Giuseppe Avanzi (1645 - 1718), Un Pittore Nella Ferrara Di Secondo Seicento

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Giuseppe Avanzi (1645 - 1718), Un Pittore Nella Ferrara Di Secondo Seicento Enrico Ghetti Giuseppe Avanzi (1645 - 1718), un pittore nella Ferrara di secondo Seicento Comune di Ferrara 2016 2 Il Comune di Ferrara, nell'ambito dell'attività editoriale di comunEbook e della collaborazione con Liceo Scientifico “Antonio Roiti” di Ferrara, ha varato il "Premio comunEbook Ferrara" rivolto a tesi di laurea specialistiche o magistrali aventi come oggetto aspetti della storia dell’arte, dell’architettura, dello spettacolo e del cinema legati al territorio ferrarese. Il fine è quello di valorizzare le ricerche di giovani e promettenti studiosi consentendo la condivisione, ampia e gratuita, dei risultati culturali, storici e scientifici da loro raggiunti attraverso la pubblicazione delle tesi prescelte. Il premio ha cadenza annuale e prevede l’assegnazione di due borse di studio e la pubblicazione delle tesi attraverso comunEbook Ferrara. Una delle borse di studio è riservata a tesi discusse presso l’Università degli Studi di Ferrara. Il testo che vi accingente a leggere è pertanto la rielaborazione, adattata alle esigenze editoriali, di una delle due tesi selezionate nel 2015 da una commissione composta da esperti negli ambiti sopra indicati individuati dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara tra il personale scientifico del Comune e docenti dell’Ateneo ferrarese. Per informazioni sul "Premio comunEbook Ferrara": http://www.comunebookferrara.it/premio-comunebook/ Tratto dalla tesi di E. Ghetti, Giuseppe Avanzi (1645 - 1718), un pittore nella Ferrara di secondo Seicento, Università di Bologna, Scuola di Lettere e Beni Culturali, Corso di Laura magistrale in Arti Visive, rel. prof. D. Benati, corr. prof.ssa B. Ghelfi, a.a. 2013/2014. 3 Prefazione La monografia di Enrico Ghetti ci fa conoscere e apprezzare Giuseppe Avanzi, il pittore più prolifico nella Ferrara del secondo Seicento. Dopo le biografie di Girolamo Baruffaldi e Cesare Cittadella, che sottolineavano la sua indole naturalista, opposta a quella dei classicisti Maurelio Scannavini e Giacomo Parolini, allievi di Carlo Cignani, il suo carattere sbrigativo e l’abbondante, ma discontinua, produzione pittorica, in epoca moderna è stato Eugenio Riccomini, nel suo fondamentale volume sulla pittura a Ferrara nel Seicento del 1969, il primo a tentare una rivalutazione critica dell’artista ferrarese. Partendo dal contesto storico politico della Ferrara di metà Seicento, che in assenza della corte estense e dopo la scomparsa di Scarsellino e Carlo Bononi presentava ancora un’attività artistica rilevante, Enrico Ghetti, grazie a un approccio di studio che si è tradotto in accurate ricerche bibliografiche e archivistiche e nell’indagine sul campo, dimostra che Avanzi è stato in grado di recepire e rielaborare le sollecitazioni classiciste d’osservanza cignanesca di Scannavini, la modernità del primo Parolini e il paesaggismo di Giuseppe Zola. Dunque non fu un pittore irrimediabilmente ritardatario ma si rivelò capace di recepire le novità del panorama artistico contemporaneo e di conquistarsi un pubblico ampio e diversificato grazie al suo linguaggio originale e schietto. La ricognizione di Enrico Ghetti, che ha prodotto un catalogo ragionato delle opere e l’identificazione di diversi dipinti inediti, non ha precedenti nei contributi dedicati all’artista e nel contesto della pittura ferrarese di secondo Seicento. Grazie a questo lavoro è oggi possibile mettere a fuoco le circostanze di alcune importanti commissioni messe in cantiere da Avanzi, come il soffitto per la chiesa di San Carlo, i dipinti per la chiesa dei Santi Giuseppe Rita e Tecla e il ciclo un tempo nell’oratorio di San