Notiziario dell’Associazione Storico - Archeologica news della Riviera A.S.A.R. Palazzo Fantoni 25087 Salò (BS) Numero 1 - Luglio 2006

soci (Giacomo Bertella, Oreste Cagno, L’Associazione Storico Archeologica della Riviera verso Gianfranco Ligasacchi, Giampietro Ver- i 35 anni di attività zeletti in prima linea) ed hanno portato a risultati significativi: a San Pietro sono Fondata a Manerba nel 1972, è tra le realtà culturali più vive del Garda emerse un’importante area cimiteriale e sculture appartenenti alla fase altomedie- Nata come Associazione Storico-Archeologica della Valtenesi a Manerba, nel vale della chiesa, che si conserva ancora in 1972, per iniziativa di un gruppo di persone fortemente motivate da interessi alzato; a San Michele sono stati rinvenuti culturali, ha tra i suoi obbiettivi la salvaguardia, lo studio e la valorizzazione del ricchi materiali ceramici di età rinasci- patrimonio storico, monumentale, archeologico e paesaggistico. mentale e tracce dell’insediamento medie- Nel dicembre 1979 cambia il nome in Associazione Storico-Archeologica della vale; alla Pieve, infine, è stato individuato Riviera del Garda (A.S.A.R.), con sede a Salò. un deposito archeologico ricchissimo e L’Associazione è apolitica e non persegue scopi di lucro; si autofinanzia con il un frammento dell’arredo scultoreo della tesseramento dei soci. chiesa, databile all’VIII secolo. Fino ad ora la sua attività è stata rivolta soprattutto all’archeologia (con due mostre La scorsa estate, con un lavoro al limite e la pubblicazione, a cura del prof. Gian Pietro Brogiolo, per i tipi della Grafo di tra archeologia e alpinismo Gian Pietro , dei relativi cataloghi “Il territorio gardesano tra età romana e altomedioe- Brogiolo, Alberto Pilati, Maurizio Di Cen- vale”, del 1991, e “Architetture medievali del Garda bresciano”, del 1989), ma cio, Federico Gentile, Mattia Pavan hanno condotto a termine le indagini nei Covoli non è mancata l’attenzione per la storia del Novecento (con l’organizzazione di un Scavi all’abbazia di Maguzzano Convegno il 28 settembre 2001 e la pubblicazione degli atti nel volume “Il lago delle streghe della Val Tignalga: i nuovi di Garda e la storia del ‘900”), per la ricerca archivistica (con la collaborazione di saggi di scavo hanno portato in luce strut- del volumetto su Garda, Bardolino e Co- propri soci per l’inventariazione dei documenti dell’Archivio del Comune di Salò e ture e materiali che le analisi di laboratorio stermano (2004). dell’Archivio della Magnifica Patria) e per l’ambiente. ci consentono di datare con precisione al L’attività di divulgazione delle conoscenze acquisite è proseguita positivamente VI secolo, confermando le ipotesi avanza- L’attività didattica anche negli ultimi anni grazie al finanziamento di nuove campagne di scavo, te nel volume del 2003 sull’origine delle Tra i progetti portati avanti in questo bien- all’attenzione degli Enti pubblici e all’impegno di numerosi collaboratori. esperienze eremitiche. nio vorrei ricordare anche una proposta Nel 2005 è iniziato anche lo scavo didattica per gli istituti scolastici dell’Alto dell’abbazia di Maguzzano, che continuerà Garda: grazie all’impegno dei soci, sono Scavi, pubblicazioni ed temporaneamente abbiamo portato avanti quest’anno e che promette risultati state realizzate lezioni e visite guidate attività sul Garda iniziative ormai “storiche” di archeologia notevolissimi. Le campagne di archeologia sull’archeologia e sul patrimonio artistico industriale e nuovi progetti archeologici industriale hanno interessato sia la Valle gardesano per le scuole di Salò, Gardone, sotto la direzione scientifica di Gian Pie- delle Cartiere a Toscolano, con lo scavo , . Il punto della situazione con Monica Ib- tro Brogiolo e in collaborazione con il Di- e il rilievo degli edifici di località Gatto sen, alla guida dell’A.S.A.R. fino al marzo partimento di Scienze dell’Antichità del- e Maina – diretti da Lisa Cervigni, sia un Monica Ibsen 2006 l’Università di Padova. nuovo sito, il forno fusorio di Livemmo in Abbiamo lavorato tanto e con risultati im- alta Val Sabbia. Fino al 2003 il Garda bresciano era con- portanti per la conoscenza del territorio e A questi interventi si aggiunge il progetto Rinnovo cariche sociali siderato un territorio archeologicamente - attraverso le pubblicazioni - per la divul- realizzato per il comune di Calvagese sul Nel corso dell’Assemblea del 24 mar- povero: ora, con la pubblicazione delle ri- gazione dei risultati degli studi. castello di Carzago, articolato in una cam- zo 2006 è stato rinnovato il Consiglio cerche svolte fino al 2003 e con i risultati pagna di rilevamento delle strutture del ca- direttivo dell’Associazione, che ha poi degli studi più recenti, fino ai volumi del Gli scavi stello, lo studio delle fonti e un’analisi sto- provveduto alla distribuzione degli in- 2005, possiamo dire che è divenuto un ter- Nel 2004 e 2005 sono continuate infatti le rico-artistica della chiesa di San Lorenzo. carichi come segue: ritorio esemplare per la ricchezza di testi- indagini archeologiche: a Limone, con lo Presidente: Domenico Fava; monianze archeologiche e le modalità di scavo di San Pietro in Oliveto nell’estate Le pubblicazioni V. Presidente: Mirelia Scudellari; indagine che lo hanno interessato. 2004, diretto da Alexandra Chavarrìa; a A settembre 2005 è stato pubblicato, con Tesoriere: Gianfranco Ligasacchi; La pubblicazione del volume sulle chiese Tremosine, con la campagna di scavo al- il finanziamento del comune di Tignale, il Consiglieri: Gian Pietro Brogiolo, Sil- dell’Alto Garda bresciano nel 2003 non ha l’eremo di San Michele, nell’estate 2004, volume sugli scavi della chiesa di San Pie- vana Ciriani (segretaria), Miriam Mu- concluso le ricerche dell’A.S.A.R. sugli e nel sagrato della pieve nel 2005, con la tro di Gardola dell’estate 2003: abbiamo sesti, Antonio Foglio; insediamenti religiosi gardesani, né l’im- direzione di Tatiana Scarin. Tutti gli sca- potuto presentare così gli splendidi ele- Collegio sindacale: Monica Ibsen, pegno editoriale dell’Associazione; con- vi hanno visto la collaborazione dei nostri menti di cintura in ferro e argento rinvenu- Claudio Stabili. ti, che hanno messo in luce la presenza nel VII secolo a Tignale di famiglie in grado Tesseramento 2006 di rifornirsi di oggetti di lusso presso bot- La quota sociale per il 2006 è fissata teghe operanti per le aristocrazie dell’Ita- in €. 10,00 (dieci), da versarsi diret- lia settentrionale. tamente al Tesoriere o utilizzando il Un quadro più generale sull’insediamen- c/c presso il Banco di Brescia, a Salò: to nel territorio dell’Alto Garda Bresciano ASAR cod. 3500, sportello 55180, emerge dal ricchissimo volume di Anna- conto corrente n. 8128. Il bollino sarà lisa Colecchia, L’Alto Garda occidentale inviato tramite posta. dalla preistoria al postmedioevo. Archeo- logia, storia del popolamento e trasfor- E-mail mazione del paesaggio, pubblicato con il Per informazioni e comunicazioni si contributo della Comunità Montana che può far riferimento a Gianfranco Liga- sarà presentato prossimamente e che inda- sacchi [email protected] o Domeni- ga le vicende dell’insediamento umano e co Fava [email protected] dello sfruttamento del territorio attraverso le ricognizioni di superficie, l’analisi dei Gita a Pisogne e Lovere catasti e delle foto aeree, lo studio delle ar- È in programma per domenica 17 set- chitetture e dei reperti archeologici. tembre. Informazioni e prenotazioni: In collaborazione con le istituzioni locali Gianfranco Ligasacchi 0365.643435; abbiamo portato avanti la pubblicazione Pietro Ferrari: 0365.290984. San Pietro in Oliveto a degli Itinerari Gardesani, con l’edizione A.S.A.R. news

