THE FUTURE SOUND OF CLASSICAL RAI NUOVAMUSICA 2014 RAI NUOVAMUSICA

RAI NUOVAMUSICA 2014 www.osn.rai.it AUDITORIUM RAI “ARTURO TOSCANINI” DI TORINO

Tutti i concerti sono trasmessi da In collaborazione con Indice

Pag. 2 Presentazioni

Pag. 4 Calendario Concerti

Pag. 8 Note al 1° Concerto

Pag. 14 Note al 2° Concerto

Pag. 20 Note al 3° Concerto

Pag. 30 Biografie dei compositori

Pag. 44 Biografie degli interpreti

Pag. 54 OSN Rai: biografia, riconoscimenti e discografia per la musica contemporanea

Pag. 60 Informazioni e Biglietteria L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai sta progressivamente intensificando Nel 2014 The Future Sound Of Classical taglia un doppio traguardo: un decennio il suo impegno nella produzione e nella diffusione della musica di oggi. Ne è di Rai NuovaMusica, e un lustro di (fortunata) collaborazione tra Associazione prova l’inserimento di alcune novità nel cartellone della stagione sinfonica, Cult. Situazione Xplosiva / Club To Club Festival e l'Orchestra Sinfonica Nazionale un ritrovato rapporto ideale tra radiofonia e opere di giovani compositori, della Rai. Lungo la strada percorsa insieme dal 2010, la sinergia fra OSN Rai ed la ricerca e valorizzazione di interpreti di eccellenza per questo determinato Xplosiva ha saputo raccontare il fascino della contemporanea e dell'elettronica repertorio che però padroneggino pienamente il rapporto con la tradizione, a un nuovo pubblico; un pubblico trasversale e genuinamente affamato, l’ormai consolidato e rinnovato sodalizio con i musicisti e il pubblico di Xplosiva, composto da un mix senza età di appassionati delle sonorità che oscillano fra la ricerca a tutto campo anche nei segmenti più creativi della musica cosiddetta l'avanguardia e la cultura di derivazione pop. “applicata” (come colonne sonore), la collaborazione con i maggiori protagonisti del jazz (Bollani, Bosso), l’incrocio di generi (con Arturo Brachetti). Insomma, La formula è collaudata, con tre musicisti per tre appuntamenti nel tempio la consapevolezza che le musiche di oggi raccontino un cambiamento che è torinese della classica: le serate di Rai NuovaMusica cominciano da loro, con plurale e sfaccettato è condivisa in modo partecipe da tutti i settori coinvolti esibizioni dal vivo di brani originali nel foyer dell'Auditorium Rai, a cui fanno nella produzione musicale. ritorno durante l'intervallo per presentare la rielaborazione di una delle composizioni in programma. Rai NuovaMusica è naturalmente il fulcro di queste iniziative e questa edizione si pone l’obiettivo non solo di offrire una scelta di opere appassionanti, che Sarà il duo di giovani produttori Vaghe Stelle (Astro:Dynamics, Gang Of Ducks) e siamo certi emozioneranno il pubblico per il talento e l’intelligenza di cui sono XIII ad aprire la rassegna il 20 febbraio; il 24 febbraio vedrà l'esibizione di Paolo frutto, ma anche di disegnare una mappa di tendenze, orientamenti, che se da Dellapiana, figura trasversale della scena musicale internazionale e membro un lato testimoniano la varietà dei linguaggi, dall’altro cercano di riconoscere dei Larsen; le sinusoidi a bassa frequenza di Psalm'N'Locker avvolgeranno il territori comuni, sintonie sotterranee, radici. pubblico in occasione dell'appuntamento di chiusura del 1 marzo.

Rispetto al big-bang di qualche decennio fa oggi sembra possibile individuare, Vi aspettiamo a Rai NuovaMusica. seppur ancora sfuocato, un quadro più preciso dei percorsi del cammino musicale attuale, non certo una nuova koinè ma una serie di traiettorie distinte Ass. Cult. Situazione Xplosiva e identificabili. Sergio Ricciardone

Dall’omaggio a Maderna (quasi una “prima” assoluta) ai più giovani Gardella e Corrado, dai “Maestri” conclamati come Vandor e Furrer, Sciarrino, Reich, Eötvös, ai nuovi protagonisti della scena musicale internazionale, il programma di questa manifestazione offre occasioni per tornare a scoprire che la musica, come nella migliore tradizione, continua a sorprenderci e a interrogarci incessantemente perché, come diceva Massimo Bontempelli, “la tradizione è una concatenazione di rivoluzioni”.

Direttore artistico dell’OSN Rai Sovrintendente dell’OSN Rai Cesare Mazzonis Michele dall’Ongaro

2 3 GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2014 LUNEDÌ 24 FEBBRAIO 2014

ore 20.30 e nell’intervallo - Foyer - Rai NuovaLounge ore 20.30 e nell’intervallo - Foyer - Rai NuovaLounge Vaghe Stelle + XIII Rework e live set Paolo Dellapiana Rework e live set a cura di Xplosiva e Club To Club Festival a cura di Xplosiva e Club To Club Festival

ore 21.00 Auditorium - Concerto ore 21.00 Auditorium - Concerto

Fabio Maestri direttore Pietro Mianiti direttore Francesco D’Orazio violino Federico Gardella Michele Tadini Mano d’erba, per orchestra (2011) ...Je vous en Prix (2013) (prima esecuzione italiana)

Bruno Maderna Pasquale Corrado Composizione n. 1 per orchestra (1948-49) Sfera (2012) (prima esecuzione dell’edizione critica a cura di (prima esecuzione italiana) Angela Ida De Benedictis, 2007) Alberto Colla Valerio Sannicandro Starlights (Luci stellari), symphonic poem on the Cori, per violino e orchestra (2008) life of a star (2002) (prima esecuzione assoluta) Malika Kishino Ivan Vandor Zur Tiefe (2013) Offrande(1993 - rev. 2013) (prima esecuzione italiana) (prima esecuzione della versione riveduta) Steve Reich Section IV, da The Four Sections (1987)

4 5 SABATO 1 MARZO 2014

ore 20.30 e nell’intervallo - Foyer - Rai NuovaLounge Psalm’N’Locker Rework e live set a cura di Xplosiva e Club To Club Festival

ore 21.00 Auditorium - Concerto

Marco Angius direttore Francesco Dillon violoncello

Beat Furrer Phaos (2006) (prima esecuzione italiana) Note ai concerti

Francesco Filidei Ogni gesto d’amore, per violoncello e orchestra (2009 - rev. 2013) (prima esecuzione della versione riveduta)

Emanuele Casale A Victor Hugo Daza (2006)

Salvatore Sciarrino Soffio e forma (1995) (prima esecuzione italiana)

Peter Eötvös The gliding of the eagle in the skies (2011) (prima esecuzione italiana)

6 Michele Tadini Bruno Maderna ...Je vous en Prix Composizione n. 1 per orchestra Data di composizione: 2013 Data di composizione: 1948-49 Prima esecuzione assoluta: 21 settembre 2013 – Torino Prima esecuzione dell’edizione critica a cura di Durata: 6’ ca. Angela Ida De Benedictis, 2007 Editore: Suvini Zerboni Durata: 23’ ca. Editore: Suvini Zerboni Nel vastissimo universo musicale del secolo passato e della più attuale contemporaneità, spesso i titoli offrono una chiave – talora reale, a volte irreale, Contrariamente a quanto lascerebbe intendere il titolo prescelto da Bruno spesso illusoria – per tentare di comprendere ciò che si cela dietro dei segni Maderna per una delle sue più straordinarie pagine sinfoniche giovanili, che diventeranno suoni. Nel titolo del primo brano in programma, ...Je vous en Composizione n. 1 per orchestra (1948-49) non è da considerare tanto un esordio, Prix, Michele Tadini offre in modo scanzonato un indizio genetico: nell’ironica quanto la definitiva consacrazione di un talento per anni gravato (più che trasformazione del “vi prego” francese (je vous en prie) si cela, infatti, un chiaro avvantaggiato) dal mito del “bambino prodigio”. Nato nel 1920, Maderna portò rimando alla vittoria conseguita dallo stesso compositore al Prix Italia del 2008 a termine non ancora trentenne Composizione n. 1, brano la cui genesi e le cui con La musica nascosta, radiofilm Rai (sceneggiato dallo scrittore veneziano vicende esecutive erano considerate solo fino a qualche anno fa incerte e oscure. Tiziano Scarpa) premiato nella sezione «Radio Music-Composed Work». Il brano L’approntamento nel 2007 di un’edizione critica della partitura – eseguita per grande orchestra del 2013 prende infatti le mosse dalla sigla iniziale della per la prima volta dal vivo in questa rassegna concertistica – ha permesso di trasmissione radiofonica e sviluppa quel materiale già esistente in un unico illuminare più di una stanza segreta dell’opera, caduta nell’oblio dagli inizi grande gesto che estende e rielabora, secondo strategie melodiche e accordali degli anni Sessanta. La genesi di quella che a tutti gli effetti deve considerarsi la molto precise, quanto in origine durava poco meno di un minuto. Nel processo di prima vera prova sinfonica di Maderna (di qui quel n. 1, vero spartiacque tra un estensione e dilatazione di quel primo nucleo sonoro non deve però individuarsi prima e un dopo) è strettamente legata all’amicizia con il direttore d’orchestra una semplice operazione di trascrizione o una mera trasposizione; piuttosto, come Nino Sanzogno, dedicatario dell’opera e suo primo interprete. In una lettera suggerisce lo stesso Tadini, bisogna vedere «un rapporto all’opera data, simile ad datata 17 dicembre 1948, allorché del brano non esisteva ancora né partitura altre trascrizioni fatte da me in passato, in cui la partitura originale, in un patto né titolo, Sanzogno si informa con fare paterno dello stato di avanzamento del di non tradimento, offre la sua anima alla rinascita». Un «non tradimento» lavoro a lui destinato e rivolge al giovane compositore l’esplicita domanda: basato nondimeno su due differenti libertà: la prima concessa dalla citazione «Come va la Sinfonia, quella per me?». Non vi è motivo per dubitare che con (ben occultata) de La musica nascosta, la seconda permessa dal gioco (tanto «Sinfonia» Sanzogno alluda alla futura Composizione n. 1 per orchestra, del cui serio quanto divertito, come ogni gioco che si rispetti) instaurato dall’autore impianto “sinfonico” fa fede tanto la compagine orchestrale prescelta, quanto la con il suo materiale accordale. In ...Je vous en Prix Tadini trasforma e ridisegna strutturazione dei movimenti interni. Dopo varie vicissitudini e ritardi (il lavoro progressivamente singoli accordi, composti anche di nove o dieci suoni, dando vita di ricopiatura e approntamento delle parti, compiuto con l’aiuto dell’amico Luigi a colorature armoniche sempre nuove e inattese. Le note degli accordi sono talora Nono, fu messo a punto solo nella seconda metà del 1949), l’opera fu eseguita estese dal compositore fino a tracciare vere e proprie costruzioni melodiche; altre con il titolo Musica per orchestra in prima assoluta a Torino, il 12 maggio 1950, volte sono invece dilatate in ritardi che non risolvono, all’interno di un’architettura presso il Conservatorio «Giuseppe Verdi» nell’ambito della Stagione sinfonica sonora che riecheggia, quasi divertita, soluzioni armoniche del passato. Come 1950-51 dell’Orchestra Sinfonica della Rai. Dopo sessantaquattro anni dalla afferma il compositore, ne risulta «una sorta di passacaglia» la cui mobilità del sua prima (e unica) esecuzione italiana, l’opera torna dunque a vivere nella ritmo armonico è saldamente e costantemente bilanciata dalla pulsazione quasi medesima città e grazie allo stesso corpo orchestrale (e allo stesso ente) che ne ostinata del ritmo percussivo, scandito con differenti figurazioni, timbri e varie segnarono i natali. A capo dell’Orchestra Rai vi era allora lo stesso dedicatario ampiezze dinamiche per la pressoché totalità del brano. dell’opera, Nino Sanzogno, che tornò a dirigerla nuovamente a Colonia il 28