Crispino dell’Arte dei Calzolai che vide coinvolto anche Giacomo Parolini. Dal punto di vista metodologico il lavoro di Ghetti rappresenta un esempio importante per approfondire gli studi su un momento ancora poco considerato, quello cioè della produzione artistica a Ferrara nella seconda metà del XVII secolo e aprire la strada alle ricerche future. Barbara Ghelfi 4 Ferrara nel secondo Seicento, contesto storico - politico Pur non essendo la finalità principale di questa ricerca, un breve excursus storico e politico è opportuno per meglio comprendere l'ambiente in cui si trovarono a operare Giuseppe Avanzi e gli altri artisti locali. Nondimeno, la comprensione di alcuni aspetti è utile per meglio intendere il livello qualitativo di questi pittori, prevalentemente medio basso, e più ancora per comprendere il successo di cui godettero. Gli studi che permettono di approfondire la situazione ferrarese di quegli anni sono quelli di Riccomini sulla pittura a Ferrara del Sei e Settecento e quelli di monsignor Paliotto che indaga gli stessi secoli sul versante della storia politica e religiosa1. Il governo legatizio insediatosi nel 1598 comportò la restrizione in chiave moralista di un'area storicamente abituata a godere di una relativa libertà nei confronti di Roma. Questo clima di rigore è illustrato dalle dettagliate cronache contemporanee che narrano dell'attività di vescovi e legati. Soggetti dalla moralità irreprensibile si alternano ad altri che si preoccuparono prevalentemente del proprio tornaconto. Carlo Pio (1655 - 1662) ad esempio si comporta per certi versi da vescovo illuminato poiché riforma l'Università2 e inaugura nel proprio palazzo un'accademia letteraria3. Ciononostante non risulta molto amato dal popolo, avendo instaurato un clima di tensione e severità che lo costringerà a lasciare in fretta e furia la città (anche se al momento si ignorano le reali ragioni di questo abbandono4). Lo stesso si può dire per il cardinal Alderano Cybo (1651 - 1654), il legato che affiancò il Pio nei primi anni del suo Vescovado. Questi si dimostrò non meno rigido; all'atto dell'insediamento si preoccupò di comunicare al Maestrato la sua totale indisponibilità nel concedere grazie per i delinquenti e venne in seguito ricordato come persona dura sia con i sottoposti che con la nobiltà. Componente non secondaria fu senza dubbio l'aver lasciato le casse della città semi vuote5. Alcuni provvedimenti a favore della crescente povertà furono voluti dal legato Neri Corsini (1667 - 1670) che decise di ricostituire il Monte di Pietà (opera portata a termine del suo successore, il cardinale Nicolò Acciaroli6, 1670 - 1675), mentre non dovevano essere ben viste da una comunità già "sotto controllo" le norme da lui volute per ridurre gli eccessi di lusso7 che, si potrebbe supporre, si riflettevano anche sulla decorazione delle cappelle gentilizie nelle principali chiese. Acciaioli ricoprì un secondo incarico come legato alcuni anni dopo (1680 - 1689), durante il quale gli fu riconfermata la stima già dimostratagli dalla cittadinanza8. Egli stilò numerosi atti a favore della popolazione ed in particolare della classe più povera9. Il suo successore, il cardinale Lorenzo Imperiali (1690 - 1696), non fu altrettanto amato avendo curato principalmente i propri interessi attraverso certi traffici poco chiari sul prezzo del grano, in un periodo in cui, tra l'altro, esso non abbondava10. Restrizioni nei confronti della nobiltà si avranno anche col vescovo Carlo Cerri (1670 - 1690) che farà rimuovere tutte le insegne gentilizie dai portoni delle chiese "non volendo che alcuna persona fosse protettrice d'alcuna chiesa11". Le ragioni del declino culturale del territorio si possono ricercare anche in un certo disinteresse dei prelati per la cattedra ferrarese. Marcello Durazzo (1690 - 1691) ad esempio non