Giuseppe Maria Mazza Scultore Bolognese Tra Sei E Settecento

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Giuseppe Maria Mazza Scultore Bolognese Tra Sei E Settecento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Dipartimento di Lettere e Filosofia Dottorato di Ricerca in STUDI UMANISTICI. DISCIPLINE FILOSOFICHE, STORICHE E DEI BENI CULTURALI Indirizzo STUDI E RICERCHE SULLA CONDIZIONE UMANA Ciclo XXV Tesi di Dottorato «Il nostro moderno Algardi»: Giuseppe Maria Mazza scultore bolognese tra Sei e Settecento VOL. III APPARATI Relatore: Dottoranda: PROF. ANDREA BACCHI SILVIA MASSARI Anno Accademico 2012/2013 Apparati 859 Regesto della vita e delle opere I documenti già pubblicati sono seguiti dalla fonte bibliografica in forma abbreviata. I documenti d’archivio privi di indicazione bibliografica sono inediti 1653 15 maggio Giuseppe Maria Mazza nasce a Bologna da Camillo e Desideria Piccinini, settimo dei nove figli documentati, viene battezzato il giorno seguente, il padrino è Matteo Macchiavelli (AAB, RBC, n. 106, c. 114r in Appendice 4/a). Camillo Mazza, padre di Giuseppe, modella su commissione dell’Arciprete Lattanzio Cilli la terracotta policroma raffigurante Sant’Antonio da Padova per la chiesa di Santa Maria Assunta a Borgo Panigale, ricevendo il pagamento di lire 139, 13 (ApSMABP, D. MDCXXXXX. Libro Mastro dal 1650 al 1692 delle Elemosine spese per la fabbrica della chiesa, c. 12 r. in Appendice, 6). La statua è tuttora collocata nella chiesa appoggiata su di un ripiano entro una nicchia nella prima cappella della navata destra. 4 settembre Camillo Mazza riceve il pagamento «di lire decisette de quattrini a conto delle medaglie di bronzo da metere nelli fondamenti». Si tratta della medaglia fusa in occasione della costruzione dell'abside nella Basilica di San Petronio in Bologna. Sul dritto è raffigurato san Petronio nimbato e benedicente in trono, sulla base del trono è l’iscrizione A D MDCLIII. Sul verso vi sono quattro stemmi: in alto lo stemma papale coronato da triregno e chiavi, sotto quello della Città di Bologna, a sinistra lo stemma del Card. Lomellini e a destra quello del cardinale Boncompagni. (Bologna, Archivio della Fabbriceria di San Petronio, Cart. 376, vol. 3, Giornale A per accrescimento della fabbrica, 1654‐1671, c. 2r in Riccòmini 1972, p. 81). 1660‐1670 Giuseppe compie il suo primo apprendistato presso la bottega del pittore Domenico Maria Canuti e frequenta le accademie del nudo, principalmente quella di Carlo Cignani (Zanotti 1739, II, p. 4 ). In questo periodo dipinge ad affresco un fregio con alcuni fanciulli in una sala del palazzo del conte Antonio Bianchini, oggi 860 Apparati Regesto della vita e delle opere non più esistente (Zanotti 1739, II, p. 4). Con Giovan Gioseffo dal Sole esce dalla scuola del Canuti e inizia a frequentare la casa del conte Alessandro Fava per studiare le pitture dei Carracci e le opere degli altri maestri presenti in quella raccolta. In questo periodo esegue la sua prima opera plastica: «due graziosi fanciulli, e tutto l’adornamento intorno alla immagine di nostra Donna sotto il porticale di San Damiano», oggi non più esistente (Zanotti 1739, II, p. 4). Probabilmente è da riferirsi a questo periodo anche «il quadro dipinto dal Mazza scultore» ricordato da Marcello Oretti in casa Fava. (BCAB, Oretti Ms. B. 116 Minute di notizie appartenenti alle belle arti, c. nn.). 1663 17 febbraio Da una lettera del padre guardiano dell’Arca di Sant’Antonio alla presidenza della stessa si apprende che Camillo Mazza è impegnato nella realizzazione della cancellata bronzea del presbiterio del coro nella Basilica di Sant’Antonio a Padova. Il padre guardiano afferma che il frate Ludovico Gargano detto il Monaco per la costruzione delle portelle ha già dovuto sostenere una «spesa considerabile, avendo sinhora speso in esse ducati 1200» e per poterle far ultimare supplica la presidenza ad accettare in se un suo credito di lire 1924:16 consegnando a lui una somma identica di denaro. (AASAP, reg. 19, c. 78v. in Sartori 1964, p. 286, doc. XXI, cfr. Appendice, 7). 29 maggio In una lettera inviata da Ludovico Gargano alla presidenza dell’Arca di Sant’Antonio il frate supplica la presidenza a pagare essa nel caso non dovesse risultare sufficiente il denaro già versato allo scultore specificando che questo ammonta già a «più di ducati mille cento cinquanta», poiché «dovendosi pur, essendo fornite, stimarsi da periti il valsente del metale et anco la fattura del mastro che le ha costrutte … havendo questo gran pretensioni». Auspica infine che le «due porte di bronzo con statue e figure di rellevo» possano essere messe in opera entro la festa del Santo. (AASAP, reg. 19, c. 78v. in Sartori 1964, pp. 286‐287, doc. XXII, cfr. Appendice, 7). 