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Cover Artist Laura Giardino

WILLIAMInterviste KENTRIDGE MARLENE KUNTZ HÉLÈNE DE FRANCHIS GEMMA DE ANGELIS TESTA

StudioMY CAT IS ANVisit ALIEN MOSTRA FINALE

BonelliLAB Canneto sull’Oglio (MN)

28 ottobre

19 novembre 2017

3a edizione I Finalisti in Mostra

UNDER 30 Diego Dutto Patrizia Novello Massimo Ferrando Juan Eugenio Ochoa Gianluca Brando Giorgia Fincato Alice Padovani Carolina Corno Massimiliano Galliani Alice Paltrinieri Alessandro Costanzo Marcello Gobbi Pietro Pasquali Ilaria Gasparroni Federica Gonnelli Gianluca Patti Mattia Peruzzo Marco Grimaldi Mara Pepe Luisa Turuani Gabriele Grones Luca Pianella Valeria Vaccaro Gian Luca Groppi Ettore Pinelli Giulia Zappa Monika Grycko Francesca Romana Pinzari Asako Hishiki Annalisa Pisoni Cimelli OVER 30 Elisa Leonini Gianluca Quaglia Donatella Lombardo Nicolò Quirico Alessandro Amaducci L’orMa Stefy Ranghieri Daniela Ardiri Nataly Maier Thomas Scalco Alessandra Baldoni Alessandra Maio Lapo Simeoni Elisa Bertaglia Eleonora Manca Anna Skoromnaya Nicola Bertellotti Vincenzo Marsiglia Diego Soldà Gianni Berti Me Nè – Simone Meneghello Matteo Suffritti Giorgio Bormida Vincenzo Merola Valdi Spagnulo Erica Campanella Oriella Montin Paolo Maria Tatavitto Andrea Cereda Daniele Nitti Sotres Giorgio Tentolini Isabel Consigliere Ayako Nakamiya Manuela Toselli Marcello De Angelis Silvia Noferi Simona Uberto Dana de Luca Daniela Novello Stefano Zaratin

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ESPOARTE DIGITAL #98 Cover ½ LAURA GIARDINO, EST 03, 2017 MOSTRA FINALE Espoarte Digital è un progetto editoriale di Espoarte in tecnica mista su tela, cm 100x120 - dettaglio edizione esclusivamente digitale, tutto da sfogliare e da leggere, con i migliori contenuti pubblicati sul sito www.espoarte.net e molti altri realizzati ad hoc. BonelliLAB Canneto sull’Oglio (MN) 98 indiceSU QUESTO NUMERO SI PARLA DI... ½

ESPOARTE 4 LAURA GIARDINO. LA SIGNORA È “FUORI CAMPO” Registrazione del Tribunale di Savona 28 ottobre Intervista a LAURA GIARDINO di Chiara Serri n. 517 del 15 febbraio 2001 19 novembre 2017 Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. 8 BUILDERS OF TOMORROW. IMMAGINARE IL FUTURO TRA DESIGN E ARTE © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche Intervista a MARINELLA PADERNI e GIOVANNA CASSESE di Livia Savorelli parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Corrispondenza, comunicati, cartelle stampa, cataloghi e 12 MY CAT IS AN ALIEN. STUDIO VISIT CON “RAPIMENTO ALIENO” a quanto utile alla redazione per la pubblicazione di articoli 3 edizione vanno inviati all’indirizzo di redazione. Le opinioni degli autori Intervista a My Cat Is An Alien di Corinna Conci impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della direzione della rivista. Tutti i ma- teriali inviati, compresi manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. 16 STUDIO LA CITTÀ. DIECI ANNI IN GALTAROSSA Intervista a HÉLÈNE de FRANCHIS di Francesca Di Giorgio

20 TUTTI GLI “ISMI” DI ARMANDO TESTA: UN MONUMENTO ALLA CREATIVITÀ Intervista a GEMMA DE ANGELIS TESTA di Eleonora Roaro

Editore Ass. Cult. Arteam 24 FONDAZIONE DINO ZOLI: COSTRUIRE GLI SPAZI I Finalisti in Mostra Intervista a NADIA STEFANEL di Chiara Serri Direttore Editoriale Livia Savorelli 28 WILLIAM KENTRIDGE ALLE OGR DI TORINO: Publisher DOVE STORIA, ARTE E CREATIVITÀ SI INCONTRANO Diego Santamaria UNDER 30 Diego Dutto Patrizia Novello Intervista a WILLIAM KENTRIDGE di Elena Inchingolo Direttore Web Massimo Ferrando Juan Eugenio Ochoa Matteo Galbiati 32 FOREVER NEVER COMES. COME UNA PROPAGAZIONE DI ONDE NEL TEMPO Gianluca Brando Giorgia Fincato Alice Padovani Segreteria di Redazione Intervista a LAPO SIMEONI di Francesca Di Giorgio Carolina Corno Massimiliano Galliani Alice Paltrinieri Francesca Di Giorgio

Alessandro Costanzo Marcello Gobbi Pietro Pasquali Direttore Responsabile 38 SKOROMNAYA: ALLA RICERCA DELLO SPIRITO COLLETTIVO Ilaria Gasparroni Federica Gonnelli Gianluca Patti Silvia Campese DEL MONDO CONTEMPORANEO Mattia Peruzzo Marco Grimaldi Mara Pepe Redazione Intervista ad ANNA SKOROMNAYA di Livia Savorelli Luisa Turuani Gabriele Grones Luca Pianella via Traversa dei Ceramisti 8/b 17012 Albissola Marina (SV) Valeria Vaccaro Gian Luca Groppi Ettore Pinelli Tel. +39 019 4500744 44 REBUILDING SPACES: PER UN’ARTE CHE RIDISEGNA LO SPAZIO FISICO E MENTALE Giulia Zappa Monika Grycko Francesca Romana Pinzari [email protected] Intervista a NICCOLÒ BONECHI di Matteo Galbiati Asako Hishiki Annalisa Pisoni Cimelli Art Director OVER 30 Elisa Leonini Gianluca Quaglia Elena Borneto 46 MARLENE KUNTZ: “L’AVVICINAMENTO A UN’ALTRA PARTE DEL SÉ” Intervista a CRISTIANO GODANO (Marlene Kuntz) di Corinna Conci Donatella Lombardo Nicolò Quirico Redazione grafica – Traffico pubblicità villaggiodellacomunicazione® Alessandro Amaducci L’orMa Stefy Ranghieri [email protected] 48 L’ARTE COME AZIONE EDUCATIVA: MARIA ROSA SOSSAI Daniela Ardiri Nataly Maier Thomas Scalco Pubblicità Intervista a MARIA ROSA SOSSAI di Matilde Puleo Alessandra Baldoni Alessandra Maio Lapo Simeoni Direttore Commerciale Elisa Bertaglia Eleonora Manca Anna Skoromnaya Diego Santamaria 50 LA VITA IN FIGURE DI ARTURO MARTINI Nicola Bertellotti Vincenzo Marsiglia Diego Soldà Tel. +39 019 4500744 di Luca Bochicchio Mob. +39 347 7782782 Gianni Berti Me Nè – Simone Meneghello Matteo Suffritti [email protected] Giorgio Bormida Vincenzo Merola Valdi Spagnulo 52 LE DIVERSE SONORITÀ DI MIMMO PALADINO, COMPOSITORE DI FORME Ufficio Abbonamenti di Matteo Galbiati Erica Campanella Oriella Montin Paolo Maria Tatavitto [email protected] Andrea Cereda Daniele Nitti Sotres Giorgio Tentolini Hanno collaborato a questo numero: Isabel Consigliere Ayako Nakamiya Manuela Toselli Luca Bochicchio Corinna Conci Marcello De Angelis Silvia Noferi Simona Uberto Francesca Di Giorgio Dana de Luca Daniela Novello Stefano Zaratin Matteo Galbiati Elena Inchingolo Matilde Puleo Eleonora Roaro Livia Savorelli WWW.ESPOARTE.NET www.arteam.eu Chiara Serri 3 ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

ARTE

LAURA GIARDINO. LA SIGNORA È “FUORI CAMPO”

NAPOLI | PAN PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI | 15 OTTOBRE – 7 NOVEMBRE 2017

Intervista a LAURA GIARDINO di Chiara Serri

Nelle nuove opere di Laura Giardino, realiz- antipanico. Assenti fisicamente, sono pre- sto accadrà. Sensazioni ambivalenti che la zate appositamente per il PAN di Napoli, la senti negli oggetti comuni, nella banalità – curatrice Marina Guida individua come tratto signora scompare. In passato ritratte in pose per nulla rassicurante – di luoghi che appar- distintivo della ricerca di Laura Giardino, tra discinte, successivamente defilate, spinte da tengono al vivere quotidiano. Spazi anonimi, atmosfere noir e graffiante ironia. prospettive incongrue ai margini della scena, certo, ma ridisegnati dall’uso di colori acidi e le sue figure abbandonano definitivamente luci irreali che gelano la narrazione, crean- Prima personale istituzionale in Italia e pri- la tela. Escono dal campo visivo, invitando lo do un senso di generale sospensione in cui ma collaborazione con la curatrice Marina spettatore a prendere il loro posto, tenendosi è impossibile risolvere l’enigma di fondo e Guida. Come è nato il progetto Out of Field? ad un corrimano o spingendo un maniglione scoprire ciò che è accaduto o ciò che pre- Marina Guida ha visto le mie opere nello

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stand della Galleria Area\B ad ArtVerona nel to al cinema? 2017, si è interessata alla mia ricerca ed ha Mi nutro di cinema. È una delle forme d’arte invitato me ed Isabella Tupone ad esporre a che frequento di più, anche quando non è Napoli. Ci siamo trovate così in sintonia, an- arte (ride, n.d.r.). Si tratta di un tipo di visione che dal punto di vista umano, che il lavoro che ho maturato negli anni e che gli altri no- è stato fluido: autonomia, massima libertà e tano sempre. I miei tagli, però, sono estremi, punti di vista condivisi. da cinema psichedelico. Confesso di guar- dare più film che quadri… Cosa si intende per Out of Field e cosa in- tendi tu in particolare? Nel 2013 ti avevamo incontrata in occasio- Nei miei quadri c’è molto “fuori campo”. ne della personale So Quiet… a Milano. Da Grandangoli, prospettive che precipitano, allora le novità sono parecchie, soprattutto che salgono, sovrabbondanza di punti di dal punto di vista cromatico… fuga che portano a deformazioni prospetti- Da So Quiet… lo stacco è netto, ma se si con- che. Credo che la lettura della curatrice sia siderano le mostre in mezzo il passaggio è stata soprattutto questa. Spesso mi hanno un po’ più graduale. Ora i colori sono estremi, fatto notare che anche le opere di piccole e potenti, saturi e azzardati (con i colori ti pren- medie dimensioni sul muro sembrano gran- di un rischio, e anche forte). Avevo bisogno di di. Hanno bisogno di spazio. Dal mio punto di spingermi oltre, di sperimentare. Non voglio vista, il “fuori campo” assume anche un va- annoiarmi dipingendo. Laura Giardino, EST 01, 2017, lore inclusivo. Mi piace includere chi guarda, tecnica mista su tela, cm 50x60 “tirare dentro” lo spettatore. Nelle opere esposte ricorre spesso il rosso Nella pagina a fianco: magenta, steso per velature, che va ad evi- Laura Giardino, FLOOD 11, 2017, Parli di grandangoli… Il costante riferimen- denziare zone topiche, profonde, misterio- tecnica mista su tela, cm 50x60

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se della scena… nel quadro. Si crea uno spazio altro, inacces- Catalogo edito da E20 Progetti, con testo Quasi tutte le tele hanno avuto inizio da una sibile in quanto sommerso e per questo af- critico di Marina Guida base magenta, quindi l’accordo con quel fascinante. L’opera si apre così ad una nuova colore è fondamentale. Non so spiegarne il dimensione… 15 ottobre – 7 novembre 2017 motivo. Forse perché crea una luce tra le più Inaugurazione: sabato 14 ottobre, ore 17.30 irreali. Il rosso tende all’onirico e al misterioso. Progetti per il futuro? Diversi, tra i quali la collaborazione con una PAN Palazzo delle Arti di Napoli Quali sono i luoghi che frequenti abitual- galleria olandese e un’altra personale in uno Via dei Mille 60, Napoli mente con la tua pittura? spazio pubblico entro la fine del 2018, ma per Dipingo luoghi senza una particolare identità ora la mostra di Napoli sta assorbendo tutte Orari: da lunedì a domenica ore 9.30-18.30, o identificabilità, ma possibilmente frequen- le mie energie… chiuso il martedì tati. Scelgo spazi che appartengono a tutti, Ingresso libero nei quali è facile identificarsi. La figura a poco Laura Giardino nasce nel 1976 a Milano, a poco è sparita e, se ancora c’è, è collocata dove vive e lavora. Info: +39 081 7958651 in posizione defilata. Al suo posto metto una www.lauragiardino.net [email protected] sedia, una macchina, un corrimano, elementi che portano l’osservatore a diventare esso Eventi in corso: Galleria di riferimento: stesso protagonista. Laura Giardino. Out of Field Galleria AREA\B, Milano a cura di Marina Guida www.areab.org Un elemento di novità è costituito dalla Promossa da Assessorato alla Cultura e al presenza ricorrente dell’acqua. Che valore Turismo del Comune di Napoli assume per te l’elemento liquido? In collaborazione con Galleria AREA\B, Mi- Laura Giardino, FLOOD 08, 2017, ADUA MARTINA ROSARNO Mettere l’acqua è un po’ come fare un taglio lano tecnica mista su tela, cm 50x60 ATTRAZIONI

28 settembre - 31 dicembre 2017 Milano - C.so Monforte, 20

Adua Martina Rosarno è la vincitrice del premio bancasistemarte.it Arteam Cup 2016, categoria Under 30. Sosteniamo la giovane arte italiana. www.arteam.eu

6 ADUA MARTINA ROSARNO ATTRAZIONI

28 settembre - 31 dicembre 2017 Milano - C.so Monforte, 20

Adua Martina Rosarno è la vincitrice del premio bancasistemarte.it Arteam Cup 2016, categoria Under 30. Sosteniamo la giovane arte italiana. www.arteam.eu ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

ARTE / DESIGN

BUILDERS OF TOMORROW. IMMAGINARE IL FUTURO TRA DESIGN E ARTE

FAENZA | MIC | 28 SETTEMBRE – 25 OTTOBRE 2017

Intervista a MARINELLA PADERNI e GIOVANNA CASSESE di Livia Savorelli

Negli ultimi decenni, si è assistito ad inne- getti e servizi per umanizzare di più la tec- avere una funzione nella vita delle persone gabili commistioni e tangenze tra arte e nologia: la dimensione umanistica e politica e dentro la società. design. I confini sono diventati sempre più dell’arte coinvolge oggi anche la funziona- Per questo la cultura del progetto e la cul- labili, i materiali e le tecniche sempre più in- lità e la logica produttiva del design, men- tura della creatività si avvicinano molto più terscambiabili tra le varie discipline in nome tre il design apporta un carattere sempre oggi di ieri: gli artisti guardano alla proget- di un credo superiore: la cultura della cre- più progettuale al lavoro artistico che vuole tualità industriale che connota il design e atività. Da queste premesse, la mostra che inaugura in terra faentina The Builders of Tomorrow. Immaginare il futuro tra design e arte cerca di andare oltre questo rapporto, tracciando strade che, nell’ambito di un dia- logo costruttivo tra cultura del progetto e cultura della creatività, guardano alla defini- zione di una nuova estetica che, volgendo al futuro, non può prescindere dalla formazio- ne, e quindi dalla didattica, come elemento chiave e fondamentale per lo sviluppo del sistema contemporaneo. Approfondiamo questi aspetti con le cura- trici dell’evento, Marinella Paderni e Giovan- na Cassese.