raggiungerà mai la sede vescovile, mentre dopo di lui per cinque anni (1691 - 1696) essa rimarrà addirittura vacante, retta prima dal vicario e fino al 1696 dal cardinale legato Imperiali. La preoccupazione principale di questi alti prelati, il cui incarico sarà quasi sempre di breve durata, è quella di compiere visite ed ispezioni, per accertarsi del rispetto delle norme, delle liturgie e dei doveri del piccolo clero e del popolo, come l'osservanza dei sacramenti e la partecipazione alle messe. E' raro invece trovarli interessati all'arredo e al decoro urbano. Se infatti Pio si limita a far erigere una cappella in Santo Spirito (che consacra nel 165312), piccoli interventi in ambito artistico si avranno col cardinal Giacomo Franzoni (1660 - 1664) che risarcirà il Castello, dove farà restaurare a Carlo Borsatti pitture credute di Dosso13. Egli avalla inoltre l'idea del Maestrato di erigere una statua ad Alessandro VII in piazza Duomo, che verrà realizzata da Mateus Laumbiech su modello di Alessandro Caprioli14. Al vescovo Giovanni Stefano Donghi (1663 - 1669) si devono modifiche alla cattedrale dove farà aprire alcune finestre sul fianco sud e dove dedicherà una cappella al Santissimo Sacramento15. In Duomo il vescovo Carlo Cerri porterà più danno che beneficio: ne farà infatti imbiancare l'interno noncurante di affreschi e decori e,ancor peggio, farà abbattere l'importante apparato progettato da Nicolò Baroncelli e Domenico di Paris per l'altare maggiore16. Le vicende del monumento ad Alessandro VII proseguiranno alcuni anni dopo durante la legazione di Sigismondo Chigi (1673 - 1676). Questi approva l'erezione di una colonna in piazza Nuova decorata su disegno di Cesare Mezzogori sulla quale verrà traslata la statua del Pontefice17, suo zio. Si può aggiungere che l'unico a coltivare l'educazione di un artista ferrarese fu il vescovo Pio, mecenate di Giovanni Bonati. Si preoccupò infatti della sua formazione presso Guercino ma partendo per Roma, dopo la rinuncia alla cattedra ferrarese, lo volle con sè, dimostrando di averlo cresciuto
Recommended publications
  • Ancient and Contemporary Province of Mantua
    REGGIONELL’EMILIA ancient and contemporary province of Mantua province of Parma province of Modena province of The monuments and their positions on the Massa Carrara plain attached map are indicated in the text by province of Lucca hill the number between square brackets [ ] mountain REGGIO EMILIA Located in northern Italy, in the heart of the Po valley, the province of Reggio Emilia is one of the nine provinces of Emilia Romagna. Crossed by Via Emilia, it lies between the provinces of Parma to the west and Modena to the east. The Po river separates it from the province of Mantua to the north while southwards the Apennines connect it to Tuscany through mountain passes of historical importance. Reggio Emilia throughout history of the 15th century, the town came under the Tricolore flag was chosen in Reggio as the flag of Reggio Emilia (Regium Lepidi) was founded by the rule of the Este family who remained lords of the newly created Cispadane Republic: the same Romans around 175 B.C. as an urban settlement the area until the 19th century. The Renaissance green, white and red flag, after many changes and along Via Aemilia, one of the main roads in the period in Reggio was studded with prominent vicissitudes, now represents the Italian Republic. Roman empire. Finds discovered in the area artistic and literary figures: Matteo Maria Boiardo, During the Fascist period, dissenting voices and 1 testify to intense economic activities which author of the poem Orlando Innamorato, was born protests always endured in Reggio and, after lasted throughout the Imperial period until the in Scandiano, not far from Reggio Emilia where 1943, they led to the struggle for Liberation.