8 9 settembre 1962; fatta eccezione per l’incisione realizzata nel marzo del 2006 Valerio Sannicandro da Arturo Tamayo per la Neos con l’orchestra della radio di Francoforte, la Cori, per violino e orchestra tradizione esecutiva dell’opera termina con questa seconda ripresa tedesca: dal Data di composizione: 2008 1962 ad oggi nessuna traccia documentaria parla a favore di altre esecuzioni di Prima esecuzione assoluta Composizione n. 1 per orchestra che, di sicuro, non fu più diretta da Sanzogno, Durata: 10’ ca. né mai lo fu dallo stesso Maderna durante la sua costante carriera direttoriale. Editore: Suvini Zerboni Rileggendo in chiave contemporanea e del tutto personale la forma sinfonica, Sebbene si tratti di una prima esecuzione assoluta, la composizione di Valerio in Composizione n. 1 Maderna giustappone senza interruzioni di sorta Sannicandro, Cori, è datata al 2008 ed è stata sottoposta a una prima revisione quattro distinte parti, a loro volta variamente articolate internamente. Nella nel 2013. Anche in questo caso il titolo non è esente dal fornire alcuni suggestivi prima parte, per esempio, si susseguono una ieratica e lenta Introduzione rimandi per l’ascoltatore: Cori può infatti richiamare alla memoria un insieme di dall’andamento prevalentemente accordale, una sezione di mezzo (Un poco voci concertanti ma, anche, degli spazi specifici in cui quelle stesse voci (umane meno, scrive Maderna in partitura) in cui affiorano gli elementi tematici o strumentali) intonano i loro suoni. Entrambe queste accezioni sembrano dell’opera, e un Allegro in cui le due dimensioni melodiche e armoniche si convivere nel brano per violino e orchestra di Sannicandro. Le voci della compenetrano. La seconda parte è costituita invece da un unico Allegro – Quasi compagine orchestrale prescelte per accompagnare lo strumento solista creano lo stesso tempo in stile “tema con variazioni” – opportunamente volto in chiave un impasto timbrico (un “coro”) del tutto particolare: tra i fiati sono presenti in dodecafonica: il tema (anticipato in modo frammentario dai soli timpani in ff, orchestra solo due flauti e due corni; a questi si aggiungono una grande sezione quindi subito ripreso con forza dagli strumenti a corda) è sottoposto nell’arco di archi, un’arpa e tre percussionisti. La stessa disposizione spaziale di questo di sette distinti «Periodi» a processi di «metamorfosi», «scomposizione», insieme orchestrale è, ugualmente, non convenzionale: sebbene disposti «integrazione», «sintesi», «distruzione» e infine di «dispersione» (i termini frontalmente rispetto agli ascoltatori, gli strumenti sono collocati in “cantorie” sono suggeriti dallo stesso compositore in partitura), fino a divenire del tutto differenti, con il violino solista circondato dai timbri affini degli archi (violini irriconoscibile nel profilo ritmico e intervallare. Seguono quindi, sempre senza I, II e viole); i sei contrabbassi, esclusi da questo primo “coro”, sono invece soluzione di continuità, la terza e quarta parte, un Andante, aperto dall’amata collocati dietro la scena e miscelati ai timbri delle percussioni; un ulteriore voce del vibrafono e segnato dalla levità delle linee melodiche, e un Allegro “coro” a sé, collocato al centro tra questi primi due, è formato quindi dai quattro moderato e vigoroso finale, annunciato dagli archi e percussioni in ff, in cui fiati (due legni e due ottoni) e dall’arpa. Tutto, nella partitura di Cori, conferma le quattro serie fondamentali dell’opera – mai riconoscibili nel loro assetto l’attenzione che il compositore ha da sempre riservato, nei suoi lavori e nelle sue originale – sono sviluppate in stretto canonico. Ciò che resta, dopo questa ricerche, alle differenti declinazioni del concetto di spazializzazione del suono. magistrale applicazione della tecnica dodecafonica sapientemente celata Dedicato al violinista Francesco D’Orazio (interprete di questa prima esecuzione nell’inseguirsi delle voci orchestrali, è «solo il ritmo»: le battute finali dell’opera assoluta), Cori si dipana come un’unica grande architettura sonora articolata sono affidate infatti alle sole voci delle percussioni e del pianoforte. Ai suoni al suo interno da una estrema varietà di indicazioni agogiche, metronomiche, temperati di quest’ultimo, alternati a quelli di un vibrafono, Maderna affiderà dinamiche e timbriche. Le varie stanze di questo caleidoscopico edificio acustico infine la dedica «a Nino Sanzogno», posta direttamente in musica e “intonata” (in partitura se ne possono riconoscere quindici, dal primo «Poco affrettato» al con tredici singole altezze (una per ogni lettera della dedica). Sono, questi, gli «Drammatico» finale) sono precedute da una suggestiva cadenza introduttiva ultimi suoni ad altezza determinata di una composizione che svanisce a poco a del solista accompagnato da un tappeto sonoro, indistinto e soffuso, di fiati, poco nei fievoli colpi e nei rullii delle percussioni, lasciate vibrare finché «anche arpa e contrabbassi. Si tratta di “finestre” – ognuna circoscritta da un respiro, il ritmo scompare». una breve pausa o un nuovo attacco degli strumenti di accompagnamento – che aprono sul brano lasciando solo intravvedere quello che sarà il mondo e la complessità espressiva del brano. Questa introduzione, giocata nel segno

10 11 dell’indistinto e del “segreto”, ben anticipa l’atmosfera sonora di Cori e il fluire più come “reminiscenza sonora” che in modo letterale: si tratta di un ricordo, di della sua voce solista, descritta dallo stesso Sannicandro come una «voce un “momento” destinato non a evocare la fonte mahleriana bensì a creare una sospesa, che a tratti ondeggia e si ripiega in veloci arpeggi», producendo suggestione acustica per la quale «chi ascolta ha solo l’impressione di “capire”». attorno a sé «una serie di strati, colori, echi in continuo movimento. Il violino Un momento che, al contempo, contiene in sé un ulteriore dono (un’offerta che solista è il vertice di un prisma, l’orchestra, la quale accumula con lo scorrere del è omaggio) al dedicatario, Sinopoli, e al suo amore per il grande compositore tempo una quantità e qualità sempre variabile di riflessi: i suoni si intersecano, boemo. Le varie sezioni di Offrande sono caratterizzate da tempi metronomici si sovrappongono, si affiancano allo strumento solista e ne trasformano sia differenti (dall’iniziale Lento al Lentissimo finale varie tappe intermedie – ora il timbro che la sua funzione, mentre il discorso musicale attraversa in modo più lente ora più veloci – si susseguono l’una dopo l’altra) e da una sorta di ciclico diversi stati, dalla contemplazione di un lontano orizzonte a improvvise sincretismo di elementi compositivi differenti: l’autore si avvale difatti di vari scosse segno di una latente drammaticità». “linguaggi” musicali, dalla tonalità all’atonalità, dal cromatismo integrale alla serialità alla politonalità, miscelati con grande perizia e talora in modo del Ivan Vandor tutto indistinto all’ascolto. Tra gli intervalli, e a prescindere dalla procedura Offrande compositiva di riferimento, Vandor privilegia quelli di seconda maggiore e Data di composizione: 1993 - rev. 2013 minore (di tono e semitono), colori armonici che sono il cuore strutturale Prima esecuzione della versione riveduta della composizione. Solo alla fine, nell’ultima sezione di Offrande, dal magma Durata: 18’ ca. sonoro dell’orchestra affiora un tema che, nelle parole di Vandor, «porta la Editore: Suvini Zerboni composizione alla sua naturale conclusione: un tradizionale bicordo di terza maggiore». Come nel caso di Composizione n. 1 di Maderna, anche nella genesi di Offrande Angela Ida De Benedictis si cela la presenza di un grande direttore d’orchestra: il brano di Ivan Vandor fu infatti scritto vent’anni fa, su esplicita richiesta di Giuseppe Sinopoli (dedicatario dell’opera), che la eseguì in prima assoluta presso l’Auditorium Mann di Tel Aviv, nell’ottobre del 1993, a capo della Israel Philharmonic Orchestra. In previsione di questa ripresa torinese, il compositore ha apportato alcune revisioni alla sua pagina orchestrale, ridimensionandola nella durata (la versione originale durava infatti 25’ rispetto ai ca. 20’ minuti attuali) e operando minimi cambiamenti che coinvolgono alcuni passaggi dinamici e timbrici. Il titolo, in questo caso, indirizza l’ascoltatore verso una dimensione espressiva: lontano da qualsiasi riferimento implicito o esplicito a Edgard Varèse e alla sua Offrandes, esso allude a un dono di carattere rituale o comunque legato a un orizzonte religioso, difficilmente traducibile nell’italiano “offerta” (di qui la scelta di Vandor di un titolo in francese). Lo stesso compositore ha affermato di aver voluto indicare, con il titolo Offrande, «un’esperienza più profondamente spirituale e introversa, esperienza sottolineata anche da una quasi citazione di un passo della Terza Sinfonia di Mahler in cui il contralto canta un testo tratto da Così parlò Zarathustra di Nietzsche». Il riferimento va al quarto lento movimento (Sehr langsam. Misterioso) della terza mahleriana e all’eterno e profondo monito «O Mensch! Gib acht!» (Sta’ attento, uomo!), usato da Vandor

12 13 Federico Gardella Nel 2012 la Biennale di Venezia intitolava il Festival internazionale di musica Mano d’erba, per orchestra contemporanea "Minimalismi e massimalismi", per mettere in luce la tendenza (prima esecuzione italiana) della musica d’oggi a esplorare le regioni di frontiera del mondo sonoro. Il Data di composizione: 2011 panorama musicale attuale, infatti, non è soltanto animato da una variopinta Prima esecuzione assoluta: 27 maggio 2012 – Tokyo pluralità di linguaggi, ma si spinge fino a toccare le forme più radicali Durata: 12’ ca. dell’espressione, dalla sottrazione più rigorosa di ogni elemento superfluo fino Editore: Suvini Zerboni alle stratificazioni più dense e magmatiche del materiale. Il programma del 2° concerto di Rai NuovaMusica sembra seguire un criterio analogo, presentando Pasquale Corrado un ventaglio di musiche che si collocano, in linea di massima, nella sfera di Sfera (prima esecuzione italiana) atteggiamenti radicali di segno opposto. Data di composizione: 2012 Il più lontano nel tempo, e il più programmatico dal punto di vista estetico, è il Prima esecuzione assoluta: 25 giugno 2012 - Parigi Durata: 7’ 30” ca. lavoro di Steve Reich. The Four Sections venne commissionato per festeggiare i Editore: Suvini Zerboni/SugarMusic 75 anni della San Francisco Symphony, che eseguì il lavoro per la prima volta il 7 ottobre 1987 con la direzione di Michael Tilson Thomas. Le quattro sezioni del Alberto Colla titolo si riferiscono agli analoghi insiemi di strumenti che formano l’orchestra, Starlights (Luci stellari), symphonic poem on the life of a star ovvero gli strumenti ad arco, gli strumenti a fiato, gli ottoni e le percussioni. Steve Nebula – Vortices – Blue Star – Expansion – Supergiant Red Star – Collapse – Supernova – Reich però sovrappone a questa divisione ulteriori articolazioni, che riguardano Collapse II – White Dwarf – Collapse III – Pulsar – Collapse IV – The Horizon of Events – Black il tempo dei quattro movimenti e la struttura armonica di ciascuna sezione. Hole – Radiations Ogni parte si concentra su un singolo insieme di strumenti, mentre l’ultima Data di composizione: 2002 sezione, Section IV appunto, presenta l’orchestra nella sua forma completa. Prima esecuzione assoluta: 5 aprile 2003 - Tallinn L’organico è studiato per proiettare un’immagine compatta e geometrica del Durata: 17’ ca. Editore: Ricordi/Ricordi suono orchestrale, con tutti gli strumenti a fiato e gli ottoni a 4 e la sezioni di percussioni formata da due vibrafoni, due marimbe, due pianoforti e i timpani. Malika Kishino Una simile struttura del lavoro potrebbe far pensare a una sorta di stile Zur Tiefe concertante, in cui le varie sezioni dell’orchestra assumono di volta in volta (prima esecuzione italiana) un ruolo solistico e si contrappongono alla fine le une alle altre, sulla falsariga Data di composizione: 2013 del Concerto per orchestra di Bartók. In realtà il linguaggio di Reich si sviluppa Prima esecuzione assoluta: 20 settembre 2013 – Cottbus attraverso un lento processo di accumulazione sonora, formata da una Durata: 6’ ca. fitta rete di figure ritmiche e melodiche ripetitive che producono un tessuto Editore: Suvini Zerboni contrappuntistico sempre più denso e complesso. La logica del cosiddetto “minimalismo”, di cui Steve Reich è stato uno dei principali esponenti, pur Steve Reich deridendo il termine e rifiutando l’etichetta, nega in maniera radicale i processi Section IV, da The Four Sections narrativi e lo spirito dialettico tipici della musica europea. Dal Settecento in Data di composizione: 1987 avanti, le forme principali della musica orchestrale, il concerto e la sinfonia, Prima esecuzione assoluta: 7 ottobre 1987 - San Francisco sono improntate sull’idea di seguire un percorso di avvenimenti, che trovano Durata: 6’ ca. soltanto alla fine la soluzione delle loro contraddizioni. Per Steve Reich, invece, Editore: Boosey/Ricordi il finale di The Four Sections rappresenta solo il momento di massima espansione

14 15 del flusso sonoro, che diluisce l’elemento narrativo nel ritmo trascendente del Un autore del tutto a proprio agio invece con l’orchestra di tradizione classica tempo cosmico. In questo lavoro, tuttavia, l’autore aveva trasgredito in parte la e romantica è Alberto Colla. Nella sua produzione, già piuttosto abbondante rigida estetica minimalista, introducendo per la prima volta nella sua musica un per un musicista nato nel 1968, spiccano i lavori sinfonici e concertanti, spesso effetto di accelerazione nell’agogica generale, passando via via dal tempo lento premiati in prestigiosi concorsi internazionali ed eseguiti da orchestre di primo del primo episodio alla pulsazione veloce (semiminima = c. 180) dell’ultimo. piano in tutto il mondo. Starlights, scritto nel 2002, è un esempio appunto del Ascoltando solo la parte finale, si perde ovviamente il senso di incremento successo riscosso a livello internazionale dalla musica di Colla, che con questo dell’effetto drammatico all’interno del lavoro, ma è importante tener presente lavoro si è affermato nel 2003 al Concorso “Sumera” di Tallinn, dove il lavoro anche questo elemento per valutare le trasformazioni avvenute nella musica di venne eseguito la prima volta dalla Estonian National Symphony diretta da Reich a cavallo degli anni Novanta. Olari Elts. Section IV riassume e offre una sintesi conclusiva delle varie idee sviluppate A differenza di Steve Reich, Alberto Colla ha improntato la maggior parte della nelle precedenti parti, a cominciare dal processo armonico. Il lavoro infatti si sua produzione a uno stile narrativo e rappresentativo, a cominciare dall’opera snoda mantenendo sullo sfondo una fascia armonica che parte dalla tonalità di tratta da Kafka Il processo, che nel 2001 gli ha dato la prima notorietà a livello mi maggiore, arricchita dalla triade di la maggiore, per giungere a una cadenza internazionale. Starlights è un poema sinfonico, che intende raccontare la vita generale di tutta l’orchestra sull’accordo di fa diesis maggiore. La traiettoria di una stella. Dietro al fenomeno delle radiazioni elettromagnetiche visibili di questa striscia armonica è attentamente calcolata, in maniera da passare a occhio nudo, chiamato volgarmente cielo stellato, si nasconde infatti un attraverso le forme armoniche usate nelle sezioni precedenti grazie a una serie complesso insieme di eventi che formano il ciclo vitale di una stella. L’orchestra di impercettibili modulazioni. Agli elementi ritmici e armonici, si aggiunge alla di Colla cerca di cogliere l’impressione che questa sequenza di fenomeni fine anche una linea melodica, sviluppata in maniera onirica dai violini primi astronomici giganteschi destano in un osservatore umano, schiacciato dalla divisi a due e dagli strumenti a fiato. L’interesse quasi ossessivo per la struttura smisurata grandezza della loro scala di valori. La musica descrive le fasi e le sue varie articolazioni produce una scrittura calcolata al millimetro, in principali dei cambiamenti della materia stellare, dalla nascita come nebulosa antitesi a qualsiasi principio improvvisativo. Eppure l’effetto complessivo di alla sequenza di trasformazioni della massa, attraverso processi di espansione questo stile iper-compositivo provoca in effetti una sorta di destrutturazione e di collassamento, nei vari stadi della vita degli astri. Il poema sinfonico infatti radicale della forma, in perfetta simbiosi con l’estetica minimalista. Reich è articolato in diversi episodi, che si susseguono senza soluzione di continuità: evita con la massima cura di conferire a Section IV il carattere di un’apoteosi Nebula, Vortices, Blue star, Expansion, Supergiant red star, Collapse, Supernova, sinfonica, malgrado ne avesse a disposizione tutte le possibilità, a cominciare Collapse II, White dwarf, Collapse III, Pulsar, Collapse IV, The horizon of events, dalla riunione di tutte le forze sonore dell’orchestra. Volendo scavare più a Black hole, Radiations. Un sottotesto del genere offre lo spunto per scatenare fondo nella questione, The Four Section mette in luce le contraddizioni irrisolte le sonorità più esplosive dell’orchestra, sfruttando in maniera spettacolare gli di Reich di fronte alla scrittura per orchestra, affrontata soprattutto nella strumenti nel loro registro più estremo. Il ciclo di vita di una stella inoltre sembra seconda metà degli anni Ottanta. Un organismo nato per esaltare la parabola particolarmente adatto a disegnare un percorso formale, nel quale gli episodi narrativa come l’orchestra entra subito in conflitto con una concezione astratta più convulsi si alternano a momenti di stasi lirica, tracciando un arco espressivo e antifigurativa come quella di Reich, che ha bisogno invece di un controllo che parte dal timido aggregarsi del materiale e ritorna al silenzio siderale delle assoluto e diretto del suono per spremere tutta la forza espressiva della sua impalpabili radiazioni finali. Il tema principale, che rappresenta il Leit-motiv musica. In Section IV non si trova una sola indicazione agogica, per esempio della stella, viene esposto in forma compiuta da un motivo di sei note suonato crescendo o diminuendo, e la sonorità oscilla costantemente tra mezzopiano e da una tromba, ma era già presente allo stato pulviscolare nelle prime battute mezzoforte, anche se il lavoro termina come abbiamo detto con un tempo molto del lavoro. Il racconto si sviluppa attraverso la permanente trasformazione di più rapido dell’inizio e con un accumulo notevole di tensione contrappuntistica. questo materiale primordiale, che alla fine si sfarina nella tenue sonorità della In definitiva c’è qualcosa di incoerente nell’orchestra di Reich, che ha sotto il celesta perdendosi nelle infinite risonanze del vuoto. sedile una "Ferrari" e la guida come una "500". Starlights rappresenta forse il punto culminante della fase massimalista e

