SEGUSIUM 38 in Copertina: Susa, Cinta Di Mura, in Una Delle Tavole Del Theatrum Sabaudiae (1682)

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SEGUSIUM 38 in Copertina: Susa, Cinta Di Mura, in Una Delle Tavole Del Theatrum Sabaudiae (1682) SEGUSIUM 38 In copertina: Susa, cinta di mura, in una delle tavole del Theatrum Sabaudiae (1682). Il fregio nella pagina precedente è la riproduzione di un sigillo-timbro – visibilmente usurato – del secolo XVIII della Provincia di Susa (Museo Civico - Susa). Società di Ricerche e Studi Valsusini SEGUSIUM SUSA - Settembre 1999 - Anno XXXVI - n. 38 Il Consiglio Direttivo di Segusium Giulio Fabiano, presidente onorario. Lino Bortolo Perdoncin, presidente - Tullio Forno, vicepresidente - Ferruccio Pari, segretario - Giorgio Maffiodo, tesoriere - Consi- glieri: Natalino Bartolomasi, Enea Carruccio, Mario Cavargna, Mauro Minola, Alberto Perino, Luigi Pognant Gros. Il Comitato di Redazione della rivista Direttore: Tullio Forno. Comitato: Piero Del Vecchio, Giulio Fabiano, Laura Grisa, Mau- ro Minola, Ferruccio Pari, Alberto Perino. Direttore responsabile: Tullio Forno. Autorizzazione del Tribunale di Torino, n. 1666, 31 luglio 1964. Proprietà riservata Finito di stampare dalla Grafica Chierese nel mese di settembre 1999. * * * Segusium - Società di Ricerche e Studi Valsusini Sede: Via Unione Sovietica 8 (dei Fossali) - 10059 Susa (TO) Indirizzare la corrispondenza a: Segusium - Casella Postale 43 - 10059 Susa (TO) I versamenti vanno fatti indirizzando a Segusium - Conto Corrente Postale n. 29681103 - 10059 Susa (TO). SEGUSIUM - Susa - Settembre 1999 - Anno XXXVI - n. 38 SOMMARIO Questo numero 38 . pag. 6 RICERCHE E STUDI Mario Cavargna: La strada romana «Per Alpes Cottias» . pag. 11 Giancarlo Chiarle: I visconti di Baratonia e di Villar Focchiardo . pag. 35 Maria Luisa Moncassoli Tibone: Un messaggio per le genti: la Gran Reliquia dipinta in Val di Susa . pag. 97 Per Giorgio Gagnor: La devozione sulla montagna di Condove . pag. 107 Piero Del Vecchio: Simboli e significati della devozione popolare . pag. 127 Tullio Forno: «Il Rocciamelone», pugnace antesignano cattolico della stampa valsusina . pag. 131 COMUNICAZIONI Laura Grisa: Maria e la sua montagna. Da cent’anni sul Rocciame- lone . pag. 161 Daniele Mazzucco: Eldradus, abate di Novalesa e santo . pag. 175 ***: La Susa antica restaurata e da conservare bella . pag. 179 Gianluca Popolla: Il Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Susa . pag. 187 Maria Grisa: Da 10 anni «Amici del Presepio» con impegno e bra- vura . pag. 191 Franco Ghivarello: La Valle di Susa nei sogni degli uomini del Nord pag. 197 Andrea Lomagno: I segni della guerra . pag. 205 LIBRI . pag. 211 BOLLETTINI - RIVISTE - QUADERNI . pag. 235 NOTIZIE . pag. 255 CRONACHE DI SEGUSIUM . pag. 279 Oltre agli autori citati nel sommario, hanno collaborato a questo numero 38: Gemma Am- prino, Stefania Bernard, Barbara Debernardi, Giuliana Debernardi, Piero Del Vecchio, En- rico Dolza, Guido Ferrero, Roberto Follis, Marco Fratini, Elvira Lambert, Mauro Minola, Alberto Perino, Margherita Petrillo, Pia Piras. Questo numero 38 Con la strada romana attraverso le Alpi Cozie; la pluriseco- lare vicenda storica dei visconti di Baratonia e di Villar Foc- chiardo, gli affreschi sindonici in Valle di Susa e Val Cenischia, il culto di Sant’Eldrado abate di Novalesa, i piloni votivi sulla montagna di Condove, il secolo abbondante di vita della stampa cattolica valsusina, il centenario della statua