    [Show full text]
  • Simonetta Prosperi Valenti Rodinò
    ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte SIMONETTA PROSPERI VALENTI RODINÒ IL CARDINAL GIUSEPPE RENATO IMPERIALI COMMITTENTE E COLLEZIONISTA I. - LE COMMITTENZE ARTISTICHE Il gusto art1st1co e il mecenatismo si erano mani­ Dopo essere stata la capitale europea dell'arte con festati anche in altri esponenti della famiglia, di anti­ i Barberini, i Pamphilj e i Chigi, Roma vive alla fine chissima origine genovese, che con l'acquisto di feudi del XVII secolo un lento declino legato alle vicende -Oria e Francavilla in terra d'Otranto e Sant'Angelo politiche, che la porta a cedere il suo primato alla dei Lombardi nell'Avellinese - a cavallo tra il XVI Francia; mentre l'Inghilterra e le corti nascenti della e il XVII secolo, iniziò gradualmente a gravitare sul Regno di Napoli,4l Particolarmente importante nella Germania consolidano o iniziano una politica di acqui­ sti di opere d'arte per le gallerie che si vanno creando. storia del collezionismo era stato Gian Vincenzo, Roma conserva un ruolo importante come capitale ammiraglio della flotta genovese, uomo politico e del mondo classico, ma non si caratterizza più come letterato: i più bei pezzi della sua quadreria, tra cui centro propulsore di movimenti artistici, quale era Tiziano, Rubens, Veronese, Correggio, passarono nel stata con il Bernini, il Borromini e Pietro da Cortona. 1667 da Genova a Roma nella collezione di Cristina Si assiste peraltro, tra la fine del Sei e l'inizio del di Svezia.s> Settecento, al proliferare di committenze "minori " di cardinali nelle chiese del loro titolo ed al formarsi di numerose quadrerie in palazzi nobiliari, che con­ sentono di ricostruire il complesso panorama artistico romano di quegli anni.1> Pur essendo ancora molto ambite le committenze pontificie, furono piuttosto i collezionisti - quali il marchese Niccolò Pallavicini, i cardinali Alessandro Albani, Pietro Ottoboni, Neri Corsini, Silvio Valenti Gonzaga, per citare solo i più importanti 2 > - a deter­ minare il diffondersi di un gusto o l'affermarsi di un pittore loro protetto.
    [Show full text]
  • Press Release Bononi 27-09
    PRESS RELEASE His name has been compared to those of Tintoretto and Caravaggio. Guido Reni rightly admired Bononi’s “great mastery of drawing and the strength of his colours” and few have been able to paint stronger or more attractive male nudes. Created in tragic times of famine and pestilence in early 17th century Italy, his canvases are true pictorial wonders that are respectful, if not completely acquiescent, to the Counter-Reformation. The exhibition opening in October 2017 at Palazzo dei Diamanti offers a golden opportunity to explore a little-known but crucial chapter of art history. Ferrara’s own Carlo Bononi, one of the great painters of the 17th century, whose name has often been mentioned alongside those of Tintoretto, the Carracci and Caravaggio, will be featured in the exhibition. The show, the first solo exhibition devoted to Carlo Bononi, is organized by Fondazione Ferrara Arte and is curated by Giovanni Sassu, curator of Musei d’Arte Antica of the city of Ferrara, and Francesca Cappelletti, professor of History of Art at the University of Ferrara. For centuries, Bononi, like most of the ferrarese 17th century, lingered in the shadow of the extraordinary Renaissance period that took place under the Este family rule. Art critics and scholars have been piecing together this period, gradually focusing on this unique artist, one who sublimely and intimately interpreted the religious tensions of his time. Painter of great sacred decoration projects and altarpieces, Bononi created a pictorial language based on emotions, the intimate and sentimental relationship between the painted figures and the observer.