16 17 visionaria della musica di Colla, che nei lavori successivi si è orientato verso uno toglie di volta in volta il colore della propria voce all’impasto collettivo, in una stile più sfumato e meno spettacolare. sorta di delicata e suggestiva melodia di timbri. La metafora della natura indica però un altro tema di riflessione, il rapporto tra la finitezza dell’esperienza Si torna di nuovo a forme di linguaggio di stampo minimalista con i lavori umana e l’eterno divenire del mondo. La linea melodica di un flauto in sol, di Federico Gardella e della giapponese Malika Kishino. Non accade molto staccandosi dallo sfondo dell’orchestra, mette in luce il contrasto tra la coscienza infatti in Zur Tiefe, una recente composizione della Kishino eseguita per la prima soggettiva e la neutralità oggettiva dei fenomeni naturali. L’epifania di questa volta il 20 settembre 2013 dalla Philharmonische Orchester des Staatstheaters voce isolata provoca nell’intera orchestra una reazione brusca e violenta, che Cottbus con la direzione di Evan Christ. Per meglio dire, accade lo stesso si manifesta poi in forma ancor più drammatica in una nuova espressione del gesto ripetuto più volte, con sfumature sempre diverse e cangianti. Un breve conflitto tra l’individuo e il mondo. Questa dialettica, tuttavia, sfocia alla fine in impulso sonoro dell’intera massa orchestrale genera una scia di risonanze che si una sorta di annullamento del canto del flauto nel respiro eterno della natura. propagano a macchia d’olio nel tempo, come per esaurire l’energia sprigionata dalla scintilla iniziale, finché una nuova esplosione di suono viene a imprimere Mano d’erba nasce e muore nel silenzio, mentre Sfera di Pasquale Corrado un’altra spinta in avanti al meccanismo sinfonico. L’energia dell’orchestra sembra lanciare un urlo infinito e squassante, persino quando la sonorità si nasce negli abissi mistici del suono, che attrae in maniera irresistibile con le smorza e il furore dell’orchestra si placa nel crepuscolare gioco di campane sue misteriose profondità filosofiche la sensibilità dell’autrice. La forma non è del finale. Il lavoro, come spiega l’autore, è «la descrizione d’una sola figura articolata sulla narrazione di un contrasto insito nel materiale musicale, bensì musicale e delle mille variazioni che la rendono sempre diversa e mutevole: dalla contemplazione delle infinite possibilità di rifrazione del suono. La varietà le note Do Si ricorrono durante tutto l’arco del pezzo dando vita a situazioni dei timbri orchestrali è sfruttata con un calibrato amalgama di diversi tipi di sempre differenti, nuove». Le note Si e Do formano i due intervalli più estremi attacco del suono, di microcontrappunti, di varie tecniche strumentali ormai e dissonanti del sistema armonico, seconda minore e settima maggiore, familiari alla musica contemporanea. Il progetto dell’autrice intende descrivere segnando subito il desiderio dell’autore di saturare idealmente lo spazio l’immagine di una goccia d’acqua che cade al suolo e s’infiltra nel suolo, fino sonoro. In effetti nella partitura non si trova un solo istante di silenzio, tranne il a raggiungere le parti più oscure e misteriose della terra. In armonia con la quarto iniziale della prima battuta, che sembra caricare di tensione il poderoso visione filosofica e zen della cultura giapponese, Malika Kishino esprime in un levare dell’orchestra. L’energia di quest’onda di suono si scarica su un grande gesto sintetico e nella meditazione il senso profondo della sua ricerca sul suono accordo, da cui si sviluppa un brulicante continuo spazio-temporale riempito e sul non-suono. Zur Tiefe si apre su una violenta strappata dell’orchestra in fff e di suoni ribattuti e microfigure che formano un reticolo di contrappunti declina lentamente fino a raggiungere il silenzio finale. Il rapporto tra il pieno e ritmici e incrostazioni timbriche. Il flusso della materia sonora mantiene una il vuoto rappresenta l’asse cardinale del suo lavoro, che rimane un ponte di stile velocità costante, articolando la forma attraverso grandi cesure armoniche e ibrido tra la musica occidentale e il mondo orientale. ritmiche. La densità del materiale, di volta in volta compresso fino a fondersi La visione della natura può ispirare lavori allegorici e drammatici come quello in un magma indistinto o dilatato in una scrittura quasi puntillistica, plasma di Colla, ma anche di carattere lirico e contemplativo come Mano d’erba di la drammaturgia del lavoro, che è concepito all’interno di una stessa unità di Federico Gardella. La delicatezza della tinta sonora e il lavoro di cesello tempo, come una sfera appunto. sulla scrittura giustificano pienamente il primo premio conferito a questa La prima esecuzione di Sfera è avvenuta a Parigi nell'ambito del Festival composizione nel 2012 al Concorso internazionale intitolato a Toru Takemitsu. Académie ManiFeste, il 25 giugno 2012, con l'Orchestre Philharmonique de Mano d’erba è stato eseguito per la prima volta a Tokyo il 27 maggio 2012 dalla Radio diretta da Leo Hussain. Tokyo Philharmonic Orchestra diretta da Naohiro Totsuka. Oreste Bossini La natura in questo caso diventa una metafora della stessa orchestra, che cresce in maniera organica attraverso l’integrazione progressiva delle diverse famiglie strumentali nel disegno sonoro complessivo. Ciascun strumento aggiunge e

18 19 Beat Furrer sottigliezza di filigrane cesellate con finezza, che possono essere interrotte da Phaos gesti dirompenti oppure possono addensarsi in combinazioni complesse di (prima esecuzione italiana) forte impatto. Non si intenda l’immagine della filigrana in senso decorativo: a Data di composizione: 2006 proposito del mondo poetico di Furrer Reinhard Kager con ragione ha parlato di Prima esecuzione assoluta: 21 maggio 2006 - Stoccarda “dolorosa dialettica tra disperazione e utopia”. Durata: 17’ ca. La luce di Phaos conosce spesso splendori metallici: nel suono complessivo si nota Editore: Bärenreiter/Sonzogno la presenza di tre percussionisti con una trentina di strumenti (prevalentemente Anche se è nato in Svizzera (a Schaffhausen nel 1954), Beat Furrer ha legato legni e metalli). Si nota anche il rilievo solistico del primo violino, del primo a Vienna la fase decisiva della sua formazione (nella capitale austriaca è contrabbasso e del pianoforte, sia pure con interventi brevissimi, estremamente stato allievo di Roman Haubenstock-Ramati) e la sua attività di compositore frammentati. I gesti, i materiali con cui è costruita la musica di Furrer sono e di fondatore e direttore del Klangforum Wien. Tra le tappe del suo percorso “piccoli”, spesso isolati, soprattutto nella prima parte del pezzo (che dura poco hanno un posto significativo le esperienze di teatro musicale, un teatro dalla più di sette minuti), dove prevalgono trasparenze, rarefazioni, brevi silenzi. Ho drammaturgia non convenzionale, dall’atto unico Die Blinden (Vienna 1989) parlato di prima parte perché all’ascolto come nella partitura il pezzo appare a Fama (Donaueschingen 2005), che l’autore definisce Hörtheater (Teatro per chiaramente articolato in due sezioni, che non sono separate da alcuna pausa. l’ascolto) e che è stata presentata anche alla Biennale Musica di Venezia dove La seconda, più ampia, segue subito, con un improvviso fortissimo, con le lame Furrer ha avuto il "Leone d’oro" nel 2006. Il titolo si lega alla suggestione di un di luce metallica dei crotali (che entrano qui per la prima volta) e i glissandi degli passo del XII libro delle Metamorfosi di Ovidio, in cui è descritta la casa della archi. Fino alla fine del pezzo, per una decina di minuti, la scrittura diviene più Fama, una casa aperta da infinite aperture, dove non c’è mai silenzio, e tutto densa e drammatica, anche se non viene meno il minuzioso lavoro sul suono; risuona delle voci che vi giungono. Protagonista di questo teatro dell’ascolto i materiali si sovrappongono e si intrecciano, ritornano in nuove combinazioni è il suono nello spazio, in uno spazio con caratteri particolari, anch’esso e in costanti trasformazioni, come gesti che si ripetono con continue varianti strumento del compositore e “casa” dove trova posto il pubblico; ma c’è un e danno vita a processi sovrapposti creando ondate di luce che si succedono concreto riferimento drammaturgico, perché il testo è formato da frammenti con ininterrotta tensione. Alla fine un gioco di sottile sfasamento in imitazione del monologo interiore della signorina Elsa di Schnitzler, affidati a un’attrice. accomuna tutta l’orchestra nella ripetizione di figure cromatiche discendenti, Il percorso musicale di Fama segue con grande finezza, sensibilità e varietà che conducono alle battute conclusive. inventiva, e con una qualità di suono sempre personalissima, diversi momenti del delirio di Elsa, fino al mortale spegnersi conclusivo. Francesco Filidei Phaos per orchestra, che porta in partitura la data di compimento 11 marzo Ogni gesto d’amore, per violoncello e orchestra 2006, segue a breve distanza l’esperienza di Fama. La prima esecuzione di Data di composizione: 2009 - rev. 2013 Phaos ha avuto luogo a Stoccarda il 21 maggio 2006 con la Staatsorchester Prima esecuzione della versione riveduta Stuttgart, committente del pezzo, diretta da Lothar Zagrosek. Come in lavori Durata: 26’ ca. precedenti della piena maturità di Furrer molto schematicamente potremmo Editore: Rai Trade parlare della filtrata elaborazione di un nucleo concentrato di materiali che Composto nel 2009, Ogni gesto d’amore per violoncello e orchestra ha avuto sono proiettati nel tempo e nello spazio attraverso complessi procedimenti di la prima esecuzione il 2 maggio 2010 alla “Münchener Biennale” per la quale variazione, addensamento, combinazione, disgregazione. era stato commissionato dalla città di Monaco. Il solista era Francesco Dillon, Phaos in greco significa luce, e la luce evocata da Furrer nel pezzo che porta cui la partitura è dedicata; Stefan Asbury dirigeva l’orchestra della radio di questo titolo conosce innumerevoli riflessi e iridescenze, sfumature e Vienna (ORF Radio Symphonie-Orchester Wien). Nello stesso concerto era in marezzature, e insieme la densità di grandi ondate. Il lavoro sul suono che è programma di Filidei Macchina per scoppiare pagliacci (2004), uno dei lavori uno degli aspetti caratteristici più originali della musica di Furrer si vale della più rappresentativi di una fase della sua ricerca rispetto alla quale Ogni gesto 20 21 d’amore rivela aspetti nuovi. suono. Una forma Rondo ha imbrigliato l’alternarsi di differenti stati emotivi, con La musica di Francesco Filidei (Pisa 1973) nasce da un’esperienza di ricerca al possibili scene di vita separate dal richiamo funebre delle grancasse. Un pensiero limite, sulle possibilità dell’uso musicale del rumore, che costituisce spesso al Crucifixus di Bach e al Weinen Klagen Sorgen Zagen di Liszt ha forse generato il materiale del suo linguaggio con inaudito radicalismo e grande forza l’impianto globale del lavoro, dilatandone l’inesorabile basso ostinato cromatico comunicativa. Sciarrino ha parlato di una musica dove ciò che risuona è ridotto in fa minore su tutto il percorso. Ogni sezione della partitura è costruita infatti a mormorio, quasi a scheletro, “lieve, ma ricco di rumori quasi meccanici”, seguendo semitono dopo semitono la scala cromatica discendente, partendo dalla capace di trovare adeguato respiro anche nel rigore di questo ambito limitato, nota Fa. Ogni melodia, quando non imprigionata nel suo stesso spettro, è costruita con soluzioni prima impensabili: “non si tratta di soluzioni intellettuali, ma del semitono per semitono sulla gamma cromatica, gamma che solo sull’ultima dischiudersi di un prezioso mondo poetico”. Dove si può riconoscere un rapporto sezione della partitura trova un suo rinascere attraverso la scala di Fa diesis con la storia, con il passato, rivissuto ovviamente con libertà inventiva, senza maggiore, serialmente, moralmente, tonalmente. rinunciare alla consapevolezza dell’oggi. In una intervista del 2012 con Marilena Il vuoto alle soglie del silenzio dell’inizio di Ogni gesto d’amore, che prende avvio Laterza il compositore, che è anche un grande organista, ha osservato: dalle pagine girate e dal pianissimo soffocato dei colpi di grancassa, crea subito essichi la musica, conservi il suo scheletro, e, come in una natura morta, del suo una tensione che non viene mai meno e che, attraverso sezioni di carattere vissuto resta solo la cenere; una specie di quaresima, in cui si crea una tensione diverso fortemente individuato, porta anche a momenti esplosivi, culminanti estrema e il desiderio non viene appagato per poter essere desiderato ancora. […] nella sezione “Agitato” (poi “Agitato molto, disperato”) che si colloca poco oltre In questo c’è un amore sconfinato per la tradizione. i due terzi del pezzo. Dopo queste pagine di massima densità (che non rinuncia Nella stessa intervista, tuttavia, Filidei racconta che, giunto al limite di un ad una controllata raffinatezza di scrittura) la graduale rarefazione porta al percorso di sottrazione, «a un certo punto non ce l’ho fatta più e ho gettato la momento in cui le girate di pagine hanno la maggior frequenza ed evidenza, e maschera». Ogni gesto d’amore non era stato subito concepito come concerto infine alla delicatezza del conclusivo “Andantino molto, dolce”. Anche l’anelito per violoncello e orchestra, e vi doveva essere fondamentale la successione di al canto che mi sembra caratterizzare la parte del solista appare frutto di una pagine girate dagli orchestrali (il gesto iniziale, che ritorna più volte nel corso tensione al limite, con una scrittura spinta all’estremo. del pezzo), ad aprire uno spazio vuoto: «ma poi sono scoppiato, e tutto il suono che avevo trattenuto per dieci anni è venuto fuori». Il profondo mutamento si Emanuele Casale riflette anche nella vicenda del titolo del pezzo, che proviene da un verso del A Victor Hugo Daza Novissimum Testamentum di Edoardo Sanguineti, «Quando è finito ogni gesto Data di composizione: 2006 d’amore». Nel testo che Filidei ha premesso alla partitura leggiamo, dopo la Prima esecuzione assoluta: 6 dicembre 2006 - Palermo citazione dei versi di Sanguineti che precedono quello del titolo: Durata: 12’ ca. Editore: Ricordi Per mesi e fino all’ultimo giorno di lavoro ho scritto e cancellato a più riprese dal titolo le prime parole del verso di Sanguineti. Il “Quando” è caduto definitivamente Dopo il compimento degli studi di composizione e di musica elettronica, quasi subito, mentre il “Finito” negli ultimi giorni, in una alternanza che ha Emanuele Casale (Catania 1974) ha seguito fra l’altro corsi di Aldo Clementi e alimentato e tracciato il percorso della composizione. di Salvatore Sciarrino, e si è rapidamente affermato con una poetica del tutto Prosegue il Novissimum Testamentum: “E così amore finisce in Romanza, / e si indipendente da quelle di entrambi questi maestri. La sua musica si è imposta chiude in canzone e in cantilena: / Amore muore in strambotto e in rispetto, / spira sotto il segno di una volontà di “essenzialità” intesa come nitida concisione, in stornello, in elegia, in sonetto” energia, ricerca di idee trasparenti, non prive di diretta immediatezza, e non Amore muore quindi in musica. E la musica come muore? Cercavo una musica estranee ad una componente ludica: una musica che “riunisce azione giocosa completamente essicata, fra le voltate di pagina, ma a poco a poco, con il titolo, e una sorta di sistema sonoro geometrico ad incastri: un flusso continuo di le pagine stesse mi hanno forzato a prendere un’altra strada, imponendo il microcellule tematiche aggrovigliate e micro-temi con pseudo-imitazioni

