1 2 le guide dell’Europea

L’indice EUROPEA EDITORIALE

Direzione e Coordinamento Editoriale Il prete senza tempo: Presentazione Giusi Suffi a e Patrizia Guerra Rettor Maggiore Ángel Fernández Artime Pag. 04 Direttore Responsabile Enrico Romanetto Amico e maestro della gioventù: Presentazione

Grafi ca e Advertising Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia Pag. 05 Manuela Amadei, Andrea Pilloni Vita e opere Pag. 06 Una realizzazione EUROPEA EDITORIALE C.O.M. s.r.l. Luoghi e memorie: Castelnuovo Don Bosco Pag. 14 Direzione, Redazione, Pubblicità, Amministrazione Via Givoletto 5/c - 10149 Torino Tel. 011.4539211 (r.a.) - Fax 011.45.56.830 Le biografi e: Margherita Occhiena Pag. 16 Luoghi e memorie: Il Colle e la Basilica Pag. 18

e-mail: [email protected] - grafi [email protected] Luoghi e memorie: Chieri Pag. 28 www.europeaeditoriale.com Luoghi e memorie: Torino Pag. 32 Iscrizione al registro degli Editori e Stampatori presso l’Uffi cio Territoriale del Governo di Torino, Le biografi e: Domenico Savio gPa . 38 Prefettura al n. 2229 Luoghi e memorie: Maria Ausiliatrice Pag. 40 Stampa: Grafi che Giglio Tos S.r.l. Salesiani nel mondo Pag. 42

I dati personali e le attività sono state pubblicate in conformità alla legge 675/96, con il fi ne di pubblicizzare le attività e le iniziative delle pubblicazioni della Europea Editoriale. I Ostensione 2015: Papa Francesco a Torino Pag. 43 dati sono stati trattati con la massima riservatezza e non saranno diffusi a terzi. Le cartine riprodotte hanno valore puramente indicativo della zona interessata e Itinerari e percorsi: i musei Pag. 45 pertanto non vogliono avere carattere di completezza degli elementi (località, strade, orografi a ecc.) presenti sul territorio. Europea Editoriale declina ogni responsabilità riguardo le informazioni in merito alle Le biografi e: Mons. Edoardo Giuseppe Rosaz Pag. 52 manifestazioni pubblicate. Non è responsabile di eventuali cambi di programma, orari o annullamento degli eventi in oggetto. Per informazioni e conferme contattare direttamente gli organizzatori. Memorie storiche: il documento Pag. 54

Salesiani nel mondo: Valle di Susa Pag. 55

Itinerari e percorsi: la Sacra di San Michele Pag. 58

Salesiani nel mondo: Lombriasco Pag. 60

Salesiani nel mondo: Pino Torinese Pag. 61 Fotografi e tratte da Wikipedia: Angelomalvasia, Bunet1981, Franco56, Georgius LXXXIX, Jecanre, Jordiferrer, K.Weise, Livioandronico2013 Tradizioni Gastronomiche Pag. 62 Altre fonti: aaaadonboscosva.wordpress.com, Alfredo Atorino, Don Riccardo, Foto Terry, Infi ni.To - Planetario di Torino, www.bicentenario.donboscoitalia.it, www.comune.torino.it, Le vie dello shopping Pag. 87 www.donbosco-torino.it, www.monferrato.org, www.oratoriofontenuova.it, www.salesianilombriasco.it, L’indice degli inserzionisti Pag. 102 www.salesiani-oulx.it Costo copia, euro 5,00 3 Un fantastico cammino lungo duecento anni Torino si prepara ad accogliere Papa Francesco insieme a milioni di pellegrini che vi- siteranno la città in occasione dell’Ostensione della Sindone organizzata per celebra- re il Bicentenario della nascita di Don Bosco. L’Europea Editoriale ha scelto di met- tervi a disposizione uno strumento per conoscere la vita e seguire le orme del Santo che ha fatto della propria vita una missione tra gli emarginati delle prime periferie operaie. Una guida che fornisce un’idea concreta del messaggio di Don Bosco, sempre più attuale, seguendone gli anni della formazione e quelli della scelta del sacerdozio per intervenire nella società a favore degli ultimi. Un “prete giovane” che ha saputo trasformare il linguaggio e l’approccio con la gioventù, il cui carisma è ancora vivo e rappresenta il centro di gravità dell’opera dei salesiani nel mondo. Un’avventura cominciata poco meno di due secoli fa sotto una tettoia presa in af tto in una delle vie più malfamate di Torino. L’avventura del prete dalla lunga tonaca nera arrivato “ no alla ne del mondo”.

L’Editore, Giusi Suffia

Un ringraziamento particolare a Sua Eccellenza l’Arcivescovo Cesare Nosiglia, al Rettor Maggiore Ángel Fernández Artime, alle Autorità Civili e Religiose che ci hanno aiutato in questa opera. E un grazie di cuore agli inserzionisti che hanno voluto partecipare all’arricchimento della Guida “200 Anni Don Bosco” 4 le guide dell’Europea Il prete senza tempo

Siamo eredi di un grande uomo, un vero glio del suo tempo e un vero tes- sitore della storia, un uomo straordinario, ma umile e in mezzo agli ultimi, che ispirato alla bontà e zelo di San Francesco di Sales, ha dato origine a un vasto movimento di persone sempre in cammino, messi in moto, dal- la periferia di Torino alle diverse periferie esistenziali e geogra che, come quella della ne del mondo nella Terra del Fuoco e Patagonia nel suo tempo. Abbiamo ricevuto una eredità che viene sviluppata, trasmessa e fecondata con le proprie opzioni di vita e la donazione piena di noi stessi per farla feconda e an- cora più ricca.

Don Bosco continua a vivere. Il - glio di Margherita, la donna forte e saggia che ha trasmesso a lui, la saggezza e la ricca tradizio- ne della campagna monferrina, e ha condiviso con lui e i suoi ragazzi e primi salesiani l’av- ventura degli inizi dell’oratorio, continui ad accompagnare la sua opera. L’Italia, come altri paesi nel mondo non può raccontare la sua storia senza un riferimento accurato su questo suo glio e la sua opera. I re- centi studi sul 150 anniversario dell’Unità d’Italia, che esattamente corrisponde al 150 anniversario dell’Opera Sale- siana, hanno documentato quanto ampio e profondo sia stato il contributo salesiano alla crescita del paese.

Maria, Ausiliatrice e Madre, che ha fatto tutto sin dall’origine, ci aiuti a es- sere creativamente fedeli e a dare continuità e fecondità all’opera iniziata da Dio 200 anni fa. Siamo eredi con una grande responsabilità sulle spalle, ma soprattutto con un irradiante fuoco nel profondo del cuore: la nostra passio- ne per vivere Come Don Bosco, con i giovani e per i giovani.*

Ángel Fernández Artime Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana X Successore di Don Bosco

*dall’omelia del 24 gennaio 2015 in occasione della Festa di Don Bosco a Maria Ausiliatrice 5 Amico e maestro della gioventù

Don Bosco, amico, padre e maestro della gioventù, è vissuto e ha testimoniato in modo mirabile e fecondo l’amore di Dio e la devozione a Maria Ausiliatrice nel suo affetto e predilezione per i giovani, ha dato vita a quella famiglia salesiana che si è diffusa in tutto il mondo, portando il suo messaggio di fede e di speranza nel cuore dei popoli attraverso l’azione religiosa, educativa, culturale e sociale dei suoi gli e glie.

L’insegnamento e la testimonianza di San Giovanni Bosco sono ancora vivi e forti nelle nostre comunità e rappresentano un punto di riferimento necessa- rio per affrontare con coraggio e impegno unitario queste s de, che del resto sono molto simili a quelle affrontate dal santo, pur in tempi diversi.

La Chiesa di Torino, che custodisce la viva memoria del Santo dei giovani e di tanti altri suoi successori, che ne hanno seguito le orme sulla stessa via di santità e di generosità, rinnova oggi il suo più vivo grazie e sa che potrà contare sulla sua potente inter- cessione per una stagione nuova di rilancio della catechesi, della formazione professionale, della pastorale giovanile e vocazio- nale. Mi auguro e chiedo per questo che il nostro orgoglio di annoverare tra i nostri gli Don Bosco possa rappresentare nella nostra città e diocesi un modello di speranza e di ripresa vigoro- sa della educazione alla fede di tutti, giovani e adulti, famiglie e comunità. Una fede matura e pensata, accolta e vissuta, testi- moniata e promossa in ogni am- biente di vita e di lavoro.

Cesare Nosiglia Arcivescovoovo di TTorinoorino 6 le guide dell’Europea Il prete “senza tempo” che ha fatto dei giovani la sua ragione di vita

A duecento anni dalla nascita Torino celebra la memora di Don Bosco la città torna a stringersi attorno al sacerdote dalla lunga tonaca nera. Le spoglie sono conservate nella Basilica di Maria Ausiliatrice dal 1929. vitaeopere

orino, piazza Vittorio Veneto. E’ il 9 giugno del 1929 e il fotogramma di un fi lmato in bianco e nero dell’Istituto Luce restituisce, ben a fuoco, due ali di Tfolla che appaiono immense, osservano l’ordinato procedere di un corteo. Si vedono vescovi con mitra e bastone pastorale, ecclesiastici, chierici e chierichetti, donbosco un cardinale e un gruppo di suore. Al centro, accompagnato dalle autorità civili e militari, un feretro di legno chiaro, una teca. Tutte quelle persone erano un rivolo lento e paziente su per le strade di collina. Sono diventate un fi ume che scende da Valsalice a Valdocco per accompagnare Giovanni Bosco a Maria Ausiliatrice. Appena quarantuno anni dopo la morte e la beatifi cazione da parte di Pio IX. Don Bosco è consegnato all’eternità, circondato dalla sua gente. Gli ultimi per i quali aveva vissu- to, i potenti con i quali non era mai sceso a patti, se non nel nome di una missione, quantomai attuale, per le periferie di Torino e del mondo. Capitava in un’epoca che non conosceva Internet. Saranno contate oltre duecentomila persone. Il doppio di bicentenario c o a e bce

obosco do

avrà censiti a cavallo del secolo successivo. Quel pomeri Quel successivo. secolo del cavallo a censiti avrà - croni del taccuino il io, gg

cittadini potesse contare l’intera città in que in città l’intera contare potesse cittadini li anni, almeno un terzo di quanti ne ne quanti di terzo un almeno anni, li g

“ adre e maestro”. Si Si maestro”. e adre p uanti q di metà della meno oco p ersone, p centomila di arla p

sacerdotali ed un lun un ed sacerdotali o velo nero”. Torino è praticamente tutta stretta attorno al suo al attorno stretta tutta praticamente è Torino nero”. velo o

g ‘‘ e aeope

Principe Oddone e Re e Oddone Principe g ne g inse le cassa Sulla […] adiacenti. vie nelle herita, g Mar ina

dalle 2 si assiepava sulla piazza di Maria Ausiliatrice, nella via Cottolen via nella Ausiliatrice, Maria di piazza sulla assiepava si 2 dalle o, sui corsi corsi sui o, g

consueta rubrica di cronaca nera. “Vi assisteva una folla immensa di di immensa folla una assisteva “Vi nera. cronaca di rubrica consueta olo che fi n n fi che olo p o p

racconterà così “I Funerali di Don Bosco”, l’unico fatto de fatto l’unico Bosco”, Don di Funerali “I così racconterà no di nota che precede la precede che nota di no g

teo funebre di di funebre teo iorno dopo dopo iorno g del Piemontese Gazzetta La 1888. febbraio 2 iovedì g

uito il cor- il uito g se hanno e marcia quella di inverso percorso il osservato hanno quante

‘‘ 7 8

sta annota ancora che “dal corso Principe Oddone il corteo svoltò sul corso Regina Margherita, impiegando un’ora circa prima di giungere presso il viale del Manicomio. Per far largo al corteo le guardie municipali [...] dovettero durare gran fatica”. Che non si parli di un’epoca così lontana dalla nostra, però, lo rivela la chiusa dell’arti-

colo sul dubbio esito del braccio di ferro in corso per la sepoltura delle spoglie del fondatore della Società salesiana, che già contava 972 membri nel mondo ma non possedeva un tumulo al Cimitero Gerale. Fu una vera e propria battaglia per cui

scese in campo anche il ministro Crispi, cercando di mettere una parola defi nitiva alle diffi coltà che la famiglia salesiana incontrava nell’evitare una sepoltura in fossa comune per ordine della Prefettura. Venne scelta Valsalice come ultima tappa del

passaggio terreno di Giovanni Bosco, spentosi alle 4,45 del 31 gennaio. Cinque vitaeopere ‘‘ donbosco bicentenario 9 LA BUTA STUPA Torino Enoteca Vedi pag. 90

Il Santo in mezzo ad alcuni allievi di una scuola corale. Nella pagina di fi anco, Don Bosco intento a scrivere una delle sue lettere e la casa in cui visse durante il suo soggiorno a Barcellona nel 1886.

mesi prima aveva compiuto 72 anni e in quei giorni lo si può immaginare a Roma, per inaugurare l’opera fi nale di un’intera vita. L’ultimazione della Chiesa del Sacro Cuore per cui Papa Leone, otto anni prima, l’aveva spedito a recuperare fondi in giro per l’Europa. Don Bosco era già conosciuto ovunque perché ovunque aveva saputo portare il suo modello educativo. Viaggia e predica tra Francia e Spagna. Raccoglie il denaro e rientra vittorioso a San Pietro, benché, provato dall’età e dalle malattie. La ferma volontà di partecipare a quell’ultima consacrazione, però, non si mette in discussione. Non è la prima volta che il Vaticano si rivolge a quel sacerdote piemon- tese dalla lunga tonaca nera, cresciuto nella devozione contadina di un Monferrato aeope e povero ma dignitoso, istruito con altrettanta fi ducia nel disegno provvidenziale che lo accompagna fi n dall’infanzia. do bosco bce e a o 10

I suoi scritti sono pubblicati, conosciuti e rispettati, il suo metodo preso a modello, le sue missioni vengono invocate fi n dalla “fi ne del mondo” e da tempo hanno ggra iunto la Patagonia. In ogni città è accolto da folle di fedeli che non aspettano altro se non di vederlo, osservare con i propri occhi l’uomo di cui parlano da tempo le cronache nazionali dei quotidiani, l’interlocutore autorevole delle istituzioni e del Palazzo Civico di Torino, città in cui si è trasferito, ancora fresco di sacerdozio, il 3 novembre del 1841, per completare lo studio teologico al Convitto ecclesiastico fondato da Luigi Guala nel 1818. Cominciano, allora, gli anni di un “apprendistato” fatto di strade, vitaeopere

Saint Giovanni Bosco Giovanni Bosco was born on the 16th August 1815 in a farm on the hill of Castelnuovo d’Asti – now Castelnuovo Don Bosco – by Francesco Bosco and Margherita Occhiena. Fatherless at only two years old Giovanni grew up with two brothers, Antonio and Giuseppe. At nine years old Giovanni had a donbosco “prophetic” dream which would have led him to take care of young people for life, choosing to become a . After the fi rst private lessons at Capriglio and then at Morialdo, alternated with a strong work in the country, Giovanni succeeded in going on with his studies to enter the seminary in Chieri and wor- king as a boy or a waiter. In those years the Società dell’Allegria was born, with the aim of approaching people of the same age to prayer through conju- ring tricks and acrobatics. On the 9th March 1841 he became deacon and on the 5th June 1841 and bicentenario 11

Agosto 2014, Castelnuovo Don Bosco. La Fami- glia Salesiana si ritrova sul Colle del Santo, insie- me al Rettor Maggiore Ángel Artime per l’apertu- ra delle celebrazioni del Bicentenario.

received the sacerdotal order in Archbishop’s Chapel. Giovanni Bosco decided to walk through the streets in his town to observe personally the decay of time meeting those young people who were looking for any type of at Porta Palazzo submitting themselves to every exploitation. Five years later Don Bosco found for his young people a place to stay, under the Pinardi’s canopy, in Valdocco. In 1854 he founded the Società Salesiana through which he assured stability to his work and to his spirit. This was also assured for the future years and in 1864 he laid the foundation stone of Maria Au- siliatrice’s Sanctuary. In 1875 the fi rst missionary expedition went to Argentina, land of the big Italian aeope e emigration in the nineteenth century. Here don Bosco founded the “Co-operators”. The priest died in Turin on the 31st January 1888 and his body is lying at the moment in an urn in the Maria Ausiliatrice Sanctuary. He was canonized in 1934 by Pio X. do bosco bce e a o 12 le guide dell’Europea

Don Bosco sarà visitato da sogni profetici per tutta la vita come riportano le Memorie del 1862. Nelle cronache del mese di maggio è riportata la visione di una nave tra i fl utti del mare in tempesta. È la Chiesa con il Papa al timone.

miseria, fango, alla ricerca delle anime più fragili, assiepate lungo le pareti delle ope- vitaeopere re caritatevoli, stipate in case, ospedali, prigioni malsane. “Le carceri, gli ospedali, i pulpiti, gli istituti di benefi cenza, gli ammalati a domicilio” ricordati nelle Memorie dell’Oratorio dal 1835 al 1845. In queste pagine vengono raccontati i primi passi

del cammino accanto al “prete della forca”, Giuseppe Cafasso, che dirige il Convitto e accoglie i primi giovanissimi immigrati provenienti dalle zone rurali e più affamate del Piemonte nella Chiesa di San Francesco d’Assisi. “Appena entrato nel Convitto di San Francesco, subito mi trovai una schiera di giovanetti che mi seguivano pei viali, per le piazze e nella stessa sacristia della chiesa‘‘ dell’istituto. Ma non poteva donbosco prendermi diretta cura di loro per mancanza di locale” ricordano ancora le Memorie dell’Oratorio e a quella sacrestia bussa anche Bartolomeo Garelli, un sedicenne astigiano rimasto orfano e senza istruzione, incapace persino di un segno di croce. bicentenario

c o a e bce

diventar diventar rete”. rete”. p

animali. Mia madre: chi sa che non abbi a a abbi non che sa chi madre: Mia animali.

terai guardiano di capre, di pecore o di altri altri di o pecore di capre, di guardiano terai

zione. Il fratello Giuse fratello Il zione. e diceva: tu diven- tu diceva: e pp bosco do

Ognuno dava al medesimo la sua interpreta- sua la medesimo al dava Ognuno

re e re d ma a i m a i o p ere, id r a ro a nonna. a ll a d

quel sogno prima a’ miei fratelli, che si mise si che fratelli, miei a’ prima sogno quel -

remura raccontato remura p con tosto o h no i matt “Al

ce, ancora diffi cile da decifrare decifrare da cile diffi ancora ce, er Giovanni. er p

salutar tre volte al giorno”. Un sogno preco- sogno Un giorno”. al volte tre salutar

“fi glio di colei che tua madre ti ammaestrò di ammaestrò ti madre tua che colei di glio “fi

invano di ammansire fi no alla com alla no fi ammansire di invano arsa del del arsa p

strati, fi ere furiose e indomite, che lui tenta tenta lui che indomite, e furiose ere fi strati,

ep e aeope

otica di un gruppo di bestemmiatori scape- bestemmiatori di gruppo un di otica

Giovanni, turbato dalla visione onirica e ca- e onirica visione dalla turbato Giovanni,

iccolo iccolo p del o p ca sul mano una onendo p la”, la”,

ulgidissima stel- ulgidissima f una osse f quello di punto

c i ogn se come , i part tutte a d eva d en l sp i r e h

un manto, manto, un di ta i vest aspetto, maestoso di

compren onna onna “d a ll que etto d aveva i” era d

e tenac e suo tempo tutto tempo suo “A . i on i taz di me

‘‘ i elementare, alternati a fervide preghiere preghiere fervide a alternati elementare,

one i struz ll’i e d i ment di ru i m i pr i e i camp i e d

n ragazzo di nove anni, diviso tra la fatica fatica la tra diviso anni, nove di ragazzo n u

o ancora era era ancora o d quan ma, i pr i ann i t l mo di gno

compiersi di una profezia, un disegno, un so un disegno, un profezia, una di compiersi -

l’8 dicembre del 1841. Quasi ad indicare il indicare ad Quasi 1841. del dicembre l’8

ratorio” arrivato nel giorno dell’Immacolata, dell’Immacolata, giorno nel arrivato ratorio”

