di Salvatore è va­ Barbera, che tuttavia già nel 1945 registra gliata finalmente dal questore di Palermo alcuni episodi significativi: che, nel luglio del 1948, lo denuncia alla — Salvatore riporta una ferita da arma commissione provinciale per i provvedi­ da fuoco ad opera di ignoti; il movente del menti di polizia, per l'ammonizione « sicco­ ferimento dovrebbe cercarsi in un tentativo me ozioso, sospetto di vivere con il ricavato — 156 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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di azioni delittuose e socialmente perico­ corso di Salvatore, riducendo la durata del loso ». Viene pertanto sottoposto ai vincoli confino a 14 mesi. dell'ammonizione per 2 anni, ma questa Nello stesso anno il tribunale di Paler­ misura si dimostra inefficace nei suoi ri­ mo condanna Angelo La Barbera a due anni guardi come può dedursi dal fatto che nel­ di reclusione, oltre alle spese, per oltraggio l'aprile del 1949 Salvatore è denunziato in a pubblico ufficiale. La pena è condonata. stato di arresto dalla squadra di polizia Nel 1952 il tribunale di Palermo con­ giudiziaria del gruppo interno dei carabi­ danna Salvatore a due mesi di reclusione e nieri di Palermo, quale responsabile di ten­ alla multa di lire 4.000 per porto abusivo tato omicidio in persona di Viscuso Angelo, di arma da fuoco. porto abusivo di rivoltella e omessa denun­ Nello stesso anno il pretore di Palermo cia della stessa, nonché di contravvenzione condanna Angelo a sei mesi di arresto e a ai vincoli dell'ammonizione. lire 2.000 di ammenda per porto abusivo di In seguito a questo nuovo episodio, la rivoltella (la pena è stata condonata in sede stazione dei carabinieri di Partanna Mon­ di appello dal tribunale di Palermo nel dello propone Salvatore per il confino di 1953). polizia, « date le condanne riportate, la vita Quanto all'attività economica e alla si­ che conduce, il suo carattere violento, l'ap­ tuazione patrimoniale dei due fratelli, nel partenenza alla mafia, le pessime compa­ 1939 essi risultavano nullatenenti e man­ gnie che frequenta ed infine la sua procli­ tenuti dal padre Luigi, il quale esercitava vità a delinquere. il commercio di legna da ardere. « Risulta all'ufficio proponente che il La Nel periodo bellico la famiglia La Bar­ Barbera ha estorto ad alcuni proprietari di bera versa in condizioni economiche disa­ villini molto denaro, promettendo loro la giate, tanto che nel 1942 risultano messi "guardianeria" degli edifici, che nel periodo all'asta due terreni di circa un ettaro e invernale rimangono disabitati, e che i pro­ mezzo ciascuno di proprietà di Salvatore, prietari, nel timore di ricevere gravi danni, per soddisfare crediti della esattoria di si sono sottoposti ai voleri di Salvatore ed Altofonte. hanno sborsato somme variabili dalle tre Nel 1944 è venduto un'altro piccolo ap­ alle quattro mila lire mensili per ogni vil­ pezzamento di cui è proprietario, per il 50 lino. Da fonte confidenziale risulta inoltre per cento, Salvatore. Nel 1946 è venduto che il La Barbera sia stato anche autore all'asta un appartamento del valore di lire di lettere minatorie: le vittime, per tema di 276.166, limitatamente alla metà in cui è rappresaglie, hanno sborsato il danaro sen­ proprietario Salvatore. za denunciare i fatti ». Non risulta come i beni suddetti siano Il 21 settembre 1949 la commissione pervenuti all'interessato. provinciale per i provvedimenti di polizia Da questo periodo la famiglia si ri­ delibera l'assegnazione di Salvatore al con­ prende lentamente. fino per un periodo di anni due. Il confinato Il padre Luigi estende il suo commercio propone ricorso. Alle autorità competenti di legna da ardere e diventa fornitore del il Ministero dell'interno chiede un parere battaglione mobile della legione territoriale circa l'accoglimento del ricorso. Interpel­ dei carabinieri di Palermo dal maggio 1946 lato, il comandante del comando forze re­ fino al 1948. pressione banditismo in Sicilia, colonnello Appare strano come il comando non Ugo Luca, si astiene dall'esprimere tale pa­ abbia esaminato i precedenti del La Bar­ rere, non avendo « specifici elementi atti a bera prima di concedergli la fornitura. dimostrare la sua pericolosità nei confronti Nel 1949 Angelo riceve per testamento della lotta contro il banditismo ». una quota indivisa della nuda proprietà dei Il 16 giugno 1950 la commissione cen­ beni mobili ed immobili della defunta La trale di appello accoglie parzialmente il ri­ Barbera Antonina; il valore è irrisorio. — 157 — Atti Parlamentari • '" ' Senato della Repubblica

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II. - IL PERIODO DELL'ASCESA

Nel 1952, come si dirà più ampiamente ad un « qualsiasi provvedimento di polizia » in seguito, la mafia cittadina, presumibil­ che produrrebbe in pubblico una favorevole mente organizzata per rioni e borgate, su­ impressione. bisce una violenta frattura in seguito alla La commissione provinciale per i prov­ uccisione di Ricciardi Eugenio, candidato a vedimenti di polizia « ritenuto che nel capo mafia. Angelo La Barbera, che si tro­ complesso dei fatti non si ravvisano gli vava in auto con la vittima al momento del estremi per l'assegnazione al confino, ma crimine, è denunciato dalla squadra mo­ riconosciuta la necessità di sottoporre l'ope­ bile di Palermo, insieme con Galatolo Gae­ rato del La Barbera ad assidua sorveglianza tano, Galatolo Giovanni e Giglio Giuseppe, da parte degli agenti di pubblica sicurezza », per omicidio aggravato. Mentre il La Bar­ il 20 aprile 1955 delibera che sia sottoposto bera viene prosciolto in sede istruttoria per soltanto ai vincoli dell'ammonizione per mancanza di indizi, gli altri imputati ven­ anni due. gono assolti per insufficienza di prove. Angelo fa istanza al questore di Paler­ Il 17 aprile 1954, in una via del centro, mo perché gli sia concesso di rientrare al Angelo La Barbera è oggetto di un atten­ domicilio alle ore 22 anziché alle ore 20, tato. Ferito soltanto ad una gamba, si rende a causa del particolare genere di lavoro che irreperibile per alcuni giorni finché, il 29 svolge (forniture di materiale da costru­ dello stesso mese, denuncia il fatto alla zione) e di incontrarsi con i soci La Barbera questura. Salvatore e Porcelli Bartolo. Nel corso degli interrogatori dichiara di Con una incoerenza degna di nota, con­ essere stato ferito casualmente durante una siderato il giudizio di pericolosità espresso sparatoria tra ignoti, mentre si trovava di dalla questura nei confronti di Salvatore passaggio per una via della città. Gli autori La Barbera, il questore Foresta concede la dell'attentato rimangono pertanto scono­ autorizzazione, disponendo una opportuna sciuti. vigilanza. Nel marzo dell'anno successivo, la que­ Il nulla osta viene rinnovato regolar­ stura di Palermo, venuta a conoscenza « per mente ogni mese fino al marzo 1956. notizia fiduciaria di assoluta sicurezza » che Per una piena valutazione dell'insensi­ Angelo La Barbera poteva avere avuto inte­ bilità dimostrata dalla questura nei con­ resse nei fatti di sangue verificatisi in quel fronti di Angelo La Barbera si osserva quan­ periodo, lo propone alla commissione pro­ to segue: vinciale per i provvedimenti di polizia, per l'assegnazione al confino per un periodo — il nulla osta permette all'ammonito « della durata massima prevista dalle leggi di mantenere regolare rapporti con la cosca vigenti » onde « evitare un ulteriore spar­ cui è affiliato, attraverso frequenti contatti gimento di sangue ». con il Porcelli che ne è il capo; Anche il comandante della compagnia — la società di trasporto di materiale carabinieri di Palermo interna esprime la edilizio, pur essendo di modeste dimen­ necessità che il La Barbera sia sottoposto sioni, costituisce evidentemente lo schermo 158 — Atti Parlamentari Camera dei^Demitnii

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per le attività illecite svolte nell'isola e nel­ effettive di ravvedimento ed in considera­ l'Italia centrale; zione che per la sua condotta, sussistono i motivi di pericolosità per i quali è stato — Salvatore La Barbera, oltre ad essere sottoposto a detto provvedimento ». fratello dell'ammonito, è soprattutto un ele­ mento pericoloso. Egli, infatti, già nel 1953 In evidente contrasto con quanto affer­ è stato proposto dal questore di Palermo mato dalla commissione provinciale, il que­ store di Palermo autorizza però ancora re­ per il confino. La commissione provinciale golarmente Salvatore a rientrare al domi- per i provvedimenti di polizia delibera in­ ' cilio alle ore 22. vece il non luogo al confino del prevenuto, ritenendo sufficiente sottoporlo ai vincoli Nel 1956 Angelo La Barbera fa istanza dell'ammonizione per due anni. Il questore al prefetto di Palermo perché voglia pro­ Foresta lo autorizza, di mese in mese, senza muovere la revoca del provvedimento di eccezione, a rientrare alle ore 22 dato il ammonizione per il tempo che gli rimane genere di lavoro svolto dall'ammonito. da scontare. In conformità con il parere negativo del questore, la commissione pro­ È singolare che a seguito di una richie­ vinciale per i provvedimenti di polizia ri­ sta di proscioglimento da ogni vincolo avan­ getta l'istanza. Ma qualche mese dopo An­ zata da Salvatore La Barbera, il dirigente gelo La Barbera è prosciolto da ogni vin­ del commissariato di pubblica sicurezza di colo in seguito alla sentenza n. 11 del 19 Resuttana Colli, dottor Vincenzo Vicari, giugno 1956 della Corte costituzionale che abbia espresso parere favorevole « nella dichiara l'illegittimità delle limitazioni della convinzione che un gesto di clemenza possa libertà personale per effetto di provvedi­ favorire utilmente chiunque intenda riadat­ menti degli organi di polizia. tarsi a vita onesta ». Ciò nonostante, nell'agosto dello stesso Anche il questore di Palermo, dottor Fo­ anno il questore di Palermo ripropone An­ resta, esprime parere favorevole ma la com­ gelo per il confino di polizia. La commis­ missione provinciale per i provvedimenti di sione, ritenuto che « trattasi di individuo polizia rigetta l'istanza. pericoloso per la sicurezza pubblica perché Nel successivo 1955 Salvatore rinnova la facente parte di associazione criminosa, de­ domanda di proscioglimento. Ancora una dito ai delitti contro il patrimonio e la per­ volta il commissariato di Resuttana Colli sona », lo assegna al confino di polizia per ritiene che, essendosi il La Barbera « dedi­ due anni e gli concede un sussidio giorna­ cato durante il già sofferto anno esclusiva­ liero « perché versa in misere condizioni eco­ mente ad onesto lavoro, il provvedimento nomiche e non è in grado di mantenersi al adottato nei suoi confronti sia valso a con­ confino con mezzi propri ». durlo sulla via del ravvedimento ». Il provvedimento è convalidato con de­ Uguale parere favorevole esprimono il creto del presidente del tribunale di Pa­ questore dottor Foresta ed il capitano Stel- lermo. vio De Palma, comandante della compagnia Angelo propone ricorso, e nel frattempo dei carabinieri di Palermo interna. chiede ed ottiene frequenti licenze per im­ Si deve rilevare che l'atteggiamento be­ minente pericolo di vita della madre. La nevolo delle autorità è quanto meno inspie­ corte di appello di Palermo, riformando par­ gabile, dal momento che esse sono a cono­ zialmente il decreto del tribunale, dispone scenza di nuovi elementi relativi all'attività il trasferimento di Angelo da Montemileto criminosa del sodalizio La Barbera Angelo- (Avellino) ad Alberobello (Bari). Insoddi­ Porcelli Bartolo-Cordone e Carollo, cui non sfatto della nuova sede, il confinato chiede è certamente estraneo Salvatore. ed ottiene di essere inviato ad Ustica da L'istanza è comunque ancora una volta dove rivolge istanza perché la misura di si­ rigettata dalla competente commissione per­ curezza gli sia commutata in sorveglianza ché il La Barbera « non ha dato prove speciale, per ragioni di salute. Il commis- — 159 — Atti Parlamentari Camera dei Deputati

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI sariato di pubblica sicurezza di Ustica anno è diffidato anche Salvatore perché esprime parere favorevole, motivandolo sia « pregiudicato per minaccia a mano armata, con la necessità del La Barbera di essere favoreggiamento personale, furto con de­ sottoposto a cure mediche specialistiche, im­ strezza, pubblica intimidazione con mate­ possibili da effettuare in Ustica, sia perché riale esplosivo, porto abusivo di rivoltella « la condotta mantenuta dallo stesso du­ ed omessa denuncia, tentato omicidio, ex rante il suo breve soggiorno obbligato è confinato ed ex ammonito e pertanto pro­ stata tale da far sorgere la speranza che clive a delinquere ». Va inoltre aggiunto che egli intendeva avviarsi sulla via del ravve­ nel 1957 il giudice istruttore del tribunale dimento ». di Palermo ha emesso mandato di cattura Mentre l'istanza è sottoposta al vaglio nei suoi confronti per l'imputazione di ten­ delle autorità competenti, il La Barbera ot­ tato omicidio e lesioni in danno di Rosano tiene una nuova licenza per motivi di sa­ Giovanni e Antonio, revocandolo nel 1958 lute della madre e, accampando disturbi di per insufficienza di prove. ogni genere, tali da impedirgli di affrontare È del 1° dicembre 1959 una istanza dei il viaggio, rimane a Palermo per ben quat­ due fratelli al questore di Palermo, dottor tro mesi. È proprio durante la convale­ Jacovacci, che si ritiene opportuno ripor­ scenza che gli viene notificata la sentenza tare per esteso: della Corte di cassazione che annulla il prov­ vedimento emesso dalla corte di appello di « ...Essendo venuti a conoscenza che Palermo, rinviando il processo per un nuovo presso il comune di Palermo è stata appesa esame alla stessa corte. Con decreto di que­ una diffida nei nostri riguardi, teniamo a sta, Angelo è sottoposto alla misura della far conoscere alla S.V. Ill.ma che da molto sorveglianza speciale di pubblica sicurezza tempo svolgiamo un lavoro di forniture per per quattro anni, con decorrenza dal 26 costruzioni edili e che siamo forniti di tutte agosto 1956. le attrezzature necessarie per tale lavoro. Con la suddetta diffida, pur lavorando one­ Egli rivolge una nuova istanza diretta ad stamente e svolgendo una attività control­ ottenere il permesso di rientrare a domi­ labilissima, ci troviamo nelle condizioni di cilio alle ore 22 per motivi di lavoro e la non poter lavorare con serenità, perché si corte di appello, su parere favorevole della capisce palesemente, c'è della gerite che ci questura, concede il nulla osta. Chiede ed vuole del male e siamo costretti ad andare ottiene di effettuare cure termali a Messina all'estero per poter lavorare con tranquil­ per un periodo di 15 giorni ed è inoltre lità, avendo da sostenere le nostre famiglie. autorizzato a recarsi a Roma dove la sua società edilizia ha degli interessi. « Per le suddette ragioni preghiamo la S.V. Ill.ma di volerci agevolare per il rila­ A brevissima distanza di tempo la Corte scio del passaporto, avendo presentato i do­ di cassazione con sentenza del 29 gennaio cumenti necessari presso gli uffici compe­ 1959, annulla senza rinvio il decreto della tenti... ». corte di appello di Palermo del maggio 1958 che ha applicato la misura della sorveglian­ In merito occorre precisare che Angelo za speciale al La Barbera. e Salvatore motivano la richiesta del pas­ Angelo è così sciolto da ogni vincolo, ed saporto con la necessità di recarsi negli ottiene la patente di guida, richiesta per Stati europei consentiti, per conto della motivi di lavoro. ditta esportatrice di agrumi Salvatore La Nel settembre. 1959, il questore di Pa­ Mantia, per assistere la ditta stessa nella lermo, su proposta dell'ufficio misure di vendita e nelle eventuali contestazioni della sicurezza e prevenzione, diffida Angelo, ai merce da parte degli acquirenti stranieri. sensi dell'articolo 1 della legge 27 dicembre La pratica viene sollecitata dall'onore­ 1956, n. 1423, nonostante il parere contrario vole avvocato Alfonso Di Benedetto che in del commissariato Politeama. Nello stesso data 21 novembre 1959 si rivolge al questore — 160 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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in questi termini: « Egregio Commendatore, porto anche al noto pregiudicato Mancino mi permetto disturbarla per accontentare Rosario. un mio amico, signor Salvatore Moncada, Nel giugno 1961, all'istanza di revoca noto industriale della città in edilizia, che della diffida da parte di Angelo e Salvatore mi sollecita perché intervenga presso la S.V. La Barbera, lo stesso questore Jacovacci IH.ma affinché venga rilasciato il passaporto chiarisce che tale provvedimento deve es­ ai fratelli Angelo e Salvatore La Barbera, sere considerato come inflitto « in senso che hanno già presentato i relativi docu- , generico » anziché ai sensi dell'articolo 1 menti... ». della legge 27 dicembre 1956, n. 1423. Il dirigente del commissariato di pub­ La risposta del questore appare inspie­ blica sicurezza Politeama, dottor Campagna, gabile, se si riferisce alla diffida del 15 set­ esaminati i precedenti di Angelo e la peri­ tembre 1959, perché questa è stata commi­ colosità dello stesso, in data 23 novembre nata proprio ai sensi dell'articolo 1 della 1959, esprime parere contrario al richiesto legge 27 dicembre 1956, n. 1423. passaporto. Nello stesso mese di giugno Salvatore È singolare che qualche giorno dopo, lo presenta una istanza alla corte di appello stesso funzionario modifica sostanzialmente di Palermo per ottenere la riabilitazione da le sue dichiarazioni, esprimendo parere fa­ condanne penali, ai sensi dell'articolo 179 vorevole alla concessione del passaporto nei del codice penale. confronti dei due fratelli. Va detto comun­ Il questore, alla richiesta di informa­ que, che il funzionario, in data 18 dicembre zioni, comunica che nell'ultimo quinquen­ 1959, fa presente al questore di Palermo che nio Salvatore « ha mantenuto regolare con­ non può essere concesso il nulla osta allo dotta in genere, dando prova costante di espatrio di Salvatore, poiché a suo carico effettivo ravvedimento ». pende presso la pretura un procedimento Il commissariato esprime invece parere penale per sottrazione di oggetti pignorati. contrario. Angelo La Barbera ottiene invece il pas­ Con sentenza del 16 settembre 1961 il saporto turistico limitatamente ai paesi eu­ tribunale (presidente dottor Francesco Mon- ropeo consentiti. talto, consigliere dottor Antonio Di Maria, dottor Giuseppe Provenza, dottor Arturo Ma già nel febbraio 1960 chiede al que­ Inghirelli e dottor Dante Renda) riabilita store di Palermo che siano aggiunti sul pas­ Salvatore La Barbera. saporto gli Stati della Spagna, del Porto­ Si legge tra l'altro nella motivazione, gallo, del Canada e del Messico. che « ...il condannato non ha adempiuto L'istanza non è motivata e dovrebbe per­ tutti gli obblighi dipendenti dalla condanna lomeno far nascere qualche sospetto al que­ suddetta (furto aggravato, pena condonata), store, dottor Jacovacci, che invece, concede essendo nullatenente (vedi certificato po­ senza difficoltà il visto. vertà vistato dal competente ufficio impo­ Nel febbraio dell'anno successivo, il pas­ ste dirette in data 11 luglio 1961)». saporto, regolarmente rinnovato, viene este­ Nel dicembre 1961 l'Interpol segnala alla so ai seguenti Stati: Cina Nazionalista, questura di Palermo la presenza di Angelo Giappone, Afganistan, Nepal, Columbia, Pa­ La Barbera e di Rosario Mancino in Libia. kistan e Israele. Essi dichiarano di essersi recati in quello Il che significa che il "turista" Angelo Stato insieme con un ingegnere di Palermo, La Barbera conosce bene la geografia della per costituire una società edilizia ed utiliz­ droga. zare un brevetto in loro possesso per case Nell'ottobre dello stesso anno, il passa­ prefabbricate. porto viene esteso anche alla Libia. L'Interpol li sospetta invece di traffici Va notato, per inciso, che nel 1959 la illeciti e richiede dettagliate informazioni questura di Palermo ha rilasciato il passa­ sul loro conto. — 161 — . Atti Parlamentari '' Senato della Repubblica

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III. - IL RUOLO DI LA BARBERA NEGLI ANNI '60

Ma in realtà il peso specifico dei fratelli i cui utili sono destinati al mantenimento La Barbera sulla mafia palermitana, il ruolo almeno di due famiglie. Non è da essa certa­ da essi assunto a partire dal 1952 e, più mente, perciò, che i fratelli La Barbera ancora, nei primi anni del '60 saranno defi­ ricavano i mezzi della loro indiscutibile nitivamente acquisiti per le forze di polizia agiatezza e larga disponibilità di denaro. solo a seguito dei clamorosi eventi che por­ « Qualche lavoro di costruzione eseguito tarono alla strage di Ciaculli e sui quali ci da Angelo La Barbera col fratello, con Man­ si soffermerà più oltre. cino Rosario o con altri non può certa­ Quel ruolo viene ben descritto per la mente avergli procurato profitti tali da con­ prima volta nella sentenza del 23 giugno sentirgli di condurre per anni una vita di­ 1964 dal giudice istruttore del tribunale di spendiosa, senza altre entrate. Le fonti dello Palermo, dottor che a arricchimento di Angelo ed anche di Salva­ proposito dei fratelli La Barbera così si tore La Barbera sono da ricercarsi nelle esprime: attività delittuose loro attribuite dagli or­ « La Barbera Angelo è un tipico esem­ gani di polizia e particolarmente nel con­ pio di mafioso asceso dai bassi ranghi al trabbando degli stupefacenti che fu, molto ruolo di capo, per la intraprendenza, man­ probabilmente, la causa della rottura con canza di scrupoli ed ambizione. le altre cosche mafiose di Palermo, dedite, « Dalle umili condizioni originarie, da già prima dei La Barbera, a quel turpe quando cioè aiutava il padre a raccogliere e redditizio traffico. sterpi e legna da ardere nella borgata Par- « Il nome di Angelo La Barbera comin­ tanna-Mondello, Angelo La Barbera nello cia ad acquistare risonanza negli ambienti spazio di un decennio, più o meno, si eleva malfamati della città sin dal 1953, epoca in al rango di facoltoso imprenditore — alme­ cui venne denunziato insieme col famige­ no è questa la sua qualifica apparente — rato Gaetano Galatolo inteso "Tanu Alatu" concedendosi un tenore di vita raffinato, (ucciso anni fa ad opera di ignoti), per come risulta dai suoi frequenti viaggi, dalle l'omicidio del mafioso Eugenio Ricciardi numerose e costose relazioni extraconiu­ (20 dicembre 1952). La vicenda giudiziaria gali — ultima quella con Siracusa Rosa — si concluse con il proscioglimento per insuf­ dalla assiduità negli alberghi più lussuosi ficienza di prove, decisione nella quale in- ed in locali notturni dove, come al Caprìce fuirono le deposizioni dei costruttori Verna di Milano, è normale per un cliente pagare Ignazio e Geraci Saverio, già legati ad An­ un conto non inferiore a lire 50 o 60 mila gelo La Barbera da oscuri vincoli, divenuti (Pusceddu Gianna Maria). in seguito più stretti, tanto è vero che, an­ « Vero è che Angelo La Barbera svolge che in epoca recente, Saverio Geraci ebbe a una effettiva attività imprenditoriale, in so­ recarsi a Torino con Angelo La Barbera per cietà con il fratello Salvatore — scomparso trattare l'acquisto di un terreno apparte­ il 17 gennaio 1963 — poiché si occupa di nente alla Fiat. autotrasporti e fornitura di materiale edi­ « E giova sottolineare che durante quel lizio, ma trattasi di una azienda modesta, viaggio i due si incontrarono a Milano con

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Tomaso Buscetta, il quale ebbe diversi lun­ oltre che dalle sue oscure attività e dai co­ ghi colloqui con La Barbera. spicui guadagni realizzati in modo inespli­ « A proposito di Saverio Geraci è bene cabile, anche dai frequenti e stretti rap­ precisare che non è il solo imprenditore porti mantenuti sia a Palermo che nei suoi ad essersi legato ad elementi come i fra­ viaggi, con altri mafiosi come Butera An­ telli La Barbera, mediante rapporti di ami­ tonino, Buscetta Tommaso, Giacoma Ste­ cizia ed affari allo scopo, evidentemente, fano, Sorce Vincenzo, Giunta Luigi, Ulizzi di utilizzare a proprio profitto l'ascendente Giuseppe, Porcelli Antonino, Giuseppe Po­ di un capomafia. mo, Giuseppe Panno ed altri, come risulta « Anche Moncada Salvatore, titolare di dalla circostanziata deposizione di Ninive una grossa impresa edilizia mantenne ana­ Tancredi, dalle annotazioni contenute nelle loghi legami con i La Barbera. La sua figura rubriche telefoniche sequestrate e dagli ac­ nelle pagine del processo resta circondata certamenti della polizia tributaria, che da da un alone equivoco e non si riesce a sta­ tempo, nell'ambito della sua opera di pre­ bilire se sia stato vittima o manutengolo venzione e repressione del contrabbando, di mafiosi o piuttosto l'uno e l'altro, secon­ seguiva le mosse di Angelo La Barbera e di do i vari momenti e le diverse convenienze. molti altri imputati. « Altri oscuri contatti ebbero i La Bar­ « Quanto alle dichiarazioni di Ricciardi bera (e con loro pure Mancino Rosario e Giuseppe, risulta da esse che Angelo e Sal­ ) con l'ingegnere Do­ vatore La Barbera si insinuarono nella ditta menico o Demetrio Familiari, messi pure in di autotrasporti appartenente a Ricciardi evidenza dagli organi della polizia tributaria. Eugenio, Lo Iacono Paolo, Vitale Isidoro « Restando nell'argomento delle relazio­ e Porcelli Bartolo (padre dell'odierno impu­ ni è certo che Angelo e Salvatore La Bar­ tato), diventandone ben presto gli unici ed bera, nonostante il primo lo abbia negato, esclusivi titolari. conoscevano l'ex sindaco ed « È risultato altresì che Angelo La Bar­ erano con lui in rapporti tali da chiedergli bera, nonostante il suo diniego, venne più favori. volte clandestinamente a Palermo, dopo la « Basti considerare che Vincenzo D'Ac- sparizione del fratello, allo scopo evidente cardi, il mafioso del " Capo " ucciso nel­ di organizzare le azioni di rappresaglia con­ l'aprile 1963, non si sarebbe certo rivolto tro il gruppo avversario. Una sera fu notato ad Angelo La Barbera per una raccoman­ dai carabinieri del nucleo di polizia giudi­ dazione al sindaco Lima, se non fosse stato ziaria a bordo di un'autovettura apparte­ sicuro che Angelo o Salvatore La Barbera nente a Vincenzo Sorce, in compagnia di potevano in qualche modo influire su Sal­ Ninive Tancredi, circostanza confermata da vatore Lima. quest'ultimo, il quale riferì che La Barbera « Del resto quest'ultimo ha ammesso di voleva essere messo al corrente dei motivi avere conosciuto Salvatore La Barbera, pur per i quali lo stesso Ninive era stato con­ attribuendo a tale conoscenza carattere vocato dalla polizia. puramente superficiale e casuale. « Ed anche il 19 aprile 1963 Angelo La « Gli innegabili contatti dei mafiosi La Barbera era certamente a Palermo, nei lo­ Barbera con colui che era il primo citta­ cali della pescheria Impero in compagnia dino di Palermo come pure con persone di "Cecé" Sorce, per incontrarsi col fidato socialmente qualificate, o che almeno pre­ Stefano Giaconia. La contemporanea pre­ tendono di esserlo, costituiscono una con­ senza dei tre mafiosi nello stesso posto fornì ferma di quanto si è già brevemente detto ai loro avversari lo spunto per una spedi­ sulle infiltrazioni della mafia nei vari settori zione punitiva realizzatasi mediante l'auda­ della vita pubblica. ce sparatoria di quella mattina, in cui rima­ « Che Angelo La Barbera fosse al centro sero feriti Stefano Giaconia, Salvatore Cri­ di un'associazione criminosa è dimostrato vello e Gioacchino Cusenza. 163 — Atti Parlamentari ! Senato della Repubblica

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« Che Sorce e La Barbera si trovassero zione fattane, mostra ancora il timore in nella pescheria Impero è provato, senza lui incusso dal pericoloso congiunto. alcun dubbio, dalle deposizioni di Barbaro « Anche Angelo La Barbera nell'accen- Gaetano, Cusenza Gioacchino, Giacoma An­ nare al fratello, ha implicitamente ammesso gelo e La Bocca Gaetana, i quali parlarono di averne riconosciuto la posizione di capo, con precisione di dettagli delle due persone seguendo senza discussioni le sue direttive. arrivate con Stefano Giaconia, a bordo del­ « Del resto il fatto che Salvatore La Bar­ la sua autovettura, identificate in La Bar­ bera fu il primo obiettivo della cosca avver­ bera e Sorce attraverso le fotografie loro saria denota che egli era ritenuto il più te­ mostrate. Barbaro Gaetano, poi, con un mibile dei due fratelli e l'esponente dell'as­ comportamento coraggioso che gli fa onore, sociazione avversaria ». non esitò ad identificare Angelo La Barbera Di fatto i fratelli La Barbera costitui­ nel corso di un formale atto di ricogni­ scono un caso che si distingue nettamente zione. da quello di altri mafiosi. « Quanto all'attentato di Milano del 24 Essi usarono inizialmente tutta la loro maggio, in cui Angelo La Barbera rimase carica delinquenziale per raggiungere posi­ miracolosamente vivo nonostante fosse sta­ zioni di rilievo prima nell'ambiente della to ripetutamente colpito in parti vitali, esso malavita e poi nella gerarchia della mafia dimostra ulteriormente che Angelo La Bar­ di Palermo. Si può cioè affermare che An­ bera era l'esponente di una cosca mafiosa gelo e Salvatore La Barbera sono stati due in lotta con nemici risoluti e spietati. delinquenti comuni che si sono infiltrati « Le modalità dell'agguato fanno a ra­ nelle maglie della vasta rete mafiosa allo gione ritenere che i movimenti di La Bar­ scopo di incrementare i vantaggi delle loro bera erano seguiti e spiati dai suoi avver­ multiformi attività illecite. sari, in attesa di un'occasione propizia, dopo Ben presto hanno abbandonato i sistemi il fallimento della sparatoria del 19 aprile. usati dalla mafia tradizionale e, sul modello « Infine è di sommo interesse ciò che della malavita americana, si sono inseriti risulta dai documenti della polizia ameri­ nell'attività economica, con prevalenza verso cana, canadese e messicana, acquisiti al il settore edilizio che all'epoca era quello processo, circa il misterioso viaggio di An­ più remunerativo. Angelo, più che Salva­ gelo La Barbera, Mancino Rosario e Davi tore, non ha nemmeno l'aspetto fisico del Pietro a Città del Messico e da lì sino a mafioso di vecchio stampo: completamente Montreal, dopo aver tentato inutilmente di inserito nell'ambiente sano della città, man­ entrare negli Stati Uniti, con l'aiuto del teneva cordiali rapporti con amministratori pregiudicato Salvatore Evola, malvivente locali, era brillante ed elegante nella per­ del Michigan noto per i suoi pessimi pre­ sona e nei modi, si era, cioè, « continenta- cedenti e per i suoi legami con la peggiore lizzato ». Astuto e temerario, aveva sosti­ malavita della zona di Detroit. tuito la lupara con il mitra e con gli esplo­ « Non si può parlare di Angelo La Bar­ sivi ad alto potenziale. Per ridurre al mi­ bera senza soffermarsi, sia pure lievemente, nimo i rischi che necessariamente lui ed i sulla figura del fratello Salvatore, scom­ suoi complici hanno dovuto correre nella parso, in circostanze rimaste misteriose, la esecuzione dei vari delitti, ha avuto cura mattina del 17 gennaio 1963. di eliminare i suoi avversari e di farne scom­ « Dei due fratelli, Salvatore è indubbia­ parire i cadaveri, sorte che, d'altronde, il mente il più duro e deciso, il delinquente gruppo avverso ha riservato al fratello Sal­ ambizioso che aspira al ruolo di capo in­ vatore. contrastato. Quest'ultimo, pur avendo esordito per « La sua personalità di mafioso brutale primo nell'attività delinquenziale e pur e autoritario è vivamente descritta dal co­ avendo dimostrato di essere un "duro", non gnato Ninive Tancredi che, nella descri- è riuscito a raggiungere le posizioni del più — 164 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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giovane fratello. Vero è che nel vivo della la somma dichiarata di lire 13.500.000. E nel lotta è stato eliminato; ma è altrettanto 1965 aumenta la sua consistenza patrimo­ vero che non possedeva l'astuzia, la co­ niale acquistando da Moncada Salvatore al­ stanza e lo stile di Angelo, requisiti neces­ tro appartamento di sette vani, sito nella sari per chi non nasce mafioso, ma cerca via Crispi del capoluogo siculo, per la som­ di diventarlo con tutte le sue forze. Salva­ ma dichiarata di lire 3.400.000. tore La Barbera aveva i caratteri fisici e Naturalmente, anche l'acquisto dei beni l'aspetto del mafioso di borgata, del quale suddetti non appare sufficientemente chiaro, ha cercato di assimilare modi, gergo ed at­ specie se si considera che Angelo e Salva­ teggiamento, ma la intransigenza usata con tore La Barbera, con la citata sentenza amici ed avversari, in uno con la sua note­ istruttoria del giudice Terranova, sono stati, vole potenzialità criminosa gli avrebbero tra l'altro, incriminati per estorsione in certamente impedito di assumere e man­ danno dell'impresa Geraci e Aversa, impu­ tenere a lungo posizioni di rilievo nella tazione per la quale sono poi stati assolti scacchiera mafiosa palermitana anche se — per insufficienza di prove — dalla corte non fosse stato eliminato. di assise di Catanzaro. Sia Angelo sia Salvatore, amalgamando La impressionante serie di imputazioni alla perfezione gli atti di mafia con quelli di cui Angelo La Barbera dovette rispon­ della comune delinquenza riuscirono, però, dere a seguito della sentenza istruttoria del a raggiungere quello che può essere con­ 26 giugno 1964 è la seguente: siderato il loro obbiettivo iniziale: uscire — avere, in concorso con il fratello Sal­ al più presto da quello stato di indigenza vatore e con Prester Salvatore, entrambi che aveva caratterizzato i loro primi anni deceduti, tentato di cagionare la morte di di vita. Maniscalco Vincenzo, agendo con premedi­ Così, quasi dal nulla, nel giro di pochi tazione e producendo allo stesso lesioni anni e con una base finanziaria irrisoria, gravi. Angelo e Salvatore La Barbera diventavano Fatto avvenuto a Palermo il 14 settem­ autotrasportatori e, nel 1954, costruttori bre 1959; edili, fissando la sede dell'impresa al nu­ mero 56 della via Benedetto Gravina di — avere, in concorso con il fratello Sal­ Palermo. vatore e con Prester Salvatore, entrambi Nel 1961, unitamente alla consorte Mi­ deceduti^ cagionato la morte di Drago Fi­ mila Elena, Angelo acquista dall'impresa lippo, sparandogli contro numerosi colpi di Geraci e Aversa un appartamento, sito a arma da fuoco. Palermo in via Veneto 20, per la somma Fatto avvenuto a Palermo il 19 settem­ dichiarata di lire 7.300.000. bre 1959; Nello stesso anno, Salvatore vende a tale — avere, durante l'esecuzione del pre­ Giarraffa Salvatore un appartamento di cedente delitto, cagionato lesioni personali cinque vani sito nella via Bonincontro di a Gattuso Michele senza aver voluto l'evento. Palermo per la somma dichiarata di lire Fatto avvenuto a Palermo il 17 novem­ 2.500.000. Non risulta come ne sia venuto bre 1959; in possesso. Pochi mesi dopo acquista da tale Anna- — avere, agendo sempre in concorso con loro Giuseppe un corpo terraneo di metri il fratello Salvatore e con Prester Salva­ quadrati 305 per lire 2.000.000, partita suc­ tore, entrambi successivamente deceduti, e cessivamente aumentata di metri quadrati con premeditazione cagionato la morte di 20 pagati a lire 300.000. Maniscalco Salvatore sparandogli contro Nel 1962 Salvatore acquista dalla società numerosi colpi di arma da fuoco. Geraci e Aversa un appartamento di nove Fatto avvenuto a Palermo il 9 maggio vani sito in Palermo in via Veneto 20, per 1960; — 165 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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— avere, agendo in concorso con i due di omicidio in persona del Carollo mede­ predetti correi, soppresso il cadavere del simo. Maniscalco al fine di assicurarsi l'impunità Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre del delitto di omicidio di cui al precedente 1960; punto. Fatto avvenuto in Palermo il 9 maggio — essersi impossessato, agendo al fine 1960; di trarne profitto ed in concorso con Gu- lizzi Rosolino successivamente deceduto ed — avere, agendo in concorso con il fra­ altre persone non identificate, dell'autovet­ tello Salvatore, con Gnoffo Salvatore e con tura targata PA 52589, sottraendola al legit­ Buscetta Tommaso, e con premeditazione, timo proprietario, Pipitò Antonio, mediante cagionato la morte di Pisciotta Giulio spa­ effrazione della serratura, commettendo il randogli contro numerosi colpi di arma fatto al fine di consumare altri delitti. da fuoco. Fatto avvenuto a Palermo la notte sul Fatto avvenuto in Palermo il ottobre 12 febbraio 1963; 1960; — avere, agendo in concorso con Gulizzi — avere, agendo in concorso con le pre­ Rosolino, successivamente deceduto e con dette persone e con premeditazione, cagio­ altre persone rimaste sconosciute, distrutto, nato la morte di Carollo Natale sparandogli mediante ordigno esplosivo, l'abitazione di contro numerosi colpi di arma da fuoco. Greco Salvatore « ciaschiteddu » e l'auto­ Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre vettura di Pipitò Antonio. 1960; Fatto avvenuto a Palermo il 12 febbraio — avere, agendo in concorso con le ci­ 1963; tate persone e al fine di assicurarsi l'impu­ — aver dato mandato a Gnoffo Salva­ nità dei delitti di omicidio loro ascritti ai tore, e ad altre persone non identificate, precedenti due punti, soppresso i cadaveri di cagionare la morte di Gulizzi Rosolino di Pisciotta Giulio e Carollo Natale. mediante colpi di arma da fuoco. Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre 1960; Fatto avvenuto a Palermo il 24 aprile 1963; — avere, in concorso con le stesse per­ sone di cui sopra, impedito a Ricciardi — essersi, agendo in concorso con Sorce Giuseppe di accorrere in aiuto di Pisciotta Vincenzo e con altre persone non identi­ Giulio e di Carollo Natale per evitare che ficate, al fine di trarne profitto, imposses­ questi ultimi venissero privati della libertà sato dell'autovettura targata PA 80813, sot­ personale. traendola a Barone Giuseppe mediante ef­ frazione della serratura e commettendo il Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre fatto al fine di consumare altri delitti. 1960; Fatto avvenuto a Palermo il 2 aprile — avere, operando in concorso con ì 1963; predetti tre correi, privato della libertà per­ sonale Pisciotta Giulio al fine di commet­ — essersi impossessato, agendo in con­ tere il delitto di omicidio in persona del corso con Sorce Vincenzo e con altre per­ medesimo Pisciotta. sone sconosciute, dell'autovettura targata PA 83303, sottraendola a Laone Giuseppe Fatto avvenuto in Palermo il 10 ottobre mediante effrazione della serratura e com­ 1960; mettendo il fatto al fine di consumare altri — avere, in concorso con i correi prima delitti. citati, privato della libertà personale Ca­ Fatto avvenuto a Palermo il 25 aprile rollo Natale al fine di commettere il delitto 1963; — 166 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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— avere, agendo in concorso con Sorce Tratto in arresto a Milano a seguito del­ Vincenzo, collocando un ordigno esplosivo l'attentato subito in data 24 giugno 1963, sull'autovettura sottratta precedentemente a Angelo La Barbera si è presentato alla corte Barone Giuseppe, compiuto atti tali da di assise di Catanzaro con i capi di impu­ porre in pericolo la pubblica incolumità, tazione sin qui elencati; con sentenza del cagionando la morte di Manzella Cesare e di 22 dicembre 1968 dalla medesima corte è Vitale Filippo. stato riconosciuto colpevole dei reati di as­ Fatto avvenuto a Cinisi il 26 aprile 1963; sociazione per delinquere e di concorso in sequestro di persona continuato e condan­ — aver portato fuori della propria abi­ nato a: tazione, senza licenza, armi da fuoco per — anni 22 e mesi 6 di reclusione di cui alcune delle quali non è nemmeno ammessa 1 condonato; la licenza, commettendo il fatto in luoghi abitati e nei quali vi era concorso di per­ — interdizione legale; sona. — interdizione dai pubblici uffici; In Palermo, anteriormente al 28 maggio — libertà vigilata, dopo espiata la pena; 1963; — pagamento in solido delle spese pro­ — aver detenuto, senza farne denunzia cessuali; all'autorità, armi, munizioni, e materiali — pagamento delle spese per la propria esplosivi. custodia preventiva. In Palermo, anteriormente al 28 maggio 1963; È stato, invece, assolto per insufficienza — avere, agendo in concorso con il fra­ di prove dalle imputazioni relative a: tello Salvatore e con Prester Salvatore, en­ a) tentato omicidio di Maniscalco trambi successivamente deceduti, cagionato, Vincenzo; durante l'esecuzione dell'omicidio di Drago Filippo, la morte di Savoca Giuseppe, senza b) omicidio di Drago Filippo; avere voluto l'evento stesso. e) lesioni personali cagionate a Gat- Fatto avvenuto in Palermo il 17 settem­ tuso Michele; bre 1963; d) omicidio di Maniscalco Vincenzo; — essersi associato con altre 39 persone e) soppressione del cadavere di Mani­ allo scopo di commettere più delitti, scor­ scalco Vincenzo; rendo in armi le campagne e le pubbliche vie, con l'aggravante di avere capeggiato /) omicidio di Cardio Natale; l'associazione. g) omicidio di Pisciotta Giulio; In Palermo e provincia, fino al 28 mag­ h) soppressione dei cadaveri di Ca­ gio 1963; rdio Natale e Pisciotta Giulio; — avere, agendo in concorso con il fra­ i) violenza privata aggravata per avere tello Salvatore e con Mancino Rosario e impedito a Ricciardi Giuseppe di andare mediante minacce e violenza, più volte co­ in aiuto ai predetti Cardio e Pisciotta; stretto i titolari dell'impresa di costruzione Geraci ed Aversa a vendere a se stessi e ad /) furto dell'autovettura targata PA altri, numerosi appartamenti sotto costo, 52589 sottratta a Pipitò Antonio; con pagamento dilazionato e senza garanzie m) danneggiamento, mediante ordigno ipotecarie. esplosivo dell'abitazione di Greco Salvatore In Palermo, dal 1958 in poi. « ciaschiteddu »; — 167 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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n) furto dell'autovettura targata PA Da vero uomo di mafia si è potuto gio­ 80813 sottratta a Barone Giuseppe; vare ancora una volta dell'omertà assoluta dei vari testimoni, così che gli indizi che o) furto dell'autovettura targata PA avevano consentito la sua incriminazione 83303 sottratta a Leone Giuseppe; per diversi delitti di omicidio non sono stati p) strage di Cinisi con conseguente ritenuti elementi di prova sufficienti. uccisione di Manzella Cesare e Vitale Fi­ E la sorte si è dimostrata ancora più lippo; benigna nei confronti di Angelo La Bar­ bera, consentendogli addirittura di lasciare, q) decesso casuale di Savoca Giusep­ dopo appena un anno e mezzo dalla con­ pe cagionato durante l'omicidio di Drago danna, le carceri di Cosenza ove era stato Filippo; ristretto. Infatti, in applicazione del decre­ r) estorsione continuata in danno del­ to legge 1° maggio 1970, n. 192 (decorrenza l'impresa di costruzione Geraci-Aversa. dei termini della custodia preventiva), è stato scarcerato dietro pagamento della cau­ Nella sua requisitoria, il pubblico mini­ zione di lire 10.000.000 e con l'obbligo di stero di Catanzaro aveva chiesto per An­ soggiorno nel comune di Rivoli (Torino). gelo La Barbera la pena dell'ergastolo, con Con la stessa sentenza della corte di as­ l'isolamento diurno per un anno, per omi­ sise di Catanzaro, anche Salvatore La Bar­ cidio premeditato in danno di Giulio Pi- bera è stato condannato a: sciotta e Natale Carollo; 9 anni e 7 anni di reclusione, rispettivamente per sequestro — anni 6 di reclusione; continuato e soppressione continuata dei ca­ — interdizione legale; daveri di Pisciotta e Carollo; 3 anni per violenza privata ai danni di Giuseppe Ric­ — libertà vigilata, dopo espiata la pena; ciardi; 20 anni di reclusione per associa­ — pagamento in solido delle spese pro­ zione a delinquere aggravata, l'assoluzione cessuali; per insufficienza di prove, infine, per gli al­ tri reati. — pagamento delle spese per la sua cu­ Come si può vedere confrontando il rea­ stodia, perché riconosciuto responsabile del to per il quale ha riportato la condanna e solo delitto di associazione per delinquere. quelli, molto più numerosi ed estremamente Ovviamente, Salvatore La Barbera non più gravi, per i quali è stato assolto per in­ potrà mai scontare questa condanna perché, sufficienza di prove, Angelo La Barbera non egli ha subito altro "processo" ad opera di ha pagato per intero il suo debito alla un gruppo mafioso avverso che ne ha decre­ giustizia. tato l'uccisione. PAGINA BIANCA 3. GLI ANNI CALDI DELLA CITTÀ DI PALERMO PAGINA BIANCA — 171 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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I. - LE LOTTE PER IL PREDOMINIO SU PALERMO-CENTRO

Per avere un quadro della situazione che della sua pericolosità e delle sue capacità provocò i gravissimi fatti di sangue del organizzative nel campo del crimine; chi lo 1959-63 occorre risalire al 1952, anno della aveva sostenuto venne improvvisamente su­ morte per infarto cardiaco di D'Accardi perato dai sistemi nuovi e violenti che la Giuseppe che, fino allora, era stato il più mafia palermitana non aveva mai adope­ prestigioso capo mafia di Palermo centro. rato, preferendo l'intrigo e il compromesso Questo decesso creò serie difficoltà per alla violenza aperta, la lupara al mitra. la scelta dell'uomo che doveva succedergli Così, spalleggiato dal fratello Salvatore e quelli che più degli altri si batterono per e da altri giovani delinquenti desiderosi di essere nominati furono i mafiosi Catanzaro raggiungere in breve tempo la tranquillità Vincenzo, Butera Antonino, Ricciardi Euge­ economica dei vecchi mafiosi — e fra co­ nio (ucciso il 20 dicembre 1952), Salerno storo, in particolare, da Tommaso Buscetta Paolo (deceduto), Porcelli Bartolo, D'Accar­ — Angelo La Barbera iniziò una lunga serie di Vincenzo (ucciso il 21 aprile 1963). La di estorsioni, di soprusi ed angherie in vittoria arrise al mite Butera Antonino, danno di costruttori edili, di autotrasporta­ l'unico dei contendenti che non annoverava tori e di industriali, i quali, per timore di delitti contro la persona nei propri prece­ gravi rappresaglie, evitarono di denunciarlo denti penali, creando insoddisfazione tra i divenendone, anzi, paradossalmente, i pri­ non eletti e, principalmente, tra coloro che mi finanziatori ed i garanti ufficiali nei con­ volevano come capo un uomo d'azione. fronti degli organi dello Stato. Al Butera succedette, nel 1955, Marsiglia Ed il modesto La Barbera, che pochi Antonino al quale si affiancò, come vice, il anni prima, insieme con il fratello, aveva giovane pregiudicato Angelo La Barbera, aiutato il padre nella vendita di legna da sorretto dal capo mafia di Partanna Mon­ ardere nella borgata Pallavicino, divenne dello, Bartolo Porcelli e dai giovani mafiosi imprenditore edile, proprietario di auto­ dell'epoca; gli altri notabili nel frattempo carri e di autovetture, svolgendo la sua erano silenziosamente usciti di scena, all'in- attività ufficiale affiancata dall'altra cer­ fuori di Butera Antonino e di D'Accardi tamente più lucrosa di mafioso che gode Vincenzo. del timore riverenziale degli avversari e de­ Il La Barbera, intanto, aveva assunto un gli stessi gregari. ruolo di primo piano, tanto da offuscare il La sua ascesa continua: dopo qualche suo capo diretto, ed aveva instaurato un anno di milizia mafiosa in qualità di vice nuovo sistema sullo stile dei mafiosi ame­ capo della cosca di Palermo-centro, il La ricani: quello della violenza, dello sfrutta­ Barbera esautorò il Marsiglia, assumendo mento e delle estorsioni organizzate su la carica di capo e nominando il fratello vasta scala. Salvatore suo vice. Ormai la situazione era Evidentemente votato alla delinquenza in mano ai giovani e la stessa mafia paler­ e deciso a bruciare le tappe. Angelo La Bar­ mitana stava completando il processo di bera diede ben presto ampia dimostrazione rinnovamento dei suoi metodi. — 172 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Dopo alcuni anni di incontrastato domi­ Il Maniscalco fu ricoverato in ospedale nio dei fratelli La Barbera, un fatto nuovo dove si rifiutò di fornire qualsiasi indica­ doveva, però, turbare l'equilibrio da essi zione sugli autori del delitto che, date le imposto: Maniscalco Vincenzo e Pisciotta modalità di esecuzione, avrebbe dovuto cer­ Giulio, entrambi pregiudicati e mafiosi dis­ tamente vedere e riconoscere. Dimesso dal­ sidenti, decisero di ampliare la loro attività l'ospedale venne quindi incriminato per fa­ commerciale — gestione di un negozio per voreggiamento personale. la vendita di mobili ed elettrodomestici nel­ Il 17 settembre 1959 nella via Messina la via Notarbartolo di Palermo — e chie­ Marine di Palermo fu ucciso Filippo Drago, sero al costruttore Vincenzo Moncada la amico intimo del Maniscalco e il più quali­ cessione di locali al piano terra di uno sta­ ficato a condurre una azione di rappresa­ bile appena costruito. Intanto i fratelli La glia contro gli avversari dell'amico. Nella Barbera erano venuti a conoscenza della circostanza rimasero feriti un giovane pas­ richiesta e, poiché per naturale tutela delle sante e una bambina tredicenne. proprie fonti di guadagno si ritenevano im­ Anche questo delitto venne ascritto ad pegnati a proteggere le persone con le quali autori ignoti; successivamente gli organi in­ avevano « rapporti di affari » (cioè il Mon­ quirenti ritennero che autori materiali fos­ cada), invitarono il Maniscalco a desistere sero stati i fratelli La Barbera, ma nessuna dalla richiesta. prova poterono fornire all'autorità giudi­ ziaria. Questi, però, non accolse l'invito dei La Intanto, il costruttore Moncada, allar­ Barbera, anche perché si era prima consul­ mato per quanto accadeva, aveva ceduto tato con alcuni vecchi esponenti della mafia i locali oggetto della controversia al com­ che lo avevano consigliato di resistere: gli merciante Pisciotta Giulio che li aveva adi­ esponenti mafiosi spodestati avevano cioè biti a negozio per la vendita di mobili. deciso di creare l'incidente in seno all'orga­ Ma la prova di forza non poteva essere nizzazione per spodestare i La Barbera e considerata chiusa e il Maniscalco, dimesso tentarono perciò di indire una riunione per dalle carceri il 9 maggio 1960, scomparve discutere della questione relativa al Mani­ senza lasciare alcuna traccia di sé. Dopo scalco e al Pisciotta. I La Barbera ed i loro qualche giorno la sua autovettura venne rin­ gregari non si prestarono al gioco; sape­ venuta in una trazzera di Bellolampo. vano che indire una riunione per rimettere Dopo circa due mesi si verificò un ana­ la controversia all'arbitrato della maggio­ logo e più grave episodio: il 2 ottobre 1960 ranza poteva riservare delle sorprese e per­ scomparve Pisciotta Giulio, amico e socio ciò adottarono la politica a loro più con­ del Maniscalco, e Carollo Natale. L'autovet­ geniale: la maniera forte. Decisero quindi tura di quest'ultimo, la stessa sulla quale di sopprimere il Maniscalco, sebbene sapes­ i due avevano viaggiato prima della scom­ sero che con tale drastica soluzione si sa­ parsa, venne rinvenuta dopo qualche giorno rebbero inimicati particolarmente il loro abbandonata in una strada periferica del­ amico Giovanni Scalia (ucciso il 12 novem­ la città. bre 1960) con il quale erano in rapporti Come già detto, il Pisciotta ed il Carollo d'affari, leciti e no, e che effettivamente si erano tra loro amici ed entrambi amici di staccò poi dai La Barbera, andando ad Maniscalco Vincenzo e di Drago Filippo; ingrossare le file degli oppositori. il Pisciotta, inoltre, era il proprietario del Il 14 settembre 1959, alle ore 22,30 circa, negozio davanti al quale il Maniscalco aveva nella via Cataldo Parisi di Palermo, nume­ subito l'attentato. rosi colpi di arma da fuoco ferirono il Ma­ Data l'attività e l'amicizia che correva niscalco e danneggiarono, contemporanea­ tra le vittime, tutti questi delitti vennero mente, un negozio di elettrodomestici sito messi in relazione tra loro sia dall'opinione nella stessa via. pubblica sia dalle forze di polizia interes- — 173 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI sate alle indagini; ma nemmeno questa in un secondo momento si era però schie­ volta fu possibile fornire all'autorità giudi­ rato contro i predetti disapprovandone i ziaria concreti elementi di colpevolezza nei metodi e soprattutto la decisione di soppri­ confronti dei maggiori indiziati, cioè dei fra­ mere il Maniscalco e i suoi amici. E questo telli La Barbera. cedimento gli era costato la vita, poiché Evidentemente l'omertà aveva reso vano i La Barbera non ritennero di poter correre ogni tentativo operato dagli inquirenti per l'alea di una così pericolosa defezione. rompere l'assoluto silenzio di quanti pote­ Il 13 febbraio 1961 scomparivano nel vano e dovevano consentire l'acquisizione nulla anche i fratelli Salvatore e Pietro Pre­ delle prove necessarie all'inizio di un pro­ ster, entrambi pregiudicati. Quest'ultimo fa­ cedimento penale. ceva parte del gruppo Maniscalco-Pisciotta, E intanto i delitti continuano: l'8 otto­ mentre il fratello Salvatore veniva indicato bre 1960 Pietro Teresi, guardiano notturno come uno dei killers del gruppo La Barbera della Elettronica Sicula di Villagrazia di i quali, dovendo eliminare Pietro Prester, Palermo, esce da casa senza farvi più ri­ non esitarono a sacrificare anche il fratello torno. Da questa data non si hanno più sue di questi per evitare possibili rappresaglie. notizie: è sparito senza lasciare la minima Dopo una stasi di circa due anni il 17 traccia di sé. Anche il Teresi era molto marzo 1962, Salvatore Pilo venne ucciso amico di Vincenzo Maniscalco e di certo mentre rincasava, da ignoti killers che gli Pietro Prester del quale si parlerà in se­ spararono dall'interno di un'autovettura in guito. transito. Il 12 novembre del 1960, in una strada La causale si discosta sensibilmente da centrale di Palermo e in pieno pomeriggio, quelle dei delitti precedenti, anche se si una scarica di mitra uccise Scalia Giovanni ritenne di dover indicare i La Barbera come e ferì due ragazzi occasionalmente presenti mandanti, dato che il Pilo era stato amante sul luogo della sparatoria. Lo Scalia era un della cognata di Angelo La Barbera. Tutta­ mafioso che aveva appoggiato i La Barbera via, a causa del solito invalicabile muro di agli inizi della loro carriera, ricevendo aiuto omertà, anche questo omicidio rimase in­ dal gruppo che faceva capo ai due fratelli; soluto. — 174 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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II. - DALL'OMICIDIO DI PISA ALL'ARRESTO DI ANGELO LA BARBERA