22 23 ininterrotte”, come ebbe a dichiarare il compositore. densità carica di energia. Il pezzo si caratterizza per una particolare evidenza All’inizio le opere di Casale portavano spesso titoli astratti, ad esempio il di contrasti, tra esplosioni sonore e zone di delicato lirismo. E su tali contrasti numero che definiva il posto occupato nel catalogo. Così porta il semplice titolo richiama l’attenzione anche il testo di presentazione di Casale, che, dopo aver 6 il pezzo che la Fenice gli aveva commissionato per proporlo nella settimana spiegato la dedica al giovane boliviano, osserva: di inaugurazione del teatro ricostruito dopo l’incendio, nel dicembre 2003. L’orchestra è trattata in modo da generare l’eco della tradizione sinfonica. Il lavoro Questa consuetudine si è interrotta con il pezzo in programma oggi, e le opere esordisce in modo quasi trionfale, si sviluppa con colori piuttosto vari, macigni e successive portano quasi tutte un titolo non astratto. Nel caso di A Victor Hugo carezze. Poi sprofonda in una sorta di baratro di legni e ottoni, come se fosse un Daza, commissionato dall’Orchestra Sinfonica Siciliana e composto nel 2006, potente oblio. il titolo è una dedica che non può lasciare indifferenti. Victor Hugo Daza era, E si conclude “secco e violentissimo” con un fortissimo (ffff) di pianoforte e ricorda Casale nel suo testo sul pezzo, «un diciassettenne boliviano ucciso percussioni. mentre scioperava contro la privatizzazione dell’acqua (il popolo non poteva costruire nemmeno degli invasi per raccogliere acqua piovana)». Alla dedica si può collegare un carattere che fa assumere a questo pezzo una posizione Salvatore Sciarrino Soffio e forma particolare nel catalogo di Casale. Il compositore qui si confronta con la (prima esecuzione italiana) tradizione sinfonica classica, ripensandone alcuni aspetti in chiave personale, Data di composizione: 1995 come in “una specie di gioco con il sinfonismo del passato”. In questo progetto Prima esecuzione assoluta: 17 novembre 1995 - Colonia convergono due motivazioni di natura diversa, esplicitate nel titolo e nel Durata: 23’ ca. sottotitolo (A Victor Hugo Daza. Omaggio a Respighi) e in una frase sulla pagina Editore: Ricordi posta di fronte alla prima della partitura: «La musica è un omaggio a Respighi. Dedicato al diciassettenne Victor Hugo Daza, ucciso in Bolivia per difendere “Acuire la percezione di chi suona e di chi ascolta. Giungere a confondere l’acqua della sua città». suono e silenzio, suscitare l’incertezza metafisica”: con queste parole Salvatore Il pezzo vuole avere un carattere più “popolare”, rispetto ad altri di Casale, Sciarrino conclude la premessa alla partitura di Suono e forma, una breve nota perché si tratta di una composizione «dedicata a un ragazzo del popolo nel in cui, fra l’altro, raccomanda agli interpreti di contenere le dinamiche “in un vero senso del termine. Volevo che i suoi genitori, molto sprovveduti in fatto eccesso di impercettibile pianissimo”, ma anche di non comprimere l’estremo di musica, riuscissero a comprendere qualcosa di ciò che avevo scritto», ha opposto. Fa parte del carattere radicale di Soffio e forma (1995) il fatto che vi precisato il compositore rispondendo a una mia domanda. E il progetto si è è portata all’estremo la contrapposizione tra l’appena udibile e l’esplosione incontrato con l’intenzione che Casale aveva da tempo di dedicare un pezzo a sonora di massima violenza. Si radicalizza, da un lato, un aspetto da sempre Respighi: «quando ho pensato a una musica più "popolare", ma nello stesso presente nella musica di Sciarrino, dove la verginità del suono appare ritrovata tempo con un suo particolare spessore, mi è venuto in mente lui. Mi piaceva in quella regione liminare tra il suono e il silenzio in cui si crea, come dal nulla, l'idea di accostare due persone così differenti sotto un medesimo carattere il carattere immateriale dei suoi fantasmi sonori.“In generale nella mia musica vagamente "popolare"». l'ascoltatore è costretto ad abbassare la sua soglia di ascolto, così che a un certo L’omaggio a Respighi non comporta citazioni dirette; ma si potrebbe forse punto sente di più”, osservava Sciarrino in una intervista del 1990 (apparsa in dire che il compositore bolognese viene evocato in modo allusivo, attraverso “Entretemps”). alcuni gesti vigorosi (per esempio degli ottoni) o lirici, che lasciano trasparire Leggiamo subito la nota di presentazione che il compositore ha scritto su Soffio l’allusione eppure appartengono a Casale. «Volevo richiamare un senso di e forma: rivolta festosa insieme a un tipo di orchestrazione "nostalgica", non tralasciando Il titolo è di quelli che si spiegano da sé, che attraverso un concetto indicano una comunque degli elementi più personali». Che si riconoscono fra l’altro, mi poetica ma anche il percorso formale dell’opera. sembra, nella precisione di certe fitte costruzioni contrappuntistiche, nella Un titolo ideale, sebbene parrebbe appartenere più a un saggio filosofico.

24 25 Non ho dunque tanto da aggiungere. Peter Eötvös Può un fruscio essere possente? The gliding of the eagle in the skies Mi viene in mente un passo esemplare della Bibbia: tutti gli amici della musica (prima esecuzione italiana) contemporanea dovrebbero conoscerlo. Data di composizione: 2011 Elia fugge nel deserto e attende di incontrare Dio. Prima esecuzione assoluta: 15 ottobre 2012 - Pamplona Passa un vento che spacca i monti, ma Dio non è nel vento. Si scatena un terremoto, Durata: 7’ ca. ma Dio non è nel terremoto. Arde un gran fuoco, ma Dio non è nel fuoco. Ed ecco il Editore: Schott/SugarMusic mormorio di una brezza leggera. Appena l’ode, Elia si copre il volto con il mantello. Non sono credente, eppure il mio orecchio ha ascoltato cose incredibili; nella notte Si può collaborare con Stockhausen o con Boulez e scrivere una musica di Pantelleria, l’attrito di pochi granelli di sabbia, portati da una brezza senza voce. nutrita di radici diverse: così ha fatto e fa l’ungherese Peter Eötvös (1944), che è stato per alcuni anni collaboratore di Stockhausen e dal 1979 al 1991 In Soffio e forma (la cui prima esecuzione ha avuto luogo a Colonia il 17 direttore dell’Ensemble InterContemporain. In Italia, a differenza che in altri novembre 1995 con la Kölner Rundfunk-Sinfonie-Orchester diretta da Peter paesi europei, la sua attività compositiva è meno nota di quella di direttore Eötvös, cui la partitura è dedicata) si sfiora la soglia dell’impercettibile, ma si d’orchestra, nonostante la ricchezza “di pensiero e pratica musicale” fondata tocca anche l’estremo opposto con colpi di pistola che non sono solo “echi di sulla sua duplice attività (ed elogiata con queste parole nella motivazione per una realtà violenta”, ma “vengono imposti da un’esigenza fonica e costruttiva l’assegnazione del "Leone d’oro" alla carriera alla Biennale 2011 di Venezia): di contrappeso più che di sproporzione. Infatti quando l'orecchio si affina una attività che nonostante la riconosciuta grandezza del direttore è ormai da verso le soglie dell'impercettibile, allora lo stesso silenzio sembra esplodere”, tempo quella di “un compositore che dirige”. osserva Sciarrino nella premessa alla partitura. Il colpo di pistola, quasi rumore I rapporti con Stockhausen e Boulez non hanno impedito a Eötvös (che a 14 bianco, pura energia senza vibrazioni, produce un inevitabile effetto di shock, anni ha avuto Zoltán Kodály come insegnante di composizione) di rivendicare e insieme serve a riequilibrare le dinamiche, a raggiungere l’estremo opposto la propria appartenenza a una tradizione musicale ungherese che va da Bartók dei pianissimi appena udibili. Del colpo di pistola Sciarrino ha fatto uso in modi a Ligeti e Kurtág, né di conoscere aperture difficilmente riconducibili ad una diversi già alla fine di Cadenzario (1991) e in altri pezzi, come I fuochi oltre la definizione unitaria, come mostra anche il successo delle sue numerose opere ragione (1992-97). In Soffio e forma i colpi di pistola hanno il ruolo di un big teatrali, diverse nella concezione drammaturgica e nel linguaggio musicale, da bang che si imprime sulla forma del pezzo. Nelle prime pagine della partitura Tre sorelle (da Cechov, Lione 1998) a Die Tragödie des Teufels (Monaco di Baviera il soffio si presenta come un respiro, come un fenomeno fluido quasi senza 2010). Non sorprende che lo abbia interessato la commissione della Euskadiko forma; poi esplodono sette colpi di pistola che lasciano l’impronta formale sul Orkestra, l’orchestra nazionale basca fondata nel 1982, che in occasione del pezzo, facendolo proliferare da qui e proiettandovi la successione di sequenze trentesimo anniversario della fondazione aveva chiesto a lui e al altri sette di sette eventi, minuziosamente definiti in ogni dettaglio, come sempre in una compositori di diversi paesi di scrivere ognuno un pezzo che liberamente partitura di Sciarrino (i sette colpi avranno un’eco in due colpi poco dopo e in riflettesse la propria visione del paese basco e della sua cultura. Tra questi c’era un colpo isolato verso la fine). Nel suo lento procedere il pezzo si presenta come anche Ivan Fedele, il cui Txalaparta (nome dello strumento popolare basco un flusso dall’ampio respiro unitario, dove “l’ossessione della trasformazione impiegato nel pezzo) si è ascoltato a Rai NuovaMusica 2013. e l’ossessione della somiglianza sono legate, anzi una richiama l’altra”, come Il pezzo di Eötvös è del 1911, è stato eseguito per la prima volta a Pamplona, il 15 osserva Sciarrino nella prima frase della citata prefazione alla partitura. ottobre 2012, sotto la direzione di Andrés Orozco-Estrada, subito dopo riveduto Elementi di forte contrasto si inseriscono in modo imprevedibile nel corso del nell’ottobre-novembre 2012 ed eseguito nella nuova versione nel gennaio pezzo e, con maggiore evidenza, a segnarne la conclusione. 1913. Il titolo, The Gliding of the Eagle in the Skies (Il volo - o, letteralmente, il planare- dell’aquila nei cieli), allude all’immagine suscitata nella fantasia del compositore dall’ascolto di un canto popolare basco privo di testo, facente parte di una raccolta dello studioso della cultura basca Ximun Haran (1928-2013).

