Comune di

BANDO PER IL TITOLO: “CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2016 e 2017” DOSSIER di CANDIDATURA FOLIGNO CITTA' DELLA CULTURA La città di Foligno, adagiata nel piano al centro della Valle Umbra, con i suoi 60.000 abitanti è la terza città della regione, la Rosa dell'. La definizione è dell’avvocato di Foligno Giuseppe Bragazzi che disegnava con la parola, nel 1864, le caratteristiche del territorio della Valle Umbra. Dalle altezze in cui si dispiega il volo dell'aquila la valle si presenta con la forma di un fiore che somiglia alla rosa; le foglie che ne formano la corolla si trasformano in città e città diventa anche il centro di quel calice: “L’antica , la ridente Asisi, la salubre Nocera, l’aprica Trevi, la torreggiante e la grave sono le Città che si distendono intorno all’industriosa e commerciale Foligno”. Un fiore che conserva, a detta del Bragazzi, l’odore della santità, il profumo delle lettere, la dolcezza delle arti. Fulcro della Rosa dell'Umbria, l’industriosa e commerciale Foligno è anche e per questo città dell'arte e della cultura, una città che trae dalla sua configurazione territoriale le caratteristiche di città profondamente laica e altrettanto profondamente religiosa, aperta ai commerci e all'innovazione, oggi particolarmente attenta a riscoprire e valorizzare le radici della sua identità storica.

I Il GOTICO INTERNAZIONALE DI

Palazzo Trinci, residenza della famiglia che esercitò una dominazione di tipo signorile sulla città tra il 1305 e il 1439, è il risultato di una ristrutturazione di edifici preesistenti realizzata tra il 1389 e il 1407 da Ugolino Trinci. Vi si accede attraverso una Scala gotica , attualmente interna al Palazzo, che conduce alla Loggia affrescata con la leggenda della fondazione di Roma. Da qui si dipartono le sale del piano nobile. La Cappella è decorata con le Storie della Vergine (Ottaviano Nelli 1424). Da una porta arcuata si entra nella Sala delle Arti e dei Pianeti , dove sono rappresentate le arti liberali (Retorica , Aritmetica , Astronomia , Geometria , Musica , Dialettica , Grammatica unite alla Filosofia ), i sette pianeti e le sette età dell’uomo simboleggiate da un’ora del giorno. Lo stesso tema torna nell’arco che congiunge il palazzo con la cattedrale. È nella Sala degli Imperatori , adibita originariamente a sala pubblica, che la grandezza di Roma celebra i suoi fasti. Ci troviamo al centro di un porticato aperto sulla campagna: un vero e proprio giardino della vita. Inscritto al centro di ogni arcata, un grande della sua storia, mostrato a esempio di grandezza e di virtù. Gli affreschi sono stati recentemente assegnati a Gentile da , grazie alla scoperta di un importante documento. Il Palazzo è sede del Museo della città. II I MUSEI DAGLI UMBRI A CALAMITA COSMICA

La storia della città, che si dispiega dall'antica civiltà degli Umbri, gens antiquissima Italiae, antecedente il Diluvio universale, fino alla contemporaneità, può essere letta e ricostruita attraverso il percorso museale urbano ed extraurbano.

MAC Museo Archeologico di Colfiorito

Il Museo Archeologico di Colfiorito, edificio in acciaio e vetro, su progetto dell'architetto Roberto De Rubertis, si inserisce come una scaglia tra due corpi di fabbrica preesistenti in muratura di pertinenza dell'Infermeria del Campo di internamento qui creato in età fascista, collegandoli e inglobandoli funzionalmente. All'interno tali corpi precedenti si inseriscono nello spazio del museo, rimanendo integri e in contrasto semantico con il nuovo volume. L'esposizione archeologica, che consta di 1450 reperti, si articola su due livelli con un dettagliato percorso cronologico e tematico. Accanto all'ingresso un piccolo lapidario presenta materiali epigrafici di età tardo repubblicana e primo imperiale (I sec, a.C. - II sec. d.C.). Si passa poi alla Sala delle necropoli umbre, allestimento di circa 600 reperti, testimonianze di età umbra relative all'intero territorio (IX sec. a.C. - III sec. a.C.). Nel piano superiore accanto alla Sala degli abitati dell'età del ferro, con materiali dei primi villaggi di capanne stanziati lungo le sponde dei laghi plestini (XI sec.a.C. - VIII sec. a.C.) vi è la Sala della dea Cupra, con antefisse architettoniche, acroteri, materiali votivi ceramici e bronzei provenienti dall'area sacra in località La Capannaccia (VI - II sec. a.C.). A seguire alcuni reperti provenienti dagli scavi del Castelliere di Monte Orve e della Sala del municipio romano di Plestia, che raccoglie suppellettili legate all'epoca romana (II sec. a.C. - III sec. d. C.) e dove sono esposte interessantissime attestazioni dei riti di purificazione di un bothros, fossa sacrificale relativa al sacello della domus pubblica, destinata ad accogliere i magistrati del municipio di Plestia. Nel percorso sono stati esposti anche alcuni corredi funerari di età romana relativi a necropoli poste fuori l'abitato romano. Il percorso continua con una piccola sottosezione dedicata a testimonianze di ville rustiche tardo antiche sparse sull'altopiano plestino e con alcuni corredi funerari di età longobarda (VI -VII sec. d.C.) Il Museo della città in Palazzo Trinci

Museo archeologico e Pinacoteca comunali Il percorso museale si snoda a partire dall’affascinante Scala Gotica sui tre piani del lato orientale di Palazzo Trinci. La raccolta archeologica è costituita da un’ampia documentazione delle popolazioni umbre dei Fulginates e dei Plestini. L’epoca romana e tardo romana è testimoniata da una raccolta di materiali lapidei, urne cinerarie e sarcofagi. Interessanti due collezioni storiche, quella di Palazzo Trinci, che comprende, tra l’altro, una preziosa lastra raffigurante i giochi circensi e una raccolta di teste di età romana, e quella scultorea ed epigrafica dello storico Lodovico Iacobilli. Si accede quindi alle cosiddette Sale di Costanza, situate al primo piano, che ospitano una documentazione sulla famiglia Trinci e sul magnifico palazzo. La Pinacoteca inizia con le sale dedicate alla pittura del Trecento per poi risalire al piano nobile, in un suggestivo richiamo con i cicli di affreschi che lo decorano. Vi è documentata la scuola del folignate: Giovanni di Corraduccio, Bartolomeo di Tommaso, Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, Pierantonio Mezzastris, Ugo-lino di Gisberto. Quindi ci si affaccia in un rapido excursus sull’arte pittorica del Cinquecento, rappresentata da opere di Feliciano de Muti, Bernardino di Mariotto, Dono Doni, Ascensidonio Spacca, detto “il Fantino”.

La Sala Giuseppe Piermarini La lapide posta sulla parete nord ricorda che la sala fu intitolata a Giuseppe Piermarini (Foligno 1734-1808) il 27 settembre 1908, in occasione del centenario della sua morte. Destinata a raccogliere gli scritti e i disegni dell’architetto folignate, attualmente conserva al suo interno il busto in gesso, due ritratti a stampa e gli strumenti di lavoro del Piermarini. La memoria del suo operato è invece incentrata sul progetto più famoso, quello per la realizzazione del Teatro alla Scala di Milano (1776-1778), di cui sono esposte la riproduzione in due plastici (1996-1998) e tre stampe del 1789

Il Museo dell’Istituzione comunale La sezione raccoglie testimonianze sull’Istituzione comunale a Foligno, entro un arco di tempo che va dal Quattrocento all’Unità d’Italia, attraverso momenti di vita quotidiana e oggetti di uso istituzionale, quasi emblemi simbolici che ripercorrono la storia della città e dei suoi ordinamenti. Di particolare interesse il palio del castello di Roccafranca (fine XV - inizio XVI secolo), unico superstite fra i tanti che distinguevano nelle cerimonie pubbliche i vari centri del territorio comunale; l’armadietto in legno di noce intagliato con l’anta frontale ribaltabile e decorata con tarsie raffiguranti il giglio e la croce, simboli della città, voluto dai priori in carica nei mesi di gennaio e febbraio del 1660 e utilizzato per l’elezione dei sindaci e dei massari del contado; gli abiti dei magistrati e dei priori indossati durante le cerimonie pubbliche; i paramenti liturgici e gli oggetti che facevano parte del corredo della Cappella del Palazzo comunale.

Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi Ufficialmente inaugurato nel febbraio 2001, è il risultato di un intenso lavoro di studio e di ricerca. Con il trasferimento al primo piano dell’ala sud-occidentale di Palazzo Trinci, il museo si è arricchito e spettacolarizzato, avvicinandosi sempre più all’obiettivo finale: fare di Foligno un punto di riferimento per la ricerca storica e lo studio, anche attualizzato ai giorni nostri, di giostre e tornei dal Medio-evo all’Ottocento. Il Museo è costituito da tre articolazioni autonome, ma anche interagibili, grazie al supporto informatico e multimediale che lo caratterizza. La prima, di taglio documentale e informativo, consente di fare ricerche consultando i risultati della catalogazione e gestione dei documenti elaborati dal Centro di documentazione, disponibili anche nel sito internet e nelle postazioni informative dell’area espositiva: repertorio delle rievocazioni storiche europee, cataloghi bibliografici, iconografici e audiovisivi tematici, censimento delle arti e dei mestieri connessi alle rievocazioni storiche. La seconda, dinamica, è dedicata sia all’attività espositiva sia alla rielaborazione spettacolare degli aspetti salienti di giostre e giochi storici del passato e di oggi. La terza, rievocativa, è invece dedicata alle numerose rievocazioni italiane ed europee, con particolare riferimento a quelle di area umbra. Il Museo si rivolge a tutti: a chi vive le giostre e i tornei come occasione ludica e a chi ne fa motivo di ricerca. Un’occasione nuova per esplorare a tutto tondo l’affascinate universo di giostre, tornei e giochi.

Il Museo della Stampa

L'incontro della Divina Commedia, il capolavoro di Dante Alighieri, con il libro avviene lungo la direttrice Magonza-Foligno. Il clericus Moguntinus Iohannes Numeister era giunto nella nostra città, fornito degli attrezzi del mestiere, già nel 1470. Incontrato un uomo di mondo come il medaglista e zecchiere Emiliano Orfini, fu facile mettere su bottega insieme, dando così avvio a una delle prime tipografie sorte in Italia. Da quei torchi uscirono nel 1470 il De Bello Italico adversus Gothos di Leonardo Bruni e, l'anno successivo, le Epistolae ad familiares di Cicerone. L'11 aprile 1472 uscì infine dai torchi Orfini - Numeister la prima edizione a stampa della Divina Commedia. Dopo quell'esordio straordinario, e una parziale stasi nel Cinquecento, nel Seicento la produzione libraria raggiunse a Foligno un nuovo interessantissimo e particolare primato. Una produzione locale e di interesse locale, strettamente legata alla vita e alla storia della città, che non lascia vuoti: dalla storia all'arte, dalle vite dei santi alle descrizioni del territorio, dal civile consesso (epitalami, monacazioni, dottorati, giostre, mascherate) fino all'intimità della poesia. Una produzione che non lascia vuoti temporali e che caratterizzerà Foligno per quella tradizione delle pubblicazioni popolari, dai giornali, ai lunari, agli almanacchi, che la renderanno famosa in Italia e nel mondo. Fino a giungere all'altro nostro grande testimone, Barbanera .

Il Museo Capitolare e Diocesano

È situato all’interno della splendida cornice del Palazzo delle Canoniche, contiguo al duomo di San Feliciano, che si affaccia sulla piazza della Repubblica, di fronte al Palazzo Comunale. Nel gennaio 2008 è stato inaugurato un primo settore: man mano che progrediranno la catalogazione e i necessari restauri, il Museo si arricchirà di nuove opere, che giungeranno fino all’arte contemporanea. Il museo Capitolare e Diocesano di Foligno comprende un nucleo di circa quaranta opere, che sono una apprezzabile e chiara testimonianza dell’insieme di committenze artistiche e donazioni, che si sono succedute nei secoli e, oltre a migliorare il culto e la preghiera, hanno impreziosito e arricchito l’aspetto della diocesi. Tali opere provengono non solo dalla cattedrale, ma anche dalle piccole chiese di montagna, che a volte racchiudono autentici gioielli d’arte. Si può ammirare una notevole scultura lignea del patrono san Feliciano, oggi restaurata, dopo che nel 1871 era stata mutilata della testa e delle mani. Grazie alla ricomposizione e all’attenta pulitura, se ne è riscoperto il pregevole modellato e la raffinata cromia. È attribuibile allo scultore senese Francesco di Valdambrino nella fase più tarda della sua attività, intorno al 1425 circa. Si potranno inoltre ammirare i capolavori della donazione Roscioli, cioè i busti di Bartolomeo e Diana Roscioli, opera di Gian Lorenzo Bernini, oltre a pregevoli sculture lignee medievali, la cui datazione va dal XII al XIV secolo. Particolarmente importante il gruppo di opere provenienti dalla collegiata di San Salvatore, dove operò intorno al 1430 per Rinaldo Trinci il pittore Bartolomeo di Tommaso, e da cui proviene una straordinaria serie di arazzi fiamminghi del Cinquecento. Rari capolavori da remote località di montagna sono le tele seicentesche della bottega di San Giuseppe e di una Decollazione del Battista. Infine sono riunite nelle teche disposte lungo il corridoio alcune delle suppellettili più preziose e significative della cattedrale e di varie chiese della diocesi. Il più antico tesoro della cattedrale è una stauroteca, ornata con cristallo di rocca e smalto e databile ai primi anni del Trecento, integrata con supporto seicentesco. Perugino a Foligno. L’Oratorio della Nunziatella

Un’ Annunciazione affrescata al piano terreno di una casa di proprietà dell’ aromatario Nicolò di Giacomo, nella società della Croce, fu protagonista nel 1489 di un evento miracoloso che determinò l’acquisizione pubblica dell’edificio (1491) e la costruzione di un santuario civico in onore della Vergine Annunziata, consacrato dal vescovo Luca Cibo il 24 ottobre 1494, ma che risulta ancora non ultimato nel 1507. La splendida costruzione rinascimentale, tradizionalmente attribuita a Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, rimanda all’architettura di Francesco di Giorgio Martini nella chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio (1484 - 1490) nei pressi di Cortona e nella rocca roveresca di Mondolfo. La chiesa è ornata da altari collocati all’interno di grandi nicchie. Sull’altare dell’Annunziata, all’interno di una elegante edicola lignea finemente intagliata e dorata figura l’immagine a mezzo busto dell’Annunciazione, l’immagine miracolosa commissionata da Nicolò di Giacomo ad un ignoto artista del ‘400. All’interno dell’edicola lignea, a destra, figurava l’ Angelo annunziante di Lattanzio di Nicolò, trasferito alla fine dell’Ottocento presso la Pinacoteca civica e trafugato nel 1980. Sullo sfondo un affresco datato 1575, attribuito a Giovanni Antonio Pandolfi da Pesaro o ad Ercole Ramazzani di Arcevia, raffigurante lo Spirito santo fra angeli e, in basso, San Feliciano e il Beato Pietro Crisci;nella lunetta il Padre Eterno tra cherubini. L’altare di San Giovanni Battista è stato affrescato da Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino (1505 - 1508 o 1512 - 1513) con il Battesimo di Cristo; nella calotta è raffigurato l’Eterno adorato da due angeli. Committente dell’opera fu Giovan Battista Merganti, come risulta dall’iscrizione posta sotto la lunetta e dagli stemmi della famiglia in alto a sinistra.

CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea

Sorto nel centro storico quale ristrutturazione di un edificio che fu centrale del latte e poi ufficio postale, il centro è il contenitore di energie culturali e informative focalizzate sulla creatività. Realizza eventi e promuoverà attività culturali anche come punto di coordinamento delle iniziative sul contemporaneo in Umbria. L’aggettivazione “italiano” sta a indicare il luogo di concentrazione e diffusione delle attività museali, ma non ne limita il raggio d’azione, che sviluppa linee d’attenzione sia nazionali che internazionali. L’architettura museale del centro è costituita da un parallelepipedo rivestito in corten; privo di finestratura, si sviluppa su due piani e prende luce da un lucernario centrale posto su pilastri che scandiscono la volumetria degli interni. Lo schema si caratterizza per la sua semplicità e il suo rigore, dove protagonisti sono la luce e lo spazio. Le sale espositive sono disposte su due piani.. Gli spazi a piano terra sono destinati a esposizioni e a luogo di incontro per eventi culturali, proiezioni, conferenze. L’ideazione e il progetto architettonico sono opera di Giancarlo Partenzi. In questi primi anni di attività il Centro ha ospitato importanti esposizioni di carattere internazionale da Lo spazio dell’immagine e il suo tempo e Il tempo dell’immagine e il nostro tempo , a Aspetti dell'arte italiana del XX secolo.

CIAC - Il polo museale

L'ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata è la sede del secondo polo museale del Centro Italiano Arte Contemporanea. La chiesa, opera di Carlo Murena, allievo del Vanvitelli e maestro del Piermarini, ospita Calamita Cosmica, opera di Gino De Dominicis (1947-1998) comparsa in pubblico la prima volta al museo d’Arte Contemporanea di Grenoble. nel 1990. Ricomparve quindi, sei anni dopo, nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli. Acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che ha ideato e dirige il Centro Italiano Arte Contemporanea, l’opera ha iniziato un tour del tutto eccezionale in Italia e in Europa. È stata infatti esposta nella Mole Vanvitelliana di Ancona, città natale dell’artista, nel 2005; poi nel piazzale tra il Palazzo Reale e il Duomo a Milano nel 2007; a Versailles nei giardini della Reggia sempre nel 2007; a Mons nel Musée des Arts Contemporains au Grand-Hornu nel 2008. Ha infine aperto la mostra dedicata a Gino De Dominicis in occasione dell’inaugurazione del MAXXI, Museo delle arti del XXI secolo, opera di Zaha Hadid, a Roma nel 2010.