Intanto la situazione generale stava as­ tezza economica, e nel campo della delin­ sumendo una fisionomia nuova: fu decisa quenza era assurto ad un posto di parti­ l'istituzione di una Commissione parlamen­ colare rilievo. tare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in La sua posizione economica era l'evi­ Sicilia e tale provvedimento creò notevole dente frutto dell'attività svolta nel campo fermento e preoccupazioni negli ambienti del traffico degli stupefacenti. Il prestigio mafiosi e nella malavita organizzata che ri­ che godeva nell'ambiente della malavita era tenne di non esporsi per non fornire nuova dovuto alle sue doti di scaltrezza, di intelli­ esca ad indagini il cui esito non si poteva genza e di « stile » che, unite a spregiudi­ prevedere. Perciò, nel corso di una riu­ catezza e cinismo, ne avevano fatto un nione plenaria dei capi mafia, venne deciso « duro », elemento veramente prezioso per di evitare il verificarsi di nuovi delitti di l'organizzazione alla quale apparteneva. sangue. La dimostrazione che il Di Pisa trattava I capi delle varie cosche vennero diffi­ alla pari con i notabili del contrabbando e dati ad evitare che si verificassero nuovi della mafia veniva, d'altronde, fornita dai fatti di sangue e, in effetti, si ebbe una nomi e numeri telefonici segnati su una certa tregua fino al 26 dicembre 1962 quan­ agendina rinvenuta dopo l'omicidio nei suoi do nella piazza Principe di Camporeale di abiti. Palermo venne ucciso da mano ignota il con­ Tra gli altri, vi erano i numeri telefo­ trabbandiere Calcedonio Di Pisa. nici di Mancino Rosario, Greco Salvatore II Di Pisa aveva appena parcheggiato « l'ingegnere », Greco Nicola, Anselmo Ro­ la propria autovettura e si stava dirigendo sario, Badalamenti Gaetano (inteso Tonino verso la rivendita di sale e tabacchi gestita Battaglia) e Ninive Tancredi, cognato di da tale Guarino Lorenzo, quando due indi­ Salvatore La Barbera. vidui, che sostavano sul marciapiede, co­ minciarono a sparare con un fucile a canna Nella gerarchia dell'organizzazione ma­ corta e con una pistola calibro 38, ucciden­ fiosa dedita al traffico degli stupefacenti i dolo. Subito dopo montarono a bordo di superiori diretti di Calcedonio Di Pisa era­ un'autovettura al cui volante si trovava un no i fratelli La Barbera e Greco Salvatore terzo individuo, e si allontanarono veloce­ « ciaschiteddu ». mente. A tale proposito si deve tener presente Le indagini non riuscirono, all'epoca, che parecchi mafiosi appartenenti a gruppi a far luce sul crimine a causa dei noti diversi erano tra loro legati da rilevanti impedimenti ambientali e per la complessa interessi nel settore del contrabbando. Così, personalità dell'ucciso, dedito a varie at­ pur essendo il La Barbera Angelo ed il tività, lecite e non, ma tutte tendenti a fini Greco Salvatore capi dei rispettivi gruppi speculativi. mafiosi, nell'organizzazione contrabbandie- Calcedonio Di Pisa, inteso « Doruccio », ra comune ai due, le redini erano tenute nonostante la sua giovane età e le umili da Greco Salvatore che praticamente fun­ origini, aveva raggiunto una notevole agia­ geva da capo. — 175 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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I fatti ebbero inizio nel febbraio del laborazione, sottoposero il cameriere del 1962, quando in Egitto venne finanziato Saturnia ad un « trattamento speciale » e l'acquisto di una grossa partita di eroina comunicarono che il predetto aveva in ef­ da parte di Sorci Francesco, Manzella Ce­ fetti ricevuto il quantitativo di droga poi sare, Angelo e Salvatore La Barbera, Pen­ consegnato. nino Gioacchino, tutti facoltosi proprietari Da ciò sorse il legittimo sospetto che terrieri, commercianti e costruttori edili. il Di Pisa e l'Anselmo avessero distratto a Per accordo convenuto, la merce doveva loro profitto una parte della merce, rica­ essere ritirata nelle acque di Porto Empe­ vandone un utile di parecchi milioni. Con docle, poiché l'organizzazione contrabban- i due veniva sospettato anche il Manzella diera si era rifiutata di entrare nelle altre che i aveva prescelti per l'operazione. acque territoriali della Sicilia per tema di Sul finire del 1962 venne allora promos­ incappare nella rete della guardia di finanza. sa una riunione alla quale presero parte Su consiglio di Cesare Manzella furono persone — tutti mafiosi qualificati — diret­ scelti e incaricati di ritirare la merce il Di tamente e indirettamente interessate alla Pisa e Rosario Anselmo, in quanto ritenuti operazione. Dette persone erano: Greco idonei, per fidatezza e risolutezza, a por­ Salvatore « ciaschiteddu », Manzella Cesa­ tare a termine la missione. I due, al largo re, i fratelli La Barbera, Panno Giuseppe, di , ritirarono la droga Mancino Rosario, D'Accardi Vincenzo ed che, trasportata a Palermo, fu affidata ad altri. un cameriere del transatlantico Saturnia, Gli « imputati » Di Pisa e Anselmo ten­ — in un secondo momento sembra sia tarono di dimostrare di non aver approfit­ stato identificato per tale Martellani Bru­ tato della fiducia loro concessa, riuscendo no, di Trieste — in partenza per gli Stati a persuadere la maggior parte dei conve­ Uniti d'America. nuti. II cameriere consegnò la marce a Broo- I La Barbera e Rosario Mancino non klyn, a due individui a lui sconosciuti i modificarono, invece, il loro comportamen­ quali gli esibirono, quale segno di ricono­ to intransigente e decisamente accusato­ scimento, la parte mancante di un biglietto rio e proprio questa circostanza fa presu­ da visita consegnatogli a Palermo. mere che decidessero di passare all'azione I due individui che ritirarono la droga punendo direttamente il maggior responsa­ vennero poi identificati in Totò Savona, bile e trasgredendo così la decisione della nipote del contrabbandiere Giuseppe Sa­ maggioranza. vona, e un nipote di Profaci Emanuele, Della squadra del Di Pisa facevano parte fratello del Joseph Profaci, dece­ il cugino Giusto Picone, Rosario Anselmo duto negli U.S.A. per cause naturali. e Raffaele Spina: chi aveva voluto la morte II denaro proveniente dall'America qua­ del Di Pisa si preoccupò perciò subito di le corrispettivo della merce ricevuta non neutralizzare coloro che avrebbero potuto corrispondeva però all'importo pattuito ed reagire per primi. Difatti l'8 gennaio 1963 i contrabbandieri palermitani ritennero, in due sicari sorprendevano lo Spina mentre un primo tempo, di essere stati frodati da era intento alla quotidiana distribuzione quelli americani. Questi ultimi, dal canto del latte, scaricandogli addosso numerosi loro, fecero sapere di aver pagato per la colpi di pistola. Subito dopo i due killers quantità di merce ricevuta e quindi, nel­ si dileguavano a bordo di un'autovettura l'ambito delle persone che avevano finan­ che li attendeva nei pressi. ziato l'impresa, venne promossa un'inchie­ Trasportato d'urgenza in ospedale, no­ sta per stabilire come mai la merce giunta nostante le gravi ferite, lo Spina soprav­ in America fosse stata inferiore al quanti­ visse. Naturalmente, pur conoscendo il mo­ tativo prelevato al largo di Porto Empe­ tivo dell'attentato, evitò di fornire ogni in­ docle. Gli americani stessi, a titolo di col­ dicazione in proposito. — 176 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Dopo solo due giorni, il 10 gennaio del gari creò notevole malcontento, determi­ 1963, due ordigni esplosivi deflagrarono di­ nando il distacco di alcuni gruppi mafiosi nanzi alle saracinesche della fabbrica di in precedenza alleati dei La Barbera e fa­ acqua gassata che Picone Giusto possedeva vorendo la creazione di una vera e propria e gestiva nella via Perpignano di Palermo. coalizione, promossa da Salvatore Greco e Le esplosioni scardinarono la serranda e dal Manzella, ai quali si affiancarono i pa­ provocarono danni alle mura della fabbri­ lermitani Spina Raffaele, Anselmo Rosario, ca e dei caseggiati vicini. Anche il Picone Sciarratta Giacomo, Picone Giusto, Citar- disse di non avere il più vago sospetto sia da Matteo, Greco Salvatore « l'ingegnere » sugli autori dell'attentato sia sul motivo e i propri fratelli Paolo e Nicola, i corleo- dello stesso. nesi Leggio Luciano, Riina Giacomo, Leg­ Nel rapporto giudiziario n. 40 del 1° gio Giuseppe, Leggio Leoluca, il partini- marzo 1963 che la stazione carabinieri di cese Coppola Domenico, Salamone Antoni­ Palermo Uditore ha inviato a quella pro­ no da San Giuseppe Jato, Passalacqua Ca­ cura della Repubbica si legge: « È opinio­ logero da Carini e Panno Giuseppe da Ca- ne degli inquirenti, ufficiali e sottufficiali steldaccia. del nucleo di polizia giudiziaria, che il ten­ La reazione non si fece attendere: il tato omicidio in persona di Spina Raffaele 17 gennaio 1963, scomparve Salvatore La possa essere attinente all'omicidio di Di Barbera in circostanze talmente misteriose Pisa e all'attentato dinamitardo subito dai da far presumere come scontata la sop­ Picone. Il collegamento che gli inquirenti pressione seguita dall'occultamento del ca­ desiderano rappresentare alla S.V. Ill.ma davere. trova fondamento nel fatto che la parte Salvatore (che doveva pagare per primo, lesa si identifica in tre episodi delittuosi perché aveva preso parte alla riunione del contro persone tra loro amiche o parenti. « tribunale » del 1962) si era allontanato A rafforzare tale ipotesi è doveroso men­ da casa al mattino, a bordo della sua « Giu­ zionare il caso Sciarratta anche questi ami­ lietta », dopo aver detto alla moglie di pre­ co delle tre parti suddette: innumerevoli parargli la valigia con l'occorrente per un volte invitate nell'ufficio del nucleo per es­ viaggio, aggiungendo che sarebbe rientrato sere interrogato, non si è mai presentato; per l'ora di pranzo. Nella tarda mattinata non solo, ma ha abbandonato la propria aveva telefonato per chiedere se la valigia abitazione ed il proprio panificio. Evidente­ fosse pronta, ma non era rientrato né al­ mente egli si nasconde non già perché teme l'ora di pranzo né dopo. La sua autovet­ un interrogatorio, ma principalmente ed tura venne poi rinvenuta, semidistrutta esclusivamente perché convinto che la furia dal fuoco, su di un tronco di strada in co­ omicida scagliatasi contro i suoi amici po­ struzione nei pressi di Santo Stefano di trà colpire anche lui ». Quisquina. Analogo comportamento assume Rosa­ Era questa la risposta all'uccisione di rio Anselmo, divenuto introvabile subito Calcedonio Di Pisa, al tentato omicidio di dopo l'uccisione di Calcedonio Di Pisa e Spina Raaele ed all'attentato dinamitardo rimasto irreperibile per un lungo periodo. alla fabbrica di acqua gassata di Giusto I tre delitti di cui si è detto provoca­ Picone. rono, però una reazione assai grave, per­ Quasi contemporaneamente La Barbera ché essi rappresentavano una aperta sfida Angelo e Rosario Mancino si allontanavano alle decisioni della mafia palermitana che da Palermo, tanto che si pensò avessero li addebitò subito dopo ai fratelli La Bar­ subito la stessa sorte del La Barbera Sal­ bera, i quali avrebbero dovuto invece ri­ vatore. Solo dopo qualche giorno, da Roma, spettare gli ordini del « tribunale di mafia » i due ritennero utile rilasciare una inter­ cui essi stessi avevano partecipato. Il com­ vista all'agenzia Italia per far sapere di portamento dei due fratelli e dei loro gre­ non avere subito alcun danno ed assumen- — 177 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI do di trovarsi nella capitale da qualche bera avevano costituito con il vecchio tempo per i loro normali affari. « don » Bartolo Porcelli. Il 12 febbraio 1963, alle ore 5, veniva Anche se non è stato possibile agli or­ attuato altro attentato dinamitardo, questa gani di polizia ricostruire gli avvenimenti volta in località Ciaculli. La potente carica, (restando ancora qualche dubbio sulla iden­ fatta esplodere per evidenti motivi di ven­ tità della vittima designata), questo epi­ detta, venne posta nei pressi di un pozzo sodio gettò vivo allarme nell'opinione pub­ sito nelle immediate adiacenze della casa blica isolana per le modalità con cui si di Greco Salvatore « u' ciaschiteddu ». Gli svolse e per l'assoluta impudenza mostrata attentatori si erano serviti di una autovet­ dagli autori. Naturalmente il Porcelli non tura rubata a Palermo la notte precedente, fornì alcun elemento agli inquirenti; così che rimase completamente distrutta dalla come nessun elemento fornì direttamente esplosione. L'attentato dinamitardo appar­ o indirettamente Calogero Passalacqua, al­ ve subito opera di Angelo La Barbera, in l'epoca latitante, affiliato al capo mafia di risposta alla scomparsa del fratello Salva­ Cinisi, Cesare Manzella, che pure fu rite­ tore. nuto, dagli organi di polizia, la possibile La mattina del 7 marzo 1963, un'autovet­ vittima. tura con quattro uomini a bordo si fer­ Il 1° aprile 1963 un nuovo clamoroso mava davanti al mattatoio comunale di delitto si verificò nell'infuocata Palermo: Isola delle Femmine. Prima ancora che gli poco prima delle 11 alcuni malfattori da astanti, una ventina di persone tra macel­ una Fiat 600 esplosero numerosi colpi di lai e commercianti, si rendessero conto di arma da fuoco in direzione dela pescheria quanto stava per accadere, dalla macchina Impero di via Empedocle Restivo, gestita scendevano tre individui armati; un quarto da Stefano Giaconia. Le vittime furono lo individuo rimaneva invece a bordo dell'au­ stesso Giaconia, lo zio di questi Crivello tovettura. Salvatore e Cusenza Gioacchino che rima­ sero feriti più o meno gravemente. Il primo di detti individui, sotto la mi­ Gli inquirenti che per primi accorsero naccia del mitra, intimava a tutti i presenti sul posto rinvennero circa trenta bossoli di mettersi con le spalle al muro e con le di mitra e diverse cartucce per fucile da mani in alto, mentre gli altri due, pene­ caccia; nell'interno della pescheria veniva­ trati nella sala di macellazione, esamina­ no ritrovate pistole, fucili da caccia e nu­ vano tutte le persone, lasciando intendere merose cartucce, molte delle quali caricate di cercarne una ben definita. a « lupara »; nell'autovettura del Giaconia, Terminato il veloce esame, i tre sali­ parcheggiata nei pressi del locale, venne vano sull'autovettura senza avere arrecato rinvenuto pure un fucile da caccia carico alcun danno. con due cartucce a « lupara », nonché altre A distanza di poco tempo dall'accaduto, cartucce dello stesso tipo per pistola ca­ si pensò che oggetto dell'aggressione fosse libro 38; lo stesso Giaconia era armato di Antonino Porcelli, macellaio di Partanna rivoltella calibro 38, una Smith & Wesson Mondello: affiliato ai La Barbera, era stato a canna corta con 6 colpi nel tamburo. l'ultimo ad essere notato in compagnia di Questo arsenale è di per sé sufficiente Salvatore La Barbera. Può darsi, perciò, ad indicare lo stato di tensione che esiste­ che sia stato ritenuto colpevole di aver teso va nell'ambiente della malavita palermitana una trappola a Salvatore. E in effetti, in dopo la catena di delitti verificatisi in quel contrasto con le manifestazioni esteriori, periodo. Le indagini condotte dalle forze la devozione del Porcelli verso i La Bar­ di polizia non soltanto misero in luce la bera poteva benissimo simulare il suo ran­ pericolosità del Giaconia Stefano (fino a core per essere stato estromesso, dopo la quel momento quasi sconosciuto come ele­ morte del padre, dalla società che i La Bar­ mento legato alla malavita organizzata),

12. — 178 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI ma permisero di accertare che al momento Il Gulizzi era anche lui un sicario dei della sparatoria all'interno della pescheria La Barbera; abilissimo pilota, aveva gui­ si trovavano anche Angelo La Barbera e dato la Fiat 1100 sulla quale erano fug­ Sorce Vincenzo detto Cecè, i quali, con Bu- giti, dopo aver ucciso Calcedonio Di Pisa, scetta Tommaso, erano abituali frequen­ i due killers che questura e carabinieri in­ tatori del negozio. dicarono in Sorce Vincenzo e Giaconia Ste­ L'autovettura usata dagli assalitori ven­ fano. Presente al delitto era un fratello del ne rinvenuta il giorno successivo abbando­ Gulizzi, Francesco Paolo, che tentò anche nata sotto una galleria ferroviaria di nuova di trattenere l'assassino. Egli aveva avuto costruzione nella tratta Palermo-Trapani e modo, pertanto, di osservare l'omicida ed risultò appartenere alla ditta Maggiore che il suo complice, ma all'infuori di una vaga ne aveva denunciato il furto. descrizione somatica non è stato in grado Vittime designate erano certamente, ol­ di fornire elementi utili per la loro identi­ tre a Giacoma Stefano e a Crivello Salva­ ficazione. Analoghe dichiarazioni resero al­ tore, Angelo La Barbera e Sorce Vincenzo tri testi e le indagini non ebbero alcun e, non a caso, come si vedrà più oltre, i successo. quattro erano riuniti nello stesso luogo, Come è già stato accennato, l'uccisione costituendo così un unico bersaglio per gli del D'Accardi Vincenzo fu ritenuta opera assalitori. Che il La Barbera e il Sorce del gruppo La Barbera, così come la morte non siano rimasti feriti fu dovuto solo alla di Rosolino Gulizzi. circostanza che gli stessi erano defilati al Carabinieri e squadra mobile, al termi­ tiro o — secondo alcune testimonianze — ne delle indagini condotte in stretta colla­ addirittura nel retrobottega della pesche­ borazione, ritennero di poter suffragare ria. questa ipotesi per i motivi che seguono: Dopo solo tre giorni dall'azione del « Il Gulizzi si era rifiutato di aderire alle « commando », e cioè nel pomeriggio del ulteriori richieste del gruppo La Barbera 21 aprile, in via Empedocle Restivo, due quando si era reso conto che il conflitto sicari abbatterono a colpi di rivoltella con la fazione avversaria aveva assunto D'Accardi Vincenzo, inteso « u mutriced- sviluppi imprevedibilmente drammatici. du », mentre costui, chiuso il negozio, si « Per parte sua il D'Accardi, dopo l'at­ avviava, lungo la via Sant'Agostino di Pa­ tentato dinamitardo contro l'abitazione di lermo, verso la propria abitazione. Greco Salvatore, era stato officiato affinché Egli non doveva aspettarsi quella vio­ interponesse la sua opera di pacificatore lenta fine perché, pur possedendo una ri­ tra i gruppi in lotta. Vincenzo D'Accardi voltella, non gli vennero rinvenute armi ad­ aveva risposto che la cosa era possibile dosso. sempre che il gruppo La Barbera non aves­ D'altra parte il D'Accardi aveva rag­ se fatto altri colpi di testa e se ne fosse giunto una età matura e, pur essendo un rimasto tranquillo. « uomo di mafia », era stato messo da parte. « In proposito nel pomeriggio del 18 L'omicidio del D'Accardi venne addebi­ aprile, nel cortile del mercato ittico di Pa­ tato dalle forze di polizia al gruppo La lermo aveva avuto luogo una animata di­ Barbera. scussione tra il D'Accardi, Butera Antoni­ La sera del 24 aprile 1963, cadeva un'al­ no e Giaconia Stefano; la discussione si tra vittima. L'elettrauto Gulizzi Rosolino era ripetuta al mattino del giorno 19 nello veniva assassinato davanti la propria offi­ stesso luogo e tra le stesse persone, mentre cina di via Principe di Belmonte, a colpi a breve distanza sostava Crivello Salva­ di rivoltella, da un sicario che subito dopo tore, zio del Giaconia, ed altre due persone si dileguava a bordo di una motocicletta indicate in Angelo La Barbera e Vincenzo rossa pilotata da un complice. Sorce. — 179 — Atti Parlamentari ' Senato della Repubblica

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« Al termine della discussione il Gia­ arco di 360 gradi. Ma ciò che era più rac­ coma ed i suoi amici si portarono nella pe­ capricciante erano i resti di due corpi uma­ scheria di via Empedocle Restivo ove, dopo ni che dal punto dell'esplosione erano spar­ circa mezz'ora, avvenne la sparatoria. si, a pezzi, per un vasto settore. « A questo punto il La Barbera si ri­ Le vittime del feroce attentato compiuto tenne tradito dal D'Accardi, per avere que­ con un congegno esplosivo erano Cesare sti raccomandato a lui stesso di non pren­ Manzella, proprietario della tenuta, ed il dere alcuna iniziativa e ciò mentre il suo fattore, Filippo Vitale. predetto sapeva già quanto doveva acca­ Poco distante veniva rinvenuta una Fiat dere di lì a poco. Per questo motivo il La 600 con la quale il Manzella si era recato, Barbera, che tra l'altro ritenne che il D'Ac­ come di consueto, nella tenuta. Su un se­ cardi avesse segnalata la sua presenza agli dile della macchina venne rinvenuto il fo­ avversari, decise di riprendere l'offensiva, dero di una rivoltella, una Colt calibro 32 eliminando per primo il « traditore » D'Ac­ regolarmente denunciata, che fu trovata a cardi, e poi il Gulizzi che aveva detto di 20 metri dal punto dell'esplosione con il volersi ritirare dalla lotta, dimostrando così calcio leggermente distorto e 6 cartucce, la sua latente intenzione di disertare. ancora inesplose, nel tamburo. Ciò fa pen­ « Dalla discussione avvenuta nel cortile sare che all'atto dell'esplosione il Manzella del mercato ittico si è avuta conferma da aveva in pugno la rivoltella. uno dei partecipanti e precisamente da Bu- L'autovettura distrutta era una Giulietta tera Antonino, il quale ha ammesso di aver di colore antracite, rubata a Palermo il 2 parlato con il Giaconia e con il D'Accardi, aprile dello stesso anno. sostenendo però che la conversazione si « Don » Cesare Manzella, notissimo era svolta su questioni di appoggi eletto­ capo mafia di Cinisi, era un ex emigrato rali. negli U.S.A. dove si era arricchito all'om­ Evidentemente, il Butera, da vecchio bra del gangsterismo americano, con il traf­ mafioso, non poteva andare oltre nelle sue fico degli stupefacenti. Tornato in patria, ammissioni ». aveva conservato i legami con l'organizza­ Alle 7,40 del 26 aprile del 1963, un pau­ zione delinquenziale degli U.S.A., dove di roso boato faceva sussultare l'abitato di tanto in tanto si recava. Cinisi, un piccolo centro costiero poco di­ Raggiunta una florida posizione econo­ stante da Palermo. La fragorosa esplosione, mica, aveva badato a circondarsi dell'au­ avvertita da tutti gli abitanti, proveniva reola di benefattore, facendosi promotore dalla tenuta di « don » Cesare Manzella, di istituti di beneficienza, mantenendo l'at­ sita in contrada Monachelli, un vasto e ric­ teggiamento dell'uomo ligio ai doveri del­ co agrumeto posto oltre la periferia del l'onesto cittadino e riuscendo così a cat­ centro abitato. tivarsi la stima di gran parte della società Lo spettacolo che si offriva ai carabi­ provinciale. nieri di Cinisi, per primi giunti sul posto Ma, in effetti, dal suo fascicolo perso­ su indicazione del figlio del Manzella, era nale della stazione dei carabinieri di Cinisi, terrificante. Sulla strada privata che dal­ nella proposta di diffida redatta sin dal l'ingresso conduce ad una costruzione sita 1958, si legge: al centro della tenuta, era visibile il cra­ tere provocato dall'esplosione. Tutto in­ « ...L'individuo in oggetto è il capo mafia torno gli alberi erano privi di foglie ed ina­ di Cinisi. riditi dalla fiammata dell'esplosione. « È di carattere violento e propotente. A breve distanza dal cratere giacevano, « È a capo di una combriccola di pre­ fumanti, i resti dell'avantreno di un'auto­ giudicati e mafiosi, composta dai fratelli vettura, mentre le altre parti erano state « Battaglia », cioè Badalamenti Gaetano, proiettate a decine di metri e nell'intero Cesare e Antonio, dediti ad attività illecita, — 180 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI non escluso il contrabbando di stupefa­ anche dalla sua partecipazione ai matrimo­ centi. ni di Stefano Bontate con Margherita Te- « Il Manzella Cesare è individuo scaltro resi e di Mimma Greco con Antonio Salo­ con spiccata capacità organizzativa, per cui mone. gode un ascendente indiscusso fra i pre­ Inoltre, nel corso di una minuziosa ispe­ giudicati e mafiosi del luogo e quelli dei zione effettuata sul luogo dell'esplosione, i paesi vicini, quali Carini, Torretta, Terra- carabinieri rinvenivano, in un brandello dei sini, Partinico, Borgetto e Camporeale che pantaloni del Manzella proiettato su di un continuamente lo avvicinano. Tale suo albero, il portafoglio intatto del defunto ascendente fa sì che le malefatte compiute che, oltre ad una piccola somma di denaro, dai suoi accoliti non vengano nemmeno conteneva: denunziate all'autorità costituita. Per tale motivo ed anche perché la sua funzione si un volantino di propoganda eletto­ esplica e si limita alla sola organizzazione rale sul cui retro era scritto: « L. Leoluca della delinquenza e della mafia, è sempre nato il 15 febbraio 1928 a Corleone viale sfuggito ai rigori della legge. Gennaro, 4 patente rilasciata il 28 gennaio 1961, n. 3250 dalla prefettura di Palermo »; « Infatti, è incensurato. « Per la consumazione dei crimini si un foglio quadrettato da notes, su cui serve esclusivamente di sicari. si poteva leggere: « Palazzolo Giovanni fu « In luogo corre voce che la soppres­ Giovanni di anni 79 vaccaro coniugato, via sione di Vitale Damiano e Alfano Vincenzo, dei Monti n. 1 sottosuolo a destra n. 16, avvenuta recentemente in territorio di Ca­ morto il 19 gennaio 1946 si rinnova sosta rini, sia stata sentenziata da lui, in quanto lire 15.000 deve essere Antonino »; i due uccisi si erano dati ai furti di bovini. un foglietto da agenda sulla cui pa­ « È comunque certo che i pochi ma gra­ gina recante a stampa la data « dicembre vi delitti venuti alla luce nel territorio di 25 martedì - 26 mercoledì » era scritto a Cinisi, siano stati da lui sentenziati. matita: «85871 Villa Florio dietro ore 7 « Non si spiegherebbe diversamente, in­ era Totò ». fatti, che un capomafia, quale il Manzella, Le generalità scritte sul volantino elet­ tolleri nel suo territorio la consumazione torale corrispondono a quelle di Leggio di attività illecite senza i suo benestare. Tra Leoluca, individuo affiliato al gruppo di Lu­ tali delitti devesi ricordare, oltre al du­ ciano Leggio con il quale il Manzella era plice omicidio Vitale e Alfano, peraltro con­ legato da vincoli di buona amicizia. sumato nel limitrofo territorio di Carini, i vari contrabbandi di sigarette e stupefa­ Il contenuto del secondo appunto aveva centi, per i quali sono stati denunziati ap­ riferimento all'acquisto di un loculo o un punto individui appartenenti alla cricca ca­ terreno cimiteriale. peggiata dal Manzella. Il terzo appunto assumeva, invece, un significato importantissimo in considerazio­ « Il Manzella stesso ha ottima posizio­ ne del fatto che il numero 85871 altro non ne economica consistente in proprietà im­ era che il numero di targa di una Fiat 600 mobiliare (terreni a coltura intensiva, giar­ intestata a Sorce Vincenzo, il « Cecè », si­ dini, oliveti ed altro, nonché fabbricati, cario al servizio di Angelo La Barbera. La tutti nel comune di Cinisi) il tutto valutato data sotto la quale l'appunto è stato preso per 20 milioni circa. è quella in cui Calcedonio Di Pisa è stato « Per quanto sopra si propone il Man­ ucciso poco prima delle 19; Villa Florio zella per la diffida prevista dall'articolo 1 o Via di Villa Florio sono ambedue vicine della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 ». alla piazza Principe di Comporeale. Il Totò La dimostrazione dei buoni rapporti te­ può benissimo essere identificato in Salva­ nuti dal Manzella con i vari mafiosi, si ha tore La Barbera, scomparso dopo pochi gior- — 181 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI ni dall'uccisione del Di Pisa, amico e « pu­ gno a numerosi colpi d'arma da fuoco, su­ pillo » del Manzella, la cui abitazione fre­ bito dopo essere uscito dall'abitazione del quentava spesso. suo amico Guido Ferrara e mentre stava Alla luce degli elementi raccolti in se­ per salire sull'autovettura lasciata in sosta guito alla orribile fine del Manzella, gli in­ nella via Regina Giovanna. quirenti ritennero che fu proprio Angelo La Al momento dela sparatoria egli era ac­ Barbera a volere la morte del Manzella, compagnato da Ulizzi Giuseppe, da Ferrara uno dei promotori della riunione del « tri­ Guido che lo ospitava, e da certa Giusep­ bunale di mafia » che, inquisendo sull'ope­ pina Zardoni, amica del Ferrara. rato di Salvatore La Barbera ne decretò Che l'agguato teso al La Barbera sia la soppressione e la scomparsa, per avere opera del gruppo mafioso avversario non costui ingiustamente assassinato l'intra­ sembra da porre in dubbio, sia per le ca­ prendente Calcedonio Di Pisa. ratteristiche modalità già sperimentate in Angelo La Barbera, sapendosi braccato precedenti analoghi crimini, sia per la pre­ da tutta la mafia coalizzatasi contro di lui senza in quei giorni a Milano di Ulizzi Giu­ (i suoi seguaci erano già in via di decima­ seppe, Giunta Luigi, Sorce Vincenzo e Pomo zione ed egli stesso era miracolosamente Giuseppe. scampato all'attentato della pescheria Im­ Cosa facevano costoro a Milano se non pero), aveva voluto, distruggendo il corpo studiare con il loro capo un nuovo piano del Manzella, dimostrare che la sua ven­ criminoso da attuare a Palermo ? Rimane, detta riusciva comunque a raggiungere i tuttavia, da stabilire chi dei predetti indi­ principali responsabili della morte di suo vidui ha segnalato la presenza del La Bar­ fratello. bera per fargli tendere l'imboscata. Evi­ Il delitto di Cinisi non poteva, però ov­ dentemente, altri gregari del La Barbera viamente, rimanere senza risposta, perché ritennero di seguire l'esempio di Buscetta mentre Angelo La Barbera, anche se attor­ Tommaso e di Antonio Porcelli allontanan­ niato da un branco di killers, era rimasto dosi da colui che era stato ormai condan­ praticamente solo, contro di lui si era coa­ nato dalla mafia palermitana. lizzata tutta la mafia rappresentata dai Gre­ Angelo La Barbera ebbe però una for­ co di Ciaculli, da Luciano Leggio da Cor- tuna migliore delle sue vittime e, anche se leone, da Salomone di San Giuseppe Jato, gravemente ferito, riuscì a ristabilirsi dopo da Coppola di Partinico, da Badalamenti un certo periodo di cure. di Cinisi, da Citarda di Cruillas, da Panno Naturalmente, dall'ospedale ove era sta­ di Casteldaccia e dai numerosi sicari pronti to ricoverato subito dopo il suo ferimento a sparare per loro. è passato al San Vittore, perché nel frat­ La notte tra il 23 e il 24 giugno del 1963 tempo a suo carico era stato emesso man­ a Milano, Angelo La Barbera viene fatto se­ dato di cattura per i reati sin qui citati. — 182 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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III. - LA STRAGE DI CIACULLI E GLI AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Contrariamente ad ogni logica aspetta­ Ora, mentre i gruppi mafiosi di Paler­ tiva, l'arresto di La Barbera e le denunce mo-occidentale fremevano per l'assegnazio­ di numerosi esponenti mafiosi non riporta­ ne delle cariche, gli esponenti della mafia rono la calma nella città di Palermo tanto di Palermo-orientale temporeggiavano con scossa dall'ondata di violenza del periodo l'evidente scopo di attendere una completa precedente. Dopo soli 25 giorni, cinque chiarificazione della situazione che appa­ gravi delitti si verificarono a brevissima di­ riva ancora piuttosto confusa. stanza l'uno dall'altro portando sgomento Forse il gruppo Greco della mafia di nell'opinione pubblica isolana e nazionale Palermo-orientale intendeva affidare le cari­ e grave preoccupazione fra le autorità. An­ che rimaste scoperte ad uomini di propria che le forze di polizia che ritenevano di fiducia; ma il più valido motivo del ten­ aver concluso le indagini, condotte con en­ tennamento era dovuto alla ventilata no­ comiabile spirito di sacrificio, rimasero di­ mina a vice capo di Buscetta Tommaso, la sorientate dinanzi ai nuovi crimini. cui eventuale ascesa avrebbe reso inutile Evidentemente l'ambiente mafioso, già la lotta intrapresa e portata a termine con­ scosso dagli avvenimenti che avevano rotto tro i La Barbera, poiché si conosceva il suo il suo equilibrio interno, dalle denunce e temperamento aggressivo, l'indole malvagia dagli arresti di numerosi elementi, era alla e la sua spiccata capacità a delinquere. ricerca di un nuovo equilibrio che colmasse Anche Pietro Torretta, « uomo di ri­ il vuoto di potere creatosi nella « famiglia » spetto » della borgata Uditore, cominciava di Palermo-centro per la mancanza di un ad agitarsi dato che, eliminati i La Barbera capo e per la defezione di quanti avevano dei quali si sentiva il legittimo successore, deciso di abbandonare Angelo La Barbera, riteneva di dover far valere i propri diritti il capo ora arrestato ma già da tempo in alla successione anche a costo di riprendere contrasto con l'organizzazione e con quelle la lotta contro il gruppo Greco. « famiglie » che rappresentavano « l'ordine Ed era proprio il Torretta che decideva costituito ». per primo di passare all'azione eliminando Molti ritennero perciò necessario ed ur­ quanti si opponevano alla sua « elezione » gente che si procedesse alla nomina di un e, tra questi, i suoi maggiori oppositori: capo e di un vicecapo, in sostituzione di Conigliaro Girolamo e Garofalo Pietro. Angelo La Barbera e di Rosario Mancino I due furono invitati in casa Torretta che avevano rivestito tali cariche. che, tra l'altro, oltre ai motivi connessi alla Tra i maggiori fautori di una immediata gerarchia mafiosa, aveva altri vecchi conti nomina erano alcuni killers dei La Bar­ da regolare con il Conigliaro, dal quale in­ bera passati al gruppo avverso e tra di tendeva conoscere la verità in merito alla essi il più qualificato era Tommaso Bu- uccisione di Grasso Girolamo e del di lui scetta, tra l'altro sospettato di aver preso figlio Gaetano. parte all'attentato subito da Angelo La Bar­ II Torretta sapeva infatti che all'elimi­ bera a Milano. nazione del Grasso, decretata dal gruppo — 183 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Greco-Leggio, aveva partecipato il Coni- via Sciuti, veniva ucciso da due giovani gliaro che, pur essendo amico del Grasso, che, affacciatisi sulla porta del negozio, aveva egualmente accettato l'incarico, assu­ sparavano su di lui, allontanandosi subito mendo il ruolo di « traditore ». dopo a bordo di un'auto che attendeva nei Sta di fatto, però, che il piano ordito pressi. dal Torretta per far « parlare » i suoi ospiti Il Leonforte che veniva considerato il fallì, perché appena il Conigliaro ed il Ga­ capomafia di Ficarazzi, appoggiava incon­ rofalo si accorsero della presenza in casa dizionatamente il gruppo Greco e nutriva Torretta di loro temibili avversari quali il propositi di raggiungere posizioni di premi­ Buscetta ed altri, capirono che la loro sorte nenza nella gerarchia della mafia cittadina. era segnata e cercarono inutilmente scam­ po nella fuga: uno venne ucciso nella stes­ 30 giugno 1963 - In Villabate, davanti sa stanza ove si stava svolgendo il « ragio­ al garage di Giovanni Di Peri, si verificava namento » e l'altro, colpito mentre stava una violenta esplosione in conseguenza scappando attraverso un balcone, morì della quale trovavano la morte il guardiano poco dopo durante il trasporto in ospedale. del garage stesso, Pietro Canizzaro e il for­ Siamo al 19 giugno del 1963, e da que­ naio Giuseppe Tesauro che transitava nella sta data inizia una nuova catena di cri­ zona per recarsi al lavoro. L'esplosione era mini. stata provocata da una Giulietta rubata, Resi ormai di pubblico dominio gli in­ opportunamente attrezzata ed innescata. tendimenti del Torretta e del Buscetta, essi 30 giugno 1963 - Verso le ore 11,30 si vedono costretti a difendersi più dalla tale Prestifilippo Francesco avvertiva tele­ prevedibile violenta reazione degli avver­ fonicamente i carabinieri della stazione di sari che non dalla possibilità di incappare Roccella che nel fondo Sirena si trovava nei rigori della legge. Come linea difensi­ in sosta un'auto Giulietta con gli spor­ va adottano quella che è stata sempre de­ telli aperti, presumibilmente carica di esplo­ finita la migliore tattica al riguardo: l'of­ sivo poiché era visibile un tratto di miccia fesa in ragione della propria difesa. bruciata, innescata ad una bombola di gas. Ed allora prima ancora di soccombere, Venivano chiamati gli artificieri che to­ passano all'attacco e si hanno così: glievano la bombola dal sedile posteriore; ritenendo che non vi fosse più pericolo, 22 giugno 1963 - Nella via Piedilegno alcuni dei presenti si avvicinarono all'auto­ di Palermo viene ucciso da tre individui, vettura per rendersi conto della natura che erano a bordo di una Giulietta, un al­ dell'ordigno e per le ulteriori constatazioni. tro pericoloso killer, Diana Bernardo, ap­ partenente alla mafia di Villagrazia, men­ Proprio in quel momento si verificava tre si recava in quella via per accompagna­ una potentissima esplosione. Sette militari re il suo amico Mancuso Salvatore. delle forze di polizia e dell'esercito rima­ nevano uccisi nell'adempimento del loro Il Diana non era solito recarsi in via dovere. I loro corpi, investiti dall'esplo­ Piedilegno e per questo motivo sorse il sione, vennero letteralmente dilaniati. dubbio che il Mancuso avesse attirato il Diana in un tranello. Secondo notizie raccolte all'epoca dagli L'enorme impressione suscitata nell'opi inquirenti, nella Giulietta si trovavano Bu­ nione pubblica e nelle stesse autorità dalla scetta Tommaso ed i suoi amici Sorce Vin­ strage di Ciaculli determinò una vigorosa cenzo e Badalamenti Pietro. reazione, che portò ad un periodo di quie­ scenza quasi assoluta dell'attività crimino­ 27 giugno 1963 - Il capomafia Ema­ sa in Sicilia tanto da far erroneamente nuele Leonforte, mentre si trovava nell'in­ ritenere che il fenomeno fosse stato se non terno del supermercato di via Lazio, angolo debellato, quanto meno ridotto nei limiti — 184 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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della delinquenza comune: inviati al sog­ più .efficiente (anche perché più mimetiz­ giorno obbligato o arrestati in attesa del zato) di quello dell'isola o semplicemente, giudizio i più temibili capimafia, resa più quando lo ritenevano più pratico e più con­ vigile e più attenta l'opera delle forze di veniente, dandosi alla latitanza. polizia e, in generale, di tutti gli organi Alcuni, scontato il periodo di soggiorno, dello Stato, sensibilizzata l'opinione pub­ sono tornati in Sicilia; altri hanno prefe­ blica isolana perché, anche con atti indi­ rito trasferirsi in diverse città (Roma, Mi­ viduali di coraggio e di coscienza civile, lano, Torino) che, per la presenza in al­ contribuisse a combattere il fenomeno, le cune zone periferiche di vere e proprie co­ file della mafia sembrarono veramente lonie di siciliani dalle attività sospette, fan­ scompaginate. no temere il pericolo, in parte già realiz­ La calma è durata, però, poco più di zatosi, di una esportazione del fenomeno un quinquennio, anche se sembra possibile mafioso. affermare che la nuova catena di delitti Né risolutivi sono stati gli effetti dei mag­ verificatisi a Palermo in un'epoca recente giori processi di mafia, nonostante la cir­ sia ancora una volta il segno di una grave costanza che essi siano stati celebrati per crisi in cui si dibattono le cosche mafiose legittima suspicione in altra sede: se si fino a determinare gesti criminosi, dispe­ esaminano i risultati del processo di Catan­ rati ed estremi che una mafia in pieno zaro che più degli altri interessa in que­ vigore non compirebbe o non lascerebbe sta sede perché riguardava proprio i fatti compiere. È certo, comunque, che molte­ che, a cavallo degli anni '60, hanno fune­ plici sono i fattori per così dire « tecnici » stato Palermo per lo scontro sanguinoso che hanno consentito questo allarmante ri­ e violento fra i Greco e i La Barbera, ap­ gurgito di violenza, il quale (come meglio pare evidente che alla coraggiosa sentenza si vedrà più oltre) può essere inquadrato istruttoria del giudice Terranova non ha nei suoi episodi più rilevanti nel clima di fatto riscontro una adeguata, approfondita tensione provocato dalla sorda lotta fra valutazione da parte dei giudici di Catan­ due cosche rivali che, pur non definite zaro. Gli effetti del processo sono stati al­ esattamente nella loro composizione e nelle quanto limitati: su 117 imputati, 60 sono sotterranee alleanze, possono essere grosso stati mandati assolti e tutti gli altri (i Gre­ modo considerate come facenti capo ri­ co, i La Barbera, i Buscetta, i Mancino) spettivamente al gruppo Greco-Leggio e a sono stati condannati per reati minori ri­ quello La Barbera-Mancino-Torretta. Que­ spetto all'immenso peso di accuse che gra­ sti fattori sono costituiti, in primo luogo, vava su di loro. La mafia ha potuto così dalle capacità di adattamento, di « immu­ riconfermare la propria caratteristica più nizzazione » alle misure antimafia fin qui agghiacciante: quella cioè di riuscire a sfug­ adottate che hanno mostrato tutti i più gire tra le maglie della giustizia, procu­ grossi capimafia: passata la piena senza randosi sempre e comunque l'impunità per che si fosse inciso fino al fondo sui legami i propri delitti attraverso l'imposizione del­ sottili ma saldissimi e molteplici che con­ la ferrea legge dell'omertà, dell'intimida­ sentono alla mafia di operare, i mafiosi di zione, della minaccia, della paura, delle ri­ maggiore prestigio (e via via, poi, sul loro trattazioni giudiziali, legge i cui effetti sono esempio, tutti gli altri) hanno imparato a stati forse aggravati dalla circostanza (pur superare lo choc del soggiorno obbligato apprezzabile per altri motivi) che a giudi­ e della sorveglianza di polizia, annullano care non sono stati uomini che conosces­ le distanze con i più veloci mezzi di comu­ sero fino in fondo il senso di un mezzo nicazione o con il telefono, ricostituendo diniego, di una ritrattazione forzata, di un intorno a sé un entourage di consiglieri, indizio che, pur se non pienamente pro­ portaordini ed esecutori, più piccolo ma bante, è l'unico mezzo di prova che la mafia — 185 — Atti Parlamentari ,. . ; Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI ha consentito di portare nelle aule giudi­ I delitti che più probabilmente si pon­ ziarie. gono nel solco degli avvenimenti del 1959- Del resto, quanti sono stati condannati 1963 sono comunque i seguenti: sono usciti assai presto dalle carceri: il decreto-legge del 1° maggio 1970, pur tanto 7 luglio 1966 - Nel rione Borgo Nuovo apprezzabile sotto il profilo giuridico per le di Palermo viene ucciso a colpi di lupara garanzie che offre agli imputati, è stato un Francesco Mazzara, elemento in ascesa nel­ elemento di fatto dirompente nei confronti la mafia della borgata Uditore, già regno di processi di mafia per i quali alle note di Pietro Torretta al quale voleva forse disfunzioni dell'amministrazione della giu­ sostituirsi approfittando del suo stato di stizia, si aggiungono le difficoltà del reperi­ detenzione. Il delitto è rimasto opera di mento di indizi e di prove, gli ostacoli a ignoti. volte capziosi e meramente defatigatori frapposti dagli avvocati di parte, la com­ 12 marzo 1969 - Viene ucciso a colpi plessità, infine, dei processi celebratisi più di lupara davanti alla propria abitazione di Palermo il costruttore edile Giuseppe Bo­ di recente tanto per il numero degli impu­ logna. Per tale omicidio furono incriminati tati quanto per i capi di accusa addebitati Giuseppe Sirchia e Francesco Gambino en­ ai singoli. trambi reduci dal processo di Catanzaro Per effetto del decreto sui termini della e affiliati alla cosca di La Barbera-Torretta. custodia preventiva, dunque, La Barbera, Furono successivamente prosciolti perché Torretta, Mancino ed i loro gregari che non vennero meno gli indizi a loro carico. erano riusciti a darsi alla latitanza, come Xc^u.". Iti hanno potuto invece i Greco e i Leggio (o 10 dicembre 1969 - Strage di via Lazio. non lo avevano forse neanche voluto per Un gruppo di persone, alcune delle quali salvaguardare la loro immunità fisica), pur travestite da guardie di pubblica sicurezza, condannati, sono tornati in libertà dopo irrompono negli uffici del costruttore edile aver pagato con estrema facilità le cauzioni Salvatore Moncada aprendo il fuoco sui pre­ loro imposte. senti, che rispondono con le armi. Nello Nella sua arringa il pubblico ministero scontro morivano Michele Cavatajo, con­ di Catanzaro aveva però avvertito il peri­ dannato a quattro anni (due condonati) a colo che, prosciolti o comunque liberati, gli Catanzaro ed elemento di spicco della co­ aderenti, alla cosca La Barbera-Torretta sa­ sca La Barbera-Torretta; il pregiudicato rebbero stati oggetto di nuovi sanguinosi Francesco Tumminella e i dipendenti del­ regolamenti di conti, allungando così la tri­ l'impresa Salvatore Bevilacqua e Giovanni ste catena di omicidi che il predominio sulla Doné. Rimasero feriti i figli del Moncada, città di Palermo ha provocato. Filippo ed Angelo. Così è stato, e l'esplosione di violenza Per il delitto fu subito denunciato Fran­ culminata nel rapimento di Mauro De Mau­ cesco Sutera; vennero inoltre successiva­ ro, nell'omicidio Ciuni, nell'uccisione del mente incriminati Galeazzo Giuseppe, Riz- dottor Scaglione e del suo autista deriva zuto Salvatore, Fidanzati Gaetano, Lo Pre­ certamente, anche se alcuni episodi non sti Salvatore (tutti attualmente detenuti) sono direttamente inquadrabili (almeno per nonché Alberti Gerlandò, irreperibile ed ele­ il momento) nel contrasto fra i Greco e i mento di spicco già affiliato alla cosca La La Barbera, da un clima di violenza che Barbera ed attualmente assai vicino a Lu­ trae sempre nuova esca da quel contrasto, ciano Leggio e ai Greco. reso più aggrovigliato e complesso dalle II Sutera e l'Alberti erano stati giudicati nuove alleanze fra i gruppi e dall'intrico a Catanzaro e subito posti in libertà. di interessi inconfessabili che si nascondono dietro la facciata delle manifestazioni di 30 novembre 1970 - Quattro pregiudi­ aperta violenza. cati palermitani si portano a Castelfranco — 186 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Veneto (Treviso) a bordo di due autovet­ 29 aprile 1971 - Viene ucciso a Milano ture precedentemente rubate nelle quali Antonio Matranca, amico di Torretta, di Di avevano occultato mitra e lupare. È stato Martino, di Buscetta e di altri mafiosi. accertato che intendevano attentare alla vita Rinviato a giudizio per associazione per di Giuseppe Sirchia, all'epoca in soggiorno delinquere, è stato assolto dalla corte di obbligato in quel comune. assise di Catanzaro. Gli attentatori sono stati identificati in Sono in corso indagini. Galeazzo Giuseppe, Lo Presti Salvatore, Riz- zuto Salvatore e Fidanzati Gaetano, indi­ A parte i primi due, fra i fatti di sangue, ziati poi quali responsabili anche della strage di via Lazio. ora citati, sembra possibile attribuire tutti gli altri ad un unico intento criminoso di­ 25 marzo 1971 - Nella borgata Uditore retto alla sistematica eliminazione degli viene ucciso a colpi di lupara il mafioso uomini vicini al Torretta e ai La Barbera. Francesco Di Martino, già indicato come Né è da escludere che, mentre da un lato killer della cosca capeggiata da Pietro Tor­ anche altri e più clamorosi fatti di sangue retta. siano da inserire in un tale contesto, dal­ Denunciato per l'omicidio di Gambino l'altro la catena di delitti contro i reduci Salvatore e per associazione per delinquere, del processo di Catanzaro possa proseguire, è stato assolto dalla corte di assise di Ca­ alimentando così ulteriormente questa nuo­ tanzaro e subito scarcerato. va fiammata di violenza che dal dicembre Le indagini sono tuttora in corso. del 1969 si è abbattuta su Palermo. 1

CENNI BIOGRAFICI SU TOMMASO BUSCETTA INDICE

1. - La personalità di Tommaso Buscetta pag. 189

2. - Contrabbando e traffico di stupefacenti » 192

3. - Precedenti penali » 195

4. - Considerazioni conclusive » 199 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - LA PERSONALITÀ DI TOMMASO BUSCETTA