26 27 Eötvös racconta, a proposito della ispirazione ricevuta dal canto popolare basco in cui si era imbattuto: Ascoltando questo canto mi apparve nella mente una immagine: un’aquila che volava in alto nei cieli, e si librava planando senza muoversi, con tutta l’ampiezza delle ali aperta; lo sguardo dell’aquila; il fruscio delle sue ali nell’aria; lo spazio infinito; il senso di completa libertà. Riprendendo la poetica immagine del compositore si potrebbe forse dire che egli tiene fisso lo sguardo su frammenti melodici che evocano il sapore improvvisatorio del canto popolare e che affiorano da un tessuto sonoro di complessa raffinatezza: all’inizio sull’arcano sfondo degli archi e tra gli interventi dei percussionisti e delle arpe una melodia comincia a profilarsi agli ottoni gravi (due tromboni, trombone basso, tuba); poi, all’estremo acuto tre ottavini (dall’intonazione lievemente diversa: il primo un poco più acuta, il secondo un poco più bassa rispetto a quella del terzo) giocano imitandosi o sovrapponendosi in una breve pagina che ritroveremo verso la fine. In un pezzo di nitida compattezza mutano colori, sfondi, contesti, la melodia appare Biografie: e scompare emergendo con diversi gradi di evidenza tra episodi diversi in un compositori - interpreti seducente succedersi di invenzioni. Paolo Petazzi

28 Michele Tadini (1964) Bruno Maderna (1920-1973)

Nato a Milano, si è diplomato al Conservatorio “Verdi” di Milano in chitarra Nacque a Venezia. Diplomatosi in composizione nel 1940 al Conservatorio di con Chiesa, in nuova didattica della composizione con Gorli e Manzoni, in Santa Cecilia di Roma, sotto la guida di Alessandro Bustini, si perfezionò a musica elettronica con Sinigaglia. Ha studiato composizione con Donatoni Venezia con Gianfrancesco Malipiero; per la direzione d’orchestra seguì i corsi all'Accademia Chigiana di Siena, dove ha conseguito il diploma di merito e di Antonio Guarnieri a Siena e Hermann Scherchen a Venezia. Fra il 1948 e il una borsa di studio per il Conservatorio di Parigi. Nel 1991 è stato ospite ai 1952 insegnò al Conservatorio di Venezia. Nel 1949, con le B.A.C.H. Variationen corsi di Darmstadt e nel 1998 è stato selezionato per lo Stage dell'IRCAM. Tra il per due pianoforti, partecipò per la prima volta agli Internationale Ferienkurse 1994 e il 1996 è stato docente di musica elettronica ai Corsi di alta formazione für Neue Musik di Darmstadt, di cui divenne docente a partire dal 1956. Nel dell'Accademia musicale dell'Emilia Romagna (Fondazione A. Toscanini). Dal 1950 diresse i suoi primi concerti all’estero: a Parigi e a Monaco, invitato da 1998 è docente di musica elettronica nei corsi di formazione di "Tempo Reale". Karl Amadeus Hartmann; ebbe così inizio una faticosa ma incessante carriera Ha al suo attivo diverse composizioni eseguite nell'ambito di prestigiose che lo vide attivo, oltre che in Italia, in Germania, Svezia, Belgio e Austria. In rassegne tra cui: Festival di musica elettronica dell'E.M.S. (Stoccolma), Percorsi collaborazione con Luciano Berio fondò nel 1955 lo Studio di Fonologia Musicale di musica d'oggi, Milano Musica, Nuove Sincronie, Spaziosuono - Biennale presso la Rai di Milano e promosse dal 1956 al 1960 una serie di manifestazioni, internazionale di musica e architettura (Genova), Di nuovo musica (Reggio gli "Incontri Musicali", per la diffusione della musica contemporanea. Nel Emilia), Musique italienne (Tolosa), Musica (Strasburgo), "Regola, gioco", 1957-58 tenne, su invito di Ghedini, un corso libero di tecnica dodecafonica Nieuw Ensemble (Amsterdam). Tra i suoi lavori: Testo per ensemble, Testo a presso il Conservatorio di Milano. Tra il 1960 ed il 1962 svolse attività didattica fronte per trio d'archi ed elettronica nuova versione, L'albero capovolto schema e concertistica alla Summer School of Music del Dartington College di Devon di improvvisazione per i Virtuosi di Nuova Consonanza, nastro magnetico e live (Gran Bretagna). Dal 1961 al 1966 fu direttore stabile, con Pierre Boulez, electronics, Teatro della Luce per ensemble ed elettronica, Notturna per tromba dell’Internationales Kranichsteiner Kammerensemble; diresse concerti a Tokyo ed elettronica, Teatro II per ensemble elettronica e parte video in tempo reale. e a Buenos Aires. Dal 1990 è socio di AGON - centro studi Armando Gentilucci, di cui attualmente Negli anni Sessanta svolse un’intensa attività didattica e concertistica in Olanda è direttore generale e responsabile della produzione, collaborando alla e nel 1967 divenne insegnante al Conservatorio di Rotterdam. Tenne corsi di realizzazione di numerose produzioni musicali tra cui la parte elettronica direzione d’orchestra al Mozarteum di Salisburgo e a Darmstadt; tra i suoi allievi dell'opera Blimunda di Corghi, del Concerto Grosso per cinque tastiere ed orchestra figurano Lucas Vis, Yves Prin, Gustav Kuhn. Nagli anni Settanta venne spesso di Donatoni, de Il velo dissolto di Mietta Corli su musiche di Donatoni. Ha curato invitato negli Stati Uniti a dirigere il Juilliard Ensemble e le orchestre di Chicago, le produzioni ed esecuzioni dei pezzi che AGON ha commissionato tra cui brani di Boston, Filadelfia, Miami, New York, Cleveland, Washington, Detroit; nel 1971- Donatoni, Manca, Cardi, Perezzani, Guerrero, Manzoni, Pisati, dall'Ongaro. 72 fu direttore del Berkshire Music Center di Tanglewood. Nel 1971 assunse la Come responsabile della produzione ha curato il progetto "Radiofilm per Radio3 direzione stabile dell’Orchestra Sinfonica di Milano della Rai. Nel 1972 vinse il Rai" (1994) e tre cicli della nuova edizione (1996). Ha curato la realizzazione "Premio Italia" con l’invenzione radiofonica Ages. Nell’aprile del 1973, durante della parte elettronica per le musiche di Commedia dell'Inferno di G. Manzoni le prove della sua opera Satyricon ad Amsterdam, gli venne diagnosticato un e la ricostruzione dei nastri magnetici e la progettazione del live electronics cancro ai polmoni, ma continuò ugualmente a comporre e a dirigere fino a per la riedizione critica di Don Perlimplin di Bruno Maderna. Nel 1998 ha curato pochi giorni prima della sua morte. l'esecuzione di Isabella di Corghi.

30 31 Valerio Sannicandro (1971) Ivan Vandor (1932)

Nato a Bisceglie, nel 1987 inizia lo studio della viola e della composizione (con Nasce a Pécs in Ungheria e oggi vive a Roma. Si trasferisce in Italia nel 1938 D’Amico e Lupone per la composizione, Farulli, Ghedin e Erdelyí per la viola). e inizia lo studio del violino e due anni più tardi quello del pianoforte e Nel 1994 consegue il diploma in viola con il massimo dei voti e inizia l’attività della composizione. Dai sedici ai vent'anni è uno dei più stimati sassofonisti di interprete di musica da camera, solista e compositore. jazz in Italia. Riprende lo studio della composizione, prima con Guido Turchi, Nel 1995 si trasferisce in Germania e consegue un “Aufbaustudium” in viola e successivamente al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, con Goffredo presso la Folkwang Hochschule di Essen e frequenta masterclasses con Barbara Petrassi. Diplomatosi nel 1959, si reca a Parigi dove studia con Max Deutsch, Maurer (Ensemble Recherche) e Garth Knox (ex Arditti Quartet). Come solista l'allievo di Schönberg. Ritornato a Roma, segue il corso di perfezionamento di esegue composizioni di Sciarrino, Maderna, Grisey, Murail e Scelsi. Petrassi all'Accademia di Santa Cecilia, dove si diploma nel 1962. Lo stesso anno Dopo un periodo dedicato all’interpretazione, frequenta un workshop tenuto vince il Primo Premio (sezione Musica da camera) del Concorso Internazionale da Vinko Globokar e Johannes Kalitzke e prosegue gli studi di composizione di Composizione della Società Italiana di Musica Contemporanea con Quartetto a Colonia nella classe di York Höller, dove si diploma nel 2000 con la tesi per archi. Due anni dopo, allo stesso concorso, viene segnalata la sua Komposition alssemiotischer Prozess. Alla Musikhochschule studia direzione composizione Canti Sacri (Primo Premio Ligeti, Secondo Premio Kagel). L'anno con Peter Eötvös e debutta con l’orchestra della WDR di Colonia nella prima precedente, i Moti per orchestra ottenevano il Secondo Premio (Primo Premio esecuzione assoluta di Hoch Zeiten di Stockhausen. non assegnato) al Concorso Internazionale dell'AIDEM (Associazione Italiana Dirige per la Triennale di Colonia, i Ferienkurse di Darmstadt, il Festival delle per l'Educazione Musicale). E' quindi membro dei gruppi d'improvvisazione Canarie e il Festival Acanthes e riceve commissioni dalla Bayerische Staatsoper "Nuova Consonanza" e "Musica Elettronica Viva". Con quest'ultimo effettua e dal Donaueschinger Musiktage. numerose tournée e registrazioni in Europa. Nel 1969, dopo essersi trasferito Partecipa a workshops tenuti da Lachenmann, Harvey, Magnus Lindberg; negli Stati Uniti, vince il Premio Taormina con Dance Music per orchestra. nello stesso periodo prosegue gli studi con Hans Zender a Francoforte e inizia Nel 1970 si laurea in Etnomusicologia all'Università della California di Los un corso di musica elettronica con Dirk Reith ad Essen e privatamente con Angeles (UCLA) e intraprende una ricerca sulla musica del Buddismo tibetano Emmanuel Nunes a Parigi. Vince vari concorsi di composizione in Germania presso le comunità monastiche rifugiate nel Nepal e nell'India del Nord, ricerca (Lipsia, Rostock, Francoforte e Musica Viva - Monaco 2002) e in Italia (Udine), i cui risultati verranno condensati nel suo libro La Musique du Bouddhisme una borsa di studio dal CDMC di Parigi, nonché il "Kranichsteiner Musikpreis tibétain (Buchet/Chastel, Paris, 1976). Dal 1974 al 1983 è vice-direttore e poi 2000" dei Ferienkurse di Darmstadt. Ha tenuto conferenze alla Humboldt- direttore dell'International Institute for Comparative Music Studies di Berlino. Universität di Berlino, all'Accademia di Musica di Praga ed è stato docente Nel 1983 rientra in Italia per insegnare composizione al Conservatorio di Musica presso i Ferienkurse di Darmstadt nel 2002. Riceve un "Arbeitsstipendium" di e al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. della Heinrich-Strobel-Stiftung per l'anno 2003. È stato invitato al Cursus de Ha scritto numerosi articoli, è stato vice-presidente della Società Italiana composition dell'IRCAM, dove poi in qualità di compositeur associé lavora in un di Etnomusicologia, "Visiting Professor" all’Università del Michigan e le gruppo di ricerca sulla spazializzazione. sue composizioni sono state e sono eseguite in numerosi festival, stagioni I suoi lavori sono stati eseguiti da Kammer, Veale, Ensemble Modern, Ensemble concertistiche e trasmesse sulle stazioni radio nazionali ed internazionali. Intercontemporain, Kroumata, Musikfabrik NRW, Ensemble Aleph, Ensemble Resonanz, Orchester des Bayerischen Rundfunks, Hilversum Radio Kamerorkest, e diretti da Eötvös, Stockhammer, Rivolta, Hirsch, Valade, registrati e trasmessi da varie emittenti radiofoniche e incisi su cd.

32 33 Federico Gardella (1979) Pasquale Corrado (1979)

Nato a Milano, ha compiuto gli studi di pianoforte diplomandosi al Conservatorio Nato a Lavello in provincia di Potenza, tra il 2001 e il 2008 si diploma in di Milano con Piero Rattalino e Riccardo Risaliti e alla Universität der Künste composizione (con Alessandro Solbiati), direzione d’orchestra (con Daniele di Berlino con Klaus Hellwig; parallelamente ha studiato composizione al Agiman) presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano; in pianoforte Conservatorio di Milano diplomandosi con Sonia Bo. In seguito si è perfezionato (con Gabriele Ottaiano) presso il Conservatorio di Potenza e in direzione di con Azio Corghi presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e l'Accademia coro e musica corale (con Carmine Moscariello) presso il Conservatorio di Bari. Chigiana di Siena e con Alessandro Solbiati ai Corsi di Perfezionamento Musicale Continua il perfezionamento in composizione sotto la guida di Ivan Fedele presso di Sermoneta e al Conservatorio di Milano, dove si è laureato con il massimo dei l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diplomandosi con il massimo dei voti e la voti e la lode. Particolarmente importanti per la sua formazione sono stati gli lode e ricevendo il prestigioso Premio "Petrassi" 2011, consegnato in Quirinale dal incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokowa. Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Nel 2009 gli è stato conferito in Giappone il premio internazionale di In seguito viene selezionato per il Cursus 1 al centro di ricerca musicale parigino IRCAM. composizione “Takefu”. Ha diretto le seguenti orchestre e ensemble: Bayerisches Symphonieorchester Ha ricevuto commissioni da numerose istituzioni tra cui il Divertimento di Monaco, Orchestra Sinfonica “I Pomeriggi Musicali”, Orchestra di Kharkov, Ensemble, la Fondazione Spinola Banna per l'Arte, l'Orchestra I Pomeriggi Divertimento Ensemble, le orchestre sinfoniche “Umberto Giordano” di Foggia, Musicali e il Takefu International Music Festival. “G. Rossini” di Pesaro, Cantelli, U.E.C.O., Orchestra Opera da Camera, Orchestra La sua musica è stata eseguita in diversi festival e stagioni concertistiche quali del Teatro Coccia di Novara, Orchestra Camerata dei Laghi, Orchestra Sinfonica Accademia Filarmonica di Bologna, St. Paul's Hall di Huddersfield, Middleton Amleto, Nuova Cameristica di Milano. Ha diretto ed arrangiato le musiche per Hall di Hull, Festival Pontino/Teatro Cafaro di Latina, Sala Verdi del Conservatorio diversi programmi televisivi trasmessi dalla Rai, collaborando con molti cantanti di Milano, Accademia Internazionale della Musica/IRMus, Teatro Dal Verme, pop nazionali ed internazionali. Festival Arena/Great Guild Concert Hall di Riga, Auditorium Parco della Musica I suoi pezzi sono stati eseguiti in festival nazionali ed internazionali ricevendo di Roma, Voix Nouvelles di Royaumont, Accademia Musicale Chigiana di Siena, commissioni da: Ensemble Intercontemporain – IRCAM, Festival Internazionale Bunka Center. di Musica Contemporanea Biennale di Venezia 2010 e 2011, Fondazione Arena di Tra gli interpreti della sua musica figurano gruppi quali l’Orchestra Nazionale , Radio France, Festival Nuova Musica, OSN Rai, Divertimento Ensemble, della Lettonia, l'Orchestra Filarmonica del Conservatorio di Milano, l'Orchestra Festival Koinè di Milano, Festival “Pomeriggio tra le muse” di Vicenza, Play-it! di de “I Pomeriggi Musicali”, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, l'Ensemble Algoritmo Firenze, Festival Pontino 2010, MITO SettembreMusica, Unione Musicale Torino. e il Freon Ensemble oltre a musicisti come Alfonso Alberti, Irvine Arditti, Luca Attualmente insegna presso il Conservatorio di Musica “S. Giocomantonio” di Cosenza. Avanzi, Avi Avital, Maria Grazia Bellocchio, Carlo Boccadoro, Mauro Bonifacio, Guillaume Bourgogne, Amit Dolberg, Mirko Guadagnini, Adriano Martinolli D'Arcy, Zsolt Nagy, György Györyványi Ráth, Benny Sluchin, Barrie Webb. Sue composizioni sono state trasmesse da emittenti radiofoniche (Kol Hamusica, Radio Classica, Radio France, Radio3) e incise da "La Bottega Discantica".