Nelle cronache sarà lui “il primordio dell’O- primordio “il lui sarà cronache Nelle 13 14 le guide dell’Europea Viaggio nella terra del Santo L’infanzia tra le colline del Monferrato I primi anni di vita al colle e tra i campi che circondano la Cascina Becchi (1815 - 1830) sono fondamentali nella formazione di Giovanni. Orfano di padre a soli due anni scoprirà fi n da subito il proprio destino. Castelnuovo Don Bosco

Il registro della Parrocchia di Sant’Andrea Aposto- lo di Castelnuovo d’Asti riporta sulla pagina del 17 agosto il nome di Giovanni Bosco, “fig lio di Francesco e di Margherita Occhiena, nato nel - meriggio del giorno precedente”. Capitava spes- luoghiememorie so, all’epoca, che le nascite venissero iscritte con qualche ritardo ed era sicura convinzione della famiglia, invece, che il secondogenito della cop- pia fosse venuto al mondo “nel giorno in cui si festeggia la Madonna Assunta in Cielo”. Di certo, Giovanni Melchiorre Bosco ha visto la luce in una cascina della località Becchi, che si raggiunge dal

Comune di Castelnuovo lasciandosi alle spalle la donbosco Borgata Murialdo e le colline del Monferrato a ri- dosso di Asti, nel 1815. Sono anni duri, resi an- cora più diffi cili dallap erdita prematura del padre, scomparso per una polmonite nel 1817. Fran- cesco Bosco muore a soli 33 anni ed è il primo “fatto della vita” di cui Giovanni dirà di aver me- moria. “Eccoti senza padre”, lo consolò mamma Margherita, vedova a nemmeno trent’anni con tre bambini da crescere e una suocera da assistere, bicentenario

bicentenario

nel 1822 e la comunione nel 1826. nel comunione la e 1822 nel

tangibile, a partire dalla prima confessione confessione prima dalla partire a tangibile, donbosco

p re p sem fatta è si che zione iù concreta e concreta iù

studi a Capriglio. I primi segnali di una voca una di segnali primi I Capriglio. a studi -

ti con cui conquistare compagni di giochi e e giochi di compagni conquistare cui con ti

anco e raccon- e anco b m i t l sa a d hi oc i g , i pover iù p

una preg una attenz di opera ’ un e era hi i per one i

dodici anni Giovanni im Giovanni anni dodici ara a misurarsi, tra tra misurarsi, a ara p

Cascina Moglia sarà la fatica con cui già a a già cui con fatica la sarà Moglia Cascina

c di avoro l Il parroco. l a d o esa hi a a ll garzone a garzone luoghiememorie

o dagli insegnamenti a sua volta ricevuti in in ricevuti volta sua a insegnamenti dagli o

mamma Margherita, derivata dalle omelie omelie dalle derivata Margherita, mamma

nella formazione sem formazione nella lice di cui dis cui di lice p one one p

“ rovvidenza” e “carità”, veri e e veri “carità”, e rovvidenza” p ilastri ilastri p ri p ro p

trassegnati da una educazione all’insegna di di all’insegna educazione una da trassegnati

silio di due braccianti. Sono anni, anni, Sono braccianti. due di silio erò, con- erò, p -

‘‘ au solo il con avanti portare da campagna la 15 16 le guide dell’Europea Le biografie Margherita Occhiena

Mamma Margherita è una fi gura fondamentale nella vita di Don Bosco, una madre amorevole che educa i fi gli secondo i principi di provviden- za e carità, tra le mille diffi coltà e i sacrifi ci che impone la campagna. l volto incorniciato da un fazzoletto bianco, lo sguardo e il sorriso sereno. Il ritratto di Mar- Igherita Occhiena (1788-1856) svela subito la stessa semplicità che si incontra negli occhi di Giovanni, preso per mano fi n dai primi giorni sul cammino verso la santità, per merito di una vocazione presto riconosciuta e oggetto dell’a- morevole attenzione di una mamma devota. “Ti ho consacrato alla Beata Vergine” gli confi derà insieme alle storie dell’infanzia, sempre custodita al riparo del carattere diffi cile e tormentato del fratellastro Antonio, nato dal primo matrimonio di Francesco Bosco, il giovane contadino dei Becchi di Castelnuovo che Margherita sposa il 6 giugno 1812 a Capriglio. La coppia si trasferirà da subito nella casa del mezzadro. L’anno successivo na- scerà Giuseppe. Due anni dopo, Giovanni, che fi n da subito si mostra più incline dei fratelli a segui- re l’esempio spirituale e gli insegnamenti materni, vitaeopere

Blessed Margherita Occhiena Margherita Occhiena was born the 1st April 1788 at Capriglio, on the hills of Asti where she lived until her marriage on the 6th June 1812 with Francesco Bosco, a family’s friend who was left a widower one

year before and already father of a baby. On the donbosco 17th April 1813 Giuseppe (1813-1862), the fi rst son of the couple was born, while they gave birth to Giovanni on the 16th August 1815. Margherita’s husband, Francesco Bosco, died approximately two years later, because of a heavy form of pneumonia that killed him at the age of 34, on the 12th May 1817. At 29 Margherita remained alone to take care of her family and to manage her properties in a pe- riod of crisis, growing up her two sons Giuseppe and Giovanni and in the meanwhile taking care of her mother-in-law and her stepchild Antonio. She spent bicentenario 17

prendendola ad esempio di abnegazione. “Dio ti vede” è la frase cardine con cui Margherita cre- sce i suoi fi gli, insieme alla silenziosa minaccia di una verga abbandonata in un angolo della cucina.

Una punizione mai utilizzata, eppure, rimasta inde- lebile nella memoria di Giovanni. Come non dimen- ticherà la grande devozione della madre, che fece della preghiera il centro della propria esistenza,

accompagnandolo non solo negli anni della for- mazione, dopo averlo sostenuto negli studi fi no all’ingresso in seminario a Chieri. Mamma Marghe- rita seguirà Giovanni anche a Torino, lasciando il Monferrato‘‘ a 58 anni per aiutarlo nella creazione del primo oratorio a Valdocco. Morì a 68 anni, il 25 novembre 1856. Il suo processo di beatifi ca- zione è stato avviato nel 1995. Nel 2006 è stata riconosciuta “venerabile”. vitaeopere the rest of her life helping her son Giovanni in the project of creating the Società di San Francesco di Sales, that became known for its goodness, genero- sity and for its important work. She’s known in all the biographical texts dedicated to her as a very devout believer and she based her life on prayer. She died of pneumonia at the age of 68, on the 25th November 1856. Her procedure of beatifi cation started in 1995. In 2006 the title of donbosco “venerable” was conferred on her.

L’impresa Funebre Baudano è operativa 24 ore su 24, con assistenza immediata. Nuovo servizio: Consulenze di Patronato,,p assistenza previden- ziale totalmente gratuita.g Il nostro obiettivo è quello di accompagnarvi in ogni fase del servizio funebre, sollevandovi da ogni incombenza burocratica, garantendo puntualità e riservatezza, alle migliori condi- zioni di qualità e di prezzo e operando nel profondo rispetto per il dolore dato dalle circostanze nelle quali operiamo. bicentenario 18 le guide dell’Europea Viaggio nella terra del Santo Entriamo nella casa di Don Bosco Da una “casetta” comprata con un debito dal papà Antonio ai Becchi alla grande cattedrale meta di pellegrinaggi sulla “collina delle beati- tudini giovanili” da cui Giovannino è partito alla conquista del mondo. Il Colle e la Basilica

La Basilica Pontific ia di San Giovanni Bosco domi- na il “colle delle beatitudini giovanili”. Lo chiamò così il “pellegrino” Karol Wojtyla, quando salì al Rione Becchi per rendere omaggio al “padre e amico dei giovani” nel centenario della sua mor- luoghiememorie te. Era il 1988. Castelnuovo d’Asti si chiamava già Castelnuovo Don Bosco e in questa posizione precisa si trovava la Cascina Biglione. Il piccolo edifi cio è stato abbattuto tra il 1957 e il 1958p er lasciare posto al Tempio ma è confermato da uno studio del 1972 che, proprio sotto quei coppi, nacque Giovanni. Nel 1793, il nonno Filippo An-

tonio (1735-1802) era arrivato come mezzadro donbosco e sempre ai Becchi della Frazione Morialdo, l’8 bicentenario 19

La terra dei vini e dei Santi Colle Don Bosco sorge a 259 metri sul livello del mare tra i Comuni di Castelnuovo, But- tigliera e Capriglio. Una terra che è il cuore del Piemonte e comprende la vasta zona febbraio del 1817, collinare del Monferrato tra le Francesco Bosco province di Torino, Asti e Ales- (1784-1817) divenne pro- sandria. Il territorio è agricolo prietario di una casupola con e coltivato a vigneti, mais, grano e foraggio, i campi stalla e di un pezzo di terra, inventa- sono circondati da boschetti riate secondo il linguaggio dell’epoca come “una di pioppi e acacie, lungo fos- crotta e stalla accanto, coperta a coppi in cattivo sati e sentieri alcuni gelsi cen- stato”. Un piccolo patrimonio rilevato con un de- tenari raccontano la tradizio- bito, che servisse da riscatto per il futuro dei fi gli. ne dell’allevamento dei bachi Una “casetta” che, poche centinaia di metri più da seta. I prodotti tipici della in basso della Cascina Biglione, formava il Can- zona sono vini famosi come Freisa, Malvasia, Grignolino,

luoghiememorie ton Cavallo, insieme alle abitazioni di altre quat- tro famiglie. Le prime fotografi e in bianco e nero Moscato e Barbera. donbosco bicentenario 20 le guide dell’Europea

la restituiscono ancora in tutta la sua semplicità ed è facile immaginare come fossero quei primi anni di vita, collocandoli nel loro contesto storico, aggravati da una pesante carestia abbattutasi sul Piemonte e in particolare sul Monferrato. Una pe- riodo di diffi coltà feroci con cui mamma Margheri- ta dovette fare i conti senza poter più contare sul padre di Giuseppe e Giovanni, ucciso dalla bron- copolmonite il 12 maggio 1817. luoghiememorie I due fi gli hanno quattro e due anni alla morte del genitore. Antonio, nato dal precedente matrimo- nio di Francesco con Margherita Cagliero (1783- 1811), non ne conta più di nove. La suocera, Margherita Zucca (1752-1826), sessantacinque. Margherita Occhiena, ventinovenne, non può perdere nemmeno un giorno e riprende subito il

lavoro nei campi, curandoli fi no allo scadere del donbosco contratto di mezzadria, nel mese di novembre. Nel giorno di San Martino, proprio quell’anno, trasferirà tutta la famiglia nella “crotta” per co- minciare una nuova vita attorno a quel focolare. Sono le memorie biografi che e autobiografi che di Giovanni Bosco a tratteggiare il profi lo di una donna forte, determinata e sobria, capace di equilibrare severità e dolcezza nell’allevare i fig li all’insegna della responsabilità dei propri compor- bicentenario 21

tamenti e scelte. La vita contadina abitua sì alla fatica, tempra lo spirito e offre, con l’alternarsi delle stagioni, nell’attesa del frutto della propria opera, uno strumento educativo ulteriore, pregno di senso religioso. Oggi come allora, Colle Don Bosco sembra con- servare lo spirito dei giorni vissuti nella “casetta”, con la madre, la nonna e i fratelli e quell’atmosfe- ra è ancora presente all’ombra della Basilica. luoghiememorie La famiglia Bosco vivrà qui fi no al 1831. La “ca- setta” è stata consolidata nel 1988 e conserva la struttura dell’epoca. Una tettoia utilizzata come ripostiglio e magazzino, una stalla. Accanto, la cucina con il piccolo portico del piano terreno. Sopra, il fi enile e una camera che Giovanni condi- videva con i fratelli, a cui si accedeva per mezzo

donbosco di una scaletta. E’ la stanza del “sogno dei nove anni” (1825) che Don Bosco racconterà per la pri- ma volta al Papa nel 1858. Dal 1929, a pochi metri dalla casa, un pilone ricorda quell’episodio. Per Giovanni sono anni cruciali, che lo vedono all’altare della parrocchia di Castelnuovo per la prima comunione nel 1826. Il piccolo Bosco sa già leggere e scrivere. Da al- meno due anni frequenta la scuola e le lezioni di Don Giuseppe Lacqua, che durano fi no a marzo e bicentenario 22 le guide dell’Europea

gli aprono un mondo. Tra Becchi e Morialdo, nelle sere d’inverno, incanta contadini e conoscenti con le storie di cui si ciba attraverso le numerose let- ture, oppure, ripete e commenta quanto appreso in parrocchia. L’estate, invece, si lascia incanta- re con le giocolorie di “ciarlatani e saltimbanchi”

incontrati per le fi ere dip aese. Un’abilità di cui luoghiememorie saprà presto appropriarsi e che viene ricordata dalla statua di Giovannino giocoliere, un mo- numento dedicato ai giochi di prestigio e le acrobazie che realizzava per gli amici. Sono anche le stagioni più diffi cili nel rapporto con il fratellastro Antonio, che lo vorrebbe sui campi in- sieme a lui e non sui libri di scuola.

Toccherà a mamma Margherita decidere. Giovan- donbosco ni andrà via di casa per qualche tempo. Nel 1827 si trasferisce a Buttigliera come “servitore di campagna” presso la Cascina Campora. Buttiglie- ra d’Asti si incontra sulla strada che collega Riva di Chieri a Castelnuovo e sarà proprio presso la parrocchia di San Biagio che Giovanni riceverà la cresima il 4 agosto 1833. Dal febbraio del 1828 al novembre del 1829, Giovanni lavorerà e conti- nuerà a studiare tra Moriondo e Moncucco presso bicentenario 23

LE DATE DELL’INFANZIA

16/08/1815 Alla Cascina Biglione nasce Giovanni Bosco 17/08/1815 Battesimo a Castelnuovo 11/05/1817 Muore Francesco Bosco 1823 Sogno dei nove anni Dal 1824 al 1827 Scuola comunale a Capriglio Pasqua 1826 Prima Comunione a Castelnuovo 1829 Incontro con Giovanni Calosso Dal 1830 al 1831 Giovanni continua gli studi a Castelnuovo 1833 Cresima a Buttigliera 1835 Vestizione chiericale 1841 Prima Messa a Castelnuovo 1854 Incontro con Domenico Savio ai Becchi

la famiglia Moglia. A Morialdo, nel frattempo, si è insediato un cappellano fi sso, Giovanni Calosso, “una guida stabile, un fedele amico dell’anima” per il giovane a cui farà da precettore fi no al 21 novembre 1830. L’anno successivo frequen- terà ancora le lezioni a Castelnuovo da cui

luoghiememorie proviene un chierico diciannovenne che Gio- vanni ha conosciuto in autunno, Giuseppe Cafasso. Si sono incontrati davanti alla Chiesa di Morialdo in occasione della festa del patrono e il loro legame si rivelerà indissolubile per la vita. “ERANO GRAVI DIFFICOLTÀ” Molte cose erano cambiate ai Becchi nel corso di quegli anni. Antonio si è sposato e trasferito donbosco dopo la spartizione del patrimonio familiare av- venuta nel 1830. Un decisione presa in mesi di “grave diffi coltà” come documentano le Memorie. “Eravi grave diffi coltà, perocché, io e Giuseppe, essendo minori di età, dovevansi compiere molte incombenze e sottostare a gravi spese”. Giuseppe, invece, aveva preso a mezzadria il podere del Sussambrino e si era trasferito verso Buttigliera. Nei nove anni successivi metterà da parte il denaro necessario a comperare un po’ di bicentenario 24 le guide dell’Europea

terra ai Becchi e qui costruire l’abitazione in cui resterà fi no alla morte nel 1862. SALESIANI AL COLLE Dove sorgeva la casa di Antonio Bosco fu co- struito tra il 1915 e il 1918 il Santuarietto di

Maria Ausiliatrice per iniziativa dei Cooperatori luoghiememorie salesiani a celebrazione del primo centenario di Don Bosco. Il suo terzo successore, Filippo Rinal- di, acquistò i terreni che circondavano la Cascina Biglione nel 1929 e su questo terreno venne co- struito, tra il 1938 e il 1940, l’Istituto Bernardi di Semeria destinato a giovani orfani e poveri, con una scuola grafi ca. Il Tempio di Don Bosco, inve-

ce, fu realizzato tra il 1961 e il 1965, consacrato donbosco il primo maggio del 1984. La Basilica è formata da due chiese sovrapposte, 110 metri di lunghez- za corrisposti in altezza da una cupola alta 80 metri, secondo la disposizione defi nitiva dell’archi- tetto Trucco. All’interno è rivestita da pannelli di legno che seguono l’andamento curvilineo delle travi, creando un effetto avvolgente. L’enorme Cristo Risorto realizzato in legno

di tiglio dallo scultore Corrado Piazza cam- bicentenario

25 ‘‘

peggia sospeso sullo sfondo in corri- spondenza delle quattro testate che concludono l’impianto a croce della Ba- silica e ricorda l’apparizione del sogno dell’infanzia che annunciò il destino al luoghiememorie piccolo Giovanni. “Uomo venerando, in età virile, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non poteva rimirarla”. donbosco bicentenario 26 27 28 le guide dell’Europea Il senso di una vocazione Gli anni della formazione tra scuola e seminario Con grandi sacrifi ci il piccolo Giovanni potrà proseguire i propri studi, Chieri sarà la prima tappa dopo “il sogno dei nove anni” dove frequen- terà il seminario e sceglierà di diventare un sacerdote (1831 - 1840)

Nella “Cittadella di Dio”

A Chieri, “Cittadella di Dio”, mamma Margherita manderà Giovanni a studiare presso il ginnasio pubblico, affrontando sacrifi ci che arriveranno al limite della questua per racimolare il denaro necessario alle tasse, al vitto e all’alloggio, cui

contribuiranno anche le donazioni del parroco e di luoghiememorie alcune famiglie di Castelnuovo. Giovanni lascia Castelnuovo nel novembre 1831 con un piccolo carico di grano e miglio, che ser- vono da pagamento anticipato per una stanza nella pensione di Lucia Pianta. Giovanni ha sedici anni ed è pronto a formarsi tanto sui libri, quanto al lavoro. Cambierà quattro abitazioni nell’arco di quattro anni, integrando al pagamento della pigio- Le scuole pubbliche donbosco ne lo svolgimento delle faccende domestiche e alcune ripetizioni al fig lio della signora Pianta. Nel 1832 il fratello, Giovanni, gli offrirà un lavoro da barista al Caffè Pianta di piazza Palazzo di Città. Bosco pulisce il locale e la sera assiste i clienti al biliardo. Di notte, dorme nel sottoscala, su un giaciglio ricavato in uno stretto vano sopra il forno per le paste dolci. “Riuscii ad evitare ogni

occasione di male perché i padroni erano bravi Casa Marchisio bicentenario 29

cristiani e perché avevo ottimi amici” scri- verà nelle Memorie. Non riceve stipendio ma ospitalità, un piatto di minestra e quanto necessario per la scuola. Al lavoro incontra l’ebreo Levi detto “Giona”, che aveva conosciuto dal libraio Elia Foa ai tempi de- gli studi di Umanità e Rettorica. L’amicizia Il laboratorio Barzochino, ieri e oggi di Giovanni porterà il giovane israelita alla conversione. Giovanni compie diciotto anni nel 1833 e il 4 agosto riceve la cresima a Buttigliera. A Chieri ormai è ben integrato, ha stretto ottimi legami ed è stimato dagli insegnanti. Frequenta le scuole pubbliche e asseconda quella tensione spirituale sempre più forte che si rivelerà una vera vocazione. Rientra a Castelnuovo il giovedì e nei giorni di va- canza, oppure in autunno, per aiutare pa- Il Caffè Pianta renti e amici nel lavoro dei campi. Riesce

luoghiememorie bene negli studi, completa tre classi in un solo anno e frequenta il Duomo intitolato a Santa Maria della Scala. Qui prega e medita inginocchiato all’altare della Madonna delle Grazie ed è all’interno di queste rifl essioni che matura il progetto della Società dell’Al- legria. La prima esperienza da animatore di un gruppo giovanile che persegue lo scopo donbosco di “evitare ogni discorso, ogni azione che di- Il sarto Cumino sdica ad un buon cristiano” con “esattezza nell’adempimento dei doveri scolastici e dei doveri religiosi”, non senza attività ludiche da praticare nel tempo libero in cui Giovan- ni eccelle. Accantonato il proposito di farsi frate francescano del Convento della Pace, il passo successivo è sulla soglia del Semi- nario Arcivescovile a cui Giovanni bussa nel 1835 per trascorrervi i successivi cinque bicentenario 30 le guide dell’Europea