della Madonna sul Rocciamelone, le impressioni dei viaggiatori del Sette-Ottocento che si affacciavano alle porte di Susa, e con altro ancora, abbia- mo composto il presente volume di «Segusium» nell’anno 1999. Questo numero 38 di «Segusium» è, dunque, ancora miscel- laneo, ossia vario nei temi prescelti, però con il suo naturale, saldo filo conduttore: le Valli di Susa. Varietà può significare l’attenzione di un maggior numero di Soci e di altri lettori; quindi un più vasto interesse alla rivi- sta pubblicata dalla Società di Ricerche e Studi Valsusini: obiettivi senza dubbio ambìti, ma anche una maggior fatica e marcate difficoltà nell’individuare numerosi temi, nella loro traduzione in molte pagine stampate e illustrate, anche con un supplemento di illustrazioni a colori. * * * Meno ardua delle fatiche redazionali, per fortuna, è l’ade- sione dei collaboratori che vengono a noi per stima e simpa- tia: studiosi, ricercatori, eruditi in varie discipline, ben dispo- sti all’impegno dello studio e della scrittura. In controtendenza, rispetto a una penuria di collaborazioni che molteplici riviste di cultura paventano o sperimentano da tempo, «Segusium» può esibire nuovi autori: Maria Luisa Mon- cassoli Tibone (un ritorno dopo lunga assenza), Giancarlo Chiarle, padre Daniele Mazzucco, Pier Giorgio Gagnor, An- drea Lomagno ai quali si affiancano Maria Grisa, Elvira Lam- bert, Stefania Bernard, Giuliana Debernardi, Barbara Deber- nardi, don Guido Ferrero, Marco Fratini. Sono nomi conosciuti di persone impegnate da tempo sul terreno culturale valsusino. 6 Questi nuovi collaboratori, che «Segusium» ringrazia viva- mente, si uniscono agli indefettibili veterani (citati in fondo al sommario), garanzia di sicura continuità per ogni sezione del- la rivista: dalle corpose presenze in «Ricerche e Studi» fino al- le notizie di casa. E a proposito delle rubriche informative è nostra palese convinzione che una rivista culturale come «Segusium» acqui- sti completezza contornando i saggi con un’informazione (li- bri, riviste, notizie) che contribuisca alla memoria storica del- la cultura nelle Valli di Susa. Ricordare è importante anche per fare bene oggi e in futuro. Teniamo a mente che queste sezioni della rivista si avvalgo- no di vari collaboratori «in sordina»: a cominciare dalla mag- gioranza del Comitato di Redazione che il Direttore ricorda con il grato riconoscimento che si deve alla bravura tenace e riservata. Come già scritto – ma giova ripeterlo – da Soci e Lettori at- tendiamo collaborazione, proposte, osservazioni, suggerimen- ti. C’è posto anche per la critica, non importa se dura, purché leale. Susa, settembre 1999 7 Ricerche e Studi SEGUSIUM - RICERCHE E STUDI VALSUSINI A. XXXVI - VOL. 38 (1999) pagg. 11-34 Mario Cavargna La strada romana «Per Alpes Cottias» Il percorso e le tappe della più importante strada commerciale romana che attraversava le Alpi (1) restano un argomento di discussione. Le tracce fisiche sono quasi inesistenti, tranne qualche miliario che spesso è di incerta prove- nienza (2), le fonti scritte sono talvolta in disaccordo ed anche i resti della gran- (1) JEAN PRIEUR, La province romaine des alpes Cottiennes, Gauthier Villeurbanne 1968, p. 95 ed Amniano Marcellino XV 10,2-8: «la strada di cui parleremo (quella del Monginevro) è ef- fettivamente la più corta e la più frequentata». Nell’attraversamento delle Alpi la via coziana del Monginevro mantenne il primato commerciale mentre quella dei salassi e del San Bernardo mantenne