La Patria; Geografia Dell' Italia. Cenni Storici

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La Patria; Geografia Dell' Italia. Cenni Storici i«*T ìt% > t* '.*• ^5" v.4prea Digitized by the Internet Archive in 2012 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign http://archive.org/details/lapatriage422stra Ili GEOGRAFIA DELL'ITALIA PROVINCIE DI REGGIO CALABRIA, CATANZARO COSENZA —— PARTI DELL'OPERA PURRLIGATE Introduzione generale (97 figure e 4 carte) L. 7. 25 Legata L. 9. 75 Provincia di Torino (189 figure e 2 carte) » 8.60 » » 11. 10 Alessandria (111 figure e 3 carte) » 5.30 » » 7.80 » Cuneo (57 figure e 3 carte) » 5. — » > 7. 50 Novara (88 figure e 3 carte) » 6. — » » 8. 50 Genova e Porto Maurizio (113 figure e 4 carte) » 8. » » 10.50 » Palermo, Caltanissetta, Catania, Girgenti, Mes- sina, Siracusa e Trapani (185 figure e 5 carte) » 15. — » » 17.50 Roma (274 figure e 29 carte) » 15. — « «17.50 Milano (145 figure e 2 carte) > 10. 60 » » 13. 10 Firenze (150 figure e 5 carte) » 8.40 • » 10. 90 Cagliari e Sassari, Corsica, Malta, Mari d'Italia (59 figure e 3 carte) » 8.60 » » 11. 10 » Arezzo, Grosseto e Siena (80 figure e 3 carte) » 5. 30 » » 7. 80 Perugia (135 figure e 1 carta) » 7. 30 • 9.80 » Como e Sondrio, Canton Ticino e Valli dei Grigioni (58 figure e 1 carta) » 9.30 » » 11.80 » Massa e Carrara, Lucca, Pisa e Livorno (104 figure e 3 carte) » 5. 30 » » 7. 80 Pavia (109 figure e 2 carte) » 6.— • » 8.50 Napoli (238 figure e 5 carte) » 9.30 » » 11.80 » Bergamo e Brescia, con Appendice sulle Valli del Versante lombardo appartenenti air Impero Austro- Ungarico (115 figure e 3 carte) > 10. — » » 12. 50 » Avellino, Benevento, Caserta, Salerno (91 figure e 1 carta) » 7. 30 » » 9. 80 » Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino (145 figure e 1 carta) > 8. » » 10. 50 — > » > Cremona e Mantova (58 figure e 2 carte) . > 6. 8. 50 • Bari, Poggia, Lecce e Potenza (129 fig. e 2 carte) » 8. » » 10.50 > Aquila, Chieti, Teramo e Campobasso (97 figure » e 1 carta) » 7. 50 » 10. — Bologna (80 figure e 2 carte) » 5. :!() » » 7. 80 » Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza (35 figure e 2 carte) » 5. — > » 7. 50 La patria GEOGRAFIA DELL'ITALIA CENNI STORICI — COSTUMI — TOPOGRAFIA — PRODOTTI — INDUSTRIA COMMERCIO — MARI — FIUMI — LAGHI — CANALI — STRADE — PONTI — STRADE FERRATE PORTI — MONUMENTI — DATI STATISTICI — POPOLAZIONE ISTRUZIONE — RILANCI PROVINCIALI E COMUNALI — ISTITUTI DI BENEFICENZA EDIFIZI PUBBLICI, ecc., ecc. OPERA COMPILATA DAL PROFESSORE GUSTAVO STRAFFORELLO COLLA COLLABORAZIONE DI ALTRI DISTINTI SCRITTORI PROVINCIE DI REGGIO CALABRIA, CATANZARO COSENZA spìe ~ me: TORINO UNIONE TIPOGRAFIGO-EDITRIGE 33 — Via Carlo Alberto — 33 MILANO — ROMA — NAPOLI 1900 La Società Editrice intende godere dei diritti accordati dalle vigenti Leggi e Convenzioni internazionali sulla Proprietà letteraria e artistica per la presente Opera. LA KA IKI A -Geografia dell Italia ^^i-«fete* R te k CSpulìro / Ji A» Carta delle Provincie di mmMiJì-QmmiMMQ s ri®®»® Scala ài 1 : 1.000.0 00 3 IO 20 30 *0 su Chilom. Spiegazione dei Segni ^ Capoluogo di Provincia Umile di Circondario •• ferrale © .. Circonda/io Strade ® .. Mandamento ~— , dv1*Classe 38 %."' o Comune. 