Tommaso Buscetta, inteso « Masino », è si era recato allo scalo ferroviario di Bran­ uno dei più audaci e spregiudicati contrab­ caccio per ritirare o svincolare della merce. bandieri palermitani, legato a gruppi ma­ Nel momento in cui scendevano dall'auto­ fiosi dediti a questo delittuoso traffico e ad mobile (particolare che coincide con quanto altri interessi di natura illecita. riferito dai familiari di Pisciotta e Carollo Secondo alcune testimonianze raccolte circa l'allontanamento di costoro a bordo dall'autorità giudiziaria che ha istruito i dell'autovettura Fiat 1100 appartenente al processi a suo carico, si tratta di « un indi­ Carollo) furono affrontati dai fratelli La viduo privo di scrupoli e prepotente, bo­ Barbera, da Gnoffo Salvatore e da Tom­ rioso e vanitoso, tanto da millantare ami­ maso Buscetta, i quali, tenendoli sotto la cizie e relazioni altolocate ». minaccia delle pistole che impugnavano, Incontrava con una certa assiduità i fra­ costrinsero Pisciotta e Carollo a montare telli La Barbera e manteneva buoni rap­ a bordo dell'autovettura con cui li avevano, porti con i Greco di Ciaculli, con Riina evidentemente, seguiti, e si allontanarono Giacomo di Corleone e con altri mafiosi rapidamente, mentre Gnoffo Salvatore si di Palermo e provincia. poneva al volante dell'automobile del Ca­ La sua personalità e i legami con ma- rollo, lasciando a terra il Ricciardi al quale fiiosi di rango, dimostrano che il Buscetta il Pisciotta stesso aveva rivolte delle parole godeva di una solida posizione di prestigio di rassicurazione. nell'ambiente mafioso. « Da quel momento non si ebbe più Inizialmente era particolarmente legato alcuna notizia di Pisciotta Giulio e Carollo ai La Barbera insieme con i quali ha at­ Natale e non vi è dubbio, dati i tragici tuato una lunga serie di azioni mafiose precedenti, che costoro siano stati uccisi che vanno dall'estorsione al ricatto, dalle ed i loro cadaveri soppressi... ». minacce alle angherie in danno di costrut­ A seguito della lotta scatenatasi tra la tori edili, autotrasportatori e commercianti « cosca » dei Greco e quella dei fratelli e che ben presto raggiunsero reati molto Angelo e Salvatore La Barbera la compagi­ più gravi, come risulta dalla sentenza istrut­ toria del 23 giugno 1964 a proposito, per ne mafiosa palermitana subì continue mo­ esempio, della sparizione di Pisciotta e di difiche. Ebbero la meglio i primi e Salva­ Carollo. tore La Barbera scomparve improvvisa­ mente il 17 gennaio del 1963, mentre, alcu­ Il giudice istruttore del tribunale di Pa­ lermo, dottor Cesare Terranova, così de­ ni mesi dopo, ignoti killers tentarono di scrive l'episodio: « ...quanto alla sparizione uccidere Angelo, da qualche tempo assurto di Pisciotta Giulio e Carollo Natale, avve­ al rango di capomafia e costretto però a nuta, il 2 ottobre 1960, la dichiarazione del rifugiarsi al nord Italia poiché nel frat­ Ricciardi ha un valore ancora più grave, tempo molti suoi seguaci avevano diser­ perché egli fu testimonio oculare della cri­ tato dai suoi ranghi. Uno di questi fu pro­ minosa vicenda. Quel giorno infatti il Ric­ prio Tommaso Buscetta che, come vedre­ ciardi in compagnia di Pisciotta e Carollo mo, approfittò della situazione per tentare — 190 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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la scalata ai primi posti della cosca ma­ tilata nomina a vice-capo di Tommaso Bu­ fiosa capeggiata da Angelo La Barbera. scetta spinse i Greco a chiedere che fosse La notte del 24 giugno del 1963 in-Mi­ rinviata ogni decisione in proposito perché lano, Angelo La Barbera, subito dopo avere la sua eventuale ascesa nella mafia di « Pa­ lasciato l'abitazione del suo amico Guido lermo-centro » avrebbe reso inutile la lotta Ferrara e nel momento in cui stava per intrapresa contro i La Barbera, dato il tem­ montare sulla propria autovettura lasciata peramento aggressivo, l'indole malvagia e in sosta in via Regina Giovanna, venne fat­ la spiccata capacità a delinquere del Bu­ to segno a numerosi colpi d'arma da fuoco. scetta. Il La Barbera reagì sparando a sua Anche Pietro Torretta, « uomo di ri­ volta in direzione dei suoi attentatori, ma spetto » della borgata Uditore, comin­ rimase gravemente ferito e fu quindi rico­ ciava ad agitarsi: eliminati i La Barbera, verato in ospedale, da dove passò a San dei quali si sentiva il legittimo successore, Vittore perché nel frattempo il giudice riteneva infatti di aver diritto ad essere istruttore di Palermo aveva emesso a suo nominato capo della cosca di « Palermo-cen­ carico mandato di cattura per una serie tro » anche a costo di riprendere la lotta di reati commessi nel corso della lotta contro il gruppo dei Greco. contro la cosca mafiosa capeggiata dai Ed erano appunto il Torretta ed il Greco. Buscetta a decidere di passare all'azione Il ferimento e il successivo arresto di allo scopo di eliminare quanti si oppone­ Angelo La Barbera avevano determinato un vano alla loro elezione, scegliendo i mag­ disorientamento generale ed avevano creato giori oppositori: Conigliaro Girolamo e Ga­ un vuoto nella « famiglia » mafiosa di « Pa­ rofalo Pietro che, invitati in casa Torretta lermo-centro », sia per la mancanza di un per un « ragionamento », vennero uccisi. capo, sia per la defezione di numerosi gre­ Il crimine è del 19 giugno del 1963 e da gari che avevano abbandonato La Barbera. questa data inizia a Palermo una nuova Anche altre « famiglie » erano rimaste catena di delitti. disorientate per l'arresto e lo stato di lati­ Resi ormai di pubblico dominio gli in­ tanza di alcuni loro componenti, per cui tendimenti del Torretta e del Buscetta, essi molti ritennero necessario ed urgente pro­ si vedono in un primo momento costretti cedere alla nomina di un capo e di un a difendersi più dalla prevedibile violenta vicecapo in sostituzione di Angelo La Bar­ reazione della parte avversaria che dalla bera e di Rosario Mancino che in passato possibilità di incappare nei rigori della avevano rivestito tali cariche. legge. Come linea difensiva adottano quella che è stata sempre definita la migliore tat­ Tra i maggiori fautori di una immedia­ tica al riguardo: l'offesa in ragione della ta nomina erano alcuni killers dei La Bar­ propria difesa. Si registrano così a Paler­ bera passati al gruppo avverso, e tra essi mo altri quattro gravi crimini: il più qualificato era Tommaso Buscetta, peraltro sospettato dalle forze di polizia — 22 giugno 1963 — uccisione del killer e dagli ambienti mafiosi di Palermo — di Bernardo Diana; secondo notizie dell'epoca aver preso parte all'attentato subito da raccolte dagli inquirenti, autori del delitto Angelo La Barbera a Milano. sarebbero stati il Buscetta con i suoi fidi Gli esponenti della mafia di « Palermo- amici, Sorce Vincenzo e Baldalamenti orientale » preferivano invece attendere la Pietro; completa chiarificazione della posizione dei singoli aspiranti. Forse il gruppo dei Greco, 27 giugno 1963 — uccisione del mafio­ capi-mafia di Palermo-orientale, intendeva so Emanuele Leonforte; veniva considerato affidare le « cariche » ad uomini di propria il capomafia della borgata Ficarazzi, incon­ fiducia; ma è probabile che proprio la ven­ dizionatamente amico dei Greco; — 191 — Atti Parlamentari ! '. , Senato della Repubblica

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30 giugno 1963 — attentato dinami­ tutte le autorità, centrali e locali, dello tardo a Villabate davanti al garage di Gio­ Stato e provocò anche, di conseguenza, la vanni Di Peri; rimanevano uccisi il guar­ fuga precipitosa di numerosi boss mafiosi. diano del garage, Pietro Cannizzaro, e il Anche il Buscetta, già colpito da un fornaio, Giuseppe Tesauro, che passava oc­ primo mandato di cattura emesso in data casionalmente dinanzi al garage. L'esplo­ 15 giugno 1963, si rese irreperibile, fa­ sione era stata provocata da una Giulietta cendo perdere completamente ogni sua rubata, opportunamente attrezzata e inne­ traccia. Solo nel 1970, per puro caso, è pos­ scata; sibile accertare la sua presenza a Milano, ove viene sorpreso insieme con Badala- 30 giugno 1963 — esplosione di altra menti Gaetano, noto contrabbandiere di Giulietta nel fondo Sirena di Ciaculli; rima­ tabacchi e di stupefacenti di Cinisi (Pa­ nevano orrendamente uccisi sette militari lermo). Non è però tratto in arresto per­ delle forze di polizia e dell'esercito. ché, in possesso di documenti falsi, non Quest'ultimo grave episodio delinquen­ viene riconosciuto: ma di ciò si dirà più ziale determinò una vigorosa reazione di ampiamente in seguito. — 192 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - CONTRABBANDO E TRAFFICO DI STUPEFACENTI

Nato a Palermo il 13 luglio del 1928 da del fratello nello svolgimento della sua una famiglia di modeste condizioni econo­ attività affaristica ». miche, il Buscetta, nella prima giovinezza Sono significative, in proposito, le di­ non fa parlare di sé. chiarazioni rese allo stesso giudice dal co­ Nell'aprile del 1946, a Palermo, sposa struttore edile Giuseppe Annaloro, il quale, certa Cavallaro Melchiorra con la quale dopo aver in un primo tempo negato di ha poi avuto quattro figli: Felice, Bene­ essere stato fatto segno di intimidazioni e detto, Domenico ed Antonio. di aver subito danni patrimoniali ad opera Per un certo periodo di tempo coadiuva dei fratelli Buscetta, ha ammesso di essersi il fratello nel commercio e nella lavora­ ridotto al fallimento a causa loro. Infatti, zione di vetri. Si tratta di un'attività poco ha dovuto subire la società di Vincenzo Bu­ redditizia, ma il Buscetta trova egualmente scetta in una iniziativa industriale per la modo di migliorare la sua situazione eco­ costruzione di infissi per fabbricati, senza nomica e di diventare proprietario di un che il socio imposto avesse conferito alcun appartamento del valore di oltre dieci mi­ apporto. Inoltre è stato costretto a subire lioni. Conduce, in ogni caso, un tenore di una perdita di quattro milioni di lire nello vita superiore alle proprie possibilità eco­ scioglimento di un'altra società edile, a cau­ nomiche. sa delle intimidazioni di Tommaso Buscet­ ta. Ricordiamo che il costruttore ha dovuto In una deposizione resa all'autorità giu­ cedergli due appartamenti senza percepire diziaria il fratello Vincenzo lo descrive alcuna somma essendogli stati consegnati come « un individuo dedito a vita dissi­ soltanto sei milioni di lire in assegni a pata e scioperata e solito accompagnarsi vuoto, nonostante il prezzo convenuto di con individui che si "annacanu", cioè con lire 13.000.000. mafiosi, perché per il mafioso, camminare "annacandosi", è un modo di distinguersi Aggiungiamo che anche all'impresa di costruzioni « Spata & Giammaresi » il Bu­ dalla gente comune ». scetta e l'Alberti hanno imposto Dolce Fi­ Ma nemmeno la figura e la condotta lippo quale persona di fiducia per il disbri­ di Vincenzo Buscetta sono adamantine. go di pratiche amministrative e contabili. Osserva il giudice istruttore Terranova: Come si è detto, dalla deposizione di « sul conto di Vincenzo, nonostante che Giuseppe Annaloro, Tommaso Buscetta ap­ egli mostri di disapprovare la condotta del pare come « individuo privo di scrupoli fratello, vi è da dire che appare legato a e prepotente, borioso e vanitoso, tanto da lui da rapporti ben diversi da quelli sem­ millantare amicizie e relazioni altolocate ». plici di parentela. Infatti, dalla deposizione E a tal proposito il giudice istruttore di Giuseppe Annaloro, si ricava che Bu­ Terranova osserva: « data la sua latitanza scetta Tommaso si intromise, con modi pe­ non è stato possibile chiarire la reale na­ rentori ed inequivocabili, nei suoi rapporti tura dei suoi rapporti con l'ex sindaco Lima commerciali con Vincenzo, il quale eviden­ e con gli onorevoli Gioia e Barbaccia, cui temente si serviva dell'autorevole appoggio ha fatto allusione l'Annaloro. Certo è che — 193 — Atti Parlamentari ' Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI con l'asserito « autorevole » intervento di cioè « quel bel ricamo », merce quindi di­ Tommaso Buscetta, Annaloro ha ottenuto versa dai tabacchi solitamente trattati dalla la integrale approvazione di un progetto di gang. costruzione e compensò il Buscetta, per De Val Michel, emissario del Molinelli, il suo interessamento, con la somma di giungendo a Roma il 17 marzo 1958, ha lire 5.000.000 destinata, a dire sempre del portato tale merce in una valigia che nella Buscetta, agli "amici" del comune di Pa­ mattinata del 21 è stata consegna, si ritiene, lermo ». al Camporeale, come appare da una tele­ L'episodio viene ripreso dai giudici della fonata intercettata in quel giorno. corte di assise di Catanzaro che così lo Nel corso delle operazioni repressive descrivono: « Buscetta Tommaso, intromes­ condotte dalla polizia, la valigia di De Val sosi con autorevole malefica influenza negli non è rintracciata. Si sequestra però una affari commerciali del fratello Buscetta Vin­ bilancetta di quelle normalmente impiegate cenzo, fabbricante di vetri, ha fatto sentire per pesare campioni e bustine di stupe­ il timore del suo prestigio di mafioso al facenti. costruttore Annaloro Giuseppe. Quest'ulti­ Sono tratti in arresto, oltre al De Val, mo ha chiarito di aver compensato Bu­ Buscetta Tommaso, Camporeale Antonino, scetta Tommaso con la somma di cinque Rizzuto, Amenta, Persichini Wanda (allora milioni per aver ottenuto l'approvazione amante del Buscetta), sorpresi tutti nel­ di un progetto edilizio mercé l'autorevole l'abitazione di quest'ultima. intercessione dell'imputato presso il sindaco Denunciato con gli altri all'autorità giu- del comune di Palermo dell'epoca nonché diriaria, privato del passaporto, diffidato di alcuni parlamentari secondo, quanto lo dalla questura di Roma ai sensi dell'arti­ stesso imputato aveva riferito all'Annaloro, colo 2 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, spiegando che quel compenso egli aveva Tommaso Buscetta sarà prosciolto nel 1961 versato a suoi amici ». dall'imputazione di contrabbando aggra­ Ed ecco che si comincia a capire come vato di sigarette estere, per insufficienza Tommaso Buscetta, da misero artigiano, di prove. sia riuscito a condurre un tenore di vita Nella notte tra il 19 e 20 gennaio 1959 elevato. la guardia di finanza sequestra a Taranto La sua storia delinquenziale inizia nel­ un autocarro targato FO, con a bordo 11 l'anno 1956. quintali di sigarette. Vengono tratti in arre­ Nella notte tra il 28 ed il 29 marzo sto Tommaso Buscetta, Giuseppe Savoca, vengono sequestrati a Torre Ciachia di Ca­ Antonio Sansone, Gaetano Scavone, Giu­ paci, due autocarri targati PA che portano seppe Grasso (tutti di Palermo), Giuseppe chilogrammi 3.815 di sigarette. Tra i de­ Russo e Giuseppe Macchi. Il Buscetta viene nunciati figura Testa Gioacchino, di cui denunziato, con gli altri, alla procura della sono noti alla guardia di finanza gli stretti Repubblica di Taranto per associazione a rapporti con il Buscetta oltre che con Man­ delinquere e contrabbando pluriaggravato cino Vincenzo, Pennino, Rizzuto, Mazzara di sigarette estere. e Vitrano, tutti contrabbandieri. Nei tre anni che seguono non si hanno Vengono pertanto intensificati i con­ notizia delle sue attività di contrabbandiere. trolli sul loro conto. Da alcune telefonate Ma all'inizio del 1962, unità navali della intercettate a Roma dalla pubblica sicu­ guardia di finanza, sequestrano nel canale rezza sull'apparecchio di Amenta Giuseppe di Sicilia la nave 5/04 di bandiera ondurena (fiduciario ed elemento di collegamento tra con un carico di chilogrammi 3.050, di si­ le varie organizzazioni) risulta che il mede­ garette estere di contrabbando provenienti simo ha fatto richiesta al noto contrabban­ da Gibilterra. Da indagini svolte sia nei diere Molinelli, per conto « dell'amico di confronti dei membri dell'equipaggio, sia Nino Camporeale » della stessa merce, e nei confronti degli organizzatori palermi-

13. — 194 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI tani del contrabbando, si apprende che la sulla carta di identità che gli consente di 8104 opera per conto dei gruppi Greco- recarsi in Francia e in Belgio, per motivi Adelfio e Buccafusca. Oltre alla perdita di lavoro (commercio in vetri). dell'imbarcazione, i trafficanti lamentano Nel gennaio 1961 egli chiede al questore l'arresto del loro fiduciario Giuseppe Sa­ di Palermo il rinnovo di tale lasciapassare. voca, nascosto tra i marittimi, sotto falso Da una annotazione in calce alla domanda nome e falsi documenti, e già noto per la stessa, si desume che un'analoga istanza sua attività di contrabbandiere. È in tale avanzata nel 1960 è stata respinta, perché occasione che vengono accertati i suoi rap­ a carico del richiedente risultano alcuni ca­ porti con Tommaso Buscetta. richi pendenti. Nonostante che gli stessi A brevissima distanza dall'episodio ven­ sussistano anche alla data della riproposi­ gono sequestrati a New York chilogrammi zione della domanda, questa viene accolta 40 di eroina che si presume provenga dalla in data 24 febbraio 1961. Francia. Poiché tra i responsabili figurano Due mesi dopo la concessione del rin­ alcuni trafficanti collegati al noto Pascal novo, il Buscetta chiede al giudice istrut­ Molinelli ed al gangester Joseph Biondo, si tore del tribunale di Roma, presso cui pende intensificano le indagini su Angelo e Sal­ il procedimento penale per contrabbando vatore La Barbera, Rosario Mancino, Gia­ aggravato di sigarette estere, che gli sia cinto, Girolamo e Natale Mazzara, Gioac­ restituito il passaporto sequestratogli dalla chino Pennino, Salvatore Greco, Pietro polizia tributaria nel 1958. Davi e Tommaso Buscetta. Tra i maggiori L'istanza è accolta e il 10 aprile 1961, responsabili, Antoine Rinieri, di origine Tommaso chiede al questore di Palermo còrsa, risulta essere associato a Michel De il rinnovo del documento per un anno. Val, già arrestato in Italia nel 1958 in occa­ È dello stesso giorno la lettera dell'onore­ sione del servizio « Molinelli ». vole Francesco Barbaccia, che riportiamo Si accerta così che alcuni emissari sici­ per esteso: liani, legati alle varie organizzazioni, tra le quali quelle di Davi e Mancino, ossia « Gentilissimo Signor dottor G. Jaco- Giacinto Mazzara, Nicola D'Adelfio e Tom­ vacci, La prego vivamente voler far rila­ maso Buscetta, si sono recati frequente­ sciare il rinnovo del passaporto al signor mente a San Remo, Ospedaletti e Nizza, Buscetta Tommaso, persona che a me inte­ per motivi facilmente intuibili. ressa moltissimo. Certo del suo interessa­ mento, La ringrazio e saluto cordialmente ». Anche in altre occasioni, si è avuto modo Il passaporto viene pertanto rilasciato di rilevare come esponenti della malavita il 23 maggio 1961, per tutti gli Stati eu­ siciliana abbiano avuto una notevole libertà ropei e con scadenza 1964. di movimento in virtù di un passaporto concesso inizialmente a scopo turistico ed Ma a due anni di distanza dalla con­ esteso in breve tempo ad un notevole nu­ cessione, esso viene revocato dalla questura mero di Stati. Simili sono le vicende che di Palermo, in seguito alla diffida commi­ hanno fatto seguito al sequestro del pas­ natagli ai sensi dell'articolo 1 della legge saporto di Tommaso Buscetta in occasione 27 dicembre 1956, n. 1423, ed al mandato del suo arresto a Roma nell'anno 1958. di cattura spiccato dal giudice istruttore Benché privo di questo documento, il del tribunale di Palermo, per associazione Buscetta dispone però di un lasciapassare a delinquere aggravata ed altro. — 195 — , Atti Parlamentari ' Senato della Repubblica

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3. - PRECEDENTI PENALI

Malgrado la sua vasta attività crimi­ - omicidio aggravato, per avere, in nale, Tommaso Buscetta ha collezionato concorso con i fratelli La Barbera e con solo i seguenti precedenti penali: Gnoffo Salvatore, e con premeditazione, cagionato la morte di Pisciotta Giulio, spa­ 25 marzo 1958 — denunciato in stato randogli contro numerosi colpi di arma da di arresto della questura di Roma perché fuoco. responsabile, in concorso con altri, di asso­ Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre ciazione per delinquere e contrabbando di 1960; sigarette; reati dai quali viene poi pro­ sciolto in istruttoria; - soppressione di cadavere, per avere, in concorso con le persone di cui sopra, 22 giugno 1958 — diffidato ai sensi nelle stesse circostanze di tempo e di luogo della legge 27 dicembre 1956, n. 1423; ed al fine di assicurarsi l'impunità dei de­ litti di omicidio, soppresso i cadaveri di 19 marzo 1959 — denunciato in stato Pisciotta Giulio e Carollo Natale; di arresto dalla guardia di finanza di Ta­ - violenza, per avere, sempre con gli ranto perché responsabile di associazione stessi correi e nella stessa circostanza ci­ per delinquere, contrabbando doganale plu­ tata nei precedenti punti, impedito a Ric­ riaggravato, evasione IGE; ciardi Giuseppe di accorrere in aiuto del 28 maggio 1963 — denunciato in stato Pisciotta e del Carollo per evitare che questi di irreperibilità dalla squadra mobile e dal ultimi venissero privati della libertà per­ nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri sonale; di Palermo perché ritenuto responsabile, - estorsione, per avere, agendo in con­ in correità con altri, di numerosi gravi corso con il fratello Vincenzo, mediante in­ reati consumati durante la lotta tra le timidazione, costretto il socio in affari An- cosche mafiose palermitane. Altra denuncia naloro Giuseppe a subire tutta la perdita gli stessi organi di polizia inoltrarono in della società ed a cedere in vendita ad esso data 31 luglio 1963. I due rapporti di de­ Tommaso Buscetta per il prezzo di cinque nuncia venivano unificati dall'autorità giu­ milioni due appartamenti di civile abita­ diziaria che, al termnie dell'istruttoria, rin­ zioni del valore di oltre dieci milioni. viava a giudizio il Buscetta perché impu­ Fatto avvenuto a Palermo negli anni tato di: 1961-62; - omicidio aggravato, per avere, agen­ - di associazione per delinquere, per do in concorso con La Barbera Angelo, La essersi associato con La Barbera Angelo, Barbera Salvatore e Gnoffo Salvatore, e Sorce Vincenzo, Giaconia Stefano, Mancino con premeditazione, cagionato la morte di Rosario, Accardi Gaetano, Vitrano Arturo, Carollo Salvatore, sparandogli contro nu­ La Barbera Salvatore e con ignoti, allo merosi colpi di arma da fuoco. scopo di commettere delitti. Fatto avvenuto a Palermo il 2 ottobre In Palermo e provincia dal 1960 al 1960; 22 aprile 1966; — 196 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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- strage, per avere, in concorso con cembre 1968, contrariamente ad ogni legit­ Pietro Torretta, posto in pericolo la pub­ tima aspettativa, lo assolve con la classica blica incolumità facendo esplodere un'au­ formula dubitativa (per insufficienza di tovettura Giulietta nel centro abitato di prove) da tutti i reati più gravi a lui adde­ Villabate, mediante un ordigno esplosivo bitati, e lo condanna solamente per i de­ ad alto potenziale collocato nel portaba­ litti di associazione per delinquere e con­ gagli, e cagionando così la morte di Tesauro corso in sequestro di persona, comminan­ Giuseppe e Cannizzaro Pietro nonché il feri­ dogli la pena di 14 anni di reclusione, con mento di Castello Giuseppe. interdizione legale e dai pubblici uffici. Fatto avvenuto in Villabate il 30 giu­ Tommaso Buscetta si è però reso lati­ gno 1963; tante fin dall'inizio delle indagini prelimi­ nari, e la sua irreperibilità ha avuto ter­ - strage, per avere, agendo in concorso mine solo con il 25 agosto 1970 quando con Pietro Torretta, posto in pericolo la venne tratto in arresto a New York da pubblica incolumità facendo esplodere una quella polizia. autovettura tipo Giulietta, mediante ordi­ Lasciò Palermo per non incorrere nei gno esplosivo ad alto potenziale collocato rigori della legge ed anche per non essere nel portabagagli, e cagionando così la morte raggiunto dalla vendetta delle cosche ma­ del tenente dei carabinieri Mario Malausa, fiose avversarie, e per un lungo periodo di del maresciallo di pubblica sicurezza Silvio tempo non si seppe più niente di lui. Corrao, del maresciallo dei carabinieri Ca­ Molto verosimilmente, aiutato dall'a­ logero Vaccaro, dei carabinieri Maria Fal­ mante Vera Girotti, ha lasciato l'Italia della e Eugenio Altomare, del maresciallo quasi subito, anche perché nella sua lunga dell'esercito Pasquale Nuccio e del attività delinquenziale nel campo del con­ Giorgio Ciacci, nonché il ferimento del bri­ trabbando ha avuto modo di contrarre nu­ gadiere dei carabinieri Giuseppe Muzzu- merose amicizie con elementi appartenenti pappa e del carabiniere Salvatore Gatto. alla malavita internazionale i quali, in omag­ Fatto avvenuto in Palermo, feudo Si­ gio ad una consolidata tradizione, devono rena, il 30 giugno 1963; averlo soccorso e protetto. - furto aggravato, per essersi impos­ I suoi movimenti e la sua attività suc­ sessato, agendo in concorso con Torretta cessiva possono essere, per quel che è dato Pietro ed al fine di trarne profitto, dell'au­ sapere, cronologicamente ricostruiti così: tovettura targata PA 85317 sottraendola a 1° gennaio 1965 — con passaporto Consacra Ludovico che l'aveva lasciata in intestato al nome di Manuel Lopez Cadena sosta nella pubblica via. chiede al consolato USA di Amburgo il Fatto avvenuto in Palermo il 14 giu­ visto per recarsi in America a scopo turi­ gno 1963; stico. In pari data entra in territorio ame­ - detenzione e porto abusivo di armi ricano attraverso il valico di Lewiston, New da fuoco, munizioni e materiale esplosivo. York, con una autovettura non bene iden­ tificata; Per questi reati, il giudice istruttore presso il tribunale di Palermo emetteva a 30 luglio 1965 — parte da New York suo carico due mandati di cattura: uno per destinazione ignota; il 15 giugno del 1963 e l'altro il 13 agosto 4 maggio 1966 — chiede all'ufficio emi­ dello stesso anno, mandati non potuti ese­ grazione di New York la trasformazione guire perché Tommaso Buscetta si era già del visto turistico in quello per emigrazione. reso irreperibile. Era accompagnato dal proprio avvocato Con queste gravi imputazioni viene giu­ e dall'amante Vera Girotti; dicato, in contumacia, dalla corte di assise Per credenziale ha esibito una lettera di Catanzaro che con sentenza del 22 di­ con la quale si attestava che era proprie- — 197 — Atti Parlamentari ."''•', Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI tario di una catena di pizzerie denominata Ottawa dichiarando di essere nato il 27 « Pizze den ine », per la gestione di esercizi aprile 1934 a Montreal, di risiedere in tale siti in: 929 Coney Island Avenue, Brooklyn; città ali'8232 Chateaubriand e di essere 1531 Flatbush Avenue, Brooklyn; 1602 Pi- autista. Dichiara, altresì, che suo padre, tkin Avenue, Brooklyn; 105/21 64 Road a nome Giovanni, era entrato in Canada Queens, New York; tutti già di proprietà (Halifax) nel 1908 come emigrante. Chiede di Ralph e Michelina Sparacio. il passaporto e fa presente che in caso di L'ufficio emigrazione non gli concede il necessità può essere reperito presso l'abi­ visto e gli impone, così come prescrive la tazione di Venditti Cosimo, sita al 1730 Ti- legge americana, di lasciare il territorio mothe, Quebec; statunitense; 29 luglio 1970 — una pattuglia della 7 settembre 1966 — come Manuel polizia stradale di Milano ferma, per con­ Lopez Cadena sposa nel municipio di New trollo, l'autovettura Alfa Romeo 1750 tar­ York l'amante Girotti Vera, nata a Lucca gata MI K-38291, intestata a Barone Maria il 5 gennaio 1933, con la quale aveva avuto Concetta, nata a Palermo il 3 maggio 1906, una figlia a nome Alejandra, nata nel Mes­ residente a Milano. Erano a bordo dell'au­ sico il 15 giugno 1964. tovettura: La Girotti è stata segnalata per la prima - Alberti Gerlando, nato a Palermo volta negli USA il 13 agosto 1963, per avere il 18 settembre 1927, residente a Milano, sostato - in transito - nell'aeroporto di noto mafioso, contrabbandiere di tabacchi New York, proveniente da Londra e diretta e di stupefacenti, processato, come il Bu­ a Città del Messico. La Girotti è attual­ scetta, a Catanzaro ed assolto; mente sotto processo negli USA per emi­ grazione clandestina; - Calabrone Giuseppe, nato a Catania l'il gennaio 1925, residente a Tortorici 9 febbraio 1967 — poiché la Corte (Messina) in via Lo Giudice, 53; federale di New York aveva emesso un mandato di cattura a carico del « cittadino - Martinez Caruso Renato, nato a Sal­ messicano Manuel Lopez Cadena » respon­ vador de Baia il 19 marzo 1930, residente sabile di essere clandestinamente emigrato a Padre Rapasso 466, S. Paolo del Brasile; negli USA, l'FBI confronta le impronte di­ - Badalamenti Gaetano, nato a Ci- gitali prese al Lopez Cadena all'atto del suo nisi, il 14 settembre 1923, noto mafioso, primo ingresso negli Stati Uniti con altre contrabbandiere di tabacchi e di stupefa­ esistenti nell'apposito schedario. Il con­ centi, all'epoca soggiornante obbligato nel fronto comparativo consente di accertare comune di Macherio (Milano), pure pro­ che le impronte del Lopez sono identiche cessato a Catanzaro e mandato assolto; a quelle di Buscetta Tommaso, a suo tempo avute tramite l'Interpol; - Barbieri Adalberto, nato a Mon­ treal il 27 aprile 1934, residente al 651 17 febbraio 1967 — Manuel Lopez Ca­ Jandolo St. di Ottawa il quale ha esibito dena chiede un visto al consolato USA di il passaporto canadese n. 37656 rilasciato Caracas per recarsi in America come tu­ a Ottawa il 10 febbraio 1970. rista. Per una più precisa identificazione degli Dal 1967 al 1970 si perde ogni traccia stranieri sorpresi a bordo dell'autovettura, di Tommaso Buscetta, alias Lopez Cadena; viene interessata la polizia statunitense ed i suoi movimenti in tale periodo possono il Bureau of Narcotics di Roma, che rico­ essere ricostruiti solo parzialmente e dopo nosce immediatamente, nel Barbieri Adal­ l'arresto; berto, Buscetta Tommaso sul cui conto 5 febbraio 1970 — certo Adalberto erano già stati svolti accertamenti e sul Barbieri si presenta all'ufficio passaporti di quale si stava indagando a richiesta del- — 198 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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l'Interpol italiana. Tra l'altro, nel corso macchina dall'abitazione di Stefano e An­ di dette indagini il Buscetta era stato no­ tonino Maggadino, indicati dalle autorità tato, nei primi giorni dell'agosto 1970, men­ statunitensi come elementi molto influenti tre transitava per una strada di New York della mafia americana; alla guida di una autovettura targata N.J. 2) per aver fornito false generalità OM 228 il cui proprietario veniva identifi­ all'ufficio emigrazioni all'atto della richie­ cato in Beny Cavallaro, residente al 2164 sta di prolungamento del visto turistico; W. 9° strada, Brooklyn. Da un accertamento effettuato in loco si stabiliva che l'appar­ 3) per aver fornito false dichiarazioni tamento era occupato da certo « M. Bu­ al consolato USA di Toronto cui, in data scetta » la cui presenza era stata più volte 26 ottobre 1964, si è presentato come Ma­ notata a quell'indirizzo. nuel Lopez Cadena; Per quanto riguarda il proprietario del­ 4) per aver fornito false dichiarazioni l'autovettura usata dal Buscetta, si stabi­ al funzionario dell'ufficio emigrazioni di liva che costui poteva essere identificato New York, Antony De Vito, al quale ha in Benedetto Buscetta Cavallaro, figlio di rilasciato una dichiarazione scritta asse­ Tommaso, nato a Palermo il 17 aprile 1948; rendo di essere Manuel Lopez Cadena. Interrogato dalla polizia dello Stato di 25 agosto 1970 — nel corso di un New York dopo l'arresto, ha dichiarato di prolungato appostamento, la polizia dello essere Tommaso Buscetta, nato il 13 lu­ Stato di New York nota che due persone glio 1928 a Palermo, e di conservare la lasciano un appartamento sito al 253-47- cittadinanza italiana. Di aver sposato a 149* Drive Rosedale, New York, a bordo Palermo il 28 aprile 1946 Cavallaro Mel­ di una autovettura che viene seguita e fer­ chiorre, tratta in arresto in America in mata all'ingresso del ponte di Brooklyn. data 14 gennaio 1970 per essere ivi emi­ Ai due occupanti dell'auto vengono chiesti grata clandestinamente e posta poi in li­ i documenti e uno dei due esibisce la pa­ bertà provvisoria mediante pagamento di tente di guida n. 0017825722075 601148 cauzione. rilasciata dallo Stato di New York il 31 Dopo la sua scarcerazione, la Cavallaro, marzo 1968 a Beny Cavallaro, mentre l'al­ è andata ad abitare in una strada di Broo­ tro dichiara di essere sprovvisto di docu­ klyn con i quattro figli: Felice, Benedetto, menti di identità. Domenico ed Antonino. Quest'ultimo attual­ Poco dopo essere stati fermati, i due mente presta servizio militare nell'esercito declinano però le loro vere generalità: si americano nel quale ha chiesto di arruo­ tratta di Tommaso Buscetta e di Benedetto larsi sotto diverso nome; Buscetta di Tommaso e di Cavallaro Mel- 15 settembre 1970 — dopo un breve chiorra, nato a Palermo il 17 aprile 1948. periodo di internamento nelle carceri fede­ Mentre il figlio viene tratto in arresto rali di New York, Tommaso Buscetta è poiché ricercato dal servizio emigrazione stato posto in libertà provvisoria dopo aver USA per essere emigrato clandestinamente pagato una cauzione di 75.000 dollari. In in America, Tommaso Buscetta viene incri­ attesa di comparire davanti al procuratore minato, anch'egli in stato d'arresto: federale per il processo e per la successiva 1) per possesso di passaporto messi­ estradizione, è andato a risiedere alla 253-47 cano falso intestato a Manuel Lopez Ca- 149* Drive Ozone Park, contea di Queens, dena, con visto turistico USA contraffatto, New York, insieme con Vera Girotti, che documento usato in data 6 gennaio 1965 nella liberazione del Buscetta ha ricoperto per entrare in territorio americano dal va­ un ruolo determinante, avendo procurato e lico di Lewiston (New York), ove aveva materialmente consegnato la cauzione com­ dichiarato di proseguire per Buffalo. Detta posta da 50.000 dollari in contanti e da località di confine è a soli dieci minuti di 25.000 dollari in titoli. — 199 — Atti Parlamentari |,(, „ Senato della Repubblica

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4. - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Dall'inizio della sua latitanza, Tommaso eroina trasportati a New York dall'amba­ Buscetta ha abbandonato il ruolo del boss sciatore sudamericano Salvador Pardo Boi- palermitano ed è entrato decisamente a land, arrestato mentre era in possesso di far parte dei big della malavita americana, chilogrammi 86 di detto stupefacente e con­ smentendo in pieno il giudizio dato su di dannato a 20 anni di carcere. lui dal fratello Vincenzo. Non si accompa­ Lo stesso Semak è stato in rapporti di gna più con gente che si « annacca », cioè intima amicizia con Salvatore Maneri, noto che si atteggia a mafioso, ma diventa egli trafficante denunziato insieme con i fratelli stesso un personaggio di primo piano, le­ Caneba e con i fratelli Mancuso di Alcamo; gato a uomini che, senza ombra di dubbio, era in ottimi rapporti con Settimo Anto­ ricoprono un ruolo ben preciso nella delin­ nino e con Abate Nicolò. quenza statunitense. Il Napoli era affiliato al defunto Lucky Certo è che il Bureau of Narcotics e Luciano e a Francesco Scalisi, entrambi l'ufficio emigrazione USA hanno cominciato noti trafficanti di stupefacenti. Lo stesso ad interessarsi sistematicamente a Tom­ Napoli, proprietario del ristorante « La maso Buscetta nel febbraio del 1967, epoca dolce vita » di Brooklyn, prese addirittura in cui il consolato USA in Messico ha rice­ Tommaso Buscetta come suo impiegato ed vuto una segnalazione da Nizza, a firma di alle sue dipendenze, nello stesso periodo, certo Orazio Carlucci, la quale diceva che aveva tre cittadini americani pregiudicati « un italiano a nome Buscetta Tommaso per traffico di stupefacenti. fa la spola tra Messico, New York e Broo- Quanto a Settimo Antonio, è sintoma­ klyn con stupefacenti. È un sudameri­ tico il fatto che egli, comparso davanti alle cano, mentre è un siciliano di Palermo. autorità federali USA per ottenere la citta­ A Brooklyn incontra Salvatore Parisi ». dinanza americana, ha portato come suo Gli accertamenti disposti non ebbero testimone certo Giuseppe Tramontana, so­ però risultati positivi, e si riuscì solo ad spettato dalla polizia quale autore dell'omi­ accertare che il Buscetta aveva avuto fre­ cidio del capomafia Gaspare Maggadino, quenti contatti con certo Antonio Settimo uno dei capi famiglia di « Cosa nostra », di Domenico e di Antonina Di Vicoli, nato avvenuto il 21 aprile 1970. Infatti, dagli a Partinico il 6 febbraio 1937, residente a accertamenti compiuti dalla polizia di New Brooklyn, cittadino americano dal 1967. York subito dopo il delitto, è risultato che Inoltre era stato spesso notato insieme con le armi con le quali era stato ucciso il Mag­ certo Antonio Napoli di Gaetano e di Ro­ gadino erano state acquistate tre giorni salia Mannino, nato a Villabate 1*11 otto­ prima da Giuseppe Tramontana e da Giu­ bre 1926, residente a New York. seppe Fregapane. Antonio Settimo nel 1970 aveva avuto Tutti questi elementi e gli altri dati di rapporti con Jan Semak, nato a Praga il fatto accertati in merito a Buscetta Tom­ 23 giugno 1928; il Semak è un noto traf­ maso, alias Manuel Lopez Cadena, alias ficante in sostanze stupefacenti e già nel Adalberto Barbieri, consentono di affermare 1964 ha ricevuto parecchi chilogrammi di che egli, almeno dal 1967 in poi, è stato — 200 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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certamente in contatto con l'organizzazione scetta dovrebbe finalmente pagare il debito criminosa americana affiliata alla mafia sici­ contratto con la giustizia italiana. Risulta, liana, da cui ha tratto validi aiuti. infatti, che è stata già inoltrata dalle au- Vero è che il Buscetta non è mai stato rità italiane apposita richiesta di estradi­ imputato di reati riguardanti il traffico di zione, ma non si è ovviamente in grado di stupefacenti; ma è altrettanto vero che solo prevedere se il Buscetta sarà effettivamente l'amicizia e la protezione interessata di ele­ estradato in Italia per scontare la con­ menti dediti a questi crimini potevano con­ danna inflittagli dalla corte di assise di sentirgli di vivere sotto falso nome, di fare Catanzaro. espatriare clandestinamente la moglie e i Se, infatti, le autorità americane non figli e di provvedere al loro mantenimento dovessero ritenere validi i motivi addotti ed a quello dell'amante. Se poi si tiene a sostegno della richiesta di estradizione conto che la Vera Girotti in un tempo rela­ in Italia, Buscetta sarà solo espulso dagli tivamente breve è riuscita a reperire 75.000 USA ed avviato verso uno dei tre paesi da dollari da versare come cauzione, si deve lui indicati. Ovviamente fra questi tre paesi pensare che il Buscetta era certamente bene non indicherebbe mai l'Italia per evitare inserito nella malavita americana per la di finire in galera. quale deve aver svolto fruttuose attività di Certo, alla luce degli ultimi avvenimenti indubbio vantaggio anche personale. registrati a Palermo nel 1970 e nel 1971, Rimane da analizzare il viaggio fatto l'unica soluzione sicura per Buscetta sa­ dal Buscetta in Italia nel luglio del 1970. rebbe quella di finire in un reclusorio, Su tale episodio non sussistono, per il mo­ cioè lontano dai suoi vecchi amici e avver­ mento, dati certi. Tuttavia, tenuto conto sari che potrebbero avere interesse a fargli che egli nella circostanza ha usato false seguire la stessa sorte di Giuseppe Bologna, generalità mai prima adottate, che si è in­ di Nicolò Di Majo, di Michele Cavatajo, contrato con Alberti Gerlando e Badalamen- di Francesco Di Martino e di Antonino Ma- ti Gaetano — entrambi noti mafiosi e con­ tranga, tutti elementi a lui un tempo legati, trabbandieri di tabacchi e di stupefacenti — si ritiene di poter affermare che la pre­ processati e assolti a Catanzaro, e succes­ senza del Buscetta a Milano non può che sivamente trucidati a colpi di mitra o di essere dipesa da due fattori: la necessità lupara. di un intervento diretto e l'estrema impor­ Bisogna anche tener presente che Tom­ tanza e delicatezza di un fatto riguardante maso Buscetta come uomo di mafia non il traffico degli stupefacenti tra l'Italia e ha tenuto una condotta adeguata, poiché, l'America. mentre in un primo tempo parteggiava per Solo facendo riferimento a questi due i La Barbera, non rimase poi estraneo — fattori è possibile spiegare perché il Bu­ come sembra — all'attentato ad Angelo scetta si sia deciso a correre tanti rischi, La Barbera che intendeva sostituire al ver­ ritornando in Italia pur sapendo di essere tice di una cosca mafiosa di Palermo. Per ricercato sin dal 1963. questi motivi si è portati a ritenere che la Una volta subito il processo in America vendetta mafiosa potrebbe abbattersi ine­ per i reati ivi commessi, Tommaso Bu­ sorabilmente anche contro di lui. CENNI BIOGRAFICI SU ROSARIO MANCINO INDICE

1. - Rosario Mancino pag. 203

2. - Contrabbando e traffico di stupefacenti » 205

3. - Considerazioni conclusive » 211 — 203 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - ROSARIO MANCINO

Nato a Palermo il 14 gennaio 1915, da binieri di quella città: « È associato alle Gaetano e Nunzia Castelli, diviene titolare, predette persone (La Barbera ed i suoi ac­ nel 1948, della agenzia marittima « Impresa coliti) per imporsi nel mercato delle aree imbarchi e sbarchi », coadiuvato dal fra­ fabbricabili e nell'assunzione dei guardiani tello Salvatore. Il suo giro di affari è di dei cantieri edili ». modeste proporzioni e gli incassi annui L'argomento viene trattato in questa lordi non superano i cinque milioni di lire. sede unicamente sulla base dei dati forniti Sono comunque interessanti due partico­ dalle conservatorie dei registri immobiliari lari: di Palermo e di Roma, integrati da quelli — il Mancino si occupa, tra l'altro, di trattati da altri documenti acquisiti dalla spedizioni negli Stati Uniti d'America di Commissione. conserve alimentari per conto di alcune Nel 1950 Mancino acquista, per il valore ditte locali, con un carico annuale di sette­ dichiarato di lire 2.200.000, un vecchio fab­ mila tonnellate di derrate; bricato in Palermo (via Ugdulena), compo­ sto da due pianterreni, un primo e un se­ — rientra nell'ambito di questa attività condo piano e garages. l'acquisto per sette milioni di lire, del mo­ Con atto del 12 agosto 1958, compra l'in­ topeschereccio Luigi IH, sospettato di es­ tera area edificabilc sovrastante i magazzini sere implicato in continui affari di contrab­ a piano terra e due piccoli tratti di terreno, bando, con lunghe permanenze nei mari tra ad angolo tra via Pietro Geremia e via dei Galite e l'alto Tirreno. Crociferi, per complessivi metri quadrati Agli inizi del 1952, il Mancino ha impian­ 221,20. Valore dichiarato: quindici milioni. tato a Beyrouth (Libano) una industria con­ Egli modifica ed amplia gli immobili, co­ serviera cui sono vivamente interessati la struisce sulle aree edificabili acquistate, ri­ guardia di finanza ed il Bureau of Narco- cavandone in complesso numerosi apparta­ tics: si presume infatti, che egli usi la fab­ menti dai quali realizza, sino a tutto il brica per la lavorazione clandestina del­ 1963: l'eroina. — lire 168.575.500 per 43 appartamenti L'impresa di trasporti marittimi e quella siti nell'edificio di via Pietro Geremia; per la fabbricazione di prodotti alimentari costituiscono però, almeno fra quelle uffi­ — lire 17.700.000 per sette appartamenti ciali, attività secondarie rispetto a quella e tre magazzini facenti parte dell'edificio in attinente la speculazione sulle aree fabbri­ via Ugdulena e sei appartamenti e tre ma­ cabili. gazzini di un altro stabile in largo Vincenzo Vitale, acquistato in epoca imprecisata e co­ Si legge in un rapporto della guardia di munque posteriore al 1950. finanza di Palermo: « Egli esercita appa­ rentemente l'attività di imprenditore edile Un discorso a parte merita l'affare con­ in società con tale Demetrio Familiari » e cluso unitamente al noto Antonino Sorci, nella scheda informativa, redatta dai cara- "luogotenente" di Lucky Luciano. — 204 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Mancino e Sorci acquistano, nel settem­ zione che quest'ultima, casalinga e priva di bre 1950, due appezzamenti di terreni, fa­ qualsiasi risorsa economica personale, non centi parte dei fondi Papau e D'Orleans sarebbe stata in grado di effettuare tali estesi complessivamente metri quadrati acquisti. 164.251. Si tratta per lo più di aree edificabili e Il prezzo (trentuno milioni) è indubbia­ di appartamenti in demolizione, per l'im­ mente irrisorio se si considera che i fondi porto complessivo di lire 24.500.000. in argomento erano, all'epoca, limitrofi alla Nel 1954 il Mancino ha inoltre acqui­ città in via d'espansione e pertanto di im­ stato, insieme con il noto contrabbandiere minente passaggio tra le aree fabbricabili. Elio Forni, quattro lotti di terreno in Ca- Nell'aprile 1954, il Mancino acquista dal stelfusano, per il valore dichiarato di lire Sorci, il 29,14 per cento di metri quadrati 3.600.000: quattro anni dopo anche la quota 54,952, facenti parte del fondo D'Orleans, del Forni passerà nelle mani di Mancino. per il valore dichiarato — veramente sim­ Non risulta altro dalla conservatoria dei bolico — di lire 650.000: detta quota sarà registri immobiliari di Roma. È comunque elevata al 37,48 per cento con atto del 23 accertato che egli possiede, nella capitale, novembre 1959. un bar in via Marcantonio Boldetti, un La speculazione su queste aree si svolge appartamento a largo Forano e tre negozi nell'arco di tempo compreso tra gli anni siti nello stesso stabile: anche così l'elenco 1953 e 1963: Mancino ne ha tratto un utile rimane probabilmente incompleto. netto dichiarato di lire 158.163.000. La guardia di finanza segue con interesse Tra i numerosi acquirenti figura il Ret­ la rapida evoluzione economica di Rosario: torato della università degli studi di Paler­ « ...il tenore di vita dei fratelli Mancino, in mo, che acquista metri quadrati 38.700 del questi ultimi anni, è aumentato moltissimo fondo D'Orleans per i quali il Mancino per­ senza una plausibile causa commerciale o cepisce un terzo del prezzo pagato. altro ». Dalla conservatoria dei registri immo­ E già dal settembre 1954 osserva: «Tutte biliari di Palermo non risulta l'acquisto di le informazioni fin qui raccolte confermano un appartamento del valore di quindici mi­ che il nominato Rosario Mancino dispone lioni circa, in via Veneto 20 (nello stesso di somme ritenute favolose... La situazione edificio in cui abitano i La Barbera), men­ dei Mancino (una volta modesti operai por­ tre questo gli appartiene sicuramente. tuali) è seguita con perplessità in molti am­ Includiamo inoltre nel suo patrimonio bienti di Palermo, presso cui non si ha gli immobili registrati a nome della moglie alcun dubbio che l'attività di Rosario Man­ Rosa Marino, per la semplice considera­ cino sia quella del traffico di stupefacenti ». — 205;— , Alti Parlamentari ! Senato della Repubblica

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2. - CONTRABBANDO E TRAFFICO DI STUPEFACENTI

In effetti la metamorfosi di Rosario Man­ bilire le modalità per future forniture di cino, da semplice operaio portuale a boss droga. della malavita internazionale, ha inizio alla A proposito della concessione del passa­ fine della seconda guerra mondiale con l'ar­ porto il commissario di pubblica sicurezza rivo in Italia, nel 1946, di Salvatore Luca­ di Palermo, Vespri, aveva fornito le seguenti nia, meglio conosciuto come Lucky Luciano, notizie: « Mancino Rosario... risulta di re­ uno dei membri più influneti del « sinda­ golare condotta morale e politica, senza cato del crimine » degli Stati Uniti, fin quan­ precedenti né pendenze penali in questi atti do non fu espulso da quel paese come « in­ e chiede di recarsi in U.S.A. per motivi di desiderabile ». commercio in agrumi e saponificio e per Forse le autorità americane avevano cre­ visitare suo zio Marino Enrico colà resi­ duto che, strappandolo dal suo « impero », dente. Versa in buone condizioni econo­ Lucky Luciano sarebbe diventato un per­ miche ed è proprietario di una fabbrica di sonaggio inoffensivo; in Italia egli divenne sapone, sita in via Ruggero Settimo... ». Ag­ giungiamo che il Mancino risulta svolgere invece la mente di una florida organizza­ anche l'attività di rappresentante di generi zione dedita al traffico degli stupefacenti, alimentari. la linfa che fece rinverdire l'albero della vecchia fafia siciliana. Il commissario Vespri, se da un lato for­ nisce informazioni interessanti sulla spic­ Rosario Mancino, che già godeva di un cata inclinazione di Rosario verso gli affari certo rispetto tra le file dei contrabbandie­ commerciali, tace invece su un argomento ri, ne divenne uno dei "luogotenenti" fe­ ben più importante: quello relativo al casel­ deli, fidati e capaci di intavolare le tratta­ lario giudiziario. tive con elementi della malavita internazio­ Il Mancino infatti è stato condannato: nale indispensabili per assicurare il rifor­ nimento della materia prima (oppio, mor­ — il 21 marzo 1932 dal pretore di Pa­ fina base ed eroina) da inviare negli Stati lermo a due mesi e venti giorni di reclu­ Uniti attraverso canali sicuri e perfettamen­ sione per falsità materiale commessa da te controllati dalla mafia italo-americana. privato (pena sospesa per amnistia); In base ai dati in possesso della Com­ — il 29 novembre 1933 dalla corte di missione è possibile seguire cronologica­ assise di Palermo ad un anno, sei mesi, mente l'ascesa di Rosario Mancino e com­ venti giorni e alla multa di lire 885 per furto prendere così le cause del suo rapido arric­ (pena condonata); chimento. — il 15 aprile 1938 dalla corte di ap­ 24 novembre 1947: Mancino ottiene dal­ pello di Tripoli alla pena di sei mesi e 10 giorni di reclusione oltre alla multa di lire la questura di Palermo il passaporto per 1.500 per furto (pena condonata). gli Stati Uniti. Evidentemente, con le « cre­ denziali » rilasciate dal Lucky Luciano, egli Se è vero che il Mancino fu riabilitato potrà avvicinare i boss d'oltre Oceano e sta­ per le prime due condanne il 23 agosto 1944, — 206 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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resta il fatto che otterrà la riabilitazione glia", residente negli Stati Uniti. Successi­ della terza solo nel 1953. E di questo argo­ vamente il sedicente Nino Battaglia fu iden­ mento si parlerà in seguito. tificato per il noto trafficante di Cinisi Bada- lamenti Gaetano, a quell'epoca emigrato 17 aprile 1948: Il passaporto viene este­ clandestinamente e residente a Detroit. so al Canada ed all'Argentina. Questi due Stati saranno, infatti, le « vie secondarie » 6 aprile 1951: La guardia di finanza, di ingresso alla droga nel caso che il « ca­ presso l'aeroporto dell'Urbe di Roma, arre­ nale principale » dovesse rimanere chiuso sta il cittadino americano Callace Frank temporaneamente per motivi prudenziali. che, proveniente in aereo da Milano diretto a Palermo, viene trovato in possesso di chi­ 30 settembre 1948: Mancino Rosario è logrammi 3 di eroina. Lo stesso giorno viene presente negli Stati Uniti. Sotto questa data arrestato a Palermo l'italo-americano Fran­ egli chiede ed ottiene dal consolato italiano cesco Callace, zio di Callace Frank, pure di New York il rinnovo del passaporto. implicato nel traffico. Le indagini svolte per individuare i for­ 31 marzo 1948: Mancino Rosario, unita­ nitori permisero di scoprire e denunziare mente al fratello Salvatore, apre a Palermo cinque persone tra loro associate e respon­ l'agenzia marittima « Imbarchi e Sbarchi », sabili di un traffico complessivo di chilo­ con sede prima in via Granatelli 82 e poi, grammi 17 di eroina. Mancino Rosario vie­ dal 1951, in via Ammiraglio Gravina 34. ne sospettato di mantenere rapporti con il Tale agenzia serviva da copertura per giu­ Callace. stificare i continui viaggi all'estero. 7 gennaio 1952: Con il rinnovo, il pas­ 9 novembre 1949: Il passaporto viene saporto viene esteso al Libano. In questo rinnovato dalla questura di Palermo ed è Stato — a Beyrouth — Mancino Rosario valido per il Messico, gli Stati Uniti, il Ca­ apre una fabbrica per la lavorazione di con­ nada e l'Argentina. serve alimentari. Secondo i rapporti del Bureau of Nar- 1° febbraio 1950: La questura di Paler­ cotics e della guardia di finanza la fabbrica mo impianta il fascicolo di Mancino Rosa­ gli serve per mascherare un laboratorio rio dopo averlo fermato ed interrogato. Nes­ clandestino per la trasformazione della mor­ suna traccia rimane del verbale di interro­ fina base in eroina. gatorio, né si conosce il motivo del suo fermo. 15 maggio 1952: La guardia di finanza denuncia alla procura della Repubblica di 21 settembre 1950: Mancino Rosario ac­ Trapani Coppola Francesco Paolo ed altre quista il vecchio fabbricato di via Ugdulena 33 persone per traffico di stupefacenti. a Palermo ed i due appezzamenti di terreno Mancino Rosario viene sospettato di ap­ (fondi Papau e D'Orleans) per una esten­ partenere alla organizzazione di Frank Cop­ sione di metri quadrati 164.251 — Somma pola, Salvatore Vitale, Salvatore Greco « l'in­ complessiva: lire 33.200.000. gegnere » ed altri.