Il Parco delle scienze e delle arti

Progetto in via di realizzazione che mira a riqualificare l'area produttiva dell'ex zuccherificio, dismessa negli anni '80 del Novecento, area posta nella zona nord orientale della città ritenuta strategica per servizi e strutture di dimensione territoriale oltre che urbana. Prevede la realizzazione: a) Il nuovo teatro della città, struttura teatrale plurifunzionale sia in ordine alle esigenze della prosa, lirica, balletto etc. che per la produzione di attività culturali, ricreative ma anche con la previsione di luoghi di commercializzazione dei prodotti musicali, teatrali. All’interno della struttura, negli spazi adiacenti al foyer sono previsti: “internet cafè”, libreria dello spettacolo, “discoshop”, “videoshop” ed altre attività culturali-commerciali. b) La cittadella della scienza , che si propone di riutilizzare spazi della ex distilleria, per la realizzazione di un “centro di diffusione della cultura scientifica ”, che in sintesi viene denominato “cittadella della Scienza” , ove la Scienza, la Tecnologia e la Ricerca siano caratterizzate, individuate e rappresentate nelle diverse e variegate attività previste e prevedibili nella loro dimensione attuale di motori di cambiamento socioeconomico. La struttura dovrebbe assicurare relazioni costanti con gli ambiti della ricerca più avanzati e dinamici: “biologia molecolare, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, l’energia, i materiali nanostrutturati, le neuroscienze, il principio e la fine della vita, la chimica per lo sviluppo sostenibile, lo studio, la valorizzazione e la difesa dell’ambiente e del territorio”.

Museo naturalistico del Parco di Colfiorito

La nascita dell’esposizione è legata al coinvolgimento di diverse istituzioni: l’Università di Camerino, la Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e delle Marche, il GAL Valle Umbra, il Comune di Foligno e l’ENEA. Il museo si configura come un insieme di testimonianze significative delle molteplici ricchezze naturalistiche e storiche che fanno dell’Altopiano di Colfiorito un unicum di valore europeo. Si tratta di una struttura adibita non solo alla conservazione di collezioni naturalistiche, ma anche alla raccolta di materiale scientifico esposto secondo le più moderne tecnologie. Il materiale è frutto delle ricerche scientifiche effettuate da tempo nell’area di Colfiorito, attraverso un gruppo di lavoro formato da personale della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e delle Marche, ricercatori dell’Università di Camerino e di Padova ed esperti professionisti. Comprende sei sezioni espositive: Storico-Archeologica, Paleontologica, Palinologica, Zoologica con le sottosezioni Insetti e Avifauna, Geobotanica, con le sottosezioni Floristica e Cartografica, e, su iniziativa dello zoologo Pierangelo Luporini, la sezione Antartide.

Ecomuseo della dorsale Appenninica Umbra – La valle del Menotre

E’ situato nella fraz. di Scopoli presso la struttura comunale dell’ex Scuola materna di via delle Fonti (ora Centro Civico), e rappresenta una delle dodici postazioni scelte come riferimento per trattare i temi dell’Ecomuseo nel tratto appenninico della dorsale umbra ricompreso lungo la linea ferroviaria -Norcia, in un circuito che partendo idealmente dalla antica stazione, ormai dismessa, conduce fino a Foligno. Il progetto dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra è concepito con l’intento di valorizzare i contesti culturali e ambientali di quest’area montana della Regione Umbria attraverso la creazione di un “museo diffuso”, articolato in centri di visita dedicati ad elementi ed aspetti peculiari della zona e in percorsi tematici, che ricalcano antichi itinerari storici. Ad ogni centro o postazione è stato scelto il termine di antenna, inteso come strumento in grado di inviare messaggi e di riceverne al contempo, così da costituire una fitta trama di relazioni tra le varie realtà locali al fine di promuovere e favorire la conoscenza del territorio attraverso una lettura integrata e attiva dei diversi aspetti ambientali, artistici, produttivi e sociali. L’antenna Ecomuseale “Valle del Menotre” è dotata di uno spazio espositivo con n. 20 pannelli informativi e un touch screen da tavolo completo di computer, che attraverso immagini e descrizioni fanno conoscere la storia del Menotre e della sua valle, degli insediamenti umani, del sistema produttivo ed economico dell’intero bacino, in un’area fortemente antropizzata fin dall’antichità anche per la contiguità con l’antica “Via della Spina” che metteva in collegamento l’adriatico con il tirreno passando per Plestia, antica città romana, nei pressi di Colfiorito. L’antenna dell’ecomuseo privilegia gli aspetti naturalistici e della sostenibilità ambientale, affronta il tema dell’acqua, documentandone l’importanza della sua secolare utilizzazione come forza motrice e come risorsa produttiva e di impulso dell’intera economia della valle, che grazie alla ricchezza dell’acqua, ha visto lo sviluppo sin dall’antichità di gualchiere, cartiere, molini da olio e da grano, tintorie, concerie, lanifici, falegnamerie, fonderie che si sono insediate lungo il corso del fiume .

Laboratorio di Scienze Sperimentali

Attivo fin dai primi anni sessanta, il Laboratorio Centrale di Scienze Sperimentali, utilizzato come sede di corsi di aggiornamento per docenti di discipline scientifiche, comprende: il Laboratorio di Chimica , di circa 160 mq, il Laboratorio di Microbiologia , dotato di 29 microscopi, l’ Aula informatica con 26 computer, il Laboratorio di Fisica , il Planetario , la Sala conferenze , l’ Orto botanico di circa 700 mq con circa 200 piante. Il Laboratorio svolge le sue funzioni istituzionali attraverso attività didattiche, progetti specifici e sperimentali, anche autonomamente proposti dai vari istituti, alta formazione e diffusione della cultura scientifica attraverso mostre, seminari, incontri scientifici, formazione professionale e aggiornamento di docenti, studenti, enti pubblici e aziende.

Osservatorio Astronomico

Incastonata lungo il percorso delle antiche mura, vicino a quella che fu detta Porta dell’Abbadia, sorge la Torre dei Cinque Cantoni che ospita l’Osservatorio Astronomico. Voluto dall’Amministrazione Comunale, è gestito dall’Associazione Astronomica Antares, dispone di un telescopio Schimt-Cassegrain, modello Meade 12” Lx200 D=305F=3000, montato su apposita specola orientabile con ricerca astronomica computerizzata. L’aula didattica è dotata di un sistema video per la proiezione di filmati scientifici. L’Associazione Astronomica Antares pubblica un bollettino bimensile con la descrizione, fra l’altro, degli oggetti celesti osservabili. Foligno ha dato i natali a Paolo Maffei, astrofisico di fama mondiale famoso per aver scoperto due galassie che portano il suo nome.

III GLI EVENTI

La Giostra della Quintana

Nel carnevale del 1613, nobili cavalier si affrontarono in schiere contrapposte per decidere se fosse più confacente, ad un cavalier d'onore la fedeltà al principe o quella alla dama. Altre giostre sono documentate con frequenza a Foligno, a partire dal 1448. Dal 1946, senza interruzione, la città di Foligno rivive, nella Giostra della Quintana, il clima di questo torneo cavalleresco del Seicento. Oggi dieci cavalieri, in rappresentanza dei rioni della città (Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, Mora, Morlupo, Pugilli, Spada), si afffrontano in una giostra all'anello di grande tensione e spettacolarità. In tre successive tornate i cavalieri al galoppo devono infilare con una lancia anelli di diametro sempre più piccolo, sospesi al braccio di una statua lignea raffigurante un guerriero il cui originale, in legno policromo del 1550, è conservato nel Museo multimediale dei Tornei delle Giostre e del Giochi. Un palio è il premio al vincitore. La città, raccolta intorno alle taverne e alle sedi dei rioni, vede sfilare per le sue vie un corteo storico di seicento personaggi, in una suggestiva atmosfera seicentesca. Due gli appuntamenti annuali della Giostra: la Sfida di giugno e la Rivincita di settembre. La manifestazione è candidata al riconoscimento quale bene culturale immateriale dell'umanità dell'UNESCO.

Segni Barocchi festival Agosto - settembre

Musica, teatro, cinema, mostre in un Festival che dal 1981 è alla ricerca del barocco nelle arti e dei suoi segni non necessariamente circoscritti nello spazio e nel tempo. Connesso alla spinta progettuale del Festival è l'impegno di ricerca sul complesso di temi e problemi racchiusi nella nozione di costume. Nel caso dell'esperienza del Seicento va segnalata l'affinità tra il modo di essere del costume e il carattere di un'epoca che sembra inglobare ogni altra forma di conoscenza nella dimensione visuale. Frutto delle ricerche e degli studi promossi dal Festival Segni Barocchi è l'allestimento del Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi nel Museo della città di Palazzo Trinci. Dal 2012 il festival ha avviato un progetto di interscambio culturale con la regione francese della Lorena.