    [Show full text]
  • Scheda Approfondimento-Bononi 4 10
    APPROFONDIMENTO Giunto a Ferrara il 16 ottobre del 1786, Johann Wolfgang Goethe trova una città «bella, grande [ma] piatta e spopolata». L’impatto non è dei migliori: lo indispone quasi subito la visione della tomba di Ariosto, che trova «piena di marmi mal distribuiti», e della Cella del Tasso, «una legnaia o carbonaia, dove certamente egli non è stato rinchiuso». L’unica cosa che lo rallegra nel corso del brevissimo soggiorno è «la geniale trovata d’un pittore, autore di un San Giovanni Battista davanti ad Erode ed Erodiade» nella chiesa di San Benedetto, nel quale due cagnolini, uno sbucato da sotto la veste di Erodiade, abbaiano al profeta mal vestito e seminudo. «M’è sembrata un’ispirazione molto felice», dirà il grande scrittore. Goethe non conosce l’autore di quel quadro e non sa che 26 anni prima il padre, Johann Caspar, era rimasto colpito dalle opere realizzate dallo stesso pittore nelle chiese di San Cristoforo alla Certosa e di Santa Maria in Vado, al punto da ricordarne la sepoltura posta in quest’ultimo luogo. Il quadro che tanto colpì Goethe junior non esiste più: il bombardamento del 28 gennaio 1944 su San Benedetto se l’è portato via e oggi lo conosciamo attraverso un’incisione di Andrea Bolzoni. Quel pittore era Carlo Bononi (1569? - 1632), l’artista al quale Palazzo dei Diamanti dedicherà dal 14 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018 la prima monografica mai realizzata. Artista prolifico, grandissimo disegnatore, inquieto sperimentatore e infaticabile viaggiatore, Bononi occupa un ruolo di assoluto rilievo nella storia dell’arte del Seicento, anche se il grande pubblico, fino ad ora, ne ha ignorato il valore.
    [Show full text]
  • Dott. Giovanni Sassu
    F ORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome SASSU GIOVANNI E-mail [email protected] Nazionalità Italiana Data di nascita 16/04/1970 ESPERIENZA LAVORATIVA • 1/7/2008 – ad oggi Conservatore del Museo della Cattedrale e dei Musei di Arte Antica di Ferrara • Nome e indirizzo del datore di Comune di Ferrara, Piazza Municipale 2, 44121, Ferrara (Italia) lavoro • Tipo di azienda o settore Ente pubblico, settore Cultura e Musei • Tipo di impiego Istruttore Direttivo Culturale, Settore Attività Culturali, cat. D/D1, a tempo indeterminato • Principali mansioni e responsabilità Curatore delle collezioni e responsabile della Fototeca Civica | dal 1° giugno 2016 con attribuzione specifiche responsabilità ex art. 17 comma 2 lettera F, CCNL. • 1/11/2002 – 30/6/2008 Conservatore Curatore Mostre e Musei • Nome e indirizzo del datore di Comune di Ferrara, Piazza Municipale 2, 44121, Ferrara (Italia) lavoro • Tipo di azienda o settore Ente pubblico, settore Cultura e Musei • Tipo di impiego Contratto Coordinato Continuativo • Principali mansioni e responsabilità Curatela del Museo della Cattedrale e affiancamento scientifico per le mostre della Fondazione Ferrara Arte (Palazzo dei Diamanti) • 1/10/1999 – 31/12/200 Responsabile progetti • Nome e indirizzo del datore di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, via delle Donzelle 2, 40126, Bologna (Italia) lavoro • Tipo di azienda o settore Fondazione bancaria attiva nel settore culturale • Tipo di impiego Contratto a tempo determinato • P rincipali mansioni e responsabilità Coordinatore dei progetti della suddetta Fondazione per “Bologna 2000, città europea della cultura”. • 1/11/2002 – 30/6/2000 Consulente storico artistico • Nome e indirizzo del datore di Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici, Bologna (Italia) lavoro • Tipo di azienda o settore Ente territoriale di tutela beni culturali • Tipo di impiego Contratto a progetto • Principali mansioni e responsabilità Responsabile schedatura OA chiese: chiesa di Santa Cristina e di San Giuliano (1996); chiesa di Santo Stefano (1997-1998).