Il seminario

anni e acquisire la “mentalità del sacerdote”. La vestizione chiericale avviene il 25 ottobre a Castelnuovo. Giovanni Bosco indosserà per la prima volta la lunga tonaca nera che non abbandonerà mai più. Il 3 novembre 1835 per il giovane Bosco co- luoghiememorie mincia una nuova vita, più appartata ma non meno impegnativa della precedente. Cinque anni prima nello stesso seminario era entra- to Giuseppe Cafasso. Giovanni non manca di buona volontà e spirito di adattamento ma non si riesce ad essere del tutto soddisfatto a causa di un distacco affettivo che riscon- donbosco tra tra superiori e studenti, mentre cresce in lui il desiderio di “esser presto prete” per “trattenermi in mezzo ai giovanetti, per as- sisterli ed appagarli ad ogni occorrenza”. Non dovrà passare ancora molto tempo. Il 29 marzo del 1840 riceve la tonsura in- sieme agli ordini minori nell’oratorio privato dell’arcivescovo di Torino, il 19 settembre il suddiaconato e diventa diacono il 27 mar- bicentenario 31

GLI ANNI DEGLI STUDI La Chiesa di San Filippo Anno scol. Classe Insegnante Avvenimenti

1831 - 1832 Sesta V. Pugnetti Nasce la Società dell’Allegria Quinta P. Valimberti Quarta V. Cima 1832 - 1833 Grammatica G. Giusiana 1833 - 1834 Umanità P. Banaudi Giovanni conosce Giona 1834 - 1835 Rettorica G.F. Bosco 1835 - 1836 1° Filosofi a I. Arduino 1836 - 1837 2° Filosofi a « 1837 - 1838 1° Teologia L. Prialis luoghiememorie I. Arduino 1838 - 1839 2° Teologia L. Prialis Diventa sacrestano G.B. Appendini 1839 - 1840 3° Teologia «

1840 - 1841 5° Teologia « 19/09/1840: Suddiaconato 29/03/1841: Diaconato 05/06/1841: Presbiterato donbosco

zo del 1841. Sulla lista delle ordinazioni sa- cerdotali previste il 5 giugno del 1841 per mano dell’arcivescovo Fransoni nella Chiesa della Beata Vergine Immacolata, il nome di “Bosco Joannes Melchior a Castronovo” è il decimo su undici nuovi preti. Giovanni Bosco è ora un prete. Giovanni è diventato Don Bo- sco. bicentenario 32 le guide dell’Europea Un sacerdote in missione tra gli emarginati della città Don Bosco a Torino In un periodo di grandi trasformazioni sociali e rivoluzioni politiche Gio- vanni scende tra le piaghe delle periferie proletarie, tra giovani abban- donati, orfani e chi sembra destinato a non avere futuro (1841 - 1888)

Accanto al “prete della forca”

Nel 1841 Don Bosco approda in una città im- preparata di fronte alla profonda trasformazione luoghiememorie che l’attende al crocevia della storia per le grandi nazioni europee. In bilico tra rivoluzione e con- servazione, mentre i moti liberali spingono verso una nuova concezione dello Stato, conservatori e reazionari tentano di restare ancorati all’ancien régime. Gli anni Trenta hanno visto il superamento della crisi economica del secondo decennio del

secolo e anche a Torino cominciano a manife- donbosco starsi i primi segnali di ripresa, con borghesi e aristocratici sempre più impegnati in attività com- merciali, se non imprenditoriali e fi nanziarie, che favoriscono una migrazione defi nitiva dalle cam- pagne e un rapido sviluppo demografi co. A Torino, però, le tradizionali strutture di acco- glienza, laiche o religiose, non bastano a soddi- sfare le nuove esigenze dell’inurbamento. Sor- bicentenario 33

L’ORDINAZIONE E L’ORATORIO

26/05/1841 Esercizi spirituali alla Chiesa della Visitazione 05/06/1841 Ordinazione sacerdotale 06/06/1841 Prima messa a San Francesco d’Assisi 07/06/1841 Seconda messa al Santuario della Consolata 08/12/1841 Incontro con Bartolomeo Garelli e nascita dell’Oratorio Dal 1844 al 1845 L’Oratorio è itinerante

gono le prime periferie popolari al passo veloce della richiesta di manodopera da parte delle indu- strie e degli opifi ci. Manovali e operai non sono qualifi cati o lavorano alla giornata, per la maggior luoghiememorie parte, vivono nelle suburre di Boro Vanchiglia o Borgo Dora, in abitazioni precarie e malsane, se non in condizioni di vita penose. Il pragmatismo di Don Bosco si rivelerà anche qui e proprio da una tettoia di Valdocco raggiungerà il mondo intero in pochi anni. Dopo le prime esperienze pastorali a Castelnuo- vo, cinque mesi dopo l’ordinazione, Don Bosco donbosco entra al Convitto ecclesiastico di San Francesco d’Assisi fondato dal teologo Luigi Guala. Don Giuseppe Cafasso è al suo fi anco come direttore spirituale. Nei tre anni di preparazione all’esame di Confessione, capita che si trovino insieme ad assistere i condannati a morte affidat i al Cafasso e Don Bosco non mancherà di accompagnarne qualcuno al patibolo. Fin da subito, però, sono i giovani ad essere catturati dal carisma del sacer- bicentenario

Valdocco Valdocco is the district of Borgo Aurora in Turin where don Bosco started his activities in favour of young people in 1846 under the Pinardi’s canopy. Later he made of this place the heart of the rising Salesian congregation. To entrust all his young people and his activities to Mary’s protection he thought to build a sanctuary, and this task was entrusted to the architect Antonio Spezia. The fi rst stone of the sanctuary was lied on the 27th April 1865 to the presence of the Prince and Duke of Aosta, Amedeo of Savoy. On the 23rd September 1866 the big dome of the diameter of 19 meters, was completed, while in the 1867 the church was fi nished by the positioning of the big statue of the Madonna . The consecration took place on the 9 June 1868. In the sanctuary’s courtyards the fi rst original rooms of the parish youth centre and the Pinardi chapel are still existing, built on the land and the house that Francesco Pinardi rented and sold to Don Bosco. 34 le guide dell’Europea

L’antica Chiesa di San Francesco d’Assisi dove Don Bosco ha celebrato la sua prima messa, sono gli anni della gioventù e dei primi esperimenti dell’Oratorio

dote di Castelnuovo. “Appena entrato nel Convitto di San Francesco subito mi trovai una schiera di giovinetti che mi seguivano pei viali, per le piazze e nella stessa sacrestia dell’Istituto. Ma non potevo prendermi diretta cura di loro per mancanza di locale” si legge nelle Memorie. Bartolomeo Garelli, un sedicenne astigiano rimasto orfano e analfabeta, era stato il primo l’8 dicembre del 1841. Due mesi dopo erano una ventina, quasi un centinaio sette mesi dopo. “In generale l’Oratorio era composto di scalpellini, muratori, stuccatori, selciato- ri, quadratori e di altri che venivano di lontani paesi. Essi non essendo pratici né di chiese né di compagni erano esposti ai pericoli di perversione, specialmente

nei giorni festivi” continuano le Memorie dell’Oratorio. Gli anni del convitto vedono luoghiememorie maturare un preciso metodo educativo e pastorale che sia preventivo e si basi su “amorevolezza, religione e ragione”. Don Bosco si è rafforzato come sacerdote nell’impegno e nella disciplina, avviando un’opera apostolica che mantiene insieme le esigenze materiali e spirituali dei ceti popolari e sottoproletari. Fare dei suoi ragazzi “buoni cristiani e onesti, laboriosi citta- dini” è la missione che si è dato con l’Oratorio. donbosco Sono orfani, per lo più, abbandonati o emarginati. A Don Bosco chiedono quella considerazione che non hanno mai conosciuto in un mondo di fango, fame e baracche. Restituirà loro qualcosa di di- verso dall’esperienza che hanno maturato, in tal senso, realtà come l’Oratorio dell’Angelo Custode animato dal giovane sacerdote Giovanni Cocchi a Borgo Vanchiglia. Messa e catechismo non sono

prediche noiose ma momenti di dialogo e con- bicentenario 35

L’ORATORIO A VALDOCCO

08/03/1846 Don Bosco incontra Pancrazio Soave 13/03/1846 Don Bosco affitta la tettoia di Casa Pinardi 12/04/1846 L’Oratorio apre a Valdocco 03/11/1846 Mamma Margherita si trasferisce a Torino 01/12/1846 Don Bosco affitta l’intera Casa Pinardi 08/12/1847 Si inaugura l’Oratorio San Luigi 19/02/1851 Don Bosco acquista l’intera proprietà dei Pinardi

fronto vivace, allegro, si pranza tutti insieme e si gioca anche in modo rumoroso. Nei giorni di lavoro Don Bosco fa loro visita per sincerarsi che non vengano maltrattati. Terminati gli studi è solleticato dall’idea di partire missionario ma il Cafasso insiste affi nché continui nell’impegno “a pro’ dei giovani”. Viene assunto dalla marchesa Giulia di Barolo come cappellano all’Ospedaletto di Santa Filomena e assistente spiri- tuale nelle opere caritatevoli fondate dall’aristocratica. Anche l’Oratorio otterrà ospi- talità al Rifugio della marchesa di Barolo a Valdocco (via Cottolengo, 26) e presso l’Ospedaletto di Santa Filomena (via Cottolengo, 24) tra l’autunno del 1844 e l’inizio dell’estate del 1845 ma dal primo di agosto Don Bosco sarà di nuovo costretto a luoghiememorie peregrinare per la città. Madonna di Campagna, Sassi, Monte dei Cappuccini offrono donbosco bicentenario 36 le guide dell’Europea Don Bosco è stato più volte vittima di balordi e delinquenti, persino di un attentato. A proteggerlo il cane Grigio, un randagio di cui nessuno pare abbia conosciuto l’origine.

lo spazio per la messa e per il catechismo con il protrarsi dell’inverno ma verso la pri- c’è il Cimitero di San Pietro in Vincoli. Don mavera un segnale di luce non fa perdere le Bosco vorrebbe portare lì il suo Oratorio ma speranze. Pancrazio Soave e Francesco Pi- le autorità negano il permesso. Il sacerdo- nardi offrono al sacerdote una bassa tettoia te e i suoi ragazzi ottengono una cappella all’aperto per quel “laboratorio” di cui hanno a Porta Palazzo nella zona dei “Molassi” ma sentito parlare. Il fabbricato si trova in via dovranno andarsene anche da qui nel dicem- della Giardiniera, una zona malfamata per bre del 1845. Don Bosco affi tta tre stanze un “oratorio”, come sottolinea Don Bosco, dal sacerdote Giovanni Antonio Moretta e un declinando l’offerta che viene rinnovata dal campo recintato per la ricreazione dai fra- proprietario con la promessa di abbassarne telli Pietro Antonio e Carlo Filippi (via Cigna il pavimento e mettergli a disposizione più angolo via Maria Ausiliatrice) nel 1846. Du- spazio. La trattativa prosegue e si chiude rerà poco. La sua attività non è vista di buon su un affi tto di 320 lire all’anno. Il 12 aprile occhio, viene calunniata mentre montano 1846 la tettoia di Casa Pinardi è pronta per anche le proteste dei vicini di casa e gli as- la benedizione e per dar vita alla “città san- sembramenti preoccupano anche il Vicario ta” dei Salesiani a Valdocco. della Città, il marchese Michele di Cavour. L’Oratorio di Don Bosco cresce insieme Lo sfratto arriverà in pochi mesi insieme allo alla fama e da ogni angolo della cit-

sconforto. La notte sembra farsi più buia tà arrivano nuovi ragazzi. Non sono più luoghiememorie soltanto i poveri, cominciano ad accorrere anche i fi gli dei borghesi e non solo. In città il malumore cresce e il marchese Michele di Cavour tenta di mettere fi n e all’Oratorio convocando una riunione presso l’Arcive- scovado nel 1846. L’impresa di farlo chiu- dere non riuscirà grazie al conte Giuseppe

Provana di Collegno e ministro del re Carlo donbosco Alberto. Il sovrano vuole che le “adunanze” di Don Bosco vengano “promosse e protet- te” nel più totale rispetto dell’ordine pubbli- co e da quel momento non mancheranno contributi da parte della famiglia reale o di membri del governo, con l’approvazione dell’arcivescovo Fransoni. L’orizzonte sem- bra essersi schiarito e Don Bosco prende in subaffitto anche tre stanze di Casa Pinardi bicentenario 37

ma la salute non lo accompagna. Ha 31 anni e perde sangue dai polmoni, una bronchite lo porta “all’estremo della vita” in meno di una settimana. Nel mese di luglio viene trasferito a Castelnuovo e lì resterà per tre mesi. I suoi ragazzi non restano con le mani in mano e cominciano a fargli visita con regolarità, lo reclamano, lo invocano e Don Bosco deci- derà di tornare a Torino agli inizi del mese di novembre insieme a mamma Margherita. “Partimmo a piedi dai Becchi alla volta di To- rino” scriverà Don Bosco. “Facemmo breve fermata a Chieri e la sera del 3 novembre 1846 giungemmo in Valdocco”. Il 1 dicem- bre prendono in subaffi tto l’intera Casa Pi- nardi e il terreno circostante. Una locazione che si rinnoverà fi no al 19 febbraio 1851, un anno prima della scadenza del contratto d’affi tto, quando Francesco Pinardi venderà lastici serali, un convitto in cui sperimentare tutta la proprietà a Don Bosco. Lo spazio di la vita in famiglia, contratti di formazione Valdocco, però, non basta più ad accogliere professionale, laboratori artigiani, un pensio- centinaia di giovani e il sacerdote decide di nato per studenti ma serve una nuova chiesa aprire un secondo Oratorio intitolato a San più grande della Cappella Pinardi. Luigi (corso Vittorio Emanuele II, 13) che La costruzione della Chiesa di San - sarà inaugurato l’8 dicembre 1847 nel quar- sco di Sales cominciò il 20 luglio 1851 e

luoghiememorie tiere di Porta Nuova. L’Oratorio San Luigi venne ultimata nel giugno dell’anno succes- continua ancora la sua attività nel quartiere sivo. Per completarne i lavori Don Bosco or- di San Salvario (via Ormea, 4). L’Istituto Sa- ganizzo persino una “lotteria” con cui ricavò lesiano San Giovanni Evangelista, detto 26.000 lire che vennero spartite con l’Opera comunemente San Giovannino, invece, del Cottolengo. Proprio qui, l’8 dicembre svolge funzione di convitto per gli studenti 1854, davanti all’altare dell’Immacolata, si universitari (via Madama Cristina, 1). sarebbe inginocchiato per la prima volta Valdocco è una realtà in espansione come il Domenico Savio. Due anni dopo, insieme ai donbosco metodo pedagogico di Don Bosco. Accanto compagni dell’Oratorio, avrebbe fondato la alle attività oratoriali si articolano corsi sco- Compagnia dell’Immacolata. bicentenario 38 le guide dell’Europea Le biografie Domenico Savio

Il primo autore di una vita del santo sarà proprio Don Bosco nel 1859 dopo l’incontro che segnò il destino di entrambi all’Oratorio di Valdocco. Morto a soli quattordici anni, Domenico sarà dichiarato santo nel 1954

oi mi avete più volte dimandato, Giovani ca-

rissimi, di scrivervi qualche cosa intorno al vitaeopere Vvostro compagno Savio Domenico ed io ho fatto quello che ho potuto per appagare questo vostro pio desiderio. Eccovi la vita di lui descritta con quella brevità e semplicità che so tornare a voi di gradimento”. Comincia così la Vita del gio- vanetto Savio Domenico allievo dell’Oratorio di San Francesco di Sales che Don Bosco pubblicò nel 1859. donbosco Mondonio è un paesino del Monferrato che dista poco da Castelnuovo ed è da lì che nell’autunno del 1854 partirà il dodicenne per incontrare quel sacerdote che sapeva così bene parlare ai gio- vani. “Il primo lunedì d’ottobre, di buon mattino”, accompagnato dal padre, Domenico Savio si pre- senterà con una richiesta. “Mi condurrà a Torino bicentenario 39

La Chiesa dove fu sepolto San Domenico Savio Provenendo da Castelnuovo, appena oltre il bivio sulla destra, prima di entrare in Mondonio si trova la «Cappella fune- raria e vecchio cimitero». Qui Domenico Savio fu cristianamente sepolto l’11 marzo 1857, in una povera cassa di legno, dietro la cappella. I suoi resti mortali vi rimasero fino al 1914, mentre migliaia di giovani in tutto il mondo leggevano la sua vita e cercavano di imi- tare i suoi esempi di vita cristiana.

per istudiare?”. Sarà il secondo desiderio che andrà a realizzare Domenico, nato a vitaeopere Riva presso Chieri nel 1842, secondo dei dieci fi gli del fabbro Carlo e della sarta Brigida Gaiato. Don Bosco decise di farne un suo allievo a Valdocco. Il 29 ottobre 1854 Domenico entrò all’Oratorio dopo aver chiesto con curiosità il signifi cato delle parole di San Francesco di Sales sintetizzate dal programma di Don Bosco. “Da mihi animas, coetera tolle”. Datemi anime, prendete tutte le altre cose”. Domenico si distinse per l’assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eu- caristia e per la devozione all’Immacolata Concezione. Nell’estate del 1856 scoppiò un’epidemia di colera e don Bosco radunò quarantaquattro giovani per soccorrere donbosco gli ammalati. Domenico si distinse fra i volontari ma si ammalò a sua volta. Morì, a soli quattordici anni, tra le braccia dei genitori il 9 marzo 1857. Sarà santifi cato nel 1954 da papa Pio XII.