I Primi d'Italia Ultimo week end di settembre

Evento gastronomico, unico nel suo genere, che coinvolge grandi chef, produttori, esperti, critici e giornalisti in una splendida festa allestita intorno alla regina della tavola italiana: la pasta. Si svolge tra la fine di settembre e i primi di ottobre, animando le piazze e i chiostri,le taverne ed i palazzi con stands e punti di degustazione, cene di gala e spettacoli. I villaggi della pasta, dei tortelli, del riso fanno da sfondo a corsi di gastronomia. Infine serate a tema e mercatini di straordinario interesse, attirano gruppi di appassionati buongustai, addetti ai lavori e celebri rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo.

Young Jazz in Town Giugno

Manifestazione dedicata alle giovani band emergenti, si svolge in vari luoghi della città al centro di una regione già fortemente connotata dalla musica jazz.

Dancity Festival Luglio

Dancity Festival è un festival di musica elettronica e arti digitali organizzato dall'Associazione Culturale Dancity con il contributo del Comune di Foligno, Della Regione Umbria, della Provincia di e di altri partner istituzionali, come le ambasciate olandese, norvegese e danese. Concerti, live&dj set, danza, peformance, installazioni, mostre caratterizzano le due giornate del Festival, che segnano un incontro straordinario tra i giovani. L'Associazione Culturale Dancity, composta da 20 giovani volontari, si caratterizza per la ricerca e la sperimentazione in diversi ambiti creativi, che permettono la fruizione e l'incontro di un pubblico diversificato, la collaborazione con realtà culturali nazionali e internazionali, la valorizzazione di esperienze artistiche europee che promuovono lo scambio e il confronto fra i diversi mondi culturali, dando vita a nuovi linguaggi nel campo performativo e delle arti digitali.

Canti e DisCanti Luglio

Canti e DisCanti vuole calarsi nelle musicalità di altre tradizioni, negli universi particolari di produzione artistica, rilevando i processi che portano alla mediazione spettacolare e alla pubblica prova dei repertori, aprendo così uno spazio di fruizione in cui il suono poggia palese sulle attitudini dell'artista, proponendo l'autonomia della creatività, confrontando le libertà dell'espressività musicale. Sperimentazione, quindi, riproposizione e promozione di una vivacità artistica convergente in nuove libertà intellettuale e in oncrete pratiche musicali, fuggendo ogni scontato riferimento e reificazione e insistendo sulla interazione.

Festa di scienza e filosofia Maggio

Festa di scienza e filosofia - Virtute e Canoscenza è un appuntamento annuale per studiare il presente e guardare al futuro con l'ottimismo del sapere. La denominazione Virtute e Canoscenza è un omaggio a Dante, al desiderio dell'uomo di varcare le colonne d'Ercole senza aver paura del nuovo. Mira alla promozione della cultura scientifica e tecnica sin dai banchi di scuola, alla definizione di regole etiche, in particolare nelle biotecnologie e nelle tecnologie dell'informazione, al dialogo tra gli scienziati, i filosofi, il mondo del lavoro e i responsabili politici. La conoscenza e il sapere sono il motore di rapidi cambiamenti degli scenari socio-economici. I mutamenti riguardano gli stili di vita e agiscono nel profondo del modo di pensare, di lavorare, di produrre, imponendo la modifica di prospettive culturali, economiche e di valori etici.. Festa di scienza e filosofia è un confronto sui temi di attualità tra il mondo della Scienza, della Filosofia e della Produzione innovativa, a fronte di una profonda evoluzione che riguarda la conoscenza, lo sviluppo e la convivenza. Mielinumbria Novembre

La manifestazione Mielinumbria propone un confronto tra esperienze di vari paesi per approfondire le relazioni tra impresa apistica, ricerca, sicurezza alimentare, tipicità, condizioni socio economiche in cui operano i diversi competitori, nel quadro di un mercato sempre più vasto e complesso.

IV I LUOGHI DEGLI EVENTI

Auditorium San Domenico

Già chiesa conventuale dell'Ordine dei Predicatori (post 1285) situata nella omonima piazza. Passata a seguito delle demaniazioni ottocentesche in proprietà al Comune di Foligno, dopo un importante intervento di recupero è stata trasformata in Auditorium. La facciata ha un bel portale ogivale; l'interno ad unica navata, con copertura a capanna, tipica delle chiese degli Ordini mendicanti, conserva l'ossatura gotica. Articolati e frammentati gruppi di affreschi decorano la controfacciata, le pareti e la zona absidale. La decorazione pittorica costituisce una delle testimonianze più rilevanti nell'Italia centrale della pittura a cavallo tra Tre e Quattocento. La struttura è particolarmente adatta per concerti, opere teatrali su pedana semplice, convegni. Può ospitare 530 spettatori nella sala centrale ed è dotata di un ridotto, foyer, guardaroba, caffetteria ed una sala video di 96 posti.

Auditorium Santa Caterina

L' Auditorium Santa Caterina è il risultato del restauro e della ristrutturazione della chiesa omonima, sorta, unitamente al monastero, ad opera di un insediamento di clarisse. Caratterizzata da una facciata gotica con portale archiacuto e rosone, è adibita a spazio per concerti, conferenze e mostre. Palazzo Trinci. Sale convegni

Due sale (capienza 176 e 120 posti) attrezzate per videoconferenze per un totale di 296 posti nella splendida cornice di Palazzo Trinci.

Multisala Politeama Clarici

Teatro (600 posti) + 4 multisale cinematografiche in zona centrale.

Multisala Supercinema Clarici

Antico cinema della città trasformato in multisala, nel centro storico. Dispone di tre sale (300, 110, 110 posti).

Zut

Ex cinema ristrutturato dopo il terremoto del 1997. E’ adibito a spazio teatrale e sperimentale (100 posti disponibili).

Palasport

3.500 posti, dotato di reception, bar e segreteria, ampio parcheggio e camper-service, sulla direttrice Foligno-Perugia. ATLANTE DELLA CITTA’ DI FOLIGNO 1. PIU’ ANTICHI DEL DILUVIO

Il rapporto con l’acqua: genetico ed etimologico. L’Umbria non esisteva ancora e neppure l’Italia. Tutto era occupato dall’Oceano Tetide. Verso la fine dell’Era Cenozoica (65 – 1,8 milioni di anni fa) una grande spinta tettonica causò l’emersione della penisola italiana, disegnò le principali catene montuose. Le “rughe” che circondano l’Umbria. Nelle valli che si formarono tra questi acclivi, vennero imprigionate grandi masse d’acqua che formarono ampi bacini lacustri. L’Umbria venne occupata dal gigantesco Lago tiberino, una y rovesciata, adagiata da nord a sud, da Città di Castello a San Gemini. Sulle sponde di quel lago doveva sorgere la foresta di sequoie giganti di Dunarobba. Pietrificata, mummificata, imprigionata nell’argilla è giunta fino a noi a mostrare la suggestione di un’era impensabile. Così come i resti fossili di elefanti, rinoceronti, ippopotami, tigri, ritrovati in diverse parti dell’Umbria, testimoniano gli attori, improbabili, di quel paesaggio straordinario. Solo i ricorrenti attriti tra la placca africana e quella asiatica ci ricordano la nostra provenienza e la nostra precarietà. “Umbrorum gens antiquissime Italiae existimatur, ut quos Ombrios a grecis putent dictos, quod in inundatione terrarum imbribus superfuissent”. La popolazione umbra è ritenuta la più antica d’Italia, si crede infatti che gli Umbri fossero stati chiamati Ombrici dai Greci perché sarebbero sopravvissuti alle piogge quando la terra fu inondata. Così Plinio il vecchio nel Naturalis Historia . Uomini della pioggia, insomma, più antichi del diluvio.