34 35 Alberto Colla (1968) Malika Kishino (1971)

Si diploma in composizione, pianoforte, musica corale e direzione di coro ad Nata a Kyoto, ha iniziato lo studio della composizione dopo essersi laureata in Alessandria e si perfeziona in composizione con Azio Corghi all’Accademia “G. Giurisprudenza presso l'Università di Doshisha nel 1994. Ha conseguito il Diploma Petrassi” di Parma e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma ottenendo la borsa Superiore di Composizione nella classe di Yoshihisa Taira presso l’École Normale di studio SIAE. Autore di oltre 80 composizioni, si impone in Italia nel 2001 con de Musique de Paris (1998), il Diploma Nazionale di Studi Superiori Musicali l’opera lirica Il processo, vincendo il concorso internazionale indetto dal Comitato in Composizione nella classe di Robert Pascal presso il Conservatoire National per le Celebrazioni Verdiane, opera messa in scena nel 2002 per le stagioni del Supérieur de Musique et Danse (2003). Ha preso parte al Corso di Composizione Teatro alla Scala di Milano e de “I Teatri” di Reggio Emilia e poi ripresa, in tedesco, e Informatica Musicale presso l'Ircam negli anni 2004/2005 sotto la direzione di in un nuovo allestimento al Teatro d’Opera di Kiel. La sua musica viene trasmessa Philippe Leroux. per radio e televisione in Europa, Scandinavia, Israele, USA, Russia e Canada e La sua ricerca si concentra su composizioni puramente strumentali e composizioni viene incisa in Italia, Austria, Canada e Giappone. miste (strumenti e elettronica). Ha ricevuto commissioni da diversi centri di ricerca I suoi lavori sinfonici sono interpretati da: Los Angeles Philharmonic, Maggio elettroacustica fra cui Technische Universität di Berlino, Groupe de Recherche Musicale Fiorentino, Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, Orchestra di Santa Appliquée en Musique Electroacoustique Grame, Experimentalstudio für akustische Cecilia (Roma), Bayerischen Rundfunks (Monaco), Juilliard Symphony (New York), Kans. e. V di Friburgo, Zentrum für Kunst und Medientechnologie (ZKM) di Karlsruhe, Orchestra e Coro dell’Arena di Verona, Orchestra of Colours (Atene), Orchestra Groupe de Recherches Musicales (l´Ina GRM). Sinfonica della Radio Norvegese, Orquestra Sinfónica Portuguesa do TNSC, È stata premiata in importanti concorsi: Terzo premio al 70° Japan Music Orchestre de Nancy, Orchestra di Stato di Ulyanovsk e Cheljabinsk in Russia. Competition nel 2001, Primo premio al 6° concorso (Grame) e dell‘Ensemble Nel 2002 Luciano Berio gli commissionò un lavoro per coro e grande orchestra Orchestral Contemporain nel 2006. E‘ stata compositrice in residenza all‘Academy per l’inaugurazione del grande Auditorium di Renzo Piano a Roma. Nel 2003, Schloss Solitude (Stoccarda) nel 2008-2009. Ha ricevuto una borsa di studio il poema sinfonico Le rovine di Palmira viene eseguito dalla Chicago Symphony dal Landesregierung Nordrhein-Westfalen (Germania) per un progetto di Orchestra, diretta da Roberto Abbado, e Starlights a Tallinn dall’Orchestra installazione sonora con vetro da realizzare in Giappone nel 2010/2011. Nazionale dell’Estonia. Nel 2004 gli viene dedicato un concerto monografico al Le sue composizioni sono state eseguite in occasione di importanti festival “Festival Autunnale di Musica Contemporanea” a Mosca e nello stesso anno la internazionali fra cui Présences, Festival de Création Musicale di Radio France, Albany Symphony e l’Orchestra Regionale della Toscana gli commissionano due 23° Multiphonies dell´Ina GRM, Musica di Strasburgo, Biennale Music en Scène nuove composizioni. Nel 2006, la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e l’Arena di di Lione, Ultima Festival di Oslo, Alicante Festival, Ultraschall Festival di Berlino, Verona gli commissionano un grande oratorio sacro in occasione del III Convegno Klangaktionen di Monaco, Festival Piano+ a Karlsruhe, Festival Estivo di Stoccarda, Ecclesiale Italiano e il “Concorso Trio di Trieste” cinque composizioni da camera. Nel Festival Takefu (Giappone). 2005 ha realizzato la riduzione per piccola orchestra di Aida e Rigoletto di Verdi in I suoi lavori sono stati eseguiti dall‘Orchestra Nazionale di Lione, Deutsches versione integrale. Symphonie-Orchester di Berlino, OSN Rai, Symphoniette di Oslo, Ensemble È docente del Corso di Alto Perfezionamento in Composizione presso l’Accademia Orchestral Contemporain, Christopher Chamber Orchestra di Vilnius (Lituania), Internazionale Superiore “L. Perosi” di Biella e coordina una equipe di ricerca Caput Ensemble, MusikFabrik, Ensemble Ascolta, Ensemble 2x2, Das Klarinetten dedicata alla teoria compositiva, artefice del testo Riflessioni Esacordali. Duo von Beate Zelinsky und David Smeyers, Daniel Kawka, Pascal Rophé, Fabrice Pierre, Christian Eggen, Wolfgang Lischke, Daniel Gloger, Carin Levine, Camilla Heutenga, Isao Nakamura e Makiko Goto. Nel 2011 l'emittente radiofonica Deutschlandfunk ha prodotto il suo primo CD monografico con l'Ensemble Ascolta; è del 2012 il CD monografico della collana Edition Zeitgenössische Musik (WERGO) promossa dal “Deutscher Rat”.

36 37 Steve Reich (1936) Beat Furrer (1954)

È stato definito “il miglior compositore vivente americano” (The Village VOICE), Nato in Svizzera, ha ricevuto le sue prime lezioni di pianoforte alla scuola musicale "il pensatore musicale più originale del nostro tempo” (The New Yorker) e "tra i di Schaffhausen. migliori compositori del secolo" (The New York Times). Si trasferì a Vienna nel 1975 dove studiò direzione d’orchestra con Otmar Suitner The Guardian ha scritto: “Sono solo una manciata i compositori viventi che e composizione con Roman Haubenstock Ramati alla Hochschule für Musik possono legittimamente acclamare di aver alterato il corso della storia della und Darstellende Kunst. Nel 1985 fondò la Klangforum Wien, che diresse fino musica e Steve Reich è uno di quelli”. al 1992 e di cui è ancora direttore e associato. Sotto commissione dell’Opera di La sua musica ha influenzato compositori e musicisti: è stato pioniere del stato di Vienna, compose la prima opera Die Blinden. Narcissus fu eseguita per minimalismo, essendosi distaccato in gioventù da quell’istituzione che era il la prima volta nel 1994 come parte del Festival “Steirischer herbst” all’Opera di serialismo. Graz. Nel 1996 fu compositore in residenza al Festival di Lucerna. Il suo lavoro La sua musica è conosciuta per la pulsazione costante, la ripetizione: Reich per teatro Begehren fu eseguito a Graz nel 2001, l’opera Invocation a Zurigo nel combina rigorose strutture con ritmi propulsivi e colori strumentali seducenti. 2003 e il brano Fama a Donaueschingen nel 2005. Nel 1991 divenne professore Abbraccia le armonie della musica non occidentale e locale americana di composizione alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Graz. È stato (specialmente il jazz). I suoi studi hanno incluso il gamelan, i tamburi africani docente ospite di composizione alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst (all’Università del Ghana) e le forme tradizionali della salmodia ebraica. di Francoforte dal 2006 al 2009. Nel 2004 ha vinto il Premio Musicale della Città Different Trains e Music for 18 Musicians hanno ottenuto il Grammy award e i di Vienna e nel 2005 è diventato membro dell’Accademia delle Arti di Berlino. Ha suoi video-documentario-opera The Cave e Three Tales, hanno spinto i confini vinto il “Leone d’Oro” alla Biennale di Venezia del 2006 per il brano Fama. Nel 2010 del mezzo lirico. Nel 2007 Reich ha ricevuto il Premio Pulitzer per Double Sextet. il lavoro teatrale Wüstenbuch venne eseguito a Basilea. La sua musica è stata suonata da New York e Los Angeles Philharmonic, orchestra di Londra, San Francisco, Boston e BBC, London Sinfonietta, Kronos Quartet, Ensemble Modern, Ensemble Intercontemporain, Bang on a Can All- Stars e eighth blackbird. Molti coreografi hanno lavorato con la sua musica come Anne Teresa de Keersmaeker, Jirí Kylían, Jerome Robbins, Wayne McGregor e Christopher Wheeldon.

38 39 Francesco Filidei (1973) Emanuele Casale (1974)

Si è diplomato in organo e in composizione al Conservatorio di Firenze e di Parigi, Compone musica dall’età di tredici anni. Ha studiato contrabbasso con Sebastiano seguendo il Cursus IRCAM in informatica musicale. Come solista e compositore Nicotra, composizione con Eliodoro Sollima, musica elettronica con Alessandro è stato invitato, e la sua musica eseguita, in sale quali la Filarmonica di Berlino, Cipriani. Ha completato gli studi musicali presso l’Istituto “Bellini” di Catania. la Theaterhaus di Vienna, la Suntory Hall e l’Opera House di Tokyo, la Cité de Ha frequentato corsi di perfezionamento con Aldo Clementi, Salvatore Sciarrino la Musique di Parigi, l’Auditorium Nazionale di Madrid, la Sala Rachmaninov (composizione), Giorgio Nottoli e Barry Truax (musica elettronica). di Mosca e la Tonhalle di Zurigo, e in Festival importanti quali Milano Musica, Ha vinto numerosi concorsi di composizione tra cui “Irino Prize” di Tokyo,”Reading Biennale di Venezia, Archipel di Ginevra, World Music Days di Stoccarda, Mata Panel” di Parigi (IRCAM - Ensemble Intercontemporain), Concorso Internazionale di New York, Donaueschinger Musiktage, Ferienkurse di Darmstadt, Festival di Musica Elettroacustica di Bourges, “Grame” del Centre National de Création di musica contemporanea di Huddersfield, Proa di Buenos Aires, Printemps Musicale di Lione, tribuna IREM dell’International Music Council – UNESCO des Arts di Monte-Carlo, Wien Modern. Le sue opere sono pubblicate da Rai (Copenaghen - Parigi) nella sezione Juniores e Senjores: è stato premiato dal Trade ed eseguite da ensemble quali Itineraire, Alter Ego, Instant donné, Segretario Generale ai Beni Culturali della Repubblica Italiana con il premio NEM, EOC, Intercontemporain, Le Percussion di Strasburgo, Klangforum, UNESCO. Al Concorso di Composizione dell’Opera di Francoforte, una commissione Musikfabrik, Linea, 2E2M, Recherche, Ascolta, Next Mushroom Promotion, presieduta da Wolfgang Rihm e George Benjamin gli ha conferito il Primo Premio. Tokyo Synfonietta, Ars Ludi, Icarus, Ictus, Signal ensemble e da orchestre quali È inoltre vincitore del Premio CEMAT di Roma e della selezione per l’Accademia l’OSN Rai di Torino, l’ORT, la WDR di Colonia e l’Orchestra della Radio di Vienna delle Arti di Berlino. che dedica alla sua musica un concerto per la Biennale di Monaco. Nel 2006 è Nel 2003 il Teatro La Fenice di Venezia gli ha commissionato un lavoro per grande compositore in residenza della Akademie Shloss Solitude a Stoccarda, riceve il orchestra per inaugurare il teatro restaurato. Musikpreis Salzburg Förderpreis e la Commande del "Reading Panel" dell'Ircam. Vari interpreti hanno suonato sue musiche in rassegne concertistiche, associazioni Nel 2007 vince il premio internazionale "Takefu" e diventa membro de La Casa e istituzioni quali Accademia Sibelius, Musica Nova, Memorie Sonore, Media Artes, de Velazquez di Madrid per due anni, nel 2009 ottiene il prestigioso Siemens Ny Music, Sveriges Radio, Conservatorio di Parigi, Centre Pompidou, Salle Cortot, Förderpreis e una commissione di stato dalla Francia. Radio France, Synthèse, Maison de la Culture (Bourges), Radio della Repubblica Nel 2011 il suo pezzo per orchestra Macchina per scoppiare Pagliacci vince Cèca, CEMAT - Sonora, Nuova Consonanza, Radio3 Rai, Istituto di Cultura l’International Rostrum of Composer di Vienna e ottiene la Medaglia Picasso- Svizzera, Mappe (Catania), Palermo di Scena, Università di Palermo e Musica Miró dell’UNESCO. Numerosi concerti monografici dedicati alla sua musica sono su più dimensioni, CBC Radio Music (Canada), Accademia Musicale Chigiana, programmati in Giappone, Germania, Stati Uniti, Svizzera, Svezia, Francia. Teatro Malibran, Radio Nazionale Svizzera, Tuchfuhlung 2, Klang Aktionen, Ha insegnato composizione e organo alla Iowa University, all’Università di Erlebnis Music, Im Lichthof, Inventionen, Akademie Der Künste (Germania), Santander, all’Accademia di Takefu in Giappone, a Voix Nouvelle di Royaumont, Radio Nazionale Ungherese, Danese, Olandese e Norvegese, Iowa University, all'Accademia Musicale Toscana ed è stato “Pensionnaire” dell’Accademia di University of Maryland, Fine Art Studio (USA), Radio Classica (Spagna), Siglo XX Francia a Villa Medici. - Radio Beethoven (Santiago del Cile), Festspiele Erl, Radio ORF (Austria), Agon (Milano), CIRM (Nizza), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Strasburgo, Place d’Armes (Lussemburgo), International Gaudeamus Music Week, Vpro Radio (Amsterdam), Voce della Musica IBA (Israele), Radio Nazionale (Argentina), Festival Internazionale Cervantino (Città del Messico), BBC Radio. È direttore artistico dell’Associazione Musicale Etnea e docente di musica elettronica all’Istituto Musicale “Bellini” di Catania.