1° dicembre 1950: Viene rinnovato il pas­ 25 luglio 1952: Con nota riservatissima, saporto. diretta al questore di Palermo, il Ministero dell'interno - Direzione generale della pub­ 9 dicembre 1951: La polizia americana blica sicurezza - comunica che secondo infor­ lo segnala come mittente di un carico di mazioni provenienti dalla polizia ameri­ chilogrammi 50 (cinquanta) di eroina, in cana, il Mancino farebbe parte di una banda concorso con i fratelli e certo "Nino Batta­ dedita al traffico internazionale di stupe- — 207 — . Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI facenti e chiede, pertanto, che siano fornite Naturalmente viene concessa la riabili­ « dettagliate informazioni » sui precedenti tazione. Al sospetto che egli sia implicato di Rosario e dei fratelli. nel contrabbando e nel traffico degli stupe­ Il 23 settembre dello stesso anno il que­ facenti, ed alle ottime condizioni econo­ store Ripandelli risponde alla nota di cui miche di famiglia, così stridenti in rapporto sopra, sostituendo alla espressione « il Man­ alle modestissime origini del Mancino, non cino ed i fratelli in questi atti figurano im­ è stato ovviamente dato alcun peso. muni da precedenti penali » (usata dal com­ Nel seguente anno (1954), il dirigente la missariato di pubblica sicurezza Politeama) squadra mobile così scrive alla questura di la formula « il Mancino, in questi atti, non Palermo: « Con riferimento alla nota del ha precedenti contrari ». dicembre scorso, si conferma che Mancino Riferisce invece quelli dei fratelli: Sal­ è sospettato di essere dedito al traffico di vatore « pregiudicato per associazione a de­ stupefacenti. Si esprime parere favorevole linquere », Vincenzo « per espatrio clande­ all'accoglimento della richiesta di esten­ stino e furto aggravato » e Pietro « denun­ sione del passaporto per Palestina, Libano, ciato nel 1937 per favoreggiamento in espa­ Siria, Egitto e Cipro e l'opportunità di se­ trio clandestino ». gnalare il Mancino all'Interpol per la vigi­ lanza all'estero, nonché all'ingresso e alla In data 4 gennaio 1953, il commissariato uscita del territorio della Repubblica ». di pubblica sicurezza riferisce alla questu­ ra: « ...con riferimento alla nota del 1952 Il questore concede l'estensione. comunico che dagli atti di questo ufficio il nominato Mancino Rosario risulta sospet­ 27 gennaio 1953: Il comando generale tato dalla polizia americana quale gregario della guardia di finanza ritiene che il mo­ di una banda dedita al traffico internazio­ topeschereccio Luigi III, di 64 tonnellate, nale di stupefacenti. Allo stato non vi sono acquistato da Mancino Rosario dai fratelli elementi per suffragare o smentire tale so­ Fiaschetti di San Benedetto del Tronto, sa­ spetto. Pertanto si esprime parere favore­ rebbe adibito ad operazioni di contrab­ vole alla concessione del passaporto e la bando ed importerebbe clandestinamente opportunità di segnalare il Mancino all'In­ morfina dalla Jugoslavia. terpol per la vigilanza all'estero nonché alla Questo è il periodo in cui Mancino Ro­ uscita ed all'ingresso del territorio della sario si unisce a due contrabbandieri di Repubblica ». sigarette, molto introdotti a Tangeri, Forni Elio e Falciai Marcello. Il questore autorizza il rinnovo del do­ In una cassetta di sicurezza, aperta du­ cumento. rante il corso delle indagini svolte nel 1954- Nello stesso anno, Rosario chiede la ria­ 1955 dalla guardia di finanza sul conto di bilitazione della terza condanna. Forni e Falciai, venne infatti rinvenuta una Il commissariato Vespri e quello Politea­ dichiarazione, abbastanza significativa, a fir­ ma comunicano che egli non ha precedenti ma del Mancino, in cui si attestava che né pendenze agli atti; mentre il commissa­ Forni era alle sue dirette dipendenze quale riato Resuttana aggiunge: « Ha mantenuto « amministratore » dei suoi beni. buona condotta morale e politica dando Fu accertato anche un notevole movi­ prova di ravvedimento costante ed effet­ mento di denaro. tivo ». Quando, il 29 ottobre 1954, fu venduto il La stazione carabinieri di Palermo-Crispi natante Luigi III, l'atto fu firmato sia dal scrive dal canto suo: « Lo stesso, dopo l'ul­ Mancino sia dal Forni. tima condanna riportata dalla corte di ap­ pello di Tripoli, ha dato prova di effettivo 25 ottobre 1954: Il Mancino, in società e costante ravvedimento. Risulta di ottime con il Forni, acquista quattro lotti di ter­ condizioni economiche di famiglia ». reno in Roma, nella zona di Castelfusano, — 208 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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per lire 3.600.000. Nell'anno successivo co­ Non si conosce il motivo del loro viag­ stituisce con Angelo La Barbera una im­ gio ma si ritiene che lo stesso sia da porre presa edilizia che costruisce 57 apparta­ in relazione al traffico delle droghe ed alla menti nell'area Lodetti di Palermo. apertura di nuovi canali, come precisato in una lettera del nucleo di polizia giudiziaria 29 novembre 1954: Mancino Rosario carabinieri di Roma a quello di Palermo. viene denunciato alla procura della Repub­ Il 12 aprile 1960 Mancino e Davi ven­ blica di Roma, in correità con il fratello gono espulsi dagli Stati Uniti, dove si tro­ Vincenzo e con altre persone, per contrab­ vavano in transito, ed avviati alla frontiera bando di sigarette estere. Successivamente canadese. Qui, essi, ricevono lo stesso trat­ viene assolto con formula piena. tamento. Il 14 aprile 1960 entrambi, via aerea, 9 ottobre 1958: Nel corso delle indagini giungono a Milano per poi proseguire per svolte dalla guardia di finanza sul conto del Palermo. contrabbandiere còrso Molinelli Pascal, la Al loro arrivo il nucleo regionale della polizia americana informa che in un tac­ polizia tributaria di Milano procede al ri­ cuino sequestrato al gangster Edoardo Aro- tiro dei passaporti. nica, oltre gli indirizzi di Nicola Gentile, È del 12 maggio la lettera del nucleo Joe Biondo, Vincent Trupia (arrestato nel della polizia tributaria di Palermo a firma 1949 con chilogrammi 9 di cocaina all'aero­ del tenente colonnello Giuseppe Lapis invia­ porto di Ciampino), Joe Pici (arrestato nel ta alla questura di Palermo e di cui riportia­ 1959 con chilogrammi 1 di cocaina), Salva­ mo un brano significativo: « Con preghiera tore Vitale (denunciato nel 1952 per correità di volerlo restituire a Mancino Rosario nel possesso di chilogrammi 5,800 di eroina) (come da ordine in tal senso pervenutoci) ed altri noti trafficanti, esiste anche quello si trasmette il passaporto in oggetto... Si di Rosario Mancino. coglie l'occasione per comunicare che Man­ cino Rosario e Davi Pietro sono gravemente 19 novembre 1959: Mancino chiede la li­ sospettati di traffico di stupefacenti e pre­ cenza per porto di fucile per uso caccia e ziosi ». l'ottiene nel giro di sei giorni, cioè in data 25 novembre 1959, con una procedura che 22 settembre 1960: Mancino viene fer­ non sembra errato definire d'urgenza. Lo mato a Città del Messico insieme con Mira stesso Mancino invia in questura, insieme Giovanni e La Barbera Angelo perché so­ con gli altri documenti, il certificato ge­ spettato di organizzare un traffico di stu­ nerale del casellario giudiziale dal quale pefacenti. « nulla » risulta a suo carico. Nel fornire le rituali informazioni alla 18 ottobre 1960: A seguito del seque­ questura, il commissariato di pubblica si­ stro avvenuto a New York di un baule a curezza competente fa riferimento al solo doppio fondo contenente chilogrammi 10 precedente penale risalente al 1938 per la di eroina, vengono estese in Italia indagini cui riabilitazione aveva già espresso parere sul conto di vari trafficanti, tra cui i fra­ favorevole. telli Salvatore e Ugo Caneba, Zizzo Salva­ tore, Palmeri Salvatore, i fratelli Mancuso 7 marzo 1960: Mancino ottiene dalla ed altri. questura di Roma il visto sul passaporto Anche questa volta Mancino Rosario vie­ per il Messico. ne sospettato di essere un elemento di pri­ mo piano nell'organizzazione contrabban- 12 marzo 1960: Mancino Rosario e Davi diera. Pietro si recano nel Messico ove si tratten­ Ciò nonostante riesce a farla franca an­ gono per alcuni giorni. cora una volta. — 209 — Atti Parlamentari '., • Senato della Repubblica

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11 gennaio 1961: La questura di Paler­ 26 dicembre 1962: Il contrabbandiere mo gli rilascia l'autorizzazione a portare la Calcedonio Di Pisa viene ucciso nella piazza pistola, autorizzazione richiesta dal Man­ Principe di Camporeale a Palermo. In un cino in data 24 novembre 1960. taccuino rinvenuto nei suoi abiti, sono tra­ I pareri espressi dai carabinieri e dalla scritti alcuni nomi e numeri telefonici, tra pubblica sicurezza sono al riguardo contra­ cui quello di Mancino Rosario (263318 - stanti. Mentre, infatti, il nucleo di polizia Saruzzu). giudiziaria dell'Arma in data 13 dicembre 1960 scrive: « Mancino Rosario è elemento 15 giugno 1963: Il giudice istruttore di che esplica le più svariate attività. I suoi Palermo emette mandato di cattura nei con­ trascorsi giudiziari, la sua attuale posizione fronti di Mancino Rosario per associazione economica lasciano presumere che egli si per delinquere ed altro. dedichi alla attività di commercio illecito Nella sentenza istruttoria del 23 giugno di stupefacenti », la stazione carabinieri di 1964 del Mancino si legge: Palermo-Crispi osserva che « Mancino Rosa­ rio risulta di buona condotta morale, civile « Da anni Mancino Rosario, come risulta e politica. Il predetto è di buone condizioni dai rapporti della polizia tributaria, gode economiche ». della reputazione di mafioso abile ed astuto dedito a losche operazioni finanziarie e al E se il commissariato di pubblica sicu­ traffico degli stupefacenti. rezza Sciuti esprime parere favorevole, la « L'accertata comunione di interessi con tenenza dei carabinieri di Palermo-Porto il famigerato Lucky Luciano, ripugnante scrive: « Mancino risulta di buona condot­ figura di criminale, noto come uno dei più ta morale e civile... A causa dei suoi prece­ temibili esponenti del gangsterismo ameri­ denti penali, sebbene riabilitato, si esprime cano, morto di infarto a Capodichino il 26 parere contrario alla concessione del porto gennaio 1962, costituisce una prova dell'ap­ d'armi ». partenenza del Mancino alla malavita orga­ Come si è detto prima, la questura di nizzata giacché solo un autentico mafioso Palermo, con lettera del 12 maggio 1960, poteva acquistare e godere la fiducia di un aveva ricevuto il passaporto di Mancino individuo come Lucky Luciano. Rosario e Davi Pietro i quali erano stati « Anche il Mancino, secondo la deposi­ indicati come « gravemente sospettati di zione di Ninive Tancredi, era tra gli intimi traffico di stupefacenti e preziosi ». dei La Barbera e partecipava assiduamente Evidentemente il semplice sospetto, per alle riunioni che avvenivano nell'autori­ il quale il nucleo di polizia tributaria della messa di via Mazzini, insieme con Vincenzo guardia di finanza stava conducendo inda­ Sorce, Stefano Giaconia, Salvatore Gnoffo, gini, non è stato ritenuto sufficientemente Giuseppe Ulizzi, Antonino Butera, Gaetano ostativo per negare la concessione, così Accardi, Rosolino Gulizzi, Tommaso Bu- come non è stato tenuto presente che alla scetta, Luigi Giunta, Antonino Porcelli, Giu­ data della concessione medesima il Man­ seppe Calò, Giuseppe Panno e Paolo Greco. cino Rosario era non solo sospettato ma « Nel rapporto informativo della polizia addirittura imputato, insieme con il fra­ tributaria sono dettagliatamente documen­ tello, dei delitti di contrabbando di siga­ tati i suoi spostamenti e i suoi contatti con rette estere ed evasione I.G.E. Infatti, solo i La Barbera, Ernesto Marchese, Giuseppe con sentenza del 24 giugno 1961 il giudice Di Mauro, Gaetano Badalamenti e molti al­ istruttore del tribunale di Roma lo proscio­ tri mafiosi. glierà per non aver commesso il fatto. « Considerazioni analoghe a quelle già Nonostante questi gravami, la questura esposte per Angelo La Barbera vanno pure di Palermo ignorava tutto e gli rilasciava fatte per il Mancino, in ordine al suo viag­ l'autorizzazione a portare la pistola. gio a Città del Messico.

14. — 210 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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« Ed infine è sintomatica la deposizione cino, cui dovranno essere ritirate le armi e del notaio Michele Margiotta circa l'atteg­ le munizioni, potrà essere concesso un ter­ giamento assunto dal Mancino, quando si mine di dieci giorni per l'alienazione, tra­ rese conto che certi suoi sistemi sbrigativi, scorso il quale, le stesse dovranno essere tipici del mafioso, non sarebbero stati am­ versate alla direzione di artiglieria ». messi nell'ambiente serio, dignitoso e cor­ Il Mancino non ha comunque atteso nella retto di quello studio ». sua abitazione la notifica dei provvedimenti; egli era scomparso, insieme con Angelo La Con sentenza del 22 dicembre 1970, la Barbera, all'indomani della uccisione di Sal­ corte di assiste di Catanzaro condannò il vatore, preoccupandosi solo di smentire, a Mancino a quattro anni di reclusione, alla mezzo stampa, la notizia secondo cui anche interdizione legale e dai pubblici uffici, alla egli sarebbe rimasto vittima di un attentato. libertà vigilata a pena espiata e al paga­ Stretto a doppio filo agli interessi ed alla mento delle spese processuali e per la pro­ sorte del superstite Angelo La Barbera, pro­ pria custodia preventiva, riconoscendolo re­ tagonista insieme con lui dei noti fatti di sponsabile del reato di associazione per sangue accaduti agli inizi del 1963, scom­ delinquere. pare dalla scena quando anche Angelo viene A seguito della emissione del mandato gravemente ferito in una misteriosa aggres­ di cattura, nel volgere di pochi giorni ven­ sione subita nell'aprile del 1963 a Milano. gono adottati i seguenti provvedimenti: Da allora una cortina di silenzio scende sul 9 luglio 1963: Il questore di Palermo suo nome e dopo ben quattro anni di ri­ diffida Rosario Mancino ai sensi dell'arti­ cerche da parte della polizia italiana, del­ colo 1 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, l'Interpol e del F.B.I., il Mancino viene ca­ aggiungendo inoltre: « ...si prega altresì di­ sualmente riconosciuto a Napoli, il 20 otto­ sporre assidua vigilanza nei confronti del bre 1967, da una guardia di finanza ed arre­ diffidato, il quale, ove dovesse persistere stato; fa appena in tempo ad assistere alle nella sua condotta, dovrà essere segnalato ultime battute del processo di Catanzaro; a questo ufficio con motivata proposta per quella corte di assise lo condanna, come si l'applicazione della sorveglianza speciale è detto, a 4 anni di reclusione per associa­ della pubblica sicurezza ». zione a delinquere. Il 16 giugno 1970 Mancino Rosario viene 21 luglio 1963: In risposta ad una comu­ però posto in libertà provvisoria per effetto nicazione del commissariato Sciuti («Il no­ del decreto-legge del 1° maggio 1970, n. 192, minato in oggetto è stato coinvolto nei re­ ed inviato al soggiorno obbligato, per la du­ centi episodi criminosi e pertanto non dà rata di anni 5, nel comune di Borgo San alcun affidamento di non abusare delle armi Lorenzo (Firenze), ove prende alloggio al­ detenute »), la questura scrive: « Al Man­ l'albergo Sole. — 211 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Abbiamo riportato gli esempi più macro­ trano, si spostano in varie città d'Italia, scopici della straordinaria abilità del Man­ hanno contatti con esponenti della mala­ cino nell'evitare che ogni indagine appro­ vita americana. L'arresto di qualche con­ dasse alla scoperta di un qualsiasi nesso trabbandiere fornisce le prove e gli indizi causale, di una prova concreta o di un filo dell'esistenza di questi legami mafiosi e de­ conduttore che rivelasse, attraverso i gro­ linquenziali e permette alla guardia di finan­ vigli delle sue eterogenee attività, quella di za di raccogliere prove su prove, indizi su pericoloso contrabbandiere. indizi, catalogando individui, che sono fra i Di fronte alla ricerca affannosa della più pericolosi gangsters della malavita sici­ guardia di finanza e del Bureau of Narcotics liana, a cui l'autorità di pubblica sicurezza di comporre un mosaico, attraverso inter­ e i carabinieri rilasceranno però dichiara­ cettazioni telefoniche, notizie apprese da zioni di buona condotta. confidenti, ricerche in Italia e all'estero, La mancanza di una sistematica di con­ suona ironica l'affermazione del Mancino: trollo da parte della pubblica sicurezza e « Come io ho dichiarato nel corso dell'in­ dei carabinieri, i vuoti che si riscontrano tervista resa al giornalista {dell'Agenzìa nei fascicoli della pubblica sicurezza e dei Italia), non ho alcuna idea sul come possa carabinieri per interi periodi, specie fra il essere stato posto in relazione il mio nome 1953 e il 1960, sembrano quanto meno in­ con il traffico degli stupefacenti. Io sono spiegabili. stato implicato in una indagine della guar­ dia di finanza per repressione del contrab­ Dalle annotazioni contenute nelle diverse bando di sigarette, ma per tale imputa­ agende e rubriche sequestrate e dalle in­ zione sono stato assolto per non avere com­ dagini condotte per gli omicidi di Calce­ messo il fatto. donio Di Pisa e di Cesare Manzella si rileva, « ...A mio ricordo non ho precedenti pe­ ad esempio, che Angelo La Barbera, in una nali per espatrio clandestino, furto ed altri delle sue gite a Milano fa la conoscenza con titoli di reato che ora non ricordo, posso Giuseppe Doto, il famoso , uno però categoricamente escludere di essere dei più pericolosi capi della malavita ame­ stato oggetto di indagini giudiziarie, pre­ ricana, almeno secondo il senatore Kefawer ciso, denunce relative a reati per il com­ che lo definisce anche « uno degli esempi mercio clandestino di sostanze stupefa­ più clamorosi delle collusioni tra gangsteri­ centi ». smo e grande industria ». Nella stessa epoca Leggendo i rapporti della guardia di il La Barbera è però ancora un personaggio finanza, sia quello che riassume l'attività « rispettabile » per le altre autorità costi­ del Mancino nel periodo 1955-1963, sia altri tuite. che, come il documento Caneba, riguardano Come rileverà la sentenza di rinvio a giu­ operazioni particolari, si fa un po' di luce dizio del giudice Terranova nel procedimen­ nell'oscuro mondo mafioso e contrabban- to penale contro La Barbera Angelo e altri, diero. Uomini come La Barbera, come Man­ molti mafiosi, nonostante i loro passivi pre­ cino, come i Greco, come i Rimi, s'incon­ cedenti penali e le loro attività delinquen- — 212 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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ziali, « erano muniti e lo erano stati di rego­ ravigliare nessuno perché sono evidenti le lare passaporto (Angelo La Barbera, Ste­ infiltrazioni della mafia in vari settori della fano Giaconia, Tommaso Buscetta, Rosario vita pubblica siciliana, dall'altro induce a Mancino, Giuseppe Calò, Gaetano Accardi, considerare la questione anche sotto l'aspet­ Guido Ferrara, Giuseppe Di Mauro, Ernesto to per così dire tecnico, che attiene cioè Marchese, Paolo Greco, Rosario Anselmo) alla efficienza dei servizi di polizia, al do­ e di porto d'arma (Stefano Giaconia, Rosa­ vere che essi hanno di mantenere fra di rio Mancino, Ernesto Marchese, Salvatore loro dei contatti, di comunicarsi i dati e le Greco fu Giuseppe, Nicolò e Paolo Greco, notizie, e non — come emerge dall'esame Giuseppe Panno, Gaetano Badalamenti e di troppi fascicoli — operare come se fos­ Leoluca Leggio) ». sero organi di Stati dislocati su diversi pia­ Il fatto è di estrema gravità e se, da un neti o magari sotto diversi cieli. lato, può essere spiegato con l'esistenza di Quanti fatti delittuosi in meno ci sareb­ amicizie e influenze che il mafioso si pro­ bero stati se, poniamo, i carabinieri e la cura e mette a suo profitto (il giudice Ter­ pubblica sicurezza avessero potuto o vo­ ranova come risulta anche dalla biografia luto fare il loro dovere o se soltanto aves­ dei La Barbera, pag. 162, si sofferma per sero tenuto conto del contenuto delle let­ esempio sull'argomento delle relazioni esi­ tere che il Bureau of Narcotics americano stenti tra i fratelli La Barbera ed esponenti a mezzo di Charles Ragusa, inviava alla politici siciliani, le quali erano tali da legit­ guardia di finanza, e dei rapporti interni timare le richieste di favori) e non deve me­ di questa ! CENNI BIOGRAFICI SU MARIANO LICARI INDICE

1. - I precedenti fino alla II guerra mondiale pag. 215

2. - Il dopoguerra » 218

3. - Mariano Licari e gli istituti di credito » 225

4. - Carriera mafiosa ed attività economica » 232

i — 215 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - I PRECEDENTI FINO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Licari Mariano, fu Giovanni Vito e fu tazioni di quadruplice omicidio e di asso­ Marino Gaetana, nato a Marsala il 14 giu­ ciazione per delinquere. gno 1893, ivi residente al corso Calatafimi, Il 23 settembre dello stesso anno è però contrada Santo Padre delle Ferriere 32, incriminato e ristretto in carcere per due viene definito - quanto al mestiere - volta rapine e quadruplice omicidio, consumati a volta « pastore », « proprietario », « agri­ nel 1924; ma nel 1929 è assolto per insuffi­ coltore » o, come è in un documento del cienza di prove. Il 5 febbraio 1929, inoltre, regio ufficio di pubblica sicurezza di Mar­ la corte di assise di Trapani esprime ver­ sala, « trafficante ». detto negativo per il reato di associazione La lunga carriera mafiosa di Mariano per delinquere ed altro. Probabilmente rife­ Licari inizia nel 1913, allorquando, il 23 rendosi a tali assoluzioni, la stazione dei aprile di quell'anno, fu tratto in arresto per carabinieri di Marsala, il 13 agosto 1929 abigeato di 60 pecore e 15 agnelli e per scrive al locale ufficio di pubblica sicurezza: mancato omicidio in persona di Sardo « Dai precedenti e dalla condotta tenuta, Mario, Pizzo Vito ed altri. si rileva la sua innata ed incessante ten­ Arruolato in un reggimento di fanteria denza a delinquere. Di natura aggressiva e a Ravenna, con il grado di caporal mag­ violenta, delinquente capace di commettere giore, nel 1917 è dichiarato disertore in qualsiasi delitto, dalla popolazione viene tempo di guerra. Il 2 settembre 1918 il tri­ additato per un soggetto molto pericoloso bunale di guerra di Bologna lo assolve per ed affiliato alla mafia. Delinquendo si è non provata reità. creata un'ottima posizione economica, men­ Nel 1921 Mariano Licari sposa Caterina tre è notorio a tutti che le sue condizioni Di Vita, appartenente ad una famiglia di in precedenza erano piuttosto misere. malviventi, così come malviventi non man­ « È in ottima relazione di amicizia con cavano nella famiglia dello sposo (gli zìi, soggetti di dubbia moralità e principal­ denominati « Mangiafave », ed un fratello mente col pericoloso capomafia Figuccia che, all'epoca, si trovava in carcere). Francesco, recentemente assegnato al con­ Nel 1923 viene indicato dalla voce pub­ fino. blica come esecutore materiale dell'omici­ « Poiché il Licari, come sopra si è detto, dio di Angelo Di Stefano, campiere del è un continuo pericolo per la pubblica sicu­ fondo Pellegrino. Anche allora - come e rezza e per la tranquillità dei pacifici cit­ quando poteva - la mafia aveva però l'uso tadini, si rende necessario che egli sia asse­ di cancellare le tracce delle proprie vittime. gnato al confino di polizia e ciò perché è Del Di Stefano, difatti, non si ebbe alcuna sicuro convincimento di questo comando notizia, né furono mai trovate le spoglie che non appena il Licari sarà rimesso in mortali. libertà, continuerà nel suo proposito delit­ Il 26 febbraio 1927 la corte di appello tuoso ». di Palermo - sezione di accusa - lo proscio­ Su tale giudizio concorda pienamente il glie per insufficienza di prove dalle impu- commissariato di pubblica sicurezza di Mar- — 216 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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sala che, nell'agosto del 1929, dopo aver lirò, il quale ebbe ad escludere non solo specificato che il Licari «... dovrebbe che avesse partecipato a quei reati ma quindi ora essere restituito in libertà ed anche che il Licari avesse rapporti con la essergli permesso di continuare ad offrire mafia ! spettacolo punto edificante e di continuare « ... Se il Licari non ebbe fino al 1926 a dirigere, per quanto più cautamente, le rapporti con la mafia, come è possibile che fila criminose » aggiunge tra l'altro: « ... il li abbia avuti successivamente, quando la Licari non si appalesò mai delinquente pas­ mafia più non esisteva sotto il regime fa­ sionale, ma sì ideatore freddo e sempre scista ?! ». agì associato con altri delinquenti d'istinto, In risposta a tale quesito, la commis­ cui fu lecito per parecchio consumare de­ sione provinciale, con ordinanza del 26 ago­ litti impunemente o quasi... Fu ed è cam­ sto 1929 lo invia al soggiorno obbligato per piere del feudo Cacofeto; anzi a dire il vero, la durata di anni quattro nel comune di ne è quasi il factotum... Possiede ora ter­ Lampedusa. reni di molto valore e vuoisi anche un vi­ Nell'ottobre 1931, Mariano Licari, ricor­ stoso capitale... Che il Licari era capeggia­ dando al ministro dell'interno « che è stato tore di mafia si apprende dalla voce pub­ combattente e ferito di guerra » avendo blica, dai processi svoltisi anche a carico espiato ventisette mesi, prega caldamente di altri delinquenti e dal fatto che dopo che gli venga accordato il beneficio della stabilitosi a Marsala gli vennero uccisi a condizionale per il rimanente della pena. schioppettate alcuni capi bovini per ven­ La prefettura di Agrigento « in conside­ detta. Ma egli, che sa tacere, tacque e gli razione della buona condotta tenuta dal autori di sì grave reato rimasero ignoti. confinato e delle prove di ravvedimento Tale essendo l'individuo, che risulta fosse dallo stesso fornite, esprime parere favore­ pure anco amico del famoso capobanda vole al di lui proscioglimento ». Ma il com­ Anselmi Alberto, testé assassinato a Chica­ missariato di pubblica sicurezza di Marsala go », il funzionario lo segnala al rappresen­ esprime parere contrario poiché « pur te­ tante della magistratura in seno alla com­ nuto conto della buona condotta tenuta missione provinciale per i provvedimenti nella colonia di Lampedusa, i suoi prece­ di pubblica sicurezza « perché voglia de­ denti sono tali da far presumere che egli gnarsi di proporlo per lo speciale confino non possa essersi effettivamente ravvedu­ di polizia cui al regio decreto 15 luglio 1926, to » e « il provvedimento farebbe anzi cat­ n. 1254, nella durata massima ». tiva impressione nel pubblico, essendo il Ma la moglie di Licari offre alla stessa Licari notoriamente un mafioso e delin­ commissione provinciale un'altra interpre­ quente, temuto per scaltrezza e audacia ». tazione dei fatti: « vero è che nel certificato Il capitano dei carabinieri, Corigliano, af­ penale è segnato pure un proscioglimento ferma invece che « i coniugi Licari sono della sezione di accusa per il reato di asso­ nullatenenti e vivono nella miseria » ed ciazione e quadruplice omicidio, ma dallo esprime parere favorevole a che il rima­ stesso processo risulta nel modo più lumi­ nente confino sia commutato in ammoni­ noso che l'imputazione fu conseguenza di zione « considerato che egli ha dato prove un errore materiale. Infatti il Licari, pur di ravvedimento e tenuto conto che un essendo denunziato per reati così gravi, eventuale benevolo trattamento in di lui fa­ non fu affatto arrestato, non essendo stato vore produce buona impressione nel pub­ spedito contro di lui mandato di cattura. blico ». « Ciò è la prova più chiara dell'assoluto Il Ministero dell'interno respinge la difetto di ogni indizio a di lui carico. Ma istanza. vi ha di più. In quello stesso processo, e È abbastanza singolare che il Licari non precisamente a foglio 108, vi ha una nota abbia rivolto altre petizioni o cercato, at­ del maresciallo dei reali carabinieri Schil- traverso licenze, di ritornare a Marsala. Sul — 217 — „ Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI rimanente periodo del soggiorno non si tempo l'industria della esportazione del hanno notizie, eccettuata la comunicazione pesce fresco, si da consentirgli lavoro du­ del questore reggente di Agrigento in data raturo: e perciò, su analoga istanza dell'in­ 5 agosto 1933: « ... il confinato in oggetto, teressato, quel direttore di colonia ha auto­ in data andante, ha terminato di espiare il rizzato il Licari a rimanere colà ». periodo di anni quattro di confino inflitto­ Poi, negli archivi della questura e dei gli da questa commissione provinciale. Egli, carabinieri cadono venticinque anni di si­ che fu assegnato a Lampedusa, esercita da lenzio sull'attività svolta dall'ex confinato. 218 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - IL DOPOGUERRA

Nel novembre 1957, ultima di una lunga « Il Licari ... a parte il passato burrasco­ serie, una lettera anonima diretta alla pre­ so, rappresenta oggi in città il compositore fettura di Trapani, sollecita l'interessamen­ di tutti i privati dissidi, l'uomo astuto che to degli uffici di pubblica sicurezza nei con­ sotto gli occhi delle autorità, col ricavato fronti di Pietro Bua, i fratelli Vincenzo, di azioni delittuose, ha saputo dal nulla Domenico e Nicolò Curatolo, indicati quali crearsi una posizione invidiabile. Apparen­ autori di numerosi abigeati commessi nel temente non esercita attività di sorta, ma marsalese, e componenti di una banda ca­ il suo nome è legato ad affari più o meno peggiata dal Licari. illeciti che si svolgono in una cerchia ri­ Il commissario Camilleri conferma che stretta di persone, pregiudicati come lui, detti individui sono pregiudicati e che la mafiosi, dediti alle speculazioni più infami loro capacità delinquenziale è ben nota. ed ai ricatti più obbrobriosi. Tuttavia « le indagini esperite in questo « Negli anni che seguirono la seconda centro, in collaborazione con il locale co­ guerra mondiale, all'insorgere di numerose mando compagnia, benché condotte con bande armate, il nome di Licari fu legato impegno e diligenza, non hanno portato si­ ai sequestri di vari possidenti ed industriali nora ad alcunché di positivo ». del luogo; si dice fu proprio la macchina di Il questore di Trapani « sulla scorta dei sua proprietà che ebbe a trasportare, dopo precedenti penali » ritiene opportuno che il sequestro, il ragioniere Antonino Rallo, il Licari venga diffidato e chiede al funzio­ industriale del luogo. nario competente di « esaminare la figura « Le indagini, allora, furono dirette dal giuridico-morale del predetto, trasmettendo gruppo carabinieri di Trapani ed il Licari, dettagliato rapporto informativo con rela­ pare, non fu neanche denunciato in quanto tiva proposta per il provvedimento della ebbe la possibilità di provare che la mac­ diffida, qualora concordi sulla sua pericolo­ china fu da lui prestata ad un amico che sità sociale ». gliene aveva fatta richiesta giorni prima. È quanto mai singolare, per non dire « La " cricca ", di cui faceva parte allora illogico, che solo dopo anni di completo di­ il Licari, controllava tutta la produzione sinteresse verso il Licari, si proponga nei dell'alcool clandestino e quei disgraziati suoi confronti l'applicazione di una misura che, col rischio della galera, ne affrontavano di prevenzione. Gli elementi acquisiti sul la fabbricazione, dovevano loro una percen­ conto del Licari sono comunque illustrati tuale sugli utili, in cambio della "prote­ nel rapporto informativo del commissa­ zione ". riato di pubblica sicurezza di Marsala del « La riscossione di tali " diritti " non 27 dicembre 1956, di cui si riportano i brani avveniva sempre con la tranquillità sperata. più significativi: I più si assoggettavano all'imposta, ma i « Il nominato in oggetto è uno degli ele­ più coraggiosi cercavano di togliersi di menti più in vista della delinquenza marsa­ dosso quell'ingiusto peso. Il tentativo non lese e fa parte integrante della cosiddetta aveva altro risultato che far sollevare le "mafia locale". ire dei protettori i quali, nei casi più lievi. 219 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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si accontentavano di dare una " giusta le­ risma, non sia stato adottato adeguato zione" al fedifrago, buttandogli per terra provvedimento di polizia, che qui sarebbe il frutto delle lunghe nottate insonni o ba­ accolto con vivo sollievo ». stonandolo a morte. Se la lezione non aveva Con atto del 10 gennaio 1958, Mariano il frutto sperato, allora si decretava la Licari è diffidato ai sensi dell'articolo 1 del­ pena capitale per colui che aveva osato ri­ la legge 27 dicembre 1956, n. 1423, « consi­ bellarsi al " massimo consesso ". derato che il predetto si associa a perico­ « L'esecuzione veniva affidata ai " satel­ losi pregiudicati del luogo e che, per il suo liti minori " dietro equo compenso. tenore di vita, è da ritenere che viva abi­ « ... Per avere una idea di che teppa è tualmente col provento di delitti ». l'uomo, che ora può dirsi " arrivato ", basta Dopo alcuni mesi, il questore di Tra­ osservare la sua attuale posizione econo­ pani scrive al comando del gruppo carabi­ mica. nieri ed al commissariato di pubblica sicu­ « Egli è proprietario della casa di abita­ rezza di Marsala: zione composta di 17 vani, ben arredata, « Tenuto conto del tempo trascorso ed intestata alla moglie. in considerazione che in questi ultimi tempi « È depositario, in esclusiva, della " Bir­ è stato fortemente indiziato quale autore ra Messina", dell'acqua minerale San Pel­ di abigeati, si prega di far riesaminare la legrino e del carbon fossile della ditta Ser- di lui posizione giuridico-morale, perché raino Vulpitta di Trapani. Recentemente ha venga avanzata, se si reputerà necessario, ottenuto il deposito della nafta, che pre­ nuova proposta per l'irrogazione di una più leva, a mezzo autocisterna di sua proprietà, grave misura di prevenzione ». a Palermo. Lo stesso funzionario di pubblica sicu­ « A proposito di quest'ultima attività, rezza che aveva senza mezzi termini bollato corre insistente voce che egli acquisti il car­ il Licari come « elemento pericolosissimo burante a Palermo a bassissimo prezzo fa­ per la società », risponde il 13 novembre cendoselo rivendere dai proprietari di mo- 1958: topesca che ricevono la nafta in assegna­ « ... dalla data in cui gli è stata inflitta zione. la diffida, ha mantenuto buona condotta in « Egli la rivende a Marsala, praticando genere, senza dar luogo a lamentele di prezzi che rimangono molto al di sotto del­ sorta ». la concorrenza. Tale circostanza ha susci­ Anche il comandante del gruppo carabi­ tato varie lamentele tra i distributori locali nieri di Trapani non ravvisa l'opportunità di detto carburante. di un più rigoroso provvedimento, in quan­ « Egli commercia anche in bovini che to « ... si ha motivo di ritenere che egli ab­ macella per conto proprio, rivendendo la bia intrapreso la via del ravvedimento ». carne immediatamente ai macellai del Qualche perplessità suscita anche il luogo. fatto che nella scheda informativa, redatta « ... Il Licari è ritenuto elemento perico­ ben sei mesi dopo il suo arresto, i carabi­ losissimo per la società. Egli, oltre ad es­ nieri della stazione di Marsala Porto, ab­ sere stato parte operante negli omicidi per biano risposto al quesito n. 16 (quale con­ vendetta verificatisi nell'immediato dopo­ siderazione gode nell'ambiente locale. Quale guerra nella nostra provincia, è elemento seguito ha e perché): « Prima del suo ar­ che sa trarre profitto da tutte le più sordide resto per gli ultimi reati, in questo pub­ speculazioni ». blico, l'interessato godeva stima e reputa­ L'autore del rapporto così conclude: zione. Non ha séguito; tuttavia, per ragioni « La pacifica popolazione di questo centro di parentela, mantiene stretti rapporti con pensa con terrore alle sue malefatte e non Pietro Bua, Nicolò e Domenico Curatolo, si spiega come per un delinquente di tale Domenico Di Vita ». - 220 — • Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Al quesito n. 17 (quali elementi sono in In particolare, il Valenti affermò che il possesso dell'Arma perché il soggetto possa figlio Biagio aveva fatto parte della cosca essere considerato « mafioso ») viene data mafiosa del Licari, ad opera della quale era la seguente risposta: « Questo comando non stato soppresso perché non aveva voluto è in possesso di elementi utili perché il sog­ sottostare a soprusi nella riparazione degli getto possa essere indicato come mafioso ». utili tratti dai vari furti e abigeati com­ Infine, al quesito 10 (se ha svolto o svolge messi e che l'associazione doveva ritenersi attività politiche e per quale partito) si ri­ responsabile, per motivi dettagliati che ri­ sponde così: « In questo centro, apparen­ velò, dell'omicidio di Nicolò Fici avvenuto temente, si dimostra disinteressato alla il 18 maggio 1948, dell'omicidio di Giusep­ vita dei partiti politici. Vuoisi però orien­ pe Giubaldo avvenuto il 18 aprile 1953, del­ tato per il partito della Democrazia cri­ l'omicidio di Vito Sammartano avvenuto il stiana ». 14 giugno 1961, dell'omicidio di Luciano Intanto, il 13 febbraio 1963, il sostituto Patti, avvenuto il 13 marzo 1962, del tentato procuratore della Repubblica presso il tri­ omicidio in danno di Antonino Lombardo bunale di Trapani aveva ordinato la cattura avvenuto il 20 maggio 1962, di numerosi di Mariano Licari (già fermato alla fine di furti, abigeati, estorsioni e delitti di vario gennaio), di Pietro Bua, dei fratelli Nicolò, genere commessi nella zona. Vincenzo e Domenico Curatolo, di Vito Di Le sue rivelazioni trovarono conferma Maria, di Antonino Bianco, di Domenico in una serie di appunti che lo stesso Valenti Di Vita e di Giuseppe Bianco, imputati di aveva via via annotato in un memoriale associazione per delinquere, porto abusivo e nelle deposizioni di alcuni testimoni, fra di armi e munizioni, di numerosi omicidi cui quelle del Lombardo Antonino che, vit­ commessi nel periodo 1948-1963, di truffa tima nel 1962 di un tentato omicidio, aveva e falsificazione di documenti. riconosciuto e denunciato gli autori della L'arresto di Mariano Licari e soci rap­ aggressione. Le indagini di polizia e quelle presentava « la conclusione di una clamo­ del giudice istruttore del tribunale di Tra­ rosa indagine di polizia giudiziaria »: era pani, dottor Giuseppe Alcamo - che richia­ infatti accaduto che il 20 gennaio 1963 Giu­ mò numerosissimi incarti processuali rela­ seppe Valenti era stato aggredito da uno tivi a quasi tutti i fatti delittuosi verifica­ sconosciuto, che aveva esploso contro di tisi nel periodo postbellico (compresi alcuni lui alcuni colpi di arma da fuoco, ferendolo procedimenti che erano stati archiviati per gravemente. Ricoverato in ospedale, il Va­ essere rimasti ignoti gli autori del reato), lenti restò in vita per sei giorni, durante dispose una indagine bancaria per accer­ i quali chiese numerosi colloqui agli organi tare i rapporti esistenti fra gli « associati », di polizia e all'autorità giudiziaria, rive­ escusse numerosi testimoni incriminando lando l'esistenza di una associazione a de­ quelli che ritenne reticenti - permisero di linquere di tipo mafioso che faceva capo mettere a fuoco l'attività della pericolosis­ a Mariano Licari, a Pietro Bua, ai fratelli sima cosca capeggiata dal Licari, alla quale Vincenzo, Domenico e Nicolò Curatolo e a furono imputati, oltre i delitti sopra specifi­ Domenico Di Vita. cati, l'omicidio di Ignazio Pellegrino (con conseguente soppressione di cadavere) av­ La cosca - come rivelava il Valenti - venuto nel maggio-giugno 1960 e l'omicidio aveva commesso numerosi delitti nell'arco di Antonino Barbera (con conseguente sop­ di una ventina d'anni nel territorio di Mar­ pressione di cadavere) avvenuto intorno al sala e dintorni ed era responsabile, fra 27 maggio 1960. l'altro, della scomparsa del figlio del Va­ lenti, Biagio, avvenuta il 4 marzo 1962, del Il giudice istruttore richiamò anche gli ferimento dello stesso Giuseppe Valenti e atti dei procedimenti, già definiti con sen­ di numerosi altri omicidi. tenza di non doversi procedere perché — 221 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI ignoti gli autori del fatto, per gli omicidi sigliarono il riesame dell'episodio, l'asso­ di: Gaspare Paladino, Antonino Sorrentino, luta mancanza di qualsivoglia elemento che Catarinicchia Vito, Arcabascio Salvatore e fosse stato acquisito al tempo della con­ Di Blasi Grazia, Parisi Giacomo, Angileri sumazione del delitto ha costituito un in­ Giuseppe, Bruno Vincenzo, Cafiso Vito, sormontabile ostacolo. Catalano Domenico, Ferrandello Vita, Ca- « Con riferimento alla cennata uccisione scio Vito e Randazzo Francesco commessi di Paladino Gaspare, nonché all'uccisione fra il 1945 e il 1961 in Marsala, Partanna, di Sorrentino Antonino, Catarinicchia Vito, Roccamena, e Castel- Arcabascio Salvatore e Di Blasi Grazia, ha vetrano. osservato il requirente che elementi oggi Ma, come specifica la sentenza istrutto­ soltanto intuibili, ma che al tempo delle ria del 3 aprile 1967, « in ordine a tali pro­ prime indagini avrebbero potuto essere cedimenti il procuratore della Repubblica pienamente acquisiti, sono restati definiti­ non ritenne di promuovere l'azione pe­ vamente ignoti al processo; infatti, dopo il nale ». trascorrere di molti anni, a causa dell'at­ Ecco, citato nella stessa sentenza istrut­ tutirsi dei risentimenti, dello sfaldarsi dei toria, quanto è sostenuto nella requisitoria ricordi, del decesso di alcuni, della sene­ del 12 dicembre 1966, dal procuratore della scenza e della follia di altri ogni tentativo Repubblica, dottor Francesco Scozzari: è stato vano. « Autori di reati anche gravissimi spesso «... Conseguentemente, il pubblico mini­ sono restati e purtroppo ancora resteranno stero, pur essendo fermamente convinto non identificati oppure, se identificati, non che gli autori delle uccisioni in argomento puniti a cagione della mancanza di prove siano da individuare nelle persone che erano che consentano il tramutamento in certez­ state accusate, è stato costretto ad astenersi ze processuali delle certezze meramente in­ dall'incriminarli a causa dell'evidente im­ tuitive che non di rado si instaurano negli possibilità del raggiungimento di una va­ organi di polizia giudiziaria e nei magi­ lida prova ». strati. La requisitoria prosegue criticando tan­ « È questo un fenomeno sociale inelut­ to le indagini di polizia svolte all'epoca dei tabile che... nelle zone di mafia si è mani­ fatti, quanto l'atteggiamento dei magistrati festato e si manifesta con grave intensità che si erano a suo tempo occupati dei a causa di particolari atteggiamenti psico­ diversi omicidi: « Tali nessi (fra alcuni logici dei quali il più noto si concreta nella degli omicidi in questione) ... non consi­ omertà delle vittime e dei testimoni. gliarono tuttavia ad alcuno dei magistrati « Altre cause, però, hanno talvolta im­ istruttori la riunione dei procedimenti che pedito o contribuito ad impedire che gli per un certo tempo furono coesistenti per autori di delitti anche truci avessero avuto cui ciascuna indagine proseguì il suo corso adeguata sanzione... Lo studio di taluni dei con owii danni per le indagini stesse. Né fascicoli richiamati ha fatto notare che alcuno completò le indagini in ordine alle talvolta le indagini si sono esaurite in meri accuse ripetutamente, anzi, ostinatamente adempimenti burocraticamente eseguiti. Il mosse dal Fiorino, dal Catarinicchia e dal fascicolo relativo alla uccisione di Parisi Sorrentino nei confronti di Patti Antonino, Giacomo (così, come, del resto, quello re­ in particolare, nonché nei confronti di Agate lativo all'uccisione di Paladino Gaspare) ad Paolo, Lombardo Giuseppe, Li Vigni Vin­ esempio, si concreta in scarne affogliazioni cenzo, Gandolfo Mario, Gandolfo Giuseppe comprendenti soltanto i processi verbali e Giubaldo Giuseppe... Dopo quasi 20 anni consueti e rituali, talché è stato inevitabile l'indagine interrotta è stata continuata, ma che l'ulteriore indagine fallisse; infatti, mal­ le lamentate lacune non sono state col­ grado le nuove ragioni di sospetto che con- mabili ». — 222 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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* * * tenza istruttoria, precisa: « impenetrabile ad ogni indagine, il periodo postbellico co­ La figura di Mariano Licari, uscita dagli stituisce una svolta decisiva nella vita di atti della questura e dei carabinieri sfocata Mariano Licari. e incomprensibile per lo scarso interessa­ « Da questo momento la mafia dei Iati- mento nei suoi confronti, di cui è testimo­ fondi intravede nelle estorsioni, nei seque­ nianza il silenzio dei fascicoli personali fino stri e nelle attività commerciali nascenti al 1956, diviene comunque il punto centrale altre possibilità di arricchirsi e chiede me­ di una indagine compiuta dalla magistra­ todi nuovi che la vecchia guardia non è in tura su un numero sempre più esteso di grado di indicare... persone e di fatti fino a delineare nel modo « La nuova mafia comincia a delinearsi più completo possibile l'attività e l'evolu­ intorno al 1949, ma il processo di consoli­ zione della cosca che a lui faceva capo e damento si completa solo alla vigilia degli che era stata attivissima per un intero anni sessanta. ventennio. Viene così precisata, in primo luogo, la « È necessario chiarire che non si è trat­ evoluzione che l'aggregato di mafia ha su­ tato della eliminazione della cosca preesi­ bito: l'uccisione di Fici Nicolò, avvenuta stente ad opera di un'altra, ma dello enu­ nel 1948, ha costituito infatti - secondo clearsi di un nuovo gruppo di potere all'in­ quanto risulta dalla sentenza istruttoria - terno della stessa cosca madre... », tanto « il momento iniziale del processo di tran­ che si può parlare di nuova mafia solo sizione dalla vecchia mafia alla nuova ». « ... per la nuova fisionomia assunta dal gruppo in evoluzione, non già perché di­ « Come annotò nel suo quaderno-memo­ versi fossero stati i componenti del gruppo riale Valenti Giuseppe, tale uccisione fu stesso, che, anzi, quasi tutti erano stati l'occasione per l'abbandono della attività uomini d'onore ». mafiosa da parte dei fratelli Gandolfo, il cui gruppo verosimilmente da quel momen­ Il passaggio di potere da un gruppo al­ to venne dominato dai fratelli Curatolo, da l'altro dell'aggregato mafioso (nel suo me­ Di Vita Domenico e probabilmente da moriale, il Valenti parla di « seggia nova ») altri, sui quali prevalse certamente Licari avviene dunque in occasione della uccisione Mariano. di Fici Nicolò: questi, mafioso della cosca « Intorno a tale gruppo avviene la ri­ dei Gandolfo, aveva osato sfidare il presti­ strutturazione dell'associazione la quale ad gio dei capi affrontando in piazza uno dei un certo punto comprenderà, oltre a Licari due fratelli Gandolfo, Giuseppe, schiaffeg­ Mariano, Bua Pietro, Curatolo Domenico, giandolo e rifiutandosi di sottostare alle Curatolo Nicolò, Curatolo Vincenzo e Di imposizioni della cosca che - come accadrà Vita Domenico, altri di cui alcuni, già fa­ anche in altri casi - aveva preteso che il centi parte della vecchia mafia, costitui­ Fici consegnasse tutta la refurtiva. scono dei sopravvissuti che tuttavia rie­ « L'atteggiamento di insofferenza e di scono ad inserirsi nella nuova struttura del­ intolleranza della vittima nei confronti dei l'aggregato: Anselmi Giovanni, Marino Giu­ fratelli Gandolfo - precisa la sentenza istrut­ seppe, Barraco Vincenzo, Lombardo Giu­ toria - determina la reazione di costoro, i seppe, Patti Antonino, Sammartano Vito, quali ne decidono la soppressione per mo­ Impiccichè Giovanni, Montalto Angelo, Bar­ tivi di vendetta connessi alla esigenza di raco Gaspare, Patti Luciano, Tortorici Giu­ salvaguardia del loro prestigio di uomini seppe, Valenti Biagio, Di Maria Vito, Bianco intesi, dal Fici pubblicamente calpestato e Antonino, Bianco Giuseppe, Gucciardi Vito posto in discussione. e numerose altre persone non identificate ». « L'occasione viene sfruttata abilmente Dal canto suo il pubblico ministero, da Curatolo Vincenzo, da Di Vita Domenico nelle richieste avanzate in vista della sen­ e dal gruppo dagli stessi capeggiato, in seno — 223 — Atti Parlamentari • '• • Senato della Repubblica