2. CENTRO DEL MONDO

La città di Foligno ha svolto per anni una funzione di cerniera tra il nord e il sud dell'Italia, tra il Mar Tirreno e il Mare Adriatico, qualificandosi come polo commerciale ed importante nodo stradale. Percorso, attraverso i secoli, da viaggiatori e pellegrini, verso Roma, Firenze o Loreto La sua posizione geografica, nel cuore della Valle Umbra, circondata da una corona di monti e colline, ha alimentato l'immagine della sua centralità, come un'isola in un mare o il calice di una rosa i cui petali sono costituiti dalle città limitrofe, addossate alle colline. La sua forma ovale, circondata dalle mura, l'ha fatta paragonare ad un ombelico: come il Tempio di Apollo a Delfi, come Roma, o come Gerusalemme, centri del mondo antico e poi della cristianità. Più prosaicamente si racconta che a Foligno si trovi un bar centrale, al cui centro sta un biliardo con in mezzo un birillo: proprio lì si troverebbe il centro del mondo. Quel bar non c'è più, così come il biliardo e il birillo. Lu centru de lu munnu, però, non si è spostato: è rimasto qui a Foligno. 3. ROSA DELL’UMBRIA

Accingendosi, nel 1864, a disegnare con la parola le caratteristiche del territorio della Valle Umbra, l’avvocato di Foligno Giuseppe Bragazzi non sapeva, forse, di consegnare all’Italia da poco unita un biglietto da visita unico ed irripetibile per la sua città. Nessuno, prima o dopo di lui, ha raggiunto questa altezza di dettato e questa suggestione di immagine. Non sapeva neppure, il Bragazzi, di realizzare un’opera di frontiera, un omaggio al bel mondo antico che di lì a poco sarebbe definitivamente scomparso. Immagina di portare lo sguardo del lettore là dove poggia le sue penne robuste l’aquila. Da quell’altezza la valle si presenta con la forma di un fiore che somiglia alla rosa. Se il lettore – aquila volesse gettarsi nel vuoto per contemplare meglio quel fiore, ecco che le foglie che ne formano la corolla si trasformano in città e città diventa anche il centro di quel calice: “L’antica Spello, la ridente , la salubre Nocera, l’aprica Trevi, la torreggiante Montefalco e la grave Bevagna sono le Città che si distendono intorno all’industriosa e commerciale Foligno”. Nonostante la metamorfosi, quel fiore – non fiore conserva, a detta del Bragazzi, l’odore della santità, il profumo delle lettere, la dolcezza delle arti.

4. CITTA’ DALLE STRADE INZUCCHERATE

In un Giardinetto di cose spirituali pubblicato a Foligno per i tipi di Agostino Calaldi e Vincenzo Cantagalli, quindi tra gli anni 1563 e 1567,compone, insieme all’abecedario ed all’ Ave Maria, una poesia sulle città d’Italia. Inserita da Paul Van Marle nel 1605 nella sua Cosmografia generale e teografia e da Andrea Scoto nel 1638 nell ‘ Itinerario d’Italia , il testo consolida la fama di Foligno città produttrice di confetti “Fama è tra noi Roma pomposa e santa, Venetia ricca, saggia e signorile, Napoli odorifero, e gentile, Fiorenza bella tutto ‘l mondo canta : Milano d’esser grande ogn’ hor si vanta Bologna grassa Ferrara è civile Padoa forte, Bergamo sottile Genova di superbia altera pianta. Verona degna, e Perugia sanguigna, Brescia l’armata, e Mantova gloriosa, Rimini buono, e Pistoia sanguigna, Siena loquace, Lucca industriosa Forlì bizzarro, e Ravenna benigna, E Sinigallia da l’aria noiosa; E Capua amorosa Pisa pendente, e Pesaro giardino, Ancona del bel Porto pellegrino: Fedelissimo Urbino, Ascoli tondo, e lungo Recanate Foligno da le strade inzuccherate: E Son dal Ciel mandate Le belle Donne da Fano si dice Ma Modena è de l’ altre più felice .”

5. CITTA’ DI ANGELA

Sulle orme di San Francesco, sul calare del XIII secolo, una certa Lella da Foligno giunge in pellegrinaggio alla Basilica del Santo. Seduta all’ingresso della chiesa incomincia a lanciare grida e clamori… Un certo frate Arnaldo, suo parente, assiste alla scena e le impone di non recarsi più ad Assisi. Analoga raccomandazione rivolge ai suoi accompagnatori. Ma volendo conoscere la causa di quel clamore incomincia ad incalzarla in tutti i modi possibili: comincia così una delle esperienze più affascinanti della vita religiosa di ogni tempo. Il frate Arnaldo la induce a tradurre in parole l’inenarrabile delle sue estasi (perché di questo si tratta). Angela si esprime in volgare umbro di cui, purtroppo, restano pochi segni e che Arnaldo traduce in latino, in tutta fretta. Il risultato di questa “collaborazione” è un libro incredibile che contiene i trenta passi o mutamenti che l’anima compie quando si avvia per la strada della penitenza. Un itinerario dal peccato all’unione perfetta con Dio. Un’ascesi che avviene in un paesaggio senza uguali: nel mondo indescrivibile delle visioni. Angela nasce intorno al 1284. Muore nel 1309. Lascia pochissime tracce della sua biografia. Ma il Liber è un monumento incredibile, conosciuto in tutto il mondo e che ognuno può leggersi nel modo che preferisce: come una grande esperienza dell’umanità. Nell’anno 2013 Angela da Foligno è stata proclamata Santa.

6. CITTA' DEI TRINCI

La famiglia Trinci impose il suo predominio sulla città di Foligno tra il 1305 e il 1439, segnando un lungo periodo di espansione territoriale e di sviluppo economico. Il loro magnifico palazzo che ne conserva la memoria è il risultato di una ristrutturazione di edifici preesistenti realizzata tra il 1389 e il 1407 da Ugolino Trinci. Vi si accede attraverso la Scala gotica, attualmente interna al Palazzo, che conduce alla Loggia affrescata con la leggenda della fondazione di Roma. La Cappella è decorata con le Storie della Vergine (Ottaviano Nelli 1424). Da una porta arcuata si entra nella Sala delle Arti e dei Pianeti , dove sono rappresentate le arti liberali ( Retorica , Aritmetica , Astronomia , Geometria , Musica , Dialettica , Grammatica unite alla Filosofia ), i sette pianeti e le sette età dell’uomo simboleggiate da un’ora del giorno. Lo stesso tema torna nell’arco che congiunge il palazzo con la cattedrale. È nella Sala degli Imperatori , adibita originariamente a sala pubblica, che la grandezza di Roma celebra i suoi fasti. Ci troviamo al centro di un porticato aperto sulla campagna: un vero e proprio giardino della vita. Inscritto al centro di ogni arcata, un grande della sua storia, mostrato a esempio di grandezza e di virtù. Gli affreschi risalgono agli anni 1411 - 1412, secondo quanto attesta un documento scoperto soltanto di recente che rivela anche l'autore della straordinaria impresa: Gentile da Fabriano. La Cappella del Palazzo, decorata con le Storie della Vergine, è datata 1421 e firmata da Ottaviano Nelli.

7. CITTA' DEL QUADRIREGIO

Dodicimilacentouno versi, in settantaquattro capitoli, articolati in quattro cantiche a disegnare, attraverso il passaggio in quattro regni, il decorso della vita umana. E questo, in duplice senso, perché la vita di ognuno si spera sia un viaggio dal peccato alla salvezza, ma anche perché la vita, dalle intemperanze giovanili alla saggezza della maturità, riassume, in figura, il senso ultimo delle cose. Così il poema vive nel segno indelebile della nostalgia. Della giovinezza e della primavera. Scritto cent’anni dopo la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Liber de Regnis o Quadriregio di Federico Frezzi vive le sue fortune e sfortune a partire, proprio da quell’ingombrante matrice. Perché se non ci fosse stato il gusto consolidato dell’esempio dantesco, forse Federico non avrebbe avuto trenta trascrizioni tra Quattro e Cinquecento né, tanto meno, sette edizioni a stampa nello stesso arco di tempo, a partire dalla Perugina di Stefano Arns del 1481. Insomma un bel viaggio nell’ultraterreno tira ancora nonostante Umanesimo e pre-Rinascimento.

8. CITTA' DI GENTILE

Accade che una storica dell'arte, Laura Lametti, conducendo nel 2001 indagini sul Palazzo trinci, ritrovi in un archivio privato un documento straordinario, gli Appunti sopra la città di Foligno. Scritti da Lodovico Coltellini accademico fulginio. Parte nona 1770 - 1789. Lamentando le cattive condizioni di conservazione del Palazzo ed alcuni disastrosi progetti di ristrutturazione che le autorità hanno in mente di fare, il letterato livornese svela la paternità delle decorazioni di Palazzo Trinci. Le dette pitture dal colorito tenero e delicatissimo, come si legge in un manoscritto del notaio Giovanni Germani conservato, insieme a tanti altri, in una cassapanca della camera delle udienze e affidata alle cure di un famiglio del nostro Gub(ernatore) (che io penso doversi portare via onde evitare che diventino carta da fuoco) sono di mano di Gentile di Fabriano, come si legge nell’atto di Gio(vanni) Germani, ad annum 1411-1412”. Ora, l’autore del prezioso manoscritto non si limita a trascrivere i documenti e a rilevare le impressioni ricevute dalla sua visita al palazzo, ma riproduce in agili disegni i ritratti che si affacciano da quei muri. E così il volto della Filosofia che, come è noto, non è più visibile perché “è degli ignoranti cancellare per sempre le ultime prove delle vetu[s]te civiltà”, torna a risplendere in queste carte: “la filosofia sembra guardarti quando entri nella sala e ha un viso dolcissimo e il medaglione al collo col motto, tutto d’oro, sembra vero”. Il motto fa , cioè fides adiuvat , come viene finalmente svelato in questo stesso testo. Gentile "quondam Niccolauo Johannis Massii, pictore de Fabriano", il più grande maestro del gotico internazionale, è l'autore delle vetuste pitture di Palazzo Trinci. E il Palazzo folignate rappresenta il suo catalogo, l'intervento superstite più esteso e significativo.