Già dall’evocativo titolo, vengono ben tra- smessi gli intenti dell’evento: superare la diatriba tra arte e design, tracciando una “nuova estetica”. Obiettivo molto ambizio- so… Quali premesse avete individuato alla base di questa “rivoluzione” e quali strade avete intrapreso per definire il concept di questo evento, che vuole instaurare «un dialogo costruttivo tra cultura del proget- to e cultura della creatività»? Marinella Paderni: Osservando fenologi- camente come si sono trasformate le arti in anni recenti e come arte e design si guar- dano a vicenda, rielaborando spesso le pratiche dell’una o dell’altra a seconda dei progetti, abbiamo pensato alle sorprenden- ti analogie che si sono ricreate a distanza di quasi un secolo tra le esperienze del Dadai- smo, del Bauhaus, del Costruttivismo Russo e la produzione artistica contemporanea, design compreso. Stiamo riscontrando un ritorno alla fisicità del fare e del costruire con le mani, che avvicina gli artisti ai ma- kers, come pure un distanziamento dalle produzioni industriali su grande scala di og-

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quest’ultimo investe sempre più di artisti- e metaforicamente. Il design è per natura cità i progetti di design, facendo confluire disciplina trasversale tra saperi umanistici l’una nell’altra. Un esempio noto a tutti è il e scientifici ed anche l’arte negli ultimi de- bar-opera di Tobias Rehberger realizzato cenni è sempre più una pratica complessa dentro l’ex Padiglione Italia per la Biennale che include una infinita varietà di materiali, di Venezia. tecniche, conoscenze e competenze. Giovanna Cassese: La mostra nasce come Il vero tema è andare oltre il confine tra arte evento collaterale della XII edizione del e design per un dialogo costruttivo tra cul- Premio Nazionale delle Arti che va sotto il tura del progetto e cultura della creatività naming chiaro di Future is design, il futuro è per una nuova estetica in età post-industria- design è progetto. La mostra nata dal con- le. E ciò anche per gli indifferibili riflessi sulla fronto e dal lavoro congiunto delle curatrici, didattica del design. In realtà per continuare con l’apporto prezioso del comitato scienti- ad assicurare il ruolo primario dell’Italia nel fico, è nata per immaginare un nuovo e più campo delle arti e del design non si può che Enzo Cucchi, Senza Titolo, 2010, serrato dialogo tra design e arti in linea con partire dalla didattica e viceversa: la forma- refrattario dipinto a ingobbi, cm 28x22x37. Courtesy: Giustini / Stagetti Galleria O. Roma le esigenze del nuovo millennio, sempre più zione è parte integrante ed essenziale del orientato alla produzione di oggetti e siste- sistema del contemporaneo. Trovare e ritro- Nella pagina a fianco: Anna Maria Maiolino, Em Si Mesmo [In Its Self], from mi come esperienza estetica ed etica del vare corrispondenze e assonanze che co- Cobrinhas [Little Snakes] series, 2015, raku ceramic mondo. I confini tra discipline sono sempre stituiscono il patrimonio identitario dell’Italia pieces, cm 75x120x64 (metal table, raku ceramic pieces with variable dimensions). più labili, i designer, gli artisti, gli architetti nel settore: questo è anche il DNA del “made Courtesy: the artist and Raffaella Cortese Gallery, Milan si guardano tra loro e collaborano di fatto in ”, quello che ci ha distinti nel mondo per la produzione degli ultimi cinquant’anni, per lo meno. Oggi si può ripartire da qui e da un nuovo modo di intendere il design, nei suoi rapporti anche con l’artigianato, l’archi- tettura, la fotografia, l’hand made nell’ottica di un design for all da ogni punto di vista.

Chi sono, quindi, i costruttori del mondo di oggi? E quali quelli del domani? M.P.: I costruttori del mondo di oggi sono quegli artisti, designer, inventori, ricercatori e intellettuali che credono nell’unione tra la cultura umanistica e quella tecnologico- scientifica, portandole dentro il loro ope- rato, diffondendole attraverso i loro lavori, recuperando l’identità di tradizioni e sotto- culture. Che s’impegnano ogni giorno per accrescere il nostro patrimonio culturale immateriale e materiale nonostante le crisi economiche e politiche, l’impoverimento economico e sociale generale, mostrando come non ci siano scissioni ma intrecci e correlazioni proficue da cui ripartire per pro- gettare il nostro futuro. I costruttori di do- mani li vediamo già all’azione nelle univer- sità tra i giovani, che vedono nella creatività una risorsa per l’avvenire e una modalità di vivere da protagonisti, liberamente, il loro presente. G.C.: Il futuro non esiste, il futuro va creato, ha scritto Zygmut Bauman. Chi ci ha pre- ceduto ha costruito il nostro mondo, ma il presente è dimensione sfuggente, eterna- mente mutante, soprattutto la nostra “mo- dernità liquida”. Artisti e designer prefigu- rano sempre il futuro con le loro opere e visioni. Artisti, architetti e designer di un se- colo fa nel momento vitale e fecondissimo delle Avanguardie storiche sono alla base del nostro mondo. I costruttori del domani sono proprio i nostri giovani in formazione,

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coloro ai quali con grande responsabilità Matali Crasset, Enzo Cucchi, Riccardo Da- ni e donne colti, capaci di rielaborare il loro nell’ambito del nostro lavoro quotidiano de- lisi, Nathalie Du Pasquier, Formafantasma, grande museo immaginario e creare nuove dichiamo tutta la nostra attenzione e cura, a Fratelli Campana, Martino Gamper, Marco forme e nuovi mondi. loro è affidato il futuro che non solo è vicen- Gastini, Jean-Paul Gaultier, Piero Gilardi, Pa- da esistenziale, ma sociale, etica, politica e olo Gonzato, Konstantin Grcic, Sheila Hicks, Partendo dal fondamentale background culturale. Christina Holstad, Giulio Iacchetti, Emilio italiano, da quello che giustamente de- Isgrò, Ugo La Pietra, Claudia Losi, Ugo Ma- finite il patrimonio identitario dell’Italia, A livello espositivo quali sono le figure rano, Anna Maria Maiolino, Franco Mello, quali azioni future e quali cambiamenti coinvolte e come avete concepito il dialo- Alessandro Mendini, Mathieu Mercier, Bruno auspicate si inneschino partendo dagli go tra loro? Munari, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Mimmo stimoli e dagli spunti offerti da Builders of G.C.: Abbiamo scelto opere significative di Paladino, Claudio Parmiggiani, Gaetano Pe- Tomorrow? grandi artisti e designer contemporanei e sce, Gianni Piacentino, Michelangelo Pisto- G.C.: Ci auguriamo che la cultura del dialo- storici, lavori che in qualche modo provo- letto, Andrea Sala, Denis Santachiara, Fran- go si diffonda sempre più, che lo sguardo catoriamente superano i limiti di nette de- cesco Simeti, George Sowden, Sissi, Haim storiografico si allarghi a nuovi orizzonti e si finizioni e vanno oltre i rigidi confini tra arte Steinback, Ettore Sottsass, Superstudio, abbattano steccati per nuove visioni critiche e design, mutuando reciprocamente stili e Patricia Urquiola, Marcella Vanzo, Joe Vel- e curatoriali. Troppo spesso gli studi in Italia linguaggi e offrendo agli spettatori inedite luto. Il dialogo tra questi protagonisti viene tra arti e design sono ancora separati, non interpretazioni e visioni di futuro. I protago- favorito da un allestimento evocativo dove così in ambito internazionale dove sem- nisti che si incontrano metaforicamente al saranno sottolineate assonanze concettuali pre più spesso mostre e saggi critici fanno MIC sono di generazioni e stili diversi ma ed estetiche delle varie opere, in continuo il punto su di un’epoca a trecentosessanta offrono tutti un pensiero seducente sul va- dialogo tra loro, in un gioco di specchi e ri- gradi… Ci auguriamo che il mondo della for- lore delle “cose”, della vita e dell’arte. Ecco mandi. Abbiamo scelto le contaminazioni, i mazione interagisca davvero con il mondo gli autori: Vito Acconci, Andrea Anastasio, dialoghi e le visioni comuni di questo ulti- reale della produzione, che l’università dia- Meris Angioletti, Salvatore Arancio, Rosalba mo periodo per riflettere sulla nostra storia loghi con il museo e viceversa; auspichiamo Balsamo, Nanni Balestrini, Becky Beasley, più recente poiché i saperi devono essere che la questione delle arti e del design sia Sonia Biacchi, Renata Boero, Gregorio Botta, tràditi per essere tradìti e non c’è innova- sempre più al centro dell’agenda politica Andrea Branzi, Chiara Camoni, Marc Camille zione senza storia e senza conoscenza. Chi della nostra nazione, che a livello interna- Chaimwoicz, Stefano Casciani, Tony Cragg, crea e chi progetta sono sempre stati uomi- zionale è riconosciuta per questo suo DNA; ci aspettiamo che l’Italia punti sempre più sulle industrie culturali e creative. Infine, speriamo che la valorizzazione e la salva- guardia del nostro grande patrimonio mate- riale immateriale di architettura, artigianato, arte contemporanea e design passi attra- verso la formazione di generazioni future più consapevoli, con una “testa ben fatta”, per dirla con Edgar Morin, con uno spirito critico spiccato, che consenta di progettare un mondo e un futuro migliore. Matilde Piazzi, Rinascimento, 2013 (dettaglio) 2013 Matilde Piazzi, Rinascimento, BUILDERS OF TOMORROW Immaginare il futuro tra design e arte 13 OTTOBRE 2017 – 20 GENNAIO 2018 a cura di Marinella Paderni e Giovanna Cassese nell’ambito di “Future is Design” – Premio Nazionale delle Arti 2017 – Sezione de- INGRESSO LIBERO sign, XII edizione Spazio Arte Comitato scientifico: Giovanna Cassese, Rinascimento Marinella Paderni, Claudia Casali, Daniela Lotta e Irene Biolchini La persona e il suo luogo 28 settembre – 25 ottobre 2017 Inaugurazione 28 settembre, ore 20 di Matilde Piazzi

MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche Viale Alfredo Baccarini 19, Faenza Info: www.micfaenza.org a cura di Eleonora Frattarolo

Formafantasma, Acquedotto I (Water pitcher), II (Vinegar dispenser), III (Oil dispenser), 2016, CUBO Centro Unipol porcellana, edition of 30 + 2 AP. Editor and courtesy: Piazza Vieira de Mello, 3 e 5 (BO) - Tel 051.507.6060 - www.cubounipol.it Giustini / Stagetti Galleria O. Roma App CUBO

10 Spazio Arte INGRESSO LIBERO Matilde Piazzi, Rinascimento, 2013 (dettaglio) Piazza Vieirade Mello, 3e5(BO)-Tel 051.507.6060 -www.cubounipol.it CUBO CentroUnipol BOlogna a cura diEleonora Frattarolo AppCUBO di La personaeilsuo luogo Matilde Piazzi Rinascimento 13 OTTOBRE 2017 –20 GENNAIO 2018

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STUDIO VISIT

MY CAT IS AN ALIEN. STUDIO VISIT CON “RAPIMENTO ALIENO”

Intervista a MY CAT IS AN ALIEN di Corinna Conci

Bendata, perdo il senso dell’orientamento . Ora capisco perché Thurston nel viaggio che mi porta allo studio dei My Moore dice: “My Cat Is An Alien is My Cat is Cat Is An Alien. In auto verso una meta sco- An Alien”. Questa è un’altra realtà. nosciuta e poi mani che mi accompagnano a scendere, per entrare in un luogo fresco Inizialmente Roberto aveva risposto alla mia e dal quale provengono suoni che sembra- proposta di intervista con l’idea del silenzio: no voci di sirene: stringo gli occhi quando il immaginava pagine senza parole, lunghe foulard mi viene tolto dal viso e il blu, l’inda- circa nove anni, un tributo a John Cage e alla co, il viola delle grandi tele mi arrivano ad- sua opera 4’33”. Quando poi ci accordiamo dosso. Un rapimento alieno. A tutti gli effetti. per incontrarci e organizziamo un rapimen- Ci sono quarzi ialini di diverse dimensioni, to consenziente per raggiungere lo studio, rocce sedimentarie, sassi fossili, che segna- tornata a casa la sera mi accorgo che la no dei percorsi di energia e costituiscono registrazione delle domande+risposte non installazioni collegate alle vibrazioni della c’è più. Sparite le voci e spariti i suoni dal terra. Ci sono occhi che ti osservano e che registratore rimasto acceso per ore. Come ti proteggono, ci sono grandi scatole conte- desiderava Roberto Opalio: un’intervista in nenti armi giocattolo degli anni ’50. Originali. silenzio che si manifesta come uno stato di Funzionanti. E poi c’è lui, il gatto alieno, nato puro onirismo. La mia memoria va alla terza da più di 200 metri di filo di ferro e presente traccia del doppio LP “The Dance Of Oneiri- accanto ai fratelli Roberto e Maurizio Opa- sm” (2015) firmato dai My Cat Is An Alien, co- lio per il loro debutto nel 1998 sul palco dei lonna sonora nell’esperienza psichica della

Rapimento alieno. © Corinna Conci. Da sinistra: Roberto Opalio, Corinna Conci, Maurizio Opalio

Nella pagina a fianco: Veduta interna dell’Alien Studio dei My Cat Is An Alien, Torino. Foto Courtesy: MCIAA Archives

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mia visita al loro studio. ston Moore e . L’obiettivo rea più estrema e non-finita di spazio che era chiaro: “Music beyond Art / Art beyond racchiude e permea tutto l’esistente. Rap- La musica è il nucleo centrale del vostro Music”. presenta anche la dimensione di assoluta lavoro, caratterizzato da una cifra inter- incolmabilità psico-esistenziale. È il senso mediale e fluida che utilizza i linguaggi La vostra arte e il materiale con il quale la stesso della nostra arte e musica. No-Mind. della fotografia e del video, della pittura costituite comunicano un contatto tra voi Total Freedom. La natura ontologica delle e della scultura. e lo spazio, inteso come territorio ma an- nostre creazioni. Nella nostra musica i ruoli My Cat Is An Alien: Concepiamo la musica che come sistema solare e oltre, l’ “outer miei e di mio fratello sono, allo stesso tem- come il fil rouge che lega qualunque altro space” come lo definite voi. po, totalmente antitetici e complementari: lavoro e media artistico che utilizziamo. Maurizio Opalio: Tutto ciò che proviene dal tramite simpatetici canali invisibili di inter- Data la nostra natura di outsiders, la musica cosmo e che ha originato questo pianeta connessione e decostruzione forgiamo di MCIAA non ha referente alcuno se non gli prima o poi torna in superficie. Quando mi estensioni poetiche che collassano e riaffio- stessi MCIAA. Dall’inizio della nostra carriera trovo su vette di oltre 3.000 metri, raccolgo rano dallo strapiombo del Grande Vuoto. Il abbiamo pubblicato più di 200 album con frammenti di roccia che attirano la mia at- nostro lavoro è un ponte tra arte primordiale le etichette del settore più rilevanti a livello tenzione: andranno a costituire installazioni e ciò che si spinge oltre il futuro. Pur viven- internazionale, curandone ogni artwork. Per di mio fratello e mie, sulle quali dipingo a do totalmente il presente, qui e ora. esempio il progetto “From the earth to the inchiostro un alfabeto quasi medianico che Spheres” (2004-2006) era volto a mettere chiamo “scrittura cosmogonica”. Siete stati invitati ad attivare musicalmen- in discussione la relazione tra arte visiva e te il Padiglione Francia della 57. Biennale sonora, creando un caso senza preceden- Il vuoto è un concetto che riecheggia di Venezia durante i tre giorni di vernissa- ti: una serie di collaborazioni su vinile la cui spesso nella vostra poetica, a partire dal ge. Come è andata questa esperienza? “copertina” era un originale dipinto mixed titolo del doppio LP del 2006 “Greetings My Cat Is An Alien: Siamo stati chiamati da media creato da Roberto in 100 esemplari. from the Great Void” per arrivare allo scrit- Xavier Veilhan, su suggerimento di Christian Un oggetto da Museo o Galleria che forni- to firmato da Roberto, contenuto nel cofa- Marclay in veste di curatore, a inaugura- va, nell’era imperante del CD, la possibilità netto triplo CD “What Space Is Made For” re il Padiglione francese trasformato in un di superare il confine tra arte alta e cultura (2011). enorme studio di registrazione. Conoscia- pop. Aprivano e chiudevano la serie Thur- Roberto Opalio: Il “Grande Vuoto” è l’a- mo Christian dal 2002, entusiasta dell’LP