4 ottobre La presidenza dell’arca di Sant’Antonio delibera «che avanti si 861 Apparati Regesto della vita e delle opere partino le portelle dalla casa del Sig. Mazza siino fatte vedere da periti eletti dalle parti, et non trovando in esse imperfettione sia fatto deposito a nome della ven. Arca de ducati trencento e cinquanta … a esso sig. Mazza, recevuto che habbi aviso il depositario dell’arrivo in Padova di esse portelle, che doverà subito darleli. Che gli altri ducati trecento e cinquanta per compito pagamento del prezzo di esse siino … datti a esso statuario poste che siano in opera esse portelle con ottima riuscita», si specifica inoltre che «debba il Sig. Mazza assistere a proprie sue spese all’opera sino al compimento d’essa». Dal documento pare che Camillo avesse atteso alla realizzazione delle portelle bronzee in una sua casa posta a Venezia, qui infatti vengono inviati i periti per valutare l’opera. (AASAP, reg. 19, c. 104 in Sartori 1964, p. 287, doc. XXIII, cfr. Appendice, 7). 1664 1 settembre A Venezia contratto tra Camillo Mazza e la Scuola Grande della Misericordia per la realizzazione «di un solaro d’argento ad uso delle processioni». Il baldacchino processionale doveva presentare una decorazione con «figure, fogliami e cartelle»; erano previste otto cartelle «colla descrizione delle sette opere di misericordia, e nell’ottava cartella quello che gli sarà aditato almeno tre figure per cadauna, con altra figura che rappresenti detta veneranda scuola», si specifica inoltre che lo scultore dovrà «fondere tutto l’argento nettarlo e pulirlo, cesellarlo, imbianchirlo e riducendolo a tutta la desiderata perfezione ponerlo in opera..». Promette di «perfettionare tutta l’opera entro il termine di sei mesi» e riceve come acconto il pagamento di cinquanta ducati (ASVE, Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia della Valverde o della Misericordia, Notatorio,reg. 170 (1638‐1675), c. 186v, in Appendice, 8/a). 1665 agosto‐ settembre Secondo quanto riportato nelle carte della Scuola Grande della Misericordia, Camillo Mazza lavorò all’opera del baldacchino processionale in argento fino all’agosto 1665, realizzandone alcune parti, ma non la condusse a termine, perché «abbandonatala si absentò da questa città». E’ probabile dunque alla fine di agosto Camillo fosse di rientro a Bologna realizzazione «di un solaro d’argento ad uso delle processioni». (ASVE, Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia della Valverde o della Misericordia, Quaderno, reg. n. 305, c. 235, in Appendice, 8). 862 Apparati Regesto della vita e delle opere 1667 8 settembre Data della collocazione sul fronte del palazzo della Dogana del Porto Navile della Madonna incoronata con gli angeli Michele e Gabriele in terracotta policroma eseguita da Camillo Mazza su commissione del custode del porto Francesco Maria Martelli come ex voto per lo scampato pericolo corso da Anna Maria Biancossi caduta nelle acque del porto mentre attraversava il canale su di una passerella. Nel 1934 in seguito alle demolizioni per la sistemazione della via dei Mille e della via Roma l’opera fu collocata in cima allo scalone di Palazzo d'Accursio a Bologna (Sorbelli 1934, pp.46‐48, in Appendice, 9). 1670 gennaio‐ dicembre Giampietro Zanotti testimonia che in età giovanile Mazza soggiornò per un anno intero a Venezia e «tra le varie cose che vi lavorò è ragguardevole assai un’ornamento nel coro delle monache delle vergini» (Zanotti, 1739, II, p. 5). Tra i lavori registrati in questi anni nei documenti appartenenti alla chiesa e al monastero delle Vergini, l’unico relativo al coro si registra nel marzo 1670 allorché l’abbadessa del monastero Elisabetta Benzoni per dare degna collocazione ad un Breve pontificio nel «coreto» commise l’esecuzione sopra «l’Altare in detto coreto di una Nicchia, et in questa fatto poner la Beata Vergine di rilievo, che s’attrovava nel Monasterio, dichiarandola del Santissimo Rosario, facendo anco fare doi figure l’una di San Domenico, et l’altra di Santa Caterina da Siena, ponendole l’una per parte della detta Beata Vergine». (BCVE, Monastero delle Vergini di Venetia , Ms P. D. 699 c/III, c. nn, in Appendice, 10). 1671 Giuseppe rientra a Bologna dove incalzato dal conte Alessandro Fava, con Giovan Gioseffo dal Sole inizia a frequentare la scuola di Lorenzo Pasinelli. (Zanotti 1739, II, p. 5 ). 7 gennaio Camillo Mazza riceve il pagamento da Alessandro Fava di lire sette e dieci per «tor robba per cominciare le forme del Crocifisso dell’Algardi lire 7.10». (AHFSB,Vacchetta…, inv. 1666, c. nn. in Appendice, 12). 9 gennaio 863 Apparati Regesto della vita e delle opere Camillo Mazza «cominciò a lavorar in casa» del conte Alessandro Fava al Crocifisso dell’Algardi, seguono i pagamenti per l’acquisto dei materiali necessari. (AHFSB,Vacchetta…, inv. 1666, c. nn. in Appendice, 12). 29 luglio Camillo Mazza riceve da Alessandro Fava il pagamento di «lire 1.10 e più giorni sono una corba di secondo vino buon L. 2.10». (AHFSB,Vacchetta…, inv. 1666, c. nn. in Appendice, 12). 15 luglio Camillo Mazza termina il Crocifisso in bronzo tratto da uno in cera dell’Algardi, commissionatogli da Alessandro Fava, come si ricava dal pagamento di lire seicentoventicinque registrato in data 2 ottobre dove si legge:« sino li 15 luglio sudetto al Sig.
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