Tremosine piano di calpestio attuale infatti si rinviene una tomba che è stata datata ad un momen- La Pieve di Santa Maria (ora San Giovan- to posteriore il 1754 tramite una moneta ni Battista) - I saggi di scavo rinvenuta nella deposizione stessa. Si trat- Relazione dei lavori ta dunque di un terminus post quem per la deposizione sopracitata ed ante quem per L’indagine archeologica, effettuata nel pe- gli ultimi strati indagati in estensione al- riodo compreso tra l’11 luglio e il 5 agosto l’interno del saggio 1, prima di program- 2005 all’esterno N della pieve di San Gio- mare un’approfondimento limitato al solo vanni Battista di Tremosine, si prefiggeva settore centrale. di indagare i depositi archeologici esistenti L’indagine in quest’ultimo settore ha espo- all’esterno del luogo di culto in relazione sto come ultima evidenza una tomba (Uni- al campanile romanico, tuttora conservato. tà stratigrafica 96) che incide il più antico Si è dunque scelto di realizzare un saggio strato US 80. Questa stratificazione finale a N del campanile con la stessa larghezza sfortunatamente non ha portato con sé una del suo perimetrale settentrionale (m 4,20) particolare quantità di reperti (si consideri e con una larghezza di m 5. In un secondo comunque che in tutto lo scavo il materia- momento, dati anche gli esiti iniziali del le ceramico si è rivelato molto scarso) ma primo saggio - che risultava per buona par- ha consegnato due frammenti di ceramica te gravemente compromesso da interventi grezza medievale. Tuttavia la tomba US di manutenzione infrastrutturale moderni - 96 non sarebbe ascrivibile a tale periodo è stato programmato un secondo saggio di medievale solo grazie a questi due reperti m 3 x 2 in aderenza al perimetrale N della ma bensì anche grazie al confronto della in lastre (US 104) di una moneta medie- elemento è stato rinvenuto in strati super- chiesa a m 6,70 ad W dello spigolo NW tipologia tombale rinvenuta che presenta vale d’argento (in fase di studio). Anche ficiale rimaneggiati negli ultimi anni (US della torre campanaria. consistenti confronti altomedievali. Nel US 104 infine appare uniformabile a US 3) a causa delle opere infrastrutturali delle Per quanto la campagna di scavo dello trascorrere del tempo il settore NW (inda- 96 per quote e per tipologia di realizzazio- quali si è accennato all’inizio della presen- scorso anno sia stata limitata a due saggi di gato nel saggio 1), coperto da una serie di ne che viene dunque ad essere attribuita te relazione, ma che tuttavia hanno avuto modeste dimensioni, si può comunque af- pavimentazioni acciotolate hanno sempre ad età altomedievale. Molto resta ancora il pregio di gettare uno spiraglio su quanto fermare che i dati che sono stati evidenziati risparmiato proprio l’area della tomba US da indagare in questo importante sito ar- ancora si conserva al di sotto dei depositi risultano essere di particolare interesse. Il 96 e delle successive deposizioni che insi- cheologico e la conferma di questo fatto finora indagati e di quali potenzialità sia dato acquisito più importante è quello che stevano nello stessa area liminale: la prima verrebbe in particolare dal rinvenimento portatrice la pieve di questà Comunità del- consegna una fase medievale ad una quota (US 96) era realizzata con lastre calcaree di un frammento scultoreo altomedievale l’Alto Garda Bresciano. di circa 1,5-2 metri al di sotto dell’attuale conficcate nel terreno e lastre di copertura; con iscrizione che si è da subito rivelata piano di calpestio; fase che finora però è le successive: (USS 94-50) riutilizzavano di particolare interesse. Purtroppo questo Tatiana Scarin stata solo messa in luce ma non scavata. In come fondo la lastra di copertura della secondo luogo, per quanto riguarda invece precedente US 96 e in parte altre lastre di le fasi più recenti della frequentazione di contenimento laterale ed elementi lastri- Calvagese della Riviera quest’area, si è dimostrato come negli ulti- formi di copertura. Si presume dunque che Relazione sullo scavo archeologico del castello di Carzago mi 300-400 anni l’area esterna settentrio- nel corso del tempo all’esterno di US 96 ci Analisi stratigrafica nale della chiesa, a destinazione funeraria, fosse stato un qualche segnacolo tombale si fosse prestata ad una intensa attività che abbia permesso di riaprire l’area per Il castello di Carzago cimiteriale determinando di conseguenza più deposizioni. rientra nei sistemi di- la gran parte dei depositi che si trovano L’esito di questo saggio, che ha raggiunto fensivi dell’entroterra direttamente al di sopra delle più antiche come profondità massima m 2,13 (dalla gardesano: è a pianta fasi medioevali. Al contempo l’indagine di pavimentazione esistente nell’attuale Por- quadrangolare rego- queste stratificazioni più recenti ha sugge- ta di San Cristoforo), ha permesso di indi- lare, con quattro torri rito l’ipotesi che vi fosse una suddivisione viduare le fasi medievali a partire da una circolari agli angoli: interna all’area cimiteriale con particola- quota di circa m 1,56 al di sotto del piano quella meglio con- re predilezione del settore più occidentale attuale di calpestio. Questo dato risulta es- servata, a nord–est, è per le inumazioni di giovani e madri con sere confermato anche nel saggio 2 dove anche l’unica comple- bambini mentre quello più orientale per gli la fase medievale si individua a partire da tamente chiusa. L’en- adulti e per le sepolture privilegiate. m 1,21 al di sotto dello stesso piano di ri- trata avviene da sud, In particolare nel saggio 1 gran parte dei ferimento. Altro dato importante che spin- attraverso un portale depositi scavati nel corso di questa cam- gerebbe verso questa cronologia sarebbe sovrastato dal mastio: pagna sono strati riferibili agli ultimi 300 dato dal ritrovamento in uno degli strati il suo adattamento a anni: ad una quota di m 1,10 al di sotto del (US 79) al di sopra della seconda sepoltura torre campanaria è av- venuto probabilmente nel XVII secolo. L’analisi stratigrafica è stata condotta nel mese di luglio 2005 ed ha interessato i prospetti interni ed esterni della cortina La torre campanaria nel castello di Carzago muraria. Ciò ha per- messo di stabilire almeno tre fasi edilizie principali con precise tecniche murarie, la più antica delle quali risalente probabilmente alla fine del XIII. Questa datazione è stata ottenuta dal confronto con tecniche murarie presenti in castelli di epoca scaligera del territorio gardesano. Le murature subiscono un generale restauro nel XV secolo, mantenendo lo stesso perimetrale, ma aggiungendo il mastio. Il dato in- teressante è l’ attribuzione alla fase edilizia più antica delle torri circolari, attestate negli altri castelli della zona solo a partire dal XIV secolo.

Luca Mura

Direzione scientifica prof. Gian Pietro Brogiolo, ordinario di archeologia medie- vale presso l’Università di Padova. Analisi stratigrafica dr. Luca Mura. Rilievi eseguiti dal geom. Riccardo Benedetti.

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Archeologia di ottima fattura. Oltre a queste sono stati ricostruire in modo dettagliato la funzione Lo scavo archeologico rinvenuti anche i supporti in pietra dove dei vari ambienti e le fasi di lavorazione nella Valle delle cartiere poggiavano le travi ed i supporti necessari della carta. nella cartiera di Maina per far muovere i magli. Continuano gli scavi lungo la Valle Tutto ciò ha permesso agli archeologi di Luca Pelizzari Superiore