9. CITTA’ DELL’ALUNNO Il primo e unico pittore di Foligno che emerge nel vero palcoscenico della pittura italiana, ovvero Le vite dei piu’ eccellenti pittori, scultori e Architetti (1568) di Giorgio Vasari, è Nicolo’ Alunno. In chiusura della Vita di Bernardino Pinturicchio. Pittore perugino, Vasari annota: ”Fu né medesimi tempi eccellente pittore nella città di Fuligno, Niccolo’ Alunno. Perché non si costumando molto di colorire ad olio inanzi a , molti furono tenuti valenti uomini, che poi non riuscirono. Niccolò dunque sodisfece assai nell’opera sue, per che se bene non lavorò se non a tempera, perché faceva alle sue figure teste ritratte dal naturale e che parevano vive, piacque assai la sua maniera”. E poi, a proposito di un suo intervento nella cattedrale di Assisi, aggiunge: “Ma la miglior pittura che mai lavorasse Niccolò fu una cappella nel Duomo, dove fra l’altre cose vi è una Pietà e due Angeli, che tenendo due torce piangono tanto vivamente, che io giudico che ogni altro pittore, quanto si voglia eccellente, avrebbe potuto far poco meglio”. Due caratteri, il naturalismo e l’espressionismo, rimasti poi per sempre validi nel definire l’arte di Nicolò, anche nei suoi eccessi e difetti. Fra Ludovico da Pietralunga, sempre nel Cinquecento, aggiungerà anche un elemento di teatralità e di finzione: “et quel piangere mai ho visto fingere meglio che a costui”. 10. CITTA' DANTESCA L'11 aprile del 1472 viene stampata a Foligno dal prototipografo maguntino Giovanni Numeister insieme ad Evangelista Angelini di Trevi e con la collaborazione dello zecchiere folignate Emiliano Orfini, l' editio princeps della Divina Commedia di Dante Alighieri. La diaspora dei primi tipografi tedeschi dopo il sacco di Magonza del 1462 porta molti di essi a percorrere l'Italia, ricca e culturalmente avanzata, alla ricerca di mecenati, principi, vescovi, comunità, imprenditori che potessero finanziare la nuova rivoluzionaria artem artificialiter scribendi. Uno di questi prototipografi Johann Numeister, allievo di Johann Gutenberg, con alcuni compagni, è a Foligno, sembra nel 1463, come copista di manoscritti. L'arte segreta trova i suoi mecenati nei fratelli Mariotto ed Emiliano Orfinio, nobili imprenditori folignati. Emiliano, orafo e zecchiere pontificio, presta le sue alte qualità di incisore al disegno delle lettere per la stampa. La società tipografica folignate imprime nel 1470 il De bello italico adversus Gothos dell'aretino Leonardo Bruni, l'anno seguente le Epistolae ad familiares di Cicerone e, l'11 aprile 1472, la prima edizione della Divina Commedia in cui si sottoscrive anche Evangelista Angelini di Trevi, abitante in Foligno, ultimo apporto alla società editoriale..L'esemplare usato nella stampa della Divina Commedia di Foligno è stato individuato nel manoscritto trecentesco conservato nella Biblioteca del Seminario di Belluno, il cosiddetto Lolliniano 35, appartenente ai Danti del Cento, un gruppo di manoscritti trecenteschi della Divina Commedia, ascrivibili all'officina scrittoria di Francesco di ser Nardo da Barberino, di cui si narra che "con cento Danti ch'egli scrisse maritò non so quante figliole". L'evento viene ricordato ogni anno con letture, esposizioni, conferenze.

11. LA MADONNA DI FOLIGNO La Madonna di Foligno è la prima pala d'altare romana di Raffaello. Fu commissionata intorno al 1512 come ex voto da Sigismondo de' Conti, segretario di papa Giulio II, per la chiesa di Santa Maria in Aracoeli sul Campidoglio. L'iconografia del dipinto è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto, davanti al disco solare, circondati da angeli, e l'imperatore, rinunciando a farsi venerare come dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna. La Madre e suo Figlio sono rappresentati nella parte superiore della pala, al di sotto, sulla terra, San Giovanni Battista, San Francesco, il committente e San Girolamo, considerato il primo segretario pontificio, partecipano alla visione. L'armonia di linee e colori che governa la scena diviene dunque espressione dell'armonia celeste, dando forma all'invisibile. In primo piano, un putto presenta all'osservatore una tabula ansata priva di iscrizione, il cui significato ha interessato a lungo gli studiosi. Sullo sfondo sono rappresentati due fenomeni celesti che illuminano un centro abitato: un arcobaleno dai colori poco definiti e un corpo infuocato che precipita su una casa. Quest'ultimo è stato variamente interpretato come bombarda, cometa o meteorite, ma va ricondotto, con ogni probabilità, alla scampata morte di Sigismondo che fu all'origine dell'opera. Nel 1565 la pala venne portata a Foligno, nel Monastero di Sant'Anna, dove la nipote di Sigismondo, Anna de Comitibus, era badessa. Da allora fu motivo di attrazione per prìncipi, artisti e viaggiatori, tanto da assumere ormai il nome di Madonna di Foligno con cui è ancora oggi è nota. Arriveranno il granduca di Toscana, Cosimo II, Luigi II, principe di Condè, fratello del re di Francia, la regina Cristina di Svezia, l’arciduca Leopoldo Guglielmo d’Asburgo, il cavalier d’Arpino, Carlo Maratta. Requisita dai Francesi nel 1797, tornerà in Italia dopo la caduta di Napoleone, collocata definitivamente nei Musei Vaticani.

12. CITTA' DELLA QUINTANA

Nel carnevale del 1613, nobili cavalieri si affrontarono in schiere contrapposte per decidere se fosse più confacente, ad un cavaliere d'onore, la fedeltà al principe o quella alla dama. Altre giostre sono documentate, con frequenza, a Foligno, a partire dal 1448. Dal 1946, senza interruzione, la città di Foligno rivive, nella Giostra della Quintana, il clima di questo torneo cavalleresco del Seicento.. Oggi dieci cavalieri, in rappresentanza dei rioni della città (Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, Mora, Morlupo, Pugilli, Spada), si affrontano in una giostra all'anello di grande tensione e spettacolarità: In tre successive tornate i cavalieri al galoppo devono infilare con una lancia anelli di diametro sempre più piccolo. Gli anelli sono sospesi al braccio di una statua lignea del XVI secolo, raffigurante un guerriero. Un palio è il premio al vincitore. La città, raccolta intorno alle taverne e alle sedi dei rioni, vede sfilare per le sue vie un corteo storico di seicento personaggi, in una suggestiva atmosfera cromatica. Due gli appuntamenti annuali della giostra: la Sfida di giugno e la Rivincita di settembre.

13. CITTA' DEL BAROCCO

Musica, teatro, cinema, mostre, in un festival che dal 1981 è alla ricerca del barocco nelle arti e dei suoi segni non necessariamente circoscritti nello spazio e nel tempo. Connesso alla spinta progettuale del Festival è l'impegno di ricerca sul complesso di temi e problemi racchiusi nella nozione di costume. Nel caso dell'esperienza del Seicento va segnalata l'affinità tra il modo di essere del costume e il carattere di un' epoca che sembra inglobare ogni altra forma di conoscenza nella dimensione visuale. Frutto delle ricerche e degli studi promossi dal Festival Segni Barocchi è l'allestimento del Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi in Palazzo Trinci. Una serie di interventi artistici sulla Fiaba Barocca darà vita al Castello della Fiaba. Perché del poeta è il fin la meraviglia.

14. CITTA' DEI PALAZZI

Mentre si instaura in città una cultura dell’antico e i reperti del tempo passato arricchiscono i giardini, una fervida attività edilizia dà vita a quei palazzi signorili edificati a decoro di un ceto emergente e segno tangibile dell’età moderna nell’assetto urbano di Foligno. Gli equilibri dei corpi e le nobili simmetrie delle facciate disegnano le direttrici principali della città, mentre nei tortuosi collegamenti interni restano i segni superstiti del Medioevo. Ma è nelle pareti interne delle case che le belle favole del tempo andato dispiegano con continuità, per due secoli, gli arazzi delle loro storie mitologiche e bibliche. 120 sono le dimore storiche in Foligno. Per questo ha assunto la qualifica di città dei Palazzi.