    [Show full text]
  • Download Complete Issue
    EDITORIAL. HE autumnal meeting of the Society was attended by a small but enthusiastic body of members, who, after T re-electing the officers, gave themselves to a most fertile discussion of the Society's work in the future. It was felt that the time had come to take a step forward, and, by means of advertising and publicity, as well as by personal advocacy, so to increase the membership and the usefulness of the Society that it might be worthy of the denomination. Since the Meeting, attention has been drawn to the existence and the aims of the Society by Dr. Berry in the Congregational Church Monthly, and by the Editorial in the Congregational Quarterly. The list of members printed in this, the last number of another volume, will show how far we have to go before we really deserve the name "Con­ gregational." Our membership should at least be doubled before next May. * * * * Many ideas for the future activity of the Society were brought out. It was suggested that we might have regional representatives, whose business it would be not only to get suitable people into touch with the Society, but also to stimulate interest in local Congregational history by organising visits to historic churches and sites. It was also held that the drama and the pageant might be more widely used to further the Society's ends. We have been glad to note recent ten­ dencies in the direction of using the stage for treating historical subjects connected with religion: plays like Shaw's St. Joan and Drinkwater's Lincoln and Cromwell indicate what an opportunity there is for the scholar who combines the requisite knowledge with a dramatic gift.
    [Show full text]
  • Sant Agostino
    (078/31) Sant’Agostino in Campo Marzio Sant'Agostino is an important 15th century minor basilica and parish church in the rione Sant'Eustachio, not far from Piazza Navona. It is one of the first Roman churches built during the Renaissance. The official title of the church is Sant'Agostino in Campo Marzio. The church and parish remain in the care of the Augustinian Friars. The dedication is to St Augustine of Hippo. [2] History: The convent of Sant’Agostino attached to the church was founded in 1286, when the Roman nobleman Egidio Lufredi donated some houses in the area to the Augustinian Friars (who used to be called "Hermits of St Augustine" or OESA). They were commissioned by him to erect a convent and church of their order on the site and, after gaining the consent of Pope Honorius IV, this was started. [2] Orders to build the new church came in 1296, from Pope Boniface VIII. Bishop Gerard of Sabina placed the foundation stone. Construction was to last nearly one and a half century. It was not completed until 1446, when it finally became possible to celebrate liturgical functions in it. [2] However, a proposed church for the new convent had to wait because of its proximity to the small ancient parish church of San Trifone in Posterula, dedicated to St Tryphon and located in the Via della Scrofa. It was a titular church, and also a Lenten station. In 1424 the relics of St Monica, the mother of St Augustine, were brought from Ostia and enshrined here as well.
    [Show full text]
  • Mercoledì 29 Febbraio 2012
    Ufficio Stampa Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677 [email protected] GIAREDA 2019 – NOTE STORICHE SULLA SAGRA E SULLA BASILICA DELLA GHIARA LA TRADIZIONE DELLA GIAREDA - Per ben 260 anni, dal 1601 al 1861 la Ghiara ha ospitato la Fiera di Reggio, che si inaugurava il 29 aprile – festa del primo Miracolo – e proseguiva per otto giorni. Era un periodo di festa che segnava la vita della città: confluivano in questo corso commercianti da ogni parte d'Italia e anche dall'estero con le loro mercanzie (stoffe, specchi, cappelli, occhiali, bicchieri, maioliche, strumenti musicali, giocattoli) che venivano esposte nelle caselle di legno appositamente costruite. Per consentire lo svolgimento dell’evento veniva rivoluzionato il traffico delle carrozze e per l’occasione si apriva la stagione teatrale che attirava spettatori reggiani e forestieri. Improvvisamente una forte nevicata caduta nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 1861 distrusse i banchi della Fiera e ne decretò la fine, anche per le mutate condizioni politiche ed economiche legate alla nascita del nuovo Regno d'Italia, proclamato poche settimane prima. Per 120 anni il fascino e la magia di quell'appuntamento primaverile andarono quindi persi finché nel 1980 la Fabbriceria del Tempio e il Comune di Reggio ripristinarono la tradizione, mutandone tuttavia le date, ma valorizzando nuovamente il legame tra i reggiani e il Tempio mariano, vero monumento di fede e di arte. L’immagine miracolosa della Madonna della Ghiara, insieme a quella del patrono San Prospero e dei compatroni Grisanto e Daria, è riprodotta sul retro del gonfalone del Comune di Reggio.