Le campagne di scavo archeologico han- Relazione dei lavori no costituito una fase fondamentale per la riscoperta e la valorizzazione della Valle Dal 6 al 16 settembre 2005 si è tenuta una delle Cartiere di Toscolano Maderno. Le campagna di scavi finalizzata allo studio e ricerche sono iniziate nel 2002 in località alla messa in luce dei resti della parte più Gatto a cura di un gruppo di studenti del- antica del vasto complesso cartario sito in l’Università di Padova sotto la direzione località Maina Superiore, promossa dal- scientifica del Prof. Brogiolo e sono sta- l’associazione A.S.A.R. e dal Comune di te supportate dal Comune di Toscolano Toscolano Maderno. Lo scavo è stato con- Maderno e dalla nostra Associazione. Gli dotto da alcuni studenti dell’Università di scavi hanno subito rivelato come la valle Padova, sotto la direzione scientifica della costituisse una sorta di Pompei dell’ar- dr. Lisa Cervigni e del prof. Gian Pietro cheologia industriale per la continuità de- Brogiolo. L’edificio produttivo, in un pri- gli insediamenti dal Medioevo agli anni mo momento ripulito con l’escavatore dai Cinquanta del ‘900. cumuli di terra e macerie che lo ricopriva- Un sito del tutto particolare per la sua no, è poi stato scavato a mano, pulito e do- peculiarità legata ad una monocultura in- cumentato nel dettaglio dagli archeologi. dustriale, quella della carta, ma che si è Rimasto in uso fino ai primissimi anni del avvalsa anche di altre tecnologie quali ad Novecento, ha alle spalle una storia seco- esempio la forza idraulica; ciò permette lare che affonda le sue radici nel XVI se- agli studiosi di ripercorrere tutti i progres- colo, come dimostrano sia il ritrovamento si produttivi collegati agli sviluppi della di un documento scritto (un estimo di fine tecnologia, oltre che raccogliere dati inte- XVI secolo) sia la presenza di ambienti ri- ressanti sotto il puro aspetto archeologico. salenti per tipologia a quel periodo. Gli scavi in località Gatto, iniziati nel- Gli ambienti produttivi interessati dalle ri- l’estate del 2002, hanno riportato alla luce cerche sono in tutto nove e comprendono: una unità produttiva risalente al 1400 in • un nucleo più antico, risalente al XV- una sovrapposizione di ambienti, tutti le- XVI secolo, costituito da almeno tre am- gati al ciclo della produzione della carta, bienti e da una seriola posta ad est. Di ristrutturati in epoche successive per esse- questo edificio restano i muri perimetrali re adeguati a nuove esigenze produttive. e buona parte delle coperture a volto in Le prime cartiere risalgono ai secoli XV e pietra; verso est, affacciate verso il fiu- XVI e parrebbero, stando all’attuale stato me, si aprivano ampie finestre ad arco in delle indagini archeologiche, i più antichi laterizi, poi tamponate. Le ruote idrauli- insediamenti artigianali della valle. che, come si evince dalla documentazione Tali ambienti sono stati oggetto di amplia- Il passato leggibile Una proposta didattica storica, erano tre, e si trovavano presumi- menti nel periodo sei-settecentesco, per bilmente nella stessa posizione di quelle poi subire un ulteriore ristrutturazione nel C’era una volta… è la formula magica, la parola chiave che funziona sempre per di fase successiva. I limiti nord e sud di sec. XIX. introdurci nel passato recente e remoto, e ci aiuta a scoprire o raccontare ciò che è questa prima cartiera non sono chiari, ed Dai registri catastali e dagli archivi si rie- stato e si intravede osservando gli antichi muri. Ma quando ci si trova di fronte ad è dunque possibile che si sviluppasse ul- sce, almeno per la cartiera di Maina, a se- una costruzione di epoca romana, medioevale, ecc., o un frammento incastonato, teriormente con altri ambienti nelle due guire il percorso proprietario degli edifici. cosa fare per renderli più visibili e comprensibili al visitatore e, soprattutto al ra- direzioni. Nel 1500 la cartiera era di proprietà di Gia- gazzo in età scolare che cerca di comprendere la realtà che lo circonda e non trova • un ampliamento di epoca sei-settecente- como e Francesco Calcinardi; nel 1782 la un immediato “c’era una volta”? sca, che vede l’aggiunta di altri ambien- cartiera era di proprietà di Maria Zuanelli Chi si accosta al passato attraverso l’osservazione dei piccoli e grandi reperti espri- ti, soprattutto verso monte, caratterizzati e affittuario era Andrea Mafizzoli. mendo curiosità e un primo desiderio di conoscenza si trova spesso disorientato ancora una volta da coperture a volte, Nel 1852 apprendiamo che Andrea Mafiz- dalla mancanza sul territorio di informazioni di base. Quando poi cerca un approc- in pietra e laterizi, e pianta rettangolare, zoli, figlio del precedente, ne era divenuto cio culturale, deve cimentarsi con pubblicazioni concepite spesso “per addetti ai comunicanti tra loro attraverso porte con proprietario. lavori”. arco in laterizi. La cartiera raggiunge così La struttura degli edifici non era molto Proposta: accanto alla cartellonistica di servizi e generi vari disseminata qua e là l’ampiezza planimetrica attuale. dissimile da quella che ancora possiamo sulle nostre strade, perché non posizionare una segnaletica culturale ad hoc, che Al suo interno si sono conservate, nono- notare osservando i ruderi della cartiera del- prenda per mano il visitatore, il giovane e lo straniero, e lo accompagni verso un stante i rimaneggiamenti ottocenteschi, le Garde e seguiva una tipologia costruttiva percorso storico di buona leggibilità? numerose strutture in pietra, riconducibi- ormai consolidata che permetteva di rac- E, come è stato fatto per il Museo della carta in Valle delle Cartiere, sarebbe un’ot- li a diversi momenti del ciclo produttivo chiudere in un ambiente che si sviluppava tima operazione didattica predisporre un’etichetta o una tavoletta di sintesi, messa della lavorazione della carta. In partico- verticalmente tutte le fasi della lavorazione. all’esterno e bene in evidenza, che descriva ogni manufatto di pregio con la sua lare si segnalano i resti frammentari di Lo stabile comprendeva generalmente tre origine e funzione: in questo modo, almeno, le pietre antiche si racconterebbero da tre batterie di magli per la battitura degli piani: al piano terra vi erano le lavorazioni sole e uscirebbero dal loro secolare anonimato e abbandono. stracci, con belle vasche in pietra e fon- che richiedevano l’utilizzo dei magli e del- Un’Associazione come l’ASAR potrebbe senz’altro incidere in questa direzione do in legno, e di tre “caldare”, cioè grossi l’acqua nonché la caldaia per la produzio- sia per una diffusione più ampia del patrimonio del nostro passato, sia per offrire “fornelli” a legna, utilizzati probabilmen- ne della colla, al primo piano vi potevano alle giovani generazioni le prime chiavi di comprensione del processo storico e te per la preparazione della colla animale essere altri locali di lavoro ed anche l’abi- culturale ancora visibile nel territorio della Riviera del Garda. per l’impermeabilizzazione dei fogli di tazione, mentre al secondo piano vi erano carta. gli ampi ambienti ove si faceva asciugare A.C. • una terza fase di utilizzo ottocentesca, la carta. durante la quale la cartiera venne rimo- Un ruolo rilevante è costituito dalla pre- dernata e adattata in alcune sue parti alle senza di vasche, canaline, seriole e tutto L’idea giusta nuove esigenze produttive. Alla metà del- quanto era necessario per condurre l’ac- per le Vostre vacanze sul Garda l’Ottocento risale il rifacimento di una qua nei punti di lavorazione o dove fosse delle tre batterie di magli; resta la data necessaria la forza idraulica per muovere Prenotazione incisa sulla prima delle cinque vasche in i magli. alberghi - appartamenti pietra, accanto alle iniziali dell’allora pro- Gli scavi della cartiera di Maina hanno con- bed&breakfast prietario, Andrea Maffizzoli. sentito di riportare alla luce intere batterie www.lagodigardamagazine.com di pile in perfetto stato di conservazione e Lisa Cervigni