15. CITTA' DEL PIERMARINI

Sulla carrozza che doveva riportarlo definitivamente a Foligno, sullo scorcio del 1798, l'Imperial Regio Architetto Giuseppe Piermarini era accompagnato dalla cassa contenente i suoi preziosi disegni, più di 600. Aveva allora 64 anni. Alcuni mesi prima aveva subito il furto di alcuni oggetti personali e suppellettili domestiche. Per questo sarà stato ancor più circospetto nei confronti di quel patrimonio che rappresentava il lavoro di una vita. Giuseppe Piermarini era giunto a Milano insieme a Luigi Vanvitelli, chiamato per la costruzione del Palazzo Regio Ducale, nell'aprile del 1769. Subentrerà nell'incarico al maestro e verrà nominato Imperial Regio Architetto, divenendo così il 'maestro di stile' del volto illuminato della Lombardia. Trent'anni di indefesso lavoro nel campo pubblico, soprattutto, ma anche in quello privato, in cui lascerà i segni di un equilibrio formale: razionalità, eleganza, misura, ravvivate appena da sottili ombre pittoriche. La sistemazione di Palazzo Regio Ducale, la riqualificazione del vecchio 'Verzaro', la valorizzazione delle aree intorno a Porta Orientale, la sistemazione dei giardini pubblici, i teatri, gli edifici per il governo e l'amministrazione, gli edifici per l'assistenza e l'istruzione, i palazzi cittadini, le ville dei dintorni. Nel maggio 1798 Giuseppe Piermarini, caduto in disgrazia politica e sostituito nel suo incarico di architetto governativo dal Canonica, si dimette da Brera. Vivrà a Foligno dove era nato nel 1734, fino al 18 febbraio 1808. Dieci anni di meritato riposo.

16. CITTA' DEL BARBANERA

La tradizione della stampa dei lunari comincia a Foligno nel1565. I lunari contengono informazioni verbali e iconiche. Quest'ultime sono relative alle illustrazioni dei mesi, scanditi dalle diverse attività agricole e dalle abitudini domestiche. Il sole che sovrintende a tutte le attività umane ha sempre un aspetto antropomorfo, in segno di cordialità, ma anche di riverente rispetto. I giorni che si susseguono fitti contengono informazioni relative alle attività agricole, alle feste religiose, alle fiere, ai principali eventi metereologici, ai periodi adatti per le nozze e per il parto. Il lunario è aperto da un discorso generale sull'anno che, oltre a segnalare la posizione degli astri, le previsioni del tempo che ne conseguono, l'annata agricola, le malattie, le eclissi, i terremoti, si sofferma sulla filosofia che deve sostenere la vita del contadino: vivere in grazia di Dio e nel rispetto del prossimo, perché chi vive bene può sempre sperare che il male predetto non si avveri. Il calendario si appenderà al muro della cucina al posto di quello vecchio ormai annerito dal fumo dei vapori. L'orma che per un attimo comparirà sul muro sarà il segno dei giorni trascorsi e l'avviso di sbiancheggiare a primavera. Da 250 anni i giorni che passano si contano e si segnano sul Barbanera. Venduto nelle piazze e per le feste dei paesi o casa per casa nelle città e nelle campagne dai venditori ambulanti con gli almanacchi infilati come monito sul cappello. E i giorni si susseguiranno tutti uguali scanditi dai lavori agricoli, dalle feste religiose, dagli usi alimentari.

17. CITTA' DELLE ARTI CONTEMPORANEE

Dal 2011 Foligno ospita una presenza inquietante. Nella chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, opera di Carlo Murena, allievo del Vanvitelli e maestro del Piermarini, è esposta Calamita Cosmica, opera di Gino De Dominicis (1947-1998). Uno scheletro lungo 25 metri con un becco di uccello che riceve e trasmette energia attraverso un'asta sospesa sopra la mano destra. Comparsa in pubblico la prima volta al museo d’Arte Contemporanea di Grenoble.nel 1990, venne esposta quindi, sei anni dopo, nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli. Acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, l’opera ha iniziato un tour del tutto eccezionale in Italia e in Europa. È stata infatti esposta nella Mole Vanvitelliana di Ancona, città natale dell’artista, nel 2005; poi nel piazzale tra il Palazzo Reale e il Duomo a Milano nel 2007; a Versailles nei giardini della Reggia sempre nel 2007; a Mons nel Musée des Arts Contemporains au Grand-Hornu nel 2008. Ha infine aperto la mostra dedicata a Gino De Dominicis in occasione dell’inaugurazione del MAXXI, Museo delle arti del XXI secolo, opera di Zaha Hadid, a Roma nel 2010. Il Polo Museale dell'Annunziata appartiene al Centro Italiano d'Arte Contemporanea ideato e gestito dalla stessa Fondazione e ospitato in un edificio dismesso e reinventato. Ospita mostre d'arte di livello internazionale: Basilico, Agnetti, Uncini, Weston, Schnabel, Mariani, Fabro. Due importanti interventi scultorei di Ivan Theimer sostanziano piazze della città, mentre fuori le mura è posta la Chiesa di San Paolo progettata da Massimiliano Fuksas.

18. CITTA' DELLA SCIENZA

"Festa di scienza e filosofia - Virtute e Canoscenza" è un appuntamento annuale per studiare il presente e guardare al futuro con l'ottimismo del sapere. La denominazione Virtute e Canoscenza è un omaggio a Dante, al desiderio dell'uomo di varcare le colonne d'Ercole senza aver paura del nuovo. Nonostante gli effetti generalmente benefici dello sviluppo delle conoscenze scientifiche, spesso nella società si diffonde una sensazione di minaccia, addirittura la paura irrazionale del progresso scientifico. Numerosi paesi stanno promuovendo la cultura scientifica e tecnica sin dai banchi di scuola; stanno definendo regole etiche, in particolare nelle biotecnologie dell'informazione; stanno favorendo il dialogo tra gli scienziati, i filosofi, il mondo del lavoro e i responsabili politici. La conoscenza e il sapere sono il motore di rapidi cambiamenti degli scenari socio-economici. I mutamenti riguardano gli stili di vita e agiscono nel profondo del modo di pensare, di lavorare, di produrre, imponendo la modifica di prospettive culturali, economiche ed anche di valori etici. L'uomo può accedere oggi a conoscenze infinitamente più ampie rispetto a quelle di pochi anni fa. Esse modificano concezioni filosofiche, altre ne confermano e altre ne fanno nascere. "Festa di scienza e filosofia - Virtute e Canoscenza" è un confronto sui temi di attualità tra il mondo della Scienza, della Filosofia e della Produzione innovativa, a fronte di una profonda evoluzione che riguarda la conoscenza, lo sviluppo e la convivenza.

19. PRIMI D'ITALIA

Evento gastronomico, unico nel suo genere, che coinvolge grandi chef, produttori, esperti, critici e giornalisti in una splendida festa allestita intorno alla regina della tavola italiana: la pasta. Si svolge tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre animando le piazze ed i chiostri, le taverne ed i palazzi, con punti di degustazione, cene di gala e spettacoli. I villaggi della pasta, dei tortelli, del riso fanno da sfondo a corsi di specializzazione gastronomica. Infine, serate a tema e mercatini di straordinario interesse, attirano gruppi di appassionati buongustai, addetti ai lavori e celebri rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo.

20. CITTA’ DEGLI EVENTI

• Mercanti in Piazza • Carnevale di S. Eraclio • Stagione di prosa • Teatro ragazzi • Musica classica • Musica pop • Circuiti cinematografici • Giornate dantesche • La Scrittura e l'immagine • Penelope a Rasiglia • Scienza e Filosofia • Il Muro di Bottom • Joung jazz • Quintana 1 • Umbria World Fest • Dancity • Festa della birra • Quintana 2 • Segni Barocchi Festival • Primi d'Italia • Maligno. Cinema horror • Mielinumbria • Nemetria. Giornata di studi economici • Natale a Foligno RECUPERO E RIULITIZZO DEL TEATRO APOLLO- PIERMARINI L’ALBUM DELLA CITTA’ TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Il teatro Apollo-Piermarini (1827 – 1944)