40 41 Salvatore Sciarrino (1947) Peter Eötvös (1944)

Si vanta di essere nato libero e non in una scuola di musica. Ha cominciato a Compositore, direttore d’orchestra e insegnante: l’ungherese Peter Eötvös comporre dodicenne, da autodidatta; il primo concerto pubblico è nel 1962. combina queste tre funzioni in un unico profilo professionale. Nato in Ma Sciarrino considera apprendistato acerbo i lavori anteriori al 1966, perché è Transilvania nel 1944, è a stato considerato una delle personalità più allora che si rivela il suo stile personale. C’è qualcosa di veramente particolare significative e influenti della scena musicale, riconosciuto sia come direttore che caratterizza questa musica: induce un diverso modo di ascoltare, d’orchestra che come compositore di opere di successo, lavori orchestrali e un’emozionante presa di coscienza della realtà e di sé. E dopo quarant’anni il concerti, composti per artisti riconosciuti in tutto il mondo. Ha insegnato alla gigantesco catalogo delle sue composizioni è tuttora in una fase di sorprendente scuola di musica di Colonia e Karlsruhe e ha tenuto masterclass e seminari sviluppo creativo. regolarmente in tutta Europa. Ha fondato l’ “International Eötvös Institute” nel Compiuti gli studi classici e qualche anno di università nella sua città, nel 1969 1991 e l’ “Eötvös Contemporary Music Foundation” nel 2004 a Budapest per il compositore siciliano si è trasferito a Roma e nel 1977 a Milano. Dal 1983 giovani compositori e direttori d’orchestra. risiede in Umbria. È inoltre regolarmente invitato come direttore ospite dalle più importanti Vastissima la sua discografia, che conta circa ottanta CD, editi dalle migliori orchestre e teatri d’opera. etichette in ambito internazionale, più volte segnalati e premiati. Oltre che Tra i premi per la composizione che ha ricevuto figurano: "Officier de l'Ordre des della maggior parte dei libretti delle proprie opere teatrali, è autore di una l'Arts et des Lettres" (1988), "Bartók-Pásztory” (1997), "Christoph und Stephan ricca produzione di articoli, saggi e testi di vario genere; alcuni sono stati scelti Kaske" (2000), "Gundel arts" (2001), Royal Philharmonic Society Music Award e raccolti in Carte da suono (Cidim – Novecento, 2001). Di rilievo il suo libro (2002),"Kossuth" (2002), Prize SACD Palmarès nella categoria "Prix Musique" interdisciplinare sulla forma musicale: Le figure della musica, da Beethoven a (2002), "Commandeur l´Ordre des Arts et des Lettres" (2003),"Freeman of oggi (Ricordi, 1998). Budapest" (2003), Premio Classical Cannes (2004), "Pro Europa" (2004), Gran Ha insegnato in conservatorio a Milano (1974-1983), a Perugia (1983-1987) e Premio della PMI - Prix Antoine Livio, "Im memoriam Béla Bartók" e "Hungarian a Firenze (1987-1996). Arts Prize" (2006), "Frankfurter Musikpreis" (2007) e il “Leone d’Oro” per i Parallelamente ha tenuto corsi di perfezionamento e masterclass; da segnalare successi in vita (2011). quelli di Città di Castello dal 1979 al 2000. Fra il 1978 e il 1980 è stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna. È stato accademico di Santa Cecilia (Roma), delle Belle Arti della Baviera e delle Arti (Berlino). Sciarrino ha vinto numerosi premi tra cui: Prince Pierre de Monaco (2003), il prestigioso Premio Internazionale Feltrinelli (2003) ed è stato il primo vincitore del Musikpreis Salzburg (2006).

42 43 FABIO MAESTRI FRANCESCO D'ORAZIO

Si è diplomato in pianoforte presso l’Istituto musicale pareggiato “G. Briccialdi” della È stato insignito del XXIX Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana quale sua città col massimo dei voti e la lode. Inizialmente autodidatta per la composizione, “Miglior Solista” dell’anno nel 2010, unico violinista italiano a ricevere questo ha poi seguito, diplomandosi, il Corso di perfezionamento tenuto da Franco Donatoni prestigioso riconoscimento dopo Salvatore Accardo nel 1985. all’Accademia Nazionale di S. Cecilia (Roma). E’ stato allievo di Franco Ferrara nel Laureato in Lettere, ha studiato violino e viola sotto la guida del padre, Corso di Direzione d’orchestra presso l’Accademia Chigiana di Siena nel 1979. perfezionandosi con Denes Zsigmondy al Mozarteum di Salisburgo e Yair Kless Sue composizioni sono state eseguite da solisti quali Fabbriciani, Ancillotti, Scarponi, presso l'Accademia Rubin di Tel Aviv. pubblicate dalla Ricordi, Ricordi - Francia, BMG, radiotrasmesse (Radio3), premiate Il suo vasto repertorio spazia dalla musica antica eseguita con strumenti e segnalate in diversi concorsi e rassegne: Filarmonica Umbra (1979), Venezia originali alla musica classica, romantica e contemporanea. Tra i compositori Opera Prima (1981), “G. B. Viotti” di Vercelli (1981), Ente concerti di Belveglio che hanno scritto per lui figurano Ivan Fedele, Terry Riley, Michele dall'Ongaro, (1982), Concorso Achantes di Parigi (1983). Ha curato numerose revisioni di opere Michael Nyman, Alessandro Solbiati, Lorenzo Ferrero, Gilberto Bosco, Marco di Pergolesi, Haendel, Padre Martini, Morlacchi, Vaccaj, Haydn. Dal 1984 al 1990 è Betta, Luis De Pablo, Fabian Panisello, Nicola Campogrande. stato assistente al Corso di Composizione tenuto da Donatoni all’Accademia Chigiana Per molti anni ha collaborato con Luciano Berio, del quale ha eseguito di Siena. Ha diretto al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, ai Corsi Internazionali di Divertimento per trio d'archi in prima mondiale al Festival di Strasburgo, e Lanciano, alla Sagra Musicale Umbra, al Maggio Musicale Fiorentino, al Festival di inoltre Sequenza VIII al Festival di Salisburgo e Corale per violino e orchestra alla Fermo, al Festival Operaincanto (Narni), al Belcanto Festival Dordrecht (Olanda), al Cité de la Musique a Parigi e all'Auditorium Nacional de Musica di Madrid diretto Teatro dell’Opera di Nizza, all’ Atelier Lirique de Tourcoing (Francia), al Teatro di S. Carlo dall'autore. Ha eseguito in prima italiana i concerti per violino e orchestra di di Napoli, al Teatro Comunale di Bologna, al Festival delle Nazioni (Città di Castello), John Adams (The Dharma at Big Sur), Unsuk Chin, Kaija Saariaho, Aaron Jay al Ravenna Festival, al Teatro Massimo di Palermo; è stato ospite dell’Orchestra Kernis, Luis De Pablo, Michael Daugherty e Michael Nyman. di Sanremo, dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, dell’Orchestra Filarmonica Si è esibito in tutta Europa, Nord e Sud America, Messico, Cina e Giappone e ha Marchigiana, dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali (Milano), dell’Orchestra inciso per Decca, Opus 111, Hyperion, Stradivarius e Amadeus. regionale del Lazio, dell’Orchestra “Tito Schipa” di Lecce, dell’Orchestra del Teatro E’ stato ospite della Philarmonie a Berlino, del South Bank Centre di Londra, del di San Carlo , dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, dell’Orchestre Philarmonique de Teatro di Aix-en-Provence, dell’Accademia di Santa Cecilia e dei Festivals MITO, Nice, dell’Orchestra del Petruzzelli (Bari). Molto attivo come esecutore di musica Ravello, Pontino, Innsbruck, Cervantino, Istanbul, Montpellier, Ravenna, Urbino, contemporanea, ha più volte diretto alla Biennale di Venezia, al Festival “Musica Postdam, Radio France, Salisburgo, Siena, Strasburgo, Stresa, Tanglewood e d’oggi”, al Festival Pontino, al Festival di Nuova Consonanza, al Festival di Villa Biennale di Venezia. Medici (Roma), all’Accademia Filarmonica Romana (Teatro Olimpico), al Sinopoli Nel marzo 2011, diretto da Lorin Maazel, ha tenuto a Washington il concerto Festival (Taormina), al Festival Play.it! (Firenze, ORT). Tra gli autori di cui ha diretto celebrativo negli Stati Uniti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. prime assolute si ricordano: Panni, Pennisi, Donatoni, Bortolotti, Brouwer, Manzoni, Suona il violino di Giuseppe Guarneri “Comte de Cabriac" del 1711. Galante, Cardi, Ambrosini, Sbordoni, Tutino, Betta, Del Corno, Boccadoro, D’Amico, dall’Ongaro, Pedini, Vacca, Panfili. Ha al suo attivo 19 produzioni discografiche, dal ‘600 ai contemporanei.

44 45 VAGHE STELLE XIII

Vaghe Stelle è lo pseudonimo di Daniele Mana, producer di base a Torino fra i più XIII è il progetto artistico musicale di Alessio Capovilla. Le sue composizioni insoliti nel suo genere. Campioni di voci trasformati in linee di basso, videoclip di sono allegoria della depressione artistica dell’ultimo decennio, sintetizzata cyber-viaggi in Vaticano realizzati con “Google Streetview”, dj set che mescolano in arpeggi psicotici e ritmiche sincopate. Tappeti sonori diretti alle viscere del cosmic garage e Justin Timberlake sono solo esempi di cosa aspettarsi da lui. disagio urbano. Dalla techno carica di synth ai numeri più lo-fi, Vaghe Stelle padroneggia il concetto di musica di sogno e lo persegue come un folle scienziato.

46 47 PIETRO MIANITI Paolo Dellapiana

Nato a Fidenza, ha studiato viola, composizione e direzione d’orchestra. Figura trasversale della scena sperimentale internazionale nonché componente Nel 1998 è stato Direttore principale dell’Orchestra Das Beiras in Portogallo e della cult-band Larsen, ha all'attivo numerosissime collaborazioni tra le quali dal 1999 al 2003 ha diretto al Teatro Segura di Lima varie produzioni liriche e progetti specifici con Nurse With Wound, Little Annie, David Tibet, Johann concerti sinfonici, su invito di Luis Alva. Ha diretto prime assolute e collaborato Johannsson, Baby Dee, z'ev, Xiu Xiu, Julia Kent, Carolina Eyck. Le produzioni con compositori quali: Michele dall’Ongaro, Matteo D’Amico, Giovanni Mancuso, musicali Larsen sono realizzate dalla Young God Records di Michael Gira così Gabrio Taglietti, Virgilio Savona, Maurizio Fabrizio, Alejandro Nunez Allauca, come da , Tin Angel ed altre etichette europee e americane Marco Betta e Giovanni Mancuso. Nel 2003 è stato insignito dell’onorificenza di di chiaro profilo di ricerca. Sia con Larsen che individualmente, ha presentato la "Cavaliere della Repubblica del Perù" per meriti artistici. Nel 2004 ha ricoperto sua musica in lunghi tour e concerti in tutta Europa, così come negli Stati Uniti. il ruolo di consulente artistico del Teatro Massimo Di Palermo e fino al 2010 ha Ha condiviso il palco con con Einsturzende Neubauten, Neurosis, Breach, Crash collaborato con il circuito A.S.L.I.C.O. dirigendo alcune produzioni operistiche. Worship, Ulan Bator, Michael Gira, My Cat Is An Alien, Allun, Ronin, The Living Dal 2005 al 2012 è stato Direttore Musicale dell’Orchestra dell’Università Jarboe, Backworld, Xiu Xiu, Thalia Zedek, Dresden Dolls, Amber Asylum, Current di Roma Tre e dal 2008 ha iniziato la sua collaborazione con l’Orchestra 93, Johann Johannsson, Baby Dee Fovea Hex, Piano Magic, The Dead Texan. dell’Accademia del Teatro alla Scala. Nel 2009 ha debuttato con l’OSN Rai nel Nel 2013 con i Larsen ha condiviso il palco insieme agli Swans di Michael Gira concerto inaugurale per le festività dell’Unità d’Italia e l’anno successivo ha in varie date europee. Paolo Dellapiana prosegue, inoltre, la sua ricerca sullo diretto la prima edizione dell’Oscar della Lirica all’Arena di Verona e debuttato spazio/spazi in qualità di architetto con pubblicazioni e progetti sul territorio al Teatro di San Carlo di Napoli con Tosca e un concerto con Ute Lemper. internazionale. Nel 2011 al Teatro alla Scala dirige il concerto per i 50 anni di carriera di Renato Bruson e nel 2012 a Istanbul dirige la finale del Concorso Internazionale Leyla Gencer. Seguono concerti con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana e nel 2013 con l’Orchestra O.S.I. dirige all’Estival Jazz di Lugano con la P.F.M., Mefistofele di Boito al Teatro Regio di Parma, Barbiere di Siviglia al Teatro di Kaliningrad con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala. Con l’OSN Rai ha effettuato registrazioni per l’archivio storico. Ha collaborato in qualità di prima viola con importanti orchestre liriche e sinfoniche italiane. è docente di esercitazioni orchestrali e direttore ospite dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala ed è titolare della cattedra di viola presso il conservatorio “Verdi” di Milano. è stato il fondatore dell’Italian Piano Quartet con il quale si è esibito al Festival dei due Mondi di Spoleto, al Lygon Arts Festival di Melbourne, alla Carnegie Hall di New York, alla Kleine Musikhalle di Amburgo, alla Filarmonica di San Pietroburgo e alla Dixon Gallery di Memphis.