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Tignale cenge, larghe al massimo un paio di me- vi elementi informativi anzitutto sulla di- Pertica Alta tri, e si sviluppa per una larghezza di circa mensione complessiva dell’insediamento. Lo scavo archeologico nei Covoli delle 20 m e un’altezza misurata a partire dalla A questo punto della ricerca, si può infatti Scavo archeologico del forno fusorio di streghe - Relazione dei lavori seconda cengia pari a m 16. Al di sotto di stimare che l’insediamento fosse utilizzato Livemmo - Relazione dei lavori questa tuttavia si può stimare un ulteriore da non meno di 5 eremiti che potrebbero Tra 1997 e 2002 sono state documentate dislivello di almeno 5 metri fino al bordo essere ragionevolmente aumentati a 8 nel- tre grotte dell’insediamento rupestre della della parete verticale alta una settantina di l’ipotesi che il covolo 3 ospitasse tre indi- Il forno fusorio di Livemmo, collocato a Val Tignalga (G.P. Brogiolo, Tignale (BS). metri a strapiombo sul torrente Tignalga. vidui (uno per ciascuna delle due celle alte m 620 slm. sulla sponda destra del torrente Insediamenti rupestri nell’Alto Garda Delle cinque cenge, la seconda e la terza e uno nell’edificio ai piedi scavato que- Tovere (o Fusio), viene citato per la prima bresciano, NSAL 2001-2002, pp. 65-67). (denominate rispettivamente 4b e 4c) pre- st’anno). Ma anche questa stima è forse volta nel Catastico Bresciano di Giovanni Nell’estate del 2005, è stato scavato un sentano tracce di strutture a vista. Nella per difetto; rimangono infatti da esplorare da Lezze (1609). All’inizio del XVII secolo piccolo edificio individuato nel 2002 nella cengia 4b, sul bordo verso valle, si conser- almeno la cengia inferiore del covolo 4 e in Valsabbia erano presenti 27 fucine gros- cengia ai piedi del covolo 3 ed è stato indi- vano un muro legato con malta e impronte un paio di altri covoli visibili dal versan- se e 8 forni, di cui 3 nel territorio di Pertica viduato un altro grande covolo (4) con due di travi orizzontali sul piano verso est. La te opposto della valle, che possono essere Alta. Indicazioni più precise sulla topo- celle eremitiche. cengia 4c presenta invece solo impronte di raggiunti solo in scalata (il che richiede grafia del sito vengono fornite dai Catasti Scavo di un piccolo edificio nella cengia travi orizzontali nel tratto orientale. Nelle almeno una giornata per ciascuno). Non è Napoleonico (1811), Lombardo-Veneto ai piedi del covolo 3 (3c) altre tre cenge non vi è invece, allo stato però detto che tutti i covoli fossero con- (1852), e del Regno d’Italia (1864). L’im- Il covolo 3, alla quota di m 480 ca. slm., è attuale delle ricerche, alcuna evidenza di temporaneamente occupati. pianto era adibito alla prima trasformazio- formato da due piccolissime celle chiuse utilizzo abitativo o funzionale: in quella Per quanto riguarda la struttura delle sin- ne del minerale ferroso estratto in Valtrom- da una muratura a secco verso valle. Nel- inferiore (4a) vi è però un deposito di ter- gole celle, sono documentate differenti so- pia, che veniva poi avviato alle successive la cengia sottostante, posta ad una quota reno piuttosto spesso che potrebbe celare luzioni. Nelle celle 1, 2, 3a-b, tutto lo spa- lavorazioni nelle fucine valsabbine. L’im- di m 450 slm e larga un paio di metri, era eventuali strutture, mentre in quelle supe- zio disponibile è all’interno, dove si trova portanza di questo scavo risiede soprattutto già stato documentato un vano costruito riori (4d, 4e) la rada vegetazione non sem- pure il focolare, documentato nelle celle 1 nello stato di conservazione delle strutture: contro la parete rocciosa, nella quale sono bra nascondere tracce di frequentazione. e 3b. Nelle altre celle (3c, 4b-c), vi è uno il forno di Livemmo ha dismesso la pro- riconoscibili una serie di buchi per travi a Cengia 4b spazio esterno destinato a focolare. duzione nel 1848 – 49, lasciando in buona sezione rettangolare, scavati nella roccia. La cengia 4b presenta verso valle, nel tratto parte intatto il sistema produttivo della ghi- In parte sono pertinenti alla copertura ad orientale, l’impronta di un trave orizzonta- Gian Pietro Brogiolo sa, che tra il XV e il XVIII secolo non ha una falda e al pavimento dell’edificio; altri le, mentre, al centro, si conserva in alzato subito sostanziali modifiche. sembrano invece riferibili ad una struttura per un massimo di cm 60 un tratto di muro Le ricerche sono state condotte, dal 16 al La seconda campagna di scavi (6 – 30 forse forticata a sud dell’edificio, mentre dello spessore di cm 50, costruito con pie- 19 agosto 2005, nell’ambito di una con- settembre 2005) condotta da un gruppo quelli ricavati a nord del vano servivano tre ricavate dalla roccia locale e con un cessione tra l’Università di Padova e la di studenti dell’Università di Padova e fi- plausibilmente per un’impalcatura di so- paio di grossi ciottoli provenienti forse dal Soprintendenza ai Beni Archeologici della nanziata dalla Comunità Montana di Valle stegno ad una piattaforma in legno a parti- sottostante torrente legati da malta scarsa Lombardia, grazie al finanziamento del- Sabbia, ha permesso di ricostruire l’intero re dalla quale un sistema di scale consenti- ma tenace. A questo muro si addossava l’Associazione Storico-Archeologica della processo produttivo che trasformava il mi- va di raggiungere le celle soprastanti. una seconda muratura, individuabile gra- Riviera. nerale di ferro in pani di ghisa: venivano Lo scavo ha interessato il vano, sia all’in- zie alla traccia di malta sulla roccia e per Hanno partecipato, oltre allo scrivente, versati alternativamente carichi di mate- terno sia per un tratto di ca. mezzo metro un paio di clasti superstiti. Ortogonale alla Alberto Pilati, Maurizio Di Cencio, Fede- riale ferroso e di carbone legna; vi si acce- all’esterno. Al di sotto di uno strato forma- prima, chiudeva il tratto orientale del ter- rico Gentile, Mattia Pavan. deva tramite una scala in ciottoli legati da tosi dopo il crollo della struttura, è stato razzo destinato alla cella eremitica. Verso argilla che, salendo da sud, immetteva al scavato un livello di terreno bruno scuro monte, l’impronta rettangolare di un palo forno dal lato posteriore. Due gradini ag- senza reperti che ha un andamento decli- verticale con funzione di stipite, sembra gettanti permettevano un agevole scarico nante da sud a nord. indicare la posizione della porta. del materiale nel forno sottostante, detto in All’esterno sud del vano lo scavo di un’area Nella zona all’esterno della cella è stato bresciano canicchio, dove veniva fuso ad larga ca. un metro ha messo in luce, al di scavato e setacciato con un setaccio a ma- una temperatura superiore ai 1400 gradi C sotto di un livello di schegge di pietra e glia cm 0.4, uno strato di ceneri con carbo- e colato in stampi rettangolari. Il ciclo si humus identico a quello individuato all’in- ni che ha restituito, oltre ai carboni, cinque concludeva con quello che le fonti chia- terno, uno strato di terreno organico bruno frammenti di parete di ceramica grezza e mano maglio pestaloppe, una struttura de- nerastro, in fase con cenere di focolare vi- alcuni ossi. rivata dall’industria cartaria e formata da sibile nella sezione sud. Questo strato ha Cengia 4c uno o più pestelli in legno che venivano restituito, oltre ad alcuni carboni e ossi, Anche la cengia 4c presenta una distinzio- azionati da un albero a camme azionato da frammenti di ceramica grezza lavorata al ne funzionale in due settori: uno spazio una ruota idraulica che traeva energia da tornio e cotta in atmosfera riducente, del aperto verso W e una cella di mq 7 ca., sul una seriola che scorreva accanto al forno. tutto simile per impasto ai frammenti rin- lato opposto, ricavata nel covolo chiuden- Serviva sia per la frantumazione del mi- venuti nel covolo 1 e 4. In particolare due dolo con pareti di legno, testimoniate dalle nerale a secco e sia per la frantumazione frammenti di orlo di olla, a bordo a sezio- impronte nella roccia di travi orizzontali e delle loppe (scorie) per recuperare la ghisa ne rettangolare, trovano confronto con ce- buche per montanti verticali. rimasta intrappolata. L’altro versante dove ramiche databili nel VI secolo. In particolare, sul bordo verso valle vi è si è intervenuti è nelle pertinenze del for- Le analisi al C14 (eseguite dal CEDAD l’impronta di un palo verticale e un solco no: sono stati documentati 3 magazzini per dell’Università degli studi di Lecce (cam- di una trave orizzontale dello spessore di il carbone della fase più antica e 4 poste- pioni LTL508A, LTL509A) di carboni cm 20 ca., mentre al centro vi sono due riori al 1811, confermando le destinazioni provenienti da questo strato e di un secon- altri solchi di trave orizzontale più sottile assegnate dai catasti ottocenteschi. do campione raccolto in un focolare del (spessore cm 11) con il medesimo orienta- soprastante covolo 3b ha fornito la mede- mento e verso ovest la traccia di un solco Luca Mura sima data before present, rispettivamente più ampio (largo cm 50 ca.) e l’impronta 1472 ±45 e 1467 ±50. Con la calibrazione, di un palo verticale. Da questa evidenza Direzione scientifica: prof. Gian Pietro Brogio- lo, ordinario di archeologia medievale presso il primo campione presenta un arco cro- sembrano desumersi una chiusura verso l’Università di Padova. Responsabile di scavo valle con una parete in legno, forse con nologico più ampio, al 95,4% di probabi- dr. Luca Mura. Hanno partecipato allo scavo: lità, tra 430 e 660 d.C., e due più ristretti, una finestra (palo verticale), un pavimento Giacomo Lalli, Valentina Franci, Nicola Ste- rispettivamente al 64,4% tra 555 e 640 e in legno, una parete sempre in legno verso fani, Michael Beck de Lotto, Alessio Santinelli, al 3,8% tra 540 e 550. Il secondo campio- ovest forse con una porta (palo verticale Alessandra Bassi, Alessio Comandè, Marta ne propone tre curve rispettivamente al con funzione di stipite). Lubian, Carlo Londei. Assistenza tecnica sul 95,4% tra 430 e 670, al 64,9% tra 560 e A ovest della cella, la roccia presenta un cantiere: ditta STEMA di Brescia nella veste 645, al 3,3% tra 540 e 550. forte avvallamento verso valle che non è del capocantiere Miro e del titolare Maurizio Il covolo 4 stato corretto con strutture ma è anzi stato Feola. Operatori all’escavatore meccanico: Al limite sud est della parete rocciosa con utilizzato nel punto più basso per accen- Giordano e Alessandro della ditta PAVONI di Vobarno. Supporto logistico: ASAR, Associa- le prime tre grotte, è stato individuato un dere un focolare che ha lasciato una trac- zione storico–archeologica della Riviera del cia ovale di ceneri e carboni del diametro ulteriore grande covolo, mascherato da ve- Garda. Un ringraziamento al Comune di Per- getazione di alto fusto e non visibile se non massimo di cm 70. tica Alta nella veste del sindaco Denis Zanolini attraverso un’esplorazione in loco. Questo Conclusioni e un grazie ai precisi consigli del dr. Giancarlo covolo è formato da cinque successive La campagna del 2005 ha aggiunto nuo- Marchesi.