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al quale prenderà il sopravvento il Licari L'indagine giudiziaria consente di avere Mariano. un'idea abbastanza chiara (anche se, ovvia­ « Costoro, quale contropartita della ese­ mente, non completa) della intensissima cuzione della soppressione del Fici, otten­ attività criminosa posta in atto dalla cosca gono dai fratelli Gandolfo, che fino ad al­ del marsalese, cui sono da imputare « abi­ lora ne erano stati i capi, la guida dell'as­ geati, furti di bestiame in genere, truffe, sociazione per delinquere ». estorsioni, minacce e violenze private... che Di fatto, portato a buon fine l'omicidio costituiscono la principale fonte di reddito Fici (che viene organizzato secondo le mi­ per gli associati ». gliori regole di mafia, affidandone cioè la Ed è proprio sotto il profilo patrimo­ esecuzione ad un amico, Giovanni Anselmi, niale che - come nota la sentenza istrutto­ che è l'unico che può condurre il Fici, con ria più volte citata - si realizza una specifica un pretesto, in un luogo appartato senza diversificazione fra la « vecchia » mafia e insospettirlo), le nuove leve succedono nella le nuove leve: « i fratelli Gandolfo, nulla­ guida della cosca ai Gandolfo, che si riti­ tenenti nel 1920, mediante numerosi acqui­ rano a vita privata. Non si tratta, però, di sti effettuati da tale data sino al 1948, han­ un puro e semplice cambio della guardia, no realizzato un notevole patrimonio im­ giacché, in omaggio « ad una nuova conce­ mobiliare, in parte ceduto in enfiteusi, pro­ zione più aderente al tempo sopravvenien­ duttivo quindi di un reddito ragguarde­ te », l'attività della cosca si fa assai più vole... articolata, « meno ancorata alla campagna « L'arresto dell'incremento patrimoniale ed alle tradizionali fonti di profitto (pre­ successivamente alla data indicata può cipua in Marsala quella della distillazione spiegarsi con il ritiro dei Gandolfo dall'at­ clandestina dell'alcool) ». tività mafiosa e con la tendenza a nuovi « Il programma originario dell'aggregato investimenti di ricchezza diversi da quelli mafioso - specifica la sentenza istruttoria - tradizionali. è consistito nel dominio e nello sfrutta­ « L'evolversi, infatti, delle attività della mento delle campagne, soprattutto median­ te il campierato. I vari proprietari terrieri mafia, originariamente legata al feudo e hanno dovuto accettare tutta una serie di tendente quindi alla acquisizione di beni campieri e soprastanti imposti dalla mafia immobiliari, verso altre speculazioni econo­ e, ovviamente, quasi sempre mafiosi, diven­ miche porta come naturale conseguenza tandone le vittime e, nel contempo, i pro­ nuove prospettive di investimenti più pro­ tetti ». duttivi e meno appariscenti... Invece « ... il programma odierno, evo­ « Mariano Licari, personalmente e con luto, della mafia è strettamente vincolato riferimento alla proprietà immobiliare, è alla vita della città, indubbiamente più quasi nullatenente. Dagli accertamenti ese­ lucrosa... », anche se « ... ove l'imposizione guiti presso istituti bancari, tuttavia, è del campiere è ancora possibile, di solito emerso che egli è titolare di molteplici conti costituisce un omaggio che il capomafia correnti. Da altre fonti è risultato che il rende ad un affiliato, già di rispetto ma non Licari è socio parassitario di varie società, più di rilievo ». Non si tratta, però, solo rappresentante di vendita di vari prodotti, di un omaggio poiché, come nota la stessa mediatore autorevole nel ramo delle com­ sentenza, « ... il campiere, il soprastante, pravendite immobiliari dell'ambiente mar­ l'amministratore imposti dalla mafia realiz­ salese ». zano una rete efficacissima di ricettatori In altra parte della sentenza, il giudice della refurtiva e dei proventi di furti, rapine istruttore, dottor Alcamo, ha specificato ed estorsioni e di favoreggiatori ». che gli accertamenti compiuti presso gli — 224 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI istituti bancari hanno consentito di rilevare fondi e della distribuzione degli utili deri­ « la tortuosità, la oscurità, la frequenza e vanti dalle attività illecite della cosca ». l'importanza dei rapporti economici inter­ La Commissione intende tuttavia ferma­ corsi tra alcuni degli indiziati di apparte­ re la propria attenzione su un aspetto par­ nenza all'aggregato mafioso, anzi fra parec­ ticolare che emerge da quella indagine, chi di essi », esprimendo altresì il convinci­ quello, cioè, dei rapporti assai complessi mento che quei rapporti, non giustificati che sono intercorsi per più di un decennio adeguatamente dagli imputati ed anzi a tra il Licari, gli istituti di credito e le ditte volte negati anche contro l'evidenza dei cui egli risulta direttamente obbligato; e fatti, dimostrassero la illiceità del vincolo ciò anche per dimostrare l'intreccio di con­ fra loro esistente e fossero determinati dal nivenza in un settore particolarmente im­ duplice scopo del « reperimento comune dei portante della vita pubblica. — 225 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - LICARI E GLI ISTITUTI DI CREDITO

Ricostruire i rapporti tra Mariano Licari funzionario esperto come il dottor Cicero e gli istituti bancari non è semplice. Lo era senz'altro in grado di esprimere il suo stesso perito nominato dal giudice istrut­ motivato parere sui singoli fidi e, se non tore del tribunale di Trapani, dottor Giu­ l'ha fatto, ciò è da attribuirsi o a scarso seppe Cicero, funzionario della Banca d'Ita­ impegno o alla volontà di sollevare da lia, pur avendo avuto a disposizione per responsabilità o da sospetti di connivenza tre mesi tutta la documentazione seque­ gli organi degli istituti di credito. strata dall'autorità giudiziaria, riferì nella Ai fini della presente relazione, la Com­ relazione consegnata al giudice il 19 feb­ missione non ha ritenuto peraltro neces­ braio 1964 che l'indagine « sulla dinamica sario svolgere proprie indagini, anche per dei rapporti nei mesi espressamente indi­ la scarsa collaborazione ad essa offerta in cati dal giudice istruttore » (cioè: settembre generale nel settore del credito: basterà 1953; maggio 1960; giugno 1961; marzo comunque limitarsi a segnalare l'estendersi 1962; luglio 1962; gennaio 1963; 7 marzo dei fidi concessi al Licari, desumendo i dati 1963) « non potrà essere esauriente per la dalla indicata relazione di perizia, alla quale mancanza di elementi oggettivi sufficienti ». si sono attenuti anche il pubblico ministero Assolutamente negativa è, poi, la rispo­ ed il giudice istruttore. sta al quesito propostogli « se i fidi concessi I suoi primi rapporti a carattere conti­ dalle aziende di credito sono stati nel loro nuativo con istituti di credito consistono importo adeguati alla situazione patrimo­ nell'apertura di un deposito in conto cor­ niale ed economica di ciascuno dei nomi­ rente ordinario presso la Banca agricola di nativi onde trattasi », e, a giustificare tale credito e risparmio di Marsala (1° maggio risposta, il dottor Cicero adduce la sogget­ 1950). Nel 1947 però egli risulta debitore tività dei giudizi, la molteplicità degli ele­ nei confronti di V. Curatolo per un effetto menti da prendere in considerazione e la a 4 mesi per lire 50.000; nell'aprile 1950, complessità delle indagini « specialmente nei confronti di G. Marino per un effetto per quanto riguarda le ditte a cui risulta di lire 15.000, probabilmente a 6 mesi, direttamente obbligato il signor Mariano scontato dalla banca stessa e sostituito alla Licari (Asaro Antonino e C, società semplice scadenza con altro effetto di lire 10.000 a - ditte Licari Mariano e Barbaro Francesco, quattro mesi; il 3 luglio 1950 è debitore nei Licari e Pipitone - Licari e Pellegrino - Li- confronti di D. Curatolo per un effetto a cari Mariano B.C.G. - Licari Mariano, Bua due mesi per lire 30.000. Ciò dimostra che Giuseppe, Curatolo Nicolò e Gandolfo Giu­ le sue condizioni non dovevano in quel seppe ecc.) ». periodo essere floride, anche se non rima­ Le difficoltà prospettate indubbiamente sero tali per lungo tempo, a quanto può sussistono, ma non erano insuperabili, come dedursi dai saldi del conto corrente esi­ è provato dal fatto che le sedi centrali, i stenti alle date indicate dal giudice. comitati esecutivi ed i consigli di ammini­ II 31 agosto 1950, « mediante storno da strazione sono stati in grado di valutare un conto corrente ordinario » (forse il pre­ le proposte e decidere l'entità dei fidi. Un cedente) di lire 41.988, viene aperto presso

15 — 226 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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lo stesso istituto un « conto corrente di 6 novembre 1954: con un prelevamen­ corrispondenza » intestato a M. Licari ed to di lire 320.000 viene aperto presso la F. Barbaro. stessa banca un conto Licari e Pipitone, con Il 3 settembre 1950 il Licari risulta de­ firma congiunta. Il relativo fido era stato bitore nei confronti di D. Curatolo per un già concesso il 5 ottobre nei limiti di un effetto di lire 20.000 a due mesi; ma il 20 milione di lire; dicembre è in grado di emettere sul suo conto corrente un assegno di lire 100.000 a 18 giugno 1955: il Licari sconta pres­ favore di G. Bua; il 24 ed il 31 gennaio 1951, so la Banca di Marsala un effetto di lire sul conto corrente con Barbaro emette due 42.000, accettato da M. Asaro e decurtato assegni a favore di P. Bua per lire 90.000 e quattro volte prima di essere estinto il 20 per lire 189.950; il 19 febbraio e 6 marzo settembre 1956. Alla stessa banca egli chie­ 1951, sul suo conto corrente personale, due de, unitamente a G. Pipitone, un fido di 5 assegni di lire 100.000 a favore di G. Marino milioni che il consiglio non accetta; e di P. Bua. Non basta: il 26 maggio 1951, 22 marzo 1956: effettua in un libret­ disponibilità per ben lire 820.239 passano to personale presso la Banca agricola di da questo ad altro conto corrente intestato credito e risparmio, un deposito di lire agli stessi. Tutto ciò dimostra l'eccezionale 4.100.000, estinto praticamente nel giro di miglioramento delle condizioni economiche, un mese, essendo residuate soltanto lire dato che il primo fido, per un milione di 3.385 di interessi maturati; lire, risulta concesso il 31 agosto 1951. Il 5 dicembre il Licari è in grado di emettere 27 marzo 1956: la medesima banca sul proprio conto corrente, a favore di P. eleva a lire 7.500.000 il fido alla Licari e Bua, un assegno per lire 599.450. Pipitone; Non è il caso di elencare gli assegni 2 maggio 1956: si costituisce la società emessi e incassati dal Licari, diligentemente semplice Asaro Antonino & C. tra questi, riportati nei documenti indicati in prece­ il Licari e G. Pipitone, la quale apre, con denza, perché quanto esposto è sufficiente un versamento di lire 180.648, un conto cor­ a dimostrare l'improvviso salto verificatosi rente presso il Banco di Sicilia; nella disponibilità di denaro da parte sua, in conformità del resto con le affermazioni 16 aprile 1957: la Banca agricola di del giudice istruttore di Trapani che, come credito e risparmio eleva a 10 milioni di si è accennato, datava al 1950 l'inizio di lire il fido alla Licari e Pipitone; « rapporti economici mediante utilizzazione 25 febbraio 1958: la banca porta da di negozi- bancari » i quali «... attuano una 1 a 2,5 milioni di lire il fido alla Licari e qual forma di redistribuzione negli utili del­ Barbaro; l'associazione, tratti attraverso attività il­ lecite ». 16 luglio 1958: la medesima banca Assai più utile è invece seguire lo svi­ concede personalmente al Licari un fido di luppo dei fidi concessi al Licari dai vari 2 milioni di lire per operazioni di sconto istituti ed esistenti alle date indicate dal e apertura di credito in conto corrente e giudice istruttore: questi preleva immediatamente lire 175.000; 22 novembre 1958: Licari diviene socio fine settembre 1953: sul deposito in di questa banca, acquistando 50 azioni del conto corrente ordinario presso la Banca valore nominale di lire 1.500; agricola di credito e risparmio sussisteva un credito di lire 795.965 mentre sul conto 5 dicembre 1958: risulta che il Licari corrente Licari e Barbaro esisteva un debito effettua operazioni di sconto presso la Ban­ di lire 714.005, con un saldo attivo perciò ca agraria di Marsala, della quale possiede di lire 81.960; 5 azioni da lire 300; 227 — Atti Parlamentari Senato della Re-pubblica

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13 gennaio 1959: sono concessi dalla La scopertura massima consentita è di 10 Banca sicula alla Asaro & C. un fido di 2 milioni di lire. Lo stesso giorno 24 il Licari milioni per sconto cambiario ed uno di effettua un prelevamento di 5 milioni di 1 milione di lire per apertura di credito in lire; conto corrente; ma la richiedente non ac­ cetta; di conseguenza: 5 giugno 1959: la Banca del popolo di Trapani concede alla Asaro & C. un fido 28 gennaio 1959: il castelletto ed il di 10 milioni di lire; fido sono portati rispettivamente a 10 ed a 5 milioni di lire; 18 luglio 1959: il medesimo istituto concede alla Asaro & C. un'apertura di cre­ 24 marzo 1959: è aperto presso la dito in conto corrente di 20 milioni di lire; Banca agricola di credito e risparmio un conto corrente Licari Mariano B.C.G. (oltre 10 agosto 1959: il Licari diviene socio al titolare: Bua Giuseppe, Curatolo Nicolò della Banca del popolo per una azione. e Gandolfo Giuseppe); tra le condizioni, al Alla fine del maggio 1960, a quanto può punto « E » vi è quella che viene « autoriz­ desumersi dai dati spesso manchevoli o ap­ zato a poter prelevare dal conto corrente prossimativi della perizia Cicero, si hanno solamente il signor Licari Mariano fu G.V., i seguenti saldi, viziati certamente per giusta dichiarazione sottoscritta dai soci ». difetto:

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Barbaro e Pipitone B. C. G. TOTALE

Banca del popolo . . — 20.523.061 — 20523.061 Banca sicula .... — 5.089.879 — 5.089.879 Banca di Marsala . . Banca agricola credito e risparmio .... + 536.003 — 838.546 — 5.357577 — 14.156.626 — 19.816.746 Banca del lavoro . . — 8.530.561 — 8530561 Banca agraria . . . ? ? Banco di Sicilia . . + 260.811 — 9.567516 — 9.306.705

TOTALE . . . + 796.814 — 43.711.017 — 838546 — 5.357577 — 14.156.626 — 63.266.952

Situazione, come si vede, abbastanza del debito di lire 3.649.337 esclusivamente pesante, specie in relazione alle disponibi­ a carico del Pipitone. Il giorno successivo lità personali del Licari, il quale, ad ogni viene chiuso anche il conto corrente Licari buon conto, ha preferito, fino a tale mo­ B.C.G. con il trasporto in un conto corrente mento, essere in attivo nei suoi conti intestato a Bua, Curatolo e Gandolfo di lire personali. 14.942.210. Nel 1961, in data non meglio Proseguendo nell'esame dei vari conti precisata, la Banca del popolo eleva a 20 da lui intrattenuti, si rileva, al 29 novembre milioni di lire il fido per sconto alla Asa­ 1960, la chiusura del conto corrente Licari ro & C, ferma restando la precedente aper­ e Pipitone esistente presso la Banca agri­ tura di credito di 20 milioni di lire; il 24 cola di credito e risparmio, con il trasporto marzo la Banca del lavoro concede alla — 228 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI stessa impresa un'apertura di credito di 20 azioni della Banca agricola di credito e ri- milioni, riguardante sia lo sconto e sia spamio. l'apertura di credito in conto corrente; Alla fine del giugno 1961 risultano i se­ il 29 marzo il Licari acquista altre 75 guenti saldi:

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Barbaro e Pipitone TOTALE

Banca del popolo . . — 23.570.052 — 23.570.052 — 1.522.815 — 1.522.815 Banca agricola credito e + 143.632 — 2.188.508 — — 2.044.876 Banca del lavoro . . . — 19.658.745 — 19.658.745 Banca agraria .... ? ? Banco di Sicilia . . . + 117.837 — 7.288.897 — 7.171.060

TOTALE . . . + 261.469 — 52.040.509 — 2.188.508 — — 53.967.548

L'esposizione nel corso dell'anno è di­ Il 9 gennaio 1962 questo conto viene sud­ minuita di circa 10 milioni di lire, sempre diviso in due: Licari e Pellegrino e Licari accogliendo con riserva le cifre date in pre­ e Barbaro, con un fido di 5 milioni di lire cedenza e risultanti dalla perizia Cicero. ciascuno. Il 2 febbraio il Licari apre presso Per quanto concerne la Banca del po­ lo stesso istituto un conto corrente perso­ polo, è da rilevare che una delle cambiali nale con il versamento di lire 2.964.979, ma depositate in garanzia, per l'importo di lire non risulta quale sia la situazione alla fine 15 milioni, era scaduta il 28 marzo 1961 e del marzo 1962 (neppure se essa sia di cre­ non si era provveduto a farla rinnovare. dito o di debito dato che nel mese di luglio Il 1° dicembre 1961 la Banca del lavoro tale situazione è di debito). concede un'apertura di credito di 10 mi­ Prescindendo da ciò e sempre con le lioni di lire a favore di Licari e Barbaro. ripetute riserve, alla fine di marzo si ha la Il Licari in tale giorno preleva lire 440.000. seguente situazione:

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Pellegrino e Barbaro e Pipitone TOTALE

Banca del popolo . . — 24.768.767 — 24.768.767 Banca sicula — 5.561.981 — 5.561.981 Banca agricola credito e — 918.918 — 1.637.573 — 2.556.491 Banca del lavoro . . . ? — 14.229.048 — 3.669.198 — 3.669.198 — 21.993.271 Banca agraria .... ? ? ? Banco di Sicilia . . . + 90394 — 1.667.114 — 1.576.720

TOTALE . . . - 828.524 — 46226.910 — 4.095.025 — 5306.771 ? — 56.457.230 229 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Il 9 giugno scade anche l'altra cambiale il credito ai sensi dell'articolo 1844 del co­ (per lire 12 milioni) depositata alla Banca dice civile. del popolo ed il credito rimane sprovvisto Alla fine del luglio 1962 la situazione si di garanzia cambiaria, senza che la banca è così modificata: curi di chiedere altre garanzie o di ridurre

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Pellegrino e Barbaro e Pipitone TOTALE

Banca del popolo . . — 33.436.649 — 33.436.649 Banca sicula — 5.135.701 — 5.135.701 Banca agricola credito e risparmio — 3.799.140 — 1.711.628 — 5.510.768 Banca del lavoro . . . — 64.979 — 30.709237 — 6.421.105 — 13.947 — 37209268 Banca agraria .... ? ? ? Banco di Sicilia . . . + 7.472 — 15.059240 — 15.051.768

TOTALE . . . — 3.856.647 — 84.340.827 — 6.421.105 — 1.725.575 ? — 93344.154

È evidente, sulla base dei dati riportati, È da rilevare che nel gennaio, per effetto l'enorme aumento (oltre il 70 per cento) delle operazioni di polizia ricordate in pre­ verificatosi nella esposizione del Licari e cedenza, il Licari era stato arrestato. Ciò dei suoi soci verso gli istituti di credito. nonostante, alla fine del gennaio 1963 ri­ La Banca del popolo tuttavia, ratificando sulta la situazione seguente: l'esposizione in atto, porta a 30 milioni di lire il fido concesso alla Asaro & C.

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Pellegrino e Barbaro e Pipitone TOTALE

Banca del popolo . . — 31331.279 — 31.531279 Banca sicula — 1.965.404 — 1.965.404 Banca agricola credito e — 209.810 - 73.708 — 283.518 Banca del lavoro . . . — 862333 — 24.548.128 — 5.684.213 — 6.116.784 — 37211.458 Banca agraria .... — 2.437.519 — 2.437.519 Banco di Sicilia . . . + 56.690 — 38262.472 — 38205.782

TOTALE . . . — 1.015.453 — 96307283 — 5.684213 — 6.190.492 — 2.437319 - 111.634.960

L'esposizione è ulteriormente aumentata peraltro, costantemente avanzati sulla com­ del 15,88 per cento, a spese essenzialmente pletezza delle cifre della perizia Cicero sono del Banco di Sicilia, mentre risulta un cauto pienamente confermati dall'ultima situazio­ rientro per la Banca sicula e per la Banca ne, quella al 7 marzo 1963, data che segna agricola di credito e risparmio. I dubbi, l'inizio delle operazioni di ispezione. — 230 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Essa è la seguente:

ISTITUTO Licari M. Asaro Ant. Licari Licari Licari DI CREDITO (personale) & C. e Pellegrino e Barbaro e Pipitone TOTALE

Banca del popolo . . — 56.090.850 — 56.090.850 Banca sicula — 22.010205 — 22.010.205 Banca agricola credito e — 3349.810 — 154.337 — 3.504.147 Banca del lavoro . . . — 2-286.563 — 83.152.038 — 5.658.425 — 5211.636 — 96.308.662 Banca agraria .... — 6397.878 — 6397.878 Banco di Sicilia . . . + 59.566 — 38.918.520 — 38.858.954

TOTALE . . . — 5.576.807 — 200.171.613 - 5.658.425 — 5.365.973 — 6397.878 — 223.170.696

Sulla base di tale situazione, si rilevano requisitoria del 12 dicembre 1966 non può i seguenti coefficienti indicativi di correzio­ fare altro che osservare: « Vero è che la ne delle tabelle precedenti rispetto ai fidi Asaro & C. fu successivamente coinvolta in concessi: un fallimento che ha interessato le caotiche e molteplici attività del ragioniere Pipitone Banca del popolo 1,78 e di Miallo Gaetano nonché le, quanto meno Banca sicula 11,02 insensate, attività di alcuni istituti di cre­ dito anche di diritto pubblico... ». Banca agricola credito e risparmio 12,36 Tali eccedenze sui fidi raggiungono la Banca del lavoro 2,59 percentuale massima per la Banca agraria, Banca agraria 2,62 nella quale « non era stato stabilito un vero e proprio limite al fido per il castelletto di Banco di Sicilia 1,02. sconto di carta commerciale », sicché i 6,4 milioni di lire non trovano alcuna giustifi­ Il fatto non è casuale. Per quanto con­ cazione. cerne la Banca sicula, il magistrato osserva Segue, con il 221 per cento, la Banca del che il Fardella, amministratore di questa, lavoro. Il direttore, com'è risultato dal fal­ è un « sospetto manutengolo del Licari », limento Miallo, era bensì estremamente e, per la Banca agricola di credito e rispar­ compiacente con elementi mafiosi; ma la mio, oltre all'efficace avvio ai rapporti ban­ responsabilità della banca non può essere cari del Licari, è da rilevare la concessione scaricata unicamente su di lui: basti con­ del fido massimo tra i vari istituti bancari siderare che il 4 aprile 1963 - quando il a Pietro Bua (quasi 10 milioni di lire), a richiedente era in carcere, indiziato di effe­ Nicolò Curatolo (oltre 13 milioni), a Giusep­ rati delitti ed era in corso una inchiesta pe Gandolfo (oltre 13 milioni di lire) e la sulle concessioni di credito ad opera di un abitualità con cui essi si servivano di questo alto funzionario della Banca d'Italia e su istituto. richiesta dell'autorità giudiziaria - viene Per quanto concerne l'entità delle ecce­ concesso alla ditta Licari Mariano & C. un denze sui fidi concessi, il perito si limita « fido di lire 5 milioni » (con un « saldo a segnalarne l'esistenza senza metterne in debitore lire 5.000, per altrettante prelevate luce, almeno sotto il profilo tecnico, la grave il 4 aprile 1963 », cioè il giorno stesso della anomalia, sicché il pubblico ministero nella concessione !), con « garanzia: fideiussione — 231 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI prestata da Bua Giuseppe, Mariano Licari, dendo cioè l'applicazione dei correttivi Gandolfo Giuseppe e Curatolo Nicolò », cioè sopra indicati, risulta che per la Banca - ma il perito non l'osserva - da tre impu­ agricola di credito e risparmio vi erano tati, sui quattro garanti. eccedenze nel maggio 1960 e nel luglio 1962, Tuttavia, neppure su questo caso di as­ per la Banca del lavoro nel luglio 1962 e soluta evidenza, il dottor Cicero ha ritenuto gennaio 1963 e per il Banco di Sicilia nel di potersi pronunciare. Sarebbe da chieder­ gennaio 1963. gli se conferma anche in questo - non aven­ Queste eccedenze, come del resto le dolo escluso - le sue dotte dissertazioni stesse concessioni di fido, non furono quindi sulle concessioni di credito. aderenti alla corretta tecnica bancaria, ma Seguono la Banca sicula con il 46,7 per una concreta manifestazione del potere cento di eccedenza sui fidi concessi; la mafioso. Banca del popolo con il 12,2 per cento ed Che delle pressioni che indubbiamente il Banco di Sicilia, con il 5,7 per cento. vi furono nessuno abbia fatto parola, costi­ Da ciò il perito avrebbe dovuto segna­ tuisce l'elemento più preoccupante emerso lare che le eccedenze non costituivano emer­ dall'indagine. Esso fa temere che, qualun­ genze eccezionali, ma una consuetudine. que cosa possa accadere in futuro, nessuno Persino dalle cifre da lui comunicate, esclu­ lo denunzierà spontaneamente. — 232 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - CARRIERA MAFIOSA ED ATTIVITÀ ECONOMICA

Separato così l'aspetto tecnico, l'inda­ porre al tempo stesso una possibile lite gine della Commissione ha come oggetto giudiziaria fra la mensa vescovile di Mazara l'esistenza o meno di un nesso causale tra del Vallo, erede del cavalier Benedetto la « carriera » economica del Licari e le sue Genna, e i nipoti di costui, Giovanni ed attività mafiose, onde poter tracciare, gros­ Isidoro Spanò. so modo, un parallelo tra i due fenomeni. Mediatore, acquirente egli stesso, pre­ Dai suoi primi, sporadici rapporti con stanome, Giuseppe Bua gioca un ruolo non gli istituti di credito, nel periodo 1947-1950, irrilevante in questo negozio che ha per­ si deduce che le condizioni economiche del messo di incassare lire 120.000.000 alla Licari erano modeste, dal momento che, mensa vescovile di Mazara del Vallo, lire pur tenendo conto del diverso valore della 250.000.000 ai fratelli Spanò ed oltre lire moneta, egli non era in grado di saldare 30.000.000 ai numerosi collaboratori (esclu­ piccoli debiti. si da questi i mediatori ed i tecnici retri­ È in questo periodo di tempo che il nu­ buiti, a parte, dagli acquirenti). cleo Licari-Curatolo-Bua passa gradatamen­ Ma l'incarico di mediatore fu pure attri­ te da uno stato di soggezione, anche patri­ buito a Mariano Licari e a questo propo­ moniale, nei confronti della cosca madre, sito il pubblico ministero giustamente os­ guidata dai Gandolfo, ad una più ampia serva: libertà di movimento, sino a pretendere la « L'intervento del Licari nella vendita ristrutturazione di tutta la gerarchia. del feudo Bellusa è prova del notevole pre­ La nuova posizione di prestigio, assunta stigio goduto dal Licari stesso; infatti, seb­ nel 1950, ha per riflesso l'improvviso salto bene tale vendita non fosse certamente av­ verificatosi nella disponibilità di denaro da venuta nell'ambito della associazione ca­ parte sua. peggiata da costui e fosse da presumere * * * che, in ogni caso, non sarebbe stata dalla Si colloca nello stesso periodo la ven­ associazione stessa ostacolata, tuttavia per­ dita del feudo Bellusa che, come osserva sone quale Gioacchino Di Leo, di grande il pubblico ministero nella sua requisitoria prestigio quanto meno quale vescovo di del 12 dicembre 1966, « è ben idonea a dare Romana Chiesa, non omise il conferimento piena contezza della rilevanza di alcune dell'incarico anche al Licari, del quale in persone, delle caratteristiche dell'ambiente tal modo implicitamente riconobbe la rile­ costituente il fondale delle attività crimi­ vanza ». nose in ordine alle quali si è proceduto, Un altro esempio « tipico, tradizionale nonché dei metodi che sono congeniali alla della attività fisiologica principale della mafia intesa quale modo di sentire e di mafia dei feudi » è - come specifica la sen­ vivere ». tenza istruttoria più volte citata - quello La vendita del feudo ha costituito una dell'inserimento nell'amministrazione del complessa operazione condotta con ogni feudo Giudeo del campiere Salvatore Cap­ accorgimento giuridico al fine di evadere le pello, prima, e di Pietro Bua e Vincenzo leggi fiscali e quelle sul latifondo e di com- Barraco, poi, imposti quali amministratore — 233 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI e campiere del feudo stesso, come risultò seguentemente, della opportunità di evitare dalla dettagliata deposizione dell'ammini­ contrasti che avrebbero potuto divenire stratore precedente del Giudeo. Tale episo­ pericolosi ». dio « se qualche dubbio sussistesse, qua­ Il modo di inserirsi in questo settore lifica come mafioso Mariano Licari, ritenuto economico viene così esemplificato: dai testi escussi il capo dell'aggregato ma­ fioso di Marsala... In particolare quando « Peraltro il Licari, che dal commercio capo di tale aggregato era ancora Agate delle acque minerali aveva ricavato un Paolo o quando tale ancora era considerato, assai notevole utile annuo, aveva usato per la Ugo Salvo era stata costretta ad assu­ produrre tale utile il lavoro di Barbaro mere quale campiere del feudo Giudeo Cap­ Francesco, che egli tuttavia, a quel che pare, pello Salvatore, cognato dello Agate; men­ non aveva mai inteso considerare socio, tre, affermatosi il predominio del Licari in pur avendolo esposto nei confronti di al­ seno all'aggregato, la Ugo Salvo, dietro con­ cuni istituti di credito, talché non è azzar­ siglio o sollecitazione del proprio congiun­ dato ritenere che egli avesse avuto la cer­ to, Fardella Enrico, era stata costretta a tezza di poter sfruttare il lavoro del Bar­ licenziare Marino Giovanni e lo stesso Cap­ baro senza timore alcuno di reazioni ». pello, consentendo l'inserimento nella am­ ministrazione del feudo medesimo di Bua Riguardo alla società Asaro & C, costi­ Pietro, genero del Licari, e di Barraco Vin­ tuita a Marsala nel 1956 per la distribuzione cenzo, elemento di un certo rilievo in seno di carburante prodotto dalla Shell è scritto nella requisitoria del pubblico ministero: all'aggregato... « La conclusione, quindi, che se ne trae « Ora, così come si evince dalle dichia­ a conferma delle osservazioni fatte, è che razioni di Pipitone e di Asaro, il Licari in­ l'aggregato mafioso di Marsala ha condizio­ vece si era inserito di sua iniziativa nel la­ nato le decisioni dei vari proprietari... co­ voro che l'Asaro e il Pipitone medesimi stringendoli ad uniformare la loro attività avevano deliberato di intraprendere soli­ al mutare della rilevanza dei singoli gruppi dalmente e, avendo apportato un esiguo di mafiosi e della composizione dell'aggre­ capitale e nient'altro, aveva ottenuto di gato medesimo ». locupletare parimenti agli altri soci. Vero è che la Asaro & C, fu successivamente Licari, però, svolge anche numerose coinvolta in un fallimento che ha sconvolto altre attività: è, per esempio, concessiona­ l'economia del marsalese ed in definitiva rio in Marsala delle birre Messina e Falcon danneggiato il Licari, ma è pur vera la so­ e delle acque minerali San Pellegrino, Fiug­ stanziale leoninità del rapporto societario gi, Chianciano e San Gemini. Osserva in che, correlato alle menzogne formulate in proposito il pubblico ministero, dottor ordine al rapporto stesso, deve indurre a Scozzali: ritenere che mai il Pipitone e l'Asaro avreb­ « Egli, essendo da ritenere che i relativi bero accettato quale socio parassitario il contratti fossero stati di agenzia, aveva rap­ Licari stesso se costui non fosse stata per­ presentato, in definitiva, in Marsala, gli in­ sona di grande rispetto ». teressi di case produttrici tra loro concor­ renti; non è pertanto azzardato opinare che È il caso di accennare brevemente alla tale mostruosità commerciale, peraltro net­ sua fortunata attività di agricoltore, data­ tamente in contrasto con l'obbligo precipuo bile intorno al 1955, in merito alla quale dell'agente, non avesse trovato fondamento lo stesso Licari ha dichiarato: nelle eccezionali capacità commerciali del « ... Allorquando io e mio nipote (D'Ami­ Licari, ma invece nella consapevolezza dei co Nicolò) prendemmo in affitto i terreni dirigenti delle case produttrici in argo­ di contrada Ricalcata (28 salme circa), mento del prestigio del Licari stesso e, con­ questi erano attivati a pascolo; circa 8 o 9 — 234 — Atti Parlamentari ^^ Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI anni fa con la signora Dalì ed il di lei figlio del resto, desumibile da una serie di rile­ Salvo Gustavo si convenne che noi affit­ vanti indizi ed elementi di prova. tuari, nel giro di tre anni, avremmo dovuto Particolarmente significativa, in propo­ impiantare buona parte del terreno a vi­ sito, è la deposizione di Napoli Tommasa, gneto... Chiarisco a riguardo che prima an­ moglie di Vito Sammartano che fu ucciso cora che fosse intervenuta tale convenzione da elementi della cosca il 14 giugno 1961. tra me ed i proprietari, di mia iniziativa, e Dopo non poche reticenze, determinate dal malgrado il dissenso dei proprietari stessi, timore di rappresaglie nei confronti suoi avevo impiantato 10.000 viti...; quattro o e dei suoi figli, la Napoli si decise a riferire cinque anni fa acquistai la quota parte dei all'autorità giudiziaria quanto in diverse terreni di contrada Ricalcata ». occasioni le aveva comunicato il marito a Nel 1960 la banda Licari scopre un'altra proposito dell'attività della cosca capeg­ possibilità di speculazione e la realizza giata dal Licari : muovendosi su due fronti: « Ammetto che mio marito capeggiava Mariano Licari, Giuseppe Bua e Ni­ a Porticella una ghenga... e che era persona colò Curatolo promettono di acquistare per intesa; la gente lo interessava per mettere la somma di 55 milioni un fondo situato la pace, nel senso che, essendo egli una nella contrada Granatello; persona di buon senso e comprensiva, sa­ per la stessa cifra Domenico Curatolo, peva dirimere le questioni che insorgeva­ Nicolò Occhipinti e Nicolò Montaldo pro­ no...; a lui le persone si rivolgevano per mettono di acquistare un fondo posto in recuperare refurtive: gli dicevano: " Vitino, contrada Fontanabianca. mi squagghiau sta cosa; si tu si capaci di farimila capitari, iu ti rispettu "... « Entrambi i contratti - specifica la sen­ « Mio marito, ancora prima che fosse tenza istruttoria - vennero stipulati con divenuto socio dei fratelli La Vela e fino a scrittura privata con l'intendimento di ri­ pochi mesi prima della sua morte, era so­ vendere immediatamente i terreni al fine di lito ottenere dal Licari sovvenzioni di im­ una chiara ed ovvia speculazione economica. porto variante fra le lire 20.000 e le lire « Ora appare evidente che i promittenti 30.000. acquirenti Licari, Curatolo e i loro soci « Ricordo che egli, allorquando era ne­ fecero sì da trovarsi in condizione di di­ cessario danaro per le esigenze di famiglia, sporre di pregevoli terreni senza sborsare mi diceva che gli bastava chiederne a "zu alcuna somma di denaro, anzi di guada­ Mariano ", per ottenerlo... gnare cospicue somme di denaro riven­ « Mio marito otteneva tali sovvenzioni dendo i terreni medesimi ancor prima di perché sapia tanti cosi (sapeva tante cose) averli definitivamente acquistati; mentre, commesse dalla associazione capeggiata da d'altra parte, i compratori si trovarono Mariano Licari. Fu mio marito a farmi noto nella condizione di dover consentire ai pro­ che egli era a conoscenza di tante cose. mittenti acquirenti una evidente specula­ « Preciso che mio marito mi disse che zione economica ai loro danni... Ora è evi­ "u 'zu Mariano manna a ammazzari i dente che il consenso manifestato dai sin­ genti ". Per questo motivo il Licari aveva goli proprietari dei terreni al compimento soggezione di mio marito, che del resto era di simile speculazione non può essere stato informato bene in ordine alla uccisione di libero e spontaneo ». Totò Fici e, probabilmente, anche in ordine alla uccisione di Paladino Giuseppe... * * * « Mio marito mi riferì che " u 'zu Ma­ riano " lo aveva avvicinato... e gli aveva La posizione di preminenza di Mariano fatto un discorso che il predetto mio ma­ Licari nella cosca mafiosa del marsalese è rito in questi termini mi riferì: " Vitino, stata riconosciuta da tutti i testimoni ed è, tu si cuntento di fare quello che ti dicu iu, — 235 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI di quello che fanno gli altri, di andare a am­ seppe Valenti, di Antonino Lombardo e, via mazzare con gli altri qualche persona ? ". via, di altri testimoni - rientrano così tutti « Mi disse mio marito che così aveva ri­ in una ferrea determinazione di mantenere, sposto: " Zu Mariano, di tutto mi deve par­ difendere o assestare l'associazione per de­ lare tranne di questo, non sono una per­ linquere; si è già accennato all'omicidio sona io di fare questo. Se vuole accomo­ Fici, avvenuto nel 1948. Non diversa cau­ dare una questione o altro..., ma di questo sale emerge dall'istruttoria iniziata nel 1963 niente; non sono capace di fare male alle per quanto riguarda l'uccisione, avvenuta persone " ». in territorio di Salemi il 18 aprile del 1953, di Giuseppe Giubaldo, elemento mafioso le­ Del resto, come si dirà più oltre, la cau­ gato ai Gandolfo e al vecchio capomafia sale immediata dell'omicidio Sammartano Agate Paolo ed indicato dalla voce pub­ così come emerge dalla istruttoria è da blica come uno degli autori della soppres­ ricercare proprio in uno « sgarro » fatto sione di Nicolò Fici. dal Sammartano al Licari per dimostrare Del resto, già i carabinieri, nel rappor­ la propria indipendenza. to formulato all'epoca dei fatti, avevano Né meno precisi sono i riferimenti di espresso il convincimento che l'omicidio Valenti Giuseppe (che riferisce anche ele­ fosse da ritenere « il proseguimento della menti confidatigli dal figlio Biagio il quale sorda lotta per la eliminazione che opposti « disgraziatamente, faceva parte di quella elementi della mafia da alcuni anni stanno associazione capeggiata dal Licari Maria­ combattendo fra loro ». La presenza di Vin­ no »), di Antonio Lombardo (« come è risa­ cenzo Curatolo sul luogo del delitto e le puto in tutta Marsala, il predetto Licari Ma­ rivelazioni di Giuseppe Valenti che addebita riano da anni è a capo delle nuove leve »), di Valenti Nicola e di numerosi altri testi­ il delitto alla organizzazione capeggiata dal moni, nonché delle stesse informazioni di Licari, convincono il giudice istruttore che polizia relative a Mariano Licari. « Giubaldo Giuseppe venne ucciso perché probabilmente appartenente ad un gruppo Accanto a lui, una posizione di notevole minoritario della associazione contrapposto prestigio in seno all'associazione a delin­ al gruppo emergente »; di qui l'incrimina­ quere assumono il genero Pietro Bua, Do­ zione del Licari e degli altri capimafia della menico Di Vita e i fratelli Curatolo: a co­ cosca marsalese. storo fa capo una schiera abbastanza fitta * * * di personaggi (non tutti identificati) dediti agli abigeati, ai furti, alle rapine, alle estor­ Diversa appare invece la causale della sioni, a delitti, in genere, contro il patri­ soppressione di Ignazio Pellegrino, scom­ monio. parso il 27 maggio 1960 e del quale furono I capi, naturalmente, pretendono in ogni successivamente rinvenuti alcuni indumenti caso di partecipare alla ripartizione degli e il motoveicolo (che era stato sotterrato). utili e, anzi, in alcuni casi, decidono ad­ Il Pellegrino aveva da qualche tempo affian­ dirittura di escludere dalla ripartizione cato alla sua attività di agricoltore quella degli utili quelli che dimostrano di non di mediatore nella compravendita di ter­ voler sottostare a tali soprusi; decidono, reni: tale attività costituiva un ostacolo cioè, che il ribelle faccia « il cornuto », par­ « per la concorrente attività di mediazione tecipando alle azioni delittuose senza rica­ esercitata da alcuni membri di rilievo del­ varne alcun utile e, nel caso in cui la vit­ l'aggregato mafioso operante nel marsale­ tima non voglia sottostare al sopruso, ne se... In un primo tempo l'ostacolo trovò deliberano senz'altro la soppressione. superamento nella imposizione subita dal I delitti di sangue - solo per alcuni dei Pellegrino consistente nel pagamento allo quali è stato possibile riaprire il procedi­ aggregato mafioso di una tangente su cia­ mento a seguito delle rivelazioni di Giu­ scuna operazione di mediazione... Quando — 236 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI il Pellegrino si ribellò, venne fatto oggetto ti dico io, quello che fanno gli altri, di an­ di rappresaglie e quindi punito con la dare ad ammazzare con gli altri qualche morte ». persona ? "). * * * « Ovviamente il suo atteggiamento ulte­ riore, lesivo del prestigio dell'associazione, Il 14 giugno 1961 muore, crivellato da e il pericolo che egli, in possesso di cono­ numerosi colpi di arma da fuoco, Vito Sam- scenze relative alla vita e alla attività della martano, pregiudicato mafioso sospettato di associazione medesima, costituiva, indusse­ essere a capo di una cosca minore dedita ro l'aggregato mafioso a deliberarne la sop­ a furti e a delitti contro il patrimonio. pressione ». Le indagini di polizia hanno uno sbocco * * * concreto solo a seguito delle rivelazioni di Giuseppe Valenti: si riesce, infatti, ad ac­ Il 4 marzo del 1962 scompare Biagio certare che un mese prima del delitto il Valenti, anch'egli membro assai attivo della Sammartano aveva avuto un « ragionamen­ cosca del Licari e autore, come risultò nel to » con Domenico Di Vita il quale gli aveva corso delle indagini giudiziarie, di nume­ richiesto la restituzione di alcuni pneuma­ rosi abigeati, furti, ecc. La causale dell'omi­ tici rubati ad una autobotte Shell di Ma­ cidio appare anche in questo caso quella riano Licari. Il furto è chiaramente uno di difendere il prestigio dell'associazione « sgarro » al capomafia. contro un elemento che aveva assunto at­ La sentenza istruttoria ritiene infatti teggiamenti di indipendenza e di aperta ri­ l'omicidio Sammartano un « delitto neces­ bellione nei confronti degli elementi più sario per la difesa dell'aggregato mafioso e qualificati della cosca, che reagiscono in un per la salvaguardia del prestigio di Mariano primo tempo sia imponendogli soprusi Licari e degli interessi degli altri associati... nella ripartizione degli utili tratti dagli abi­ geati e dai furti cui aveva partecipato sia « Anche se è difficile collocare nel tempo realizzando nei suoi confronti una vera e il momento del suo distacco dall'aggregato propria truffa in un episodio relativo allo è, tuttavia, provato che il Sammartano scioglimento di un rapporto di società con riuscì a sottrarsi all'influenza dell'associa­ tale Giannola Giuseppe per l'allevamento di zione criminosa, a troncare il rapporto di un gregge di proprietà comune. dipendenza dal Licari assumendo un atteg­ giamento di autonomia che lo porta a sua Il Valenti non si rassegna però a subire volta a capeggiare una " ghenga " (secondo tali affronti: di qui una serie di tentativi l'espressione di Napoli Tommasa) operante per far valere le sue pretese, che si concre­ nella zona di Piazza Porticella... tano in continue riunioni con alcuni per­ « La sua attività, il suo prestigio e la sonaggi della cosca in casa di Biagio Va­ sua posizione di indipendenza, dovettero lenti, fino a quando la cosca non decide la costituire altrettanti motivi di aperto con­ sua soppressione. trasto con l'associazione capeggiata dal Li- * * * cari. Si noti inoltre che per i suoi pregressi rapporti di appartenenza all'associazione, A nove giorni di distanza dalla scom­ il Sammartano era sicuramente a conoscen­ parsa di Biagio Valenti venne ucciso Lu­ za di innumerevoli particolari relativi a cri­ ciano Patti, suo intimo amico e compagno mini commessi dalla medesima... in numerosi delitti contro il patrimonio, « Il tentativo estremo compiuto dal Li- l'unico che poteva conoscere o intuire im­ cari per recuperare il Sammartano all'as­ mediatamente la fine riservata all'amico sociazione dovette fallire per il rifiuto de­ Biagio, gli autori e la causale del delitto. ciso opposto dall'interessato (si ricordi « La sua sopravvivenza - specifica la sen­ l'episodio riferito da Napoli Tommasa: tenza istruttoria più volte citata - per l'at­ " Vi tino, tu si contentu di fare quello che teggiamento di protesta assunto a seguito — 237 — , itti Parlamentari Senato della Repubblica

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della soppressione di Valenti Biagio e per menti » tipicamente mafiosi, di vincere la il pericolo di propalazioni che avrebbe po­ resistenza coraggiosa di Antonino Lombar­ tuto fare dovette rappresentare per l'aggre­ do che non aveva voluto sottostare alle im­ gato mafioso un pericolo da eliminare pron­ posizioni mafiose. tamente, prima del verificarsi dell'irrepara­ « La sua soppressione quindi - specifica bile »: il 13 marzo 1962 Luciano Patti venne la sentenza istruttoria - era apparsa neces­ pertanto aggredito da ignoti che gli esplo­ saria per vendicare la lesione apportata al sero contro da distanza ravvicinata alcuni prestigio degli " amici " intervenuti e della colpi di arma da fuoco. Le indagini esperite loro associazione ». subito dopo il delitto non dettero però alcun * * # risultato anche per la mostruosa omertà del padre, Antonino, da tempo appartenente L'ultimo atto di violenza è consumato alla cosca mafiosa, che si rifiutò di indicare il 20 gennaio contro Giuseppe Valenti. agli ufficiali di polizia giudiziaria anche i L'omicidio scaturisce questa volta da una nomi degli amici del figlio. assoluta necessità di difesa della sopravvi­ * * * venza dell'associazione, essendo noto che il Valenti - che in passato con molta proba­ Diverso fu invece l'atteggiamento di An­ bilità era stato un membro dell'aggregato tonino Lombardo che il 20 maggio 1962 subì mafioso e come tale aveva acquisito (anche un attentato, rimanendo ferito da un colpo attraverso il figlio Biagio) una serie di no­ di arma da fuoco: egli premette durante tizie e di conoscenze che lo rendevano assai l'interrogatorio che «... ritenendo ogni ulte­ pericoloso - si era deciso a seguito della riore speranza di salvezza impossibile data scomparsa del figlio a rivelare quanto era la pericolosità dei miei aggressori, resomi a sua conoscenza. conto del grave rischio che corre la mia « L'omicidio di Valenti Giuseppe - spe­ incolumità, anche se tenessi segreti i nomi cifica la sentenza - fu quindi per l'associa­ dei miei aggressori che ho perfettamente zione criminosa il mezzo necessario per as­ riconosciuto, ho deciso di smascherarli e sicurare la propria sopravvivenza e per eli­ denunziarli alla giustizia... Non è voler fare minare il pericolo gravissimo rappresentato l'infame, come si suole dire in seno alla dalle conoscenze che un uomo come il Va­ malavita, ma è una ragione di vita o di lenti, ormai irrecuperabile all'ambiente e morte che pesa sulla mia persona e mag­ alla mentalità mafiosa a seguito della ucci­ giore sarebbe il pericolo che mi minaccia sione del figlio, avrebbe certamente, prima nel caso in cui non avessi il coraggio di o dopo, portato a conoscenza dell'autorità dire la verità in tutti i suoi particolari ». giudiziaria ». Il Lombardo fa quindi i nomi degli aggres­ Accade però che il Valenti sopravviva sori, che ha riconosciuto in Domenico Di per sei giorni durante i quali chiede più Vita, Gaspare Barraco, Giuseppe Sammar- volte di essere interrogato dagli ufficiali di tano e Giuseppe Marino tutti elementi della polizia e dall'autorità giudiziaria chiarendo cosca di Licari. la causale dell'attentato subito e fornendo La causale del delitto è da ricercare nel­ precise, dettagliate e attendibili notizie su la sua ferma opposizione a desistere da una tutta una serie di delitti verificatisi a Mar­ azione giudiziaria che egli aveva iniziato per sala, notizie ed elementi che vengono poi ottenere il risarcimento dei danni cagionati confermati tanto dagli appunti registrati da ripetuti pascoli abusivi effettuati su ter­ nel suo memoriale, quanto dalle deposizioni reni di sua proprietà da Pietro Zerilli di altri testimoni e dalle indagini compiute « uomo d'onore » di Mazara del Vallo. Co­ dall'autorità giudiziaria. stui si era rivolto ad influenti personaggi A seguito della sentenza di rinvio a giu­ della cosca del Licari che avevano tentato dizio del 3 aprile 1967, le vicende della inutilmente, con una serie di « ragiona­ mafia marsalese sembrano concludersi da- — 238 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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vanti alla corte di assise di Salerno, che, Giuseppe Tortorici, colpevole dei de­ ben sette anni dopo l'inizio del procedi­ litti di associazione per delinquere e falsità mento penale, con sentenza del 20 dicembre in assegno, alla pena di anni 3 e mesi un­ 1969 condanna: dici di reclusione; Mariano Licari, colpevole del delitto Salvatore Ausilio, colpevole dell'omi­ di associazione per delinquere aggravata, cidio in persona di Barbera Antonino e del­ alla pena di anni 8 di reclusione; la soppressione del di lui cadavere, alla Giovanni Anselmi, colpevole dei delitti pena dell'ergastolo con isolamento diurno di associazione per delinquere e di tentato per anni 1, così computata per effetto del omicidio, alla pena di anni 22 di reclusione; cumulo giuridico della pena.

