Comune di Foligno BANDO PER IL TITOLO: “CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2016 e 2017” DOSSIER di CANDIDATURA FOLIGNO CITTA' DELLA CULTURA La città di Foligno, adagiata nel piano al centro della Valle Umbra, con i suoi 60.000 abitanti è la terza città della regione, la Rosa dell'Umbria. La definizione è dell’avvocato di Foligno Giuseppe Bragazzi che disegnava con la parola, nel 1864, le caratteristiche del territorio della Valle Umbra. Dalle altezze in cui si dispiega il volo dell'aquila la valle si presenta con la forma di un fiore che somiglia alla rosa; le foglie che ne formano la corolla si trasformano in città e città diventa anche il centro di quel calice: “L’antica Spello, la ridente Asisi, la salubre Nocera, l’aprica Trevi, la torreggiante Montefalco e la grave Bevagna sono le Città che si distendono intorno all’industriosa e commerciale Foligno”. Un fiore che conserva, a detta del Bragazzi, l’odore della santità, il profumo delle lettere, la dolcezza delle arti. Fulcro della Rosa dell'Umbria, l’industriosa e commerciale Foligno è anche e per questo città dell'arte e della cultura, una città che trae dalla sua configurazione territoriale le caratteristiche di città profondamente laica e altrettanto profondamente religiosa, aperta ai commerci e all'innovazione, oggi particolarmente attenta a riscoprire e valorizzare le radici della sua identità storica. I Il GOTICO INTERNAZIONALE DI PALAZZO TRINCI Palazzo Trinci, residenza della famiglia che esercitò una dominazione di tipo signorile sulla città tra il 1305 e il 1439, è il risultato di una ristrutturazione di edifici preesistenti realizzata tra il 1389 e il 1407 da Ugolino Trinci. Vi si accede attraverso una Scala gotica , attualmente interna al Palazzo, che conduce alla Loggia affrescata con la leggenda della fondazione di Roma. Da qui si dipartono le sale del piano nobile. La Cappella è decorata con le Storie della Vergine (Ottaviano Nelli 1424). Da una porta arcuata si entra nella Sala delle Arti e dei Pianeti , dove sono rappresentate le arti liberali (Retorica , Aritmetica , Astronomia , Geometria , Musica , Dialettica , Grammatica unite alla Filosofia ), i sette pianeti e le sette età dell’uomo simboleggiate da un’ora del giorno. Lo stesso tema torna nell’arco che congiunge il palazzo con la cattedrale. È nella Sala degli Imperatori , adibita originariamente a sala pubblica, che la grandezza di Roma celebra i suoi fasti. Ci troviamo al centro di un porticato aperto sulla campagna: un vero e proprio giardino della vita. Inscritto al centro di ogni arcata, un grande della sua storia, mostrato a esempio di grandezza e di virtù. Gli affreschi sono stati recentemente assegnati a Gentile da Fabriano, grazie alla scoperta di un importante documento. Il Palazzo è sede del Museo della città. II I MUSEI DAGLI UMBRI A CALAMITA COSMICA La storia della città, che si dispiega dall'antica civiltà degli Umbri, gens antiquissima Italiae, antecedente il Diluvio universale, fino alla contemporaneità, può essere letta e ricostruita attraverso il percorso museale urbano ed extraurbano. MAC Museo Archeologico di Colfiorito Il Museo Archeologico di Colfiorito, edificio in acciaio e vetro, su progetto dell'architetto Roberto De Rubertis, si inserisce come una scaglia tra due corpi di fabbrica preesistenti in muratura di pertinenza dell'Infermeria del Campo di internamento qui creato in età fascista, collegandoli e inglobandoli funzionalmente. All'interno tali corpi precedenti si inseriscono nello spazio del museo, rimanendo integri e in contrasto semantico con il nuovo volume. L'esposizione archeologica, che consta di 1450 reperti, si articola su due livelli con un dettagliato percorso cronologico e tematico. Accanto all'ingresso un piccolo lapidario presenta materiali epigrafici di età tardo repubblicana e primo imperiale (I sec, a.C. - II sec. d.C.). Si passa poi alla Sala delle necropoli umbre, allestimento di circa 600 reperti, testimonianze di età umbra relative all'intero territorio (IX sec. a.C. - III sec. a.C.). Nel piano superiore accanto alla Sala degli abitati dell'età del ferro, con materiali dei primi villaggi di capanne stanziati lungo le sponde dei laghi plestini (XI sec.a.C. - VIII sec. a.C.) vi è la Sala della dea Cupra, con antefisse architettoniche, acroteri, materiali votivi ceramici e bronzei provenienti dall'area sacra in località La Capannaccia (VI - II sec. a.C.). A seguire alcuni reperti provenienti dagli scavi del Castelliere di Monte Orve e della Sala del municipio romano di Plestia, che raccoglie suppellettili legate all'epoca romana (II sec. a.C. - III sec. d. C.) e dove sono esposte interessantissime attestazioni dei riti di purificazione di un bothros, fossa sacrificale relativa al sacello della domus pubblica, destinata ad accogliere i magistrati del municipio di Plestia. Nel percorso sono stati esposti anche alcuni corredi funerari di età romana relativi a necropoli poste fuori l'abitato romano. Il percorso continua con una piccola sottosezione dedicata a testimonianze di ville rustiche tardo antiche sparse sull'altopiano plestino e con alcuni corredi funerari di età longobarda (VI -VII