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Biblioteca gardesana tecnico salodiano e ne illustra l’evoluzio- ne anche alla luce delle riforme e delle in- Annalisa Colecchia, L’Alto Garda occidentale dalla preistoria al postmedioevo. Libri del Garda in vetrina novazioni scolastiche nazionali. Archeologia, storia del popolamento, trasformazione del paesaggio, Documenti di Archeologia, 36, Società Archeologica Padana s.r.l., Mantova 2005, 245 pp. Ecco un breve elenco di volumi e di opu- Si avvicina l’inverno e comincerà a nevi- scoli di soggetto gardesano che sono stati care. Lettere di soldati gargnanesi dalla Il volume, articolato in otto capitoli, editi di recente. zona di guerra (1915-1918), Gargnano espone i risultati di una capillare in- 2006, pp. 47 ill. dagine storico-archeologica avviata M. Arduino, T. Ferro, M. Nocera, Il L’opuscolo, a cura dei ragazzi delle clas- nel 2001 e incentrata sugli aspetti so- carpione del Garda, Desenzano del Gar- si terze della Scuola media di Gargnano, ciali, economici e culturali del popo- da 2004, pp. 71 ill. coordinati dal prof. Bruno Festa, propone lamento nell’Alto Garda occidentale Dopo la breve introduzione di M. Nocera le lettere di soldati gargnanesi che hanno dalla preistoria al postmedioevo. Lo (C’era una volta Sirmione), il libro, rea- combattuto e perso la vita durante la Gran- studio nasce come parte di una ricer- lizzato per iniziativa dell’arch. Antonio de Guerra. ca più ampia, i cui dati sono già con- Merlin, contiene i saggi di M. Arduino (Il fluiti in un’opera pluridisciplinare carpione nell’antica poesia) e T. Ferro (La G. Cavallini, La strada nella roccia. Uo- che, pubblicata nella stessa collana, pesca e i pescatori gardesani) con belle mini e vicende nella storia della viabilità approfondisce i temi dell’edilizia e fotografie d’epoca. del Garda occidentale, Brescia 2005, 159 della storia ecclesiastica in rapporto pp. ill. alle trasformazioni dell’insediamen- AA.VV., La Riviera di Salò: pagine d’ar- Corredato delle splendide fotografie di to tra età romana e medioevo (G. P. chivio, Salò 2004, pp. 287 ill. Giovanni Negri e di Silvio Pozzini, il li- Brogiolo, M. Ibsen, V. Gheroldi, A. Il volume, edito per iniziativa dell’Ateneo bro, edito dalla Fondazione Negri, presen- Colecchia, Chiese dell’alto Garda di Salò, contiene gli scritti del gruppo di ta gli uomini e le vicende che portarono bresciano. Vescovi, eremiti, monaste- studiosi che da anni si occupano dell’in- negli anni 1929-31 alla costruzione della ri, territorio tra tardoantico e roma- ventariazione e dell’analisi degli archivi strada Gardesana nel tratto tra Gargnano e nico, Documenti di Archeologia, 31, salodiani sotto la guida del dott. Giuseppe Riva, dando così il via alla nuova econo- Società Archeologica Padana s.r.l., Piotti e la consulenza del dott. Giuseppe mia turistica. Mantova 2003). Scarazzini. La parte introduttiva è dedicata alla presentazione del territorio indagato e del la- M. Arduino, In quel meriggio antico (Ri- voro svolto; segue la sezione metodologica, legata all’attività di survey e all’analisi G.P. Brogiolo, Archeologia e storia del- cordanze sirmionesi e d’altrove), Sirmio- del paesaggio storico e completata, in appendice, dal catalogo dei siti individuati la chiesa di San Pietro di Tignale, Man- ne 2006, 75 pp. ill. e dall’esplicitazione dei criteri adottati nell’interpretare e nel valutare i depositi tova 2005, pp. 132 ill. È una raccolta di 64 poesie, molte di sog- archeologici. Il libro, pubblicato grazie al contributo del getto gardesano (lavandaie, pescatori, bat- Lo studio di alcuni reperti si avvale del contributo di specialisti nei vari settori: Van Comune di Tignale, presenta gli studi di telli, vele, etc.) composte tra il 2000 e il Verrocchio per i manufatti ceramici postmedievali e Giovan Battista Bertolani per G.P. Brogiolo e G. Tononi su Gli scavi e 2005. gli strumenti litici d’età preistorica, Alfredo Valvo per due iscrizioni lapidee d’età la sequenza, M. Ibsen su L’arredo liturgi- romana ed Elisa Possenti per una cuspide di lancia in ferro. Il volume comprende, co durante l’Alto Medioevo e Le vicende AA.VV., Andrea Celesti a Toscolano. Ca- inoltre, la relazione della prima campagna di scavo (agosto 2004) nel sito dell’ere- post romaniche, P. Marina De Marchi su polavori restaurati nella chiesa dei Santi mo di San Michele di Tremosine (Tatiana Scarin, Alessandra Marcante) e alcune Le agemine dalla tomba 1, L. Miazzo Os- Pietro e Paolo, Brescia 2006, 100 pp. ill. note sugli sviluppi planimetrici e architettonici dei principali borghi di Tignale, ai servazioni sulle tecniche di lavorazione Il volume contiene i saggi di F. De Leo- fini di esemplificare le relazioni tra la nascita e la crescita dei centri abitati tuttora dei manufatti ageminati, M. Rottoli I tes- nardis (La fortuna novecentesca di Andrea viventi e gli elementi del paesaggio circostante. L’interpretazione e la storicizza- suti sulle guarnizioni, G. Gandioli Analisi Celesti), G. Fusari (Andrea Celesti. 1637- zione dei dati sono, infine, inserite nel quadro dell’intero territorio benacense e antropologica degli scheletri, E. Mariani 1712), I. Marelli (L’attività di Andrea Ce- strutturate in sintesi che seguono specifiche linee tematiche (la romanizzazione e Istituzioni ecclesiastiche in un territorio ai lesti nella riviera gardesana), F. Amendo- la cristianizzazione, il rapporto tra edifici di culto e insediamenti, il ruolo chiave confini fra Brescia e Trento. La pieve di lagine (La chiesa dei Santi Pietro e Paolo dell’Alto Garda fra le città di Brescia, Trento, Verona) e che forniscono modelli e Tignale e la chiesa di San Pietro. nella storia), M. Fasser (Un piccolo ma spunti, suscettibili di eventuali ulteriori approfondimenti. singolare dettaglio costruttivo), G.M. Ca- D. Fava, Società Sportiva Limonese. sella (L’intervento di restauro). Ricchissi- Gian Pietro Brogiolo 1955-2005. Cinquant’anni non solo di mo è l’apparato iconografico. sport, Limone sul Garda 2005, pp. 40 ill. L’opuscolo ripercorre la storia della So- cietà Sportiva Limonese, nei suoi primi cinquant’anni attiva in vari settori: calcio, tennis, mountain bike, surf, bisse, ciclismo, con iniziative e manifestazioni note anche a livello nazionale ed internazionale.

S. Vacchelli, Alto Garda 90 anni dopo. Escursioni sui sentieri della grande guer- ra, Brescia 2005, pp. 158 ill. Nel libro vengono proposte 32 escursioni lungo le linee italiane della Grande Guerra sull’Alto Garda bresciano, nell’entroterra montano dei Comuni di Limone, Tremosine, Tignale, Gargnano, Magasa e Valvestino.

A. Mazza, H. Schlude, Gardone mit- teleuropea. Gardone in Mitteleuropea, Brescia 2005, pp. 350 ill. Il volume si articola in 3 sezioni: l’album fotografico, un saggio in lingua italiana ed uno in lingua tedesca che ripercorrono la storia di Gardone dal 1° settembre 1883 (concessione alla vedova Wimmer della li- cenza per aprire l’Hotel Pension) al 1915.

P. Belotti, C. Dalboni, M. Scudellari, Il Battisti di Salò. Persone, fatti, docu- menti 1869-2005, Salò 2005, pp. 343 ill. Il libro, supportato da un’accurata ricerca I magazzini per il carbone del forno fusorio di Livemmo d’archivio, contiene la storia dell’Istituto  A.S.A.R. news