Gaspare Barraco, colpevole dei delitti Con la stessa sentenza, la corte di assise di associazione per delinquere e di tentato di Salerno dispone per tutti gli imputati omicidio, alla pena di anni 22 di reclusione; l'applicazione della misura di sicurezza del­ la libertà vigilata e commina la pena acces­ Giuseppe Bianco, colpevole del delitto soria della interdizione dai pubblici uffici. di associazione per delinquere, ad anni 2 di Mariano Licari è stato però assolto, per reclusione; insufficienza di prove, dal delitto di omici­ Pietro Bua, colpevole dei delitti di as­ dio in persona di Vito Sammartano e, per sociazione per delinquere, furto e falsità in non aver commesso il fatto, dai delitti di: assegno, alla pena di anni 8 di reclusione omicidio in persona di Giuseppe Giubaldo; e lire 80 mila di multa; omicidio in persona di Nicolò Fici; omici­ dio e soppressione del cadavere di Ignazio Domenico, Vincenzo e Nicolò Curato­ Pellegrino; omicidio e soppressione del ca­ lo, colpevoli dei delitti di associazione per davere di Biagio Valenti; omicidio in per­ delinquere e furto, rispettivamente alla pena sona di Giuseppe Valenti; omicidio in per­ di anni 5 e mesi otto di reclusione ed alla sona di Luciano Patti; tentato omicidio in multa di lire 80 mila; anni 5 e mesi nove di persona di Antonino Lombardo; tentata reclusione e lire 90 mila di multa; anni 8 estorsione in danno dei familiari di Ignazio e mesi quattro di reclusione e lire 90 mila Pellegrino. di multa; La sentenza non è passata in giudicato, Vito Di Maria, colpevole dei delitti di poiché sia il Licari sia la procura generale associazione per delinquere, dell'omicidio di Salerno hanno proposto appello. in persona di Valenti Giuseppe, dell'omici­ * * * dio in persona di Barbera Antonino, della soppressione del cadavere dello stesso Bar­ Il Licari e i suoi correi accusati, dopo bera, alla pena dell'ergastolo con isolamen­ mezzo secolo di omertà, da Nino Lombardo to diurno per anni 1, così computata per e Giuseppe Valenti, sono stati pertanto pro­ effetto del cumulo giuridico della pena; sciolti dalle più gravi imputazioni. Com­ plici involontari: il trascorrere del tempo, Domenico Di Vita, colpevole dei de­ i provvedimenti di amnistia, le indagini la­ litti di associazione per delinquere e ten­ cunose e l'impossibilità di riascoltare i te­ tato omicidio, alla pena di anni 22 di re­ stimoni. clusione; Ai pochi mafiosi che sono stati condan­ Giuseppe Marino, colpevole dei delitti nati a pene severe, il decreto-legge del 1° di associazione per delinquere e tentato maggio 1970, n. 192, « sulla determinazione omicidio, alla pena di anni 14 e mesi otto della durata della custodia preventiva nella di reclusione; fase del giudizio e nei vari gradi di esso » — 239 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI ha consentito di beneficiare improvvisa­ dovrebbe avvenire e il presumibile periodo mente di un provvedimento che sarebbe di convalescenza. stato loro precluso se l'iter giudiziario si Il dirigente del servizio sanitario del co­ fosse esaurito in un breve termine. mando del presidio militare di Trapani, il Il Licari, usufruendo di due anni di con­ 29 gennaio, constatato che il Licari, sin dal dono, fu rimesso subito in libertà e fece 27, era già stato operato, diagnostica circa ritorno a Marsala. 50 giorni di convalescenza a far corso dalla Il 29 dicembre 1969 la questura di Tra­ dimissione dall'ospedale. pani propose però a suo carico l'irrogazione Il dottor Pipitone considera però tale della misura di prevenzione della sorve­ termine eccessivo e con ordinanza del 4 feb­ glianza speciale con obbligo di soggiorno. braio dispone per una ulteriore visita me­ Il 4 gennaio 1970 il Licari fu tratto in ar­ dico-fiscale e questa volta ne investe l'uffi­ resto, in esecuzione dell'ordinanza di custo­ ciale medico di polizia, che giudica venti dia precauzionale emessa dal tribunale di giorni di degenza sufficienti a porre il pa­ Trapani. Fu riferito, nell'occasione, che il ziente in grado di viaggiare. Licari versava in buone condizioni econo­ La misura dovrebbe pertanto avere ini­ miche, tanto da essere ritenuto in grado di zio il 1° marzo 1970. mantenersi nella sede del soggiorno obbli­ Intanto, la terza sezione penale della gato. corte di appello di Palermo, competente alla In data 8 gennaio 1970 fu rigettata una trattazione dei ricorsi a suo tempo inoltrati istanza inoltrata dal Licari tendente ad ot­ sia dal pubblico ministero e sia dal Licari, tenere la revoca del provvedimento allo avverso - ciascuno per la propria parte - scopo di sottoporsi ad un intervento chi­ il decreto di erogazione della misura di pre­ rurgico per erniotomia. Il presidente della venzione del 20 gennaio e competente, di sezione misure di prevenzione del tribunale conseguenza, ad adottare ogni ulteriore di Trapani, dottor Pipitone, giudicò che il provvedimento, ritenendo che il Licari non predetto non avesse necessità di essere sot­ sia affatto partito per Sarmato, con ordi­ toposto urgentemente a tale intervento. nanza del 16 marzo 1970 autorizza il Licari Con decreto del 20 gennaio 1970, al Li- - in accoglimento di una sua istanza - a cari fu inflitta la misura proposta, con l'ob­ trattenersi a Marsala fino al 23 marzo, gior­ bligo del soggiorno nel comune di Sarmato no in cui dovranno essere trattati i ricorsi (Piacenza) limitatamente ad anni tre, giu­ suddetti. stificando la mancata erogazione della mi­ In tale giorno, infatti, la trattazione av­ sura nella durata massima con la conside­ viene ed il consesso giudicante eleva ad razione della sua tarda età (77 anni) e delle anni 5 la misura di prevenzione - che, per­ sue precarie condizioni di salute. Il Licari, tanto, verrà a cessare alla fine del febbraio pertanto, fu munito di foglio di via con l'ob­ 1975 -; il 14 aprile successivo, la stessa au­ bligo di raggiungere Sarmato entro il 26 torità dispone che il Licari venga trasferito gennaio. al comune di Tredozio (Forlì) - dal clima Prima di tale scadenza, il 24 gennaio, più mite - anche in considerazione del fatto invece, il Licari si fa ricoverare nell'ospe­ che egli è sofferente di scompenso cardiaco. dale civile di Marsala per essere sottoposto Non va trascurata la motivazione del all'operazione accennata (ernia inguinale decreto con il quale la corte di appello di sinistra irriducibile). Il tribunale, questa Palermo (presidente Ferrotti) elevò la du­ volta, accoglie l'istanza e, con decreto del rata della misura inflitta al Licari: messo medesimo giorno (24 gennaio) dispone la in rilievo il fatto che il Licari - capo di una sospensione della partenza e l'esecuzione di delle due bande di criminali che si sono un accertamento medico-fiscale, da affidare contese, nel territorio di Marsala e paesi ad un medico militare, allo scopo di stabi­ limitrofi, la supremazia nel commettere lire l'urgenza dell'intervento, la data in cui estorsioni, nell'imporre non chieste prote- 240 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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zioni e nel commettere in genere reati con­ j ottenere una licenza da trascorrere a Mar- tro il patrimonio e contro la persona - non | sala per assistere ai lavori della vendemmia ebbe mai a desistere dal condurre una vita j e per la regolarizzazione dei conti con i suoi dedita al delitto ed all'indebito arricchi­ mezzadri (poco prima aveva tentato di far mento; che, inoltre, denunziato per nume­ credere di essere nullatenente). rosi omicidi e per aver promosso ed orga­ Sui primi di novembre del 1970, la que­ nizzato una associazione per delinquere, era stura di Forlì apprende che il Licari rice­ stato condannato per il solo reato di asso­ veva saltuariamente visite dal genero Bua ciazione per delinquere ed alla pena di anni Pietro, a sua volta soggiornante obbligato otto di reclusione in parte già espiati ed in nel comune di Castelfiorentino. parte condonati; la corte di appello afferma La notizia pone giustamente in allarme; che a la valutazione della pericolosità va fat­ ma si accerta che si era trattato di una sola ta in base ad una valutazione globale della visita fatta, previo avviso alle autorità com­ personalità del diffidato, nella quale si deve petenti, il 15 maggio 1970, dal suddetto Bua tener conto dell'attività pregressa e della il quale stava scontando il divieto di sog­ pericolosità riflessa ». giorno (per anni 5) in tutte le regioni ad In definitiva, i giudici di appello riten­ eccezioni della Toscana e dell'Emilia, es­ gono che la estrema pericolosità del Licari sendo stato così mutato il primo provvedi­ sia tale da non consentire alcuna considera­ mento in data 16 marzo 1970, dalla corte di zione benevola dell'età e delle condizioni di appello di Palermo. salute, in ciò, soprattutto, dissentendo dalla precedente decisione del tribunale. Alla data della visita, il Bua era alla ri­ cerca di una conveniente sistemazione in Il 22 aprile 1970, il Licari raggiunge la un comune della Toscana ed il 14 agosto nuova sede di soggiorno obbligato, il co­ 1970 (quindi, dopo la visita al Licari) si tra­ mune di Tredozio, donde, dopo qualche giorno, inoltra istanza diretta ad ottenere sferì, per scontarvi la misura, nel comune assistenza economica, adducendo che l'uni­ di Castelfiorentino, proveniente da Ponte a ca sua fonte di reddito era costituita da Elsa, frazione di Empoli. una pensione sociale di lire 18.000 mensili Sul finire del 1970, a seguito di interve­ ed esibendo all'uopo un certificato delle im­ nuta difficoltà di alloggio e del peggiora­ poste dirette del comune di Marsala. mento delle condizioni fisiche (il Licari era Ma la richiesta viene respinta in quanto affetto da scompenso cardiaco con edema viene confermato che le sue condizioni eco­ polmonare, per cui il 24 dicembre si era nomiche sono più che buone. A parte la dovuto ricoverare nell'ospedale di Faenza), casa e l'azienda agricola, risultava infatti la corte di appello di Palermo dispone il ancora uno dei maggiori azionisti della trasferimento del Licari al comune di Bib- ditta Serraino Vulpitta, importante depo­ bona (Livorno), dove giunge il 23 gennaio sito della birra Messina, della Coca Cola, 1971. di acque minerali e di carbon fossile. Il 18 maggio 1971 il Licari è stato tra­ Viene, altresì, valutata con opportuno sferito, insieme con altri mafiosi, all'isola rigore una richiesta del Licari diretta ad di Linosa. CENNI BIOGRAFICI SU SALVATORE ZIZZO

16. INDICE

1. - Salvatore Zizzo e la mafia di Salemi e di Vita pag. 243

2. - Gli interventi degli organi di polizia » 249

3. - La situazione economica di Zizzo » 257

4. - Salvatore Zizzo e il traffico di stupefacenti » 262

5. - Le attività imprenditoriali di Zizzo e Palmeri » 265

6. - Osservazioni conclusive » 269

ALLEGATO: Elenco degli appalti aggiudicati all'impresa Palmeri ... » 271 — 243 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1. - SALVATORE ZIZZO E LA MAFIA DI SALEMI E DI VITA

Zizzo Salvatore fu Biagio e fu Daidone lo videro protagonista diretto o indiretto, Lucia è nato a Partanna il 18 gennaio 1910; tralasciando, per brevità, le imputazioni di da moltissimi anni risulta residente a Sa- minor grado (furti minori, relazione adul­ lemi, proveniente da Vita, dove originaria­ terina, resistenza alla forza pubblica, ec­ mente era di condizioni agricoltore. Dalla cetera): situazione di famiglia rilasciata dal comu­ ne di Vita in data 28 gennaio 1931, però, 1929: denunziato in istato di arresto risulta di condizione « possidente ». per associazione per delinquere, rapina ed Il padre, deceduto in carcere nel 1923, estorsione, omicidio premeditato in perso­ era un « temibile » e « pericolosissimo pre­ na del ragionier Perricone Domenico, po­ giudicato per gravi delitti contro la per­ destà del comune di Vita, ucciso il 30 gen­ sona ed il patrimonio ». La madre ed i fra­ naio 1929; telli (Antonina, Giacomo, Sebastiana, Ma­ - 30 dicembre 1930: la sezione di ac­ ria, Crocifissa e Benedetto) « sono pure cusa di Palermo dichiara non luogo a pro­ pregiudicati » ed altrettanto dicasi per « i cedere per insufficienza di prove per asso­ cognati Pizzitola Nicolò, Leone Gaetano e ciazione per delinquere e per tre omicidi Leone Giuseppe » implicati in numerosi (dagli atti non risultano i nominativi degli omicidi. altri due); Lo Zizzo, pertanto, ha sempre vissuto in ambiente familiare corrotto. Ha frequentato la 4* classe elementare 1934: denunziato con altri 37 (fra e risulta celibe, anche se lungamente fidan­ i quali la sorella Crocifissa) per vari omi­ zato con la signorina Pizzitola Vita di Fi­ cidi, rapine, associazione per delinquere ed lippo, nata a Santa Ninfa il 1" gennaio altri reati, in conseguenza dell'uccisione, 1923, sorella del già menzionato « temibile avvenuta in Salemi il 13 giugno 1932, di pregiudicato e noto capo mafia » Pizzitola Perricone Bartolomeo, fratello del defunto Nicolò. Domenico; Proveniente da una famiglia di abituali - 19 febbraio 1934: il giudice istrut­ carcerati o latitanti, entrò giovanissimo tore del tribunale di Trapani emette man­ nelle cronache giudiziarie della zona assu­ dato di cattura per tutti gli indiziati; mendo ben presto una posizione di premi­ nenza, tale da farlo considerare per lungo - 7 febbraio 1936: il giudice istrut­ tempo il capo incontestato della mafia di tore del tribunale di Trapani dichiara non Salemi e dintorni. doversi procedere per insufficienza di prove Per mettere subito a fuoco la sua figu­ per il reato di associazione per delinquere ra morale e le particolarità delle vicende e correità in omicidio, ordinando la scar­ processuali in cui fu coinvolto, elenchiamo, cerazione; così come è possibile ricostruirli sulla base degli atti in possesso della Commissione, 1939: denunziato con altri 14 dal­ gli episodi criminosi di maggiore rilievo che l'ispettorato centrale della pubblica sicu- — 244 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI rezza di Alcamo (20 settembre) e dai cara­ 1953: (marzo) mandato di cattura del binieri di Salemi (24 novembre), in stato consigliere istruttore della corte di appello di arresto, per associazione per delinquere, di Palermo a carico di Genua Giuseppe, 4 furti e 4 estorsioni: Zizzo Salvatore, Agueci Luciano, Zizzo Be­ nedetto, Gullo Vito e Rimi Vincenzo i quali, - 13 aprile 1942: il tribunale di in concorso con Cappello Vito e Pizzitola Trapani lo dichiara colpevole di furto ag­ Nicolò, avevano, il 14 ottobre 1949, seque­ gravato e continuato e lo condanna alla strato a scopo di estorsione Gallo Ester pena della reclusione di anni 4 e mesi 4 Maria; e della multa di lire 4.000 (condonati anni due di reclusione e l'intera multa); 1953: (agosto) ordine di cattura del - la corte di appello di Palermo, con consigliere istruttore del tribunale di Pa­ ordinanza 10 maggio 1948 dichiara non do­ lermo nei confronti dei predetti per aver versi procedere a carico di Zizzo Salvatore cagionato la morte del sequestrato Tom­ ed altri perché i reati loro ascritti sono maso Triolo con conseguente soppressione estinti per amnistia; di cadavere: - 12 maggio 1956: la corte di assise 1944: denunziato, con altri 6, in stato di Palermo assolve Zizzo Salvatore, per non di irreperibilità, dai carabinieri di Salemi aver commesso il fatto, dal delitto di tentata e dalla questura di Trapani per associazio­ estorsione aggravata in danno di Triolo ne per delinquere, diverse rapine di ani­ Giuseppe, padre del sequestrato; per in­ mali ed altre cose, furti aggravati e deten­ sufficienza di prove dai delitti di sequestro zione abusiva di armi: di persona in danno di Triolo Tommaso, Castelli Carmelo e Gallo Ester Maria, non­ - 30 novembre 1946: la sezione istrut­ ché di omicidio e soppressione di cadavere toria della corte di appello di Palermo in danno di Triolo Tommaso; dichiara non doversi procedere per l'asso­ ciazione per delinquere e per gli altri reati - con sentenza del 19 dicembre 1964 perché il fatto non sussiste e per le con­ la corte di assise di appello di Palermo lo travvenzioni perché estinte per amnistia; assolve dall'imputazione di omicidio, sop­ pressione di cadavere in persona del dottor Tommaso Triolo e dagli altri delitti per non 1945: denunziato in stato di irreperi­ aver commesso il fatto; bilità per associazione per delinquere; 1957: (marzo) denunziato in stato di 1949: (24 febbraio) mandato di cattu­ arresto con Palmeri Giuseppe, Maragioglio ra del giudice istruttore del tribunale di Simone ed altri, per l'omicidio di Martino Trapani per furto di 17 bovini: Giuseppe fu Vincenzo e di Cordio Pietro fu Francesco, danneggiamento aggravato, furto - 31 dicembre 1949: il giudice istrut­ di animali porto e detenzione abusiva di tore del tribunale di Sciacca dichiara non armi e per associazione per delinquere; doversi procedere per insufficienza di prove per il furto di 17 bovini; 1957: (agosto) il giudice istruttore di Trapani ordina la scarcerazione dello Zizzo 1952: mandato di cattura del consi­ Salvatore per mancanza di indizi; gliere istruttore della corte di appello di Palermo contro Zizzo Salvatore, Genua 1958: lo stesso giudice istruttore, con Giuseppe, Agueci Luciano, per avere, il 5 sentenza 27 gennaio 1958, dichiara di non luglio 1948, sequestrato il dottor Tomma­ doversi procedere contro il ripetuto Zizzo so Triolo, con conseguente pretesa di ri­ Salvatore ed altri per non aver commesso scatto di lire 4 milioni; il fatto; — 245 — • Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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1961: denunziato, in concorso con al­ zione dei carabinieri di Vita: « Lo stesso tri, nel traffico illecito di un quantitativo di durante il suo interrogatorio pel modo di eroina non inferiore a chilogrammi 76, com­ come si è espresso ha fortemente convinto piuto tra il 1955 ed il 1961: il sottoscritto che egli per lo meno debba - assolto in istruttoria (dagli atti non essere un complice nel delitto stesso tanto risulta con quale motivazione). più se si considera come sono in contrasto le accluse dichiarazioni rilasciate dal pre­ Passiamo ora ad un esame più detta­ detto Zizzo, dalla madre del medesimo... gliato del comportamento e delle responsa­ nonché dalle di lui sorelle Crocifissa, Seba­ bilità dello Zizzo Salvatore, nonché delle stiana e Antonina... ». conseguenze che gliene sono derivate. Con sentenza della sezione di accusa di La sera del 30 gennaio 1929 muore as­ Palermo, del 13 gennaio 1931, lo Zizzo vie­ sassinato Domenico Perricone, podestà di ne assolto per insufficienza di prove dalle Vita. imputazioni di associazione per delinquere Il fatto non rimane circoscritto ad un e di omicidio del podestà Perricone. semplice episodio di cronaca, sia per il Non c'è però traccia di questa sentenza prestigio politico della vittima sia per le nel casellario giudiziale del tribunale di circostanze in cui il delitto era stato com­ Trapani. piuto. In un certificato penale rilasciato nel­ « ...La soppressione doveva avvenire ap­ l'aprile 1942 da quella cancelleria, si legge punto la sera in cui avvenne, sia per la ri­ tuttavia: « ...30 dicembre 1930 - sezione ac- levata coincidenza di data con la morte del cus di Palermo non doversi procedere per padre dell'ucciso podestà, coincidenza inte­ insufficienza di prove per associazione per sa a dare maggiore significato di ammoni­ delinquere e per tre omicidi ». mento al grave delitto, sia per prevenire Il questore di Trapani è dell'opinione la deposizione di accusa del podestà nel che, sebbene prosciolto dall'accusa di omi­ surricordato processo di associazione per cidio, lo Zizzo rappresenti un pericolo per delinquere in Calatafimi, nel quale proces­ la sicurezza pubblica ed intende denunziarlo so la delinquenza associata di Vita e di Ca­ per l'assegnazione al confino di polizia. latafimi era pienamente colpita nei mag­ Chiede, quindi, le rituali informazioni ai ca­ giori e temibili esponenti... rabinieri di Alcamo, i quali, nel fornirle pre­ « La sera del delitto, tutto era stato pre­ cisavano che: « ... l'individuo, in modo non disposto perché la vittima non sfuggisse alla dubbio, fa parte della mafia interprovin­ sorte decretatagli poiché attorno ad essa ciale, che ha sempre aiutato con ogni mez­ era stata tessuta una fitta rete di agguati. zo. Egli, per la sua scaltrezza non comune La sera del delitto tutti gli esponenti della e per il timore che ha saputo incutere agli delinquenza associata di Vita erano per le onesti cittadini, ha saputo sfuggire ai ri­ strade del paese ed occupavano tutti i punti gori della legge punitiva. per i quali il podestà avrebbe dovuto pas­ « Il pubblico, che conosce bene la sua sare, pronti sia ad ucciderlo sia a facili­ tendenza a delinquere, sperava che que­ tarne ai compagni l'uccisione... ». sta volta, per l'omicidio del podestà di Vita, Con lettera anonima del 25 aprile 1929, non potesse sfuggire ad una meritata con­ diretta al questore di Trapani, sono indicati danna ed ha appreso con poco piacere che i fratelli Gaetano e Giuseppe Leone quali è stato invece prosciolto... mandanti e Salvatore Zizzo, loro cognato, « È cognato del famigerato malvivente come uno degli esecutori materiali. Pietro Leone, il quale in atto è detenuto Nel corso delle indagini il giovane Zizzo per diversi omicidi. fornisce un alibi inconsistente, demolito « Il padre fu un pericolosissimo ele­ dalle dichiarazioni dei suoi stessi familiari. mento, tanto che trascorse la sua vita tra Scrive in merito il comandante della sta­ il carcere e la latitanza, fino al giorno della — 246 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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morte. Il figlio ne ha ereditato tutte le cat­ riusciti a crearsi una invidiabile posizione tive qualità. Ha un altro fratello, Giacomo, finanziaria a danno dei pacifici compae­ ugualmente mafioso, che di recente è riu­ sani che hanno sempre subito i loro so­ scito a farsi assolvere dal reato di rapina. prusi, per tema di ulteriori vendette ». « Tale sua attività delittuosa e quella Dopo avere accennato all'omicidio del dei componenti.la famiglia è valsa a fargli podestà di Vita, ed alle vicende giudiziarie creare una buona posizione finanziaria che conclusesi con il citato verdetto favorevole, ascende a lire 500.000 ». il questore reggente di Trapani propone Il rapporto ora citato è del 20 gennaio l'assegnazione al confino di polizia perché 1931. In attesa che venga decisa la misura « è assolutamente necessario eliminare dalla di sicurezza, Salvatore Zizzo è tratto in ar­ società a cui ha sempre gravemente nociu­ resto ed inviato al penitenziario di Favi- to, un simile elemento che non ha dato gnana. tregua per la sua spiccata tempra al de­ La madre del giovane, nella convinzione litto ». che « tale provvedimento sarebbe un vero La commissione provinciale per i prov- disastro per la famiglia, perché verrebbe venimenti di polizia, pertanto, Io assegna a mancare un braccio valido per coadiu­ al soggiorno obbligato in Ustica per tre varla nella cultura dei fondi che ha preso anni. da tempo in gabella », invoca la scarcera­ La misura di sicurezza viene comunque zione. interrotta dal 7 febbraio 1932 al 20 gennaio I carabinieri di Alcamo, richiesti dalla dell'anno successivo perché, riconosciuto questura di Trapani di un motivato rap­ idoneo al servizio militare, lo Zizzo, che porto dal quale risulti la complicità dello aveva chiesto di poter assolvere gli obbli­ Zizzo in associazioni aventi caratteristiche ghi di leva probabilmente nel tentativo di criminose o comunque pericolose alla sicu­ evitare il confino, viene inviato in un reggi­ rezza pubblica, ovvero di telegrafare per la mento di fanteria a Reggio Calabria. di lui scarcerazione, propendono per questa In questo periodo la mafia di Vita infie­ ultima soluzione. risce ancora contro la famiglia Perricone. Pertanto telegrafano alla questura e pro­ La sera del 13 giugno 1932, a poco più pongono la scarcerazione dello Zizzo non di tre anni di distanza dall'omicidio del po­ risultando altri elementi rispetto al prece­ destà, Domenico, viene assassinato il fra­ dente rapporto del 20 gennaio. tello Bartolomeo. Di tutt'altro avviso è il questore reggente Nella mora delle indagini, Salvatore Ziz­ di Trapani il quale afferma che lo Zizzo zo si reca a Vita in ottobre, in licenza breve « è stato sempre la mente direttiva e fat­ di 10 giorni, ed alla vigilia del congedo in tiva della mafia di Vita, che tanto terrore licenza agricola di 13 giorni complessivi. e sangue ha sparso in quel territorio. Affi­ Il 20 gennaio 1933, al termine del ser­ liato agli elementi più torbidi di quella giu­ vizio militare viene nuovamente tradotto risdizione, ha trascorso la sua esistenza or­ nella colonia dei confinati di Ustica, da dove ganizzando i più raccapriccianti delitti e chiede il condono della restante misura di consumando le vendette più atroci. sicurezza. Ma il ministro dell'interno, su « Se nessuna condanna risulta a suo ca­ parere conforme dei carabinieri, respinge rico dal casellario giudiziale, è perché egli, l'istanza. abile, scaltro, prepotente e vendicativo è Il 19 febbraio 1934 il giudice istruttore riuscito, per timore di vendetta e rappre­ del tribunale di Trapani emette mandato di saglie, ad avere delle compiacenti testimo­ cattura per numerosi omicidi, rapine, asso­ nianze. ciazioni per delinquere ed altri gravissimi « Appartiene a famiglia di pericolosissi­ reati a carico di 38 persone, tra le quali i mi pregiudicati, che hanno avuto sempre fratelli Gaetano e Giuseppe Leone, Crocifissa in orrore il lavoro, e che pur tuttavia sono e Salvatore Zizzo. — 247 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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È il processo della mafia di Salemi e di Il 1° agosto 1945 è di nuovo denunziato Vita. L'omicidio di Bartolomeo Perricone dai carabinieri di Vita, in stato di irreperi­ è l'episodio centrale di numerosi delitti com­ bilità, per associazione per delinquere. messi tra il 1929 ed il 1933: intorno ad Il 24 febbraio 1949 il giudice istruttore esso fioriscono gli atti di delinquenza più di Trapani emette mandato di cattura a ca­ efferrata, dal danneggiamento e lo stermi­ rico dei fratelli Salvatore e Benedetto Zizzo, nio di armenti e greggi, alle violenze com­ per il furto di 17 bovini. Il 4 giugno dello messe contro i guardiani inermi e all'as­ stesso anno, il latitante Salvatore riesce a sassinio di Luigi Terranova, reo solo di es­ sottrarsi al fermo dei carabinieri esibendo sere un testimone pericoloso. loro la carta di identità intestata ad un certo Il 27 marzo 1934 Salvatore Zizzo viene Capizzo. trasferito da Ustica al carcere dove attende Pochi mesi dopo, con sentenza del giu­ per due anni la sentenza. dice istruttore di Sciacca, i due fratelli sono Nel febbraio 1936, il giudice istruttore peraltro prosciolti dall'imputazione, per in­ di Trapani dichiara non doversi procedere sufficienza di prove. per insufficienza di prove per il reato di Quanto agli interventi di prevenzione nei associazione per delinquere e correità in confronti dello Zizzo in tale periodo, il 25 omicidio, ordinando la sua scarcerazione. aprile 1942 la tenenza carabinieri di Ca- Seguono tre anni di silenzio sull'attività stelvetrano scrive al questore di Trapani: dell'ex confinato « politico » Salvatore Zizzo, «... Trattasi di un pericoloso organizza­ come stranamente lo definisce il questore tore ed esecutore materiale di reati con­ di Reggio Calabria. tro il patrimonio, l'ordine pubblico e la persona. Pertanto allo scopo di vigilarlo Il 10 settembre 1939 viene nuovamente assiduamente si propone che Zizzo Salva­ denunziato in stato di arresto dal commis­ tore venga sottoposto ai vincoli della am­ sariato di pubblica sicurezza di Alcamo e monizione ». dai carabinieri di Salemi, insieme con altri 14 individui, per associazione per delin­ Non si conosce l'esito della richiesta. quere, quattro furti e quattro estorsioni. Il 30 marzo 1948 la questura di Trapani Il 2 novembre 1941 il giudice istruttore chiede il parere della compagnia carabi­ del tribunale di Trapani dichiara non do­ nieri di Alcamo per un provvedimento di polizia a carico dello Zizzo. versi procedere per insufficienza di prove per il reato di estorsione. Il 10 settembre successivo la tenenza di Il 13 aprile 1942 il tribunale di Trapani Castelvetrano esprime, in linea di massima, lo condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione parere favorevole, riservandosi di fornire un rapporto più dettagliato (lettera firma­ per furto aggravato in correità con altre ta dall'ufficiale comandante titolare, il te­ persone, ma lo assolve per insufficienza di nente Domenico Costanzo). prove dall'imputazione di associazione per delinquere. Il 3 ottobre la stessa tenenza, sciogliendo la riserva e modificando il precedente orien­ Lo Zizzo è dimesso dal carcere sei giorni tamento di massima, esprime parere con­ dopo la sentenza, e rimpatriato a Salemi. trario asserendo che « ... non risulta che Viene richiamato alle armi all'inizio del egli abbia contratto amicizia con pregiudi­ secondo conflitto mondiale. cati ed elementi associati per delitti, né è Nel settembre 1944 è nuovamente denun­ stato segnalato dalla voce pubblica come ziato in stato di irreperibilità dai carabinie­ elemento perturbatore » (la lettera è fir­ ri di Salemi per associazione per delinquere mata dal sottufficiale comandante interinale, e per rapina di 14 equini. Da tale impu­ maresciallo maggiore Bruno Marzano, lo tazione verrà comunque prosciolto il 30 no­ stesso che espresse parere favorevole alla vembre 1946. riabilitazione di Giuseppe Genco Russo). — 248 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Il 24 ottobre la questura di Trapani in­ Nell'ottobre 1949 viene organizzato an­ siste presso il dirigente la seconda zona che il sequestro di una sua figlia ma, per nuclei mobili di pubblica sicurezza di Par- errore di persona, viene rapita la giovane tanna, che nel mese successivo esprime pa­ Ester Maria Gallo. rere favorevole ad un provvedimento di po­ Il giudice istruttore della corte di appel­ lizia a carico dello Zizzo. Dello stesso avviso lo di Palermo, nel corso delle indagini, è l'ispettorato generale di pubblica sicu­ emette questi provvedimenti: rezza della Sicilia. — 5 dicembre 1952: mandato di cattura Il 7 dicembre 1948 il questore di Tra­ nei confronti di Salvatore Zizzo, Giuseppe pani ordina l'arresto di Salvatore Zizzo per Genua, Luciano Agueci, per sequestro di metterlo a disposizione della competente persona a danno di Tommaso Triolo a sco­ commissione provinciale. po di estorsione; Il 7 marzo 1949, però, la tenenza cara­ binieri di Castelvetrano comunica che, es­ — 20 marzo 1953: mandato di cattura sendo lo Zizzo colpito da mandato di cat­ a carico di Giuseppe Genua, Salvatore Zizzo, tura del giudice istruttore del tribunale di Luciano Agueci, Benedetto Zizzo, Vito Gul- Trapani, per essersi, agendo in numero su­ lo, Vincenzo Rimi, Vito Cappello, e Nicolò periore a tre e palesemente armato, im­ Pizzitola, per concorso nel delitto di seque­ possessati di 17 bovini, « non ritiene op­ stro di Ester Maria Gallo, a scopo di estor­ portuno, per ora, di avanzare proposta per sione; l'assegnazione al confino ». — 23 agosto 1953: ordine di cattura nei Intanto la mafia di Vita, affermando il confronti degli stessi individui, per aver ca­ proprio predominio sulla campagna, si af­ gionato la morte del sequestrato Tommaso faccia nei centri abitati e sulle strade per Triolo con conseguente soppressione del ca­ dedicarsi alle grosse estorsioni: si inquadra davere, in data e luogo imprecisati. in questo clima di autentico banditismo il « caso » Triolo. Il 12 maggio 1956, la corte di assise di L'episodio, sia come fatto di cronaca Palermo assolve Salvatore Zizzo, per non sia come fatto giudiziario abbraccia un pe­ aver commesso il fatto, dall'accusa di ten­ riodo di 8 anni. tata estorsione aggravata nei confronti di Il 5 luglio 1948, lungo la strada Tra- Giuseppe Triolo e, per insufficienza di pro­ pani-Paceco, viene sequestrato il dottor ve, dai delitti di sequestro di persona in Tommaso Triolo, figlio di un noto profes­ danno di Tommaso Triolo, Carmelo Ca­ sionista. Il prezzo della libertà che viene stelli ed Ester Maria Gallo e dal delitto di pagato dal padre, notaio Giuseppe Triolo, omicidio e soppressione di cadavere in dan­ è di 4 milioni. no di Tommaso Triolo. — 249 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - GLI INTERVENTI DEGLI ORGANI DI POLIZIA

Esaminiamo gli interventi e le iniziative Il prefetto di Trapani inoltra pertanto la degli organi di polizia parallelamente agli proposta al Ministero dell'interno che, il ultimi eventi descritti. 12 giugno 1954, autorizza il pagamento della Prima della sentenza assolutoria ed al taglia entro il 31 ottobre 1954. « Poiché fine di rintracciare lo Zizzo, datosi alla la­ sempre maggiori difficoltà si frappongono titanza, il 28 maggio 1954 la squadra di po­ per addivenire all'arresto del pericoloso la­ lizia giudiziaria dei carabinieri di Trapani titante », il termine è prorogato al 30 giu­ propone di istituire una taglia di 500.000 gno dell'anno successivo. lire «... poiché la cattura del sunnominato Un mese dopo il proscioglimento per Zizzo Salvatore, che per la sua attività cri­ insufficienza di prove, il gruppo carabinieri minosa è da considerarsi pericoloso e da di Trapani inoltra alla locale questura una assicurarsi alla giustizia ad ogni costo, vie­ proposta della tenenza di Castelvetrano, in ne decisamente ostacolato da numerosi fa­ data 9 giugno 1956, per l'assegnazione dello voreggiatori che si avvalgono di ogni mezzo Zizzo al confino di polizia. Si legge tra l'al­ a loro disposizione. Tale provvedimento è tro: « ... L'opinione pubblica è concorde nel ritenuto necessario anche allo scopo di im­ ritenere lo Zizzo autore dei delitti per i primere nuovo e più efficace impulso alla quali è stato assolto per insufficienza di prove. Inoltre è fondatamente ritenuto il ricerca dello stesso, tramite persone adatte capo della mafia del comune di Salemi e alla bisogna, per evitare possibili riorganiz­ Santa Ninfa e molti delitti ultimamente ve­ zazioni di bande armate e dare fiducia e rificatisi nella zona, tuttora rimasti ad ope­ tranquillità alle popolazioni ». ra di ignoti, vengono attribuiti ad elementi A conferma dell'anzidetta proposta, il sottoposti al sodalizio mafioso di cui lo gruppo carabinieri di Trapani scrive al pre­ Zizzo, come dianzi detto, è il capo espo­ fetto: « ... a carico del predetto Zizzo, du­ nente. rante lo stato di latitanza, non sono stati « Le modalità dei delitti stessi e la ca­ denunciati reati, però si ha motivo di rite­ pacità delinquenziale dell'odierno prevenu­ nere che lo stesso continui a svolgere atti­ to lo fanno fondatamente ritenere la mente vità criminosa e verosimilmente estorsioni direttiva dei crimini in parola... e che non venga denunziato dalle parti lese « Di carattere violento e propotente, im­ per timore di gravi rappresaglie. pone la propria volontà alla pacifica popo­ lazione della zona e nessuno osa ribellarsi « È uno dei principali esponenti della alle sue malefatte per tema di sicure ed ine­ malavita della zona; è molto temuto per la vitabili rappresaglie. sua spiccata capacità ad organizzare e com­ « Nella contrada Ganco di Salemi, in mettere delitti contro il patrimonio e la unione ai propri familiari possiede una va­ persona e per i suoi istinti sanguinari e ven­ sta proprietà terriera divenuta, per opera dicativi. Prego proporre al ministro del­ dello Zizzo, centro di saltuari convegni di l'interno che a carico dello Zizzo sia appli­ elementi pregiudicati e mafiosi della pro­ cata una taglia di mezzo milione di lire ». vincia di Trapani. In tali convegni vuoisi — 250 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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che venga determinata la consumazione di dio Pietro fu Paolo, Spallino Stefano fu delitti che verrebbero eseguiti ad opera di Francesco, Genna Baldassarre fu Antonio, persone di volta in volta designate e scono­ Spina Vito di Mariano, Di Stefano Calogero sciute nella zona prescelta per l'attuazione di Ignazio, Cordio Ernesto fu Pietro, Cor- dei crimini stessi, in modo da eludere, così, dio Vito fu Pietro, Palmeri Giuseppe di le investigazioni della polizia, e ciò perché Marco ed altri minori. gli esecutori materiali non vengano rico­ « Alla carica di "luogotenente" era asceso nosciuti dalle vittime. Genna Baldassarre, la cui investitura costi­ « La pericolosità sociale dello Zizzo è tuiva un motivo di risentimento e rivalità avvalorata anche dal fatto che lo stesso è da parte di altri più qualificati per anzia­ avvicinato e frequenta persone pregiudicate nità e prestigio. Poiché la carica di "luogo­ e notoriamente mafiose. tenente" era il presupposto per la successio­ « ... Lo Zizzo Salvatore è elemento peri­ ne a quella di capomafia, ben presto si sca­ coloso, sia per la capacità di delinquere, in­ tenò la lotta tra i predetti e si venne deli­ sita in lui, e sia per gli ambienti che egli è neando all'interno del sodalizio una frattura solito frequentare... ». che portò alla formazione di gruppi con­ trastanti. L'11 giugno 1956, cioè lo stesso giorno « Tra questi il più forte faceva capo a in cui fu inoltrata la proposta, il prefetto Martino Giuseppe e, come primo obiettivo, di Trapani — dottor Correrà — ordina che dispose la soppressione del Pizzitola per la lo Zizzo sia arrestato e messo a disposi­ preferenza dallo stesso accordata al Genna zione della commissione provinciale per i Baldassarre. provvedimenti di polizia; ma il 29 luglio « Il 12 gennaio 1948 ed il 26 marzo 1951, successivo, inspiegabilmente, lo stesso pre­ furono tesi al Pizzitola due agguati che non fetto ordina la revoca dell'anzidetto arre­ raggiunsero lo scopo prefisso circa l'elimi­ sto « per cessati motivi ». nazione dello stesso che trovò, invece, morte Nel marzo 1957 Salvatore Zizzo viene il 17 novembre 1951 in località Ponte Fiume denunciato all'autorità giudiziaria, in stato Pozzillo sulla stradale Salemi-Castelvetrano, di arresto, per duplice omicidio, danneggia­ a seguito di un oscuro incidente stradale. mento aggravato, furto di animali, deten­ « Deceduto il Pizzitola, il Genna rimase zione e porto abusivo di armi ed associa­ in balìa degli agguerriti avversari e, dopo zioni per delinquere. soli otto giorni, venne ucciso dinanzi la Gli omicidi in oggetto sono quelli di propria abitazione in Santa Ninfa. Giuseppe Martino (consumato il 4 ottobre « Il Martino ritenne, pertanto, di avere 1956 a Santa Ninfa) e di Pietro Cordio (av­ raggiunto lo scopo di divenire capo del so­ venuto il 19 marzo 1957). dalizio criminoso, ma ben presto si accorse La vicenda è così ricostruita in una rela­ quanto effimero fosse stato il suo calcolo. zione della questura di Trapani, indirizzata Vi era anche il soprascritto Zizzo Salvatore il 18 dicembre 1962 al presidente di quel che aspirava ad essere capo della mafia e tribunale per l'irrogazione di misura di pre­ che era animato, oltre che di pretese di venzione: predominio, anche di spirito di vendetta nei confronti degli uccisori del Pizzitola per « In Santa Ninfa, auteriormente al 1948, essere fidanzato da più anni con la sorella esisteva un sodalizio criminoso facente capo del Pizzitola. a Pizzitola Nicolò di Filippo che, per il suo « Lo Zizzo Salvatore, in considerazione prestigio ed ascendente, era riuscito ad or­ che gli avversari Cordio Pietro e i figli ganizzare un solo disciplinato organismo. Ernesto e Vito erano detenuti perché re­ « Del sodalizio capeggiato dal Pizzitola, sponsabili di altri reati, ritenne favorevole facevano parte: Martino Giuseppe fu Vin­ il momento per eliminare il Martino Giu­ cenzo, il soprascritto Zizzo Salvatore, Cor- seppe facendolo uccidere il 4 ottobre 1956 — 351 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI a Santa Ninfa. Il 9 marzo 1957 Cordio Pie­ « ... per tali motivi, sinora è riuscito sempre tro, che nel frattempo era stato scarcerato, a sfuggire i rigori della legge, prova ne sia venne pure ucciso nella via Sant'Anna di che, ultimamente, denunciato in stato di Santa Ninfa. arresto... in data 20 agosto 1957, per gli « Il figlio Cordio Mario, nello strazio del alibi precostituiti il giudice istruttore di dolore, ebbe a rivelare agli organi di poli­ Trapani ne ha ordinato la scarcerazione per zia, con ampiezza di particolari, le premesse mancanza di indizi... ». ed i presupposti del delitto. Egli, in modo Il 15 dicembre di quell'anno, nei con­ semplice e crudo, così come l'aveva appreso fronti dello Zizzo viene emesso il provvedi­ dalle labbra del padre, nel corso di confi­ mento della diffida. Ma l'interessato si è denze rivelate a lui, prediletto tra i figli, ri­ reso irreperibile; solo il 2 febbraio dell'anno velò di aver saputo che autori dell'omicidio successivo gli verrà notificata l'ordinanza Martino erano stati Di Prima Vito e Di e pochi giorni dopo egli chiederà al que­ Prima Francesco, su mandato di Augello store di Trapani la revoca del provvedi­ Armando, Di Stefano Giacomo e del sopra­ mento. detto Zizzo Salvatore. Ad avvalorare mag­ In tale circostanza e per la prima volta, giormente le sue asserzioni il Cordio padre per sua esplicita ammissione, si ha notizia aveva rivelato al figlio che la sera dell'omi­ dell'attività imprenditoriale dello Zizzo: cidio Martino, il soprascritto Zizzo Salva­ « interessato come socio di fatto in appalti tore si era recato a Santa Ninfa. assunti dal signor Giuseppe Palmeri ». « Il 18 marzo dello stesso anno, Cordio Il 24 settembre 1961 il questore di Tra­ Mario precisò di avere visto de visu lo Zizzo pani scrive al comando tenenza carabinieri Salvatore accompagnato da altri individui di Castel ve trano: «... Sebbene il medesimo di Salemi, a bordo di un'auto, fermarsi a dopo la diffida non ha dato apparentemente Santa Ninfa e ripartire con altra macchina luogo a specifici rilievi di carattere penale, nella quale avevano preso posto Augello con la sua condotta, questo ufficio è del Armando, Di Prima Vito e Palmeri Giu­ parere che, in considerazione dei suoi gravi seppe. Infine il Cordio Mario indicò quali precedenti e della posizione di preminenza autori dell'omicidio del padre i mafiosi: che occupa nella malavita del suo paese, sia opportuno denunziarlo al locale tribu­ Zizzo Salvatore, Di Stefano Giacomo e Au­ nale per la misura di prevenzione della sor­ gello Armando ed altri ». veglianza speciale di pubblica sicurezza con In sede giudiziaria l'accusa venne ritrat­ l'obbligo di soggiorno in un determinato tata e ciò si spiega ove si tenga presente comune... Si prega... di esprimere motivato quanto è stato a tal proposito riferito dal parere in ordine all'opportunità di proporre teste commissario di pubblica sicurezza Co- l'applicazione del provvedimento di preven­ nigliaro, laddove questi... ha chiarito che zione ». il Cordio Mario « non voleva che fosse resa Il 16 ottobre successivo la tenenza ca­ pubblica la sua rivelazione perché temeva rabinieri di Castelvetrano, con lettera a fir­ di subire rappresaglie ». ma del comandante interinale maresciallo Così, il 20 agosto 1957, a cinque mesi dal Pietro Violato, fatta una breve premessa fatto, il giudice istruttore del tribunale di sui precedenti criminosi dello Zizzo, scrive Trapani ordina la scarcerazione dello Zizzo al comando compagnia carabinieri di Mar­ per mancanza di indizi in relazione agli omi­ sala: « ... Dopo la diffida del questore, ero­ cidi di Cordio Pietro e di Martino Giuseppe. gatagli nel marzo 1957, lo Zizzo non ha, però, Sull'esito del procedimento penale, da dato più luogo a sospetti di manifestazioni uno stralcio della proposta di diffida avan­ criminose, mostrando buoni propositi di zata dai carabinieri di Trapani il 2 otto­ redenzione sociale e dedicandosi attivamen­ bre 1957 nei confronti dello Zizzo si legge: te al proprio lavoro... In Salemi gli sono — 252 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI amici molti onesti ed apprezzati professio­ « Mantiene contatti con diversi espo­ nisti ed anche noti pregiudicati con i quali nenti politici di cui si avvale per i suoi di­ ultimi, però, non risulta mantenga rapporti versi scopi, specie per quanto concerne la per concertare l'attuazione di piani crimi­ sua attività di appaltatore ». nosi. Il 7 novembre 1961, sulla base delle in­ « Per il posto di preminenza occupato formazioni ricevute dai comandi dipen­ nel passato nella "onorata società" gode denti, il gruppo carabinieri di Trapani invia ancora di un certo prestigio ed autorità di al questore una relazione sullo Zizzo espri­ cui si avvale, quando ne è chiamato, per mendo il parere che non si debba proporlo comporre dissidi privati o conciliare ver­ per la sorveglianza speciale « non essendo tenze. Risulta comunque che ciò faccia con emersi a suo carico gli elementi indispen­ serena imparzialità. sabili previsti dall'articolo 3 della legge 27 « Negli ambienti locali è convinzione ge­ dicembre 1956, n. 1423, e risultando cessata nerale che lo Zizzo da alcuni anni a questa la sua temibilità per la sicurezza pubblica ». parte non abbia più dato luogo a lagnanze Nei fascicoli personali dello Zizzo Sal­ di qualsiasi genere e che abbia improntato vatore, esistenti presso il gruppo carabi­ una linea di condotta basata sull'onesto la­ nieri e presso la questura di Trapani, sono voro. stati rinvenuti, insieme con la pratica in « Pertanto, non essendo emersi a suo esame, rispettivamente: carico gli elementi indispensabili previsti dall'articolo 3 della legge 27 dicembre 1956, a) un biglietto da visita del questore, n. 1423, e risultando cessata la sua temi- Aristide Andreassi, con la seguente annota­ bilità per la sicurezza pubblica, non si ri­ zione, di pugno dell'interessato: « Carissi­ tiene proporlo per la sorveglianza speciale mo signor maggiore, come d'intesa, Le resti­ di pubblica sicurezza ». tuisco il "malloppo". Cordiali saluti. An­ dreassi. 9 novembre 1961 »; Nel documento mancano riferimenti al­ l'attività politica dello Zizzo, contenuti in­ b) un biglietto da visita del coman­ vece nel rapporto del 14 ottobre 1961 della dante del gruppo carabinieri di Trapani, stazione di Salemi dove si legge: « ... non si maggiore Federico Simo, con la seguente interessa attivamente alla politica, ma sim­ scritta di pugno dell'interessato: « 10 no­ patizza per la D.C. e gode l'amicizia di alti vembre 1961. Questa è quella "squisita per­ ed influenti esponenti di detto partito sia sona" di Salemi della quale Le parlai e per nell'ambito della regione sia in campo na­ la quale persone insospettabili i cui nomi zionale ». potrò farglieli verbalmente, mi parlarono In contrasto con questa affermazione, da prima ancora che ricevessi la Sua richie­ un appunto esistente agli atti del gruppo sta. Molto cordialmente ». carabinieri di Trapani, si rileva però che egli « politicamente risulta simpatizzante Secondo la scuccessione cronologica dei per il P.C.I. ». documenti, sembra doversi dedurre che la relazione del questore in data 7 novembre I legami con il mondo politico sono ri­ 1961 sia stata restituita all'ufficiale dei ca­ baditi nella scheda informativa redatta nel rabinieri con il biglietto da visita sub a), giugno 1963 dalla stazione carabinieri di in data 9 novembre 1961 e, quindi, nuova­ Salemi, dalla quale risulta che: mente rimessa al questore con il biglietto « Ha sempre tenuto cauti ma stretti con­ da visita sub b), in data 10 novembre 1961. tatti con autorevoli esponenti politici dei Tale procedura, tuttavia, non trova al­ vari partiti ma non ha mai ricoperto cari­ cuna valida ragione nella logica e nella che in seno ai partiti stessi. prassi e quindi non appare convincente. — 253 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Sta di fatto che lo Zizzo, almeno per ora, il comandante Simo, anche per suo conto riesce ad evitare il soggiorno obbligato in stava raccogliendo tutti i dati occorrenti quanto la questura si limita a chiedere che per rispondere alla questura (sulla propo­ il competente comando dei carabinieri con­ sta del soggiorno obbligato di pubblica si­ trolli costantemente la sua attività, formu­ curezza) il delegato regionale dell'ammini­ lando, se del caso, concrete proposte. strazione provinciale di Trapani, professor La Commissione ha svolto proprie inda­ Corrado De Rosa... pregò l'ufficiale di pas­ gini in proposito e l'8 novembre 1963 il sare da lui per un colloquio. Presidente, senatore Donato Pafundi ha in­ viato la seguente lettera all'ufficiale dei ca­ « Si precisa che il professor De Rosa è rabinieri addetto alla Commissione di in­ stato sindaco di Trapani dal 17 maggio 1955 chiesta, colonnello Roberto Cardinale: al 17 maggio 1956 eletto nella lista D.C. — di cui è un noto esponente — e dal 18 di­ « La Commissione parlamentare di in­ cembre 1961 è presidente della giunta pro­ chiesta ha disposto che sia accertato quan­ vinciale di detto capoluogo. Inoltre egli è to segue: unito da stretti vincoli di parentela con il "La procura di Trapani, nel rapporto dottor Bruno, per avere costui sposato una inviato al procuratore generale di Paler­ sorella del professor De Rosa. mo in data 27 luglio 1963 dice che, anni « Il De Rosa, in tale colloquio, riferen­ or sono, il maggiore dei carabinieri Simo dosi all'attentato subito dall'impresa del è stato costretto a dare parere contrario cognato (la G.E.M. di cui si tratterà più al soggiorno obbligato per il nominato avanti), chiese se le indagini fossero bene Zizzo Salvatore a seguito di intervento di avviate e se fossero sorti sospetti su alcuno. alti esponenti della D.C. che sarebbero « L'ufficiale ritenne di accennargli vaga­ responsabili". mente allo Zizzo, comprendendo che detto « La prego pertanto di svolgere le oc­ nominativo doveva essere stato fatto dal correnti indagini ai fini dell'espletamento Bruno. Il De Rosa escluse che sospetti po­ della richiesta stessa e di trasmettermi un tessero ragionevolmente gravare sullo Zizzo dettagliato rapporto ». che, a suo parere, pur essendo stato in pas­ Il 3 dicembre 1963 il colonnello addetto sato elemento pericoloso, in quel momento comunicava al senatore Pafundi l'esito de­ conduceva vita onesta ed era una "squisita gli accertamenti, concludendo: persona"... « Da quanto precede, ritengo di poter « ... Successivamente, in altra circostan­ affermare che l'operato dell'allora maggiore za, mentre ancora la risposta della questura Simo nel decorso dell'intera vicenda è stato non era stata inviata dal gruppo carabinieri, lineare perché egli non ha subito imposi­ l'ufficiale ricorda che il professor De Rosa, zioni di sorta da parte di alti esponenti nel pregarlo di mantenere assidua vigilanza della D.C. sui cantieri della G.E.M. (Generale edilizia « Il tenente colonnello Simo, infatti, a moderna) chiese se fosse vero che sul conto mia precisa domanda mi ha escluso di es­ dello Zizzo fosse in corso proposta di prov­ sere stato oggetto di pressioni di alcun ge­ vedimenti di polizia. A tale domanda il mag­ nere da parte di alte personalità della D.C. giore Simo ricorda che dette, come era na­ tendenti ad evitare sue proposte di provve­ turale, una risposta molto evasiva. dimenti di polizia nei confronti dello Zizzo. «... Ho mostrato al tenente colonnello « L'unico intervento è quello che l'uffi­ Simo le fotocopie dei due biglietti allegati ciale ammette ad opera del professore Cor­ ed egli mi ha subito dichiarato di non ricor­ rado De Rosa ». dare tale scambio con il questore Andreasi. In merito a questo episodio, il Cardi­ « Comunque, a mia richiesta ha dichia­ nale aveva scritto nel rapporto: «... Mentre rato che egli, nell'accennare nel suo biglietto — 254 — Aiti Parlamentari Senato della Repubblica

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da visita a "persone insospettabili" deve lo di Palermo: « risulta che tuttora man­ aver inavvertitamente usato il plurale, men­ tiene contatti con pregiudicati della zona ». tre in effetti egli intendeva solo ed esclusi­ Se la proposta di misure di prevenzione vamente riferirsi al professor De Rosa, come non era stata a suo tempo inoltrata al tri­ mi aveva fin dal primo momento affer­ bunale « solo perché sia il questore An- mato ». dreassi sia il maggiore Simo non la riten­ nero sufficientemente motivata », il 20 di­ Le considerazioni e conclusioni che pre­ cembre 1962 il nuovo questore di Trapani, cedono, non appaiono del tutto idonee a Inturrisi, avvalendosi degli elementi già in fugare le perplessità cui si è fatto cenno in suo possesso e senza più interpellare in me­ precedenza. rito i carabinieri, propone lo Zizzo per la Infatti: applicazione della misura di sorveglianza speciale con l'obbligo del soggiorno in uno — sembra quanto mai strano che il mag­ dei seguenti comuni: Anzano di Puglia giore Simo abbia « dimenticato » lo scam­ (Foggia), San Giuliano del Sannio (Cam­ bio dei biglietti da visita, con relative an­ pobasso). notazioni, e che, quindi, non sia stato in grado di fornire plausibili spiegazioni; Nel rapporto, fra l'altro, è scritto: « Nel­ le prime ore del 2 maggio 1961 sulla strada — altrettanto strano è che l'ufficiale ab­ statale 113 in località Domingo sconosciuti bia usato il plurale « inavvertitamente », danneggiavano gravemente, a mezzo cariche tenuto presente che ciò è avvenuto per una esplosive, due trattori ed un rullo compres­ serie di parole e, quindi, per una frase di sore appartenenti all'impresa di costruzioni senso compiuto (« persone », « insospetta­ stradali G.E.M. del dottor Bruno Salvatore, bili », « nomi », « farglieli », « parlarono »); causandogli un danno di circa 18 milioni. — le parole « squisita persona » sono « Dalle indagini esperite dalla squadra scritte fra virgolette, evidentemente per in­ di polizia giudiziaria dei carabinieri di Tra­ tendere che ad esse non era da attribuirsi pani, è risultato che il delitto è maturato un significato letterale ma allusivo della nel campo degli appalti, per essere riuscita equivoca personalità del soggetto, quindi la ditta Bruno, ad assicurarsi lavori per in contrasto con le conclusioni della pro­ circa 1 miliardo di lire sulle strade statali posta. della provincia. « ... Nell'occasione venne confidato che il Il 30 novembre 1961, la presidenza della Bruno, tempo prima, aveva avuto vivaci corte di appello di Palermo chiede alla que­ contrasti con l'impresa facente capo al so­ stura di Trapani informazioni a seguito prascritto Zizzo Salvatore, il quale si vide della domanda di riabilitazione da condanne sfuggire l'appalto dei lavori per il rifaci­ penali, avanzata dallo Zizzo. mento di una strada finanziata dalla Re­ La stazione carabinieri di Salemi, in data gione, a causa della intromissione, forse 31 gennaio 1962, scrive alla questura di Tra­ poco lineare, del dottor Bruno. pani che « successivamente alla diffida non « Tale episodio venne riferito nel rap­ ha più dato luogo a sospetti di manifesta­ porto inoltrato a codesta procura della Re­ zioni criminose, mostrando buoni propositi pubblica n. 11 del 1° luglio 1961 ». di rendenzione sociale, attaccamento alla propria famiglia e dedicandosi al proprio La proposta del questore Inturrisi è evi­ lavoro ». dentemente il risultato di una diversa va­ La lettera è firmata dal maresciallo Lu­ lutazione di elementi relativi ad un lungo ciano Coppolino. arco di tempo compreso tra il 1930 ed il Il 22 febbraio successivo la questura di 1961, e noti pertanto sia ad Andreassi sia Trapani risponde invece alla corte d'appel­ a Simo. — 255 — • Atti Parlamentari ,; Senato della Repubblica