Saint Domenico Savio Domenico Savio was born at Riva presso Chieri in 1842, second of ten sons of the smith Carlo and

bicentenario of the dressmaker Brigida Gaiato. A year later the family moved to Morialdo, a hamlet of Castelnuovo d’Asti, before moving, once again in the 1853, to Mondonio, another hamlet of Castelnuovo d’Asti. Domenico met Don Bosco at Morialdo the 2nd October 1854, thank to his teacher don Cagliero, priest of Mondonio. Few words were enough for the young man to express his whishes to become a priest, if he would have had the possibility of studying. Don Bosco decided to do of him one student of his in the Valdocco parish youth centre. Domenico distinguished himself by his diligence to the sacraments of Penitence and of Eucharist and by his devotion to the . In the summer 1856 a cholera epidemic broke out and Don Bosco assembled forty-four young people to take care of the ills. Domenico distinguished himself among the volunteers but he fell ill in his turn. He died at only fourteen in his parents’ arm. 40 Maria Ausiliatrice celeste” per la“mamma Una grandechiesa Don Boscohatrovato lasua“terrapromessa” nelborgo piùpovero e q L’avventura cominciatasottol’umiletettoiadi ui sorgerà lagrandecattedralepervolere dellaVergine I delle animepiùbiso Bosco videperlaprimavoltainsognoNel tariamente albenedella impe i diritticivilie,sesacerdoti, 1 e Papa PioIXincora a d p 1 D 18 O il mi a v e patate”poi“unastupendaaltachiesa” per promuovere la così laprimapietradellacon zione difondare una“società”,posando perdichiarareRocchietti eArtiglia, l’inten- di reli cui ilministro liberaleUrbanoRattazzi zata lanascitadellanuovarealtà reli za ilgiovanechiericoMicheleRua(1837- educazione. La

este bbandonata ll’interno dellaqualeerascritto“Quièla il1 i li ose dinondare uncarattere a 844. “Vidi uncampo seminato ameliga 844. “Vidi 910), insiemeaicollaboratoriCagliero, La “chiesamadre” dei terno dellaBasilicadiMariaAusiliatrice. l cuore diValdocco batteancoraoggiall’in on ratorio diValdocco doveil “ p a casa, 54 venneannunciatal’ideadei campo g overtà, obbedienzaecastitàda overtà, be ioso, creando piuttostoun’associazione g B

8 nata acostituire unacon ri osco avevac de

d c l i ce i ttad c d di l e m e qu , i r icuimembriconservassero sogn b o ini r

p e i seco usc C rofessione deivoti

c gg de asa Pinardi continua. h g i” e loria diDioelasalvezza g hi l 1 iò l’operadiDonBosco c

i nose diistruzionee l amato ne r a co à h r 859

e e c ll l . N S a m g abo alesiani cheDon ioventù poverae v i rcon e ( 26 r 1 i e l 1 a g le guidedell’Europea p asse g nn 8 ll gennaiodel ortassero la re p a suastan- d 858 41-1 g e ertamente ertamente l ava g re or S

r p azione a u o alesiani. g i p arte dei arte ffi a

v azione ubblici a ” 888) il c g . n o suo i iosa p a c l E o liz- ro- h ra n- e -

bicentenariodonboscoluoghiememorie bicentenariodonboscoluoghiememorie Super stiani […] pomastro CarloBuzzetti,ormaistimatoco tore eOttavio.Dell’operafuincaricatoilca- torinesiSolutore,statue deimartiri Avveni- sui campaniliesultriangolodellafacciatale simo eSanFrancescodiSales.Dueangeli ai latiSanGiuseppeeLuigi,Mas- Dieci lestatue.Alcentro, Gesùtraifanciulli, campanili. SullacupoladominalaMadonna. Maggiore aVenezia edèaffi ancatadadue La facciatarichiamalaChiesadiSanGiorgio venne affi datoall’ingegnere AntonioSpezia. O an grande quadro dellaVergine circondata dagli L’interno dellaBasilica èdominatodaun tano Cellinieinauguratoil23maggio1920 sco, realizzato inbronzo dalloscultore Gae- d D struttore matra M Q pr davanti al m p ai piedide di onoriamo sottoiltitoloMariaAiutodei al arrivo. Lapiazzachefronteggia laBasilicaè 1 gran rofi lodellacittàdi Torino. Valdocco èin om 862. on uell’anno cominciarono ancheiprogetti per g p ar o i g m p ni domenicaDonBoscodicevamessa into vennecommissionatodaDonBosco eli chelaossequianocomeunaRe i ittore Tommaso Lorenzoni, cherealizzò p a i i di B nata vent iano. Sullosfondos g osco avevaavv A osa e a. us id ili d p g a atr rimo altare chesiincontra ue mem C li Evan l d gran ostruiremo quindiunachiesa egna i ce. i pr d “L g e monumentoa d b elisti ede i a m e r i i ll avvenne c M i g a i nato a a V i p d ovan erg icca laBasilicadi onna vuo i g ne i murator li Apostoliun T il or ”

. 14 i Il no a

l magg e c D di on g p segno ina. Il roce l i h suo c e C B p h ri- ri o i l o e a . - - - - cristallo checontieneiresti delloro mortali carico aDonBosco.“Inquestoluo Domenico Savio.Dall’ingresso principaleè cola urnadilegno,ospitalespoglieSan di Valdocco nel1869.Sem in origine.Ilquadro centraleritrael’Oratorio dicato aSanGiuse f S dicato aSanPietro. Do dendo dall’ingresso sullanavatadestra,de- ricorda il “ de N p q p m s ria Mazzarello, cofondatricee S della Basilica,unaltro altare, dentro una Rettore deiSalesiani,BeatoFili costruirai una ondatore. Sullasinistra,invece,l’altare de- aveva uper rimo successore diDonBosco,ilterzo uie” incuiri ossibile accedere alla“Ca alesiani antuario èconservatoilcor e orta il14maggio1881.Sullatosinistroorta ll ll’ a a

l i Sa ta ora p r n e osto il ta p

p d d ortarono

unto i f e C ll o r p a g n oce osano ilBeatoMicheleRua, rande chiesa”. do p Fi p iede” dandoun g reciso incuilaMadonna

è pp e li q

e

co ui daValsalice l’urnadi u e èrimastocomeera n di ll p a ocato

o labeatifi cazionei m M p ar pp atto re all’internodel p i

o diSantaMa a u

ella dellereli p n fr n pp rima madre A e p us ll o Rinaldi. a reciso in- a g mm ili

o tumi do atr e r i p n ce, ata ic- to - -

41 42 le guide dell’Europea La famiglia dei Salesiani da Valdocco al mondo ono 15.494 i Salesiani presenti nei cin- que continenti e 132 i Paesi in cui sono Spresenti. Dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Svezia al Sudafrica, con 1.952 opere I successori di Don Bosco tra scuole, oratori, centri giovanili di recupe- ro, case famiglia. La famiglia salesiana “al- 1. Michele Rua, Beato (1837 - 1910) largata” conta oltre 400.000 membri e 121 Rettor Maggiore dal 1888 al 1910 salesianinelmondo vescovi o prelati, che operano ogni giorno 2. Paolo Albera (1844 - 1921) Rettor Maggiore dal 1910 al 1921 insieme a 1.824 “coadiutori”, 30 gruppo uf- 3. Filippo Rinaldi, Beato (1856 - 1931) fi cialmente riconosciuti e 27 che hanno fatto Rettor Maggiore dal 1922 al 1931 richiesta per entrare nella comunità. 4. Pietro Ricaldone (1870 - 1951) Le opere dei Salesiani sono cresciute an- Rettor Maggiore dal 1932 al 1951 5. Renato Ziggiotti (1892 - 1983) che sotto la Mole Antonelliana. Tra le prin- Rettor Maggiore dal 1952 al 1965 cipali istituzioni educative della città vanno 6. Luigi Ricceri (1901 - 1989) ricordati l’Istituto Valsalice, che ha ospitato Rettor Maggiore dal 1965 al 1977 donbosco le spoglie di Don Bosco fi no alla beatifi ca- 7. Egidio Viganò (1920 - 1995) Rettor Maggiore dal 1977 al 1995 zione e venne acquistato dal sacerdote nel 8. Juan Edmundo Vecchi (1931 - 2002) 1879 per 130.000 lire; l’Opera Salesiana Rettor Maggiore dal 1995 al 2002 Rebaudengo, la cui offerta formativa spazia 9. Pascual Chavez Villanueva (1947) dai corsi professionale agli studi accademi- Rettor Maggiore dal 2002 al 2014 10. Ángel Fernandez Artime (1960) ci, venne donato dal conte Eugenio Rebau- Rettor Maggiore dal 2014 dengo, senatore del Regno, cooperatore salesiano e grande ammiratore delle ope-

re di Don Bosco. La prima pietra fu posta bicentenario nel 1929. Il 4 ottobre dell’anno successivo cominciarono le lezioni per 58 ragazzi che volevano entrare nel mondo del lavoro come “buoni cittadini e cristiani impegnati”; l’Isti- tuto Agnelli, invece, venne edifi cato a par- tire dal 1938 a cinquant’anni dalla morte di don Bosco, venne inaugurato il 19 aprile del 1941 dal Cardinal Fossati. 43 Ostensione per Don Bosco nell’anno del Bicentenario Papa Francesco a Torino Dal 19 aprile al 24 giugno la Sindone tornerà ad essere mostrata in Duomo ai fedeli e tra i pellegrini si attende anche il Santo Padre che visiterà la città come aveva promesso all’arcivescovo Cesare Nosiglia. salesianinelmondo

ono le Memorie biografi che scritte da don Giovanni Battista Lemoyne a raccontare l’O- Sstensione del 1842. “In Torino esponevasi dalle logge di Palazzo Madama allo sguardo e alla venerazione dei popoli la Sindone. L’immen- sa piazza e le vie erano riboccanti di gente di

donbosco ogni condizione, età e paese, che a mostrare la propria fede ricavansi con giubilo a venerare la reliquia e a contemplare in essa la faccia divina e le piaghe delle mani, dei piedi e del costato del Salvatore. Don Bosco vi accorse con tutti i giovani dell’Oratorio. Egli di questo commovente spettacolo si valse per destare nei suoi giovanetti odio implacabile al peccato e amore ardentissimo a Gesù redentore”. Don Bosco ritornerà con i suoi ragazzi a venerare la Sindone esposta in Duomo bicentenario nel 1868. Quest’anno il Sacro Lino tornerà ad essere mo- strato a fedeli e pellegrini dal 19 aprile al 24 giu- gno e anche Papa Francesco visiterà Torino per rendere omaggio alla Sindone e San Giovanni Bo- sco nel suo Bicentenario. L’appuntamento è per il 21 giugno come ha confermato lo stesso France- sco all’arcivescovo Cesare Nosiglia in occasione del primo incontro con il Comitato per l’Ostensio- 44 le guide dell’Europea Papa Francesco e Cesare Nosiglia

ne della Sindone. “Hai visto Cesare? Ho mantenuto la mia promessa”. I giovani saranno al centro di tutti e tre gli appuntamenti. “L’insegnamento di Don Bosco è avere estrema fi ducia e dare credito soprattutto ai giovani” ha ricordato l’arcivesco- vo Cesare Nosiglia. “I giovani hanno bisogno di sentirsi responsabilizzati, perché si rendano conto che il mondo non comincia da loro, ma comincia anche da loro, dal loro impegno, dalla loro buona volontà. Bisogna però dare loro spazio e non solo con il “giovanilismo”, ma con impegno e con i valori del messaggio cristiano. Per noi, Don Bosco è il modello capace di rendersi pienamente accoglibile dai giovani,

perché con amore, con affetto, ma anche con impegno concreto di testimonianza ilpellegrinaggiodifrancesco cristiana, ha indicato loro la strada della vera promozione umana e della vera promo- zione del loro futuro, per dare speranza”. L’attesa per il ritorno di Francesco nel suo Piemonte cresce anche a Portacomaro, il paese in cui la famiglia Bergoglio conserva le proprie origini. donbosco Holy shroud extent and Pope Francis’s visit On the occasion of the bicentenary the archbishop of Turin, Cesare Nosiglia, the custodian of the Shroud, announced the Exposition lasting 45 days, between the Eastern period and the closing of Giovanni Bosco’s celebration. From the 19th April to the 24th June. “The opening of the Extent in the Eastern period refers to the death and resurrection of the Lord. The Shroud, sheet of death, becomes for the believers a proof that really calls, through a big evocative effi cacy, the victory of the Lord of life” explained Nosiglia. It will be an Extent for a “special occasion”, in particular for the Bicentenary of the birth of Don Bosco. “Close to the last one of the 2010, it is linked to the salesian Jubilee: an event that is very important for Turin ad its territory, because here are the roots of the holiness and of the experience of Don Bosco’s sons” added the Archbishop. Pope Francis will come to Turin on the 21st June to participate to the Extent and to the Bicentenary of San Giovanni Bosco. bicentenario 45 Dal Parco del Valentino alla Mole Antonelliana Sulle orme dei “Santi Sociali”

l Borgo Medioevale è uno dei “falsi storici” più ammirati e affascinanti d’Europa. Costruito in Ioccasione dell’Esposizione universale del 1884 si può raggiungere attraversando il ponte Isabella verso il Parco del Valentino, godendo del pano- rama che spazia dagli scenari fl uviali creati per le celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia

ilpellegrinaggiodifrancesco nel 1961, fi no al Museo dell’Automobile, su uno sfondo dominato dall’alto profi lo della Mole An- tonelliana, che oggi ospita il Museo del Cinema. Superato il Palazzo di Torino Esposizioni, opera di Pierluigi Nervi, la piazza del monumento equestre di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta alla Battaglia di Custoza, durante la Terza Guerra d’Indipendenza, apre al Giardino Roccioso e al Po.

donbosco Il Borgo Medioevale riprende l’architettura e gli sti- li decorativi di edifi ci presenti in Piemonte e Valle d’Aosta nel XV secolo. E’ stato ideato allo scopo di contestualizzare in una scenografi a “storica” una mostra d’arte sul Medioevo che permettesse ai visitatori di immergersi nella quotidianità dell’e- poca. La Rocca del Borgo si ispira al Castello di Fenis, alle pitture del Castello della Manta e dell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso. Nel cuo- bicentenario 46 le guide dell’Europea Il Museo del Risorgimento: il cuore barocco di Torino Capitale Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano si trova nel cuore di Torino, a Palazzo Carignano, prestigioso esem- pio di architettura barocca. E’ stato riaperto al pubblico in occasione delle Celebrazioni per il Centocinquante- nario dell’Unità d’Italia, dopo un completo riallestimento che lo ha trasformato in un museo moderno, multime- diale ed interattivo. Lungo un percorso di 30 sale e at- traverso 2.579 oggetti esposti, racconta la storia che portò all’indipendenza e all’unifi cazione italiana in una continua comparazione con le vicende europee. Sono gli anni in cui a Torino visse e diede inizio all’opera sa- tica e diplomatica di Camillo Cavour, la vita di Giuseppe lesiana San Giovanni Bosco. Oltre alla grande varietà di Garibaldi. Il nuovo allestimento permette di scegliere tre dipinti, documenti a stampa, manoscritti e sculture, uno diversi percorsi, a seconda del tempo a disposizione e degli elementi di maggiore attrazione del percorso è la dell’interesse dei visitatori: da un minimo di 45 minuti Camera dei Deputati del Parlamento subalpino, l’unica fi no a due ore per un completo approfondimento. in Europa tra quelle nate dalle costituzioni del 1848 ad Orari: mar-dom, 10-18 (ultimo ingresso ore 17) essere sopravvissuta integra e monumento nazionale Tel. 011.5621147 - Piazza Carlo Alberto, 8 dal 1898. Cimeli interessanti e rari riguardano il periodo Sito: www.museorisorgimentotorino.it napoleonico, i moti rivoluzionari del 1821, l’opera poli- www.facebook.com/MuseoRisorgimentoTorino 47

Uno scorcio di via Po negli anni ‘30 re del Parco del Valentino le giostre del Baby Luna Park allietano tutto l’anno le giornate delle famiglie. Lasciando il Valentino, seguendo il corso dei Murazzi, si arriva in piazza Vittorio Ve- neto, ancora oggi la più grande piazza porticata d’Europa. Via Po la unisce a piazza Castello attraverso una serie di portici, che sono continui solo sulla sinistra, essendo questo il lato della strada percorso dal Re per recarsi da Palazzo Reale al fi ume. In via Accademia Albertina si trova l’omonima Galleria che affonda le sue origini in un’associazione di artisti costituita nel 1430. Da qui è possibile raggiungere piazza Carlo Emanuele II, comunemente nota come piazza Carlina, disegnata nel 1678 da Amedeo di Castellamonte per Giovanna Battista di Savoia Nemours. Nel Settecento fu la sede del mercato del vino, del fi eno e dei combustibili e durante l’occupa- 48 le guide dell’Europea

zione napoleonica ospitò la ghigliottina. Al centro della piazza si erge il monumento marmoreo di Cavour relizzato dal Dupré nel 1873. La vicina piazza Bodoni, terminata nel 1835, vede al cen- tro il Conservatorio Musicale Giuseppe Verdi, inaugurato nel 1828. In via Giolitti, il Museo regio- nale di Scienze naturali, istituito nel 1978, riuni- sce collezioni di entomologia, geologia, botanica, mineralogia, paleontologia e zoologia. Una visita merita anche il Museo di Storia Naturale “Don Bosco” all’interno dell’Istituto Valsalice di viale Thovez, fondato da Giovanni Bosco e ampliato itinerariepercorsi attraverso l’attività missionaria dei Salesiani, che offre ai suoi visitatori diversi campioni minerali, botanici e zoologici. Dal centro della città è possibile ripercorrere le tappe dei “santi sociali” di Torino, partendo dal viale ottocentesco di corso Palestro, che segue il percorso delle fortifi cazioni più antiche. Presso l’Istituto degli Artigianelli si trova il Museo San Le- donbosco onardo Murialdo che ricostruisce vita e opere del santo che si dedicò all’educazione e alla formazio- ne dei più poveri e degli emarginati. Vicino a Val- docco, in via Cottolengo, il Museo Giulia di Ba- rolo espone testimonianze dell’attività educativa e assistenziale della marchesa. Lungo la stessa via si possono incrociare le tracce permanenti del passaggio di San Giuseppe Cottolengo all’in-

terno della Piccola Casa della Divina Provvidenza. bicentenario Una “cittadella” della solidarietà, anche questa, nata da un rustico in affi tto nel 1832. 49

Santena, la città di Camillo Cavour

A Santena riposano le spoglie del celebre Statista piemontese, accanto a quelle dei suoi famigliari, nel luogo dei suoi affetti più intimi. Visitando il castello, la tomba, il parco stori- co, si ripercorrono episodi significativi della storia europea ed italiana, si incontrano i personaggi principali del Risorgimento ed i famigliari che vissero accanto al principale artefice dell’Unità d’Italia. Chi desidera rendere omaggio all’uomo, chi è curioso di conoscere meglio l’opera di Camillo Cavour è accolto con piacere Gli oggetti della vita e professionalità in questa città che ospita contadina a Cisterna d’Asti un sito storico tra i più importanti d’Italia, tra i più significativi d’Europa. L’iniziativa di raccogliere e salvaguardare gli oggetti della vita contadina, è nata cir- ca venti anni or sono per opera di alcuni volontari residenti che, con operosità e in- gegno, hanno creato le prime “botteghe”di arti e mestieri . Il museo posto nel castello

itinerariepercorsi contiene circa 3000 oggetti provenienti da Cisterna e dintorni e radunati in 20 botte- ghe. L’edificio è stato ristrutturato con una serie di finanziamenti regionali finalizzati alla de- stinazione museale. Il museo attualmente è aperto al pubblico tutti i giorni escluso il lunedì dalle 15 alle 19 ed è gestito da un’Associazione culturale. donbosco bicentenario 50 51 Museo Nazionale dell’Automobile: le più belle auto del mondo dal 1769 fino ai giorni nostri

Fondato nel 1932, il Museo Nazionale dell’Automobile è uno dei musei di carat- tere tecnico-scientifi cop iù famosi al mondo. Nel 2011 ha subìto un’importante ristruttura- zione architettonica che lo ha reso contem- poraneo e avveniristico e che ha contribuito a posizionare in modo dinamico e interattivo la nuova realtà museale all’interno del pa- norama culturale italiano. Nel 2013 il quoti- diano inglese The Times lo ha inserito nella classifi ca dei 50 migliori musei del mondo, valorizzandone l’impostazione educativa e scientifi ca. Oggi, grazie all’utilizzo delle nuo- ve tecnologie digitali, alla rete Wi-Fi aperta e gratuita e ad una app dedicata, il Mauto met- te a disposizione dei visitatori un patrimonio di immagini e dati che saranno consultabi- li, durante la visita, attraverso smartphone 1769 fi no allep iù recenti. Le vetture che non personali, totem multimediali o Ipad in dota- trovano posto nel percorso espositivo sono zione. La sua splendida collezione è tra le invece visitabili (su prenotazione) nel rinno- più rare e interessanti nel suo genere, con vato Garage che accoglierà anche l’offi cina quasi 200 automobili originali di 80 diverse e la scuola di restauro, grazie alla quale si marche, dalle prime vetture a vapore del potranno coinvolgere operativamente pro- fessionisti del settore delle auto d’epoca, artigiani ed esperti. La sezione dedicata al Design è stata completamente riallestita con spettacolari approfondimenti fi nalizzati ap ro- muovere una più ampia conoscenza del car design e della sua evoluzione storica. All’e- sposizione museale si aggiungono un’area mostre temporanee, uno spazio eventi, un centro congressi, il centro didattico, il bo- okshop e la caffetteria-ristorante. Il Centro di Documentazione, tra i più preziosi in Europa per la singolarità delle sue collezioni, è aper- to al pubblico ed è attiva la consultazione online del catalogo sia della parte libraia che di quella archivistica.

Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” Corso Unità d’Italia 40 – 10126 Torino Italia www.museoauto.it – [email protected] - Tel. 011 677666/7/8 – Fax 011 6647148 52 le guide dell’Europea Le biografie Mons. Edoardo Giuseppe Rosaz

Venne proclamato vescovo di Susa nel 1877 su suggerimento anche di San Giovanni Bosco e dedicò la vita ai poveri, agli orfani e agli emar- ginati della Valle, assistendoli con devozione e spirito caritatevole.

ettimo degli otto fi gli di Romualdo e Maria Giuseppa Dupraz, immigrati dalla Moriana, SEdoardo Giuseppe Rosaz nacque a Susa il 15 febbraio 1830. Gli anni giovanili furono se- gnati da due eventi tragici, il suicidio del padre, morte annegato nel Po, seguito dai decessi di un

fratello rinchiuso in manicomio, Carlo Vittorio e vitaeopere della sorella, Clotilde, uccisa da una crisi epilet- tica. Allevato all’insegna di una solida religiosità, Edoardo, non riusci a completare gli studi in una scuola pubblica a causa della salute cagionevo- le. Nei primi anni un maestro gli impartì lezioni a casa e solo nel 1840 i genitori si trasferirono a Torino dove Edoardo frequentò il Collegio Gianotti

di Saluzzo. Qui compì gli studi ginnasiali, prepa- donbosco randosi alla comunione e alla cresima, ricevuta il 17 giugno 1840. Sette anni dopo entrò nel Se- minario di Susa ma dopo i primi corsi di fi losofi a dovette interrompere gli studi fi no al 1851, quan- do si trasferì a Nizza Marittima per completare la formazione in teologia. Fu ordinato sacerdote il 10 giugno 1854 e una volta rientrato a Susa divenne Canonico del Capitolo Cattedrale, dedi- candosi al catechismo e predicazione. A 26, nel bicentenario 53

1856, Giuseppe Rosaz fece costruire il primo “Ritiro” per le fanciulle orfane e più povere, mantenendo la propria opera con i beni ereditati o datigli in affi damento. Nel 1863 venne nominato Cappellano delle Carceri e tre anni dopo Rettore del Con- vitto Civico. Fu designato Rettore del Seminario Vescovile nel 1874 e basò il proprio mandato educativo sul binomio “Fermezza dolce e dolcezza ferma”, applicato se- condo un metodo già sperimentato da Giovanni Bosco attraverso giustizia e carità. Preconizzato vescovo di Susa nel concistoro del 31 dicembre 1877, ricevette la consacrazione episcopale il 24 febbraio 1878 dall’arcivescovo Lorenzo Gastaldi. vitaeopere Nel corso del suo episcopato favorì l’insediamento di salesiani, francescani conven- tuali e lasalliani, Nel 1886 visitò Torino per la festa di Maria Ausiliatrice e incontrò per l’ultima volta l’amico Giovanni Bosco. Negli anni successivi diresse pellegrinaggi a Roma per il Giubileo del Papa e a Torino, nel 1894 per il congresso eucaristico e nel 1898 per l’Ostensione della Sindone. L’anno precedente inaugurò la Chiesa del Suffragio. Nello stesso anno uscì il primo numero del giornale diocesano “Il Roccia- melone” che porta il nome del monte meta di pellegrinaggi mariani fi n dal 1358 e su cui Giuseppe Rosaz volle la posa di una statua della Vergine. Il 3 maggio 1903 donbosco morì pronunciando il “Te Deum”. Il 14 luglio 199 è stato beatifi cato da Papa Giovanni Paolo II a Susa.

Blessed Edoardo Giuseppe Rosaz Edoardo Giuseppe Rosaz, and founder of the Franciscan Sisters Missionaries of Susa congre- gation. Proclaimed “blessed” by Pope John Paul II in 1991, he was born in a family immigrated to Susa

bicentenario from Maurienne. He chose the way of priesthood when he was young and he entered the Secular Fran- ciscan Order, fi nished his studies in , where he was ordained in 1854. The bishop Antonio Odone named his as canon of cathedral. In 1862 Rosaz opened the Reatreat for the abandoned girls, while in 1874 he founded the Franciscan Missionaries congregation. He became bishop of Susa with Pope Pius IX on the 31st December 1877 and he received the Episcopal consecration by the archbishop of Turin, Lorenzo Gastaldi, on the 24th February 1878. This helped the installation of Salesians, conven- tual Franciscans and Lasallians into his diocese. Rosaz opened the Chiesa del Suffragio and sustained the laying of a statue dedicated to the Mary at a height of 3,538 metres on the Rocciamelone Mount, already place of marian cult since the 1358. The procedure of started on the 26th July 1963. On the 22 March 1986 he received the title of “venerable” for his “heroic virtues” by Pope John Paul II who proclaimed him blessed on the 14th July 1991 during a pastoral visit in Susa. 54 le guide dell’Europea Il documento I consigli di Don Bosco al nuovo vescovo di Susa

Al beae to Edod arrdodo Rossazaz, vevesccovovo di Suusa n 1100 Romaa, 7 febbraaioo 187878 Carissimi o e reverendissimoo mononsisigngnoro e,e A suo temppo ho riceve uto dada Torino e pop i dalla cara sua lettera come ilil graran popontn efi ce PiP o IXIX poortòtò il ppaa- ternno sus o pensieroro soppra di leei e loo proroclclama avva vev sccovovo didi Sususa.a Io sosono stat too noon pocco mmeraaviv glliaattoo, perché connoso coo quaantnto ellal senentata basa so di sse stesss o e come dovrà prendere unn attt egggig ama ene tto nuuovvoo verbo ete operer .”” Ma ho tostot beneddeettoo il SiSignoore,e pere chc é ne eraa e ne soonon connvintto chhe laa Chiiesesa acquuistavaa un veescscovvo seecoc nddo ili cuuoree di Dio e che ele lal avrebbebe fatttoo molo toto benene alllala dioocec si di SSuussaa. Io ne gog do assaii e conon tutttoto l’aaffetettoo dele cuoorere, lee offf roo tutttte le caase della noso tra Congregazziiono e per

qualuunque servviziio poso sanoo prestara e allaa risspettt abili e di lei persona o alla dioccesesi chc e la divi ina PProovvvvi- memoriestoriche denzza le ha affi daatoo. Io non preetet ndo farlla ddaa maestro, mma crer dod chee elll a avràà preesto nellle manii il cuc ore di tutti:

1 Se prendderrà cuc rraa spep cic alale ddegli amammalati, dei vecchi e deie povo ere i ffannciuullllii.

2 Anndad re molo tot addagio nel faree mutazazionin nel peersonan le giàà staabib litoo dall suo anteccesssooree.

3 Fare queu lll o che può peper guuadagnarsi laa stima e l’affetto di ala cuunin che tennevanno o tet ngonno poosstti

eleleve atati ini dioocecesis ; i quq ala i gig ududicicanano didi esss erere ststatti trasa cuuraratit e voso trt a sisigng oria prreefeferiitaa. donbosco

4 NNel prrenderee missurre seseveverere cono trt o a chchiccchc esessis a ded l clclero, vadada caaututo e pep r quuana to potràà asccoollttii l’immpuputat too.

Del resto speero chhe ini marzoo poto remo parlarci peerssono almmentte.e Ogggi circa alle tre e mem zzzza sisi eststinngugueve a ili sommmomo e inccomo paparabibilele asts roro delellal Chih esesa,a Pioio IX.X I gioi rnaalli le darranno i partit coolal ri. Roomam è tuttta in coc stterernan ziz one e creddo lol stet ssso inn tutu to il momondo. Entn roo brreviv ss-- simmo tempop sarà cec rtrtamamenntete suguglil alttara ii. Creeddo che vostra signooriia mii perrmem ttt erà ddi semmprp e scriveere collaa cono fi dedennza dedel pap ssssata o;o e preegag ndndo Diio chhe la illumini e coonsn ere vivi in bub onna sasanin tàà, mim raccomaando ala la carittà deellle santte sus e prp eghih eerre e mmii prooffeessso colla masssis ma vennerraza ione bicentenario

DiD vosostrra sisigngnororiaia reveverrenendid ssssimma e carriissssiimma AfAff.f mo amiicoo Sacc. GiG o. Bossccoo 55 I Salesiani in Valle di Susa L’Abbadia di Oulx al “pian dei martiri”

’Abbadia di Oulx è il complesso, oggi affi dato ai Salesiani, della Valle di Susa Lsorto sull’antica Prevostura dei Canonici Agostiniani ed è stato il principale centro di coordinamento del cattolicesimo in Valle tra l’XI e il XVIII secolo, prima fondazione della Diocesi di Susa nel 1772. Dalla Prevostura dipendevano più di quaranta chiese parroc- chiali tra Susa e Pragelato, oltre al controllo

memoriestoriche del centro di coordinamento canonicale della Bassa Valle nella Pieve battesimale di San- ta Maria Maggiore. Soppressa la “badia” nel 1749 l’edifi cio venne affi dato ad alcuni cano- nici e poi abbandonato, dopo aver ospitato per due giorni anche il Papa Pio VI, condot- A Chiomonte esiste un “paradiso del vino” che si chiama Cla- to prigioniero a Valenza nel 1799. Attorno rea Vini, azienda specializzata nella produzione e vendita di vini tipici Doc della Valle Susa. Nata nel 1999 e fondata da alla metà del secolo successivo resistevano tre soci con l’intento di valorizzare la viticoltura Valsusina, donbosco all’incuria solo le mura e una cappella ad- oggi Clarea Vini è nel vero senso della parola un punto di riferimento per gli intenditori e i curiosi dei nettari pregiati dossata al campanile, in cui si continuò a del territorio. celebrare fi n o alla ricostruzione della chiesa La produzione principale dell’azienda è incentrata sui due viti- gni autoctoni e che meglio si sono adattati alle condizioni cli- principale, che venne consacrata il 31 luglio matiche della Valsusa: il vitigno Avanà e Bicuet a bacca rossa. 1886 dal vescovo di Susa, Edoardo Giusep- La novità riguarda uno speciale vino che proprio dall’azienda pe Rosaz, per poi essere affi data ai salesiani viene prodotto e si chiama “vino del ghiaccio”. Nel centro sto- rico di Susa c’è il punto vendita aziendale, che non è soltanto nel 1895 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù. un’accogliente vineria dove si gusta la merenda sinoira, ma L’attuale campanile della chiesa fu comple- dove è anche possibile acquistare e degustare vini (sfusi ed in bottiglia) e tutti i prodotti tipici del territorio, come il miele, tato nel 1677. le confetture, la pasta e i panettoni artigianali, i canestrelli Il quadro della Madonna del Carmine realiz- di Vaie, le paste di meliga, le essenze alla lavanda e tanto bicentenario altro, tra cui ghiottissime ed originali idee regalo da portare zato da Renato de Birague è uno dei primi in tavola per ogni occasione. 56 le guide dell’Europea

dipinti in cui compare San Francesco di Sales, canonizzato nel 1665. All’interno del Parco della Rimembranza è posta una copia della croce di granito eretta a ricordo di San Giusto. Le fonti storiche ricostruiscono diverse versioni sulla morte del mar- tire cristiano della Valle di Susa, che sarebbe stato ucciso insieme a San Flaviano attorno al 906 per mano dei Saraceni. Questa l’ipotesi più probabile, secondo cui i due anziani monaci della Novalesa scelsero di non scappare a Torino con l’abate e i confratelli, preferendo prestare soccorso alla popolazione e ai viandanti, minacciati salesianinelmondo dalle incursioni saracene dalla Provenza, trovando così la morte presso il “Pian dei Martiri” di Oulx. La parrocchia di Santa Maria Assunta, invece, si trova alla sommità del Borgo Vecchio. Non esistono precise documentazioni sulle origini ma una data riportata sulla parete esterna, accanto al portico di ingresso, fi ssa la ricostruzione al 1862. Del campanile romanico restano soltanto alcuni disegni mentre l’attuale venne costruito nel 1790. Il 15 agosto, in occasione della festa patronale, una processione si snoda per le principali strade partendo dalla chiesa parrocchiale per raggiungere donbosco l’Abbadia.

RMfoto è presente a Susa da oltre 20 anni, evolvendosi e rinnovandosi nel tempo, con entusiasmo e costanza. Nel nostro laboratorio sono presenti attrezzature all’avanguardia per la stampa dagli ultimi dispositivi in commercio, smartphone, tablet, ecc. Il nostro obbiettivo è quello di realizzare e soddisfare le varie richieste dei nostri clienti.

“E’ un illusione che le foto si facciano con la macchina.... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.” Henri Cartier-Bresson bicentenario 57 Panificio Favro, artisti da quattro generazioni Il nostro è un Panifi cio storico, premiato dalla Re- utilizzata nel nostro forno, tant’è che di quel dolce, gione in quanto ditta ultracentenaria del Piemon- dalla leggera crosta di zucchero caramellato, si fe- te e riconosciuto con il marchio dell’“Eccellenza steggiano ormai i 145 anni di vita. I nostri processi artigiana”. Come famiglia siamo alla quarta ge- di lavorazione escludono per scelta nel modo più nerazione di panettieri. La nostra storia parte da assoluto coloranti, conservanti e additivi: freschez- lontano, da una Susa molto diversa za e genuinità sono caratteristiche dall’attuale, da foto in bianco e nero imprescindibili di tutta la vasta gam- che esaltano lineamenti di gente fi era ma dei nostri prodotti da forno, sani e e laboriosa che ha gettato le basi per naturali. Segnaliamo tra gli altri il pane un’attività che ha saputo rinnovarsi nel di pura segale e quello campagnolo, tempo pur mantenendo vive le tradi- entrambi senza grassi e lievitati con zioni dell’arte bianca. pasta madre, i grissini rubatà senza Il prodotto che ci contraddistingue è grassi con farina biologica, i quadrotti il dolce tipico della nostra città, la fo- salati con cereali e semi di soia, sesa- caccia di Susa, fatta con farina, zuc- mo, lino e girasole, le crostate della chero, burro e uova, originariamente nonna, i plum cake con gocce di cioc- prodotta solo in occasione dell’Epifa- colato e uvetta, i biscotti fatti a mano nia ed oggi sfornata quotidianamen- (paste di meliga, torcetti, delizie alla te. Il primo panettiere di famiglia fu il nocciola, kamuttini biologici, goccio- trisnonno Domenico, che iniziò la sua attività nel lotti al cioccolato fondente, biscotti benessere di 1870. La sua ricetta della focaccia, conservata farro biologico e ai cereali, frollini per intolleranti,

salesianinelmondo con cura e tramandata di padre in fi glio senza senza latticini e senza lievito, biscotti senza zuc- modifi che nè sofi sticazioni, è quella ancor oggi chero dolcifi cati con miele...) donbosco bicentenario 58 Il pellegrinaggio Una passeggiata alla Sacra di San Michele

Foto gentilmente offerta da Foto Terry

a Sacra di San Michele è una delle più celebri abbazie benedettine dell’Italia settentriona- le ed è anche tra i più grandi complessi architettonici di epoca romanica di tutta Europa. itinerariepercorsi LCostruita tra il 983 e il 987 per rispondere alle esigenze e alla cultura del pellegrinaggio, la Sacra si trova al centro d’un percorso che anticamente univa Mont Saint-Michél e il Garga- no. Monumento simbolo del Piemonte, domina la valle di Susa dalla cima rocciosa del monte Pirchiriano. Si accede alla chiesa attraverso il ripido Scalone dei Morti, così chiamato perché anticamente era fi ancheggiato dalle tombe dei frati. In cima si trova la Porta dello Zodiaco, con gli stipiti decorati dal maestro Nicolò con rilievi dei segni zodiacali, all’epoca un modo per rappresentare lo scorrere del tempo. Dalle terrazze infi ne si abbraccia unp anorama che donbosco si estende dalle cime più alte delle Alpi alla città di Torino in lontananza.

Può un sogno diventare un’immagine? professionale, ricco di 37 anni di esperienza, le fotografi e di Terry sa ciò che avviene nella propria macchina fotografi ca Terry hanno rubato schegge di immagini a ritratti di famiglia, a ogni volta allo scatto e prende nota che un’altra porzione di gruppi e a matrimoni, a persone singole, cercando a volte di realtà è stata rubata allo scorrere del tempo per essere tra- abbinarle anche a sue estemporanee pitture, segnature di una sformata in ricordo. Fa fotografi e dal giorno della sua prima vena artistica che non l’ha mai lasciata. Oggi, alle foto artisti- Comunione, quando ha avuto fra le mani come regalo la sua che aggiunge i fotolibri personalizzati, anche musicali. Qualche prima macchina e ha cominciato il proprio cammino all’interno pubblicità industriale, ritocchi e restauri di foto antiche. E se dello studio fotografi co di suo padre. È una fig lia d’arte, Terry oggi la tecnologia fa miracoli, Terry sa che l’ultimo, ottimo mo- e l’inquadratura è per lei la giusta cornice con cui perimetrare dello non basta per fare un buon fotografo. Ci vuole il sogno, porzioni di vita, di tempo e di spazio. Nel proprio cammino un sogno, che vada preso e messo nella macchina fotografi ca. bicentenario bicentenariodonboscoitinerariepercorsi tecnolo struttura aziendaleaconduzione qualifi perilsoddisfa catietecnicamenteperfetti garantire allapropria clientelaprodotti altamente tendo cosìlamassimaattenzionea n L ...ama ituoiocchi! Occhiali Covezzi I n N r i L sabile percompletare ilproprio look zo dicompensazionemaunaccessorioindispen- continuare a aziende leadernelsettore dell’otticainmododa i accordata dallaNostraclientelae’statopossibile cimento deibisogniindividuali.Grazieallafi ducia v Co- S.Rita) grazieall’impegnodelSig.Alberto sendo ormaidiventatol’occhialenonsolounmez ndividuali, instaurando un rapporto amichevolee ndividuali, instaurandounrapporto nstaurare collaborativiconlemaggiori rapporti povisione, consalaattrezzata di perportatori ispettoso neicon e ’impe ’ e alledisabilitàvisiveinau o alnumero civico122diviaTripoli (quartiere el 1 a zzi. L’ zi e 999 n g da g no ori ob icamente e n abbiamodedicatoparticolare attenzio- i asce ett g f iv ornire prodotti sempre piùevoluti inario è stato portato avantidauna inario èstatoportato o n

f e de ronti dituttiinostri l 1 ll’ g 969 a radevoli daindossare, es- zi e n

co da g urando un n

è ub

f stato amiliare, i ca . zi g C

o li interessi da n lienti. C e entro di

g a sub T aran- o i to ri - - -

in unambienteacco localizzata inValle di L’esi d d c Handicap Motorieparche ompleto, al i i tempoconsiderevoli, all’apertura cihaportati u n P g enza di u n to v e fi n ne dievitare allanostraclientela g d arantire unserviziosempre più i ta

a g B liente econ S usa spostamentieperdite usso gg l e io Riservato n o invi f ortevole. a Tr . afo r o