Il mulino delle Camerate Acquistò i diritti d’uso dell’acqua del fiu- me in località Camerate dai Visintini, pro- Intervista a Giacomo Merigo prietari delle fucine delle Camerate, dal Setificio Deuss, proprietario della cartiera Giacomo Merigo, di Toscolano, classe dismessa attigua al mulino e dal Merigo. Il 1918, ha portato avanti il mestiere di mu- progetto, che prevedeva la costruzione di gnaio, già esercitato dal padre, dal nonno una diga in pietra viva a Caverona, in ter- e dal bisnonno, nel mulino di sua proprie- ritorio di Gargnano, e di una centrale alle tà, al Ponte delle Camerate di Toscolano, Camerate, pochi metri più a valle del muli- fino al 1954, anno in cui è stato costretto no, venne realizzato nel 1905. L’acqua del a chiudere perché l’attività non era più re- fiume venne a mancare completamente e munerativa. la società Maffizzoli cedette al Merigo una L’edificio, tuttora esistente, è stato vendu- quantità di energia elettrica sufficiente per to negli anni Settanta ad un tedesco. Oggi azionare un motore di 16 HP a 1400 giri appartiene a Giacomo Usardi, di Toscola- posto all’esterno e collegato con cinghie no, che l’ha acquistato nel 2003 con l’in- di trasmissione alle pulegge che sostitui- tenzione di recuperarlo e di inserirlo in un rono le ruote idrauliche. Inoltre Maffizzoli percorso turistico che dovrebbe valorizza- pagò un indennizzo di 5 lire/giorno per la re anche la Valle delle Camerate. fermata conseguente ai lavori di elettrifi- cazione dell’impianto. Giovan Battista Merigo, un antenato di Giacomo, costruì il mulino delle Camerate *** Il mulino con i ruderi della cartiera nella prima metà dell’Ottocento recupe- rando un edificio esistente, già adibito a Nel seminterrato, scavato in parte nella ti di contatto della mola fissa con la mola mola e raccoglieva la farina che, attraverso cartiera, che acquistò da Giovanni Mario roccia, si trovavano le due macine, i bu- girante per non pregiudicare la funziona- una canaletta di legno, veniva fatta cadere Bonaspetti. Acquistò anche un’altra car- ratti e il deposito dei sacchi di farina. Il lità della macina. Data l’elevata velocità nel buratto. Una finestrella per l’ispezione, tiera da Avanzini Faustino e fratelli, con- piano superiore, utilizzato anche come periferica della girante, 450 m/min dopo posta sulla canaletta, consentiva di con- tigua alla precedente, funzionante fino alla abitazione, serviva per il deposito dei sac- l’introduzione del motore elettrico, era trollare la qualità del macinato. Il buratto fine dell’Ottocento, quando venne ceduta chi di grano. La macina di sinistra era de- necessaria una meticolosa messa a punto. della farina era collegato con una cinghia a Deuss, proprietario del setificio di To- dicata alla molitura del granoturco, quella Per calibrare la distanza tra i palmenti si all’albero della macina. Di forma esago- scolano. di destra per il frumento. I palmenti (prée batteva con il pugno sulla circonferenza nale, era fasciato nel primo tratto con una Il vecchio mulino è collocato a pianterre- da mulì) erano di due tipi: per il granotur- della girante, che era in equilibrio sulla tela robusta. Poi, per 3/4 della lunghezza, no di un edificio che si trova tra la strada co si impiegava un pietra a grana grossa; nottola in ferro. Se necessario si metteva- con un velo a maglia fine per la farina, e e il fiume Toscolano, 100 metri prima di per il frumento la grana era più fine e la no spessori ottenuti con pezzetti di carta per 1/4 con un velo a maglia più grossa per arrivare al Ponte delle Camerate. I muri pietra più dura. Le superfici di lavoro dei agli angoli della nottola. La calibrazio- il farinello. Dall’estremità veniva scaricata esterni e il tetto sono integri, ma all’in- palmenti presentavano delle scannellatu- ne era completata quando il suono delle la crusca. Un batacchio colpiva i longhe- terno parte dei solai in legno e delle scale re radiali che dovevano essere ravvivate pietre colpite con il pugno era uniforme roni del buratto e teneva pulite le maglie sono caduti. quando le superfici a causa dell’usura di- su tutta la circonferenza. Il palo portan- dei veli che altrimenti si impastavano. Il mulino era composto da due macine ventavano lisce e la resa diminuiva. Allo te della mola era tenuto centrato nel foro Una parte del grano e del granoturco la- azionate da due ruote idrauliche alimen- scopo si doveva rimuovere il palmento su- della pietra inferiore, che era fissa, me- vorato era acquistato sul mercato dal pro- tate ‘per di sotto’ dall’acqua convogliata periore con una leva di legno di castagno e diante cunei di legno di fico. La distanza prietario del mulino e la farina rivenduta nella seriola (roggia) da una travata (sbar- un rullo di legno di fico e capovolgerla sul tra i palmenti determinava la grana della ai privati, ma principalmente si eseguiva ramento del fiume) costruita sotto il ponte bancale (càvra) per la lavorazione. Prima farina; la regolazione avveniva agendo sul la lavorazione di granoturco e frumento delle Camerate. Possedeva il diritto d’uso di eseguire la rassettatura si passava sul- cuneo mobile del sistema a leva che sup- di proprietà dei contadini che operavano • di un terzo dell’acqua scorrente nella se- la superficie un righello (stàsa) sporcato porta la girante (temperatoia). Altri cunei nel territorio collinare di Toscolano e Gar- riola; i rimanenti due terzi appartenevano con un colorante ottenuto con polvere di consentivano regolazioni più ampie. Alla gnano. Una parte però era di provenienza alla contigua cartiera. mattone e acqua. Si evidenziavano così le base della temperatoia era calettato un in- esterna al territorio. Agli inizi del ‘900 la ditta Andrea Maffiz- superfici più rilevate sulle quali si doveva granaggio in acciaio fuso (rocchetto) che Quest’ultima è andata aumentando sempre zoli progettava di costruire nel Toscolano intervenire. riceveva il movimento da una ingranaggio di più fino a diventare preponderante negli tre centrali idroelettriche per produrre la Le superfici di lavoro dovevano essere per- di legno (lubecchio), con denti di legno ultimi anni. Il granoturco che non raggiun- corrente necessaria ad azionare le macchi- fettamente piane, orizzontali e parallele; di olivo, calettato sull’albero (asse) della geva la maturazione veniva macinato con ne continue della nuova cartiera di Capra. non dovevano assolutamente esserci pun- ruota idraulica. Uno degli alberi era in le- grana più grossa e utilizzato per l’alimen- gno di faggio, l’altro in legno di rovere, ed tazione degli animali. erano irrobustiti alle estremità con vere di La produzione poteva raggiungere i 15 ferro per resistere alla rottura causata dalla quintali di farina nelle 24 ore. forte torsione cui erano sottoposti, soprat- tutto all’avviamento. Gianfranco Ligasacchi Per avviare o fermare le macine si devia- va l’acqua della seriola; dopo l’elettrifica- zione si agiva su due manovelle, una per ciascuna macina, collegate a due pulegge esterne dotate di frizione meccanica. Il grano da macinare veniva caricato nei buratti che si trovavano al piano superiore. Questi avevano la funzione di separare il grano dalle parti estranee e di alimentare la HotelGolfo tramoggia della macina che era appesa al- l’impalcatura. Appesa alla tramoggia c’era RISTORANTE una cassetta mobile (tafferìa) che veniva scossa da un nottolino (trabatèl), allo sco- Nella Sala del Caminetto, po di evitare l’intasamento dei grani e ren- su prenotazione, dere uniforme e continua l’alimentazione serate d’atmosfera della macina. Una funicella consentiva di con menù particolari regolare l’inclinazione della cassetta mo- bile e quindi di variare la quantità di grano che cadeva nella macina. Le macine erano MADERNO protette da fasce (sèrsene), una era in la- Via Aquilani, 1 miera e l’altro in legno, che impedivano Tel. 0365.641240 alla farina di cadere sul pavimento. www.hotelgolfo.it In secondo piano, l’edificio del mulino Merigo Uno scopino di saggina ruotava con la