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My Cat Is An Alien / Christian Marclay, From the earth to the Spheres, Vol.7, split ART LP (2006). Foto Courtesy: MCIAA Archives

pubblicatoci da , e consi- ma monografia d’arte su MCIAA “the other The Wire. Contano oltre 200 dischi licenziati derando l’approccio performativo potente e sound of art” (Kappabit). La prossima mo- in tutto il mondo dalle più prestigiose etichet- radicale di MCIAA lo ha ritenuto adatto ad stra (“Oltre il libro d’artista”) sarà tesa a scar- te d’avanguardia. Sono ospiti dei maggiori attivare Studio Venezia. Veilhan ci ha lascia- dinare tutti i parametri precostituiti legati festival musicali e mostre museali interna- to carta bianca e tutti i feedback di shock al concetto di private press artists’ books, zionali, tra cui Sonic Youth etc.: Sensational positivo nei nostri confronti hanno ripagato dopo anni di art editions anche in ambito Fix (2008-2012). Hanno collaborato con arti- la sua fiducia. Dopo aver suonato due strut- fonografico. Stiamo inoltre lavorando ad un sti del calibro di Thurston Moore e Christian ture sonore dei fratelli Baschet, il Diretto- ambizioso progetto discografico e museale Marclay. Nel 2017 hanno inaugurato per re della Fondazione ci ha subito proposto riguardante le registrazioni di Studio Vene- Xavier Veilhan il Padiglione francese alla 57. una collaborazione in Francia, e la loro di- zia, in cui le composizioni istantanee ver- Biennale d’arte di Venezia. scendente si è commossa vedendo in noi ranno ricontestualizzate trasformandone la Info: www.mycatisanalien.com lo stesso spirito di ricerca con cui i fratelli propria natura ontologica. Bernard e François avevano creato questi Eventi futuri: strumenti negli anni ’50. My Cat Is An Alien (MCIAA). Progetto dei fra- Performance intermediale: My Cat Is An Siamo radicali compositori istantanei: la telli Maurizio e Roberto Opalio. Il duo si for- Alien musica deve vivere l’istante, hic et nunc, ma a Torino a fine 1997, prima di trasferirsi Trafó House of Contemporary Arts, senza che nulla sia stabilito, né concepito in una remota e segreta regione delle Alpi Budapest (HU) verbalmente o mentalmente. Perciò abbia- Occidentali. MCIAA è un’entità intermediale Trafó Grand Hall, UH Fest 2017 mo vissuto l’esperienza di Studio Venezia che ingloba musica sperimentale in forma 7 ottobre 2017, ore 18.00 come spazio di registrazione “totale”, in cui di composizioni istantanee, sciamaniche www.trafo.hu l’interazione con il pubblico doveva far parte live performance audiovisuali, film e video integrante dell’atto creativo e delle registra- di “poesia cinematica”, pittura, installazione, Presentazione catalogo e live zioni stesse. fotografia, design, scrittura e poesia, edizioni performance: “My Cat Is An Alien. The fonografiche d’arte e libri d’artista. Conside- other sound of art” Quali sono i vostri prossimi progetti? rati “outsider”, l’originalità e la mole del loro Circolo della Stampa, Palazzo Ceriana My Cat Is An Alien: È appena uscita la pri- universo artistico gli valgono la copertina di Mayneri, Torino 15 novembre 2017, ore 21.00 www.palazzocerianamayneri.it

Personale: My Cat Is An Alien “Oltre il libro d’artista” Galleria Libreria Antiquaria Freddi, Torino 16 – 30 novembre 2017 Inaugurazione giovedì 16 novembre ore 18.00 www.antiquafreddi.it

Galleria di riferimento: CONTACT artecontemporanea, Roma www.galleriacontact.it

My Cat Is An Alien, live performance a Studio Venezia (2017) di Xavier Veilhan, 57. Biennale Arte Venezia. Foto: © Photo Diane Arques / Veilhan / ADAGP, Paris, 2017

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ARTE

STUDIO LA CITTÀ. DIECI ANNI IN GALTAROSSA

VERONA | STUDIO LA CITTÀ | FINO AL 30 SETTEMBRE 2017

Intervista a HÉLÈNE DE FRANCHIS di Francesca Di Giorgio

Oltre 300 mostre nella galleria di Lungadige Un paio di anni fa avevamo incontrato la diret- La prima cosa che ha pensato quando ha Galtarossa 21, senza contare quelle “esterne” trice Hélène de Franchis che ci aveva svelato visto installate, come fotogrammi di un nate dall’intreccio di relazioni e collabora- molto sul suo modo di intendere l’arte, oggi la lunghissimo film, le immagini scattate da zioni sviluppate negli anni. Studio la Città di raggiungiamo mentre è a Dubai, in occasione Michele Alberto Sereni sulle mostre rea- fa il punto dei suoi ultimi dieci anni, i di The Eclipse di Jacob Hashimoto, la mostra lizzate negli ultimi dieci anni? primi nella “nuova” sede, anche se il suo CV alla Leila Heller Gallery e a Verona sono già Devo dire che non ho dato grande impor- va ben oltre un decennio, con due mostre di in cantiere una personale di Emil Lukas (dal tanza ai dieci anni, perché in confronto ai inizio stagione costruite come una ininterrotta 12 ottobre), con alcune delle opere esposte quasi 50 dalla nascita della galleria non sequenza di fotogrammi, gli scatti di Michele anche a Venezia durante la Biennale e alcuni rappresentano un numero particolarmente Alberto Sereni, e una “connection” apparen- pezzi nuovissimi e un progetto particolare, a emozionante… ho trovato però divertente ri- temente insolita con il mondo della bici e in dicembre, a cura da Marco Meneguzzo con vedere tutte quelle foto, veramente non mi particolare con Dario Pegoretti che pensa, una serie di importanti opere degli anni ’70: sembrava fosse passato tanto tempo. Tutto concepisce ed esegue un telaio per bicicletta Smith, Leverett, Hoyland, Camoni, Caccioni, mi è parso molto recente e molto vivo. Una proprio come farebbe un’artista. Dorazio, Fogli, Folci ecc… bella sensazione.

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Guardare indietro spinge a fare i conti con alla nascita di un nuovo distretto creativo soddisfazioni, delusioni, stimoli e spunti veronese? per progetti futuri… Con quale filosofia ha Non credo proprio di essermi spostata in pensato alla mostra Dieci anni in Galta- Lungadige Galtarossa perché pensavo di rossa e come pensa sarà utile questo fla- iniziare un distretto creativo veronese… Dieci shback per impostare il lavoro futuro? anni fa in questa città questo concetto era Ho già intitolato la mostra dopo i 35 anni, je ancora in fieri. Ho scelto questo posto sem- ne regrette rien, ed è ancora così: non che plicemente perché mi piaceva! non mi renda conto di aver fatto degli errori Questo spazio è lo spazio ideale per il mio o delle valutazioni azzardate, ma mi sembra lavoro: soffitti alti, spazi aperti, luce fantasti- che il tutto faccia parte proprio del mio ca- ca è il sogno di qualsiasi gallerista newyor- rattere e della vita in generale. Avrei voluto chese. È anche vero che quando mi sono fare anche altre cose ma non è stato sem- spostata, alcuni amici mi hanno detto con pre possibile. A volte divento intollerante e preoccupazione che ‘andavo in periferia’ (in per puntiglio scarto delle cose, per fortuna realtà siamo a poco più di 800 metri dall’A- guardando quelle foto so solo io cosa non rena), ma è pur vero che l’arte contempora- avrei dovuto scartare o scegliere. Quello nea fa fatica a trovare spazi nei centri storici che ho capito riguardando questi dieci anni delle città Italiane. è che ci sono state delle mostre che mi han- no dato veramente piacere e mi hanno fatto The Bike Connection, il secondo progetto capire cose che non avrei mai potuto com- inaugurato in parallelo in galleria, lo scor- prendere se non vivessi nell’arte. È sempre so 16 settembre, è strettamente collegato utile fare un riepilogo per poter continuare sia agli spazi di galleria sia all’arte e agli con le motivazioni giuste. artisti con cui collabora. Ci può raccontare il legame con Dario Pegoretti? Il luogo scelto come ultima sede del- La mostra The Bike Connection è una stra- The Bike Connection, installation view, Studio la Città, Verona. Foto: Michele Alberto Sereni la galleria, come ha sottolineato anche vaganza nata inizialmente per caso, poi è Marco Meneguzzo in un testo in catalogo, diventata una cosa seria e attualissima. Ho Nella pagina a fianco: Dieci anni in Galtarossa, Misura del tempo – non è affatto scontato. In un certo senso conosciuto Dario Pegoretti perché uno dei Michele Alberto Sereni, 2017, installation view. Studio la Città ha assistito, e partecipato, miei artisti, Jacob Hashimoto, aveva già una Foto: Michele Alberto Sereni

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sua bicicletta e mi parlava di questo telaista chi sono e quello che faccio, trovo spiegandomi che era il number one nel suo che chi cerca deve cercare, se ri- settore. Quando per caso si è trasferito in un ceve tutto su un piatto o lo sco- capannone della Galtarossa l’ho conosciuto pre con un click non ha lo stesso e, naturalmente, Hashimoto ha subito volu- significato e rischia di frainten- to un’altra bici. La condizione di Pegoretti è dere l’importanza della notizia e stata che se la dipingesse Hashimoto stes- la necessità di approfondire. La con- so. Così la bicicletta reca due firme: quella seguenza di questo è lo sguardo superficia- di Pegoretti e quella di Hashimoto. Da qui le, la necessità di produrre delle immagini è nata l’idea di fare una mostra sulle eccel- che abbiano un impatto immediato. Ho letto lenze della bici e dell’arte per far capire che questa frase tempo fa: “…ciò che non si vede la qualità è la cosa che unisce tutto. Così è ma che esiste, coperto dal silenzio, in attesa intervenuta la Brooks England number one dello sguardo che sa vedere”. Vorrei conti- delle selle in cuoio raffinatissimo e il lavo- nuare a credere di avere quello sguardo. ro di due artisti, Jacob Hashimoto e Dario Pegoretti. Abbiamo poi completato la “con- Dieci anni in Galtarossa. Misura del tempo nection” con il design esponendo per gen- foto di Michele Alberto Sereni tile concessione di Zanotta quattro sgabelli catalogo con testo di Marco Meneguzzo Sella di Gian Giacomo e Achille Castiglioni. Ho poi invitato Shaun Gladwell, artista au- The Bike Connection straliano di fama internazionale, a fare una Dario Pegoretti – Brooks England performance su una sua bici, è stato emo- con video e performance zionante, degna del più grande museo con- di Shaun Gladwell temporaneo! Insomma ci siamo veramente divertiti. De- 16 – 30 settembre 2017 sideravo proprio aprire la stagione in un modo ludico per dare avvio ad una stagione Studio la Città che auspico ricca di idee nuove. Lungadige Galtarossa 21, Verona

Com’è cambiato il lavoro del gallerista in Orari: da martedì a sabato, dalle questi ultimi dieci anni? Quali valutazio- 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle ni sono davvero fondamentali per creare 19:00 basi solide? In questi dieci anni il mondo dell’arte è cam- Info: +39 045 597549 biato tantissimo, come del resto un po’ tutto [email protected] nel mondo. Io cerco di mantenere gli ideali http://studiolacitta.it e la ricerca di quando ho iniziato. La globa- lizzazione ha cambiato molte cose, internet e i social hanno stravolto la comunicazione. Non ho sempre voglia di far sapere a tutti

Dall’alto: Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Sella, 1957, sella nera di bicicletta da corsa, asta in acciaio verniciato in rosa, basamento in fusione di ghisa

Mostra 322. Back to the Land - Andreco, Cristian Chironi, Neha Choksi, Andrea Nacciarriti, Giorgia Severi, Julius Von Bismark, Francesco Simeti, a cura di Andrea Lerda. Foto: Michele Alberto Sereni

18 Laura Giardino Out of Field

Inaugurazione 14 ottobre h. 17.30

A cura di Marina Guida Promossa da Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli

PAN Palazzo delle Arti di Napoli, Via dei Mille 60, Napoli 15 ottobre - 7 novembre 2017

In collaborazione con Galleria AREA\B, Milano - 02 890 59 535 | 02 58 316 316 - [email protected] - www.areab.org Catalogo E20 Progetti Editore, con testo critico di Marina Guida Info al pubblico

081.7958651 – [email protected] assessorato alla cultura e al turismo ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

LA MOSTRA

TUTTI GLI “ISMI” DI ARMANDO TESTA: UN MONUMENTO ALLA CREATIVITÀ

ROVERETO (TN) | MART | 22 LUGLIO – 15 OTTOBRE 2017

Intervista a GEMMA DE ANGELIS TESTA di Eleonora Roaro

Con la mostra Tutti gli “ismi” di Armando Te- attività da pubblicitario, ma anche sui suoi sta il MART di Rovereto rende omaggio all’e- riferimenti visivi e al suo rapporto con l’arte. stro di Armando Testa (Torino, 1917 – Torino, Abbiamo incontrato Gemma Testa e dialo- 1992) in occasione del centenario della sua gato sul suo ruolo di collezionista, del suo nascita. Le sue creazioni, in cui l’umorismo legame con il marito e, soprattutto, della è un elemento fondamentale, concedono comune passione per l’arte. un’evasione dall’ovvietà del reale, e in que- sto è fortissima l’influenza dei più importanti Chi era Gemma prima dell’incontro con “ismi” del Novecento: futurismo, surreali- Armando Testa? Come vi siete conosciuti smo, astrattismo. Gemma De Angelis Testa, e come questo ha cambiato le vostre vite? moglie di Armando e curatrice della mostra Sin da bambina ho sempre mostrato in- assieme a Gianfranco Maraniello, ha definito teresse per l’arte: mi divertivo a sfogliare l’esposizione un monumento alla creatività, cataloghi di grandi artisti quali Modigliani, Gemma Testa al Mart in occasione dell’apertura in quanto si concentra non solo sulla sua Morandi e Van Gogh. Questa mia naturale della mostra. Foto: Mart, Jacopo Salvi

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inclinazione ha gettato le basi per il mio fu- turo interesse verso l’arte contemporanea. Ho incontrato Armando Testa a Venezia nel 1970 dove partecipavo al concorso per l’ele- zione della cinemodella dell’anno, che si te- neva in concomitanza con il Festival del film pubblicitario di cui Armando presiedeva la commissione. Avevo già alle spalle una breve ma intensa carriera di fotomodella e collaboravo con grandi fotografi. Armando ha intuito il mio potenziale creativo e mi ha chiesto di lavorare accanto a lui. Per anni ci siamo dedicati all’approfondimento dell’ar- te contemporanea, in uno scambio continuo e reciproco di stimoli e conoscenze. Dopo L’arte è alcuni anni dalla scomparsa di mio marito stata la co- sono rientrata a Milano che, malgrado fosse lonna sonora che ha accompagnato una città artisticamente viva, poteva svilup- la nostra vita insieme. Mio marito era pare maggiormente il dialogo tra pubblico una persona piena di vitalità, allegra e privato. Ho pensato quindi a un progetto e curiosa: era difficile annoiarsi, trovava e, in un’ottica di mecenatismo collettivo, mi sempre qualcosa da fare, qualche luo- sono messa in contatto con alcuni impor- go da scoprire, qualche mostra da visitare. tanti collezionisti. Nel 2003 su mia iniziativa L’arte per noi rappresentava una visione del è nata l’Associazione ACACIA che, ancora mondo, in grado di evidenziare temi univer- oggi, porta avanti la sua missione sostenen- sali. Lui non era un collezionista e all’inizio do l’arte contemporanea e gli artisti italiani. anch’io non ci pensavo, l’unica cosa di cui Dall’alto: Armando Testa, Pippo (Lines), 1966-67. amava circondarsi erano i libri che con il Courtesy: Collezione Gemma De Angelis Testa La comune passione per l’arte è stata passare degli anni hanno letteralmente in- Tutti gli “ismi” di Armando Testa, un’occasione di crescita reciproca? In che vaso la nostra casa. Mio marito mi ha inse- veduta dell’allestimento. modo vi influenzavate a vicenda? gnato che le grandi opere parlano da sole Foto: Mart Rovereto, Jacopo Salvi