23

59 60 le guide dell’Europea Il primo successore e la Casa di Lombriasco Don Michele Rua

a Casa salesiana di Lombriasco venne fondata da Michele Rua, il primo successore di Don Bosco, che ne acquistò il Lnucleo originario nel 1894, grazie ad una dote lasciatagli dal principe polacco Augusto Czartoryski. Dalla Polonia arriva- rono le prime “vocazioni” e tra i tanti studenti anche Augusto Hlond, un futuro cardinale, che come tutti i fi gli di Don Bosco

venivano chiamati “polak” dagli abitanti del paesino. Nel 1900 salesianinelmondo l’Istituto non era più la Casa delle origini e venne trasformato in noviziato, negli anni successivi, in particolare tra il 1905 e il 1908, sviluppò e consolidò un indirizzo scolastico e prettamen- te agrario tutt’ora mantenuto. Nel 1912 furono acquistati un po- dere e diciassette ettari di terreno presso la Cascina Macra che confi nava con lep roprietà dell’Istituto. Il Castello di Lombriasco venne così ribattezzato “Colonia agricola Sant’Isidoro e Scuola

di Agricoltura” seguendo il programma educativo e pedagogico donbosco messo a punto da Don Bosco e appreso da Michele Rua, acco- gliendo all’interno dell’Istituto anche i cosiddetti “famigli”, gio- vani emarginati e anziani soli autosuffi cienti ancora ing rado di dare un contributo alla vita di comunità. L’Istituto ha continuato ad estendere la propria offerta educativa insieme a quella para- scolastica e sportiva, con corsi di formazione professionale per imprenditori, tecnici e addetti del settore agricolo, oltre a corsi scolastici superiori nei settori agrario, tecnico e scientifi co che

si affia ncano ad un convitto sia maschile che femminile. bicentenario 61 Da Torino a Castelnuovo per i sentieri della collina L’itinerario del Santo

a strada tra Torino e Castelnuovo offre l’occasione di im- mergersi nella natura e nella storia sulle orme di Don Bo- Lsco. Non manca la possibilità di studiare percorsi ideali o da affrontare a piedi che si snodano da Valdocco alla collina di Cavoretto, da cui si domina la città, oppure passando per il Par- co Leopardi , il Parco di San Vito e il Parco della Maddalena fi no a Pecetto e Pino Torinese, che permettono un facile approdo a Chieri e da qui, passando per Buttigliera d’Asti, al Colle Don Carlo Angelo Lorenzo Bosco. Tra strade e sentieri collinari, l’emozione è assicurata Ghivarello e Giuseppe dalla concreta illusione di attraversare le vie del Santo. Chi si Lazzero, due Sacerdoti affi dasse all’automobile può scegliere un tragitto alternativo, Salesiani, grandi attivisti di sempre attraverso le colline e i più suggestivi paesaggi che cir- Pino Torinese condano Torino. Da corso Casale è possibile prendere la Strada provinciale 10 per raggiungere la Galleria del Pino e Pino Tori- nese, concedendosi magari una visita alla cittadina in cui Don Bosco aveva molti amici. Salesiani due dei sacerdoti più amati nella storia della comunità, Carlo Angelo Lorenzo Ghivarello e Giuseppe Lazzaro. Lasciata Pino si prosegue per Chieri dove Don Bosco ha trascorso gli anni degli studi e del seminario, si prosegue per Riva di Chieri, che ha dato i natali a San Domenico Savio, poi verso Buttigliera d’Asti, prima di arrivare a Morialdo e ai Becchi. 62 le guide dell’Europea

Le tradizioni gastronomiche e i prodotti tipici dei luoghi sacri

a cucina piemontese vanta una antichis- sima tradizione che nel corso degli anni Lha saputo preservare quel suo carattere ibrido, di arte culinaria di alta classe abbinata a sapori talvolta rudi, propri della civiltà con- tadina, come testimonia anche l’uso, talvolta spregiudicato dell’aglio, per insaporire intin- goli, condimenti e minestre. Ricette nobili e povere si inseguono e si mischiano senza soluzione di continuità, si ilpercorsodelgusto contaminano dando vita ad una delle propo- ste enogastronomiche più eccentriche d’Ita- lia.

GLI ANTIPASTI E’ un antipasto a rappresentare il tratto più distintivo della cucina Piemontese. Si tratta della Bagna Caoda, minestra, o meglio, intin- donbosco golo, a base di acciughe, aglio e olio. Un sapore deciso tipico della regione, sebbene gli ingredienti non siano tipicamente piemon- tesi. A cui si sposano le verdure e in partico- lare il cardo, il sedano e le radici. Sempre eccentrici, altri due antipasti, a base di carne, rigorosamente cruda, tagliata a fette sottili o tritata cotta nel limone e con

cospicua aggiunta dell’immancabile aglio. Un bicentenario 63

piatto diventato simbolo del cuneese (dove la carne è sublime) ma non solo. Impossibile non aggiungere l’antipasto tipico, proprio composto dalla varietà dei salumi tra cui, non va dimenticato, il salame cotto e, in zone collinari, anche il lardo da servire con una spruzzata di pepe.

pe co sode gus o I PIATTI TIPICI Cominciamo con una squisitezza: l’utilizzo del tartufo bianco che cosparso sui primi piatti piemontesi da vita ad una serie di preli- batezze senza pari. Lunghissima la lista di portate che utilizzano il tartufo come ingre- diente principale, anche se i piemontesi ritengono che la migliore espressione avvie- ne nei secondi piatti. do bosco Risotti, tagliatelle, pasta a mano sono tra i più frequenti abbinamenti riscontrabili con il tartufo. Anche la castagna, in secondo ordine, costi- tuisce un elemento molto utilizzato nei primi piatti, talvolta abbinato anche ai funghi o per insaporire minestre, risotti e pasticci. Tra i primi piatti più caratteristici, ma molto parti- colari, vi è la Brudera, un risotto in brodo con

bce e a o carne e sangue di maiale e carne di gallina. 64 le guide dell’Europea COOKING Gastronomia Vedi pag. 11 - 100

Antipasto piemontese Le ricette Notizie: La cucina piemontese ottiene le migliori ricet- te dalla cucina modesta dei contadini. Infatti, l’antipasto piemontese, riporta le origi- tradizionali ni semplici ed antiche di quella cucina. Nel passato tale ricetta era utilizzata per la conservazione delle verdure dell’orto. Oggi l’antipasto piemontese è una ricetta tipica molto richiesta per il basso contenuto calorico ma saporita e fragrante, un modo genuino e piacevole per consumare le verdu- re, raccolte fresche tutto l’anno e non solo nei mesi estivi. Suggerimento: L’antipasto di verdure piemontese, si accosta in modo ottimale ai salumi e può essere arric- chito con tonno all’olio d’oliva. Ingredienti: Pomodori maturi 3 kg Sedano 500 gr Carote 500 gr Cipolline 500 gr Fagiolini 500 gr Cavolfiore 500 gr Peperoni 500 gr Foglie alloro 3 65

Cipolla ½ Zucchero 2 cucchiaini Aceto vino 1 bicchiere Olio extra-vergine oliva q.b. Sale grosso q.b. Preparazione: Lavare le verdure in modo accurato, tagliare a cubetti. Incidere la pelle dei pomodori e porre per alcuni minuti in acqua bollente. Tritare finemente mezza cipolla e rosolare in olio, aggiungere le foglie di alloro ed i pomo- dori tagliati a grandi pezzi, cuocere per 30’. A cottura ultimata, porre il passato nel passa- verdure, riporre sul fuoco ed aggiungere le verdure a cubetti e lo zucchero. Le verdure devono essere aggiunte, in tale ordine: sedano – carote – cipolline – fagiolini – cavolfiore – peperoni ad intervalli di 10’ una, dall’altra. Cuocere 10’ dall’ultima verdura. Incorporare un bicchiere di olio extra-vergine d’oliva, uno di aceto ed una grande presa di sale grosso, amalgamare il tutto. Porre l’antipasto, a cottura ultimata, in barat- toli sterilizzati, tapparli e capovolgere. Conservare in luogo buio, fresco ed asciutto. 66 le guide dell’Europea

Involtini di cavolo verza Notizie: Si tratta di una ricetta tipica, che può essere utilizzata sia come antipasto, che come secondo piatto: una delizia filante, indicata per pasti autunnali Ingredienti per 4 persone: verza 500 gr 250 gr Prosciutto cotto a cubetti scalogno bicchiere vino rosso formaggio da fondere concentrato di pomodoro sale e pepe q.b Preparazione: Togliere alla verza le foglie esterne, privando- le delle nervature più robuste – considerando che ogni due si formerà un involtino – scot- tarle in acqua bollente, per 2’. Sminuzzare il restante della verza. Tritare lo scalogno, senza soffriggere, riscal- dare in padella con acqua ed aggiungere la verza, appassire ed incorporare il prosciutto cotto a cubetti; irrorare il tutto con vino e lasciare evaporare, mescolando. Condire con il concentrato di pomodoro, sale, pepe e cuocere, a fuoco moderato Con il composto ottenuto, riempire le foglie di verza – precedentemente scottate – e formare gli involtini, serrandoli con spago da cucina. Allineare gli involtini in teglia da forno - fode- rata con apposita carta - e porre su ognuno una sottile fetta di formaggio filante Porre in forno, a 170°, per 15’ e servire. 67 68 le guide dell’Europea

Pinzimonio con gli ortaggi Ingredienti per 4 persone: 2 gambi sedano 1 finocchio 2 peperoni giallo - rosso 2 carote ceppo radicchio lattuga - lattughini - ravanelli olio-aceto o succo limone sale-pepe q.b., senape q.b. Preparazione: Si tratta di un colorato antipasto o contorno d’ortaggi crudi, leggero e fresco, la cui pre- parazione è molto semplice, sistemando gli ortaggi, opportunamente lavati e sezionati a pezzetti e/o bastoncini, in una ciotola con fantasia, giostrandosi tra i colori. Gli ortaggi sono presentati con un’emulsione, a base d’olio oliva extra-vergine, succo limo- ne o aceto, sale e pepe, opportunamente miscelati; a scelta, è possibile aggiungere senape. Tale emulsione, sarà posta in ciotoli- ne, in cui si intingeranno gli ortaggi, scelti dal contenitore comune. Il pinzimonio dev’essere ottenuto da verdure freschissime ed a scelta arricchito con gusto individuale con timo, basilico, erba cipollina o prezzemolo; a scelta, con peperoncino o yogurt. Si possono utilizzare anche carciofi, pomodori insalata, indivia belga, cetrioli, avo- cado, cipollotti o cipolle. Mondare, lavare gli ortaggi, asciugare e sezionare a listarelle o tagliuzzare a pezzetti Sistemare gli ortaggi a raggiera, in un conte- nitore; emulsionare, olio, aceto, sale e pepe, con aggiunta facoltativa di senape: suddivide- re in ciotoline, in cui intingere gli ortaggi proposti. 69

Zucchine in carpione Ingredienti per 4 persone: 600 gr zucchine novelle farina 00 q.b. cipolla grande 3 spicchi d’aglio bicchiere aceto di vino bianco o rosso, a scelta ½ bicchiere vino rosso 3 rametti salvia 3 foglie alloro olio semi per frittura q.b. sale - pepe q.b. Preparazione: Lavare, spuntare ed affettare le zucchine sottili; scaldare abbondante olio in padella, infarinare e friggere; scolare su carta da cucina. Sbucciare, affettare e sminuzzare aglio e cipolla, soffriggere in padella con olio e foglie d’alloro. A cipolla trasparente, versare aceto di vino - se bianco, offre il vantaggio di non ossidare le zucchine - oltre alcuni istanti, il vino; incor- porare la salvia e cuocere per 3-4 min. a fuoco vivace. Disporre le zucchine in pirofila, a strati, ver- sare il carpione e marinare per 5-6 ore. Il Carpione È un metodo tradizionale della cucina in Piemonte, utilizzato per preparare zucchine, pesce, pollo, carni impanate, uova ed ogni altro alimento che si abbini positivamente, al gusto, intenso e vivace dell’aceto. Gli ingredienti abituali, sono: cipolla trita - spicchi d’aglio triti - foglia alloro - olio d’oliva q.b. - bicchiere aceto di vino rosso intenso -rametti salvia - ½ bicchiere di vino rosso L’Europea Editoriale Vi consiglia le specialità del Ristorante -cucchiaio di pepe nero, da macinare. Pizzeria L’Òsto dël Tòrcc come la farinata e i piatti a base di pesce. 70 le guide dell’Europea

Fonduta alla piemontese Ingredienti: 400 gr. di fontina, 40 gr. di burro, 2 dl. di latte, 4 tuorli d’uovo, sale Preparazione: tagliare la fontina a pezzetti e lasciarla nel latte per 3 ore, trasferire il formaggio ben sgocciolato nel burro sciolto. Mescolare bene a caldo finché il composto diventi cre- moso e non faccia più fili, a questo punto unire le uova e il sale. Servire calda.

Gnocchi alla piemontese Ingredienti: 1 kg. di patate passate in purea, 100/300 gr. di farina bianca Preparazione: lessate un kg di patate in acqua salata, sbuc- ciatele e passatele allo schiacciapatate. Impastate con massimo 300 gr di farina (se ne mettete meno il gnocco risulterà meno duro ma molto più buono anche se tenderà a disfarsi) infarinate bene la spianatoia e forma- te con la pasta ottenuta un lungo grissino spesso un dito circa, tagliate dei cilindretti lunghi circa 2 cm, passateli tra i denti di una forchetta per dargli la caratteristica forma. Buttateli in acqua bollente salata e appena verranno a galla toglieteli con una schiumaro- la. Conditeli con burro e formaggio (fontina) fuso,con un sugo di carne, o anche solo con un sugo di aglio pomodoro e basilico. 71 TRATTORIA TOSCANA Torino Trattoria Vedi pag. 91

Le ricette Ris e coi - riso e cavoli Ricetta tradizionale, semplice, antica: “Dei Poveri” tradizionali Utilizzare una pentola di coccio. Ingredienti per 4 persone: 400 gr riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP cavolo (piuttosto grande) cipolla Grana Padano a scaglie q.b. Lardo a fette Olio d’oliva, burro, sale, pepe q.b. Prezzemolo q.b. Preparazione: Affettare il cavolo ed immergerlo in recipien- te, coprire con acqua fredda. Soffriggere, in burro ed olio, cipolla e lardo a pezzetti. Rosolare ed unire il cavolo, sgocciolato leg- germente. Cuocere per 40 minuti. Unire 12 mestoli d’acqua ed a bollore avvenuto, aggiungere riso ed aromi. A cottura ultimata, cospargere con Grana Padano a scaglie. Servire ben calda, come minestra che viene collocata a metà, tra quasi asciutta, ma cre- mosa. 72 le guide dell’Europea

Risotto del fattore Ingredienti per 4 persone: 400 gr riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP 1/4 di pollo lesso 2 zucchine piccole 2 peperoni piccoli – rosso e giallo cipolla aglio mazzetto prezzemolo foglia alloro ½ bicchiere vino rosso brodo q.b. olio extra-vergine oliva q.b. sale e pepe q.b. Grana Padano q.b. Preparazione: Lessare il pollo, disossare e tagliare a pez- zetti. Abbrustolire peperoni, levando le pellici- ne e filettare. Lavare e tagliare le zucchine a rondelle. In casseruola con olio, rosolare cipolla ed aglio ed aggiungere peperoni con zucchine, unire pollo lesso e lasciare rosola- re, abbondantemente. Incorporare il riso, mescolare ed irrorare con vino, lasciare evaporare; unire alloro e cuoce- re rimestando, con aggiunta di brodo, sino a cottura ultimata (tempo indicativo 18’) A fuoco spento, aggiungere prezzemolo trita- to a pentola coperta, mantecare con Grana Padano e servire ben caldo. 73

Risotto alla piemontese Ingredienti: 2 litri di buon brodo di carne, 500 gr. di riso, 60 gr. di formaggio, 60 gr. burro, 60 gr. tartufi bianchi, noce moscata

Preparazione: gettate il riso nel brodo bollente, fatelo cuo- cere per 15-18 minuti, quando è cotto accon- ciatelo con il formaggio, il burro, la noce moscata e i tartufi tagliati a fettine sottilissi- me, il riso deve rimanere un po’ molle, servi- telo nella zuppiera. 74 le guide dell’Europea

Brasato al Barolo un pezzo di bastoncino di cannella, Ingredienti: 4 bacche di ginepro, 800 gr manzo, sale, pepe, 1 cipolla, una bottiglia di Barolo, 1 carota, 50 gr burro, 1 gambo di sedano, qualche cucchiaio di olio di oliva. 2-4 foglie di salvia, Preparazione: un rametto di rosmarino, affettate la cipolla, il sedano, la carota e 2 foglie di alloro, metteteli in un contenitore dove aggiungere- 2 chiodi di garofano, te anche tutti i sapori, aggiungete la carne e 75

Il grissino Tradizionalmente la nascita del grissino si fa risalire al 1675. La forma di grissino più antica e tradizionale è indubbiamente il rubatà o robatà - “roto- lato”, in piemontese - di lunghezza variabile dai 40 agli 80 centimetri, facil- mente riconoscibile per le caratteristica nodosità, dovute alla lavorazione a mano. Il rubatà di Chieri è incluso nella lista dei prodotti agroalimentari tradi- zionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Sono allo stesso modo considerate zone di produzione classiche del Rubatà il Torinese, la zona di Andezeno e il Monregalese. L’unica altra forma di gris- sino tradizionale e tutelata è il Grissino Stirato. Di invenzione più recente rispetto al rubatà, si distingue in quanto la pasta viene allungata tendendola dai lembi per la lunghezza delle braccia del panificatore, il che conferisce maggiore friabilità al prodotto finale. ricoprite il tutto con il vino. Lasciate riposare per almeno due ore, dopo- diché togliete la carne, asciugatela e fatela rosolare in una casseruola con olio e burro, salate, pepate e dopo alcuni minuti aggiungete la verdu- re e gli aromi con un po’ del vino della marinata. Fate cuocere a fuoco bassissimo per un ora e mezza, se asciuga troppo aggiungete ancora un po’ del vino della marinata. A cottura ultimata togliete la carne, tagliatela a fette, passate al setaccio il fondo di cottura con tutte le verdure e gli aromi, ricoprite le fette di carne spruzzate ancora un po’ del vino della marinata e fate ancora cuocere per una mezz’ora sempre a fuoco bas- sissimo. Servite con un po’ di polenta o purea di patate. 76 le guide dell’Europea

“Civet” alla lepre alla casalinga Ingredienti: una lepre, 6 cipolle, 2 etti di lardo, 2 etti di burro, 40 gr di farina, un po’ di prezzemolo, 1/2 litro di vino barbera, 30 gr di zucchero, Preparazione: tritate le cipolle, il lardo, il prezzemolo; met- tete il tutto in un tegame con il burro e la farina. Fate soffriggere, aggiungete la lepre tagliata a pezzi grossi come uova, compre- sa di cuore e fegato, e fate friggere mesco- lando per alcuni minuti. Aggiungete mezzo litro di buon vino barbera, un po’ di brodo o acqua, un po’ di aceto, sale, pepe, spezie e 30 gr di zucchero. Fate cuocere finché la lepre sarà tenera. Servitela con cipolline cotte. Una volta, con una lepre si cucinava- no due piatti: le cosce arrosto e con il resto il civet. Nota: il civet di coniglio si cucina allo stesso modo. 77

Caponet Ingredienti: avanzi di carne bollita o arrosto, uova q.b., salame cotto a piacere, foglie grandi di cavolo, mollica di pane ammorbidita nel latte, parmigiano. Preparazione: tritare la carne ed il salame, amalgamare con le uova, la mollica di pane, il parmigia- no, salare. Fate scottare per qualche minuto le foglie di cavolo in acqua bollente, stende- tele su un canovaccio per farle asciugare. Fate con il trito delle palline che avvolgerete con le foglie di cavolo, date la forma di un involtino e friggeteli in olio caldo. 78 le guide dell’Europea

Finanziera piemontese Ingredienti: 1kg cervella, 500 gr filoni, 500 gr. animelle, 2 hg creste di gallo, 2 hg carne trita, 1 uovo, marsala secco, aceto, noce moscata, parmigiano Preparazione: lessare in acqua acidula le animelle e le creste per circa un quarto d’ora, e cervella e filoni per 1 ora. Sgocciolare il tutto. Impastare la carne con l’uovo, il sale, il par- migiano e la noce moscata e fare delle pic- cole palline da rosolare in padella. Tagliare a grossi dadi cervella, filoni, animelle e creste e far rosolare una qualità per volta. Riunire il tutto in un tegame con poco burro, aggiun- gere il marsala e far consumare. 79 LA BUTA STUPA Torino Pallottole alla casalinga Enoteca Vedi pag. 90 Ingredienti: 300 gr coscia di vitello, 100 gr di lardo, aglio, prezzemolo, 2 uova, burro Preparazione: tritate la carne, il lardo, uno spicchio d’aglio, il prezzemolo, salate, pepate e aggiungete due uova, amalgamate bene il tutto e forma- te tante pallottole grosse come una noce, rotolatele nella farina bianca. Friggete le pallottole.