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Nel rapporto del 18 dicembre 1962, in­ 27 febbraio u.s. ... lo Zizzo Salvatore fu di­ fatti, sono evidenziati i precedenti penali chiarato in contravvenzione dall'Arma di dello Zizzo e gli episodi criminosi scaturiti Salemi per infrazione all'articolo 697 del dalla rivalità nel campo degli appalti, ed ai codice penale ed il 24 aprile successivo con­ quali egli non doveva essere del tutto dannato dal pretore del luogo, pregasi rie­ estraneo. saminare attentamente la figura del predetto Oltre alla grave esplosione in cui erano onde stabilire se non sia possibile racco­ rimasti danneggiati alcuni macchinari della gliere ora quei concreti elementi che in pre­ ditta Bruno, è citato l'omicidio avvenuto cedenza sono mancati ». il 26 dicembre 1960 presso Calatafimi, in Il 28 settembre successivo, la compagnia persona di Giovanni Castronovo, appalta­ carabinieri di Marsala, con lettera firmata- tore, ucciso mentre a bordo di una auto­ dal tenente Salvatore Russo, risponde: vettura si recava a Vita. « ... Sul conto del pregiudicato in oggetto Non manca un accenno all'arresto del si conferma integralmente il contenuto del socio in appalti Giuseppe Palmeri, pregiu­ rapporto del 26 ottobre 1961... significando dicato, e denunciato il 6 giugno 1961 dal che i motivi che diedero luogo alla denun­ nucleo di polizia tributaria di Roma, per cia del 27 febbraio u.s. ... e la conseguente traffico di stupefacenti, associazione per de­ condanna a lire 1.000 di ammenda da parte linquere e contrabbando doganale. del signor pretore di Salemi, non denotano Scrive al riguardo il questore: « In quel­ tendenza spiccatamente delinquenziale tale la occasione lo Zizzo non fu ritenuto estra­ da consigliare l'inoltro di proposta per l'ado­ neo ai traffici del contrabbando ed i suoi zione di più grave misura di polizia. movimenti vennero seguiti dalla guardia « ... Rimanendo pertanto indiscusso il di finanza ». fatto che l'esplosivo era unicamente desti­ Si legge inoltre nel rapporto: « Né lo nato all'estrazione della pietra e quindi de­ Zizzo viene ritenuto estraneo al recentissi­ tenuto esclusivamente per ragioni di lavoro, mo abigeato di 77 ovini, consumato la notte come a suo tempo acclarato in sede di in­ del 16 dicembre scorso nella contrada Ca- dagini, non essendo emersi altri elementi steldaccio di Santa Ninfa ai danni del pa­ probatori della pericolosità sociale del sog­ store Mangona Salvatore ». getto, questo comando reputa opportuno Mentre la questura coordina gli elementi astenersi di inoltrare proposta per l'ado­ su cui basare la proposta della misura di zione di una più grave misura di polizia sicurezza, i carabinieri ribadiscono l'opi­ e continuare a svolgere, invece, nei con­ nione espressa il 16 ottobre 1961, e cioè fronti dello Zizzo sempre più assidua vigi­ l'inopportunità del provvedimento. lanza nella speranza che lo stesso continui È esemplificativo, a questo proposito, a dedicarsi all'onesto lavoro, rendersi alie­ un episodio del gennaio 1962. no dalle cattive compagnie e col tempo de­ I carabinieri di Salemi, durante un ser­ finitivamente riadattarsi in seno alla so­ vizio di pattuglia in contrada Agghiara, cietà ». avevano controllato una cava di pietra, ap­ partenente a Salvatore Zizzo ed aperta abu­ Il 21 dicembre 1962, il presidente del tri­ sivamente da circa due mesi. Nel magaz­ bunale di Trapani ordina, su richiesta del zino adiacente avevano inoltre rinvenuto questore, l'arresto in via preventiva del con­ chilogrammi 5 di polvere di Nitrex cava, finando Salvatore Zizzo, ma, come risulta contenuta in 68 involucri di carta, 15 metri dal verbale di vane ricerche del 24 dicembre, di miccia nera e 12 detonatori. redatto dalla locale squadra mobile, egli Prendendo l'avvio da questo episodio, il si è reso irreperibile. comandante del gruppo carabinieri di Tra­ L'11 marzo 1963, il tribunale di Trapani pani il 14 agosto 1962, scriveva al comando decreta l'applicazione della misura di pre­ della compagnia di Marsala: « ... Poiché il venzione della sorveglianza speciale di pub- — 256 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI blica sicurezza, nei confronti di Salvatore Appena messo piede in quel comune, Zizzo, con l'obbligo del soggiorno nel co­ egli chiede, per motivi di salute, di essere mune di San Giuliano del Sannio, per la trasferito in sede di soggiorno più idonea, durata di anni quattro. possibilmente in località marittima. L'istan­ Il 5 luglio successivo, la corte di appello za è corredata di certificato medico atte­ di Palermo dichiara inammissibile il ricor­ stante che Salvatore Zizzo è affetto da ar­ so proposto contro detto decreto. trite reumatica deformante progressiva. Il 14 settembre, il prefetto di Trapani, Ma quando il questore propone, in man­ su proposta del questore, ordina la revoca canza di località marittima disponibile, il della patente automobilistica. comune di Ailano (Caserta), con clima cer­ Il 26 marzo 1964, Salvatore Zizzo si co­ tamente più benigno, Zizzo, attraverso il suo stituisce all'arma dei carabinieri e viene legale, dichiara di rinunciare al trasferi­ tradotto a San Giuliano del Sannio. mento. — 257 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - LA SITUAZIONE ECONOMICA DI ZIZZO

Con istanza del 2 aprile, diretta al Mini­ mazioni ricevute dai carabinieri di Salemi, stero dell'interno, il soggiornante obbligato scrive: « ... ciò premesso, si prega codesto « trovandosi in condizioni economiche e fi­ comando di voler esperire accurati accerta­ nanziarie dissestate tali da rasentare la po­ menti al fine di stabilire quale sia l'effettiva vertà, fra l'altro in condizioni di salute mal­ situazione patrimoniale dello Zizzo, non ferma ... per cui è reso inabile a qualsiasi escludendo l'ipotesi che il predetto abbia proficuo lavoro, chiede, in mancanza di una potuto escogitare degli espedienti allo scopo qualsiasi pur minima fonte di guadagno, la di simulare di essersi spogliato di tutti i corresponsione di un sussidio giornaliero propri beni per far fronte ad un presunto di assistenza, che gli consenta di sostenere dissesto finanziario.... Nel contempo, poiché le più indispensabili spese della vita quoti­ esistono dei congiunti dello Zizzo, tenuti per diana ». legge agli alimenti, i quali vivono agiata­ Le informazioni sulle condizioni econo­ mente ed un suo fratello possiederebbe una miche dello Zizzo, che conseguentemente lussuosa vettura Mercedes, si prega di rife­ vengono assunte, sono in netto contrasto rire anche sulla situazione patrimoniale dei tra loro. detti congiunti ». Scrive infatti il maresciallo Luciano Nel giugno 1964, il nucleo di polizia tri­ Coppolino, comandante la stazione carabi­ butaria della guardia di finanza invia un nieri di Salemi: dettagliato rapporto, nel quale viene così delineata la situazione patrimoniale di « ... Trovasi attualmente in grave disse­ Zizzo: sto economico finanziario, avendo egli do­ vuto vendere, nel dicembre 1963, l'intera sua a) ha la piena proprietà di complessi­ proprietà estesa ettari 50, per l'ammontare vi ettari 8 di terreno risultanti da tre ap­ di circa 22 milioni, somma questa che gli è pezzamenti siti nel comune di Salemi; servita per pagare parte dei suoi debiti che, b) è comproprietario, insieme con i a quanto risulta, ammonterebbero a circa fratelli, di una casa urbana, di complessivi 200 milioni. Lo Zizzo, in atto, non possiede 10 vani, con reddito imponibile, ai fini della beni di sorta, né alcun reddito né altri pro­ imposizione diretta, di lire 45.000. venti. In analoga situazione si sono venuti a trovare i suoi familiari seco conviventi, L'attenzione della polizia tributaria è ri­ tuttora residenti in Salemi. Si restituisce volta al complesso delle vendite poste in pertanto l'allegata istanza con accluso cer­ essere dallo Zizzo nell'anno 1963: tificato medico, significando che lo Zizzo non si ritiene in grado di mantenersi a sue — il 18 dicembre ha ceduto la piena pro­ prietà di un fondo rustico (Castelvetrano) spese nella località di obbligato soggiorno ». esteso ettari 40,71 per il prezzo dichiarato Evidentemente poco convinto di tali ri­ di lire 12.000.000, a certi Leonardo e Giu­ sultanze, il questore di Trapani, dopo aver seppe Agueci. Quel terreno era stato acqui­ riferito al locale comando nucleo di polizia stato in più riprese nel 1959 per l'importo tributaria della guardia di finanza le infor­ complessivo dichiarato di lire 3.200.000;

17. 258 — .4 Mi Parlamentari Senato della Repubblica

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— sempre il 18 dicembre, i fratelli Salva­ « Per la sua attività agricola, Salvatore tore e Giacomo Zizzo hanno venduto al fra­ Zizzo risulta anche proprietario di un trat­ tello Benedetto, già proprietario di un terzo, tore agricolo con relativo rimorchio. la piena proprietà degli altri 2/3 indivisi « Già in passato la polizia tributaria si di fondo rustico, di ettari 5,04,30 con fab­ era interessata all'attività industriale svolta bricato rurale e di un fondo rustico esteso dallo Zizzo, ritenuto dalla voce pubblica so­ ettari 1,67, per il prezzo dichiarato di lire cio di fatto e finanziatore di Giuseppe Pai- 500.000. meri. Questi, nel periodo compreso tra il 1956 ed il 1961 aveva assunto in appalto, In merito alle due vendite, il nucleo di per conto di enti pubblici vari, lavori di si­ polizia tributaria « ritiene probabile che stemazione stradale per complessive lire trattasi di simulazione di vendita messa in 391.912.918. atto dai fratelli Zizzo per dimostrare un presunto dissesto finanziario da parte di « Da tutto ciò », prosegue la guardia di Salvatore. finanza, « può desumersi che, se effettiva­ mente, come appare probabile, lo Zizzo è « Sempre nell'anno 1963, essi hanno ven­ stato socio e finanziatore del Palmeri, le duto a Francesco Orlando, di Salemi, tre sue condizioni economiche non dovrebbero appezzamenti di terreno per il prezzo com­ essere disagiate tenuto conto del reddito fi­ plessivo dichiarato di lire 700.000, ed una nora accertato (reddito presumibile inferio­ casa del valore dichiarato di lire 2.500.000. re a quello effettivo, dal momento che è ac­ « Con la vendita di alcuni appezzamenti cettato tacitamente), al quale vanno aggiunti di terreno a Giuseppe Salvo, di Salemi, essi anche i guadagni realizzati in dipendenza hanno realizzato la somma di lire 6 milioni dell'illecita attività contrabbandiera. dichiarati. « Il servizio portò allora alla scoperta « Sulla personalità degli acquirenti in di alcune organizzazioni di trafficanti tra tali vendite non è stato però possibile rac­ cui una composta da 12 persone di Salemi, cogliere elementi concreti atti a suffragare tra cui lo Zizzo Salvatore e il Palmeri Giu­ una eventuale simulazione da parte dello seppe. Quest'ultima organizzazione acquistò Zizzo. e vendette illecitamente, tra il 1958 ed il « Per quanto concerne le altre fonti di 1961, chilogrammi 76 di eroina conseguendo reddito, il nucleo di polizia tributaria della un utile netto di circa lire 121.600.000..., guardia di finanza ha accertato che Zizzo, guadagno a suo tempo segnalato al compe­ prima di essere inviato al soggiorno obbli­ tente ufficio imposte, per delineare la posi­ gato, era conduttore di un terreno esteso zione fiscale delle dodici persone organiz­ ettari 7,09, di proprietà della sorella Anto­ zate, tenuto peraltro conto che al solo Pai- nina, e di un altro terreno di circa 7 ettari, meri erano stati sequestrati a Roma, il 15 di proprietà del fratello Giacomo. maggio 1961, dollari U.S.A. 60.100, appena « Risultava tuttora amministratore dei consegnati ad un fornitore di droga ». seguenti appezzamenti di terreno: « Per tutto quanto precede », scrive an­ — ettari 180, situati ad Agghiara (Sale- cora il nucleo di polizia tributaria della mi) di proprietà degli eredi Saporito di Ca- guardia di finanza, « si ritiene improbabile stelvetrano; un effettivo stato di dissesto nelle condi­ zioni economiche dello Zizzo Salvatore, te­ — ettari 66 circa, di proprietà di Do- nuto conto peraltro che nessuna particolare minguo Teresa, Lombardo Ergesa e Maz- e plausibile causa può avere determinato zarese da Trapani; tale dissesto e può altresì aver dato luogo — ettari 93 circa di terreno di proprietà all'asserito dissesto, spogliandosi fittizzia- di Giovannina Fardella in Mazzarese, da mente di una parte dei suoi beni con la Trapani. compiacente complicità del fratello Bene- — 259 -T- Atti Parlamentari ' •'' ! Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI detto e di altre persone disposte a favo­ Salvatore, del quale tuttavia è amico e so­ rirlo ». stenitore. La prefettura di Trapani comunica per­ « È nipote di Ingraldi implicato nel du­ tanto al Ministero dell'interno il parere con­ plice delitto dei fratelli Perricone da Vita trario per la concessione del sussidio gior­ verificatosi nel 1934 e condannato il 28 set­ naliero a Salvatore Zizzo e il 17 giugno 1964 tembre 1938 dalla corte di appello di Mes­ il ministro respinge l'istanza del confinato. sina alla pena dell'ergastolo. Nel settembre successivo, Salvatore Zizzo « L'avvocato Ingraldi esercita la libera chiede di poter trascorrere un mese in Sa- professione forense e trattasi di un elemen­ lemi. La questura ed i carabinieri di Tra­ to scaltro che ha saputo trarre ampio par­ pani esprimono parere contrario, ritenendo tito dalle numerose amicizie che ha con pretestuosa la motivazione dell'istanza. uomini politici di primo piano. Sulla nuova richiesta di passare in famiglia « È in buona posizione economica e si le feste natalizie, il questore esprime parere vuole che abbia anche acquistato a mezzo contrario asserendo che la « presenza nella di prestanomi terreni e fabbricati per un provincia di Trapani di più soggiornanti ob­ valore piuttosto considerevole ». bligati potrebbe creare una situazione di pe­ ricolo per la sicurezza pubblica, non compa­ La certificata povertà, tuttavia, non im­ tibile con gli scopi che si prefigge la mi­ pedisce allo Zizzo di tornare in aereo a Na­ sura di prevenzione adottata nei loro con­ poli, dopo un breve soggiorno a Salemi, e di fronti ». essere trasportato in taxi da Capodichino al comune di soggiorno obbligato, mezzi di cui Ma il presidente del tribunale di Tra­ è solito servirsi nei suoi spostamenti. pani è di diverso avviso e concede allo Zizzo Salvatore Zizzo trascorre solo metà del una licenza di 10 giorni. periodo previsto a San Giuliano del Sannio. Il 30 gennaio 1965 Zizzo chiede per la Scrive al riguardo il prefetto di Trapani seconda volta la concessione del usssidio in data 3 aprile 1970: giornaliero asserendo di essere « perplesso e mortificatissimo per un simile responso », «... disponendo di ragguardevoli somme, perché gli organi che hanno indagato « si si inserì ben presto nell'ambiente, intrec­ sono sbagliati, ovvero hanno indagato su­ ciando rapporti in vari livelli sociali, pur perficialmente ». Prega pertanto di « dispor­ senza trascurare, in conformità alla sua non re l'assegnazione del tanto invocato sussi­ sopita vocazione, relazioni con elementi pre­ dio, in modo che si tolga l'esponente da giudicati siciliani gravitanti nella zona. Que­ questo stato di apprensione e di preoccu­ st'ultima circostanza rese necessario il suo pante miseria, affinché possa espiare i quat­ allontanamento da San Giuliano del Sannio tro anni infertigli con l'ingiusto provvedi­ ed il trasferimento, disposto con decreto mento, con serenità di spirito e nel più as­ del tribunale di Trapani, in data 9 maggio soluto rispetto della legge... Allega anche 1966 nel comune di Casanova Lerrone (Sa­ attestato del proprio sindaco onde provare vona) ». il suo notorio e notevole dissesto econo­ Allo scadere della misura di sicurezza mico ». egli fissa la residenza nello stesso paese del Il sindaco di Salemi che ha firmato il soggiorno obbligato, quasi a significare di certificato esibito dallo Zizzo è l'avvocato aver tagliato i ponti con la Sicilia e per evi­ Vincenzo Ingraldi. tare l'eventuale reiterazione di provvedi­ A suo carico un componente dell'organo menti di pubblica sicurezza a suo carico. investigativo di questa Commissione, il co­ L'allontanamento dello Zizzo, infatti, era lonnello dei carabinieri Cardinale, in data valso ad assicurare una certa tranquillità 5 agosto 1964, ha scritto: « ... non è legato nella zona, anche perché i suoi accoliti, il da alcuna parentela con il mafioso Zizzo Di Prima ed il Palmeri, erano latitanti in — 260 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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conseguenza del mandato di cattura emesso sociale dello Zizzo e dei suoi accoliti stesse a loro carico per i reati di associazione per per rinnovarsi specie nel quadro di una ri­ delinquere e traffico di stupefacenti di cui presa dei contatti e degli atteggiamenti in­ erano stati imputati. tesi a riaffermare la loro autorità, onde Ben presto, però, la situazione muta ed trarre — come per il passato — da azioni anche a questa Commissione vengono se­ illecite, equivoche od intimidatorie proventi gnalate alcune speculazioni che verrebbero e disonesti guadagni. commesse nella Valle del Belice ad opera « In particolare, l'attività informativa di elementi indiziati di appartenenza ad permise di stabilire che lo Zizzo aveva rial­ organizzazioni mafiose. lacciato rapporti con i mafiosi Di Prima e Notizie di stampa parlano anche di un Palmeri per organizzare un piano di inge­ racket delle baracche, che si vuole sia stato renza, di « protezione » e di speculazione nel organizzato e condotto dallo Zizzo Salva­ settore degli appalti nei paesi terremotati, tore da Salemi. mediante il versamento di tangenti da parte In merito a tali circostanze, il coman­ delle ditte appaltatrici, ovvero ostacolando dante della Legione carabinieri di Palermo, la regolarità delle gare di appalto. interessato per le indagini, scrive: « Difatti, in Santa Ninfa, anche se pub­ blicamente non se ne fa parola, è conosciu­ « Il sisma del gennaio 1968, che più gra­ ta la vicenda della primavera del 1969, epoca vemente colpì la zona del trapanese, impo­ in cui il genio civile di Trapani indisse una se nella tragicità degi eventi, urgenti pro­ gara di appalto per l'esecuzione dei lavori blemi inerenti all'alloggiamento dei sini­ di civilizzazione di un lotto di ricoveri, siti strati, alla ricostruzione dei centri distrutti, in quella contrata Fosso-Pertuso, per l'im­ alle opere di civilizzazione, eccetera, con porto di lire 150 milioni. stanziamenti di ingenti, somme da parte « All'asta di appalto parteciparono le im­ dello Stato, della Regione e di altri enti. prese edili Durante e Furano, entrambe di « La possibilità di trarre illeciti profitti, Santa Ninfa, ma l'esecuzione dei lavori fu favorita dall'estrema urgenza dei lavori, non assegnata a quest'ultima che risultò unica fu inizialmente oggetto di interesse da par­ concorrente, per essersi la prima ritirata. te delle cosche mafiose, soprattutto per « In merito alla suddetta vicenda, non è l'assenza dell'esponente Zizzo Salvatore, sot­ stato possibile acquisire concreti elementi toposto all'obbligo del soggiorno fuori della di riscontro, ma l'attività dei mafiosi, volta Sicilia, e del latitante Palmeri Giuseppe, ad affermare e riaffermare il "rispettoso colpito da mandato di cattura per associa­ ossequio", è da sempre un chiaro sintomo zione per delinquere e traffico di stupefa­ della loro pericolosità sociale ». centi. Con il già menzionato rapporto del 3 « Nel periodo successivo al sisma, con aprile 1970, il prefetto di Palermo aggiunge: il rientro nei luoghi di origine dello Zizzo per cessata misura di prevenzione, e del « In tale periodo c'è chi ha visto il Pai- Palmeri, assolto dalla corte di appello di meri conversare "da buoni amici" con il Roma per insufficienza di prove dall'impu­ Durante; quest'ultimo, successivamente, tazione di cui sopra, questa legione solle­ non si presentò ad altre aste di appalto, citò l'Arma competente ad una attenta ed accontentandosi di eseguire lavori di mo­ approfondita attività di vigilanza e di con­ desta consistenza. trollo nei riguardi dei maggiorenti mafiosi « Anche la ditta Marchese, da Castellam­ al fine di prevenire ogni loro illecita atti­ mare del Golfo, attualmente operante nelle vità. zone terremotate, vivrebbe all'ombra di una « Fu proprio, infatti, attraverso questa cosca mafiosa di quel centro, capeggiata opera di osservazione costante e vigile che da certo "Don Mariano", compagno di ven­ fu possibile avvertire come la pericolosità tura degli "amici di l'amici" Bonventre Gio- — 261 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI vanni, Plaia Diego, Palmeri Giuseppe e Di rimento nella proposta, inoltrata alla pro­ Prima Vito. cura della Repubblica in data 8 febbraio « Pertanto, sulla base delle risultanze scorso, ad una ripresa dei rapporti con il acquisite, l'arma dei carabinieri ha inol­ mafioso Di Prima Vito, da Santa Ninfa, per trato motivate segnalazioni al procuratore organizzare un piano di ingerenza, di pro­ della Repubblica di Trapani per l'applica­ tezione e di speculazione nel settore degli zione di adeguate misure di prevenzione a appalti nei paesi colpiti dal sisma del 1968. carico di: « In proposito, ha fatto cenno ai rap­ — Bonventre Giovanni, da Castellam­ porti esistenti tra Zizzo ed il suddetto Pai- mare del Golfo, condannato ad anni 5 di meri Giuseppe, noto mafioso di Santa Ninfa, soggiorno obbligato nel comune di Casalin- elemento ben addentrato nel settore del­ contrada (Chieti); l'edilizia. — Plaia Diego, da Castellammare del « Con tale provvedimento, in definitiva Golfo, condannato ad anni 3 di soggiorno si è inteso prevenire ogni ingerenza, pro­ nel comune di Grottaglie (Taranto); tezione e speculazione da parte dei sun­ nominati esponenti mafiosi e consentire, in — Palmeri Giuseppe, da Santa Ninfa, tal modo, il regolare conferimento degli condannato ad anni 3 di soggiorno obbli­ appalti per la ricostruzione dei centri di­ gato nel comune di Cittadella (Padova); strutti, pur non essendo emersi elementi — Di Prima Vito, condannato ad anni 2 utili, in linea probatoria o indiziaria, a con­ di soggiorno obbligato nel comune di Ca­ fermare l'attività attribuita allo Zizzo me­ stellala (Varese); diante l'identificazione di concrete mani­ — Zizzo Salvatore, da Salemi, in atto festazioni ». detenuto in esecuzione di ordine di custo- La posizione dello Zizzo Salvatore è dio precauzionale, in attesa di applicazione stata successivamente definita in quanto il di una misura di prevenzione. medesimo in data 11 ottobre 1970, è stato « In particolare, circa l'attività dello inviato per cinque anni al soggiorno obbli­ Zizzo, l'arma dei carabinieri ha fatto rife­ gato a Casanova Lerrone (Savona). — 262 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - SALVATORE ZIZZO E IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

Resta da esaminare la posizione dello Fileccia Francesco Paolo, Di Trapani Vin­ Zizzo nel traffico degli stupefacenti, di cui cenzo, Crimi Leonardo, Robino Calogero e si è fatto cenno in precedenza. Pietro, e li ha avuti con il defunto Robino Dal rapporto penale di denunzia redatto Cristoforo. dal nucleo centrale di polizia tributaria « Dei suoi assai frequenti contatti con il della guardia di finanza in data 6 giugno Valenti Salvatore, lo Zizzo ha dato spiega­ 1961 a carico di Salvatore Caneba ed altri zioni evidentemente concertate con il Va­ 42 per traffico di stupefacenti, ricaviamo i lenti. seguenti dati: « Egli è strettamente collegato anche con « Trattasi del capo mafia di Salemi, il l'emigrante Accardo Baldassarre, che nel quale ha, nel Canada, un fratello a nome Canada è gravemente sospettato di traffico Benedetto, che è gravemente sospettato di di stupefacenti e che ha fatto un viaggio traffico di stupefacenti, unitamente ai fra­ in Italia, spendendo ingenti somme, nel telli Agueci. corso del quale si è incontrato e intratte­ nuto con alcuni noti mafiosi di Salemi. « Lo Zizzo è da anni in società di fatto con Palmeri Giuseppe, in una impresa edile « Lo Zizzo, inoltre, mantiene rapporti e svolge una complessa attività interessan­ con altri elementi, da tempo gravemente dosi, tra l'altro di concedere, a persona di sospettati di traffico di stupefacenti, come suo fiducia, assegni di comodo per importi Mira Giovanni, Bertolino Giuseppe, Man­ assai rilevanti. giapane Giuseppe. « Uno dei beneficiari di questi assegni « Egli ha compiuto nel 1958, a Roma ed di comodo è il Maragioglio Simone, che da a Milano, un viaggio insieme con Di Tra­ anni è la sua persona di fiducia e guardia pani e Palmeri Giuseppe, che aveva eviden­ del corpo. temente lo scopo di incontrare il Giribone « Nel corso della perquisizione eseguita Edoardo, che si trovava a Milano. nel suo domicilio sono stati rinvenuti solo « Di tale viaggio, lo Zizzo Salvatore ha alcuni pezzi di buste di lettere provenienti dato spiegazioni assai poco plausibili. dagli Stati Uniti e dal Canada, tra le quali « Egli, inoltre, ha fatto altri viaggi a una spedita da tale Scuderi, cognato del Roma, insieme con il Palmeri Giuseppe, proprio fratello Benedetto. come quest'ultimo ha dichiarato e la sua « Vale la pena notare, a questo propo­ persona non è nuova ad un impiegato del­ sito, che uno degli emigrati impiegato nel l'albergo Maremonti di Santa Severa, ove trasporto dell'eroina negli Stati Uniti, è tale abitualmente facevano capo i trafficanti Scuderi Vito. francesi. « Gli accertamenti svolti nei suoi con­ « È chiaro che, data la sua preminente fronti hanno permesso di stabilire che egli posizione nell'ambiente della malavita di ha avuto frequenti contatti telefonici, nel Salemi e i suoi strettissimi rapporti di af­ corso del 1960, con il Valenti Salvatore e fari con il Palmeri Giuseppe, nulla poteva che egli è in rapporti con i fratelli Agueci, essere compiuto senza il suo consenso. — 263 — Alti Parlamentari Senato della Repubblica

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« È ovvio comunque che, proprio per ni, Bertolino Giuseppe ed altri, ma ha ten­ questo motivo, egli si teneva tra le quinte, tato sempre di giustificarli con semplici ma è emerso chiaramente che alla sua per­ rapporti di conoscenza o con rapporti oc­ sona di fiducia, Maragioglio Simone, face­ casionali. vano capo tutti i collegamenti della banda. « Anche egli nel 1951 ha alloggiato all'al­ « In questa sua veste di principale espo­ bergo Sole di Palermo, quando vi si trovava nente della mafia di Salemi, egli evidente­ il Rinaldo Salvatore. Egli ha compiuto fre­ mente intervenne, nel 1958, per rappacifi­ quenti viaggi a Roma ed a Milano, spesso care Agueci Alberto e Fileccia Francesco con lo Zizzo Salvatore ed una volta insieme Paolo. con Zizzo e Di Trapani Vincenzo, proprio « Allorché vennero iniziate le indagini quando a Milano si trovava il Giribone in Sicilia, nei confronti del Valenti Salva­ Edoardo. tore, emersero immediatamente i suoi con­ « Di tale viaggio ha dato spiegazione del tinui collegamenti telefonici da varie loca­ tutto reticente ed evasiva. lità con lo Zizzo Salvatore. « Altre permanenze del Palmeri Giuseppe, « Lo Zizzo, d'altra parte, era stato an­ nel luglio 1959, nel mese di marzo 1960, nel che sospettato, nel febbraio 1970, per traf­ gennaio ed aprile del 1961, corrispondono fico di stupefacenti ed erano emersi suoi alle permanenze del Cesari Joseph e del collegamenti con i fratelli Maragioglio ed Panza Antoine a Roma ed a Pisa, come ri­ altri esponenti della mafia di Salemi. Nel sulta dai capitoli II e XI del presente rap­ corso delle indagini svolte, d'altra parte, porto. nel 1958, a seguito dell'uccisione del Robino, « Rinvenuto in possesso dell'indirizzo del il suo nome era emerso tra gli intimi del Cordoliani Antoine, il Palmeri non ha dato Robino. praticamente alcuna spiegazione e, ugual­ « Premesso quanto sopra, si ritiene che mente, si è comportato quando gli è stato lo Zizzo Salvatore debba rispondere di con­ contestato che Cordoliani Antoine gli ave­ corso nel traffico illecito, per gli stessi quan­ va telefonato l'8 e il 9 aprile 1959, da Mi­ titativi addebitati a Di Trapani Vincenzo e lano. al proprio socio Palmeri Giuseppe come uno « Egli ha negato di conoscere Valenti dei principali organizzatori dello stesso traf­ Salvatore e i trafficanti francesi, ma sta di fico ». fatto che egli conosce tutti gli altri traffi­ canti di Salemi e nel corso degli accerta­ Dallo stesso documento emerge anche menti sono emersi suoi contatti telefonici la posizione del socio Palmeri Giuseppe nel con Maragioglio Simone, Crimi Leonardo, traffico di stupefacenti: Fileccia Francesco Paolo, Mangiapane Giu­ « Il Palmeri Giuseppe, che è gravemente seppe e Di Trapani Vincenzo. sospettato di essere uno degli esponenti « Anche il rilevamento in suo possesso della mafia della provincia di Trapani, è da della contabilità della lavanderia di Accardi anni associato in una impresa edile con Settimo, che è attualmente rifugiato in Ca­ Zizzo Salvatore, che è notoriamente capo nada ed è sospettato, dalla polizia canadese della mafia di Salemi. e da quella americana, di essere uno dei « Insieme con lo Zizzo, egli è stato denun­ principali organizzatori del traffico illecito, ziato e poi assolto dall'imputazione di du­ dimostra chiaramente che, sin dal 1958, egli plice omicidio. era strettamente collegato ad alcune per­ « Il Palmeri Giuseppe non ha nascosto sone espulse dagli Stati Uniti, per traffico i suoi rapporti con lo Zizzo, i fratelli Mara­ di stupefacenti. gioglio, Fileccia Francesco Paolo, Di Trapani « I numerosi elementi raccolti a suo ca­ Vincenzo, Crimi Leonardo, Robino Calo­ rico nel corso delle indagini svolte a Roma gero e Cristoforo ed altri pericolosi traffi­ e in Sicilia di cui ai capitoli II, V, VI, VII, canti, come Accardi Settimo, Mira Giovan­ erano già sufficienti a farlo ritenere uno dei — 264 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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principali esponenti del traffico illecito Di Trapani Vincenzo e gli altri componenti quando l'incidente occorsogli a Roma il 15 la squadra di Salemi ». maggio 1961 ha dimostrato nel modo più Il documento in questione pone anche convincente, la sua piena partecipazione, in in evidenza l'attività del trafficante Mara- una posizione di primissimo piano, al traf­ gioglio Simone nel settore degli stupefa­ fico illecito, fornendo altresì la prova che centi, nonché i rapporti tra Zizzo Salva­ tutte le affermazioni negative, da lui fatte in tore, Valenti Salvatore, i componenti della sede di interrogatorio, circa i suoi rapporti banda Caneba ed il fratello Benedetto Zizzo. con i trafficanti francesi, non debbano essere Alla luce dei fatti acclarati dalla guar­ assolutamente prese in considerazione. dia di finanza emerse, in sintesi, che il traf­ « Egli, infatti, si è recato a Roma con fico illecito svolto dai trafficanti dianzi ci­ una delle sue amanti, si è incontrato con tati e da altri ad essi collegati comportò il il Panza Antoine Joseph, gli ha consegnato movimento delle seguenti somme fra le la somma di 60.100 dollari, che costituisce varie organizzazioni: evidentemente il pagamento di una partita — lire 172 milioni ai fornitori francesi di eroina, si è interessato per procurarsi per chilogrammi 86 di eroina; un locale, onde poter aprire il nascondiglio di una autovettura che trasportava l'eroina — lire 1.300.000.000 circa pagato dalle e si accingeva a partire per Nizza con la sua organizzazioni americane alla squadra Ca­ amica, allorché è stato fermato. neba ed a quella di Salemi per chilogrammi « Si ritiene pertanto di non dover ag­ 361 di eroina; giungere altre considerazioni sulle respon­ — oltre 13 miliardi di lire incassati sabilità del Palmeri Giuseppe, che sono state dalle organizzazioni americane per la ven­ pure ampiamente indicate nell'ultima parte dita dell'eroina ricevuta dalla squadra Ca­ del capitolo XI. neba e da quella di Salemi. « Si ritiene soltanto opportuno accen­ nare al fatto che, così come si era compor­ Non risulta peraltro che lo Zizzo Salva­ tato nei precedenti interrogatori in Sicilia, tore non fu rinviato a giudizio per i sospetti il Palmeri Giuseppe si è chiuso nel più as­ emersi a suo carico in occasione della ope­ soluto mutismo, negando l'evidenza dei fatti. razione Caneba: il suo nome è rubricato fra i denunziati nel rapporto della guardia « Il comportamento del Palmeri, imme­ di finanza ma non appare fra quelli degli diatamente prima del suo arresto, le tele­ imputati del processo di primo grado. fonate da lui fatte e il telegramma conven­ Palmeri Giuseppe, invece, con sentenza zionale spedito al Di Prima Vito, dimostra­ 1° gennaio 1967 del tribunale di Roma fu no ampiamente che egli agiva di concerto riconosciuto colpevole dei reati ascrittigli con altri corresponsabili. e condannato alla pena della reclusione di « È evidente, pertanto, che il Palmeri anni 11 ed alla multa di lire 210.000.000; Giuseppe debba rispondere di concorso nel con sentenza 24 maggio 1969 della corte di traffico illecito di quantitativi imprecisati, appello di Roma, però, è stato assolto per compiuto tra il 1955 e il 1958 e del traffico insufficienza di prove, con la revoca del di non meno di chilogrammi 76 di eroina, mandato di cattura che, nel frattempo, era compiuto tra il 1958 e il 1961 così come il stato emesso. — 265 — , Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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5. - LE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI DI ZIZZO E PALMERI

Per quanto concerne l'attività impren­ d) certificato della camera di commer­ ditoriale svolta, risulta che Zizzo Salvatore cio, industria e agricoltura comprovante si iscrisse il 18 maggio 1960 (n. 34437) alla l'attività specifica della ditta o società. camera di commercio di Trapani, quale im­ prenditore edile, ma in data 5 novembre Alla lettera /), per le società commerciali, 1963 denunciò la cessazione dell'impresa si richiede un documento della stessa ca­ fin dal 20 novembre 1960. Non fu mai iscrit­ mera « dal quale risulti che la società non to nell'albo degli appaltatori di opere pub­ trovasi in stato di liquidazione, fallimento bliche. o concordato e che le suddette circostanze non si sono verificate nel quinquennio an­ In effetti egli operò, a partire quanto teriore a tale data ». meno dall'I 1 febbraio 1968, quale socio di fatto (o, come risulta dal contratto, socio L'articolo 19 prevede la cancellazione di una società semplice) con Palmeri Giu­ dall'albo: ... b) per coloro che hanno ripor­ seppe impresario edile, iscritto alla camera tato una condanna passata in cosa giudi­ di commercio di Trapani fin dal 25 settem­ cata per delitti contro il patrimonio...; g) bre (n. 18123) e nell'albo regionale degli per fallimento o liquidazione ». appaltatori di opere pubbliche per « lavori Per quanto il testo della legge sia di­ stradali di terra e murari » e per « lavori fettoso (taluni divieti sono previsti espres­ edili in cemento armato » dall'I 1 aprile samente per le società e non per i singoli 1956 per la categoria fino a 25 milioni e imprenditori; oppure come causa di esclu­ dal 25 febbraio 1958 per quella fino a 100 sione e non di inammissibilità di iscrizio­ milioni (n. 232 elenco pubblicato nel 1963). ne), l'interpretazione logica delle norme L'iscrizione del Palmeti dà luogo a no­ porta a rilevare l'inammissibilità dell'iscri­ tevoli dubbi. zione del Palmeri, condannato il 1° luglio L'articolo 11 della legge regionale 9 mar­ 1953 dal tribunale di Siracusa a mesi 10 e zo 1953, n. 7, istitutiva dell'albo regionale, giorni 8 di reclusione ed alla multa di lire dispone che per ottenere l'iscrizione nel­ 7.700 per furto aggravato, sia pure con la l'albo regionale gli imprenditori devono pre­ condizionale e gravemente pregiudicato per sentare, tra l'altro, i seguenti documenti: omicidi, estorsioni, contrabbando e traffico di stupefacenti. a) certificato di cittadinanza italiana; Anche prescindendo dal « Nulla » risul­ b) certificato generale del casellario tante dal certificato del casellario giudiziale giudiziale e certificato dei carichi pendenti, indicato alla lettera e, 2, della nota 01377/ debitamente legalizzati, in data non ante­ DR/151 senza data della Regione siciliana, riore rispettivamente a mesi 2 ed a mesi 1 sono evidentemente falsi i certificati di buo­ dalla domanda di iscrizione; na condotta, dei carichi pendenti alla pro­ cura e di quelli pendenti alla pretura (let­ e) certificato di buona condotta mo­ tera e, 3, 4 e 5) nonché il certificato della rale rilasciato dal sindaco, di data non an­ camera di commercio, tenuto conto che il teriore a mesi 2 della domanda di iscri­ Palmeri era stato dichiarato fallito dal tri­ zione; bunale di Trapani il 15-20 gennaio 1953. 266 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Il Palmeri fu invece dichiarato decaduto Da ciò emerge che per esaminare l'atti­ dall'albo soltanto il 4 gennaio 1964 per vità imprenditoriale svolta dallo Zizzo oc­ omessa presentazione della documenta­ corre rilevare quella del Palmeri al quale zione. sono stati aggiudicati gli appalti di cui al­ Per il periodo precedente alla costitu­ l'elenco allegato a pag. 270. zione dell'albo, per concorrere alle gare si Dall'esame dei fascicoli, se non emergo­ richiedeva il certificato del casellario, il no gravi turbative, come accordi tra i con­ quale era, nel caso, ovviamente negativo. correnti, minacce, eccetera, si rilevano le È evidente perciò che le norme dirette a seguenti anomalie: consentire la riqualificazione sociale del condannato, sono utilizzate a favore di ele­ a) Invito: risulta che il Palmeri ritirò menti particolarmente pericolosi per la so­ personalmente la lettera di invito e, in un cietà. caso, l'ordine di invitare tutte le imprese L'esistenza di una società di fatto Zizzo- residenti nei comuni di Santa Ninfa, Al­ Palmeri risulta, come si è visto, oltre che da camo, eccetera. numerosi atti ufficiali, dalle stesse dichia­ Nel retro del foglio un impiegato pro­ razioni dello Zizzo, nell'istanza presentata pone di invitare 37 ditte, tra cui non v'è l'il febbraio 1958 al questore di Trapani quella del Palmeri. Questi viene aggiunto per ottenere la revoca della diffida. al 38° posto, con l'annotazione « d'ordine Dal contratto in data 16 aprile 1959 del delegato regionale ». Sembra evidente emerge che, mentre tutti gli appalti sareb­ che egli non aveva titolo, se il diligente im­ bero stati conclusi dal Palmeri, « il solo piegato ha voluto salvaguardarsi con detta iscritto all'albo » (paragrafo 5), l'ammini­ annotazione. strazione e la rappresentanza sociale spet­ Del resto molti degli appaltatori sono tano ad entrambi i soci congiuntamente mafiosi: è sufficiente ricordare i nomi di (paragrafo 6), pur essendo consentito allo Adamo Leonardo da Alcamo, Ciaravolo Zizzo di « intestare a suo nome i conti ban­ Giacomo da Vita, Crimi Leonardo da Vita, cari e di fare da solo i necessari preleva­ Fileccia Francesco Paolo da Salemi e Ro- menti (paragrafo 7). Nel paragrafo 8 si pre­ bino Calogero da Salemi, tutti iscritti nel­ cisa che « tutte le somme necessarie per lo l'albo ricordato in precedenza. svolgimento delle attività sociali sono state e saranno approntate dal socio Zizzo Sal­ b) Aggiudicazione: da alcuni docu­ vatore, mentre il socio Palmeri Giuseppe menti in possesso della Commissione, re­ dovrà prestare, continuativamente, la sua lativi all'appalto di lavori di manutenzione ordinaria eseguiti nel 1952-53 alla strada personale attività tecnica ». provinciale di Zangara l'aggiudicazione ri­ Gli utili e le perdite dovevano essere di­ sulta riportata nel repertorio del 16 dicem­ stribuiti in parti uguali (paragrafo 9); la bre 1952; da altri documenti relativi agli contabilità doveva essere tenuta dallo Zizzo stessi lavori in quello del 16 dicembre (paragrafo 10). In merito il dottor Salva­ 1953 (talune date risultano alterate ma­ tore Spina, segretario dei consorzi di bo­ terialmente). Ricostruendo il procedimento nifica Delia-Nivolelli e Casale Tre cupole può dedursi che l'aggiudicazione fu fatta a ebbe a dichiarare: « Mentre confermo che licitazione privata il 25 luglio 1952 e la lo Zizzo Salvatore non ha mai ottenuto o consegna dei lavori avvenne il 30 agosto nemmeno richiesto appalto alcuno da que­ 1952, che la fornitura di pietrisco e i la­ sto consorzio (nel caso il Delia-Nivolelli), vori furono ultimati rispettivamente il 25 faccio presente che egli ebbe modo di svol­ ottobre 1952 ed il 10 febbraio 1953 e che gere il proprio interessamento presso di il 24 novembre 1952 fu pagato un primo noi in relazione ai lavori affidati in appalto anticipo di lire 500.000. Può quindi con­ a Palmeri Giuseppe ». cludersi che le anomalie sono dirette non — 267 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI a nascondere lo stato di fallimento del fino al fallimento del Palmeri e, dopo la Palmeri, come poteva apparire, ma l'omes­ consegna dei lavori all'ex supplente Crimi sa denuncia del contratto nei termini pre­ Salvatore, fino ad una data non precisata visti dalla legge fiscale occultata con la se­ del 1954 (nella delibera provinciale si fa rie di falsi ideologici e materiali in atto riferimento soltanto al secondo e ultimo pubblico. stato di avanzamento dei lavori redatto il La documentazione ritirata non consen­ 20 dicembre di quell'anno). te sempre di formare una completa gra­ I lavori di manutenzione ordinaria sulla duatoria delle singole offerte: da quella re­ strada provinciale Santa Ninfa-Castelvetra- lativa ai lavori di sistemazione della strada no relativi al 1958, furono ultimati il 23 provinciale Santa Ninfa verso Castelvetrano gennaio 1959 e il collaudo fu disposto il 22 (detta Buturro) si rileva che al Palmeri, che dicembre 1959, dopo che era pervenuto da aveva offerto un ribasso del 19,15 per cento, Santa Ninfa un esposto di 94 interessati (il seguivano Robino Calogero (19,05 per cen­ primo dei quali risulta peraltro scono­ to), Adamo Francesco (19 per cento), Fu- sciuto), che lamentavano il pessimo stato naro Pietro (16,75 per cento), Fileccia Fran­ della strada. In una lettera del 4 dicembre cesco Paolo (15,25 per cento) ed altri, fino 1959, la Provincia segnala all'assessorato al ribasso minimo dell'8, 10 per cento; dal regionale « Io stato di intransitabilità della fascicolo concernente i lavori di trasforma­ strada » e comunica che per le condizioni di zione in rotabile della trazzera Giovenchi, bilancio non è stato possibile provvedere risulta che i migliori ribassi erano stati of­ nel 1959 alla manutenzione della rotabile ferti dal Palmeri e dal Crimi, da quello « tanto che lungo alcuni tratti esistono gravi relativo ai lavori di costruzione di una stra­ interruzioni e notevoli affossamenti » e da e di bonifica in comune di Mazara del chiede un finanziamento di 95 milioni per la Vallo che essi provenivano dal Palmeri, sistemazione della strada. Il collaudo da dal Fileccia e dal Robino Calogero. Il raf­ tuttavia atto della regolare esecuzione del­ fittirsi degli elementi mafiosi verso l'alto l'opera e la contabilità viene approvata. fa sorgere il dubbio che essi siano in grado Per quanto concerne il finanziamento, di falsare la concorrenza — oltre che con è da rilevare che ancora nel luglio 1959 minacce che, come si è osservato, non pos­ Zizzo e Palmeri sono descritti dal direttore sono risultare — sia pagando meno la ma­ della Banca del Popolo di Mazara come novalanza e sia non pagando le assicura­ « persone molto serie, di ottima moralità ». zioni sociali. Essi godono nel 1960 dei seguenti affi­ È da rilevare infine la tendenza del Pai- damenti : meri (e probabilmente di altri) di invitare come « supplente » qualche altro mafioso, — per sconto effetti 8 milioni di lire; come il Crimi Salvatore, l'Adamo Francesco, Robino Calogero. — per scoperto in conto corrente 8 mi­ lioni di lire. e) Esecuzione: un altro motivo di tran­ quillità nell'offrire ribassi notevoli potrebbe L'esposizione però, al 5 agosto, ammon­ derivare dalla superficialità nell'esecuzio­ ta a lire 22,5 milioni di lire. Nel 1961, per ne dei lavori. Gravi inadempienze nell'ese­ effetto della concessione di 2 extra fidi di cuzione dei lavori furono rilevate dall'avvo­ milioni 3,5, essa giunge a 23 milioni. Nel catura distrettuale dello Stato: nel caso dei 1962 viene concesso un ulteriore extra fido lavori della trazzera Giovenchi l'esecuzione di 6 milioni. Nel marzo 1963 l'esposizione ebbe inizio il 10 gennaio 1951, il che com­ supera formalmente i 29 milioni. portava l'obbligo della consegna dell'opera Soltanto il 19 agosto 1963 Zizzo e Pai- per il 10 luglio 1951. L'esecuzione però si meri sono invitati a presentarsi agli uffici protrasse, tra proroghe lecite ed arbitrarie, della Banca per lo smobilizzo della situa- — 2«8 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI zione debitoria. E soltanto in tale occasione È da aggiungere che la guardia di fi­ risulta che, in un solo anno lo scoperto ef­ nanza, nel corso delle indagini per contrab­ fettivo era passato da 7 milioni in gennaio bando di stupefacenti, già nel 1961 aveva a 44 milioni in maggio, a 72 milioni in giu­ denunciato lo Zizzo ed altri per violazioni gno, a 86 milioni in settembre per giun­ alle disposizioni nell'emissione di assegni gere alla punta massima di lire 100.821.545 bancari. il 17 dicembre. L'attività economica dello Zizzo denota Detto scoperto, anche se non rilevabile una notevole disponibilità di denaro, con­ a prima vista, perché la scheda del cliente fermata dalla relativa facilità con cui per­ era influenzata ad ogni fine giornata da un venne allo smobilizzo dell'ingente posizione versamento relativo al giro che serviva a debitoria nei confronti della banca. coprire assegni di pari importo negoziati Tale attività ha carattere imprendito­ su altra piazza a debito del conto e che per­ riale nel periodo 1958-1960 e finanziario nel venivano a Mazara il giorno successivo periodo 1960-1963: in entrambi i casi, però, quando era stato anticipato altro importo è accompagnata dall'esercizio di un evidente facente parte del giro, non avrebbe dovuto potere mafioso: è sufficiente porre a con­ sfuggire. fronto l'inesistenza di appalti stipulati dal Il sistema è infatti molto comune e per­ Palmeri nel 1953-1958 con gli otto appalti ciò noto ad ogni funzionario che abbia una conclusi nel periodo 1958-1961 e l'improv­ certa esperienza sicché difficilmente può viso mutamento del giudizio sulla solvibi­ ammettersi la buona fede anche da parte lità dello stesso. Le difficoltà burocratiche di un funzionario di normale diligenza ed non esistono per i due, che operano agevol­ accortezza: bastava prendere atto del­ mente l'uno al posto dell'altro. La loro im­ l'enorme aumento della scopertura in bre­ prontitudine è pari soltanto alla faciloneria vissimo tempo. con cui opera la pubblica amministrazione. — 269 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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6. - OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

Zizzo Salvatore, da Salemi, è un tipico I Anche la biografia dello Zizzo porta a esponente della delinquenza mafiosa. confermare che un'attività criminosa di I delitti in cui risulta implicato ricopro­ tale intensità, vastità e durata può reggersi no l'intero arco della sua esistenza, e vanno solo grazie alla sensazione di un'impunità dall'omicidio dei fratelli Perricone (1929- che si consegue attraverso consistenti pro­ 1932) al sequestro, uccisione e occultamen­ tezioni. Manifestazioni di tali collusioni sono to di cadavere del notaio Tommaso Triolo l'appoggio costantemente ricevuto presso (1948) e alla soppressione degli affiliati Pie­ alcuni esponenti amministrativi (fra i quali tro Cordio e Giuseppe Martino (1956-57); il professor Corrado De Rosa), la copertura da numerosi abigeati, alla distruzione me­ di cui, verosimilmente in relazione a quelle diante cariche esplosive all'attrezzatura alte protezioni, potè godere da parte di più meccanica della concorrente impresa G.E.M. che un ufficiale e comandante di stazione di Bruno Salvatore, al cospicuo traffico di dell'arma dei carabinieri, riuscendo così a stupefacenti, fino al racket degli appalti nei sottrarsi all'applicazione di misure di si­ paesi terremotati. Gran parte di queste at­ curezza; l'appoggio presso la Banca del Po­ tività delittuose egli le compie in sodalizio polo di Mazara, che gli consentì di portare con Palmeri Giuseppe, di Santa Ninfa, del­ in un solo anno lo scoperto da 7 a 100 mi­ la cui impresa di costruzioni è socio di lioni. Tali circostanze risultano chiaramen­ fatto e finanziatore. Con estrema disinvol­ te dai rapporti e informazioni delle auto­ tura e con assoluta iattanza egli passa rità riportati in relazione e consentono dall'uno all'altro campo dell'attività ma­ quindi di concludere che nello Zizzo va fiosa, non arrestandosi di fronte ad alcun riscontrato un tipico caso campione di at­ ostacolo, perseguendo con costante spre­ tività mafiosa strettamente compenetrata giudicatezza la realizzazione dei propri pro­ all'esercizio non regolare di una parte del grammi, che lo portano a compiere opera­ potere amministrativo, finanziario e poli­ zioni finanziarie di rilevante entità. tico. — 270 Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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ALLEGATO

ELENCO DEGLI APPALTI PER COSTRUZIONI STRADALI E DI BONIFICA AGGIUDICATI ALL'IMPRESA PALMERI GIUSEPPE DA SANTA NINFA.