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La locanda de trecce bionde, una pettinatura a torre con la quale a quei tempi anche in Italia si “Il Cavallo bianco” sfiguravano le teste più graziose e si for- niva a quelle brutte l’aspetto di ridicoli a Toscolano spaventapasseri.”Lungo il filo della -nar La descrizione di Paul von Heyse, premio razione, Heyse si sofferma a descrivere Nobel 1910 le sue soavi e “avventurose” passeggiate verso Gaino o per le via di Montemader- Sul finire dell’Ottocento, mentre l’élite no, gli uliveti, le vigne e i campi verso il culturale mitteleuropea scopriva i dolci lago. Non solo i luoghi, ma le persone che lidi gardesani e le nostre sponde comin- incontra per la strada e le loro stranezze: ciavano ad ospitare i primissimi alberghi “notai che gli abitanti di Toscolano erano che potessero soddisfare i sofisticati gusti di poche pretese quando, il mattino suc- dei viaggiatori stranieri, ancor prima che cessivo al mio arrivo, pensai di fare cola- Gardone Riviera e Salò si contendessero zione nell’unico caffè del luogo. In linea la palma di vincitrice quale ambita meta, d’aria di fronte al mio Cavallo Bianco si nella nostra Toscolano, paesello di picco- trovava una casa al piano terra della quale le dimensioni, abitato da gente laboriosa, si poteva leggere: Luigi Caramella, Café ma del tutto non avvezza a una mentalità e Liquori (presumibilmente il vecchio caf- di turismo colto che tanto farà la fortuna fè Bonizzoli, poi bar Fiorita). Una piccola d’altre mete gardesane, comincia la mo- schiera di notabili sorseggiava da stretti Toscolano Toscolano desta avventura di una piccola locanda. bicchieri diverse bevande, rosse, gialle e Ja, das sind die alten Gassen, Sì, queste sono le vecchie viuzze, Il Cavallo Bianco, questo era il suo nome, verdi, presi in un’appassionata discussione Mauerschsluchten, schauerkühl, Voragini di muri, fresche da rabbrividire, non era certo un luogo lussuoso, tuttavia della quale, anche se fossi stato in mezzo a Mein gesegnet Herbstasy! Mio benedetto asilo autunnale! ebbe onore di ospitare alcune personalità loro, non avrei naturalmente capito neppu- Über jener dunklen Türe, Sopra quelle scure porte importanti, scrittori soprattutto, tra i qua- re una sillaba perché tutti, anche il parroco li in queste poche righe abbiamo scelto di ed il maestro, si servivano di un dialetto, Die sich gastlich mir erschloß, Che sì ospitalmente si dischiusero nominarne uno in particolare, se non altro difficilmente comprensibile, che asso- Hängt verwittert noch das früh’re Consunta pende ancor l’antica perché fu premio Nobel e non di meno miglia a quello bresciano… nei vigneti e Herbergsschild, das “weiße Roß” (...) Insegna, al “Cavallo Bianco” (...) perché seppe apprezzare la semplicità dei negli uliveti vedevo gli uomini compiere Wie ich damals dich verlassen, Come una volta ti lasciai, nostri uliveti e la pace della nostra gente, i loro lavori senza canti e suoni, e i carret- lodandole entrambe, invidiandole quasi. tieri… non emettevano altro suono se non A cura dell’Associazione Hesperia MONTE DENERVO Paul von Heyse (Berlino, 1830-Monaco, lo schiocco della frusta”. Come riporta il Giorgio Minelli, Paolo Veronese 1914) studiò lingue classiche e romanze a nostro autore poco più avanti, la gente pa- La nebbia d'argento Berlino e a Bonn, soggiornò varie volte in reva poco gioviale, seriosa, preoccupata: cancella la mia ombra i tre anni precedenti erano stati pessimi e le praterie vestite Italia, dal ’52 in poi. Fu a Toscolano dap- Un premio per Oreste Cagno di vergine brina, prima nel 1873. Fu insignito del Nobel nel per gli uliveti e per il vino, ché coloro che Oreste Cagno, socio ASAR, ha ottenuto il primo premio nel Concorso Internazionelegeme il rifugio alpino 1910. Tra le sue opere, scrisse una breve avevano bisogno dovevano cercare lavoro di narrativa e poesia “Città di Salò”. Nel complimentarci con lui, presentiamocieco la di sua neve. serie di novelle, le “Novelle Gardesane” nelle fabbriche di carta della valle: “alcuni poesia con il commento della Giuria. Pazzo di nevischio (Novellen vom Gardasee), nelle quali tra- che avevano prima poltrito cercarono la- il vento tossisce nelle gole spare tutto il suo sentimento per i nostri voro nella fabbrica di carta di Toscolano, MONTE DENERVOfrusta e lucida luoghi. In particolare, in “Uccelli canori lavoro che veniva mal pagato e che rende- le isole del Garda, prigionieri”, scritta nel 1901, a distanza va gli uomini delle macchine. Del resto la La nebbia d'argentofremono i faggi del Denervo spogli dall'oro delle foglie di molti anni dagli avvenimenti narrati, ci fabbrica era un vero e proprio danno per cancella la mia ombra e le praterie vestite viene fornito un affresco stupefacente del il posto… a quale scopo c’era bisogno di MONTE DENERVO Tornerà primavera di vergine brina,a rinverdire la morte nostro borgo, e nel dettaglio del Cavallo tanta carta?”. La nebbia d'argento cancella la mia ombrageme il rifugiopur alpino alla sua nera falce Bianco. Ma andiamo per ordine. Heyse Certo lo scrittore non poteva dimentica- e le praterie vestite di vergine brina, cieco di neve.ancora mi ribello. giunge a Toscolano su indicazione di un re di essere lui stesso un gran fruitore di geme il rifugio alpino cieco di neve. tale invenzione. La novella abbandona poi amico pittore, Bernard Fries, che vi aveva Pazzo di nevischio il vento tossisce nelle golePazzo di nevischio trovato una straordinaria fonte d’ispirazio- l’indole descrittiva per entrare più profon- frusta e lucida le isole delil Garda, vento tossisce nelle gole ne; il suo arrivo con il piroscafo al porto di damente nell’agone narrativo: l’amore tra fremono i faggi del Denervo spogli dall'oro delle foglie frusta e lucida Maderno, le sue prime impressioni, il via- due giovani, una sorella arcigna e cattiva, Tornerà primavera le isole del Garda, le alberato che conduceva alla piazza, la invidia e malfidenza, un ritratto galeot- a rinverdire la morte pur alla suafremono nera falce i faggi del Denervo stretta via al di qua dal ponte, in quella che to, poi la partenza, non senza rimpianti ancora mi ribello.spogli dall'oro delle foglie oggi è via Trento, che lo scrittore descrive e promesse di ritorno. Anni dopo Hey- come “un vicolo senza sole”, fino all’in- se, accompagnato dalla moglie, rivede i Tornerà primavera gresso del Cavallo Bianco, sono narrate vecchi muri di Toscolano, le sue anguste a rinverdire la morte con dovizia di particolari. La “cordiale ac- stradine e il suo Cavallo Bianco, ora Ca- pur alla sua nera falce coglienza del locandiere del Cavallo Bian- vallino Bianco, sotto la conduzione di altri ancora mi ribello. co, il cui grasso viso onesto si allargò in padroni, diverso nel nome, tuttavia ancora un sorriso benevolo quando gli presentai i lo stesso: la camera, il tavolino, il letto, Commento della Giuria. saluti del suo vecchio ospite sor Bernardo, qualche macchia in più sul muro, ma tutto Commento della Giuria. Una rapidaUna rapida pennellata pennellata del monte del Denervo: monte sulle Denervo: praterie ricoperte sulle di intatta prat brinaerie la sua ricoperte ombra è di intatta brina la sua ombra è cancellata da una argentea nebbia e intanto il rifugio dell'alpe sembra lamentarsi sotto il lacrimoso mi conciliò presto con l’alloggio che l’ami- dello stesso amorevole sapore. E dopo tan- cancellatastillare da della unaneve; il argenteavento, reso frenetico nebbia e quasi furi e oso intanto dal nevischio, il rifugirumoreggiao e dell'alpesi lamenta nelle sembra lamentarsi sotto il lacrimoso forre dei monti che sovrastano il Garda, poi si precipita a sferzare le sue isole. I faggi del Denervo, co mi aveva consigliato. A onor del vero la to tempo non può non ascoltare le storie di stillare spogliatidella dalneve; suo impeto il vento, delle loro reso foglie aurate,frenetico sembrano e rabbrividire quasi afuri poi oso sfrascare. dal Certo, nevischio, la rumoreggia e si lamenta nelle forre deiprimavera monti tornerà che a rendere sovrastano verde questa atmosfera il Garda, che sa di sonnopoi eterno,si precip ma il poetaita fin d'oraa sferzare si ribella le sue isole. I faggi del Denervo, casa non era nella posizione solatia di al- coloro che aveva lasciato anni prima, sto- alla sua falce nera. spogliati dal suo impeto delle loro foglie aurate, sembrano rabbrividire a poi sfrascare. Certo, la cune altre… somigliava più a ciò che noi, rie tristi perlopiù, prive di lieto fine. primavera tornerà a rendere verde questa atmosfera che sa di sonno32 eterno, ma il poeta fin d'ora si ribella nella nostra patria civilizzata, chiamiamo Certo non possono queste poche righe ri- alla sua falce nera. una locanda con stallaggio piuttosto che creare ciò che è stata Toscolano più d’un un a un vero e proprio albergo… l’unica secolo fa, tuttavia un disegno a tratti veloci 32 stanza era solo un grande locale spoglio, può diventare l’inizio di una ricerca. dipinto di bianco, senz’altra mobilia che il In questa parte di poesia (2 delle 12 stro- letto di ferro, una sedia di paglia, un lava- fe), composta durante la seconda visita a HOTEL SAN MARCO bo e un tavolinetto traballante.” Toscolano, nel 1896, i luoghi, le mense Una vacanza ideale sul Garda Questa la descrizione che viene data del- frugali e il buon vino vengono rievocati Cucina ottima l’alloggio, seguita dalle impressioni ri- con una malinconia in sordina che dipin- Garage guardo l’oste e i suoi famigliari, Battista, ge i tratti d’un idillio borghigiano. Nel Commento della Giuria. il figlio più grande, la madre e Marietta, 1900 Heyse compare una terza volta lun- Una rapida pennellata del monte Denervo: sulle praterie MADERNO ricoperte di - Piazza intatta San brina Marco, la 5 sua ombra è la figlia dell’oste: “una figura alta e scarna go i vicoli di Toscolano e il “Cavallo” sarà cancellata da una argentea nebbia e intanto il rifugio dell'alpeTel. 0365.641103 sembra lamentarsi - 0365.540363 sotto il lacrimoso diventato “Cavallino”, come riporterà nel sulla quale poggiava un viso molto insi- stillare della neve; il vento, reso frenetico e quasi furioso dal nevischio, rumoreggia e si lamenta nelle gnificante, coronato da una montagna di suoforre diario. dei monti che sovrastano il Garda, poi si precipita a sferzare le sue isole. I faggi del Denervo, spogliati dal suo impeto delle loro foglie aurate, sembrano rabbrividire a poi sfrascare. Certo, la primavera tornerà a rendere verde quest a atmosfera che sa di sonno eterno, ma il poeta fin d'ora si ribella alla sua falce nera.