Trippa fritta alla casalinga Ingredienti: 1 kg di trippa, 4 cipolle 200 gr di burro Preparazione: mettete in una pentola acqua, un po’ di aceto una cipolla e sale, immergete la trippa e fate cuocere, scolate la trippa quando è quasi cotta, buttatela in acqua fredda e tagliatela a striscioline. Prendete 4 cipolle affettatele e friggetele con il burro, aggiungete la trippa e fategli prendere un bel color biondo, aggiustate di sale e pepe, se volete spremete sopra un limone e servite caldo. 80 le guide dell’Europea

Le ricette tradizionali

Tofeja Ingredienti: 800 gr di fagioli borlotti, 500 gr di cotenna di maiale, 4 costine di maiale, una cipolla, aglio, prezzemolo, basilico, olio, sale, pepe Preparazione: in una pignatta di terracotta soffriggete la cipolla finemente tritata, nel frattempo pre- parate un trito di aglio, prezzemolo e basili- co e cospargetelo sulla parte interna della cotenna. Formate degli involtini, legateli e deponeteli nella pignatta. Unite le costine di maiale, i fagioli (se secchi dovranno essere precedentemente ammollati per 12 ore in acqua), salate, pepate e ricoprite con acqua. Una volta si cuoceva in forno a legna per 7-8 ore, oggi si può cuocere su fuoco moderato per 6 ore. 81 Fricandò Si tratta di un piatto tipico piemontese, ide- ato nelle cucine contadine povere e risalente – si presume – al 1700. Era uno spezzatino storico: a quel tempo – nelle cascine – si poneva in pentola tutto quanto era d’avanzo, aggiungendo patate, carote e cipolline per insaporire, rendendo il piatto appetitoso. Attualmente, è un manicaretto tipico, creato per cucinare carni di vitello, con aggiunta di patate, carote e cipolline; esistono alcune varianti, che sono: fricandò vegetariano e misto di carni e patate. Ingredienti: 4 hg carne vitello scelta 4 patate medie salsa pomodoro q.b. cipolla rametto rosmarino cucchiaino grappa aglio – alloro q.b. olio – sale - pepe q.b. Preparazione: Affettare cipolla e rosolare, in capiente padella di coccio; aggiungere aglio, alloro e rosmarino. Adagiare la carne spezzettata e dorare, insaporendo con sale; irrorare con alcune gocce di grappa, coprire e cuocere, a fuoco lento per qualche minuto. Aggiungere passato pomodoro e cuocere per 10’. Sbucciare e lavare patate, tagliare a dadini, unire allo spezzatino e cuocere a fiamma moderata, per ca. 30’. Controllare la morbidezza del composto – carne e patate – che deve risultare tenero e morbido. Dalla padella di coccio, può essere servito direttamente in tavola, cospargendo - a pia- cere - con erba cipollina. 82 le guide dell’Europea

Gran bollito misto Preparazione: alla piemontese Lavate le verdure e tagliatele grossolana- Ingredienti per 8 persone: mente. Lavate il prezzemolo e legatelo in gr. 500 di muscolo di manzo mazzetto. Prendete una pentola capace e una coda mettetela al fuoco con le verdure, il prezze- gr. 500 di culaccio di manzo molo e acqua abbondante, salata. alcuni salamini Quando bolle, unite le carni di manzo. 1 lingua di vitello Lasciate cuocere per un’ora. Aggiungete gr. 500 di testina tutto il resto ad eccezione della testina e del 1 cotechino cotechino e fate lessare per un’altro paio di 1 gallina ore. 1 cipolla Mettete contemporaneamente al fuoco una 2 carote seconda casseruola, con acqua abbondan- 2 coste di sedano te; in essa fate lessare il solo cotechino e i 1 manciata di prezzemolo salamini. Mettete in una terza pentola la sale grosso testina con metà acqua e metà brodo di 83

manzo. Mettete a scaldare un piatto di servi- bollito sul vassoio di portata, occorre sparge- zio grande a sufficienza per ricevere il bollito. re una manciata di sale grosso sulla carne e Quando tutte le carni sono giunte a cottura, versare alcuni mestoli di brodo bollente: toglietele dalla pentola, ivi compreso il cote- questo accorgimento servirà per accrescere chino, e sistematele sul piatto di servizio. e far risaltare il sapore della carne. Occorre portare sempre in tavola il bollito a Il bollito misto, non richiede nessun contorno pezzi interi. Indispensabile è un tagliere con specifico, qualche patata o al massimo ver- bordi raccogli brodo, coltellaccio e forchetto- dure secondo fantasia; una buona insalata ne per tagliare a vista le varie parti del lesso verde o mista potrà essere servita successi- secondo il gusto e l’appetito dei commensali. vamente. Massima importanza, invece, la E’ bene ricordare che appena collocato il rivestono le salse. 84 le guide dell’Europea

Bunet Ingredienti: 4 uova, 150 gr di zucchero, 50 gr di cacao amaro, 100 gr di amaretti, mezzo litro di latte Preparazione: Portare ad ebollizione il latte intero e lasciare che si intiepidisca. Gli amaretti, una volta sbriciolati, vanno amal- gati a parte, in una terrina, con lo zucchero, le uova e il cacao. Aggiungere il latte e versare il tutto in uno zucchero non cominci a fondere e a bollire stampo nel quale sia stato versato preceden- formando una finissima schiuma. temente dello zucchero caramellato. Togliere dal fuoco e mettere a bagno in Mettere a cuocere a bagnomaria in forno per acqua gelata. circa 40 minuti. Appena si raffredda, ma prima che si solidifi- Preparazione del caramello: chi, si versa in un bicchiere d’acqua sino ad Mescolare, con una spatola di legno, in un ottenere un liquido ambrato e sciropposo recipiente di metallo, 300 g di zucchero, che potrà anche essere conservato in botti- lentamente e in continuazione fino a che lo glia. 85

Bugie (dolci di carnevale) Ingredienti: 250 gr di farina bianca, una bustina di vanillina, 50 gr di burro, la buccia di un limone grattugiata, un uovo, 4 cucchiai di marsala, sale. Preparazione: Trascorso tale tempo tirate la pasta molto setacciate la farina con la vanillina e un pizzi- sottile, tagliatela a pezzetti di forma rettan- co di sale, unite l’uovo, la scorza di limone, il golare che farete poi friggere in abbondante burro sciolto e il marsala. Impastate bene, olio bollente. fate una palla, copritela con un canovaccio e Ponete le bugie su di un foglio di carta assor- lasciate riposare la pasta per un ora. bente, spolverizzate con zucchero a velo. 86 le guide dell’Europea

Biscotti rustici Ingredienti: 180 gr farina, 100 gr burro, 40 gr nocciole (tostate e tritate), gr 70 zucchero, 2 tuorli Preparazione: lavorare il burro con lo zucchero, unire la farina a pioggia, i tuorli uno alla volta e le nocciole. Con l’impasto fare delle palline da appiattire leggermente. Infornare a 180° per 10 minuti circa. Lavorare il burro con lo zuc- chero, unire la farina a pioggia, i tuorli uno alla volta e le nocciole. Con l’impasto fare delle palline da appiattire leggermente. In fornare a 180° per 10 minuti circa. 87

Le vie dello shopping

’essenza cosmopolita ed eterogenea che compare nei mille volti di Torino non Lpuò che caratterizzare anche la sua vastissima, sorprendente, offerta commer- ciale. Dai grandi atelier del centro dalle cui vetrine occhieggiano le più importanti griffe della moda internazionale ai negozietti capa- ci di stupire chi è alla ricerca di un’idea ori- ginale, i quartieri di Torino sono tutti grandi “centri commerciali naturali” dove qualità, competenza e cortesia sono di casa. Senza dimenticare gli oltre 60 mercati di Torino, miniera inesauribile che abbraccia il visitato- re in una vertigine di colori e di sapori, o i caratteristici mercatini delle pulci, custodi e tenutari di riti e tradizioni plurisecolari. Eccellenze che fanno di Torino una delle piazze più interessanti per un commercio in grado di parlare a chiunque, dall’acquirente più attento al “fashion” a quello che invece cerca la grande occasione che sappia però salvaguardare anche il portafoglio. 88 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1

1 2 Piazza Statuto Piazza Statuto è una delle piaz- ze più importanti di Torino ed è situata nella zona centrale della città. Di forma allungata, da essa di- partono corso Francia, che in epoca romana era il tratto ini- ziale della strada per le Gallie, e via Garibaldi, che è la via più antica di Torino, un tempo nota come via Dora Grossa. 89

bicentenariodonboscoloshopping

5

3

4

4

2

5

3 90 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1

1

3

2

2

3 91 bicentenariodonboscoloshopping

La fetta di polenta Casa Scaccabarozzi, comune- mente nota ai torinesi come Fetta di polenta, è un edificio storico di Torino situato nel quartiere Van- chiglia, all’angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo; in passato fu nota anche come casa Luna. La sua particolarità e l’origine del suo soprannome risiedono nel- la singolare pianta trapezoidale dell’edificio, che fa sì che uno dei prospetti laterali misuri appena cinquantaquattro centimetri.

4 5

5

4 92 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1 2

1

2 93 bicentenariodonboscoloshopping

3 Il Fiorista Fiori in centro a Torino dal 1935 Lo storico chiosco di via Carlo Alber- to è tornato ad occupare il suo posto nella piazzetta. Raffinate composizioni, creazioni mo- derne, costante e attenta cura dei dettagli, da parte della sig.ra Filome- 4 na e del sig. Mario.

3 4 94 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1

1

2

2 95

bicentenariodonboscoloshopping

5 5

3

4 4

3 “Opera per Torino” È un’opera dell’artista danese Per Kirkeby realizzata tra il 2004 e il 2005 nell’ambito del progetto Artecittà. 11 artisti per il Passante Ferroviario e collocata a Torino, in largo Orbassano. Si tratta di un porticato a doppia altezza realiz- zato principalmente in mattoni. Si colloca nel quadro del vasto pro- getto di trasformazione urbana denominato Spina Centrale. 96 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1

1

2 3

2

3 97 bicentenariodonboscoloshopping

5

5

4 4

Il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto Piazza d’armi è la piazza di Torino destinata, una volta, ai raduni delle truppe ed alle loro para- te. Nel corso della sua storia, Torino ha sempre avuto l’esigenza di disporre di grandi spazi per radunare l’esercito, necessità immancabile per tutte le capitali. Durante i secoli essa ha cam- biato più volte la sua ubicazione. Attualmente piazza d’armi è diventato solo un toponimo a retaggio della propria storia, in quanto la zona in cui sorgeva è stata adibita a parco a partire dagli anni sessanta. In essa sorgeva anche un eliporto, per cui l’area divenne nota come parco dell’Eliporto fino alla fine degli anni settanta, quando assunse il nome parco Cavalieri di Vittorio Veneto, titolo che conserva tuttora. Dal 2005 quest’area è stata profondamente trasformata in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, vedendo la sua completa ristruttura- zione, la riorganizzazione del parco e rendendo pedonale il viale d’accesso all’attuale stadio Olimpico, che è stato sede delle cerimonie d’apertura e di chiusura dell’evento sportivo. 98 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

1

3

2

1 2 3 99

bicentenariodonboscoloshopping

4

5

5 Il Balon È lo storico mercato delle pulci di Torino compreso nel quartiere Aurora, precisamente nel Borgo Dora e annesso al vicino merca- to di Porta Palazzo. Con il nome del celebre mercato dell’usato, sovente si intende anche l’abitato stesso di Borgo Dora, che sorge tra le rive della Dora Riparia e l’at- tigua parte nord di Porta Palazzo, luogo di uno dei più grandi mer- cati all’aperto d’Europa.

4 100 le guide dell’Europea i percorsi della Fede una Torino da scoprire

2

1

1

2 Il Motovelodromo Fausto Coppi Fu inaugurato nel 1920 e nei pri- mi anni ospitò, oltre a normali competizioni ciclistiche, partite di rugby, di calcio (il Torino vi giocò il campionato 1925-1926) e nu- merose gare di ciclismo su pista. Ha iniziato ad essere riutilizzato da un gruppo di appassionati ciclisti, i quali stanno cercando di fargli rivivere quell’importanza sportiva per cui era nato. 101 bicentenariodonboscoloshopping

4

Il Museo dell’Automobile è uno dei più famosi al mondo. 4 Nel 2011 ha subìto un’importan- te ristrutturazione che lo ha reso contemporaneo e avveniristico. La sua collezione è tra le più rare e interessanti, le vetture che non trovano posto nel percorso espo- 3 sitivo sono visitabili su prenotazio- ne nel Garage che accoglierà l’officina e la scuola di restauro, grazie alla quale si potranno coin- volgere professionisti del settore, artigiani ed esperti.

3 102 le guide dell’Europea L’indice degli inserzionisti

ABBIGLIAMENTO ANTIQUARIATO BIJOUX E ACCESSORI MODA FEMMINILI Andrew’s Ties Via Lagrange 11 Antiche Passioni Via Torino 110 Zuccherosa Bijoux via Cernaia 22 Torino Tel. 011.545214 Pag. 93 San Mauro T.se (TO) Torino Tel. 011.5621647 Pag. 92 ABITI DA LAVORO Tel. 333.1206448 Pag. 8 BOUTIQUE ALIMENTARE Andiamo a Lavorare Via Cuneo 10 AREE TURISTICHE MULTIFUZIONE Im Bedamje Via Lanfranchi 6 Nichelino (TO) Tel. 011.6820570 Pag. 37 Lago di Codana Via della Repubblica 32 Torino Tel. 011.8192015 Pag. 83 AEROCLUB Montiglio Monferrato (AT) CAFFETTERIE I.C.P. S. P. 16 Km 15,150 Tel. 0141.994961 Pag. 78 Caffetteria Cavour Via Cavour 79 Castelnuovo Don Bosco (AT) ARTICOLI CASALINGHI Santena (TO) Tel. 011.9492061 II Cop. Tel. 011.9927503 Pag. 24 Robertplast Via Fontanesi 10 Il Refettorio Via dei Mille 23/D AFFITTACAMERE Torino Tel. 011.8178076 Pag. 100 Torino Tel. 011.19503555 Pag. 94 La Littorina Frazione Serravalle ARTICOLI E PRODOTTI PER LA CASA Pan Cafè Largo IV Marzo 9 Asti Tel. 0141.294562 Pag. 13 Turinplast Piazza G. Carducci 132 Torino Tel. 011.4360360 Pag. 81 Relais Il Borgo Via Biletta 60 Torino Tel. 011.19771502 Pag. 101 Tribeca Via Villanova 2 Penango (AT) Tel. 0141.921272 Pag. 64 ARTICOLI RELIGIOSI Buttigliera d’Asti (AT) AGRIMACELLERIE Apostolato Liturgico Tel. 011.9921583 Pag. 20 Ca’ Bianca Via Villanova 131 Via XX Settembre 76/G Torino CALZATURE Buttigliera d’Asti (AT) Tel. 011.4361590 Pag. 9 Saisha Via Principi D’Acaja 31/A Tel. 011.9921458 Pag. 76 ARTIGIANI DEL LEGNO Torino Tel. 011.4333669 Pag. 87-96 AGRITURISMI Il Laboratorio del Legno Scali Via Po 18 Torino Bodrito Regione Colla 1 Frazione Ranello 15 Tel. 011.889302 Pag. 90 Cessole (AT) Tel. 0144.89269 Pag. 68 Castelnuovo Don Bosco (AT) CANDELE, Cascina Lanè Via Nazionale 120 Tel. 011.9927212 Pag. 15 PRODUZIONE E SPACCIO AZIENDALE Baldichieri d’Asti (AT) AUTORIPARAZIONI Cereria Luma Tel. 0141.66512 Pag. 76 Moiso Valter Via Umberto I 10 Via Canonico Tancredi 25 Torino Cascina Rossa Strada alla Piovà Massaia (AT) Tel. 011.3747736 Pag. 98 Cascina Rossa 10 Villanova d’Asti (AT) Tel. 0141.996308 Pag. 7 CASE PER FERIE Tel. 0141.946923 Pag. 72 Officina Reale Regione Reale 22 Centro Beato Rosaz Cascina Serramena Montechiaro d’Asti (AT) Via Madonna delle Grazie 4 Cascina Serramena Alta 30 Tel. 0141.906185 Pag. 18 Susa (TO) Tel. 0122.622461 Pag. 52 Riva presso Chieri (TO) VIP Service Via Pastrengo 122/1 CASE VACANZA Tel. 011.9469184 Pag. 76 Moncalieri (TO) Tel. 011.6822166 Pag. 37 Casa dei Ciliegi Regione Perno 132 Costa dei Tigli Strada Asti 38 AZIENDE AGRICOLE Castell’Alfero (AT) Tel. 333.5941374 Pag. 79 Costigliole d’Asti (AT) Ferrero Strada Gallo 1 CENTRI ESTETICI Tel. 0141.961187 Pag. 80 Santo Stefano Belbo (CN) Cultura dell’Immagine Via San Giovanni 23 Fiorisca il Cuore Tel. 338.2603829 Pag. 64 Castelnuovo Don Bosco (AT) Strada Foei 6 Casalborgone (TO) BAR Tel. 011.9927009 Pag. 14 Tel. 011.9174253 Pag. 65 69 Corso Matteotti 69 Chieri (TO) Daniela Estetica Via Martini 2 Il Vecchio Portico Tel. 011.9473689 Pag. 30 Pino T.se (TO) Tel. 011.842042 Pag. 61 Via Valle Miglioretti 49 Pino T.se (TO) Bar del Balôn I Due Scalini CENTRI REVISIONI AUTO Tel. 011.8111758 Pag. 63 Via Borgo Dora 12/F Torino Officina Reale Regione Reale 22 La Violina Frazione Mombarone 115 Tel. 335.464348 Pag. 99 Montechiaro d’Asti (AT) Asti Tel. 0141.294173 Pag. 6 La Coccinella Strada Stazione 36 Tel. 0141.906185 Pag. 18 Le Due Cascine Regione Mariano 22 Montechiaro d’Asti (AT) CONSULENZE ENERGETICHE San Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141.690963 Pag. 66 Ser Piemonte Via Torino 264 Tel. 0141.824525 Pag. 85 La Fenice Via Piave 16 Torino Trofarello (TO) Tel. 011.0200043 Pag. 13 Pianfiorito Località Santo Stefano 6 Tel. 011.4361261 Pag. 12 CUCINA TIPICA SICILIANA Albugnano (AT) Tel. 011.9920665 Pag. 83 MI.RI. Via Masserano 2/B Torino A Vucciria Corso XI Febbraio 7 AGRITURISMI CON PERNOTTAMENTO Tel. 011.0446188 Pag. 99 Torino Tel. 011.4361198 Pag. 34 La Cinciallegra Cascina Serramena Sunrise Cafè Piazza A. Graf 118 CUOCHI A DOMICILIO Bassa 25 Riva presso Chieri (TO) Torino Tel. 011.6598907 Pag. 101 Cooking Via Rosazza 2 Torino Tel. 011.9469045 Pag. 28 Zelig Cafè Via S. Giovanni 3 Tel. 011.2637286 Pag. 11-100 Sette Colli Collina Sant’Antonio 3/B Castelnuovo Don Bosco (AT) DECORATORI Ferrere (AT) Tel. 0141.934433 Pag. 77 Tel. 011.9927358 Pag. 86 Gianella Daniele ALBERGHI BED & BREAKFAST Strada Cambiano 36 Chieri (TO) Cascina Speranza Via Roma 35 Cascina La Gioia Via Cascina Tel. 011.9405961 Pag. 30 Riva presso Chieri (TO) La Gioia 48 Refrancore (AT) ENOTECHE Tel. 011.9468186 Pag. 74 Tel. 0141.670918 Pag. 75 Caffè Stazione Viale Don Bosco 2 Locanda Martelletti Piazza Statuto 10 Mulino della Torre Via Mulino della Torre Chieri (TO) Tel. 011.9478362 Pag. 29 Cocconato (AT) Tel. 0141.907686 Pag. 73 Riva presso Chieri (TO) Clarea Via Francesco Rolando 17 ALIMENTARI Tel. 011.9424679 Pag. 75 Susa (TO) Tel. 335.1430386 Pag. 55 Moras Via Roma Soglio (AT) San Rocco Via R. Giuliani 23 Fiori, Vini e… Via Torino 40/A Tel. 0141.992500 Pag. 63 Aramengo (AT) Tel. 339.7863150 Pag. 66 Candiolo (TO) Tel. 338.2218562 Pag. 40 ANTICHITÀ E VENDITA USATO BIGLIETTI D’AUGURI Il Calice DiVino Via Venaria 15/C Nicola il Rigattiere Via A. Vespucci 57 Pellerino Via Mercanti 11 Torino Torino Tel. 011.6988869 Pag. 63 Torino Tel. 348.6042696 Pag. 19 Tel. 011.535396 Pag. 88 103