    [Show full text]
  • Uno Scrigno Per L'arte
    3 Uno scrigno per l’arte Dipinti antichi e moderni dalle raccolte BPER Banca a cura di Lucia Peruzzi Testi di Lucia Peruzzi Daniele Benati Rossana Torlontano Alberto Rodella Chiara Pulini Domenico Bodega Autori delle schede Dipinti antichi Lucia Peruzzi Scheda Saturnino Gatti Rossana Torlontano Dipinti dell’Ottocento Alberto Rodella Progetto grafico avenida.it Questo catalogo è stato pubblicato in occasione dell’avvio del progetto La Galleria Uno scrigno per l’arte Collezione e Archivio Storico Coordinamento Sebastiano Simonini Dipinti antichi e moderni Curatela della Collezione dei dipinti antichi Lucia Peruzzi dalle raccolte BPER Banca Curatela dell’Archivio Storico Chiara Pulini Progetto museografico Progettisti Associati Sassuolo Grafica del sistema visivo avenida.it Realizzazione dell’allestimento Barth Innenausbau S.a.s. Bressanone Si ringraziano per la collaborazione Giorgia Benedetti, Sabrina Bianchi, Martin Burger, Federica de Luise, Francesca Ferrari, Antonio Geminiani, Alessandro Lorenzani, Gaetano Marzani, Gabriele Pandolfi, Greta Rossi, Rocco Savino, Cristina Solmi, Daniele Tamburini, Eugenio Tangerini, Ernesto Tuliozi, Vincenzo Vandelli La Galleria BPER Banca, un progetto per la cultura “La Galleria” BPER Banca nasce dalla presa di coscienza della straordinaria importanza dei corpus collezionistici stratificatisi nel corso di questi ultimi decenni, dipinti antichi di area emiliano romagnola, abruzzese e campana con punte di rilievo molto alte. E ai dipinti si affianca il patrimonio rappresentato dall’archivio storico, che costituisce lo strumento più completo per raccontare e comprendere la storia della banca e del proprio territorio. Le dimensioni e il valore storico e culturale di questi nuclei rendono impellente la ne- cessità di ripensare l’approccio alla loro conservazione, tutela, fruibilità e alla loro stessa valorizzazione; obiettivi questi perseguibili solo mediante una gestione più organica e ordinata.
    [Show full text]
  • PRESS RELEASE His Name Has Been Compared to Those of Tintoretto and Caravaggio
    PRESS RELEASE His name has been compared to those of Tintoretto and Caravaggio. Guido Reni rightly admired Bononi’s “great mastery of drawing and the strength of his colours” and few have been able to paint stronger or more attractive male nudes. Created in tragic times of famine and pestilence in early 17th century Italy, his canvases are true pictorial wonders that are respectful, if not completely acquiescent, to the Counter-Reformation. The exhibition opening in October 2017 at Palazzo dei Diamanti offers a golden opportunity to explore a little-known but crucial chapter of art history. Ferrara’s own Carlo Bononi, one of the great painters of the 17th century, whose name has often been mentioned alongside those of Tintoretto, the Carracci and Caravaggio, will be featured in the exhibition. The show, the first solo exhibition devoted to Carlo Bononi, is organized by Fondazione Ferrara Arte and is curated by Giovanni Sassu, curator of Musei d’Arte Antica of the city of Ferrara, and Francesca Cappelletti, professor of History of Art at the University of Ferrara. For centuries, Bononi, like most of the ferrarese 17th century, lingered in the shadow of the extraordinary Renaissance period that took place under the Este family rule. Art critics and scholars have been piecing together this period, gradually focusing on this unique artist, one who sublimely and intimately interpreted the religious tensions of his time. Painter of great sacred decoration projects and altarpieces, Bononi created a pictorial language based on emotions, the intimate and sentimental relationship between the painted figures and the observer.