3^= . „ ___ Limite di Provincia. „ 3? ., 7^ c Xcmé^Est i diE.01 Tori™ ["uìoiif Tip. Editrice [HE LIBRARY OF THE UNIVERSITY OF ILLINOIS 91- PARTE QUARTA (Continuazione) ITALIA MERIDIONALE ALtAlRIA hi dice Calabria è come dicesse il mezzodì del mezzodì. Forma la Calabria odierna una lunga penisola, di variabile larghezza, circondata dal mare Tirreno e dal mar Jonio. È il Bruzio dei Romani, il quale insieme con la Lucania, con le grasse Apulie e con quel tallone della grande penisola madre che i Romani chiamavano allora Calabria o Messapia, e noi chiamiamo adesso Terra d'Otranto, andavano già gran tempo prima della grandezza di Roma, sotto il civilissimo e glorioso nome di Grecia Grande (Magna Grecia). Colaggiù, più di un mezzo millennio av. Cristo (o vi fosse approdato da Samo o fosse stato iniziato a dottrina più anticamente divenuta italica in Etruria) filosofeggiava Pitagora, il pensatore che più ritrasse in Occidente della rigida sapienza egizia e pelasga: suoi sono un sistema del mondo e un codice morale che non solamente furono tenuti in venerazione da' discepoli raccolti a vita cenobitica e contemplativa, ma dall'antichità medesima sono stati trasmessi, e non senza seguito, al mondo cristiano. Colaggiù, circa un secolo dopo, traeva ad erudirsene Pla- tone; colà Erodoto, il gran padre delle istorie, scendeva a leggere alle turbe; e a Metaponto, a Crotona, a Locri, a Turio, a Sibari, a Taranto, elettissima gemma fra quelle sempre agitate e pur sempre fiorenti repubbliche, splendeva una civiltà degna di essere foriera ai tempi stessi della Grecia di Pericle (1). I. — La Calabria antica. Calabria fu il nome dato dai Romani alla penisola che forma il promontorio sud-est o, come vuoisi sempre chiamare, estremità del grande stivale d'Italia, quel desso che i Greci addimandavano Messapia o Japigia. L'uso di queste denominazioni pare invero fosse assai incerto e fluttuante. Ma, nel tutto insieme, puossi osservare che il nome di Japigia — il quale par fosse il primo noto fra i Greci e probabilmente l'unico nei tempi antichi — fu dato da essi, non solamente (1) Caterina Pigorini-Beri, In Calabria. Torino, Casanova, 1892. 48 — La Patria, voi. IV, parte 2». £84X81 Parte Quarta — Italia Meridionale alla penisola stessa, ma all'intiera porzione sud-est dell'Italia dalle frontiere della Lucania al promontorio del Gargano, comprendendovi così la maggior parte dell' Apulia del pari che la Calabria. Erodoto pare al fermo abbia considerato l'Apulia come parte della Japigia, ma non ha nome distinto per la penisola stessa. Né egli né Tucidide adoperano mai Messapia pel nome del paese, ma ambedue parlano dei Messapii come di una tribù o nazione degli abitanti natii a cui applicano il nome generico di Japigii. I Calabri — i quali par fossero identificati dai Greci coi Messapii — ebbero primamente il nome di Calabri dai Romani. Essi abitavano la metà settentrionale e l'interno della penisola sino ai confini dei Peucezii e formavano evidentemente la più potente delle due tribù (i Salentini), di che il nome di Calabria fu adottato a grado a grado dai Romani per significare l'intiero distretto nell'istessa guisa che i Greci avevano adottato quello di Messapia. Quest'uso fu stabilito fermamente prima del tempo di Augusto. La Calabria, definita in tal modo, era confinata a ovest da una linea tirata da un mare all'altro, principiante dal golfo di Taranto un po' a ovest di quella città e sten- dentesi, a traverso la penisola, alla