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e che trasmettono, attraverso la forma e il to in sintonia per presentare un’esposizione scambi e nelle relazioni che oggi intessia- segno, il loro contenuto. straordinaria, un monumento alla creativi- mo quotidianamente, soprattutto attraverso tà di Armando. La mostra, organizzata per i social networks come Instagram. C’è una campagna di Armando Testa alla temi, comprende gran parte dell’attività di quale è particolarmente legata? mio marito, evidenziando la contempora- TUTTI GLI “ISMI” DI ARMANDO TESTA Tutte le campagne di Armando sono me- neità di molte sue invenzioni e presentando a cura di Gianfranco Maraniello con Gem- morabili, ma io sono particolarmente af- anche opere inedite. Il titolo trae ispirazione ma De Angelis Testa fezionata a quelle che abbiamo creato da una dichiarazione di Armando ed esplora insieme, in particolare quella per Sorrisi e a 360° gradi la sua opera attraverso un per- 22 luglio – 15 ottobre 2017 Canzoni, che ha avuto origine da una mia corso che comprende manifesti, disegni, idea: ho immaginato l’urlo di Munch sotto fotografie, dipinti e sculture, il tutto scandito Mart – museo di arte moderna e contem- un casco da motociclista. Una sintesi per- da interviste storiche e spot televisivi. poranea di Trento e Rovereto fetta, un legame pittorico, che è piaciuto Corso Bettini 43, Rovereto (TN) molto a mio marito. La campagna venne Qual è oggi l’eredità di Armando Testa apprezzata anche dal pubblico ed ebbe un nell’immaginario italiano e non solo? Info: +39 0464 438887 grande successo. L’eredità di Armando è tutt’ora la sua con- [email protected] temporaneità che è fonte d’ispirazione per [email protected] Oggi come promuove la figura e il patri- tanti artisti, in passato come oggi. Penso ad www.mart.tn.it monio creativo di suo marito e qual è stato esempio alla lampadina limone e alla ricer- il suo ruolo nella mostra in corso al Mart ca connessa al tema del cibo, entrambe di Rovereto? nate come vere e proprie ricerche artisti- Dalla scomparsa di Armando mi dedico al che. Nell’ultimo periodo la nuova genera- suo archivio e ogni volta scopro sempre zione di artisti e critici è riuscita a guardare qualcosa di nuovo. È un’inesauribile miniera alla sua attività con uno sguardo nuovo e di spunti e idee da cui nascono nuovi pro- inconsueto, ed è proprio da questo nuovo getti e stimoli per nuove esposizioni. Dopo approccio alla sua produzione, che nasco- la sua scomparsa ho co-curato tutte le sue no i nuovi progetti realizzati e quelli in corso mostre. L’ultima iniziativa alla quale ho lavo- di realizzazione. Armando ha avuto un ruolo rato è la personale Tutti gli “ismi” di Armando di anticipatore che ha saputo cogliere con Tutti gli “ismi” di Armando Testa, Testa al Mart di Rovereto. Il Direttore Gian- lungimiranza il potere delle immagini, e veduta dell’allestimento. franco Maraniello ed io abbiamo collabora- l’importanza della loro condivisione negli Foto: Mart Rovereto, Jacopo Salvi

22 torino | 2-5 novembre 2017 ex ospedale maria adelaide ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

SPAZI

FONDAZIONE DINO ZOLI: COSTRUIRE GLI SPAZI

#ARTE&IMPRESA

Intervista a NADIA STEFANEL di Chiara Serri

Le vetrate della Fondazione Dino Zoli danno fica di Mindy Tan e Wilfred Lim dedicata alla sulla campagna. Uno spazio ampio – 1500 Motor Valley… metri quadrati – e completamente modula- bile, di volta in volta ridefinito per ospitare la Come e quando è nata la Fondazione Dino raccolta d’arte, le mostre e gli eventi. Arte, Zoli? imprenditoria e attenzione al territorio per La Fondazione Dino Zoli è nata ufficialmen- una realtà che promuove lo sviluppo del- te nel 2007 da una scommessa di Dino Zoli la cultura con uno sguardo teso al sociale. – che fa impresa con ottimismo e passio- Incontriamo Nadia Stefanel, dal gennaio ne dal 1972 – attraverso la collaborazione Fondazione Dino Zoli. Foto: Vincenzo Bruno 2017 Cultural and Communication Manager con una galleria di Forlì. Per la Fondazione presso il Gruppo Dino Zoli, a pochi gior- è stato costruito appositamente un grande Nella pagina a fianco, dall’alto: Nadia Stefanel in visita alla Biennale Arte 2017, ni dalla sua partenza per Singapore dove, edificio, inserito nel contesto aziendale. Il Padiglione Gran Bretagna in occasione del Gran Premio di Formula 1 primo direttore è stato Maurizio Vanni, ora Motor Valley, a tale. An italian project – Mindy Tan, (illuminato da DZ Engineering, società del al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Dino Zoli (fondatore Gruppo Dino Zoli) Gruppo Dino Zoli), curerà la mostra fotogra- Art, che ha organizzato, in particolare, due presso Fondazione Dino Zoli, Forlì

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grandi eventi dedicati a Baldessari / Depero Un tema difficile, politicamente schierato, e Schifano. una scelta coraggiosa che, tuttavia, ci ha ripagato, coinvolgendo un cospicuo nu- Quali sono le peculiarità dell’edificio che mero di visitatori. Sansavini è stato il primo ospita la Fondazione? ad entrare nella base NATO di Lampedusa La Fondazione è alloggiata al secondo pia- per recuperare i legni degli scafi. Dramma, no di un edificio di 1500 metri quadrati. Uno morte e tragedia riconvertite dall’artista in spazio modulabile che gira su se stesso: luci nuova speranza. È nostra ferma convinzio- e pannelli si muovono, infatti, su lunghi bi- ne che l’arte e la cultura possano dare un nari, così da poter ridefinire continuamente orientamento e trasferire al pubblico signi- gli spazi. Oltre all’area espositiva, l’edificio ficati forti. Una parte del progetto è stata ospita una sala conferenze, una sala di let- allestita anche a Bologna, nella sede della tura, la zona bar e la hall, dove è installata la con artisti giovani che utilizzino la stoffa, la Regione, perché riteniamo che fare rete sia grande Goccia della Terra dell’artista Franco luce, la fotografia. L’azienda è sempre pre- fondamentale. Per questo, abbiamo aderito Scepi, simbolo dell’ultima goccia d’acqua sente. È un viaggio comune… anche alla Rete transfrontaliera dei Musei sulla Terra, dedicata a tutte le madri. dell’Adriatico. Abbiamo inoltre organizzato Quali sono state le principali attività da iniziative connesse al sociale ed una cena La nascita della raccolta d’arte? Le opere gennaio ad oggi? benefica con un’asta di opere d’arte il cui principali che la compongono? Il nostro primo passo è stato creare una ricavato è stato devoluto all’associazione Le prime acquisizioni sono state orientate connessione forte con il territorio. Prima si sportiva dilettantistica ISB di Forlì, che si da Dino Zoli e dai vari direttori. Abbiamo crea una comunità e poi si cammina… Forlì è occupa di persone diversamente abili, in opere di Perilli, Bonalumi, Moreni, Paladi- un territorio interessante: i Musei di San Do- occasione della partenza della dodicesima no, una scultura di De Chirico, uno Scana- menico negli ultimi dieci anni hanno lavo- tappa del Giro d’Italia da Forlì. vino del 1970, lavori di Baj, Ontani, Veronesi rato molto bene, così come la Fondazione e Crippa, scenografie di Rotella, sculture di Cassa di Risparmio. Cerchiamo di inserirci Per quanto riguarda i progetti “fuori Lodola e molto altro. Al momento abbiamo in questo contesto avanzando proposte di sede”? individuato due ambiti su cui lavorare: il tes- qualità. Il primo evento che abbiamo orga- Nella settimana del Gran Premio di Formu- suto e l’illuminazione, che coincidono con nizzato negli spazi della Fondazione è sta- la 1 di Singapore presenteremo, presso The i due core business del Gruppo: DZ Textile ta la mostra Touroperator di Massimo San- Arts House di Singapore, il progetto Motor e DZ Engineering. Desideriamo relazionarci savini, dedicata ai naufragi di Lampedusa. Valley, a tale. An italian project. Un’idea nata

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in collaborazione con DZ Engineering, so- opere dedicate alla Ebe del Canova, rea- collaborazione con Fondazione Dino Zoli cietà del Gruppo Dino Zoli che illumina an- lizzate in occasione del bicentenario della Con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a che i grandi autodromi. Attraverso il Festival commissione della statua simbolo di Forlì. Singapore, dell’Istituto Italiano di Cultura a Internazionale di Fotografia di Singapore, Una fotografia sarà esposta in Fondazione, Singapore, della Regione Emilia Romagna abbiamo selezionato due giovani fotografi, l’altra sarà donata ai Musei di San Domeni- 14 – 17 settembre 2017 Mindy Tan e Wilfred Lim, che lo scorso giu- co. In ottobre, l’artista sarà inoltre presente Info: www.theartshouse.sg gno sono stati in residenza tra Forlì, Imola, presso la nostra sede con una selezione di Bologna e Modena, fotografando la Motor fotografie tratte dalla serie Made in Italy e, Mindy Tan e Wilfred Lim, Stories. I racconti Valley. Ne è uscito un piccolo mondo antico, molto probabilmente, con un lavoro site- della Motor Valley fatto di motori, musei e tradizioni, fotografati specific, unico e tridimensionale, pensato a A cura di Nadia Stefanel con gli occhi meravigliati di uno straniero. partire dai tessuti DZ Textile. Nel 2018, infine, Mostra promossa dalla Fondazione Dino in occasione del cinquantenario della morte Zoli in occasione della Settimana del Potremo vedere alcune delle opere di di Pino Pascali stiamo ipotizzando di realiz- Buon Vivere (settimanadelbuonvivere.it) Mindy Tan e Wilfred Lim anche in Italia? zare una mostra di suoi disegni insieme alla 23 settembre – 15 ottobre 2017 Sì, sempre in settembre, per la Settimana Fondazione Museo Pino Pascali. del Buon Vivere, allestiremo in Fondazio- Fondazione Dino Zoli ne la mostra Stories. I racconti della Motor Nadia Stefanel nasce nel 1972 a Ginevra, Viale Bologna 288, Forlì Valley, un percorso incentrato sulle perso- vive e lavora tra Correggio (RE) e Forlì. Dopo Orari: martedì-giovedì ore 9.30-12.30, ne incontrate lungo gli itinerari della Motor undici anni alla direzione del Correggio Art venerdì-domenica ore 9.30-12.30 e 16.00- Valley. Home, centro studi dedicato ad Antonio Al- 19.00, chiuso il lunedì. legri, dal 2017 è Cultural and Communication Ingresso libero Progetti in cantiere? Manager presso il Gruppo Dino Zoli e Diretto- Info: Fondazione Dino Zoli Tanti. In primo luogo la collaborazione con re della Fondazione Dino Zoli. +39 0543 755770 Silvia Camporesi che ha avuto accesso a [email protected] tutti gli spazi aziendali riportando un inten- Eventi in corso: www.fondazionedinozoli.com so spaccato di artigianalità e competenza. Mindy Tan e Wilfred Lim, Motor Valley, a L’artista ha fotografato i materiali, i tessuti, tale. An italian project le mani al lavoro, raccontando una parte A cura di Nadia Stefanel importante della nostra storia. In secondo The Arts House luogo, la collaborazione con Mustafa Sab- 1 Old Parliament Lane, Singapore Motor Valley, a tale. An italian project - Wilfred Lim, bagh, dal quale acquisiremo presto due Mostra promossa da DZ Engineering in Museo Panini, Modena

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ARTE

WILLIAM KENTRIDGE ALLE OGR DI TORINO: DOVE STORIA, ARTE E CREATIVITÀ SI INCONTRANO

TORINO | OGR – OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI | DAL 30 SETTEMBRE 2017

Intervista a WILLIAM KENTRIDGE di Elena Inchingolo

A Torino, dopo il maestoso murales romano missionata e interamente sostenuta dalla Triumphs and Laments, realizzato nel 2016 Fondazione CRT per l’arte Moderna e Con- sul Lungotevere, William Kentridge realizza temporanea, su invito di Carolyn Christov- un’altra opera di arte pubblica intitolata Pro- Bakargiev, Direttrice del Castello di Rivoli cession of Reparationists. L’opera, ispirata al – Museo d’Arte Contemporanea a cui ne è lavoro dell’uomo nella pratica di riparazione stata affidata la curatela e la produzione. Pro- Qui e nella pagina a fianco, in alto: dei treni, sarà svelata il 30 settembre nel- cession of Reparationists è la prima di una William Kentridge, Procession of Reparationists, 2017, 15 silhouette in acciaio, 13 basi in cemento la Corte Est dell’edificio in occasione della serie di commissioni pubbliche – le Corte e ferro, 410 x 350 x 41200 cm ca., Fondazione per grande festa inaugurale che, nella riquali- Est Commissions – realizzate site-specific l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, 2017, in comodato presso Castello di Rivoli Museo d’Arte ficazione dell’ex-area industriale, sancisce da grandi artisti e pensate per essere fruibili Contemporanea, Rivoli-Torino l’apertura di un nuovo polo d’arte e innova- dall’intera città. Nella pagina a fianco, in basso: zione culturale. A Kentridge abbiamo rivolto alcune doman- OGR - Officine Grandi Riparazioni, Torino. L’opera di William Kentridge è stata com- de per meglio comprendere il processo cre- Foto: Daniele Ratti