    [Show full text]
  • Guercino (Giovanni Francesco Barbieri) (1591-1666) by Richard G
    Guercino (Giovanni Francesco Barbieri) (1591-1666) by Richard G. Mann Encyclopedia Copyright © 2015, glbtq, Inc. Entry Copyright © 2005, glbtq, inc. Reprinted from http://www.glbtq.com Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666), usually called Guercino, was one of the leading Italian painters of the seventeenth century. His nickname (literally, squinter) is supposed to have been devised by Marchese Enzo Bentivoglio, a prominent connoisseur and lifelong friend. Guercino's earliest paintings are in an intensely dramatic Baroque style, but, by the mid-1620s, he had developed a classicizing manner. The transformation of his style Two paintings by was so profound that many commentators have noted that it would be difficult to Guercino: believe that his early and late paintings were created by the same artist if they had Top: The Ecstasy of not been so thoroughly documented. Nevertheless, all of Guercino's works reveal Saint Francis. Above: David with the certain common qualities: psychologically profound facial expressions and gestures; Head of Goliath (ca rich, strong colors; and atmospheric handling of paint. 1650). Art historians consistently have overlooked the intensely sensual treatment of the male figure, which also characterizes paintings from all phases of Guercino's career. However, the fact that Guercino has been included in many recent lists of prominent queer figures of earlier historical periods suggests that many modern gay viewers have recognized the homoerotic appeal of his work. This intuitive response is validated by a careful analysis of his paintings. Guercino fused spirituality and homoerotic desire in many of his paintings of religious subjects. Although Guercino's professional career is much more thoroughly documented than that of virtually any other seventeenth-century European painter, little about his personal life is known with certainty, except for the fact that he never married.
    [Show full text]
  • La Vicelegazione Di Ferrara, Tappa Di Una Carriera Prelatizia
    provided by Archivio istituzionale della ricerca - Università degli Studi di Udine View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk CORE brought to you by Andrea Gardi La vicelegazione di Ferrara, tappa di una carriera prelatizia Parole chiave: Ferrara vicedelegati, Ferrara storia (XVI-XVIII sec.), Stato pontificio storia (XVI-XVIII sec.), Amministrazione (storia, XVI-XVIII sec.), Chiesa cattolica storia (XVI-XVIII sec.) Keywords: Ferrara deputy delegates, Ferrara history (XVI-XVIII sec.), Papal State history (XVI-XVIII sec.), Administration (history, XVI-XVIII sec.), Catholic Church history (XVI-XVIII sec.) Contenuto in: Per Roberto Gusmani 1. Linguaggi, culture, letterature 2. Linguistica storica e teorica. Studi in ricordo Curatori: Giampaolo Borghello e Vincenzo Orioles Editore: Forum Luogo di pubblicazione: Udine Anno di pubblicazione: 2012 Collana: Studi in onore ISBN: 978-88-8420-727-2 ISBN: 978-88-8420-974-0 (versione digitale) Pagine: 281-303 Per citare: Andrea Gardi, «La vicelegazione di Ferrara, tappa di una carriera prelatizia», in Giampaolo Borghello e Vincenzo Orioles (a cura di), Per Roberto Gusmani 1. Linguaggi, culture, letterature 2. Linguistica storica e teorica. Studi in ricordo, Udine, Forum, 2012, pp. 281-303 Url: http://www.forumeditrice.it/percorsi/lingua-e-letteratura/studi-in-onore/per-roberto-gusmani/la-vicelegazione-di- ferrara-tappa-di-una-carriera FARE srl con socio unico Università di Udine Forum Editrice Universitaria Udinese via Larga, 38 - 33100 Udine Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756 / www.forumeditrice.it FARE srl con socio unico Università di Udine Forum Editrice Universitaria Udinese via Larga, 38 - 33100 Udine Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756 / www.forumeditrice.it LA VICELEGAZIONE DI FERRARA, TAPPA DI UNA CARRIERA PRELATIZIA Andrea Gardi 1.
    [Show full text]