costa dell'Adriatico fra Egnatia (rovine presso Fasano in provincia e circondario di Bari) e Brundusium (Brindisi). Di tal modo la Calabria antica aveva pressoché la medesima estensione dell'odierna Terra d'Otranto o provincia di Lecce. Ma, non essendo definito da alcuna configurazione naturale, il confine non può essere determinato con precisione, e, per fini amministrativi, variò probabilmente secondo i tempi. Per tal modo, noi vediamo Frontino comprendere nella Provincia Calabriue parecchie città dei Peucezii che, secondo la suddetta linea di separazione, apparten- gono all'Apulia e pare infatti le fossero comunemente attribuite. La stessa osservazione applicasi alla lista dei Calabrorum mediterranei di Plinio, ed è invero probabile che i Calabri, o Messapii, si stendessero in origine più oltre a ovest del limite arbitrario fissato così dai geografi. Strabone pare abbia considerato l'istmo (com'egli lo chiama) fra Brindisi e Taranto come segnato dalla natura più di quel che in realtà non sia; egli stabilisce la sua larghezza in 310 stadii, che è meno della vera distanza fra le due città, ma assai più della larghezza odierna misurata in linea retta da mare a mare, la quale non oltre- passa i 250 stadii. Ciò non è però che inferiore di poco alla larghezza media della pro- vincia, la quale si avrebbe invero a definire più propriamente un gran promontorio piuttostochè una penisola nello stretto senso della parola. L'intiero spazio compreso fra questi limiti a ovest e il promontorio Japigio è molto uniforme ne' suoi caratteri fisici. Esso non contiene montagne ed appena qualche col- lina di altezza cospicua, non occupando la regione aspra e collinosa che attraversa la parte meridionale dell' Apulia che un picciol tratto nell'estremo nord-ovest della Calabria intorno alle odierne città di Ostuni e di Ceglie che abbiam già descritte nella provincia di Lecce, circondario di Brindisi. Di là al promontorio Japigio (ora Capo di Leuca) non vi ha una sola eminenza cospicua, essendo l'intiero spazio occu- pato da larghe e vagamente ondulanti colline di pochissima elevazione, sì che la città di Oria (l'antica Hi/ria), che sorge sur un colle di mediocre altezza presso il centro della penisola, ha la veduta ininterrotta del mare ai due lati. Quindi Virgilio descrisse giustamente lo appressarsi all'Italia da questa parte obscuros colle* humilemque Italiani II terreno è quasi intieramente calcareo, composto di un calcare terziario tenero che trattiene l'acqua sì che non iscorre che qualche rivolo nell'intiera provincia. Ma, nonostante la sua aridità e l'ardore estivo del clima, il paese era in passato feracissimo ed è descritto da Strabone come fiorente e popolatissimo, quantunque molto scaduto a' dì suoi dalla pristina prosperità. Calabria Il suolo è atto principalmente alla cultura dell'ulivo, e l'olio della Calabria, come andò rinomato nei tempi antichi, è così sempre a' dì nostri; ma esso produceva, come produce tuttora, ottimi vini, frutta di varie specie in gran copia, miele e lana finissima. Senonchè, pei calori eccessivi dell'estate, era necessario spingere in quella stagione le greggio nelle montagne e nelle alte valli della Lucania. Virgilio osserva che la Calabria era infestata da serpenti più micidiali di quelli delle altre parti d'Italia.
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