La Buta Stupa MODELLISMO PARRUCCHIERI Via Gaudenzio Ferrari 5 Matta Piazza Dante 55 Cultura dell’Immagine Torino Tel. 011.5823842 Pag. 90 Castelnuovo Don Bosco (AT) Via San Giovanni 23 Lombardo Vini Via Barletta 133 Tel. 0119876181 Pag. 22 Castelnuovo Don Bosco (AT) Torino Tel. 011.19784591 Pag. 70 MOTO VENDITA E ASSISTENZA Tel. 011.9927009 Pag. 14 FAI DA TE Chiarle Via A. Banfo 48/G Torino PASTA FRESCA Mautino Criba Via Foligno 38/F Tel. 011.284515 Pag. 97 Pastificio Profeta Via Nicola Fabrizi 29 Torino Tel. 011.213421 Pag. 32 MUSEI Torino Tel. 011.746185 Pag. 70 FERRAMENTA Arti e Mestieri di un Tempo PASTICCERIE Matta Piazza Dante 55 Piazza Maggiore Hope 1 Comba Via Mombarcaro 116 Castelnuovo Don Bosco (AT) Cisterna d’Asti (AT) Torino Tel. 011.359937 Pag. 84 Tel. 0119876181 Pag. 22 Tel. 0141.979021 Pag. 49 Cravero Riccardo FIORI Museo Nazionale del Risorgimento Italiano Strada Cimitero Sassi 6/A Fiori, Vini e… Via Torino 40/A Piazza Carlo Alberto 8 Torino Tel. 011.8980034 Pag. 86 Candiolo (TO) Tel. 338.2218562 Pag. 40 Torino Tel. 011.5621147 Pag. 46 Decostanzi Via Vagnone 20 Gemma Fiori Corso Potenza 177 Museo Nazionale dell’Automobile Torino Tel. 011.484151 Pag. 85 Torino Tel. 011.7399864 Pag. 42 Corso Unità d’Italia 40 Torino Ferraro Corso Orbassano 374 Il Fiorista Via Carlo Alberto Fronte 45 Tel. 011.677666/7/8 Pag. 50-51 Torino Tel. 011.3111091 Pag. 10 Torino Tel. 011.8174593 Pag. 93 N.C.C. Luyss Via C. Colombo 2 Torino Scultura Via Rosalino Pilo 21 Torino Brunetto Massimo Tel. 011.501806 Pag. 94 Tel. 011.7509144 Pag. 43 Tel. 339.1442980 Pag. 7 Marco e Elena Corso Pinin Giachino 19 Tiziana la Fioraia Corso Casale 310/C NUMISMATICA E FILATELIA Cocconato (AT) Torino Tel. 011.8993532 Pag. 8 La Lira Via Cernaia 40/F Torino Tel. 0141.907444 Pag. 75 FONDAZIONI Tel. 011.539014 Pag. 92 Raspino Corso Regio Parco 24 Fondazione Camillo Cavour ONORANZE FUNEBRI Torino Tel. 011.850142 Pag. 64 Piazza Visconti Venosta 2 Baudano Piazza San Rocco 2/B Stelvi Corso Monte Cucco, 16 Santena (TO) Tel. 011.597373 Pag. 49 Rivoli (TO) Tel. 011.9585038 Pag. 17 Torino Tel. 011.720729 Pag. 68 GASTRONOMIE La Pace Eterna Via Fratelli Vercelli 20 PASTIFICI Cooking Via Rosazza 2 Torino Carmagnola (TO) Tel. 348.5386087 Pag. 36 Cooking Via Rosazza 2 Torino Tel. 011.2637286 Pag. 11-100 Mondani Corso Stati Uniti 19/B Tel. 011.2637286 Pag. 11-100 Pastificio Profeta Via Nicola Fabrizi 29 Susa (TO) Tel. 0122.622122 Pag. 54 Profeta Piazza Manzoni 13 Torino Tel. 011.746185 Pag. 70 Padre Pio Corso Palermo 114 Carmagnola (TO) Tel. 328.6443561 Pag. 60 GIOIELLERIE Torino Tel. 011.2485384 Pag. 97 PAVIMENTAZIONI PER ESTERNO Amato Gioielli Via Monginevro 169 OREFICERIE PaviSystem Via Trinità 48 Torino Tel. 011.3855998 Pag. 7 Meriglio Via Milano 8/E Torino Santena (TO) Tel. 011.9456502 Pag. 18 Rosribot Corso Italia 49 Tel. 011.4361448 Pag. 35-89 PELLET Gassino T.se (TO) Tel. 011.9606022 Pag. 21 OROLOGERIE Matta Piazza Dante 55 GOMMISTI Fresch Via de Canal 63/E Torino Castelnuovo Don Bosco (AT) Moiso Valter Via Umberto I 10 Tel. 011.3099242 Pag. 42 Tel. 0119876181 Pag. 22 Piovà Massaia (AT) Tel. 0141.996308 Pag. 7 ORTOFLOROVIVAISTI PERSIANE, ZANZARIERE E COMPONENTI HOTEL Carlo Moda S. P. 17 Km 4 M.L.-Blind Borgata Boscorotondo 30 Cascina Speranza Via Roma 35 Castelnuovo Don Bosco (AT) Passerano Marmorito (AT) Riva presso Chieri (TO) Tel. 011.9872248 Pag. 38 Tel. 0141.903158 Pag. 31 Tel. 011.9468186 Pag. 74 ORTOPEDIE PIADINERIE ROMAGNOLE Locanda Martelletti Piazza Statuto 10 Sanisport Strada San Mauro 171/F La Piada Reale Via Marco Polo 12 Cocconato (AT) Tel. 0141.907686 Pag. 73 Torino Tel. 011.3747615 Pag. 98 Torino Tel. 011.5806054 Pag. 65 IMPIANTISTICA OSTERIE PIZZERIE Ser Piemonte Via Torino 264 Cantine Vittoria Piazza della Vittoria 31/B A Vucciria Corso XI Febbraio 7 Trofarello (TO) Tel. 011.0200043 Pag. 13 Torino Tel. 011.5705694 Pag. 1 Torino Tel. 011.4361198 Pag. 34 IMPRESE EDILI Osto’d San Roch Via Amaretti 28 Borsatti e Martini Paviblok Via Torino 20 Poirino (TO) Poirino (TO) Tel. 011.9430520 Pag. 65 Corso A. De Gasperi 23 Torino Tel. Tel. 340.7445571 Pag. 15 Porta di Po Piazza Vittorio Veneto 1/E 011.5681800 Pag. 95 LEGNAME Torino Tel. 011.8127642 Pag. 71 I Rubini Corso Vittorio Emanuele 119 Mautino Criba Via Foligno 38/F OTTICI Andezeno (TO) Tel. 011.9434327 Pag. 66 Torino Tel. 011.213421 Pag. 32 Covezzi Via Tripoli 122 Torino La Fenice Via Piave 16 Torino LIBRERIE Tel. 011.325628 Tel. 011.4361261 Pag. 12 Dinoitre Via Cavour 2 Orbassano (TO) Via Traforo 23 Bussoleno (TO) La Riviera Via dei Finelli 6 Tel. 011.9004629 Pag. 13 Tel. 0122.641.641 Pag. 59-96 Riva presso Chieri (TO) LOCANDE CON RISTORAZIONE PANETTERIE Tel. 011.9921115 Pag. 69 E PERNOTTAMENTO Luyss Via C. Colombo 2 Torino L’Òsto dël Tòrcc Corso Vittorio Emanuele 58 Il Mondo Fricandò Via Nino Costa 23 Tel. 011.501806 Pag. 94 Andezeno (TO) Tel. 011.9434113 Pag. 69 Poirino (TO) Tel. 011.9453906 Pag. 67 Marco e Elena Corso Pinin Giachino 19 Mangevia Via Roma 27 LUNA PARK Cocconato (AT) Tel. 0141.907444 Pag. 75 Castello di Annone (AT) Baby Luna Park PANIFICI Tel. 324.5576540 Pag. 77 Viale Ceppi Torino III Cop. Favro Corso Stati Uniti 118 Susa (TO) Osto’d San Roch Via Amaretti 28 MEDICINA ALTERNATIVA Tel. 0122.31794 Pag. 57 Poirino (TO) Tel. 011.9430520 Pag. 65 Arcea Via Cavour 47 Torino Stelvi Corso Monte Cucco 16 Torino Pantagruele Corso Moncalieri 261 Tel. 011.882065 Pag. 26-27 Tel. 011.720729 Pag. 68 Torino Tel. 011.6613827 Pag. 10 MERCATINI DELL’USATO PARAFARMACIE Pizzeria La Fila Via Principe Amedeo 3/A Mercatino Nuovo dell’Usato Dott. Sartirano Via Poirino 10 Torino Tel. 011.530634 Pag. 89 Via Bruino 22 Torino Carmagnola (TO) Tel. 011.9626955 Pag. 60 Porcaloca Via Mario Leoni 16/F Torino Tel. 011.4119795 Pag. 34 Tel. 011.3032490 Pag. 82 104 le guide dell’Europea

Ristorante Dell’Olmo Via Alba 67 L’Òsto dël Tòrcc Corso Vittorio Emanuele 58 C.I.E.M.M.E. Via Maestra 100 Pralormo (TO) Tel. 011.9481851 Pag. 79 Andezeno (TO) Tel. 011.9434113 Pag. 69 Pino d’Asti (AT) Tel. 011.9925527 Pag. 39 Ristorante Pizzeria del Pino Via Rovereto 1 Mangevia Via Roma 27 SIGARETTE ELETTRONICHE Pino T.se (TO) Tel. 011.8111390 Pag. 62 Castello di Annone (AT) Smooke Corso A. De Gasperi 56/C Trattoria della Fontana Tel. 324.5576540 Pag. 77 Torino Tel. 011.5682207 Pag. 95 Viale Cav. Di V. Veneto 28 Cantarana (AT) Nero Bollente Corso San Maurizio 18 STUDI FOTOGRAFICI Tel. 0141.943025 Pag. 78 Torino Tel. 011.19709927 Pag. 90 Foto Terry Via Susa 5 Tre da Tre Via Giuseppe Verdi 33/C Oltre il Giardino Via Villanova 1 Chiusa San Michele (TO) Torino Tel. 011.8391312 Pag. 91 Montafia (AT) Tel. 0141.997552 Pag. 71 Tel. 011.9632636 Pag. 58 Tribeca Via Villanova 2 Osteria Il Gheub Via Sant’Agata 2 RM Foto Via Mazzini 35 Susa (TO) Buttigliera d’Asti (AT) Moransengo (AT) Tel. 0122.629660 Pag. 56 Tel. 011.9921583 Pag. 20 Tel. 0141.900127 Pag. 82 TABACCHI Tropicana Corso Mediterraneo 84 Pan Cafè Largo IV Marzo 9 Moras Via Roma Soglio (AT) Torino Tel. 011.591210 Pag. 95 Torino Tel. 011.4360360 Pag. 81 Tel. 0141.992500 Pag. 63 Vecchia Europa Via Gorizia 144 Pantagruele Corso Moncalieri 261 TAVOLA CALDA Torino Tel. 011.322200 Pag. 86 Torino Tel. 011.6613827 Pag. 10 MI.RI. Via Masserano 2/B Torino POLIAMBULATORI Porta di Po Piazza Vittorio Veneto 1/E Tel. 011.0446188 Pag. 99 PKT Corso Francia 333/5/C Torino Torino Tel. 011.8127642 Pag. 71 Sunrise Cafè Piazza A. Graf 118 Tel. 011.7795933 Quelli Che Ben Pensano 3 Torino Tel. 011.6598907 Pag. 101 SKT Via Lussimpiccolo 10 Torino Via Santorre di Santarosa 1/Bis/D Zelig Cafè Via S. Giovanni 3 Tel. 011.3820952 IV Cop. Torino Tel. 011.3724117 Pag. 66 Castelnuovo Don Bosco (AT) PUB Ristorante Dell’Olmo Via Alba 67 Tel. 011.9927358 Pag. 86 Dirty Dick Torino Tel. 339.2827752 Pag. 98 Pralormo (TO) Tel. 011.9481851 Pag. 79 TAXI E SERVIZI TAXI RISTORANTI Ristorante Pizzeria del Pino Brunetto Massimo A Vucciria Corso XI Febbraio 7 Via Rovereto 1 Pino T.se (TO) Tel. 339.1442980 Pag. 7 Torino Tel. 011.4361198 Pag. 34 Tel. 011.8111390 Pag. 62 Pronto Taxi 5737 Tel. 011.5737 Pag. 47 Aldente Via delle Orfane 19/G Sevenup Via Andrea Doria 4 Radio Taxi Tel. 011.5730 Pag. 3 Torino Tel. 011.4368105 Pag. 88 Torino Tel. 011.543582 Pag. 69 TRATTORIE Caffè Stazione Viale Don Bosco 2 Slowburger Via Monginevro 21 Bar del Balôn I Due Scalini Chieri (TO) Tel. 011.9478362 Pag. 29 Torino Pag. 62 Via Borgo Dora 12/F Torino Cascina Speranza Via Roma 35 Tambass Piazza Marconi 8 Tel. 335.464348 Pag. 99 Riva presso Chieri (TO) Rocca d’Arazzo (AT) Il Laghetto Via Acquedotto 14 Tel. 011.9468186 Pag. 74 Tel. 0141.408542 Pag. 77 Castagnole Lanze (AT) Cot’Cos Mombello (TO) Pag. 80 Trattoria Toscana Via Vanchiglia 2 Tel. 0141.878540 Pag. 76 Da Esterina Torino Tel. 011.8122914 Pag. 91 Il Tempo Ritrovato Via Roma 25 Baldissero T.se (TO) Tre da Tre Via Giuseppe Verdi 33/C Via Passo del Brennero 2 Torino Tel. 011.9431708 Pag. 23 Torino Tel. 011.8391312 Pag. 91 Tel. 011.747380 Pag. 71 Da Vinci Via Marconi 31 Tropicana Corso Mediterraneo 84 La Madonnina Corso L. Beltramo 32 Scurzolengo (AT) Tel. 0141.203341 Pag. 81 Torino Tel. 011.591210 Pag. 95 Casalborgone (TO) Figliol Prodigo Strada Madonna Vecchia Europa Via Gorizia 144 Tel. 011.9174341 Pag. 63 della Scala 25 Cambiano (TO) Torino Tel. 011.322200 Pag. 86 Società di Rivalba Via Roma 3 Tel. 011.9471469 Pag. 29 RISTORANTI CON CAMERE Rivalba (TO) Tel. 011.9604512 Pag. 77 I Rubini Corso Vittorio Emanuele 119 Antico Ricetto Via Dante Alighieri 1 Spirito Santo Largo IV Marzo 11 Andezeno (TO) Portacomaro (AT) Torino Tel. 011.4360877 Pag. 89 Tel. 011.9434327 Pag. 66 Tel. 0141.202699 Pag. 44 Trattoria dei Cacciatori Via R. Giuliani 15 Il Gusto Via Roma 77 Pino T.se (TO) RISTORANTI ITALO PERUVIANI Aramengo (AT) Tel. 0141.909113 Pag. 66 Tel. 011.842540 Pag. 61 Chikenriko Via Artisti 1/Bis Torino Trattoria della Fontana Il Refettorio Via dei Mille 23/D Tel. 011.8154335 Pag. 12 Viale Cav. Di V. Veneto 28 Torino Tel. 011.19503555 Pag. 94 RISTORANTI SELF SERVICE Cantarana (AT) Tel. 0141.943025 Pag. 78 Imbarco del Re da Perosino 69 Corso Matteotti 69 Chieri (TO) TRATTORIE TIPICHE Viale Virgilio 53 Torino Tel. 011.9473689 Pag. 30 San Marchese Via Lanzo 287 Tel. 011.657362 Pag. 72 RISTORANTI TIPICI REGIONALI Venaria Reale (TO) Tel. 011.4520071 Pag. 62 ‘L Ciabot ‘D Gianduja Via Lasca 10 Cantina della Stella VENDITA DI TARTUFI Castell’Alfero (AT) Frazione S. Grato di Sessant 80 Asti Tartufi d.o.c. Via San Defendente 9 Tel. 0141.298113 Pag. 78 Tel. 0141.294112 Pag. 84 Chiusano (AT) Tel. 0141.901609 Pag. 62 La Coccinella Strada Stazione 36 RIVISTE VENDITA DIRETTA FORMAGGI E PORCHETTA Montechiaro d’Asti (AT) Maria Ausiliatrice Azienda Agricola Dentis Via Villa Giusti 57 Tel. 0141.690963 Pag. 66 Via Maria Ausiliatrice 32 Torino Torino Tel. 011.703212 Pag. 73 La Fenice Via Piave 16 Torino Tel. 011.5224203 Pag. 41 VETRERIE Tel. 011.4361261 Pag. 12 SALUMERIE Vetreria Chierese Via L. Einaudi 9 La Mina Via Ellero 36 Torino El Canton dij Formagg Chieri (TO) Tel. 011.9400344 Pag. 31 Tel. 011.7920056 Pag. 79 Corso Casale 314/B Torino VINERIE La Riviera Via dei Finelli 6 Tel. 011.8994889 Pag. 68 La Buta Stupa Via Gaudenzio Ferrari 5 Riva presso Chieri (TO) SCUOLE PARITARIE Torino Tel. 011.5823842 Pag. 90 Tel. 011.9921115 Pag. 69 Istituto Maria Consolatrice VINO PRODUZIONE La Vecchia Osteria Via Tinella 28/32 Via Caprera 46 Torino Clarea Via Francesco Rolando 17 Calosso (AT) Tel. 0141.853312 Pag. 70 Tel. 011.3290210 Pag. 16 Susa (TO) Tel. 335.1430386 Pag. 55 L’Oca Fola Via Drovetti 6/G Torino SERRAMENTI Tel. 011.4337422 Pag. 96 Carmes Verande Via Cavallo 18 Venaria Reale (TO) Tel. 800.500509 Pag. 25