Simonetta Prosperi Valenti Rodinò

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Simonetta Prosperi Valenti Rodinò ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte SIMONETTA PROSPERI VALENTI RODINÒ IL CARDINAL GIUSEPPE RENATO IMPERIALI COMMITTENTE E COLLEZIONISTA I. - LE COMMITTENZE ARTISTICHE Il gusto art1st1co e il mecenatismo si erano mani­ Dopo essere stata la capitale europea dell'arte con festati anche in altri esponenti della famiglia, di anti­ i Barberini, i Pamphilj e i Chigi, Roma vive alla fine chissima origine genovese, che con l'acquisto di feudi del XVII secolo un lento declino legato alle vicende -Oria e Francavilla in terra d'Otranto e Sant'Angelo politiche, che la porta a cedere il suo primato alla dei Lombardi nell'Avellinese - a cavallo tra il XVI Francia; mentre l'Inghilterra e le corti nascenti della e il XVII secolo, iniziò gradualmente a gravitare sul Regno di Napoli,4l Particolarmente importante nella Germania consolidano o iniziano una politica di acqui­ sti di opere d'arte per le gallerie che si vanno creando. storia del collezionismo era stato Gian Vincenzo, Roma conserva un ruolo importante come capitale ammiraglio della flotta genovese, uomo politico e del mondo classico, ma non si caratterizza più come letterato: i più bei pezzi della sua quadreria, tra cui centro propulsore di movimenti artistici, quale era Tiziano, Rubens, Veronese, Correggio, passarono nel stata con il Bernini, il Borromini e Pietro da Cortona. 1667 da Genova a Roma nella collezione di Cristina Si assiste peraltro, tra la fine del Sei e l'inizio del di Svezia.s> Settecento, al proliferare di committenze "minori " di cardinali nelle chiese del loro titolo ed al formarsi di numerose quadrerie in palazzi nobiliari, che con­ sentono di ricostruire il complesso panorama artistico romano di quegli anni.1> Pur essendo ancora molto ambite le committenze pontificie, furono piuttosto i collezionisti - quali il marchese Niccolò Pallavicini, i cardinali Alessandro Albani, Pietro Ottoboni, Neri Corsini, Silvio Valenti Gonzaga, per citare solo i più importanti 2 > - a deter­ minare il diffondersi di un gusto o l'affermarsi di un pittore loro protetto. È nostra intenzione mettere a fuoco la figura di mecenate di uno di questi personaggi eminenti del mondo politico e culturale della Roma del tempo, il cardinal Giuseppe Renato Imperiali (fig. 1), non certo nel suo risvolto politico piuttosto rilevante ma che esula dalle nostre competenze, quanto nel suo aspetto di committente, collezionista e bibliofilo assai apprezzato ai suoi tempi, come risulta dalle frequenti citazioni del nome del cardinale rintracciabili nelle fo nti e nelle biografie di artisti dell'epoca e dall'ampio Inventario dei beni rintracciato da chi scrive nell' Ar­ chivio di Stato di Roma e che si pubblica qui per la prima volta, in Appendice. Un doveroso riconoscimento dell'intelligente indi­ rizzo dell'Imperiali nelle sue committenze architetto­ niche è espresso nel recente libro di Gambardella,3l dedicato alle fabbriche intraprese dal cardinale durante il lungo periodo di attività presso la corte pontificia in qualità di Prefetto del Buon Governo, carica che tra le molte che rivestì il prelato nella sua vita fu I - ROMA, ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICA certamente la più significativa e duratura e quella GIROLAMO ROSSI: RITRATTO DEL CARDINAL GIUSEPPE RENATO cui si dedicò con maggior zelo. IMPERIALI (INCISIONE) !7 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte o protettore.9l I due incarichi più rilevanti anche sul piano politico ricevuti in questi anni furono la nomina da parte di Alessandro VIII a legato di Ferrara, che lo tenne occupato dal r6gr al 'g6 e che gli venne confermata anche dal nuovo pontefice Innocenzo XII, e la prestigiosissima elezione a Prefetto della Congre­ gazione del Buon Governo, carica che ricoprì dal r6g6 e ove ebbe modo di manifestare le proprie doti organizzative, di pratica amministrativa, di liberalità ed infine di munificenza artistica, promovendo nume­ rose fabbriche e restaurandone altre malridotte, per­ correndo a sue spese tutto il territorio dello Stato Pontificio, dal Lazio all'Umbria sino all'Emilia.10> Il documento giuridico più prezioso del suo impegno nell'adempiere i gravosi oneri di questa carica è costituito dalla pubblicazione della raccolta delle leggi del Buon Governo dello Stato Pontificio, promossa da lui ed edita nel 1732-34 in quattro volumi con commento del giurista Pietro Antonio De Vecchi. lll Dal punto di vista storico artistico, documento altrettanto importante è il libro dei disegni delle fabbriche promosse dal cardinale quando era Prefetto del Buon Governo, ancora conservato presso gli eredi e recentemente pubblicato dal Gambardella, ove sono raccolte le piante ed i progetti di chiese, ponti, arse­ nali ed edifici civili fatti erigere dall'Imperiali