sec. d.C.) Il Museo della città in Palazzo Trinci Museo archeologico e Pinacoteca comunali Il percorso museale si snoda a partire dall’affascinante Scala Gotica sui tre piani del lato orientale di Palazzo Trinci. La raccolta archeologica è costituita da un’ampia documentazione delle popolazioni umbre dei Fulginates e dei Plestini. L’epoca romana e tardo romana è testimoniata da una raccolta di materiali lapidei, urne cinerarie e sarcofagi. Interessanti due collezioni storiche, quella di Palazzo Trinci, che comprende, tra l’altro, una preziosa lastra raffigurante i giochi circensi e una raccolta di teste di età romana, e quella scultorea ed epigrafica dello storico Lodovico Iacobilli. Si accede quindi alle cosiddette Sale di Costanza, situate al primo piano, che ospitano una documentazione sulla famiglia Trinci e sul magnifico palazzo. La Pinacoteca inizia con le sale dedicate alla pittura del Trecento per poi risalire al piano nobile, in un suggestivo richiamo con i cicli di affreschi che lo decorano. Vi è documentata la scuola del Quattrocento folignate: Giovanni di Corraduccio, Bartolomeo di Tommaso, Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, Pierantonio Mezzastris, Ugo-lino di Gisberto. Quindi ci si affaccia in un rapido excursus sull’arte pittorica del Cinquecento, rappresentata da opere di Feliciano de Muti, Bernardino di Mariotto, Dono Doni, Ascensidonio Spacca, detto “il Fantino”. La Sala Giuseppe Piermarini La lapide posta sulla parete nord ricorda che la sala fu intitolata a Giuseppe Piermarini (Foligno 1734-1808) il 27 settembre 1908, in occasione del centenario della sua morte. Destinata a raccogliere gli scritti e i disegni dell’architetto folignate, attualmente conserva al suo interno il busto in gesso, due ritratti a stampa e gli strumenti di lavoro del Piermarini. La memoria del suo operato è invece incentrata sul progetto più famoso, quello per la realizzazione del Teatro alla Scala di Milano (1776-1778), di cui sono esposte la riproduzione in due plastici (1996-1998) e tre stampe del 1789 Il Museo dell’Istituzione comunale La sezione raccoglie testimonianze sull’Istituzione comunale a Foligno, entro un arco di tempo che va dal Quattrocento all’Unità d’Italia, attraverso momenti di vita quotidiana e oggetti di uso istituzionale, quasi emblemi simbolici che ripercorrono la storia della città e dei suoi ordinamenti. Di particolare interesse il palio del castello di Roccafranca (fine XV - inizio XVI secolo), unico superstite fra i tanti che distinguevano nelle cerimonie pubbliche i vari centri del territorio comunale; l’armadietto in legno di noce intagliato con l’anta frontale ribaltabile e decorata con tarsie raffiguranti il giglio e la croce, simboli della città, voluto dai priori in carica nei mesi di gennaio e febbraio del 1660 e utilizzato per l’elezione dei sindaci e dei massari del contado; gli abiti dei magistrati e dei priori indossati durante le cerimonie pubbliche; i paramenti liturgici e gli oggetti che facevano parte del corredo della Cappella del Palazzo comunale. Museo multimediale dei tornei, delle giostre e dei giochi Ufficialmente inaugurato nel febbraio 2001, è il risultato di un intenso lavoro di studio e di ricerca. Con il trasferimento al primo piano dell’ala sud-occidentale di Palazzo Trinci, il museo si è arricchito e spettacolarizzato, avvicinandosi sempre più all’obiettivo finale: fare di Foligno un punto di riferimento per la ricerca storica e lo studio, anche attualizzato ai giorni nostri, di giostre e tornei dal Medio-evo all’Ottocento. Il Museo è costituito da tre articolazioni autonome, ma anche interagibili, grazie al supporto informatico e multimediale che lo caratterizza. La prima, di taglio documentale e informativo, consente di fare ricerche consultando i risultati della catalogazione e gestione dei documenti elaborati dal Centro di documentazione, disponibili anche nel sito internet e nelle postazioni informative dell’area espositiva: repertorio delle rievocazioni storiche europee, cataloghi bibliografici, iconografici e audiovisivi tematici, censimento delle arti e dei mestieri connessi alle rievocazioni storiche. La seconda, dinamica, è dedicata sia all’attività espositiva sia alla rielaborazione spettacolare degli aspetti salienti di giostre e giochi storici del passato e di oggi. La terza, rievocativa, è invece dedicata alle numerose rievocazioni italiane ed europee, con particolare riferimento a quelle di area umbra. Il Museo si rivolge a tutti: a chi vive le giostre e i tornei come occasione ludica e a chi ne fa motivo di ricerca. Un’occasione nuova per esplorare a tutto tondo l’affascinate universo di giostre, tornei e giochi. Il Museo della Stampa L'incontro della Divina Commedia, il capolavoro di Dante Alighieri, con il libro avviene lungo la direttrice Magonza-Foligno. Il clericus Moguntinus Iohannes Numeister era giunto nella nostra città, fornito degli attrezzi del mestiere, già nel 1470. Incontrato un uomo di mondo come il medaglista e zecchiere Emiliano Orfini, fu facile mettere su bottega insieme, dando così avvio a una delle prime tipografie sorte in Italia.
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