il primato per importanza militare. (2) PRIEUR, op. cit., p. 100. BRECCIAROLI TABORELLI L., Rivoli località Truc Perosa, insediamento rurale di età romana, tratto di strada della via pubblica delle Alpi Cozie e necropoli altomedioevale, «Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte», n. 11, anno 1993, pp. 282 e seg. A. CROSETTO - C. DONZELLI - G. WATAGHIN, Per una carta archeologica della valle di Susa, in «Bollettino Storico Bibliografico subalpino», pp. 355-411; in particolare si veda: N. 6 Collegno, fraz. Regina Margherita chiesa di S. Massimo epigrafi e strutture murarie della basilica della metà del V secolo, «in quinto», secondo un documento del 1047. N. 18 Truc Perosa, Rivoli statio ad undecimum miliario di età romana. N. 52 Villar Dora, resti di strada con piazzole età romana. N. 54 Caprie, fraz. Novaretto Miliario di Treboniano Gallo e Volusiano 251-253 d.C. CIL 8075. N. 61 S. Giorio, miliario di Massimino 236 d.C. CIL 8076. N. 70/1 Susa, miliario di Costanzo e Galerio aug. e Severo e Massimino caes. con la indica- zione di XXI miglia 305-306 d.C. N. 71/25 Susa, miliario di Giuliano 360-363 d.C. CIL 807. N. 71/62 Susa, miliario di Valente, Valentiniano e Graziano 375-378 d.C. Cf anche N. BARTOLOMASI, Valsusa antica, Vol. I, pp. 109 e seg. I lavori autostradali del 1990 hanno incontrato due volte dei resti archeologici al Truc Pero- 11 de stazione doganale di Ad Fines, che furono parzialmeme indagati tra il 1868 ed il 1874, sono stati ricoperti e perduti, oggi non sono più rintracciabili, sem- brano voler confermare un vuoto di conoscenza che si fatica a colmare (3). Scopo di questo lavoro è un riesame della documentazione disponibile, per localizzare, con la massima precisione consentita, le stazioni di Ad Fines e di Ocelum e le tappe del versante italiano. Nel primo caso si è proceduto con ricerche sui catasti antichi per identifica- re il sito esatto degli scavi e dei ritrovamenti ottocenteschi, la cui coincidenza sa: il primo, il 29.1.1990, a seguito di un telegramma della Pro Natura alla Soprintendenza Ar- cheologica (su segnalazione di Alberto Perino); il secondo, a seguito del sopraluogo della So- printendenza un chilometro a NordOvest del precedente, il 9 febbraio successivo. Nel primo sito fu ritrovata una necropoli altomedioevale sistemata tra i resti di edifici roma- ni, con 22 sepolture che vanno dal III al VI secolo d.C. e, poco distante sul fianco della collina, una traccia di acciottolato che è stata identificata con la strada romana della Alpi Cozie. Nel se- condo sito un’altra necropoli e resti di mura che davano verso la strada. (3) La statio romana di Malano nel comune di Avigliana fu indagata da padre Placido Bacco intorno al 1870. Gli appunti di padre Bacco restarono inediti: un nuovo scavo fu relazionato da A. Fabbretti sul 1° volume degli Atti della Società Piemomese di Archeologia e Belle Arti, Para- via 1875 Scavi di Avigliana, pp. 19-30. Per gli appunti di padre Bacco vedere N. Bartolomasi in Valsusa Antica, Vol. I, ed. Alzani 1975, pp. 299-305. Negli scavi del 1868-1873 fu messo in luce un imponente complesso di metri 77 per 40, con muri di un metro e mezzo di spessore. Vi vennero recuperati frammenti di sculture marmoree, una ara in bassorilievo, epigrafi, moltissime monete, bronzi, ceramiche, ora al Museo Archeolo- gico di Torino. Furono mecenati degli scavi alcuni dei nomi più illustri della cultura piemontese della seconda metà del 1800.
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