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ativo del suo fare arte ed in particolare dell’o- cosa ha pensato? sono allo stesso tempo elementi fissi, stabili, pera destinata ad entrare nella Collezione Lo trovai splendido, era un luogo comple- che, quindi, non si muovono nello spazio, ma della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e tamente abbandonato con il suo cortile to- si ispirano a immagini in movimento; sono Contemporanea. talmente vuoto. Rendere le OGR uno spazio come figure bloccate in acciaio pesante. Le nuovamente fruibile con luci, sedute, arredi sagome vorrebbero muoversi attraverso il Le sue opere nascono da una “cross-fer- per eventi artistici e musicali inevitabilmen- tempo, ma non ne hanno la possibilità: esse tilization between media”: disegno, video, te distrae dalla bellezza del luogo, deserto e rappresentano un tipo di tempo tenuto sotto scultura. Ha seguito lo stesso processo grezzo così com’è senza interventi, dove tut- controllo. costitutivo anche per la realizzazione di to quello che c’è è la possibilità dell’imma- Procession of Reparationists, l’opera site- ginazione. Certamente, non appena si inizia In che termini e in quale misura il teatro ha specific che ha pensato per l’inaugurazio- a ristrutturarlo questa potenzialità è ridefini- influenzato la sua pratica artistica? ne delle OGR di Torino? ta dalle specifiche decisioni del progettista: Sì, il teatro è per me molto importante! Esso L’opera alle OGR di Torino è stata determina- esse, buone o cattive che siano, sono finaliz- ha molto a che fare con il movimento. Al ta in parte dal fatto che le sculture dovessero zate a ricostruire uno spazio completamente, netto della performance, il corpo dell’artista essere ben visibili anche dallo spazio ester- riducendone quindi la facoltà immaginativa. agisce sul palcoscenico come un pennello. no. Inoltre era necessario fossero semplici Anche nel disegno il corpo assume lo stesso perché non c’era né il tempo né il budget Ci può indicare tre parole che possano de- ruolo, attraverso i gesti e i movimenti del fare. per realizzarle in tre dimensioni con mate- scrivere Procession of Reparationists, fa- In questo caso, ciò che restituisce teatralità riali spessi e complessi. Ho pensato così di cendoci immaginare il risultato finale? al mio lavoro è il senso di costruire una possi- lavorare essenzialmente con disegni che Di fatto Processions of Reparationists è un in- bile narrazione attraverso l’uso di più perso- sono diventati ritagli di carta, i quali a loro sieme di sagome di persone e macchine as- naggi, non di una singola figura monumen- volta si sono trasformati in silhouette di ac- semblate… È difficile dare una risposta a que- tale, ma di quattordici differenti figure che ciaio rigido. In queste opere più elementi si sta domanda, anzi è impossibile in tre parole “attraversano” il cortile delle Officine Grandi sovrappongono e si intersecano tra loro: c’è descriverne l’esito! Riparazioni. qualcosa della ruvidezza della carta intaglia- ta, c’è la pesantezza della scultura in metallo La parola processione ci pone a confronto Sperimentare nuove processualità è un – in questo caso spessi fogli d’acciaio – e ci con un senso di avanzamento spazio-tem- tratto distintivo del suo lavoro. Come è sono le possibilità date dalle forme in acciaio porale. Quale significato ha per lei lo scor- nato il progetto di Triumphs and Laments, tagliato che acquistano l’effetto della carta rere del tempo? l’epico murales realizzato lo scorso anno a ritagliata. Penso che come artista si debba pensare al Roma sul Lungotevere tra Ponte Mazzini e mondo come ad una serie di fatti in continua Ponte Sisto? L’idea originaria che ha portato a Proces- trasformazione, cambiamento, provvisorietà. Procession of Reparationists deriva dal pro- sion of Reparationists? Le sculture di Procession of Reparationists, getto romano Triumphs and Laments, che Procession of Reparationists prende vita dalle tuttavia, hanno in sé una contraddizione: consiste in imponenti figure di circa dodici caratteristiche specifiche dello spazio in cui, un tempo, a Torino, si riparavano i treni. L’o- pera espone il senso della storia industriale di quella parte dell’Italia, la migrazione delle persone che dal Sud si spostavano al Nord per lavorare nelle fabbriche, il fatto che le OGR siano state sede di così tanta fatica umana. Le sculture sono figure ibride di uomini e macchine, come se lavorando a lungo con esse, le persone fossero diventate un tutt’u- no con la tecnologia: tra le altre ci sono ad esempio donne e orologi timbra-cartellino che, stremati dal lavoro quotidiano, si piega- no gli uni contro gli altri a formare una sago- ma unica. Per ciascuna di queste figure, mi sono ispirato a immagini tratte da fotografie d’epoca scattate sia all’interno delle OGR sia in altre fabbriche nel Nord Italia.

Quando ha visto per la prima volta le OGR

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metri di altezza realizzate con un processo nata alle OGR. Le Officine Grandi Riparazio- simile, sono stato molto contento del mio di pulitura ad acqua delle pietre degli argini ni sono un enorme edificio post-industriale piccolo centro d’arte in Johannesburg. del Tevere. Procession of Reparationists, in- che, con il supporto di fondi cittadini (pubbli- Per quanto riguarda il progetto torinese non vece, si compone di figure di circa 4 metri di ci e privati), viene convertito in un grandioso ho suggerimenti per l’organizzazione; lo spa- altezza in acciaio intagliato, ma il senso che centro d’arte, con spazi dedicati alle mostre, zio necessita di una gestione capace, di una accomuna entrambi i lavori è di espandere al teatro ed alla musica, in cui, a mio avviso, forte direzione artistica e di una molteplicità il carattere umano in una scala molto più saranno possibili grandi progetti pubblici. di impulsi. Tuttavia vorrei condividere, con le grande di quella esistente. A Torino ho pen- The Centre for the Less Good Idea è un pic- persone che trasformano questo edificio e sato alle sculture come ad un’immagine fissa colo spazio che può collocarsi in un angolo, che vi lavorano, un pensiero, simile al giura- che potesse essere fruita da diverse direzio- in una stanza delle OGR. È un luogo indipen- mento di Ippocrate: prova a non fare danni, ni. A Roma, invece, mi sono concentrato sul- dente in cui, per esporre, non è necessario intervieni il meno possibile sull’edificio e cer- la natura contraddittoria della storia per cui scrivere alcun progetto. È un centro dove ca di consentire alle persone di scoprire le i trionfi e le celebrazioni di qualcuno sono i artisti, musicisti, attori, cantanti si incontra- logiche proprie dello spazio! fallimenti e i disastri di qualcun’altro. no per collaborare, sperimentare, testare le proprie idee, consentendo quella “stupidi- William Kentridge è nato nel 1955 a Johan- Nel novembre 2016 ha fondato The Cen- tà” tipica del processo creativo ancora non nesburg (Sudafrica), dove vive e lavora. tre for the Less Good Idea, a Maboneng, il completato, che non sarebbe possibile in nuovo distretto artistico di Johannesburg. un’istituzione di grandi dimensioni, con per- Progetto in corso: Si tratta di uno spazio post-industriale ri- sone che hanno bisogno di sapere in antici- Procession of Reparationists pristinato e dedicato allo sviluppo del pro- po cosa si sta facendo o come i fondi verran- OGR-Officine Grandi Riparazioni cesso artistico in forma multidisciplinare. no impiegati. Corso Castelfidardo 22, Torino La sua fondazione è un luogo paragonabile Quindi, quando ho visto lo spazio delle OGR www.ogrtorino.it alle OGR? Forte di questa esperienza, cosa ho nutrito una certa invidia per questo gigan- si sente di suggerire per un’efficace gestio- tesco e meraviglioso edificio industriale, ma Galleria di riferimento: ne del progetto torinese? successivamente, quando ho pensato all’or- Lia Rumma, Milano/Napoli La mia fondazione non può essere parago- ganizzazione che è necessaria per un luogo www.liarumma.it

William Kentridge, Triumphs and Laments, work in progress, Roma. Foto: Luciano Sebastiano

30 PADOVA 2017 28ª MOSTRA MERCATO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

10 - 13 NOVEMBRE FIERA DI PADOVA

Con il Patrocinio di:

Provincia di Padova

Comune di Padova ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

ARTE

FOREVER NEVER COMES. COME UNA PROPAGAZIONE DI ONDE NEL TEMPO

GROSSETO | AREA ARCHEOLOGICA DI ROSELLE E MUSEO ARCHEOLOGICO E D’ARTE DELLA MAREMMA | 26 AGOSTO 2017 – 26 GENNAIO 2018

Intervista a LAPO SIMEONI di Francesca Di Giorgio

In Forever Never Comes la dimensione tem- di tempo, per l’artista nato ad Orbetello, porale svolge un ruolo centrale non solo in provincia di Grosseto, che da anni vive per le location museali coinvolte, l’Area e lavora a Berlino e che si è già più volte Archeologica di Roselle (GR) e il Museo Ar- confrontato con il ruolo di curatore. 44 ar- cheologico e d’Arte della Maremma, per i tisti e quasi 70 opere per un viaggio spazio due poli chiamati a dialogare – archeologia temporale ad ampio spettro. e contemporaneità – ma soprattutto per l’“attesa” evocata dal titolo: quel “sempre” Da quali input nasce la mostra e come hai (forever) che mai arriverà (never comes). pensato di “costruirla”? L’arte contemporanea vive della e nell’at- Il luogo dove cresciamo nell’infanzia ci tesa ma non è questa, forse, l’eternità a cui porta a costruire un immaginario che si ri- Lapo Simeoni, dettaglio pensavano i nostri “antenati”… Il progetto, a percuote come una propagazione di onde dell’artwork di Sandro del Pistoia. cura di Lapo Simeoni, è l’ultimo, in ordine nel tempo. Sono cresciuto nei luoghi del- Foto: Carlo Bonazza, agosto 2017

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la mostra, dove molte popolazioni si sono consumismo, si possono ancora visitare susseguite, tra cui gli Etruschi, un popolo luoghi pieni di storia e magia. Da questi magico e misterioso. luoghi ho poi iniziato a studiare più appro- Tutti i frammenti della vita si possono ri- fonditamente la storia ed i reperti custoditi elaborare e possono essere messi in di- dal Museo e dall’Area Archeologica. scussione se interfacciati con lo spazio ed Il Museo Archeologico si sviluppa in un il tempo. L’idea si è sviluppata come una percorso cronologico, andava quindi rea- naturale ricerca del mistero che l’uomo af- lizzata una metodologia curatoriale paral- fronta dalla nascita, crescita e futuro, oltre lela, per poter far dialogare le opere d’arte lo spazio ed il tempo. contemporanea in stretta correlazione con Date queste premesse ho iniziato ad ide- le tematiche formali e temporali molto are Forever Never Comes alcuni anni fa, complesse contenute nei siti. Confrontarmi realizzando alcune mostre dalla tematica con la storia del passato, andando incontro simile, studiando gli artisti che lavorano alla vita contemporanea, fino ad affronta- nello specifico con: tempo, antropologia, re delle visioni sul futuro, mi ha portato a archeologia, consumismo e spazio solo curare la mostra in simbiosi con il Museo per citarne alcune. In un periodo piuttosto Archeologico e l’Area Archeologica di Ro- lungo ho trasformato, sviluppato e livellato selle, andando sempre più nel profondo il progetto, creando quei collegamenti che inconscio che lega il vivere nel tempo. potessero raggiungere una nuova chiave di Nel Museo sono presenti 40 sale numerate lettura. cronologicamente. Ogni artista invitato ha presentato un’opera o progetto, tenendo Com’è nato, invece, il confronto con l’Area presente il dialogo con i reperti. Archeologica di Roselle e con il Museo Il visitatore entrando in ogni sala entra così Archeologico e d’Arte della Maremma? in contatto con due mondi temporali diver- Il Museo Archeologico e l’Area Archeologi- si che dialogano, o si scontrano, a seconda ca di Roselle sono due luoghi che raccol- della sensibilità dell’osservatore. gono la storia temporale di una zona molto Forever Never Comes, Area Archeologica di Roselle (GR), ZONA 0. ampia. La Maremma è tuttora, per fortuna, Per l’Area di Roselle si tratta di spazi Foto: Carlo Bonazza intaccata marginalmente dal tempo del aperti molto diversi dalle sale adibite a

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Museo del Palazzo del Vecchio Tribuna- tore al rapporto tra uomo, spazio e tem- le. Su quali piani si è instaurato, quindi, il po con un’enorme piattaforma su cui vi è dialogo tra reperti e testimonianze con- stampato sopra un Black Hole nell’univer- servati e gli artisti contemporanei coin- so, sospesa su di essa una spugna che lie- volti? vita grazie ad un campo elettromagnetico. Il Museo si sviluppa su tre piani, ogni piano Nella Sala 3 sono esposte nove opere di raccoglie un periodo storico cronologico Francesca Ferreri inserite all’interno del- molto ampio che si ricollega in ogni piano, le teche. Queste opere si mimetizzano e ritornando anche a ritroso in alcune sale, contrastano come dei reperti contempo- dal VII a.C al XIX (al 2 piano è presente un ranei ritrovati recentemente, bottiglie e Museo nel Museo: il Museo d’Arte Sacra oggetti di uso comune inglobate a fram- della Diocesi di Grosseto). menti ceramici, ricostruiscono mental- Studiando la struttura/planimetria del mente un salto a-temporale del consumi- Museo composta nei tre piani da 40 sale smo ricomposto disorganicamente. di varie dimensioni e dell’allestimento Alcune opere sono state selezionate per museale, ho avuto la possibilità di appro- la stretta connessione con i reperti come fondire diversi livelli di lettura nel proget- nella Sala 13 di Martina Merlini, altri arti- to. Grazie alla possibilità data dal Direttore sti hanno lavorato site specific realizzan- del Museo Mariagrazia Celuzza e dal suo do opere ispirate dai reperti stessi, come staff, di poter far interagire le opere di- l’opera Present never dies, Future never lies rettamente con i reperti archeologici, ho (2017), di Eloise Ghioni. lavorato sulla costruzione del percorso Le sale del piano terra raccolgono reperti integrando le tematiche di ogni sala o sin- provenienti dall’Area Archeologica di Ro- golo reperto con le opere di ogni artista selle, quindi in collegamento diretto con invitato. la seconda parte del progetto. Massimiliano Pelletti, in accordo con la Puoi farci qualche esempio pratico di Soprintendenza, ha raccolto una pietra come hanno lavorato gli artisti in loco? informe sporadica dall’Area Archeologi- Forever Never Comes, Al piano terra, la prima sala presenta un’o- ca di Roselle per ricavarne e ricostruirne Area Archeologica di Roselle (GR), ZONA 16. pera di Luca Pozzi che introduce il visita- una sorta di figura arcaica, con degli oc- Gerard Moroder. Foto: Carlo Bonazza

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chi in madreperla e onice. La roccia suc- La “combustione” temporale di cui parli cessivamente è presentata nella Sala 11 coinvolge anche l’anagrafe e la prove- del Museo dove sono raccolte le sculture nienza degli artisti molto varia… Romane, ricreando quella sorta di ritrova- La mostra racchiude tre forme temporali: mento contemporaneo in un’area archeo- passato, presente e futuro, le quali, attra- logica. Un’altra opera in collegamento con verso i reperti del Museo, creano una sor- questa sala è quella di Philip Topolovac, il ta di glich temporale che mette in discus- quale ha presentato sotto al ciclo Statua- sione la visione classica del visitatore. Gli rio dell’Augusteo una sorta di archeologia artisti sono stati invitati pensando quindi in statuaria post-guerra fredda, con varie relazione alla corrispondenza con le sale sculture in gesso anche semi distrutte del Museo o con le zone selezionate insie- con calchi di vecchi satelliti russi insieme me alla Soprintendenza. Un’opera, in par- a sculture di putti settecenteschi. Philip ticolare, che ho fortemente voluto è Dare Topolovac ha presentato poi a Roselle, di Tempo al Tempo, un bellissimo arazzo rea- fronte alla Basilica dei Bassi, un braciere lizzato da Alighiero Boetti nel 1988, unico in ferro che riproduce la struttura del mo- artista storicizzato in mostra. Per scelta ho numento Palazzo delle Civiltà realizzato in voluto poi invitare sia artisti emergenti e epoca fascista e che si rifaceva al periodo con una grande forza comunicativa per imperiale romano. citarne alcuni: Andrea Martinucci, Cleo Fa- Questa combustione temporale crea così riselli, Luca Grechi, come artisti conosciuti un certo senso di spiazzamento portando a livello internazionale tra cui; Broomberg lo spettatore a ripercorrere fasce tempo- & Chanarin, Bosco Sodi, Moira Ricci, Aa- rali interconnesse. Così ogni sala del Mu- ron Van Erp, Paulo Nimer Pjota. Questo seo o zona dell’Area di Roselle raccoglie immenso patrimonio artistico museale, 44 artisti e quasi 70 opere che si interfac- quindi, si confronta con generazioni diver- ciano con la tematica del tempo, per un se le quali affrontano queste tematiche periodo limitato, fino al 26 ottobre per l’A- con sensibilità completamente diverse e rea Archeologica e fino al 26 gennaio 2018 con una poesia o forza che trascende l’età Forever Never Comes, Area Archeologica di Roselle (GR), ZONA 13. per il Museo Archeologico. anagrafica per misurarsi nella vastità della Philip Topolovac. Foto: Carlo Bonazza tematica affrontata.