A) Dall'amministrazione provinciale di Tra­ e) Sistemazione del Piazzale della Pro­ pani: vincia di Raganzili (finanziata dalla Regio­ ne). Anno 1958 - Importo lire 17.692.350. a) Trasformazione in rotabile della trat­ terà Giovenchi. Anno 1950 - Contratto Ribasso d'asta del 16,15 per cento. n. 1758 - Rep. 17 agosto 1957 - Importo: f) Manutenzione ordinaria della strada lire 12.333.300. provinciale di Santa Ninfa verso Castelve- I lavori vennero conferiti in base a lici­ trano, detta del Buturro. Anno 1958 - Con­ tazione privata del 16 agosto 1950. L'aggiu­ tratto n. 2953 del 27 maggio 1958 - Impor­ dicazione, fatta al Palmeri che aveva of­ to lire 3.761.389. ferto il maggior ribasso (16,10 per cento), Ribasso d'asta del 3,05 per cento senza superare il massimo previsto dalla scheda segreta dell'amministrazione, risul­ ta regolare. B) Da consorzi di bonifica I) Delia-Nivo- b) Manutenzione ordinaria della strada Ietti: provinciale del Belice. Anno 1952-53 - Con­ tratto 1938 - Rep. del 21 novembre 1952 - h) Costruzione della strada di bonifica Importo lire 1.716.300. n. 6 - dalla contrada Marroccìa alla contra­ L'aggiudicazione fu ottenuta offrendo il da Madonna Bona - (I tronco). Aggiudicato ribasso del 4,15 per cento, molto superiore il 25 gennaio 1958 - Rep. 31801 notaio Po- agli altri. Al termine dei lavori l'ammini­ lizzi - Importo lire 19.711.785 (compresa strazione realizzò un'ulteriore economia di variante). lire 229.715 (spesa sostenuta lire 1.486.550). Ribasso d'asta del 9,15 per cento. e) Manutenzione ordinaria della strada provinciale di Zangara. Anno 1952-53 - Con­ i) Costruzione della strada di bonifica tratto n. 2106 - Rep. del 16 dicembre 1953 - n. 6 (II tronco). Aggiudicato 13 agosto 1959 Importo lire 1.716.300. - Rep. 39671 notaio Polizzi - Importo lire Ribasso d'asta del 4,15 per cento. 26.595.000. Ribasso d'asta del 10 per cento. d) Manutenzione ordinaria della strada provinciale di Partanna. Anno 1952-53 - Ver­ 1) Costruzione strada di bonifica n. 8 bale di licitazione privata n. 1889 di rep. (Salemi-Fiume Grande-Castelvetrano). Ag­ del 25 luglio 1952 - Importo lire 1.144.200. giudicato 21 marzo 1959 - Rep. 37654, notaio II contratto non fu stipudato per il fal­ Giubilato - Importo lire 122.423.050 (com­ limento del Palmeri, sopravvenuto prima presa variante). dell'esecuzione di qualsiasi lavoro. Ribasso d'asta dell'1,75 per cento. CENNI BIOGRAFICI SU VINCENZO DI CARLO INDICE

1. - La mafia dell'agrigentino ... Pag. 273

2. - Vincenzo Di Carlo » 276

3. - I rapporti con le autorità di polizia » 279

4. - Considerazioni conclusive . » 285 — 273 — Atti Parlamentari Senato della Re-pubblica

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1. - LA MAFIA DELL'AGRIGENTINO

Se si volesse fare un paragone tra la finata: studia e progetta il delitto con una mafia dell'agrigentino e quella del palermi­ perfezione scientifica. I loro, si possono ve­ tano, si potrebbe dire che la prima è la ramente chiamare delitti perfetti. mafia « antica », la seconda è quella « mo­ « Tanto per citare un caso, vi posso rac­ derna ». Nell'agrigentino, infatti, i crimini contare di un tizio che voleva uccidere il di natura mafiosa sono concepiti ed attuati suo avversario di un'altra cosca. Egli si era in un clima tradizionale, in qualche modo fatto scoprire dall'avversario, il quale non legato ancora al feudo; nel palermitano le usciva più di casa. Si chiesero, allora, come organizzazioni mafiose si sono lasciate at­ avrebbero potuto fare per farlo uscire. Fat­ trarre da interessi più lucrosi e più attuali to sta che colui che voleva uccidere, parte, come lo sfruttamento delle aree fabbrica­ va al confine francese e si fa arrestare dai bili, il contrabbando dei tabacchi ed il traf­ gendarmi francesi, poiché per prima cosa fico di stupefacenti. spiana contro di loro la pistola. I giornali, Tuttavia, non è il caso di attenuare la naturalmente, pubblicarono immediatamen­ pericolosità della mafia agrigentina, né di te la notizia dell'arresto. A questo punto sminuire l'influenza che ha esercitato sul­ l'avversario disse al figlio: " Finalmente, l'intera provincia e sui singoli comuni. Anzi, per quattro o cinque mesi posso stare tran­ riferendosi alle condizioni ambientali gene­ quillo ". Esce la stessa sera di casa e il fra­ rali e tenendo presente non soltanto i pre­ tello dell'arrestato lo uccide. Questo è acca­ supposti che hanno consentito e favorito duto nel 1951 ». l'insorgere delle varie cosche, ma anche le In questo ambiente di mafia, che per modalità seguite nell'attuazione dei fatti cri­ ragioni contingenti non si è potuta piena­ minosi, si può ben dire che quella agrigen­ mente inserire nella realtà economica de­ tina è una forma di mafia tra le più perico­ gli anni 60, ha vissuto ed ha operato Vin­ lose che produce, indubbiamente, effetti as­ cenzo Di Carlo, elemento più autorevole del­ solutamente dirompenti nei conformi degli la mafia agrigentina, il mafioso che rac­ abitanti dei vari centri. chiudeva in sé l'astuzia dei più prestigiosi A tale proposito, il sostituto procura­ capi mafia e la mentalità evoluta di quelli tore generale presso la corte di appello di della nuova generazione. Palermo, dottor Luigi Fici, così si espresse Egli stesso era consapevole che gli abi­ nel corso della deposizione resa dinanzi alla Commissione di inchiesta il 15 gennaio 1964: tanti di Raffadali lo ritenevano « il capo « Certo si è che la delinquenza di Agrigento del paese », posizione che è riuscito a co­ e in particolare la mafia di Raffadali, Bi- struire mimetizzando accuratamente ogni vona, Ribera e Sciacca, è una forma di ma­ suo atto illecito e sfuggendo sempre ai ri­ fia quasi scientifica rispetto a quella del pa­ gori della giustizia. lermitano. Questa è volgare perché l'indi­ Il giudice istruttore presso il tribunale viduo non sta molto tempo a pensare per di Agrigento, nella sentenza di rinvio a giu­ sparare sulla pubblica strada, agisce d'im­ dizio emessa il 27 gennaio 1965, contro pulso, mentre quella dell'agrigentino è raf­ Di Carlo Vincenzo ed altre trenta persone,

18. — 274 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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così si esprime sulla situazione mafiosa di « Nasce Alfonso ed Alaimo Calogero Raffadali: hanno esaurientemente illustrato i metodi di sopraffazione adottati da alcuni fra gli « L'associazione criminosa sorse in Raf­ associati di maggior prestigio. fadali subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e fu organizzata dall'avvo­ « È opportuno ricordare che l'Alaimo cato Cuffaro Salvatore che scelse a suo "se­ non soltanto dovette versare, su imposi­ condo" Milia Gerlando. L'attività più lu­ zione del Galvano, lire 100.000 al Librici Santo, ma per fare cosa gradita agli altri crosa di essa consistette nella compraven­ dovette anche rinunziare ad una parte della dita di parte di quei feudi che i proprietari quota di terreno che aveva prescelto per sé erano propensi a vendere per sottrarsi alle al Salacio. leggi sulla riforma agraria. « Vessavano, inoltre, i terzi acquirenti « Non è che da tale attività traesse gua­ facendo e disfacendo le quote, segnandole dagni favolosi; tuttavia, considerato che fu di maggiore estensione dell'effettiva, impo­ espletata in una zona economicamente de­ nendo il silenzio a chi avesse reclamato il pressa e che molti appartenenti all'organiz­ proprio. zazione non avevano solida consistenza pa­ trimoniale, quegli spezzoni di terra o l'equi­ « Ad un certo momento il giro divenne valente in denaro che rimanevano agli orga­ così imponente e confuso che neanche i fa­ nizzati costituivano allora un cespite rag­ miliari degli organizzati avevano contezza guardevole. precisa delle loro spettanze. « Comprarono e rivendettero prima in « La moglie del Tuttolomondo, ad esem­ più riprese l'ex feudo Catta dei Pasciuta nel pio, dopo l'uccisione del marito andava in­ cui affare la figura di maggiore spicco fu formandosi con gli altri appartenenti alla Di Carlo Vincenzo che ne trasse l'utile cosca se per caso a costui spettassero an­ maggiore; contrattarono poi parte del Sa­ cora delle terre in qualche parte. lario ed infine il feudo Santagati di pro­ « Aveva, l'associazione, una organizzazio­ prietà dei Borsellino. ne centrale e capillare ed estendeva le sue « Gli inevitabili dissidi sulla divisione radici anche fuori dell'abitato di Raffadali: dei guadagni condussero alla maturazione ad Alessandria della Rocca, Favara, Bivona, di parecchi delitti. Siculiana. « Uomini di pochi scrupoli, dal passato « Vi erano dei capi e dei sottocapi che burrascoso, poco amanti del lavoro e tutta­ governavano o cogovernavano a secondo via assetati di denaro, non potevano che della loro personalità. trasformarsi in associati per delinquere. « La stella di prima grandezza fu l'av­ « Il feudo Catta condusse a morte Tutto- vocato Cuffaro Salvatore che ebbe il suo lomondo Stefano inteso "Giurlo", primo vice in Milia Gerlando. caduto nel solco delle rivalità; il Salacio « Alla morte di costui subentrò nella ca­ aprì la tomba di Milia Gerlando, il Santa­ rica Galvano Antonino mentre andavano ac­ gati a Tuttolomondo Antonino. quistando prestigio e considerazione Di « Adottavano il sistema del compromes­ Carlo Vincenzo, Librici Santo ed altri. so, versando ai venditori soltanto un ac­ « Si costellava di uomini decisi come conto di modeste entità; rivendevano quindi Tuttolomondo Antonino, bieco esecutore di a terzi che stipulavano poi direttamente con ordini, abile nel maneggio delle armi, im­ i proprietari e quindi dividevano i guadagni morale nella vita privata perché concubino o si attribuivano delle quote di terreno in­ incestuoso; di figure che tramano nell'om­ testandole di preferenza ai familiari. bra come Casa Giuseppe e Lattuca Salva- — 275 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI tore; di "sottili tessitori di inganni" come « Fra un delitto e l'altro essi soggioga­ Librici Santo e Bartolomeo Antonino, di rono i pavidi, intimidirono i laboriosi, mor­ spietati sicari, ansiosi di promozione, come tificarono la coscienza degli onesti. Scifo Giovanni ed Alongi Vincenzo, di in­ « Recitarono per anni la parte dei primi gordi affaristi come il Galvano Antonino, attori e calcarono la scena senza scrupoli, di furbi come il Di Carlo, di impudenti e mantenendo atteggiamenti provocatori, a cinici come Librici Luigi. volte vili a volte leoni a seconda del torna­ « Quando Iacono Giovanni rifiuterà di conto, senza che il rimorso o il pentimento commettere il richiesto omicidio in danno si siano mai affacciati alle loro coscienze. di Di Carlo Vincenzo, il Librici, senza per « Sfidarono la pubblica opinione com­ nulla scomporsi, risponderà con un "grazie mettendo i più atroci delitti in pieno centro lo stesso" come se gli fosse stato negato di abitato, sotto gli occhi di moltitudini, espo­ sorbire un caffé. nendo a pericolo gli innocenti ». — 276 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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2. - VINCENZO DI CARLO

Vincenzo Di Carlo è nato a Raffadali prietari terrieri con i quali venne a collu­ (Agrigento) il 5 luglio 1911 da Salvatore sioni più approfondite con il passare del e Concetta Baio. Pur essendo di famiglia tempo. relativamente agiata, ultimata la scuola ele­ La sua escalation nella vita pubblica mentare non ha più continuato gli studi continua e con delibera n. 127 adottata ed ha preferito coadiuvare il genitore nel l'8 luglio 1944 dagli amministratori comu­ suo lavoro di calzolaio fino all'età di 14 nali nominati dalle forze alleate e resa ese­ anni. Successivamente ha ripreso gli studi cutiva dalla prefettura di Agrigento il 21 ed ha conseguito il diploma di abilitazione luglio 1944, viene nominato membro del co­ magistrale ottenendo, per qualche anno, in­ mitato dell'ente comunale di assistenza del carichi di supplenza presso le scuole ele­ comune di Raffadali per il quadriennio mentari di Raffadali. Dopo qualche tempo 1944-1947. ha lasciato l'insegnamento per dedicarsi Per queste sue attività pubbliche, e per esclusivamente all'amministrazione dei beni altre cariche successivamente ricoperte, è patrimoniali posseduti dal genitore e consi­ stato in contatto con gli amministratori del stenti in piccoli appezzamenti di terreno. comune di Raffadali e con i sindaci succe­ Inoltre, sino al 1962, ha condotto in af­ dutisi alla direzione di quel comune dal fitto un appezzamento di terreno di 50 et­ dopoguerra in poi. tari, sito in contrada Grottamurata del co­ Nel 1946 si iscrive alla Democrazia cri­ mune di Sant'Angelo Muxaro, di proprietà stiana che gli affida la segreteria della se­ della famiglia D'Amico di Palermo, e su tale zione dal 1957 al dicembre 1963, anno in terreno ha immesso al pascolo 150 pecore cui viene destituito su deliberazione del co­ e 20 bovini di sua proprietà. mitato esecutivo. Dal 1928 al 1943 è stato iscritto al par­ Quanto alla sua adesione alle correnti tito fascista, partecipando attivamente alla formatesi in seno alla DC, sappiamo che vita pubblica quale vicecomandante della « il Di Carlo voleva mantenersi "in amici­ C.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) di zia" con i capi delle correnti stesse, senza Raffadali. per altro avere la possibilità di scegliere Negli ultimi anni del periodo fascista una linea definitiva, perché influenzato e le­ è stato impiegato all'ufficio annonario del gato a vari esponenti, in via specifica agli comune di Raffadali e, per incarico del se­ onorevoli Giuseppe La Loggia e Gaetano Di gretario federale del tempo, è stato anche Leo, di corrente diversa. In tale situazione dirigente dell'Ufficio provinciale statistico ebbe la prevalenza l'onorevole Di Leo, che economico dell'agricoltura in Raffadali. nella sua attività politica si servì del Di Dopo lo sbarco degli anglo-americani in Carlo. L'appoggio del Di Carlo al Di Leo Sicilia è stato nominato responsabile del­ fu imposto dai fratelli Librici, entrambi re­ l'ufficio per la requisizione dei cereali, atti­ sponsabili, poi, degli omicidi Galvano, Tut- vità che Io ha portato ad inserirsi — evi­ tolomondo, Tandoj e Damanti ». dentemente per favori accordati — negli Il 29 aprile 1950, il Di Carlo viene no­ ambienti mafiosi gravitanti intorno ai pro­ minato giudice conciliatore di Raffadali ed — 277 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI il 29 settembre 1963 gli viene revocato l'in­ sono stato incaricato della distribuzione carico dalla corte di appello di Palermo della refezione scolastica e mi sono sempre perché erano affiorati sospetti che egli fa­ adoperato per venire incontro alla povera cesse parte di una cosca mafiosa di Raf- gente ». fadali. Sposatosi nel 1947 con la maestra ele­ Si era infatti verificato che a seguito mentare Vincenza Lo Mascolo, si dedica della sentenza emessa nel marzo del 1963 per un breve periodo all'insegnamento, atti­ dalla sezione istruttoria della corte di ap­ vità che — come si è detto — abbandona pello di Palermo, relativa al proscioglimen­ molto presto per dedicarsi alla cura di in­ to con formula liberatoria del professor teressi patrimoniali. Mario La Loggia, della signora Leila Motta, Questo brusco passaggio ad una occu­ vedova Tandoj, di Calacione Salvatore e di pazione in apparenza a lui poco congeniale Pirrera Antonino, denunziati per gli omi­ suscita una certa perplessità: in effetti nel cidi del commissario di pubblica sicurezza 1947, a seguito della morte del padre, ha Cataldo Tandoj e dello studente Antonino ereditato, con altri due fratelli, una quota Damanti, avvenuti in Agrigento il 30 marzo di beni. È possibile che abbia perciò pre­ 1960, la procura generale della Repubblica ferito abbandonare l'attività didattica per di Palermo affidava al sostituto procuratore seguire personalmente i lavori agricoli, ma generale, dottor Fici, l'incarico di svolgere si è portati a scartare questa ipotesi poiché ulteriori indagini istruttorie in merito ai le proprietà ereditate dal genitore non era­ suddetti delitti. no tali da assorbire interamente ogni atti­ Durante tali indagini emergevano re­ vità del Di Carlo. sponsabilità a carico del Di Carlo che poco Egli, viceversa, ha evidentemente già dopo veniva incriminato e tratto in arresto. programmato il proprio modo di vita e, Per quanto riguarda la sua attività di piuttosto che continuare nell'insegnamento, conciliatore, il suo modo di amministrare ritiene più opportuno, più facile e più re­ la giustizia è sintetizzato dalle dichiarazioni munerativo costituirsi una proprietà ter­ rilasciate al sostituto procuratore generale riera che richiede una spesa molto "mo­ dottor Fici dall'onorevole Salvatore Di Bene­ dica" poiché, attraverso i mezzi tipici usati detto, deputato comunista al Parlamento dai mafiosi, si poteva in fin dei conti ridurre nazionale e sindaco di Raffadali: « ...Circa ad una serie di estorsioni, con il ricorso — la sua attività di conciliatore poco posso se necessario — anche alla violenza, a dan­ dire, poiché per lungo tempo la concilia­ no degli originari e legittimi proprietari zione non ebbe regolare funzionamento, dei terreni dei quali il Di Carlo ed altri forse anche perché i locali, per qualche con lui sono poi divenuti proprietari. tempo, erano in riparazione. Venne in se­ guito sollecitato dal pretore di Agrigento Nel processo celebrato dalla corte di as­ a procedere al disbrigo degli affari; ritengo sise di Lecce è stato chiaramente eviden­ però che egli non abbia scritto molte sen­ ziato che Vincenzo Di Carlo « ...da tali com­ tenze, perché preferisce conciliare le ver­ pravendite, il cui presupposto fu costituito tenze seguendo un sistema paternalistico sempre da un'estorsione e sovente anche per il quale ha molta attitudine ». da altri illeciti penali (soprattutto, la vio­ Viene sottolineata, in quest'ultima affer­ lenza privata), trasse, con altrui danno, de­ mazione, la figura dei bonus pater familias gli ingenti utili. Si è scritto, infatti, che, alla quale il Di Carlo mostra di essersi ispi­ dalla prima delle compravendite, cioè da rato. Del resto, egli stesso si premura di quella organizzata da Stefano Tuttolomon- mettere in luce quest'aspetto del suo ca­ do, conseguiva — come sua quota di pro­ rattere dichiarando: « ...È vero che mi chia­ fitto — l'assegnazione di 20 ettari di ter­ mano "il capo del paese", perché io ho fatto reno. Occorre, ora, aggiungere che non si sempre del bene a tutti e per diversi anni disfece né di tali 20 ettari, né degli appez- — 278 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI zamenti costituenti la quota assegnatagli in dali, esteso 50 are, e di un fabbricato sito occasione delle compravendite concernenti nello stesso paese. il Salacio e gli altri lotti del defunto Catta. Non è però agevole riferire come egli Nonostante che dall'estratto storico cata­ abbia svolto l'attività di agricoltore, ne è stale esibito dai suoi difensori non risulti possibile indicare con quale amore egli si a lui intestata alcuna delle suddette quote, sia dedicato al lavoro. È sintomatico il giu­ ma solo la proprietà di circa 8 ettari di dizio che in proposito danno i carabinieri estensione di ben diversa provenienza, e seb­ di Raffadali in una scheda informativa nella bene dai dati forniti dall'ufficio tecnico era­ quale ad un certo punto sì legge: « Non ha riale di Agrigento risultino intestate alla di svolto né svolge attività lavorativa di sorta, lui moglie soli 5 ettari dell'ex feudo Catta, ma si è dedicato e si dedica tuttora alla deve ritenersi accertato che conservò il pos­ cura dei propri interessi, dirigendo la sua sesso delle quote di terreni assegnategli azienda agricola. Egli, infatti, spesso si reca dalla consorteria e che provvide simulta­ in campagna, ma solo ajlo scopo di impar­ neamente ad intestarle ad altri ». tire disposizioni agli operai circa i lavori da eseguire ». Il Di Carlo, quindi, legittimamente o no, Correlativamente il Di Carlo svolge an­ diviene proprietario di 15 ettari di terreno che un'attività di commerciante di bestia­ nella contrada Catta di Agrigento e Mizzaro me, attività che strumentalizza per giustifi­ di Sant'Angelo Muxaro, coltivati a seminati­ care la richiesta del porto d'armi. vo e mandorleto; un fabbricato nella salita Il questore di Agrigento, infatti, gli con­ Sant'Antonio di Raffadali tuttora abitato cede ininterrottamente e fino al 1963, la li­ dalla moglie; è inoltre allevatore di bestia­ cenza di porto di pistola automatica per me — 150 pecore e 20 capi di bovini — che difesa personale, avendo il Di Carlo neces­ detiene nel fondo Catta; dall'agosto 1962 ha sità di portare con sé rilevanti somme di anche condotto in fitto un appezzamento di denaro, a volte anche di notte, per effet­ 50 ettari di terreno in contrada Grottamu- tuare la compravendita del bestiame ed il rata del comune di Sant'Angelo Muxaro. La pagamento degli operai. moglie è comproprietaria, con la sorella, di Aggiungiamo che egli era già in possesso un terreno in contrada Vanchitello di Raffa­ di porto di fucile per uso caccia. — 279 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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3. - I RAPPORTI CON LE AUTORITÀ DI POLIZIA

Tuttavia, la facciata di onorabilità da vità di mafioso, facendo così imperare con tanto tempo ostentata dal Di Carlo comin­ arte il suo potere ». cia a presentare le prime crepe nel 1961. In un rapporto del 10 marzo 1961, la Infatti, il 14 febbraio di quell'anno, il co­ compagnia esterna dei carabinieri di Agri­ mandante della stazione dei carabinieri di gento, forse sulla scorta del rapporto della Raffadali, riferendo ai comandi superiori stazione di Raffadali, non esita a definire il sulle condizioni locali della pubblica sicu­ Di Carlo come il capomafia del luogo ed a rezza, così si esprime: « Vincenzo Di Carlo questo punto sarebbe legittimo ritenere che fu Salvatore e di Baio Concetta, ...risulta di anche negli atti successivi venisse confer­ buona condotta morale, civile e politica, im­ mata al medesimo Di Carlo la patente di mune da precedenti e pendenze penali agli mafioso. Viceversa, contrariamente ad ogni atti di questo ufficio. ...Il Di Carlo è il capo logica aspettativa, negli atti successivi, e della mafia locale, che si compone di otto specie in quelli riguardanti la situazione po­ elementi del luogo; quasi tutti sono pre­ litica di Raffadali, egli viene descritto come giudicati per delitti contro il patrimonio una persona onesta ed immune da qualsiasi e contro la persona. Questi ultimi, come lo precedente a suo carico; nessun cenno vie­ stesso Di Carlo, militano tutti nelle fine del­ ne fatto all'attività mafiosa ed alle sue ami­ la DC, e sotto la protezione del manto poli­ cizie con pregiudicati del posto. tico operano in silenzio, come del resto è Il Di Carlo chiede di anno in anno il costume della mafia, e con la massima rinnovo delle autorizzazioni di polizia per il tranquillità. porto di pistola e di fucile e nemmeno in « In Raffadali, il Di Carlo spesso viene questa circostanza si parla di lui come ele­ notato in compagnia dei suoi gregari, con mento mafioso e lo si lascia andare in giro i quali non esita di compiere passeggiate con fucile o pistola. e con cui non mancano di tanto in tanto le riunioni che hanno luogo in campagna. La rispettabilità del maestro Vincenzo « Si reputa opportuno riferire che la ma­ Di Carlo non subisce altri attentati fino fia di Raffadali ha sempre operato ed opera al 6 giugno 1962, epoca in cui il questore in combutta con quella di Agrigento e de­ di Agrigento richiede agli uffici di pubblica gli altri comuni viciniori, agendo con la sicurezza ed ai comandi dell'Arma dei ca­ capacità di non dare mai luogo a lagnanze rabinieri un elenco di persone « di cui si gra­ di sorta da parte di chicchessia. dirà conoscere complete generalità e reca­ « Il ripetuto Di Carlo, in paese, gode pito, che possano essere raggruppati nelle stima e viene reputato una persona seria seguenti categorie »; al n. 8 dell'elenco re­ ed assennata. Egli infatti riscuote molte lativo alle specificità criminose figura la considerazioni ed esercita specie sui suoi voce « mafiosi ». Il Di Carlo viene compreso gregari molta ascendenza. nell'elenco e definito appunto mafioso dal « Il suddetto in società agisce con molta comandante della stazione di Raffadali che, diplomazia, conservando la capacità di non però, dopo qualche mese, inoltra alla que­ far mai trapelare minimamente la sua atti­ stura la richiesta di rinnovo di porto di — 280 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI fucile con una lettera di accompagnamento pur risultando immune da precedenti e pen­ nella quale esprime parere favorevole. denze penali, è diffamato dalla voce pub­ Le discordanze tra il contenuto dell'elen­ blica come elemento appartenente alla ma­ co richiesto dalla questura e la lettera di fia. Anzi, è indicato come il capo della accompagnamento dell'istanza del Di Carlo mafia di Raffadali. Risulta che lo stesso Di vengono però rilevate dal questore di Agri­ Carlo ami farsi notare in compagnia di per­ gento il quale interessa il comando della sone malfamate ed atteggiarsi a "persona compagnia esterna dei carabinieri di Agri­ di rispetto". Si ritiene che questo suo com­ gento con la seguente missiva del 30 otto­ portamento e la sua reputazione di mafioso bre 1962: « Codesto comando, con nota siano due fattori in contrasto con l'ufficio n. 13/25 del 10 giugno u.s. ha segnalato di giudice conciliatore che il Di Carlo rico­ alla locale questura il nominato Vincenzo pre. Pertanto lo segnalo alla S. V. Ill.ma Di Carlo, siccome "mafioso", imperante nel­ perché, ove lo ritenga opportuno, voglia la zona. revocare la carica che lo stesso in atto rico­ « La stessa stazione, il 27 agosto suc­ pre di giudice conciliatore ». cessivo, ha trasmesso, con parere, l'istanza Alla nota del questore, se ne aggiunge del Di Carlo, tendente ad ottenere il rin­ un'altra del 29 marzo 1963, firmata dal pre­ novo della licenza di porto di fucile da sidente del tribunale di Agrigento, dottor caccia. Di Giovanna, diretta al presidente della « Allo scopo di esaminare la reale posi­ corte di appello di Palermo: « ...Dalle riser­ zione del Di Carlo, prima di decidere in vate accurate indagini svolte dal comando merito alla revoca dell'autorizzazione e di della compagnia esterna dei carabinieri di comminare la diffida ai sensi dell'articolo 1 questa città, da me all'uopo interessato, è della legge 27 dicembre 1956, prego volermi risultato che il nominato in oggetto (Di fornire dettagliate informazioni sull'attuale Carlo) è ritenuto dalla voce pubblica quale condotta ed attività dello stesso Di Carlo capo della mafia di Raffadali. In considera­ e sulle condizioni economiche sue e dei suoi zione delle predette informazioni, che con­ familiari, specificando le eventuali proprie­ fermano la segnalazione fatta dalla que­ tà, la data ed i modi di acquisto di esse ». stura di questa città sul conto del Di Carlo, I comandi dell'Arma confermano che il e tenuto conto altresì che tale cattiva repu­ Di Carlo è indicato dalla voce pubblica di tazione dello stesso è in contrasto con la Raffadali come il capomafia, anche se nes­ carica di conciliatore di Raffadali, da lui sun concreto elemento era stato possibile in atto ricoperta, propongo che egli sia da acquisire per suffragare la sua appartenenza essa rimosso ». alla mafia. All'inizio del 1963 viene però egualmente Ma il presidente della corte di appello e molto opportunamente emessa ordinanza di Palermo è di diverso avviso: « ...Le noti­ di revoca dell'autorizzazione per il porto di zie sopra fornite dalla polizia si fondano fucile « considerato che in sede di revisione su informazioni raccolte dalla voce pub­ per le pratiche di porto d'armi è risultato blica e non su concreti dati di fatto. Prego che Vincenzo Di Carlo non ha i requisiti pertanto la S. V. (dottor Di Giovanna) di richiesti per ottenere tale autorizzazione ». disporre accuratamente indagini al fine di È questo il primo provvedimento con­ raccogliere elementi concreti che consen­ creto. Una volta avviato, il meccanismo che tano di stabilire senza alcun dubbio l'appar­ porterà alla demolizione della figura di one­ tenenza del Di Carlo ad organizzazioni ma­ sto uomo che si è costruita il Di Carlo non fiose... ». può più essere fermato. Si intensifica la ricerca delle prove. Essa È del 24 gennaio 1963 una lettera riser­ è comunque vana « perché nel comune di vata del questore Guarino al presidente del Raffadali regna la più assoluta omertà e tribunale di Agrigento: « Vincenzo Di Carlo, non esistono persone disposte a fornire no- — 281 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI tizie al riguardo, per timore di rappre­ si serve della macchina del Di Carlo e rila­ saglie ». scia in pagamento della benzina prelevata È di estremo interesse lo stralcio di una presso i distributori locali buoni a firma del nota inviata dal questore Guarino al presi­ Di Carlo, ed è quindi chiaro che egli è auto­ dente del tribunale di Agrigento: « ...Nel rizzato a firmare per conto di Di Carlo confermare le informazioni fornite sul con­ stesso... ». to del nominato Di Carlo Vincenzo, aggiun­ Salvatore Guarino (questore di Agri­ go che i dati precisi sull'attività delittuosa gento): « L'attuale conciliatore di Raffadali, del sopra detto possono essere forniti dal Di Carlo Vincenzo, è notoriamente un espo­ sostituto procuratore generale, dottor Fici, nente della mafia di Raffadali. Egli fa parte che in atto, coadiuvato da quest'ufficio, si di tale criminosa organizzazione da più di occupa di alcuni gravi reati verificatisi in un decennio ed è mio convincimento che passato in Raffadali e connessi con una va­ egli è implicato o comunque a conoscenza sta associazione per delinquere ». degli autori della maggior parte dei gravi Siamo ormai al mese di settembre. Il delitti che sono stati commessi in quel ter­ presidente della corte di appello di Paler­ ritorio. Nel corso delle indagini per la sco­ mo invia il consigliere dottor Antonino perta dell'omicidio del commissario Tandoj, Mauro in loco perché compia in via riser­ che in atto vengono condotte dal dottor vata accurate indagini onde stabilire « se la Fici, sostituto procuratore generale, sono permanenza del signor Di Carlo Vincenzo emersi a carico del Di Carlo gravissimi ele­ nelle attuali sue funzioni di conciliatore del menti che danno la prova della sua appar­ comune di Raffadali sia pregiudizievole per tenenza alla mafia di Raffadali. l'amministrazione della giustizia ». « ...Appena ho avuto elementi concreti... Il rapporto del dottor Mauro è detta­ ho subito revocato il porto d'armi rilascia­ gliato e non lascia adito e dubbi. Riportia­ togli a suo tempo. Egli successivamente ri­ mo alcuni brani delle testimonianze più si­ ferì al dottor Fici di aver subito un agguato gnificative. dal quale era miracolosamente scampato. Onorevole Salvatore Di Benedetto: « So­ no sindaco di Raffadali da sette anni e posso « Il dottor Fici mi ha suggerito di rila­ affermare che l'attuale conciliatore, signor sciargli, per difesa personale, il porto di Di Carlo Vincenzo, è dall'opinione pubblica armi. Gli è stato rilasciato il porto di pi­ ritenuto uno dei maggiori esponenti della stola, anche perché egli non si insospettisse mafia locale... È solito frequentare elementi delle indagini che stiamo svolgendo a suo eterogenei sui quali si appunta l'attenzione carico, per cui egli viene costantemente vi­ dell'opinione pubblica. È amico dell'ex co­ gilato dalle forze di polizia e dai carabinieri. mandante delle guardie campestri, il quale, Comunque assicuro la S. V. che il Di Carlo, è notorio, è stato sottoposto a procedimenti al più presto, verrà denunziato certamente penali, per cui si è reso latitante. Non mi per associazione per delinquere e, se risul­ risultano doglianze circa le decisioni da lui teranno positivi gli accertamenti in corso, emesse nell'esercizio delle funzioni di con­ per correità in diversi omicidi ». ciliatore; però, data la sua personalità, è Interrogato dal dottor Mauro, che gli ovvio che i giudizi su di lui sono circon­ contesta le accuse a lui mosse da questura dati da molta prudenza ». e carabinieri, il Di Carlo traccia una sua Domenico Torrente (maresciallo coman­ linea difensiva e rilascia la deposizione che dante la stazione carabinieri di Raffadali): in gran parte riportiamo: « Quanto mi si « L'attuale conciliatore Vincenzo Di Carlo addebita non risponde al vero, poiché du­ è in Raffadali unanimemente ritenuto capo rante la mia vita ho fatto sempre il mio della mafia locale. dovere. Non è vero altresì che io faccia par­ « ...Egli è molto amico di Vincenzo Ra­ te di sodalizi criminosi. Anzi, aggiungo di gusa e la loro intimità è tale che il Ragusa essere una vittima della malavita locale. — 282 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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« ...È vero che ho frequenza con Ragusa rato il porto di fucile che mi veniva con­ Vincenzo, ma mi servo di lui quale autista, cesso ininterrottamente da ben trent'anni. per cui l'ho autorizzato a rilasciare dei « ...Contemporaneamente venni a cono­ buoni a mio nome per prelevare benzina. scenza che lo stesso questore mi aveva pro­ Egli è mio amico e gode la mia fiducia. posto per la revoca del mandato di giudice « So che il Ragusa è stato processato, ma conciliatore. In seguito a ciò ritenni oppor­ è stato prosciolto. Se egli fosse delinquente tuno presentarmi al predetto questore onde non sarebbe mio amico e non avrebbe la avere spiegazioni del perché venivo trattato mia fiducia. come una persona di malaffare e feci pre­ « ...È vero che otto mesi addietro mi è sente che ero stato sempre a disposizione stata ritirata la licenza di porto di fucile, della polizia giudiziaria e degli organi di però trattasi di un provvedimento ingiu­ polizia con i quali avevo in diverse occa­ sto ». sioni collaborato. « Il Guarino mi fece presente che non A maggior sostegno della propria difesa, ero degno di avere il porto d'armi e la ca­ il Di Carlo giunge nel vivo di quelli che po­ rica di conciliatore, perché mi affiancavo tremmo definire « i suoi rapporti con la alla mafia di Raffadali, e che era disposto a forza pubblica »: modificare quanto aveva fatto a mio danno « ...Esibisco alla S. V. un documento rila­ purché io avessi collaborato nella scoperta sciatomi da un brigadiere della squadra di degli autori del delitto Tandoj. La forma polizia giudiziaria dei carabinieri di Agri­ di ricatto mi indispose in tal modo, per cui gento dal quale risulta che io sono un col­ non ritenni accordare fiducia ad un funzio­ laboratore della giustizia. [In esso è dichia­ nario che avevo conosciuto per la prima rato: il professor Di Carlo Vincenzo, latore volta e che escogitava simili mezzi per rag­ della presente (tessera) si sposta da un co­ giungere uno scopo con un galantuomo, per mune all'altro di questa provincia per inca­ cui gli risposi che non avevo nulla da rife­ rico dello scrivente. Pertanto, i comandi rirgli in ordine al caso Tandoj e che non dell'Arma sono pregati di tenerlo, sempre intendevo collaborare. nei limiti della legalità, in considerazione, « In seguito a ciò, per mio conto, mi significando che la sua opera tende ad age­ sono messo ad indagare sul delitto Tandoj volare indagini della polizia giudiziaria]. allo scopo di collaborare con la giustizia, Anche prima del 1961 ho collaborato con il riservandomi di riferire a quei funzionari brigadiere Concilio, comandante della squa­ della polizia giudiziaria con i quali già altre dra di polizia giudiziaria dei carabinieri. volte avevo collaborato, che fecero uso così In quella occasione è stato eseguito un bril­ discreto delle mie notizie da non procurar­ lante servizio contro la "banda del gobbo". mi alcun fastidio, dato il difficile ambiente « ...È bene che si sappia che anche Ra­ di Raffadali e di altri comuni limitrofi. gusa è un collaboratore della giustizia e in « Fu così che venni a contatto, come già atto io e lui siamo impegnati nella sco­ altre volte, con il brigadiere Angelo Con­ perta dell'autore di una rapina in Licata ed cilio e Domenico Giordano ed in un secon­ è stato identificato il responsabile ». do tempo, anche col brigadiere Antonio Barletta, ai quali riferii tutte le notizie che L'attività di confidente della forza pub­ andavo raccogliendo e dai quali prendevo blica merita un ulteriore approfondimento. consigli in merito ad altri elementi da ri­ Scrive il Di Carlo in un'istanza al presi­ cercare. dente della corte d'appello di Palermo del « Fui avvicinato anche da qualche sot­ 30 settembre 1963: tufficiale e agente della pubblica sicurezza, « ...Aggiungo che i miei guai ebbero ini­ ma con loro mi mantenni sempre riservato zio il giorno in cui, giunto in Agrigento il e addirittura facevo capire che indagavo su questore Salvatore Guarino, mi venne riti­ altre piste dato che essi seguivano tutti i — 283 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI miei movimenti. In tutta la mia indagine rino il quale vedeva di cattivo occhio il Di fui strettamente collaborato dal mio amico Carlo. e mio autista Ragusa Vincenzo. « ...Il dottor Guarino voleva che io arre­ « Quando le indagini furono secondo me stassi immediatamente il Di Carlo... abbastanza complete, per consiglio degli « La figura del Di Carlo diede origine a stessi sottufficiali, mi presentai all'illustris­ malcontenti e dissapori in seno alla que- simo signor sostituto procuratore generale tura perché lui, ripeto, aveva preferito col­ dottor Luigi Fici, che conduceva in Agri­ laborare con i carabinieri... ». gento le indagini sul caso Tandoj ed a lui Completiamo l'argomento con le dichia­ resi un'ampia dettagliata dichiarazione, sot­ razioni del capitano dei carabinieri, coman­ toscrivendola, spiegando fra l'altro anche i dante della compagnia interna di Agrigento: motivi di qualche mio avvicinamento con persona appartenente alla mafia di Raf- « Conosco il Di Carlo perché, appena fadali. assunto il comando della compagnia, egli, spontaneamente, si mise a mia disposizione « ...Quanto sopra riferito, può essere am­ dicendo che era disposto a collaborare in piamente confermato dalle persone che ho servizi di polizia giudiziaria. citato ed in particolare dal dottor Luigi « Essendo egli una figura molto ambigua Fici, che conosce dettagliatamente tutto lo e ritenuta da tutti come appartenente alla svolgimento dei fatti... ». mafia, ho declinato la sua offerta. Circa il Ed ecco quanto riferì in proposito il documento a lui rilasciato dal brigadiere dottor Fici nel corso della deposizione resa Giordano, nulla posso dire. Però qualche alla Commissione di inchiesta il 15 gennaio volta è accaduto che a qualche confidente 1964: si siano rilasciati documenti del genere, sia per dare loro la sensazione di essere ele­ « ...In effetti, il Di Carlo era fin dal 1958 menti utili ed indurli in tal modo ad agevo­ confidente dei carabinieri. Ognuno natural­ lare i servizi e fornire notizie e sia anche mente ha le sue preferenze e il Di Carlo perché, trattandosi di solito di persone poco preferiva l'Arma dei carabinieri. Quando ad raccomandabili, in tal modo è più facile Agrigento arrivò come questore il dottor controllare i loro spostamenti e la loro at­ Guarino, che è un tipo piuttosto energico tività ». ed aveva in mente di debellare la mafia, convocò nel suo ufficio il Di Carlo e la Tralasciando ogni commento sulla neces­ prima cosa che gli contestò fu il fatto che sità e sulla opportunità del rilascio di un egli era a conoscenza che il Di Carlo era simile documento al Di Carlo, riportiamo confidente dei carabinieri e non della que­ le conclusioni raggiunte dal dottor Mauro stura. al termine dei suoi accertamenti. Tale ma­ gistrato così conclude il rapporto inviato « Quindi gli disse: "Tu devi venire nelle al presidente della corte di appello di Pa­ mie file, eccetera altrimenti ti levo il porto lermo: « Pertanto, aderendo al pensiero di d'armi, altrimenti ti levo i privilegi che hai S. E. il prefetto di Agrigento, a seguito delle (e non ricordo quali fossero) e do cattive risultanze degli accertamenti da me eseguiti, informazioni per farti revocare dal posto propongo che il Di Carlo venga esonerato di giudice conciliatore a Raffadali"... Il Di al più presto, e, per ovvie ragioni di oppor­ Carlo gli disse apertamente: "Dato che lei tunità, prima ancora che contro di lui venga mi tratta in questo modo e minaccia di to­ sporta denuncia per i reati di cui sopra e gliermi il porto d'armi e di fornire cattive che a suo carico venga eventualmente emes­ informazioni sul mio conto al primo pre­ so mandato di cattura ». sidente, le dico chiaramente che non colla­ Di conseguenza, in data 28 settembre borerò né ora né mai". Naturalmente, que­ 1963, il presidente della corte di appello sto atto di sfida suscitò rancore nel Gua­ di Palermo emana un decreto con il quale — 284 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI lo esonera dall'ufficio di giudice concilia­ per malattia, essendo stato egli revocato tore. dall'ufficio con provvedimento del 28 set­ Il Di Carlo tenta di opporre una certa tembre 1963, di seguito a regolare in­ reazione al paventato esonero, adducendo chiesta ». argomentazioni che non si riferiscono diret­ In data 23 ottobre 1963 il decreto di tamente ai fatti addebitatigli. Forse, allo revoca viene notificato ed il provvedimento scopo di salvare il proprio decoro o, nel­ diviene così esecutivo. l'intento di intorbidire le acque, in data La situazione ben presto precipita e 30 settembre 1963 — prima ancora che gli dopo appena tre giorni, cioè il 26 ottobre venisse notificato il decreto di destituzio­ del 1963, il giudice istruttore del tribu­ ne — il Di Carlo invia al presidente della nale di Agrigento emette mandato di cat­ corte di appello di Palermo una domanda tura nei confronti del Di Carlo che in pari che per alcuni versi diventa una supplica, data viene tratto in arresto mentre si tro­ della quale riportiamo i passi più signifi­ vava a Palermo. cativi: « Tutte le mortificazioni che ho su­ Rinviato a giudizio dalla corte di assise bito, nonostante la mia rettitudine, hanno di Lecce, interessata per legittima suspi­ determinato in me uno stato d'animo par­ cione, con sentenza del 23 luglio 1968 viene ticolare, per cui mi sono ammalato di esau­ condannato: rimento nervoso, anche perché, nel corso — all'ergastolo per gli omicidi in per­ della mia collaborazione non ho rispar­ sona di Antonino Tuttolomondo e Antonino miato energie fisiche trascurando il riposo Galvano, avvenuti rispettivamente il 14 mar­ anche notturno, per diversi giorni consecu­ zo 1958 e il 21 gennaio 1959, in territorio tivi, pur di vedere trionfare la giustizia, per di Caltanissetta il primo e in Raffadali il la qual cosa ora mi trovo in uno stato di secondo; non poter reggere l'ufficio di conciliazione di Raffadali e pertanto chiedo a V. E. di — all'ergastolo per gli omicidi in per­ volermi concedere una aspettativa di sei sona del commissario di pubblica sicurezza mesi in attesa che possa rimettermi com­ Cataldo Tandoj e dello studente Antonino pletamente in salute ed in piena tranquil­ Damanti, avvenuti in Agrigento la sera del lità. Nel mentre la conciliazione di Raffa­ 30 marzo 1960; dali potrà essere retta dal viceconciliatore — alla pena di 6 anni e otto mesi, per in carica ingegner Di Benedetto Vincenzo. associazione per delinquere, a pene acces­ « Ciò permetterà anche alla giustizia di sorie ed al risarcimento dei danni causati far con piena luce e tranquillità tutte le in­ alle parti lese. chieste necessarie che riterrà opportuno a La sentenza di Lecce non è però pas­ mio carico perché sono certo che la mia sata in giudicato perché è stata appellata integrità morale non sarà minimamente sia dal pubblico ministero che dagli impu­ scalfita, e la mia figura di galantuomo trion­ tati: il processo di secondo grado è in cor­ ferà contro le accuse calunniose che fra so di svolgimento dinanzi a quella corte di l'altro trovano un sottofondo politico, stan­ assise di appello. A voler considerare le te la mia carica di segretario della DC del pesanti condanne inflitte al Di Carlo in re­ comune di Raffadali ». lazione ai reati di cui gli è stato fatto ca­ Contrariamente al dichiarato desiderio rico, si può ritenere che anche il giudizio del Di Carlo e secondo una logica previ­ di secondo grado sarà per lui estremamente sione, l'alto magistrato non accoglie la « sup­ duro, mentre per la parte sana dei raffa- plica » ed in data 1° ottobre 1963 scrive al dalesi non potrà che significare la giusta presidente del tribunale di Agrigento — con condanna di un mafioso che per diventare incarico di darne comunicazione al Di Carlo « il capo del paese » ha percorso per tanti — che « non è possibile accogliere la di lui anni una strada costellata di gravissimi istanza di sei mesi di congedo (aspettativa) delitti. — 285 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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4. - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Rimane davvero inspiegabile come Vin­ allontanato dal suo ambiente naturale, non cenzo Di Carlo sia riuscito a commettere avrebbe potuto partecipare direttamente al­ tanti crimini, occupando nel contempo la l'organizzazione dei delitti che hanno fune­ carica di conciliatore, di segretario della stato Raffadali e la stessa Agrigento per DC di Raffadali ed esplicando, così, anche oltre dieci anni. Se poi i carabinieri di Raf­ delicate attività pubbliche oltre che private, fadali hanno ritenuto logico esaurire il loro senza che nessuno abbia avuto modo di con­ compito nell'indicare, in alcuni loro referti, trastare il suo cammino. il Di Carlo come mafioso sul cui conto non Vero è che il Di Carlo è nato ed ha era possibile raccogliere elementi di colpe­ vissuto in un centro dove la mafia impe­ volezza, vuol dire che non hanno operato rava da tempo; ma è anche vero che per con l'arguzia e la costanza che sono nelle inserirsi nella vita pubblica sono necessari tradizioni della loro istituzione. dei requisiti accertati da parte di organi I sottufficiali della squadra di polizia dello Stato, di organi tutori, e si potrebbe giudiziaria di Agrigento, poco accorti e pru­ dire anche dagli stessi cittadini interessati. denti per avere rilasciato un « attestato di Ora, se si eccettuano questi ultimi (per­ servizio » al Di Carlo come loro confidente, ché destinatari e contemporaneamente vit­ hanno a dir poco peccato di ingenuità: time delle azioni del Di Carlo), gli altri or­ avrebbero, infatti, dovuto sapere o almeno gani come hanno influito sulla sua escala­ immaginare che un mafioso non può che tion sociale ? Quale è stato il loro compor­ essere un confidente interessato, disposto tamento nei suoi confronti ? sempre a riferire elementi di accusa riguar­ Certo, non è facile rispondere a questi danti i propri avversari, ma mai disponi­ interrogativi e le risposte che si possono bile a parlare di fatti e circostanze riguar­ dare sono diverse; ma non si può non rile­ danti la cosca alla quale appartiene. vare che a Raffadali e ad Agrigento tante I fatti, poi, hanno dimostrato come il cose non sono andate per il giusto verso, Di Carlo ha usato e strumentalizzato la favorendo, di conseguenza, il progredire « collaborazione data alla giustizia ». delle varie cosche mafiose. Se i carabinieri sono stati poco accorti, Basta considerare che Vincenzo Di la questura non è stata certamente più pru­ Carlo, conosciuto dai carabinieri del suo dente, almeno fino al 1963. paese come elemento di rilievo della com­ Nessuno — da quanto risulta dalla do­ pagine mafiosa, viene dagli stessi lasciato cumentazione acquisita dalla Commissione circolare tranquillamente con pistola e fu­ — si è interessato al Di Carlo come mafioso cile da caccia, mentre sarebbe stata quanto fino a quando non è stato destinato alla mai opportuna una più continua e profonda questura di Agrigento il dottor Guarino. Gli vigilanza allo scopo di raccogliere concreti altri funzionari erano pervenuti alle stesse elementi per procedere ad una denuncia o, conclusioni dei carabinieri o avevano ac­ in mancanza di prove, ad una proposta di cettato i loro referti, pur avendo la pos­ sorveglianza speciale in un comune lontano sibilità di approfondire ogni accertamento dall'isola. Certo, se a suo tempo fosse stato tramite personale che ben conosceva Tarn- — 286 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

V LEGISLATURA — DOCUMENTI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI biente manoso di Raffadali che, tra l'altro, dere la bocca a costoro, soccorrendoli nelle per molti versi, si sovrapponeva a quello spese, e di chiudere quella del Tandoj, sop­ agrigentino. primendolo ». Evidentemente, le collusioni e gli inte­ ressi del Di Carlo e degli altri mafiosi rag­ È quindi evidente che anche la questura giungevano facilmente uffici e funzionari di Agrigento, evitando di intervenire come particolarmente sensibili a sollecitazioni e avrebbe dovuto, ha indirettamente favorito premure dei gruppi di mafia. la progressione mafiosa delle cosche raffa- Particolarmente significative appaiono dalesi in contatto con le quali, ad un certo le osservazioni fatte a tal proposito dal punto, alcuni suoi funzionari si sono venuti giudice istruttore del tribunale di Agrigento a trovare. nella sentenza di rinvio a giudizio: Stando così le cose, si può anche capire « ...Con rammarico occorre, anzitutto, come la questura di Agrigento non abbia mettere in rilievo che il Tandoj, come ri­ mai adottato o proposto nei confronti del sulta dalle particolareggiate deposizioni dei Di Carlo una qualsiasi misura di preven­ testi Scorsone e Galvano Giuseppe, con­ zione, pur sapendo che il medesimo era dusse le indagini per l'omicidio del Gal­ considerato il capomafia di Raffadali. vano, in maniera non del tutto ortodossa Né può essere ritenuta valida la con­ prestando il fianco a rilievi anche da parte siderazione secondo la quale a carico di di suoi stessi dipendenti, i quali compre­ Vincenzo Di Carlo non erano emerse prove, sero che, volutamente, stava per lasciarle poiché è opinione comune e diffusa che le monche. Dinanzi agli schiaccianti indizi non misure di prevenzione vanno comminate potè fare a meno di arrestare e denunciare proprio in mancanza di concreti elementi gli esecutori materiali; omise, però, ogni ri­ di colpevolezza, il cui accertamento, vice­ cerca sui mandanti e sulla causale dell'omi­ versa, comporta una denuncia all'autorità cidio, sebbene fosse a conoscenza degli uni giudiziaria. Ma, forse, alla luce di quanto e dell'altra. è emerso al processo di Lecce, tali consi­ « ...Egli ebbe invece molta sospetta pre­ derazioni corrono il rischio di diventare mura nel chiudere il caso, giustificando l'ur­ oziose; si può però concludere affermando genza con paventati pericoli di vendetta che, molto verosimilmente, il Di Carlo sa­ contro i due autori materiali e tralasciò di rebbe stato allontanato dal suo paese solo cogliere l'occasione che gli si presentava se fosse stato in possesso di un attestato per estendere le indagini a tutto l'ambiente notarile che consacrasse la sua posizione di mafioso di Raffadali, di cui certamente do­ capomafia di Raffadali. veva conoscere ogni segreto, sia per il suo Infine, rimane da registrare sommaria­ prolungato servizio alla squadra mobile di mente l'atteggiamento assunto dai politici. Agrigento, sia perché aveva una notevole I dirigenti del suo partito, la DC, e più dimestichezza con la zona, essendo, il suo­ precisamente il comitato esecutivo della cero, del luogo. È da porre in rilievo che, sezione di Raffadali, nomina il nuovo segre­ all'epoca della sua soppressione, l'istrutto­ tario in data 14 dicembre 1963, cioè dopo ria per l'omicidio Galvano non era chiusa l'arresto del Di Carlo, avvenuto il 2ó otto­ e che lo stesso Tandoj non era stato an­ bre dello stesso anno. cora sentito, per cui la "cricca" mafiosa L'amministrazione comunale di Raffa­ aveva motivo di sospettare che il commis­ dali designata dagli alleati, con delibera ap­ sario, presentandosi da un giorno all'altro provata dalla prefettura di Agrigento, lo al magistrato, avrebbe potuto rivelare quan­ nomina membro dell'ente comunale di as­ to era a sua conoscenza. sistenza per il quadriennio 1944-1947, carica « Anche per le pressioni dello Scifo e che lo porta a mantenere contatti con i sin­ dello Alongi, la suddetta "cricca" venne a daci che si sono succeduti al comune di trovarsi allo sbaraglio, sicché decise di chiu­ Raffadali. — 287 — Atti Parlamentari Senato della Repubblica

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Tali amministratori, dal 1945 ad oggi, Come si è prima detto, la sentenza che tutti appartenenti al PCI, non risulta abbia­ lo ha condannato a due ergastoli non è an­ no mai preso posizione nei confronti del cora passata in giudicato: il processo di se­ Di Carlo, anche se costui era noto come condo grado contro Vincenzo Di Carlo e i appartenente alla mafia. suoi complici è iniziato il 14 giugno 1971 E così, di fronte alla passività di tante presso la corte di assise di appello di Lecce persone e di tanti organi, il mafioso Di dinanzi alla quale il Di Carlo è apparso an­ Carlo diviene consigliere dell'ente comunale cora in stato di detenzione. Non è escluso, di assistenza e conciliatore di Raffadali, gira peraltro, che se mai Vincenzo Di Carlo do­ armato di pistola e di fucile, si spaccia per vesse tornare in libertà, le autorità e l'opi­ collaboratore della giustizia, di quella giu­ nione pubblica potrebbero essere costretti stizia che non può avere certamente ser­ ad occuparsi ancora di lui, questa volta vito e, di fronte alla quale si è trovato il come vittima di quello ambiente mafioso 23 luglio 1968, a Lecce, per rispondere dei dal quale ha tentato di uscire per mendi­ suoi crimini. care una assurda impunità.