La vita teatrale a Foligno ha origini antiche. Un ricordo degli scritti della Santa Angela e gli inventari delle Confraternite, ci attestano che in occasioni di feste religiose avvennero Sacre Rappresentazioni. Lo spettacolo non mancò in tempo di carnevale al gioco delle giostre in Piazza Grande. Nelle aule scolastiche il maestro Cantalicio fece uso didattico del teatro classico ed il poeta rinascimentale Petronio Barbati ne scrisse in proprio. L’oratorio convisse nel ‘600 e ‘700 con le maschere, il dramma religioso con la commedia profana. Ne furono autori in particolare Vincenzo e Michelangelo Iacobilli. Non venne trascurato nemmeno il teatro musicale che ebbe in Ovidio Unti il suo maggiore rappresentante. Al 1652 risale il primo teatro documentato nell’aula superiore del Palazzo Comunale. Ai primi del ‘700 fu trasferito in Palazzo Trinci. Lo si ricorda come teatro Vecchio, successivamente come Teatro dell’Aquila. L’instabilità di questo Teatro, preoccupante già agli inizi dell’Ottocento, ed il gusto per l’arte drammatica, suggerirono a Luigi Fedeli di Sarnano, nel 1821, l’opportunità di costruire nella sua casa sita in via della Fiera, l’attuale Corso Cavour, un nuovo teatro, che egli stesso progettò, con il successivo intervento dell’architetto Pietro Ghinelli (1759-1834), notissimo esponente del neoclassicismo marchigiano. Il Teatro venne costruito dalle maestranze di Clementino Ferrandini e Giuseppe Brizi. Il sipario fu dipinto da Raffaele Fogliardi, ascolano. Del cinquecentesco Palazzo Gregori, che occupava il sito del Teatro, resta oggi soltanto la parte superiore del prospetto, caratterizzata da eleganti finestre con mostre marmoree ed iscrizioni. Il nuovo Teatro, che prese il nome di Apollo, venne inaugurato il 1° settembre 1827 con la Semiramide di Gioacchino Rossini e quindi con il Crociato di Giacomo Meyerbeer. Nel 1869 l’edificio passò alla proprietà del Comune che nel 1891 lo intitolò a Giuseppe Piermarini. il 30 ottobre 1886 una Commissione tecnica accerta la seguente capacità del Teatro Apollo: platea 110 posti; 4 ordini di palchi 248 posti; galleria o loggione 120 posti, per un totale di 478. Dopo più di cent’anni di intensa attività, il Teatro venne distrutto quasi completamente il 16 maggio 1944 da un bombardamento. Si salvarono soltanto la facciata ed il foyer. Alla Biblioteca Comunale di Foligno appartengono due fondi speciali relativi all’attività teatrale svolta dall’Apollo, poi Piermarini: il Fondo Mancinelli (1827-1913) ed il Fondo Loreti (1894-1932) che seguono passo per passo la programmazione del Teatro, attraverso memorie scritte, raccolte di recensioni, manifesti, locandine, fotografie. Un materiale ricchissimo conservato nel proprio assetto originale: scatole, cartelle, quaderni. I Fondi sono consultabili presso il Centro di Documentazione situato nel superstite foyer. ESPOSIZIONE MUSEALE

Documentazione del Teatro Apollo-Piermarini

Foyer del Teatro Apollo –Piermarini

- Fondo Mancinelli (1827-1913) - Fondo Loreti (1894-1932) Manifesti, locandine, programmi di sala e fotografie, relative agli spettacoli tenutisi nel Teatro.

Fotografia di una città: Rinaldo Laurentini

Primo piano dei locali ristrutturati del Teatro Apollo-Piermarini

- Piazza Grande - Le Vie - Le piazze - I presidi fuori le Mura

Cartoline della città Al centro di questo locale sarà collocato il biliardo proveniente dall’ex Bar Sassovivo, sul cui panno verde è segnato il punto esatto dove veniva posizionato il birillo rosso che per tradizione era considerato il centro del mondo.

I protagonisti

Secondo piano dei locali ristrutturati del Teatro Apollo-Piermarini - Ritratti di studio di Rinaldo Laurentini Ateliers degli artisti: - Antonio Maiolica: Raccolta delle caricature conservata in Biblioteca - Enrico Bartolomei - Leandra Cominazzini: Autografo dell’ Aeropoema Futurista Umbro conservato in biblioteca insieme al suo archivio - Ugo Scaramucci - Carlo Botti - Carlo Frappi ACCOGLIENZA ED INFORMAZIONE TURISTICA INFOPOINT TURISTICO E SEDE DEL PARCO DI COLFIORITO

Presso Porta Romana, la porta sud della città, sono collocate due palazzine, ex caselli daziari, utilizzate attualmente con le funzioni infopoint turistico e sede del Parco di Colfiorito. Le stesse sono oggetto di un intervento di restauro e riqualificazione, oltre che di adeguamento degli arredi e dell’impiantistica tecnologica. Le palazzine sono collocate in un punto strategico della città, a ridosso della stazione ferroviaria e della caserma. L’intervento, che rientra in un progetto di riqualificazione regionale delle “12 antenne dell’informazione turistica umbra”, ha ricevuto anche il finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno. I lavori termineranno prima dell’estate.

WELCOME CENTER DI PALAZZO TRINCI

Palazzo Trinci rappresenta il monumento più importante della città. E’ collocato sul lato nord di Piazza della Repubblica. Ospita un ciclo di affreschi del primo quattrocento, opera di Gentile da Fabriano ed aiuti, dedicati a complesse iconografie storiche e scientifiche. A piano terra del Palazzo è in fase di realizzazione un centro di accoglienza finanziato con fondi europei. Il centro funzionerà da cuore del sistema museale della città, punto di partenza dei percorsi narrati che animeranno il centro storico ed il territorio. Avrà anche funzione di biglietteria, bookshop e caffetteria del museo.

APERTURA DEL COLLEGAMENTO TRA PALAZZO TRINCI E IL DUOMO

Palazzo Trinci e il Duomo della città sono collegati attraverso un ponte sospeso su via XX settembre. Il corridoio è decorato con il ciclo delle Sette età dell’uomo e dei Nove prodi di Gentile da Fabriano e aiuti. Una porticina, attualmente chiusa, potrebbe consentire il passaggio al Duomo in corrispondenza del rosone della facciata secondaria e quindi l’accesso al Museo capitolare e diocesano. Ciò renderebbe possibile, come è nell’intento del Comune e della Curia, costruire un percorso senza soluzione di continuità che colleghi le raccolte museali ed i due edifici principali della città. Questo trait d’union consentirà un nuovo sguardo sulla città e per il turista un’esperienza straordinaria. EVENTI PER UN ANNO ANNO 2016

 Stagione concertistica di musica classica (gennaio - dicembre) Auditorium San Domenico

 Stagione concertistica gioventù musicale (gennaio - dicembre) Auditorium San Domenico

 Stagione concertistica di musica pop (gennaio - dicembre) Supersonic, Serendipity, Zut

 Stagione di prosa (gennaio - aprile) (ottobre - dicembre) Politeama, Zut

 Teatro ragazzi (gennaio - maggio) Auditorium San Domenico

 Mostra personale di Sandro Chia (febbraio - maggio) Centro Italiano d’Arte Contemporanea

 Scienza e Filosofia (aprile) Palazzo Trinci, Auditorium San Domenico, Laboratorio di Scienze Sperimentali

 Giornate Dantesche (aprile) Palazzo Trinci  Muro di Bottom Laboratori teatrali (aprile - maggio) Palazzo Trinci

 Joung jazz Festival Internazionale di musica jazz (maggio) Auditorium San Domenico, Palazzo Trinci, Spazi aperti della Città

 Città del Barocco - Giostra della Quintana – la sfida - Segni Barocchi Festival (giugno)

 Mostre personali di Giorgio Colombo e Ugo Mulas (giugno - dicembre) Centro Italiano d’Arte Contemporanea

 Dancity Festival Internazionale di musica elettronica (luglio) Auditorium San Domenico, Palazzo Trinci

 Città del Barocco - Giostra della Quintana – la rivincita - Segni Barocchi Festival (settembre)

 I Primi d’Italia Festival sui primi piatti (settembre)  Umbria World Fest Humana Immagini e suoni dal mondo (ottobre) Palazzo Trinci, Auditorium San Domenico

 Convegno di studi su Federico Frezzi Autore del Quadriregio (novembre) Palazzo Trinci ANNO 2017

 Stagione concertistica di musica classica (gennaio - dicembre) Auditorium San Domenico

 Stagione concertistica gioventù musicale (gennaio - dicembre) Auditorium San Domenico

 Stagione concertistica di musica pop (gennaio - dicembre) Supersonic, Serendipity, Zut

 Stagione di prosa (gennaio - aprile) (ottobre - dicembre) Politeama, Zut

 Teatro ragazzi (gennaio - maggio) Auditorium San Domenico

 Mostra personale di Marco Tirelli (febbraio - maggio) Centro Italiano d’Arte Contemporanea

 Scienza e Filosofia (aprile) Palazzo Trinci, Auditorium San Domenico, Laboratorio di Scienze Sperimentali

 Giornate Dantesche (aprile) Palazzo Trinci  Muro di Bottom Laboratori teatrali (aprile - maggio) Palazzo Trinci

 Joung jazz Festival Internazionale di musica jazz (maggio) Auditorium San Domenico, Palazzo Trinci, Spazi aperti della Città

 Città del Barocco - Giostra della Quintana – la sfida - Segni Barocchi Festival (giugno)

 Dancity Festival Internazionale di musica elettronica (luglio) Auditorium San Domenico, Palazzo Trinci

 Città del Barocco - Giostra della Quintana – la rivincita - Segni Barocchi Festival (settembre)

 I Primi d’Italia Festival sui primi piatti (settembre)

 Umbria World Fest Humana Immagini e suoni dal mondo (ottobre) Palazzo Trinci, Auditorium San Domenico