32 A.S.A.R. news Tremosine sulla bocca CI SÓ Quan che camìne Il primo premio di “Dipende” a Daniele en da via granda de la cità granda Andreis sérche sö i quèrcc le sìme piö alte de i me mucc. Gnisù sa ci só Un anno da ricordare, il 2005, per il dia- quan che cante letto di Tremosine, simbolico idioma per ne la cà granda de la cità granda una lingua gardesana che attraversa Lom- e sérche nel ninàr bardia e Trentino. La regione del Garda, de pas che nó cognòse posta al crocevia di intensi scambi di mer- la us de le mé piante, la sö tra i mucc. ci e di genti, conobbe l’apporto di varie E mi nó só gnà se i gh’è culture, che lasciarono una traccia im- quan che i pàsa portante nelle parlate locali. Tremosine có la röa granda de la cità granda conserva forse alcune tra le modalità più en frèsa al crusàl, che i par macc Visite guidate e degustazioni Il progetto antiche, con un certo influsso anche della come i fiöm che ùsa e salta da i me mucc. Sapori gardesani tra arte e storia lingua trentina. Per questo è definito dal Ho credèst de viver Sapori gardesani punto di vista geolinguistico come «lom- come tacà ià Il progetto di valorizzazione intitolato Sa- bardo orientale bresciano gardesano con i era asé du öcc Un’iniziativa della L.A.CU.S pori gardesani tra arte e storia consta di tendenza trentina». per èser na serésa numerosi appuntamenti, inediti, realizzati Il dialetto tremosinese si è distinto que- en car sènsa stànga Il progetto Sapori Gardesani nasce in col- tra maggio e ottobre 2006, consistenti in st’anno in diversi concorsi poetici della en bidèt, en carbunér. laborazione con la Strada dei Vini e dei Sa- visite guidate a beni culturali e degustazio- provincia e Daniele Andreis ne è la gio- Alùra hó capì pori del Garda con l’intento di riscoprire le ni di prodotti enogastronomici tipici. vane voce. L’ultimo riconoscimento in che èser fèrmo l’era come nar due grandi culture, enogastronomica e sto- L’iniziativa investe tutto il territorio del ordine di tempo è il podio più alto in oc- e da sentenér de agn respiràe rico-artistica, che rendono unico il Lago Garda bresciano. Le degustazioni verran- casione dell’VIIIª edizione del premio di de aqua, en balòt ligà. di Garda. Il progetto si struttura in due no effettuate direttamente presso i produt- poesia «Dipende - Voci del Garda», aperto Nó sté domandàrme ci só parti: la pubblicazione del volume Sapori tori e per l’occasione verrà creato L’angolo a poeti delle province di Brescia, Manto- nó só che le prée, le fòie e la brina gardesani tra passato presente e futuro e della cultura locale ovvero un esposito- va, Verona e Trento nel nome di un’unica la sö tra i me mucc de coràl. Sapori gardesani tra arte e storia, ciclo di re che, presso tutti i soci della Strada dei passione: l’amore per il lago ed il legame appuntamenti culturali consistenti in visite Vini e dei Sapori del Garda, raccoglierà le con il territorio. CHI SONO guidate abbinate a degustazioni. informazioni su sagre, conferenze, visite La giuria, presieduta da Velise Bonfante Quando cammino / nella strada grande del- guidate e mostre sul nostro territorio. In tal e composta da Claudio Bedussi, Fabrizio la città grande / cerco sui tetti / le cime più Il libro modo si crea una rete permanente di siner- Galvagni, Renato Laffranchini, Eugenio alte dei miei monti. / Nessuno sa chi io sia / Sapori gardesani tra passato, presente e gie che collega L.A.CU.S. e gli operatori Farina, ha individuato nella composi- quando canto / nella casa grande della città futuro turistici privati ai turisti. zione Ci só, una «malinconia e un forte grande / e cerco nel frusciare / di passi che La realizzazione di questo progetto è sta- vincolo con la propria terra di origine. La non conosco / la voce delle mie piante, las- Si tratta di una ricerca sulla cultura enoga- ta possibile grazie alle collaborazioni tra città pazza fagocita la nostra identità. La sù tra i monti. / E io non so neppure se esi- stronomica del Garda bresciano, nata dalle l’associazione L.A.CU.S., la Strada dei spasmodica ricerca, vana peraltro, di con- stano / quando passano / con la ruota gran- esigenze di tutelare, promuovere e valo- Vini e dei Sapori del Garda e l’Assessora- notazioni ambientali familiari, procura de della città grande / in fretta all’incrocio, rizzare questo patrimonio. Inizialmente gli to alle Attività e Beni Culturali a alla valo- il desiderio di un annullamento totale in che sembrano impazziti / come i fiumi che sforzi del curatore, Luigi Del Prete, si sono rizzazione delle Identità, Culture e Lingue essa». urlano e saltano dai miei monti. / Ho credu- concentrati sulla raccolta della bibliografia locali della provincia di Brescia, che lo ha Ma premi e segnalazioni erano giunti to di vivere / come appeso / mi bastavano che, seppur limitata, ha permesso di isola- finanziato. Hanno dato la loro collabora- anche in occasione dei concorsi «Bro- due occhi / per essere un ciliegio / un carro re la versione dialettale di queste antiche zione anche l’Assessorato al Turismo del- letto - Città di Brescia», «Versi distil- senza barra / un pettirosso, un carbonaio. ricette. Trascritte e riportate in italiano la provincia di Brescia, il Consorzio Lu- lati» e El vì en vèrs. Passi significativi / Allora capii / che essere fermo era come sono successivamente state volte in in- gana, il Consorzio Garda Classico, il BIP verso la riscoperta delle memorie loca- andare / e da secoli vivevo / d’acqua, un glese nella traduzione di Chiara Garioni, (Brescia incoming Pool), il Touring Club li, che si dimostrano più che mai vitali sasso legato. / Non chiedete chi io sia / non al fine di renderle fruibili ad un pubblico Italia, la Diocesi di Verona e tutte le realtà nel piccolo centro dell’Alto Garda bre- sono che le pietre, le foglie e la brina / lassù internazionale. I cuochi della Strada dei associative e gli enti locali che hanno per- sciano. tra i miei monti di corallo. Vini e dei Sapori del Garda hanno verifi- messo di concretizzare operativamente, at- cato la reperibilità degli ingredienti e l’at- traverso questo progetto, la rete culturale tualità delle ricette. La ricerca è arricchita che L.A.CU.S. ha costruito in questi anni. dagli abbinamenti enoici scelti da Angelo Peretti e da un profilo storico letterario cu- Programma degli appuntamenti rato da Teresa Delfino, che si aggiunge a culturali un capitolo di Gabriele Bocchio dedicato Gli orari e i contenuti di ogni tappa sono PROFUMERIA al dialetto. descritti in dettaglio su www.infolacus.it e Oltre alla prefazione curata da Franco Piavo- nel materiale distribuito presso gli Uffici li e ai contributi editoriali degli Enti provin- IAT e i soci della Strada dei Vini e dei PAOLA ciali e dei rappresentanti delle realtà associa- Sapori del Garda. tive e private attive sul territorio, il volume Il costo di ogni appuntamento è di 8 è illustrato dai disegni di Claudia Mezzetti e euro comprensivi di visita guidata e MADERNO - Piazza San Marco, 12 - Tel. 0365.642255 dalle fotografie di Marino Colato. degustazione.

I luoghi Le date Gargnano, Chiesa di San Giacomo di Calì Sabato 22 luglio Soiano, i Castelli della Valtenesi Sabato 29 luglio Gargnano, Chiesa di San Francesco Domenica 6 agosto Gardone, Vittoriale degli Italiani Sabato 02 settembre Garda Sol Limone, Chiesa di San Pietro in Uliveto Sabato 09 settembre Beauty Center San Felice del Benaco, Santuario del Carmine Sabato 16 settembre Trattamenti corpo e viso e solarium Sirmione, Chiese di San Pietro in Mavinas e Sant’Anna Sabato 23 settembre Centro Wellness con sauna e bagno turco Lonato, Rocca e Chiesa del Corlo Domenica 1 ottobre Shiatsu, Warm Zen Stone Massage in cabina Scen Tao Tremosine, Pieve di Santa Maria Sabato 7 ottobre MADERNO - Via Roma, 12 - Tel. 0365.540777 Tignale, Museo Alto Garda e Santuario di Montecastello Sabato 14 ottobre www.hotel-belsoggiorno.it Gargnano, Itinerario degli oratori Sabato 21 ottobre