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Ogni artista si, poi, è confrontato con due FOREVER NEVER COMES. Metabolismo del location che affrontano più livelli tempora- Tempo li sovrapposti non solo degli etruschi e dei a cura di Lapo Simeoni romani ma include anche il Museo della Diocesi di Grosseto (opere del XII-XIX sec. In collaborazione con: Comune di d.C.), raccogliendo così più un’ulteriore fa- Grosseto, Museo Archeologico, Parco di scia temporale in correlazione alle opere Roselle, Soprintendenza Archeologia, d’arte contemporanea, scontrandosi ed Belle arti e paesaggio di Siena e interagendo sia a livello concettuale sia Grosseto, Fondazione Boetti. Gallerie formale con i reperti. nazionali e internazionali: Aigen+Art – Berlino, Galleria The flat di Massimo Oltre alla visita della mostra quali altre Carasi – Milano, Galleria Collica Ligreggi occasioni di incontro avete pensato? – Catania. In occasione della giornata AMACI, il 14 foundraising: BeArt. Foverer Never Comes ottobre, verrà realizzato dal Museo Arche- www.forevernevercomes.com ologico un convegno aperto al pubblico, per affrontare nello specifico grazie ad -Ar 26 agosto 2017 – 26 gennaio 2018 cheologi, Artisti e Scienziati il rapporto tra MUSEO ARCHEOLOGICO E D’ARTE DELLA Arte Contemporanea e Archeologia. Nei MAREMMA, GROSSETO mesi successivi verrà invece presentato il Palazzo del Vecchio Tribunale, catalogo che racchiude tutta la documen- Piazza Baccarini 3, Grosseto tazione scritta e fotografica della mostra, Info: +39 0564 488752 – 488750 – 488760 successivamente verrà realizzato un ul- [email protected] timo evento finale. Sono già attivi i labo- http://maam.comune.grosseto.it ratori didattici presso il Museo, oltre che visite guidate ed eventi collaterali. Que- 26 agosto 2017 – 26 ottobre 2017 sto progetto voluto dall’amministrazione AREA ARCHEOLOGICA DI ROSELLE, (GR) Comunale di Grosseto, e grazie alla So- Sovrintendenza A.B.A.P. – Siena Grosseto printendenza, vuole diventare per la sua Arezzo unicità, promotore di un nuovo processo Via dei Ruderi, loc. Roselle (GR) Forever Never Comes, costruttivo tra Arte Contemporanea e Sto- Info: +39 0564 402403 Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, Sala 2. ria. Luca Pozzi. Foto: Carlo Bonazza

36 Galleria SPAZIO TESTONI Bologna

www.spaziotestoni.it

MATTEO TENARDI

Luoghi Instabili* *la deriva delle cose e il ciclo dell’acqua settembre - ottobre 2017 ELYSE GALIANO

Apolline, Constance et les autres... novembre - dicembre 2017 ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

ARTE

SKOROMNAYA: ALLA RICERCA DELLO SPIRITO COLLETTIVO DEL MONDO CONTEMPORANEO

LUGANO | MUST GALLERY | FINO AL 22 OTTOBRE 2017

Intervista ad ANNA SKOROMNAYA di Livia Savorelli

La conoscenza del lavoro di Anna Skorom- la crescita di questa giovane artista bielo- light box e del sonoro? naya nasce in un preciso momento: la sua russa, la decisione di occuparmi di que- La fine degli anni ottanta nell’URSS coin- selezione tra gli artisti finalisti, prima, e la sta intervista, proprio nel momento che la cise con il repentino ingresso della tecno- vincita di un premio speciale, poi nell’am- vede protagonista a Lugano, fino al 24 set- logia nelle case. In breve si iniziò a parlare bito dell’Arteam Cup 2016, premio organiz- tembre, della mostra derivante dal Premio di personal computer e a capire quanto zato dall’Associazione Arteam che presie- Speciale Must Gallery aggiudicatosi in oc- le nuove tecnologie potessero davvero do. Nelle sale del Palazzo del Monferrato casione di Arteam Cup… cambiare le nostre vite ed il mondo. I vari di Alessandria, dove la mostra aveva luo- ricordi gioiosi della mia infanzia, vissuta in go, Homeward – il lavoro selezionato – era Partiamo dai tuoi esordi, la grafica d’arte quel contesto, includono l’arrivo della mia un perfetto connubio di luce, movimento, prima e la pittura poi. Cosa ha determi- prima video camera, dell’attrezzatura au- suono. nato l’approdo ai new media? Cosa vuole dio, del notebook, fino al tanto desiderato Avendo vissuto molto da vicino il lavoro e esprimere la tua arte, attraverso l’uso dei Macintosh.

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Credo che la scelta di inserire costante- in movimento, in continua trasformazione, mente i new media all’interno delle mie attraverso una sorta di illusione ottica cre- opere venga anche da quelle lontane ata grazie allo spostamento della luce led emozioni, dalla consapevolezza che si trat- incorporata, con una traccia sonora che la ti di strumenti che rappresentano come integra e, al contempo, consente allo spet- nessun altro i nostri tempi, consentendo tatore di recepire in modo multisensoriale soprattutto di esprimermi con una ricchez- il tema affrontato. za comunicativa, una maggiore dinamicità e una multisensorialità che trovo, non solo Parliamo di Homeward e della produzio- contemporanee, ma molto più vicine alla ne a quel lavoro più affine, quali i temi -af mia sensibilità artistica. frontati? Ho dedicato vari anni al disegno, alla pit- Da anni sono interessata a scandagliare tura e alla composizione, laureandomi gli aspetti relativi all’animo umano, alle proprio in pittura all’Accademia di Belle sue trasformazioni connesse a momen- Arti di Firenze, dopo un triennio in grafica ti cruciali della vita, analizzando le spinte d’arte all’Accademia di Minsk. Credo che e le cadute, i vuoti e le ambizioni dell’uo- le basi artistiche siano molto importanti, mo. Questo lavoro di ricerca mi ha portato perché rappresentano sempre, negli anni a sviluppare un crescente interesse verso e nelle diverse sperimentazioni, un punto lo spirito collettivo del mondo contempo- di riferimento essenziale a cui attingere. raneo, andando ad investigare i rapporti Anch’io, come molti, ho mirato ad una di- all’interno della società. Ho quindi realiz- mensione nuova; in particolare la staticità zato la serie SOS CODE per affrontare un delle immagini mi è sempre apparsa come immaginario viaggio interiore di un singolo, un limite, così mi sono dedicata alla ricer- riflettendo sul deficit comunicativo e di in- ca e alla sperimentazione con la luce led terrelazione tra gli individui. Le difficoltà di e, nel 2014, sono riuscita a presentare la comunicare e di essere ascoltati in EMER- Anna Skoromnaya, Popcorn Machine, 2017, ologramma, plexiglas lucido e satinato, audio, mia prima serie di lavori multimediali, SOS GENCE, i meccanismi di trasformazione cm 610x344x220. Foto: Andrea Parisi CODE. Si tratta di opere realizzate con una psicologica in STEPS, la confusa deriva di Nella pagina a fianco: tecnica del tutto inedita, che io ho chiama- un vivere senza punti di riferimento an- Anna Skoromnaya alla mostra di Arteam Cup 2016, to ”lightbox dinamico”, dove le figure sono che relazionali in ADRIFT sono le tappe di Palazzo del Monferrato, Alessandria

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questo percorso, la cifra tematica che ho semblaggio finale dell’opera? sentito il dovere di arricchire con la denun- Il lavoro nel campo dei new media preve- cia dei meccanismi di esclusione dell’altro, de un lungo e costante percorso di ricer- vissuto come diverso e, quindi, pericoloso. ca e sperimentazione che accompagna le HOMEWARD descrive proprio il tragit- fasi di ideazione e di progettazione di ogni to simbolico e finale di quest’esperienza opera. Mi piace utilizzare dei media speci- umana verso la consapevolezza del suo fici per ogni nuova installazione, il che ri- essere sociale. Nel corpo, che si leva fati- chiede però uno studio progettuale ad hoc. cosamente in direzione del sole, vi è la for- L’ideazione di un’opera inizia dalla stesura za evocativa del percorso di avvicinamen- di varie bozze, dove riesco a sintetizzare le to a considerarsi parte di una comunità. Da idee, selezionando quelle più essenziali una condizione di prostrazione determina- ed efficaci, passando poi ai disegni tecni- ta dai vari egoismi, l’uomo si muove infatti ci, dove studio da vari punti di vista pro- per arrivare alla dimensione ideale che lo porzioni e forme di ogni singolo dettaglio Anna Skoromnaya, Cream Hand Mixer, dettaglio, ricongiunge al suo io più autentico, dove le che andrò a realizzare. Integrando la parte serie Kindergarten, 2017. Foto: Andrea Parisi diversità diventano valori e rappresentano la pienezza stessa del vivere.

Dopo l’aggiudicazione del premio hai la- vorato senza sosta ad un progetto la cui prima tappa è stata presentata proprio in occasione di questa mostra-premio… Ci racconti brevemente a chi vuoi dare voce con Kindergarten? Kindergarten è un viaggio surreale tra le macerie di un fragile e delicato mondo stri- tolato dall’egoismo. Vuole anche però es- sere una denuncia contro la compressio- ne, la negazione dei diritti della fascia più vulnerabile della nostra società, i bambini. Al giorno d’oggi ci sono ancora milioni di piccoli sfruttati, costretti a lavorare in con- dizioni disumane, senza possibilità di stu- diare, giocare, vivere la propria infanzia e costruire il proprio futuro. È agghiacciante pensare che vere e proprie legioni di bim- bi sono mandate ad uccidere e a morire in guerre, a diventare, a loro insaputa, stru- menti di morte, attentatori suicidi con la folle promessa di guadagnarsi un posto in Paradiso. Altrettanto vergognosa è la con- dizione di centinaia di migliaia di bambine che ancora sono vendute come spose, mutilate nella loro più tenera intimità, pri- vate della possibilità di sognare, innamo- rarsi, di poter scegliere, di amare. Credo fermamente che l’arte possa e deb- ba costituire talvolta anche un forte veicolo di testimonianza, mirato ad aiutare chi non ha forza, chi non ha voce. Gli ultimi, i più de- boli, spesso sono i più importanti perché, come in questo caso, possono essere il fu- turo della società o il suo stesso fallimento. La serie Kindergarten è il mio incontenibile grido di vergogna verso ciò a cui ho sentito il dovere e prima ancora l’impellente biso- gno di dare forma.

Il lavoro ha comportato un grande di- spendio di tempo ed energie. Ci racconti brevemente l’iter creativo, partendo dai backstage fotografici fino all’effettivo as-

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multimediale con diversi materiali come di far sì che l’artificio tecnologico non pre- ferro, plastica, legno o acciaio, sono in co- valga sull’opera stessa, ma costituisca un stante rapporto con i miei collaboratori, mezzo espressivo che rafforzi il messaggio con i quali curo personalmente la realiz- che voglio comunicare. Tutto ciò a volte ri- zazione delle varie componenti disegna- chiede mesi di sperimentazione, fallimen- te che faranno parte dell’opera, una volta ti e prove, finché non si arriva ad ottenere assemblate. Riprese video e set fotografi- l’effetto artistico desiderato. Solo allora si ci richiedono anticipatamente un’attenta può procedere alla fase dell’effettivo as- preparazione degli spazi, con selezione e semblaggio dell’opera, dove non mancano prove di modelli, realizzazione dei costu- gli aspetti meccanici, elettrici, elettronici e mi, trucco e tanto altro. La componente logistici. È la fase in cui diventa abitudine audio, sempre presente nelle mie opere, portare in tasca viti, chiavi, morsetti e cavi, richiede altrettante fasi di lavoro in studio ma è anche il momento in cui finalmente,

Anna Skoromnaya, Cream Hand Mixer, dettaglio, a sperimentare adeguate soluzioni sonore. dopo tanto lavoro, l’opera prende corpo ed serie Kindergarten, 2017. Foto: Andrea Parisi Lavorando con le tecnologie cerco sempre inizia a vivere di vita propria.

Entriamo ora nel merito dei lavori pre- senti in mostra. Oltre ad una selezione dei tuoi lavori precedenti, due delle tre installazioni del ciclo Kindergarten. Pri- mo elemento di coesione: il riferimento a particolari tipi di cibo. Secondo: l’uso di ologrammi e monitor, innestati in struttu- re fortemente connotate sia visivamente sia materialmente. Terzo: un’immagine, in movimento, fortemente spiazzante. Quarto: la scelta del sonoro che acuisce l’effetto di straniamento visivo. Quali sen- sazioni vuoi innestare nel pubblico che si aggira nel tuo kindergarten? Kindergarten è un parco giochi molto par- ticolare: i bambini che dovrebbero giocarci non ci sono o, meglio, ne sono rimaste le immagini in movimento, le voci evocate dalle filastrocche di sottofondo, inglobate all’interno delle forme come fossero gio- cattoli nelle mani degli adulti. Le tre installazioni che compongono la se- rie prendono il nome dai diversi macchinari che producono cibi cari ai bambini nei par- chi: la Popcorn Machine, che fa esplodere il mais, riferita all’installazione sui bimbi martirizzati nelle guerre, Cream Hand Mi- xer, la cremeria meccanica che ruota senza fine come i piccoli sfruttati nel lavoro della seconda installazione ed, infine, il Cotton Candy Maker, macchina per lo zucchero filato, come il velo triste delle tante spose bambine nella terza opera. Tutte le opere della serie sono basate sui contrasti, sulle contrapposizioni anche stri- denti tra il piano ideale e quello della cruda realtà. Per sottolineare questo aspetto, ho voluto trasformare i giochi tipici di un par- co in strumenti di lavoro, così lo scivolo è diventato un nastro trasportatore, l’altale- na un ingranaggio, la giostra un sistema di chiavi meccaniche e bulloni di diverse di- mensioni, mentre i bambini sono presenti come fossero dei fantasmi, lavorano real- mente invece di giocare, trasportano con fatica mattoni e legna, puliscono scarpe,

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cuciono vestiti, spaccano pietre. L’appa- a creare un sentire comune e condiviso renza e la sostanza, in questa serie, sono delle priorità a cui dedicare almeno parte due piani che si intersecano e si confon- del proprio tempo e delle proprie risorse. dono, anzi confondono e vogliono colpi- Quello che scelgo come tema delle mie re, scuotere lo spettatore che è trascinato narrazioni è per me sempre un forte impe- senza preavviso in una dimensione di fiaba gno di testimonianza sociale, non solo una spezzata, come lo è l’infanzia di chi è vitti- rappresentazione, anzi, direi che per me ma di questi spregevoli egoismi. Ecco che questi costituiscono due momenti inscin- quindi la città fatta di costruzioni è una sor- dibili, entrambi essenziali sia come artista ta di Palmira, che racchiude in sé effime- sia ancor prima come persona. ri ologrammi, ciò che rimane dei bambini martirizzati dalla follia omicida di maestri senza fede, evanescenti resti incapsulati in dei sarcofaghi giocattolo. Anna Skoromnaya. Kindergarten