48 49 MARCO ANGIUS FRANCESCO DILLON

Marco Angius è un direttore di riferimento per il repertorio moderno e Nato a Torino, si diploma a Firenze sotto la guida di Andrea Nannoni e si perfeziona contemporaneo. Dopo aver concluso gli studi musicali a Roma e quelli con Anner Bijlsma, Mario Brunello, David Geringas e Mstislav Rostropovich, universitari a Bologna, si dedica prima alla direzione d’ensemble fondando lo studiando composizione con Salvatore Sciarrino. Nel 1993 è tra i fondatori del storico gruppo “Algoritmo” e in seguito con orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Quartetto Prometeo, vincitore di numerosi premi (Prague Spring, ARD Münich, Nazionale della Rai di Torino, il Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice, il Teatro Bordeaux), insignito del “Leone d'argento” alla carriera (Biennale Musica di Venezia Comunale di Bologna, l’Orchestra della Toscana, il Teatro Petruzzelli di Bari, 2012). È membro stabile dell'ensemble Alter Ego. La sua passione per la musica da l’Orchestra “Giuseppe Verdi” di Milano, l’Orchestra della Svizzera Italiana, camera lo ha portato ad esibirsi con interpreti quali Irvine Arditti, Mario Brunello, l’Orchestre de Chambre de Lausanne. Nel 2012 il debutto con l’Ensemble Giuliano Carmignola, Piero Farulli, David Geringas, Veronika Hagen, Alexander Intercontemporain e la Filarmonica di Tokyo. Lonquich, Enrico Pace, Jean-Guihen Queyras. L’interesse per la contemporaneità lo Angius è stato invitato da festival quali Biennale Musica di Venezia, MITO vede collaborare con Gavin Bryars, Ivan Fedele, Luca Francesconi, Stefano Gervasoni, SettembreMusica, Milano Musica, Warsaw Autumn Festival, Ars Musica di Philip Glass, Vinko Globokar, Sofija Gubaidulina, Jonathan Harvey, Toshio Hosokawa, Bruxelles, Biennale Zagreb, deSingel di Anversa (con l’Hermes Ensemble di cui Giya Kancheli, Alexander Knaifel, Helmut Lachenmann, David Lang, Alvin Lucier, è principale direttore ospite), Traiettorie, Romaeuropa Festival. Arvo Pärt, Henri Pousseur, Steve Reich, Fausto Romitelli, Kaija Saariaho, Salvatore Nella ricca produzione discografica spiccano opere di Sciarrino (tra cui Luci mie Sciarrino e con musicisti sperimentali come Matmos, Pansonic, William Basinsky, e traditrici per Stradivarius/Euroarts), Ivan Fedele (Mixtim e Mosaîque), Cage, John Zorn. Come solista si è esibito alla Konzerthaus di Vienna, al Muziekgebouw Evangelisti, Schoenberg (con l’Ensemble Prometeo) e innumerevoli prime di Amsterdam, alla Philharmonie di Berlino, all'Herkulessaal di Monaco, alla esecuzioni dei maggiori compositori italiani. Laeiszhalle di Amburgo, alla Jordan Hall di Boston, al Teatro Colon di Buenos Aires, È autore di una monografia sull’opera di Salvatore Sciarrino (Come avvicinare il con orchestre quali SWR Radio Sinfonieorchester di Stoccarda, Radio Symphonie silenzio, Rai Eri, 2007) e di numerosi scritti sulla musica contemporanea tradotti Orchester di Vienna, Orquesta Estable del Teatro Colon, Ensemble Resonanz, Oulu in varie lingue. Sinfonia in Finlandia. Recente l'acclamato debutto presso il Teatro alla Scala di Tra le produzioni più recenti: Aspern di Sciarrino (Teatro La Fenice), Jakob Lenz di Milano con l'Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Susanna Mälkki. Le sue Rihm e Don Perlimplin di Maderna (entrambi col Teatro Comunale di Bologna), esecuzioni sono trasmesse da BBC, Rai, ARD, Radio France, ORF, ABC Australia, WDR. L’imbalsamatore di Battistelli (inciso per Stradivarius con l’Icarus Ensemble), Ha inciso per le etichette ECM, Kairos, Ricordi, Stradivarius, Die Schachtel e Touch. L’Italia del destino di Luca Mosca al Maggio Musicale Fiorentino, La volpe astuta Recenti le registrazioni con l’OSN Rai in prima assoluta delle Variazioni di Sciarrino di Janáček (Accademia Nazionale di Santa Cecilia/Opera Studio), e l’impegno (“Diapason d'or”) e della Ballata di Scelsi. Con il pianista Emanuele Torquati ha come direttore musicale principale e coordinatore artistico dell’ensemble realizzato tre cd di rarità schumanniane e l'integrale delle opere per violoncello di “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla Scala. Liszt per Brilliant Classics. All'attività concertistica affianca esperienze didattiche presso la Scuola di musica di Fiesole, il Conservatorio Čajkovskij di Mosca, la Pacific University (California), l’ Untref - Buenos Aires, la Manchester University. Dal 2010 è il direttore artistico della stagione di musica contemporanea Music@villaromana di Firenze.

50 51 Psalm'N'Locker

PSALM'N'LOCKER è uno strumento musicale e visivo, minimale e meditativo. Il principio di funzionamento si basa sull'osservazione e lo studio, in condizioni di scarsa illuminazione, di oggetti in movimento rotatorio o oscillatorio costante, illuminati da brevissimi lampi di luce di forte intensità. I suoni puri utilizzati, generati e processati con strumentazione analogica e digitale, si sommano e sottraggono. La gamma di frequenze utilizzate si muove all'interno della cosiddetta “banda alfa”, la stessa delle oscillazioni elettriche emesse dal cervello in stato di rilassamento o in assenza di stimoli esterni. osn rai: biografia, riconoscimenti e discografia per la musica contemporanea

52 Orchestra Riconoscimenti per la musica contemporanea Sinfonica Nazionale della Rai 2004 XXIV edizione del “Premio Abbiati” Premio per la «Miglior iniziativa musicale» al progetto Rai NuovaMusica dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, per la coraggiosa L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nacque nel 1994 dall’unificazione delle ideazione di un cartellone di musica contemporanea basata su prime assolute e orchestre dell’ente radiofonico pubblico di Torino, Roma, Milano e Napoli, divenendo italiane, e la pregevole realizzazione musicale che ha integrato l’impegno della una delle compagini più prestigiose d’Italia. I primi concerti furono diretti da Georges programmazione concertistica ordinaria a documentare la creativita di oggi, Prêtre e Giuseppe Sinopoli, seguiti da Jeffrey Tate, Rafael Frühbeck de Burgos, Eliahu assolto con rilevanti commissioni tra cui Sembianti di Giacomo Manzoni e Rest Inbal e Gianandrea Noseda. di Luca Francesconi. Dal novembre 2009 Juraj Valčuha è il Direttore principale. Tra le altre presenze significative sul podio: Carlo Maria Giulini, Wolfgang Sawallisch, 2007 Mstislav Rostropovič, Myung-Whun Chung, Riccardo Chailly, Lorin Maazel, Zubin XXVI edizione del “Premio Abbiati” Mehta, Yuri Ahronovitch, Marek Janowski, Semyon Bychkov, Dmitrij Kitaenko, Novita assoluta: Ausklang per pianoforte e orchestra (Torino, Rai NuovaMusica) Aleksandr Lazarev, Valery Gergiev, Gerd Albrecht, Yutaka Sado, Mikko Franck, James e Concertini (Venezia, Biennale Musica) di Helmut Lachenmann, due momenti Conlon, Roberto Abbado e Kirill Petrenko. di grande rilievo della ricerca del compositore tedesco. Grazie alla presenza dei suoi concerti nei palinsesti radiofonici (Radio3) e televisivi 2008 (Rai1, Rai3 e Rai5), l’OSN Rai ha contribuito alla diffusione del grande repertorio sinfonico e delle pagine dell’avanguardia storica e contemporanea, grazie a “Diapason D’Or” della rivista «Diapason» commissioni e prime esecuzioni che hanno ottenuto riconoscimenti artistici, Al triplo cd Orchestral Works prodotto da Kairos con Rai Trade, e dedicato editoriali e discografici. Esemplare dal 2004 la rassegna di musica contemporanea a Salvatore Sciarrino, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Rai NuovaMusica. Tito Ceccherini. L’Orchestra tiene a Torino regolari stagioni concertistiche e cicli speciali, ed è spesso 2009 ospite di importanti festival quali MITO SettembreMusica, Biennale di Venezia, Premio nazionale della rivista «Classic Voice» Ravenna Festival e Sagra Maletestiana di Rimini. Tra gli impegni istituzionali si categoria “Contemporanea” annoverano i concerti di Natale ad Assisi trasmessi in mondovisione e le celebrazioni Al triplo cd Orchestral Works prodotto da Kairos con Rai Trade, e dedicato per la Festa della Repubblica. Nel 2006 è stata invitata al Festival di Salisburgo e alla Philharmonie di Berlino per a Salvatore Sciarrino, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da celebrare l’ottantesimo compleanno di Hans Werner Henze. Tito Ceccherini. Tra i recenti impegni: Abu Dhabi Classics, una tournée in Germania, Austria e Slovacchia, concerti al Festival RadiRO e al Festival Enescu di Bucarest. Importante il debutto al Musikverein di Vienna e il ritorno alla Philharmonie di Berlino. Ha partecipato ai film-opera Rigoletto a Mantova, con la direzione di Mehta e la regia di Bellocchio, e Cenerentola, una favola in diretta, trasmessi in mondovisione su Rai1. L’orchestra si occupa, inoltre, delle registrazioni di sigle e colonne sonore dei programmi televisivi Rai. Dai suoi concerti dal vivo sono spesso ricavati cd e dvd. 54 55 Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Discografia per la musica contemporanea Tito Ceccherini direttore - Francesco Dillon violoncello Scelsi, Aiôn Scelsi, Hymnos Scelsi, Quattro pezzi per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Scelsi, Ballata Pascal Rophé direttore - Giampaolo Pretto flauto Jean Guihen Queyras violoncello Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Fedele, Scena-Ruah per flauto e orchestra Pascal Rophé direttore - Jean-Guihen Queyras violoncello Fedele, Concerto per violoncello e orchestra Dallapiccola, Due pezzi per orchestra Dallapiccola, Variazioni per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Dallapiccola, Dialoghi per violoncello e orchestra Roberto Abbado direttore - Anssi Karttunen violoncello Dallapiccola, Three Questions with two Answers Francesconi, Cobalt Scarlet Francesconi, Rest VideoRadio - Percussionisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Maurizio Bianchini, Claudio Romano, Carmelo Gullotto, Amadeus - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Riccardo Balbinutti, Claudio Cavallini, Matteo Moretti Tito Ceccherini direttore - Francesco D’Orazio violino Luigi Arciuli flautista Daugherty, Fire and Blood Ravel, Ma mère l’oye Nyman, Concerto per violino e orchestra Bianchini, Tribalis Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Jolivet, Suite en concert Peter Rundel direttore - Donatienne Michel-Dansac soprano Peck, Lift-Off Romitelli, Dead City Radio Bianchini, 5 frammenti sospesi Romitelli, EnTrance Romitelli, Flowing down too slow Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Romitelli, The Nameless City Daniel Kawka direttore Solbiati, Sinfonia seconda Neos - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Ensemble Solbiati, Sinfonia Modern, Ars Nova Ensemble Nürnberg, Ensemble Spectral Solbiati, Die Sterne des Leidlands Tito Ceccherini direttore - Peter Sadlo percussioni Borboudakis, Archégonon Ricordi Oggi - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Pierre-André Valade direttore Orfeo - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Battistelli, Aftertought Gerd Albrecht direttore - Mari Midorikawa, Jun Takahashi, Battistelli, Begleitmusik zu einer Dichtspielszene Tsuyoschi Mihara, Teruhiko Komori, Zvi Emanuel-Marial, Battistelli, Anarca Kwang-Il Kim, Yasushi Hirano voci Henze, Gogo no Eiko Kairos - Rai Trade - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Incisione effettuata dal vivo presso la Großes Festspielhaus di Salisburgo il 26/08/2006 Tito Ceccherini direttore - Daniele Pollini, Moni Ovadia, Mario Caroli, Francesco Dillon, Marco Rogliano solisti Sciarrino, composizioni per orchestra 56 57 Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Marco Angius direttore - Francesco D’Orazio violino Corinna Mologni soprano Fedele, composizioni per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Pierre-André Valade direttore Verrando, composizioni per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Daniel Kawka direttore - Giampaolo Nuti pianoforte Barber, composizioni per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Lothar Koenigs direttore Gervasoni, composizioni per orchestra Manzoni, composizioni per orchestra Webern, composizioni per orchestra Stradivarius - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Arturo Tamayo direttore - Alfonso Alberti pianoforte Petrassi, composizioni per orchestra Anemos - Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juanjo Mena direttore Gianandrea Noseda direttore Georg Nigl baritono - Roberto Balconi controtenore De Pablo, Casi un espejo De Pablo, Passio

Frammento dell’orchestrazione di Bruno Maderna di Aspettare (da Allez-hop!) di Luciano Berio e firma di Bruno Maderna. Autografi conservati nell’Archivio storico dell’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.

58 59 Biglietteria e Informazioni

Biglietto intero adulti con assegnazione del posto in ogni ordine di settore: 5 euro Biglietto ridotto giovani (dal 1984) con assegnazione del posto in ogni ordine di settore: 3 euro BIGLIETTERIA Auditorium Rai “A. Toscanini” – piazza Rossaro – 10124 Torino Tel. 011/8104653 – 8104961 Fax 011/8170861 e-mail: [email protected] DATE E ORARI DI APERTURA Prevendita biglietti dal 3 febbraio 2014 La biglietteria è aperta dal martedì al venerdì con orario continuato 10.30 - 18.30 e le sere dei concerti a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. VENDITA ON LINE Su www.osn.rai.it è possibile acquistare i biglietti a partire dal 3 febbraio 2014 Tutti i concerti sono trasmessi da Radio3 e in streaming audio-video su www.osn.rai.it.

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CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2013/14 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.

Redazione a cura di Irene Sala 60 THE FUTURE SOUND OF CLASSICAL RAI NUOVAMUSICA 2014 RAI NUOVAMUSICA

RAI NUOVAMUSICA 2014 www.osn.rai.it AUDITORIUM RAI “ARTURO TOSCANINI” DI TORINO

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