a Fer­ rara, Comacchio, Tarquinia, Nocera Umbra ed in numerosi centri minori del Lazio. Sulla base di progetti, spesso firmati da architetti attivi a Roma in quel periodo - Giovan Battista Contini, Filippo Barigioni, Filippo Leti, Gabriele Valvassori, Felice Facci, Carlo Buratti ' 2 >-si possono ricostruire le linee di tendenza del mecenatismo del­ l'Imperiali nel campo architettonico, già evidenziate 2 - ROMA, CHIESA DI SANT'AGOSTINO - DOMENICO GUIDI: dal Gambardella, che ritroviamo anche nelle scelte SEPOLCRO DEL CARDINAL LORENZO IMPERIALI operate dal cardinale per le sue committenze in campo pittorico. Egli si servì per lo più di artisti che, pur militando tra gli esponenti delle tendenze classicisti­ Giuseppe Renato nacque a Oria presso Francavilla che, non avevano rinnegato la cultura barocca; per in Puglia il 26 aprile r65r da Michele e Brigitta l'architettura il suo " protetto " fu infatti il Barigioni, Grimaldi.6> Dimostrando sin da giovane una brillante che ben riassumeva questa posizione di eclettismo tra intelligenza, fu mandato a studiare a Roma presso le tendenze del tempo. Di riflesso, nel campo della lo zio, il cardinal Lorenzo Imperiali, già Governatore pittura, il cardinale, pur non disdegnando gli espo­ di Roma, del cui appoggio politico e relativa affer­ nenti del barocco che figurano numerosi tra gli autori mazione presso la corte pontificia seppe valersi il dei quadri della sua collezione, preàilesse piuttosto giovane nipote.7l gli esponenti di un moderato classicismo tardoseicen­ Gli incarichi papali infatti raggiunsero presto il tesco: gli artisti cui si rivolse maggiormente per avere nostro prelato: ancora sotto Clemente X è nominato o commissionare dipinti sono Maratta ed i suoi allievi, chierico della Camera Apostolica; nel r686 Innocenzo Pietro de' Pietri e Michelangelo Ricciolini ed in par­ XI lo chiama come Tesoriere Generale della Camera ticolare Domenico Maria Muratori, che divenne suo Apostolica, carica di grande prestigio e responsabilità "virtuoso", Francesco Fernandi, soprannominato amministrativa; sempre nel r686 è nominato Prefetto l'Imperiali dal suo protettore, ed il perugino Fran­ della Commissione generale Classis et Triremium, in cesco Civalli, come vedremo più avanti. seguito Prefetto della Congregazione della Disciplina Anche nel campo della scultura sembra di poter Regolare ed infine, a soli 39 anni, Alessandro VIII rilevare da parte del cardinale le stesse preferenze lo elegge il 13 febbraio r6go cardinale diacono del per i simpatizzanti del classicismo, sebbene siano titolo di San Giorgio in Velabro.s> documentate minori committenze in questo settore. Da questo periodo le cariche non si contano più: Probabilmente una delle prime opere in ordine cro­ "fu ascritto a quasi tutte le congregazioni " come nologico ordinate da Giuseppe Renato fu il monu­ riassume ampiamente il Moroni e di molte fu prefetto mento funebre per suo zio il cardinal Lorenzo nella r8 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte chiesa di Sant'Agostino a Roma, affidato nel I674 al committente, mostrano le imprese di nststema­ circa allo scultore toscano Domenico Guidi, allievo zione di edifici sacri promosse dall'Imperiali nei pic­ dell'Algardi (fig. 2). Non sappiamo se la scelta di uno coli centri del Lazio intorno al I7IO: la ristruttura­ scultore così dichiaratamente classicista sia stata ope­ zione della facciata del Duomo di Ronciglione e di rata da Giuseppe Renato, allora così giovane, o dal­ Poggio Mirteto, la costruzione del Duomo di Mon­ l'esecutore testamentario di suo zio, il cardinale Azze­ tecelio e di Vetralla, dovuto quest'ultimo al progetto lino, ma certamente il nostro dovette essere pienamente del vecchio architetto Giovan Battista Contini, espo­ d'accordo perché si firma nella lapide insieme all'altro nente delle tendenze più eterogenee del classicismo erede Domenico Imperiali.1 3l seicentesco.'9l Le committenze artistiche dell'Imperiali sono stret­ Per la decorazione pittorica di queste due ultime tamente legate alla sua attività pubblica, in particolare chiese, il cardinale non mancò di fare i nomi degli - come si è detto - nel campo architettonico alla artisti suoi protetti: nel Duomo di Vetralla infatti carica di Prefetto del Buon Governo, che gli consentì si trovano tre pale del Muratori databili intorno al di fare una vera e propria politica di mecenatismo I720, anno di consacrazione della chiesa, nel momento aperto ed intelligente nella costruzione o nel restauro più apertamente classicista e marattesco del pittore,20l di fabbriche utili alla comunità, sopratutto nei piccoli nonché una ' Madonna e Santi ' (fig. 3) attribuita centri dello Stato Pontificio i la lunga serie di ristruttu­ dal Clark al Fernandi, terminata qualche anno dopo,2'l razioni urbane promosse dal cardinale ebbe peraltro un'opera
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