Per concludere, secondo te, cosa può 6 luglio – 22 ottobre 2017 fare un artista per migliorare questo mondo? Credi che la denuncia sociale, Must Gallery attuata attraverso l’arte, possa contribu- via del Canvetto, 6900 Lugano ire a focalizzare l’attenzione sui drammi della nostra contemporaneità? Orari: martedì 14-18 | giovedi 14-18 e su L’arte da sempre rappresenta, testimonia e appuntamento sensibilizza; per il mio modo di sentire e vi- vere l’arte essa deve aprire dei varchi nelle Info: +41 919702184 coscienze. Per questo credo che si debba [email protected] denunciare con fermezza e coraggio anche www.mustgallery.ch ciò con cui è scomodo confrontarsi, magari Anna Skoromnaya, Steps, 2014, dettaglio, stampa solo perché a volte si preferirebbe voltar Catalogo: Vanillaedizioni, con testo di lambda, light box con intervento di luce LED pagina e guardare altrove, contribuendo Antonio D’Amico dinamica, sequenza 7’ 35’’, cm 130×180

42 MOUNIR FATMI Solo show a cura di Silvia Cirelli 26 OTTOBRE - 7 GENNAIO 2018

OFFICINE DELL’IMMAGINE C O N T E M P O R A R Y A R T Via Carlo Vittadini 11 - 20136 MILANO info@officinedellimmagine.com www.officinedellimmagine.com Tel. +39 02 91638758 ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET

ARTE

REBUILDING SPACES: PER UN’ARTE CHE RIDISEGNA LO SPAZIO FISICO E MENTALE

CASALE MONFERRATO (AL) | CASTELLO DEL MONFERRATO 8 OTTOBRE 2017 – 14 GENNAIO 2018

Intervista a NICCOLÒ BONECHI di Matteo Galbiati

La visione e l’analisi dello spazio, inteso esposizione il suo curatore Niccolò Bonechi comunque – e questo è il dato essenziale come luogo del vivere e dell’accadere, che abbiamo intervistato per l’occasione: – tutti operano in una direzione installativo- come ambiente dove il tempo e le forme scultorea, sia a livello concettuale che for- si muovono, evolvono, mutano, cambiano, Quali autori e quali opere di ciascuno di male, anche quando intraprendono un per- esistono, è il soggetto unico della mostra loro hai scelto per questo progetto? Se- corso bidimensionale. Rebuilding spaces che porta negli storici condo quali caratteristiche? Ecco che la scelta è ricaduta su opere che, ambienti del Castello del Monferrato a Ca- Gli artisti selezionati per Rebuilding spaces attraverso la propria forza espressiva, fos- sale Monferrato (AL) le opere di importanti sono dieci, molti di essi oramai storicizzati sero in grado di modificare non soltanto lo artisti internazionali. Le cinque sezioni della (Piero Fogliati, Piero Gilardi, Luigi Mainolfi, spazio fisico che le accoglie ma, soprat- mostra che fanno dialogare a coppie i lavo- Paolo Minoli) o comunque già presenti in tutto, lo spazio mentale dello spettatore, ri di questi grandi maestri aiutano a svelare importanti rassegne internazionali (Pablo cercando di fatto di annullare il gap che li nuove riflessioni che rendono emotivamente Atchugarry, Eduard Habicher, Arcangelo separa. Questa è la grande scommessa – e partecipata l’opportunità della loro visione. Sassolino), altri mid-career (Bonzanos Art la mia personale speranza – ovvero conce- Ci accompagna alla scoperta di questa Group, Mario Fallini, Rudy Pulcinelli), ma dere al visitatore la possibilità di dialogare in maniera autentica e responsiva con l’intera esposizione.

La mostra si suddivide poi in precise se- zioni, ce le puoi riassumere? Per quanto le opere esposte siano neces- sariamente “costrette” a confrontarsi con il concetto di spazio tout court, ho riscontrato la possibilità di dialoghi più intimi tra di esse, ma soprattutto tra le indagini artistiche de- gli artisti selezionati. Per questo motivo ho volutamente messo in connessione gli ar- tisti a coppie, ed ecco che si sono venute a creare cinque sezioni all’interno della stessa mostra: Sull’interpretazione della luce (Piero Fogliati e Paolo Minoli), Artificio e Natura (Piero Gilardi e Luigi Mainolfi), L’intangibile consistenza della materia (Pablo Atchugarry e Eduard Habicher), Di pieni e di vuoti (Bon- zanos Art Group e Rudy Pulcinelli), Sospen- sioni (Mario Fallini e Arcangelo Sassolino).

Questa esposizione intende “ricostruire lo spazio? In che termini? Secondo quali modalità? Ci sono molti livelli di lettura per questa mostra e devo dire che la scelta del titolo è stata senz’altro un’illuminazione in tal sen- so, in quanto mi ha permesso d’indentifica- re molteplici contesti spaziali, che poi sono dettati dalla scelta delle cinque sezioni. Ciò

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che m’interessa analizzare con questo pro- catalogo bilingue italiano-inglese Edizioni Info: Comune di Casale Monferrato getto è, appunto, il concetto di spazio inteso Bertani +39 0142 444330 come smisurato campo di azione, pertanto [email protected] la possibilità per l’artista di costruire ex novo Artisti: Pablo Atchugarry, Bonzanos Art www.comune.casale-monferrato.al.it una realtà altra, senza alcun vincolo formale Group, Mario Fallini, Piero Fogliati, Piero o rap-presentativo. Gilardi, Eduard Habicher, Luigi Mainolfi, Paolo Minoli, Rudy Pulcinelli, Arcangelo Il luogo che accoglie i vari autori non è uno Sassolino spazio qualsiasi: come si legano le opere alle specificità del Castello del Monferra- 8 ottobre 2017 – 14 gennaio 2018 to? Inaugurazione domenica 8 ottobre ore 11.00 Per quanto abbia mantenuto esternamente intatto il suo fascino originario, il Castello del Castello del Monferrato Monferrato si presenta internamente come Piazza Castello, Casale Monferrato (AL) Piero Gilardi, Mango, 1992, una struttura moderna e ben concepita per poliuretano espanso, cm 300x300x300. Courtesy: Bonioni Arte, Reggio Emilia eventi espositivi di qualsiasi natura. Con Orari: sabato e domenica 10.00-13.00 e questo voglio dire che per il progetto non 15.00-19.00; visite guidate su appunta- Nella pagina a fianco: Paolo Minoli, Trasmutazione, 1980, è tanto funzionale la consapevolezza della mento (+39 0142 444330) acrilico su tavola e rilievi in legno, cm 120x120. storicità del luogo, bensì la sua morfologia Ingresso libero Courtesy: Bonioni Arte, Reggio Emilia interna: di fatti lo spazio è armonicamen- te composto da tante sale medio-grandi, collocate sullo stesso livello e disposte su due braccia della struttura. La collocazio- ne interna permette sì una continuità nel percorso espositivo, ma allo stesso tempo di segnare tanti momenti diversi. Ecco che ogni autore si “impossesserà” di una, mas- simo due sale, e ne ricostruirà la spazio at- traverso un intervento che non snatura né la forza espressiva dell’opera né, tanto meno, la storicità del luogo che la accoglie.

Quale concetto di spazio emerge – alla fine – agli occhi dello spettatore? Come lo vive? Credo fortemente nella necessità che lo spettatore sia disposto a concedersi emoti- vamente alla mostra. Come al solito fornirò ad esso alcuni strumenti per poter “leggere” la mostra con più facilità, ma è necessario uno sforzo nell’altro senso perché sia com- piuta quella che io definisco una “esperien- za totalizzante” che sia in grado di annullare definitivamente la distanza spazio-tempo- rale tra l’opera ed il suo interlocutore.

Quale nota specifica di questo progetto vuoi mettere in luce? In generale, come artisti di generazioni e derivazioni differenti abbiano affrontato un percorso tanto lontano nei risultati formali, quanto vicino in quelli concettuali.

Rebuilding spaces. Dieci artisti in dialogo sul concetto di spazio a cura di Niccolò Bonechi organizzazione Città di Casale Monferrato in collaborazione con Bonioni Arte, Reggio Emilia; Lara&Rino Costa Arte Contempo- ranea, Casale Monferrato (AL) coordinamento tecnico Associazione San- ta Caterina Onlus, Casale Monferrato

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MUSICA / TEATRO

MARLENE KUNTZ: “L’AVVICINAMENTO A UN’ALTRA PARTE DEL SÉ”

ROMA | TEATRO AMBRA JOVINELLI | 24 – 29 OTTOBRE 2017

Intervista a CRISTIANO GODANO (MARLENE KUNTZ) di Corinna Conci

Quando le esperienze della carriera di una vamente in studio. Questo periodo di gene- band sono memorizzate e documentate in razione del nuovo disco si affaccia però ora suoni, immagini e parole per crearne una verso l’interno: un tempo che sembra più ri- storia consapevole, si aprono scenari diversi flessivo e maturo, una dedica a uno stato in- per indagare nuove parti della propria iden- teriore che prima non era possibile sentire. tità artistica. Il film “Complimenti per la festa” (2016) racconta la vita dei Marlene Kuntz Al di là di un po’ di mistero e un po’ di pu- tramite un archivio del passato di immagi- dore, parliamo del nuovo album al quale ni e interviste insieme a momenti catturati state lavorando in questo periodo e che in “Catartica Tour” (2014), celebrazione del uscirà nei prossimi mesi. Qualcosa di nuo- primo album “Catartica” (1994). Lo sguardo vo e più introspettivo oppure coerenza con del regista Sebastiano Luca Insinga dà cor- le chitarre elettriche dell’ultimo disco? po alla figura cangiante di una delle band Ci stiamo lavorando da alcuni mesi ormai, e simbolo del rock indipendente italiano, at- se c’è una cosa che per ora caratterizza i vari tiva fin dagli inizi degli anni ’90. Collabora- pezzi è la siderale distanza rispetto a “Lun- zioni internazionali che spaziano dal mondo ga Attesa”, che era un disco molto elettrico, della musica a quello della danza e dell’arte dunque di base impiantato sulle chitarre visiva, sonorizzazioni di cinema muto, pub- elettriche. Il mood per ora è particolarmente blicazioni di libri, musicazioni dei propri testi lento e intensissimo: credo sia nelle nostre condivisa con i fan: si tratta di esperienze priorità cercare di fare uno dei dischi più in- che creano un percorso composto da mol- tensi e toccanti della nostra carriera. Sicu- ti pezzi diversi, profondamente connessi, ramente introspettivo. Probabilmente scuro. adesso integrati. Dopo le ultime date del tour “Onorate il Vile” Alcuni mesi fa avete lanciato un’iniziativa (2017) per celebrare il secondo album “Il che ha coinvolto attivamente i vostri fan: Vile” (1996), i Marlene Kuntz si trovano nuo- musicare il testo della title-track dell’ulti-

Dall’alto: Cristiano Godano - Marlene Kuntz. Foto: Leonardo Rinaldesi

Marlene Kuntz Cristiano Godano, Luca Bergia Live Catartica Tour (2014) © Simone Cargnoni - JUMP CUT

Nella pagina a fianco: Marlene Kuntz Cristiano Godano, Riccardo Tesio Live Catartica Tour (2014) © Simone Cargnoni – JUMP CUT

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mo album “Lunga Attesa” (2016) creando C’è più consapevolezza, ed è inevitabile, di renderla più stuzzicante, per noi e per il una versione personale. Cosa è successo perché sono venti e più anni che scrivo testi, pubblico, con la presenza di un attore in ve- e pensate di riproporre questa idea? e se non avessi acquisito consapevolezza ste di voce narrante. Claudio Santamaria è Fu una buona trovata, indubbiamente… Sul sarei un idiota irriflessivo. La consapevolez- un amico dei Marlene da parecchio tempo, nostro fb avevamo una sorta di piccolo za tiene a bada l’istinto, che viene contem- e va da se che l’incontro è stato particolar- appuntamento, ovvero il testo della setti- perato e filtrato dal raziocinio e dall’espe- mente facile da favorire. In tutta franchezza mana. Si trattava di un testo mio, già edi- rienza: per quel che mi riguarda è un valore le prove dello spettacolo sono ancora da to, esibito senza la musica a corredo, per positivo, perché se guardo ai miei testi di fare, dunque non mi è semplice risponde- la semplice lettura. Da lì è stato semplice inizio carriera percepisco spesso certe esa- re alla seconda parte della tua domanda: ci immaginare che avremmo potuto postarne gerazioni istintuali, ottime per fare colpo saranno un lavoro di regia e una scenogra- uno nuovo, sconosciuto alla gente, di quelli sulla gente ma eccessivamente sentimen- fia, questo senz’altro, e sarà una differenza in lavorazione per “Lunga Attesa”. E da lì è tali e slabbrate rispetto al mio modo intimo sostanziale rispetto alle nostre precedenti stato altrettanto semplice immaginare che di pensare, che per attitudine è in genere esperienze in questo ambito. avremmo potuto chiedere a qualsiasi mu- incline alle complicazioni filosofiche e al di- sicista fosse stato interessato di provare a stacco dalle certezze di chi urla sempre. Il Castello di Vorgelod. Viaggio musicale musicarlo. L’ultimo step fu immaginare di nella pellicola di Murnau tra parole e sceglierne tre alla fine di un certo lasso di L’ultima settimana di ottobre presentere- immagini tempo dato a disposizione per la creazio- te al teatro Ambra Jovinelli di Roma una Presentato da Nuovo Teatro diretta da ne, e invitare i loro autori a suonare prima sonorizzazione dal vivo del film “Il castel- Marco Balsamo di noi a un nostro concerto: tutto questo per lo di Vorgelod” di Murnau (1921), un’opera Voce e live electronics Claudio Santamaria stimolare la partecipazione. Arrivarono più sacra per i cinefili. La performance d’im- Colonna sonora e sonorizzazione live di trecento versioni, e fu tanto divertente provvisazione avrà una formula speciale Marlene Kuntz quanto complicato ascoltarle con serietà perché affiancata dalla voce narrante di Regia Fabrizio Arcuri tutte… Non credo riproporremo questa idea, Claudio Santamaria che si farà attore in perché purtroppo sappiamo che ci chiede- scena. Come nasce questa collaborazione 24 – 29 ottobre 2017 rebbe tanto altro tempo per l’ascolto. e come si caratterizzerà lo spettacolo? Siamo stati coinvolti in sonorizzazioni di film Teatro Ambra Jovinelli Scrivere è atto di meditazione, che assu- muti parecchie altre volte, e dunque per noi Via Gugliemo Pepe 43, Roma me un diverso stato con l’esperienza: in è consuetudine questo tipo di performan- questi anni senti che si è modificato il tuo ce. Avevamo voglia di rifarne una in questo Info: www.ambrajovinelli.org approccio alla scrittura dei testi? autunno venturo e ci era venuto in mente www.marlenekuntz.com

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EDITORIA

L’ARTE COME AZIONE EDUCATIVA: MARIA ROSA SOSSAI

EDITORIA | TORRI DEL VENTO EDIZIONI

Intervista a MARIA ROSA SOSSAI di Matilde Puleo

L’autrice della pubblicazione Vivere insieme, degli spazi di reale scambio e dialogo. l’arte come azione educativa, Torri del vento, Ho capito già da tempo che è impos- Palermo, 2017 fa con noi una chiacchiera- sibile risolvere i mali del mondo, nel ta per parlare degli stimoli offerti dal libro, nostro caso specifico, la mercifica- del pubblico, della critica d’arte e delle or- zione dell’arte e il suo conseguente ganizzazioni, come momento di scambio di impoverimento etico ed estetico. Se valori e passioni, nonché per riflettere sullo non vogliamo vivere la frustrazione e sviluppo del territorio e sulle priorità dell’a- l’impotenza che ne derivano, dobbia- zione educativa. mo agire, partendo da ciò che abbia- mo di più prossimo e iniziare un proces- Le manifestazioni artistiche e la cultura so di aggregazione, che possiamo definire in generale subiscono ormai da tempo militante, senza paura di essere tacciati di un duro attacco da parte della spettaco- ideologia. Riscopriamo insieme la militanza larizzazione e dell’esigenza di intratteni- che ha come scopo finale la nostra stessa mento. Se non se ne parla non si esiste. felicità, alla quale abbiamo diritto, tutti in- Eppure, liberata dal dover apparire, come distintamente. Come si può ottenere? Riti- si può dare all’arte un compito conoscitivo rando, per quanto possibile, le deleghe ed e dunque mettere in risalto il suo essere esaudendo i nostri desideri. Un esempio è un’epistemologia del mondo? l’esercizio Ognuno ha il festival che si meri- Nel modo più semplice e diretto: vivendo ta proposto dal collettivo ALAgroup (di cui dei momenti comunitari con le persone sono la cofondatrice) in cui, alla frustrazione che sentiamo a noi affini e creando con loro di non potere essere presenti fisicamente

Dall’alto: Maria Rosa Sossai

Ognuno ha il festival che si merita, Cantiere Toscana. Foto: Marco Passaro

Nella pagina a fianco: ALAgroup, La felicità che viene. Workshop. Liceo Artistico Caravaggio di Milano. Foto: Marco Passaro

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riviste di settore per essere informati. Oggi le fonti d’informazione in tempo reale sono nei social spesso gestiti dai diretti interes- sati che in questo modo pubblicizzano l’e- vento. Ciò che ancora ha un pubblico sono gli approfondimenti tematici, perché esiste tutt’ora il bisogno di approfondire, per motivi di studio e per la passione della ricerca.

Maria Rosa Sossai è critica d’arte e curatri- ce. Ha insegnato Storia dell’arte in un liceo romano. Nel 2009 ha fondato l’associazione esterno22, che promuove l’educazione at- traverso l’arte contemporanea, confluita nel 2012 in ALAgroup (Accademia libera dell’arte, www.alagroup.org). Dal 2005 al 2008 ha cu- rato progetti site specific per il museo d’arte contemporanea MAN di Nuoro. Tiene rego- larmente conferenze e seminari in istituzioni pubbliche e private. Ha pubblicato i libri “Ar- tevideo, storie e culture del video d’artista in Italia” (2002), “Film d’artista, percorsi e con- a un festival che avevamo scoperto essere L’attenzione e l’orientamento rivolti agli fronti tra arte e cinema” (2008, Silvana Edi- troppo distante da Roma, abbiamo deci- studenti dicono che la scoperta reciproca toriale) e “Vivere insieme, l’arte come azione so di creare il nostro festival seduti attorno ha inizio da un comune “non so” che so- educativa” (2017, Torri del vento). al tavolino di un bar, invitando personaggi litamente né a scuola né tantomeno nel come Foucault, Barthes, i quali hanno ac- mondo dell’arte si realizza davvero. Le cettato volentieri il nostro invito. Abbiamo ipotesi radicali di donne come Carla Lonzi, letto e commentato i loro testi ed era come a partire da una messa in discussione del se effettivamente fossero con noi. Per me ruolo del critico d’arte, sono rimaste spe- questo significa ritirare le deleghe e creare rimentazioni al limite e oggi sono pratica- degli spazi di condivisione creativa, anche mente ipotesi dette invano. Come si muo- se immaginari ma autentici perché genera- vono e chi sono gli artisti che lavorano in no un reale senso di libertà. questa direzione? Non credo che le ipotesi radicali siano ca- Leggendoti si capisce che occuparsi d’ar- dute nel vuoto. In un’era in cui la rivoluzio- te significa sviluppare un senso civico. ne non è più possibile, diventano di nuovo Accettare la responsabilità comune di far rilevanti i singoli contributi di artisti che la- parte di progetti che attivino una consa- vorano all’interno di collettivi, o che hanno pevolezza reale. Nell’epoca di arte mer- fondato delle scuole dove l’apprendimento cificata come sono le esperienze che si non è finalizzato al conseguimento di un ti- svincolano e agiscono nella collettività? tolo di studio. Penso alle scuole fondate da Sono esperienze, come dicevo prima, che Tania Bruguera, Marinella Senatore, Piero hanno come scopo ultimo la felicità de- Golia e da altri. Una vera educazione si fon- gli individui che le compiono. E la felicità da sulla conoscenza di sé, e sull’importanza è contagiosa, esattamente come lo sono di creare un ambiente propizio alla com- l’infelicità e la sofferenza. Cambiano gli esi- prensione, scriveva Krishnamurti. ti su di noi e su quelli che ci stanno vicino. L’arte quindi assolve al compito di svelare Nell’Italia negli anni di yes-man e dei gior- quanto sia bello e gratificante rivolgere la nalisti sottostimati, come può la capacità nostra attenzione agli altri, senza secondi creativa del critico ritrovare una necessità fini. In realtà il mondo dell’arte non è affatto d’essere e rispondere alle modalità di fare così empatico, è al contrario formale, gerar- che cambiano continuamente? chico, regolato da un codice di comporta- La condizione della critica d’arte in Italia è Titolo: Vivere insieme, l’arte come azione mento non scritto. Per fortuna, però, l’arte drammatica. Gli articoli e le recensioni non educativa non esaurisce la sua forza vitale nel siste- sono pagati o sono sottopagati. Senza reali Autore: Maria Rosa Sossai ma commerciale. I migliori artisti e i migliori finanziamenti e borse di studio, la critica sta Editore: Torri del Vento critici e curatori indicano altre strade, quelle morendo, e comunque sta attraversando Collana: I capperi in cui la bellezza dell’arte coincide con un un momento di grande cambiamento, così Data di Pubblicazione: aprile 2017 compito educativo. Basta pensare a Joseph come i giornali e la carta stampata. Nessu- Pagine: 380 Beuys, a Gina Pane e a tanti altri maestri. no ha più bisogno di leggere le recensioni Prezzo: 22,00 euro e gli articoli pubblicati ogni due mesi dalle Info: www.torridelventoedizioni.it

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EDITORIA

LA VITA IN FIGURE DI ARTURO MARTINI

EDITORIA | JOHAN & LEVI EDITORE di Luca Bochicchio

Tra le primizie della scorsa primavera, nate nel “giardino delle monografie” dell’editore Johan & Levi, c’è anche l’ultima fatica di Ele- na Pontiggia: Arturo Martini. La vita in figure. Neppure trecento pagine per ripercorrere la vita (e che vita!) dello scultore trevisano… anzi italiano. Una prima e spontanea rifles- sione riguarda, infatti, la geografia dell’arti- sta; se è vero che, a dispetto dei suoi continui spostamenti, Martini ha fatto periodicamen- te ritorno nella natia Treviso, scorrere d’un fiato le tappe della sua frenetica esistenza rende palpabile, fin dalle prime battute, l’o- rizzonte nazionale del suo pensiero e del suo operato. Non solo questo. Il bisogno pressante di Martini di vivere a stretto con- tatto con i cenacoli artistici e intellettuali di Roma, Milano e Venezia (questo è anche un approssimativo ordine di gradimento dello scultore), fuggendo di volta in volta dalla provincia di Treviso, Faenza e Vado Ligure, derivava certamente dalla consapevolezza del proprio valore e del ruolo che sarebbe dovuto spettargli nel Paese di cui avvertiva nografie scientifiche). Questo sforzo - divul fortissima la forza della tradizione ma anche gativo, ma di sostanza, va necessariamente le energie contemporanee, delle quali egli a beneficio della consapevolezza civile del era a tutti gli effetti un protagonista seppu- pubblico del nostro Paese, che annovera in re a volte incompreso o sottostimato (una esso decine di migliaia di appassionati d’ar- legge non scritta che trova conferma non di te che continuano a chiedere (e le indagini rado nell’avanguardia). Il fatto poi che Marti- svolte in modo empirico nei musei e nelle ni abbia cercato precocemente (nonostante università lo dimostrano) maggiori informa- le pressoché costanti difficoltà economiche) zioni, approfondimenti, in sintesi una miglio- il confronto diretto con le capitali estere re mediazione e divulgazione scientifica, dell’arte – Monaco e Parigi – ben inquadra anche in ambito artistico e culturale. la volontà “storica” dell’uomo e dell’artista Il passo successivo e necessario sarebbe nel suo percorso di affermazione nazionale. rendere queste monografie fruibili ad un Non cito a caso la questione “nazionale” di pubblico internazionale con traduzioni si- Martini: il pregio di biografie come questa, e stematiche almeno in inglese, che possano come ad esempio le precedenti su Boccioni trovare distribuzione nel circuito globale in o Manzoni, è anche quello di divulgare, di modo da iniziare a diffondere nel pubblico raccontare i grandi attori della storia dell’ar- internazionale il messaggio che in Italia la te italiana moderna e contemporanea, sen- storia dell’arte non si è fermata a Caravag- za perdersi negli specialismi tecnici della gio o, quando va bene, a Canova, ma che disciplina storica (specialismi che interessa- esiste un patrimonio artistico del XIX e XX no, appunto, i professionisti della materia, i secolo non soltanto degno della tradizione Cover volume quali dovrebbero poter attingere ad altri tipi precedente, ma in molti casi aggiornato e Arturo Martini. La vita in figure. di dati nei convegni, nelle riviste e nelle mo- realmente all’avanguardia. Il caso di Marti- Johan&Levi editore

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ni è emblematico in questo senso: oltre ad nel corso degli ultimi tre decenni, lo sono essere lo scultore italiano più importante stati – allora è il momento di valorizzare con della prima metà del ‘900 e fra quelli che coraggio e intelligenza tali dati, tale cono- più hanno influenzato le successive gene- scenza frutto del minuzioso lavoro di molti razioni, è in assoluto un protagonista della ricercatori (come testimoniato nei ringrazia- ricerca scultorea internazionale insieme a menti dell’autrice e nella bibliografia). Credo Brancusi, Calder, Giacometti e Moore, solo sia molto importante che i dati ottenuti dalle per citare alcuni nomi chiave che ritroviamo ricerche servano a restituire interpretazioni, con frequenza nelle mostre internazionali. racconti, chiavi di lettura, attraverso narrazio- Tornando, quindi, alla monografia scritta ni che possono esprimersi con linguaggi e in da Elena Pontiggia, il suo pregio è di aver canali diversi, dalle mostre alle monografie, saputo dare conto, con dovizia di partico- dagli articoli su riviste ai film, dai cortome- lari che non soverchiano mai la freschezza traggi ai documentari. Otre che di ricerca c’è della narrazione, degli innumerevoli con- bisogno di competenti e dotati scrittori di libri tatti, riferimenti, dissidi, innamoramenti, voli e sceneggiature, che sappiano valorizzare i e cadute di un uomo tormentato e geniale migliori studi dei nostri ricercatori universitari come Martini. Il ritratto dell’uomo dialoga e di quelli indipendenti, portando ad ulteriori con quello dell’artista, così come la nar- livelli di divulgazione e diffusione la cono- razione biografica rimbalza sul resoconto scenza sull’arte, perché da quella passa l’e- storico-artistico. A mio avviso i primi due ducazione e la consapevolezza civile. aspetti (l’uomo e la narrazione) hanno un peso maggiore rispetto ai secondi (l’artista Arturo Martini. La vita in figure e l’analisi storica), ma tengo a precisare che Autore: Elena Pontiggia l’intenso ed evocativo racconto della vita di Anno: 2017 Martini poggia sempre su una solida docu- Lingua: Italiano mentazione, con interessanti riassetti cro- Pagine: 304 nologici e qualche spunto inedito. Prezzo: 25,00 € Questo libro intenso e piacevole è la dimo- ISBN: 978-88-6010-185-3 strazione che quando si raggiunge un’a- Formato: 15,5x23 cm Arturo Martini, Nudo al sole, 1930, terracotta da deguata e solida base di studi specifici – e Illustrazioni: 70 b/n stampo, cm 45x148x72 cm. Collezione privata. quelli condotti in Italia su Martini, soprattutto www.johanandlevi.com Foto: courtesy Archivio Gian Ferrari

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EDITORIA

LE DIVERSE SONORITÀ DI MIMMO PALADINO, COMPOSITORE DI FORME

EDITORIA | SKIRA EDITORE di Matteo Galbiati

Germano Celant ha firmato per Skira un re e multilinguistico. grande monografia che, ordinata in modo L’intenzione di questo intenso lavoro di ana- scientifico e sistematico, racconta in modo lisi – questo strumento editoriale sarà sicu- esaustivo e completo la storia artistica di ramente di importanza fondamentale, una Mimmo Paladino (1948). Questo volume pietra miliare, per chi vorrà studiare e cono- attraversa, quindi, con una complessa e scere in profondità le pieghe del pensiero di approfondita analisi critica, tutte le stagio- Paladino – è proprio quello di indagare gli ni creative dell’artista mettendo in risalto aspetti differenti che ne hanno segnato l’iti- la sua vasta ricerca che si è sempre con- nerario nel corso degli anni: lo sguardo che traddistinta per un’intensità particolare e predilige Celant nella sua analisi è quello caratteristica e per essersi sempre rivolta aperto che lo osserva a 360°, prendendo in a esperienze culturalmente diverse, in ter- attenta considerazione non solo la sua pit- Mimmo Paladino, Porta di Lampedusa, porta ritori immaginifici dove le arti, il tempo e la tura, ma anche il lavoro da lui eseguito per d’Europa, 2008, pittura murale, dimensioni ambientali, installazione per la mostra al storia umana hanno modo di intrecciarsi e il teatro, la scultura, il cinema, gli interventi Museo dell’Ara Pacis, Roma, 2008. contaminarsi in un rapporto multidisciplina- pubblici su vasta scala… Foto: Ferdinando Scianna

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Le riflessioni riportate contribuiscono quin- maginazione, per ritrovare la necessità di un di ad affermare nella storia il pensiero e le dialogo e un confronto con le arti e con il creazioni di un inconfutabile maestro del senso delle immagini, senso che la cultura suo tempo, un protagonista assoluto della di oggi spesso svilisce e annienta. scena artistica internazionale che in questo L’archeologia mnemonica, visiva, stilizzata volume viene indagato a tutto tondo, il suo e spesso rarefatta delle opere di Paladino linguaggio, la sua poetica, il suo segno at- asseconda il tempo dell’uomo di cui lui pare traversano i decenni e lo seguono dal 1963 essere un eccellente indagatore: l’illusione ai giorni nostri. e l’immobilità dell’arte in lui allestisce uno Pagina per pagina il lettore riscopre tutti i scenario che sempre si riempie, invece, di passi compiuti da Paladino grazie anche vita, di mito, di vissuto dalla storia definita ad un amplissimo repertorio di immagini e o definibile. Traduce il silenzio rumoroso di di documenti, utilissimi nell’accompagna- una interiorità in divenire di cui le sue imma- re l’esplorazione critica condotta: immagini gini si fanno specchio in cui riflettersi. di repertorio, allestimenti di mostre, docu- Questo fondamentale volume diventa allo- mentazioni originali, disegni e progetti, le ra guida e indice per ascoltare, con ancor note e gli incisi con le parole dello stesso maggiore attenzione, la voce intensa ed artista, fotografie rendono immersivo e to- energica di questo grande poeta dell’arte talizzante il suo pensiero che non si slega di oggi. mai dal passato, dalle radici culturali in cui si è generato, ma che sa anche proiettarsi in avanti guardando al futuro. Titolo: Mimmo Paladino Le sue evoluzioni e i suoi cambiamenti la- Testi di: Germano Celant e Diletta Borromeo sciano chiarire l’orizzonte del suo sguardo Collana: Arte Moderna. Monografie Dall’alto: che si racchiude e riassume, in queste pa- Anno: 2017 Mimmo Paladino, SKIRA editore, gine, in una storia che ha dato all’arte mon- Pagine: 736 cover del volume diale brani di forte impatto emotivo e di pro- Edizione: italiana Mimmo Paladino, Il saldatore, 2014, fondo significato spirituale e morale. Molte Immagini: 793 a colori tecnica mista su tela, due elementi, dimensioni totali cm 170x325x230. sue opere, del resto, sono diventate vere e Prezzo: Euro 75.00 Collezione dell’artista. proprie icone, spunti per rendere fertile l’im- Editore: Skira Editore Foto: Peppe Avallone

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